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Dettaglio seduta n.463 del 19/05/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 14.42)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta In merito al punto X) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Botta Franco, Cantore, Manolino Rossi Giacomo e Vaglio.


Argomento:

b)Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentatai sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Piani pluriennali - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

c) Modifica di coordinamento ex art. 83 Regolamento interno Consiglio regionale alla legge finanziaria 2004 e al bilancio di previsione 2004


PRESIDENTE

Con deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza n. 72 e n. 73 dell'11 maggio 2004 sono state apportate modifiche di coordinamento alla legge finanziaria 2004 (ex disegno di legge n. 604) e al bilancio di previsione 2004 (ex disegno di legge n. 205) a seguito di emendamenti approvati in aula.
(Copie delle deliberazioni citate sono depositate presso la segreteria del Settore Assemblea regionale)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà



CONTU Mario

Presidente, non le sfuggirà che l'occasione della presenza dell'Assessore Casoni induca una richiesta: credo sia atto doveroso fornire comunicazioni al Consiglio in merito all'incidente ferroviario.



PRESIDENTE

E' già prevista la comunicazione dell'Assessore, dopo aver svolto la commemorazione del Consigliere Tomatis, si procederà in tal senso. E' all'o.d.g. dei nostri lavori, come da richiesta scritta del Consigliere Rossi in tal senso.


Argomento: Viabilità - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 2413 del Consigliere Riba inerente a "Condizioni di operatività dell'ARESS"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2413, presentata dal Consigliere Riba.
Risponde l'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore viabilità e comunicazioni

Il Consigliere Riba interpella la Giunta se corrisponde a verità che l'ARESS non è sempre messa in condizioni di espletare i propri compiti per le numerose sovrapposizioni che si creano tra le direzioni regionali e l'ARESS medesima e se non si ritenga opportuno precisare ulteriormente le competenze dell'ARESS in modo che le procedure per l'approvazione delle progettazioni, per le gare d'appalto (tra le quali quelle degli appalti impegnati), per i project financing siano rese, nel rispetto della legge le più snelle possibili.
In relazione ai quesiti posti con l'interpellanza n. 2413, si specifica che: non corrisponde al vero che l'ARESS non è sempre in condizione di espletare i propri compiti per le sovrapposizioni che si creano tra le Direzioni Regionali e l'ARESS stessa. Infatti, compito dell'ARESS, è elaborare i progetti individuati nel Piano Investimenti, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 271-37720 in data 27 novembre 2002, e quindi a seguito dell'approvazione in conferenza dei servizi procedere alla realizzazione delle opere.
Per quanto riguarda i progetti presentati dall'ARESS Piemonte per le procedure di approvazione ai vari livelli, sono stati rispettati i termini individuati attraverso la DGR n. 52-9682 del 16/06/2003 inerente a "Procedure di approvazione dei progetti riguardanti la rete stradale di demanio regionale". Allo stato attuale non è emersa la necessità di precisare ulteriormente la competenza dell'ARESS o rendere maggiormente snelle le procedure per l'approvazione delle progettazioni in quanto particolarmente per quanto riguarda gli aspetti inerenti l'approvazione dei progetti ARESS, sono stati approfonditi e formalizzati nella sopraccitata DGR n. 52-9682 del 16/06/2003.
Consentitemi di fare alcune considerazioni di carattere generale.
L'ARESS ha presentato un suo crono-programma delle opere, che è assolutamente rispettato nei termini. Qualora sorgano incomprensioni tra Direzione Regionale e ARESS queste vengono risolte attraverso la comunicazione tra i due soggetti trattandosi di compiti ben delineati e divisi l'uno dall'altro. Una deve espletare le procedure della Conferenze dei Servizi, quindi l'approvazione, in seguito l'ARESS, dal momento in cui la Conferenza dei Servizi è chiusa, ha piena operatività a procedere.
Dalle mie indagini risulta che tutte le Conferenze dei Servizi si siano chiuse nei tempi previsti, addirittura, per la variante di Strevi, dal momento dell'incarico alla consegna dei lavori, quindi tutte le fasi di progettazioni alla consegna lavori, è passato un anno. Operazione che mediamente comportava tre anni nelle precedenti procedure.
Ripeto, sino ad ora il cronoprogramma è stato rispettato, qualora ci siano segnalazioni specifiche su opere dove, ma non mi risulta, insistano difficoltà di approvazione della Conferenza dei Servizi - perché, come dicevo, compito della Direzione regionale è programmare, espletare le formalità della Conferenza dei Servizi - compito dell'ARESS è dare esecutività alle opere che giungono in fase di esecutività. Allo stato, non mi risulta ci siano criticità in questo senso, se ci sono prego il Vicepresidente Riba di segnalarle e io mi attiverò su precise indicazioni.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Prendo atto della risposta, gradirei il testo della risposta scritta.
Certamente, si tratta di un progetto in corso di ristrutturazione e collaudo. Mi pare che, in effetti, alcune questioni contenute nell'interpellanza siano in fase di soluzione.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 2650, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Danni al memorario: il caso di Racconigi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2650, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Danni al memorario: il caso di Racconigi".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

L'interrogazione segnalava una serie di dati precisi su alcuna interventi. Le problematiche relative allo svolgimento del servizio ferroviario. L'interrogazione 2612 presentate in data 13 gennaio dai 2004 dai Consiglieri Toselli e Costa - oggetto: linea ferroviaria Bra-Torino Bra.
interrogazione n. 2624, presentata dal Consigliere Bolla, inerente a "Ferrovia Torino - Pinerolo - Torre Pellice" (vengono lamentati ritardi all'arrivo a destinazione registrati da parte dei bus sostitutivi che collegano Pinerolo con Torre Pellice) interrogazione n. 2650, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Danni del 'Memorari': il caso Racconigi".
Rispetto a queste interrogazioni, risponderei a quella presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea.



PRESIDENTE

Può rispondere a quella presentata dal Consigliere Contu, mentre alla mia e a quella del collega Bolla può fornire risposta scritta.



CASONI William, Assessore ai trasporti

L'arrivo a destinazione nella stazione di Torino Porta Nuova del treno 10210 è previsto alle ore 7.55, con soli 5 minuti di anticipo rispetto all'orario di arrivo del treno 10260.
Non è pertanto possibile aumentare il numero delle fermate del primo convoglio, in quanto un aggravio anche minimo dei tempi di percorrenza lo porterebbe ad interferire con la circolazione del secondo, determinando una sovrapposizione di tracce in una fascia oraria di notevole affollamento.
Si fa inoltre presente che, per il treno regionale 10210, è stata richiesta fermata anche presso la stazione di Cavallermaggiore. Questa fermata è stato possibile inserirla, altre no perché andrebbero a danneggiare due treni che si trovano immediatamente accodati e quindi si creerebbe un disservizio a centinaia di viaggiatori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Devo dichiararmi insoddisfatto rispetto alla risposta all'interpellanza, perché l'Assessore ha omesso un particolare: che, fermo restando, che lui prende atto del disagio che determina la mancanza di quella fermata, forse bisognerà operare a monte.
L'Assessore concorderà sul fatto che io mi aspettavo una risposta più articolata, perché mi risulta che lui abbia attivato un tavolo, con i vari comitati, per la soluzione dei problemi.
Questa poteva essere anche l'occasione per associare altre interpellanze che riguardano la stessa materia, delle quali, fra alcune che ho presentato, attendo ancora la risposta.
Io credo che vada tenuta in debito conto la complessità delle problematiche poste da chi ha operato molto spesso come scelta di vita quella di decongestionare la città scegliendo come luogo di vita e di abitazione i Comuni della prima, della seconda e della terza cintura dell'Area metropolitana. Noi gli dobbiamo rispetto, noi gli dobbiamo attenzione, e io le chiedo di non considerare, con questa risposta, chiusa la problematica, ma di verificare con Trenitalia, nell'ambito del progetto del nuovo orario, la possibilità di anticipare la partenza. So che questo a catena, essendo una rete, può determinare problematiche diffuse, ma credo che si debba avere piena coscienza di un disagio e della correttezza delle richieste da parte dei pendolari. Grazie.


Argomento:

Risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 2434 del Consigliere Bolla inerente a "Disservizi sulla tratta ferroviaria di Trenitalia Torino-Pinerolo" (risposta scritta)

Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti su gomma

Interrogazione n. 2544 dei Consiglieri Costa E., Toselli inerente a "Orario dei treni memorario" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Trattamento economico e normativo del personale

Interpellanza n. 2697 presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Ferrovieri licenziati a seguito della trasmissione televisiva Report"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interpellanza n. 2697, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea, inerente a "Ferrovieri licenziati a seguito della trasmissione televisiva Report" La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Non ho il testo, ma ricordo molto bene la vicenda. Per una fortuita coincidenza, Assessore, lei avrà notato che oggi sono previste in aula - me lo ha confermato prima - le comunicazioni su un grave incidente ferroviario sulla linea che era stata oggetto di inchiesta da parte della trasmissione REPORT.
Assessore, qui c'è un problema di giustizia. Ma i lavoratori che sono impegnati in prima persona e che rischiano la vita in prima persona, che fanno un atto di grande civiltà denunciando una situazione gravissima di scarsa manutenzione sulla linea e che hanno il coraggio civile di prestare la loro testimonianza ad una trasmissione di rilevanza nazionale, ricevono come paga da Trenitalia il licenziamento in tronco? Tre ferrovieri e le loro famiglie sul lastrico per aver avuto il coraggio civile di una denuncia che riguardava la sicurezza di chi lavora, ma soprattutto la sicurezza di chi viaggia! Il senso dell'interpellanza era questo, Assessore. Noi vi chiedevamo un atto di coraggio; come il vostro omologo governo della Regione Liguria, un atto di sfida a Trenitalia. Le problematiche sindacali e le problematiche della sicurezza non si risolvono attraverso il licenziamento di chi ha avuto il coraggio di denunciare. Ebbene, la Regione Liguria ha assunto due dei lavoratori licenziati come consulenti per la sicurezza della Regione Liguria. E' stato un atto rispetto al quale io devo togliermi tanto di cappello per il coraggio del Presidente di una Giunta regionale di centrodestra, che però ha detto in modo chiaro: "Le famiglie vanno rispettate e i lavoratori vanno rispettati" e un atto, non condiviso quello del licenziamento da parte di Trenitalia, ha portato ad un impegno diretto da parte della Giunta e della Regione Liguria.
L'altro lavoratore è nato ad Acqui, è originario dell'Alessandrino, ivi risiede; ha ricevuto un primo sostentamento con l'assunzione come consulente da parte della Provincia. Io credo che lei, Assessore, non debba lasciare niente di intentato né sul piano dell'intervento diretto né, tanto meno, sulla possibilità di richiamare e chiamare attorno ad un tavolo Trenitalia perché si assuma le sue responsabilità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni per la risposta.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Ho una risposta scritta, ma voglio dare una risposta orale, perché è importante capire quella che è la situazione attuale.
Noi ci rendiamo conto che questa richiesta mette questa famiglia in condizione di difficoltà, però abbiamo fatto anche un ragionamento: nella stessa situazione di difficoltà si trovano, purtroppo, decine se non centinaia di famiglie, anche nella nostra Regione, a seguito di situazioni di disagio aziendale.
Mi risulta che, da parte della Regione Liguria, sia già in corso una modifica della decisione che ha comportato - giustamente - una montagna di altrettante legittime richieste. Tuttavia, nello stesso tempo, noi non vogliamo lasciare nulla di intentato per fare un'azione verso Trenitalia specialmente dopo averci già tentato una prima volta ed aver ricevuto una risposta negativa da parte dell'Amministratore delegato, che per l'abbiamo appreso proprio ieri sera da un'agenzia di stampa - è stato sostituito, quindi in questo momento l'Amministratore delegato non è più il dott. Renon, il quale mi aveva risposto in questi termini (voglio leggere la frase di risposta che mi aveva dato): "I provvedimenti si sono resi assolutamente necessari in considerazione dell'effettiva entità delle violazioni commesse dai due lavoratori. Un'apposita Commissione d'inchiesta ha infatti accertato, al termine di una complessa attività istruttoria e sulla base di prove sia documentali che testimoniali, che durante l'orario di servizio il Sig. Bravadori e il Sig. Carozzo hanno assunto un comportamento in netta violazione, sia della sicurezza sia degli obblighi contrattuali sia delle prescrizioni di legge sia delle disposizioni tecniche emesse in materia dal Gestore dell'Infrastruttura. Tali violazioni sono espressamente sanzionate dal vigente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, firmato con i rispettivi sindacati, con la risoluzione del rapporto di lavoro".
Essendo cambiato ed essendo di fresca nomina un nuovo amministratore delegato - che, tra l'altro, ricopre la duplice funzione di Presidente della Holding e di amministratore delegato - mi premurerò di ritornare alla carica, per questi lavoratori, affinché possa essere trovata una soluzione bonaria, in una qualche forma di risoluzione, se non diretta da parte di Trenitalia che, perlomeno, Trenitalia provveda a non lasciare queste famiglie senza il posto di lavoro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, condividerà un aspetto del problema: un atto di civiltà come quello compiuto dai lavoratori, che era volto a garantire la sicurezza, con le stesse motivazioni, aver violato le norme sulla sicurezza, sono stati licenziati. È una situazione paradossale. Non lasci niente di tentato, mi auguro che fissi al più presto un incontro perch questa situazione si risolva. È una scelta, quella operata, che non fa certo onore alla gestione della rete ferroviaria italiana.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Voglio solo ricordarle che su questo argomento ho presentato un ordine del giorno che era stato iscritto nella discussione in aula e quindi le chiedo se è possibile, nel prossimo Consiglio, affrontare tale questione. L'ordine del giorno da me presentato è inerente i provvedimenti adottati da Trenitalia nei confronti dei lavoratori delle ferrovie che hanno segnalato i disservizi ed il peggioramento delle condizioni di sicurezza".
È una questione specifica che andrebbe discussa con un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Dichiaro terminato lo spazio dedicato alle interrogazioni e alle interpellanze e sospendo per qualche minuto il Consiglio.



(La seduta, sospesa alle ore 11.04 riprende alle ore 11.05)


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del Consigliere Vincenzo Tomatis


PRESIDENTE

Colleghi, come vedete, oggi in quest'aula, non soltanto ci sono i fiori al posto del compianto collega Vincenzo Tomatis, ma ci sono anche i famigliari del nostro collega che hanno accettato il mio invito, a nome di tutti i colleghi, per intervenire in questa seduta, che poi è anche l'ultima seduta dove lui, Vincenzo, sarà ancora nostro Consigliere. Gli adempimenti burocratici, di fatti, ci impongono di ricostruire il plenum dell'assemblea e, quindi, di procedere alla sua surroga.
La moglie e il fratello hanno accettato il mio invito perché ritengo giusto che oggi ci sia il saluto, seppure senza formalità particolari, da parte dell'Assemblea regionale.
In questi quattro anni abbiamo imparato ad apprezzare il Consigliere Tomatis - lo dicevo ai funerali - ad apprezzare il suo tratto gentile e la sua disponibilità nei confronti di tutti i colleghi. Non l'ho mai sentito alimentare uno scontro; non l'ho mai sentito alimentare una polemica, ma semmai, sempre aiutare la risoluzione dei problemi. Dall'altro, abbiamo anche apprezzato la sua dedizione al lavoro di legislatore, al lavoro di Consigliere regionale, la sua puntualità in Commissione, la sua voglia di approfondire i problemi, soprattutto di rappresentare il territorio, al di là degli schieramenti politici. Forse gli steccati lui neanche li vedeva gli steccati che sono rappresentati dalle diverse posizioni e da diversi partiti. Lui cercava di rappresentare le esigenze e le istanze del territorio. Ha sempre portato, in questa assemblea, la voce degli amministratori. Questo suo sentirsi più amministratore che politico. Questo essere Sindaco di un piccolo Comune, anche se non lo era più, perché la nostra legge sull'incompatibile non consente di essere, automaticamente Sindaco e Consigliere regionale. Se ci fosse stata una legge che l'avesse permesso, lui sarebbe rimasto Sindaco e avrebbe conciliato molto bene le due cariche. Qui lui era ancora Sindaco e rappresentava le istanze di tanti Sindaci, soprattutto dei piccoli Comuni, che vivono una realtà diversa rispetto a quella delle grandi città, soprattutto in una provincia come quella di Cuneo.
Devo dire che il suo impegno, il suo essere particolare e il suo avere una marcia in più, l'abbiamo notato tutti, anche in occasione dei suoi funerali, dove vi è stata una partecipazione straordinaria, sia da parte della gente sia da parte degli amministratori locali con cui si è sempre interfacciato.
Penso che lui lasci un vuoto impossibile da colmare qui in Consiglio regionale. Penso che l'assemblea regionale lo ricorderà per il suo impegno a favore di tutto il Piemonte.



(I Consiglieri osservano, in piedi, un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri, Capogruppo dell'UDC.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la mattina del 9 maggio 2004 si è spento Vincenzo Tomatis. Nato a Villanova nel 1943, ha iniziato la sua carriera politica sin da giovane nella Democrazia Cristiana. Fu eletto Sindaco nel 1983 nella sua amata città, Villanova Mondovì, dove ha svolto questo ruolo per diciassette anni. Nel 1999 ricopre la carica di Consigliere nella Provincia di Cuneo; nel 2000 viene eletto Consigliere regionale, aderendo, il 1° luglio 2003, al Gruppo consiliare dell'UDC.
Vincenzo Tomatis, uomo dai modi semplici, disponibile con tutti coloro che gli chiedevano consigli, non si è mai negato all'impegno politico.
Proprio nella politica ,Vincenzo ha trovato forse l'ubi consistam della sua vita, l'essenza dell'agire e dell'essere nel mondo.
Citando liberamente Fenoglio, si può dire che Tomatis partì dalle somme colline, la terra ancestrale che l'avrebbe aiutato nel vortice del vento della vita, per approdare ad un agire politico raffinato e semplice al tempo stesso. Forse, in questa coincidenza di saggezza contadina e di capacità di leggere e interpretare il difficile e machiavellico linguaggio politico, intravedo la caratteristica che ha reso Tomatis un politico vincente e una persona buona, capace di avere una parola per tutti. Bastava investigare i modi della sua piemontesità, bastava ascoltare il suo ripercorrere appassionato le mille trame della politica attraverso il suo dialetto stretto per farcelo sentire istintivamente vicino e caro. Certo quel suo sorriso ironico e gli occhi penetranti facevano intuire a chi gli stava di fronte non soltanto che Vincenzo capiva le ragioni degli altri, ma che in qualche modo lui sapeva, intuiva, ascoltava.
Vincenzo si è dovuto arrendere ad un male troppo forte e improvviso che ha reciso la sua vita ancora giovane. La testimonianza che lascia alla moglie Giuseppina, al fratello e a tutti noi attraverso le sue battaglie politiche è la lezione dell'uomo retto che non rinuncia alla concretezza dell'operare nell'agone politico. Merita un gran rispetto da parte di tutti noi.
Vorrei, in conclusione, andare oltre ad un atto di doverosa testimonianza. Le parole forse devono tacere di fronte al dolore e all'assenza umanamente difficile da comprendere e da sopportare. Ma mi sia consentito un breve ricordo dell'amico, l'ultimo che ho avuto di lui e che ci restituisce il carattere e la tempra solida dell'uomo. Sapevo che è stato una persona che si è sempre spesa senza risparmio, sino all'ultimo per la sua amata terra. Il martedì dopo Pasqua l'ho dovuto - sottolineo dovuto - sgridare bonariamente perché già non stava bene, ma lui era lì lo stesso, testardo, a fare il suo lavoro di politico. Due giorni dopo il male già lo aveva vinto.
Questo è il ritratto di un amico che sarà impossibile dimenticare.



PRESIDENTE

Grazie. Nel salutare la signora, vorrei dirle che i colleghi, aderendo ad una precisa richiesta della famiglia, hanno raccolto fondi a favore dell'associazione "Medici nel mondo" per la costruzione di un ospedale in Africa, anche tenendo conto di un impegno del Consigliere Tomatis che proprio recentemente si era recato in missione in Burkina Faso e aveva dimostrato un interesse e un impegno per un'assistenza concreta a quelle popolazioni bisognose.
Grazie, colleghi.
Saluti alla famiglia da parte dei Presidenti e dei Consiglieri.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione ed esame della mozione n. 920 "Ruolo della Regione Piemonte nella difesa dei diritti umani in Vietnam: in particolare, nella difesa dei diritti della minoranza cristiana dei Montagnard (Degar)" presentata dai Consiglieri Palma, Botta M., Mellano, Caracciolo, Leo, Manica, Angeleri


PRESIDENTE

Se l'aula è d'accordo, avrei intenzione di fare una seduta unica fino alle ore 15, 30.
Il Consigliere Mellano ha chiesto la parola. Ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie Presidente. Volevo informare lei e l'aula di avere test depositato il testo di una mozione che ritengo particolarmente importante e che è stata condivisa da autorevoli capigruppo sia di maggioranza sia di opposizione. Pone la questione della minoranza cristiana dei Montagnard, di cui più volte ci siamo occupati e abbiamo anche avuto ospite qui in Consiglio regionale, su invito del gruppo Radicale, il rappresentante mondiale Kok Ksor.
Chiedevo se c'era la possibilità e la disponibilità dell'Aula di iscrivere questa mozione ed, eventualmente, di votarla nel corso della mattinata.



PRESIDENTE

Non solo c'è disponibilità ad iscriverla, ma di darla anche per approvata ad un'unanimità.
E' stata firmata da alcuni Consiglieri. Dato che il Consigliere Mellano non ho avuto tempo per farla circolare, ne do lettura: "Ricordato che il 10 aprile 2004, alla vigilia di Pasqua, decine di migliaia di Montagnard (Degar) hanno dato vita a manifestazioni di preghiera pacifiche nelle province degli Altipiani Centrali del Vietnam (Dak Lak, Gia Lai e Dak Nong) per chiedere al Governo il rispetto della libertà religiosa e dei loro diritti di popolo indigeno, compresa la restituzione delle terre arbitrariamente confiscate dal 1975 sottolineata la gravità del fatto che le autorità vietnamite abbiano represso in modo violento le succitate manifestazioni, provocando centinaia di morti e feriti, e che in particolare il 10 aprile scorso centinaia di Montagnard siano stati uccisi - con azioni congiunte di esercito, forze di polizia e civili vietnamiti armati dalle autorità - sulla strada che porta alla città di Buon Ma Thuot preso atto del fatto che il Governo vietnamita, pur continuando a negare tali massacri, ha impedito ogni tipo di accesso alla regione, per due settimane, agli stranieri, inclusi giornalisti e diplomatici, organizzando solo successivamente visite guidate e controllate dallo Stato e mantenendo il divieto d'accesso diretto e completo Richiamata la condanna espressa dal Comitato ONU sui Diritti Umani, nella sua settantacinquesima sessione del luglio 2002, per la politica repressiva del Governo vietnamita contro il popolo Montagnard salutata la dichiarazione resa al PE da parte del Commissario Europeo per le Relazioni Estere, l'On. Chris Patten, che il 30 gennaio 2004 ha sottolineato come "l'Unione abbia costantemente invitato il Governo vietnamita a facilitare l'accesso nella regione alle missioni dell'Unione come pure al Commissario per i Rifugiati dell'ONU (UNHCR) e altre istituzioni e rappresentanti dell'ONU, per ottenere una verifica piena e diretta della situazione sul terreno" (.) mentre "l'accesso rimane comunque controllato" recepito il monito internazionale dell' Human Rights Watch del 22 aprile 2004, che ha chiesto alla comunità internazionale di agire immediatamente ed insistere affinché il Vietnam autorizzi l'accesso di osservatori indipendenti sugli Altopiani Centrali per effettuare un'indagine completa ed obiettiva, avendo ricevuto rapporti allarmanti che parlano di decine e decine di protestanti rimasti feriti durante le manifestazioni, alcuni dei quali picchiati a morte impegna la Giunta ad inviare al Parlamento e al Governo italiano la richiesta urgente di sostenere una presenza sia dell'Alto Commissario ONU per i Diritti Umani sia dell'Alto Commissario Onu sui Rifugiati negli Altipiani Centrali del Vietnam e nelle confinanti province cambogiane di Rattanakiri e Mondulkiri a chiedere al Parlamento e al Governo italiano di impegnarsi per richiedere immediatamente ai Governi vietnamita e cambogiano un pieno, diretto e libero accesso alla regione, nel rispetto dei loro obblighi internazionali per verificare i rapporti sui casi di violenza e gli omicidi avvenuti negli ultimi tre anni a chiedere al Parlamento e al Governo italiano di attivarsi in favore delle richieste della popolazione Montagnard, formulate ai sensi del diritto internazionale vigente impegna altresì la Giunta a sottoporre alla Commissione europea l'esigenza di dare seguito alle pressioni diplomatiche avviate nei confronti del Governo vietnamita sospendendo gli Accordi di Cooperazione UE/Vietnam, secondo quanto stabilito dall'articolo 2 degli Accordi stessi, nel caso in cui non venga accordato alle Agenzie ONU, agli inviati speciali dell'ONU, alle altre organizzazioni internazionali, anche non-governative, nonché alla stampa l'accesso libero, pieno e diretto agli Altopiani Centrali del Vietnam a far pervenire al Governo degli Stati Uniti la richiesta di valutare l'opportunità di sospendere i propri accordi di cooperazione economica bilaterali con il Vietnam finchè dovessero perdurare le violazioni religiose rilevate dalla Commissione Helsinki e dalla Commissione sulla Libertà Religiosa degli Stati Uniti, e la libertà d'accesso alla regione non sia effettivamente garantita a chiedere al Governo italiano di operare di concerto con gli altri Governi di paesi democratici al fine di riconsiderare i termini della negoziazione dell'ingresso del Vietnam nel WTO (previsto per il 2005), vincolando tale ingresso al rispetto effettivo dei diritti umani e religiosi, non solo della minoranza cristiana dei Montagnard a sostenere, nelle forme consentite dalla normativa regionale, con un contributo di 5.000,00 euro, l'attività della Montagnard Foundation - il cui fondatore e presidente, Kok Ksor, è stato ospite il 5 giugno 2003 in Consiglio Regionale - sovvenzionando la realizzazione di una rete di trasmissione radiofonica ed il finanziamento di borse di studio, corsi di formazione e attività di informazione per le centinaia di rifugiati indigeni Montagnard che si trovano adesso negli Stati Uniti e che rappresentano la speranza più concreta per un futuro di libertà, democrazia ed emancipazione per uno dei più antichi popoli indigeni del Sud Est Asiatico impegna il Presidente del Consiglio Regionale a trasmettere la presente mozione al Ministero degli Affari Esteri del Governo Italiano, ai Presidente dei due rami del Parlamento, al Presidente della Commissione Europea, all'Ambasciata della Repubblica del Vietnam in Italia, all'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia e alla Montagnard Foundation".
Se non ci osservazioni, si intende approvata.



(L'Aula all'unanimità acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla mozione n. 920.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Contestualmente, riferisco di un'esigenza legata alla necessità di nominare un membro nel Consiglio di Amministrazione dell'Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria per la formazione alle imprese.
Si tratta di una nomina che era nel pacchetto di nomine che tutti ci eravamo impegnati a fare e che non siamo ancora riusciti ad approvare, per si tratta di una nomina particolarmente urgente, perché è convocato un Consiglio di Amministrazione per questa settimana, e i Consiglieri di Alessandria me l'hanno sollecitata.
Se l'Aula acconsente, possiamo procedere fra circa un'ora.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Trasporti su ferro

Comunicazione della Giunta regionale inerente a "Incidente ferroviario sulla linea ferroviaria Livorno-Torino" e collegato ordine del giorno n. 891 "Provvedimenti adottati da Trenitalia nei confronti dei lavoratori delle ferrovie che hanno segnalato i disservizi ed il peggioramento delle condizioni di sicurezza" (assorbite dal dibattito interrogazione n. 2683 e interpellanza n. 2697)


PRESIDENTE

In merito all'incidente avvenuto sulla linea ferroviaria Livorno Torino, c'è una richiesta del Consigliere Rossi Oreste e del Consigliere Contu di una comunicazione da parte della Giunta Regionale.
La parola al Vicepresidente Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

In relazione all'incidente ferroviario occorso domenica 16 maggio alle ore 16,25 sulla linea Genova-Alessandria-Torino, l'incidente ferroviario è avvenuto nel tratto compreso tra Arquata Scrivia e Serravalle Scrivia, in località Libarna.
Il treno interregionale n. 2050 (Livorno-Alessandria-Torino), composto da otto vetture, deragliava. A seguito del deragliamento, la prima delle vetture occupava lo spazio del binario adiacente, determinando un urto da parte del treno-merci n. 94415, composto da due motrici agganciate tra di loro, il cui percorso previsto era Novi-Sambovo-Genova-Sestri, in senso inverso al treno interregionale.
Nel deragliamento, la motrice del treno interregionale urtava prima un albero e quindi un edificio privato adiacente alla sede ferroviaria causandone il parziale abbattimento.
Nell'incidente risultavano, al momento (sto andando in ordine cronologico) della constatazione, 28 viaggiatori feriti, nonché tre macchinisti e il capotreno. Grazie agli immediati soccorsi prestati dal personale di scorta al treno 2050, compreso - che è da elogiare - il capotreno ferito, che si è molto prodigato, la Protezione Civile e la Croce Rossa, i feriti sono stati immediatamente trasportati negli ospedali di Alessandria, Novi, Ovada e Tortona.
Tutti venivano dimessi nelle 24-36 ore successive, ad eccezione della signora Edda Di Maio, di anni 67, deceduta in serata nell'ospedale di Novi Ligure per la frattura di una vertebra cervicale e gravi danni alla milza.
I viaggiatori incolumi, circa 150, potevano proseguire, ma solo dopo qualche ora, a motivo di richiesta dell'autorità giudiziaria che intendeva ascoltarli sull'accaduto, verso le rispettive destinazioni con tre autobus messi a disposizione da Trenitalia. La circolazione dei treni veniva interrotta tra Alessandria ed Arquata con provvedimenti alternativi di vario tipo.
Le valutazioni sulla dinamica dell'incidente sono al momento prive di significato scientifico e non si vuole certo anticipare gli esiti delle diverse inchieste in corso che, nello specifico, sono ben cinque. Oltre a quella dell'autorità giudiziaria, ha avviato una Commissione d'inchiesta il Ministero delle Infrastrutture, Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia e anche la Regione Piemonte.
Io ho voluto costituire immediatamente, la sera stessa, una Commissione di inchiesta che mi chiarisse la situazione, per quanto possibile velocemente, e a questa Commissione ho dato tempo una settimana dalla data dell'incidente per portarmi ulteriori dati, che mi impegno a portare al Consiglio regionale. Tale Commissione è composta dall'Ing. Michele Galatola, ex Dirigente delle FF.SS., ora in pensione, che tra l'altro è consulente della Regione Piemonte, e dai due specialisti della Regione, la Dott.ssa Di Stilo e il Dott. Pasquale Duva.
Quindi, per quanto riguarda la Commissione interna che io ho chiesto di istituire, entro una settimana mi fornirà le prime risultanze tecniche, ed entro un mese mi dovranno fare il rapporto finale.
Io mi sento di dire, e questo lo dico nella mia autonomia, quindi non voglio interferire nelle indagini in corso, che non è da escludere un cedimento o un difetto infrastrutturale.
Si sottolinea peraltro la recente dichiarazione rilasciata da Trenitalia sul corretto stato di manutenzione del locomotore deragliato che la mia Commissione sta verificando, anche se è da dire che questo era un treno del comparto ferroviario della Regione Liguria, perché trattasi di un treno interregionale ligure.
Però ho chiesto di verificare le fasi manutentive e l'attuazione e al momento i dati che mi sono stati indicati risultano regolari. Quindi prende corpo, a mio avviso, sempre più l'ipotesi di un cedimento dovuto a un difetto di infrastruttura. Le stesse carrozze di questo treno erano state oggetto di profondo ricondizionamento alla fine del 2003 praticamente quasi interamente rinnovate. Quindi, non sembrano poter essere additate come causa dell'incidente.
Mentre tutti sappiamo - e questo è un dato preciso - che l'infrastruttura tra Serravalle ed Arquata Scrivia era stata oggetto di rinnovo a partire da giugno 2003 con un impegno finanziario di circa 15 milioni di euro per l'intero tratto Alessandria-Arquata. Si precisa che i contenuti di questi lavori consistevano nella sostituzione dei binari delle traversine e della massicciata.
Allo stato attuale, quello che posso dire è che attendiamo tutti l'esito delle inchieste in corso. Probabilmente sarà opportuno verificare anche alla luce delle prime testimonianze rese pubbliche, cioè del fatto che i macchinisti abbiano riscontrato visivamente prima del deragliamento una deformazione dei binari, se questo possa essere imputabile ai lavori che erano effettuati precedentemente.
Ma questo è un mio pensiero che mi sono fatto alla luce delle informazioni alle quali oggi sono in possesso; logicamente sarà l'autorità giudiziaria, che però mi risulta abbia già convocato proprio il responsabile della ditta che ha effettuato questi lavori, oltre al capo compartimento di Trenitalia della Regione Liguria, che è il compartimento responsabile dell'effettuazione di quel treno e quindi del materiale rotabile che veniva immesso.
In particolare, ho alcune informazioni utili che posso dare: il locomotore, che era del tipo 656 e che trainava l'interregionale n. 2050 che domenica 16 è deragliato tra le stazioni di Arquata e Novi Ligure aveva effettuato l'ultima revisione di turno lo scorso 12 maggio e da allora aveva percorso 3050 chilometri (dall'ultima revisione generale aveva percorso solo 3000 chilometri e ricordo che questo tipo di revisione viene normalmente effettuata ogni 30 mila chilometri). La revisione di turno riguardava gli organi di sicurezza, in particolare la verifica dei bordini delle ruote e lo stato dei carrelli. I locomotori del tipo 656, com'è noto sono fabbricati da Ansaldo e da altre società costruttrici e hanno una vita media di trent'anni. Il convoglio con il numero di matricola n. 608 era stato costruito nel 1989 ed era entrato in servizio il 31 luglio di quell'anno. Quando è avvenuto l'incidente era solo a metà della sua vita utile, sostanzialmente un treno a media stagione di anzianità. La revisione generale che dura alcuni mesi, e durante la quale vengono totalmente revisionate le parti soggette ad usura, avviene ogni 1.200.000 chilometri percorsi, che corrispondono a circa dieci anni di vita. Il treno n.608 aveva effettuato l'ultima revisione generale nel 1998. A conclusione della revisione generale il mezzo era stato quasi totalmente rinnovato. Nel corso del 2003, come da procedura manutentiva, erano stati sostituiti tutti i carrelli.
Ci è impedito entrare nel merito di questioni più riservate, ma entro una settimana la commissione che ho chiesto di istituire mi fornirà un rapporto più dettagliato e preciso che io mi premurerò di comunicarlo al Consiglio regionale e di farlo pervenire ai Consiglieri che ne facessero richiesta. Quello che possiamo dire è che dalle prime avvisaglie questa ci sembra la situazione. Pretendiamo da RFI, da Trenitalia e dalle altre Commissioni di inchiesta, di conoscere tutti i dettagli per vedere in quale modo la Regione possa, nell'ambito delle proprie competenze, individuare con precisione le cause di quanto avvenuto e, se possibile, pur non essendo un appalto regionale, dare le indicazioni utili affinché le cause che hanno determinato questo incidente, se sono cause tecniche, non abbiano a ripetersi in futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Ringrazio l'Assessore Casoni per aver risposto, da un punto di vista tecnico, in modo esauriente. Non è di sua competenza darci delle risposte definitive perché come sappiamo, e come ci ha riferito l'Assessore stesso vi sono delle indagini in corso. In casi come questi dove c'é un morto diversi feriti e danni rilevanti, è chiaro che si debbano attendere i tempi di indagine ovviamente accurate.
Tuttavia voglio segnalare all'Assessore, poiché è stata istituita una commissione di controllo della Regione, di verificare attentamente che non si sia trattato di qualcos'altro, oltre che di un possibile guasto tecnico.
Sugli stessi binari dove è avvenuto l'incidente circa un'ora prima era passato un altro treno e, secondo le dichiarazioni dei macchinisti del treno deragliato, i binari erano visibilmente danneggiati: ritengo assai difficile che in un'ora circa i binari si possano deformare. Lo si pu pensare solo, credo, a seguito di un evento tellurico, di un di cedimento della struttura portante, delle traversine o dei binari. Un'altra ipotesi che io vorrei scartare e mi auguro possa essere scartata, è che non si tratti di un attentato voluto, di un danneggiamento voluto avvenuto nel periodo di tempo trascorso dal passaggio dei due treni. Quello che chiedo all'Assessore, è di fare particolare attenzione ad un'ipotesi del genere che sarebbe veramente grave se fosse così.
Non posso che ringraziare, come ho fatto pubblicamente recandomi sul luogo dell'incidente, gli operatori del pronto intervento: dai vigili del fuoco, al personale ausiliario e non delle ferrovie, alle forze dell'ordine che sono intervenute con una tempestività eccezionale e che hanno permesso con il loro intervento immediato, di limitare i danni. Tramite lei Assessore, chiedo un ringraziamento ufficiale a tutti coloro che hanno lavorato per rendere meno duro possibile l'evento verificato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Assessore Casoni, è un po' di tempo che in Piemonte diamo un'immagine negativa del nostro sistema trasporti. L'incidente che è avvenuto a Serravalle mi lascia perplesso. Al di là delle cose che l'Assessore ci ha comunicato, e che avevamo già appreso dal telegiornale e da tutti gli organi di informazione, e pur apprezzando l'impegno dell'Assessore su ogni evento che riguarda i trasporti, in quest'aula dobbiamo fare un ragionamento serio sui trasporti.
Io sono un progettista per cui so cos'è un cedimento strutturale.
Capisco che l'Assessore non faccia il ferroviere, ma ha la massima responsabilità sul territorio piemontese di tutto il sistema dei trasporti anche quello ferroviario. L'Assessore si deve occupare della sicurezza, del confort, del personale, dell'immagine dei trasporti piemontesi. Ragion per cui sorge spontanea una domanda: tra gli accordi vari che noi abbiamo con i gestori della rete trasporti esiste la possibilità, da parte degli enti gestori, di presentare un certificato di sicurezza, di conformità? L'Assessore è in possesso di un documento in cui si attesti che in Regione Piemonte non esistono problemi di cedimenti strutturali, che le manutenzioni vengono effettuati sistematicamente, ecc? Se una ditta fa operazioni di manutenzione su una linea, rilascia un certificato dell'avvenuta manutenzione e dopo il passaggio di un tot numero di treni si verifica un cedimento strutturale, la cosa mi preoccupa. Riconosco l'impegno e la serietà operativa dell'Assessore, ma sono anni che la gente si lamenta che le carrozze non sono pulite e di tutta una serie di altri problemi. Questo è un problema specifico, quando si parla di cedimenti strutturali. Al di là della commissione di inchiesta che poi alla fine farà emergere che il cedimento non c'era, la mia domanda, che rivolgo all'Assessore che ha la responsabilità, è: esiste un documento che certifichi la sicurezza della rete ferroviaria piemontese? Che certifichi che i cittadini di questa comunità possono stare tranquilli quando salgono su un treno?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Ringrazio il Presidente e ringrazio anche l'Assessore per la comunicazione. Effettivamente l'incidente di domenica è avvenuto in una situazione particolare, proprio perché, su quel tratto, come ha ricordato l'Assessore, si erano concluso dei lavori di manutenzione da pochi giorni effettuati da una Ditta non soltanto seria, ma una Ditta che esegue lavori particolari, soprattutto per le Ferrovie. Una ditta che ha competenza nell'eseguire questo tipo di lavori. C'è qualcosa di particolare, di strano, che le inchieste dovranno verificare, dovranno accertare. Quello che è accaduto poteva avere delle conseguenze ancora più pesanti. Se il locomotore che ha sbattuto contro il treno deragliato fosse arrivato quando i passeggeri erano ancora sul treno, i feriti non sarebbero stati soltanto 38 e i morti in numero sicuramente maggiore.
Tra l'altro, per una combinazione, sia il sottoscritto che il Consigliere Bussola eravamo ad Arquata ad inaugurare un'autoambulanza della Croce Verde e, pochi minuti dopo, è arrivata la notizia del deragliamento e tutte le autoambulanze che erano ad Arquata sono intervenute visto la vicinanza all'incidente. Anche questo è stato un caso fortuito. Una serie di combinazioni ha fatto sì che la tragedia assumesse le caratteristiche che ha assunto e non si verificasse una situazione ben peggiore.
Quello che vorrei sottolineare è: questo è il secondo deragliamento avvenuto nel giro di pochi mesi sulle linee della nostra regione - poi verificheremo attraverso le commissioni di inchiesta, cosa è accaduta - ma questa volta è estremamente utile capire perché sia accaduto tutto ciò.
Quello che si stanno chiedendo i passeggeri, coloro che utilizzano quotidianamente i treni come mezzo di trasporto per spostarsi da una città all'altra della nostra regione, è se possono salire su un treno tranquillamente, sapendo di arrivare a destinazione sani e salvi. Certo, è un punto interrogativo, ma cosa c'è dietro a questa domanda, Assessore? Bisognerebbe capire che cosa fa Trenitalia, ed RFI per garantire la sicurezza dei passeggeri. Bisognerebbe capire quanti investimenti vengono fatti, che tempi ha la manutenzione, come viene fatta la manutenzione quali sono i centri che si occupano della manutenzione,quanto personale è destinato a questo lavoro. Queste sono le domande che si pongono quotidianamente, soprattutto dopo quello che è avvenuto l'altro giorno, i pendolari, i cittadini che utilizzano il treno come mezzo di trasporto.
Ecco perché Assessore, da questo punto di vista, oltre alle notizie che lei ci ha fornito nella relazione, sarebbe importante convocare nella Commissione competente Trenitalia ed RFI e farci spiegare da loro che cosa stanno facendo per garantire la sicurezza dei pendolari che utilizzano i treni. Sarebbe estremamente importante e utile.
A quel punto che cosa può fare, e deve fare, la Regione per quanto riguarda le tratte che insistono sul proprio territorio? Dobbiamo dare delle risposte e delle certezze da questo punto di vista, perché, speriamo di no, questi incidenti sono sempre più frequenti. Bisognerebbe davvero capire che cosa sta accadendo.
Bisogna approfondire maggiormente il problema della sicurezza, lo abbiamo già detto in un Consiglio regionale dopo il deragliamento avvenuto nella provincia di Verbania, sarebbe utile capire che cosa possiamo fare da questo punto di vista.
Le chiedo, Assessore, approfondiamo ulteriormente il tema all'interno della Commissione competente, dopodiché ritorniamo a discuterne in Consiglio ma solo dopo aver approfondito la questione all'interno della Commissione convocando Trenitalia, RFI per capire che cosa stanno facendo che cosa fanno di norma, per garantire la sicurezza dei pendolari.
Questo è un tema generale, prima c'è stata un'interrogazione, ma vorrei che si discutesse quell'ordine del giorno relativo al licenziamento di quattro ferrovieri che hanno posto una questione molto seria rispetto alla sicurezza, rispetto al lavoro e al numero dei ferrovieri che oggi sono impegnati nelle ferrovie. C'e' tutta una serie di questioni e quell'ordine del giorno pone la richiesta della riassunzione di quattro ferrovieri.
Ci sono questioni estremamente importanti che andrebbero discusse e approfondite. Questa è un'occasione, ma non deve essere l'unica, dobbiamo approfondire meglio il tema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anch'io mi associo alla richiesta che l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Muliere, che mi pare strettamente collegato a quello sul licenziamento dei ferrovieri, venga richiamato in aula, discusso e votato successivamente alla discussione su questo punto.
Invece, nel merito della comunicazione dell'Assessore, quello che preoccupa - come hanno già detto altri - è il fatto che ci troviamo, poche settimane dopo la discussione sull'incidente nel Verbano, a discutere di un altro grave incidente che ha provocato dei duri effetti, perché il fatto che muoia qualcuno, in un caso e nell'altro, e che ci siano decine di feriti è un fatto gravissimo. Certo, poteva essere molto più grave e le vittime potevano essere di più, perché una casa che è stata buttata giù in quel momento era disabitata, ma sappiamo che in tutti e due i casi poteva essere molto più grave. Non siamo stati fortunati, perché quello che è successo è già grave; ripeto, abbiamo di fronte dei morti e dei feriti, dei traumi, nonché tutta una serie di altri problemi.
Quello che mi preoccupa di più e che ci dovrebbe far riflettere di più è il ripetersi di questi eventi; in questo caso siamo evidentemente di fronte a un incidente in cui responsabilità soggettive non ce ne sono - a meno che qualcuno non abbia fatto dei buchi sotto, ma non mi pare l'errore non c'è stato, si tratta di un altro problema.
Penso che l'Assessore, gli altri Assessori e il Ministro ai trasporti farebbero bene a riflettere su quanto sta avvenendo, per capire se è in atto un fenomeno nuovo, un aggravamento dei problemi della sicurezza sulla rete ferroviaria nazionale, perché di questo si ha un po' l'impressione. Si ha un po' l'impressione che ci sia un'intensificazione degli incidenti in quantità tale da percepire una differenza rispetto al passato (10, 15, 20 anni fa) e se questo avviene bisogna capire perché.
In un Paese che è stato troppo frettolosamente preso ad esempio nelle sue politiche nei confronti delle infrastrutture, l'Inghilterra, è avvenuto così: si è cominciato ad avere un aumento continuo degli incidenti fino ad arrivare a una situazione drammatica, che ha portato quel Paese alla necessità di invertire la politica: da quelli che privatizzavano di più hanno dovuto prendere atto che i privati non affrontano i problemi strutturali in modo adeguato e l'Inghilterra, nel corso dell'ultimo anno praticamente ha rinazionalizzato le ferrovie. Di questo si parla meno quando si privatizzava se ne parlava molto; i giornali, che non casualmente sono in mano ai privati, danno molto meno risalto a queste informazioni che tra l'altro mi pare rappresentino un problema che riguarda le infrastrutture in generale, non solo l'infrastruttura ferroviaria. Credo che anche quanto è avvenuto sulla rete elettrica, a fronte di eventi meteorologici del tutto leggeri, sia in qualche modo collegabile a questo discorso.
Allora credo che le cose burocratiche che ci ha detto l'Assessore siano del tutto insufficienti, siano un'analisi insufficiente perché bisogna capire come mai, nonostante le cose che ci ha detto (i mezzi non erano vecchi, si fanno le revisioni ogni tot chilometri, si controlla la rete ogni tanto tempo), avvengono questi incidenti. Personalmente penso che occorra chiedersi come vengono fatte le cose e da chi vengono fatte.
Processi di privatizzazione, accompagnati da processi di esternalizzazione crescente, soprattutto dei servizi che riguardano la manutenzione delle reti e dei mezzi, il fatto che in queste esternalizzazioni viene utilizzato personale sempre più inadeguato (il personale con contratti a termine, con lavoro interinale, sicuramente ha una scarsissima esperienza e probabilmente anche una scarsa qualità nel valutare quanto avviene): credo che bisognerebbe riflettere anche su tutto questo, perché - ripeto - stiamo parlando della vita delle persone, della sicurezza dei trasporti, che sono un elemento essenziale in una vita civile di un Paese.
E' incredibile che, dopo secoli che esistono le ferrovie, col tempo anziché essere più tranquilli e più sicuri, si sia più insicuri; l'unica preoccupazione è costruire reti nuove e mezzi più veloci, il resto è secondario. Credo che, tra l'altro, sia necessario riflettere anche sul fatto che concentrare in un breve periodo molte risorse su dei pezzi della rete non possa in qualche modo che configurare una programmazione fatta male; se si concentra tutto lì, si ha meno capacità di occuparsi del resto mentre anche le grandi opere forse devono essere realizzate con i tempi che permettono di guardare all'insieme delle infrastrutture e non solo a una necessità di una velocità incomprensibile, perché fare il tutto entro il 2006 non cambierà nulla, avremo un tratto Torino-Novara realizzato, punto e basta, ma a parte questo non avremo molto.
Su tutto questo si dovrebbe riflettere: le politiche che sono state portate avanti, se hanno determinato un peggioramento, come vengono effettuate e da chi vengono effettuate, cos'è avvenuto nella catena delle aziende che operano nel settore, perché magari restano le vecchie aziende che una volta erano affidabili, ma nel frattempo magari hanno innescato tali processi di subappalto e di esternalizzazione dei lavori che possono invece allarmarci.
Ritengo che un'indagine seria non sia più procrastinabile, perché il ripetersi di incidenti gravi in poco tempo è un gravissimo campanello d'allarme, e non è detto che tutte le volte ci sia una congiuntura di condizioni favorevoli per cui i morti sono pochi e non sono molti di più.
Questi episodi dovrebbero portare questa Regione a dover svolgere una relazione molto attenta e molto trasparente.
Su questo incidente e su tutte le altre questioni ci deve essere il massimo di trasparenza per tutti, non solo per i Consiglieri, ma anche per tutti i cittadini; le informazioni devono essere messe a disposizione, a meno che non siano momentaneamente coperte da un segreto di indagine, ma a parte questo tipo di eccezione, non ci sono notizie riservate, per cui bisogna che le informazioni circolino, circolino bene e che tutti siano informati, non deve essere un privilegio nostro di Consiglieri, deve essere anche di tutti quelli che gli altri, che devono essere informati, devono essere messi al corrente, devono essere tranquillizzati da questo punto di vista rispetto a quello che noi mettiamo in atto, per far sì che questo non si ripeta e non che magari, fra un po' di tempo, siamo obbligati a ridiscuterne.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ancora una volta, a distanza di poche settimane, una persona sale su un treno per effettuare uno spostamento in tutta tranquillità e si trova al centro di un incidente ferroviario che ne causa la morte, il ferimento di decine di altre persone e numerosissimi danni.
È la seconda volta che accade e dobbiamo discutere, di queste situazioni, dal punto di vista della responsabilità politica che l'Assessore ai trasporti della Regione Piemonte e il Consiglio regionale hanno nei confronti dei cittadini. Non dobbiamo discutere di altro dobbiamo farci carico delle nostre responsabilità e, per esaminarle occorre analizzare la situazione del servizio ferroviario, così come appare in questi ultimi tempi.
Credo che sia difficile smentire un'osservazione nella quale si dica che stiamo assistendo ad un peggioramento delle condizioni di servizio rese all'utente. Primo, un peggioramento in ordine alla qualità del servizio rispetto degli orari; capienza delle carrozze e pulizia delle stesse (c'è un peggioramento diffuso e questa sensazione sta prendendo piede in tutta la cittadinanza).
Secondo, c'è un peggioramento della sicurezza: ci si sente più insicuri salendo su un treno perché si verificano più incidenti di una volta.
Terzo, c'è un peggioramento delle condizioni di lavoro sulla rete lamentata dalle organizzazioni sindacali di vario tipo e denunciata dai lavoratori, a partire dai macchinisti e a seguire tutte le altre funzioni.
Assessore, questo mi pare essere il punto di partenza. Lo nega o lo conferma? A mio parere ci sono tre netti peggioramenti, in tutti i livelli in cui si esplica l'esercizio ferroviario.
Noi abbiamo responsabilità politiche; come ce le assumiamo? Certo, una Commissione d'inchiesta tecnica va bene, ma la prima responsabilità politica sarebbe quella di dire, con molta forza e nettezza, da parte della Regione Piemonte, del Consiglio (chiedo anch'io la discussione subito dopo l'interpellanza dell'ordine del giorno) e dell'Assessore dei trasporti, che stipula contratti di servizio, che così non si va avanti e che questo tipo di peggioramento, di tutti i livelli di servizio e di sicurezza, è inaccettabile. Occorre dirlo con forza. Questa è una responsabilità politica. Non stop, non alt. Non si firmano contratti di servizio in questa situazione, perché come responsabili politici dobbiamo rendere conto ai cittadini di svolgere tutte le azioni necessarie per mettere l'intera rete sia quelli che gestiscono la rete stessa sia quelli che gestiscono l'esercizio della rete, in condizioni di efficienza e di sicurezza.
Questa voce alta e forte non l'ho sentita e chiedo che venga espressa.
Questa voce, però, dovrebbe interessarsi anche di un'altra questione relativa all'impegno generale che la Regione Piemonte dispiega nel settore del trasporto su ferro.
Vede, Assessore, non so se lei se n'è accorto, ma in occasione della discussione sul Documento di programmazione economica e finanziaria, alcuni Gruppi dell'opposizione hanno proposto una fondamentale variante all'inizio del capitolo sull'esercizio ferroviario, proponendo che il sistema di trasporti a breve e medio raggio (quelli storicamente svolti dalla rete ferroviaria italiana) fosse messo al primo punto dell'attenzione degli investimenti da parte della Regione Piemonte. Inoltre, che tutto il resto grandi infrastrutture, giganteschi investimenti - fosse commisurato alla messa in ordine, alla sicurezza e al potenziamento della rete ferroviaria.
Questa è una scelta di responsabilità politica molto chiara che dovrebbe richiedere di fare i conti, innanzitutto, con le risorse necessarie a portare il livello di servizio locale interregionale ad un migliore livello di qualità e di sicurezza possibile. Viceversa, sappiamo che recentemente l'attenzione e le risorse destinate al sistema ferroviario non sono dedicate a questo tipo di problemi, ma sono dedicate a risparmiare mezzora per andare da Torino a Venezia, o un'ora e mezza per andare da Milano a Napoli.
Di fronte a queste situazioni, diventa facile fare un collegamento tra un sistema di esercizio degli spostamenti ordinari (che interessano tutti i cittadini), un'attenuazione di questa attenzione e una consegna delle logiche a rete ferroviaria italiana e a Trenitalia, puramente economiche dell'esercizio di questo servizio pubblico. Ma quando l'esercizio di un servizio pubblico è retto unicamente dai conti economici senza alcun altro input, diventa abbastanza facile lo scivolamento, nella gestione di questi aspetti (la rete infrastrutturale, quindi gli appalti, la qualità degli appalti e anche la gestione del servizio) verso l'economicità dello stesso.
Far quadrare i bilanci a qualunque costo.
Questo provoca solo un peggioramento, da tanti punti di vista.
A questo proposito, quindi, insisto nel cambiamento di indirizzo politico (anche se la Giunta regionale segue un'altra linea, non mettendo in discussione i giganteschi investimenti a favore della rete ferroviaria ordinaria) e chiedo, insieme ai colleghi che mi hanno preceduto, che in Commissione vengano convocati i responsabili della rete ferroviaria italiana e di Trenitalia per sapere, anche da loro, come si trovano a gestire questa rete nella situazione data e se nel caso successo a Serravalle, dove due macchinisti hanno visto rotaie non rettilinee davanti a sé, è facile pensare che un danno di questo genere si sia verificato per un cedimento delle infrastrutture di fondazione della massicciata, a meno che qualcuno non sia andato lì con una pala meccanica e abbia incominciato a scavare sotto la massicciata ferroviaria, in modo da deformare le rotaie sovrastanti.
Vogliamo indagare sul tipo di appalti effettuati dalla rete italiana ferroviaria? Sono appalti al massimo ribasso? Sono appalti in che modo conformati? Ci sono stati collaudi? Com'è la catena che realizza queste opere? Chi progetta? In quanto tempo? Qual è la qualità del progetto e dell'appalto? La battaglia che faremo in Commissione, e che stiamo facendo in quest'aula, è di rovesciare l'attenzione più verso gli spostamenti a medio raggio e interregionali; più verso la sicurezza; più verso investimenti in questo settore e più attenzione ai lavoratori delle ferroviarie che oggi hanno dovuto denunciare, più volte, delle carenze in ordine alla presenza sul lavoro e, quindi, la diminuzione di addetti - che vuole dire diminuzione della sicurezza - e l'appesantimento delle condizioni di lavoro - che vuole dire appesantire i rischi.
Tutto questo va fatto prima che succeda di nuovo un altro disastro sul quale versare poi qualche lacrima tardiva.



PRESIDENTE

Il Consigliere Muliere ha chiesto la discussione di un ordine del giorno collegato, da lui presentato già in data 25 febbraio.
Effettivamente, è collegato alla presente comunicazione, quindi chiedo ai colleghi della maggioranza di leggerlo, per verificare se esistano le condizioni per l'approvazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Il mio è un intervento anche in risposta alle parole del Consigliere Chiezzi. Innanzitutto una premessa: il treno è, e resta, il mezzo di trasporto per tutti e, a livello di sicurezza, non è nemmeno comparabile con la rischiosità del trasporto su gomma. E' un dato. Stiamo discutendo di un incidente che è l'unico incidente accaduto sulla rete ferroviaria italiana quest'anno ed è un incidente dove vi è stato un morto, due feriti gravi e una trentina tra feriti leggeri e contusi.
Penso che, giornalmente, sulle strade italiane ci sia un numero tali di incidenti con conseguenze decisamente più disastrose. Pertanto, vorrei innanzitutto richiamare l'opinione pubblica su questo fatto: il treno è e resta il mezzo più sicuro.
Questo incidente è inconcepibile e incomprensibile per come è avvenuto oserei dire unico di questa specie, perché un cedimento dei binari è un fatto inconcepibile. Per il resto, invece, sia per quanto riguarda la sicurezza sia per quanto riguarda il materiale rotabile, un viaggiatore come il sottoscritto, può notare che ci sono stati dei netti miglioramenti.
In termini di sicurezza, è vero che le Fs stanno andando verso il macchinista unico in luogo dei due macchinisti, ma è altresì vero che si sta estendendo l'adozione della ripetizione dei segnali in macchina.
Pertanto, significa che se un macchinista non vede un semaforo rosso, il treno si ferma automaticamente; mentre prima, se due macchinisti si distraevano contemporaneamente e non vedevano il semaforo rosso, sarebbe successo una catastrofe.
Sotto il punto di vista della sicurezza, sicuramente la rete ferroviaria italiana sta facendo dei grossi passi in avanti. Altrettanto dicasi per quanto riguarda il materiale rotabile. C'è una continua immissione di nuovi treni, non solo di Eurostar, ma anche treni per pendolari - dai TAF ai locomotori con carrozze ordinarie - ed è in corso una revisione sostanziale con totale cambiamento di tutti gli arredamenti interni su tutta una serie di treni, con un'età media di venti/trentanni le cui condizioni, a livello meccanico, risultano ancora ottimali.
Pertanto, chi sale su un treno ha ormai mediamente un treno nuovo o un treno completamente rinnovato.
Quello che invece in questo periodo è degradato, sono le condizioni non vorrei esagerare dicendo di sicurezza sui treni - di sicurezza a livello di persone, di civiltà. Noi saliamo su treni nuovi, o su treni appena ristrutturati o, comunque, appena puliti, e ce li ritroviamo coi vetri rigati dalle chiavi, con sedili imbrattati perché ci scrivono sopra con i pennarelli o con altro, con particolari spaccati, divelti chiaramente per atti vandalici. Ce li troviamo sporchi, non perché non siano stati puliti, ma perché chi è salito prima di noi ha appoggiato i piedi sul sedile o ci ha mangiato sopra, sporcando tutto.
Pertanto, se un intervento deve essere fatto, deve andare nel senso della custodia e della sorveglianza. Stiamo prospettando di installare telecamere. Sicuramente serviranno, ma serviranno ancora di più se poi si andranno a perseguire i colpevoli di tutti questi atti.
Il grosso delle proteste, che poi diventano generalizzate, è proprio dovuto a questi fatti appena citati e non a problemi a monte della gestione ferroviaria che, invece, sotto questo punto di vista, sta migliorando, a parte il problema degli orari, dove l'introduzione di orari completamente nuovi (come il Memoriaro), studiati a tavolino e calati sulla realtà, hanno causato tante proteste. La gente era abituata a servirsi di certi treni in certi orari e quindi, non trovando più il treno a cui era abituata, ha dovuto optare per altri, magari cambiando le proprie abitudini e i propri orari.
Questo è un altro problema su cui so che la Giunta è già intervenuta per adeguare i prossimi orari, quelli che entreranno in vigore nel prossimo mese di dicembre, a tutti quei problemi emersi.
Questo è un problema che ha causato molte proteste, ma per quanto riguarda il materiale rotabile e la sicurezza in generale, direi proprio che non è il caso di fare dei falsi allarmismi, perché veramente le ferrovie italiane, in questo settore, diventano inattaccabili.
I treni italiani sono tra i più sicuri del mondo. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro assorbite dal dibattito le seguenti interrogazioni e interpellanze: interrogazione n. 2683 del Consigliere Botta Marco inerente a "Licenziamento di personale in servizio presso Trenitalia" interpellanza n. 2697 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a: "Ferrovieri licenziati a seguito della trasmissione televisiva Report".
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 891 presentato dai Consiglieri Muliere, Marcenaro, Manica, Ronzani, Suino, Riggio, Placido, Riba, inerente a: "Provvedimenti adottati da Trenitalia nei confronti dei lavoratori delle ferrovie che hanno segnalato i disservizi ed il peggioramento delle condizioni di sicurezza".
La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente.
Non essendo presenti altri colleghi di maggioranza, esprimo quello che è il parere del Gruppo di Alleanza Nazionale relativamente a questo ordine del giorno.
Noi saremmo anche disponibili a votarlo, qualora i proponenti fossero disposti a togliere le seguenti parole: "ad eventuali intimidazioni subite dai lavoratori in ordine alle agitazioni promosse e al rinnovo contrattuale", perché questa parte rientra nella normalità delle relazioni sindacali. Quindi, non riteniamo che il Consiglio debba esprimersi in questo senso, e così pure l'invito alla Giunta per noi dovrebbe limitarsi alla libertà di espressione dei lavoratori, togliendo quindi le parole "e in salvaguardia del diritto di sciopero".
Quindi, qualora fossero tolti questi due riferimenti, saremmo disponibili a votare l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Com'è noto - e mi rivolgo ai presentatori - questa materia è competenza sulla quale lederemmo i diritti sindacali delle controparti.
Condivido lo spirito e il senso, ma bisogna eliminare quelle parti che già per legge sono previste. In effetti, le parti segnalate dal Consigliere Valvo sono parti sulle quali noi non possiamo interferire, in quanto fanno parte di trattative, altrimenti lederemmo l'autonomia sia dell'una che dell'altra parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Mi pare che nel chiedere la modifica dell'ordine del giorno vengono svolte anche delle valutazioni.
Credo che il fatto sia noto a molti. C'è stato un servizio televisivo che, tra l'altro, ha un rapporto con l'attualità, in cui alcuni conduttori dei treni denunciavano una serie di problemi legati alla sicurezza, al modo in cui si effettuano i servizi. E questo fatto è comparso in un servizio televisivo.
A seguito di questo i lavoratori sono stati licenziati. Ora, cosa c'è di più intimidatorio di un licenziamento? Il licenziamento è una intimidazione pesante, nel senso che prima è stata inviata una comunicazione e poi sono stati licenziati.
Da quello che mi risulta, il motivo del licenziamento, non avendo potuto dichiarare che il motivo è perché hanno parlato male di Trenitalia perché è come se una persona che lavora alla Fiat parlasse male dell'automobile che produce - hanno detto che hanno licenziato questi ferrovieri perché hanno permesso agli operatori della televisione di salire sul treno, nella cabina. Questo è il motivo ufficiale.
Io credo che loro non siano tenuti a impedire a qualcuno di salire sul treno, semmai dovrebbero essere le Forze di Pubblica Sicurezza ad impedirlo e non i lavoratori interessati. In ogni caso, gli operatori della televisione non sono stati denunciati. Quindi, c'è un comportamento incoerente, perché coloro che hanno commesso l'infrazione grave di salire sul treno non vengono denunciati, mentre i lavoratori sono stati licenziati.
Quindi, mi pare che l'intimidazione ci sia tutta, e anche da una parte di una assemblea pubblica, avere la sensibilità di mettere in rilievo come invece l'azienda sia stata insensibile e minacciosa nei confronti dei lavoratori, perché alla fine questi lavoratori hanno tenuto anche un comportamento di trasparenza rispetto a quanto avvenuto, fornendo anche delle informazioni senza reticenze.
Per questi motivi, forse sarebbe opportuno un atteggiamento un po' meno neutrale nei confronti di un datore di lavoro che ha esercitato un'azione pesante - la Magistratura dirà poi se aveva ragione o meno. Intanto, il lavoratore è stato licenziato, cioè nel frattempo l'azienda non ha adottato un provvedimento di sospensione, in attesa che la Magistratura riconoscesse o meno un comportamento scorretto del lavoratore. Il lavoratore è stato licenziato subito, e se avrà ragione verrà risarcito, ma intanto nessuno lo risarcisce, anche da un punto di vista morale, per il fatto che ha subito un licenziamento che potrebbe essere ingiusto.
Infatti, non siamo sicuri che quel licenziamento sia giustificato perché la Magistratura - e questo me lo auguro - potrebbe condannare l'azienda per il suo comportamento.
Anche per questo, tenendo conto del fatto che l'azienda e il lavoratore non si trovano nello stesso rapporto di forza, perché l'azienda ha la capacità di agire in modo pesante fin dall'inizio, credo che una sensibilità delle istituzioni ad una maggiore prudenza da parte dell'azienda sarebbe necessaria, tanto più che è un'azienda - come abbiamo sentito dalle discussioni di questa mattina - non è del tutto esente da critiche, e tra l'altro è un'azienda con cui questa Regione ha una serie di rapporti per cui le sue prese di posizione possono avere un ruolo.



PRESIDENTE

C'è la disponibilità, da parte della maggioranza, di votare questo ordine del giorno, apportando la seguente modifica: al quarto capoverso delle premesse eliminare le parole da "e nei confronti" fino alle parole "contratto nazionale di lavoro", al termine del dispositivo eliminare le parole "e di salvaguardia del diritto di sciopero".
In caso contrario, si può votare per parti separate.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 891 come modificato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale rilevato come a seguito dei pronunciamenti fatti da alcuni lavoratori delle ferrovie in occasione della trasmissione Report andata in onda su RAI 3 il 7 ottobre 2003 e nella quale venivano documentate da parte di quattro lavoratori, gravi ed inammissibili carenze sulla qualità del servizio e sulle condizioni di sicurezza di alcune linee ferroviarie, Trenitalia ha assunto un provvedimento di licenziamento di questi lavoratori ritenuto che questi fatti siano da considerare come intimidazioni nei confronti di quanti, siano essi i lavoratori o i loro responsabili sindacali, si impegnano per una migliore qualità del servizio e quindi denunciano le condizioni di peggioramento della organizzazione di uno dei servizi più importanti e delicati come appunto il trasporto pubblico preso atto come l'esercizio di libertà sindacale non possa essere limitato da parte dei datori di lavoro pubblici e privati e come anche la critica sui disservizi e sulla qualità del servizio sia ricompresa nei compiti dei sindacati e degli stessi lavoratori in base alle norme che regolano la materia dei diritti dei lavoratori esprime la solidarietà nei confronti di lavoratori che sono stati oggetto di provvedimenti di licenziamento da parte della Società Trenitalia a seguito di valutazioni critiche espresse dai medesimi in ordine alla qualità e alle gravi carenze di sicurezza nel trasporto ferroviario chiede il ritiro dei provvedimenti di licenziamento da parte della Società Trenitalia nei confronti dei quattro ferrovieri che in occasione della trasmissione di Report del 7 ottobre 2003 hanno espresso valutazioni critiche nei confronti delle strategie aziendali di questa società invita la Giunta regionale ad adoperarsi nei confronti della Società Trenitalia e nei confronti delle autorità competenti per garantire i diritti sindacali e la libertà di espressione dei lavoratori".
Il Consiglio approva.


Argomento: Stemma - Gonfalone

Proseguimento esame testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204 "Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo della Regione Piemonte. Abrogazione delle l.r. 16/1/1984; n. 4, 24/11/1983; 17/06/1997, n. 36"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge, iniziato nella seduta pomeridiana del 5 marzo 2002, prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 7 BIS Emendamento aggiuntivo presentato dal Consigliere Tapparo: dopo l'articolo 7 è aggiunto l'articolo 7 bis: "Art. 7 bis (caratteristiche e uso della fascia) 1. la fascia riporta i colori dello stemma della Regione con nei lembi laterali la bandiera italiana e dell'unione europea.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Vado a memoria, ma negli articoli 1 e 2 abbiamo previsto la fascia fra i simboli della Regione. Pertanto, se adesso vogliamo cambiare idea dovremo ritoccare gli articoli già approvati.



PRESIDENTE

No, ai sensi dell'articolo 83, attraverso le modifiche di coordinamento, se non viene introdotta la fascia, si toglie automaticamente anche la fascia inserita nell'articolo 1.



DUTTO Claudio

Esprimo un parere per quanto riguarda la fascia, a prescindere da come materialmente possiamo comporla. La fascia come la bandiera, il gonfalone e lo stemma è un simbolo della Regione. Non deve mettere insieme simboli di Nazioni, dell'Europa o di altre cose. Pertanto, la fascia deve essere un segnale distintivo della Regione Piemonte come lo è la bandiera e il gonfalone. Possiamo partire dalla bandiera o dal gonfalone, riprendere questi colori e trasformare o la bandiera o il gonfalone in fascia, ma finisce lì. La fascia deve essere un simbolo che rappresenta la Regione.
Su questa base, mi esprimo decisamente contro tutti quegli emendamenti che cercano di inserire nella fascia della Regione simboli che non siano del Piemonte.



PRESIDENTE

Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo, sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Constatata la mancanza del numero legale, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Commercio - Distributori carburante

Esame disegno di legge n. 438 "Norme di indirizzo programmatico regionale per la razionalizzazione e l'ammodernamento delle rete distributiva dei carburanti"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valvo; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Se l'aula acconsente, vorrei sottolineare che abbiamo ancora all'o.d.g.
il disegno di legge n. 438 relativo all'ammodernamento della rete distributiva dei carburanti. Provvedimento abbastanza atteso.
Considerato che è presente l'Assessore Cavallera, e mi sembra che da parte della minoranza il provvedimento sia altrettanto considerato meritevole di attenzione, proporrei, per economia di tempo, di passare all'esame dello stesso.



PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 438 " Norme di indirizzo programmatico regionale per la razionalizzazione e l'ammodernamento della rete distributiva dei carburanti", di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Valvo, relatore.



VALVO Cesare, relatore

Grazie Presidente e colleghi. Mi accingo a leggere la relazione al disegno di legge 438 recante "Norme di indirizzo programmatico regionale per la razionalizzazione e l'ammodernamento della rete distributiva dei carburanti". Provvedimento licenziato a maggioranza dalla VII Commissione il 12 dicembre 2002.
La legislazione regionale vigente in materia di carburanti ha consentito, ad iniziare dal 1999, di accelerare il processo di razionalizzazione e ammodernamento della rete distributiva dei carburanti per autotrazione, fondato sull'aumento degli impianti ad erogazione automatica e sulla maggiore diffusione di attività commerciali integrative.
L'anno 2002 si è caratterizzato per un crescente impegno della regione per migliorare le politiche della mobilità, con un'attenzione particolare agli aspetti ambientali, allo sviluppo della concorrenza e all'esigenza di garantire il servizio di distribuzione carburanti anche nelle aree considerate meno remunerative.
Il presente disegno di legge si fonda su alcuni principi fondamentali: un'opportuna delegificazione della materia riguardante la rete distributiva dei carburanti, che rafforzi al contempo il ruolo programmatico e di indirizzo della Regione, consentendole di svolgere con tempestività la propria azione di programmazione comprendente, tra l'altro l'individuazione dei bacini di utenza e dei loro obiettivi, la definizione delle zone omogenee comunali, la determinazione delle norme relative alle distanze alla sicurezza, l'articolazione degli orari da rendersi flessibili in base alle esigenze del territorio servito, l'individuazione dei criteri e delle modalità per lo sviluppo degli impianti delle attività commerciali integrative, artigianali e di somministrazioni di alimenti e bevande; una maggiore snellezza dei procedimenti amministrativi, con l'utilizzo degli sportelli unici per le attività produttive; il sostegno agli investimenti al fine di assicurare la presenza degli impianti nelle aree marginali e di abbinare all'erogazione dei carburanti altri servizi alla clientela; il sostegno contributivo per l'aggiornamento professionale degli operatori.
Le norme di delegificazione, contenute nel presente disegno di legge inserendosi all'interno di un'ormai consolidata tendenza nazionale consentono pertanto di operare scelte programmatiche e amministrative in tempi più rapidi e consoni alle esigenze della collettività e degli operatori economici, oltre che alle disposizioni di principio statali e dell'ordinamento comunitario.
L'effetto principale dell'impianto legislativo proposto consiste senza dubbio nel rimettere alla competenza della Giunta regionale la definizione sentite le rappresentanze degli enti locali, dei consumatori, dei gestori delle imprese di settore e delle organizzazioni sindacali di categoria, e previo parere alla competente commissione consiliare, degli atti di indirizzo generali elencati all'articolo 2.
Al fine di consentire all'organo esecutivo di esercitare in modo ottimale tale ruolo, viene ulteriormente accresciuto il ruolo del sistema informativo. La Regione, avvalendosi dell'osservatorio regionale della rete carburanti, deve infatti promuovere un'attività permanente di analisi e di studio delle problematiche strutturali e congiunturali del settore ed è tenuta ad effettuare monitoraggi periodici per verificare l'evoluzione del processo di razionalizzazione della rete distributiva. In osservanza del riformato articolo 117 della Costituzione, può altresì costituire un Osservatorio interregionale in accordo con altre Regioni, al fine di svolgere la propria azione all'interno di una concertazione interregionale.
Sul fronte dell'ulteriore snellimento dei procedimenti autorizzativi viene esplicitamente previsto il ricorso agli sportelli unici per le attività produttive, laddove siano operanti, per l'espletamento delle procedure di rilascio di tutte le autorizzazione e degli altri titoli necessari per l'esercizio dei nuovi impianti stradali, lacuali e ad uso privato.
Il presente disegno di legge, come già in precedenza ricordato, non si limita alla definizione degli indirizzi programmatori regionali in materia di razionalizzazione ed ammodernamento della rete distributiva dei carburanti, ma persegue altresì la finalità di incentivare e sostenere investimenti per la graduale trasformazione di tale rete, abbinando interventi diretti alla realizzazione di impianti nelle aree marginali come i territori collinari e montani, ad aiuti volti a favorire la diffusione di carburanti a basso impatto ambientale, la realizzazione negli impianti di attività integrative di carattere commerciale, artigianale e di somministrazione di alimenti e bevande, l'attuazione di programmi di sviluppo delle imprese inerenti all'innovazione gestionale e tecnologia ed al ricorso alla certificazione di qualità, nonché il ricorso regionale al fondo rischi dei consorzi e delle cooperative di garanzia collettiva fidi.
In tale ambito, un rilievo imprescindibile assumono la formazione e l'aggiornamento professionale degli operatori.
Al fine di rendere possibile la realizzazione delle scelte programmatiche regionali, all'interno di un contesto nel quale vengono effettuati processi di disinvestimento da parte delle aziende, per una minore o addirittura assente remuneratività, anche con l'obiettivo di in incentivare gli investimenti volti a fornire una molteplicità di servizi all'utente è previsto, all'articolo 13 del disegno di legge, lo stanziamento di 300 mila euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004 (così suddivisi: 120 mila euro a favore degli enti locali e 180 mila euro per le imprese e le loro forme associate).
Tali risorse, si rendono necessarie tra l'altro per assicurare il servizio di distribuzione dei carburanti nelle aree considerate non remunerative dagli operatori, i quali tuttavia possono trovare conveniente il servizio sul territorio qualora venga abbattuto il costo dell'impianto.
La Commissione VII ha proceduto ad un approfondito esame del presente disegno di legge, anche con lo svolgimento delle consultazioni con i soggetti interessati, di cui sono state recepite nell'articolato le osservazioni più significative. Pertanto, valutata anche l'importanza che il provvedimento riveste per il settore della distribuzione dei carburanti se ne raccomanda una rapida approvazione da parte dell'Aula consiliare.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Siamo d'accordo sul provvedimento; purtroppo è arrivato in ritardo in aula e questo ha costituito un problema soprattutto per gli operatori.
Vorrei sottolineare il ritardo e affermare che è importante potenziare la presenza - sta già avvenendo, ma ci vuole un impegno particolare da questo punto di vista - dei distributori, dei carburanti a minor impatto ambientale, in particolare modo quelli a metano.
Abbiamo approvato un'altra legge che incentivava i tassisti ad acquistare automezzi a metano, ma è chiaro che in città come Torino, o altre della nostra regione, in assenza di distributori del metano, è evidente che anche gli operatori non sono interessati a cambiare i propri automezzi perché sarebbero in difficoltà. E' importante che su tutto il territorio regionale ci sia un'attenzione particolare, anche da parte della Regione, a far in modo che la rete distributiva del metano sia potenziata fortemente. Questo è utile non soltanto per gli automezzi privati, ma anche per gli autobus a metano o i taxi a metano. Ecco, sarebbe estremamente importante.
Volevo sottolineare soltanto questo aspetto, che ritengo un aspetto estremamente importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo molto brevemente, perché condivido una serie di considerazioni fatte dal Consigliere Muliere.
Insieme al Consigliere Chiezzi, ho depositato un emendamento che suggerisce di prevedere uno sviluppo del futuro, cioè che in un futuro non più tanto lontano ci possano essere anche dei distributori che saranno fatti, tenendo conto di quello che distribuiscono, per l'idrogeno. Sappiamo che le macchine all'idrogeno stanno per nascere, per cui è bene che noi lo prevediamo; poi, ovviamente, le caratteristiche che avranno questi distributori saranno conformi alla legge che ci sarà in proposito, ma intanto una nostra legge già guarda a un futuro neanche più troppo lontano.
Una considerazione è questa. In Commissione abbiamo approvato questo provvedimento 18 mesi fa, più o meno; credo che nulla, in tutti questi 18 mesi, abbia mai impedito che arrivasse in aula in un tempo ragionevole e che anche in tempo breve venisse approvato, se non una certa incapacità nostra di programmare i lavori e di non capire che ci sono dei provvedimento che sono utili e che hanno una priorità, magari non politica perché non serve a nessuno, ma che però serve ai piemontesi e a tutti noi.
Di conseguenza, sarebbe bene, a partire da oggi, riflettere su una serie di provvedimenti, per farli accedere all'aula senza che qualcuno si impunti "passa prima il mio o non passa nulla", perché in questo modo è tutto il Consiglio che ci rimette.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio interno

Intervengo solo per dire che l'intervento del collega Muliere si è inserito sul tema della diffusione di quelli che sono gli impianti di distribuzione del metano. Negli ultimi due anni abbiamo più che raddoppiato le cifre - sono disposto a fornire dati più precisi rispetto alla struttura degli impianti - ma certamente quello è l'obiettivo. L'obiettivo è quello di riuscire a far passare, con questa norma, un meccanismo che permetta la trasformazione del nostro sistema di distribuzione, perché per promuovere bisogna essere in grado di garantire, entro uno spazio comunque non esagerato, il luogo di fornitura.
In merito alle osservazioni del collega Papandrea, anche se sull'articolo 3, posso fare l'intervento adesso. Io sono perfettamente d'accordo; pongo solo una questione rispetto a come fare la norma, perch noi già all'articolo 1 richiamiamo il concetto di favorire il carburante a basso impatto ambientale. Poi, nell'articolo 3, vengono date le definizioni di quelli che in questo momento sono giuridicamente considerati carburanti possibili; infatti, l'articolo 3 parla di "benzina, gasolio, gas di petrolio liquefatto, metano e ogni altro carburante per autotrazione conforme ai requisiti tecnici indicati per ciascun carburante nelle tabelle della Commissione tecnica di unificazione dell'autoveicolo", che è nazionale. Ecco, non so se si può aggiungere un punto f) con l'idrogeno non so se si può mettere o meno, perché mi chiedo: è riconosciuto dalla Commissione tecnica?



PAPANDREA Rocco

Ormai i motori all'idrogeno ci sono.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio interno

Esistono i motori, ma non è riconosciuto il carburante. Io non posso presentarmi con la macchina all'idrogeno e dire: "Voglio la fornitura di idrogeno". Quindi, nella dizione "ogni altro carburante per autotrazione conforme ai requisiti" c'è l'idrogeno il giorno che venga considerato vendibile al privato. In questo momento noi non possiamo mettere l'idrogeno; non vorrei far impugnare la norma perché lo inseriamo.
Se vogliamo favorire l'idrogeno, troviamo un punto di un altro articolo che non sia una definizione giuridica. Piuttosto, se i colleghi sono d'accordo, si va sull'articolo 1, dove si dice "dei servizi resi all'utenza e di favorire la distribuzione di carburante a basso impatto ambientale" e si vede di costruire una frase che stia su quella o su qualche articolo successivo. Mi sono spiegato?



PRESIDENTE

Avendo concluso la discussione generale con la replica dell'Assessore passiamo all'articolo 1.
ARTICOLO 1 La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La discussione generale è terminata. Insieme al collega Papandrea, ho presentato un emendamento per introdurre in modo esplicito - e non per riferimenti indiretti - il carattere idrogeno tra i carburanti che vengono presi in considerazione da questa legge.
Allora, all'articolo 3 abbiamo proposto un emendamento che va comunque corretto in questo senso. Si definiscono i carburanti per autotrazione: noi chiediamo che, tra i carburanti per autotrazione, venga compresa anche la sostanza idrogeno. Bisogna togliere l'idrogeno dai prodotti petroliferi cioè il punto f) che viene richiesto in realtà dovrebbe far parte di un altro comma, perché il comma 2 dell'articolo 3 recita: "Si intendono per carburanti per autotrazione i seguenti tipi di prodotti petroliferi", e va bene; poi c'è l'idrogeno, che non è un prodotto petrolifero, e noi chiediamo che ci sia un comma ad hoc in cui scriviamo che si intende che carburante per autotrazione è anche l'idrogeno, punto. Questa è un'affermazione in legge; che poi l'idrogeno sia erogato in certi modi, lo vedrà lo Stato, ma la Regione Piemonte individua sin da oggi come carburante per autotrazione l'idrogeno, lo individua, lo segnala. Per la Regione Piemonte è già anche l'idrogeno un carburante, poi sarà soggetto a tutte le normative, i vincoli, le autorizzazioni e via dicendo, ma non fa male - penso - che noi dichiariamo che la Regione Piemonte considera l'idrogeno un carburante per autotrazione.



PRESIDENTE

L'emendamento si riferisce all'articolo 3; se volete riproporlo sull'articolo 1, va bene, altrimenti dobbiamo parlarne all'articolo 3.
Assessore, intervenga sull'articolo 1 e chiudiamo la discussione sull'articolo 1.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio interno

Visto il tema generale sull'articolo 1, proporrei la soppressione della parola "petroliferi", fermandosi a: "I seguenti prodotti:", e al punto "f" inserire la parola "Idrogeno". Se corregge l'emendamento, verrà accolto all'articolo 3.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento 3.3 bis presentato dai Consiglierei Chiezzi e Papandrea: all'articolo 3, comma 2, sopprimere la parola "petroliferi" ed aggiungere la lettera f) "idrogeno".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3. 3bis), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento 11.1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pichetto Fratin.
il comma 3 dell'articolo 11 (Formazione professionale) è così sostituito: "3. I corsi, secondo i percorsi formativi di cui all'articolo 1, possono essere istituiti dalle associazioni di categoria più rappresentativi del settore a livello regionale e dagli Enti costituiti con il loro concorso nonché da altri soggetti già operanti nel settore della formazione professionale, sulla base degli indirizzi regionali".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Gradirei avere un chiarimento dall'Assessore, dato che questo emendamento sostitutivo è, in realtà, una trascrizione - tranne l'ultima riga - del terzo comma dell'articolo 11, laddove veniva licenziato, per l'aula, prevista la convenzione. Come mai abbiamo considerato la possibilità di evitare lo strumento della convenzione e in ogni caso, al di là della questione "convenzione sì, convenzione no" (trattandosi di competenza che abbiamo attribuito alle Province in materia di formazione) è corretto non richiamare, nel comma 3 dell'articolo 11, un qualche ruolo che le Province dovrebbero esercitare, in termini di coordinamento? Sapendo che i corsi di formazione vengono istituiti per fare quanto indichiamo all'articolo 11, e stabilito che possono essere fatti anche senza aver stipulato una convenzione con la Provincia, è gioco forza immaginare che la Provincia, avendo questa competenza, ponga lo stesso "un occhio" sui corsi di formazione che le categorie devono organizzare per formare gli operatori di questo settore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio interno

L'emendamento ha questa natura. Dopo un confronto con le organizzazioni di categoria, sono emersi alcuni tipi di valutazione. Uno fra tutti, è proprio di mercato: il numero di operatori che ogni anno affluirebbero è molto ridotto, quindi non ci sarebbero i numeri per poterlo valutare a livello provinciale. Una prima osservazione era già nata dagli Uffici dovuta all'esperienza e al confronto con la formazione.
L'osservazione è venuta dalla mia Direzione Formazione che ha chiesto come mai si era messo convenzione, che invece è un contratto. Ormai, la formazione è trasferita alle Province e funziona a direttive, ma quando non ci sono le condizioni per poterla fare a livello provinciale, perché sono ridotte nel numero o c'è una particolare sporadicità nell'intervento, c'è la riserva della valenza regionale o la si fa a macro aree.
Il toglierlo, quindi, non significa che non potranno più farlo le Province, ma probabilmente le si dirà di farne due: uno per l'est e uno per l'ovest, proprio per una ragione di numero.
Questa è la motivazione dell'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 11.1) Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 11, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento 13.1 presentato dalla Giunta a firma dell'Assessore Pichetto Fratin.
L'articolo 13 è così sostituito: "Articolo 13 (Disposizioni finanziarie) 1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per ciascuno degli anni 2004 e 2005 la spesa complessiva di euro 460.000,00.
2. Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 2004 nell'UPB n. 17031 (Commercio e artigianato Rete carburanti, commercio aree pubbliche Titolo 1 spese correnti) sono previsti gli stanziamenti inerenti alle seguenti spese: "Spese per l'Osservatorio regionali dei carburanti" pari ad euro 100.000,00, in termini di competenza e di cassa; "Contributi per la formazione e la qualificazione degli operatori della rete distributiva dei carburanti" pari ad euro 60.000,00 in termini di competenza e di cassa. Nell'UPB n. 17022 (Commercio e Artigianato Tutela del consumatore, mercati Titolo II spese di investimento) sono previsti gli stanziamenti inerenti alle seguenti spese: "Interventi per la modernizzazione della rete distributiva dei carburanti a favore degli enti locali", pari ad euro 120.000,00 in termini di competenza e di cassa; "Interventi per la modernizzazione della rete distributiva dei carburanti a favore delle imprese e loro forme associative" pari ad euro 180.000,00, in termini di competenza e di cassa.
3. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, si provvede riducendo rispettivamente di euro 160.000,00 in termini di competenza e di cassa, la dotazione dell'UPB n. 09011 (Bilanci e finanze Bilanci Tit. Spese correnti) e di euro 300.000,00, in termini di competenza e di cassa, la dotazione dell'UPB n. 09012 (Bilanci e finanze Bilanci Tit. I spese investimento) dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2004.
4. Ai medesimi oneri per l'anno 2005 si provvede con le dotazioni delle UPB n. 09011 e n. 09012 del bilancio pluriennale 2004-2006".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 13.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 13, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 14, nel testo originario. Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Diamo atto a verbale, che la procedura di votazione era già in atto e non ha potuto votare sì.
Votazione chiusa.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Stemma - Gonfalone

Proseguimento esame testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204 "Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo della Regione Piemonte. Abrogazione delle l.r. 16/1/1984, n. 4; 24/11/1983, n. 83; 17/6/1997, n. 36" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con il punto 3) all'o.d.g.: esame testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204 "Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo della Regione Piemonte. Abrogazione delle l.r. 16/1/1984, n. 4, 24/11/1983, n.
83; 17/6/1997, n. 36" (Seguito) ARTICOLO 7 BIS Emendamento aggiuntivo presentato dal Consigliere Tapparo.
Dopo l'articolo 7 è aggiunto l'articolo 7 bis: "Art. 7 bis (caratteristiche e uso della fascia) 1. la fascia riporta i colori dello stemma della Regione con nei lembi laterali la bandiera italiana e dell'unione europea.
Annuncio che il Consigliere Tapparo ha ritirato il l'emendamento aggiuntivo.
Passiamo ora all'emendamento presentato dal Consigliere Dutto.
Emendamento rubricato n. 3 presentato dal Consigliere Dutto.
Dopo l'articolo 7 è aggiunto l'articolo 7 bis "articolo 7 bis (caratteristiche e uso della fascia) 1. La fascia riporta i colori della bandiera con lo stemma della Repubblica su un lembo e il simbolo dell'U.E. sul lembo opposto (allegato E).
2. La fascia è assegnata al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio regionale; l'utilizzo compete ad essi, previa intesa, in occasione di manifestazioni ufficiali e può essere delegato ad una assessore o ad un consigliere".
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Scusi Presidente, voglio onorare il provvedimento che ci ha visto più volte discutere di questo tema, lasciando traccia di un'impostazione diversa, emersa anche nel dibattito d'aula quando, molti mesi fa, abbiamo affrontato l'argomento.
È vero, meglio una soluzione che nessuna soluzione, ma chiudiamo questa vicenda, ormai davvero annosa, sulla fase fascia e sulla fase bandiera.
Voglio, però, qui riportare un'opinione che vede nella fascia una prerogativa del Consigliere, non del Presidente o dei Presidente.
Personalmente, ricordo di aver fatto un esempio che vi ripropongo oggi in aula. Se io vado, come ho fatto, come Consigliere regionale del Piemonte alla sfilata del gay pride a Roma, non voglio chiedere al Presidente di essere delegato, di andarci con la fascia. Io ci vado come Consigliere regionale. Ho fatto un esempio provocatorio, ma posso farne degli altri.
Invece, il secondo capoverso di questo emendamento, che peraltro era lo stesso previsto nell'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo prevede che l'utilizzo della fascia sia in qualche modo autorizzato e concesso dal Presidente.
Avrei preferito che si riconoscesse al Consigliere il ruolo di Consigliere. Quindi, il Consigliere è titolare di una carica e ci partecipa in quanto Consigliere; rappresenta il Consiglio: piaccia o non piaccia alla maggioranza degli altri Consiglieri regionali.
Mi sembra di non raccogliere altre voci dissonanti rispetto al provvedimento. Volevo però lasciare questa testimonianza di una visione diversa del ruolo del Consiglio e del Consigliere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Botta M., Cattaneo Valvo, D'Onofrio, Angeleri, Mercurio.
Dopo l'articolo 7 è aggiunto il seguente articolo: "Articolo 8 (Diploma di benemerenza) Con decreto del Presidente della Regione, su proposta motivata, è rilasciato un diploma di benemerenza, a cittadini meritevoli di particolare riconoscimento. Entro 120 giorni dall'entrata in vigore della legge la Giunta regionale, acquisito il parere della Commissione consiliare competente, determina con atto deliberativo le procedure di proposta e rilascio nonché le caratteristiche tecniche del diploma".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Comunico il ritiro del seguente emendamento presentato dal Consigliere Dutto: Dopo l'articolo 8 è aggiunto l'articolo 8 bis "articolo 8 bis (dichiarazione di urgenza) 1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione".
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 24 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Trattamento economico e normativo del personale

Proposta di legge n. 357 "Proposta di legge al Parlamento 'Modifiche all'articolo 176, comma 2, del Codice di Navigazione'", trasformata in ordine del giorno n. 921 "Disciplina della navigazione nelle acque interne della regione Piemonte"


PRESIDENTE

Ho inserito all'o.d.g. due provvedimenti.
Il primo è una mia dimenticanza, nel senso che era già inserito come punto all'o.d.g. Si tratta della proposta di legge n. 357: "Proposta di legge al Parlamento 'Modifiche all'articolo 176, comma 2, del Codice di Navigazione'" È una proposta di legge che da anni giace in Commissione.
Il secondo provvedimento è la proposta di legge n. 624 "Regolamentazione delle discipline bio-naturali" Se siete d'accordo possiamo esaminare la proposta di legge n. 357.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Provvedo subito a farvi distribuire il testo.
Tale proposta è stata presentata circa quattro anni fa. Chiede al Parlamento nazionale di modificare l'articolo 176 del Codice della Navigazione con il seguente testo: "Le navi e i galleggianti della navigazione interna, indicati a tal fine dal Regolamento, devono essere provvisti dell'inventario. Le navi, quando siano adibite a servizio pubblico di linea devono inoltre essere provviste del giornale di bordo formato con le modalità stabilite dal Regolamento".
Questa proposta nasce con riferimento alla regolamentazione estremamente complessa, che riguarda anche la navigazione all'interno dei nostri laghi.
Si tratta di una materia che, purtroppo, nelle pieghe della devoluzione e dei vari articoli (articolo 117) - dico purtroppo - è ancora riservata alla legislazione esclusiva dello Stato.
Pertanto, questo articolo crea una serie di problemi, con riferimento alla navigazione all'interno dei laghi.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente.
Per quanto mi riguarda c'é qualche problema. Innanzitutto la firma dell'Assessore Racchelli. Questo provvedimento non è "piccola cosa". Si tratta di un provvedimento che sottrae all'adempimento di prevedere il giornale di bordo, per tutte le navi che svolgono un servizio pubblico non di linea. Mi pare che una nave sia una nave. Pertanto bisogna avere il giornale di bordo, perché è un elemento di sicurezza. Non si capisce perché occorre tenere il giornale di bordo solo sulle navi che svolgono un servizio di linea e non sulle navi che svolgono un altro servizio.
Quindi non capisco perché si vuole sottrarre un elemento di sicurezza alle navi che svolgono un certo servizio. Che si tratti di linea o non di linea, il problema è la sicurezza. Mi sembra che di quest'argomento si fosse già parlato e forse la proposta di legge era ferma per questo motivo.
Non si tratta di un piccolo provvedimento, perché i passeggeri delle navi dovrebbero essere trattati tutti nello stesso modo.
Siccome il giornale di bordo è un fattore di sicurezza, perché è un elemento di cura che viene affidato al titolare della nave nei confronti della propria struttura, prima di eliminare la compilazione del giornale di bordo ci penserei su molto.
Chiederei, anche perché è un provvedimento che in ogni caso giunge in un momento in cui stiamo lavorando all'unanimità degli intenti, da tutti i punti di vista, di esaminarlo in un altro momento.



PRESIDENTE

Collega, il provvedimento che stiamo esaminando nasce da difficoltà concrete nell'applicazione dell'articolo 176. Per esempio, il barcaiolo che trasporta due passeggeri da Stresa all'isola dei Pescatori deve compilare il giornale di bordo e questo crea problemi oggettivi.
La parola all'Assessore Racchelli, che interviene in qualità di Consigliere.



RACCHELLI Ettore

Bisogna disquisire sulla ragione che ha portato a tale richiesta, che viene da tutto il sistema che ruota intorno al trasporto pubblico non di linea. Il giornale di bordo è, in sostanza, un registro nel quale le motonavi, che svolgono servizio pubblico di linea, annotano una serie di particolarità dettate dalla situazione del natante nel momento in cui approda in un porto e riparte da quell'approdo per un'altra destinazione.
In altre parole, sul giornale di bordo vanno annotate la rotta, le medie, il tempo, il carburante a disposizione, cioè tutta una serie di elementi che logicamente sono dettati dalla stazza del natante, dal numero dei passeggeri trasportati e dalle distanze percorse. Una nave di linea soprattutto per quanto riguarda i trasporti marittimi, perché di questo si tratta - percorre un tragitto che, quasi sempre, è di parecchie decine di miglia.
Diversa invece è la situazione all'interno dei nostri laghi, dove le tratte sono al massimo di cinque minuti. I battelli hanno la capacità di portata che va da otto a dodici persone. Si tratta di trasporti pubblici non di linea, quindi gestiti da privati, che hanno sempre la destinazione a vista, quindi non si naviga mai in condizioni di utilizzo di sostegni meccanici alla navigazione o, comunque, telematici.
Evidentemente, sono barche prive delle dotazioni di bordo delle motonavi, quindi per l'operatore del battello, che carica due passeggeri a Stresa per portarli davanti a Stresa, a mezzo miglio, all'isola dei Pescatori, fermarsi alla fine un quarto d'ora a ricompilare il giornale di bordo è, francamente, un appesantimento che non ha ragione d'essere.
La Regione Lombardia, rispetto alle navi del trasporto pubblico di linea e del trasporto pubblico non di linea, che navigano sul lago Maggiore, ha dato, essendo questa norma interpretabile anche da parte del Ministero, ai propri operatori la possibilità di non compilare il libro di bordo. Questo già avviene sul Lago Maggiore per quanto riguarda gli operatori che hanno come base i Comuni lombardi del Lago Maggiore.
A questi operatori lombardi può capitare di venire dalla parte piemontese del lago e di essere sottoposti a sanzione. E' una disparità di trattamento, sullo stesso territorio nazionale e sullo stesso lago riservata ad operatori che lavorano nelle stesse condizioni, tanto più che noi rimandiamo a questa norma in merito al trasporto marittimo e al trasporto su lago.
Devo anche dirvi, per completezza di informazione, che i laghi e le aree interne non solo piemontesi, ma anche relative alle altre Regioni hanno subito negli anni e nei decenni una forte discriminazione per l'utilizzo delle sponde e rispetto agli oneri che sono oggetto di concessione, se paragonate alle stesse condizioni delle aree marittime. Il Ministero non ha mai normato, in maniera paritetica, le due situazioni penalizzando fortemente gli operatori economici e gli imprenditori, ma non solo, delle acque interne rispetto a quelli delle acque marittime. Devo anche dirvi che quasi tutte le norme e le leggi di incentivazione e di miglioria delle attività della pesca e non solo della pesca, ma della pratica delle acque interne, sono state assolutamente disattese dai governi nazionali, perché la normativa non distingue e non equipara mai le acque interne alle acque marittime, creando due classifiche e due ruoli, anche di imprenditori, con oneri sostanzialmente, profondamente e ingiustamente differenziati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie all'Assessore, che ha spiegato di cosa si tratta.
Mi convince sempre di più la posizione che, viceversa, nega questa deregolamentazione in capo anche alle piccole imbarcazioni. Perché sono tutti modi in cui si slacciano rapporti che devono essere di competenza e di accortezza tra la gestione di un mezzo, il mezzo stesso e anche le condizioni in cui si generano. Non si dica che non c'è tempo: storie. Si attracca, c'è un libricino sul quale si scrive ciò che si è fatto.
Sono modi di cura e di attenzione sul proprio lavoro, non sono adempimenti burocratici. Succede qualcosa il giornale di bordo cosa dice? Il giornale di bordo non c'é più, ma il giornale di bordo deve esserci.
Quanto poi alla sponda dell'altra regione, Assessore Racchelli, nei suoi regolamenti ha permesso le moto d'acqua sul lago Maggiore?



RACCHELLI Ettore, Assessore alla navigazione.

Ma non ho il potere di ammettere o non ammettere.



CHIEZZI Giuseppe

Nel regolamento sono ammesse in regione Piemonte le moto d'acqua?



RACCHELLI Ettore, Assessore alla navigazione

Devo ammettere che non so rispondere.



CHIEZZI Giuseppe

Si vedono scene di utilizzo delle moto d'acqua che richiederebbero tempestivi interventi di interruzione dell'attività per la pericolosità della stessa. Le moto d'acqua, se le abbiamo autorizzate, abbiamo fatto un errore e lavoreremo per inserire nel regolamento che non possono essere autorizzato. Di certo la Regione Lombardia le avrà autorizzate. Le moto d'acqua, che incrociano le moto navi, eseguono dei salti sulle onde che le moto navi provocano: un esercizio di spericolatezza che andrebbe, almeno sul territorio piemontese, evitato. Sport svolto in condizioni di non sicurezza, segno di spavalderia da parte di qualche utilizzatore delle moto d'acqua. Chiedo all'Assessore, magari in una prossima riunione in Commissione, di dirci cosa si può fare con le moto d'acqua. Auspico di decidere il divieto dell'uso delle moto d'acqua per rumore, pericolosità e disturbo all'ecosistema su tutta la parte di competenza della Regione Piemonte.
Continuo a dire che la normale diligenza nel possesso ed uso di un mezzo, deve richiedere anche la compilazione, in pochi minuti, del giornale di bordo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Non ho capito se il Consigliere Chiezzi propone l'introduzione del giornale di bordo anche per le moto d'acqua (lì è un po' più complicato).
Volevo partire da questo ultimo punto, anche se non c'entra nulla. Le moto d'acqua sono autorizzate in Piemonte come sono autorizzate in Lombardia e sulla maggior parte dei laghi, anche di dimensione minore rispetto a quelli piemontesi. Conosco bene il regolamento perché abitando sul lago maggiore sono fruitore, anche se raramente, di moto d'acqua e perché imprenditore turistico. Ripeto, sono a conoscenza del regolamento che è stato diffuso anche in lingua straniera per la presenza di turisti sul lago. Il regolamento piemontese, relativamente a quello delle altre Regioni e anche a quello della acque marittime, è molto severo. Sono previsti, a differenza di altri regolamenti regionali e marittimi, il corridoio d'accesso, i limiti di velocità, il transito a meno di 500 metri dalla riva, ecc. Certo, potrebbe essere migliorato, ma va dato atto che il Piemonte, rispetto ad altri Regioni e rispetto allo stesso regolamento marittimo, è molto molto più rigido. Non condivido l'abolizione dell'uso delle moto d'acqua perché si può trovare, in un sistema di regole, la possibilità della presenza di moto d'acqua che sono un aspetto importante anche per la valenza turistica. Ripeto, il regolamento piemontese è già molto rigido.
La maggior parte delle moto d'acqua, soprattutto quelle a cui si riferiva il Consigliere Chiezzi, cioè quelle veloci e più rumorose di altre, sono quasi tutte classificate come natanti, quindi c'é l'obbligo della patente per imbarcazione da diporto e non sono libere come la maggior parte delle moto d'acqua del passato. Questo è un ulteriore aspetto di rigidità della normativa nazionale.
Relativamente alla proposta di legge, che anch'io ho sottoscritto, di modifica dell'articolo 176 del codice della navigazione, voglio fare brevissime considerazioni senza avere la presunzione di convincere chi non è d'accordo. Anzitutto, il codice di navigazione è un codice datato, di circa sessant'anni, è un codice emanato durante la Seconda Guerra Mondiale quindi in un periodo bellico, in cui, di fatto, non fu introdotta distinzione, anche per questioni di sicurezza, tra l'imbarcazione, la piccola imbarcazione, il natante, tra le acque marittime e le acque interne. La semplice patente nautica, nel nostro Paese, abilita non alla condotta, ma al comando dell'imbarcazione. Teoricamente, una persona dotata di patente nautica è comandante dell'unità di diporto e quindi pu abilitare alla condotta un passeggero trasportato, come tutti i comandanti.
Per questioni di sicurezza, il comandante di una nave potrebbe delegare la sua funzione - naturalmente ad un sottufficiale o un altro sottoposto che è la via ordinaria che una marina mercantile o marina di diporto segue anche ad un semplice passeggero, naturalmente sotto la propria responsabilità. Così è anche per il motoscafo, quindi la dice lunga sull'antichità del nostro codice di navigazione.
Purtroppo questa legge, se approvata, sarà l'ennesima legge di proposta al Parlamento nazionale che non verrà presa in considerazione dal Parlamento stesso. Così come noi, sbagliando, lo dico soprattutto a me stesso, non abbiamo mai preso in considerazione le proposte di legge che sono arrivate dai Consigli provinciali o comunali. Un'approvazione di questa proposta può avere un grande significato politico, soprattutto istituzionale, di sollecitare il Parlamento. Non voglio credere che se arriva una proposta di legge per la modifica del codice della navigazione al Parlamento nazionale qualcuno non la prenda in mano e non si confronti o quanto meno il problema non venga evidenziato. E' un problema serio Consigliere Chiezzi. Credo che il Consigliere Chiezzi, sul merito, abbia anche sollevato alcune riflessioni che sono condivisibili. Il giornale di bordo è un po' la scatola nera dell'imbarcazione, anche della piccola imbarcazione. Nella realtà dobbiamo sapere che, equiparando le acque marittime con quelle interne, di fatto la nave, naturalmente, al di là dell'opportunità dell'esistenza del giornale di bordo, peraltro superata perché c'è l'obbligatorietà della "scatola nera" e di altri accorgimenti elettronici; ormai sulle navi il giornale di bordo è, sotto l'aspetto della sicurezza, addirittura superato.
Sulla nave c'è una struttura di comando, di ufficiali che naturalmente non hanno alcuna difficoltà a compilare tale registro. Sul motoscafo invece, occorre scrivere che si fa il pieno di 65 litri di gasolio, si ascoltano le previsioni del tempo, che magari non sono belle, si indica la rotta che si segue, ecc., quindi i motoscafisti, che hanno sollevato questa esigenza, non hanno proprio tutti i torti.
E' come la differenza tra un taxi e la corriera: la corriera ha il tachigrafo, quindi il limite di velocità, ecc., mentre il taxi ha un contachilometri di una macchina normale.
Secondo me, sottoporre i motoscafisti a questi adempimenti burocratici non importa se sul Lago Maggiore o sul lago d'Orta - è una forma di ingiustizia. Anche perché - non l'ha detto l'Assessore Racchelli, ma lo voglio ricordare - c'è un altro problema che è il rovescio della medaglia: poiché questo giornale di bordo, non per negligenza, ma proprio perché è ripetitivo, tutte le mattine occorre scrivere la quantità di gasolio che si mette nel serbatoio, la rotta che si percorre e quant'altro, viene compilato a fine giornata o nelle pause. Se nel frattempo vengono fermati o controllati dai Carabinieri o dalla Polizia si incorre in una multa non da poco.
Inoltre - e su questo, Consigliere Chiezzi, le do ragione - che tra tutto e niente si può trovare una soluzione diversa: certamente ci si pu confrontare. Dal mio punto di vista, per i motoscafi, che hanno la possibilità di trasportare al massimo venti persone, lasciare questa eccessiva burocratizzazione, questo giornale di bordo, che è identico nella compilazione, nelle necessità, nelle annotazioni e nella scadenza temporale a quella delle navi da crociera che vanno da Genova a Rio de Janeiro, mi sembra un po' insostenibile.
Dal mio punto di vista forse con l'approvazione di questa proposta che rimarrà inascoltata - quanto meno il Consiglio regionale del Piemonte può trasmettere al Parlamento nazionale il problema e, in un modo istituzionale forte, come Consiglio regionale, chiedere di modificare il codice della navigazione.
Chiedere, quindi al Parlamento, una revisione del codice della navigazione; è ovvio che dovranno prima o poi, a sessanta anni di distanza rivedere alcuni elementi del codice della navigazione. Quindi, tenere conto di questa esigenza, di questa eccessiva burocratizzazione e rimuoverla.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Presidente del Consiglio, Cota, che interviene in qualità di Consigliere.



COTA Roberto

Intervengo brevissimamente. Sono il primo firmatario della proposta intervengo per motivarne i contenuti.
Si tratta di una proposta di legge al Parlamento e quindi come tale ha una finalità più che altro di stimolo, perché il Parlamento nazionale affronti e risolva un problema.
Qual è il problema? Il problema è quello di un trattamento che ingiustamente, non è stato differenziato a livello di codice della navigazione, ma anche a livello di interpretazione data dal Ministero. Se vi fosse stata un'interpretazione corretta da parte del Ministero, forse non ci sarebbe neanche bisogno di presentare questa proposta e quindi di richiedere una modifica, a livello di codice della navigazione, di un'ingiustificata mancata differenziazione, soprattutto con riferimento alla navigazione interna. Noi, ovviamente, come Regione Piemonte, come Consiglio regionale del Piemonte, possiamo occuparci della navigazione interna in quanto rappresentanti del popolo in una regione che non ha il mare, ma ha soltanto i laghi. Questo è un altro dato di fatto, soprattutto con riferimento alla navigazione interna, non è stato differenziato il caso di chi esercita un trasporto pubblico di linea rispetto al caso di chi non esercita un trasporto pubblico di linea.
Nella nostra regione - perché noi solleviamo il problema da piemontesi quali sono i casi di servizio di trasporto pubblico non di linea? Sono i casi dei barcaioli che sul lago Maggiore trasportano i passeggeri da Stresa, da Verbania, da Baveno sulle isole.
Pertanto mi domando, con riferimento a questi barcaioli, in quanto la barca più grande si inscrive nell'ambito del trasporto pubblico di linea sembra giusto che questi barcaioli debbano per un viaggio di cinque minuti con una o due persone a bordo, compilare il registro di bordo? Io non penso che sia giusto, penso che sia un ingiusto adempimento burocratico che rende difficile lo svolgimento di un'attività che ha già mille difficoltà. Diventa spesso difficile, per chi esercita questo tipo di attività, riuscire a reperire turisti, a pubblicizzare la propria attività a far capire che non si tratta di una truffa o non si tratta di uno svolgimento di un'attività abusiva, ma è un'attività in piena regola.
Ritengo, per questi motivi, e anche da un punto di vista politico, che questo provvedimento sia giusto e debba essere votato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Mi domandavo se fra il tutto e il niente non ci fosse qualche possibilità intermedia.
Forse si può evitare di ripetere, per le piccole imbarcazioni, una procedura analoga a quella delle grandi, che preveda un obbligo che investe tutta la giornata.
Bisogna che per qualsiasi mezzo adibito a servizio pubblico siano disponibili documenti che permettano di capire qual è stata la manutenzione effettuata, quali sono stati i guasti, i danni e le riparazioni.
Occorre differenziare la normativa, che non può essere applicata in modo burocratico per le piccole imbarcazioni; probabilmente esiste una possibilità di questo tipo, che potrebbe essere considerata.
Questo per quanto riguarda il contenuto.
Per quanto riguarda la forma, dicevamo con il collega Chiezzi che, più che una proposta di legge al Parlamento, con i problemi che questo comporta, se si stilasse una deliberazione, un ordine del giorno che sottopone questo problema e che chiede di verificare le vie con cui risolverlo, non è detto che ne avremmo una minore efficacia, date anche le previsioni sentite. Forse sarebbe uno strumento più proprio. Ritengo che un documento, o un ordine del giorno del Consiglio regionale, che chiedano di affrontare il problema, individuando le forme di documentazione effettivamente necessarie ed eliminando quelle che presentano evidenti caratteristiche di superfluità o di sovrapposizione burocratica, possano individuare una soluzione ragionevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valvo; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Non pensavo che fossero necessari così tanti interventi per sostenere la bontà del provvedimento.
Diceva prima il Consigliere Chiezzi: "Non so perché vi impuntate sulla questione dell'idrogeno". Non ci stavamo impuntando, stavamo cercando di trovare una soluzione. Se il collega Chiezzi si recasse sul lago Maggiore per fare visita ad una delle isole e si presentasse ai barcaioli come Consigliere regionale, la prima cosa che si sentirebbe chiedere è propria quella di mettere mano a questo regolamento, che prevede la compilazione di questo giornale di bordo, tutte le volte che si effettua un viaggio. Se il collega Chiezzi avesse occasione di recarsi sul lago nel periodo estivo verificherebbe come i viaggi da Stresa all'Isola Pescatori, ad esempio sono parecchie decine nell'arco della giornata. Parto da Stresa con un carico di passeggeri, arrivo all'Isola Pescatori e faccio il viaggio di ritorno, cinque minuti dopo, con un altro carico di passeggeri, dovendo ogni volta, compilare questo registro, annotando tutta una serie di dati previsti dal registro stesso (puntualmente ricordati nella relazione: la composizione dell'equipaggio, le osservazioni meteorologiche, la rotta seguita, gli orari osservati, gli incidenti verificatisi in quel tragitto che viene compiuto dal barcaiolo 30-40-50 volte nell'arco della giornata).
Un conto è la cura e la manutenzione che il barcaiolo deve avere del proprio mezzo per garantire una particolare attenzione alla sicurezza (ricordo che tutti i possessori di auto devono avere il bollino blu e quindi devono fare una determinata revisione annuale), un conto è il mero adempimento burocratico di scrivere quante volte sono andato e venuto quante persone c'erano e quali erano le condizioni del tempo.
E' un adempimento meramente burocratico. Più importante è che quel mezzo venga manutenuto e che sia nelle condizioni di efficienza per garantire, ai passeggeri trasportati, determinati standard di sicurezza.
Questo intervento andava in quella direzione senza avere grosse pretese.
Ricordiamoci, comunque, che si fa riferimento ad un regolamento che il Ministero dovrà emanare e che dovrebbe semplificare la vita a questi operatori artigiani.
Concludo con un'analogia. Il tassista, o il conducente di autopullam che ci portano da Porta Susa a Palazzo Lascaris, non compilano il giornale di bordo. È più importante che il tassista faccia la manutenzione del suo automezzo e che il concessionario di autolinee di trasporto controlli che non ci siano pneumatici usurati e il veicolo sia a posto per quanto concerne freni e tutto il resto.
Si tratta solo di provvedimento che prevede, per quello che può valere (essendo una proposta di legge al Parlamento) che lo stesso legislatore nazionale definisca un regolamento, semplificando la vita a questi artigiani che fanno decine e decine di trasporti in un arco di tempo molto limitato.
Personalmente, ritengo che tutti questi interventi non fossero necessari, perché quando si sprecano troppe parole sembra che ci sia sotto chissà quale altro secondo fine. Il fine è solo questo: semplifichiamo la vita, togliendoli, se è possibile, questo adempimento meramente burocratico ed inutile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente, vorrei capire come intendiamo procedere: manteniamo questo provvedimento, o decidiamo di seguire la procedura di un ordine del giorno? Dato che si tratta di una proposta di legge che modifica una legge parlamentare, forse l'ordine del giorno è più rapido, più snello, più efficace e potrebbe ottenere con maggior precisione il risultato.
Chiederemmo ai presentatori del testo di valutare questa nostra proposta e capire se possiamo andare in questa direzione. Penso che questo potrebbe aiutare a conseguire l'obiettivo di semplificazione richiesto obiettivo di semplificazione che oggettivamente esiste per questo tipo in imbarcazione - e a consentire una rapidità ed una maggiore efficacia della nostra proposta.



PRESIDENTE

Comunico che c'è, da parte dei proponenti, una proposta di trasformare questo testo in un ordine del giorno, chiedono solo del tempo materiale per scriverlo.
Sospendo brevemente la seduta.



(La seduta sospesa alle ore 13.58 riprende alle ore 13.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Presidente, visto che stanno scrivendo l'ordine del giorno e presumo che l'altro punto sia abbastanza condiviso, possiamo, invece di interrompere, proseguire sull'altro punto, dando tempo al Presidente Cota di redigere l'ordine del giorno secondo le indicazioni?



PRESIDENTE

Mi stanno riferendo che l'ordine del giorno è quasi pronto.
La seduta è sospesa.
(La seduta sospesa alle ore 13.59 riprende alle ore 14.04)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Presidente Cota, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno sostitutivo della proposta di legge.



COTA Roberto

Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale Premesso che l'esercizio della navigazione nelle acque interne della Regione Piemonte è sottoposto ad una serie di normative (nazionali e regionali) che a volte creano ingiustificati appesantimenti burocratici in particolare si vuole prendere in esame il caso delle normative statali che disciplinano la tenuta del giornale di bordo, con modalità particolarmente onerose, non soltanto per chi esercita il servizio di trasporto pubblico di linea, ma anche per le navi minori che esercitano servizi di trasporto pubblico non di linea: è questo il caso dei cosiddetti barcaioli che trasportano pochi passeggeri per tratte molto brevi.
tutto ciò premesso impegna il Presidente del Consiglio ed il Presidente della Giunta a farsi partecipi di questa esigenza di semplificazione nei confronti dei Parlamentari piemontesi".



PRESIDENTE

Raccogliamo le firme di chi sottoscrive tale ordine del giorno.
Comunico il ritiro, da parte dei proponenti, e la trasformazione del progetto di legge n. 357 in un ordine del giorno.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 921.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Proposta di legge n. 624 "Regolamentazione delle discipline bio-naturali"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 624: "Regolamentazione delle discipline bio-naturali". I relatori di tale proposta di deliberazione sono i Consiglieri Angeleri e Suino.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello, relatore

Insieme a quasi la totalità dei Consiglieri presenti, parlo ovviamente degli appartenenti ai Gruppi consiliari, abbiamo firmato la proposta di legge che, proprio per la materia trattata, è stata firmata trasversalmente da tutti. Si tratta della risposta che la Regione dà alla "bocciatura" sulla legge delle medicine non convenzionali che la Corte Costituzionale aveva cassato nell'ottobre scorso.
La sentenza è giunta a dicembre; con alcuni colleghi firmatari abbiamo lavorato per presentare una nuova regolamentazione che potesse in qualche modo essere condivisa non solo da un punto di vista politico.
Sinceramente, devo dire che oggi non siamo ancora del tutto sicuri vista la materia concorrente tra lo Stato e la Regione.
Ci siamo confrontati con alcuni costituzionalisti, abbiamo avuto un importante supporto da parte degli Uffici del Consiglio regionale che qui sono presenti, proprio per cercare di superare il problema che la Corte Costituzionale aveva sottolineato. Pensiamo di aver fatto un buon lavoro redigendo un testo che in qualche modo rispecchia quelle che erano le nostre intenzioni, ovvero di fornire una regolamentazione ad alcune discipline che ormai vengono utilizzate da circa il 30-35% della popolazione piemontese. Così come il 30-35% della popolazione nazionale ormai si rivolge alle discipline alternative o cosiddette bio-naturali.
L'iter di questo progetto di legge è stato rapido, proprio perché era una ripresentazione. Tutte le discussioni che sono state fatte in precedenza praticamente le abbiamo volutamente superate e oggi arriviamo in Aula, in un'aula che ovviamente è alla vigilia di una consultazione regionale, per per fortuna con un progetto di legge completamente trasversale, e di questo sono particolarmente contento, proprio perché non ha una connotazione politica, ma una connotazione istituzionale. Noi dobbiamo dare una risposta a tutta questa realtà sia per quanto riguarda i cittadini sia per quel che riguarda gli operatori.
Chiedo all'Aula - evito di leggervi quella che è la relazione che si è preparata per l'occasione - la rapida approvazione del testo, perch crediamo che su questa materia la Regione debba dare una risposta. Mi auguro che questa risposta possa arrivare in tempi rapidi.



PRESIDENTE

Il testo è stato licenziato dalla Commissione competente con il voto favorevole dei seguenti Gruppi: Forza Italia, DS, Lega Nord, Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Per il Piemonte.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Do atto all'Aula che questo testo non è stata firmato dal Gruppo radicale, perché, avendo chiesto ad operatori del settore, avendo in qualche modo fatto una piccola verifica per capire la congruità del testo le risposte che noi abbiamo avuto non sono state tutte favorevoli, anzi ci è stato fatto notare che è in dirittura d'arrivo un provvedimento dell'Unione europea che sarà a breve applicato anche dall'Italia in termini generali e vincolanti.
Per cui il Gruppo Radicale darà un voto di astensione su tale provvedimento.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

C'era stata la richiesta in Commissione, volevo solo che il Presidente se ne accertasse, di apporre la firma del Consigliere D'Ambrosio. Avanzo questa richiesta in quanto nel testo che c'è stato consegnato non figura.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Due minuti di sospensione per la prosecuzione dei lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 14.05 riprende alle ore 14.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Oggi dobbiamo votare anche la surroga del Consigliere Tomatis, ma al surrogatorio è stato detto che si sarebbe affrontato alle ore 15.30.
Abbiamo delle nomine da votare.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Va bene, che abbiamo comunicato al nostro nuovo collega che la surrogazione sarebbe avvenuta alle 15.30, ma temo che non avverrà, se queste sono le persone in aula. Non perdiamo ulteriore tempo; facciamo la surrogazione. Visto che siamo ancori costituiti, procediamo ad un adempimento e poi tutte le altre decisioni politiche le assumeremo se saremo costituiti regolarmente.
Non riuscire ad eseguire la surrogazione attraverso la votazione di una nomina su cui mi pare di capire, dai banchi della maggioranza, che non ci sono i numeri, credo che non sia la scelta più saggia, perch significherebbe rinviare di una settimana i termini per la surrogazione.
Chiederei al Presidente di procedere con la surrogazione, anche se il surrogatorio scoprirà, con un'ora di ritardo, di essere stato dichiarato eletto.



PRESIDENTE

Consigliere Palma, la sua è sicuramente una riflessione di buon senso che tiene anche conto del panorama visibile in aula. Sarebbe corretto che il collega subentrante avesse la possibilità di essere presente. In questa prospettiva, se non procediamo alla surroga, non siamo più in grado di garantire il numero legale e ci troveremo nella situazione di dover avere un Consiglio non regolarmente funzionante.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 502 "Surrogazione del Consigliere Vincenzo Tomatis con il Signor Giacomino Taricco (articolo 16 legge 17 febbraio 1968 n. 108)" Divenuta DCR n. 371 - 15874)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 7 all'o.d.g.: Esame proposta di deliberazione n.
502 "Surrogazione del Consigliere Vincenzo Tomatis con il Signor Giacomino Taricco (articolo 16 legge 17 febbraio 1968 n. 108)". (Divenuta DCR n. 371 15874) La parola al Consigliere Mellano, che interviene in qualità di Presidente della Giunta delle elezioni.



MELLANO Bruno

Grazie Presidente e colleghi.
Il giorno 11 maggio si è riunita la Giunta delle elezioni e, come Presidente, ho comunicato di averla convocata in modo tempestivo per procedere agli adempimenti necessari, relativi alla surroga del Consigliere Vincenzo Tomatis, deceduto in data 9 maggio 2004, ai sensi dell'articolo 16 della legge 108/68: "Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa anche sopravvenuta, è attribuita al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione dell'ufficio centrale regionale".
La Giunta delle elezioni ha brevemente ripercorso l'iter seguito per l'attribuzione del seggio al Consigliere Vincenzo Tomatis, nella quota proporzionale e nella lista "Centro per il Piemonte-PPI-UDEUR-Rinnovamento Italiano" nella circoscrizione di Cuneo.
L'articolo 5 della legge costituzionale 22 novembre 1999 n. 1 prevedeva l'elezione a Consigliere regionale del candidato alla carica del Presidente della Giunta regionale che aveva conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato proclamato eletto Presidente. Era stata proclamata eletta l'On. Livia Turco, capolista della lista "Livia Turco per il Piemonte".
All'On. Livia Turco era stato riservato, come previsto dal I comma dell'articolo 5 della legge costituzionale 1/99, il seggio attribuito con il resto, o la cifra elettorale minore, tra le liste della sua coalizione in sede di collegio unico regionale per la ripartizione dei seggi circoscrizionali residui. La ripartizione dei seggi da parte dell'ufficio centrale regionale avviene con le modalità descritta nell'articolo 15 della legge 108/68, introdotto dall'articolo 2 della legge 43/95.
Il seggio dell'On. Turco risultava, quindi, sottratto alla lista "Centro per il Piemonte-PPI-UDEUR-Rinnovamento Italiano" della circoscrizione di Cuneo. A seguito delle dimissioni dell'On. Livia Turco il seggio veniva quindi rassegnato alla lista "Centro per il Piemonte-PPI UDEUR- Rinnovamento Italiano" nella circoscrizione di Cuneo e al candidato con il maggior numero di preferenze, Vincenzo Tomatis. Tale assegnazione è importante e lo sottolineo - era stata anche confermata dal Tar Piemonte con sentenza n. 1062 del 25 ottobre 2000 e, in ultima istanza, dal Consiglio di Stato con la decisione del 24 aprile 2001, n. 5643".
Pertanto, per le considerazioni su esposte, il seggio è attribuita alla lista avente contrassegno Centro per il Piemonte (PPI-UDEUR_Rinnovamento Italiano) della circoscrizione di Cuneo.
La Giunta delle Elezione procede quindi a verificare che dal verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Cuneo, nella lista avente contrassegno Centro per il Piemonte (PPI-UDEUR- Rinnovamento Italiano) risulta che all'ultimo eletto segue immediatamente il signor Giacomino Taricco.
La Giunta delle Elezioni all'unanimità propone al Consiglio regionale la surroga del compianto Consigliere Vincenzo Tomatis con il signor Giacomino Taricco.
Informo infine l'aula che al Consigliere, se sarà proclamato oggi, la Giunta delle Elezioni invierà, quanto prima, lo schema per raccogliere le indicazioni necessarie affinché la Giunta stessa possa esaminare la condizione dell'eletto in riferimento alle situazioni di ineleggibilità e di incompatibilità di cui alle leggi 108/68, 154/81 e 55/90.
La Giunta delle Elezioni del Consiglio regionale del Piemonte propone all'unanimità a questo Consiglio regionale di surrogare Vincenzo Tomatis con Giacomino Taricco.



PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di prendere atto che al Consigliere Vincenzo Tomatis (eletto nella quota proporzionale e nella lista Centro per il Piemonte 'PPI - UDEUR - R.I.' della Circoscrizione di Cuneo) subentra, ai sensi dell'articolo 16 della legge 108/1968, il signor Giacomino Taricco che nella stessa lista e circoscrizione segue l'ultimo eletto, al quale va pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri voti favorevoli 31 Il Consiglio approva.
Proclamo eletto il Consigliere il Signor Giacomino Tarocco e lo invito a prendere posto in aula.
Il Signor Taricco è da questo momento, a tutti gli effetti, Consigliere regionale del Piemonte, quindi da oggi può partecipare ai lavori del Consiglio regionale.
Preciso che, per quanto attiene alla convalida delle elezioni, come già ricordato dal Consigliere Mellano, ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento, è riservata all'esame della Giunta delle elezioni la quale accerterà che non sussistano, nei confronti del neo Consigliere, cause di ineleggibilità e incompatibilità. Ad esame compiuto la Giunta riferirà al Consiglio per i necessari adempimenti.
Comunico che martedì è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 14.29)



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