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Dettaglio seduta n.490 del 12/10/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.27)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale"


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Di Benedetto, Pozzo e Rossi Giacomo.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione di Sabrina e Jessica Rinaudo morte nell'attentato terroristico di Taba


PRESIDENTE

Consiglieri, lo aveva già anticipato il Vicepresidente Riba nella seduta di questa mattina, chiedo all'Aula di osservare un minuto di silenzio per le due ragazze Sabrina e Jessica Rinaudo di Dronero, scomparse tragicamente a Taba.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Calamità naturali

Relazione finale Commissione d'indagine imprese bi-alluvionate ed esame ordine del giorno n. 944 collegato presentato dai Consiglieri Palma Mellano e Rossi Oreste


PRESIDENTE

Passiamo al punto 11) all'o.d.g: "Relazione finale commissione di indagine imprese bi-alluvionate" E' stato licenziato un provvedimento dalla Commissione che non è ancora arrivato in Aula, quindi facciamo prima dibattito poi lo approviamo a fine seduta.
Sapete che è stata istituita una Commissione Speciale di indagine su questo argomento. La Commissione ha esaurito i suoi lavori presentando all'Aula delle relazioni. Abbiamo la relazione del Presidente della Commissione Speciale, Consigliere Gallarini, e altre due relazioni una sottoscritta dal Consigliere Palma e l'altra dai Consiglierei Dutto e Rossi. Seguirei l'ordine di presentazione.
La parola al Consigliere Gallarini



GALLARINI Pierluigi, relatore

La relazione cosiddetta Gallarini, in realtà, è firmata dall'Ufficio di Presidenza della Commissione, quindi dal Consigliere Gallarini e dal Consigliere Ronzani ed è stata votata da tutti i Gruppi presenti, ad eccezione del Gruppo Radicale.
La Commissione Speciale d'indagine conoscitiva sui risarcimenti corrisposti alle imprese bi-alluvionate di cui alla legge 11 dicembre 2000 n. 365, istituita con deliberazione del Consiglio regionale n. 344 del 9 dicembre 2003, ha concluso i suoi lavori il 17 maggio 2004 (quindi nei tempi che furono assegnati dal Consiglio).
Al termine dei lavori ci sentiamo in dovere di ringraziare la Giunta regionale, l'intera segreteria della Commissione, la Direzione regionale Commercio e Artigianato e tutto il personale regionale in capo alla Giunta e al Consiglio che, in qualche misura, ha contribuito, con disponibilità e solerzia, alla fornitura della vasta normativa in materia, al reperimento di tutto il materiale necessario all'indagine, alle integrazioni, ai chiarimenti ed infine alla stesura della relazione che presentiamo al Consiglio regionale.
Gli elementi di rilievo emersi dalla complessa, meticolosa e completa indagine condotta dalla Commissione sono i seguenti: L'apparato allestito dalla Giunta regionale in seguito alla alluvione dell'ottobre 2000, comprensivo della dirigenza a contratto, del personale di ruolo e avventizio all'uopo selezionato, ha lavorato con impegno avendo istruito oltre 4000 pratiche (delle quali 662 relative ad imprese bialluovionate) in meno di 60 giorni ed erogato gli acconti ai beneficiari nei 30 giorni successivi.
La stragrande maggioranza delle pratiche (n.552) non evidenzia alcun aspetto degno di menzione.
Per 10 pratiche si è verificato che sono stati considerati probanti atti diversi da quelli previsti dalla Circolare 3/Lap; per quattro di queste la Direzione competente ha già provveduto alla revoca del contributo.
Alcune pratiche (n.79) sono state evase considerando atto utile il solo contratto di finanziamento, scelta operata dalla struttura al fine di comprimere al massimo i tempi di erogazione dei contributi, riservandosi di revocare gli stessi qualora, in sede di controllo, non venissero prodotte le attestazioni richieste.
Alcune altre pratiche (n.19), in particolare relative al Comune di Trino Vercellese, a seguito di sollecitazioni e valutazioni di massima emerse in sede locale, hanno visto il riconoscimento dello stato di "bi alluvionato" attraverso considerazioni di carattere sostanziale, laddove la stretta e rigorosissima forma presenta qualche smagliatura rispetto alla Circolare 3/LAP, fonte secondaria, ma adottata quale riferimento istruttorio.
Tra quelle che hanno avuto il risarcimento assicurativo, due pratiche la n. 3473 e la n. 1345, per quanto a nostre mani molto simili, vivono ad oggi, due situazioni diseguali: la n. 3473, in un primo tempo non considerata bioalluvionata è stata, in un secondo momento ed in seguito a ricorso inoltrato al TAR, ricompressa tra i soggetti bi-alluvionati e già liquidata per intero. La n. 1345, pure esclusa all'epoca dallo stato di bioalluvionata, ha inoltrato ricorso al TAR e vede la sua posizione, ad oggi, non riconsiderata, anche se la direzione competente ha già accantonato, sulla base dell'ordinanza del Consiglio di Stato, la somma relativa all'intera liquidazione, in attesa della conclusione della causa in tutti i gradi di giudizio.
Si rassegna al Consiglio regionale, in evasione al mandato conferito alla Commissione e affinché la Presidenza dell'Assemblea, se lo ritiene, lo trasmetta agli organi competenti, tutto il materiale ricognitivo prodotto ed acquisito agli atti nonché una ricognizione operata presso le altre regioni della normativa vigente. Al riguardo la Commissione sottolinea l'opportunità di predisporre una normativa quadro in materia di interventi urgenti in caso di eventi calamitosi, al fine di rendere, per quanto possibile, più semplici, più agevoli e più univoci i percorso amministrativi e burocratici conseguenti.
Torno a ripetere, anche se è pleonastico, che la relazione è stata firmata dall'Ufficio di Presidenza della Commissione, quindi dal Consigliere Gallarini e dal Consigliere Ronzani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma, relatore



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
A premessa voglio precisare che i fatti esposti nella mia relazione depositata e nella sintesi che mi accingo a fare in Aula, sono documentati esclusivamente attraverso le risultanze trasmesse alla Commissione, o acquisite dalla Commissione. e disponibili da mesi a tutti i Consiglieri.
Se ci fosse dell'altro, non trasmesso o non acquisito - non mi riferisco ad atti coperti dal segreto istruttorio - i rilievi e le valutazioni della mia relazione risulterebbero condizionati, mio malgrado, dall'incompletezza dei documenti. Spero che non sia così. I Consiglieri, inoltre, mi vorranno scusare la natura prettamente tecnica-amministrativa della mia relazione.
Le tre relazioni presentate, che divergono, in maniera radicale, per estensione e valutazione della gravità dei fatti riscontrati ed anche - se mi è consentito dire - per l'approfondimento di profili giuridico normativi, giungono, però, ad alcune identiche conclusioni: il numero rilevato in tutte le relazioni, delle pratiche che non sono state processate, in ottemperanza delle disposizioni di cui all'ormai famosa circolare 3/LAP (113 irregolarità su 662 pratiche sono tutt'altro che irrilevanti, anche dal punto di vista quantitativo) e i profili di irregolarità riscontrati sono gli stessi.
Dal mio punto di vista, possono essere ordinati in due grandi gruppi (in questo c'è una forte differenza tra la mia relazione e quella di maggioranza, che constata le stesse cose, ma le valuta in un modo diverso).
Il primo gruppo riguarda i finanziamenti erogati a fronte di una documentazione inidonea o incompleta; il secondo riguarda finanziamenti erogati a fronte di una documentazione che escludeva, per i beneficiari, il diritto a ricevere quanto ad essi è stato assegnato.
Rispetto al primo gruppo - che argomenterò nel dettaglio - penso che i casi in esso compresi vadano sottoposti ad un'ulteriore verifica, e che la loro istruttoria vada quanto prima completata.
Relativamente al secondo gruppo - su cui entrerò ancora più nel dettaglio - ci si trova di fronte a contributi illegittimi, sulla base della normativa regionale, che vanno da ora - anzi, dal mi punto di vista andavano da prima - parzialmente revocati.
Tutte le 662 pratiche oggetto di indagine sono state esaminate, come da mandato, esclusivamente sotto il profilo della corretta valutazione della condizione di bialluvionalità. Sul punto, la normativa regionale è chiara: la circolare del Presidente della Giunta regionale n. 3/LAP, del 26 marzo 2001, stabilisce che siano considerate bi-alluvionate, e come tali beneficiate di un contributo fino al 100% dei danni subiti nell'alluvione 2000, esclusivamente le imprese che, per l'alluvione del 1994, avessero percepito i benefici previsti dalla legge 16 febbraio 1995, n. 35 (fossero essi contributi a fondo perduto o in conto interessi), non già quelle che risultassero essere state alluvionate ma che non avessero percepito tale beneficio.
Non toccava alla Commissione, e non tocca oggi a noi, stabilire se questo criterio fosse razionale, coerente con la normativa statale o politicamente condivisibile. Quello che invece si può subito dire è che questo principio non è stato, in tutti i casi, applicato correttamente.
Analizziamo i casi più significativi, escludendo quelli, per così dire minori - sono otto - per cui la Direzione competente, accogliendo i rilievi della Commissione, ha disposto la revoca dei contributi erroneamente riconosciuti e la verifica della documentazione incompleta.
Prima di tutto, però, è necessario fare una considerazione preliminare sulla natura giuridica della 3/LAP. Nella relazione di maggioranza approvata si scrive che essa è fonte secondaria, ma adottata quale riferimento istruttorio. Che una circolare sia fonte secondaria è ovviamente, scontato; ma che sia stata utilizzata come mero riferimento istruttorio, non è affatto vero, ed è la stessa amministrazione regionale a ripeterlo, nei propri atti, un'infinità di volte, contro reclamanti e ricorrenti che richiedevano un'interpretazione più sostanzialistica della normativa statale.
Cito testualmente documenti acquisiti alla Commissione, redatti dall'Avvocatura della Regione e non dal sottoscritto: "La disposizione che si assume lesiva" - si riferisce al principio della 3/LAP - "dunque, pure se formalmente contenuta nella circolare regionale, è, nella sostanza, di emanazione statale". Ancora, l'Avvocatura, in un documento che di nuovo cito testualmente, ribadisce: "Il responsabile della Direzione, nella valutazione delle domande di contributo avanzate dalle varie imprese, non poteva fare altro che attenersi alle norme di attuazione previste nella direttiva ministeriale e riprese nella circolare regionale".
Richiamo questi passaggi per chiarire quale sia il rango che la Regione ha riconosciuto alla 3/LAP, nel rapporto con i potenziali beneficiari.
Il primo ampio gruppo di casi riguarda aziende che hanno ricevuto contributi pari al 100% dei danni subiti, sulla base di una documentazione incompleta. In 79 casi, si tratta di aziende che sono state così beneficiate per avere documentato quello che, in realtà, è una mera richiesta di contributo per interessi effettuata, dalle aziende stesse presso Artigiancassa e Mediocredito centrale, gli istituti che erano rispetto all'alluvione del 1994, gli enti attuatori dell'intervento statale. Tale istanza fu fatta sulla base di un decreto del Ministero del Tesoro, 23 marzo 1995, poi modificato dal decreto 31 agosto 1995, che solamente al termine dell'istruttoria e, quindi, dell'istanza di finanziamento, avrebbe consentito, ad Artigiancassa e a Mediocredito, di concedere l'agevolazione, e all'istituto mutuante, o finanziatore, di corrispondere il finanziamento. In alcuni casi delle 79 pratiche cui mi sto riferendo, non c'è la prova dell'agevolazione statale e, in altri - 59 su 79 - non c'era neppure la prova del finanziamento. Tutto questo perché il finanziamento stesso, da parte degli istituti di credito, era stato subordinato all'ottenimento dell'agevolazione fiscale.
Ci sono, inoltre, sei casi che hanno ricevuto il massimo contributo previsto, quello pari al 100% dei danni subiti, sulla base di una documentazione che risulta inidonea, a norma della 3/LAP, e che invece è stata, da parte della Direzione competente, considerata attestante il percepimento di questo beneficio.
Solo per fare degli esempi: si è considerata documentazione idonea un'attestazione della Camera di Commercio di Torino; una relazione giurata una nota della Camera di Commercio di Vercelli e così via.
Dal mio punto di vista, di fronte all'indisponibilità dichiarata, nella corrispondenza fra la Direzione e la Commissione d'indagine, a provvedere ad ulteriori verifiche, diventa un problema della Giunta regionale e non più della Direzione competente verificare, se è possibile - ovviamente auspicabile - che tutte queste 85 aziende risultino in regola. Occorre fare, comunque, quello che in numerosi altri casi la Direzione competente ha provveduto a fare, non semplicemente limitarsi a presumerlo.
Relativamente al secondo gruppo, riguardante aziende cui ritengo che il contributo vada parzialmente revocato, in diciannove casi (relativi ad imprese riconosciute come bi-alluvionate, tutte limitate al Vercellese e in particolare, al Comune di Torino) la documentazione allegata non attesta affatto il percepimento di un beneficio ex lege 35/95, bensì un'agevolazione derivante da una convenzione stipulata fra la Camera di Commercio di Vercelli e vari istituti di garanzia e di credito. Alla richiesta di chiarimenti, la Direzione competente ha sostenuto: "Nei casi sopra indicati, l'ufficio alluvioni" - cito testualmente - "ha ritenuto possibile il riconoscimento della qualifica di bi-alluvionati privilegiando la sostanza alla forma", pur riconoscendo che nella circolare 3/LAP - ed è la Direzione a riconoscerlo - la Giunta regionale non ha provveduto a "formalizzare, fra i criteri della bialluvionalità, il percepimento dei contributi della Camera di Commercio di Vercelli" nonostante gli impegni politici assunti con i potenziali beneficiari, da parte dell'Assessore Cavallera.
Un impegno politico non recepito nella disciplina normativa non pu costituire, in nessun caso, il presupposto giuridico di una determinazione dirigenziale. Questo è pacifico e, temo, assolutamente incontestato.
Il Direttore dell'ufficio alluvioni ha invece scritto alla Commissione una nota che leggo ancora testualmente: "Qualora, viceversa, dovesse prevalere il criterio della forma sulla sostanza, l'ufficio è pronto procedere alle revoche del contributo".
Il problema è che il "viceversa" è esattamente la regola; quello che il direttore indica come il viceversa è il principio che lo stesso ufficio ha applicato nella generalità dei casi. Il viceversa è il principio fondamentale della 3 LAP, che impedisce di considerare bi-alluvionate quelle aziende che, pur avendo subito danni in occasione dell'alluvione del 1994, non abbiano poi percepito alcun beneficio previsto dalla legge n.
35/1995.
L'idea che l'Amministrazione decidesse di non escludere dal massimo contributo previsto quanti erano dimostratamene bi-alluvionati, pur non avendo ricevuto i contributi della legge n. 35/1995, non è ovviamente disdicevole. Il problema è che per fare questo si doveva riscrivere la 3 LAP ed estendere la normativa più favorevole a tutto il territorio regionale, perché questo non è un problema di stile, ma di correttezza e trasparenza dell'azione amministrativa. Non è ammissibile, dal punto di vista amministrativo, che una normativa particolarmente restrittiva non si applichi ai bi-alluvionati di Trino, ma si applichi nel resto della regione, e non già perché la Giunta decida di modificarla a beneficio di tutti i potenziali beneficiari, ma perché, in via di fatto, la direzione la Giunta o entrambe decidono di disapplicarla in un dato territorio.
Infine, c'è il caso della pratica n. 37/43. Il fatto che, come apprendiamo dalla direzione competente, sia in corso un'indagine giudiziaria su questo caso, non significa nulla (per intendersi, non mi riferisco alla pratica oggetto dell'indagine che ha visto e vede coinvolto l'ex Assessore Brigandì, ma di un'altra pratica). Il fatto - dicevo - che sia in corso un'indagine su questo caso non significa nulla; significa solo che l'indagine amministrativa ha un proprio ambito, diverso da quello dell'indagine giudiziaria. Da questo punto di vista, la Commissione di indagine ha verificato dal punto di vista amministrativo anche la pratica Auto Vallere, che è risultata perfettamente coerente con la circolare 3 LAP, in ordine al mancato riconoscimento dello status di bialluvionalità.
Il caso di questa impresa, che già sarebbe di per sé manifesto, è ancora più chiaro se letto in rapporto ad una pratica gemella, come quello di un'altra impresa, la pratica n. 13/45. Alla prima è stato riconosciuto per intero il contributo richiesto, mentre alla seconda no.
Prima di procedere, mi premono - a scanso di equivoco - due precisazioni, magari inutili, ma non dannose, che meglio si chiariranno nel seguito dell'esposizione.
La prima è che, sulla base della 3 LAP, ritengo che la pratica n. 13/45 non meriti dalla Regione un euro in più di quanto le sia stato riconosciuto; la seconda è che do per scontato che la documentazione di entrambe le imprese non sia falsa e neppure in parte artefatta; anzi, sono costretto a darlo per scontato, visto che si tratta di una documentazione prodotta da oltre tre anni.
Sono, cioè, tenuto istituzionalmente a pensare che se il difforme trattamento di due casi all'apparenza identici fosse motivato, come vedremo, nel novembre del 2001, dalla presenza di una documentazione falsa ascrivibile alla responsabilità di un richiedente, questo sarebbe stato immediatamente denunciato all'autorità giudiziaria e nel maggio del 2004 trenta mesi dopo - la direzione sarebbe stata tenuta ad informare di tutto ciò la Commissione di indagine che chiedeva spiegazioni di questa difformità di trattamento.
Ma torniamo al merito: entrambe le imprese non avevano percepito i benefici della legge 35/1995 - e lo dichiarano nella domanda di finanziamento - ma avevano ricevuto e documentato il risarcimento assicurativo relativo ai danni patiti nell'alluvione del 1994. In un primo momento, entrambe sono state riconosciute non bi-alluvionate correttamente, sulla base della 3 LAP.
In seguito al ricorso di entrambe le aziende innanzi al giudice amministrativo, ad un giorno di distanza l'una dall'altra, la direzione competente ha rettificato, il 23 novembre 2001, la determinazione a beneficio di una, riconoscendole per intero il contributo richiesto, mentre ha continuato ad escludere l'altra, il cui ricorso risulta tuttora pendente davanti al Consiglio di Stato, da tale beneficio.
Quando la Commissione formula rilievi alla direzione competente questa, per l'impresa che vede continuare ad opporsi un diniego, non risponde sul problema del trattamento opposto riservato alla sua pratica gemella - quella alla fine beneficiata - ma ribadisce che l'esclusione è motivata sulla base della circolare 3 LAP. Per quella beneficiata, non risponde direttamente per l'esistenza di un'indagine giudiziaria, ma rimanda ad una nota redatta in risposta ad un'interrogazione dei Consiglieri Palma e Mellano, del luglio 2003, mai trasmessa agli interroganti e a loro consegnata a mano e su loro richiesta, dopo averlo appreso dalla direzione competente, dall'Assessore Pichetto, in data 8 maggio 2004, successivamente acquisita, in data 11 maggio 2004, agli atti della Commissione; una nota nella forma disponibile - e non so se ne esista un'altra - non protocollata e non firmata ed inviata all'Assessore dal direttore dell'Ufficio alluvioni, alla fine del luglio 2003.
Nella nota si legge che l'impresa beneficiata ha visto riconoscersi per l'intero contributo richiesto, dopo che inizialmente le era stato negato con una rettifica effettuata in sede di autotutela, senza neppure, da quello che mi risulta, consultare l'avvocatura regionale, per evitare le possibili conseguenze risarcitorie a carico dell'ente. Anzi, si dice di più, in questa nota: la direzione, visto l'ovvio principio per cui non si può rettificare una determinazione dirigenziale, in realtà rettificando e modificando la portata normativa del suo atto presupposto, cioè della circolare 3 LAP, giustifica il riconoscimento dell'intero contributo a questa azienda dicendo che il principio fondamentale della 3 LAP, che non sto ovviamente a ripetere, non si applica alle pratiche di aziende che erano state risarcite per l'alluvione del 1994, prima del termine per la presentazione delle domande di contributo.
Il problema, Presidente, è che la 3 LAP dice esattamente il contrario.
Come è noto a chi vi si sia dedicato, la 3 LAP è costruita anche per quesiti, la cui risposta articola una casistica di applicazione della normativa statale, perché era ovviamente un atto di grande rilevanza esterna, essendo riferito ai potenziali beneficiari; normativa statale che era stata mediata da provvedimenti ministeriali e dall'interpretazione dell'agenzia di protezione civile, che peraltro la 3 LAP si limita rigorosamente a ricopiare.
Al quesito che chiede di considerare bi-alluvionate - leggo testualmente - molte attività produttive che a seguito dell'evento alluvionale del novembre 1994 non hanno fatto richiesta di finanziamento n di contributo a fondo perduto, ai sensi della legge n. 35/1995, la risposta della 3 LAP è: "Non si concorda per le ragioni già illustrate in precedenza". Cosa si era illustrato in precedenza? Questo - e leggo anch'esso testualmente: non si ritiene di poter aderire alla richiesta di ricomprendere anche i casi di coloro che, pur avendo subito danni in occasione dell'alluvione del 1994, non abbiano poi percepito alcun beneficio.
L'effettivo percepimento del contributo a suo tempo previsto risulta infatti l'unico - sottolineo l'unico - criterio applicabile per individuare l'avente diritto e la sua caratteristica di soggetto bi-alluvionato.
Tutto questo è talmente pacifico e incontestato che non più tardi di due mesi dopo la stessa direzione, in sede di riesame della pratica dell'azienda non beneficiata disposta dal TAR del Piemonte, ribadisce inappuntabilmente che la richiesta di questa azienda non è ammissibile leggo testualmente, e queste cose le ho già lette in riferimento alla 3 LAP in quanto non rientranti fra i casi di coloro che, pur avendo subito danni in occasione dell'alluvione del 1994, non hanno poi percepito alcun beneficio previsto dalla legge n. 35/1995.
Il risultato, Presidente, è che la Regione, non una direzione, negli stessi giorni, sullo stesso problema, da una parte andava al TAR a difendere la legittimità di una determinazione contro un ricorrente e dall'altra - per così dire, in casa - la rettificava, cioè ne ammetteva l'illegittimità, a vantaggio di un altro ricorrente che si trovava nella stessa situazione del primo.
Di più: le temute conseguenze risarcitorie a carico dell'ente con cui la Direzione ha giustificato la rettifica a beneficio dell'azienda beneficiata, nel caso di quella non beneficiata (che sulla carta è identico), non vengono minimamente fatte rilevare.
Anche in questo caso, Presidente, penso che il meno che si possa chiedere alla Giunta regionale è di disporre un provvedimento di revoca parziale dei contributi accordati all'azienda impropriamente beneficiata.
Concludo: i perché senza risposta, per definizione, esigono una risposta. A fine seduta questo lo farò, presentando, in forma molto schematica, anche un'interrogazione che depositerò alla Presidenza, per cui mi aspetto dalla Giunta una risposta scritta, possibilmente nel termine regolamentare dei 15 giorni.
Presidente, non pretendo di avere ragione; pretendo però che, nel caso in cui abbia torto, mi si dica dove e perché ho torto, e che mi si sottoscriva la risposta.
Visto che sono in attesa da circa 17 mesi di una risposta ad un'interrogazione che, in parte, verteva su argomenti che in maniera molto più diffusa la mia relazione ha trattato, penso che questa risposta a me e se mi è consentito - a quest'aula, la Giunta la debba. E spero che la Giunta nel mio caso non manchi di essere tempestiva, quanto in tempi recenti con altri colleghi.



(Commenti del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

C'è ancora la relazione del Consigliere Dutto.
Consigliere Contu, non è obbligatorio che la relazione sia scritta: se ce n'è una copia, bene; se invece il Consigliere Palma è stato così diligente da prepararsi un intervento orale in aula, basta ascoltarlo e prendere appunti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente e colleghi, abbiamo sentito la necessità di proporre una relazione autonoma e distinta da quella approvata dalla maggioranza della Commissione - e ricordo, approvata nell'ambito di questa da tutta la maggioranza e da una parte anche della minoranza - perché abbiamo sentito la necessità di approfondire i risultati delle indagini compiute che, nella relazione di maggioranza, appaiono incompleti e superficiali.
In effetti, nonostante la renitenza di coloro che dovevano fornire i documenti, la Commissione ha svolto un lavoro preciso e puntuale, di cui bisogna dare atto, in maniera precisa, esaustiva e dettagliata, e comunque quanto meno sufficientemente dettagliata per poter fare capire quello che è successo.
Oltre a dire quello su cui discuterò, devo precisare quello su cui non parlerò. Non ho intenzione di entrare nel merito degli aspetti penali della vicenda, perché questi sono attualmente sottoposti al vaglio dei giudici nei quali noi ovviamente riponiamo piena fiducia; ai quali, per sottolineiamo l'esigenza - come già questo Consiglio ebbe a fare con voto unanime - di un celere processo, non tanto perché anche la celerità pu essere un trattamento di miglior favore nei confronti degli imputati quanto perché in questo caso la celerità è un servizio dovuto agli elettori.
L'ambito dell'indagine della Commissione è la valutazione tecnica del modo in cui la circolare denominata 3/LAP sia stata in concreto attuata. La Commissione, quindi, non ha valutato l'opportunità amministrativa o politica o la legittimità o la logicità della circolare. Ci si è limitati ad esaminare un solo punto: la 3/LAP è norma di questa Regione, e in quanto tale se n'è verificata la corretta applicazione.
Ciò nonostante è necessario illustrare le norme statali e i successivi regolamenti che hanno imposto alla Regione di emanare la 3/LAP. Il Presidente della Giunta ha firmato questa circolare, la 3/LAP, perch doveva dare concreta attuazione ad una legge dello Stato. Il Governo, in relazione agli eventi alluvionali dell'autunno del 2000, ha sentito il bisogno di aiutare economicamente i cittadini che avevano subìto l'alluvione, concedendo loro un rimborso del 75% dei danni subiti, con un tetto massimo di danno di 500 milioni.
Ha ritenuto inoltre che i più sfortunati, cioè quelli che avevano già subito l'alluvione della prima decade del 1994, dovessero avere un contributo a fondo perduto fino al 100% dei danni subiti, senza alcun tetto.
La differenza quindi fino a 500 milioni tra i mono e i bi-alluvionati era del 25% per i danni; oltre a tale cifra in un caso non vi era ristoro mentre nell'altro caso poteva esserci, come in effetti ci fu, del 100%.
La legge non dettava però alcun criterio per distinguere il monoalluvionato dal bi-alluvionato. Il Ministero dell'Interno e la Presidenza del Consiglio dei Ministri con la Direttiva e in particolare la Direttiva del 30 gennaio 2002, non definiscono quali caratteristiche devono avere i soggetti bi-alluvionati, ma indicano con puntualità la forma che deve avere la domanda per la richiesta del rimborso e i documenti che alla stessa devono essere allegati. Mentre per la documentazione attestante il danno dell'alluvione del 2000 venne richiesta la prova documentale del danno subito, per provare il danno del '94 viene richiesta la mera autocertificazione.
La considerazione del legislatore prima e della Presidenza del Consiglio del Ministero degli Interni poi è evidente: sono bi-alluvionati coloro che sono stati danneggiati dalle due alluvioni, e poiché si rimborseranno solo i danni del 2000, per questi occorrerà presentare documenti che li comprovino. Invece, per provare di aver subito la prima alluvione, sarà sufficiente la dichiarazione del soggetto richiedente dichiarazione vincolata dalla tutela prevista per il regime di autocertificazione.
C'è da dire ancora che lo Stato, per un verso con la parola "fino" ha inteso che i soldi stanziati, ove non coprissero l'intero danno, sarebbero stati proporzionalmente divisi tra tutti gli alluvionati. Per altro verso ha dato facoltà alla Regione di modificare i criteri e la documentazione da prodursi, concedendo un termine di sette giorni che la Regione ha ampiamente disatteso, in quanto la Circolare 3/LAP è datata 26 marzo quindi due mesi successivi al regolamento ministeriale.
Nonostante ciò, la Giunta ha ritenuto di modificare, come vedremo significativamente, i termini voluti dallo Stato.
La 3/LAP infatti ha modificato non solo il criterio formale voluto dalla Presidenza del Consiglio del Ministero degli Interni, ma anche il criterio sostanziale.
Ha infatti detto che non era sufficiente l'autocertificazione del danno avuto nell'alluvione del '94, ritenendo che gli alluvionati in tale data fossero coloro che nel '94 avevano effettivamente percepito fondi previsti dalla legge.
Per essere più chiari, la legge cui ha fatto riferimento era il decreto n. 691 del 19 dicembre 1994, che concedeva un contributo a fondo perduto ai danneggiati, cioè, ai soggetti che avessero richiesto un finanziamento sarebbero stati pagati gli interessi di tale finanziamento da Medio Credito Centrale S.p.A. Sempre per essere ancona più chiari, la circolare 3/LAP esclude dai benefici coloro che nel 1994 si sono riparati i danni con i propri mezzi; coloro che sono stati risarciti diversamente (ad esempio dall'assicurazione); coloro che hanno richiesto un finanziamento per riparare i danni e vi abbiano fatto onore personalmente o, come è accaduto per il tramite di contributi di Camere di Commercio o associazioni di categoria o altro.
Queste persone, non si sa bene il perché, sono state escluse dai benefici.
Occorre ancora precisare due punti estremamente importanti: lo Stato ha reso disponibili 710 miliardi. La Giunta ha assegnato alla Direzione competente una somma molto inferiore da quello che lo Stato aveva distribuito e precisamente una somma di 460,2 miliardi (ovviamente parliamo di vecchie lire, perché è più facile capirci). Si deduce che 249 miliardi e 800 milioni non sono stati utilizzati. Ma vi è di più essendo il totale disposto dalla Giunta di 460,2 miliardi e avendo pagato in concreto ai cittadini 392,2 miliardi è rimasto un ulteriore avanzo di 68 miliardi.
In buona sostanza,, la Giunta ha ritenuto di non distribuire i soldi che lo Stato gli aveva dato per ben 318 miliardi. Ma c'è di peggio. Stando sempre alla documentazione degli uffici, che affermano che non vi erano somme per integrare ulteriori spese, emergerebbe, sempre a detta degli uffichi, che i 68 miliardi avanzati dai soldi assegnati alle direzioni siano andati spesi diversamente.
Occorre ancora precisare che la Commissione ha valutato solo le pratiche ammesse, cioè 377 pratiche. Quelle irregolari rilevate sono state 108, ci interessa qui precisare non la valutazione, come voluta nella relazione di maggioranza, di una stragrande maggioranza di pratiche regolari ma chiarire i numeri che ci dicono che su 377 verificate ve ne erano 108 irregolari e cioè il 28,65%. In pratica una elargizione su tre è sbagliata. Meglio lo vedremo in seguito, ma già da adesso possiamo anticipare che la Regione ha pagato, in contrasto con la 3/LAP, oltre 52 miliardi di vecchie lire. In buona sostanza, ogni milione pagato dalla Regione ha ben 282,500 lire di errore e, quindi di mal pagato.
Entriamo nel dettaglio. Vi sono 59 pratiche (di queste tre ed esattamente la n. 2725, la n. 3214 e la n. 2624) che hanno ottenuto più di 24 miliardi di lire che sono state pagate senza che vi sia agli atti la prova di aver percepito somme o benefici da Mediocredito; in sostanza per queste pratiche, cui la Regione ha pagato 24,6 miliardi vi è solo la dichiarazione che i soggetti hanno percepito un mutuo ma non vi è nessuna dichiarazione né nessuna prova che su questo mutuo vi sia stato il contributo di medio credito, quindi non vi è nessuna dichiarazione e nessuna prova che i soggetti abbiano percepito i benefici previsti dalla legge del '94. Queste somme sono state indubbiamente pagate in contrasto con la 3/LAP.
Vi sono dieci pratiche per un ammontare di 2.172.100.104 di lire senza che vi sia alcun tipo di documentazione. In sostanza la Regione ha pagato oltre 2 miliardi senza alcun supporto. Gli uffici ci specificano che su quattro di esse è stato dalla Regione chiesto il rimborso ma non specificano se la Regione abbia ottenuto tale rimborso. Fra queste, si fa presente che una, la n. 2356, ha ottenuto senza documentazione 1.578.196.828 lire.
Venti pratiche sono state ammesse con un esborso di oltre 13 miliardi di lire, con la mera attestazione di aver ottenuto un mutuo o finanziamento nel '94. In sostanza sono stati pagati circa 13,4 miliardi a soggetti che non rispondono certamente ai requisiti della 3/LAP.
Fra tutti i più curiosi sono i 19 casi che nel vercellese avevano ottenuto dei mutui per convenzione tra la Camera di Commercio di Vercelli e le banche. Questi casi sono in contrasto con la 3/LAP ma la curiosità nasce dal fatto che gli uffici con una lettera del 5 maggio 2004 protocollo n.
5352/17 dicono che "durante gli incontri sul territorio .la Giunta regionale, rappresentata da un Assessore, ha concordato" - ripeto concordato "di accogliere la richiesta della Camera di Commercio di Vercelli, delle associazioni di categoria e dei comitati alluvionati". Per un verso si scaricano responsabilità di questa palese illegalità sulla Giunta e per altro verso non si capisce come una sorta di accordo orale abbia potuto nell'agire degli uffici prevaricare la 3/LAP e quindi la legge. Valuti la Giunta, comunque, il buon comportamento degli uffici che per i scritto hanno fatto tali dichiarazioni.
Vi sono ancora da evidenziare che 17 pratiche sono state ammesse previo reclamo. Vale la pena evidenziarne due: la n. 2432 che ha ottenuto 59.439.911 di lire ed è nella stessa situazione delle altre di cui al "concordato di Giunta di cui sopra".
La 3473 è ancora più grave come caso. Per questa pratica la documentazione è stata raccolta dalla Regione solo nel luglio 2003 e dal momento del pagamento la Regione era in possesso di un atto notorio redatto il 9 giugno '95 e di una lettera quasi illeggibile dove si percepiva che la banca Mediocredito assentiva alla liquidazione di un sinistro del '94.
Non vogliamo essere pignoli altrimenti vi sarebbe da considerare che un nulla osta alla liquidazione di un sinistro è tutt'altra cosa rispetto alla liquidazione medesima per cui ammettiamo (non concedendolo) che la Regione in allora sapesse che questa azienda ha ricevuto per il '94 un indennizzo assicurativo. Se così è la Regione ha pagato 2.353.886.942 lire in aperto contrasto con la 3/LAP che oggettivamente non prevede l'indennizzo assicurativo quale fatto idoneo a far ritenere tale soggetto bi alluvionato. Non solo è doveroso richieder indietro questi soldi fino a quando la 3/LAP avrà vigore ma emblematico appare che altro soggetto posto nelle stesse identiche situazioni abbia ricevuto trattamento sostanzialmente diverso. Mi riferisco infatti alla pratica n. 1345 che, pur avendo presentato in allora documentazione attestante la percezione del danno assicurativo non è mai stata risarcita ed oggi ha un contenzioso contro la Regione pendente avanti il Consiglio di Stato. Tale disuguaglianza è talmente macroscopica che è stata rilevata anche nella relazione di maggioranza, con la lettera allegata e inviata al Presidente Gallarini, da pare dell'Assessore Pichetto, si legge una frase che potrebbe far sorridere se non si trattasse di eventi seri per la Regione e per questa Giunta. Si legge infatti: " Si sottolinea che questa direzione avrebbe deciso in egual maniera di fronte a situazioni analoghe". Non è tempo di facili ironie ma questa frase scritta in grassetto è indice quantomeno di un comportamento poco chiaro.
Ancora non si po' non evidenziare che occorre che la Giunta ponga rimedio a questa situazione derivante dalla mal gestione della 3/LAP non si può pensare infatti che la Regione abbia escluso soggetti che avevano diritto al risarcimento per prendere i soldi dallo Stato destinati a tale scopo e andarli a spendere diversamente. Non si può ancora pensare che la Regione se intende mantenere la 3/LAP non vada a recuperare tutti i soldi che ha versato in contastro con la norma che essa stessa si è data. E' un problema politico serio che non può essere sottaciuto anche per l'evidenza pubblica che ormai ha assunto il caso.
Il Presidente della Giunta deve dirci quali saranno i suoi intendimenti. Dobbiamo calcolare cosa succederebbe in ipotesi di revoca in autotutela della 3/LAP Se la 3/AP venisse revocata ed i bandi venissero aperti non è calcolabile l'ammontare delle nuove richieste. Teniamo conto che vi sono stata 252 richieste al contributo non ammesse per oltre 9 miliardi di lire da parte di soggetti che avevano presentato documenti diversi congiunti o non con l'autocertificazione prevista dal regolamento dello Stato. Si cita, fra tutti, dei contratti di finanziamento (pratiche 538 e 1753), schede di rivelazione danni (pratiche 2997, 3124, 674, 1702 1993), contributi di Enti pubblici (pratiche 950 e 1723) o perfino la dichiarazione della Curia Vescovile (pratica 2142).
Vi è ancora un secondo gruppo, per un totale di 14 miliardi di lire, da parte di soggetti che hanno presentato l'autocertificazione, così come voluta dai regolamenti della Presidenza dei ministri e del Ministro dell'interno.
Inoltre, vi è un terzo gruppo, per un ammontare di quasi 15 miliardi delle vecchie lire, di soggetti che hanno dichiarato di essere bi alluvionati, senza avvalorare la richiesta con un'autocertificazione.
In ultimo, vi sono sedici domande che, pur avendo presentato reclamo non sono state ammesse, per un ulteriore ammontare di 25 miliardi e mezzo.
Ci sono, quindi, un totale di 268 casi che richiederebbe un ulteriore sborso di oltre 63 miliardi di lire.
Ricordati questi numeri, il Presidente della Giunta non può far finta di niente. Dobbiamo sapere se s'intende mantenere o revocare la 3/LAP. Se si intende mantenere, dovremo recuperare i 43 e rotti miliardi non dovuti che abbiamo dato ai "solamente" (così come definita dalla relazione di maggioranza) 110 errori degli uffici e verificare, altresì, i 268 esclusi che la Commissione non ha ancora verificato. Se invece si intende revocare la 3/LAP, adeguandola ai regolamenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'interno (non si può fare altrimenti perché è scaduto il termine per modificare tali regolamenti), bisognerà accollarsi il rischio di una riapertura dei bandi e, comunque, mettere in preventivo la certezza che ai 268 soggetti esclusi è molto probabile si debbano dare 63 miliardi.
In questo secondo caso c'è ancora un problema da non sottovalutare: l'ipotesi pratica che comporterebbe la riapertura dei bandi. Delle due l'una: o riaperti i bandi, si richiedono indietro tutti i soldi già pagati con l'apertura di migliaia di cause (con le complicazioni da esse derivanti e con l'esclusiva soddisfazione degli avvocati: strada non facilmente percorribile) o si riaprono i bandi, fatte salve le richieste già intervenute e pagate (ovviamente, salvo verifica). Nel qual caso, oltre ai problemi di verifica, non si può sottovalutare il rischio che la Regione debba sborsare più soldi rispetto a quanto lo Stato ha stanziato.
Evidentemente, vi sono ancora due problemi: il primo, è capire dove trovare i soldi; il secondo - forse più importante - è rendersi conto che ci sarebbe bisogno di una legge regionale che, immagino, avrebbe un iter complesso e molto lungo.
Mi sono limitato ad una elencazione di numeri e non ho approfondito tutta una serie di eventi che lasciano comunque perplessi, perch considero, l'illustrazione della mia relazione, semplicemente oggettiva.
Non ho parlato del caso che ha visto coinvolto l'ex Assessore, perch non ritengo sia elegante, a fronte del processo che si celebrerà nei prossimi giorni; ma anche qui ci sarebbero molte cose da dire.
Sfido chiunque a dimostrare qualche errore sui numeri delle pratiche che ho riportato e vi invito veramente, colleghi, a votare una relazione che non è così in contrasto con quella passata a maggioranza in Commissione. È sicuramente una relazione molto più precisa, molto più dettagliata, che evidenzia, pacchetto per pacchetto di pratiche, le cose che non hanno funzionato. Di questo, credo che l'aula debba darcene conto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Dopo queste tre illustrazioni, chiedo se qualche Consigliere vuole intervenire.
Normalmente, la procedura è quella di predisporre uno o più ordini del giorno e poiché gli ordini del giorno possono richiamare integralmente le relazioni, possono anche essere le relazioni. Potrebbe esserci un ordine del giorno, quindi, che prende atto del contenuto della relazione e lo approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

L'arrivo in aula di tre relazioni sembra un fatto apparentemente democratico. È il massimo della democrazia: si è riunita la Commissione d'indagine ed approdano in aula tre relazioni. Se dovessimo farne la radiografia, ciò che sorprende è la composizione del voto espresso in Commissione. Da una parte, la maggioranza, sulla relazione di maggiorazione, insieme al Vicepresidente, espressione di una parte dell'opposizione; dall'altra, una seconda relazione di una forza politica importante della maggioranza; ed una terza relazione del Gruppo dei Radicali, altra forza politica a scavalco fra le due posizioni.
Forse sarebbe utile ripercorrere velocemente in aula la genesi.
In allora, l'aula ebbe una sorta di rifiuto ad accettare l'idea di una Commissione di inchiesta perché, a farsi portavoce di questa proposta, era la forza politica che lei qui rappresenta, Presidente: la Lega Nord.
Vorrei ricordare che l'allora Assessore competente veniva fuori da una vicenda giudiziaria, la cui procedura e il cui iter giudiziario sono ancora in atto. La scelta che si fece fu quella molto leggera della Commissione di indagine. Una Commissione d'indagine amministrativa una non si nega mai a nessuno, perché prende atto del lavoro svolto dagli uffici senza nulla fare e nulla dire, nel merito, dei vari casi che sono stati sottoposti.
Mi sembra, sentendo queste relazioni, che non sia stato fatto - mi rivolgo al Presidente della Commissione d'indagine - nessun approfondimento ad hoc (probabilmente casuale, non per forza mirato) e che il lavoro della Commissione d'indagine prende atto delle risultanze, classificando in quattro fattispecie i vari casi, cercando, tendenzialmente, di appurare se sussistesse o meno la condizione di bi-alluvionati.
Devo dire che, in modo del tutto casuale, mi sono imbattuto nel caso di un'impresa, cosiddetta bi-alluvionata. Questa impresa è una di quelle che ha avuto un enorme beneficio, con un risarcimento riconosciuto di quattro miliardi e mezzo di vecchie lire. E' un'azienda dedita ad attività estrattive lungo la sponda del Po, che risulta bi-alluvionata e classificata nel primo gruppo, come quello non degno di rilievo, che ha inoltrato ricorso e gli è stato riconosciuto dagli uffici. Ha potuto dimostrare la sua condizione di azienda bi-alluvionata avendo ricevuto, a suo tempo, dalla Finpiemonte o dell'ente erogatore, un riconoscimento di 200 milioni di vecchie lire.
Dimostrato questo, via libera al resto del finanziamento, secondo le norme dello Stato e della Circolare 3/LAP. Se è nella condizione di bi alluvionato c'è un'autocertificazione, attraverso la perizia asseverata di un perito che presta giuramento e che dichiara che i danni subiti dall'azienda sono di quell'entità.
Faccio un inciso: chiunque poteva dichiarare di aver smarrito, durante il secondo evento alluvionale, un baule con dei monili d'oro, quindi qualcosa di grande.
La cosa sorprendente di questo caso, che è classificato nella prima fattispecie, è che dal 1993 era stata revocata dalla Regione Piemonte qualsiasi autorizzazione ad operare come azienda per lavori estrattivi dagli altri documenti contabili non risulta la movimentazione che ha portato ad un rimborso di 1,7 miliardi di vecchie lire a seguito di un'attività estrattiva: non avendo più operato, non si capisce a quale titolo e in quale misura possano essere stati riconosciuti questi soldi all'azienda.
Ho citato questo esempio, rispetto al quale, a seguito della verifica non vi è traccia dei finanziamenti erogati dalla Finpiemonte nei bilanci societari di questa società beneficiaria (e sono il 70% dei 4,5 miliardi che non risultano a bilancio). Devo dire che, a seguito di ciò, mi riservo di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, perché è evidente che diventa sconcertante il caso in sé.
Ho voluto riportare questo esempio, perché è un esempio di merito e i dubbi aumentano proprio nel momento in cui le modalità previste dalle circolari emanate dalla Regione non hanno previsto ulteriori supplementi di istruttoria.
Con quella circolare si è voluto giustificare la necessità di una procedura snella per risarcire le aziende affinché potessero assumere pieno possesso delle proprie strutture e rilanciare l'attività produttiva tuttavia, nessuno e nessun atto degli uffici ha ritenuto opportuno fare delle verifiche ad hoc sulla portata delle dichiarazioni a sostegno della richiesta di risarcimento.
In ultimo, faccio un appello al Presidente Gallarini. Presidente Gallarini, nella relazione di maggioranza, che è sottoscritta anche dal Consigliere Ronzani, lei fa un doveroso ringraziamento al lavoro svolto dal personale di ruolo e avventizio, all'uopo selezionato già dall'alluvione del 1999, che ha lavorato con grande impegno e grande professionalità.
Le chiederei di togliere questo passaggio ipocrita, perché questo personale chiede da sempre di essere ruolizzato, cioè chiede di essere assunto attraverso un concorso ad hoc, con la stessa procedura riservata ai 100 lavoratori assunti dai Gruppi.
Vorrei ricordare che questi lavoratori prestano servizio dal 2000 e nessuno riconosce e supera la loro condizione di precariato. Invece, ha battuto tutti i record l'Assessore Racchelli, il quale vedrà il personale assunto nel proprio Assessorato, due giorni prima del 6 maggio 2004 passare di ruolo nella Regione Piemonte, grazie all'emendamento approvato in quella data e che consente un percorso privilegiato per i lavoratori assunti dai Gruppi e negli Assessorati.
Faccio questo appello perché stiamo per discutere l'assestamento di bilancio e si potrebbe concordare una di quella norme, visto che nell'assestamento abbiamo fatto passare di tutto (compresi gli adeguamenti di alcuni istituti dello status giuridico dei Consiglieri), per fare in modo che la ruolizzazione comprenda non solo i lavoratori dei Gruppi - cosa magari legittima - ma anche il personale precario che lavora all'interno della Regione Piemonte con attestati di riconosciuta professionalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Vorrei cominciare questo intervento dicendo che abbiamo parlato tanto in Commissione. Devo dire che questa Commissione ha lavorato con difficoltà, non fosse altro che per la mole di lavoro che ha dovuto affrontare nel periodo in cui si sono svolti i lavori, durante il quale c'erano altri importanti provvedimenti all'attenzione dell'aula ed erano incombenti gli appuntamenti elettorali.
Ricordo che abbiamo ultimato i lavori il 17 maggio e, a questo proposito, voglio ringraziare i colleghi, sia di opposizione sia di maggioranza, che hanno lavorato con continuità, tra i quali anche molti di quelli che mi hanno preceduto, come il Consigliere Palma, ma in particolare il Presidente e il Vicepresidente della Commissione, Gallarini e Ronzani per essere riusciti, come Ufficio di Presidenza, a dirimere talvolta facendole condividere, alcune questioni tra i singoli Commissari. E questa non era cosa facile.
Inoltre, sono stati determinanti nel rispettare la scadenza del 17 maggio. Infatti questa Commissione d'indagine aveva una sua morte, prevista in maniera molto cruda dalla deliberazione istitutiva, che era - appunto il 17 maggio. Questo è un fatto abbastanza inusuale, perché ricordo che le altre Commissioni di inchiesta e di indagine di questa legislatura sono state più volte prorogate. Questa, invece, ha rispettato i tempi. Ieri ho riletto i verbali, in particolare quelli relativi a quelle cinque ore di lavoro del 17 maggio; siamo entrati in Commissione alle ore 11.37 e ne siamo usciti dopo le ore 17. In quell'occasione abbiamo lavorato in presenza anche di non poche conflittualità - per chi se lo ricorda - e in presenza di più relazioni: una prima relazione dell'Ufficio di Presidenza che è quella che è stata approvata dalla Commissione d'indagine; la relazione dei colleghi della Lega Nord, che poi è stata licenziata con parere sfavorevole e con il solo voto della Lega; la relazione del collega Palma del Gruppo dei Radicali, licenziata con voto sfavorevole della Lega e degli stessi Consiglieri Radicali.
Tuttavia del dibattito di quel giorno bisogna ricordare che, con il contributo costruttivo di ogni Commissario e - mi sia consentito - anche dei relatori delle singole relazioni, si è trovato il modo di modificare una prima relazione proposta dall'Ufficio di Presidenza e, proprio con l'aiuto e la disponibilità dei colleghi Gallarini e Ronzani, recepire all'interno di quella relazione alcuni chiarimenti ed alcune puntualizzazioni che sono emerse e che sono contenute anche nelle altre relazioni.
Ricordo, ad esempio, che ci fu la richiesta di togliere le parole "a suo tempo", ritenute troppo generiche, e di fare un riferimento più puntuale all'ordinanza del Consiglio di Stato. Questa fu una discussione abbastanza partecipata inserita nella relazione.
C'era un avverbio di troppo? Abbiamo discusso lungamente, ma poi, con il contributo anche di chi sosteneva quella tesi, l'avverbio "apparentemente" è stato eliminato. C'era un riferimento generico a casi che potevano essere interpretati come 4000, tutti, una parte? Furono introdotti, recependo anche le cifre fornite della relazione dei Consiglieri della Lega Nord, i numeri precisi dei singoli casi, sia quelli complessivi che quelli difformi e quant'altro. Ho ascoltato anche l'intervento del Consigliere Rossi che sostanzialmente riprende i fatti anche se arricchito di alcuni commenti, di alcuni riferimenti e di alcuni inviti.
Sostanzialmente la relazione, che è stata depositata, illustrata e poi votata dalla Commissione Speciale di indagine il 17 maggio, non è la relazione della maggioranza, di maggioranza, o della maggioranza presente in quella Commissione. E' una relazione importante che nasce dalla base proposta dall'Ufficio di Presidenza, dai Consiglieri Gallarini e Ronzani rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Commissione. Una relazione discussa per cinque ore tenendo conto anche di elementi contenuti in relazioni alternative, come quelle dei Consiglieri Radicali e dei Consiglieri della Lega Nord, costruita, modificata, non con una mediazione per accontentare con il prezzemolo e con il formaggio un po' gli uni e un po' gli altri che non sarebbe stata possibile, ma per costruire una relazione la più oggettiva e la più condivisa possibile, da riferire e trasmettere al Consiglio regionale: questo è avvenuto.
Il Gruppo di Forza Italia - ringraziamo per il lavoro svolto il Presidente di questa Commissione ancorché espressione del nostro Gruppo ha proposto alcune modifiche, così come altri Consiglieri dell'opposizione che il Consigliere Ronzani e il Consigliere Gallarini hanno limato mediate, discusse e inserite nella relazione.
Non è una relazione di maggioranza e, soprattutto, una relazione incompleta e superficiale, ma una relazione che è stata votata a larga maggioranza completa e puntuale. In allegato alla relazione ci sono 12 centimetri di fogli A4 e di registrazione di un lavoro che tutti i commissari, a cominciare dai Consiglieri Palma e Rossi e da tutti i Consiglieri che hanno presentato relazioni alternative, hanno determinato a costruire.
Il Presidente Cota diceva che l'esito della discussione dovrà terminare con un ordine del giorno e, molto correttamente, nel suo ruolo di Presidente del Consiglio, ricordava che l'ordine del giorno può anche essere una delle relazioni, la relazione, o un documento nuovo. Per quanto ci riguarda è ovvio che il documento che sosterremo - fatte salve delle integrazioni, vediamo anche nel rispetto del dibattito, che non è certamente ancora concluso, gli interventi dei Consiglieri che dovranno ancora esprimersi - è quello della relazione non di maggioranza, ma la relazione condivisa ampiamente dalla Commissione di cui sono firmatari il Presidente Gallarini e il Vicepresidente Ronzani. Relazione, ricordo, che ha ottenuto i voti di Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord - in buona sostanza della Casa delle Libertà presente al momento della votazione Democratici di Sinistra, Rifondazione Comunista, Verdi e la non partecipazione dei Radicali che, almeno in allora, la lessi non tanto per uno sconto o per un garbo (i Radicali, pur essendo persone per bene e garbate, difficilmente fanno sconti e sono garbati quando hanno i motivi di non esserlo), ma semplicemente perché in quelle cinque o sei ore di discussione alcune posizioni e richieste precise, ricordo ad esempio quelle contenute nel comma VI della relazione Gallarini-Ronzani, furono introdotte dopo ampia discussione, su richiesta del nostro Gruppo, certamente non esclusiva, e sostenute anche da altri Gruppi sia della maggioranza che dell'opposizione.
Mi sono permesso, per dare atto al grande impegno dell'Ufficio di Presidenza della Commissione e di tutti i commissari che hanno partecipato ai lavori, di fare un intervento un po' diverso rispetto a quelli che mi hanno preceduto; volevo dare atto di quanto avvenuto e delle difficoltà che hanno preceduto ad un'approvazione, a grande maggioranza, di questo tipo di relazione, che per noi costituisce un documento. Questo non vuol dire che è un documento chiuso, ci sono una serie di ipotesi, sono stati annunciati degli ordini del giorno, ci sono delle relazioni alternative, addirittura integrate con interventi dei relatori che mi hanno preceduto, è ovvio che per quanto ci riguarda, non siamo disposti a buttare a mare il lavoro di alcuni mesi che riteniamo, lo ripeto con le parole che ho usato poco fa certamente non incompleto, o superficiale, ma puntuale e fortemente completo, che metterà in condizione la Giunta regionale e gli organi competenti di valutare le risultanze del lavoro contenuto nella relazione.
Eventualmente la Giunta adotterà gli adempimenti amministrativi che dovesse ritenere necessari, alla luce della votazione di questa relazione possibilmente informandone anche il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Signor Presidente.
Ho ascoltato oggi, non essendo presente ai lavori della Commissione dettagliatamente le tre relazioni prodotte sul caso di specie. Mi ha colpito molto un fatto, al di là del dettaglio tecnico legato a come sono da intendersi le singole pratiche. Semplificando molto gli elementi che emergono da queste relazioni, ci sono 110 pratiche, complessivamente, per le quali non è stato fedelmente rispettato quello che era previsto dalla circolare 3/LAP per la valutazione delle stesse. Per 79 di queste viene detto, anche nella relazione di maggioranza, che sono state evase considerando atto utile il solo contratto di finanziamento riservandosi, a posteriori, di verificare la coerenza di tutta la pratica e, nel caso in cui non ci fossero stati i documenti necessari, di chiedere la revoca del finanziamento.
Mi piacerebbe sapere se, alla situazione attuale, le 79 pratiche siano state verificate nel dettaglio e se siano emersi elementi che potrebbero configurare la necessità di revoca del finanziamento. Allora era così, sono passati parecchi mesi, c'é scritto che saranno verificate, mi piacerebbe sapere se oggi sono state verificate nel merito.
Il dato che volevo porre come riflessione complessiva è questo. Se sono state utilizzate metodologie e atti diversi nella valutazione delle pratiche in oggetto, questo può configurare, a seconda di come viene eletto, due questioni di fondo. Cioè, è possibile, qualora questo sia vero che ci siano pratiche che sono state finanziate in assenza della documentazione che per tutte le altre era stata richiesta come necessaria.
Questo configurerebbe un'agevolazione nei confronti di qualcuno, nel riconoscimento delle pratiche. Se, invece, questa prassi è corretta potrebbe darsi che altre persone, che non erano nelle condizioni di ricevere finanziamenti secondo la 3/LAP, potrebbero, alla luce di queste norme, vedersi riconosciuto il finanziamento.
È una questione che deve essere esplicitata nel dettaglio perché, in un caso, avremmo una sorta di sperpero di denaro pubblico nei confronti di soggetti che non avevano titolo a ricevere finanziamento e, nell'altro avremmo soggetti che avrebbero avuto titolo e non furono finanziati.
In altre parole, prima di entrare nel merito e definire il discorso credo che queste questioni debbano essere verificate e, comunque, l'ordine del giorno dovrebbe prevedere la richiesta di chiarimento su questi punti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, signori colleghi, sono già state spiegate le ragioni per cui la Lega Nord ha sentito il bisogno di presentare una relazione autonoma che, anche se non perviene a soluzioni difformi, tende ad evidenziare il risultato dei lavori fatti. Il risultato si sintetizza con quattro numeri: 662 le domande di rimborso presentate; 367 il numero di pratiche esaminate (che sono poi quelle esaminate dalla Commissione); 110 quelle liquidate in difformità alla circolare 3/LAP; 43,61 i miliardi pagati in contrasto, o comunque in difformità, con questa circolare.
Seppur voteremo la relazione del Consigliere Palma, non abbiamo inteso farla nostra. Ciò per questioni, per così dire, di eleganza, in quanto il Consigliere Palma ha trattato la vicenda "Autovallere" che noi non abbiamo inteso trattare nella nostra relazione, in quanto quello è il caso che ha portato ai noti fatti del luglio 2003.
Apro una parentesi. Certo è, signor Presidente, che in allora non abbiamo visto la sua solidarietà e il suo garantismo che ci ha mostrato una settimana fa. Condividiamo in pieno la sua posizione sull'Assessore Racchelli, ma vorremmo sapere se il comportamento che ha tenuto con l'Assessore leghista è dovuto ad un fatto personale o a problemi verso la Lega.
Infatti, lei non ha speso una parola nei confronti del nostro Assessore del nostro e del suo Assessore - e soprattutto della sua Giunta. Infatti quella delibera fu presa dalla Giunta, dopo una riunione ristretta fra lei e gli Assessori interessati.
Ma veniamo a noi. Due sono i problemi che si vedono e dei quali vorremmo una risposta: continua a mantenere la fiducia nei suoi uffici? Quali provvedimenti intende prendere, a seguito dell'esito dei lavori di questa Commissione? Ci dica, Presidente, se secondo lei è difficile leggere una domanda e verificare i documenti allegati e, in particolare, se è difficile verificare se vi sono dei documenti attestanti la ricezione dei benefici di cui alla legge del 1995. Se la risposta è no, chiediamo se è fisiologico sbagliare una volta su tre e se è fisiologico pagare 43,62 miliardi di lire in difformità alle disposizioni. È ancora da capire perché non sono stati fatti i controlli sulle pratiche che sono state ammesse e perché sono state liquidate pratiche senza che sia stata dimostrata la concessione del mutuo da parte di Mediocredito.
Sono domande già state fatte e che io stesso ho presentato in una interrogazione dello scorso luglio, per la quale non c'è stata, sinora data risposta. Colgo questa occasione per richiederle, ancora nuovamente una risposta formale.
Le voglio chiedere di nuovo come concilia, con i documenti che ho avuto modo di esaminare, due determine fatte dai suoi uffici, in particolare la determina n. 23 del 12.2.2003 che recita "Vista la circolare dell'agenzia di protezione civile del 15 marzo 2001". Ho esaminato i documenti e questa circolare non esiste; infatti sono riuscito a rintracciare solo una lettera del 15 marzo 2001, ma nessuna circolare. Ancora si legge, in tutte le determine che rispongono le domande di rimborso "Vista la nota del direttore dell'agenzia di protezione civile".
Da qui, la prima discrasia tra l'atto 15 marzo 2001, che viene definito, da una parte, nota e, all'altra, circolare. Non possono essere ricompresi, tra i soggetti bi-alluvionati, i casi di coloro che, pur avendo subito danni in occasione dell'alluvione del 1994, non abbiano poi percepito alcun beneficio.
Nelle considerazioni si dice, in tutte queste pratiche respinte, che i richiedenti non avevano diritto al riconoscimento della qualifica di soggetti bi-alluvionati, in quanto rientranti tra i casi di coloro che, pur avendo subito i danni in occasione dell'alluvione del novembre 1994, non hanno poi percepito alcun beneficio previsto dalla legge 35/95.
Siamo di fronte ad una schizofrenica determinazione di quello che è una circolare ministeriale, cioè dell'ABC del diritto amministrativo. Di più.
Si legge, con tutta evidenza, la disparità di trattamento tra un soggetto che è stato risarcito al 100%, a fronte di un quasi rimborso assicurativo, e di altri soggetti che hanno avuto rigorosamente il diniego e l'applicazione letterale della circolare 3/LAP, sulla quale ho molti dubbi di legittimità e che il TAR ha ritenuto di annullare.
Ora, Presidente, ci dica se lei continua ad esprimere fiducia e, se è sì, ci dica come concilia la disparità di trattamento.
Vede, Presidente, un comportamento così diametralmente opposto, come ha rilevato anche la relazione di maggioranza, è pacificamente sbagliato.
Mi chiedo se sia il frutto di colpa, negligenza, imperizia e, quindi mal è riposta la sua fiducia, ovvero, di dolo, con identica considerazione in riferimento alla fiducia e con altre considerazioni che non compete a questo Consiglio valutare.
In ogni caso, lei, Presidente, non può stare ad ascoltare senza fare nulla, come se niente fosse. Questi fatti, che sarebbero stati sepolti se non fosse successo quello che è successo, ormai sono sotto gli occhi di tutti e non si può non dare risposta perché, signor Presidente, la cattiva o buona amministrazione è un fatto tecnico e, in quanto tale, difficilmente percepibile. La giustizia, però, è innata nell'animo umano, per cui tutti capiscono che una diversità di trattamento fra cittadini è un'ingiustizia e che, quindi, un governo, anche locale, che non operi seguendo rigorosi criteri di giustizia, finirà per non ottenere il consenso per il quale tutti stiamo lavorando.
Provveda quindi, Presidente, a dare una risposta alle nostre interrogazioni e dirci, qui e adesso, se intende mantenere o no la famosa circolare 3/LAP e con quali mezzi riporterà l'attuale situazione confusa ad una giustizia sostanziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Colleghi e Presidente, non tornerò su alcune questioni che ci hanno impegnato nel lavoro della Commissione, anche se mi rendo conto che alcune sollecitazioni che hanno fatto i colleghi intervenendo lo meriterebbero.
Però vorrei tirare le somme di queste esperienze del lavoro della Commissione, sembrando a me abbastanza netto il giudizio contenuto nella risoluzione votata dalla maggioranza della Commissione, la quale sottolinea il lavoro enorme svolto dalla struttura della Regione in quel periodo.
Qui c'è una prima considerazione, e lo sottolineo e lo segnalo al Presidente Ghigo, circa il lavoro svolto in una condizione di grande difficoltà.
Penso che questa vicenda non possa essere decontestualizzata per nessuna ragione, perché rischiamo di perdere di vista alcuni elementi che hanno determinato il giudizio espresso dalla Commissione attraverso questa risoluzione. Quindi, il primo elemento è questo: la struttura della Regione ha lavorato in un clima di grande difficoltà, non soltanto perché c'era un'emergenza - e varrebbe la pena fare mente locale su cosa possa rappresentare un'emergenza di quelle dimensioni - ma anche e soprattutto perché il quadro normativo di riferimento era assolutamente non consolidato.
Nei lavori della Commissione, un collega ha citato un dato che vorrei riprendere, perché aiuta a contestualizzare questa vicenda: dal '94 al '95 (mi riferisco alla prima alluvione) sono stati emanati 9 decreti legge, 17 decreti ministeriali, 16 deliberazioni della Conferenza Stato-Regioni, 3 ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri e 4 circolari.
Questo dà l'idea del ginepraio normativo dentro il quale queste questioni vengono affrontate, in assenza di una normativa quadro, che è il problema che noi oggi dovremmo porci. E alla fine dirò al riguardo alcune cose.
Questa vicenda sarebbe istruttiva ed utile se noi, insieme ai giudizi traessimo una conclusione politica: metterci al lavoro per fare quella legislazione quadro che, in futuro, ci consenta di affrontare, in un quadro normativo certo, problemi come quelli che sono stati oggetto della nostra indagine.
Aggiungo che la circolare 3/LAP è stata pensata in funzione di un obiettivo, non quello di soddisfare di più e meglio le esigenze dei soggetti alluvionati, ma di conciliare l'esigenza di fronteggiare l'emergenza con il fatto che c'erano poche risorse disponibili. Questo è il punto politico. Potete girare intorno alla questione, ma questo è il punto politico vero: c'erano poche risorse rispetto alla normativa adottata negli anni precedenti e la circolare 3/LAP diventa lo strumento con il quale tentare di ridurre la platea dei soggetti che avevano diritto all'indennizzo massimo possibile.
Pure in questo contesto di grande difficoltà, vorrei dirlo al Presidente Ghigo in particolare, la struttura della Regione ha esaminato in due mesi 4.000 pratiche.
Posso, senza correre il rischio di essere criticato, esprimere un plauso a questi funzionari? Ho il diritto di farlo? Dovreste farlo voi maggioranza, ma lo faccio io e mi onoro di farlo! Perché una struttura che esamina in due mesi 4.000 pratiche è una struttura che si pone il problema di corrispondere ad un'esigenza. Una struttura che si mette in condizione di liquidare nel mese successivo quasi tutti gli acconti è una struttura che si pone il problema di soddisfare un'esigenza che, nelle emergenze viene prima di tutto: semplificare, snellire e mettere le imprese e il soggetto in condizione di avere una parte delle risorse con le quali riprendere l'attività.
Penso che sia questo il compito di una burocrazia che funziona.
Naturalmente noi abbiamo detto, nel lavoro d'indagine e di scavo che abbiamo compiuto, che dentro quel contesto vi sono delle pratiche che possono essere oggetto di critica e di osservazioni critiche.
Penso intanto che le 79 di cui si parla sono pratiche obiettivamente conformi. Anch'io sarei curioso di capire quante di quelle pratiche sono state soggette a revoca. Non credo nemmeno una, ma non lo so, perché non sono più tornato sull'argomento. Torno però su un punto per invitarvi a fare una riflessione: nella nostra relazione, collega Gallarini, citiamo l'esempio di Trino Vercellese, perché da un punto di vista formale quelle pratiche pongono dei problemi.
Mi posso permettere, alla presenza dell'Assessore Cavallera - che forse conosce meglio di me quella situazione - di raccontarvi in quale contesto concreto è maturata quella decisione? Trino Vercellese, nel 1994, viene messa in ginocchio dall'alluvione. Si fronteggia quell'emergenza attraverso una serie di iniziative, una di esse rappresentata dal fatto che la Camera di Commercio, d'intesa con le Associazioni di categoria, mette a disposizione delle imprese alluvionate un certo tipo di contributo in conto interesse (se non ricordo male).
Molti di quei soggetti si ritennero soddisfatti da quel tipo di contributo e non chiesero il contributo previsto dalla legge nazionale.
Ovviamente, nessuna di queste imprese e di questi soggetti pensava che dopo sei anni si sarebbe verificata un'altra alluvione. Su questo credo che siamo d'accordo. E' invece avvenuta un'altra alluvione.
L'Assessore Cavallera ci può riferire la situazione che ci hanno descritto coloro che hanno mandato una memoria alla nostra Commissione cioè in quale clima è avvenuta a Vercelli questa discussione e le ragioni per le quali in quell'occasione si ritenne ingestibile una situazione nella quale si fosse negato a quelle imprese la possibilità di accedere ai finanziamenti.
Immaginate il contesto concreto in cui avvenne quella situazione e quella discussione! Questo lo dico perché per chi, come noi, è chiamato a valutare i fatti: non può, quando li valuta, ignorare completamente il contesto concreto nel quale questi fatti si sono verificati.
Infine, traggo da questa vicenda un'ultima valutazione e conclusione.
Un punto è certo: la circolare 3/LAP è stata messa in discussione da tutti anche dal TAR; è soggetta a critiche, e non si è fatta la 4/LAP: naturalmente: questo è un problema. C'è una responsabilità che dobbiamo assumerci per intero, una normativa che presentava contraddizioni, limiti difetti e nessuno, fino ad ora, ha provveduto a mettere in campo un'altra normativa più efficace, più adeguata, più certa. Poiché le alluvioni purtroppo dico io, sono sempre meno un'eccezione e gli esperti ci hanno insegnato che dobbiamo immaginare il nostro futuro pensando che dovremo convivere con queste calamità per una serie di ragioni che ci rinvierebbero ad una discussione sulla politica ambientale e poiché non possiamo più permetterci il lusso di ripetere questa esperienza negativa, noi dobbiamo soprattutto, noi politica, noi legislatori - offrire a coloro che vengono colpiti da questi eventi, risposte certe, in tempi certi, e fare in modo che la macchina amministrativa pubblica, nel decidere, abbia minore elementi e poteri discrezionali possibili. Dobbiamo dunque metterci in condizione di fare una normativa quadro nel più breve tempo possibile.
Questo è l'insegnamento che traggo dalla vicenda: lavorare perché la nostra Regione, sulla base di questa indagine, delle valutazioni emerse, ma soprattutto della situazione, faccia l'unico atto che deve compiere: predisporre nel più breve tempo possibile una legislazione quadro che ci consenta, in futuro, di affrontare con rapidità e tempestività le situazioni e di offrire, alle imprese e ai cittadini, garanzie certe di sicurezza e di indennizzo e ai funzionari della Regione un quadro normativo consolidato, sicuro e certo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Ho seguito i lavori della Commissione con vivo interesse, ed ora che la questione mi appare più chiara, devo rilevare che il comportamento del Presidente della Giunta è risultato un po' anomalo. Abbiamo sentito in quest'Aula come il Presidente ha dato piena fiducia all'Assessore Racchelli: dichiarazione che non abbiamo sentito quando si è verificato il caso Brigandì. Il Presidente non ha ritenuto di spendere una parola a tutela della sua Giunta per paura, ha espresso piena fiducia solo agli uffici (anche noi esprimiamo loro fiducia) che si sono occupati della vicenda bioalluvionati.
Con la circolare 3/LAP, così come è stato già indicato dai Consiglieri che mi hanno preceduto, il Presidente ha esternato la sua volontà politica con una firma in un atto normativo. Vogliamo cercare di capire con quale logica i tre alluvionati danneggiati nel '94 (uno ha usufruito della provvidenza della legge di allora, un altro si è riparato i danni a sue spese, e il terzo è stato risarcito dall'assicurazione), riceveranno per i danni del 2000 tre trattamenti diversi, perché si sono create tre condizioni, perché le condizioni di bioalluvionato non ce l'hanno tutte e tre. Questo sistema consente di non pagare danni per due degli alluvionati per una somma di circa 64 miliardi di vecchie lire che, stando alle dicerie dell'Ufficio, dovranno essere erogati ad attività sociali creando un bel po' di clientela elettorale,a scapito dei cittadini di questa regione cui sono stati tolti 400 miliardi di vecchie lire complessivamente. In questo modo il sistema ha evitato di pagare danni ai cittadini piemontesi che, in qualche modo, si dovranno ricordare di questo atto grave che il Presidente ha compiuto.
Un altro esempio di clientelismo si è verificato per 60 casi, per un valore di circa 25 miliardi, in cui le procedure non sono mai state verificate. L'omissione di controllo su questi casi, risulta particolarmente grave. Dalle verifiche compiute dalla Commissione, vi sono stati, nei soli casi esaminati, 110 errori, ovvero quasi una pratica su tre. Questi errori hanno prodotto una somma di 43,62 miliardi spesi contro quanto il Presidente aveva precisato nella circolare 3/LAP. I 43,62 miliardi disponibili in bilancio, sono sicuramente stati sottratti al welfare, allo sviluppo industriale di cui la Regione ha tanto bisogno.
Non riusciamo a capire perché il Presidente abbia usato sistemi diversi procurando danno ai piemontesi che ne avevano diritto e soprattutto considerando che i soldi da utilizzare non erano della Regione Piemonte, ma dello Stato. Sono curioso di capire con quali criteri siano stati assegnati i risarcimenti ad alcuni soggetti e non ad altri, a parità di condizioni e di documentazione presentata. Vorremmo sapere chi risarcirà il tutto, nel caso in cui chi ha fatto vertenza davanti al Consiglio di Stato vincerà la causa, considerando anche le spese legali. Dispiace che lei abbia emanato la circolare 3/LAP che discrimina alcuni cittadini rispetto ad altri quando la pubblica amministrazione invece dovrebbe garantire l'equità di trattamento a tutti i cittadini della comunità. Siamo altresì dispiaciuti che sia stato condannato un collega ancora prima di verificare i fatti, e abbiamo riscontrato tale atteggiamento sia da parte del Presidente della Giunta che da parte del Presidente del Consiglio che, pur appartenendo alla Lega Nord, non ha speso una parola.
Ci sono tre aspetti della questione: c'é un aspetto amministrativo, c' un aspetto politico, e un aspetto che riguarda un collega che si vede limitare la libertà. Questi sono casi da tener presente e non bisogna mai precipitarsi in nessun tipo di giudizio.
Il Consigliere Brigandì ha sempre sostenuto di non essere colpevole e di non aver "manovrato" nulla, di aver fatto solo il suo dovere. Io sicuramente non devo fare la tessera alla Lega Nord, ma quando c'é un arresto, quando ci sono problemi di questo tipo, lo dico anche al Presidente Cota, ci sono degli aspetti politici da una parte, e ci sono aspetti operativi di Consiglieri, perché questa situazione può capitare a tutti.
Abbiamo verificato che la 3/LAP ha fatto un "macello" in termini di amministrazione, non è stata coerente, ha erogato soldi a chi ha voluto, ha provocato danni, non ha attinto sufficientemente gli importi che arrivavano dallo Stato. La gestione, dal profilo politico, è stata sbagliata Presidente. E' molto difficile che Lei al prossimo turno ricoprirà di nuovo la carica di Presidente della Regione, ha commesso parecchi errori, non solo in questa situazione, ma in tante altre. Questa poteva rappresentare un'occasione dove mostrare però più precisione ed operatività.
Il mio intervento vuole evidenziare quello che è successo anche con l'Assessore Racchelli. L'Assessore Racchelli aveva sostenuto in un suo intervento che qualcuno della sinistra gli aveva piazzato alla tempia una pistola, io volevo soltanto rispondere che da questa parte dell'opposizione...



(Commenti del Consigliere Brigandì fuori microfono)



GIORDANO Costantino

Consigliere Brigandì mi permetta, le dico questo, non perché voglio fare bella figura con lei, ma solo per correttezza e per coerenza, perch lei è un collega e quest'Aula deve garantire serietà e un minimo di buona volontà. Non si deve aggredire un collega.
Volevo evidenziare che queste opposizioni non hanno né la pistola, n il porto d'armi né si permettono di aggredire la maggioranza quando succedono questi fatti.
Concludo dicendo che questo Consiglio dovrebbe avere delle caratteristiche tali da dare una mano ad un collega in difficoltà. Occorre capire visto ché la giustizia deve almeno essere presente in questo Consiglio. Nel caso Brigandì è saltato fuori che voi della maggioranza avete condannato il collega, mentre la Magistratura ordinaria l'ha considerato non colpevole.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Prendo la parola perché avendo partecipato, insieme alla collega D'Onofrio, ai lavori della Commissione, volevo rilevare che a questi lavori dovremmo attenerci nella discussione conclusiva. Lavori proficui approfonditi e rapidi, come devono essere quelli di una Commissione d'Inchiesta, che hanno evidenziato soprattutto dei dati.
Hanno evidenziato la mole imponente delle pratiche istruite nei sessanta giorni successivi all'evento alluvionale (circa quattromila) hanno evidenziato come le pratiche relative ai bi-alluvionati siano circa 660 e come, di queste 660, circa 552 non opponessero alcun momento di criticità.
Per le altre, cioè quelle che hanno costituito, per la Commissione motivo di approfondimento, 79 sono state analizzate, in quanto non risulta presente, all'interno delle pratiche, un'attestazione richiesta nella normalità dei casi. Ce ne sono poi 19 relative alla questione di Trino Vercellese dove, con un'interpretazione estensiva - sicuramente criticabile e che, comunque, potrà essere rivista in un successivo esame che la Giunta e gli uffici regionali potranno fare - il riconoscimento di bi-alluvionato è stato dato anche fuori dalla casistica prevista dalla famosa circola 3/LAP.
Esiste, infine, l'ultima casistica, relativa ad alcune pratiche trattate in totale difformità di risultato, anche se la fattispecie era sostanzialmente, simile.
Dall'esame della Commissione non si evidenzia nessun tipo di volontà di operare male, in maniera voluta, né dal punto di vista politico né dal punto di vista amministrativo. Tutti noi dobbiamo ricordarci che le procedure impostate per l'alluvione del 2000 sono state procedure copiate e riprese da molte altre Regioni che hanno avuto eventi di questa natura e che, quindi, il tipo di comportamento adottato è diventato un comportamento che ha fatto un po' di scuola, dal punto di vista amministrativo.
Certo, noi scontiamo - come è stato più volto ricordato e come scrive la stessa relazione nella parte finale - la mancanza di una normativa quadro di riferimento chiara ed univoca.
Da troppo tempo, Presidente, sollecitiamo la concretizzazione, tanto a livello statale quanto a livello regionale, di una legge quadro sulle calamità naturali, che toglierebbe, tanto il Parlamento nazionale quanto il nostro Consiglio regionale, dalla necessità di interventi sempre spot e sempre molto legati agli avvenimenti, dando certezza, sia a coloro - e speriamo che siano sempre meno questi cittadini - che vengono toccati dall'evento, sia agli uffici statali o regionali che devono, con questi eventi, convivere nel burocratico espletamento delle varie pratiche.
Non credo che questa occasione possa essere vista come un ulteriore momento di possibile strumentalizzazione dei comportamenti del Presidente della Giunta regionale. Mi pare ingeneroso, collega Giordano, addebitare al Presidente della Giunta, ed anche al Presidente del Consiglio comportamenti difformi rispetto a casi che hanno interessato colleghi Assessori regionali, perché i casi sono molto diversi in sé e, quindi, per forza i comportamenti devono essere diversi.
Mi pare strano che proprio lei e la sua parte politica, oggi, diventi difensore di chi, purtroppo, un anno e mezzo fa visse personalmente una vicenda molto difficile, direi quasi tragica. Dico proprio oggi, perché una settimana fa, in questa stessa aula e in queste stesse ore, da quegli stessi banchi chiedevate le dimissioni - e forse di più - dell'Assessore Racchelli.
Per carità, la politica, per qualcuno, è un teatrino e una commedia però almeno la coerenza di una settimana ci sentiamo di chiedervela altrimenti il nostro e il vostro ragionare svilisce in termini molto molto bassi e legati soltanto alla volontà di fare polemica.
Non è questo, né il momento né il luogo per analizzare comportamenti che, in alcuni casi sono stati dettati, in maniera precisa, dagli avvenimenti e dal divenire delle situazioni e, in altri, invece, hanno potuto essere diversi perché certi eventi non erano e non sono successi - e speriamo non succedano mai. Sicuramente non si può, a mio avviso addebitare né a questa maggioranza né ai suoi esponenti più importanti - il Presidente Ghigo e il Presidente Cota - comportamenti di mancanza di solidarietà nei confronti di colleghi, Consiglieri o Assessori che siano toccati da momenti di difficoltà, perché sarebbe veramente ingeneroso ed ingiusto, soprattutto da chi molto spesso, in questi anni lo abbiamo vissuto in prima persona, ha, non dico fatto l'elogio della garrotta politica, ma quasi. Poco ci manca.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano.
Ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Caro Presidente del Consiglio, caro Presidente della Giunta regionale.
Non ho fatto parte della Commissione di indagine, ma ho seguito con una certa attenzione dall'esterno le cose che si venivano dipanando. Ho letto le relazioni, ho sentito gli interventi in Aula, ho alcune considerazioni che voglio fare nella speranza che l'Aula sappia riflettere, sappia ragionare, sappia prendere anche da questo dibattito quanto di positivo pu emergere. Non ne sono così sicuro.
Voglio ringraziare, non è un dato scontato, il Consigliere Palma per il lavoro svolto: assiduo, puntuale, di dettaglio. Voglio ringraziare per la sua relazione in aula anche il Consigliere Rossi che, molto raramente, in quest'aula sa rimanere all'interno delle regole di un intervento formalmente accettabile e ricco di spunti. Oggi, che lo ha fatto, ha portato, a mio giudizio, un contributo che voglio sottolineare al dibattito dell'aula, di chi, in quest'aula, ha voluto ascoltare, di chi, in Aula, ha saputo ascoltare. Invece, non ringrazio il Presidente Gallarini e il Vicepresidente Ronzani per la loro relazione. Io sono un Consigliere di minoranza che ha seguito dall'esterno i lavori di una Commissione delicata.
Delicata per molti aspetti, delicata per gli aspetti che hanno investito materialmente gli alluvionati del '94 e del 2000, quindi migliaia di persone che hanno subito danni e tragedie, ma anche delicata per l'aspetto più politico e processuale che ha investito quest'aula.
Non credo di poter essere annoverato tra i migliori amici del Consigliere Brigandì, ma di fronte ad un arresto, l'ho già detto, sono rimasto colpito, e sono colpito, da una politica che procede per arresti e per dimissioni provocate non dalla politica, ma dalla Magistratura. Non faccio dichiarazioni di rito di una fiducia preconcetta alla Magistratura italiana.
Ho cominciato a far politica sul caso Tortora: altra persona che risultava a molti italiani antipatica e che, per questa sua antipatia, ha pagato sicuramente qualche scotto in più di quello dovuto. Non voglio fare paragoni che non stanno nelle cose che non possono essere messe insieme storie e vicende diverse. Voglio, però , sottolineare un dato umano a cui non intendo prescindere nel mio fare politica. Il dato umano è anche quello di dire, con chiarezza, che io ho capito, come ha capito il Consigliere Taricco, quando oggi in aula ha detto: "Ho seguito la discussione, ho seguito le relazioni, recepisco di questo dibattito che ci sono tante cose che non vanno" a quelle tante cose che non vanno, io Consigliere, e in particolare Consigliere di opposizione, attendo risposta.
Quei dati, che come tutti i dati possono essere letti in un modo o in un altro - le 100 pratiche, le 500 pratiche - sono dati che testimoniano e documentano un procedimento lacunoso, usiamo questo termine. Lacunoso non per gli errori che si sono riscontrati in Commissione, perché da quanto mi risulta dalla lettura di tutte e tre le relazioni, gli errori veri e propri, gli errori formali, non sono stati considerati nell'analisi finale perché gli errori, in qualche modo, si sono sanati, si sono segnalati, ma hanno fatto parte di una relazione, di un'analisi che invece fa leva, fa fulcro, sulla gestione dei contributi che era una scelta chiara di gestione. Una scelta consolidata di gestione, una scelta anche in più occasioni formalmente rivendicata dalla direzione, di gestione dei contributi e degli aiuti. Non stiamo parlando degli errori che ci sono sempre, che ci possono essere in particolare in una situazione di quel tipo, di quella emergenza, di quella forza dirompente, ma stiamo parlando abbiamo parlato, avete parlato, anche la relazione di maggioranza ha parlato, di una univoca interpretazione, chiara e consolidata, che però, in molti punti, non rispettava la normativa. Non rispettava la normativa perché la normativa era chiara, univoca.
C'é una legge nazionale che viene sempre richiamata, una circolare nazionale che viene sempre richiamata, una circolare regionale che viene sempre richiamata, su questi tre atti, su queste tre norme, su questo corpo di tre norme, è stata gestita l'intera partita degli aiuti. Non c'é stato il problema di dipanare una normativa italiana, italiota, quanto mai complessa, no, qui c'era un dato di applicazione.
Nell'applicazione abbiamo avuto, è contenuto anche nella relazione di maggioranza, tanti, troppi elementi di difformità. Non si tratta di una difformità nata nel momento dell'emergenza, si tratta di applicazioni molti e molti mesi dopo: una ditta assicurata è stata risarcita a fine 2001. Una ditta, su cui è, ancora oggi, da discutere se avesse diritto o meno, ma non certo nel momento in cui c'era l'acqua ancora alle caviglie a fine 2001. In tanti casi è stato così. L'interpretazione della 3/LAP è stata messa in discussione o si è applicata negli anni successivi, ma negli anni successivi non si può certo richiamare l'urgenza o la disperazione del momento. Non si può richiamare la disperazione del momento nel giustificare un'interpretazione chiara e univoca, ma difforme dalla normativa, per Trino Vercellese, perché le disperazioni, le emergenze e le urgenze di Trino vercellese, erano uguali e identiche in altre parti del Piemonte, in quasi tutto il Piemonte. Non si può giustificare quella anomalia, quella diversità, con il problema della disperazione, della pressione dell'emergenza: in quella situazione erano molti altri piemontesi.
Non riesco a non pensare che questa gestione, per come è stata fatta e per i motivi per cui è stata fatta (ci saranno altre occasioni per ragionare), ha sicuramente escluso persone che erano alluvionate e non hanno avuto il riconoscimento. È sicuramente una gestione che ha riconosciuto alluvionate ditte che avevano requisiti uguali ad altre ditte che, invece, non hanno ottenuto il risarcimento.
Qualcosa non è andato bene, non ha funzionato. I numeri si possono sempre leggere in modi diversi, ma che oltre cento pratiche, sulle seicento analizzate dalla Commissione, siano in difformità nell'applicazione, è davvero troppo. Sono troppe in assoluto; sono troppe relativamente alla situazione; sono troppe anche rispetto a qualsiasi parametro che una buona efficace ed efficiente gestione degli uffici avrebbe richiesto.
E allora, si può terminare così, dicendo che questo Consiglio deve forse ringraziare, come diceva il collega Cattaneo, anche la correttezza dei Radicali, ma credo che la puntualità e la precisione del Consigliere Palma abbiano fatto sì che anche nella relazione di maggioranza venissero ricompresi alcuni di quei dati su cui è basata la nostra relazione di minoranza. La presenza di quei dati rende quella relazione, di cui i Consiglieri Gallarini e Cattaneo hanno più volte rivendicato l'unanime corale e condivisa approvazione, un documento non del tutto insoddisfacente, perché comprende, almeno, i dati numerici delle pratiche non corrette.
Ognuno, ovviamente, avrà l'animo, la capacità e la libertà politica di leggere quei dati secondo la propria coscienza e la propria intelligenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mercurio; ne ha facoltà.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente, non spenderò neanche i dieci minuti a disposizione per intervenire, perché non ho colto grandi differenze fra quanto scritto nella relazione dei Consiglieri Gallarini e Ronzani e quanto è stato detto in aula, se non una certa enfasi su molti argomenti.
La prima cosa che mi ha colpito si riferisce alla scarsità di risorse disponibili per circa 700 miliardi di vecchie lire. Non si tratta di poche risorse; è una notevole massa di denaro non speso, perché, se non ricordo male, sono stati spesi 202 miliardi. È stato speso, quindi, molto meno di un terzo.
Credo che questo punto denoti, da un lato, il fatto che nessuno abbia "scialato". Di solito, quando giungono queste "provvidenze" dallo Stato centrale, nelle Province e nelle Regioni si cerca di trarne il massimo vantaggio possibile, sia per le popolazioni che hanno dovuto affrontare quello che hanno affrontato qui in Piemonte, sia per qualcuno che, forse vuole fare il furbo.
Pertanto, ritengo che sia prevalso un atteggiamento restrittivo, da più parti ritenuto tale, della struttura, nel far fronte a richieste poste.
In una situazione di questo tipo è normale che ci siano 79 casi dubbi il che vuol dire che la struttura ha finanziato 79 persone, per le quali è in dubbio il diritto a percepire tali somme. In questi casi, non mi meraviglio più di tanto. Il problema è capire a cosa si riferiscono, in particolare, questi casi dubbi.
Da quello che ho sentito, non mi pare che esistano grandi scorrettezze sul piano amministrativo; così come per gli stessi problemi che si sono dovuti affrontare a Trino. Anche qui, non mi pare che sia malamente pagato per usare una brutta espressione: si è pagato perché si è ritenuto giusto pagare. Concludo dicendo che mi sembra ingeneroso l'attacco fatto al Presidente della Giunta regionale, come se avessimo istituito questa Commissione d'indagine per discutere e affrontare, tutti questi mesi, il problema del Presidente Ghigo. Il Presidente Ghigo non c'entra proprio niente su questa materia. Credo che abbia fatto bene a dare la sua solidarietà all'Assessore Racchelli e farà altrettanto bene a darla all'amico.



(Commenti del Consigliere Brigandì fuori microfono)



MERCURIO Domenico

Te la darà, sono situazioni molto complesse e molto complicate. Io te l'ho data già in illo tempore, perché non mi costa niente e sono convinto che supererai brillantemente questa situazione, perché sei completamente a posto.



PRESIDENTE

Se non ci sono repliche da parte dei relatori, dichiaro chiuso il dibattito sul punto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Personalmente, ero rimasto all'ipotesi di votazione delle relazioni o di presentazione di ordini del giorno di chiusura della nostra discussione.
Mi pare abbastanza incoerenza con quanto è successo in casi analoghi.
O c'è un ordine del giorno depositato e si discute, o si votano le relazioni e si discute, oppure presento un ordine del giorno. Di sicuro, la discussione non termina dicendo: "Bene, la discussione è chiusa". Avevo capito che c'era una proposta di maggioranza, quindi chiederei al Presidente di sospendere cinque minuti per capire se c'è un documento presentato dalla maggioranza o da altri Gruppi, o se qualcuno intende votare la relazione, però questa discussione si chiude con la votazione e l'approvazione di qualche documento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Non è obbligatorio votare un documento. Di solito le relazioni delle Commissioni si concludono con un dibattito. Se si vuole si può anche votare.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Palma)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Intervengo perché non vorrei che mancasse il contributo del Gruppo dell'UDC al dibattito.
Coerentemente a quanto manifestato in occasione della composizione della Commissione, volevo dichiarare che noi non parteciperemo alla votazione. Avevamo già dichiarato all'epoca che ritenevamo superflua una Commissione composta da Consiglieri e che, invece, bastasse una commissione che verificasse l'attendibilità del lavoro svolto dalla struttura pubblica.
Volevo che fosse chiara la nostra non partecipazione al voto, convinta ancor più rispetto ai risultati emersi dalle relazioni che abbiamo sentito.



PRESIDENTE

Vi ringrazio Consiglieri. C'é qualche documento? Se non ci sono documenti il punto è esaurito.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Propongo che si votino le relazioni. In particolare, la nostra dichiarazione di voto è favorevole al testo della relazione che porta le firme dell'Ufficio di presidenza della Commissione, come mi sembra fosse stato detto all'inizio del dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Lo avevo già detto nell'intervento durante la discussione. Noi, come maggioranza, pur apprezzando e recependo alcuni contenuti di altre relazioni, lo abbiamo detto anche in Commissione, siamo convinti nel votare, come presa d'atto da parte del Consiglio regionale, la relazione firmata dall'Ufficio di Presidenza della Commissione, quindi dai Consiglieri Gallarini e Ronzani. La relazione che ha avuto un'ampia condivisione da parte dei Gruppi, già in sede di commissione di indagine.
Come ho detto già precedentemente, la raccomandazione che rivolgo alla Giunta è quella di valutarla ed eventualmente adempiere con atti amministrativi che ne derivassero da questa valutazione.



PRESIDENTE

Procederei in questo modo: pongo in votazione prima la relazione del Presidente Gallarini e del Vice Presidente Ronzani con una precisazione.
C'é un emendamento, magari viene accolti quindi non si tratta di votarlo, a firma dei Consiglieri Palma e Mellano che chiede che: "Il Consiglio nell'approvare la relazione, venga ad impegnare la Giunta a valutare le risultanze della relazione, gli eventuali adempimenti connessi e riferire le proprie determinazioni al Consiglio regionale entro il termine di 60 giorni" Se i proponenti lo accolgono.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Abbiamo riferito all'Aula le risultanze di una Commissione di indagine istituita che nelle sue diverse versioni, sia nella relazione di maggioranza approvata sia nelle altre relazioni, evidenziano una serie di anomalie suscettibili di valutazioni molto diverse ed oggetto di valutazioni molte diverse. Sulla stessa materia sono depositate al momento presso la Segreteria del Consiglio regionale, circa cinque, sei interrogazioni, richiedere semplicemente che la Giunta valuti queste risultanze e riferisca al Consiglio sugli esiti di questa valutazione, non mi pare un atteggiamento istituzionalmente molto aggressivo.
Trovo abbastanza normale che se ci sono sette interrogazioni, alcune delle quali vecchie di quasi due anni, se c'é la risultanza di una Commissione di indagine, se ci sono delle anomalie unanimemente sollevate in modo molto diverso valutate, chiedere che su questo la Giunta, che è titolare di una responsabilità amministrativa obiettiva, riferisca al Consiglio sulle proprie valutazioni, non è la cosa più istituzionalmente aggressiva che si possa fare. Se poi l'Aula ritiene che la Giunta non debba riferire al Consiglio, non debba valutare le risultanze e non debba trarre nessun tipo di determinazione, neppure quella di dire - ma dirlo - che va tutto bene così, io ne prenderò atto e ciascuno si acconcerà di conseguenza.
Troverei irrituale, anche dal punto di vista istituzionale, che a fronte di interrogazioni presentate da moltissimi Gruppi consiliare, il Consiglio voti sostanzialmente la non rimessa in discussione del tema all'interno dell'Aula. Oltre al resto, un termine di 60 giorni per queste valutazioni, mi pare un termine abbastanza congruo perché, sulla gran parte di questi casi, da circa due anni e mezzo, la Giunta ha avuto complessivamente la possibilità di valutare la materia. Chiedo la messa in votazione dell'emendamento e poi provveda il Consiglio a comportarsi diversamente.



PRESIDENTE

Faccio presente alla Giunta che la risposta alle interrogazioni va data. Fisserò un spazio, perché a queste interpretazioni venga data risposta. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi, ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Chiedo dieci minuti di sospensione.



(La seduta, spesa alle ore17.42 riprende alle ore 17.46)



PRESIDENTE

E' stato presentato l'ordine del giorno n. 944, a firma dei Consiglieri Mellano e Rossi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale, udita la relazione approvata dalla Commissione di indagine sui risarcimenti alle imprese bioalluvionate impegna la Giunta a valutare le risultanze della relazione, gli eventuali adempimenti connessi e a riferire la proprie determinazione al Consiglio regionale entro 60 giorni".
Faccio una domanda: c'é solo questo documento che devo porre in votazione o anche altre relazioni? Vengono ritirate le altre relazioni? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica, ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Qui c'è una Commissione, che ha presentato delle relazioni. La prima cosa da fare è la votazione delle relazioni. Poi c'è un Gruppo consiliare che chiede che di quelle relazioni venga fatto oggetto di sollecitazione alla Giunta perché venga a riferire in Aula le determinazioni che intende assumere.
L'ordine istituzionale e logico è che si proceda alla votazione della relazione o delle relazioni che rimangono e successivamente all'ordine del giorno che le accompagna.



PRESIDENTE

Quindi, votiamo le relazioni presentate dai Consiglieri Gallarini e Ronzani per appello nominale, come richiesto dal Consigliere Angeleri.
Indìco quindi la votazione nominale su tale relazione.
presenti 39 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno risposto Sì 34 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Prima di procedere alla votazione dell'ordine del giorno collegato sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, volevo chiedere che fine fanno le altre due relazioni. Se non si intende votarle, come mi pare di capire, vorrei chiedere se si intendesse comunque allegarle perché non mi pare che non siano in contrasto l'una con l'altra, ma sono semplicemente il frutto di lavori identici visti da angolazioni diverse da parte di tutti.
Quindi, se non si risolvesse in un voto, quanto meno nell'allegarle affinché la Giunta ne abbia conoscenza in maniera formale.



PRESIDENTE

La ringrazio per l'intervento, Consigliere Brigandì. Se si votano o meno dipende dai proponenti. Quindi, se i proponenti non ne chiedono il voto, non si vota. Le relazioni fanno parte integrante del dibattito di quest'Aula e degli atti di questa seduta, e ovviamente costituiscono documentazione allegata.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno collegato n. 944, presentato dai Consiglieri Palma, Mellano e Rossi Oreste, di cui ho dato precedentemente lettura.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Iscrizione ed esame proposta di legge n. 610 "Concorso al mantenimento di Lucrezia Cavallaro, figlia di Giovanni Cavallaro vittima dell'attentato terroristico di Nassjria"


PRESIDENTE

Chiedo all'Aula di esaminare la proposta di legge n. 610.
Se l'Aula acconsente, lo diamo per iscritto.
Tale proposta di legge è composta da tre articoli.
Si proceda pertanto alla votazione dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo, ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Presidente e colleghi, come ho già avuto occasione di dire due volte in Commissione, a nome del gruppo Radicale, esprimo un voto non favorevole a questa proposta di legge.Ne abbiamo discusso anche con il collega Angeleri e obiettivamente c'è una condivisione del problema che voglio porre. Credo però che la Regione Piemonte si debba dotare di altri strumenti di intervento, qualora voglia intervenire su casi singoli e che vengono giudicati meritevoli di intervento.
Ritengo però che una legge ad hoc, una legge ad personam per un intervento come questo, anche sull'onda dell'emotività ad un anno esatto dalla tragica morte a Nassjria di un carabiniere piemontese, non giustifica per quanto mi riguarda un intervento con una legge singola, con una legge ad hoc, che è pur vero rientra nella tradizione del Consiglio regionale.
L'abbiamo visto in altre leggi fatte negli anni passati.
Non parteciperò al voto, il gruppo Radicale non parteciperà al voto e invito e do la disponibilità a ragionare e ad operare per trovare degli strumenti di intervento che evitino anche l'imbarazzo di dover votare su nomi, su persone, su interventi singoli che necessariamente pongono poi il problema del perché s'interviene qui e non s'interviene in altre situazioni. Questo perché si interviene sull'onda emotiva di un attentato e magari non si interviene sulla situazione più banale e quotidiana di morti tragiche su cantieri di lavoro.
Per cui volevo lasciare almeno traccia di una riflessione che è stata fatta in Commissione e che ha anche trovato delle condivisioni dai gruppi di maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Noi come gruppo voteremo convintamente il provvedimento, per comprendiamo le ragioni esposte dal collega Mellano e la raccomandazione che facciamo alla Giunta regionale è che su questa materia, cioè la creazione di un fondo di solidarietà sia per le vittime delle Forze dell'Ordine o delle Forze Armate, ma non basta, anche per le vittime del terrorismo piemontesi, proponga al più presto un provvedimento, in quanto almeno dagli interventi e da quanto si è potuto sentire in Commissione, è un tema molto comune e molto sentito da tutto il Consiglio.
Dotiamo la struttura regionale di un provvedimento generale che vada a favore dei parenti e delle famiglie di coloro che si trovano in queste disgraziatissime condizioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.58)



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