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Dettaglio seduta n.45 del 05/12/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Franco Maria Botta, Bussola Cantore, Casoni, D'Ambrosio, Ferrero, Galli, Marcenaro, Toselli e Vaglio.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Modifica delle funzioni assegnate con DD.P.G.R. n. 53 dei componenti della Giunta regionale del Piemonte


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 124 del 29/11/2000 le funzioni agli Assessori Laratore e Pichetto sono così ridefinite: Laratore Giovanni Carlo: Artigianato, Cooperazione, Cave e Torbiere Autonomie locali, Polizia locale Pichetto Fratin Gilberto: Industria, lavoro, new economy, formazione professionale, coordinamento politiche e fondi comunitari, affari internazionali, società partecipate.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

d) Insediamento Commissione di vigilanza sulla biblioteca della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Comunico che in data 4 dicembre si è insediata la Commissione di vigilanza sulla biblioteca della Regione e risulta così composta: Consiglieri: Angeleri, Dutto, Mellano Assessori: Burzi e Leo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi sulle comunicazioni del Presidente.



CHIEZZI Giuseppe

Lei ha annunciato una variazione di delega a due Assessori. Per cortesia, potrebbe dirci in cosa consiste la variazione? Perché non ho a memoria le competenze precedenti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Le società partecipate passano dall'Assessore Laratore all'Assessore Pichetto e la cooperazione dall'Assessore Pichetto all'Assessore Laratore.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo se qualche esponente della Giunta può illustrare all'aula le ragioni di questo cambiamento, in modo che noi possiamo capire l'avvenuto.



PRESIDENTE

Se la Giunta ritiene altrimenti, non è previsto dibattito.
La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore regionale

Si tratta di un avvicendamento normale per accorpare argomenti di interesse comune e anche per tener conto di diverse sensibilità dal punto di vista tecnico professionale. L'Assessore Pichetto, essendo commercialista, conosce meglio di me la materia inerente alle società partecipate.


Argomento: Floricoltura - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 141 del Consigliere Saitta inerente a "Coltivazioni pregiate di erbe officinali a Pancalieri e minaccia di inquinamento" interrogazione n. 174 del Consigliere Angeleri inerente a "Richiesta costruzione di una discarica nel Comune di Pancalieri dove è diffusa la coltivazione di piante officinali"; interrogazione n. 210 del Consigliere Caracciolo inerente a "Discarica nel Comune di Pancalieri"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 141 e le interrogazioni nn. 174 e 210, tutte inerenti ai danni che l'inquinamento di una discarica potrebbe arrecare alla coltivazione di erbe officinali presso il Comune di Pancalieri.
Ricordo ai colleghi che, a norma di Regolamento, laddove dovessero essere chiamate loro interrogazioni e non vi dovesse essere la presenza in aula degli interroganti, verrà data risposta scritta.
Vi comunico che dalla prossima interrogazione provvederò di conseguenza.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Al fine di rispondere agli interroganti la Regione ha assunto specifiche informazioni presso la Provincia di Torino che, come è noto, ha la competenza autorizzativa in merito.
Sulla base delle informazioni trasmesse dalla Provincia di Torino l'intervento non riguarda la realizzazione di una discarica, ma la realizzazione di un impianto di deposito preliminare e messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi da realizzarsi nel Comune di Pancalieri, presentato dalla Ditta CSR S.r.l. di Nichelino (TO).
La competenza autorizzativa è attribuita alla Provincia di Torino, ed il progetto viene valutato in ambito di Conferenza ai sensi dell'art. 28 del decreto legislativo n. 22/97. L'eventuale autorizzazione individua le condizioni e le prescrizioni necessarie a garantire l'attuazione dei principi del decreto legislativo n. 22/97, ed in particolare deve garantire che le operazioni di smaltimento o recupero rifiuti avvengano senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, la fauna e la flora, e senza causare inconvenienti da rumori od odori (art. 2 D.Lgs 22/97).
La Provincia di Torino ha tenuto due Conferenze relative all'intervento in argomento, la prima in data 13 marzo 2000 e la seconda in data 13 luglio 2000.
La seconda Conferenza ha evidenziato ulteriori carenze progettuali relativamente ai seguenti aspetti: valutazione di impatto acustico: manca la valutazione dei livelli di inquinamento acustico presso i ricettori individuati, tenendo conto del contributo delle altre sorgenti presenti sul territorio in esame Manca un riferimento alle eventuali opere di mitigazione ed alle possibili bonifiche da attuare nel caso in cui i livelli previsti presso i ricettori siano inferiori a quelli che si riscontreranno con l'impianto in funzione.
Valutazione tecnico-impiantistica dell'impianto di stoccaggio: sono richiesti chiarimenti su alcune specifiche tecniche di dimensionamento dell'impianto di captazione e trattamento delle emissioni atmosferiche: l'aspirazione in continuo dai serbatoi di stoccaggio rifiuti liquidi non sembra giustificata né opportuna l'utilizzo di soluzioni acide al 5% di acido solforico quale sostanza di lavaggio fumi potrebbe comportare difficoltà in fase di realizzazione e gestione dell'impianto di abbattimento, in particolare per quanto riguarda il sistema di stoccaggio, di pompaggio e di ricircolo, che devono essere realizzati con materiali resistenti all'azione degli acidi Specificare se e in quali termini è stato considerato nel dimensionamento del filtro a carboni attivi l'eventuale intasamento da polveri e conseguente perdita di efficienza del filtro a carboni attivi a valle del filtro a maniche E' stato richiesto di indicare le cautele adottate per lo stoccaggio dei rifiuti costituiti da apparecchiature contenenti PCB e PCT per evitare rischi di incendio E' stato richiesto di specificare le cautele adottate in materia di sicurezza per gestire alternativamente l'utilizzo in un unico serbatoio per lo stoccaggio delle soluzioni basiche pericolose e dei cianuri, indicando eventuali sistemi di stoccaggio alternativo.
Relativamente agli aspetti idrogeologici e geotecnici: E' stato richiesto di approfondire le indagini sui terreni, in particolare per quanto riguarda il bacino di contenimento, nonché di rivedere le specifiche di dimensionamento della vasca di raccolta delle acque meteoriche, in quanto si ritiene opportuno un aumento della volumetria della stessa.
La seconda seduta di Conferenza si è pertanto conclusa con la richiesta d'integrazione alla ditta sugli aspetti sopraevidenziati, e per la valutazione delle medesime verrà convocata dalla Provincia di Torino una terza seduta di Conferenza.
A seguito di tali richieste ed in ottemperanza a quanto previsto dall'aggiornamento all'allegato A della legge regionale n. 40/98, la ditta CSR dovrà provvedere a presentare lo studio ed il progetto per le procedure di valutazione d'impatto ambientale, ai sensi della legge regionale n.
40/98.
Questa è la fotografia ad oggi, con riserva, ovviamente, di informare i colleghi man mano che la situazione e la procedura avanzeranno, e anche per assicurare la vigilanza sull'operatività della Provincia, così come per tutte le altre Province del Piemonte. Devo concludere dicendo che si è registrata anche una lettera del Ministro Pecoraro Scanio, che fa alcune osservazioni legate alla produzione di erbe officinali, anche se ha più un valore di considerazione generale e non attiene strettamente alla procedura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Ringrazio l'Assessore Cavallera che - come sempre - ha risposto in modo puntuale, anche dal punto di vista prettamente tecnico, al problema sollevato dal nostro Gruppo. Mi sembra, tuttavia, che il problema non sia ancora risolto. Rimane, quindi, per il nostro Gruppo, una grande preoccupazione.
Sappiamo che il territorio del Comune di Pancalieri, in particolare, ma anche alcuni terreni dei Comuni limitrofi, sono rinomati per la loro grande coltivazione e produzione di erbe officinali. La nostra preoccupazione esplicitata nell'interrogazione presentata, derivava anche da una dichiarazione della Martini Rossi Bacardi, nella quale affermava che non si sarebbe più rifornita di erbe officinali da Pancalieri se la richiesta della CSR - l'azienda di Nichelino - avesse ottenuto l'avvallo per costruire la discarica in quella sede. E' ovvio che un insediamento di quella natura non può che avere un impatto negativo, sia sotto l'aspetto economico che per l'opinione pubblica: stiamo parlando di coltivazioni agricole, vale a dire di un settore molto delicato.
Ho ascoltato con attenzione quanto l'Assessore ha voluto riferirci anche dal punto di vista tecnico. Mi è parso di capire che la Regione mantiene delle riserve, esplicitate da alcune domande nuovamente formulate.
In sede di III Commissione dovranno essere chiariti anche questi aspetti.
Ciò che noi intendiamo vivamente raccomandare è che questa vicenda sia seguita con attenzione, perché la nostra preoccupazione è che si verifichi una pesante ripercussione, dal punto di vista economico, per questo territorio che, oggi, a livello qualitativo, è uno dei punti di riferimento più elevati per la produzione di erbe officinali. In questo modo potremmo rassicurare - non dico direttamente, ma almeno indirettamente - i grandi produttori che si riforniscono dai produttori di Pancalieri.
Vorrei che la Giunta regionale e l'Assessore Cavallera - che so sempre attento - si facessero carico di ciò, anche perché abbiamo altre zone in cui nuovi problemi si sono recentemente presentati a seguito dei danni prodotti dall'alluvione. Mi sembra che aprire altre falde sia davvero pericoloso. Oltretutto, ne va anche del buon nome della nostra Regione, che a Comuni come Pancalieri fa riferimento per la produzione agricola di qualità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Presidente, pur apprezzando - anzi, "sicuramente" apprezzando il suo richiamo al Regolamento e al suo rispetto - volevo sottolineare che bisognerà, se lei davvero vorrà far rispettare in modo tassativo questa regola prevista dal Regolamento di riposta scritta nel caso in cui l'interpellante non sia in aula, la invito però ad avere la stessa fermezza rispetto agli Assessori non presenti in aula quando abbiamo un elenco di interrogazioni ed interpellanze depositato ormai molto lungo. Ho un caso personale, ed è da cinque sedute di Commissione che aspetto una riposta dell'Assessore Casoni. Non vorrei che giovedì, quando sarò assente, mi si dia la risposta e me la si dia scritta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame interpellanza n. 198 dei Consiglieri Moriconi e Chiezzi inerente a "Personale ispettivo - Attività di vigilanza e controllo ambientale dell'ARPA"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 198, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Considerati i numerosi e articolati quesiti proposti dagli interpellanti, nella presente esposizione si seguirà l'ordine dei punti oggetto di richiesta.
In merito ai distacchi presso le Procure della Repubblica di personale dei Servizi territoriali con la qualifica di Ufficiale di Polizia giudiziaria, è da precisare che gli operatori dei Servizi territoriali ARPA in possesso della qualifica di Ufficiale di Polizia giudiziaria, sono spesso convocate dall'Autorità giudiziaria stessa, che se ne avvale per il compimento di attività istruttorie proprie. Al fine di rendere più efficace la collaborazione con l'Autorità giudiziaria, limitando nel contempo le gravi ripercussioni sull'organizzazione interna dell'ARPA, che gli impieghi saltuari ed occasionali comportano, il Procuratore generale presso la Corte di Appello di Torino ha proposto alla Direzione generale dell'ARPA l'assegnazione alle Sezioni ambientali delle Procure di alcuni operatori territoriali.
Tale proposta è stata valutata positivamente dalla Direzione generale dell'ARPA. La procura generale aveva richiesto una dotazione di 22 operatori: una unità per ciascuna Procura salvo due unità per le Procure di Alessandria, Novara e Torino che vanno, per quest'ultima, ad integrarsi alle 3 unità già distaccate a suo tempo, dall'Amministrazione provinciale di Torino e dal Comune di Torino prima del trasferimento in ARPA.
In tale contesto, la Direzione Generale dell'ARPA si è mossa per favorire il distacco alle Procure sulla base delle dichiarazioni di disponibilità pervenute dai singoli operatori.
Al fine di garantire l'efficienza operativa in seguito al distacco di personale con qualifica di ufficiale di Polizia Giudiziaria, fermo restando i positivi risultati sotto il profilo organizzativo interno che da tale collaborazione deriveranno, la Direzione ARPA si è resa disponibile ad esaminare eventuali richieste di integrazione di organico per le attività di controllo e prevenzione ambientale che dovessero provenire da quei Dipartimenti interessati dall'assegnazione di personale UPG superiori all'unità di personale.
Quanto sopra, ovviamente, una volta verificata l'effettiva consistenza dei carichi di lavoro che saranno rideterminati nei confronti di coloro che non risulteranno assegnati alle Sezioni Ambientali delle Procure della Repubblica, atteso che tali soggetti si troveranno, appunto, ad essere sgravati di incombenze di carattere giudiziario.
Gli interpellanti intendono inoltre sapere il numero di unità di personale ARPA con inquadramento specifico di tecnico della prevenzione dell'ambiente e nei luoghi di lavoro e l'indicazione dei servizi territoriali e delle sedi operative territoriali in cui presta servizio e del numero dei comuni serviti. In merito si riferisce che all'Agenzia regionale per la protezione ambientale sono assegnate 169 unità con la qualifica di "Tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria così distribuite sul territorio: Servizi territoriali di Torino 22 Sede operativa di Torino 5 Sede operativa di Moncalieri 3 Sede operativa di Pinerolo Servizi territoriali di Alessandria 14 Sede operativa di Alessandria 2 Sede operativa di Casale Monferrato 4 Sede operativa di Novi Ligure 2 Sede operativa di Ovada Servizi territoriali di Asti 6 Sede operativa di Asti Servizi territoriali di Biella 5 Sede operativa di Biella Servizi territoriali di Cuneo 11 Sede operativa di Cuneo 1 Sede operativa di Bra 2 Sede operativa di Mondovì Servizi territoriali di Grugliasco 37 Sede operativa di Grugliasco 6 Sede operativa di Settimo Torinese 2 Sede operativa di Venaria Servizi territoriali di Ivrea 6 Sede operativa di Ivrea Servizi territoriali di Novara 20 Sede operativa di Novara 4 Sede operativa di Gozzano Servizi territoriali del Verbano Cusio Ossola 2 Sede operativa di Verbania 1 Sede operativa di Omegna Servizi territoriali di Vercelli 9 Sede operativa di Vercelli oltre ad 1 unità presso la Sede Centrale e 4 unità presso il Centro Regionale Amianto di Grugliasco.
Ed inoltre: 4 unità con la qualifica di "Collaboratore tecnico professionale" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria di cui: 1 presso la sede operativa di Novara 2 presso la sede operativa di Ovada 1 presso la sede operativa di Asti.
2 unità con la qualifica di "Collaboratore professionale tecnico sanitario di laboratorio biomedico" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria di cui: 1 presso la sede operativa di Cuneo 1 presso la sede operativa di Grugliasco.
15 unità con la qualifica di "Collaboratore professionale tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria di cui: 2 presso la sede operativa di Alessandria 1 presso la sede operativa di Asti 3 presso la sede operativa di Biella 2 presso la sede operativa di Grugliasco 7 presso la sede operativa di Torino.
1 unità con la qualifica di "Operatore tecnico specializzato" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria presso la sede operativa di Grugliasco.
4 unità con la qualifica di "Tecnico sanitario di laboratorio biomedico" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria operanti nelle seguenti sedi operative: 1 presso la sede operativa di Asti 2 presso la sede operativa di Grugliasco 1 presso la sede operativa di Torino.
1 unità con la qualifica di "Collaboratore tecnico professionale esperto biologo" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria presso la sede operativa di Novara.
1 unità con la qualifica di "Tecnico sanitario di radiologia medica" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria presso la sede operativa di Torino.
6 unità con la qualifica di "Assistente tecnico" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria operanti nelle seguenti sedi operative: 1 presso la sede operativa di Asti 2 presso la sede operativa di Grugliasco 3 presso la sede operativa di Torino.
1 unità con la qualifica di "Operatore tecnico servizi sanitari" e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria presso la sede operativa di Novara.
1 unità con la qualifica di Architetto dirigente e di UPG operante presso la sede di Torino.
1 unità con la qualifica di Biologo dirigente e di UPG operante presso la sede di Vercelli.
9 unità con la qualifica di Chimico dirigente e di UPG operanti nelle seguenti sedi: 1 presso la sede operativa di Alessandria 1 presso la sede operativa del Centro Regionale Amianto 6 presso la sede operativa di Grugliasco 1 presso la sede operativa di Torino.
7 unità con la qualifica di Ingegnere dirigente e di UPG presso le seguenti sedi operative: 2 presso la sede operativa di Alessandria 1 presso la sede operativa del Centro Regionale Amianto 1 presso la sede operativa di Grugliasco 2 presso la sede operativa di Torino 1 presso la sede operativa di Vercelli.
Di seguito si riporta poi l'elenco delle Sedi operative dei Servizi territoriali con a fianco il numero dei Comuni serviti.
Sede Dipartimento Comuni serviti Torino TO 1 Moncalieri TO 32 Pinerolo TO 47 Alessandria AL 67 Casale Monferrato AL 49 Novi Ligure AL 29 Ovada AL 45 Asti AT1 20 Biella BI 83 Cuneo CN 55 Mondovì CN 65 Fossano CN 57 Bra CN 73 Grugliasco GRU 54 Settimo Torinese GRU 27 Venaria GRU 46 Ivrea IVR 108 Novara NO 51 Gozzano NO 37 Verbania VCO 26 Omegna VCO 13 Villadossola VCO 38 Vercelli VC 86 Per rispondere allo specifico quesito circa l'articolazione dei dipartimenti in aree tematiche e specificazione del ruolo rispetto ai servizi territoriali, è opportuno sapere che il Regolamento per la prima organizzazione dell'Ente, adottato ai sensi dell'art. 8 della legge regionale 60/1995 dal Direttore Generale ARPA, sentito il Comitato regionale di indirizzo, ha individuato nelle Aree tematiche l'elemento funzionale e organizzativo dei Dipartimenti dell'Agenzia. Esse rappresentando il punto di incontro multidisciplinare delle valenze laboratoristiche e di quelle riconducibili ai Servizi territoriali consentono di superare la maggiore criticità incontrata nell'attivazione funzionale dell'ARPA, connessa alla trasformazione dei Laboratori di Sanità Pubblica in Dipartimenti.
Le Aree tematiche consentono poi la gestione multidisciplinare delle attività, nonché il recupero/elaborazione dei dati al fine di restituire il quadro dello stato dell'ambiente attraverso la gestione delle attività di monitoraggio e di controllo degli insediamenti produttivi e dei fattori antropici.
In particolare, l'art. 37 conferisce alle aree tematiche le seguenti attribuzioni: programmazione e valutazione delle attività scientifiche connesse all'Area coinvolgimento delle Amministrazioni locali competenti nella elaborazione di protocolli per la gestione della domanda esterna sviluppo di metodologie conoscitive per l'individuazione del rischio ambientale concorso nella produzione delle mappe di rischio sviluppo di metodi per l'attività di controllo e monitoraggio, analisi e valutazioni integrate utilizzo ed integrazione dei dati presenti nel sistema informativo assistenza tecnico-scientifica e operativa nello svolgimento delle attività dei Servizi territoriali sulla base di apposite intese fra le parti interessate realizzazione di attività di ricerca e studi, formazione, informazione individuazione delle esigenze di attività analitica e di rilevazione strumentale elaborazione di pareri tecnico-scientifici e gestione degli esposti in collaborazione con i Servizi Territoriali.
L'art. 11, elencando le attribuzioni dei Responsabili del Servizio territoriale, recita: "Essi partecipano all'attività delle Aree tematiche ed al coordinamento delle medesime apportando il proprio contributo professionale e curando l'attuazione dei programmi definiti a livello dipartimentale attraverso il coordinamento delle Sedi operative del Servizio. Mentre i Responsabili di Sede operativa (art. 18) ... fanno parte dei Gruppi di lavoro di Area tematica e collaborano con il Responsabile, relativamente alle competenze specifiche, per l'esecuzione delle attività ...".
Le competenze del Servizio territoriale sono, invece, definite dall'art. 40: "I Servizi territoriali presiedono, nell'ambito della rete dei Dipartimenti provinciali o subprovinciali, allo svolgimento delle attività operative di vigilanza e di controllo sul territorio, sulla base di programmi elaborati nell'ambito delle Aree tematiche e del rispettivo coordinamento. La loro sede, di norma, coincide con quella del Dipartimento provinciale o subprovinciale di afferenza con proiezione operativa territoriale, all'occorrenza".
In particolare, le funzioni di vigilanza e controllo sono svolte con modalità integrate ed organiche con riferimento a: corpi idrici superficiali, acque di falda, scarichi liquidi derivanti da usi civili e produttivi, discariche e impianti di smaltimento, emissioni atmosferiche inquinamento acustico, industrie insalubri, impiego di fitofarmaci nelle forme previste dalla normativa vigente nonché in osservanza degli obiettivi programmatici concordati con l'Area tematica.
Relativamente agli atti di cui ai punti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8 dell'art.
37 pare opportuno sottolineare che la partecipazione del Responsabile del Servizio territoriale, e/o dei Responsabili delle Sedi operative, all'Area tematica è indispensabile. In questi casi, dunque, è improprio citare separatamente le due componenti: l'Area tematica non può lavorare senza l'apporto del Territorio, il Servizio territoriale non ha nessun programma da seguire senza le indicazioni dell'Area tematica, salvo i controlli di routine sugli esposti.
Per quanto riguarda la dipendenza funzionale, essa viene prevista: da parte del Servizio territoriale nei confronti dell'Area tematica nel rispetto dei piani di lavoro concordati da parte dell'Area nei confronti del Servizio territoriale nel garantire l'esecuzione delle attività a carico dell'Area tematica stessa e delle altre funzioni dipartimentali (per esempio, Laboratori strumentali) nei tempi previsti all'atto della programmazione e, comunque, nell'ottica del raggiungimento degli obiettivi assegnati.
La responsabilità dell'Area tematica è affidata ad un dirigente che vi opera, di norma, a tempo pieno. Ognuna di queste unità funzionali dispone di un proprio gruppo di lavoro costituito dai referenti di tematismo, da operatori del servizio territoriale e da altre componenti in possesso di competenza professionale specifica in modo da garantire la necessaria multidisciplinarietà.
I componenti del gruppo di lavoro non operano di solito a tempo pieno ma prestano la loro attività a favore di diverse Aree tematiche.
Per quanto riguarda l'attività di vigilanza e controllo effettuata sul territorio regionale negli anni 1997, 1998, 1998 e nel primo semestre del 2000, distinti per matrici ambientali e territorio, l'allegato 1 rappresenta il prospetto dell'attività di vigilanza svolta negli anni dal 1997 al 1999.
I dati relativi al primo semestre dell'anno in corso non sono ancora disponibili. Informazioni più dettagliate in ordine alle attività di controllo ambientale e agli studi e ricerche condotte, ai servizi resi ai diversi soggetti istituzionali si possono ottenere consultando il sito WEB dell'ARPA Piemonte www.arpa.piemonte.it.
Rispetto allo sviluppo di studi e ricerche, vi sono attualmente quasi un centinaio di studi e progetti inerenti a varie tematiche ambientali.
Tali studi sono attivati per iniziativa agenziale, sia su richiesta dei vari Enti locali (Regioni, Province e Comuni) che richiedono monitoraggi e valutazioni su aspetti specifici. Oltre un terzo di questi sono studi relativi a fenomeni di inquinamento, condizioni generali di rischio utilizzo delle risorse naturali e tutela degli ecosistemi.
I campi sono i più disparati: studi e valutazioni sugli obiettivi di qualità delle acque di numerosi corsi d'acqua (Po, Bormida, Banna, Tepice) e laghi monitoraggio del clima acustico e zonizzazione di varie situazioni (tangenziale, Comuni, industrie rumorose, Malpensa) studi e verifiche sull'inquinamento elettromagnetico (antenne, fondo RF del Comune di Torino), ambito dove l'ARPA Piemonte è all'avanguardia in Italia monitoraggio dell'aero dispersi (piano regionale di qualità dell'area monitoraggio di Casale Monferrato indagini e studi su siti contaminati (caratterizzazione dei siti verifica sulla bonifica dell'ACNA) verifiche delle situazioni post-incidente su siti industriali valutazione della qualità ambientale di vari ambiti locali, naturalistici ed ecosistemi (biomonitoraggi, studi lichenologici, zona della Fraschetta ad Alessandria, Val Soana, Clavière).
A questo scopo l'ARPA ha attivato una specifica Area Tematica nei Dipartimenti definita "Conservazione della natura", che prende in carico gli aspetti più legati alle risorse naturali e agli ecosistemi.
Nel consegnare la risposta, con tutti gli allegati, preciso e concludo facendo due osservazioni.
Mi sembra che il raggiungimento di un'intesa con la Procura Generale presso la Corte d'Appello, tendente a razionalizzare le risorse che la Magistratura ritiene necessarie per la sua attività e al suo supporto riservando l'altro personale anche a quelle azioni di promozione, di consulenza e di ricerca che sono alla base della costituzione dell'ARPA possa essere una soluzione accettabile.
Vi sono, ovviamente, dei riflessi sul personale, ma credo che occorre a mio avviso, raccomandare alla Direzione una grande cautela sotto questo profilo per non mortificare le professionalità e per cercare, se si può, di far coincidere le necessità con le disponibilità dei singoli.
Per il resto, è chiaro che dall'insieme di questi dati emerge una visione dell'ARPA che sta cominciando a funzionare, superando il momento del puro e semplice controllo per andare avanti anche a supporto della pianificazione ambientale della Regione, della Provincia e dei Comuni. Un soggetto al quale dobbiamo prestare una grande attenzione soprattutto dal punto di vista delle risorse, della corretta gestione, dell'incremento e del miglioramento della sua attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta molto articolata e completa.
Devo dire che le motivazioni e le preoccupazioni che mi erano state segnalate dagli stessi operatori dell'ARPA trovano conferma nella risposta globale e, soprattutto, nelle ultime parole pronunciate dall'Assessore.
Tutti noi sappiamo che la struttura dell'ARPA è nata anche in seguito ad un referendum dei cittadini che avevano, di fatto, richiesto un maggiore intervento per quanto riguardava globalmente la necessità del controllo delle ricadute ambientali e delle attività produttive globalmente intese.
Quello che si teme è che l'ARPA, non avendo ancora completato il suo ciclo di organizzazione, venga già deviata verso altri compiti. Tutte le richieste che si fanno possono essere interpretate in un duplice modo.
La richiesta consiste, secondo noi e secondo chi ha formulato queste preoccupazioni, nella possibilità di costruire un'ARPA che sia diversa da quella che attendevano i cittadini. Nessuno può opporsi alla richiesta della Procura generale di avere degli operatori che lavorano presso la Procura generale, anche perché, come sappiamo, questa opera di vigilanza e controllo, a volte, hanno bisogno di questi sbocchi e la Procura ha bisogno di avere un organo tecnico che lo segue.
Su questo non c'è nessun problema, ma nasce, invece, se noi utilizziamo questa richiesta per intervenire sulle funzioni degli altri operatori dell'ARPA. Era questa la preoccupazione espressa nell'interpellanza ovvero, sappiamo che tutti i dipendenti dell'ARPA hanno la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria, nel senso che si diventa Ufficiali di Polizia Giudiziaria nel momento in cui si è nelle funzioni del proprio lavoro e si rileva una irregolarità.
L'importanza della figura dell'Ufficiale di Polizia Giudiziaria è nota a tutti. Se mi immedesimassi nella figura di un qualsiasi dipendente dell'ARPA, nel momento in cui mi recassi a fare un qualsiasi controllo di routine, in una situazione che riguarda il mio lavoro, se constatassi un'irregolarità scatterebbe la mia funzione di Ufficiale di Polizia Giudiziaria; quindi, in quel caso potrei intervenire immediatamente proponendo anche il blocco dell'attività, cercando di porre fine immediatamente a quella situazione di irregolarità. Se, invece, il distacco di alcuni dipendenti presso la Procura generale comportasse, cosa che pu avvenire, la trasformazione di tutti gli altri dipendenti in semplici tecnici, questo costituirebbe una preoccupazione. Questa preoccupazione potrebbe essere confermata da altre due considerazioni esposte nella relazione dell'Assessore.
La suddivisione dell'operatività dell'ARPA in due funzioni: aree tematiche e servizi territoriali. A sua volta, può essere, da un lato, una suddivisione logica e operativamente valida, ma, dall'altro, potrebbe confermare ulteriormente questo spostamento dell'ARPA da organo di controllo a organo di programmazione e di gestione con altri scopi che ripeto - non credo che fossero compresi nelle motivazioni che hanno portato la maggioranza dei cittadini a delegare a un ente apposito i compiti di vigilanza e di controllo in tema ambientale.
La suddivisione delle due aree in servizi territoriali e aree tematiche può diventare il sistema attraverso il quale facciamo passare l'ARPA da una funzione di controllo ad una di programmazione, anche in base alle dotazioni organiche che conferiamo all'uno o all'altro di questi due settori.
Anche se è stato detto che le aree tematiche hanno operatori territoriali, si comprenderà che se si è impegnati individualmente a svolgere due funzioni, non sempre riusciranno entrambe. La stessa preoccupazione viene riassunta nel problema degli studi che compie l'ARPA che possono essere chiaramente uno sviluppo dei compiti che si sta assumendo, ovvero di intervento e di programmazione, e non di vigilanza e controllo, che ritengo siano quelli essenziali per i quali i cittadini hanno votato. Queste erano le ultime considerazioni dell'Assessore, che mi lasciano molto perplesso e preoccupato, poiché sembra che, tutto sommato esista effettivamente questo tentativo di indirizzare l'ARPA verso un ruolo più di programmazione che di vigilanza, quasi al servizio della produzione chiaramente con fini non disprezzabili. Condividiamo pienamente questo proposito di programmare le attività produttive in modo ambientalmente accettabile, tuttavia riteniamo che l'ARPA abbia essenzialmente un ruolo di controllo.
Per questo motivo, mi ritengo insoddisfatto della risposta.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 150 dei Consiglieri Giordano e Caracciolo inerente a "Preannunciata cessione della FIAT Ferroviaria di Savigliano"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 150, alla quale risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

In merito all'interrogazione n. 150, datata 25 luglio 2000, presentata dal Consigliere Giordano, con la quale si richiedeva alla Giunta regionale relativamente alla cessione della FIAT Ferroviaria di Savigliano, quali fossero le ricadute a livello occupazionale e le missioni produttive che si andranno a configurare con il nuovo assetto industriale, comunico quanto segue.
La vendita del 51% della FIAT Industrie Ferroviarie al Gruppo Francese ALSTOM rientra nell'ambito della strategia del Gruppo FIAT di dismissione delle attività nelle quali non è sufficientemente dimensionata per concentrarsi su quelle del "core business", dove la FIAT ha un ruolo di maggior forza o di leadership a livello globale.
Il Gruppo ALSTOM è considerato leader mondiale nel campo dell'energia e nei diversi settori delle infrastrutture di trasporto e presenta le seguenti caratteristiche: sei diversi settori di business (produzione, trasformazione trasmissione/distribuzione di energia, trasporto ferroviario, industria navale, sistemi integrati "chiavi in mano") un fatturato superiore a 40.000 miliardi con circa 140.000 addetti in 70 Paesi il settore dei trasporti ferroviari, nel quale confluisce la FIAT Ferroviaria, è il secondo per importanza del Gruppo ALSTOM, ed occupa 24.000 addetti nei diversi Paesi in cui è presente.
Per quanto concerne l'area italiana, confluiscono nel Gruppo ALSTOM i dipendenti delle unità produttive di Savigliano (circa 1.300 addetti) e di Colleferro (Roma), nonché i dipendenti della Società Parizzi di Milano (per un totale di circa 2.000 addetti).
In termini di missione strategica, la FIAT Ferroviaria costituirà nell'ambito del Gruppo ALSTOM il "Centro di eccellenza" per i treni a tecnologia tilting (Pendolino).
Sul piano sindacale ricordiamo che nello scorso mese di luglio l'Azienda ha effettuato le consultazioni con le organizzazioni sindacali nazionali, territoriali ed aziendali, nel corso delle quali sono state illustrate le motivazioni che hanno determinato la concentrazione del Gruppo ALSTOM, nonché gli aspetti operativi connessi.
Come noto, la Commissione Antitrust della Comunità Europea ha autorizzato l'acquisizione della FIAT Ferroviaria, il che consente al Gruppo ALSTOM, fra l'altro, di contare una forte presenza sul mercato italiano.
Questo è ritenuto, comunque, anche un elemento di continuità e di possibilità di sviluppo di questo settore nell'ambito piemontese specificatamente nell'ambito di quest'impresa, e pertanto dovrebbe esserci una continuità occupazionale, se non la possibilità anche di maggiori aperture occupazionali qualora, secondo le informazioni assunte dall'Ufficio dell'Assessorato all'industria e del lavoro, vi fossero commesse sullo sviluppo ferroviario anche nella realtà italiana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Assessore, mi ritengo soddisfatto della risposta.
In particolare, se come lei ha affermato il nuovo assetto industriale concorrerà alla riqualificazione dell'area del saviglianese, ne siamo entusiasti e speriamo che non siano solo accordi che restano sulla carta ma che si realizzino in concreto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 163 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi inerente a "Messa in mobilità dei lavoratori della COBRA di Mondovì"; interrogazione n. 192 del Consigliere Riba inerente a "COBRA Containers di Mondovì - situazione occupazionale"; interpellanza n. 52 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Crisi e messa in cassa integrazione dei lavoratori della COBRA Containers di Mondovì"; interrogazione n. 367 del Consigliere Riba inerente a "COBRA Containers di Mondovì - stato di attuazione dell'accordo"; interpellanza n. 371 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Accordo alla COBRA Containers di Mondovì (CN) "


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interpellanza n. 163, alla quale risponde ancora l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

In merito alla COBRA di Mondovì, se gli interpellanti consentono, vado sull'attualità, anche perché non trovo il documento scritto che era stato preparato dagli uffici. L'interrogazione sulla COBRA di Mondovì era del mese di luglio; vero, Presidente?



PRESIDENTE

A quale interpellanza vuole rispondere, Assessore?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Se gli interpellanti consentono, sullo stesso tema darei l'aggiornamento successivo, posto che questa interrogazione è fuori tempo in quanto c'è stato un accordo sulla COBRA di Mondovì che negli ultimi giorni è stato in parte disatteso - utilizzo questo termine - e peraltro ha determinato altre interrogazioni di colleghi nel corso del mese di novembre, se non vado errato.



PRESIDENTE

Va a memoria. E' anche questa una risposta, Assessore Pichetto, poi valuteranno gli interroganti.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Si possono citare le altre interrogazioni?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Quella di luglio?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Non quella di luglio. Lei ha citato "interrogazioni di altri colleghi".



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Cito l'interrogazione n. 367 del Consigliere Riba del 28 novembre e dei Consiglieri Papandrea e Contu, sempre di fine novembre, n. 371, che si riferiscono alla COBRA DI Mondovì.



PRESIDENTE

Scelga lei se vuole rispondere, Assessore Pichetto, altrimenti ne richiamo un'altra.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Mi riservo di far avere la prima nota scritta (la trasmetteranno dalla Segreteria) per la fase di trattativa che è avvenuta nel mese di luglio che ha visto quest'impresa proporre alle parti sociali uno smembramento di quello che era l'iniziale struttura produttiva.
Devo dire che in data 17/10/2000, presso la Direzione formazione professionale e lavoro, si e' svolto, fra l'Azienda, le Organizzazioni sindacali e la Rappresentanza del Ministero del Lavoro, l'esame congiunto previsto dalla normativa vigente sulla domanda di concessione di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale della Cobra Containers S.p.A.
Le parti, richiamando attentamente i contenuti dell'accordo sulla procedura di mobilità, hanno concordato di richiedere il trattamento di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale della durata di 12 mesi, a decorrere dal 18/10/2000, per un numero massimo di 55 dipendenti.
Questa era tutta la parte di trattativa che è avvenuta nei mesi di luglio, agosto e settembre.
Sul piano della riorganizzazione aziendale, l'Assessorato al lavoro ha espresso parere favorevole e lo stesso è stato trasmesso, come prescritto dalla normativa vigente, al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale in data 27/10/2000.
Per quanto riguarda la domanda di cassa integrazione straordinaria l'Azienda, ai sensi dell'art. 3, comma 5, del DPR 218/2000, era tenuta a presentarla, oltre che al competente ufficio del Ministero del Lavoro anche al Servizio ispezione del lavoro della Direzione provinciale del lavoro di Cuneo. Ai sensi dell'art. 4, comma 1, dello stesso DPR, il Servizio ispezione del lavoro di Cuneo, decorso almeno un trimestre dall'inizio del trattamento straordinario di integrazione salariale effettuerà gli accertamenti di competenza e ne trasmetterà gli esiti al Ministero.
Da questi accertamenti sono emerse - almeno secondo i fatti che risultano gli ultimi giorni, peraltro tempestivamente, se vogliamo, anche dagli organi di stampa di ieri - alcune irregolarità, da verificare naturalmente (in questo caso riporto anch'io notizie da verificarsi) che riguardano utilizzo di outsourcing da parte di società cooperative nell'ambito aziendale in surroga alle attività dei lavoratori posti in cassa integrazione.
Stiamo attendendo, al momento, di avere naturalmente i risultati degli accessi e dei processi verbali redatti a seguito dell'ispezione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Tra gli interpellanti, ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sono insoddisfatto e anche preoccupato della risposta, perché a seguito dell'apertura della crisi, giustamente presso l'Assessorato alla Regione vi è stato un incontro nel mese di luglio, però le cose dette quest'oggi dall'Assessore sono gravissime.
La situazione prospettata non è ben definita, ma è ipotizzata come una situazione di contravvenzione ai patti e anche probabilmente contravvenzione alle leggi, che penso vietino di mettere in cassa integrazione dei lavoratori per far fare il lavoro che avrebbe dovuto essere svolto da questi lavoratori a delle società esterne affittate.
Allora, che dire? O l'Assessore la prossima settimana svolge una comunicazione in aula, oppure il sottoscritto e i colleghi scrivono, sulla base di quello che ha appena finito di dire l'Assessore, un'altra interpellanza, in cui chiedono all'Assessore se corrisponde al vero quanto da lui ipotizzato e quali iniziative intenda intraprendere per impedire un comportamento di questo genere.
Quindi, se l'Assessore tace, presenterò un'interpellanza insieme ai colleghi interessati. Grazie.



PRESIDENTE

Per quanto mi riguarda, Assessore, credo di dover sollecitare ancora una sua riconsiderazione rispetto alla questione che le ha posto il Consigliere Chiezzi, perché la condivido in quanto interpellante. Prego.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Io ho concluso dicendo che mi riservavo di ricevere i verbali d'ispezione e, di conseguenza, poter avere gli elementi certi per poter rispondere.
Vorrei ricordare che la verifica risale a venerdì scorso, quindi non siamo ancora in possesso dei processi verbali redatti. Di conseguenza, le mie sono valutazioni, in questo momento, non possono essere così precise appena avremo elementi più precisi, ne darò comunicazione al Consiglio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 246 del Consigliere Ronzani inerente a "Chiusura magazzino ricambi a Verrone"; interpellanza n. 256 del Consigliere Chiezzi inerente a "Magazzini TNT di Verrone"; interpellanza n. 327 dei Consiglieri Papandrea, Contu inerente a "Chiusura della TNT di Verrone"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 246 e le interpellanze nn. 256 e 327, alle quali risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

L'interrogazione e le due interpellanze in oggetto vertevano sulla chiusura dello stabilimento TNT di Verrone con conseguente trasferimento del personale in altre realtà.
La TNT, che è una società del gruppo olandese TPG, opera nel settore della logistica dei ricambi auto sia sul territorio nazionale che con diversi stabilimenti all'estero.
In data 25 settembre scorso l'azienda ha annunciato, nel corso di un incontro sindacale svoltosi presso l'Unione Industriali di Biella, la decisione di cessare l'attività del magazzino di Salussolo, dove sono occupati 131 addetti, con il conseguente trasferimento dell'attività stessa in altri magazzini attualmente operanti nei Comuni di None, Torino e Volvera.
La ragione di tale decisione risiede nella necessità dell'azienda di riorganizzare i flussi di magazzino e dei trasporti, al fine di una migliore soddisfazione del cliente. Questa è una maggiore competitività sotto l'aspetto dei costi.
Questa situazione, seguita dagli uffici e dall'Assessorato, in diretto rapporto con le parti sociali, si è conclusa con un accordo tra le parti sociali stesse stipulato, in sede di Unione Industriale di Biella, il 16 ottobre 2000.
In sintesi, nel suddetto corpo, sono previsti: interventi dell'azienda anche finanziari finalizzati all'agevolazione dei trasferimenti dei lavoratori pressi gli stabilimenti di None e Volvera; il ricorso all'istituto della mobilità finalizzato alla pensione, al reinserimento lavorativo anche attraverso l'attività di società Deoplasman e incentivi all'esito per quei lavoratori che non beneficeranno di quanto precedentemente indicato.
Quindi, in questo caso, c'è la presenza di un accordo raggiunto tra le parti sociali, datoriali, l'impresa e il sindacato. Non siamo in presenza di una chiusura aziendale, ma di una riorganizzazione aziendale.
Naturalmente le valutazioni locali o localistiche ci portano anche a dover dire che dispiace questo tipo di trasferimento, ma dobbiamo tenere conto che nessun lavoratore perde il posto, che c'è un impegno della proprietà a trasferire chi vuole essere trasferito, a ricollocare chi vuole essere ricollocato in una realtà dove la ricollocazione è ancora abbastanza facile e possibile.
Quindi, in una situazione come questa, visto che alcune interrogazioni chiedevano l'intervento regionale, vorrei chiarire che laddove le parti sociali raggiungono l'accordo la Regione, come istituzione, non interviene perché non ha intenzione e non vuole sostituirsi alle parti sociali.
Il ruolo della Regione è quello d'intervenire laddove ci sono processi di ristrutturazione tali da determinare pesante nocumento al tessuto sociale di un territorio, o che non trova una soluzione condivisa dalle parti.
In situazioni come questa, dove si è trovato un percorso condiviso dalle parti, la Regione ha seguito in contatto con le parti sociali, ma non ha svolto l'intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, ringrazio l'Assessore per questa risposta. L'Assessore nella sua risposta ha spiegato le ragioni per le quali, come Assessore, non ha ritenuto - cosa che invece chiedevo nell'interpellanza - di dover valutare la possibilità di un contatto con il Gruppo Dirigente della FIAT per cercare di coinvolgere, in qualche modo, il gruppo torinese in questa vicenda.
La ragione di questa mia richiesta era giustificata dal fatto che questa azienda era, a suo tempo, parte del gruppo FIAT; è stata, in seguito a questa fase del processo di lavorazione, esternalizzata. Era legittimo domandarsi se all'inizio della vertenza, non adesso naturalmente l'Assessore, in ragione del fatto che quell'azienda rappresenta nel territorio biellese un elemento di indubbia diversificazione, non ritenesse di dover valutare la possibilità di invitare la FIAT, non dico a sedersi ad un tavolo per entrare essa stessa nel merito della discussione di questa vertenza, ma a esporre le sue opinioni sugli sviluppi della vicenda.
L'Assessore Pichetto ha dichiarato che la Regione non vuole sostituirsi alle parti sociali, e da questo punto di vista ha fatto espressamente riferimento ad un accordo raggiunto tra l'azienda, i lavoratori e il sindacato nei giorni scorsi. Ricordo anche - questo è vero - che quell'accordo è stato sottoscritto ed approvato mediante referendum dall'85% dei lavoratori.
Io, in ogni caso, mantengo una riserva nei confronti della decisione che l'Assessore ha assunto di non esperire subito la possibilità di una discussione con la FIAT per le ragioni prima ricordate. Approfitto per sostenere che la risposta che l'Assessore Pichetto ha dato alla mia interrogazione, in qualche modo, sconfessa l'atteggiamento che sulla vicenda ha assunto, in questi giorni, la Provincia di Biella.
Vorrei che risultasse agli atti questo, perché se è vero che l'Assessore Pichetto ha ritenuto di non dover interferire, essendo in corso una trattativa, è giusto anche che si sappia che, proprio in questi giorni è in corso una polemica molto dura tra la maggioranza di centrodestra, che governa la Provincia di Biella, i rappresentanti dei sindacati, le organizzazioni sindacali avente per oggetto la richiesta di un coinvolgimento della FIAT.
Il Consiglio provinciale di Biella ha approvato nei giorni scorsi un ordine del giorno - dopo che è avvenuto l'accordo e diverso sarebbe che questa cosa fosse maturata prima, come ho richiesto e ribadisco oggi - il quale dice, in sostanza, al Presidente della Provincia: "Agisci da tramite con la FIAT per verificare se è possibile o meno coinvolgere la casa torinese in questa vicenda".
L'iniziativa della Provincia di Biella è intempestiva - così ritengo Assessore Pichetto - perché è stata assunta dopo che un accordo era stato raggiunto. Intempestiva e anche strumentale, perché ha in questo caso soltanto l'obiettivo di aprire una polemica strumentale nei confronti delle organizzazioni sindacali, le quali hanno in queste ore polemizzato a muso duro con l'Assessore Provinciale di Biella e con il Presidente della Provincia, il quale ha dichiarato di condividere totalmente la polemica dell'Assessore Castagnetti nei confronti del movimento sindacale e delle organizzazioni sindacali. La risposta che l'Assessore Pichetto ha dato alla mia interrogazione, escludendo una sua iniziativa che andava assunta allora, di fatto assume anche il sapore di una sconfessione di una linea che, proprio perché strumentale ed intempestiva, non soltanto non vuole contribuire a risolvere la questione, che ha trovato una sua soluzione discutibile o meno, sul piano dei rapporti tra le parti sociali, in quanto si configura in questo caso soltanto come un'iniziativa propagandistica e di sapore antisindacale. Che sia così lo si evince leggendo alcune dichiarazioni che hanno fatto alcuni rappresentanti della Provincia di Biella contro i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Dico questo perché qui c'è una questione di fondo, che riguarda il modo con il quale deve intervenire su queste vicende un'Amministrazione provinciale.
Ricordo che la Provincia di Biella, che oggi polemizza con l'accordo raggiunto in sede sindacale, è la stessa Provincia di Biella che, in data 12/10, invitando il sindacato a discutere questa questione, e volendo valutare in quella sede l'ipotesi di accordo che si profilava tra le parti aveva espresso in quella occasione un apprezzamento per l'accordo che era stato raggiunto. Di lì in poi è successo di tutto, nel senso che la Provincia di Biella, che pur aveva espresso un apprezzamento nei confronti dell'accordo raggiunto tra le parti, che è quello che ha illustrato l'Assessore Pichetto, non si è sognata - meno che meno anche prima, appena esplosa la vicenda, quando era forse possibile sollecitare un intervento in quel senso dell'Assessore Pichetto - di chiedere un intervento del responsabile della politica del lavoro a livello regionale. Ciò premesso Presidente, prendo atto della risposta che ha dato l'Assessore Pichetto.
Ricordo che non sono soddisfatto perché, non adesso che non serve più e non adesso come fa la Provincia di Biella in modo strumentale e propagandistico, ma a suo tempo un ruolo attivo e positivo poteva e doveva essere svolto dall'Assessore regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Condivido le perplessità e il disaccordo del collega Ronzani con un'impostazione un po' ideologica dell'Assessore che, a prescindere dalle situazioni concrete, tende a non far svolgere alla Regione Piemonte un ruolo attivo di immediata attenzione verso situazioni che mettono in forse posti di lavoro.
Penso che l'impostazione dell'Assessorato potrebbe essere diversa e prevedere, come scelta politica, una grande attenzione a tutte queste vicende e immediati interventi al massimo livello, non per sostituirsi a trattative, ma per far sentire la voce della Regione, il peso l'autorevolezza nostra.
Peraltro, sarebbe forse sarebbe utile avere conoscenza di questi fatti spesso accade che le imprese che sono di fronte a situazioni di crisi hanno avuto o hanno rapporti anche di carattere economico con la Regione Piemonte (contributi, finanziamenti, ecc.): sarebbe bello se l'Assessore ci ragguagliasse - ad esempio, adesso si parla della TNT - se e come, in che modo la TNT abbia avuto rapporti istituzionali con la Regione Piemonte.
Per quanto riguarda invece gli ultimi aspetti, forse - Assessore e collega Ronzani - per capirne qualcosa di più e anche per riportare ciascuno al proprio ruolo, sarebbe importante avere un incontro in sede di Commissione, come Consiglio regionale, sia con il nostro Assessore sia con rappresentanti della Provincia di Biella.
Si potrebbe - non vedo presente il Presidente della VII Commissione non so se sia in congedo o se sia solo fuori dall'aula - organizzare un incontro, perché è un po' imbarazzante, anche per ...



CHIEZZI Giuseppe

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Grazie al cielo non ha l'obbligo di ascoltare!



CHIEZZI Giuseppe

Non capisco se il Consigliere Ghiglia stia parlando al Presidente, a me oppure se si tratta di un'esclamazione buttata per aria: veda lei Presidente.
Non ho ben sentito: siamo talmente vicini che anche i commenti solitari ...



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



CHIEZZI Giuseppe

Ma lui può disporre una diversa collocazione. Lei d'ufficio pu spostarlo: me lo sposti altrove! Come dicevo, è una situazione un po' imbarazzante; un incontro, per potrebbe utilmente fare chiarezza e anche concludere una vicenda che in Provincia di Biella evidentemente si considera aperta.
Se l'accordo sindacale è contestato dalla Provincia di Biella, mentre l'Assessore e la Regione Piemonte dicono che va bene e non lo contesta quella della Commissione potrebbe essere la sede in cui la Regione Piemonte e i colleghi possono venire a diretto contatto con queste due posizioni così contrastanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Colleghi, la sensibilità altrui è un giudizio soggettivo, quindi incontestabile e libero.
Voglio solo dire che il comportamento che l'Assessorato all'industria e al lavoro ha tenuto su questa trattativa, come su tante altre, è uniforme nel territorio regionale. Quindi, rispetto a questa trattativa, ha ritenuto di assistere, di seguirla, di avere le informazioni, ma non di intervenire fin quando è stata una trattativa tra le parti sociali; non ha nemmeno ritenuto di far intervenire o chiedere l'intervento di padrini prima, così come non ritiene di farli intervenire dopo un accordo siglato tra le parti sociali e votato con il voto favorevole dell'85% dei dipendenti.
Poi, se questa è sensibilità o meno - l'ho già detto - è una valutazione soggettiva, e io rispetto tutte le opinioni. Devo peraltro dire che forse - ma anche questa è una considerazione soggettiva l'autorevolezza della Regione la si misura là dove invece bisogna avere la preoccupazione, non su casi che fanno titolo, che fanno dibattito, ma che hanno una graduazione di valore, un'importanza minore, meno grave onestamente.
Pochi giorni fa, c'era il rischio della perdita del posto di lavoro di diverse decine di persone a Sant'Antonino di Susa; c'è una multinazionale di mezzo, la Valeo. La multinazionale ci ha comunicato il licenziamento di queste persone; l'autorevolezza della Regione, probabilmente, in questo caso è valsa a far cambiare idea alla Valeo; a trovare dei percorsi alternativi, che in questo momento non sono più il licenziamento, ma la cassa integrazione, con la sottoscrizione di un accordo dove si impegnano a degli investimenti, ad un potenziamento, con delle riconversioni.
Forse, in questo caso - mi sia permesso di dirlo - l'autorevolezza della Regione nell'interloquire direttamente con la multinazionale è valsa quindi - ripeto - si tratta di una valutazione sempre soggettiva e io mi rendo ben conto che talvolta in un dibattito politico pesano molto di più le valutazioni soggettive che non i fatti. Nella mia risposta non ho inteso né smentire la Provincia né il collega Ronzani che chiedeva il coinvolgimento della Fiat all'origine. Ho inteso ribadire quello che è il comportamento lineare che questa Giunta regionale tiene con tutti gli interlocutori, dal più piccolo al più grande, quindi dalla piccola azienda dove il problema riguarda venti dipendenti, ma sono comunque venti persone che rischiano il posto di lavoro, quindi venti famiglie, alla più grande così come c'è la preoccupazione per i mille dell'ipotetico esubero Fiat, se il percorso non viene approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 92 (ex pdl 595): "Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il disegno di legge n. 92 (ex pdl 595), di cui al punto 3) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Ghiglia, che ha facoltà di intervenire.



GHIGLIA Agostino, relatore

La legge 31/7/1997, n. 249, recante: "Istituzione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisive", ed in particolare l'art. 1, comma 13, prevede espressamente l'istituzione dei Comitati regionali per le comunicazioni quali organi funzionali dell'Autorità, per il decentramento territoriale dell'attività di governo e di controllo del sistema.
Questa previsione legislativa è il risultato di un lungo confronto che le Regioni ed in particolare la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee a suo tempo aveva avviato con il Governo e le Commissioni Parlamentari.
Questo spirito di confronto, aperto in sede istituzionale dai governi locali, ed in particolare dal Piemonte, che all'epoca era referente, per i problemi dell'informazione, nell'ambito della Conferenza dei Presidenti aveva già precedentemente trovato espressione, infatti, nella l.r. 1/97 di Istituzione del Co.Re.Co.In.., nella quale il Consiglio regionale aveva voluto, così, rispondere alle esigenze di decentramento di governo e ne aveva evidenziato anticipatamente gli aspetti funzionali di controllo e garanzia, riconoscendo, contemporaneamente, la funzione strategica dell'informazione.
In realtà, queste nuove competenze non si sono attuate, sia perché il processo di revisione legislativa a livello di Regioni non ha avuto seguito sia perché sono mancati i presupposti per il trasferimento di queste funzioni dal livello centrale a quello locale.
Questo ruolo veniva, nel frattempo, superato dall'approvazione della legge 249/97 che, all'articolo 1, stesso comma, prevede l'individuazione da parte dell'Autorità, d'intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni degli indirizzi generali relativi ai requisiti richiesti ai componenti, ai criteri di compatibilità degli stessi, ai modi organizzativi e di finanziamento dei Comitati regionali medesimi.
E' proseguito, dunque, il tavolo di confronto Governo-Regioni-Autorità per la definizione dei criteri applicativi della legge 249. Si è trattato di incontri tecnici, nel corso dei quali i rappresentanti delle Regioni hanno esaminato il testo, avanzato diverse richieste di modifica, accolte dal rappresentante delle Autorità, la cui stesura ha fornito la traccia per formulare le leggi regionali di recepimento.
L'intesa raggiunta sugli indirizzi generali proposti - espressa il 18/3/1999 dalla Conferenza Stato-Regioni e successivamente trasmesso come atto relativo (repertorio atti n. 632) in data 22/3/1999 - ha portato alle deliberazioni dell'Autorità, n. 52/99 "Individuazione degli indirizzi generali relativi ai Comitati regionali per le comunicazioni", e n. 53/99 "Approvazione del Regolamento relativo alla definizione delle materie di competenza dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, delegabili ai Comitati regionali per le comunicazioni", entrambe del 28/4/1999.
Sono state raccolte, inoltre, le richieste avanzate nella risoluzione emersa dalla Conferenza dei Presidenti delle Giunte e dei Consigli regionali.
Con il P.D.L. allegato, recante "Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni", si intende dare, dunque, attuazione alla normativa statale sopra illustrata, da un lato confermando ed anche rafforzando il ruolo ricoperto dal CO.RE.COIN. di organo di supporto alla Regione in materia di comunicazione e, dall'altro prevedendo le nuove, specifiche competenze ad esso attribuite in quanto organo funzionale (decentrato) dell'Autorità.
Dal quadro normativo suddetto emerge una configurazione del ruolo e della natura del CO.RE.COM, assai più complessa e rilevante rispetto a quella dei Comitati regionali per il servizio radiotelevisivo (Co.Re.Rat.) già istituiti ai sensi della legge n. 223/1990, essendo i primi non soltanto confermati quali organi coinvolti nell'esercizio delle funzioni che la legislazione statale riconosce in questo campo alle Regioni, ma anche concepiti dal legislatore come strumenti per la diffusione sul territorio di quella generale funzione di governo, garanzia e controllo del sistema, di cui l'Autorità porta la responsabilità principale ma non esclusiva.
La definizione del duplice ruolo istituzionalmente rivestito dal Co.Re.Com., la cui attività al servizio sia di un organo politico rappresentativo delle esigenze e degli interessi della comunità locale sia di un organo tecnico tenuto alla più rigorosa imparzialità ed indipendenza di azioni, richiede particolare cura ed attenzione nella definizione delle norme capaci di assicurare la professionalità e l'indipendenza dei componenti, oltre a quelle finalizzate a riconoscere un certo grado di autonomia gestionale e finanziaria, oltre a calibrare l'organizzazione interna, in modo da garantire un efficace e corretto espletamento di tutte le funzioni (regionali e delegate).
Sotto il profilo delle funzioni attribuite al Co.Re.Com., ma con un'ulteriore specificazione rispetto agli indirizzi generali, nonch all'approvazione del regolamento relativo, risulta particolarmente significativa la definizione delle materie di competenza dell'Autorità delegabili ai Comitati stessi, (per le quali ci si attiene necessariamente al contenuto dell'articolo 5 del regolamento, di cui alla deliberazione dell'Autorità n. 53/1999).
Queste sono in particolare le funzioni consultive, relative ai regolamenti, i criteri di definizione delle tariffe e della qualità dei servizi e le concessioni di servizio pubblico, le funzioni di gestione, con il monitoraggio delle trasmissioni radiotelevisive, le funzioni di vigilanza e controllo, sia sulle radiofrequenze e le emissioni elettromagnetiche sia sul rispetto delle norme in materia di campagne elettorali nonché di tutela delle minoranze nel campo delle comunicazioni e le funzioni istruttorie (di conciliazione) in materia di controversie tra enti gestori ed utenza privata.
In attuazione della stessa norma, la proposta in esame definisce le funzioni proprie, riorganizzando quelle già previste dalla legge istitutiva del Co.Re.Rat. e da altre leggi regionali ed integrandole con nuove attribuzioni individuate sulla scorta delle esigenze emerse nel corso dell'attività del Co.Re.Rat. stesso.
Per quanto riguarda l'individuazione delle funzioni delegate (o, per meglio dire, delegabili), si attiene necessariamente al contenuto dell'articolo 5 del regolamento di cui alla deliberazione dell'Autorità n.
53/1999.
In particolare, risultano poste a garanzia della maggiore indipendenza possibile, non solo le norme rivolte ad impedire l'insorgere di conflitti di interesse, ma anche quelle che riconducono il Co.Re.Com. nell'orbita del Consiglio regionale, sia come struttura organizzativa che come dotazione finanziaria.
Con riferimento all'articolato, si illustrano, di seguito, le singole disposizioni: Art. 1 Definisce l'oggetto della legge, richiamando la normativa statale di riferimento ed istituisce il Co.Re.Com.
Art. 2 Individua la natura del Co.Re.Com., definendolo quale organo di consulenza e gestione della Regione in materia di comunicazione, nonch organo funzionale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Art. 3 Stabilisce la composizione del Co.Re.Com. con le modalità di elezione dei componenti, nonché il rinnovo e le procedure per elezione di nuovi membri Art. 4 Determina le incompatibilità per i componenti del Comitato riproducendo esattamente, per quelle di cui alla lettera a), il disposto dell'articolo 1, n. 6, lettera a) della deliberazione n. 52/99 dell'Autorità, ed integrando quelle di cui alla lettera b), in modo da puntualizzare al massimo le situazioni di incompatibilità economico professionali capaci di determinare conflitto di interessi Art. 5 Definisce le ipotesi di decadenza dall'incarico dei membri del Comitato con la relativa procedura Art. 6 Disciplina le dimissioni dei componenti Art. 7 Descrive le funzioni del Presidente e del suo eventuale sostituto Art. 8 Rimanda ad un regolamento interno e ad un apposito "codice etico" il funzionamento del Comitato, ed i criteri e le modalità di consultazione dei soggetti esterni, come previsto dall'articolo 1, lettera b), n. 1 della deliberazione n. 52/99 dell'Autorità Art. 9 Stabilisce i criteri per l'attribuzione dell'indennità di funzione al Presidente ed agli altri componenti, ed il trattamento ad essi spettante per rimborsi spese di viaggi e trasferte Artt. 10, 11, 12 e 13 Definiscono le funzioni attribuite al Comitato delegate ai sensi dell'articolo 1, comma 13, della legge 249/97, nonché i criteri di conferimento e di esercizio della delega. Sono necessariamente delegabili le funzioni individuate dall'art. 5 del Regolamento, di cui alla deliberazione n. 53/99 dell'Autorità Art. 14 Definisce le funzioni proprie attribuite al Comitato così suddivise: a) consulenza (per il Consiglio e la Giunta), che costituiscono il settore fondamentale di intervento del Comitato medesimo b) gestionali c) di controllo.
Art. 15 Dispone, in materia di programmazione dell'attività del Comitato indicando le scadenze, nel corso dell'anno, per la presentazione del programma e della relazione a consuntivo Art. 16 Rimanda ad appositi accordi la collaborazione fra Regione, Comuni ai fini della comunicazione al Comitato dei provvedimenti comunali concernenti emittenti radiotelevisive, impianti di trasmissione e ripetizione dei segnali di telefonia fissa e mobile, e con Amministrazioni provinciali ed A.R.P.A. per le attività di controllo e vigilanza, ai sensi della normativa nazionale e regionale relativa alle emissioni elettromagnetiche Art. 17 Individua in un'apposita struttura istituita presso il Consiglio regionale e con dotazione organica determinata nell'ambito del Consiglio medesimo, l'articolazione organizzativa di cui si avvale il Comitato per l'esercizio delle funzioni ad esso attribuite Art. 18 Prevede, in via transitoria, fino alla costituzione della struttura organizzativa prevista a regime, che il Comitato si possa avvalere del personale assegnato al Co.Re.Co.In., eventualmente integrato dal personale del Ministero delle Comunicazioni e dell'Ente Poste, come disposto dall'art. 1, comma 14, della legge 249/97. Gli artt. 19, 20 e 21 dispongono, rispettivamente, in materia di dotazione finanziaria, entrata in vigore della legge e abrogazioni.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale. Ci sono interventi? Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Saluto la conclusione dell'iter e dell'esame di questo provvedimento che si concluderà oggi in aula e che è stato, per una serie di ragioni che si possono desumere dai verbali di Aula e di Commissione, particolarmente faticoso.
Dal testo dell'articolato e dalla disciplina che ne emerge, mi pare che si sia raggiunta, almeno per una parte consistente, se non l'unanimità, una convergenza particolare fra tutti i Gruppi sia di maggioranza che di opposizione.
Relativamente al giudizio del provvedimento, dobbiamo fare una considerazione più generale. Dobbiamo chiederci in che misura istituiamo con questo provvedimento, un organismo che, nelle sue funzioni e nel suo rango, si muove in continuità con l'esperienza e con l'attività del Co.Re.Rat. e in che misura, invece, istituiamo qualcosa che, in sede locale, in sede regionale, espleta le stesse funzioni secondo un principio di analogia che l'Autorità di Garanzia sulle Comunicazione, svolge sul piano nazionale.
Ho l'impressione che, dal testo dell'articolato, la questione non venga risolta. Tutta la parte centrale del provvedimento - quella che riguarda le funzioni del Co.Re.Com. - da una parte è una lunghissima elencazione di funzioni delegabili, ma non delegate, che rimandano a successive convenzioni fra autorità, Regione e Co.Re.Com. e, dall'altra, ritaglia una serie di funzioni proprie (per altro stabilite dai regolamenti stessi dell'autorità) che definiscono, anche in termini istituzionali, il Co.Re.Com. in modo non molto diverso da come era definito dalla precedente normativa, il Co.Re.Rat.. Questa è la questione che ci troveremo dinanzi ancora per lungo tempo, non solo per i problemi che si porranno - e sicuramente si porranno - sulla nomina dei componenti del Comitato, ma anche rispetto all'uso che la Regione vorrà fare del Comitato stesso.
Qualora venissero attivate tutte le funzione delegabili, avremmo un organismo forte, che non ha solo funzioni gestionali di carattere amministrativo (poco più che tenuta dei registri) e funzioni amministrative rispetto alla garanzia dei diritti di accesso al sistema delle Comunicazioni (anche queste, funzioni che lo stesso Co.Re.Rat. svolgeva) ma un organismo forte che interviene su materie delegate con funzioni a volte istruttorie, a volte consultive, a volte anche gestionali.
Per essere chiari. Qualora avesse effettiva attuazione l'art. 11 avremmo un organismo che ha funzioni gestionali non solo sui registri, ma anche sul monitoraggio della programmazione televisiva, su tutta la materia delle interferenze elettromagnetiche, sul rispetto dei diritti di interconnessione, sui tetti delle radiofrequenze e sulla conformità alle prescrizioni di legge dell'attività delle società disciplinate da questa legge e da questa autorità regionale.
Nel caso in cui, invece, ci trovassimo di fronte unicamente ad un organismo che esercita le funzioni di cui all'art. 14, non ci sarebbero differenze di rilievo rispetto all'attività del Co.Re.Rat.. Penso che il problema andava risolto in sede legislativa procedendo a qualche forma di individuazione sommaria, approssimativa delle funzioni reali che questo organismo finirà per esercitare. La cosa ha una serie di ricadute anche pratiche rispetto alla nostra attività delle prossime settimane e, ad esempio, rispetto ai criteri di individuazione dei componenti del Comitato.
Sulla materia di incompatibilità, di cui molto si è discusso in Commissione e un po' si discuterà anche in aula, il problema che si pone è esattamente questo problema trasposto sul piano delle incompatibilità. Se noi abbiamo di fronte poco più che il Co.Re.Rat., i criteri di incompatibilità possono essere, ovviamente, quelli individuati, con qualche emendamento concordato, in questa proposta di legge. Nel caso in cui il rango dell'organismo fosse un rango superiore, è evidente che criteri di incompatibilità dovrebbero essere quelli che valgono sul piano nazionale per i componenti dell'autorità per le garanzie delle comunicazioni. Questo è un problema che propongo nella discussione generale ed intendo porre anche con un emendamento.
Secondo noi si danno due strade: o si stralcia tutta la parte delle funzioni delegabili e si rimanda ad ulteriore provvedimento rimandando, in quella sede, anche la definizione di ulteriori criteri di incompatibilità dei componenti del Comitato; oppure, se non si stralcia, se sta in piede con l'art. 11 così come definito, vanno di pari passo anche i criteri di incompatibiità stabiliti all'interno della legge.
Questa è una valutazione complessiva sul provvedimento. E' una valutazione allarmata anche dal fatto che questo organismo si troverà, come primo scoglio e prima materia da disciplinare nelle prossime settimane se, come ritengo, tutte le procedura saranno espletate in modo tale che l'organismo entri in funzione (quello oggi istituito) prima dell'inizio della prossima campagna elettorale - alla prossima compagna elettorale senza avere una definizione chiara e precisa del proprio mandato e delle proprie funzione.
Questa, ripeto, è la valutazione generale sul provvedimento. Rimando alla discussione degli emendamenti presentati, alcuni dei quali concordati altri no, per formulare una dichiarazione di voto sull'intero provvedimento.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi sulla discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Il fatto positivo è che, finalmente, seppure con qualche ritardo discutiamo questa proposta di legge che ha un carattere di assoluta importanza perché tratta di uno dei temi che più condizionano la vita della nostra società, da tutti i punti di vista, non solo dal punto di vista politico. L'informazione radiotelevisiva, le telecomunicazioni sono uno dei centri fondamentali in cui si può esercitare effettivamente del potere.
Potere di indirizzare, potere di convincere, potere di far crescere o no attività economiche rilevanti. Condivido l'approccio proposto dal collega Palma che di fronte a numerosi emendamenti l'esito degli stessi condizionerà pesantemente la natura di questo organismo. Quindi mi rimetto anch'io alla discussione sui singoli articoli e sugli emendamenti per dare un giudizio finale sulla correttezza, dal punto di vista degli obiettivi politici, di questo testo a garantire per tutti i diritti di accesso equilibrio nelle funzioni di monitoraggio e anche le caratteristiche proprie di coloro che saranno chiamati a svolgere un incarico che è di altissima responsabilità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Anche noi riteniamo che sia importante essere arrivati in aula con la proposta di legge n. 92, presentata prima in Commissione e poi in aula dall'intero Ufficio di Presidenza. L'istituzione e organizzazione del funzionamento del Comitato regionale delle comunicazioni, come hanno già detto i colleghi è un problema di grandissima rilevanza. Di grandissima rilevanza sul piano nazionale, di grandissima rilevanza sul piano regionale, con l'istituzione appunto di questi Comitati per il decentramento territoriale di un'attività che sia un'attività di governo ma anche di controllo di un sistema così determinante qual è quello della comunicazione, soprattutto nella realtà attuale, soprattutto nella relazione che questa può determinare tra i livelli istituzionali e il diretto contatto con i cittadini e la trasmissione di informazioni più o meno corrette agli stessi. Si tratta di una questione centrale, vitale all'interno della realtà odierna, noi riteniamo che una nuova normativa fosse assolutamente urgente e necessaria, così com'è urgente arrivare in aula con questo testo. L'avevamo fatto rilevare anche a livello della Commissione nomine, quando abbiamo cominciato la discussione sulla nomina dell'organismo secondo i vecchi criteri di lunga discussione all'interno delle Commissione nomine, ha portato poi al suo decreto di venerdì con una nomina dell'organismo, noi abbiamo molto insistito perché forti criteri di incompatibilità che riguardavano la nuova normativa venissero già rispettati nelle nomine da lei fatte del decreto sottoscritto dal Presidente dal Consiglio.
Stiamo esaminando i numerosi emendamenti che sono stati presentati, sia quelli presentati dal collega Mellano e dal collega Palma del Gruppo radicale sia quelli presentati stamattina dall'Assessore Cavallera.
Il nostro giudizio è quindi un giudizio positivo sul fatto che il testo sia giunto in aula, un giudizio di richiesta d'urgenza di una normativa come questa più adeguata e più conforme, nel corso della discussione e nell'esame degli emendamenti uno per uno noi formuleremo complessivamente il giudizio sul testo a seconda anche di come verrà emendato e verrà esaminato all'interno dell'aula.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Passiamo ora all'art. 3.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiederei al relatore una spiegazione sul significato del testo relativo al comma 4. Il comma 4 recita: "i componenti del Comitato sono nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale e restano in carica cinque anni e non sono immediatamente rieleggibili." Domando al relatore se va inteso che il componente eletto in una tornata non può essere rieletto nella tornata immediatamente successiva?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Il comma mi sembra abbastanza chiaro: "non sono immediatamente rieleggibili nella tornata successiva", poi in caso di scioglimento anticipato, per esempio se quel comitato durasse in carica solo due mesi, è chiaro che quella successiva lo sarebbero. "Ma immediatamente" significa che non sono rieleggibili subito dopo.



PRESIDENTE

C'è soltanto un approfondimento tecnico.
Consigliere Ghiglia, le chiedo io un chiarimento. Al comma 4) dell'art.
3 è previsto, per la nomina formale, il decreto del Presidente della Giunta. In effetti, stride con ...



GHIGLIA Agostino

Infatti, Presidente, è ciò che pensavo! Stride anche col fatto che adesso, la Presidenza provvederà con proprio decreto. Per cui, credo che potremmo emendarlo come: "Con decreto del Presidente del Consiglio regionale". Se vuole, scrivo il testo dell'emendamento.



PRESIDENTE

Nel disegno di legge a vostre mani, l'art. 3, comma quarto, recita: "I componenti del Comitato sono nominati (ovviamente dopo la votazione da parte dall'organo assembleare) con decreto del Presidente della Giunta regionale". E' evidente che tutto l'organo viene trasportato nell'orbita dell'assemblea e per questo ritenevo si trattasse solo di una necessaria precisazione tecnica.
3.1) Emendamento presentato dal Consigliere Ghiglia: all'art. 3, comma 4, sostituire le parole "del Presidente della Giunta regionale" con le parole "del Presidente del Consiglio regionale".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).



PRESIDENTE

Votiamo l'art. 3 nel suo complesso.



PRESIDENTE

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, ma c'è un emendamento!



PRESIDENTE

Sì, ha ragione, Consigliere Angeleri, c'è un emendamento a sua firma.
Dato che non eravamo ancora in fase di votazione dell'articolo e non abbiamo ancora fatto una divisione in commi, l'emendamento è ammissibile.
3.2) all'art. 3, comma 1, sostituire la parola "cinque" con sette".
La parola al Consigliere Angeleri per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Chiedo scusa per aver presentato l'emendamento all'ultimo momento, ma mi sembrava fosse opportuno che i membri del Consiglio di Amministrazione fossero in numero superiore. Per questo ho proposto di aumentare il numero dei componenti il Consiglio da cinque a sette, per poter avere una rappresentanza maggiore al suo interno e garantire uniformità al lavoro del Comitato.



PRESIDENTE

La norma nazionale consente quest'oscillazione numerica. Ha chiesto la parola il Consigliere Palma, ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Presidente, ho chiesto d'intervenire prima di tutto per una questione di metodo, poi per una questione di merito.
Fatte salve, ovviamente, le prerogative che il Regolamento "consente" a ciascun Consigliere - come il presentare anche in forma "volante" emendamenti durante la discussione di un provvedimento - è comunque difficile immaginare che, per un provvedimento la cui discussione ci ha tenuti impegnati tante ore, discussione in qualche misura indirizzata - non voglio usare la parola "blindata"! - ad una "rapida" approvazione, si arrivi alla discussione in aula con un emendamento che non potremmo propriamente definire "tecnico-formale"! Esso, infatti, modifica la composizione del Comitato, aumentandone il numero dei membri e, così come formulato - per quello che mi riguarda e per quello che posso capire risponde unicamente all'esigenza di equilibrio politico nelle nomine dei componenti del Comitato stesso.
Mi sembra non esista nessun'altra ragione - e dalle parole del Consigliere Angeleri nessun'altra ragione ho compreso - per chiedere l'aumento del numero dei componenti il Comitato.
Se volessimo discuterne secondo un criterio "tecnico", proprio l'aumento del numero dei componenti il Comitato potrebbe costituire non una ragione di ulteriore efficienza o un miglioramento dei meccanismi delle sue modalità di funzionamento, quanto piuttosto un limite. Allo stesso modo un limite sarà sicuramente costituito dalla necessità d'individuare (secondo le procedure di nomina che normalmente la Regione utilizza per nominare i componenti di questi organismi) sette membri piuttosto che cinque, secondo gli equilibri che dovranno essere rispettati.
Per i motivi esposti chiederei a chi è favorevole all'emendamento, se non allo stesso presentatore, di spiegarci la ragione di fondo della presentazione di tale emendamento e dell'aumento che con esso si richiede.



PRESIDENTE

Consiglieri, vi chiedo soltanto un po' di silenzio! Stiamo discutendo una legge non solo importante, ma anche di difficile stesura e formulazione.
Stiamo trattando dell'emendamento presentato dal Consigliere Angeleri con il quale si intende aumentare il numero dei membri del Comitato da cinque a sette.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Ho chiesto la parola, Presidente, per correttezza nei confronti del Consigliere Palma, che mi ha chiesto quale fosse il motivo per cui l'emendamento in oggetto sia stato presentato all'ultimo momento.
Chiedo scusa per le "modalità" di presentazione, ma ho ritenuto che avendone in qualche modo aumentato le competenze, il numero maggiore di componenti del Comitato dia la possibilità, ad esempio allo stesso Presidente, di delegare i singoli Consiglieri, e di avere rappresentata all'interno del Consiglio di Amministrazione, tutta una serie di aree politiche.
E' una motivazione che ritengo utile e valida, e che tende ad assicurare il miglior servizio che questa realtà deve offrire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Presidente, anch'io intendo esprimere un certo stupore per la repentina presentazione di quest'emendamento in aula, dal momento che, per settimane abbiamo discusso del provvedimento, sottolineandone l'urgenza e chiedendone più volte l'approdo in aula per una sua sollecita approvazione.
La motivazione testé addotta dal Consigliere Angeleri mi trova del tutto in disaccordo. Purtroppo, anch'io non riesco a vedere altra motivazione per allargare il numero delle nomine, nomine, quindi invito assolutamente i Consiglieri a valutare con attenzione questo piccolo emendamento che, invece, in qualche modo, può cambiare la natura dell'organismo. Sappiamo che gli organismi più sono ampi più è difficile che riescano ad operare davvero con concretezza; incontrano difficoltà anche soltanto per riunirsi. Sappiamo bene che, se davvero riusciamo ad individuare veri esperti del settore, e non esperti di comodo, sarà poi difficile svolgere riunioni sollecite e tempestive nel momento in cui ci sarà l'urgenza.
Quindi invito davvero l'Assemblea a valutare con attenzione questo emendamento che, a mio modesto avviso, è significativo e da respingere.



PRESIDENTE

Colleghi, vi prego di prestare attenzione agli interventi.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, sinceramente non mi sembra che questo emendamento attenga alla sostanza della legge, né che appesantisca o metta in difficoltà il ruolo del Comitato e le sue riunioni.
Teniamo presente che la legge nazionale consente al Presidente di affidare compiti di responsabilità e funzioni precise ai singoli membri del Comitato. Teniamo presente che questo Comitato viene molto potenziato rispetto alla sua attività e alle sue responsabilità. Teniamo presente che ogni membro potrà - come ho detto precedentemente - essere investito di funzioni delle quali, in qualche modo, dovrà rispondere.
Per quanto riguarda l'eventuale difficoltà di riunione di un Comitato se i Comitati decidono a maggioranza, è chiaro che la maggioranza di cinque fa tre, ma la maggioranza di sette fa solo quattro, quindi, anche in quel caso, non vedo particolari ostacoli all'ampliamento di questo Comitato.
In ogni caso, teniamo presente che è una facoltà concessa dalla legge nazionale, anche in previsione - e questo colleghi è importante - di ulteriori competenze che arriveranno in capo al Comitato, perché non sono ancora tutte previste.
Da questo punto di vista, credo che l'emendamento proposto, non attenendo alla sostanza della legge, possa essere tranquillamente accettato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, penso che la logica dei proponenti, dal Presidente del Consiglio al Vicepresidente e agli altri membri dell'Ufficio di Presidenza, non sia stata superficiale nel determinare in cinque il numero dei componenti il Comitato. Immagino che l'Ufficio di Presidenza abbia inteso dare vita ad un organismo agile e snello nel quale le responsabilità possano essere esercitate interamente.
Mi stupisce che all'ultimo minuto si cambino le carte in tavola in merito ad una questione che non è irrilevante, perché l'organismo diventa meno snello, più difficile da convocare e non penso che l'aumento dei componenti giochi a favore di una chiara assunzione delle responsabilità.
Inoltre, Presidente del Consiglio, questo emendamento comporta un incremento di spesa. Quindi, all'ultimo minuto si introduce un emendamento che comporta una notevole variazione della spesa.
Il metodo inaccettabile (presentazione all'ultimo minuto dell'emendamento per cambiare le carte in tavola) e il merito (rendere tale organismo meno snello e più costoso) mi sembrano buoni motivi per respingere un emendamento di questo genere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Mi unisco alle affermazioni del collega Mellano. La Commissione ha avuto tutto il tempo di discutere e ragionare sul provvedimento, quindi mi sembra singolare presentare in Consiglio un emendamento non significativo sul testo; se non è significativo non se ne sente neanche la necessità vista l'importanza del Comitato e anche l'urgenza di definire la nomina e la costituzione.
Per questo motivo noi siamo contrari all'emendamento presentato.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione sull'emendamento.
La parola al Consigliere Ghiglia per dichiarazione di voto.



GHIGLIA Agostino

Intervengo per dichiarazione di voto.
Procedo ad un'integrazione importante. La legge nazionale prevede da un minimo ad un massimo. E' chiaro che si deve anche tenere conto dei criteri di estensione territoriale: se sono cinque per la Basilicata non possono essere cinque anche per la Lombardia o per il Piemonte. Quindi, ha una sua logica che ci sia una graduazione del numero dei componenti anche secondo l'estensione territoriale, il numero delle emittenti, il numero dei quotidiani e quant'altro.



PRESIDENTE

D'accordo, voto favorevole di Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

Questa discussione ha una caratteristica curiosa, quella di ragionare come se i componenti del Comitato fossero l'organico del Comitato stesso e allora ci fosse la necessità di assumere più impiegati, più funzionari e più dirigenti in grado di espletare le funzioni attribuite al Comitato.
Evidentemente non è così. Non è che se noi moltiplichiamo per cinque, per sei o per sette il numero dei componenti del Comitato moltiplichiamo per cinque, per sei o per sette anche la sua efficienza e la sua rapidità di funzionamento.
In genere, per quello che dimostra l'esperienza di autorità "terze" a nomina "politico-partitica", il numero dei componenti di un organismo è in generale ragione di inefficienza e di lentezza e non ragione di rapidità di speditezza e di efficienza.
Per queste ragioni, richiamando tutte le ragioni di metodo che prima sono state illustrate e non ritenendo che debba neppure esistere un dato di proporzionalità territoriale tra il numero dei componenti il Comitato e la popolazione della regione - altrimenti nella nostra regione ci sarebbero anche Comitati composti da trenta componenti a fronte di Comitati composti da quattro componenti, se davvero il principio della proporzionalità dovesse essere fatto valere - il problema dell'aumento riguarda semplicemente il numero di nominati "politico-partitici" all'interno del Comitato per le garanzie delle comunicazioni, perché dobbiamo imparare ad intenderlo nella sua dimensione regionale.
Per tutte queste ragioni annuncio il voto contrario su questo emendamento.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione l'emendamento 3.2) Angeleri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 22 voti favorevoli, 11 contrari, non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 voti favorevoli 24 voti contrari 14 astensioni non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma, Mellano e Marengo: "L'art. 4, comma 1, lettera b) è così sostituito: b)i dipendenti regionali; i soci azionisti, gli amministratori e, i dirigenti e i dipendenti di imprese operanti nel settore radiotelevisivo e delle telecomunicazioni, della pubblicità, dell'informazione, della rilevazione d'ascolto e del monitoraggio della programmazione a livello sia nazionale sia locale; i titolari di rapporti di consulenza e collaborazione professionale retribuita con i soggetti sopra indicati. Non sono incompatibili quanti, a qualunque titolo, svolgano attività professionale nel campo editoriale in società o settori non soggetti alla vigilanza del Corecom".



PRESIDENTE

Sub4.1) Subemendamento collegato, presentato dai Consiglieri Palma, Mellano e Marengo: All'art. 4, comma 1, lettera b) le parole "nel campo editoriale" sono sostituite con le parole "nei campi sopra indicati".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione del subemendamento.



PALMA Carmelo

Intervengo solo per spiegare, essendo la materia complessa dal punto di vista giuridico, che questo emendamento, in qualche misura concordato fra maggioranza e almeno una parte della opposizione, riscrive la lettera b) del comma uno, dell'art. 4, che nella precedente formulazione, quella aggiunta dall'Ufficio di Presidenza, per ragioni meramente tecniche dava luogo ad alcuni equivoci.
Per essere chiari, tutte le cause di incompatibilità individuate nella prima redazione rimangono immutate, vengono semplicemente puntualizzate e si tenta una disciplina della incompatibilità, insieme rigorosa e non punitiva.
Si mantiene incompatibilità in tutti i settori sottoposti all'attività di controllo e vigilanza del Corecom, quindi non viene abolita nessuna ragione di incompatibilità, ma ci si limita a precisare, in sede legislativa, che in tutti i settori, disciplinati da questa normativa possono esistere dei campi di attività non sottoposti alla disciplina della normativa stessa e l'appartenenza ai quali, come dipendente, consulente e collaboratore non comporta ragioni di incompatibilità rispetto alla nomina come componente del Corecom.
Essendo questo un emendamento concordato indirettamente anche con il relatore ed essendo il subemendamento anch'esso tecnico, in quanto precisa ed estende questa disciplina, ritengo che si possa giungere a una sollecite, pressoché unanime approvazione, ed essendo un altro, in tema di incompatibilità, l'emendamento in cui, invece, si misura non solo la distanza fra le parti politiche, ma una diversa impostazione rispetto al modo di intendere e di disciplinare l'organismo e, quindi, anche le ragioni di incompatibilità dei suoi componenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho delle perplessità sulla seconda frase di questo emendamento comunque emendata.
Mi sembra non generare chiarezza l'illustrazione dei casi di non incompatibilità. Nominiamo le incompatibilità. Nominare, invece, le non incompatibilità ci mette su una strada molto scivolosa, perché dovremmo numerare una quantità straordinaria di casi. Se ne vuole nominare una fattispecie, quando, poi, è assolutamente pleonastico dire che non sono incompatibili quando svolgono attività non soggette alla vigilanza del Corecom.
Se non sono soggetti alla vigilanza del Corecom, non saranno incompatibili.
Perché dobbiamo scriverlo? Può generare della confusione, perché se le attività non rientrano tra quelle vigilate non sono incompatibili.
E' pericoloso, secondo me, inserire questa seconda frase. E' meglio parlare al positivo di incompatibilità ed essere chiarissimi su quello e non riprendere la questione dal versante opposto, definendo chi non è incompatibile. E' una definizione intanto parziale e, a mio modo di vedere superflua e pleonastica in questo caso e, poi, esclude la definizione di tutte le altre non incompatibilità. Mi sembra una struttura di ragionamento che in una legge può dare adito a molte svariate interpretazioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Non ritengo sia pleonastico e inutile ribadire le non incompatibilità perché ci si può trovare di fronte a casi particolari in cui non si riesce diciamo così, a definire meglio la incompatibilità. Faccio un esempio pratico: dove si dice "della pubblicità", se non delimitiamo il campo, e viene delimitato poi anche dal sub-emendamento, proprio dove si fissano le non incompatibilità, noi rischiamo di generalizzare troppo, cioè con "della pubblicità" noi rischieremmo di comprendere da Publitalia all'agenzia di cassettinatori di volantini, che chiaramente, nel secondo caso, non possono essere incompatibili, come non possono essere incompatibili tutta una serie di dipendenti o di lavoratori che ad altro titolo, quindi non connesso con le competenze del Corecom, lavorino lo stesso nel campo pubblicitario.
Non si riusciva a rendere questa cosa in positivo perché diventava veramente impossibile elencare tutte le possibili specifiche della pubblicità intesa in senso lato, quindi con il sub-emendamento all'ultima frase nelle non incompatibilità si è ridotto il campo, ma proprio per salvaguardare questo, altrimenti diventava impossibile renderlo, quindi non è assolutamente pleonastico né il sub-emendamento né l'ultima parte della frase.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi pongo in votazione il sub-emendamento test discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 1 astensione (1 Consigliere non partecipa alla votazione).
Pongo ora in votazione l'emendamento 4.1), come emendato dal sub.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 1 astensione (1 Consigliere non partecipa alla votazione).
Dichiaro quindi superati i seguenti due emendamenti a firma del Consigliere Ghiglia: 4.2) all'art. 4, lettera b) sono soppresse le parole da "i soci risparmiatori' a 'incompatibilità' 4.3) all'art. 4 è aggiunto un comma 1 bis che recita: "1 bis - dall'elencazione di cui al comma 1, lettera b), sono esclusi i soci risparmiatori delle società commerciali e delle società cooperative".
Rimane l'emendamento aggiuntivo all'art. 4 presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: 4.4) All'art. 4 aggiungere, dopo il comma 2, il seguente comma 3: "3. Per almeno due anni dalla cessazione dell'incarico i componenti del Comitato non possono intrattenere rapporti di impiego, collaborazione o consulenza professionale retribuita, con le imprese di cui alla lettera b) del comma 1, primo periodo.
La violazione di tale divieto comporta una sanzione pecuniaria pari al corrispettivo percepito, aumentato del 20%".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Forse non è evidente dalla sua formulazione, ma dovrebbe emergere dal suo significato: questo è un emendamento-chiave, perché non chiede semplicemente di disciplinare in modo diverso la materia delle incompatibilità, ma chiede indirettamente di chiarire il rango e la natura dell'organismo che andiamo ad istituire.
Questo emendamento che in questa formulazione apparentemente punitiva e discriminatoria limita l'attività professionale e non solo quella libero professionale dei componenti del Comitato per i due anni successivi alla cessazione dell'incarico, è in realtà la norma di incompatibilità che vale per i componenti dell'Autorità per le garanzie sulle comunicazioni, perch la questione di fondo è la seguente. Se noi immaginiamo di disegnare un assetto in cui in tempi brevi le funzioni delegabili a norma dell'art. 11 verranno progressivamente attivate attraverso convenzioni fra Autorità Regione e Comitato stesso, ci troveremmo dinanzi ad un organismo di rango evidentemente superiore, i cui componenti non sono disciplinati nella propria attività, anche in quella futura, da criteri analoghi a quelli con cui la loro attività e la loro stessa attività professionale è disciplinata nell'Autorità per le garanzie sulle comunicazioni nazionali.
Qui bisogna intendersi, cioè non è pensabile - lo dico ai proponenti cioè all'Ufficio di Presidenza, lo dico a chi ha la maggioranza per approvare questo provvedimento - che esista un organismo che interviene sui diritti di interconnessione, sui tetti delle radiofrequenze, sulla conformità alle leggi e alle prescrizioni amministrative dell'attività delle società editoriali, di pubblicità e così via, che disciplina l'intera materia della campagna elettorale, che interviene direttamente rispetto all'attività editoriale rispetto alle norme in materia di diritto e di rettifica, e potrei continuare con una lunghissima elencazione, che dal giorno stesso in cui cessa dall'incarico di componente del Comitato regionale sulle comunicazioni diventa dipendente, consulente o collaboratore, di una delle società che disciplinava nel senso generale restrittivamente come componente del Comitato stesso.
Adesso io non voglio citare la formula magica, anche perché è un formula nefasta politicamente, del "conflitto d'interessi", però mi pare difficile immaginare una disciplina in cui la stessa persona che interviene per dirimere le controversie fra Telecom e i consumatori, il giorno dopo la cessazione dall'incarico diventi consulente di Telecom, perché tutti gli elettori di questa Regione e tutti i consumatori di questa Regione avrebbero buone ragioni per dubitare sull'imparzialità e la correttezza di questo "funzionario pubblico".
La maggioranza, chi ha proposto questo provvedimento ha un'altra strada, e lo accennavo nell'intervento in sede di dibattito generale: stralciare l'intera materia dell'art. 11 e, siamo ancora in tempo prevedere che per tutte le funzioni delegabili, tutte le funzioni che fanno di questo Comitato l'analogo regionale dell'Autorità per le garanzie sulle comunicazioni venga approvato in seguito con una nuova disciplina, non solo della composizione, ma anche delle incompatibilità. In caso contrario, noi avremmo un organismo così istituito di rango superiore e amministratori che non solo sui criteri di individuazione, ma anche sui criteri di incompatibilità professionale, vengono disciplinati esattamente come se fossero dei componenti del Co.Re.Rat., cioè si dovessero preoccupare in larghissima misura di funzioni gestionali e amministrative e di una serie di garanzie anch'esse puramente amministrative sui diritti di accesso al sistema dell'informazione e della comunicazione.
Chiedo quindi al relatore e ai proponenti di pronunciarsi non tanto sul tenore del mio emendamento, quanto sulla natura dell'organismo che andiamo a costituire perché è evidente che in questa formulazione il Corecom potrà non essere nulla per i prossimi dieci anni perché nessuna funzione delegabile sarà attivata, ma potrà anche essere tutto nelle prossime settimane se subito venissero stipulate le convenzioni e indubbiamente in questa formulazione si andrebbe incontro ad una serie di inconvenienti come quelli che ho provato a descrivere.
Avendo dimostrato - il relatore me ne darà atto, me ne darà atto il Consigliere Marengo - nella discussione in Commissione più approfondita su questi temi, di non voler imporre una disciplina dell'incompatibilità punitiva o discriminatoria e di aver cercato in ogni modo di distinguere le singole posizioni e di stabilire anche un criterio generale di non incompatibilità, sia pure per quelli che prestano attività professionale in settori di confine con quelli disciplinati dal Co.Re.Com., se mi si dà atto di tutto questo, dall'altra parte mi si deve dare atto del fatto che esiste l'allarme che chi deve controllare Telecom, il giorno dopo diventi consulente Telecom. E' un allarme che mi pare fondato.
Dal punto di vista tecnico, questo emendamento, che sembra - mi è sembrato anche nel dibattito in Commissione - così punitivo, ritrascrive semplicemente il comma 9 dell'art. 2 della legge 481, relativa all'autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità, richiamata nella legge 249 art. 1, comma 5, come norma di incompatibilità dei componenti di questo comitato.
Giusto per chiarire la rilevanza di questa materia, presento - se il Presidente mi segue brevemente - un subemendamento, che fa corpo con l'intero emendamento, per aumentare non del 20%, ma del 50% la sanzione pecuniaria rispetto al corrispettivo percepito in violazione di questa norma di incompatibilità.
Quindi, Presidente, presento il seguente subemendamento: "La violazione di tale divieto comporta una sanzione pecuniaria pari al corrispettivo percepito aumentato del 50%", e non del 20% come indicato precedentemente.



PRESIDENTE

Già che siamo in tema, le chiedo questo, proprio da un punto di vista di tecnica legislativa: il corrispettivo percepito è da intendersi annuale o mensile?



PALMA Carmelo

Penso che per l'interpretazione di questa formulazione ci si possa riferire a quanto stabilito dalla legge 481, che non distingue il periodo di riferimento; immagino che sia il corrispettivo percepito non mensilmente o annualmente per l'intero periodo, ma nel periodo precedente alla sanzione della violazione della norma di legge stabilita.



PRESIDENTE

Periodo precedente cosa vuol dire?



PALMA Carmelo

Vuol dire che nel momento in cui una persona violasse tutte queste cose, la sanzione varrebbe rispetto al corrispettivo percepito fino a quel momento, non varrebbe sul corrispettivo quinquennale se il contratto fosse stato quinquennale, il corrispettivo percepito.



PRESIDENTE

Questo va bene. Poi un'altra domanda: chi provvede ad erogare la sanzione? Mi scusi, soltanto per portare un apporto: corrispettivo percepito inteso così, poi ci sono anche i lavori preparatori quindi il dibattito in aula regge, aumentato del 50% presenta l'emendamento, ma chi provvederebbe ad erogare la sanzione?



PALMA Carmelo

Poiché questa è una parte che dichiaro esplicitamente di non aver previsto nella formulazione dell'emendamento, vorrei capire se tecnicamente, è possibile provvedere a colmare questa lacuna.
Presidente, mi concede 5 minuti di sospensione?



PRESIDENTE

Gliene concedo due.



PALMA Carmelo

Lei sa meglio di me che, più volte, la Giunta chiede la sospensione anche di mezze ore o di un'ora nel corso della discussione di un provvedimento; chiederei semplicemente di consultarmi un momento...



PRESIDENTE

Magari intanto andiamo avanti nel dibattito, così lei può...



PALMA Carmelo

Sì, ma non è che si può andare avanti nel dibattito, perché l'art. 5 non si può approvare senza aver prima approvato l'art. 4.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per 3 minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 12.50 riprende alle ore 13.04)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Siamo alla discussione dell'emendamento a firma Palma e Mellano sull'art. 4.
E' stata presentata, oralmente, una proposta di modifica dell'emendamento 4.4) (sostituire "20%" con "50%" della sanzione pecuniaria), che aumenta la sanzione pecuniaria dal 20% al 50% - ovvero dal 120% al 150 Comunico inoltre che è stato presentato un subemendamento dal Consigliere Palma: sub 4.4) aggiungere al termine del comma 3, dopo le parole "aumentata del 50%", le parole "dove comminata dalla Giunta regionale".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Personalmente non sono assolutamente favorevole né al subemendamento n all'emendamento, per due motivi.
Il primo motivo è che la legge nazionale stabilisce che le incompatibilità abbiano valore soltanto per la durata del mandato, quindi per la durata in carica del Comitato di cui stiamo discutendo. E già solo questo, visto che ci rifacciamo in tutti gli articoli alla legge nazionale sarebbe, a mio avviso, un fatto concludente di ogni tipo di discussione.
Voglio però aggiungere una considerazione di carattere più generale perché una limitazione di questo genere - a parte le posizioni culturali dei singoli, quindi non pretendo assolutamente che sia una regola - a mio avviso è assolutamente illiberale. Mi sembra veramente un provvedimento di ostracismo postumo rispetto al lavoro.
Non si può fare una legge che contenga una riserva mentale; cioè: io non solo, fisso tutta una serie di incompatibilità che, come i colleghi avranno potuto notare, sono molto stringenti e limitano fortemente la possibilità di scelta e di professionalità adeguate nell'ambito dei componenti del Comitato, ma, dopo aver fatto e aver scelto la strada - che condivido - delle incompatibilità stringenti per evitare ogni possibile conflitto di interessi, non posso anche andare a dire allo sventurato (a questo punto) che osasse presentare la propria candidatura come componente del Co.Re.Com.: "Tu, per due anni, non potrai più andare a lavorare praticamente da nessuna parte" (chiaramente attinente alle funzioni che avrebbe ricoperto all'interno del Comitato stesso).
In quel caso, non solo noi avremmo ben pochi candidati, per cui non solo ne andrebbe a discapito della qualità e della professionalità della scelta, ma mi pare una previsione assolutamente ultronea rispetto allo spirito della legge, rispetto a dei principi generali, direi addirittura di libertà, che non possono essere così limitati.
Io non faccio neanche la battuta che questo signor X, dopo, dovrebbe o potrebbe andare a lavorare in Telecom; non capisco perché non sia stata citata anche Wind (ma lo dico come battuta per la nota polemica per cui Wind avrebbe regalato delle linee telefoniche a Rutelli). Quindi non potrebbe neppure andare a lavorare in Wind, Blu, Tim e tutti gli altri oppure in una televisione o per un quotidiano.
Mi sembra veramente che l'ambito della nostra scelta si ridurrebbe in maniera assolutamente inaccettabile.
Sulla sanzione, chiaramente, non ho nulla da dire: a questo punto, che la sanzione sia del 20-50 o del 99%, che sia irrogata dal Presidente della Giunta regionale piuttosto che da un altro, mi interessa abbastanza poco.
Siamo profondamente contrari allo spirito della proposta.



PRESIDENTE

Al di là del merito, osservavo una cosa, en passant: il metodo di rispondere attraverso il relatore anziché attraverso gli Assessori è più parlamentare: emerge la sovranità di un Consiglio, di un'aula. Poiché è l'unica legge che stiamo discutendo non proposta dalla Giunta, lo rilevavo in modo assolutamente neutrale.
Ci sono i relatori, poi i controrelatori... Questo potrebbe essere un meccanismo che indirizza un modello di interlocuzione, di autoragionamento da parte dell'assemblea, anziché di confronto tra l'assemblea ed un organo esterno, gradualmente sempre più esterno. Scusate la digressione, mi sembrava non impertinente da nessun punto di vista.



LEO Giampiero, Assessore regionale (fuori microfono)

Appropriatissima.



PRESIDENTE

L'esponente della Giunta l'ha considerata appropriata.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Intanto non ci sono le condizioni per votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Al di là del fatto che la sanzione, giustamente, potrebbe anche essere del 100%, come avviene in tanti altri casi (non ci sarebbe da meravigliarsi), l'art. 4 è uno dei punti fondamentali dell'intero progetto perché riguarda le incompatibilità.
Mi trova assolutamente concorde sia la proposta dell'emendamento che del subemendamento, considerando le competenze che dovrà avere il Co.Re.Com., altrimenti noi saremmo ancora al Co.Re.Rat.
Vista la natura, la rilevanza e la complessità delle competenze che dovrà avere il Co.Re.Com. non voglio ripetere l'elenco che ha fatto prima il collega Palma, ma proprio per questi motivi condivido l'emendamento relativo ai due anni, che fra l'altro non era assolutamente limitativo della libertà di qualsiasi dei membri che andranno a costituire il Co.Re.Com..
Difatti, le società, le professionalità, le professioni, le attività sono talmente tante che non si restringono solo a quelle previste dal Co.Re.Com., per cui c'è tutta la possibilità, anche considerando i due anni, di poter svolgere qualsiasi attività, limitando il fatto che ci possano essere quei conflitti di interesse che vengono ogni tanto ripresi.
Io provengo da un settore dove non è assolutamente strano, anzi è usuale, che sulla base di accordi tra professionisti e società ci siano delle incompatibilità, nel senso che, alla fine di un rapporto di lavoro nel periodo successivo, per "x" tempo, una persona non può collaborare con società di quel settore.
Tutto ciò mi sembra naturale e non lesivo della libertà, il che mi porta a condividere la proposta dell'emendamento e anche quella del subemendamento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo per ribadire le ultime cose sottolineate dal collega Placido.
Io non ho lavorato in un settore così delicato come quello dell'informazione, dell'editoria, della comunicazione mediatica, ma anche nel settore per cui ho lavorato fino all'altro ieri, che era la consulenza e l'informazione rispetto al mercato del lavoro e alle politiche giovanili anche nel caso di piccole ditte private di questi settori, sono previste clausole di questo tipo. Con questo intendo dire che, per persone che lavorano in settori delicati e a contatto con Enti che possono diventare referenti successivi all'esperienza di lavoro, diventa indispensabile riuscire a garantire non solo l'onestà della persona inserita, ma anche un presupposto di sicurezza e di... Insomma, la persona non deve essere soltanto onesta, ma deve anche apparire onesta.
Quindi, in qualche modo, darsi delle clausole come questa, che è minima (è una clausola davvero banale, di garanzia, proprio per riuscire a dare l'impressione al pubblico e all'opinione pubblica che non sono sempre le stesse persone che gestiscono affari delicati e poi, in qualche modo, c'è un passaggio diretto tra il controllato e il controllore. Chi deve controllare in una fase poi diventa improvvisamente anche parte delle ditte controllate precedentemente.
Quindi, colgo anche la provocazione del collega Ghiglia che sostiene che questa non è una proposta liberale. Questa invece è una proposta liberale, in quanto si pone l'obiettivo di controllare e di garantire quella chiarezza, quella trasparenza, quella sicurezza e certezza delle regole che sono parte cospicua del pensiero liberale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Il Presidente Riba ha già salutato come una grande innovazione questo dialogo con il relatore e con la Giunta, e non con i proponenti, come esempio di dialettica parlamentare.
Per onorare ulteriormente questa dialettica e per precisare alcune cose che, nella foga difensiva del provvedimento, ha detto il relatore Ghiglia innanzitutto non esiste nessuna norma della legge nazionale che preveda che le compatibilità stabilite per i componenti del Comitato debbano limitarsi al periodo di esercizio del loro mandato. Non è sicuramente questo né il tenore né il significato del comma 13 dell'art. 1 della legge n. 249/97.
In secondo luogo, è abbastanza curioso che si definisca e si denunci la natura illiberale e persecutoria di una norma di garanzia, e non solo d'incompatibilità, attualmente adottata per la disciplina dell'attività di tutti i componenti delle Autorithy italiane, o poco ci manca. Vale per l'autorità per le garanzie e per le comunicazioni, vale per l'autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità, in cui questa norma è contenuta come norma di riferimento anche per la normativa relativa ad altre autorità; è un principio generale normalmente adottato in questi casi.
Se non lo si vuole adottare, anziché tentare di spiegare per quale ragione sarebbe totalmente abnorme, visto che abnorme non è, ed è un principio del tutto generale della nostra legislazione, bisognerebbe tentare non di contestare la regola, ma di giustificare l'eccezione.
Bisognerebbe spiegare per quale ragione i componenti di un organismo di questo rango non dovrebbero essere assoggettati alle stesse regole, anche in questa materia, che valgono per i componenti di tutte le autorità terze con funzioni di controllo, vigilanza, governo e gestione di alcune materie.
Questa scelta, se è vero che lascerà una situazione più semplice e più agile da gestire rispetto alle procedure di nomina, rischierà di diventare un problema grave - quando non gravissimo - qualora legittimamente i cittadini, le associazioni dei consumatori, oppure anche concorrenti di società sottoposte alla disciplina del Co.Re.Com. intendessero denunciare l'attività di un componente che il giorno prima disciplinava la materia, e il giorno dopo entrava in questo mercato come consulente e collaboratore.
Ovviamente, chi mi conosce in quest'aula sa che mi appassiona tutto fuorché l'agitare lo spettro di sanzioni di altra natura, però, trattandosi di una sanzione pecuniaria di carattere amministrativo di una norma di buona educazione civile, che normalmente nel nostro ordinamento viene ricompresa per tutte le autorità di questo tipo, chiedo all'aula di approvare questo emendamento, che è un emendamento dirimente del giudizio che darò di questo provvedimento, pur - lo ripeto, visto che non ci siamo ancora arrivati - di stralciare l'art. 11.
Queste sono le due alternative che si prospettano.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il subemendamento 4.4) Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 21 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo in votazione l'emendamento 4.4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 23 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 4, come emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 voti favorevoli 23 voti contrari 2 astensioni 9 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 voti favorevoli 32 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 voti favorevoli 32 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 voti favorevoli 32 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 8 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Nel primo comma dell'art. 8 è previsto un adempimento da parte del Co.Re.Com., però non è previsto che cosa succede se il Co.Re.Com. non definisce il Regolamento e quindi bisogna rendere più conclusa questa norma che dice: "Entro un mese deve approvare". E se non approva? Nel secondo comma, invece, si dice: "Il Comitato approva altresì..." non c'è nemmeno più scritto il mese. Siccome riguardano due fatti a cui penso i proponenti assegnino grande importanza - il Regolamento interno e addirittura un codice etico - bisognerebbe essere un po' più precisi nello stendere le due norme.
Aggiungo di avere qualche perplessità riguardo a questo codice etico perché l'etica non è questione di poco conto né di semplice definizione. Mi sembra un po' velleitario scrivere che si deve approvare un codice etico senza aggiungere alcunché.
Di cosa si compone questo codice etico? Si dica qualcosa, perché questi due punti non sono chiari. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, ho visto la legge nazionale, la quale recita: "...con riferimento al Regolamento nella fase iniziale". Quindi è più generica rispetto alla nostra.



CHIEZZI Giuseppe

Noi dobbiamo andare oltre: il federalismo, il decentramento regionale ...



PRESIDENTE

Che belle parole, Consigliere, vedo un cambiamento in lei!



CHIEZZI Giuseppe

Siete voi che imboccate il federalismo e poi spalleggiate il centralismo!



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, ha dei suggerimenti? Prego.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. La legge nazionale non ci viene in soccorso, perch lo prevede ma non fa un'esplicita soluzione al problema posto dal collega Chiezzi. Il Co.Re.Co.In.. ha un proprio Regolamento interno. Se vogliamo esplicitiamolo, ma penso che si possa proseguire con il vecchio Regolamento fino a quando non avremo approvato il nuovo. Non vedo altre strade possibili: un termine va fissato, altrimenti diventa il giorno di "San Mai", la legge nazionale non ci dà un appiglio e trovare dei precedenti o delle analogie diventa decisamente complicato.
Potremmo, pertanto, aggiungere che vale il vecchio Regolamento fino all'approvazione di quello nuovo. Credo sia la via più semplice e percorribile.
Riguardo al codice etico non dico nulla. Codice etico è anche un modo di dire rispetto al comportamento di consulenti, dipendenti e quant'altro ed è giusto, a questo punto, che non venga fissato un limite. L'avrei messo addirittura come facoltà.



(Il Consigliere Ghiglia si reca presso il banco della Presidenza per concordare un emendamento all'art. 8)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghiglia.
8.1) Emendamento presentato dal Presidente del Consiglio regionale, Cota e dal Consigliere Ghiglia: aggiungere il seguente comma 1 bis: "1 bis) Sino all'approvazione del Regolamento citato si applicano le disposizioni del Regolamento già in uso al Comitato di cui alla L.R. n.
1/97".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 8, come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 voti favorevoli 32 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 voti favorevoli 32 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 voti favorevoli 32 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 voti favorevoli 32 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
ART. 12 12.1) Emendamento presentato dal Consigliere Ghiglia: "all'art. 12 è soppresso il comma 3 (in quanto il testo è già contenuto nell'articolo finanziario".) Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 12, come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 13 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 14 14.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: al comma 1, lettera a), paragrafo 1), dopo le parole "relativi impianti" aggiungere le parole "al fine dell'emanazione dei provvedimenti di competenza regionale, previa verifica di armonizzazione con gli indirizzi previsti nelle norme di settore in materia di pianificazione territoriale e ambientale".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho qualche difficoltà nella lettura di questo testo. Mi sembra un testo parecchio involuto e poco chiaro. "La funzione di formulare proposte sulla localizzazione degli impianti al fine dell'emanazione dei provvedimenti di competenza regionale previa verifica di armonizzazione con gli indirizzi previsti nelle norme di settore in materia di pianificazione territoriale ambientale". Il termine "armonizzazione" mi sembra troppo vago. Cosa vuol dire: "armonizzare i provvedimenti con gli indirizzi previsti delle norme".
Si tratta di essere "congruenti", "osservanti", ma non "armonici". Cosa c'entra l'armonia: o è congruenza o osservazione! L'armonizzazione cos'è?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'esigenza è quella di collegare questa partita con quella di natura ambientale e territoriale che è in fase di evoluzione sia a livello nazionale che regionale. Se l'osservazione del Consigliere Chiezzi tende perfezionare la terminologia, non ci sono problemi. Il termine "emanazione" può diventare "approvazione" e "armonizzazione" può diventare "congruità" o "compatibilità".



PRESIDENTE

Proporrei di usare il termine "compatibilità".
Pongo in votazione l'emendamento 14.1), con l'avvertenza che il termine "armonizzazione" è sostituito dal termine "compatibilità".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere) 14.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: all'art. 14, il comma 1, lettera b), paragrafo 1, viene sostituito dal seguente: "Collabora all'aggiornamento del catasto regionale degli impianti fissi radioelettrici all'interno del sistema informativo regionale ambientale, in armonia con le previsione normative nazionali e regionali di settore".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere) 14.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: all'art. 14, al comma 1, lettera c), paragrafo 1, dopo la parola "superati" aggiungere le parole "le modalità di collaborazione verranno precisate nei provvedimenti regionali da adottarsi in materia di tutela ambientale e protezione dell'inquinamento elettromagnetico".
Pongo in votazione l'emendamento 14.3) Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere) Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 14 come emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto, dell'articolo emendato L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 39 voti favorevoli 36 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 36 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 15 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 16



PRESIDENTE

16.1) Emendamento soppressivo presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: "l'art. 16, comma 2, è ridondante e generico perché ripete quanto previsto all'art. 14, comma 1, lettera c), paragrafo 1, e non precisa come si sostanzializza la collaborazione e la vigilanza e, pertanto, se ne chiede l'abrogazione".



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato dal proponente.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei una spiegazione sulla necessità di subordinare la comunicazione da parte dei comuni, al Comitato dei provvedimenti sulle postazioni, alla stipula di specifici accordi con la Regione. Non capisco questo appesantimento, non si potrebbe, così come recita il comma successivo scrivere nella legge che i comuni danno comunicazione al comitato dei provvedimenti. Perché si subordina alla stipula di specifici accordi con i comuni? Forse nella legge nazionale? Mi sembra un giro di carta di cui non capisco la necessità. Se si potesse abbreviare sarebbe meglio.



PRESIDENTE

La ratio di questa previsione, Consigliere Chiezzi, sta nel fatto che il Comitato normalmente non si rapporta direttamente ai Comuni, quindi in qualche modo la previsione di un accordo tra Comune e Regione fa in modo che il rapporto ritorni un po' nell'alveo regionale. E' comunque la Regione che individua, tramite gli accordi il criterio o la procedura che consente la comunicazione al comitato.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Devo dire che sono personalmente anche abbastanza d'accordo con il Consigliere Chiezzi. In effetti noi abbiamo tanti comuni, per cui comporterebbe un appesantimento enorme affermare che con i singoli Comuni si stipulano degli specifici accordi. Si potrebbe fare un'altra cosa. Si potrebbe dire che la Regione stipula con ANCI e UNCEM, comprensivi di tutti gli Enti locali, un accordo che prevede espressamente la comunicazione. Se ne stipula uno, perché altrimenti ogni singolo comune avrebbe diritto di stipulare un accordo particolare. Altrimenti rischia di diventare un meccanismo abbastanza complicato e pesante anche per la stessa struttura.
Non so se sono stato chiaro.



PRESIDENTE

16.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia e Chiezzi: Il comma 1 dell'art. 16 è sostituito dal seguente: "1. I Comuni comunicano al Comitato i provvedimenti di rispettiva competenza concernenti le postazioni emittenti radiotelevisive, nonché gli impianti di trasmissione o a ripetizione dei segnali di telefonia fissa o mobile".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 33 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 16 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 35 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 16 è approvato.
ART.17 17.1) Emendamento presentato dal Consigliere Ghiglia: all'art. 17, comma 2, dopo le parole "è determinata", aggiungere le parole: "dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 28 voti favorevoli e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 17 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 21 è approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi i per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



CHIEZZI Giuseppe

Dichiaro, come ho fatto per tutti gli articoli, la mia astensione su questo provvedimento di legge che non ha risolto alcuni problemi sulla sua costituzione riguardo all'effettivo svolgimento di alcune funzioni. E' una legge che ha subito anche il colpaccio di maggioranza teso ad incrementare il numero dei componenti del Comitato. Si tratta di una legge che ha anche alcune indeterminatezze che non escludo possano portare il Commissario di Governo a respingerla, perché è una legge che non determina l'organico.
Mi sembra che le leggi dovrebbero essere precise in tema di organico ma è una legge che non determina le spese conseguenti a questa decisione.
Quando si istituisce un organo, la legge dovrebbe comprendere com'è costituito questo organo con la dotazione organica e, grosso modo, qual è l'impegno di spesa, quindi non mi stupirebbe che il Commissario di Governo respingesse il progetto di legge.
Per questi motivi, mi astengo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Presidente, ho chiesto la parola solo per fare una brevissima e conclusiva dichiarazione di voto sul provvedimento.
Come anticipato, riteniamo che una serie di questioni di fondo da noi poste - in particolare con un emendamento - non siano state sciolte.
L'organismo che emerge da questa legge è, al momento, ancora vago nelle sue competenze e funzioni e, purtroppo, equivoco nella sua composizione.
Per queste ragioni, pur ribadendo e concordando sull'urgenza e la necessità del provvedimento, non possiamo approvarlo in questa sua formulazione. Annuncio quindi, a nome del mio Gruppo, un voto di astensione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Palma.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 33 hanno risposto SI' 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.



PRESIDENTE

I nostri lavori si aggiornano oggi pomeriggio alle ore 15,30.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,59)



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