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Dettaglio seduta n.451 del 29/04/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 22.12 il Presidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 22.30)



(La seduta ha inizio alle ore 22.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta F. Maria, Brigandì, Burzi Costa Enrico, Galasso, Rossi Giacomo, Scanderebech, Tomatis, Vaglio.


Argomento: Piani pluriennali

Esame proposta di deliberazione n. 437 "Documento di programmazione economico-finanziaria regionale - DPEFR 2004-2006 l.r. 11 aprile 2002, n.


PRESIDENTE

7"



PRESIDENTE

L'esame della proposta di deliberazione n. 437 "Documento di programmazione economico-finanziaria regionale - DPEFR 2004-2006 l.r. 11 aprile 2002, n. 7", di cui al punto 5) all'o.d.g. prosegue con la discussione degli emendamenti ad essa riferiti.
Emendamento rubricato n. 5 presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Ronzani Manica, Muliere, Riggio, Marcenaro e Placido: a pag. 89 al termine del paragrafo: "Sviluppo sostenibile, cambiamenti climatici" sono aggiunte le parole: "(inquinamento atmosferico) Gli inquinamenti atmosferici producono sistematiche necessità di ricorso alla limitazione del traffico, oltre a tenere la popolazione sotto rischi costanti per la sicurezza e la salute.
La Regione deve immediatamente promuovere un piano d'interventi d'intesa con gli enti locali e il sistema produttivo, finalizzato a rimuovere questi elementi di rischio totalmente derivanti da problemi di governo ambientale." Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Con questo emendamento rivediamo le indicazioni date con il Piano energetico ambientale, riproponendo, convintamente, quanto già in quella occasione abbiamo evidenziato, dividendo il problema esistente, riguardante soprattutto le aree urbane, in diversi aspetti.
Uno, in particolare, riguarda la difesa della salute, perché, di fatto le polveri sottili sono diventate uno dei problemi veri e seri della nostra contemporaneità. Sicuramente, questo è uno di quegli elementi che andrebbero trattati in un contesto di maggiore serietà, avendo ripercussioni direttamente sulla popolazione, in termini di effetti negativi sulla salute dei cittadini.
Quando si rileva che sono fortemente in crescita le problematiche connesse a forme di asma, di respirazione e di bronchite; quando si rileva che sono in crescita fenomeni e patologie che incidono sempre più pesantemente sulle fasce più giovani (non sui bimbi), è la dimostrazione lampante di come le azioni finora intraprese, da parte delle amministrazioni (siano esse Regioni o Enti locali), sono ancora molto ascrivibili alla serie dei palliativi e di come necessitano di un'azione diversa.
Noi ci rifacciamo a quanto previsto dal Piano energetico ambientale strumento attraverso il quale abbiamo ricevuto la competenza specifica che deriva dalla modifica del Titolo V. La Regione, avendo competenze su tutta la partita energetica, ha indicato, in un documento voluto e sostenuto anche dalle minoranze, tutta una serie di azioni che, però, necessitano di un piano di interventi ad hoc, un piano che deve essere fatto e realizzato di intesa con gli Enti locali e che necessita di finanziamenti.
Perché diciamo questo in occasione della Finanziaria e del bilancio? Perché sono due gli aspetti: uno, certamente più teorico, riguarda la predisposizione di piani concordati con i Comuni e con le amministrazioni.
L'altro è certamente di carattere più finanziario, quindi prevedere e stanziare dei finanziamenti ad hoc che consentano di intervenire sulle limitazioni del traffico, sui trasporti alternativi, soprattutto quelli del settore pubblico, e che consentano di avviare tutta una serie di azioni che, tra loro concordate e messe in rete, facciano sì che quanto era stato previsto con il Protocollo di Kyoto e quanto è stato ratificato in coerenza con il Protocollo di Torino, peraltro firmato da tutte le Regioni possa trasformarsi in un'azione politica conseguente.
Siamo ancora molto lontani da quel tipo di azione, anche se nel piano energetico, che abbiamo varato come Regione, questi riferimenti esistono.
Ecco perché chiediamo una modifica di impostazione con questo emendamento aggiuntivo e correttivo al testo, e chiediamo dei finanziamenti conseguenti nella partita di bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e colleghi.
Ritengo doveroso intervenire su questo intervento che parla di energia e di fenomeni ambientali perché il documento di programmazione economica e finanziaria non prevede, in maniera sufficiente, l'esame di questo fenomeno.
Tutti voi sapete che l'inquinamento atmosferico, dovuto in parte al riscaldamento degli ambienti e in parte alla circolazione stradale costituisce un grave fenomeno che, nei centri dove c'è maggiore addensamento, raggiunge numeri particolarmente elevati.
Perché questa Giunta in qualche modo, anche sotto l'aspetto della prevenzione sanitaria, non deve dare importanza a questo tipo di ragionamento? E' chiaro che, per fare questo, ci vuole molta managerialità in termini di gestione anche ambientale, perché se da un lato l'inquinamento atmosferico è un onere, dall'altro potrebbe essere considerato una opportunità. Mi spiego meglio.
In Piemonte si bruciano, secondo i dati di bilancio, circa 7-8 miliardi di metri cubi di metano, e circa 20 miliardi di metri cubi di gasolio. Oggi ci sono nuove tecnologie ed è proprio qui che si può misurare la creatività della Giunta, cioè se in qualche modo riesce a utilizzare quei fenomeni a costo zero. Mi spiego meglio.
Esistono tecnologie particolari, grazie alle quali per il riscaldamento ambientale c'è un risparmio energetico che raggiunge a volte il 20-30 rispetto ai generatori di calore di tipo tradizionale. Quindi, qualche suggerimento all'Assessore preposto alle attività produttive glielo posso dare io, nel senso che se noi facciamo da garanti ai cittadini che sostituiscono i generatori di calore di tipo tradizionale con quelli ad ultima generazione (li chiamano a quattro stelle o a condensazione), è possibile ottenere un risparmio di circa il 20-25%. Di conseguenza, andremo a consumare il 20-25% di combustibile in meno, perché nel periodo invernale non è tanto la circolazione delle auto ad inquinare, ma in modo particolare sono i riscaldamenti.
Questo ragionamento cosa significa? Che se la Giunta regionale mette a disposizione un mutuo e se i cittadini, che vogliono fare questo tipo di operazione, possono restituire sia gli interessi sia il capitale, la Regione potrebbe fare una doppia operazione: innanzitutto risanare l'ambiente a costo zero e, inoltre, dare una mano alla crescita di questo settore.
E' un settore particolarmente importante, è un settore che, se guardato con attenzione, può crescere e può muovere l'indotto per le installazioni e per la sostituzione di almeno di 100 mila impianti termici all'anno, che possono costituire effettivamente una grande opportunità per questa Regione.
Però è chiaro che questo si può fare dove le Giunte e gli addetti ai lavori hanno creatività e passione per risolvere certi problemi e si rendono conto che il lavoro non arriva più da nessuna parte. Nemmeno dove ci arriva gratis, attraverso un risparmio energetico, questa Giunta si è mai sognata di mettere mano e di cercare di vedere e di recuperare lavoro da una parte e di risanare l'ambiente e risparmiare idrocarburi.
Tra le altre cose, abbiamo già fatto rilevare in Commissione che l'imposta di consumo sul gas metano non corrisponde ai quantitativi segnalati dal distributore, perché il distributore continua a dire che sul territorio trasporta circa 10-12 miliardi di metri cubi, mentre la Regione dai bilanci che abbiamo, continua a ricevere le imposte solo su 5-6 milioni di metri cubi. Questo è un ragionamento più serio e più importante di quello che sembra, perché richiede una particolare attenzione.
Un altro suggerimento che mi permetto di dare alla Giunta è quello di dare un ulteriore incentivo per la trasformazione degli impianti a gas per il parco auto che circola. Anche in questo caso potrebbe non costare nulla, perché sarebbe sufficiente rinunciare, da parte dello Stato, al primo anno di esercizio dell'accisa, che a sua volta recupererebbe attraverso la fatturazione, cioè attraverso l'IVA sui lavori.
Sono tutte piccole cose che contribuiscono a migliorare il sistema produttivo del nostro Paese e contribuirebbero a migliorare l'ambiente, a dare un po' di lavoro, ma siamo sempre alle solite, nel senso che sulle iniziative che possono servire, questa Giunta non ci sente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Sempre considerando il Documento di programmazione economico finanziaria come un atto che deve raccogliere l'insieme delle questioni che rappresentano punti critici, opportunità ed elementi da valutare e da cui ricavare indirizzi di lavoro politico e di allocazioni finanziarie, abbiamo ritenuto di porre, perché ci sembra del tutto eluso in questo testo, il problema dell'inquinamento atmosferico.
Naturalmente il problema dell'inquinamento atmosferico ha delle cause molteplici e plurali, e possiamo considerare gli aspetti particolarmente comuni, condivisi e conosciuti come l'immissione delle cosiddette polveri fini, le emissioni da tutti i sistemi di alimentazione delle fonti energetiche, l'uso dei carburanti, ma anche la polvere che si raccoglie a seguito del logorio delle pavimentazioni. Dovrebbe essere considerato anche l'inquinamento acustico, l'inquinamento luminoso, lo smog elettromagnetico e tutta una serie di cause che, normalmente, sono trattate in maniera distinta, segmentata, senza considerare qual è il carico complessivo che può derivare da un insieme di fattori di questo genere.
Per quanto ci risulta, se in una determinata area c'è una fonte di emissioni di scarichi e, contemporaneamente, una fonte di emissione di rumori, contemporaneamente una fonte elettromagnetica, contemporaneamente una fonte di rumorosità, contemporaneamente una fonte di inquinamento olfattivo, non avendo definito la Regione parametri di sommatoria di tutti questi elementi di alterazione della fruibilità, della vivibilità, della contabilità dell'ambiente con la vita delle persone, finiamo per avere delle situazioni di degrado rispetto alle quali interveniamo soltanto nei momenti di massima emergenza. Mi pare, francamente, un modo di agire da Terzo Mondo, con tutto il rispetto per il Terzo Mondo, da paese arretrato il modo di agire sull'inquinamento atmosferico bloccando il traffico delle macchine per uno o due giorni alla settimana in condizioni di assoluta emergenza, senza preoccuparci di eludere, di eliminare questa situazione delle fonti che complessivamente degradano l'ambiente.
Vorrei brevemente ricordare che si reputa che nella nostra regione qualche centinaio di milioni di uccelli, soprattutto della piccola avifauna, sono morti e scomparsi per ragioni di inquinamento. E' chiaro che i limiti di tolleranza dell'organismo umano, possono essere più alti di quelli del limite di tolleranza di un pettirosso, ma ciò non toglie che anche con il rispetto di una più diffusa cultura ambientalista, noi dovremo avere un sistema di intervento un po' più complicato. Dopo abbiamo un capitoletto per il Presidente Ghigo, al quale tutti riconoscono una particolare determinazione nello stroncare i problemi di inquinamento biologico. Ritengo che, come riflessione o come punto nell'ambito del documento programmatico, un riferimento a questi problemi dovrebbe essere espresso. Auspico pertanto che, come è avvenuto per altri capitoli, almeno su questo, che non comprende valutazioni di parte, ci sia disponibilità della Giunta all'approvazione dell'emendamento da noi proposto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Chiaramente sono favorevole a questo emendamento, in particolare sono stato sollecitato dalle parole che ho appena sentito dal Vicepresidente Riba. Conosco bene le problematiche riguardanti la fauna selvatica che sta drammaticamente diminuendo, quando non stiamo chiusi qui dentro, se abbiamo tempo per andare a vedere qualche aspetto dell'ambiente naturale della nostra regione, non possiamo non constatare la diminuzione di tutte le specie viventi sia della fauna terrestre che della fauna che vive in cielo.
Il fatto che le cause di questa diminuzione siano molteplici e tra questi vi sia sicuramente l'inquinamento, é assolutamente un dato di fatto vero, accettato e accertato da tutti gli studiosi del problema. Tuttavia voglio sottolineare un particolare. Una Commissione di questo Consiglio regionale ha licenziato un progetto di legge che prevede l'aumento ulteriore della possibilità di intervenire uccidendo altri animali selvatici, un progetto di legge che è stato approvato da numerose forze sia della maggioranza che dell'opposizione.
Quando facciamo questi ragionamenti dovremo, come in altri casi tenerne presente sempre. Mi sembra come se attribuissimo una colpa a quegli uccelli che sono sopravissuti a fatica all'inquinamento che li uccide e poi noi aumentiamo la possibilità di dar loro la caccia. Praticamente il Consiglio ha questa idea strana per cui, gli animali che si sono salvati dall'inquinamento, devono essere passati per le armi. Mi piace sottolinearlo in ogni caso perché affronteremo l'argomento; è bene che ci ricordiamo il fatto che, da una parte diciamo "povera fauna che va diminuendo", ma dall'altro diciamo "è bene che la fauna che ancora esiste sia disponibile per le doppiette".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenir il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Dopo l'intervento del Consigliere Moriconi bisogna per un attimo portare la guida al centro. Il problema delle polveri riguarda anche la mobilità, in particolare in una città come Torino ci sono alcune zone penso a Piazza Rebaudengo nella zona nord, che la Consigliera Suino, con molta correttezza, non ha citato - in cui il problema non è affrontato con la dovuta attenzione.
Mi ha stupito molto la resistenza di molti proprietari di autovetture quelli che non possiedono auto con la benzina verde, che, rispetto ad una decisione della provincia di Torino di vietare la circolazione per cinque giorni la settimana a partire dal 1° gennaio 2005, di fatto, si trovano di fronte ad una penalizzazione. Una penalizzazione che colpisce le fasce economicamente più deboli.
E' vero che non sempre è cosi, ci sono situazioni in cui non esistono problemi economici, ma i proprietari continuano ad essere attaccati alle loro vecchie autovetture inquinanti. Tuttavia emerge anche un problema sociale, tanto è vero che si è formato un comitato di cittadini che pone all'Amministrazione (si fanno comitati per tutto), al Sindaco Chiamparino il problema della necessità di utilizzare un mezzo privato di trasporto per il quale pagano l'assicurazione e la tassa di proprietà (che non è più di circolazione) ma nell'impossibilità di poterlo utilizzare cinque giorni alla settimana.
Diventa difficile spiegare che il Sindaco innanzitutto, ma lo stesso Assessore alla Provincia Ferro - in questo caso, ma non so chi sarà nella prossima Amministrazione - si trova nella condizione assolutamente di vietare la circolazione di questi mezzi, perché la polvere, fra tutti gli inquinanti, è quello più subdolo, perché non si vede e non si percepisce mi ricorda un po' i livelli dell'atrazina, che sono stati modificati per decreto, per cui l'acqua che era inquinata, di colpo è diventata potabile per decreto.
Come l'atrazina, così anche le polveri sono un problema sottovalutato.
Rispetto a questo, una Regione che voglia governare e dare un indirizzo serio nella materia, dovrebbe intervenire seriamente. Per questo motivo, noi crediamo che la Giunta debba accogliere questo emendamento.
Vorrei utilizzare l'ultimo minuto a mia disposizione per chiudere simpaticamente con quello che avevo iniziato nell'ultimo intervento della mattinata, dove, con l'aiuto dell'ala liberale di Forza Italia che mi aveva ricordato all'unisono, sembrava quasi si fossero messi d'accordo, ma non è vero, perché sia il collega Marengo che il collega Costa mi avevano aiutato perché non ricordavo più.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

"Paga moneta, vedere cammello": certo che se pensate ad un dromedario diventa oggettivamente difficile. Se invece si torna al cammello, pu essere possibile.
Ritornando, invece, all'inquinamento atmosferico, mi auguro che la Giunta regionale possa condividere un problema del genere, al di là della situazione, ed esprimere il parere favorevole su questo emendamento.
Come ripeto, è un intervento fortunato come esito, pur con qualche modifica rispetto ad alcune affermazioni che siamo pronti e disponibili mi rivolgo in particolare alla collega Suino, che ha seguito questo emendamento - a modificarlo, mantenendo inalterato il senso dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano



MELLANO Bruno

Il Gruppo Radicale voterà a favore di questo emendamento predisposto dalla collega Suino, perché ne condividiamo il contenuto e sostanzialmente la valenza e l'importanza.
Noi abbiamo provato più volte a porre l'attenzione sul fatto che non sia poi così vero che sono necessitati gli interventi di chiusura del traffico, perché riteniamo che siano delle misure poco efficaci sull'esito complessivo della vicenda "inquinamento da polveri sottili". Tuttavia, il fenomeno è talmente grave e importante che merita un intervento sistematico della Regione, non lasciando i singoli Comuni, grandi e importanti che siano, ad individuare le strategie che riguardano un territorio più ampio che la loro competenza territoriale.
Voteremo, quindi, a favore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per il parere della Giunta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Faccio presente ai colleghi che i Piani di intervento con gli Enti locali li abbiamo già attivati. Il Piano di qualità dell'aria ha individuato le zone che sono soggette al superamento sistematico e quelle che sono soggette a possibilità di superamento dei limiti.
Le Province piemontesi hanno già individuato gli interventi, che sono ovviamente di tipo strutturale e di tipo limitativo, per quanto riguarda la circolazione. Ovviamente, gli interventi di tipo strutturale consistono nella realizzazione di parcheggi e nel potenziamento del mezzo pubblico.
Questo è al classico caso in cui, dal punto di vista ambientale, non mancano le risorse per il monitoraggio o per la conoscenza del problema.
Semmai, altri tipi di intervento in altre settori possono dare o meno delle conseguenze da un punto di vista ambientale.
Con quello che è già previsto a livello di bilancio e di proposte che noi andremo a formulare per l'utilizzo di ulteriori fondi che abbiamo in arrivo da parte del Ministero dell'ambiente (potremmo dimostrarlo poi a livello di Finanziaria con un emendamento che oggi abbiamo definito con il collega Pichetto), praticamente non occorre e non richiede assolutamente un inserimento di questo tipo, che pare prescindere dal fatto che abbiamo una legge sulla qualità dell'aria e abbiamo un Piano che le Province hanno elaborato in questo periodo.
Il parere, quindi, è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano per dichiarazione di voto.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente.
Ci tenevo a dichiarare la mia posizione, perché fra tutti gli emendamenti che abbiamo esaminato, forse questo è il più importante.
Approfittavo, inoltre, della presenza del Presidente, che capita raramente.
Presidente - buonasera a lei! - sono veramente onorato.
Sono in questo Consiglio da circa quattro anni e mezzo, però lei mi deve togliere un dubbio: mi deve dire perché su elementi così importanti come quello dell'inquinamento atmosferico, la sua Giunta dà poca importanza, pur avendo un Assessore che in qualche modo non va dritto, per fa camminare la macchina molto lentamente rispetto al problema? Mi spieghi lei il perché.
Questo è un emendamento che, in qualche modo, andrebbe accettato se non altro per onor di firma, perché la collega che l'ha presentato, poche volte protesta, e si presenta sempre con grandi contenuti in questo Consiglio. Sarebbe mortificare un pochino anche il lavoro di colleghe e colleghi che lavorano con grande passione.
Presidente Ghigo, ci aiuti a capire per quale motivo questi argomenti che costituiscono delle grosse opportunità anche dal profilo economico, in qualche modo vengono mortificati, dicendo che ci sono già delle leggi ambientali? Assessore, deve rivedere la sua posizione, perché nel mosaico complessivo del Documento di programmazione economico-finanziaria questo emendamento si inserisce bene. La prego, Assessore, di rivedere la posizione, perché è un emendamento di grande importanza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Ringrazio il collega Giordano per la squisitezza dei complimenti, fa in ogni caso piacere riceverli.
Assessore, il problema qual è? Noi stessi, nell'illustrazione dell'emendamento, abbiamo fatto riferimento sia al piano energetico, sia alle azioni intraprese dalla Giunta e ne abbiamo anche parlato con una coralità di intenti che si sono espressi sia in sede di Consiglio, che in sede di Commissione.
Il problema è che il Documento di programmazione economico finanziaria regionale 2004-2006 queste cose non le scrive perché è stato presentato allora e viene discusso adesso, non certo soltanto per responsabilità delle minoranze.



(Commenti in aula)



SUINO Marisa

Per una piccola responsabilità delle minoranze, considerate le due proroghe e considerato che è stato presentato nei tempi che la Giunta ha ritenuto idonei.
Qual è il problema? Noi proponiamo di emendare il documento a pagina 89, aggiungendo questi due nostri paragrafi, che sono comunque assolutamente modificabili, per tener conto di quelle che sono state le evoluzioni da parte degli enti locali (Torino in particolare, ma non solo).
Due azioni sono state intraprese da questo Assessorato e da questa Giunta però scriviamolo, perché, così com'è, non rende onore al lavoro che è stato fatto, né dà quell'indicazione di programmazione, considerato che questo provvedimento dovrebbe stare in piedi e funzionare fino al 2006 e che il problema della mobilità sostenibile e dell'inquinamento atmosferico, che abbiamo affrontato, è sicuramente - la campagna elettorale lo dimostrerà una priorità per tutti i cittadini.
Quindi, Assessore, perché non accogliere questo emendamento?



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 5, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 6 presentato dai Consiglieri Riba, Suino, Ronzani Manica, Muliere, Riggio, Marcenaro e Placido: a pag. 89 al termine del paragrafo: "Sviluppo sostenibile, cambiamenti climatici" sono aggiunte le parole: "(messa in sicurezza dei corsi d'acqua) Nel corso degli ultimi dieci anni il Piemonte ha avuto dissesti idrogeologici per quali 500 milioni di euro all'anno. Urge promuovere interventi finalizzati alla messa in sicurezza dei corsi d'acqua attraverso: la tutela idrogeologica della montagna la rinaturalizzazione dei corsi d'acqua il monitoraggio costante degli alvei l'eliminazione delle infrastrutture che costituiscono barriere ai deflussi".
La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Autonomamente, cercheremo di sveltire la discussione dei punti successivi, così se il Presidente della Giunta, essendo presente, vorrà comunicarci qualcosa sul seguito di questo lavoro, noi gliene offriamo la possibilità e lo spazio. Non vogliamo sequestrare il tempo per discutere le nostre proposte di emendamento, ma, nello stesso tempo, continueremo a farlo, se non ci sono elementi di svolta nella situazione.
Parliamo di una questione che è stata omessa per un deficit di attenzione e di diligenza al problema, perché la tutela dell'ambiente, la tutela idrogeologica, la rinaturalizzazione dei corsi d'acqua, il monitoraggio costante degli alvei e l'eliminazione delle infrastrutture che costituiscono barriera ai deflussi sono questioni cruciali.
Osservo in modo particolare una cosa: quando ci sono state le alluvioni del 1994, una delle cause che avevano maggiormente contribuito a creare la situazione di allagamento era dovuto agli elementi di sbarramento derivanti da infrastrutture inadatte a contenere le portate dei fiumi.
Evidentemente, si trattava di progetti carenti, perché le portate in sé non si sono modificate, hanno tempi di ritorno di 50-100-300 anni; si trattava di infrastrutture inadeguate.
Non ci risulta che, dopo il 1994, siano state abbattute delle infrastrutture di attraversamento o di ostruzione sui corsi d'acqua. Sono state ricostruite le infrastrutture che erano state danneggiate, ma non ci risulta niente di questo genere. Qualcuno ricorda che nel 1500, quando ci fu l'allagamento di Ceva per via di un ponte troppo stretto, quel ponte aveva resistito, ma i cittadini, essendo morta la moglie del Conte di Ceva in quell'occasione provvidero a demolire quel ponte con i mezzi di allora e in seguito, non fu mai più ricostruito.
Noi non siamo stati in grado di fare operazioni così lungimiranti.
Tutto sommato, una vera operazione che riguardasse complessivamente, come abbiamo sempre detto, la tutela dei versanti, il drenaggio degli alvei, la rinaturalizzazione dei corsi, il monitoraggio costante delle portate e l'eliminazione delle infrastrutture rappresentava un programma che fu a suo tempo asserito in modo convinto e imprescindibile.
Ritengo che, ad oggi, abbiamo adottato le linee di salvaguardia. Questo può anche andare bene, ma successivamente tutte le altre opere sono state limitatamente affrontate. Può darsi che ci sia qualche situazione di rinaturalizzazione dei corsi per frenare le portate, ma io potrei accompagnare chi fosse interessato lungo le sponde dei miei torrenti dove normalmente, si vedono punti di erosione che continuano a drenare migliaia e migliaia di ettari di territorio lungo le sponde dei fiumi, perché la rinaturalizzazione che segni un alveo definito dei corsi non è stata fatta se non in alcuni casi. Evidentemente, c'è un problema di inadeguatezza delle strutture del Magistrato del Po, su cui siamo tutti d'accordo.
Auspico che in questo caso, da parte dell'Assessore, non ci sia un altro niet, perché mi sembrerebbe assolutamente eccessivo considerare inopportuna una serie di interventi che devono definire un programma di gestione degli alvei fluviali nel nostro territorio.
Tra l'altro, c'è tutto il problema della siccità e della previsione di una forma di naturalizzazione minima che riguarda anche il mantenimento di scorrimenti nei corsi d'acqua. L'Assessore non ha certo tempo, e sarebbe un peccato sprecarlo per questo, ma credo che il sistema, suddiviso fra tante aree di competenze, dovrebbe mettersi in condizione di conoscere lo stato dei fiumi durante il periodo della siccità. Ci sarebbero delle possibilità di mantenere un minimo di patrimonio biologico, che, evidentemente continua a subire sorti troppo drastiche in relazione ai prelievi, pur necessari dal punto di vista irriguo, ma i territori necessitano di operazioni più complete.
Abbiamo ritenuto, quindi, che fosse necessario segnalare il problema nell'ambito di questo documento complessivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela del suolo

Il parere è positivo perché è un'ulteriore e specifica serie di obiettivi che la Giunta regionale si è data in questi anni. In merito ad ogni punto da voi indicato, ci sono specifici interventi che la Giunta regionale ha fatto in questi anni.
In questo senso, quindi, riteniamo che l'accoglimento sia assolutamente fattibile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 6 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 7 presentato dai Consiglieri Marcenaro, Riba Suino, Ronzani, Manica, Muliere, Riggio e Placido: al termine di pagina 90 (punto 3.1.5) sono inserite le parole: "(Piemonte "OGM free") Il Piemonte è fortemente interessato a potersi definire concretamente regione "OGM free". Tuttavia gli attuali sistemi di tolleranza e la mancanza di limiti nei sistemi di alimentazione degli animali rendono l'obiettivo "OGM free" un fatto puramente astratto e nominale.
Occorrono: Impegni adeguati per la ricerca genetica Un piano sementiero regionale Un sistema di adeguati controlli preventivi che diano assoluta certezza di non immissione nella regione di materiali geneticamente modificati".
La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Prego di modificare, al punto "B", "un piano sementiero regionale". E' stato un refuso.
Si tratta di valutare il seguito che intendiamo dare ad un'iniziativa nata l'anno scorso, sulla questione della campagna per l'OGM free del Piemonte, che non voglio considerare solo del Presidente e dell'Assessore (con dei testimoni e dei supporti).
Presidente, l'anno scorso - credo non solo per ragioni di promozione e di comunicazione - ha sviluppato un'iniziativa che ha suscitato un vasto eco sulla questione dell'obiettivo OGM free, per quanto riguarda il sistema produttivo della Regione. Credo che l'argomento posto possa e debba sicuramente essere oggetto di un adeguato approfondimento. In questa fase non mi interessa chiedere conto del seguito dell'iniziativa, conseguente all'estirpazione del mais transgenito, mi interessa valutare se si condividono gli ulteriori passi che occorrerebbe fare per dare una dignitosa conseguenza all'iniziativa che, così com'è stata promossa l'anno scorso, si è esaurita e potrebbe anche avere nessun ulteriore seguito concreto. Il problema è di questa natura.
Perseguire l'obiettivo dell'OGM free potrebbe anche essere una scelta strategica per la nostra agricoltura. Dal punto di vista delle coltivazioni, abbiamo 370 tipi di varietà produttive; abbiamo spazi piccoli; abbiamo tutto ciò che occorre per scegliere una strategia produttiva da valorizzare, sotto il profilo della sicurezza.
Detto questo, però, l'obiettivo OGM free deve essere considerato in termini più rigorosi. Oggi non abbiamo una garanzia vera (qualcuno sostiene diversamente, ma mi attengo alle cose certe) che non esista almeno il 5 o il 6% di mais geneticamente modificato che si è introdotto nelle nostre semine. Non potrebbe che essere così. Abbiamo inoltre, da parte del Governo, l'adozione di una strategia che tende a declassare il reato, più che a reprimerlo. L'obiettivo OGM free vuol dire 0,00% di sementi inquinati e a questo punto, sottratto allo 0,5% di piante inquinate da trasferimento di modifica genetica, è un po' come dire: la velocità diventa reato se si va oltre i 100 all'ora. Poi, se dico che diventa reato se si va oltre i 150 all'ora, cambia la connotazione di reato, ma esiste effettivamente, il dato della pericolosità.
In altre parole, non si risolve, con una misura amministrativa, un problema di ordine obiettivo. Noi, quindi, continuiamo a seminare sementi modificate fino allo 0,5%, considerato come limite di tolleranza, abbiamo controlli a campione che non ci danno certezze assolute e, in più, ci risulta che il 90% della soia utilizzata per le alimentazioni, soprattutto dei suini, è di norma, geneticamente modificata. Si introduce, quindi, nel ciclo biologico.
Si può anche dire che non può fare male agli animali, ma allora bisognerebbe dire che non fa male neanche alle persone. Tutto l'obiettivo diventa meno certo; i valori diventano meno certi e si dà poi ragione a chi sostiene che, invece, la tolleranza e le modalità di modificazione genetica possono essere del tutto compatibili.
Noi dobbiamo fare qualcosa di concreto: promuovere un piano per la ricerca genetica in Piemonte. L'abbiamo già detto a proposito delle varietà di piante: nel campo della ricerca genetica, non esistono sperimentazioni in Piemonte. Tutta la parte relativa alla modificazione genetica dei cereali dipende dall'America; la parte delle piante dalla Francia; la parte degli ortaggi dall'Olanda. Noi facciamo qualcosa sui bovini, dove abbiamo buoni risultati; però, se non abbiamo un nostro piano sementiero, non possiamo né garantire né certificare la filiera.
La seconda questione riguarda i controlli. Ci deve essere un sistema di controllo, ma i controlli non devono essere a campione: si devono utilizzare materiali a rischio e ci deve essere un controllo per ogni lotto. Presidente, è come se, per far salire sugli aerei, facessero i controlli a campione. Lei immagina quanta gente potrebbe inserirsi. Di fatto, sulla questione delle modifiche genetiche, facciamo soltanto controlli a campione; per il resto, ci affidiamo ad un'operazione di immagine, diffusa attraverso i mezzi di comunicazione, ma priva di sostanza.
Quindi, sull'operazione OGM free per il Piemonte siamo d'accordo.
I sistemi che ci garantiscono costo-obiettivo devono essere adottati sulla base di ciò che ci dà delle sicurezze adeguate. L'utilizzazione ci potrà essere e le convenienze potranno essere riscontrate quando noi effettivamente saremo in grado di certificare qualche cosa che oggi invece non siamo in grado di certificare.
Talvolta consideriamo delle amenità le dichiarazioni di alcuni amministratori o sindaci che scrivono "Comune OGM free", come se la modificazione genetica guardasse il cartello scritto all'ingresso del Comune e poi decidesse se entrare o meno.
Obiettivamente sono delle amenità, delle forme propagandistiche che valgono come testimonianza di un interesse che si può condividere.
Quindi, cosa facciamo per un piano sementiero? Cosa facciamo per l'alimentazione del bestiame? E come facciamo per impedire l'ingresso di materiali geneticamente modificati? Infine, come facciamo per avere delle risorse sementiere che siano prodotte in maniera distinta e distante rispetto alle aziende e ai luoghi dove si produce normalmente il materiale alterato?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Condivido le cose dette dal collega Riba, però ho voluto prendere la parola perché su questo tema, che è stato sulle pagine dei giornali per alcuni giorni e settimane nell'anno passato, a seguito di un provvedimento assunto dalla Giunta che ha fatto discutere non soltanto il Piemonte, ma ha aperto un dibattito a livello nazionale, devo dire che in quest'aula si è discusso poco.
Non bisogna avere un atteggiamento ideologico nei confronti di questo tema, ma è evidente e chiaro che bisogna affrontare la questione con la massima onestà intellettuale, perché si afferma che vogliamo un Piemonte OGM free, ma poi quando è apparsa la notizia della presenza di aflatossine nel latte, ci siamo affrettati a chiudere questo dibattito nel giro di poche ore, senza affrontare seriamente la questione.
L'Assessore Cavallera, come il Presidente Ghigo, sa che i nostri animali che producono latte vengono alimentati con mais che arriva dall'estero, in particolare dall'America. Questo mais verde viene stivato e, durante il trasporto, si producono delle muffe; quando il mais arriva in Italia viene lavato superficialmente e viene pulito chimicamente per renderlo pulito, ma le muffe e le tossine non vengono eliminate. E queste tossine rischiamo di ripresentarsi nel latte, e stiamo parlando del latte.
Ecco perché rischiamo di avere un atteggiamento puramente propagandistico su questo tema.
Noi abbiamo presentato un'interpellanza alla quale la Giunta si è guardata bene di rispondere. Era un'interpellanza che avevamo presentato nel mese di ottobre, nella quale chiedevamo alla Giunta quali controlli avrebbe messo in campo per garantire una semina sicura. A questa interpellanza la Giunta non ha mai risposto, e ci siamo chiesti il perché.
Si possono anche affrontare le cose alle undici di sera in questo modo ma questo è un tema, caro Assessore Cavallera, che ritornerà all'attenzione.
Noi ci chiediamo che cosa avverrà, che cosa farete nella prossima stagione di luglio, agosto sui campi di mais? Quali controlli farete? Se non è propaganda, se non è un atteggiamento ideologico e propagandistico, bisogna affrontare le cose seriamente, perché stiamo parlando di questioni estremamente delicate e serie.
Ecco perché abbiamo presentato questo emendamento, che non è un emendamento superficiale, ma impegna la Regione Piemonte ad assumere atteggiamenti chiari e precisi per raggiungere un obiettivo.
Dopodiché, sulla questione degli OGM potremmo discutere giornate intere, perché ci sono posizioni ed atteggiamenti diversi. Noi ci dobbiamo porre questo obiettivo per quanto riguarda il nostro territorio regionale e lo condividiamo, cioè OGM free in Piemonte. Ma possiamo limitarci, come Consiglio regionale, a ragionare soltanto sul nostro territorio piemontese? Io credo di no, credo che la questione va ben oltre il nostro territorio piemontese.
Ecco perché questo emendamento apre quanto meno una discussione che non dobbiamo limitarci a concludere questa sera, però se la Giunta ha coerentemente assunto il rispetto di una legge nazionale, ed è l'atteggiamento che ha assunto l'anno scorso, coerentemente dovrebbe approvare questo emendamento, che impegna il Consiglio regionale ad assumere un orientamento e posizioni altrettanto chiare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Per riprendere il testo di questo emendamento, penso che il Piemonte debba essere interessato a non partecipare alla campagna dell'impostura scientifica e dell'ipocrisia ideologica su questo tema, in cui si rincorrono in maniera assolutamente vorticosa tutte le maggioranze e tutte le opposizioni, peraltro di quasi tutte le Regioni italiane, in uno scontro istituzionale per certi versi curioso e anche divertente tra le Regioni e il Ministero dell'Agricoltura. E' una situazione nella quale ognuno tenta di dimostrare all'altro di essere più OGM free, votando - come hanno fatto alcune Regioni - leggi regionali che il Governo è costretto ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale, pur intendendo (il Governo stesso) boicottare la normativa europea su questa materia e definendo un quadro della politica agricola del nostro Paese di autarchia culturale, prima ancora anche economica. Pensando, in questo modo, di poter preservare per intero il territorio del nostro Paese da semi e, quindi, anche da culture che hanno diffusione non solo all'interno dell'UE, ma ormai in quasi tutti i Paesi del mondo e, soprattutto, sottovalutando la portata e le conseguenze positive che l'introduzione, anche di colture geneticamente modificate, hanno sull'impatto ambientale delle colture agricole in termini di riduzione dell'impiego di prodotti fitosanitari.
Noi dobbiamo scegliere ovviamente a quale campagna partecipare: se partecipare alla campagna officiata ufficialmente da Petrini con diverse discendenze e diversi discepoli sul piano del Governo nazionale e sul piano del Governo locale - il Presidente Ghigo ne è illustre rappresentante - ed è la campagna élitaria ed élitistica di chi ritiene di difendere da una parte le colture tipiche, bruciando o chiedendo di distruggere culture tipiche oppure inserirsi, come fanno tutti i paesi civili, in tutto il mondo civile, anche quella parte del mondo in via di sviluppo che si sta civilizzando, in una riflessione più ampia sulla portata e sull'importanza della ricerca e della sperimentazione genetica in campo agricolo come risposta da una parte ai problemi della produzione e, dall'altra parte anche. Questo è un aspetto particolarmente rilevante ai problemi ambientali connessi all'utilizzo di prodotti o di semi agricoli di carattere tradizionale.
Possiamo anche dichiarare, ridicolmente, "guerra" all'OGM dimenticando che, ad esempio, tutti i diabetici della nostra regione e del nostro paese utilizzano farmaci OGM; possiamo ritenere che il principio di precauzione debba valere rispetto agli alimenti dei maiali e non debba valere rispetto ai farmaci che vengono somministrati ai cittadini italiani e ai cittadini piemontesi. Personalmente preferirei una situazione nella quale questo argomento non fosse trattato dagli uni e dagli altri, in questa perenne rincorsa, in questo modo e con questo taglio, ma riflettesse, perlomeno con tutte le prudenze che per altro l'Unione Europea rispetto ad altri paesi del mondo sta dimostrando, l'orientamento che in tutta l'Unione Europea si sta riscontrando e che ha dato luogo ad una disciplina che è chiamata a trovare attuazioni sul piano nazionale enormemente più restrittivo di quella di altri continenti in termini di coesistenza delle culture, di compatibilizzazione delle culture OGM e delle culture OGM Free.
Non so esattamente cosa ci sia scritto nel DPF della Giunta di diverso rispetto a quello che propone il Vicepresidente Riba, ho l'impressione che il Vicepresidente Riba proponga un OGM Free ancora più OGM Free di quello che già sbandieratamente propone la Giunta regionale, penso che noi dovremmo fare una politica agricola Free, dall'OGM Free ideologico, Free dall'OGM Free manifestato e dichiarato nella piazze che non corrisponde da una parte neppure agli interessi e alle pratiche concrete di quanto si occupano di questi problemi sul territorio della nostra regione e che sicuramente non riflette una riflessione consapevole e ragionevole su temi di questo tipo.
E' chiaro che l'opposizione del Gruppo Radicale fu allora, e rimane adesso, assolutamente isolata nell'ambito del Consiglio regionale, non ritengo che sia una carta da visita particolarmente vincente e presentabile quella di dichiarare la nostra Regione OGM Free anzitutto perché sappiamo che la nostra Regione non è OGM Free. Sappiamo che la nostra regione non lo può diventare e sappiamo tutti quanti, anche coloro che la vogliono dichiarare OGM Free, che alla nostra regione non conviene diventare OGM Free.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per il parere della Giunta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Intervenendo do per scontata l'intesa con l'Assessore Galante a cui fa capo anche il servizio di sanità pubblica che ha avuto, e ha "mania pars" in queste attività di controllo. Vorrei fare una precisazione. Fino ad oggi le sementi che sono utilizzate dall'Unione Europea devono essere indenni non devono avere neanche la minima contaminazione di OGM. Parlo di sementi, norme comunitarie vigenti, quindi la campagna sementiera 2004 come quella 2003, è una campagna che deve prevedere la dichiarazione, da parte dei venditori di sementi, se la semente è indenne oppure contaminata. Fino ad oggi per l'introduzione nell'ambiente di OGM, sia in Europa che in Italia, occorre l'autorizzazione (in Italia, da parte del Ministero dell'Ambiente e del Ministero della Sanità).
Nella nostra regione, dove oscurantisti non siamo, ci sono sempre stati campi di ricerca che fanno capo ad Università ed istituti secondari superiori, che da anni sono seguiti nel campo cerealicolo adeguatamente.
Noi siamo in linea con le norme vigenti. Lo scorso anno, purtroppo, i controlli del Ministero dell'Agricoltura e per esso dell'Ispettorato Centrale Repressione Frodi, sono stati tardivi, a differenza di quest'anno dove invece sono stati tempestivi, per cui, essendo quasi tutti sementi di importazione, sono stati controllati i porti e gli autoporti di importazione e, attraverso un processo di controllo e di schedatura dei vari lotti, noi siamo l'unica regione che, oltre a un processo di controllo dello Stato, ha aggiunto un controllo regionale.
Qualcuno nei mesi scorso faceva notare: "si controllerà due volte la stessa cosa, oppure non vi parlerete", nulla di tutto questo. Il settore Sanità Pubblica si è coordinato con l'Ispettorato Centrale Repressione Frodi con uno scambio di dati costante, per cui l'Ispettorato Centrale Repressione Frodi, nonostante che a livello comunitario norme vigenti in tutta l'Europa è previsto un 5% di controlli, ne ha controllati il 20%.
Noi, a nostra volta, abbiamo controllato un altro 20%, per cui un 40% dei lotti di sementi di mais e di soia sono stati controllati nella nostra regione. Chiedete a tutti quelli che sono esperti di controlli, vi diranno che è un controllo rilevante, che non ha eguali nel nostro paese.
Per quanto riguarda la questione della contaminazione sul prodotto questo è un altro discorso. Sappiamo che l'Unione Europea ha preso delle posizioni, sappiamo che l'Unione Europea, facendo un po' Ponzio Pilato, ha previsto la coesistenza delle tre agricolture (quella convenzionale, quella biologica e quella con l'impiego di OGM), ponendo, a carico di coloro che utilizzano semi o coltivazioni OGM, determinati comportamenti, determinate procedure, determinate distanze rispetto alle altre coltivazioni per evitare contaminazioni non volute. Il nostro Paese sta discutendo per introdurre, per recepire questa normativa che non entrava in vigore subito ma ha un termine di scadenza come tutte le direttive. Era previsto un decreto legge, adesso, per favorire un maggiore confronto parlamentare, si parla di una legge a percorso ordinario. Tuttavia, prima della scadenza di questo termine, è chiaro che la Regione Piemonte, come su tante altre materia, prenderà le sue decisioni, senza fideismi, senza pregiudizi naturalmente, rispettando le peculiarità del proprio territorio, come diceva il Vicepresidente Riba (in linea di principio per le zone montane e collinare gli esperti escludono possibilità di utilizzo di coltivazioni OGM).
Per quanto riguarda le coltivazioni di pianura, il discorso è da coniugare con la grande frantumazione della proprietà che noi abbiamo e il fatto di dover riservare 250 metri di distanza da una coltivazione all'altra. E' chiaro che qui dovranno dire la propria anche i coltivatori quindi occorrerà un'opera di concertazione che la norma comunitaria soprattutto, pone a carico dei produttori in termini di autonomia imprenditoriale. Detto questo come premessa, veniamo al discorso della ricerca. In Piemonte ci sono quattro istituti di ricerca del Ministero dell'agricoltura. Abbiamo anche avuto la soddisfazione che il Direttore di un istituto piemontese di ricerca del Ministero dell'agricoltura è stato recentemente nominato "Direttore tecnico" di tutti gli istituti di ricerca dell'agricoltura a livello nazionale. Questo è un dato positivo. Vengono riorganizzati e noi stiamo lavorando perché si consolidino quelli del pioppo, dei cereali, della carne e della vitivinicoltura. Sono quattro importanti produzioni per la nostra Regione, pertanto gli impegni per la ricerca sono all'ordine del giorno. Comunque, si potrà verificare questo aspetto nella legge Finanziaria e nel Bilancio.
Il piano sementiero va avanti. Siamo stati tra i primi a proporlo.
stato definito il cosiddetto PIC - Piano Interregionale Cofinanziato - che va avanti a livello nazionale, d'intesa tra le Regioni e il Ministero.
Devo dire, altresì, che discutendo della riforma della PAC - Politica Agricola Comunitaria - uno dei settori nei quali non ci sarà il disaccoppiamento dei contributi sarà proprio quello delle produzioni sementiere, proprio perché si vuole mantenere a contributo questa produzione di sementi nazionali, per la grande rilevanza che tutti attribuiscono ad una produzione sementiera nazionale, che è l'unica che ci può affrancare dalle grandi produzioni sementiere.
Per quanto riguarda il sistema dei controlli, ne ho già parlato prima.
Fatta questa premessa, l'emendamento è accoglibile.



PRESIDENTE

La Giunta esprime, quindi, il parere favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 7 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato 8 presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Marcenaro Suino, Ronzani, Muliere, Riggio e Placido: all'inizio del punto 3.1.6 sono inserite le seguenti parole: "(risorse idriche) La mancanza di disponibilità di acqua per gli usi idropotabili e agricoli impone un massiccio prelievo dai giacimenti sotterranei.
Lo squilibrio tra rifornimento delle falde e relativo prelievo dalle medesime sta impoverendo il patrimonio idrico fossile e comporta danni incalcolabili per il futuro equilibrio ambientale del Piemonte.
Si richiede pertanto lo studio di provvedimenti adeguati a fronteggiare il gravissimo fenomeno".
Emendamento rubricato 9 presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Marcenaro Suino, Ronzani, Muliere, Riggio e Placido: all'inizio del punto 3.1.6 sono inserite le seguenti parole: "(risorse idriche) Il Piemonte produce annualmente 13 milioni di metri cubi di acqua e ne consuma meno della metà, ma soffre di profondi deficit durante il periodo estivo.
Occorre uno studio, eventualmente affidato ad una apposita Agenzia per le risorse idriche, per conoscere il fenomeno nei suoi particolari e fronteggiarlo adeguatamente".
Emendamento rubricato 10 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Marcenaro, Suino, Ronzani, Muliere, Riggio e Placido: all'inizio del punto 3.1.6 sono inserite le seguenti parole: "(risorse idriche) L'anno 2003 ha definitivamente segnato l'alto livello di squilibrio tra il fabbisogno idrico e la relativa disponibilità durante i mesi di luglio ed agosto.
Si pone di conseguenza la necessità di provvedere, nell'ordine: Alla ricerca di metodi irrigui che consentano il massimo risparmio di acqua Al reperimento di nuove risorse".
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione degli emendamenti rubricati nn. 8, 9 e 10.
Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Nell'intendimento di agevolare i lavori, aspetto che mi pare non stiate raccogliendo, illustrerò insieme gli emendamenti rubricati ai nn. 8), 9) e 10), che, sia pure per aspetti diversi, si riferiscono tutti alle risorse idriche.
Molto sinteticamente, i problemi sono i seguenti. Durante il periodo estivo si riscontra un pesante deficit di risorse idriche, non solo per agricoltura, ma anche per l'alimentazione. Il deficit viene colmato con prelievi dal sottosuolo.
A noi risulta - spero che risulti anche a voi - che l'acqua che preleviamo non è soltanto acqua di falda alimentata con rifornimenti periodici, ma anche acqua fossile, soprattutto per le alimentazioni di tipo idropotabile che vanno in grande profondità, dove naturalmente si raggiungono delle falde di tipo antico.
Questa situazione, evidentemente, non potrà proseguire in questa maniera, perché pian piano si inquineranno e soprattutto si ridurranno le riserve in profondità.
Che intenzioni ha la Giunta regionale rispetto a questo fenomeno per risparmiare almeno una parte del nostro patrimonio idrico fossile? Inoltre, l'utilizzazione dell'acqua procede in maniera assolutamente disordinata; con un neologismo accettabile si potrebbe dire "incasinata" nel senso che chi vuole può fare un pozzo nella propria proprietà, senza neanche chiederne la licenza edilizia. Perché in campagna è come se arasse: deve soltanto dichiararlo; va alla profondità che gli pare, preleva l'acqua che riesce a prelevare e la utilizza, tant'é che soltanto nella mia provincia risulta che i pozzi esistenti siano circa 2000 o 3000 (ma non c'è un censimento sicuro).
Naturalmente, come succede, questi pozzi prelevano ancora dalle falde aumentano lo squilibrio e pian piano porteranno ad un ulteriore impoverimento delle risorse fossili.
Quale intervento si interde adottare rispetto a questo tipo di rischio che si sta accumulando? Per esempio - ma questa è un'ipotesi di lavoro - si ritiene di insediare un sistema, un modello o un'agenzia, che studi il sistema delle acque in Piemonte? È vero che ci sono tanti soggetti che intervengono, ma nel modo più scoordinato possibile e, in molti casi, anche in modo contraddittorio. Per cui abbiamo bisogno di uno studio e di un monitoraggio costante.
La terza questione credo interessi molto al collega Mellano.
Volevo recuperare una parte delle considerazioni che ha fatto il collega Mellano sul sistema irriguo, per ribadire che anche l'utilizzazione di metodi irrigui risparmiosi dal punto di vista del consumo dell'acqua costituiscono un problema non affrontato in questa Regione. Alcuni consumi sono rigidi, perché per fare un chilogrammo di bistecca tutti sanno che comunque irrighi, ci vogliono sempre 30 metri cubi d'acqua, comunque se ne può risparmiare, ed è una questione di cui siamo ben consapevoli.
Nel terzo dei nostri emendamenti, chiediamo che sia inserito nel Documento il problema del reperimento di nuove risorse e il problema della ricerca di metodi di utilizzazione irrigua meno onerosi.
Devo dire, peraltro, Assessori Cavallera e Ferrero, che gli ultimi interventi di riorganizzazione del sistema irriguo del Piemonte di cui abbiamo notizia risalgono esattamente al periodo in cui Cavour fece il Ministro dell'agricoltura (che diventasse Primo Ministro), se non ricordo male, cioè, nel periodo del Governo Gioberti o poco dopo (1854 o 1855). Da allora, non si è più fatto nulla.
All'epoca, la coltivazione dei terreni avveniva con rotazione temporale quinquennale, nel senso che il terreno un anno veniva utilizzato per il foraggio, l'anno dopo per il grano turco, l'anno dopo ancora per il frumento, l'anno dopo diventava una stoppia e l'anno dopo veniva ancora utilizzato per il trifoglio. In questa situazione c'era un sistema di alimentazione quasi da coltivazione estensiva. Oggi si fanno due cicli di produzione nell'ambito di un anno, perché altrimenti non si regge la concorrenza; questo è quello che si deve fare.
L'alimentazione e il rifornimento, sulla base dei sistemi che risalgono all'epoca Benedettina o a quella albertina, ci sembrano obiettivamente un ritardo. Tutte le volte che si parla si dice che dovrebbe essere colmato ma, per quanto ci risulta, in questi trent'anni di governo regionale non siamo andati oltre una riproposizione del problema.
Negli ultimi anni, da quando abbiamo la legge sulle bonifiche, non siamo andati oltre la ridefinizione amministrativa delle competenze. Siamo anche arrivati a deliberare uno stanziamento di sessanta miliardi che adesso credo sia stato riassorbito. Comunque, se non è stato riassorbito possiamo offrirlo all'Assessore Pichetto come temporanea disponibilità per quadrare i deficit del bilancio che lui deve affrontare per poter trovare un'intesa con questi facinorosi che vogliono un bilancio un po' più attento ai problemi del Piemonte. Quindi, se non li avete ancora spesi, ci sono anche quelli.
Vorremmo capire se intanto si vuole - credo di sì - inserire questi argomenti nel piano del Documento di programmazione, per poi eventualmente ma non stasera perché è tardi e abbiamo bisogno di procedere anche noi dirci qualcosa o rivelarci una parte di questo segreto di Fatima, che continua a ritornare sui progetti della Regione Piemonte, per risolvere il problema storico dell'equilibrio idrico della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo anche perché chiamato in causa direttamente dal collega Riba, ma, peraltro, ho preparato un opuscolo che volevo omaggiare all'Assessore Cavallera.
Il 6 aprile 2004 sono stato ad un convegno della Coldiretti di Bergamo di un paese che non sapevo esistesse - si chiama Romano di Lombardia - dove si è svolto un convegno su "Irrigazione a goccia del mais in Pianura padana: sperimentazione, strategie e prospettive".
Intendo leggere la prima pagina che è brevissima: "La sperimentazione del 2003. Un risparmio di acqua pari al 75%, un 30% in più di mais prodotto. Sono i risultati della sperimentazione, effettuata nel 2003 dell'irrigazione a goccia nell'azienda agricola Gatti di Bornico al Serio.
L'idea è nata dalla constatazione che l'acqua diventa sempre di più una risorsa preziosa. Una siccità come quella dell'estate scorsa sarebbe difficile da contenere e quindi c'è la necessità di un attenta gestione dell'acqua. Per un ettaro di terreno coltivato a mais, sono stati consumati 4.700 metri cubi in meno di acqua rispetto all'irrigazione tradizionale".
Non so ancora cosa faremo come Gruppo Radicale sui tre emendamenti predisposti dal collega Riba e firmati dagli esponenti dei DS, però questa è la risposta: non gli invasi, non le politiche infrastrutturali pesanti che prevedono, per esempio, nella provincia di Cuneo, a fronte di un'esigenza di cinquecento milioni di metri cubi, la costruzione di invasi che deturperanno le nostre montagne per cinquanta milioni di metri cubi.
Il Piemonte usa e consuma sei miliardi di metri cubi di acqua, quattro miliardi e mezzo in agricoltura (quasi tutti nel mais e nel riso). Occorre davvero, fuori di retorica, sperimentare o prendere atto di quelle sperimentazioni già fatte autorevolmente dall'ente Risi italiano dall'università italiana, dall'università di Torino, dalla Coldiretti di Bergamo, se vi va bene come interlocutore - credo di sì - per non fare politiche infrastrutturali fini a se stesse e - come ho già detto in alcuni casi, in comunicati pubblici che poi rimangono di interlocuzione privata con l'Assessore - sfidarvi ancora una volta, maggioranza di centrodestra e minoranza di centrosinistra, a costruire quegli invasi, se siete capaci di farli, se avete la forza politica di farli, ma di puntare sul risparmio idrico, che è l'unica cosa seria, attuale e fattibile.
Sugli emendamenti, deciderò che cosa fare. Intanto, omagger l'Assessore di questo opuscolo, perché anche nella risposta precedente di cui non ho condiviso la conclusione sugli OGM free, c'è sicuramente nell'Assessore Cavallera un interlocutore attento e serio delle problematiche. Il piano di tutela delle acque che l'Assessore ha predisposto è un piano importante e capace di intervenire, di toccare i nodi salienti del problema, ma occorre davvero avere la forza, anche innovativa, e il coraggio, anche politico, di non fermarsi alle risposte semplici, a quelle che sembrano le scorciatoie utili nel momento, ma che in prospettiva, non hanno nessuna capacità di incidere e di invertire l'ordine dei problemi.
L'ordine dei problemi riguarda i sei miliardi di metri cubi d'acqua che sono mangiati in gran parte dalla coltivazione del mais, laddove il mais aveva delle ragioni di essere nel passato, laddove il mais ha sostituito il grano che era produzione tipica della provincia di Cuneo questo è un esempio, caro collega Riba - e non tentare scorciatoie che producono dannose e permanenti ferite sul territorio piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Sono d'accordo sull'emendamento rubricato n. 8), non condivido il n. 9) e sono d'accordo sul n. 10).
Preciso che, per quanto riguarda il n. 9), vale quanto detto dal Consigliere Mellano, cioè abbiamo presentato il piano di tutela delle acque, che tra poco verrà presentato sul territorio, arriverà in Consiglio regionale e conterrà tutti gli argomenti cui si riferisce l'emendamento rubricato n. 9).



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 8 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 9 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 10 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Dichiaro chiusa la seduta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 00.01 del 30 aprile 2004)



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