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Dettaglio seduta n.464 del 16/06/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, Costa Rosa Anna, Cota Ferrero, Ghigo, Racchelli, Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Bilanci preventivi

c) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 17 maggio 2004 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'art. 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte) 5 deliberazioni (l'elenco delle deliberazioni sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Gruppi consiliari

c) Composizione Gruppo consiliare (Gruppo Centro per il Piemonte-Popolari)


PRESIDENTE

In data 24 maggio 2004, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che il Consigliere Giacomino Taricco ha aderito, a far data dal 19 maggio 2004, al Gruppo "Centro per il Piemonte Popolari" e che dello stesso ha assunto, in data 31 maggio 2004, l'incarico di Vicepresidente.
Comunico, altresì, che dal 31 maggio 2004 è stato assegnato alle seguenti Commissioni permanenti: I, III, IV e VII.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

d) Decisione della Corte Costituzionale in ordine alla legge regionale n. 46/95


PRESIDENTE

Con ordinanza 164/2004, la Corte Costituzionale ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale degli articoli 3, comma 1; 15 comma 1; 32 comma 1 e lettera B; e commi 6 e 7 della legge regionale 28 marzo 1995 n. 46 "Nuove norme per le assegnazioni e la determinazione dei canoni degli alloggi di edilizia pubblica residenziale", sollevata dal Tribunale di Torino, con ordinanza 20 giugno 2003.
Copia della suddetta ordinanza è depositata presso la Segreteria dell'Assemblea regionale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di passare alle interrogazioni ed interpellanze, vorrei comunicare gli impegni assunti per la giornata odierna.
Tre le ore 12.30-13.00, l'Ufficio di Presidenza, i Capigruppo (e i Consiglieri che lo desiderano) riceveranno una delegazione dell'associazione culturale Parage che presenterà una raccolta di firme relative al sistema scolastico nel territorio montano.
Il secondo impegno riguarda la visita di una delegazione della CIA (Confederazione Italiana degli Agricoltori) che presenterà una raccolta di firme per la semplificazione delle procedure relative alle pratiche enologiche e, più in generale, di alcune pratiche del settore agrario.
Prego i Consiglieri di rendersi disponibili per questi incontri che si svolgeranno, come di consueto, in Sala Viglione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente di questa informazione, parteciperò senz'altro a questa...



PRESIDENTE

Erano state comunicate alla riunione dei Capigruppo.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, sì, parteciperò senz'altro a queste riunioni.
Viceversa, ho ricevuto, in questo momento, uno spostamento della riunione dei Capigruppo prevista per domani. Le comunico che non potr partecipare, se la riunione viene mantenuta nella giornata di venerdì avendo già assunto altri impegni. Mi disturba molto il fatto che una riunione dei Capigruppo sullo Statuto, convocata in una certa giornata precisa dopo le elezioni, venga, poche manciate di ore prima, posposta di un giorno.
Le chiedo - sto scrivendo una lettera in proposito - che se non si pu tenere la riunione dei Capigruppo per domani, riunione da tempo programmata e per cui ciascuno si era tenuto il tempo libero per la giornata di domani venga posposta la prossima settimana e non rimandata di un giorno, perch la ritengo una scorrettezza.



PRESIDENTE

La ringrazio e provvedo subito, nei limiti del possibile, a collegarmi con il Presidente del Consiglio che ha convocato la riunione.
Le risponderò nel corso della seduta.
Do lettura della lettera inviata dal Consigliere Chiezzi al Presidente del Consiglio: "Il sottoscritto, ing. Pino Chiezzi, in qualità di Presidente del Gruppo Comunisti Italiani, venuto a conoscenza in data odierna che la riunione dei Capigruppo è stata posticipata al 18/6/2004 ed avendo, in tale data, assunto altri impegni, chiede che la convocazione venga mantenuta per il giorno 17/6 come già programmato, o posposta in altra data. Cordiali saluti, collega Chiezzi".
Sospendiamo qualche minuto in attesa dell'arrivo degli Assessori.



(La seduta, sospesa alle ore 10.52 riprende alle ore 11.06)


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interpellanza n. 2771 del Consigliere Giordano, inerente a "Istituzione di una banda musicale regionale composta da componenti in servizio presso i comandi di polizia municipale"


PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta con l'esame dell'interpellanza n. 2771.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Caro Consigliere Giordano, salutando tutti i colleghi, distinguo la risposta in una parte tecnica e una parte politica e culturale. Mi spiego perché lei ormai è un collega esperto e conosce senz'altro le norme e le leggi. Rispondo in primo luogo sulla parte tecnica, poi rispondo alla sua sensibilità politico-culturale dando una risposta politico-culturale.
Rispetto alle leggi attualmente vigenti, purtroppo noi non possiamo con gli strumenti attuali, operare in questo senso. L'eventuale istituzione di una banda musicale regionale non è prevista né consentita da alcuna normativa oggi vigente e operante. Precisiamo, con l'occasione, che la fattispecie esorbita anche dall'ambito di applicazione della legge regionale 7 aprile 2000, n. 38 "Interventi regionali a sostegno dell'attività musicale popolare", la quale, benché trasferita parzialmente alla competenza provinciale ex legge regionale n. 44/2000, interviene a sostegno di soggetti già costituiti almeno da un triennio, operanti e iscritti al previsto Albo regionale.
Mi spiego meglio. La Regione o, meglio, l'Assessorato, con le strutture attuali, con la normativa attuale, non potrebbe prendere l'iniziativa di costituire la banda, perché nessuna delle leggi attuali lo consente, in quanto noi abbiamo soltanto delle leggi che finanziano le realtà esistenti sulla base di programmi, ecc. Però ovviamente non mi fermo alla risposta burocratico-amministrativa; leggendo con attenzione la sua proposta sottolineo che condivido totalmente la premessa che la cultura dell'educazione musicale trova nobile espressione nelle bande musicali e che l'educazione musicale è parte integrante dell'educazione civica e culturale di ogni cittadino. In effetti, da questo punto di vista noi abbiamo, come lei sa, aumentato molto l'intervento sul settore musicale anzi a suo tempo un ordine del giorno del Consiglio (primo firmatario Cattaneo) aveva previsto proprio questa iniziativa per le bande musicali.
Di conseguenza, quando si chiede che sia promossa l'istituzione di una banda musicale regionale composta come sopra evidenziato, che la direzione sia affidata a un direttore di esperienza pregressa nel settore, questo pu discendere, caro collega Giordano, soltanto dalla predisposizione di un disegno di legge. Allora io domando se il collega ritiene che dobbiamo predisporlo come Giunta regionale; se ritiene che i no-stri uffici possano collaborare con lui, cosa che farei molto volentieri, visto che il merito dell'iniziativa è sua, mettendo a disposizione i miei uffici per predisporre sotto la sua direzione e conduzione una proposta di legge; se ritiene che la vicenda sia affrontata in VI Commissione con una comunicazione che solleciti l'argomento. Quindi, ripeto, apprezzamento grande, come sempre, alla sua sensibilità culturale. Le vie che possiamo seguire sono tre: predisposizione di un disegno di legge della Giunta predisposizione di un progetto di legge del collega Giordano e altri con la nostra assistenza, perché il merito è suo, è lui che ha sollevato la vicenda; preliminare comunicazione in VI Commissione per sentire cosa ne pensa la VI Commissione di questa proposta, di questa via.
Io sono a disposizione e do la mia disponibilità e adesione a tutte le tre ipotesi e chiedo al cortese Consigliere Giordano quale desidera percorrere (anche ipotesi miste o audizioni in Commissione), dicendo che lo dico proprio con quell'amicizia che provo per lui - sono desideroso di lavorare con lui per questa iniziativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Ringrazio l'Assessore Leo, che mi fa commuovere tutte le volte che risponde alle mie interrogazioni perché lo fa, oltre che con dovere istituzionale, anche con molta enfasi personale. Lo ringrazio e l'abbraccio sotto questo aspetto per la disponibilità totale.
Per quanto riguarda l'esigenza della banda musicale, come già evidenziato nell'interrogazione, sono d'accordo con lei, Assessore: rifletteremo assieme per che strada percorrere.
Il discorso è partito dal fatto che ci sono molte risorse musicali all'interno dei Vigili Urbani nei vari Comuni. Ecco, volevo in qualche modo dare questo tipo di indicazione: che il costo della Regione potrebbe essere veramente ridottissimo, avendo di ritorno una grande immagine con questo tipo di attività.
Assessore, la ringrazio e come sempre lei è stato celere e preciso.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2453 dei Consiglieri Moriconi, Suino, Chiezzi e Papandrea, inerente a "Campo da golf a Momperone (AL)"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione n. 2453 presentata dai Consiglieri Moriconi, Suino, Chiezzi e Papandrea, inerente a "Campo da golf a Momperone (AL)" La parola all'Assessore Botta per la risposta.



BOTTA Franco Maria, Assessore alla pianificazione territoriale e dell'area metropolitana

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, verificato che le problematiche portate all'attenzione sono inerenti allo sviluppo e alla gestione del territorio in relazione alla strumentazione urbanistica vigente e alla gestione della valutazione degli interventi da realizzarsi in zone sottoposte ai vincoli di tutela ai sensi del decreto legislativo n. 490/99, si indicano qui di seguito gli aggiornamenti dell'attuale situazione in atto.
Per quanto attiene la situazione urbanistica: La Variante Generale al PRGCM delle Valli Curone, Grue e Ossona, della quale il Comune in oggetto fa parte, portata a conclusione dalla Direzione urbanistica e approvata con deliberazione GR n. 2-9577 in data 9 giugno 2003, non prevede l'intervento finalizzato alla realizzazione del campo da golf in oggetto, ubicato nel Comune di Momperone: si limita a destinare ad uso agricolo la zona lungo il Curone, sulla quale il Comune avrebbe ipotizzato in seguito l'attività sportiva in argomento.
Relativamente a tale localizzazione, operata dalla Comunità montana mediante la predisposizione di una Variante "parziale" riguardante il solo Comune di Momperone, la Direzione urbanistica non ha informazioni in merito alla previsione dell'intervento "golfistico" in esame e pertanto non pu formulare specifiche valutazioni di natura, in quanto estranea all'iter di formazione e approvazione delle Varianti parziali di cui al comma 7 articolo 17, della legge regionale n. 56/77 e s.m.e i.
Tuttavia, al fine di rispondere all'interrogazione in oggetto, si sono assunte informazioni presso gli uffici della Comunità montana e si è venuti a conoscenza che la stessa, con deliberazione CM n. 2 in data 24/03/2003 ha adottato la citata Variante "parziale". Dopo aver ottenuto parere di "compatibilità condizionata" con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Alessandria con deliberazione GP n. 182 in data 17/04/2003, ha approvato la Variante con deliberazione CM n. 12 in data 23/04/2003, ma non ha provveduto, fino ad oggi, ad inviare copia della deliberazione di approvazione in Regione, come previsto dal comma 7 del citato articolo 17 della legge regionale n. 56/77 e s.m. e i.
La Variante in argomento consiste unicamente nella previsione di un'area individuata nella cartografia come "area idonea al gioco del golf" ubicata a margine dell'abitato di Momperone, lungo il torrente Curone all'interno della quale non risulta essere prevista la realizzazione di nuova cubatura, ma unicamente il recupero delle strutture già esistenti.
Per quanto attiene la situazione autorizzativi inerente agli aspetti paesaggistici: La Comunità montana Valli Curone-Grue-Ossona, con nota n. 1668 del 24/04/2003, ha trasmesso specifica istanza per la realizzazione dell'intervento.
A seguito dell'esame degli elaborati progettuali, l'Assessorato Beni Ambientali, avendo constatato che gli atti presentati non consentivano di formulare il richiesto parere ha formulato specifiche richieste di integrazioni, sia di carattere illustrativo (documentazione fotografica integrativa) che di approfondimento progettuale (rif. Prot. n.
21374/19/19.20 dell'11/09/2003).
L'intervento in progetto interessa un'ampia area, con morfologia irregolare, caratterizzata da versanti di modesta acclività prevalentemente adibiti a prato seminativo, che ricade totalmente in territorio comunale di Momperone (AL), è situata a sud-ovest del capoluogo ed ha una estensione di circa 34 ettari.
L'area si estende lungo le sponde del Torrente Curone, prevalentemente in destra orografica, ma include anche una più modesta porzione di terreno sulla sponda opposta del torrente. La presenza del torrente Curone comporta la sussistenza, per una parte dell'area, del vincolo di tutela paesistico ambientale ai sensi dell'art. 146, comma 1, lett. c) del D.lgs. 490/99 (ex Legge Galasso).
Nell'area sono presenti alcuni fabbricati rurali con annessa casa colonica, per i quali è prevista la ristrutturazione e il riutilizzo per ospitare le strutture fisse dell'impianto golfistico.
A tutt'oggi, non essendo pervenuta la documentazione integrativa richiesta, l'Assessorato Beni Ambientali non ha potuto ancora esprimere il proprio parere di competenza paesistico-ambientale, ai sensi del D.lgs.
490/99 Titolo II.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Credo che oggi non sia una giornata delle più idonee a trattare un argomento come questo. Sappiamo bene come la valutazione degli impianti che riguardano le attività golfistiche sia oggetto di interpretazioni molto discordanti. Infatti c'è chi sostiene che l'attività golfistica sia un'attività da realizzarsi su dei prati verdi, e quindi sembrerebbe che non abbia assolutamente nessuna conseguenza dal punto di vista ambientale.
Non è così, perché sappiamo che l'attività del golf presenta due problemi fondamentali: tenere il prato erboso per far sì che la pallina scorra, come sa bene chi si dedica a questo sport, e richiede l'utilizzo di piante particolari e di un'erba particolare. Sappiamo anche che nei terreni liberi ci sono le infiorescenze delle erbe naturali che vanno combattute.
Quindi, il primo problema che si determina con l'attività del golf è la necessità di utilizzare molte sostanze chimiche, quindi erbicidi selettivi.
Questi erbicidi selettivi rimangono nel terreno o, come in questo caso essendo vicino ad un torrente possono facilmente andare e confluire nei corsi d'acqua e costituire quindi un elemento di inquinamento.
L'altro problema legato ai campi da golf è il fatto che l'erba necessita di un notevole apporto di acqua nella stagione estiva; anche in questo caso la vicinanza del torrente chiaramente è favorevole alla realizzazione dell'impianto, in quanto a seconda della portata del torrente si potrà avere una possibilità di irrigare. Però nel caso in cui la portata fosse troppo bassa, si dovrà ricorrere ad una ricerca d'acqua, ad esempio nella falda sotterranea. Queste sono le due problematiche principali riguardanti tutti i campi da golf.
Devo dire che nella risposta dell'Assessore, come al solito, c'è sempre il riferimento ad atti amministrativi, e sembrerebbe che tali atti amministrativi finora siano stati condotti con regolarità. Ciò non toglie che gli atti amministrativi non possono risolvere quelli che sono, a nostro giudizio, i problemi ambientali.
Rimane il problema che a tutt'oggi non è ancora stato possibile emettere il parere da parte della Regione, in quanto manca ancora la documentazione richiesta.
Su questo punto credo che bisognerà ancora lavorare, perché la Regione deve essere messa in grado di acquisire questi elementi.
L'Assessore nella risposta faceva riferimento anche alla necessità di acquisire degli elementi anche fotografici. Credo che chi ha sollevato questo problema presterà particolare attenzione, anche in base alla risposta dell'Assessore, affinché quest'ultima pratica, riguardante il parere dal punto di vista della tutela del paesaggio, sia portata avanti avendo la piena acquisizione di tutti i documenti necessari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria, Assessore alla pianificazione territoriale e dell'area metropolitana

Solo per fare un'integrazione alla replica del Consigliere interrogante Moriconi.
In effetti, ho concluso dicendo "ad oggi", ma confesso che la risposta era già predisposta da tempo e non c'era stato modo di rispondere prima.
Quindi, verificheremo se effettivamente la risposta c'è stata, quindi la parola "oggi" è da riferirsi al momento in cui era pronta la risposta.
Un'integrazione è sicuramente doverosa.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 2634 presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro Muliere, Placido, Riba, Riggio, Ronzani e Suino inerente a "Ulteriori tagli per il sostegno all'accesso alla locazione, solo il 18,36% del fabbisogno regionale"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2634, presentata dai Consiglieri Manica Marcenaro, Muliere, Placido, Riba, Riggio, Ronzani e Suino inerente a "Ulteriori tagli per il sostegno all'accesso alla locazione, solo il 18,36 del fabbisogno regionale ".
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

In ordine al primo quesito si evidenzia che con nota del 16 settembre 2003 (prot. n. 3515/A3ERP), indirizzata al Ministro e al Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché al Ministro per gli Affari Regionali, il Presidente della Regione, in veste di Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome manifestava già allora forte preoccupazione per il taglio dei fondi statali destinati ai contributi ex art. 11, L. 431/98.
Con tale nota il Presidente, ricevuta informalmente notizia di ulteriori "... tagli che il Ministero delle Infrastrutture vuole operare sui fondi..." relativi all'esercizio 2002, segnala l'estrema gravità della situazione.
"Trattasi di risorse..." sostiene il Presidente con la citata nota del 16 settembre 2003, "...già destinate alle Regioni, le quali hanno provveduto ad emanare i bandi per l'assegnazione dei contributi", tenuto conto, altresì, che, "a seguito del provvedimento dell'11 dicembre 2002 (DCM n. 2110 dell'11 dicembre 2002) era già stata disposta in attuazione del cosiddetto "taglia spese" una riduzione del 15% dello stanziamento". Il Presidente, con la medesima nota, rileva che già "più volte le Regioni hanno segnalato la grave situazione in cui versano le politiche abitative proprio a causa dell'estrema scarsezza di risorse". Ed, infine il Presidente invita il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, "a nome della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, a bloccare ogni ulteriore iniziativa che vada nel senso sopra paventato, al fine di non danneggiare ulteriormente la situazione economica e sociale delle famiglie destinatarie di quei finanziamenti, già individuate dalla gran parte dei Comuni".
Poiché, nell'ambito dell'incontro svoltosi il 1 ottobre 2003, presso il Ministero delle Infrastrutture, era stato confermato il taglio sulle annualità 2002, il Presidente, sempre nella sua veste di Presidente della sopra menzionata Conferenza, invitava tutti i Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome a riscontrare, con la massima urgenza, la richiesta avanzata dagli uffici del Ministero. Più precisamente, con nota del 23 ottobre 2003, protocollo 4055/A3ERP il Presidente, visto che il Ministero riteneva di "accelerare i tempi per il riparto dell'annualità 2003 così da stornare dai 249 milioni di euro per il 2003 (in cassa), gli 80 necessari per coprire l'ammanco sull'annualità 2002" e tenuto conto che i dati richiesti dal Ministero risultavano "necessari l'elaborazione del riparto per l'annualità 2003", sollecitava tutte le Regioni ad inoltrare quanto richiesto "vista l'importanza delle problematiche, al fine di agevolare la risoluzione di un problema di rilevante impatto sociale".
Ed ancora, in occasione della Conferenza dei Presidenti del 26 novembre 2003 veniva presentato un documento con cui si chiedeva al Ministero delle Infrastrutture, "nel Decreto in corso di approvazione lo storno dall'annualità 2003 degli 80 milioni di euro da imputare all'annualità 2002 e da assegnare alle Regioni secondo i criteri del decreto ministeriale 4 dicembre 2002". Altresì, con lo stesso documento veniva chiesto al Ministero citato, previo accordo in Conferenza Stato Regioni, di provvedere "a modificare il Decreto Ministeriale 7 giugno '99 recante "Requisiti minimi dei conduttori per beneficiare dei contributi integrativi a valere sulle risorse assegnate al Fondo Nazionale del fondo di Sostegno per l'accesso alle abitazioni in locazione di cui all'articolo 11 legge 9 dicembre 1998, n. 431" per superare le criticità riscontrate nella definizione dei criteri di ripartizione annuale dei fondi tra tutte le Regioni.
Sempre in merito alla problematica, la nostra Regione riteneva opportuno avanzare ulteriori osservazioni. Più precisamente, in primo luogo, si rileva la necessità dell'"accredito a saldo delle risorse statali dell'esercizio 2002 pari ad 80 milioni di euro, facenti parte dei 211.804.135,60 euro già impegnati e ripartiti con DCM dell'11 dicembre 2002 n. 2110, cosicché il Fondo non abbia a subire le pesanti decurtazioni che ridurrebbero sensibilmente il sostegno alle fasce più deboli della popolazione. Soltanto nel caso in cui non risultasse possibile accogliere la predetta istanza che si dovrebbe stornare dall'esercizio 2003 per andare a soddisfare il taglio apportato alle risorse dell'esercizio 2002".
In merito al secondo quesito dell'interpellanza di cui all'oggetto, si fa osservare che è facoltà delle Regioni, come dispone il Decreto 7 giugno 1999 del Ministero dei Lavori Pubblici, integrare con risorse proprie i fondi statali destinati al sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, devo ripetutamente segnalare che con questo livello di brusio e di rumore non si può continuare. Naturalmente il livello è tale che anche il mio intervento non riesce ad essere ascoltato.
Prego i Consiglieri, i Capigruppo in particolare, di stare nelle loro sedi.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Pur trattandosi, quindi, di mera facoltà, la Regione Piemonte ha costantemente co-finanziato con risorse proprie il bilancio, fin dal primo esercizio, per un totale di 10 miliardi di vecchie lire. Si tenga altresì presente che a favore dei nuclei familiari in difficoltà la Regione Piemonte, ai sensi dell'articolo 21 della Legge regionale 46/95, stanzia annualmente un importo (il cosiddetto Fondo Sociale) al fine di sostenere gli assegnatari di edilizia pubblica. Solo per concludere, si precisa che nel 2002 il fondo sociale è stato di Euro 1.861.587,96 e nel 2003 di euro 1.979.479,27. Come appare evidente la somma degli importi dei due sostegni sono rilevanti seppure, purtroppo, inferiori alle sempre crescenti situazioni di difficoltà.
Per quanto riguarda il terzo punto, relativo alle iniziative che il Presidente della Giunta Regionale intende assumere nei confronti del Governo "affinché vengano impegnate maggiori ed adeguate risorse per il sostegno alla locazione ai sensi della L. 431 del 1998..", sia il Presidente della Regione, sia il sottoscritto, in veste di Coordinatore degli Assessore all'Edilizia Residenziale Pubblica, nell'evidenziare la situazione di grave bisogno in cui versano i cittadini che avanzano domanda di accesso al Fondo ex art. 11, L. 431/98, hanno più volte formalmente manifestato al Ministero delle Infrastrutture la necessità che lo Stato incrementi le risorse da destinare al sostegno medesimo.
Infine, in ordine ai rilievi mossi al punto 4 dell'interpellanza d'esame, è evidente il rammarico di dovere soddisfare il fabbisogno riscontrato in misura così esigua, in parte per le scarse risorse disponibili ed in parte per l'elevatissimo numero di domande valide presentate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Della questione, l'Assessore Botta lo sa, ne abbiamo parlato lungamente durante il confronto che c'é stato in aula sul bilancio. Già in quella occasione abbiamo denunciato più volte come sia il governo nazionale che la Giunta non hanno saputo rispondere all'aumento di domande presentate per utilizzare la legge nazionale del 1998. Una legge estremamente importante e utile per far fronte al disagio sociale, per venire incontro a quelle famiglie che non sono in grado di pagare l'affitto della propria casa.
L'aumento del disagio sociale, in Piemonte come a livello nazionale, e nello stesso tempo il lavoro che si è svolto in Commissione, ha fatto sì che l'Assessore abbia pubblicizzato ulteriormente in tutti i Comuni del Piemonte la legge.
Ripeto, una legge estremamente importante, che tutti abbiamo ritenuto importante, una legge del 1998, una legge proposta dal governo del centrosinistra, una legge condivisa da tutte le forze. Noi possiamo verificare come c'é stato un aumento esponenziale che mette in evidenza come abbiamo detto e sottolineato, un momento di disagio sociale. Nel 1999 in Piemonte ci sono state 8264 domande; nel 2000, 19633 domande; nel 2001 24400 domande; nel 2003, 32962 domande in tutto il Piemonte. A fronte di questo aumento delle domande c'é stata una progressiva diminuzione dello stanziamento da parte dello Stato. Si è arrivati a 14 milioni di euro e poi, nel 2003, ad uno stanziamento di 8 milioni di euro.
La Regione Piemonte è passata da cinque miliardi a quattro.
Di fronte a un fabbisogno di 56 milioni di euro, adesso c'è uno stanziamento, sommando lo stanziamento del Governo e della Regione, di 8 milioni di euro. Capite che davanti a questa situazione, i Comuni non sono in grado di far fronte alle domande presentate, anche perché gli stessi hanno avuto una diminuzione del trasferimento dello Stato agli Enti locali.
Di fronte a questa situazione ci sono famiglie che riceveranno poche decine di euro o, appunto, una miseria, che non sarà in grado di soddisfare alcuna esigenza. È una situazione estremamente grave che abbiamo denunciato già durante la discussione del bilancio. L'abbiamo già fatto notare, e grazie ad un emendamento delle opposizioni, c'è stato un aumento delle risorse da destinare all'utilizzo di questa legge.
L'interpellanza l'avevamo presentata prima della discussione del bilancio. Si discute con ritardo e, in ogni caso, riteniamo insufficiente l'azione svolta dalla Giunta regionale, in particolar modo dal Presidente della Giunta regionale, che ricopre anche la carica del Presidente delle Regioni.
Se il risultato è questo, non è stato fatto nulla di importante per portare a casa uno stanziamento maggiore per far fronte a questa situazione.
Assessore, faccia presente questa situazione, e non solo al Presidente della Giunta regionale. Come sicuramente saprà, le organizzazioni sindacali e i Comuni sono estremamente preoccupati della situazione. Occorre mettere in campo un'azione politica molto più forte, per cercare di evitare che questa legge venga annullata - come di fatto lo è già - perché gli stanziamenti non sono in grado di soddisfare l'aumento delle richieste pervenute in Regione nel corso di questi anni.
Occorre un'azione politica molto forte, e da parte della Giunta regionale e da parte del Consiglio, affinché il Governo riapra gli stanziamenti in modo diverso per utilizzare, nel miglior modo possibile una legge giusta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 2674 presentata dai Consiglieri Placido, Manica, Muliere Riba, inerente a "Interventi di edilizia agevolata della Cooperativa Azzurra"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2674, presentata dai Consiglieri Placido, Manica, Muliere, Riba, inerente a "Interventi di edilizia agevolata della Cooperativa Azzurra" La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

uno dei casi ampiamente positivi cui hanno collaborato tutti, a cominciare dall'Assessore e dagli Uffici. Il problema, fortunatamente per le famiglie, è già stato risolto - i tempi del Consiglio, come spesso accade, arrivano dopo - con un procedere, per certi versi inusuale, ma era l'unico modo per risolvere un problema molto importante per decine di famiglie di quella Cooperativa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta Franco.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente. Concordo con quanto affermato dal Consigliere Placido. Ricordo che la Cooperativa Azzurra, consorzio CO.RE.C.E.P., per l'intervento realizzato in Torino, via Pietro Cossa n. 293 int. 40, non ha beneficiato dei contributi pubblici assegnati dalla Regione Piemonte e pertanto, non è stata oggetto di vigilanza da parte degli uffici regionali.
La Cooperativa "Azzurra" è risultata assegnataria di un solo contributo regionale, a seguito della partecipazione del bando "Nuova Costruzione", 8 programma di edilizia agevolata, legge 179/1992. L'intervento riguarda la costruzione, nel Comune di Oleggio, di sei alloggi destinati alla vendita il contributo concesso è di euro 169.611,93. I lavori sono in corso ed è stato erogato il 70% del contributo concesso.
Le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione Piemonte al CO.RE.C.E.P. dal 1995 ad oggi ammontano complessivamente a euro 797.377.99 per quanto riguarda l'edilizia agevolata e ad euro 1 miliardo 341.608,35 per quanto riguarda l'edilizia sovvenzionata, ex art. 9 della legge 493/1993.
Per quanto riguarda la risoluzione del caso, come ha detto il collega Placido, il Consiglio regionale aveva chiesto alla Giunta, con un'iniziativa straordinaria, di derogare ad un punto preciso del bando.
Questo, alla fine, ha consentito di trovare una soluzione per numerose famiglie che, preoccupate per la situazione creatasi, hanno invece visto risolta la propria questione.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 2692 presentata dal Consigliere Deorsola inerente a: "Canone di locazione degli immobili ubicati in Chieri"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2692 e l'interpellanza n.
2742.
La parola all'Assessore Botta Franco Maria.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Con nota prot. P. n. 18941 del 24 marzo 2004, l'Agenzia Territoriale per la Casa di Torino ha fornito, dietro specifica richiesta degli uffici regionali, elementi atti a consentire un riscontro alle interrogazioni in oggetto, riguardanti la medesima fattispecie.
In particolare, l'Agenzia ha specificato che "la questione del classamento da A3 (abitazione di tipo economico) in A2 (civile abitazione) è già stata affrontata da ATC in sede di incontro con il Comune di Torino proprietario degli immobili. In tale occasione, infatti, l'ATC ha sottoposto all'attenzione della Città di Torino il problema dell'accatastamento in Cat. A2 di alcuni quartieri, tra cui quello in questione. Più precisamente è stato chiesto alla Città se la stessa fosse interessata a presentare ricorso avverso il classamento stesso. Il Comune valutata la questione, ha manifestato l'intenzione di mantenere il classamento attribuito dall'Ufficio del Territorio, ex UTE".
Correttamente, l'ATC di Torino ricorda, inoltre, che l'Agenzia che è solo gestore degli alloggi e non il proprietario, per questo motivo ogni decisione è rimessa alla proprietà.
In ragione degli elementi sopra esposti, questa Amministrazione regionale non ha competenze in merito, non potendo imporre comportamento alcuno alla Città di Torino, proprietaria degli alloggi di cui trattasi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Continuo a ritenere assurdo che alloggi utilizzati come popolari siano classati in A2. Chiederei all'Assessore, come Giunta, di richiedere al proprietario, quindi al Comune di Torino, di rivedere questo atteggiamento e di iniziare le pratiche per una più appropriata cassazione in A3. Grazie.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione n. 2790 del Consigliere Giordano, inerente a "Nuovi insediamenti previsti nell'area del Castello di Strambino"


PRESIDENTE

Trattiamo adesso l'interrogazione n. 2790 del Consigliere Giordano inerente a "Nuovi insediamenti previsti nell'area del Castello di Strambino" La parola all'Assessore Botta per la risposta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Un diverso ambito del contesto collinare di Strambino, rispetto a quello segnalato con l'interrogazione in oggetto, è già stato interessato da una proposta comunale di insediamenti per edilizia privata nella variante al PRGC adottata il 19/04/2000; sulla base di motivazioni legate all'oggettivo valore paesistico dell'intero contesto collinare di riferimento, alla diffusa presenza di coltivazioni viticole pregiate e all'inopportunità di edificare sui versanti collinari costituendo un precedente rispetto a potenziali ulteriori richieste di insediamento l'iniziativa è stata decisamente contenuta in sede di approvazione regionale (avvenuta il 28/12/2001 con DGR n. 13-4905) con modifiche d'ufficio che ne hanno determinato un consistente ridimensionamento e l'imposizione di specifiche norme tipologiche e parametri, riferiti sia agli edifici che alla sistemazione dell'area; in tal modo sono stati forniti all'Amministrazione comunale gli elementi per consentire un intervento di minimo impatto, correttamente inserito e caratterizzato da tipologie coerenti con il contesto naturale.
Inoltre sempre in tale contesto procedurale era stato inserito d'ufficio nel testo normativo del PRGC il seguente disposto: "La destinazione d'uso delle aree EP1/4, 5, 6, 7 e 8, individuate quali aree di interesse ambientale ai sensi dell'articolo 24 della legge regionale n.
56/77, non potrà essere modificata con varianti parziali allo strumento urbanistico vigente. Diverse ipotesi di utilizzo dell'ambito d'interesse ambientale dovranno essere inserite in una pianificazione complessiva dell'ambito collinare, attuabile con idoneo strumento urbanistico, di carattere strutturale, in variante allo strumento vigente, eventualmente correlato alle scelte di pianificazione territoriale del contiguo territorio di Romano Canavese".
Relativamente a quanto richiesto dall'interrogazione in oggetto, che segnala la presenza, nella revisione del PRGC in corso, di un intervento di carattere ricettivo/residenziale nei pressi del Castello, giudicato improprio a causa del prevalente carattere di pregio ambientale del contesto collinare di Strambino, si precisa che tale nuovo strumento urbanistico attualmente ancora in fase di procedura comunale, non risulta ancora trasmesso all'Assessorato all'urbanistica regionale.
Anche qui apro una parentesi per dire che questa è una risposta che è stata predisposta oltre un mese fa, quindi oggi non ho avuto modo - e me ne scuso - di verificare, ma mi riservo di ritornarci.
Pertanto gli uffici tecnici del Settore Territoriale incaricato per l'esame provvederanno, non appena la pratica sarà trasmessa e procedibile a svolgere una esaustiva valutazione della proposta comunale, tenendo in debito conto le riconosciute valenze ambientali del contesto, le caratteristiche della dotazione infrastrutturali della zona ed i vincoli territoriali eventualmente presenti, verificando nel contempo che le previsioni del nuovo PRGC risultino coerenti con le prescrizioni sopra segnalate imposte d'ufficio con la precedente approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Assessore, della risposta. Volevo solo segnalare che questa interrogazione era stata chiesta dai cittadini della zona e in qualche modo mi ero fatto un po' carico del problema perché ero andato sul posto a rendermi conto del problema. Noi non siamo contrari alla realizzazione ovviamente l'interrogazione deve servire da stimolo per cercare di non deturpare oltre il dovuto la zona senza modificare quelle che sono le caratteristiche del Castello, anche se ci rendiamo conto che strutture di quel genere devono servire per cercare di attrarre anche con l'ospitalità e con l'infrastruttura alberghiera.
La ringrazio per la risposta all'interrogazione e, come ripeto, la stessa vuole essere solo da stimolo nel cercare di non fare grossi danni ambientali.


Argomento:

Risposta scritta alle seguenti interpellanze:

Argomento: Informazione - Comitato RAI

Interpellanza n. 2824 del Consigliere Saitta inerente a "Nuovo incarico di consulenza per il progetto di TV regionale" (risposta scritta)

Argomento: Informazione

Interpellanza n. 2828 del Consigliere Contu inerente a "Opportunità di abbandono definitivo del progetto della Giunta per una televisione regionale denominata PAN TV a seguito del 2° parere negativo espresso dal CORECOM Piemonte" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta alle seguenti interpellanze: Interpellanza n. 2824 del Consigliere Saitta inerente a "Nuovo incarico di consulenza per il progetto di TV regionale" Interpellanza n. 2828 del Consigliere Contu inerente a "Opportunità di abbandono definitivo del progetto della Giunta per una televisione regionale denominata PAN TV a seguito del 2° parere negativo espresso dal



CORECOM Piemonte".

Dichiaro chiusa la discussione sulle interrogazioni e interpellanze.


Argomento: Musei - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 480 "Partecipazione della Regione Piemonte alla Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g.: Proposta di deliberazione n. 480 "Partecipazione della Regione Piemonte alla Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino" La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Ringrazio i colleghi che hanno dato la possibilità di discutere molto in Commissione. A differenza di altri Enti, noi abbiamo fatto tre sedute in Commissione, mentre in altri Enti con una sola seduta si è affrontato il problema.
Quindi, colleghi, come richiesto su questo ho preparato una relazione spero non noiosa, ma abbastanza completa, perché su questo i colleghi avevano chiesto che ci fosse un inquadramento abbastanza significativo.
Ad esempio, i colleghi Placido, Tapparo e Suino ed altri avevano chiesto su questo un'attenzione.
Il Museo Egizio di Torino, secondo per importanza soltanto al museo del Cairo, presenta caratteri storici, artistici e monumentali di fondamentale interesse. Tali caratteri riguardano tanto l'edificio quanto, soprattutto le raccolte che sono conservate al suo interno. La storia dell'istituzione fondata ufficialmente nel 1824, risulta altresì di notevolissimo rilievo sia per il ruolo svolto a livello internazionale negli ambiti disciplinari di riferimento, sia in relazione alla città ed al contesto di appartenenza.
La quantità e la qualità di oggetti presenti e l'equilibrata rappresentazione di ogni periodo della storia egiziana, dalla preistoria all'epoca romana, permettono al Museo Egizio di Torino di essere considerato a pieno titolo uno dei sei grandi musei egizi del mondo.
In data 18/5/2001 è stato sottoscritto dal Ministero per i Beni e le Attività culturali ed il Presidente della Regione Piemonte l'Accordo di programma quadro in materia di beni culturali che prevede, tra l'altro, il recupero e la valorizzazione del Museo Egizio di Torino e delle sue sedi.
La centralità dell'Egizio è da ripensare all'interno di una pianificazione strategica del Sistema museale piemontese, quale risorsa per uno sviluppo nuovo della città e della regione, anche tenuto conto del processo irreversibile di deindustrializzazione in opera da decenni a Torino ed in altre aree del Piemonte. A tal fine il Ministro per i Beni e le Attività Culturali ha costituito un Comitato per il nuovo Museo delle Antichità Egizie di Torino, presieduto dal Ministro stesso, al quale partecipano il Presidente della Regione Piemonte e della Provincia di Torino, il Sindaco di Torino, il Presidente della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
Il suddetto Comitato si è avvalso del supporto tecnico-amministrativo di una Commissione presieduta dal Direttore Generale alle Antichità e di cui fanno parte dirigenti e tecnici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Torino della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, con i seguenti compiti: l'acquisizione di uno studio di fattibilità sulla risistemazione dell'edificio dell'Accademia delle Scienze ed il riallestimento del Museo Egizio la definizione di un modello statutario di una fondazione, ritenuta la figura giuridica più moderna, più idonea e più concreta a soddisfare le esigenze connesse alle attuali e future potenzialità dell'Egizio, cui partecipano gli enti che fanno parte del Comitato stesso.
l'acquisizione di una indagine diretta a sviluppare i seguenti temi: l'esame dell'assetto organizzativo e delle risorse umane; analisi valutazione e sostenibilità dei costi di gestione; modelli di governance definizione di un progetto di comunicazione e di una strategia di marketing; analisi della domanda.
Quanto sopra ha portato alla realizzazione di due studi di fattibilità e di un documento di sintesi; il primo studio di fattibilità, finanziato dalla Compagnia di San Paolo, è relativo a quanto indicato al punto 1) del paragrafo precedente ed il secondo, finanziato dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione CRT e realizzato dall'Ires, è relativo a quanto indicato al punto 3) del paragrafo precedente.
La Commissione di cui sopra, valutando positivamente i risultati degli studi di fattibilità, ha altresì elaborato lo schema di statuto, che si allega alla presente deliberazione per farne parte integrante, relativo ad una fondazione, costituita ai sensi del Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali 27 novembre 2001 n. 491 recante "Disposizioni concernenti la costituzione e la partecipazione a fondazioni da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, a norma dell'articolo 10 del D.Lgs. 20 ottobre 1998, n. 368, e successive modificazioni", denominata "Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino" che prevede la partecipazione, quali fondatori, del Ministero per i Beni e le Attività culturali, della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, del Comune di Torino, della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
Il testo dello schema di Statuto, che è stato approvato dal Comitato sopra indicato ed è in fase di adozione da parte del Ministro per i Beni e le Attività culturali, prevede che la Fondazione persegua le finalità di assicurare la gestione, la conservazione, la manutenzione, la valorizzazione, la promozione e l'adeguamento strutturale, funzionale ed espositivo del Museo delle Antichità Egizie di Torino e della sua sede.
La Fondazione, con sede in Torino, via Accademia delle Scienze n. 6 non ha fini di lucro e non distribuisce utili e provvede ai suoi compiti secondo le disposizioni di cui all'art. 11 del Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali 27 novembre 2001, n. 491.
E' prevista la costituzione del patrimonio iniziale della Fondazione al quale i fondatori, ad esclusione del Ministero che concorre mediante il conferimento del diritto di uso dell'intera collezione del Museo Egizio concorrono con un fondo in denaro di 750 mila euro ripartiti in 150 mila euro cadauno.
Al fine di assicurare alla Fondazione i mezzi finanziari necessari per la sua attività è previsto che il Ministero metta a disposizione della stessa, comunque nei limiti delle disposizioni delle singole leggi finanziarie di anno in anno approvate, una somma pari a quella spesa nell'esercizio 2003 per il funzionamento e la gestione del Museo Egizio.
Gli altri fondatori concorrono a costituire un fondo di dotazione disponibile di almeno 3 milioni di euro, da ripartirsi equamente in 600 mila euro ciascuno, per garantire il concorso nella copertura delle spese di funzionamento e di attività della Fondazione per almeno un quinquennio a partire dalla sua costituzione. Tale fondo deve essere integralmente versato non oltre il 30 giugno 2006.
Al fine di dotare la Fondazione dei mezzi finanziari necessari per procedere alla ristrutturazione ed al riallestimento del Museo, i fondatori danno atto della necessità di assegnare alla Fondazione non meno di euro 50 mila per procedere alle opere di ristrutturazione e di riallestimento del Museo nella sua attuale sede e nella altre che si provvederà a reperire per dare adeguata funzionalità alle attività del Museo stesso. Le modalità, la tempistica e le condizioni di riparto tra i fondatori di tale erogazioni saranno oggetto di specifico provvedimento convenzionale, da stipularsi tra la Fondazione ed i fondatori entro un anno dall'ottenimento della personalità giuridica, e comunque da adottarsi acquisite le necessarie specificazioni rispetto alla disponibilità delle sedi e sulla base del Documento Preliminare alla Progettazione (D.P.P.).
La Fondazione fisserà i prezzi di ingresso al Museo ed acquisirà, per destinarle alle spese per il proprio funzionamento ed attività, tutte le entrate derivanti dallo sbigliettamento e da altre attività commerciali promozionali e non, ivi compresi l'uso individuale, strumentale e precario del Museo, nonché le entrate derivanti dai diritti sulle immagini e le riproduzioni del Museo e della sua collezione (cose, fino ad ora, sfruttate assai poco e che invece, una fondazione simile a quello del Museo del Cinema o del Castello di Rivoli, avrebbero molte più capacità, come dimostrano i fatti, di sviluppare). Al fine di assicurare un adeguato razionale ed efficiente passaggio di consegne nella gestione del Museo senza che ciò pregiudichi l'efficienza e la pubblica fruibilità, è previsto che la gestione del Museo stesso continuerà ad essere assicurata dal Ministero fino alla data che sarà stabilita nel contratto di servizio di cui infra, secondo le modalità e responsabilità oggi in essere. A tale data la Fondazione assumerà a proprio carico la gestione del Museo previa stipulazione, tra il Ministero e la Fondazione, di un contratto di servizio nel quale saranno precisate le condizioni di assegnazione degli attuali dipendenti. Con il contratto di servizio saranno specificati i livelli qualitativi di erogazione dei servizi e di professionalità degli addetti nonché il potere di indirizzo e controllo spettante al Ministero.
L'iniziativa suddetta risponde ai "Criteri generali per la partecipazione della Regione Piemonte, in qualità di socio, alla costituzione di enti culturali e per l'adesione a strutture già esistenti", approvati dal Consiglio Regionale con deliberazione n.557-11487 del 22/9/99.
I Consiglieri più attenti ricorderanno che si fece un dibattito in Commissione sui criteri per l'adesione e questo fu approvato all'unanimità dalla Commissione stessa. La motivazione era: dato l'elevato numero di richieste, alcune anche audaci, di adesione della Regione a fondazioni, la Regione doveva stabilire dei criteri che sono stati decisi insieme in Commissione e approvati.
La costituenda fondazione rientra nella tipologia dell'area di intervento di cui al punto 1, lettera A, dei citanti criteri recanti "Gestione di biblioteche, archivi e centri di documentazione, musei complessi monumentali, collezioni di rilievo almeno regionale, anche per quanto attiene al patrimonio da tutelare e valorizzare" ed ottempera a tutte le condizioni previste al punto 2 dei criteri stessi. La fondazione infatti, che si configura come struttura dotata di autonomia giuridica amministrativa e operativa, si propone finalità strumentale agli obiettivi della programmazione della politica regionale e dispone, per lo svolgimento delle sua attività, della sede operativa sita in Torino, Via Accademia delle Scienze 6. Pertanto la Regione Piemonte si impegna a concorrere alla costituzione del patrimonio iniziale della Fondazione con un fondo in denaro di euro 150.000 ed a concorrere alla costituzione di un fondo di dotazione disponibile di almeno euro 3 milioni con una quota di 600 mila da erogare in due annualità, di 300 mila ciascuna, per garantire il concorso nella copertura delle spese di funzionamento e di attività della Fondazione per almeno un quinquennio a partire dalla sua costituzione.
Tale quota di euro 600 mila deve essere integralmente versata non oltre il 30 giugno 2006. La Regione Piemonte, inoltre, subordinatamente alla stipulazione tra la Fondazione e i fondatori, entro un anno dall'ottenimento della personalità giuridica da parte della Fondazione stessa, di specifico provvedimento convenzionale che definirà le modalità la tempistica e le condizioni di riparto tra i fondatori delle erogazioni necessarie per procedere alla ristrutturazione ed al riallestimento del Museo e della sua sede, determinerà la propria partecipazione alle spese necessarie per dare corso alle suddette opere.
Si propone pertanto che la Regione Piemonte partecipi alla costituzione della Fondazione Museo delle antichità egizie di Torino sulla base dello schema di statuto allegato che forma parte integrante della presente deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Assessore e Consiglieri su questo tema abbiamo fatto un approfondimento perché ci sono degli aspetti che l'Assessore ha rimarcato, ma che necessitano scelte politiche di campo.
L'Assessore diceva che è il secondo Museo Egizio per importanza nel mondo: un aspetto quasi universalmente non conosciuto. Magari saranno stati i nostri padri a razziare questi reperti in Egitto all'inizio dell'800, va a loro demerito, ma certamente il Museo non è noto come l'esistenza di Barbaresco o di Roccaverano. E' compito suo, Assessore, trovare un'azione marketing per il Museo Egizio.
Come incide la partecipazione della Regione all'interno della Fondazione? Come possiamo esprimere una politica? Quando si entra al Museo Egizio si ha la sensazione di una cripta, o un qualcosa che stupisce? A me pare più una cripta che un Museo moderno che richiama l'attenzione.
L'Assessore sa che sono contrario alla struttura delle Fondazioni. La Fondazione crea una casta di Mandarini segnalati più dai salotti di Torino che dalle assemblee elettive. Anche lei Assessore, al di là delle sue proverbiali amicizie a 360 gradi, non avrà certamente difficoltà a "cacciare" i quattrini, perché quelli li prendono, ma poi sono convinto che abbia maggiori difficoltà ad esprimere una componente politica per il Museo egizio.
Negli anni '70 c'erano le agenzie, poi gli osservatori, tutta una serie di figure che costituivano una moda, adesso va di moda la fondazione. Credo che la natura di una società consortile mista, di carattere misto pubblico privato, permetta ai soggetti partecipanti al consorzio, di avere un ruolo più diretto e incisivo rispetto alla fondazione che, una volta nominato il nostro rappresentante, questo forse non sa neanche dell'esistenza del Consiglio regionale, del ruolo di un'assemblea elettiva e di una democrazia rappresentativa. Questa designazione è "piombata" in chissà che modo e si sente parte diretta di poter interpretare una politica.
Spero che lei incida, Assessore. Torno, quindi, ad essere critico nell'uso dello strumento Fondazione, però, per quanto possa incidere "mangio questo minestra".
Le segnalo, tuttavia, la necessità, con un riverbero al Consiglio regionale da parte sua, di adoperarsi per trovare un modo per incidere maggiormente nelle politiche del Museo Egizio. Ho usato un paradosso tra cripta ed esposizione moderna, ma ci sono strade intermedie tra la politica espositiva e la politica di immagine. Oggi bisogna sceglierne una.
L'appeal che ha questo Museo quando si entra dentro è molto scarso; non stimola e non richiama. Probabilmente c'è un problema di altra natura relativo agli spazi e alle scelte, ma sono problemi di tecnica espositiva.
Tuttavia, ritengo che con questa scelta veniamo menomati dal poter incidere. Mi auguro che non sia così; mi auguro che chi designiamo in questo Consiglio di amministrazione sia persona rispettosa dell'assemblea elettiva e capace di dialogare, attraverso le Commissioni consiliari, con noi.
Ovviamente, darò voto favorevole, ma con queste note critiche che serviranno anche per il futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Come ha detto l'Assessore nella sua lunga illustrazione, si è parlato molto della Fondazione del Museo Egizio. È giunto il momento, anche se sembra che per qualsiasi cosa serva una fondazione (forse occorrerà fare la fondazione delle fondazioni). In questo caso potrebbe essere utile. Non concordo con il collega Tapparo. Questa è un'occasione in cui una Fondazione è utile e serve; anzi, il ruolo della Regione nella Fondazione è, in questo momento, un ruolo assolutamente marginale e consultivo essendo un museo nazionale. Se n'è discusso anche a livello nazionale: lo Stato cede un suo bene ad un altro soggetto, che è la Fondazione all'interno del quale sono presenti anche gli Enti locali.
Chi ha visitato il Museo Egizio, si è potuto rendere conto della difficoltà di questo grande patrimonio che non viene utilizzato, non è abbastanza conosciuto e non viene promozionato. Ci auguriamo che la Fondazione venga ufficializzata in tutti i passaggi previsti, perch l'attuale responsabile del Museo Egizio, con tutti i suoi meriti, di sicuro non ha avuto quello di aprire un museo, farlo conoscere e sfruttarlo. È il solito bisticcio e la solita competizione tra chi lo vuole preservare da curiosi che magari possono disturbare e chi pensa al museo come a un luogo dove fare arrivare il maggior numero di persone.
Ci auguriamo che la Fondazione, pur preservando il patrimonio (non solo nazionale, ma anche mondiale) dia uno slancio al Museo Egizio, così com'è stato per il Museo del Cinema, affinché non continui ad essere un luogo esclusivo per pochi studiosi.
Sono fra quelli che auspicano una nuova sede per il Museo Egizio, che non solo possa far affluire molti più visitatori, ma che dia anche la possibilità di poter esporre molte delle opere e dei reperti inestimabili che attualmente sono, come spesso accade per i musei italiani, più o meno ben conservati.
Mi auguro che vengano scelti, nel Presidente e nel Direttore personalità di grande prestigio e di grande preparazione, in grado di rispondere alla necessità di dare un forte impulso e di, per certi versi ristudiare e riproporre ex novo un museo che è fra i più importanti, ma anche fra i più sacrificati, non solo della nostra città, ma addirittura a livello nazionale e internazionale. Ecco perché abbiamo contribuito alla lunga e interessante discussione in Commissione, alla luce della quale ringraziamo l'Assessore per avere accettato alcune nostre osservazioni, che erano di dare un quadro e una cornice.
In questo caso, la Fondazione è quanto mai utile, mentre in alcuni casi si eccede con il ricorso alle fondazioni. Anticipo che il nostro comportamento sarà molto più attento e molto più fiscale perché in parecchi casi, anche alcuni che si stanno affacciando all'orizzonte, non se ne sente l'utilità e la necessità.
In questo caso ne siamo convinti - lo eravamo e lo siamo. Non anticipo la dichiarazione di voto che probabilmente farà il nostro Capogruppo, ma va nella direzione di quanto ho detto.
Ci auguriamo che venga definita quanto prima e che dia un grande impulso al Museo Egizio, anche con il ruolo importante della Regione, sia di partecipazione sia di responsabili da indicare, sperando che i due, il Presidente e il Direttore - uno è una ratifica obbligata - siano personalità di grande prestigio e di grande preparazione, capaci di rispondere alla necessità di rilanciare il Museo Egizio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Non so se lo strumento della fondazione sia lo strumento migliore.
Prendo e constato la fiducia con cui si arriva a questa approvazione ma non mi sento di condividerla con tanto entusiasmo. È sicuramente opportuno e necessario avere, rispetto al Museo Egizio, uno scatto, una voglia di ripresa e di ripartenza. Questo è sicuramente il dato positivo ed è il dato che ci porta, anche come Regione Piemonte, a condividere un processo, una procedura messa in campo per svecchiare e far ripartire un'importante istituzione culturale italiana che ha sede in Piemonte, che ha sede a Torino. Nei decenni passati, quando si parlava di Torino, si parlava di Torino e della Fiat e, se andava bene, si ricordava che a Torino c'era il Museo Egizio.
Per fortuna, grazie a tante attività messe in campo anche dalla Regione Piemonte, Torino è diventata (il Piemonte è diventato) punto di riferimento per molte iniziative, avvenimenti e attività culturali. È stato ricordato il Museo Nazionale del Cinema, che catalizza così tanti interessi, o il Castello di Racconigi e tutta quella serie di nuovo interesse rispetto agli edifici di Casa Savoia e quindi alle strutture nobiliari di cui la Regione Piemonte ha un così vasto e importante patrimonio.
Certo in questi ultimi anni, in questo ultimo decennio l'attività e l'attenzione rispetto al Museo Egizio sono sicuramente calate. Mi sembra una sensazione diffusa e, quando si incontrano amici in giro per l'Italia o per l'Europa, non c'è più l'attenzione di una volta: "Sono venuto a Torino negli anni '70 per il Museo Egizio, ma non c'è la voglia di ritornarci, di proseguire un'attività di approfondimento a Torino sulle attività egizie così consistentemente conservate a Torino".
Allora la Fondazione può essere uno strumento. Non ne sono sicuro, non ho neanche le capacità tecniche e scientifiche per valutare se questo è lo strumento ideale, credo che però questo procedere testimonia - e questo lo voglio sottolineare ed apprezzare - la condivisione di una necessità di ripartenza, una necessità di valorizzare appieno il patrimonio importante che abbiamo, che però deve essere fatto conoscere, deve essere fatto apprezzare da una grande, nuova comunità europea, ovviamente, come minimo.
L'attenzione, il target su cui contare non può essere una dimensione locale e localistica. Per questo condivido anche lo spunto finale del collega Placido, quando dice che di fronte ad un grande processo di riconversione e ridefinizione per valorizzare il patrimonio del Museo Egizio non bisogna avere paura di nulla e non bisogna avere neanche paura di ragionare su eventuali spostamenti, su eventuali nuove sedi più alte e più consone per valorizzare appieno quel patrimonio davvero grande, davvero importante che possono fare di Torino, ancora una volta, punto di richiamo punto di riferimento a livello europeo, come minimo, di un'attività culturale importante e significativa come quella dell'antichità egizia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dopo anni di chiacchiere, forse la vicenda della gestione del Museo Egizio ha una proposta concreta. Dopo anni di chiacchiere e anche di malgoverno, perché il Museo Egizio, una delle più grandi istituzioni mondiali che si occupano di questo tema, è stato un po' abbandonato dal Ministero competente o dai Ministeri competenti dal punto di vista delle risorse che lo Stato destinava a questo Museo.
In questo campo si sono fatte polemiche di bassa lega, a mio modo di vedere, e più volte si sono attaccati in modo improprio e ingeneroso i responsabili della gestione del Museo che, invece di apparire in veste di imputati, erano e apparivano in veste di vittime di una disattenzione dello Stato nei confronti di questa istituzione, per la quale la Soprintendenza competente aveva anche predisposto progetti mai finanziati adeguatamente.
Quindi, se il Museo Egizio negli anni scorsi ha avuto parecchi problemi, questi non erano da imputare a una sorta di modo inadeguato e vecchio di concepire lo stesso, ma erano e derivavano dal fatto di essere considerati dalle politiche culturali dello Stato in forma del tutto insufficiente. E così il Museo Egizio ha proseguito la sua strada.
Non è che non si sia fatto nulla in questi anni: il nuovo padiglione sotterraneo - nella cantina, chiamiamola pure Ipogeo così fa più fine - è stato uno degli elementi che hanno allestito in forma moderna, educativa e di fruizione di massa un aspetto della vita dell'antico egizio molto accattivante. Poi, sul Museo Egizio si sono sperimentate le proposte più varie e anche le più improvvise e spregiudicate; ogni qualvolta un contenitore veniva reso disponibile nell'ambito della compagine urbana e periurbana, c'era qualche Solone che immediatamente diceva: "Non sappiamo cosa fare del Palazzo di Lavoro di Nervi, mettiamoci il Museo Egizio", e avanti così. Forse fin per il Museo dell'Automobile è stata fatta questa cosa e, per quanto riguarda Venaria, non sapendo come utilizzare Venaria per mesi e mesi, impegnando anche Ministri, si è lanciata la proposta: "Spostiamo lì il Museo Egizio".
Erano tutte proposte, a mio modo di vedere, che non tenevano conto, da un lato, della storia del Museo Egizio e della grande capacità attrattiva e culturale che ha il mantenere nella storia anche della posizione fisica del Museo; mantenere il Museo nella sua storia, ampliando quello che c'è da ampliare e correggendo quello che c'è da correggere. Ma questo progetto di rinnovamento del Museo nella sua sede, con gli ampliamenti possibili, è sempre stato un po' bloccato dal fatto che periodicamente - mi ricordo che questo è successo ancora alla fine degli anni '70 - si diceva: "Spostiamolo da un'altra parte, andiamo da un'altra parte". E vedo che anche oggi in quest'aula un collega ha ripreso il tema: "Si potrebbe andare anche altrove".
La mia opinione è che il Museo Egizio deve rinascere lì dov'è, senza essere trasferito, perché il trasferimento di collezioni di questo genere comporta degli oneri spaventosi e dei rischi grandissimi di deperimento.
Idee, se ci sono, possono avvenire in quella sede. Adesso mi pare che gli spazi ci sono: lo spostamento della Galleria Sabauda e l'Ipogeo che va fino a Palazzo Campana. Ci vogliono anche le risorse, cioè quelle che mancavano in tanti decenni, adesso saranno messe a disposizione? Da chi? Con quali finalità? Allora io esprimo qualche dubbio sul percorso che viene proposto della Fondazione, perché mi pare che una qualche voce critica sia sempre utile tenerla. Quindi, accanto alla soddisfazione che ho espresso inizialmente (finalmente qualcosa si fa), avanzo delle perplessità. In primo luogo sullo strumento: la Fondazione. La Fondazione adesso è tanto di moda, ma continuo a sostenere che non sento il bisogno di risolvere e ottenere una buona gestione di un Museo nel decidere pregiudizialmente che la gestione pubblica è inadeguata a farlo. Questo per me è un fatto ideologico che rifiuto, perché adesso nasce l'ideologia che il pubblico non è capace a gestire i Musei. Ma chi l'ha detto? Quindi preferirei di gran lunga che il Museo Egizio fosse gestito dalla mano pubblica, statale o regionale dalla mano pubblica.
Viceversa la Fondazione, così come desumo dallo statuto proposto, è una fondazione che consentirà, con maglie molto larghe (mi attengo a quello che è scritto), ogni tipo di gestione dell'attività museale, anche quelle più commerciali, che non vengono escluse.
Le risorse da mettere a disposizione delle attività museali, se non si decide in sede politica che devono essere prevalentemente pubbliche saranno scarse. Pertanto temo che la Fondazione pian pianino venga portata da interessi privati, di carattere commerciale, ad avviare una gestione del Museo Egizio nella quale l'aspetto commerciale diviene preponderante magari va avanti, ma a mettere da parte l'aspetto di studio e l'aspetto scientifico, quindi quell'aspetto culturale che costruisce delle basi forti alla cultura di una società, perché le scelte diventano scelte commerciali scelte di turismo di massa. Temo questo fatto.
Quindi, su questo aspetto esprimo le mie perplessità, ed esprimo anche una perplessità sul modo in cui abbiamo discusso. Si giunge in Commissione e in aula con documenti che devono essere approvati in varie sedi istituzionali, con documenti che hanno avuto una lunghissima gestazione sia interistituzionale a livello locale, sia addirittura con il Ministero.
Anche in questa occasione - lo dico sperando che non succeda un'altra volta - la gestione di queste proposte potrebbe vedere una partecipazione dei Consiglieri regionali più adeguata. Partecipazione più adeguata significa che l'Assessore poteva, potrebbe e potrà - se lo ritiene l'aula che deve votare questo provvedimento - coinvolgere un soggetto politico sin dall'inizio. Quindi, fatta la prima riunione al Ministero, potrebbe chiedere una riunione in Commissione, nella quale informare della riunione con il Ministero, riportare le idee che sono emerse e parlare degli eventuali futuri incontri.
Dato che l'Assessore deve venire a chiedere il nostro voto, questa dovrebbe essere una prassi democratica corretta. Non è stata tenuta, non viene tenuta e ogni volta che si propongono Fondazioni con statuti allegati, che devono essere approvati dal Comune di Torino, dalla Provincia di Torino e scritti al 90% dal Ministero, ci mettete di fronte a fatti compiuti, che mortificano il ruolo del Consiglio.
Detto questo, per ragioni di struttura, nel senso che la Fondazione mi lascia perplesso, e per ragioni di merito, nel senso che nel testo della Fondazione ci sono ampi margini di discrezionalità per uno slittamento a privilegiare interessi privati e commerciali nella gestione del Museo Egizio e per i motivi di gestione democratica dell'atto, che è stata molto carente, facendo gli auguri al Museo Egizio e spendendomi per la sua valorizzazione, dichiaro la mia astensione su questa deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Leggevo poco tempo fa un libro di cui, purtroppo, non ricordo né il titolo né l'autore. Però era uno studioso dei problemi della cultura e raccontava come, negli ultimi dieci anni, la gestione del patrimonio culturale italiano sia stata fortemente messa in crisi, e come questo attacco al patrimonio - che lui definisce l'attacco al patrimonio culturale, scientifico e artistico italiano - sia proprio iniziato e passato attraverso la privatizzazione di questa gestione.
Personalmente, mi associo al pensiero di quanti pensano e ritengono che il patrimonio, rappresentato da realtà quali il Museo Egizio di Torino nonché tutto quell'enorme patrimonio, che possediamo in Italia, di valori artistici ed architettonici, non possa che passare attraverso la gestione da parte del pubblico.
Quando si fanno paragoni con situazioni realizzate in altri Stati e in altri Paesi, primo fra tutti gli Stati Uniti, non si analizza a fondo l'aspetto basilare che distingue la nostra Nazione dagli Stati Uniti.
Questo è un discorso più generale, ma merita riproporlo in questo caso proprio perché si parla di eventi culturali. Gli Stati Uniti sicuramente non posseggono, per motivi legati alla loro storia, un enorme patrimonio culturale diffuso sul territorio, quindi la gestione che loro hanno ipotizzato per i loro musei è ben diversa, perché non si trovano ad avere una base di partenza paragonabile a quella italiana.
Da alcuni anni a questa parte, purtroppo sta prendendo piede in Italia l'ipotesi ed un'idea di poter gestire il nostro patrimonio culturale con un sistema all'americana e pensare di trasformare anche i nostri musei e i nostri valori architettonici come imprese che possono produrre un reddito.
Sostengo che, in linea di principio, non è negativa l'idea di far sì che all'interno dei musei, invece di essere quelle strutture un po' tristi e grigie che eravamo abituati a conoscere, possano essere previste attività che, offrendo un servizio ai visitatori, permettano di acquisire qualche fondo in più.
Credo che nei musei francesi possiamo trovare molti esempi di questo genere; ad esempio, il Beaubourg, dove il museo è arricchito da una serie di offerte che possono aumentare gli introiti del Museo. Pensare che il Museo in sé possa diventare un'impresa che produca un guadagno o che riesca ad autosostenersi, purtroppo, è illusorio. Il problema, come sottolineava il Consigliere Chiezzi, il problema di atti come questo, è proprio il fatto che non c'é chiarezza, nel momento in cui si chiede il parere al Consiglio regionale, su quale sia il punto verso sui la Fondazione ci porterà. Nel senso che non c'é possibilità di giudicare se la fondazione sarà un sistema attraverso il quale il pubblico dovrà garantire le risorse finanziare per il funzionamento di una struttura importante qual è il Museo Egizio, o se, invece, la fondazione sarà lo strumento attraverso il quale noi traghettiamo la gestione del Museo Egizio dal pubblico al privato. Su questo non c'é assolutamente chiarezza, su questo dobbiamo esprimere un giudizio senza avere la coscienza completa di cosa ci proponete.
Questo ragionamento riguardava la sostanza, ma poi c'é la forma.
Arriviamo in Consiglio con atti, nei quali ci si chiede la partecipazione senza che, in linea prioritaria, si sia potuto ragionare sulla forma di statuto e su che cosa si viene a delineare e a decidere sulla base di quanto viene votato in aula. Ci chiedete, di nuovo, un atto di fiducia avvalorato dal fatto che si dice che il documento è già stato votato da altri Enti e che manca solo l'approvazione della Regione per dare atto della costituzione della fondazione.
Su questi due argomenti, che sono fondamentali nell'affrontare un argomento di questo genere, su questi due punti, non posso che prevedere una mia estensione al voto sul documento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo per la replica.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Credo sia giusto rispondere ai Consiglieri che hanno posto questioni pertinenti, specie a quelli che in Commissione, non tutti, hanno seguito e hanno dato un contributo. Ci sono Consiglieri che in Commissione hanno seguito, e seguono molto, e Consiglieri che non hanno seguito la vicenda per cui è difficile comunicare.
Prima considerazione rapida, anche se meriterebbe tutta l'attenzione (anche i suggerimenti critici sono ben accolti). Il consigliere Tapparo e altri dicevano "non si fa abbastanza marketing, il Museo non è abbastanza valorizzato"; altri Consiglieri, come il Consigliere Mellano sottolineavano che è un po' scemata l'attenzione in questi anni. Questa è proprio la ragione per cui, come hanno detto i vari Consiglieri intervenuti, vogliamo dare una forte svolta e un colpo d'ala. La Fondazione, questo meccanismo, ci sembra adeguato. Alla domanda che i Consiglieri hanno rivolto del tipo "quale tipo di museo volete? La cripta oppure un museo vivo, dinamico, interessante, interattivo, intelligente" rispondo che gli Enti locali possono fornire le risposte. Guardate il Museo del Cinema, com'è stato ricordato dal Consigliere Placido e da altri. Il Museo del Cinema è un esempio di Museo gestito da Regione Piemonte ed Enti locali con questa modalità. C'é anche questa attenzione, nel senso che le politiche - raccolgo una raccomandazione - non le lasciamo fare indipendentemente dalla assemblee elettive o dagli assessorati; per esempio la politica sul Museo del Cinema si è molto discussa. Se al Museo siamo riusciti a dare questo dinamismo, questa capacità, vuol dire che l'attenzione c'é, vuol dire che la capacità degli Enti locali, della Regione, delle Fondazioni bancarie ad affrontare questa modalità, c'é.
Sicuramente ci vuole quella svolta che è stata auspicata, ma un Consigliere diceva "finalmente si muove qualcosa", a fronte di un dibattito, mi rivolgo al Consigliere Moriconi, che sono due anni e mezzo che si è svolto. Museo del Cinema, Castello di Rivoli e quant'altro, sono modelli già sperimentati che dimostrano che abbiamo questa dimensione.
Al Consigliere Tapparo rispondo: ha ragione, le politiche devono essere discusse in Giunta regionale, in Assessorato, in Consiglio regionale e in Commissione. Devo dire, per esempio, che nel caso del Museo del Cinema, è una riprova che non abbiamo delegato, c'é stato un grande dibattito. Tutto quello che si può aumentare di coinvolgimento, ovviamente lo condivido.
La raccomandazione del Consigliere Placido: "attenzione alle scelte opportune per il direttore", mi pare che per il Museo del Cinema abbiamo fatto una scelta coraggiosa per il direttore, anche di fronte alla resistenza della struttura del Museo. La politica è stata più coraggiosa della struttura del museo (credo che i Consiglieri lo sappiano e lo possano ammettere). Così per Film Commission, non abbiamo scelto direttori di seconda o terza fila, ma persone giuste per cose giuste. Il direttore Fossati è una scelta che rivendico felice per la Film Commission, così come il Presidente Boglione. Ringrazio molto il Consigliere Mellano per aver sollecitato e sottolineato il fatto che, in molti avvenimenti in Piemonte questo sia avvenuto, è la condivisione, diceva, di una necessità di ripartenza. Sottolineo questo aspetto, Consiglieri, il fatto della condivisione di una ripartenza; mi rivolgo anche agli altri Consiglieri che non sono intervenuti, il Consigliere Gallarini che ha sempre difeso politiche culturali di respiro, il Consigliere Cattaneo, che ha sostenuto in sede di Bilancio queste opportunità che oggi vedono un felice esito. La condivisione che il Consigliere Mellano citava, ma senza condivisione non si fa nulla, non ci sono bilanci, ecc. La condivisione non è un vezzo, è uno strumento democratico, specie se si realizza sui fatti. Credo di poter garantire ancora maggiore attenzione nel portare in Commissione considerazioni, prospettive e valutazioni. L'Ente locale, Consigliere Moriconi lo dico a lei che appartiene fortemente ad altre maggioranze, ma l'ente locale in cui si è discusso di più, è in Consiglio regionale. C' chiarezza sui fondi dell'obiettivo della fondazione, per esempio il San Paolo ha già stanziato 25 milioni di euro, quindi nessuna privatizzazione bensì l'accoglimento di Enti locali e di altre realtà, nell'allargamento delle responsabilità pubbliche.
Sulla questione terremmo saldo il ruolo della Regione, intendendo, per Regione, il Consiglio, le Commissioni e la Giunta regionale.
Ringrazio tutti, soprattutto per aver usato il termine "condivisione" un termine usato prevalentemente da colleghi che sappiamo essere, quando non condividono, ultra duri e ultra veloci.
Il fatto di dire che c'è una condivisione su queste politiche, è molto significativo e rappresenta un forte segnale per il Piemonte (lo segnalo anche al mio Capogruppo, Consigliere Cattaneo).
Grazie colleghi e grazie Presidente.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della deliberazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione n. 480, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

A questo punto, sospendiamo la seduta per procedere all'incontro con le delegazioni, alle quali devono essere formalmente presenti i Capigruppo e membri dell'Ufficio di Presidenza, oltre ai nostri funzionari, perché si tratta di accogliere delle petizioni. Gli incontri dureranno circa un'ora quindi il Consiglio riprenderà alle ore 14.



(La seduta sospesa alle ore 12.52 riprende alle ore 14.33)


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Norme generali sui trasporti

Esame disegno di legge n. 471: "Modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422)"


PRESIDENTE

La seduta riprende con la trattazione del disegno di legge n. 471: "Modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422)" "Modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2000, n.
1 (Norme in materia di trasporto pubblico locale)".
Relatore è il Consigliere Dutto, che ha pertanto la parola.



DUTTO Claudio, relatore

Il testo che oggi l'aula è chiamata ad esaminare è stato proposto dalla Giunta regionale partendo dalla considerazione che l'evoluzione del quadro legislativo di riferimento statale in materia di trasporto pubblico locale ha avuto in questi ultimi anni un'accelerazione tale da rendere necessaria una revisione della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422).
Il disegno di legge, rubricato con il numero 471, è stato assegnato all'esame in sede referente della II Commissione consiliare il 6 dicembre 2002. Il lungo e proficuo lavoro istruttorio svolto in Commissione nel corso di otto sedute, ha portato ad approfondire diversi aspetti della legge regionale sul trasporto pubblico locale ed a integrare e modificare il provvedimento presentato.
Sono stati sentiti tutti gli enti e le associazioni interessate alla materia e le osservazioni presentate sono state attentamente ponderate nel corso dell'esame.
Sono state valutate con attenzione sia la normativa europea sulla disciplina degli appalti nei settori esclusi, a cui fanno capo i trasporti sia quella nazionale di recepimento delle direttive europee e quella specifica in materia di servizi pubblici locali. Sono stati raccolti elementi di conoscenza in ordine all'attuazione della legge regionale 1/2000 in questi primi tre anni di vigenza e sono state particolarmente analizzate le procedure concorsuali ad evidenza pubblica, sotto il profilo dei soggetti partecipanti e di quelli esclusi dalle gare, dei criteri e delle procedure di aggiudicazione, tenendo ben presente le modifiche al titolo V della Costituzione ed i limiti posti all'autonomia legislativa regionale sotto il profilo della tutela della concorrenza.
Il testo, a seguito del lavoro istruttorio di Commissione, risulta ora composto da dodici articoli, in gran parte recanti modifiche testuali alla legge regionale 1/2000 (legge radice).
Passando ad una relazione di dettaglio dell'articolato, segnalo che l'articolo 1 tratta il tema delle modifiche alle aree di conurbazione e scaturisce da uno spunto di riflessione indotto dai soggetti consultati. Le conurbazioni sono state definite, ai sensi della l.r. 1/2000, con deliberazione della Giunta regionale, d'intesa con i Comuni interessati nell'ambito degli accordi di programma tra la Regione e gli enti soggetti di delega. Il comma 8 dell'articolo 7 della legge radice ne prevede l'individuazione entro un arco temporale definito in relazione all'entrata in vigore della legge, ma nulla dispone in ordine alla possibilità di modificare le aree già definite. La modifica proposta con l'articolo 1 del presente disegno di legge all'articolo 8 della l.r. 1/2000 stabilisce che anche per le modifiche delle aree valgono le medesime modalità della costituzione, compresa l'intesa con gli enti locali interessati.
L'articolo 2 del ddl contiene, in sostanza, una norma di coordinamento con il disposto dell'articolo 3 del ddl relativo alla costituzione della nuova Società per le infrastrutture regionali. Per chiarezza interpretativa viene esplicitato che tra i compiti del consorzio per la mobilità nell'ambito metropolitano torinese non sono compresi quelli relativi alla gestione delle infrastrutture, che faranno invece capo alla costituenda Società per le infrastrutture regionali.
L'articolo 3 autorizza la Giunta regionale a costituire, come sopra testé riportato, una società a partecipazione regionale al 100 per cento o a partecipare a società pubbliche costituite ai sensi dell'articolo 35 della legge finanziaria statale 2002, a cui conferire - unitariamente o separatamente - la proprietà o la gestione delle infrastrutture ferroviarie, metropolitane, tranviarie, degli impianti fissi di trasporto e di telecomunicazioni funzionali all'esercizio del trasporto. E' appena il caso di ricordare come l'articolo 35 segni il momento conclusivo di un lungo processo riformatore che ha condotto il settore dei servizi pubblici locali dalla municipalizzazione, fondata sulla legge Giolitti del 1903 alla liberalizzazione del mercato ed alla privatizzazione dei soggetti gestori sia formale, con la trasformazione obbligatoria delle aziende speciali e dei consorzi in società di capitali, sia sostanziale, attraverso la facoltà riconosciuta agli enti locali di cedere in tutto o in parte le partecipazioni nelle società erogatrici di servizi. L'articolo 35 si colloca, quindi, nell'ottica di una apertura regolata del mercato orientata a contemplare la separazione dei ruoli dell'ente locale e dell'impresa ed a superare affidamenti diretti e pratiche monopolistiche.
L'articolo 4, riferito alle procedure concorsuali ed inserito nel corso del dibattito in Commissione, trova la sua ragione nella valutazione della catena normativa di riferimento statale e nel limite alla potestà regionale costituito dalla esclusiva competenza statale in materia di tutela della concorrenza. Per la precisione, dopo l'entrata in vigore della legge regionale 1/2000, è intervenuta una modifica alla legge 422/1997 ad opera dell'articolo 45 della legge 166/2002 che ha diversamente individuato i casi di esclusione delle società dalle gare. Si consideri che articolo 11 della l.r. 1/2000 riporta testualmente la normativa vigente al momento dell'emanazione della legge radice e risulta quindi datato. Si è, pertanto optato per una modifica esplicita dell'articolo in argomento, tramite un rinvio formale alla legge statale così da non dover reintervenire in futuro nell'eventuale ipotesi di ulteriori modifiche alla stessa. Quanto al comma 2 dell'articolo 4, le modifiche proposte rispondono ad una duplice esigenza: la prima è quella di permettere alle stazioni appaltanti, nel pieno rispetto del decreto legislativo 158/1995 di recepimento delle direttive comunitarie, di scegliere la procedura di aggiudicazione più idonea per ottenere tempi brevi e massima concorrenza, mentre la seconda esigenza è nuovamente quella sopra descritta di mantenere il dettato regionale coerente con le modifiche dello Stato alla normativa di riferimento.
L'articolo 5 tratta il tema degli aggiornamenti delle tariffe dei servizi di trasporto pubblico locale e viene presentato in una versione diversa rispetto a quella suggerita dalla Giunta regionale. Nel disegno di legge assegnato alla Commissione II, il tema era trattato all'articolo 2 e prevedeva l'inserimento in legge del dettaglio delle modalità per la determinazione degli aumenti ancorati in forma rigida alla misura del 100 per cento dell'inflazione governativa programmata nell'anno precedente.
Dall'analisi delle prescrizioni già presenti nella legge regionale in tema di politica tariffaria - che, ai sensi del comma 1 dell'articolo 12 attiene alla competenza della Giunta sulla base di criteri predefiniti d'intesa con gli enti locali e sentite le organizzazioni sindacali e le associazioni dei consumatori - è parso più coerente non inserire in legge il dettaglio delle modalità di aggiornamento ma rinviarne la definizione ad un apposito regolamento di Giunta con riferimento ai diversi titoli di viaggio, alle modalità di arrotondamento degli importi, all'applicazione dell'inflazione programmata.
L'articolo 6 del ddl inserito nel corso del dibattito di Commissione modifica il comma 6 dell'articolo 14 della legge radice e pone rimedio, di fatto, ad una disparità di trattamento consentendo anche alle comunità montane e non solo a comuni e province, di utilizzare gli eventuali risparmi, rispetto alle risorse assegnate dalla regione, derivanti dall'affidamento dei servizi all'offerta economicamente più vantaggiosa.
L'articolo 7 modifica il periodo transitorio durante il quale vigono procedure semplificate. Viene proposto all'Aula nell'esatta versione formulata nella proposta della Giunta regionale. L'estensione del periodo transitorio dal 31 dicembre 2002 al 31 dicembre 2003 è coerente con le disposizioni della legge n. 422 del 1997 e consegue alla impossibilità ad avviare le gare per l'affidamento dei servizi nei termini inizialmente previsti, anche per l'incertezza di natura normativa collegata alle modifiche apportate dalla legge n. 166 del 2002 (c.d. collegato infrastrutture) e di natura finanziaria dovuta, soprattutto, alla copertura degli oneri derivanti dall'applicazione dell'IVA sui trasporti.
L'articolo 8 consente al consorzio per la mobilità nell'ambito metropolitano torinese di destinare una somma non superiore al due per cento delle risorse assegnate per far fronte agli oneri di funzionamento.
Si deve tener presente che la legge radice già consente ai comuni destinatari delle deleghe di destinare l'uno per cento degli stanziamenti annuali per il finanziamento degli oneri derivanti dall'esercizio delle funzioni, ma che tale limite, congruo per il livello comunale, è ritenuto in base all'esperienza finora compiuta, troppo ristretto per il consorzio neocostituito.
L'articolo 9, anch'esso inserito nel corso del dibattito in Commissione, propone l'introduzione di una clausola valutativa, in armonia con le più recenti innovazioni in tema di qualità della legislazione e di valutazione delle politiche e nel riconoscimento dell'importanza di una legge settoriale, che si colloca nel solco del processo di liberalizzazione del mercato e della privatizzazione dei soggetti gestori. Alla Commissione consiliare competente in materia di trasporti dovranno essere presentate annualmente due relazioni, una dalla Giunta regionale e una dall'Agenzia regionale per l'ambiente, così da permettere un monitoraggio del processo di privatizzazione delle aziende di TPL e dell'attuazione della stessa legge regionale.
Gli articoli 10, 11 e 12 recano rispettivamente le disposizioni transitorie, quelle finanziarie e la dichiarazione d'urgenza.
previsto che gli impegni assunti dalla Regione con gli enti locali per il finanziamento dei servizi di TPL per l'anno 2002 siano confermati anche per il 2003, mentre per gli interventi strumentali ed infrastrutturali si provvederà con gli accordi di programma 2004-2006.
Sulle disposizioni finanziarie la Commissione ha recepito la richiesta di modifica del testo formulate dalla I Commissione quale condizione per il parere favorevole.
Come sinteticamente illustrato il testo, che oggi l'Aula è chiamata ad approvare, riveste notevole importanza per la nostra regione e per la comunità tutta. La discussione svolta in Commissione è stata molto ampia supportata dagli approfondimenti, dalle analisi e dai quadri sinottici predisposti dagli Uffici della Commissione e ha portato ad un testo più articolato rispetto alla proposta legislativa iniziale. Auspico che con la più ampia adesione delle forze politiche diventi ora legge della Regione.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Vorrei chiedere chiarimento alla Presidenza in riferimento all'uso della giacca. Vorrei sapere se è un meccanismo dedicato ai Consiglieri o a tutti i presenti in aula. Mi riferisco ovviamente agli ospiti e ai dipendenti.
Vorrei sapere se è dedicata esclusivamente alle persone di sesso maschile o è a tutti i presenti in aula.
Quindi, sono due domande: innanzitutto se c'è una distinzione basata sul sesso; se l'obbligo è solo per i Consiglieri o per tutti i presenti.



PRESIDENTE

La ringrazio perché devo segnalare un ospite, seduto nella parte dell'emiciclo destinato ai funzionari, che non ha la giacca. Prego quindi di indossarla.
Non è una questione polemica, ma è una questione di rispetto del Regolamento.
Il Regolamento prevede l'uso della giacca per i colleghi di sesso maschile e prevede abiti con le braccia coperte per le colleghe di sesso femminile.
Cito il Regolamento a memoria. Non si può fare una discussione di questo livello e serietà se non iscrivendo l'argomento all'o.d.g.. Ho dato una risposta e ho provveduto a fare indossare la giacca a quanti sono presenti in aula e penso che la giacca debba essere indossata, non solo appoggiata. Al momento direi che in aula viene indossato un abbigliamento che corrisponde agli indirizzi regolamentari. Grazie Consigliere Brigandì per avermi consentito di rimuovere un'anomalia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà



TAPPARO Giancarlo

Si dovrebbe aprire una discussione sull'uso della cravatta o meno che tralascerei vista la stagione.
Il Consigliere Dutto, relatore di questo provvedimento, ha illustrato il testo com'è giunto dalla Commissione. Vedo ora vari emendamenti dell'Assessore alcuni anche significativi e corposi: non sarebbe bene prima di aprire un dibattito generale, capire il senso di questo apporto non marginale che l'Assessore sta dando al testo per poter fare interventi che tenga conto di questi nuovi elementi?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Anch'io ritengo, come il Consigliere Tapparo, di fare un'ulteriore riflessione.
Mi rendo conto che il tempo trascorso tra l'esame in Commissione e l'esame in Aula ha necessariamente portato la Giunta e gli uffici della Commissione a rivedere il testo. Tuttavia, sarebbe utile verificare gli emendamenti, che non sono marginali. In particolar modo, mi riferisco all'emendamento che sostituisce l'intero articolo 4 del testo che abbiamo in aula. Avanzo una proposta: poiché domani è già convocata la II Commissione, che è la Commissione competente...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Casoni)



MULIERE Rocco

Ma qui ci presentate un testo che è completamente diverso. Domani andiamo in Commissione e la prossima settimana, quando è convocato il Consiglio, lo portiamo nuovamente in Aula, la relazione è già stata letta.
Ripeto, ho fatto la proposta di andare in Commissione domani, nel prossimo Consiglio esaminiamo il testo, se non siete d'accordo, avete la maggioranza, ve lo approvate. Era una proposta di collaborazione, visto che sono stati presentati degli emendamenti da parte della Giunta che rivedono completamente il testo su un articolo, quello delle gare, che è fondamentale. E' questo il testo di legge: le gare, le modalità e le procedure per le stesse. Non dico di rinviarlo di tanto, domani in Commissione e il prossimo Consiglio si riprende al primo punto.



PRESIDENTE

Poiché domani non c'é la Conferenza Capigruppo prevista per le 14,30 volevo suggerire, se non ci sono obiezioni, se non si ritenga opportuno anticipare la Commissione II, convocata per le ore 16,00, alle ore 15,00.
Se non ci sono obiezioni avvertiamo anche formalmente i membri, i Gruppi e la Commissione II, che tratta la materia di cui stiamo discutendo.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Casoni, ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Semplicemente per motivare e tranquillizzare i Consiglieri che hanno visto questi emendamenti i quali non sono solo perfettamente coerenti con il testo iniziale, ma non hanno fatto altro che recepire, rispetto al testo iniziale, le modifiche nazionali apportate. Modifiche, che, peraltro sono quelle che favoriscono l'affidamento in house. Se non vogliamone discuterne, lo eliminiamo, manteniamo l'altro emendamento a me va benissimo.
Questo è un emendamento che affida principalmente a GTT, non sono interessato a questa procedura, noi l'abbiamo fatto perché la legge affida a discrezione della Regione, o le sole gare, o le gare all'affidamento in house. Con questo emendamento, siccome avevamo detto di fare solo le gare suggeriamo le gare e l'affidamento in house. Ampliamo la possibilità, per i Comuni che intendono incaricare l'affidamento in house, di poterlo fare.
Questa non è una novità dell'Assessore Casoni, ma del decreto legislativo che, come è stato fatto prima rilevare, è una materia in continua evoluzione ragion per cui anch'io chiedo che sia approvato un testo. Se continuiamo a far passare i mesi, man mano le procedure si modificano, a quel punto sì che bisognerà fare solo ed esclusivamente le gare.
La nostra legge n.1 dice di procedere con le gare. Si vogliamo posporre questa, si proceda tramite la vecchia legge n.1, si fanno le gare, non si prevede più l'affidamento in house. C'é una questione alla quale non sono particolarmente interessato: far sì che l'emendamento passi. A me va bene anche fare le gare privatistiche, come da legge n.1, senza prevedere gli affidamenti in house; mi sembra un'opportunità in più visto che la legge da la possibilità alle Regioni se indire gare pure e crude, gare pubbliche oppure affidamento in house.
Io avevo inteso recepire gare pubbliche, oppure affidamenti in house visto che la legge nazionale lo consente. Per questo è stato riscritto il comma IV, sarebbe stato talmente modificato in tutte queste diciture, che diventava sconclusionato. Il senso è esattamente lo stesso dell'articolo IV di prima che sosteneva di fare solo le gare, questo sostiene: si istituiscano le gare o l'affidamento in house.
Tutto ciò detto per spiegare cosa vuol dire l'articolo che, ripeto, non è una sollecitazione dell'Assessore, ma delle aziende che attualmente gestiscono, per conto dei comuni, i servizi nelle varie città. In particolare nella città di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì, ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, il dire dell'Assessore mi ha perfettamente convinto per cui faccio mie le osservazioni avanzate dal Consigliere Muliere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Il tema intanto è molto rilevante e poi anche abbastanza complesso da individuare all'interno dell'emendamento. Le cose che ha detto l'Assessore sono chiare, ma leggendo il testo dell'emendamento non sono scritte in quel modo. C'é scritto altro. Può darsi che tutto sia coerente, però è un classico argomento di natura tecnica che è possibile approfondire solo in una sede di Commissione e non in una sede di aula.



PRESIDENTE

Pochi minuti di sospensione in aula per interloquire con l'Assessore Casoni.
Per riportare un testo in Commissione è necessaria la votazione dell'aula. L'Assessore ritiene di poter spiegare, di volta in volta, i singoli articoli e gli elementi di modifica. Capisco sia il consenso sia il dissenso, ma riportare il testo in Commissione non vuol dire "rispedirlo" in Commissione, vuol dire lasciarlo in aula e predisporre un'illustrazione in Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Non ho nulla per chiarirli precedentemente, dicevo solo che dato che il problema è solo l'articolo 4, perché mi sembra che gli altri emendamenti siano semplici e facilmente leggibili da tutti, sull'articolo 4 mi rendo disponibile a chiarirlo proprio nei dettagli, cioè leggendo e spiegando.
Non è altro che il recepimento dell'articolo....



CASONI William, Assessore ai trasporti

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CASONI William, Assessore ai trasporti

Presidente, noi riteniamo che non sia l'aula il luogo dove è possibile una discussione del genere)



CASONI William

Però se non è l'aula che discute degli emendamenti, non so quale sia.
Tra l'altro è semplicissimo, perché se lo spiego...



(Commenti in aula fuori microfono)



CASONI William

Va beh, allora lo ritiro. È un emendamento di Giunta e lo ritiro.



CASONI William

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CASONI William

Non si fa nemmeno così.



PRESIDENTE

Faccio un breve richiamo al nostro Regolamento. Il nostro Regolamento in base all'articolo 81, prevede il rinvio in Commissione sulla base di una votazione a maggioranza, nel senso che il Consiglio può decidere il rinvio in Commissione di un provvedimento. In alcuni casi abbiamo utilizzato una procedura atipica ma consensuale, di illustrare in Commissione, sia pure mantenendo il provvedimento in aula, per un approfondimento che si ritiene non praticabile nell'aula medesima.
L'Assessore ha comunque il problema di varare il provvedimento con una certa celerità, perché incombono procedure da parte dei soggetti amministrati (consorzi e quant'altro). Per domani, l'Assessore ha già altri impegni e quindi non può essere presente in Commissione (del resto, la Commissione sta facendo un altro tipo di lavoro), capisco anche che se poi su un testo non ci sono convergenze di carattere procedurale, può darsi che il tempo di discussione diventi molto lungo.
Vogliamo sospendere qualche minuto per vedere, con il Presidente della Commissione e con l'Assessore, di trovare una soluzione, altrimenti procedo sulla del Regolamento.



(La seduta, sospesa alle ore 15.05 riprende alle ore 15.07)



PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Voglio che sia chiarito bene il tema, però dato che domani non posso essere presente in Commissione, verranno i miei funzionari a chiarire questo emendamento che peraltro - ribadisco - è semplicissimo nella sostanza ed è difficile nella scrittura. Vuole dire che le gare possono essere espletate con l'affidamento in house o con una gara vera e propria.
Prima, prevedevano le gare è basta. Questo, peraltro, che è un emendamento che ci chiedono un po' tutte le città, soprattutto per garantire le aziende di trasporto locale. È un rispondere alla normativa nazionale che nel frattempo ha previsto queste nuove modalità.
Tecnicamente, domani verranno dei miei funzionari a spiegarlo meglio in Commissione. Io non sarò presente, però mi auguro che entro domani il provvedimento esca e torni in aula per la prossima seduta, perché non è tanto un interesse della Regione, perché se la Regione non approva la legge, va avanti con quella precedente, che prevede le gare tout court.
Questa è la modifica di legge introdotta, rispetto alla legge 1. Dato che ormai stanno scadendo i termini, o indiciamo le gara in tutte le Province o modifichiamo la legge.



PRESIDENTE

Preso atto dell'intervento e della proposta dell'Assessore ai trasporti e vista l'esigenza, definiamo di procedere in questo modo: la proposta di legge rimane in aula e non viene rimandata in Commissione. Nella giornata di domani, la Commissione si riunisce alle ore 15, invece che alle ore 16 per venire incontro alle esigenze di tutti, sulla necessità di disporre del tempo, soprattutto serale, e l'argomento verrà illustrato e approfondito dai funzionari dell'Assessorato.
Si soprassiede, quindi, alla discussione di questo punto all'ordine del giorno. Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, convocata per venerdì 18 giugno alle ore 14.30, non avrà luogo. È formalmente convocata.
La seduta è tolta.



(la seduta termina alle ore 15.12)



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