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Dettaglio seduta n.501 del 09/11/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 15.08)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale, " comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Albano, Brigandì, Costa Rosa Anna Cota, Ghigo e Pozzo.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Proseguimento esame disegno di legge n. 658 "Disposizioni regionali per l'attuazione della sanatoria edilizia"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 658, "Disposizioni regionali per l'attivazione del condono edilizio", di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Abbiamo concluso la mattinata con l'intervento di un Consigliere di maggioranza che affermava che il provvedimento che stiamo discutendo è una grande idea. In qualche intervento precedente abbiamo sentito, in modo suggestivo, magari - ma anche ridicolo - assegnare colpe a Sindaci tenendo presente che è il Governo che porta avanti questa sanatoria; presentare questi provvedimenti come se fossero la soluzione per procurare lavoro, per sistemare alcune inadempienze, alcune carenze, alcune difficoltà presenti negli strati sociali più deboli.
Credo sia doveroso da parte nostra ribadire che stiamo parlando perlomeno a livello nazionale, ma anche in parte per livello regionale, di ben altre realtà. Non parliamo di piccoli abusi, non parliamo di condonare delle piccole questioni: parliamo di cottage, di ville, di capannoni parliamo di un complesso di problemi seri. Ribadiamo che siamo fortemente rattristati e preoccupati, perché è risorto in questo Paese il condono edilizio, ed è risorto anche nelle aeree paesaggisticamente più belle e con una prospettiva inquietante: renderlo duraturo in eterno. Abbiamo sentito non molto tempo fa vantare grandi meriti al codice Urbani per i beni culturali e di fatto, questo stesso codice, è stato oggi modificato nei suoi passaggi più significativi. Era stato vantato come una gran conquista della cultura. Abbiamo svolto un dibattito in sede di VI Commissione l'Assessore Leo ci ha presentato questo codice come una gran conquista culturale. Di fatto, con la sanatoria, con il condono edilizio, si va a modificare uno di questi pilastri.
Alcuni giorni fa i giornali offrivano una panoramica di questo tipo: da una parte era raffigurata una foto che ci mostrava come la Pianura padana fosse uno dei luoghi più inquinati del mondo; contemporaneamente, su un'altra pagina di giornale era riportato un dato assolutamente importante: dopo tanta attesa la Russia firmava il protocollo di Kyoto. Poi si andava alle pagine interne e ci si trovava con un dibattito dissennato, che si è svolto con la richiesta di fiducia al Senato su un tema come quello del condono edilizio. Dopo quei due dati allarmanti e necessitanti di tutta una serie di aiuti e di interventi da parte del mondo, il nostro Paese che cosa fa? II nostro Paese, come giustamente ha ricordato il Consigliere Muliere provvede a varare il quarto condono edilizio della Repubblica Italiana. Il peggiore. Il peggiore in assoluto perché, fino ad ora, con i tre precedenti, non si era messo mano alle aree vincolate. Aree vincolate ancora oggi tutelate dall'articolo 9 della Costituzione. Visto che siamo nel primo pomeriggio, vorrei alleggerire un po' la discussione riportando un'altra chicca. Fa rabbrividire pensare che nella nostra lingua il termine "condono" esista e che, purtroppo, venga applicato e nominato. In altre importanti lingue europee importanti come l'inglese, il francese e il tedesco, il termine "condono" non compare, non esiste. Si deve venire in Italia per ritrovare il termine "condono", e noi lo utilizziamo facendo decadere uno dei principi fondamentali, uno dei pochi (io sono per la ricerca in questo Paese di un archivio dei grandi beni dell'umanità).
Mi piacerebbe una nuova politica che garantisse i grandi beni dell'umanità, i grandi beni della collettività, a partire dall'acqua, per arrivare ai grandi beni paesistici, ai grandi beni monumentali. Sono convinta che costituiscono risorse, ricchezza e sviluppo. Noi no, in questo Paese parliamo di condono e di sanatorie e qualcuno ci viene anche a dire che lo facciamo perché è colpa dei sindaci - peccato che le leggi siano dello Stato e delle Regioni - o che serve a risolvere il problema di qualche famiglia di artigiani che ha costruito il garage abusivo, il laboratorio annesso abusivo ecc. Un condono che può diventare perpetuo come la manomissione delle nostre aree più belle: questo vale anche per la nostra regione. Già questa mattina, in alcuni interventi, venivano elencati siti significativi che esistono anche in Piemonte. In ogni caso, al di là di quest'aspetto molto più legato al nostro territorio, è il principio che è saltato completamente. Questo non può lasciarci indifferenti. Condono a condono, sanatoria a sanatoria.
Il provvedimento originario aveva luci ed ombre significative, mentre quello attuale desta grandi preoccupazioni.
Stamani, abbiamo sentito parlare di possibili proposte da parte della maggioranza e anche noi, come Gruppo DS, abbiamo presentato una serie di emendamenti. Sono pochi, sono di merito, sono ragionevoli e offrono la possibilità, alla maggioranza e alla Giunta, di mettere quei paletti che consentano di varare un provvedimento entro stasera, un provvedimento che ponga dei limiti e che si adoperi ad attuare quanto previsto dal parere della Corte costituzionale: un provvedimento che sia più limitativo rispetto a quello varato a livello nazionale, perché questo è il compito delle Regioni.
Pur essendo possibile raggiungere questo risultato, saremo comunque contrari nel merito, perché esiste un provvedimento quadro, a livello nazionale, che ha annullato tutta una serie di principi che, dal nostro punto di vista, saranno da ristabilire in questo Paese.
possibile, comunque, apportare modifiche e migliorie al provvedimento ed i nostri emendamenti vanno proprio in questa direzione. Il testo presentato non è un testo restrittivo, Assessore Botta, e lei lo sa. Il nostro compito è di fissare paletti e di dare garanzie nella trasparenza dell'applicazione del condono - di quella che voi chiamate la sanatoria cercando di ridurre il danno, anche se abbiamo la convinzione che ci sia una parte significativa della maggioranza che continua a lavorare per ampliarlo. Siamo convinti della necessità di ridurre il danno ed è possibile farlo.
Gli emendamenti sono stati presentati e depositati, quindi vi invitiamo ad usare quel buonsenso e quel rispetto delle istituzioni che, in questo caso, potrebbero consentire di ridimensionare una pesante ingiustizia fatta nei confronti dei cittadini onesti e rispettosi delle leggi vigenti.
La ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Sicuramente, la Lega non è entusiasta di questo condono. Prendiamo atto che ormai si condonano opere realizzate e costruite che mai sarebbero state abbattute, anche perché si tratta di condoni per piccoli abusi e non per opere enormi. Comunque, prendiamo atto di qualche abbattimento già avvenuto e di altri che, ci auguriamo, avvengano.
Certamente, anche per quanto riguarda i piccoli abusi, dobbiamo prendere atto che sanatorie continue sembrano quasi invitare i cittadini a continuare a realizzare abusi, anziché disincentivarli. Peraltro, dobbiamo dare atto che in Piemonte il numero e l'entità degli abusi è minimo e, dal punto di vista urbanistico, non hanno alcuna rilevanza che possa destare qualche preoccupazione. In quest'ottica, in Commissione abbiamo presentato faccio notare che siamo stati il primo Gruppo a presentare un emendamento in tal senso - un emendamento per la riduzione del limite massimo della cubatura, da 750 metri cubi a 450. Sappiamo poi di essere stati scavalcati da altre forze, ma se poteva avere senso una riduzione dell'entità da noi proposta, ritenendo che i 750 metri cubi cominciavano ad essere un po' troppi (perché si condonavano un paio o, addirittura, tre alloggi) il dimezzare questa cubatura, e quindi la superficie relativa, significa cominciare a condonare effettivamente e solamente quei piccoli abusi sul cui condono ci troviamo d'accordo.
Sappiamo di essere stati scavalcati, in questa corsa al ribasso, da forze del centrosinistra che però, a nostro avviso, hanno esagerato, perch a forza di ridurre la cubatura, e quindi la superficie, si rischia veramente di non lasciar più condonare piccoli abusi che, invece, poteva aver senso condonare.
In Commissione abbiamo poi ritirato il nostro emendamento per permettere l'approvazione del testo presentato dalla Giunta e dell'emendamento presentato dalla maggioranza, che riduceva a 600 metri cubi il massimo condonabile.
In Aula, abbiamo ripresentato il nostro emendamento per la riduzione a 450 metri cubi, più che altro a titolo di memoria e per costruirci sopra una discussione. Abbiamo presentato anche un secondo emendamento con una riduzione a 500 metri cubi, limite che potrebbe trovare l'accordo di molte altre forze. Non ci arrocchiamo su questi limiti; siamo aperti alla discussione. Senz'altro, riteniamo opportuno una riduzione del limite massimo di cubatura e, quindi, proponiamo queste due proposte alternative rimanendo sempre aperti alla discussione. Ci auguriamo, comunque, che la legge regionale venga approvata oggi, in modo che possa entrare in vigore nei limiti previsti dalla legge nazionale. Ricordiamoci, infatti, che se oggi quest'Aula non riuscisse ad approvare questa proposta di legge resterebbe in vigore la legge nazionale, che riteniamo eccessivamente aperta.
Pertanto, invito tutti i colleghi ad un ragionamento per raggiungere questo primo risultato e per trovare un numero di metri cubi che possa mettere tutti d'accordo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea, che interviene sul dibattito generale.



PAPANDREA Rocco

Molti concetti sono già stati ribaditi, con un'evidente ripetizione di argomenti.
Questa legge, come sappiamo bene, approda in Consiglio perché esiste alle spalle, un provvedimento originale che incombe. È un fatto estremamente grave, perché la filosofia di quel provvedimento prevede, a fronte di esigenze di natura fiscale, un condono sugli abusi edilizi.
Mi pare che sia un aspetto gravissimo, perché si tende a confondere due piani: invece di cercare di risolvere il problema della mancanza di risorse intervenendo, magari, con meccanismi diversi, si utilizza la prassi di violare le normative edilizie sperando di innescare un meccanismo che risolva parzialmente i problemi finanziari. Allo stesso tempo, per attraverso questo sistema, viene premiato chi ha adottato queste pratiche.
Qualcuno potrà ribattere, dicendo: "No, non viene premiato, perch qualcosa deve pagare". Ma, nei fatti, si mette, su un terreno pecuniario la possibilità di violare le regole con il principio per cui "tanto poi si paga e ci si mette in regola". Mi sembra che venga premiato, quindi, questo atteggiamento.
Appaiono inconsistenti alcuni ragionamenti che ho sentito questa mattina sul fatto che si tratterebbe di questioni marginali o poco significative. Se valesse lo stesso principio, visto che poca gente passa col semaforo rosso, allora si potrebbero ridurre i provvedimenti nei confronti di queste infrazioni. Ma in questo modo, se si passasse col rosso e non si venisse sanzionati in modo adeguato, si stimolerebbe la gente a passare col semaforo rosso. È esattamente ciò che avviene con questo provvedimento: dimostrando che si possono aggirare queste normative, si creerebbero degli stimoli a violarle.
L'altro argomento che mi ha indotto ad intervenire riguarda il principio per cui si tende a dire che, in fondo, questo aspetto riguarda solo alcuni settori della popolazione, che agiscono per necessità (a parte che non è vero, perché 750 metri quadrati sono tutt'altro che poca cosa!) ovvero quel ragionamento per cui, se un furto è commesso da una persona "spinta da gravi necessità", si può soprassedere (aspetto che mi sembra difficile da dimostrare): mi pare che questo tipo di riflessione sia un pochino populista, perché anche in questo caso si tende a far sì che determinati atteggiamenti vengano tollerati e, in qualche modo, anche generalizzati. Perché poi si rischia di non capire bene il livello cui viene concessa la possibilità di intervenire con una sanatoria, favorendo magari, anche coloro che hanno belle case o altre tipologie e che non rientrano sicuramente fra quelli che hanno fatto una violazione secondaria spinti da pura necessità.
Per questo motivo, siamo sempre stati contrari, ci siamo opposti e abbiamo condiviso il comportamento di quelle Regioni che sono intervenute per contrastare duramente il provvedimento governativo.
Riteniamo debole la proposta nata dalla Giunta regionale del Piemonte perché cerca semplicemente di rendere un po' più oneroso l'intervento da parte di chi chiede il condono, ma interviene nella stessa logica. Per questo motivo, siamo comunque contrari al provvedimento.
Ciò che ritengo scandaloso è che la Giunta si nasconda dietro alla propria maggioranza per far sì che il provvedimento sia modificato e, di fatto, tenda ad assomigliare alla legge nazionale. Mi sembra che questa Giunta e questa maggioranza, nei fatti, condividano il provvedimento nazionale in tutti i suoi aspetti; lo condividono come filosofia ma anche nella sua portata, perché se l'insieme delle modifiche tende a renderlo molto simile, vuol dire che questa Giunta lo condivide ampiamente.
All'interno di questa Giunta e di questa maggioranza, quindi, ci sono settori - magari l'intervento successivo al mio lo dimostrerà - che ritengono che queste siano prassi assolutamente corrette, anzi che non si tratta di introdurre delle sanatorie su abusi, ma, semmai, di eliminare le regole che, fino ad ora, impedivano gli abusi. Credo che sentirò argomenti di questo genere.
Mi pare che emerga un giudizio estremamente negativo su questo tipo di operato. Certo è che non ci serve, come Regione, avere una foglia di fico di una finta legge che modifica la legge nazionale: o la legge che esce da questo Consiglio regionale è un qualcosa di vero, perché si differenzia in modo minimamente significativo dalla legge nazionale, oppure credo che sia meglio assumerci fino in fondo la responsabilità di dire che condividiamo quel provvedimento e, dunque, non legiferiamo in modo autonomo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il collega Marcenaro che ha caldeggiato questo intervento perché mi rendo conto che in quest'Aula, purtroppo, non molti Consiglieri hanno una piena cognizione, dal punto di vista tecnico, di quella che è l'entità, la dimensione, la capacità e la portata di questo provvedimento.
Allora vogliamo cercare di sgombrare il campo da questa forma di strumentalizzazione puramente politica, laddove mi pare di capire che tutti vogliono diventare i salvatori della patria. Molti vogliono diventare i salvatori del nostro territorio - non solo il Consigliere Moriconi, che è di rito, ma anche gli altri interpreti di questa mattinata e di questo pomeriggio - pensando di modificare, ridurre, tagliare e limare una pratica, una legge, una proposta di tipo edilizio, di cui, per la maggior parte, non c'è davvero la colpa, perché ognuno di noi è competente nei settori propri e ha delle deformazioni professionali.
Quando sento delle proposte come quella del collega Muliere, che ha fatto un emendamento in tal senso (emendamento che, peraltro, era stato già ipotizzato nell'ambito della Commissione, di limitare a 250 metri cubi l'intervento di questa legge di condono) credo di poter dire - questo è il mio pensiero - che non c'è la sensazione, da parte del collega Muliere, di quale sia questa reale entità di 250 metri cubi. Se così fosse, ci si renderebbe conto che non ha nessun senso pensare di proporre una modifica di una legge nazionale di condono per 250 metri cubi. Questo perché? Perch il condono, ancorché non sia una legge regionale, quindi la paternità di questa proposta di sanatoria, non è riconducibile a noi e concordo sul fatto che sta diventando, a distanza di dieci anni in dieci anni, una ripetitività non corretta, ma c'è, quindi, dal momento che c'è, dobbiamo farne l'uso opportuno: quello di dire se si vuole davvero che questa legge abbia una valenza territoriale e che quindi si possa definire un minicondono che, se pur sempre mini, resta sul nostro territorio.
E' chiaro che 250 metri cubi, rapportati a tutte le tipologie costruttive esistenti, sono una cosa ridicola, perché rischiamo di arrivare a malapena a condonare, in casi di colline o di montagne, una camera, non una casa, non un ampliamento, non un'attività artigianale commerciale o industriale, perché, grazie alle modifiche del territorio e ai fuori terra dovuti anche all'interrato, 250 metri cubi sono veramente ridicoli. Ci siamo arrivati perché credo che il collega Marcenaro sappia - se non lo sa lo diciamo - che specialmente nelle zone a declivio i metri cubi sono dati anche dalle parti fuori terra che non costituiscono locali di abitazione.
Detto questo, l'inclinata c'è, allora dobbiamo rispettarla.
Vorrei riallacciarmi ad una proposta seria, quella ipotizzata dal collega Chiezzi. Il Consigliere Chiezzi dice che la Giunta regionale ha fatto una proposta, nella quale si rende giustizia ai valori di autonomia che i Comuni devono avere, quindi delega e demanda ai Comuni la facoltà di intervenire sul proprio territorio conoscendolo bene. Questa proposta tutto sommato, è meno peggiore di quelle che ho sentito dai vari colleghi Consiglieri regionali. Onestamente, da questo punto di vista, non posso che essere d'accordo sull'ipotesi Chiezzi, e cioè sul fatto che, al di là di tutti gli emendamenti con le varie ipotesi, che sono un palliativo strumentale per diventare salvatori del territorio anche non sapendolo direi che i 750 metri cubi proposti a livello nazionale e riconfermati dalla Giunta regionale sarebbero una buona iniziativa.
Dico anche che potrebbe essere una buona soluzione di raccordo e di mediazione l'eventuale possibilità di fissare, per le zone abitative, i 600 metri cubi, fermo restando però che, per quello che non riguarda il residenziale, deve restare 750 metri cubi, perché non penso si possa accettare, da un punto di vista legislativo, che andiamo a discriminare un territorio nel quale le opere già ci sono, quindi quello che c'è non è che lo stiamo inventando o peggiorando andando in giro a dire: "Tu sei bravo e ti sano perché hai fatto un piccolo abuso residenziale, tu no perché sei cattivo, hai ampliato l'officina per lavorare, ma non è residenziale quindi non ti condono". Questo mi sembrerebbe davvero brutto e sarebbe un sintomo pessimo di quella che è la nostra equità legislativa a livello regionale.
Il Consigliere Papandrea diceva: "O c'è un vero condono, una vera sanatoria che abbia un senso, altrimenti è inutile farla". Concordo sul fatto che la si debba fare, che si debba, come Regione, far capire quella che è la nostra situazione, ma non possiamo discriminare colui che ha allargato la veranda da colui che ha allargato l'officina o l'azienda agricola per continuare a produrre. Queste situazioni discriminanti noi non le possiamo e non le dobbiamo esternare, perché daremmo veramente l'impressione di essere persone che non capiscono la reale differenza di entità di volumetria di situazione urbanistica che c'è tra il non residenziale e il residenziale.
Detto questo, se il problema degli oneri può essere discriminato facendone due parametri anche diversi, perché sono diverse le altezze e le esigenze, dobbiamo tenere conto della nostra realtà territoriale. Proporrei che il disegno di legge che la Giunta regionale, tramite l'Assessore Botta aveva proposto, venisse avallato, facendo l'eccezione di un articolo, che è l'articolo 4, nel quale - ripeto - conformemente alla devoluzione e alla facoltà di dare alle autonomie locali la possibilità di gestire il territorio, direi assolutamente no ad un raddoppio di oneri del quale la Regione non beneficia, ma che vanno semplicemente ai comuni e al governo ma concordo sulla facoltà di demandare anche in quel caso ai comuni e agli enti locali la facoltà di giudicare se sul loro territorio ci sono così gravi, così tante, così ripetute situazioni di condono tali da giustificare un eventuale aumento degli oneri di urbanizzazione, quindi tali da poter modificare con una semplice delibera di Giunta quella che è la situazione prevista a livello nazionale.
Da questo punto di vista, non andremmo ad inventare nulla, ma risolveremmo in modo equo una legge che ci è piombata addosso e che non abbiamo cercato, ma che dobbiamo, in modo intelligente, cercare di fare uscire da quest'Aula.



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Manolino.
Ha chiesto di intervenire sul dibattito generale l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Ho ascoltato con attenzione gli interventi di tutti i Consiglieri sia in sede di Commissione sia oggi in sede di dibattito.
Ho visto che è stata data grande attenzione, soprattutto da parte dei gruppi di opposizione, al testo che aveva predisposto la Giunta regionale.
Di questo li ringrazio, anche se a volte apprezzeremmo di più che, anche su altri testi, ci fosse la stessa disponibilità.
Il testo della Giunta è stato rivisto in Commissione dopo le consultazioni, dopo il dibattito e dopo la presentazione degli emendamenti.
Come è già stato ricordato, abbiamo dato con responsabilità attuazione ad una legge. Questa legge non l'abbiamo scritta noi, l'ha scritta il legislatore nazionale. La Corte Costituzionale ci chiede di darne attuazione ed adempimento per quel principio di leale collaborazione che più volte, viene richiamato nella sentenza della Corte Costituzionale. E' vero che la Corte ha dichiarato illegittime alcune parti della prima versione della sanatoria edilizia statale, ma ha altresì dichiarato illegittime alcune leggi regionali varate da alcune Regioni, le cosiddette leggi anticondono.
Quindi, oggi ci troviamo a ridosso dell'esaurimento dei termini, quindi al momento della presentazione della domanda - che è il 12 novembre, giorno in cui si apriranno i termini per presentare le domande fino al 10 dicembre pende sul nostro capo questa spada di Damocle. E se non decidiamo, come Regione Piemonte, non credo che la brutta figura la faccia solamente il Presidente della Regione o la Giunta regionale, ma l'intero Consiglio regionale.
Quindi, in questo senso credo che occorre, da parte di tutti, fare uno sforzo in più per trovare un punto di equilibrio, che tenga conto dell'esigenza di darsi una disciplina regionale, per quanto riguarda la sanatoria edilizia, tenendo anche conto che la nostra realtà è una realtà amministrata seriamente dagli amministratori comunali, dove la soglia di attenzione da parte degli amministratori comunali e da parte dell'Amministrazione regionale è alta.
Quindi, andrebbe comunque ad incidere su una realtà che, come è stato richiamato dagli interventi dei colleghi, vede numericamente un limitatissimo numero, in termini quantitativi, di abusi.
Non ricordo qui i casi eclatanti che si sono verificati negli anni passati, ma credo che tutti li abbiano a mente. Sono pochissimi e si contano sulle dita di una mano.
Con queste considerazioni, chiedo al Consiglio regionale, quindi a maggioranza ed opposizione, di fare uno sforzo per arrivare alla definizione di una legge che sia in sintonia con i sentimenti della comunità che amministriamo, che certamente è attenta ai valori ambientali ma è altrettanto attenta alle opportunità che vengono offerte dalla legge statale, che è stata dichiarata proprio dalla Corte Costituzionale legittima in linea di principio.
Dobbiamo fare questo sforzo. Come Assessore delegato alla materia ascoltando gli interventi, ho in testa qualche ipotesi di soluzione. Queste ipotesi devono essere condivise, altrimenti credo che passerà tutto il pomeriggio e arriveremo a sera senza avere concluso nulla.
Alla fine, varrà la legge dello Stato che, come sapete, è molto più ampia rispetto al testo che è all'o.d.g. odierno in Consiglio regionale.
In questo senso, mi sento di fare ancora un appello a tutti i colleghi dovremo ancora approfondire, e credo che da parte dei Gruppi sia di maggioranza che di opposizione si chiederà una breve sospensione dei lavori per fare un'ulteriore e definitiva riflessione. Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo se vi è qualche gruppo in sintonia con la richiesta dell'Assessore per quanto riguarda la sospensione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Costa Enrico; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Solo per chiedere se è possibile concedere una sospensione di pochi minuti per valutare eventuali proposte integrative.



PRESIDENTE

La sospensione è concessa. Possiamo recarci il sala A. Chi vuole pu partecipare sia come Capogruppo sia come componente della Commissione, ma anche un singolo Consigliere interessato può partecipare a questa riunione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Scusi, Presidente, o c'è una sospensione con la richiesta di un incontro con i Capigruppo sul testo, e quindi si fa una riunione dei Capigruppo. Oppure c'è una richiesta di sospensione da parte di alcuni gruppi di maggioranza che devono discutere, ma l'idea che, avendo fatto delle richieste all'Assessore e alla maggioranza, si chiede una sospensione per dare le risposte in una seduta privata, obiettivamente non ha senso.
Quindi, o è una seduta formale dei Capigruppo e ci si riunisce, oppure la maggioranza valuta ed esamina le proprie proposte e le presenta all'Aula successivamente e noi aspettiamo. Ma la logica del "chi vuole andare vada", non mi pare la logica più corretta che possiamo seguire in questo momento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Era solo per cercare di trovare una soluzione, ma siccome non c'è alcuna dietrologia, ma semplicemente - come avevamo detto nell'intervento di questa mattina - la volontà di trovare una soluzione con un po' di buon senso e di mediazione per quanto sarà possibile. Siamo d'accordo, alla luce dell'intervento del collega Palma, a convocare una brevissima seduta dei Capigruppo per valutare, insieme all'Assessore Botta - e chiederei la presenza del Presidente Costa, che ha seguito tutto il provvedimento - se c'è la possibilità di trovare un'intesa.
Se c'è la possibilità siamo contenti, altrimenti avremmo perso solo dieci minuti di tempo.



PRESIDENTE

Sospende pertanto la seduta e convoco immediatamente la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.56 riprende alle ore 18.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Signor Presidente, illustri Consiglieri, dopo aver ascoltato nelle diverse sedi i Capigruppo e i Gruppi consiliari, formulo una proposta che devo formalizzare: fermi restando i limiti usciti dalla II Commissione riduzione da 750 metri cubi a 600 metri cubi, eliminazione della distinzione tra residenziale e non residenziale - proporrei, per quanto riguarda il discorso degli oneri di urbanizzazione (la formulazione tecnica la vedremo in seguito), di introdurre un aumento del 30% per quanto riguarda sia la tipologia 1 che la tipologia 2, cioè gli abusi più gravi.
Ovviamente per quanto riguarda le nuove costruzioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente e Consiglieri.
Mi scuso con i Consiglieri sia di maggioranza che di opposizione per il protrarsi delle varie riunioni che si sono succedute sia come Conferenza dei Capigruppo che come riunioni di maggioranza e di opposizione.
L'importanza e la complessità dell'argomento hanno fatto emergere la necessità di perdere più tempo rispetto a quanto era stato previsto.
Ringrazio l'Assessore Botta per aver avanzato questa proposta che, da un lato, ricalca fedelmente la proposta della Giunta regionale così come approvata in sede di II Commissione dopo un pomeriggio intenso di confronto, anche con l'opposizione. Ma, nel contempo, introduce ulteriori elementi di chiarezza che erano emersi come non tali nella discussione del mattino e, sostanzialmente, recupera un aspetto positivo, dal nostro punto di vista, a lato della riduzione dei metri cubi sanabili nel caso delle nuove costruzioni; di un aumento degli oneri di urbanizzazione nella misura del 100% previsti dalla legge statale in una misura maggiore del 30% per quanto riguarda le nuove costruzioni relativamente alle tipologie 1 e 2 indistintamente. La tipologia 1 comprende gli abusi cosiddetti o degli illeciti maggiori, i famosi funghi che nascono in barba a qualsiasi norma urbanistica di nuova costruzione sul terreno agricolo di turno. Invece, la tipologia 2 cambia di poco rispetto alla situazione più grave e totalmente non rispondente alle norme urbanistiche della tipologia 1.
Dobbiamo fare ogni sforzo, sapendo benissimo che si viene incontro ad una richiesta dell'opposizione, e di una buona parte della maggioranza, nel limitare, rispett alla legge statale, i campi di azione e penalizzare gli abusi gravi con un aumento degli oneri nella misura del 30% che in senso assoluto può sembrare poco, ma che, concretamente, è un aumento rilevante per gli abusi maggiori. Nel contempo, abbiamo il dovere di fare di tutto per approvare la legge. Sappiamo che abbiamo pochi minuti - scusate se mi permetto di dire così - perché differentemente, dopo lo sforzo che c'è stato, difficilmente troveremo un ulteriore punto di incontro e, trascorsi gli 86 minuti che ci separano dalle ore 20.00, inesorabilmente, non riusciremmo ad approvare la legge. Conseguentemente, non potrebbe che rimanere vigente sul territorio della regione la legge statale. Ci significa lasciare, anche nei casi della tipologia 1 e 2 delle nuove costruzioni, la sanzione al 100%; non ridurre, per le nuove costruzioni, la cubatura sanabile; lasciare indistinto sia il residenziale che il non residenziale. Quindi sarebbe molto grave perché, ancorché se timido e tiepido, il nostro è uno sforzo per trovare una mediazione. Un punto di incontro è stato fatto e l'alternativa non sarebbe da noi, in quanto Consiglio regionale, governata, ma dal Piemonte subita perché avremmo la vigenza della legge statale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

La mia non voleva essere una richiesta di intervento, ma una richiesta di chiarimento nei confronti dell'Assessore Botta. Cosa significa "il 30 per nuove costruzioni", "l'incremento degli oneri di urbanizzazione" "nulla per quanto riguarda gli ampliamenti"? Vorrei quanto meno una spiegazione di ciò.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Chiedo un chiarimento. L'Assessore ha parlato della situazione relativa alle nuove costruzioni, residenziali e non residenziali, di un aumento degli oneri (più 30% tipologia 1, più 30% tipologia 2), residenziale non residenziale fino a 600 metri cubi, ma per quanto riguarda gli ampliamenti? Per intenderci, faccio anche un esempio: per un costruttore che decide di costruire un piano in più di un palazzo, qual è la proposta definitiva della Giunta? Riduciamo secondo quanto è previsto dallo Stato o manteniamo una cubatura massima prevista dallo Stato? Qual è l'aumento sulle tipologie 1, e 2, 3? Voglio che ognuno di noi sia a conoscenza di quello che vota non solo i Capigruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.



MARENGO Pierluigi

Anch'io per un chiarimento da parte dell'Assessore, che ha parlato di un aggravio del 30% sulle tipologie 1 e 2 della legge nazionale. Ovviamente la legge nazionale non distingue tra nuova costruzione e non nuova costruzione, quindi chiedo all'Assessore se, nella distinzione che credo voglia inserire nell'emendamento, ritiene di identificare i criteri distintivi della nuova costruzione. In caso contrario, per nuova costruzione si intenderebbe tutto ciò che viene fatto dopo che è stata costruita l'altra.
Chiedo, quindi, se per nuova costruzione si intende dare questa chiave di lettura, oppure se si intende qualunque costruzione assolutamente scollegata da una preesistente, che non sia pertinenziale, che non sia connessa e che non sia, anche solo staticamente, legata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Sta emergendo, proprio nella distinzione fra nuova costruzione ed ampliamento, uno dei problemi già emersi nella Conferenza dei Capigruppo.
La legge sul condono, che usa impropriamente questi termini ed è in contrasto con il Testo Unico sull'edilizia, in particolare il DPR 380/2001 distingue tipologie di intervento edilizio, che il Testo Unico sull'edilizia assomma in un'unica tipologia di intervento.
Tutti gli ampliamenti volumetrici su di una sagoma esistente vengono considerati nuove costruzioni, a differenza di quello che noi potremmo, in teoria, ritenere, cioè che tutto quello che non è nuova costruzione interviene, a partire da una sagoma e da una volumetria esistente, con interventi di manutenzione o di ristrutturazione che non modificano, n nella forma né nella volumetria esterna, l'intervento edilizio.
Continuiamo pure a muoverci, come ho sostenuto anche nella riunione dei Capigruppo, come degli "apprendisti stregoni", cioè utilizzando termini che giuridicamente significano una cosa diversa, laddove si parla di interventi edilizi, con criteri di distinzione che non hanno un fondamento giuridico comprensibile. Possiamo anche farlo, perché siamo tenuti a farlo dalla legge nazionale sul condono che questa distinzione fa, ma a quel punto dobbiamo distinguere molto chiaramente, con criteri di individuazione che non siano devoluti agli apparati amministrativi che sono chiamati a dare attuazione alle norme sul condono, le nuove costruzioni dagli ampliamenti.
Non casualmente, fin da questa mattina ho presentato un emendamento aggiuntivo prima dell'articolo, dal titolo "Definizioni", perché o provvediamo a definire cosa sono le nuove costruzioni e gli ampliamenti definendolo selettivamente sulla base di quello che il Testo Unico sull'edilizia prevede, oppure, nuova costruzione ed ampliamento saranno distinti, dal punto di vista giuridico, sulla base di criteri pratici che saranno decisi dai Comuni che dovranno dare attuazione a tutto questo, o da una circolare successiva della Giunta regionale che però non ha, nel testo di legge che stiamo discutendo, il proprio fondamento giuridico. Se vogliamo distinguere gli ampliamenti dalle nuove costruzioni, dobbiamo chiarire che per nuova costruzione non si intende affatto quanto previsto dal DPR 380/2001, ma un qualcosa come un intervento. Cito testualmente l'emendamento che ho presentato: "Edificazione di manufatti edilizia, fuori terra o interrati, non costituenti ampliamenti di una costruzione o di una volumetria esistente e ad essa non fisicamente connessi", oppure con definizioni simili.Deve essere chiaro che se voi volete considerare ampliamente il piano in più di un palazzo che il Testo Unico sull'edilizia considera nuova costruzione, dovete sganciarvi, non solo interpretativamente ma anche giuridicamente, da questo tipo di definizione.
La seconda considerazione, rispetto alla proposta concordata con la Giunta è sulla distinzione che rimane sia sulla volumetria sia sulle sanzioni: 750 per gli ampliamenti e 600 per le nuove costruzioni. Questo è un ulteriore problema, a maggior ragione perché c'è un problema a monte di distinzione di tipologie di intervento edilizio che sono, sulla base della normativa non speciale, la stessa cosa e, sulla base di una normativa speciale un'altra.
Se vogliamo procedere in questo modo - e su questo sono d'accordo partendo da assunti diametralmente opposti, con il collega Marengo dobbiamo scrivere che cosa intendiamo per nuova costruzione e cosa intendiamo per ampliamenti, altrimenti non si capisce. In secondo luogo, se vogliamo intervenire in maniera differenziata sull'uno o sull'altro tipo di intervento, dobbiamo trovare un criterio di giustificazione di questa distinzione, essendo chiaro che se la graduazione della sanzione sugli oneri di urbanizzazione è data, nella stessa proposta di maggioranza, dalla gravità dell'infrazione che deve essere condonata, diventa molto difficile capire per quale ragione la gravità dell'infrazione (e non l'impatto dell'intervento edilizio) viene differenziata fra un ampliamento ed una nuova costruzione, quando l'aggravio della sanzione deriva dalla gravità dell'infrazione e non dall'impatto dell'intervento edilizio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta per la replica.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Mi rendo conto che quello che stiamo facendo è ancora uno sforzo difficile, soprattutto perché stiamo andando verso il tempo massimo consentito.
Se dessi retta all'istinto, manderei all'aria la questione e direi: "Si arrangi il Consiglio regionale", nel senso che la Corte Costituzionale ha stabilito l'integrazione delle Regioni, qualora lo vogliano fare.
La Giunta regionale, per formalizzare una proposta, chiede dieci minuti di tempo per scrivere il testo. Voglio solo fare osservare, visto che da più parti mi è stato chiesto di specificare tra nuova costruzione e ampliamento, che la distinzione, nella legge statale, non esiste.
La legge dello stato individua, nelle tipologie dell'abuso in tabella C, quando parla si misure dell'oblazione: "Operazioni realizzare in assenza o in difformità del titolo abitativo edilizio non conforme alle norme urbanistiche, le prescrizioni e gli strumenti urbanistici" - in sostanza tutte - così come per la tipologia 2, "opere realizzate in essenza o in difformità del titolo abitativo edilizio, ma conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni di strumenti urbanistici, alla data di entrata in vigore del provvedimento", cioè della legge dello Stato.
Cimentarsi adesso, ad un'ora dalla chiusura della seduta odierna del Consiglio regionale, su interpretazioni non esaminate con la dovuta e serena attenzione, credo che sia piuttosto difficile, data la ristrettezza dei tempi e la divergenza di posizioni in Aula. Tenterò, comunque, di riscrivere un testo da sottoporre all'esame dell'Aula; dopodiché, il Consiglio, che è sovrano, deciderà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente.
Per una questione di chiarezza di responsabilità, siccome l'Assessore ha preso la parola, in Aula, dicendo che si impegnava a formulare una proposta, che la formuli e la sottoponga all'esame dell'Assemblea.
inutile, adesso, accampare delle difficoltà: è lui che ha detto che avanzava una proposta. Noi chiediamo semplicemente che questa proposta sia scritta, in modo che possa essere letta e valutata.



PRESIDENTE

Assessore Botta, mi sembra che abbia richiesto una sospensione di circa un quarto d'ora per formulare una proposta da sottoporre all'esame dell'aula.
Sospendiamo, pertanto, la seduta fino alle ore 19.05 circa.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.48 riprende alle ore 19.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dispongo la distribuzione dei testi degli emendamenti presentati dalla Giunta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Iscrizione ed esame dell'ordine del giorno inerente n. 952 inerente a "Anatocismo bancario"


PRESIDENTE

Propongo all'Aula di iscrivere all'o.d.g. e di esaminare l'ordine del giorno n. 952, relativo a "Anatocismo bancario", presentato dai Consiglieri Di Benedetto, Cattaneo, Manica, Caracciolo, Angeleri, Papandrea, Deorsola Chiezzi, Moriconi, Rossi O., Taricco, Botta M., Tapparo, Palma, Mercurio Gallarini, Caramella, Picchetto, Pedrale, Rossi G., Mellano, Cantore Bussola, Vaglio, Ferrero, Leo, Godio, Casoni, Valvo, Contu, Dutto, Costa E., Marengo, Muliere, Marcenaro, Picchioni, Ronzani, Suino, Placido D'Onofrio, D'Ambrosio, Scanderebech, Bolla, Toselli, Riba, Racchelli, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale premesso che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 21095 del 4 novembre 2004 ha dichiarato illegale la pratica dell'anatocismo, ovvero gli 'interessi sugli interessi'. Infatti, nonostante il divieto del codice civile, fino al 1999 le banche italiane hanno calcolato gli interessi passivi dei correntisti con scadenza trimestrale. La sentenza della Cassazione ha valore retroattivo e si applica anche ai contratti stipulati prima del 1999 premesso ancora che secondo l'associazione dei consumatori sono circa 10 milioni gli italiani che potrebbero chiedere alle banche la 'restituzione delle somme illegittimamente trattenute dall'inizio del rapporto bancario fino a oggi' visto che in caso di mancata risposta o risposta negativa delle banche, i risparmiatori potrebbero ricorrere alla magistratura, il che comporterebbe centinaia di migliaia di nuove cause e nuovi costi per i cittadini gli italiani non riescono più a risparmiare, a causa del caro-vita, delle perdite subite nei vari crack della Parmalat, Cirio, Argentina, etc, e dell'aumento non sempre giustificato dei costi dei conti correnti e dei servizi bancari, tanto da aver sollecitato un recente intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi tutto ciò premesso, accertato e visto chiede al Presidente della Giunta regionale di adoperarsi affinché il Governo intervenga urgentemente con un decreto che preveda la restituzione automatica su domanda alle proprie banche dei singoli risparmiatori interessati o in alternativa a istituire tavoli di conciliazione con le singole banche che rendano giustizia ai cittadini scongiurando nuovi e costosi contenziosi".



(L'Aula, all'unanimità, acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Proseguimento esame disegno di legge n. 658 "Disposizioni regionali per l'attuazione della sanatoria edilizia" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo nuovamente ad esaminare il disegno di legge n. 658, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Siamo giunti all'esame dell'articolato.
Mi comunicano che sono in distribuzione i testi degli emendamenti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: prima dell'art. 1 aggiungere il seguente art. 01: "Art. 01. Definizioni 1. Ai fini della presente legge si intendono: per "Nuove costruzioni" a1) gli interventi di edificazione di manufatti edilizi fuori terra o interrati non costituenti ampliamenti di una costruzione e di una volumetria esistente e ad essa non fisicamente connessi a2) gli interventi di cui all'art. 3 L, comma 1, lettere e2), e3), e4) e5) e6), e7), e f) del D.P.R 6 giugno 2001, n. 380 b) per "interventi edilizi" gli interventi di cui all'art. 3 L., comma 1 lettere a), b), c), d) del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380".
L'emendamento presentato dall'Assessore Botta specifica ulteriormente delle definizioni, ma le colloca dopo l'articolo 1.
La parola al Consigliere Palma, per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Ho potuto esaminare la nuova formulazione dell'articolo che, su questo dà la Giunta, e mi sembra più estensiva rispetto a quella contenuta nel mio emendamento.
A questo punto, ritiro tutti i miei emendamenti, votando ovviamente contro il testo della Giunta, per consentire alla Giunta e alla maggioranza di votare il testo che hanno così emendato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Palma.
Comunico la presentazione del seguente emendamento: Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Pozzo, Marengo e Manolino: all'articolo 1, comma 2, la dizione "della l. 191/2004" è sostituita con "della presente legge".
Consigliere Marengo, intende mantenere l'emendamento?



MARENGO Pierluigi

La formulazione "della presente legge" mi sembrerebbe, dal punto di vista formale, più corretta, perché ritengo che sia questa legge che sani eventuali aspetti precedenti. Non cambia, comunque, nulla.



PRESIDENTE

Rilevo, però, che cambiano completamente le date.
Qual è il parere della Giunta?



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La Giunta esprime parere negativo.



MARENGO Pierluigi

Mi rimetto al parere della Giunta, pertanto ritiro tale emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 3 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 1 bis presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Botta Franco: "Art. 1 bis (Definizioni) Ai fini della presente legge si intende per nuova costruzione il manufatto che risulti realizzato in forma autonoma non connesso o pertinente o strumentale ad altro manufatto esistente".
La parola all'Assessore Botta per l'illustrazione.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Viste le sollecitazioni per una definizione di "nuova costruzione" ho tentato, con il tempo a mia disposizione, di riscrivere un testo che possa essere condiviso, che recita: "Ai fini della esente legge si intende per 'nuova costruzione' il manufatto che risulti realizzato in forma autonoma non connesso o pertinente o strumentale ad altro manufatto esistente".
Questa definizione è introdotta perché si lega alla questione degli oneri di urbanizzazione, dove distinguiamo tra nuova costruzione e ampliamenti.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore Botta.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Solo una spiegazione dall'Assessore su cosa s'intende per "manufatto" in questa formulazione. Innanzitutto, capire "altro manufatto esistente" ma nell'arco di quanti chilometri?



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Resto sempre in attesa di capire cosa intendere per nuova costruzione e per ampliamento.
Questo emendamento specifica cosa intendere per nuova costruzione. Ho fatto una domanda specifica: per un piano abusivo di un palazzo cosa s'intende, nuova costruzione o ampliamento? Anche per capire se questo emendamento si può votare o meno. Se è ampliamento, qual è il limite per essere sanato?



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Rossi.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Potete fare quello che volete di questo provvedimento, ma inserire in una legge regionale una dizione quale questa è assolutamente al di là del bene e del male. Rivedete il testo dell'articolo 1 bis, perché è in contrasto con qualsiasi normativa di ordine nazionale sulla definizione dei nuovi manufatti o degli ampliamenti. Volevate scrivere che nulla è nuova costruzione e che tutti sono ampliamenti? Bene, allora scrivetelo meglio.
Oppure cassate questo articolo. Questo è inaccettabile in un testo di legge. Mi chiedo come l'Assessore abbia potuto presentarlo al Consiglio.
Non ha alcun fondamento. Se vuole mascherare il fatto che non volete ritenere nulla nuova costruzione e volete allargare a dismisura questo concetto, fatelo scrivendolo in modo chiaro. Se poi qualcuno ricorrerà perché contrasta con la normativa nazionale, sarà peggio per voi, ma ve ne assumete la responsabilità. Una cosa del genere non può stare in una legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Credo che questa definizione riporti non esattamente a quelli che sono i criteri di legge urbanistica in materia di nuova costruzione, ma riporta sicuramente a quelli che sono i criteri del comune pensare della gente rispetto alle nuove costruzioni.
Il comune pensare della gente identifica nuove costruzioni nella classica villetta piuttosto che nel classico capannone costruito autonomamente in mezzo al campo. Questa è la nuova costruzione. Certo è diversa questa chiave interpretativa, perché è la chiave interpretativa del comune pensare, non è la chiave interpretativa dello strumento legislativo urbanistico ordinario. E' semplicemente la chiave interpretativa del comune pensare della gente. Noi abbiamo chiesto all'Assessore di mettere su carta quello che è il comune pensare. Quindi un fattore punitivo per coloro che hanno costruito in modo assolutamente abusivo su un campo, una casa piuttosto che un fabbricato commerciale. Altrimenti andremmo a penalizzare coloro che, invece, hanno fatto degli ampliamenti. Anche se una certa chiave di lettura li identifica come nuova costruzione. Non credo che ci sia tanto da mettersi le mani nei capelli. Peraltro il mio Capogruppo non lo fa - chiedo scusa per la battuta. Non c'è da stupirsi se noi abbiamo voluto andare verso quello che la gente pensa, crede e vuole. E' nostro compito farci carico di quella che è la volontà della gente, che vuole il condono in questa forma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Vorrei fare una piccolissima osservazione. Stante l'ora e la situazione, non vorrei porre ulteriori freni all'approvazione di una norma così meditata e importante per il futuro della concezione dello sviluppo urbanistico del Piemonte. Questa è un'opera d'arte. Penso sia assurdo che con un testo del genere di fatto, si faccia un'operazione di mascheramento indescrivibile, nel senso che questa è la norma che serve a dire che teoricamente, abbiamo ipotizzato che ci sarà un percorso punitivo per alcune categorie così come definito dai rappresentati della maggioranza in Commissione, che gravemente hanno leso quella che è la legalità urbanistica nel Piemonte e oppugniamo in un modo che individua un'impossibilità pratica di procedere. Per carità, prendiamo atto che questo è l'approccio: tutti i cittadini che onestamente hanno presentato domande per concessioni edilizie saranno riconoscenti a questa Giunta e a questa maggioranza, perché questa è un'opera d'arte.
Interrompo l'intervento perché dobbiamo lasciare che possa essere velocemente approvata quest'opera d'arte che oggi vediamo approdare in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta per la replica.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Avevo chiesto una collaborazione al Consiglio regionale. Nelle varie riunioni si era chiesta una proposta: per avvicinare le posizioni, abbiamo fatto questo ulteriore passo, che era quello di inasprire sugli oneri di urbanizzazione, introducendo la misura del 30% sulle nuove costruzioni. E' ovvio che le nuove costruzioni sono, a nostro avviso - qui rispondo anche al capogruppo della Lega Nord - molto più gravi degli ampliamenti. Lo ha anche ricordato poco fa il Consigliere Cattaneo: nel momento in cui sorgono dei "funghi" sul territorio regionale, ammesso che siano sorti, noi diamo il segnale che prestiamo una misura di aggravio degli oneri di urbanizzazione. Mi sembra che la definizione, per quanto possa sembrare non dettagliata, tenda a definire che cosa significa il manufatto in senso autonomo rispetto all'ampliamento. Non mi sembra, come ho sentito dire da qualcuno, violare la legalità urbanistica. Ci stiamo movendo all'interno di una legge straordinaria, dell'attuazione di una legge straordinaria che è il condono edilizio. Ho provato a dare questa definizione come rappresentante di Giunta. Se da parte di qualche Consigliere c'è la volontà di presentare un subemendamento, lo faccia.



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi ha appena depositato alla Presidenza un subemendamento all'emendamento aggiuntivo.
Subemendamento all'emendamento aggiuntivo rubricato n. 1 bis presentato dal Consigliere Chiezzi: "Art. 1 bis (Definizioni) Ai fini della presente legge si intende per nuova costruzione il manufatto così definito nel Regolamento edilizio del Comune".
Consigliere Chiezzi, può intervenire per illustrare il subemendamento ma ha già parlato per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Scelga lei, Presidente.
Mi va bene che si elimini l'articolo 1 bis. In alternativa, una proposta potrebbe essere: "Ai fini della presente legge, si intende per nuova costruzione, il manufatto così definito nel regolamento edilizio del Comune".



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, mi deve formalizzare la sua richiesta. Come lo tratta, Consigliere Chiezzi, come emendamento o come subemendamento? E' un subemendamento?



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Il subemendamento viene ritirato dal proponente e conservato agli atti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Credo che non si possa arrivare, in pochi minuti, all'approvazione della legge. Come Lega Nord riteniamo che sia fondamentale approvare una legge regionale che modifica il testo nazionale, tant'è che abbiamo dato la massima disponibilità. Avevamo chiesto la riduzione a 450 metri cubi, siamo venuti incontro alle richieste della Giunta fino a 600 metri cubi.
Ovviamente, noi intendevamo, e intendiamo, 600 metri cubi per le nuove costruzioni e 600 metri cubi per gli ampliamenti. Di idea diversa erano alcuni rappresentati di altri partiti, anche della maggioranza.
A questo punto riteniamo che si possa andare avanti con i lavori convocando un Consiglio domani sera, oppure proseguire il dibattito nella seduta di Consiglio già convocata per giovedì. Noi siamo convinti che i tempi saranno dilatati perché non è solo la Regione Piemonte che non ha legiferato in merito, ma ve ne sono altre. Per cui si potrà lavorare in modo un po' più serio. Raffazzonare con emendamenti di Giunta, di maggioranza o di minoranza un qualcosa che, è evidente, non ha trovato un accordo in Consiglio ci sembra, a quest'ora di sera, pressoché inutile. E' chiaro che la Lega Nord ha come obiettivo l'intenzione di ridurre la possibilità di condonare abusi edilizi, condonare un piano abusivo di un palazzo, non è corretto. Chiediamo alla Regione di ridurre quella percentuale in metri cubi. Siamo disponibili a lavorare domani sera dopodomani, se sarà possibile anche di più, ma chiudere questa sera con un provvedimento raffazzonato non ci sembra corretto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Come ho avuto modo di dire precedentemente, poiché la definizione, per quanto riguarda il manufatto, è una definizione scritta e dettata in condizioni difficili e all'ultimo momento, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento aggiuntivo rubricato n. 1 bis) è ritirato dal proponente e conservato agli atti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Per quanto ci riguarda, vi è la piena disponibilità ad andare avanti per il tempo necessario all'approvazione del provvedimento e il ritiro degli emendamenti da noi presentati.



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati dal Gruppo DS sono ritirati e conservati agli atti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma, sull'ordine dei lavori.



PALMA Carmelo

stata avanzata la proposta, che peraltro condividiamo, di proseguire i nostri lavori oltre le ore 20.00.
Pregherei la Presidenza di verificare se è possibile farlo e, in caso affermativo, di comunicare all'Aula il prosieguo dei lavori e, in caso contrario, di aggiornare la seduta a domani. Sono le ore 20.01, non facciamo finta di niente: che la Presidenza si riservi di valutare se sulla base di questa convocazione, sia possibile, come io ritengo proseguire i nostri lavori fino a mezzanotte; comunichi tale decisione e l'Aula si disponga in tal senso.
Visto che non mi pare che esistano ragioni regolamentari che ostino rispetto a questa decisione, prima si risolva la questione procedurale, poi si vedrà che fine farà l'emendamento sub 1 bis che, qualora venisse ritirato, si trascinerebbe tutti gli altri emendamenti che la Giunta ha presentato.



PRESIDENTE

Collega Palma, mi è sembrato di cogliere una larga maggioranza rispetto alla volontà di proseguire i nostri lavori e di concludere il punto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo, sempre sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Ho apprezzato l'intervento del Consigliere Palma. Tuttavia, ritengo che sia possibile, da parte del Presidente, dare immediata risposta, perché noi siamo stati convocati alle ore 14.30, ma è prassi che si terminino i lavori per le ore 20.00. Molte volte - e vorrei essere smentito da uno dei miei 59 colleghi - per questioni di urgenza, abbiamo prolungato i nostri lavori di mezz'ora, un'ora o forse più, senza interrompere, per concludere un provvedimento.
Pertanto, se vi è tutta questa voglia di lavorare - tant'è che è stato anche proposto di convocare una seduta consiliare per domani sera, sulla quale nutro seri dubbi, in parte perché alcuni colleghi avevano già preannunciato degli impegni, in parte per questioni tecniche, per cui non è possibile convocare una seduta se non prima delle ore 20.00 o 20.30, perch occorrono 24 ore per la convocazione - si stia qua ancora quei 30, 40, 50 o 70 minuti necessari per concludere il provvedimento: sarà sufficiente non interrompere i lavori. Siamo stati convocati alle ore 14.30 e tecnicamente possiamo lavorare fino alle ore 23.59. Naturalmente, mi riserver successivamente di entrare nel merito della posizione della Giunta qualora fosse mantenuto il ritiro di quell'emendamento prima della votazione di quell'articolo. Chiederò, pertanto, di intervenire qualora venga confermato il ritiro di quell'emendamento.



PRESIDENTE

Vorrei ricordare all'Aula che è prassi concludere i nostri lavori alle ore 20.00, ma non si tratta di un orario perentorio al quale ci dobbiamo attenere per forza.
Se vi è qualche Consigliere che eccepisce, si formuli una proposta di sospensione che provvederò a porre in votazione.
Mi sembra che nessuno abbia avanzato una richiesta in tal senso pertanto proseguirei l'esame del disegno di legge n. 658.
In merito all'articolo 2, la Giunta ha ritirato un emendamento che è stato ripresentato da tre Consiglieri: mi riferisco all'emendamento relativo all'articolo 1 bis, che l'Assessore Botta aveva precedentemente illustrato.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 1.1 bis presentato dai Consiglieri Marengo, Cantore e Manolino: "Art. 1 bis (Definizioni) Ai fini della presente legge si intende per nuova costruzione il manufatto che risulti realizzato in forma autonoma non connesso o pertinentee ad altro manufatto esistente".
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Se riusciamo a riprendere in modo razionale la nostra discussione magari sedando i tumulti nell'ambito della maggioranza, l'Assessore ha appena ritirato un emendamento che si trascina dietro anche gli altri, in particolare quello sulle sanzioni, perché o viene indicato un criterio distintivo fra gli ampliamenti e le nuove costruzioni, oppure viene a mancare un criterio di differenziazione degli oneri fra le nuove costruzioni e gli ampliamenti, a meno che la logica non sia che ognuno fa quello che vuole, per cui il Comune "x" considera ampliamento ciò che il Comune "y" considera nuova costruzione, creando una situazione di obiettiva incertezza del diritto.



(Brusìo in aula)



PALMA Carmelo

Presidente, siamo alle soglie del tumulto in Aula!



PRESIDENTE

Colleghi, vi invito a ripristinare l'ordine, perché ho delle difficoltà a sentire gli interventi.
Se collaborate, forse riusciamo a comprendere quali obiettivi riusciamo a raggiungere rispetto agli emendamenti presentati.
Prego, Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

La conseguenza è che i Consiglieri non sanno che cosa fanno, perché in una situazione di questo tipo la Giunta ha appena ritirato, di fatto l'intero testo...



(Brusìo in aula)



PALMA Carmelo

Chiedo scusa, Presidente, mi dà la parola nel momento in cui so su cosa sto intervenendo? Perché se vi è un emendamento che va e torna dalla Presidenza, io non so se sto intervenendo su un emendamento esistente o inesistente.
Non mi sembra di chiedere troppo!



PRESIDENTE

Il Consigliere Marengo, unitamente ad altri due colleghi, ha ripresentato un emendamento formulato dalla Giunta.



PALMA Carmelo

Che non è stato ritirato.



PRESIDENTE

Che al momento non è stato ritirato. Qualora venisse ritirato, glielo comunicherò.



PALMA Carmelo

La mia impressione è che sarebbe il caso di prevedere una sospensione mi rivolgo anche all'Assessore - perché visto che la definizione di "nuova costruzione" era, oltre che impropria, eccessivamente estensiva, e visto che a questa distinzione è appesa la distinzione degli oneri, che mi pare qualificante in senso migliorativo di questo provvedimento, o si trova una formulazione che consenta di distinguere le due tipologie di intervento edilizio, oppure non possiamo distinguere gli oneri senza distinguere gli interventi.Pertanto, Presidente, le chiedo di rimettere ordine non solo proceduralmente, ma anche sostanzialmente nella nostra discussione riprendendo in mano tutte le carte, esaminando tutti gli emendamenti in suo possesso e, magari, comunicando alla Giunta che alcuni emendamenti sono fra loro inevitabilmente connessi e pertanto non possono essere ritirati, se non per essere riformulati, perché altrimenti anche l'emendamento all'articolo 4 (l'altro emendamento presentato dalla Giunta) non ha più tecnicamente ragione di esistere.



PRESIDENTE

Credo che gli emendamenti successivi formulati dalla Giunta, venendo meno l'articolo 1 bis, siano superati. Sostanzialmente, è difficile poterli collocare così come sono stati formulati.



PALMA Carmelo

Posso chiedere al Presidente di fare questo lavoro con la Giunta e magari anche con la maggioranza per capire qual è il quadro di compatibilità normativa in cui ci muoviamo, per poi decidere nel merito?



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per alcuni minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 20.10 riprende alle ore 20.19)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Desidero sapere, Consigliere Marengo, se lei mantiene o meno l'articolo 1 bis... Lo mantiene?



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, prendete posto affinché si possa dare ordine ai nostri lavori.
E' stata nuovamente richiesta una breve sospensione... La accordiamo.



(La seduta, sospesa alle ore 20.21 riprende alle ore 20,23)



PRESIDENTE

Dopo la sospensione richiesta dal Consigliere Cattaneo, riprendiamo i nostri lavori. Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

In sostanza, il ritiro dell'emendamento della Giunta era, come ha motivato l'Assessore Botta, sostanzialmente dovuto al fatto che era stato inserito nell'emendamento originario anche, oltre alla formula autonoma pertinenziale non connessa, il collegamento alla fattispecie strumentale: elemento importante come implemento dell'articolo - perché strumentale ovviamente - è semplicemente il titolo di proprietà. In effetti, se un manufatto era sorto in forma di illecito a 10 o 15 chilometri di distanza o, addirittura, in altra provincia, purché nella Regione Piemonte, ritengo che si possa ripresentare l'emendamento in una formulazione che tolga quest'aspetto, che credo fosse quello rilevante che ha portato la Giunta a fare questa valutazione, semplicemente definendo: "Ai fini della presente legge si intende per nuova costruzione il manufatto che risulti realizzato in forma autonoma, non connesso e pertinente ad altro manufatto esistente" togliendo l'aspetto strumentale che era, in effetti, un po' stridente.



PRESIDENTE

Quindi l'emendamento del Consigliere Marengo risulta modificato nella seguente forma espressa dal Consigliere Cattaneo: "Art. 1 bis (Definizioni) Ai fini della presente legge si intende per nuova costruzione il manufatto che risulti realizzato in forma autonoma non connesso o pertinenziale altro manufatto esistente".
Non vi sono altre richieste di interventi sull'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento aggiuntivo rubricato n. 1.1 bis, come modificato.
Il Consiglio approva.
Pertanto, abbiamo inserito l'articolo 1 bis.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: il comma 1 dell'art. 2 è sostituito dal seguente comma 1: "1. La sanatoria degli abusi edilizi di cui all'articolo 1, comma 1 si applica agli interventi edilizi su immobili a destinazione residenziale. I limiti volumetrici fissati nella normativa nazionale sono ridotti ad un massimo di 500 metri cubi per singola richiesta di titolo abitativo edilizio in sanatoria, a condizione che la costruzione così ampliata non superi i 2000 metri cubi".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 25 presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi Brigandì e Cota: il comma 1 è così sostituito: "1. La sanatoria degli abusi edilizi di cui all'articolo 1, comma 1, si applica alle nuove costruzioni residenziali e non residenziali con la riduzione dei limiti volumetrici massimi a 450 metri cubi per singola richiesta di titolo abitativo edilizio in sanatoria, a condizione che la nuova costruzione non superi complessivamente i 1.800 metri cubi".
Emendamento rubricato n. 24 presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi Brigandì e Cota: il comma 1 è così sostituito: "1. La sanatoria degli abusi edilizi di cui all'articolo 1, comma 1, si applica alle nuove costruzioni residenziali e non residenziali con la riduzione dei limiti volumetrici massimi a 500 metri cubi per singola richiesta di titolo abitativo edilizio in sanatoria, a condizione che la nuova costruzione non superi complessivamente i 2.000 metri cubi".
Collega Rossi, lei è uno dei firmatari, mi dica se sono ritirati o meno.



ROSSI Oreste

L'emendamento rubricato n. 25 lo mantengo, il n. 24 lo ritiro.



PRESIDENTE

Andiamo per ordine. Possiamo votare l'emendamento rubricato n. 25? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Era solo per capire come stiamo procedendo. Com'è evidente, c'è una parte del Consiglio che vota pur di consentire ad un'altra parte del Consiglio di approvare un testo che l'altra parte del Consiglio, peraltro non vuole approvare. Abbiamo una parte della maggioranza che sta facendo l'opposizione contro l'opposizione che ha ritirato i propri emendamenti.
Est modus in rebus, nel senso che non vedo perché devo ritirare il mio emendamento facendo fare campagna elettorale contro il condono alla Lega Nord. Allora, ritiro il ritiro del mio emendamento e discuto l'emendamento presentato sulle volumetrie. Vorrei che fosse chiaro che si deve procedere in modo possibilmente coerente per tutti i Gruppi consiliari.
Se l'obiettivo - Presidente, la prego di consultare i diversi Gruppi è quello di procedere all'approvazione di un testo, sono d'accordo, ed è per questo che ho ritirato gli emendamenti fin dall'inizio. Se devo votare a favore degli emendamenti della Lega, dopo aver presentato prima i miei ma avendo visto che, dopo averli ritirati, il Consigliere Dutto li ha ripresentati, obiettivamente c'è qualcosa che non funziona nella nostra discussione. Non vorrei che sui giornali uscisse: "La Lega battuta nella lotta contro il condono".



PALMA Carmelo

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PALMA Carmelo

Vale anche per noi.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, poiché è il proponente degli emendamenti, le chiedo se li ritira.



ROSSI Oreste

Svolgo l'intervento sull'emendamento.
Penso che, come Gruppo, ci siamo comportati in modo estremamente corretto. Abbiamo detto fin dall'inizio che, come condizione affinch questo condono passasse con il nostro voto favorevole, ci fosse una riduzione dei metri cubi condonabili. C'è stato un accordo di massima anche a livello di riunioni, per arrivare - noi chiedevamo 450 - a 600 metri cubi anziché 750.
Oggi, e solo oggi, ho saputo che l'intenzione era di condonare fino a 600 metri cubi solo per le nuove costruzioni. Per gli ampliamenti, cioè all'incirca per il 90% dei casi, rimangono 750 metri cubi condonabili.
Dopodiché non è mia intenzione fare ostruzionismo perché almeno su una delle due tipologie c'è un po' di serietà e si riducono i metri cubi condonabili. Non è mia intenzione fare ostruzionismo per essere poi accusato di aver fatto passare la legge dello Stato che, secondo il principio della devolution, affida tali competenze alle Regioni e il Piemonte non può fare la figura di non essere in grado di approvare una legge. Tuttavia vi dico: approvatevi la legge, ma sappiate che l'accordo con il nostro Gruppo era di ridurre i metri cubi condonabili, nell'uno e nell'altro caso. Non l'avete fatto, abbandono l'Aula, non partecipo al voto, ma non si dica che la Lega non abbia fatto il possibile per approvare un provvedimento congiunto di maggioranza. Siete voi che avete cambiato gli accordi e avete portato anziché a 600 metri cubi a 750 metri cubi.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, ritira anche l'emendamento rubricato n. 24?



ROSSI Oreste

Ritiro tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

Vengono ritirati gli emendamenti rubricati 25 a firma del Consigliere Dutto ed altri e l'emendamento rubricato n. 24....



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 24 e n. 25. sono dunque ritirati dai proponenti e conservati agli atti Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Apprezzo il fatto che il Consigliere Rossi abbia ritirato gli emendamenti, tuttavia devo dire al Consigliere, finché è presente e ad onore della verità, che mi sembra strano un abbandono dell'Aula da parte della sua forza di maggioranza. La riduzione da 750 a 600 metri cubi nasce proprio da un pomeriggio. Il Consigliere Rossi non era presente in Commissione in quell'occasione (era un tardi pomeriggio), ma proprio di fronte ad una posizione della Lega (forse il Consigliere Rossi non era informato) che ha ritirato il proprio emendamento che proponeva la cubatura di 450 metri, la maggioranza con la Giunta (l'Assessore Botta ha presentato un emendamento al disegno di legge originario della Giunta), ha presentato la riduzione per le nuove costruzioni da 750 a 600 metri cubi.
Do atto che in quella occasione la Lega ha suscitato un dibattito tale per cui si è ridotta la cubatura. Tant'è che il Consigliere Dutto autorevole Presidente emerito della Commissione stessa e rappresentante della Lega, in quell'occasione, alla luce della posizione della Casa delle Libertà e di quella esplicita scelta di governo espressa dall'emendamento presentato in sede di Commissione dall'Assessore Botta, ha votato l'emendamento in nome del Gruppo della Lega per ridurre da 750 a 600 metri cubi. Come ho detto prima, la Lega ha ritirato l'emendamento di 450 metri cubi, ha votato l'articolo e ha votato, in nome della Lega, l'intero testo così come modificato, assegnandolo al Consiglio.
Credo che in buona fede il Consigliere Rossi forse non fosse a conoscenza di tutto questo percorso se conferma l'abbandono dell'Aula.
Rispetto la sua scelta, ma la trovo, sotto l'aspetto comportamentale quanto meno anomala, e sotto l'aspetto politico sarà certamente chiarita in sede politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Costa Enrico; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Sono contrario a prese di posizione diverse di un Gruppo consiliare a seconda del luogo in cui si trova, Commissione o Consiglio. Anch'io sarei tentato di portare avanti forme di protesta nei confronti di quello che ho sentito, ma non lo faccio per senso di responsabilità, perché forse mancherebbe il numero legale. Ci sono molti Consiglieri che, allo stesso modo, vorrebbero andare a casa, invece stanno qui con senso di responsabilità.
Cerchiamo di evitare espressioni demagogiche come quelle cui abbiamo assistito, laddove un Gruppo vota a favore in Commissione e quasi rinnega la sua presa di posizione.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 19 presentato dai Consiglieri Muliere, Suino Manica, Riba e Placido: articolo 2, comma 1, eliminare le parole "e non residenziali".
Passiamo all'emendamento presentato dal Consigliere Muliere ed altri...



PRESIDENTE

MULIERE Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Abbiamo già detto che gli emendamenti del Gruppo DS sono tutti ritirati.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 19 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 19 bis presentato dalla Giunta, a firma dell'Assessore Botta F.: al comma 1 le parole "residenziali e non residenziali" sono soppresse.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19 bis.
Il Consiglio approva.
Comunico che sono stati ritirati e conservati agli atti i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, si depenna l'intera parte del comma da "con la riduzione" alla fine.
Emendamento rubricato n. 20 presentato dai Consiglieri Muliere, Suino Manica, Riba e Placido: all'articolo 2, comma 1 sostituire le parole "600 metri cubi" con le parole "250 metri cubi".
Emendamento rubricato n. 5 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "740".
Emendamento rubricato n. 6 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "730".
Emendamento rubricato n. 7 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "720".
Emendamento rubricato n. 8 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "710".
Emendamento rubricato n. 9 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "700".
Emendamento rubricato n. 10 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "690".
Emendamento rubricato n. 11 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "680".
Emendamento rubricato n. 12 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "670".
Emendamento rubricato n. 13 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "660".
Emendamento rubricato n. 14 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "650".
Emendamento rubricato n. 15 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "640".
Emendamento rubricato n. 16 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "630".
Emendamento rubricato n. 17 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "620".
Emendamento rubricato n. 18 presentato dai Consiglieri Marengo, Pozzo e Manolino: all'articolo 2, comma 1, la cifra "600" è modificata in "610".
Emendamento rubricato n. 21 presentato dai Consiglieri Muliere, Suino Riba, Manica e Placido: all'articolo 2, comma 1 aggiungere dopo le parole "2.400 metri cubi" le parole "Per quanto riguarda gli ampliamenti è condonabili l'ampliamento non superiore a 250 metri".
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, come emendato Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 23 presentato dai Consiglieri Muliere, Suino Riba, Placido e Manica: all'articolo 4, comma 1 sostituire le parole "al 31 marzo 2003" con le parole "all'atto del perfezionamento della sanatoria incrementate del 100 per cento ai sensi dell'articolo 32, comma 34 della legge 326/2003".
Emendamento rubricato n. 26 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Botta F.: dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: "2. All'atto della presentazione della domanda di sanatoria deve essere versata, a titolo di anticipazione, una quota non inferiore al 30 per cento degli oneri di urbanizzazione determinati ai sensi del comma 1".
Tali emendamenti sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento sostitutivo rubricato n. 27 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Botta F.: l'articolo 4, è sostituito dal seguente: "Art. 4. (Oneri di urbanizzazione) 1. Gli oneri di urbanizzazione dovuti sono determinati applicando le tabelle comunali in vigore al 31 marzo 2003 e sono incrementati del 30 per cento per opere abusive relative a nuove costruzioni riconducibili alle tipologie di illecito numeri 1 e 2 dell'allegato 1 al d.l. 269/2003 convertito dalla l. 326/2003.
2. All'atto della presentazione della domanda di sanatoria deve essere versata, a titolo di anticipazione, una quota non inferiore al 30 per cento degli oneri di urbanizzazione determinati ai sensi del comma 1".
Indìco la votazione palese sull'emendamento sostitutivo - dell'articolo 4 rubricato n. 27.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Prima di porre in votazione l'intero testo di legge procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Capisco che ormai vi sia un clima di disarmo anche psicologico tuttavia vorrei far presente alla Giunta e all'Assessore competente che il suo emendamento è stato approvato perché i due Consiglieri del Gruppo Radicale hanno votato a favore - dopo che una parte della maggioranza ha votato contro il suo emendamento - solo tecnicamente, per consentire a questo provvedimento di essere solo lievemente migliore rispetto a quello governativo, in una situazione nella quale la sua Giunta, Signor Assessore e Signor Vicepresidente, sarebbe andata sotto sull'unica modifica "migliorativa" intervenuta nel passaggio dalla Commissione all'Aula per il voto contrario non di uno e neppure di due esponenti della maggioranza.
Assessore, siamo sostanzialmente riusciti a costringervi ad approvare un testo che non volevate approvare, con delle modifiche solo lievemente migliorative che non volevate prima proporre e neppure approvare - siamo comunque qui a votare a favore, casomai qualcuno di voi si sbagliasse che, rispetto al provvedimento di condono previsto dal Governo, ha una lieve riduzione per le nuove costituzioni di 150 metri quadri, unicamente per le nuove costruzioni, e ha un lievissimo aggravio degli oneri di urbanizzazione solamente per le tipologie di infrazione più gravi (la 1 e la 2), esclusivamente per le nuove costruzioni, del trenta per cento.
Vorrei far presente, signor Assessore e signor Vicepresidente, che la vostra maggioranza politica nella Regione, di fianco alla nostra, in una situazione in cui esistevano conflitti di interesse interni alla compagine anche superiori e di interessi al condono espliciti da parte di settori della maggioranza che non rappresentavano l'ordine dei geometri, ma che rappresentavano grandi costruttori, anche familiari del Presidente del Consiglio, è stata in grado di votare una riduzione a 500 metri cubi per gli ampliamenti, di escludere tutte le nuove costruzioni, sia sul residenziale che sul non residenziale, e di aggravare più pesantemente gli oneri di urbanizzazione.
Questo è riuscito a farlo la Giunta della Regione Lombardia ed è riuscito a farlo il Consiglio regionale della Regione Lombardia.
Noi, con un provvedimento che è stato prima immagino concordato con tutte le corporazioni esistenti sul mercato, poi discusso in Commissione con i rappresentanti delle stesse corporazioni, difeso all'interno di quest'Aula in maniera esplicita, in alcuni casi anche divertente, dai rappresentati delle corporazioni stesse, portiamo a casa, unicamente perch una parte dell'opposizione tecnicamente ha sostenuto l'emendamento della Giunta - unicamente per questa ragione, lo ribadisco - un aggravio del trenta per cento degli oneri di urbanizzazione solo per le nuove costruzioni e solo per le infrazioni più grave.
Questa, a mio giudizio, è una cosa su cui politicamente la Giunta e il Presidente molto devono meditare, perché riflette - se vogliamo trarre una misura politica - una misura politica del grado di fiducia che questa Giunta riesce a riscuotere nella sua maggioranza e, forse, anche del tipo di impegno e di professionalità, tra virgolette, che molti Consiglieri di questa maggioranza sono in grado di esprimere e di esercitare quando esistono temi sensibili non solo politicamente, ma anche dal punto di vista economico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere, per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocco

Intervengo brevemente per ribadire che oggi la maggioranza ha dimostrato il suo stato confusionale.
Avete gestito questa partita, che, come avevamo preannunciato, si prospettava delicata e difficile, in uno stato di completa confusione, con uno scontro interno che non si era mai visto in quest'Aula.
Avevamo richiesto al Presidente Ghigo di intervenire su questa materia poter condurre questa vicenda delicata e difficile in maniera ordinata, ma se n'è lavato le mani, perché, dopo aver presenziato ai lavori di questa mattina, ha abbandonato l'Aula.
Abbiamo osservato un Assessore che, con tutta la sua buona volontà, ha cercato di mediare posizioni contrapposte all'interno della maggioranza; un Assessore prigioniero, che non ha potuto o voluto assumere una posizione forte rispetto alle posizioni sbagliate espresse da questa maggioranza. Il risultato che abbiamo portato a casa è quello che ha ricordato il collega Palma: un risultato estremamente negativo; per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, addirittura più restrittivo della legge nazionale. Questo è poco rispetto a quello che si poteva fare e a quello che hanno fatto altre Regioni. E non mi riferisco alle Regioni di centrosinistra, ma alle regioni del centrodestra. Guardate, ad esempio, quello che ha fatto la Regione Lazio o la Regione Lombardia, come ricordava prima il collega Palma.
Si poteva esprimere una posizione chiara - che non corrisponde a ci che è avvenuto stasera - e autonoma per quanto riguarda la Regione Piemonte. Penso invece che ci siano stati un risultato negativo e una conduzione ancora più negativa da parte di questa maggioranza nei confronti di un problema delicato e difficile come questo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

In questo brevissimo intervento voglio esprimere tutta la mia solidarietà nei confronti del collega Botta Franco Maria e sottolineare che questa Regione, anche se qualcuno pare non essersene accorto, condivide l'opinione che il territorio rappresenti l'unica chance, l'unica vera forza in positivo che abbiamo per impostare un nuovo sviluppo.
Risulta del tutto ovvio e naturale che tutto quello che viene fatto per non preservare questa nostra risorsa assume un carattere negativo e rischioso nei confronti del nuovo sviluppo, sul quale questa Giunta nella sua interezza ha lavorato, a partire dal collega Racchelli per continuare con il collega Cavallera, proprio per tutelare l'ambiente e il territorio.
Ritengo che la penalizzazione di chi non tiene conto degli strumenti urbanistici e delle norme urbanistiche sia una penalizzazione dovuta. Non abbiamo ecceduto, ma era giusto dare un'indicazione ai Comuni, che devono tenere conto dell'importanza del territorio e del loro compito di governo.
Sono moderatamente soddisfatto dell'approvazione di questo disegno di legge e, come Gruppo, dichiaro la completa adesione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Intervengo molto velocemente perché l'ora e la situazione non permettono grandi riflessioni.
Per le stesse argomentazioni che ha sostenuto il collega Vaglio e che sottoscrivo e condivido, non sono per niente soddisfatto di questo testo di legge. Mi pare che il prodotto finale che andiamo a confezionare non sia ottimale; quindi, pur non condividendo nulla di questo testo, grazie anche alla nostra presenza in Aula risulta essere meno peggiore di ciò che capiterebbe se non lo approvassimo e, solo per questo motivo, lo sottoscriviamo.
Penso che i cittadini piemontesi onesti avranno di che riflettere su un testo di questa natura. Si tratta, nella forma, di un testo di legge apprezzabile, ma nella sostanza è una presa in giro per chi ha rispettato le regole. Pertanto, ritengo che questo testo di legge sarà ancora oggetto di riflessione nei prossimi giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ringrazio l'Assessore Botta per la disponibilità dimostrata sia in Commissione che in Aula anche in momenti difficili, in quanto la maggioranza, più vivace che su altri testi di legge, ha avuto posizioni diverse o comunque alcune fibrillazioni.
Voglio comunque ricordare all'Aula e innanzitutto a me stesso che ogni testo di legge votato dal Consiglio può essere sempre ritenuto modesto rispetto a una legge ideale che potrebbe essere migliore. Comunque sia l'indirizzo delle scelte di governo della Giunta regionale, magari con misure e modalità differenziate, è fatto salvo, perché è stata introdotta una riduzione. Addirittura, è stato migliorato il testo della Giunta regionale. Mi riferisco all'indicazione dei 150 metri cubi in alcune tipologie (che sono 65 metri quadri circa), con una misura rilevantissima di contenimento rispetto alle scelte del governo.
Sono state introdotte alcune penalizzazioni di tipo economico relativamente alla misura degli oneri con una maggiorazione rispetto alla misura nazionale per due tipologie di intervento (quegli abusi più gravi cui si riferiva il Consigliere Taricco).
Voglio citare l'opposizione, cui riconosco senso di responsabilità perché siamo presenti in un numero bipartisan per cercare di fare il meglio possibile. Ringrazio anche il Gruppo dei Radicali che, con il suo apporto indispensabile nella votazione, ci ha consentito di mantenere la misura perché, ad esempio, il centrosinistra, liberamente e legittimamente, anche sull'aumento del 30% ha votato contro, probabilmente perché lo voleva più ampio (non voglio dire che ci sono delle dietrologie).
Ciò detto, ringrazio l'Assessore Botta non tanto per la pazienza e la disponibilità, ma per la capacità nell'avere portato il Consiglio regionale a legiferare una buona legge sul condono. Tutto sommato, se non l'avessimo fatta, sarebbe stato peggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questa legge è uno schiaffo alle persone per bene che, in Piemonte prima di costruire, chiedono i permessi e rispettano le regole urbanistiche. Voterò contro.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 22 Consiglieri hanno votato NO 10 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.56)



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