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Dettaglio seduta n.476 del 03/08/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.17)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Statuto - Regolamento

Proseguimento esame proposta di legge regionale n. 655 "Statuto della Regione Piemonte" (Testo licenziato dalla Commissione speciale per lo Statuto della Regione Piemonte)


PRESIDENTE

L'esame della proposta di legge relativa allo Statuto della Regione Piemonte, di cui al punto 2) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti Emendamento rubricato n. 9 presentato dal Consigliere Tapparo: il comma 3 dell'articolo 1 è sostituito dal seguente: "la città di Torino è capitale regionale del Piemonte ed è sede del Consiglio regionale e della Giunta regionale".
La parola al Consigliere Tapparo, per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, in occasione della discussione generale avevo illustrato le ragioni di alcuni emendamenti, tra cui questo. Pertanto, lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Il parere del relatore è contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9.
Comunico che la votazione non è valida per mancanza del numero legale.
La seduta è aggiornata alle ore 15.47.



(La seduta, sospesa alle ore15.19 riprende alle ore 15.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco nuovamente la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 2 Consiglieri hanno votato NO 19 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Passiamo, ora, all'esame degli emendamenti relativi al comma aggiuntivo n.
5, dell'articolo 1.
Sono accorpati gli emendamenti nn. 10, 11, 12, 13 e 14, a firma del Consigliere Contu. Si tratta di emendamenti nei quali si chiede di rafforzare il ruolo della cooperazione internazionale e i rapporti con l'Unione Europea.
Emendamento rubricato n. 10 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte, nell'ambito dello sviluppo della Comunità europea e di un sistema più ricco di relazioni tra i popoli, si impegna per rafforzare la politica regionale comunitarie e promuove un ruolo sempre più attivo della Regione nell'Unione Europea".
Emendamento rubricato n. 11 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte contribuisce alla costruzione dell'unità politica dell'Europa e opera nell'ambito dell'Unione Europea".
Emendamento rubricato n. 12 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte si ispira ai principi della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea".
La parola al Consigliere Contu, per l'illustrazione.



CONTU Mario

Presidente, illustro gli emendamenti nn. 10, 11 e 12, perché contengono un richiamo all'Europa; gli altri hanno un'argomentazione diversa.
Con questi emendamenti abbiamo cercato di porre all'attenzione dell'Aula la collocazione che la Regione viene ad assumere nel contesto europeo e, soprattutto, come la Regione possa, nel contesto di una comunità allargata a 25 Stati sovrani, anche dell'Est europeo - non vorrei sbagliare, chiedo venia - entrare in relazione, attraverso le proprie politiche, con una comunità sempre più coagulo di popoli diversi, con storie anche recenti diverse, con percorsi di indipendenza, di modello di governo che storicamente si sono connotati in modo molto diverso fra loro.
Alla base di tutto questo c'è il bisogno di individuare naturalmente regole condivise nell'ambito della reciprocità.
La Regione Piemonte non è uno Stato sovrano, è una regione di un Paese nel quale auspichiamo, al di là della proposta La Loggia, che si pongano confini precisi agli ambiti di politica estera. Cionondimeno, è importante il ruolo che la Regione può sviluppare con altre Regioni degli Stati membri della Comunità Europea, in relazione al confronto e alla proposta, per esempio, sugli assi di sviluppo, quindi sulle relative modalità di sostegno economico e finanziario, man mano che si vanno definendo fra i vari membri della Comunità Europea.
E' un aspetto molto importante. D'altronde, è all'ordine del giorno come con l'allargamento della Comunità Europea, per esempio per quanto concerne gli assi di finanziamento dei fondi strutturali dell'Unione Europea, questi possano essere indirizzati in altre aree della Comunità stessa; se affrontiamo la nostra Regione e le problematiche dalle quali è attraversata, vediamo come una possente opera di deindustrializzazione attraversi il sistema Italia, e, in particolar modo, anche per come si è connotato lo sviluppo economico produttivo nel nostro Paese, come colpisce in modo certamente pesante l'economia piemontese.
Proprio a partire dalla comunione dei problemi, dall'assonanza e dalla somiglianza dei vissuti storici delle Regioni membri di Paesi della Comunità Europea, si possono sviluppare quegli accordi, fermo restando continuo a ribadirlo - quell'autonomia che va ampiamente delimitata riconoscendo allo Stato, quindi al Governo, il primato della politica estera. Questo può certamente essere un atto di indirizzo che, anche unitamente ad altre realtà locali, può condizionare la scelta dei rispettivi governi.
Ho parlato di deindustrializzazione; chiaramente, questo è un richiamo al termine sulla base del quale rilanciare lo sviluppo della nostra regione, ma quest'aspetto relativo alla programmazione attraversa un altro punto dello Statuto. Mi preme sottolineare, nel discutere l'emendamento anche se, apparentemente, sul piano delle argomentazioni è molto distante che oggi abbiamo voluto dare atto a questo atto legislativo dimentichi del fatto che - questo sì, motivo di preoccupazione - il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria non solo non è arrivato in aula, ma non è stato neanche adottato come atto da parte della Giunta. Su tale testo incombe la scure del decreto legislativo n.168, che impone un taglio ai bilanci delle Regioni nell'ordine del 10%. Da una parte, vi è il richiamo allo sviluppo di una strategia complessiva che supera gli ambiti e i confini regionali; dall'altra, vorrei ricordare che la scelta di privilegiare l'approvazione dello Statuto sacrifica un altro elemento importante della programmazione e dello sviluppo della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anch'io, come ha fatto questa mattina il Consigliere Galasso, volevo affrontare alcune questioni non solo di merito dell'emendamento, ma anche sulla modalità con cui stiamo lavorando. Spero che il Presidente, così com'è stato comprensivo verso il Consigliere Galasso, lo sia anche verso gli altri. Il Consigliere Galasso parlava del modo in cui noi lavoriamo e non del merito.
E' paradossale che alla prima votazione del pomeriggio sospendiamo di mezz'ora la seduta perché i Consiglieri non sono presenti. Il sottoscritto era presente ieri mattina e questa mattina alle 10.00, ma si è cominciato in ritardo. La garanzia dei tempi certi non può essere semplicemente un'aspirazione a che, in una certa data, si raggiunga un risultato. E' come voler arrivare alla fine di una corsa, senza aver corso. La questione richiede, da parte di tutti, un minimo di atteggiamento responsabile.
Volevo ricordare al Consigliere Galasso che i lavori del Consiglio erano previsti per il 25 o il 26 luglio (non ricordo bene quale fosse la prima convocazione), ma si è passati, giorno dopo giorno, a sconvocazioni del Consiglio. Si può anche verificare dai verbali delle Commissioni, ma non ricordo che le sedute della I Commissione si siano protratte così tanto a causa di miei interventi, o di altri Consiglieri, a ripetizione. Sono intervenuto nel corso della Commissione sulle varie proposte che emergevano, ma non mi pare di aver fatto con una quantità di interventi tali da poter dire che si è passati giorni e giorni in Commissione. Quando si è passati al voto sui testi, si è votato abbastanza rapidamente con la presentazione di pochissimi emendamenti. Una volta che alcuni di essi non sono stati accolti, io e altri Consiglieri firmatari di emendamenti allo Statuto abbiamo abbandonato la seduta. Per giorni il Consiglio si è occupato non dello Statuto, ma di una questione connessa, importante. Se arriviamo a non più di cinque giorni di discussione, è un fatto di cui siamo responsabili tutti, non solo alcuni.
Lo Statuto è nato su un accordo sicuramente molto ampio, ma ha trovato forze politiche e Consiglieri che l'hanno contrastato nella discussione e che hanno cercato di individuare e sollevare altri problemi da inserire.
Tutto ciò è stato parzialmente accolto con un colpo di coda finale rispetto alla proposta di preambolo avanzata.
Un preambolo che, fino a ieri, era scritto abbastanza bene. Poi, pur mantenendo un'ottima scrittura, con l'introduzione di un emendamento non votato in Aula, con la modifica di quel testo, con l'introduzione dei principi, dei valori e della cultura cristiana che ci ha visto ieri lungamente discutere, noi riteniamo che sia un pessimo preambolo. A fronte di un accordo, noi, come forze di opposizione al testo di Statuto votato non possiamo che intervenire portando contributi che avevamo portato in Commissione alla discussione e alla valutazione generale, contributi che poi vengono respinti.
Questa mattina è stata fatta una serie di accorpamenti di emendamenti su cui abbiamo espresso la nostra opinione, ma non mi pare di aver sollevato problemi più del necessario. Abbiamo accettato le decisioni del Presidente, anche quando non le condividevamo. Ovviamente, se il Presidente arrivasse con proposte che riteniamo non solo di interpretazione, ma facesse delle forzature diverse, il nostro atteggiamento cambierebbe.
Invito ad un atteggiamento più tranquillo, se i tempi sono quelli che sono bisogna tenerne conto. Non si può decidere che, poiché i tempi sono brevissimi, in quei tempi si deve far tutto: 10 mila metri, per essere percorsi, richiedono tempi diversi dai 100 metri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

L'accorpamento degli emendamenti riguarda un insieme di principi che si ritiene opportuno inserire rubricandoli sotto il titolo dei principi ispiratori. In particolare, vorrei richiamare l'attenzione sull'emendamento rubricato n. 12, che recita: "La Regione Piemonte si ispira ai principi della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea". Condivido pienamente questa formulazione, in particolare vorrei sottolineare il fatto che noi, con questo emendamento, mettiamo in luce un tema che è ancora fondamentale. Il tema dei diritti dell'uomo, così come viene proposto, può essere collegato a quanto abbiamo affermato in precedenza, molto spesso, in questi anni, la riflessione riguardante i diritti ha dato luogo a nuove formulazioni, oltre che a nuove derive, se così si può dire: nella Carta dell'Unione Europea ad esempio, compare più il concetto di imprenditoria e di industria piuttosto che il termine "lavoro".
Nello stesso modo, parlando ieri del preambolo, emergeva una tendenza ad inserire nuove terminologie, quali ad esempio il mercato, le radici religione o storiche delle Regioni, dimenticando quelli che sono, invece, i diritti dell'uomo e della persona.
Sul tema dei diritti, non credo che possa esistere un punto d'arrivo: è un discorso o una riflessione che, in ogni società civile, continua ininterrottamente. Se guardassimo indietro nel tempo, scorgeremmo un'interpretazione dei diritti diversa da quella che oggi accettiamo difendiamo e diffondiamo. Solo qualche secolo fa, per porre un semplice esempio, la società riconosceva il diritto di uccidere i ladri. Oggi questo diritto fa rabbrividire.
Ebbene, proprio per questa ragione, il concetto di diritto va modificandosi e adattandosi all'evoluzione dell'etica della società: ecco quindi, che le nuove formulazioni parlano di "nuovi diritti", che riguardano i nuovi bisogni che la società stessa decide di riconoscere alle persone.
L'introduzione di quest'emendamento all'interno dei principi, dovrebbe essere accolto proprio perché richiama un concetto che ritengo meritevole di essere inserito all'interno dello Statuto.



PRESIDENTE

Il relatore esprime il parere contrario su tali emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10 sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11 sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12 sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 13 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione promuove politiche di cooperazione internazionale e con le altre Regioni".
Emendamento rubricato n. 14 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte promuove e sostiene la cooperazione internazionale per lo sviluppo dei Paesi terzi e per la lotta alla povertà".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è estremamente importante ed attuale. Sappiamo che la Regione Piemonte si attiva e promuove politiche di cooperazione internazionale. Tuttavia, l'inserimento di questo concetto all'interno dello Statuto servirebbe sicuramente ad approfondire e a dare più forza a queste politiche, anche perché la situazione della cooperazione internazionale è estremamente deficitaria.
Solo per ricordare alcuni dati, nel 2001 gli aiuti di tutti i Paesi occidentali in cooperazione sono stati di circa 39 miliardi di euro, ma gli interessi per i debiti che le nazioni povere hanno dovuto pagare nello stesso anno sono stati di 356 miliardi di euro: in pratica, gli aiuti non rappresentano neppure un sesto dei debiti che le nazione povere sono chiamate a pagare.
Parlare di cooperazione internazionale all'interno dello Statuto servirebbe non solo a comprendere e a promuovere azioni solo direttamente rivolte ai Paesi poveri, ma anche ad affrontare quella che è l'origine di questa disuguaglianza.
Noi sappiamo che uno dei dati che consentono di valutare la disuguaglianza nel mondo è la cosiddetta "fame nel mondo". Ormai i dati li conosciamo: si parla di due miliardi di persone (forse anche tre) costrette a vivere con meno di due dollari al giorno.
Di fronte a questo situazione, le scelte locali che possiamo fare - o dovremmo fare - sono ben chiare e precise. Basterebbe ricordare che mentre sosteniamo i Paesi poveri cercando di alleviare la loro fame, nello stesso tempo sovvenzioniamo le flottiglie dei grandi pescherecci che, di fatto con l'aiuto dei radar, si spostano in tutto il mondo per pescare laddove risultano esserci banchi di pesci, sottraendo ai Paesi poveri una delle fonti proteiche più importanti.
di questi giorni la discussione del WTO sull'agricoltura: ancora una volta, si chiuderà senza una data precisa per prendere delle decisioni che potrebbero favorire i Paesi poveri. Per questo motivo, le politiche regionali potrebbero servire non solo per aiutare economicamente, ma anche per condizionare le scelte politiche. Perché le scelte politiche in tema agricolo favorite dal WTO implicano, di fatto, che i nostri prodotti vengono sovvenzionati da soldi pubblici e vadano a fare concorrenza ai prodotti locali dei Paesi poveri.
Ci troviamo, quindi, in una situazione nelle quale, con una mano attraverso la cooperazione internazionale, concediamo qualcosa - purtroppo solo briciole - ma con l'altra, molto più avida - si vedano i dati relativi agli interessi sui debiti - prendiamo molte più risorse di quelle che diamo.
Dovremmo cominciare a ragionare su questi temi attraverso un approccio globale, che parta non solo dal discorso di concedere aiuti, che sono senz'altro utili, quando non sono sprecati in cattive gestioni, ma che vada oltre, perché è fondamentale ed essenziale lavorare anche sulle scelte che operiamo nei nostri Paesi, a partire dallo Stato ma anche dalle Regioni.
L'inserimento di quest'emendamento mi sembra in linea con l'attuale tragicissima realtà che stiamo vivendo in campo internazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Il tema della cooperazione internazionale è un tema che di recente l'Assessore Cotto ne è certamente consapevole - abbiamo affrontato come uno dei temi ai quali la Regione deve prestare molta attenzione. La cooperazione internazionale, più di ogni altra questione, richiama anche la nostra Regione, che fa parte di un Paese di un occidente opulento e sviluppato e che deve interpretare al meglio, attraverso l'etica delle responsabilità, il proprio impegno economico e finanziario nell'ambito dei progetti di cooperazione internazionale.
Progetti che sono soggetti ai limiti ridotti del nostro bilancio, in relazione all'impegno sul PIL prodotto. Mi sembra, ma non vorrei sbagliare che ci sia stato un ordine del giorno, approvato dal Consiglio regionale che fissava un traguardo all'interno del quale, in relazione a una percentuale individuata sul PIL regionale, doveva collocare la propria azione mediante l'accantonamento degli opportuni spazi economici all'interno del bilancio.
Non si parla solo di quantità. Di recente, anche nella Commissione competente, si è affrontato il problema della qualità di questi obiettivi.
Negli interventi precedenti si è discusso del quadro europeo, quindi il riferimento non può che andare, in modo naturale, alla Carta del millennio e alla necessità di individuare, all'interno di quegli assi, il tipo di intervento entro il quale collocare i progetti di cooperazione internazionale.
Certo, il primo obiettivo è il più ambizioso, in relazione alle risorse disponibili. Il primo problema, certamente, come ci ricorda l'obiettivo uno della Carta del millennio, è eliminare la povertà e la fame nei paesi terzi.
Il secondo obiettivo è quello relativo agli interventi a sostegno del diritto all'istruzione.
Il terzo è quello della promozione dell'uguaglianza di genere e delle pari opportunità.
Il quarto obiettivo è sulla mortalità infantile.
Il quinto obiettivo è su come migliorare la salute materna.
Il sesto obiettivo è su come contrastare patologie e malattie come l'HIV, la tubercolosi, la malaria e le altre malattie che colpiscono questi paesi, assicurare la sostenibilità ambientale e l'ambito di responsabilità in relazione ai rapporti di collaborazione con questi paesi, responsabilità indubbie che l'occidente ha in relazione al grave sottosviluppo che colpisce alcune aree del contesto mondiale.
Gli ambiti entro i quali ci possiamo muovere sono quelli, abbastanza angusti, di una ridotta disponibilità. Esaltarlo con un inserimento specifico all'interno della Carta statutaria, almeno per quanto concerne gli obblighi che derivano al legislatore di assunzione e di trasformazione di alcuni principi anche in atti legislativi, può rafforzare l'impegno della Regione in quella direzione.
Vorrei ricordare che gli ordini del giorno rischiano di essere uno strumento che, l'abbiamo detto tante volte, non si nega a nessuno. Ne è dimostrazione evidente l'aspetto della cooperazione internazionale, per il quale lo stanziamento di bilancio è ben lontano da quello che si era disposto.
Il Presidente della Commissione adesso è impegnato in una conversazione internazionale, però mi auguro che quando sarà chiamato ad esprimere un parere sull'emendamento sappia prestare la dovuta attenzione e che non ci sia da parte sua una posizione precostituita, per la quale tutto ciò che oggi si pone sul piano emendativo, all'interno del dibattito, di per sé non sia accettabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per la dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Mi dispiace che ci sia una valutazione contraria, credevo si potesse trovare un modo per collocare uno di questi emendamenti in questo articolo o in altri. Anche perché credo che questo millennio verrà ricordato soprattutto per il grande flusso di popolazione che è avvenuto e che ha sempre caratterizzato la storia umana. Infatti ci siamo creati così, per stratificazioni.
Sicuramente, nel corso del '900, non vi fu un fenomeno con queste caratteristiche. Ci furono migrazioni legate agli imperi coloniali, che avevano determinato dei flussi importanti, ma sicuramente non di queste dimensioni e con queste caratteristiche e, soprattutto, per un periodo così lungo.
Il fenomeno della mondializzazione ha avuto come conseguenza, ma non è l'unica, la creazione di un mercato unico mondiale. Ha determinato la movimentazione delle merci e dei capitali sul terreno mondiale ed un grande flusso di popolazioni. Questa mondializzazione ha sicuramente degli effetti perversi e, a differenza di quanto si era immaginato o perlomeno di quanto sostenevano coloro che la promuovevano e l'appoggiavano, non ha determinato uno sviluppo più equilibrato del mondo, ma ben più squilibrato.
Per alcuni anni questa valutazione sembrava credibile e realistica, ma a partire dagli '97-'98 ci sono state le crisi successive, prima dei paesi asiatici poi dei paesi dell'America latina e tutta una serie di altri fenomeni, fino alla situazione generale di crisi che è sotto gli occhi di tutti. Una delle caratteristiche di questa crisi è l'incremento degli squilibri. Un forte incremento delle ricchezze da un lato e delle povertà dall'altro.
Qualche settimana fa hanno pubblicato gli utili ottenuti dal principale azionista dall'azienda Microsoft: si trattava di una trentina di miliardi di dollari, una cosa veramente impressionante, soprattutto se si pensa a chi vive con meno di un dollaro al giorno. All'origine di questi flussi ci sono anche situazioni di questo genere.
Non c'è dubbio che uno dei mezzi per intervenire ed affrontare questa situazione, che potrebbe anche avere degli effetti benefici sull'economia mondiale, sarebbe quella di un gigantesco Piano Marshall nei confronti delle aree più povere del mondo, e non interventi di tipo militare.
Se le stesse risorse che vengono spese in avventure militari venissero impiegate per aiutare i Paesi più poveri, credo che gli effetti si vedrebbero immediatamente: una delle conseguenza sarebbe sicuramente quella di governare meglio e di ridurre i flussi migratori, perché alla fine la gente viene da noi non perché la nostra terra sia particolarmente bella accogliente o con un clima mite - aspetto che indubbiamente ha sempre favorito lo sviluppo del turismo - ma soprattutto per bisogno.
Inserire in uno Statuto un richiamo alle politiche di solidarietà, vuol anche dire mostrare un occhio di riguardo nei confronti di uno dei fenomeni che ci coinvolge di più come Regione, ma anche come Paese in generale perché di questa situazione siamo direttamente partecipi e la viviamo quotidianamente. La questione dei flussi, infatti, determina tutta una serie di aspetti non sempre brillanti nelle azioni che i Governi e le Regioni attuano. Per cui, se si riuscisse, da una parte, ad inserire questo aspetto come elemento cardine di una politica della Regione, e dall'altra farne conseguire delle politiche concrete, sarebbe sicuramente importante.
A mio giudizio, si potrebbe dunque votare a favore di uno di questi emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi, per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente perché, per mancanza di tempo, avevo precedentemente tralasciato un punto inerente alla fame nel mondo, che viene richiamato da una lettera pubblicata oggi su La Stampa di un ex giornalista.
La lettera ricorda a Piero Sansonetti, che in prima pagina si disperava per la fame nel mondo, ma anche a tutti noi, "che più del 75% dei terreni coltivati in Occidente produce mais e soia per gli animali da carne; che occorrono 16 chilogrammi, fra cereali e soia, per produrre un solo chilogrammo di carne bovina, 6 chilogrammi per 1 chilogrammo di carne suina, 3 chilogrammi per 1 chilogrammo di pollo; che alle mucche occorrono 60 grammi di proteine vegetali per fare un litro di latte, che ne contiene 25 grammi.
Ed è dimostrato - " sempre secondo questa fonte" - che l'alimentazione del bestiame comporta un territorio 70 volte maggiore di quello coltivato per vegetali commestibili a parità di proteine prodotte.
E dunque il nostro pianeta, se l'Occidente smettesse di ingoiare gli animali a spese della fame del resto del mondo, potrebbe alimentare circa 25 miliardi di persone. Liberato dai pascoli, potrebbe altresì ridare spazio alle foreste, polmoni del mondo, e alle meravigliose varietà degli animali ivi abitanti, le cui specie, per mancanza di habitat, si stanno estinguendo".
Prosegue ancora: "Ma, ahimè, l'attaccamento della bistecchina (cadavere in avanzata frollatura, cioè putrefazione), simbolo di promozione sociale (ricordo le macellerie piene, il 27 del mese, a Torino di immigrati ancora in stracci) è tale che i terzomondismi, prigionieri ormai di sterili ideologie, si guardano dal divulgare queste verità, tanto meno di indagare sui supplizi subiti da molti animali", ma tralasciamo questo aspetto perché se già qualcuno osa contestare i dati tecnici riguardanti il fatto che mangiare carne significa affamare qualcuno del terzo mondo, se parliamo di sofferenza degli animali ci andiamo ad infilare in un vicolo cieco! Come vedete, però, non sono solo gli animalisti un po' pazzi e strani a ricordare che siamo su una brutta strada e che noi occidentali abbiamo l'abitudine di parlare molto e di fare poco.
Alex Zanotelli, che non credo sia una persona a cui si possano attribuire caratteristiche di poca ponderazione, scrive: "I Paesi ricchi per questo motivo dicevo che ormai parlando di cooperazione bisogna anche capire le scelte che facciamo a livello locale e a livello internazionale e finanziatori della Banca mondiale, come l'Italia, devono invertire la rotta di 360 gradi e iniziare a premiare quei Paesi che rispettano i diritti dell'ambiente - Alex Zanotelli parla di "diritti dell'ambiente" noi abbiamo faticato a parlare di "diritti degli animali": sarà anche lui un estremista! - condizioni essenziali per una vera lotta alla povertà esaminate queste parole: i diritti dell'ambiente come condizione essenziale per la vera lotta alla povertà. Credo che in questo caso a tanti potrebbero fischiare le orecchie su questi termini - e non coloro che chiedono garanzie finanziarie per coprire i rischi con i soldi pubblici.
Queste parole sono riferite all'internazionale, ma si adattano anche all'Italia.
Si legge ancora: "Sessant'anni, è il momento giusto per fare un bilancio. O oggi la Banca inizia a diventare più saggia e ad imparare dai disastri del passato, o è meglio che vada in pensione. Centinaia di organizzazioni, movimenti di base, religiosi, parlamentari che in tutto il mondo chiedono alla Banca mondiale e ai suoi Direttori esecutivi di adottare le raccomandazioni del rapporto Eir. È questione di vita o di morte per due miliardi di uomini e donne che non hanno futuro!" Forse, mostrare meno superficialità e non dare per scontato che le parole abbiano un peso e un valore a seconda se interessano o no aprioristicamente, potrebbe indurre qualche riflessione; potrebbe essere utile ripensare alla necessità di inserire questo richiamo nel nostro Statuto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Vi ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sugli emendamenti nn. 13 e 14 sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ad un gruppo di emendamenti di analogo contenuto, presentati dal Consigliere Contu. Si tratta degli emendamenti rubricati nn. 15 e 16.
Emendamento rubricato n. 15 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte opera con tutte le Regioni per lo sviluppo sociale economico e democratico del Paese".
Emendamento rubricato n. 16 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte promuove e attua con le Regioni confinanti rapporti di compartecipazione e di amicizia".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Lei sa che, in modo molto attento e rispettoso, non abbiamo fatto eccessive obiezioni alla questione degli accorpamenti, laddove la materia si presta. Le chiedo, però, per correttezza e rispetto reciproco, di mantenere ambiti precisi. Gli emendamenti nn. 15 e 16 mi permettono di sviluppare un discorso sul rapporto fra le Regioni. Il resto è altra cosa.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, abbia la cortesia di venire presso la Presidenza per definire meglio questo gruppo di emendamenti. Anche gli Uffici mi pongono queste osservazioni; non possiamo decidere sulla base di una contrattazione personale, bisogna vedere i contenuti.



(Il Consigliere Contu si reca presso la Presidenza per concordare i gruppi di emendamenti da trattare)



PRESIDENTE

Trattiamo, pertanto, gli emendamenti nn. 15 e 16.
Prego, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Questi due emendamenti richiamano l'attenzione dell'Aula su quelli che possono essere gli effetti, almeno preoccupanti, di un federalismo spinto come alcune forze politiche puntano a voler realizzare.
L'inserimento di questo comma all'articolo 1, nell'ambito dei principi e delle finalità, richiama la necessità di superare ogni forma di concorrenza, perché questo rischia di essere l'effetto pregresso del federalismo, e propone che statutariamente vi sia un impegno della Regione di concerto per lo sviluppo sociale, economico e democratico, nell'ambito dell'unità del Paese.
Recentemente abbiamo affrontato alcune problematiche relative ad aziende in crisi e ci siamo ritrovati in situazioni francamente preoccupanti. Provo a citarne alcune, così come le ricordo a memoria: il caso di una ditta - mi sembra sia la Trast, ma chiedo venia all'Aula - che ha in locazione dei locali del proprio stabilimento produttivo nella zona delle Vallette, dove si scopre insista un'ipotesi di trasformazione e di destinazione d'uso di quei terreni, di quelle particelle catastali, come sviluppo di tipo residenziale e non come area di sviluppo e destinazione di tipo industriale.
Fatto sta - e arrivo al dunque - che il Veneto diventa l'approdo naturale di quell'azienda, che decide di lasciare sul lastrico 50 lavoratori dipendenti e trasferire la propria attività produttiva nel Veneto, perché supportata, in questo nuovo impegno di insediamento sul territorio, da un forte incentivo alla rilocalizzazione in quella regione.
Ma, senza andare molto lontani, ricordo la vicenda Bertolino di Collegno sulla localizzazione delle proprie attività produttive prevalentemente nella regione Valle d'Aosta.
Questo può apparire un aspetto marginale della questione della cooperazione fra le Regioni, ma certamente quest'idea, che potrebbe essere quella dello sviluppo a due velocità, che potrebbe dividere il paese in due, tre, quattro aree, anziché svilupparsi in un rapporto che tenga conto delle caratteristiche prevalenti e delle peculiarità dei territori della propria regione, non può assolutamente prescindere da questo rapporto che nell'emendamento n. 16 abbiamo individuato come la necessità, da parte della Regione, di praticare rapporti di compartecipazione ed amicizia, in particolare con le Regioni confinanti, ma non solo.
Gli esempi potrebbero essere diversi e in diversi campi; pensiamo alla questione del comparto energetico, alla localizzazione dei siti per la produzione dell'energia elettrica.
Può riguardare l'ambito di opere e infrastrutture che determinano necessariamente questo rapporto di compartecipazione ed amicizia fra le Regioni confinanti, contro quelle forze politiche che, per un malinteso senso del federalismo, vogliono ampliare le differenze anziché limitarle vogliono aumentare le divisioni anziché circoscriverle, vogliono e pensano ad uno sviluppo per regioni e territori, su interessi contrapposti. Auspico l'accettazione di quest'emendamento da parte dell'Aula, augurandomi ripeto - che il nostro dibattito non sia viziato da una posizione precostituita, per cui tutto quello che viene proposto in termini di emendamenti aggiuntivi debba essere respinto, solo perché proposto da chi non ha votato a favore del testo licenziato dall'Aula.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, lo dico così, rimaniamo in tema, perché coloro che in futuro leggeranno gli atti, verificheranno che l'attinenza al testo è eventuale.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Mi rendo conto che questi emendamenti sono meno interessanti e importanti di quelli che trattano del numero dei Consiglieri da eleggere.
In ogni caso, credo che pongano un problema importante rispetto alla tendenza al federalismo, ad un certo tipo di federalismo che sta prendendo corpo nel Paese. Questa tendenza potrà essere rafforzata dalle riforme che sono attualmente in discussione in Parlamento. Ci si muove un po' controcorrente rispetto all'idea di cosa si intenda per federalismo e regionalismo, si tende a contrastare l'idea che i territori debbano competere e che quindi, la competizione e il mercato siano gli elementi che regolano e favoriscono lo sviluppo e la crescita economica delle aree, dei paesi, delle regioni. Tende a ribadire esattamente il contrario, che sono piuttosto le politiche di cooperazione, di sviluppo solidale, del cercare di muoversi in modo coordinato che determinano una situazione del genere.
Se si guarda alle fasi storiche che hanno conosciuto una maggior crescita nel mondo, questa idea viene rafforzata. Anche se è stato affossato il periodo dello stato sociale che ha caratterizzato il dopoguerra, anche se viene considerato in termini molto negativi e spesso vituperato. Se si guarda semplicemente alle dinamiche di sviluppo di quella fase, ci si renderà conto che è stata una delle epoche auree dello sviluppo dell'umanità, in particolare del secolo scorso. Introdurre questo concetto e cercare di farne un elemento dentro cui inserire il discorso del federalismo, che poi innerva le politiche che la Regione fa e le sue leggi è un elemento importante e significativo, non secondario. Indubbiamente per chi pensa che questi principi siano superflui e fastidiosi, l'idea è diversa. Si può prendere atto che c'è un'opinione diversa, ma, nello stesso tempo, credo siano questioni di notevole importanza e spessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

La formulazione dell'emendamento è generica, contiene un'indicazione di valore generale, quindi è chiaro che il generale può essere declinato al particolare anche con esempi pratici.
Credo che non possa sfuggire l'importanza del richiamo contenuto nell'emendamento, abbiamo alcuni concetti che sono oggi importanti e lo saranno sempre di più nel futuro. Parlare oggi di sviluppo sociale significa, sia pure con il limite di utilizzare due sole parole, pensare subito a quella che è una contrapposizione che stiamo vivendo e che vivremo sempre di più. Lo sviluppo sociale deve confrontarsi con le scelte che si opereranno in campo gestionale, in altre parole, dovrà confrontarsi con quella teoria neoliberista con la quale, tutti, dobbiamo confrontarci e misurarci per dire come noi pensiamo che nel futuro riusciremo a garantire lo sviluppo sociale dei cittadini del Piemonte. Se c'è, proveremo a fare quella mediazione, che io ritengo difficile se non impossibile, di dare una garanzia sociale pur con la difesa del neoliberismo. Oppure, se decideremo finalmente, di portare avanti una critica contro il neoliberismo per quello che significa e di scegliere finalmente di pensare davvero allo sviluppo sociale.
L'altro punto richiamato è il collegamento con tutte le regioni, quanto già stato sollevato dal Consigliere Papandrea. C'è quasi, inevitabilmente il mito del mercato della concorrenza, del libero commercio, possiamo inserire tutti sinonimi di queste affermazioni, ma è chiaro che lo sviluppo economico concorrenziale farà sì che alcune regioni saranno più deboli nei confronti di altre. Se pensiamo a questa definizione, non possiamo non pensare a quello che è successo a Torino per il Salone dell'Auto, o a quello che sta succedendo per le esposizioni collegate, ai vini e ai prodotti agricoli: il nostro salone del vino, chiamiamolo così, rischia, se non è già avvenuto, di essere superato, in termini di visitatori, da quello di Milano nato dopo, che può sfruttare una regione che ha un bacino di potenziale di utenza quasi il doppio della regione Piemonte. Il concetto di sviluppo economico sviluppato in solidarietà, oppure in collaborazione oppure in qualche forma di collegamento con le altre regioni, determina una situazione di ricaduta sulle singole regioni, ben diverso dalla situazione che si crea quando lo sviluppo economico viene perseguito individualmente da ogni regione e, ancor di più, quando ogni regione lavora non in solidarietà, ma in concorrenza l'una con le altre.
Lavorando in concorrenza, non si può certo pretendere che chi ha più potere non lo faccia valere. Se il potere viene dato dal maggior numero di popolazione, ad esempio riguardo alla frequentazione di saloni espositivi è chiaro che la dove c'è la concorrenza, la regione più forte prevarrà e la più debole non potrà far altro che inventare e proporre nuove forme, anche intelligenti, di mostre espositive, ma come subentra la concorrenza della regione più forte, la regione più debole sarà superata. Se è questo quello che vogliamo, andiamo avanti così.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15 sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva..
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16 sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 17 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, la promozione della cooperazione come strumento di democrazia economica e di sviluppo sociale".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Il testo dell'emendamento recita: "La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, la promozione della cooperazione come strumento di democrazia economica e di sviluppo sociale".
Presidente, prima mi ha fatto un'osservazione sul contenuto dell'illustrazione dell'emendamento.
Ho parlato di crisi industriale e di sviluppo ordinato del Paese: se le varie Regioni, nel tentativo di accaparrarsi importanti insediamenti industriali, svolgono ambiti di concorrenza sleale nei confronti delle altre, lei capisce che non siamo nell'ordine di quell'auspicabile "rapporto di cooperazione". Volevo ribadire, quindi, che il tema mi sembrava estremamente attinente.
La parola "cooperazione", da utilizzarsi nell'ambito di una democrazia economica e di un ordinato sviluppo sociale, può avere una valenza più ampia: prima abbiamo affrontato la problematica relativa al rapporto tra le Regioni; adesso, attraverso quest'emendamento, possiamo parlare degli elementi di cooperazione, ma fra chi? Si può parlare di "cooperazione" intesa in un rapporto corretto tra Regione ed altri Enti, quali le Province e i Comuni, o di rapporti di cooperazione e di comunanza fra Regione e parti sociali (da una parte le forze produttive, dall'altra chi, attraverso gli strumenti di rappresentanza democratica, tutela, per esempio, gli addetti alle attività produttive), o ancora di rapporti di cooperazione col mondo - perché no? - che vedono protagonisti i cittadini associati nelle varie modalità previste dalle norme e dalle leggi, e infine di rapporti di cooperazione tra le forze politiche, laddove, nell'ambito della discussione sullo Statuto, bisogna superare quegli scogli che si sovrappongono, per esempio, affinché lo Statuto diventi cosa certa.
Allora bisogna superare steccati, barriere ed incomprensioni che, nel frattempo, si sono determinati.
Presidente, la mia uscita dal tema derivava dal fatto che mi sembrava di avere l'impressione di parlare ad un'aula i cui onorevoli componenti sembravano impegnati in tutt'altre discussioni.
Certo la forma di governo che si intende definire è importante, perch la compagine governativa che si troverà a governare questo Paese nell'VIII Legislatura potrà assumere strumenti come la promozione della cooperazione oppure no.
Naturalmente, è un tema che sta attraversando tutto il nostro dibattito.
Presidente Galasso - mi rivolgo a lei, perché il Presidente è distratto sono andato fuori tema per dire che abbiamo proposto un emendamento accoglibile. Chi non è d'accordo sul fatto che la Regione debba promuovere la cooperazione come strumento di democrazia economica e di sviluppo sociale? Tuttavia, perché si assuma questo valore e quest'impegno certamente diventa importante che uno degli ostacoli che si sta frapponendo alla nostra discussione sullo Statuto, relativo alla forma di governo venga al più presto risolto. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17, su cui il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
D'intesa con i proponenti, accorpiamo gli emendamenti incentrati sul concetto di "pace".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Ho chiesto la parola semplicemente per sottoporre ad una valutazione della Presidenza e dell'Aula, in particolare dei colleghi della minoranza (anzi, magari potrà servire a loro stessi per fare un punto della situazione) una richiesta.
Noi chiediamo, se è possibile, una sospensione di trenta minuti, perch come maggioranza avvertiamo l'esigenza di riunirci per valutare la situazione. Ci scusiamo se questa esigenza sorge durante la seduta di Consiglio, ma cercheremo di essere puntuali e di contenere la pausa in trenta minuti (o anche meno).
Se l'aula acconsente, e se il Presidente ritiene, avanzeremmo questa richiesta.



PRESIDENTE

Sulla base della proposta del Capogruppo di Forza Italia, a nome della maggioranza, sospendiamo la seduta fino alle ore17.30.



(La seduta, sospesa alle ore 16.58 riprende alle ore 18.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ricominciamo con il blocco di emendamenti n. 18, 19, 20, 23 e 398 tutti sul tema della "pace".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, volevo comunicarle che è nostra intenzione ritirare gli emendamenti n. 20, 21, 23 e 24. Lasciamo solo il n. 22, che riguarda la pena di morte, e il n. 18 sulla pace.



PRESIDENTE

Va bene.
Emendamento rubricato n. 18 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire la pace e la cooperazione per lo sviluppo dei popoli" Prego, Consigliere Contu.



CONTU Mario

L'emendamento n. 18 recita: "La Regione si impegna a favorire la pace e la cooperazione per lo sviluppo dei popoli". Credo che non sfugga a nessuno l'attualità dell'inserimento di questo punto importante, non confinato nel preambolo ma, coerentemente all'articolato dello Statuto, all'articolo 1 che - non vorrei sbagliare - sulla base di una proposta della maggioranza ha introdotto la dizione "Principi fondamentali".
Al di fuori delle polemiche, abbiamo avuto modo di discutere a lungo con l'Onorevole Picchioni e, stimolato dalle sue argomentazioni, sono andato a consultare il preambolo alla Carta costituzionale europea, un punto di riferimento importante. Ho piacevolmente scoperto, a supporto di una tesi che abbiamo riportato in quest'aula, che il preambolo di quella Carta fissa una serie di diritti e principi fondanti, che l'articolato della Carta costituzionale ripercorre, dandogli una collocazione organica nell'articolato del testo.
Abbiamo scoperto un po' il "gioco", nel senso che ho ragione di credere che non ci fosse una volontà preordinata, ma siamo abituati ai giochi d'aula. Ricordo che durante l'approvazione di alcuni testi, come quello della legge sui buoni scuola, il subemendamento del Consigliere Palma aveva fatto scuola in quest'aula, in quanto era un modo elegante che avrebbe consentito di evitare un libero confronto di merito sulla legge.
Non siamo sufficientemente soddisfatti dell'atteggiamento del relatore della legge, che in modo ormai noioso esprime parere negativo ad ogni proposta di inserimento nell'articolato, guarda caso di un articolato che lui dimentica, è stato modificato nel titolo attraverso un emendamento proposto dalla maggioranza.
Riteniamo che una dizione come "La Regione si impegna a favorire la pace e la cooperazione per lo sviluppo dei popoli" sia in piena coerenza con l'articolo 11 della Costituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per la dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Questi emendamenti non dicono molto di più di quanto è stato inserito sul preambolo. Però, così come altri temi, compresi nel preambolo, vengono ripresi anche nel corpo dello Statuto stesso, ci pareva che il richiamare la cultura della pace e della cooperazione per lo sviluppo dei popoli potesse essere un fatto importante da inserire nel testo dello Statuto. Mi pare che non farlo sia un errore.
D'altro canto mi rendo conto che stiamo lavorando in condizioni non semplici, ma si potrebbe fare lo stesso lo sforzo di inserire alcuni elementi che mi paiono non marginali e non secondari nelle proposte che noi facciamo.
Il fatto di averle accolte nel preambolo è stato un passo avanti pensavo che si potesse fare un ulteriore passo avanti inserendole anche nel corpo dello Statuto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 22 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte si impegna contro la pena di morte, la tortura, la riduzione in schiavitù".
La parola al Consigliere Papandrea, per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo eliminato una serie di emendamenti, ma ne abbiamo conservati due perché li ritenevamo importanti.
Due dei temi sollevati con quest'emendamento- la tortura e la schiavit si pensava fossero ormai superati nel corso del terzo millennio. Invece purtroppo non lo sono: sappiamo come la pratica della schiavitù sia sempre più in aumento nel mondo. Per quanto concerne la tortura, basta ricordare i recerti avvenimenti in Iraq o in altri Paesi per rendersi conti di quanto il problema sia di grande attualità.
Per questo motivo, ritengo che precisare questi due aspetti all'interno dello Statuto significhi aderire come Regione, in modo concreto, alle campagne sempre più diffuse e alla Carta dei diritti dell'uomo che viene citata come documento ispiratore. Certo non si può citare l'insieme della Carta stessa (che ovviamente comprende tutto) ma inserite questi punti ha una valenza estremamente alta.
Per quanto concerne, invece, la pena di morte, purtroppo è una pratica ancora troppo diffusa nel mondo. Alcuni Paesi considerati "democratici" (al di là del tipo di governo che possiedono) applicano in modo diffuso la pena di morte.
Anche in questo caso, votare quest'emendamento significa affermare che la nostra Regione aderisce in modo pieno alla scelta del nostro Stato di non prevedere la pena di morte tra le pene possibili, ma di continuare a ribadire questo tipo di opposizione.
Tra l'altro, l'Italia è uno dei Paesi che ha promosso, a livello mondiale, campagne contro la pena di morte. Quindi mi pareva che corrispondesse ad una sensibilità diffusa l'inserimento di questi temi come principi altissimi da inserire nella prima parte dello Statuto, il cui titolo è stato corretto questa mattina in "Principi".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22, su cui il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 398 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'articolo 1, dopo il comma 4, è inserito il seguente nuovo comma 5: "5. La Regione assume come valori fondanti la propria identità, da trasmettere alle generazioni future, la libertà, l'eguaglianza, la democrazia, la giustizia, la cultura della pace, la cooperazione ed integrazione fra i popoli e il pluralismo culturale ed economico".
La parola al Consigliere Moriconi



MORICONI Enrico

ritirato.



PRESIDENTE

Gli emendamenti fino al n. 33 sono ritirati.
Emendamento rubricato n. 34 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione opera per l'effettiva autonomia degli enti locali e per rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla sua realizzazione informando la propria attività legislativa, regolamentare ed amministrativa a fini di un ampio decentramento".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento mi offre la possibilità di recuperare quello precedente, che sostanzialmente parla del principio di sussidiarietà.
Presidente, se per sussidiarietà intendiamo la necessità di conferire nell'ambito di un più ampio decentramento, tutte quelle attività che possono essere, invece, di per sé, non accentrate dalla Regione ma delegate alle Province, alle città metropolitane e ai Comuni nell'ambito della sussidiarietà verticale, perché realtà più vicine ai cittadini maggiormente in grado di espletare questa funzione, non può non essere ricompresa nello Statuto (soprattutto nella parte relativa ai principi fondamentali) una dizione che non abbiamo assolutamente inventato, ma che abbiamo accolto e fatta nostra perché presente in altri Statuti, di un perseguimento di una priorità da parte della Regione: improntare l'azione della buona amministrazione ai criteri di imparzialità, di trasparenza ed equità e, dall'altra, a semplificare, anche attraverso un'opportuna opera di delegificazione, i rapporti tra i cittadini, le imprese e le istituzioni a tutti i livelli, perché attraverso questa modalità è possibile attuare, a nostro giudizio, una buona amministrazione.
l'affermazione di un principio ispiratore, principio guida nell'amministrazione che, man mano che procediamo nel nostro dibattito e il relatore in modo indefesso - si dice così - continua a dire "no" ad ogni proposta, senza segnare alcuna apertura e ribadendo quanto già detto.
Presidente, non so perché lei abbia reso ammissibile la possibilità di modificare il Titolo I, inserendo i principi fondamentali e contestualmente, negando ogni possibilità di riscrivere o iscrivere a pieno titolo nell'articolo 1 parte di questi principi fondamentali, almeno quelli fondanti, quelli che in modo più esplicito esaltano la parte dei principi fondamentali della nostra Costituzione, che è elemento guida per noi nella stesura del nuovo Statuto.
Pertanto, la dizione è molto semplice; potrebbe essere definita anche pomposa perché riafferma alcuni principi sulla buona amministrazione, ma riteniamo trovi pieno titolo nell'articolo 1, sui principi fondamentali.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34, su cui il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 35 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, la semplicità dei rapporti tra cittadini, imprese ed istituzioni a tutti i livelli e la realizzazione del principio di buona amministrazione, secondo criteri di imparzialità, trasparenza, equità".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35, su cui il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 37 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione opera al fine di realizzare il pieno sviluppo della persona l'effettiva partecipazione all'organizzazione politica, economica, sociale e culturale della Regione e del Paese, il pieno riconoscimento dei diritti delle donne e degli uomini senza diversificazione alcuna di etnia o di religione e tutela l'uniformità delle condizioni di vita dei cittadini che vivono sul territorio regionale".
Emendamento rubricato n. 38 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire la rimozione di ogni ostacolo che impedisce la pari opportunità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica; nonché la promozione della parità di accesso tra gli uomini e le donne alle cariche elettive e di governo rinviando alla legge la previsione dell'obbligo che entrambi i sessi siano rappresentati nelle nomine di competenza regionale".
Emendamento rubricato n. 39 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, il diritto alle pari opportunità fra donne e uomini e alla valorizzazione della differenza di genere, in ogni campo della vita e del lavoro".
Emendamento rubricato n. 40 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione considera proprio compito specifico la valorizzazione della differenza di genere e opera per la realizzazione compiuta di un contesto di pari opportunità in ogni settore di attività".
La parola al Consigliere Contu, per l'illustrazione.



CONTU Mario

Presidente, con questi emendamenti intendiamo segnalare all'attenzione dell'Aula un ambito di finalità prioritaria che la Regione dovrebbe perseguire sul diritto alle pari opportunità fra donne e uomini e alla valorizzazione della differenza di genere, in ogni campo della vita e del lavoro.
E' chiaro che nel campo della vita è compreso ogni aspetto legato al diritto di rappresentanza, mentre nel lavoro è nota a tutti la problematica della delicata questione delle pari opportunità.
E' pur vero che lo Statuto affronta, in un'altra parte, il problema delle pari opportunità e, allora, Presidente, la domanda è d'obbligo: perché questi aspetti fondanti dell'azione della nostra Regione, ai quali la Regione dovrebbe ispirarsi, cioè i principi fondamentali sui quali fonda la propria azione, non sono inseriti nella parte relativa ai principi fondamentali? Non basta averli citati in un'altra parte dell'articolato.
Continuo a non ricevere una risposta sul perché il Titolo I, che recita: "Principi fondamentali", continui a vedere un'ostilità profonda da parte dell'Aula, nel momento in cui si cimenta a suggerire una sequenza di elementi che ritengo avrebbero raggiunto il consenso dell'Aula, come elementi separati.



PRESIDENTE

Il parere del relatore, Consigliere Galasso, è contrario.
La parola al Consigliere Papandrea, per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Anche in questo caso abbiamo un corpo di emendamenti che affrontano una tematica fondamentale, che riguarda tutti i cittadini del Piemonte: la differenza e la necessità, dentro la differenza, di avere una politica di pari opportunità, di valorizzazione delle differenze di genere.
Questi nostri emendamenti, come gli altri che seguiranno, corrispondono a un'impostazione del modello di Statuto che nella prima parte enunciava in modo esplicito i principi, e poi proseguiva.
Sarebbe bene andare in quella direzione, anche se mi rendo conto che non vi è questa volontà. In ogni caso, riteniamo opportuno precisare, anche se in forma accorpata, quei principi che abbiamo individuato come più significativi, da inserire in questa prima parte.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37, su cui il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38, su cui il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39, su cui il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40, su cui il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 41 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, alla funzione legislativa ed amministrativa e al controllo dei poteri pubblici è condizione fondante ed essenziale per lo sviluppo della vita democratica e salvaguardia dei diritti di uguaglianza e di libertà di tutti i cittadini".
Emendamento rubricato n. 42 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte favorisce le formazioni sociali - partiti sindacati, associazioni professionali, culturali, sociali e di volontariato nelle quali si esprime la personalità umana e ne sostiene il libero svolgimento delle attività e delle funzioni".
Emendamento rubricato n. 43 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle attività associative svolte in ambito sociale, culturale, economico e politico".
Emendamento rubricato n. 44 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte favorisce lo sviluppo dell'associazionismo nei diversi settori e delle attività di volontariato".
Emendamento rubricato n. 45 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, la tutela e la promozione dell'associazionismo e del volontariato".
La parola al Consigliere Moriconi, per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Vorrei sottolineare come gli emendamenti indichino un principio estremamente importante, a mio modo di vedere, relativo a come intendiamo sviluppare il rapporto tra istituzione e cittadini. Nel corpo dello Statuto nuovo che abbiamo scritto, in qualche modo, alcune di queste affermazioni compaiono, tuttavia riteniamo indicativo e significativo per lo Statuto avere una definizione di questo tipo all'interno dei principi.
Il principio del favorire e di incentivare il riconoscimento e la valorizzazione delle diverse attività associative, significa prevedere lo sviluppo del rapporto tra istituzione e cittadini, che si articola in un senso piuttosto che in un altro. E' chiaro che la società attuale si sta organizzando in una serie di forme e di partecipazione molto più numerose composite e articolate rispetto a quelle con le quali eravamo abituati a confrontarci. Attorno alle forme tradizionali che hanno svolto, e svolgono meritoriamente un'opera importantissima per la democrazia, che sono partiti, i sindacati e le Associazioni professionali, adesso ci sono associazioni culturali, sociali e di volontariato, come cita l'articolo che, effettivamente, partecipano a pieno titolo allo sviluppo del rapporto democratico tra le istituzioni e i cittadini.
Parecchie volte si è sentito parlare di democrazia decidente e di democrazia deliberante, ma credo che un concetto importante che richiama quest'emendamento è quello della democrazia partecipativa. La partecipazione non va, secondo l'emendamento, secondo quanto sostengo rinchiusa in quelle forme di rappresentanza che, ripeto, sono importanti e storiche, ma aperta a tutte quelle forme nuove che si sono create nel corpo della società e che esprimono bisogni culturali, sociali e civili presenti tra i cittadini e che, pertanto, devono trovare espressione nello Statuto.
Queste forme associative garantiscono una vivacità culturale e di partecipazione che, secondo il mio parere, è dovere dello Statuto recepire nella sua scrittura.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Consigliere Contu, l'emendamento rubricato n. 46 ha vita autonoma, ma gli emendamenti n. 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58 e 59 sono un blocco unico. Ha qualche controproposta, Consigliere Contu?



CONTU Mario

Va bene, piena disponibilità all'accorpamento, ma non mischiano "capra e cavoli" almeno sugli argomenti. L'emendamento n. 46 ha vita autonoma.
L'emendamento n. 47 ("La Regione fonda lo svolgimento delle proprie funzioni sui valori della democrazia e del pluralismo, dell'accoglienza del riconoscimento di ogni diversità"), di per sé vive come autonomo.
Gli emendamenti sugli immigrati e sui diritti degli stranieri, dei profughi, dei rifugiati e degli apolidi sono gli emendamenti n. 48 e n. 49.
Capisco che lei veda di parte la discriminazione e l'intolleranza, come una delle cose che richiama a sé solo l'idea dello straniero ospite nel nostro Paese, ma comprendiamo ogni forma di discriminazione e di intolleranza, che può essere culturale e religiosa. Possiamo metterli con gli emendamenti n.
51 e n. 52.



PRESIDENTE

Sono d'accordo con quello che sta dicendo, però mettiamoli insieme fino all'emendamento rubricato n. 55.



CONTU Mario

No, tanto sono le forme di convivenza. Gli emendamenti n. 52 e n. 53...



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 50 è autonomo, gli emendamenti dal 51 al 54 vanno insieme. Gli emendamenti dal 55 al 59 riguardano la libertà e vanno insieme.
Emendamento rubricato n. 46 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 all'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione attua il proprio sviluppo democratico ispirandosi ai valori del pluralismo, della libertà e della tolleranza, praticando una rigorosa neutralità in materia ideologica nel rispetto dei principi della laicità dello Stato sanciti dalla Costituzione della Repubblica".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Vorrei sottolineare il passaggio: "rigorosa neutralità in materia ideologica" e, naturalmente, culturale e religiosa come elemento fondamentale del pensiero laico moderno. Credo che la Regione non possa cogliere in quest'affermazione valori condivisibili.
Certo urta qualche sensibilità, perché nel preambolo - che ritengono non sia parte fondante dello Statuto, ma sia motivo ispiratore e di riferimento - abbiamo parlato di tradizioni laiche, di tradizioni liberali e di cultura cristiana.
A tal riguardo, sottoporrei all'attenzione dell'Aula un aspetto sul quale abbiamo discusso poco, confondendo soprattutto quell'anelito alla spiritualità, che è un fatto individuale e soggettivo, che ognuno di noi può praticare, ed è una forma di aspirazione che ognuno di noi vive come essere vivente, con il bisogno religioso.
Vorrei leggere uno scritto che in parte introduce alcuni concetti che riprenderò negli emendamenti successivi. È un contributo di Bruno Segre intitolato "Il bisogno religioso".
Il testo recita: "Il bisogno religioso è la conseguenza del fatto che gli uomini non sono padroni della propria sorte e non riescono a trovare spiegazioni razionali per le disgrazie che li colpiscono e per la morte che li attende. Accade pure che il bisogno di credere in qualcosa di trascendente non si riesca a soddisfare attraverso la filosofia, la morale la scienza, la politica.
Spesso la fede offre un rifugio ai deboli, una consolazione alle vittime, una speranza ai delusi.
Se la società riuscisse a fornire agli individui ideali di progresso di giustizia, di uguaglianza e una condizione di vita serena e felice, il bisogno religioso forse scomparirebbe.
Milioni di cittadini vivono nei Paesi ex-socialisti senza praticare alcuna fede religiosa. Anche in Occidente moltissime persone vivono professando scetticismo, agnosticismo e ateismo. Dunque la religione appare un surrogato per le proprie inquietudini, un alibi per sottrarsi alla ricerca di una verità razionale.
Ormai, varcata la soglia del 2000, il futuro è nelle mani dell'uomo impegnato nella sfida demografica, in quella ecologica, in quella scientifica e in quella della governabilità del mondo. L'esigenza di vincere queste sfide attenuerà sempre di più il bisogno religioso".
Ho voluto sottoporre al Consiglio la lettura di questo testo, che appare sicuramente forte e provocatorio, che può urtare le coscienze e il credo consolidato, perché forse, rispetto agli integraliste e alle tentazioni integraliste, il termine "laicità" o "laico" può meglio evidenziare un principio ispiratore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 47 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione fonda lo svolgimento delle proprie funzioni sui valori della democrazia, del pluralismo, dell'accoglienza e del riconoscimento di ogni diversità".
Emendamento rubricato n. 48 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire il pieno rispetto dei diritti della persona umana e l'effettivo godimento dei diritti sociali degli immigrati degli stranieri profughi rifugiati e degli apolidi".
Emendamento rubricato n. 49 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte opera per l'effettivo godimento dei diritti sociali degli immigrati, degli stranieri profughi rifugiati ed apolidi".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Avevo richiesto che questi due emendamenti non venissero raggruppati assieme a quelli riguardanti l'intolleranza e la discriminazione, perché si tratta di questioni diverse, la cui unione avrebbe espresso, di per sé, un segnale negativo.
Questi emendamenti si riferiscono ad uno dei problemi più importanti che stiamo vivendo in questo momento, perché - ne abbiamo già parlato altre volte - la differenza più significativa rispetto al momento in cui è stato varato lo Statuto attualmente in vigore è esattamente questa: negli anni Settanta, forse esistevano già dei testi che prevedevano questo tipo di fenomeno, ma sostanzialmente, nell'immaginario collettivo, la possibilità che anche la nostra Regione diventasse multirazziale non esisteva.
Questo è avvenuto, e conosciamo tutti la quantità di problemi che ha provocato, a partire dall'approccio diverso nei confronti di questo tipo di problema. Non si può comunque negare che sia avvenuto e che ormai è un fenomeno che tende alla stabilità. Non oso immaginare come si possa eliminare la stabilità di questo fenomeno, perché quando si vive da decine di anni in un territorio, tendenzialmente lo si adotta.
Io appartengo ad una comunità italiana che, negli anni, è stata sottoposta al fenomeno dell'emigrazione. E la tendenza al ritorno degli emigrati nelle loro terre è assolutamente minoritaria. Se escludiamo i problemi che si sono verificati, ad esempio, in Argentina, di gravissima crisi, complessivamente non capita così.
Non riesco ad immaginare che la stabilità di questo fenomeno non sia destinata a mantenersi.
Credo che uno Statuto, riscritto e approvato dopo trent'anni, non possa ignorare un fenomeno di questo genere. Se così fosse, significherebbe che questo Statuto non funziona e non coglie quell'esigenza - in questo caso corretta - di adeguarsi ai tempi e all'evoluzione della società.
Mi pare, tra l'altro, che altre Regioni abbiano affrontato il tema. La Regione Toscana, ad esempio, non riconosce il diritto di voto agli immigrati, ma agirà affinché questo diritto venga riconosciuto dalle norme nazionali e promuoverà questa azione. Non opera, cioè, una violazione perché non riconosce ciò che non può riconoscere - ma offre un'indicazione concreta su come la comunità toscana intende agire.
Avrei preferito che, alla fine, quel tipo di indicazione venisse accolta. Così non è, ma so che nel corso degli emendamenti successivi questo tipo di problema troverà un minimo di risposta.
Sarebbe stata importante, proprio per il valore che riveste questo tipo di tematica, la citazione esplicita nel preambolo: a parte le questioni che ci sono che non ci hanno trovato d'accordo, è una delle poche cose che mancano all'interno di quel preambolo che mi ha lasciato insoddisfatto.
Dall'altro lato, invece, penso che nella prima parte dello Statuto sia opportuno citare questo fenomeno, che, a mio avviso, è il più rilevante se pensiamo agli individui che vivono nel nostro territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, mi pare che abbiamo accorpato gli emendamenti n. 47, 48 e 49.



PRESIDENTE

No, abbiamo deciso che facciamo un'unica discussione con votazioni separate.



CONTU Mario

Presidente Galasso, sappiamo che questo per lei è un nervo scoperto quando facciamo delle proposte siamo di parte, però devo dire che lei più volte, anche nella sua funzione di rappresentanza istituzionale, ha sostenuto che i diritti non appartengono ad una Regione. I diritti sociali i diritti civili sono i diritti di tutti quelli che vivono in quella Regione. Questo credo sia il sottile distinguo che ci separa quando parliamo del diritto di cittadinanza.
Se i diritti sociali e civili devono essere garantiti agli abitanti di una Regione, ho ragione di credere, e lo affermiamo con forza, che questi diritti si devono estendere a tutti coloro che hanno scelto la nostra Regione come luogo di vita e di relazione.
I tre emendamenti chiedono sostanzialmente di inserire nell'articolo 1 sui principi fondamentali, una dizione. Ne propongo solo una che mi sembra quella che potrebbe rompere il monologo del nostro Presidente e relatore dello Statuto, sperando che questa lo soddisfi: "La Regione Piemonte opera per l'effettivo godimento dei diritti sociali degli immigrati, degli stranieri profughi, rifugiati e apolidi, ospiti nella nostra Regione". E' un principio che afferma l'esigibilità dei diritti sociali e civili da parte degli ospiti della nostra Regione.
Parlo di ospiti perché, dietro le storie dolorose dell'immigrazione, ce ne sono alcune non determinate dal bisogno perché sono scelte di vita, ma nella maggior parte delle storie dolorose di chi affronta la strada dell'immigrazione cosa c'è se non l'aspettativa di andare in un paese dove sarà accolto, dove conterà come persona e non solo come numero ai fini dei dati statistici sul fenomeno? E' soprattutto una persona e in quanto tale portatrice di diritti: ha il diritto di risiedere nel nostro Paese, così come ha il diritto di tornare al proprio paese.
Fra le formulazioni dei tre emendamenti quella letta prima ci sembra quella che meglio possa accogliere le sensibilità di questa assemblea.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 50 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione ripudia ogni forma di discriminazione e di intolleranza".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 51 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire la tutela delle diversità culturali religiose e linguistiche".
Emendamento rubricato n. 53 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie. il rifiuto di ogni forma di xenofobia e di discriminazione legata all'etnia, all'orientamento sessuale e a ogni altro aspetto della condizione umana e sociale".
Emendamento rubricato n. 54 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, l'accoglienza solidale delle persone immigrate, secondo i principi del pluralismo delle culture, del reciproco rispetto e dell'integrazione sociale".
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

L'emendamento rubricato n. 51 recita: "La Regione si impegna a favorire la tutela delle diversità culturali, religiose e linguistiche", mentre il n. 54 recita: "La Regione persegue tra le finalità prioritarie l'accoglienza solidale delle persone immigrate secondo i principi del pluralismo, delle culture, del reciproco rispetto e dell'integrazione sociale". Quest'ultimo è un emendamento che si richiama con forza al fenomeno dell'immigrazione e si ricollega, in parte, con quanto già detto in precedenza.
Se non ci fossero delle ragioni di pregiudizio intellettuale tra alcune persone e tra alcuni movimenti politici, penso che quest'emendamento potrebbe essere accolto proprio perché, di fatto, non fa altro che recepire quella che sarà la società futura e quella che è già in parte, in maniera molto significativa, la società attuale.
Noi possiamo immaginare di vivere in un mondo diverso da quello che abbiamo effettivamente sul nostro territorio. Possiamo immaginare di delineare una Regione Piemonte che vada in senso diverso da quello che è il corso della storia. Possiamo ripetere il concetto, che è stato già avanzato precedentemente dal Consigliere Picchioni, sul fatto che la fame e la povertà, inevitabilmente, fanno sì che le persone cerchino una strada personale di uscita dalla fame e dalla povertà.
Tante volte si parla di strade individuali e di strade collettive nell'affrontare i problemi. L'immigrazione anche quando è un fenomeno collettivo indica pur sempre una scelta individuale, perché sono le persone che individualmente si mettono in marcia, che si muovono dai paesi dove vivono e vanno a cercare altrove quello che là dove vivono non riescono a trovare.
Per collegarci a quello che si era detto in precedenza sulla fame nel mondo e sui problemi che non risolviamo a livello planetario, non possiamo dimenticare - lo sostengono anche gli economisti - che in Europa e negli Stati Uniti - ma limitiamoci a parlare dell'Italia, Paese colpito dal fenomeno dell'immigrazione - garantiamo, tra l'altro, due euro al giorno per ogni bovino che abbiamo sul nostro territorio.
Come ho detto prima, ci sono più di due miliardi di persone che vivono con meno di due euro al giorno: pensate, forse, che tutte quelle persone che sono costrette a vivere con meno di quello che noi diamo di contributo ai nostri bovini siano disposte a starsene tranquille nei loro Paesi, e non cercare, invece, di vivere laddove ci sono tante risorse da poter garantire questo premio ai bovini? Qui, chiaramente, non si tratta di negare il contributo, ma di pensare al divario e all'abisso che separa due mondi così lontani ma anche così vicini, perché l'immigrazione li fa diventare naturalmente vicini.
Se immaginiamo un mondo dove queste separazioni e questi solchi possano ancora esistere, allora possiamo pensare di ignorare il problema dell'immigrazione.
Se, invece, noi pensiamo che comunque viviamo in un mondo e non possiamo condizionare ed imporre agli altri ciò che noi vogliamo che avvenga semplicemente perché riesce difficile capirlo per questioni intellettuali, ecco che l'emendamento può essere bocciato.
Mi auguro, invece, che sia recepito, proprio perché contro l'evoluzione del pianeta e contro quelli che sono gli scenari di evoluzione del pianeta sicuramente non potremmo andare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati n. 51, 53 e 54, sui quali il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 52 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, il riconoscimento delle altre forme di convivenza".
La parola al Consigliere Contu, per l'illustrazione.



CONTU Mario

Abbiamo fatto questa discussione sul riconoscimento delle altre forme di convivenza proprio su un emendamento che chiedeva, nel preambolo, di sostituire all'espressione "tutela della famiglia" il principio ispiratore dell'azione della Regione, teso a tutelare le famiglie e le altre forme di convivenza.
vero, Presidente, che l'articolo 29 della Costituzione tutela la famiglia fondata sul matrimonio. Tuttavia, è indubbio - lo hanno ricordato anche molti colleghi nei loro interventi - che vi è un fenomeno nuovo, di grande rilevanza sociale, le cui cifre, sebbene diverse, potrebbero riguardare una cifra oscillante fra l'1,7% e il 2% delle famiglie che a livello nazionale si pongono, nel campo delle formazioni sociali, come famiglie di fatto.
Queste famiglie - mi limito solo a questo aspetto del problema, che riguarda solo soggetti di sesso diverso - scelgono la strada della convivenza anziché quella del matrimonio (del rito civile o religioso) per ragioni diverse, che possono essere determinate da situazioni contingenti: l'attesa di una separazione o di un percorso verso il divorzio, scelte per ragioni culturali, che sono delle forme di convivenza che si sottraggono al vincolo matrimoniale. Esse pongono e hanno posto storicamente al legislatore tutta una serie di problemi per quanto concerne, in particolare, gli assi di successione ereditaria e i vincoli di natura patrimoniale, ma attraversano anche un bisogno primario come quello della casa ed altro. Lei è un civilista, Presidente, quindi conosce molto bene la materia, e sa benissimo come la Costituzione preveda, all'articolo 2, la tutela delle altre formazioni sociali che non siano quelle tutelate dall'articolo 29 della nostra Costituzione.
Il legislatore, e soprattutto in sede giurisdizionale la Cassazione più volte è intervenuto con alcune sentenze, anche qui, però, nel rispetto di una tutela più ampia prevista da un'altra norma dello Statuto tesa a tutelare il minori. Devo dire che nell'ambito dell'erogazione di servizi sociali da parte degli enti locali o dei servizi alla persona, i minori a tutti gli effetti sono tutelati dalle norme, perché non esiste discriminazione di sorta fra i figli naturali derivanti dalla famiglia fondata sul matrimonio e quelli che provengono, invece, dalle famiglie di fatto.
Noi chiediamo che l'Aula manifesti, con estrema attenzione, questa volontà attraverso lo Statuto, quella cioè di perseguire, nell'ambito delle proprie finalità, anche il riconoscimento delle altre forme di convivenza.
Alcune sentenze della Cassazione intervengono persino sulla tutela degli assi di successione o per questioni relative al subentro nei contratti di locazione delle case. Però sono aspetti ancora marginali.
Molto può fare il legislatore regionale, senza invadere il campo di competenza dello Stato e, naturalmente, senza confliggere con la Costituzione, nel dare, utilizzando la norma statutaria, più respiro all'articolo 2 della Costituzione stessa, che norma le nuove formazioni sociali. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 52, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 55 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte riconosce i diritti delle fasce più deboli della popolazione, con particolare riferimento ai minori, agli anziani, agli immigrati e ai diversamente abili, e opera per il superamento delle cause che ne determinano la disuguaglianza e il disagio".
Emendamento rubricato n. 56 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte vieta ogni forma od atto di discriminazione nei confronti del sesso, il colore della pelle, l'origine sociale o culturale le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di altra natura, l'appartenenza ad una minoranza, il patrimoni, la nascita, le disabilità, l'età, le tendenze sessuali".
Emendamento rubricato n. 57 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte garantisce e tutela la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente e collettivamente, in pubblico e in privato, mediante il culto, l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti".
Emendamento rubricato n. 58 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte garantisce e tutela la libertà di pensiero, di coscienza e di religione di credenti e non credenti".
Emendamento rubricato n. 59 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte riconosce e tutela, per tutte le persone presenti sul territorio, l'inviolabilità della persona, la libertà di circolazione e di soggiorno, la libertà di riunione e di associazione".
La parola al Consigliere Papandrea, per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Brevemente, su quest'aspetto, dove, tra l'altro, si parla degli immigrati anche sotto un'altra ottica: quella del pluralismo religioso.
Credo che ci troveremo sempre di più di fronte a un più diffuso pluralismo religioso, sia per il fenomeno migratorio sia per il fatto che alcune religioni stanno prendendo autonomamente piede nella nostra regione e anche se non erano presenti nel passato, anche per questa ragione siamo sempre stati contrari a valorizzare una delle religioni a differenza di altre e riteniamo che articoli e testi che valorizzino uno di questi valori tendano ad ostacolare il processo in atto, a creare una discriminazione futura rispetto alle tradizioni piemontesi.
Detto questo, voglio sollevare un problema di natura più generale: mi rendo conto che stamattina alcuni potessero essere imbarazzati dal modo di procedere dei lavori. Attualmente i lavori stanno procedendo in modo diverso, più celere e con un accorpamento di emendamenti che ne favorisce la discussione.
Che senso hanno gli emendamenti che abbiamo posto? In Commissione Statuto è stata fatta la scelta di non affrontare i principi, o, meglio, di affrontarli molto superficialmente, marginalmente, limitandosi a citare alcune grandi carte di riferimento.
In questo senso, ritenevamo che, ad un certo punto, sarebbe emersa una serie di problematiche attuali, e non questioni di principio, che non sarebbero state affrontate. La discussione che si è svolta in Commissione è stata interessante e abbastanza ricca e mi spiace che questo non emerga nella discussione del Consiglio.
Mi spiace che la difesa o comunque l'intervento nel merito di tali questioni diventi unicamente patrimonio di chi, non avendo condiviso quell'impostazione dello Statuto, ne propone un emendamento, una modifica dell'impostazione.
Questo, rischia di dare una versione deformata e deludente della discussione dell'Aula. Considero, pertanto, opportuna una maggiore riflessione collettiva su quanto stiamo facendo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati nn. 55, 56, 57, 58 59, sui quali il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, prima dell'interruzione di questa sera vorrei esaminare tre articoli: gli articoli 1, 2 e 3.
Pertanto, possiamo anche ordinare i lavori, se siete d'accordo...



(Commenti del Consigliere Cattaneo)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 60 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte dichiara inviolabile la dignità umana ed opera perché sia rispettata e tutelata".
Emendamento rubricato n. 61 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte dichiara che ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, alla libertà di opinione inclusa la libertà di ricevere o di comunicare informazione o idee senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche, alla libertà di riunione pacifica e di associazione a tutti i livelli".
Emendamento rubricato n. 62 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte dichiara che le arti sono libere e tutela il diritto ad esercitarle".
Emendamento rubricato n. 63 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte dichiara che ogni individuo ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare del proprio domicilio e delle sue comunicazioni".
La parola al Consigliere Contu, per l'illustrazione.



CONTU Mario

Gli emendamenti n. 61, 62 e 63 parlano di libertà: dalla libertà di riunione ed associazione, a tutti i livelli, alla libertà dell'arte (la tutela del diritto ad esercitarle), alla libertà e al diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e del suo diritto alla riservatezza delle comunicazioni.
E' straordinario che il nostro Statuto sia uno dei pochi Statuti approvati, o che verranno approvati in questa ricorrenza, rispetto a quindici Regioni che si apprestano quasi contemporaneamente ad approvare il proprio Statuto, a non avere una parte, all'interno del suo articolato, che riguardi il tema delle libertà e dei diritti.
In modo molto generico, ci si accontenta di un preambolo. Questo è un limite gravissimo, che, alla luce di come si sta dipanando la discussione emerge in tutta la sua gravità, come errore. Probabilmente ci si era illusi che il preambolo avrebbe fatto giustizia di qualsiasi possibilità di aprire tematiche di così vasto respiro, ma così pregnanti ai fini del varo di una Carta costituzionale (che mai deve scendere al di sotto dei limiti sanciti dalla Costituzione, che resta la carta di riferimento), ma che pu cimentarsi con l'ampliamento dei diritti sociali e civili indotti dalle mutate condizioni politiche e sociali che hanno riguardato la prima stesura.
Molte cose, lo abbiamo detto e ripetuto, sono cambiate rispetto ai costumi, rispetto alle abitudini di vita delle persone, rispetto ai livelli culturali, non solo, ma di contaminazione fra culture diverse. Oggi i cittadini piemontesi, gli abitanti della nostra regione sono portatori di valori più ampi, che necessitano di tutela e che il legislatore nel '71 pur avendone individuato il divenire - nel senso che aveva tracciato e aveva bene chiaro l'assemblea, allora costituente, che varò questo Statuto aveva bene individuato tanto da averci fatto più volte affermare che forse su alcune parti, lo Statuto del '71 mantiene tutta la sua attualità.
Quell'assemblea fu in grado di cogliere alcune dinamiche sociali e culturali che si modificavano e aveva certamente tracciato questo percorso.
Oggi noi abbiamo fatto la scelta di limitare al solo preambolo la parte di principi ispiratori dell'azione della Regione che dovrebbe conformare la propria azione. Un limite in parte determinato dall'impasse che deriva dalla contrapposizione ideologica che poteva ingenerare percorsi degenerativi rispetto alla carta costituzionale di riferimento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati nn. 60, 61, 62, 63 sui quali il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 65 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione si impegna a favorire la valorizzazione delle risorse economiche e produttive di ciascuna area del territorio regionale, ed il superamento delle disuguaglianze sociali derivanti da squilibri territoriali e settoriale della Regione".
Emendamento rubricato n. 66 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, la valorizzazione della libertà di iniziativa economica pubblica e privata, del ruolo e della responsabilità sociale delle imprese".
Emendamento rubricato n. 67 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione Piemonte considera la lotta alla povertà un tratto distintivo della propria identità".
Emendamento rubricato n. 68 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "Nel quadro dei valori e dei principi della Costituzione, la Regione, si propone la piena occupazione promovendo il diritto di tutte e di tutti ad un lavoro libero e capace di garantire una vita dignitosa ad ogni persona ed opera per rimuovere gli ostacoli di ogni tipo che possono limitarlo o impedirlo".
Emendamento rubricato n. 69 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire l'effettiva tutela dei diritti sociali dei lavoratori nei casi di maternità. di malattia, di infortuni, di dipendenza o di vecchiaia, oltre che in caso di perdita del posto di lavoro, anche mediante la realizzazione e gestione, senza oneri finanziari aggiuntivi, di servizi regionali complementari a quelli statali".
Emendamento rubricato n. 70 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, il diritto al lavoro alla sicurezza dei luoghi di lavoro, all'istruzione, alla formazione permanente, alla conoscenza".
Emendamento rubricato n. 71 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione Piemonte tutela il diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose per tutte le lavoratrici e i lavoratori, sostiene il diritto ad una limitazione della durata massima del lavoro, a periodi di riposo giornalieri e settimanali, a ferie annuali retribuite, contrasta il licenziamento senza giusta causa".
Emendamento rubricato n. 72 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione Piemonte tutela il diritto al lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni e contrasta il lavoro non regolamentato dalle leggi".
Emendamento rubricato n. 73 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione Piemonte tutela il diritto di ogni persona a non essere sfruttata".
Emendamento rubricato n. 74 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione Piemonte tutela il diritto al lavoro ed il diritto alla sicurezza dei luoghi di lavoro".
Emendamento rubricato n. 75 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione Piemonte si impegna a garantire un reddito minimo di inserimento al lavoro i particolare per le nuove generazioni e per coloro che vengono espulsi dai cicli produttivi per crisi all'impresa".
Emendamento rubricato n. 76 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione Piemonte opera per il superamento dell'applicazione di tutte quelle forme di lavoro flessibile e precario, a tempo limitato, prive di reale tutela ed incapaci di garantire sicurezza e futuro ai lavoratori ed alle lavoratrici".
Emendamento rubricato n. 77 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "La Regione Piemonte garantisce a tutti i lavoratori e le lavoratrici il diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del loro lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare una esistenza libera e dignitosa".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea per l'illustrazione degli emendamenti; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo soprattutto sull'emendamento n. 68 perché è un tema di grande importanza. La Costituzione italiana dice che l'Italia è una Repubblica basata sul lavoro, e ha una impostazione sociale molto importante. Negli ultimi anni questa tensione è venuta meno. Uno dei fenomeni importanti che conoscono i giovani è la precarietà del lavoro l'incertezza che si possa avere un lavoro stabile, con tutto quello che ci implica nei confronti delle prospettive di vita. Un altro aspetto molto preoccupante, è quello che ci sono molti lavoratori che non sono più in grado di avere una vita dignitosa. Il salario dei lavoratori non è più tale da garantire una prospettiva di certezza di reddito: quarant'anni fa era inimmaginabile. In passato, superata la difficoltà di trovarlo, un lavoro tendenzialmente stabile e sicuro, dava una certezza di reddito che permetteva una vita dignitosa. Non credo che la Regione possa garantire tutto ciò, ma può operare un'azione di promozione di tutto questo. La Regione ha crescenti poteri di leggi, soprattutto per quanto riguarda il lavoro, e là dove la Regione fa delle leggi e interviene nell'economia e nella promozione dell'attività economica, dire che vincola questo suo intervento al fatto che chi lavora abbia almeno un reddito dignitoso, credo sia una questione importante. Ripeto, non che lo garantisca, ma che abbia un'iniziativa di promozione. Spero che la questione, da qui alla stesura finale dell'articolo o dei prossimi, possa trovare una collocazione. E' una questione veramente di grande importanza.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati nn. 65, 66, 67, 68 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77 sui quali il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 78 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte opera per il superamento degli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il diritto al pieno sviluppo della persona umana".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 79 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione si impegna a favorire la realizzazione di un sistema regionale integrato di attività a servizio dei diritti sociali, anche in collegamento con iniziative dei cittadini, singoli e associati. Tale sistema dovrà, in ogni caso, garantire a tutti e ad eguali condizioni, un elevato livello delle prestazioni concernenti i diritti sociali".
Emendamento rubricato n. 80 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire la tutela della salute nella definizione ed attuazione di politiche tese a garantire, ad eguali condizioni, un livello elevato di protezione".
Emendamento rubricato n. 81 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, il diritto alla salute".
Emendamento rubricato n. 82 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte promuove e tutela il diritto alla salute per tutti e garantisce cure gratuite agli indigenti".
Emendamento rubricato n. 83 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte garantisce ad ogni persona in situazione di bisogno il diritto ad una assistenza che permetta di soddisfare i bisogni di base".
Emendamento rubricato n. 84 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte riconosce e tutela il diritto di ogni individua alla propria integrità fisica e psichica ed opera in tal senso".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Questa serie di emendamenti riguarda la tutela della salute. Questa discussione avviene in un momento nel quale la Regione continua (ormai da tre anni) a dibattere attorno alla presentazione al Consiglio regionale per l'approvazione, del Piano socio-sanitario. Tutto questo ancora non è avvenuto, e non perché non sia garantito ai cittadini il diritto alla cura perché abbiamo ospedali e servizi, insomma una sanità di eccellenza.
Peccato che i tempi con cui il nostro sistema, per ragioni che rischiano di diventare strutturali, risponde ai bisogni di cura che esprimono i cittadini piemontesi, siano lunghi. Questo è il vero problema, questo è il punto debole del nostro sistema sanitario.
Se un privato cittadino, anziché operare la scelta più comoda del ricorso alle strutture private in regime di convenzione, dovesse decidere in modo prioritario come luogo di cura, in termini di accertamenti diagnostici o di analisi, la struttura pubblica, si dovrebbe cimentare con dei tempi biblici.
Certo è che uno Statuto non può dare risposte alle carenze di un Piano socio-sanitario che non c'è e che continua a muovere le sue linee guida sull'onda di quello precedente senza averlo adeguato rispetto alle mutate condizioni e senza aver dato risposta su come intende garantire, a livello territoriale, adeguati livelli di assistenza ai cittadini che su quei territori insistono, perché il Piano è uno strumento di programmazione e nello Statuto non si possono inserire queste cose, se non l'affermazione che la Regione se ne deve obbligatoriamente dotare.
Allo Statuto, come strumento e come Carta di riferimento sui diritti spetta il compito di riaffermare il diritto alla salute da parte di tutti.
Questo può avvenire in vari modi: attraverso una curata azione di prevenzione, oppure in collegamento con l'iniziativa singola dei cittadini o dei cittadini associati, o ancora qualificando al meglio le strutture esistenti sul territorio. Naturalmente queste politiche devono essere tese a garantire a tutti eguali condizioni e, allo stesso tempo, un livello elevato di protezione.
Noi ci saremmo accontentati dell'approvazione di un emendamento molto semplice, da inserire nell'articolo relativo ai "Principi e finalità": "La Regione Piemonte - è scontato nell'articolato - persegue, tra le finalità prioritarie, il diritto alla salute dei cittadini tutti".
stata un'affermazione molto semplice e naturalmente è accompagnata dal ribadire quanto già dettato dalla nostra Carta costituzionale, volto a garantire le cure gratuite agli indigenti e a coloro che, in qualche modo non possono concorrere alla spesa sanitaria anche attraverso il prelievo perché privi di mezzi di sostentamento e di risorse finanziarie. Uno degli emendamenti che abbiamo inserito e che lei ha accorpato, che è quello della tutela del diritto di ogni individuo alla propria integrità fisica e psichica ed opera in tal senso.
E' un'affermazione forte, che inserita all'interno di uno Statuto diventa pleonastica. Ripeto, probabilmente, quell'emendamento così semplice, ma così calzante col dettame costituzionale, bene starebbe nella prima parte e quindi nell'articolo 1, tra i principi fondamentali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Tra i diritti più generali e universalmente riconosciuti indubbiamente, dopo il diritto alla vita c'è il diritto alla salute. A volte si dice scherzando: "Prima di tutto ci vuole la salute", lo si dice perché è la condizione preliminare per godere effettivamente del diritto alla vita.
Generalmente, ogni carta che riconosce dei principi parla del diritto alla salute. Noi abbiamo una serie di emendamenti che ne parlano diffusamente. Mi pare che ci sia una ragione in più per sollevare questo diritto, rispetto agli altri che sono altrettanto importanti (pensiamo al lavoro e all'istruzione). Il ruolo della Regione, nella gestione del sistema sanitario, è un ruolo importantissimo, quindi in qualche modo l'inserimento statutario di una tematica di questo tipo ha a che fare con quelle che sono le competenze della Regione stessa. Per questo, credo sarebbe bene trovare una soluzione e inserire queste tematiche nella prima parte di questo Statuto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati nn. 79, 80, 81, 82 83, 84, sui quali il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 85 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione promuove ogni iniziativa per favorire il divieto delle pratiche eugenetiche finalizzate alla selezione delle persone, il divieto di commercio del corpo umano o di sue parti, il divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani".
Emendamento rubricato n. 87 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire il riconoscimento del principio che il patrimonio genetico di ciascun individuo è bene indisponibile".
Emendamento rubricato n. 88 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte vieta di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro".
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Questo è un tema di estrema attualità. Credo che nessuno possa contestare il fatto che non ci fosse nel vecchio Statuto perché all'epoca in cui è stato scritto queste tematiche muovevano i primi passi. Gli studi sull'ingegneria genetica, da cui scaturiscono questi emendamenti e che hanno dato luogo alla possibilità di realizzare quello che si ipotizza in questi emendamenti, nascono solo negli anni '60, a livello molto elementare, perché solo negli ultimi anni si è arrivati alla definizione del patrimonio genetico delle specie superiori, uomo compreso.
E' di circa due anni fa la dichiarazione della scoperta della scala alfabeto del patrimonio genetico umano, anche se bisogna ricordare che lo studio in questo momento è ancora a livello elementare, nel senso che si conoscono semplicemente, nel caso dell'alfabeto, tutte le lettere, ma non siamo ancora in grado di costruire le parole che costituiscono il codice genetico individuale umano.
Però, è indubbio che gli studi in questo campo stanno procedendo ed è altrettanto indubbio che ci sono posizioni contrastanti sugli studi e sulla possibilità di intervenire sulle modificazioni del corpo umano indotte tramite gli studi sul patrimonio genetico. In particolare, si ricorda che ad esempio, si crea una particolare concordia di visioni tra una parte laica e una cattolica, su un atteggiamento che non vede con favore la possibilità di studiare il corpo umano.
La formulazione di questi emendamenti non è così inutile come da talune parti viene sottolineato. Dobbiamo rifarci in questo caso a quello che sta avvenendo in campo internazionale e che, inevitabilmente, se non adottiamo delle norme di cautela e di tutela potrebbe arrivare anche nella nostra Regione. Com'è noto, negli Stati Uniti è già possibile intervenire sul corpo umano e procedere a brevettare parti del corpo umano dopo che siano state modificate con l'ingegneria genetica. In questo modo è chiaro che la possibilità di modificare e di manipolare il genoma darebbe luogo anche ad uno spiccato interesse economico, nel senso che già si pensa di utilizzare l'ingegneria genetica per la cura di alcune malattie (ad esempio per creare degli organi da trapiantare) con la conseguente creazione di attività a scopo di lucro, così come ricordato nell'emendamento.
In questo caso, però, le attività economiche inducono tentativi o meglio, linee di indirizzo che si copiano da una parte all'altra del mondo: ecco, dunque, che questo atteggiamento degli Stati Uniti di permettere la brevettabilità di parti del corpo umano si potrebbe estendere in diverse nazioni ed arrivare anche in Italia, dove la parte scientifica potrebbe pensare di ottenere un guadagno attraverso queste tecnologie.
Credo che la Regione Piemonte debba, invece, assumersi l'impegno di impedire l'utilizzo degli studi sul corpo umano per trarne fonti di lucro.
Nello stesso tempo, il fatto che il patrimonio genetico di ciascuno individuo debba essere un bene disponibile, è un punto fondamentale perch è quello che precede la possibilità di usare le tecnologie a scopo di lucro. Per utilizzare le tecnologie a scopo di lucro, bisogna prima partire dalla conoscenza acquisita.
I due emendamenti, dunque, si mantengono insieme e vanno entrambi nella direzione di garantire l'indisponibilità individuale agli studi scientifici.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati nn. 85, 87, 88, sui quali il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 89 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire il diritto dei bambini alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere".
Emendamento rubricato n. 90 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte tutela l'infanzia e i diritti dei minori con adeguate misure di protezione e provvede alle cure necessarie per il loro benessere".
Emendamento rubricato n. 91 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, il diritto dei minori ad interventi intesi a garantirne la protezione sociale".
Emendamento rubricato n. 92 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte riconosce ed afferma il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale".
Tali emendamenti sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento rubricato n. 93 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione si impegna a favorire la tutela dell'ambiente, la tutela del territorio e la valorizzazione della sua vocazione, nel rispetto della Costituzione, della giurisprudenza costituzionale, dei principi comunitari e dell'ordinamento internazionale".
Emendamento rubricato n. 94 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione si impegna a favorire la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale della Regione, nel rispetto della Costituzione, dei principi comunitari e dell'ordinamento internazionale".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 93 recita: "La Regione si impegna a favorire la tutela dell'ambiente, la tutela del territorio e la valorizzazione della sua vocazione, nel rispetto della Costituzione, della giurisprudenza costituzionale, dei principi comunitari e dell'ordinamento internazionale".
indubbio che la nostra sia una Regione che, nel campo della tutela del territorio, della sua vocazione naturale, per le sue caratteristiche morfologiche e per come si è connotato il suo sviluppo, necessiti di ambiti di tutela più ampi.
L'ambiente certamente è complesso: stretto fra la corona delle Alpi senza usare i toni poetici del preambolo - della Liguria, il suo paesaggio pedemontano, la sua estensione nella pianura. È un territorio che offre ricchezze enormi, ma l'opera forsennata dell'uomo, ahimè, è pur sempre guidata dalla politica e dalle leggi di riferimento: l'Assessore Botta - ne discutevamo poco fa - ha bocciato la mia proposta del recupero di tutti i seminterrati a fini residenziali, e la dice lunga su questa affermazione.
Chiaramente la tutela del territorio e dell'ambiente deve essere un ambito garantito da leggi che pongano questo obiettivo come un obiettivo principe.
Non c'è sviluppo economico e sociale di un Paese e di una Regione che non debba e non possa tener conto dell'essere guidato da un principio sovrano che è quello della tutela.
Le ricchezze della natura non sono infinite. Anzi, la storia ci hanno dimostrato che sono estremamente limitate. Uno sviluppo urbano disordinato uno sfruttamento intensivo dei suoli, la cementificazione, l'argine artificiale che guida le acque presenta i suoi limiti, perch periodicamente - ben lo sanno i propositori di ordini del giorno - ci dobbiamo misurare, in questo Consiglio regionale, con delle autentiche emergenze derivanti dal dissesto idrogeologico del nostro Paese.
auspicabile uno Statuto che assuma come guida e come principio ispiratore della propria legislazione la tutela dell'ambiente, del territorio e della valorizzazione della sua vocazione naturale - penso a quanto si è fatto e devo darne atto, anche se qualcuno lo considera uno degli assi di sviluppo primario (secondo noi in modo un po' avventato) - e penso alle risorse che derivano dalla produzione agricola degna di tutela che è quella della nostra Regione.
L'emendamento che chiediamo di inserire all'interno dello Statuto riguarda, appunto, la tutela dell'ambiente e del territorio.
Non è di secondaria importanza il tema relativo alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale della nostra Regione.
Anche qui, la linea guida, nel rispetto della Costituzione, dei principi comunitari e dell'ordinamento internazionale.
Sono molti i beni della nostra regione, e soprattutto del suo patrimonio culturale, che necessitano di questa attenzione da parte del legislatore e che riteniamo debbano essere inseriti a pieno titolo nell'articolo 1, relativo ai principi fondamentali ai quali ispirare l'azione della Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento n. 93, sul quale il relatore Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento n. 94, sul quale il relatore Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 95 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, il rispetto dell'equilibrio ecologico, la tutela dell'ambiente e del patrimonio naturale, la conservazione della biodiversità, la promozione della cultura del rispetto per gli animali".
Emendamento rubricato n. 96 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte ispira la propria azione ai principi dello sviluppo sostenibile, nel rispetto della dignità e dei diritti fondamentali di tutte le singole persone, del diritto dei popoli all'autodeterminazione, del rispetto di tutte le forme viventi e dell'ambiente naturale".
Emendamento rubricato n. 97 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte considera l'insieme di tutte le forme viventi e sostanze materiali presenti nel proprio territorio, nei vari ambiti dal sottosuolo all'atmosfera, un bene comune irrinunciabile da trasmettere di generazione in generazione nell'integrità del suo ecosistema".
Emendamento rubricato n. 98 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte riconosce l'ambiente e i diritti degli animali come valori primari da tutelare".
Emendamento rubricato n. 99 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione persegue, tra le finalità prioritarie, la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico".
La parola al Consigliere Moriconi, per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Non metto in dubbio il fatto che l'Aula capisca la portata di questi emendamenti nella loro scrittura; quello che mi preme sottolineare è l'importanza che essi assumono, nel senso che la tutela dei valori ambientali, dal punto di vista ecologico, è una finalità che consideriamo prioritaria.
Nell'emendamento si sottolinea, oltre all'aspetto ecologico, il problema della biodiversità. Assumere, all'interno dei principi, il concetto del rispetto dell'equilibrio ecologico è un elemento importante perché richiama ad un problema estremamente radicato in ecologia. In questo senso: siamo abituati a considerare i problemi ambientali come problemi che iniziano dai livelli più bassi, i livelli locali, e non come un problema di relazioni.
In questo momento, l'aspetto più problematico è rappresentato dal tema della produzione dei gas clima-alteranti; conosciamo le difficoltà del protocollo di Kyoto, che dovrebbe entrare in vigore allorquando la Russia lo sottoscriverà, in quanto è prevista la sua entrata in vigore solo quando i Paesi rappresentanti il 55% della popolazione mondiale l'avranno sottoscritto.
Il dilemma di base è che le politiche internazionali non sono sufficienti; esse nascono dalle politiche locali. Ho già sottolineato come la costruzione della linea ad Alta Velocità Torino-Milano comporti la produzione di una notevole quantità di CO2, un gas clima-alterante, oppure come le scelte effettuate in campo energetico comportino la produzione di gas effetto serra; anche il trattamento dei rifiuti, a seconda della scelta che adottiamo, può provocare un aumento della produzione di CO2.
Non dimentichiamo che, talvolta, le conseguenze delle nostre azioni le vediamo in maniera indiretta. Poco tempo fa - per sottolineare come le scelte produttive compiute, anche quelle locali, vadano a definire delle conseguenze di tipo generale, e non solo locale - sono stati pubblicati i dati della qualità dell'aria negli Stati Uniti, in occasione del black out che tutti ricordiamo. Ebbene, in quell'occasione vi è stato un immediato miglioramento della qualità dell'aria, intesa come polveri fini. Il particolato è un elemento che danneggia la salute delle persone, ma è bastato il black out e la chiusura delle centrali, per un tempo nemmeno lunghissimo, per far migliorare immediatamente la qualità dell'aria.
In Italia, a differenza degli Stati Uniti, non viene svolto questo tipo di misurazioni, ma, probabilmente, anche noi, in occasione del black out abbiamo avuto un miglioramento della qualità dell'aria.
Sottolineo, pertanto, che, ogni volta che decidiamo di effettuare delle scelte, dovremmo sostenerle sempre, anche in altri campi, ricordando le conseguenze che incidono sull'equilibrio ecologico.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli emendamento rubricati n. 95, 96, 97, 98 e 99, sui quali il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 100 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire la più ampia ricerca scientifica finalizzata alla tutela della salute, alla qualità dello sviluppo sociale ed economico, all'accrescimento delle conoscenze e dei saperi".
Emendamento rubricato n. 101 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte sostiene la ricerca scientifica e tecnologica e promuove la collaborazione con Università, Fondazioni e Istituti di ricerca".
Emendamento rubricato n. 102 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire la promozione e valorizzazione di istruzione, formazione professionale ed alta formazione al fine di assicurare maggiori opportunità personali di crescita culturale, sociale e civile".
La parola al Consigliere Papandrea, per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Questi ultimi emendamenti completano la nostra proposta di emendare con una serie di principi, la prima parte dello Statuto inserendoli nell'articolo 1 o, se avessimo trovato un accordo nel corso della discussione, anche in qualche articolo successivo. Il problema non è quello di fare meno fatica perché abbiamo acconsentito a concentrare la discussione: prendiamo sul serio quello che stiamo facendo, cioè la discussione del nuovo Statuto della Regione.
Pensiamo che lo Statuto non possa essere votato con una serie di votazioni una di seguito all'altra, dando la stessa votazione. Ci pare di svilire quanto stiamo facendo. Come avete visto, non tutti gli articoli hanno la stessa quantità di emendamenti proprio perché gli articoli sono stati valutati a seconda di una certa importanza. In questa parte noi ritenevamo dovessero essere inseriti i principi; paradossalmente, abbiamo trovato anche un accordo formale con la maggioranza, che ha proposto un emendamento che cambiava il titolo inserendone uno che andava in questo senso. Noi ritenevamo che questa fosse la parte più significativa dello Statuto medesimo.
Gli ultimi principi sono legati al tema dell'istruzione che, per gli aspetti che ha di rapporto con l'insieme della vita economica e sociale della Regione, non è solo un diritto in sé. L'esplicazione di questo diritto ha ricadute più generali estremamente importanti. Non c'è dubbio che più una comunità investe in istruzione, alla base di qualsiasi ricerca più si ha una regione più civile, più capace di emergere e di affermare un modello di sviluppo. Per me questo è un aspetto tutt'altro che marginale ed è per questo che si interviene non per dovere, ma perché nel lavoro che noi facciamo, che è di revisione dello Statuto, riteniamo che questi aspetti debbano essere valutati e discussi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati nn. 100, 101, 102 sui quali il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 103 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte garantisce a Enti e a privati il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, purché non comportino oneri per la Regione".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione



CONTU Mario

L'emendamento rubricato n. 103 e quello rubricato n. 104 sono antitetici...



PRESIDENTE

Mi permetto di farle presente che l'emendamento rubricato n. 103 non è molto ammissibile perché "La Regione Piemonte garantisce enti privati di istituire scuole ed istituti di educazione" non è compito della Regione Piemonte. A me non fa niente, tanto siamo in fase di pieno e dichiarato ostruzionismo quindi faccia lei.



CONTU Mario

Per dimostrarle la mia sensibilità al problema...



PRESIDENTE

La sua sensibilità è che attribuisce alla Regione Piemonte una competenza che non ha.



CONTU Mario

Sono talmente sensibile alla sua osservazione che ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 103 è ritirato dal proponente e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 104 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione Piemonte garantisce e promuove per tutti il diritto allo studio e alla formazione professionale, rimovendo gli ostacoli che ne limitano l'accesso".



CONTU Mario

Una discussione che ha attraversato per molto tempo il Consiglio è quella relativa al diritto allo studio e alla formazione professionale. La rimozione degli ostacoli che limitano l'accesso al diritto all'istruzione è un imperativo dal punto di vista costituzionale. Che cosa può fare di più la Regione di quanto non abbia fatto fino ad ora? Credo che possa fare molto, tanto che, nell'approvazione della legge sui buoni scuola, abbiamo sottratto risorse importanti all'ambito e al capitolo specifico del sostegno alla scuola proprio a discapito della scuola pubblica.
Chi meglio della scuola pubblica e della sua articolazione, attraverso la formazione professionale, è in grado di garantire i livelli di istruzione, l'innalzamento dei livelli di istruzione nel nostro paese e nella nostra Regione? Compito della Regione è quello di rimuovere gli ostacoli. Gli ostacoli, molto spesso, sono di natura sociale, hanno implicanze sul piano economico; questa Regione, insieme ad altre quattro o cinque, è governata, guarda caso, dal centrodestra e ha compiuto il colpo di mano che, sottraendo soldi della fiscalità e risorse della fiscalità generale, della fiscalità nell'ambito dell'autonomia fiscale delle Regioni ha sottratto soldi ai cittadini per ripartirli verso un finanziamento indiretto delle scuole private. Molto si può fare, non ultimo, per esempio sostenere le spese per il trasporto, innalzare le fasce di reddito per l'accesso alle borse di studio, innalzare le fasce di reddito per l'accesso ai libri gratuiti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 105 presentato dal Consigliere Contu: dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "5. La Regione s'impegna a favorire la disciplina delle attività sportive" Collega Contu, la pregherei di ritirare l'emendamento successivo, il cui testo recita: "La Regione si impegna a favorire la disciplina delle attività sportive", perché si tratta nuovamente di una competenza che la Regione non ha. Abbiamo comunque un articolo successivo al n. 35.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, volevo annunciarle il ritiro di tale emendamento, anche perché avrei preferito la presenza in aula dell'Assessore Racchelli.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato la discussione degli emendamenti, pertanto possiamo procedere alla votazione dell'articolo 1.
La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Voteremo contro l'articolo 1 non tanto per ciò che contiene, piuttosto per ciò che non contiene.
Nella giornata odierna abbiamo discusso a lungo dell'inserimento, in questo articolo, di una serie di principi, che sono stati sistematicamente respinti dal voto espresso a maggioranza.
Rilevo, quindi, che non è iniziata quell'opera di modifica del testo dell'articolato che la Commissione aveva varato. La Commissione aveva deciso di lavorare su un'ipotesi di Statuto minimale.
Come sapete, abbiamo votato contro la premessa dello Statuto, non tanto per il testo di quel preambolo, bensì perché vogliamo che i suoi contenuti trovino una collocazione precisa all'interno dello Statuto.
Tutto ciò non è avvenuto, e questa scelta è stata riconfermata respingendo tutti gli emendamenti presentati. Il nostro voto, pertanto sarà contrario.
Vorrei fare un'ulteriore considerazione sulle modalità. Forse non interverremo soltanto noi in merito agli articoli successivi, che cominciano ad essere di un certo peso.
Per quanto concerne l'articolo 1, la maggioranza aveva deciso di farne un articolo completamente asettico e molto banalizzato. Quelli successivi invece, non lo saranno e mi auguri che vi sia una maggiore partecipazione.
Rispetto al modo in cui stiamo discutendo, vorrei ricordare alle forze politiche qui presenti, oltre che al Presidente del Consiglio (non mi riferisco al Vicepresidente, ma alla figura del Presidente), che in questi giorni, per esempio, la Lega Nord ha presentato una quantità enorme di emendamenti relativi ad una legge banale riguardante l'Alitalia non tanto per il merito, piuttosto perché aveva altre finalità. Inoltre, ha detto che la riforma delle pensioni non deve passare - tematica sulla quale ci saremmo trovati ben d'accordo a non farla passare - perché esisteva, anche in quel caso, una serie di altri problemi.
Poi sulla legge delle pensioni - che dietro ai capricci della Lega Nord poteva addirittura non passare - hanno posto la fiducia, con un atto grave: se la Lega Nord si impuntava, non ponevano la fiducia. Invece, con il cedimento della Lega Nord, hanno posto la fiducia su una legge di notevole importanza. Tra l'altro, in Parlamento esistono delle modifiche regolamentari che danno certezze di tempi e sono state tutte approvate.
Alla Camera, nonostante questo, si rileva un abuso del voto di fiducia aspetto che ci dovrebbe far riflettere mille volte prima di introdurlo qui perché con una maggioranza che è incapace di portare in aula i provvedimenti in tempo utile, se fornissimo loro anche la possibilità del voto di fiducia, si finirebbe per presentare un documento un giorno e il giorno dopo si apporrebbe il voto di fiducia pur di approvarlo.
In merito alla modalità, visto che in questo caso non abbiamo una legge inerente semplicemente ad un finanziamento all'Alitalia, ma si tratta della revisione della legge fondamentale del Piemonte, ci pare che la presenza di un certo numero di emendamenti (neanche tutti discussi) sia un elemento assolutamente fisiologico.
Spero che non si voglia commettere l'errore di approvare lo Statuto con un metodo che ricorda quello del voto di fiducia, cioè senza discuterlo e senza entrare nel merito del provvedimento stesso.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione dell'articolo 1, la cui approvazione richiede il voto favorevole di 31 Consiglieri.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, sull'articolo 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno risposto SÌ 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Sono stati dichiarati inammissibili i seguenti emendamenti: n. 106 - ne bis in idem - n. 107, n. 412, n. 413, n. 108, n. 109, n. 110, n. 111, n.
112, n. 113, n. 417, n. 418 Sono ammissibili, invece, i seguenti emendamenti: n. 114, n. 115, n.
399, n. 415 (accorpato al n. 416), n. 378, n. 116, n. 117, n. 378 bis, n.
400, n. 118, n. 414.
La parola al Consigliere Papandrea per la discussione generale dell'articolo 2.



PAPANDREA Rocco

In questo articolo, come in quello precedente, da una parte si fa una scelta che ci dice che il vecchio Statuto non era così obsoleto come si intende, dall'altra non lo si vuole ampliare o assumere degli elementi nuovi che in questi anni si sono verificati.
Ripeto, c'è un aspetto di mantenimento del testo che dice che alcune delle questioni fondamentali, rispetto all'autonomia e alla partecipazione restano valide anche in riferimento a chi incarna questo tipo di autonomia e ruolo della partecipazione.
Mi pare che di questo Statuto, forse, è stato modificato il punto 4, ma anche in questo caso credo che si potesse valorizzare di più le novità che ci sono state. Cito su tutti il fatto che siamo in una realtà molto più aperta di quanto lo fosse in precedenza. Anche per quanto riguarda le caratteristiche dei cittadini che vivono su questo territorio, penso che un riferimento, come si vedrà poi negli emendamenti proposti, si potesse fare.
Quando parliamo di autonomia e partecipazione si devono e si possono cogliere le novità, in particolare quelle riguardanti il fenomeno dell'immigrazione. Se non avviene una sostanziale modifica del testo questo aspetto non si nota. Si può dire che gli immigrati possono partecipare con tutti gli strumenti che vengono identificati, ma credo che occorresse un riferimento più preciso e, nello stesso tempo, anche una certa enfasi del ruolo della partecipazione attraverso l'estensione degli aspetti su cui organizzare la partecipazione stessa.
Sono anni in cui in molte città si parla di bilancio partecipato.
Questo tipo di tematica allude al fatto che le scelte importanti devono trovare un coinvolgimento della cittadinanza molto più ampio, mentre invece viene mantenuto nelle caratteristiche che aveva già precedentemente, non cogliendo quegli aspetti innovativi che sono emersi.
Ci sono dei paesi, penso al Brasile, in cui a partire da certe autonomie, non dallo Stato federale nel suo insieme, ma dalle sue entità decentrate, hanno organizzato in modo nuovo la consultazione e la partecipazione dei cittadini alle scelte che le varie Amministrazioni locali o i vari Governi locali portano avanti.
Abbiamo introdotto una serie di emendamenti, anche su questo articolo per sottolineare questo aspetto e nello stesso tempo diciamo che nonostante la formulazione non contenga un peggioramento dello Statuto precedente, se alla fine della discussione si mantiene questo tipo di formulazione, il nostro voto non sarà favorevole.
Ripeto, nonostante gli aspetti che ho ricordato precedentemente e il permanere di una validità del vecchio Statuto, riteniamo che sul tema della partecipazione sia importante sottolineare queste novità e introdurre dei concetti più ampli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, lei prima ha elencato, in modo un po' disordinato, tutta una serie di emendamenti che ritiene non ammissibili perché privi di portata normativa.
Le vorrei solo far notare che in modo improprio il primo emendamento che ha cassato, (forse, lo dovrà rivedere) nel primo comma recita: "La Regione opera nell'ambito dei poteri riconosciuti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato, esercita la propria autonomia per realizzare l'effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica economica e sociale della Comunità regionale e nazionale rimuovendo gli ostacoli di ordine economico sociale e culturale che possono essere limitativi di questo diritto".
Non capisco perché l'abbia considerato inammissibile, mentre invece mi sembra una questione conclamata. La invito a rivedere l'emendamento. Non può escludere un emendamento perché la dizione era riferita all'affermazione del diritto allo studio. Siamo al secondo articolo.



PRESIDENTE

Non riapriamo una questione.



CONTU Mario

Mi dà il pretesto per l'intervento sull'articolo 2 sull'autonomia della partecipazione, che è un rafforzativo del primo comma.
Il secondo articolo sull'autonomia della partecipazione, al secondo comma riconosce la partecipazione dei cittadini alle funzioni legislative ed amministrative e all'ambito di controllo. Il concetto di funzione legislativa ed amministrativa e il controllo dei poteri pubblici vanno isolati in quanto tali affermazioni andrebbero suffragate e sostenute da atti concreti.
Presidente, ne approfitto perché la ritengo una cosa importante.
Noi abbiamo un sito internet, accessibile a chiunque voglia consultarlo. La prego, prima della fine di questa legislatura, compia un atto dovuto e, come già si fa alla Camera e al Senato: è un modo per garantire ai cittadini il massimo della trasparenza sull'azione del potere pubblico, e quindi sui propri rappresentanti eletti.
Pubblichi sul sito internet lo status dei Consiglieri: lo faccia Presidente. Glielo chiedo proprio come prima indicazione perché questo Statuto noi lo approveremo.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, si attenga all'emendamento, perché ho qualche notizia per lei.



CONTU Mario

Sto parlando del comma 2. È un comma importante e riguarda le scelte politiche e il controllo dei poteri pubblici come condizione per lo sviluppo della vita democratica e per la salvaguardia dei diritti di uguaglianza e di libertà di tutti i cittadini.
Per quanto concerne la valorizzazione delle associazioni, abbiamo fatto passi da gigante. Siamo una delle poche Regioni ad aver istituito l'Albo delle associazioni del volontariato.
Insomma, in questo campo era certamente utile e importante che lo Statuto al terzo comma, nell'ambito dell'autonomia e della partecipazione, potesse rafforzare questi elementi partecipativi.
Per quanto riguarda l'importanza del confronto con le parti sociali condivido quanto sostenuto nel comma 4. Vedremo se attraverso alcuni emendamenti proposti si potrà ulteriormente migliorare questo testo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Contu.
L'emendamento rubricato n. 106 è dichiarato inammissibile, perché è uguale rispetto all'emendamento rubricato n. 29, che aveva già ritirato.



(Commenti del Consigliere Contu fuori microfono)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi, che interviene sulla discussione generale.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Anche per questo articolo, come per il precedente e come per altri che seguono, condivido l'opinione di quanti ritengono che questo articolo alcune cose le dica. Nella sostanza, riprende l'articolo del precedente Statuto. Pertanto, come tale, non va molto più in là di quanto scritto nello Statuto precedente.
La critica complessiva è proprio relativa al fatto che, rispetto alle mutate condizioni che sono subentrate in questi trent'anni, qualcosa di diverso si poteva fare; qualcosa di più si poteva inserire in questo testo.
In particolare, non mi convince laddove, ad esempio al comma 2, si riconosce la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e poi si chiude con "salvaguardia dei diritti di uguaglianza e di libertà di tutti i cittadini".
vero che per definire gli abitanti di una Regione ci troviamo (e ci troveremo ancora nel corso del testo) nella difficoltà di qualificare le persone alle quali ci rivolgiamo, ma è altrettanto vero che il termine "cittadino", come si evince dalla sua radice, si rifà alla città, ed è venuto via via indicando, in senso generale, tutti gli abitanti di una zona.
In questo caso, il riferimento previsto dallo Statuto è relativo agli abitanti della Regione Piemonte. Ma il punto è esattamente questo: dicendo che si opera per la salvaguardia dei diritti di uguaglianza e di libertà di tutti i cittadini, non si chiarisce se, mentre scriviamo questo Statuto abbiamo in mente la variegata situazione della nostra Regione, ovvero come noi consideriamo, nei riguardi di questa definizione di cittadini, tutti gli abitanti della Regione Piemonte, comprese le persone immigrate.
Questo tipo di formulazione, che riprende esattamente la formulazione scritta negli anni Settanta, ritengo che non sia coerente con quanto è avvenuto in questi trent'anni. Se negli anni Settanta l'immigrazione non era un fenomeno col quale la Regione doveva misurarsi, se non in parte limitata e tale da non provocare delle riflessioni specifiche, oggi come oggi questa formulazione credo rifletta una carenza: sarebbe stato meglio una formula del tipo "tutti i residenti nella Regione".
L'altro punto sul quale nel corso della discussione in Commissione c'eravamo soffermati riguarda il comma 4, che ha come inciso "quando la materia lo richieda"; si riferisce al fatto di consultare le associazioni gli organismi e, quando la materia lo richieda, gli elettori della Regione Piemonte secondo le forme previste dallo Statuto e dal Regolamento.
L'inciso "quando la materia lo richieda", se si giustifica con il fatto che si fa riferimento alla potestà referendaria, sembra quasi che inserisca una differenziazione tra gli elettori rispetto ai cittadini, alle associazioni, eccetera.
A mio giudizio, si poteva utilmente eliminare nel momento in cui i modi e le forme venivano poi definite con "nelle forme previste dallo Statuto".
implicito, quindi, che se noi consultiamo gli elettori secondo quanto prevede lo Statuto, ci sarà anche "quando la materia lo prevede". Questo inciso, anche se giustificato in una certa qual ottica, sembra quasi voler relegare gli elettori ad un concetto di minore importanza rispetto a quanto li precede.



PRESIDENTE

Dichiaro conclusa la discussione generale sull'articolo 2.
Di questi emendamenti, cosa ne facciamo, Consigliere Contu? Mi riferisco al n. 114, 115...



CONTU Mario

La scelta che avremmo fatto, anche per snellire il lavoro, è di mantenere l'emendamento rubricato n. 399: "La Regione promuove, nel rispetto dei principi costituzionali, l'estensione al diritto di voto agli immigrati" all'articolo 2, dopo il comma 2.
Mi pare di aver compreso che anche le altre forze politiche ritirano i loro emendamenti. Resterebbero i due emendamenti tecnici (il n. 116 e il n.
118) di coordinamento del testo.



PRESIDENTE

Grazie della collaborazione, collega Contu.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Il nostro Gruppo ha presentato un emendamento al comma 3, che intendeva semplificare l'articolato. Avendo ben presente le due caratteristiche del diritto, cioè la generalità e l'astrattezza, abbiamo cercato di sintetizzare quanto nel comma 3 dell'articolo 2 è stato un po' allungato.
Questa ci sembrava una sintesi migliorativa, dopodiché comprendiamo che c'è la buona volontà di andare avanti e non siamo certo noi a fermare questo lavoro.
Rimaniamo dell'avviso che sarebbe stato meglio avere una sintesi e non un comma 3 così articolato e lungo. Nonostante questo, ritiriamo l'emendamento e siamo, ovviamente, disposti a votare l'articolo 2 così com'è.



PRESIDENTE

Grazie anche a lei, collega Angeleri.
Emendamento rubricato n. 399 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'articolo 2, dopo il comma 2, è inserito il seguente nuovo comma 2 bis: "2 bis. La Regione promuove, nel rispetto dei principi costituzionali l'estensione del diritto di voto agli immigrati".
La parola al Consigliere Papandrea, per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Quest'emendamento, preso dallo Statuto approvato in prima lettura dalla Regione Toscana, dice qualcosa di forte e preciso. Nello stesso tempo auspica che si potevano introdurre degli emendamenti tesi a favorire da subito la partecipazione dei residenti in Piemonte. Quest'emendamento fa un'affermazione secca, che non propone che la Regione estenda il diritto di voto agli immigrati, perché sappiamo che questo non è nelle competenze della Regione, ma dà un'indicazione di principio programmatica dentro la quale inserire l'azione della Regione rispetto a quanto ricordavo precedentemente, cioè il fenomeno sociale più rilevante che le nostre società hanno conosciuto negli ultimi decenni: l'arrivo massiccio di popolazione proveniente da altri Paesi.
Un'indicazione di questo genere nello Statuto non ha degli effetti immediati, ma indica indubbiamente quale deve essere l'ambito dentro il quale la Regione si deve muovere nell'affrontare questo tipo di tematica dando il massimo diritto possibile, quello della parificazione ai diritti dei cittadini italiani, con il diritto di voto.
Mi sembra, questo, un elemento molto forte, come indicazione programmatica. Nello stesso tempo, resta senza efficacia perché è nel rispetto dei principi costituzionali, quindi sollecita che le riforme costituzionali muovano in quella direzione.
Si tratta, dunque, di un emendamento estremamente significativo e importante, che affronta la tematica dell'immigrazione in modo netto e forte e con una direzione di marcia molto precisa. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Dispiace, Presidente, che una discussione così pregnante come quella dell'estensione dei diritti civili - di questo si tratta - agli ospiti stranieri della nostra regione cada in chiusura della discussione dell'articolo 2, senza essere assolutamente valorizzata dall'apporto dei Gruppi e delle forze politiche rappresentate in questa Assemblea.
Il collega Papandrea ha fatto notare come, fra le tante formule che potevamo scegliere, quest'emendamento sia persino limitativo, perché è una forte affermazione che riconosce un diritto, ma, a differenza di quanto è previsto negli altri Statuti, aggiunge una dicitura: "nel rispetto dei principi costituzionali".
E', dunque, un'affermazione che non va in contrasto con la Costituzione e per certi aspetti riafferma che il diritto al voto lo si ha e lo si ottiene con il riconoscimento della cittadinanza.
E' un'affermazione così forte da indurmi a non partecipare al voto di questo emendamento, perché auspicavo che un tema così spinoso e di attualità potesse avere una maggiore attenzione da parte dell'Aula.
Per evitare di intervenire sugli emendamenti successivi (il n. 116 e il n. 118), chiedo subito, Presidente, di verificare se l'emendamento all'articolo 2, comma 3, riguardante la dizione "cittadini", un coordinamento tecnico del comma, è quello proposto dall'Ufficio di Presidenza, cogliendo una richiesta che era stata fatta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Contu. Si tratta di un emendamento tecnico che si riferisce al termine "cittadini", collocato al comma 3.
La parola al Consigliere Papandrea, per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

La dicitura inserita nell'emendamento fa parte dell'articolo 3, punto 6, dello Statuto della Regione Toscana, votato con i voti favorevoli dei DS, Margherita, Verdi, SDI, Forza Italia e Alleanza Nazionale; contrari PRC e PDC; astenuti UDC. Ovviamente avveniva in un contesto di voto generale di voto dell'intero testo e poiché il PRC era contrario sull'intero testo ha votato contro.
Rilevo che quanto non accolto qui, in altre regioni, la stessa scrittura, ha ottenuto il voto favorevole delle forze che costituiscono l'ampia maggioranza del Consiglio regionale. Le forze di questo Consiglio regionale potevano fare uno sforzo e, come hanno fatto altrove, approvare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 399, sul quale il relatore, Consigliere Galasso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 116 presentato dai Consiglieri Caracciolo e Galasso: all'articolo 2, comma 3, le parole "dei cittadini" sono soppresse.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 116.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 118 presentato dai Consiglieri Caracciolo e Galasso: all'articolo 2, comma 3, le parole "le associazioni" aggiungere "le autonomie funzionali".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 118.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 2 come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno risposto SÌ 34 Consiglieri Il Consiglio approva.
Do atto che, con riferimento agli emen damenti presentati che chiedono di inserire articoli 2 bis, 2 ter e 2 quater, sono tutti inammissibili per violazione del principio ne bis in idem, cioè sono già stati esaminati dall'Aula precedentemente.
ARTICOLO 3 Qualcuno vuole intervenire nella di-scussione generale sull'articolo 3? Non essendovi richieste di interventi, è chiusa la discussione generale sull'articolo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21.25)



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