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Dettaglio seduta n.502 del 11/11/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


POZZO GIUSEPPE



(Alle ore 11.37 il Consigliere Segretario Pozzo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 12.05)



(La seduta ha inizio alle ore 12.21)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Casoni, Costa Enrico Dutto, Ghigo, Manolino, Riba, Rossi Giacomo, Toselli e Vaglio.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Pichetto Fratin


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 118 del luglio 2004 il Presidente della Giunta regionale Ghigo attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la giornata dell'11 novembre 2004, all'Assessore Pichetto Fratin.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 2941 del Consigliere Tapparo inerente a "Inchiesta 'Operazione Pinocchio' sullo smaltimento dei rifiuti speciali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame delle interrogazioni e interpellanze, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Iniziamo con l'interrogazione n. 2941 presentata dal Consigliere Tapparo.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La gestione dei rifiuti, ai sensi del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, è operazione assai complessa, che prevede lo svolgimento di molteplici attività ed il suo controllo non è sicuramente agevole. Comincia con la fase d'istruttoria dei progetti relativi agli impianti di trattamento dei rifiuti, quando questi non sono ancora realizzati e continua con il monitoraggio sia a livello gestionale sia per gli aspetti documentali (controllo registri carico e scarico e formulari di trasporto) con i monitoraggi ambientali svolti al fine di prevenire o di individuare un'eventuale contaminazione delle matrici ambientali, quali acque sotterranee e superficiali, suolo, sottosuolo e area interstiziale. E' previsto, inoltre, il controllo sui produttori di rifiuti per il loro corretto stoccaggio nel luogo di produzione ed il successivo conferimento a soggetti autorizzati.
In Piemonte, le autorizzazioni alla realizzazione e all'esercizio degli impianti di gestione dei rifiuti rientrano nella competenza delle Amministrazioni provinciali, così come i controlli sugli stessi. Le Province, per l'espletamento dei controlli, possono avvalersi dell'attività dell'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale competente per territorio che svolge anche i controlli in autonomia.
I controlli periodici effettuati dall'ARPA sulle attività di gestione dei rifiuti previste dal decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e s.m.i. e sui produttori degli stessi sono stati 1.952 nel 2002 e 2.832 nel 2003; i rapporti all'Autorità Giudiziaria sono stati 136 nel 2002 e 188 nel 2003 e le sanzioni amministrative erogate 160 nel 2002 e 186 nel 2003.
La competenza regionale in materia di rifiuti consiste nell'attività di programmazione, sia per quanto riguarda i rifiuti urbani sia circa i rifiuti speciali, e si con creta, quindi, in indicazioni generali sulla realizzazione e gestione di discariche e di impianti di trattamento, nella gestione e nell'elaborazione dei dati relativi alla produzione dei rifiuti e non contempla l'attività di controllo per la quale occorre rivolgersi all'ARPA e alle Province con richieste specifiche.
Allo scopo di dotare il sistema piemontese nel suo complesso di un ulteriore ed incisivo strumento di controllo, questo Assessorato regionale ha, tuttavia, in fase di predisposizione, in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, una convenzione con il Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente (più conosciuto come NOE), finalizzata al coordinamento delle attività relative alla prevenzione ed alla repressione dei reati ambientali. In particolare, sono tra l'altro previste la predisposizione di un "Piano dei controlli", coordinato con l'ARPA Piemonte e la definizione tra il NOE e l'ARPA di un percorso formativo relativamente alle metodologie di indagine, con riferimento allo studio della criminalità organizzata.
In sostanza, in questi quattro o cinque anni precedenti abbiamo costituito l'ARPA e l'abbiamo articolata per dipartimenti provinciali.
Secondo la nostra legge regionale esiste una dipendenza funzionale del dipartimento provinciale dalla rispettiva Provincia. L'ARPA, cioè, è stata prevista come un organismo unitario con dei settori specialistici centrali e una forza territoriale in grado di svolgere tutte le funzioni di supporto della Provincia e dei Comuni, per quanto riguarda le attività istruttorie e di controllo.
Probabilmente, c'è una difficoltà nel momento in cui nel settore dei rifiuti dovessero osservarsi, come si sta facendo, un intreccio tra quelle che possono essere le attività di controllo sanzionabili sotto il profilo amministrativo e la vera e propria necessità di accertare il fatto che siano commessi dei reati, e quindi perseguiti ai sensi del Codice Penale.
Occorre, pertanto, rafforzare molto di più l'intreccio tra coloro che hanno sì compiti di Polizia Giudiziaria sussidiaria, come possono essere i funzionari dell'ARPA autorizzati e riconosciuti come ufficiali di PG, ma con quelle forze che proprio professionalmente e continuamente sono preposte alla repressione e al perseguimento di coloro che commettono reati.
Ecco che parlandone con il Ministero dell'Ambiente, il dipartimento preposto alla parte dei rifiuti, è venuta fuori questa ipotesi che prevede anche un certo tipo di investimento da parte nostra, soprattutto per quanto riguarda il nord Italia.
Il comando del NOE è a Treviso e noi abbiamo parlato anche con i colleghi del Veneto, i quali sono orientati in questo senso, in modo da creare un intreccio maggiore, una formazione specifica e uno scambio di informazione, banche dati e un collegamento più diretto.
Al di là dei controlli già effettuati e che quantitativamente potranno ancora essere potenziati, questa è veramente un'osservazione più penetrante e una possibilità di incidere meglio.
La bozza di questo accordo è già stata ipotizzata da parte nostra; è stata inviata al Ministero e al NOE. Aspettiamo di essere chiamati quanto prima - penso a giorni - per firmarla e credo che in questo modo andremo anche a fare un salto di qualità per quanto riguarda la nostra azione di controllo, atteso che tutto l'aspetto tecnico, professionale e di conoscenza dei cicli produttivi e della tecnologia degli impianti, questo certamente vede già l'ARPA eccellere sotto questo profilo.
Bisogna accompagnare anche ad un rafforzamento delle attività di controllo e delle connessioni con le attività di repressione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

L'Assessore Cavallera mi ha dato una risposta parziale, cioè di quadro lo ringrazio, è molto interessante - e di questo dirò qualcosa. Tuttavia io ho fatto una domanda specifica per la gravità dei reati contestati in questa vicenda.
L'operazione condotta dalle forze dell'ordine si chiama "Operazione Pinocchio", come dire che è un'operazione che si è sviluppata nel tempo e alla quale le autorità preposte alla repressione dei reati e delle frodi stavano lavorandoci; fatto che ha coinvolto anche persone di una certa rilevanza nel sistema dello smaltimento dei rifiuti del Piemonte. Speravo che lei, Assessore, potesse dire qualcosa in questo senso.
Quando, in questo caso, si è messa in moto la repressione del reato l'autorità giudiziaria è arrivata prima della Regione Piemonte. Come ho già detto anche in altre occasioni, anche in questo caso si è avuta una sconfitta dell'istituzione, perché nell'ambito del disegno che lei sta indicando e che mi sembra corretto e positivo, pare un po' strana la questione del coordinamento col NOE.
Noi dovremmo avere una funzione sulla prevenzione molto forte e il NOE è preposto puramente alla repressione (magari diranno qualcosa in termini di educazione al rapporto con lo smaltimento dei rifiuti, ma il loro compito è quello di scoprire un reato, anzi tante volte la Regione potrebbe svolgere l'azione per coinvolgere le autorità preposte a colpire il reato per fare la parte necessaria in materia penale e non più amministrativa come in questo caso).
Questa è una vicenda pesante, tra l'altro anche di natura interregionale, e questo è un altro problema nello smaltimento dei rifiuti.
Assessore Cavallera, lì si compivano dei reati andando a inertizzare dei rifiuti in Lombardia; poi questa inertizzazione era solamente fittizia e i rifiuti tornavano alle discariche nell'Alessandrino e in provincia di Torino. Questo è il nodo dell'operazione Pinocchio.
Rispetto a questo quadro noi arriviamo in ritardo. Non è una critica dico solo che la funzione ispettiva e di prevenzione nostra è importante su come la state articolando non ho nulla da criticare, se non che mi sembra da valutarsi bene l'ipotesi di una convenzione col NOE, in quanto le nostre sono funzioni leggermente diverse ed è difficile sommarle; è positivo avere una interrelazione molto fattiva, ma ripeto è difficile sommarle, non si può fare un'azione insieme ai NOE. I NOE faranno una loro azione autonomamente.
Dunque il disegno che lei ha abbozzato deve essere attuato rapidamente perché in questo senso siamo carenti. Invece, lo Stato si è dotato di ispettorati e di strutture molto importanti per riuscire a colpire le eventuali devianze rispetto alla norma.
In questo caso, noi dobbiamo riuscire a bruciare i tempi; soprattutto Assessore, in questa fase di trapasso da una situazione - come lei ha anche notato - non sufficientemente tutelata ad una situazione più aggressiva.
Occorre da parte della Regione avere la capacità di cogliere cosa sta succedendo.
E' per questo motivo che non posso dirmi soddisfatto, perché la mia era una domanda specifica: come si posiziona la Regione dinanzi alla grossa operazione che è stata prima osservata dal NOE per molto tempo? L'operazione Pinocchio si è sviluppata l'anno precedente e ha poi manifestato i suoi esiti a metà di quest'anno; si tratta, quindi un'operazione quasi strutturata, di peso. Speravo che lei potesse dare un'indicazione oppure dire che questa operazione è marginale, però ci sono stati degli arresti e ci saranno quindi dei procedimenti giudiziari. Mi chiedo: qual è la posizione della Giunta dinanzi a un evento non marginale? In questo caso non si tratta di una discarica in cui ci sono state delle irregolarità, qui, con l'operazione Pinocchio, si è voluto colpire un sistema, strutturato di illegalità. Era questo il senso della mia interrogazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Non una replica, perché non è prevista, ma un supplemento di informazione.
Devo dire che, per quanto riguarda l'operazione in sé, è ancora tutto coperto dal segreto istruttorio, quindi abbiamo notizie non precise, non complete.
Per quanto riguarda il ruolo dell'ARPA in questa operazione, devo dire che tantissime segnalazioni che hanno concorso all'intervento del NOE sono provenute proprio dall'ARPA e l'ARPA ha supportato il NOE per tutte quelle analisi che sono state necessarie per far maturare al NOE la conoscenza effettiva di quelli che erano i materiali o i rifiuti più o meno miracolosamente riclassificati durante l'operazione.
Circa la gravità della questione, condivido l'allarme che sottende l'interrogazione; non a caso noi ci siamo preoccupati e, in via straordinaria, abbiamo previsto questa temporanea collaborazione col NOE per crescere insieme.
Diciamo che non è pensabile che organi della Pubblica Amministrazione ancorché con finalità diverse, non abbiano il massimo della collaborazione.
In questo senso, quando parlo di una convenzione della Regione con il NOE voglio dire che automaticamente sono coinvolte anche le Province, perch nel nostro ordinamento la funzione di vigilanza compete alla Provincia. Io ho incentrato la risposta soprattutto su cosa riteniamo di fare praticamente noi, anche se condivido la gravità del fenomeno. Colgo l'occasione per sottolineare che comunque l'ARPA è stata magna pars nei controlli e nelle segnalazioni; adesso si tratta di trovare un modo per coinvolgere più organicamente sia l'ARPA sia le istituzioni locali nelle attività che il NOE compie e che è sempre più opportuno che compia in raccordo con i compiti degli Enti locali.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2712 del Consigliere Ronzani inerente a "Commissione interna di verifica in ordine all'accreditamento di strutture ospedaliere private"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2712 presentata dal Consigliere Ronzani.
Risponde l'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Con riferimento ai quesiti posti dagli interroganti si precisa quanto segue.
La Commissione interna di verifica in ordine all'accreditamento di strutture di ospedalità privata, istituita con la DGR n. 1-10643 del 13.10.2003 ed insediatasi in data 17.10.2003 risultava così composta: Il coordinamento in capo all'ufficio di Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale Componenti rappresentanti delle Direzioni, Strutture Speciali: Avvocatura - Marco Piovano Bilancio e Finanze - Pierluigi Lesca Controllo di Gestione - Sergio Rolando ARESS - Sergio Morgagni La suddetta Commissione ha sviluppato la sua attività nel periodo ottobre 2003 - gennaio 2004 effettuando dieci incontri, che hanno portato a redigere una prima bozza di relazione presentata alla Giunta Regionale e definitivamente licenziata in data 9 aprile 2004.
La relazione finale della Commissione di verifica, sviluppata sulle tre linee guida indicate in apertura del documento, necessita di alcune considerazioni e riflessioni.
L'attività di approfondimento portata avanti dalla Commissione sulla prima linea guida "audit sulle procedure di accreditamento e di variazione dell'assetto organizzativo-funzionale" ha evidenziato la complessità del processo di accreditamento, segnalando la necessità di riflessione su almeno tre distinti filoni di intervento: il primo riassumibile in una esigenza di maggiore attenzione procedimentale il secondo relativo ai controlli interni e all'adozione di codici etici di riferimento il terzo, forse organicamente meno legato al mandato specifico della Commissione ed anche agli altri due filoni è riassumibile nell'esigenza di migliorare il controllo successivo sulle attività delle strutture accreditate.Sul primo punto la Commissione conclude rilevando come nei provvedimenti regionali adottati in materia di accreditamento non sempre sia evidente una chiara continuità con le situazioni pregresse, sia riferite alla singola struttura interessata all'accreditamento, sia riferita al quadro complessivo dell'istituto dell'accreditamento.
Tale analisi, però, deve tenere in debito conto il carattere di sperimentazione del processo stesso, consideratane anche la complessità sia sotto l'aspetto organizzativo che rispetto allo spessore degli argomenti affrontati. La D.C.R. 616-3149 del 22.2.2000, oltre ad individuare i requisiti per l'accreditamento, all'Allegato 3, punto 2 definiva anche le modalità di accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private, nonché l'iter procedurale per la presentazione delle istanze.
Il percorso procedurale seguito per l'istruttoria di tutte le istanze presentate si può così riassumere : verifica amministrativa delle istanze da parte degli uffici regionali al fine di verificare la congruenza tra le attività richieste in accreditamento e le attività autorizzate e relativi assetti organizzativi.
A tal proposito, le istanze dei soggetti privati che non sono state ancora trasmesse all'ARPA per le relative verifiche, presentavano nella domanda di accreditamento delle varianti organizzative non ancora autorizzate.
Accertata la congruenza tra i presupposti autorizzativi e le istanze di accreditamento, trasmissione all'ARPA per l'avvio della verifica del possesso dei requisiti di accreditamento verifica da parte dell'ARPA secondo le modalità procedurali individuate con specifico provvedimento (D.D. n. 277 del 5 settembre 2001).
Tali modalità prevedono, tra l'altro, che a seguito di verifica ci sia un primo verbale, sottoscritto dalle parti interessate, contenente le eventuali non conformità riscontrate, che possono essere risolte entro il termine di 30 giorni, superato il quale non dovrebbero esistere non conformità residuali; in caso contrario a seguito di incontro/confronto con la struttura da parte degli uffici regionali insieme ai verificatori ARPA la struttura sanitaria verificata adotta le azioni necessarie per il superamento definitivo delle non conformità resistenti.
Il processo di accreditamento ha indotto molte richieste di chiarimenti su aspetti procedurali e documentali, molto pochi sono stati i requisiti oggetto di "discussione" con le strutture in quanto ritenuti non applicabili o di difficile applicazione.
Per una applicazione omogenea e tenuto conto delle richieste di chiarimento pervenute, il processo di accreditamento ha visto una intensa collaborazione tra gli Uffici regionali e l'ARPA, anche in considerazione del fatto che si tratta di un processo completamente nuovo, che necessita di miglioramento e di aggiornamento.
Il processo di accreditamento nei suoi atti fondamentali (D.C.R.
616/2000, DGR 82-1597 del 5.12.2000, DGR 61-3230 dell'11.6.2001) è stato sottoposto al parere del CO.RE.SA.
Parimenti tutti i provvedimenti autorizzativi riguardanti modifiche funzionali e strutturali delle strutture sanitarie sottoposte al regime autorizzativo regionale, sono stati adottati previa acquisizione del parere CO.RE.SA ai sensi della L.R.30/84 e s.m.i. .
Le indicazioni che emergono dalla relazione conclusiva, relative alla necessità che la Giunta Regionale adotti provvedimenti con contenuti più dettagliati, più chiari possono costituire certamente uno stimolo al miglioramento della produzione amministrativa, con una maggiore attenzione agli aspetti formali legati alla tecnica di redazione degli atti.
Le successive parti del documento finale della Commissione, sviluppando il tema della riorganizzazione dei sistemi di controllo, richiamano alcuni principi di carattere generale sulla disciplina dei controlli interni facendo riferimento a impegni che non possono non coinvolgere l'intera struttura regionale anche se, sicuramente, l'importanza delle tematiche legate al procedimento di accreditamento ne evidenziano, più che in altri casi, il carattere di urgenza.
Nella relazione emerge la necessità di sviluppare una forma di controllo "interno" così da assicurare che le attività amministrative vengano svolte in coerenza con le modalità procedimentali attese e nel rispetto dei programmi di attività, al fine di conseguire gli obiettivi attesi.
Nella medesima relazione emerge, tra l'altro, l'opportunità, anche qui non solo per il settore della sanità, ma per l'intera struttura della Regione, di dotarsi di un codice etico di riferimento.
Entrambe le soluzioni organizzative prospettate si collocano correttamente, nell'ottica della tutela dell'interesse pubblico complessivo, nonché della salvaguardia dell'attività delle strutture regionali e del personale coinvolto, così da sviluppare un clima di serenità amministrativa nell'ambito del quale operare vista l'importanza degli interessi coinvolti.
In altri termini, lo sviluppo di tale controllo deve assumere aspetti legati alla verifica di regolarità amministrativa per assicurare all'Ente che le attività vengano svolte secondo gli obiettivi, le strategie, i piani stabiliti, e nel pieno rispetto delle procedure, dei codici e delle norme di riferimento. Nello sviluppo di tale forma di controllo dovrebbe svilupparsi, parallelamente, la formazione di un codice di comportamento cui le strutture e i dipendenti possano e debbano costantemente riferirsi nello svolgimento delle attività istituzionali.
Certamente questi argomenti costituiscono il terreno sul quale l'Amministrazione Regionale deve misurarsi globalmente, nella convinzione che l'introduzione di metodologie di controllo costituisca un imprescindibile elemento nel sistema di governo delle attività dell'ente finalizzato al miglioramento delle performance complessive delle strutture e a garantire una giusta e tempestiva risposta alle esigenze dei cittadini ai quali l'Ente deve fornire una risposta istituzionale.
Nella parte finale della relazione la Commissione giunge a suggerire la necessità di focalizzare l'attenzione sulla remunerazione delle prestazioni sanitarie. Su questo tema, il livello di attenzione è alto da tempo: sicuramente ogni attività è migliorabile ed è certamente anche il caso delle SDO (schede dimissione ospedaliera). La proposta di predisporre con l'ARESS un sistema di controllo sulle SDO fondato sull'EBM (Evidence Based Medicine) è certamente utile, ed è in linea con le cose già sviluppate, ma non risponde all'esigenza di controllare da subito e costantemente l'attività delle strutture sanitarie accreditate.
Il sistema regionale di controllo sulle SDO è più articolato e si fonda sia sul livello regionale che locale, che far riferimento a standard di verifica che nel tempo si sono progressivamente consolidati. Semmai il problema dei controlli sulle SDO deve essere più organicamente ricondotto al tema più generale dello sviluppo dei controlli successivi all'attività svolta dai privati accreditati ma anche dalle strutture pubbliche.
Certamente il tema dell'appropriatezza intesa nei concetti ampi proposti dalla Commissione è ben presente ed è affrontato con gli strumenti scientifici la cui validità è comunemente condivisa. Su alcuni temi, ad esempio quello dell'appropriato uso delle risorse ospedaliere con l'utilizzo dei protocollo PRUO (protocollo uso dell'ospedale), la Regione è all'avanguardia, così come è molto alta l'attenzione sui temi di grande impatto sociale quali quelli dell'accessibilità ai servizi, magari meno considerati nella relazione.
L'inadeguatezza della struttura (evidenziata in relazione rispetto agli elementi in difetto per quanto riguarda la tecnica amministrativa) impone scelte organizzative che vadano nella direzione di una più equa e specialistica distribuzione di competenze tra le strutture. In tal senso ho presentato in I e in IV Commissione consiliare una specifica proposta organizzativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore, credo che la sua risposta sia stata tardiva, notarile e in parte anche reticente. E' stata tardiva perché la Commissione ha concluso i suoi lavori l'8 marzo di quest'anno e voi ci comunicate le conclusione soltanto oggi, dopo ripetute sollecitazioni. Notarile perché dall'Assessore mi sarei aspettato qualche valutazione politica che invece non ha fatto.
Reticente perché ho l'impressione che nella sua risposta l'Assessore abbia teso ad edulcorare i risultati del lavoro della Commissione.
E' vero, ho letto i documenti e ho riscontrato che il controllo ha riguardato 65 deliberazioni della Giunta regionale da cui, in modo casuale così dice la relazione, sono state estratte cinque deliberazioni: otto casi di variazione di assetto organizzativo e due casi di accreditamento.
L'esito del controllo che ha effettuato la Commissione è significativo, ma io direi anche preoccupante Assessore Galante, se si considerano la quantità di anomalie riscontrate in rapporto al limitato numero di atti che sono stati controllati. Non sono i Consiglieri Ronzani, Manica o Suino, ma la Commissione, che voi avete istituito, a dichiarare che in quattro degli otto casi esaminati, il parere dell'ASL di competenza, che è assolutamente obbligatorio, non viene riportato in delibera. E' la Commissione che voi avete istituito, non il sottoscritto, a dichiarare che in alcuni casi i pareri espressi dall'ARPA e dal CORESA non consentono di capire quale sia il loro effettivo contenuto. Invece le delibere di Giunta hanno dato, per certa, l'esistenza di pareri positivi, anche se poi non sono stati esibiti alla Commissione, oppure il loro contenuto, cioè il contenuto di questi pareri, era tale da far ritenere che quel parere non fosse positivo. Non lo dice il sottoscritto, ma la Commissione che avete istituito.
Faccio due esempi, ma potrei farne tanti, Assessore Galante.
Primo esempio. Nella delibera della Giunta regionale relativa alle variazioni di posti letto della Casa di Cura Montesserrat, viene riportato il parere dell'ASL di competenza, ma l'ASL 15 di Cuneo, competente per quella Casa di Cura, non ha mai trasmesso alla Commissione il parere che avrebbe dovuto essere espresso in data 17 dicembre 1999 al quale invece fa riferimento la deliberazione. L'ASL 15, invece, ha trasmesso due note. La prima del 12 novembre 2002 e la seconda del 30 settembre 2003, cioè note che si riferiscono a sopralluoghi fatti successivamente a quelli in cui avrebbe dovuto essere espresso il parere a cui fa riferimento la delibera.
Mi fermo qui, ma posso fare molti esempi.
Delibere che riguardano l'accreditamento. Parliamo di accreditamento della clinica San Gaudenzio di Novara. In questo caso la delibera non fa riferimento alla lettera di rettifica che ha inviato l'ARPA - che ha un ruolo, come ricordava prima l'Assessore, nel decidere, nel valutare, le proposte di accreditamento - il cui parere acquisito dalla Commissione non fa emergere in modo chiaro se esistono o meno i requisiti per l'accreditamento, ma addirittura elenca una serie di dati che dimostrerebbero che tali requisiti di conformità non esistono.
Cosa vuol dire questo, Assessore Galante? Vuol dire che se il controllo effettuato su un numero limitato di delibere ha fatto emergere così tante anomalie, più che consiliare cautela e circoscrivere il fenomeno, come voi fate nella seconda versione della relazione, dovreste, credo - io lo farei se fossi nei vostri panni - allarmarvi per la situazione che si è riscontrata nel corso dell'indagine che ha svolto la Commissione. Una situazione da cui - mi limito a valutare gli atti della Commissione emergono incuria, difformità di comportamento, un certo pressappochismo che richiederebbero e dovrebbero sollecitare un accertamento di responsabilità una verifica più attenta dell'esistenza dei requisiti non soltanto delle poche pratiche che avete esaminato, ma di tutte le pratiche che hanno riguardato gli accreditamenti in questi ultimi anni.
Io mi sono fatto l'idea, Presidente, che si sia operato sulla base della seguente logica: la procedura va rispettata fino a quando non diventa un ostacolo all'accreditamento; favorito, questo accreditamento, in molti casi - potrei citarli - anche attraverso il taglio di posti letto all'interno della sanità pubblica in quelle specialità che, guarda caso sono state accreditate.
Assessore, questo dice la Commissione, ma le domando: lei cosa intende fare? Glielo domando perché mi pare che, mentre la Commissione abbia detto e dato alcune indicazioni, ho l'impressione che lei abbia invece, in questa fase, svolto soltanto una funzione notarile e si sia dimenticato del ruolo che lei svolge come Assessore alla Sanità della Regione Piemonte. Lei ha il dovere di essere conseguente rispetto alle indicazioni fornite da quella Commissione. Per esempio, è vero o no che la Commissione vi dice di affidare ad un'autorità terza l'attivazione di un sistema per l'attività di controllo? Non mi pare che voi lo stiate facendo, se è vero che la delibera del Consiglio regionale n. 504, che riorganizza il suo Assessorato mantiene in capo ad una Direzione - la 29, se non ricordo male - questa responsabilità.
Le domando: cosa intendete fare? Se questa proposta viene considerata inutile, allora dovreste essere conseguenti; invece avete predisposto, dopo che la Commissione ha concluso i propri lavori, una delibera che riorganizza l'Assessorato e non tiene assolutamente conto di questa conclusione.
L'ultima questione riguarda il controllo delle spese sanitarie che si svolgono e vengono realizzate nelle strutture accreditate.
Secondo la Commissione - io non sono un esperto - uno dei modi per controllare queste spese è quello di controllare le schede di dimissione ospedaliera, per accertare - dice la Commissione - se sono affidabili, se sono vere e se quel ricovero è stato appropriato. Questo è uno snodo fondamentale - così mi dicono tutti - se vogliamo rimborsare il dovuto, e non il voluto, delle cliniche private e se vogliamo che le case di cure vengano rimborsate per gli interventi effettivamente compiuti e non per quelli più costosi che non c'entrano nulla con le ragioni per le quali è avvenuto quel determinato ricovero.
Sul punto, Assessore, prendo atto che lei non dice, per l'ennesima volta, assolutamente nulla. Questo, invece, è uno snodo fondamentale, non solo per controllare e garantire trasparenza, ma per governare la spesa sanitaria nei confronti delle cliniche private.
Dalla sua risposta, che è stata veramente reticente, tardiva e anche notarile, prendo atto che lei intende fare carta straccia delle indicazioni fornite dalla Commissione. Questo è quanto emerge dal suo intervento. Se è veramente così, allora potevate evitare di istituirla. Ma ho capito perch l'avete istituita: perché in quel momento bisognava dimostrare che voi qualcosa volevate fare e poi, passato il tempo, "gabbato lo santo". Anche questa volta, questo lavoro resterà nel cassetto dell'Assessore regionale alla sanità.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Opere idrauliche ed acquedotti

Interpellanza n. 2957 dei Consiglieri Mellano e Palma inerente a "Necessità ed urgenza di integrare l'organico degli educatori del carcere di Vercelli" interpellanza n. 2924 dei Consiglieri Mellano e Palma inerente a "Necessità ed urgenza di terminare i lavori di allacciamento del carcere di Asti all'acquedotto comunale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interpellanze n. 2957 e 2924 presentate dai Consiglieri Mellano e Palma.
La parola al Consigliere Mellano per l'illustrazione congiunta ad entrambe le interpellanze.



MELLANO Bruno

Le chiederei, Presidente, di illustrarle contemporaneamente.
Com'è tradizione del Gruppo Radicale, in questi anni abbiamo effettuato circa 120 visite agli istituti carceri piemontesi. A seguito delle visite fatte a luglio, abbiamo provveduto a presentare singole e specifiche interpellanze all'Assessore Cotto, per riversargli notizie e dati raccolti.
Abbiamo ritenuto utile, per agevolare e aiutare il lavoro dell'Assessorato - lavoro quanto mai prezioso, opportuno, ma anche difficile - rivolgere alcune puntuali domande. Innanzitutto, si tratta di un lavoro difficile perché forse sarebbe opportuno arricchire, all'interno delle strutture dell'Assessorato, il personale che si occupa della questione carceraria piemontese.
La Regione Piemonte, grazie agli interventi del Consiglio e all'attenzione e alla disponibilità dell'Assessore Cotto, in questi anni ha impostato, continuato, ma anche innovato, una tradizione di attenzione e di interventi molto importanti rispetto alle carceri.
L'intervento della Regione Piemonte, in particolare sulla questione degli educatori - ed è su questo che verte la nostra interpellanza n. 2957 relativa al carcere di Vercelli - riguarda l'assunzione di 22 educatori in carico alla Regione e destinati alle carceri piemontesi. È un intervento riconosciuto a livello nazionale, a livello di Ministero ed anche da importanti opinionisti italiani. Ricordo di aver letto, nel quotidiano Il Foglio dello scorso 2 novembre, Adriano Sofri che sottolineava, con favore e con attenzione, l'intervento della Regione Piemonte e dell'Assessorato nell'individuare la carenza e la mancanza di educatori, come uno dei snodi importanti e fondamentale per l'attuazione della famosa legge detta "Gozzini" e di tutte le misure alternative al carcere e integrative del percorso di re-inserimento e rieducazione del carcere.
La Regione Piemonte ha fatto scuola. Altre Regioni si stanno mobilitando: l'Emilia Romagna, il Veneto e il Lazio.
Il senso dell'interpellanza relativa al carcere di Vercelli - ma anche relativa ad altri carceri - è la richiesta di informazioni e di notizie dall'Assessorato, per capire la destinazione e l'uso degli educatori.
Purtroppo, una parte burocratica del Ministero di Giustizia ha inteso mettere i bastoni fra le ruote nell'utilizzo degli educatori, da parte delle direzioni carcerarie, cercando di vincolare l'utilizzo degli educatori esclusivamente ai progetti regionali.
La ricchezza e l'opportunità offerta dagli educatori professionali assunti temporaneamente dalla Regione Piemonte, è stato proprio quello di portare una figura mancante all'interno di una struttura di équipe che è appunto, un lavoro di équipe generale. Partendo dalla situazione del carcere di Vercelli, abbiamo verificato la gravissima carenza di educatori.
Partendo da una base organica di tre educatori - solo sulla carta - uno negli anni scorsi, è passato ad occuparsi di amministrazione, e quindi gli altri due devono occuparsi di oltre 380 detenuti, con un lavoro che, come tanti lavori in campo sociale, è logorante e distrugge le forze propositive ed innovative delle figure, in genere molto motivate, che lavorano in questo campo delicato.
Con questa interpellanza vogliamo sapere qual è il quadro definitivo degli impieghi dei ventidue educatori professionali della Regione Piemonte e come mai il carcere di Vercelli, pur avendo designato sulla carta un educatore della Regione Piemonte, attualmente ne sia sprovvisto.
L'educatore individuato, difatti, ha rinunciato per altro lavoro e non è mai stato sostituito. Dato che riguarda anche altre interpellanze, si chiede conto all'Assessorato di quel famoso protocollo d'intesa, che è un po' il pallino del gruppo radicale. Esiste dal 1992 un protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte e il Provveditorato regionale alle carceri. E' un importante strumento di lavoro e di collaborazione; a nostro giudizio, deve essere anche uno strumento in cui si riconosce il lavoro svolto dalla Regione Piemonte e gli interventi preziosi e costosi della Regione Piemonte, ma si chiede in cambio al Provveditorato regionale un intervento razionale e coordinato dei nostri progetti di formazione, di reinserimento di rieducazione, di lavoro e di scuola con degli interventi coordinati e programmati.
Questo vale sia sull'utilizzo degli educatori professionali della Regione Piemonte, ma vale - e con questo mi collego all'altra interpellanza anche su tutti gli altri interventi, come i lavori d'allacciamento dell'acquedotto comunale di Assessorati, che grazie all'intervento dell'Assessore, del sindaco, nostro e del Provveditorato è stato effettuato per quanto riguarda il collegamento tra la città di Asti e il portone del carcere di Asti e poi si scopre dopo 17 mesi che c'è un problema di collegamento fra il bocchettone d'ingresso e la struttura carceraria.
Queste cose, a nostro giudizio, possono essere superate con un utilizzo appropriato dello strumento convenzione, intesa, protocollo tra Regione e Provveditorato regionale, anche alla luce del nuovo Provveditore regionale da poco insediato.
Chiedo conto anche se quell'idea di un incontro pubblico con gli educatori professionali, in modo da valorizzare l'esperienza lavorativa e progettuale attualmente in corso, si può realizzare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto per la replica.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Partirei dal discorso fatto di incrementare l'ufficio. Su questo siamo d'accordo e dobbiamo proprio al superlavoro dei pochi che ci sono tutte le iniziative che riusciamo a fare.
Sono contenta che sia presente anche l'Assessore al personale, che ha sentito, e mi auguro che sia un incremento del personale presso la mia struttura.
Per quanto riguarda l'acquedotto di Assessorati, la problematica è già stata illustrata molto bene dal collega Mellano, che la conosce, perché so quante volte, insieme al collega Palma, si è recato ad Asti per approfondire queste problematiche.
Io stessa sono stata al carcere di Asti la scorsa settimana insieme alla Commissione consiliare della Provincia di Asti che voleva rendersi conto di diverse problematiche, fra cui anche quella dell'allacciamento.
Il Direttore ci ha risposto che, entro un mese, si potrà avere l'acqua nel carcere; risposta che ci è stata data verbalmente dal Direttore del carcere di Assessorati, che però non è ancora giunta ufficialmente come risposta alla richiesta che gli uffici hanno fatto all'amministrazione.
In relazione al discorso sulla necessità ed urgenza di integrare l'organico degli educatori nel carcere di Vercelli, io tralascerei tutta una prima parte che poi consegno scritta, perché è la sintesi di alcune cose dette per illustrare l'interpellanza.
Sottolineo che l'educatore che doveva prendere servizio ha rinunciato quindi, abbiamo esaurito la graduatoria fatta dall'UCISACA di Alessandria.
Abbiamo attivato la graduatoria del Comune di Torino per individuare la persona da inserire.
I tempi per reperire personale dal Comune di Torino sono stati lunghi e a tutt'oggi nessuno ha ancora preso servizio perché le persone contattate fino ad oggi hanno rinunciato all'incarico.
Questo chiaramente pone dei problemi e pone con urgenza la necessità di organizzare quell'incontro dei 22 educatori, in modo che la loro positiva esperienza - io ne ho ascoltati diversi - possa anche essere un motivo per fare accettare l'incarico ad altri.
Per quanto riguarda quello che attualmente stiamo facendo nel carcere di Vercelli, posso affermare che è in corso un corso di giardinaggio e floricoltura, ed è anche in fase di valutazione il corso di ricamo rivolto alle donne detenute, corso importante che è già stato realizzato negli anni scorsi.
Per quanto riguarda il protocollo d'intesa, sono stati effettuati numerosi incontri e sono state elaborate alcune bozze di massima attualmente è in corso una verifica interna relativa alle competenze di altri Assessorati regionali, in particolare l'Assessorato alla sanità all'istruzione e cultura, formazione professionale e lavoro, e con il Gabinetto della Giunta al fine di mettere a punto un testo concordato sui diversi aspetti.
E' inoltre attivo il sottogruppo tecnico minori per la revisione della circolare sulle disposizioni e sul processo penale a carico di imputati minorenni.
Si intende pertanto, espletata questa concertazione interna, provvedere a redigere un testo che tenga conto delle diverse sollecitazioni pervenute e successivamente prevedere incontri di verifica con i GOL, il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, il Centro di Giustizia minorile e il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
E' già stata anche richiesta la documentazione relativa al regolamento e al bilancio della cassa delle ammende; non c'è ancora stato alcun riscontro, ma abbiamo sollecitato.
Comunque io sono in grado di consegnare tutta la documentazione per iscritto certa che su questi argomenti ci sarà ancora occasione di parlarne in Consiglio, di parlarne negli altri incontri e colgo anche l'occasione per ringraziare ufficialmente il gruppo radicale, i colleghi Mellano e Palma, per la loro costante attenzione ai problemi dei detenuti e per la loro capacità di proposta, di suggerimenti e di collaborazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma per la replica; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Molto brevemente per una replica. Il rischio, Assessore, è che rispetto a queste materie chi se ne occupa si faccia reciprocamente i complimenti e poi nella disattenzione più o meno generale si abbia difficoltà a tradurre in atti efficaci il proprio impegno, la propria abnegazione e la propria sensibilità.
Su Asti le prometto che andremo a festeggiare insieme fra un mese, per io spero che sia fra un mese, e se non è fra un mese, la prego di considerare questo problema non come un problema tecnico, ma un problema politico e istituzionale di rapporto con il Provveditorato regionale.
E' una vicenda ormai kafkiana di un acquedotto che raggiunge lentissimamente un istituto di pena per scoprire di non riuscire ad entrarci per ragioni tecniche.
Quindi, la prego di vigilare su questo problema; riaggiorniamoci più o meno informalmente fra un mese, ma entro Natale la situazione deve essere risolta.
Per quanto riguarda la questione degli educatori, dopo l'approvazione della norma regionale che liberava 600.000 euro di risorse ogni anno per tutto questo, sollevammo che il problema per gli enti gestori di queste prestazioni, anche nel loro rapporto col carcere, era un problema di flessibilità e di non burocratizzazione delle procedure.
Se si è nella situazione in cui si è esaurita una graduatoria, l'altra graduatoria non è sostanzialmente attingibile e l'ente gestore non trova nessuno, la risposta è solo una: è sbagliato il sistema con cui sono state fatte le graduatorie.
Non è possibile che, con tutti gli educatori professionali che non hanno un lavoro all'interno della Regione Piemonte, da molti mesi l'ente gestore che, in convenzione con il carcere di Vercelli, deve fornire questa prestazione non è in grado di attivare neppure un contratto di diritto privato con uno dei tanti educatori professionali disoccupati della nostra Regione.
Anche questo è un problema di manutenzione amministrativa della collaborazione fra Regione e Provveditorato regionale delle carceri, che deve trovare un punto di caduta. Mi rendo conto che la sua risposta è incolpevole, ma è del tutto disarmante, l'idea che per mesi, con centinaia di persone potenzialmente interessate a quel posto di lavoro, non si trovi una persona disponibile. Questo può voler dire che la graduatoria è sbagliata, oppure che chi deve cercare il personale, in realtà obiettivamente non lo sta cercando.
Rispetto al protocollo, ci sono dei passi avanti: il solo fatto che, in maniera anche acrobatica, dal punto di vista giuridico, si sia riuscito proprio sulla questione degli educatori, a regionalizzare la gestione di una serie di servizi interni al carcere, con un rapporto molto collaborativo con il Provveditorato, deve spingere, anche su tutti gli altri versanti (quelli dei progetti di formazione e di reinserimento) a stringere in modo più efficace la collaborazione.
Anche sul protocollo la questione è di tempi. Il problema è capire quando la Regione e gli altri attori, interessati o disinteressati, di questa vicenda (molto disinteressati, normalmente, i Comuni) hanno uno strumento a disposizione per lavorare insieme. Altrimenti, il lavoro rispettivo e reciproco fra i diversi enti è dotarsi di uno strumento di lavoro per lavorare insieme, ed è evidentemente un serpente che si morde la coda.
L'ultima osservazione è sulla Cassa delle ammende: ci sono tanti soldi a disposizione delle carceri italiane e delle carceri piemontesi in particolare. Senza dare nessun giudizio politico sulla gestione che il Ministero della giustizia ha fatto di questo fondo pubblico e dei ritardi di anni con cui si è dotato di un bilancio e di un regolamento, la informiamo che, per vie non traverse, ma comunque difficili, siamo venuti in possesso di una copia del regolamento. Da quello che sappiamo, questo regolamento è oggi disponibile alle direzioni degli Istituti di pena o delle Case circondariali.
Anche su questo problema bisognerebbe capire come la Regione - oggi la Regione sta essenzialmente facendo anche oltre i compiti del proprio mandato, glielo riconosco - ente pagatore, possa rientrare come ente progettante di interventi, insieme al carcere e insieme a tutti gli altri soggetti e non solo come ente pagatore. Si tratta - mi ricorda il collega Mellano - di 80 milioni di euro in tutta Italia, non si tratta evidentemente di bruscolini.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. inerente a "Adempimenti connessi alla procedura di convalida del Consigliere Picchioni, così come previsto dall'articolo 16 del Regolamento interno regionale" presentata dai Consiglieri Palma e Mellano


PRESIDENTE

Il Consigliere Palma ha chiesto di inserire, ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento, al primo punto all'o.d.g. della seduta del Consiglio regionale di giovedì 11 novembre, gli adempimenti connessi alla procedura di convalida del Consigliere Rolando Picchioni, così come previsto dall'articolo 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Informo l'Aula che, in sede di Conferenza dei Capigruppo, ho precisato nel pieno rispetto del Regolamento che impone un termine di 120 giorni, che prima di tale termine iscriverò d'ufficio all'Aula la convalida del Consigliere Picchioni, e lo farò nella prima seduta utile dopo l'approvazione dello Statuto, essendoci già stata per queste sedute la programmazione dei lavori, non per altro, altrimenti l'avrei iscritto anche prima.
Consigliere Palma, lei ha tutti i diritti di chiedere l'iscrizione quindi le do la parola.



PALMA Carmelo

Come lei ha comunicato all'Aula, ho fatto la richiesta di iscrizione di un punto all'o.d.g., in realtà, seguendo lo stesso schema che la Presidenza di questo Consiglio ha sempre utilizzato per tutte le proposte di convalida di provvedimenti della Giunta delle elezioni per i casi di tutti i Consiglieri regionali di questo Consiglio, tranne in un caso che non sto a ricordare, ma che tutti i Consiglieri ben ricordano in cui l'iscrizione del punto all'o.d.g. è intervenuta con qualche settimana di ritardo rispetto al termine dei lavori della Giunta delle elezioni.
Rispetto a tutti gli altri Consiglieri (57 Consiglieri di prima proclamazione, i Consiglieri che successivamente hanno optato, e gli altri subentranti) in tutti i casi l'iscrizione della procedura di convalida all'Aula è stata fatta nella seduta immediatamente successiva, rispetto a quella di licenziamento, da parte della Giunta delle elezioni, del provvedimento. Mi dispiace correggerla, ogni volta, a o.d.g. costituito e con un provvedimento della Conferenza dei Capigruppo, che iscriveva al primo punto all'o.d.g. - un o.d.g. già costituito - questa procedura di convalida.
La seconda considerazione che è mio dovere fare all'Aula è che è perfettamente legittimo, entro il termine di 120 giorni, il comportamento della Presidenza, ma la mia impressione è che la Presidenza e l'ufficio di Presidenza sottovalutino alcune implicazioni del procedimento di convalida dell'Aula, vale a dire quanto previsto dai commi 5, 6 e 7 dell'articolo 16 del nostro Regolamento. Tale articolo prevede, all'interno del termine di 120 giorni e non ulteriormente, una modalità di eventuale contestazione dell'incompatibilità di controdeduzioni, da parte del Consigliere dichiarato incompatibile, e di delibera definitiva da parte dell'Aula, che qualora la procedura di convalida venisse iscritta al 120° giorno sposterebbe al 150° giorno dalla data di proclamazione la procedura di convalida del Consigliere stesso.
Non intervengo sul merito, ma visto che è una questione procedurale altrettanto delicata di quanto non sia già di per sé la questione di merito, secondo me sarebbe prudente che l'Aula si disponesse rispetto a questa procedura esattamente negli stessi termini in cui si è disposta in tutte le altre procedure relative a tutti gli altri Consiglieri regionali.
Qualora l'Aula non accettasse questo consiglio e questo suggerimento, e la Presidenza e l'Ufficio di Presidenza, come hanno già comunicato ai Capigruppo, intendessero comunque spostare entro il termine massimo che se non vado errato, è il 28 novembre, la prima iscrizione all'Aula della procedura di convalida, a me non rimarrebbe, ogni volta e ad ogni seduta che ripetere le stesse cose all'Aula, chiedendo l'iscrizione di questo punto all'o.d.g. e, ovviamente, rimettendomi ogni volta al volere dell'Aula.



PRESIDENTE

Qualcuno vuole intervenire contro? La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Non contro, ma per dire che le rassicurazioni che lei ha dato nel precedente intervento sono per noi più che sufficienti.



PRESIDENTE

Votando sì, si discute adesso il punto all'o.d.g.; votando no, non si discute adesso, ma si programma successivamente.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione e la discussione del nuovo punto all'o.d.g. inerente alla convalida del Consigliere Picchioni.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Iscrizione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione n. 524 inerente a "Correzione di errore materiale alla DCR 37419862 del 29 giugno 2004 'Partecipazione della Regione Piemonte alla Fondazione Villa La Palazzola' presso la Villa La Palazzola in Stresa"


PRESIDENTE

Ora, c'è una correzione di errore materiale della delibera n. 524 del Consiglio regionale del 29 giugno 2004, "Partecipazione della Regione Piemonte alla Fondazione 'Villa La Palazzola' presso la Villa La Palazzola in Stresa".
Penso che voi abbiate questo testo. Si tratta di approvare la seguente correzione dell'errore materiale contenuto nella deliberazione citata. Al terzo paragrafo del dispositivo, sostituire le parole "a provvedere alla costituzione del patrimonio iniziale della Fondazione con un fondo di 5 milioni di euro" con "a provvedere all'erogazione delle somme di competenza della Regione Piemonte, sulla base di quanto identificato dall'atto costitutivo". E' una modifica tecnica, perché la Fondazione non può essere attivata se non è prevista l'autorizzazione ad erogare questi 5 milioni di euro.
Indìco la votazione palese sull'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 524.
L'Aula, all'unanimità, acconsente.
Chiede la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La modifica non mi pare marginale e comunque mi sembra meritevole di essere approfondita e non di essere approvata così in fretta.



PRESIDENTE

Posso interromperla brevemente? Forse non mi sono spiegato bene e allora vorrei integrare la mia spiegazione. E' un problema di congruenza del testo della delibera tra quanto previsto nello Statuto della Fondazione, che è stato approvato con quella stessa delibera, e la parte dispositiva della delibera stessa. Non può essere che un errore materiale perché con la delibera si approvava lo Statuto che prevedeva l'erogazione di 40 mila euro con l'atto costitutivo e di 5 milioni di euro per tutto l'intervento e invece nella parte dispositiva questo non era specificato.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, per le spiegazioni, però ne chiederei delle altre perché o ci dà il tempo di prendere delibera e Statuto e vedere le cose cosa che non chiedo - oppure, se così non è, voglio capire.
Abbiamo votato sia la delibera che lo Statuto; la delibera, di solito viene letta per esteso per prima e noi, se non sbaglio, abbiamo approvato il testo così scritto: "...a provvedere alla costituzione del patrimonio iniziale della Fondazione con un fondo di 5 milioni di euro". Questa è una cifra che penso desse conto dell'impegno della Regione Piemonte. Sostituire questa frase con l'altra non dà più conto di quanto spende la Regione Piemonte.
"Provvedere all'erogazione sulla base di quanto identificato...", ma questa identificazione dov'è? Prima era chiara la cosa, adesso non lo è più.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

L'Assessore Racchelli non ha più le deleghe.



PRESIDENTE

Comunque ha seguito la questione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

L'Assessore Racchelli non ha le deleghe. Presidente, non mi faccia parlare con un Assessore senza deleghe.



PRESIDENTE

Sospendo un minuto la seduta per raccogliere due o tre elementi necessari per dare una spiegazione più esaustiva.



(La seduta, sospesa alle ore 13.31 riprende alle ore 13.32)



PRESIDENTE

Colleghi, sono in grado di dare una spiegazione.
Lo Statuto della Fondazione, che è stato approvato dall'aula con quella stessa delibera, prevedeva l'istituzione di un fondo indisponibile di 40 mila euro e di un fondo disponibile di 5 milioni di euro. Come si costituiva la Fondazione? Il Comune metteva la villa e la Regione mette i 5 milioni di euro per ristrutturarla. Per un errore materiale di battitura nella parte dispositiva, in contrasto con il contenuto della stessa delibera approvato, è stata utilizzata la terminologia "indisponibile" anche per quei 5 milioni di euro, ma è ovvio che, se sono indisponibili non si può procedere alla ristrut turazione, che è lo stesso scopo della Fondazione.
Per questo motivo, chiedo all'aula di approvare questa correzione di errore materiale. Ringrazio il collega Chiezzi perché, con il suo intervento, ci ha fatto approfondire e chiarire questo problema.
Indìco la votazione palese sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.35)



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