Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.496 del 26/10/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.17 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



(La seduta ha inizio alle ore 11.03)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Costa Enrico, Leo e Rossi Oreste.


Argomento:

b) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 22 e 30 luglio, 2, 3 e 4 agosto 2004. Verranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Nomine


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) all'o.d.g., che reca: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Ente di Gestione del Parco Naturale della Valle del Ticino (articolo 7 l.r. 12/1990 sostituito dagli articoli 1 e 2 della l.r. 4/1992) - Consiglio direttivo - nomina di 1 membro con esperienza in materia forestale zoologica e idrobiologica in sostituzione del signor Roberto Passione. (Divenuta DCR 386-30859)


PRESIDENTE

Prego il Consigliere Segretario Pozzo di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 948 inerente a "Violazioni delle convenzioni internazionali da parte del Laos"


PRESIDENTE

Mentre procediamo allo spoglio delle schede, volevo informare l'Aula che è stato presentato un ordine del giorno (il n. 948) che è sui vostri banchi. E' stato presentato dal Gruppo Radicale, l'argomento è l'arresto del nostro Consigliere Bruno Mellano, avvenuto l'anno scorso in Laos ed il relativo processo e la battaglia per il rispetto dei diritti umani in quel paese.
Do pertanto lettura di tale documento, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Ricorda il quinto anniversario dell'arresto e della conseguente scomparsa, il 26 ottobre 1999, di cinque studenti laotiani, incarcerati dal regime di Vientiane per aver manifestato pacificamente in favore della libertà e della democrazia nel proprio Paese. Uno di loro, Khamphouvieng SISA-AT, è morto in prigione; la notizia si è appresa tre anni dopo la sua morte. Rispetto agli altri quattro desaparecidos (Thongpaseuth Keuakoun Seng-Aloun Phengphanh, Bouavanh Chanmanivong e Keochay) si hanno solamente informazioni incerte e frammentarie Ricorda il terzo anniversario dell'arresto, la detenzione per quindici giorni, il processo-farsa e la successiva espulsione dal Laos dei cinque militanti del Partito Radicale Transnazionale (Bruno Mellano, Olivier Dupuis, Massimo Lensi, Silvja Manzi e Nikolaj Khramov), che, il 26 ottobre 2001, attuarono a Vientiane la stessa manifestazione non violenta tenuta due anni prima dai militanti democratici laotiani Richiama le autorità del Laos al rispetto dei fondamentali diritti civili e politici e della libertà religiosa Richiede al Governo italiano, alla Commissione europea ed al Consiglio Europeo di intraprendere ogni possibile azione politica e diplomatica al fine di interrompere le persistenti e continuate violazioni delle Convenzioni internazionali, che, sebbene sottoscritte dal Laos, non sono in alcun modo rispettate dal Governo laotiano Dà mandato al Presidente del Consiglio regionale di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Commissione Europea, all'Ambasciata del Laos a Parigi".
Personalmente, lo firmo e penso che possa essere condiviso da tutta l'Aula. Se non ci sono opposizioni, possiamo darlo per iscritto ed approvato all'unanimità, firmato e sottoscritto da tutti i colleghi?



(L'Aula, all'unanimità, acconsente all'iscrizione)


Argomento: Nomine

Ente di Gestione del Parco Naturale della Valle del Ticino (articolo 7 l.r. 12/1990 sostituito dagli articoli 1 e 2 della l.r. 4/1992) - Consiglio direttivo - nomina di 1 membro con esperienza in materia forestale zoologica e idrobiologica in sostituzione del signor Roberto Passione. (Divenuta DCR 386-30859) Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo nominato, quale membro in sostituzione del signor Roberto Passione, con esperienza in materia forestale, zoologica e idrobiologia del Consiglio Direttivo dell'Ente di Gestione del Parco Naturale della Valle del Ticino, il signor Squarcina Emilio Maurizio.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Ente di Gestione del Parco Naturale ed Area Attrezzata del Sacro Monte di Crea - (articolo 9 l.r. 12/1990) - Consiglio direttivo - nomina di 1 membro con esperienza in materia storica, artistica e architettonica in sostituzione del signor Stefano Bonzano. (Divenuta DCR 387-30860)


PRESIDENTE

Prego il Consigliere Segretario Pozzo di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo nominato, quale membro in sostituzione del signor Stefano Bonzano, con esperienza in materia storica, artistica e architettonica del Consiglio Direttivo dell'Ente di Gestione del Parco Naturale ed Area Attrezzata del Sacro Monte di Crea, il signor Egidio Rivalta.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Proseguimento esame disegno di legge n. 641 "Rendiconto generale per l'anno finanziario 2003"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 641, di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 2 Dovevamo rifare una votazione, quella sull'articolo 2, "Entrate di competenza", sulla quale era venuto meno il numero legale.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Come facciamo a parlare del rendiconto senza l'Assessore Pichetto Fratin?



PRESIDENTE

Consigliera Manica, lei ha ragione, però la relazione è stata già svolta alla presenza dell'Assessore Pichetto Fratin, abbiamo soltanto una serie di votazioni.
E' certo che, quando si discuterà dell'assestamento, non potremo farne a meno.
Indìco il rinnovo della votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) sull'articolo 2.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale.
Sospendo pertanto la seduta, ai sensi ex articolo 52, comma 3 del Regolamento del Consiglio regionale.
La seduta è aggiornata alle ore 12.00.



(La seduta, sospesa alle ore 11.29 riprende alle ore 12.20)


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Gruppo di lavoro per verifica sull'attività amministrativa condotta dagli uffici regionali in ordine all'attività della legge regionale 8 luglio 1999, n. 18 (Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica)"


PRESIDENTE

Come stabilito, do la parola al Presidente Ghigo, che intende fare delle comunicazioni.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Presidente e colleghi, non ricordo esattamente la data, ma mi ero impegnato a rappresentare in aula il risultato dell'esito del gruppo di lavoro da me incaricato per esercitare delle verifiche sull'attività amministrativa d'attuazione della legge 18.
Voglio, prima di tutto, ringraziare i componenti del gruppo di lavoro: la dottoressa Bertino, che è l'estensore della relazione, Sergio Rolando Guido Odicino e Giuseppe Picarretta.
Nella relazione, dalla quale cercherò di espungere gli aspetti salienti relazione che, chiaramente, sarà a vostra disposizione - si spiegano anche la modalità, tutti i passaggi ed i momenti con i quali la verifica amministrativa è stata attuata.
Comunque, in questa sintesi ci sono già sufficienti punti che mi hanno dato elementi di valutazione, come mi ero prefissato anche su suggerimento dell'Assessore Racchelli.
Il gruppo di lavoro, cui facevo riferimento prima, da me incaricato ad effettuare la verifica sull'attività amministrativa, condotta dagli uffici regionali in ordine all'attuazione della L.R. n. 18/99, mi ha consegnato nella tarda serata di ieri la relazione sui lavori svolti, che è a disposizione dei Signori Consiglieri che la vorranno richiedere e di cui oggi è mia intenzione affrontare e commentare gli elementi salienti.
Il gruppo di lavoro ha proceduto, attraverso il metodo di revisione interna (analytical audit), ad effettuare l'esame di un campione statistico rappresentativo di pratiche, suddivise per annualità di bando e tipologia di graduatoria.
Da tale esame, non solo non sono emerse problematiche di rilievo tanto che il profilo di criticità è stato classificato come "basso" - ma si è anche evidenziato, con il ripetersi dei bandi, un trend di progressiva riduzione delle pur ridotte problematiche.
In quest'ottica, il gruppo ha suggerito nelle sue conclusioni alcune raccomandazioni per incrementare ulteriormente l'ottimizzazione dell'attività amministrativa degli uffici. Queste raccomandazioni sono l'adozione di protocolli di verifica periodica, in modo tale da garantire un flusso di informazione di feedback diretto alla conferma della bontà dell'attività istruttoria svolta; il completamento delle procedure di controllo in loco; la formalizzazione del "manuale di controllo".
Nella stessa logica di adeguare il più possibile la prassi amministrativa ai canoni di corretta gestione, il gruppo di lavoro ha esaminato i provvedimenti amministrativi che, in attuazione della L.R. n.
18/99, regolano il procedimento di concessione degli aiuti.
Rispetto a tali atti la relazione fa rilevare come "dall'esame dei programmi 2000-2003 emerga chiaramente l'identificazione già nei bandi di tutti gli aspetti rilevanti nonché prioritari ai fini della successiva selezione delle domande; non vi è pertanto ragione di dubitare che i soggetti interessati siano stati puntualmente ed esaustivamente posti in grado di conoscere per tempo, tanto l'insieme delle caratteristiche essenziali, quanto di quelle ritenute prevalenti ai fini del calcolo del punteggio totale".
Il gruppo ha tuttavia ritenuto di evidenziare, nell'ottica citata, la mancata determinazione nei bandi delle modalità di ripartizione del punteggio globale, con riguardo alle tre fasi di valutazione a cui sono sottoposte le domande. Ha perciò suggerito, nelle sue conclusioni, di precisare nei bandi per ogni fase di valutazione la quota di punteggio massimo conseguibile, quando non sia possibile pubblicare contemporaneamente bandi e procedure di valutazione che tali punteggi dettagliano.
Il secondo ed ultimo rilievo giuridico-formale che emerge dalla relazione riguarda la mancata previsione nei bandi degli anni successivi al 2000 (anno di prima applicazione della legge regionale) del numero e della tipologia di graduatorie che si andranno a formare, nonché delle risorse finanziarie ad ognuna destinate.
Anche in questo caso, il gruppo suggerisce di adeguare in tal senso i bandi futuri.
Sul punto, pur condividendo l'invito a migliorare la prassi in essere per conformarla agli astratti canoni normativi, devo sottolineare come, già a seguito del primo bando dell'anno 2000, gli operatori del settore abbiano dato un riscontro così ampio delle opportunità di finanziamento attivate dalla Regione, da indurre questa Amministrazione ad incrementare in modo significativo le risorse finanziarie già indicate in quel primo bando.
Ciò ha fatto sì che si attingesse al bilancio 2001 per dare risposta alla vivacità di iniziative emerse da tutto il territorio regionale. Questa scelta ha necessariamente condizionato la programmazione dei fondi per i bandi degli anni successivi, dal momento che, per effettuare una corretta valutazione ai fini del riparto dei fondi all'interno dei singoli bandi era necessario avere il quadro completo delle risorse a disposizione quadro che si andava delineando fra bilancio di previsione e suo assestamento.
In funzione di queste considerazioni, che sono una sintesi della relazione redatta dal gruppo di lavoro capitanato dalla dottoressa Bertino che ancora ringrazio, voglio trarre due conclusive considerazioni. Il lavoro dell'Assessorato appare sostenibile alla luce di motivazioni contingenti rispetto al modello ottimale di riferimento indicato nella relazione.
Dalla relazione non emergono interferenze della politica rispetto alla funzione. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente, per la comunicazione.
Ha chiesto la parola l'Assessore Racchelli; ne ha facoltà.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Consiglieri, la relazione finale del gruppo di lavoro nominato dal Presidente Ghigo sulla gestione dei criteri, dei punteggi e delle procedure per l'assegnazione dei contributi previsti dalla legge regionale 18/99 sull'offerta turistica ha evidenziato come non vi siano stati comportamenti ed atti contrari alla regolarità amministrativa ed a quanto stabilito dalle leggi regionali vigenti sulla separazione fra il ruolo politico di indirizzo e la funzione amministrativa di gestione, affidata alla struttura regionale.
Personalmente, sono molto soddisfatto dei risultati cui è pervenuto il gruppo di lavoro, poiché evidenziano l'assoluta correttezza e moralità del mio comportamento.
La relazione del gruppo di lavoro fa infatti luce su un punto delicatissimo e fondamentale. Non c'è stato alcun intervento né alcuna interferenza della politica nella gestione amministrativa dei contributi.
Sono consapevole che queste conclusioni, nella loro chiarezza, non debbano assolutamente costituire elemento di interferenza neppure indiretta su decisioni future che spettino a soggetti terzi, diversi dall'amministrazione regionale.
Allo stesso modo, ritengo però che esse rappresentino nel metodo e nel merito una risposta chiara, soddisfacente e definitiva alle questioni aperte in sede politica.
Ma se da un lato il chiarimento su un nodo fondamentale dell'etica e dell'agire politico toglie un argomento essenziale alla polemica dall'altro occorre evitare che questo venir meno di sostanza spinga qualcuno ad alzare i toni dello contro, ad alzare il tiro su obiettivi più elevati ed esposti del sottoscritto. Le puntuali, quotidiane smentite alle professioni di fede di garantismo, le cattive interpretazioni e la malafede sul concetto di conflitto di interesse, la recrudescenza degli attacchi politici sulla mia vicenda personale, anche in ambiti che nulla hanno a che vedere con i fatti oggetto di valutazione dell'autorità giudiziaria, fanno capire che è ormai iniziata una campagna elettorale senza esclusione di colpi e nel segno del più smaccato giustizialismo.
Non posso permettere, quindi, che la mia esposizione personale possa costituire motivo d'attacco alla figura e all'operato dell'amico Presidente Enzo Ghigo, del suo Governo e della maggioranza che lo sostiene e di cui orgogliosamente faccio parte.
Per questa ragione ho scelto di non esercitare temporaneamente le deleghe e restituirle allo stesso Presidente Ghigo, che me le ha affidate nel 1998 e riconfermate nel 2000.
E' un gesto di responsabilità a difesa della persona del Presidente del lavoro e della forza di questa Giunta e di questa coalizione. Un gesto di garantismo concreto che oggi vorrei venisse valutato ed apprezzato specialmente da quanti fanno continua professione di fede garantista a parole.
Rimetto le deleghe ma non mi faccio da parte. Resterò nel mio ruolo di amministratore. Continuerò a far parte come Assessore del Governo regionale, a partecipare alle sedute di Giunta, a dare attraverso i suoi atti di governo il mio contributo alla politica per il nostro Piemonte.
Non cesserò di lavorare soprattutto per senso di responsabilità verso quei 15.000 cittadini piemontesi che nel 2000 mi hanno dato la loro fiducia, e che non capirebbero come si possa difendere la propria onorabilità, la propria dignità di persona umana e di uomo politico rassegnandosi agli attacchi e alle risse, tirandosi indietro nascondendosi, vergognandosi.
Rimettere le mie deleghe al Presidente Ghigo significa da parte mia poter assumere con serenità tutte le decisioni che discenderanno anche dai futuri sviluppi giudiziari della vicenda, nelle cui sedi potrò finalmente esporre le mie ragioni ed argomentazioni con tutta la tranquillità e la sicurezza di chi ha saputo sempre mantenere distinte le ragioni del diritto da quelle della politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione e Assessore Racchelli, naturalmente constatiamo che anche chi fino a ieri aveva negato nel modo più assoluto, comincia a prendere atto di una situazione insostenibile, per quanto riguarda il Governo della Regione, con un Assessore non in grado di rappresentare la Regione Piemonte e di svolgere il proprio ruolo e la propria iniziativa.
Pende sull'Assessore Racchelli una richiesta di rinvio a giudizio per reati gravi: auguro all'Assessore Racchelli - glielo auguro di tutto cuore di essere in grado di dimostrare la propria estraneità ai reati per i quali è richiesto il suo rinvio a giudizio nelle sedi competenti. Lo sviluppo della situazione, che avete deciso di gestire con questa modalità conferma il fatto che si è determinata una situazione politicamente insostenibile. A me pare - questa è una mia opinione - che la soluzione che avete concordato tra di voi, la soluzione del cosiddetto Assessore "nudo" quella che ripete un precedente che abbiamo già visto (l'Assessore Scanderebech si era trovato per un certo periodo nella stessa situazione) sia una soluzione ipocrita, sia una soluzione che non prende atto dei problemi esistenti nella loro effettiva dimensione e che porterà ad ulteriori discussioni e confronti, in Consiglio regionale, sulla base degli sviluppi esterni alla situazione. Noi pensiamo che questo sia un errore che non contribuisce a mettere il Governo regionale e la Regione Piemonte in una condizione al di fuori di qualsiasi preoccupazione e sospetto.
C'è infine una considerazione politica, Presidente della Regione, che voglio fare ed è questa. Noi siamo, con l'Assessore Racchelli, al quinto Assessore della sua Giunta che, dall'inizio della legislatura, presenta le sue dimissioni: ha iniziato l'Assessore Scanderebech, cui hanno fatto seguito l'Assessore Burzi, l'Assessore D'Ambrosio e l'Assessore Brigandì.
Adesso è il turno dell'Assessore Racchelli. Cinque Assessori. Se aggiungiamo il Direttore generale delle Molinette, Odasso, che mediamente di assessori ne vale due, arriviamo a sette. I pilastri della Giunta sono stati messi in discussione e questo segna, a nostro avviso, un fatto politico rilevante. Non si può pensare di contribuire ad assistere a situazioni del genere, senza che si prenda atto di essere in presenza di un fatto politico di rilievo, che meriterebbe una valutazione e una considerazione su come noi non siamo in presenza - tante volte l'ho ripetuto ed è un giudizio politico - di un episodio, ma di una questione che riguarda la politica, un modello di Governo del quale voi siete protagonisti e del quale, lei, Presidente, è il primo responsabile. Un modello di governo che apre ricorrentemente alle situazioni che oggi ci troviamo a discutere, che si ripresentano continuamente, non come eccezioni.
Tutta la legislatura è stata costantemente segnata dal ripetersi di problemi di questa natura. Fra di voi potete raccontarvi che questo sia il risultato di chissà quale spirito persecutorio, ma sarebbe meglio, per la Regione e anche per voi, se vi chiedeste se non c'è una ragione, dovuta ai vostri comportamenti, di quello che sta capitando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Vede, Assessore, ho ragione di credere che lei avesse colto l'essenza della discussione che abbiamo svolto nel precedente Consiglio. Alla luce dei fatti e delle indiscrezioni giornalistiche la sua posizione obiettivamente, diventava molto difficile.
Lei, nel suo intervento, ha richiamato il presunto garantismo di cui ci saremmo fatti portatori come modalità ipocrita che doveva servire a discutere sulla sua vicenda. Io credo che l'Aula tutta, in ogni scranno dell'opposizione e della maggioranza, abbia un'alta concezione delle garanzie che devono riguardare in primo luogo il cittadino. Lei nel suo intervento ha parlato di etica della politica e ha parlato di politica come servizio. Allora le pongo una domanda: lei ha deciso di mantenere l'incarico di Assessore privato da ogni delega, ma lei sa che in quel ruolo è chiamato a partecipare alla Giunta, ed è chiamato ad esprimere un voto sugli atti deliberativi che la Giunta, man mano, dovrà deliberare? Non le sembra anomala questa circostanza? Lei, a differenza di altri eletti in altre assemblee elettive, ha un grande privilegio che ad altri non è concesso: un cittadino che è stato eletto Consigliere comunale in un comune del nostro paese, se viene nominato assessore e poi il sindaco gli sottrae le deleghe, perde ogni prerogativa, compresa quella di Consigliere comunale.
L'Assessore ha una situazione di privilegio unica, ma poteva togliere dall'impaccio la sua maggioranza facendo l'unico atto possibile: dimettersi da componente della Giunta. Rioccupando gli scranni del Consiglio poteva restituire dignità al dibattito politico. Non entra in collisione con il garantismo, perché lei avrebbe fatto uno di quegli atti che, in politica rappresentano il valore aggiunto: mettere la Magistratura, e soprattutto lei, in condizione di potersi difendere senza che, rispetto alla vicenda nei fatti, la sua posizione sia ulteriormente aggravare. Davamo certamente per scontata la relazione e i suoi esiti, ma ne va ricordata l'utilità perché da questo dibattito emergono almeno due correzioni di rotta che probabilmente gli uffici non avevano valutato. Lei sostiene che dall'esito della relazione si può dimostrare che non vi è stata interferenza della politica con l'aspetto gestionale, è demandato ai dirigenti. Allora Assessore, mi spieghi solo una cosa. Lei non è un esempio isolato, lo ha ricordato il Consigliere Marcenaro, siamo al numero cinque. Questo "cinema" lo abbiamo già visto con la vicenda Scanderebech. Oggi il Consigliere Scanderebech siede in quei banchi, ha fatto una scelta che non era legata certamente all'intervento della Magistratura, ma ha fatto una scelta che va rispettata.
Guardi, Assessore, probabilmente nei prossimi giorni l'Aula metterà all'o.d.g. un altro atto che riguarda un altro consigliere. Oggi lei aveva un'opportunità: non far rimpiangere la prima repubblica. Oggi, invece continuando sui leitmotiv della volta precedente, la seconda repubblica sta dando un segnale inquietante, sebbene dovesse rappresentare il superamento di un modo di concepire la politica.
Questo non le fa onore. Lei oggi aveva una grande possibilità: rassegnare la dimissioni da Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente, grazie al Presidente Ghigo e all'Assessore Racchelli.
Come lei sa, Presidente Ghigo, la nomina di Assessore non è una sorta di onorificenza. La nomina di Assessore è un incarico di lavoro, per lavorare. Oggi lei propone, per se stesso, un comportamento molto incoerente.
Lei dice, al Consiglio regionale: "Badi, Consiglio regionale, che ho fatto le verifiche del caso e, sulla base delle stesse, l'Assessore Racchelli - sintetizzo e metto le virgolette - ha amministrato correttamente. Non ho trovato, nelle cose che faceva, alcuna interferenza tra la politica, gli interessi eventuali politici e gli interessi di tutela di un servizio erogato".
In sostanza, lei ci dice che l'Assessore Racchelli ha amministrato bene.
E allora? Allora continui così. Se l'Assessore Racchelli ha amministrato bene, perché lei deve impedire, all'Assessore Racchelli, di continuare ad amministrare? Eppure lo fa.
L'Assessore Racchelli compie le sue scelte, ma è subordinato. Una volta tanto, l'Assessore Racchelli è dipendente e non è imprenditore di se stesso. L'Assessore Racchelli è nominato da lei per fare delle cose. Lei dice che le ha fatte bene, allora lo lasci continuare. Invece no, lo mantiene in una carica, ma gli impedisce di fare quello che, secondo lei l'Assessore ha fatto bene.
In effetti, il problema che lei ha di fronte non è se l'Assessore abbia amministrato bene, ma è il fatto che c'è un'istituzione parallela e autonoma, rispetto alla pubblica amministrazione, che sta verificando, non la correttezza amministrativa (che lei può verificare, dal suo punto di vista), ma se l'Assessore Racchelli abbia violato norme del Codice Penale.
Questo è il problema. Di fronte a questo problema, lei deve pronunciarsi.
Mi stupisco che una persona come lei, di fronte al problema di aver nominato - e oggi mantenuto in carica - un Assessore, non si ponga il problema di mantenere in carica un Assessore sul quale, in modo definitivo un Pubblico Ministero ritiene di chiedere un rinvio a giudizio per supposte violazioni di norme del Codice Penale.
Da una persona come lei, ancora adesso, mi sarei aspettato che, senza pensarci troppo sopra, a questo punto dicesse: "Togliamo tutti dall'imbarazzo e revoco, pro tempore, questa nomina" che, tra l'altro, non le serve più, dal punto di vista amministrativo, perché impedisce all'Assessore Racchelli di lavorare.
Questo è il fatto che lei, secondo me, doveva assumere. Non lo ha fatto.
A mio parere, è che lei ha il "mal di pancia" a non assumere questo provvedimento. Questa, però, è un'opinione del tutto personale perché, per quanto la conosco come persona per bene, Presidente Ghigo, mi sembra che una persona per bene, che ha un certo stile, anche legato a fattori di opportunità e di buonsenso, più che questo non potrebbe fare.
Perché non lo fa? Perché non lo fa? Lei è obbligato da qualcuno a non farlo. Perché, per se stesso, non penso che lei non sia fortemente imbarazzato.
Dato che una nomina da Assessore si fa e si toglie in cinque minuti, la invito, Presidente Ghigo, nell'interesse della Regione, della sua Giunta vorrei aggiungere anche nell'interesse dell'Assessore Racchelli, al quale queste cose posso dirle anche in un altro modo e forse gliele ho già dette a recidere un legame del tutto inutile e che getta nell'imbarazzo l'intera attività della Giunta.
La frase detta dall'Assessore Racchelli: "Io continuerò ad amministrare" è allucinante. Ma continuerà ad amministrare cosa, se non ha più le deleghe? Cosa farà? Amministrerà le scelte degli altri? E va bene.
Andrà in Giunta e voterà? Parlerà? Cosa farà? Ma a cosa serve tutto ciò, in presenza di un'inchiesta ancora non terminata? Rifletta, Presidente Ghigo, revochi questa nomina di Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Non sapevo nemmeno che oggi il Presidente Ghigo dovesse riferire in aula, per cui ero tranquillo fino a quando, come al solito, l'amico candidato Presidente di questa Regione per le prossime elezioni accusava il Consigliere Scanderebech di ipocrisia.
Mai, nella storia della politica, c'è stato un caso così trasparente così genuino e così limpido, nel momento in cui è venuta meno la fiducia nel mio modo di far politica da parte del Presidente e viceversa. C'è stato un tacito e serio atto di rinuncia nei confronti di quello che mi era stato donato dal Presidente, ossia le deleghe.
La nostra, quindi, è stata una questione tutta interna alla maggioranza. È stata una questione che evidenziava il mio modo diverso di fare politica rispetto a quello del Presidente Ghigo. Ma era allora.
Allora.
Oggi, penso che il Presidente Ghigo ci ragionerebbe due volte prima di togliermi deleghe del genere, perché ho cercato di far politica con passione, con dedizione e con trasparenza, come da quando sono in politica.
Questo, purtroppo, ti porta a metterti contro quei poteri forti del centrosinistra che, tutt'oggi, determinano la politica e gli sviluppi economici di questo territorio.
Questa è la realtà, caro collega Marcenaro (e ringrazio il collega Contu delle sue osservazioni).
Personalmente, continuerò a lavorare nello stesso modo con cui ho fatto l'Assessore in quei sette-otto mesi. Invece, ho visto un cambiamento di marcia da parte del Presidente Ghigo e lo ringrazio di cuore. Ho rincorso proprio l'altra sera il Presidente Ghigo al Salone del Gusto, per fargli i miei complimenti sulle uscite di questi giorni sui giornali. Finalmente, è ora di smettere di andare a braccetto con questi personaggi della sinistra che ci stanno rovinando e continuano a rovinare questo territorio.
giusto, quindi, che da domani ci confrontiamo; è giusto che da domani chi sbaglia paga, paga per i guai del nostro territorio e per la mancanza di lavoro. Oggi continuano a passare sulle ossa e sui ricordi dei nostri morti, perché la politica della sinistra lo permette. Questa è la vera ipocrisia, collega Marcenaro! L'avessimo fatto noi, ci avreste sparato, ci avreste mandato contro le Brigate Rosse, se non qualcosa di peggio; invece non è successo niente. Io già da oggi uscirò con dei manifesti, sui quali scriverò: "Perché il Sindaco Chiamparino non si dimette?".
Perché non avete chiesto le dimissioni del Sindaco, il vostro idolo cittadino? Perché non avete chiesto, almeno, un atto di dedizione o un atto di rispetto verso i defunti? Siete stati zitti! I cittadini non dimenticheranno facilmente queste cose.
Andate a chiedere le dimissioni del Sindaco Chiamparino nelle Aule dove rappresentate il vostro potere di centrosinistra: è indegno, oltre che indecoroso, che continui a fare il Sindaco in una città come Torino dopo aver calpestato il ricordo, la tradizione e quanto c'è di più sacro: i nostri defunti. Non avete fatto niente! Questa è politica!



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, per cortesia!



(Commenti in aula fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Caro collega Marcenaro, non deve fare campagna elettorale con me altrimenti sarò suo avversario politico nelle prossime elezioni! Non faccia queste affermazioni!



PRESIDENTE

Per cortesia, svolga il suo intervento!



SCANDEREBECH Deodato

Ringrazio il Presidente Ghigo, che mi ha concesso l'opportunità di rinascere, in questi giorni, all'interno del centrodestra e di iniziare la battaglia elettorale insieme a lui e all'amico Ettore Racchelli.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, credo che la Giunta regionale e il Presidente Ghigo siano in ritardo di un tempo.
Il dibattito che si è svolto non molto tempo fa, in qualche modo doveva portare ad una determinazione, alla quale giunge solo oggi il Presidente Ghigo. In quella situazione, poteva avere un senso la figura dell'Assessore "nudo", come si dice volgarmente.
Ma oggi questa scelta è fuori tempo. Si è messa in piedi, in fretta e furia, una specie di Commissione di verifica amministrativa. Sui controlli abbiamo un grosso problema: certamente, dal lavoro svolto, sia pure rapidamente, si è potuto accertare quando sia utile avere una struttura ispettiva interna, autonoma e permanente, perché sono stati suggeriti utili consigli.
Non vorrei che oggi, dopo questo tipo di controlli e di verifiche a campione delle procedure, ci sia una sorta di "tranquillità assoluta".
Vorrei soltanto segnalare che le "interferenze" si muovono nel rispetto del formalismo delle procedure. È difficile pensare - non si è mai visto! che elementi che hanno poi costituito, ahimè, attenzione ad un altro potere, siano stati palesemente sbagliati nelle procedure. Anzi, in genere chi si insinua e chi cerca, in qualche modo, l'interferenza, rispetta a fondo i meccanismi formali.
Evidentemente, dinanzi ad una situazione di questo genere, non basta una scelta dell'Assessore "nudo". Ma non basta neppure per la persona di Ettore Racchelli.
Credo che il Presidente Ghigo nutra fiducia nell'Assessore Racchelli, e non penso che essa possa venirne meno. Nell'iter che si sta per aprire l'Assessore Racchelli sostiene legittimamente di avere delle argomentazioni decisive, importanti e rilevanti per far valere la propria estraneità alle accuse (in questo caso, le accuse rivolte dal Pubblico Ministero riguardano il versante dei reati sanzionati e previsti dal Codice Penale). In quella condizione, la figura di Ettore Racchelli potrebbe trovare, come Consigliere semplice, una condizione migliore e più forte anche dal punto di vista psicologico nel rapporto di giudizio che si aprirà.
Perché, paradossalmente, come sosteneva lucidamente il collega Chiezzi se il Presidente Ghigo si fa confortare, in modo assoluto, dalle conclusioni della Commissione di indagine amministrativa costituita ad hoc dovrebbe avere anche il coraggio di mantenere l'Assessore Racchelli nel pieno delle sue funzioni.
Presidente Ghigo, se le basta quel tipo di indagine, coerenza per coerenza, deve mantenere l'Assessore al suo posto. Altrimenti l'Assessore Racchelli si troverebbe in una situazione ibrida - che, tra l'altro, non si comprende - per cui non può esprimere le sue funzioni, ma è lì, in Giunta in una particolare condizione. Come dimostrano anche le esperienze parlamentari, si tratta sempre di situazioni brevissime, di pochi giorni o forse di pochissime settimane.
Siccome oggi non è stata adombrata, da parte del Presidente Ghigo, come una soluzione da "Assessore nudo per questi giorni, poi vediamo", ma mi pare che l'abbia quasi strutturata così come l'ha esposta, il Presidente Ghigo si troverà ancora in ritardo di una battuta e fra un po' sarà costretto a venire qui e a togliere anche questa parvenza imbarazzante che ha voluto tenere in piedi, di impaccio al collega Racchelli.
A mio avviso, l'Assessore Ghigo dovrà, se non oggi la prossima volta arrivare ad una determinazione che permetta al collega Racchelli di poter al meglio, svolgere la sua difesa e liberarlo da questa situazione veramente imbarazzante e fuorviante.
Fra non molti giorni ci rivedremo, Presidente Ghigo, e sarà costretto a fare quello che avrebbe già dovuto fare questa mattina.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marco Botta.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Presidente, ho chiesto la parola per esprimere un apprezzamento sulla relazione del Presidente Ghigo, relazione promessa e attuata in termini anche molto brevi (una quindicina di giorni).
La Commissione tecnica ha preso in esame la questione ed è giunta ad una conclusione certa - noi non avevamo dubbi - che è compendiata in quella frase usata dal Presidente: "La totale estraneità di interferenze della politica sulla gestione amministrativa della legge n. 18".
Questo lo sostiene una Commissione costituita da dirigenti regionali che, come ripeto, ha fotografato una situazione sulla quale noi già prima non avevamo dubbi.
Le facili ironie che anche in questi ultimi giorni qualcuno faceva sulla nascita, sullo svolgimento e sugli esiti dei lavori di questa Commissione, le rimandiamo, dunque, immediatamente al mittente, perché noi siamo soliti fare le cose che diciamo, e portare i risultati, così come era stato promesso, in aula.
Altro discorso riguarda l'annuncio dell'Assessore Racchelli. Si è trattato, a mio avviso, di una dichiarazione coraggiosa, tesa, anche in questo caso, alla trasparenza e a quella chiarezza che, invece, il centrosinistra cerca di vendere agli altri, ma spesso non usa a casa propria, e probabilmente ne avremo dimostrazione anche nei prossimi giorni.
Considero giusto ridare le deleghe, ma rimanere all'interno della compagine assessorile.
Cari colleghi della minoranza, voi avete sempre memorie molto corte: avete vissuto alcune situazioni paragonabili a quelle dell'Assessore Racchelli e la maggioranza di queste si sono risolte - forse perché noi eravamo troppo deboli, troppo ingenui o troppo accomodanti - con l'assoluzione di chi allora fu costretto, obbligato, spinto o consigliato a dimettersi. Un caso è ancora in corso; un caso clamoroso di alcuni mesi fa non più di un anno fa - gettato sulla stampa come se fosse un mostro che si aggirava negli uffici regionali, ma che pian piano si sta sgonfiando.
Per questo motivo, il centrodestra deve difendere le proprie persone le proprie posizioni dalle strumentalizzazioni che anche oggi abbiamo sentito in quest'aula, soprattutto quando i riscontri tecnici sono positivi, quando le persone in questione hanno sempre dimostrato una propria moralità e linea di atteggiamento chiare. Non è generoso Consigliere Marcenaro, non è giusto e non è neanche politicamente plausibile che lei faccia di tutta l'erba un fascio. Come fa lei, politico di gran vaglia, lei possibile sfidante - possibile o probabile, ce lo diranno presto i vostri partiti - lei che vorrebbe amministrare il Piemonte, ad accomunare cinque situazioni totalmente diverse, in un unico fascio? Mi faccia capire cos'ha in comune la situazione che oggi sta vivendo l'Assessore Racchelli con quella che hanno vissuto l'Assessore Scanderebech, l'Assessore D'Ambrosio o l'Assessore Burzi. Cos'ha in comune la situazione che ha vissuto, orribilmente vissuto - e qui chi paga dovrebbe sbagliare, ma non solo i politici - l'Assessore Brigandì con quella che - ripeto - hanno vissuto l'Assessore Burzi, l'Assessore Scanderebech o l'Assessore D'Ambrosio? E' troppo facile fare strumentalizzazioni come lei ha fatto anche stamattina, caro collega Marcenaro. Questo non le fa onore, proprio perch lei rappresenta la punta di diamante del centrosinistra: colui che dovrebbe candidarsi a sostituirsi alla guida di questa Regione. Non si fa così, non ci si comporta così, non si usano questi argomenti, che sono argomenti di bassa levatura. Non si falsa la realtà delle cose, come lei ha falsato questa stamattina.
Pertanto, non c'è nessuno, caro collega Chiezzi, che obbliga il Presidente a mantenere questo comportamento: è un comportamento dettato dalla ragione, dal buonsenso. Dovete finirla di pensare che ci sia qualcuno che manovra il Presidente Ghigo! Prima, rispetto alla sanità, c'era un potente Segretario regionale di un partito di maggioranza; oggi chissà chi c'è - secondo voi - che manovra il Presidente Ghigo sulla questione Racchelli! Non c'è nessuno; c'è la presa di posizione seria, di buonsenso di un Presidente che ha a cuore la sua compagine assessorile, che ha compreso, sicuramente anche sulla propria pelle, nell'esperienza di questi anni, che tante inchieste ed indagini si sono poi risolte sempre a favore di coloro che rappresentavano il centrodestra e che oggi è giunto il momento di dare risposte forti a queste manovre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Non so se lei, Presidente Ghigo, si sia pentito come ha detto la volta scorsa - senz'altro non lo dirà più - della decisione presa.
Una piccola precisazione, rispetto a quanto lei ha letto, relativamente all'applicazione della legge 18. E' evidente che, se il problema non fosse esistito, in questi tre mesi non ci sarebbero stati i tentativi disperati e pressanti, da parte dei partiti della maggioranza, dei vertici di Forza Italia, da parte sua e di ognuno della Giunta, rivolti alla Giunta, per convincerla a dare le dimissioni (lei, Assessore Racchelli non c'era).
Come fare per risolvere questo problema? Riunioni di segreteria, di vertici; potremmo dire i luoghi, i giorni e le ore in cui queste riunioni si sono svolte, ma li conoscete meglio di noi, sarebbe pleonastico ripeterlo.
Tra l'altro, mi associo al collega Marcenaro nel fare gli auguri all'Assessore Racchelli, affinché possa dimostrare la propria innocenza; ad oggi non conosciamo gli sviluppi e i contorni di questa indagine - li vedremo in seguito - però, se non esiste il problema, mi chiedo come mai ci siano tutte queste riunioni e richieste, appelli e preoccupazioni.
Un famoso detto, che ho già citato altre volte, dice: "Male non fare paura non avere"; se c'è tanta paura e preoccupazione, forse qualche problema c'è.
Questo è quello che dovreste dirci voi, ma vedremo in seguito diversamente, non ci troveremmo in questa situazione, in cui c'è un Assessore "nudo", che però siede in Giunta. Rimangono delle questioni che a me sono molto chiare, ma le vedremo in seguito.
Presidente Ghigo, dovrebbe dire all'Aula come mai, a differenza del Presidente del Consiglio, che può togliere l'incarico ai Ministri, lei non è in grado di togliere una delega che lei stesso ha conferito. Quali sono i motivi? Personalmente, sarei curioso di saperlo, e credo di non essere l'unico perché mi sfugge.
Venendo alla seconda parte della relazione, che ho letto e riletto attentamente, devo dire che non c'è scritto che non vi è stata nessuna pressione politica rispetto alla gestione dei fondi della legge n. 18. Ma vorrei vedere che una Commissione amministrativa arrivasse a una conclusione del genere! Noi abbiamo posto tre questioni - con alcuni Assessori ne abbiamo anche parlato - rispetto alla gestione dei fondi della legge n. 18, rispetto ai fondi rotativi in altri settori e a fondo perduto (una parte nella legge 18). La situazione cambia completamente; la stessa gestione, gli stessi controlli che qui non vengono menzionati, perché effettuati da Finpiemonte che poi gestisce le risorse, i controlli post assegnazione dei fondi non vengono assolutamente menzionati, ma non potrebbe essere diversamente.
Rispetto al secondo rilievo giuridico formale che la Commissione indica, è certo che se non si sa prima quante risorse sono destinate in una certa direzione, è chiaro che poi le risorse su quella graduatoria si possono aumentare o diminuire.
E' evidente che questo è un problema non secondario, tant'è vero che è il secondo significativo e importante punto giuridico-formale che la Commissione si è preoccupata di segnalare.
Forse - lo voglio ripetere: a pensar male si fa peccato, ma si indovina decidendo a posteriori come distribuire le risorse, è possibile favorire mi auguro che non sia successo, ma se ne occuperà qualcun altro - alcune situazioni rispetto ad altre.
Queste sono le puntualizzazioni che noi facciamo sull'utilizzo tecnico della legge 18; sul resto, ci siamo ampiamente dilungati. Se ricordo bene questa è la terza seduta e temo, Presidente Ghigo, che ci ritorneremo vista la vostra grande preoccupazione di convincere disperatamente l'Assessore Racchelli - che, anche se non ci crederà, mi è anche simpatico a dimettersi.
L'Assessore ha dovuto fare una mezza marcia indietro, perché aveva affermato: "Non mi dimetterò mai"; tuttavia, Presidente, non mi spiego il fatto di rimettere solo le deleghe senza uscire dalla Giunta, considerata la sua incredibile impossibilità a togliergli le deleghe: come mai, cosa c'è dietro? Questo è il problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Innanzitutto, voglio ringraziare il Presidente della Giunta regionale per la celerità, per il rispetto dei tempi che si era dato per riferire all'Aula; il Presidente Ghigo, infatti, ha detto che questa relazione è stata consegnata ieri sera. Credo che aver riferito subito sull'esito del gruppo di lavoro e sull'applicazione della legge 18/99 sia un fatto estremamente importante e rilevante, unitamente alla pacatezza del dibattito (anche se un po' di sale l'abbiamo ascoltato e adesso farò alcune considerazioni che lo dimostrano).
Ciò inoltre rende anche giustizia alla verità, perché nella seduta di martedì scorso era stata depositata - qualcuno l'ha ricordato a modo suo una richiesta a norma di Regolamento per avere una comunicazione all'inizio di quella seduta è scoppiata una polemica enorme perché il Presidente Ghigo non era venuto in aula - è stato ricordato dai colleghi dell'opposizione - quando il Presidente Ghigo, la Giunta e il Presidente del Consiglio stesso non erano ancora nemmeno informati della stessa richiesta.
Di conseguenza, ritengo che sia rilevante ricondurre alla reale dimensione alcune frasi che ho sentito ancora adesso, nonostante quanto accertato nella giornata di oggi.
Abbiamo ascoltato tutti, credo con grande attenzione, la relazione letta dal Presidente: una relazione completa, per certi aspetti anche critica e propositiva, ma fortemente credibile.
I punti rilevanti sono sostanzialmente due. Il primo: il lavoro dell'Assessorato e della Direzione Turismo in questi anni è stato ben svolto, e questo non è poco. Il secondo: dalla relazione non emergono interferenze della politica sulla funzione, e questo è un punto fortemente rilevante, per non dire il "punto".
Voglio ringraziare l'Assessore Racchelli per il lavoro svolto in questi anni, tutti gliel'hanno sempre riconosciuto in aula e anche al di fuori di quest'aula; in tempi più normali e civili, ciò gli è stato riconosciuto alcune volte anche da parte delle opposizioni.
Voglio ricordare che proprio la legge 18 è stata presa come modello di riferimento nell'ambito della legislazione sul turismo a livello nazionale in un articolo apparso su Il Sole 24 Ore e che ricordiamo tutti.
Mi spiace che oggi questo sia strumentalizzato oltre misura e soprattutto, che venga anche strumentalizzato un atto dell'Assessore Racchelli, che ringrazio a nome del Gruppo per il senso di responsabilità politica e non solo; certamente per la grande sensibilità politica che ha nel rimettere le deleghe.
Non ci trovo nulla di male, Consigliere Placido, nel fatto che chi aveva detto in quest'aula: "Non mi dimetterò mai, non rimetterò le deleghe", a bocce ferme e a freddo poi prenda una decisione di grande dignità e di grande responsabilità. Sembra quasi che sia un disvalore: personalmente, invece, l'ho apprezzato.
Spiace la polemica che è in atto e che non vorrei costituisse ancora uso un sostantivo poco istituzionale - un "antipasto" delle prossime settimane.
A nome del Gruppo, auguro all'Assessore Racchelli - l'abbiamo già detto altre volte - che sia al più presto accertata la verità, in modo da poter dimostrare la sua estraneità ai fatti, la sua innocenza e ritornare pienamente al suo posto. Mi auguro soprattutto che il clima della polemica politica non si avveleni ulteriormente, perché questo clima è fortemente avvelenato, forse più al di fuori di quest'aula che in quest'aula oggi (basta leggere dichiarazioni autorevoli sui giornali, sugli organi di informazione, basta andare a verificare alcuni siti internet o i link in essi ospitati).
Nei confronti del Consigliere Marcenaro - l'hanno detto tutti i colleghi - voglio fare una riflessione. Non è corretto politicamente (ma non solo) mettere in relazione i casi dei cinque Assessori che si sono succeduti - questi sono riconducibili anche a un normale cambiamento all'interno di una coalizione, ad alcuni turn over, sono casi sostanzialmente tutti diversi - quasi montando un teorema in base al quale il Presidente Ghigo avrebbe dovuto rimuovere i suoi Assessori o gli Assessori si sarebbero dimessi in questi anni chissà per che cosa insinuando anche cose inesistenti su vicende che abbiamo vissuto tutti all'interno di questo Consiglio regionale; in particolare, il caso di Scanderebech, che - come lui stesso ha appena fatto ricordare - era un caso squisitamente politico.
Dovreste guardare un po' in casa vostra; mi riferisco ai tre Presidenti del Consiglio dei Ministri che si sono succeduti. Gli italiani hanno eletto Prodi e non hanno ancora capito quali sono le vere ragioni per cui ne avete cambiato un paio in corso d'opera.
Ci meravigliamo del vostro coraggio in momenti come quello attuale, in cui stanno emergendo questioni molto delicate e rilevanti come, ad esempio sul Mauriziano; penso che dei giornali leggiate anche certe pagine e non solo quelle che ci riguardano.
Penso agli scandali del Comune, uno per tutti quello più ignobile quello che ferisce più la gente, le famiglie: quello delle esumazioni, su cui il collega Scanderebech ha iniziato la propria campagna elettorale.
Io credo che l'abbia incominciata molto bene anche il Consigliere Marcenaro: non so se da Presidente, da Consigliere o da quello che vorrà fare o che lo metteranno in condizione di fare. Puntare tutto sulle situazioni delicate, sul richiedere solo comunicazioni o conferenze stampa in momenti difficili, su atti e situazioni rispetto a cui c'è anche in atto una verifica della Magistratura dimostra che non avete idee o che ne avete poche: certamente non avete programmi e scenari per il futuro di questa Regione e della sua comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, questo è l'ennesimo dibattito che facciamo sul caso Racchelli: sinceramente, sono un po' stufo di sentir dire sempre le stesse cose ed essere quasi costretto ad intervenire. Tuttavia, c'è un aspetto che voglio sottolineare e quindi voglio esprimere la mia opinione anche in questa occasione.
Intendo parlare di questo sistema della politica di oggi, di questo impianto che sostanzialmente ti condanna ancor prima che tu abbia un regolare processo, perché di fatto è così.
Ritengo dunque che sia difficile lavorare e fare politica in questo contesto, perché per fare politica e per fare l'amministratore ci vuole serenità e bisogna avere la mente libera, ma in questi giorni non penso che l'Assessore Racchelli l'abbia avuta.
Bene ha fatto, ed è un atto di gran responsabilità, a rimettere le deleghe in questo momento, perché se da una parte non è giusto, dall'altra è giusto sgombrare il campo, per consentire la possibilità che le polemiche si sopiscano.
Riesce difficile, sentendo alcuni interventi dell'opposizione, non cogliere l'apprezzamento nei confronti di questo sistema, di questo impianto accusatorio, con prove alla mano che, costantemente, sentiamo da qualche parte.
Non entro nel merito della vicenda perché non mi compete, perché questo non è il momento d'intervenire in questa direzione. Ci sono stati interventi di "pubblici ministeri" in quest'aula, che sono entrati nel merito e hanno insinuato il dubbio che l'Assessore Racchelli avesse agito non correttamente. Non è molto corretto, ma le campagne elettorali, come diceva già nel suo intervento l'Assessore Racchelli, qualcuno le comincia così. Penso che, forse, nel rispetto dei cittadini, si dovrebbe iniziare con delle argomentazioni diverse e, soprattutto, si dovrebbe sottolineare gli aspetti di una situazione piemontese, in questo momento, sicuramente difficile.
Quando si fa del falso garantismo e si continua - questo mi pare sia il quinto dibattito, se non di più - a parlare sempre delle stesse cose, penso che chi è convinto che questo sistema è profondamente sbagliato dovrebbe ribadirlo.
Non voglio fare esempi che parlano di colleghi, faccio il mio esempio.
In questi giorni, come ben sapete, ho ricevuto moltissime pacche sulle spalle. E' sicuramente una grossa soddisfazione. Ho ricevuto strette di mano, molti messaggi SMS e sono soddisfatto per questo, ma è un po' difficile rimborsare di quello che uno ha patito in tutti questi anni, come il sottoscritto e molti altri colleghi.
Allora, vi chiedo se è giusto questo sistema che qualcuno di voi continua a perpetrare? Perché se è giusto e lo ritenete corretto, voi state facendo la stessa cosa nei confronti dell'Assessore Racchelli.
Ringrazio il Presidente Ghigo, che penso abbia svolto, in tempi rapidissimi, l'indagine per cui voleva rassicurarsi e lo ringraziamo anche per aver portato questo documento all'interno del Consiglio regionale.
Ritengo che, alla fine, le cose che ho appena detto debbano essere ribadite con forza. Penso che la funzione della politica sia di combattere e non abbandonarsi, solo perché oggi è di moda comportarsi in questo modo a questo sistema che, come torno a ripetere, ti condanna ancor prima di aver verificato le prove e di aver avuto un regolare processo.
Ecco perché riconfermo la mia stima nei confronti del Presidente e dell'Assessore Racchelli, cui personalmente auguro di risolvere e chiarire in fretta la sua situazione. Sono auguri sentiti, non come quelli di qualcun altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Due parole di commento su alcuni punti che il dibattito ha toccato.
Ringraziando prima il Presidente della Giunta per la velocità con cui ha rispettato gli impegni presi con quest'Aula in uno dei tanti dibattiti su questo tema, confermando all'Assessore Racchelli la mia amicizia personale e politica, gli auguro buon lavoro. Di lavoro ce n'è sempre molto e il lavoro si fa da soli, perché questo è un lavoro che prescrive la solitudine come attitudine professionale. Non c'è il collega Brigandì che molto meglio di me, potrebbe raccontarci un proverbio siciliano, che dice più o meno, "bonu tempu, malu tempu, durano un tempu": le cose buone e le cose cattive vanno e vengono, ci vuole testardaggine e pazienza Questa è la parte formale.
La parte un po' più politica. Ho sentito l'intervento del collega Chiezzi, che non casualmente - è una delle sue poche qualità, è un ingegnere - è stato chiarissimo. Ha espresso una serie di dubbi sulle posizioni che la Giunta ha espresso e sulla politica della maggioranza.
Sarà poi compito, se lo vorrà, del Presidente Ghigo in questa sede o in un'altra, verificare questi dubbi, ma la posizione del collega Chiezzi è stata, come al solito, oltre che non condivisibile, chiara.
La posizione del collega Marcenaro è stata, come spesso capita confusa. Questo mi crea due sensazioni diverse. Una di gran conforto perché se il probabile e possibile candidato a sostituire il Presidente Ghigo ha le idee così confuse, intanto, tenderei a non aiutarlo, perché mi pare che sia utile che vada avanti in questa direzione, confondendo cose e date in maniera eterogenea. Mi pare che sia sulla strada giusta, dal nostro punto di vista. Credo che nessuno pensi mai che io abbia un atteggiamento super partes: sono fazioso sempre, nel senso che rappresento la mia parte e faccio molta fatica a contenermi.
C'è un punto più serio. Non che questo non lo sia, perché la Regione Piemonte ha bisogno di un governo solido, ne ha sempre avuto bisogno e ne avrà bisogno anche dal 2005 in poi, perché bisognerà occuparsene dopo le Olimpiadi del 2006. Credo che, chiunque se ne occuperà, avrà un compito non meno facile di quello affrontato, in questi anni, da Comune, Provincia e Regione.
Però, ripeto, mi rassicura che la squadra avversaria al momento abbia almeno nelle parole del suo più imminente candidato, un livello di confusione che mi tranquillizza.
La seconda parte. C'è stato un lapsus che non mi sorprende, nel collega Placido, per chi ha avuto modo di ascoltarlo - la memoria è qualcosa che il buon Dio ti dà e bisogna coltivarla, ricordando - ma mi sorprende molto nel collega Marcenaro. E' stupefacente che si dica, con tutta tranquillità, che un Assessore, chiunque esso sia - ha ragione il collega Angeleri, troppe volte abbiamo fatto questi discorsi, molto spesso con il senno di poi totalmente vacui, senza che nessuno mai chiedesse se non personalmente scusa, che già è raro - debba dimostrare la propria innocenza. Guardate che non è così, l'accettare questo teorema, vederlo sostenuto da un segretario di un importante partito, vederlo sostenuto in Consiglio (indipendentemente dal sapere chi è rivolto), è grave, a mio sommessissimo, ma chiarissimo avviso.
Secondo passaggio: atteggiamento persecutorio. Sì, ma non nella direzione che mi pare ipotizzasse, neanche tanto velatamente, il Consigliere Marcenaro. Io conosco soltanto marginalmente le vicende di questa Regione, ma negli ultimi nove anni - per quello che io penso assolutamente non nel mio caso, che era totalmente estraneo, era l'unica componente delle vita civile che non si è occupata di me - guardando anche altri casi, mai la Magistratura torinese ha avuto un atteggiamento persecutorio. C'è stato un eccesso di attenzione, ma l'eccesso di attenzione dipende da altre componenti, dipende dall'attività della politica che - troppo spesso, a mio avviso, da quella parte - ha sollecitato una Magistratura che deve prevedere tra i suoi compiti l'obbligatorietà dell'azione penale: altro tema interessante! Vogliamo per, una volta, provare a discutere, non certamente oggi, sul tema dell'obbligatorietà dell'azione penale? Siamo proprio sicuri che questa sia ancora rispondente, nell'interesse della Magistratura, oltre che della società civile, alle esigenze della società di oggi? Vogliamo parlare in un momento in cui alla Camera è oggetto di dibattito una riforma della giustizia che il sottoscritto non esita a definire totalmente insoddisfacente per gli obiettivi che la mia parte politica, secondo me avrebbe dovuto o potrebbe porsi? Vogliamo discutere di una Magistratura soprattutto quella torinese, che è aperta non aprioristicamente, ammettendo che da altre parti questo apriorismo si sia verificato, e discutere di quante cose il cui giudizio noi politici demandiamo correttamente, in qualche caso e scorrettamente in altri, altrove? Vogliamo discutere del fatto che di buona parte dei problemi che la politica dovrebbe discutere si occupa la Corte Costituzionale, in qualche modo formalizzando una rinuncia da parte nostra al decidere e demandando ad altri, e, da parte di alcuni demandandola come regolamento di conti, non sapendo noi trovare le conclusioni? In questo senso, certo, qualche domanda bisogna porla, non perché io ipotizzi che ci siano altri colpevoli - i reati si sommano, non si sottraggono - ma certo è stupefacente vedere, in qualche caso, delle attenzioni dovute - quando viene sollecitata, la Magistratura deve intervenire - che si risolvono in una bolla di sapone, senza scuse e con delle assenze. Le assenze non sono dovute alla Magistratura, ma alla politica. La politica, almeno in questa Regione dove oggi siamo, farebbe bene, prima o poi, a farsene carico.
Mi scuso per i minuti rubati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente Ghigo, la domanda principale che, dopo le sue comunicazioni non solo quella di oggi, ma anche quelle delle sedute precedenti, viene spontanea a quest'Aula, ma penso a qualsiasi cittadino piemontese, è: perché questo comportamento diverso da parte sua nei confronti dell'Assessore Racchelli rispetto a situazioni precedenti, che avessero delle analogie o che non le avessero? Quando si sono determinati casi che hanno riguardato i suoi Assessori, lei è sempre stato velocissimo nell'interrompere la relazione con loro, è sempre stato velocissimo nel liberare lei e la Giunta da una posizione imbarazzante e incomoda. Come mai questa volta il suo comportamento è così diverso? E' così diverso perch forse, l'Assessore Racchelli rappresenta più di altri, in modo compiuto una caratteristica peculiare della vostra politica in questi anni? Che è quella politica che ha permesso all'Assessore Racchelli di detenere, in tutti questi anni e in continuità per due mandati, deleghe importantissime e fondi rilevantissimi all'interno del bilancio regionale. Non è forse vero che l'Assessore Racchelli rappresenta, in modo plateale, ciò che lei cerca di velare attraverso un comportamento apparentemente diverso? L'essenza del vostro atteggiamento politico e del lavoro di questa Giunta e di questa amministrazione è stato sostanzialmente uno: invece di promuovere in modo serio e dispiegato, politiche pubbliche all'interno della Regione, avete utilizzato il denaro pubblico e la leva delle politiche pubbliche a fine di costruzione di qualche cosa che era meno pubblico, ma più privato (sistemi di poteri territoriali, oggettivamente dispiegati). Gli interventi che avete fatto avevano queste caratteristiche in tanti settori, la sanità ne è un esempio a tutti gli effetti. E' questa la ragione per cui il Presidente, oggi, non ha la possibilità e la capacità di togliere le deleghe all'Assessore Racchelli, lasciando lui e l'intero Consiglio regionale in una situazione assolutamente imbarazzante? In una vicenda quale quella che lo caratterizza in questo momento, non ci sono molte strade da prendere, ce ne sono due: le dimissioni si danno, o non si danno; le deleghe si hanno o non si hanno! Non si rimane all'interno di un'amministrazione e di una Giunta in queste condizioni. Non esistono molti atteggiamenti possibili. Non esistono, non sono esistiti precedentemente e non esistono oggi.
Noi ci interroghiamo compiutamente su questa circostanza e ci interroghiamo anche su un elemento ulteriore: l'elemento di ulteriore degrado, sconcerto e sconforto per la dimensione politica della scelta che lei, Presidente, ha fatto oggi, di non occuparsi di questo problema e di non potersene occupare. Come lascerà la situazione nei prossimi mesi? I prossimi saranno mesi sempre più importanti e concitati, ci porteranno verso una campagna elettorale, verso un'enfatizzazione di alcuni temi e alcune problematiche, al confronto e allo scontro tra i diversi schieramenti. Affronteremo una situazione che degenererà ulteriormente perché ci saranno sviluppi, di cui ci dovremmo continuamente occupare.
Presidente, si rende conto in quale condizioni abbandona quest'Aula e questa istituzione? Si rende conto dei rischi politici cui espone quel rapporto di fiducia che ci deve essere tra rappresentati e rappresentati cioè tra noi, che siamo gli eletti in Consiglio regionale, e i cittadini? Si rende conto che, mentre noi discuteremo la seconda lettura dello Statuto, le riflessioni che si susseguiranno sui giornali e i dibattiti che i cittadini faranno, non saranno tanto sulla fase costituente di questa Regione, ma sull'imbarazzo generato da questa vicenda? Se lei vuole svolgere al meglio il suo compito come governatore del Piemonte e non semplicemente in modo formale e mediatico comparendo in televisione e sui giornali, dovrebbe trarre le estreme conseguenze da questa vicenda e dovrebbe non solo accettare le deleghe che l'Assessore Racchelli le ha in questo momento restituito, ma chiedergli compiutamente le dimissioni dalla Giunta. Non penso che ci spossa essere altro atteggiamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Signor Presidente, io non entro nel merito delle scelte che stamattina ci sono state annunciate. Il Presidente della Giunta Ghigo e l'Assessore Racchelli ci hanno comunicato le intenzioni della Giunta alla luce delle conseguenze dell'indagine giudiziaria.
E' una loro scelta, è una comunicazione che ci è stata fatta e in qualche misura ne prendiamo atto, anche se mi colpisce la formula adottata perché, come molti hanno già avuto occasione di esprimere, delle due l'una.
O si ritiene che qui ci sia un problema e probabilmente, se il problema esiste, la modalità scelta per affrontarlo in qualche misura evita di confrontarsi con il problema; oppure il problema non esiste, quindi non vedo perché assumere una formula che evidenzia che il problema esiste.
Però questa è la scelta che ha fatto la Giunta e noi ne prendiamo atto.
La Giunta saprà argomentare e spiegare non soltanto a noi, ma anche all'opinione pubblica, le motivazioni che stanno dietro questo tipo di scelta.
Quello che vorrei fare è riprendere alcune questioni emerse nel dibattito e che sono emerse anche nell'atteggiamento complessivo che, su questa vicenda, il governo di questa Regione ha esternato con i propri comportamenti.
Mi pare che la questione centrale abbia a che fare con le garanzie dell'Assessore, sul come fare per non danneggiare l'Assessore. Cosa che ritengo importante e giusta. Non sto dicendo che non va presa in considerazione, ma mi pare che, nella migliore delle ipotesi, questa sia una visione assolutamente parziale della questione, di cui noi stiamo parlando.
L'Assessore prima ha fatto riferimento al fatto che ha ricevuto un mandato di rappresentanza da parte di 15 mila elettori. Io ritengo che questo sia un dato politicamente importante, è giusto che lui eserciti e porti avanti questo mandato, ma per fare ciò non è necessario essere Assessore.
Penso che noi tutti, chi più chi meno, siamo qui in virtù di un mandato conferitoci dagli elettori e cerchiamo, con il massimo impegno e la massima onestà, di ottemperare a questo compito.
Il fatto che ci sia questo mandato, indiscutibile ed innegabile, nei confronti del Consigliere ed Assessore Racchelli, non richiede necessariamente che egli rimanga Assessore per poterlo esercitare.
Penso che l'aspetto che qui non è emerso è una sorta di garanzia e di tutela dei cittadini, che ha a che fare con quel concetto che, in altri momenti, è stato espresso: noi siamo chiamati non soltanto ad essere onesti per ottemperare al mandato che i cittadini ci hanno conferito, ma anche ad apparire onesti.
Non entro nel merito di questa vicenda per quanto riguarda gli aspetti che riguardano l'Assessore. Com'è già stato detto, non voglio addentrarmi su questo terreno, è una vicenda che compete alla Magistratura. Mi auguro che possa risultare corretto e trasparente il comportamento che lui ha tenuto. La Magistratura sentenzierà e speriamo lo faccia in tempi brevi perché, in questi casi, il problema è che, se lo fa dopo tre-quattro anni è come se non l'avesse fatto. Non entro su questo aspetto, che richiederebbe approfondimenti sul modo con cui viene amministrata la giustizia, ma non penso che questo sia il contesto e il consesso per fare questa riflessione.
Penso però che i cittadini abbiano necessità di leggere in modo assolutamente trasparente il comportamento delle istituzioni, e per impattare su questa lettura, che ha a che fare con la percezione che i cittadini hanno delle istituzioni, secondo me è importante dare dei segnali forti.
Quindi, penso che se c'è una questione per cui avrei preso in considerazione un comportamento forse più radicale da parte dell'Assessore ma che attiene alle sue scelte, è una questione di sensibilità istituzionale, nel senso che non era tenuto e non è tenuto a rassegnare le dimissioni. Probabilmente, ribadendo la sua convinzione di assoluta trasparenza nel suo comportamento, poteva dare ai cittadini un segnale diverso di sensibilità istituzionale, ma non entro nel merito. E' una scelta che, se decideva di farla, poteva farla l'Assessore.
Vorrei fare soltanto due considerazioni a margine. Qualcuno ha detto che la legge n. 18 è stata additata a modello nazionale di gestione delle risorse sul turismo. Non è questa l'occasione di metterci a discutere come ha funzionato la legge n. 18, ma penso che ci sarà occasione per fare alcune riflessioni sul merito e su come questa legge abbia influito e abbia tentato di agire come leva sulla proposta turistica piemontese; ci sarà senza dubbio occasione per fare un confronto squisitamente politico.
Su questo vorrei fare una riflessione: in molti comportamenti, in molte esternazioni e in molti comunicati stampa di questa Giunta pare di cogliere una sorta di parallelismo tra il fatto che, dato che si distribuiscono molte risorse al territorio, in virtù di questo si chiede il conferimento di un ulteriore mandato ad amministrare.
Non è che sia sbagliato sottolineare l'importanza di portare risorse per lo sviluppo del territorio, ma penso che sia una questione che ha a che fare squisitamente con il ruolo che deve avere una Giunta, nel senso che moltissime di queste risorse sono derivate o trasferite, molte di queste risorse devono essere spese per lo sviluppo del Piemonte.
La questione quindi non è sulle risorse in sé, ma è sul come queste vengono gestite, utilizzate, programmate e finalizzate. Ed è su questo che andrà sviluppato il confronto politico, non sul fatto che un amministratore è bravo perché ha portato 100 miliardi piuttosto che 200. Quei soldi probabilmente vengono da trasferimenti europei o nazionali, probabilmente vengono da imposizioni fiscali sui cittadini, quindi è del tutto evidente che devono essere reinvestiti per lo sviluppo del territorio.
Il confronto politico deve avvenire non sul fatto che abbiamo o non abbiamo portato risorse, ma su come queste risorse siano state utilizzate e finalizzate allo sviluppo. Su questo, penso che una questione importante deve sempre essere molto chiara e farci riflettere: non solo i cittadini devono assolutamente sapere che queste risorse non spettano e non derivano dal fatto che si è più o meno sensibili politicamente ai colori di una bandiera piuttosto che un'altra, ma anche che vanno gestite in modo assolutamente trasparente.
Volevo solo sottolineare questo. E' di nuovo emerso che altri livelli istituzionali gestiti dal centrosinistra si sono comportati in modo discutibile. Se è così, chi ha sbagliato dovrebbe pagare.Mi risulta che, a livello comunale, sulle tanto richiamate esumazioni ci sia stato qualcuno che, a vari livelli, si è dimesso e ha rimesso incarichi. Penso che sia normale, avranno valutato di fare così e penso che sia giusto fare così.
Io non entro nel merito della questione specifica, ma ritengo che la questione che stiamo affrontando sia squisitamente una questione di sensibilità istituzionale. Sono state fatte delle scelte e chi le ha fatte ne risponderà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mercurio; ne ha facoltà.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente, brevemente vorrei fare alcune considerazioni. La prima è che alcuni Consiglieri, a conclusione dei loro interventi, hanno augurato all'Assessore Racchelli di uscire vittorioso ed innocente da questa vicenda nel suo giudizio penale in corso.
Questi auguri non sono stati fatti propri da altri colleghi, sempre della minoranza, che anch'essi avevano negato per tutto il tempo del loro intervento la presunzione di innocenza, sia dell'Assessore Racchelli sia di chiunque si trovi nella medesima situazione.
Quando si fanno gli auguri ad un collega e lo si deve presumere innocente, non gli si deve dire: "Ti auguro di poter dimostrare la tua innocenza".
In altre occasioni, abbiamo ripreso il principio di presunzione di innocenza - pietra miliare nel contesto di una società democratica e libera perché non si può parlare di una società democratica e libera se non vengono rispettati i principi elementari della persona. In molti interventi, quindi, ci sono state delle contraddizioni.
Nella sostanza, il succo del dibattito di oggi si riferisce alla domanda: perché il Presidente Ghigo ha lasciato "nudo" l'Assessore e non lo ha mandato a casa, in coerenza - secondo la Consigliera Manica - con quanto ha fatto in precedenza? Da quando sono Consigliere in questa legislatura, c'è stato solo il caso del collega Brigandì, che ha avuto una dinamica del tutto diversa trattandosi di un processo penale molto complesso. Ogni caso ha la propria dinamica. In generale, si deve presumere l'innocenza fino a sentenza definitiva.
I passaggi sono vari. In primis, l'avviso di garanzia. In quest'aula subito dopo l'avviso di garanzia si è ripetutamente chiesto, in più occasioni, le dimissioni dell'Assessore, alla faccia del rispetto della persona umana.
In che fase siamo adesso e in che contesto il Presidente della Giunta deve prendere una decisione? Siamo nella fase delle indagini preliminari fase che precede l'udienza preliminare - in cui il Pubblico Ministero chiede il rinvio a giudizio, ma il Giudice terzo non si è ancora pronunciato, perché si pronuncerà, per la prima volta, nell'udienza preliminare. Seguiranno poi le fasi di Primo Grado, Secondo Grado e di Cassazione; ma siamo ancora nella fase precedente all'udienza preliminare.
Se si parla di rispetto della persona, il primo ad essere coinvolto non è il Presidente della Giunta. E allora, bisogna anche essere coerenti e non dire, com'è stato detto in quest'Aula, che è un problema di cinque minuti.
Il Presidente Ghigo lo fa e lo disfa in cinque minuti: si chiude in una stanza di Piazza Castello, emana un decreto e l'Assessore non è più tale.
un problema di cinque minuti.
Siamo di fronte ad un procedimento penale, ma viviamo in un Paese democratico, talmente scrupoloso da prevedere l'avviso di garanzia l'indagine preliminare e l'udienza preliminare. Dopodiché, il Giudice terzo chiamato GUP - può dire: "No, facciamo altre indagini", oppure "archiviamo tutto, non sono d'accordo" o "rinvio a giudizio". Ma non siamo ancora in questa fase. Poi segue il Primo Grado, il Secondo Grado e la Cassazione.
Voi, invece, dite: "Caro Presidente Ghigo, vada, si chiuda in piazza Castello, cinque minuti e cancelli una persona". È stupefacente.
Non mi ero prenotato per parlare, ma come si fa, nella patria del diritto e del civilissimo Piemonte (che ancora ieri ha organizzato il Salone del Gusto internazionale, con l'arrivo del Principe Carlo di Inghilterra), a sostenere che, in cinque minuti, il Presidente Ghigo deve tagliare o no la testa alla gente? Insomma, Ghigo è il Presidente della Giunta. Capisco che si possa cacciare un Assessore che è uno scemo o che la fa grossa sul piano amministrativo - è più che giusto - ma non per una vicenda penale.
Se abbiamo una giustizia così rispettosa, cosa deve fare il Presidente Ghigo? Cancellare queste garanzie democratiche, queste garanzie di civiltà e tornare al Medioevo dicendo: "Io ti taglio la testa, caro Racchelli, e ti mando a casa"? Ma dove siamo? Come si fa a sostenere che in cinque minuti - è stato testualmente detto - bisogna prendere una decisione del genere? Da chi sono sostenute queste tesi? Da chi vuole mandare a casa il Presidente Ghigo e allora mi chiedo: dove siamo? Siamo nel civilissimo Piemonte nel 2004? Dove siamo?



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Mi sembra che in questa discussione, per come si è finora sviluppata sono stati svolti molti approfondimenti sulla vicenda relativa all'Assessore Racchelli, ma senza assumere posizioni cosiddette giustizialiste. Credo che vada fatta un'analisi politica, Assessore e Presidente Ghigo.
Pochi ricorderanno l'affermazione che si faceva una volta relativamente alla moglie di Cesare. Da sempre, quando vi sono problemi di questo tipo la politica deve confrontarsi, non solo con la Magistratura, ma anche con il ruolo politico che ognuno di noi ricopre.
In questo senso, mi sembra che la difesa d'ufficio che il Presidente Ghigo ha fatto a favore del suo Assessore, non riguarda solo la figura dell'Assessore, ma, in fondo, anche la stessa figura del Presidente. Il giudizio e l'analisi politica non possono non tener presente il fatto che una Giunta cambia, nel corso degli anni e per motivi diversi, quattro o cinque Assessori (non mi interessa il conto del quinto Assessore). Il dato politico inevitabile è che una Giunta, che cambia un certo numeri di Assessori, non può non manifestare una sua palese crisi.
Il dato politico più ovvio che va sottolineato, è che fra qualche mese ci saranno le elezioni e i cittadini piemontesi sapranno valutare politicamente le vicende che la Giunta Ghigo ha vissuto. Questo è inevitabile. Infatti, anche per il momento politico che stiamo vivendo nel Consiglio, non possiamo non fare un'altra valutazione: oggi parliamo di un problema politico, di una crisi politica di questa Giunta, senza che, in questi anni, questa evidente crisi sia emersa in maniera palese.
Questa, a mio giudizio, è una chiara dimostrazione di quelli che sono i danni del presidenzialismo, così come denunciato da molti studiosi e da molti testi che affrontano il problema.
Sono consapevole che la grande maggioranza di questo Consiglio ha votato per mantenere il sistema presidenzialista. Però, almeno a livello di denuncia, se così si può dire, credo che non si possa negare che una crisi politica di una Giunta rimanga chiusa all'interno delle istituzioni e non riesca a trovare sbocchi diversi se non nella prosecuzione del suo operato.
Tutto questo, come ripeto, è dovuto al presidenzialismo: ma sono certo che quando procederemo alla seconda lettura dello Statuto la grande maggioranza di questo Consiglio vorrà nuovamente approvare questo sistema.
Questo è un esempio vissuto non solo in Piemonte, ma in molte altre Regione, a partire dalla Lombardia, dove i problemi di Giunta e di Assessorato non hanno mai provocato delle percussioni politiche.
Oltre agli aspetti che sono stati sottolineati negli interventi che mi hanno preceduto, vorrei richiamare esplicitamente questo collegamento: si tratta di una vicenda politica che procede senza ripercussioni sulla Giunta perché, come ripeto, abbiamo un sistema presidenzialista che, di fatto blinda il Presidente e la sua Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'avvocato Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

La ringrazio, Presidente, ma non enfatizzi la mia attività professionale, che in questo contesto non c'entra nulla.



PRESIDENTE

Era per rompere la monotonia!



GALASSO Ennio Lucio

Ringrazio il Presidente Ghigo per il consueto stile istituzionale e per il rispetto dell'Aula che, ancora una volta, ha mostrato.
Devo osservare, però, che, ancora una volta, parte del Consiglio mortifica la propria autorevolezza.
Vorrei sottolineare, altresì, che sull'efficacia dell'opera dell'Assessore Racchelli nessuna censura è stata mossa da alcuna parte.
Alcuni interventi che ho avuto modo di ascoltare mi fanno sovvenire l'espressione di Oscar Wilde, che così recitava: "Adoro i partiti politici perché sono gli unici luoghi rimasti dove la gente non parla di politica".
La relazione richiesta e resa edotta in quest'Aula parla di un lavoro di livello ottimale e di nessuna interferenza della politica. Tuttavia, nel dibattito la relazione è stata, dall'opposizione, ignorata in modo assoluto.
I sofismi del Consigliere Chiezzi, insieme ad altri interventi, ci consentono di rilevare che per l'opposizione il problema, ancora una volta non è interno, ma è esterno. Ecco, da qui la mia preoccupazione per la mortificazione del ruolo dell'Aula.
Ancora una volta, i chierici, come una volta dicevamo con il collega Ronzani ricordando De Rita, finiscono per non rispettare il proprio tempio.
Allora, se il problema è all'esterno, per quanto ci è dato ascoltare (riguarda, cioè, l'iniziativa della Magistratura), da ciò discende - lo colgo, se non ricordo male, sempre dal sofisma del collega Chiezzi - quel "togliamo tutti dall'imbarazzo".
Mi chiedo se è un gesto di coraggio politico e amministrativo o piuttosto, il tentativo di mortificare - insisto con questa espressione l'istituto che si rappresenta. Ma vorrei dire di più: l'esistenza dell'imbarazzo che non c'è, ma che viene ipotizzato ed enfatizzato dall'opposizione, esalterebbe la tutela istituzionale? Revocare l'incarico eliminerebbe, forse, un prurito personale, se ci fosse, ma farebbe scemare l'autonomia e il ruolo delle istituzioni che qui stiamo a rappresentare.
Questo continuo ricorrere al richiamo di un contributo e di un ausilio delle esterne influenze cui vengono conferiti ruoli prevaricanti, è una linea che va abbandonata nell'interesse di tutti, perché è un'azione costante che porta soltanto al deperimento istituzionale.
In linea con quanto ho detto sinora, leggo anche l'intervento del collega Placido, che si stupisce delle riunioni e dei travagli. Mi verrebbe voglia di rispondere polemicamente che la sua parte politica, di fronte a grandi e conclamati collettori che si sono posti come il Centurione alle porte di Pompei a tutela de li superiori, li ha prima difesi e poi pubblicamente osannati.
un po' la cultura del partito-stato che noi constatiamo spesso essere stata abbandonata, ma a volte ci viene il dubbio che non sia stata interamente rimossa. Perché, ancora una volta, la cultura del partito-stato finisce per rivendicare il suo primato.
Concludo con l'intervento della collega Manica, che parla di "sistemi di poteri territoriali". Questa astrattezza nel procedere, che non trova nessun ancoraggio nel dato concreto, è, però, un tema che ritengo essere caro al partito della collega Manica, sul quale, evidentemente, la sensibilità è elevatissima per antica e praticata scuola.
Siccome tutti diciamo che bisogna avere fiducia, avere fiducia significa anche e soprattutto saper attendere.
Concludo richiamando e ricollegandomi in parte al mio intervento della seduta precedente, sempre su questo tema, in parte all'intervento del collega Burzi di oggi: forse è opportuno che anche in questa sede si svolga un dibattito serio sui rapporti istituzionali. Grazie.



PRESIDENTE

Vi comunico che la Giunta per le ele zioni è convocata nella Sala dei Morando alle ore 14.15. La seduta pertanto, è aggiornata alle ore 15.30.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, visto che sono le ore 14.10, forse sarebbe opportuno posticipare la convocazione della Giunta per le elezioni.



PRESIDENTE

Va bene.
Comunico che La Giunta per le elezioni è convocata in Sala dei Morando alle ore 14.45, mentre il Consiglio regionale è aggiornato alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.05)



< torna indietro