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Dettaglio seduta n.509 del 18/11/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.15 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



(Alle ore 10.46 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.17)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Casoni Cavallera, Pichetto Fratin, Racchelli e Valvo.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ferrero Caterina


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 120 del 15 novembre 2004, il Presidente della Giunta regionale Ghigo attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la giornata odierna all'Assessore Caterina Ferrero.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame disegno di legge n. 655 inerente a "Statuto della Regione Piemonte Seconda deliberazione" (ex articolo 123 della Costituzione)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del provvedimento relativo a: "Statuto della Regione Piemonte - Seconda deliberazione (ex articolo 123 della Costituzione), di cui al punto 4) all'o.d.g., proseguendo con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Emendamento rubricato n. 203 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi: gli articoli nn. 25, 26, 28, 29 sono collocati dopo l'articolo n. 20.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Si tratta di uno spostamento dovuto all'illogicità della collocazione attuale degli articoli 25, 26, 28 e 29.
Sono articoli che non trattano il tema "Organi del Consiglio regionale". Infatti, l'articolo 25 tratta della convocazione, delle attribuzioni, dell'esercizio della potestà regolamentare, quindi è uno di quegli elementi che destrutturano la logicità dello Statuto, rendendolo non approvabile. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 203.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 204 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi: l'articolo n. 39, l'articolo n. 40 e gli articoli nn. 41 e 43 sono collocati dopo l'articolo n. 20.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La ragione di quest'emendamento è identica a quella dell'emendamento precedente. Si tratta di articoli collocati in modo illogico all'interno dello Statuto che votiamo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 204.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 83 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 20 è inserito il seguente nuovo articolo n. 20 bis: "Art. 20 bis. (Convocazione del Consiglio regionale e ordine del giorno) 1. La convocazione del Consiglio regionale e l'ordine del giorno delle sedute sono fissati dal Presidente del Consiglio, secondo le norme e le modalità stabilite dallo Statuto e dal Regolamento.
2. La programmazione dei lavori del Consiglio garantisce il rispetto delle prerogative stabilite dallo Statuto a tutela delle minoranze".
Emendamento rubricato n. 84 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 20 bis è inserito il seguente nuovo articolo n. 20 ter: "Art. 20 ter. (Attribuzioni del Consiglio regionale) 1. Il Consiglio regionale rappresenta il Piemonte.
2. Il Consiglio ha la potestà legislativa e il suo esercizio non può essere delegato. Svolge la funzione di indirizzo e di controllo sull'attività della Giunta regionale.
3. Il Consiglio svolge le altre funzioni conferitegli dalla Costituzione dalle leggi dello Stato, dallo Statuto e dalle leggi regionali".
Emendamento rubricato n. 85 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 20 ter è inserito il seguente nuovo articolo n. 20 quater: "Art. 20 quater. (Altre attribuzioni del Consiglio regionale) 1. Il Consiglio regionale inoltre esercita le funzioni relative: alla programmazione alle politiche economiche ai tributi e alla contabilità alle nomine, salvo quelle attribuite al Presidente della Giunta regionale e alla Giunta ai referendum ai rapporti istituzionali ai principi di organizzazione del personale regionale.
2. Il Consiglio elegge nel proprio seno tre delegati della Regione, di cui uno espressione delle minoranze, per l'elezione del Presidente della Repubblica.
3. Il Consiglio adotta ogni altra deliberazione per la quale la legge richieda l'approvazione del Consiglio o stabilisca la generica attribuzione alla Regione".
Emendamento rubricato n. 86 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 20 quater è inserito il seguente nuovo articolo n. 20 quinques: "Art. 20 quinques. (Autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale) 1. Il Consiglio regionale, nell'esercizio delle sue funzioni e nell'espletamento delle sue attività, ha autonomia funzionale, finanziaria contabile, organizzativa, patrimoniale e negoziale.
2. Il bilancio e il rendiconto del Consiglio sono deliberati dall'Ufficio di Presidenza, approvati dal Consiglio e allegati al bilancio e al rendiconto della Regione".
Emendamento rubricato n. 87 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 20 quinques è inserito il seguente nuovo articolo n. 20 sexies: "Art. 20 sexies. (Sessioni ordinarie del Consiglio regionale) 1. Il Consiglio regionale si riunisce in sessione ordinaria ogni quadrimestre, il secondo giorno non festivo della terza settimana dei mesi di gennaio, aprile e settembre.
2. Il Consiglio si riunisce inoltre su convocazione del Presidente, sentita la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, secondo le modalità stabilite dal Regolamento.
3. I lavori del Consiglio sono organizzati secondo le modalità indicate dal Regolamento".
Emendamento rubricato n. 88 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 20 sexies è inserito il seguente nuovo articolo n. 20 septies: "Art. 20 septies. (Sessioni straordinarie del Consiglio regionale) 1. Il Consiglio regionale si riunisce in sessione straordinaria ogni qualvolta, per oggetti determinati, lo disponga il Presidente del Consiglio o ne facciano richiesta il Presidente della Giunta regionale o un quinto dei Consiglieri in carica.
2. La seduta ha luogo entro quindici giorni dalla data in cui la richiesta è pervenuta alla Presidenza del Consiglio.
3. Trascorso il termine di cui al comma 2, la seduta del Consiglio si tiene, su iniziativa di chi ha richiesto la convocazione straordinaria, nei successivi dieci giorni, con il consueto preavviso e con all'ordine del giorno gli stessi oggetti indicati nella richiesta di convocazione.
4. La convocazione di cui al comma 3 è effettuata dal Consigliere richiedente più anziano di età".
Emendamento rubricato n. 89 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 20 septies è inserito il seguente nuovo articolo n. 20 octies: "Art. 20 octies (Convocazione d'urgenza) 1. In casi di particolare necessità e urgenza, il Consiglio regionale pu essere convocato dal suo Presidente, ventiquattro ore prima della seduta con l'indicazione dell'oggetto in discussione, secondo le modalità previste dal Regolamento".
Emendamento rubricato n. 141 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Papandrea, Contu: dopo l'articolo n. 20 octies è inserito il seguente nuovo articolo n. 20 novies: "Art. 20 novies. (Validità delle sedute e delle deliberazioni. Pubblicità delle sedute) 1. Il Consiglio regionale delibera con l'intervento di almeno la metà più uno dei Consiglieri in carica e a maggioranza dei presenti, salvo diversa previsione dello Statuto o del Regolamento.
2. Le sedute del Consiglio sono pubbliche, salvo i casi previsti dal Regolamento".
Tali emendamenti sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 21, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Do ora lettura del seguente emendamento aggiuntivo: Emendamento rubricato n. 205 presentato dal Consigliere Chiezzi: dopo l'articolo n. 21 è inserito l'articolo n. 23.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questo spostamento non lo voglio io, ma la logica anzi lo volete voi, perché il Consiglio ha approvato l'articolo 21 che ha la seguente scansione: Presidente-Ufficio di Presidenza-Gruppi consiliari Giunte. Ne dovrebbe derivare, per logica, che il primo articolo tratti le questioni relative al Presidente, che è richiamato al primo punto, e non all'Ufficio di Presidenza, che è richiamato successivamente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 205.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 90 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 21 aggiungere il seguente nuovo articolo 21 bis: "Art. 21 bis (Presidente del Consiglio regionale) 1. Il Presidente del Consiglio regionale è eletto a scrutinio segreto, a maggioranza dei due terzi dei componenti; al secondo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti. In caso di parità è eletto il più anziano di età. Se nessun candidato ottiene tale maggioranza si procede ad una votazione di ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.
2. Il Presidente dura in carica trenta mesi.
3. La carica di Presidente del Consiglio è incompatibile con cariche esecutive all'interno del partito di riferimento.
4. Il Presidente può essere sfiduciato dal Consiglio con voto espresso a maggioranza dei tre quarti dei Consiglieri assegnati e a scrutinio segreto".
Dichiaro superato l'emendamento rubricato n. 90.
ARTICOLO 22 Emendamento rubricato n. 91 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 22 sostituire il comma 1 con il seguente nuovo comma 1: "1. Il Presidente del Consiglio regionale è eletto a scrutinio segreto, a maggioranza dei due terzi dei componenti; al secondo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti. In caso di parità è eletto il più anziano di età. Se nessun candidato ottiene tale maggioranza si procede ad una votazione di ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Il nocciolo della proposta è questo: avere uno Statuto che renda possibile, in prima istanza, l'individuazione di un Presidente del Consiglio regionale che non fa pregiudizialmente capo a una divisione del Consiglio tra maggioranza e minoranza. Quindi, tende a suggerire al Consiglio eletto l'opportunità di individuare un candidato con una maggioranza molto ampia.
Si apre semplicemente una possibilità e non un obbligo, dopodiché ci sono le altre norme che dicono che se non si raggiungono maggioranze che individuano candidati che possano accogliere un gradimento e una fiducia da parte di tanta parte del Consiglio, allora scattano gli altri meccanismi.
Mi sembra una novità di rilievo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91 Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 92, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 22 il comma 3 è soppresso.
Collega Chiezzi, intende mantenere tal emendamento? Mi sembra che non abbia più significato, cioè togliendolo lo Statuto non disciplinerebbe più l'elezione dell'Ufficio di Presidenza, perché è soppressivo del comma 3.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Forse sarebbe una decisione saggia quella di invitare il Consigliere Burzi ad andare al bar, per se stesso e anche per noi.
Propongo la soppressione del comma 3 perché è un comma che tratta l'elezione del Presidente del Consiglio. Cosa c'entra? L'articolo è "Elezione dell'Ufficio di Presidenza"; dentro all'elezione dell'Ufficio di Presidenza si parla dell'elezione del Presidente del Consiglio. La modifica che avevo proposto era di dire: "Trattiamo del Presidente, vediamo come lo si vota e poi trattiamo dell'Ufficio di Presidenza e vediamo come lo si vota". In sostanza, è un'altra illogicità nella collocazione degli argomenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 22 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Emendamento rubricato n. 93 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 23 aggiungere il seguente nuovo comma 2: "2. La carica di Presidente del Consiglio è incompatibile con cariche esecutive all'interno del partito di riferimento".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Abbia pazienza, Presidente Cota, ma se è imbarazzato lasci pure la Presidenza a qualcun altro.



PRESIDENTE

Nessun imbarazzo.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento tratta della questione che, ahimè, è vigente in questo Consiglio, dove il Presidente del Consiglio ha una carica esecutiva all'interno del partito, questione che insieme con altri ho sollevato più volte, ma che, trovando un po' uno stagno di fronte a me, ho poi lasciato stare. La riprendo in sede di Statuto perché penso che sia inopportuno, in uno Statuto, prevedere la commistione di due cariche che ritengo possano confliggere con l'interesse del Consiglio regionale ad avere un Presidente del Consiglio estraneo ad incarichi esecutivi del partito d'appartenenza.
Ritengo che sia una cosa sbagliata e nociva per tutti, quindi l'ho riproposta insieme ai colleghi come modifica da introdurre nello Statuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Sono d'accordo con la posizione che è stata adesso illustrata dal Consigliere Chiezzi; abbiamo sostenuto questo punto anche in Commissione perché la questione delle forme attraverso le quali garantire, anche formalmente, l'imparzialità di un'istituzione come la Presidenza del Consiglio, a nostro parere, costituisce un elemento di garanzia per tutti.
Rimanendo la convergenza sul merito di questo punto, noi pensiamo che lo Statuto non sia la sede nella quale tutta questa questione delle incompatibilità debba essere regolata. La Costituzione demanda alla legge elettorale e ad apposito provvedimento la regolazione delle questioni di ineleggibilità e incompatibilità in capo al Consiglio regionale. Al riguardo, alcune sentenze della Corte stabiliscono che l'intervento dello Statuto su materie espressamente riservate alla legge ordinaria potrebbe essere causa di nullità.
Per questa ragione, riaffermiamo una posizione comune nel merito motivo per cui abbiamo ritenuto e riteniamo inopportuna l'introduzione di questo punto nello Statuto. Sottolineiamo una convergenza di merito, tant'è vero che, nella proposta di legge elettorale e di Regolamento che noi avevamo presentato, questo punto era ed è contenuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Credo che questo punto avrebbe potuto in parte essere superato se ci fosse stata la sensibilità di decidere un quorum significativo per l'elezione del Presidente.
Se fino a quattro anni fa mi avessero chiesto di introdurre una norma di questo genere, avrei detto di no, avrei pensato che non sarebbe accaduto. Invece, abbiamo qui l'esempio lampante che può accadere e che per quattro anni non c'è la sensibilità di rimuovere questo tipo di incompatibilità del tutto evidente che esiste nei fatti e nella sostanza.
Il nostro Presidente in questi anni è stato indubbiamente il Segretario regionale della Lega Nord e ha svolto con un certo peso questo ruolo. Se nel Parlamento italiano avvenisse una cosa del genere, credo che sarebbe incomprensibile, anzi non penso che sia mai accaduto.
Se vogliamo dare a questo Consiglio un ruolo più elevato e alla figura del Presidente del Consiglio un ruolo maggiore rispetto al passato quest'incompatibilità non avrebbe dovuto presentarsi. Forse, se non si fosse mai verificata, non avremmo neanche discusso di inserire nello Statuto un punto di questo genere.
Da una parte, non si pensa di qualificare le maggioranze, cosa che forse, in questo caso, avrebbe risolto il problema; dall'altra, non si vogliono introdurre le incompatibilità, però il caso esiste e credo che sia un caso che ci deve portare a una riflessione sui fatti e non semplicemente astratta. Ad ogni modo, ritengo che sia anche un caso che può stare nello Statuto, trattandosi per l'appunto del Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Lei ricorderà, Presidente, in una chiacchierata del tutto informale che quando venne sollevato questo problema, un'analoga situazione era in essere in quel momento per la Presidenza del Consiglio comunale di Torino con il Presidente Mauro Marino, il quale rivestiva contestualmente anche il ruolo di Coordinatore regionale della Margherita.
Allora ebbi modo di dirle che a me non sembrava questione campale, anzi questione assolutamente coerente con la norma e la legislazione, ma che invece questo fatto investiva l'opportunità. Nell'etica della politica, a volte quest'aspetto è relativo alla valutazione dell'opportunità di garantire un ruolo che di per sé è super partes, svincolandolo da ruoli in questo caso di rilievo (un ruolo esecutivo potrebbe anche far parte del direttivo di una formazione politica). La coincidenza di due incarichi è questione estremamente delicata, che molto spesso è lasciata, stante la normativa attuale, al senso di equilibrio e di garantire un ruolo, al di sopra delle parti, nell'ambito della gestione di lavori complessi come quelli dell'assemblea.
Recentemente, ci sono state sentenze che hanno dell'incredibile. Ne cito una per tutte: il Presidente del Consiglio comunale di Rivoli appartenente alla formazione dei DS, contemporaneamente risultava essere candidato, nelle liste di Rifondazione Comunista, nel suo paese di origine.
una situazione estremamente anomala. Fatto sta che, sulla base di quell'impugnazione, il Consiglio lo sfiduciò. Il Presidente fu costretto alle dimissioni e una sentenza del TAR - successivamente una della Cassazione - gli diedero ragione, per cui oggi è reintegrato all'interno di quel ruolo. In entrambi i casi, sono investite figure di garanzia, nel funzionamento di un'assemblea elettiva. Ribadisco con forza quest'aspetto.
Alla luce delle esperienze, non credo che ci siano precedenti simili.
Dubito che ci sia stata, nella storia della Repubblica, un caso in cui la figura del Presidente della Camera o del Senato coincidesse con il ruolo di Segretario di partito.
una situazione anomala che tratta una materia non demandabile alla legge elettorale. La figura del Presidente del Consiglio, infatti, non riguarda la competizione elettorale, ma resta un atto riservato all'interno del Consiglio, nel quale, molto spesso, si apre anche un conflitto di invasione di competenze da parte della Magistratura ordinaria, perché mi pare che molto spesso prevalga l'interna corporis.
Detto questo, Presidente, utilizzi quest'opportunità. Si potrebbero determinare coincidenze favorevoli, nelle quali, la rimozione o le autodimissioni da un incarico possono essere visto in modo positivo, fermo restando la nostra volontà di dire che una norma del genere, a questo punto, andrebbe inserita nello Statuto.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Galasso per la replica.



GALASSO Ennio Lucio

Il parere è contrario perché l'articolo 122 della Costituzione assegna alla legge regionale, la disciplina del sistema delle incompatibilità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 94 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 23 aggiungere il seguente nuovo comma 3: "3. Il Presidente del Consiglio può essere sfiduciato dal Consiglio con voto motivato espresso a maggioranza dei tre quarti dei Consiglieri assegnati e a scrutinio segreto".
Sul punto, segnalo una sentenza del Consiglio di Stato del 2002, in cui si scrive che il Presidente del Consiglio - in questo caso Consiglio comunale - non può essere sfiduciato senza una motivazione che attiene al suo non corretto svolgimento del mandato, cioè non per una questione politica in cui è venuta meno una sfiducia politica. Ci deve essere una motivazione legata allo svolgimento del suo mandato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi per l'illustrazione ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Allora può considerare l'emendamento aggiunto con voto motivato. Si potrebbe, ove approvasse l'emendamento...



PRESIDENTE

Se è d'accordo glielo aggiungo, così siamo anche riusciti a dare una completezza ai lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, certo, con voto motivato. Penso che quest'elemento sia di piena competenza dello Statuto e che non debba essere demandato ad una legge elettorale.
E' una misura di correttezza tra il Consiglio, le sue prerogative e chi è chiamato, dal Consiglio, a svolgere dei ruoli.
In questo momento, la situazione è tale per cui il Presidente, eletto dal Consiglio, non può essere destinatario di alcuna critica, cioè di alcun atto che segnale incongruenze, inefficienze e incapacità. Mi sembra, in democrazia, che chi assume una responsabilità debba essere sempre sotto il tiro del controllo di questa responsabilità. Il controllo si può spingere fino ad esprimere una sfiducia a chi è stato eletto pensando ad una fiducia che poi non ha più avuto modo di riconoscere. Mi sembra una regola di democrazia scontata e perfino banale. Per adesso, però, non è stato così: il Presidente del Consiglio può fare quello che vuole e non può essere sfiduciato.
Ho scritto, insieme ai colleghi, "la maggioranza dei 3/4", ma potrebbero essere anche i 4/5 o i 5/6 o i 6/7 o tutti meno uno. Il problema è poterlo fare, poi le maggioranze possono essere le più alte possibile anche quasi all'unanimità, però si può sfiduciare un Presidente del Consiglio, per 59 voti su 60.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 23 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 24 nel suo complesso.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 25 nel suo complesso.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 26 nel suo complesso.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Emendamento rubricato n. 202 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: l'articolo n. 27 è collocato dopo l'articolo n. 49.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra indubitabile che l'articolo che tratta l'esercizio della potestà regolamentare, non abbia per nulla a che vedere con il Capo nel qual è stato sistemato, che è titolato "Consiglio regionale".
Questo è un altro di quegli elementi che determina, secondo me un'illegittimità di tutto quanto scritto, perché non si può confezionare e sistemare uno Statuto in questo modo. Non è vero che nel Capo del "Consiglio regionale" si possa trattare l'esercizio della potestà regolamentare. Poi, vedremo la forza di quest'argomentazione, se ci sarà e che effetto avrà. Mi sembra inaccettabile uno Statuto che preveda questo.
Chiediamo in prima istanza di fare dell'articolo 27 un Capo apposito.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 202.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 95, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: l'articolo 27 è abrogato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95 Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 96 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: l'articolo n. 27 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo articolo 27: "Art. 27 (Potestà regolamentare) 1. Il Consiglio regionale esercita la potestà regolamentare mediante regolamenti di attuazione delle leggi regionali, regolamenti delegati dallo Stato, regolamenti di attuazione degli atti e delle norme comunitarie".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 97 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: l'articolo n. 27 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo articolo 27: "Art. 27 (Potestà regolamentare) 1. Il Consiglio regionale esercita la potestà regolamentare mediante regolamenti di attuazione delle leggi regionali, regolamenti delegati dallo Stato, regolamenti di attuazione degli atti e delle norme comunitarie.
2. Il Consiglio regionale può delegare, in legge, la competenza regolamentare su materie di competenza legislativa regionale alla Giunta".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Avevano senso entrambi, nel tentativo di vedere fino a che punto si potevano modificare queste norme. Ritiro l'emendamento rubricato n. 96 perché mi sembra non ci sia la volontà di seguire la questione, né tanto meno di condividerla. Lasciamo a verbale la proposta di alcuni Gruppi di attribuire al Consiglio regionale la potestà regolamentare.
Questo è uno degli elementi forti di una scelta che decide sul serio di rafforzare, in questo sistema presidenzialista che tanti vogliono, i poteri del Consiglio. Se il rafforzamento del potere non è pura propaganda e pure parole al vento, allora il potere regolamentare è una di quelle questioni vere che, messe in campo, potrebbero determinare un diverso rapporto tra Presidente eletto direttamente, la sua Giunta e il Consiglio.
Questo è il senso dell'emendamento: rafforzare il ruolo dell'Assemblea elettiva in un sistema che tenta di svuotarla. In questi anni, penso che lo svuotamento della nostra Assemblea sia una delle cose più facili da dimostrare alla luce della storia stessa degli atti compiuti in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, questa discussione è stata lunga ed approfondita in Commissione. La distribuzione dei poteri fra gli organi regionali è una questione estremamente seria e delicata.
Negli anni abbiamo assistito ad una progressiva spogliazione delle competenze delle Assemblee legislative, con un contestuale rafforzamento dei poteri degli esecutivi. La scelta presidenzialista non poteva essere tale, se non fosse stata accompagnata da un riconoscimento di effettivi poteri aggiuntivi.
Il potere regolamentare è uno di quei poteri che sicuramente fa la differenza. Vengono sottratti al Consiglio atti importanti: vicende recenti della nostra attività legislativa e degli atti consequenziali demandati all'esecutivo lo dimostrano. Quindi, di fatto, al Consiglio, in modo residuale, resta la funzione legislativa, salvo la deliberazione d'urgenza in caso di catastrofi naturali, cosa assolutamente comprensibile, e quella di indirizzo e controllo.
Un'assemblea come il Consiglio regionale viene svuotata di una prerogativa estremamente importante. Lo Statuto attualmente in vigore prevedeva che la potestà regolamentare fosse esercitata dal Consiglio regionale. Tuttavia, la pratica a volte supera la norma e l'arroganza nella gestione del potere trascura che gli atti di regolamentazione delle leggi sono di competenza del Consiglio regionale, nel senso che, nonostante tutto, la Giunta ha continuato ad emanare regolamenti senza sottoporli al vaglio del Consiglio regionale. Ciò impone nella seconda norma transitoria quella norma di salvaguardia che cerca di salvare il pregresso.
Non so se questo potrà evitare comunque il pronunciamento dei giudici di merito - in questo mi aiuteranno gli avvocati - che sono costretti ad operare non tenendo conto delle sanatorie, ma sono costretti a emettere le sentenze sulla situazione che era in essere al momento dei fatti ai quali gli eventuali procedimenti di ricorso si rivolgono.
E' un dato che voglio qui denunciare. Si poteva fare molto di più e ho cercato di proporlo. Si poteva fare una più attenta catalogazione degli atti legislativi e cercare di stabilire un'equa ripartizione secondo l'importanza dei fatti legislativi per materia. Non lo si è voluto fare, è coerente con la scelta presidenzialista che permea tutto lo Statuto e sul quale è improntata l'azione di governo nella nostra Regione. Ce ne dispiace, ma credo che l'accoglimento di questo emendamento potrebbe riequilibrare i poteri fra i vari organi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Ricordo che sia in Commissione, sia nel corso della prima lettura dello Statuto, abbiamo discusso sul punto. La soluzione che abbiamo ipotizzato non mi convinceva allora e non mi convince adesso. La "costruzione" del presidenzialismo che abbiamo fatto non arriverà al punto che voleva chi sosteneva il presidenzialismo. Il punto era quello della moderazione del presidenzialismo. Il presidenzialismo, che di fatto ha retto questa legislatura, in conseguenza delle scelte che erano state fatte con leggi a livello nazionale, era una forma senza limitazioni del potere del Presidente. Si voleva cogliere l'occasione della scrittura del nuovo Statuto per introdurre elementi di moderazione del presidenzialismo.
Quando siamo arrivati a quello che alcuni sostengono sia uno degli elementi fondamentali per introdurre alcuni principi di moderazione del presidenzialismo, un punto fondamentale per sancire un ruolo più importante e più decisivo da parte del Consiglio, ecco che questa occasione non si è colta in Commissione, non si è colta durante la prima lettura e adesso meno che mai, si vuole affrontare serenamente questo punto dirimente. Non si vuole affrontare la discussione perché, da quando abbiamo iniziato la seconda lettura, l'obiettivo che abbiamo davanti non è confrontare il testo con le esperienze, le considerazioni che possiamo aver maturato nel corso di questi tre mesi che sono intercorsi tra la prima e la seconda lettura.
L'obiettivo è non toccare il testo. L'obiettivo di questa seconda lettura è di arrivare al più presto alla fine di questo percorso, senza aver modificato nulla, altrimenti abbiamo l'onere di una terza lettura. Questo comporterebbe portare il percorso oltre i termini previsti per la fine dalla legislatura, quindi avremmo l'impiccio di non poter deliberare lo Statuto nei termini previsti.
Invece di spostare il discorso, come io credo dovrebbe essere, sulla qualità e sulla sostanza del testo che abbiamo scritto, tutto si sposta sul momento del voto, contare quanti votano e arrivare il più in fretta possibile ad esercitare questo passaggio di confronto numerico tra chi la pensa in un modo e chi in un altro. Continuo a ritenere che se si affrontassero i problemi, come credo dovrebbe essere a livello politico guardando anche alla sostanza, e soprattutto alle conseguenze delle cose che noi scriviamo, non possiamo non rilevare come stiamo perdendo l'occasione - che stiamo perdendo - di tentare di scrivere delle regole che siano di effettiva moderazione del presidenzialismo. Diversamente compiamo, di fatto, un cattivo servizio non solo a noi stessi, ma anche a quelli che dovranno, in tempi successivi, misurare e applicare lo Statuto.
Non mi resta che rammaricarmi per la vicenda e annunciare il mio voto favorevole all'emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 27 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Emendamento rubricato n. 98 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 28, comma 1, lettera a), dopo la parola "programmazione" aggiungere quanto segue: ": delibera in merito alle proposte della Regione relative alla programmazione europea, nazionale e regionale; approva il piano di sviluppo regionale presentato dalla Giunta; approva il documento di programmazione economico-finanziaria presentato dalla Giunta e i documenti di programmazione delle politiche settoriali articolate in progetti e singoli interventi; approva con legge il bilancio di previsione annuale ed il bilancio pluriennale della Regione, le loro variazioni ed il rendiconto generale presentato dalla Giunta; autorizza l'esercizio provvisorio".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Sono due i punti a ragione di questo emendamento. Il primo è quello nell'attribuzione del Consiglio regionale di diffondersi su un insieme di attribuzioni per le quali, ritengo, ci sia un ordine di priorità assoluto che sono tutte le attribuzioni legate al processo di programmazione.
All'interno di queste, vi è il secondo motivo: inserire, tra le attribuzioni della programmazione, l'approvazione del Piano di sviluppo regionale. Questo è un documento che non è stato approvato dal Consiglio, è uno degli elementi non solo di inosservanza legislativa, ma anche di debolezza dell'azione di governo. Senza un Piano regionale di sviluppo diventa assai difficile, non dico dirigere, ma promuovere, favorire indirizzare lo sviluppo economico della Regione. Il Piano regionale di sviluppo è la conditio sine qua non, la condizione necessaria, non sufficiente, perché l'autorità regionale possa svolgere un ruolo.
Oggi questo ruolo non esiste, oggi il ruolo che emerge è di testimonianza, gridare all'allarme, come in queste ultime vicende di lavoratori lasciati per strada, e di correre al Governo nazionale per chiedere interventi. La Regione Piemonte - questo è il mio punto di vista in questo settore non ha fatto il proprio dovere. Il suo dovere era quello di predisporre, con un Piano di sviluppo, un progetto per il Piemonte che individuava scelte strategiche, scelte economiche, scelte infrastrutturali.
Questo è il motivo per cui già nell'articolo 28, dopo la parola programmazione, chiediamo di inserire tutti questi elementi, primo fra tutti il Piano regionale di sviluppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Quando abbiamo discusso in Commissione e in prima lettura dello Statuto, ci siamo trovati di fronte ad una notevole ostilità dai banchi della maggioranza ad inserire un richiamo forte alla programmazione, che viene vissuta come qualcosa di negativo e superato. Purtroppo, anche solo dalla lettura dei giornali - soprattutto un Consigliere regionale dovrebbe in quanto tale, avere una maggiore attenzione a quanto avviene in Piemonte ci si rende conto della drammatica necessità di una maggiore programmazione. Emendamenti che vengono ribaditi anche in seconda lettura per affermare questo, credo che debbano portarci ad una riflessione. La situazione che stiamo vivendo è drammatica, certo contrasta con l'ottimismo che spesso viene dimostrato dall'Assessore Pichetto e dal Presidente della Giunta, che, invece, sostengono che vada tutto bene. Basterebbe osservare le realtà piemontesi per rendersi conto che così non è. Anche oggi leggendo i giornali, si apprende di gravi crisi industriali che colpiscono la nostra Regione.
Purtroppo, cominciano a verificarsi dei fenomeni, che nei prossimi mesi si rafforzeranno, per cui molti lavoratori, non potendo usufruire di ammortizzatori sociali, non hanno più potuto andare in pensione: quei lavoratori si ritroveranno senza reddito e senza prospettive. E sfortunatamente è un numero crescente: quotidianamente se ne aggiungono molti altri. È di questi giorni, infatti, la grave situazione che ha colpito gli 812 lavoratori dell'Embraco: oggi pomeriggio saranno in Piazza Castello a manifestare; si terrà un incontro con la Giunta.
Questi 812 lavoratori, in gran parte giovani, non avranno la possibilità di usufruire di una mobilità che li accompagni alla pensione.
Ci troviamo, sempre più spesso, di fronte a situazioni di questo tipo (non sto a ricordare la situazione in cui versa la FIAT), sebbene siano problemi vecchi (non mi riferisco a quello della FIAT, che è sul terreno da molto tempo).
Anche la questione dell'Embraco, per esempio, non è un problema nuovo: questa azienda, pochi anni fa, contava circa 2500 operai, che, in poco tempo, si sono ridotti a 800. Evidentemente, la multinazionale si è abituata a poter fare "il bello e il cattivo tempo", perché non ha interlocutori validi, né a livello nazionale, né a livello locale. Tutto questo si riallaccia proprio alla necessità di dotarsi di validi strumenti di programmazione, perché consentono di capire meglio la dinamica delle situazioni e, magari, suggeriscono delle politiche diverse di intervento che non si limitano, in caso di crisi, a convocare unicamente le parti.
Credo che questo sia un elemento su cui sarebbe bene riflettere. In fondo, si può anche prevedere una terza lettura dello Statuto; l'importante è che ne esca un testo in grado di offrire risposte efficaci ai problemi attuali.
Un'ultima considerazione: vorrei far notare che in questo emendamento ma mi pare che si evinca anche nel testo dello Statuto - si parla del Documento di Programmazione Economico-Finanziaria, che, scandalosamente e a dispetto di qualsiasi logica, questa Giunta non ha ancora presentato. Anche la versione finale dello Statuto che è stata approvata in prima lettura lo descrive come un documento fondamentale. Ci rendiamo conto di quanto invece, non venga minimamente preso in considerazione da parte di questa Giunta: è la prova di quanto sostenevo prima, di questa refrattarietà e ostilità ad ogni idea di programmazione che pervade questa maggioranza.
Inserire un rafforzamento in tal senso credo sia necessario.



PRESIDENTE

Su questo emendamento il relatore esprime il parere contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Probabilmente, affronteremo maggiormente la discussione di merito sull'articolo. Il "contraltare" è rappresentato dai poteri che vengono riconosciuti al Consiglio con quelli che, invece, vengono riconosciuti all'Esecutivo, e quindi al suo Presidente.
lì il punto debole: perché non vincolare, come hanno fatto altri Statuti, sui quali tornerò specificatamente in seguito, all'obbligo di presentazione del Programma in occasione della prima seduta consiliare facendone conseguire gli effetti di un eventuale voto negativo per la mancata approvazione del Programma da parte dell'Assemblea? Questo avrebbe voluto dire attribuire maggior potere al Consiglio. Da questo punto di vista, devo dire che è proprio un'occasione persa.
Si continua a legittimare una gestione forte e autoritaria, con limiti evidenti sul ruolo di indirizzo e di controllo da parte del Consiglio regionale, sul potere assoluto, invece, del Presidente: per fortuna, non abbiamo inserito la dizione "Governatore", usata spesso anche tra questi banchi, anche se in modo goliardico e spregevole, nel senso che riteniamo che non si parli di uno Stato; i governatori, nella filmografia, evocano sempre immagini poco edificanti per il ruolo che svolgono o hanno svolto pensiamo ai governatori di molti paesi dell'Africa o nel Terzo Mondo.
Il Presidente della Giunta dovrebbe essere obbligato a presentare al Consiglio regionale il proprio programma; programma che nell'emendamento viene indicato in modo esplicito come programma di sviluppo e linee di tendenza all'interno del quale l'azione di Giunta, forte di un mandato elettivo, dovrebbe muoversi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 98, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 99, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'articolo 28, comma 1, lettera b), dopo la parola "economiche" aggiungere quanto segue: ":delibera l'istituzione e la soppressione di enti e di aziende speciali dipendenti dalla Regione; delibera in ordine alla partecipazione della regione in società; autorizza la Giunta a stipulare convenzioni, e ne approva gli indirizzi, quando esse non siano espressamente previste dai piani di cui alla lettera a) e siano da stipulare con enti pubblici o privati nazionali o sovraregionali, o con altre Regioni, oppure quando per tali convenzioni la legge richieda una deliberazione del Consiglio o stabilisca comunque una attribuzione alla Regione".
La parola al Consigliere Chiezzi, per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Si tratta di definire, in modo compiuto, le attribuzioni concernenti le politiche economiche. In particolare, si propone di riportare in capo al Consiglio tutti gli atti che adesso, grazie anche ad interpretazioni molto discutibili, vengono spesso trasferite alla Giunta regionale, in ordine a partecipazioni in società e all'istituzione di fondazioni.
Da qualche tempo a questa parte, stiamo costruendo dei meccanismi legislativi in cui anche atti di Consiglio vengono poi delegati alla Giunta in modo parecchio improprio.
Questo emendamento tende a fissare chiaramente in capo al Consiglio tutte le determinazioni in ordine alla partecipazione della Regione in società. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 99, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, esprime parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. 100, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo 28, comma 1, lettera c), dopo la parola "contabilità" aggiungere quanto segue: "disciplina, con legge, i tributi regionali; armonizza la contabilità pubblica, coordina la finanzia pubblica e i sistemi tributari".
Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Moriconi Contu e Chiezzi, sull'emendamento rubricato n. 100.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 28, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Poiché il Consigliere Chiezzi eccepisce sull'esito della votazione, indìco nuovamente la votazione palese sull'articolo n. 28.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo 29.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SI' 33 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Emendamento rubricato n. 101 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 30, comma 1, sostituire "... in modo da rispecchiare la proporzione dei Gruppi consiliari" con la seguente frase: "... in relazione alla consistenza numerica delle forze politiche in esso rappresentate".
La parola al Consigliere Chiezzi, per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Ci sembra una descrizione più congrua, più adatta allo scopo, quella di riferirsi alla consistenza numerica delle forze politiche in esso rappresentate, piuttosto che la dizione attuale di "rispecchiare la proporzione dei Gruppi consiliari".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 101.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 102 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 30, comma 1, sostituire "... in modo da rispecchiare la proporzione dei Gruppi consiliari" con la seguente frase: "... in relazione alla consistenza numerica delle forze politiche in esso rappresentate".
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Proporre una separazione delle attività di Giunta da quelle di Consiglio, dicendo che i componenti della Giunta non possono essere membri di Commissione del Consiglio, è un'innovazione. Gli Assessori vengono invitati e partecipano alle Commissioni, però non ne fanno parte. E' una scelta politica che corrisponde al disegno di tenere separate le due funzioni; abbiamo già separato tanti aspetti, prevedendo anche l'autonomia del Consiglio, e politicamente continuo a pensare che l'Assessore debba essere ospitato nei lavori della Commissione, ma non parteciparvi in quanto componente, perché già componente della Giunta.
Le Commissioni, tra i loro compiti, hanno il controllo dell'attività della Giunta; chi fa parte della Commissione, controlla l'attività della Giunta, pertanto, se ne fa parte anche un Assessore, questo svolge la funzione di controllore di se stesso. E', quindi, improprio prevedere la partecipazione a tutto tondo di un Assessore ai lavori di Commissione perché c'è una contraddizione tra i ruoli.
Mi sembra sia un emendamento meritevole di approvazione o almeno di attenzione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 30, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo n. 31.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 32 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Emendamento rubricato n. 103 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 32 il comma 3 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma: "3. Le sedute delle Commissioni sono pubbliche, secondo le modalità previste dal Regolamento".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento chiede di inserire in Statuto la norma che anche le sedute delle Commissioni, oltre quelle del Consiglio, siano pubbliche aggiungendo che sono pubbliche secondo le modalità previste dal Regolamento. Talvolta abbiamo aperto i lavori delle Commissioni anche a esterni, però mi sembra che sia sempre avvenuto formalmente sospendendo il lavoro prettamente di Commissione, poi continuando la seduta come prima. In sostanza, quando si vuole discutere in presenza di pubblico, c'è sempre una sospensione formale. Invece, con questa modificazione noi proponiamo che le sedute siano pubbliche. Ovviamente ci sono delle modalità da seguire per organizzare la pubblicità di queste sedute, quindi invertiremmo un po' l'ordine dei problemi: di norma sono pubbliche, però il Regolamento organizzerà la forma di questa pubblicità nel modo in cui poi il Consiglio deciderà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Vorrei sottolineare questo punto dell'emendamento. Per la fase politica e sociale che stiamo vivendo in questo periodo, credo che l'idea di prevedere la pubblicità delle sedute della Commissione sia un elemento importante. Penso che fare partecipi i cittadini e concedere loro la possibilità di assistere al lavoro delle Commissioni sia un elemento di democrazia che ritengo sia importante introdurre nel nostro Statuto.
Sappiamo che abbiamo previsto la presenza di esperti, anche se non si comprende bene se e come potranno partecipare ai lavori della Commissione.
Sappiamo che in altri Enti e in altre assemblee elettive la gestione degli esperti che avviene all'interno delle Commissioni è diversa rispetto alla nostra attuale, nel senso che, ad esempio, a livello comunale è possibile che alle Commissioni partecipino degli esperti esterni. Ebbene, io credo che il lavoro delle Commissioni sia in tutto e per tutto equiparabile al lavoro che noi facciamo in aula, quindi non riesco a comprendere il motivo per cui abbiamo questa idea per la quale l'attività delle Commissioni possa e debba essere in qualche modo riservata solo agli addetti ai lavori.
Capisco che certi temi possano essere oggetto di un dibattito che non deve essere pubblico, ma questo è già previsto nei lavori del Consiglio infatti, alcune volte - non molte - è successo che all'interno del Consiglio abbiamo svolto i lavori in maniera chiusa, alla presenza di nessuno, neanche dei funzionari.
Ripeto, non comprendo il motivo per cui non si possa pensare di inserire la pubblicizzazione dei lavori delle Commissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, sa che non comprendo il perché di questa norma di esclusione del pubblico dai lavori delle Commissioni? Non so, forse per non fare propaganda.
Mi sembra che alla Camera ci sia tutta una serie di Commissioni che vengono trasmesse a circuito chiuso e alle quali la stampa può partecipare.
Colleghi, lasciate perdere la Russia, io sto pensando alla nostra Camera e al Senato, al collegamento a circuito chiuso delle Commissioni.
Presidente, perché non rendere pubbliche le sedute? Questo mi stupisce.
Anche perché poi gli atti delle Commissioni possono essere resi pubblici in qualsiasi modo dal singolo Consigliere. E allora quale migliore occasione invece, di rendere pubblico il dibattito che si sviluppa nelle Commissioni? Può avvenire in un modo estremamente semplice, che non necessita di chissà quali mezzi, ormai la tecnologia informativa può permetterci di collegare internet o intranet, di riprendere i lavori della Commissione e quindi di renderli pubblici.
Non si capisce la ragione di segretezza di una Commissione legislativa francamente non ne comprendo la ragione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 32.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Le chiederei, Presidente, se fosse possibile avere solo un minuto di colloquio con il Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Sì, prego.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.32 riprende alle ore 12.35)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, prima di riprendere le votazioni, vorrei invitare i colleghi a rimanere al proprio posto, perché quanto è stato sollevato da alcuni colleghi è corretto.
ARTICOLO 33 Emendamento rubricato n. 104 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 33 il comma 5 è sostituito dal seguente nuovo comma 5: "5. I componenti della Giunta non possono essere membri di Commissioni del Consiglio".
Tale emendamento è da considerarsi superato.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 Emendamento rubricato n. 105 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 34 inserire il nuovo comma 4: "4. La Commissione è presieduta da un Consigliere dell'opposizione".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, anche per le considerazioni sull'opportunità di regolare meglio le operazioni di voto e la presenza dei Consiglieri.
L'emendamento propone un nuovo modo, statutario, di garantire, alle opposizioni, un ruolo nella Commissione Programmazione e bilancio. Se n'è parlato a lungo; ad un certo punto sembrava che la maggioranza fosse favorevole, ma poi tutto si è richiuso e la questione non ha avuto un seguito. Lo riproponiamo perché approvare questa norma vuol dire, sul serio, tenere un momento di controllo in capo a chi ha una funzione di opposizione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105.
Il consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 34 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 Emendamento rubricato n. 106 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 35 il comma 1 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 1: "1. Il Presidente del Consiglio nomina i componenti della Giunta per il Regolamento, su designazione dei Gruppi consiliari. Nella composizione della Giunta è assicurato l'equilibrio tra maggioranza e opposizione ed è garantita la presenta di tutte le forze politiche del Consiglio. La presidenza della Giunta per il Regolamento è attribuita a un Consigliere dell'opposizione".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

La proposta è che anche questa funzione vada in capo ad un componente dell'opposizione. Attualmente, è una delle Commissioni che spesso viene assegnata alle opposizioni o, come in questa legislativa, a un non componente della maggioranza. Direi che è la più scontata delle proposte di assegnare un ruolo di controllo alle opposizioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 106.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi, Contu e Moriconi, sull'articolo n. 35.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma perché? Glielo faccio avere nelle prossime votazioni, a me che lei contesti e mi fa ripetere...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ripetiamo la votazione, come richiesto dal Consigliere Chiezzi.
Indìco nuovamente la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi, Contu e Moriconi, sull'articolo 35, nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 35 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 36.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 37 Consigliere Chiezzi, deve avere pazienza perché se lei chiede l'appello nominale mentre sta per partire la votazione...



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene.
Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo 37.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 32 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo 38.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 39 Emendamento rubricato n. 107 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 39 comma 1, dopo le parole "sessione ordinaria", inserire: "in".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'articolo 39 contiene un evidente errore.
L'articolo 39 recita: "Il Consiglio regionale si riunisce in sessione ordinaria ogni quadrimestre, il secondo giorno non festivo della terza settimana dei mesi di gennaio aprile e settembre", ma aprile è nel primo quadrimestre. Quindi, aprile va corretto con maggio o un altro mese del secondo quadrimestre. Mi sembra che l'argomento meriti almeno una risposta.
Poi, inventate pure la risposta che credete.



(Commenti fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Siccome il vecchio Statuto l'avete buttato al mare tutto, avete tenuto l'unica parte non buona.



PRESIDENTE

C'è una ragione storica, mi dicono.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Pregherei il Consigliere Chiezzi di darmi del tu e non del voi. Il voi lo usano i fascisti, noi usiamo darci del tu o, al massimo, del lei.
Nell'articolo 25 del vecchio Statuto c'è forse un peccato di nostalgia che può essere rimproverato, ma non andrei oltre quello.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Capisco l'errore storico applicato allo Statuto che è ancora in vigenza, ma il nuovo Statuto approvato oggi non può contenere un errore storico, lo deve correggere. Così come correggiamo le province, che da sei passano a otto.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa se la interrompo, ma non è un errore. C'è proprio una logica in questo, che è quella di garantire la ripresa delle sedute dopo i periodi feriali. Per periodi feriali intendiamo quello estivo (settembre) quello delle vacanze di Natale (gennaio) e il periodo pasquale, che normalmente è ad aprile. Lei può contestarlo, ma la logica dei Padri costituenti dello Statuto era questa.



PAPANDREA Rocco

E' capitato che la Pasqua arrivasse anche a fine mese. Da questo punto di vista, è doppiamente illogico.



PRESIDENTE

Mi spiegano che anche se la Pasqua fosse alta o bassa, comunque il mese è aprile.



PAPANDREA Rocco

La spiegazione la capisco, ma non regge con quello che c'è scritto.
Anziché "ogni quadrimestre", si può mettere "di norma ogni quadrimestre".
Posso capire che storicamente l'abbiamo considerata come una cosa che abbiamo fatto una volta e quindi la ripetiamo, ma noi stiamo approvando un nuovo Statuto, che dovrebbe correggere gli errori contenuti nel vecchio. Se non lo si fa, io non lo capisco. Siamo in una lettura dello Statuto che dovrebbe permettere di apportare modifiche. Questo è un caso evidente di modifica necessaria, altrimenti cominciamo introducendo una norma che è in contraddizione con un'altra. Mi sembra assurdo, dovendolo varare adesso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'emendamento rubricato n. 107.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 200 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 39 comma 1 sostituire la parola "aprile" con la seguente parola: "maggio".
Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'emendamento rubricato n. 200.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 108 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 39 comma 3 dopo le parole "sono organizzati", inserire: "per programmi quadrimestrali".
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 108.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 3 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo 39 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 35 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 40 Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo 40.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 41 Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo 41.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 42 Emendamento rubricato n. 109 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: l'articolo n. 42 è collocato dopo l'articolo n. 47.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Ci pare che l'articolo 42 che ha per titolo: "sessione per la legge comunitaria regionale" non rientri nella fattispecie degli argomenti relativi al Consiglio regionale. E' un'altra illogicità di sistemazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'emendamento rubricato n. 109.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 33 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo 42 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 33 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 43 Indìco la votazione nominale, come richiesto dai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu, sull'articolo 42.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 44 Emendamento rubricato n. 110 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 44 il comma 1 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 1: "1. L'iniziativa delle leggi e degli altri atti di competenza del Consiglio appartiene a ciascun Consigliere, alla Giunta regionale, ai Consigli provinciali, ai Consigli comunali e agli elettori secondo le norme di cui al Capo II del Titolo IV".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

E' solo un diverso ordine di elencazione, indicando con i Consiglieri...



PRESIDENTE

No, ha aggiunto gli atti amministrativi. Ha parificato, in tutto e per tutto, gli atti amministrativi alle leggi. Anche ai soggetti esterni al Consiglio.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato 110.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 44 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 45 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 45.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 46 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 46.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 47 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 47 Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 111 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo l'articolo n. 47 inserire il nuovo articolo n. 47 bis: "Art. 47 bis (Sessione per la legge comunitaria regionale) 1. La Regione, con legge comunitaria regionale, adegua periodicamente la propria normativa all'ordinamento comunitario.
2. I lavori del Consiglio regionale per l'approvazione della legge comunitaria regionale sono organizzati in una apposita sessione da tenersi entro il 31 maggio di ogni anno.
3. Il Presidente del Consiglio regionale fissa in anticipo il giorno e l'ora della votazione finale, secondo quanto disciplinato dal Regolamento".
Do atto che l'emendamento n. 111 che si proponeva di inserire un articolo 47 bis è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
ARTICOLO 48 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 48.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 49 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 49.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 112 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: dopo il capo IV inserire il seguente nuovo capo IV bis: "Capo IV bis. Potestà regolamentare Art. 49 bis. (Esercizio della potestà regolamentare) 1. La Regione esercita la potestà regolamentare.
2. Nelle materie di competenza legislativa regionale la potestà regolamentare spetta alla Giunta regionale, secondo i principi e le modalità dettati dalla legge regionale, salvo nei casi in cui essa sia riservata dalla legge al Consiglio regionale.
3. Il Consiglio esercita la potestà regolamentare delegata alla Regione nelle materie di competenza esclusiva statale.
4. I regolamenti di attuazione e di esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione europea sono approvati dalla Giunta previo parere obbligatorio della Commissione consiliare competente.
5. Il Consiglio, nelle materie non riservate alla legge regionale dalla Costituzione o dallo Statuto, ha facoltà di autorizzare la Giunta ad adottare regolamenti di delegificazione. La legge che determina le norme generali regolatrici della materia individua quali disposizioni di legge sono abrogate, con effetto dall'entrata in vigore del regolamento. Le materie oggetto di legislazione concorrente non possono essere delegificate.
6. Nell'esercizio della potestà regolamentare la Regione rispetta l'autonomia normativa degli enti locali.
7. I regolamenti sono pubblicati entro dieci giorni dalla loro emanazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione salvo che, per ragioni d'urgenza, il regolamento stesso stabilisca un termine diverso".
Do atto che l'emendamento rubricato n. 112, relativo all'articolo 49 bis è da considerarsi ritirato, perché già esaminato.
Emendamento rubricato n. 113 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: il titolo del Capo V è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo titolo: "Capo V - Presidente della Giunta e Giunta regionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. È una piccola modifica, però riteniamo che si acconci meglio agli emendamenti che si presenteranno successivamente, che contestano la scelta del presidenzialismo e dell'elezione diretta, e riportano, invece, l'elezione del Presidente della Giunta in capo al Consiglio. Non è un grosso aspetto, però ci sembra che questa descrizione sia più coerente nel caso decidessimo nel senso proposto dagli emendamenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 113.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 50 Emendamento rubricato n. 114 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: l'articolo n. 50 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo articolo n.
50: "Art. 50 Elezione del Presidente della Giunta 1. Il Presidente e la Giunta sono eletti dal Consiglio nel suo seno con votazione nominale.
2. L'elezione avviene a seguito di presentazione di un documento sottoscritto da almeno un terzo dei Consiglieri assegnati alla Regione, con il quale si propongono al Consiglio le linee politiche ed amministrative il Presidente e l'intera lista degli Assessori.
3. Sulle linee politiche ed amministrative proposte si svolge un dibattito al termine del quale il Consiglio procede con votazioni successive all'elezione del Presidente e quindi dalla Giunta".
Emendamento rubricato n. 115 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 50, dopo le parole "legge elettorale regionale" aggiungere la frase: "Il Presidente della Giunta non può essere eletto per di più di due mandati".
Emendamento rubricato n. 116 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 50 dopo il comma 4 inserire il seguente nuovo comma 4 bis: "4 bis. Al termine del dibattito il Consiglio regionale con votazione palese approva e prende atto del programma di governo".
Emendamento rubricato n. 117 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 50, il comma 5 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 5: "5. I membri della Giunta sono nominati nell'ambito dei componenti del Consiglio regionale ed anche al di fuori per una quota non superiore ad 1/6 dei componenti della Giunta".
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Signor Presidente.
Ritengo che questo sia, probabilmente, il punto più rilevante del nostro Statuto. Come abbiamo già accennato in precedenza, interveniamo in una materia che, in qualche maniera, è già prevista in conseguenza alla legge nazionale. Tuttavia, la considerazione che avevamo cercato di evidenziare durante la discussione in Commissione e, in seguito, in Aula nella fase di prima lettura dello Statuto, voleva sottolineare che non era impedita la possibilità di seguire una strada diversa.
A questo proposito, anche per lasciarne testimonianza che si potevano adottare scelte diverse, vorrei citare le parole di Valentino Parlato, un noto giornalista: "Il presidenzialismo, che è la negazione della nostra Costituzione, prosegue la sua marcia. Ancora non è arrivato a livello di Governo nazionale, ma è gia passano nei Comuni e nelle Province e ora sta arrivando ai Governi regionali con la riforma degli Statuti in senso decisamente presidenzialistico, tanto - osserva qualcuno - che i Presidenti delle Regioni già si fanno chiamare Governatori.
Il grave - sorprendente, direi - è che questa marcia proceda anche nelle Regioni a maggioranza di centrosinistra e in relativo silenzio, senza pubblici dibattiti, quasi che le sinistre si vergognino un po' di quello che stanno facendo. In quel campo sono in molti a chiedersi: 'Ma come faremo ad opporci al presidenzialismo di Berlusconi quando noi lo stiamo già facendo?'. La sostanza di questo presidenzialismo regionale - come ripeto, sono parole di Valentino Parlato - è inequivocabile. Un uomo solo al comando, il Governatore, eletto direttamente dal popolo, con il Consiglio regionale che conta meno di zero. Il Governatore può scegliere la sua Giunta come gli pare, anche fuori dal Consiglio regionale che peraltro, egli può sciogliere quando gli pare.
I partiti - ad alcuni pare un bene - non hanno più voce in capitolo e il Governatore si fa - o subisce - le sue lobby private. In effetti, questi processi di concentrazione dei poteri e lobbizzazione si accompagnano ad un degrado del personale politico in atto, separato dalla società, autonomo e con tendenza ad autoriprodursi. Con il decadimento della vitalità e della democrazia interna ai partiti - questo, più o meno, vale per tutti - e le nuove norme elettorali sono sette o otto persone per raggruppamento che decidono le candidature; e spesso i compensi monetari fanno premio sulle posizioni politiche. A mio parere, la discussione sul presidenzialismo non può prescindere della crisi dei partiti - ma ci sono ancora? - e dal degrado del personale politico. Talvolta si parla di 'democrazia autoritaria', ma la democrazia non può essere autoritaria, e si devono criticare alcune disinvolte citazioni di Tocqueville che si fanno a sinistra.
Non si tratta di democrazia autoritaria, che sarebbe uno stimolo bensì, nel caso di presidenzialismo, di monocrazia, di una catastrofe democratica che ha cominciamo a maturare negli anni Settanta, quando la Trilaterale affermava che, alla fine dei favolosi trent'anni di crescita continua, molte forme di democrazia, a cominciare dal Welfare, sarebbero diventate incompatibili ovviamente con il sistema capitalistico che si doveva conservare".
In un incontro pubblico, Francesco Mandarini, per tanti anni Presidente della Regione Umbria, ha sostenuto: "Vi è stata un'americanizzazione che è andata oltre l'America, nel senso che il futuro Governatore regionale avrebbe anche il potere di sciogliere il Consiglio regionale, mentre Bush non ha il potere di sciogliere il Congresso.
Questa 'americanizzazione' si è estesa anche alla Pubblica Amministrazione, dove, per fare un esempio, siamo passati dalla ASL alle ASL, dalla USL alle ASL, cioè alla logica dell'impresa privata e all'istituzione del manager, dando luogo ad uno scarto di retribuzione tra il manager e gli altri come non si era mai visto nelle Pubbliche Amministrazioni.
In queste condizioni in Umbria, attraverso Micropolis, un mensile abbiamo lanciato un appello perché alle prossime regionali, se passa il presidenzialismo, voteremo solo per la lista e non per il Presidente".
Queste posizioni, a volte più accentuate, a volte meno, credo siano presenti all'interno della società italiana e della società piemontese.
Come ho avuto modo di ribadire qualche giorno fa, abbiamo fatto questa discussione volendo coinvolgere poco i nostri concittadini; di questi argomenti si è parlato troppo poco, aiutati, in questo, anche dagli organi di comunicazione, perché mi sembra che i nostri quotidiani abbiano riproposto molto più frequentemente le vicende di una villetta di Cogne che non i problemi legati al presidenzialismo, che, a mio giudizio, rappresenta uno dei temi coi quali ci dovremmo misurare sia oggi, che in futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
L'articolo 50 e la scelta presidenzialista - questa è la mia impressione - penso che sia stato il vero elemento di coagulo di questo accordo fra Forza Italia e DS in Consiglio regionale, di accelerare straordinariamente i lavori di esame dello Statuto, perché, per il resto abbiamo visto di che Statuto si tratti e quale bassa qualità abbia, fin nell'italiano con cui è scritto, però la scritta "Elezione del Presidente della Giunta regionale", seguita dalla decisione di consolidare in Piemonte la scelta presidenzialista, penso sia rimasta l'unica vera ragione che ha unito i presidenzialisti di questo Consiglio nel dare vita a questo nuovo Statuto.
Ritengo che la scelta presidenzialista sia stata nociva per l'istituzione democratica, una scelta sbagliata per il Governo del Piemonte, una scelta che ha portato a un accentramento del potere in una sola persona e, localmente, ha comportato un'evidente interpretazione da parte del Presidente Ghigo, nella carica a cui è stato eletto, che ha tagliato fuori il Consiglio regionale anche da un insieme di rapporti oltre che di competenze.
Pertanto, se c'è una questione sulla quale penso si debba tornare criticamente a discutere e ragionare, e cambiare lo stato dell'arte, è proprio quella dell'elezione diretta del Presidente.
No all'elezione diretta del Presidente, è sbagliata, soffoca l'Istituzione, aristocratizza la politica, la consegna a possibili modi di lavoro che non sono democratici: il potere in una mano sola, di fare e disfare le Giunte, soprattutto il potere di non rendere conto al Consiglio di nulla.
Il fatto più discutibile del presidenzialismo è che il Consiglio non vota nulla: non vota il Presidente, non vota il suo programma. Il Presidente non rende conto a nessuno, tanto meno al Consiglio. Se il Presidente crede, viene in Consiglio; se non crede, fa il suo programma tanto dirà: "Sono stato eletto direttamente e il programma l'ho presentato agli elettori". Il programma che in questo sistema il Presidente candidato presenta agli elettori sono quattro chiacchiere in televisione ogni tanto e un manifestino sul quale ha scritto delle cose che possono essere gestite in cento modi diversi.
Proprio questa scelta, la scelta che insieme ai colleghi di Rifondazione e dei Verdi abbiamo contrastato a lungo in Commissione e in Aula, in prima lettura, vogliamo riproporla anche in seconda lettura perché su questo proprio non siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io ritengo che mantenere il presidenzialismo, anche alla luce del fatto che si lascerà la legge elettorale intatta, una legge elettorale con un fortissimo sbilanciamento maggioritario, sia un atto di irresponsabilità politica.
Nei fatti, lascia la situazione com'è ed è una situazione tutt'altro che positiva ed allegra.
Il Presidente Ghigo può fare quello che vuole e non fare quello che vuole; come dicevo, non ha ancora presentato il DPEFR per il prossimo anno e siamo a fine novembre. Siamo apparentemente - e credo non solo apparentemente - senza politica per il prossimo anno, ma non possiamo fare nulla, possiamo semplicemente subire.
Il Presidente Ghigo ha stanziato, all'inizio di quest'anno, 100 milioni di euro sull'Alta Velocità Torino-Lione, ma nessuno sa che fine abbia fatto quello stanziamento, comparso su tutti i giornali. Sono state adottate molte iniziative di questo genere e ritengo che questo tipo di politica sia ampiamente favorita dalle scelte compiute che, nei fatti, rendono irresponsabile il Presidente Ghigo rispetto alla Regione, rispetto al Consiglio.
Fare delle promesse che facilitano la comparsa del proprio nome sui giornali, ma non passare ai fatti è estremamente grave, è un metodo politico grave.
Il Presidente Ghigo, in questi dieci anni, ma soprattutto negli ultimi cinque, ha assistito tranquillo agli eventi, dicendo che tutto andava bene che aveva grandi progetti per il futuro, progetti di mutamento per la nostra regione; siamo di fronte ad una decadenza incredibile del Piemonte che era una delle regioni di punta nel settore dell'industria, in Europa, e che oggi non lo è più. Oggi il Lingotto è passato a 4.000 addetti, ma bisogna guardare la qualità degli addetti del Lingotto! Inoltre, una parte di questi è legata ad eventi che presto termineranno.
Quelle che erano considerate le potenzialità del Piemonte - una regione ad altissimo profilo nella ricerca e nell'industria - non ci sono più. E' stato detto che si sarebbe operata una riconversione, che si sarebbe puntato sul turismo e sui prodotti del Piemonte, ma occorre riflettere sui risultati dell'ultimo grande avvenimento piemontese: il Salone del Vino. E' stato un fallimento e ricordo che il vino è un prodotto di eccellenza per il Piemonte. Ho visitato quel Salone e non ho visto molti espositori al di fuori dei piemontesi; c'erano alcuni toscani, qualche siciliano, qualche pugliese, ma è stato veramente deludente.
Il fatto che una delle iniziative di punta, legata al turismo, si trovi in questa situazione, dovrebbe allarmare tutti, perché si tratta di quell'alternativa che la maggioranza e il Presidente Ghigo hanno sempre sostenuto, dicendo: "Non preoccupiamoci del fatto che l'industria va male perché abbiamo delle alternative". Le alternative, evidentemente, sono curate male, cioè le politiche alternative sono trattate con la stessa leggerezza con la quale sono state trattate le altre politiche.
Mi sono riferito al Presidente Ghigo, perché non credo si possa parlare di presidenzialismo in astratto. Abbiamo avuto un esempio concreto di come sia stato vissuto e portato avanti il presidenzialismo; ritengo che, al di là di un'ottima immagine, il Piemonte abbia, con questo tipo di presidenzialismo, una pessima realtà con la quale confrontarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



PRESIDENTE

BRIGANDI'Matteo



PRESIDENTE

Telegraficamente, Presidente. Vorrei sottolineare alcune lamentele che ho appena sentito, che forse sarebbe meglio sottolineare per l'assoluta incoerenza con i discorsi generali. Mi riferisco alla fretta con la quale si approva lo Statuto (così è stato detto dal Consigliere Chiezzi).
Siamo alle ultime battute della legislatura e abbiamo incominciato a lavorare per il nuovo Statuto esattamente il giorno seguente alla nostra elezione. Non riesco, pertanto, a pensare a uno Statuto più rimeditato perché evidentemente in una legislatura successiva si dovrebbe ricominciare da capo.
Invito il Consigliere Chiezzi a proporre di allungare la legislatura da cinque a dieci anni; credo che otterrà la maggioranza dei consensi dell'Aula e magari si potrà ripensare meglio lo Statuto. Alternative non ce ne sono.
Ho sentito anche lamentarsi per la vicenda della mancata espressione di modifica delle leggi elettorali; anche queste credo che non siano state bocciate dalla maggioranza.
Il meccanismo serio è che è evidente che il presidenzialismo contraddice un po' con un sistema democratico. Ora, in una democrazia consolidata, dove i valori principali sono condivisi da tutti gli schieramenti politici - non c'è uno oggi che dice se l'Italia debba essere democratica e si debba andare con elezioni oppure autoritaria e in mano a un dittatore - è evidente che la governabilità è un valore.
Ciò nonostante, approfitto della presenza del Presidente Ghigo per consigliargli di andare in Umbria a chiedere a quelli che la governano sicuramente, visto che dicono che hanno sbagliato, saranno dalla nostra parte - di recedere loro dal presidenzialismo e di andare a copiare il sistema di presidenzialismo moderato e riverente nei confronti dei fattori democratici lamentati dai colleghi che ho appena sentito, di andarlo a modulare dall'Emilia Romagna, che credo che sicuramente sarà più democratica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Questo è un tema che ha lungamente impegnato la Commissione Statuto nei suoi lavori, su cui si sono misurate le più grandi distanze e distinzioni anche di carattere ideologico.
Nella formulazione di questo Statuto, che - lo dico subito - è ampiamente migliore di quella che avrebbe previsto un ritorno all'elezione indiretta del Presidente e probabilmente peggiore rispetto a soluzioni che pure si potevano delineare, questo tema torna nel nostro dibattito consiliare come argomento centrale della discussione sul nostro Statuto avendo noi tutti quanti concepito la riforma statutaria innanzitutto come una riforma volta a risistemare, sulla base della normativa costituzionale la forma di governo della Regione molto più che ad intervenire nei suoi aspetti normativi, che non riguardano direttamente la forma di governo, ma che riguardano, più complessivamente e in modo più innovativo, il rapporto fra il potere pubblico regionale e la società piemontese. Ma questa è una ragione di distinzione politica del nostro Gruppo rispetto ad altri Gruppi che hanno sostenuto ed approvato questo Statuto, e noi non siamo fra questi.
La riflessione sull'elezione diretta del Presidente è una riflessione difficile, anche perché è una riflessione politicamente, se mi è consentito il termine, un po' "imbastardita" - lo dico proprio in termini intellettuali - perché in Italia siamo abituati a leggere il presidenzialismo attraverso lo strumento dell'elezione diretta e non attraverso quella chiave che, normalmente, nei regimi liberali, distingue un sistema presidenziale da un sistema non presidenziale.
Dalla legge 81 di riforma dell'ordinamento degli Enti locali in poi noi facciamo coincidere il presidenzialismo con un'elezione diretta del Presidente e non già, come avviene in Paesi di presidenzialismo liberale con un sistema in cui i diversi poteri (innanzitutto il legislativo e l'esecutivo) sono circoscritti in sfere di autonomia pressoché perfette e sono salvaguardati dalle reciproche influenze.
Il sistema presidenziale non è il sistema in cui il Presidente è eletto direttamente. Basti pensare che, dal punto di vista giuridico e formale negli Stati Uniti il Presidente - com'è noto - non è eletto direttamente ma la sua elezione avviene secondo un sistema in cui la sfera del governo e la sfera del legislativo sono innanzitutto salvaguardate dalle reciproche interferenze e vengono in questo modo potenziate nella dialettica istituzionale che innescano.
Ovviamente ci sono tanti presidenzialismi, ma quello a cui più comunemente è dato di riferirsi è un sistema in cui il Presidente non ha neanche l'iniziativa legislativa, oltre a non poter fare una serie di cose che i colleghi hanno ricordato.
Ad un assetto tradizionale italiano, durato fino agli inizi degli anni '90, di democrazia rappresentativa e proporzionalistica, è stato sostituito, in modo del tutto asimmetrico, sul sistema delle autonomie e non sul piano del governo nazionale, un sistema sostanzialmente rovesciato cioè non un sistema che salvaguarda e potenzia l'autonomia istituzionale delle diverse sfere di potere, ma un sistema che capovolge la gerarchia dei poteri e sostituisce un sistema assembleare ingovernabile e, nella sostanza, governato solo dalle Segreterie dei partiti, con un sistema istituzionale che assegna a chi è eletto direttamente per svolgere funzioni di governo un ruolo di dominus pressoché incontrastato della dialettica istituzionale. Questa è appunto la riforma della legge 1/99, non diversamente correggibile se non con l'escamotage che noi ereditiamo: anche le vicende, le vicissitudini private del candidato Presidente che risulti eletto finiscono per influire in maniera...
Presidente, si sta svolgendo una discussione sul presidenzialismo alla mia sinistra: può interromperla?



PRESIDENTE

Colleghi, vi prego di prestare attenzione all'intervento del Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Dicevo, abbiamo ereditato un sistema sostanzialmente capovolto, che assegna a chi esercita le funzioni di governo un ruolo di dominus pressoch incontrastato della dialettica istituzionale, con poteri sovrabbondanti ed esorbitanti rispetto a una concezione, a mio parere, propriamente liberale che la tradizione italiana normalmente assegnava alle assemblee.
Sindaci, Presidenti di Provincia e Presidenti di Regione erano sostanzialmente ostaggio delle assemblee legislative. Oggi abbiamo una dialettica istituzionale asimmetricamente capovolta, per cui ci sono i vertici del sistema di governo che tengono sotto scacco le assemblee elettive. Tutto questo è verissimo nei Comuni dal 1993 in poi, ma è sostanzialmente vero anche per le Regioni a partire dal 1999 in maniera formale e a partire dal 1995 in maniera sostanziale.
A questo punto - e lo dico rappresentando un Gruppo che non ha votato questo Statuto in Commissione, non lo ha votato in prima lettura e voterà contro in seconda lettura - non possiamo ricordare i bei tempi andati n possiamo recuperare e resuscitare, riscoprendone virtù sostanzialmente inesistenti, un sistema che generava squilibri; squilibri che oggi, in qualche modo, misuriamo come contraccolpo e reazione inevitabile.
Di fronte a questa situazione, non possiamo neanche immaginare di tornare semplicemente indietro restaurando, ripristinando una disciplina che, proprio sul piano della dialettica istituzionale, avevamo tutti quanti compreso che non era più in grado di funzionare. Abbiamo tentato, sul piano della legge elettorale che disciplina più propriamente questi aspetti più che sul piano dello Statuto, di delineare e di proporre al Consiglio - che se ne è legittimamente disinteressato - un sistema che, mantenendo il principio politico dell'elezione diretta del Presidente, attraverso un escamotage tecnico, consentisse, da una parte, un'investitura popolare del Presidente stesso e, dall'altra parte, di salvaguardare l'assemblea nella sua autonomia non già di interferenza rispetto all'attività dell'esecutivo ma di affermazione della propria potestà costituzionale e statutaria rispetto ad affermazioni "prevaricatrici" da parte di chi esercita il potere di governo. Avevamo delineato un sistema di grandi elettori regionali, che considerava l'elezione del Presidente della Regione un'elezione a suffragio indiretto. Lo scopo era quello di salvaguardare l'esercizio di questo potere in maniera pressoché assoluta, per non consentire, al Presidente, di esercitare funzioni istituzionalmente sovrabbondanti, come quella, attraverso il potere di scioglimento, di intervenire direttamente nella discussione della sfera del legislativo.
Per tante ragioni, il Consiglio nel suo complesso - anche i sostenitori del sistema rappresentativo tradizionale - ha ritenuto di non fare propria questa proposta. Ci troviamo di fronte ad un'alternativa (oggi, non solo secca ma secchissima) fra, da una parte, lo smantellamento del sistema esistente e di quel briciolo di governabilità in più che questo sistema consente e, dall'altro, la conferma della disciplina costituzionale della legge 1/99, che lo ha formalmente ricopiata all'interno del nostro Statuto.
Ritengo, con la stessa responsabilità con cui, pur contrari a questo Statuto, vi abbiamo consentito e favorito una discussione più agile da parte della Commissione e del Consiglio, che una scelta di questo tipo sostanzialmente, far saltare il piatto - in questa fase, ma complessivamente per questa assemblea, sarebbe una scelta irresponsabile ma comunque preferibile, come dimostra la storia delle riforme costituzionali italiane, ad una riforma asimmetrica, zoppa, incompleta e in alcuni aspetti anche paradossale; preferibile alla tentazione sostanzialmente conservatrice, di difendere il passato ed il patrimonio istituzionale che il passato ci aveva consegnato, anziché guardare al futuro.
sicuramente un atteggiamento discutibile, ma è l'atteggiamento che ha consentito, coerentemente, di essere stati favorevoli alla riforma costituzionale del Titolo V della Costituzione (votata, di strettissima misura, dalla maggioranza di centrosinistra alla fine della scorsa legislatura) non già perché non si vedesse, in quella riforma, il rischio anche in alcuni aspetti, della paralisi istituzionale, ma perché, senza quella riforma, un cammino di modernizzazione istituzionale, iniziato sulla materia elettorale, si sarebbe, inevitabilmente, interrotto.
Questa è anche la ragione con cui guardare, con grande prudenza e diffidando dagli "apprendisti stregoni", ad un genere di riforma costituzionale, diciamo del Titolo V ma, forse, anche del sistema di governo del nostro Paese (non sto parlando del non ottimo Ministro Calderoli) che faccia correre qualche rischio al sistema costituzionale italiano, ma che non lo riprecipiti nella paralisi.
Tra una Regione sbilanciata, come quella che questo Statuto delineava e una Regione paralizzata, ritengo, per la regola aurea della riduzione del danno, più conveniente la scelta apparentemente più rischiosa, ma meno conservatrice, della conferma dell'elezione diritta, in un assetto istituzionale che è tutto - è bene ricordarlo - fuorché presidenzialista se per presidenzialismo intendiamo quello che avviene a Washington e dintorni, e non quello che avviene, ovviamente, in Sudamerica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Questa materia è sicuramente la più controversa. Darete atto ai Gruppi che maggiormente si sono posti a questa definizione del presidenzialismo di avere sempre operato, anche nelle discussioni in Commissione (mi preferisco al Consigliere Palma), nella ricerca disperata di un punto di equilibrio su tutta la materia. Da cosa derivava questa ricerca? Dal fatto che la stessa Costituzione, più volta richiamata, affermava - e afferma che ciascuna Regione ha un proprio Statuto che, in armonia con la Costituzione, ne determina la forma di governo ed il Presidente della Giunta regionale, salvo che lo Statuto regionale disponga diversamente, è eletto a suffragio universale e diretto.
In poche parole, viene riconosciuta l'autonomia statutaria, soprattutto in relazione alla scelta della forma di governo. Meno definito è certamente l'ambito in cui questa autonomia si doveva esplicare: alcuni Statuti hanno cercato di inserire elementi di novità al proprio interno. Nella nostra discussione, più volte è stata ricordata la vicenda esemplare, da questo punto di vista, della Regione Calabria. È chiaro, però, che quell'atto sarebbe stato facilmente impegnato, perché non era coerente con la scelta determinata. Prevedeva un qualcosa - l'elezione del Vicepresidente - che non era contemplato dal dettato costituzionale. Solo per questa ragione quell'atto è stato impugnato dalla Corte Costituzionale.
Noi abbiamo fatto una scelta che di equilibrato ha poco o niente. È uno strappo lacerante anche nei rapporti a sinistra. È evidente che la nostra opzione di fondo si basava, sostanzialmente, sulla necessità di introdurre sbarramenti, attraverso la scelta della forma di governo, che arrestassero il piano inclinato, verso il quale il contesto politica è destinata a scivolare definitivamente. E' certamente quello della personalizzazione della politica. Come ho già ricordato in altri interventi, la tentazione forte dei Presidenti dei vari organi, da quello provinciale a quello comunale, è di utilizzare la posizione di rendita che gli deriva dal potere di decidere, ad esempio, le sorti di un'assemblea elettiva. Se il Presidente decide di fare altro nella vita e si dimette, manda a casa questa assemblea elettiva. Se, per altre ragioni di impedimento, non esercita più il suo mandato, manda a casa l'assemblea elettiva.
Francamente, questa contraddizione è derivata proprio dall'anomalia, scelta praticamente in modo uniforme da tutte le Regioni, dell'elezione diretta del Presidente della Regione.
una tentazione forte, in questa personalizzazione della politica, ad essere fuori gioco e quella centralità dei partiti, alla quale intendiamo rivolgerci solo quando ci fa comodo. La personalizzazione della politica ha come conseguenza la presentazione delle liste del Governatore, delle liste dell'ex Presidente della Provincia, delle liste dell'ex Sindaco, ponendosi come cosa altra, come esponenti di una società altra, che nulla ha a che fare con il ruolo, a questo punto, a-democratico, perché è la lettura conseguente della scelta del ruolo che i partiti svolgono nel gioco democratico all'interno del Paese.
E' questa la tendenza più pericolosa insita nella scelta presidenzialista. Ve n'è anche un'altra, però. E' una strada che, al pluralismo, alla partecipazione, al coinvolgimento delle forze sociali attive nel Paese, preferisce la governabilità; la governabilità prima di tutto, a qualunque costo, anche se un'intera Giunta viene travolta da atti e provvedimenti giudiziari; al Consiglio è tolta la possibilità di sfiduciare gli organi di rappresentanza degli esecutivi, al Consiglio è tolta qualsiasi possibilità di intervenire su un assetto che è frutto di questa svolta presidenzialista.
Allora è chiaro il senso dei nostri emendamenti, che discuteremo successivamente: quello di riuscire a inserire degli elementi di riequilibrio. Il nostro obiettivo, nell'insistere su questo aspetto così delicato della problematica della forma di governo, è quello di rimarcare ancora una volta un profondo dissenso dalla scelta che, a maggioranza quest'Aula si appresta, in seconda lettura, a svolgere nello Statuto.
Non c'è più nessuna ragione che giustifichi questa deriva presidenzialista nel penalizzare qualsiasi altra forma di partecipazione.
Né valgono, da questo punto di vista, i ragionamenti molto spesso sentiti secondo cui le nuove forme di governo, le nuove modalità normate dalle leggi elettorali favorirebbero l'accorpamento fra le forze politiche, anche per comunanza di ideali, verso una forma di bipolarismo compiuto.
Presidente, basterebbe che lei ci aiutasse nell'individuare statisticamente quanti erano i Gruppi consiliari nelle precedenti legislature e quanta, in quello che oggi ancora non è certo un bipolarismo compiuto, ma incompiuto, proliferazione vi sia di Gruppi consiliari di rappresentanza dentro le assemblee elettive. Vi sono alcune particolarità ma questa situazione è talmente legittimata per cui ad alcuni Gruppi è data la facoltà di essere "uni e trini" - mi aiuti, Assessore Leo, è questo il dogma della trinità divina? - investiti della possibilità di beneficiare di Regolamenti utilizzabili a seconda della bisogna e del regolamento di conti politici. Poi, invece, si può trovare un punto di equilibrio quando prevalgono le ragioni del ceto politico, al di là di ogni apporto e approccio programmatico al problema che viene sollevato.
Quindi quella del presidenzialismo rappresenta una iattura, un atto di rottura democratica nella vita politica del Paese, di cui noi dobbiamo trarre tutte le conseguenze. Il dibattito che si sta sviluppando in questa seconda lettura non era così scontato perché, forte di una maggioranza come quella che si sta delineando, la volontà era di non modificare neanche una virgola pure laddove la stessa dizione letterale insinua qualche dubbio (non mi sento di addossare nessuna colpa al gruppo di lavoro, al quale va tutto il ringraziamento per il compito svolto). Comunque, la mescolanza di istanze spesso un po' raccattate qua e là e la stesura definitiva di alcuni articoli offende l'intelligenza perché il testo di alcuni articoli è di difficile lettura e di difficile comprensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo su questo punto, a differenza di altri, perché indubbiamente si tratta di un punto nodale ed è utile, a mio parere, discuterne non solo perché questo serve a confermare in modo motivato le scelte che abbiamo compiuto nella lavorazione dello Statuto, ma anche perché la discussione su questo punto offre alcune indicazioni e un terreno di lavoro per il futuro che conviene approfondire.
A differenza dei colleghi che sono intervenuti, noi non diamo a questa scelta un carattere ideologico. E' evidente che siamo in un campo molto controverso, che ha visto e vede storicamente opinioni, posizioni esperienze diverse, ma qui non è in gioco la democrazia. Vi sono forme di moderna democrazia che si basano sull'elezione diretta dei Presidenti ai diversi livelli e invece esperienze moderne che si basano sulla scelta dei governi da parte delle assemblee parlamentari. Sono tanto democrazie quelle che si basano su sistemi proporzionali quanto quelle che hanno alla loro base sistemi elettorali di tipo maggioritario, questo è un punto fuori discussione. Sono scelte diverse; il problema è, compiuta una scelta, come realizzare un sistema e un equilibrio dei poteri che in qualche modo definisca la qualità di una democrazia.
Vorrei che si considerasse anche questo. Ci sono fatti che, in qualche modo, segnano non solo dei mutamenti istituzionali, ma anche dei mutamenti culturali, degli atteggiamenti diversi da parte dei cittadini. Vorrei che si valutasse il fatto che in passato alcuni sono stati favorevoli all'elezione diretta dei Sindaci, altri contrari; alcuni sono stati favorevoli all'elezione diretta dei Presidenti di Provincia, altri contrari; anche sulla questione dei Presidenti di Regione si è determinato qualcosa del genere, ma è davvero il risultato di una congiura che tutte le Regioni italiane abbiano confermato questo sistema? E' davvero così? Non pensate che tutti si lamentano - non so chi l'ha fatto per ultimo, mi pare di aver sentito il collega Moriconi - dello scarso interesse fra i cittadini su questi problemi? Bene, stiamo toccando uno dei punti sui quali forse la sensibilità e l'interesse dei cittadini è maggiore.
Secondo voi, c'è oggi una maggioranza di cittadini che sarebbe disposta a cedere quel potere, di cui dispone dall'inizio degli anni '90, di scegliere direttamente il proprio Sindaco o il proprio Presidente di Provincia? Oggi, se noi andassimo a un confronto nel Paese su questo punto la maggioranza dei cittadini sarebbe disposta a rinunciare ad una scelta come quella dell'elezione diretta anche del Presidente della Regione? Io penso di no. Quando questo capita o noi abbiamo una spiegazione che semplicemente ritiene che i cittadini siano autonomi quando lo decidiamo noi e manipolati quando invece la pensano diversamente, altrimenti bisogna chiedersi perché i cittadini considerano questi dei beni e vedere come, a partire di qui, si costruiscono delle condizioni. Lo dico perché altrimenti la nostra discussione rischia, davvero, di essere una discussione che un giorno rivendica l'attenzione dei cittadini e una partecipazione su questo punto e il giorno dopo nega le condizioni. Questo è il punto. E' una scelta che il centrosinistra ha compiuto in tutte le Regioni italiane e che ha portato, in tutte le Regioni italiane, alla conferma negli Statuti regionali, dove sono stati approvati, di quanto previsto dalla legge costituzionale n.1 del 1999. Detto questo, noi abbiamo solo iniziato un discorso, non chiuso.
Esistono ampi spazi che consentono, nell'azione politica e nell'azione istituzionale, una ricomposizione tra posizioni che i sono differenziate che sono state e rimangono diverse nel giudizio su questo punto. Questo spazio è soprattutto dato dal problema di come si ricostruisce un diverso e nuovo equilibrio dei poteri, mi pare che su questo punto ci sia una sfida aperta.
Io penso, l'ho detto tante volte nella Commissione e ai lavori cui abbiamo partecipato, che noi avevamo, e abbiamo, con lo Statuto, la possibilità di cominciare ad introdurre, rispetto alla situazione vigente un diverso equilibrio dei poteri. Dico semplicemente ai Consiglieri che se noi oggi non approvassimo lo Statuto, manterremmo l'elezione diretta del Presidente perché la legge n.1 del '99 rimarrebbe in vigore e non avremmo quell'equilibrio dei poteri che questo Statuto comincia a praticare. Sono fiducioso su questo, sono fiducioso perché, nonostante le differenze che anche in questa discussione sono emerse, anche nel centrosinistra, noi stiamo costruendo una posizione comune, una posizione unitaria. I colleghi non possono non sapere che tutti i partiti del centrosinistra, tutti dall'UDEUR a Rifondazione Comunista, hanno sottoscritto un documento che afferma un nuovo equilibrio dei poteri; che occorre modificare il modello di governo e di presidenzialismo vigente e indica i punti. Li indica nel Consiglio delle Autonomie Locali, li indica nella costruzione del comitato regionale della comunità del lavoro, li indica in una costruzione, in un nuovo rapporto e una nuova capacità del Consiglio regionale, non di togliere alla Giunta, ma di esercitare una funzione di indirizzo anche sul potere regolamentare. Lo abbiamo indicato anche segnalando quegli atti che oggi non discutiamo e che saranno necessari se vogliamo che lo Statuto che stiamo discutendo abbia un futuro, come la costituzione del nuovo regolamento. Sto parlando di un documento sottoscritto pochi giorni fa, da tutte le forze politiche che formano la nostra coalizioni e che, secondo me, si orientano.
Sto facendo queste affermazioni non per togliere legittimità alla differenza e al confronto di posizioni sulla questione dell'elezione diretta del Presidente, ma perché bisogna essere in grado, mentre si ribadiscono le differenze, di costruire anche il terreno nel quale queste differenze possono essere ricomposte e riavvicinate, per diventare in qualche modo il terreno di un'iniziativa comune. Con questa idea noi ci siamo mossi.
C'è un punto sul quale mi rivolgo al Presidente della Regione. Pur sostenendo questo Statuto, concordo con le affermazioni del Consigliere Papandrea: oggi siamo di fronte ad un modello di esercizio delle responsabilità e dei poteri del Presidente, che è segnato profondamente, da un lato, da uno squilibrio di poteri, molti lo hanno ricordato, dall'altro da un elemento di responsabilità di un Presidente che rivendica tutti i poteri e, in qualche modo, allontana da sé ogni responsabilità. Tentiamo di distinguere quando faccio queste affermazioni che sono sul terreno della politica, sono sul terreno della valutazione dei comportamenti, delle posizioni e della responsabilità. Proviamo a costruire un terreno comune su un piano istituzionale.
Questo è il punto, per quanto mi riguarda, che consente, al tempo stesso, di vedere e di ribadire le ragioni di una differenza di valutazione, ma anche i terreni sui quali questa differenza di valutazione può essere superata. A mio parere oggi siamo, tra tutte le forze politiche del centrosinistra, del centrosinistra allargato, della grande Alleanza Democratica come la vogliamo chiamare, al punto zero. Siamo ad un punto nel quale abbiamo cominciato a ricostruire, a ricomporre una linea di azione unitaria. Questa per me è una cosa importante.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale sull'articolo 50. Passerei all'esame degli emendamenti.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 114.



CHIEZZI Giuseppe

Per segnare, con chiarezza, la distanza che abbiamo da condividere la scelta presidenzialista. Abbiamo riproposto, come punto di partenza, dal punto di vista politico, la situazione antecedente alla legge n. 1 delle '99, piuttosto che leggi di quel tipo,riteniamo più utile cominciare a rimettere le bocce al loro posto, ripartendo da un sistema che funzionava dal punto di vista dei rapporti tra Presidente della Giunta e Presidente del Consiglio in modo nettamente migliore. I discorsi sull'elettorato sono discorsi piuttosto lunghi da fare, ognuno può dimostrare a parole quello che crede.
Io, ad esempio, sono convinto che il sistema presidenziale non sia amato dai cittadini, anzi, lo sia sempre di meno. Sulla consultazione dei cittadini, su questo sistema, ci sarebbe da decidere come farlo, ma non penso che sia un esito scontato. La critica al presidenzialismo, come l'abbiamo conosciuto e la richiesta di tornare a contestare il presidenzialismo e a prevedere un'elezione diretta in Consiglio, è comunque un vincolo del Consiglio sul Presidente, che poi era uno degli elementi che lo stesso collega Palma individuava.
Il Consigliere Palma ha descritto un sistema organico, che ha un suo equilibrio, all'interno del quale c'era anche un controllo.
Questo sistema attuale non ha nessun controllo. Lo Statuto che si sta per approvare non ha alcun controllo sul Presidente della Giunta regionale perché non c'è nessun vincolo di programma; non c'è un bel nulla! Questo emendamento, quindi, segnala proprio la grande distanza dal presidenzialismo. Noi riproponiamo l'elezione in Consiglio del Presidente e della Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso per la replica.



GALASSO Ennio Lucio

Dopo aver ascoltato le osservazioni mosse sull'articolo che andiamo a discutere, vorrei fare qualche breve considerazione nell'esprimere il parere contrario.
Non condivido neppure quelle riserve formulate da chi privilegia il sistema presidenziale per la ovvia ragione che l'ipotesi del nostro Statuto, così come votato in prima lettura, obbedisce alla storia dell'Italia.
Se in precedenza vi erano, sul tema "Autorità", grandissime e giustificate cautele, il prosieguo della vita democratica ha fatto rilevare la maturità, sotto questo profilo, sia del popolo, sia della classe dirigente.
Vorrei sinteticamente affrontare questo tema, che potrebbe essere invece, suscettibile di amplissimi approfondimenti, rilevando che, per quanto riguarda il riferimento all'ipotesi statunitense, lì vi è un conferimento di autorità che qui non c'è. Lì, l'autorevolezza la si acquisisce attraverso il buon esercizio dell'autorità, tanto è vero che il Presidente è sostanzialmente indifferente al tipo di maggioranza del Senato.
Perché va privilegiata, invece, l'ipotesi che abbiamo approvato in prima lettura? Perché l'elezione diretta del Presidente gli conferisce immediatamente autorevolezza, per poi poter sapientemente utilizzare l'autorità; tanto è vero che - questa differenza è sostanziale - in Italia è prevista la "fiducia", mentre negli Stati Uniti è previsto l'empeachment: sono due elementi che ben differenziano i momenti di autorità e di autorevolezza.
L'elezione diretta, così com'è stata proposta, obbedisce a ragioni di cautela, ma anche alla capacità di dare risposte moderne per un'Amministrazione agile ed efficiente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, esprime parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 115 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
L'emendamento rubricato n. 116 è decaduto.
L'emendamento rubricato n. 117 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.



PRESIDENTE

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo una sospensione di due minuti, in Aula.
PRESIDENTE



PRESIDENTE

Va bene, sospendiamo per due minuti la seduta, in Aula.
Prima di procedere alla votazione dell'articolo 50, ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola, per dichiarazione di voto.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola soltanto per richiamare quanto avevo già affermato, sia in Commissione, sia in sede di prima lettura, in merito alla contrarietà della mia posizione politica all'elezione diretta.
Su questo articolo, quindi, il mio voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 50 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 51 Emendamento rubricato n. 118 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 51, comma 1, dopo "emana i regolamenti", sostituire la parola "regionali" con le parole: "di competenza della Giunta".
Ma gli altri chi li emanerebbe?



CHIEZZI Giuseppe

Gli altri li emanerebbe il Consiglio, perché nella sequenza degli emendamenti che abbiamo presentato, noi abbiamo "scaricato" tutto sul Consiglio. È chiaro che questo emendamento è in coerenza con gli emendamenti bocciati.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 118 è dunque superato - volevo farlo dire a lei Consigliere Chiezzi.
Emendamento rubricato n. 140 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Papandrea e Contu: all'articolo n. 51, comma 2, la lettera c) è abrogata ed è sostituita dalla nuova lettera c: "c) informa il Consiglio regionale sugli argomenti trattati e sulle decisioni assunte nella Conferenza Stato-Regioni;".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Questo emendamento dimostra che questo Statuto non fa nulla di serio per controbilanciare la scelta presidenzialista.
Nello Statuto vigente si dice che il Presidente di Giunta tiene i rapporti tra Stato e Regione. E poi? Tiene quei rapporti, ma fa esattamente quello che crede. Fa come ha fatto in tutti questi anni, in cui non ha mai reso conto al Consiglio di quello che faceva, né prima né dopo.
Allora, l'emendamento precisa che il Presidente della Giunta deve, per Statuto, informare anche il Consiglio di quello che fa quando lavora in sede di Conferenza Stato-Regioni. Questo sarebbe un modo più serio di bilanciare i pieni poteri in capo al Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 140.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 119 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 51, comma 2, aggiungere la seguente nuova lettera: "f) garantisce la propria presenza nelle sedute del Consiglio regionale;".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Apprezzando la presenza del Presidente Ghigo, ritiro questo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
L'emendamento rubricato n. 119 è dunque ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 120 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 51, comma 2, aggiungere la seguente nuova lettera: "g) informa il Consiglio regionale ogni sei mesi sull'attuazione del programma".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Questo sarebbe un altro elemento, sia pure nella logica presidenzialista, che obbliga il Presidente della Giunta a relazionare ogni sei mesi, sull'attuazione del programma. Rimane il fatto che il programma non è mai stato votato dal Consiglio regionale, ma l'ha elaborato il Presidente, il quale potrà fare esattamente quello che crede. Per stemperare questi pieni poteri, scriviamo almeno che ogni sei mesi il Presidente della Giunta venga in Consiglio e illustri l'attuazione del programma, per la minoranza e forse, soprattutto, per la sua maggioranza.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 120.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 51 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Do ora lettura del seguente emendamento aggiuntivo: Emendamento rubricato n. 192 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: dopo l'articolo n. 51, aggiungere il seguente nuovo articolo: "Art. 51 bis. Il Vicepresidente della Giunta 1. La carica di Vicepresidente della Giunta deve essere ricoperta da un Consigliere regionale.
2. Il Vicepresidente della Giunta rappresenta il Presidente della Giunta in caso di sua assenza, durante le sedute del Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Abbiamo discusso molto sulla figura del Vicepresidente ed è una figura che rimane piuttosto mal definita.
Poiché lo Statuto che proponete prevede la possibilità che molti Assessori non siano neppure eletti in Consiglio, con questo emendamento si vuole normare il fatto - quindi è una limitazione del potere del Presidente che il Presidente della Giunta, nel momento in cui nomina un Vicepresidente, sia obbligato a nominarlo tra i Consiglieri eletti.
Ho un dubbio di costituzionalità di questa norma, che pongo ai colleghi, però il senso politico della questione è di temperare la facoltà di scegliere come crede anche il Vicepresidente; rappresentando ufficialmente la Regione, riteniamo che debba essere scelto tra i Consiglieri regionali chiamati dal Presidente della Giunta regionale a svolgere la funzione di Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Non penso esista un problema di incostituzionalità, in quanto gli Assessori possono essere dei Consiglieri e credo che, all'interno di questa possibilità, si possa precisare nello Statuto che solo tra questi si pu indicare il Vicepresidente. Sarebbe importante che quest'ultimo, essendo una figura evidenziata all'interno dello Statuto, a differenza degli altri Assessori fosse un eletto, qualcuno che è passato attraverso una verifica democratica, e non semplicemente un amico o un'amica del Presidente, che egli ha nominato Assessore e, quindi, Vicepresidente della Giunta.
Questo mi pare il minimo. Anch'io ritengo che siamo di fronte ad un sistema imperfetto, ma mi pare pazzesco esagerare in questa imperfezione.
Nei sistemi in cui c'è un Presidente e in cui il Vicepresidente viene indicato, lo si indica insieme al Presidente, non è qualcuno che può essere cambiato a proprio piacimento dal Presidente stesso.
Se non introduciamo questa regola, possiamo scoprire solo all'ultimo momento chi è il Vicepresidente nominato dal Presidente.
Potremmo anche avere una Giunta composta interamente da Assessori esterni e quindi nessuno di questi, compreso chi assume la carica di Vicepresidente, potrebbe dover rispondere al fatto di essersi sottoposto a una verifica da parte degli elettori.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 192.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 52.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 53 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 53.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 54 Emendamento rubricato n. 193 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo n. 54 il comma 1 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 1: "1. La carica di Assessore può essere conferita anche a soggetti esterni al Consiglio regionale, purché il loro numero non sia superiore a un sesto dei componenti della Giunta regionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato 193.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 121 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 54, aggiungere il seguente nuovo comma 3: "3. Non possono essere nominati Assessori i condannati in modo definitivo per reati contro la Pubblica Amministrazione".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 122 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 54, aggiungere il seguente nuovo comma 4: "4. Il Consiglio regionale può esprimere la sfiducia nei confronti di uno o più Assessori mediante mozione motivata sottoscritta da almeno un sesto dei suoi componenti e approvata nominale dalla maggioranza assoluta dei suoi componenti".
L'emendamento è superato, Consigliere Chiezzi, perché abbiamo già votato in ordine all'elezione da parte del Consiglio e quindi, poiché vi è l'elezione diretta del Presidente della Regione...
Come dice? Vuole intervenire? Prego, ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, capisco la sua interpretazione, però, a mio parere l'emendamento può essere discusso e votato perché è chiaro che il nesso della funzione di Assessore è un nesso diretto tra una decisione del Presidente e l'accettazione dell'Assessore.
E' chiaro che l'Assessore è tale perché il Presidente l'ha nominato e l'Assessore l'ha accettato, e questo è un nesso che nessuno può recidere tranne i due interessati. Questo sistema non lo metto in dubbio. Tuttavia per temperare questo elemento, per metterlo politicamente sotto controllo si può benissimo dire che il Consiglio esprime sfiducia. In cosa si concretizza questa sfiducia? Nasce e muore con l'approvazione della sfiducia. Dopodiché il Presidente sa che ha un Assessore sul quale il Consiglio ha detto: "Noi non abbiamo fiducia in quell'Assessore", pu tenerselo, può tener conto di questa sfiducia e fare quello che crede.
Quindi questo emendamento lo manterrei, perché in effetti è un temperamento di un rapporto che non viene messo in discussione, ma semplicemente criticato.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 122.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 123 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 54 aggiungere il seguente nuovo comma 5: "5. Sulle dimissioni di un Assessore regionale il Presidente della Giunta informa il Consiglio".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Sempre per tenere un rapporto col Consiglio regionale anche su prerogative che la legge per adesso consegna unicamente in capo al Presidente, possiamo dire che, se un Assessore si dimette, il Presidente della Giunta è obbligato a dare un'informazione come crede al Consiglio.



PRESIDENTE

Diciamo che la sua è una riscrittura, perché, in qualche modo, lo prevede già l'articolo 54, secondo comma.
Indìco la votazione palese dell'emendamento rubricato n. 123.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 54.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 55 Emendamento rubricato n. 124 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 55 il comma 1 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 1: "1. La Giunta regionale è l'organo esecutivo della Regione e si compone del Presidente e di dodici Assessori".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Siccome attualmente ne prevedete 14, torniamo a 12.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese dell'emendamento rubricato n. 124.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 125 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 55, comma 2, sostituire la parola "sostituisce" con: "rappresenta".
Il riferimento è al ruolo del Vicepresidente della Giunta regionale.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 125 è dunque ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese dell'articolo 55 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 56 Emendamento rubricato n. 194 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo n. 56 comma 2 punto a), dopo la parola "predispone" inserire le parole: "il piano di sviluppo regionale".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

E' sempre la proposta di non far sparire questo strumento di governo dal panorama statutario della Regione Piemonte. Lo si fa sparire da tutto non c'è più, mentre questo è veramente uno dei punti che, guardando al futuro, dovrebbe essere messo bene in chiaro.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese dell'emendamento rubricato n. 194.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese dell'articolo 56 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 57 La parola al Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Non sono riuscito a fare la dichiarazione di voto sull'articolo precedente perché lei è troppo veloce, Presidente.
Volevo approfittare della presenza del Presidente Ghigo per leggergli l'articolo 56 dello Statuto che abbiamo approvato: "La Giunta, inoltre, predispone il bilancio annuale di previsione, il rendiconto generale e le relative variazioni del bilancio pluriennale, il documento di programmazione economico-finanziaria e gli strumenti di manovra finanziaria da sottoporre all'approvazione del Consiglio".
Vorrei chiedere al Presidente Ghigo che fine hanno fatto. Siamo a fine anno, se non vado errato.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' giusta e pertinente la domanda posta dal Consigliere Papandrea.
Il Documento di programmazione economico-finanziario regionale è stato adottato nella seduta di Giunta di dieci giorni fa...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sapeva che doveva essere approvato a luglio dal Consiglio, secondo la legge che abbiamo approvato?



GHIGO Enzo

Sì, secondo la legge sì; secondo la prassi, funziona in maniera diversa.



GHIGO Enzo

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



GHIGO Enzo

impossibile che lo facciamo, avendolo presentato adesso.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Credo che invece sia stato trasmesso alla Commissione e, secondo me nella nostra volontà e nella nostra disponibilità c'è tutto il tempo, prima della scadenza della legislatura, di discutere...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Doveva essere approvato a luglio scorso.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Siamo in ritardo.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ghigo.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 57.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 58 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 58.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 59 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 59.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 60 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 60.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 61 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 61.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 62 Emendamento rubricato n. 195 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo n. 62 è aggiunto il seguente nuovo comma 2 bis: "2 bis. La Regione, al fine di definire l'impiego delle risorse a sua disposizione, provvede all'adozione del Piano di sviluppo regionale dandone attuazione attraverso il metodo e gli strumenti della programmazione. Il Piano di sviluppo regionale è articolato per settori, in cui sono individuati gli obiettivi e le priorità e sono definite le risorse necessarie alla loro attuazione e le modalità del loro reperimento".
Li pongo in votazione? D'accordo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 195.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 126 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 62 il comma 3 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 3: "3. Ad inizio di ogni legislatura ed entro sei mesi dal suo insediamento la Giunta regionale predispone, sulla base dello stato e delle tendenze della situazione economica, sociale, e ambientale del Piemonte, il piano di sviluppo regionale, di durata quinquennale, e i relativi documenti di programmazione settoriale, presentandoli al Consiglio regionale per la loro approvazione".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 126.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 127 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 62 comma 4, prima delle parole "I documenti di programmazione" sono aggiunte le parole: "Il Piano di sviluppo regionale e".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 127.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 128 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 62 comma 4 la parola "anche" è soppressa.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 128.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 129 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 62 comma 5, prima delle parole "I documenti di programmazione" sono aggiunte le seguenti parole: "Il Piano di sviluppo regionale e".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 129.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 130 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 62 comma 6 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 6: "6. La Giunta presenta ogni anno, unitamente al documento di programmazione economico - finanziaria e al bilancio di previsione, una relazione sullo stato d'attuazione del Piano di sviluppo regionale e dei relativi programmi di settore, oltre alle eventuali proposte di aggiornamento".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 130.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 131 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 62 comma 7 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 7: "7. Le norme per la formazione, l'approvazione, l'aggiornamento e l'attuazione del Piano di sviluppo regionale e dei programmi di settore sono fissati con legge regionale, assicurando il coinvolgimento degli enti locali, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria, degli organismi economici e delle altre forze sociali.
La legge regionale stabilisce inoltre le procedure relative all'acquisizione dei dati occorrenti alla programmazione, in modo da garantirne l'oggettività e l'accessibilità a ciascun Consigliere regionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 131.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 62 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 63 Emendamento rubricato n. 132 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 63 il comma 1 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma 1: "1. Il Documento di programmazione economico - finanziaria regionale articolato per settori, definisce tutte le relazioni finanziarie, sia su base annuale sia con previsioni non inferiori al triennio, in coerenza con quanto previsto dal Piano di sviluppo regionale e dai relativi documenti di programmazione settoriale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 132.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 63.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 64 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 64.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 65 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 65.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 66 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 66.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 67 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 67.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 68 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 68.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 69 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 69.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 70 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 70.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 71 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 71.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 72 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 72.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 73 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 73.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 74 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 74.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 75 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 75.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 76 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 76.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 77 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 77.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 78 Emendamento rubricato n. 191 presentato dai Consiglieri Contu e Chiezzi: il comma 3 dell'articolo n. 78 è interamente sostituito dal seguente: "La proposta soggetta a referendum è approvata se si è raggiunta la maggioranza assoluta dei voti validamente espressi".
Lei non chiede il quorum e si presta a una censura di incostituzionalità.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Questa del referendum è una materia che, nel nostro Paese, ha vissuto alterne vicende, dalla grande stagione referendaria sulle grandi battaglie civili all'uso improprio e molto spesso spregiudicato, che nel tempo ne ha inficiato l'efficacia e la validità.
L'attuale normativa di riferimento prevede che i referendum abrogativi per l'abrogazione totale o parziale di una legge raggiungano il quorum dei 50 più uno dei voti di coloro che si recano a votare.
Qual è il senso della proposta di questo emendamento, sulla quale dubito ci sia un problema di costituzionalità? E' quello di riattivare il referendum così come originariamente era stato inteso secondo lo spirito dei suoi proponenti nella legge quadro di riferimento: un formidabile strumento in mano ai cittadini che potevano, su alcuni temi importanti organizzarsi autonomamente per l'abrogazione parziale o totale di una legge. Le ultime vicende referendarie ci impongono un'enorme cautela perché in buona parte degli ultimi appuntamenti referendari non è stato raggiunto il quorum. Problema estremamente serio.
Altre democrazie, altri paesi ci indicano un'altra modalità nello strumento partecipativo, quello di appellarsi alla democrazia diretta secondo il principio che decide chi partecipa. Può essere riassunto così cioè riconoscere un potere a chi liberamente sceglie l'esercizio del voto obbligando tutti i partiti a schierarsi sui temi che, di volta in volta vengono posti all'attenzione della Regione, cioè la possibilità di considerare validamente espressa la volontà del popolo (chiamiamolo così perché è una forma di partecipazione diretta) in relazione alla considerazione che il referendum è approvato qualora sia riconosciuta la maggioranza assoluta dei voti validamente espressi.
E' un esempio alto di democrazia, utilizzato soprattutto in Svizzera con alterni e discutibili risultati, ma che costringe tutte le forze politiche ogni volta che viene indetto un referendum, a non nascondersi dietro un dito, invitando gli elettori ad andare al mare, ma sostanzialmente ad esprimere il proprio punto di vista su argomenti spinosi come, ad esempio la fecondazione assistita e tanti altri temi, sui quali bisogna ristabilire il principio di tutelare la volontà degli elettori che, su quell'argomento intendono e hanno voluto dire la loro presentandosi alla competizione referendaria. Lo ritengo un emendamento di grande respiro, in linea con una necessità. Devo anche dire, parlando di referendum, che questo Statuto ha una grave carenza. Poteva fare di più, anche nella logica di quei riequilibri di poteri, ma non solo, di una maggiore partecipazione che poteva essere quello dei referendum propositivi, perché no? Anche questo è un aspetto che valorizza e potrebbe valorizzare la partecipazione dal basso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 191.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 78 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Sospendo brevemente la seduta.



(La seduta sospesa alle ore 14.47 riprende alle ore 14.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo ora all'articolo 79.
ARTICOLO 79 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 79.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 33 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 80 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 80 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 81 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 81 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 82 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 82 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 33 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 83 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 83.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 32 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 84 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 84 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 32 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 85 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 85 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Passiamo ora all'articolo successivo.
ARTICOLO 86 Emendamento rubricato n. 196 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo n. 86, comma 1, dopo la parola "popolazione" sono inserite le seguenti parole: "anche immigrata".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Penso che nel tema trattato dall'articolo 86 - consultazione popolare si possa tranquillamente inserire la popolazione immigrata tra i soggetti che saranno tenuti presenti nell'ambito di tutte le consultazioni popolari.
La popolazione immigrata è una ricchezza per il Piemonte e il processo di convivenza e, se si vuole di integrazione, può trarre beneficio dall'inserimento di questa possibilità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 196 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 Consiglieri hanno votato Sì 3 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 86 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 133 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: al Titolo IV l'intero Capo V è soppresso.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
In questo quadro di depotenziamento di tutte le prerogative di programmazione, cominciando dal Programma regionale di sviluppo, inserire in bianco il Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro ci sembra che abbia il solo significato di aggiungere una struttura che non ha possibilità di svolgere una vera funzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei solo ricordare, con tutto il rispetto per le considerazioni che ha reso il collega Chiezzi, che questa è la richiesta unitaria che è stata avanzata da tutte le Organizzazioni Sindacali, oltre che dalle altre organizzazioni sociali ed economiche del Piemonte.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 133 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: al Titolo IV l'intero Capo V è soppresso.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 133.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 87 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 87.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 88 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 88.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 89 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 89.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato Sì 32 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 90 Emendamento rubricato n. 197 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo n. 900, comma 1, le parole "dei cittadini" sono soppresse e sostituite con le parole: "delle persone".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 197.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere hanno votato NO 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 134 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 90 inserire il seguente nuovo comma 2 bis: "2 bis. Il difensore civico interviene in particolare nella tutela non giurisdizionale dell'infanzia, degli adolescenti e dei minori, nella tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali degli immigrati, nella tutela dei diritti e degli interessi dei consumatori e degli utenti".
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 134.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 3 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 90 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 35 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 135 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: al Titolo V, il titolo del Capo II è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo titolo: "Commissione consultiva dello Statuto".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Solo per capire, poiché l'interesse al dibattito non è su questo emendamento, ma su quello successivo. Lei dovrebbe spiegarci, se questo emendamento non viene approvato, come sarà, se possiamo discutere l'emendamento successivo. Se la risposta è no, allora ritiriamo questo emendamento e discutiamo solo il successivo, in cui si può dire perch vogliamo chiamarlo Statuto. C'è, però, una contraddizione col titolo del capo e quindi in entrambi i casi siamo sempre un po' fuori posto.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 135 è dunque ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
ARTICOLO 91 Emendamento rubricato n. 136 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 91, il comma 1, è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo comma: "1. La Commissione consultiva dello Statuto è organismo indipendente della Regione ed ha funzioni consultive sulle controversie relative alla legittimità statutaria delle leggi e degli atti secondo le modalità previste dal Regolamento".
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

In questo clima di disattenzione e di interesse soprattutto nel contare i voti, tengo a sottolineare quella che credo sia una delle caratteristiche di questo Statuto, che trova una dimostrazione nell'articolo 91, ovvero una superfetazione di Commissioni che abbiamo inserito, alcune giustificate altre, come questa, assolutamente non giustificata.
Questa Commissione è inutile e, se espandesse la sua portata normativa probabilmente diventerebbe anche anticostituzionale. Queste parole non sono solo mie, ma sono parole che ho raccolto e sentito quando si è affrontato il problema.
Mi spiace molto che su questa Commissione non si sia potuto discutere maggiormente, sia in Commissione sia durante la prima lettura dello Statuto; mi spiace ancora di più di non essere riuscito, insieme agli altri Consiglieri dubbiosi, come me, su questa Commissione, a far ragionare i colleghi della maggioranza sulle conseguenze della decisione che abbiamo preso, inserendo questa Commissione di garanzia.
Ripeto: questa è una Commissione che non avrà nessuna portata, per quanto riguarda il ruolo all'interno dei lavori del Consiglio e giustamente, le proposte avanzate con gli emendamenti sono tese a dare una ricollocazione e un senso ai nostri lavori, a questa Commissione.
Credo di essere facile profeta nel prevedere che queste, come le altre proposte che abbiamo presentato in questi giorni, non saranno assolutamente raccolte, forse non saranno neanche valutate, se non con giudizi sbrigativi, perché si devono portare, il più presto possibile, al voto l'articolo e il testo definitivo dello Statuto.
A questo rammarico, pertanto, si aggiunge il rammarico di tutto il lavoro che abbiamo svolto, mettendo insieme pezzi di ragionamento che avevano anche una loro logicità; sovente, li abbiamo accomunati a scelte e decisioni che sono molto discutibili.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Moriconi.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 136.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 198 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo n. 91 si aggiunge il seguente nuovo comma 1 bis: "1 bis. La Commissione consultiva dello Statuto è composta da sette membri eletti dal Consiglio regionale a maggioranza qualificata, di cui: un magistrato a riposo della giurisdizione ordinaria amministrativa e contabile; due professori universitari di ruolo di discipline giuridiche due avvocati con almeno quindici anni di servizio, due ex Consiglieri regionali".
Tale emendamento è superato dalla votazione di quello precedente.
Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 91 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 33 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 92 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 92.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 34 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 93 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 93.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 32 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 94 Emendamento rubricato n. 199 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: l'articolo n. 94 è soppresso ed è sostituito dal seguente nuovo articolo n.
94: "Art. 94 Diritti delle minoranze 1. I diritti delle minoranze sono assicurati dallo Statuto e dal Regolamento interno del Consiglio regionale, che disciplina le modalità e gli strumenti del loro esercizio.
2. La presidenza della I Commissione è assegnata alle opposizioni. Il Presidente della I Commissione ha il potere di convocare per audizione il Presidente della Giunta.
3. Il Regolamento stabilisce, in particolare, i diritti delle minoranze in relazione: ai tempi di lavoro del Consiglio regionale per lo svolgimento dell'attività del sindacato di controllo alle nomine, alle elezioni e alle designazioni di competenza del Consiglio e della Giunta regionale alla partecipazione nelle delegazioni e nelle occasioni di rappresentanza del Consiglio all'informazione sulle proposte e sulle attività delle minoranze stesse".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Non è solo una terminologia che cambia i diritti rispetto alle garanzie, è anche un modo diverso di presentare quelli che riteniamo siano i diritti delle minoranze. Ritengo che, nel discorso di democrazia rappresentativa, il valore della minoranza sia da rappresentare non solo come forma di pronuncia e di affermazione di principio, perché credo che nel gioco della democrazia tutti siano sempre concordi nel dire che il ruolo della minoranza è importante, ma il discorso è anche quello di garantire che poi questi diritti della minoranza diventino, come si suol dire, diritti esigibili e che possano essere efficacemente rappresentati e difesi.
Credo che su questo argomento - è inutile che ce lo nascondiamo lasciamo un po' un compito in sospeso sia per noi sia per il Consiglio che verrà dopo di noi, nel senso che anche in questi giorni sappiamo che i diritti delle minoranze hanno interpretazioni diverse all'interno dei rapporti tra maggioranza e minoranza, ma anche all'interno delle stesse forze che rappresentano i due schieramenti di centrodestra e di centrosinistra.
Penso anche a quello che è avvenuto in questi giorni a livello nazionale, dove sappiamo che ad esempio esiste un Regolamento di funzionamento che ha determinate caratteristiche e che comporta delle conseguenze sia per la maggioranza sia per l'opposizione. Ebbene, abbiamo visto come questo Regolamento ha dato luogo, proprio negli ultimi giorni, a dei problemi di rapporti, con delle conseguenze eclatanti e molto vistose da parte delle minoranze.
Ritengo che questo che sia un altro di quei segnali che spero ancora una volta tutti insieme siamo in grado di recepire e che il momento politico, le difficoltà che ci sono nei rapporti anche all'interno delle forze politiche e delle stesse coalizioni non porti a quell'atteggiamento che io, assieme ad altri, considero assolutamente sbagliato, ovvero quello di pensare di riuscire a superare le difficoltà nei rapporti politici, a superare le difficoltà nel trovare le mediazioni tra le posizioni politiche con delle forzature normative, con delle forzature di Regolamenti istituzionali, con delle strategie e delle "ingegnerie" istituzionali.
Anche perché, alla fin fine, si è dimostrato e si sta dimostrando, laddove queste ingegnerie - è inutile che ce lo neghiamo - sono state fatte come a livello nazionale, non c'è nessuna ingegneria istituzionale, non c'è nessuna forzatura regolamentare che possa tenere insieme quello che si sta dividendo o che si vuole dividere.
Questo dovrebbe essere un pensiero che potrebbe anche attraversarci e devo dire che, tutto sommato, la formulazione che abbiamo trovato per l'articolo 94 credo che opportunamente non si spinga troppo oltre un limite, che è quello appunto di non precorrere i temi e di non dare già per scontato che la soluzione per tutelare i diritti delle minoranze, oppure la garanzia delle opposizioni, debba obbligatoriamente andare in una direzione prima che ci si confronti seriamente e approfonditamente su che cosa intendiamo per diritti delle minoranze e diritti di governabilità della maggioranza che deve decidere.
Penso che in questo momento il rapporto che noi vogliamo costruire per il funzionamento del Consiglio e per garantire che le minoranze possano fare il loro ruolo di verifica, di controllo e di critica sia un momento delicato e che speriamo sia risolto in maniera positiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Indubbiamente dello Statuto, a nostro parere, questo rappresenta uno dei punti sui quali il risultato è meno soddisfacente e sul quale si sarebbe potuto fare di più. Lo dico soprattutto perché non si può che prendere atto del fatto che, in realtà, questo è un limite che ha le sue origini nella politica.
Stiamo concludendo una legislatura che è stata caratterizzata da un'idea di una maggioranza che poteva fare a meno del confronto, che poteva fare a meno del pluralismo, con scelte che si sono esercitate fin dal primo giorno con una negazione di una comune partecipazione all'organizzazione del dibattito e del confronto, basti pensare a tutta la questione delle Presidenze delle Commissioni e a tanti altri aspetti.
Siamo quindi di fronte, per quanto ci riguarda, a un punto insoddisfacente, rispetto al quale - ripeto - molte cose in più potrebbero essere fatte. Molte cose in più potrebbero essere fatte e, siccome sappiamo che la sede nella quale queste questioni potranno essere affrontate è in larga misura, come anche conferma l'articolo 94, la stesura di un nuovo Regolamento, vorrei qui dire due cose perché rimangano come impegno a verbale.
La prima - la rivolgo in particolare ai colleghi della maggioranza e naturalmente, a coloro che hanno maggiori responsabilità - è una proposta che posso avanzare a nome dell'intero schieramento del centrosinistra perché anche questo fa parte degli impegni che, insieme, tutte le forze del centrosinistra hanno sottoscritto. Vi chiediamo di prevedere e concordare prima delle elezioni, quando i ruoli saranno ancora indefiniti, quando ancora non sarà definito chi sarà maggioranza e opposizione, le linee fondamentali di revisione dell'attuale Regolamento del Consiglio regionale e di fare di un punto di convergenza fra l'insieme delle forze su questo punto un elemento comune, un elemento che i diversi schieramenti si impegnano ad approvare nel nuovo Consiglio regionale, introducendolo in modo uguale nei loro programmi di governo.
La seconda richiesta che avanzo è sulla base degli impegni sottoscritti dai diversi partiti: 1) riservare all'opposizione la Presidenza, oltre che delle Commissioni di indagine e di inchiesta, di tutte le Commissioni consiliari di garanzia e controllo, anche quella della Commissione bilancio; 2) riservare a maggioranze qualificate la scelta di quelle personalità doverosamente imparziali chiamate a ricoprire ruoli di garanzia come quello della Presidenza del Comitato regionale per la comunicazione e della Commissione di garanzia statutaria; 3) mettere a disposizione del Consiglio tutti gli elementi di valutazione necessari per comprendere lo stato di applicazione dei provvedimenti e i loro effetti; 4) impegnare il futuro Presidente della Regione a informare preventivamente i rappresentanti delle opposizioni delle scelte più rilevanti e, comunque convocarli e informarli sistematicamente sull'attività della Giunta.
Pensiamo che questi siano impegni e presupposti di un'impostazione che crede che la dialettica politica sia una dialettica nella quale è interesse, non solo delle opposizioni ma della vita del Consiglio regionale, la valorizzazione del ruolo delle opposizioni e la costruzione di un equilibrio e di un comportamento istituzionale che sia fedele a questo.
Per questo motivo, fin dal primo momento abbiamo voluto che nella Carta dei principi - sottoscritta da tutti i partiti del centrosinistra - questi punti fossero chiari, espliciti e scritti.
Siamo in fase di seconda lettura dello Statuto; vogliamo che sia approvato e quindi manterremo il testo così com'è, però esprimiamo, sul punto, una reale insoddisfazione, credendo che esistano le condizioni per fare molto di più di quello che è stato fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo perché più volte è stato citato un documento di impegno per le forze politiche che ci vogliono contrastare e si augurano di far sì che ci sia un cambio importante nella Regione. Quel documento è un primo atto.
Invito ad una certa prudenza sul suo uso perché, primo, come Rifondazione Comunista avevamo espresso perplessità su alcuni aspetti, pur non bloccando il documento e, secondo, perché più volte, tra ieri e oggi, ci siamo resi disponibili e disposti ad una revisione del Regolamento. Si tratta, per di una discussione complessa perché non riguarda solo il Regolamento del Consiglio, ma anche della Giunta. Ho sempre fatto l'esempio del DPEFR e abbiano sentito il Presidente della Regione dire: "Non ce l'ho fatta a presentare il Documento in tempo".
Un Regolamento che non affronta, anche in modo rigido, queste questioni, non credo debba essere modificato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Anch'io, sulla falsariga dell'intervento del Consigliere Papandrea, non conosco questo Documento. Quello che so è che il nostro Regolamento consiliare non impedisce alcunché, quindi non sento particolari esigenze di restringere gli spazi di dibattito. Recentemente ho visto che in Parlamento l'attuale minoranza ha abbandonato l'aula lamentandosi di non avere spazi di discussione. Più volte, da parte di qualcuno, si è invocato di "scopiazzare" il Regolamento della Camera, nato per gestire 600 persone.
Quando si tratta di queste questioni, non ritengo che il problema della Regione Piemonte - del Consiglio regionale - sia, per quello che fa e che per quello che riesce a fare, il Regolamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Sarebbe troppo facile pensare che, a fronte delle difficoltà politiche la scorciatoia possa essere rappresentata da norme che, rispetto ai procedimenti legislativi in itinere, ne semplifichino il percorso. Pi volte, il centrodestra ha evocato questa modalità, accusando il centrosinistra - penso alla questione della legge sul buono scuola - di operare nella volontà, anche se non dichiarata ufficialmente, di paralizzare l'attività consiliare, a fronte di un provvedimento non condiviso. E' una questione alla quale inviterei tutti a porre attenta riflessione.
Ricordava prima il Consigliere Chiezzi come in Parlamento, mai come in questo momento, il centrosinistra, che è all'opposizione, ha lamentato la difficoltà di rendere pubblico il proprio dissenso rispetto ad atti di una gravità assoluta - pensiamo alle leggi Cirami, alle leggi sul conflitto di interesse o ad una serie di leggi transitate in Parlamento - sui quali, per la prima volta, il centrosinistra ha riconosciuto di essere in apnea.
Non credo che l'Aventino debba rappresentare la risposta ai problemi che si pongono nella dialettica fra le forze politiche di maggioranza e di opposizione, perché quella dell'Aventino è una tattica che si usa una volta e poi diventa, in modo repentino, inflazionata e non più gestibile. L'unico strumento che consente a quest'Aula, e a qualsiasi assemblea elettiva, di poter discutere nel merito i provvedimenti senza scorciatoie, visto che qui si ribadisce la segretezza dei lavori di Commissione, è affrontare un dibattito pubblico in Consiglio. Non credo che l'Aula possa essere così umiliata. Dopo una discussione chiusa all'interno delle Commissione compartimentata per gli addetti ai lavori, si arriva in Consiglio per una conta sulla condivisione o meno di un provvedimento. Credo che questo sia una semplificazione del processo democratico di costruzione degli atti legislativi che non aiuta nessuno.
Non aiuta i nostri cittadini, i nostri referenti sociali, a comprendere, e molto spesso lascia il dubbio sulla modalità con la quale si è arrivati all'atto conclusivo. Ho ragione di credere - ma penso di non essere il solo - che un Regolamento di garanzia debba completare questa possibilità. C'è la possibilità di un confronto forte e dialettico fra posizioni diverse, perché, a riprova di questo elemento, non so quale possa essere la volontà, in termini di produttività di quest'Aula, per quanto concerne le leggi. Ho ragione di credere che si esamini bene il trend legislativo, tenuto conto che si sono dedicate molte sedute allo Statuto.
Credo che la produzione legislativa della VII legislativa sia di tutto rispetto, almeno nella quantità: il centrodestra ha potuto portare a casa provvedimenti che gli erano cari e coerenti con il proprio programma di governo.
Le scorciatoie non aiutano; non aiutano soprattutto a fare chiarezza nell'esposizione delle diverse posizioni ed opzioni politiche sui singoli provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Sulla discussione di questo punto sarebbe interessante vedere la partecipazione di tutto il Consiglio regionale, visto che le problematiche riguardanti la creazione delle leggi ed i rapporti tra maggioranza e minoranza dovrebbero interessare anche coloro che adesso sono in maggioranza, ma che - come noi ci auguriamo - tra qualche mese potrebbero essere in minoranza. Sarebbe un modo, quasi inevitabile, per affrontare questo argomento.
Credo che ci siano ruoli diversi: giustamente i partiti possono elaborare delle linee guida ed i Consiglieri, che si trovano a dover svolgere questo tipo di lavoro, possono formarsi opinioni riguardo al funzionamento del Consiglio. Penso che si possa affermare che questa tornata legislativa, per quanto riguarda il funzionamento attuato con questo Regolamento, non sia insufficiente dal punto di vista della produzione legislativa.
Ritengo che, di accelerazione in accelerazione, si potrebbe anche arrivare a non fare più la discussione sulle leggi. Nel senso che il Presidente, insieme con la Giunta, potrebbe proporre i testi; dopodich potremmo pensare di fare un sondaggio e, successivamente, arrivare ad un decisionismo molto più immediato e attivo.
A me non sembra che questa maggioranza di centrodestra abbia avuto difficoltà a portare avanti le sue leggi che, io ed altri Consiglieri di minoranza, avendole giudicate sbagliate, abbiamo criticato. Quindi, mi sembra che questo Regolamento, che da tante parti viene attaccato, dimostri una sua validità e la possibilità di tutelare veramente le minoranze.
Inoltre, dimostra che coloro che l'avevano scritto, più di trent'anni fa avevano avuto la saggezza di contemperare la possibilità di governare per chi è al governo con la possibilità di svolgere un ruolo di controllo e di verifica delle minoranze.
Credo che tutti i Consiglieri accettino l'idea che il ruolo di verifica, controllo e critica delle minoranze sia fondamentale per i rapporti democratici all'interno delle assemblee elettive.
La discussione è difficile e impegnativa, perché ci si scontra o ci si confronta basandoci, sicuramente, su diverse posizioni di principio, per credo che da questo confronto potrà scaturire un proficuo lavorio di costruzione di idee che potrebbero servire al funzionamento del Consiglio regionale futuro.
Le idee sul funzionamento del Consiglio sicuramente sono tutte utili per formare una posizione, però credo che non si possano ignorare le posizioni di coloro che lavorano in questa assemblea e possono, magari sbagliando, come è naturale che avvenga nelle umane vicende, giudicare le evoluzioni di quanto è avvenuto nei lavori di questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

Mi inserisco - lo dico ironicamente - in quella che sembra essere una controversia interna del centrosinistra, per fare una riflessione su questo punto della nostra discussione.
Stiamo per approvare definitivamente uno Statuto che produrrà i propri effetti a partire dalla prossima legislatura e che delineerà, per ciascuna delle liste che parteciperanno alle elezioni, il quadro normativo del proprio impegno per il futuro e non per il nostro presente. Mi chiedo se analogamente sulla materia regolamentare, su cui non voglio fare nessuna considerazione di merito, non sia possibile immaginare, a partire da questo termine della legislatura, la definizione non solo degli impegni politici ed elettorali delle singole liste, ma di un quadro normativo già delineato ed approvato, in modo tale da fornire il nuovo Consiglio regionale non solo dell'architettura istituzionale e statutaria, ma anche dei connessi e relativi strumenti regolamentari che a questa architettura devono, in una qualche misura, dare attuazione.
In questo modo, sfruttando una regola aurea (si pensi alla teoria del velo di ignoranza di John Rawls, cioè all'idea che in ogni modo le leggi vanno fatte prima che il legislatore sappia in quale posizione si troverà nel momento in cui queste leggi disciplineranno la propria attività) sarebbe soprattutto possibile sottrarre il prossimo inizio della legislatura da quel pantano inevitabile che si creerebbe nel caso in cui la materia regolamentare fosse la prima materia affrontata dal Consiglio, non già le materie più proprie del programma di governo.
Mi rendo perfettamente conto che anche questa discussione sullo Statuto rende disagevole pensare che la materia regolamentare possa trovare all'interno di questa legislatura, una qualche forma di modifica, di emendamento, di riforma ancorché parziale. Tuttavia, per ragioni di simmetria e di coerenza, non solo astratta, ritengo che abbiamo tutto il tempo (innanzitutto, il tempo concesso dai termini di referendabilità dello Statuto che il Consiglio andrà ad approvare) per verificare ed approfondire la possibilità non già di scrivere il nuovo Regolamento, ma di dare a questo Regolamento l'attuazione di quella parte della materia statutaria che approviamo con questa votazione.
Esistono delle strumentazioni regolamentari, direttamente connesse alla materia statutaria, che possono considerarsi anche istituzionalmente una sorta di collegato allo Statuto. C'è molto altro che non è di diretta derivazione statutaria, ma c'è qualcosa che è anche di direttissima derivazione statutaria. Secondo me, male non sarebbe che tutti i Gruppi consiliari, di qui alla fine della legislatura, che è molto vicina in termini politici, ma non così vicina in termini temporali, riflettessero se questi elementi collegati allo Statuto della materia regolamentare, possano o non possano trovare una qualche attuazione. Sarebbe una sfida, secondo me, interessante; rischierebbe di essere, dal punto di vista politico e istituzionale, un nuovo pantano che si apre, sarebbe, probabilmente, dal punto di vista politico e strategico, una scelta intelligente e lungimirante. Non parlo ovviamente solo degli aspetti relativi ai tempi di discussione dei provvedimenti, ai termini di presentazione degli emendamenti, ma anche di quegli aspetti regolamentari che devono attuare elementi innovativi, al di là delle valutazioni di merito del nostro Statuto. Non ultimo quello dello stato delle opposizioni, non ultimo quello del riconoscimento di una effettiva titolarità di iniziativa legislativa a ciascun singolo Consigliere regionale.
Non so se questo sarà possibile, ma penso che tutti i Gruppi ovviamente a partire dal mio, debbano iniziare a riflettere se questo nei prossimi tre mesi, non diventa addirittura necessario.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 199.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 137 è stato precedentemente votato e respinto.
Emendamento rubricato n. 138 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 94 si aggiunge il seguente nuovo comma 1 ter: "1 ter. Il Presidente della I Commissione ha il potere di convocare per audizione il Presidente della Giunta".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Sempre per riequilibrare i poteri in Statuto, questo significherebbe un equilibrio a vantaggio del Consiglio e della Commissione. L'obbligo di riferire su richiesta della Commissione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 138.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 94 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 37 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 95 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 95 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 37 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 96 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 96.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 35 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 97 Emendamento rubricato n. 139 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: all'articolo n. 97, comma 1, dopo le parole "le Comunità montane e le Province" aggiungere le parole: "e le loro associazioni".
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 139 L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere hanno votato NO 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 97 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 33 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 98 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 98 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 36 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 99 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 99.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 Consiglieri hanno votato Sì 40 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 100 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 100 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 Consiglieri hanno votato Sì 40 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 101 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 101 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 Consiglieri hanno votato Sì 38 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 102 Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 102.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 37 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Passiamo ora alla votazione delle norme transitorie.
Indìco la votazione nominale su "Norme transitorie e finali - I".
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 Consiglieri hanno votato Sì 37 Consiglieri ha votato NO 4 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale su "Norme transitorie e finali - II".
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 Consiglieri hanno votato Sì 36 Consiglieri ha votato NO 3 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Precisazioni del Consigliere Cattaneo in merito al ritiro della querela intentata nei suoi confronti da parte del Consigliere Marcenaro


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, intendevo fare una dichiarazione ad inizio seduta, per volevo approfittare di una certa presenza in Aula, perché ritengo che sia giusto informare anche tutti i Consiglieri che avevano vissuto, in allora la questione anche con una certa partecipazione.
In relazione ai fatti di cui si è occupato il Consiglio regionale inerenti alla mia insindacabilità - lei si ricorderà - relativamente alla querela presentata dal collega Marcenaro (si trattava di due Consiglieri) volevo informare l'Aula che ho avuto modo di chiarirmi, per iscritto e verbalmente, con il collega Marcenaro, precisando allo stesso che non era mia intenzione ledere la sua onorabilità né di uomo politico, né di uomo.
Il collega Marcenaro, anche a fronte di un errore in buona fede derivante da un articolo di giornale, ha ritirato la querela e io ne ho accettato la remissione.
Credo, pertanto, che sia giusto informare il Consiglio regionale, che si era occupato della questione. Grazie.



PRESIDENTE

Colleghi, ritengo che questa sia una buona notizia.
Aggiorno i lavori a domani, ore 11.30.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 15.54)



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