Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.455 del 04/05/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


POZZO GIUSEPPE



(Alle ore 14.53 il Consigliere Segretario Pozzo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.15)



(La seduta ha inizio alle ore 15.29)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Brigandì Cavallera, Costa Enrico, Scanderebech, Tomatis e Vaglio.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 604 "Legge finanziaria per l'anno 2004"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 604: "Legge finanziaria per l'anno 2004", di cui al punto 6) all'o.d.g., prosegue con la discussione degli emendamenti ad esso riferiti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, vorrei comunicare che intendo apporre la mia firma agli emendamenti che vanno dal n. 521 al n. 528, relativi al finanziamento di iniziative per l'occupazione dei soggetti svantaggiati, sottraendo le risorse che vengono spostate per questa iniziativa alla legge relativa alla libera scelta educativa.
Chiedo, inoltre, se è possibile sottoscrivere anche l'emendamento n.
118, che si muove nella stessa direzione. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Abbiamo preso nota a verbale, collega Tapparo. Ne diamo per acquisita la firma.
ARTICOLO 2 - Allegato A Possiamo incominciare con la presentazione di alcuni emendamenti inerenti alla Legge regionale n. 56/1986 ("Interventi regionali per la promozione e la diffusione delle innovazioni tecnologiche nel sistema delle imprese minori").
Richiamo gli emendamenti affinché possiate recuperarli: sono il n. 340 il n. 118 il n. 155 e il n. 191.
Emendamento rubricato n. 340 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea (vedi tabella allegata) La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Con questo emendamento proponiamo di incrementare il finanziamento della legge, tanto sulla spesa corrente quanto su quella di investimento sia per l'anno in corso sia sul pluriennale.
Si tratta di una legge che è stata ampiamente utilizzata, anche con efficacia, rispetto all'incremento dell'innovazione tecnologica per le piccole aziende. In genere, è una legge che intende favorire la competitività e lo sviluppo delle nostre aziende, facendo in modo che questo abbia una ricaduta anche in termini occupazionali.
Per le ragioni che abbiamo spiegato stamattina, ci sembra una scelta ampiamente necessaria per il Piemonte, che in questo periodo si trova in una situazione esattamente opposta.
Assistiamo alla crisi di una serie di strutture e organismi che erano di supporto alla ricerca, per le piccole aziende, ma, più in generale, per il comparto delle aziende. D'altro canto, a fronte della situazione economica che vive la regione e le sue aziende, l'intervento pubblico è quanto mai necessario, perché da sole le aziende faticano ad ottenere un intervento adeguato in questa direzione.
Il fatto che siano stati presentati anche altri emendamenti su questa legge significa che il problema è sentito fortemente anche da altri Gruppi.
La maggioranza e il Governo spesso si vantano di aver svolto delle attività in questa direzione; ritengo che effettivamente, laddove è stata sviluppata e finanziata, in genere, ha sempre trovato un ampio utilizzo. E' per questo che pensiamo che, in questo periodo, bisognerebbe incrementare ulteriormente siffatto tipo di spesa sia in termini correnti sia in termini d'investimento proprio per dare alle aziende un segnale forte di procedere in questa direzione, perché, in qualche modo, vengono seguite e assistite in questo tipo di percorso.
Mi pare che sarebbe un segnale forte, che può permettere ad una parte del nostro comparto economico di affrontare e reggere la concorrenza in modo più efficace rispetto a quanto fatto finora perché, come già ricordavo questa mattina, ci troviamo di fronte ad una serie di crisi che colpisce l'insieme dei settori e, spesso, queste crisi sono legate ad una difficoltà di finanziamento che le aziende soffrono.
L'emendamento da noi presentato merita attenzione e, magari, anche da parte dell'Assessore, che mi sembra si sia un po' addormentato un'attenzione anche in termini concreti, per dare una risposta positiva a questo o ad uno degli altri emendamenti, che vanno nella stessa direzione che verranno poi illustrati dai colleghi che li hanno presentati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Quest'emendamento pone la questione del rifinanziamento, o del finanziamento, adeguato di una legge che vuole favorire, pur nel quadro della riforma che noi vorremmo, con politiche e finanziamenti pubblici l'innovazione nella piccola e media impresa.
Vorrei che i colleghi riflettessero su un dato che credo finora abbiamo trascurato nella nostra discussione. Già durante la discussione generale abbiamo sottolineato il fatto che l'articolo 3, comma 1, della legge finanziaria approvata dal Governo pone un problema enorme alle Regioni, in particolare alla Regione Piemonte. L'articolo 3 della legge finanziaria afferma che non è più possibile contrarre mutui e indebitarsi, per finanziare un certo tipo di politica di investimenti e di trasferimenti verso le famiglie e verso le imprese. L'articolo 3, tradotto in termini di politica industriale, cioè tradotto in termini di indebitamento per favorire trasferimenti in conto capitale alle imprese e alle famiglie significa che la Regione Piemonte quest'anno dovrà rinunciare alla possibilità di accendere mutui per investimenti nel settore industriale per 115 milioni di euro (220 miliardi di vecchie lire).
Più volte abbiamo sostenuto e richiesto all'Assessore di conoscere in quale modo la Giunta regionale intende affrontare questo problema, che un tempo noi risolvevamo attraverso l'indebitamente, cioè accendendo mutui mutui con i quali noi, in realtà, avviavamo una politica di investimenti mediante finanziamenti al sistema delle imprese.
Tutto questo si verifica in un anno nel quale la congiuntura economica è particolarmente negativa, il che significa che ci troviamo nell'impossibilità di contare su questo volume di trasferimenti in una fase della quale, viceversa, l'economia piemontese richiederebbe più politiche pubbliche, più trasferimenti a favore del sistema delle imprese.
Proprio per questo, avremmo dovuto porci un problema. In primo luogo che rapporto, che contenzioso, che discussione, che confronto avviamo con il Governo per modificare questo dato della realtà che avrà ricadute negative sull'economia piemontese. In secondo luogo, in quale modo il Piemonte, posto che rimane aperto il problema di come modificare quest'articolo 3 della legge finanziaria, cerca di far fronte alle conseguenze che si creano per effetto dell'approvazione dell'articolo 3 della legge finanziaria? Uno dei modi è di determinare stanziamenti aggiuntivi a favore del sistema delle piccole e medie imprese; in questo caso, noi diciamo a favore dell'innovazione del sistema delle piccole e medie imprese. Questo non sta avvenendo. In verità, ci limitiamo a destinare alle leggi che, a vario titolo, finanziano i processi di innovazione, di prodotto e di processo nel sistema delle piccole imprese mediante trasferimenti statali, gli stanziamenti che sono rimasti in piedi. Viceversa, riteniamo che sarebbe stato necessario destinare a queste politiche risorse aggiuntive e che lo sforzo che andava compiuto era quello di verificare in quale misura attraverso una ristrutturazione del bilancio regionale, sarebbe stato possibile reperire le risorse per destinare queste risorse a questo tipo di politica.
Il nostro emendamento si pone esattamente quest'obiettivo. Però, ci poniamo anche il problema di indicare dove recuperare queste risorse. Con quest'emendamento, ci poniamo il problema di recuperare queste risorse intervenendo su una voce che rimane, in questa Regione, una variabile indipendente, sulla quale non s'incide, nonostante essa abbia una capienza finanziaria non indifferente: la voce delle consulenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Ritengo che quest'emendamento vada supportato, se non altro per sostenere i 75 mila addetti presenti nell'area della subfornitura, in modo particolare le medie e piccole imprese con un fatturato complessivo di 8,4 miliardi di euro.
E' necessario che la Regione sostenga le imprese nei loro piani di investimento e le accompagni lungo un processo di diversificazione della produzione e dei mercati di riferimento. Il segmento che stiamo trattando è particolarmente importante, perché le aziende della subfornitura oscillano dal 15 al 17,4%. Conseguentemente, la Regione deve fare un piano organico perché, attraverso questo segmento, forse, possiamo riqualificare quella che è la questione dell'occupazione sul nostro territorio.
Ritengo che un ruolo importante che la Regione deve avere è quello di utilizzare un po' di più i fondi a rotazione, che gli altri anni hanno dato, là dove sono stati applicati, buoni risultati, di conseguenza è una esperienza che è meglio continuare con un volume di investimento maggiore.
Considerato l'alto numero di disoccupati che ci sono in Piemonte, non si può trascurare nulla, in modo particolare la piccola e media impresa.
L'emendamento è per riqualificare questo fenomeno abbastanza diffuso, la piccola e media impresa soffre di disponibilità di credito. Il Basilea 2 non funziona sufficientemente, le imprese sono in crisi di liquidità e se l'Ente pubblico riesce ad accompagnarle in ogni loro fase, sarà l'unico segmento che risolverà le sorti del Piemonte. Le imprese della sub fornitura si riferiscono in modo particolare all'industria meccanica, della plastica, della gomma, dell'elettromeccanica e della elettronica. Segmento che, ovviamente, segue in modo particolare il settore auto che in questo momento è particolarmente in crisi.
Se occorre dare una mano, come ritengo doveroso fare, a queste aziende bisogna creare una istituzione all'interno della Regione capace effettivamente, di aiutare le imprese. Nei momenti di maggior sconforto l'imprenditore non trova riferimento nell'Ente e molte volte è scoraggiato.
Anche se, è vero, l'Ente pubblico non riesce a risolvere tutti i problemi ma fare da polo per queste piccole e medie imprese è sicuramente un fattore importante. Ripeto: sono circa 75 mila gli addetti nell'area della sub fornitura, lo sforzo di questa comunità, sicuramente, risulterebbe importante se c'é un po' più di impegno. Onestamente, devo dire non è che questa Amministrazione non abbia fatto nulla, mi riferisco all'utilizzo di fondi a rotazione che ha utilizzato il sistema di finanziamento di Basilea 2: un po' poco se vogliamo salvare queste aziende che costituiscono la struttura portante. Sono aziende piccole, flessibili, che possono cambiare know out, si possono salvare. E' chiaro che se questa operazione fosse fatta in tempo utile e in tempo necessario, sicuramente la Regione potrebbe fare bella figura e sicuramente salvare qualche posto di lavoro.
Ricordo che in Piemonte il numero dei disoccupati supera i centomila.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu, ne ha facoltà.



CONTU Mario

La piccola e media industria, mi rivolgo soprattutto all'Assessore al Lavoro, rappresenta certamente il nerbo della nostra economia. Lo dicevo già nel precedente intervento, siamo in presenza di un declino industriale sono quattro o cinque i grandi gruppi, a livello nazionale, che detengono il monopolio su alcuni settori cardine. La realtà della piccola e media impresa, è una realtà alla quale oggi dobbiamo prestare maggiore attenzione. Già nel corso della legislatura abbiamo affrontato una problematica di questo tipo. Solo ieri ho depositato tre interpellanze su tre piccole fabbriche, tre piccoli presidi industriali di Savigliano entrati in profonda crisi con grossi problemi e ricadute sui livelli occupazionali. D'altra parte nelle città, piccole e grandi della regione Piemonte, noi assistiamo ad una politica miope da parte dei comuni e degli enti locali che, nell'utilizzo dei Piani regolatori, molto spesso operano attraverso le varianti di piano, nella direzione di una diversa destinazione d'uso delle aree industriali. Molto spesso queste richieste sono formulate proprio dalle aziende proprietarie dei terreni dove hanno sito le loro realtà produttive, o in locazione, quindi d'accordo con le proprietà dei terreni, per operare una scelta, molto spesso di chiusura del sito produttivo sul territorio e rilocalizzazione in altre aree più interessanti dove è più basso il costo della manodopera ma soprattutto, dove si percepiscono aiuti anche per l'insediamento da parte delle regioni.
Credo, Assessore all'Industria e alle attività produttive che, come già sollecitato da altri Consiglieri, oggi la Regione debba prestare maggiore attenzione alle realtà della piccola e media impresa. Piccola e media impresa che rappresentano l'autentica alternativa a quella che, a noi sembra di capire, è una tendenza assolutamente sbagliata, cioè quella di diversificare la vocazione naturale dei nostri territori investendo molto sul terziario e trascurando, quello che noi riteniamo debba essere un settore trainante, quindi la piccola e media impresa nei vari campi, dal manufatturiero, alla trasformazione di prodotti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Abbiamo presentato questi emendamenti per aumentare lo stanziamento alle leggi n.56 e n. 86, quindi le problematiche relative all'innovazione.
Cerchiamo di spostare fondi da altre leggi, come le solite spese per consulenza, le spese per comunicazione, la legge n.20/2003 per l'esercizio del diritto alla libera scelta educativa (il cosiddetto buono scuola) tutte voci da cui è possibile spostare fondi, tutte voci da cui è possibile fare dei significativi spostamenti per mettere su quei capitoli, che noi abbiamo detto essere significativi, lo sviluppo, l'innovazione e il welfare.
In particolare penso che in quest'aula qualcuno si stia chiedendo che senso abbia e che direzione di marcia abbia il nostro stare qui. Voglio essere molto esplicita: ci sono due punti che sono irrinunciabili e che ci hanno fatto travalicare anche i termini dell'esercizio provvisorio. I punti irrinunciabili sono: la copertura dei posti letto per anziani in Piemonte, l'assegno di cura e lo stanziamento per il diritto allo studio pari a quello del buono scuola. Per quanto riguarda la ricerca, si tratta di capire che i 20 milioni di euro siano aggiuntivi e non rientrino in stanziamenti che già ci sono sulle leggi.
Si tratta di verificare attentamente ancora le cifre del sostegno alla locazione, ma i due punti decisivi, che non hanno consentito una chiusura a venerdì scorso, è l'insufficiente capacità di intervento, la non volontà di risposta sul punto relativo agli anziani, che non può più essere per noi la storia dei 1600 posti letto per anno, oggetto di un ordine del giorno e poi di un emendamento l'anno scorso, che vengono ricoperti solo per i due terzi con un terzo che manca e da qui a fine legislatura non se ne sa niente.
Ci sono 8 mila anziani in lista d'attesa, si trova la copertura per tutto, e inoltre si vede quale stanziamento si fa sull'assegno di cura, e l'altro è l'equivalente del buono-scuola.
Queste sono le vie di uscita da questa situazione in modo molto netto e molto chiaro, non esistono altre strade. Altrimenti, si vuole negare la soluzione in modo adeguato al minimo livello possibile per la questione degli anziani, essendo ormai arrivati all'ultimo bilancio degno della legislatura - è l'ultima volta che si può fare poi non si farà mai più per questa legislatura - e così per quanto riguarda il diritto allo studio.
Se si vuole intervenire su queste due voci, bene. Qualora non si voglia intervenire o si voglia intervenire in maniera reticente, bisogna che ci sia una battaglia politica in quest'aula, che ci sia in Piemonte con le associazioni e con le categorie interessate, che ci hanno già richiesto degli incontri e che noi adesso, a partire da domani, cominceremo a fare in modo generalizzato, fino a quando non ci sarà un intervento serio in questa direzione.
Ci risulta anche che le organizzazioni sindacali, in particolare le organizzazioni sindacali dei pensionati, hanno già calendarizzato manifestazioni in Piemonte per quanto riguarda tutta la partita e il comparto anziani. Non è ad un'opposizione proterva che determina un presunto rallentamento dei lavori che voi dovete rispondere. Voi dovete rispondere a quelle associazioni, voi dovete rispondere a quegli anziani dovete rispondere agli studenti e alle scuole spiegando le ragioni per cui alla linea che noi vi proponiamo (più posti letto per anziani, più mense e più trasporti per gli studenti), voi rispondete con più spese di comunicazione per Enzo Ghigo, con più consulenze e con un lavorìo sui mutui che serve semplicemente ad incrementare queste voci. Che voi abbiate i fondi per fare l'operazione che noi vi chiediamo è chiarissimo, ce l'avete spiegato. Ce l'avete spiegato, ad esempio, l'anno scorso, quando, agendo sui mutui, avete trovato i soldi per il buono-scuola o per altre leggi in questa direzione.
Quindi, noi sappiamo benissimo che voi i soldi li avete, che li potete spostare quando volete, e se li sposteremo su queste voci significative nell'entità delle cifre di cui ho detto, certamente arriveremo alla conclusione della vicenda di bilancio e questa Regione avrà un bilancio socialmente un po' più equo di quello avete presentato.
Mi sembra che ciò che si può fare a questo livello e in questa direzione sia abbastanza chiaro e siano abbastanza chiari anche i termini della questione. Le cose che dico rappresentano unitariamente tutta l'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione e, devo dire, non senza meraviglia - anche se mi rendo conto che in questa fase è ovvio che la prima parte di questo Consiglio che vuole, intende e non può che permettersi di trovare una via d'uscita sia proprio paradossalmente l'opposizione - l'intervento della collega Manica.
Un po', oltre alla meraviglia, devo esprimere anche qualche sentimento di disagio e di amarezza, perché indubbiamente si poteva arrivare a questa posizione anche prima, e cogliere anche una scadenza che era quella dell'esercizio provvisorio. Una delle caratteristiche fondamentali, quando due parti si devono parlare e devono cercare di trovare un'intesa nell'interesse generale - in questo caso, nell'interesse della Regione che amministriamo e nell'interesse dei piemontesi - è, da una parte, il rispetto reciproco, dall'altra l'affidabilità delle parti. Se viene meno il rispetto politico - perché quello personale non è assolutamente in discussione né da parte nostra né da parte vostra - e se viene meno soprattutto l'affidabilità, è ovvio che è più difficile trovare una soluzione.
Abbiamo letto tutte le polemiche sul fatto che si è passato il termine del 30 aprile, sull'esercizio provvisorio, sul bilancio che è arrivato in aula il 24 aprile. Ci fa piacere questa unità dell'opposizione, perch adesso che l'opposizione è unita, sarà più facile in futuro interloquire e discutere su temi altrettanto importanti come alcune leggi importantissime ad esempio lo Statuto della Regione.
Quindi, visto che il centrosinistra ha ritrovato questa unità, noi non possiamo che esserne lieti.
Perché si è arrivati a fine aprile? Per due motivi sostanzialmente: si è deciso di rinnovare l'esercizio provvisorio al 30 aprile, partendo il 28 febbraio, perché eravamo impegnati sullo Statuto, e non per problemi interni alla maggioranza, ma per una dialettica che si è verificata in Commissione, con una certa differenziazione di posizioni all'interno della stessa opposizione, che oggi ha ritrovato un'unità. Pertanto, abbiamo utilizzato il tempo necessario.
Ci siamo assunti la responsabilità di questo, poi siamo andati in Commissione e abbiamo vissuto tutti le settimane in Commissione con oltre cento ore di lavoro, e siamo arrivati al risultato.
Quindi, l'amarezza è che queste condizioni - perché sono condizioni quelle che voi ponete - erano già state poste, e paradossalmente sono anche ambiti che noi condividiamo, perché noi stessi, per alcuni aspetti, anche prima di voi, ne avevamo convenuto in Commissione, e abbiamo proposto attraverso la Giunta regionale, degli emendamenti riguardo a questi punti.
Quindi, faccio subito - dando così delle risposte alla collega Manica questa riflessione. Si può fare tutto, si possono spostare le voci, per fin quando governiamo noi, dovete avere un po' di pazienza, perché le scelte di governo, nell'indirizzo, competono a questa Giunta regionale l'attuazione ai Dirigenti che collaborano con la Giunta regionale e il controllo e la condivisione, laddove necessaria, a questo Consiglio regionale, dove siamo in maggioranza.
La prima risposta chiara che voglio dare è quella che noi vogliamo confermare la legge della libertà della scelta educativa, la legge sul buono-scuola e che non è in discussione il fatto di andare a recuperare delle risorse da quella legge. Questo lo chiariamo subito.
Questo non vuol dire che non si voglia aggiungere risorse ulteriori all'impegno della Regione sulla legge al diritto allo studio e altre leggi di riferimento. Abbiamo già fatto una proposta formalizzata con nostri emendamenti. Può darsi che sia distante da quello che voi richiedete, dai 18 milioni, cioè lo stesso stanziamento della legge, impropriamente detta del buono-scuola - che a me piace chiamare per la libera scelta educativa però una proposta c'è, ma soprattutto c'era nei giorni scorsi, e voi stessi siete stati lì e vi siete resi indisponibili nel discuterla, non con una trattativa commerciale che è lungi dal nostro obbligo, ma con un confronto complessivo che prendesse corpo dal valutare la vostra cosiddetta contromanovra e la nostra manovra, che è la legge finanziaria.
Se c'è questa disponibilità, è certo che la disponibilità da parte nostra è la maggiore, perché avevamo anche l'obiettivo di rispettare la legge, che noi stessi abbiamo approvato, entro il 30 aprile. La disponibilità c'è sempre.
Se invece c'è l'indisponibilità da parte vostra, cioè ci sono presentazioni di condizioni del tipo: "Togliete i soldi al buono-scuola a favore del diritto allo studio o non approvate il bilancio", oppure: "Mettete tutti i posti che chiediamo per gli anziani, altrimenti non approvate il bilancio", diventa difficile discutere, perché penso che, così come un'opposizione non può permettersi di restare inascoltata, una maggioranza, qualunque essa sia, non può permettere di stravolgere il proprio documento, il proprio programma di governo per la legge di bilancio e la legge finanziaria.
Ecco perché citavo sia il rispetto reciproco che l'affidabilità delle parti: siccome facciamo tutti lo stesso mestiere da posizioni diverse tenuto conto che l'obiettivo che dobbiamo porci tutti nell'interesse generale è quello di dare risposta ai piemontesi, dobbiamo rispettarci politicamente e dobbiamo, se si vuole, fare un ragionamento, non dico una volta per tutte perché è troppo perentorio, ma una volta per tutte - questo si - un ragionamento complessivo per trovare una soluzione.
Ci sono emendamenti vostri depositati, ci sono emendamenti della Giunta sugli stessi ambiti d'intervento depositati, ce ne sono altri solo vostri ce ne sono altri solo nostri: dobbiamo partire da lì e fare un ragionamento, ma un ragionamento franco, visto che il 30 aprile è passato.
Della collega Manica ho apprezzato la chiarezza (meno la perentorietà) ma bisogna anche trovare - lo diciamo qui non nell'intimità perché siamo collegati via Internet e questa è una seduta pubblica - paradossalmente una via d'uscita. Prima scherzavo con l'Assessore Pichetto Fratin: fra un po' l'opposizione ci chiederà di approvare il bilancio.
Penso che voi vi rendiate conto che, così come noi abbiamo la responsabilità in questo momento di non essere riusciti ad approvare il bilancio, abbiamo la responsabilità che ci compete per quanto riguarda lo scenario di governo di maggioranza, voi avete inequivocabilmente - questo è il mio parere - una responsabilità molto più grave: quella che, col vostro ostruzionismo - tranne qualche parentesi, e speriamo che questa sia una parentesi foriera di un percorso che ci metta in condizione di dotare la Regione di un bilancio - fatto compattamente fino ad oggi, avete determinato - può darsi che sbaglio a valutarlo, ma questo è il mio parere l'ho detto anche in modo molto chiaro al di fuori di quest'aula l'impossibilità per la Regione di dotarsi di un bilancio e quindi, di fatto, avete bloccato l'attività della Regione, della tesoreria della Regione e state di fatto paralizzando il Piemonte. Noi abbiamo una montagna di responsabilità, voi avete questa responsabilità.
Vedete, se noi avessimo chiuso la porta in faccia dicendo: "No, non se ne parla neanche, non vi ascoltiamo, niente sul diritto allo studio, a morte i posti per gli anziani, chi se ne frega della ricerca", avreste ragione e giustamente avrebbe un senso maggiore questa battaglia, ma noi la disponibilità che vi diamo oggi, nel rispetto reciproco, ve l'abbiamo data giorni e giorni fa, senza chiedere alcuna accelerazione, chiedendovi semplicemente di avviare un percorso che ci portasse, alla fine di tutto il tempo necessario (come direbbe il collega Chiezzi), ad approvare un bilancio.
Quindi vi invito a perseguire la vostra strada con sincerità, lasciando fuori le strategie e soprattutto le tattiche della campagna elettorale da questo Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Se necessario, vorrei chiarire ulteriormente il senso di una proposta politica che, una volta tanto, l'opposizione sta portando avanti in termini unitari.
Pregherei di prendere atto che finalmente in quest'aula è iniziato un confronto politico e che l'opposizione - collega Cattaneo, smettila di dire questo, te lo chiedo proprio per cortesia e per rispetto politico - non sta facendo ostruzionismo né vuole farlo. Non è stato ostruzionismo quello che si è realizzato con pochi giorni di discussione: quello che facciamo e al quale non rinunciamo è la forza di una battaglia politica della quale siamo convinti.
Abbiamo una manovra alternativa, va bene? La vogliamo sostenere con forza e convinzione. Non torniamo, Cattaneo, a rifare il dibattito sul 30 aprile perché l'abbiamo già fatto una volta, è alle nostre spalle, siamo oltre l'esercizio provvisorio e personalmente dico: "Mi dispiace pazienza"; sulle responsabilità ci siamo già collocati tutti, ognuno rimane della sua opinione, però adesso si tratta di andare avanti nel lavoro.
Quello che noi vogliamo fare è andare avanti nel lavoro propositivo di una manovra alternativa. Ci rendiamo conto che i numeri in quest'aula sono a nostro sfavore, ma forti delle nostre convinzioni cerchiamo comunque di portare avanti le nostre proposte, anche - e lo faremo, Presidente Cota con un colloquio fuori da quest'aula, per vedere se le vostre proposte hanno o meno un rilievo esterno, un sostegno esterno.
Questo per accompagnare le proposte con un'attività democratica di discussione di questa manovra.
Non c'è altro, non ci sono manovre dilatorie, non c'è neppure la volontà di chiudere con piccoli contentini che possiamo ottenere. Non vogliamo ottenere contentini: vogliamo poter discutere la nostra manovra.
Per fare questo, uno degli elementi politici che sta nelle nostre mani è anche quello del rispetto politico.
Cattaneo, tu dicevi: "Rispettiamoci". Sono d'accordo: rispetto politico. Allora, dentro la categoria del rispetto politico c'è anche quella che c'è chi governa e c'è chi controlla il governo e lo critica perché ha un governo alternativo in testa. Nel rispetto politico c'è anche il rispetto della proposta alternativa. E' tutta politica, non è obbligatoria, non è da Regolamento, non è niente, però fa parte del rispetto politico che se c'è una parte del Consiglio regionale l'opposizione, che fa una proposta emendativa, bisognerebbe rispettare questa proposta emendativa - Presidente Cota, noi le chiederemo anche un incontro a fine della seduta su questo - bisognerebbe rispettarla politicamente.
E' la proposta dell'opposizione: la condividiamo? Se viene accettata l'opposizione ha contribuito a un aggiustamento del bilancio che è stato, a quel punto, condiviso anche dalla maggioranza. E' una proposta dell'opposizione: se questa proposta non la si condivide, ci si assume la responsabilità che è una manovra non condivisa e la si respinge.
Non è tanto rispettoso politicamente, invece, l'eventuale prassi nella quale c'è una proposta alternativa dell'opposizione e su questa proposta si lavoricchia a mangiarla, a smussarla, a rosicchiarla per farla in qualche modo propria. Ecco, questo forse è un sistema che nel passato si poteva anche fare, ma per le mutate condizioni in cui avviene questo bilancio almeno da parte dell'opposizione, si chiederebbe un certo rispetto politico di questo genere.
Noi non vogliamo contrattare e patteggiare nulla, vogliamo un confronto politico su proposte delle quali siamo convinti. Vi sia allora un confronto politico su questo, non si perde né si guadagna nulla dal punto di vista della maggioranza se si accettano degli emendamenti dell'opposizione l'opposizione, dal canto suo, non vuol perdere né guadagnare nulla da una sorta di patteggiamento su questo o su quest'altro.
Le proposte sono chiare e limpide; noi cercheremo di dare a queste maggiore forza con degli incontri esterni con le categorie interessate a certi provvedimenti, per cui rispettiamoci. Gli emendamenti non sono oggetto di scambio di nessun genere: sono una politica alternativa. Penso che questa maggioranza ben difficilmente accetterà una politica emendativa di questo genere da parte dell'opposizione, ma se l'accettasse non succederebbe niente, perché sono importanti finestre emendative su un quadro complessivo che continua, comunque, a tenerci divisi su mille altre prospettive.
I tempi sono nelle nostre mani. Più rapidamente cominciamo i lavori alle ore in cui sono convocate le sedute, prima finiremo; più ci rispettiamo, senza furbizia da una e dall'altra parte, più andremo avanti.
Il 30 aprile è alle nostre spalle, giorno più o giorno meno, vogliamo concludere i nostri lavori, ma non rinunciando alla forza delle nostre opinioni. Quindi, lavoriamo tranquillamente; dipaniamo tutti i problemi decidete che cosa accettate di buono delle nostre proposte e cosa non accettate. Nulla cambia nei rapporti tra maggioranza ed opposizione, perch voteremo contro questo provvedimento.
Non ci siamo inventati una manovra complessiva su tutte le UPB e su tutti i capitoli esistenti, abbiamo delle proposte. Confrontiamoci civilmente, nei tempi in cui il confronto diventa civile (che non sono i tempi strangolati: "Dai, dai, facciamo in fretta, rinuncia a tutto") e non rinunciamo a niente. Non ci dilunghiamo oltre il necessario; combattiamo questa battaglia che porterà, secondo me, la Regione Piemonte, e soprattutto il Consiglio regionale, ad avere un tono alto anche nei confronti dell'esterno. Se invece, Consigliere Cattaneo, immiseriamo la nostra polemica - noi che facciamo ostruzione e voi che lo impedite esternamente non facciamo guadagnare niente al Piemonte. Il Piemonte guadagna se sa che oggi qui, in questa settimana, ci sono due modi di pensare e di amministrare che si confrontano: tutte e due hanno un riferimento elettorale e si stanno confrontando (ovviamente, ci vuole un po' di tempo per portare il confronto ad un vero confronto politico).
A mio modo di vedere, tutta la Regione esce un po' da un'augusta di piccole polemiche e di ripicche tra maggioranza ed opposizione. Impieghiamo un po' di tempo a discutere come deve andare lo sviluppo della Regione Piemonte, secondo gli uni e secondo gli altri. E lo sappiano fuori.
In questo modo, facciamo del bene a tutta la Regione Piemonte, ma soprattutto al Consiglio regionale che diventa una sede seria, non di "dispettucci". Siamo in una sede seria, il confronto non è cominciato da tempo, proseguiamolo e ciascuno, con i propri argomenti, elevi la quantità del lavoro d'aula, senza immiserirlo con facili polemiche elettorali.
Le elezioni lasciamole fuori dalle porte. Abbiamo un po' di giorni di lavoro davanti, svolgiamoli bene e ne usciamo tutti bene. Abbiamo fatto un bel lavoro, serio e civile.
Poi noi saremo scontenti e voi contenti, a seconda degli emendamenti approvati, ma siamo in grado di svolgere un lavoro di qualità.
Non rinuncerei, quindi, ad elevare la quantità del nostro lavoro, in cambio di piccole polemiche. Non voglio farle.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parole il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Ho ascoltato attentamente, condividendolo in parte, l'intervento del Consigliere Cattaneo, perché mi sembra che nei passaggi più complicati rientra nella nostra prassi di aprire qualche finestra per discutere il merito delle questioni che costituiscono la sostanza dei passaggi più difficili.
Realisticamente, mi permetterei di considerare la parte riguardante le pretese, da una parte e dall'altra, questione un po' marginale. Davvero credo che il tempo passato in Commissione non sia stato assolutamente sprecato. Avevamo delle informazioni che erano un po' troppo approssimative per considerarle utili e per basare una strategia di bilancio, ma penso che nessuno disconosca l'alternatività dei ruoli ed il loro diverso peso. Nello nostro stesso tempo, però, abbiamo tutti, come riferimento, la comune responsabilità di dare, sia pure da punti di vista diversi, risposte ai bisogni di una Regione che versa in una condizione di particolare difficoltà. Nostro dovere è predisporre gli strumenti per cercare, da un lato, di rianimare le prospettive dell'economia piemontese e, dall'altro lato, di dare risposte ai bisogni dei cittadini, sulla base dei comuni e condivisi diritti di cittadinanza e del diritto alla sicurezza; sicurezza che si può coniugare in tante versioni. Ovviamente, non parlo in tono polemico.
In questi giorni c'è davvero bisogno di ridefinire che cosa intendiamo per sicurezza. Alcuni la intendono esclusivamente come sicurezza stradale.
L'altro giorno è successo veramente che durante una tribuna elettorale incautamente, un collega ha sostenuto che il numero degli incidenti stradali, nella provincia di Cuneo, fosse cinquanta volte superiore alla media nazionale. Gli è stato detto che forse voleva dire il 50%.
Altri intendono la sicurezza in termini di pubblica sicurezza e la cosa più allarmante e condivisa è l'incertezza delle persone che si domandano qual è il loro futuro e come possono provvedere ai loro bisogni.
Noi, in realtà, non abbiamo proposto una contromanovra, nel senso che pu essere benissimo un'identificazione giornalistica che ha anche una sua congruità, se proporre una contromanovra vorrebbe dire riscrivere un bilancio da ventimila miliardi, al netto dei quindicimila che possono essere le spese obbligatorie, e riscrivere, punto per punto, un'altra destinazione.
Il collega Cattaneo, che ha seguito tutto il lavoro, sa che ne avremmo anche avuto voglia e magari ne avremmo anche avuto la possibilità, a cominciare dal settore dell'ambiente, dell'economia, dei trasporti dell'agricoltura, dello sviluppo industriale; tutto ciò che c'è, a cominciare dal restringimento di alcune basi finanziarie per attività che sono indispensabili.
In realtà, in quell'operazione ci siamo limitati ad utilizzare una dimensione finanziaria assolutamente contenuta, Consigliere Cattaneo, non so se l'1 o il 2% dell'intero bilancio. Non è ristretta, dal punto di vista dei contenuti, ma è compatibile dal punto di vista della capienza di bilancio. Naturalmente, gli atteggiamenti di ostazione alla proposta potrebbero essere legati all'affermazione che non ci sono i soldi. La ringrazio di non averlo mai detto, Assessore, perché sappiamo che i soldi ci sono e ci sarebbero, perché sarebbero reperibili su questo tipo di bilancio e sono troppo lontani, sono agli antipodi della nostra ipotesi ed idea di politica sociale. Mi pare di capire che non si tratta neanche di questo, perché l'inventario dei bisogni si fa, per fortuna, abbastanza oggettivamente. Quindi si trattava di definirli anche sulla base dei conteggi che siamo riusciti ad effettuare nella fase finale di quella interminabile discussione.
Il merito attiene alla necessità di non arretrare. Discutiamo nel merito, volentieri, ma non è un merito per spingere avanti, in una direzione sola, il futuro della Regione. È un merito fondato sulla necessità, come si conviene in una fase difficile, di non arretrare rispetto a tre/quattro condizioni. Formazione del capitale umano. Io, che sono tra quelli che oggi (l'ho contestato ieri) non contesta lo stanziamento dei buoni scuola per tutti gli alunni di scuole private, pongo il problema - rilevandolo in modo molto documentabile - di non fare arretrare gli altri strumenti rispetto all'incremento di spesa, in merito al quale, se non interveniamo, perdiamo il nostro ritmo di formazione del capitale umano. Con i cinesi, che sfornano un milione e mezzo di ingegneri all'anno, e noi che, in proporzione, ne formiamo un decimo, credo che ci siano dei rischi sotto questo profilo.
Per quanto riguarda gli anziani, occorre dare una risposta a questa lista di 8.000 persone: è gente che fra due o tre anni morirà! Non è che fra due o tre anni risolviamo quel problema. È sempre una lista di 8.000 cittadini che muoiono senza aver avuto un diritto; e non è una cifra incompatibile! Aumentare l'assistenza a domicilio, vuol dire ridurre la lista aumentare il buono sanitario o il contributo per le famiglie che assistono in casa l'anziano, vuol andare in quella direzione. L'assegno di cura non è una dimensione ideologica, ma soltanto funzionale.
Esiste un problema sui fondi per la ricerca, ma naturalmente non quelli sparpagliati sui vari capitoli, ma quelli destinati a siglare un patto e un progetto: magari inventiamo, ad esempio, la macchina ad acqua, o le condizioni necessarie per l'OGM Free in Piemonte? Ci sono progetti di ricerca che vanno individuati con le università con le imprese, con l'economia, con i vari soggetti e naturalmente con la Regione. Sappiamo bene che, se una parte di queste cose, del tutto contenute dal punto di vista finanziario, usciranno da questo Consiglio regionale, il minimo che possiamo chiedere è un'onesta registrazione non dico del brevetto, ma perlomeno della paternità delle proposte, perch queste sono anche la sintesi di un grosso lavoro che facciamo anche noi.
Non c'è, da questo punto di vista, nessuna intenzione di definire una specie di braccio di ferro per sapere se passa o meno. C'é da sviluppare un ragionamento sulle questioni che consideriamo fondamentali, per uscire da questo periodo amministrativo e affrontare l'immediato futuro in una condizione che utilizzi positivamente le risorse della Regione Piemonte che comunque, per quanto si dica o meno, sono comunque il 10% del Prodotto Interno Lordo, sulle quali nessuno chiederà tanto duramente ad un Comune se ha attuato o meno una politica; mancano i soldi.
Noi, per fortuna, non abbiamo questo tipo di condizione e possiamo decidere. Riteniamo che, da parte vostra, occorra ragionare sul merito e non soltanto attardarci sui tempi: i tempi derivano dal fatto che la discussione in Commissione è finita quando è finita. Qui siamo subito arrivati dicendo: "O chiudiamo o altrimenti non ci interessa più la discussione; andremo avanti finché si esauriscono i tempi naturali", che francamente, a questo punto, non saprei quali sono.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta sull'emendamento è negativo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 340, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale.
Sospendo pertanto la seduta (ex articolo 52, comma 4, Regolamento).



(La seduta, sospesa alle ore 16.30 riprende alle ore 17.07)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori con la ripetizione della votazione relativa all'emendamento rubricato n. 340.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 340.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Enzo Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ho chiesto la parola per una breve comunicazione.
Volevo rivolgermi alla maggioranza, in modo particolare, per quanto concerne lo spiacevole incidente della mancanza del numero legale durante la precedente votazione, che ha comportato un'interruzione di mezz'ora. Mi spiace che in questo momento non ci sia il Presidente del Consiglio. Mi rendo conto che i Regolamenti siano tassativi, ma siccome la maggioranza in Aula c'era, forse un atteggiamento di maggior elasticità nei confronti della presenza, che sostanzialmente non si è esplicitata col voto, è auspicabile.
Ma a parte questo aspetto, proprio in relazione all'importante momento che questo Consiglio vive e che implica, naturalmente, riflessi significativi sulla vita amministrativa della Regione, invito la maggioranza - soprattutto confermo anche la mia presenza - ad un'attenta partecipazione, anche con la presenza fisica, in modo che questi incidenti non abbiano a ripetersi.
D'altro canto, mi permetto anche di rivolgermi anche all'opposizione che chiaramente non ha il compito di mantenere il numero legale, ma tenendo conto che però siamo oltre il 30 aprile, ben oltre, quindi, il limite che ci eravamo posti con la legge di esercizio provvisorio. Allo stato attuale delle cose, ritengo che si possa procedere in questo confronto sul merito del bilancio. Mi auguro, in tempi ragionevoli, che vi sia per tutti lo spazio per esprimere le proprie opinioni e le proprie sollecitazioni, e di arrivare in tempi brevi all'approvazione di questo bilancio, di cui la Regione Piemonte ha fortemente bisogno.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Comunico che gli emendamenti rubricati nn. 118, 155 e 191 si differenziano soltanto per le UPB di prelievo. Tali emendamenti sono inerenti le spese di investimento relative alla legge 56/86, ovvero la legge sull'innovazione tecnologica.
Emendamento rubricato n. 118 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Contu, Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Riggio, Riba, Muliere, Suino Papandrea e Moriconi: aggiunto l'articolo 2bis così come segue: "Articolo 2 (modifiche all'allegato A) L'allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 56/1986 è aumentato di euro 2.000.000 (spese di investimento.
L'UPB 32011 (l.r. 10/2003 Esercizio del diritto alla libera scelta educativa) è diminuita di pari importo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Questo emendamento non è per nulla ostruzionistico. Anzi, è un emendamento che solleva una questione che attraversa, in qualche modo, la discussione che stiamo affrontando su questa manovra di bilancio e sulla legge finanziaria: siamo assolutamente consapevoli di un limite che esiste in questa manovra di bilancio che la Giunta ha presentato. Noi abbiamo sostenuto in Commissione e poi in Aula che la Regione Piemonte vede inibita la possibilità di contrarre mutui per la bellezza di 383 milioni di euro (600 e oltre miliardi), che circoscritti all'industria significano, se non ricordo male, 115 milioni di euro, 220 miliardi di vecchie lire, intesi come trasferimenti alle famiglie e alle imprese per investimenti.
Oggi, non potremmo più accendere questi mutui per realizzare questi investimenti che, nel 2003, la Regione, in qualche modo, ha acceso. Sono minori risorse che trasferiremo alle imprese e alle famiglie nella forma di investimenti in conto capitale. Nessuno si pone il problema di capire come sostituire questo tipo di intervento. Un'alternativa, per quanto limitata potrebbe essere rappresentata dal fatto che ci poniamo il problema di finanziare, con risorse aggiuntive, quelle leggi che devono favorire una politica di innovazione tecnologica, del sistema delle piccole e medie imprese. Noi non ci poniamo questo problema e respingeremo, cosa che la maggioranza ha fatto anche in precedenza, anche questo emendamento, che si pone il problema di trovare le risorse con le quali finanziare queste leggi che noi riteniamo avere un valore particolare, perché contribuiscono a favorire processi di innovazione nel sistema economico e nel sistema delle imprese piemontesi.
Aggiungo che non si tratta di un'invenzione, di un'opposizione che vuole cercare pretesti per dilazionare il termine della discussione sul bilancio, ma di richieste che ci hanno fatto i rappresentanti del sistema delle imprese oltre che del mondo del lavoro, perché se qualcuno di noi avesse la bontà, la voglia e il tempo di leggersi le audizioni fatte sulla manovra finanziaria e di bilancio, scoprirebbe che questo ci hanno chiesto gli imprenditori e questo ci hanno chiesto i rappresentanti del mondo del lavoro. Essi avvertono che vi è un problema: meno trasferimenti statali impossibilità, da parte della Giunta regionale, di usare strumento di indebitamento per realizzare una serie di investimenti; richiesta di capire in quale modo noi sopperiamo a questi minori trasferimenti attraverso l'individuazione di risorse pubbliche per finanziare quelle leggi che loro hanno condiviso e che considerano un volano attraverso il quale realizzare una politica di innovazione del sistema delle imprese.
La risposta sarà ovviamente negativa, ma vorrei soltanto che restasse agli atti che noi poniamo esattamente questo problema, cioè il problema di come trovare risorse aggiuntive per finanziare queste leggi. Qui abbiamo individuato, come finanziamento di questa legge, l'intervento sui buoni scuola, ma ce ne possono essere altri, ne abbiamo indicati anche altri.
Ricordo, per tutti, il problema di un intervento che ristrutturi la politica delle consulenze e i costi delle consulenze per la nostra Regione.
Non devo essere io a ricordare alla Giunta e agli Assessori competenti che in un documento ufficiale si sostiene e viene acclarato, accertato e dimostrato che questa Regione ha speso nel 2002, per consulenze, la bellezza di 11 milioni di euro (22 miliardi di vecchie lire). So bene che non possiamo intervenire con l'accetta, però, porsi il problema, in un bilancio che ha queste sofferenze e queste difficoltà, di rientrare per quanto riguarda la politica delle consulenze per liberare risorse con le quali finanziare alcune di queste leggi non penso sia un'invenzione e non penso sia una proposta populista e provocatoria. E' un modo - altri ce ne possono essere e altri cercheremo di dimostrare che esistono - per mettere insieme una quantità di risorse sufficienti che, in un bilancio con queste caratteristiche, sono essenziali per tentare di destinare fondi alle politiche di sviluppo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale (richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri), mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 118 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 3 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 155 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Contu, Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Riggio, Riba, Muliere, Suino Papandrea e Moriconi: aggiunto l'articolo 2bis così come segue: "Articolo 2 (modifiche all'allegato A) L'allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 56/1986 è aumentato di euro 2.000.000 (spese di investimento).
L'UPB 05911 (Spese per consulenze) è diminuita di pari importo".
Indìco la votazione per appello nominale (richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri), mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 155 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 3 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 191 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Contu, Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Riggio, Riba, Muliere, Suino Papandrea e Moriconi: aggiunto l'articolo 2bis così come segue: "Articolo 2 (modifiche all'allegato A) L'allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 56/1986 è aumentato di euro 2.000.000 (spese di investimento.
L'UPB 06011 (Spese per comunicazione) è diminuita di pari importo".
Indìco la votazione per appello nominale (richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri), mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 191 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 3 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Legge regionale n. 53/1989 (Istituzione del fondo straordinario per l'occupazione).
Su questa legge ci sono tre emendamenti (119, 156 e 192) che chiedono di aumentare lo stanziamento di 1 milione di euro.
Emendamento rubricato n. 119 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Contu, Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Riggio, Riba, Muliere, Suino Papandrea e Moriconi: è aggiunto l'articolo 2bis così come segue: "Articolo 2 (modifiche all'allegato A) L'allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 53/1989 è aumentato di euro 1.000.000 (spese di investimento).
L'UPB 32011 (l.r. 10/2003 Esercizio del diritto alla libera scelta educativa) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 156 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Contu, Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Riggio, Riba, Muliere, Suino Papandrea e Moriconi: aggiunto l'articolo 2bis così come segue: "Articolo 2 (modifiche all'allegato A) L'allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 53/1989 è aumentato di euro 1.000.000 (spese di investimento.
L'UPB 05911 (spese per consulenze) è diminuita di pari importo".
Emendamento rubricato n. 192 presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani Contu, Marcenaro, Placido, Di Benedetto, Riggio, Riba, Muliere, Suino Papandrea e Moriconi: aggiunto l'articolo 2bis così come segue: "Articolo 2 (modifiche all'allegato A) L'allegato A è così modificato: Lo stanziamento della legge regionale 53/1989 è aumentato di euro 1.000.000 (spese di investimento.
L'UPB 06011 (spese per comunicazione) è diminuita di pari importo" La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Signor Presidente, vorrei richiamare la vostra attenzione su un punto: la sezione regionale della Corte dei Conti, svolgendo un'indagine sul costo del lavoro all'interno dell'Amministrazione regionale ha dichiarato e dichiara che la nostra è una Regione che spende per le consulenze l'11,53 della spesa globale investita per il proprio personale. E' una somma considerevole: 22 miliardi di vecchie lire.
Non voglio insistere su questo, sul fatto che l'articolo 1 della legge stabilisce che la Regione può avvalersi di consulenze, conferire incarichi e richiedere pareri personali a persone e a Enti, a condizione che la professionalità richiesta non consenta di utilizzare il personale. Non so se è così, anzi, mi sembra di poter affermare che, in molti casi, non è così, cioè che, per la verità, potremmo utilizzare meglio il personale dipendente. Non voglio aprire una polemica su questo, non mi interessa in questo momento. Vorrei invece invitarvi a fare una riflessione politica di bilancio, che è la seguente: ritenete voi che esista il problema con un bilancio siffatto, e segnalo una serie di contraddizioni e di difficoltà per spingervi a compiere uno sforzo ulteriore per reperire tutte le risorse possibili, in modo che queste siano destinate a due emergenze: le politiche di innovazione e di sviluppo, il cosiddetto capitolo competitività del sistema Piemonte e del sistema delle imprese. Recuperare e destinare risorse ad alcune emergenze, noi abbiamo indicato quelle degli anziani, ma ce ne potrebbero essere altre.
Se conveniamo che questo bilancio vive una condizione di sofferenza per effetto del combinato disposto rappresentato dal fatto che abbiamo minori trasferimenti statali, che il gettito IRAP, in conseguenza della crisi economica, ha un minore impatto sulle entrate del bilancio regionale fatti che ci obbligano a trovare risorse da destinare a queste due questioni che consideriamo prioritarie, domando: perché non ci poniamo il problema di ristrutturare il bilancio e di recuperare, per esempio, su questo fronte, risorse che potremmo utilmente destinare per finalità più importanti? Non nego che sia stato giusto, in una certa fase, spendere questi soldi, per queste finalità, ma dovendo decidere, e poiché la coperta è stretta, diciamo noi, e vanno, quindi, reperite le risorse per fare cose più importanti che non queste, domando: perché abbiamo messo mano ad una riforma, ad una ristrutturazione, ad un contenimento delle spese per consulenze, per ricerche e così via? Ripeto, parliamo di un costo che rappresenta l'11% del costo complessivo del personale della Regione Piemonte. Non sono bruscolini. In ogni caso, da qui, dovremmo partire. Dobbiamo capire in che modo riconduciamo a coerenza una serie di scelte di bilancio; posto che le priorità siano alcune questioni sociali e alcune questioni economiche e finanziarie, dovrei far discendere, da questa decisione, una serie di scelte che hanno un valore vincolante. Poiché le priorità sono queste voglio utilizzare nel bilancio tutte le risorse disponibili, quelle che io realisticamente riesco ad individuare e reperire per raggiungere queste finalità.
In questo bilancio vi sono dei tabù che non sono sindacabili, questo è uno di quelli, vi sono spese che non sono sindacabili, che non sono discutibili: questa è una di quelle. Se noi discutiamo di consulenze scopriamo che la voce consulenze è blindata, è inattaccabile. Nonostante questo sia, per quanto riguarda la spesa corrente, uno di quei capitoli che un'amministrazione che voglia riformare, in parte, il suo bilancio potrebbe tranquillamente essere messo in discussione, magari per rinunciare a cose anche importante. Sono così magnanimo che non voglio dire che siano tutte inutile, voglio dire che sono tutte importanti, ritengo, però,che siano meno importanti di altre e che, in ogni caso, siano meno importanti rispetto ad interventi a sostegno dell'occupazione, dell'innovazione, del finanziamento delle imprese, dell'emergenza degli anziani, dell'assegno di cura.
L'obiezione che potete sollevare è la seguente: questa operazione non ha un saldo, non serve a compensare. Lo so bene che non serve a compensare serve a finanziare, in quota parte, una politica di investimenti, so bene che non basta cancellare le consulenze per reperire tutte le risorse necessarie. Ma una Regione che voglia essere creduta ed essere credibile quando dice: "ho fatto il possibile per finanziare le politiche di sviluppo" (l'Assessore Pichetto Fratin ci ha detto l'alto giorno intervenendo in aula, che quello era quanto poteva reperire), ma l'Assessore Pichetto Fratin sarebbe creduto da me e dai Consiglieri del mio Gruppo, se avesse presentato una ristrutturazione del bilancio che, per esempio, cercasse di mettere sotto controllo questa voce. Siccome è una voce una variabile, indipendente e ci dice non l'opposizione dei DS, non l'opposizione del Centrosinistra e nemmeno quella dei Consiglieri Chiezzi Papapandrea o della Consigliera Manica, ma la Corte dei Conti che spendiamo tanto per le consulenze e che questa è una voce sulla quale potremmo intervenire per liberare risorse da destinare ad altre finalità, questo mi sembra la conferma del fatto che stiamo avanzando proposte che avrebbero motivo per essere prese in considerazione da questa Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anch'io credo che l'emendamento abbia un pregio sostanziale: affrontare la manovra economica dimostrando che, oltre alla necessità di correggerla e ampliare gli investimenti su una serie di voci, ci sono possibilità di manovra, tagliando e razionalizzando la spesa stessa. Non c'é dubbio che quella degli uffici di comunicazione, sia uno degli aspetti più eclatanti.
In un contesto di bilancio che tende a vedere delle contrazioni significative, invece, è una voce di spesa che cresce continuamente, senza individuarne i vantaggi, senza capire che cosa portano alla comunità piemontese questo tipo di spesa. Mi pare che possa essere una spesa largamente razionalizzata, non tutta da buttare, ma indubbiamente c'é una quantità ampia di questa spesa che può essere dedicata ad altro.
Il bilancio può essere sostanzialmente ritoccato, modificato in molte delle sue componenti, in molte di quelle sue piccole voci che lo compongono e che, alla fine, fanno torrenti di finanziamenti che possono essere utilizzati facendo delle scelte e priorità diverse. Credo che questo sia il primo aspetto, sia per i primi due emendamenti ma anche per il terzo, che richiama una legge che ci ha visto molto divisi, quello del finanziamento dei buoni scuola che, come abbiamo visto nelle scorse settimane quando abbiamo discusso in Commissione l'effettiva applicazione della legge, ha dimostrato che molte critiche sollevate si sono dimostrate corrette.
Un altro aspetto di bontà della proposta di emendamento, è il fatto che individua canali di spesa prioritari che sono effettivamente al centro degli interessi. Si tratta di finanziare un fondo per l'occupazione, e dio sa quanto ce ne sia bisogno di una cosa di questo genere proprio nella nostra regione. Lo abbiamo discusso ampiamente, mi pare che una scelta come quella, Assessore Picchetto, non molto condivisa dal suo Presidente, di tagliare un po' sulle spese di comunicazione del Presidente e fare invece una scelta a vantaggio di un fondo di occupazione, questo, come altri emendamenti, può essere accolto.
L'incremento delle spese per l'occupazione, può anche essere finanziato in altro modo, ma se venisse scelto questo modo, credo che sarebbe particolarmente gradito non solo da parte nostra, ma da tutta la comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Noi abbiamo firmato questi emendamenti con i quali chiediamo di spostare tre milioni di euro sulle spese di investimento che riteniamo prioritarie. Sono curioso di capire - e in questo caso parlo a livello personale - se anche la Giunta, il Presidente, Il Vice Presidente e l'Assessore al bilancio ritengono prioritario tale spostamento.
Le consulenze hanno raggiunto delle percentuali rilevanti - ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del collega Ronzani - e rappresentano l'11% dei costi del personale, cioè 12 milioni di euro.
Approfitto della presenza del Vicepresidente Casoni per fare un esempio specifico. Io sono curioso di capire se, ad esempio, il consulente di cui vi avvalete per il progetto televisivo Pan è strategico rispetto alle spese di investimento. E' un progetto che avete dovuto ritirare, sul quale sono intervenuti il Co.Re.Com., l'Ordine dei giornalisti, mezzo mondo, le emittenti televisive, ma anche l'Autorità nazionale sulle Telecomunicazioni. E voi invece cosa avete fatto? Gli avete riconfermato l'incarico.
Posso capire la prima volta: si sceglie di dare una consulenza con la solita formula trita e ritrita che "tra le migliaia di dipendenti, quadri Dirigenti, funzionari e Direttori della Regione non si trovano professionalità che possano assolvere a quel del compito". Ma se vale la vecchia regola: "sbagliare è umano, perseverare è diabolico", in questo caso è anche colpevole e sbagliato, perché a fronte di necessità, abbiamo solo l'imbarazzo della scelta su quali settori allocare risorse, che sono sempre meno, in particolare sulla spesa corrente.
Io sono convinto, ma lo sapete anche voi, che siete prigionieri - non voglio usare il termine forte "ricatto" - di pressioni che vi arrivano, a cominciare da ognuno di voi. Probabilmente ciò varrebbe anche per noi, non voglio dire che voi non siete coraggiosi e che noi non faremmo niente di tutto questo e che non utilizzeremmo alcuna consulenza.
Il fatto è che questa percentuale ha raggiunto un livello preoccupante: come ho detto prima, siamo all'11%, cioè a 12 milioni di Euro. Voi non avete il coraggio di dire no a pressioni più o meno forti più o meno nobili (pochissime sono nobili) e di limitarvi esclusivamente a quelle poche ed indispensabili consulenze che possono dare un contributo vero alla gestione della Regione Piemonte.
Invece siete arrivati alle cifre sopra ricordate, e forse qualcuno se ne accorge solo quando qualcun altro gli fa notare l'ammontare: succede che si continua ad aggiungere e, ad un certo punto, guardando i numeri che qualcuno ci fornisce, ci si accorge che si è arrivati al massimo.
Presidente, Vicepresidente e Assessore al bilancio, questi 12 milioni di euro sono tutti indispensabili? E' proprio vero che tra i 3 mila funzionari e Dirigenti della Regione non ci sono persone che possono svolgere meglio e, costando molto di meno (visto che sono già pagati), gli stessi compiti che spesso maldestramente alcuni vostri cosiddetti consulenti hanno cercato di svolgere costando molto alle risorse pubbliche (tra l'altro, portandovi molto spesso, a dei clamorosi insuccessi)? Personalmente sono curioso, ma lo siamo come gruppo e come opposizione di capire se la Giunta è nelle condizioni ed è disponibile a dare un segnale di buona volontà. Siamo curiosi di capire se la Giunta regionale è disponibile a dare un segnale di buona volontà e di ravvedimento verso un utilizzo spesso sbagliato e non giustificato delle consulenze.
Se non è così, potrei anche essere tentato di trascorrere qualche settimana di tempo per valutare l'elenco lunghissimo delle consulenze (cosa che non abbiamo mai fatto, se non sui grandi numeri) e capire chi sono, di chi sono figli (perché hanno sempre un papà o una mamma oltre a quelli naturali e registrati all'anagrafe), di cosa si occupano o si dovrebbero occupare.
Solo recentemente siete stati costretti ad intervenire sull'incompatibilità, perché nella confusione - e vi concedo che non sempre è voluta - si assommano delle consulenze non sempre permesse dalle leggi.
Su questo ci aspettiamo, se non altro, un segnale di buona volontà ad intervenire per ridurre percentualmente i costi delle consulenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Questo emendamento pone, come hanno spiegato bene i colleghi Ronzani e Placido, due questioni. La prima è relativa all'aumento di risorse per la legge n. 53. L'altra riguarda il fatto che, se aumentiamo il finanziamento e le risorse per questa legge, dobbiamo diminuire quelle per consulenze.
Nei vari dibattiti che abbiamo fatto sulla sanità, mi pare che la spesa per le consulenze superasse questa cifra, almeno nel settore della sanità. E' chiaro che è una cifra molto alta, e non credo che sia comprensiva delle consulenze anche nel settore della sanità, ma questa è un'altra questione.
Quindi, è necessario diminuire, e su questo siamo d'accordo, ma io vorrei ritornare invece sull'aumento delle risorse per la legge 53. Ora siamo in una fase di difficoltà economica, questo è noto, e non lo diciamo noi, ma sono dati che leggiamo quotidianamente su riviste specializzate sono dati che gli stessi industriali affermano con estrema chiarezza.
Nonostante una tenuta del nostro sistema economico e del nostro sistema industriale, a parte la questione della FIAT, anche qui in Piemonte stiamo vivendo una situazione di stagnazione economica, una difficoltà nell'export e un aumento dell'occupazione, questo è vero, ma anche questo dato andrebbe letto in modo attento, particolare, e forse si scoprirebbe che questo aumento dell'occupazione è dovuto alla regolarizzazione degli extracomunitari, è dovuto senz'altro al fatto che stiamo preparando le Olimpiadi del 2006, quindi questo aumento dell'occupazione è un dato un po' truccato e andrebbe visto e analizzato meglio per evitare poi sorprese.
Bene, se questa è la situazione anche della nostra Regione, è indispensabile che la Regione intervenga.
Ora, che il pubblico, in questo caso un'istituzione come la Regione intervenga a sostegno dell'economia può essere discutibile, ma se noi diciamo che bisogna intervenire nel campo dell'innovazione per sostenere la piccola e media impresa, se diciamo che occorre destinare più risorse per incrementare le politiche per l'occupazione, penso che la Regione, da questo punto di vista, si possa e si debba impegnare.
Se vogliamo sostenere la piccola e media impresa, soprattutto per la numerosa presenza, per il ruolo che ha la piccola e media impresa nell'economia della nostra Regione, se vogliamo renderla competitiva come ha spiegato bene il collega Ronzani, cioè se vogliamo che la piccola e media impresa in questa situazione di difficoltà sia competitiva soprattutto con gli altri Paesi non soltanto della Comunità europea, ma altri Paesi che si affacciano sui mercati mondiali, ebbene dobbiamo renderla competitiva soprattutto dal punto di vista dell'innovazione tecnologica. Ecco perché affermiamo che è necessario, indispensabile intervenire da questo punto di vista. Penso che ci debba essere un'attenzione particolare da parte della Regione anche per le politiche per l'occupazione. In una fase di difficoltà come questa, aumentare le risorse di questa legge è un atto utile per la nostra economia, per sostenere la nostra economia. Credo che nel corso del dibattito avremo modo di intervenire ulteriormente.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Intervengo per contribuire a sottolineare a tutto il Consiglio regionale, alla Giunta e alla maggioranza che stiamo affrontando un punto politicamente significativo e importante. Non vorrei che la questione che è stata adesso evidenziata da tanti colleghi fosse sottovalutata, e questa ripetizione di interventi è semplicemente volta a sottolineare un punto.
Questo punto qual è? Noi viviamo in una Regione che, per una serie di ragioni, alcune delle quali derivano dalle scelte generali del governo dalle quali la finanza regionale dipende, altre nascono dalla nostra responsabilità, in particolare da quella della Giunta e della maggioranza vive una fase che sicuramente si configura come una fase di difficoltà finanziaria, come una fase di penuria di risorse, di scarsità di risorse da mettere a disposizione di quelle che riteniamo le politiche fondamentali.
Ne abbiamo discusso a lungo Pichetto Fratin lo sa bene - in Commissione e il bilancio che la Giunta ha presentato è un bilancio che, su molti capitoli importanti, quelli che riguardano il lavoro e le imprese vede una riduzione delle risorse proprie che la Regione impiega. Ne abbiamo discusso; l'Assessore Pichetto Fratin, con dovizia di particolari, ha illustrato come lui riesca a supplire con altre risorse agli stessi obiettivi in qualche modo utilizzando altre fonti di finanziamento rispettando i programmi, gli impegni e le azioni che erano state preventivate o che erano in corso, soprattutto quelle a carattere pluriennale. Tuttavia, detto questo, è evidente che siamo di fronte a una riduzione delle risorse proprie che il bilancio regionale impiega su capitoli importanti che riguardano il tema del lavoro, dell'impresa, dello sviluppo dell'economia. E questo lo si fa in un momento che è particolarmente complicato e difficile anche per la nostra Regione, e non solo per la nostra Regione, nella quale avremmo bisogno di una crescita delle risorse impiegate in questa materia.
Mentre avviene questo - questo è il punto, caro Assessore Pichetto Fratin, sul quale io solleciterei un confronto e una discussione - noi diciamo che non siamo di fronte a un uso rigoroso delle risorse e che la crescita che questo bilancio testimonia è a favore della spesa in consulenza (il collega Ronzani citava la documentazione della Corte dei Conti che parla dell'ampiezza del fenomeno delle consulenze nella nostra Regione). Le spese di comunicazione contraddicono, a noi pare, questa esigenza. Vedi, Pichetto, non c'è bisogno di accentuare i toni di un discorso per dire che è difficilmente sostenibile una politica che aumenta le risorse per le consulenze, per la comunicazione nel momento in cui mancano e vengono negate le risorse necessarie per risolvere questioni drammatiche come quelle di cui abbiamo discusso a lungo in questo inizio di confronto sul bilancio del 2004 a proposito, ad esempio, degli anziani, in particolare degli anziani non autosufficienti.
Su questo punto noi vi chiediamo un segnale politico, una disponibilità a una correzione, vi chiediamo di ridurre le spese che oggi impiegate in consulenze, di ridurre le spese che sono preventivate in comunicazione, di ridurre cioè le spese che non servono ai cittadini, ma servono alla Giunta o al Consiglio regionale o comunque all'amministrazione politica per la propria autopromozione a favore di spese considerate prioritarie e più necessarie. Vi chiediamo di dare un segnale in questa direzione, di tenere conto di una domanda e di una sensibilità che, a nostro parere, ha una certa forza nella nostra Regione.
E' quando non si affrontano questi problemi, che il qualunquismo trova terreno fertile per attecchire e svilupparsi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Sempre basandoci sull'indagine relativa al costo del lavoro della Corte dei Conti, quindi attenendoci a dati ufficiali (per la precisione, si tratta dei dati dalla Regione), si evincono cifre che diventano particolarmente imbarazzanti.
Innanzitutto, non dimentichiamoci che stiamo discutendo di un emendamento che sostiene, nel rispetto della legge di contabilità, che il nostro compito è individuare capitoli da cui prelevare fondi che possono essere utilizzati, considerate le difficoltà esistenti, per rimpinguare quei capitoli su cui abbiamo, dal nostro punto di vista - ma vi sfido a dimostrare il contrario - individuato significative priorità.
A proposito dell'emendamento, qual è la cifra cui facciamo riferimento? E' una cifra assolutamente limitata: a fronte di ventidue miliardi di lire anno, proponiamo la cifra di un milione di euro da prelevare.
Ha sicuramente una valenza politica e simbolica, più che una valenza reale, anche se fa la differenza se lo leggiamo in termini di sostegno a famiglie per la locazione; o se lo leggiamo in termini di eventuali posti letto per anziani o assegni di cura. Fa una bella differenza.
Leggiamo alcune di queste cifre per le consulenze: nel settore della sanità pubblica, quindi Direzione 27, una cifra che si aggira sui 615 mila e 377; sulla Programmazione sanitaria (tra l'altro, a che scopo, dato che non esiste un Piano sanitario ed esistono soltanto DGR confezionate sul momento?), quindi Direzione 28, abbiamo una cifra di 252 mila e 666.
Ce ne sono altre molto più interessanti: Sviluppo dell'agricoltura Direzione 12, consulenze per 1 milione 240.289; Direzione 13, Territorio rurale, 263.895; Direzione 14, Economia montane e foreste, dove non stiamo facendo nulla per il dissesto idrogeologico che continua ad essere la priorità in assoluta della nostra Regione e che ci caratterizza tra le Regioni del nord Italia, abbiamo 1 milione 210.316.
Ma continuiamo: Formazione professionale, 394.165; Commercio e artigianato, 307 mila; Direzione 24, Pianificazione delle risorse idriche 461 mila; Patrimonio tecnico, 585 mila.
Allora cosa possiamo dire? Che quando si arriva ad un totale di spesa di ventidue miliardi - perlomeno resi noti - tanto che la Corte dei Conti si sente in dovere di segnalare, fermo restando le considerazioni espresse sull'adeguatezza del ricorso prestazioni esterne in luogo del personale regionale, il raffronto finanziario la tra spesa totale per le collaborazioni ed incarichi, che ammonta ad euro 15 milioni 403.252 e la spesa per il personale regionale che ammonta ad euro 133 milioni 531.892 (dati desunti dal rendiconto 2002), evidenza che detta spesa collaborazione di incarichi esterni, rappresenta l'11,53% della spesa globale per il proprio personale, nonché il 10,65% del costo del lavoro per la Regione Piemonte.
Dite un po' voi, se togliere un milione di euro a questa portata di soldi, e caricarli sugli assegni di cura, non avrebbe una valenza politica e sociale interessante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie Presidente, grazie colleghi.
Riflettendo sugli emendamenti n. 156 e n. 192, che cercano di incoraggiare la spesa di investimento prelevando dalla quota di consulenza effettivamente può capitare che nel corso di una gestione di un'amministrazione, le consulenze risultano particolarmente importanti in alcune questioni, ma se la Corte d'Appello rileva che 10% del costo del personale è un po' eccessivo, forse bisogna convenire che 220 miliardi delle vecchie sono effettivamente tanti.
Da qui, il ragionamento di chi ha formulato questi emendamenti: perch non proviamo a spostare questi importi senza considerarli costi o spese di investimenti, in modo da poter accontentare, ad esempio, mille aziende, per un valore complessivo di circa 220 milioni di aziende? Ma quando parliamo di investimenti, soprattutto di innovazione e di ricerca, effettivamente l'Assessore al lavoro dovrebbe riflettere sul futuro delle nostre aziende.
E' chiaro a tutti che con il fenomeno della globalizzazione, se non facciamo attenzione alla soluzione locale e alle condizioni economiche del Paese (per economiche intendo anche quelle di tipo industriale), rischiamo di non riuscire a vedere il futuro.
Cosa significa, quindi, innovare le nostre aziende? L'innovazione e la ricerca risultano le armi per combattere questa crisi, perché le nostre aziende non riescono più ad essere competitive sotto l'aspetto dei costi.
Se non si passa attraverso l'innovazione - e per innovazione si intende portarsi un po' avanti; ragionamento già stato posto in quest'aula - gli stipendi dei nostri lavoratori e i costi delle nostre aziende sono costi superiori rispetto a quelli di alcune aziende appartenenti anche all'Unione Europea. Come possiamo fare per cercare di risolvere questo tipo di problema? Se non spingiamo di più nella ricerca, i nostri lavoratori si dovranno spostare all'estero per trovare lavoro, perché ovviamente le aziende, non avendo più caratteristiche di costi, saranno costrette a portare la produzione all'estero. Per poter battere questo tipo di ragionamento bisogna puntare sulla ricerca.
Vi ricordo che gli Stati Uniti d'America, ad esempio, sulla ricerca ci vivono (e lo fanno anche alla grande!). Nel nostro mondo, considerato "secondo mondo", se non si punta sull'innovazione, rischiamo di non essere più competitivi.
La Regione Piemonte, assieme all'università e al Politecnico, ha la possibilità di fare un programma innovativo e dare una mano effettiva alle nostre aziende. Le aziende che hanno difficoltà di liquidità o difficoltà nel reperire manodopera a basso costo, non riescono ad essere competitive e, di conseguenza, risultano fuori mercato. Se non si fa attenzione, un domani ci sarà da gestire soltanto il tempo libero! Forse sarà più facile organizzare una partita a scopa, a calcio o ancora fare un po' di danza libera - per i nostri anziani andrà anche bene! - se tutto quello che c' da costruire lo faranno laddove gli stipendi valgono un trentesimo di quello che valgono i nostri.
Ritengo che la questione vada esaminata con attenzione nel suo complesso. È chiaro che in questo momento godo della posizione dell'opposizione: da questi banchi è facile parlare; tutto è un pochino più comodo, però la responsabilità su questo tipo di ragionamento è sua.
Negli Stati Uniti si verifica uno strano fenomeno: cresce il Prodotto Interno Lordo, ma purtroppo aumenta il numero dei disoccupati, anche per via della globalizzazione, sulla quale tutti si stanno ricredendo: per far controllare una TAC, anziché spendere 25 dollari all'ora, ci si rivolge a quei mondi dell'ex socialismo che costano molto meno, solo pochi centesimi.
Questo è un altro fenomeno.
Sotto l'aspetto della ricerca, ritengo che vada fatta una riflessione in modo accorto: qualche lira in più, con la speranza che possa risolvere il problema di qualche posto di lavoro, è giusto che ci sia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

La presenza dell'Assessore Pichetto accanto a me rende più impegnativo il mio intervento, perché sono assolutamente convinta ad una distanza così ravvicinata, l'Assessore potrà meglio cogliere l'essenza della nostra proposta.
L'essenza della nostra proposta, fatti salvi gli interventi di 20 milioni di euro per quanto riguarda la ricerca e i 7 o 8 milioni di euro per quanto riguarda il sostegno alle locazioni, ha conosciuto un punto di particolare distanza sull'elemento che per noi è più significativo: 20 milioni di euro per quanto riguarda il diritto allo studio (legge n. 49) equivalente alla legge sul buono scuola.
L'Assessore sa quanto noi abbiamo contrastato quella legge. Una maggioranza l'ha votata. Riteniamo che sia una legge che ha prodotto quegli effetti negativi che noi paventavamo. La maggioranza la riconferma.
Bisogna, però, che ci sia un equivalente stanziamento sul diritto allo studio: mense, trasporti, l'altro 95% degli studenti, delle famiglie e delle scuole che non hanno avuto alcun beneficio in questo momento. È una grande questione di riequilibrio per noi fondamentale.
L'altra grande questione di riequilibrio per noi fondamentale è la copertura di tutti i posti letto, esaurendo praticamente le liste d'attesa per anziani, con un intervento mixato su questo e sull'assegno di cura (perché è complessivo l'intervento che dobbiamo fare).
Queste sono due richieste che non è che noi avanziamo, come dice il suo Capogruppo Cattaneo, perché siamo perentori e vogliamo iscrivervi la manovra.
Quando noi avanziamo delle proposte che si aggirano neanche sullo 0.75% del bilancio e tendiamo a spostare cifre come queste, non facciamo noi la manovra per la maggioranza - 0.75% di bilancio - ma cerchiamo di correggere alcuni punti significativi, che peraltro i Sindacati ad altre importanti forze sociali in Piemonte ci stanno sollecitando: o lo facciamo adesso o non lo facciamo più, Assessore, perché la legislatura si concluderà. Adesso lei approva un bilancio che è a ridosso di un assestamento. Il prossimo bilancio che farà, durerà quattro mesi: non faccia neanche la fatica di farlo! Detto questo, noi siamo al punto in cui abbiamo individuato esattamente le voci da cui togliere: le voci per le consulenze e per la comunicazione che, come giustamente diceva prima il collega Marcenaro, non incidono nella parte di spesa corrente su vicende che riguardano direttamente i cittadini ma riguardano il funzionamento interno del Consiglio e della Giunta, cosa su cui si può tagliare. Non tagliamo su prestazioni di altro tipo, non tagliamo sui trasporti o su voci che riguardano direttamente.
Nello stesso tempo, si può sempre agire sulla partita relativa ai mutui. Ricordo bene come i soldi per finanziare la legge sul buono scuola vennero fuori così - e non in altro modo - perché la dotazione non c'era.
Per questo motivo, mi permetto di riproporre la questione l'accoglimento di un emendamento come questo, sarebbe un'indicazione in questa direzione o un altro segnale.
Come diceva giustamente il collega Chiezzi, l'accoglimento di questa proposta è accoglimento di proposta della minoranza, e non accoglimento di emendamenti congiunti (quella è un'altra cosa) e, come tale, noi intendiamo riproporlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Anch'io partecipo alla discussione su questo tema. Nel corso di questo dibattito, abbiamo più volte sentito dire, anche da parte di alcune forze della maggioranza, che la coperta del bilancio è corta e dobbiamo cercare di coprire quanto può servire per le esigenze della Regione Piemonte.
Lo scopo di questo emendamento è proprio volto ad individuare quali sono le scelte prioritarie che la Giunta che amministra la Regione intende politicamente fare.
Questo emendamento propone, appunto, un maggior investimento, com'è già stato sottolineato, per quanto riguarda la ricerca.
Alle parole del Consigliere Giordano, possiamo aggiungere che non solo gli Stati Uniti, ma anche l'Australia ha costruito un sistema economico, o perlomeno ha inserito nel suo sistema economico l'attività della ricerca da cui ha ricavato risultati positivi dal punto di vista finanziario. Ci sono esempi a cui noi possiamo guardare e che ci dicono come la scelta di investire in certi campi piuttosto che in altri, può servire a portare giovamento a tutto il bilancio regionale. Per incentivare questa linea che riteniamo positiva, chiediamo di diminuire i finanziamenti su quei punti che, invece, ci sembra non abbiano portato nessun giovamento in termini di ricadute occupazionali e di sviluppo dell'economia per quanto riguarda la Regione. Queste sono scelte, è inutile negarlo, operate con la legge dei buoni scuola. I problemi evidenziati vengono ribaditi perché confermati dall'analisi dei dati: i buoni scuola servono essenzialmente, nella stragrande maggioranza, a finanziare gli alunni nelle scuole private. A parte quello, noi siamo stati facili profeti quando abbiamo affermato che nonostante la legge, le scuole private sarebbero ugualmente andate in crisi e non avrebbero avuto giovamento per quanto riguarda i problemi legati alla mancanza di alunni che portano a problemi di chiusura di alcune scuole private. E' una legge che, a nostro modo di vedere, andrebbe rivista nella sua dotazione finanziaria, andrebbe rivista diminuendo la dotazione e utilizzando fondi per iniziative che potrebbero portare più giovamento a tutta l'economia della Regione Piemonte. Ugualmente, come è stato sottolineato, investire risorse per le campagne di comunicazione del Presidente della Giunta, oppure in consulenze per attività che possono essere utilmente svolte non da consulenti esterni, ma dagli uffici presenti all'interno dell'organizzazione della Regione, ci sembra un modo per far si che quella coperta corta serva meglio a coprire, a dare sviluppo e impulso a quelle attività che, invece, risulterebbero effettivamente utili per tutta la popolazione della regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.
Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Abbiamo fatto diversi interventi nel corso della seduta di oggi richiamando aspetti che non sono specifici del singolo emendamento, ma centrali nella proposta di rideterminazione di alcune impostazioni di bilancio. Mi sembra un po' singolare che rispetto e questi elementi, non ci siano risposte di sorta tanto meno da parte dello stesso Assessore Pichetto.
Per quanto mi riguarda, sono soddisfatto che non ci sia la riproposizione del fatto che non esistono i soldi, questa vorrei fosse messa agli atti. I soldi per le proposte di spesa che abbiamo avanzato evidentemente, ci sono, visto che la ripetizione di questo problema non ha ancora dato luogo a risposte di altro genere. Vorrei che fosse acquisito che fosse agli atti di questa discussione, che i fondi per finanziare le proposte di spesa che abbiamo indicato nei diversi capitoli ci sono (non soltanto perché abbiamo controllato). Naturalmente, non sono in un capitolo già predisposto, ma ci sono nell'ambito del corpo complessivo del bilancio utilizzato a tale scopo. Siccome abbiamo detto che i soldi ci sono l'abbiamo detto senza avere risposte di sorta, ne, tanto meno, proteste l'abbiamo apprezzato perché, qualora ciò venisse negato, sarebbe un elemento un po' imbarazzante visto, come si dice: "della cui identità sono io notai certo", della cui presenza siamo noi ragionieri certi. Acquisirei questo fatto in modo che questa partita non la rimetterete in discussione tra due o quindici giorni quando la Giunta avrà vinto il" braccio di ferro" con la sua maggioranza che non vuole muovere niente. Invece mi risulta che la Giunta, consapevole del fatto che la manovra non è rocambolesca, ma del tutto ponderata, non se la sente di dire "sono tutte invenzioni". Sono tutti proposte motivate, finanziabili, realistiche.
Dato che bisogna continuare e passare anche all'indicazione di alcune aree di reperimento delle risorse, ripeto, sono del tutto certo che queste esistano a prescindere. Tuttavia le manovre di bilancio, le operazioni riguardano anche la congruità di alcune indicazioni di spesa sulla base della possibilità di modificare le medesime. 22 miliardi di consulenze sottolinea la Corte dei Conti, attraverso i suoi parametri. Naturalmente la Corte dei Conti, per quanto mi risulta e da quel che scrive, si riferisce soltanto alle consulenze presenti nel rendiconto del bilancio del Consiglio regionale. Se si aggiungesse anche le consulenze che le singole ASL si pagano tra di loro, personale di un'ASL che fa il consulente in un'altra ASL e viceversa, queste spese riusciremmo ad identificarle. Se volete continuare a discutere, dato che bisogna che la discussione abbia qualche esito utile, chiederei formalmente che ci sia consegnato, entro i termini di discussione del bilancio, l'ammontare delle consulenze che ogni ASL ha pagato. In quel pagamento vorrei anche verificare le consulenze che un'ASL ha pagato a professionisti che lavorano in un'altra ASL. Alla fine tra la "chiesa che fa la carità all'ospedale", ed è proprio il caso di dirlo, e "l'ospedale che fa la carità alla chiesa", intendendo in tale senso anche i vari ordini ecclesiastici, mi pare che siamo arrivati ad una situazione paradossale. In questa situazione, credo che nessuno di voi neghi, non so l'Assessore (ma l'Assessore nega sempre, anche quando è evidente, ma questo atteggiamento non se lo può permettere perché ha una immagine professionale da difendere) di non sapere, tutto quello che invece è dovuto sapere quanto ogni singola ASL spenda per le consulenze. Avere indicazioni specifiche delle consulenze che compra personale di altre ASL il quale personale, dato che orami è stato abilitato a fare contemporanemente l'intra monea e l'extra moenia, il tempo pieno e il tempo definitivo, ha creato un mercato al proprio interno. E' un po' un mercato parallelo, ma fin tanto che lo fanno gli importatori paralleli della auto della Fiat riguarda una questione che attiene all'economia dell'import export. Questo mi sembra un po' più discutibile dal punto di vista dell'autorizzazione di codesto tipo di mercato. Resta da capire il perché di queste consulenze e di questa vendita incrociata e parallela. Mi pare che ci sia qualche cosa di un po' significativo, perché se già cosi fa l'11 della spesa complessiva del personale, se lo rapportiamo alla spesa del personale per la montagna arriviamo al 50%. Vogliamo vederci più chiaro perché, altrimenti, come succede sempre, ci facciamo i conti da soli, ma quando facciamo i conti da soli dispiace più noi che a voi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido per dichiarazione di voto.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. E' inusuale che sugli emendamenti si facciano le dichiarazioni di voto, ma in questo caso ne approfitto per svolgere alcune considerazioni dimenticate nell'intervento precedente.
Chiedo al Presidente della Giunta e anche all'Assessore Pichetto se non si possono ridurre - ritenendoli non strategici - alcuni investimenti. Non ho i dati certi (vado a memoria), quindi è possibile qualche errore, ma non ci sono errori sulle affermazioni e sul ragionamento. Chiedo se sono strategici i 200-300 milioni di vecchie lire (150-200 mila euro) investiti solo su un giornale; se sono strategiche le decine e decine di migliaia di copie dello stesso quotidiano acquistate in base ad una valutazione di comunicazione di cui non si capisce la motivazione; se sono strategici i 900 mila euro dati esclusivamente alle reti Fininvest per trasmissioni la cui utilità per il turismo e la Regione Piemonte è tutta da accertare.
Sto parlando naturalmente delle spese di comunicazione, che sono cose diverse dalla consulenza. Rispetto a queste o a delle necessità per alcuni settori - che penso siamo d'accordo sul definire importanti - e alle spese d'investimento, potremmo fare dei ragionamenti per decidere quali privilegiare e quali no. Varrebbe veramente la pena sapere qualcosa, oltre che sui consulenti, anche sui milioni di euro utilizzati in maniera discutibile.
Non ne sto facendo una questione per il fatto che si tratta di reti Fininvest,, perché ho certi trascorsi che ricordo anche volentieri. Quindi non sto "sputando nel piatto dove ho mangiato", ma la mia è una valutazione professionale e tecnica: milioni di euro che voi state spendendo, ritengo in maniera impropria e sbagliata, e che non portano ai risultati che auspicheremmo anche dall'opposizione.
Quando si fa un investimento nel campo della comunicazione, ci si prefigge dei risultati quali ad esempio un incremento di turisti in Piemonte. Ho letto con attenzione quella parte del bilancio che riguarda il turismo e, quando ci arriveremo, con il piacere di avere tra noi l'Assessore Racchelli, proveremo a ragionare sul motivo per cui si è arrivati a questo clamoroso balzo in avanti. Proveremo ad interloquire con l'Assessore sul come ci si è arrivati. Non sto dicendo che i dati sono truccati, ma c'è una motivazione molto chiara e il caro Assessore la conosce molto bene.
Non è quindi una critica di parte, perché il giornale è di proprietà del dott. Paolo Berlusconi o perché le reti Fininvest sono di proprietà del dott. Silvio Berlusconi, bensì sulla scelta professionale di dare milioni di Euro a certe reti, a certi quotidiani, che non risponde a nessun ragionamento di strategia di comunicazione.
Tali scelte, difatti, non portano neanche dei risultati. Potrei dire che rispondono ad altre strategie, ma mi fermo affermando che, non essendo strategiche, sono assolutamente eliminabili.
Si può tranquillamente provvedere a tagliare quelle spese, per utilizzare quelle risorse - che, ripeto, a mio parere vengono investite in maniera non ottimale - in investimenti di cui la nostra Regione sente la necessità.
E' per questo motivo che voterò a favore degli emendamenti che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale (richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri), mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 119 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale (richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri), mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 156 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale (richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri), mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 192 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Legge regionale n. 28/93 ("Misure straordinarie per incentivare l'occupazione mediante la promozione e il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali e per l'inserimento in nuovi posti di lavoro rivolti a soggetti svantaggiati").
Comunico la presentazione degli emendamenti rubricati nn. 329, 330 331, 332, 333 e 334. Su questo blocco di emendamenti, la Giunta ha espresso parere negativo.
Emendamento rubricato n. 329 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea (vedi tabella allegata) Emendamento rubricato n. 330 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea (vedi tabella allegata) Emendamento rubricato n. 331 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea (vedi tabella allegata) Emendamento rubricato n. 332 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea (vedi tabella allegata) Emendamento rubricato n. 333 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea (vedi tabella allegata) Emendamento rubricato n. 334 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea (vedi tabella allegata) Non essendoci altri interventi, indìco un'unica votazione palese, sugli emendamenti rubricati nn. 329, 330, 331, 332, 333 e 334.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 19 presentato dal Consigliere Contu: dopo l'articolo 5 inserire l'articolo 5 bis (Interventi in materia di politiche sociali) "Incrementare l'UPB 15091 (Formazione professionale, lavoro, occupazione promozione, sviluppo locale - Titolo I - Spese correnti) di euro 1.000.000,00 per contributi per l'inserimento lavorativo di soggetti in difficoltà occupazionale (l.r. 7/2001 e l.r. 28/1993).
Alla copertura della spesa si provvede, per gli esercizi 2004, 2005 e 2006 con riduzione di pari importo dell'UPB 32011 (Attività culturali spettacolo, istruzione, Titolo I, spese correnti) relativamente al capitolo 11306R (Contributi alle famiglie per l'esercizio del diritto alla libera scelta educativa - l.r. 10/2003)".
Emendamento rubricato n. 20 presentato dal Consigliere Contu: dopo l'articolo 5 inserire l'articolo 5 bis (Interventi in materia di politiche sociali) "Incrementare l'UPB 15091 (Formazione professionale, lavoro, occupazione promozione, sviluppo locale - Titolo I - Spese correnti) di euro 1.000.000,00 per contributi per l'inserimento lavorativo di soggetti in difficoltà occupazionale (l.r. 7/2001 e l.r. 28/1993).
Alla copertura della spesa si provvede, per gli esercizi 2004, 2005 e 2006 con riduzione di pari importo dell'UPB 09011 (Bilanci e finanze bilanci titolo I spese correnti)".
La parola al Consigliere Contu che illustra gli entrambi emendamenti.



CONTU Mario

Nel nostro insieme, anche perché si modifica solo la fonte di prelievo per la copertura di spesa, abbiamo discusso a lungo sul capitolo lavoro e la necessità di ampliare la possibilità di spesa su questo delicato settore, soprattutto per i soggetti in difficoltà occupazionale. Ci riferiamo in particolar modo a quella parte di lavoratori che, espulsi dal ciclo produttivo (pensiamo a quelli ultraquarantenni, ma non solo, perch l'età si sta abbassando notevolmente), difficilmente riescono a reinserirsi nel mondo del lavoro con un'occupazione stabile, sicura, che dia una prospettiva di vita. Questo è un dramma amaro, ed è la conseguenza amara di una fase che sembra inarrestabile di profondo declino industriale che attraversa il nostro Paese e la nostra Regione.
I soggetti in difficoltà occupazionale sono anche soggetti che operano nei servizi, bisognerebbe sottolinearlo per coerenza, e la scelta di chiedere l'incremento di questo capitolo, la scelta di mandare in riduzione una voce di spesa come quella relativa alla legge 10/2003 sulla libera scelta educativa ha solo una ragione: non è di tipo ideologico ed ostativo a quel tipo di legge, anche se noi abbiamo sempre espresso la nostra non condivisione, ma - Assessore Pichetto, lei lo sa bene come Assessore al bilancio - per finanziare questa legge si è scelto di sottrarre soldi agli investimenti, o perlomeno di rinviare a quota parte di investimenti i dodici mesi per non pagare i mutui passivi o la spesa corrente e quindi, di conseguenza, avere la disponibilità economica sulla spesa corrente per dare copertura ai contributi relativi alla libera scelta educativa.
In questo sta il senso della denuncia e la scelta di puntare in particolare sulla diminuzione delle risorse relative alla copertura della legge regionale 10/2003, che è ben lontana dal raggiungere gli obiettivi per i quali era stata varata. Vorrebbe rappresentare un volano per il rilancio delle iscrizioni nelle scuole private paritarie, ma abbiamo ragione di credere che anche questo secondo obiettivo fallirà alla luce del fatto che mai e poi mai l'entità delle risorse sufficienti è tale da giustificare un eventuale ricorso in massa alle iscrizioni verso le scuole private, cosa della quale è ben cosciente l'Assessore Leo. Quindi Assessore Leo, il senso era la denuncia perché la copertura di spesa relativa alle risorse per la legge 10 è stata ottenuta rinviando di dodici mesi le spese d'investimento e i mutui, quindi la possibilità di contrarre dei mutui, ecc.
Lo stesso emendamento - e qui concludo l'illustrazione anche del secondo - chiede che invece, in modo più indistinto, essendo relativo all'inserimento dei soggetti in difficoltà occupazionale, le risorse vengano reperite dal fondo di riserva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati nn. 19 e 20.
Il Consiglio non approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Visto che mi è stato chiesto un incontro da parte delle opposizioni, io sarei disponibile a interrompere i lavori tra dieci minuti.
Chiede la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Vorrei fare la seguente proposta. Visto che dovremmo finire a mezzanotte, ma molti abitano fuori Torino, chiedo se è possibile, col consenso di tutta l'aula, evitare di fare la pausa della cena e magari anticipare la chiusura. Lo dico più che altro per chi abita fuori, per me non vi è alcun problema, ma se finiamo alle 21.30-22.00 penso che sia meglio.



PRESIDENTE

Io sono perfettamente d'accordo. Allora, stabiliamo che chiudiamo i lavori alle ore 22.00 e riprendiamo alle ore 19.30.
L'incontro con le opposizioni è fra cinque minuti.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.34)



< torna indietro