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Dettaglio seduta n.493 del 19/10/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.38 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.10)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Il Presidente Riba, prima dell'apertura della seduta, saluta gli alunni e docenti della scuola media Baricco di Torino in visita a Palazzo Lascaris)



(La seduta ha inizio alle ore 11.24)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Cantore Casoni, Chiezzi, Costa Enrico, Cota, Dutto, Ghigo, Leo, Marengo, Pozzo Rossi Oreste e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Pichetto Fratin


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 111 del 18 ottobre 2004, il Presidente della Giunta regionale Ghigo attribuisce temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la seduta antimeridiana del 19 ottobre 2004, all'Assessore Pichetto Fratin.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 2605 dei Consiglieri Ronzani, Manica e Suino inerente a "Mancata applicazione articolo 22 - L.R. 2/2003 - Smaltimento rifiuti"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame delle interrogazioni e interpellanze, di cui al punto 2) all'o.d.g.
La prima interrogazione in discussione è la n. 2605 presentata dai Consiglieri Ronzani, Manica e Suino.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Vorrei chiedere se possiamo spostare quell'altra interrogazione alla fine del periodo del tempo definito per le interrogazioni, perché, per un impegno istituzionale, il Consigliere interrogante in questo momento non può essere presente in aula.



PRESIDENTE

Va bene.
Passiamo pertanto all'interrogazione n. 2605, dei Consiglieri Ronzani Manica e Suino.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. In riferimento all'interrogazione in oggetto, si comunica che la deliberazione prevista dal secondo comma dell'articolo 16 della legge regionale 24 ottobre 2004, n. 24, così come modificato dall'articolo 22 della legge regionale n. 2/2003, prevede lo svolgimento di un'attività alquanto difficile e articolata che richiede indagini sul territorio e valutazioni approfondite, al fine di individuare gli specifici impianti e le tipologie di rifiuto da assoggettare al pagamento del contributo comunale.
Occorre, infatti, considerare che in alcuni casi trattasi di tipologie di rifiuti che subiscono più fasi successive di trattamento, anche in luoghi diversi, e che verrebbero quindi assoggettate ad un duplice pagamento, a cui si deve aggiungere il contributo per il posizionamento in discarica del sovvallo del rifiuto trattato.
La predisposizione della suddetta deliberazione dovrebbe inoltre essere effettuata avvalendosi della facoltà di articolazione dell'importo del contributo: operazione sicuramente non facile ed immediata che richiede la ricerca e lo studio di realtà contrapposte presenti sul territorio regionale.
La Giunta regionale, con delibera n. 37-13220 del 3 agosto 2004 ha effettuato una prima definizione degli impianti di smaltimento soggetti al pagamento del contributo ai comuni sede degli impianti, per quanto riguarda gli impianti di trattamento dei rifiuti liquidi per la tipologia di rifiuto "percolato di discarica", avvalendosi della facoltà di articolazione del contributo prevista dall'articolo 16, comma 2, terzo periodo, l.r. 24/2002 stabilendo che gli stessi corrispondano, a partire dal 1' gennaio 2005, il contributo di 0,05 euro ogni 100 chilogrammi di percolato di discarica trattato negli stessi.
In sostanza, il problema, di cui abbiamo discusso anche frequentemente con il collega Ronzani, riguarda soprattutto una preoccupazione. Si tratta sostanzialmente di rifiuti urbani, per cui nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di pagamenti che vanno dai consorzi, o dalle aziende pubbliche di gestione dei rifiuti, ai Comuni stessi. Questo, da un punto di vista degli accordi che sul territorio si raggiungono quando si localizzano gli impianti è perfettamente legittimo, tant'è che abbiamo previsto, nella norma della legge 24, che questi sono contributi minimi e quindi rimangono assolutamente in vigore tutti quegli accordi, per la durata dell'esistenza della gestione dell'impianto che localmente sono stati raggiunti. Anzi devo dire che personalmente ritengo che questi accordi vadano incentivati.
Altra cosa è appesantire i bilanci senza una ragione, visto che c'è già l'ecotassa oppure questi accordi di tipo diretto e volontario, in modo generalizzato, per cui alla fine determineremmo solo, per il contribuente finale, che è colui che paga la tassa di smaltimento del rifiuto urbano, un appesantimento della bolletta. Non dimentichiamo che il rifiuto urbano che viene collocato in discarica è comunque un rifiuto che paga già il livello massimo dell'ecotassa, quindi, a sua volta, così come negli impianti del ciclo dei rifiuti bisogna evitare che ci sia un pagamento ripetuto, allo stesso modo, a livello finale, il recupero del percolato ed il suo avviamento all'impianto di depurazione è senz'altro un'operazione utile da incentivare da parte dei gestori delle discariche. Pertanto, un eccessivo appesantimento contrasterebbe assolutamente questa azione di tutela ambientale.
Queste sono le ragioni che confliggono indubbiamente con la casistica reale. Il caso di cui abbiamo discusso approfonditamente con il collega Ronzani riguarda il fatto che abbiamo evitato, anche con una certa prudenza, che vi fossero delle azioni destabilizzanti da un punto di vista finanziario in corso di esercizio del 2004, visto le appostazioni di bilancio che i Comuni interessati avevano già operato. Questo nuovo regime l'abbiamo individuato a decorrere dall'1/1/2005.
Queste sono le ragioni che, peraltro, avevo già illustrato al primo firmatario, il collega Ronzani.



PRESIDENTE

Colleghi, prima di dare la parola al Consigliere Ronzani - che nel frattempo è rientrato - voglio comunicarvi - ma l'avrete letta sul giornale - la notizia della scomparsa del papà del collega Chiezzi, al quale rivolgiamo le più fraterne e sentite condoglianze del Consiglio regionale. Sarete, poi, informati delle modalità del funerale che si svolgerà domani a Moretta, essendo la famiglia originaria di quel Comune in provincia di Cuneo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente e Assessore, mi permetto di dire che in questa vicenda, per il modo in cui si è conclusa, ha vinto la lobby - non so come chiamarla rappresentata dall'Associazione per la manutenzione e lo spurgo delle reti fognarie, che voi richiamate anche nella delibera con la quale avete fissato la nuova tariffa.
La vicenda è incredibile, perché con la legge 24/2002 (legge sui rifiuti) abbiamo stabilito il principio che i soggetti che gestiscono impianti di smaltimento di rifiuti speciali pericolosi dovessero corrispondere ai Comuni sede d'impianto un contributo dello 0,50. L'abbiamo stabilito noi con legge, questo, e credo che l'abbiamo fatto sulla base di un principio, di una filosofia: che non solo i Comuni sede d'impianto andassero indennizzati, ma anche perché volevamo usare la leva tariffaria per scoraggiare la produzione di rifiuti speciali pericolosi, compreso il percolato.
Cinque mesi dopo che il Consiglio Regionale, su proposta della maggioranza di centrodestra, aveva approvato la legge sui rifiuti, abbiamo modificato questo articolo con la legge finanziaria, approvata dal Consiglio il 2 marzo dell'anno scorso. Quindi, in cinque mesi, noi abbiamo cambiato orientamento; con la legge finanziaria, che ha modificato l'articolo della legge sui rifiuti che stabiliva quel tipo di contributo abbiamo stabilito che il contributo dovesse essere non dello 0,50, ma dello 0,25. Abbiamo quindi, cinque mesi dopo, stabilito che andasse dimezzato quel contributo.
Abbiamo poi detto, con quell'articolo, che la Giunta avrebbe dovuto entro 60 giorni, con una delibera, individuare quali impianti di smaltimento dovevano pagare ai Comuni quel tipo di contributo, che passava dallo 0,50 allo 0,25. E qui c'è l'altra novità.
Dal 4 marzo 2003, data in cui noi con la finanziaria abbiamo modificato quell'articolo che ha cambiato l'entità del contributo dimezzandolo abbiamo fatto passare sedici mesi prima che la Giunta regionale deliberasse in materia. Se non che c'era da aspettarsi che la Giunta, dovendo deliberare, si limitasse a individuare gli impianti che avrebbero dovuto pagare il contributo.
E' vero che la norma in questione stabiliva che la Giunta regionale avrebbe dovuto, con delibera, individuare gli impianti e decidere l'articolazione del contributo, ma poiché la legge che abbiamo modificato stabiliva come contributo minimo lo 0,25, credo che fosse naturale aspettarsi che il contributo, ancorché da articolare, fosse un contributo che assumeva come tariffa base la tariffa di 0,25 euro per ogni 100 kg. di rifiuti smaltiti. Voi questo non l'avete fatto, avete aspettato sedici mesi per fare la delibera. Sedici mesi non sono uno scherzo, colleghi. Alla faccia dell'efficienza dell'Amministrazione regionale e della Giunta di centrodestra! E sono sedici mesi di grandi discussioni, immagino, e anche di grandi pressioni nei confronti della Giunta regionale.
Poi avete deliberato non già il contributo previsto dalla legge, ma avete utilizzato la norma che prevedeva l'articolazione del contributo non per stabilire lo 0,25, lo 0,30, ma per abbattere il contributo allo 0,05.
Colleghi, siamo passati da un contributo che la legge sui rifiuti stabiliva nella misura di 0,50 a 0,05. Dopo che voi, nelle more che sono intercorse tra la modifica della legge e la delibera, avete fatto una circolare che diceva ai Comuni e agli impianti di smaltimento: "Dovete, nel frattempo continuare a pagare un contributo dello 0,17".
Guardi, Assessore, questa è una vicenda che dà la misura del clima di confusione con la quale avete gestito questa questione. Avete sbagliato a immaginare due norme di legge in rapida successione: la prima prevedeva lo 0,50 di contributo, la seconda lo 0,25. Questo bisogna dirlo, perch altrimenti non si spiega la ragione per la quale si passa da quel tipo di contributo ad un contributo infinitamente inferiore, creando però - e qui arrivo al punto - quale problema? In questa vicenda chi ha perso, Assessore Cavallera? Domandiamocelo. Io penso che abbia perso il tentativo che la legge sui rifiuti stabiliva - che io condividevo - di usare la leva tariffaria per scoraggiare la produzione di rifiuti pericolosi. Hanno perso i Comuni, perché i Comuni hanno dato credito all'Amministrazione regionale e hanno creduto alla Giunta regionale quando ha stabilito che il contributo doveva essere dello 0,50, Poi gli hanno creduto una seconda volta quando, cambiando legge, abbiamo dimezzato quel contributo e su questa base i Comuni hanno fatto i loro bilanci immaginando che, essendo Comuni sede d'impianto, quel contributo gli venisse corrisposto.
Oggi la delibera della Giunta regionale, facendo man bassa della norma in vigore, stabilisce un contributo che francamente io ritengo irrisorio.
Esattamente per questa ragione, noi ci proporremo di affrontare la questione quando inizierà in questo Consiglio la discussione sulla legge finanziaria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Prendo la parola in modo irritale non già per replicare al collega Ronzani, ma solamente per precisare che i rifiuti liquidi pagano ovviamente quello che è previsto. Qui si tratta solo di quel benedetto inciso che avevamo inserito nella norma tra parentesi - mai nelle norme di legge introdurre delle definizioni tra parentesi! - quando nella casistica si era scritto "percolato di discarica". La precisazione che facciamo è solo in ordine al percolato di discarica e, per quanto riguarda la deliberazione che abbiamo adottato, ribadisco che abbiamo consultato i portatori di interessi diffusi, che nel caso particolare sostanzialmente era la Confservizi (Confederazione dei Servizi Pubblici degli Enti locali).


Argomento: Protezione civile - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 3070 dei Consiglieri Mellano e Palma inerente a "Emergenza sul lago del Rocciamelone"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 3070, presentata dai colleghi Mellano e Palma, per la quale avevo preso l'impegno, nella scorsa seduta di sollecitare una risposta urgente da parte della Giunta, trattandosi di una situazione non solo urgente, ma di emergenza.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente; tra l'altro, mi auguro che la relazione che ho promesso di inviare informalmente comunque sia arrivata.
In merito all'interrogazione in oggetto, preso atto delle premesse formulate a corollario della suddetta interrogazione, si esprimono le seguenti valutazioni tecniche quali risposte puntuali ai sei quesiti sollevati dai Consiglieri del Gruppo Radicali - Emma Bonino.
Quesito n. 1: se la Regione è a conoscenza degli interventi in atto da parte dei tecnici francesi e quali siano le previsioni sui tempi di svuotamento del lago.
La Regione Piemonte, nella fattispecie la Direzione Regionale Opere Pubbliche - Settore Protezione Civile, è a conoscenza della tipologia degli interventi e della tempistica (in termini di previsioni di massima) sul "parziale" svuotamento del lago effimero del ghiacciaio Rocciamelone (3210 metri s.l.m., ricadente in territorio francese ed esclusivamente lo sfioratore posto sullo spartiacque tra i territori italiano e francese) consigliato dagli esperti glaciologi e divulgato nel corso della riunione tecnica tenuta presso il Centro di Cooperazione Polizia e Dogane di Modane.
Nell'anzidetta riunione hanno partecipato le Prefetture italiane e francesi, gli esperti glaciologi e i competenti uffici tecnici del Dipartimento della Protezione Civile, della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e del CNR.
Nel corso della riunione i francesi hanno manifestato la loro preoccupazione in merito a fenomeni di "rotta glaciale" sul proprio territorio a seguito di fenomeni di glaciocarsismo e conseguente sifonamento naturale del ghiacciaio. Dal modello da loro illustrato, le portate che si ipotizzavano a valle del ghiacciaio (Comuni di Bessan e Lanslebourg, nella valle francese della Haute Maurienne) erano dell'ordine di 100 metri cubi sec. fino a ad un massimo di circa 1000 metri cubi sec.
con conseguenti risvolti catastrofici sugli abitati allo sbocco della valle. Ad oggi l'aggiornamento delle conoscenze sull'intervento condotto dai francesi è garantito da un costante contatto con i tecnici francesi dell'ONF (Office Nazionale des Forets, del Laboratoire de Glaciologie, in particolare con il dott. Bruno Laily).


Argomento: Varie

Saluto del Vicepresidente del Consiglio regionale, Riba, agli alunni e docenti della scuola media Bornio in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, se la interrompo.
Saluto i ragazzi che hanno assistito a una parte dei nostri lavori: spero che vi siano stati utili.
Vi auguro di ritornare e mi auguro di rivedervi. Grazie.


Argomento: Protezione civile - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 3070 dei Consiglieri Mellano e Palma inerente a "Emergenza sul lago del Rocciamelone" (seguito)


PRESIDENTE

Prego, Assessore, continui pure.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Il Settore Protezione Civile ha condotto propri accertamenti tecnici direttamente in sito (avvenuti il 23 agosto, il 28 settembre e l'11 ottobre uu.ss.). In base quindi alle suddette fonti è possibile affermare quanto segue: i tecnici francesi hanno predisposto un sistema di "sifonamento indotto" del lago epiglaciale, a partire dallo scorso primo ottobre, che prevede l'uso di 6 manichette rigide di cui 4 di diametro da 100 mm. e due da 200 mm. rispettivamente, permettendo in questo modo un graduale svuotamento del lago con una velocità stimata variabile dai 300 litri/s. iniziali fino ai 400 litri/s. attuali i tempi stimati per il "parziale" svuotamento (valutato in 5 metri rispetto al livello di partenza) indicano la conclusione delle operazioni di svaso nella giornata di martedì 19 ottobre (oggi) a completamento del parziale svuotamento, i tecnici francesi provvederanno a monitorare il lago tramite una stazione permanente di telesorveglianza per misurare la variazione del livello del lago. In ogni caso, solo nel corso della prossima estate verrà completata l'operazione di stabilizzazione del livello del lago, grazie anche all'ipotesi formulata dal Settore Protezione Civile di regolarizzare la soglia di sfioro del lago nell'emissario rio Claretto.
Quesito n. 2: quale sia stato il contributo della Protezione Civile piemontese nella predisposizione degli interventi di svuotamento.
Il Settore Protezione Civile, garantendo nella riunione di Modane la massima collaborazione a fornire uomini e mezzi, aveva già predisposto prima della riunione di Modane, un progetto di intervento mediante l'uso di elettropompe e relativa cantierizzazione in quota da realizzarsi in collaborazione con i francesi. L'abbattimento del livello delle acque del lago avrebbe dovuto essere, nelle ipotesi progettuali, di circa 300.000 metri cubi, riducendo la capacità di invaso della sua metà con un abbassamento medio di 5 metri mediante il solo utilizzo dei mezzi già a disposizione della Protezione Civile.
Quesito n. 3: quale sia l'attuale valutazione dell'Assessorato rispetto al rischio a cui è sottoposto il paese di Novalesa (TO).
Al momento attuale l'Assessorato non individua particolari livelli di criticità, proprio in ragione delle indicazioni pervenute dalla Protezione Civile. Le uniche preoccupazioni potevano venire dall'iniziale volontà dei francesi di riversare le acque di parziale svuotamento del lago in territorio italiano (nel rio Claretto di Novalesa), opzione ritenuta tecnicamente non idonea e pericolosa dal Settore Protezione Civile parere espresso nel corso della riunione di Modane (le acque sifonate avrebbero potuto accelerare le azioni erosive nella parte alta dell'alveo del rio Claretto, con inevitabili ripercussioni sul paese di Novalesa). Le acque di svuotamento del lago, infatti, vengono convogliate attualmente in territorio francese, sul ghiacciaio, dove era stato indicato dal Settore Protezione Civile cioè nella zona dei laghetti.
Quesito n. 4: se esista un piano di intervento d'urgenza della Protezione Civile piemontese per l'area interessata ed in particolare un piano d'evacuazione dell'abitato di Novalesa.
Un piano d'evacuazione dell'abitato di Novalesa, per le ragioni sopra elencate, non è al momento necessario. In ogni caso, il Settore Protezione Civile sta provvedendo, in accordo con l'Amministrazione comunale di Novalesa, alla formulazione di un piano d'emergenza specifico. Lo stesso Settore provvederà a tenere costantemente aggiornato il Comune di Novalesa e la Prefettura di Torino sulle operazioni di svaso intraprese dai tecnici francesi.
Quesito n. 5: per quale motivo non si è proceduto durante le scorse estati allo svuotamento del lago, dato che di tutta evidenza i sopralluoghi mostravano il rapido avvicinarsi di una situazione di effettivo e grave pericolo per l'incolumità di persone ed infrastrutture.
Il lago epiglaciale Rocciamelone era un fenomeno naturale già conosciuto e seguito negli scorsi anni nella sua evoluzione dall'allora Direzione Regionale Servizi Tecnici di Prevenzione e dal CNR. Le informazioni raccolte a suo tempo non inducevano ad allarmismi anche per il fatto che il lago trovava uno "sfioro naturale" (un emissario) nel rio Claretto, come del resto ha sempre fatto nel passato. Per contro, i francesi hanno comunicato i loro studi e modelli glaciologici solo nel corso della riunione di Modane, ipotizzando gli scenari sopradescritti.
Quesito n. 6: se non si ritenga di avere sottovalutato la situazione dato che le osservazioni effettuate annualmente facevano prevedere con facilità quanto sta attualmente avvenendo.
La situazione di progressivo ampliamento della capacità di invaso del lago epiglaciale Rocciamelone era stata analizzata e valutata tecnicamente in una nota tecnica del Settore Protezione Civile, inviata il 20/09/2004 al Comune di Novalesa, alla Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia e alla Prefettura di Torino. Nella suddetta nota venivano analizzate possibili cause di innalzamento delle acque del lago epiglaciale, veniva proposta la necessità di uno studio tecnico per l'intervento e la sistemazione della zona di sfioro.
Si conferma tutta l'attenzione del Settore sull'evoluzione naturale del lago epiglaciale anche nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano



MELLANO Bruno

Un ringraziamento non di rito al Presidente attuale, che è anche il Presidente dell'apertura della seduta della settimana scorsa, quando ho voluto sottolineare l'emergenza di una risposta dell'Assessorato a fronte di notizie non tranquillizzanti raccolte dal Gruppo Radicale.
Non ci siamo inventati improvvisamente esperti geologici o quant'altro ma, con l'aiuto di collaboratori che invece di questo fanno attività professionale, e semplicemente leggendo - Assessore Caterina Ferrero - il sito del "Nimbus Web", che è il più autorevole portale italiano di meteorologia e di clima, nonché sito ufficiale della Società Meteorologica Italiana, le analisi tranquillizzanti, più volte ribadite dagli Assessorati regionali, purtroppo non trovano ancora oggi conferma.
Ringrazio davvero, non formalmente, l'Assessore Caterina Ferrero per l'immediata risposta e l'immediata attivazione anche di canali informali per far avere agli interroganti notizie ed informative autorevoli e ufficiali.
Ringrazio anche l'Assessore Ugo Cavallera per aver sin da subito attivato l'ARPA, come mi aveva detto ai margini della seduta del Consiglio scorso, anche alla luce dell'enfasi e dell'allarme con cui noi abbiamo posto l'interrogazione urgente.
Devo tuttavia riscontrare due cose, Assessore Ferrero, ringraziandola ancora per la puntualità delle risposte alle nostre sei domande. Il problema del lago epiglaciale non viene risolto neanche in prospettiva perché l'intervento su cui la Regione si sta movendo, anche in collaborazione con i tecnici francesi, è soltanto un parziale svuotamento.
Questo fa si che la questione verrà sicuramente di nuovo di emergenza e urgenza la prossima estate.
Noi avevamo già presentato nell'estate 2002 un'interrogazione, una l'aveva anche presentata il Consigliere Giordano, proprio perché, con lo scioglimento delle nevi, si crea quel lago ad altissima quota. La configurazione del lago vede da una parte una sponda di roccia sulla cui consistenza e compattezza nessuna analisi tecnica o scientifica ci può dare rassicurazioni definitive. Sul lato francese, invece, la definizione del lago è dovuta ad una striscia di ghiaccio che continua ad erodersi e a diminuire. La risoluzione definitiva del problema del lago glaciale del Rocciamelone, è non solo il parziale svuotamento, ma la definitiva cancellazione con la rottura, da parte sicuramente francese, del cordolo di ghiaccio che lo definisce.
Non sappiamo, neanche dalla risposta dell'Assessore, perché non si vada in quella direzione, perché non si sia andati in questi anni nella direzione dello svuotamento totale e della cancellazione di un elemento che è elemento di rischio.
Voglio soltanto leggere, ringrazio anche per la nota scritta che è ora pervenuta dall'Assessorato, alcune frasi che sono presenti sul sito Nimbusweb della società di meteorologia italiana che, in data venerdì 17 settembre 2004, ha effettuato un sopralluogo al lago. Sotto la prima fotografia, sull' home page del sito, si può leggere: "Il gran lago glaciale del Rocciamelone il 17 settembre: sempre più grande, sempre più pericoloso". Ancora si può leggere: "Il lago è apparso in condizioni veramente grandiose, come mai lo si era osservato in precedenza: ulteriormente ingrossato". "Impressionante è subito apparsa la perdita di spessore del ghiaccio in prossimità dell'apice occidentale, quello più debole e a rischio per un eventuale cedimento: laddove l'anno scorso si camminava ancora per un paio di metri sopra il pelo dell'acqua, non resta che una sottile crosta di ghiaccio, piatta, non più di 50 centimetri sopra il livello del lago".
Secondo il sito che è collegato alla rivista Nimbus e il cui responsabile redattore è Luca Mercalli di cui tutti riconoscono capacità e competenza tecnica, ci chiede di intervenire perché: "non si può escludere il caso di un'evoluzione catastrofica per collasso istantaneo della massa glaciale e per inondazione della parte francese".
Ma a noi,purtroppo, non basta come risposta.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Interpellanza n. 3026 presentata dal Consigliere Placido inerente a "Lusso e sprechi nell'ufficio dell'Assessore Racchelli"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 3026 presentata dal Consigliere Placido.
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Assessore, torno a qualche settimana fa quando, in maniera non ufficiale (discutiamo oggi dell'interpellanza) lei ha fatto alcune affermazioni in merito a quanto pubblicato sugli organi di stampa quel giorno (era giorno di Consiglio). Affermazioni che vado a leggere testualmente. Tuttavia, prima consentitemi di illustrare l'interpellanza.
Nell'interpellanza si afferma che, per allestire e ristrutturare lo stabile di via Avogadro, nuova sede dell'Assessorato al Turismo, oltre ai 4 milioni di euro spesi dalla proprietà Newreal (praticamente l'ENEL), sono stati spesi: 681 mila euro (IVA compresa) per il costo del canone; 120 mila euro pagati dall'A.T.R., sempre comprensivi di IVA. Per arredare i 70 uffici che ospitano circa 80 dipendenti regionali, sono stati spesi 98.416,00 euro per arredare la sala conferenze con 90 poltroncine Frau (poltroncine assolutamente di qualità) sono stati spesi (a parte alcune aggiunte di colore che gli organi di stampa hanno voluto sottolineare come, ad esempio il cucinino che l'Assessore si è fatto allestire nei pressi del suo ufficio o il televisore al plasma che tra poco avranno tutte le famiglie) solo per la sala conferenze e per l'ufficio dell'Assessore, 116 mila euro, a fronte dei 98.416,00 euro che la Giunta regionale ha speso per gli uffici dell'assessorato.
In più, nell'interpellanza si chiede: chi ha autorizzato? chi ha scelto? chi ha deciso? Per una ristrutturazione di qualità sono stati spesi dalla proprietà 4 milioni di euro (ho visitato la sede, non con fare terroristico, alle 8.30 di mattina in un assessorato deserto), la Regione ha speso 600 mila euro extra su richieste specifiche.
Rispetto a queste affermazioni fatte in una conferenza stampa che i giornali hanno riportato leggo, dal resoconto del suo intervento, ciò che l'Assessore ha affermato testualmente: "...facendo scrivere dei dati falsi e lo dico a tutti voi che avete scritto cose false. Dati che sono un'infamia". Assessore Racchelli, tralascio il fatto che lei, in quel lungo intervento, abbia fatto affermazioni poco nobili. Affermazioni che in primo luogo non fanno onore a lei personalmente e non a chi le ha ricevute. Tuttavia apprezzo che lei oggi sia presente e abbia mantenuto l'impegno di rispondere a questa interpellanza, finch ricopre ancora la carica di Assessore. Tralascio anche il fatto che quel giorno abbia citato un Consigliere morto tragicamente, il cui onore politico si difende da solo (è sempre negli atti del suo intervento), ma lei, dicendo che: "...facendo scrivere dei dati falsi, lo dico a tutti voi che avete scritto cose false. Dati che sono un'infamia", ha dichiarato il falso, e chi dice cose false è un mentitore. Altri utilizzano diversi aggettivi, ma lascio ai Consiglieri la facoltà di utilizzare altri aggettivi; io mi fermo alla parola "mentitore".
Voglio sottolineare che i dati che ho fornito in conferenza stampa mi sono stati consegnati dal Direttore al patrimonio, presente l'Assessore con la delega al patrimonio e con una nota ufficiale firmata il 12 ottobre dalla Regione Piemonte, e vengono riportati pari pari, IVA esclusa. I dati che ho fornito sono comprensivi di IVA perché di più facile comprensione.
Terminando l'illustrazione, Assessore Racchelli, o lei smentisce quanto ha sostenuto oppure lei è un mentitore. Oppure, ancora, i documenti che la Regione mi ha fornito sono falsi e allora si apre uno scenario di altre proporzioni.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, trattandosi di un'interrogazione non è prevista l'illustrazione, anche se non credo sia stato inopportuna, ai fini della discussione.
Magari nella replica, Consigliere Placido, terrà conto di aver già fatto un'illustrazione non prevista per le interrogazioni.
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessorato al turismo e allo sport

Nel quadro complessivo di riordino delle sedi regionali, già avviato da alcuni anni, che prevede, prioritariamente, l'accorpamento delle direzioni nonché la necessità di trovare, entro l'anno, collocazione per gli uffici oggi ancora presenti in Palazzo Reale che, com'è noto, dovrà essere destinato quale sede definitiva della Galleria Sabauda, è stata attivata la ricerca per la sistemazione dell'Assessorato al turismo, nonché della sua riunificazione con l'Agenzia turistica regionale, con l'intesa che quest'ultima farà fronte, autonomamente, alle spese di locazione e di allestimento dei locali di spettanza. La ricerca di edifici idonei effettuata da aprile 2003 a giugno 2003, ha portato all'analisi di alcuni immobili ubicati nel centro e nel semicentro di Torino, di seguito elencati.
Via Priocca, via La Salle, Torino: proprietà impresa COIM Italia holding. Edifici di circa metri quadrati 1500 lordi commerciali completamente da ristrutturare, a carico della proprietà.
Zona semicentrale di Torino, tra Piazza della Repubblica e Corso XI Febbraio; la superficie è insufficiente rispetto alle esigenze.
Via Belfiore 23, Torino: proprietà IPI. Locale di circa metri quadri 2500- 3000 lordi commerciali, facente parte di un complesso attualmente in locazione alla Regione, con possibilità di collegarli con gli uffici già acquisiti recentemente. La superficie, oltre a risultare insufficiente, non viene considerata tecnicamente idonea per la sistemazione dell'Assessorato e della Direzione Turismo (zona semicentrale di Torino: San Salvario).
Via San Dalmazzo 15, Torino: proprietà Gruppo TELEMACO, ex TELECOM.
Edificio di circa metri quadrati 5000-6000 lordi commerciali, completamente ristrutturato. Edificio con requisiti idonei per la sistemazione degli uffici preposti (zona centrale, edificio in vendita).
Via Avogadro 30, Torino: proprietà ENEL. Edificio di circa metri quadrati 5500 commerciali, da ristrutturare, completamente a carico della proprietà. Edificio con requisiti idonei al fine ristrutturazione, per la sistemazione degli uffici (zona centrale di Torino Cittadella).
Corso Cairoli, Torino: proprietà IPI. Edificio di particolare pregio artistico e storico della superficie di metri quadrati 4000-4500 lordi commerciali, per la maggior parte da ristrutturare e da adeguare alle normative vigenti, ed è indicato per uffici di alta rappresentanza.
Presenza di barriere architettoniche con superficie da destinare ad uffici operativi molto limitata (zona semicentrale di Torino).
Tra le ipotesi considerate, tutte ovviamente oggetto di sopralluogo l'immobile che ha presentato le caratteristiche idonee per la sistemazione e la ristrutturazione in argomento, è stato l'edificio sito in Torino, Via Avogadro 30. Trattasi di un edificio di proprietà di Enel Real Estate, oggi Newreal, sito in zona centrale del Comune di Torino. Costruito alla fine degli anni '50, ha sette piani fuori terra più due interrati, per una superficie lorda complessiva di circa metri quadrati 5870, con presenza di archivi, depositi ed autorimessa nei piani interrati.
Il settore tecnico ha verificato e ritenuta congrua la superficie proposta in locazione, in considerazione delle unità lavorative - 100/110 da insediarsi, nonché rispondente alle esigenze manifestate dalla direzione turismo: uffici, sale riunioni ed archivi.
Il numero delle unità lavorative succitato è comprensivo dei dipendenti dell'Agenzia turistica regionale e dei consulenti che svolgono attività per Torino 2006, che operano, attualmente, presso gli uffici regionali di Via Pietro Micca 18, sede in locazione di cui è prevista la dismissione.
La struttura di inizio è stata considerata sana alla luce anche degli interventi di completa ristrutturazione dell'edificio. Il canone di locazione richiesto, in prima trattativa dalla proprietà, era di euro 860 mila, oltre IVA, all'anno. Detto canone, in considerazione delle valutazioni del settore tecnico, non è stato accettato dall'amministrazione regionale; così come doveva essere rideterminata la superficie commerciale convenzionata, da applicare al valore locativo.
A seguito di ulteriori incontri tra la Direzione Patrimonio e Tecnico e la proprietà, è stato concordato, con la proprietà, di fare determinare il canone di locazione dall'Agenzia del Territorio di Torino. L'Agenzia del Territorio di Torino ha determinato in euro 666 mila, oltre IVA, all'anno l'importo da riconoscere alla proprietà. Perizia redatta in data 3/10/2003.
Su tale importo, sia la proprietà sia la Regione hanno inteso chiudere le trattative, cioè ben 200 mila euro in meno di quella che era stata la richiesta della proprietà originaria.
Risulta importante ricordare che da tale canone deve essere detratto l'importo corrispondente ad euro 97 mila oltre IVA, per i locali che dovranno essere concessi in sublocazione, come specificato in premessa all'Agenzia turistica regionale.
A seguito della valutazione dell'Agenzia del Territorio, come sempre succede prima di confermare definitivamente la disponibilità a chiudere l'intesa con la proprietà, è stato acquisito il benestare e l'approvazione da parte dell'Assessorato interessato, al trasferimento.
In relazione alle esigenze di rappresentanza, che la sede dovrà rivestire nei prossimi mesi, per l'organizzazione dell'evento olimpico e dell'ospitalità che, comunque, dovrà essere garantita alle delegazioni anche straniere, che visiteranno il Piemonte, l'Assessorato al turismo ha dato indicazione di allestimento dei lavori, che hanno comportato varianti al prezzo originario. Compito della Direzione del patrimonio è stato quello di contrattare e garantire, affinché le opere e gli allestimenti innovativi richiesti fossero realizzati e forniti al miglior prezzo possibile, nel rispetto degli standard di riferimento (prezziario delle opere pubbliche ecc.).
Tali varianti ammontano ad euro 500 mila. In allegato sono elencate le opere realizzate dalla proprietà, con oneri a carico della Regione, facenti parte integrale, sia del preliminare di affitto che del contratto in fase di prefezionamento.
Per gli arredi sono stati assunte le seguenti spese. Arredi degli uffici, secondo, terzo, quarto e quinto piano, forniti dalla ditta AMMA2 titolare dell'appalto di fornitura triennale per la Regione Piemonte: spesa 82.014 euro oltre IVA.
Per la sala congressi, che è stata realizzata su richiesta dell'Assessorato al turismo, situata al piano rialzato; sala riunione al sesto piano, fornita dalla ditta Junior S.r.l, a seguito di trattativa privata cui sono state invitate 12 ditte: spesa euro 92 mila oltre IVA.
Arredi dell'ufficio dell'Assessore al turismo della Regione Piemonte forniti dalla ditta ESTEL: spesa euro 4725 oltre IVA.
Questo è quanto ho da dire. Se devo fare una considerazione rispetto all'aggettivo che il Consigliere Placido ha usato, non mi resta che dire che ognuno è responsabile delle Conferenza stampa che fa e dei dati che evidentemente, nelle Conferenze stampa vengono trascritti sui giornali.
Basta riprendere il giornale di quel giorno e leggere, sulla testata dell'articolo, le cifre esposte. Quando si scrive che per gli uffici dell'Assessore sono stati spesi 116 mila euro, io dico che è una menzogna perché per il mio ufficio sono stati spesi 4725 euro, più ottomila euro di altri due divani.
Invito tutti i Consiglieri regionali, oltre che i giornalisti, a visitare il mio ufficio nel nuovo Palazzo della Regione Piemonte, per verificare, di persona, oltre la bellezza, evidentemente, e la consona strutturazione dell'Assessorato al turismo, anche l'ufficio dell'Assessore al turismo, che credo sia semplicemente decoroso e mi auguro che il mio successore, nella prossima legislatura, possa esprimere un giudizio di positiva decenza.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Chi sarà il suo successore - se nella prossima legislatura o prima non dipende da me, ma penso che non dipenda neanche da lei.
Vorrei ribadire, Assessore Racchelli, che lei, oggi, è stato costretto a ripetere le stesse cifre che io ho fornito nell'illustrazione dell'interrogazione, che sono le cifre che sono state riportate. Ho ragione, Assessore Racchelli.
Lei, nella scorsa seduta di Consiglio, ha accusato i giornalisti e il sottoscritto di aver dichiarato il falso sui 600.000 euro spesi, su richiesta della Regione, in allestimenti e ristrutturazione, oltre a quelli fatti dalla proprietà, di aver speso 116.000 euro per allestire la Sala Conferenze con 90 poltroncine Frau, compreso il suo ufficio (perché sempre di questo si è parlato), rispetto ai 90.000 euro per allestire 70 uffici dei circa 80 dipendenti e funzionari regionali. Assessore, quel giorno ha dichiarato il falso. Lei, quel giorno, ha mentito! Ha mentito accusando i giornalisti e il sottoscritto di fronte a quest'aula. Oggi, arrampicandosi sugli specchi, è stato costretto a dire che la menzogna era solo sul suo arredo.
Non è mai stato detto questo, e le registrazioni lo comproveranno.
Assessore, prendo atto che lei ha dovuto fare marcia indietro.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport (fuori microfono)

Legga il giornale!



PLACIDO Roberto

Non peggiori la sua situazione, che mi sembra già ampiamente compromessa. Quel giorno lei è stato un mentitore!



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport (fuori microfono)

Legga il giornale!



PLACIDO Roberto

Mi ritengo soddisfatto del fatto che lei sia stato costretto a fare marcia indietro. Si legga i giornali!



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport (fuori microfono)

No, assolutamente. Queste sono sue dichiarazioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Placido.



PLACIDO Roberto

Non ho terminato il tempo a mia disposizione, abbia pazienza. Quindi richiami l'Assessore! Svolga il suo compito!



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, evitiamo il dialogo!



PLACIDO Roberto

Riprenda l'Assessore, non il sottoscritto!



PRESIDENTE

mio dovere chiedere a tutti di...



PRESIDENTE

VALVO Cesare (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, gli dica di smettere, perché non può fare il provocatore! Tutto ha un limite.



PRESIDENTE

Collega Valvo, la ringrazio per i suggerimenti, ma non spetta a lei...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport (fuori microfono)

Legga il giornale. Le sue sono menzogne!



PRESIDENTE

Assessore, adesso il collega Placido ha diritto a svolgere la sua replica.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport (fuori microfono)

Legga il giornale!



PRESIDENTE

Assessore, per cortesia!



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport (fuori microfono)

Legga il giornale!



PRESIDENTE

Assessore, lei riconosce il ruolo della Presidenza oppure ne vuole prescindere? In tal caso...
Per cortesia, collega Placido, tenga conto dell'ambiente e concluda la sua esposizione come si è fatto finora, in una composta discussione.



PLACIDO Roberto

La ringrazio, Presidente. Termino la mia replica all'illustrazione dell'Assessore, ritenendomi ampiamente soddisfatto, in quanto l'Assessore Racchelli ha dovuto fare marcia indietro e smentire le affermazioni false.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport (fuori microfono)

Non ho fatto nessuna marcia indietro!



PLACIDO Roberto

Come ripeto, lei è stato un mentitore.



PRESIDENTE

Grazie, colleghi.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze:

Argomento: Caccia

interrogazione n. 2708 del Consigliere Taricco inerente a "Istituzione di un'azienda faunistico-venatoria in Val di Susa, nel territorio del Comune di Salbertrand" (risposta scritta) interpellanza n. 2891 dei Consiglieri Riba e Muliere inerente a "Istituzione di una azienda faunistico-venatoria nel Comune di Castelmagno" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione n. 2708 presentata dal Consigliere Taricco, vista l'assenza del collega, l'Assessore Cavallera fornirà il testo scritto della risposta.
Anche in riferimento all'interpellanza n. 2891, presentata dal sottoscritto e dal collega Muliere, è sufficiente una risposta scritta.


Argomento: Caccia

Interrogazione n. 2833 dei Consiglieri Placido e Muliere inerente a "Concessione azienda faunistico-venatoria - Salbertrand" Interrogazione n. 2893 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea e Suino inerente a "Istituzione di aziende faunistico-venatorie in Val Susa e in Val Chisone"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame delle interrogazioni n. 2833 e 2893.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e alla pesca

Ho preparato una risposta cumulativa alle interrogazioni n. 2933 e n.
2893, che sarà mia cura inviare anche agli assenti.
In riferimento ai su emarginati atti consiliari si ritiene doveroso, in via preliminare, richiamare le disposizioni che disciplinano la materia.
La legge 11 febbraio 1992, n. 157 e la legge regionale 4 settembre 1996, n. 70, di recepimento, stabiliscono che la Giunta regionale, su richiesta degli interessati e sentito l'Istituto nazionale per la fauna selvatica, entro i limiti del 15% del territorio agro-silvo-pastorale di ciascuna Provincia, può autorizzare, regolamentandola, l'istituzione di aziende faunistico-venatorie ed agri-turistico-venatorie.
Tale limite del 15% di territorio agro-silvo-pastorale di ciascuna Provincia entro il quale è autorizzabile l'istituzione di aziende faunistico-venatorie ed agro-turistico-venatorie, con DGR n. 50 del 12 febbraio 2001, è stato successivamente ridotto dal 15% al 14.5% .
La Regione Piemonte, attenta ad evitare l'eccessiva concentrazione territoriale di aziende e al fine di graduare nel tempo il rilascio di nuove concessioni, con DGR n. 15 del 08 marzo 2004 ha stabilito nell'ambito dell'esercizio delle funzioni amministrative di programmazione e coordinamento della pianificazione faunistico-venatoria del territorio regionale, ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 70, di tenere conto di quanto segue: dell'esigenza di tendere con gradualità all'obiettivo di destinare il 14.5% del territorio di ciascuna ATC o CA a gestione privata della caccia.
Sono fatte salve le aziende faunistiche e le aziende agrituristiche esistenti anche all'atto dei successivi rinnovi e delle eventuali modifiche territoriali e/o ampliamenti ai fini di una migliore perimetrazione dell'azienda. Si è stabilito, quindi, che non si tratta più del 15% della Provincia, ma questa percentuale dovrà essere valutata a livello di ogni singola ATC nella zona di pianura, ogni anno potranno essere autorizzate aziende faunistico-venatorie e agro-turistico-venatorie ed ampliamenti delle esistenti per una superficie non superiore al 25% della superficie ancora disponibile per gli istituti a gestione privata della caccia in ogni Provincia nella zona faunistica delle Alpi di ciascuna Provincia, ogni anno potrà essere autorizzata una sola azienda faunistico-venatoria o agro-turistico venatoria; eventuali modifiche territoriali o ampliamenti di aziende esistenti potranno essere autorizzate in caso di disponibilità di superficie agro-silvo-pastorale.
Si è apportato, quindi, un grosso cambiamento, che riguarda soprattutto le grandi Province, ma anche quelle più piccole, nel senso che si pu concentrare il 15% solo in una ATC o in un CA, perché è vero che si rispettava il limite del 15% di tutta la Provincia, ma c'era una concentrazione in una determinata zona. Questo era emerso anche dai dibattiti sulla bozza di legge in atti per quanto riguarda la modifica della caccia.
In altri termini, le leggi nazionali e regionali e le disposizioni attuative prevedono le strutture private per la caccia, ne dispongono i limiti territoriali e indicano precisi criteri di priorità per la loro istituzione.
La superficie venabile destinata alla caccia programmata di ogni comprensorio alpino è stata così determinata dalla Regione detraendo dalla superficie agro-silvo-pastorale i territori riservati agli istituti di protezione (parchi e zone a divieto di caccia) e il territorio destinato alle istituzioni delle strutture private della caccia, territorio quest'ultimo, calcolato nella percentuale massima del 15%, di cui il 14.5 per le aziende faunistiche e lo 0.5% per i centri di riproduzione della selvaggina.
In questo modo, la superficie venabile di ogni CA risulta calcolata già riservando una porzione del territorio del Comprensorio all'istituzione delle aziende, di cui all'articolo 20 della legge n. 70.
Dal punto di vista giuridico, le aziende faunistico-venatorie sono istituti privati senza fini di lucro, che, sia pure in modo diverso assolvono anch'esse a compiti di gestione venatoria, come avviene nei territori a caccia programmata.
Esse, com'è noto, sono soggette a tassa di concessione regionale e devono avere prevalenti finalità naturalistiche e faunistiche con particolare riferimento alla tipica fauna alpina ed appenninica, alla grossa fauna europea e a quella acquatica.
A tal fine, le concessioni devono essere corredate di programmi di conservazione e di ripristino ambientale volti a garantire l'obiettivo naturalistico e faunistico.
Le aziende faunistico-venatorie sono situate in territori di notevole interesse faunistico e loro qualità distintiva è la dotazione di standard gestionali particolarmente elevati, connotandosi quali soggetti di assoluta importanza nel contesto generale della gestione faunistico.
Scopo precipuo delle aziende faunistico-venatorie è quello della conservazione e del ripristino degli ambienti naturali attraverso programmi di gestione ambientale volti all'incremento e alla qualificazione del patrimonio faunistico.
L'esercizio venatorio è, infatti, consentito secondo i piani annuali di abbattimento proposti dai singoli concessionari ed approvati dalla Giunta regionale, elaborati sulla base della consistenza faunistica di fine stagione venatoria e delle immissioni stagionali di fauna selvatica a scopo di ripopolamento per le finalità faunistiche in conformità degli atti di concessione. Ne consegue che gli istituti privati della caccia sono diretti anch'essi e in modo obbligato a perseguire gli stessi obiettivi di incremento della fauna selvatica e non certo a soddisfare unicamente scopi di prelievo ludico a discapito del patrimonio collettivo.
La messa in atto di opportuni programmi di recupero ambientale vincolati alle concessioni può consentire il raggiungimento di buone densità faunistiche persino in zone relativamente svantaggiate e, nello stesso tempo, permettere agli utenti un soddisfacente prelievo venatorio.
Tale orientamento è già seguito in maniera spontanea da diversi concessionari, per effetto di una crescente maturazione verso forme più razionali di gestione venatoria.
La necessità per le aziende faunistico-venatorie di corrispondere a particolare requisiti costitutivi, nonché di attenersi, nel corso dell'attività, a precisi orientamenti tecnico-gestionali, ne conferma la reale importanza di soggetti preposti a pieno titolo alla tutela del patrimonio faunistico.
Le obiezioni avanzate da vari soggetti alla concessione di nuovi istituti a gestione privata della caccia, sono assai sovente basate su una aleatoria pretesa di eccezionalità di tale tipo di istituto rispetto alla caccia programmata.
Dall'esame dei quadri normativi nazionale e regionale si ritiene invece, che il legislatore nazionale abbia disposto che la caccia programmata si eserciti sul territorio agro-silvo-pastorale che rimane libero dopo l'istituzione delle zone di protezione e degli istituti privati della caccia nella misura massima del suddetto 14,5%.
La Regione, nel ponderare gli elementi istruttori in proprio possesso ritiene quindi di operare nel pieno rispetto del dettato legislativo che parifica i due regimi venatori, evidentemente ritenendoli non antitetici ma parimenti idonei a perseguire le stesse finalità di tutela ed incremento del patrimonio faunistico e naturalistico.
Il rilascio delle concessioni è comunque subordinato, com'è noto, alla presentazione di una complessa documentazione, anche di carattere tecnico scientifico, che dimostri il perseguimento dell'obiettivo faunistico naturalistico.
L'esercizio venatorio nelle aziende faunistico-venatorie è, quindi possibile solo se svolto in modo controllato, a garantire meglio quelle finalità di conservazione, di ripristino degli ambienti naturali e di incremento della fauna che costituiscono, tra l'altro, l'obiettivo della LR 70/96.
L'attività, normata da precise disposizioni e vincolata a programmi di conservazione, ripristino e miglioramento ambientale previsti dalla legge obbliga i concessionari delle aziende faunistico-venatorie a gestire un patrimonio indisponibile dello Stato che in particolari contesti risulterebbe persino più difficile da utilizzare e da difendere in altro modo.
Al fine di rispondere alle previsioni della legge 241/90 e, quindi, di assicurare la trasparenza degli atti amministrativi, si è provveduto a pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte uno specifico comunicato relativo alle istanze di nuova concessione o di modifica delle concessioni esistenti. Tutti i soggetti portatori di interessi diffusi potranno, pertanto, partecipare al procedimento, prendere visione della documentazione prodotta e formulare osservazioni.
In riferimento, invece, in modo più specifico ai contenuti delle interrogazioni, delle interpellanze sulla prassi mantenuta dall'Amministrazione regionale nell'assumere i provvedimenti concessivi a favore delle singole aziende, si riportano i seguenti elementi di risposta.
Volevo precisare che in questo ragionamento - ma per gli addetti ai lavori non è il caso di insegnare ai gatti ad arrampicarsi - mi riferivo alle aziende faunistico-venatorie, che sono cosa diversa dalle aziende agri turistico-venatorie. Queste ultime sono le più diffuse e sono quelle che sostanzialmente, possono andare in zone meno vocate. Chiaramente hanno una finalità più integrativa di quello che è il reddito proprio dell'imprenditore agricolo, tant'è che sono state pensate e anche gli organismi rappresentativi di queste situazioni...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, la invito a riassumere.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e alla pesca

Riguardo l'AFV "Funiera", ricadente nel Comune di Castelmagno, si fa presente che nessuna concessione è stata al momento rilasciata e che l'istanza è stata presentata ai sensi dell'articolo 7 dell'allegato alla D.G.R. n. 15-11925 del 08/03/2004 concernente i criteri in ordine alla istituzione, al rinnovo, alla revoca, alle dimensioni territoriali e alla gestione delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agri-turistico venatorie (articolo 20, LR 4 settembre 1996, n. 70). Essa è attualmente in fase di istruttoria, è soggetta ai limiti e ai criteri di priorità (parametri di selezione) stabiliti dallo stesso provvedimento.
Non si capisce come l'eventuale istituzione possa interferire con gli interessi correlati al noto formaggio DOP "Castelmagno". Non è ravvisabile infatti, alcuna interferenza né in fatto di denominazione né in fatto di uso del territorio, trattandosi in tutti i sensi di due attività ben distinte e distinguibili nell'immagine e negli effetti socio-economici e culturali.
Per quanto concerne l'AFV "Viridio", ricadente nel Comune di Demonte si precisa che l'ampliamento interessa un territorio per la maggior parte di proprietà comunale.
Il Comune ha inteso espressamente vincolare il proprio territorio al fine di perseguire specifici obiettivi di miglioramento faunistico e ambientale, ponendo precisi limiti di tutela per la grande fauna. Allo scopo, lo stesso Comune ha stipulato apposita convenzione con il concessionario, nella quale, tra l'altro, sono stati previsti: l'istituzione di una "zona di protezione - rifugio faunistico" di ettari 702, in cui è preclusa l'attività venatoria l'istituzione di una "zona di protezione - solo caccia al cinghiale" di ettari 355, nella quale è preclusa l'attività venatoria, tranne che per il cinghiale, allo scopo di limitare i danni arrecati alle altre specie e all'agro-ecosistema la corresponsione al Comune di Demonte di un canone annuo, adeguato annualmente sulla base delle variazioni dell'indice ISTAT.
L'obbligo di adottare tali prescrizioni è stato riportato nel provvedimento regionale.
Anche per l'AFV "Salbertrand" il Comune, proprietario della maggior parte del territorio, ha stipulato apposita convenzione con il consorzio aziendale prevedente, tra l'altro, i seguenti impegni: la predisposizione di programmi di conservazione e ripristino ambientale da attuarsi anche mediante incentivazione e contributi da elargire ai residenti che si presentano all'esecuzione di interventi significativi l'assunzione di personale con compiti di vigilanza il versamento nelle casse comunali di un canone annuo per l'uso venatorio dei terreni da parte del concessionario.
Nel programma pluriennale provvisorio dell'AFV figurano varie iniziative e progetti a medio e lungo termine quali, ad esempio, la ristrutturazione di un rifugio in quota, collaborazioni con il mondo della ricerca universitaria e progetti didattici. Tali progetti sono in grado di incrementare lo sviluppo turistico comunale, prospettando benefici in termini di ricaduta economica per l'intera collettività.
Anche in ordine a tale azienda sono stati acquisiti i pareri previsti dalle disposizioni vigenti.
Con l'occasione si fa presente che la percentuale di territorio agro silvo-pastorale "occupato" dalle aziende è risultata del 3,6% per la provincia di Torino e del 7% per la provincia di Cuneo.
In ordine al lamentato pregiudizio che deriverebbe ai cacciatori sportivi dalla sottrazione di territorio a caccia programmata, si osserva che l'istituzione delle A.F.V. in argomento non riduce la disponibilità territoriale dei comprensori alpini interessati, in quanto la Regione, nel determinare la superficie venabile destinata nei comprensori all'esercizio della caccia programmata e, quindi, il numero dei cacciatori ammissibili ha già tenuto conto, come già detto, del territorio da destinare all'istituzione delle A.F.V. nella percentuale massima prevista dalla legge.
A questo punto, rimando alla lettura della risposta scritta. Devo far presente, per quanto riguarda il discorso dell'azienda "Viridio" in provincia di Cuneo, che anche in questo caso subentra il Comune. Di conseguenza, un tema che dobbiamo porci è il ruolo delle Comunità montane o dei Comuni per quanto riguarda la caccia nelle zone montane, perché non sono un soggetto qualsiasi, ma sono i rappresentanti complessivi delle Comunità locali e quindi, qualora dovesse proseguire un'azione di questo tipo, dovremmo integrare i criteri e porci in un modo coordinato verso le istanze dei Comuni.
Concludo dicendo che queste due concessioni sono state annullate dal TAR del Piemonte, naturalmente per un vizio di forma. Noi, a quel punto avevamo due possibilità: o correggere questo vizio di forma e quindi riadattare l'atto oppure andare fino in fondo, ricorrendo al massimo grado della giustizia amministrativa che è il Consiglio di Stato, anche per avere un pronunciamento che faccia testo su tutte quelle che sono le problematiche che sono state poste dai ricorrenti.
Sono problematiche di coesistenza tra caccia programmata e aziende faunistiche venatorie, che sono problematiche di coesistenza o di decisioni prese tra vari livelli di governo del territorio.
Qui ci sono implicazioni per la Regione, che ha la titolarità, per la Provincia, che ha la vigilanza, e per i Comuni, che nelle zone di comproprietà dei terreni o con gli usi civici hanno un grosso ruolo.
La Giunta regionale ha deciso questa seconda strada per cui tutto è stato congelato ed il Consiglio di Stato si pronuncerà. Relativamente alla situazione cuneese, abbiamo adottato, d'intesa con il comparto alpino, dei provvedimenti di caccia specifica, soprattutto per poter consentire il controllo della specie cinghiale che, in regime di non caccia, avrebbe creato eccessivi problemi.
Ho riassunto, ma rimando alla lettura del testo.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Sull'ordine dei lavori in merito allo svolgimento della relazione del disegno di legge n. 641 "Rendiconto generale per l'anno finanziario 2003"


PRESIDENTE

Prima di dare la parola ai colleghi che intendono intervenire, comunico l'ordine dei lavori. Alcuni Gruppi hanno l'esigenza di sospendere adesso la seduta, pertanto concluderei lo svolgimento di questa interpellanza, che prevede - se ci sono - delle repliche. Darei, poi, la parola, per la relazione al rendiconto 2003, al collega Gallarini, il quale oggi pomeriggio non può essere presente per motivi personali. Nel pomeriggio potremo incominciare, se il Consiglio consente, l'esame del disegno di legge n. 666, "Modifica alla legge regionale 24 aprile 1990, n. 51: 'istituzione della Riserva Naturale Speciale del Fondo Toce", per una sollecitazione urgente di quella Provincia, relativamente ad un elemento del proprio Piano.
L'ordine dei lavori, pertanto, potrebbe essere questo: finiamo l'esame delle interpellanze, incardiniamo il conto consuntivo e sospendiamo i lavori. Riprendiamo la seduta al pomeriggio, con quella proposta di legge che ha un articolo solo e poi discutiamo il conto consuntivo.


Argomento: Caccia

Interrogazione n. 2833 dei Consiglieri Placido e Muliere inerente a "Concessione azienda faunistico-venatoria - Salbertrand" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido, per la replica all'interrogazione n.
2833...



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Cavallera per l'esauriente risposta, se non altro completa e articolata. La preoccupazione per una progressiva privatizzazione, con la concessione di licenze ad aziende faunistiche venatorie, non è solo nostra, ma è principalmente degli operatori (in questo caso, i cacciatori, ma non solo).
Chiedo gentilmente di avere copia della risposta per informare le associazioni dei cacciatori, ma anche i Comuni (in questo caso, il Comune di Salbertrand), con le loro diverse posizioni, e la Provincia stessa rispetto alle competenze che ricordava l'Assessore, nella risposta.
In attesa di fare il punto della situazione e in attesa di quello che è il grande assente - il Piano complessivo, ma presumo che nella prossima legislatura se ne occuperà qualcun altro - mi riprometto di fare il punto della situazione in questa legislatura, perché non vorrei che le percentuali fossero un po' come la teoria del pollo! E' vero che i numeri sono quelli che lei ha illustrato, ma le percentuali variano da zona a zona; ridistribuiti, poi, nella provincia, concorrono a formare i numeri che lei ha fornito. La ringrazio ancora, Assessore, della risposta.



PRESIDENTE

E', pertanto, conclusa la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.


Argomento: Assestamento di bilancio

Sull'ordine dei lavori in merito al sollecito dell'esame del disegno di legge n. 651 "Integrazione alla legge regionale 14 maggio, n. 9 - Legge finanziaria per l'anno 2004" - relatore Brigandì)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Cattaneo ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente e colleghi. Innanzitutto, vorrei capire chi chiede la sospensione, perché non si può dire "alcuni Gruppi chiedono la sospensione", quando ci sono dei disegni di legge significativamente importanti, come il rendiconto e l'assestamento del bilancio. Mi dica pertanto, chi chiede la sospensione e quali sono le motivazioni.
Se, come so - spero di non sbagliarmi - la necessità è quella di una conferenza stampa degli amici del centrosinistra, va benissimo, l'abbiamo chiesta anche noi alcune volte, però mi permetto di chiedere di non prendere questo vizio, in particolare in presenza di importanti provvedimenti.
Lei, Presidente, aveva chiesto di dedicare un po' più tempo alle interpellanze, per dare giustamente risposta a una serie significativa di interpellanti; se, però, bisogna svolgere le interpellanze, poi la conferenza stampa del centrosinistra e aggiornare al pomeriggio il Consiglio, credo che ognuno di noi debba fare valutazioni più serie e avere un rispetto istituzionale maggiore. Sottolineo che, quando l'Assessore Racchelli non era ancora arrivato per la risposta alle interrogazioni, il Presidente del Gruppo dei DS ha polemizzato sulla sua assenza; l'Assessore poi, è arrivato, ma abbiamo scoperto che non era presente l'interpellante.
Abbiamo anche capito, dalla presenza delle telecamere, perché si sia voluta trattare successivamente l'interpellanza, dopo la venuta dell'Assessore in aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega, per il suo cortese richiamo alle procedure. Grazie anche per la condivisione dell'organizzazione della mattinata.
La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

La ringrazio, Presidente. Vorrei segnalare all'attenzione dell'Aula il disegno di legge n. 651: "Integrazione a legge regionale 14 maggio 2004, n.
9"; un provvedimento formato da un solo articolo, che riveste carattere di urgenza per la seguente motivazione: questo Consiglio regionale ha approvato all'unanimità, prima delle ferie, un ordine del giorno che stanziava un milione di euro a favore dell'ente bilaterale dell'artigianato piemontese, cioè a favore dei dipendenti delle aziende artigiane in crisi non coperti dalla cassa integrazione guadagni. Somma che è stata regolarmente messa a bilancio della Regione, ma che materialmente non pu essere trasferita perché la legge regionale n. 21, conosciuta come testo unico sull'artigianato, necessita di una piccola modifica.
Chiedo, pertanto, all'Aula se è possibile esaminare questo provvedimento nella giornata di oggi o in quella di giovedì, perché i fondi a favore dei lavoratori licenziati dalle imprese industriali sono stati stanziati, mentre i lavoratori del settore artigiano sono ancora in una situazione di particolare difficoltà.
Ringrazio i colleghi che vorranno supportare le modifiche a questo provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valvo. La legge cui fa riferimento ha un solo articolo ma ha proposte emendative per aggiungerne altri dieci. Pertanto, valuteremo oggi pomeriggio, sentita la relazione del collega Gallarini che incardina il provvedimento sul conto consuntivo, se discutere oggi i due provvedimenti urgenti, oppure riprogrammarli.


Argomento: Varie

Saluto del Vicepresidente del Consiglio Riba agli alunni e docenti della scuola S. Lorenzo di Novara in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Desidero salutare gli alunni della scuola parificata "San Lorenzo" di Novara, che sono in visita presso la nostra sede. Auguro loro una giornata proficua; spero sia di loro interesse formativo conoscere il Consiglio regionale, anche nel corso di una seduta. Ringrazio gli insegnanti che hanno avuto la sensibilità di portare gli alunni a visitare il Consiglio regionale e spero di rivedervi. Grazie.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 641 "Rendiconto generale per l'anno finanziario 2003"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 641, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al relatore, il Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Grazie, Presidente e colleghi.
Relazione al disegno di legge n. 641: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2003".
I provvedimenti all'o.d.g. di natura finanziaria sono tre: uno è il rendiconto 2003, l'altro è l'articolo unico della modifica della finanziaria sui bolli auto, per quanto riguarda le esenzioni, le scadenze e le modalità, mentre il terzo è l'assestamento di bilancio 2004. Questo è il primo provvedimento che viene incardinato.
Leggo la relazione.
Nella seduta del 29 settembre la Commissione ha esaminato ed approvato il disegno di legge riguardante il rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2003. Numerose sono state le sedute per l'approfondimento del documento contabile. La discussione è stata ampia ed articolata ed è stata sviluppata in concomitanza dell'esame dell'Assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2004.
In particolare, la Commissione ha discusso, in presenza degli Assessori interessati, le seguenti materie: Economia montana, Cultura e Istruzione Cooperazione, Agricoltura, Opere pubbliche, Edilizia, Politiche sociali Sanità e Turismo. Nello specifico, la Commissione ha ritenuto di ampliare il dibattito politico con l'analisi dei residui contabilizzati in ciascuna Direzione.
Il rendiconto generale si compone del conto del bilancio e del conto generale del patrimonio. Il conto del bilancio evidenza il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2003, che tiene conto del risultato della gestione di competenza delle entrate (euro 10.755.764.605,42) e delle spese (euro 10.723.727.946,35) e della gestione dei residui degli anni precedenti.
Esaminando la gestione dell'esercizio finanziario 2003, il risultato finanziario (avanzo) ammonta ad euro 246.435.054,14. Il prospetto riconcilia con la situazione contabile generale al 31/12/2003 consuntivata con relativo conto del Tesoriere regionale evidenziante il fondo di cassa al 31/12/2002 per euro 771.295,60, il totale delle riscossioni del 2003 per euro 9.601.262.398,58 e il totale dei pagamenti del 2003 per euro 9.597.887.972,13. Pertanto il fondo cassa alla chiusura dell'esercizio 2003 ammonta ad euro 4.145.722,05.
Per ciò che attiene ai residui attivi del 2003, pari ad euro 4.127.554.764,35, sono rimasti da riscuotere sulle entrate della competenza propria del 2003 euro 2.139.913.700,69 e sulle entrate residue degli esercizi precedenti euro 1.987.641.063,66. I residui attivi, che all'inizio del 2003 ammontavano ad euro 3.165.599.708,00, sono stati riaccertati a fine 2003 in euro 2.973.052.557,51 per un minor importo di euro 192.547.150,49.
Per quanto riguarda i residui passivi del 2003, pari ad euro 3.885.265.432,26, risultano da pagarsi, sulle spese impegnate per la competenza 2003, euro 2.587.127.244,25 e da pagarsi, sui residui degli esercizi precedenti, euro 1.298.138.188,01. I residui passivi all'inizio del 2003, ammontanti ad euro 2.895.730.948,41, sono stati riaccertati al 31/12/2003 in euro 2.759.425.458,04 per un minor importo di euro 136.305.490,37.
Il Conto generale del patrimonio evidenzia le attività e passività finanziarie e patrimoniali (residui attivi - fondo cassa - residui passivi debiti per mutui). La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali del 2003 è pari ad euro 4.726.946.022,88 a fronte della consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali pari ad euro 5.206.898.497,83. Il conto generale del patrimonio si compone altresì degli allegati relativi al demanio, patri monio non disponibile-beni immobili, patrimonio disponibile-beni immobili beni mobili non disponibili.
Il Conto generale del patrimonio evidenzia inoltre la cosiddetta perenzione amministrativa. Tale perenzione comporta l'eliminazione di tutti i residui passivi dal conto finanziario del rendiconto generale, passando in carico al conto del patrimonio come debito patrimoniale. La consistenza dei perenti all'inizio dell'esercizio finanziario 2003 era di euro 90.446.145,25. In seguito a variazioni positive e negative intervenute nei movimenti delle passività del 2003, la consistenza dei residui perenti a fine 2003 è pari a euro 125.254.710,89.
Il disegno di legge all'articolo 10 prevede altresì in allegato l'elenco delle società e dei consorzi a partecipazione regionale ai sensi dell'articolo 36 del regolamento di contabilità generale.
Vi ringrazio. Ovviamente nella discussione del rendiconto - è già stato fatto cenno - sono venuti in Commissione molti Assessori, che hanno commentato dal punto di vista politico le fredde cifre che vi ho elencato e che di per se stesse dicono relativamente poco; si è sviluppato un discorso molto approfondito e interessante sulla esigibilità e attendibilità delle cifre esposte nei residui attivi.
Penso che il dibattito in Consiglio potrà meglio focalizzare e consentire di capire l'andamento di tutto quanto ha concorso a formare il rendiconto 2003, che come sappiamo è propedeutico rispetto all'assestamento del bilancio 2004. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Gallarini.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.45)



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