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Dettaglio seduta n.485 del 28/09/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


GALASSO ENNIO LUCIO



(Alle ore 10.14 il Presidente Galasso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(La seduta ha inizio alle ore 10.57)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Angeleri, Cota, Cotto Ghigo, Pedrale, Pichetto Fratin e Racchelli.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Variazioni di bilancio

c)Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2004


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 22 settembre 2004 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'art. 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n. 1 deliberazione del 28 giugno 2004; n. 13 deliberazioni del 5 luglio 2004; n. 9 deliberazioni del 26 luglio 2004; n. 10 deliberazioni del 3 agosto 2004.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Commerciale "P. Sraffa" di Orbassano


PRESIDENTE

Ringrazio i docenti e gli allievi dell'Istituto Tecnico Commerciale "P.
Sraffa" per la loro presenza. Spero che la giornata di visita al Consiglio vi sia di giovamento. In questo momento stiamo svolgendo quello che nel gergo istituzionale si chiama "Sindacato Ispettivo", cioè gli Assessori rispondono per un'ora, all'inizio di ogni seduta del Consiglio, ad interpellanze rivolte dai Consiglieri per conoscere argomenti ed avere informazioni rispetto a fatti specifici. La procedura prevede che l'Assessore risponde e poi il Consigliere interpellante può controdedurre.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 2837 del Consigliere Moriconi inerente a "Variante al PRG adottata dal Comune di Paruzzaro (NO)"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2837 presentata dal Consigliere Moriconi.
Risponde l'Assessore Botta Franco Maria.
BOTTA Franco Maria, Assessore alla pianificazione territoriale e dell'area metropolitana Grazie, Presidente. Vorrei chiederle - ho già interpellato il Consigliere Moriconi - se fosse possibile, dato che ho un'ulteriore integrazione alla risposta, far precedere le risposte ad interrogazioni di Consiglieri ad altri colleghi Assessori, per poi dare una risposta più completa.



PRESIDENTE

D'accordo, Assessore Botta.


Argomento: Caccia

Interpellanza n. 2708 del Consigliere Taricco inerente a "Istituzione di azienda faunistico venatoria in Val di Susa, nel territorio del comune di Salbertrnd" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2708, "Istituzione di azienda faunistico venatoria in Val di Susa nel territorio di Salbertrand".
Mi permetto di chiarire, Assessore Cavallera, che la questione sollevata dal collega Taricco è largamente condivisa da altri Gruppi, dal mio in particolare. Si tratta di un'interpellanza, giustamente proposta dal Consigliere Taricco, di largo interesse dei Gruppi di opposizione.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e alla pesca

Su quest'interrogazione, Presidente, perché ci sono tre o quattro interpellanze convergenti, proporrei di rimandarla alla prossima seduta per rispondere a tutti gli interpellanti una volta sola.
Chiederei, quindi, di trattarla la prossima volta con tutte le altre tre o quattro interpellanze.



PRESIDENTE

D'accordo, conveniamo Assessore.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2785 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi e Suino inerente a "Programma regionale delle infrastrutture turistiche e sportive Piemonte 2006 - 'Protocollo d'intesa' e 'Piano per gli interventi' inerente l'ambito provinciale del Vercellese e quello Novarese"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2785 presentata dai Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi e Suino.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In riferimento all'applicabilità dell'articolo 20 della legge regionale 14/12/1998 n. 40 ("Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione") alle opere che formano oggetto del "programma regionale delle infrastrutture turistiche e sportive Piemonte 2006", si fa presente quanto segue.
Il programma regionale Piemonte 2006 non si configura come strumento di programmazione e pianificazione territoriale, bensì come "programma di opere" definite dai Piani degli interventi, che si inseriscono nella pianificazione territoriale e urbanistica locale in termini attuativi.
Pertanto, avendo ad oggetto l'articolo 20 della legge regionale 40/1998, la compatibilità ambientale di piani e programmi, ovvero degli atti a valenza pianificatoria e programmatoria generale per il territorio il programma predetto non ricade nell'ambito applicativo della norma essendo caratterizzato da una pluralità di interventi di varia natura restauro architettonico, fruizione turistica, infrastrutturazione territoriale - che si differenziano da Provincia a Provincia ed anche all'interno degli stessi singoli programmi provinciali, interessando peraltro, ambiti territoriali estremamente diversificati.
Per le ragioni su esposte, il "Programma regionale delle infrastrutture turistiche e sportive Piemonte 2006", non è stato considerato rientrante nel campo di applicazione dell'articolo 20 della legge regionale 40/1998 ai fini dell'espletamento di una procedura di livello regionale, fatta salva la possibilità per le singole Province di espletare procedure valutate, in merito al programma di competenza.
Per quanto relativo all'applicabilità della direttiva 2001/42 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, si evidenzia, oltre alle perplessità già esposte riguardo all'articolo 20 della legge regionale 40/1998, che la direttiva non pu essere considerata cogente, in quanto il termine di obbligatorietà assegnato agli Stati membri per il recepimento non è ancora scaduto. È già tuttavia ad oggi operante un gruppo di lavoro interdirezionale per la predisposizione di una normativa regionale di recepimento, ai fini di una pronta attuazione dei disposti della Direttiva.
Precisato quanto sopra riguardo alla inapplicabilità delle analisi di compatibilità di piano, si sottolinea tuttavia come rimangono salve le procedure di compatibilità ambientale orientate al progetto, e come i singoli interventi ricompresi nel Programma e rientranti nel campo di applicazione della legge regionale 40/1998 saranno esaminati secondo le procedure ordinarie di compatibilità ambientale.
Giova richiamare a questo proposito nota della Direzione Turismo Sport Parchi (prot. 8052/21 del 19 aprile 2004) nella quale si raccomanda ai soggetti attuatori degli interventi di "porre la massima cura nella predisposizione degli elaborati progettuali da sottoporre alle varie fasi autorizzative", con particolare riferimento alle fasi di verifica e di valutazione della procedura di VIA.
Alla luce di quanto esposto, in ordine alla correttezza e regolarità delle procedure autorizzative non paiono sussistere motivazioni sufficienti per l'avvio dei controlli di regolarità auspicati nella nota cui si costituisce risposta, anche in considerazione dei rilevanti compiti di monitoraggio sulle condizioni previste per la realizzazione delle opere e degli interventi che l'articolo 8, comma 2, della legge 40 demanda all'ARPA.
In sostanza, adesso avremo il recepimento della direttiva 42/2001, su cui stiamo lavorando, quindi lo scenario si completa. Sulla base della legge regionale 40/98, non siamo all'interno della sfera d'applicazione però, per quanto riguarda la singola opera, se loro superano i livelli dimensionali, comunque cadono sotto le procedure di VIA e in ogni modo l'ARPA è stata ufficiata, per tutte le opere olimpiche e paraolimpiche, a svolgere un monitoraggio sia durante l'esecuzione delle opere che alla fine, quando ci sarà la fruizione delle stesse.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

DI BENEDETTO ALESSANDRO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.
Ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta (credo che sia disponibile anche il testo scritto).
Devo sottolineare che, come succede alcune volte, vi sono diverse interpretazioni e diverse vedute rispetto all'Assessore. Praticamente l'Assessore ha confermato quelle che erano le preoccupazioni sottese all'interrogazione, con il sistema che è stato illustrato, ovvero che alcune opere non rientrano in quanto previsto dalla legge 40/98 e che non è stata considerata ancora cogente, com'è stato detto, la direttiva 42/2001.
Il combinato disposto di queste considerazioni ha determinato il fatto che per alcune opere sia mancata la valutazione coante.
L'Assessore afferma che l'ARPA ha avuto il compito di seguire e di fare monitoraggi durante la realizzazione e poi alla fine delle opere, però a nostro avviso viene a cadere quello che è, dal punto di vista ambientale un momento importante, ovvero la valutazione precedente alla realizzazione delle opere, perché è proprio dalla valutazione precedente che semmai si possono mettere in atto delle vere situazioni, dei veri interventi correttivi che vadano nel senso di tutelare le ricadute ambientali delle opere che eseguiamo. Il monitoraggio durante e a fine dell'opera non potrà che constatare quello che è già avvenuto e correggere gli eventuali problemi che sono stati indotti sarà ancora più difficile.
Da un punto di vista ambientale, quello che mi preme sottolineare è proprio questo fatto: quando andiamo ad esaminare le conseguenze sul piano ambientale, la semplice constatazione di quanto avvenuto potrebbe già essere di per sé la constatazione di un problema che possiamo anche non più risolvere. L'interrogazione sottolineava proprio quest'aspetto e io credo che, per le opere rispetto alle quali non si sarà effettuata questa valutazione precedente, avremo dei problemi di tipo ambientale, che poi pagheremo con delle negatività che saranno subite dal territorio.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori - Interventi fondiari

Interrogazione n. 2816 del Consigliere regionale Giordano inerente a "Esauriti i fondi per le aziende agricole piemontesi"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione n. 2816 presentata dal Consigliere Giordano.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Sul piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 del Piemonte (in applicazione del Reg. Ce 1257/99), per il finanziamento di pratiche di Misura A (contributi per la realizzazione di interventi di miglioramento delle aziende agricole) nel periodo 2000-2006 sono disponibili in totale, per tutto il Piemonte, 150 milioni di euro, come da tabella finanziaria del Piano di Sviluppo Rurale approvata con Deliberazione della Giunta regionale n. 118-704 del 31/07/2000 e dalla Commissione Europea con Decisione n.
C(2000) def. del 07/09/2000.
Ai sensi della L.R. 17/99, "Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, alimentazione, sviluppo rurale caccia e pesca", la gestione della Misura A è conferita alle Province.
Dopo l'emanazione da parte della Regione Piemonte di un primo bando di presentazione domande, le risorse sopra indicate per la gestione della Misura A sono state ripartite alle Province con DGR n. 26-2852 del 23/04/2001.
Successivamente, con DGR n. 83-5619 del 19/03/2002, la Regione ha dato alle Province le linee guida per l'utilizzazione della parte di risorse ancora disponibili con propri bandi per la presentazione delle domande.
Tali linee guida prevedono che nei bandi emanati le Province indichino l'ammontare delle risorse disponibili e prevedano la compilazione di una graduatoria nel caso le domande presentate siano in numero superiore a quelle che possono essere finanziate con le risorse disponibili.
Nella stessa DGR n. 83-5619 del 19/03/2002 ed in altri documenti ufficiali è stato specificato chiaramente che i fondi per l'attuazione della Misura A in tutto il periodo 2000-2006 sono i 150.000.000 di euro previsti in tabella finanziaria PSR. La Regione e le Province non hanno alcun impegno a reperire fondi ulteriori in caso di presentazione di domande per importi superiori alle disponibilità indicate.
Rientra dunque nella piena normalità che la Provincia abbia emanato un bando di presentazione domande e, successivamente, constatato che le domande prevedevano una richiesta di contributo superiore alle disponibilità finanziarie, abbia formato una graduatoria comunicando ai richiedenti non collocati in posizione utile in graduatoria che le loro domande, pur ammissibili tecnicamente, non avevano garanzie di poter essere finanziate e che avrebbero potuto essere finanziate solamente qualora altre domande collocate prima in graduatoria fossero decadute o fossero state ridimensionate, determinando così risparmi di risorse.
Il fatto che alle aziende agricole sia stata comunicata l'approvazione tecnica delle pratiche e sia stato precisato che non vi era certezza di finanziamento neppure in caso di realizzazione delle opere non deve essere visto come una presa in giro, ma rappresenta invece un'opportunità. Da un lato, consente ai richiedenti di usufruire di eventuali risparmi di risorse all'interno della Misura A (per disposizione dei Regolamenti comunitari non possono essere dati contributi a interventi realizzati senza la presentazione di una regolare domanda e quindi interventi realizzati dalle aziende agricole senza quest'approvazione tecnica sarebbero esclusi anche in futuro da eventuali contributi che potessero essere disponibili).
D'altra parte, consente agli agricoltori che vi fossero interessati di accedere a canali alternativi di finanziamento, che non possono prescindere da un'approvazione tecnica rilasciata dagli enti istruttori del PSR (ad esempio il "credito di imposta", che è un'altra possibilità, alternativa alla Misura A e ad esempio ai "patti territoriali", di avere contributi per la realizzazione di interventi di sviluppo delle aziende agricole).
A tal proposito, molte nostre aziende che erano in elenco nei PSR (nella Misura A), grazie alla finanziaria 2003-2004, hanno potuto accedere al credito di imposta, che chiedeva, come requisito, l'approvazione tecnica. Dato che loro ce l'avevano già, sono stati tra i primi che hanno mandato la domanda per via telematica (andava inviata in quel modo). E mi sembra che più del 50% del credito di imposta nazionale in agricoltura sia stato appannaggio delle aziende piemontesi.
Per quanto riguarda in specifico i singoli punti dell'interrogazione si precisa quanto segue.
Per quanto riguarda il primo punto, il numero di domanda per le quali non esiste copertura finanziaria è stimabile in circa 1.000 in tutto il Piemonte (su circa 10.000 domanda complessivamente presentate, quindi il rimasto da finanziare si aggira intorno al 10%). Non è possibile fornire un dato più preciso, in quanto la gestione della Misura A, come già sopra indicato, è svolta dalle Province ai sensi della legge regionale n. 17/99.
Sono le singole Province che emanano i bandi per la presentazione delle domande nei tempi che ritengono opportuni, diversi da Provincia a Provincia. Delle domande non inserite in posizione utile in graduatoria, le Province non fanno alcun tipo di gestione e, conseguentemente, non inseriscono i relativi dati nel sistema informativo gestionale.
Per quanto concerne il secondo punto, anticipare l'utilizzo di risorse comunitarie future è difficilmente ipotizzabile, in quanto tali risorse non sono ancora fisicamente esistenti.
Inoltre, tale proposta, oltre a richiedere il consenso della Comunità Europea, avrebbe inevitabilmente l'effetto di spostare il problema nel tempo, "bruciando" le disponibilità degli anni futuri, che già di per se stesse subiranno una riduzione rispetto al livello attuale, per effetto dell'allargamento dell'Unione Europea, che richiederà il dirottamento di risorse verso i nuovi Paesi membri, in conseguenza del loro inferiore livello di reddito rispetto all'attuale media europea.
In merito al punto 3 - stanziamento da parte della Regione di ulteriori fondi - si precisa che la Regione ha già compiuto uno sforzo notevole inserendo, di propria iniziativa, nella Misura A, rilevanti fondi aggiuntivi (pari a 36 milioni di euro a titolo di "aiuti di Stato regionali aggiuntivi", secondo la terminologia comunitaria), oltre a quelli che era tenuta a stanziare come propria quota di cofinanziamento (pari a circa 23 milioni di euro).
Quando sono stato nominato Assessore, a metà del 2001, avevo fatto una ricognizione, accertando, attraverso una proiezione 2006, che c'erano queste opportunità/possibilità di coprire altri 36 milioni di euro di aiuti aggiuntivi. E la qual cosa, in questi anni, è stata fatta anno per anno portando il totale dell'impegno regionale (oltre ai fondi europei) a circa 60 milioni di euro.
Per concludere, vorrei precisare al collega che comunque alcune Province, come quella di Cuneo, hanno già utilizzato una serie di risorse che hanno risparmiato. Perché poi c'è sempre uno scarto tra l'impegno iniziale alla visita di collaudo finale, che determina sempre una riduzione del contributo (non è molto singolarmente, ma rapportata alle migliaia di domande alla fine sono cifre cospicue). Per cui, la Provincia di Cuneo ha rilanciato e quindi c'è uno smaltimento delle cose che erano inattese.
Qualche altra Provincia, magari, è più in ritardo nei tempi burocratici, ma secondo me arriverà anche in quel senso.
Non escludo, visto che adesso è stata varata la riforma della politica agricola comunitaria, che, attraverso la cosiddetta "modulazione degli aiuti" e il disaccoppiamento attraverso quello che è stato messo in campo da questo nuovo Regolamento comunitario, ci possano essere delle risorse disponibili da utilizzare del 2005.
Non escludo che, d'intesa con le Province (perché adesso la gestione in base alla legge n. 17, compete alla Province e c'è una conferenza Regione-Province), si possa tener conto anche di queste persone, che in parte sono state finanziate e in parte no, e si possa completare l'opera.
In tutti i bandi che emaniamo, se riuscissimo a finanziare il cento per cento sarebbe un risultato ottimale; ma credo che in nessun settore di attività della Regione o di qualsiasi ente, a fronte di una disponibilità e a fronte di una graduatoria, le graduatoria vadano evase al cento per cento (oppure che vi sia un diritto, da parte di chi fa la domanda, di essere comunque considerato al cento per cento).
E' chiaro che quando parliamo di investimenti nella ristrutturazione delle aziende agricole, e quindi di un nuovo mercato agricolo che si amplia, e di una competitività che deve essere raggiunta, condivido l'impostazione dell'interrogante, nel senso di considerare importantissimi questi investimenti strutturali per una modernizzazione dell'agricoltura.
Mi sembra di avere dato conto di un'attenzione e di un possibile ulteriore completamento che potrebbe essere ipotizzato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Assessore, lei, come sempre, con la sua gentilezza e con la sua cortezza anche nei confronti dei Consiglieri di minoranza, si comporta sotto questo aspetto, in un modo che considero senz'altro apprezzabile.
Non sono d'accordo, però, sul modo con cui lei gestisce il fenomeno.
Lei ha in mano un Assessorato che vale 600 mila unità in termini di occupazione. In questo momento particolare, venendo meno l'industria tradizionale, l'agricoltura rappresenta - o perlomeno dovrebbe rappresentare - una forte spinta in termini economici.
Ho presentato questa interrogazione perché esiste una reale lamentela da parte degli imprenditori agricoli, i quali, anche dietro indicazione dell'Assessorato, hanno costruito delle opere soggette a contributi: adesso i contributi non ci sono più e le anticipazioni comunitarie non si possono fare. Questo è un problema.
Lei, che conosce bene l'argomento, saprà che per le nostre aziende agricole, che ruotano intorno ai quattro o cinque ettari- contro i quaranta ettari delle aziende concorrenti di altre nazioni che partecipano alla Comunità Europea - i finanziamenti per cercare di fare un qualcosa di diverso o per cercare di recuperare produttività, risultano particolarmente importanti. Intanto, le evidenzio che a me non risulta la percentuale del 10%, ma una percentuale maggiore.
Concluderei questo intervento con una viva raccomandazione: abbia un occhio di riguardo in modo particolare per coloro che hanno già costruito l'opera soggetta a contributi. È un problema che, a mio avviso, deve essere risolto. Altrimenti, sarebbe bastato dire loro: "Non fate nulla finché non incassate i contributi; dopodiché potrete costruire le opere".
Assessore, se vorrà fornirmi la risposta scritta, gliene sarei grato.
La ringrazio ancora.


Argomento: Zootecnia

Risposta scritta ad interrogazione n. 2835 del Consigliere Riba inerente a "Progetti di realizzazione di un allevamento all'aperto di suini a Valgrana (CN)"


PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera comunica che verrà fornita risposta scritta all'interrogazione n. 2835.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2841 dei Consiglieri Muliere, Papandrea, Saitta, Chiezzi Caracciolo, Moriconi e Tapparo inerente a "Mobbing all'ARPA di Alessandria"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2841 presentata dai Consiglieri Muliere, Papandrea, Saitta, Chiezzi, Caracciolo, Moriconi e Tapparo.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Per formulare la risposta all'atto consiliare in oggetto sono stati assunti elementi di conoscenza presso la Direzione Generale dell'ARPA.
Dagli stessi si desume che: L'instaurazione nell'ambiente di lavoro di buoni rapporti sotto il profilo sia umano che professionale costituisce uno degli obiettivi della politica del personale perseguito dall'ARPA, la quale sta effettuando una rilevazione statistica sull'argomento tra tutti i suoi dipendenti al fine di accertarsi sulla situazione esistente nei suoi uffici. In tale ottica la Direzione Generale dell'Agenzia ha manifestato la sua intenzione di intervenire energicamente nel caso in cui dovessero riscontrarsi all'interno delle sue strutture operative, degli episodi di mobbing.
Non risultano essersi verificati fenomeni di favoritismo o ingiustificato privilegio nelle sedi lavorative dell'ARPA e specificatamente, nella sede dipartimentale di Alessandria, laddove è intervenuta un'accesa discussione tra una dirigente dell'Agenzia e un suo dipendente che è rapidamente degenerata con la pronuncia di espressioni, da parte del dipendente, ritenute ingiuriose nei confronti della dirigente.
Tale episodio ha dato causa ad un procedimento disciplinare a carico del dipendente, che si è concluso con l'applicazione della sospensione dal servizio per quattro giorni, e che non sembra, dunque, potersi ascrivere alla fattispecie del "mobbing".
In merito allo svolgimento del procedimento disciplinare, si osserva quanto segue.
A seguito del fatto sopra descritto, accaduto in data 7.11.2003, alle ore 15 circa, presso la sede dipartimentale ARPA di Alessandria, il Direttore di tale Dipartimento provinciale ha segnalato all'Ufficio per i Provvedimenti Disciplinari dell'Agenzia, con nota pervenuta il 19.11.2003 quanto riferito dalla dirigente in questione, dando avvio al procedimento disciplinare a carico del dipendente.
La normativa vigente in materia alla data dell'episodio contestato e dell'inizio del procedimento stesso è determinata dagli artt. 29 e 30 del CCNL del Comparto Sanità firmato il 4 agosto 1995 (G.U. 1.09.1995) e successivamente modificato parzialmente dal nuovo CCNL Comparto Sanità in vigore (firmato il 19 aprile 2004). Pertanto, lo svolgimento del procedimento si è conformato a quanto previsto da tali disposizioni.
In particolare, l'ufficio incaricato dell'istruttoria ha provveduto alla contestazione scritta dell'addebito al dipendente con nota del 1.12.2003 e, dunque, nel termine di 20 giorni da quando ha avuto conoscenza del fatto, in conformità al disposto dell'art. 30 del citato CCNL.
Nel testo della contestazione è stato chiaramente indicato l'episodio di cui è caso, l'articolo contrattuale violato e l'eventuale sanzione disciplinare che sarebbe stata applicata in caso di esito positivo del procedimento.
Il dipendente è stato convocato per la sua difesa dapprima il giorno 23.12.2003 e successivamente, per impedimento del titolare dell'ufficio, il 20.1.2004. Pertanto, è stato ampiamente rispettato il termine di 5 giorni lavorativi decorrenti dalla contestazione del fatto, previsto per la convocazione dal c. 3 dello stesso art. 30.
Altresì, all'incolpato è stata data la possibilità di prendere conoscenza in tempo utile di tutti gli atti di cui disponeva l'Ufficio per i Provvedimenti Disciplinari, essendogli stata consegnata, in data 7.01.2004, copia della nota con cui la dirigente offesa riferiva l'accaduto e di quella del Direttore dipartimentale di Alessandria, nonché dei verbali relativi agli accertamenti preliminari effettuati da quest'ultimo e alle audizioni dei testi compiute dall'Ufficio.
L'audizione del dipendente incolpato si è svolta alla presenza di un rappresentante dell'organizzazione sindacale cui lo stesso ha conferito mandato di assistenza.
E' stato poi accordato all'incolpato un termine per la produzione di una seconda memoria difensiva, che è stata consegnata in data 26.1.2004. Il procedimento, iniziato il 19.11.2003, si è concluso in data 8.03.2004 (nel rispetto del termine previsto dal comma 6 del sopraccitato art. 30) con la determinazione dirigenziale n. 1, che è stata notificata al dipendente con nota n. 31982/R dell'11.03.2004, indicando l'autorità competente per l'eventuale ricorso ed il termine per l'impugnazione.
La determinazione di cui sopra, ampiamente motivata, ha comminato al dipendente la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per quattro giorni, dando applicazione a quanto disposto dall'art. 30, comma 5, lett. G) del CCNL del Comparto Sanità che contempla tra l'altro la fattispecie "comportamenti minacciosi gravemente ingiuriosi, calunniosi o diffamatori nei confronti di utenti altri dipendenti o terzi", alla quale è riconducibile la condotta denunciata.
E' stata, infatti, considerata positivamente provata la circostanza che il dipendente abbia pronunciato nei confronti della dirigente espressioni gravemente ingiuriose afferenti sia la sua professionalità che la sua sfera religiosa, così come riferito dalla dirigente offesa e da altri quattro testimoni.
Ai fini della graduazione della sanzione, si è presa in considerazione la possibilità che il dipendente abbia travisato le intenzioni della dirigente e il fatto che lo stesso, prima del fatto, non avesse subito sanzioni disciplinari e che nel corso del procedimento abbia tenuto un atteggiamento collaborativo.
Va, peraltro, rilevato come sia stata prevista la possibilità di una riduzione della sanzione nella misura minima possibile (un giorno di sospensione dal servizio con privazione della retribuzione) per il caso in cui il dipendente avesse prestato il suo consenso, con esplicita rinuncia ad ogni mezzo di impugnazione.
Dall'esposizione dei fatti così come avvenuti e dell'iter procedimentale che è stato seguito dagli uffici competenti ed ha condotto all'applicazione della sanzione disciplinare a carico del dipendente dell'ARPA risultano essere stati rispettati i tempi e le modalità previste dalla normativa vigente in materia e essere state assicurate all'incolpato le garanzie dovute.
La Direzione Generale dell'ARPA, alla luce delle risultanze istruttorie e procedimentali, ritiene, pertanto, che la dirigente in questione abbia tenuto un comportamento immune da responsabilità e non reputa di dover muovere alcuna censura in merito all'episodio de quo nel quale la stessa è stata destinataria di espressioni ingiuriose lesive della sua dignità professionale e della sua sensibilità religiosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Capisco l'Assessore, ma la sua mi è sembrata una risposta molto burocratica. L'Assessore ha descritto l'iter seguito, un iter previsto dal contratto, ma rispetto alla vicenda ci sono ancora aspetti che andrebbero chiariti. Non entro nel merito dell'accaduto, non spetta a noi, ma sta di fatto che la reazione di quel lavoratore e la solidarietà ricevuta dalle Organizzazioni Sindacali, dimostrano che c'è un clima particolare all'interno dell'ARPA di Alessandria che, quanto meno, meriterebbe un'attenzione particolare da parte dell'Assessore e della Giunta. Mi sarei aspettato da parte dell'Assessore una risposta, oltre alla descrizione dell'accaduto e di quello che è avvenuto, un'assunzione da parte dell'Assessore di un impegno rivolto a verificare qual è il clima vero all'interno di quella struttura. Questo è uno dei tanti episodi, forse il più grave, che denota un clima di tensione all'interno di quella struttura e forse meriterebbe da parte della Giunta, da parte dell'Assessore competente, un interessamento maggiore rispetto alla situazione. Quando un dipendente fa lo sciopero della fame per salvaguardare e per rivendicare le proprie ragioni, vuol dire che c'è qualcosa di pesante in quella situazione.
Se l'Assessore mi fornirà risposta scritta la leggeremo con attenzione ma la sua è una descrizione di ciò che è avvenuto. Mi ritengo insoddisfatto della risposta, avrei preferito una riflessione maggiore da parte dell'Assessore sul clima che si vive, che vivono i dipendenti dall'interno dell'ARPA di Alessandria. Invito l'Assessore ad approfondire ulteriormente la questione e non limitarsi ad una lettura, fornita dagli Uffici e che rispondi all'iter seguito. Bisognerebbe approfondire ulteriormente la questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Non voglio replicare perché bisogna stare alle procedure, ma solamente dire che le interrogazioni si rivolgono a fatti specifici. L'interessato tra l'altro, qualche mese fa, a sua domanda, è emigrato in un'altra regione, ritornando, forse, in un luogo cui aspirava ad essere trasferito.
E' in corso in tutta l'ARPA una riorganizzazione profonda in applicazione della legge n. 28. Sono convinto che, anche in conseguenza di questo, ci potranno essere delle conseguenze positive in ordine ai rapporti interni. Da parte dell'Assessore, ci sarà la massima attenzione.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione n. 2863 presentata dalla Consigliera Manica inerente a "Nuovo pozzo di petrolio in Trecate"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2863, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con DPCM del 1° settembre 2000, "Modificazione ed integrazioni del decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 3 settembre 1999 per l'attuazione dell'articolo 40, comma I, della legge 22 febbraio 1994, n.
146, in materia di valutazione dell'impatto ambientale", sono state delegate dal Ministero dell'Ambiente alle Regioni le competenze in materia di valutazione dell'impatto ambientale per quanto riguarda le attività di ricerca di idrocarburi in terraferma. Precedentemente all'entrata in vigore di tale decreto, la Regione Piemonte ha partecipato alle procedure disposte dall'articolo 2 del DPR 526 del 18 aprile 1994, ("Regolamento recante norme per disciplinare la valutazione dell'impatto ambientale relativa alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi") in merito al permesso di ricerca denominato "Novara", in territorio delle province di Novara, Pavia e Milano, attribuito all'ENI S.p.A. con decreto del 30 gennaio 1998 dell'allora Ministero dell'Industria del Commercio e dell'Artigianato - Direzione Generale dell'Energia e delle Risorse Minerarie.
Il programma lavori di tale permesso prevedeva la realizzazione di un pozzo esplorativo.
L'articolo 2, comma 3, della legge 9 gennaio 1991, n. 9, prevede infatti, che la prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi siano da assoggettare alla valutazione di impatto ambientale ed il successivo DPR n. 526 del 18.04.1994 aveva disciplinato un'apposita procedura attraverso la quale il Ministero dell'Ambiente tenuto conto delle indicazioni del Ministero per i Beni culturali ed ambientali e delle regioni interessate, nel caso ritenga che i lavori in programma siano in grado di produrre rilevanti modificazioni dell'ambiente comunicava al richiedente la necessità di attivare la procedura di VIA di cui all'articolo 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, precisando i tipi di attività previsti nel programma dei lavori e le zone dell'aria di ricerca per i quali deve essere predisposto uno studio di impatto ambientale.
La Regione Piemonte aveva espresso le proprie indicazioni in merito al Ministero dell'Ambiente con delibera Giunta regionale del 19 ottobre 1998 evidenziando la necessità che venisse redatto uno specifico Studio d'impatto ambientale per il pozzo esplorativo previsto nell'ambito dell'area relativa all'istanza di permesso di ricerca denominata "Novara" richiedendo al contempo che lo Studio di impatto ambientale approfondisse con opportune indagini le caratteristiche del contesto ambientale e territoriale potenzialmente interessato.
Il Ministero dell'Ambiente, con nota del 7 agosto 2000, ha comunicato al competente ufficio della Direzione Generale dell'Energia e delle Risorse Minerarie, dell'allora Ministero dell'Industria Commercio e Artigianato, le proprie determinazioni prevedendo che la realizzazione del pozzo esplorativo venga preventivamente sottoposta a procedura di VIA tenendo conto, in particolare, delle richieste espresse a suo tempo dalla Regione Piemonte.
Successivamente al citato DPCM del 1 settembre 2000, la competenza in merito alla richiesta procedura di valutazione di impatto ambientale sul pozzo esplorativo in oggetto è stata delegata alla Regione Piemonte.
Conseguentemente, effettuate le opportune indagini e redatto lo Studio di impatto ambientale, la Società ENI S.p.A. ha presentato in data 6 aprile 2004 alla Regione Piemonte domanda di pronuncia di compatibilità ambientale, ai sensi dell'articolo 12 della legge regionale n. 40 del 1998 relativamente al progetto di perforazione del pozzo esplorativo "Buscaglino 1 dir" in Comune di Trecate, nell'ambito del permesso di ricerca "Novara" attuando gli adempimenti previsti dalla medesima legge regionale per l'inizio della fase di valutazione della procedura di VIA.
Attualmente, è quindi in corso la fase di valutazione della procedura di VIA di competenza della Regione, condotta ai sensi degli art. 12 e 13 della l.r. 40/1998, sul progetto di perforazione del pozzo esplorativo "Buscaglino 1 dir", in Comune di Trecate, nell'ambito del Permesso di ricerca "Novara".Il pozzo esplorativo, in base a quanto dichiarato dalla Società ENI nella documentazione presentata, è indirizzato alla ricerca ed estrazione da giacimenti a gas.Si segnala che la Regione, con nota del 19.05.2004 degli Assessori competenti all'ambiente ed alle attività estrattive, ha richiesto al Presidente della Provincia di Novara e al Sindaco di Trecate la nomina degli esperti di cui all'art.14, c.3 della l.r.40/98, ai fini dello svolgimento di un'inchiesta pubblica nell'ambito della procedura di VIA secondo quanto previsto dallo stesso articolo e comma.
La fase di valutazione si concluderà con l'espressione del giudizio di compatibilità ambientale da parte della Regione, entro il termine di centocinquanta giorni dalla data del 6 aprile 2004. I tempi istruttori potranno essere interrotti per consentire l'elaborazione e l'invio di eventuali integrazioni da parte del proponente; in tal caso il giudizio sarà espresso entro 90 giorni dalla data di trasmissione della documentazione integrativa.In merito a quanto richiesto nell'interrogazione sull'invio di eventuali segnalazioni e rilievi al Ministero dell'Ambiente si richiama l'attenzione sul fatto che, a seguito del sopra citato DPCM del 1 settembre 2000, il Ministero dell'Ambiente non è più competente in materia di valutazione di impatto ambientale su attività di ricerca di idrocarburi in terraferma, quali quella in oggetto.
Per quanto riguarda eventuali ulteriori segnalazioni al Ministero delle Attività produttive, essendo l'Ufficio Nazionale Minerario Idrocarburi Geotermia della Direzione Generale dell'Energia e delle Risorse Minerarie (D.G.E.R.M.) competente allo svolgimento delle funzioni amministrative relative a prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in terraferma, d'intesa con le regioni interessate, tale Ufficio è stato convocato dall'autorità competente regionale in materia di VIA alle sedute di conferenza di servizi di cui all'art. 13 della l.r. 40/1998, inerente l'istruttoria integrata della fase di valutazione ed il coordinamento di procedure, al fine di coordinare il rilascio dei provvedimenti di competenza, qualora dovessero sussistere i presupposti per la compatibilità ambientale del progetto.
In sostanza, vi è stato poi quell'incontro e abbiamo assicurato la massima attenzione e il massimo rigore nell'esame degli atti. Vedremo la conclusione dell'inchiesta pubblica e le conclusioni della VIA, ma credo che saremo tutti attenti, pur valutando positivamente il fatto che sotto la nostra pianura ci sia il metano, in un momento il cui petrolio sale alle stelle. Dovremmo, però, stare attenti alla tutela dell'ambiente, in un territorio già molto antropizzato e che vede la presenza di rilevanti infrastrutture e di un'attività petrolifera nei giacimenti di Trecate, di Galliate e di Villa Fortuna, che già tutti conoscono.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Ringrazio l'Assessore e chiedo se posso avere il testo della risposta scritta.
Si tratta di una vicenda in cui sono reiterate le situazioni e i rischi di ordine ambientale sul territorio. Ricordiamoci che proprio qui ci fu quella famosa esondazione di petrolio che creò grossi problema negli anni passati. L'Assessore Cavallera ha sempre occasione di ricordarci che fu inviato, nel momento stesso in cui venne insediato come Assessore, subito a Trecate per una situazione di grave emergenza.
Qui c'è forte preoccupazione. Dato che si tratta semplicemente di una trivellazione petrolifera per verificare l'esistenza e la possibilità di aprire pozzi per individuare nuove fonti, si ritiene che in un territorio come questo non sia proprio il caso di procedere in questa direzione.
Pertanto, chiederei all'Assessore, come hanno già fatto la Provincia di Novara e alcuni Comuni, di fare un passo netto, come Regione, nei confronti dell'ENI, chiedendo di soprassedere formalmente in questa direzione, perch quel territorio verrebbe circondato - da nord, da sud, da est e da ovest da trivellazioni e da pozzi, che non è in grado di tollerare in un momento come questo. Trattandosi di un'azione semplicemente esplorativa, può anche essere, dal punta vista economico dell'ENI oltre che ambientale, cosa non necessaria.
Chiederei un formale, preciso e netto intervento della Regione in questa direzione, in sintonia con gli Enti locali del territorio.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 2875 del Consigliere Moriconi inerente a "Scarichi radioattivi nel fiume Dora Baltea nel Comune di Saluggia"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2875 del Consigliere Moriconi.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Dalla relazione tecnica conclusiva inviata agli uffici dell'Assessorato regionale all'ambiente, in data 6 aprile 2004, dal Dipartimento Provinciale dell'ARPA Piemonte di Vercelli, avente ad oggetto "indagini ambientali eseguite in seguito alla comunicazione da parte del Deposito Avogadro di Saluggia di valori anomali di contaminazione da Cs-137 nell'acqua superficiale del fiume Dora Baltea", con riferimento, in particolare, al capitolo 9 "valutazioni conclusive", si evince quanto segue.
A conclusione delle operazioni di caratterizzazione e di bonifica del tratto di fiume Dora Baltea antistante gli scarichi di effluenti radioattivi liquidi del Deposito Avogadro è possibile affermare che: il fenomeno di accumulo riscontrato nel limo è sicuramente imputabile all'attuale assetto del fiume Dora Baltea: infatti, i lavori di adeguamento dell'argine resisi necessari dopo l'alluvione dell'ottobre 2000 e recentemente ultimati, hanno provocato la creazione di una fascia di ristagno immediatamente sotto il punto di immissione degli scarichi di effluenti radioattivi liquidi degli impianti del ciclo del combustibile nucleare del comprensorio di Saluggia la rimozione del limo contaminato ha consentito di riportare la situazione radiologica della zona di interesse a valori di assoluta normalità il fenomeno di contaminazione radioattiva è rimasto localizzato e non sono stati riscontrati aumenti dei livelli di contaminazione dell'acqua del fiume Dora Baltea e del limo a valle della zona di interesse.
Peraltro l'ARPA, nel citato capitolo 9 della relazione, afferma che come anche concordato nel corso della riunione avvenuta presso la Prefettura di Vercelli di cui si dirà in seguito, il Dipartimento di Vercelli dell'ARPA continuerà le indagini ambientali al fine di individuare tempestivamente fenomeni di aumento dei valori di contaminazione nelle matrici abitualmente monitorate.
Per quanto attiene il quesito "quali iniziative intendano intraprendere con urgenza al fine di verificare le omissioni verificatesi nella informazione e le relative responsabilità" si sottolinea che l'esercente (Deposito Avogadro Srl), ancorché non si fosse in presenza di un evento incidentale, ma più semplicemente di un fenomeno di accumulo di Cs 137 nei limi della Dora Baltea prospiciente la zona dello scarico, nel febbraio 2004, ha attivato le procedure dell'art. 100 del D.lgs 230/95 informando tempestivamente la Prefettura di Vercelli, che il citato articolo individua quale Autorità competente a cui comunicare il verificarsi di una contaminazione radioattiva non prevista o, comunque di un evento accidentale.
La Prefettura pertanto, quale autorità competente cui comunicare il verificarsi di una contaminazione radioattiva non prevista o comunque di un evento accidentale, è anche titolare della facoltà di promuovere eventuali iniziative di informazione, nel quadro della disciplina attuativa prevista dal D.Lgs. 230/95.
In riferimento, infine, al quesito "quali iniziative intendano intraprendere con urgenza al fine di verificare la correttezza delle procedure utilizzate in passato per gli scarichi radioattivi liquidi da parte dei vari Esercenti degli impianti nucleari di Saluggia, in particolare per quanto riguarda la rilevazione preventiva della portata del fiume nel punto di scarico", si osserva che ciascuno dei tre esercenti nucleari operanti nel comprensorio di Saluggia (Enea-Eurex, Deposito Avogadro e gruppo Sorin) è autorizzato ad effettuare scarichi di effluenti radioattivi liquidi nel fiume Dora Baltea, nel rispetto della formula di scarico assegnata e, fatto rilevante, la quantità di isotopi radioattivi che le formule di scarico consentono di scaricare nel fiume Dora Baltea è in funzione della portata del fiume nel punto di immissione.
Ciascuno degli esercenti, prima di ogni scarico, informa il Dipartimento ARPA di Vercelli, che provvede al prelievo dei campioni al fine di verificare il rispetto delle sopraccitate formule di scarico.
L'ARPA, nella già menzionata relazione tecnica conclusiva, afferma che nel corso dell'anno 2003 l'esercente Enea-Eurex non ha effettuato scarichi la Sorin Biomedica ne ha effettuati due, mentre il Deposito Avogadro ne ha effettuato uno e che le misure effettuate sui campioni di acqua di scarico prima di ogni immissione nel fiume consentono di affermare che nessun esercente ha superato i limiti assegnati dalle formule di scarico e che le stesse sono state impegnate per una frazione piccola.
Nella riunione tenutasi presso la Prefettura di Vercelli in data 17/02/2004, il problema è stato comunque sottoposto, su richiesta della Regione, all'APAT affinché l'Autorità di sicurezza cui spetta la vigilanza sulle prescrizioni di esercizio individui possibili soluzioni tecniche costruttive e gestionali, studiando un progetto di riordino complessivo anche al fine di evitare il ripetersi di eventi analoghi.
Due parole di commento. In primo luogo, in questo caso la competenza è dell'ANPA, però noi, con la ristrutturazione dell'ARPA, anche in conseguenza dell'impegno tradizionale delle nostre vecchie ASL in materia di protezione dalle radiazioni, abbiamo costituito il Centro delle radiazioni di Ivrea e due Centri operativi (uno a Vercelli e uno ad Alessandria), in considerazione del fatto che proprio Vercelli e Alessandria registrano la presenza di impianti radioattivi di categoria elevata. Poi ci sono le protezioni da radioattività derivante dai materiali radioattivi usati nella diagnostica medica e in altri cicli.
La seconda considerazione è quella che comunque l'esercente ha segnalato la situazione anomala, e di questo bisogna prenderne atto.
Infine, l'augurio che gli esercenti osservino le formule di scarico - e sotto questo profilo l'ARPA ci ha assicurato che l'hanno fatto - ma anche che mantengano in efficienza la configurazione, la morfologia delle zone di scarico, perché è chiaro che, in conseguenza dei lavori che sono stati fatti in modo rilevante dopo l'alluvione per proteggere tutta la zona e quant'altro, bisognava ripristinare il deflusso delle acque così come era in origine, in quanto le formule di scarico e la lunghezza dello scarico erano stati commisurati alla morfologia del fiume, così come in allora era stato rilevato.
Quindi assicuro massima attenzione; devo anche dire che domani o dopodomani (mi sfugge il giorno) sarà presente il Commissario Jean, che è incaricato dal Governo come Sogin ad intervenire per le azioni di emergenza. Proprio a Saluggia finalmente, dopo un decennio di tentennamenti, ci sarà l'avvio della solidificazione dei 200 metri cubi di rifiuti liquidi radioattivi, di cui una parte (1/3) sono ad alta pericolosità. Finalmente si è scelta la cementificazione, che è una strada che tutti considerano più a portata di mano rispetto invece alla vetrificazione, che era un processo dove entravano in gioco anche temperature di alto livello, che avrebbe magari portato a un risultato alla fine migliore, ma che durante le lavorazioni poteva essere maggiormente pericoloso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per la replica.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Mi sembra che le preoccupazioni sollevate dall'interrogazione siano state confermate dalla risposta stessa in quanto abbiamo sentito che vi erano problemi di deflusso del fiume in seguito agli interventi effettuati per l'evento alluvionale. Abbiamo sentito che questo problema si è verificato.
Tutto quello che abbiamo constatato deve servire da monito, da esempio da preoccupazione, in quanto sottolinea quelli che sono almeno due dei problemi che si continuano a presentare ripetutamente da qualche parte in ordine al possibile sviluppo di attività radioattive. Da un lato verifichiamo come gli incidenti di percorso, piccoli o grandi, sono sempre possibili, e questo ci deve far riflettere molto prima di eventualmente andare anche contro a un referendum che era stato fatto in Italia (qualcuno propone di intervenire di nuovo in campo nucleare). Dall'altro lato, si deve ricordare il fatto che siamo sempre in attesa di una definitiva sistemazione di tutte le scorie radioattive presenti in Italia.
Per quanto riguarda la cementificazione o la vetrificazione, adesso abbiamo sentito che si è scelta la strada della cementificazione. Se la cementificazione è sicuramente un modo per stabilizzare le scorie passando dallo stadio liquido allo stato solido, non vorremmo che questo passaggio significasse l'abbandono dell'ipotesi che invece noi sosteniamo dell'unico deposito di tutte le scorie a livello nazionale. Analizzeremo anche quello che avviene sotto questo aspetto.
Infine, l'altro punto che viene sottolineato dalla vicenda è il fatto che sempre tutte le attività si basano su un possibile rispetto di procedure. Se però le procedure non sono rispettate, si verificano delle conseguenze negative che noi apprendiamo sempre solo alla fine, dopo che sono avvenute e non siamo mai in grado di far sì che questi eventi negativi non si verifichino. E in questo campo, come in altri, sovente, quando avviene un fatto imprevisto che non va nel senso in cui dovrebbe andare, le conseguenze non sono poi mai facilmente quantificabili.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interpellanza n. 2914 del Consigliere Placido inerente a "Esposizione di prodotti automobilistici in Portogallo"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 2914.
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Assessore, procedo all'illustrazione dell'interpellanza, così magari siccome non so la risposta, potrà modificarla o interpretarla in maniera diversa.
Mi trovavo, per altre ragioni, a Lisbona e sono andato a rivedere il Centro Culturale di Belém (posto interessante, che consiglio di visitare a chi si dovesse trovare da quelle parti).
Nel cortile interno del Centro Culturale trovo, per mia curiosità, uno stand della Regione Piemonte. Mi sono sentito, allora, doppiamente in dovere di andare a visitare questo stand.
Al di là dell'infelice posizionamento - l'entrata era nel luogo opposto di dove uno naturalmente pensava di trovarla - c'erano due totem buttati per terra e uno stand della Regione Piemonte, in collaborazione con l'Istituto Nazionale del Commercio Estero, se ben ricordo, e un paio di gentili hostess portoghesi. In questa mostra veniva presentata la Regione Piemonte - in particolare, alcune località delle nostre montagne in Provincia di Torino - e il lavoro dei principali carrozzieri torinesi.
Tuttavia, Assessore, la cosa rilevante era la trascuratezza: per entrare, bisognava fare un complicato giro e non c'era nessuno che potesse dare informazioni al di fuori delle due gentili hostess che fornivano i poster della Regione.
Il particolare che più mi ha colpito era un plastico (proprio di materia plastica), raffigurante un prototipo di auto mai realizzata, che essendo Lisbona una città dove la temperatura è più elevata rispetto al nord Europa, letteralmente si scioglieva, anzi, per rendere maggiormente l'idea, si "squagliava", con pezzi che cadevano.
Assessore, se questa è l'immagine del Piemonte, con uno stand messo al contrario, per cui bisognava fare un percorso quasi da caccia al tesoro per poter entrare, con due totem buttati per terra, con nessuno che potesse fornire qualche informazione (a parte le gentili hostess) e i pezzi che si deterioravano in maniera visibile, forse è meglio non andare all'estero in queste condizioni! Questo è quanto mi sono trovato a verificare del tutto casualmente. Ero lì in forma privata, ma mi sono trovato a svolgere un ruolo pubblico.
Evidentemente, diventa difficile spiegare questo aspetto nell'interpellanza, per cui gliel'ho voluta illustrare. Magari rinuncia alla risposta burocratica. Se la risposta sarà, invece, esauriente, la ringrazio in anticipo e gliene chiederò copia. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
chiaro che di fronte ai testimoni oculari...



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Assessore, se la interrompo. Volevo solo ricordare che, al termine della risposta dell'Assessore Cavallera, inizieremo le interpellanze rivolte all'Assessore Casoni relative al disastro ferroviario avvenuto circa quindici giorni fa in Provincia di Cuneo.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Vorrei solamente dare conto degli appunti che mi hanno preparato e fare un breve commento che, ovviamente, poco si discosta dall'introduzione del collega Placido.
Qui mi ricordano che la Mostra "Sape Mission, Car Design in Turin and Piedmont", finanziata nel 2002 dall'Assessorato alla cultura nell'ambito del "Progetto Cultura 2002-2003" e circuitata dal Ministero degli Affari Esteri, dall'ICE e della Regione Piemonte, in accordo con il Ministero delle Attività Produttive, era stata allestita in più città: dal 18 aprile all'11 maggio 2003 in Cina, a Shanghai, dal 23 giugno al 13 luglio 2003 in Corea, a Seongnam City, dal 10 al 26 settembre 2003 negli Emirati Arabi Uniti, a Dubai, dal 28 novembre 2003 al 1 gennaio 2004 in India, a New Delhi, dal 12 febbraio 1l 2 marzo 2004 in India, a Mumbai, presso il Nerhu Center, e, da ultimo, dal 9 giugno al 5 luglio, presso il Centro di Design Belèm di Lisbona, quindi aveva già subito qualche "squagliamento" precedente, viste le temperature nelle città ove aveva stazionato.
Consegnerò successivamente al collega tutta la documentazione inerente che adesso è inutile leggere.
Vorrei soltanto ricordare dei dati di copertura della spesa, che trova copertura ai sensi della D.D. n. 509 del 26/11/2003 - impegno n. 6568 mediante la quale si dispone: "di affidare al Centro Estero delle Camere di Commercio Piemontesi l'incarico di predisporre, seguire e controllare senza alcun onere di spesa, le varie fasi connesse ad ogni evento espositivo della mostra 'Shape Mission, Car Design in Turin and Piedmont' nella sua circuitazione di promozione dell'eccellenza automobilistica all'estero, secondo un calendario che verrà fissato ai sensi della dichiarazione di intenti tra la Regione Piemonte e il Ministero degli Affari Esteri, di comune accordo tra la Regione e l'ICE" con uno stanziamento di 30.000 euro.
Non risulta che vi sia stata alcuna delegazione tecnica e politica della Regione che abbia visitato la mostra - salvo la presenza casuale del collega - bensì un dipendente del Settore Promozione e Credito al Commercio, che ha seguito il lavoro di allestimento dall'8 al 10 giugno scorso.
In sostanza, il richiamo del collega Placido credo vada colto per quello che è. È un orientamento che quest'anno abbiamo già colto cercando di ridurre al minimo i settori e le presenze, perché abbiamo mille spinte per andare in mille posti e,ovviamente,non c'è la possibilità materiale per farlo. Non si tratta solo di una questione di spesa, perché se si decide di andare in una determinata realtà, bisogna poi avere le presenze e organizzare le manifestazioni del caso.
Credo, quindi, che questo debba essere considerato un episodio che tutto sommato, tentava di utilizzare - non dico di riciclare - un qualcosa che era già disponibile, ma non sempre si raggiunge l'obiettivo.
Ritengo comunque che si debba assolutamente perseguire la strada della qualità. A tal proposito, ringrazio il collega Botta, che ha rappresentato la Regione a Shanghai in questi giorni, dove sono state organizzate delle mostre ad hoc, con presenze significative a livello regionale ma anche interregionale, e con la sinergia tra varie Regioni (qui l'abbiamo fatta con la Regione Emilia Romagna, attraverso un impegno congiunto). A quel punto, l'insieme garantisce un risultato.
Da un certo punto di vista, a livello operativo-funzionariale, magari hanno cercato di ipotizzare un riutilizzo - ancora un'ultima stazione di quella mostra che aveva già stazionato in vari posti - ma la testimonianza diretta del collega mette in risulto come bisognerebbe avere l'assoluta certezza della qualità di ciò che si mette in mostra e dell'interfaccia cioè di una presenza di qualche soggetto che effettivamente dia intelleggibilità e renda utile ciò che viene messo in esposizione, salvo che non siano opere tali che si commentano da sole. Quindi, sotto questo profilo, fornirò la fotocopia al Consigliere Placido per quanto riguarda i dati operativi, burocratici e finanziari, ma è chiaro che è un suggerimento che senz'altro mi sento di accogliere.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore Cavallera.


Argomento: Opere pubbliche - Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Incidente ferroviario Cuneo-Madonna dell'Olmo del 13 settembre 2004" Le interrogazioni ed interpellanze collegate (interpellanza n. 3001 "Incidente ferroviario a Cuneo" presentata dai Consiglieri Riba, Manica Marcenaro, Muliere; interpellanza n. 3002 "Sinistro ferroviario di Cuneo Madonna dell'Olmo del 13.09.2004" presenta dal Consigliere Taricco interrogazione n. 3004 "Incidente ferroviario a Cuneo" presentata dal Consigliere Caracciolo; Interpellanza n. 3009 "Deragliamento treno sulla linea Torino - Cuneo - Morti e feriti - Ora parleranno del solito errore umano, ma dietro il dramma ci sono altri fattori" presentata dal Consigliere Contu; interpellanza n. 3012 "Incidente ferroviario sulla linea Torino - Cuneo" presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Papandrea Suino) saranno assorbite da tale comunicazione della Giunta e dal successivo dibattito


PRESIDENTE

Colleghi, il 13 settembre 2004 il Piemonte ha subito un gravissimo incidente ferroviario che ha causato la morte di due persone. Sul punto sono pervenute alla Presidenza, rivolte alla Giunta, varie interpellanze.
Se l'Assessore concorda, partirei con la comunicazione della Giunta, in modo che successivamente si svolga il dibattito.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
In relazione all'incidente del 13 settembre 2004, sulla linea ferroviaria Fossano-Cuneo, nei pressi del bivio Madonna dell'Olmo, devo dire che, immediatamente, il giorno stesso, ho fatto costituire una Commissione tecnica conoscitiva per l'acquisizione degli elementi atti a verificare le modalità dell'incidente verificatosi.
Questa Commissione sta lavorando, logicamente, tenendo in considerazione i contatti con le altre Commissioni, parimenti costituite.
Oltre alla doverosa indagine dell'Autorità giudiziaria, quindi alla Commissione dell'Autorità giudiziaria, è stata istituita una Commissione di Trenitalia e una di RFI (Rete Ferroviaria Italiana).
Ricordo il fatto: alle ore 7.19 di lunedì 13 settembre il treno TAF 4441, in servizio da Torino a Cuneo, composto da quattro carrozze, con circa quaranta passeggeri a bordo, deragliava in prossimità del bivio Madonna dell'Olmo, provocando la morte della Capotreno e di una passeggera ed il ferimento di trentaquattro passeggeri, tutti dimessi in giornata.
Le considerazioni che, al momento, abbiamo preso in esame riguardano i dati che c'è stato permesso rilevare, senza entrare nel merito dell'inchiesta dell'Autorità giudiziaria, che, peraltro, sta esaminando e detiene le due chiavi definitive di individuazione di questo incidente ferroviario, cioè le cosiddette scatole nere.
C'è una scatola nera che dovrebbe confermare la velocità del treno al momento dell'incidente e c'è un altro dispositivo, sequestrato dall'Autorità giudiziaria, che invece registra i segnali sulla linea (se il semaforo era verde, giallo-verde, rosso).
Quello che pare certo,al momento, trattandosi di un incidente in prossimità di uno scambio - questo è un elemento ormai appurato - è che il treno viaggiava a circa 130 km/h (esattamente 128 km/h), mentre con lo scambio attivato avrebbe dovuto viaggiare a 60 km/h.
I casi sono due, evidentemente, avendo peraltro le Commissioni tecniche verificato (questa era un'altra delle ipotesi importanti) che sulla linea in questione (questo si desume dall'analisi tecnica, che è stata rilevata da tutte le Commissioni) non risultavano lavori in corso, né lavori terminati da poco, né si sono rilevati, durante il sopralluogo, danni all'infrastruttura tali da far ipotizzare cedimenti strutturali, né lungo la linea, né in corrispondenza dello scambio.
Anzi, i periti nominati hanno rilevato che la struttura ha retto molto bene in rapporto al tipo di incidente verificatosi, sia dal punto di vista del treno che dal punto di vista della massicciata, dei binari e quant'altro.
Tra l'altro, il treno in questione era un TAF (n. codice 004), da considerarsi praticamente nuovo, un treno che aveva percorso 14.000 km quindi sostanzialmente nuovo.
Si tratta di un treno dotato di dispositivo denominato "vigilante", un dispositivo automatico che permette di capire se, in un dato momento, il conducente o il macchinista è cosciente o meno, indipendentemente dalla presenza di altre persone. Questi treni sono abilitati per viaggiare con un solo macchinista, a differenza di altri, che non hanno questo dispositivo cosiddetto "vigilante" a bordo.
L'unica cosa che questo sistema "vigilante" non controlla è la velocità alla quale il treno procede; questo sistema non lo prevede, quindi questo treno non lo prevedeva. Le ipotesi, al momento, sono sostanzialmente due delle quali però non voglio dare nessuna interpretazione, perché abbiamo anche letto di dichiarazioni del macchinista che sostiene di aver visto il semaforo verde-verde e quindi, sostanzialmente, a questo punto, non possiamo fare altro che aspettare. Mentre pare appurato, per sua stessa ammissione, il fatto che il treno viaggiasse a 128 km/h, proprio perché a suo avviso il segnale era verde-verde e quindi avrebbe avuto il permesso per marciare a quella velocità.
Ora, una delle due scatole nere diventa determinante, perché quella che verifica la velocità, per ammissione di tutti, evidentemente, registrerà la velocità del treno in quel momento. Si tratta di un elemento che, comunque non è messo in discussione da nessuno, né dal macchinista, né dagli altri operatori: il treno viaggiava, in quel momento, a 128 km/h.
Invece, la scatola che ha sequestrato l'Autorità giudiziaria contiene anche la registrazione del posizionamento dei "semafori" in quel momento.
Sicuramente questa è la chiave che ci permetterà di capire se si è trattato di un errore del macchinista o, comunque, di un errore umano imputabile ad altri che, magari, non hanno attivato dei segnali, anche se i segnali si dovrebbero attivare automaticamente sulla linea.
Del resto, in precedenza erano già passati altri treni e tutto aveva funzionato regolarmente fino al momento di questo incidente.
Non voglio giungere a ipotesi affrettate, anche se dalle informazioni in mio possesso e la cui impostazione ormai tutti condividono, si è trattato di un incidente non dovuto all'infrastruttura, né alla rete, n alla massicciata, né al treno - questo è ormai acclarato - ma al fatto che lo scambio è stato affrontato ad una velocità eccessiva.
Si tratta di capire se il segnale, in quel momento, permetteva quella velocità o meno. Questo è un dato del quale non posso disporre perché la scatola nera è sotto sequestro giudiziario ed è a disposizione della Commissione istituita dall'Autorità. Alla luce della situazione, ho approfondito bene il tema, ho chiesto un incontro con il Ministro Lunardi e con i massimi vertici delle Ferrovie. L'incontro mi è stato immediatamente concesso; venerdì scorso ero a Roma ad un incontro con il Ministro Lunardi l'Amministratore delegato del gruppo FS, il dottor Elio Catania l'amministratore delegato di RFI, l'ingegner Mario Moretti e l'Amministratore delegato attuale (da notizie in mio possesso, questa settimana cambierà) di Trenitalia, Roberto Renon, che probabilmente già questa settimana sarà sostituito da Roberto Testore, che diventerà il nuovo amministratore delegato.
Nell'incontro, pur avendomi chiarito la situazione, ho tenuto un atteggiamento fortemente polemico sul tema della sicurezza e credo di aver ottenuto due risultati importanti, che posso annunciare all'Aula. Come prima regione italiana, installeremo su tutta le linee regionali, quindi non solo sulle linee principali come la Torino Milano o la Torino Genova ma anche su tutte le linee secondarie, un ulteriore dispositivo di sicurezza, già in funzione sulle linee Milano-Torino, Milano-Roma e Roma Napoli, che si chiama Sicurezza Marcia Treno. Si tratta di un dispositivo in grado di controllare l'eccesso di velocità del treno e che disattiva automaticamente l'energia dello stesso: sostanzialmente, fa frenare il treno qualora si superino limiti di velocità non consentititi. Il sistema vigilante, di cui parlavo prima, verifica solo la coscienza del macchinista, cioè il fatto che sia attivo, vigile e quant'altro. Saremo l'unica regione italiana a possedere questo dispositivo. Anche in quest'occasione ho teso a "sfruttare" la situazione, per consentire ancora un salto di categoria alla nostra rete che, lo dico pubblicamente, è la più estesa d'Italia. La rete ferroviaria piemontese, al momento, è la più estesa d'Italia. In altre regioni si sono operati tagli molto più radicali e pesanti ma, nonostante il Piemonte non sia il territorio più ampio abbiamo la rete ferroviaria più estesa.
Su tutta la nostra rete, entro la fine del 2005, sarà installato il SCMT (sistema di sicurezza marcia treno) che sarà in grado di bloccare eventuali treni che transitano a velocità non consentita su un certo tratto. Questo era un programma che doveva essere attuato nell'arco di decenni, ma io sono riuscito a strapparlo e a farlo realizzare entro la fine del 2005.
Parimenti, anche sul materiale rotabile, poiché abbiamo già un programma di sostituzione dei treni esistenti, ho chiesto un'accelerazione della sostituzione e, anche in questo caso, entro la fine del 2005, l'80 dei treni regionali sarà completamente nuovo. Tutti i treni in ordinativo in uscita dall'Alstrom di Savigliano e da altre fabbriche, verranno consegnati con priorità alla nostra regione, in modo da affrontare anche la "vetrina" dell'evento olimpico con un parco rotabile dei treni completamente rinnovato. Per fine 2005 avremo o treni esclusivamente nuovi vale a dire treni acquistati negli ultimi due anni, oppure treni completamente rinnovati. C'è un sistema di rinnovo delle carrozze che sostanzialmente, ne conserva solo gli assali; le cabine vengono sventrate completamente, vengono sostituiti i sedili, è installata l'aria condizionata. I treni diventano completamente nuovi.
Inoltre, completeremo - altro risultato emerso dall'incontro di venerdì il programma d'acquisto delle moderne carrozze a due piani per il trasporto sulla linea Torino-Milano, caratterizzata da una grande utenza (non sono i TAF, ma carrozze ancora più comode, a doppio piano). Ne saranno consegnate circa 40 entro il 2005.
L'incidente occorso non è dovuto ad una carenza dell'infrastruttura tuttavia ho teso ad "utilizzare" questo evento per fare in modo di migliorare l'infrastruttura ferroviaria (avere il sistema SCMT su tutta la rete regionale è un risultato di gran lunga migliore rispetto ai piani d'attuazione di tutte le altre regioni, che li vedranno completati nel 2010, quindi cinque anni dopo di noi). E il materiale rotabile, quindi treni completamente nuovi o totalmente rinnovati, entro la fine del 2005.
Sui tratti del programma regionale non completati con i sistemi di raddoppio - in particolare sulla linea Fossano-Cuneo, la linea Biella Carisio e altri tratti - abbiamo ottenuto la garanzia che entro novembre cioè entro un mese dall'incontro tenutosi a Roma, l'amministratore delegato, Catania, e i vertici nuovi di RFI e di Trenitalia verranno a Torino per relazionare su tutti gli interventi che sia RFI sia Trenitalia faranno in Piemonte. Avremo un'occasione pubblica di confronto con i massimi vertici nazionali, che confermeranno ciò che ho detto e ci daranno notizie - ne sono già a conoscenza, ma voglio che siano certificate in quell'occasione - sul finanziamento del raddoppio della linea Fossano Cuneo, già garantitomi dal Ministro. Così come per la linea Torino-Pinerolo e per gli altri interventi che insistono sulla rete regionale, aspetto quell'occasione per sentirmelo dire dall'amministratore delegato del Gruppo FS, Catania.
Mi rendo conto che l'incidente è stato grave, non dovuto, come pare acclarato, ad un cedimento dell'infrastruttura, ma io ho teso "sfruttare" questo evento per fare in modo di ottenere il massimo, nonostante i vertici delle Ferrovie sostengano che la nostra regione sia nettamente più avanti rispetto a tutte le altre nel sistema dei treni, nella puntualità e nelle carrozze rinnovate.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Alle 7.15 del mattino, di un giorno normale, un treno guidato da un macchinista espertissimo, che ha qualche decina d'anni d'esperienza nelle ferrovie ed è conoscitore attento di quella linea, deraglia su uno scambio: questo è il punto.
Naturalmente, in chiave difensiva, tutto si può interpretare, ma che un macchinista esperto com'era quello alla guida di quel treno, considerato anche persona particolarmente idonea allo svolgimento di quel tipo di lavoro, persona alla quale, persino nell'occasione dolorosa del funerale c'è stato l'abbraccio affettuoso da parte dei parenti del capotreno, che hanno detto di lui: "E' il nostro gigante". Perché è un uomo gigantesco perché è un ferroviere tutto di un pezzo; perché è una persona al di sopra di qualsiasi dubbio. Un malore può succedere; ma una distrazione da parte di un uomo di questa natura è particolarmente difficile da immaginare. Del resto, non c'erano situazioni che riguardassero, da nessun punto di vista la visibilità, la condizione personale, le ore di guida, eccetera. C'è invece un altro aspetto da esaminare: non possiamo sapere - e l'Assessore da questo punto di vista, è stato opportunamente cauto - se il segnale era a posto o se non era a posto, perché l'unica possibilità è che il segnale consentisse una velocità di tipo diversa in quel punto, in quello scambio.
come la rotonda che ognuno di noi percorre tutti i giorni uscendo da casa: quel macchinista sapeva tutto, poteva assolutamente prescindere dai segnali, poteva prescindere da tutto perché conosceva quella strada conosceva il suo treno, conosceva il suo mestiere. Era persona particolarmente idonea e severa nello svolgimento del suo lavoro.
Chi ci dice che il segnale fosse a posto? È molto più logico, colleghi immaginare che fosse un segnale fuori posto a consentire al macchinista l'utilizzazione di una velocità, diciamo indotta dal segnale, che non la sua esperienza. La sua esperienza, naturalmente, gli segnalava che cosa c'era in quel punto - punto particolarmente critico e intasato - della rete ferroviaria.
Il problema è la sicurezza. Rispetteremo le indagini e le conclusioni in particolare l'indagine della Magistratura (perché le indagini di parte sono, appunto, "indagini di parte"), però c'è una carenza di sicurezza.
Lei stesso, immaginando di fare cosa utile, ha ottenuto l'installazione, in tempi rapidi, di un dispositivo di sicurezza che frena il treno se si riscontra una situazione di difformità tra quello che è consentito dalla linea e quello che viene consentito dai segnali, o quello attuato umanamente dal macchinista, ma alla presenza di segnali.
Oltretutto, non era presente un solo macchinista; erano in due. Non è che uno da solo può farcela. Anche se il treno poteva essere guidato da un solo macchinista, credo che ci fossero i due macchinisti previsti. Non siamo nella situazione di una sola persona indotta, per qualche ragione che ci sfugge, a non vedere un segnale. No, il macchinista il segnale l'ha visto e ne ha dato una interpretazione. È difficile immaginare diversamente.
Errore sì, ma errore della segnalazione.
Del resto, il fatto che occorra che altre due vite siano sacrificate perché venga applicato, su quella linea, un emendamento di sicurezza di cui, peraltro, le ferrovie già dispongono, è un elemento che si commenta da solo e richiama fortemente la nostra attenzione.
Il fatto che il Piemonte abbia una rete relativamente estesa Assessore, non vuole dire che il Piemonte abbia una rete sicura e una rete moderna; tant'è che, in fatto di modernità, noi siamo qui - personalmente da quando presiedo in questo Consiglio e lei, da quando è Assessore, a promettere, e sono dieci anni - a esigere il raddoppio della linea ferroviaria Cuneo-Fossano.
Il Consigliere Dutto avrà più volte percorso, con mezzi di cui soltanto lui può disporre, quella linea alla ricerca di giustificazioni, ma non trovandone, ne subisce tutti i giorni le conseguenze nella più cupa disperazione, però soltanto la sua disciplina di parte gli evita di svolgere una protesta più drastica. Tuttavia, neanche oggi, Assessore Casoni, sappiamo quando quella linea ferroviaria verrà raddoppiata.
Sicuramente esiste una connessione tra il mancato raddoppio e la sicurezza su quella linea, perché le difficoltà sugli scambi sono anche dovute ad una serie di situazioni che riguardano un nodo ferroviario non revisionato, quindi c'è un problema di sicurezza.
La nostra Provincia paga con due morti. L'amministrazione delle ferrovie dispone di un sistema di sicurezza che soltanto adesso, dopo l'incidente, si renderà disponibile ad installare su quella linea. È una delle linee più pericolose e più intasate del Piemonte, stante il collegamento che passa tra Torino e Nizza, Cuneo e Torino, ancora a binario unico - cosa che esiste anche a Porto Torres, ma bisogna andare a questi livelli di paragone. In dieci anni non abbiamo fatto altro che raccogliere a fronte della drammatica mancanza di questo intervento, sollecitazioni e promesse.
Francamente, Assessore, qui ci sono delle responsabilità che, fermo restando il risultato delle inchieste, vanno, per gli elementi umani e di conoscenza che abbiamo, ricercate ed indagate nel sistema di sicurezza e nel funzionamento dei meccanismi dei semafori, come nella mancanza di un automatismo che colleghi il segnale all'adottamento del comportamento del treno e, in ultima analisi, in uno stato insostenibile di deterioramento della rete. Si tratta di manutenzione. Può darsi che quella strada, in quel punto, non denotasse elementi di grave mancanza di manutenzione, ma è certo che si tratta di una linea sottoposta a sollecitazioni e che è del tutto inadeguata per ammissione unanime di tutti, tant'è che il raddoppio di quella linea ferroviaria era nel programma Ghigo del 1995 e anche del 2000.
Immagino che l'avrete già scritto nel programma del 2005, e devo anche sperare che la situazione cambi, perché almeno qualcun altro provi a realizzare ciò la cui mancanza, adesso, la paghiamo in termini di vite umane.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Assessore, siamo a tre, nel solo 2004.
Il primo incidente sulla linea internazionale del Sempione.
20 marzo 2004, scontro mortale in galleria: una vittima e 37 feriti.
16 maggio 2004: sulla linea Livorno-Torino, un locomotore sfonda una casa nell'alessandrino, determinando la morte di una donna e 36 feriti.
Arriviamo al 13 settembre 2004.
Assessore, le pongo alcune questioni. Peraltro, condivido l'intervento del Vicepresidente Riba: qua nessuno deve sfuggire dalle proprie responsabilità.
Si dice che alla fine di una legislatura si tirano le somme e i bilanci degli impegni contratti con gli elettori. Per ben due volte, per ben due legislature, voi avete disatteso l'impegno del raddoppio.
Qual è il treno coinvolto, Assessore? Lei fa detto: un treno moderno, i cosiddetti TAF, i treni ad Alta Frequentazione. Le dico cosa ci segnalano i dipendenti della Regione, perché ho scoperto che una miriade di nostri dipendenti - d'altronde, siamo un ente regionale - usa quella linea: "Il treno coinvolto risulta scomodo, sporco, con poco spazio per i bagagli e con i finestrini sigillati per il condizionamento dell'aria, ma sistematicamente privo di martelletti per la rottura di vetri in caso di incidente".
Questo è un problema di sicurezza, sapendo che chi asporta i martelletti commette sicuramente atti di microdelinquenza, con atteggiamenti a volte guasconi anche da parte dei ragazzi. Per Vicepresidente, sa a quanto ammonta l'abbonamento su quella linea da Cuneo in sola seconda classe? La bellezza di 800 euro all'annuo, per quel tipo di servizio.
Adesso arrivo alla parte più delicata. Il Capotreno deceduto non era un macchinista (questo va sottolineato), non era un aiuto macchinista, ma aveva due sole competenze: con un addestramento molto semplice, era abilitato al riconoscimento dei segnali e all'arresto del treno. Quindi la situazione è di un treno che parte da Torino alle 7.15, ma a Fossano il secondo macchinista scende, viene sostituito dal Capotreno, che naturalmente abbandona i passeggeri perché, se deve occupare il posto in cabina, deve necessariamente abbandonare i passeggeri, mentre il secondo macchinista viene adibito ad altra tratta.
Assessore, a dicembre del 2003 quest'Aula autorizza la II Commissione ad espletare i compiti di lavoro di una Commissione d'indagine sullo stato del sistema ferroviario piemontese. Dopo ripetuti solleciti, ci vuole il terzo incidente per ottenere un'audizione dell'Ente Ferrovie Italiane su questo problema. Abbiamo dovuto attendere il terzo incidente.
L'altra situazione. Condivido le parole del Consigliere Riba che provenendo da quell'area, ben conosce il macchinista, ma qui va denunciata anche un'altra cosa. L'Ente Ferrovie Italiane anticipa le scelte del Governo e, per coprire la carenza dei macchinisti, mantiene in servizio personale che ha maturato il diritto alla pensione. Chiaro che non esiste una relazione di effetto/causa, perché sta dalla nostra parte certamente la grande esperienza del macchinista.
E poi c'è una terza questione, Assessore, che le voglio dire un po' sottovoce, anche se resta a verbale. Sono due i morti, è un fatto gravissimo. La Magistratura farà gli opportuni accertamenti, analizzando la scatola nera. Parleranno del solito errore umano, ma dietro il dramma ci sono altri fattori. Non si può sempre liquidare un incidente così grave con un errore umano, perché se c'è il macchinista ed è accompagnato da un sostituto macchinista, abilitato al riconoscimento dei segnali, lei mi deve spiegare perché si fa tutta la polemica sul macchinista unico, corroborato dai sistemi di sicurezza, anche se ovviamente quattro occhi vedono meglio di due. Certamente c'è un pesante interrogativo.
Il terzo pesante interrogativo è sulle norme che regolano l'accesso alla cabina. Mi auguro che la Magistratura approfondisca anche questo aspetto, perché certamente c'è una grande incognita su quello che si è verificato in quel frangente in relazione all'incidente.
Ci sono gravi responsabilità politiche, e queste mi pare che debbano essere assunte sino in fondo. Occorre approfondire l'aspetto relativo al monte ore straordinari che accumula il personale macchinista per sopperire alle carenze di organico. Guardi che, man mano che aumentano i carichi di lavoro, il grado di sicurezza delle nostre linee ferroviarie diminuisce in modo esponenziale, non in modo proporzionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Sicuramente l'incidente ferroviario è avvenuto nel punto in cui il binario unico della Torino-Fossano diventa doppio. Dire diventa doppio non è proprio un'affermazione precisissima: in quel punto, in realtà, il binario unico della Cuneo-Torino affianca il binario della Cuneo-Saluzzo.
Sono stati sistemati scambi recentemente, perché prima non c'erano, per permettere di utilizzare la linea Cuneo-Saluzzo anche per i treni in partenza da Cuneo per Torino e in arrivo da Torino per Cuneo. Questo per permettere a un maggior numero di treni di circolare su quel binario unico.
Punti critici come questo sulla stessa linea si trovano a Maddalene San Benigno e Centallo, dove il binario unico diventa doppio per un breve tratto. In tutti questi punti il treno in arrivo da Torino o da Cuneo per Torino, secondo il colore di avviso predisposto dai segnali, viene a sapere se lo scambio è in posizione diritta o se è deviato. Nel primo caso, il treno può procedere a velocità normale, che per la linea è di 130 km/h; nel secondo caso, deve rallentare a 60 km/h.
Il sistema automatico di posizionamento degli scambi e dei segnali è strettamente collegato, perciò se viene girato uno scambio automaticamente, senza nessun altro intervento umano, i segnali diventano del colore giusto per segnalare che lo scambio è deviato. Se lo scambio è in posizione dritta, i segnali diventano verde-verde; nell'altro caso diventano giallo lampeggiante e verde-rosso (sono due segnali di preavviso). Da quanto risulta dalle perizie, tutto questo ha funzionato.
Resta il primo fatto: la linea è a binario unico, è una linea super intasata, dove veramente non si riesce a spostare di un minuto gli orari perché altrimenti, spostandolo di un minuto, c'è già un altro treno che deve passare. E' veramente ora di raddoppiarlo. Io sono stato fra i primi a proporre il raddoppio e a continuare a fare opere, ordini del giorno interrogazioni sia in Comune di Cuneo che qui in Regione per questo raddoppio.
Il raddoppio è stato promesso più volte. Alcuni anni fa c'è stato un finanziamento per la realizzazione di un primo lotto; da quanto mi risulta siamo ancora a livello di progettazione.
Sono veramente felice per quanto ha annunciato l'Assessore Casoni ovvero che verrà finanziata, suppongo l'anno prossimo, quest'opera: dobbiamo veramente arrivare a questo raddoppio.
Il solo fatto che ci siano due binari, automaticamente innalza enormemente il fattore "sicurezza", perché il binario di sinistra verrà utilizzato per la linea Cuneo-Torino, mentre quello di destra per la linea Torino-Cuneo. Perciò il raddoppio elimina questi quattro punti critici che, comunque, rappresentano i quattro punti deboli e pericolosi della linea.
Sicuramente, un altro salto di qualità si avvertirà anche con l'installazione del Sistema Marcia Controllo Treni (SMCT). Si tratta di un sistema installato a bordo dei locomotori e degli elettrotreni che riconosce, tramite una boa, il colore dei segnali: pertanto, se il macchinista non agirà di conseguenza, ottemperando a quanto prescritto dai segnali, interverrà il sistema togliendo corrente e arrestando il treno.
Ritengo che questa azione congiunta - raddoppio della linea e installazione del SMCT - porti, effettivamente, ad un livello di sicurezza moderno e completo su questa linea. Oggi, il livello di sicurezza è comunque buono, direi in media con le altre linee italiane, ma incidenti eccezionali e incomprensibili come questo purtroppo accadono. Ne accadono pochi, per fortuna.
Proprio in questi giorni, i giornali si sono sbizzarriti a pubblicare l'elenco degli incidenti che riguardano, in particolare, quella linea, ma anche il resto del Piemonte e l'Italia in generale.
Ebbene, proprio esaminando questi elenchi, ci accorgiamo come il treno sia un mezzo enormemente più sicuro dell'auto e degli altri mezzi di trasporto. Se non erro, non mi sembra che siano emersi altri incidenti con vittime sulla linea Torino-Cuneo. È emerso un unico incidente, sempre a Madonna dell'Olmo, sempre su quegli scambi, ma fortunatamente non vi erano state vittime, ma soltanto alcuni feriti. È stato altresì segnalato un altro guasto - perché non si può chiamare "incidente" - di un locomotore dove il treno si era fermato e non era accaduto assolutamente nulla ai passeggeri. Tutto ciò nell'arco di una trentina di anni. Pertanto, fare del "terrorismo psicologico", gridando ai pericoli delle nostre ferrovie, credo che sia veramente esagerato. È giusto, invece, elevare il livello di sicurezza esistente, attraverso le due vie annunciate e intraprese dall'Assessore.
Perciò, a conclusione, dico che si è trattato di un incidente eccezionale e che non doveva certamente succedere. Ma è una linea da ritenersi, comunque, sino ad ora, sicura, e con un sistema ferroviario sicuro. Domani arriveremo veramente ai massimi della sicurezza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dutto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Vorrei riallacciarmi proprio alle ultime considerazioni fatte dal Consigliere Dutto, che sosteneva che in trent'anni, in quella linea, sono successi pochi incidenti.
Però è il terzo incidente grave, con decessi, che capita in Piemonte.
Non credo che si debba demonizzare un mezzo, in questo caso le ferrovie semmai il problema è di chi le controlla, di chi ci investe e di chi decide su alcuni aspetti.
Sarebbe grave, però, esattamente per le ragioni che diceva il collega Dutto prima, non preoccuparci dopo tre incidenti mortali in otto mesi. Se prima non ne capitavano e adesso sì, vuol dire che è cambiato qualcosa.
vero che una volta è capitato in una linea, una volta in un'altra, per sono comunque accaduti in Piemonte. Questo, tra l'altro, dovrebbe dirci qualcosa; dovrebbe far riflettere la politica che attua il Piemonte: se dopo tre incidenti non ci preoccupassimo della conduzione della politica piemontese sui trasporti, in particolare per quelli su rotaia commetteremmo un errore, perché ritengo che vi siano delle responsabilità.
Come ripeto, non è questione di mezzi, ma delle politiche che si attuano.
Potremmo dire di essere stati facili profeti - se vorrete leggere i nostri interventi, nel passato, lo potrete verificare - perché già in passato avevamo denunciato che le politiche di privatizzazione e di esternalizzazione avrebbero creato maggiori insicurezze, con conseguenti incidenti. Purtroppo, si è verificato: una volta per un motivo, una volta per un altro, però intanto si registra un aumento della pericolosità che provoca, purtroppo, molti decessi, decine di feriti, ingenti danni materiali oltre che alla vita umana (chi viaggerà su quelle linee, infatti subirà tutta una serie di problemi e la sua vita sicuramente ne risentirà).
Esiste, quindi, un problema. E non vorrei che si arrivasse come in Inghilterra, dove tutto è cominciato così: hanno privatizzato, poi hanno portato avanti certe politiche, hanno ridotto gli investimenti sulla manutenzione, e, ad un certo punto, si è verificata un'esplosione di incidenti che ha portato a ripensare alle politiche precedenti.
Rischiamo pericolosamente di avvicinarci ad una situazione del genere.
Perché mentre progettiamo opere faraoniche, della situazione attuale ci preoccupiamo poco, e gli investimenti vengono concentrati altrove. La situazione esistente è quella che vede centinaia di migliaia di cittadini viaggiare. Poi scopriamo che le soluzioni tecniche esistono, anche a fronte di possibili errori umani, che purtroppo, quando si parla di sicurezza devono essere messi in preventivo. Gli errori umani avvengono, pertanto bisognerà trovare delle soluzioni in grado di ridurre anche gli effetti degli errori umani.
gravissimo che, a fronte di soluzioni tecniche che permettono appunto, di eliminare o di ridurre pesantemente l'effetto di un errore umano, queste soluzioni vengono introdotte soltanto dopo che si verificano gli incidenti, e non vengono attuate in modo preventivo.
E poi si continua a non fare ciò che ricordava prima anche il collega Dutto, cioè tutta una serie di investimenti sulla rete esistente che permetterebbero, a tutta una serie di tratti, di essere meno pericolosi.
Credo che questi siano le cause dei nostri problemi. Tutto ci all'interno di una politica che sta portando un mezzo di trasporto tra i più sicuri al mondo a diventare insicuro. Ritengo che sia una responsabilità precisa anche di questa Giunta e delle scelte che, nel corso di questi anni, ha fatto.
Tra l'altro, credo che il numero delle vittime sia maggiore, perch sono convinto che si siano verificati numerosi decessi, o comunque ferimenti, a causa dei lavori che si stanno facendo per l'Alta Velocità sulla Torino-Milano: è pur vero che quei lavori si devono fare, ma si dovrebbe fare in modo che chi utilizza l'autostrada viaggi sicuro. Non si può dire che è invitabile, perché non è inevitabile. Anche su questo esiste un atteggiamento di responsabilità.
Rispetto ai lavori che vengono sollecitati, come quelli che ricordava il Consigliere Dutto sul raddoppio della linea per Fossano (ma non è l'unico), non si capisce l'atteggiamento di questa Giunta, per cui tutta una serie di opere e di infrastrutture volute dalla popolazione non si realizzano mai, mentre quelle che la popolazione osteggia vengono sostenute, caldeggiate si vogliono fare a tutti i costi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

E' con rammarico che mi rivolgo all'Assessore Casoni per affrontare il tema della sicurezza sui treni. Abbiamo parlato, moltissime volte, in quest'Aula, della questione sicurezza e devo dire che lei, Assessore Casoni, ha sempre cercato, con tutta la sua buona volontà, di risolvere un problema così annoso.
Lei sa che il sottoscritto ha presentato almeno una quarantina di interrogazioni in materia di sicurezza ferroviaria. Parecchie volte abbiamo parlato di conformità relativamente ai discorsi della linea e del vettore di conformità alle responsabilità ed al numero degli addetti che si occupano della movimentazione dei treni.
Nella relazione che lei ha fatto, Assessore Casoni, risulta un po' troppo semplicistico dire che il treno viaggiava a 128 km/h e che, non essendo munito di intercettatori autoattivanti in caso di segnali in contrasto, ha continuato la sua marcia causando l'incidente. La sua analisi è un po' limitativa.
Vorrei ricordarle che nel contratto di lavoro, attualmente in vigore per i ferrovieri, è considerato lavoro notturno il periodo che intercorre tra le ore 24 e le ore 5 del mattino. Nel caso in discussione il macchinista, che era a bordo del treno, ha preso esattamente servizio alle ore 3.38, quindi nell'orario notturno.
Il contratto di lavoro dei ferrovieri prevede la presenza di due macchinisti nell'orario notturno, ma nel momento in cui si è verificato il disastro ce n'era uno solo, in quanto il secondo macchinista era stato trattenuto presso la stazione di Fossano.
Il vero problema è quello della sicurezza. Il macchinista a bordo era solo uno, non c'era il suo collega, ma nella sua relazione, Assessore Casoni, lei non ha evidenziato questo punto. Non so se l'incidente sarebbe successo ugualmente, se il secondo macchinista avesse svolto il suo regolare servizio.
Tante volte si è parlato di incidenti ferroviari di vario genere, come nelle gallerie, però, se non succede un disastro, noi non ci muoviamo.
Capisco che per lei è una situazione difficile e devo dire che solitamente, fa il possibile per risolvere un problema e non si è mai tirato indietro, però in questo caso non è stato sufficientemente incisivo sia nei confronti del vettore sia nei confronti del gestore della rete ferroviaria.
Più volte lei ha promesso, in quest'Aula, riguardo alla sicurezza e al rispetto del contratto di lavoro, che avrebbe dato il suo apporto. Ma su questa tratta, nel caso del treno 441, questo non si è verificato.
Ripeto e sottolineo che i macchinisti, in quell'occasione, dovevano essere due, ma in realtà ce n'era solo uno. Questa è un aspetto importante e fondamentale da sottolineare, anche se non posso negare che, pur in presenza del secondo macchinista, l'incidente sarebbe potuto avvenire lo stesso.
Che il treno fosse nuovo o vecchio non è particolarmente importante, ma lo è il fatto che non fosse munito di sistema autofrenante nel momento in cui si è presentato un segnale in contrasto. Quindi, credo sia importante procedere in questa direzione e automatizzare il più possibile i treni, per ottenere una maggiore sicurezza.
Come ho già detto, il contratto di lavoro - lei non l'ha evidenziato prevede per i macchinisti due addetti nell'orario notturno. Questo è un punto importante su cui riflettere, al fine di analizzare la questione sotto tutti i punti di vista.
La prego di tenere presente quello che le sto dicendo e di verificare le mie affermazioni. In effetti, questi sono gli stessi punti sollevati dalle organizzazioni sindacali: nell'intervallo tra le ore 24 e le ore 5 i macchinisti dovevano essere due, mentre questo signore, che ha iniziato il turno alle ore 3.38, in realtà si è ritrovato da solo alla fine del turno.
Forse è proprio questo il vero problema. Un problema determinato dalle stesse organizzazioni del trasporto.
La prego, Assessore Casoni, di considerare con coerenza la questione anche perché ho notato che, negli ultimi tempi, gli addetti ai lavori fanno i capricci sulle questioni inerenti alla sicurezza stradale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo brevemente, perché l'argomento è stato già dibattuto, in sede di II Commissione, la scorsa settimana.
Cercherò di evitare il rischio, che mi sembra aver colto in molti dei miei colleghi Consiglieri, di avventurarmi in un'analisi e, soprattutto, in risposte e soluzioni in merito alla dinamica dell'incidente di Cuneo, sul quale attualmente vi sono ben cinque inchieste in corso.
Ho trovato quanto mai inopportuno - lo voglio dire in Aula - che alcuni Consiglieri, al termine della II Commissione, abbiano avallato o fatto circolare soluzioni e risposte al caso.
Non ero in aula, ma mi è stato riferito dal Capogruppo Palma che anche il collega Riba è intervenuto su questo punto, prendendo una posizione che mi sembra di condividere. In particolare, condivido la preoccupazione di dare risposte troppo facili ad una questione sicuramente difficile e che in questo momento, è oggetto di cinque inchieste.
Quindi, a mio parere, non deve essere data nessuna risposta da parte del Consiglio e dei Consiglieri, perché non è nostro compito. Anzi dobbiamo avere la forza di non rispondere alle sollecitazioni che arrivano da parte dell'opinione pubblica e dai mezzi di informazione che, su eventi di questo tipo, si scatenano, giustamente o forse non così opportunamente.
Voglio solo fare due considerazioni. Comincio da quella che già più volte ho avuto occasione di fare in sede di Commissione e anche alla presenza dell'Assessore Casoni: credo che ci sia, indubbiamente, al di là della mia provenienza cuneese e del mio collegio elettorale, un problema di valorizzazione del comune di Cuneo all'interno dei trasporti regionali piemontesi.
E' un capoluogo che rischia sempre più di essere isolato dal punto di vista ferroviario. Ricordo che solo tre anni fa c'erano treni veloci che garantivano una percorrenza tra Cuneo e Torino in poco meno di un ora, ma adesso ne occorre una e mezza.
Abbiamo avuto occasione, in sede di Commissione, di fronte alle autorità di Trenitalia, di ricordare questa necessaria attenzione rispetto ad un capoluogo di provincia, all'interno certamente del Memorario o delle necessarie, e io credo opportune, nuove iniziative sull'orario. Certo, non si può non leggere le evoluzioni recenti come un ulteriore allontanamento di Cuneo da Torino. Certo, attenderemo il raddoppio; certo, attenderemo i nuovi mezzi che stanno arrivando, però occorre aver chiaro che non possiamo permetterci di sottovalutare l'opportunità, anche per Torino, di un collegamento ferroviario veloce fra Torino, Cuneo e la provincia di Cuneo anche per evitare il traffico, l'intasamento e tutto il problema legato all'inquinamento delle polveri fini. Occorre incentivare per davvero l'utilizzo del mezzo ferroviario. Parliamo di Cuneo oggi, ma questo è un discorso che vale in generale.
Rispetto alla sicurezza. Ho chiesto in sede di II Commissione, e onestamente attendo per fare ulteriori valutazioni, le statistiche e le tabelle che Trenitalia ha in parte accennato in II Commissione sulla incidentabilità, sulle statistiche di lungo periodo rispetto alle linee ferroviarie piemontesi. I segnali che ci provengono, eclatanti e clamorosi con grandi incidenti con morti e danni, sono preoccupanti, ma occorre avere anche la lucidità e la fermezza di leggere nei dati, all'interno di un'analisi più complessa e approfondita, avendo però anche l'accortezza di essere capaci di leggere quelle statistiche. Non per mancanza di fiducia di attività e oggettività delle statistiche predisposte da chi è soggetto del controllo, ma certo è che le statistiche possono essere "bugiarde" molto più che una qualsiasi perifrasi.
E' importante leggere le statistiche, è importante capirle e riuscire ad enucleare quello che sta dietro. Ad una prima risposta in Commissione c'era stato detto, come ricordava il Consigliere Papandrea, che c'è una ridotta incidenza in Piemonte di incidenti gravi, di incidenti mortali.
Occorre, forse, allargare e approfondire l'analisi e occorre sicuramente partire di lì per fare qualche riflessione.
La secondo riflessione è sulla necessità, che condividiamo come Gruppo rispetto ad altri interventi, e l'opportunità di collegare il Piemonte al resto d'Europa con linee di percorrenza veloci. Lo riteniamo opportuno e necessario soprattutto per le merci, prima ancora che per i cittadini.
Qualsiasi cittadino, che per vacanza o per lavoro, si trova a dover viaggiare in Europa può, al limite, permettersi di perdere un'ora o un'ora e mezza in più, ma chi, quotidianamente, utilizza il treno per recarsi al lavorare, ha davvero un maggior bisogno, all'interno di un discorso di qualità generale, una maggiore attenzione all'utilizzo quotidiano frequente, pendolare, del mezzo ferroviario. Prima ancora di garantire importanti collegamenti per persone all'interno della Comunità Europea, che a questo punto converrebbe loro più utilizzare aerei o altri mezzi, il treno come mezzo di locomozione per l'attività quotidiana è, in molti casi insostituibile, in molti casi l'unico mezzo utilizzabile dai cittadini e dai piemontesi.
Sul raddoppio della linea Cuneo-Fossano, siamo tutti d'accordo; il problema sono i tempi di realizzazione, ma su questo, ovviamente l'Assessorato sarà attento nel garantire nel più breve tempo possibile anche sulla scorta di questo tragico incidente, programmi e tempistiche adeguati.
Chiudo ricordando, come ho fatto in Commissione, che proprio in questi giorni la Regione Lombardia ha aperto i propri bandi per l'affidamento dei servizi interni regionali a Trenitalia e a Ferrovia Nord. Occorre muoversi in quel senso e spero che, anche a breve, in Piemonte si possa avere quella concorrenza che molti non condivideranno, ma che può garantire la qualità in concorrenza fra appalti e servizi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

In questo tipo di dibattito il pericolo principale è quello di cadere nella strumentalizzazione. E' chiaro che ci troviamo di fronte ad un fatto drammatico, ma proprio per cercare di cogliere momenti di rilancio, e non momenti di ripiegamento anche da fatti così drammatici, è giusto attenersi ai fatti.
I fatti dicono chiaramente che il mezzo ferroviario è un mezzo di trasporto sicuro, le statistiche che lo confrontano con tutti gli altri mezzi di trasporto, ci dicono che l'incidenza di incidenti è molto, ma molto limitato. Il primo messaggio che da un'assemblea responsabile come quella del Consiglio regionale dobbiamo inviare è dire, ai cittadini piemontesi, ai concittadini, di continuare ad usare il treno che, rispetto all'autovettura, rispetto ad altri servizi di pubblico trasporto, mantiene una sua assoluta sicurezza. Evitiamo di confondere le questioni.
L'incidente di cui stiamo parlando, l'incidente avvenuto in provincia di Cuneo, è il primo incidente che avviene su una linea regionale. Anche questo va detto. Non possiamo caricare la Regione Piemonte della responsabilità, non certo fattuale, ma politica, di incidenti che accadono sulle linee nazionali, come sono quelli accaduti e ricordati dai Consiglieri che mi hanno preceduto. E' anche giusto ricordare come l'eredità che le Regioni hanno assunto prendendo la gestione delle linee regionali, sia una eredità pesante. Dovremmo ricordare quanto in questi pochi anni è stato fatto per migliore soprattutto il tipo di servizio svolto sulle linee regionali.
Cadiamo sempre nel solito problema: viviamo in un Paese che per trent'anni è stato fermo, immobile, che ha fato pochi investimenti, in particolare sul settore trasporti. E' logico che dobbiamo confrontarci molto spesso, con un sistema vecchio, a volte obsoleto, che non ha realizzato i raddoppi di linea, che non ha operato il rinnovamento del materiale rotabile e che oggi è alle prese con questi tipi di problemi, ma che sta intervenendo pesantemente, soprattutto a livello regionale, per rendere le ferrovie piemontesi ancora migliori di quanto già siano.
Rimanendo ai dati. Il sistema ferroviario regionale è uno dei migliori sistemi ferroviari d'Italia, è all'altezza dei sistemi regionali delle nazioni più significative e importanti d'Europa. Restiamo sempre ai fatti.
L'inchiesta, in questa ventina di giorni, ha stabilito un dato ineludibile: l'incidente non è accaduto per un errore tecnico; non è accaduto per un errore dovuto alla vetustà della strumentazione o del materiale rotabile; è dovuto ad un errore umano. Con questo, nessuno vuole gettare la croce addosso a chi ha lavorato e adempie quotidianamente, in maniera coscienziosa, alle proprie obbligazioni, ma le carte, e ciò che fuoriesce dalle varie inchieste (anche da quelle regionali immediatamente aperte), concordano su questa conclusione.
Questo è un altro dato su cui dobbiamo assolutamente riflettere.
A fronte di quest'incidente, abbiamo sentito quanto l'Assessore Casoni ci ha relazionato oggi e sulla certezza, dapprima, di un intervento di tipo strutturale, relativo al raddoppio della linea Cuneo-Fossano, quindi su un momento specifico e particolare del sistema, ma poi, soprattutto sull'adozione, per tutto il sistema regionale piemontese, dei nuovissimi e modernissimi sistemi di frenatura che costituiscono un'ulteriore garanzia per il passeggero piemontese. Si tratta di un sistema di frenatura che il Piemonte vedrà, per primo, applicato sulla propria rete regionale.
Non nascondiamo che, a fronte di un'eredità pesante di vetustà e di antichità del nostro sistema e del nostro parco rotabile ferroviario, sia ancora necessario fare molto, ma non possiamo, realisticamente, dire che nulla è stato fatto.
L'inaugurazione di nuovi treni, soprattutto nelle tratte di competenza regionale, con grande attenzione a tutto il discorso dei disabili e delle persone diversamente abili e la continua richiesta di miglioramento della rete ferroviaria portata avanti da questo Governo regionale - certo necessita di qualche tempo perché si avveri e si completi in tutta la sua ampiezza - dimostrano l'attenzione, non solo dell'Assessore Casoni, ma anche del Presidente Ghigo, verso questo tema.
quindi giusto andare a fondo nell'individuazione delle responsabilità che hanno causato questo incidente, ma è anche profondamente ingiusto, su questa vicenda, innescare una strumentalizzazione politica priva di significato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

In drammatiche situazioni come questa, caratterizzata tre volte in Piemonte dalla perdita di vite umane nel corso dell'anno, è necessario rifuggire dalle strumentalizzazioni, ma in sede politica bisogna anche assumersi le responsabilità di certe situazioni. Quest'ultimo incidente si vedrà per quali cause è avvenuto: se c'è l'errore umano o se ci sono carenze tecniche. Le Commissione indagheranno.
Quello che è certo, Assessore Casoni, è che in sede politica qualcosa occorre dire: questi incidenti ferroviari su linee regionali, in quale ambito politico avvengono? E' indubitabile, Assessore Casoni, che l'assetto della rete di trasporti locale non rientra, per questa Giunta (dico per questa Giunta, ma anche per Giunte precedenti, quindi non siete i soli), tra le priorità di intervento. Di certo, però, la politica deve dire questa affermazione, se vuole essere onestà con se stessa e con i cittadini.
Il tema del rinnovamento del trasporto locale non è la priorità di questa amministrazione Ghigo. Le priorità, nel sistema del trasporto locale su ferro, sono altre e hanno, come asse prioritario su cui concentrare giganteschi investimenti, quello dell'Alta velocità, della Torino- Lione e via discorrendo.
La politica deve fare questa affermazione perché, a cascata, si genere un clima e una carenza di risorse sul trasporto locale che va segnalata.
Nessuno ha detto che già ora potevano essere predisposti segnali e sistemi di frenata. Nessuno l'ha detto. Non era un fatto irraggiungibile raddoppiare la linea Cuneo-Fossano. È stata una scelta.
Anni fa, proprio quando nasceva la proposta di investire così tante risorse nella linea ad Alta velocità, alcune forze politiche premevano per dare la priorità al raddoppio della linea Cuneo-Fossano. Mi ricordo con quanta difficoltà questo tema è stato introdotto, a parole, a fianco degli investimenti sull'Alta velocità, come tema da affrontare successivamente.
Ma i soldi non sono mai arrivati.
Dal punto di vista delle priorità, la trascuratezza con la quale viene trattato tutto il sistema della rete locale (che va dal numero dei macchinisti alla formazione del personale, alla manutenzione della rete e al suo rinnovo), è la responsabilità politica che, secondo me, vi dovete assumere.
Ve la dovete assumere. Se invece di correre dietro al gigantesco investimento dell'Alta Velocità, si fosse iniziato subito a rafforzare l'intera rete regionale, noi avremmo avuto il raddoppio di binari, le segnalazioni e le frenate automatiche. Non ci sono ed è una situazione in cui la trascuratezza ha generato situazioni di non altissima attenzione ripeto: non altissima attenzione - mentre invece l'attenzione, per quanto riguarda gli investimenti, è stata dirottata da altre parti. Si sono già spesi centinaia e centinaia di miliardi solo per studiare se sarà possibile, e in quale modo, effettuare un tunnel di 56 chilometri che attraversa le Alpi.
Probabilmente, solo con quel denaro si poteva raddoppiare la linea Cuneo-Fossano e molte altre linee.
Penso che, al di là delle questioni tecniche, questo sia un dato politico che, di fronte a questi incidenti, ci separa. Un'amministrazione che avesse messo al primo punto gli investimenti nella rete locale l'avrebbe cambiata e resa più sicura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Costa Enrico; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente perché molti dei risultati derivati da approfondimenti successivi all'incidente ferroviario, sono emersi nella sede della II Commissione.
Alcuni hanno evidenziato come, dalla II Commissione, siano poi uscite notizie, da parte di Consiglieri regionali, in merito alla dinamica dell'incidente, che sicuramente non possono essere riferite a quello che attiene al comunicato ufficiale da parte dell'ufficio stampa del Consiglio regionale, che evidenziava solo semplici ipotesi e chiarimenti, senza arrivare assolutamente a conclusioni, anzi era proprio stato escluso quel passaggio che poteva in qualche modo portare ad una conclusione. Comunque il Consigliere regionale che ha partecipato ai lavori della Commissione pu benissimo essersi fatto l'idea o una certa idea ed esprimerla sui giornali.
Ritengo che questo sia legittimo in modo assoluto.
Sicuramente è emerso un quadro. Noi abbiamo sentito una campana, la campana di coloro che gestiscono il servizio e che forse, nell'ambito delle loro indagini, avevano un certo interesse ad evidenziare come la situazione, almeno strutturale, fosse molto lineare, per cui non ci fossero problemi sul piano del materiale rotabile, non ci fossero problemi sulle rotaie, non ci fossero problemi per ciò che atteneva i turni del personale non ci fossero problemi per ciò che atteneva alla segnalazione della situazione di deviazione.
Abbiamo preso atto, come Commissione, di questo; abbiamo anche preso atto di quelle che sono delle conclusioni non ancora definitive che ha espresso l'ingegner Manto, che rappresentava in quella sede la Commissione Regione-Provincia (se non sbaglio), che si era incaricata, dal punto di vista amministrativo, di fare chiarezza sull'accaduto.
Sicuramente la situazione è preoccupante. Che sia un errore tecnico che sia un errore umano, che sia un deterioramento, la situazione non è certamente tranquillizzante, perché è evidente a tutti che ci sono persone che, mattina dopo mattina, usufruiscono del treno e vorrebbero essere certe in modo inequivocabile, al di là delle fonti d'inchiesta, sulle ragioni dell'incidente.
Il rapporto tra la Regione e Trenitalia - questo sì - deve essere approfondito nelle sue vicende non soltanto amministrative, ma anche nelle sue vicende tecniche, andando ad accentuare il ruolo politico della Regione nello stabilire quello che è il contratto di concessione.
Dobbiamo, come Regione, interrogarci sul ruolo che vogliamo andare a porre in essere. Non possiamo sempre e solo andare a rincorrere il concessionario sugli orari, non possiamo andare a rincorrere sulle ragioni degli incidenti, non possiamo andare a rincorrerlo sul servizio o sul disservizio o sugli investimenti. E' necessario che si faccia un programma certo, un programma chiaro, un programma discusso in sede politica e che quindi l'Assessorato e l'Assessore in prima persona abbiano, nel momento in cui vanno a trattare con Trenitalia, un mandato ampio del Consiglio regionale.
Ci rendiamo conto, e mi sono reso conto in prima persona, che Trenitalia probabilmente ha dei problemi di budget, che il Memorario che c'è stato dipinto come la soluzione di tutti i problemi è probabilmente semplicemente un artifizio per arrivare a ridurre i costi, più che invece una soluzione di molti problemi. Abbiamo dei pendolari che dieci anni fa viaggiavano (faccio un esempio un po' campanilistico della Mondovì-Torino) in 50 minuti, oggi viaggiano in un'ora e un quarto, e non sempre la ragione è dovuta al fatto che si sono installate più fermate lungo la tratta.
E' necessario quindi approfondire tutto questo. Cercheremo di farlo in II Commissione attraverso un'indagine conoscitiva, in modo da avere chiara tutta quella che è la condizione del materiale rotabile, del personale che vi opera, delle strutture, della situazione in Piemonte. Sarà poi necessario, però, arrivare a delle conclusioni, e sarebbe bene che fosse il Consiglio regionale a dettare quegli indirizzi ai quali poi la Giunta dovrà attenersi nel rapporto contrattuale con Trenitalia. Sicuramente non dovrà essere un rapporto freddo, un rapporto asettico, ma dovrà essere un rapporto che mantenga anche una serie di soluzioni a problemi che attengono al piano sociale, perché non sarà soltanto un problema relativo al minuto di anticipo o al minuto di ritardo del treno, ma dovrà tenere in considerazione tutta una serie di circostanze a livello occupazionale e a livello strutturale che possano investire il rapporto stesso.
Di conseguenza, invito l'Assessore a portare l'argomento in Commissione e in Consiglio perché si possa arrivare ad una definizione organica del nuovo contratto che andrà ad essere stipulato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Intervengo molto brevemente, stante l'ora e stante il fatto che molte delle questioni sono già state affrontate dai colleghi.
Volevo solo fare due osservazioni. La prima è la seguente. Dalle notizie che ci sono state fornite durante l'audizione in Commissione da parte dei responsabili del sistema ferroviario in Piemonte è emersa la possibilità di installare sistemi sia sulla linea sia sui mezzi che potrebbero garantire maggior sicurezza in caso, come sembra emergere dai primi dati sulle inchieste in corso, si possa incappare in un errore umano errore che peraltro non è mai evitabile in modo assoluto, nel senso che è sempre possibile che la persona che sta guidando il treno, soprattutto nel momento in cui è da sola con le possibilità che ci sono state illustrate come giuridicamente possibili, possa sentirsi male o possa avere dei problemi.
Il dato che emergeva è che, per quanto riguarda l'installazione di questi sistemi di sicurezza - che al momento sul treno in oggetto e sulla maggior parte degli altri treni non sono né installati né previsti saranno necessari alcuni anni per poter arrivare ad avere una collocazione complessiva.
Penso che, all'interno degli accordi che la Regione stipulerà con il sistema delle ferrovie, occorra ragionare sulla tempistica e sulle località in cui questi sistemi saranno installati. Dalle informazioni che ci sono state fornite emergeva il dato che nei prossimi anni saranno innanzitutto installate sulla Torino-Milano e sulle zone concentriche alla città di Torino, per poi arrivare dopo il 2007 a valutare la possibilità di installazioni anche sul resto del Piemonte. Ritengo che sia sicuramente da portare avanti sulla Torino-Milano e sulle tratte principali, ma non sia utile e non aiuti a raccordare meglio il resto del Piemonte con Torino il fatto di lasciare poi queste tratte, queste aree a introdurre i sistemi di sicurezza quando si potrà e come si potrà in qualche misura.
Mi permetto di sollecitare e di sottoporre all'Assessore, anche sotto il profilo di una maggiore attenzione agli altri territori del Piemonte, la necessità di intervenire e di contattare le ferrovie in un'ottica di recupero di sicurezza dentro i programmi anche per il resto del Piemonte.
Mi permetto di sollecitare, visto che anche questo aspetto è stato affrontato, un'introduzione, all'interno degli accordi tra Regione e Ferrovie dello Stato, nelle varie articolazioni societarie in cui ora queste sono strutturate, per quel che concerne il discorso delle attrezzature e delle macchine delle stazioni per la questione dei diversamente abili, che è già stata fatta oggetto di riflessioni sia durante le riunioni per il Memorario, sia in altre. Penso che la questione sia comunque collegabile anche ad un quadro di sicurezza complessiva.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Molte cose, effettivamente, sono già state dette. Mi sembra di rilevare, anche negli interventi che mi hanno preceduto, che uno dei problemi che vengono maggiormente a galla sia quello delle risorse e di come esse vengono utilizzate.
Come ricordava poco fa il collega Taricco, con le risorse, se non tutto, ma molto si può fare. Basti pensare alla metropolitana di Torino che prima o poi entrerà in funzione, che sarà totalmente automatica (automatizzata). In questo caso, l'eventuale errore umano non dovrebbe più esserci (a meno che non si verifichi un errore nei sistemi di software che gestiranno questa linea di trasporto).
Tutto questo ci dovrebbe indurre a riflettere sulle risorse e su come esse vengono utilizzate. Mi è parso di capire che gli stessi Consiglieri di maggioranza non sono stati molto "teneri" con l'Assessore, perché hanno descritto un quadro abbastanza sovrapponibile alle critiche provenienti dai banchi dell'opposizione. Che cos'è che, comunque, si rileva? Si rileva che in questi anni, a fronte di affermazioni che assicuravano maggiore attenzione nei confronti del traffico locale, quest'ultimo, in verità, risulta essere sempre una "Cenerentola". Permangono problemi di orario e si sono allungati i tempi di percorrenza. Il traffico locale ha problemi anche a livello di materiale rotabile e della relativa manutenzione.
L'Assessore inaugura nuovi mezzi, nuovo materiale, nuove carrozze, ma la maggior parte del materiale è ancora in condizioni pessime e precarie.
Ciascun Consigliere ha rappresentato delle situazioni locali: l'Assessore sa bene che aspettiamo da anni il raddoppio della linea Torino Pinerolo, così come aspettiamo da anni il ripristino della linea Pinerolo Torre Pellice dopo i danni alluvionali. Ma è questione di risorse.
Perché insisto sul concetto di risorse? Perché sembra - anche questo è già stato detto - che le risorse ci siano, ma per iniziare dei lavori la cui utilità è assolutamente da dimostrare.
Noi continuiamo ad investire denaro e risorse nell'Alta Velocità.
Quando si parlava del DPEF regionale, lo stesso Presidente Ghigo aveva previsto di investire risorse per facilitare la realizzazione dell'Alta Velocità in Val di Susa; ma continuiamo a trascurare le linee locali e le linee dei pendolari, oltretutto anche con una scelta quasi inconcepibile: se l'Alta Velocità non ha, collateralmente, un servizio di trasporti locali che possano far confluire i viaggiatori dalle zone limitrofe a Torino, alla fine finirebbe per penalizzare la stessa Alta Velocità, ancorché, appunto noi riteniamo che si tratti di un'opera economicamente molto impegnativa ma non utile per lo sviluppo della nostra Regione.
In conclusione, qual è il problema che l'Assessore dovrà prima o poi affrontare, se vuole uscire dalle proposizioni e passare ad una scelta utile? Le decisioni che dovrà prendere dovranno riguardare l'utilizzo delle risorse: continueremo a destinare risorse per l'Alta Velocità, opera che molti abitanti della Val di Susa non gradiscono, mentre seguiteremo a non destinare risorse in opere che, invece, molti cittadini richiedono relative ai trasporti locali? Oltretutto, com'è stato più volte ricordato non dobbiamo dimenticare che rafforzare il trasporto locale significa anche diminuire il problema dell'inquinamento relativo alle polveri fini.
Credo che l'Assessore, prima o poi, dovrà prendere atto che deve fare una scelta su come investire le risorse.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Conclude l'Assessore Casoni con una breve replica.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Vorrei intervenire molto velocemente e sinteticamente, perché ho seguito la discussione e sono state dette alcune cose che non corrispondono a realtà.
Intanto, vi richiamo ad aspettare l'esito delle indagini: se le indagini confermeranno alcuni parametri, potremmo, forse, fare una valutazione più serena sull'accaduto.



CASONI William, Assessore ai trasporti

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CASONI William, Assessore ai trasporti

Presidente, proporrei che l'Assessore risponda oggi pomeriggio, perch non c'è più nessuno in Aula.



PRESIDENTE

Non è possibile, collega Chiezzi.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è accettabile che, su un tema come questo, l'Assessore risponda ad un'Aula vuota! Non è accettabile per i cittadini, perché si discute di morti! Si discute in un'aula con dieci Consiglieri presenti!



PRESIDENTE

Invito i colleghi ancora presenti ad accomodarsi ai proprio posti! Prego, Assessore Casoni, termini il suo intervento.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Come dicevo, dobbiamo aspettare l'esito esatto di quest'indagine perché, giustamente, stiamo attribuendo una grande responsabilità a questa situazione e ai due morti che purtroppo ci sono stati.
Ricordo che solo nella giornata di ieri ci sono stati cinque incidenti automobilistici su strada e, regolarmente, ogni giorno, si registrano, in media, più di due incidenti stradali con morti e feriti.
Quindi, intanto riportiamo i livelli di sicurezza, com'è stato detto prima: non demonizziamo il treno, che rimane, di gran lunga, il mezzo più sicuro. Anche i livelli statistici (anche quest'anno, che ha visto il verificarsi di tre incidenti), confermano che la nostra Regione ha livelli di incidentalità comunque più bassi del resto d'Italia e del resto d'Europa. Quindi, ragioniamo partendo dai dati statistici - che giustamente qualcuno prima richiamava - e leggiamoli. Perché, come ripeto, i morti sono morti: non ci sono morti di serie A e di serie B.
Mi sto occupando moltissimo della mortalità stradale, perché purtroppo è lì che, invece, si registra un crescendo veramente preoccupante: i morti nella nostra Regione a causa di incidenti stradali li contiamo a centinaia ogni anno.
Questo, intanto, è un settore che mi sto impegnando a seguire con moltissima attenzione.
Sugli interventi infrastrutturali. Intanto, a chi fa polemica sulle grandi infrastrutture, a livello locale, dico che la Regione non ha mai speso mille lire o un euro né sull'alta capacità, né sugli studi che si stanno effettuando sulla linea Torino-Lione.
Sono scelte di politica nazionale che la Regione, non potendo incidere sui bilanci e sulle scelte nazionali, ha indicato come priorità. Se si fa l'asse Milano-Verona-Venezia e Milano-Torino noi non possiamo dire che essendo una decisione dell'Unione Europea, l'asse Torino-Lione non si deve fare. Però, non abbiamo contribuito con un euro regionale a questa situazione.
Per quanto riguarda gli investimenti a livello locale e rispetto alle altre regioni, inviterei, come dicevo prima, qualche Consigliere che spesso viaggia in treno a prendere i treni regionali della Liguria, piuttosto che di qualche altra regione italiana. Noterebbe una certa differenza sia negli indici di puntualità, che negli indici di modernità del parco treni. Invito a viaggiare sui treni della Lombardia o delle regioni del Centro-Sud e poi a viaggiare in Piemonte per avere un panorama nazionale e saper apprezzare quello che in questa regione siamo riusciti a realizzare in questi anni.
In più abbiamo ottenuto, come dicevo prima, che i vertici massimi delle ferrovie verranno a Torino entro un mese per definire - ma io ho già avuto garanzie in merito - il finanziamento del raddoppio della Fos sano-Cuneo, che è già garantito (me l'ha detto il Ministro stesso venerdì).
Sarà inserito nei piani di raddoppio, ma si parlerà anche degli altri raddoppi da effettuare: la Torino-Pinerolo e il problema di Biella.
Fortunatamente, sono pochi. A quel punto, chiuderemo il cerchio con la garanzia che, entro il 2005, installeremo il sistema controllo marcia treni su tutto il territorio regionale. Anche in questo caso, saremo avanti rispetto alle altre regioni, che non ne dispongono nemmeno sulle linee principali, mentre sulla Milano-Torino è già installato. Avremo la garanzia che tutti i treni saranno sostituiti entro la fine del 2005.
Credo che queste azioni siano la dimostrazione che la Regione Piemonte non prende sottogamba questo settore, ma sta facendo il massimo possibile soprattutto se sentiamo il parere dei vertici, non solo delle ferrovie, ma anche dei vari assessorati regionali, che riconoscono alla Regione Piemonte, in questo settore, un ruolo di primazia nazionale.



PRESIDENTE

I lavori riprenderanno alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.39)



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