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Dettaglio seduta n.470 del 22/07/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(La seduta ha inizio alle ore 10.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Botta Marco, Caramella Chiezzi, Ferrero, Ghigo, Pozzo, Racchelli e Vaglio.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

b) Decisione della Corte costituzionale in ordine a legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24 (Norme per la gestione dei rifiuti)


PRESIDENTE

Comunico che con sentenza n. 227 /2004 (depositata il 16 luglio 2004) la Corte costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 2, comma 1, lettera i), 3, comma 1, lettera l), 11,commi 13 e 14, e 12,commi 7 e 8, della legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24 (Norme per la gestione dei rifiuti), sollevate, in riferimento all'articolo 120 della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei Ministri con ricorso notificato il 30 dicembre 2002 depositato in cancelleria il 9 gennaio 2003 ed iscritto al n.1 del registro ricorjsi 2003.


Argomento:

c) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai consiglieri i processi verbali del 6, 7, 11 e 19 maggio; 16 e 29 giugno e 6 luglio 2004, i quali verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 930 "Persecuzione della minoranza montagnard e contestuale richiesta, da parte del governo vietnamita, di espulsione dall'ONU del partito radicale transnazionale" presentato dai Consiglieri Ghigo, Manica, Galasso, Muliere, Giordano Tapparo, Palma, Mellano, Costa R.A., Burzi, Di benedetto, Costa E. Caracciolo, Rossi O. e Mercurio


PRESIDENTE

Comunico che è pervenuta una richiesta di iscrizione di un punto all'o.d.g. da parte dei Consiglieri Palma e Mellano.
Si richiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 930 avente ad oggetto "Persecuzione della minoranza Montagnard e contestuale richiesta da parte del Governo vietnamita, di espulsione dall'ONU del Partito Radicale transnazionale", presentato dai Consiglieri Ghigo, Manica Galasso, Muliere, Giordano, Tapparo, Palma, Mellano, Costa R.A., Burzi, Di Benedetto, Costa E., Caracciolo, Rossi O., Mercurio.
Se non vi sono obiezioni, lo considero iscritto; poi lo discuteremo.



(L'Aula, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

PALMA Carmelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Potremo discuterne anche dopo l'elettromagnetismo.



PRESIDENTE

Non possiamo iscriverlo dopo la proposta di legge n. 450 "Rapporti tra il Consiglio regionale del Piemonte e i Consiglieri cessati dal mandato" posto che si tratta di una questione che si sta rivelando urgente?



PRESIDENTE

PALMA Carmelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene.



PRESIDENTE

D'accordo.
Allora, al punto 4) all'o.d.g. é iscritto l'ordine del giorno, così come richiesto dai Consiglieri Radicali.
Vedremo, nel prosieguo, se sarà il caso di invertire i punti all'o.d.g.
affinché venga trattato in giornata.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Linee elettriche - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame disegno di legge n. 256 "Nuova disciplina regionale sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (in attuazione della legge 36/2001)" esame proposta di legge n. 97 "Norme in materia di impianti radioelettrici per telecomunicazioni e radiotelevisivi e tutela dall'inquinamento elettromagnetico" ordine del giorno n. 936 "Non passaggio ai voti della proposta di legge n. 97 'Norme in materia di impianti radioelettrici per telecomunicazioni e radiotelevisivi e tutela dell'inquinamento elettromagnetico'" (ordine del giorno collegato di non passaggio agli articoli ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento interno) Petizione popolare per una adeguata legge regionale contro l'elettrosmog (assorbite dal dibattito le seguenti interrogazioni e interpellanze: interpellanza n. 90 e interrogazioni nn. 714, 991, 2710 e 2720)


PRESIDENTE

.
L'esame del disegno di legge n. 256, della proposta di legge n. 97 e della petizione popolare contro l'elettrosmog, di cui al punto 2) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti Il collega Cantore aveva svolto la relazione introduttiva. Apriamo quindi, il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Nell'iniziare un discorso sulle norme in materia di impianti radioelettrici e di difesa dall'inquinamento elettromagnetico, vorrei ricordare che vi è un testo di legge che è stato presentato dal sottoscritto insieme al collega Chiezzi che non ha raccolto il voto favorevole in Commissione.
Ciò che intendevamo sottolineare nella nostra proposta di legge è che quando affrontiamo questo problema i punti basilari sono essenzialmente due: da un lato vi è l'esigenza dei gestori di un servizio di poter continuare ad effettuare tale servizio in maniera commercialmente e industrialmente utile; dall'altro lato, però - ed è ciò che a noi preme maggiormente - vi è la tutela della salute dei cittadini. Sempre più spesso, infatti, relativamente alle nuove tecnologie utilizzate, ci troviamo a discutere di salute dei cittadini.
Questo concetto si può anche riassumere con il cosiddetto "principio di precauzione", che, su questo particolare tema - i campi elettromagnetici è variamente giudicato utile o non utile a seconda di come ci si rapporta alle finalità che ci poniamo: le imprese che gestiscono questi impianti cercano di minimizzare questo principio, mentre i cittadini, i Comitati e le Associazioni ambientaliste sottolineano che sarebbe più importante prima di prendere le decisioni, dare la precedenza al principio di precauzione, che, in linea teorica, nel valutare gli effetti indotti dalle nuove tecnologie, suggerisce di non limitarsi agli effetti visibili e immediatamente rilevabili, ma di tener in considerazione quelle che potrebbero essere le conseguenze nel corso del tempo.
Questo punto è particolarmente critico: coloro che vogliono puntare soprattutto allo sviluppo delle nuove tecnologie cercano chiaramente di minimizzare la questione del principio di precauzione; dal punto di vista della sicurezza e della salute dei cittadini, invece, sarebbe da tenere in maggior considerazione.
Per fare un esempio di altro genere, ma sempre attuale, possiamo ricordare come l'uso delle molecole chimiche che si diffonde sempre più nel nostro ambiente proprio in questi tempi è oggetto di una discussione che richiama, grossomodo, questo concetto di precauzione, in quanto la comunità europea vorrebbe sottoporre a test di innocuità o di validazione per verificare gli effetti di 30.000 molecole chimiche.
A questi test si oppongono i produttori dell'industria chimica perch ne contestano i costi che ne deriverebbero e il fatto che, probabilmente, a cause di queste polemiche, potrebbero essere previsti limiti di utilizzo che potrebbero danneggiare industrie produttrici. Questa contrapposizione rispecchia esattamente i problemi che ci troviamo di fronte quando si parla di nuove tecnologie. Chi le ha sviluppate, chi le propone cerca, in ogni caso, di ricavare il massimo guadagno possibile, di diffonderle il più possibile nella società e a minimizzare i possibili rischi che potrebbero derivare proprio dall'uso delle nuove tecnologie.
Uno degli esempi più chiari di questa contrapposizione, riguarda la telefonia cellulare, il modo di trasportare la corrente elettrica. Nel tempo abbiamo riscontrato parecchi problemi di come regolare questa parte ricordiamo la legge n. 4 del 30/06/2001, che riguardava i campi elettromagnetici a bassa frequenza e, successivamente, il decreto legislativo n. 198 del 2002, il decreto Gasparri, proprio mentre si attendevano i decreti attuativi della legge precedente, cioè la n. 36 del 2001. Era sorprendente il fatto che il limite che veniva proposta dal cosiddetto decreto Gasparri, per quanto riguarda i campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti di nuova realizzazione, il limite proposto dal Governo era dieci volte più elevato di quello che avrebbe dovuto essere il principio di precauzione, ovvero: 3 micro Tesla, anziché 0,3.
L'altro punto di grande contrapposizione emerso all'interno della società, oltre a quello della discussione sui limiti che vogliamo stabilire per l'emissione di questi impianti, riguarda le localizzazioni degli impianti. Poiché il problema dell'emissione, come ovvio e logico, è direttamente collegato alla localizzazione dell'impianto, alla località dove andiamo, ad esempio nel caso della telefonia cellulare, a realizzare l'impianto emittente, a noi sembrava importante, e lo abbiamo inserito nel testo della nostra proposta di legge, che i Comuni potessero prevedere piani di localizzazione. Nel senso, come sovente succede nel campo ambientale, di poter lavorare sulla pianificazione, prevedere un'analisi del territorio in base alla quale i Comuni possano stabilire le localizzazioni degli impianti che, fino a prova contraria, dimostrino che sono assolutamente innocui sulla base del principio di precauzione. Ci si basi su un atteggiamento che, comunque, nel rispettare la necessità di fornire un servizio, privilegi le garanzie di sicurezza per i cittadini: in questo senso il Comune potrebbe ipotizzare uno studio, un'analisi del territorio e, sulla base di questo studio, prevedere luoghi di disposizione delle antenne che non arrechino danno, che siano messe in condizioni di incidere il meno possibile sulla salute dei cittadini che abitano nei dintorni.
Un'altra discussione che emerge sovente sia nelle associazioni, che nei comitati dei cittadini è: quali sono le categorie a rischio? E' chiaro che ad esempio, nel caso di organismi giovani, quali possono essere i bambini o i ragazzi, si può prevedere un pericolo maggiore, ma il problema è che bambini e ragazzi non vivono tutta la loro giornata nei luoghi dove si individua la loro presenza, ovvero nelle scuole. I bambini vivono otto ore a scuola e la rimanente parte del tempo nelle loro case private, ecco che la localizzazione dell'impianto di telefonia, dell'antenna emittente, dovrà essere valutata non solo rispetto ad eventuali edifici pubblici quali scuole, ma anche rispetto alle abitazioni private. Noi non possiamo pensare di tutelare un bambino, o un qualsiasi cittadino, solo nel momento in cui vive la sua vita pubblica, nella scuola o nel proprio luogo di lavoro, e poi non preoccuparci di quello che avviene nella propria abitazione.
E' chiaro che non condividiamo l'impostazione del Decreto Gasparri che vorrebbe escludere che i Comuni possano predisporre i piani di localizzazione. Piani che avrebbero la funzione di orientare le scelte realizzative dei soggetti gestori. Naturalmente, non siamo concordi sul fatto che si possano contrastare le proposte realizzative non coerenti attraverso il meccanismo del motivato dissenso che i Comuni potrebbero esprimere ai sensi del decreto Gasparri.
Di questi tempi, abbiamo l'esigenza di concludere un percorso che abbiamo iniziato tre o più anni fa e mi sembra importante discutere oggi di questa legge, anche se non sono totalmente d'accordo sull'impianto della legge su cui ci sarà una discussione particolare.



PRESIDENTE

Per cortesia, i Consiglieri stiano al loro posto evitiamo i dialoghi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino, ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Il nostro è un intervento molto rapido, perché c'è una significativa condivisione nei confronti del provvedimento, e con una battuta dico che siamo qui per questo. Sono mesi e mesi che veniamo in aula con l'intenzione di dar corso, di varare questo provvedimento perché riteniamo che vi sia un'urgenza non più procrastinabile, dovuta anche a norme, a riferimenti di legge. Riteniamo che questo sia uno di quegli argomenti sui quali c'è molta sensibilità - giustamente - da parte della cittadinanza, per cui c'è la necessità di dare certezza sulla tutela della salute, c'è la necessità applicare il principio di precauzione.
Certo, questa legge non va nella direzione in cui molti comitati spontanei che sono sorti a difesa dei loro territori vorrebbero, ma aiuta a creare quelle condizioni di regole, di intreccio di norme che dovrebbero consentire agli Enti locali, se vorranno, di svolgere un'azione corretta in primis a favore del principio di precauzione, perché questa è la chiave di volta attorno alla quale ruota l'intero provvedimento.
Noi ci riconosciamo perfettamente nella relazione che ha presentato il Presidente della Commissione e colgo l'occasione per apprezzare e ringraziare il lavoro che è stato svolto in Commissione negli anni. Perch (questa è la nota polemica) dico negli anni? Perché vede, Presidente, pur avendo noi nel merito grande attenzione e condivisione al provvedimento e apprezzando anche il lavoro che è stato svolto dai tecnici dell'Assessorato, diventa però imbarazzante constatare come questo provvedimento, presentato il 2 febbraio 2001, venga varato - spero speriamo - oggi. Era il 2 febbraio 2001 quando è stato presentato; è stato assegnato in sede referente alla V Commissione il 12 febbraio 2001; è stata licenziato dalla Commissione ambiente il 12 luglio 2002; oggi credo che siano passati altri 2 anni, quindi 4 anni per un provvedimento importante richiesto dalla popolazione piemontese. Certo, non vi sono responsabilità soltanto in capo alla Commissione o alla Giunta regionale.
Nel frattempo c'è stato il cosiddetto decreto Gasparri. A questo proposito, ricordiamo che il decreto Gasparri fu dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza del 1 ottobre 2003, n. 303. Non solo. Ricordiamo che, sempre nel frattempo, la Corte Costituzionale ha bocciato il ricorso del Governo contro la legge regionale dell'Emilia Romagna sulla localizzazione degli impianti di emittenza radiotelevisiva e di telefonia, dichiarando inammissibile l'impugnazione.
Noi ricordiamo molto bene in Commissione il rallentamento che lo stesso Assessore richiese a proposito di questo provvedimento, perché? Perché, se era pendente un ricorso da parte del Governo nei confronti di una delle Regioni che già si era, giustamente, celermente attrezzata per dare una norma di difesa dei cittadini nei confronti dei campi elettromagnetici, era evidente che c'era la necessità di comprendere quale esito avrebbe avuto questo ricorso.
Oggi abbiamo certezza che le Regioni che hanno già provveduto hanno fatto bene, abbiamo certezza che la Regione Piemonte è vergognosamente in ritardo e quindi siamo qui con l'intenzione di garantire il numero e di votare un provvedimento, condividendo - ripeto - i buoni principi che sono contenuti in questa legge. Certo, non è ciò che avremmo voluto; certo, la legge presentata dalle minoranze andava oltre nella garanzia, nel riconoscimento, nell'esigibilità del principio di precauzione, ma esiste una serie di condizioni, di norme, tra l'altro assolutamente applicabili non così supercervellotiche o burocratiche, se vogliamo chiamarle diversamente, e quindi diventa un provvedimento utile.
In modo preoccupante però dico vergognosamente in ritardo, e lo voglio ancora ripetere: questo provvedimento è stato licenziato dalla Commissione il 12 luglio del 2002 e oggi forse la maggioranza garantirà un numero, oggi forse ci sono le condizioni per vararlo.
Esprimo già da subito anche l'intenzione di voto del nostro Gruppo, che spero non debba subire delle modifiche con i vari emendamenti che nel frattempo sono stati presentati. Anche sugli emendamenti è carina la cosa perché noi ci ritroviamo, caro Assessore, con degli emendamenti datati "versione", perché oramai eravamo alle versioni; d'altronde, in 4 anni che vuoi fare di più se non produrre man mano versioni? Siamo giunti alla versione del 14 febbraio 2003 e poi ancora perché nel frattempo ci sono stati ulteriori aggiornamenti.
Siamo qui per trovare una soluzione e per dare una risposta definitiva scusandoci coi cittadini piemontesi per questo ritardo. Scusandoci: lo fa la minoranza, non l'ha fatto la maggioranza e ha fatto male, anche se riconosciamo al Presidente della Commissione e ai membri della Commissione di aver operato con sollecitazioni continue e intense perché si giungesse a questo risultato. Ci scusiamo con la popolazione piemontese, che ha richiesto questo provvedimento fortemente voluto, sentito, necessario.
Siamo qui per darvi corso e ci esprimeremo - ci auguriamo - anche nella sua fase conclusiva con un voto di approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche io credo che il principale limite della proposta che ci troviamo a discutere è il ritardo con cui approda in aula. Se tutto va bene, verrà approvato dopo 750 giorni dal licenziamento della Commissione ed è un provvedimento che poteva essere messo all'o.d.g. e discusso sistematicamente in ogni momento successivo al varo della Commissione.
Poteva benissimo essere portato in aula, perché si sapeva che poteva essere discusso e anche tempestivamente approvato.
Evidentemente c'è una disattenzione da parte della maggioranza su quelle che sono le questioni prioritarie e forse qualcosa di più, perch nella scorsa seduta questo provvedimento non si è discusso, essendo mancato il numero legale.
Ora, credo che anche oggi, se le forze di minoranza non garantissero il numero legale, questo provvedimento non passerebbe. La scorsa seduta non ero presente, ma se fossi stato qui l'avrei garantito e, in ogni caso, lo garantisco oggi.
Quindi, voterò, anche se il mio voto, a differenza di altri gruppi, non è un voto a favore, ma di astensione.
E' un voto di astensione, perché riconosciamo che, seppure con grave ritardo, si giunge ad una regolamentazione che era stata fortemente voluta dai cittadini piemontesi. Sono sorte in questi anni moltissime petizioni e molti comitati che si sono mossi in quella direzione.
Riconosciamo che questo provvedimento, in qualche modo, va nella direzione richiesta, non contrasta, ma poteva essere più coraggioso. Nei fatti invece c'è più prudenza e si tiene conto di interessi spessi che sono dietro tutto questo settore.
Però la necessità di porre una regolamentazione a quella che è una vera giungla - trattandosi di antenne mi pare che sia, in qualche caso, proprio così - crediamo che sia un passo avanti importante ed è utile rispondere alla collettività piemontese, che richiedeva uno strumento che possa dare una possibilità ai cittadini di difendersi da aggressioni che subiscono attraverso le emissioni di raggi elettromagnetici. In particolare, alcune fasce della popolazione, come i bambini, sono le più esposte a questo tipo di problema.
Per questo, nonostante le critiche che ho fatto, noi garantiremo il numero legale e daremo un voto non negativo al provvedimento, anche se pensiamo che forse si poteva arrivare ad un voto unanime del Consiglio se si fosse osato di più per garantire i diritti di quegli utenti che hanno richiesto e sollecitato con forza questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera D'Onofrio; ne ha facoltà.



D'ONOFRIO Patrizia

Il provvedimento che ci accingiamo ad approvare è un intervento normativo necessario per dare attuazione alla legge nazionale-quadro, alla luce del processo di decentramento amministrativo posto in essere dalla legge regionale n. 44.
E' una legge senz'altro necessaria, considerata proprio l'estrema difficoltà in cui si trovano ad operare i Comuni in assenza di riferimenti mirati.
Una legge che opportunamente fa salve le competenze regolamentari dei Comuni in ordine alla specificità dei propri territori. E' una legge che permette di attuare il principio di precauzione, già citato dai colleghi, e di tutelare quindi la salute della collettività, come richiesto dall'articolo 32 della Costituzione, che certamente deve venire prima del principio della funzionalità e della comodità.
Allora certamente i Comuni salvaguarderanno gli ambienti a rischio (le scuole, gli ospedali, i parchi-gioco). E' stata provata infatti la connessione tra esposizione e leucemie infantili, quindi danni che saranno scongiurati.
E' una legge che si occupa anche della tutela ambientale per arginare l'aumento del livello di inquinamento elettromagnetico.
In conclusione, è una legge che viene incontro alle istanze delle amministrazioni comunali, che giustamente rivendicano un ruolo di primo piano nella pianificazione della localizzazione degli impianti, in quanto sono proprio gli enti che meglio conoscono le peculiarità e le esigenze del territorio governato e che si trovano più a stretto contatto con i cittadini. Ma è una legge che, nel contempo, non penalizza i gestori, che peraltro sono tenuti per legge a garantire la copertura territoriale ed elevati standard qualitativi per i servizi offerti, e nemmeno i clienti che devono poter usufruire al meglio di un servizio di pubblica utilità.
E' vero: siamo sicuramente in ritardo, ma il ritardo non è sinonimo di disattenzione. Oggi siamo qui, la maggioranza c'è e sicuramente sarà approvata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente.
Prima di iniziare l'intervento, vorrei chiederle un chiarimento. Con quale modalità discutiamo l'ordine del giorno collegato a questo argomento?



PRESIDENTE

Gli ordini del giorno connessi si votano insieme al provvedimento.



GIORDANO Costantino

Il provvedimento che stiamo discutendo sicuramente è un provvedimento di grande valore e rilievo che noi voteremo soltanto se nel corso della lavori saranno migliorati i valori sulla salute e della sicurezza dei cittadini.
Dico questo perché l'impostazione fatta proprio dall'Assessore tiene per buono tutto quello che capita al di sotto dei 5 watt, ma secondo quanto registrato da alcuni studi internazionali vi è pericolo ugualmente anche al di sotto di quella soglia.
Vogliamo fare con l'Assessore un ragionamento più coerente. Per esempio, non sarebbe il caso di inserire, Assessore Cavallera, nel provvedimento legislativo un meccanismo per cui comunque, con l'installazione di microantenne o microripetitori, non ci possa essere contemporaneità di voltaggio. Questo per cercare di alleggerire la concentrazione.
La prima domanda era questa: se il suo provvedimento poteva essere migliorato e se, a fronte di installazioni di potenza così elevata, si poteva istituire un circuito di microripetitori, in modo che il voltaggio sempre nello spirito della precauzionalità che altri colleghi hanno evidenziato, non si ripercuota su cittadini in termini di pericolosità.
Noi avevamo presentato alcune interrogazioni al riguardo, ma lei Assessore, pur essendo accorto, queste cose le ha trascurate. Ma c'è una situazione particolare, che si riferisce al quartiere Santa Rita, dove i medici di base hanno rilevato un numero di ammalati oncologici derivanti da situazioni di inquinamento elettromagnetico. Di queste cose bisognava tenere conto.
Ritengo che nel suo provvedimento legislativo debbano essere inseriti concetti quali il vettore del gas, dell'energia elettrica. Ossia bisogna installare una rete che tutti i gestori, pagando il vettoriamento, possono utilizzare e tenere sotto controllo.
Sicuramente il suo è un provvedimento che, a nostro avviso, può essere preso in considerazione, però manca di una struttura essenziale, manca di quella creatività legislativa che dà luogo all'innovazione di questa materia, perché è particolarmente complessa e pericolosa.
Sosteniamo che questo provvedimento possa essere votato e mi riferisco alla Margherita, ma lo voteremo soltanto se sarà migliorato. In modo particolare nel cercare di installare un impianto unico in modo che tutti i gestori possano utilizzarlo pagando un vettore. In modo da avere sul territorio un solo impianto in grado di alimentare tutti i telefonini della zona, senza che ogni distributore installi i suoi ripetitori inquinando l'ambiente.
Se le cose andranno in questa direzione, ovviamente per la salute dei cittadini e per questa nuova capacità tecnologica, voteremo questo disegno di legge, altrimenti saremo costretti a dire che apprezziamo l'intenzione ma che non abbiamo risolto il problema della materia inquinante.



PRESIDENTE

Se l'Assessore Cavallera vuole intervenire; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Sarò rapidissimo anche perché i dibattiti che ci sono stati in Commissione, sia sul provvedimento iniziale, sia quando siamo tornati per vedere una serie di emendamenti, hanno già consentito di approfondire le questioni che sono state poste oggi, che ritengo poste nella sede propria che è il Consiglio, anche per dare atto di quelle che sono le posizioni specifiche dei vari Gruppi.
Il principio di precauzione è un principio cui il provvedimento fa riferimento. Per quanto riguarda gli elettrodotti, è chiaro che l'auspicio del collega Moriconi era che quello che era stato previsto per la vicinanza degli elettrodotti alle scuole diventasse la regola per tutti gli elettrodotti. Ovviamente questo non è possibile in questa fase, anche perché avrebbe significato prevedere un rifacimento in tempi rapidissimi di tutti gli elettrodotti, con investimenti che non erano ipotizzabili. Dato che sono previsti limiti anche per gli elettrodotti che sono indubbiamente i più restrittivi a livello internazionale, credo che sia una condizione tranquillizzabile per la popolazione.
Per quanto riguarda i ritardi che la collega Suino metteva in risalto sono certamente ritardi oggettivi, ma per certi versi attengono al percorso Giunta-Commissione-Consiglio, che non sempre si snoda secondo quelli che sono i desideri dei cittadini e dei Gruppi consiliari, ma - consentitemi anche della Giunta, perché c'è una serie di priorità inderogabili che sorpassano determinati provvedimenti.
Per la verità, ci sono stati dei momenti di nebulosità della normativa a livello nazionale, ricorsi e controricorsi quindi consigliavano una stasi per vedere come andava a finire.
Ringrazio i colleghi che hanno concorso nella posizione di maggioranza e coloro che oggettivamente si collocano in posizione di minoranza rispetto alla discussione di questo provvedimento.
Per quanto riguarda l'intervento della collega D'Onofrio, mi corre l'obbligo di confermare quello che lei diceva, ma anche di ricordare a tutti noi che, nel frattempo, abbiamo emanato un Regolamento della Giunta che possiamo definire un surrogato da un punto di vista legislativo, ma che in questo periodo ha consentito una certa regolamentazione.
Da ultimo, il collega Giordano. Devo dire che è pur vero che vi è la dichiarazione di inizio attività, cioè l'autocertificazione fino al 5 maggio. Peraltro, questo sistema è largamente diffuso in tutto il nostro ordinamento, però noi abbiamo previsto in questo caso il controllo a posteriori caso per caso, da parte dell'ARPA.
Questo che significato ha? Ha proprio il significato, al di là di quello che potrebbe essere una procedura preventiva più pesante dal punto di vista burocratico degli adempimenti, di andare a vedere tutte le installazioni a posteriori. Significa tranquillizzare noi amministratori e legislatori e anche i cittadini che quell'effetto di sovrapposizione con altre presenze, magari difficilmente anche ipotizzabili nel momento in cui vi è la richiesta di autorizzazione, è fisicamente verificato che non esiste.
Penso di dover ricordare al collega Giordano che abbiamo pesato le due cose, cioè che una perfetta o rigorosissima procedura di autorizzazione che è pur sempre sulla carta, è stata coniugata soprattutto dando risalto e importanza alla verifica successiva da parte dell'ARPA. Mi impegno in questa sede, nelle norme attuative, a dare un indirizzo all'ARPA di garantire in tempi rapidi soprattutto per le antenne che sono soggette a dichiarazione, ma modeste dal punto di vista della potenza (fino a 5 watt) affinché vengano controllate tempestivamente.
Avremo da un lato l'adeguamento, visto che siamo in un campo nel quale la tecnologia si evolve, ma dall'altro la garanzia che fisicamente ci sarà il controllo caso per caso.
Per quanto riguarda la rilocalizzazione o il risanamento, che prevede anche di collocarsi in un'unica posizione - mi riferisco soprattutto ai sistemi radiotelevisivi - dico che la legge orienta in questo senso, ma voi sapete che, al di là della bontà del testo normativo, dipende poi dall'effettiva volontà delle amministrazioni locali di incamminarsi su questa strada.
Noi, per avere una doppia garanzia nella legge, abbiamo previsto i poteri sostitutivi, per cui ci sono i poteri sostitutivi delle province in modo tale che, qualora vi fosse un'inerzia da parte dei Comuni, esse devono intervenire. Noi vigileremo in modo che tutto funzioni.
Credo che pur essendo passati due anni, pur avendo degli emendamenti che richiamano le norme che nel frattempo sono cambiate - bisognerà fare degli aggiustamenti di riferimento - il metodo tiene, perché è un metodo che obbliga i gestori una volta all'anno a consegnare ai Comuni, per quanto riguarda le antenne e alla Regione per quanto riguarda gli elettrodotti, i loro programmi di sviluppo, obbligando quindi ad una fase di concertazione tra gestori e Comuni per arrivare a una dislocazione.
A volte delle acute tensioni si sono verificate perché sono arrivate improvvise richieste di installazione ed è mancata a monte la tempestiva opera di concertazione. Chi ha fatto il Sindaco e siede anche in questo Consiglio sa benissimo che, se si parte per tempo, molte volte i problemi si risolvono.
Noi abbiamo scommesso su questa strada, che è quella del confronto della condivisione e della verifica preventiva, piuttosto che andare ad astratte normative che alla fine non portano a nulla.



PRESIDENTE

Possiamo passare all'esame del relativo articolato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 1 (Oggetto e finalità) al comma 1, dopo le parole "legge 22 febbraio 2001, n. 36 (legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici)" sono inserite le seguenti parole ", del D.Lgs. 1 agosto 2003, n. 259 recante il Codice delle comunicazioni elettroniche".



PRESIDENTE

L'emendamento è finalizzato ad aggiornare i riferimenti normativi nazionali.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.1.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2.1 presentato dai Consiglieri Moriconi, Papandrea e Suino: articolo 2 (Campo di applicazione): al comma 1, dopo le parole "compresi gli impianti per telefonia mobile" aggiungere le parole "e fissa".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Il parere è contrario perché non necessario. I ponti radio, che fanno parte della telefonia fissa, sono già oggetto di regolamentazione da parte della legge e, quindi, sarebbe un riferimento fuorviante. Mentre la telefonia mobile rimanda al sistema di telecomunicazione, la telefonia fissa è composta da ponti radio, cavi sotterranei ed altro. Fare riferimento alla telefonia fissa, quindi, è un'incongruenza dal punto di vista tecnico.
Per quanto riguarda i ponti radio, invece, sono già compresi nella norma.



PRESIDENTE

Consigliere Moriconi, sentita la motivazione ritiene di ritirarlo?



MORICONI Enrico

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 2.1 è pertanto ritirato.
Emendamento rubricato n. 2.2 presentato dal Consigliere Rossi O.: articolo 2, al comma 3, alla lettera a), sostituire le parole "con potenza efficace in" con le seguenti "con potenza massima al connettore di".
L'emendamento rubricato n. 2.2 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 2.3 presentato dal Consigliere Rossi O.: articolo 2, al comma 3, alla lettera b), dopo la parola "civile" aggiungere le seguenti parole: ", per prove tecniche o per esigenze di servizio non prevedibili quali eventi, fiere, manifestazioni, convegni e concerti".
La parola all'Assessore Cavallera per il parere della Giunta regionale.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Riteniamo che si possa accogliere, in quanto fa riferimento a casi particolari - protezione civile ed altri sistemi - non legati ad attività commerciali (esempio la festa di partito o la grossa manifestazione) che richiedono un'installazione temporanea di questi collegamenti. Tutto sommato, quindi, ha anche una propria logica.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 3.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 3 (Definizioni): al comma 1, lettera o) sostituire le parole "i portatori di interessi diffusi" con le parole "i soggetti di cui all'articolo 4, comma 2, lettera d)".
L'emendamento costituisce elemento di coordinamento interno.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.1 Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 5.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 5 (Competenze della Regione) al comma 1, lettera g) le parole "e all'esercizio" sono soppresse.
L'emendamento è finalizzato a rendere coerente l'oggetto della funzione autorizzatoria dell'Ente locale con l'articolo 87 del D.Lgs. 259/2003 (Codice delle Comunicazioni).
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 5.1.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 5.2 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 5 (Competenze della Regione): al comma 1, lettera i, sostituire le parole "e sentite le province," con le seguenti parole ", sentite le province e su proposta del CORECOM ai sensi dell'articolo 14, comma 1, lettera a), punto 1), della legge regionale 1/2001,".
L'emendamento è inserito per esplicitare una funzione propria del CORECOM ai sensi dell'articolo 14, comma 1, lettera a), punto 1), della legge regionale 1/2001, oltre che per completezza e per chiarezza, nei confronti degli enti locali, e per puntualizzare ruoli e responsabilità.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5.2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sull'articolo 5, come emendato.
Il consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 6.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 6 (Competenze delle province) il comma 1, lettera e) è così riformulato: "esercitare il potere sostitutivo, secondo i principi di cui all'articolo 14 della legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali), decorso un congruo termine e previa diffida, nei confronti dei comuni in caso di inerzia nel rilascio delle autorizzazioni di cui all'articolo 7, comma 1 lettera d) e nell'emanazione dei provvedimenti di cui all'articolo 7, comma 1, lettera f)".
Tale emendamento integrativo si impone, anche su suggerimento del Settore giuridico-legislativo della Presidenza, a fronte delle recenti sentenze costituzionali che evidenziano la necessità dello strumento legislativo per la previsione di congrue garanzie procedimentali per l'esercizio del potere sostitutivo.
In ragione di ciò, il riferimento ai principi della legge regionale citata soddisfa i requisiti procedimentali in presenza dei quali possono considerarsi rispettate le prescrizioni costituzionali a favore degli enti sostituendi.
Ci sono interventi in merito? La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Vorrei fare una puntualizzazione sull'articolo, non tanto sull'emendamento proposto (che ovviamente condivido anche per questioni di tecnica legislativa), ma sulla dicitura e sulla funzionalità del comma E dell'articolo 6 che collegherei strettamente al comma F del successivo articolo 7. L'esperienza diretta, come diceva prima l'Assessore Cavallera in particolare per chi ha svolto, come il sottoscritto, attività di vigilanza e di controllo sulle emittenti televisive e radiofoniche, insegna che questa legge va nel senso di dare competenze chiare e specifiche che fino ad oggi non c'erano, e quindi dovrebbe tutelare da un lato i cittadini, per quel che riguarda la pubblica salute, dall'altro ciascun Ente dovrebbe sapere bene come, dove, quando e chi deve fare certe operazioni.
Siccome sappiamo che gli interessi in questo settore sono molteplici (e non sempre sono tutti correttamente tutelati o correttamente proposti) vorrei soltanto rassicurarmi - proponendolo, quindi, come emendamento oppure ricevendo una certezza o un'assicurazione da parte dell'Assessore che, nel momento in cui questa legge deve vedere un campo di applicazione reale con un Regolamento, quindi con una normativa di applicazione, ci sia la certezza che i Comuni (parlo di alcuni Comuni sul territorio nazionale) non continuino ad esimersi dal compiere certe operazioni solo per tutelare l'interesse di alcuni privati o interessi di diversa natura.
Mi spiego meglio: intanto dopo l'emendamento inerente a "inerzia nel rilascio delle autorizzazioni e nell'emanazione dei provvedimenti" mi parrebbe molto più chiaro scrivere "o della emanazione dei provvedimenti": è più chiaro e fa capire che una cosa è alternativa all'altra, per cui c' l'obbligo di potere sostitutivo, da parte delle Province, anche quando i Comuni ritardano l'emanazione dei provvedimenti di cui all'articolo 7.
Si potrebbe inserire questa modifica oppure alla lettera f) dell'articolo 7, quando si parla di "disattivazione degli impianti per telecomunicazioni e radiodiffusione o di revoca dell'autorizzazione di cui alla lettera d)", si potrebbe trovare una soluzione affinché questa revoca e questa disattivazione non subiscano la stessa fine di quanto è accaduto negli anni scorsi, quando il provvedimento puntualmente era seguito da ricorsi al TAR e puntualmente anche i Comuni più diligenti e più attenti alla tutela sanitaria dei cittadini vedevamo mortificate le loro aspirazioni di legittimità da ricorsi che poi non venivano mai discussi nel merito e che quindi non avevano la possibilità di vedere disattivato o revocato un qualsiasi tipo di impianto o di autorizzazione.
Chiederei dunque all'Assessore di modificare questa dicitura alla lettera e), sostituendo "nell'emanazione dei provvedimenti" con "dell'emanazione dei provvedimenti", che credo sia più corretta dal punto di vista ortografico. Inoltre, vorrei una rassicurazione per sapere se nella circolare si può fare questo tipo di prescrizione chiara, tempestiva ma anche ordinativa a ciascun Ente, o se devo presentare un emendamento o una proposta di modifica all'articolo 7. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera, che risponde in merito ai suggerimenti proposti dal Consigliere Manolino.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Se vi è la preoccupazione di essere chiari nei poteri sostitutivi che debbano essere intesi sia a fronte di inerzia nel rilascio di autorizzazioni - quindi in caso preventivo - oppure nell'emanazione dei provvedimenti cautelari, credo che non vi sia alcuna difficoltà a togliere la lettera "e" e inserire la lettera "o": a questo punto, risulta chiaro che i poteri sostitutivi riguardano tutta la gamma delle inadempienze diciamo così.
Circa l'impegno della Regione per far sì che i provvedimenti vengano adottati, credo che debba essere garantito soprattutto da un atteggiamento della Regione di tipo attivo. Non possiamo considerarci soddisfatti solo per essere arrivati ad approvare questa legge: bisognerà che questa legge venga assolutamente messa a regime con quell'azione di vigilanza sul binomio Comuni-Province affinché facciano quello che devono.
Come avevo già detto prima, penso di emanare, in tempi assolutamente rapidi, un provvedimento (circolare o norma attuativa o direttiva, come mi suggeriscono), dove si dirà chiaramente che qualora si dovessero verificare condizioni di superamento occasionale o permanente, il provvedimenti da adottare sono questi. Le Province, a loro volta, devono intervenire nel momento in cui i Comuni non dovessero agire.
Anche la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha indirettamente approvato la nostra legge n. 24 sui rifiuti ci rafforza sotto questo profilo.



PRESIDENTE

Mi pare chiaro: accetta, quindi, la proposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Sì, di inserire la "o".



PRESIDENTE

L'Assessore accetta la proposta formulata dal Consigliere Manolino, che prevede la sostituzione di "e nell'emanazione" con "o nell'emanazione".



PRESIDENTE

MANOLINO Giuliano (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, dicevo "o dell'emanazione".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

No, perché è scritto "nel rilascio", quindi è "o nell'emanazione"



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Presidente, comprendo che il collega Manolino ha formulato - lui stesso l'ha definita così - una puntualizzazione. Comprendo anche che non c'é un emendamento scritto.
Non è stato presentato un emendamento, quindi siamo in una fase dialettica. Essendo in una fase dialettica, posso aggiungere la nostra opinione, che vedeva assolutamente la disponibilità a votare l'emendamento così com'è stato formulato dall'Assessore Cavallera. La modifica ci pone dei problemi. Quindi, qualora si mantenesse questa modifica, seguiamo l'iter, Presidente: presentiamo l'emendamento, lo discutiamo e facciamo quello che va fatto. Perché nel contesto sostituire "o" ad "e" è un'altra cosa.
Allora, dato che era una puntualizzazione e teneva conto, come dire dello spirito dell'esperienza condotta sul campo come Sindaco - si comprende lo spirito che anima tale puntualizzazione - ma trattandosi di puntualizzazione e non di emendamento, e considerato che l'emendamento presentato a firma dell'Assessore Cavallera tiene conto di quanto disposto a seguito del verdetto della Corte, credo che sia consigliabile per tutti quanti adeguarci a questo emendamento, votarlo e con la direttiva successiva si daranno quelle esplicitazioni necessarie a rassicurare i Sindaci sui territori. Grazie.



PRESIDENTE

tutto chiaro, collega Suino.
Se si vuole correggere sulla base della proposta del Consigliere Manolino, allora l'Assessore presenterà un sub-emendamento.
Subemendamento all'emendamento rubricato n. 6.1 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: all'articolo 6, comma 1, lettera e), sostituire le "e nell'emanazione" con le parole "o nell'emanazione".



(Intervento della Consigliere Suino fuori microfono)



PRESIDENTE

La procedura è questa.



SUINO Marisa

Ci stiamo dicendo che possiamo presentare dei subemendamenti?



PRESIDENTE

L'Assessore ne tenga conto.



SUINO Marisa

E che numero è risicato?



PRESIDENTE

Ha perfettamente ragione!



SUINO Marisa

Presidente, stiamo dicendo che adesso si possono presentare subemendamenti. Perché se è la Giunta che me lo presenta, figuriamoci i Consiglieri di minoranza: è un invito a nozze!



PRESIDENTE

l'Assessore ne tenga conto.



SUINO Marisa

I numeri mi sembrano risicatini.
Fatta questa constatazione, vorremmo avere il testo del sub emendamento, l'illustrazione dello stesso e la possibilità di poterlo discutere. Questo prevede la procedura.



PRESIDENTE

assolutamente chiaro.
Mi pare anche di capire che se l'Assessore apre questa procedura probabilmente oggi ci saranno nuovamente dei tempi lunghi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Ho preso atto delle precisazioni che l'Assessore Cavallera ha esposto circa il Regolamento che verrà attuato in funzione della legge. Nel regolamento e nelle disposizioni che la Regione potrà adottare per essere più incisiva e per demandare ai singoli organi competenti le loro funzioni può essere precisata quella funzione alternativa cui accennavo prima.
Vorrei anche invitare l'Assessore a prendere atto del fatto che nel Regolamento che verrà attuato, nelle sanzioni - penultimo capitolo della legge - manca una forma incisiva di sanzionamento anche per le Province che non attuano i poteri sostitutivi.



PRESIDENTE

Il subemendamento all'emendamento rubricato n. 6.1 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6.1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese dell'articolo 6, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 7.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 7 (Competenze dei Comuni): al comma 1, nell'alinea, dopo le parole "legge n. 36/2001" inserire le parole "e al D.Lgs. n. 259/2003 recante il Codice delle comunicazioni elettroniche".
al comma 1, lettera d) primo periodo dopo le parole "per telecomunicazioni e radiodiffusione2" inserire le parole "secondo quanto previsto dal D.Lgs.
n. 259/2003 recante il Codice delle comunicazioni elettroniche".
Gli emendamenti sono finalizzati ad aggiornare i riferimenti normativi nazionali.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.1 Il Consiglio approva Emendamento rubricato n. 7.2 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 7 (Competenze dei Comuni): al comma 1, lettera d), le parole: "e l'esercizio" sono soppresse.
L'emendamento è finalizzato a rendere coerente l'oggetto della funzione autorizzatoria dell'Ente locale con l'articolo 87 del d.lgs. 259/2003 (Codice delle comunicazioni).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.2 Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 7.3 presentato dai Consiglieri Moriconi, Papandrea e Suino: articolo. 7 (Competenze dei Comuni): al comma 1, punto d), dopo le parole "ferma restando la concessione ministeriale", aggiungere le parole "e la concessione edilizia, qualora la realizzazione delle opere la richieda".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Esprimo parere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione dell'emendamento.



MORICONI Enrico

L'emendamento richiamato aggiunge una precisazione: chiediamo che si aggiungano le parole: "la concessione edilizia, qualora la realizzazione delle opere la richieda". Se dobbiamo costruire un traliccio che necessiti di una concessione edilizia o il permesso di costruzione, dal punto di vista urbanistico, sarebbe bene specificarlo. Queste autorizzazioni e concessioni devono essere acquisite indipendentemente dall'autorizzazione dell'impianto radio elettrico che supportano.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.3 sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 7.4 presentato dai Consiglieri Moriconi, Papandrea e Suino: articolo 7 (Competenze dei Comuni): al comma 1, dopo il punto f), è aggiunto il seguente punto g): "predisporre un piano pluriennale di risanamento per adeguare gli impianti esistenti ai criteri localizzativi definiti nel regolamento comunale".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione dell'emendamento.



MORICONI Enrico

L'emendamento recita: "Predisporre un piano pluriennale di risanamento per adeguare gli impianti esistenti ai criteri localizzativi definiti nel regolamento comunale". Al di fuori del Regolamento comunale, il problema è quello che prima o poi anche gli impianti già realizzati dovranno adeguarsi alle norme che ci stiamo dando: allora perché non prevedere esplicitamente la necessità che tutti gli impianti siano adeguati alle norme previste?



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.4 sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 7.5 presentato dai Consiglieri Moriconi, Papandrea e Suino: articolo 7 (Competenze dei Comuni): al comma 2, dopo le parole "e assicurano" sono aggiunte le parole "tempestivamente l'informazione alla popolazione sulle richieste di autorizzazione per la realizzazione di nuovi impianti o la modifica di impianti esistenti, nonché".
La parola all'Assessore Cavallera per il parere della Giunta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Si potrebbe riformulare l'emendamento in questo modo: "I Comuni assicurano l'informazione, possono promuovere audizione pubbliche e pubblicizzano l'esito dell'autorizzazione di cui al comma 1, lettera d) tramite l'albo pretorio". Praticamente si rafforzerebbe il sistema di informazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

La formulazione che propone l'Assessore non rispetta il concetto che era alla base del nostro emendamento. Nell'emendamento che noi abbiamo presentato, il concetto principale, era quello di avere un'informazione tempestiva per i cittadini per conoscere la localizzazione degli impianti.
Nell'ottica di fare un passo in avanti, pur non essendo una formulazione che risponde alla nostra richiesta, accettiamo l'emendamento presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Secondo la riformulazione dell'Assessore Cavallera, l'emendamento del Consigliere Moriconi è ritirato e sostituito dal seguente: Emendamento rubricato n. 7.5 bis presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 7, comma 2, le parole da "i Comuni" fino a "Albo pretorio" sono sostituite dalle seguenti "i Comuni assicurano l'informazione, possono promuovere audizioni pubbliche e pubblicizzabo l'esito dell'autorizzazione di cui al comma 1, lettera d), tramite l'Albo Pretorio" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.5 bis.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 7.6 presentato dai Consiglieri Moriconi, Papandrea e Suino: articolo 7 (Competenze dei Comuni): dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma 3: "I Comuni, allo scopo di ridurre progressivamente l'esposizione ai campi elettromagnetici ad alta e a bassa frequenza, delimitano le zone all'aperto nelle quali i valori di campo elettromagnetico devono essere inferiori ai militi indicati per tali situazioni nel DPCM 8 luglio 2003 "Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti" e nel DPCM 8 luglio 2003 "Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.6 sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 8.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 8 (Proposte localizzative, riduzioni a conformità, azioni e piani di risanamento degli impianti per telecomunicazioni e radio diffusione) al comma 7 dopo le parole "sentiti gli enti interessati" aggiungere le seguenti parole "ed acquisito il preventivo parere degli organi tecnici ed ausiliari periferici del Ministero delle Comunicazioni" E' opportuno che ARPA faccia le sue valutazioni sulla base di una localizzazione degli impianti definita dagli Ispettorati Territoriali (è questa una funzione tipica di questi organi e, in un certo senso prerogativa esclusiva). Fissata così la variabile "posizione", determinante per il quadro generale delle coperture radioelettriche del territorio regionale, ARPA può intervenire sui parametri tecnici che influiscono sull'emissione elettromagnetica (logica e gerarchica ripartizione dei ruoli e delle responsabilità).
Il Consigliere Moriconi chiede la parola per esporre qualche valutazione sul punto precedente che, per ragione di procedura, non aveva avuto l'opportunità di esprimere. Prego.



MORICONI Enrico

Il concetto che avrei voluto esporre e sottolineare all'Assessore in precedenza era che noi ponevamo il problema delle esposizioni ai campi anche in aree aperte. E' vero che in aree aperte uno può presumibilmente soggiornare per meno tempo e quindi il rischio sarebbe statisticamente più contenuto, però il problema si pone, e secondo me l'emendamento presentato da Oreste Rossi, che abbiamo votato precedentemente, forse è stato votato senza il necessario approfondimento. Perché? Perché l'emendamento spostava i limiti della verifica fino a 20 Watt. Allora, se noi immaginiamo di mettere un'antenna di 20 Watt anche in un luogo aperto in caso di fiere o di qualsiasi evento pubblico, comunque coloro che durante le fiere o il momento pubblico sosteranno in quella località si troveranno, a seconda di dove saranno dislocati, una radiazione addosso legata a quella potenza di emissione.
Quello che invece volevo sottolineare sull'articolo 8, che stiamo discutendo, è che i punti 5), 6), 7) e 8) - presenterei un emendamento prevedono le riduzioni a conformità. Precisamente, al punto 5), si dice: "Qualora non siano rispettati i valori di attenzione, il Comune diffida i gestori degli impianti che contribuiscono al campo elettromagnetico ad eseguire la riduzione a conformità"; poi si fa un inciso: "compatibilmente con la qualità del servizio e per l'accertamento da parte degli organi ausiliari periferici del Ministero delle Comunicazioni".
Il concetto della riduzione a conformità ritorna nel punto 6). E' chiaro che inserire "compatibilmente con la qualità del servizio" sembra quasi che il Comune debba farsi carico della compatibilità del servizio sono i gestori degli impianti che dovranno dire che non possono fare la riduzione a conformità compatibilmente alla qualità del servizio e presentare una proposta di piano di risanamento. Quindi perché introdurlo? E' un inciso che sembra quasi voler dire che, in ogni caso... Certo che garantiamo in ogni caso la qualità del servizio, perché abbiamo ben tre altri commi che sviluppano questo concetto, ma il metterlo in quel punto potrebbe anche dare adito al fatto che il Comune dica lui che la compatibilità del servizio fa sì che noi non possiamo chiedere la riduzione a conformità.
Io ritengo che il Comune debba in ogni caso chiedere la riduzione a conformità e quindi, rispettando il principio della compatibilità del servizio, debba poi valutare le proposte che fanno i gestori; metterlo in questo modo potrebbe quasi sembrare di fermare subito l'iter della riduzione a compatibilità. Mettere l'inciso in questo punto ferma subito l'iter della riduzione a compatibilità, invece il percorso deve essere completo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Vorrei fare una precisazione. Questo testo è stato da noi mutuato da un decreto ministeriale, il 381 se non sbaglio, che era il cosiddetto decreto Ronchi, emanato a suo tempo proprio per gestire queste fasi.
Devo anche dire ai colleghi che in questo articolo c'è tutto un crescendo che porta poi alla rilocalizzazione e devo anche dire che noi abbiamo sempre cercato di impostare dei testi che poi alla fine tengano anche di fronte ad eventuali impugnative.
Forse potrebbe essere ritenuta troppo generica la dizione "qualità del servizio" e sarebbe meglio sostituirla con la dizione "copertura del segnale", al limite, o "copertura della rete"; probabilmente potrebbe già essere un qualche cosa che avrebbe magari una giustificazione da un punto di vista anche normativo più logico, però non dimentichiamo che, qualora subito dopo il mantenimento della qualità del servizio non consenta la riduzione a conformità, la Provincia... Allora, il Comune fa la diffida e poi la Provincia adotta il piano di risanamento, quindi noi abbiamo tutto un crescendo, collega, e questa dizione l'abbiamo mutuata dal decreto 381.
Qui non significa che - do la mia interpretazione - qualora non si riesca a ridurre a conformità, sparisce la copertura e allora non se ne fa nulla, no, cioè per riduzione a conformità si intende quell'azione che è possibile fare mantenendo una copertura; qualora, per rispettare la legge si debba arrivare a spegnere quella emissione, devo arrivare alla rilocalizzazione. Adesso lei, collega, la legge in un'ottica riduttiva...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, lei non ha limiti di tempo, lo sa, però adesso c'è una richiesta di intervento da parte del Consigliere Manolino. Io avevo capito che c'era stata una sua richiesta di intervento, poi la chiusura del dibattito; adesso direi di... perché il tempo che abbiamo oggi non è molto le presenze si stanno riducendo, valutate voi i tempi che vi servono.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Comunque, il parere è contrario perché il crescendo normativo...



PRESIDENTE

Ma non c'è un parere contrario: non c'è l'emendamento. Era un intervento sull'articolo, non c'era l'emendamento.
La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Cercherò di essere telegrafico. Da un punto di vista pratico, mi trovo perfettamente d'accordo col Consigliere Moriconi quando dice che "compatibilmente con la qualità del servizio" è una condizione tale per cui la riduzione a conformità viene ad avere meno valenza. Ma voglio anche dire che la riduzione a conformità, qualora non ci fosse la frase imputata, non ha la stessa valenza, perché comunque non ha delle scadenze temporali tali per cui la riduzione a conformità ha un effetto pratico. Ve lo dice chi ha provato a fare ordinanze di riduzione a conformità, senza vedere mai un risultato, dal momento che ogni qualvolta la riduzione a conformità viene poi fatta, si ripristina lo stato coante dell'emittente, per cui si continua a trasmettere con la stessa potenza, quindi non succede nulla fino alla successiva diffida alla riduzione.
Io conto sul fatto che, come ha detto prima l'Assessore Cavallera, non tanto per adeguamento ad una legge, ma quanto per una necessità che la Regione disponga di un regolamento attuativo di questa legge che sia incisivo e finalmente decisivo per quanto riguarda le possibilità e la temporaneità delle ordinanze di riduzione della difformità, con questo regolamento venga preso atto della necessità di inserire dei tempi chiari e, non solo, ma anche dei limiti. Dico questo perché le ordinanze di riduzione della non difformità non possono essere in numero elevato, ma deve esservene una, al massimo due; e quando c'è la recidiva, deve intervenire o la chiusura dell'emittente o la demolizione o l'eliminazione dell'autorizzazione, o comunque il potere sostitutivo delle Province, che deve non permettere che tali emittenti continuino ad abusare di questa potenza maggiore sul territorio a danno dei cittadini, senza vedere altro che la solita e ripetitiva sanzione, che non elimina il problema sanitario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8.1.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 8.2 presentato dai Consiglieri Moriconi, Papandrea e Suino: articolo 8 (Proposte localizzative, riduzioni a conformità, azioni e piani di risanamento degli impianti per telecomunicazioni e radio diffusione) dopo il comma 8 è aggiunto il seguente comma 9: "Il Comune, d'intesa con i soggetti gestori ovvero autonomamente predispone un piano pluriennale di risanamento per adeguare gli impianti esistenti ai criteri localizzativi definiti nel regolamento comunale. Tale piano può prevedere la delocalizzazione degli impianti incompatibili a cura e spese dei titolari degli stessi, da effettuarsi nei tempi e con le modalità stabilite dal Comune".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Lo illustro, perché il principio di questo emendamento - e riprendo le parole dette dal Consigliere Manolino - è quello di arrivare ad un effettivo adeguamento di quegli impianti che sono fuori norma. Sarebbe così possibile prevedere la possibilità non solo di realizzare degli impianti a norma della legge che stiamo scrivendo, ma soprattutto di andare ad incidere sulle realtà che già esistono e che ci creano notevoli problemi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese su tale emendamento rubricato n. 8.2, sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 16.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 16 (Sanzioni) al comma 2 sostituire dalle parole "senza aver ottenuto" alle parole "privi dell'autorizzazione," con le parole "in assenza di titolo all'esercizio".
L'emendamento è introdotto per ricomprendere anche le tipologie impiantistiche per le quali è sufficiente presentare DIA (vedasi il decreto 198/02 c.d. Gasparri).
L'emendamento rubricato n. 16.1 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Quindi, non essendoci emendamenti, indìco la votazione palese sull'articolo 16, nel testo originario Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Emendamento rubricato n. 17.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 17 (Norma finanziaria): 1. All'attuazione della presente legge sono destinate, per il corrispondente importo annuo, le risorse derivanti dalle assegnazioni a favore delle regioni, di cui all'articolo 9, comma 5, e all'articolo 17 della l. 36/2001 e agli articoli 103 e 112 della legge 23 dicembre 2000, n.
388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2001) nonché le risorse derivanti dai provvedimenti nazionali che disciplinano l'utilizzo dei proventi del sistema di telefonia mobile universale (UMTS).
2. Le assegnazioni di cui al comma 1 sono iscritte nell'Unità previsionale di base (UPB) 0902 (Bilanci e finanze Ragioneria) dello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 2004.
3. Per l'attuazione della presente legge è previsto, per l'anno 2005, nella UPB 22991 (Tutela ambientale gestione rifiuti Direzione Titolo I Spese correnti) un incremento della spesa, pari ad euro 250.000,00, e nella UPB 22992 (Tutela ambientale gestione rifiuti Direzione Titolo II Spese di investimento) un incremento della spesa pari ad euro 400.000,00, cui si fa fronte con le risorse finanziarie delle UPB 09011 (Bilanci e finanze Bilanci Titolo I Spese correnti) e 09012 (Bilanci e finanze Bilanci Titolo II Spese di investimento) del bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2004-2006.
4. Al fine di garantire la diffusione dell'informazione sulle attività oggetto della presente legge e del rapporto di cui all'articolo 11, per l'anno 2005, ci si avvale delle risorse di cui all'UPB 22011 (Tutela ambientale gestione rifiuti Prevenzione risanamento ambientale Titolo I Spese correnti) del bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2004-2006.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17.1 Il Consiglio approva.
Do atto che con la riscrittura, l'emendamento sostituisce interamente l'articolo 17, che pertanto è riformulato nel testo espresso dall'emendamento testé votato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Emendamento rubricato n. 18.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 18 (Norme transitorie): al comma 1 sostituire dalle parole "privi di autorizzazione" alle parole "domanda di autorizzazione" con le parole "provvedono agli adempimenti previsti dalla normativa vigente".
Gli emendamenti sono introdotti per ricomprendere anche le tipologie impiantistiche per le quali è sufficiente presentare DIA (vedasi il decreto 198/02 c.d. Gasparri).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18.1.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 18.2 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: articolo 18 (Norme transitorie): al comma 2 sostituire le parole "subordinatamente alla presentazione della domanda di autorizzazione entro il termine prescritto; in caso di mancata presentazione" con le parole "; in caso di inadempienza".
Gli emendamenti sono introdotti per ricomprendere, nella parola inadempienza, le varie casistiche di titolo all'esercizio (domanda di autorizzazione, denuncia di inizio attività - vedasi il decreto 198/02 c.d.
Gasparri).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18.2 Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Non essendoci emendamenti, indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Non essendoci emendamenti, indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Non essendoci emendamenti, indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Come molte altre leggi sui temi ambientali, anche quella che abbiamo fatto in questi anni non è una legge del tutto negativa. Come molti altri provvedimenti presentati dall'Assessore Cavallera, questo ha un testo che a prima vista, può sembrare avere contenuti molto più pregnanti di quelli che poi, in verità, noi temiamo di vedere all'atto pratico.
Volevo sottolineare che, soprattutto per le leggi in campo ambientale la bontà di una legge la valuteremo nelle conseguenze che indurrà e negli effetti che vedremo. Temo che questa legge non produrrà gli effetti positivi che i cittadini, i movimenti, le associazioni e i comitati che sono sorti e continuano a sorgere, si aspettavano. Abbiamo ricevuto il documento dei comitati spontanei contro l'elettrosmog di Torino.
Sinceramente possiamo dire che quanto i comitati si aspettavano non è contenuto in questa legge se non in minima parte.
Alcuni problemi rimangono, rimangono in maniera molto grave e non riusciremo a superarli. Solo per presentare un problema che l'Assessore conosce bene: gli impianti emittenti dell'Eremo e della Maddalena. E' un problema che si trascina da anni, ma penso che con questa legge, con tutta la buona volontà, non riusciremo a risolvere quel problema.
Ugualmente il fatto che la legge, nonostante la discussione che abbiamo fatto, limiti le sue possibilità di intervento alle potenze sopra i 5 watt fa sì che si possa interpretare da un lato come dice l'Assessore, ma dall'altro lato il fatto di non essere valida per tutte le potenze di antenna fa sì che, nel costruire la rete, avremo dei punti dove si sommeranno le potenze emittenti di più antenne.
Inevitabilmente avremo una rete costituita dalla somma, in tutti i punti della nostra città, dell'antenna di 5 watt messa da una società gestore, altri 5 watt da un'altro ente gestore e altri 5 watt messi da un terzo ente gestore. Siamo già a 15, se si aggiunge un quarto gestore arriviamo a 20 watt, quindi gli effetti sul territorio e sui cittadini saranno ben superiori a quei 5 watt che noi abbiamo scritto nella legge.
E' chiaro che le conseguenze per la salute dei cittadini saranno rimarcate, questa legge non risolverà i problemi che invece continueremo ad avere sul territorio.
Inoltre, il fatto che non si sia voluto parlare di un Regolamento comunale, ma si sia parlato solo di principi e criteri generali, non risolve il problema di come effettivamente gestire le antenne a livello locale. Queste sono le negatività che questa legge ci consegna. Abbiamo qualche strumento in più, questo bisogna dirlo, non siamo nella situazione precedente perché qualche passo avanti l'abbiamo fatto, ma vedremo che sul territorio questa legge non darà le risposte che il territorio aspetta.
Nel senso di rimarcare che, comunque, qualche passo avanti è stato fatto, come Verdi e anche per il Gruppo di Rifondazione Comunista, a nome del quale faccio questa dichiarazione di voto, ci asterremo.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione finale, va considerato l'ordine del giorno n. 245 "Adozione delle misure e dei provvedimenti di competenza della Regione ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 8 della legge quadro sulle protezione delle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici", presentato dal collega Giordano, che non era espressamente richiesto ai sensi dell'articolo 78 del Regolamento, ma mi sembra connesso al provvedimento. Tuttavia vorrei solo considerare che l'ordine del giorno impegnava la Giunta, a nome del Consiglio, a procedere alle determinazioni di sua competenza. Con l'approvazione della legge, mi pare che si addivenga, perciò se il collega è d'accordo acquisirei l'ordine del giorno come elemento coerente.
La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Ringrazio i colleghi e l'Assessore perché questo provvedimento è un primo passo che però darà luogo a parecchi contenziosi che non ho ancora capito come saranno risolti, come ad esempio per i casi dell'Eremo e del Monte dei Cappuccini. Sarà abbastanza difficile poter coordinare il rapporto tra i vari gestori in presenza di installazioni contemporanee per garantirsi la trasmissione. Siamo comunque del parere che, con il tempo e con le nuove tecnologie, questo provvedimento verrà successivamente modificato per arrivare al punto che ci sia una sola rete che possa essere utilizzata da più gestori, perché è vero che la legge fissa che per ogni emissione non deve esserci una potenza superiore a 5 watt, però non capisco come un gestore, se non dà la potenza sufficiente, possa far funzionare, ad esempio, i telefoni cellulari.
Come Gruppo La Margherita, voteremo la legge e ne siamo parzialmente contenti, però vorremo un impegno, da parte dell'Assessore, di rivedere ed aggiornare l'argomento con nuove tecnologie, di modo che sia sempre salvaguardata la salute dei cittadini.



PRESIDENTE

Do atto, prima di passare alla votazione, che con la discussione vengono assorbite anche la seguente interpellanza ed interrogazioni: interpellanza n. 90 "Rischio d'inquinamento elettromagnetico nella Valle San Bartolomeo Alessandria" presentata dal Consigliere Chiezzi interrogazione n. 714 "Inquinamento elettromagnetico" presentata dal Consigliere Tapparo interrogazione n. 991 "Rilascio pareri sanitari in merito a nuove sorgenti di campo elettromagnetico" presentata dai Consiglieri Moriconi Tapparo, Chiezzi, Contu e Papandrea interrogazione n. 2710 "Le cabine AEM di trasformazione e smistamento dell'energia elettrica collocate all'interno di edifici mettono a repentaglio la salute dei residenti" presentata dal Consigliere Giordano interrogazione n. 2720 "Gli uffici della Regione Piemonte sono altamente inquinanti dalle onde elettromagnetiche" presentata dal Consigliere Giordano.
Indìco pertanto la votazione per appello nominale sull'intero progetto di legge, nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente presenti 46 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato Sì 41 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva Passiamo alla proposta di legge collegata al provvedimento testé discusso la n. 97, inerente "Norme in materia di impianti radioelettrici per telecomunicazioni e radiotelevisivi e tutela dall'inquinamento elettromagnetico" (licenziata con voto negativo).
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Manolino e il relatore di minoranza è il Consigliere Moriconi, con voto negativo della V Commissione.
Sul punto, c'è un ordine del giorno, il n. 936 "Non passaggio ai voti della proposta di legge n. 97 'Norme in materia di impianti radioelettrici per telecomunicazioni e radiotelevisivi e tutela dell'inquinamento elettromagnetico'" di non passaggio agli articoli, ai sensi dell'articolo 79, del Regolamento interno, proposto dai Consiglieri Cantore, Moriconi Valvo e Suino.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la proposta di legge n. 97 (Norme in materia di impianti radioelettrici per telecomunicazioni e radiotelevisivi e tutela dall'inquinamento elettromagnetico) vista la legge (Nuova disciplina regionale sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici), appena approvata dall'Assemblea regionale e che disciplina in modo diverso la stessa materia approva il non passaggio ai voti della proposta di legge n. 97, in quanto superata dalla legge citata".
Il Consiglio approva.
Ultimo argomento sul punto riguarda la petizione, avente come titolo "Petizione popolare per un' adeguata legge regionale contro l'elettrosmog" della quale prendiamo atto, ai sensi della relazione rimessa dalla V Commissione, a firma del Consigliere Cantore, essere materia trattata ed esaurita con la legge testé approvata.



(L'Aula, tacitamente acconsente e prende atto)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Gruppi consiliari - Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di legge n. 450 "Rapporti tra il Consiglio regionale del Piemonte e i Consiglieri cessati dal mandato"


PRESIDENTE

L'esame della proposta di legge n. 450 "Rapporti tra il Consiglio regionale del Piemonte e i Consiglieri cessati dal mandato", di cui al punto 3) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba per la relazione.



RIBA Lido, relatore

Prendo la parola in assenza del collega Pozzo, che avrebbe dovuto, a nome dell'Ufficio di Presidenza, svolgere la relazione.
La proposta di legge riguarda sostanzialmente quattro punti.
Primo, la costituzione di un settore, di un'area di attività che segua gli ex Consiglieri consiliari, relativamente ai quali, non disponendo di un albo, non sempre riusciamo ad avere informazioni di tipo anagrafico, tant'è che solo casualmente apprendiamo della scomparsa di qualche ex collega e non sempre siamo in grado di svolgere le due righe di commemorazione.
Secondo, l'attività dell'associazione degli ex Consiglieri, essendo un'associazione di tipo volontario non obbligato, non è in grado di svolgere un'attività istituzionale e, quindi, le attività che riguardano lo status degli ex Consiglieri dovrebbero essere gestite dal Consiglio regionale e dagli uffici dello stesso.
Terzo, gli ex Consiglieri possono chiamarsi "Consiglieri regionali" con riferimento alla legislatura in cui hanno svolto il loro mandato. Per quanto riguarda l'attività istituzionale, si dà mandato all'Ufficio di Presidenza di regolamentarne lo svolgimento.
Quarto, con questo provvedimento abbiamo accorpato una proposta di legge, presentata del Consigliere Tapparo, che riguarda la costituzione di un archivio del Consiglio regionale, in cui possono essere accolti e gestiti i documenti e il materiale che i Consiglieri, gli ex Consiglieri ed eventualmente altri, volessero fare dono al Consiglio regionale affinché il materiale sia utilmente conservato come elementi di storia di questo Consiglio regionale.
Si tratta, colleghi, di un ordinamento assolutamente minimale della materia che, tuttavia, ha lo scopo di superare un vuoto di normative che al momento continua a persistere. È stato deciso in questi termini anche su richiesta dell'associazione degli ex Consiglieri che ritiene di dover continuare ad essere un'associazione del tutto volontaria e, per cui svincolata da compiti o vincoli di funzioni istituzionali.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione generale.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Presidente e colleghi, volevo solo sottolineare un aspetto che mi sembra importante: sono contento che l'Ufficio di Presidenza - con l'aiuto dell'Associazione ex Consiglieri - sia giunto ad una proposta che formalizza e definisce i compiti, le prerogative e le attività che l'Associazione ex Consiglieri potrà fare e le modalità con cui potrà espletare i suoi compiti.
Voglio ricordare che molto probabilmente anche questa proposta nasce da quella polemica che ho voluto sottolineare quando, circa due anni e mezzo fa, ci trovammo una richiesta formale del Presidente dell'Associazione di essere consultato in sede di Commissione. Non è per rinvangare o per avere progeniture su questo, però ritenevo fosse obiettivamente un compito difficilmente espletabile da un'Associazione che non aveva, ovviamente, una rappresentanza politica. Era difficile, quindi, che chiunque fosse il rappresentante pro-tempore dell'Associazione venisse in Commissione a rappresentare dei pareri, benché autorevoli e suffragati da ampia esperienza e competenza pregressa di ex Consigliere, e che non fosse appunto, opportuno che l'Associazione effettuasse questo tipo di compito politico.
Apprezzo e sottolineo, quindi, l'importanza del provvedimento perché si addiviene ad una definizione e ad una regolamentazione degli interventi dell'Associazione che ritengo utile.
Ringrazio l'Ufficio di Presidenza per avere prodotto - con l'aiuto del collega Tapparo - un provvedimento che ritengo sia necessario, opportuno e condivisibile.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Mellano.
La parola al Consigliere Tapparo, che ha presentato questo importante emendamento, che recupera una sua proposta di legge volta all'istituzione dell'Archivio storico dei Consiglieri regionali.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Presidente.
A suo tempo, avevo presentato una proposta di legge che intendeva non disperdere il patrimonio di documentazione e di esperienze che gli ex Consiglieri hanno accumulato nel percorso della loro vita politica e amministrativa.
Molto spesso, ex Consiglieri hanno conferito i loro materiali sottoforma di fondi, o parte di essi o di documentazione magari non classificata, ad associazioni, a fondazioni o ad istituti di studi storici.
In questo caso, potrebbe essere utile, utilizzando la Biblioteca regionale, avere una struttura che possa archiviare (eventualmente nelle forme da verificare in seguito) e classificare in modo opportuno questi materiali.
Ho trasformato la mia proposta di legge in due emendamenti, che credo siano stati distribuiti ai colleghi e sono a disposizione, proprio perch sintetizzano quella proposta e istituiscono questo Archivio (per ragioni puramente tecniche non viene chiamato "Archivio storico" ma "Archivio dei Consiglieri cessati al mandato"), la cui documentazione può essere conferita, come ripeto, sottoforma di fondo, di parte di esso oppure anche di semplice documentazione non classificata.
Voi sapete che negli archivi la documentazione viene misurata a metri.
Nei conferimenti, per esempio, la biblioteca prenderà in carico un metro due metri, tre metri di documentazione, e così via.
Inoltre, quando si potrà e se esisteranno le condizioni, credo che si potrebbe anche pensare a qualche forma di borsa di studio o qualcos'altro per ordinare i materiali su alcuni ex consiglieri o su periodi: credo che si possano fare degli studi, delle classificazioni ed eventualmente delle produzioni di testi come in Parlamento.
Infatti questa esperienza è già stata fatta ed è in corso, nei due rami del Parlamento, soprattutto per i rappresentanti passati di camera e Senato che abbiano avuto un percorso di vita politica storicamente significativa.
Anche al nostro interno ci possono essere Consiglieri che hanno (o avranno) una vita particolarmente politico-amministrativa significativa: sarebbe un peccato che la loro documentazione vada dispersa (spesso succede così).
Un ex Ministro piemontese che è deceduto - perché la famiglia non l'ha ritenuto opportuno - ha visto disperdere la vasta documentazione che disponeva. Con questa iniziativa potrebbero essere attenti i famigliari agli amici, le Associazioni o anche gli ex Consiglieri a quella che è una documentazione che potrebbe dare un significato importante al loro percorso, ma anche alla storia della nostra Assemblea.
Raccomando, quindi, l'accoglimento di questi due emendamenti coi quali ho trasformato il senso della proposta di legge che a suo tempo avevo presentato.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, dichiaro conclusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1.1 presentato dal Consigliere Riba: all'articolo 1, comma 2, al termine del primo periodo, sopprimere le parole "e sulla base di disposizioni definite dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale"; al secondo periodo sostituire le parole "della regione" con "del territorio nazionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.1.
Il Consiglio approva Emendamento rubricato n. 1.2 presentato dal Consigliere Riba: All'articolo 1, dopo il comma 2 inserire il seguente comma: "L'Ufficio di Presidenza adotta le disposizioni necessarie per l'attuazione di quanto disposto al comma precedente nell'ambito delle disponibilità del bilancio del Consiglio regionale." Indìco la votazione palese, sull'emendamento rubricato n. 1.2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 2.1 presentato dai Consiglieri Tapparo e Deorsola: dopo l'articolo 2 della proposta di legge n. 450 è inserito il seguente: "Articolo 2 bis (Istituzione dell'Archivio dei consiglieri regionali) 1. E' istituito presso la Biblioteca del Consiglio regionale del Piemonte l'Archivio dei consiglieri regionali cessati dal mandato.
2. L'Archivio, di cui al comma 1, raccoglie, conserva e cura la sistemazione, anche con l'ausilio di strumenti informatici, dei documenti cartacei, audiovisivi ed elettronici conferiti dai Consiglieri regionali cessati dal mandato".
Indìco la votazione palese sull'emendamento aggiuntivo rubricato n. 2.1 (che diventa articolo 3).
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 2.2 presentato dai Consiglieri Tapparo e Deorsola: dopo l'articolo 3 della proposta di legge n. 450 è inserito il seguente: "Articolo 2 ter (Organizzazione e funzionamento dell'Archivio) 1. La gestione, l'organizzazione e le regole di consultazione dell'Archivio dei consiglieri cessati dal mandato sono stabiliti con apposito regolamento dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte, su proposta della Commissione di Vigilanza della Biblioteca, prevista dall'articolo 20 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
2. I documenti di cui all'articolo 2 bis, comma 2, possono essere conferiti all'Archivio sotto forma di Fondo, di parte di esso ovvero di semplice documentazione non classificata.
3. Il conferimento avviene in forma volontaria e a titolo gratuito da parte dei consiglieri regionali cessati dal mandato, dei loro famigliari, dei gruppi consiliari, di associazioni e fondazioni ovvero di altri soggetti".
Indìco la votazione palese sull'emendamento aggiuntivo rubricato n. 2.2 (che diventa articolo 4).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 (che diventa articolo 5) Indìco la votazione palese sull'articolo 3. (che diventa articolo 5) Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero progetto di legge, nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 Consiglieri hanno risposto Sì 37 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 930 "Persecuzione della minoranza Montagnard e contestuale richiesta, da parte del governo vietnamita, di esplusione dall'ONU e dal Partito Radicale Transnazionale"


PRESIDENTE

Colleghi, come sapete è stato iscritto l'ordine del ordine del giorno n. 930 avente come oggetto "Persecuzione della minoranza montagnard e contestuale richiesta, da parte del governo vietnamita, di espulsione dall'ONU del partito radicale transnazionale", presentato dai Consiglieri Ghigo, Manica, Galasso, Muliere, Giordano, Tapparo, Palma, Mellano, Costa R.A., Burzi, Di benedetto, Costa E., Caracciolo, Rossi O. e Mercurio.
Tale ordine del giorno è firmato dai rappresentanti delle più diverse forze politiche.
Indìco pertanto la votazione palese di tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 5 luglio 2003 il Presidente della Montagnard Foundation, Kok Ksor, è stato ricevuto in forma ufficiale presso il Consiglio Regionale del Piemonte, alla presenza dei rappresentanti della Giunta, dell'Ufficio di Presidenza e di numerosi gruppi consiliari il 19 maggio 2004 il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all'unanimità una mozione su 'Ruolo della Regione Piemonte nella difesa dei diritti umani in Vietnam: in particolare, nella difesa dei diritti della minoranza cristiana dei Montagnard (Degar)'. In specifico, la mozione approvata, auspicando che gli accordi di Cooperazione UE/Vietnam fossero vincolati all'effettivo rispetto dei diritti umani, impegnava la Giunta regionale ad adoperarsi affinché il Parlamento e il Governo italiano e la Commissione Europea richiedessero 'immediatamente ai Governi vietnamita e cambogiano un pieno, diretto e libero accesso alla regione degli Altipiani Centrali, per verificare i rapporti sui casi di violenza e gli omicidi avvenuti negli ultimi tre anni' nei confronti della minoranza cristiana dei Montagnard (Degar) analoghe proposte sono state formulate in numerose Risoluzioni adottate dal Parlamento Europeo fra il 2000 e il 2003 nel luglio del 2002, il Comitato sui diritti umani delle Nazioni Unite ha fortemente criticato il Governo vietnamita per le gravi violazioni dei diritti umani in Vietnam e ha su questa base chiesto la garanzia dell'accesso agli altipiani centrali del Vietnam dei competenti organismi internazionali premesso altresì che l'accordo di cooperazione economica del luglio del 1995, concluso tra la Comunità europea e la Repubblica socialista del Vietnam, è, sin dall'articolo 1, condizionato al rispetto dei diritti dell'uomo e dei principi democratici il Patto sui diritti civili e politici a cui il Vietnam ha aderito nel 1982 lo impegna, nei confronti della comunità internazionale e dei suoi cittadini, a garantire e promuovere i diritti dell'uomo il Vietnam, in quanto aderente al Patto internazionale sui diritti civili e politici, è obbligato a garantire l'esercizio dei diritti civili e politici, comprese le libertà religiosa e di espressione considerato che alla vigilia della scorsa Pasqua, il 10 aprile 2004, decine di migliaia di Montagnard hanno organizzato celebrazioni religiose pubbliche negli Altipiani Centrali del Vietnam, chiedendo al Governo Vietnamita la fine della persecuzione religiosa e della confisca delle loro terre le celebrazioni religiose pubbliche avevano anche lo scopo di chiedere un urgente intervento della comunità internazionale, affinché garantisse l'accesso alla regione agli organismi deputati al monitoraggio dei diritti umani, come l'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani e l'Alto Commissariato ONU per i rifugiati, in modo tale da interrompere in modo definitivo gli arresti, le persecuzioni, le torture e le uccisioni che continuano, impunemente e da decenni, ai danni della minoranza Montagnard il Governo vietnamita ha immediatamente chiuso l'accesso alla regione a tutti gli stranieri e impedito alle rappresentanze diplomatiche di poter verificare l'accaduto desta viva preoccupazione il destino del popolo indigeno Montagnard che dopo aver vissuto per migliaia di anni negli altopiani centrali del Vietnam, ha visto ridursi drammaticamente la propria popolazione dai circa 3 milioni del periodo della colonizzazione francese ai circa 6-700.000 attuali le numerose restrizioni in materia di libertà di culto da parte del regime vietnamita sono inoltre dimostrate dall'abolizione del riconoscimento ufficiale e quindi della legittimazione giuridica di talune organizzazioni religiose, quali la Chiesa buddista unificata del Vietnam (UBCV), le «case chiesa» protestanti e i gruppi dissidenti Hoa Hao e Cao Dai desta profondo turbamento il fatto che nelle ultime settimane il Governo vietnamita abbia rilanciato una campagna politica a livello internazionale volta ad impedire al Partito Radicale Transnazionale (P.R.T.) di continuare a partecipare ai lavori delle Nazioni Unite: il P.R.T è infatti accusato di complicità con il terrorismo per il fatto di avere consentito l'intervento presso la Commissione sui Diritti umani dell'Onu del Sig. Kok Ksor Presidente della Montagnard Foundation il Comitato sulle Organizzazioni Non Governative dell'ONU, grazie alla pressione e allo schieramento determinante di alcuni dei regimi più dispotici della terra, lo scorso 22 maggio ha approvato con nove voti a favore, otto contrari e due astensioni la richiesta del Governo vietnamita di sospendere per tre anni lo status consultivo del P.R.T presso le Nazioni Unite il P.R.T, paradossalmente, rischia di essere espulso dall'Onu per avere denunciato una situazione di persecuzione etnico-religiosa ripetutamente stigmatizzata dal Parlamento Europeo e dallo stesso Comitato sui diritti umani delle Nazioni Unite tutto ciò premesso il Consiglio regionale ribadendo la propria denuncia sulla intollerabile persecuzione della minoranza Montagnard impegna la Giunta regionale ad adoperarsi presso il Governo nazionale affinch siano assunte iniziative politiche immediate sia a livello bilaterale sia in sede di Unione Europea per ottenere dal Governo Vietnamita l'accesso negli altopiani centrali delle autorità internazionali di monitoraggio sui diritti umani, a partire dall'Alto Commissario ONU sui Diritti Umani secondo quanto richiesto dalle Nazioni Unite nel luglio 2002 sia ottenuta dal Governo cambogiano la garanzia del rispetto della Convenzione ONU sui rifugiati del 1953 e sia quindi aperto il confine ai rifugiati Montagnard che fuggano dalla persecuzione del Governo vietnamita si arrivi, con iniziative inequivocabili, alla sospensione degli accordi di cooperazione stipulati col Vietnam, qualora non ci siano atti concreti e significativi volti a garantire la protezione della popolazione Montagnard da parte di autorità internazionali il Governo concorra attivamente, sul piano politico e diplomatico, ad assicurare che la maggioranza dei 54 Stati Membri del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, nella seduta del prossimo 21 luglio, rigetti la raccomandazione del Comitato sulle Organizzazioni Non Governative (ONG) di sospensione dello status consultivo del PRT per 3 anni.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Università

Esame disegno di legge 423 "Modifiche e integrazioni alla l.r. 16/1992 (Diritto allo studio universitario), modificata dalla l.r. 58/2000 e alla l.r. 53/1996 (Tassa regionale per il diritto allo studio universitario e per l'abilitazione all'esercizio professionale)" ed esame ordine del giorno n. 934 inerente a "Prestiti d'onore agli Studenti - Diritto allo studio universitario" collegato


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 423 "Modifiche e integrazioni alla l.r. 16/1992 (Diritto allo studio universitario) modificata dalla l.r. 58/2000 e alla l.r. 53/1996 (Tassa regionale per il diritto allo studio universitario e per l'abilitazione all'esercizio professionale)", di cui al punto 4) all'o.d.g..
La parola alla relatrice, Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna, relatrice

Il quadro delineatosi con l'apertura dell'anno accademico 2001/2002, a seguito dell'esplosione del numero di domande per la borsa di studio da parte degli studenti aventi diritto ai sensi di legge, ha richiesto nel 2002 un incremento di risorse regionali destinate alle borse di circa il 150%, mettendo in evidenza la necessità di procedere, in tempi rapidi, alla riorganizzazione del sistema di erogazione di tale beneficio, mediante la definizione di criteri e di strumenti rispondenti ad un più sostenibile piano di spesa e ad una più efficace finalizzazione delle risorse.
I dati delle graduatorie relativi alla concessione, per l'anno accademico 2001/2002, delle borse di studio, che vedono l'idoneità di 12.394 studenti, evidenziano infatti un incremento rispetto all'a.a.
precedente di 2.792 idonei, con un aumento nel periodo 98/99 01/02 di 5.844 borsisti.
L'alto tasso di abbandoni tra il primo e il terzo anno da parte degli studenti vincitori di borsa di studio, risultato dell'analisi effettuata sui dati dell'ultimo triennio, ha messo in luce, oltre che un tasso di insuccesso sociale, l'attribuzione di risorse finanziarie regionali e statali a studenti che, non giungendo al conseguimento del titolo, hanno tuttavia usufruito di benefici a fondo perduto.
Le ragioni del considerevole incremento di domanda nell'ultimo anno sono in buona parte legate ai primi effetti della riforma universitaria e, in parte, all'eliminazione del requisito di merito per gli iscritti al primo anno del corso di laurea.
Si rende pertanto necessario, d'intesa con gli Atenei e con l'Osservatorio regionale, procedere nel corso del prossimo triennio, al monitoraggio puntuale del conferimento ed utilizzo delle borse di studio.
In attesa di valutare nel corso del prossimo triennio gli esiti della riforma sull'andamento delle borse di studio, è comunque indispensabile individuare fin d'ora strumenti idonei a riportare l'attuale forma meramente assistenziale di erogazione delle borse di studio ai principi che hanno ispirato l'articolo 34 della Costituzione: funzionalizzare il diritto allo studio e il conseguente impegno finanziario alla crescita culturale e civile della società, mediante un effettivo sostegno ai capaci e meritevoli privi di mezzi economici.
In questa prospettiva, l'impegno della Regione non può che fondarsi sulla convinzione per cui il diritto allo studio è funzionale al raggiungimento degli obiettivi di formazione, cioè al compimento del percorso di studi nei tempi legali.
Per il perseguimento delle finalità indicate il disegno di legge in esame si propone i seguenti obiettivi: a) fuoriuscire da una logica meramente assistenzialistica della borsa di studio, per entrare in un sistema fondato sulla stipulazione di un contratto iniziale che responsabilizzi lo studente all'atto della domanda e, mediante una più articolata modulazione delle erogazioni in funzione della progressiva acquisizione di crediti formativi e una minore spesa a fondo perduto, finalizzi l'impegno finanziario della Regione al sostegno effettivo dello studente nel raggiungimento della conclusione del proprio percorso di studi b) consentire al maggior numero di studenti privi di mezzi economici di entrare nel sistema, favorire, nell'ambito delle disponibilità finanziarie un sostegno continuativo ai capaci e meritevoli, prevedere, a tutela di quelli che per qualsiasi motivo non hanno ottenuto o mantenuto la borsa, la possibilità di accedere al prestito d'onore c) premiare effettivamente il merito e l'impegno, per cui al raggiungimento di particolari risultati consegue un "premio" finanziario d) favorire la partecipazione ai programmi di mobilità internazionale e) promuovere, nel rispetto del principio di eguaglianza sostanziale l'accesso al prestito d'onore anche per gli studenti capaci e meritevoli non rientranti nei requisiti economici previsti dalla normativa nazionale.
Il sistema proposto si fonda, a grandi linee, su un meccanismo che consente allo studente, all'inizio del proprio percorso di studi, di disporre di un'apertura di credito, garantita dalla Regione, cui egli può continuare ad attingere (sino ad un tetto massimo prefissato), nella misura in cui acquisisce annualmente la quantità di crediti necessari a laurearsi in corso.
Nel corso dell'esame del provvedimento, la Commissione ha rilevato che i contenuti del disegno di legge vanno ad innestarsi direttamente sulla legge regionale 18 marzo 1992, n. 16, relativa a "Diritto allo studio universitario", in particolare per quanto riguarda l'istituto delle borse di studio e i prestiti d'onore, nella stessa legge già presenti.
La Commissione, dopo un lungo e approfondito dibattito, ha quindi deciso in linea con la semplificazione e la delegificazione, di non procedere all'approvazione di una nuova legge ed ha conferito mandato agli uffici del Settore Commissioni legislative per la stesura di un testo che si configuri quale modifica della legge 16 ad una modifica della legge n. 16, inserendo nella stessa i contenuti previsti dal disegno di legge, giungendo ad un unico testo che raccoglie tutta la normativo relativa al funzionamento dell'Ente per il diritto allo studio ed alla regolamentazione di tutti gli strumenti di incentivo per il diritto allo studio.
Il disegno di legge prevede la modifica della legge regionale 1 agosto 1996, n. 53 relativa alla "Tassa regionale per il diritto allo studio universitario e per l'abilitazione all'esercizio professionale" modificando l'importo della tassa regionale.
La prima modifica alla legge n. 16 si riferisce all'articolo 2 aggiornandolo alla legge 21 dicembre 1999, n. 508.
L'articolo 2 incide sull'articolo 3 della legge regionale 16, relativo ai destinatari. In particolare, il comma 2 equipara gli studenti stranieri non appartenenti all'Unione Europea agli studenti italiani, ai sensi dell'articolo 46, comma 5, del DPR 31 agosto 1999, n. 394.
L'articolo 3 modifica l'articolo 6, relativo ai beneficiari delle borse di studio.
Il beneficio può essere richiesto dagli studenti che, in possesso dei requisiti economici fissati dalla vigente normativa nazionale, così come recepita dall'Amministrazione regionale, si iscrivono per la prima volta ai corsi di studio universitari.
Nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, l'assegnazione della borsa è garantita, per l'intera durata legale del corso di studi prescelto agli studenti risultati idonei, che soddisfino i requisiti economici e di merito fissati dalla Giunta regionale.
Possono richiedere la borsa anche gli studenti iscritti ad anni successivi al primo che non abbiano precedentemente, per qualsiasi motivo, ottenuto il beneficio, purché in possesso dei requisiti economici e di merito necessari.
L'articolo 4 aggiunge l'articolo 6 bis alla legge 16 ed è relativo all'importo e alla modalità di erogazione delle borse di studio.
L'articolo stabilisce che l'importo della borsa, differenziato sulla base delle condizioni soggettive ed economiche degli studenti e delle loro famiglie, e lo stanziamento complessivo destinato all'assegnazione delle borse di studio siano fissati annualmente dalla Giunta regionale.
Indica poi le modalità di erogazione della borsa di studio che, di norma avviene mediante il versamento dell'importo corrispondente su un conto corrente intestato allo studente, aperto presso uno degli istituti bancari convenzionati con la Giunta regionale e sul quale gli studenti sono autorizzati a prelevare importi mensili la cui entità sarà determinata nelle convenzioni con gli istituti bancari.
Mentre per il primo anno gli studenti ricevono l'erogazione della borsa al raggiungimento del numero dei crediti fissati dalla Giunta regionale, per gli anni successivi al primo, gli studenti si vedono accreditare ogni quadrimestre sul proprio conto corrente importi commisurati ai crediti acquisiti nel quadrimestre stesso.
Agli studenti che, mantenendo il diritto alla borsa di studio per l'intero arco degli studi, conseguono il titolo relativo entro la durata prevista dalla normativa con pieni voti, può essere attribuito un premio finale.
Gli studenti che nel corso del primo anno non raggiungono il requisito di merito richiesto per l'erogazione della borsa di studio devono restituire l'eventuale importo prelevato, secondo le modalità che saranno previste per i prestiti, ai sensi dell'articolo 5, comma 2.
Gli studenti che nel corso degli studi perdono il diritto alla borsa possono richiedere l'accesso al prestito d'onore.
L'articolo 5 introduce l'articolo 6 ter nella legge 16 ed è relativo alle borse di studio per la mobilità internazionale; prevede l'assegnazione di borse di studio ad integrazione di quelle erogate ai sensi dell'articolo 1 con lo scopo di offrire la possibilità agli studenti capaci e meritevoli privi di mezzi di partecipare ai programmi di mobilità internazionale.
Stabilisce che le borse siano concesse sulla base dei criteri fissati dalla Giunta Regionale, a condizione che il periodo di studio svolto all'estero abbia un riconoscimento accademico nell'ambito del corso di studi frequentato dal richiedente.
L'articolo stabilisce infine che l'importo della borsa, differenziato sulla base della durata del periodo di permanenza all'estero e dell'ammontare della borsa concessa sui fondi dell'Unione Europea, e lo stanziamento complessivo destinato all'assegnazione delle borse di studio siano fissati dalla Giunta Regionale.
L'articolo 6 modifica l'articolo 12 della legge regionale n. 16 riguardante i beneficiari dei presti d'onore.
L'articolo contiene l'indicazione di dettaglio di coloro che, in possesso dei requisiti economici previsti dalle normative nazionale e regionale potranno richiedere l'acceso al prestito, qualora intervenissero accordi in questa direzione tra la Giunta Regionale e gli istituti bancari convenzionati.
Prevede altresì la promozione di intese con gli istituti bancari per l'estensione dell'accesso al prestito anche a studenti, in possesso dei requisiti di merito, ma non dei requisiti economici.
L'articolo 7 introduce nella legge regionale 16 l'articolo 12 bis, che prevede che la Giunta Regionale, per la concessione dei prestiti d'onore a condizioni agevolate, stipuli apposite convenzioni con gli istituti bancari, fissando l'importo del prestito e le modalità di restituzione.
L'articolo 8 istituisce nella legge regionale 16 l'articolo 12 ter, che prevede la possibilità di accesso al prestito d'onore, finalizzato alla mobilità internazionale per gli studenti che vengano a trovarsi in una delle condizioni previste all'articolo 12, con modalità di erogazione e di restituzione del prestito stesso fissate secondo quanto indicato all'articolo 5.
L'articolo 9 modifica l'articolo 28 della legge regionale 16 aggiornandolo alle modifiche già apportate.
L'articolo 10 modifica l'articolo 32 della legge regionale 16 eliminando un riferimento ad una legge non più vigente.
Il disegno di legge, al Titolo II, tratta anche della tassa regionale per il diritto allo studio.
L'articolo 11 modifica l'articolo 1, comma 2 e comma 3 della legge regionale 1 agosto 1996, n. 53, indicando i corsi di studio per i quali è previsto il pagamento da parte degli studenti della tassa, alla luce della riforma universitaria.
Modifica altresì l'articolo 3, comma 1 della medesima legge, fissando l'importo della tassa regionale per il diritto allo studio universitario in cento euro, aggiornato annualmente dalla Giunta Regionale con riferimento alla variazione dell'indice generale Istat.
L'articolo 12, riferito al Titolo III, del disegno di legge stabilisce, con una norma transitoria sospensiva, che le nuove norme sono attivate a partire dall'anno accademico successivo alla data di sottoscrizione delle convenzione con gli istituti di cui all'articolo 4, compatibilmente con le scadenze previste dall'Ente per la pubblicazione dei Bandi.
Fino a quel momento la materia relativa alle borse di studio e ai prestiti d'onore continuerà ad essere regolata dagli articoli 6 e 12 della legge regionale n. 16.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione generale.
La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Un intervento veloce, perché purtroppo stamattina non ho potuto partecipare ai lavori della Commissione, ma sono assolutamente favorevole a questo provvedimento, che pone la Regione Piemonte ad essere una delle due Regioni (assieme alla Toscana) in Italia a riuscire ad erogare agli aventi diritto il 100% delle borse di studio. Significa che chi ha diritto a una borsa di studio in Piemonte la riceve. Quindi due sole Regioni in tutta Italia; la media nazionale di soddisfazione non raggiunge il 40%. Quindi va dato atto a questa Giunta, a questa maggioranza, in particolare all'Assessore Leo, di aver fatto un ottimo lavoro.
Inoltre, questo provvedimento trova un sistema migliore per dare le borse di studio, in quanto ci si è resi conto che vi era un numero anomalo di iscrizioni al primo anno, seguite poi da abbandono. Molte di queste persone ricevevano di diritto una borsa di studio, che, data una tantum a fondo perduto, veniva percepita per intero, dopodiché lo studente non frequentava, non dava esami, aveva incassato la borsa di studio e chi s'era visto s'era visto, portando via risorse a studenti più meritevoli, che continuavano il corso di studi. Dando invece la borsa di studio a tappe, a gradini, un po' per volta agli studenti, legandola all'effettiva attività di studente, noi siamo certi che di andrà a percepire la borsa di studio al limite intascherà in modo non corretto il primo gradino, la prima parte, ma prenderà le successive rate solo se continuerà il suo corso di studi in modo regolare.
Non solo. Aggiungiamo anche un mandato alla Giunta di predisporre un apposito disegno di legge per valutare l'assegnazione aggiuntiva di borse di studio del prestito d'onore. Anche in questo caso, un prestito d'onore che io mi auguro, Assessore Leo, sia dato sempre nello stile che ci ha contraddistinto, cioè nei confronti di chi effettivamente lo merita, non di coloro che lo prendono tanto per avere un contributo regalato a fondo perduto, ma perché veramente hanno necessità e sono persone che effettivamente hanno intenzione di frequentare i corsi universitari.
Quindi il Gruppo della Lega Nord è favorevole a questo provvedimento.
Non solo. Invita la Giunta a procedere in questo senso anche su altri provvedimenti che non c'entrano nulla con questo, ma che spesso e volentieri portano a contribuzioni una tantum che non raggiungono il fine che si era prefissato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Noi - ne abbiamo già parlato ampiamente più volte in Commissione condividiamo il provvedimento. Se escludiamo il Trentino Alto Adige, che è una Regione autonoma, rimangono due Regioni, la Toscana e il Piemonte, con una situazione molto diversa tra loro, perché la Toscana ha una percentuale altissima di studenti fuori sede rispetto alla nostra Regione.
Noi condividiamo anche l'impostazione del provvedimento, la preoccupazione di non disperdere risorse che poi non trovano seguito, visto l'abbandono. Su questo bisognerebbe fare una riflessione - non è questa l'occasione per discuterne - per capire se l'abbandono oltre il primo anno è solo causato dal "prendi i soldi e scappa" o se effettivamente nella struttura universitaria all'inizio non ci sono tutte le condizioni che possono permettere al maggior numero di iscritti al primo anno di poter continuare negli anni successivi. Ma penso che questa mattina avremo occasione di entrare nel merito e approfondire questo problema.
Rispetto a quanto detto nella relazione, facciamo una richiesta all'Assessore, che ringrazio per l'attenzione. Nello scorso febbraio, come Gruppo DS, abbiamo presentato un provvedimento - in una normativa comunque in movimento - specifico in materia di erogazione di prestiti d'onore.
Leggendo attentamente il disegno di legge presentato dalla Giunta regionale, la materia prestito d'onore viene citata solo in due o tre articoli e molto marginalmente noi chiediamo, vista la presentazione di una nostra proposta di legge, la marginalità, visto che il prestito d'onore non è l'asse portante del provvedimento.
Senza mettere in discussione la legge cui fanno riferimento che rimane in vigore, chiediamo all'Assessore se c'è la disponibilità a stralciare le parti che riguardano il prestito d'onore, perché seguono - e ritengo che ne abbiano dignità - un percorso autonomo ed indipendente da questo testo, che noi condividiamo nell'impostazione e nell'obiettivo che si vuole raggiungere, quello di razionalizzare le risorse per il sistema universitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Solo per dare sostegno, per quello che può essere accolto dall'aula alla proposta del collega Placido, visto e considerato che questa mattina sulla stessa materia, abbiamo approvato i criteri per la pubblicazione da parte dell'EDISU. Quindi, siamo nelle more di un atto che non pregiudica niente.
Siccome la proposta modifica, definisce e precisa alcune modalità valuti il Presidente della Commissione se non sia possibile accogliere la proposta di ritornare in Commissione e provare ad integrare i due testi nella parte proposta con un minimo di approfondimento, fermo restando che alla luce dell'approvazione dei criteri di stamattina, la legge in sé non ha criteri di urgenza.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Leo per la replica.



LEO Giampiero, Assessore all'Università

Rispetto alla proposta del collega Placido e del Consigliere Contu penso di accoglierla in questi termini. Accolgo la proposta di stralciare dal d.d.l. gli articoli relativi all'erogazione dei prestiti d'onore (quindi gli articoli 6,7 e 8) per attenzione nei confronti dei Consiglieri del Gruppo DS, che hanno presentato la proposta, e il Consigliere Contu che chiede di vederla più attentamente in Commissione.
Quindi, propongo che quella parte del prestito d'onore venga esaminata in Commissione confrontando le varie proposte di legge, così come proposto dalla Consigliera Rosa Anna Costa e da altri colleghi. Anche perché si va formando un nuovo quadro di riferimento nazionale per l'adozione e la regolamentazione dell'attivazione dell'istituto del prestito d'onore.
Lo stralcio non comporta rilevanti modifiche al provvedimento - andiamo a farlo in Commissione - in quanto gli articoli relativi al prestito si limitavano ad autorizzare la Giunta a sperimentare l'attivazione, ed aveva il forte significato di anticipare in Piemonte l'adozione di tale beneficio, premendo sul Governo per un quadro di riferimento normativo nazionale.
I tempi intercorsi dalla presentazione del provvedimento al suo esame oggi in aula hanno visto, nel frattempo, concretizzare indicazioni per la prossima redazione di atti normativi nazionali finalizzati ad attivare l'adozione a tutti gli effetti del prestito d'onore e a fissare criteri per un'uniformità di trattamento e per la regolamentazione complessiva dell'istituto.
Proprio alla luce di tale orientamenti, la Giunta regionale sta attualmente predisponendo un provvedimento che, tenendo conto di quanto emerso a livello nazionale, si propone di definire l'avvio concreto in Piemonte di un sistema sui prestiti, che, per un verso, integra il nuovo percorso per le borse di studio proposto dal d.d.l., oggi all'esame del Consiglio, e per altro verso offre agli studenti iscritti agli Atenei piemontesi un ulteriore importante strumento di supporto ai fini del raggiungimento dei livelli più alti dell'istruzione.
La Giunta si pronuncia anche a favore degli emendamenti presentati dal Consiglio, sia per coerenza con quanto dichiarato finora, sia perché va modificata una disposizione che prevedeva la tassa, che abbiamo già assunto con la finanziaria. Quindi, questa va abrogata qui.
Questo mette ordine agli emendamenti del Consiglio e assumo l'impegno di stralciarlo per ritornare in Commissione per un discorso più complessivo.



PRESIDENTE

Comunico che fino all'articolo 3 non ci sono emendamenti.
Vi è un emendamento che chiede di modificare i numeri, e a questo ci pensa l'Ufficio di Presidenza, quindi non è necessario discuterlo; così come l'emendamento al comma 1 dell'articolo 5, che è privo di portata normativa.
Vi sono poi emendamenti abrogativi degli articoli 6-7-8.
L'emendamento relativo all'articolo 9 è privo di portata, perché ci pensa l'Ufficio di Presidenza, così come quello relativo all'articolo 10. E' da porre in votazione l'emendamento che propone di modificare il titolo e di abrogare l'articolo 11.
Questo era il quadro complessivo degli emendamenti presentati.
Passiamo quindi all'esame del relativo articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 4.1 presentato dai Consiglieri Placido, Suino e Marcenaro: articolo 4, alla fine del comma 3 sono aggiunte le parole: "per il solo primo anno di erogazione della borsa si determina che la prima quota è corrisposta in misura doppia".
Tale emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 4.2 presentato dai Consiglieri Costa R., Marengo e Bussola: articolo 4, comma 8, abrogare le parole "con le stesse modalità previste per i prestiti d'onore ai sensi dell'articolo 12 bis, comma 2".
Emendamento rubricato n. 4.3 presentato dai Consiglieri Costa R., Marengo e Bussola: articolo 4, comma 9, abrogare l'intero comma.
Indìco unica votazione palese sugli emendamenti rubricati nn. 4.2 e 4.3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 6.1 presentato dai Consiglieri Costa R., Marengo e Bussola: articolo 6, abrogare l'intero articolo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6.1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 7.1 presentato dai Consiglieri Costa R., Marengo e Bussola: articolo 7, abrogare l'intero articolo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 8.1 presentato dai Consiglieri Costa R., Marengo e Bussola: Articolo 8, abrogare l'intero articolo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8.1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 (diventa articolo 6) Indìco la votazione palese sull'articolo 9 (che diventa articolo 6).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 (diventa articolo 7) Indìco la votazione palese sull'articolo 10 (diventa articolo 7).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 11.1 presentato dai Consiglieri Costa R., Marengo e Bussola: titolo II "Modifiche alla legge regionale 1 agosto 1996, n. 53 (Tassa regionale per il diritto allo studio universitario e per l'abilitazione all'esercizio professionale)" abrogare l'intero titolo e l'articolo 11.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11.1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 (diventa articolo 8) Indìco la votazione palese sull'articolo 12 (che diventa articolo 8) Il Consiglio approva.
Prima di votare l'intero testo c'é un ordine del giorno collegato, il n. 934, inerente a "Prestiti d'onore agli studenti - Diritto allo studio universitario)" collegato al disegno di legge in esame (ai sensi dell'articolo 78 del Regolamento interno), presentato dai Consiglieri Placido, Costa R., Marengo e Bussola.
Se non vi sono osservazioni, indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 934 collegato al provvedimento, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale nelle more dell'approvazione della legge regionale sui prestiti d'onore e dell'entrata in vigore della normativa statale in materia impegna la Giunta regionale ad avviare, già a partire dall'anno accademico 2004/2005 una sperimentazione sui prestiti, ad integrazione delle vigenti forme di supporto per il diritto allo studio universitario e con lo scopo di verificare la risposta degli studenti a prevedere la sperimentazione del prestito come forma integrativa della borsa o come opportunità per le tipologie di studenti non destinatari, ai sensi della vigente normativa, di alcuna forma di aiuto, quali gli iscritti ai corsi di master universitari ad attivare tutte le procedure affinché la sperimentazione possa avvalersi in particolare delle opportunità di cofinanziamento rese disponibili per i prestiti dalla normativa nazionale, che altrimenti potrebbero non essere utilizzate, consentendo di ampliare i benefici per gli studenti iscritti alle Università piemontesi e al tempo stesso di testare gli strumenti e di mettere a punto le modalità operative, che potranno poi essere più efficacemente definite a regime con l'entrata in vigore della nuova normativa regionale e statale".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Dichiaro superato il testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 242 "Diritto allo Studio Universitario - Programma degli interventi e criteri per l'erogazione delle borse di studio, dei servizi e dei benefici per l'anno accademico 2001-2002", e n. 243 "DGR n. 73-3349 del 25 settembre 2001. Diritto allo Studio Universitario - Programma degli interventi e criteri per l'erogazione delle borse di studio, dei servizi e dei benefici per l'anno accademico 2001-2002" rettifica per mero errore materiale.
Il testo unificato è superato dall'approvazione della presente legge.


Argomento: Gruppi consiliari

Esame proposta di deliberazione n. 510 "Costituzione Gruppi consiliari ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale: criteri interpretativi"


PRESIDENTE

Passiamo, infine, all'esame della proposta di deliberazione n. 510 inerente a "Costituzione Gruppi consiliari ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale: criteri interpretativi", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Per risolvere le questioni interpretative collegate alla costituzione dei Gruppi, l'Ufficio di Presidenza ha ritenuto di demandare la questione ad un apposita delibera interpretativa. Questa delibera è passata all'esame della Commissione, è stata approvata ed arriva all'aula.
La Consigliera Costa, relatrice, la dà per illustrata.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Volevo porre all'Ufficio di Presidenza una questione preliminare.
Arriva una proposta di delibera di interpretazione autentica del Regolamento che in realtà è una modifica regolamentare perché, in maniera assolutamente esplicita, modifica i meccanismi di costituzione e di riconoscimento dei Gruppi consiliari. Il Presidente e l'Ufficio di Presidenza sanno che le modifiche regolamentari hanno delle procedure di approvazione aggravate e non possono essere gabellate attraverso interpretazioni autentiche. Nel momento in cui si stabilisce che le componenti del Gruppo Misto della Camera e del Senato rilevano, ai fini della Costituzione dei Gruppi consiliari, cosa esplicitamente esclusa dal nostro Regolamento, si procede con una modifica del Regolamento del Consiglio regionale e non con un'interpretazione autentica.
La questione preliminare che volevo porre al Presidente è se non ritiene, essendo anche fra i proponenti, che questa proposta di delibera debba assumere la veste, che le è propria, di modifica regolamentare e non di interpretazione autentica. Perché se ci muoviamo su un piano di questo tipo avremo un Regolamento che non dice più nulla e un Ufficio di Presidenza che amministra, di volta in volta, sulla base delle contingenze e delle convenienze, il Regolamento stesso a botte di interpretazioni autentiche che, essendo provvedimenti o legislativi o deliberativi dovrebbero avere il rango che è loro proprio e non il rango delle proposte di modifiche e di riforma del Regolamento della legge.
Gradirei che il Presidente, o uno dei proponenti, illustrasse il senso di questa proposta di deliberazione visto che - parlo in termini tecnici e non sul contenuto - non è un'interpretazione autentica, ma una modifica del meccanismo di costituzione dei Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Condivido le lamentazioni e le osservazioni, ineccepibili sul piano tecnico giuridico, che non si possa procedere attraverso l'interpretazione.
Mi pare che qui cambiano i numeri di riferimento, rispetto alla costituzione dei Gruppi. In questo momento non ho sottomano il testo del Regolamento, ma prudenza vorrebbe che si seguisse la prassi normale della modifica dell'impianto del Regolamento.
Si ritiri, quindi, questo atto e ritorni in Commissione Regolamento seguendo la procedura normale e non quella di un atto deliberativo ed interpretativo da parte dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, l'articolo 13 del Regolamento è, evidentemente un articolo lacunoso. Non so se volutamente lacunoso, ma ad ogni modo, si è presentata una questione all'Ufficio di Presidenza, il quale ha ritenuto di sottoporla all'aula, per rispetto della stessa. L'Ufficio di Presidenza ha ritenuto di non poter risolvere la questione con un semplice atto amministrativo e, quindi, con un semplice atto di stretta interpretazione del Regolamento, ritenendo questa interpretazione quanto meno dubbia.
Ritenendolo tale, l'Ufficio di Presidenza ha ritenuto di proporre una deliberazione di interpretazione autentica alla Commissione e all'Aula. E' assolutamente una opzione trasparente, sia dal punto di vista della procedura sia dal punto di vista del contenuto della deliberazione.
Detto questo, se l'Aula, nella sua sovranità, ritiene che questa deliberazione debba essere qualificata come una modifica, tout court, del Regolamento e non come una semplice interpretazione autentica, per quanto riguarda l'Ufficio di Presidenza non c'è nessun problema e, anzi, l'Ufficio di Presidenza ringrazia in anticipo l'aula se dovesse accedere a questa interpretazione.
Riassumendo, chiedo al Consigliere Palma se intende formalizzare la richiesta di trasformazione di questa deliberazione, da delibera di interpretazione autentica in delibera di modifica del Regolamento.
Se intende formalizzarla la pongo ai voti e se dovesse ottenere la maggioranza dei voti si intende che la delibera viene trasformata in delibera di modifica del Regolamento, altrimenti porrò in votazione la delibera di interpretazione autentica.
Sulla proposta del Consigliere Palma - proposta di carattere preliminare - c'è qualche Consigliere che vuole intervenire contro? No allora la pongo in votazione.
Indìco la votazione palese sulla trasformazione della deliberazione in proposta di modifica del Regolamento.
Il Consiglio non approva.
L'Aula, quindi, ritiene che debba essere qualificata come interpretazione autentica e non come modifica del Regolamento.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Trovo positivo che il Presidente abbia rimesso all'aula questa decisione; mentre trovo assolutamente irresponsabile, da parte dell'Aula questa è una valutazione politica che do - scegliere di condividere la strada tracciata dall'Ufficio di Presidenza.
Ci troviamo di fronte all'ennesimo esempio di come il Regolamento del Consiglio regionale, in ordine alla costituzione dei Gruppi consiliari, non venga utilizzato per disciplinare l'attività dei Gruppi consiliari stessi ma per consentire, ai Gruppi consiliari o ad alcune delle componenti dei Gruppi, di trarre il massimo vantaggio, in termini istituzionali ed economici, dal Regolamento stesso.
Viviamo in un Consiglio regionale in cui ci sono tre Gruppi consiliari che agiscono come un Gruppo solo: fanno i comunicati sulla stessa carta intestata e poi percepiscono tre finanziamenti distinti come Gruppo consiliare, in parte appesi a liste che non esistono più e in parte appesi a Gruppi parlamentari della Camera e del Senato. Non più tardi di sei mesi fa abbiamo costituito il Gruppo Misto per consentire, ai Consiglieri facenti parte di tale Gruppo, di avere le stesse prerogative e le stesse funzioni di tutti i Consiglieri regionali: di avere un capogruppo, di poter partecipare alla Conferenza dei capigruppo, evidentemente sanando una grossa lacuna del nostro Regolamento. Immediatamente dopo la costituzione del Gruppo Misto abbiamo, su proposta dell'Ufficio di Presidenza - così stiamo procedendo - consentito ad alcuni componenti del Gruppo Misto di autocostituirsi in Gruppi, collegandosi a nulla, perché le componenti del Gruppo Misto della Camera e del Senato hanno una rilevanza - quando esiste puramente politica e non istituzionale.
A questo punto, chiederei all'Ufficio di Presidenza - che tutti rappresenta, in particolare coloro che questi componenti hanno votato - di avere un atteggiamento più sorvegliato in ordine alla gestione dei Gruppi consiliari; mentre chiederei all'Aula, nel suo complesso, di ragionare rispetto al questo Regolamento, come ad uno strumento di disciplina delle nostre attività e non come ad un di Pozzo di San Patrizio, in cui qualunque Consigliere può, più o meno, accedere a piene mani, sulla base della proprie convenienze. Caro Presidente e cari membri dell'Ufficio di Presidenza, su questo punto ci stiamo prendendo in giro da quattro anni.
Abbiamo sentito dichiarazioni esplicite di numerosi componenti di diversi Gruppi che loro per primi affermavano che una situazione anomala andava in qualche misura sanata. Ovviamente, questi stessi Consigliare e questi stessi Gruppi non hanno affatto sanato la propria situazione e altri Consiglieri e altri Gruppi hanno ritenuto di procedere o di richiedere interpretazioni capziose e favorevoli del Regolamento, per avere prerogative che non sono giustificate dall'esigenza di salvaguardare la dignità di ruolo del Consigliere regionale, ma sono unicamente motivate dall'esigenza di avere una dotazione di finanziamenti per il personale e per il budget delle attività, superiore a quello che il nostro Regolamento consentirebbe.
Con questa cosiddetta interpretazione autentica, diamo l'ennesima "picconata" ad una parte, per niente oscura e assolutamente cogente, del nostro Regolamento.
Francamente, sono stupito del fatto che il Presidente ritenga lacunosa o dubbiosa (al limite poteva considerarla errata) l'interpretazione possibile del comma 2 bis dell'articolo 13 del nostro Regolamento, che stabilisce che è possibile costituire i Gruppi consiliari indipendentemente dal numero solo qualora questi trovino corrispondenza in Gruppi costituiti presso il Parlamento nazionale. La norma è assolutamente chiara; al limite a qualcuno potrebbe non piacere: evidentemente, all'Ufficio di Presidenza e alla maggioranza dei Gruppi consiliari non piace, ma la scusa che questa norma non sia chiara non regge. È una norma talmente chiara che ha disciplinato, per anni e anni, l'attività del Consiglio regionale, non dando luogo ad alcun tipo di interpretazione divergente e a nessun tipo di richiesta eccentrica da parte di nessun Consigliere regionale.
Se la strada è quella di trasformare il Regolamento in interpretazioni di Regolamento, in un mercato particolarmente ricco per tutti i Consiglieri, stia attento il Presidente - e stiano attenti i membri dell'Ufficio di Presidenza - perché poi chiunque si può attrezzare in questo modo.
Se vogliamo trasformare quest'Aula non in un'Aula che fotografa, nella composizione dei Gruppi, la realtà politico-istituzionale della nostra Regione, ma in un insieme di combinazioni che, sfruttando appunto il gioco combinatorio, consente ai singoli Consiglieri, ai loro assistenti e ai loro Partiti di avere più finanziamenti, non facciamo onore né al nostro ruolo né alla nostra istituzione, ma introduciamo una logica di "mercato" in senso deteriore che non dovrebbe appartenere a quest'Aula e neppure - sia detto ironicamente - alle intenzione dei singoli Consiglieri regionali.
Detto questo, essendo un'interpretazione autentica è del tutto inemendabile. Sottolineo soltanto questo aspetto, evidentemente paradossale, per cui ci si può collegare ad una componente del Gruppo Misto, ma non ci so può collegare al Gruppo Misto; che all'interno di questo Consiglio regionale Partiti che hanno rappresentanti eletti, e che per un errore tecnico non avevano presentato la lista in una delle otto circoscrizioni provinciali, non possono costituire Gruppo, mentre qualunque Consigliere regionale, più o meno transfuga dal proprio Gruppo, pu appendersi ad una componente inesistente del Gruppo Misto della Camera e del Senato. Questa è la disciplina che voi state costruendo in ordine ai Gruppi consiliari: non mi sembra né una disciplina giusta in senso generale, né una disciplina prudente in senso contingente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Palma.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
La strada che ha scelto l'Ufficio di Presidenza, su questo atto, lo caratterizza sempre di più non come un Ufficio che dovrebbe regolare l'attività dei Gruppi all'interno di quanto definito dal Regolamento, ma che, di volta in volta, sulla base delle opportunità, opta, attraverso la scelta dei criteri interpretativi, scelte politiche di fondo.
Ho toccato, sulla mia persona, alcune scelte infelici operate dall'Ufficio di Presidenza e mi pare che lo stesso stia perdendo un po' quell'equilibrio che lo dovrebbe caratterizzare.
Rispetto al merito, dico solo questo: i Gruppi consiliari, così come determinati dalla competizione elettorale, erano 13.
corretto? Presidente, mi sta sorgendo un dubbio enorme: mi potrebbe confermare questo dato? Erano 15 o 13? Nessuno ricorda questo dato!



PRESIDENTE

Sempre troppi!



CONTU Mario

Qualcuno dice perfino che erano 17: allora ricordavo bene! strano, Presidente, che mentre lei fa questa affermazione, che appartiene ad una forza politica che, con forza, attraverso il federalismo parla di "snellimento" delle assemblee elettive e della loro corrispondenza, in termini reali, alle rappresentanze così come espresse dalle leggi, oggi - non è dato a sapere come l'Ufficio di Presidenza abbia espresso il suo parere, perché non ho capito se è indicata un'espressione all'unanimità - mi sembra che si stia compiendo un atto estremamente grave favorendo quella frammentazione che sarebbe concepibile in virtù di un proporzionalismo puro e che dovrebbe trovare corrispondenza nelle rappresentanze istituzionali così definite dal voto. Ma la moltiplicazione dei Gruppi in corso d'opera, senza alcun riferimento che non sia general generico alla presenza e all'esistenza in quanto forze politiche, mi sembra un'abbreviazione che la dice lunga sulla perdita di lucidità - o sulla troppa lucidità - dell'Ufficio di Presidenza quando propone all'Aula queste scelte.
Non mi resta che una constatazione amara. Se l'Aula voterà questo provvedimento, verrà confermata una mia opinione: siamo tutti destinati a morire democristiani!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente.
L'articolo 13 del vigente Regolamento interno del Consiglio regionale che ha per titolo "I Gruppi consiliari" recita al comma 2: "I Gruppi consiliari sono altresì composti dai Consiglieri eletti nella medesima lista qualunque ne sia il numero, purché trovino corrispondenza in Gruppi esistenti presso il Parlamento nazionale (Camera o Senato)".
Il comma 2 bis esplicita: "I Gruppi che si costituiscono successivamente devono essere formati da almeno due Consiglieri; salvo che indipendentemente dal numero, trovino corrispondenza in Gruppi costituiti presso il Parlamento nazionale (Camera o Senato)".
Caro Presidente e cari membri dell'Ufficio di Presidenza, credo che oggi abbiate davvero ecceduto nella proposta formulata al Consiglio e che il Consiglio, in modo davvero avventato, ha raccolto o sta per raccogliere.
La lettura di questi due semplici commi ha tutt'altri limiti che non il fatto di non essere chiari o espliciti.
Voglio sottolineare affinché rimanga a verbale che forse l'Ufficio di Presidenza avrebbe dovuto essere consigliato e aiutato meglio dagli uffici preposti del Consiglio, perché far dire in Aula ad un Presidente del Consiglio regionale che stimo - lo stimo per molti aspetti, e ci tengo a dirlo pubblicamente - che questo testo sia poco chiaro, è una palese inesattezza.
Vorrei ripetere parte delle cose dette dal collega Palma. Circa un anno e mezzo fa, al rinnovo dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in un momento di bagarre quasi assoluta, in cui i voti volavano e gli accordi sottobanco erano all'ordine del giorno - ricordo che avevamo contestato, come Gruppo Radicale, anche le modalità di espressione del voto, perché permettevano di controllare il voto in Aula - avevamo sentito alzarsi in quest'Aula il Consigliere Saitta (l'attuale Presidente della Provincia di Torino) che diceva formalmente che avrebbero proceduto ad unificare i tre Gruppi della Margherita. Su quella dichiarazione, il Gruppo Radicale partecipò al voto per esprimere, quale Gruppo di minoranza, il proprio voto per il Vicepresidente e per il componente, amico, Alessandro Di Benedetto.
Siamo qui a prendere atto che, fuori microfono, il Presidente del Consiglio dice: "Sono troppi i Gruppi in Consiglio regionale", ma siamo qui a prendere atto che questi Gruppi consiliari corrispondono a delle scelte esplicite di questo Ufficio di Presidenza, dal quale noi e il Gruppo di Rifondazione Comunista siamo esclusi.
Ci onoriamo, dunque, di non assumere alcuna responsabilità nella gestione, peraltro molto importante e grave, dei Gruppi in questo Consiglio, a cominciare dal caso che ha visto protagonista il Consigliere Contu.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Grazie, Presidente. Molto velocemente, anche perché l'ora è estremamente tarda: solo per evidenziare, più per il verbale che per altro come il discorso dell'uso proprio o forse non tanto proprio del Regolamento per la costituzione dei Gruppi sia un qualcosa che attiene a quest'Aula, ma all'altra parte di quest'Aula.
L'uso del Regolamento per costituire Gruppi atipici è sicuramente un qualcosa che ha portato a costituire Gruppi atipici nella componente del centrosinistra, perché nel centrodestra i Gruppi rispecchiano esattamente le forze politiche di appartenenza e di riferimento nazionale. Quindi, il centrodestra non è sensibile al dividersi per raccogliere di più di quello che spetterebbe, mentre nel centrosinistra la sensibilità a dividersi per raccogliere di più, in termini di moneta pubblica, cioè di soldo, come contributo ai Gruppi, è una tipicità che non è di oggi.
Prima il collega ha detto: "Collegati Camera o Senato". Noi abbiamo interpretato già quella volta e abbiamo sostenuto: "Camera o Senato", nel senso che un partito alla Camera è un partito e al Senato è un altro partito. Abbiamo cioè due Gruppi della Margherita, di cui uno fa capo alla Margherita del Senato e l'altro fa capo alla Margherita della Camera.
Questo è molto strano; già quell'interpretazione sicuramente è un'interpretazione che andò in modifica del Regolamento per consentire di fare la Margherita prima, perché qui abbiamo la Margherita trina! Tre Gruppi della Margherita per quattro persone! Se, poi, vogliamo fare i conti di cosa costano questi tre Gruppi della Margherita, magari il collega Contu, che è molto esperto in questo, può provare a farli e vedere quanto la Margherita costa ai piemontesi. Sono tre Gruppi fittizi: la Margherita come partito senatoriale (sono quelli del re, probabilmente quando c'era ancora il Senato regio, sono le margherite del re!); poi c'è la Margherita del popolo, quella che fa capo alla Margherita della Camera; infine, c'è la Margherita eletta in Piemonte, una margheritina, forse è una margherita tipica locale, una flora nostra! Le altre sono due flore nazionali! A sinistra, poi, abbiamo un Gruppo formato da un Consigliere, un altro Gruppo formato da un Consigliere, un Gruppo, ancora, formato da due Consiglieri.
La caratteristica di usare il Regolamento e interpretarlo al fine di pecunia, mi sembra sia una caratteristica propria di questa opposizione tanto seria, tanto leale, tanto con grande senso istituzionale, come sempre ci spiegano in quest'Aula; peraltro, spesso assente, perché quando si vota non emerge nessuno, nonostante tutti i Gruppi che hanno! Sicuramente condivido quanto ha detto oggi il collega Palma, rispetto all'enne-sima forzatura, ma vorrei rilevare che è solo l'ennesima forzatura, non è "la forzatu-ra". E' in linea con quello che la sinistra ci ha fatto fare; forse l'errore è stato a monte quello di assecondare questa vocatio alla pecunia, piuttosto che la vocatio alla coerenza politica, che dal primo giorno il centrosinistra ha dimostrato in quest'Aula.
Sul provvedimento mi astengo, perché abbiamo fatto passare gli altri tutto sommato non mi sento di votare contro a questo, però dico, veramente: vergogna!



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Comunico che la votazione non è valida, per mancanza del numero legale.
Ricordo ai colleghi che domani si riunirà la Commissione Statuto. Alle ore 13 potremmo riunire la Conferenza dei Capigruppo per programmare la discussione dello Statuto in Aula.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Allora stabiliamo che la discussione dello Statuto comincerà martedì 27 così come previsto; ci sarà, pertanto, seduta d'Aula alle ore 10 e alle ore 14.30, così come mercoledì 28, giovedì 29 e venerdì 30 luglio, in base a quanto stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo. Vi chiedo solo di incontrarci magari martedì mattina, per regolamentare la modalità di discussione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.53)



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