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Dettaglio seduta n.461 del 07/05/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 00.12)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sospendo brevemente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 00.19 riprende alle ore 00.22)


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 604: "Legge finanziaria per l'anno 2004" e ordini del giorno collegati n. 913 e n. 914


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 604, di cui al punto 6) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Comunico il ritiro degli emendamenti rubricati dal n. 13 al n. 17 e dal n. 28 al n. 37 riferiti all'articolo 2.
Vi invito a firmare i nuovi emendamenti.
Vorrei consegnare i testi degli emendamenti all'Assessore Pichetto Fratin, così come sono stati riformulati, per il contestuale parere della Giunta.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 2 presentato dalla Consigliera Manica: Art. 2 Allegato A Lo stanziamento previsto per il rifinanziamento delle leggi regionali 2/2003 e 1/2004 è incrementato rispettivamente di 15 milioni di euro e 10 milioni di euro per gli anni finanziari 2004 e 2005.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 2, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Palma, Manica Papandrea, Giordano, Moriconi, Gallarini e dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): Articolo 2 Allegato A Lo stanziamento previsto per il rifinanziamento delle leggi regionali 2/2003 e 1/2004 è incrementato rispettivamente di 12,5 milioni di euro e 7,5 milioni di euro per gli anni finanziari 2004 e 2005 (riduzione UPB 09011).
Io non sono autorizzato a firmarlo, però esprimo il parere favorevole sullo stesso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma, per dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

A volte la notte porta consiglio! Con questo emendamento siamo forse riusciti ovviamente a non raggiungere una dotazione finanziaria soddisfacente rispetto ad un complesso di interventi che necessiterebbero stanziamenti superiori, ma a conseguire due risultati a mio giudizio positivi: da una parte quello di sfruttare una disponibilità di copertura finanziaria da parte della Giunta che è insufficiente rispetto alle richieste e probabilmente anche rispetto alle possibilità che la Giunta aveva a disposizione per finanziare provvedimenti di questo tipo, ma che comunque viene resa utilizzabile e quindi spendibile ai nostri fini, dall'altra quello di risolvere un problema di assetto delle relazioni d'aula e delle modalità di discussione del nostro provvedimento, che vedono, su questo emendamento che reca la mia prima firma, riversarsi le firme di tutti i Capigruppo dell'opposizione, se non vado errato, e, a titolo simbolico ma comunque significativo, la firma dell'Assessore al bilancio, che ratifica in questi termini la propria disponibilità alla copertura dell'intervento, e del Presidente della Commissione bilancio, che su questo tema era ripetutamente intervenuto anche nel corso dei lavori della Commissione.
Ci tengo a dire che questo è un risultato sostanziale positivo, perch comunque contribuisce a rettificare l'aumento di uno stanziamento che era giudicato insufficiente; continua a rimanere insufficiente lo stanziamento nei confronti delle politiche degli anziani rispetto alle sue diverse articolazioni. Ci attendiamo - immaginando, in questo modo, di raccogliere anche gli auspici dei colleghi sottoscrittori - che in fase di assestamento, laddove non si procederà presumibilmente semplicemente ad una reimpostazione tecnica degli avanzi e dei residui, ma si procederà anche a variazioni di bilancio di più significativo momento e contenuto politico si possa trovare il modo per intervenire anche sull'esercizio in corso con impegni finanziari di più vasta portata.
Ci tengo, infine, a sottolineare come, pur riflettendo questo emendamento un'impostazione sostanzialmente diversa, se non altro nelle percentuali di ripartizioni degli stanziamenti fra assegni di cura e posti letto, rispetto a quello che il Gruppo Radicale aveva inizialmente presentato, comunque questo emendamento - se approvato - comporterà una significativa correzione rispetto alle modalità di finanziamento dei diversi strumenti di intervento e aprirà, in maniera più consistente, più concreta e finanziariamente più significativa, l'introduzione dell'assegno di cura come strumento in prospettiva ordinario di gestione delle politiche di assistenza nei confronti degli anziani.
Sperando che non succedano ulteriori incidenti d'aula in questo frattempo, mi auguro una votazione a questo punto unanime di questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliere Manica.



MANICA Giuliana

Noi voteremo a favore di questo emendamento, ma non perché riteniamo che questa cifra soddisfi appieno quelle esigenze che abbiamo cercato di rappresentare nei vari versanti: la parte relativa alla necessità di una risposta in termini di ricovero per quanto riguarda gli anziani non autosufficienti, la parte che riguarda una risposta in termini di assegni di cura, tanto meno quella parte che richiede una risposta in termini di assistenza domiciliare o addirittura di più complessive politiche preventive.
Come cifra non ci sembra che risponda né quantitativamente n qualitativamente complessivamente al bisogno. Questo è un fatto molto chiaro e netto.
In quest'aula abbiamo sentito la maggioranza dire che gli impegni che non assumeva in questa fase sarebbero stati guardati con attenzione nell'assestamento. Anzi, impegnava l'Assessore Pichetto, in sede di assestamento, ad adeguare significativamente le cifre in questa direzione.
L'assestamento è tra pochi mesi, perché siamo ormai ad una fase avanzata dell'anno. Noi saremo lì a verificare se questo impegno. che solennemente la maggioranza ha chiesto all'Assessore di una cifra adeguata in quella sede sarà cosa che questa maggioranza rispetterà o se era semplicemente un escamotage per poter aggiungere qualche piccolo fondo solo se fossero state aggiunte le firme della Giunta.
Questa sarà una verifica che potremo svolgere con grande attenzione.
Voteremo l'emendamento di cui è primo firmatario il collega Palma, con le riserve che abbiamo detto, elaborando dentro le ristrettezze delle cifre messe a disposizione. Voteremo a favore, nonostante sia stato respinto il nostro emendamento che prevedeva uno stanziamento più alto, con lo spirito di avere condotto una battaglia politica, in Aula e in Commissione piuttosto netta e serrata (questo per noi è un punto pregiudiziale e di grande importanza), con lo spirito di avere ottenuto un risultato parziale e di traguardare alla sede dell'assestamento come a una sede in cui chiederemo che la maggioranza mantenga gli impegni assunti dall'Assessore.
Nello stesso tempo, concludo con una riflessione di ordine generale: è veramente singolare che di tutti i fondi presenti in questo bilancio, nella parte di spesa corrente che avete disseminato per mille rivoli (da Garrone e Pollenzo a Leo, passando per Racchelli attraverso Vaglio e quant'altro) le consulenze e le spese di comunicazione, vi siate fatti strappare in questo modo e in queste condizioni quattro lire per gli anziani.
E' proprio vero che questa non è una vostra priorità!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e colleghi. Ringrazio l'Aula e tutti i colleghi che si sono impegnati per risolvere questo problema e situazione di stallo relativamente a tutto il discorso della legge finanziaria e del bilancio.
L'Aula ha approvato una grande legge, la legge n. 1 del 2004, ma questo dimostra che, nonostante le grandi strutture, i problemi non si risolvono senza i contenuti.
Il problema degli anziani è molto grave e l'Aula deve affrontarlo.
Ringrazio ancora i colleghi della minoranza, quelli della maggioranza e la Presidenza, che si sono impegnati per cercare di convergere, anche se i numeri in questo momento sono insufficienti.
Rivolgo una piccola segnalazione al Presidente Ghigo: è proprio vero che l'occhio del padrone ingrassa il cavallo! Se lui fosse venuto prima, il problema si sarebbe potuto risolvere prima. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente. Abbiamo già dichiarato di condividere l'emendamento dei Consiglieri Palma e Mellano. Per questo motivo abbiamo condiviso la sospensione, che era finalizzata ad individuare la possibilità di stanziare maggiori risorse nella direzione suggerita dai colleghi del Gruppo radicale.
Il risultato è stato ottenuto, quindi non possiamo che manifestare la nostra soddisfazione annunciando il voto favorevole di Alleanza Nazionale e ribadendo all'Assessore Cotto l'opportunità di intervenire in futuro per cercare di razionalizzare gli interventi da parte dei vari consorzi.
Ritengo doveroso esprimere il mio personale apprezzamento per il comportamento dei colleghi del Gruppo radicale, che, ancora una volta hanno anteposto gli interessi della collettività a quelli di partito.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Naturalmente voteremo con convinzione e soddisfazione questo emendamento. Con esso si prosegue un impegno che la Giunta Ghigo e il Consiglio regionale hanno avviato da un paio di anni, in concerto con gli Assessorati alla sanità e all'assistenza, per arrivare a quell'obiettivo che è e resta il nostro faro: arrivare a quel 2% di posti convenzionati per anziani non autosufficienti entro qualche anno.
Con fatica, abbiamo trovato una soluzione intelligente che ha permesso di risolvere e superare alcuni nodi politici - che magari nei momenti di tensione vengono evidenziati in maniera più accesa - e, nel contempo, ha migliorato la soluzione prevista fino ad ora, che riguardava lo stanziamento di 10 milioni e mezzo di euro, per complessivi 15 milioni.
Siamo dunque soddisfatti e votiamo convintamente. Naturalmente, ci sentiamo costruttori di questa soluzione, che peraltro è stata sottoscritta anche dalla Giunta regionale, in rappresentanza di tutta la maggioranza.
Resta intonso l'impegno che ho detto; non andiamo a spogliare i singoli Assessori, ma è ovvio che in un bilancio devono sempre quadrare i conti.
Avendo ritrovato un interesse e una forte condivisione su questo percorso intendiamo accelerarlo ed intensificarlo nel corso del 2004.
La Giunta regionale, alla quale compete l'indirizzo, è sicuramente presente; anche grazie allo stimolo di questo Consiglio regionale e, nella fattispecie, di questa maggioranza che la sostiene, saprà arrivare al documento di assestamento di bilancio con una propria proposta, che faccia fare un ulteriore passo avanti, partendo da questo stimolo, che mi auguro si concluda con un voto d'aula unanime.
Detto questo, a lato della soddisfazione, votiamo in modo favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Viene ritirato il seguente emendamento: Emendamento rubricato n. 18 bis presentato dai Consiglieri Manica Papandrea, Giordano, Riba, Moriconi, Ronzani, Marcenaro, Di Benedetto Suino, Muliere, Placido, Caracciolo, Chiezzi, Tapparo, Deorsola: è aggiunto l'art. 3 bis così come segue: "(Interventi in materia di finanza regionale) 1. La Regione Piemonte a copertura delle leggi e dei provvedimenti previsti dal presente provvedimento individua quale strumento prioritario la rinegoziazione dei mutui in essere con i vari istituti di credito utilizzando il tasso variabile ed una durata di trenta anni. Il risparmio delle relative rate è utilizzato per gli interventi previsti dalla Legge Finanziaria regionale per l'esercizio 2004.
2. Gli stanziamenti previsti nel Titolo II del bilancio previsionale per l'esercizio 2004 della Regione Piemonte sono ridotti di 500 milioni di euro.
3. Gli stanziamenti previsti nel bilancio previsionale 2004 per consulenze studi, ricerche ed indagini conoscitive vengono ridotti del 40 per cento.
Le relative economie sono previste in 7 milioni di euro.
4. Le economie previste dai commi 1, 2 e 3 definite in 150 milioni di euro vengono impiegate per gli interventi di cui alla presente legge".
Emendamento rubricato n. 19 presentato dalla Giunta (a firma degli Assessori Galante, Pichetto Fratin): dopo l'articolo 3 del disegno di legge n. 604 è inserito il seguente articolo: "Art. 3 bis (Revisione contabile dei bilanci delle aziende sanitarie regionali e controlli interni) 1. Per favorire l'omogenea e corretta applicazione dei principi contabili regionali, con provvedimento della Giunta regionale sono disciplinate le modalità di revisione contabile dei bilanci delle aziende sanitarie regionali e le correlazioni dell'attività di revisione con i procedimenti di controllo disciplinati dalla legge regionale 18 gennaio 1995, n. 8 (Finanziamento, gestione patrimoniale ed economici finanziaria delle Unità Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere). Con il medesimo provvedimento sono altresì disciplinate le modalità di sviluppo della funzione regionale di monitoraggio e raccordo dei sistemi di controllo interno attivati dalle aziende a norma del d.lgs. 30 luglio 1999, n. 286 (Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell'attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell'articolo 11 della L. 15 marzo 1997, n. 59).".
La parola alla Consigliera Manica



MANICA Giuliana

Chiedo che questo emendamento venga ritirato. Non è possibile inserire con un articolo, a quest'ora, senza discussione, dopo che siamo stati per ore in I Commissione a discutere con l'Assessore alla Sanità, un argomento del genere.
Sappiamo essere una discussione di lungo momento, esistono precise proposte di legge presentate, comprese quelle dell'opposizione, non accettiamo che un argomento di questo tipo venga inserito fuori sacco senza discussione. Una questione di questa importanza e con queste caratteristiche all'interno del documento inserito all'ultimo momento, lo consideriamo offensivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per la posizione della Giunta



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Se l'emendamento che intende introdurre, secondo l'iniziativa dell'Assessore Galante, la possibilità della revisione contabile nell'ambito delle ASL, trova contestazione per il momento in cui è inserito, ne faremo oggetto del prossimo provvedimento. Lo inseriamo tra un mese sull'assestamento e lo mandiamo in quel documento. Non ha urgenza di essere trattato oggi.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 20 presentato dal Consigliere Contu: all'articolo 5 (Tassa regionale per il diritto allo studio universitario e per l'abilitazione all'esercizio professionale - articolo 3 della legge regionale 1 agosto 1996, n. 53) al comma 1, terzo rigo le parole "euro 120" sono sostituite dalle seguenti "euro 88".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

L'emendamento riguarda la proposta di aumento della tassa universitaria per il diritto allo studio da 88 euro a 120. Non vorrei che ci fosse una relazione tra le due cose. Prima è stato bocciato dall'aula un emendamento che individuava le risorse per dare la copertura a circa 800 borse di studio universitarie di studenti idonei in graduatoria, che non hanno possibilità di copertura perché mancano i fondi. I fondi sono nell'ordine dei due miliardi di vecchie lire. Oggi, invece, ci troviamo nella legge finanziaria con una vostra proposta di aumento delle tasse del diritto allo studio del 35%. Francamente, Presidente Ghigo, è in contrasto con lo slogan "meno tasse per tutti". Qui individuiamo una possibile scappatoia nella scelta di aumentare di circa il 40% la tassa per il diritto allo studio universitario e per l'abilitazione all'esercizio. Se questo dovesse riguardare centomila studenti sarebbe qualche soldo perché da 88 ad arrivare a 120 sono 32 euro a testa. Presidente, pongo il problema dopodiché la richiesta è di ritirare questa ipotesi di aumento perché la ritengo assolutamente ingiustificata. Non credo che la soluzione del problema risieda nelle famiglie che hanno iscritto i propri figli all'università, ma fa parte, insieme alla sanità, insieme agli asili nido e a tanti altri settori, di una di quelle opportunità nell'ambito del diritto allo studio per le quali deve essere dato l'accesso a tutti. Pur condividendo, non va trascurato il fatto che sia un tassa ferma da tempo tuttavia, oggettivamente, occorrerebbe guardare con più attenzione a tutte le discussioni che abbiamo fatto sulla volontà di far proseguire e di far raggiungere ai nostri giovani i più alti livelli di istruzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per il parere della Giunta



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Ho assunto l'impegno in Commissione di verificare l'entità di questo aumento. Fatta la verifica, per correttezza devo dire che l'aumento era dovuto per il fatto che questa tariffa era ferma da molti anni. L'aumento porta a 110 e non a 120, quindi accolgo parzialmente l'emendamento del Consigliere Contu e chiedo al Consigliere stesso se posso intervenire in correzione al suo emendamento, salvo lo stesso Consigliere volesse farlo proprio e modificarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Mi dichiaro insoddisfatto rispetto alla soluzione trovata perché credo che, comunque, sia un aumento consistente.
Prendo atto che c'è una proposta; va bene, quindi apporti pure la correzione.



PRESIDENTE

Quindi accetta la correzione? Grazie, Consigliere Contu.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Vorrei ricordare all'Assessore Pichetto che negli accordi, nelle informazioni o nei colloqui (scelga lei il termine che preferisce perch non vorrei sbagliarmi) c'era l'ipotesi di incremento della tasse universitarie di quindici euro - incremento concordato e condiviso anche con l'Ente diritto allo studio - da riutilizzare per aumentare, in aggiunta o in sostituzione, alla dotazione sulle borse di studio.
Ovviamente, è meglio 120 che 110, però vorrei ricordare agli Assessori Pichetto e Leo, che è su 100 euro, non su 110.
Per carità, se volete fare 110 lo votate e noi saremo, fra virgolette costretti a votare contro, perché un aumento a 110 euro non si comprende e ritengo che non sia giustificabile, rispetto ai 15 euro previsti, come da rapporti, o colloqui, o informazioni o comunicazioni tra la Regione e l'Ente diritto allo studio.
Come sicuramente l'Assessore Pichetto saprà, i beneficiari delle borse di studio non pagano le tasse di iscrizione, ma è chiaro - e di questo chiediamo un impegno anche all'Assessore Leo - che queste risorse devono intendersi in aggiunta e non sostitutive di quelle già previste in questo momento.
Gradiremmo avere ulteriori informazioni sul punto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Prendo atto che siamo in presenza di un sub-emendamento dell'Assessore Pichetto rispetto all'emendamento proposto, per il quale preannuncio il mio voto contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 20, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 20 bis presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): all'articolo 5, comma 1, sostituire le parole "euro 120" con le parole "euro 110".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 20 bis.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 16, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 21 presentato dai Consiglieri Cota, Riba, Toselli Di Benedetto, Galasso, Pozzo: al disegno di legge n. 604 è aggiunto il seguente articolo 16 bis: "All'art. 1 della l.r. 1 dicembre 1998, n. 39 e s.m.i. viene aggiunto il seguente comma: il limite massimo dei 3/5 stabilito al comma 5 non si applica all'Ufficio di Comunicazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale limitatamente alle quote di risorse finanziarie, assegnate ai Consiglieri Segretari risultanti dal riparto effettuato con deliberazione ai sensi del comma 7".
La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



RIBA Lido

Rilevato che il personale degli Uffici di comunicazione degli Assessori e dei membri dell'Ufficio di Presidenza deve essere assunto, in parte, tra il personale interno della Regione e solo in parte dall'esterno (questo per avere un meccanismo di collegamento con la realtà dell'apparato regionale) si apre il problema per quanto riguarda i segretari dell'Ufficio di Presidenza, avendo un solo collaboratore.
Dato che dovrebbero assumerlo, per 3/5 esterno e 2/5 interno, si è posto il problema di fare una sommatoria tra due Assessori. In sostanza non funzionava e quindi, dopo una serie di discussioni, riteniamo che sia meglio non applicare questa limitazione limitatamente ai tre segretari dell'Ufficio di Presidenza. In questo modo, potranno avere un collaboratore che possono prendere, a loro scelta, dall'interno o dall'esterno.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 21 (che diventa articolo 17).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 (diventa articolo 18) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 17 (che diventa articolo 18) Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 (diventa articolo 19) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 18 (che diventa articolo 19) Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 (diventa articolo 20) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 19 (che diventa articolo 20) Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Emendamento rubricato n. 22 presentato dalla Giunta (a firma degli Assessori Racchelli, Ferrero, Pichetto Fratin): all'articolo 20 è aggiunto il seguente comma: "2 bis. La Giunta regionale può acquisire l'area destinata alle Molinette 2 tramite l'acquisto della totalità del capitale della società proprietaria del terreno.
Tale modalità è ammessa qualora ciò comporti una spesa inferiore a quella prevista al comma 2".
La parola al Consigliere Marcenaro sull'ordine dei lavori.



MARCENARO Pietro

Chiedo al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Regione se è possibile che su una questione così delicata la Giunta presenti, su un pezzo da carta da formaggio, scritto a mano, in questo modo, un emendamento di questa dimensione, che arriva adesso sul tavolo dei Consiglieri, e se questo è il modo in cui possiamo fare una discussione degna di questo nome su un punto così importante e delicato.
Poi ascolto l'illustrazione, ma prima mi chiedo se questo è un modo normale con il quale una Giunta regionale, presieduta da un uomo così elegante, gestisce i suoi rapporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Non incrocio la spada né accetto la provocazione simpatica del collega Marcenaro. Ritengo che questo emendamento debba essere, come gli altri valutato per i suoi contenuti e quindi ascoltiamo l'illustrazione da parte della Giunta regionale. Mi corre l'obbligo di dire, però, che questa non è una carta da formaggio; può darsi che magari la scrittura non sia particolarmente leggibile, ma io la leggo bene e la valuto per i contenuti.
Ritengo anche giusto chiarire che l'emendamento non è arrivato adesso.



PRESIDENTE

Era già rubricato al n. 537.



CATTANEO Valerio

Faceva parte degli emendamenti a nostre mani da giorni, depositati e a nostra disposizione da giorni. Io, per esempio, li ho letti tutti e 557 e mi ero già accorto che, fra una serie di emendamenti ostruzionistici c'erano anche questi una settima fa. L'emendamento è stato rirubricato nella giornata di oggi con il n. 22 quando gli emendamenti sono passati da 551 a poco più di 40. Questo per onore di verità e perché l'hai detto a mo' di battuta (carta da formaggio), però l'hai detto formalmente (ma la forma è anche sostanza, come diceva il compianto Ghiglia in questo Consiglio adesso è patrimonio del Parlamento, ha fatto carriera ed è andato a Roma).
Voglio anche dire che questo emendamento è a nostre mani da parecchio tempo.



PRESIDENTE

Posso confermare anch'io che era rubricato al n. 537.
La parola all'Assessore Pichetto per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

L'osservazione è corretta, perché l'emendamento non è arrivato in Commissione, però quando si discuteva in Commissione era in corso una valutazione che non comportava ancora la considerazione di un eventuale acquisto totalitario di una società scorporata o di una società comunque proprietaria del terreno.
L'acquisto del terreno da una società proprietaria determina l'applicazione di un'IVA del 20%, quindi su 50 milioni circa determina degli elementi di trattativa sul costo (adesso di preciso non ricordo l'entità: 50 o 51 milioni).
L'ipotesi di acquisire la totalità della quota sociale di una S.r.l. o di una società di capitali, diventando proprietari in modo totalitario del terreno, unico bene di quella società, determina il fatto che non ci sarebbe l'onere del 20% di IVA; la differenza sono 10 milioni di euro questa è la sostanza dell'emendamento. Naturalmente viene inserita la clausola "qualora comporti una spesa inferiore".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Su questo punto non voglio farla lunga, ma intendo semplicemente esporre qual è la nostra opinione.
Come sapete, questo punto era il risultato di un protocollo di una convergenza di un progetto che riguardava le principali istituzionali regionali e torinesi. Voglio sollevare due problemi. Primo, che siamo in presenza, a nostro parere, sulla questione Parco della Salute, di un'ipotesi che, in assenza di un disegno di programmazione sanitaria che riguardi la struttura ospedaliera torinese che consenta di collocare questa scelta in una prospettiva razionale di organizzazione della sanità nella città di Torino e, per il ruolo che ha, nella nostra Regione, questa cosa rischia di mettere in dubbio un progetto che a noi pareva carico di interessi e di significato. Per questo noi pensiamo e siamo convinti che sia necessario oggi, su questa ipotesi, rendere esplicito un progetto e farne oggetto di un forte dibattito pubblico. Questa è la prima cosa che volevo dire.
La seconda questione, che ho già sollevato in Commissione, come credo l'Assessore Pichetto ricorderà, è la seguente. Noi avevamo chiesto e io richiedo in questa sede che, prima di procedere alla fissazione definitiva di un prezzo, sia affidata a un istituto o a un nuovo soggetto (io avevo proposto e suggerito l'Istituto di Estimo del Politecnico di Torino) una valutazione del valore di quell'immobile. Secondariamente, che sia pienamente risolta - cosa che oggi non è avvenuta - la questione della bonifica di quel terreno, legata non solo ad un riuso di un'area industriale, ma ad una trasformazione di un'area industriale in un'area sanitario-ospedaliera, con le conseguenza che questo comporta.
In assenza di queste prerogative e di questi requisiti, su questo punto scegliamo la non partecipazione al voto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si determina la volontà di acquisire l'area Zunino con una procedura di acquisizione societaria invece che da privato.
Questo è un escamotage, ma rimane il fatto che l'area viene acquistata, a parere mio e di alcuni colleghi che insieme a me hanno firmato un esposto presso la Corte dei Conti, senza indicare gli oneri che l'acquisto dell'area comporta in capo al nuovo acquirente.
L'area deve essere soggetta ad una bonifica, i termini della quale non sono resi noti. Se questo non è un acquisto da sprovveduti, o peggio, mi sembra una domanda legittima. Quindi il voto su questo emendamento è contrario, come pure è contrario il giudizio che esprimo sul progetto del Parco della salute, perché parte da un'ipotesi di valorizzazione immobiliare dell'area delle Molinette che penso sia un sistema poco plausibile, dal punto di vista economico, e poco utile per l'ambiente cittadino di reperire delle risorse. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Fermo restando che la questione è complessa - ed è resa ancora più complessa dal fatto che la discussione su tale questione procede inevitabilmente (ma non solo) a spizzichi e a bocconi - vedo, in questo emendamento, una serie di problemi su cui chiederei all'Assessore Pichetto delle delucidazioni.
Intanto "Molinette 2" e "Parco della salute" non sono la stessa cosa.
Il comma 2 parla di "Molinette 2", mentre l'emendamento parla di "Parco della salute".
Il "Parco della salute" è l'insieme della struttura sanitaria - quindi della struttura di erogazione di prestazioni - più un'area attrezzata che complessivamente è evocata alla materia sanitaria, ma che vede ulteriori protagonisti e anche ulteriori interlocutori di carattere istituzionale oltre che di carattere finanziario. Quindi bisogna capire se il problema è l'acquisizione dell'area finalizzata all'edificazione dell'ospedale, ovvero l'acquisizione della proprietà dell'intera area destinata ad ospitare il Parco della salute (cioè area attrezzata più ospedale). Il problema non è così marginale, visti gli altri soggetti che sono in gioco.
Il secondo punto è il seguente: vorrei sapere se avete già deciso i membri del Consiglio di Amministrazione della società, perché è evidente che, con un emendamento scritto in questo modo, non evitate semplicemente di pagare l'IVA, ma acquisite l'ennesima società interamente controllata dalla Regione Piemonte. La Regione Piemonte diventa azionista totalitario di una società che ha come unico oggetto sociale la proprietà di un bene immobile e di un terreno, all'interno del quale verrà costruita una struttura sanitaria che si chiamerà "Molinette 2".
Io chiederei, come misura di prudenza, per non dovermi trovare, nei prossimi mesi, a votare subito gli aumenti di capitale della società proprietaria dell'area su cui si costruisce Molinette 2, di precisare perlomeno che l'acquisizione della società corrisponde al suo scioglimento e al conferimento della proprietà della società stessa alla Regione Piemonte ovvero agli altri soggetti pubblici interessati all'operazione Parco della salute, nella consapevolezza che, a quel punto, l'operazione di capitale, diciamo così, dovrebbe avere anche altri protagonisti oltre alla Regione Piemonte.
Visto che l'emendamento è scritto con una qualche equivoca imprecisione, che non vorrei fosse voluta, la precisazione è finalizzata a capire se stiamo costituendo una nuova società regionale - perché così com'è scritto la Regione compra le azioni di un'altra società e ne diventa azionista totalitaria - e, in secondo luogo, capire perché nel comma 2 si parla dell'area relativa all'ospedale Molinette 2 mentre nell'articolo 20 con l'aggiunta dell'emendamento rubricato 2 bis, si parla di Parco della salute che, come gli Assessori stessi hanno provveduto a spiegare in Commissione, è cosa non solo quantitativamente ma anche qualitativamente diversa da Molinette 2. Quindi, prima di dire come voteremo, vorrei capire sostanzialmente su cosa voteremo. Perché se voteremo sulla costituzione di una nuova società controllata dalla Regione è una cosa, se voteremo sull'area dell'ospedale è altra cosa, se voteremo semplicemente un escamotage finanziario per risparmiare l'IVA è ancora un'altra valutazione.
Così com'é scritto, però, Assessore Pichetto, si sta costituendo una nuova società controllata dalla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto per una breve replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Premesso che al comma 2 mi comunicano che il termine "Molinette 2" è corretto (perché è giusto chiamare l'ospedale "Molinette 2" e non "Parco della salute"), l'oggetto dell'emendamento è solo un escamotage di carattere finanziario, usiamo questo termine, per evitare di pagare il 20 di IVA - che vada a verbale così com'è - perché a questo punto si tratta di acquisire la totalità delle quote di una società, ma ritengo che il tutto debba poi essere conferito - a questo punto si tratta di conferimento di un qualcosa che è totalitario regionale - all'eventuale soggetto ASL, sanità o quello che sarà il soggetto attuatore dell'iniziativa. Peraltro probabilmente, una parte dovrà essere ceduta al Comune di Torino, se ho conoscenza corretta dell'impostazione del procedimento.
Quindi l'unica valutazione che ho fatto è di ordine finanziario. Se si compra la società proprietaria di quel terreno in modo totalitario, anzich acquistare il solo terreno, non pago 10 milioni di euro di soldi pubblici che è vero che andrebbero allo Stato, ma noi non potremmo recuperarli. In questo modo, invece, rimangono presso le casse regionali. Questa è una valutazione puramente di carattere finanziario.
Qualora questo percorso venisse praticato, ci troveremmo, in modo totalitario, proprietari di una società che ha come unico patrimonio un terreno. Da quel momento in avanti, se utilizzare quella società, se conferire a terzo soggetto oppure cedere a questo punto il terreno alla Regione (quindi assorbircelo come Regione), è una valutazione da farsi, che farà la Giunta regionale, ma probabilmente con atti legislativi o atti di Consiglio con le opportune informazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano, per dichiarazione di voto.



GIORDANO Costantino

A prescindere dalla posizione dell'emendamento, che si serba la facoltà di fare la manovra dell'acquisizione azionaria, piuttosto che la fatturazione, ciò che mi viene dal profondo del cuore, dopo le numerose discussioni sulla sanità avvenute in quest'aula, è chiedermi se questo grosso progetto del parco della salute sia stato supportato da uno studio di fattibilità, da un piano industriale, considerando i problemi interni esistenti.
Assessore Galante, abbiamo il problema dell'ospedale Mauriziano, dei Valdesi, del Gradenigo, di Candiolo. La mia domanda è semplice: prima di avventurarci in un progetto così grande e importante, possiamo chiederci se abbiamo un piano industriale, un piano sanitario in grado di accettare o di far collimare questo grandissimo investimento con la situazione esistente? Mi chiedo, da profano, avendo imparato a capire meglio la sanità da quando sono Consigliere regionale, se per fare ricerca non sia sufficiente l'ospedale di Candiolo.
La prego di rispondermi, Assessore: non abbiamo già tutto pronto investendo in quell'area? Voterò contro l'articolo 20, a prescindere dall'emendamento.
Chiedo, però, una piccola considerazione su questo fatto: piuttosto che fare un investimento ciclopico in una zona a mio giudizio compressa (sento dire che non ci sarà nemmeno l'area per il parcheggio) non è meglio utilizzare l'ospedale di Candiolo, che non sappiamo ancora che fine farà? La prego, Assessore, di rispondere molto brevemente su questo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giordano.
Subemendamento n. 22, presentato dal Consigliere Palma: al termine del primo periodo del comma 2 bis, dopo la parola "terreno" aggiungere: "Il contestuale scioglimento della società stessa e il conferimento del suo patrimonio alla Regione Piemonte".
Il testo emendato, pertanto, diventerebbe: "La Giunta regionale può acquisire l'area destinata a Molinette 2, tramite l'acquisto della totalità del capitale della società proprietaria del terreno, il contestuale scioglimento della società stessa e il conferimento del suo patrimonio alla Regione Piemonte. Tale modalità è ammessa qualora ciò comporti una spesa inferiore a quella prevista al comma 2.".
La parola al Consigliere Palma, per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Rimanendo nel quadro dell'operazione descritta dall'Assessore Pichetto che descriveva l'operazione come escamotage finanziario per risparmiare l'IVA, e non per acquisire una società alla galassia delle partecipate regionali (mi pare che la correzione sul parco della salute a Molinette 2 chiarisca l'entità dell'intervento), chiedo semplicemente che in questo quadro, laddove è chiaro che di fatto il patrimonio passa dalla società acquisita dalla Regione a quello della Regione Piemonte, si eviti di tenere in piedi una società che comporta la nomina di un Consiglio di Amministrazione da parte della Regione stessa e il patrimonio, di pari valore, venga conferito alla Regione Piemonte che poi, evidentemente, lo destinerà e lo utilizzerà secondo i criteri per cui il progetto del Parco della Salute nel suo complesso verrà portato avanti. E' evidente che un patrimonio disponibile, a tutti gli effetti, alle operazioni del Parco della Salute, chiederei una certa cautela: evitare di costituire l'ennesima società regionale. Così scritto, la Regione copre una società e quindi nomina un Consiglio di Amministrazione, nomina un Presidente, nomina un amministratore delegato, paga i gettoni di presenza, ecc. Se ho capito bene, il problema non è pagare l'IVA, in questo modo non si paga l'IVA, ma si evita il costo politico di costituire l'ennesima controllata della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

L'illustrazione del Consigliere Palma mi mette nelle condizioni di intervenire. Non credo sia accettabile, ma non credo che il Consigliere Palma volesse dire questo, che la Giunta presenti un emendamento tanto per raggirare la questione e acquistare senza pagare l'IVA...



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



CATTANEO Valerio

Non ha detto così l'Assessore Pichetto, quella è l'interpretazione che viene data dal Consigliere Palma e da altri interventi. La Giunta regionale semplicemente per dovere di buona amministrazione, senza gravare di una lire di costi la Regione, anzi, nel rispetto dell'articolo depositato all'interno della Finanziaria, decide di acquisire la società. Si ha un risparmio per l'ente pubblico, e quindi per i piemontesi, acquisendo allo stesso prezzo, non aggravato dall'IVA, in una modalità perfettamente legale e legittima con cui operano tutti gli enti pubblici e tutti gli imprenditori. Credo, quindi, che l'emendamento - che è stato definito come se fosse inserito all'ultimo momento - sia certamente utile.
Riguardo al sub emendamento. E' chiaro che il parere della Giunta sarà anche il nostro parere e voteremo secondo le richieste del Governo regionale.
Con il Consigliere Palma abbiamo fatto spesso alcuni ragionamenti nell'ambito delle società partecipate e del riordino delle società partecipate della Regione, all'interno del pianeta Finpiemonte il Consigliere Palma ha presentato un progetto di legge e noi stessi, come Gruppo, abbiamo presentato alcuni progetti di legge che, indubbiamente devono essere una raccomandazione che la Giunta deve recepire. Vincolare dal mio punto di vista (se la Giunta esprime parere favorevole, va bene può anche essere un segnale di un certo tipo) una scelta ancor prima che la Giunta acquisisca la società, che fa un percorso per trasferire dalla acquisizione del bene, attraverso l'acquisizione della società, che porterà a progettare, bonificare, costruire la Città della Salute, credo che sia un vincolo forse troppo forte.
La Giunta lo prenda come raccomandazione, ha presentato questo emendamento. Dovendo andare, per un principio di buona amministrazione, di fronte ad un riordino, non credo che la Giunta regionale intenda costituire una società con un Consiglio di Amministrazione semplicemente per nominare qualcuno in un Consiglio, ma farà una scelta di governo nell'interesse della Regione, nell'interesse dei piemontesi come ha scelto di acquisire quell'area con questa procedura risparmiando risorse nell'interesse collettivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Suggerire al Presidente Ghigo di valutare la possibilità di respingere entrambi gli emendamenti: quello del Consigliere Palma e quello dell'Assessore Pichetto.
Il Presidente Ghigo, più di me penso, sa che notizie stampa diffuse più volte parlavano di quest'area come area di proprietà del Signor Zunino. Sui mezzi stampa più volte il signor Zunino è intervenuto dicendo che voleva vendere, recentemente è intervenuto dicendo che i patti di prevendita potevano essere modificati, la bonifica, forse, l'avrebbe fatta lui, ma la Regione doveva caricarsi i costi di tutte le opere di demolizione.
Io ho sempre sentito parlare del signor Zunino, non di una società pensavo si comprasse dal signor Zunino. Adesso cosa scopro che il signor Zunino dobbiamo considerarlo un millantatore? Che rapporti ci sono tra il signor Zunino e la società della quale l'Assessore Pichetto vuole acquisire l'area? C'é un punto interrogativo che andrebbe chiarito. Tutti i cittadini che hanno letto quel quotidiano pensavano che l'area fosse di proprietà di una persona fisica che disponeva, a suo piacimento, dell'area stessa che trattava. Adesso acquisiamo una società. Come si chiama la società? Come è formata? Ha un amministratore delegato? Un presidente? Un direttivo? C' solo il signor Zumino? Oppure il signor Zunino ha costituito una società finta? L'altra questione sull'emendamento presentato dal Consigliere Palma.
Eviterei di scrivere in legge un marchingegno di questo genere. Scrivere che compro un qualcosa per immediatamente scioglierlo non è da scrivere in una legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Come Giunta credo sia opportuno, a fronte delle riflessioni avanzate all'interno dell'Aula, proporre il ritiro dell'emendamento. Naturalmente non posso proporre il ritiro dell'emendamento presentato dal Consigliere Palma.
La Giunta si riserva la possibilità di affrontare l'argomento che, nel suo aspetto tecnico, ha un significato non di poco conto in quanto ci permetterebbe di risparmiare la quota dell'IVA, ricorrendo, magari, ad un disegno di legge apposito che ci consenta di identificare un percorso in modo più delineato e preciso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Consigliere Giordano, la parte di ricerca di cui si parla per questo progetto, non riguarda direttamente l'aspetto dell'assistenza ospedaliera. C'è un discorso generale che, quando definisce "parco della salute" un insieme, considera la possibilità che intorno al parco ospedaliero si creino aggregazioni di Enti pubblici o privati che si occupano di ricerca scientifica o tecnologica applicativa, per quanto riguarda l'area sanitaria.
In altre parole, l'ospedale viene considerato un aspetto trainante territoriale per formare aziende incubatorie e altri soggetti che possono attivarsi sul fronte della ricerca.
Per quanto riguarda l'aspetto della ricerca sanitaria, si intende quella contenuta, ed eventualmente sviluppata, all'interno dell'attuale struttura Molinette (quindi quella parte universitaria) e quella relativa all'ospedale Sant'Anna-Regina Margherita, considerato come ospedale che potrebbe essere riaggregato nel nuovo progetto.
Per quanto riguarda la parte ospedaliera, quindi il tipo di ospedale che si intende creare (ovviamente, si parla come informazione, perché il progetto non è ancora stato definito) dalle valutazioni dell'Assessorato si sono individuate delle macro linee guida, che sono state oggetto di una delibera di Consiglio, riguardanti anche lo sblocco di quei famosi finanziamenti in conto capitale che erano stati momentaneamente bloccati nei mesi di novembre-dicembre. Attualmente, il Comitato di indirizzo all'interno delle Molinette, un Comitato misto Università-Ospedale-Regione sta lavorando per la definizione di un progetto sanitario. Successivamente ci saranno i confronti del risultato del progetto con il Comune di Torino e con l'Università, in senso più generale.
La formazione del progetto, quindi, è in corso. Questa è la definizione rispetto alle domande poste.



PRESIDENTE

Viene ritirato l'emendamento rubricato n. 22, decade, quindi il subemendamento rubricato n. 22 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 20 (che diventa articolo 21).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 23 presentato dai Consiglieri Manica, Riba Ronzani, Suino, Marcenaro, Muliere, Placido, Papandrea, Di Benedetto Moriconi, Giordano, Tapparo, Chiezzi, Caracciolo, Deorsola: Articolo aggiuntivo 21 "Il ticket fisso regionale per confezione per i medicinali a brevetto scaduto che rientrino nel sistema dei prezzi regionali di rimborso di cui alla Legge 405/2001 è abolito".
Emendamento rubricato n. 24 presentato dai Consiglieri Manica, Riba Ronzani, Suino, Marcenaro, Muliere, Placido, Papandrea, Di Benedetto Moriconi, Giordano, Tapparo, Chiezzi, Caracciolo, Deorsola: Articolo aggiuntivo 22 "I criteri di esenzione di cui alle DGR n. 57-5740 del 03.04.2002 e n. 33 8652 del 10.03.2003 sono rivisti come sotto dettagliato: 'sono esenti i cittadini di età uguale o superiore ai 65 anni con reddito sino a Euro 8.263,31 (lire 16.000.000) incrementato fino a Euro 11.362,00 (Lire 22.000.000) in presenza del coniuge a carico, indipendentemente dalla fonte del reddito percepito'".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Vorrei illustrare contestualmente gli emendamenti rubricati n. 23 e n.
24.



PRESIDENTE

Va bene, perché costituiscono l'intervento sui ticket.



MARCENARO Pietro

una questione che riguarda sia la questione dei ticket sia il problema di affidabilità, credibilità e serietà della Giunta regionale e dei suoi Assessori. Questi due testi facevano parte di un'intesa che l'Assessore regionale alla sanità aveva costruito e stabilito con le organizzazioni sindacali, e di un'intesa, firmata dalle stesse organizzazioni e controfirmata, per conto dell'Assessore alla sanità, dal Direttore generale della sanità, architetto Rubino, presso la sede dell'Assessorato.
E' successo che dopo aver sottoscritto e firmato questa intesa evidentemente l'Assessore si è accorto di non avere un mandato della Giunta regionale di cui fa parte e del Presidente che la dirige, dovendo quindi ritirare la propria disponibilità. È capitato, cosa non usuale, che organizzazioni con cui si erano assunti impegni e stabilito un rapporto, si siano trovati in quella situazione che li ha portati a definire interrotte le relazioni sindacali con la Giunta regionale.
Questi emendamenti riguardano due aspetti limitati: il primo, il ticket fisso regionale per confezione per i medicinali e, la seconda, la ridefinizione dei criteri di esenzione per i cittadini ulta 65enni fissando le fasce di reddito dei 16 milioni e dei 22 milioni, a seconda della presenza del coniuge a carico e indipendentemente dalla fonte di reddito percepita.
Chiedo solo se noi, oltre che fare una cosa giusta con costi molto limitati, si potesse - e se la Giunta regionale lo può fare - rimediare ad un qualcosa di grave che è stato compiuto.
Ero abituato ad un periodo in cui, se fosse capitato a qualcuno di assumere impegni e di impegnare la propria parola, la propria onorabilità e quella dell'Ente che la rappresenta, con altri soggetti (in questo caso con organizzazioni largamente rappresentative) e accorgersi dopo di non avere il mandato che lo autorizzasse, si prendeva atto di ciò e si rassegnavano le proprie dimissioni. Questo ero che quello che normalmente avveniva; un atteggiamento che veniva un po' prima della politica, che non c'entrava direttamente con essa, ma che riguardava l'affidabilità e la valenza della parola data, rimanendo determinati e decisi ad onorarla.
Personalmente, ritengo che quando ciò non avviene, si lede qualcosa di serio e di profondo nelle relazioni, nell'affidabilità e nella credibilità.
Per questo motivo credo che, se questo Consiglio regionale rimediasse con un voto, rendendo di nuovo possibile ristabilire quell'accordo che già si era impegnati a sottoscrivere (fatto materialmente sottoscrivere dai propri interlocutori), sarebbe un fatto positivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Il parere è evidentemente negativo perché la Giunta ha ritenuto di dover riapprofondire le tematiche contenute negli emendamenti, ovviamente materia di interesse, il cui risultato finale è solamente posticipato.
La Giunta ha chiesto di riapprofondire la tematica. Quindi non pu essere accettato che ora, senza aver terminato il dovuto approfondimento da parte della Giunta regionale, questo passi per via legislativa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

La dichiarazione dell'Assessore ci pare abbastanza stupefacente, così come ci erano parse le sue affermazioni su questo argomento in sede di Commissione quando avevamo già affrontato questo dibattito. Non era stato dato ampio rilievo pubblicitario a un'iniziativa della Giunta che si apprestava ad abolire una parte di quei ticket che aveva inserito e che si erano dimostrati uno strumento per larga parte, oltre che ingiusto, anche inefficace; parlo in particolare dei ticket relativi al Pronto Soccorso oltre e in aggiunta a quelli sui farmaci. Quindi una misura di cui, da monitoraggio vero, si era potuto registrare non solo il livello di ingiustizia, ma anche di inefficacia, in quanto spesso le procedure di riscossione degli stessi e tutto l'apparato amministrativo-burocratico che su questi doveva essere approntato era più oneroso e faticoso di quanto non fosse l'introito stesso della misura. Non solo, ma questo determinava una serie di contenziosi all'interno delle strutture sanitarie di ampio e consistente rilievo.
Rispetto a questa misura, in sé ingiusta ed inefficace in quanto colpisce prevalentemente le persone in condizioni di difficoltà, le persone ammalate e quindi non si rivolge in modo generalizzato, ma si rivolge prevalentemente ai più deboli, avevamo però potuto monitorare una situazione di difficoltà; situazione di difficoltà che non era neanche riuscita, per quanto abbiamo potuto constatare nel dibattito su questo bilancio, a recuperare attraverso queste misure consistenti margini di quel disavanzo sanitario che continuava a permanere, di quei disservizi di sanità che continuavano a permanere.
A questo si aggiunge, come ha ricordato il collega Marcenaro e precisato con puntualità, il fatto che si era addivenuti ad un preciso impegno, lo si era sottoscritto, lo si era siglato, dopodiché l'Assessore arriva in Giunta regionale e scopre che da questo punto di vista non ha il mandato, dopo aver fatto un grande lancio pubblicitario su questa iniziativa della Giunta a cui abbiamo assistito su tutti i giornali e dopo aver speso in modo significativo una parola che era una parola precisa da parte del dicastero della sanità in tutta la sua "autorevolezza".
Che cosa vuol dire "stiamo ridefinendo i termini di quell'intesa"? Da quale punto di vista, in quale direzione? Quali erano i punti su cui l'Assessore non aveva il mandato? Quali sono i punti che l'Assessore intende riprendere nelle relazioni sindacali interrotte a un livello di questa gravità? Questo non ci è dato comprenderlo, non abbiamo potuto saperlo in Commissione, non lo possiamo sapere in quest'aula; ci viene semplicemente data questa giustificazione generica che, dal punto di vista della rottura delle relazioni e del precedente che crea, non sana assolutamente la situazione, ma anche dal punto di vista del merito rimane assolutamente indefinita e fa permanere una situazione grave che, tra l'altro, insiste e incide sui cittadini, quei cittadini che sono in particolari condizioni di debolezza.
Dichiararci insoddisfatti è poco rispetto a questa situazione riterremmo che da questo punto di vista, se non riesce a farlo l'Assessore Galante, che non è riuscito a farlo ripetutamente in Commissione, non è riuscito a farlo e ne abbiamo avuto la dimostrazione tutti un'altra volta in aula, è qui presente il Presidente della Giunta regionale Ghigo, c'è l'Assessore al bilancio: siano loro, che hanno interrotto quel processo di intesa che l'Assessore stava cercando di raggiungere e poi ha disatteso, a dirci perché e come intendono procedere, visto che lui è completamente esautorato da qualsiasi possibilità di trattativa da tutti i punti di vista, quelli materiali e quelli dell'autorevolezza, siano loro a dirci come e in che modo si intendano riprendere le relazioni sindacali e su quali contenuti. Mi pare che questa sia l'occasione per poterlo fare, e potrebbe essere l'unico modo per rispondere ai nostri emendamenti in termini di un accoglimento totale, parziale o definendo con quali caratteristiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente. Provo a intervenire in qualche modo su questi due emendamenti, perché anche io, assieme ai colleghi che mi hanno preceduto vorrei cercare di fare una riflessione. Se quest'aula, attraverso la dialettica, deve cercare di convincere chi dall'altra parte la pensa in un modo diverso da come si esprimono questi due emendamenti, io provo a farlo approfittando della presenza del Presidente Ghigo.
Presidente Ghigo, mi rivolgo a lei a prescindere dalla posizione politica del suo partito che assolutamente non condivido, ma puntando sul suo perbenismo e sulla sua grande chiarezza di idee. La mia opera in questo momento è di convincerla su un argomento rispetto al quale lei ha titolo, ha possibilità e ha quel tessuto morale idoneo per poterlo risolvere.
Presidente Ghigo, lo diceva il collega Marcenaro: ci sono delle cose istituzionali dove la Regione può manovrare. Qui però si tratta di una cosa di tipo diverso, qui c'è stata una trattativa con un raggruppamento sindacale dove in qualche modo gli è stato promesso che venivano aboliti i ticket relativamente ai farmaci che avevano il brevetto già scaduto. Qui c'è stato un impegno, cioè non era solo una forma tanto per dire: "Abbiamo fatto la trattativa, abbiamo perso due ore e in qualche modo abbiamo risolto il problema".
Presidente Ghigo, mi rivolgo a lei con tutto il rispetto; lei è una persona perbene a prescindere dalla gestione patrimoniale dell'Ente, una persona perbene che da parte mia ha sempre ricevuto grande considerazione e simpatia - mi consenta tutti questi termini - però mi deve fare questo gran favore: deve cercare di accogliere questi due emendamenti, perché ne va di mezzo la personalità sua e di tutti noi Consiglieri regionali. Siccome c'è spazio, in questo volume di finanza, c'è la possibilità di poterlo fare utilizziamo un po' di più la nota 36 che, oltre che al costo del brevetto scaduto, ci permette di risparmiare il 50% sul farmaco. La sua creatività da Presidente di Giunta regionale deve risolvere questo problema, perché è un impegno morale che con le istituzioni sindacali in qualche modo questa Regione faccia bella figura.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 23, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 24.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 25 presentato dalla Giunta (a firma degli Assessori Ferrero e Galante): dopo l'articolo 20 è aggiunto il seguente articolo: "Art. 20 bis 1. La Regione promuove la predisposizione di strumenti idonei a migliorare l'efficienza e l'economicità nella gestione dei rischi di responsabilità civile delle Aziende Sanitarie, A tale fine è istituito un fondo speciale nella unità previsionale di base (UPB) 28051 per un ammontare attualmente determinato in euro 45.000.000,00 per un triennio, di cui euro 15.000.000,00 relativi all'anno 2004.
2. Il fondo è destinato al finanziamento degli esborsi che le Aziende Sanitarie devono sostenere per il risarcimento dei sinistri di valore compreso tra euro 1.500,00 ed euro 500.000,00 per sinistro, per un valore massimo annuo di euro 15.000.000,00. La parte eccedente l'importo di euro 500.000,00 per sinistro è a carico dell'impresa di assicurazione scelta mediante procedura ad evidenza pubblica.
3. Alla giunta regionale, entro e non oltre sessanta giorni dall'approvazione della presente legge è demandato il compito di individuare: a) la quota della spesa sanitaria di competenza di ogni singola Azienda Sanitaria da destinarsi al finanziamento del Fondo b) i criteri e le modalità di gestione del rischio a carico del fondo e di individuazione del soggetto incaricato della gestione medesima c) i criteri che garantiscono la compartecipazione nella gestione del sinistro da parte dell'impresa di assicurazione che assume il rischio per la quota eccedente l'operatività del Fondo d) i criteri per la copertura, escludendo la rivalsa da parte delle Aziende Sanitarie e/o dell'impresa di assicurazione nei confronti dei dirigenti per i sinistri per i quali sia riconosciuta la "colpa grave", anche ai sensi dei CC.CC.NN.LL..
4. Per assicurare la copertura finanziaria le Aziende sanitarie trasferiscono alla Regione le quote di cui alla lettera a) del precedente punto 3 iscritte nella stessa UPB 28051".
La parola all'Assessore Ferrero, per l'illustrazione.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Illustrerò una parte dell'emendamento, quella legata alla soluzione tecnica di un problema che, in questi mesi, è stato posto nell'ambito delle ASL, ed è relativo all'assicurazione per responsabilità civile.
E' ovviamente una questione che ha portato gli uffici a valutare quelli che potevano essere i meccanismi attraverso i quali venire incontro a queste esigenze, che sono, nella sostanza, una certa difficoltà, se non impossibilità, da parte delle ASL, di trovare degli interlocutori in grado di poter realizzare un'assicurazione che possa coprire questi rischi.
La soluzione tecnica che si è intravista, come patrimonio, è stata l'individuazione di un fondo attraverso il quale recuperare le risorse dai budget delle Aziende Sanitarie per calare la definizione del sistema assicurativo sulle ASL.
Questo emendamento, oltre ad individuare le risorse che dovrebbero essere prese in considerazione sui budget delle ASL, dà mandato - questa è la parte della quale ci si è un po' occupati - ad individuare i criteri attraverso i quali questo fondo dovrebbe comporsi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Galante per l'integrazione dell'illustrazione.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Il problema, sorto da alcuni anni, si configura in questo modo: le Aziende Sanitarie riescono con difficoltà a stipulare dei contratti assicurativi per i propri medici per questo rischio, perché nei termini di suddivisione dei clienti c'é una rincorsa all'innalzamento delle quote richieste e una difficoltà nel portare a termine concretamente le gare.
La soluzione prospettata individua, in una sorta di centralizzazione anche dei termini della gara d'appalto per l'assicurazione, la possibilità verificata nei colloqui informali, di poter riprendere questo meccanismo assicurativo, che negli ultimi anni è andato decisamente in crisi.
Le motivazioni credo siano relative ad una strategia e ad una politica commerciale fatta dalle stesse assicurazioni, che, potendo contare su un dimensionamento più elevato della quota che l'Ente regionale centralizzando dalle Aziende le varie quote, può permettersi, possono contrattare meglio questa possibilità di rischio assicurativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, ho chiesto la parola solo per formulare una domanda.
Mi pare di aver capito che l'incremento del fondo possa consentire di mettere a gara - perlomeno così mi auguro, perché questo credo che dovrebbe essere l'obiettivo - una questione così delicata come quella delle assicurazioni.
E' evidente un aspetto che credo a lei non sfugga: le compagnie di assicurazione fanno cartello.
Le vorrei raccontare una piccola esperienza che ho vissuto personalmente. Sino ad un certo periodo, le assicurazioni dei bimbi che frequentano le scuole dell'infanzia nella città di Torino erano amministrate centralmente dal Comune di Torino, ma erano gestite, in regime di monopolio, dall'INA Assicurazioni. Siccome l'assicurazione la pagavano direttamente le famiglie, un'associazione che mi trovavo a presiedere si è fatta carico di subentrare al Comune nella gestione di questo delicato appalto. Le offro solo questo dato come elemento conoscitivo: il passaggio da quella copertura assicurativa alla nuova, gestita direttamente dagli utenti, ha consentito di abolire 18 clausole vessatorie presenti all'interno della polizza di riferimento fino allora vigente e di abbattere la quota pro-capite del 30% circa. È stato un lavoro lungo e faticoso; il segreto è stato la capacità di individuare bene, nell'ambito delle compagnie, quelle che, attraverso un sistema di intrecci societari operavano.
Le faccio i miei auguri. Non è sicuramente un terreno facile, quindi siete anche estremamente esposti. Però, se non ho compreso male, questa assicurazione riguarderà i medici; tratterà, cioè, un settore estremamente delicato, ma non impossibile. L'INA allora operava perché era la compagnia di Stato nell'ambito dei rapporti con gli Enti locali. Oggi il mercato è liberalizzato, per cui bisognerà prestare estrema attenzione, perché, come le dicevo poc'anzi, ci sono - non voglio usare della parole "forti" - degli autentici pirati che operano in questo settore. Chiaramente, bisognerà stare attenti soprattutto in fase istruttoria ad avere un quadro conoscitivo attraverso una ricerca mirata di tutte le compagnie che attraverso questo sistema di intrecci, di fatto operano con l'obiettivo di alterare gli esiti della gara.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Rileggendo il testo dell'emendamento alcuni aspetti mi appaiono più chiari. Mi sembra di capire, Assessore Ferrero, che la Regione sceglie di dar vita ad un fondo - che per il momento alimentiamo con questo stanziamento - con il quale, insieme alle compagnie di assicurazione che si aggiudicheranno nelle varie ASL le polizze di responsabilità civile e professionale dei vari medici, concorrerà eventualmente all'indennizzo delle persone che chiederanno i danni ai medici e alle ASL. E' così che funzionerà? La ragione per la quale noi pensiamo di creare un fondo di questo tipo - le chiedevo, appunto, questo chiarimento - è perché vi sono ormai compagnie di assicurazione che non assicurano più le ASL? Oppure perché i costi di assicurazione sono elevatissimi, stante il livello di sinistrosità dei sinistri da responsabilità civile? E' questa la ragione? Volevo porre questa domanda.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Il problema è legato al fatto che, essendoci vari interlocutori, che sono le ASL, devono coprire questa tipologia di rischio. Essendo elevato il rischio che la compagnia si assume, perché evidentemente le richieste di danni stanno aumentando notevolmente, esiste un problema di costi (di premi che aumentano), ma anche di incapacità, da parte dell'ASL, di trovare una società che accetti di assicurare l'ASL stessa.
Nell'ambito delle valutazioni fatte con il broker, che la Regione ha a disposizione ormai da un po' di tempo, che ha assistito tutta la parte di revisione del sistema assicurativo regionale, non ci si era ancora occupati della parte sanitaria; si è immaginato di venire incontro a questa esigenza attraverso un sistema di centralizzazione della gara, con la quale si individuano i soggetti che andranno ad assicurare le varie ASL, quindi il sostenimento del costo del premio e quant'altro, che viene attivato attraverso questo fondo.
Il fondo è alimentato non con risorse aggiuntive, ma semplicemente recuperando dai budget delle ASL le risorse che diversamente avrebbero speso direttamente.
Pertanto, nell'ottica di una gara e di un ragionamento complessivo, si valuta la capacità di assicurare meglio, abbassando anche i premi.
Questa era la logica.



PRESIDENTE

Grazie. Naturalmente è del tutto irrituale che l'Assessore intervenga il carattere colloquiale non è ancora previsto, anche se c'è una certa deregulation, per colpa mia, naturalmente! Giustificavo soltanto per l'Aula, che giustamente avrà rilevato il carattere irrituale di questa procedura, che peraltro è servita.
La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente, anche per la sua grande disponibilità e preparazione nella gestione dell'Aula.
Una riflessione va fatta, perché, se passa questo tipo di principio - e questo lo dico sia all'Assessore Ferrero sia all'Assessore Galante occorre rivedere tutto il sistema di acquisizione degli appalti all'interno delle ASL.
Non è possibile non trovare aziende in grado di assicurare le nostre Aziende sanitarie; questo onestamente mi fa paura e mortifica la Regione mortifica le Aziende sanitarie, i medici e i direttori generali, gli scienziati e tutti gli operatori del sistema.
Non riesco a capire per quale motivo debbano avere questo tipo di supporto, visti i grossi fatturati che hanno e la loro grande autonomia.
Facciamo, allora, un ragionamento diverso: se questo sistema che lei dice, Assessore, funziona, sarebbe opportuno scindere la gestione clinica dalla gestione amministrativa, in modo particolare quella degli appalti.
Allora, quando comperiamo materiale sanitario, iniziamo a dire all'Azienda che, poiché il nostro sistema è centralizzato, siamo in grado di avere dei costi più accettabili, perché in effetti i privati hanno dei costi molto più bassi sull'acquisizione dei medicinali. Occorre, dunque, approfondire e non limitare al discorso delle assicurazioni. Mettere in piedi un sistema solo per la parte assicurativa, mi sembra un po' esagerato, perché le Aziende sanitarie hanno la possibilità di contrarre mutui, hanno la possibilità di fare anche i miracoli, Assessore, perché lei conosce i mandati che date ai direttori generali! Che non riescano a gestire nemmeno la polizza di assicurazione, questo è grave! Pertanto, sono del parere di studiare questo sistema scindendo la gestione clinica dalla gestione amministrativa. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Solo per aggiungere all'intervento del collega Giordano, il quale ha ricordato all'Aula un fatto che però era già avvenuto e che purtroppo nell'ambito dei numerosi lavori che il Consiglio deve affrontare, è rimasto, come tanti altri, nel serbatoio delle Commissioni. Alludo a due delibere, che sono atti impegnativi da parte della Giunta. Per pura casualità, ricordo anche la data (era il 7 gennaio 2001) in cui la Giunta in questo caso il presentatore era l'allora Assessore alla sanità, pu darsi che anch'io fossi tra i copresentatori - sottopose a se stessa e al Consiglio regionale due momenti di centralizzazione della gestione degli acquisti dei beni e servizi, avendo in testa esattamente la necessità che io tuttora auspicherei: una visione collettiva del sistema delle gare, non perché tutte vengano appaltate dal centro, ma perché ci sia uno standard di modalità di gestire problematiche simili, potendosi permettere, dal centro di studiarle con risorse ben maggiori di quanto normalmente hanno, per numero e qualità, le singole ASL.
La seconda parte dello stesso gruppo di delibere centralizzava per le stesse modalità alcuni aspetti della gestione del patrimonio - che poi vennero anche discussi e non completati dall'Aula, in quella che per un attimo si chiamò "Agenzia del patrimonio", in questo copiando due eccellenti delibere fatte dalla Giunta Dadaloni nella penultima legislatura, non passate e poi riprese dalla Giunta successiva, l'attuale Giunta del governatore Storace.
Pertanto, quanto veniva suggerito è già stato materia di attività della Giunta; purtroppo, a causa delle necessità e del notevole lavoro delle Commissioni e dell'Aula, giacciono ancora nei cassetti della IV Commissione.
Colgo l'occasione per fare i complimenti all'Assessore Ferrero e all'Assessore Galante, perché questo è un tentativo molto apprezzato, su un problema irrisolto in questa Regione, che evidentemente è sentito in tutte le Regioni (so essere oggetto di studi anche da parte di altre Regioni perché è un problema tecnico e i problemi tecnici non dovrebbero avere necessariamente una valenza politica): quello della gestione del rischio per gli aspetti di cui si parlava).
Certo, non è risolutivo perché servirebbe un approccio giuridico, per è un contributo intelligente e molto apprezzato anche da buona parte dei sindacati medici, che sono soggetti passivi.



PRESIDENTE

Grazie. Il parere della Giunta è ovviamente acquisito.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 25 (diventa articolo 22).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 26 presentato dalla Giunta (a firma degli Assessori Pichetto Fratin, Galante e dal Presidente della Giunta regionale Ghigo): dopo l'articolo 20 del disegno di legge n. 604 è aggiunto il seguente: "Art. 20 bis. (Attività di prevenzione per il contrasto del doping, l'abuso dei farmaci e i comportamenti a rischio nella prativa sportiva dilettantistica ed amatoriale) 1. Al fine di tutelare coloro i quali praticano lo sport a livello dilettantistico ed amatoriale nell'ambito delle competenze regionali previste dall'art. 5 della legge 14 dicembre 2000, n. 376, la Regione Piemonte di concerto con le Federazioni sportive, gli Enti di promozione sportiva ed il Centro regionale antidoping di Orbassano promuove iniziative di prevenzione, informazione e monitoraggio delle situazioni a rischio.
2. Tali attività sono svolte sulla base di convenzioni annuali appositamente stipulate tra i soggetti citati al comma 1. Le convenzioni disciplinano altresì i criteri, le metodologie antidoping e i relativi finanziamenti.
3. La copertura della spesa connessa all'attuazione del presente articolo è così articolata: a) per le spese relative alle attrezzature del laboratorio del Centro regionale Antidoping di Orbassano si fa fronte con la UP 29992 b) per le spese per le campagne informative e la formazione sulla tutela della salute si fa fronte con la UPB 29061 e UPB 06011 c) per le spese connesse alle attività di contrasto e di controllo anti doping si fa fronte con la UPB 21041".
La parola al Consigliere Contu, sull'ordine dei lavori.



CONTU Mario

Vorrei chiedere: c'é una relazione fra l'emendamento che stiamo per votare e la notizia apparsa su "La Stampa" di oggi dell'istituzione del centro antidoping?



PRESIDENTE

Nell'illustrazione tenete conto anche di questa richiesta.
La parola all'Assessore Galante per l'illustrazione dell'emendamento.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Come è noto è in via di ultimazione, presso l'Ospedale San Luigi di Orbassano, un centro antidoping. Un centro dotato di strumentazioni e professionalità adatte a misurare e valutare la dose di sostanze dopanti che possono essere state assunte dagli atleti. Il progetto è stato "trainato" dall'evento delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 in quanto il luogo ospitante, da contratto con il Comitato olimpico, deve fornire questo servizio durante tutto il periodo della manifestazione. Alcune motivazioni che valutavano la presenza dell'Università presso il San Luigi e la possibilità di avere a disposizione degli spazi opportuni, hanno prodotto un accordo tra Toroc, Regione Piemonte e San Luigi di Orbassano che prevede il servizio offerto dall'Ospedale per tutto il periodo della manifestazione e l'affitto complessivo della struttura utilizzata dai professionisti, dei risultati del loro lavoro da parte del Toroc che ripeto, per contratto con il CIO, ha l'obbligo di fornire il servizio antidoping durante le Olimpiadi.
L'emendamento permette al centro antidoping di Orbassano di collocarsi in quella che dovrà essere la sua dimensione futura. Ricordo che una legge nazionale consente alle Regioni - qualora, per loro decisioni, lo vogliano fare - di intervenire sul lato delle sostanze dopanti in termini di prevenzione, informazione e ricerca. Abbiamo fatto alcuni colloqui informali con le Federazioni sportive e con gli enti di promozione per valutare l'interesse degli stessi ad avere, attraverso il centro, la possibilità che l'istituzione possa aiutare loro nella prevenzione dell'uso delle sostanze dopanti. L'emendamento ci serve per iniziare questo periodo di attività, forse un po' sperimentale, perché durante le Olimpiadi il centro sarà a disposizione del percorso olimpionico; ci saranno due o tre mesi, tenuto conto degli anticipi e delle prove che il comitato olimpico dovrà effettuare, in cui il centro sarà solo a disposizione dell'evento olimpico.
In questo periodo, considerato che la struttura fra poco è in grado di operare, abbiamo pensato di iniziare a lavorare con le Federazioni sportive e gli Enti di promozione sportiva per cominciare a costituire quella macchina che, nel periodo successivo alle olimpiadi, potrebbe permettere alla Regione Piemonte di essere all'avanguardia contro le sostanze dopanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Solo per dichiarare il voto favorevole. Condividiamo il merito e il metodo. Avevamo visto in parte, come approccio procedurale, l'emendamento con l'Assessore Galante. Ci dispiace apprendere dai giornali che il provvedimento è stato dato per varato, tra l'altro impropriamente parlando di legge, poteva essere comunicato agli organi di stampa il giorno successivo ed era più rispettoso nei confronti della maggioranza e della minoranza. Comunque, votiamo a favore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 26 (diventa articolo 23).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 27 presentato dai Consiglieri Gallarini, Botta M.
Angeleri, Cattaneo: nuovo articolo 20 bis: "1. Al fine di ottimizzare l'effetto degli interventi socio-sanitari a sostegno degli anziani non autosufficienti, gli indirizzi programmatici sulla gestione delle risorse che la Regione a tal scopo destina nell'anno 2004 per il finanziamento alle A.S.R. e quale contributo agli Enti Gestori delle funzioni S.A. sono disposti dalla Giunta regionale su proposta degli Assessori alla Sanità e alle Politiche Sociali.
2. Per rendere più efficienti ed efficaci gli interventi nel settore sociale e socio-sanitario la Giunta regionale entro il 31/12/2004 riferisce alla commissione competente in merito ai possibili interventi di riorganizzazione di tali settori".
La parola al Consigliere Gallarini per l'illustrazione.



GALLARINI Pierluigi

Il nuovo articolo 20 bis è costituito da due commi.
Il comma 1 recita: "Al fine di ottimizzare l'effetto sugli interventi socio sanitari a sostegno degli anziani non autosufficienti, gli indirizzi programmatici sulla gestione delle risorse che la Regione a tale scopo destina nell'anno 2004 per il finanziamento alle ASR e quale contributo agli enti gestori delle funzioni, sono disposti dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore alla Sanità e alle Politiche Sociali". E' stato istituito da quest'anno, quindi con l'esercizio 2004, un capitolo a se stante all'interno del quale è impossibile fare, come presumibilmente è avvenuto nel recente passato, il "saccheggio" da parte della sanità rispetto al socio assistenziale.
Avevo un po' collaborato con gli Assessori Galante e Cotto affinch fosse esteso l'emendamento che al comma 1 recita quello che ho appena letto e al comma 2 recita: "Per rendere più efficienti ed efficaci gli interventi del settore sociale e socio sanitario, la Giunta regionale entro il 31/12/2004, riferisce alla Commissione competente in merito ai possibili interventi di riorganizzazione in tali settori".
Si è ritenuto di invitare, attraverso questo secondo comma, gli Assessori a riferire alla Commissione referente, la IV, entro il 31 dicembre. Mi sembra che dopo un certo numero di mesi, sostanzialmente sei mesi a fine anno 2004, ci sia una relazione da esporre in Commissione sanità (in sede di prima applicazione di questo capitolo estrapolato all'interno del quale i due Assessori concorderanno la gestione e gli indirizzi), affinché si possano vedere quali sono stati gli effetti di una porzione di anno del 2004 che resta su questa sperimentazione. Mi sembra abbastanza chiaro.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 27 (diventa articolo 24).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 38 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): dopo l'articolo ... è aggiunto il seguente nuovo articolo: "Art. 3 ter 1. La Regione eroga ai comuni contributi regionali integrativi a quelli previsti dalla legge quadro nazionale in materia di randagismo (l. 31 gennaio 1996, n. 34).
2. L'ammontare dei contributi è fissato per l'anno 2004 in euro 50.000,00 che vengono iscritti nel bilancio regionale nella UPB 27031.
3. Alla copertura finanziaria si provvede con prelievo, di pari ammontare dalla UPB 09011".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 38 (diventa articolo 25).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

E' una questione importante, quindi ringrazio tutti per averlo chiesto.
Innanzitutto, è stata una richiesta della Chiesa di Torino alle varie Istituzioni. Ci sono già stati momenti pubblici autorevoli, quindi, anche se arriva oggi in aula, in realtà non è mai stata sottaciuta su tutta l'informazione.
Il Cardinale Poletto ha chiesto alle Istituzioni aiuti per questa costruzione, che non è esattamente una Cattedrale, ma è la prima Chiesa artistica di arte contemporanea costruita dopo tantissimo tempo a Torino.
Abbiamo già una legge sulle chiese, anzi, sugli edifici di culto, che finanzia anche templi valdesi, sinagoghe ed altro, ma questo progetto è stato presentato alle varie Istituzioni - fondazioni bancarie, Comune Provincia e Regione - ritenendola, più che per il fatto delle Olimpiadi, un punto di riferimento, dal punto di vista culturale, artistico e religioso importante e di prestigio.
Il problema è stato più volte illustrato, in momenti ufficiali, alle varie autorità. Ci sono stati momenti ampiamente comunicati; chi ha seguito le cronache cittadine negli scorsi mesi ha visto anche la foto e il progetto dell'architetto Botta. È stata valutata dalle fondazioni bancarie dagli Enti, dal comune di Torino, come elemento di riqualificazione e di abbellimento della città. Le Istituzioni, quindi, hanno fatto un piano comune di concordia per sostenere il progetto.
Se si volessero, non ovviamente in questo momento, approfondimenti anche sulla qualità artistica, sul valore, sul tipo progettuale sull'inserimento urbanistico, sarei in grado di darne.
un argomento estremamente interessante e la stampa cittadina ne ha parlato lungamente, illustrando e presentato il progetto, e il risultato da queste dichiarazioni pubbliche, è che gli Enti locali e le fondazioni avrebbero concorso.
Non è una legge ad hoc, perché abbiamo già una legge sugli edifici di culto, nei quali sono compresi anche templi valdesi e sinagoghe. Altre volte, pur se per importi minori, siamo già intervenuti in questi frangenti, ma oggi assistiamo ad un intervento più grande e più straordinario del solito, per l'importanza e per il fatto storico che dal dopoguerra ad oggi non si era più costruito un edificio di culto artistico in questa città e in una zona particolare che prevede anche luoghi di aggregazione e risistemazione. Questa è la ragione del punto previsto e condiviso da tutta la Giunta e da tutta la maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore, non ho niente contro i luoghi di culto, perché usando il plurale lei fa una scelta di grande respiro. Parla di moschee, di sinagoghe, di tutto quello che...



(Commenti dell'Assessore Leo fuori microfono)



CONTU Mario

Però forse il problema è un altro, Assessore. Non basta presentare un progetto per avere il contributo della Regione. La Regione deve fare i conti, con discussioni faticose della durata anche di quattro giorni, per trovare le risorse da destinare ai bisogni primari che esprime la collettività; fra questi c'é anche la cura dell'anima. È indubbio, per che il problema della cura dell'anima diventa prioritario nel momento in cui non esistono altri luoghi di culto.
Mi pare che questa città tutto possa dire tutto, meno che non abbia luoghi di culto. Questa prima considerazione è d'obbligo, perché altrimenti non si comprende come mai, da una parte, operiamo sugli incrementi delle tasse (come abbiamo visto in occasione della precedente discussione sul diritto allo studio universitario) e, dall'altro, si litiga per cinque ore sulla questione importante come la legge 49 o per un'intera legislatura, su come trovare le risorse per coprire la spesa sanitaria in questa Regione.
Come vede, ancora una volta è un problema di priorità, e le scelte che sta operando questa amministrazione sono segnate, sono molto di parte. Lo sono sulla vicenda dei buoni-scuola e lo sono su una vicenda così delicata come quella doverosa, dell'intervento a sostegno della realizzazione di luoghi di culto.
Però francamente la Regione s'impegna, se non comprendo male le cifre con oltre 10 miliardi di vecchie lire. Potrei essere anche affascinato da questa idea, perché il collegio dove io ho vissuto per quindici anni si chiamava Sacro Cuore ed era gestito dalle Figlie di Gesù Crocifisso. Per credo che l'amministratore si debba lasciare guidare da altri criteri.
Lei oggi fa una scelta e continua sulla stessa falsariga, pur nella ristrettezza delle risorse, su quel solco aperto di sostegno, come ha già fatto per le scuole paritarie private gestite al 99% da enti confessionali che la caratterizzano come un Assessore attento, ma estremamente di parte.
Lei dice che forse dentro ci saranno i centri studenteschi; allora vuol dire che questo è l'ennesimo oratorio con attività di tipo ecumenico. Per essere ecumenici in una situazione di risorse così ristrette, come oggi pare il dibattito d'aula ci abbia dimostrato, fa pendere ancora una volta la bilancia dalla parte che le sta più a cuore fra tutte le molteplici istanze che arrivano dalla nostra società e dai cittadini piemontesi.
Quindi, preannuncio il voto contrario, motivato con una ragione: nel rispetto della necessità che le istituzioni sostengano la realizzazione di luoghi di culto, ma stante il grido di allarme dell'Assessore Pichetto questa rientra fra le spese assolutamente non previste.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Assessore, è evidente che uno stanziamento di questo tipo non potrebbe sfuggire ad un utilizzo di tipo demagogico. Altri colleghi in altri momenti avrebbero potuto presentare qualche emendamento, destinando, ad esempio all'Agenzia territoriale sulla casa di Torino questo stanziamento all'insegna del vecchio motto, che storicamente non ci è mai appartenuto "più case, meno chiese". Però io ritengo che comunque, anche nella logica di tutti i collateralismi politici, associativi e culturali che si possono innescare e che, in un certa misura, sono comprensibili e nutrono il senso delle coalizioni politiche, c'è obiettivamente, Presidente e Assessore, un problema di misura.
Noi abbiamo discusso per un'ora e mezza con modalità notturne, quindi abbastanza confuse, la possibilità di stanziare 5 milioni di euro in più per assegni di cura e per il finanziamento delle convenzioni per aumentare il numero dei posti letto. Siamo stati ai limiti della rottura su un aumento di 5 milioni di euro. Ora, qui c'è un articolo che non interviene Assessore - e la smentisco - nella logica del finanziamento alla ristrutturazione degli edifici di culto, che è finalizzata ad intervenire laddove le comunità locali non sono in grado di provvedere autonomamente spesso per ragioni di difficoltà e di disagio anche territoriale, a ripristinare condizioni di vivibilità di luoghi di culto che rappresentano significativamente l'identità della collettività, di una comunità. Quella legge serve per finanziare il campanile di Moncenisio che cade; non serve Assessore, e non è mai servita per finanziare...



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali (fuori microfono)

E' un'altra legge.



PALMA Carmelo

Sì, è un'altra legge. Un provvedimento di questo tipo serve a finanziare un'operazione di marketing, di immagine anche, ma non solo politico da parte della Curia di Torino, che chiama a raccolta tutte le istituzioni piemontesi e chiede loro di finanziare la costruzione di un edificio di culto. Il cui valore artistico non metto in discussione, perch non lo saprei minimamente apprezzare, ma il cui valore e significato politico mi pare altrettanto poco in discussione. In questa città, in questa Regione, in generale in questo Paese i finanziamenti per la costruzione degli edifici di culto della religione cattolica vengono esatti da parte delle Curie Vescovili alle amministrazioni locali, le quali funzionano ordinariamente come enti pagatori di progetti infrastrutturali strutturali o immobiliari delle Curie Vescovili. Perché questo, Assessore è il significato di un'operazione di questo tipo. Qualunque altro "costruttore" di un edificio significativo per la propria missione e per la propria identità, cercherebbe non solo sul mercato politico le risorse per la costruzione del proprio edificio. Le Curie Vescovili italiane esigono dalle amministrazioni locali il finanziamento per le opere che rientrano nella loro missione istituzionale e nella loro impostazione devozionale.
Allora il problema è proprio quello della misura. Si può capire che, in qualche misura, la Regione compartecipi alla spesa di un'opera, che oltre ad essere un edificio di culto ha anche un particolare significato artistico che poi si potrà verificare. Si può comprendere che il concorso di diverse amministrazioni e di diverse istituzioni dia un senso di coralità e di vicinanza ad un impresa particolarmente onerosa. Da parte della Curia di Torino è totalmente intollerabile che le amministrazioni locali funzionino come enti pagatori delle operazioni immobiliari delle Curie Vescovili. Dalle cose che l'Assessore Leo ci ha spiegato, la Curia ha disposto e le amministrazioni locali hanno provveduto a pagare o a stanziare, per poi pagare, il costo di un immobile di questo tipo. Ora l'Assessore Leo è impegnato a tranquillizzare una parte della fronda liberale del gruppo di FI. Noi comprendiamo il senso politico dell'operazione, e comprendiamo che esista una sorta di gentlemen agreement nei confronti della Curia Vescovile anche per ragioni elettorali.
Noi comprendiamo praticamente tutto, ma non comprendiamo e riteniamo intollerabile la misura, perché stasera, ridendo e scherzando, l'Assessore Leo ha messo 13 miliardi da una parte per finanziare una cosa che forse un ordine del giorno successivo chiarirà, ma che al momento è un finanziamento di una legge. Adesso, con un altro emendamento mette 10 miliardi da un'altra parte per fare una cosa chiarissima e, dal punto di vista istituzionale, quanto meno discutibile come questa. Secondo i miei calcoli anche se sono le ore due e mezza di notte, tutto questo fa 23 miliardi. Poi ci sono i 4 miliardi per le Olimpiadi della cultura, che hanno un senso più o meno diverso. Tutto questo passa in cinque minuti, tanto poi qualcuno uscirà dall'aula, qualcuno non voterà, quindi passerà sostanzialmente all'unanimità. Tutto questo significa che in quindici minuti ci siamo fatti fuori 27 miliardi di lire e abbiamo discusso, per circa tre ore, di come trovare nei residui perenti, tentando in ogni modo di compulsare i bilanci regionali, 5 milioni di euro.
Credo che questo vada oltre la misura ammissibile di una pur comprensibile, chiamiamola così, marchetta elettorale da parte di un'Amministrazione regionale. Perché esiste una misura ammissibile, che è proporzionata e compatibile con il quadro generale del nostro bilancio e delle manovre che dobbiamo affrontare. Avessimo un bilancio di diverse dimensioni, e avessimo provveduto, sulle urgenze più pressanti, a manovre di tipo diverso, 5 milioni di euro potevano rappresentare, per il bilancio dello Stato, uno stanziamento tutto sommato compatibile (politicamente eccepibile, ma tutto sommato compatibile). Questo è politicamente e istituzionalmente compatibile.
Risottolineo, Assessore Leo, e concludo, che ci siamo fatti fuori in mezz'ora 27 miliardi sul niente - o sulle marchette - e abbiamo discusso per tre ore e mezza su 5 milioni di euro, cioè su 10 miliardi di vecchie lire, per l'assistenza agli anziani non autosufficienti. Io non trovo - e glielo dico con tutta la sincerità e l'amicizia che devo ad un compagno di militanza su alcuni temi - che questo sia decoroso nei confronti del Consiglio regionale e neppure nei confronti dei cittadini della nostra Regione.
Visto che voglio mantenere un altro stile, evito di presentare emendamenti in cui 5 milioni di euro vanno all'ATC chiedendo l'appello nominale sull'emendamento, evito di inscenare cose ulteriori, però esiste anche se sono le tre di notte, un problema di misura nelle cose che decidete, che è un problema politico vostro prima che nostro. Perché noi tranquillamente, voteremo contro e sbandiereremo il nostro voto contrario voi dovrete in qualche misura giustificare un provvedimento non solo di questa portata politica, ma anche di questa misura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo articolo, cercando di sottolineare alcuni aspetti che in parte ci lasciano perplessi, in parte ci portano a comprenderne le motivazioni, al di là dell'opera, che sarà un grande esercizio di architettura del famoso architetto "aticinese" Botta, che si è già cimentato col Museo d'Arte Moderna di Rovereto e con altre sedi, che in qualche modo recupera una parte della storia industriale di Torino, perch il campanile sarà una delle ciminiere delle Ferriere. Lì andrà, oltre che questa grande chiesa in termini di importanza (al di là degli aspetti di culto), anche la sede della curia, che nel ridisegno della città va a decentrare le sedi non solo nel centro cittadino (che è anche uno dei grandi temi culturali del nostro Governo, sia cittadino che regionale e provinciale).
Ma vengo alle perplessità, quindi invito l'Assessore ad ascoltare con maggiore attenzione le perplessità piuttosto che le parti di considerazione.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Assessore Leo, viene sollecitata la sua attenzione!



PLACIDO Roberto

Come dicevo, abbiamo alcune perplessità, perché con la stessa forza e con la stessa passione con la quale abbiamo presentato gli emendamenti e siamo intervenuti sul problema delle residenze degli anziani, sul diritto allo studio e sulle locazioni, tutte questioni che segnalano il problema delle nuove povertà, lei sa benissimo, Assessore, che una parte del mondo cattolico, anche autorevole, si è espressa in maniera critica rispetto al progetto, relativamente ai costi dell'operazione, se - la concezione della chiesa dei poveri - in questo momento particolare era opportuno e necessario un investimento in termini economici di questa portata. Come lei sa bene, sono tutte notizie riportate dall'informazione cattolica più che dagli organi di stampa.
Quindi, pur con tutte queste considerazioni (per le quali ci sono i pro e i contro), una delle perplessità che nutriamo è la differenza di atteggiamento su problemi molto importanti. Sono partito dall'importanza della nuova sede della curia, anche sotto l'aspetto culturale e dell'investimento. La stessa attenzione e la stessa passione - da parte nostra ci siamo sforzati - da parte vostra non l'abbiamo trovata su argomenti così importanti come le residenze per gli anziani. Un Paese che non si preoccupa degli anziani non è un Paese civile, e voi non avete dimostrato grande civiltà su questo argomento. Si è vista anche la difficoltà a trovare le risorse. Noi non mettiamo in discussione l'investimento e l'intervento, ci mancherebbe! Al di là della legge, è un investimento straordinario. Però nutro alcune perplessità, perché per certi versi viene clamorosamente meno un senso di misura sulle cose.
Queste, caro Assessore Leo, sono le perplessità che nutriamo: sulla misura e sulla indisponibilità a comprendere le altre motivazioni. Sono partito dagli aspetti positivi, che ci sono evidenti, dall'aspetto culturale, architettonico, di decentramento e quant'altro, compresa la riorganizzazione.
Io, com'è noto non solo ai miei compagni di Gruppo ma anche a molti colleghi, mi definisco simpaticamente, pur se poi frequento le chiese, come lei sa, un "ateo praticante" e questo mi porta a poter intervenire e votare con grande tranquillità. Nessuno mi può accusare di essere bigotto. Voglio ricordare che abbiamo convintamente votato la legge sugli oratori (parlo evidentemente, a nome del Gruppo).
Nel ricordare queste cose, Assessore Leo e Presidente della Giunta lascia un senso di amarezza, oltre che di rabbia e delusione, questa mancanza di misura, questa indisponibilità, questo rigore e questa chiusura completa verso le fasce più deboli, quelle vere, e poi una grande disponibilità, al di là degli aspetti positivi, su un'operazione di gigantismo per certi versi che una parte stessa del mondo cattolico ha criticato con grande fermezza. Poi tutto è rientrato, come tradizione all'interno delle segrete stanze. Queste sono le cose che volevamo dire.
Poi, per carità, si vedrà in seguito. Un minimo di suspance - come si dice in inglese - la vogliamo anche lasciare. Però invito il Presidente e l'Assessore a riflettere sulla grande facilità, con la quale voi stanziate risorse importanti su operazioni che hanno chiari e scuri, e sulla grande fermezza che avete mantenuto nel non voler trovare risorse così importanti su temi fondamentali come le residenze per gli anziani, piuttosto che gli aiuti alle locazioni, piuttosto che - lo metto per ultimo, concedetemelo il diritto allo studio, questioni che gravano comunque e sempre sulle fasce più deboli della nostra popolazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Per quanto concerne gli aspetti che riguardano il progetto è già intervenuto il collega Placido. Io, invece, vorrei tornare su una questione che hanno sollevato sia i colleghi Placido che Palma.
Noi abbiamo, nell'UPB che riguarda gli interventi per i beni culturali bene o male, stanziati 70 milioni di euro (circa 140 miliardi di vecchie lire). Credo che, in un periodo come questo, avremmo dovuto cercare dentro questa UPB le risorse per finanziare eventualmente un intervento come questo. Io non ne nego l'importanza, non conosco esattamente la questione però ritengo che l'Assessore regionale, il governo regionale, di fronte a una richiesta legittima che la Curia avanza per ristrutturare, organizzare costruire un edificio come questo, non possa non farsi carico, anche per i risvolti culturali, per ragioni di rapporto, ecc., dell'esigenza di contribuirvi, ma non si possono improvvisamente perdere di vista le compatibilità, le coordinate, le esigenze, i punti di sofferenza nel bilancio regionale.
Mi pare invece che noi seguitiamo a ragionare avendo due velocità Assessore Leo: vi sono questioni che - mamma mia - devono essere sacrificate perché il bilancio è fatto di vincoli rispetto ai quali possiamo discutere ore qui dentro, ma lì non c'è santo, non sposti una virgola, e noi potremmo raccontare le discussioni di questi giorni per descrivere esattamente questa situazione dove non c'è santo (tra l'altro, è anche appropriato il riferimento ai santi); vi sono, viceversa, questioni questa è una di quelle - per le quali questo bilancio, che pure ha tutti quei problemi, è un bilancio che consente alla maggioranza, all'Assessore al Presidente della Giunta di ritagliarsi una provvista di 5 milioni di euro, che sono una somma considerevole (circa 10 miliardi di vecchie lire).
Francamente, Assessore, lei non può non porsi il problema, insieme a tutti noi, delle compatibilità finanziarie del bilancio regionale. E voi governo regionale, non potete non porvi questo problema, cioè non potete venire in Consiglio e invitare i Consiglieri al rigore finanziario quando fa comodo e poi dimenticarvi di questo rigore finanziario quando si affrontano alcune questioni che sono invece una variabile indipendente.
Ripeto, io prescindo in questo momento dal fatto specifico; la Curia ha fatto una proposta, è legittimata a farla, questo progetto avrà sicuramente un suo rilievo culturale, sarà un fatto importante per la città di Torino ma io avverto questo: avverto un atteggiamento - mi si consenta - di doppiezza nell'affrontare questioni tutte le quali hanno naturalmente la loro importanza.
Ma se è così, Assessore Leo, chi vi impediva di trovare dentro l'UPB della Direzione Beni Culturali le risorse per finanziare questa operazione compiendo in quel caso - come capita in molte altre UPB - una ristrutturazione di quel tipo di spesa? Perché è evidente che io, dovendo fare di necessità virtù, faccio in modo che le risorse finanziarie date ritenendo io un progetto importante al punto da doverlo finanziare in quota parte, ricavo da lì le risorse.
Qui invece inventiamo, presentandolo tra l'altro durante la fase dei lavori della Commissione, un emendamento aggiuntivo alla legge finanziaria.
La finanziaria è stata presentata senza questo articolo 21; in Commissione l'Assessore Leo o forse il Direttore Vanelli hanno presentato, se non sbaglio, questo emendamento che comportava questo maggiore onere. Allora questo è il problema che io pongo in questo momento alla maggioranza badate, un problema che anche dal punto di vista politico prescinde dal fatto in sé, ma che è sintomatico - Assessore Leo - di una certa concezione del governo regionale e del modo con il quale, in certi casi, amministrate le risorse pubbliche regionali.
Due pesi e due misure: in alcuni casi il bilancio è - mamma mia rigido; in altri casi, invece, il bilancio è meno rigido. Allora quel bilancio che fino a mezz'ora fa era rigido, diventa improvvisamente un bilancio dal quale è possibile liberare una serie di risorse per fare investimenti in conto capitale.
Colleghi della maggioranza, questo è un problema che abbiamo e avete anche voi; voi stessi, penso, avete dovuto rinunciare a una serie di emendamenti importanti sulla base del ragionamento e del fatto che si ritenevano questi emendamenti non presentabili perché il bilancio non lo consentiva. Quindi io, da questo punto di vista, mi adeguo al comportamento del mio Gruppo su questo articolo, ma questo problema, colleghi della maggioranza, giratela come volete, davvero esiste.
In questa discussione noi abbiamo sacrificato, per ragioni di sofferenza del bilancio regionale, di compatibilità e di vincoli finanziari, interventi assolutamente importanti e strategici, sulla base della motivazione che voi avete sostenuto in tutte le sedi: che questo bilancio era troppo rigido e non c'erano spazi per fare interventi in campi fondamentali. Poi chiudiamo questa parentesi e improvvisamente troviamo, di punto in bianco - perché questo è capitato, immagino - 5 milioni di euro seppure spalmati nel triennio, per fare un investimento di questo tipo.
Quindi penso anch'io che esista intanto un problema di priorità e poi esista, quand'anche io trovassi le risorse, un problema di misura, di gradualità, perché tutto deve tenersi in un bilancio regionale; se non c'è un filo rosso che lega le varie scelte e c'è una contraddizione come questa, è evidente che non è credibile il ragionamento che fate in certi casi, quando ci invitate a tirare la cinghia perché questo bilancio sarebbe un bilancio che non consente di fare una politica di investimenti che sarebbe tanto più necessaria in altri campi, Assessore Leo, e che noi non abbiamo fatto quest'anno in questi campi fondamentali perché voi ci avete detto che non c'erano le risorse.
Qui c'è la prova provata del fatto che, quando si vuole, voi le risorse le trovate: questo è il punto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Veramente non ho né la calma né la misura del mio Capogruppo Palma e quindi devo assolutamente cercare di trattenere il mare di pensieri, di sensazioni e di letture che mi vengono dall'aver scoperto adesso un emendamento così consistente. L'Assessore Leo non si è degnato di presentarlo in VI Commissione, ma ha lasciato il compito amaro al collega Pichetto, che in una Commissione bilancio, distratta o comunque piena di altri interessi e di altre attenzioni, ha fatto passare senza colpo ferire.
Sono sicuro che l'intelligenza politica dell'Assessore Leo ha previsto questo, perché sapeva che in Commissione VI una certa attenzione particolare ad un articolo che si intitola "Interventi sui beni culturali" avrebbe avuto un'altra attenzione, un altro riguardo o avrebbe acceso ben prima che alle 3 di notte un'attenzione critica su questo articolo.
Ne prendo atto. Si tratta di misura, diceva il Capogruppo Palma, anche delle persone, e io questo lo dico qui in modo che rimanga agli atti perché di questo prendo atto qui e in futuro intendo attenermi a questo giudizio.
Ritengo che, per come mi hanno insegnato - Assessore Leo, non so lei dove abbia studiato o cos'abbia frequentato - che la chiesa è la comunità dei fedeli. Io a quella chiesa, comunità di fedeli, a cui non appartengo avrei voluto che lei riservasse così cotali attenzioni, così importanti attenzioni. Invece, siamo qui a costruire a Torino una novella San Pietro come quella artistica realizzata in Africa, una cattedrale nel deserto.
Siamo qui ad occuparci di una costruzione fisica - artistica, ovviamente altrimenti non si giustificava - con i soldi della Regione Piemonte che invece di seguire quell'elenco incredibile di provvedimenti a tutela del territorio, a tutela del patrimonio storico ambientale, a tutela del patrimonio artistico del Piemonte che giustifica una legge apposita per intervenire sul restauro e sul recupero degli edifici di culto, in quanto edifici di interesse artistico, destina quelle bazzecole di 10 miliardi di lire per una nuova chiesa di cui, immagino, l'Arcivescovo Poletto senta assoluta urgenza e bisogno. Ma è una sua urgenza che non dovrebbe coinvolgere la Regione Piemonte, un ente che rappresenta tutti i quattro milioni e mezzo di piemontesi.
Non credo che esista l'Inferno, ma credo che la strada dell'inferno sia lastricata delle migliori intenzioni. Riconosco all'Assessore Leo le migliori intenzioni, ma riconosco che questo sia un provvedimento che toglie quei soldi che erano destinati agli anziani, per destinarli, così facilmente, per una costruzione, benché artistica, di una chiesa. Mi fa ricordare la Roma papalina dove la gente moriva di fame, ma le chiese erano dorate. Caro Assessore Leo, questa è la sua misura e la mia misura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Condivido molte affermazioni espresse dai Consiglieri che mi hanno preceduto e che esprimevano una forte perplessità e contrarietà alle scelte che vengono introdotte con la Finanziaria. Intervengo soprattutto per confermare che, in questa occasione, il voto contrario all'articolo è particolare, non è solo un voto a uno dei tanti articoli della Finanziaria.
Credo che sia utile riflettere non solo per attribuire delle responsabilità all'Assessore Leo, ma perché credo che questa sia una scelta voluta dalla Giunta. Lo stesso atteggiamento che ha l'Assessore Leo nei confronti della Curia, è un atteggiamento fortemente condiviso da questa Giunta e dalla maggioranza.
Non so se tutti i Consiglieri della maggioranza voteranno volentieri l'emendamento, ma alla fine sarà votato lo stesso. Sarebbe bene che ogni tanto la maggioranza esprimesse quello che pensa. A fronte di un bilancio che ha le caratteristiche che abbiamo visto, con cui si fatica a trovare fondi per altre voci, credo che questa non fosse una priorità. Non siamo in una situazione in cui mancano luoghi di culti in questa città. Sono contrario a questo articolo non solo per una opposizione generale al provvedimento, ma anche per una opposizione particolare per i contenuti dell'articolo stesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Su questo articolo faccio questa osservazione, Assessore Leo.
Se il dibattito di questa sera fosse stato ascoltato da tantissimi cattolici e da tantissima parte della gerarchia cattolica, penso che un provvedimento di questo genere verrebbe rifiutato da un atteggiamento veramente cristiano. E' una mia impressione ma "il troppo, stroppia". C'è stato un dibattito teso, sono emersi tutti i problemi che ha questa società, non penso che un buon cristiano possa plaudire ad una spesa di questo genere sostenuta dalla Regione Piemonte.
Questa è la mia opinione, quindi voterò contro il provvedimento



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Questa parte di provvedimento mi ricorda un dibattito che avevamo fatto, a suo tempo, di altro genere, ma su argomenti che trovo simile ovvero il discorso sul crocifisso in Regione. Da parte di chi si richiama ai valori cristiani una rinuncia, se non un tradimento, a quelli che sono i valori di solidarietà che dovrebbero essere ben presenti nella religione cristiana. Talvolta mi trovo a colloquiare con esponenti della Chiesa Valdese e, da ateo, spesso mi trovo in sintonia con loro quando affronto questi problemi. Gli esponenti di questa religione trovano incomprensibile che si possa pensare di testimoniare una fede esponendo un crocifisso oppure elargire una somma rilevante nella costruzione di una chiesa e negando la stessa somma per uno scopo sociale. Evidentemente, l'Assessore Leo e quelli che sostengono questa proposta di cui stiamo discutendo pensano che le 8000 persone che sono in attesa di un posto letto, possono agevolmente pregare in una chiesa e, con la preghiera, farsi assegnare i posti letto. Invece di provvedere, con i soldi, a realizzare posti letto noi pensiamo di costruire una chiesa così le persone vanno a pregare e forse, una mano celeste, procurerà loro quello di cui hanno bisogno.
Questa visione totalmente di facciata della religiosità per cui la religione si testimonia costruendo una chiesa, mi ricorda altre vicende sempre legate alla chiesa cattolica. Ad esempio, in Africa, alla gente in fila per avere una ciotola di farina, gli si da prima l'ostia e poi la farina: se non prende l'ostia e non fa la comunione, non viene data loro la farina. Questo modo di interpretare la religiosità è quello che ha fatto sì che la religione cattolica abbia quei grossi problemi che ha in fatto di vocazioni e di frequentazione delle chiese. Il problema, Assessore, non è costruire le chiese, perché chi vuole pregare prega in qualsiasi posto anche nella propria casa. È inutile costruire chiese, spendendo tanti soldi, per poi averle vuote.
Assessore, se vuole fare e acquisire dei meriti per una vita futura invece di costruire chiese, dovrebbe preoccuparsi di non prendere soldi da questo bilancio e lasciarli per realizzare opere di tipo sociale (non voglio dire opere di bene). Invece di discutere ore sui fondi che non ci sono per le residenze per gli anziani che ne hanno bisogno e poi usarli per chiese che rimarranno vuote, credo che la religiosità si testimonia facendo proprio il contrario: realizzando ciò di cui le persone necessitano.
Chi ha fede, può pregare in qualsiasi luogo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo per la replica.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Ho ascoltato con grande attenzione tutti gli interventi. Sotto il profilo culturale, tutte le posizioni sono interessanti e istruttive. Credo anche che nella correttezza delle posizioni - ad alcune va il merito di coerenza integrale - sarebbe bello poter diffondere questi verbali.
Chiedo, non solo i verbali, ma anche il voto nominale, per una questione di coerenza globale.
Approfitto dell'occasione per riprendere questioni che prima - come mi ha fatto notare il collega Muliere - ho spiegato male. Le riprendo, così ho l'occasione per spiegare e per giustificarmi, anche con il collega Palma su una serie di questioni.
Primo punto. Non è che la cultura abbia goduto di buona salute, per quanto riguarda le risorse. Voi avete denunciato, in Commissione - chiamo a testimone il Consigliere Ronzani, il Consigliere Placido e i colleghi della VI Commissione - i tagli del 30%. Avete dichiarato inaccettabile avere tagli del 30% sulla cultura. Possiamo riprendere tutti i verbali.
Ritengo molto sensato quanto sostenuto dal Consigliere Marcenaro, sul fatto che non bisogna, in tempi di magra, né risparmiare dei settori n colpirli particolarmente. Mi sembra, onestamente, un atteggiamento di grande equilibrio.
Ho sicuramente tanti difetti, ma non quello di non ascoltare. In Commissione ho ascoltato le vostre dichiarazioni, in cui avete fatto presente, con autorevolezza, precisione e puntiglio, quanto fossero stati gravi i tagli alla cultura. Questo, mi pare, di aver sentito, ma credo che si possano rileggere i verbali.
Cosa abbiamo portato oggi, su questo fronte? Degli emendamenti sul diritto allo studio che, indubbiamente, sono merito vostro; un emendamento sulle Olimpiadi della cultura che in Commissione avevate anticipato e annunciato. Qui non è stato ripresentato e devo dire, sinceramente, che sarebbe stato l'unico emendamento che avrei, personalmente, presentato firmato e condiviso, rispetto alla ristrettezza delle finanze, perché mi sembra che quanto abbiano detto i colleghi Placido e Marengo sulla vicenda delle Olimpiadi della cultura, sia estremamente significativo. Vorrei ricordare a qualche collega che non si accorge di altre amministrazioni qui vicine, che c'è un'amministrazione comunale che spende 7,5 milioni per Ronconi.
Magari questi particolari sfuggono.
C'è invece stato un equivoco - e qui me ne faccio colpa e ringrazio il Consigliere Muliere per avermelo fatto notare - sui fondi per i centri studenteschi. Non sono fondi ex novo. Non sono fondi presi a parte. Alcuni colleghi se ne sono resi conto e altri no. Mi sono reso conto dell'equivoco ascoltando l'intervento della Consigliera Manica. Non l'ho spiegato bene io. Era negli accordi di programma con il Comune di Torino e con le fondazioni, ma siccome era difficile utilizzarli nei tempi utili, sono stati spostati su questo capitalo. Me ne faccio colpa perché avrei dovuto spiegarlo meglio. In Commissione, quando riesco - e per fortuna c'è una Presidente molto attenta che segue queste questioni con estrema precisione lo faccio sempre. Quelli, cari colleghi, saranno destinati ai giovani più disgraziati della nostra società, ai giovani più in difficoltà, ai giovani che non vanno nei centri di aggregazione normale.
La collega Costa, che ha seguito tutta questa parte, la conosce; altri non l'hanno seguito con dovuta attenzione e quindi, da questo punto di vista, non mi stupisce il voto positivo del Consigliere Moriconi, perch lui conosce - non solo lui, anche il collega Placido - le realtà che andranno a lavorare in quel posto.
Vi dico, parlando con estrema sincerità, correttezza e propositività che se fossi stato strumentale, se facessi "politicuccia", un vostro voto negativo sui 6,6 milioni mi avrebbe fatto un estremo comodo; sarei andati in mille assemblee e dibattiti tranquillamente; sarebbe stato bellissimo e invece, dato che ci sono colleghi che seguono la materia, che sono informati e che sanno di cosa si trattava, hanno portato un voto diverso.
Onore a questi colleghi che hanno evitato una gaffe, magari anche per colpa delle mie scarse spiegazioni.
A voi, Consiglieri Palma e Mellano, devo particolare attenzione, quindi porterò, molto presto, tutto il quadro complessivo, la spiegazione dell'utilizzo, il dettaglio e lì confido - ma non lo dico con una semplice benevolenza - che quelli saranno i luoghi dove si recheranno quei giovani in difficoltà disperati e che possano accogliere quelle associazioni dei diritti civili. Un particolare che mi ha colpito, nell'intervento del collega Mellano, è stato l'accenno alla chiesa che soffre. Lì ha ragione, è un tormento costante che provo continuamente. E' un richiamo che mi ha fatto prima nel corridoio e che sento profondamente. Ha ragione moltiplicherò gli sforzi in quella direzione..



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

MELLANO Bruno (fuori microfono)



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Ti vedo molto tormentato.
LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Certo, io sono convinto che sia una cosa buona, collega Mellano, non penso che sia cattiva. Una cosa non esclude l'altra, altrimenti non l'avrei presentata, non l'avrei difesa e non l'avrei motivata.
Posso avere queste convinzioni, collega Mellano? Abbia pazienza, su alcune cose ci ritroviamo e su altre no. Sul punto ho una convinzione perché credo che sia un'opera utile per la collettività e per la città.
Ripeto: quegli altri centri andranno in quella direzione e il voto del Consigliere Moriconi lo ha testimoniato e lo ha segnalato. L'unico aumento di cui mi ero preoccupato, in questo bilancio, erano i due milioni sulle Olimpiadi delle culture, Consigliere Palma. Il resto erano fondi trasferiti. Gli altri fondi sul diritto allo studio sono stati aggiunti dalle minoranze, facendo una cosa meritoria. Io do sembra a Cesare a quel che è di Cesare perché voglio dare a Dio quel che è Dio, quindi è assolutamente una cosa meritoria voluta dalle minoranze.
Quanto alle vicende dei fondi sui beni culturali, collega Ronzani, lei guardi tutto il programma, che cosa finanziamo con i beni culturali: biblioteche di ogni tipo e tutto il piano di recupero della residenza. Ci sono opere considerate essenziali, da un'amministrazione comunale che vi è vicina e alla quale sono destinati questi fondi: il Museo dell'automobile e tantissimi altri.
Credo che se ci fosse la stessa coerenza come nel dibattito su Torino non so cosa direste. Avrete letto le polemiche che ci sono state, quindi mi sembra alquanto discutibile, perlomeno il suo atteggiamento e le sue valutazioni, tant'è che sarei disposto a discutere su questa politiche culturali, fuori da quest'aula per non annoiare l'Aula, ma fare dibattiti pubblici.
Il collega Ronzani è d'accordo e sono felice di farlo in qualsiasi televisione e in qualsiasi sede per affrontare la questione di una politica culturale che sta facendo crescere il Piemonte.
Avete letto i documenti e le indagini del "Sole 24 Ore", che dice che i cittadini piemontesi sono quelli che rispondono di più; li avete citati voi, quindi li conoscete.
Ponte Mosca è un'altra iniziativa ed un accordo strategico con il sindaco di Torino e con la città. C'è una serie di cose che richiedono tanti investimenti. Questo non è l'unico. Ognuno voti secondo coscienza, è assolutamente logico e regolare.
Era mio dovere ricordare queste cose, cioè che questo si inserisce in una serie di progetti e di provvedimenti molto corposi.
Collega Ronzani, se questo fosse stato l'unico provvedimento che portava l'amministrazione l'avrei compreso, ma ce ne sono tanti; guardi gli stanziamenti a bilancio sulle biblioteche e sulle altre cose che stiamo sostenendo.
Al collega Mellano ho già risposto, e anche al Consigliere Papandrea.
Il Consigliere Chiezzi mi chiede che con questo dibattito vuole sapere che cosa penserà la Chiesa: lo leggeremo giovedì su "La Voce del Popolo" perché faranno un'analisi su questo dibattito.
Per quanto riguarda la Chiesa Valdese, collega Moriconi, lei mi dice che la stima molto. Voglio solo confortarla, dicendo che recentemente la Chiesa Valdese ci ha chiesto cospicui contributi per i templi valdesi, e noi li abbiamo approvati.
Il collega Moriconi ha fatto una critica ideologica all'impostazione della Chiesa Cattolica, ed è un argomento sul quale non sono degno di rispondere. Dico soltanto una cosa importante che ha detto Paolo VI: "La Chiesa non si prende a spicchi". Non si prende a spicchi considerando solo la parte che piace, cioè che quando il Papa parla della pace è tanto buono mentre quando parla della scuola cattolica è tanto cattivo. La Chiesa non si prende a spicchi, perché la Chiesa è un unicum, e qualcuno pu accettarla o meno, rispettarla o meno, ma ci si pone in questa condizione.
Comunque conto di mostrare ai colleghi Palma e Mellano il lavoro sui centri di recupero sociale, i centri studenteschi, e a tutti voi colleghi di dimostrare come questo sia un intervento che rientra in un'opera ancora più grande, che tiene conto di tante emergenze e priorità.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 53 presentato dai Consiglieri Palma, Mellano Contu: al comma 1 le parole "3 milioni" sono sostituite dalle parole "1 milione".
Ai commi 2 e 3 le parole "2,5" e "1,5" sono sostituite dalla parola "0,5".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

L'Assessore Leo ha volato molto alto. Sono convinto che il milione di euro del 2004 andrà ad un avanzo o ad un residuo, perché dubito che rispetto ad un progetto di questo tipo, trovandoci a metà anno, ci siano i tempi tecnici per considerarlo cantierabile.
E' vero che la Provvidenza provvederà, ma ad occhio, trovandoci al mese di maggio, temo che, rispetto ad una chiesa di cui si è individuato il campanile in una ciminiera, considerare cantierabile quel progetto mi pare azzardato. Ma ovviamente "le vie del Signore sono infinite", secondo alcuni.
Visto che il milione di euro di quest'anno è messo lì, è un promemoria e sarà reimpostato con l'assestamento di bilancio del prossimo anno, visto che io non conosco - perché l'Assessore Leo si è ben guardato dal descrivere l'impegno finanziario delle altre istituzioni complessivamente coinvolte - e visto che ritengo che esista anche un problema di misure e di compatibilità, un qualche impropriamente detto patto di stabilità rispetto agli emendamenti fuori sacco, noi lo dobbiamo mantenere. Mi riferisco agli articoli fuori sacco inseriti alla sedicesima riunione di I Commissione, una delle pochissime a cui non ho partecipato e che si ritrova in aula in questa forma.
Valgono le cose che ha detto il collega Mellano, cioè che 10 miliardi di intervento presentati dall'Assessore Pichetto in I Commissione e che riguardano i beni culturali non si infilano così.
Quindi, visto tutto questo, mi pare che un segnale di attenzione, di disponibilità e di amicizia nei confronti della Curia Vescovile torinese lo si possa assicurare con uno stanziamento al momento limitato di un milione di euro. Poi, se viene fuori qualcosa, per cui questo architetto è il nuovo Michelangelo e la Regione Piemonte ritiene di contribuire ulteriormente, si ridiscute la faccenda. Obiettivamente, un milione di euro mi sembra una cifra relativamente consistente per entrare nella partita.
Gli altri otto miliardi di lire che sono stanziati sul triennale magari possono anche essere discussi in corso d'opera, quando vedremo i tempi di costruzione, quando vedremo la compartecipazione degli altri enti.
Quindi, è un emendamento molto generoso, neanche interamente abrogativo dell'articolo. E' un emendamento di riduzione sensibile di uno stanziamento previsto. Temo di sapere che il parere della Giunta sarà contrario, però lo sottopongo comunque alla votazione dell'assemblea perché mi pare ragionevole proporre una cosa ragionevole su un'operazione che troppo ragionevole non è stata.
Chiedo, insieme ai colleghi Mellano, Papandrea e Suino, la votazione per appello nominale anche sull'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto del nostro gruppo su entrambe le questioni, quindi sull'articolo 21 e sull'emendamento presentato dai colleghi Palma e Mellano.
Assessore Leo, stasera, stanotte e ieri sera ne abbiamo sentite tante di affermazioni. Lei prima si diceva molto tormentato, qualche ora fa qualcun altro diceva che si è cercato di fare l'impossibile, e oltre non si può andare, a proposito della vicenda anziani.
Cerchiamo di riportare le questioni, almeno dal nostro punto di vista al merito vero. Qui non stiamo discutendo il tormento che può esserci o meno, su chi ha un grado maggiore di vittimismo o invece ha un grado maggiore di ferocia. Né stiamo discutendo sui tagli del 30%, che erano a suo tempo presunti in un contesto di Commissione cultura, cui tra tutti abbiamo contribuito, poiché nessuno di noi è assolutamente contrario, anzi non abbiamo mai fatto selezioni di questo tipo, e lei dovrebbe essere il primo a saperlo e a riconoscercelo.
Così come non siamo nella situazione in cui - e lei in questo ci sta obbligando - emettiamo un giudizio sulla Chiesa, che sia Chiesa Cattolica Chiesa Valdese o le moschee.
Noi non abbiamo questi problemi. Allora qual è il problema? Il problema è che si sta parlando di un bilancio: è quella la differenza. Non è un provvedimento ad hoc portato in Commissione. Vede, Assessore, molte volte anche la procedura e il metodo usato fa la differenza. Noi in Commissione non abbiamo avuto l'onore e il piacere di sentirne mai parlare, nonostante che abbiamo posto ripetutamente la necessità di affrontare il discorso dei beni culturali, anche per le grandi modifiche (negative dal nostro punto di vista) apportate a livello nazionale.
Non c'è stata questa occasione e noi ce lo ritroviamo in un contesto di bilancio, ed è un articolo in un contesto di bilancio. Quindi, è questo il merito. E' sbagliata come procedura quella che è stata adottata, perché non lo si introduce in un bilancio in modo truffaldino, anzi confuso, senza un passaggio in Commissione. Come metodo, quindi, è sbagliato. Come merito altrettanto: lo ha detto bene il mio collega Ronzani in qualche intervento fa. Questa sera, questa notte e tutta la giornata di ieri abbiamo assistito, per l'ennesima volta, ad una scelta, confermata da questa Giunta e da questa maggioranza di centrodestra, di pesi e di misure completamente diversi: per certi argomenti e per alcune questioni non c'è la possibilità di spostarci di una virgola; per altre, andando a cercare la disponibilità e l'interesse di un'Amministrazione piuttosto che di un'altra, si possono spostare ingenti capitali. E lo si fa in un modo quasi tendente a far esprimere un giudizio su una questione che è tutt'altra questione. Noi qui, non stiamo decidendo se siamo a favore o meno della chiesa cattolica perché non ci interesserebbe come dibattito. Siamo a favore del pluralismo: siamo a favore di tutte le chiese, siamo a favore dei diritti della gente siamo a favore di un mondo dove la gente possa liberamente esprimersi nell'arte, nella cultura, nella religione e nei sentimenti. Questo bilancio e questo articolo 21 - non consente di ritrovare quei pesi e quei contrappesi che in democrazia, su uno strumento importante come questo dovremmo ritrovare. Avete usato per certe scelte un tipo di politica e una coperta di certe dimensione; per altre scelte avete usato un altro tipo di criterio.
Assessore, non c'è stata data la possibilità di entrare nel merito e offrire un contributo. Noi non partecipiamo. Ascoltino pure i vari santi e le varie divinità questo commento; facciano le riflessioni sulle pagine già concordate sulle varie voci del popolo, eccetera: le vie del Signore sono infinite! Ma un Signore che possa parlare possibilmente a tutti.
Il metodo è sbagliato, il merito pure. E' una politica ingiusta e iniqua quella che avete proposto. Il nostro Gruppo non parteciperà né alla votazione dell'emendamento, né alla votazione dell'articolo 21.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 3 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21 (che diventa articolo 26).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22 (che diventa articolo 27).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 11 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 23 (diventa articolo 28) Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 24 (diventa articolo 29) Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 39 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin) e dai Consiglieri Cattaneo, Mercurio, Bolla, Botta M.
Angeleri, Rossi O.: dopo l'articolo 3 è aggiunto il seguente articolo: "Art. 3 bis 1. La Regione eroga ai Comuni contributi per la realizzazione di lavori di adattamento e riadattamento nonchè di ampliamento di edifici o locali destinati ad uso delle scuole materne comunali o convenzionate con uno stanziamento di euro 2.000.000,00 per l'anno 2004 da iscriversi nell'UPB 32022.
2. Alla copertura si provvede mediante riduzione dell'UPB 09012".
La parola al Consigliere Bolla per l'illustrazione.



BOLLA Emilio

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si vuole semplicemente affrontare un problema molto attuale, che riguarda la necessità, anche in relazione alle novità che apporterà la riforma Moratti, di miglioramento e di ampliamento dei locali destinati alle scuole materne. In questo senso, 2 milioni di euro sono necessari affinché la nostra Regione migliori queste strutture adibite alle scuole materne, quindi all'infanzia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 39 (che diventa articolo 30).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 40 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): dopo l'articolo 24 è aggiunto il seguente articolo: "Art. 24 bis La previsione complessiva di spesa dell'UPB 08032 è incrementata di 600.000,00 euro finalizzati al finanziamento del fondo per gli accordi di programma.
Alla copertura si provvede mediante riduzione dell'UPB 09012".
La parola all'Assessore Pichetto Fratin , per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Si tratta di un incremento relativo al capitolo "Accordi di programma".
Riguarda un accordo di programma per le Terme di Premia e si tratta di un completamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 40 (che diventa articolo 31).
Il Consiglio approva.
Emendamento n. 41 presentato dall'Assessore Pichetto e dai Consiglieri Botta Marco, D'Ambrosio, D'Onofrio , Godio e Valvo: E' inserito il nuovo articolo 24 ter: "1. Al fine di migliorare la mobilità dei portatori di handicap sui servizi ferroviari regionali e sulle ferrovie connesse è definito uno stanziamento (annuale) di 5.000.000,00 di euro a titolo di contributo in conto capitale a favore delle aziende esercenti, entro la misura massima dell'80% della spesa sostenuta (IVA esclusa), rispetto alle seguenti tipologie di intervento inerenti all'UPB 26032 (Trasporti Trasporto Pubblico locale Titolo II spese di investimento): Interventi sul materiale rotabile per l'accessibilità ai portatori di handicap Attrezzature mobili a terra nelle stazioni e a bordo sul materiale per l'accessibilità ai portatori di handicap.
2. Alla copertura della spesa di cui al comma 1 si provvede con riduzione di pari importo dell'UPB 09012 (Bilanci)".
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

All'interno della nostra manovra avevamo presentato un punto che riguardava 20 milioni di euro sul trasporto pubblico locale. Ci avete negato tutto; avete detto che non c'era una lira! Voglio vedere cosa fate adesso su questi emendamenti! Se su questi emendamenti i soldi ci sono, ci sono anche i 20 milioni di euro sul nostro emendamento n. 46.
Voglio capire sul blocco di questi emendamenti; mi rivolgo all'Assessore Pichetto, perché è l'Assessore che ci ha detto che su quel punto riguardante il trasporto pubblico locale e tutta la materia connessa non c'erano fondi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Brevemente, per dire che questo emendamento non riguarda il trasporto pubblico locale, ma i disabili che devono salire sui treni. Come sapete, i disabili possono già salire sui mezzi pubblici gratuitamente; noi intendiamo estendere tale diritto anche ai treni regionali, così come lo hanno sugli autobus o sui bus. Peraltro, la cifra stanziata è 500 mila euro, cifra sufficiente a coprire la media di questo trasporto. Pertanto l'emendamento non intende rafforzare il trasporto pubblico locale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore, se non ricordo male, regoliamo il trasporto ferroviario con lo strumento del contratto di servizio. Ritengo che un'Amministrazione regionale dovrebbe prevedere, in quel contratto di servizio, che Trenitalia doti i propri treni e gli accessi alle persone disabili. Se decidiamo di fare investimenti, abbiamo lo strumento dell'accordo di programma (2000 miliardi in cinque anni), pertanto possiamo prevedere che tutto il materiale rotabile che commissioniamo e comperiamo sia necessariamente dotato. E' paradossale, però, che la Regione che dà in appalto il servizio di trasporto ferroviario e che ha come strumento per governare questo servizio il contratto di servizio, non imponga all'esercente il dovere di effettuare degli interventi per consentire che il trasporto avvenga in certe condizioni. Poi, però, date i soldi a Trenitalia. Questo è folle! Voi dovete pretendere che quel servizio venga svolto in un certo modo e non dare i soldi a Trenitalia! Ma siete matti? Avete fatto un contratto di servizio che Trenitalia deve rispettare! Rinegoziatelo, mettete nel contratto questa clausola, perché i disabili hanno il diritto a viaggiare alla mobilità sulle linee di interesse regionale! E' assurdo dare un contributo a Trenitalia, a cui diamo in appalto il servizio, affinché intervenga sui mezzi! Non ha ragione di esistere una cosa del genere! Invito, pertanto, i colleghi di AN a ritirare questo emendamento. Mi chiedo in base a quale logica dovremmo dare i contributi a Trenitalia! In base a quale logica?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Il collega interviene senza conoscere bene le norme che regolano questi passaggi. Nei contratti di servizio c'è un quid che viene dato dalle aziende di trasporto e un quid di costi che devono essere sostenuti per effettuare il lavoro. Poiché questi costi sono già sostenuti nei contratti che abbiamo stipulato per i bus con GTT e Satti (ma valgono per tutti i mezzi a gomma), essendo recente la concessione del servizio regionale ferroviario ed essendo questi i primi contratti, abbiamo inteso imporre questi contratti anche per i servizi su ferrovia. Per fare questo e per dotare i treni che non lo sono ancora dei mezzi mobili di salita per i disabili, occorre effettuare degli interventi a parte. Noi abbiamo già commissionato, contribuendo all'acquisto di tutti i treni con pianali ribassati. Se, poi, volete rifiutarlo, lo manderemo alle associazioni.



PRESIDENTE

Per la precisione, comunico che sono state ritirate le firme dei Consiglieri di Alleanza Nazionale all'emendamento rubricato n. 41 e sostituite con la firma dell'Assessore Pichetto Fratin.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 41 (che diventa articolo 32).
Il Consiglio approva.
Comunico il ritiro delle firme dei Consiglieri del Gruppo di Alleanza nazionale e la sostituzione con le firme dell'Assessore Pichetto Fratin sull'emendamento rubricato n. 42.
Emendamento rubricato n. 42 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): è inserito il nuovo articolo 24 bis "1. Al fine di garantire le necessarie condizioni di sicurezza agli utenti del trasporto ferroviario regionale è autorizzata la libera circolazione sui servizi ferroviari regionali e sulle ferrovie concesse agli Agenti e Funzionari delle Forze dell'Ordine, in attività di servizio, appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri Guardia di Finanza e Corpo Forestale. Per compensare i mancati introiti da traffico è riconosciuto alle aziende, che esercitano i predetti servizi ferroviari, un contributo annuale entro il limite di spesa di 370.000,00 euro tramite apposito protocollo di intesa fra le stesse e l'amministrazione regionale.
2. Alla copertura della spesa di cui al comma 1 si provvede con riduzione di pari importo dell'UPB 09011 (Bilanci).".
Con il consenso dell'Assessore Casoni, lo diamo per illustrato.
La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Nell'emendamento si dice: "Al fine di garantire le condizioni di sicurezza agli utenti del trasporto, è autorizzata la libera circolazione sui servizi ferroviari regionali agli Agenti e Funzionari delle Forze dell'Ordine, in attività di servizio, appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale". Magari anche al Corpo Forestale regionale! L'emendamento continua: "Per compensare i mancati introiti del traffico è riconosciuta alle aziende che esercitano i predetti servizi ferroviari, entro i limiti di 370 mila euro, apposito protocollo d'intesa". In sostanza viaggiano gratis per garantire la sicurezza dei passeggeri e noi paghiamo le ferrovie o le corriere affinché possano viaggiare gratis. A me sembra che la questione non sia congruente, se stanno svolgendo un servizio, saranno pagati per quello. Dire che noi paghiamo le ferrovie affinché gli agenti possano viaggiare gratis, non lo so, però il servizio si configura in determinate cose, se sono in servizio sono in servizio, ma se non lo sono è bene che si definisca diversamente.
Se ho capito bene, gli agenti di queste categorie possono viaggiare gratis sui treni e noi paghiamo le Ferrovie affinché loro possano viaggiare gratis con la scusa che devono garantire la sicurezza dei viaggiatori. Ma se devono garantire la sicurezza dei viaggiatori, bisogna che sia fissato un numero di agenti. Se per caso, un giorno, tutti gli agenti della Forestale di Cuneo decidono di prendere un treno per andare a Torino, non sale più neanche un viaggiatore, quindi il problema della sicurezza si pone soltanto più per loro, allora caricheremo i carabinieri che faranno servizio di sicurezza della Forestale. Scritto in questo modo il paradosso può benissimo verificarsi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire i Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore, sa qual è l'impressione? Che ormai abbiate acquisito un metodo: attorno al problema della sicurezza fate la vostra campagna elettorale. Questo emendamento mi ha fatto ricordare un altro provvedimento sul quale abbiamo discusso tantissimo che è quello degli alloggi riservati agli agenti di Polizia di Stato, come alloggi riservati fuori graduatoria fuori dai limiti di reddito, nelle case popolari. Anche allora usaste la stessa motivazione: la presenza degli agenti di Polizia di Stato avrebbe garantito il livello di sicurezza delle case popolari. Questa volta siete stati più fini. Poiché allora avevate inserito solo la Polizia di Stato, io ebbi l'incauta idea di suggerire che forse quella dizione andava sostituita con forze dell'ordine. Purtroppo quel consiglio venne accettato e oggi avete inserito tutti i corpi delle forze dell'ordine.
L'intervento del Vicepresidente Riba è credibile, voi non avete indicato un limite temporale, voi dite se diamo la possibilità agli appartenenti al corpo di polizia di utilizzare i mezzi, noi li incentiviamo dando loro la possibilità di viaggiare gratuitamente. Ma questo è un incentivo per garantire la sicurezza sui quei mezzi con la loro presenza? Immagino che utilizzeranno i mezzi di trasporto nel percorso casa lavoro magari abitano a Carmagnola e sono di stanza a Torino. Allora le pongo una domanda Assessore: ma quando noi utilizziamo, gratuitamente, come Consiglieri, il mezzo pubblico a Torino, lei, in qualità di Assessore, al Comune di Torino corrisponde, mediante contratto di servizio, un importo forfetario perché i 60 Consiglieri possano utilizzare il mezzo pubblico? Faccia altrettanto, stipuli una convenzione, ma lo faccia senza oneri per la Regione. Usi lo stesso criterio che ha applicato per i Consiglieri, pu anche proporre un emendamento aggiuntivo di estendere anche ai Consiglieri regionali il diritto di viaggiare gratuitamente sui mezzi della regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà



PALMA Carmelo

Vorrei una spiegazione dall'Assessore Casoni per capire il senso di questo emendamento: oggi un agente di polizia che sale, per ragioni di servizio, a fare una verifica di identità sul treno paga o non paga? Non paga. E' evidente che questo non serve per assicurare la sicurezza dei viaggiatori perché, già oggi, gli agenti in servizio non pagano, che siano in divisa o meno ma che siano in servizio.
Questo emendamento non è che serve per rifondere i concessionari del trasporto pubblico locale dei costi di viaggio, perché gli agenti in servizio non si considerano viaggiatori, ma si considerano funzionari dello Stato nell'adempimento del proprio servizio. L'emendamento serve a non fare pagare il treno a tutti gli appartenenti delle forze dell'ordine. Già considerare che le forze del Corpo Forestale dello Stato mantengano la sicurezza sui treni, obiettivamente, è abbastanza arduo anche dal punto di vista concettuale. Che gli agenti di polizia penitenziaria che, come è noto, possono solo esercitare le proprie mansioni o all'interno del carcere o nel nucleo traduzioni, vadano a verificare le condizioni di sicurezza all'interno dei treni, è obiettivamente arduo.
Questo emendamento, a cui si può votare indifferentemente a favore o contro, è un emendamento che ha una riga e mezza di troppo, cioè non è: "al fine di garantire le necessarie condizioni di sicurezza degli utenti del trasporto ferroviario regionale", ma: al fine di non fare pagare i treni e il trasporto pubblico locale agli appartenenti alle forze dell'ordine, la Regione Piemonte stanzia 370 mila euro che rigira ai concessionari del trasporto pubblico locale. Non ho particolari obiezioni di principio su un emendamento di questo tipo, non mi piace particolarmente e non lo voter ma farlo passare per una cosa che non è, perché già oggi i funzionari di polizia che salgono sui treni non pagano il biglietto, mi sembra una piccola ipocrisia che vi potete risparmiare. Ripeto la domanda, in modo che l'Assessore Casoni possa rispondere a verbale: se oggi, gli Agenti di polizia in servizio salgono sui treni senza pagare il biglietto evidentemente questo emendamento non serve a garantire la sicurezza, già garantita dagli Agenti che salgono e fanno il controllo delle identità, ma serve a garantire la libera circolazione gratuita di tutti gli appartenenti al corpo di Polizia.
Se presentassi un emendamento che dica: "Al fine di garantire condizioni di vivibilità nelle case popolari, pago le antenne paraboliche a tutti quelli che si chiamano Giuseppe", probabilmente anche lei Presidente, avrebbe qualche problema a metterlo in votazione. Allora, se lei si trova di fronte un emendamento che sostiene: "Al fine di garantire la sicurezza, il Corpo forestale non paga il treno", obiettivamente, questo emendamento un senso vagamente incongruente ce l'ha.
E', quindi, una questione che riguarda anche lei, Presidente, che lo pone in votazione.



PRESIDENTE

Sull'opportunità e il merito, sono legittime le varie posizioni, per abbiamo già approvato una norma, con riferimento al criterio di assegnazione delle case popolari, con la quale abbiamo riservato, per l'assegnazione, una quota agli Agenti di Polizia e agli appartenenti alle Forze dell'ordine, con la stessa motivazione: cioè che la presenza all'interno di una condominio o di un complesso, di Agenti appartenenti alle Forze di Polizia, avrebbe elementi in più, sotto il profilo della sicurezza.
Detto questo, ognuno ha le proprie opinioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Effettivamente, la risposta dell'Assessore Casoni alla domanda postagli dal collega Palma, potrebbe prestarsi ad equivoci.
Un Agente di Polizia in servizio che sale sul treno, non paga il biglietto. La Polizia Ferroviaria che incontriamo sul treno e che molte volte controlla le carrozze da qui a Milano, lo fa per servizio e quindi non paga assolutamente il treno.
Da questo punto di vista, Assessore Casoni, sono d'accordo con chi dice di non scomodare la sicurezza per discutere un problema del genere. La sicurezza è l'alibi per affrontare un altro problema: decidete - ed è legittimo farlo - che gli appartenenti alle Forze dell'ordine non debbano pagare il biglietto del treno. Questa potrebbe essere una scelta, ma sostenere che una persona in borghese, che ha i titoli per non pagare il biglietti del treno, salendo sul treno con la moglie per andare a Milano a visitare il Duomo, in quel momento debba garantire una sicurezza perch avete stabilito che il biglietto è gratuito, è follia pura. Quell'Agente in borghese avrà il diritto di viaggiare gratis e andrà con la moglie dove vuole. In quel momento non ha alcun vincolo: deve pagare il biglietto.
Seconda questione: con quale criterio avete selezionato le persone che hanno titolo per non pagare il biglietto? Qui fate arrabbiare qualcuno: perché allora la Polizia municipale dovrebbe viaggiare pagando il biglietto? I Vigili non sono titolari di questa responsabilità? Collega Botta, se decidiamo di esonerare dal biglietto tutta una serie di Forse, allora dovremmo inserire anche i Vigili o l'Esercito.
Se fate questo un elenco di Forze dell'ordine, lo dovete fare fino in fondo. Non so sulla base di quali criteri l'avete stilato, ma posso immaginare che essendo molti Vigili, anch'essi dovrebbero essere utilizzati dentro questa logica. Non vedo perché li dobbiamo escludere a priori, possono rientrarci tranquillamente. Se il problema che vi ponete è quello di esonerare queste Forze dalla decisione di fargli pagare il biglietto va bene, ma allora si pone questa questione. Aggabellare una cosa del genere, come il tentativo di garantire più sicurezza, è difficilmente difendibile. Vorrei che ci dimostraste in che modo queste persone, che salgono sul treno per tutt'altre ragioni, non avendo pagato il biglietto dovrebbero garantirci maggiore sicurezza.
Questo, francamente, non l'ho capito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Chiedo anch'io una risposta ufficiale dall'Assessore Casoni, se le Forze dell'Ordine in servizio, in divisa pagano o meno il biglietto.
Personalmente, al lungo elenco aggiungerei anche i Vigili del fuoco, le Guardie cinofile, le Guardie ecologiche, il Corpo militare della Croce rossa e potrei ancora continuare.
Una curiosità, Assessore Casoni: si parla di 370 mila euro, ma chi controlla, quando si è giunti a tale cifra? Cosa succede se io, ipotetica guardia, mi presento in stazione, salgo sul treno, arriva il controllore e mi dici: "Mi dispiace, il tetto è stato superato, lei deve pagare e, anzi è in contravvenzione"? Se per caso vado fino a Milano, al confine con la Lombardia, l'altro parte del biglietto dove lo pago? All'arrivo? Alla partenza? Esiste un biglietto solo dal confine del Piemonte a Milano? Ma vi rendete conto? Va beh, che l'ora non è tardi, ma mi sembra proprio un provvedimento sgangherato, scombinato. Ci dovrebbe essere un minimo di buon senso: tornate indietro finché siamo in ritardo. Fermate il treno che voglio scendere!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Dopo le varie argomentazioni espresse sulla sicurezza, abbiamo due strade da percorrere: prolunghiamo l'elenco di coloro che godono di questo diritto; o presentiamo un sub emendamento che specifichi chi pagherà il biglietto del treno. In questo modo, forse si potrebbe giungere ad una soluzione.
Se posso dare un suggerimento, mi sembrerebbe un tema caratteristico e importante per una sessione come l'assestamento di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Relativamente alla proposta del Consigliere Contu siamo contrari (all'estensione di questo privilegio ai Consiglieri regionali), e mi meraviglio perché lui alcune volte ha fatto battaglia in senso opposto.
Siamo contrari, e lo diciamo per correttezza e anche per il verbale perch è una proposta vergognosa: manca solo che i Consiglieri regionali adesso non paghino il treno! Certamente la nostra contrarietà è convinta, e lo diciamo in modo molto esplicito. Mi spiace per coloro che usano il treno, però dovranno continuare a pagarsi il biglietto. Lo dico scherzando, ma sono anche rimasto meravigliato perché Contu normalmente fa degli scherzi di tipo opposto, mi dicono i colleghi.
Svolgo alcune considerazioni, anche perché si sta scherzando su un tema importante. Innanzitutto credo che quando i colleghi di Alleanza Nazionale o, meglio, la Giunta regionale - questo è un emendamento di Giunta regionale - hanno scritto "in attività di servizio", intendevano riferirsi a coloro i quali appartengono a questi corpi non mentre fanno servizio, ma che non sono in pensione, cioè che sono in attività di servizio, perché è un modo corretto per dire che una persona che fa il militare o l'agente di polizia è attivo e rientra in attività di servizio. Questo è il primo punto che mi sento di chiarire.
Vorrei fare alcune considerazioni senza scherzare troppo, perché credo che tutti gli emendamenti debbano essere rispettati, compreso questo emendamento. E' un emendamento della Giunta regionale e quindi, per quanto mi riguarda, anche un nostro emendamento. In secondo luogo, ritengo la comunità mondiale stia attraversando un momento difficile, dove c'è anche tutta una questione legata alla sicurezza del terrorismo e con i disagi e i gravi attentati che ci sono stati proprio sui treni (ricordo, ad esempio in Spagna che c'è poco da ridere). Vorrei dare un contributo, magari sbagliando, ma facendo alcune considerazioni.
Per quanto riguarda il merito di questo emendamento, posso anche condividere, ma non so se sia giusto metterlo in un bilancio. Ad ogni modo credo che sia utile confrontarsi anche su questo punto; poi è presente la Giunta regionale ed eventualmente dica se lo conferma e come intende affrontare questo problema.
Voglio fare alcuni paragoni con la questione che l'agente di polizia, a vario titolo, non paga il cinema e non paga la discoteca. E' un concetto che deriva ancora dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Perch non paga? Quando un agente di polizia o un ufficiale di pubblica sicurezza non paga la discoteca o il cinema, entra col tesserino, lui entra ed è in servizio. Se questo è il concetto sul treno, è un conto, perché chi è in servizio, a prescindere che porti o meno una divisa, non lo paga il treno non c'è dubbio; se con il servizio ferroviario c'è la convenzione e se il servizio è comandato, esiste il biglietto militare o il biglietto delle forze dell'ordine che, di fatto, è una partita di giro e non ha costo.
Allora, si tratta di scegliere se accettare questa proposta nel bilancio o non accettarla, che è una scelta di merito, che è un'altra questione.
Quando tu metti un carabiniere o un poliziotto su un treno e non gli fai pagare il biglietto non è che lo devi fare perché è un carabiniere o un poliziotto, ma perché concorre, in un sistema, nella questione della sicurezza, ed è una scelta, perché se un carabiniere o un poliziotto è su un treno e non paga il biglietto, così come quando è in discoteca o al cinema e non paga l'entrata, essendo agente e ufficiale di pubblica sicurezza, in quel momento è in servizio e, se succede qualcosa, non pu non intervenire.
Allora questa è una materia, secondo me, difficile e delicatissima condivisibile; bisogna che la Giunta scelga se mantenere questo emendamento o se riportare, nell'ambito magari di un atto amministrativo, una convenzione di questo tipo, tenendo conto che si vive un momento particolare in questo Paese e quant'altro.
Ecco, ho voluto fare questo intervento in modo da poter anche, in un certo senso, dire esplicitamente che l'argomento non è un argomento così semplice, che l'argomento è complesso e che deve essere certamente affrontato e ci si deve confrontare, non essere liquidato con quattro battuto e due colpi di scherzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Chiedo scusa all'Assessore Casoni se c'è stato un pochino di spirito su questo emendamento, ma alle 4 del mattino ce lo si può anche consentire.
Nel merito della questione, sia pure con un po' di sorrisi, si è capito che un discorso è l'esercizio della sicurezza, altro discorso è dotare di benefit una categoria che in qualche modo si accinge a salire sul treno.
Io direi che questo, a prescindere da tutto, è un emendamento da ritirare, perché con la sicurezza non ha nulla a che vedere, perché chi fa servizio sul treno è già munito di gratuità, ha già il biglietto gratis viaggia già senza pagare, altrimenti è chiaro che gli costerebbe più viaggiare rispetto a quello che guadagna. Voglio dire che, secondo me l'emendamento sarebbe da ritirare perché non ha nulla a che vedere con il discorso della sicurezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Intervengo soltanto per ringraziare, perché l'ilarità nata dai banchi magari ha risvegliato qualcuno da qualche sonno più che giustificabile alle 4 del mattino, ma è un'ilarità mal spesa, devo dire. Quasi in continuità con una simbologia anche interessante, abbiamo assistito prima a due ore di discussione chiaramente tesa e fondata su un pregiudizio anticattolico e in questo momento assistiamo a mezz'ora di discussione fondata su un pregiudizio anti-forze dell'ordine.
L'emendamento secondo noi è un emendamento significativo perché dà la possibilità alle forze dell'ordine che sono sempre in servizio, anche quando non sono comandate a fare quel servizio, di svolgere in maniera ancora più incisiva la loro operatività.
Solo chi non viaggia in treno - forse utilizza autisti o mezzi più elitari - non può sapere che proprio sui treni tanti momenti di disagio tanti momenti di criminalità sono stati sventati da agenti che si trovavano per caso su quei convogli. Forse qualcuno non ricorda che perfino in casi eclatanti di arresti, ad esempio di terroristi, la segnalazione è proprio arrivata da personale delle forze dell'ordine che viaggiava per cavoli suoi, ma comunque legato al servizio che deve svolgere.
Di conseguenza, cui ci va bene tutto, ci vanno bene le risate; noi pensiamo, con questo emendamento, di dare un contributo alla sicurezza di chi viaggia in treno. Si tratta di un contributo limitato, la cifra è contenuta, però non comprendiamo quale sia il pregiudizio, se non quello ideologico, verso le forze dell'ordine. Per cui, Presidente, vorrei che quando arriveremo alla votazione si faccia l'appello nominale; glielo chiedo subito, almeno siamo in anticipo sui tempi.
Su questo fatto, che è un fatto come quello delle case popolari e come altri momenti che sicuramente Alleanza Nazionale si vanta di portare all'attenzione tanto delle assemblee regionali quanto dei parlamenti nazionali, noi ci giochiamo un discrimen: si dice sempre che destra e sinistra uguali sono: bene, su questi argomenti - e questo è uno di quelli noi vediamo qual è la differenza vera tra chi ride rispetto a un argomento come la sicurezza, che è un argomento che invece fa molti pianti e chi, viceversa, cerca di affrontarlo con serietà e ponderazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 42 (che diventa articolo 33).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 43 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): "Articolo 24 ter (Autorizzazione di limiti di impegno per la realizzazione del Programma degli interventi nel settore irriguo) 1. In sinergia al Programma nazionale degli interventi nel settore idrico definito dall'articolo 4, comma 35, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2004), sono autorizzati i limiti di impegno quindicennali di 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2005 e di 5 milioni di euro dall'anno 2006 per interventi regionali di accompagnamento ovvero compartecipazione alle spese di progettazione e realizzazione delle opere del programma nazionale stesso, nonchè di opere accessorie nel settore irriguo ai sensi dell'articolo 29 della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63 e articolo 52 della legge regionale 9 agosto 1999, n. 21.
2. Coerentemente con le procedure previste dal Programma Nazionale degli interventi nel settore irriguo, la Giunta regionale con propri provvedimenti definisce le procedure di presentazione e selezione dei programmi da parte degli Enti interessati, le modalità di finanziamento e la predisposizione del Programma regionale degli interventi previsti al comma 1.
3. Le opere finanziate ai sensi del comma 1 sono inserite nel Piano regionale per le attività di bonifica e d'irrigazione di cui agli articoli 2 e 54 della legge regionale 9 agosto 1999, n. 21.".
La parola all'Assessore Pichetto Fratin per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Con questo emendamento si intende destinare una quota dei trasferimenti statali, che vengono iscritti con riferimento alle UPB e ai capitoli della legge n. 21 (che riguarda l'irrigazione), anziché mandarli anno per anno in parte corrente, in interventi ordinari, si vanno a destinare ad un piano o ad un progetto che ha una valenza a questo punto pluriennale. La finalità è quella di poter fare un piano di interventi e di opere strutturali irrigue più consistente. Praticamente diventa un piano a circa 50 milioni di euro, ragionando in valutazione decennale (anche qualcosa in più calcolandolo mutuabile).
Questo è quanto l'Assessore Cavallera intendeva proporre con questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Evidentemente scontiamo l'assenza dell'Assessore Cavallera. Qui si fa riferimento ad un programma nazionale di interventi che non esiste. Il testo recita: "...con le procedure previste dal programma nazionale degli interventi nel settore irriguo": è sicuro che non esiste! C'é una legge obiettivo nazionale, sulla quale possono far rientrare dei provvedimenti di intervento sulla base di richieste, ma sicuramente non esiste un piano nazionale degli interventi. Non esiste, anche perché dovrebbe essere proposto in qualche modo da un piano regionale, che a sua volta non esiste anche se lo abbiamo richiesto tante volte.
Esiste, invece, e questo preoccupa, una proposta della Giunta regionale, che va illustrandola in giro per il territorio: è un piano di tutela per le acque che, per la verità, noi non abbiamo ancora visto.
obiettivamente scorretto andare in giro a presentare un piano delle acque convocando delle riunioni galattiche sulla base di un documento che non so se è stato approvato dalla Giunta - può darsi, ma non ne sono a conoscenza ma di certo non è stato neanche sottoposto all'esame della Commissione competente né all'esame del Consiglio.
Tanto per dirne una, Assessore Pichetto, ieri mattina l'Assessore Cavallera, o chi per esso, è andato su ad illustrare il suo piano delle acque e ha detto: "Qui a Maiola faremo la diga; là, a Stroppo, faremo la diga". Naturalmente quelli che stavano lavorando per cercare di mettere assieme la gente, con un po' di condivisione, il giorno dopo hanno detto: "È chiaro che qui di dighe non ne farete mai più una". Stanno facendo anche dei gravi danni! Non è questione da poco per chi sta cercando, da anni, di trovare un minimo di condivisione, come vogliono le Comunità Montane e come vogliono tutti. Una volta tanto c'era una posizione ragionevole, ma è arrivata questa comitiva della Regione Piemonte (non so chi fosse) e ha fatto un'illustrazione di questo tipo, dicendo che faranno due dighe, una a Moiola e una a Stroppo, dicendo che esistono già le domanda. Ma le domanda di chi? Non c'é un progetto, né uno studio, né un piano delle acque.
Configurato così, fa anche riferimento ad una situazione scorretta dal punto di vista tecnico e giuridico.
Inoltre, Assessore, queste cose non hanno bisogno di essere inserite qui. Quando ci sarà questo piano lo approveremo, e con l'approvazione dello stesso prevederemo anche le modalità di utilizzazione delle risorse. Il testo recita: "...sono autorizzati i limiti di impegno quindicinale di 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2005 per interventi regionali di accompagnamento, ovvero compartecipazione alle spese di progettazione e realizzazione delle opere del programma nazionale stesso - che continua a non esserci - nonché di opere accessorie". Ma le opere accessorie sono già previste dalla legge n. 63 e dalla legge n. 21. Non occorre inserire proprio nulla. O mi sbaglio? O ci spiegate cosa vuol dire, o altrimenti sappiate bene che qui siamo al palo, perché non esiste un piano, né una ricerca, né uno studio, né quant'altro.
A me risulta che l'Assessorato abbia fatto delle cose nel campo dell'idropotabile, ma nel campo della sistemazione delle opere irrigue non esiste assolutamente nulla.
L'unica cosa che hanno fatto è commissariare il Consorzio Ovest Sesia così si sono dimessi tutti, ma è una questione che non interessa ai fini del bilancio.
Sinceramente, vi chiederei di ritirare questo emendamento, tanto più che non sapete neanche rispondere alle obiezioni.
Quando sarà il momento se ne discuterà.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente.
Questo emendamento giunge un po' all'improvviso rispetto ad un ragionamento che ha portato più volte la Commissione ambiente e la Commissione agricoltura ad affrontare, anche in modo vivace e teso, la discussione sulle risorse idriche. Con il collega Riba sono stato molte volte in disaccordo. Esiste un disaccordo generale di prospettiva e di panorama rispetto alle soluzioni da offrire alla carenza di risorsa idrica in particolare per l'utilizzo agricolo. Ma questa mattina sono assolutamente d'accordo con quanto ha detto qui e con l'evocazione che ha fatto di ciò che sta succedendo in questo momento sul territorio piemontese. L'Assessorato del collega Cavallera sta presentando il piano di tutela delle acque, che è un documento molto corposo e molto articolato che comprende provvedimenti auspicati, da noi richiesti, sollecitati e non applicati nonostante ci siano delle leggi, degli ordini del giorno e degli impegni precisi che il Consiglio ha adottato nei confronti della Giunta che però non sono ancora stati resi operativi.
Ma il piano di tutela delle acque ha anche alcune indicazioni vaghe nella letteralità del testo, che però viene tradotto, di volta in volta, in ogni Provincia, con delle indicazioni e delle esplicazioni sui progetti che sono obiettivamente oltre che inopportune - come diceva bene il collega Riba - perché intanto occorrerebbe che ne discutessimo prima in Commissione e poi in Consiglio, sicuramente tali da creare addirittura un effetto boomerang rispetto agli stessi obiettivi che io non condivido (il Gruppo Radicale non condivide) ma che è inevitabile che provochi.
Quando l'Assessore Cavallera (o chi per lui, come l'Ingegnere De Giorgio) va a Cuneo a dire che la diga di Moiola può essere una diga da 60 a 160 milioni di metri cubi; è chiaro che solleva il vespaio e l'alzata di scudi di tutti, perché, bene o male, chi ama e conosce il proprio territorio non può che essere allarmato da una progettualità così vaga nell'analisi del contesto e della realizzazione, ma così precisa nel dettaglio che indica una portata così grande per una delle due dighe che potrebbero essere costruite nel cuneese (ma so che la cosa si è ripetuta in altre province piemontesi).
Pertanto, trovo strano approvare un emendamento che, collegandosi ad una legge nazionale e a un piano che non c'è, ci porta a ragionare su un documento che è correlato, anche se non citato in questo emendamento, di cui però né la Commissione né il Consiglio sono a conoscenza effettiva perché - lo dico al Presidente Riba - è stato approvato dalla Giunta, ma un conto è l'approvazione della Giunta e un conto è che il documento sia incardinato nelle Commissioni di competenza e sottoposto al giudizio del Consiglio regionale.
L'argomento è importante, ma è anche delicato per gli obiettivi e gli scopi che l'Assessorato e i funzionari dell'Assessorato si prefiggono. Se anche questo si configura come un tentativo di abbozzare una risposta elettorale rispetto a fasce di popolazione che vedono finalmente la Regione attivarsi rispetto alla crisi idrica dell'estate scorsa, quindi in particolare del settore agricolo, rischia di essere un danno per la strategia complessiva della Regione ed è sicuramente un inopportuno intervento che cerca di mettere davvero il carro davanti ai buoi, senza avere nessun progetto di copertura delle esigenze idriche regionali. Ci dobbiamo accontentare delle notizie giornalistiche che rendono conto ai Consiglieri regionali di cosa ha detto il funzionario in quella o in quell'altra riunione pubblica. Davvero è controproducente per gli stessi obiettivi che si prefigge la maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bolla.



BOLLA Emilio

Grazie, Presidente. Intanto, anche se sono ormai passate le 4, mi pare di ricordare ancora bene le discussioni che abbiamo svolto in aula, ma anche in Commissione, sulla necessità di intervenire in modo consistente sul settore irriguo.
Ricordo bene molto discorsi fatti e in buona parte condivisi dai colleghi Riba e Mellano, sulla necessità di mettere ordine in un settore molto importante dove è sempre più necessario sprecare meno quella che è una risorsa fondamentale per il nostro territorio e la nostra agricoltura.
Mi pare strana questa alzata di scudi. La considero ingiustificata perché con questo emendamento - che naturalmente condivido - andiamo ad avviare un cammino importante nella direzione che anche i colleghi auspicano da tempo.
Sappiamo che per l'agricoltura la risorsa idrica è fondamentale, quindi ritengo che, anche a seguito delle osservazioni che sono state fatte dai colleghi, ma che anch'io ho avuto modo di fare, si renda necessario un intervento consistente - che per la verità è già stato avviato - da parte della Regione.
Se ricordate, nella riunione di lunedì scorso della Commissione all'agricoltura abbiamo approvato un provvedimento riguardante la costituzione dei consorzi di secondo grado, rispetto a tutte le province del Piemonte.
Un riordino nel settore è, dunque, importante ma sono naturalmente importanti anche gli investimenti.
Questo emendamento va proprio in quella direzione, aiutandoci a percorrere un cammino verso la modernizzazione di una rete irrigua che come ricorda spesso il Vicepresidente Riba, non vede grandissimi interventi fin dai tempi di Cavour.
In questa direzione, considero importante approvare e sostenere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Mi fa piacere che con quattro righe si affronti un problema come il caso del Moiola, che in Provincia di Cuneo è dibattuto dal 1918. Ricordo alcune cartoline che riproducevano un lago, alle quali era legata una leggenda su un mugnaio del primo paese che sarebbe stato sommerso da questa grande opera, morto suicida. Aveva fatto scalpore l'ipotesi della diga chiamata del Gaiola-Moiola.
E' veramente sorprendente che si operi in questo modo, utilizzando il trenino della legge finanziaria. Tra l'altro, l'Assessore ha parlato del Moiola il giorno prima a Cuneo, facendosi qualche autogol, perch probabilmente coloro coinvolti nei lavori pubblici sono interessati alla questione, ma le popolazioni locali avranno sicuramente qualche problema.
Al di là di questo aspetto, è francamente discutibile fare un'operazione di questo genere, con questo strumento. Vedo, tra l'altro che con quattro righe si affronta anche il problema dell'antidoping, quando da più di un anno è presente una proposta di legge firmata da tutti i Gruppi, sull'argomento.
Il giornale ovviamente ne parla intitolandolo: "Il problema dell'antidoping", senza articolarlo, con l'utilizzo di alcune formulazioni che, tra l'altro, sono prese proprio dalla proposta di legge firmata da molti colleghi anche della maggioranza.
Questo è un modo di procedere che offende il lavoro dell'Assemblea elettiva e il ruolo dei Consiglieri regionali; è un modo di interpretare il ruolo della finanziaria su alcune materie come un meccanismo di cattiva operatività, di tamponamento, di interventi molto discutibili.
Pertanto, il fatto che la questione del Moiola passi in questo modo perché l'Assessore lo annuncia ed ha la pezza d'appoggio, mi porta a domandarmi cosa ci stia a fare questa Assemblea elettiva! Affrontiamo la questione per rete telematica o videoconferenza, mandateci una comunicazione con le caselline da barrare! La Presidenza dovrebbe, di concerto con la Giunta, inviarci un quesito corredato di caselline e noi barriamo le varie opzioni "sì", "no" "astenuto" e poi lo rispediamo, perché ha la stessa funzione. Questi sono modi di operare che delegittimano il ruolo dei Consiglieri regionali.
Questa è una grandissima operazione, io non discuto il merito che ha una sua rilevanza e importanza, ma giocata in questo modo è discutibile. Ancora più discutibile e propagandistico se pensiamo che questa proposta di legge, che é stata elaborata e discussa sentendo anche molti Consiglieri della maggioranza, sia poi alla fine approdata con sette righe di operazione della Giunta. Francamente, è deludente, è sconfortante ed è un ruolo tra i peggiori utilizzare lo strumento della Finanziaria.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Sono rimasto colpito da questo emendamento perché non si capisce bene lo scopo. Lo scopo, come ci ha spiegato il Consigliere Mellano, viene illustrato nel corso degli incontri dai funzionari o dallo stesso Assessore Cavallera. La curiosità è legata al fatto di capire se questo emendamento è stato presentato dall'Assessore all'Agricoltura o dall'Assessore all'Ambiente, una certa incompatibilità tra i due assessorati, su questo tema, esiste.
Credo di essere tra quelli, non credo che siano in molti, che in Consiglio continua a sottolineare tutte le problematiche negative collegate alla costruzione degli invasi e alle realizzazioni delle dighe. Come abbiamo sentito dalle parole del Consigliere Bolla, è chiaro che quando si pensa di realizzare questi invasi si pensa all'agricoltura. Siamo di fronte ad una delle tante incongruenze che viviamo in questo Consiglio perché ogni decisione, ogni discussione che facciamo, la facciamo a compartimenti stagni. Costruiamo in montagna delle dighe per portare l'acqua in pianura roviniamo e non roviniamo le valli alpine, per sostenere un'attività altrove. Un'attività che potrebbe benissimo vivere e sostenersi anche senza gli invasi e senza la necessità di grandi irrigazioni, se solo si cambiassero gli indirizzi produttivi. Cambiare gli indirizzi produttivi vuol dire, ad esempio, pensare a quelle coltivazioni agricole di qualità che dovrebbero essere il fiore all'occhiello della nostra agricoltura, e non la cerealicultura intensiva del mais che, a quanto risulta, non credo sia ascrivibile tra le produzioni agricole di qualità. Sappiamo bene che la coltivazione del mais è quella che richiede più acqua al nostro territorio. Sappiamo, invece, che il mais è una di quelle tipiche coltivazioni che si prestano ai giochi delle multinazionali per far passare i semi transgenici, nonostante i controlli.
Tutte queste cose dovremo saperle, dovremo metterle insieme visto che l'anno scorso abbiamo fatto una grande campagna mediatica sulla distruzione di ettari di mais (soluzione che, nel mio piccolo, avevo approvato). Il problema è capire se noi vogliamo continuare in questo sistema, ovvero vedere i nostri diversi settori o comparti produttivi tutti separati per cui continuiamo a proporre mega dighe in montagna dimenticando, ad esempio come dimostrano gli studi fatti sugli invasi realizzati, che più della metà degli invasi che abbiamo realizzato in Italia non raggiunge neanche la metà della capienza per il qual è stato progettato; dimenticando che l'evaporazione, talvolta, porta via più acqua di quella che viene utilizzata e l'acqua asportata viene sottratta all'ambienta diventando un fenomeno negativo per lo stesso. Dimentichiamo tutte queste analisi concrete e oggettive per una progettualità che non è neanche legata ad una vera progettualità, ad un vero piano. Credo che la soluzione più logica anche per l'emendamento, è quella di non utilizzare la Finanziaria come "autobus" su cui caricare una serie di altri strumenti legislativi, ma ritirarlo e pensare ad una legge apposita.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie Presidente. La prego di restare vigile, Presidente, perché non si è accorto che gli ultimi dieci emendamenti danno l'idea di una compagine aristocratica. Lei sta fuggendo, in modo disordinato, portandosi via l'argenteria. Se esamina attentamente gli 11 emendamenti, sono tanti piccoli atti redatti da ogni singolo Assessore, come se vi foste spartiti il bottino cercando di salvare il salvabile. Dall'emendamento elaborato dall'Assessore Casoni quello relativo ai treni, all'emendamento dell'Assessore Leo sul luogo di culto, sono tutti articoli usati in modo irrituale nell'ambito di una legge finanziaria. Bastava semplicemente indicare un altro percorso, che non necessariamente era quello dell'aula poteva esser quello dell'esame approfondito in Commissione e dell'attenzione rispetto a tutti i luoghi di culto. Oggi lei impone, come maggioranza, una scelta. Ognuno di questi risponde a queste caratteristiche.
Una fuga un po' disordinata che esce dall'organicità nella quale si dovrebbe collocare una legge finanziaria. Sapendo che questo è l'ultimo bilancio, tanto vale cercare di portarsi a casa quello che è possibile portare. Chiaramente è l'ultimo bilancio di una compagine che ha piena consapevolezza che non tornerà a governare questa Regione e sta cercando di salvare il salvabile, con tutta una serie di atti un po' clientelari un po' di parte che poco si sposano persino con il programma di governo con il quale vi siete presentati a governare questa Regione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 43 (che diventa articolo 34).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 44 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): "Articolo 24 quater (Autorizzazioni di spesa di fondi regionali per gli anni 2005 e 2006 per il finanziamento del Piano di Sviluppo Rurale PSR 2000 2006) 1. Per il finanziamento delle quote a carico del bilancio regionale nello stato di previsione della spesa sono autorizzati stanziamenti sulla UPB 11012 nella misura complessiva di euro 38.210.000,00 per l'anno 2005 e di euro 54.420.000 per l'anno 2006, con le seguenti finalità: a) a titolo di cofinanziamento regionale del Piano di Sviluppo Rurale PSR 2000-2006 è autorizzata la spesa di euro 20.000.000,00 per l'esercizio 2005 e di euro 36.610.000,00 per l'esercizio 2006 b) a titolo di finanziamento regionale degli aiuti di stato aggiuntivi di cui agli articoli 51 e 52 del Regolamento (CE) n. 1257/1999 e previsti al capitolo 16 del Piano di Sviluppo Rurale PSR 2000-2006 è autorizzata la spesa di euro 18.210.000,00 per l'esercizio 2005 e di euro 17.810.000,00 per l'esercizio 2006.
2. Al fine di migliorare le capacità di esecuzione e di sorveglianza nell'attuazione del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 e della riforma della PAC di cui ai Regolamenti CE n. 1257/1999 e s.m.i. e n. 1782/2003 e di agevolare l'operatività dell'Organismo pagatore regionale di cui alla legge regionale n. 16/2002, con apposito regolamento del Presidente della Giunta regionale, sentito il Comitato Tecnico di cui all'articolo 8 della legge regionale 8 luglio 1999, . 17 (Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia agricoltura, alimentazione, sviluppo rurale caccia e pesca), saranno disciplinate le attività e le procedure nell'ambito del sistema informativo agricolo regionale della pubblica amministrazione piemontese.".
La parola all'Assessore Pichetto Fratin per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Relativamente all'emendamento, una prima parte, riguarda la definizione delle quote precise del cofinanziamento regionale al piano di sviluppo rurale, quindi si tratta delle somme predeterminate come monte globale.
L'Assessore all'agricoltura, per quanto riguarda il piano di sviluppo rurale, le individua con precisione, assegnando le quote direttamente agli anni 2005-2006, quindi anche per i programmi triennali.
Il secondo comma, invece, riguarda i meccanismi del cosiddetto "organismo pagatore", quindi dei regolamenti di attuazione e le procedure tecniche che vengono delegate alla Giunta regionale, per quanto riguarda i meccanismi di funzionamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Mi rivolgo alla cortesia all'Assessore Pichetto, perché non sostenga più, con l'autorevolezza della sua professionalità, proposte di questo livello. Dobbiamo poterci fidare, sicuramente entro certi limiti, per non ci si può svegliare adesso, nell'assestamento di bilancio, e dire che c'è il piano di sviluppo rurale - che è in funzione da tre anni ed è quasi finito - e dobbiamo inserire quote di cofinanziamento del medesimo piano.
Queste quote di cofinanziamento si devono decidere attraverso una valutazione. Naturalmente, erano a disposizione come fabbisogno e come esigenza per la redazione del bilancio di previsione, ma non riesco a capire, Assessore Pichetto, come diavolo avesse 54 miliardi, più gli altri qui segnalati, e, soprattutto, dove li aveva messi, per fare il bilancio preventivo? Vede che quando dico che ce n'è dappertutto...



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Questa è la quota di cofinanziamento che è nel faldone indistinti dei cofinanziamenti. Riguarda il piano di sviluppo rurale che avrà un'entità di un miliardo di euro ed ha automaticamente, per contratto di allora, una quota di finanziamenti e di cofinanziamento regionale di circa il 15% sul piano di sviluppo rurale. Saranno, quindi, 40 milioni di euro all'anno, se è un miliardo di euro, che devono essere applicati.
In realtà, non è così automatico - ne avevamo già parlato in Commissione - che si inserisce un quaranta nell'anno fissi, cioè c'è un piano modulato nei vari anni.
In questo caso, la quota, fino a completamente del piano di sviluppo rurale, invece di richiamarla anno per anno o, addirittura, atto amministrativo per atto amministrativo, l'Assessorato all'agricoltura prende quello che è il proprio programma (per il triennio non sarà più di un miliardo di euro, ma saranno 300/400 o 500 milioni di euro, compreso il finanziamento) e lo modula già sul 2005 e sul 2006. I cattivi potrebbero dire che l'Assessore Cavallera decide già per il 2005 e per il 2006, ma in realtà non è così, perché sappiamo bene che questo piano viene approvato dai Comitati di sorveglianza del fondo di sviluppo rurale e prevede una scansione triennale. Lo potrei fare anche per il fondo sociale europeo, ma in questo caso ho dei programmi che vanno meno sui particolari ed insistono su blocchi più consistenti. Non lo faccio con un articolo, rimane già nell'ambito del procedimento amministrativo e viene predisposto con un provvedimento amministrativo ordinario.
Questa è la questione. Questa parte finanziaria non è una maggiore somma stanziata o, soprattutto, dov'era. Prende, dal capitolone cofinanziamenti e lo assegna già nei suoi capitoli.
La sostanza è questa. La seconda parte, invece, è di delegificazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Il problema è che, per quanto riguarda l'allocazione delle risorse per il 2005 e per il 2006, ed anche minimo di informazione su come stanno i conti dell'agricoltura (del quale penso sia molto difficile capire, ma è una situazione che prima o poi bisognerà superare), non c'è nessuna ragione per cui occorre farlo con un emendamento. Se era importante, lo si doveva inserire nel provvedimento. Non è insorto nulla da allora per cui bisogna metterlo qui, se non il fatto che magari serve a fare bella figura per ragioni del tutto contingenti, che si potrebbero chiamare persino elettorali. Potrebbe già essere una giustificazione nobile, perché l'altra è solo di un'incomprensibile gestione delle partite.
Devo aggiungere, per quanto riguarda il secondo comma, che è ancora meno chiaro perché "Al fine di migliorare la capacità di esecuzione di sorveglianza nell'attuazione del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 e della Riforma della PAC......saranno disciplinate le attività e le procedure nell'ambito del sistema informativo agricolo-regionale della pubblica amministrazione. Ma cosa vuol dire? Questo non ha bisogno di essere scritto in una legge, in un emendamento alla finanziaria.



(Commenti in aula)



RIBA LIDO

Lo abbiamo approvato sei mesi fa. Non si può scrivere "saranno", deve dire di che cosa ha bisogno, visto che gli abbiamo approvato una legge come la volevano, come l'hanno scritta; gli abbiamo anche detto che non andava bene, se è per questo, la riportano, portano una modifica alla legge, ma non scrivono "saranno disciplinate le attività e le procedure nell'ambito del sistema informativo agricolo regionale della Pubblica Amministrazione".
Questo - converrà l'Assessore - non è un emendamento da inserire in una finanziaria, perché non dice niente, non c'è la sostanza, non serve a niente. Quindi questa roba dovrebbe essere tolta, almeno il secondo capoverso dovrebbe essere tolto e anche il primo non può essere proposto così, obiettivamente, perché il finanziamento del Piano rurale è qualcosa che riguarda qualche centinaio di miliardi, alla fine. Rispetto l'allocazione delle risorse - almeno questo - è previsto dalla legge che ci sia il pronunciamento della Commissione competente; è previsto, quindi non si può fare questo.



PRESIDENTE

Suggerisco una modifica tecnica: al comma 2, inserire "con apposito provvedimento di Giunta regionale", non "Regolamento del Presidente della Giunta regionale".



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 45 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): al secondo periodo del 2 comma dell'articolo 16 eliminare le parole "compresi i liquidi (percolato)".
Dopo il 2 comma aggiungere il seguente "2bis. I soggetti che gestiscono impianti di trattamento dei rifiuti corrispondono, esclusivamente per il percolato di discarica, ai comuni sede degli impianti di discarica un contributo minimo annuo di 0,05 euro ogni 100 Kg di rifiuti sottoposti nell'anno alle operazioni di trattamento. L'applicazione del predetto valore decorre dalla data di pubblicazione della presente sul Bollettino Ufficiale".
Con l'emendamento proposto si individua chiaramente la tipologia di rifiuto soggetto a contributo (percolato di discarica) e si definisce in 0,05 euro ogni 100 Kg la relativa aliquota di tale contributo.
L'Assessore Pichetto intende ritirarlo?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

Viste le facce, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 46 presentato dai Consiglieri Manica, Riba Marcenaro, Ronzani, Placido, Suino, Muliere, Papandrea, Di Benedetto Giordano, Moriconi, Tapparo, Deorsola, Caracciolo, Chiezzi: è aggiunto l'art. 24 quinquies così come segue: "Art. 24 quinquies (Interventi in materia di trasporto pubblico locale) La Regione Piemonte al fine di sostenere il trasporto pubblico locale stabilisce per l'esercizio 2004 per un proprio stanziamento pari a 20 milioni di euro.
La UPB n. 26031 è aumentata per euro 20 milioni.
La relativa copertura finanziaria è garantita mediante rinegoziazione dei mutui in essere utilizzando un tasso variabile ed una durata di 30 anni".
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Non so cos'abbia inteso il collega Cattaneo, ma questo è uno degli emendamenti che fanno parte della manovra che noi avevamo presentato, ed è in particolare quello sul trasporto pubblico locale, sul quale abbiamo avuto dall'Assessore Pichetto e dalla maggioranza una risposta molto interessante. Ci hanno detto che sul trasporto pubblico locale relativamente a questo emendamento, non erano disponibili a spostare neanche una lira rispetto alle previsioni che nel bilancio la Giunta regionale aveva già fatto su questi capitoli. Neanche una lira, dopodiché a questo punto, dal momento in cui abbiamo concluso la discussione sulla partita anziani in cui, per arrivare ad aumentare di qualche milione di euro, non so che cosa si sia dovuto fare e quali ordini di dibattiti si siano dovuti fare in quell'aula, da quel momento in poi sulla spesa corrente non c'era più niente, rispetto al bilancio della Regione non si poteva più toccare una lira e una virgola da nessuna parte, era tutto impegnato, era una situazione disastrosa; da quel momento in poi, abbiamo assistito ad una raffica di emendamenti della Giunta regionale, solo qualcuno su spese d'investimento, gran parte su spesa corrente, che spostavano soldi da una parte e dall'altra e, dulcis in fundo, qualcuno che cercava di essere più fondato anche nella sua struttura clientelare qualcuno che francamente, anche data l'ora, aveva degli aspetti che potevano suscitare, se non fossero state delle cose gravi perch utilizziamo denaro pubblico, degli elementi di ilarità.
In particolare, su tutta la partita che riguarda il trasporto ferroviario, avete appena votato, facendo vostri due emendamenti di Gruppo due stanziamenti su cui c'è stata la discussione che c'è stata. Sul trasporto pubblico locale, invece, siete riusciti a dirci che non c'era una lira. Trasporto pubblico locale che - ve l'abbiamo ricordato a lungo - per effetto di una Bassanini, è diventato materia d'intera competenza regionale sulla base del principio enunciato dalla normativa Burlando, che io ritengo giusta e riconfermo nel suo spirito e nell'intendimento con cui questa è stata approvata dal Parlamento di decentralizzare la gestione del trasporto pubblico locale, di rompere centralistici carrozzoni che non consentivano di rispondere in tempo reale ai fabbisogni e alle esigenze, per mettere in capo alle Regioni, e dalle Regioni alle Province e ai Comuni con un trasferimento di competenza, non solo gli elementi di programmazione, ma gli elementi di gestione e gli elementi di controllo su tutta la partita del trasporto pubblico locale (stiamo parlando di quello ferroviario come di quello su gomma, del complesso del trasporto pubblico locale).
Dal momento in cui tutta questa partita è arrivata alla Regione Piemonte, anziché assistere a un intervento programmato che intervenisse sugli elementi di bisogno e sul fabbisogno in modo reale, abbiamo assistito all'esplodere di una serie di contraddizioni e di difficoltà. Sono aumentati a dismisura i comitati di pendolari furibondi per il funzionamento dei treni; non sono stati applicati rigidi contratti nei confronti delle ferrovie, visto che sulla base di questa legge in mano alla Regione c'è una possibilità di contrattazione vera e anche di sanzione perché si possono applicare le penali alle ferrovie per i ritardi dei treni di cui il Piemonte conosce il record, per le caratteristiche delle carrozze, del materiale ferroviario con cui i passeggeri sono costretti a viaggiare, ma questo non si è mai realizzato e alla fine di tutto si è inserito anche il Memorario che ha migliorato la qualità di vita degli utenti in modo significativo e così possiamo dire per il resto del trasporto, per il raccordo tra trasporto pubblico ferroviario e il trasporto su gomma.
Detto questo, noi siamo veramente stupefatti che voi non abbiate trovato una lira per dare una risposta positiva, se non nell'ordine di 20 milioni, almeno avanzando una proposta magari che ribassasse questa cifra ma che fosse un ordine di risposta per intervenire su questa problematica posta dal nostro emendamento. Avete pensato bene di non trovare una lira e intanto si sussegue la sequela degli emendamenti da voi presentati con le caratteristiche degli ultimi cui abbiamo assistito in questo momento. Ma che cosa credete che sia la finanziaria? Pensate che sia lo strumento in cui si possono inserire fuori sacco, all'ultimo momento, tutte le esigenze di tutti gli Assessori di cose o che si erano dimenticate prima o che si vergognavano di rendere esplicite perché stavano al di fuori di qualsiasi forma di programmazione, ma rispondevano solo ad altre logiche? Le ultime ore in quest'aula sono state stupefacenti: dalla fine della discussione dell'ultimo nostro emendamento, che faceva parte della manovra quello, cioè, relativo agli anziani, sono susseguiti una serie di emendamenti stupefacenti.
Vorrei capire a questo punto, di fronte ad un intervento strutturale e importante come questo, qual è l'atteggiamento della Giunta, Assessore Pichetto, soprattutto dopo che lei ha accolto quei due emendamenti che relativamente alle questioni ferroviarie, se ne occupavano in modo così marginale, spesso sbagliato, ridicolo, se non tragico, perché usavamo soldi pubblici.
Voglio vedere, adesso, con che coraggio lei dice di no.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Chiedo scusa ai colleghi, ma stiamo discutendo di una questione importante, perché ho l'impressione che, per apparire sui giornali e per dare delle risposte ai Comitati che insorgono rispetto ai disagi sui treni in quest'aula ogni tanto si intervenga presentando ordini del giorno dopodiché non solo non si discutono, ma vengono addirittura dimenticati. E quando si tratta, poi, di dare delle risposte concrete e precise, si sorvola e, come in questo caso, come ha ricordato poc'anzi la collega Manica, si interviene in modo sbagliato, come abbiamo fatto con gli emendamenti precedenti. Su questo argomento si dice, appunto, che non è possibile dare alcuna risposta.
Si tratterebbe, Assessore, anche qui, di una dimostrazione precisa di volontà. Noi abbiamo chiesto 20 milioni di euro. L'Assessore potrebbe trovare, come abbiamo fatto per altre questioni importanti (gli anziani o il sostegno alla locazione), una possibilità di incremento da questo punto di vista, perché a quel punto dovremmo incontrare i Comitati.
Abbiamo chiesto di incontrare i Comitati: l'Assessore Casoni lo ha fatto per conto suo, in qualche modo non ascoltando neanche la Commissione competente. Abbiamo chiesto all'Assessore di venire in Commissione e di concordare un'azione comune - Commissione e Assessorato - per incontrare i Comitati e sentire quali sono le problematiche, che sappiamo essere tante come abbiamo denunciato in quest'Aula. Ma adesso, cosa gli dobbiamo dire? Dobbiamo dire che oltre a Tizio, a Caio e a Sempronio che non pagano il biglietto, non c'é nessun'altra risposta da parte della Regione Piemonte.
Ma poi, perché? Perché non ci sono soldi e li impieghiamo in altro modo sempre all'interno della voce "Trasporti".
Credo sinceramente che non si faccia un buon servizio.
La Regione - lo ha spiegato poco fa la collega Manica - ha delle competenze chiare e precise: deve intervenire da questo punto di vista.
Ecco perché ritengo che non dare una risposta in questa direzione, o meglio, dare una risposta sbagliata o quantomeno discutibile, come abbiamo fatto in precedenza, non sia un atteggiamento serio.
Credo che occorra intervenire, perché non è questione da poco: Assessore, visto che ha incontrato i Comitati, sa che non è una questione limitata soltanto agli orari, perché esistono delle problematiche e dei seri disagi per chi viaggia quotidianamente, in particolar modo sui treni (ma non solo), e noi dobbiamo dare delle risposte.
Rispondere "no" a questo emendamento è un atteggiamento estremamente sbagliato, che dovremmo denunciare illustrando che cosa è avvenuto questa notte, spiegando quali sono stati gli emendamenti approvati e quali quelli bocciati. Spiegheremo ai Comitati che questa è l'attenzione che c'è, da parte della Regione Piemonte, nei loro confronti.
Anche in questo caso, Assessore ai trasporti e Assessore al bilancio sarebbe opportuno dare una dimostrazione di volontà, come abbiamo cercato di dare su altre grandi questioni che sono state oggetto di discussione in queste giornate di confronto.
Credo sia opportuno impegnare delle risorse in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Casoni, emerge una sproporzione tra i problemi del sistema ferroviario piemontese - una parte dei quali, ne do atto, vengono affrontati con l'accordo di programma che la Giunta ha sottoscritto con il Governo e il Ministero dei trasporti, ma che prevede interventi soltanto su una parte della rete ferroviaria piemontese - e il fatto che questa finanziaria si sia interessata della politica dei trasporti ferroviari unicamente per un provvedimento, perché ha stabilito che gli appartenenti alle Forze dell'Ordine non pagano il biglietto. Questo è il punto.
Questa è la legge finanziaria: voi potete intortarla, come dice il collega Riba, raccontando che lo fate per la sicurezza; nessuno vi crederà perché naturalmente anche un bambino dell'asilo è in grado di capire che quella cosa con la sicurezza c'entra poco o nulla, per quanto vi siate sforzati da dare una lettura positiva per valorizzare questo provvedimento.
Noi avremmo potuto, invece, rinegoziare quell'accordo di programma prevedendo, ovviamente, di destinare - in questo caso sì - stanziamenti in conto capitale per gli interventi sul materiale rotabile e sugli impianti fissi. Perché lei mi insegna che vi sono ormai segmenti del sistema ferroviario regionale piemontese che non sono interessati ancora da una politica di ammodernamento. Potrei citare dei casi che mi riguarderebbero troppo da vicino, ma lì è evidente che avete deciso di non interessarvi di quelle tratte ferroviarie per il momento, dove esiste, invece, un problema di materiale rotabile, di impianti fissi e di elettrificazione di quelle tratte. È un terreno tipico nel quale si può fare una politica di investimenti, e la si potrebbe fare insieme alle Ferrovie e allo Stato.
Qui esiste, allora, un problema di priorità. Ecco la prova provata: questa sera abbiamo deciso investimenti in conto capitale, le cui risorse sono state reperite in bilancio, per fare altre cose. I disagi dei pendolari, Assessore Casoni, come i ritardi, sono il prodotto anche di questi mancati investimenti, che non vengono realizzati per il momento su una parte significativa del sistema ferroviario piemontese.
Quale migliore occasione per dire: "Noi scegliamo di valorizzare la mobilità con questa finanziaria, e quindi pensiamo che una parte delle risorse in conto capitale vada investita lì"? Questa scelta non l'avete fatta. Avete fatto, invece, una legge finanziaria che dice ad una minoranza dei piemontesi: "Guardate che voi non pagherete il biglietto del treno", in una fase nella quale, invece, emerge un problema di riorganizzazione del sistema ferroviario e un modo per attuarla è sicuramente quello di concentrare risorse in quella parte della rete non ancora toccata in questa fase dagli accordi di programma che voi avete sottoscritto con Trenitalia e con lo Stato. Qui si evince qual è la logica che ha ispirato le scelte contenute in questa politica finanziaria: una logica assai poco di sistema e parlo in generale - e molto rivolta a soddisfare esigenze legittime dell'uno o dell'altro Assessore, fuori da qualsiasi criterio di programmazione.
Ciascuno aveva le proprie esigenze, le ha discusse nella Giunta; gli Assessori hanno, ovviamente in rapporto alle competenze e alla forza politica che esercitano, accampato una serie di esigenze e pretese.
La finanziaria è la somma di queste pretese o di quelle che avete ritenuto di accogliere, ma tutto questo c'entra poco con l'esigenza di impostare una manovra, avendo chiari alcuni principi e alcuni criteri e una volta chiari i principi e i criteri, far discendere da questi l'elenco delle priorità cui orientare e destinare quelle poche risorse finanziarie regionali che pensavamo di investire.
Questa è la finanziaria che, relativamente al trasporto ferroviario dice ai piemontesi che abbiamo scelto di non far pagare il biglietto agli appartenenti delle Forze dell'Ordine.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Tocca anche a me ricordare quello che tutti hanno ricordato, cioè lo spettacolo al quale abbiamo assistito in queste ultime due ore.
Nel corso di questi giorni (ancora questa mattina), ci siamo impegnati a ridurre all'essenziale le questioni sulle quali concentrare una discussione e un confronto per verificare convergenze e divergenze e portare verso un risultato complessivo la discussione sul bilancio, con uno sforzo di selezione, rigore e priorità.
Ci siamo, invece, trovati di fronte, con la partecipazione unanime della maggioranza, ad una scena nella quale l'esigenza e l'urgenza del bilancio hanno ceduto il posto alla priorità di soddisfare i tanti piccoli appetiti di questo o quel gruppo di Consiglieri, privi di qualsiasi logica.
La vicenda riguardante il trasporto locale è il riscontro di questo aspetto.
Come è stato detto, abbiamo approvato due emendamenti per un valore di circa 875 mila euro, che invece di rappresentare un tentativo di risposta al duplice problema esistente sul trasporto locale (quello della sua modernità e della sua efficienza e, contemporaneamente, anche quello del suo costo), sono state indirizzate per dare piccole risposte particolari alle esigenze clientelari di questi gruppi.
Troviamo, in questo, la conferma di una logica, di uno stile e di un atteggiamento generale di questa Giunta. Esiste un problema di risorse volto a sostenere il consumo, in particolare quello delle fasce deboli, e a costruire delle politiche tariffarie di abbonamenti che siano sostenibili sia nel trasporto ferroviario sia nel trasporto su gomma. Esiste, inoltre e questo è il punto più importante - il problema della modernizzazione del sistema dei trasporti, sul quale c'è un'arretratezza delle politiche della Giunta regionale.
Ci pare che sia il rapporto con Trenitalia, per la gestione del trasporto locale su ferro, sia il modo in cui è stata gestita la questione e la relazione con le aziende e le imprese di trasporto locale su gomma segnalino una difficoltà del governo regionale ad assumere degli indirizzi seguendo le tendenze più conservatrici, che naturalmente riguardano tutti in una regione come la nostra, dove ci sono città e province amministrate dal centrodestra e città e province amministrate dal centrosinistra.
So bene che il rinvio della messa a gara delle concessioni, per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, è questione che ha interessato anche aziende amministrate e orientate da Giunte di centrosinistra, ma voi non siete dei dirigenti d'azienda, non siete dei dirigenti che possono avere legittimamente la preoccupazione di tutelare la propria situazione. Il compito della Giunta regionale, più di quello di un'Amministrazione locale dovrebbe essere un compito di governo, cioè spingere in direzione di una razionalizzazione.
Cosa è avvenuto in questo? Quale impresa si è caratterizzata come impresa in grado di crescere in questa situazione e di utilizzare questo nuovo contesto per maturare un'esperienza che le permettesse di espandersi ed allargarsi? Assessore Casoni, se oggi dovessimo fare una valutazione di fronte a una prospettiva di gare e concessioni, avremmo il timore delle aziende provenienti dall'esterno. Quante sono le aziende locali in grado di andare all'esterno, se si toglie l'azienda torinese? Quante aziende locali ci sono oggi? Può darsi che lei abbia un elenco più completo del mio; a me pare che non ce ne siano molte e che tutti oggi siano in forte difficoltà.
Per questo motivo è preoccupante la negazione di risorse che non siano quelle semplicemente finalizzate al soddisfacimento del particolare, come voi le avete gestite.
Insistiamo su questi punti per chiedere un cenno o un'interlocuzione.
Naturalmente, prendiamo atto del fatto che, risolto il problema delle piccole cose clientelari, cade addirittura l'interesse al confronto e alla discussione politica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni, per la risposta.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Per ricondurre tutto a un ragionamento abbastanza semplice, gli emendamenti approvati generavano globalmente 875 mila euro e andavano a coprire due settori. Gran parte di questi si accolleranno alle Ferrovie nel senso che i 370 mila euro che diamo per la Polizia sono una parte dei due milioni e mezzo di costi previsti che le Ferrovie si accolleranno così come quelli che abbiamo dato (500 mila euro) per permettere alle persone handicappate di utilizzare anche il trasporto ferroviario regionale.
Questi sono costi ben maggiori, che nel contratto di servizio rappresentano le quote parte degli accordi di programma stipulati all'interno dei contratti di servizio.
Per quanto riguarda, invece, il sistema del trasporto pubblico locale il nostro problema è un altro: è quello di rinnovare il materiale rotabile che non è rinnovabile su questi capitoli, bensì su altri, anche su leggi nazionali, in quanto i servizi erogati sono, a detta delle Province, più che sufficienti. Ognuno di voi si può rendere conto di quanti autobus si vedano circolare e, in alcuni periodi, vediamo un tasso di passeggeri che si avvicina difficilmente al 30% medio della capacità di capienza dei mezzi. Nella regione Piemonte il servizio di trasporto pubblico locale è già esteso, molto ramificato, molto più potente che in altre regioni e non ci giungono segnalazioni di intensificazioni di linee né dalle Province n dai Comuni. Le risorse richieste dai Comuni vengono sempre soddisfatte così come le richieste che vengono dalle Province, proprio perché loro stessi si rendono conto della necessità di questo capitolo che, lo ricordo genera finanziamento per 400 milioni di euro annui sulla regione Piemonte.
Non è una cifra insignificante di attenzione che la regione Piemonte dedica al trasporto pubblico locale, sono 800 miliardi delle vecchie lire che noi dedichiamo scientemente. Altre Regioni di colorazioni politica simili o diverse non generano in rapporto a quello che è il servizio offerto.
Sulle altre considerazioni, così come per gli scuolabus, sono esigenze che si manifestano in aula, ma non si manifestano dal punto di vista delle richieste in quanto, ripeto, tutte le richieste che i Comuni e le Province hanno avanzato sono state esaudite. Noi rileviamo che forse c'é da ottimizzare, più che da aggiungere, c'é da fare in modo che la gomma e il ferro non si sovrappongano su certe linee. Noi auspichiamo che sia sempre la gomma a favore del ferro. Vediamo autobus vuoti che viaggiano di fianco a linee ferroviarie con le stesse fermate, allora sarà il caso di eliminare quegli autobus perché è inutile far fare lo stesso percorso a due mezzi di trasporto pubblico locale. In questo settore non ci riteniamo secondi a nessuno.
Sulle gare d'appalto devo dire che già alcune aziende piemontesi hanno partecipato a gare esterne laddove si sono esternalizzate in rapporto alle proprie potenze; è logico che ATM e GTT possono competere su mercati pari su città di un milione di abitanti. Quindi con Bologna, Napoli, ecc.
L'azienda di Cuneo può competere con Avellino. Vi posso garantire che l'azienda di Cuneo e competitivissima ad Avellino, non viceversa quando sarà aperto il mercato e le azienda piemontesi premono perché le gara vadano velocemente.
Questo per rispondere alle motivazioni esposte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 51 presentato dai Consiglieri Manica, Riba Marcenaro, Ronzani, Placido, Suino, Muliere, Papandrea, Di Benedetto Giordano, Moriconi, Tapparo, Deorsola, Caracciolo, Chiezzi: è aggiungo l'articolo 24 sexies "Articolo sexies Alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 23 settembre 2003, n. 23 (Disposizioni in materia di tasse automobilistiche) dopo la parola 'incendi' sono aggiunte le parole 'e di protezione civile'".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 51 (che diventa articolo 35).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 52 presentato dai Consiglieri Manica, Riba Marcenaro, Ronzani, Placido, Suino, Muliere, Papandrea, Di Benedetto Giordano, Moriconi, Tapparo, Deorsola, Caracciolo, Chiezzi: è aggiunto l'articolo 24 septies "Articolo septies Al comma 2 dell'articolo 22 della legge regionale 2/2003 (Legge finanziaria per l'anno 2003) dopo le parole 'con deliberazione della Giunta regionale' sono aggiunte le parole 'che verrà adottata entro e non oltre 30 giorni dalla data di approvazione della presente legge'".
Tale emendamento viene ritirato.
ARTICOLO 25 (diventa articolo 36) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 25 (diventa articolo 36).
Il Consiglio approva.
Sono stati presentati i seguenti ordini del giorno: ordine del giorno n. 913 inerente a "Garanzia assicurativa del dirigente medico" presentato dai Consiglieri Burzi, Cattaneo, Gallarini ordine del giorno n. 914 inerente a "Utilizzo fondi di riequilibrio e addizionale IRPEF per evitare a Aziende Sanitarie Ospedaliere squilibri di gestione" presentato dai Consiglieri Angeleri, Costa R., Cattaneo, Rossi O., Godio.
Io non posso stravolgere il Regolamento, purtroppo, devo metterli in votazione prima della votazione dell'intero testo, se sono collegati, ex articolo 78. A meno che non vengano classificati come non collegati.
Apriamo il dibattito.
La parola al Consigliere Burzi sull'ordine del giorno n. 913.



BURZI Angelo

Il capogruppo Cattaneo ha deciso che questo ordine del giorno non è collegato - qualunque altra cosa serva a toglierlo da questa riunione - dal momento che pare che l'aula non consenta più nemmeno la discussione degli ordini del giorno. Credo che la minoranza..



(Commenti in aula fuori microfono)



BURZI Angelo

Presidente, mi disturbano mentre parlano. Siccome mi è parso di capire che la discussione potrebbe protrarsi a lungo, mi rendo conto che...



(Commenti in aula fuori microfono)



BURZI Angelo

PRESIDENTE



BURZI Angelo

Facciamo terminare il Consigliere Burzi, per cortesia.



BURZI Angelo

Allora forse ho capito male quando dicevano tre ore, forse alludevano alle tre ore trascorse.



(Commenti del Consigliere Marcenaro fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Marcenaro, faccia finire l'intervento del Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Gradirei che il Consigliere Marcenaro ripetesse le affermazioni a microfono acceso su questo ordine del giorno, su cui la collega Manica ha detto: "Se viene presentato, noi ricominciamo da capo". Siccome sono certo che avranno voglia di precisarlo, e dato che l'ordine del giorno non lo considero così importante come il bilancio, al momento lo considero ritirato e sarà ripresentato quando i colleghi dei Ds lo riterranno opportuno.
Mi permetterò di informare i colleghi medici che sul punto non potrà essere verificato il tema della retroattività - ma è un problema che riguarda i medici, non noi - e che purtroppo l'aula non ha voluto consentire una discussione.



PRESIDENTE

Passiamo all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 914.
La parola al Consigliere Angeleri per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, è veramente curioso come si ragiona all'interna di quest'aula. Sarà l'ora, sarà la stanchezza, saranno le difficoltà di questi ultimi giorni nel tentativo di approvare una Finanziaria ed un bilancio, ma è certo che noi, come maggioranza, siamo stati - e lo siamo anche questa sera - completamente ostaggi dell'opposizione.
Il problema, cari colleghi dell'opposizione, è che non siamo noi i vostri ostaggi, lo sono i cittadini piemontesi, che non hanno un bilancio votato. Da sette giorni, addirittura, siamo fuori dall'esercizio provvisorio.
Non è esaltante andare avanti con un dibattito di questo tipo, per consentiteci, almeno, di portare qualche indicazione.
Visto che il leitmotiv di queste ultime settimane è stata la sanità anche all'interno della maggioranza (questo è stato recepito, così come voi spesso avete indicato e sottolineato) abbiamo voluto mettere per iscritto in un ordine del giorno collegato, le preoccupazioni più volte emerse in quest'aula e più volte sottolineata dal nostro Gruppo.
Minacciare, come sempre e più volte abbiamo sentito in quest'aula dicendo "Guardate che apriamo una discussione", non basta. Apriamola discutiamone.
Personalmente, non ho nessun timore, visto che ritengo di aver sottolineato, insieme al mio Gruppo, una cosa giusta sulla quale mi pareva che anche voi stessi foste in linea. Non si riesce a capire, ma è sempre la solita logica: se le cose arrivano da voi, sono giuste, se arrivano da noi sono sbagliate.
veramente curioso questo modo di intendere la politica e di concepire un ragionamento per il quale voi siete i depositari della verità e noi i depositari di tutte le falsità che emergono da quest'aula.
Ci siamo permessi di formulare per iscritto quelle che erano alcune preoccupazioni relative all'incremento dei costi assunti in base alla determinazione delle tariffe dei Day Hospital, dei Day Surgery e del relativo finanziamento dei LEA. Ci siamo posti un problema rispetto a quanto la maggioranza e la Giunta si sono anche soffermati, in particolare l'Assessore Galante. Nel rispetto e nelle valutazioni espresse dalla Giunta regionale, ossia nel riparto obiettivo che comporta quello che è il perseguimento della massima qualità distributiva delle risorse finanziarie abbiamo voluto inserire questo ordine del giorno, che impegna la Giunta a tenere in debito conto queste considerazioni.
Quando invitiamo la Giunta ad un utilizzo corretto dei fondi di riequilibrio e dell'addizionale IRPEF, è per evitare che alcune aziende si trovino già in partenza squilibrate rispetto ad altre. È un'indicazione generica - e altrettanto corretta - di una politica sanitaria che noi vorremmo si perseguisse e che mi è parso di capire volesse anche perseguire qualcun altro all'interno di quest'aula, non ultimo l'Assessore, la Giunta regionale, ma anche molti Consiglieri regionali che ho sentito parlare, non certo dai banchi di questa maggioranza.
Ecco perché abbiamo voluto sottolineare queste cose questa mattina. Ci sembrano, non solo importanti, ma anche determinanti da essere inseriti in un ordine del giorno e preventivamente votati rispetto ai documenti soprattutto la Finanziaria e il bilancio, proprio per i motivi che ho appena testimoniato.
Ora siamo qua per discuterne - non sono intervenuto per niente in questo bilancio, quindi consentitemi di sforare di qualche secondo - e per sottolineare questi aspetti. Visto che si tratta dell'ultimo bilancio e l'ultimo esercizio, vorremmo contribuire a dare un contributo,almeno nel settore della sanità, tale da veder ulteriormente migliorati i conti della stessa.



PRESIDENTE

Allora viene mantenuto.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei soltanto chiarire un punto: prima eravamo nella situazione per cui molti colleghi Consiglieri facevano presente che eravamo in tempi strettissimi e limitati, per cui sollecitavano, se non erro un'accelerazione della discussione. Dobbiamo concludere una discussione sulla legge finanziaria e affrontare ancora il dibattito sugli altri documenti.
Al termine di questa discussione - abbiamo appena ritirato un emendamento - sono stati presentati due ordini del giorno che non conoscevamo su una questione relativa alla sanità.
Spero vogliate immaginare che, su una questione così delicata come la sanità, questi ordini del giorno richiedono un esame e una normale discussione.
Ci sembrava quindi di notare una contraddizione tra la sollecitazione e l'urgenza a concludere l'insieme dei nostri lavori entro quei tempi e questa presentazione di provvedimenti.
Dopodiché, ne prendiamo atto. Svolgiamo una normale discussione su questi documenti, punto e basta.
Ovviamente, una discussione su una questione che riguarda il riparto fra ASL e ASO richiede una valutazione di merito. Non l'abbiamo fatta in Aula su questo punto, perché, come sapete, è stata una discussione lungamente affrontata in sede di Commissione, dove proprio la questione del passaggio alla quota capitaria, i problemi che questa comportava, gli elementi che riguardavano, diciamo così, ASL e ASO, e i problemi che si determinavano nei vari territori, sono stati, come il collega Angeleri sa tra i punti più delicati.
Detto questo, siamo qua.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Volevo solo intervenire sul merito dei lavori, se la discussione sull'altro argomento è conclusa.
Avendolo ritirato dal collegamento sulla legge finanziaria...



(Commenti in Aula fuori microfono)



BURZI Angelo

Il mio l'ho ritirato.



(Commenti in Aula fuori microfono)



BURZI Angelo

Avendolo ritirato dal collegamento alla legge finanziaria, per considerarlo iscritto è già automatico o devo chiedere ai colleghi l'iscrizione dell'ordine del giorno?



PRESIDENTE

Per iscriverlo a questa seduta occorre avere 40 voti.



BURZI Angelo

Vorrei iscriverlo, ma non certo discuterlo.



PRESIDENTE

Finita la trattazione di questo punto lo iscriviamo.



BURZI Angelo

La ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliere Manica.



MANICA Giuliana

Con questo ordine del giorno, che si collega alla legge finanziaria, si pone un problema di grande rilievo, che è stato oggetto di gran parte della nostra discussione in Commissione e di gran parte del dibattito sulla sanità, sotteso, non solo dal punto di vista dell'impostazione programmatica, al documento di programmazione economico-finanziaria, ma certamente alla legge finanziaria e poi al bilancio di previsione.
Riteniamo che vi sia stato un utilizzo tardivo della quota capitaria pesata, cioè del passaggio del finanziamento delle ASL e delle ASO sulla base della spesa storica, meccanismo utilizzato in questa Regione dal 1995 fino all'anno scorso, a nostro avviso in modo improprio (abbiamo più volte sollevato questo problema).
L'anno scorso, per la prima volta, si sostituisce questo sistema di finanziamento con la quota capitaria pesata, che, a nostro avviso, è l'unico criterio e strumento oggettivo per finanziarie le aziende sulla base di parametri che possono creare elementi di oggettività nel finanziamento all'interno della Regione.
Che questo sia vero è testimoniato da una serie di vicende in questa Regione: i problemi relativi ai budget aziendali, alcuni sprechi e alcuni scandali all'interno di talune strutture. Durante lo stesso dibattito in Commissione d'inchiesta spesso abbiamo visto come le sperequazioni di finanziamento, o il finanziamento che andava esclusivamente in alcune direzioni, su alcune aziende e su alcuni territori rispetto ad altri conoscesse dei meccanismi che avevano degli elementi di discrezionalità piuttosto ampi.
Nel momento stesso in cui rilevavate dei deficit, una volta certificati da una società da voi opportunamente incaricata, le misure che si prendevano erano misure tipo quella famosa delibera del "buon governo", per cui si tagliava l'1% in modo indiscriminato a tutte le ASL e a tutte le ASO; dopodiché, si tagliava la stessa cifra a chi aveva sprecato rispetto a chi era stato virtuoso e magari aveva fatto economie importanti all'interno di quella azienda, premiando, così, chi aveva sprecato e penalizzando fortemente chi aveva operato in altre direzioni.
Dopo anni di meccanismo di finanziamento come questo, che ha costruito delle situazioni territoriali difficilmente governabili e perequabili, si introduce improvvisamente il meccanismo della quota capitaria pesata. Cosa succede? Introducendo questo meccanismo in una situazione in cui, invece la discrezionalità di finanziamento era piuttosto ampia, come pure le sperequazioni, era inevitabile utilizzare un fondo di riequilibrio, anche di una certa dimensione, perché altrimenti si sarebbe costruita una situazione per cui, improvvisamente, da un anno all'altro, ad alcune Aziende Sanitarie si andava magari a decurtare il budget del 30% rispetto all'annualità precedente, perché si recuperava, di colpo e in una volta sola, introducendo un meccanismo oggettivo di finanziamento, tutti gli elementi discrezionali che però datavano ormai da anni e costituivano lo status di quella Azienda Sanitaria, delle sue prestazioni e della sua erogazione dei servizi.
Il primo anno il fondo di riequilibrio ha una certa dimensione, il secondo anno si riduce sostanzialmente. Quindi l'arrivare a regime, diciamo così, con il nuovo meccanismo di finanziamento, diventa particolarmente complesso e difficile, tant'é che ci troviamo davanti alcune situazioni particolarmente sperequate e complicate: penso, ad esempio, alle aziende della città di Torino, penso ad alcune situazioni aziendali all'interno della Regione (vedasi i casi di Omegna o di Alessandria), come abbiamo visto nel quadro del riparto che c'é stato presentato in Commissione dall'Assessorato.
Al di là delle critiche sulla tardiva applicazione e sul non accompagnamento di quell'applicazione con opportune ed efficaci misure di riequilibrio fino ad entrare a regime, noi diciamo anche un'altra cosa: vi siete chiesti - terza domanda - quale regime di controlli efficienti ed efficaci siamo in grado di mettere in campo? Uno dei problemi più grandi è stato proprio questo, nella vicenda della sanità piemontese. In sostanza, il problema pone una domanda di fondo di una certa consistenza: come riconnettiamo, in un meccanismo virtuoso, la relazione tra gli elementi di programmazione che stanno in capo alla Regione e dovrebbero essere assunti attraverso un piano sanitario? Non avere un piano sanitario sulla base di un'indagine sullo stato di salute del Piemonte è il primo elemento di grande gravità. Se a quel primo elemento introduciamo una seconda cesura, cioè la cesura tra la programmazione e la gestione, quella demandata alle ASL, abbiamo una spesa sanitaria per l'80% demandata in gestione ad un altro soggetto (le aziende) e non gestita direttamente dalla Regione.
Il rapporto tra la programmazione e la gestione non c'è. I piani di attività che dovevano essere visti con le aziende su base anche annuale spesso venivano visti due, tre anni dopo e si pagava a piè di lista con una certa discrezionalità: qualcuno di più, qualcuno di meno.
Il terzo elemento sul quale si è posta una cesura: così come è avvenuto tra la programmazione e la gestione, è avvenuto tra la gestione e il controllo. Pertanto, la programmazione non c'è, la gestione è slegata dalla programmazione, la gestione è ulteriormente slegata dal controllo, con pagamenti a piè di lista.
Voi pensate che in questo modo, senza intervento su questi elementi introducendo il sistema della quota capitaria pesata, che è un criterio non discrezionale, ma oggettivo, si riesca a venire a capo della situazione? Questo è il dibattito sul quale ci siamo soffermati, perché in queste settimane è di grande rilievo e importanza in Commissione. Ricordo che in Commissione c'è stata una certa difficoltà a reperire i dati del riparto tra le aziende e soprattutto ad individuare le misure.
Collega Angeleri, siamo particolarmente interessati a questo tema da lei posto; lo consideriamo un tema di grande rilievo e il cuore del dibattito.
Per questa ragione chiediamo di poterne discutere, essendo stato uno degli elementi centrali della nostra argomentazione in Commissione per arrivare in Aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Poiché i colleghi propongono alla discussione il tema della sanità riteniamo che su questo tema, che non abbiamo affrontato in questi due giorni, il problema non sia quello di un ordine del giorno di sollecitazione alla Giunta ad utilizzare certe forme, nel riequilibrio della gestione delle risorse, ma quello di esplicitare, attraverso una presa di posizione, una critica a un'impostazione che consideriamo sbagliata.
Le difficoltà che troviamo quando andiamo a misurare l'applicazione pesata della quota capitaria, cioè il passaggio dalla tradizionale divisione delle risorse sulla base della quota storica, è una nuova divisione che sicuramente avviene su una base più equa; questo è fortemente gravato da una condizione di sofferenza del sistema sanitario, della sua gestione, della sua mancanza di programmazione, della sua mancanza di politiche quadro, dal punto in cui sono stati gravati i cittadini piemontesi.
Non possiamo dimenticare che, a conti mal fatti e tabelle fornite fra IRPEF e ticket, a partire dal 2001 al 2004 sono usciti dalle tasche dei cittadini piemontesi oltre 2000 miliardi di vecchie lire e che queste risorse sono state sostanzialmente assorbite in un'operazione che oggi ci lascia all'incirca con gli stessi premi che avevamo prima. Poniamo un fermo, perché sollecitate questa discussione mentre chiedete di concludere, con un ordine del giorno sulla sanità, il dibattito sul bilancio.
Sarà una posizione non condivisa, ma è la nostra posizione e abbiamo bisogno di portarla.
Se andiamo ad analizzare, oggi abbiamo svolto un lavoro sistematico abbiamo quasi estorto le informazioni nel corso di queste settimane. Il quadro che a nostro avviso ne è uscito, desta una gravissima preoccupazione. Altro che i consigli: "State attenti e cercate di riequilibrare al meglio possibile"! A nostro parere, il consiglio da dare non è di stare attenti e cercare di recuperare il meglio possibile; noi sentiamo l'esigenza - che capiamo voi non condividiate - di una vera e propria svolta, del fatto che inizi una politica di governo e di programmazione. Non bastano alcuni elementi interessanti e qualitativi di rinnovamento che avvengono nel sistema sanitario piemontese, se la cura non è su un elemento sistemico che rimane un elemento fortemente in difficoltà e scarsamente governato.
Collega Angeleri, come si fa a non essere d'accordo sul dare il consiglio di ripartire meglio le risorse, ma, se discutiamo di sanità l'opposizione non si può fermare a quel punto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente. Intervengo molto velocemente, perché ritengo che una riflessione su questo documento vada fatta.
Non riesco a comprendere - e lo chiedo al collega Angeleri - in che modo si possa affermare che la DGR risulta insufficiente per quanto riguarda le ASL e le ASO.
Un documento di questo tipo, sia pur presentato alle 6 del mattino, va analizzato con un minimo di analisi. Intanto, la richiesta dell'ordine del giorno risulta particolarmente generica; lei mi insegna, caro collega, che tutte le ASL e le ASO si diversificano in termini di costi di esercizio e in termini di produzione, perché ognuno produce in modo diverso dall'altro.
Ciò che mi preoccupa ancora di più è in considerazione del bilancio, di cui avevo studiato qualche passaggio; per il 2004 sono stati fatti dei tagli consistenti, per cui, da una parte, diciamo che tagliamo la sanità e, dall'altra, diciamo che dobbiamo adeguare i costi perché le DGR non sono adeguate.
Voglio ricordare che ci aspettiamo l'intervento, da parte del Presidente Ghigo, sulla CIOV, relativamente ai costi anche di quegli ospedali come il Mauriziano, ecc., perché non è che le nostre ASL costano 2 milioni e mezzo al giorno e poi, dall'altra parte, pretendiamo un costo di esercizio di qualità a 200-220 mila lire al giorno! Il documento che lei sottopone all'Aula risulta particolarmente generico; occorrerebbe fornire un minimo di supporto, dicendo quali sono gli elementi che devono essere potenziati. Non si può dire che tutte le ASL sono sottocosto e che bisogna fare l'adeguamento. In base a cosa lo diciamo, se nel bilancio che andremo ad approvare (fra dieci minuti riapriremo la discussione) ci sono dei tagli micidiali sulle attività sanitarie? Occorre mettersi d'accordo, altrimenti il ragionamento finanziario, il discorso delle ASL, delle ASO e dell'intera sanità diventa complicato.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 914, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale in considerazione della necessità di adeguamento del tariffario regionale relativo all'incremento dei costi assunti in base alla determinazione delle tariffe dei DRG per Ricoveri Ospedalieri, Day Hospital e Day Surgery e del relativo finanziamento dei DEA nel rispetto del "riparto obiettivo" che comporta il perseguimento della massima qualità distributiva delle risorse finanziarie e dopo attenta valutazione delle attività delle singole ASL e ASO impegna la Giunta regionale a tener conto delle suddette considerazioni e ad un conseguente utilizzo dei fondi di riequilibrio e dell'addizionale IRPEF per evitare alle Aziende Sanitarie Ospedaliere, in virtù del meccanismo di finanziamento inevitabili squilibri di gestione".
Il Consiglio approva.


Argomento: Piani pluriennali

Proposta di deliberazione n. 437 "Documento di programmazione economico finanziaria regionale - DPEFR 2004-2006 l.r. 11 aprile 2002, n. 7" (Divenuta DCR n. 370-14489)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 5) all'o.d.g. proposta di deliberazione n. 437 "Documento di programmazione economico-finanziaria regionale - DPEFR 2004 2006 l.r. 11 aprile 2002, n. 7".
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Sul Documento di Programmazione Finanziaria il nostro Gruppo voterà contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Semplicemente per dichiarare il mio dissenso, come si dice in gergo sia nel merito che nel metodo. Il metodo per come la dimostrazione da segni di grande scadimento dell'utilizzo dello strumento, sia del documento di programmazione economica, elaborato nell'estate scorsa e discusso oggi, sia della logica della legge finanziaria. Sono indignato di alcune operazioni che vedono lavorare il Consiglio sui provvedimenti di legge presentati a volte in modo molto trasversale; improvvisamente viene fatto un atto di violenza, un atto di umiliazione nei confronti del lavoro e dell'impegno dei Consiglieri regionali.
Cito il caso del doping: è vergognoso, c'é un provvedimento, è stato illustrato, è stato persino mutuato un pezzo del linguaggio che usa questo provvedimento e poi viene fatta un'operazione di questo genere (ovviamente avendo rapporti con i media di un certo tipo, si ha un eco). Volendo cercherei di far ripagare, ma poiché è un danno generale alla collettività si vuole evitare. Fare ostruzionismo duro di fronte a questi atti sarebbe logico.
Sarebbe bene anche per il futuro utilizzare la legge finanziaria per atti importanti che non ledono il ruolo e l'attività in corso del Consiglio regionale e non sia un'operazione che aggiri iniziative che sono già in corso, importanti, illustrate, ecc. Questo è un atto che crea tra Giunta e Consiglio, non credo solo con la minoranza, un vulnus che si determina dal comportamento che viene tenuto attraverso questi emendamenti.
Voterò contro i due provvedimenti sia per il metodo che è stato utilizzato che per il merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Per esprimere il nostro voto contrario al documento di programmazione economica e finanziaria. E' un documento finanziario basilare per l'attività della Regione in quanto prende in esame le tendenze della situazione economica e sociale della Regione, considerando le criticità e indicando priorità e strategia fino a giungere al quadro di compatibilità finanziaria.
Purtroppo, devo constatare che il documento presentato da questa maggioranza è privo di strategia, manca la centralità sia in termini di indicazione strategica, che di individuazione di risorse. Mancano le politiche di ricerca, di formazione e di sviluppo dell'innovazione che costituiscono elemento fondamentale per una ripresa di competitivà del nostro sistema produttivo.Per questo motivo voteremo contro



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica, per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Votiamo il documento di programmazione economica finanziaria all'inizio di maggio 2004. Un documento, l'Assessore Pichetto lo sa bene, ma anche i membri della I Commissione, che arriva in aula fortemente datato perché è stato presentato almeno otto mesi fa. Quando il documento venne presentato noi lo ritenevamo già un documento inadeguato a leggere la situazione del Piemonte nei due versanti su cui ci siamo sforzati di lavorare nella parte emendativa della finanziaria, cioè interpretare le problematiche, le dinamiche di sviluppo del Piemonte e, da un lato, ad interpretare il welfare regionale per un suo rilancio e una sua rideterminazione.
Quel documento ci pareva inadeguato allora già in queste due coordinate di fondo. Ad otto mesi da quella data, senza una sua rideterminazione, è certamente un documento più che inadeguato di governo del Piemonte e delle sue dinamiche. Debbo anche dire che, quando utilizzammo e venne introdotta per la prima volta questo importante strumento che è il documento di Programmazione economica e finanziaria - siamo alla seconda edizione quella dell'anno scorso potevamo considerarla una fase più sperimentale.
Tutti ci felicitammo di questo, ritenendo il Documento di programmazione economica e finanziaria uno strumento importante di programmazione per leggere le dinamiche della Regione in cui vivete, che dovreste governare mentre noi dovremmo, dal Consiglio regionale, intervenire con un'azione di controllo e di sollecitazione, in vista di un programma alternativo.
Ci felicitammo tutti, affermando di aprire una nuova fase in questa direzione.
Non solo. Essendo questa una Regione che aveva profondamente abdicato a dotarsi di importanti strumenti di programmazione, come il piano dei trasporti, il piano di sviluppo, il piano socio assistenziale (da questa legislatura abbiamo inaugurato anche la possibilità di fare a meno del piano sanitario regionale, che governa l'80% delle risorse del bilancio) rimaneva solo il DPEF ad una Giunta regionale e ad un governo regionale che avevano deciso che nessuno strumento di programmazione serviva più.
A questo punto ritenevate vecchi ed inadeguati quegli strumenti di programmazione attraverso i piani? Benissimo, utilizzate almeno il DPEF come strumento per una seria e forte programmazione e per intervenire su tutti quei processi e quelle dinamiche rispetto alle quali avevate rinunciato ad utilizzare qualsiasi altro strumento.
Non avete neanche fatto questo.
Pertanto, si tratta di un documento vecchio, già vecchio al momento in cui arriva in aula. Un documento che consideravamo inadeguato, già al momento della sua prima stesura, su due grandi tematiche: lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione, da un lato, e la ridefinizione e interpretazione del welfare dall'altro. Questo è il risultato dell'abdicazione, anche con il DPEF, a dotarvi dell'unico strumento di programmazione che rimaneva a questa Regione, avendo abdicato alla possibilità di utilizzarne qualsiasi altro.
Pensate che questa istituzione debba essere semplicemente un Comune un po' più grande dei Comuni capoluogo di provincia di questa Regione e della Regione che governate? Pensate che il ruolo di questa Regione sia quello di un Comune un po' più grande, un Ente locale un po' più grande che deve gestire, più o meno bene, più o meno clientelarmente, alcune risorse ed erogarle direttamente e poi anche gestirsele sul territorio, oppure pensate che questa sia una sede di programmazione e una sede di legislazione? Pensate che quel Titolo V modificato possa essere utilizzato fino in fondo senza prendere in considerazione ulteriori devolution, quando non riuscite neanche a venire a capo delle parti che sono state devolute fino a questo momento? Se questa è la strada, penso che ci stiamo incamminando verso un immiserimento del ruolo della Regione, dei suoi compiti e delle sue funzioni. Un Documento di programmazione economica finanziaria come questo non fa altro che testimoniare questa realtà.
Queste sono le ragioni, di fondo, del nostro voto contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione n. 437, il cui testo - emendato - verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 604 "Legge finanziaria per l'anno 2004" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame del disegno di legge n. 604 "Legge finanziaria per l'anno 2004", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Nel corso della discussione sulla Finanziaria, in particolare sulla partita relativa alla legge 1/2004, si è completamente trascurato un aspetto che voglio ora sottolineare. Utilizzando la dichiarazione di voto, voglio sollevare un problema che è stato oggetto di un emendamento, ma che poi, nel marasma della discussione, si è completamente perso. Riguarda le persone con disabilità permanenti e grave limitazione dell'autonomia personale, nello svolgimento di una o più funzioni di vita.
Questo aspetto della vita della disabilità, normata dalla legge 104 prevede, mediante una legge che ha recepito la stessa 104, che le Regioni disciplinano le modalità di programmazione e di aiuto alle persone con disabilità.
La DGR dell'agosto 2003, affrontando la problematica, ha stanziato una serie di risorse, ma nell'affidare agli Enti gestori l'approvazione di questi progetti per l'autonomia, ha posto molte limitazioni, tanto che i progetti sono stati esauriti.
I progetti di vita autonoma, però, che riguardano le persone che non vivono nel proprio domicilio, sono stati completamente esclusi, anche per un'interpretazione della norma di riferimento e in attesa della definizione dei LEA.
Tutto questo è avvenuto. La legge 1/2004 ha recepito questi aspetti ed ora si tratta - e qui rivolgo un appello all'Assessore - di valutare attentamente, nella partita dei 12 milioni e 500 euro e dei 7.500 (che sono la partita che ha compreso tutto), la possibilità di integrare questo fondo e di estendere, anche ad una parte degli esclusi, la possibilità di accedere allo stesso.
Sulla legge finanziaria in generale, molto è stato detto e credo che abbia ragione il collega Tapparo quando sostiene che si sia un po' umiliato il Consiglio regionale. In modo un po' "raffazzonato" si è utilizzato la legge finanziaria per far passare una serie di piccoli provvedimenti equamente ripartiti fra i vari Assessorati, ma che è stata la spia delle difficoltà nelle quali oggi versa la gestione del bilancio. In questa ripartizione abbiamo assistito ad un atto di umiliazione ulteriore, perch ogni Assessorato ha voluto segnare i confini di piccoli provvedimenti, sia pure molto particolari, che avrebbero assunto maggiore dignità se avessero seguito il percorso normale dell'utilizzo delle leggi di riferimento limitandosi, in questa fase, all'incremento dei fondi di dotazione e delle risorse per la copertura delle leggi.
Gli esempi sono già stati fatti: dall'estensione della gratuità del biglietto e del trasporto ferroviario per le Forze dell'Ordine, alla scelta operata per quanto riguarda la Chiesa del Sacro Volto.
E' una serie di provvedimenti che ha appesantito la legge finanziaria.
L'ha appesantita e ci ha messo in estrema difficoltà. Va registrato comunque, che il lavoro delle opposizioni è servito a qualcosa. Sicuramente ha ridotto i danni; ha condizionato una scelta del Governo che legittimamente ha operato, ma va dato atto che questi giorni non sono stati giorni di discussione vana perché, comunque, alcuni cambiamenti di rotta importanti si sono registrati. Nonostante tutto, crediamo che molto di più si poteva fare. Abbiamo ottenuto dei risultati, non tutti quelli che ci aspettavamo, ma nel complessivo della manovra permane un giudizio negativo e, pertanto, il nostro voto sarà negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliere Manica per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

Come il Documento di programmazione economico-finanziaria, anche la legge finanziaria fa parte di una fase nuova ed importante per le Regioni italiane.
Anche rispetto a questo Documento, si trattava di cogliere un'occasione importante in avanti, occasione che abbiamo avuto già in due tornate successive, quella della prima legge finanziaria dell'anno scorso e quella della legge finanziaria che ci troviamo davanti quest'anno.
Come abbiamo avuto spesso occasione di dire, questo sarà l'ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria, l'ultima legge finanziaria e l'ultimo bilancio di previsione di qualche rilievo per questa legislatura, perché quelli dall'anno prossimo saranno senz'altro documenti pre-elettorali, della validità e dell'ordine di quattro mesi di vita prima della chiusura della legislatura.
Questo, quindi, è l'ultimo vero bilancio significativo, l'ultima legge finanziaria e l'ultimo DPEF. Per questo motivo abbiamo voluto fare una discussione seria ed approfondita.
La legge finanziaria dell'anno scorso la ricordo significativamente per un punto: in quel documento rendemmo permanente quell'addizionale IRPEF che era stata introdotta, in una prima fase, come misura una tantum. Era stato introdotto, altresì, un prelievo che, per la somma di IRPEF più Ticket costituiva una cifra estremamente rilevante per i cittadini piemontesi.
Nello stesso tempo, nonostante questo prelievo fiscale assolutamente rilevante, assistiamo al permanere di un deficit della sanità che, sul bilancio di quest'anno, per quanto ci riguarda, continua ad aggirarsi intorno ai 400 milioni di euro (800 miliardi di vecchie lire).
Quando cito questa cifra, ovviamente includo tutte le partite relative alle questioni Mauriziano e Valdesi, come pure inserisco quei crediti inesigibili nei confronti dell'università, che continuiamo ad iscrivere a bilancio ma che, sostanzialmente, rappresentano un binario morto da questo punto di vista (lo sono e ce lo trasciniamo come tale ormai da molti anni).
Entrambe le leggi finanziarie, quindi, sono caratterizzate da questo trend sempre molto negativo per quanto riguarda il disavanzo accompagnato, nello stesso tempo, da un prelievo fiscale determinante nei confronti delle cittadine e dei cittadini piemontesi.
Rispetto alla legge finanziaria, abbiamo voluto concentrare il nostro intervento e la nostra manovra in particolare su alcuni temi, che sono quelli che abbiamo avuto occasione di evidenziare in questi giorni in Aula così come avevamo cominciato a fare, attraverso un lavoro istruttorio, in Commissione. Sono argomenti che abbiamo voluto individuare come emblematici, come quello dello sviluppo e della ricerca dell'università o ancora tutta la partita relativa allo stato sociale e al diritto allo studio.
Ci sembrava che una correzione significativa in questa direzione fosse importante.
Certo riteniamo che la correzione che siamo riusciti a produrre sia rilevante, e salutiamo come positivi tutti i risultati in cui abbiamo iscritto delle cifre più alte laddove c'erano cifre meno consistenti, ma sicuramente vi é stata, su alcuni punti in particolare (penso alla vicenda del diritto allo studio o agli anziani), una reticenza enorme nel mettere mano a modifiche delle postazioni di bilancio, quando, poi, nell'ultima fase del dibattito di questa finanziaria - che non ritenevamo già un grande testo, Assessore Pichetto - a colpi di emendamenti di decine di miliardi di vecchie lire, presentati dagli Assessori di questa Giunta e da lei opportunamente difesi, abbiamo assistito ad uno stravolgimento completo anche del testo del documento iniziale: a quel punto sono saltati fuori i soldi, Assessore Pichetto, e non solo sulla parte di investimenti, dove ha detto da sempre che c'erano; sono saltati fuori anche sulla spesa corrente anche sulle cose apparentemente ridicole, se esse non fossero gravi.
Tutto questo rende ancora più negativo il nostro giudizio su questo documento.
Il voto contrario che diamo quest'anno è veramente e particolarmente convinto e sentito.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori interventi indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 Consiglieri hanno risposto Sì 29 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 605 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2004 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2004-2006"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 605, di cui al punto 6) all'o.d.g.
inizia con la relazione (data per letta) il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2004 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2004-2006 La discussione svolta in Commissione sul disegno di legge in oggetto svolta nella 1^ Commissione, ha approfondito i contenuti del bilancio redatto in base allo schema delle unità previsionali di base per il terzo anno consecutivo dall'introduzione del nuovo ordinamento contabile: la legge regionale 7 del 2001. Il dibattito si e' protratto in Commissione per diverse sedute. Secondo il disposto dell'articolo 8 della legge di contabilità regionale, il documento contabile e' stato iscritto all'esame della Commissione insieme alla legge finanziaria per l'anno 2004. Entrambi i testi sono stati oggetto di consultazione con i soggetti, enti ed associazioni, interessati. L'approfondimento del bilancio di previsione 2004 e del bilancio pluriennale 2004-2006 ha comportato l'analisi per materia nelle Commissioni competenti. Anche in 1^ Commissione si e' approfondito l'esame delle materie di competenza. In particolare, per il patrimonio, sono stati discussi: le variazioni di bilancio più significative dovute alla gestione immobiliare conseguente alle locazioni di nuovi uffici e all'adeguamento delle strutture immobiliari di proprietà regionale alle disposizioni in materia di sicurezza il finanziamento di due grandi opere in fase di progettazione: il Palazzo unico regionale e la Città della salute.
In tema di personale la discussione si è incentrata soprattutto sulle variazioni contabili derivanti dagli adempimenti economici a seguito dell'entrata in vigore del contratto nazionale di comparto e a seguito del contestuale versamento degli arretrati spettanti al personale dipendente dal 2002.
Inoltre la discussione in materia contabile ha fatto emergere il vincolo all'indebitamento pubblico contenuto nell'articolo 3 della legge finanziaria 2004 (legge 24 dicembre 2003, n. 350).
Il confronto delle parti politiche ha rilevato che la sanità rappresenta, anche per il 2004, l'argomento con i problemi più urgenti.
Sono stati approfonditi temi quali: il riparto dei fondi di riequilibrio, i finanziamenti regionali per il 2004 alle ASL e ASO ripartiti secondo il criterio della quota capitaria sostitutivo del criterio della spesa storica, il finanziamento dei LEA, il disavanzo sanitario regionale ancora elevato.
La discussione e' stata poi completata in Commissione con l'iter istruttorio volto a ripercorre gli esiti economici e contabili delle materie di competenza, sulla base delle relazioni svolte dagli assessori competenti in materia.
Il testo iniziale presentato dalla Giunta regionale e' stato emendato.
Le principali variazioni apportate al bilancio di previsione per l'anno 2004 sono relative a: recuperi di cassa nuove codificazioni delle spese unità previsionali di base di parte corrente e di investimento del Patrimonio, Commercio, Personale, Formazione professionale, Turismo Sanità, Istruzione e Cultura, Agricoltura, Difesa del suolo e Ambiente Politiche sociali, Economia montana.
Sono state approvate variazioni al bilancio pluriennale 2004-2006 in materia di Sanità e di Cultura.
Infine è stata approvata la modifica dell'articolo 5, comma 3, del disegno di legge: la durata massima dell'ammortamento dei mutui viene spostata da 20 anni a 30 anni.
Il totale generale delle entrate e quello delle spese per l'anno 2004 approvato in Commissione è pari rispettivamente a euro 15.103.107.166,12 in termini di competenza e di euro 18.869.532.227,40 in termini di cassa. La spesa corrente in conto competenza ammonta a euro 7.814.598.153,44 e la spesa di investimento per il 2004 in conto competenza ammonta a euro 1.443.807.631,68.
Il bilancio pluriennale 2004-2006, predisposto in unità previsionali di base come il bilancio di previsione 2004, riporta euro 15.103.107.166,12 per l'anno 2004, 14.395.722.992,76 per il 2005 e 14.260.316.482,03 per il 2006.
Il provvedimento inoltre autorizza all'articolo 5 la contrazione di mutui a ripiano del disavanzo dell'anno 2004 per un importo pari a 1.076.052.540,65 euro. Le spese finanziabili sono esclusivamente quelle di investimento.
La 1^ Commissione ha concluso i lavori venerdì 23 aprile c.a. con il licenziamento del provvedimento a maggioranza rimettendolo all'Aula per la sua approvazione".
Non essendovi richieste di intervento, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Comunico che viene ritirato l'ordine del giorno n. 913, in quanto non collegato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 Consiglieri hanno risposto Sì 29 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MARENGO Pierluigi

Mi chiedo con quale criterio l'ordine del giorno sia stato ritenuto non collegato, visto che attiene esattamente ad un problema di bilancio.



PRESIDENTE

L'ho ritenuto non collegato; posso anche aver sbagliato ma l'ho ritenuto non collegato, anche perché sono stato tratto in inganno dal fatto che il primo firmatario mi ha dichiarato che non era collegato e che intendeva ritirarlo.
Prego, Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Io non lo ritiro e chiedo le motivazioni per cui non è collegato. La Presidenza ha il diritto di ritenere un ordine del giorno collegato o meno ma deve motivare la decisione.



PRESIDENTE

Non è da ritenersi collegato perché doveva essere collegato alla legge finanziaria, in quanto, per la nuova legge di contabilità, è la legge finanziaria che ha dei collegati e che dispone materialmente dei fondi.
Quindi, doveva essere collegato alla finanziaria e non al bilancio.



MARENGO Pierluigi

Chiedo scusa, ma allora questo è un problema della Presidenza che non l'ha posto al voto allorché era da porre al voto. Se era collegato alla finanziaria, ponendo al voto la finanziaria, andava posto al voto anche questo ordine del giorno.
Questa è la motivazione che mi pare emergere dalla Presidenza...



PRESIDENTE

Perché questo era stato presentato come collegato al bilancio, mentre doveva essere presentato come collegato alla finanziaria.



MARENGO Pierluigi

Veramente è stato presentato sulla finanziaria.



PRESIDENTE

A me risultava presentato sul bilancio.



MARENGO Pierluigi

E' stato presentato in ambito di discussione sulla finanziaria.



PRESIDENTE

Collega Marengo, può avere ragione lei, ma la decisione è questa. E' una decisione sbagliata; capita! La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Volevo fare una proposta, visto che la seduta dovrebbe terminare alle ore 8, vorrei chiedere di iniziare la discussione sul collegato per poi votare entro le 8, come da impegni presi con tutti gli altri colleghi Consiglieri, il disegno di legge n. 575.
Chiedo, quindi, che venga iniziata la discussione sul collegato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Comunico solo questo: ho ripreso la seduta, non ho chiesto la parola sul bilancio, ho consentito l'approvazione del bilancio sulla base del fatto che il Presidente aveva riaperto la seduta annunciando un ordine dei lavori che era: la votazione sul bilancio, la votazione del CIOV e l'inizio della discussione sul collegato.
Questo è quanto è stato detto. Naturalmente, se la maggioranza, la Giunta, gli impegni che sono stati presi col Presidente della Regione presente non sono in grado di essere rispettati, ne prendo atto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Non voglio passare assolutamente - perché non è così - per uno che non mantiene gli impegni; voglio continuare a ribadire che entro le 8 voglio votare il provvedimento sulla CIOV, però vorrei iniziare prima la discussione del collegato.



PRESIDENTE

Colleghi, mi pare che se anche iniziamo la discussione sul collegato basta che ci sia l'impegno a votare la CIOV prima della fine della seduta.
Non è che non vengano mantenuti gli impegni; c'è una piccola modifica rispetto agli accordi presi.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente, non capisco chi determina questa piccola modifica. Lei, a nome di chi parlava quando ufficialmente, dopo una riunione di maggioranza col Presidente Ghigo, avete annunciato un ordine dei lavori per cui si votava il bilancio, si votava la CIOV e si incardinava il collegato? Tenevate insieme la maggioranza quando avete fatto questa proposta all'intera Aula, sulla base della quale abbiamo votato il bilancio in un minuto, tra il voto sugli articoli e il voto complessivo? A nome di chi parlavate? Se non si è più in grado neanche di confermare l'ordine dei lavori annunciato cinque minuti prima! La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Ho fatto una proposta se poi, messa ai voti, vado in minoranza, va bene. Ho fatto solo una proposta non voglio assolutamente interferire sulle decisioni e impegni presi. Io ritengo di mantenere gli impegni presi come ho sempre fatto.



PRESIDENTE

Chiedo una sospensione di cinque minuti (La seduta sospesa alle ore 06.30 riprende alle ore 06.41)


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame disegno di legge n. 575 "Misure straordinarie per i presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 575, di cui al punto 4) all'o.d.g.
(iniziato nella seduta pomeridiana del 30 marzo 2004), proseguiamo con la votazione dell'intero testo.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 627: "Disposizioni collegate alla legge finanziaria regionale per il 2004"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 627 "Disposizione collegate alla legge finanziaria regionale per il 2004", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Diamo per letta la seguente relazione il cui testo recita: "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2004".
L'articolo 9 della legge di contabilità regionale introduce la possibilità per la Giunta regionale di presentare al Consiglio regionale uno o più progetti di legge collegati alla manovra finanziaria annuale, che hanno riflessi sul bilancio e contengono disposizioni non prevedibili nella legge finanziaria.
L'intervento normativo in oggetto si colloca tra codesti strumenti di manovra finanziaria, insieme alla legge finanziaria per l'anno 2004.
La discussione sui contenuti del presente disegno di legge è stata in 1^ Commissione molto lunga, in quanto interconnessa con le tematiche contenute nella legge finanziaria per l'anno 2004. Il testo contiene un capo un capo inerente le norme in materia di politiche del lavoro. La 1 Commissione ha quindi ritenuto di acquisire il parere consultivo della Commissione competente in materia di lavoro.
Sono stati presentati emendamenti che hanno modificato l'impianto del testo originario e sono state apportate modifiche di tecnica legistica.
Il disegno di legge è composto da quattro capi: il primo capo è inerente alle disposizioni in materia di concessioni e di consorzi e contiene un solo articolo, che modifica la legge regionale 20 del 2002 (Legge finanziaria per l'anno 2002) e disciplina le disposizioni per il rilascio delle concessioni per l'utilizzo di pertinenze idrauliche e per la determinazione dei relativi canoni.
A decorrere dal 1 gennaio 2001 e' divenuto effettivo per la Regione Piemonte il trasferimento di funzioni relativamente alla gestione del demanio idrico ai sensi dell'articolo 86 del d.lgs. n. 112/98.
Il secondo capo riguarda le norme in materia di politiche del lavoro.
Durante il 2003, norme statali, come la legge 14 febbraio 2003, n. 30 (c.d.
Legge Biagi) e il suo primo provvedimento attuativo il Dlgs 297/03, nonche' provvedimenti della Conferenza Unificata Governo, Regioni, Province Autonome, Province, Comuni e Comunita' Montane di cui alla legge 281/97 hanno introdotto importanti innovazioni. Le norme contenute nel suddetto capo riguardano: a) la disciplina delle procedure di accesso alla Pubblica Amministrazione ivi compresi i parametri di selezione (articolo 2) b) le disposizioni in merito alla Commissione regionale di concertazione (articolo 3) c) la modifica legislativa in tema di impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di enti locali (articolo 4) d) le modifiche normative in materia di interventi per l'inserimento qualificato di giovani disoccupati e di lavoratori di aziendi in crisi in nuove o già esistenti cooperative (articolo 5) e) le modifiche legislative in tema di misure straordinarie per incentivare l'occupazione mediante la promozione e il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali e per l'inserimento in nuovi posti di lavoro rivolti a soggetti svantaggiati (articolo 6).
L'articolo 7 istituisce e finanzia un fondo di garanzia per l'accesso al credito a favore dell'imprenditoria femminile.
Il capo terzo comprende modificazioni di leggi regionali in materia di polizia locale (articolo 8) e in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali (articolo 9).
Infine, nel capo quarto è previsto un solo articolo in materia di opere di accompagnamento alle Olimpiadi invernali 2006, che prevede la sottoscrizione della Regione di una quota dell'aumento di capitale deliberato dalla "Terme di Acqui ~S.p.A.~" e da "Monterosa 2000 ~S.p.A.~".
Lo scopo è quello di fare fronte all'esigenza di incremento delle risorse finanziarie disponibili e necessarie per la realizzazione del programma relativo alla realizzazione delle opere di accompagnamento all'evento olimpico "Torino 2006".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso collegato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Ferrero): al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 627, primo periodo, dopo le parole "rilascio delle concessioni" sono aggiunte le seguenti: "relative all'utilizzo delle pertinenze idrauliche".
Emendamento rubricato n. 2 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Ferrero): alla lettera c) del comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 627 dopo le parole "può essere integrata" sono aggiunte le seguenti "o modificata".
Emendamento rubricato n. 3 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Ferrero): Articolo 1, comma 2, lettera c): le note riportate nella tabella A in carattere corsivo sono soppresse.
La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione degli emendamenti.



FERRERO Caterina, Assessore tutela del suolo

Li illustro tutti e tre brevemente perché sono l'esito di una discussione che abbiamo fatto in Commissione.
Il primo emendamento si riferisce al tipo di competenza di questo articolo, che è quella relativa alle pertinenze idrauliche, quindi specifichiamo "relative all'utilizzo alle pertinenze idrauliche".
Il secondo emendamento permette alla Giunta di fare quel lavoro che si diceva in Commissione, vale a dire di integrare, oppure modificare, la tabella che abbiamo inserito in legge.
Il terzo è semplicemente un emendamento tecnico degli uffici che rettificano alcune cose scritte in corsivo nella tabella allegata.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 4 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Racchelli): dopo l'articolo 1 del disegno di legge n. 627, è inserito il seguente: "Capo I. Disposizioni in materia di concessioni e di consorzi Art. 1 bis. (Disposizioni per il rilascio delle concessioni per l'utilizzo di aree o beni appartenenti al demanio della navigazione interna) 1. Ai fini della predisposizione del regolamento di cui all'articolo 13 comma 1, lettere b) e c) della legge regionale 5 agosto 2002, n. 20 (Legge finanziaria regionale) con riferimento all'utilizzo delle spiagge lacuali (demanio della navigazione interna), la Giunta regionale si attiene alle seguenti disposizioni e criteri: a) l'occupazione di aree o beni appartenenti al demanio della navigazione interna, con o senza realizzazione di manufatti, è soggetto al rilascio di concessione da parte dei competenti uffici della Regione Piemonte e dei Comuni territorialmente interessati, anche in forma associata, ai sensi degli articoli 96 e 98 della l.r. 26 aprile 2000, n. 44 (di attuazione del D.lgs 112/1998) come inseriti dall'articolo 9 della l.r. 15 marzo 2001, n.
5.
2. Nel caso di presentazione di domande concorrenti sulla medesima area o bene, i competenti uffici regionali o comunali, procedono all'aggiudicazione della concessione a seguito di procedure di evidenza pubblica.
3. Possono essere previste riduzioni ed esenzioni dal canone a favore dei soggetti pubblici e privati nonchè per particolari tipologie di concessione.
4. Le concessioni, di norma, sono rilasciate: a) per un periodo inferiore a 3 anni, quelle finalizzate ad occupazioni contingenti di sole aree e/o beni, dovute a esigenze temporanee (quali giostre, attrazioni e strutture per fiere, sagre o festività o brevi periodi, estrazioni materiali in alveo, ecc.) b) per un periodo di 3 anni (rinnovabile sino ad un massimo complessivo di 9 anni) quelle finalizzate a interventi ed usi che non comportano alterazione permanente dei luoghi, che sono facilmente eliminabili e che interessano aree o spazi ridotti c) per un periodo di 30 anni (rinnovabile sino ad un massimo complessivo di 15 anni) nel caso di attività pubbliche, project financing o in presenza di attività aziendali o dell'associazionismo turistico, ricreativo e sportivo ovvero quelle relative ad utilizzazioni con interventi di modifica sostanziale nel tempo e nella struttura del bene demaniale considerato (es.: opere infrastrutturali, concessioni di aree che per l'ampiezza dell'area o la durata della richiesta alterino l'equilibrio degli usi demaniali della collettività interessata).
5. Il procedimento per il rilascio della concessione è soggetto al versamento di spese di istruttoria.
6. I canoni annui per le concessioni sul demanio della navigazione interna sono determinati, a far data dal 1° gennaio 2001, secondo i seguenti criteri: a) gli scenari territoriali interessati sono suddivisi, sulla base dell'alta, normale e minore valenza demaniale, in tre categorie denominate "categoria A", "categoria B" e "categoria C" b) nell'ambito di ciascuna delle categorie A, B e C, si applicano canoni diversi a seconda che la concessione sia rilasciata per l'uso di aree scoperte, di impianti di facile rimozione, di impianti di difficile rimozione, in base agli importi previsti dal regolamento di cui al comma 1 c) i canoni annui relativi alle concessioni di specchi acquei, sono determinati in relazione alla loro distanza dalla costa, in base agli importi previsti dal regolamento di cui al comma 1 d) i canoni annui relativi alle concessioni di boe, pontili fissi e mobili zattere, e galleggianti in genere, sono calcolati in base agli importi previsti dal regolamento di cui al comma 1.
7. I canoni da applicare alle concessioni sono soggetti a rivalutazione triennale in base alla media del tasso di inflazione programmato relativo al triennio di riferimento, come dichiarato con deliberazione della Giunta regionale da adottarsi entro il 31 dicembre del terzo anno di validità.
8. L'occupazione di aree e beni del demanio della navigazione interna avvenuta in assenza della prescritta concessione, ferma restando l'applicazione delle sanzioni penali, e qualora ne sussistano le condizioni, ai sensi delle normative vigenti in materia, comporta il pagamento alla Regione Piemonte, a far data dal 1 gennaio 2001, del canone relativo all'occupazione, nonchè gli interessi legali del canone dovuto riferito al periodo compreso tra il 1 gennaio 2001 e la data di definizione della pratica amministrativa. Tali casi vengono sanati con il rilascio, da parte dell'autorità concedente territorialmente interessata, di apposite concessioni in sanatoria, a far data dal 1 gennaio 2001.
9. L'occupazione di aree e beni del demanio della navigazione interna avvenuta in attesa di formale rilascio della concessione da parte dell'organo competente dello Stato, antecedentemente alla data del 1 gennaio 2001 e protratta nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2001 e la data di entrata in vigore della presente normativa, è considerata come "occupazione anticipata" di aree e beni del demanio della navigazione interna. Tali casi vengono sanati con il rilascio, da parte dell'autorità concedente territorialmente interessata, d'apposite concessioni in sanatoria, a far data dal 1 gennaio 2001, ancorchè il soggetto interessato fornisca all'autorità stessa la corrispondenza avvenuta con l'organo statale competente concernente l'occupazione di cui trattasi nonchè, alla data di entrata in vigore della presente disciplina, abbia versato in tutto o in parte i canoni annuali richiesti dall'organo statale.
10. In fase di prima applicazione della presente disciplina, a far data dal 1 gennaio 2001 e sino al 31 dicembre 2006, in attesa della classificazione del territorio interessato in base all'alta, normale e minore valenza demaniale, di cui del comma 6, lettera a), tutti gli scenari appartenenti al demanio della navigazione interna piemontese sono classificati d'ufficio, a fa data dall'entrata in vigore della presente disciplina nella categoria C (bassa valenza demaniale).
11. I canoni per le concessioni sul demanio della navigazione interna, di cui alla presente disciplina, restano in vigore sino al 31 dicembre 2006.
Il regime concessorio previsto al comma 4 entra in vigore a partire dal 1 gennaio 2007.
12. In fase di prima applicazione della presente disciplina, le concessioni sono rilasciate dalle autorità concedenti territorialmente interessate, in parziale sanatoria, a far data dal 1 gennaio 2001 e con scadenza al 31 dicembre 2006.".
La parola all'Assessore Racchelli per l'illustrazione dell'emendamento.



RACCHELLI Ettore, Assessore alla navigazione

Sulla base di quanto già espresso dell'Assessore Ferrero per quanto riguarda le pertinenze idrauliche, lo stesso concetto è stato sviluppato per quanto riguarda la navigazione interna e le concessioni relative alle acque interne navigabili.
E' una predisposizione dei criteri propedeutici alla stesura del regolamento che deve essere approvato in Conferenza Regioni-Enti locali da parte di tutti i soggetti che fanno parte della Conferenza stessa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliere Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Assessore Racchelli, noi la ringraziamo per l'illustrazione sintetica che ha fatto. Questo emendamento non è particolarmente stravolgente, non inserisce modifiche particolari, però siamo alle solite. Voi presentate come emendamento una cosa che è un vero e proprio provvedimento che potrebbe stare a se. Inserite un articolo, dopodiché inserite un articolo 1bis che è un provvedimento. Questo non è un emendamento qualsiasi, un redazionale di alcune righe come quello che ha presentato l'Assessore Ferrero. Questo è già avvenuto per altre problematiche precedentemente esaminate. C'è un problema di merito inaccettabile. Non si possono avere testi di documenti corposi come quelli del collegato e poi, ad ogni articolo, inserire un 1 bis, un 2 bis o un ter. È un ulteriore nuovo provvedimento che chiederebbe i tempi e i modi per essere esaminato; invece viene rifilato alle sette del mattino in aula e dovrebbe essere velocemente esaminato in questi termini. Non è un modo di procedere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 4 (che diventa articolo 2).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 (Diventa articolo 3) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2 (diventa articolo 3).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 (Diventa articolo 4) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3 (diventa articolo 4).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 (Diventa articolo 5) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4 (diventa articolo 5).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 (Diventa articolo 6) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5 (diventa articolo 6).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 5 presentato dalla Giunta (a firma dell'Assessore Pichetto Fratin): all'articolo 6 il comma 2 è sostituito dal seguente: "2. Il comma 2 dell'articolo 3 della l.r. 28/1993 come sostituito dall'art.
2 della l.r. 22/1997 è così sostituito: '2. I soggetti di cui al comma 1 lettere a), b), c), d) ed e) devono essere residenti in Piemonte alla data di presentazione della domanda.'".
La parola all'Assessore Pichetto Fratin per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e alle finanze

L'articolo 6 l'abbiamo discusso in Commissione, ma era rimasta in sospeso la questione della residenza. Voglio aggiungere, alle mie già espresse valutazioni, un'ulteriore considerazione: ci sono anche delle Direttive europee, quindi, l'intenzione della Giunta di riduzione da 24 mesi a 6, a questo punto passa da 24 mesi a 0, peraltro con la considerazione che se dobbiamo attrarre imprese, dobbiamo anche creare le condizioni di attuazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 5.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6 (che diventa articolo 7), come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 (diventa articolo 8) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7 (che diventa articolo 8).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 (diventa articolo 9) La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Sarebbe stato più corretto, come avevamo già proposto, che questo articolo venisse inserito nella legge sulla sicurezza che abbiamo votato, e non nel collegato alla legge finanziaria Prendo atto che allora ci si oppose alla nostra proposta che, invece ci sembrava molto ragionevole.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8 (che diventa articolo 9).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Sono stati presentati alcuni emendamenti soppressivi: uno è soppressivo del comma 1, uno del comma 2 e così via, fino al comma 5.
Apriamo la discussione generale sull'articolo 9.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Questo articolo, che contiene a sua volta un provvedimento, è, a nostro avviso, il risultato di una legge sbagliata emanata circa un anno fa dal Consiglio regionale.
Quella legge, sulla quale, in allora, avevamo espresso un voto contrario, è sbagliata per vari aspetti, in particolare sulla questione che riguardava l'indennità di trattamento dei Consiglieri. Prego chiunque abbia una minima esperienza di regolazione in materie di questo tipo di trovare soluzioni a questi problemi, purché decorrano dalla data in cui le innovazioni vengono introdotte.
Qua, invece, è stata introdotto, per una serie di ragioni, un meccanismo retroattivo, che ha comportano una serie di squilibri e sperequazioni. Si è determinata, sostanzialmente, una sperequazione fra Consiglieri che erano una certa situazioni, e Consiglieri che, a parità di anzianità, si trovavano in altra situazione.
Ciò che oggi rileviamo è che il tentativo di correggere questa sperequazione ne introduce delle nuove, perché, anche in questo caso avremo colleghi che, a parità di legislatura, a seconda se siano stati rieletti o no, avranno trattamenti diversi.
Oltre ad essere un meccanismo che ha queste caratteristiche, siamo anche preoccupati per la dimensione della spesa che questo comporta.
Parliamoci chiaro: siamo in una dimensione di spesa dell'ordine di qualche miliardo di lire.
Ci sembra una cosa sbagliata. La soluzione vera si può trovare solo se prima o poi si deciderà di tornare sulle decisioni che sono state prese in passato e di riscrivere una regolamentazione delle attribuzioni e delle indennità di quiescenza dei Consiglieri regionali che abbiano coerenza da tutti i punti di vista, sia dal punto di vista della cosiddetta retribuzione diretta e indiretta, sia nel rapporto fra indennità e forme varie di gettoni e rimborsi, e ancora tra queste e le altre attribuzioni.
Oggi, questo aspetto manca e questo configura, a nostro parere, una soluzione ulteriormente negativa. Qualcuno di voi sa come si è giunti a questa discussione in sede di Commissione, evitando un confronto, mettendo un po' di fronte al fatto compiuto. Questo, secondo noi, è stato un altro elemento che ha impedito, in Commissione, quell'approfondimento che avrebbe potuto esserci.
Per questa ragione, noi esprimiamo un giudizio negativo su questo punto e annunciamo un voto contrario su questo articolo, coerentemente al voto che, a suo tempo, abbiamo espresso sulla legge che ne è alla base.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Siccome bisogna usare le parole, Primo Levi diceva: "Le parole sono pietre". Il curatore della mostra "Libri di marmo" diceva: "Le parole possono pesare, possono colpire e possono ferire". Io, invece, le voglio misurare, perché non ho la pretesa di colpire né di far pesare, tanto cadrebbero nell'indifferenza. Però, vorrei dire alcune cose nel merito e prego soprattutto i componenti dell'Ufficio di Presidenza di ascoltarmi.
Presidente, siccome le avevo chiesto prima di essere vigile, posto che si tratta di un provvedimento delicato, le potrei proporre una cosa: tutti quelli che hanno interesse su questo provvedimento, come normalmente avviene in tutte le assemblee elettive, dovrebbero alzarsi e abbandonare l'Aula al momento del voto. Saremmo in difficoltà, credo, ad approvare il documento collegato.
Ma a parte questa considerazione, siccome mi ha colpito molto l'intervento del collega Ronzani sulla perdita del potere di acquisto dei salari e di come le condizioni di povertà in questo Paese si incrementano vorrei offrire il dato dell'incremento dei nostri, affinché risulti a verbale: in quattro anni - prego l'Ufficio di Presidenza di prestare attenzione - le indennità lorde dei Capigruppo che hanno il domicilio a 100 chilometri di distanza da Torino sono cresciute, sul lordo, del 50% circa.
La legge dà la facoltà di fissare il proprio domicilio anche a Formazza. Io l'ho fissato là.
Nell'aprile del 2004...



PRESIDENTE

Scusi, faccia degli esempi più appropriati, perché in quelle zone non si può... sono zone difficili!



CONTU Mario

No, stiamo parlando del Consigliere Capogruppo che ha il domicilio a 100 chilometri dalla città di Torino e percepiva, quattro anni fa, 13 mila euro, mentre oggi ne percepisce 19 mila 724 e rotti, con un incremento, sul lordo, del 50% e del 45% sul netto.
Un Consigliere, che quattro anni fa percepiva 5 mila 766 euro nell'aprile 2004 è arrivato ad un netto di 7 mila 779 euro - potete controllare le bustepaghe - con un incremento, sul lordo, del 47% e del 34 sul netto.
L'Ufficio di Presidenza ha "toppato", ma sappiamo anche che le ragioni sono in relazione alle varie voci che compongono i nostri emolumenti e che a differenza di quanto normalmente succede quando si fanno aumenti uguali per tutti, le distanze si avvicinano anziché allontanarsi, com'è successo in questo caso.
Oggi, siamo in presenza di una necessità di riordinare tutta la materia per l'incidenza delle voci accessorie non sottoposte a trattenuta.
Ovviamente, lo segnalo solo come problema.
Nel merito, l'articolo, che cerca di correggere una evidente sperequazione tra chi ha beneficiato di tutti gli adeguamenti in relazione ai raddoppi derivanti dall'aumento del raddoppio dell'indennità, non ha tenuto conto - e qui pongo la domanda agli estensori della proposta che allora venne approvata - che l'anticipo è un anticipo e gli acconti sono acconti. Detto in questo modo, possiamo anche evitare di discuterne, perch tanto dovremmo discutere nel merito, ma la realtà è un'altra.
La norma di salvaguardia che abbiamo votato tutti insieme - già presente nella norma e che il voto ha riguardato il cambiamento del termine "uno" con "due", portando al raddoppio l'indennità di fine rapporto intendeva tutelare dal fatto che siamo dipendenti regionali (almeno ufficialmente, anche se eletti dal popolo e quindi non in virtù di una procedura concorsuale, ma di un fatto ben più alto).
I dipendenti regionali sappiamo non avere diritto a ritirare un qualsiasi acconto o anticipo sull'indennità di fine rapporto, in quanto la loro normativa, normata da una legge dello Stato, da un contratto collettivo, sostiene il non diritto all'accesso a questo beneficio. Noi con le leggi approvate in Consiglio regionale, ci siamo dati la possibilità di accedere al 75% come anticipo sull'indennità di fine rapporto.
Col passare del tempo, però, quando si è modificata la norma, non è stata variata e oggi siamo chiamati a sostituire - come un anno fa, in modo convulso, si è voluto sostituire "uno" con "due" - il termine "anticipo" con "acconto", perché gli anticipi non si possono conguagliare, mentre gli accordi pare di sì.
Questo, mi pare, essere l'escamotage individuato. Peccato che a votare questo atto sono 36 Consiglieri su 60 che hanno ritirato l'anticipo.
Si è creata un'anomalia in aula, perché se si dovesse applicare il principio che qui non stiamo parlando di una legge ordinaria nella quale impostare le nostre indennità e neanche di correggere un errore materiale allora si entra nella sostanza del problema.
La logica vorrebbe che tutti i Consiglieri interessati al provvedimento non partecipassero al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Il mio intervento è un'anticipazione di dichiarazione di voto.
Personalmente, ritengo che chi ha attivato la vecchia clausola contrattuale, cioè la corresponsione anticipata dell'indennità di fine mandato, ha assolto un'obbligazione, che è questione diversa dall'acconto.
In pratica, chi ha preso prima la liquidazione, più che di liquidazione si tratta di un'obbligazione da parte dell'Ente. Un discorso è la corresponsione anticipata, cioè che io risolvo anticipatamente l'obbligazione e alla fine non mi dovete più niente, un altro discorso è il concetto dell'acconto.
Non so se in termini di costituzionalità il ragionamento sta in piedi però si tratta di due elementi completamente diversi.
Il mio Gruppo, comunque, voterà contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Mi verrebbe simpaticamente voglia di dire, dopo i conteggi del Consigliere Contu, che farò istanza per gli arretrati, dato che io, quale Capogruppo ed abitando a 170 chilometri da Torino, non mi trovo bene con i conti, ma mi riserverò.
Al di là delle battute, non voglio accettare le simpatiche provocazioni del Consigliere Contu, anche se rispetto il suo intervento, ma vorrei proprio fare un intervento di merito su questo articolo, nato in Commissione. Prima di arrivare al merito della questione, però, gradirei ripercorrere i passaggi che ci hanno portato, in Commissione, a stilare un articolo con questi contenuti.
Comincio dalla fine.
Sono d'accordo con il Consigliere Marcenaro e con il Consigliere Contu sul fatto che, indubbiamente, una legge di riforma complessiva di tutta la partita indennitaria (dei rimborsi, dei gettoni, dei vitalizi e di tutto quello che si vuole aggiungere), potrebbe essere la via maestra - ma tengo il condizionale - per riformare, una volta per tutte, questa situazione peccato che in questa legislatura (se non proprio all'inizio quando forse ci conoscevamo meno e quindi c'erano maggiori condizioni per lavorare in un certo modo), quando su proposta dell'Ufficio di Presidenza si è trovato un accordo, tutte le volte che abbiamo iniziato a trattare questa materia anche con l'intento di rivederla nella sua complessità, si è giunti fino ad un certo punto e poi si è detto: "Ma vediamo, magari la settimana prossima" e poi non si sono più trovate le condizioni. All'ufficio di Presidenza, al quale riconosco grandi sforzi su questa materia, ma, occorre, soprattutto in Consiglio regionale, in sede di I Commissione, in sede d'aula dopo trovare una condivisione su una riforma complessiva che è certamente auspicabile.
Questo sarà uno dei testimoni che passeremo all'VIII legislatura, sono classici provvedimenti che possono essere affrontati, nella complessità della materia, all'inizio di legislatura per una serie di motivi. Ci detto, Consigliere Contu, non per una questione di censo, ma equiparare sempre, e comunque, il Consigliere regionale al dipendente, l'indennità al salario, l'indennità di fine mandato alla liquidazione, è una base di partenza sbagliata. Non è questa la nostra situazione. Se i dipendenti della Fiat, piuttosto che quelli della Olivetti, fossero come noi nelle condizioni di autodeterminarsi il proprio stipendio, la propria indennità e tutti i loro rimborsi, anche loro tenderebbero certamente a rivedere più verso l'alto che verso il basso le proprie spettanze. E' un'anomalia di tutti i parlamenti, di tutte le assemblee che hanno questa prerogativa. C'è anche nel Consiglio regionale del Piemonte e ci sarà sempre in questo Consiglio regionale e in tutti i parlamenti.
Sono fermamente convinto di questo articolo, sono uno di quelli che ha lavorato in Commissione e che l'ha costruito. Dico anche questo Consigliere Contu, non ho i dati alla mano che lei possiede, ma sono un Consigliere regionale che ha percepito l'anticipo dell'indennità di fine mandato a gennaio 2004 con la nuova normativa, quindi questo articolo, per me, non cambia niente: né una lira in più né una lire in meno. Sono fermamente convinto.
C'è una linea di fondo che mi sembra sia condivisa da tutti: bisogna evitare ogni forma di sperequazione tra Consiglieri regionali che si trovano nelle stesse condizioni e con la stessa anzianità. Non è possibile Consigliere Contu, faccio un esempio, che il Consigliere Cattaneo prenda una indennità di fine mandato a dieci, perché ha preso un'anticipazione dopo quattro anni, il Consigliere Cantore la prenda a sei, perché l'ha presa dopo tre anni, il Consigliere Contu prende dieci, perché non l'ha presa e il Consigliere Mellano prende otto perché a cavallo tra la vecchia e nuova normativa. Ogni Consigliere regionale, a parità di condizione, deve avere lo stesso identico trattamento anche nelle indennità di fine mandato.
Bisogna, quindi, per ritornare su quanto è determinato dalla legislazione di riferimento vigente in questa legislatura, evitare ogni e qualsiasi forma di sperequazione. Abbiamo Consiglieri che hanno fatto due, tre quattro legislature, sono ancora in servizio, e si trovano esattamente nella stessa identica situazione di sperequazione a seconda se hanno preso un'indennità in questa piuttosto che in quella legislatura.
Al di là della misura e della modalità è per me importante, per andare avanti nel dibattito, capire dagli interventi che ci saranno successivamente, se è condiviso il punto che bisogna evitare qualsiasi forma di sperequazione e che tutti i Consiglieri regionali debbano avere identico ed uguale trattamento.
Detto questo, se così fosse, mi auguro che nessuno possa pensare che in funziona di questa o di quella legge, si possa avere trattamenti diversi si è già fatto un punto sulla situazione e un passo in avanti notevole.
L'Ufficio di Presidenza, penso che me ne darà atto o smentirà, mi sembra che su questo punto si sia adoperato moltissimo (di ciò ringrazio), non trovando, come raramente avviene, una condivisione unanime per una modalità per evitare questa sperequazione. E' ovvio che l'unica modalità rimasta a disposizione del Consiglio regionale è stata quella di discuterne in Commissione dove è stato costruito l'articolo della finanziaria.
Ho voluto fare un intervento più politico che tecnico per dire che noi sosterremo l'articolo senza imbarazzo e senza demagogia, è l'unica modalità che abbiamo trovato per eliminare quella sperequazione. L'unica possibilità che c'era, e c'è dal nostro punto di vista, era trasformare l'anticipazione in acconto in modo che, in un sistema perequativo perfetto, alla fine di ogni singola legislatura, o alla fine di ogni singola carriera, ogni Consigliere regionale percepisca identica somma di indennità di fine mandata alla quale vengono dedotti gli acconti percepiti. La norma, in modo sia chiaro che è stata portata avanti anche con una serietà complessiva, è stata introdotto al comma V per evitare ogni forma di sperequazione.
Apro una parentesi su quello che diceva il Consigliere Contu: non è vero che il lavoratore dipendente non possa percepire un anticipo sulla liquidazione, la differenza è che il lavoratore dipendente, per avere l'anticipo sulla liquidazione, deve motivarla. Normalmente i datori di lavoro intelligenti, gli Enti pubblici, se la motivazione sta in piedi e si presume che il lavoratore abbia l'intelligenza di presentare un'istanza con una motivazione seria, danno la possibilità di percepire l'acconto.
Al comma V è stato introdotto che chi ha avuto l'anticipazione o l'acconto, se passasse il collegato, dovrà versare, per il periodo intercorso dalla percezione dell'acconto all'entrata in vigore della norma gli interessi legali sull'acconto percepito in modo che, anche sotto l'aspetto del dare, e non solo dell'avere, ogni singolo Consiglieri di questa legislatura e in servizio in questo Consiglio regionale, abbia, alla fine della propria carriera o alla fine della legislatura, in sede di acconto su indennità di fine mandato, uguale trattamento.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 6 presentato dal Consigliere Contu: Art. 9 (modificazioni all'art. 13 della legge regionale 3 settembre 2001 n. 24) il comma 1 è abrogato.
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Consigliere Cattaneo, lei vedrà che uno degli emendamenti riguarda proprio il ripristino di una situazione di "legalità". Sono successi due fatti Consiglieri Cattaneo e lo vedrà in un emendamento che proporrò al voto dell'assemblea. Il primo è quello di riportare ad un mese, per ogni anno di mandato, l'indennità di liquidazione. Ce n'è un altro ancora più grave. Nonostante ci si sia raddoppiati l'indennità, non si è provveduto ad adeguare la percentuale delle trattenute. C'è qualcosa che non quadra Presidente Cota.
Da qui, si giustificano parte degli incrementi.
L'indennità di fine rapporto è il risultato di una trattenuta del 5 sull'indennità, rapportata a quella parlamentare. L'anno scorso ci siamo raddoppiati l'indennità di fine rapporto e non abbiamo provveduto automaticamente, a restituire alla Regione almeno una parte della capitalizzazione che derivava da questa operazione.
Lo scippo, quindi, è stato doppio: oltre al fatto di non aver condiviso questa scelta, le ragioni più volte spiegate, sin dall'inizio spiegate sono assolutamente ingiustificate, se non con un altro aspetto che illustrerò nell'emendamento successivo, che è stato notevolmente frainteso anche dalle notizie apparse sui giornali.
C'è un bisogno famelico, da parte della politica, di prendere il più possibile, di farsi delle remunerazioni elevate, perché la politica costa.
In virtù di questo fatto, si determina una sorta di corto circuito in tutte le assemblee regionali (tanto questi problemi sono comuni anche ad altre realtà) perché la politica non vuole affrontare il problema del finanziamento pubblico ai partiti, che dovrebbe garantire anche le risorse per la campagna elettorale e il rimborso. Fermo restando che militiamo in partiti e schieramenti diversi, ma che noi, per sopperire a questa esigenza versiamo il 50% di tutti gli emolumenti netti, il vero problema è che con la continua rincorsa agli aumenti non si riesce più a tenere sotto controllo la spesa anche delle assemblee elettive.
Inoltre, nei nuovi Statuti regionali è previsto l'incremento del numero dei Consiglieri regionali, ma in virtù di quale incremento del nostro lavoro lo lascio dire agli altri. Sarà la storia a chiarircelo. E' comunque, un fattore che si aggiunge a questa situazione di incrementi fuori controllo delle indennità di tutti i Consiglieri regionali delle varie assemblee elettive.
Dietro questo - lo spiego ancora meglio - c'è la mancata soluzione del problema del finanziamento pubblico ai partiti. Le risorse dei Gruppi consiliari sono quelle più importanti di cui dispongono i partiti. È un problema che, secondo me, la politica dovrebbe affrontare. Fermo restando l'aspetto etico, che ho continuato a sottolineare e nessuno mi può certo accusare di non avere mantenuto una linearità, l'altro giorno ho richiesto della documentazione presso l'Ufficio di Presidenza e ho scoperto una mia lettera, inviata il 2 giugno del 2000, due giorni dopo la prima seduta consiliare, nella quale dissentivo dall'Ufficio di Presidenza: alla sua prima riunione non aveva trovato un accordo su un procedura, ma aveva trovato immediatamente un accordo per approvare il raddoppio dell'indennità chilometrica.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione dell'emendamento, comunico che in caso di non approvazione dell'emendamento rubricato n. 6, decadono anche gli emendamenti rubricati n. 7 e n. 8, perché non avrebbero più senso, in quanto insistono sulla medesima terminologia che l'aula avrebbe respinto.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 6.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro decaduti i seguenti emendamenti, rubricati nn. 7 e 8.
Emendamento rubricato n. 7 presentato dal Consigliere Contu: art. 9 (modificazioni all'art. 13 della legge regionale 3 settembre 2001 n. 24) il comma 2 è abrogato.
Emendamento rubricato n. 8 presentato dal Consigliere Contu: art. 9 (modificazioni all'art. 13 della legge regionale 3 settembre 2001 n. 24) il comma 3 è abrogato.
Emendamento rubricato n. 9 presentato dal Consigliere Contu: art. 9 (modificazioni all'art. 13 della legge regionale 3 settembre 2001 n. 24) il comma 4 è abrogato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n 9, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 10 presentato dal Consigliere Contu: art. 9 (modificazioni all'art. 13 della legge regionale 3 settembre 2001 n. 24) il comma 5 è abrogato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n 10, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9 (diventa articolo 10) nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 11 presentato dal Consigliere Contu: dopo l'art. 9 (modificazioni all'art. 13 della legge regionale 3 settembre 2001, n. 24) è aggiunto l'art. 9 bis che così dispone: "Nell'articolo 11 della l.r. 3 settembre 2001, n. 24, al comma 1, rigo 2 le parole 'due volte' sono sostituite con le parole 'una volta'".
La parola al Consigliere Contu, per l'illustrazione.



CONTU Mario

Do atto all'Aula che comunque è un emendamento rispettoso di una posizione diversa. Vi chiedo di tornare da dove eravamo partiti: chiedo cioè, che le parole "due volte" nell'articolo 11 della legge regionale 03 settembre 2001, n. 24 - sono leggi che normano la nostra materia - siano sostituite con le parola "una volta", per le ragioni che credo di aver sufficientemente spiegato, in particolare per quella che trovo assolutamente originale: nel momento in cui si è votato il raddoppio dell'indennità di fine rapporto - è fatto sul quale molti di noi hanno votato contro - non si è provveduto ad adeguare e a rendere compatibile la corresponsione di un importo così elevato (il raddoppio) riducendo i versamenti sostanzialmente del 50% e quindi ponendo totalmente a carico della Regione tutto il TFR.
Siccome tutto questo accade dopo quattro o cinque giorni di discussione sul bilancio, con situazioni di sofferenza elevatissima, di mancate risposte ai bisogni crescenti che arrivano dai cittadini, tutto si pu dire; possiamo dire che i nostri non sono stipendi né salari, sono prebende, ma certamente una cosa è comune: questi sono i soldi dei contribuenti e dei cittadini piemontesi. Se li utilizziamo in modo così spudorato per migliorare la nostra situazione economica per le ragioni dette prima, contribuiamo ad allontanare sempre di più la gente dalla politica e a creare quel rapporto di disillusione nei confronti della politica stesso. Non credo che questo ci aiuti a svolgere meglio il nostro lavoro. Sicuramente stiamo meglio dal punto di vista economico, per certamente non stiamo facendo un bel servizio ai cittadini piemontesi.
Vorrei ancora ricordare non in modo demagogico che il personale che opera nella Regione Piemonte e che esemplarmente fa da supporto ai nostri lavori d'aula e di Commissione merita ben altre attenzioni, anche dal punto di vista della loro condizione normativa, pur sapendo che questo è un problema sindacale.
Quest'aula si dovrebbe assumere l'impegno di riordinare tutta la materia rendendola compatibile con quello che certo è lo status del Consigliere compatibile con gli stipendi medi dei quadri e dei dirigenti della pubblica Amministrazione, ma non certamente con queste punte di esagerazione alle quali siamo arrivati per ragioni che ancora la politica non è stata in grado di risolvere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 11.
Il Consiglio non approva.
La seduta è riaggiornata a martedì prossimo.
Desidero ringraziare tutti, ma soprattutto il personale che in questi giorni ci ha assistito in questa lunga maratona.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 07.45 )



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