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Dettaglio seduta n.48 del 12/12/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prego i Consiglieri di prendere posto.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri per la sessione pomeridiana i Consiglieri Botta Franco, Costa Enrico, Ghigo, Marengo, Pedrale, Racchelli e Rossi Giacomo. Pertanto, il numero legale è 27.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la parola, Presidente.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Richiesta di comunicazione sull'incontro avuto con i dipendenti regionali del Settore Agricoltura decentrato alle Province


PRESIDENTE

Vuole intervenire sulle comunicazioni, Consigliere Chiezzi? Ho soltanto comunicato i congedi, nulla più.



PRESIDENTE

GALLARINI Pierluigi (fuori microfono)



PRESIDENTE

Eppure c'è materia per parlare per due ore!



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, vorrei intervenire proprio sulle comunicazioni che non ci sono state. In questo senso: insieme agli altri Capigruppo ed alcuni colleghi abbiamo assistito a un incontro tra i dipendenti del Settore Agricoltura decentrato alle Province, i Capigruppo, il Presidente del Consiglio e due Assessori. E' stato un incontro molto interessante che non ha avuto però una conclusione positiva, nel senso che abbiamo sentito ed assistito ad un incontro tra le ragioni di questi dipendenti e le risposte dell'Assessore Burzi e l'ultima risposta evasiva dell'Assessore Scanderebech, nonché il sermoncino finale del Presidente Cota, che ha promesso: "Risolveremo tutto".
Durante questa audizione sono state udite da parte dell'Assessore Scanderebech, ad esempio, delle lamentazioni circa il processo di decentramento, che addirittura è riuscito a dire: "Non è colpa della Regione se c'è il trasferimento di competenze", cioè il federalismo sembrava una colpa. A me sembra difficile pensare a realizzare il cosiddetto processo federalista peggiorando le condizioni di lavoro dei lavoratori che faranno parte di questo processo. Ripeto, a me sembra che peggiorando le loro condizioni sia difficile imboccare e realizzare la strada del federalismo, per cui chiederei al Presidente, che credo possa meglio di me rappresentare a quest'aula gli elementi sintetici del confronto, di dire all'aula le promesse o non-promesse che sono state fatte e di chiedere per cortesia all'Assessore o agli Assessori competenti, o al Presidente Ghigo che non c'è, di assicurarci che la prossima seduta di Consiglio svolgeranno una comunicazione precisa sulle risposte a queste richieste, che, per come le ho sentite, mi paiono assolutamente necessarie dovute e legittime perché non si può decentrare colpendo i lavoratori e peggiorando le loro condizioni.
Chiedo quindi che per la prossima seduta di Consiglio ci sia, per cortesia, una comunicazione sullo stato dei rapporti tra Giunta regionale e dipendenti. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, rappresenterò certamente alla Giunta la sua richiesta nella riunione dei Capigruppo di domani. Penso si possa calendarizzare, qualora i Capigruppo siano d'accordo, un'informativa nella prossima seduta di Consiglio.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 105: "L.R. 1/1987 'Interventi regionali in materia di movimenti migratori' e successive modificazioni. Art. 3. Programma attuativo 2000" - Esame ordini del giorno collegati


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del punto 4) all'o.d.g. "Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 105".



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Non do la parola su questa questione. Chiedo cortesemente ai Consiglieri...



PAPANDREA Rocco

Chiedo la parola sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

L'ordine dei lavori, collega Papandrea, non l'ho ancora illustrato. La prego quindi di lasciarmi iniziare questa seduta e di continuare i lavori sul punto che abbiamo sospeso stamani proprio in funzione dell'incontro citato dal Consigliere Chiezzi.
Eravamo fermi all'ultimo intervento effettuato dal collega Muliere ed eravamo al subemendamento all'emendamento 1) presentato dai Consiglieri Botta Marco, Ghiglia, Valvo e Marengo. presentati. Sono stati svolti gli interventi in merito all'emendamento.
Comunico inoltre che il Gruppo di Alleanza nazionale ha fatto pervenire alla Presidenza la richiesta di ritiro del subemendamento, per cui si intende ritirato il subemendamento presentato dal Gruppo AN.
Pertanto, dal momento che gli interventi sull'emendamento si sono svolti, possiamo passare alle dichiarazioni di voto, se qualche collega lo ritiene opportuno, sull'emendamento per poi porlo in votazione. Do immediatamente la parola a chi si iscrive a parlare sull'emendamento per dichiarazione di voto.


Argomento:

Richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

No, non intervengo per dichiarazione di voto, perché avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, quindi pretendo di poter parlare e non che lei mi dica di no e poi passa oltre. Io intervengo sull'ordine dei lavori! E faccio una richiesta che è collegata all'intervento che ha fatto precedentemente il Consigliere Chiezzi: proprio per la delicatezza della questione che abbiamo affrontato e anche per l'urgenza (i tempi sono molto stretti da questo punto di vista), chiedo che già oggi si possa discutere il problema, quindi si fissi al termine di questo punto la discussione sul problema che abbiamo affrontato in Sala Viglione, in modo che il Consiglio possa dare delle indicazioni alla Giunta rispetto alla trattativa che dovrà portare avanti con i lavoratori.



PRESIDENTE

Collega Papandrea, le devo rispondere allo stesso modo in cui ho già risposto al collega Chiezzi: rappresenterò le istanze del Consiglio all'Assessore competente, c'è la riunione dei Capigruppo domani, non è prevedibile adesso perché sono stati calendarizzati i lavori e siamo entrati in dichiarazione di voto sull'emendamento!



PAPANDREA Rocco

Ma questo non c'entra nulla! Lei metta ai voti la mia richiesta!



PRESIDENTE

Prego i colleghi di attenersi, al momento, alle dichiarazioni di voto sull'emendamento che è stato presentato.



PAPANDREA Rocco

Dato che siamo all'inizio della seduta è possibile fare delle richieste!



PRESIDENTE

Se qualche collega desidera intervenire per dichiarazione di voto sull'emendamento, gli do la parola.



PAPANDREA Rocco

Lei metta ai voti la proposta! Lei non può decidere che non si discute! Lei può anche dire che non si fa, però deve mettere ai voti la mia proposta.



PRESIDENTE

Va bene. Servono 40 voti per iscrivere il nuovo punto all'o.d.g. La votazione deciderà sull'iscrizione e quindi l'eventuale discussione.
Pongo dunque in votazione la richiesta dei Consiglieri Papandrea, Contu, Di Benedetto e Moriconi d'iscrizione, come nuovo punto all'o.d.g., dell'ordine del giorno n. 171 "Passaggio dei dipendenti regionali delle strutture decentrate dell'agricoltura alle Province." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta è respinta con 13 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 105: "L.r. 1/1987 'Interventi regionali in materia di movimenti migratori' e successive modificazioni. Art. 3. Programma attuativo 2000" - Esame ordini del giorno collegati (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo dunque l'esame della proposta di deliberazione n. 105, di cui al punto 4) dell'o.d.g.
Siamo alle dichiarazioni voto sull'emendamento 1) presentato in mattinata dai Consiglieri Chiezzi, Giordano Mellano, Moriconi, Placido Saitta, Tapparo, Palma, Papandrea, Muliere: 1) Al programma è aggiunto il seguente punto A) "Finanziamento di L. 50 milioni per attività di ricerca di emigrati italiani scomparsi durante la dittatura in Argentina, riducendo parzialmente i finanziamenti previsti sino al raggiungimento della cifra proposta e di sostegno alle famiglie di desaparesidos di origini italiane".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente e colleghi, la Giunta, attraverso la responsabile dell'Assessorato, ha purtroppo assunto una posizione non equivoca, ma limpida, dicendo che per quest'anno di aiutare le famiglie vittime della dittatura in Argentina non se ne parla proprio. Questo è il fatto, del resto rimangono le parole.
Avevamo chiesto insieme a tanti altri colleghi, che ringrazio, di iniziare, per l'applicazione di questa legge, con un finanziamento, anche modesto, alle famiglie vittime della dittatura in Argentina. Questa richiesta non viene accolta, il che è un fatto molto grave; la cifra era modesta e facilmente reperibile in varie forme. L'emendamento ne suggerisce una, la più semplice, ma vi erano anche altri modi di reperire una somma analoga. Evidentemente, abbiamo di fronte una maggioranza che non intende occuparsi di questo problema.
Il resto riguarda promesse che non costano nulla, però rimane il duro fatto che si rifiuta, in quest'aula, di iniziare ad occuparci, con un finanziamento proprio, di questo problema degli argentini di origine italiana e piemontese che hanno patito la scomparsa di alcuni congiunti, e che si portano dietro problemi molto complessi, come quello della scomparsa dei figli.
Ho detto forse in via non ufficiale - e lo voglio ripetere ai colleghi di maggioranza - che non mi sembra un tema sul quale dobbiamo dividerci.
Non mi sembrava; ero convinto che su un fatto di questo genere, coperto da un ordine del giorno già approvato e da alcune iniziative, nonché garantito dalla disponibilità a segnare positivamente una volontà di intervento con 50 milioni, o con la cifra che l'Assessore può indicare (cifra, qualunque essa sia, molto importante perché il tempo a disposizione è limitato, ma i segnali si danno in tempo giusto, e questo è il tempo per farlo: nell'anno 2000, nel mese di dicembre la Regione Piemonte ha stanziato la cifra possibile con la quale si è in grado di dire, a tutte le famiglie che hanno patito questa tragedia, che la Regione ha iniziato ad occuparsi in modo specifico di questo tema, e l'ha fatto a dicembre con questa somma, ma continuerà a farlo nel 2001) ci fosse un consenso unanime.
Questo irrigidimento dell'Assessore è spiacevole. Peccato dividerci però prendiamo atto che dobbiamo dividerci su questo tema. Le promesse per il futuro sono capaci a farle tutti, sono i fatti che chiedono questi piemontesi e questi italiani che vivono in Argentina e che hanno patito questo dramma.
Confido in un ravvedimento dell'ultimo minuto, perché non ho piacere di fare polemiche di questo genere, ed ero convinto di non doverle affrontare.
Purtroppo vedo che al momento non è così; sentiremo anche gli altri colleghi, ma rinnoverei la richiesta di segnare in modo positivo questa attenzione, oggi, all'interno dell'applicazione di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Scusate se insisto e richiamo l'attenzione dell'aula su questo tema.
Sono particolarmente convinto che questa era l'occasione per dare un segnale simbolico, ma anche molto concreto e molto tangibile. Noi avevamo proposto la somma di 50 milioni come una somma sicuramente non elevata, ma sostanziale. Una somma che poteva davvero andare incontro a parecchie esigenze delle varie associazioni che sostengono le campagne stampa e le varie campagne politiche di mobilitazione per ritrovare e conservare almeno la memoria di quanto è successo in Argentina e di testimoniare in modo concreto, fattivo ed efficace la nostra vicinanza. Non può essere soltanto la vicinanza dell'istituzione che va e fa un viaggio in Argentina una volta al mese, ma deve essere l'istituzione Regione Piemonte che, in base ai valori di democrazia e libertà sui quali siamo costituiti e riuniti, dà un aiuto concreto e tangibile a chi questo difende in Argentina, come in altri luoghi. Sicuramente in questo caso in Argentina, perché c'è un rapporto intimo e consistente con i nostri congiunti in quella terra.
Inoltre, come ha detto il collega Chiezzi, vi è un ordine del giorno approvato a larghissima maggioranza da questo Consiglio, c'è un'iniziativa processuale andata in corso e in conclusione in questo momento, come ricordava l'Assessore Cotto. Però bisogna anche ricordare che, rispetto a quel particolare processo che vedeva implicati i militari responsabili, tra gli altri, della morte di un cittadino di origine italiana, Daniel Ciuffo le spese sostenute per le testimonianze e la partecipazione al processo dei familiari sono state a carico sia dei familiari sia delle associazioni di sostegno.
La Regione Piemonte - che poteva, in qualche modo, intervenire finanziando avvocati che patrocinassero questa causa - ha scelto l'altra strada, quella dell'avvocatura regionale, che a mio giudizio era una strada molto interessante e anche proficua, ma che, in qualche modo, ha tagliato la strada ad ogni possibile aiuto concreto alle associazioni attraverso un sostegno a quell'intervento processuale.
Quindi, partendo da questa occasione specifica, da questo caso specifico, da questa vicinanza vera e sentita con quella parte di italiani che stanno in Argentina, noi ci sentiamo di voler conservare e di chiedere il voto su questo emendamento, accettando anche la provocazione che ha fatto il collega Chiezzi: anche fosse soltanto una lira su questa voce, è importante metterla a bilancio, è importante vincolarci per le attività future che sicuramente anche l'Assessore Cotto vorrà promuovere e ci porterà all'attenzione nel prossimo anno.
Però questa è l'occasione, qui ed ora, per impegnarci concretamente fosse anche solo con una lira; noi diciamo con 50 milioni, che sono 50 milioni per attività molto interessanti che si potrebbero fare. I suggerimenti e i consigli per come spenderli ce ne saranno tanti, ma è importante votare e spero che anche i colleghi della maggioranza appoggino questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Innanzitutto per esprimere il voto favorevole sull'emendamento, ma anche per sostenere ragioni per cui questo deve essere fatto, sperando che diventi un emendamento votato dal Consiglio e accolto dalla Giunta.
Credo che si può affrontare questa tematica da vari punti di vista; pu essere una tematica che, in futuro, inseriremo anche in altri tipi di provvedimenti. Discutevamo prima al Comitato di solidarietà, e pu diventare un'attività da svolgere entro quel tipo d'iniziativa, ma anche nell'ambito di altre.
Anche quando parliamo dei fondi della cultura, a volte ricordarci della tematica generale dei diritti umani sia importante. Può diventare una sensibilità che questo Consiglio acquisisce, uno degli elementi da inserire nelle sue iniziative. Ci sono tutte le condizioni per farlo già in questo provvedimento, stiamo parlando di associazioni di piemontesi all'estero che, per una combinazione, trova la sua massima presenza in Argentina. E' uno degli ultimi paese che, non un decina di anni fa, ma all'inizio di questo secolo, ha vissuto una tragedia ancora viva nella memoria di tutti (sono stati coinvolti anche esponenti di questa comunità piemontese presenti massicciamente nella regione) tant'è che anche un tribunale italiano se ne è occupato. Ancora adesso, ogni giovedì, di fronte alla Casa Rosada ci sono manifestazioni che ricordano il fenomeno.
Una delle iniziative concrete che sta portando avanti questa associazione è quella di far luce sui bambini sottratti alle loro famiglie.
Ci sono persone che sono state imprigionate in modo arbitraio e poi scomparse, madri e padri di famiglia; a volte sono scomparse donne che portavano in grembo i loro figli. Si presume - ed è stato evidenziato - che in molti casi bambini nati da madre scomparse, non siano morti, ma affidati a famiglie in modo del tutto illegale. Una richiesta forte è proprio quella di trovare questi bambini e aiutare le famiglie colpite da questa tragedia.
Credo, come dice l'Assessore, che non sia difficile intervenire proprio perché esistono già associazioni che si occupano di questo. Potremmo magari, destinare una somma a chi già svolge questo tipo di attività e iniziare un filone che, nei prossimi anni, trovi un proseguimento. Ripeto si può trovare un modo concreto per intervenire, magari sostenendo iniziative che già esistono, magari utilizzando, come veicolo concreto per far arrivare i fondi, come abbiamo fatto per altre cose, le Associazioni di piemontesi in Argentina ottenendo una loro ulteriore sensibilizzazione.
L'Argentina ha una sua specificità e per la presenza dei piemontesi e per il fatto che siamo di fronte ad un dramma vivo, un dramma che brucia ancora in questo Paese. Per questo ritengo che si potrebbe dare una segnale modificando, al limite, le cifre stanziate; un primo segnale di un impegno che magari, anche nel prossimo periodo, potremo mantenere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io sono tra i firmatari dell'emendamento, ragion per cui voterò a favore dello stesso. Vorrei sapere dal Consiglio perché, in fondo, non si vuole sostenere una posizione molto ragionevole. Che questa posizione sia basata sulla ragionevolezza e abbia una base di realtà e di realismo deriva dal fatto che è stato ritirato il subemendamento proposto.
Il problema che abbiamo davanti, relativo all'Argentina, è ancora una piaga aperta. Tutti abbiamo conosciuto i travagli del ventesimo secolo riguardo alle dittature - così come sono state definite - però non ha senso paragonare quello che è avvenuto cinquant'anni fa con quello che hanno vissuto e stanno ancora vivendo in Argentina.
Mi chiedo che cosa vadano a fare in Argentina le nostre delegazioni se ignorano quello che sta avvenendo tuttora. In Argentina ci sono persone che, quando erano ancora bambini, sono state allontanate dalle loro famiglie, che non sanno chi sono i loro genitori perché affidati ad altri.
Mi chiedo se, chi va in Argentina, si pone questo problema. Se si ponesse veramente questo problema sarebbe d'accordo sull'emendamento e sull'aumento della cifra stanziata. Continuiamo a mantenere rapporti amichevoli (questo lo si deve fare) con l'Argentina, senza chiedersi cosa succede veramente in quel Paese. Ripeto, ci sono persone che ancora non conoscono le loro origini.
Non si tratta di insistere su una dittatura che era chiaramente di destra, su un sistema messo in atto che ha portato morte e distruzione per tutta una generazione, perché questo è avvenuto in Argentina. In quel paese è stato messo in atto una sistematica distruzione di una generazione avvenuta in maniera silenziosa e all'insaputa di tutto il mondo. Questa è stata la lezione dell'Argentina, una lezione che poteva servire, ad esempio, per molti altri paesi, perché quello che è successo in Argentina è diverso da quello che è successo in Cile. E' stato un percorso sistematico studiato a tavolino. Viviamo ancora oggi le conseguenze di quell'attività di distruzione sistematica.
Con questo emendamento potremo scrivere un piccolo pezzo di storia perché stiamo discutendo di un evento che, per fortuna, è finito. La lezione che ci arriva dalla vicenda dell'Argentina (una lezione di storia che vedo interessa molto visto che tutti fanno altre cose) è che le dittature non durano. Chi pensa possa servire un regime dittatoriale, la lezione che ne trae, quanto meno, è che le dittature non durano.
Aggiungendo qualche contributo, potremo scrivere un piccolo pezzo di storia e potremmo insegnare a tutti i nostri concittadini il valore fondamentale della libertà e della democrazia e che non si può continuare ad imporre le scelte di pochi sulla volontà di tutti. La scelta dell'Argentina non è dettata da particolari idee di persecuzione nei confronti di questo paese o della destra. Vorrei solo ricordare che la stragrande maggioranza della popolazione argentina discende da italiani quindi non è pretestuosa. L'esigenza di approfondire questo discorso con l'Argentina. Ripeto, il problema basilare è che si tratta di una ferita tuttora aperta. Occorre dire che pensiamo di utilizzare un po' di soldi per aiutare le famiglie di quei ragazzi che hanno perso i genitori, che non sanno più quali sono i loro genitori o che - ancora peggio - sono stati cresciuti da altre famiglie, a volte proprio dalle stesse famiglie che hanno ucciso i loro genitori.
Ritengo che questo sia un atto di alto profilo etico ed alto valore morale che possiamo assumere oggi.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Moriconi.
Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 20 contrari e 1 astensione.
Poiché dobbiamo procedere alla nomina di tre esperti - come convenuto alla riunione dei Capigruppo - della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, pregherei gli Uffici di predisporre le schede.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 18 aggiungere: "Si attiverà la ricerca sulla realtà dei desaparecidos e sostegno alle loro famiglie".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Illustro l'emendamento, sempre nel tentativo di non assumere posizioni diverse in quest'aula.
L'ho già detto: non mi hanno assolutamente convinto le questioni relative alle risorse, e via dicendo. Comunque, l'aula si è pronunciata e ripartiamo da quel punto.
La proposta dell'emendamento è quella di inserire il tema all'interno del programma. Il tema, poi, può avere o meno finanziamenti immediati comunque indica un filone che la Regione è interessata ad inserire. E' evidente che questo tema, per i motivi che ha detto l'Assessore, non ha trovato spazio nei capitoli di bilancio. Inserendolo, però, intendiamo sottolineare che è un fatto importante da realizzare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

Per dire che voterò a favore di questo emendamento, che supera l'obiezione dell'Assessore, secondo il quale per quest'anno è difficile prevedere la possibilità di spesa.
E' un emendamento che introduce il tema, lo richiama e lo valorizza all'interno di un capitolo dedicato all'informazione, laddove si parla di ricerca dei dati e della situazione reale dei nostri concittadini emigrati visto che in più parti di questo progetto si parla di attività rivolte ai giovani fra i 18 e i 30 anni, che è quella fascia di popolazione che in questo momento in Argentina incomincia ad avere qualche dubbio sulle proprie origini.
Molte persone, in Argentina, anche in seguito a campagne informative incominciano ad avere dubbi rispetto al fatto di essere davvero figli delle famiglie in cui si sono trovati a crescere, pertanto la Regione Piemonte sostanzia il proprio interessamento e la propria vicinanza a quei piemontesi nel mondo con questo semplice accenno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Stiamo preparando un subemendamento all'emendamento: abbiamo solo bisogno del tempo di comporlo e portarlo alla Presidenza, com'è di norma ormai qua.



PRESIDENTE

Attendiamo che il testo del subemendamento del collega Ghiglia sia definito e che sia consegnato alla Presidenza.
Consiglieri, vi ricordo che la seduta non è sospesa, perciò vi invito a restare in aula ...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma se la seduta non è sospesa, allora, Presidente, com'è?



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, poco fa abbiamo atteso per qualche minuto che lei presentasse il suo emendamento. Per correttezza, credo che lo stesso debba farsi anche per gli altri colleghi. So che lei ne conviene, Consigliere Chiezzi.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

3) Emendamento presentato dal Consigliere Valvo: All'art. 18, aggiungere: "Si attiverà la ricerca sulla realtà degli italiani dispersi e sostegno alle loro famiglie per cause connesse alla presenza, nei Paesi di emigrazione, di regimi totalitari".



PRESIDENTE

Gli uffici provvederanno immediatamente a distribuire il subemendamento all'emendamento del Consigliere Chiezzi.
Ecco qua il testo. In realtà, non si tratta di un subemendamento, ma di un nuovo, vero e proprio emendamento. Quindi, diamo la parola all'Assessore Cotto, affinché si esprima sull'emendamento già illustrato e su cui sono già state fatte le dichiarazioni di voto. Dopodiché, il collega Valvo mi ha preannunciato che illustrerà l'emendamento che ha appena proposto. In corso d'opera vedremo il da farsi.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Si, collega Chiezzi, ha presentato un emendamento sullo stesso tema.
Gli uffici stanno provvedendo a fotocopiarlo per darvene copia immediatamente. Però, attenderei ancora, se voi pazientate, che le copie vi giungano, perché se ne possa dare copia anche all'Assessore competente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche per l'immigrazione e l'emigrazione

Non so se il testo sia stato distribuito a tutti.



PRESIDENTE

Assessore Cotto, per cortesia, la invito ad esprimersi sull'emendamento del Consigliere Chiezzi.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche per l'immigrazione e l'emigrazione

In un ordine del giorno votato all'unanimità nel 1998 si diceva: "...impegna la Giunta regionale a verificare se tra le vittime oggetto del procedimento giudiziario in corso presso il Tribunale di Roma vi siano cittadini di origine piemontese, onde presentare formale istanza di costituzione di parte civile al medesimo procedimento impegna inoltre il Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo, a rappresentare nel corso della prossima visita in Argentina alle autorità di quel Paese, al Presidente Carlos Menem la volontà dei piemontesi di conoscere la sorte di tutti i loro conterranei scomparsi in Argentina nel periodo della dittatura militare".
Già in passato, dunque, è stato assunto da parte nostra un impegno preciso, che il Presidente Ghigo credo abbia anche già assolto. So che molti contatti sono stati attivati ma, purtroppo, il Presidente Ghigo è assente per relazionare sul tema.
Ho già annunciato la mia disponibilità, per il 2001, ad approfondire la questione. Per questo mi dichiaro favorevole all'emendamento del Consigliere Chiezzi sulla ricerca della realtà dei "desaparecidos" e il sostegno alle loro famiglie, con la contemporanea richiesta al governo italiano - oltre alle varie associazioni - di una ricerca finalizzata a scoprire se dei piemontesi si trovino in questa situazione. A noi sembra di no, ma questa è l'occasione giusta per verificarlo.
Allo stesso modo, mi dichiaro favorevole - e l'ho già detto all'emendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia, Botta e Valvo, in cui si dice: "all'art. 18 aggiungere 'ricerca sulla realtà degli italiani dispersi e sostegno alle loro famiglie per cause connesse alla presenza nei Paesi di emigrazione di regimi totalitari'".
Questo discorso lo si era già fatto al Comitato di Solidarietà. Già stamattina ho accennato alla tutela dei diritti umani: chiaramente, non posso che essere favorevole ai due emendamenti.



PRESIDENTE

L'Assessore Cotto si è dichiarata favorevole ad entrambi gli emendamenti presentati, sia quello del Consigliere Chiezzi sia quello del Consigliere Ghiglia, Botta e Valvo.
Vuole illustrare il suo emendamento, collega Ghiglia, o vuole fare una dichiarazione di voto? Così li trattiamo entrambi e, se siamo d'accordo, li poniamo entrambi in votazione. Se questo accordo vi sembra opportuno, non procediamo singolarmente.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Dicevo che, se siamo d'accordo, do la parola al collega Ghiglia - se ritiene opportuno intervenire - per procedere all'illustrazione o alla sua dichiarazione di voto sui due emendamenti: sul suo, collega Chiezzi e sul loro! Dopo di che, terminiamo con le dichiarazioni di voto e procediamo alla votazione.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Gli emendamenti sono due, separati, votiamo prima uno e poi l'altro! Era solo per razionalizzare, collega Chiezzi, gli interventi in aula! La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Ci siamo sentiti costretti a presentare quest'emendamento in considerazione del fatto che l'emendamento proposto dal collega Chiezzi insieme ad altri colleghi di minoranza, era sostanzialmente riduttivo e parziale.
Fermo restando quanto già espresso dal collega Botta nel suo intervento, riteniamo comunque che l'intervento della Regione nella questione sia del tutto strumentale e molto parziale: queste competenze infatti, dovrebbero essere poste in capo al governo nazionale.
Se dico "parziale" è perché si fa riferimento alla situazione del regime dittatoriale argentino ma si trascura di prendere in considerazione la situazione degli italiani costretti ad emigrare in altre parti del mondo. Mi riferisco agli italiani che legittimamente risiedevano nella loro patria (vedi il discorso "Istria-Dalmazia"), costretti a fuggire, con i famigliari "infoibati" dal regime comunista di Tito.
Ho appreso con soddisfazione quanto affermato dal collega Moriconi, che riconosce che "le dittature prima o poi cadono". Auspichiamo, quindi, che possa cadere quanto prima anche il regime castrista. Detto questo, esprimo la mia soddisfazione per l'accoglimento da parte dell'Assessore Cotto dell'emendamento presentato dal Gruppo di Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, procediamo alla votazione dei singoli emendamenti, cominciando dall'emendamento 2) presentato dal collega Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 41 voti favorevoli e 2 voti contrari.
Pongo in votazione l'emendamento 3) presentato dai Consiglieri Ghiglia Valvo e Botta Marco.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Essendovi 25 voti favorevoli e 1 contrario, la votazione non è valida in quanto siamo in assenza del numero legale. Sospendo la seduta per 30 minuti.



(Il Consigliere Angeleri chiede la parola)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Chiedo la verifica del numero legale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, chiedo scusa, si doveva contestare l'esito della votazione.
Se ciò fosse avvenuto, potevo procedere nuovamente alla verifica del numero legale. Non essendo stato richiesto, riaggiorno la seduta tra 30 minuti.
Il Consiglio è aggiornato alle ore 16.45



(La seduta, sospesa alle ore 16.15 riprende alle ore 16.50)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto poiché deve riprendere la seduta. La seduta riprende con la ripetizione della votazione sull'emendamento 3) aggiuntivo all'articolo 18, presentato dai Consiglieri Ghiglia, Valvo e Botta Marco.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 28 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: All'articolo 22 del Programma attuativo la scadenza posta al comma terzo viene modificata in "18 dicembre 2000".
La parola all'Assessore Cotto per l'illustrazione.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche per l'immigrazione e l'emigrazione

E' solo un problema tecnico perché la deliberazione è rimasta ferma e quindi, spostiamo la scadenza al 18 dicembre 2000.
Per quanto riguarda i due emendamenti, do un suggerimento tecnico: i due emendamenti approvati vanno alla fine dell'articolo 18, scrivendo: "Si attiverà altresì" e poi i due emendamenti accolti.



PRESIDENTE

Va bene, è una precisazione tecnica.
La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

L'emendamento presentato dall'Assessore è sicuramente un emendamento tecnico inevitabile, però mi domandavo - magari posso avere risposta - per quale motivo non si possa dare tempo fino a fine anno. La data del 18 dicembre è molto ravvicinata e mi domandavo come raggiungere con l'informazione tutti coloro che possono essere interessati da questo programma di relazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche per l'immigrazione e l'emigrazione

Intervengo solo per rispondere alla giusta domanda posta dal Consigliere Mellano.
Si tratta di un Piano attuativo consolidato nel tempo, per cui l'informazione c'era. Quando è stata approvata la delibera c'era una completa informazione, adesso possiamo tempestivamente, tramite comunicato stampa, dare ancora quest'altra comunicazione.
Non possiamo spostare troppo in avanti la data, perché gli Uffici non possono più impegnare le cifre del 2000. Le assicuro che dalla prossima consulta dell'immigrazione si incomincerà a lavorare sul Piano 2001.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento della Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli, 7 astensioni (non partecipa alla votazione n. 1 Consigliere).
La parola al Consigliere Muliere per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocchino

Il mio intervento sarà breve, perché anche la volta scorsa abbiamo esposto la posizione del nostro Gruppo.
Colgo l'occasione per dire che oggi abbiamo occupato molto del nostro tempo per discutere un provvedimento già esaminato nel precedente Consiglio, ma che non è stato votato per mancanza del numero legale, come spesso accade in quest'aula e nelle Commissioni. Abbiamo evidenziato la questione anche la scorsa volta, ma riguarda un problema di carattere politico della maggioranza.
Sulla base dell'esito del mancato numero legale dell'ultimo Consiglio La Stampa ha pubblicato un articolo nel quale sono riportate le presenze e le assenze dei Consiglieri regionali.
Invito il Presidente, proprio per avere un rapporto di trasparenza con i cittadini e i nostri elettori ...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere, la invito ad attenersi alla dichiarazione di voto.



MULIERE Rocchino

Sto svolgendo la dichiarazione di voto! Approfitto per dire che l'informazione ai cittadini va data completa, inoltre sarebbe opportuno magari ogni sei mesi o una volta l'anno, affiancare al nome di ogni Consigliere regionale il numero delle presenze e il numero delle convocazioni dei Consigli regionali.



PRESIDENTE

Consigliere, la prego di fare la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, è stato tre quarti d'ora a perdere tempo e adesso riprende il Consigliere perché parla? Gli dia il tempo necessario per parlare!



PRESIDENTE

Consigliere, non le ho dato la parola. Non ho perso tempo inutilmente.



(Commenti in aula)



MULIERE Rocchino

Non voglio creare nessun problema.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



MULIERE Rocchino

Non sto parlando d'altro; parlo di quello che sta avvenendo in questo Consiglio regionale. Abbiamo discusso tutto il giorno di un provvedimento che la volta scorsa non è stato possibile votare, perché, come succede spesso in questo Consiglio regionale, manca il numero legale!



(Intervento fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



MULIERE Rocchino

Non sto parlando di altre questioni! Sulla base di quello che è avvenuto l'ultima volta in Consiglio il quotidiano La Stampa ha pubblicato un articolo riportando le assenze e le presenze dei Consiglieri regionali e proprio per questo motivo invitavo il Presidente del Consiglio a fornire un'informazione completa ai giornali segnalando il numero dei Consigli regionali convocati, il numero delle presenze e delle assenze dei Consiglieri regionali. Invito il Presidente a fornire informazioni complete ai giornali. In merito al provvedimento già la volta scorsa abbiamo detto che il nostro Gruppo si sarebbe astenuto, perché non condivide la filosofia di questo Programma attuativo.
La discussione che abbiamo fatto oggi dimostra che questo Programma attuativo è arretrato e il finanziamento è inadeguato rispetto a questi problemi. Anche l'Assessore ha detto che 850 milioni sono pochi. Il prossimo anno, visto che siamo ormai a fine anno e stiamo parlando del Programma attuativo del 2000, guarderemo con molta attenzione il Programma attuativo del 2001, sperando che ci sia un'innovazione nel Programma attuativo presentato dalla Giunta. In questi giorni si sta tenendo a Roma la Conferenza degli italiani residenti all'estero e in questa occasione il Presidente delle Repubblica ha fatto un discorso chiaro che può essere un punto di riferimento per la nostra attività. Penso che bisogna innovarsi anche da questo punto di vista.
Volgo un invito alla Giunta e in particolare modo all'Assessore, perché se ci sono pochi soldi forse, come ho detto l'altra volta, sarebbe più coerente prendere un punto del Programma e finanziare quel punto, non facendo una distribuzione a pioggia come è accaduto per il Programma attuativo del 2000.
Non condividendo la filosofia di questo Programma, il nostro Gruppo dichiara il voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Votiamo il provvedimento un'ora e un quarto dopo, ferme restando tutti magari per qualcuno, i perditempo della discussione, rispetto a quanto avremmo potuto fare se il Consiglio fosse iniziato alle 14,45 e se la maggioranza non avesse fatto mancare il numero legale per mezz'ora.
Abbiamo un ritardo dovuto a comportamenti, e non a regolamenti, che hanno sottratto un'ora e un quarto del nostro lavoro ad altri provvedimenti. Segnalo questa situazione insieme al collega Muliere, perch mi sembra un po' grottesca, nel senso che non si lavora perché non si ha voglia di lavorare, in particolare perché la maggioranza non ha voglia di lavorare, però si fanno interviste come quelle del Presidente Cota sul Sole 24 Ore, che dice: "Il primo atto urgente da fare in Consiglio regionale è cambiare il Regolamento". Forse sarebbe meglio dire che bisogna cambiare il comportamento dei Consiglieri oltre che il Regolamento. I comportamenti dipendono dalle persone e dalla maggioranza, e quindi speriamo in tempi migliori.
Sul provvedimento anch'io mi astengo, come Gruppo, perché è un provvedimento con scarse risorse finanziarie; soprattutto, queste scarse risorse sono distribuite in modo un po' generico, un po' anomalo e senza chiare individuazioni di obiettivi e di priorità. Con queste risorse, si farà un po' di tutto: bisognerebbe scegliere meglio.
Ringrazio e apprezzo l'Assessore per avere almeno approvato l'emendamento che inserisce il tema dei desaparecidos e confermo la mia astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, nell'annunciare il voto favorevole a questo provvedimento non posso esimermi dall'esplicitare il compiacimento di quanto detto dai colleghi della minoranza, che approvo appieno.
E' opportuno che il Consiglio pubblichi le presenze e le assenze dall'aula, perché è bene che la gente sappia chi va a lavorare e chi non lo fa. E' evidente altresì che il metodo con cui devono essere calcolate le assenze e le presenze non può essere la mera rilevazione della firma posta al momento dell'ingresso da un soggetto che appone la firma ed esce dopo due secondi.
Abbiamo un maestro, che ci ha insegnato come si rilevano le assenze e le presenze: l'on. Violante. Io credo che le pubblicazioni sulla stampa debbano contenere i nomi di coloro che hanno partecipato o no alle votazioni.
Faccio infine rilevare che l'assenza del numero legale di poco fa è dovuta all'assenza dell'intera minoranza.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione la deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 32 voti favorevoli e 12 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
E' giunto alla Presidenza l'ordine del giorno collegato, il n. 169, ai sensi dell'art. 92 del Regolamento, presentato dai Consiglieri Chiezzi Mellano, Moriconi, Tomatis, Contu, Muliere, Giordano inerente a "Maggiore impegno finanziario a sostegno dei cittadini e delle famiglie di origine italiana-piemontese che negli anni passati sono stati vittime di violenze e persecuzioni da parte dei regimi totalitari".
La parola al Consigliere Mellano per l'illustrazione.



MELLANO Bruno

Intervengo molto velocemente, così possiamo passare ad altri temi. Con quest'ordine del giorno abbiamo assunto l'impegno di presentare sia la giusta traduzione di quello che ci siamo detti in quest'aula, con tutte le motivazioni che abbiamo apportato alla nostra ripetuta richiesta, affinch quest'aula si esprimesse in modo chiaro e vincolante rispetto ad un intervento preciso relativo alla situazione dei desaparecidos argentini che fosse collegato alle politiche di questa Regione, di questa istituzione regionale nel campo dell'emigrazione.
Per cui, semplicemente, queste cinque righe dell'ordine del giorno traducono e mettono nero su bianco quanto ci siamo detto e sono condivisibili in alcuni aspetti.
Come avete visto, io non ho avuto problemi a votare l'emendamento della maggioranza che parlava in generale di stati territoriali. Però, proprio per quello che più volte si è detto in quest'aula; per la vicinanza e i legami con l'Argentina che hanno fatto scaturire l'ordine del giorno presentato ed approvato all'unanimità nella legislatura scorsa; per i legami commerciali, ma anche culturali e linguistici con l'Argentina; per la situazione politica, come è stata più volte richiamata dai colleghi Morriconi e Chiezzi rispetto al regime - passato, per fortuna dell'Argentina, si pone un problema specifico, al quale noi vogliamo rispondere con questo ordine del giorno.
Mi sembra un ordine del giorno equilibrato che semplicemente rispecchia e richiama le cose che ci siamo detti; forse è meglio esplicitare gli eventuali distinguo che ci sono in quest'aula su questa posizione specifica.
L'Argentina è una cosa che ci sta particolarmente a cuore; abbiamo già dei precedenti illustri in quest'aula: richiamiamo questo impegno per essere chiari e per avere un messaggio chiaro. Anche perché è un po' un'abitudine di quest'aula quella di approvare, alla fine, testi che contengono tutto e il contrario di tutto.
Si tratta di ordini del giorno anche condivisibili - ripeto io li ho condivisi - ma diciamo una parola chiara: la parola chiara è che in questa fase cogliamo la disponibilità dell'Assessore Cotto che dice: "Dal prossimo anno, il 2001, ci impegniamo su un caso specifico, che è quello dei desaparecidos argentini".
Questo vuole essere uno strumento per dare forza all'impegno preso in quest'aula dall'Assessore e su questo vorrei davvero che l'aula potesse esprimersi in un modo chiaro e comprensibile anche per chi ci sta a guardare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Noi avevamo preso nota di questo impegno, di questo ordine del giorno che peraltro ribadisce una cosa ovvia e su cui abbiamo già più volte preso posizione. Qui però ancora una volta vediamo che si fa un ordine del giorno con riferimento preciso alle violenze da parte dei regimi militari argentini. Non è che vogliamo difendere a tutti i costi l'Argentina o differenziare i martiri da una parte o dall'altra, però siccome fino ad oggi la linea degli impegni che sono stati presi era quella in senso più generale e quindi di un discorso legato a questa tipologia direi proprio di violenza e di persecuzione, per sostenere questo ordine del giorno vorremmo che fosse omessa la parte del riferimento preciso e ricondotta invece in un ambito più generale come avevamo detto prima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche per l'immigrazione e l'emigrazione

Come Giunta, riteniamo di astenerci da questo ordine del giorno. Lo abbiamo detto e ridetto, abbiamo accolto l'emendamento. Penso che il discorso sia molto chiaro, mi collego a quanto ha detto il mio Capogruppo di Forza Italia.



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, soltanto per chiarezza: era un invito a togliere "da parte dei regimi militari argentini" da lì in poi o era...



CATTANEO Valerio

No, quella era la considerazione. Quello che intendevo dire è che siccome questo impegno è stato preso, è stato votato anche un emendamento e quant'altro, cioè non voglio mancare rispetto ad alcun Consigliere regionale o ad alcun Gruppo, però ritornare sempre sulla stessa questione insomma...



PRESIDENTE

E' stato chiarissimo.



CATTANEO Valerio

L'impegno è estremamente preciso, non voglio smentire l'Assessore che ha parlato dopo di me esprimendo un voto di astensione, però se l'impegno è stato preso dai Gruppi di maggioranza, tutti siamo d'accordo perché ci siamo dichiarati tutti d'accordo. Essendo l'Assessore e quindi il governo regionale d'accordo, diventa un po' difficile andare a sostenere, al di là di tutto, questo ordine del giorno. Poi, la considerazione sulla parzialità rimane.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia per dichiarazione di voto.



GHIGLIA Agostino

Mi rifaccio a quanto detto dal Consigliere Cattaneo.
Per essere molto chiari: qui nessuno ha problemi a condannare i regimi totalitari argentini, ci mancherebbe altro! Però ci chiediamo il motivo per cui ci siano sempre queste condanne contro un solo regime autoritario.
Allora, rimaniamo al fatto di aiutare le famiglie di origine italiana vittime dei regimi totalitari, punto! Non solo di quelli argentini, dei regimi totalitari, di estrema destra - chi lo sa, se quello argentino lo era - quelli militari e quelli di estrema sinistra! Questo accanimento terapeutico sui regimi totalitari argentini va benissimo, ma è parziale, ed essendo parziale ci fa pensare male. Visto che noi vogliamo pensare bene e pensare in positivo, chiediamo che venga dato un aiuto alle famiglie di origine italiana che in qualche modo hanno subito danni, violenze e sopraffazioni da parte di tutti i regimi totalitari.
Quindi, se i colleghi sono disponibili alla modifica, per noi va bene e votiamo a favore; diversamente, non potremo avallare un ordine del giorno che diventa forzatamente pretestuoso, a nostro avviso, o strumentale e sicuramente non è nelle intenzioni dei presentatori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Il nostro Gruppo ha sottoscritto l'ordine del giorno, quindi lo voteremo. Faccio solo alcune considerazioni su questi atteggiamenti tenuti in aula rispetto al problema argentino.
Nell'ultima riunione di questo Consiglio è stato votato un ordine del giorno sul Tibet, parlando di un Paese specifico, di un popolo specifico che è sottoposto all'occupazione da parte di un altro Stato, che si chiama Cina, e non abbiamo sentito da parte di nessuno sollevare il problema che nel mondo ci sono tante altre nazioni e popoli oppressi, ci sono tante altre nazioni e popoli che opprimono altri popoli e che quindi bisognava in quell'ordine del giorno, richiamarsi al problema generale e non al problema specifico.
Allora credo che la strumentalità non sia nostra, ma sia di chi effettivamente è un po' "nervosetto" quando si ricordano i regimi totalitari di destra! E quando si discute degli altri casi, vota, cioè è d'accordo, però non capisco - veramente io non capisco - perché solo una settimana fa, parlando del Tibet e della Cina, non abbiamo fatto questi discorsi "generali". Da parte nostra né da parte di altri, mi sembra che sia stato sollevato il problema e abbiamo votato all'unanimità l'ordine del giorno. I problemi sorgono, guarda caso, sempre in queste occasioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho firmato anch'io l'ordine del giorno che pone un problema specifico e che non ha altri riferimenti di uguale portata perché l'Argentina è un Paese innanzitutto a larghissima maggioranza di origine italiana e con fortissima presenza piemontese, ed è un Paese nel quale è stato accertato che i governi argentini hanno messo in atto una pratica di sparizione delle opposizioni. Questa non è un'illazione, è un dato di fatto che c'è solo in Argentina. Anche in altri Paesi con regimi dittatoriali non è stata accertata una situazione di questo genere. Lo stesso Cile, durante la dittatura di Pinochet, non ha avuto un'esperienza come quella argentina.
Noi, che abbiamo i nostri emigrati in Argentina, siamo in presenza di un fenomeno unico e lì localizzato, in quelle forme e in quei modi: è stato accertato che un apparato dello Stato, mentre c'era un governo di generali al potere, faceva sparire le persone! Questo è il problema e su questo ci pronunciamo! Ieri sul Tibet, oggi su questo! Poi ci sono anche i Curdi, gli Armeni e avanti di questo passo, però oggi c'è il problema dei desaparecidos e su questo noi chiediamo un pronunciamento, per cui ritengo anch'io che questa rincorsa a spargere, a ogni ipotesi di sparizione l'impegno della Regione, sia assolutamente strumentale e denoti un nervo un po' troppo sensibile verso la situazione della dittatura in Argentina.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io sono tra i firmatari di questo ordine del giorno, per cui ovviamente lo sosterrò e invito a sostenerlo quanti hanno voglia di ragionare con noi su questo argomento.
Il discorso di base lo abbiamo, credo, già sottolineato con precisione.
Certo che c'è il problema sull'Argentina, ma è proprio il caso dell'Argentina che è specifico. Si tratta di un caso che non dobbiamo dimenticare che è ancora aperto. Possiamo anche allargare il discorso a 360 gradi, però le affermazioni allargate a 360 gradi diventano praticamente solo delle affermazioni di principio che non hanno alcuna ricaduta pratica.
La vicenda che non si è ancora conclusa in Argentina invece ci vede investiti per tre ordini di problemi. Innanzitutto perché, com'è stato ricordato ripetutamente, il Consiglio regionale aveva preso degli impegni e quegli impegni erano sì parziali, riguardanti un processo, però non possiamo pensare che tutta la vicenda dell'Argentina si riduca a quelle persone i cui nomi sono usciti fuori durante il processo. Sappiamo bene che la popolazione argentina è fortemente collegata all'Italia, sappiamo bene che in Argentina ci sono tantissimi nostri connazionali. Quindi, non possiamo immaginare che due o tre casi risolvano tutto il problema. E' un caso contingente, presente e molto diverso da un'affermazione generica e assolutamente indefinita. Inoltre permane una situazione per la quale dei ragazzi giovani continuano a non sapere quali sono le loro famiglie. Questo è un dato incontestabile; possiamo fare esempi di qualsiasi genere, per questo fatto preciso è un fatto storico, che tutti conosciamo e che nessuno può smentire.
Il fatto che ci siano dei ragazzi che continuano a vivere presso altre famiglie è un fatto ben preciso e ben individuabile; non è un'affermazione generica, con la quale si dice che ci sono stati dei momenti dittatoriali.
Sappiamo tutti che ci sono stati dei momenti dittatoriali, però nel caso preciso dell'Argentina non vi è un accanimento contro l'Argentina o contro una Giunta militare o di estrema destra: significa fare qualcosa di concreto per una situazione tuttora esistente, perché sfido chiunque a poter affermare che il caso dei desaparecidos, dei ragazzi scomparsi, dei figli delle persone che sono state sistematicamente uccise, sia chiuso.
Questo caso non è chiuso, quindi, nel momento stesso in cui facciamo una scelta che storicamente ha un valore, facciamo anche una scelta etica perché decidiamo di aiutare delle persone che continuano a soffrire. Credo sia facile parlare di sofferenza e di dolore, però immaginiamo il dramma di ragazzi che tuttora non sanno chi sono i loro genitori. Immaginiamo il dramma di ragazzi che sono allevati talvolta dalle famiglie che appartenevano ai persecutori; ragazzi allevati da famiglie amiche conniventi o vicine alle stesse che ne hanno ucciso i genitori.
Se si vuole veramente discutere con ragionevolezza e senza prese di posizione precostituite, non si può non riconoscere che l'Argentina rappresenta un caso specifico.
Noi siamo, come Gruppo Verdi, contrari a tutte le forme di tirannide e di dittatura, però riteniamo che il caso dell'Argentina non possa essere chiuso in modo così semplice, equiparandolo ad altre situazioni non paragonabili ad una piaga ancora aperta come quella che si sta vivendo in Argentina.



PRESIDENTE

Comunico che è giunto alla Presidenza un altro ordine del giorno collegato alla deliberazione testé votata, il n. 168, firmato dai Consiglieri Costa Rosa Anna, Brigandì, Cattaneo, Ghiglia, Mercurio e Angeleri inerente a "Finanziamento e sostegno dei cittadini e delle famiglie di origine italiana vittime negli anni scorsi di persecuzioni e violenze da parte dei regimi militari argentini".
La parte dispositiva è la seguente: "S'impegna la Giunta regionale a stanziare, nell'ambito del programma degli investimenti regionali in materia di movimenti migratori, per il 2001 un maggiore impegno finanziario per il sostegno ai cittadini e alle famiglie di origine italiana, che negli anni passati siano state vittime di violenze e persecuzioni da parte dei regimi totalitari".
Riprendiamo la discussione sull'ordine del giorno n. 169.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Sono deluso senza essere sorpreso, e ho l'impressione che ogni volta che si tenta di discutere con cognizione ed attenzione un tema che necessariamente sollecita le memorie private e politiche dei gruppi, dei partiti, dei movimenti politici e delle organizzazioni, il rischio è sempre quello di trasformare in questione etnica e "di famiglia" un dibattito che dovrebbe non dico volare ad altre altezze, ma rispondere in maniera più coerente ai temi e al merito delle questioni messe sul tappeto.
Non penso affatto che il modo più equanime e coerente che abbiamo a disposizione per discutere di questi temi sia trasformare ogni discussione in una notte in cui tutte le vacche sono grigie, ovvero trasformare una discussione sui regimi totalitari in cui tutti i regimi totalitari sono totalitari, soprattutto rinunciando a distinguere le responsabilità che di volta in volta esercitiamo adottando e approvando o respingendo alcuni provvedimenti.
Penso di essere, insieme al mio collega Mellano, l'unico Consigliere regionale che ha, in questo momento, dei compagni di partito rinchiusi nelle carceri dell'Avana. Nessuno può probabilmente contare su compagni vittime di regimi comunisti di questo tipo. Ciononostante, non ho il riflesso etnico e meschino di ritenere che ogni volta che si parla di una dittatura di destra o di un'esperienza storica drammatica, necessariamente si debba a se stessi e alla propria memoria la scorrettezza di affogare in una notte nera tutti i casi di cui si sta discutendo.
Qui si sta discutendo di una questione precisa, di un impegno assunto dalla Regione Piemonte - impegno che era stato sollecitato dall'iniziativa del Consigliere Cavaliere - che ha visto la Regione entrare (cosa importante dal punto di vista istituzionale) addirittura in un'iniziativa giudiziaria a carico dei responsabili dell'assassinio di alcuni argentini di origine italiana, in particolare di origine piemontese. Siamo di fronte ad un caso preciso di cui si conoscono i nomi dei responsabili e, in molti casi, anche di coloro che sono stati sottoposti a violenze e assassinati dal regime argentino, moltissimi dei quali anche di origine piemontese.
Ritengo non solo sbagliato, ma anche disarmante che, volendo porre questo tema in discussione, necessariamente per sollevare il dibattito all'altezza della polemica politica, si tirino fuori gli infoibati o le vittime delle purghe staliniane, non perché queste non siano vittime meritevoli di tutto il nostro rispetto ed attenzione, non perché questi non siano temi su cui possiamo esercitare la nostra responsabilità.
Faccio presente che il mio gruppo è l'unico - che io sappia - che ha chiesto al Comitato regionale sulla Resistenza di estendere il proprio campo d'azione e di interesse anche all'attività del Tribunale dell'Aia sui crimini commessi nella ex Jugoslavia da parte di un regime nazionalcomunista. Quindi, non siamo sospettabili di nessun tipo di connivenza, ma non possiamo, ogni volta che si discute di un provvedimento specifico, andare a discutere di tutti i casi e volere discutere di tutto senza riuscire a discutere di nulla.
Quindi - e mi rivolgo ai colleghi della maggioranza - non pensate di uscirne così ogni volta. Qui si parla di una cosa precisa: emigrati italiani di origine piemontese vittime di violenze e di assassinii.
Esistono le loro famiglie! Alla Regione si chiede il sostegno alle famiglie di queste vittime: tutte le altre questioni, in questa fase, non c'entrano.
Quando, con la medesima pertinenza e la medesima attenzione a lato di altri provvedimenti che discuteremo, vorremo porre la questione, con la medesima pertinenza, di altre vittime di regime, saremo i primi a sostenere la causa. In caso contrario, è evidente che si va semplicemente alla conta. Se si va alla conta, ogni discussione è assolutamente inutile e possiamo tranquillamente non farla.
Per quello che mi riguarda, visto che non ho riflessi etnici e memorie di famiglie da difendere nella discussione di questi provvedimenti annuncio fin da subito il voto favorevole ad entrambi gli ordini del giorno, posto che uno è assolutamente contestualizzato su un provvedimento l'altro è un pronunciamento che la maggioranza chiede a quest'aula in memoria delle vittime di tutti i regimi totalitari.
Volete questo riconoscimento? Concedo questo riconoscimento, ma fatemi il piacere di evitare di trasformare queste discussioni in un pantano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



PRESIDENTE

PALMA Carmelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha già parlato una volta per dichiarazione di voto ...



GHIGLIA Agostino

Non è vero, mi ha dato la parola per l'illustrazione dell'ordine del giorno ...



GHIGLIA Agostino

PALMA Carmelo (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Allora prima finiamo questo e poi discutiamo l'altro.



PRESIDENTE

Ha ragione il Consigliere Palma. Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Le considerazioni del Consigliere Papandrea prima e dal Consigliere Palma adesso sono convincenti.
Come giustamente diceva il Consigliere Papandrea, si è discusso del Tibet e nessuno ha sollevato problemi, si discuterà di altri casi quando saranno posti in modo circostanziato e nessuno si nasconderà dietro altre questioni: si faccia una discussione in questi termini se si vuole che abbia uno sbocco positivo. Questa mi pare la sostanza della discussione. Lo stesso Assessore aveva detto, in modo più circostanziato di quanto non abbia fatto questa mattina, se ho ben inteso, le stesse cose. C'era un impegno per il 2001 sull'Argentina, non sul mondo, e questo ordine del giorno lo formalizzava. Che, per ragioni che diventano poi comprensibili queste posizioni debbano cambiare, non mi sembra convincente.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 169, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Tomatis, Contu Mellano, Muliere, Giordano, collegato alla deliberazione n. 105, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a stanziare nell'ambito del programma degli interventi regionali in materia di movimenti migratori per il 2001 un finanziamento per il sostegno ai cittadini e alle famiglie di origine italiana vittime negli anni scorsi di persecuzioni e violenze da parte dei regimi militari argentini".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 16 voti favorevoli e 29 astenuti (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
La parola al Consigliere Ghiglia per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 168.



GHIGLIA Agostino

Nel pieno rispetto delle procedure regolamentari! Volevo fare due brevissime riflessioni. Faccio parte di un modesto partito nazionale di un Paese in cui si vota. Non ho compagni di partito in altri paesi, primo, perché non ho "compagni"; secondo, perché ci sono paesi, citati prima, in cui non ci possono essere partiti (Cuba, ad esempio).
A Cuba si può solo essere arrestati e messi in carcere perché lì i partiti non esistono: non ci sono le elezioni, non c'è democrazia, quindi non sappiamo bene se Cuba sia annoverata nei regimi più o meno totalitari.
Ribadisco, a Cuba non ci sono i partiti. Le tessere, che anche noi volessimo iscrivere ad "Alliancia National", se si chiamasse così a Cuba non potrebbero essere distribuite e non potremmo avere compagni di partito in quanto, da vero regime totalitario, i regimi non esistono ...



GHIGLIA Agostino

PALMA Carmelo (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Non dire stronzate, c'è gente in galera.



GHIGLIA Agostino

Lo so meglio di te! Lo devi dire ai tuoi amici comunisti di tutto il mondo che c'è gente in galera a Cuba!



PRESIDENTE

Per cortesia, Consiglieri.



GHIGLIA Agostino

"Stronzate" lo dici a tua sorella, se ne hai una e se sei in grado di parlare, così magari ti capisce ...



PALMA Carmelo

Presidente, riprende solo me?



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia e Consigliere Palma ho ripreso tutte e due...



GHIGLIA Agostino

Ha ripreso persino me, perché tu non hai il coraggio di dire le cose al microfono.
Visto che io, tra tanti difetti, ho quello di essere educato e di cercare di avere rispetto per le opinioni altrui - ancorché comunisti amici dei comunisti e sostenitori dei comunisti - volevo semplicemente ribadire che tutta la nostra solidarietà va ai perseguitati politici cubani, che vivono in un regime totalitario e dittatoriale, dove non esiste la democrazia e i partiti, quindi non possono essere tesserati ad un partito. Possono solo essere aderenti morali.
Il discorso che faceva prima un Consigliere - che non nomino per decenza proprio perché ho rispetto per l'educazione e per l'aula - non è assolutamente parziale, ma con un vizio profondissimo di forma e di sostanza.
Se si dice che questo è un argomento parziale o un tema finalizzato ...



(I Consiglieri Palma, Mellano, i Consiglieri del Gruppo DS, Chiezzi e Moriconi, abbandonano l'aula)



GHIGLIA Agostino

Questa è l'ennesima lezione di democrazia.
Dovrei ricordare al Consigliere che prima, probabilmente, stava parlando di un altro argomento. Questi sono impegni in materia di movimenti migratori relativi all'anno 2001, non solo finalizzati all'Argentina. Devo ricordare ai colleghi che abbiamo comunità italiane in quasi tutto il mondo e che parte dei nostri contributi vanno in Argentina, Brasile, Germania ecc. Mi chiedo perché ci debba essere ...



GHIGLIA Agostino

SAITTA Antonino (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Non capisco perché il Consiglio debba essere sequestrato dal Consigliere Ghiglia!



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, il Consigliere Ghiglia sta facendo il suo intervento a termini di Regolamento. Sta illustrando un provvedimento e sta parlando da 3 minuti e 45 secondi. Da Regolamento, ha diritto a dieci minuti per il suo intervento, quindi, Consigliere Ghiglia, finisca il suo intervento!



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Volevo rispondere al Consigliere Saitta che, in vita mia, non ho mai sequestrato nessuno ...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

Ciascuno può esprimere le opinioni che crede nell'ambito del rispetto degli argomenti. Consigliere Ghiglia, la invito a continuare e ad illustrare il suo ordine del giorno.



GHIGLIA Agostino

Apprendiamo che in democrazia non ci si misura con la quantità ...



GHIGLIA Agostino

SAITTA Antonino (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

L'intelligenza politica si misura in qualità, più che in quantità.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, continui nell'illustrazione dell'ordine del giorno. Consigliere Saitta, la prego di non intervenire, perché non ha la parola.



GHIGLIA Agostino

Mi sento veramente vessato.
La legge sui movimenti migratori deve tener conto di tutti gli italiani, di origine piemontese, presenti nel mondo altrimenti rischiamo di fare delle sperequazioni di comodo. Pertanto, abbiamo presentato quest'ordine del giorno, non perché non condividessimo anche l'altro, ma perché non volevamo che venisse data, a questi stanziamenti, una visione parziale, magari strumentale, magari soltanto politica. Questo, senza alcuna volontà di sequestro, ci mancherebbe altro! Semmai, tenta di sequestrare chi impedisce agli altri di esprimere le proprie opinioni. O non è democrazia?



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 168, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale a stanziare, nell'ambito del programma degli interventi regionali in materia di movimenti migratori per il 2001, un maggior impegno finanziario per il sostegno ai cittadini e alle loro famiglie di origine italiana, che - negli anni passati - siano stati vittime di violenze e persecuzioni da parte dei regimi totalitari." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Nomine

"Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali" (Art. 8, L.r. 20/1989) - Nomina di tre esperti nella materia di competenza con comprovata specifica esperienza scientifica e professionale


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 11) all'o.d.g.: "Nomine".
Dobbiamo procedere ad un adempimento, che è la dichiarazione di collegamento per uno dei candidati.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Chiedo, Presidente, se può sospendere la seduta per qualche minuto, in modo che le minoranze possano individuare la persona da indicare.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Saitta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,48 riprende alle ore 17,56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo al Consigliere Saitta se può indicare il nome del candidato collegato.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, il candidato è Lombardi Cristiana.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Si proceda alla distribuzione della lista dei candidati e della scheda relativa alla nomina di tre esperti nella "Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali" con la possibilità di dare due preferenze, ai sensi dell'art. 72 del Regolamento.
In quanto occorre procedere con voto limitato.
Nomino scrutatori il Consigliere Segretario Di Benedetto e, per la maggioranza, il Consigliere Botta Marco.
Si proceda alla votazione a scrutinio segreto.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Esame proposta di deliberazione n. 99 (ex pdcr 737) "L.r. 16/1999 art. 4 fasce altimetriche e di marginalità socio economica"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 6) all'o.d.g., "Proposta di deliberazione n. 20 (ex pdcr 737 639 e 765) "Approvazione del Piano-direttore regionale per l'approvvigionamento idropotabile e l'uso integrato delle risorse idriche (L.r. 20/9/1997, n. 13, art. 12)".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

E' un provvedimento, quello in esame, arrivato diverse volte sull'orlo della discussione ma demandato poi, per una serie di ragioni, alle sedute successive. In sostanza, la finalità ...



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, le devo chiedere scusa, ma devo interromperla.
Prima di questo punto dovevamo trattare il punto 5) all'o.d.g., ma mi è sfuggito, nascosto sotto la cartellina! Chiedo di nuovo scusa.
Assessore Cavallera, tratteremo del provvedimento tra poco.
Assessore Vaglio, la prego di voler rispondere sul punto 5) all'o.d.g.
cioè sulla proposta di deliberazione n. 99 (ex pdcr 737) "L.r. 16/1999 art.
4, fasce altimetriche e di marginalità socio economica".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Credo che abuserei della pazienza e della cortesia dei colleghi se riprendessi - per l'ennesima volta! - l'illustrazione di questo provvedimento. Esso è previsto della legge regionale n. 16, sostituisce un provvedimento analogo ed è il risultato di un'indagine approfondita dell'IRES su richiesta e sulle indicazioni della III Commissione della passata legislatura.
Siamo un po' in ritardo, ma niente di irreparabile. La classificazione fatta è, ovviamente, una classificazione "in itinere", poiché a mano a mano che i dati statistici vengono aggiornati si ripropone l'occasione di riperimetrare le aree di marginalità.
Tutti noi ci auguriamo che i Comuni marginali della montagna piemontese tendano a diminuire, non ad aumentare. I parametri su cui è stata effettuata la valutazione sono di tipo sociale, economico e reddituale. Su questi tre parametri è stata elaborata dal nostro Istituto di ricerca questa graduatoria, che vi proponiamo oggi, attraverso la deliberazione di Consiglio.
Chiedo alla cortesia dei colleghi una "finalmente" rapida approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'illustrazione dell'Assessore non da modo di sapere quali variazioni sono intervenute - se variazioni sono intervenute rispetto alla collocazione dei vari Comuni - ed inoltre non consente di capire la scelta dei criteri che stanno alla base della deliberazione.
Essa, infatti, cita uno studio dell'IRES, ma si limita a citarlo soltanto, compiendo poi delle scelte che non vi risultano collegate, e sono le stesse scelte che determinano le varie graduatorie! Vorrei che l'Assessore illustrasse un po' più a fondo la prima scelta che mi sembra molto discutibile. Mi riferisco a quella che assegna all'altimetria del Comune un peso pari al 10% del totale, assegnando il 90 alla marginalità socio economica. Come ho detto, la ritengo una scelta molto discutibile. Vorrei conoscere i motivi di questa divisione percentuale, ritenendo che essa potrebbe più utilmente spostarsi verso un peso maggiore dell'altimetria. Non mi sembra utile ridurre il peso dell'altimetria al solo 10%.
Al contrario, io proporrei di rafforzare un po' la classificazione in base all'altimetria, perché essa è, prima di tutto, un elemento assolutamente certo ed obiettivo ed è, inoltre, un fattore di marginalità molto, molto rilevante.
Io ho posto la mia domanda - come mai solo il 10% - e ho formulato la mia proposta. Non so se i colleghi concordano con me, ma io chiedo che si dia più peso a questo fattore di marginalità che - tra l'altro - è l'unico misurabile con sicurezza.
La classificazione nelle tre classi - ad alta, media e moderata marginalità - viene proposta senza spiegazione. Non si capisce quanto è dovuto allo studio dell'IRES e quanto deriva da una scelta politica. La deliberazione è molto ermetica: in pratica, essa si riduce all'elenco delle conseguenze (conseguenze di criteri che vengono semplicemente enunciati) senza un'illustrazione esaustiva che consenta di comprendere i motivi della scelta dei suddetti criteri.
Chiaramente, prendiamo atto del lavoro dell'IRES. Però, la deliberazione così come "confezionata" non dà molte possibilità ai colleghi Consiglieri di comprendere perché si fa questa proposta di marginalità da parte dei Comuni.
Quello in oggetto è un provvedimento che ha effetti pratici rilevanti sulla vita di queste comunità, perché dalla classificazione in fasce altimetriche di marginalità derivano provvidenze di vario tipo. Per questo chiedo all'Assessore che ce ne faccia un'illustrazione più chiara, oltre che una deliberazione che sia "nel contenuto" più chiara.
Potrebbe anche dirci - e ciò farebbe chiarezza - che lo studio dell'IRES "viene assunto", non che se ne "prende semplicemente atto".
Un'ultima cosa prima di concludere. La questione dell'altimetria mi sembra una questione "squisitamente" politica: si tratta di una scelta, e come tale va discussa. Penso che proporrò un incremento del peso di questo fattore, ma dopo aver consultato gli altri colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Presidente e Assessore, il problema sta nel fatto che se il lavoro è stato fatto con metodi scientificamente oggettivi, il risultato è incongruente perché qui ci si deve capire. Poi, in buona sostanza, vi è una verifica empirica del risultato. Dovrei citare comuni della mia provincia per i quali posso testimoniare, ma certo che un risultato che accosta, ad esempio, Vernezzo e Pradleves, Assessore, lei che li conosce bene, è fuori dal mondo e da ogni attendibilità.
Scusate, voglio parlare con l'Assessore perché, una volta che avremo varato una cosa che poi non siamo in grado di difendere, indipendentemente da come la si è votata, vale per tutti.
Noi, qui, abbiamo dei comuni che, come lo stesso IRES rileva, ai fini della collocazione nell'ambito del nuovo obiettivo 2), sono esclusi perch sono troppo ricchi, ma qui sono segnati nella fascia di maggiore marginalità. Allora, delle due, l'una.
Ha presente, Assessore Vaglio, a cosa mi riferisco? Quando abbiamo votato il Piano per la collocazione del territorio nelle fasce di marginalità, riconosciuta ai fini del nuovo obiettivo 2) dei Regolamenti comunitari, abbiamo inserito dei comuni, che qui troviamo nella fascia di maggiore ricchezza, e ne abbiamo esclusi di quelli che troviamo nella fascia di maggiore marginalità.
Presidente Cota, mi riferisco a lei in quanto questa situazione è insostenibile! Non voglio che il Consiglio regionale sia ridicolizzato! Non ho niente da dire sulla deliberazione in sé, se è un fatto oggettivo è un fatto oggettivo. Posso dire che ci asteniamo o che votiamo contro, ma procediamo ad una verifica empirica dalla quale risulta che i territori di tutte le province che, ai fini dell'obiettivo 2), erano stati considerati di massima marginalità qui sono considerati nella minima marginalità - ad esempio, Revello. Altri che, invece, erano stati considerati nella fascia di massima ricchezza, sono considerati nella fascia di massima marginalità.
Non possiamo procedere così. Il Consiglio regionale deve soltanto mettersi d'accordo con se stesso, con gli atti compiuti su proposta dell'Assessore Pichetto e gli atti compiuti su proposta dell'Assessore Vaglio.
So benissimo che l'Assessore Vaglio ha preso un lavoro dell'IRES l'avrà guardato, come abbiamo fatto tutti noi, e l'ha trasferito. Ma nel momento in cui noi validiamo questo risultato non voglio, circolando per i nostri territori, essere in qualche maniera sospettato di incompetenza matematica quando l'aritmetica non arriva oltre all'1,4 e allo 0,4, perch è troppo basso l'indice di complessità per non essere alla portata di qualsiasi Consigliere regionale.
Chiedo al Consiglio che metta d'accordo questi due atti. Per lo meno, i territori che abbiamo considerato marginali ai fini dell'applicazione dell'obiettivo 2) continuiamo a considerarli marginali anche qui.
Si deve sospendere e valutare i motivi per i quali siamo arrivati a questo.
Assessore, questi risultati sono stati costruiti tutti dall'IRES.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna (fuori microfono)

Se vuole glielo spiego anche.



PRESIDENTE

Adesso termina l'intervento il Vicepresidente Riba, poi interviene l'Assessore Vaglio.



RIBA Lido

Se c'è una spiegazione che colma questo tipo di dubbio, che per tanti è diventato un dramma perché noi qui rilasciamo una patente di massima marginalità ad una quantità non irrisoria di comuni che, ai fini dell'applicazione dell'obiettivo 2), erano stati considerati fuori dalle fasce di marginalità.
Presidente, aspettavo il momento delle fasce di marginalità. Lo avevamo già detto all'Assessore Pichetto e lo sapeva anche l'Assessore Vaglio, che francamente, quella incongruenza o la si portava fino alle massime conseguenze, ma, evidentemente, non la si poteva riproporre in sede di discussione e definizione delle fasce di marginalità o, altrimenti, la si rimediava allora. Allora non si è voluto, però adesso la questione ritorna e noi dobbiamo individuare un punto di equilibrio. O erano marginali allora e sono marginali adesso o non lo erano allora e non lo sono adesso.
Credo di aver posto un problema non risolvibile semplicemente con un atto di disponibilità politica.
Considero sensato quanto proposto dal collega Chiezzi.
Se mi permettete, considero ancora più urgente definire questo aspetto di grande incongruenza in merito a due atti di programmazione o di definizione preliminare alla programmazione della Regione, nell'allocazione di alcune centinaia di miliardi nelle due fasi che, in qualche maniera devono essere pilotate da queste definizioni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Le motivazioni espresse dai Consiglieri Chiezzi e Riba sono, per certi versi, già visibili nella stesura stessa del documento, la prima pagina del documento recita: "Visto l'articolo ... i territori sono classificati e ripartiti all'interno di fasce altimetriche e di marginalità socioeconomica, tenendo conto in particolare degli andamenti demografici del reddito ...". Questo è stato evidenziato dal collega Riba e lo posso evidenziare io stesso per altri comuni. Ad esempio, non riesco a capire perché, nella Comunità Montana Val Pellice, Rorà stia peggio di Angrogna o Angrogna stia meglio di Rorà. Oppure perché Bibiana abbia lo stesso livello di marginalità di Angrogna; lo stesso problema si verifica per Cumiana e Prarostino. Altri esempi li possono fare tutti.
Se il giochino fosse solo quello di fare una legge che si fa tanto per fare, la cosa non avrebbe praticamente alcuna ricaduta pratica. Siccome tutto sommato, sappiamo che a questa classificazione sono legati dei soldi sarebbe utile conoscere se vi sono altri motivi per i quali le fasce sono state così individuate. Dal punto di vista di una programmazione seria non si vedono i motivi. In questo Consiglio regionale utilizziamo tanta carta magari si dovrebbero fornire i criteri con i quali sono stati elaborati questi indici, così da capire qualcosa in più.
Se lo scopo è che noi non dobbiamo capire, ma deve solo capire l'Assessore e capire cosa vuole capire lui, allora questo documento va benissimo, perché non mette nessuno di noi in grado di capire come sono stati formulati questi criteri. Dire "gli andamenti demografici", in assoluto non vuole dire niente, così come gli "andamenti del reddito" e i "consumi della popolazione", hanno un significato solo se comparati tra di loro.
Ripeto: non avendo la possibilità di compararli, è un esercizio puramente accademico quello che si vuole da noi. Si vuole da noi un'approvazione a scatola chiusa, nel senso di prendere o di lasciare tanto abbiamo 40 voti. Su questo possiamo anche non ritornare. Non si pu fare a meno di non rilevare disparità: alcune le ho viste io, altre le ha viste il Vicepresidente Riba, ma tutti noi possiamo fornire interpretazioni per lo meno strane di quanto avviene sul nostro territorio, questo è quello che si verifica.
D'altra parte, come diceva il Consigliere Chiezzi, sembra strano il concetto di valore altimetrico, che è un dato sicuramente assoluto, perch a differenza dei criteri di marginalità socioeconomici che sono relativi tutti ne siamo convinti, perché se faccio un indice di marginalità basato sul reddito e sui consumi devo per forza farlo riferendomi a una cosa che c'era ed è cambiata, una cosa che c'è in un posto e che cambiata in un altro. Mentre, le fasce altimetriche sono chiaramente dei termini oggettivi, perché l'altezza nessuno la può cambiare. Mi sembra che ragionare su una maggiore importanza dell'altimetria è un primo punto di partenza, però correttezza vorrebbe che ci siano forniti gli elementi per poter valutare quanto dello studio effettuato dall'IRES è stato recepito in questo documento e la possibilità di verificare esattamente gli andamenti demografici del reddito, dei consumi della popolazione, delle dotazioni dei servizi locali e della dotazione turistica, altrimenti questa delibera è veramente monca. Per convincerci che non esistono queste disparità all'interno del documento è fondamentale poter avere questi dati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Man mano che la discussione va avanti ognuno interviene nel dibattito prendendo come punto di riferimento le realtà che conosce.
Credo che se volessimo fare una breve considerazione sugli interventi che mi hanno preceduto, Assessore, questa è la dimostrazione più evidente che è un atto - lo dico come nuovo Consigliere - datato, quindi non è stato approvato in tempi rapidi, ma è nuovamente transitato nella Commissione competente, per cui non ha avuto gli approfondimenti opportuni e necessari.
Mi limito a fare degli esempi, però facendo anche un appello ai Consiglieri della maggioranza di prestare attenzione alle nostre considerazioni inerenti a una conoscenza, magari superficiale, di alcune realtà territoriali, ma che credo siano comuni e, quindi, la verifica del confronto, quale migliore strumento di misura della varietà del metodo usato, può partire soprattutto dalla conoscenza più o meno vasta che i Consiglieri hanno del territorio.
Cito un esempio per tutti: Lanzo Torinese. La premessa indica le modalità: "Visto l'art. 4 della legge regionale 2 luglio 1999 n. 16, il quale stabilisce, nell'ambito territoriale delle comunità montane, i territori sono classificati e ripartiti all'interno di fasce altimetriche e di marginalità socioeconomica tenendo conto, in particolare, degli andamenti demografici, del reddito e dei consumi della popolazione, delle dotazioni dei servizi locali, della dotazione turistica".
Per i servizio locali intendiamo quelli che vengono erogati alla comunità e molto spesso anche ai comuni limitrofi. Non so se nell'ambito dei servizi locali si può inserire la presenza di strutture dedicate allo sport, ad esempio la piscina. Penso ad un'altra realtà, quella degli asili nido, che è un servizio locale al quale accedono tutti i Comuni limitrofi.
Se lei ha letto con attenzione la rassegna stampa della scorsa settimana sicuramente sa cosa dice il Comune di Lanzo. Questo Comune chiude, perché ogni anno accumula un passivo di 280 milioni e non comprende il fatto che uno degli strumenti previsti, cioè la convenzione, non sia adottata dai comuni dei non residenti che utilizzano questo servizio dopodiché il comune è costretto a sobbarcarsi delle spese che non sono coperte a sufficienza dalla fiscalità locale.
Chi si occupa di statistica registra la presenza o meno dei servizi e attribuisce un punteggio. L'asilo nido c'è, ma poco importa se, per una ragione o per un'altra, le difficoltà in cui si attanagliano gli enti locali non consentono più di sostenere gli oneri relativi alla gestione di questi servizi.
Ho voluto portare un esempio piccolo, ma potrei citare altri comuni della comunità montana, in particolare la Valle di Lanzo, però volevo evidenziare che c'è qualcosa nello strumento che non funziona e che non consente di dare una fotografia sufficiente, perché ho ragione di credere che la presenza più o meno di un certo numero di servizi può condizionare il punteggio relativamente alla marginalità socioeconomica.
Se gli indicatori sono questi, anche se non li conosco, vanno assolutamente rivisti.
Il Comune di Lanzo, tanto per dire, è inserito in terza fascia a moderata marginalità comune con indici di costo. Con questo mio intervento metto in evidenza la mia difficoltà ad esprimere un voto con cognizione su una materia così delicata. Mi sembra di comprendere che da questa classificazione deriva il trasferimento delle risorse e dei fondi strutturali da parte della Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Per sgomberare il campo dai sospetti che il collega Moriconi ha sollevato, devo dire che dallo studio dell'IRES abbiamo preso tutto.
Innanzitutto che cos'è lo studio dell'IRES? Nel lontano 1996 abbiamo deciso, in attuazione della legge nazionale n.
97 del 1994, di rivedere le fasce di marginalità che avevamo fatto all'inizio del 1995. C'è stata la necessità di rivedere le fasce, perch c'era una formula lunghissima che non si capiva bene cosa contenesse.
Abbiamo interpellato l'IRES in Commissione e abbiamo sviluppato dei ragionamenti. Se voi prendete lo studio che viene citato nel documento (Working Paper n. 121/1998) ci sono tutte le dimostrazioni che i parametri segnalati dalla Commissione, sono stati verificati nella loro sensibilità.
Perché la quota altimetrica è stata considerata sola al 10%? Se si pensa ai Comuni altimetricamente più elevati, come Limone Piemonte, Claviere, Sauze d'Oulx e Sestriere, non sono sicuramente Comuni marginali per il solo fatto dell'altimetria. Quindi, l'altimetria interviene in un modo poco sensibile. Abbiamo verificato che il problema vero della montagna piemontese è l'invecchiamento, perché a differenza delle altre aree dell'arco alpino italiano ed europeo il Piemonte risultava in tutta la sua evidenza per il tasso di popolazione anziana e la diminuzione di popolazione residente. Quindi, su questi due fattori si è concentrata l'attenzione dell'Istituto regionale per gli studi e le ricerche statistiche.
Inoltre, sono stati valutati i criteri che identificassero il reale reddito e la reale vocazione al turismo, che nelle zone montane è stato considerato come motivo di sviluppo o, perlomeno, motivo di non diminuzione di crescita.
In seguito, l'IRES ha testato ogni indice verificando se era significativo o meno e, sulla base di questi test, ha estrapolato una serie di indici: quattro per l'invecchiamento della popolazione (se vogliamo, per la situazione sociale); quattro per la situazione economica locale e quattro per i servizi.
Sulla base di questi dodici indici incrociati, il valore medio regionale era zero; quelli molto al di sotto dello zero sono stati considerati pesantemente marginali; quelli al di sopra dello zero sono stati considerati moderatamente marginali, per non dire non marginali del tutto.
La terza fascia è quella non marginale e dire che Lanzo è marginale è un po' difficile, perché c'è il collegamento ferroviario, perché è una città che non sta perdendo popolazione e altro. Se testiamo tutti questi parametri vediamo che rispondono.
Sono d'accordo sul fatto che, forse, tre fasce sono poche e pu succedere che Angrogna venga messa insieme a Bibiana, ma sicuramente i comuni fortemente marginali sono stati tutti evidenziati, senza alcuna ombra di dubbio.
Rispondendo al collega e amico Riba, voglio dire che è chiaro che i criteri di marginalità identificati da questo provvedimento non sono gli stessi che hanno informato le scelte dell'obiettivo 2), in quanto lavoravano su parametri diversi. Per identificare le aree sensibili all'obiettivo 2) avevamo la disoccupazione, ed è difficile che vi sia molta disoccupazione dove non vi sono giovani; avevamo il tasso di occupazione in agricoltura, ma sappiamo benissimo che nella montagna piemontese la popolazione occupata in agricoltura, mediamente, è minore del 5%; avevamo il disagio sociale, che interessa le aree metropolitane. Avevamo parametri con i quali non potevamo confrontare situazioni di disagio reali che abbiamo in montagna, non vincolate a quei parametri di intervento che l'Unione Europea ci diceva di dover utilizzare. Tant'è che, sulla base dei sistemi locali del lavoro, buona parte delle nostre comunità montane, in particolare quelle del cuneese, ma anche alcune del torinese e del biellese, non sono state ricomprese, in quanto il grande peso demografico dei fondovalle faceva sì che quel sistema locale del lavoro non fosse visibile.
Ora, un conto è l'eleggibilità, così è; un conto è la marginalità.
Voglio ricordare - ma non serve, lo sappiamo - che la Giunta, nei sette anni, ha impegnato 70 miliardi per sanare quelle situazioni nelle comunità montane che sarebbero state eleggibili se non fossero state inserite in altri sistemi locali del lavoro.
Si può fare di tutto, si può anche discutere su un documento che non è stato allegato, ma che è all'origine del lavoro della Commissione. Si pu discutere su come è stata formulata la proposta di deliberazione, però devo semplicemente dire che la proposta di deliberazione viene elaborata in Commissione. E' la Commissione stessa, non è la Giunta e non è l'Assessore alla montagna, che la propone al Consiglio.
Ritengo che il lavoro svolto dall'IRES sia ottimo; è stato illustrato in modo puntuale e serio. I parametri e gli indici indicati dall'IRES siano stati testati con grande serietà e in questo documento non esiste la bench minima discrezionalità. Se i dati statistici varieranno, conseguentemente dovremo riapprovare un'altra deliberazione che ci consenta di mutare questa perimetrazione. Ma, allo stato dell'arte, ad oggi, non abbiamo uno strumento migliore di questo. Per cui insisto nel richiedere l'approvazione di questo documento. La finalità è una previsione di legge che, ad oggi non corrisponde a nessun intervento finanziario particolare. In futuro, ci auguriamo di poter destinare interventi particolari ai comuni molto marginali. Ad oggi, nessuna legge regionale o statale fa riferimento a questa catalogazione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere



RIBA Lido

Quando avete varato quel provvedimento per le zone cosiddette "eleggibili", la Giunta fece un comunicato - del quale conservo copia, non qui naturalmente, ma penso si possa rintracciare - nel quale diceva di aver stanziato 300 miliardi di fondi regionali - tant'è che fu esibito - per sopperire alla situazione dei territori che, ingiustamente ed iniquamente lo si riconosceva - dal punto di vista delle metodologie, erano stati esclusi dalle zone eleggibili. Lì vi erano tutti quei territori che rientravano nel Phasing out, ma ci rimettevano ugualmente il 70% rispetto alle nuove zone.
Volevo sapere che fine hanno fatto quei 300 miliardi che sono stati comunicati.
Sono stato indotto a formulare la richiesta di chiarimento perché lei adesso, ha parlato di 70 miliardi, mentre la comunicazione della Giunta regionale riguardava 300 miliardi - lei lo sa questo.



(Commenti in aula)



RIBA Lido

Sì.
Mi pare che abbiamo utilizzato una comunicazione rassicurante fino ad un certo punto, ma rassicurante. In seguito, ovviamente, l'abbiamo disattesa, d'altra parte in quest'aula, nel finire della scorsa legislatura, più di uno aveva detto che quei 300 miliardi non esistevano e non erano reperibili. Adesso sono diventati 70 e come vengono spesi?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Premesso che, ovviamente, con il provvedimento non c'entra niente. Di quei 300 miliardi, che il Presidente della Giunta dichiarò dover essere utilizzati per le zone che eleggibili erano ed eleggibili non erano più state riconosciute, sono stati assegnati 70 miliardi ai territori di montagna, con una semplice proporzione in base alla popolazione. Quindi tranche di 10 miliardi per ogni anno nei sette anni del periodo di programmazione 2000-2006. La prima tranche di 10 miliardi, relativa al 2000, è stata assegnata alle comunità montane che sarebbero state eleggibili, qualora il riferimento territoriale non fosse stato il sistema locale del lavoro, ma fosse stata la comunità montana. Quindi abbiamo rifatto tutti i conti in base alla eleggibilità delle singole comunità montane. Abbiamo comunicato alla Conferenza dei Presidenti delle Comunità montane questo risultato; nel mese di luglio abbiamo aperto i termini per la presentazione dei progetti, che sono stati presentati entro il 30 settembre e sono già stati finanziati per l'importo massimo di 10 miliardi.
Quindi quelle risorse, almeno quelle, sono già state impegnate (ovviamente non ancora spese, ma sono state impegnate); così come verranno impegnate negli anni prossimi, perché c'è la previsione di bilancio (perlomeno c'è la previsione sul bilancio triennale).
Per quanto riguarda le altre risorse pregherei il collega di rivolgersi all'Assessore Pichetto che è competente in quel settore; io ho già un numero sufficiente di grane a cui far fronte.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

RIBA Lido (fuori microfono)



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Non mancheremo di chiedere a Pichetto!



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Vaglio.
Se non vi sono richieste di parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 99. Prego i Consiglieri di prendere posto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Comunico che per ragioni formali il testo della delibera è così modificato: nella premessa "visto l'art. 4 della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16, il quale stabilisce che" viene tolto "ai sensi dell'art. 28 della Legge 142/90", poi la delibera prosegue con "nell'ambito territoriale delle comunità montane ecc. ecc.".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché viene tolto?



PRESIDENTE

Perché è abrogato e sostituito dal Testo Unico sugli Enti locali.



CHIEZZI Giuseppe

Però se si toglie, Presidente, si tratta di un emendamento, quindi bisogna formalizzare l'emendamento.



PRESIDENTE

Come dice, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

Se ci sono delle modifiche, chiedo solo che vengano fatte secondo il rito. Se ci sono modifiche al testo, chiedo che vengano proposte secondo il rito, cioè l'emendamento, la spiegazione dell'emendamento e il pronunciamento sull'emendamento.



PRESIDENTE

Ma non è più in vigore la L. 142! E' un inciso della premessa...



CHIEZZI Giuseppe

Sarà anche un inciso, ma io ho a mie mani un documento ufficiale: mi si chiede di votarlo, io lo voto; si chiede di modificarlo, lo si modifichi con un emendamento! Voi mi avete consegnato questo testo che non ho scritto io; per me è scritto così, per modificarlo, va modificato con un emendamento, sottoscritto da qualcuno che mi spieghi come mai lo presenta.
Grazie.



(Consultazione tra il Presidente Cota e i dirigenti del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Assessore Vaglio, cosa vuol fare? Può anche rimanere il richiamo, non ci sono problemi dal punto di vista della tenuta dell'impianto, perch ovviamente essendo il riferimento alla legge 16 non ci sono problemi altrimenti mi presenta l'emendamento soppressivo. E' un'operazione di tecnica legislativa.



(Commenti dell'Assessore Vaglio)



PRESIDENTE

Lo lasciamo inalterato.
Pongo dunque in votazione l'intero testo della deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Favorevoli 28, nessun contrario, nessun astenuto.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero, Presidente.



PRESIDENTE

Non ci sono problemi, lei chiede la ripetizione della votazione. Ai sensi dell'art. 67, comma 2, del Regolamento, "il voto per alzata di mano è soggetto a riprova, se questa è richiesta immediatamente dopo la proclamazione del risultato da un Consigliere".
Provvedo quindi, ai sensi dell'art. 67, comma 2, del Regolamento, alla ripetizione.



MARCENARO Pietro

Io ho chiesto la verifica del numero.



PRESIDENTE

No, si tratta della ripetizione della votazione, Consigliere.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione n. 13 Consiglieri).


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di deliberazione n. 20 (ex pdcr 639 e 765): "Approvazione del Piano-direttore regionale per l'approvvigionamento idropotabile e l'uso integrato delle risorse idriche (L.r. 20/9/1997, n. 13, articolo 12)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) dell'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 20.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Per ricapitolare tutta la situazione, leggo tre paginette, così evitiamo di allungare troppo i tempi.
"Il piano-direttore delle risorse idriche oggi in esame è previsto dalla legge regionale 13/97 quale strumento finalizzato al risanamento, al risparmio, alla tutela, alla riqualificazione e all'utilizzazione a scopo multiplo delle acque in Piemonte.
Nel corso della precedente legislatura (gennaio 1999) veniva proposto al Consiglio regionale l'approvazione del suddetto piano; venivano svolte nel successivo autunno le consultazioni dei soggetti coinvolti e successivamente si provvedeva alla modifica e agli aggiornamenti dettati dalle nuove significative legislazioni nazionali nel frattempo intervenute.
Le ricordo: la Legge 79 (il Decreto Bersani) sull'energia elettrica, quindi idroelettrica; la L. 152, la nuova legge generale sulle acque; la L. 238 che è l'attuazione dell'art. 1 della Legge Galli, cioè il principio che tutte le acque sono pubbliche.
Licenziato nel dicembre 1999 dalla competente Commissione, la scadenza della legislatura non ne ha consentito l'approvazione, nonostante il medesimo fosse iscritto all'o.d.g. dell'aula consiliare.
Il piano-direttore definisce le linee di indirizzo della Regione per la tutela integrata del patrimonio idrico piemontese assicurando il coordinamento con la pianificazione di bacino del fiume Po.
Con lo strumento pianificatorio in esame si traccia una strategia complessiva volta a superare la frammentarietà, la sporadicità degli interventi, la logica dei rimedi all'emergenza ispirandosi ai più recenti orientamenti comunitari, volti invece all'integrazione delle diverse componenti funzionali, scientifiche e operative dei diversi comparti in cui si articolano il governo e la gestione delle risorse idriche.
Il Piano, dopo aver tracciato un quadro ed un'analisi della situazione attuale, fissa l'obiettivo generale di una politica sostenibile in materia di pianificazione, gestione e tutela delle risorse idriche e dell'ambiente acquatico, volta al perseguimento di un giusto equilibrio tra il mantenimento di uno stato ecologico naturale e il soddisfacimento dei fabbisogni di sviluppo economico e sociale.
Tale obiettivo è raggiungibile attraverso la realizzazione di azioni di carattere sia strumentale sia di governo concernenti: il sistema informativo sulle risorse idriche e le reti di monitoraggio rendendo operativi: il coordinamento e l'indirizzo per la progettazione, lo sviluppo e la gestione delle reti di monitoraggio delle caratteristiche qualitative e quantitative delle acque superficiali e sotterranee la disciplina dei flussi informativi sulle risorse idriche, provenienti da Stato, Regione, Province e Comuni, all'interno del Sistema Informativo Regionale Ambientale nonché la razionalizzazione delle banche dati esistenti e in progetto, quali il Catasto delle utenze idriche, il Catasto degli scarichi, il Catasto delle infrastrutture dei servizi idrici, il Catasto delle infrastrutture irrigue le attività di controllo volte alla rimozione delle cause del disagio ambientale e alla verifica dell'efficacia degli interventi attraverso la realizzazione dell'approccio combinato quale contestuale verifica dei valori-limite di emissione e del rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici l'attuazione del controllo integrato dei fenomeni incidenti sugli aspetti sia qualitativi sia quantitativi dei corpi idrici l'attività normativa avente ad oggetto una complessiva rivisitazione della vigente legislazione regionale mediante: la sistematica ricomposizione di funzioni amministrative in capo al sistema delle autonomie locali (a questo proposito abbiamo già operato molto con la L.R. 44) la redazione e approvazione di un testo legislativo che accorpi coordinandole e innovandole le diverse leggi regionali di settore adottate in materia di disciplina degli scarichi, di derivazione delle acque superficiali, di captazione delle acque sotterranee, di tutela delle acque destinate al consumo umano, di regolamentazione dei servizi idrici (il Testo Unico regionale sulle acque) la pianificazione delle risorse idriche per bacini idrografici in collaborazione e concorso con l'Autorità di Bacino del fiume Po nell'elaborazione e realizzazione del "Piano di Bacino del fiume Po" il risanamento e la riqualificazione dei corpi idrici attraverso: la fissazione di obiettivi di qualità ambientale o per specifica destinazione dei corpi idrici l'identificazione delle aree da sottoporre a particolare tutela quali le aree sensibili previste dalla direttiva 91/271/CEE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, recepita in Italia dal d.lgs.
152/1999, le zone vulnerabili all'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, come definite dalla direttiva 91/676/CEE anch'essa recepita dal d.lgs. 152/1999; le zone vulnerabili a rischio di inquinamento derivante da prodotti fitosanitari identificate nel medesimo decreto; le aree a tutela delle acque destinate al consumo idropotabile di cui al d.p.r. 236/1988, le zone ad elevata protezione la redazione del Piano di salvaguardia delle risorse idriche destinate al consumo umano la disciplina e le misure per il riutilizzo delle acque reflue depurate le misure per fronteggiare l'inquinamento diffuso di origine agricola il corretto e razionale uso delle acque, in considerazione del ruolo determinante che la tutela quantitativa e la pianificazione dell'economia idrica assumono ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e funzionale dei corpi idrici e con particolare riferimento: al riequilibrio del bilancio idrico alla disciplina delle concessioni di derivazioni idriche alle misure per il risparmio idrico alla razionalizzazione delle utenze irrigue per interventi di regolazione e uso plurimo delle risorse idriche deflusso minimo vitale e al prelievo massimo consentito.
L'organizzazione, l'attuazione e la verifica del servizio idrico integrato mediante: la regolamentazione del servizio l'Osservatorio regionale dei servizi idrici integrati i Piani di intervento per i fabbisogni infrastrutturali, che in ogni ambito ottimale della legge Galli devono essere definiti.
L'adozione del Piano direttore delle risorse idriche costituisce pertanto il momento di più elevato profilo pianificatorio delle altre azioni di rilievo caratterizzanti la programmazione regionale in materia di risorse idriche, indirizzando lo sviluppo di una politica regionale in una prospettiva di medio e lungo periodo, secondo principi di compatibilità tra utilizzo e riqualificazione qualitativa e quantitativa della risorsa.
In conclusione, mi sia permesso evidenziare come la redazione del presente Piano sia il frutto di un lungo e faticosissimo lavoro collegiale svolto dai funzionari della Direzione regionale delle risorse idriche. Non siamo dovuti ricorrere a consulenze esterne per redigere questi documenti grazie a tutta la documentazione raccolta in questi anni, comprese anche le banche dati che si sono consolidate a seguito di un lavoro più che decennale.
A fronte di possibili consulenze esterne, i tecnici della struttura hanno ritenuto di poter rappresentare lo stato dell'arte e la necessità del futuro lavoro basandosi sulla propria esperienza (per alcuni più che ventennale) e sulla propria professionalità, che deve riconoscersi decisamente qualificata.
Questa era anche una delle ragioni per cui chiedevo da tempo che venisse discusso ed approvato questo Piano direttore delle risorse idriche che ritengo sia una risposta adeguata a tutte quelle azioni di cui abbiamo parlato diverse volte anche in questa legislatura; sono azioni che riguardano il decollo della riforma della gestione dei servizi idrici integrati (legge Galli, recentemente partita anche nell'ambito di Torino) e anche l'azione avviata in sede di Autorità di Bacino con il Piano di qualità delle acque, il Piano di tutela delle risorse idriche che è previsto dalla legge 152. In sede di Bacino verranno fissati gli indirizzi e sarà la Regione, nei termini di legge, a dovere formulare la proposta.
Mancava questo tassello che, in qualche modo, stimolerà anche la presentazione di tutto quello che questo Piano prevede, in primis e non di secondaria importanza tutto quello che è il discorso del testo unico sulle acque a livello regionale, che dovrebbe accorpare la normativa frammentata che si è accumulata in questi ultimi anni.
Ho ritenuto opportuno svolgere una relazione di sintesi per richiamare le cose di cui in varie occasioni si era discusso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Anch'io ho una breve relazione che ho preparato per questa deliberazione, perché ritengo che sia un momento importante e mi dispiace che arrivi in votazione in questo momento di stanchezza, a fine giornata.
Apprezzo dell'intervento illustrativo dell'Assessore soprattutto due punti: uno l'apprezzo in modo positivo, l'altro in modo negativo. Il fatto positivo, mi si permetta la battuta, è che per produrre questo importante studio, importante "Piano direttore delle risorse idriche", la Regione Piemonte non ha speso soldi in consulenze esterne, ma si è avvalsa delle valide risorse interne. Ritengo che il Piano approvato oggi, proprio perch approvato oggi, sia inutile, quindi, almeno, non abbiamo speso soldi esterni e abbiamo sicuramente sedimentato e ulteriormente incrementato le risorse e le capacità interne alla struttura dell'assessorato.
L'altro motivo per cui non ho apprezzato per nulla questo Piano, è la mancata sottolineatura dell'Assessore, nella sua cronistoria, del fatto che questo Piano regolatore doveva essere approvato quattro anni fa.
La proposta di deliberazione con il "Piano Direttore delle risorse idriche" collegato, è, a mio giudizio, perfettamente in linea con due dati di fatto incontestabili. Primo dato. L'Italia, purtroppo anche il Piemonte nonostante tutti i richiami al federalismo e all'autonomia, a tutti i livelli istituzionali, è un Paese in cui non si governa il territorio. Si producono leggi, autorità, enti e strumenti di pianificazione, ma non si fa la politica di governo del territorio. Anche questo è uno strumento e per i tempi con cui, purtroppo, arriva alla votazione, è uno strumento che ha perso la valenza e la forza che poteva avere nel momento in cui era stato previsto.
Secondo dato. La Pubblica Amministrazione che definisce monopolisticamente il governo del territorio attraverso le sue mille articolazioni territoriali e settoriali, si muove nel più assoluto disprezzo degli obblighi e delle prescrizioni contenuti in termini di legge (termini di legge che la stessa legge regionale imponeva all'Assessorato e che non rispettiamo).
La Legge regionale 13 del gennaio 1997 prevedeva, infatti, entro sei mesi dalla sua approvazione, la predisposizione di un "Piano direttore delle risorse idriche". Dopo quattro anni da quella legge si chiede al Consiglio regionale di approvare il Piano quando, a livello nazionale (come diceva correttamente l'Assessore) sono intervenuti tali e tanto consistenti modificazioni legislative che, sicuramente, ci si pone il dubbio dell'utilità di questo provvedimento. Il Decreto n. 152/99, più volte citato anche dall'Assessore, che si può considerare il Testo Unico nazionale sulla legislazione complessiva delle risorse idriche, ha superato in toto la prima scrittura del "Piano direttore" e, se è vero come è vero che il nuovo Piano direttore ha fatto questo lungo percorso all'interno delle istituzioni, adesso giunge in una forma totalmente nuova e diversa tant'è che in questo "malloppo" di 150 pagine viene citato almeno 50 volte il Decreto n. 152.
E' un dato positivo perché tiene conto delle modifiche, però è davvero insopportabile il fatto che, a fronte di una legge che prevedeva sei mesi per l'approvazione, arriviamo adesso ad approvare un testo che ha dovuto subire e cercare di contemperare tutte le successive modifiche intervenute.
Nello specifico, a parte i capitoli 0, 1 e 2 che descrivono in buona sostanza lo stato dell'arte, i capitoli 3 e 4, che dovrebbero contenere più nello specifico le modalità di pianificazione delle risorse idriche, si richiamano per la quasi totalità degli argomenti trattati al decreto legislativo 152/99 che è già di per sé stesso uno strumento di pianificazione a livello regionale perché dà una tempistica (la polemica che abbiamo fatto due settimane fa sul decreto 121 in cui chiedevamo tempi paletti e scadenze precise). Il Decreto 152/99, infatti, con dovizia di termini temporali, prevede tutta una serie di azioni, che non sono poche che le Regioni devono intraprendere al fine della pianificazione idrica.
Tra queste azioni importanza fondamentale svolge (questo è il vero colpo di scena) il Piano di Tutela delle acque (art. 44 del 152/99) quindi un altro piano, che dovrà essere approvato entro tre anni e sostituirà in buona sostanza quello oggi abbiamo in discussione.
Il Piano di tutela delle acque è infatti lo strumento previsto dalla legge volto a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. E' evidente una sovrapposizione delle norme che rende apparentemente inutile l'approvazione del Piano in oggetto se è vero come è vero che la maggior parte delle premesse di questa proposta di deliberazione sono le stesse che porteranno all'approvazione del Piano di tutela delle acque (in base all'art. 44 del d. legs. 152/99).
Una seconda considerazione riguarda la necessità e l'urgenza di procedere all'attuazione degli interventi legislativi e regolamentari previsti dal decreto 152/99. La Regione infatti, piuttosto che provvedere ad ottemperare ai propri obblighi, continua a produrre legislazione generica che demanda ad un tempo successivo ed imprecisato l'attuazione degli obblighi. E' capitato, lo dicevo prima, con la recente legge n. 121 ma capita ancora oggi con la proposta di approvazione del Piano.
Fin qui gli aspetti critici che sono per me decisivi, tant'è che non voterò a favore di questa delibera. Tuttavia, mi permetto di fare alcuni punti propositivi proprio perché credo che un ambientalismo serio e responsabile deve farsi carico dei problemi che anche l'istituto regionale ha nell'essere adeguato ai tempi del governo del territorio. Richiamando alcuni punti che anche l'Assessore ha voluto ricordare, ritengo sia indispensabile approvare al più presto, utilizzando tutti i dati e gli strumenti tecnici a disposizione, provvedimenti previsti dal decreto 152/99, con particolare riguardo a quelli che già dovrebbero essere stati approvati, perché la scadenza era a sei mesi dall'entrata in vigore del decreto stesso. Tra questi: l'individuazione delle aree da sottoporre a particolare tutela, quindi le "Aree sensibili" previste dalla direttiva comunitaria 91/271 recepita dal d.legs. 152/99; le "Zone vulnerabili all'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole" previste dalla direttiva comunitaria 91/676; le "Zone vulnerabili a rischio di inquinamento derivanti da prodotti fitosanitari" previste dalla direttiva comunitaria 91/676; "Aree a tutela delle acque destinate al consumo idropotabile" come previsto dal d.lges. 152/99; "Zone ad elevata protezione" come previsto dal d. legs.
Le cose da fare sono tante, i tempi sono previsti dal d.lgs.; si ribadisce quanto detto anche nelle precedenti sedute.
Voglio ribadire in questa sede che c'è un impegno e un obbligo dell'assessorato della Regione a realizzare dei programmi di formazione e di informazione, previsti obbligatoriamente dalla direttiva comunitaria nei confronti degli operatori dell'agricoltura riguardo a provvedimenti già operativi a livello nazionale come il "Codice di buona pratica agricola".
Ne abbiamo parlato anche Commissione l'altro giorno, è importante fare questi piani di formazione e informazione, altrimenti gli stessi rimangono carta inutile.
La Regione Piemonte, esercitando il potere legislativo che ha come soli limiti i principi derivanti dalla legislazione comunitaria nazionale e come richiamava l'Assessore prima, può darsi un "Testo unico regionale a tutela delle acque". Questo è urgente perché anche la legislazione regionale ormai sta diventando un dedalo legislativo incomprensibile. Mettiamo mano a questo dedalo ed elaboriamo il "Testo unico regionale"; non continuiamo a fare normative che prevedano un intervento successivo ed imprecisato nel tempo, che ci danno dei veri principi condivisibili, ma purtroppo senza tabella di attuazione ed uno scadenzario.
Spero che l'Assessore apprezzi la nostra attenzione critica, che da altre parti non arriva.
Esprimerò successivamente il mio voto, che purtroppo non sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Mi collego subito alle considerazioni molto attente - come sempre - che ha svolto il collega Mellano, per riconoscere, anche come elemento di congiunzione tra la vecchia e l'attuale gestione di questo importante consistente e considerevole materiale (dal punto di vista scientifico), che se questo lavoro fosse stato completato quando fu avviato e licenziato forse oggi avremmo la possibilità di lavorare a quegli elementi che richiamava, in modo puntuale e condivisibile, il collega Mellano (di cui apprezzo anche l'approfondimento, perché non è semplice in una materia così tecnica e complessa) e potremmo avere già soddisfatto una parte di queste ulteriori attese.
Il mio Gruppo, tuttavia, non smentirà in questa sede l'atteggiamento positivo che aveva espresso, ma esprimerà un'astensione dal voto per sottolineare che un fatto è l'apprezzamento per il materiale prodotto e per la qualità del lavoro svolto ed altra cosa è la tempistica politica.
Sono questioni che ci portano ad avere oggi altre esigenze, che qui sono considerate relativamente al tempo in cui il lavoro è stato svolto.
Assessore, voglio porle alcune questioni, e lo faccio brevemente: il Piemonte continua ad avere 12 miliardi di metri cubi d'acqua che rappresentano l'intera e preziosa produzione (i dati sono sempre dell'attento Ing. De Giorgio, quindi credo non siano cambiati nemmeno con le alluvioni, perché sono dei valori medi). Continuiamo ad utilizzare circa 500 milioni di metri cubi d'acqua per uso potabile, 1 miliardo di metri cubi per uso industriale (che peraltro porta alla restituzione), 3 miliardi e mezzo di metri cubi per il consumo agricolo e mandiamo una quantità di oltre 6 miliardi di metri cubi d'acqua direttamente nel corso del Po.
Vorrei sapere, Assessore, quando la Giunta si porrà seriamente l'obiettivo, non di svolgere il lavoro attento e scientificamente approfondito che stanno compiendo i suoi Uffici - del quale abbiamo altre volte dato atto - ma di come risolvere il problema strutturale dell'approvvigionamento complessivo di cui il Piemonte ha bisogno.
Mandare 6 miliardi di metri cubi d'acqua ad estinguersi nel Po (mentre gli americani, che sono il nostro punto di riferimento, utilizzano 12 volte le acque del Tennessee prima di considerarle esaurite) è una contraddizione dal punto di vista della vostra cultura di governo.
Fatta eccezione per la situazione del biellese, nel resto del Piemonte siamo fermi al livello di progettazione del 1950, quando si parlava della diga di Val Casotto e quant'altro.
Affrontare il problema delle acque vuol anche dire incominciare a proporre in sede tecnica dei considerevoli e pregevoli elaborati - cosa che state facendo - ma vuole anche dire dare una risposta a quanti attendono un inizio di soluzione alle problematiche che ormai riguardano la regimazione la difesa del suolo, l'approvvigionamento di acque di qualità, la risoluzione dell'approvvigionamento idroelettrico.
Quando dico che il Piemonte importa il 60% del proprio fabbisogno di energia elettrica, pur avendo a disposizione la quantità più significativa dei salti d'acqua per le relative produzioni e per la produzione di materiale idrico pregiato, sia potabile che idroelettrico, affronto ormai un discorso tradizionalmente platonico.
Capisco che all'Assessore Cavallera, che permette di sperperare 4.000 miliardi in debiti della sanità, non rimane una lira! L'Assessore Cavallera fa, insieme agli altri, queste operazioni e poi non ha una lira per proporre soluzioni strutturali, ma è anche vero che la qualità del lavoro svolto in un settore si disperde completamente di fronte al disastro con il quale si affrontano complessivamente i problemi strutturali.
Il collega Mellano ha fatto bene a richiamare i limiti di questo lavoro, ma io vorrei sottolineare anche gli aspetti positivi.
Assessore Cavallera, da quando abbiamo avviato il discorso sull'applicazione della legge Galli - cinque anni fa - abbiamo detto che la Regione avrebbe fatto la propria parte per prevedere un sistema di approvvigionamenti integrati, di piccoli invasi, ambientalmente compatibili, però non abbiamo una lira per lo studio! Chiedo scusa per il sentimento che metto nei miei interventi, ma voglio essere testimone del fatto che sono ormai dieci anni che parliamo di queste questioni (qualcuno ricorderà che ne abbiamo già parlato a proposito della crisi idrica del Bormida).
Le chiedo, Assessore, se nel nuovo bilancio ci sarà uno stanziamento di qualche miliardo per gli studi del sistema di approvvigionamento, per il sistema delle dighe ecocompatibili, per riprendere e licenziare o eliminare definitivamente le aspettative della risoluzione del deficit di 400 milioni di metri cubi d'acqua che causano qualche decina di miliardi di danni all'anno per le siccità, e via dicendo.
La risposta non me la deve dare adesso, però sappia che non potremo continuare ad andare avanti con la politica degli elementi che non costano e sono producibili con le nostre risorse - per fortuna! - senza affrontare quegli elementi che richiedono, anche da parte sua, una sana partecipazione al dibattito, che riguarda l'utilizzazione degli strumenti finanziari di questa Regione.
Diversamente, le potremmo ricordare che in alcune zone del Piemonte l'acqua costa 500 lire al metro cubo, mentre in altre viene inopportunamente regalata - e non ce ne sarebbe bisogno - ed in altre ancora, come nel Monferrato, si arriva a pagarla anche 3.000-3.500 lire al metro cubo.
Questa è l'esatta negazione di tutti gli obiettivi della legge Galli perché sono principi di sussidiarietà assolutamente incontrovertibili assolutamente chiari e disattesi.
Vede, allora, che in questo quadro c'è una parte scientifica che funziona ed una parte politica che è disastrosa? Oggi siamo di fronte all'elaborazione di un nuovo bilancio; staremo a vedere se con il nuovo bilancio ci sarà - ne dubito molto - qualche disponibilità di risorse per fare in modo che si passi, dalla fase operativa, farraginosa, della messa a punto dell'autorità d'ambito o quant'altro, alla realizzazione di alcuni strumenti che da decenni in questa Regione attendono di essere riattivati e progettati.
Naturalmente, ci asterremo dal voto di questo documento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riba.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Presidente, vorrei dire, per prima cosa, che condivido alcune delle considerazioni fatte in precedenza e che certe affermazioni dell'Assessore Cavallera mi hanno un po' preoccupato, in particolare, quando si parlava di esperienza dei funzionari.
Io, i funzionari che lavorano presso l'Assessorato li conosco, e li stimo per il lavoro che fanno. Da un punto di vista scientifico - mi permetta, Assessore - "esperienza" è un termine difficile da usare, sarebbe meglio usare "formazione". Lavorare in campo scientifico - in qualsiasi settore - richiede formazione continua. "Esperienza" mi fa pensare ad un lavoro - rispettabilissimo, per carità - che prosegue inalterato nel tempo.
In campo scientifico, si sa, si ha bisogno di formazione continua.
Devo dirle, Assessore, che il suo richiamo "all'esperienza" non mi è molto piaciuto. Gradirei invece che lei parlasse di "formazione", e che si curasse di garantire ai suoi tecnici una formazione continua.
Per quanto ho avuto modo di studiarlo, ritengo che il documento in oggetto meriti le osservazioni del Consigliere Mellano. Non è la prima volta che ci troviamo su questa strada, perché già altre volte abbiamo esaminato documenti "generici", nei quali non si ricomprendeva nessuna decisione, rimandandole tutte ad altri atti successivi. Nel documento viene continuamente rimandato il momento decisionale.
Si può anche dire che, nel documento, c'è un'applicazione parziale dei dettati ambientalisti, secondo cui occorre "pensare globalmente" e "agire localmente". Nel nostro caso, invece, mi sembra si "pensi localmente" e si "agisca poco localmente".
Quanto alla gestione dell'acqua - è un'annotazione generale che mi sento di fare - sono fortemente perplesso dalle considerazioni sentite dal Consigliere Riba. Purtroppo non conosco ancora il mondo delle centraline e dei prelievi ecologici, ma so che in Italia già dal 1960 abbiamo finito la capacità produttiva idroelettrica. Già negli anni '60, qui in Italia, si è esaurita la quantità di dighe e centrali idroelettriche da costruire.
L'acqua è una grande risorsa, oltre che un elemento naturalistico fondamentale. Nel Piano è presente l'esigenza di rivedere concessioni già fatte, perché sappiamo che andiamo incontro a dei momenti decisionali. Dal nostro punto di vista - dal punto di vista ambientalista - il concetto basilare è che l'acqua sia una grande risorsa ma che, attualmente, per il problema della ricaduta dei costi siano da preferire le energie alternative che - come l'Assessore penso sappia - sono ben altre. Per questo noi chiediamo che ci si orienti verso altre strade, avendo in questo l'appoggio di una voce autorevole come quella del Premio Nobel Rubia, che sostiene che l'energia solare è il futuro dell'energia.
L'acqua, dobbiamo ricordarlo, è invece una grande risorsa ambientale.
Abbiamo parlato prima dei problemi della montagna. Proviamo a pensare a quale grande risorsa costituiscano i corsi d'acqua per la rivalutazione ed il rilancio turistico dei Comuni di montagna, per il rafforzamento di un turismo eco-compatibile nell'ambiente montano.
Lo dico per chiarezza, senza nessuna acrimonia verso nessuno, ma sono convinto che il problema dell'acqua sia molto complicato e vada affrontato con serenità.
Quanto "all'indeterminatezza" del documento - già posta in luce da altri colleghi - vorrei richiamare l'attenzione su un punto in particolare.
Mi sembra ci sia una discrepanza tra quanto scritto in una pagina e quanto riportato in un'altra. A pag. 139 vengono elencati dei livelli di utilizzo di soglie in base agli usi e di utilizzo delle derivazioni; soglie da considerare al momento di valutare le procedure da seguire. Ebbene, a pag.
139 si dice che"... per ogni altro uso (potabile o industriale ecc.)" la soglia è di 100 l/s per essere considerata "grande derivazione" e, quindi sottoposta a valutazione VIA. Nello schema 3, il limite dei 100 l/s non compare. Ciò è incongruente rispetto a quanto si dice a pag. 139, a mano che a pag. 139 non ci sia un refuso e, invece che "100 l/s", l'indicazione corretta non sia 1000 l/s.
Se si intendeva scrivere effettivamente 100 l/s, allora, vorrei capirne il perché e il per come, o se sono stati seguiti altri criteri ...



(L'Assessore Cavallera si avvicina con una copia del documento al banco del Consigliere Moriconi)



MORICONI Enrico

Ah, ecco, io ho un altro documento! Abbiamo appurato che esiste una versione doppia del documento, quella che ci è stata distribuita non è quella esaminata!



PRESIDENTE

Com'è possibile?



(Breve consultazione tra l'Assessore Cavallera e il Consigliere Moriconi)



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, abbiamo appurato ciò che è successo?



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche (fuori microfono)

Presidente, il testo è lo stesso!



PRESIDENTE

Quindi, il testo distribuito è lo stesso! Il testo a sue mano è uguale Consigliere Moriconi. La prego di continuare il suo intervento.



MORICONI Enrico

Ci sarebbe un'incongruenza di due soglie, volevo solo capire quale criterio è stato adottato, solo la spiegazione su questo particolare che avevo notato.
Per concludere l'intervento, dirò che mi associo globalmente alle osservazioni svolte in precedenza. Ritengo questo documento tardivo e generico, in quanto rimanda ad un tempo imprecisato una scelta che doveva essere effettuata precedentemente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, le intenzioni non possono essere che buone, anche e soprattutto da parte dei malintenzionati, quindi questo Piano Direttore è infarcito di buone intenzioni. Alcune possono anche portare al sorriso, come le intenzioni di subordinare ogni azione, anche quella relativa al governo delle acque e agli indirizzi del Programma regionale di sviluppo.
Noi viviamo una situazione un po' curiosa: i documenti elaborati dagli Assessorati, che evidentemente hanno una forte impronta dirigenziale portano in sé l'esperienza e la competenza della struttura che serve il governo regionale. Dall'altra parte abbiamo un governo regionale che da almeno sei anni continua, tra le righe, a considerare il Programma regionale di sviluppo al massimo come un orpello che si deve confezionare per legge, ma rispetto al quale non vi è alcuna urgenza di decidere, tant'è che è da sei anni che la Regione Piemonte non lo approva e chissà quando lo approverà. Però, quando si leggono questi documenti, allora si scrivono più di due pagine nelle quali si richiama l'assoluta necessità dell'esistenza di questo programma e anche l'assoluta necessità di questo Piano Direttore di inserirsi in quelle coerenze, senza le quali nessuna politica seria è possibile. Allora vi sono le buone intenzioni. Quale senso hanno e quale credibilità hanno queste buone intenzioni? Su cosa dobbiamo pronunciarci? Su quanto è scritto qui e si approva? O su quanto la Giunta effettivamente realizza? C'è un altro elemento di bontà contraddetto da fatti e pronunciamenti della Giunta regionale. Tra le azioni e le intenzioni buone ve n'è una fondamentale che condivido: la condizione necessaria, poi non sarà sufficiente, ma necessaria per avere seriamente una possibilità di governo del territorio, come richiamato dal collega Mellano. Sono contento che spero non a titolo personale, ma a nome del Gruppo, abbia espresso che si dovrebbe governare il territorio. E' una scelta molto pericolosa politicamente molto pericolosa, ma apprezzo che sia stata affermata: voglio governare il territorio - provarci! La scelta di governare il territorio ha quale condizione il riconoscimento dell'autorità di bacino, che dovrebbe individuare le politiche di governo.
Un'affermazione di questo genere, contenuta in questo Piano Direttore e che corrisponde alle leggi vigenti, iniziando dalla legge n. 183, è un po' pesante.
Cari colleghi, quando c'è stata l'ultima alluvione abbiamo sentito anche da parte di esponenti di questo governo, qualche cenno di contrasto sul fatto che il bacino nazionale del Po sia governato in quanto tale. Si sono sentite da più parti delle voci che dicevano: "Basta con l'autorità di bacino e basta con il braccio operativo dell'autorità di bacino, che è il Magistrato del Po. E' ora che ogni regione si guardi il suo bacino", che è una stupidaggine colossale rispetto alla volontà di governo dei problemi del territorio relativamente al bacino del Po.
Vedete che vi sono le buone intenzioni; poi, invece, si sentono richieste che mettono in discussione l'unicità del governo del bacino nazionale del Po. Lo stesso si ripete poi in merito ai bacini degli affluenti di livello regionale o ancora di livello provinciale.
Ritengo che questo elemento richiamato, invece, sia importante, ma semplicemente l'espressione di una buona intenzione, magari anche da malintenzionati, cioè da soggetti politici o da governi che, scritto questo, contemporaneamente, lavorano per mettere in discussione una gestione unitaria delle acque e dell'aspetto della regimentazione delle acque quando si parla di attuazione della legge 183 e della realizzazione dei piani di bacino.
Il piano è inutile? Tutto è utile, anche riproporre concetti buoni forse, ha la sua utilità. Di certo questo piano non è utile a governare il territorio, perché è un piano confezionato con molti richiami alla situazione vigente e indirizzato, a parole, verso obiettivi buoni, anche perché gli altri obiettivi non potrebbero nemmeno essere enunciati, ma solo praticati con i fatti.
Questo Piano, infatti, non governa il territorio perché non prende alcuna decisione cogente di gestione di tutti i fattori che vengono elencati, e già richiamati dal Consigliere Mellano: area tutela, zone vulnerabili e altro.
Questi elementi effettivi di governo vengono consegnati al Piano di tutela delle acque. Lo stesso che dovrà essere inserito nel Piano di bacino e costituire strumento effettivo di governo, che è in grado di imporre scelte cogenti a tutti gli operatori (pubblici e privati, e anche alle istituzioni), è un Piano che viene evocato sempre con il tempo futuro: "quando ci sarà", "quando verrà approvato". Ma, se non ho letto in modo troppo superficiale, non vi è alcun impegno ad assumerlo entro una data certa.
Allora hanno ragione i colleghi quando si chiedono a cosa serve questo Piano. Tutto viene rimandato al Piano di tutela delle acque: l'unico che governerà, l'unico vincolante, che vedremo se farete, Assessore Cavallera.
Vedremo poi lì se ci sarà il Piano e se metterà il dito sul territorio dicendo "Qui si fa questo; qui non si fa questo", se voi avrete la capacità di compiere questo atto di governo del territorio. Per compiere questo atto dovrete accettare l'Autorità di bacino, il Piano di bacino e inserirvi con l'effettiva volontà di assumere decisioni cogenti - fatto che sinora non ho visto realizzato. Una prova è lo strumento di pianificazione territoriale che avete approvato nel 1997, che in mano vostra è diventato una sorta di "Bignami" della guida del Touring. Avete confezionato un atto di pianificazione che è un po' meno della guida del Touring; si ferma un po' prima, la guida del Touring va molto più avanti.
Questo è il tipo di atto di pianificazione di governo di cui siete stati capaci.
Il Piano di tutela delle acque sarà una cosa seria.
Vi attendiamo.
Se l'Assessore, nella replica, ha la cortesia di dirci che entro alcune settimane verrà presentato, sarà per noi un elemento di incoraggiamento.
Percorrendo quella strada troverete collaborazione costruttiva e non impedimenti per l'approvazione di quell'elemento.
Anch'io non voterò certamente a favore di questa dichiarazione di intenti, chiamata Piano direttore delle risorse idriche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Si è molto parlato di ritardi, ma siamo in buona compagnia, ammesso che si possa definire ritardo il percorso travagliato che abbiamo vissuto in Regione.
Non dimenticate che le direttive dell'Unione Europea, che l'Italia ha recepito nel '99 con il d.lgs. 152, risalgono al '91. Infatti, ho citato le direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE. Le prime due cifre si riferiscono all'anno. Il fatto che l'Italia non avesse recepito queste due importanti direttive in materia di acque ha fatto sì che tutta la gestione a valle fosse in difficoltà, perché vi è sempre la dicotomia tra il recepimento a livello nazionale e l'immediato riferimento alle direttive europee. Questo è un fatto che non va sottovalutato.
Per quanto riguarda il Piano direttore delle risorse idriche, questa è la dizione prevista dalla legge regionale, ma possiamo chiamarlo documento di indirizzi, perché se dovessimo riscrivere oggi la legge, alla luce dei piani così qualificati della legge nazionale, dovremmo definirlo più correttamente in questo modo. Se facciamo un'analisi dei quattro anni trascorsi, devo dire che il Piano direttore delle acque è arrivato in Consiglio regionale nel '97 o nel '98, abbiamo sollecitato il percorso e abbiamo fatto delle consultazioni, ma tutte le volte che si arrivava in vista di un'approvazione in Commissione c'era qualche problema, anche se non sempre direttamente legato al provvedimento stesso. Poi, stazionò a lungo in aula, finché si sciolse la precedente legislatura. Adesso è arrivato in Consiglio, quindi anch'io sono d'accordo che bisogna prevedere delle leggi molto snelle, con pochi adempimenti successivi e il più possibile individuati nel tempo.
Nel caso, però, del Piano di tutela delle risorse idriche dobbiamo essere più tranquilli, perché i tempi vengono definiti dall'Autorità di bacino, presieduta congiuntamente dal Ministro dell'Ambiente, dal Ministro dei Lavori Pubblici e diretta da un Segretario generale che è sovraordinato e non è dipendente dalle Regioni.
A questo punto, sapete che il d.lgs. 152 si attua in due fasi. La prima fase tocca l'Autorità di bacino, cioè dando degli indirizzi entro due anni dopodiché le Regioni devono predisporre il Piano di tutela specifico, che deve essere approvato entro quattro anni. Però, devo dirvi che nel bacino del Po si era già lavorato senza aspettare il d.lgs. 152. Un Piano di indirizzi è stato già affrontato, quindi, a questo punto, si tratta di lavorare.
Posso assolutamente assicurare che la nostra intenzione è quella di accelerare al massimo le operazioni di nostra competenza, perché non abbiamo alcun interesse, proprio perché siamo dalla parte del governo regionale, che non ci siano i consensi o che le nostre iniziative possono in qualche modo non essere accettate, perché mancanti di un quadro di pianificazione. Però, nelle condizioni in cui quali si trova il Piemonte si trova anche la Lombardia, l'Emilia Romagna, cioè tutte le Regioni del bacino del Po. Siamo tutti nelle stesse condizioni e abbiamo interesse ad accelerare le operazioni. Finalmente si ha un testo unico nazionale, che è il d.lgs. 152; diamo merito anche al Ministro Ronchi, con cui abbiamo lavorato negli anni scorsi e grazie al quale si è arrivati a questo provvedimento.
Per quanto riguarda gli altri provvedimenti articolati (le aree sensibili, fitosanitarie, ad elevata protezione) la legge nazionale prevede anche adempimenti tecnici di livello nazionale, dopodiché noi agiamo nel contesto.
Vorrei fare, adesso non è possibile, uno specchietto che metta in evidenza il percorso di questo provvedimento, indicando la data di presentazione, gli anni trascorsi, tenendo conto del fatto che questo adempimento è subordinato ad altri e così via. E' giusto che i colleghi si rendano conto di come stanno le cose. A volte certe posizioni possono anche originare da una mancanza di informazione puntuale da parte nostra. Noi abbiamo interesse che questa informazione venga data tutta.
Per quanto riguarda altre osservazioni in ordine alla valutazione e al giudizio che si dà sull'operatività degli uffici e alla necessità di una formazione anche continua a favore degli uffici stessi, devo dire che noi non siamo chiusi nella torre d'avorio. Ci sono tantissime cooperazioni con il mondo accademico, in modo particolare con l'Università di Torino l'Università del Piemonte Orientale e il Politecnico di Torino. Abbiamo tantissimi progetti che vanno avanti: dal progetto Acquarius, al Prismas e tanti altri, e, non ultimo, anche un notevole apporto di neolaureati attraverso le borse di studio, che per noi è stato un fatto vincente perché queste nuove energie hanno dato veramente una spinta notevole ad aprirsi non solo all'addivenire della conoscenza, ma anche a nuove tecnologie di trattamento dei dati e di approccio ai problemi di questo tipo.
Per quanto riguarda il fatto di essere sornioni o l'essere in movimento, faccio presente che la Regione ha lavorato con il Ministero dell'Ambiente, per arrivare ad approvare la valutazione di impatto ambientale dello sbarramento di Combanera. Se venisse realizzato questo sbarramento di Combanera ci sarebbe la possibilità di avere acqua sufficiente per tutti i servizi idrici dell'area metropolitana probabilmente di mezzo Piemonte, più altri apporti per l'uso plurimo delle acque per l'agricoltura.
Voi sapete qual è il soggetto che ha chiesto la valutazione di impatto ambientale, quindi è titolare di andare avanti in questa direzione. Altri colleghi siedono in altri consessi e in altri Consigli, ma il problema, da parte della Regione, è quello di creare le condizioni di legittimazione perché certe iniziative vadano in porto, occorre la volontà di tutti. Per quanto ci riguarda, in ordine all'attuazione della legge Galli, abbiamo convinto i Comuni di mezzo Piemonte, ci siamo scontrati con le categorie con la CISPEL, con la Federpiemonte e con i Comuni dissenzienti, perché le riforme che il Consiglio ha approvato le vogliamo attuare.
Su questo voglio assicurare i colleghi.
Per quanto riguarda la diversificazione delle soglie a cui faceva riferimento il collega Moriconi, abbiamo cercato, in sede di d.lgs. 112, di parificare tutte le soglie.
Per certi versi ci siamo riusciti, ad esempio nelle centrali termiche in altri casi, invece, non ci siamo riusciti, perché la pluricompetenza Ministero dell'Ambiente e Ministero dei Lavori Pubblici, non ha consentito di bonificare.
Credo che con il trasferimento del demanio idrico e tutte le competenze territoriali ambientali e normative alla Regione, dall'anno prossimo potremmo anche migliorare questa equipotenzialità delle soglie, utile per la gestione.
In ordine al discorso che faceva il Consigliere Chiezzi, devo dire che avete buone intenzioni e la volontà di governare il territorio.
E' chiaro che nel suo intervento, tra l'altro i suoi interventi sono sempre puntuali e precisi dal suo punto di vista, vi è sempre la visione del bicchiere mezzo vuoto, parliamo di acqua, quindi la similitudine è in qualche modo consentita.
Credo che il bicchiere sia mezzo pieno, nel senso che questo programma che va sotto la denominazione di Piano direttore delle risorse idriche costituisce un anello, una cerniera.
Non potevamo più archiviarlo, non sarebbe stato utile a nessuno.
L'abbiamo aggiornato, con un lavoro minuzioso, a tutta la produzione legislativa che è venuta avanti, ma è chiaro che adesso ci si deve orientare verso quegli strumenti di governo del comparto a cui tutti facevano riferimento: Piano di tutela e altri documenti settoriali.
In questo senso, assicuro che ci sarà una vigilanza da parte della Giunta nei confronti della struttura perché gli adempimenti vengano impostati nei tempi prefissati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Intervengo semplicemente per ribadire che mi asterrò, ma della replica dell'Assessore volevo sottolineare l'impegno, la disponibilità che l'Assessore ha dato, anche soltanto nel fornire lo strumento di uno specchietto riassuntivo.
Assessore, la ringrazio di questa sua disponibilità, questa sua attenzione, pure nei confronti dei colleghi di minoranza che hanno criticato questo provvedimento, a fornirci uno specchietto con le scadenze e con i vincoli, anche per capire meglio...



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto. Colleghi, vi prego: la seduta non è ancora terminata, c'è ancora questo provvedimento.



MELLANO Bruno

Concludo dicendo che proprio con questi strumenti operativi può essere più facile collaborare, trovare delle forme di collaborazione fattiva.
Personalmente, sarà perché sono un nuovo arrivato, trovo davvero inaccettabile che un provvedimento di tale natura, con questo iter così travagliato, sia stato poi approvato dalla Commissione competente il 10 novembre '99, avendo già recepito quindi tutte le disposizioni della L. 152 del 6 dicembre '99...



(Brusio in aula)



MELLANO Bruno

C'è un invito dei colleghi a non parlare solo per me, per l'Assessore e per l'opposizione, quindi...



PRESIDENTE

Continui, Consigliere Mellano, la prego.



MELLANO Bruno

Sostanzialmente volevo dire che, secondo me, questi dati, questa relazione puntuale dell'Assessore, la relazione allegata alla delibera e quanto è stato detto, ci devono spingere verso questi temi.
Proprio perché credo che il territorio debba essere governato, perch le dimostrazioni degli ultimi eventi alluvionali ci dicono che comunque il nostro ruolo di amministratori è decisivo e importante rispetto a questi temi del territorio e dell'ambiente, ringrazio l'Assessore per questa disponibilità, lo attendiamo in Commissione con questi dati ulteriori e mi asterrò sul provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Visto che abbiamo finito la discussione generale, che ha visto dichiarazioni sul Piano, vedendo la deliberazione che ci accingiamo a votare, ho notato che c'è un dispositivo sul quale intendo presentare un emendamento.
Se lei ha la cortesia di leggerlo, noterà che è un po' curioso, in quanto noi dovremmo decidere di approvare una cosa, ma di chiamarla con un altro nome.
L'Assessore dice: "Approviamo il 'Piano direttore generale per l'approvvigionamento idropotabile'"; la delibera parla di "uso integrato delle risorse idriche finalizzato al risanamento e al risparmio, alla tutela, alla riqualificazione e all'utilizzo a scopo multiplo delle acque in Piemonte" (deliberiamo l'approvazione di questo); poi si dice: "Brevemente denominato Piano direttore delle risorse idriche": decidetevi! Che senso ha dire "approviamo il Piano direttore finalizzato a...
brevemente denominato..."? Io propongo di togliere uno dei due nomi con i quali si descrive lo stesso oggetto: se volete chiamarlo "Piano direttore", chiamatelo Piano direttore; se volete chiamarlo "Piano direttore che fa tante cose..."... Ma battezzatelo con un nome solo! L'emendamento propone e sceglie la dizione più chiara e più estesa, in modo che i cittadini sanno che non si tratta solo del Piano direttore delle risorse, bensì del Piano direttore per l'approvvigionamento idropotabile per l'uso integrato delle risorse idriche, finalizzato al risanamento e al risparmio. Mi sembra veramente - lo dicevo prima ai colleghi - da ridere approvare con un solo atto una sola cosa, chiamandola con due nomi diversi.
Per questo motivo ho presentato il seguente emendamento: Dopo delibera, eliminare le parole "brevemente denominato...." sino alla fine della frase.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi. Mi pare che la Giunta dia parere favorevole all'emendamento da lei presentato oralmente, il cui testo recita: Dopo delibera, eliminare le parole "brevemente denominato..." sino alla fine della frase.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Togliamo il "brevemente definito Piano delle risorse", lasciando ovviamente gli elementi costitutivi.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Fino a "idriche": mi pare che questo fosse il senso.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Propongo di togliere tutto quello che c'è nell'inciso con le due virgole: dopo delibera, eliminare le parole "brevemente denominato... sino alla fine della frase.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Si tratta, quindi, di un emendamento soppressivo, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo pertanto in votazione la deliberazione così emendata...



(Il Consigliere Saitta chiede la parola)



PRESIDENTE

Per che cosa?



SAITTA Antonino

Chiedo di intervenire sulla procedura.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Credo ci sia stata un'eccessiva disattenzione nell'approvare l'emendamento che è stato proposto, perché poi c'è un problema di coerenza con tutto il testo della deliberazione, a partire...



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

C'è il coordinamento.



SAITTA Antonino

No. Adesso facciamo una cosa molto più precisa e attenta, perché credo che a questo punto il lavoro avviato dai colleghi debba essere ripreso con una rivisitazione del testo.
Non si tratta soltanto di un problema di coordinamento tecnico, perch la copertina parla di Piano direttore delle risorse idriche, per cui, in sostanza, utilizza soltanto la parte che è stata cassata. Ma - ripeto - non c'è soltanto questo.
Vi sono altri elementi che riprenderò, però volevo dire al Presidente del Consiglio regionale che queste puntualizzazioni da parte della minoranza sono anche il frutto di una complessiva inagibilità dell'aula a discutere.
Io credo che anche lei Presidente si sarà reso conto come gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto siano stati interventi molto precisi, molto puntuali e molto seri, che sono caduti nella disattenzione più completa da parte dell'aula, ad eccezione dell'Assessore. Un argomento così importante richiederebbe un'attenzione che non esiste in quest'aula c'è una sorta di disinteresse complessivo. Non finisce qui la discussione! C'è un disinteresse complessivo! Mi pare che alla fine la maggioranza preferisca gli interventi di ostruzionismo agli interventi seri e di approfondimento, e lei Presidente non si assume mai la responsabilità di azzittire quest'aula e di consentire che il dibattito si svolga! Il problema è questo. Mi sembra quasi che la maggioranza preferisca interventi cavillosi ("togliamo il titolo", "togliamo il sottotitolo"), perché quando si parla di questioni di merito c'è la disattenzione più completa! Non è soltanto un problema del Presidente, ma lei non può accettare che l'aula discuta, passeggi, Consiglieri che vanno, Consiglieri che vengono...



PRESIDENTE

Senta, Consigliere Saitta, ha finito? Sta facendo dichiarazione di voto...



SAITTA Antonino

Io faccio quello che...



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



SAITTA Antonino

Io parlo, Presidente! Parlo per spiegare le ragioni di un atteggiamento...



PRESIDENTE

Sta facendo la dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

E parlo per invitarla a fare il Presidente! Qui manca il Presidente della Giunta, quindi una figura autorevole in grado di esprimere una sintesi sulle questioni che vengono sottoposte. Il Presidente del Consiglio non riesce a governare quest'aula! I suoi richiami cadono nel vuoto più completo, allora io ritengo che a questo punto i doveri della minoranza possano essere garantiti utilizzando gli strumenti regolamentari, che sono quelli di un'analisi puntuale sulle questioni che vengono sottoposte! Questo è quello che ci viene richiesto! Allora io chiedo un attimo di sospensione per preparare un emendamento in modo da rendere coerente il lavoro che abbiamo fatto sulla delibera e anche sul testo. Chiedo tre minuti di sospensione e credo che mi vengano concessi.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

D'accordo: tre minuti di sospensione.
Ha però chiesto la parola il Consigliere Brigandì sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Volevo informarla che sono le 20.05, con la conseguenza sull'ordine dei lavori.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, scusate, è stato presentato un emendamento dal Consigliere Chiezzi, c'è un problema di coordinamento che è relativamente semplice sì, poi le do la parola, Consigliere Marcenaro - può anche essere fatto ai sensi dell'art. 83, possiamo farlo in aula. Questo è il regolamento purtroppo o per fortuna, che consente di presentare gli emendamenti in corso d'opera; evidentemente si pongono dei problemi di tecnica legislativa, quindi stando così le cose facciamo questo lavoro di coordinamento.
Consigliere Marcenaro, lei voleva parlare per dichiarazione di voto?



MARCENARO Pietro

Volevo parlare sulla questione che è stata aperta dal Consigliere Saitta, se è possibile farlo. Se non è possibile farlo può essere considerato come un intervento sull'ordine dei lavori, veda lei come considerarlo quando avrà sentito le mie motivazioni.
Le cose che ha detto Saitta sono cose molto serie. Qui si è svolta una discussione su un testo di legge che ha visto da parte della minoranza come molti, anzi alcuni di voi hanno potuto ascoltare, una discussione impegnata, che è entrata nel merito, che ha avuto una sensatezza. Ciò è avvenuto in un'aula che ha completamente ignorato, come al solito, come spesso avviene, questa discussione e com'è stato detto senza una Presidenza che garantisse un'agibilità adeguata dell'aula.
Se questa è la conduzione, è ovvio che voi prendete la responsabilità di spingere la minoranza verso l'unico modo che produce attenzione! L'unico modo che produce attenzione non è quello delle discussioni di merito, ma quello nel quale ci sono le questioni regolamentari, nelle quali si impugnano armi di ostruzionismo, ecc.
Vorrei che questo punto fosse chiaro perché la scelta che viene fatta è semplicemente per segnalare questa situazione che così com'è non consente lo svolgersi di quel confronto e di quel ruolo che di questo Consiglio dovrebbe essere.
Questa è la cosa che semplicemente volevo dirle.



PRESIDENTE

Bene, è stato per chiarimenti.
Facciamo adesso tre minuti di sospensione per quel lavoro di coordinamento con l'Assessore Cavallera.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 20.06 riprende alle ore 20,11)


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di deliberazione n. 20 (ex pdcr 639 e 765): "Approvazione del Piano-direttore regionale per l'approvvigionamento idropotabile e l'uso integrato delle risorse idriche (L.r. 20/9/1997, n. 13, articolo 12)" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il lavoro di coordinamento ha dato questo risultato, cioè un emendamento che integra il testo.
L'emendamento è così formulato: 1) Nel testo dell'allegato alla PDCR, laddove è scritto "Piano direttore delle risorse idriche", è sostituito "Piano direttore-regionale per l'approvvigionamento idropotabile e l'uso integrato delle risorse idriche finalizzato al risanamento, al risparmio, alla riqualificazione e all'utilizzo a scopo multiplo delle acque in Piemonte".
2) Al punto 0.1, anziché "il piano" si scriva il titolo completo, seguito da parentesi che recita "di seguito denominato piano".
Ringrazio i colleghi.
Pongo quindi in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dal Consigliere Contu: a pag. 130 del Piano Direttore, all'interno del capitolo "Prezzo dell'acqua", sopprimere i primi tre capoversi.
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Dispiace che, dopo una partecipazione così attenta da parte dei Consiglieri di minoranza al dibattito sul Piano Direttore, dobbiamo, in fase preliminare di votazione del documento, richiamare l'attenzione dell'aula su alcune affermazioni.
Questo emendamento si presta ad essere illustrato perché include in uno l'abolizione di tre capoversi.
Mi sembra venga riaffermato con forza sulla questione del prezzo dell'acqua che tale prezzo sia determinato in funzione dei costi effettivamente sostenuti dalla pubblica amministrazione.
E' un'affermazione forte, ma che si dimentica un aspetto che contrasta con tutta la filosofia del documento: l'acqua come un bene primario, a cui hanno tutti diritto di accesso e ne hanno diritto attraverso un prezzo equo, che non necessariamente si coniuga con il fatto che il prezzo debba coprire tutti i costi effettivamente sostenuti dall'Amministrazione nell'erogare questo servizio.
Quindi, la prima considerazione è che un'affermazione come questa necessita di una disamina molto più approfondita ed attenta. L'attuazione di una certa politica riguarda l'accesso a dei benefici, ha delle implicanze in relazione al godimento di questo bene e in relazione al prezzo da pagare da parte degli utenti per poterne usufruire. Vi sono implicanze ben più ampie, che devono tenere conto dell'eterogeneità dell'utenza dell'acqua.
Su questo mi fermo. Rispetto ad affermazioni del genere, che richiedono approfondimenti sicuramente più dettagliati e significativi per definire meglio tutta la filosofia sulla questione prezzo dell'acqua, la proposta è quella di sopprimere i primi tre capoversi, perché appesantiscono il testo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Il nostro parere è contrario, anche perché questa impostazione è consona alla legge n. 36, al provvedimento sulle tariffe approvato recentemente dal Governo.
Per quanto riguarda la modulazione delle tariffe dal punto di vista sociale, ci sono i provvedimenti del CIPE che vanno proprio in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, ma grazie anche al collega Contu, che segnala l'importante problema del prezzo dell'acqua. Però al collega Contu vorrei proporre questa osservazione, perché leggendo con attenzione si nota come il testo non dice che il prezzo dell'acqua deve essere compreso rigidamente nel costo sostenuto dalla pubblica amministrazione, che sarebbe cosa inaccettabile. Il testo, nella sua attuale formulazione, che può essere anche migliorata, sostiene che il prezzo deve essere determinato in funzione dei costi, e penso che questo sia accettabile teoricamente e politicamente da tutti, nel senso che di certo il prezzo non può essere completamente scollegato dal costo di approvvigionamento o captazione del bene. Non può essere teorizzata questa mancanza di collegamento, che deve essere in funzione, ma rimane libero il quantum di questa funzione, la sua percentuale: può essere il 10%, il 90% o anche il 100%.
Quindi, collega Contu, non vedrei l'opportunità di togliere questa indicazione; può essere migliorata, ma, almeno dal mio punto di vista il fatto che sia funzione è una garanzia, perché non si dice ancora nulla, si dice che se ne dovrà tenere conto.
Nell'altro comma si richiama l'attenzione sul concetto che il prezzo è funzione del costo, che è un invito alle amministrazioni pubbliche a lavorare in modo efficiente ed efficace, perché in questo modo il costo a cui dovremo riferirci diminuisce, qualunque sia la scelta politica del quantum in funzione del costo da scaricare sulle utenze; anche questo non mi sembra un'affermazione da respingere.
Anche il terzo passaggio aiuta, quando sarà scelto il quantum della funzione rispetto al costo. E' un passaggio progressivo e sistematico, che può permettere, dal punto di vista politico, un coinvolgimento dell'utenza che avrà modo di fare presente ai governi di turno che eventuali variazioni in aumento del prezzo dell'acqua dovranno avvenire in modo progressivo e sistematico, così come prevede il "Piano Direttore delle risorse idriche".
Non mi sembra che si consenta un approccio socialmente iniquo; anzi, si lascia aperto a noi, in quanto forze di sinistra, la possibilità di approcci equi e socialmente attenti all'esigenza che il prezzo dell'acqua a seguito di queste riforme, sia un prezzo socialmente sostenibile.
Per questi motivi, pregherei il Consigliere e compagno Contu di valutare queste osservazioni e di vedere se non è il caso di ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, può parlare solo per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Voglio solo fare una proposta in relazione alle cose dette e avvalermi della facoltà prevista dal Regolamento.



PRESIDENTE

Di quale facoltà si avvale?



CONTU Mario

Quella di votare l'emendamento per parti separate.



PRESIDENTE

Solo l'ordine del giorno si può votare per parti separate, quindi non è possibile.



CONTU Mario

Propongo, mediante un subemendamento, di eliminare i primi due capoversi dall'emendamento e lasciare il terzo capoverso.



PRESIDENTE

Posso darle un suggerimento, Consigliere Contu? Lei ritira l'emendamento che ha presentato e ne ripresenta un altro dove chiede l'abrogazione del terzo capoverso.



CONTU Mario

Volevo agevolarla nel compito.



PRESIDENTE

Mi agevola ritirando l'emendamento e presentandone un altro.
Emendamento presentato dal Consigliere Contu: a pag. 130, "Prezzo dell'acqua", eliminare il terzo capoverso.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 33 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 28 voti favorevoli e 9 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri)


Argomento: Nomine

"Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali" (Art. 8, L.r. 20/1989) - Nomina di tre esperti nella materia di competenza con comprovata specifica esperienza scientifica e professionale (Proclamazione degli eletti)


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede della votazione per la nomina di esperti della "Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali" (Art. 8, L.r. 20/1989) Proclamo eletti per la maggioranza la sig.ra Gedda, il sig. Richetti, e la sig.ra Lombardi in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9, comma 7, della l.r. 39/1995 e dell'art. 72 del Regolamento in-terno del Consiglio regionale.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.33)



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