Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.456 del 04/05/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Botta Franco, Brigandì Costa E., D'Onofrio, Godio, Leo, Manolino, Pedrale, Rossi Giacomo Scanderebech, Tomatis e Vaglio.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 604 "Legge finanziaria per l'anno 2004"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 604, di cui al punto 6) all'o.d.g.
prosegue con la discussione degli emendamenti ad esso riferiti.
Legge regionale 67/1994 "Interventi per l'inserimento qualificato di giovani disoccupati e di lavoratori in cassa integrazione straordinaria o ex dipendenti da aziende in crisi in cooperative già costituite o di nuova costituzione - Abrogazione della L.R. 21 giugno 1984, n. 28 e successive modifiche e integrazioni" Emendamento rubricato n. 26 presentato dal Consigliere Contu: dopo l'articolo 5 inserire l'articolo 5 bis 'Interventi in materia di politiche sociali' "Incrementare l'UPB 15102 (Formazione professionale lavoro sviluppo dell'imprenditorialità - Titolo II - Spese d'investimento) di euro 1.500.000 per finanziamenti a tasso agevolato alle cooperative per l'attuazione degli investimenti (L.R. 7/2001 e L.R. 67/94).
Alla copertura della spesa si provvede, per gli esercizi 2004, 2005 e 2006, con riduzione di pari importo dell'UPB 32011 (Attività culturali Spettacolo Istruzione Titolo I Spese correnti) relativamente al capitolo 11306R (Contributi alle famiglie per l'esercizio del diritto alla libera scelta educativa - L.R. 10/2003)".
Emendamento rubricato n. 27 presentato dal Consigliere Contu: dopo l'articolo 5 inserire l'articolo 5 bis 'Interventi in materia di politiche sociali' "Incrementare l'UPB 15102 (Formazione professionale lavoro sviluppo dell'imprenditorialità - Titolo II - Spese d'investimento) di euro 1.500.000 per finanziamenti a tasso agevolato alle cooperative per l'attuazione degli investimenti (L.R. 7/2001 e L.R. 67/94).
Alla copertura della spesa si provvede, per gli esercizi 2004, 2005 e 2006 con riduzione di pari importo dell'UPB 09011 (Bilanci e finanze bilanci Titolo I Spese correnti)".
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, discuto insieme i due emendamenti. Riguardano l'incremento del finanziamento sulle legge n. 7/2001 e della legge regionale n. 67/94.
Naturalmente siamo nel campo della formazione professionale, lavoro e sviluppo dell'imprenditorialità. Cosa si chiede in particolare? La possibilità di incremento dei finanziamenti a tasso agevolato alle cooperative per l'attuazione degli investimenti.
Entrambi propongono, per lo stesso importo, di mandare in riduzione la legge regionale n. 10/2003 e, dall'altra, di attingere dal fondo di riserva dell'UPB 09011. Qui mi è facile argomentare, Presidente, l'opportunità di prestare attenzione alla questione della legge regionale n. 10 sulla libera scelta educativa.
D'altronde, in molti degli emendamenti è forte il richiamo a questa legge, richiamo che molto spesso è dovuto anche alla constatazione che gli esiti finali, quelli pubblicati l'altro giorno sul BUR, esattamente il 29 aprile, ci hanno confermato che i beneficiari riguardano per ora, in attesa del completamento, non più di 14-15 mila allievi per un complessivo di oltre 13 mila famiglie che hanno inoltrato la richiesta.
Quindi, siamo ben lontani dai toni trionfalistici con i quali era stata presentata questa legge e da quel consenso di massa che invece si è determinato in altre Regioni; penso, non ultima, alla Regione Lombardia.
Ebbene, siccome la richiesta è di spostare risorse per favorire lo sviluppo delle cooperative, io devo però, per l'attuazione degli investimenti, sottolineare quale attenzione oggi bisogna avere nel momento in cui si opera questa scelta.
Molte cooperative ormai hanno perso un po' dello spirito originario e ideale, che era alla base della costituzione del loro scopo sociale. Sono sempre di più obbligate, anche per i rapporti con gli enti locali, ad adeguare la loro operatività a logiche d'impresa e questo ha comportato come conseguenze, pesanti ricadute in termini di diritti contrattuali per i lavoratori delle cooperative, ove lo statuto sociale (la carta dei soci) molto spesso è prevalente rispetto alla esigibilità di qualsiasi diritto.
Nonostante tutto, la cooperazione oggi, anche con la sussidiarietà presenta un aspetto dal quale non si può prescindere, quindi credo che si faccia cosa buona se, approvando questo emendamento, si dà un segnale di attenzione a questa realtà produttiva e soprattutto operante nel campo dei servizi nella nostra Regione.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati n. 26 e n. 27 sui quali la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Legge regionale 63/1995 "Disciplina delle attività di formazione e orientamento professionale".
Emendamento rubricato n. 335, presentato dai Consiglieri Papandrea Chiezzi, Moriconi.
(Vedi tabella allegata) Emendamento rubricato n. 336 presentato dai Consiglieri Papandrea, Chiezzi Moriconi.
(Vedi tabella allegata) Gli emendamenti rubricati n. 335 e n. 336 inerente la legge n. 63/95 sono inammissibili, perché non indicano la UPB da cui poterli prelevare.
CONTU Mario (fuori microfono) Chi sono i presentatori?



PRESIDENTE

Sono stati presentati dai Consiglieri Papandrea, Chiezzi e Moriconi.
Lo stesso ragionamento vale per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 356 sulla legge regionale 21/1997.
Legge regionale 21/1997 "Norme per lo sviluppo e la qualificazione dell'artigianato".
Emendamento rubricato n. 356 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea.
(Vedi tabella allegata) Legge regionale 22/1997 "Modifiche alla legge regionale 14 giugno 1993, n.
28 'Misure straordinarie per incentivare l'occupazione mediante la promozione e il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali e per l'inserimento in nuovi posti di lavoro rivolti a soggetti svantaggiati' e successive modifiche ed integrazioni".
Emendamento rubricato n. 339 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Papandrea.
(Vedi tabella allegata) Anche l'emendamento rubricato n. 339 è inammissibile per mancanza della copertura finanziaria.
Emendamento rubricato n. 24 presentato dal Consigliere Contu: dopo l'articolo 5 inserire l'articolo 5 bis 'Interventi in materia di politiche sociali' incrementare l'UPB 15091 (Formazione professionale lavoro occupazione promozione sviluppo locale - Titolo I - Spese correnti) di euro 560.000 per interventi per il sostegno all'impiego dei soggetti non vedenti e dei portatori di handicap fisico motorio (l.r. 7/2001 e l.r. 22/97).
Alla copertura della spesa si provvede, per gli esercizi 2004, 2005 e 2006 con riduzione di pari importo dell'UPB 32011 (Attività culturali Spettacolo Istruzione Titolo I Spese correnti) relativamente al capitolo 11306R (Contributi alle famiglie per l'esercizio del diritto alla libera scelta educativa - l.r. 10/2003).
Emendamento rubricato n. 25 presentato dal Consigliere Contu: Dopo l'articolo 5 inserire l'articolo 5 bis 'Interventi in materia di politiche sociali' incrementare l'UPB 15091 (Formazione professionale lavoro occupazione promozione sviluppo locale - Titolo I - Spese correnti) di euro 560.000 per interventi per il sostegno all'impiego dei soggetti non vedenti e dei portatori di handicap fisico motorio (l.r. 7/2001 e l.r. 22/97).
Alla copertura della spesa si provvede, per gli esercizi 2004, 2005 e 2006 con riduzione di pari importo dell'UPB 09011 (Bilanci e finanze bilanci Titolo I Spese correnti).
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Presidente, questo emendamento sottolinea l'aspetto della disabilità e dell'attenzione che dovremmo avere su questa materia. Voglio ricordare all'Aula che esiste una situazione assolutamente scandalosa per quanto concerne alcuni Enti pubblici: penso, in primis, al CSI e a numerose banche in particolare ricordo la Banca Sella - che, a fronte della nuova normativa, preferiscono, nei rapporti con le Province, pagare una forte penale ma non procedere all'inserimento occupazionale secondo quanto previsto da queste norme. È un aspetto che certamente non fa onore a questi soggetti privati, ma diventa ancora più grave quando un consorzio di Enti Pubblici, come la partecipata del CSI, é ben lontano dal raggiungere i traguardi che la legge pure impone.
Le motivazioni addotte certamente sono argomentazioni risibili, perch stiamo parlando di portatori di handicap fisico-motorio che, proprio per il tipo di handicap, nulla vieta rispetto alle capacità intellettuali.
Anzi, molti dei disabili che si trovano a dover essere impediti sul piano fisico-motorio, rappresentano una risorsa sul piano delle capacità intellettuali, soprattutto nel campo dell'informatica.
Il CSI, in Commissione, ha avuto l'ardire di sostenere che non vi erano professionalità tali da essere compatibili con l'alto livello professionale richiesto per l'inserimento nel comparto dell'informatica. Ritengo sia un fatto grave: sapendo di una certa austerità, da parte della maggioranza, a modificare quella che ritengono sostanzialmente una prerogativa di Governo, quella, cioè, di determinare le politiche e, di conseguenza essere anche assuntori di responsabilità in relazione alle risorse da stanziare per i vari settori e a finanziamento delle varie leggi, ho voluto sottolineare con questo emendamento il nostro livello di attenzione verso una problematica come questa, ma soprattutto la necessità di cambiare rotta.
L'importo è assolutamente simbolico, perché stiamo parlando di un miliardo di vecchie lire o poco più. Mi auguro che l'Aula rompa un po' questo atteggiamento precostituito che porta a respingere gli emendamenti proposti delle opposizioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati n. 24 e n. 25, sui quali la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Legge regionale 24/1999 "Modifiche della legge regionale 9 maggio 1997, n.
21 (Norme per lo sviluppo e la qualificazione dell'artigianato)".
Emendamento rubricato n. 143 presentato dai Consiglieri Manica, Contu Ronzani, Marcenaro, Di Benedetto, Placido, Suino, Muliere, Riggio, Riba Papandrea e Moriconi: aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 24/1999 è aumentato di euro 200.000 (Spese correnti) 17 Commercio e Artigianato.
L'UPB 32011 (l.r. 10/2003 Esercizio del diritto alla libera scelta educativa) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 180 presentato dai Consiglieri Manica, Contu Ronzani, Marcenaro, Di Benedetto, Placido, Suino, Muliere, Riggio, Riba Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 24/1999 è aumentato di euro 200.000 (Spese correnti) 17 Commercio e Artigianato.
L'UPB 05911 (Spese per Consulenze) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 216, presentato dai Consiglieri Manica, Contu Ronzani, Marcenaro, Di Benedetto, Placido, Suino, Muliere, Riggio, Riba Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 24/1999 è aumentato di euro 200.000 (Spese correnti) 17 Commercio e Artigianato.
L'UPB 06011 (Spese per Comunicazione) è diminuita di pari importo".
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Con questi emendamenti ci poniamo il problema di finanziare due leggi importanti che, in questi anni, hanno dimostrato di contribuire ad una riorganizzazione del sistema delle imprese commerciali e dell'artigianato piemontese. Queste leggi sono state approvate grazie al contributo di elaborazione del nostro Gruppo e delle forze di opposizione. Non c'é dubbio che in una crisi come quella che investe la nostra Regione il sistema delle imprese artigiane e commerciali è quello che forse paga per primo le conseguenze di una crisi.
Per il sistema delle imprese commerciali e artigianali, tanto più in presenza di processi che vedono massicciamente presente sul territorio piemontese la grande distribuzione (soprattutto per le imprese commerciali) esiste il problema di favorire processi di innovazione anche in questi settori, che sono la condizione per governare una crisi e un processo di trasformazione che, per l'appunto, ha bisogno che il legislatore destini alle imprese commerciali e artigianali risorse con le quali riposizionare il sistema delle piccole imprese commerciali e artigianali. Ma su questo credo che non ci sia molto da discutere. E' diffusa la convinzione che occorra gestire e governare la trasformazione che, per ragioni diverse investe questi due comparti, utilizzando la leva delle politiche pubbliche.
Voglio soffermarmi su un problema che riguarda il modo con il quale finanziamo la legge. Ci siamo sforzati di indicare nella discussione sulla legge finanziaria, i modi attraverso i quali allocare risorse per finanziare le leggi. Non ci siamo limitati a dire: vorremmo che voi finanziaste queste leggi, se non lo fate, la Giunta è insensibile al problema degli artigiani o dei commercianti. No, ci siamo sforzati quest'anno, per la seconda o terza volta, di individuare in questo bilancio i modi attraverso i quali consentire un finanziamento ulteriore delle leggi, indicando attraverso quali iniziative, quali spostamenti negli UPB liberare risorse segnalando una scala di priorità. Voi sapete che le priorità nostre sono alcune, sono quelle che hanno discusso oggi la Consigliera Manica e il Consigliere Cattaneo.
Abbiamo un corpo di proposte centrale,facciamo una scelta netta a favore delle politiche della ricerca e delle politiche sociali. La Regione, che vive una crisi così seria, per poterla governare deve innovare nella ricerca e mettere in campo politiche di coesione sociale. Tuttavia ci siamo sforzati di individuare interventi a sostegno del finanziamento e di leggi che, noi pensiamo, abbiano dato buona prova di se e debbano essere in questa fase rifinanziate o finanziate in misura maggiore perch in una crisi, in un'economia Piemonte, non c'é dubbio che un ruolo importante possono e debbono continuare a svolgerlo, le imprese artigianali e commerciali. Come finanziamo il finanziamento di questa proposta? Ho parlato prima delle consulenze e del fatto che questa Giunta, di fronte al problema consulenza, abdica le proprie funzioni e si limita a prendere atto che c'é una parte del bilancio che può essere sottoposta a riforma e ad interventi e, un'altra parte, che è inossidabile, non può essere messa in discussione. Noi, invece, abbiamo visto che sarebbe possibile intervenire su quel fronte per liberare risorse.
Non vorrei essere frainteso, non l'ho mai detto e non lo dico in questa occasione, non è soltanto questa la voce con la quale vorremo finanziare altri interventi, ma sicuramente è una delle voci. Qui c'é il discorso delle spese per la comunicazione. Non sarò certo io a negare il fatto che un'amministrazione regionale ha il diritto e il dovere di spendere in comunicazione. Per carità, spendete in comunicazione, la Giunta ha dimostrato di sapere spendere in comunicazione. C'é un appunto da fare: questa Giunta, nella scala delle priorità, considera, insieme alla voce delle consulenze, quella per la comunicazione una voce intoccabile. Noi pensiamo che, invece, in quella famosa scala di priorità, questa dovrebbe essere una di quelle voci da mettere sotto controllo, da riformare, da ristrutturare, da ridurre. E' evidente che c'é il discorso di dove destino una parte delle risorse, delle priorità che individuo rispetto alle quali decido come spendere alcune risorse. Immaginiamo un intervento a favore delle imprese artigianali e commerciali, da finanziare attraverso una riduzione delle spese per la comunicazione. Se controlliamo le UPB, abbiamo mal contato 4 o 5 milioni di euro, ma poiché le spese della comunicazione si spalmano in molti assessorati, è ragionevole pensare che noi lì abbiamo una voce a disposizione e di spese che oggi vengono destinate alla comunicazione che, se non mi sbaglio, individuo attorno ai 10 milioni di euro.
Non saremmo noi a proporre di azzerare completamente questa voce, ma certo ci saremmo aspettati che dovendo discutere come, in un bilancio sofferente, rastrellare e reperire risorse, questa avrebbe dovuto essere una voce, quanto meno, da sottoporre ad una verifica critica: è questo che vogliamo fare. Mettere in discussione una parte di queste spese perch così facendo, siamo in grado oggi, lo dico all'Assessore Laratore molto attento, di reperire una quantità maggiore di risorse da destinare alla politica del comparto artigiano e commerciale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Mi permetto di intervenire perché il comparto artigianato merita un'analisi attenta. Ringrazio il Consigliere che si è ricordato di presentare questo emendamento solo per ricordare che in Piemonte sono oltre 126 mila le imprese artigiane che operano, esse rappresentano oltre il 28 delle aziende attive sul territorio regionale. Una percentuale che supera di gran lunga la media nazionale del 24,4%.
Il numero dei dipendenti impiegati in aziende artigiane, risulta pari al 128.453; il dato ha registrato una crescita del 5,3% dimostrando una capacità del comparto nella creazione di nuovi posti di lavoro, ben al di sopra dei livelli di crescita occupazionale ragionale.
L'occupazione in Piemonte è cresciuta dell'1,9% che, con l'1,8% della Valle d'Aosta, rappresenta il tasso di crescita più modesto registrato a livello nazionale. L'artigianato è uno dei pochi settori a garantire una crescita occupazionale anche in momenti difficili come l'attuale. Sul comparto si è abbattuta la crisi della Fiat e del suo indotto. Si calcola che siano circa 1200 le imprese artigiane piemontesi destinate a pagare a caro prezzo la frenata dell'automobile. Queste aziende, che danno lavoro ad oltre 70 mila addetti, derivano almeno il 30% del loro fatturato direttamente da Fiat oppure da forniture di primo livello di quest'ultima.
Secondo i dati forniti da Confartigianato Piemonte, il settore è caratterizzato da una crescente sfiducia nei confronti delle prospettive di sviluppo economico regionale. Per il 41,6% degli artigiani, la produzione rimarrà costante, mentre ben il 40,6% prevede una sua diminuzione. Quasi la metà degli imprenditori artigiani, preferisce non pronunciarsi sull'acquisizione di nuovi ordini; mentre il 23,8% ritiene certo una loro diminuzione.
Il settore rischia di subire una pesante battuta d'arresto. Oltre il 70% degli artigiani ha deciso, infatti, di non programmare investimenti nei prossimi 12 mesi anche se quasi uno su cinque ritiene di doverne effettuare, in vista di ampliamente della propria attività. Un altro dato che evidenzia il complesso deterioramento del quadro economico, è rappresentato dall'andamento dei flussi di cassa in entrata. Oltre la metà degli artigiani, ha dichiarato che gli incassi stanno arrivando, ed arriveranno, nei tempi concordati, ma questi denari, vitali per la gestione quotidiana delle aziende e per la programmazione delle mosse future entrano nelle casse in ritardo nel 46% dei casi.
E' necessario che la Regione affronti il problema del finanziamento dello sviluppo delle imprese artigiane, anche alla luce delle novità introdotte con la riforma del credito di Basilea 2, e basata sul sistema del reting. I tassi bancari, sono ben più bassi rispetto agli anni passati, ma è divenuto più difficile l'accesso al credito, pur vantando il Piemonte un sistema Ecofidi fra i più efficienti dal Paese.
Fra le imprese artigiane esiste il problema del personale. In provincia di Cuneo le aziende del settore lamentano, nel 59% dei casi, una forte difficoltà a reperire manodopera specializzata, mentre scende a 23, se la ricerca riguarda operai generici.
Nel torinese, il 40% delle imprese fa fatica a reperire personale qualificato e il 13% manodopera non qualificata. La Regione deve farsi carico di orientare i percorsi formativi in funzione delle reali esigenze occupazionali delle imprese. L'organizzazione dei corsi professionali non può non essere legata a tali esigenze che devono formare oggetto di un continuo monitoraggio. Il sistema delle imprese paga pesantemente la forte dicotomia esistente tra i profili professionali offerti dal mondo della formazione e la reale domanda di professionalità delle aziende. La situazione è ancora più grave laddove si pensi che la materia della formazione professionale è affidata alla potestà legislativa esclusiva regionale.
Questi sono i motivi che inducono a sostenere questi tre emendamenti: 143, 216 e 280. Riteniamo che il tessuto artigianale sia l'unico tessuto che in questo momento, in una situazione economica come quella piemontese riesce a reggere. Ci auguriamo, quindi, che questo settore venga rafforzato, per non perdere ulteriori posti di lavoro.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati n. 143, n. 180, n. 216, sui quali la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Legge regionale 17/1985 "Provvedimenti per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato".
Emendamento rubricato n. 142 presentato dai Consiglieri Manica, Contu Ronzani, Marcenaro, Di Benedetto, Placido, Suino, Muliere, Riggio, Riba Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 17/1985 è aumentato di euro 1.000.000 (Spese d'investimento) 17 Commercio e Artigianato.
L'UPB 32011 (l.r. 10/2003 Esercizio del diritto alla libera scelta educativa) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 179 presentato dai Consiglieri Manica, Contu Ronzani, Marcenaro, Di Benedetto, Placido, Suino, Muliere, Riggio, Riba Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 17/1985 è aumentato di euro 1.000.000 (Spese d'investimento) 17 Commercio e Artigianato.
L'UPB 05911 (Spese per consulenze) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 215 presentato dai Consiglieri Manica, Contu Ronzani, Marcenaro, Di Benedetto, Placido, Suino, Muliere, Riggio, Riba Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 17/1985 è aumentato di euro 1.000.000 (Spese d'investimento) 17 Commercio e Artigianato.
L'UPB 06011 (Spese per Comunicazione) è diminuita di pari importo".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati n. 142, n. 179, n. 215, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro inammissibili (stante la mancanza della necessaria copertura finanziaria) i seguenti emendamenti rubricati nn. 349, 350, 351, 352, 353 354, 355 riferibili alla l.r. 21/1985, nn. 256, 285, 286, 287 riferibili alla l.r. 42/1991, nn. 255, 261, 283, 284, 293 riferibili alla l.r.
41/1992, nn. 246, 247, 248, 253, 277, 278, 279 riferibili alla l.r.
16/1995.
Legge regionale 25/1996 "Adesione al Centro estero Camere commercio piemontesi".
Emendamento rubricato n. 115 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Suino, Muliere Riba, Riggio, Contu Papandrea, Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 25/1996 è aumentato di euro 100.000 (Spese correnti).
L'UPB 32011 (L.r. 10/2003 Esercizio del diritto alla libera scelta educativa) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 152 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Suino, Muliere Riba, Riggio, Contu Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 25/1996 è aumentato di euro 100.000 (Spese correnti).
L'UPB 05991 (Spese per consulenze) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 188 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Suino, Muliere, Riba, Riggio, Contu Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 25/1996 è aumentato di euro 100.000 (Spese correnti).
L'UPB 06011 (Spese per comunicazioni) è diminuita di pari importo".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Sono emendamenti rilevanti ed importanti, ma che non consideriamo sostanzialI. Lo dico subito in apertura di intervento, perché gli emendamenti che hanno un carattere sostanziale li abbiamo elencati precedentemente, individuandoli e suddividendoli in due gruppi: quelli sulle grandi politiche di sviluppo, ricerca e innovazione e quelli di mantenimento e allargamento delle politiche di welfare.
Detto questo, vi è però una serie di nostri interventi che hanno un loro rilievo. In questi anni le Camere di Commercio, in particolare nella realtà torinese, hanno consolidato fortemente la propria attività attraverso il potenziamento del Centro Esteri e di questi servizi addirittura in una visione che unifica i vari interventi ai vari livelli provinciali. Certamente questo ha consentito di progredire e di procedere nella pubblicizzazione delle nostre iniziative e della nostra capacità imprenditoriale in sedi estere, tra l'altro potenziando questa iniziativa e collegandola a tutta la vicenda delle Olimpiadi 2006.
Noi chiediamo di avere una particolare attenzione in questa direzione che è direzione di promozione della nostra capacità imprenditoriale in una serie di altre sedi. Dobbiamo dire che, oltre al Centro Esteri, abbiamo attivato altri momenti; penso a tutta l'attività che il G.P. sta svolgendo di promozione dell'imprenditoria e della capacità imprenditoriale piemontese in altre sedi, oltre che ad attrarre in Piemonte investimenti e capacità di intervento.
Ecco, è un settore di grande rilievo, a cui io guarderei con attenzione. Adesso l'Assessore Pichetto è distratto, ma se l'Assessore Pichetto non fosse distratto su questo emendamento avrebbe avuto una particolare attenzione, anche perché il Centro Esteri è questione delle Camere di Commercio che l'Assessore conosce molto bene, e avrebbe potuto dare una sua opinione più motivata di accoglimento o meno di questo emendamento al termine del mio intervento.
Dicevo, non ritenendo questi tre tra gli emendamenti particolarmente sostanziali, sottopongo all'attenzione della Giunta il complesso di questa attività per capire quale ordine di accoglimento, anche in diminuzione eventualmente rispetto alla proposta da noi avanzata, ci possa essere.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

La collega Manica ha già avuto modo di spiegare il senso di questo emendamento. Noi ci poniamo il problema di come, attraverso le Camere di Commercio (non solo naturalmente, ma anche attraverso le Camere di Commercio) e i Centri Esteri delle Camere di Commercio, sia possibile consentire la presenza delle imprese, soprattutto delle piccole e medie imprese, sui mercati internazionali. Com'è noto, il sistema delle piccole e medie imprese, che pure si sta organizzando e ha fatto in questi anni dei grandi passi avanti, ha il problema di misurarsi con la sfida dell'internazionalizzazione e ha quindi il problema di organizzare una propria presenza sui mercati internazionali. Naturalmente questa presenza e questa strategia non può essere definita da ogni singola piccola impresa perché non è nella disponibilità della piccola e media impresa, questo anzi molte volte è un ostacolo, e allora il problema è di capire in che misura le politiche pubbliche e gli strumenti pubblici (le Camere di Commercio e i Centri Esteri sono uno di questi strumenti, non il solo naturalmente) concorrono a far sì che il made in Italy possa in qualche modo stare sui mercati internazionali ed essere valorizzato.
Noi, quindi, pensiamo che vada finanziata questa iniziativa. Molti Consiglieri regionali hanno avuto la possibilità di visitare Paesi diversi dall'Italia, non soltanto appartenenti all'Unione Europea, e compiendo questi viaggi si è potuto constatare come, per la verità, uno degli snodi nel rapporto nostro con quelle economie e con le politiche di esportazione possa e debba essere rappresentato dalla presenza in quelle realtà e in quelle economie di Camere di Commercio, di Antenne (si chiamano così in gergo tecnico) che ci consentano di valorizzare lì le produzioni fatte nella nostra Regione.
Sono le Camere di Commercio, insieme all'Assessorato all'industria della Regione Piemonte, a definire un vero e proprio programma con il quale le imprese piemontesi cercano di qualificarsi, di presentarsi agli occhi di quei mercati che noi consideriamo essere particolarmente ricettivi per la qualità delle nostre produzioni. Ma, ripeto, questa presenza - e parlo di una presenza commerciale, di una presenza dei marchi, di una presenza delle imprese - non può essere delegata a imprese che hanno mille difficoltà a pensare a una presenza loro in funzione di una commercializzazione dei prodotti sul piano internazionale. Allora è evidente che le politiche pubbliche, per tramite delle Camere di Commercio e dei Centri Esteri possono essere uno degli strumenti con i quali il made in Italy (il made in Piemonte, diceva la collega Manica), il sistema delle piccole imprese valorizza il proprio know out, le proprie produzioni, il proprio marchio in vari Paesi e in generale sui mercati internazionali, perché attraverso questa valorizzazione è possibile favorire uno sviluppo delle nostre esportazioni.
Io qui affronto il problema dal punto di vista dell'immagine naturalmente, non dei prodotti, della qualità, che è il problema che noi vogliamo affrontare attraverso la ricerca, l'aggregazione delle imprese e via dicendo, ma certo è che, in una fase in cui sempre di più le imprese piemontesi debbono fare i conti con la questione dell'internazionalizzazione dell'economia, finanziare quelle iniziative - e questa è una di quelle, come prima ho ricordato - che ci possono consentire di portare nel mondo, di valorizzare nel mondo le piccole e medie imprese piemontesi è una di quelle scelte che noi avremmo interesse di compiere con questa legge finanziaria.
Non partiamo da zero; voglio dire all'Assessore Pichetto - lui lo sa meglio di me, naturalmente - che non partiamo da zero, ma certo è che se consideriamo tutto insieme il nodo della commercializzazione dell'esportazione, dell'internazionalizzazione come scelta a cui guardare dal punto di vista della strategia di una politica industriale e dell'economia piemontese, questa è una di quelle scelte che possono essere considerate di valore e della massima importanza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a bilancio e finanze

Devo dire che ho apprezzato le considerazioni che sia la collega Manica sia il collega Ronzani hanno svolto in merito alle iniziative sulla politica di commercio estero e al raccordo con il Centro Estero e Camera di Commercio. Peraltro, permettetemi di vantarmi di avere iniziato questo settore e questa attività.
Devo dire che, da un lato, ho apprezzato gli interventi e devo dire che stiamo lavorando su questo fronte, nel senso che è a buon punto la definizione dell'accordo che prevede la società mista tra Centro Estero e Camera di Commercio. Non sarà più Centro Estero e Camera di Commercio, ma sarà una società regionale Regione e sistema camerale, che avrà la funzione di braccio operativo, anche regionale, per le iniziative di commercio estero.
Pertanto in merito agli emendamenti, che ritengo simbolici, visto anche l'importo dello stanziamento, ne chiederei il ritiro. Il ritiro degli emendamenti ha il significato di dire che l'intervento è accolto, l'impegno c'è ed è totale, ma c'è non solo nell'importo di 100 mila, ma anche per un importo molto superiore, se nel prossimo mese arriveremo alla conclusione e alla definizione di quello che è l'accordo con il sistema camerale, quindi con UnionCamere, che rappresenta le otto Camere di Commercio del Piemonte e quella che è l'organizzazione attuale, che dovrebbe fondersi in un unico riferimento.
Su questo dovrebbe anche confluire "Sprint", che è lo sportello regionale di promozione estera e che dovrebbe portare la Regione Piemonte prima fra le Regioni d'Italia, ad avere una struttura operativa forte e consistente, anche con personaggi competenti sul settore per promuovere le iniziative del nostro sistema di imprese verso l'estero, ma non solo.
In raccordo con l'ITP, che ha il ruolo inverso, cioè il ruolo di attrazione verso la nostra realtà, l'obiettivo è creare quelle opportune sinergie che dovrebbero permettere di svolgere appieno quel ruolo non più di commercio estero, ma di internazionalizzazione del nostro sistema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Avevo già avuto modo di citare il diverso ruolo del Centro Estero e di ITP e mi sembrava che si dovesse arrivare ad un punto di convergenza in questa direzione.
Ritiro gli emendamenti presentati, perché non vorrei correre il rischio che venissero accolti in maniera così insufficiente rispetto invece all'intervento molto più importante, che è stato realizzato da questo punto di vista dalla Regione, anche in vista del prossimo Natale, che ci pare una scadenza importante per l'approvazione della nostra attività regionale.
Non ho capito quale sia l'organico che si andrà a determinare da questo punto di vista. Ritengo che questa sinergia tra ITP e il Centro Estero possa produrre degli elementi di grande rilievo per il miglioramento della nostra iniziativa.
Le cose che l'Assessore ha detto fanno in particolare decadere le ragioni di questi emendamenti.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 115, n. 152 e n. 158 vengono dunque ritirati dal proponente.
Dichiaro inammissibili (stante la mancanza della necessaria copertura finanziaria) i seguenti emendamenti rubricati nn. 297, 299, 300, 301 riferibili alla l.r. 19/1997, nn. 243, 244, 245, 252, 274, 275, 276 riferibili alla l.r. 13/2003.
Legge regionale 56/1977 "Tutela ed uso del suolo".
Emendamento rubricato n. 185 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Suino, Muliere, Riba, Riggio, Contu Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 56/1977 è aumentato di euro 100.000 (Spese correnti).
L'UPB 06011 (Spese per comunicazioni) è diminuita di pari importo".
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Questo emendamento prevede una cifra simbolica di 100 mila euro sulla l.r. 56/77, da sottrarre alla UPB 06011, che riguarda "spese di comunicazione", perché questa UPB 06011 è inesauribile o, comunque, una voce da cui si può abbondantemente attingere per interventi che abbiano attinenza allo sviluppo. Questo stanziamento di 100 mila euro è in sostanza, data l'entità della cifra, uno stanziamento abbastanza simbolico in quanto 100.000 euro non spostano niente all'interno del bilancio regionale e possono tranquillamente essere reperiti sottraendoli all'UPB 06011 - Spese per comunicazione - che viene diminuita di pari importo. In questo caso, quindi, esiste la copertura, a differenza di altri emendamenti che sono stati cassati precedentemente.
"Spese per comunicazione" è una voce inesauribile, da cui si possono spostare consistenti investimenti (perché nel bilancio regionale è molto alta) senza danneggiare, sulla parte di spesa corrente, eventuali interventi che abbiano un rilievo diretto sui cittadini.
In questa direzione si interviene semplicemente su momenti che sono esclusivamente interni alla vicenda della Giunta regionale o del Consiglio regionale e che riguardano, diciamo così, più o meno giustificate (dal nostro punto di vista no), spese di funzionamento della Giunta stessa quindi senza ricadute dirette sull'utenza o nei confronti dei Comuni o di Enti che debbano fare interventi diretti sull'utenza (in particolare i Comuni, perché hanno compiti di gestione quando la Regione non glieli sovrasta sovrapponendosi ad essi ed abdicando ai suoi compiti di programmazione).
Detto questo, perché abbiamo richiesto uno spostamento, anche se così simbolico? La tutela dell'uso del suolo è questione di grande rilievo in questa Regione. Per effetto dei cambiamenti e delle modificazioni climatiche abbiamo assistito al divenire regola di eventi calamitosi che fortunatamente nel passato erano solo l'eccezione; penso, ad esempio, alle vicende alluvionali o ancora alle situazioni di emergenza rispetto alle quali noi progressivamente ci troviamo ad ogni evolvere delle modifiche stagionali e, per effetto di questi cambiamenti climatici, questi eventi calamitosi stanno diventando da eccezionali a permanenti.
Noi abbiamo, quindi, due strade: quella di inseguire sempre l'emergenza, configurando come emergenza anche un fatto che diventa purtroppo ripetuto, ciclico e permanente, non aggredendo le cause intervenendo magari tardi o in modo non sufficiente nel momento in cui le catastrofi naturali si sono abbattute e hanno creato danni economici gravi alla qualità della vita e alla realtà della nostra Regione; oppure affrontare questa partita in modo organico, attraverso dei momenti di programmazione.
Siamo l'unico Gruppo che, in quest'aula, ha presentato una proposta di legge organica sulla tutela e l'uso del suolo e la riorganizzazione di questa materia, per affrontarla, appunto, dal punto di vista complessivo di programmazione di cui parlavo prima, che ci faccia uscire dall'inseguimento dell'emergenza; pena grave i dissesti idrogeologici e il recupero di gravi situazioni sul nostro territorio: le successive vicende alluvionali sono la più grave, ma rappresentano soltanto una parte dei guai e delle calamità che si possono determinare.
Abbiamo presentato quella proposta, che non ha avuto l'onore di essere inserita all'ordine del giorno di una Commissione, tantomeno di un'aula.
Non sappiamo se nel corso di questa legislatura - ne dubitiamo - sarà possibile affrontare e discutere tale argomento.
Si aumentino, almeno, gli stanziamenti sulle leggi esistenti, non tanto per un intervento strutturale - 100.000 euro non sarebbero sufficienti quantomeno per un intervento di studio, che individui e programmi alcuni primi interventi e alcune più approfondite e organiche progettazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente La Presidente Manica si è soffermata soprattutto sulla destinazione delle risorse - sia pure modeste - previste da questo emendamento. Se non le dispiace, mi soffermerei, invece, soprattutto sulla fonte dalla quale vorremmo prelevare, riducendo altro capitolo, le risorse necessarie. Perch ritorniamo ad un punto che ha accompagnato la nostra discussione nel corso delle ultime ore e che, a mio parere, è destinato ad accompagnarla anche nelle ore e nei giorni successivi.
Noi proponiamo di rintracciare le risorse necessarie per finanziare l'emendamento dalle spese di comunicazione in particolare della Giunta regionale. Abbiamo posto la questione numerose volte e abbiamo sottolineato che riteniamo sia una contraddizione seria il fatto che, mentre si riducono le risorse destinate al Piemonte e alle sue necessità, aumentino contemporaneamente, quelle che la Giunta regionale e le istituzioni destinano a se stesse nella forma di spese di comunicazione.
Come sapete, cari colleghi, e come lo stesso Assessore Pichetto sa bene, se sommiamo le spese per consulenze e le spese per comunicazione raggiungiamo la notevole cifra di circa 20 milioni di euro (circa 40 miliardi di lire), l'equivalente di circa 1600 posti per anziani non autosufficienti oggi in lista di attesa.
Continuiamo a segnalarvi questo problema, rinnovando l'invito ad aprirvi ad una riflessione su un uso così poco giustificato, a nostro parere, di risorse scarse per la nostra comunità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 185, sul quale la Giunta regionale esprime parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Il Consigliere Chiezzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Dall'Ufficio di Presidenza sono stati accantonati come inammissibili emendamenti che non facevano altro che finanziare leggi elencante nell'allegato 1. In Commissione abbiamo discusso a lungo il problema e si era addivenuti alla conclusione che all'interno della legge finanziaria non emendamento per emendamento, occorre avere un pareggio tra il finanziamento previsto per una legge e le risorse necessario a finanziarlo.
La legge finanziaria è una legge strutturata per articoli, nella quale si finanziano le leggi e si trovano le risorse per finanziarie le suddette leggi. Articolo per articolo e legge per legge. Non è che il proponente deve dire dove prendere i soldi, il proponente pone al Consiglio di finanziare una legge con un importo, il Consiglio decide se questa legge è da finanziare o meno. Se decide per il sì, bisognerà che la legge finanziaria acconsenta, nel complesso dei suoi articoli, di finanziare così come si è deciso.
Poiché siamo tutti adulti, sappiamo che l'incremento di spesa deve essere coperto o da tagli in altre leggi o dal nuovo reperimento di risorse, ma sono indipendenti dalla discussione se una legge debba essere finanziata o meno, che è una discussione di scelta politica. Alle scelte politiche bisogna far fronte con mezzi finanziari idonei che si trovano se l'emendamento può essere discusso, valutato e approvato con votazione.
Pregherei, quindi, il Presidente di riprendere tutti gli emendamenti che ha "buttato" nel cestino e di rimetterli in votazione. Se non è così se ci sono dei problemi, le chiedo mezz'ora di sospensione affinché si possa discutere con tutti gli addetti a questo argomento per poter ricalibrare tutti i nostri emendamenti. E' libertà politica decidere il finanziamento di una legge.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, abbiamo ragionato tante volte insieme. Questa decisione non è una prevaricazione nei confronti di nessuno, è una decisione logica che è stata presa, che non poteva non essere presa perch un emendamento deve avere un senso compiuto. Se viene approvato un emendamento che indica un aumento di stanziamento, bisogna indicare, nello stesso emendamento, dove prendere i relativi fondi. Altrimenti l'emendamento non ha un senso compiuto, così anche per quanto riguarda il decremento. Potrei dire che è priva di portata normativa, ma questa è la verità.



CHIEZZI Giuseppe

Nella legge finanziaria non abbiamo un allegato sul quale stiamo lavorando. Nell'allegato c'é l'elenco delle leggi da finanziare, noi abbiamo una proposta nella quale si esprime una scelta politica di finanziare o meno una legge con un certo importo. Questa è una scelta politica autonoma e libera. Le leggi sono esistenti, si tratta di decidere se finanziarle o meno. La legge finanziaria nel suo complesso, prima della chiusura della stessa, è una legge che sta in equilibrio. Alla fine deve stare in equilibrio. La discussione su ogni singola legge, non può essere subordinata all'equilibrio interno a quella legge dello stanziamento previsto. E' la Finanziaria, nel suo insieme, che deve stare in equilibrio ma non è possibile, proposta per proposta, in modo puramente astratto determinare un pareggio di quella proposta. Il pareggio si trova alla fine della Finanziaria.
Mentre invece, legge per legge, c'é un confronto politico libero, se si finanzia e per quanto si finanzia. Può accadere che venga presentato un emendamento con uno straordinario finanziamento di grandissimo importo. Il Consiglio, che non è composto da persone irresponsabili, se approva quell'emendamento, sa che nella sua legge finanziaria dovranno essere reperite quelle risorse. Come si vedrà:si taglia, si mettono nuove tasse si fa quello che bisogna fare per rendere realizzabile una scelta politica libera. Non siamo nel bilancio: tolgo da un capitolo metto da un altro. E' la legge Finanziaria che stabilisce cosa dobbiamo fare nel prossimo anno in Regione Piemonte? Vogliamo finanziare questa legge. Con quanto? Con un milione di euro.Dove lo prendete? Non preoccupatevi, il milione di euro dovrà essere trovato, se lo approviamo deve essere trovato e ci assumiamo la responsabilità di trovarlo. Non è che inammissibile perché non dico dov'è. Non lo dico scientemente dove prendo quei soldi perché è un scelta politica autonoma.
Dopodiché, se uno è stupido e fa scelte politiche autonome e stupide ne pagherà le conseguenze. La scelta politica non può essere cassata perch non mi si dice dove prendere i soldi.
La pregherei di riflettere, Presidente, ancora su questo aspetto di libertà di espressione politica di una scelta di governo.



PRESIDENTE

Sono convinto della mia decisione, Consigliere Chiezzi. Lo dico anche contro il mio interesse perché anch'io avevo firmato un emendamento presentato da lei, quindi mi piacerebbe che venisse approvato.
Direi di procedere in questo modo. Poiché la seduta sta per finire potrei darle, tra oggi e domani, il tempo di integrare gli emendamenti che ha presentato con la relativa copertura, anche solo la legge, da dove si prende, con contestuale diminuzione, l'aumento dello stanziamento. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sul piano pratico la ringrazio, però il problema che le sottopongo era un altro, non di come uscirne...



PRESIDENTE

E io l'ho capito, ci rifletterò, magari può avere ragione lei e allora in questo caso, troveremo anche una modalità di comportamento per le prossime sedute.
Legge regionale 24/1996 "Sostegno finanziario ai Comuni per l'adeguamento obbligatorio della strumentazione urbanistica".
Emendamento rubricato n. 146 (connesso emendamento rubricato n. 147) presentato dai Consiglieri Manica, Papandrea, Moriconi, Contu e Di Benedetto: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 24/1996 è aumentato di euro 250.000 (Spese d'investimento) 19 - Pianificazione gestione urbanistica.
L'UPB 32011 (L.r. 10/2003 Esercizio del diritto alla libera scelta educativa) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 183 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Marcenaro, Placido, Suino, Riba, Riggio, Muliere, Papandrea, Moriconi Contu, e Di Benedetto: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 24/1996 è aumentato di euro 250.000 (Spese d'investimento) 19 - Pianificazione gestione urbanistica.
L'UPB 05911 (Spese per consulenze) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 219 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Marcenaro, Placido, Suino, Riba, Riggio, Muliere, Papandrea, Moriconi Contu, e Di Benedetto: è aggiunto l'articolo 1 bis così come segue: "Articolo 1 bis (Modifiche all'Allegato A) L'Allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 24/1996 è aumentato di euro 250.000 (Spese d'investimento) 19 - Pianificazione gestione urbanistica.
L'UPB 06011 (Spese per comunicazione) è diminuita di pari importo".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Signor Presidente, vorrei porre un problema, tralasciando ogni considerazione di carattere generale che riguarda il ritardo con il quale stiamo predisponendo la riforma della legge 56.
Ricordo che all'inizio di questa legislatura, quando discutemmo la legge n. 44, ponemmo l'esigenza di una riforma della legge urbanistica. In allora, l'Assessore Botta sostenne - non so con quanta convinzione, ma lo sostenne - che esistevano i tempi perché il Consiglio regionale e la Commissione di merito affrontassero rapidamente la riforma della legge 56 per noi un vero problema.
Siamo ormai alla fine di questa legislatura e constato che siamo, da questo punto di vista, molto indietro. Questo mi consente di fare un ragionamento che affronta un problema più di fondo: il ritardo con il quale questa maggioranza e questa Giunta hanno tentato di far diventare, questa legislatura, una legislatura davvero costituente. Se guardiamo dietro di noi, volgendo le spalle all'inizio della legislatura, scopriamo che tutta una serie di importanti leggi di sistema e di riordino del sistema non sono state assolutamente approvate.
Abbiamo dedicato il nostro tempo ad una legislazione minore, che non considero affatto banale, ma certo, se penso ai discorsi con i quali ci siamo presentati al corpo elettorale sostenendo che qui dentro saremmo venuti per innovare radicalmente la legislazione, immaginando grandi leggi di indirizzo e di sistema, anche in forza della riforma del Titolo V qualcosa non è riuscito.
Facendo un bilancio di questa esperienza, non posso che constatare che questa maggioranza ha perso il treno delle riforme. Questa maggioranza si è ridotta ad approvare leggi che non hanno questo respiro e questa ambizione.
Ciò detto, però, poniamo un problema più circoscritto: finanziare i piccoli Comuni - che sono tanti nella nostra Regione, circa 1206 - per i quali c'è anche un problema di aggregazione e di unificazione, che abbiamo pensato di rinviare, non facendo i conti con le esigenze di una Regione come la nostra, di favorire, attraverso un trasferimento dei poteri e delle competenze, una riorganizzazione dell'assetto istituzionale; un problema che ci pone la questione dell'accorpamento, dell'unificazione e dell'unione dei Comuni.
Ripeto, tutto questo rimane lì e non credo che lo affronteremo da qui a fine legislatura. Possiamo invece affrontare, da qui a fine legislatura, il problema di mettere i Comuni nella condizione di avere strumenti urbanistici adeguati ed avanzati. Spesso, i piccoli Comuni hanno un problema di risorse. Il governo di centrodestra, da questo punto di vista ha falcidiato le risorse dei piccoli Comuni. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un elenco dei tagli che hanno riguardato le autonomie e il sistema dei piccoli Comuni e viene fuori un quadro drammatico della situazione, per cui abbiamo piccoli Comuni in una condizione di sofferenza totale.
Dato che la politica urbanistica è essenziale, con l'emendamento in questione ci poniamo il problema e l'obiettivo di finanziare e di dare risorse ai piccoli Comuni, affinché possano ripensare, riorganizzare riformare, riapprovare nuovi strumenti urbanistici.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Il punto è: perché abbiamo presentato questi emendamenti? Abbiamo presentato questi emendamenti perché, come ha cercato di dire bene il collega Ronzani prima, sono due legislature che voi non fate la riforma della legge urbanistica. Adesso avete addirittura candidato alla Presidenza della Provincia di Torino - io mi auguro che perda - l'Assessore competente, e temo che l'unico risultato che otterremo da questo è che avremo perso ulteriore tempo perché, impegnato nella campagna elettorale non può essere in II Commissione e in aula a discutere della legge urbanistica, per un risultato - temo - non particolarmente consistente per il Polo delle Libertà.
Detto questo, la legge urbanistica per la seconda volta non ci sarà.
Abbiamo una strumentazione vecchia ed inadeguata, una strumentazione che costringe i Comuni a dei tempi immensi. Noi sappiamo che tra il momento in cui cominciano le procedure per la revisione di un Piano Regolatore Generale e il momento della sua approvazione passano anni; sappiamo che per una variante di Piano Regolatore Generale, una variante anche non particolarmente consistente, passano anni nelle autorizzazioni regionali.
Nel corso della scorsa legislatura, abbiamo fatto una modifica alla legge che ha inserito la distinzione tra le varianti parziali e le altre, andando in direzione di un facilitazione dei Comuni; non abbiamo saputo superare il momento importante in cui la legge, fatta da un grande urbanista come l'architetto Astengo, ha consentito di dotare il Piemonte di regole e di strumenti quali il PRG al momento in cui non c'era alcuna regola e alcuno strumento, ma da 20-30 anni noi abbiamo bisogno di strumenti più agili avendo ormai regolato il territorio e salvaguardato lo stesso, più agili nei tempi e nei modi; abbiamo bisogno di stare con maggiore attenzione e con maggiore velocità a ridosso dei cambiamenti anche strutturali che nel territorio si determinano. Quel modo di fare i Piani Regolatori e soprattutto tutto il regime autorizzativo regionale è un impaccio, un intoppo burocratico; i Comuni sono in grave difficoltà e senza strumenti in questa direzione. I Comuni, inoltre, hanno bisogno di sostegno dal punto di vista dell'adeguamento, della modernizzazione della strumentazione urbanistica. Voi colpevolmente non avete fatto la legge, non volete sostenerli anche con le leggi che esistono attraverso un adeguamento finanziario in questa direzione.
Regioni come la Toscana sono ormai molto più avanti, una nuova legge urbanistica l'hanno fatta da tempo, il rapporto tra Regione e Comune è molto più agile, il ruolo di coordinamento della Provincia sui Piani Territoriali è un ruolo che riesce a svolgersi. Voi non solo non approvate i Piani Regolatori, ma non approvate neanche i Piani Territoriali provinciali, valga un esempio per tutti cosa abbiamo dovuto fare per farvi approvare quello della Provincia di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

La nostra Capogruppo Manica terminava il suo intervento ricordando quella cosa incredibile che è stato il tentativo maldestro, non riuscito di non far passare il Piano Territoriale della Provincia di Torino, che riguardava gli oltre 300 Comuni della Provincia di Torino, trovando la condivisione della stragrande maggioranza dei Sindaci, come può confermare il collega Bolla.
Non per voler polemizzare a tarda ora, ma questa è una delle tante grandi leggi che la nostra Regione necessita e che questa maggioranza non ha neanche mai pensato di provare a fare; addirittura adesso mandano l'Assessore competente allo sbaraglio in una competizione senza speranza nella Provincia di Torino (lo sa anche lui, tant'è vero che ha scelto un mesto manifesto in bianco e nero che è foriero del risultato e in questo scontro fra democristiani, uno senza giacca e l'altro in bianco e nero chissà cosa viene fuori). E' evidente che i torinesi, intesi come gli abitanti della provincia di Torino... Sinceramente noi abbiamo assistito alla grande lotta per arrivare a... E da questo traiamo le conclusioni.
Al di là della competizione elettorale (non ci siamo ancora, il risultato si fa sempre alla fine, mai prima, quindi bisogna fare attenzione a dichiarare vittorie che poi magari non si realizzano), è sintomatico che l'Assessore che ha la responsabilità su una materia così importante, invece di preparare uno strumento importantissimo come la legge urbanistica (è due legislature che noi l'attendiamo), venga lanciato in una competizione elettorale. L'attendiamo non solo noi, ma i 1.300 Comuni piemontesi.
Ritornando agli emendamenti, se devo esprimere una negatività su questi quattro emendamenti, è che oggettivamente propongono una cifra troppo modesta sull'argomento trattato, in una discussione sul bilancio dove si sentono cifre iperboliche, 175 milioni di euro, 8 miliardi di bilancio reale, 15 miliardi di bilancio complessivo, 250 mila euro per quattro, quasi come presagio dell'indisponibilità della Giunta ad affrontare un problema serio.
Allora io non so se ci sono i margini e verrebbe quasi la tentazione di presentare altri emendamenti decisamente più consistenti in termini non di argomento, che è sempre lo stesso, ma in termini di risorse, perché pensare di dare un contributo a un tema come questo con 250 mila euro, seppure per quattro, un milione di euro, non rende giustizia e riconosce l'importanza del problema perché si presentano quattro emendamenti, ma non nella cifra che viene indicata. Quindi questo, per certi aspetti, è l'unico punto che mi vede in dissenso su questi quattro emendamenti.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Non ho ancora terminato, Presidente.



PRESIDENTE

Pensavo che avesse terminato. Era per passare alla votazione e chiudere il Consiglio.



PLACIDO Roberto

Ero tentato di intervenire per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo, ma sentendo che lei ha intenzione di chiudere il Consiglio, non volendo darle un dispiacere, non intervengo in dissenso. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati n.146 e connesso emendamento rubricato n. 147 l'emendamento rubricato n. 183 e l'emendamento rubricato n. 219, sui quali la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21.30)



< torna indietro