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Dettaglio seduta n.498 del 27/10/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.20 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.50)



(La seduta ha inizio alle ore 10.57)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Botta Marco, Casoni Cavallera, Costa Enrico, Racchelli e Rossi Oreste.


Argomento: Parchi e riserve

Proseguimento esame disegno di legge n. 416 "Istituzione del Parco naturale del Monte San Giorgio, del Parco naturale del Monte Tre Denti-Freidour, del Parco naturale di Conca Cialancia, del Parco naturale del Colle del Lys della Riserva naturale speciale dello Stagno di Oulx"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame del disegno di legge n. 416, di cui al punto 12) all'o.d.g., che è già stato esaminato nella giornata di ieri.
Eravamo in fase di votazione, relativamente all'articolo 1 di tale disegno di legge, quando è mancato il numero legale, pertanto occorre partire dalla votazione, a meno che non si chieda di sospendere la trattazione di detto argomento e passare ad altro.
Invito i colleghi a prendere posto in aula.
E' richiesta, da più di tre Consiglieri, la votazione nominale.
Indìco, pertanto, la votazione nominale sull'articolo 1, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 28 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione nominale sull'articolo 2, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione nominale sull'articolo 3, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione nominale sull'articolo 4, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione nominale sull'articolo 5, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione nominale sull'articolo 6, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione nominale sull'articolo 7, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione nominale sull'articolo 8, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione nominale sull'articolo 9, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione nominale sull'articolo 10, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione nominale sull'articolo 11, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri Il Consiglio approva.
Non essendoci interventi per dichiarazione di voto, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge presenti e votanti 33 Consiglieri hanno votato Sì 33 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Contratti ed appalti - Innovazione tecnologica

Comunicazioni dell'Assessore Pichetto Fratin in merito alla situazione di Finpiemonte interrogazioni collegate: n. 2967 presentata dai Consiglieri Ronzani, Marcenaro, Manica, Riba Muliere, Riggio, Placido e Suino inerente a "Revoca immediata DGR n. 37 12895 del 28/06/2004 (Finpiemonte)" n. 2968 presentata dai Consiglieri Ronzani, Marcenaro, Manica, Riba Muliere, Riggio, Placido e Suino inerente a "Revoca immediata DGR n. 64 12780 del 14/06/2004" n. 3019 presentata dal Consigliere Tapparo inerente a "Situazione debitoria dei Parchi Tecnologici del Piemonte e discutibile e rischiosa operazione finanziaria della Giunta regionale"


PRESIDENTE

Colleghi, vi era un accordo tra Giunta e Consiglio per dare la parola all'Assessore Pichetto per la questione inerente alla Finpiemonte.
Naturalmente, vengono conglobate all'interno delle comunicazioni, quindi della relativa discussione che i Consiglieri potranno fare in seguito, le interrogazioni, le interpellanze e gli ordini del giorno in merito a tale questione.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Solo per chiarire la procedura che avevamo richiesto e credo sia stata condivisa dall'Assessore. Avevamo chiesto di discutere prima la questione della Finpiemonte, tant'è che avevamo chiesto la discussione in Commissione; naturalmente eravamo d'accordo ad affrontare l'argomento in aula, se questa era la vostra preferenza, ma la richiesta di discuterla in Commissione comportava che fosse una discussione a parte e preliminare rispetto all'assestamento del bilancio.
In tale senso, ripeto e confermo l'esigenza di discutere l'informazione sulla Finpiemonte, approfondirla e poi passare all'assestamento del bilancio.
Le chiedo, pertanto, Presidente, di non conglobare gli argomenti perché sono due questioni diverse, che vanno discusse con una priorità per la Finpiemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa: conglobavo solo le interrogazioni, le interpellanze e gli ordini del giorno - qualora ce ne fossero - inerenti alla Finpiemonte.
Pertanto, si discute la questione che ieri si è concordata sulla Finpiemonte, con le comunicazioni dell'Assessore e l'intervento dei Consiglieri. Successivamente, passiamo all'assestamento.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione n. 2967, i Consiglieri regionali del Gruppo DS partendo dal riconoscimento a Finpiemonte di un'equa compensazione per l'attività di gestione liquidità svolta nell'interesse della Regione chiedevano di essere posti a conoscenza in merito alle motivazioni di un parere legale che la Regione aveva acquisito e sui criteri che hanno determinato l'equo indennizzo, così come stabilito. Chiedevano anche come giudichi il fatto che soltanto adesso il Presidente di Finpiemonte abbia ritenuto di dover richiedere alla Regione la corresponsione di un indennizzo e se non ritenga che il riconoscimento di un corrispettivo per l'attività svolta sino al 30 giugno, una volta quantificato, debba comunque far rientrare la convenzione quadro, che dovrà regolare tutti i rapporti per il futuro.
Il merito a ciò, precisiamo che la Finpiemonte, in esecuzione delle convenzioni in essere, ha gestito finanziamenti, regimi di aiuti e contributi regionali, provvedendo a tutti gli adempimenti e alle incombenze amministrative, compresi i pagamenti di questi sistemi.
Nello svolgimento della sua attività, la Finpiemonte, in relazione alle disponibilità liquide di volta in volta sussistenti, solitamente per un numero limitato di giorni, anziché lasciare tali giacenze sui conti dove venivano accreditate dalla Regione, ha ricercato idonee collocazioni bancarie al fine di massimizzarne la redditività, senza peraltro correre alcun rischio di investimento.
A titolo esemplificativo, nel corso dell'anno 2003, tale attività ha consentito di ottenere tassi di interesse medi superiori al 2%, decisamente superiori a quelli che sarebbero maturati in assenza di tale attività (parliamo di giacenze, disponibilità bancarie).
Tale attività, svolta dall'anno 1995, pur in assenza di uno specifico obbligo contrattuale, ha consentito, alla data del 30 giugno 2004, di ottenere un incremento di fondi di circa 27.000.000 di euro, sulla massa complessiva gestita.
L'incremento dei fondi gestiti, passati da circa 29.000.000 di euro nel 1995 a oltre 660.000.000 di euro nel 2004, ha, inevitabilmente, richiesto un incremento delle strutture e delle risorse umane dedicate a tale attività.
Dal 2001 la Finpiemonte si è dotata di un'apposita struttura dedicata a tale scopo. Non bisogna sottovalutare il fatto che tale attività, per essere produttiva di esiti positivi, richiede un quotidiano monitoraggio delle giacenze e delle condizioni riconosciute che devono essere di volta in volta rinegoziate.
E' opportuno precisare che l'articolo 3, comma 1, della convenzione stabilisce che la Finpiemonte "provvederà a depositare e gestire le risorse finanziarie ed a tenere una contabilità analitica, su conti correnti separati dall'attività propria".
Dal comma citato sembrerebbe non derivare a carico della Finpiemonte l'obbligo della gestione finanziaria delle risorse impiegate con lo scopo di ottenere il massimo rendimento ma, piuttosto, l'obbligo di depositarle su conti correnti bancari separati per ciascuna misura e comunque separati da quelli ove sono collocate le risorse proprie di Finpiemonte, nonch l'obbligo di tenere una contabilità analitica particolarmente accurata, ci anche in attuazione del requisito, previsto dalla normativa comunitaria della costante tracciabilità dei flussi finanziari relativi a ciascuna singola misura al fine di consentire una trasparente e continua verifica degli stessi.
In quest'ottica, pertanto, quanto richiesto da Finpiemonte non è relativo allo svolgimento dell'attività già prevista dalla convenzione e se, inoltre, da tale attività deriva un vantaggio economico alla Regione ed un costo per la Finpiemonte, si è ritenuto che può trovare applicazione quanto previsto dall'articolo 2041 del Codice Civile e cioè l'arricchimento senza causa.
In questa fattispecie l'indennizzo consiste nella "minor misura tra l'entità della diminuzione patrimoniale subita e quella dell'arricchimento ricavato dalla persona nei cui confronti l'azione è stata proposta".
La Finpiemonte ha dimostrato i costi sostenuti per lo sviluppo di tale attività, che sono stati confrontati con i maggiori interessi maturati sulle somme gestite da Finpiemonte, rispetto a quelli che sarebbero maturati con il semplice deposito delle somme su di un conto corrente bancario.
Sulla base di quanto sinteticamente esposto, è stata proposta la deliberazione n. 37, che riconosce alla Finpiemonte un'equa compensazione per l'attività di gestione delle liquidità svolta nell'interesse della Regione Piemonte.Nello specifico, alla Finpiemonte è stato riconosciuto un importo pari ai costi sostenuti che, nel raffronto con l'arricchimento rappresentano l'importo minore. Ciononostante, per una più completa ed esaustiva valutazione, si è ritenuto di proporre alla Finpiemonte, che ha accettato, di esaminare congiuntamente sia i rapporti pregressi sia quelli futuri nell'ambito della stessa redigenda convenzione. In questo senso, è stata predisposta apposita deliberazione di integrazione della deliberazione in oggetto.
Questa documentazione è stata preparata in questi giorni e non ho avuto il tempo materiale per verificarla. Posso impegnarmi a portarla a conoscenza della Commissione per la settimana prossima.
Passo ora all'interrogazione n. 2968, inerente alle determinazioni in merito alla cessione a Finpiemonte S.p.A. di crediti derivanti dall'ammissione al Fondo Investimenti Piemonte delle società di gestione dei Parchi Scientifici e Tecnologici.
In quest'interrogazione si chiede con urgenza: se, stante le motivazioni indicate in premessa, la Giunta regionale, in regime di autotutela, non intenda revocare immediatamente e senza indugio la delibera in oggetto, precisando che, in caso di risposta negativa, gli scriventi trasmetteranno con sollecitudine la deliberazione al Procuratore Generale della Corte dei Conti se nella predisposizione della delibera siano stati preventivamente acquisiti dei pareri legali a conforto e a sostegno del contenuto della deliberazione medesima, che ai sottoscritti appare assolutamente illegittima se, stante il fatto che il provvedimento adottato risulti in contrasto con le norme che regolano il diritto societario in materia di conferimenti comportando precise conseguenze sotto il profilo civilistico e contabile non configuri precise responsabilità politiche e amministrative.
Peraltro, quest'interrogazione può essere associata alla n. 3019 del Consigliere Tapparo, che riguarda lo stesso tema.
Con l'interrogazione n. 3019 il Consigliere Tapparo chiede di sapere quali sono le scelte politiche e industriali delle partecipazioni con riferimento ai Parchi Tecnologici.
In merito a quanto posto nelle interrogazioni, si precisa che la disposizione in materia di partecipazioni regionali (legge 5 agosto 2002 n. 20) stabilisce che: "1. Nel quadro del progetto di riorganizzazione delle partecipazioni societarie della Regione, la Giunta regionale è autorizzata a procedere alla cessione a Finpiemonte S.p.A. di crediti vantati dalla Regione Piemonte verso società partecipate direttamente dalla Regione Piemonte o verso società partecipate da Finpiemonte, derivanti dalla legge regionale 6 marzo 1980, n. 11 (Provvedimenti a favore della realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio fra sistemi di trasporto), dalla L.R. 18 ottobre 1994, n. 43 (Norme in materia di programmazione degli investimenti regionali), dalla L.R. 23 marzo 1995 n. 40 (Accelerazione delle procedure di attuazione del Fondo Investimenti Piemonte - F.I.P.) e dalla L.R. 6 dicembre 1999, n. 31 (Prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1999 nonché disposizioni finanziarie per gli anni 2000 e 2001 e approvazione delle schede Fondo Investimenti Piemonte e comunque derivanti dal Fondo Investi Piemonte). Il prezzo della cessione, che deve essere effettuata a titolo definitivo, è pari al valore del capitale del credito ceduto, oltre eventuali interessi maturati, salvo diversa determinazione derivante dall'eventuale non esigibilità del credito alla data della cessione.
2. Ai fini del comma 1, la Giunta regionale è autorizzata ad elaborare e stipulare apposite convenzioni che regolino le singole cessioni".
Questo è quanto disposto dall'articolo 20 della L.R. n. 20/2002.
In attuazione di tale dettato legislativo, la Giunta regionale, con la delibera n. 64-12780 del 14 giugno 2004, ha conferito mandato al responsabile della Direzione Regionale Industria per la stipula di una convenzione con Finpiemonte S.p.A., avente ad oggetto la cessione a quest'ultima dei crediti che la Regione Piemonte vanta nei confronti delle società di gestione dei Parchi Scientifici e Tecnologici piemontesi rappresentati dalle rate di rimborso dei contributi erogati in base alla L.R. 27/11/2000, n. 55 - scheda Fondo Investimenti Piemonte.
Con la medesima delibera, la Giunta ha poi fissato i principi cui deve attenersi il responsabile della Direzione Regionale Industria nella negoziazione della citata convenzione.
In sintesi, tali principi possono essere così riassunti: la Cessione dovrà essere effettuata pro soluto il prezzo della Cessione dovrà essere pari all'ammontare totale del credito ceduto, maggiorato degli interessi su tale ammontare (da calcolarsi con l'applicazione del tasso ufficiale di sconto vigente al tempo), e dovrà essere corrisposto entro e non oltre il 31/12/2013 il credito della Regione derivante dalla Cessione potrà essere utilizzato, in tutto o in parte, per la sottoscrizione di futuri aumenti di capitale di Finpiemonte S.p.A. (con conseguente estinzione, per pari importo, del debito di Finpiemonte S.p.A. verso la Regione Piemonte) per un ammontare pari all'entità del credito eventualmente utilizzato dalla Regione Piemonte per la sottoscrizione di futuri aumenti di capitale di Finpiemonte S.p.A., Finpiemonte S.p.A. dovrà sottoscrivere aumenti di capitale: nelle singole società debitrici (i Parchi Tecnologici) in presenza di situazioni di marcata sottocapitalizzazione e di un piano industriale attendibile e coerente con le finalità statutarie delle società in altre società a prevalente capitale ed a controllo pubblico costituite o costituende, che abbiano tra le proprie finalità statutarie attività di sviluppo economico locale o regionale ovvero partecipazione a progetti di rilevanza strategica per l'economia regionale.
Ciò chiarito, le perplessità sollevate con l'interrogazione n. 2968 appaiono non da condividersi.
E' in primo luogo errato affermare che la Regione intenda ricapitalizzare Finpiemonte S.p.A. mediante il trasferimento a quest'ultima dei crediti vantati verso le società di gestione dei Parchi scientifici e tecnologici piemontesi: ad essere eventualmente utilizzato per aumenti di capitale della finanziaria regionale sarà, infatti, il credito della Regione Piemonte derivante dalla Cessione (ossia il credito corrispondente al prezzo della cessione vantato dalla Regione Piemonte nei confronti di Finpiemonte S.p.A.) e non i crediti oggetto della Cessione (ossia i crediti oggi vantati dalla Regione Piemonte nei confronti delle società di gestione dei Parchi scientifici e tecnologici piemontesi). Si tratta, peraltro, di una disposizione a carattere evidentemente programmatico: è, infatti, di competenza esclusiva del Consiglio Regionale ogni decisione relativa alla sottoscrizione di aumenti di capitale nella controllata Finpiemonte S.p.A.
Conseguentemente, è del pari errato affermare che la delibera preveda operazioni in contrasto con le norme che regolano il diritto societario in materia di conferimenti: è, infatti, pacifica la facoltà del socio di sottoscrivere un aumento di capitale utilizzando il credito da lui vantato nei confronti della società.
E' peraltro evidente che i dettagli puntuali dell'operazione andranno definiti ove si verifichino due eventualità: 1) un futuro aumento di capitale di Finpiemonte che la Regione deliberi di sottoscrivere per la parte di propria competenza utilizzando il credito da essa vantato nei confronti di Finpiemonte S.p.A. per effetto della Cessione 2) un futuro aumento di capitale di una società di gestione di un Parco scientifico e tecnologico (che versi in situazione di marcata sottocapitalizzazione e disponga di un piano industriale attendibile e coerente con le proprie finalità statutarie) che Finpiemonte deliberi di sottoscrivere per la parte di propria competenza utilizzando il credito da essa vantato, nei confronti della società di gestione del Parco, per effetto della Cessione.
Ipotesi future ed incerte che, del tutto coerentemente, non sono state disciplinate nel dettaglio della delibera e che, quando si verificheranno saranno affrontate nel rispetto della normativa in quel momento vigente.
In conclusione, si ritiene che la delibera n. 64-12780 del 14 giugno 2004 sia perfettamente legittima e coerente con il disposto dell'articolo 20 della L.R. 5 agosto 2002, n. 20 ed offra corrette indicazioni al responsabile della Direzione Regionale Industria per la negoziazione della convenzione con Finpiemonte S.p.A.
E' peraltro di tutta evidenza che i contenuti di tale convenzione dovranno essere concordati con Finpiemonte S.p.A. che, nel pieno esercizio della sua autonomia gestionale, ben potrà richiedere modifiche alle condizioni della Cessione: si confida che in esito alla negoziazione si perverrà ad un'equilibrata regolamentazione dell'operazione coerente con l'interesse pubblico e rispettosa della volontà espressa (all'articolo 20 l.r. 5/2002) dall'organo legislativo regionale.
Aggiungo due considerazioni molto sintetiche. Nel primo caso, noi abbiamo riconosciuto a Finpiemonte un indennizzo, un compenso per maggiori oneri che la società sopporta nel gestire una determinata partita. Su tutto questo, preciso, vi è anche una fase di valutazione per realizzare una convenzione quadro che riguardi tutte le leggi, come mi sono già impegnato a fare.
Nel secondo caso, era un adempimento di legge che, secondo me, era il percorso più corretto, al di là del cavillo di norma. Noi abbiamo una situazione che molti di voi conoscono bene; abbiamo i parchi tecnologici che sono nati e sono cresciuti in questi dieci anni. Avevano un obiettivo importante che le diverse Giunte hanno perseguito, non solo la Giunta di centrodestra che governa la Regione dal 1995.
E' un obiettivo ambizioso che, mi permetto di dire, è stato in buona parte raggiunto, anche se non totalmente. Era una scommessa, era l'unica scommessa nazionale su questo modello di parchi, che peraltro è stata replicata e copiata.
Abbiamo parchi più avanzati come risultato di incontro del mondo della scienza, della ricerca e attività produttive. Bioindustry Park è forse il più avanzato, e lo cito come esempio perché certamente è un luogo dove si sono inserite industrie di primario livello, con centri ricerca di livello internazionale, e dove il ruolo dei soggetti e delle imprese nella ricerca e il ruolo Politecnico è manifestamente positivo.
Per quanto riguarda alcuni altri, non nascondiamo che hanno avuto difficoltà, perché negli ultimi dieci anni l'economia non è rimasta ferma e neanche la società, ma sono cambiati molti scenari. In alcune realtà ci sono state delle crisi, anche violente.
In alcuni casi, possiamo affermare che sono più un'area industriale produttiva che un parco tecnologico, ma non lo considero un risultato negativo. E', ad ogni modo, un percorso che ha una positività, perché si è creato in quell'ambito un incontro, un vivaio, uno scambio di conoscenze relative alla produzione importante.
Questo vale per EnviPark qui a Torino, peraltro inserito in un'area che ha un interesse molto forte; la valutazione su EnviPark potremmo farla fra una decina di anni ed è tarato in un'area decisamente importante nella città di Torino. C'è Tortona che ha accelerato ultimamente.
Qualche difficoltà in più l'ha avuta il Tecnoparco del Lago Maggiore in questo caso, ho sentito l'amministrazione provinciale qualche giorno fa.
C'è il laboratorio che partecipa e concorre per Tecnorete ed una serie di iniziative anche con l'intervento regionale. Però ha una dimensione, la parte di innovazione tecnologica e ricerca, se rapportato, ad esempio, a Bioindustry Park molto inferiore, non ne facciamo un mistero, ma è stato un punto di riferimento, che è servito, oltre che a collocare attività, a dare un po' di stimolo ad un'area che, dieci anni fa, quando è stata fatta la scelta del Tecnoparco, versava in condizioni molto difficili sotto l'aspetto economico e sociale. La scelta sui Parchi è una scelta che il sottoscritto, complessivamente, giudica un risultato molto positivo.
Solo in un esercizio scolastico avremmo potuto immaginare di avere quattro Parchi, anche se, in realtà, sono cinque perché la Regione ha assunto un ruolo anche su MultiMedia Park, che era partito a latere perch non era previsto tra i parchi regionali. Mi rendo conto che per MultiMedia dovrebbe essere fatta una discussione più nell'ambito del Consiglio Comunale di Torino, visto che il ruolo di primo attore è, in questo caso del Comune di Torino. Tuttavia, ritengo che vada accomunato, perché è sul territorio regionale e le valutazioni vanno fatte complessivamente.
I Parchi li abbiamo realizzati, costruiti, avviati, alimentati con fondi Docup 94/96, 97/99, 2000/2006, quindi con cofinanziamenti notificati e approvati dal comitato di sorveglianza (cofinanzimenti al 70%). Questo ha determinato una conseguenza automatica: la sottocapitalizzazione per una ragione di automatismo. E' chiaro che se ricevo una quota a fondo perduto usiamo il termine più banale - del 70%, ho una riduzione del mio capitale: faccio 100, mi costa 30, quindi sono capitalizzati. Non c'è mistero nell'affermare che i Parchi tecnologici sono sottocapitalizzati, è una valutazione che abbiamo fatto ancora la settimana scorsa anche con l'Assessore della Provincia di Torino, che è azionista in Bioindustry Park e vanno valutati per questa condizione.
Come abbiamo tamponato per anni la sottocapitalizzazione? L'abbiamo tamponata con un FIP (Fondo Investimenti Piemonte). I FIP sono un prestito non è capitale. Ma se sono sottocapitalizzati, come vengono restituiti i fondi del FIP? Il Consiglio regionale del Piemonte, dove la questione venne valutata, autorizzò nel 2002 la Giunta a fare un'operazione utilizzando i FIP. La legge n. 20 del 2002 dà la possibilità di trasformare in capitale i crediti che la Regione ha. Di conseguenza, con quella norma, noi eravamo autorizzati a trasformare in capitale i crediti che avanzavamo nei confronti dei Parchi tecnologici. Ma qui nasce un problema di logica, di buon senso nell'agire: aveva senso, Consiglieri, trasformare in capitale il nostro credito così da trovarsi in quell'assurda situazione nella quale ci siamo trovati anche nel percorso storico di questa Regione? Cito Sito tanto per fare un nome a caso, dove noi eravamo soci in proprio come Regione e soci come Finpiemonte e dove, in forza di legge, noi possiamo dare indirizzi di voto, e socio di riferimento in Socrotas, che era l'altro socio. Paradossalmente, il Consiglio poteva dare indirizzo alla Giunta di votare a favore di un provvedimento come Regione, votare contro come Finpiemonte, o astenersi come Socrotas. Lo stesso soggetto manifestava tre voti diversi.
Sarebbe stato assurdo, a questo punto, diventare azionisti, noi come Regione, a fianco di Finpiemonte e di altri enti che sono soci, e Bioindustry Park piuttosto che il Parco Scientifico Tecnologico di Tortona piuttosto che Tecnoparco o Environment Park. Qual era il percorso? La legge permette di trasferire il credito a Finpiemonte, vantare questo credito con una scadenza lunga e, automaticamente, mettere Finpiemonte nella condizione di sottoscrivere l'aumento di capitale ai Parchi capitalizzando, perch comunque i Parchi non sono in grado di rimborsarlo. E' chiaro che Finpiemonte ha un debito nei confronti della Regione per l'importo trasferito, ma non facciamo mistero che questo debito - lo scriviamo anche in delibera - è un debito, o meglio un credito, che la Regione vuole utilizzare, al limite, conferendolo su Finpiemonte, capitalizzandolo congelandolo. C'era stata una considerazione che sembrava volesse "ghigliottinare" Finpiemonte, usare violenza nei confronti di Finpiemonte ma non vi è violenza. Noi gli abbiamo passato un credito, ma proprio perch quei Parchi erano sottocapitalizzati, nel momento in cui Finpiemonte ha utilizzato il credito FIP per l'aumento di capitale sociale, ha ottenuto una quota di patrimonio, io ritengo, molto superiore.
Se, per esercitazione, vogliamo fare una stima, la possiamo anche fare ma i Consiglieri più attenti, che sanno com'è il patrimonio, sanno bene che questo si verifica. Il patrimonio dei Parchi è ampiamente superiore al valore nominale di capitale sociale, ma proprio per quelle ragioni richiamate ex tunc, all'origine.
C'è una logica in tutto questo disegno, che è quello della chiarezza e della semplicità, senza particolari azioni da Azzeccagarbugli. Questo è il percorso. Non è una penalizzazione di Finpiemonte, così come ritengo che il caso precedente non fosse un premio a Finpiemonte (peraltro, da una parte penalizziamo e dall'altra premiamo? C'è un po' di contrasto).
Il futuro dei Parchi, come chiedeva il Consigliere Tapparo. La settimana scorsa sono stato ad Ivrea, dove c'è una nuova immissione, dove si sta lavorando intensamente. Lì c'è un clima particolare, una sensibilità verso l'innovazione, la tecnologia e la ricerca, superiore che non in altre zone. Continuo a scommettere su Bioindustry Park e sostengo che la Regione deve continuare a scommetterci. Su Environment Park, come ho già avuto modo di dire prima, ritengo che sia un patrimonio notevole del Comune di Torino.
Anche Environment è sottocapitalizzato, ma è più una preoccupazione del Comune di Torino che nostra (mi pare che il Comune di Torino detenga su Environment una percentuale, se non sbaglio, del 70%). Ognuno si faccia carico in proprio delle proprie grane.
Sul Parco Scientifico Tecnologico di Tortona, non ho particolare considerazioni, forse non c'è un grande sviluppo di ordine tecnologico anche se adesso il Politecnico sta avviando una serie di iniziative in ambito di Parco. E' una grande area, ben fatta, con una valenza mista scientifico-industriale. Tecnoparco, come ho detto prima, ha qualche difficoltà, perché una parte è occupata dalla Provincia di Verbania, con una locazione temporanea. Bisognerà capire dove collocare la Provincia: essendo una nuova Provincia, c'erano questioni di urgenza dovute alla sua nuova istituzione, cui si è potuto sopperire visto che, comunque Tecnoparco aveva gli spazi e non erano occupati.
Ritengo che una riflessione sulla gestione sia già stata fatta dall'azionista - personalmente, esprimo valutazioni di ordine politico che è Finpiemonte. E' stato fatto anche con azioni nei confronti del Consiglio di amministrazione, cioè con un nuovo Consiglio di amministrazione e una valutazione più puntuale del percorso.
Sostanzialmente, però, il giudizio che la Giunta dà è positivo. Sono stati un veicolo importante e lo possono ancora essere, perch rappresentano un esempio di come università, mondo della scienza e imprese possono incontrarsi. Forse hanno scontato, negli anni, alcune lentezze del sistema pubblico universitario ed alcune difficoltà normative.
Abbiamo avuto Istituti ed Enti più vivaci nell'approccio, perch avevano una vocazione scientifica - parlo del Politecnico di Torino - e hanno meglio approfondito il percorso; altri invece, per ragioni di vocazione di istituto, erano portati a guardare verso altri orizzonti, solo adesso si avvicinano.
Sono siti, luoghi e patrimoni importanti per questa Regione.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore Pichetto. Le sue comunicazioni assorbono le interrogazioni nn. 2967, 2968 e 3019, a firma del Gruppo DS e del Gruppo Misto-Unione Civica Riformatori.
Sulle comunicazioni possono intervenire i Consiglieri.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Pichetto, le sarei grado se volesse darmi le risposte che ci ha fornito, perché vorremmo allegarle all'esposto che presenteremo, in questi giorni, alla Procura Generale della Corte dei Conti.



RONZANI Wilmer

PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Se facevate l'esposto, non perdevamo mezz'ora di Consiglio.



RONZANI Wilmer

No, guardi, l'abbiamo detto in tutte le salse, tant'è che uno dei quesiti che ponevamo nella nostra interrogazione era di chiedere alla Giunta di revocare le due delibere. Poiché lei, in quest'aula, ha difeso la legittimità di quegli atti, noi abbiamo soltanto uno strumento. Ha capito Assessore Pichetto? L'atto conseguente, di fronte ad una Giunta e ad un Assessore che si ostinano a difendere, in quest'aula, la legittimità delle due delibere, è l'esposto alla Procura Generale della Corte dei Conti.
Pensavamo che avrebbe utilizzato questa occasione per ravvedersi.
Poiché non lo ha fatto, le comunico che l'atto che faremo, in seguito a questa discussione (nella quale lei ha ribadito la legittimità delle due delibere), è di verificare, con la Corte dei Conti, chi di noi ha ragione.
Se hanno ragione la Giunta regionale, l'Assessore Pichetto e il direttore Lesca a difendere i due provvedimenti o se, invece, abbiamo ragione noi a sostenere che sono entrambi provvedimenti illegittimi.
Dato che lei ha parlato di tante questioni, vorrei tornare sui quesiti che le poniamo e che le abbiamo posto con le due interrogazioni (ovviamente, parlo di quelle presentate dal Gruppo DS e non di quella presentata dal collega Tapparo, che pone un problema politico più generale).
Con la prima delle due delibere, Assessore Pichetto, avete trasferito a Finpiemonte - come lei ricordava - i crediti che la Regione vantava, o vanta ancora, nei confronti delle varie società che gestiscono i cosiddetti "parchi tecnologici". Crediti che ammontano a 36 miliardi di vecchie lire e si tratta - come lei giustamente ha ricordato - di crediti costituiti dal rimborso dei contributi erogati dal FIP ai parchi tecnologici.
Questi crediti, secondo la vostra delibera, vengono trasferiti con l'obiettivo di sottoscrivere un futuro aumento di capitale e con la clausola - fatto non secondario e riportato, ripreso e scritto nella vostra delibera - del pro assoluto. Questo significa che il debito, che i parchi tecnologici avevano nei confronti della Regione, viene considerato estinto nello stesso momento in cui viene ceduto a terzi. In questo caso, a Finpiemonte.
Tutto questo, Assessore Pichetto (lei lo sa perché, diversamente da me che ho frequentato la terza media, lei ha frequentato ragioneria e si vanta di avere un passato, e forse anche un presente, di commercialista) indipendentemente dal fatto che il debito venga effettivamente pagato.
Ripeto: indipendentemente dal fatto che il debito venga effettivamente pagato. Questa è la formula del pro assoluto.
In altre parole, il debito cessa di esistere ed è come se fosse stato pagato.
Come noi sappiamo - lei lo ho ricordato - come sa il direttore Lesca e come sa la Giunta regionale, si tratta di crediti difficilmente esigibili (io dico, assolutamente inesigibili), stante la situazione finanziaria in cui versano le società che gestiscono i parchi tecnologici. non solo la Giunta trasferisce a Finpiemonte un credito che non sarà mai esigibile, ma è impensabile che quel credito possa essere utilizzato per ricapitalizzare la finanziaria regionale, cioè Finpiemonte. È lo scopo sulla base del quale voi avete adottato quella deliberazione.
Per questo le diciamo - lo ribadiamo e ci affideremo ad un giudizio terzo: la Corte dei Conti - che questa delibera è illecita, illegittima censurabile sotto il profilo contabile, in punto di danno erariale e via dicendo. Pensavamo che l'avreste ritirata.
Come lei sa, non abbiamo voluto fare propaganda sulla questione; vi abbiamo informato dicendo: "Guardate che questa cosa per noi è illegittima dovete ritirarla" e abbiamo presentato un'interrogazione, insistendo sul fatto che, essendo illegittima, era opportuno che la ritiraste. Voi oggi confermate che questa delibera è legittima.
Personalmente, giudico quello del Presidente di Finpiemonte un comportamento limite, perché non capisco come il Presidente di Finpiemonte possa accettare che venga approvata una delibera del genere, che gli trasferisce un credito inesigibile. Ci sarebbe poi da fare un discorso collega Marcenaro, su ciò che sta diventando Finpiemonte, che cessa di essere ente strumento della Regione Piemonte per diventare ente strumentale di pezzi della Giunta di centrodestra, o della Giunta di centrodestra, che governa questa Regione. Questa è la verità, ma è un problema politico che non voglio affrontare in questa sede.
La seconda deliberazione non è meno grave di quella che ho poc'anzi ricordato: è altrettanto grave ed è, anch'essa, una deliberazione legittima. Perché lo è, Assessore Pichetto? Perché con questa deliberazione riconoscete, a titolo di compensazione per l'attività di gestione della liquidità svolta da Finpiemonte, in un periodo compreso - colleghi, vorrei che memorizzaste questo dato - tra il 1995 e il 2004, un corrispettivo di 1.744.000 euro a Finpiemonte, aderendo - si legge nella delibera - ad una richiesta che avrebbe avanzato alla Giunta regionale il Presidente Pasquini, il quale ricorda come, per gestire al meglio la liquidità che Finpiemonte ha in deposito, sia stato costretto a compiere una serie di scelte (ampliare le strutture, svolgere quotidianamente un monitoraggio delle giacenze disponibili, eccetera), decisioni che per Finpiemonte - dice il Presidente Pasquini - hanno comportato maggiori costi. E poiché la gestione di tale liquidità è stata accorta - sostiene sempre il Presidente Pasquini - e ha prodotto un arricchimento della Regione, Finpiemonte dice: "Giunta regionale, siccome abbiamo amministrato bene quella liquidità riconoscimi un'equa compensazione"; richiesta che la Giunta ha accolto autorizzando Finpiemonte a prelevare questa somma direttamente dai frutti dell'attività di gestione della liquidità, previa intesa - si legge sempre nella deliberazione - con le Direzioni regionali interessate, le quali si sono viste (o si vedrebbero, visto che per il momento la deliberazione non è ancora esecutiva) ridurre i fondi rotativi, se decidono di prendere questi soldi e trasferirli in capo a Finpiemonte in quanto compenso per l'attività svolta.
Assessore Pichetto, anche in questo caso la delibera è illegittima, e anche in questo caso ricorreremo alla Corte dei Conti, perché è compito di Finpiemonte amministrare al meglio le risorse che gli affidiamo.
Dov'è scritto che la Regione deve riconoscere a Finpiemonte, suo ente strumentale, un compenso per una cosa che deve fare per ragioni di merito per funzione e per ragioni istituzionali? Finpiemonte deve farlo senza che la Regione gli riconosca una compensazione extra per le cose che dovrebbe fare per ragioni d'ufficio.
In secondo luogo, pensiamo che sia singolare e dimostri quale rapporto strano - vorrei usare un termine più complicato - esiste tra questa Presidenza di Finpiemonte e questa Giunta regionale: è strano che ci si sia accorti soltanto adesso, nel 2004, del fatto che l'attività svolta nella gestione di questa liquidità doveva comportare un'equa compensazione.
Ci riferiamo ad un periodo compreso fra il 2995 e il 2004, Presidente! I vertici di Finpiemonte scoprono adesso che c'era da garantire un'equa compensazione? Impiegano nove anni per accorgersene e per capire che bisognava riconoscere un'equa compensazione? Nel 2004 scopriamo che esiste un problema del genere? Sono passati ben nove anni! E nel 2004 ci svegliamo e scopriamo che esiste un problema di equa compensazione: fossi in lei, Assessore Pichetto proverei un po' di vergogna. Ma penso che un po' di vergogna la dovrebbero provare anche quei dirigenti che hanno concesso la copertura ad un'operazione del genere, e lo dico assumendomene tutte le responsabilità: dovrebbero provare vergogna anche quei dirigenti che hanno dato copertura ad un'operazione del genere.
La verità è che vorreste, in questo modo, occultare i debiti di Finpiemonte. Questo è il punto politico.
Il Piemonte versa in una grave crisi finanziaria: dovreste prenderne atto, discutere della funzione di Finpiemonte, discutere dei vertici ed esprimere un giudizio sugli stessi. Voi tutto questo non lo fate, ma trovate un meccanismo, per di più illegittimo, per mettere un pannicello caldo su una crisi che è grave e rimane gravissima.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Assessore, vorrei fare una breve premessa alla sua risposta. Credo che la politica per i Parchi rappresenti una scelta strategica, che parte forse lei non lo ricorderà - dal lontano 1983 da Verbania, a fronte della crisi della Montefibre (era stato, altresì, l'innesco di un processo). I parchi sono molto disomogenei (Bioindustry Park, ad esempio, è molto diverso dagli altri) e le condizioni di prospettiva e di sviluppo sono differenti.
Ritengo, comunque, che sulla politica dell'innovazione e della ricerca nei parchi Tecnologici occorra spendersi e di vedere un rientro a medio termine (nel lungo termine un po' meno, perché, come si dice, rischiamo di essere già tutti morti!).
Cito un Parco che mi è più vicino anche territorialmente e le legger Assessore, due considerazioni che inficiano un po' il senso della sua operazione, che mi sembra di cartolarizzazione: cedo una cosa, la acquisisco cartolarizzata nel mio bilancio (è una posta attiva) e l'altro soggetto a cui ho fatto la cessione del credito in qualche modo se la vedrà e troverà dei percorsi adeguati.
Già il collega Ronzani si era soffermato su come potevano determinarsi dei problemi in quel percorso.
Un responsabile del Bioindustry Park, rispondendo alla mia interrogazione apparsa su un giornale del Canavese, dice: "La restituzione della prima rata è stata posticipata, dalla Regione Piemonte, al 30 giugno 2005. È questo il motivo per cui la rata non è ancora stata saldata dal Bioindustry Park". Non è che non sono in grado di pagare, ma c'è stato uno slittamento.
Aggiunge ancora: "La nostra situazione di capitale - certamente non è sovraccapitalizzato - è tale che nessuno vanta crediti inesigibili nei confronti della società che gestisce il parco".
Queste sono le parole di Roberto Ricci, che immagino lei conosca.
So che questa situazione è diversa, per esempio, da quella di Verbania pertanto, lei ha mescolato, come si dice, kiwi con patate (sono tutti rispettosi vegetali, ovviamente).
Non si riesce a capire se è una pura e semplice operazione di cartolarizzazione per operare nel bilancio di previsione che sta costruendo e così salvarsi dalle difficoltà - scaricando la cosa su Finpiemonte fuori da una strategia. Perché se si dà una missione a Finpiemonte, io l'accetto, al di là dei problemi che in questo caso si potrebbero determinare. Ma lei sa, Assessore, che con questo corposo credito che d'ora innanzi vanterà Finpiemonte sui parchi, se i parchi non riusciranno a onorarlo, siccome sta nella nostra politica il sostegno ai parchi, si entrerà nel capitale dei Parchi Tecnologici stessi attraverso questo credito. Ma noi sappiamo anche che Finpiemonte non è l'IRES: non è un ente strumentale al cento per cento della Regione, ma ci sono anche i privati, i quali potrebbero anche chiedere conto di questa operazione, al di là della Corte dei Conti.
Se fossi un privato che partecipa a Finpiemonte, vorrei capire, con l'acquisizione di una cessione di credito, che futuro mi costruisco, posto che non stiamo parlando di una cifra minimale.
Dalla sua risposta non sono riuscito a comprendere qual è la scelta di fondo: è brutalmente una cartolarizzazione, tanto nella prossima legislatura non si sa chi gestirà il "baraccone", quindi pazienza, oppure lei sostanzia l'operazione verso qualcosa? Faccio un'ultima considerazione: è chiaro che la politica dei Parchi Tecnologici si innerva anche con i finanziamenti, ma si innerva anche con la capacità, Assessore, di fare orientamento. Ad esempio, al Parco di Verbania non basta far arrivare i soldi, bisogna far arrivare blocchi di ricerca.
Allora, qual è il ruolo di politica industriale e per l'innovazione della Regione? Riuscire a convogliare nei Parchi, visto che abbiamo fatto questa scelta, l'idrogeno - ma faccio un esempio, magari non è calzante - o un altro aspetto, in modo da orientare la ricerca. Come all'Environment Park di Torino si cerca di far orientare la ricerca nell'ambiente, occorre definire, per Verbania e Tortona, qual è la missione e farsene carico, non solo con una politica del credito, ma anche con una politica industriale.
Diversamente, il problema di Verbania e Tortona , per citare due casi, ce lo trascineremo e un giorno scoppierà, perché qualcuno si porrà l'interrogativo di cosa ci sia ancora. Del resto, lei, con grande sincerità, ma con una durezza estrema, ha detto di qualcuno di queste, non facendo il nome: "Sono più aree industriali che parco tecnologico"! Ma questo è drammatico, perché se è parco tecnologico, lo finanziamo nel medio termine, mentre se è area industriale dobbiamo indicarlo utilizzando un'altra tastiera delle scelte che si devono attuare.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Grazie, Presidente.
Vorrei rivolgermi all'Assessore Pichetto, anche come revisore dei conti (credo sia una qualifica che sicuramente detiene; molto modestamente, la detengo anch'io, quindi in questo ambito possiamo fare un ragionamento con una domanda preliminare): ma lei, come revisore dei conti alla Finpiemonte accetterebbe una donazione di questo genere? La approverebbe? Se fosse così, la nomineremmo volentieri, sostituendo qualcun altro, naturalmente al netto dei pasticci che sicuramente, in una questione del genere costituiscono la famosa polvere da mettere sotto il tappeto.
Ma incominciamo dalla prima interpellanza alla quale lei ha risposto: 3 miliardi e mezzo che si riconoscono alla Finpiemonte per servizi prestati nel tempo, al dottor Pasquini, l'inventore di questa geniale intesa con il Presidente Ghigo - devo supporre - in relazione a frequentazioni anche più ampie che non soltanto quelle che afferiscono all'attività della Finpiemonte.
Nel 1995, anno in cui io stesso ho fatto parte della Giunta, non ci fu assolutamente nessuna valutazione né richiesta di compensi per servizi resi dalla Finpiemonte, perché la Finpiemonte, come ente strumentale e finanziario, manovra delle risorse economiche dalle quali ricava una consistente opportunità, essendo un ente strumentale finanziario - banca che riconosce al suo direttore generale la qualifica e l'appannaggio di un direttore di banca.
Dal 1995 al 2000 ci furono altri Presidenti, che io sappia, e neanche questi furono tentati di proporre un'operazione del genere.
Nei confronti di quei Presidenti, se ci fosse stato un accredito oggettivo da esigere, la Finpiemonte, la Regione stessa, come socio della Finpiemonte, si troverebbe nella necessità di promuovere una causa per danni nei confronti degli amministratori che hanno fatto perdere alla Finpiemonte un così consistente patrimonio di crediti, che non hanno rivendicato, perché non esistevano.
Naturalmente, questi crediti cominciano ad essere visti nell'idea della rivendicazione, nel momento in cui si definisce una sorta di entente cordiale tra la Giunta regionale e l'attuale Presidente della Finpiemonte (prenda eventualmente nota, perché questo riguarda anche il Consiglio della Finpiemonte, che probabilmente dovremmo chiedere di commissariare, se le cose vanno nella direzione che qui si ipotizza).
Assessore Pichetto Fratin, risponda a questa domanda: le risulta che il Presidente della Finpiemonte abbia sottoposto al Consiglio della Finpiemonte una quantificazione dettagliata, o anche soltanto spiegata, dei residui degli anni precedenti, di crediti nei confronti della Regione, per servizi resi e mal pagati (intanto vediamo il mal pagati)? Il mal pagati o il ben pagati si definisce sulla base della convenzione, pertanto vorrei sapere se il dottor Pasquini ha presentato una proposta in questo senso al Consiglio di Amministrazione, all'organo esecutivo della Finpiemonte e se quest'ultimo lo ha validato prima che esso venisse trasmesso alla Regione Piemonte, come richiesta formale di riconoscimento di indennizzi, i quali, ove richiesti, avrebbero dovuto prevedere come minimo una legge, forse anche una delibera del Consiglio di Amministrazione, non certo un patto bilaterale tra uomini della Giunta e il dottor Pasquini.
Questa delibera, pertanto, per la sua storia, per tutti i precedenti si costituisce come un'erogazione non motivata, anche perché la quantificazione di un'erogazione del genere, qualora rivendicata, dovrebbe essere peritata e non stimata politicamente, tanto più trattandosi di una stima di 3 miliardi e mezzo. E' del tutto evidente che si tratta di un'erogazione alla Finpiemonte, che, devo presumere - è anche una sensazione che si ricava da altri dati - versi in una situazione di pesanti difficoltà finanziarie, se ci sono, come ci sono, nella Regione Piemonte che ormai si affida anch'essa ad una tecnica che è stata già definita "tecnica di cartolarizzazione".
Questa operazione interviene in sostituzione di eventuali cartolarizzazioni, come una tecnica di ingegneria finanziaria, meglio nota come quella della finanza creativa che a livello nazionale è già tramontata, nel senso che Siniscalco vorrebbe seppellirla, ma qui evidentemente, c'è l'onda lunga dell'esempio malvagio.
Non si può determinare un credito né trasferire una somma di questa natura senza che appaia una sottrazione ingiustificata dal nostro bilancio ed eventualmente un arricchimento per l'altro ente, in queste condizioni.
Comunque, deciderà la Corte dei Conti.
Passiamo, invece, al trasferimento del credito che abbiamo nei confronti dei Parchi tecnologici, dove, se non sbaglio, la Finpiemonte è il socio di maggioranza.
Creeremmo, quindi, alla Finpiemonte una condizione per la quale le rimettiamo i debiti che ha nei nostri confronti come socio di maggioranza dei Parchi tecnologici, ma, delle due, l'una! O noi stiamo effettivamente trasferendo alla Finpiemonte 30 e più miliardi di capitale, di valore, o stiamo nascondendo una cifra - forse non equivalente, ma di portata significativa e magari più vicina e più prossima ad essere analoga - di debiti che in questo modo tentiamo di nascondere o di somme inesigibili per quanto riguarda i crediti della Regione Piemonte.
Ieri abbiamo già parlato dei crediti inesigibili e dei debiti nascosti per esempio quelli delle aziende sanitarie. In questo caso siamo in una dimensione naturalmente più contenuta, ma non meno significativa per quanto riguarda il tipo di operazione: una situazione di crediti inesigibili che ormai, a quanto pare, comincia a costituire una realtà che va affrontata.
Se ci sono problemi di riorganizzazione dei parchi tecnologici, quante volte vi abbiamo chiesto di discutere in Consiglio e in Commissione le strategie di intervento nella ricerca scientifica, nell'assistenza, nella promozione della ricerca? Ma se ci affidiamo a delle situazioni che ormai dimostrano di non avere più la loro spinta propulsiva e di non essere in grado di rientrare rispetto alle situazioni espositive, nonostante il Fondo Finpiemonte (adesso lo avete liquidato, ma c'era), sul quale si poteva intervenire con un'ulteriore individuazione di funzioni e di missione evidentemente questo è un grandissimo buco nel nostro bilancio.
Scusi, Assessore Picchetto, se lei fosse revisore della Finpiemonte accetterebbe questo tipo di credito, questo tipo di trasferimento? Risponderà: "Naturalmente". Sappia però che, a quanto mi risulta l'assemblea della Finpiemonte non ha ancora accettato questo tipo di donazione. Lei sa che una donazione - quella che si studia banalmente sui libri di ragioneria - viene accettata con riserva per capire se si donano più crediti o più debiti; in questo caso, il gatto è nel sacco, non sono tutti così ammansiti da accettarla a scatola chiusa così come viene proposto da questa combine tecnico-finanziaria che c'è tra lei, Ghigo e il Presidente Pasquini.
Mi pare che non sia facile oggi per la Finpiemonte accettare questa donazione. E se la accettasse, credo che come minimo - anche lei, per quanto riguarda i rappresentati della sua maggioranza - noi avremmo qualche cosa da ridire sui rappresentanti che lì curano gli interessi pubblici ancorché nominati dalla Regione. Chiedo anch'io, di conseguenza, un azzeramento, fatto in modo molto efficace, completo e documentato, come esigenza di autotutela del Consiglio nel suo insieme.
Non credo che i Consiglieri della maggioranza non abbiano niente da dire, a meno che guardino da un'altra parte. La tecnica di guardare da un'altra parte va sempre bene finché uno, non guardando dove mette i piedi cade in un burrone, così finisce anche la sua corsa verso il trionfo. Se lo vogliono fare guardando dall'altra parte, facciano pure; noi siamo qui per ricordare il dovere di tutti i Consiglieri regionali di mettere uno stop insuperabile a questo tipo di sviluppo di una finanza creativa.
Ieri, per quanto riguarda il consuntivo, si cercava di nascondere mille miliardi di debiti della sanità e oggi si cerca di manipolare tutta la situazione dei debiti e il dissesto finanziario di Finpiemonte: obiettivamente, questo modo di andare avanti non può essere, da parte nostra, che oggetto di sottoposizione ad una verifica della Corte dei Conti.
Però lei, Assessore, è ancora in tempo: si può fermare, avendo ben chiaro l'abisso che gli altri non vedono perché guardano da un'altra parte.
Credo che lei abbia ben presente dove sta mettendo i piedi in quanto Assessore responsabile del dicastero economico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Il mio intervento sarà molto breve, dopo le argomentazioni di merito che sono state portare.
Assessore Picchetto e Presidente Ghigo - la cui presenza in diretta è stata sollecitata rispetto alla questione Finpiemonte - esistono due aspetti. Il primo aspetto è quello che riguarda la legittimità dei provvedimenti che voi avete adottato. In merito, abbiamo espresso un parere motivato, un parere che - come sapete benissimo e meglio di noi - si basa su presupposti, consulenze e pareri tecnico-giuridici che noi riteniamo assolutamente fondati e incontrovertibili.
Naturalmente ci siamo mossi su questo piano, come sapete, con prudenza.
Il collega Ronzani ricordava che non abbiamo fatto di questo tema un argomento di propaganda: ve l'abbiamo sottoposto e vi abbiamo chiesto di ripensare alle decisioni che avevate preso. Insomma, di tutto potete parlare meno del fatto che su questo punto ci sia stato un atteggiamento superficiale.
Siamo convinti delle nostre buone ragioni; ancora adesso il collega Riba ha detto: "Riflettete e ritornate su quelle decisioni", che a nostro parere sono decisioni destinate ad essere annullate.
Detto questo e non ritornando sulla questione della legittimità o meglio, dell'illegittimità delle due delibere, c'è un punto che voglio sottolineare e, per farlo, mi sono sufficienti davvero pochi minuti.
La ragione di quello che state facendo è una ragione molto semplice e molto chiara, ma non per questo meno preoccupante. Voi prendete queste decisioni per non affrontare il problema reale che si sta delineando. Il problema reale che si sta delineando è quello di una crisi finanziaria di un Ente strumentale come Finpiemonte, che si profila, di giorno in giorno e di settimana in settimana, come una grave crisi finanziaria.
Lei sa benissimo di cosa stiamo parlando, lei sa benissimo che in quell'Ente - uno di quelli più importanti della politica regionale - sta maturando una situazione che rischia di esporlo a una crisi irreversibile.
Ciò deriva naturalmente da tante ragioni. Senza semplificare, ci sono ragioni che derivano probabilmente dal fatto che stiamo parlando di un Ente strumentale immaginato e concepito tantissimo tempo fa e che, forse avrebbe avuto bisogno di scelte di riforma che ne riesaminassero in qualche modo le finalità, le modalità, il funzionamento ecc.
Sono dieci anni che governate e che promettete politiche di modernizzazione: di tutto questo non s'è visto neppure un'ombra. Ma c'è anche stato, a nostro parere, un elemento non secondario di cattiva gestione. Siamo convinti che all'origine di questa cattiva gestione ci sia un modello di governo che ha preferito scegliere gli amici piuttosto che le figure competenti e che, in Finpiemonte, ha usato sostanzialmente un certo tipo di criterio.
Adesso però il problema è più serio, perché oltre alla questione della legittimità di questa decisione, c'è a mio parere un fatto semplice: continuare ad oscurare questo aspetto, non farne oggetto di un dibattito che esamini la questione nella sua essenziale gravità, rischia di compromettere e di rendere inservibile uno strumento essenziale di politica economica di questa Regione.
Per questo motivo chiedo - naturalmente adesso lei farà la sua replica sui problemi che sono stati oggetto di questa discussione - di fare il punto in Consiglio sulla situazione di Finpiemonte, sulle prospettive, sul quadro che si delinea, su cosa sta capitando nelle consociate attraverso le quali Finpiemonte esercita. Vi chiediamo un quadro e un punto su questo problema perché, Assessore Pichetto, come lei sa benissimo, se saltano questi passaggi, la discussione sui documenti di bilancio rischia di essere più formale che sostanziale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin per la replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Tralascio il tema affrontato dal Consigliere Marcenaro nel suo intervento finale perché investe questioni che non riguardano la mia delega.
Come avevamo già avuto modo di dire in Commissione, dichiaro fin da adesso, a nome del Presidente, la disponibilità della Giunta ad un confronto più completo sulla questione Finpiemonte sia per la parte economica che per la parte finanziaria. Per quanto riguarda la gestione ognuno è libero di esprimere le proprie valutazioni.
Permettetemi una considerazione: Finpiemonte ha certamente due grandi linee di intervento. Una linea è di un'attività di tipo prettamente economico, destinata al profitto - usiamo questo termine - che è il fine di una S.p.A. come soggetto giuridico; l'altra è un'attività più da ente strumentale. Di qui questa anomalia di ente strumentale un po' sui generis ma ciò vale per tutta una serie di soggetti, partecipati direttamente o indirettamente anche dalla Regione, (consorzi, società per azioni, S.r.L).
Vorrei fare alcune puntualizzazioni. La Regione non ha donato niente a Finpiemonte: la Regione continua avere un credito, così come ce l'aveva prima, di pari importo. E' cambiato il soggetto che deve corrispondere il pagamento. Nella stessa delibera si sostiene che la rateizzazione fino al 2013 può essere utilizzata per l'aumento di capitale di Finpiemonte.
Penso di aver risposto a tutte le domande, non me la sento di controbattere a valutazioni politiche. Molte preoccupazioni del Consigliere Tapparo sono anche le mie, tuttavia cerchiamo di leggere la realtà per quella che è: un percorso. Un percorso che non può essere isolato solo ad un rapporto ideale, ma anche dagli uomini che l'hanno gestito in una dozzina di anni (in alcuni casi anche prima).
Vorrei precisare una cosa sui contenuti. Per quanto riguarda gli eventuali arricchimenti patrimoniali, ognuno deve fare le valutazioni sul proprio bilancio. La Regione ha sostituito il soggetto debitore. Prima si chiamava Tecnoparco, Bioindustry Park, Parco Scientifico Tecnologico Environment Park, adesso si chiama Finpiemonte.
Alla domanda del Consigliere Riba su come mi sarei comportato da revisore di Finpiemonte, rispondo che avrei valutato se il credito era riscuotibile o meno. Considerato che tutto questo è legato ad una clausola di capitale, avrei valutato se per corrispondente importo di aumento di capitale, il patrimonio sarebbe cresciuto o meno. Qualora, per corrispondente importo di aumento di capitale, il patrimonio pro quota fosse stato inferiore, avrei espresso parere negativo: lo dico molto francamente. Penso che i revisori di Finpiemonte abbiano agito in questo modo, ma non sta a me giudicare, ognuno deve stare nei propri pantaloni.
Ripeto, penso abbiano agito in questo modo. Non so se lo hanno fatto in un consiglio, in un'assemblea, in una parrocchia; ognuno risponde dove vuole delle sue responsabilità. Peraltro, ricordiamo che, essendo Finpiemonte l'azionista di maggioranza di parte di questi Parchi - non di tutti, in altri casi è il Comune di Torino - tolto Environment Park, Comune di Torino, la maggioranza relativa di Biondustry è Finpiemonte, e la Provincia di Torino. Penso del tutto logico che la valutazione faccia riferimento a questo.
Mi permetto anche di pensare, come ho detto prima, che essendo i Parchi sottocapitalizzati, il valore patrimoniale connesso ad un aumento di capitale sia vantaggioso. Mi permetto di pensarlo, non ho avuto né la voglia né il tempo, ma non spettava a me fare questo tipo di verifica quindi la lascio ad altri. Ritengo, e qui vorrei ribadire, al di là del cavillo giuridico sul quale, in questo Paese, c'è sempre una norma contraria, c'è sempre una norma violata...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Le leggi sono per lei sempre cavillo giuridico!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Siamo un Paese che sta ancora interpretando il diritto romano! Siamo un Paese dove c'è un grande esercizio di dottrina nell'interpretare il diritto romano. Possiamo disquisire sulla normativa più recente e sul grande bagaglio che ha prodotto il Parlamento nazionale, e noi, Regione Piemonte in questi 34 anni? Ritengo che l'operazione abbia la caratteristica della linearità e della correttezza per le motivazioni che ho espresso e che i tecnici, che hanno elaborato il tutto, abbiano agito conformemente alla legge.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 663 "Assestamento al bilancio di previsione 2004 nonché disposizioni finanziarie per l'anno 2005"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 633, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Il disegno di legge al bilancio di previsione per l'anno 2004 è stato esaminato in Commissione I insieme al disegno di legge inerente al rendiconto generale per l'esercizio 2003. L'esame in Commissione dei due documenti contabili ha permesso di approfondire la situazione dei residui attivi, risultanti alla chiusura dell'esercizio finanziario 2003 e le implicazioni verificatesi in sede di assestamento. L'assestamento del bilancio ha lo scopo di rettificare i dati dei residui attivi e passivi l'ammontare delle entrate che si prevede di riscuotere e delle spese di cui si autorizza il pagamento, l'avanzo di amministrazione e il fondo cassa nonché le variazioni nel rispetto dei vincoli indicati all'articolo 10 comma 7 della legge regionale 7/2001. I documenti che stanno alla base dell'assestamento di bilancio sono il rendiconto della Regione per l'anno 2003, con le sue determinazioni sui risultati della gestione dell'Ente, ed il bilancio di previsione per il 2004 con l'equilibrio contabile proposto ad inizio anno modificato dai risultati del rendiconto.
Il principale dato del rendiconto 2004 è l'ammontare dell'avanzo finanziario, determinato in euro 246.435.054,14.
In sede di discussione della Commissione, una particolare attenzione è stata dedicata all'avanzo di amministrazione, alla sua composizione e al suo utilizzo. Nello specifico si è approfondita l'applicazione dell'articolo 33 della legge regionale di contabilità.
L'avanzo di amministrazione normalmente finanzia in modo prioritario i capitoli sui quali sono riportate economie provenienti da trasferimenti dallo Stato o dall'Unione europea, una volta contabilizzati i maggiori o minori accertamenti. Queste somme sono già state iscritte in bilancio con atto amministrativo e i relativi atti di variazione sono riportati nella prefazione all'assestamento.
Per quanto attiene ai fondi statali e comunitari, considerato che la legge regionale di contabilità prescrive la reiscrizione delle economie, a qualunque titolo verificatesi, su appositi capitoli, il dato dell'avanzo finanziario non è di per sé sufficiente ad illustrare la situazione del bilancio della Regione.
L'avanzo, infatti, è definito come mero confronto algebrico tra il fondo cassa, i residui attivi (crediti verso terzi) ed i residui passivi (debiti verso terzi). Questa definizione è del tutto sufficiente per quanto attiene ai fondi c.d. regionali, ma è carente per quanto attiene ai fondi statali o comunitari.
Per questi ultimi, dovrebbero essere reinserite sul bilancio della Regione tutte le economie che a qualunque titolo si sono determinate nella gestione del bilancio, vale a dire sia le economie da stanziamento (stanziamento iniziale meno impegni) che quelle provenienti in applicazione dell'istituto della perenzione. Tale istituto consiste nella cancellazione dal bilancio finanziario dei debiti rimasti sui conti per più anni.
Per i fondi regionali la cancellazione comporta una diminuzione del debito sul bilancio finanziario ed un suo consolidamento nello stato patrimoniale dell'ente.
Per i fondi statali e comunitari la cancellazione dei residui passivi comporta la reiscrizione di pari importo sullo stanziamento dei capitoli del fondo statale reimpostato.
L'impostazione del bilancio 2004 (così come peraltro quella del bilancio degli anni precedenti), tuttavia, è stata nel senso di utilizzare parte dell'economie provenienti da trasferimenti dello Stato per finanziare capitoli regionali.
L'ammontare del debito nei confronti dello Stato è evidenziato per la parte residua nel bilancio pluriennale della Regione.
L'assestamento propone, inoltre, una serie di variazioni a capitoli regionali che possono considerarsi di carattere tecnico. Si tratta di variazioni sui capitoli delle annualità di spesa, cioè su quelle spese che pur essendo state decise in anni precedenti, hanno effetti finanziari sul bilancio in corso di esercizio.
Il disegno di legge contiene poi una serie di adeguamenti dei capitoli legati al finanziamento di diversi settori e tra questi la formazione professionale, l'assistenza, l'economia montana e la cultura.
L'assestamento del bilancio di previsione per l'anno 2004 recepisce all'articolo 4 quanto disposto dalla recente legge 30 luglio 2004, n 191 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 12 luglio 2004 n. 168, recante Interventi urgenti per il contenimento della spesa pubblica). In particolare sono applicate le riduzioni delle spese per l'acquisto di beni e servizi (con esclusione di quelle dipendenti dalla prestazione di servizi correlati a diritti soggettivi dell'utente) nella misura del 10% rispetto alla spesa annua mediamente sostenuta negli anni dal 2001 al 2003, come prescritto dall'articolo 1, comma 11, della legge citata. In proposito, avendo la Regione Piemonte rispettato, nell'anno 2003 e fino al 30 giugno 2004, gli obiettivi previsti relativamente al Patto di stabilità interno, la predetta riduzione del 10% non si applica con riferimento alle spese che siano già state impegnate alla data di entrata in vigore del decreto taglia-spese.
Il documento di Assestamento riporta, all'articolo 4 (allegato B), gli impegni in conto capitale assunti al 31 dicembre 2003 dalla Regione Piemonte per contributi agli investimenti a privati, cosi come previsto dall'articolo 3, comma 1, lettera a), del decreto legge 168 del 2004 convertito con modificazioni dalla legge 191 del 2004.
L'articolo 5 del disegno di legge prevede disposizioni finanziarie per l'anno 2005, in particolare, per il completamento delle opere connesse con le Olimpiadi Torino 2006, è disposta una spesa di 50 milioni di euro per il 2005.
In sede di Commissione, per motivi di contestualità, si è ritenuto di stralciare dal disegno di legge l'articolo 7, che proponeva una modifica della legge regionale 21 del 1997 inerente l'artigianato.
Il disegno di legge ha, infine, recepito un emendamento presentato dalla Giunta, relativo allo stato di previsione della spesa per l'anno in corso, inerente l'economia montana, l'industria, le politiche sociali, la cultura e l'ambiente. Infine, è stato approvato un emendamento volto a finanziare un programma di edilizia residenziale a favore degli anziani ultrasessantacinquenni.
Nella seduta di mercoledì 13 ottobre, la I Commissione ha approvato, a maggioranza, l'assestamento di previsione per l'anno finanziario 2004 nonché disposizioni finanziarie per l'anno 2005.
Segue l'articolato. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallarini.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Una proposta di procedura. Chiederei che l'Assessore Pichetto, come informazione necessaria in questa sede, sviluppasse, relativamente alla puntuale relazione del Consigliere Gallarini, gli aspetti relativi alla determinazione delle economie e all'utilizzazione. In questo modo l'Assessore Pichetto mi eviterebbe di riprendere gli interventi, a partire dalla composizione dell'avanzo di amministrazione che, a quanto pare, non ha nessuna rilevanza ai fini della definizione delle variazioni di bilancio e dell'assestamento, dal punto di vista della sostanza, trattandosi di reimpostazione di spese.
Se lei vuole cortesemente riepilogare, al termine di questo lungo dibattito in Commissione, le ragioni degli avanzi e la loro relativa utilizzazione, eviteremmo di ripartire dalla composizione dell'avanzo di amministrazione. Dato che questa composizione non è presente nel conto consuntivo, così come non ci sono le indicazioni degli ammortamenti dovremmo fare un lungo discorso, che, invece, l'Assessore Pichetto potrebbe, in parte, risparmiarci.
Se lei conviene, la ringrazio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Abbiamo già avuto modo di dibattere a lungo, in Commissione, di come questo assestamento si componga di due parti: una, la parte normativa obbligatoria, ossia la presa d'atto del risultato del conto consuntivo l'altra, l'applicazione dell'avanzo al bilancio 2004. Questo è avvenuto in modo automatico. L'avanzo che si è manifestato dal conto consuntivo 2003 è inferiore, rispetto all'applicato, di oltre 300 milioni di euro, ma è inferiore perché ci sono stati gli impegni del bilancio 2003 presentati al mese di settembre, quindi portati con quel tipo di avanzo iniziale previsto. Quindi, non teneva conto degli impegni di fine anno.
L'applicazione è stata di totale accantonamento dei fondi reimpostati non abbiamo previsto di spalmare parte di avanzo su alcuna iniziativa.
La seconda parte di assestamento riguarda delle modifiche della struttura di bilancio con una ricerca di finanziamento su maggiori entrate e su spostamenti su alcuni capitoli.
Vorrei ricordare che il principale riguarda un taglio del 10 applicato sulla partita di spese relative a beni e servizi con riferimento alla data del 12 luglio, a seguito anche del provvedimento nazionale.
Naturalmente, questo ha permesso alla Giunta di destinare queste somme ad iniziative di ordine sociale, quindi ad UPB degli Assessorati all'assistenza e alla sanità.
In secondo luogo - e questo è rilevabile dai verbali perché era un annuncio già fatto in sede di approvazione del bilancio di previsione - si è coperto per 20 milioni di euro l'esigenza dei cofinanziamenti della Direzione formazione e lavoro. E' un meccanismo che serve a coprire il finanziamento dei corsi che partono in autunno. Nel bilancio di previsione avevamo tenuto un po' basso l'importo dei cofinanziamenti e, in sede di assestamento, è stato calibrato l'importo con un po' più di correttezza.
Peraltro, una quota non è solo su formazione, ma c'è una quota anche sul fondo occupazione. Sul fondo occupazione, i colleghi più attenti a queste questioni ricordano che era ancora in definizione la quota nazionale.
Peraltro, è ancora in definizione, perché siamo solo sul bilancio provvisorio; comunque, almeno un importo provvisorio trasferito per il 2004 ce l'abbiamo, quindi abbiamo 21 milioni di euro che vengono destinati a queste finalità.
L'altra variazione è rilevante, è un maggiore stanziamento dei capitoli relativi alla cultura, e riguarda iniziative specifiche che sono il Ventennale del Castello di Rivoli, le Olimpiadi della Cultura sulla città di Torino e il Museo del Cinema. Questi sono gli elementi di variazione di parte corrente. Per il resto, trattasi solo di compensazioni nell'ambito della stessa Direzione e delle stesse leggi o spostamenti di capitoli tutti interni, ma si tratta di entità minima e non rilevante.
C'è da segnalare, inoltre, un'autorizzazione di spese per investimento di 50 milioni di euro, che diventerà forse di 55 milioni - oggi avrò i dati più precisi - per interventi di cofinanziamento relativi alle opere olimpiche. Trattasi di integrazione a quanto previsto dalla legge nazionale n. 285. Peraltro, si tratta di operazioni di anticipazione concordate nella Cabina di regia, che dovrebbero vedere successivamente un intervento legislativo nazionale di maggior copertura da parte dello Stato per queste opere. Quindi, dovrebbe prevedere un rimborso negli esercizi successivi. Al momento, non essendo previsto, essendoci l'urgenza di appaltare da parte dei Comuni interessati, c'è un'autorizzazione di spesa in conto capitale di circa 55 milioni di euro per queste opere. Specificamente, penso sia stato verificato in opportuna sede quali sono le opere in questione.
L'assestamento consiste quindi in questi due tipi di operazione; la prima è molto semplice, è una ricostituzione di riserva - anche se, in realtà, non è una riserva - dei fondi statali di cui a lungo in Commissione si è discusso. In secondo luogo, vi sono queste movimentazioni di scarsa entità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Il documento di assestamento del bilancio ha sostanzialmente perduto per fortuna, un po' delle ambizioni iniziali, perché ha dovuto in qualche maniera ricondursi all'interno di ciò che compete ad una procedura di assestamento del bilancio, cioè iscrizione ed utilizzazione di avanzi di amministrazione non vincolati o, comunque, iscrizione della destinazione vincolata di maggiori accertamenti nell'avanzo di amministrazione e riposizionamento di una serie di partite che, eventualmente, possano essere registrate come ridefinizione degli stanziamenti di entrata o di spesa. Se intendo bene, Assessore Pichetto, noi abbiamo una riduzione di alcune previsioni di entrata che sono anche trasferimenti statali abbastanza significativi e, comunque, abbiamo un bilancio che ormai, reggendosi essenzialmente sulle partite dei residui, consente paradossalmente una maggiore opportunità di manovra, perché lei può sempre iscrivere dei residui attivi inesigibili, dosandone comunque l'eliminazione. E mi pare che ne ha già cancellati 200 miliardi all'incirca.
Io l'ho apprezzato e non è che la voglio utilizzare come una buona azione contro chi l'ha immaginata ed attuata, ma ci risulta altrettanto ragionevole il fatto che siano iscritti dei residui che avrebbero dovuto essere eliminati.
Quindi, l'eliminazione dei residui attivi doveva essere più ingente, ma a questo punto le pongo un quesito cui, se vorrà, darà nella sua replica una risposta: dal momento che noi abbiamo accertato per una dichiarazione del Dirigente del settore, che tutti gli avanzi sono relativi a somme già vincolate, permane il dubbio, che a questo punto si tramuta in certezza viste le risposte non sufficientemente convincenti, che abbiamo dei vincoli di iscrizione di somme che dovrebbero essere destinate secondo specifiche finalità, perché di derivazione statale o europea, che non possiamo più iscrivere perché il nostro avanzo non presenta la relativa capienza (nonostante l'avanzo sia incrementato dalla non iscrizione di debiti e di residui passivi soprattutto in ambito sanitario).
Vorrei comprendere, inoltre, se l'iscrizione dei 50 miliardi per le Olimpiadi è stata realizzata attraverso una contrazione di mutuo oppure mediante la posticipazione di altre spese obbligatorie.
Registriamo, però, che l'anno scorso sono stati destinati 50 miliardi per l'acquisto di un terreno (cosiddetto Zunino, dal venditore) finalizzato alla realizzazione di strutture ospedaliere. La spesa per l'acquisto di quel terreno, tuttavia, non poteva essere iscritta a carico delle strutture ospedaliere, perché non gravava su quel tipo di capitolo. Doveva essere semplicemente iscritta come acquisto di beni, e non come spesa in conto sanitario (eventualmente, diventerà trasferibile a carico della sanità qualora il bene venga bonificato, reso utilizzabile per la sanità e possieda determinate caratteristiche).
La mia è una semplice domanda, ma credo che lei potrà rispondere che le caratteristiche per essere utilizzato per la sanità, prima di essere bonificato, non ci sono; soprattutto non ci sono prima che vi sia una destinazione urbanistica e una conseguente indicazione precisa da parte della Regione.
Il bilancio è caratterizzato da una serie di iscrizioni; naturalmente si può fare, ma non era necessario trasferire le spese previste per la realizzazione di strutture ospedaliere ad ulteriori esercizi compromettendone anche la realizzazione; quella somma poteva benissimo essere iscritta sulle spese in conto capitale per acquisto di beni e servizi, attraverso operazioni di mutuo, senza imputarla ad una destinazione specifica, che non c'è ancora.
In merito ad altre questioni inerenti al bilancio, così come ci viene presentato, interverranno successivamente altri colleghi, soprattutto sull'opportunità della destinazione di risorse sottratte ad altri capitoli per il finanziamento di attività di tipo culturale.
Mi limiterò a dire che i 20 miliardi destinati alla formazione professionale rappresentavano un'infedeltà del bilancio di previsione perché in esso i capitoli e le spese per la formazione professionale devono essere previsti ad esercizio, e non ad anno scolastico. Altrimenti correrebbe il rischio di usare un doppio criterio, dicendo: "Siccome cominciano adesso, come anno scolastico, li inserisco nella variazione". Ma lei sapeva all'inizio dell'anno che avrebbe avuto a disposizione i fondi della variazione o, più presumibilmente, rappresentano quelle opportunità che la Giunta, in qualche maniera, non comunica al Consiglio nel suo insieme all'atto della presentazione del bilancio, e se ne riserva per la sua "elasticità"? Resta da stabilire su quali capitoli sono state realizzate queste economie. Abbiamo evitato di insistere ulteriormente su queste indicazioni in sede di Commissione, anche perché c'era stato detto che avremmo avuto ancora la sede d'aula per poterne discutere a fondo: ma la sede d'aula è questa.
Realizzare una quantità di risparmi di questa natura, evidentemente implica una pesante riduzione di spesa. La domanda è: quante di queste economie sono state fatte non a carico dell'attività regionale in senso stretto, ma a carico dell'attività che dev'essere svolta dalle strutture periferiche, dai Comuni o dagli Enti locali, come attività di cofinanziamento? La terza questione che intendevo evidenziare in questa sede è che noi abbiamo comunque deliberato, lo scorso anno, l'assunzione di impegni per oltre 2.000 miliardi in opere stradali, in infrastrutture, in trasferimenti di disponibilità dell'Assessorato ai trasporti. Non mi pare che in questo bilancio venga dato conto né di quello che non si è speso, e neanche degli impegni che su quel piano sono già stati formalizzati.
Sostanzialmente, manca un'indicazione - magari anche di economia, visto che i fondi non sono stati stanziati e utilizzati - per quanto riguarda gli stanziamenti della viabilità e dei sistemi di trasporto.
Inoltre, manca un riferimento a tutto il nostro sistema di rapporti con la società Trenitalia per quanto riguarda lo sviluppo del trasporto locale sul quale, evidentemente, mancano i soldi, che avrebbero dovuto essere stanziati con qualche priorità: penso alla ripetizione di incidenti mortali sulle linee ferroviarie, ai disagi vari, all'aumento dei costi a carico dell'utenza e al fatto che, a fronte di disponibilità che possono essersi create sul bilancio, peraltro in parte a carico degli stanziamenti destinati agli Enti locali, non vengano soddisfatte le esigenze di stanziamento per quanto riguarda la realizzazione di una rete di infrastrutture più moderna e corrispondente ai bisogni della nostra Regione.
Assessore Pichetto, visto che abbiamo ormai sottomano tutti i documenti economici e di indirizzo finanziario che interessano ancora questo scorcio di legislatura e l'anno prossimo, sarebbe il caso di sapere, con tutta evidenza, come abbiamo corretto il nostro disimpegno rispetto alle spese per la ricerca scientifica, per la competitività, per l'internazionalizzazione delle imprese: tutte questioni che ci vengono segnalate come particolarmente inadeguate sia sul piano della politica della Regione che degli stanziamenti di bilancio.
Sulla partita delle spese strategiche, naturalmente l'assestamento di bilancio ci può consentire di agire maggiormente; perché è vero che pu aver risparmiato una parte di spese per attività ordinarie utilizzandole per il finanziamento della cultura, come al solito, della formazione professionale, come da tradizione non corretta, e per l'assistenza, ma vorrei capire come mai, per quanto riguarda l'assistenza, non stiamo ancora utilizzando le somme che sono state stanziate dall'inizio dell'anno e che la Giunta aveva dichiarato essere quelle necessarie, tant'è che l'Assessore Cotto aveva votato il bilancio considerandolo adeguato.
Allora, se non è adeguato, di quanto non lo è? Inoltre, perché abbiamo messo solo una parte dei soldi (e non tutta) su quella destinazione? Scusi, Presidente, finché l'Assessore Pichetto non ha terminato una telefonata che dura da quando ho cominciato a parlare - dieci minuti - mi conceda l'onere di aspettare, per potergli rivolgere almeno una domanda perché nonostante la sua generosità, con un orecchio ascolta il telefono e con l'altro ascolta il turbinio che c'è qui. Naturalmente, non gli rimane una terza apertura da dedicare ad ascoltare l'intervento del sottoscritto! Il problema, Assessore Pichetto, è che, giunti a questo punto, i risparmi e le disponibilità potevano anche essere molto superiori o potevano essere ricavate da capitoli diversi. Resta da stabilire perché non abbiamo valutato la necessità di rispondere alle esigenze della competitività, della ricerca scientifica, dell'organizzazione.
E' giusto ricordare che, come ricerca scientifica, abbiamo effettuato con i Tecnoparchi, delle operazioni nelle quali è stata fondata una società mista per effettuare la ricerca che avrebbe dovuto fare l'azienda - cito la Lione, che è già fallita - in modo che questa potesse risparmiare, ma nonostante questo, l'azienda è fallita ugualmente.
Non vorrei che casi di questo genere si ripetessero, perché queste operazioni sono transitate attraverso la Finpiemonte nel quadro di una politica della discrezionalità, che è sempre importante se è supportata da corrette capacità di valutazione o da corrette volontà da parte della Finpiemonte stessa.
Pertanto, non possiamo essere d'accordo su un bilancio che si presenta in modo quasi dimesso, dicendo: "Abbiamo risparmiato, con un po' di tagli, il 10%; abbiamo dato un po' alla formazione professionale, un po' all'Assessore Cotto, e naturalmente l'Assessore Leo è lì, con una serie di esigenze che riguardano tutti gli Enti locali, quindi deve ricevere un'assegnazione che sicuramente utilizzerà in modo adeguato e onorevole".
Rimane sempre da vedere perché assegnarli lì e non da un'altra parte.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi di carattere generale, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1 presentato dal Consigliere Taricco: emendamento aggiuntivo all'allegato A dell'articolo 1.
UPB 15091 Formazione Professionale Lavoro Occupazione Promozione Sviluppo locale 3000.000 Euro.
UPB 14041 Economia Montana e Foreste Economia montana 300.000 Euro.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Per supplire a una mia disattenzione, non essendomi iscritto in tempo sul dibattito generale. Utilizzo, pertanto, la discussione sull'articolo 1 per alcune valutazioni più generali, che in parte avevamo già svolto nella discussione sul provvedimento finanziario precedente - il rendiconto - che era la premessa per questo assestamento.
Continuo a pensare che il comportamento della Giunta sia totalmente scandaloso e ritengo che questa sia una situazione senza precedenti, che perlomeno stabilisce un record: quello di discutere l'assestamento a fine ottobre, con la possibilità di approvazione in novembre.
Penso che questo fatto non si sia mai verificato in Regione Piemonte anche perché occorre che le spese siano stabilite entro il 30 novembre. Ci troviamo, quindi, in una situazione veramente paradossale, dove la responsabilità è chiaramente della Giunta. So che la Giunta ha detto molte volte: "Abbiamo approvato il bilancio tardi, quindi tutto scivola", ma invece di recuperare i ritardi, ne accumuliamo altri. Se si continua con questa logica, che però è la logica che l'Assessore Pichetto sostiene attivamente, approveremo le Finanziarie con un anno di ritardo, ad anno concluso. Non dimentichiamo che il bilancio è giunto in ritardo anche perché è stato presentato all'inizio di quest'anno e non si può certo obbligare il Consiglio ad essere veloce quando la Giunta accumula gravissimi ritardi. D'altro canto, questo succede anche quest'anno: non c'è il Documento di Programmazione Finanziaria, non c'è la Finanziaria e si approva un provvedimento di modifica della Finanziaria dell'anno precedente.
Questo è veramente assurdo e dimostra il modo di operare di questa Giunta: un modo di operare che non aiuta la comprensione della sua politica, un modo di operare opaco, che tende a fare delle sistemazioni che probabilmente sono di natura elettorale, visto che il prossimo anno andremo alle elezioni.
A me pare un comportamento di una gravità inaudita e mi stupisco che la Presidenza del Consiglio accetti tutto questo senza far sentire la propria voce. Chi rappresenta il garante del funzionamento del Consiglio dovrebbe segnalare alla Giunta, a fronte di questi ritardi, il proprio comportamento e dovrebbe lamentarsi su questo. Ripeto: siamo di fronte a provvedimenti che riguardano il 2005 (il DPEFR, la Finanziaria e il bilancio), sui quali c'è il buio totale, che probabilmente corrisponde al tipo di politica che il centrodestra attua, un tipo di politica che non ha programmi: si vuole governare, si vuole gestire, poi si vedrà come.
Considero molto preoccupanti questi ritardi accumulati e - ripeto l'Assessore responsabile non può dire che i responsabili sono gli altri perché hanno programmato il Consiglio in un certo modo, piuttosto che in un altro. Come lei sa, Assessore, la programmazione del Consiglio tiene conto in primo luogo, del parere della Giunta, e la Giunta ha detto più volte, in sede di discussione dei Capigruppo: "Fate come volete, noi non abbiamo nessuna priorità su questi provvedimenti". D'altro canto, non avendo preparato i provvedimenti, non poteva chiedere che questi si discutessero.
Detto questo, utilizzo la discussione sull'articolo 1, che è più breve del dibattito generale, per segnalare una questione all'Assessore: non avevamo pensato di presentare emendamenti; adesso ne abbiamo presentati due, perché abbiamo visto che ci sono emendamenti di Consiglieri di maggioranza.
Vogliamo capire come si discute questa legge, perché se è così presenteremo uno, due o tre emendamenti e vedremo come regolarci, per l'Assessore ci dica se le cifre che sono stabilite qui sopra sono cifre che poi fa correggere in modo surrettizio dalla sua maggioranza oppure no. Su questo ci interessa avere un parere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, farò un intervento breve, perché condivido in tutto l'impostazione fatta ora dal compagno Papandrea; impostazione che ha messo in luce come questa manovra di assestamento ha una statura di bilancio amministrativa e politica molto modesta.
E' una manovra che, per carità, è coerente con un basso profilo dal punto di vista dell'azione di programmazione che questa Giunta ha tenuto sin dall'inizio. Questa coerenza l'avete avuta; voi avete galleggiato sui problemi, avete dato un'interpretazione dell'azione di governo legata molto alle cose che si possono fare giorno per giorno, le cose che si fanno in relazione a pressioni che si hanno, a interessi di singoli Assessori slegando queste scelte da un progetto generale per il Piemonte.
In una situazione di crisi così difficile per il Piemonte, lavorare senza un progetto lungimirante vuol dire accettare lo stato di crisi, non contrastarlo adeguatamente e vivacchiare giorno per giorno, correndo dietro a piccoli e grandi interessi.
Una politica inadeguata; una politica, Assessore Pichetto, che mi sembra che si stia spegnendo sulla fine della legislatura appoggiandosi ai propri limiti. Siete giunti alla fine.
Vedete, in questa manovra di assestamento fate anche delle scelte che di per sé, possono essere delle scelte condivisibili - perché dire di no all'aumento della spesa sociale? - ma sono scelte che corrispondono alla volontà di soddisfare certe pressioni, ma non di soddisfare la richiesta che proviene dal Piemonte di avere una prospettiva, un futuro diverso di ordine economico e sociale.
In una situazione di questo genere, che dire del fatto che nell'ultimo aggiustamento di una manovra finanziaria non c'è spazio per il tema della FIAT? Com'è possibile che, in un Piemonte che vive non una congettura ma una crisi strategica di questo comparto produttivo una volta portante, non si dica e non si faccia nulla? Non si dice e non si fa nulla perché, Assessore Pichetto, siete rimasti dentro una concezione delle manovre di bilancio del governo che rifiuta grosse strategie di attacco e allora correte dietro a questi piccoli rivoli. Questo è il senso profondo della critica che ha svolto il collega Papandrea e che svolgo io stesso.
Poi ci sono le pieghe del bilancio, ma le pieghe del bilancio le giocate, come si è visto, con un po' di funambolismo, con molte omissioni che molte volte si accostano sul lato della bugia, e con tutte quelle cose che ordinariamente Assessori al bilancio privi di grandi prospettive sono costretti ad assumere come caratteristica propria del bilancio, su cui sia ieri sia oggi alcuni compagni di opposizione (Ronzani, Riba) hanno cercato di smascherare e hanno anche smascherato.
Si può anche replicare: "Qual è l'Assessore al bilancio che non ha mai lavorato nelle pieghe per cercare di portare a casa una possibilità di manovra e di spesa?". Nessun Assessore al bilancio è stato esente da questi modi di governare lo stesso, però si può ridurre l'attenzione alle manovre dentro le pieghe del bilancio se si hanno prospettive più alte e più forti che riducono questo a tecnica, che pure bisogna assumere, ma qui è rimasta solo più la tecnica e nient'altro.
Detto questo, sollevo anch'io il problema di come la maggioranza vuole proseguire questo assestamento: se vuole fare l'assestamento che abbiamo discusso in Commissione, noi siamo qui per criticarlo e levare la nostra voce; se invece l'aula diventa la palestra in cui ci si può allenare per modificare le poche scelte compiute, allora - Assessore Pichetto - siamo pronti anche noi a lavorare in questa palestra.
Ad esempio, tutte le cifre assegnate all'Assessore Cotto sono assolutamente insufficienti, totalmente insufficienti. Se abbiamo una possibilità da spendere, cominceremo dalla richiesta di far crescere, e di molto, tutte le cifre assegnate dal bilancio all'Assessore Cotto. Poi possiamo anche procedere in altre direzioni, proponendo di sostituire cifra con cifra. E' un lavoro impegnativo, ma che risulta essere interessante.
Diteci, per cortesia - Assessore Pichetto - se volete che ci impegniamo in questo lavoro. Siccome qualcuno ha già cominciato a presentare emendamenti (insieme al collega Papandrea ho fatto altrettanto), chiederei su questo Presidente Cota, di capire un po' quali sono le intenzioni, perché se la strada dell'emendamento aggiuntivo è una strada accettabile per la Giunta è accettabile voce per voce; se la strada dell'emendamento aggiuntivo non è accettabile, noi evitiamo di spendere forze in questa direzione. Quindi chiederei, proprio a conclusione del dibattito generale, di sapere qual è la strada prescelta.
Nel caso l'Assessore Pichetto si dimostri disponibile ad accettare emendamenti del tipo di quelli presentati, chiederemmo una mezz'ora di sospensione per poter predisporre una manovra alternativa. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Condivido gli interventi sia del Consigliere Chiezzi che del Consigliere Papandrea quando dicono che abbiamo tali e tanti problemi che dovremmo riuscire ad ottimizzare i nostri percorsi. Abbiamo avuto due mesi di lavoro in Commissioni con le valutazioni più libere da parte di tutti i Consiglieri. Penso, senza accusare la Giunta di aver voluto limitare il dibattito in Commissione, di aver cercato sempre di porre la massima attenzione a tutto il dibattito.
Chiederei di non presentare in Consiglio emendamenti sull'assestamento né di maggioranza né di opposizione. Neanche la Giunta presenta emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani, ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Quindi vuol dire che la Giunta, qualora non venissero ritirati gli emendamenti, chiederà all'Aula di votare contro gli emendamenti che sono stati presentati? Questa dovrebbe essere la conclusione logica del ragionamento che ha fatto l'Assessore Pichetto. Quindi se i Consiglieri presentatori di emendamenti decidessero di non ritirarli, l'Assessore Pichetto, coerentemente con ciò che ha detto... Lei ha detto così, le parole hanno un significato.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

La Giunta aveva un emendamento, ritiro anche quello.



PRESIDENTE

Mi sembra che l'Assessore Pichetto Fratin sia stato chiaro.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Mi collego a ciò che ha detto il Vicepresidente Riba e che hanno poi ripreso i Consiglieri Chiezzi e Papandrea per ricordare che una manovra di assestamento dovrebbe avere, come punto di riferimento, la situazione economica della nostra Regione. Per quanto la manovra di assestamento possa riguardare alcuni spostamenti di lieve entità, è del tutto evidente che le manovre che voi proponete dovrebbero essere coerenti con l'obiettivo di utilizzare le risorse disponibili in sede di assestamento per raggiungere alcune priorità, alcuni obiettivi di politica economica della nostra Regione.
Ho l'impressione che, invece, noi abbiamo predisposto la manovra prescindendo totalmente dal quadro finanziario nazionale, quello che si determina per effetto del fatto che il Governo ha predisposto una Finanziaria - di cui ci occuperemo in altra sede - che però mi pare abbia un costo elevatissimo per i trasferimenti dello Stato alle Regioni. Primo problema.
Secondo. Prescindo da una valutazione che invece ci consente di fare una fotografia adesso, sia in rapporto all'assestamento, sia in rapporto alla Finanziaria e al bilancio, dei problemi che la politica regionale sarà chiamata ad affrontare da adesso ai prossimi dodici mesi. Non discuto in questa sede, Assessore Pichetto, lei ieri non c'era ma lo abbiamo fatto con dovizia di particolari sul fatto che, in verità, questo assestamento sconta l'esistenza di un avanzo che non esiste se non nella fantasia dell'Assessore Pichetto e della Giunta regionale. Quell'avanzo è il prodotto, abbiamo detto ieri intervenendo in Aula, del fatto che voi avete deciso, per il momento, di non comprendere alcuni debiti della sanità che erano invece accertabili, e che sono stati accertati, e che quell'avanzo sconta una non sufficiente ristrutturazione dei residui attivi che, se fatta, avrebbero, quantomeno, ridotto ulteriormente l'avanzo di amministrazione. Avanzo, ripeto, che noi diciamo non esistere, ma che rappresenta un problema e pesa come un macigno sulla nostra discussione.
Volevo ricordare alcune cose. Noi decidiamo, con l'assestamento di bilancio, di rinviare al prossimo anno una serie di investimenti importanti e decidiamo con l'assestamento di spostare al 2005 20 miliardi di investimenti a favore della piccola e media impresa. Questo è l'assestamento, per esempio. Oppure di rinviare al 2005 12 miliardi di investimenti nel settore della politica dei rifiuti. Prendo atto che sia così, ma vi contesto questa scelta. La questione pone un problema grossissimo per una Regione come la nostra. Quali sono le ragioni per le quali la Giunta, di fronte ad una Regione che ha i problema che ha, si trova nell'incapacità, nell'impossibilita di realizzare investimenti di questa entità nel settore, per esempio, della piccola e media impresa.
Minore capacità di spesa? Non siamo in tempo di spenderli questi soldi? Vogliamo che incida meno l'onere derivante dalle rate del pagamento del mutuo? Tutte cose che dovreste anche chiarirci, ma resta il fatto che voi spostate al prossimo anno, per quanto riguarda taluni settori che sono considerati strategici per la Regione, una politica di investimenti. Alcuni investimenti erano stati previsti: viabilità, rifiuti, piccola e media impresa. Mentre invece, per quanto riguarda le manovre di assestamento, voi vi concentrate sulla formazione, ma non vi sono alternative, perché voi siete costretti a fare questo intervento sul fronte della formazione.
Dobbiamo rientrare in fretta della quota di cofinanziamento che abbiamo evitato di mettere a bilancio negli anni precedenti e che oggi dobbiamo mettere: questo è un problema per voi.
Se avessimo gestito diversamente quelle politiche di bilancio, oggi avremmo evitato di trovarci nella condizione obbligatoria di impegnare tutto sulla formazione. Negli anni passati abbiamo evitato di far fronte agli impegni che ci derivano dal fatto di dover concorrere a cofinanziare la politica di formazione a seguito di un contributo che ci viene dall'Unione Europea. Ha ragione il Consigliere Chiezzi, io plaudo al fatto che diamo 10 milioni di euro alla politica sociale. Mi sia consentito soltanto di dire che, avendo voi dovuto fare i conti con il decreto taglia spese, non c'erano alternative alla possibilità dell'investire questa somma, avete deciso per questa via perché era obbligatorio investire su questo fronte 10 milioni di euro. Perfetto! Chiedo soltanto all'Assessore Cotto che ci dica - lo abbiamo chiesto in Commissione, vorrei che venisse ribadito in Aula - con quali criteri verranno ripartite le risorse e soprattutto, il riparto ente gestore per ente gestore.
Chiedo all'Assessore Pichetto, siccome stiamo discutendo anche, o dovremmo discutere, del bilancio 2005, se viene ribadito l'impegno che lo stanziamento il prossimo anno verrà confermato, il che dovrebbe dimostrare che alle politiche sociali per gli assegni di cura e per gli anziani questa Regione dovrebbe destinare trenta milioni di euro. Venti sono quelli che abbiamo stanziato con la legge finanziaria e che avete impiegato con una certa delibera, e altri dieci sono quelli che stanziamo oggi con l'assestamento attraverso la manovra.
Vi chiediamo soltanto che venga ribadito in questa sede che, nel prossimo bilancio, dieci non spariranno, che ci saranno e che il prossimo anno non ci direte che quei dieci erano una tantum perché così vi imponeva il decreto tagliaspese e che, nel 2005, venendo meno questa possibilità voi queste risorse non le avete.
Per noi non deve essere così, Assessore Pichetto; noi l'abbiamo presa in parola, lei ha detto in Commissione che la Giunta, sul suo onore (uso questo termine), ha dichiarato che intende anche il prossimo anno impiegare queste risorse per la politica degli anziani. Quindi, vi sfidiamo a mantenere questo impegno nel prossimo bilancio e nella prossima legge finanziaria. Poi ci sono gli investimenti della cultura.
Faccio però una considerazione. Assessore Pichetto, lei è convinto che la politica regionale sia ispirata a quei criteri di rigore di cui spesso ci parlate? Perché con i chiari di luna che ci sono, con le scelte che il Governo ha annunciato e che farà con la finanziaria, che sconteranno minori trasferimenti, e con il fatto che siete una Regione che non ha risorse libere - questo assestamento di bilancio e un avanzo fittizio dimostrano che questa Regione non ha risorse libere da impegnare in alcuni capitoli o per raggiungere obiettivi e priorità che questa Regione ritiene strategici tutto questo imporrebbe o impone un maggiore rigore nella gestione della spesa pubblica della nostra Regione.
Ho l'impressione che non sia così, ho l'impressione che, nei giorni pari e quando vi fa comodo, voi invocate la politica del rigore; quindi rampognate la maggioranza e il Consiglio ed invocate i vincoli della politica nazionale per giustificare le strette, il rigore e i tagli. Nei giorni dispari, invece, vi dimenticate di questa politica e le risorse disponibili, ancorché sempre inferiori, vengono utilizzate con una fantasia illimitata e perdendo di vista la bussola del rigore, che invece dovrebbe ispirare chi governa. Se in questo momento si ha a che fare con un bilancio che ha un problema di risorse disponibili, bisogna invitare tutti ad essere coerenti con questa politica del rigore.
Le cito un episodio. Si è svolta ieri sera un'interessante manifestazione organizzata dal Presidente Ghigo qui a Torino, e precisamente a Stupinigi, nella palazzina in cui avete valorizzato una cosa importantissima per il Piemonte. Avete in sostanza invitato il regista e tutti gli interpreti dell'importante soap-opera "Elisa di Rivombrosa". E' una cosa che, sul piano culturale, non mi sento di discutere, anche perch non ho gli strumenti per farlo. Però mi pare che la cosa serva a dimostrare che, in molti casi, noi affrontiamo le cose senza quel rigore che sarebbe necessario. Mi dicono alcuni colleghi, dei quali ho la massima stima e fiducia, che questa iniziativa che si svolge in questo momento - forse non a caso, Assessore Pichetto, a pochi mesi dalle elezioni - è costata parecchio all'amministrazione regionale. Quindi, non contesto il merito dell'iniziativa, non ho i titoli per farlo e potrebbero farlo con più cognizione altri colleghi, ma domando: non c'è, di fronte alle esigenze di organizzare simili eventi, il problema di avere un vincolo nella gestione e nell'utilizzo delle risorse? Le cose possono essere fatte in centomila modi diversi, possono essere fatte con dieci, con cento e con mille, ma una politica di rigore vi imporrebbe di farle con dieci.
Ho l'impressione che voi alcune cose le facciate con mille, perché il rigore c'è nei giorni pari, ma c'è anche nei giorni dispari, Assessore Pichetto. E questo è un problema di coerenza della politica regionale.
In conclusione, credo che questa manovra di assestamento, per un verso faccia slittare nel 2005 una serie di investimenti ritenuti strategici ed importanti per la nostra Regione, per un altro verso sia costretta dalla necessità - infatti dobbiamo rientrare con i finanziamenti per la formazione, perché siamo in ritardo - e per un altro verso tenga conto della possibilità di investire, per questa via, nella politica sociale perché è la condizione posta dal decreto taglia-spese.
E' una manovra di assestamento che dà la misura di come questa Giunta regionale - verificheremo se questo è vero durante la discussione sul bilancio e sulla finanziaria - galleggi sui problemi, facendo un po' di clientelismo, preparandosi alle elezioni. E io penso che non abbia la percezione esatta di quali sono i problemi che ci sono sul tappeto e che preferisca decidere di rinviare la risoluzione di alcuni di essi scaricandoli sulle future Amministrazioni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin per la replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Ho visto gli emendamenti. C'è un emendamento del Consigliere Taricco ed un emendamento del Consigliere Valvo; quello della Giunta riguarda operazioni di investimento. Chiederei ai colleghi di ritirarli con l'impegno della Giunta di prenderli in considerazione. Siamo a novembre e vedremo, nell'ambito della UPB, come soddisfare il problema, altrimenti visto che stiamo predisponendo il bilancio di previsione, li soddisferemo nel bilancio di previsione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Taricco non può ritirare il suo emendamento in quanto non è presente. Da un punto di vista tecnico diciamo che il parere della Giunta è contrario.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dal Consigliere Taricco: Emendamento aggiuntivo all'allegato A dell'art. 1.
UPB 15091 Formazione Professionale Lavoro Occupazione Promozione Sviluppo locale 3000.000 Euro.
UPB 14041 Economia Montana e Foreste Economia montana 300.000 Euro.
Per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 2 presentato, come primo firmatario, dal Consigliere Botta Marco, do la parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente.
Questo era un emendamento che nasceva dalla preoccupazione di un'insufficienza di risorse, e prevedeva quindi uno stanziamento a favore degli enti di promozione sportiva per il sostegno degli atleti piemontesi impegnati nelle Olimpiadi 2006.
Prendo atto della comunicazione dell'Assessore e auspico che nell'ambito degli interventi della Giunta, ci sia lo spazio per intervenire in questo senso.
Quindi, ringrazio l'Assessore e ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 2 è pertanto ritirato.
Indìco quindi la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) sull'emendamento rubricato n. 1 presentato dal Consigliere Taricco sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 27 Consiglieri votanti 25 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco ora la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) sull'articolo 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 28 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Vi propongo di continuare fino all'articolo 4, che non hanno emendamenti, e poi proseguire con l'articolo 5 alla ripresa della seduta pomeridiana.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Su atteggiamenti da parte della maggioranza, è impossibile non intervenire sui vari articoli, in modo breve o in modo più esteso. Per quanto mi riguarda, si può proseguire, però non si può rinunciare agli interventi.



PRESIDENTE

Va bene, allora procediamo con l'articolo 2 e poi sospendiamo.
ARTICOLO 2 Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

un articolo impegnativo che riguarda la destinazione dell'avanzo finanziario alla chiusura dell'anno 2004 e ribadisce ciò che in tutte le salse è stato oggetto di discussione, sia in Commissione sia in aula relativamente alla definizione di avanzo di amministrazione, che non è veritiero. Approfitto della presenza del Presidente Cota per ribadirlo ulteriormente: è un avanzo di amministrazione finanziario che viene calcolato e definito omettendo l'iscrizione di una situazione debitoria pesantissima; omettendo l'eliminazione di residui oramai attivi e inesigibili; evitando l'iscrizione di residui passivi esistenti e soprattutto, scrivendo che l'avanzo è utilizzato per la copertura delle spese iscritte nelle unità previsionali di base, contenente le economie sui fondi statali ed europei.
Questo dovrebbe consentirci di iscrivere tutte le spese, che non abbiamo ancora scritto, con i fondi previsionali statali ed europei, il cui totale non utilizzo dovrebbe essere 246 milioni.
Assessore, lei sa che non è così. Lei sa che l'iscrizione di nuove spese vincolate richiederebbe fondi ulteriori e altre somme, perché queste non sono tutte. Una parte, difatti, viene fatta slittare agli esercizi successivi, sempre con fondi che dovranno essere iscritti. Ciò vuol dire che si utilizza la tecnica dell'avanzo per modulare l'iscrizione di spese obbligatorie nel corso dei diversi esercizi.
Si tratta, quindi, di una condizione inammissibile, dal punto di vista tecnico, e pesante dal punto di vista giuridico. La domanda è: perché, dopo che avete ammesso l'esistenza delle situazioni che abbiamo descritto documentato, sottolineato, richiamato e illustrato, lei, Assessore, si ostina a non ammetterne l'evidenza nel conto consuntivo? Noi non ci accontenteremo di prendere atto che qui, in virtù di una maggioranza, cambiate i numeri per deliberazione. Naturalmente, la matematica può diventare un'opinione ragionieristica - ed è evidentemente ciò che si sta facendo in quest'aula - ma lei se la sentirebbe di negare in qualsiasi sede, che non ci sono mille miliardi di debiti che si accumulano sulla sanità, nel momento in cui abbiamo già finito l'esercizio nel quale denunciamo che la situazione non presenta quel deficit? Un conto sarebbe aver fatto questo bilancio entro il 31 marzo com'era previsto, un conto è che lo facciamo entro il 31 ottobre, dove le cifre che potevano essere opinabili e oggetto di discussione, a questo punto sono del tutto certe.
Non si può quindi applicare, al bilancio di previsione, un avanzo di amministrazione che non esiste, che non è quello giusto, che non è quello corretto, che non è quello reale, che non è quello serio e che non è quello sincero. Se si deve procedere con un atteggiamento preclusivo verso il riconoscimento, sono anche disposto, Assessore Pichetto, a proseguire con la discussione del bilancio senza rettificarlo, ma solamente se lei riconosce, formalmente, che la situazione di debito è esattamente quella che noi abbiamo detto e che, a questo punto, l'anno 2004 lascerà il debito del tutto irrisolto, perché anche in sede di assestamento del bilancio di previsione viene omesso di iscriverne la situazione e viene omesso di prevederne la copertura.
Non si può dire, al 26 di ottobre, che la situazione del nostro bilancio e della nostra contabilità è quella che lei usa per il comodo di destinare somme che interessa politicamente destinare ad alcune opere e ad alcuni stanziamenti, mentre invece potrebbero essere destinati ad altri come ha già detto il collega Ronzani. Lo sapete benissimo e fa parte della vostra prerogativa, ancorché non condivisibile, ma non ha fa parte della vostra prerogativa occultare un debito di quasi mille miliardi già certo a fine anno 2004, voltando pagina sull'assestamento di bilancio come se quella cosa non ci fosse. Lei ci dica soltanto dove lo vuole inserire riconosca che esiste e che è un atteggiamento che consente, se non di risolvere il problema (perché sarà risolto dalle future amministrazioni che si troveranno questo extradebito), almeno di risolverlo dal punto di vista di onestà culturale e di correttezza politica, nella definizione della manovra di assestamento del bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Assessore Pichetto, approfitto di questo articolo, che parla di avanzo per riproporre una questione già posta in tante occasioni e della quale vorrei che l'Assessore Pichetto si rendesse garante. Personalmente, mi auguro che l'Assessore che controllerà le esecuzioni sia un altro il prossimo anno, ma in questa sede, avendo noi discusso di queste questioni è bene che ci sia una parola definitiva sul punto. C'è stata una discussione, sia in Commissione sia in aula, circa la famosa interpretazione da dare all'articolo 33 della legge sulla contabilità.
Ieri, in sua assenza, abbiamo confermato una nostra interpretazione suffragata da una serie di dati di fatto. Abbiamo detto che l'articolo 33 della legge della contabilità prevede che l'avanzo venga suddiviso per fondi. Abbiamo detto che il comma 2 dell'articolo 33 di questa legge si rifà al dispositivo contenuto nel Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali (provvedimento emanato in attuazione della delega contenuta nell'articolo 31 della legge n. 265 del 1999), e che l'articolo 187 del Testo Unico stabiliva - e stabilisce - la distinzione e l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione, che quella norma prevede che la distinzione in seno all'avanzo venga fatta per fondi (fondi non vincolati, fondi vincolati, fondi per il finanziamento di spese in conto capitale e fondi di ammortamento).
Tale questione non può essere lasciata in sospeso. Noi l'abbiamo sollevata in questi giorni con molta durezza, ma da parte della maggioranza e della Giunta - in questo caso, dall'Assessore Cavallera - sono pervenute risposte francamente un po' burocratiche, le stesse che avevano fornito in Commissione.
Noi vorremmo che fosse chiarita, una volta per tutte, la questione e che ci fosse un impegno dell'Assessore Pichetto ad affrontare seriamente il problema, perché uno dei due ha torto: la questione non è opinabile.
Noi pensiamo che finora abbiate deliberatamente violato - mi rendo conto che è una parola grossa - l'articolo 33 della legge sulla contabilità. Vi chiediamo di applicarlo. "Applicarlo" significa quantificare il fondo, suddividere il fondo distinguendo l'avanzo in fondi e, infine, decidere come utilizzare l'avanzo di Amministrazione.
Se è così - e noi pensiamo che sia così - credo che ne consegua soltanto una decisione: fare in modo che gli avanzi di Amministrazione della Regione Piemonte d'ora in poi vengano presentati ai sensi dell'articolo 33 della legge sulla contabilità.
Per questo motivo, vorremmo che l'Assessore Pichetto si impegnasse ad affrontare la questione nel senso indicato - noi crediamo - dall'articolo 33.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ovviamente, su questo articolo non abbiamo presentato emendamenti perché si limita ad inserire una cifra derivante da altro documento.
Tuttavia, poiché nella discussione sul rendiconto avevamo lungamente contestato il modo in cui si era arrivati a determinare questa cifra, era ovvio che non solo avremmo votato contro la legge e contro questo articolo ma che avremmo denunciato quelle che noi riteniamo essere delle vere e proprie scorrettezze, che hanno portato a definire, in questo modo l'avanzo finanziario.
Per questa ragione, intendiamo intervenire, sia pure brevemente, per ribadire, nella discussione sull'assestamento, quanto l'assestamento si basi su elementi che sono, come minimo, dubbi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Come ha fatto poco fa il collega Ronzani, torno anch'io a richiedere che, sull'applicazione dell'articolo 33 della legge finanziaria, venga fatta chiarezza una volta per tutte.
L'articolo 33 non è complicato: è molto lineare e molto semplice.
Precisa come dev'essere composto l'avanzo di Amministrazione, ovvero secondo quattro categorie: spese vincolate, spese non vincolate, spese di investimento e spese di ammortamento.
In Commissione, dopo una lunga discussione, siamo riusciti a "cavare" dall'Assessore Pichetto qualcosina in proposito. E, se mi ricordo bene l'Assessore Pichetto ha teso a dire che l'articolo 33 non era applicabile all'avanzo di Amministrazione, perché erano voci rivolte al futuro.
Francamente, mi sembrava una posizione insostenibile, perché quella classificazione in quattro categorie, secondo l'intero articolo 33 compreso l'ultimo comma, è riferita all'avanzo di Amministrazione e al rendiconto.
Su tale questione possiamo avere una risposta? Qui, tra cifre occultate e cifre non veritiere, continuiamo a proporre questioni a fronte delle quali, come diceva giustamente il collega Ronzani, possiamo soltanto dire: "Se abbiamo torto ditecelo, ma fatelo in modo chiaro e netto. Convinceteci con argomenti che la nostra interpretazione è sbagliata". Il silenzio, o il mezzo silenzio, che abbiamo avuto ieri dall'Assessore Cavallera e fino adesso dall'Assessore Pichetto, non giova a nessuno.
Se pensate di avere ragione, sostenetela con forza. Ma con forza e con convinzione.
Se abbiamo ragione noi, allora bisogna fermarsi un momento e capire perché questo avanzo non viene suddiviso nelle quattro categorie previste dall'articolo 33.
Mi affianco, quindi, al collega Ronzani, per dire: "Spiegate e convincete". Non siamo pregiudizialmente ostili a qualsiasi spiegazione. Ma se la spiegazione non verrà data, noi insisteremo finché non la otterremo".
Spero che l'Assessore Pichetto, che sta chiacchierando altrove, abbia sentito.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
Procediamo alla votazione dell'articolo.



CHIEZZI Giuseppe

Ma Presidente...



PRESIDENTE

Ho capito, ma questo argomento non è legato ad un articolo specifico.
un argomento che si ripete.



CHIEZZI Giuseppe

Non la metta in modo burocratico, perché altrimenti...



PRESIDENTE

No, s'immagini se la metto in modo burocratico!



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Stiamo discutendo sull'articolo relativo all'avanzo finanziario? Siamo all'articolo 2?



PRESIDENTE

Sì, però è una richiesta di carattere politico che riguarda il complesso delle...



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Siamo sull'articolo 2, relativo all'avanzo?



PRESIDENTE

Non ho detto che non è pertinente con l'articolo 2, ma che si tratta di una richiesta che può essere avanzata per qualsiasi articolo.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Basta di rispondere una volta!



PRESIDENTE

Comunque, l'Assessore Pichetto è presente e se vuole intervenire gli cedo volentieri la parola.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Non posso che richiamarmi ai verbali della Commissione, dove abbiamo discusso per ore.
Condivido l'interpretazione data anche dai nostri uffici sull'articolo 33 e sulla costruzione dell'avanzo di Amministrazione (e la relativa allocazione delle risorse costruite, quindi l'applicazione) e ho avuto modo di affermarlo anche in Commissione. Si possono fare tanti meccanismi di costruzione dell'articolo 33.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Ma la suddivisione è prevista o no?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Nel momento in cui abbiamo applicato tutto in un unico UPB, che suddivisione era necessaria?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Ma cosa dice, Assessore Pichetto!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Non era necessaria alcuna suddivisione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Quella è l'applicazione, non la suddivisione del disavanzo!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

La provenienza dell'avanzo la trovate sul conto consuntivo: in quel documento, UPB per UPB, viene evidenziato quanto c'è tra lo stanziato l'impegnato e la differenza. Più che leggerla, signori, non so che dire! Avete il conto consuntivo? È stato fornito a tutti i Gruppi consiliari.
Chiederò ancora conferma agli uffici, ma mi ribadiscono che tutti i Gruppi consiliari hanno avuto a disposizione la copia del conto consuntivo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Assessore, non può dire: "Andate a fare le somme"!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

La somma totale è di 246 milioni.



(Commenti in aula fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Noi possiamo discutere sulla somma algebrica.
Peraltro il bilancio si è sempre fatto così, lo ha detto anche il collega Chiezzi nel suo intervento in Commissione. Si possono introdurre delle novità, ma è importante che rimangano alcuni punti fermi.
Sul bilancio regionale i punti fermi sono che sostanzialmente è un bilancio a posto. Possiamo discutere alcuni particolari o possono esserci degli errori; ciò che non è ammissibile - anche se è ultralegittimo, anzi ritiro l'affermazione - è che si continui a parlare di avanzo non veritiero, di occultare, ecc.
Vorrei chiarire con un esempio che non c'è nulla di occultato. Ho a mie mani la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 20 ottobre (l'ho presa in mano solo stamattina, chiedo scusa, siamo già al 28 ottobre): "In merito a quei residui attivi che il collega Riba voleva far cancellare" uno era del 1991 - "in quanto erano...



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Nell'elenco mi è stato dato dal 1989 al 1992. Ieri siete arrivati...



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Ieri non c'ero; so che avete discusso su 27 milioni di euro del 1989.
In Commissione erano relativi al 1989/1992; è vero o no? Possiamo prendere i verbali! Uno di quei residui attivi falsi - ed è per questo che chiedo di ritirare i "falsi" - è sulla Gazzetta Ufficiale del 20 ottobre: "Regione Piemonte, impegnato...



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Lo do come esempio, perché gli altri arriveranno negli anni successivi.



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Proceda, Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Asessore al bilancio e finanze

Questo per dimostrare che le affermazioni gratuite sulla falsità non hanno più motivo di esistere. Non so più cosa dirvi, più che dirvi che è vero e dimostrarvelo.
A questo punto posso ascoltare i vostri interventi, ma, cari colleghi non ho altri elementi da contrapporre, perché sono affermazioni che non ribatto più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ieri ho detto - il mio intervento è a verbale, possiamo anche rileggerlo - intervenendo su questo punto, che chiedevamo alla Giunta riguardo a quegli avanzi che risalgono a periodi così lontani da determinare una situazione di incertezza, che fossero trattati con precauzione; in particolare, che fossero presentati gli elementi documentali che dicevano che stavamo parlando di avanzi effettivamente iscrivibili.
La cosa che lei, Assessore, ha fatto questa mattina, che riguarda non so esattamente quale punto, risponde alla domanda che ieri abbiamo presentato dicendo: "In mancanza di questo, utilizzate un criterio di precauzione e trattate con precauzione una cifra" - se ricordo bene devo aver detto intorno ai 30 milioni di euro - "sulla quale grava questo elemento interrogativo". Poi abbiamo detto: "O lo sciogliete con una documentazione adeguata, avendo un riscontro che provi questo, altrimenti...". Pertanto il fatto che su 20 mila euro arrivi qualcosa, è indubbiamente un passo in avanti. Vada avanti così e cerchi di darci una spiegazione anche sugli altri.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, indìco la votazione nominale sull'articolo 2, come richiesto dai Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato Sì 26 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Ricordo ai colleghi che la seduta pomeridiana è alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.48)



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