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Dettaglio seduta n.449 del 29/04/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


GALASSO ENNIO LUCIO



(Alle ore 10.02 il Consigliere Segretario Galasso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.56)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Cantore, Dutto Ghigo, Pedrale, Rossi Giacomo, Tomatis, Vaglio.


Argomento: Variazioni di bilancio

b) Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 15 aprile 2004, ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'art. 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), 8 deliberazioni (L'elenco delle deliberazioni sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proposta di deliberazione n. 437: "Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale - DPEFR 2004-2006 l.r. 11 aprile 2002, n. 7"


PRESIDENTE

L'esame della proposta di deliberazione n. 437, di cui al punto 5) all'o.d.g., prosegue con l'esame degli emendamenti ad essa riferiti.
Emendamento rubricato n. 19 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Moriconi: paragrafo: 2.4 il Welfare di qualità: bisogni, diritti e responsabilità.
Capitolo 2.4 Le politiche per la casa Aggiungere, prima del capoverso iniziale, "se fino alla prima metà..." il seguente capoverso: "Il fabbisogno di edilizia residenziale, anche a fronte dei nuovi flussi migratori che attraversano la nostra regione, torna ad essere una questione centrale delle politiche sociali del nostro territorio. La Regione Piemonte, anche al fine di incentivare il recupero delle case sfitte e consentire una politica della casa rispondente alle necessità della popolazione piemontese, aumenta le risorse a disposizione per il contributo all'affitto della prima casa per le famiglie indigenti".
La parola al Consigliere Papandrea, per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

In questo emendamento vogliamo sottolineare un aspetto significativo: il riapparire di un'emergenza che negli anni scorsi poteva sembrare superata, ma che il concatenarsi di una serie di fattori ha ripresentato.
Infatti, mentre assistiamo ad un forte sviluppo dell'edilizia privata, sul terreno dell'edilizia pubblica vi è una situazione di crisi, che purtroppo coinvolge un numero crescente di utenza.
Questa situazione è causata dal concatenarsi di una serie di fattori: il fatto che tutto il patrimonio edilizio pubblico tende a diventare obsoleto e necessita di una forte ristrutturazione e il problema che un numero crescente di famiglie non è in grado di affrontare il mercato delle locazioni.
Tra l'altro, ritengo che questo fenomeno crescerà ulteriormente. In questi anni, molti giovani hanno rinviato il momento dell'abbandono della famiglia, non mettendo su casa né come single né come nucleo familiare proprio perché questo problema è acuto. Inoltre, si combina con delle incertezze che soprattutto i giovani sentono rispetto al futuro, legate alla diffusione di forme di lavoro sempre più precario.
Molti giovani rinviano il più a lungo possibile il momento dell'abbandono della casa dei genitori prima di cercare una propria abitazione. Più il tempo passa, più questo fenomeno si aggrava, perché il momento dell'abbandono della famiglia d'origine e la nascita di una nuova famiglia non è più procrastinabile; si determina, pertanto, un momento di rottura, con il conseguente aspetto di ricerca di nuove abitazioni.
Ripeto (anche i giornali ormai ne parlano abbondantemente): siamo di fronte ad un aumento della povertà, sempre più famiglie si trovano sotto la soglia della povertà. Da questo punto di vista, riteniamo debba essere presa in considerazione una politica di sostegno al reddito, per poter affittare case sul mercato e soprattutto una politica di rilancio dell'edilizia pubblica.
Nell'emendamento presentato esiste anche un fattore legato ai flussi migratori, che non possono più essere affrontati com'è stato fatto negli ultimi anni. I flussi migratori tendono a creare una fetta stabile significativa di popolazione fatta da immigrati, che hanno le caratteristiche che ricordavo prima. Si tratta di settori che con difficoltà riescono ad affrontare il problema degli affitti e spesso sono vittime di un giro di locazione in nero, che è persino più costosa.
Per questo motivo, pensiamo che anche questo aspetto necessiti di un approfondimento e di una politica mirata, affinché chi arriva nella nostra regione e lavora in modo regolare abbia la possibilità di accedere, come tutti, alle agevolazioni esistenti per una serie di famiglie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 19, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Per mancanza del numero legale dichiaro non valida la votazione e sospendo la seduta. (ex art. 52, comma 4, del Regolamento).



(La seduta, sospesa alle ore 11.05 riprende alle ore 11.35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco nuovamente la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 19 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 20 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Moriconi: paragrafo: Territorio e sistema economico: alleanza per lo sviluppo, la competitività e l'attrattività.
Capitolo 3.1.3 Ambiente rurale ed agricoltura Aggiungere, prima del capoverso iniziale "il territorio rurale ..." il seguente capoverso: "Il territorio rurale e l'agricoltura rappresentano un patrimonio e una risorsa per il sistema economico piemontese.
In questo senso la Regione Piemonte intende investire risorse economiche e politiche di sviluppo finalizzate al recupero dei territori rurali in abbandono, in particolare montani e collinari, al fine di incentivare le produzioni agricole naturali come l'agricoltura biologica, valorizzare i prodotti tipici e genuini del territorio ed elevare la qualità di vita delle popolazioni invertendo la tendenza all'abbandono delle campagne consentendo così il ritorno alla cura del territorio, delle aree boschive al mantenimento degli assetti idrogeologici, elementi fondamentali per arginare gli impatti devastanti degli effetti delle calamità naturali sempre più frequenti.
Tale scelta è in grado di rispondere, anche se solo parzialmente, alla necessità di nuovi posti di lavoro nella nostra regione." La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Con una certa presunzione, mi rendo conto che parlare prima del Presidente Riba non sarebbe una cosa seria; di fatti, il collega Marcenaro parlerà dopo il Presidente Riba. Ad ogni modo, mi azzardo a parlare prima per illustrare questo emendamento che, anche in questo caso, sul paragrafo "Territorio e sistema economico, alleanza per lo sviluppo, competitività tra attività", sceglie una priorità e distingue questa scelta da quelle che comunemente vanno per la maggiore in questo periodo.
I firmatari dell'emendamento chiedono che, se vuol parlare di alleanza per lo sviluppo e di competitività tra attività, se ne cominci a parlare dal territorio rurale e dall'agricoltura. E' una scelta di campo netta, che si differenzia dalle scelte che, quando si parla di sviluppo economico cominciano a parlare di pietrischetto bitumato, di reti elettrosaldate, di betoniere ed altre cose infrastrutturali, legate allo sviluppo economico che utilizza il territorio come una sede sulla quale realizzare quelle infrastrutture.
Con questo emendamento, invece, si considera il territorio in quanto tale come una infrastruttura: la terra è la madre di tutte le infrastrutture; innanzitutto è essa stessa una infrastruttura, se la si inserisce in un progetto politico che la valorizzi in quanto tale, non in quanto sedime sul quale appoggiare autostrade e via dicendo.
L'agricoltura può essere un fattore importante di sviluppo per la nostra Regione. C'è una provincia, quella che casualmente mi ha dato i natali, che è la provincia di Cuneo, della quale numerosi Consiglieri sono originari, che è la dimostrazione che una politica basata su un uso intelligente del territorio rurale è una politica che genera sviluppo.
Lo dico perché la provincia di Cuneo è una di quelle province che rispetto a un'ottica di sviluppo basata ad esempio sulle infrastrutture stradali, ha una minore intensità di infrastrutture; difatti, nella provincia di Cuneo si lamentano da sempre che ci sono difficoltà di collegamenti di vario tipo (ferroviario, viario e via dicendo). Tuttavia la provincia di Cuneo in questi ultimi decenni, in base a tutte le ricerche che sono state fatte anche da parte dell'IRES, è una delle province che non ha mai segnato il passo rispetto ai livelli di sviluppo, che non ha mai avuto i problemi che hanno avuto altre province più caratterizzate da sviluppo industriale e infrastrutturale; per quanto riguarda l'occupazione il reddito è una delle province in cui la compagine sociale ha alti fattori di coesione.
Penso che quello della provincia di Cuneo, che ha ancora all'interno della propria struttura economica il territorio rurale come territorio generatore di profitto, di ricchezza e anche di manutenzione del territorio, sia un esempio che debba far riflettere quando si parla in termini di sviluppo e competitività. Non ci sono solo le strade e le ferrovie: c'è il territorio rurale che può essere un fattore grande di dinamica economica e di sviluppo economico.
Questo è il senso dell'emendamento: prendere per prima cosa in esame il nostro territorio dal punto di vista dell'utilizzo rurale e agricolo per farne la prima delle leve di sviluppo, dopo tutte le altre.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Ritengo doveroso intervenire su questo emendamento perché il comparto agricolo è particolarmente importante per l'economia di questa Regione ed è un comparto che in qualche modo questa Giunta deve tenere un pochino più in conto, considerando il numero degli addetti che il comparto stesso assorbe.
Il documento di programmazione economico-finanziaria, attraverso la relazione delle pagg. 84 e 85, non mi sembra dare sufficiente risalto a questo tipo di attività. Volevo far notare a lei, signor Presidente, e all'Assessore all'agricoltura che nell'ultimo periodo le imprese agricole sono passate da 190 mila a 120 mila: c'è stata una contrazione, secondo i dati ISTAT, del 37,8%. Se mi riferisco alla poca attenzione che questa Amministrazione dà all'agricoltura e alla competitività è perch evidentemente la competitività regionale nostra ce la giochiamo con i Paesi della Comunità Europea. Volevo far notare che le aziende agricole della Comunità Europea hanno una dimensione minima almeno di 40 ettari, contro le nostre aziende che si aggirano intorno ai 5-6-8, al massimo 9 ettari. Di conseguenza, per fare una politica di sviluppo corretto e coerente per questa Regione, bisogna vedere in che modo utilizzare e in che modo ingrandire le nostre aziende, le nostre attività.
Si è data molta importanza al comparto del vino, molti sono stati i nastri che il Presidente di questa Giunta ha tagliato, ma, a forza di tagliare nastri, ha rovinato il vino, in quanto i costi sono andati alle stelle. In questo momento, abbiamo una crisi molto evidente nel settore vinicolo. Questo significa che non riusciamo più a essere competitivi sotto l'aspetto dei costi. Ci è restata la qualità, ma deve essere conforme a quanto richiesto dal mercato, altrimenti è una qualità che non fa economia resta soltanto una qualità da collezione.
Mi rivolgo alla Giunta: i 60 mila addetti dell'intera filiera agricola meritano un po' più di attenzione. La creatività di chi gestisce questo comparto deve essere un po' più spiccata, altrimenti, per il futuro, ci giochiamo quanto rimane di questa Regione. Tutti sono a conoscenza del fatto che l'industria tradizionale ci sta abbandonando e con il passaggio ad un'era tecnologicamente più avanzata ci stiamo rimettendo posti di lavoro. La nostra situazione è sempre più preoccupante. I disoccupati, così come indicato dagli istituti di statistica, sono oltre 100 mila.
Conseguentemente, il comparto agricolo va visto con maggiore creatività e affrontato con maggiori investimenti, considerando che lo stesso comparto incide sul PIL piemontese del 5,3%.
Da questa Giunta ci aspettiamo una modifica dell'indirizzo dato al Documento di programmazione economica e che questo emendamento venga accettato. L'indirizzo mi sembra corretto, coerente e si inserisce nel contesto di sviluppo futuro di questa società, che sta cambiando indirizzo.
Da società spiccatamente industriale si torna all'agricoltura, ma tecnologicamente più avanzata, con una logica di mercato più rigorosa. Si devono aumentare le superfici e si deve fare qualche riflessione sugli organismi geneticamente modificati. Insomma, si deve fare in modo di non restare indietro, perché la globalizzazione va bene, l'Europa va bene, ma questa Amministrazione deve tenere sotto controllo la situazione locale.
Mi auguro che questo emendamento venga preso in seria considerazione e che, tutti insieme, ci possiamo lavorare sopra.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Esprimo un apprezzamento al collega Giordano, in quanto, pur non essendo un addetto ai lavori, ha svolto un intervento particolarmente appropriato, citando anche le 120 mila aziende agricole del Piemonte, alle quali fa riscontro un'occupazione di soltanto 90 mila addetti.
E' una situazione che, già di per sé, si dovrebbe porre come dato di riflessione. Se non altro, testimonia la presenza di titolarità di aziende che non corrispondono neanche ad un addetto. Per cui l'accesso alla proprietà della terra, condizione minima per poter esercitare un'attività di tipo imprenditoriale, da questo punto di vista, è ancora un obiettivo da raggiungere.
Permettetemi nel primo intervento di svolgere un'altra considerazione poi ci atterremo strettamente al merito.
Mentre, da un lato, in Commissione - ringrazio il Presidente Gallarini che ne ha sempre dato atto - abbiamo fatto uno sforzo per raccogliere elementi di conoscenza che, almeno una volta all'anno, il Consiglio deve avere per poter definire gli atteggiamenti rispetto alle varie proposte politiche, ci sembra, adesso, in Aula, di assistere ad una specie di desertificazione dell'interesse. Soprattutto a partire dal Documento di politica economica, non mi pare che stiamo proponendo delle questioni meno interessanti della castrazione chimica, di cui abbiamo letto, o altre cose che può darsi appassioneranno di più, ma credo meno incisive nel futuro...



(Commenti fuori microfono)



RIBA Lido

Mi sembra ci siano argomenti che possono avere anche una priorità almeno nella sede in cui si discutono argomenti di politica e indirizzo delle politiche delle strategie del Consiglio regionale.
Oltre che con il Consigliere Giordano, mi compiaccio con il Consigliere Chiezzi e i firmatari per l'appropriatezza della questione sollevata.
Non so se qualcuno, che ne abbia interesse, ha letto i dati relativi all'ultimo censimento dell'agricoltura che sono stati divulgati. Il Piemonte, negli ultimi dieci anni, ha perso il 14% della superficie rurale.
E' una percentuale consistente in termini di compromissione della potenzialità produttiva della nostra Regione.
Relativamente al bosco, ricordo un aforisma: "Il dottor Pascal cura rioni interi, vuota l'ospedale" - nel mentre lui si stava compiacendo - "si sono fatti due cimiteri".
Qui ci troviamo un po' nella stessa situazione: da quando la montagna viene curata da un Assessore dedicato, in dieci anni, abbiamo perso il 36 della superficie del bosco.
O siete in grado di smentire questi dati, proponendo interventi di natura particolarmente rilevante nei confronti di chi li ha scritti e pubblicati, oppure dovete trarne qualche conseguenza. Qui, veramente, si sta dilapidando quel che resta del patrimonio rurale e boschivo - finora alla vostra insaputa, adesso, di qui in avanti, non più alla vostra insaputa - nella totale negligenza di quel minimo di attenzione che porta molti a dire, anche i vostri uffici, che, oggi, l'agricoltura, se curata alla luce della multifunzionalità proposta dai nuovi orientamenti della politica comunitaria, diventa un elemento di stabilità per l'economia regionale.
Un vecchio democristiano - ce ne sono molti - deputato in parecchie Legislature provenendo dal "partito dei contadini" della Coldiretti, mi raccontava che trent'anni fa, avendo chiesto interventi per l'agricoltura era stato portato a vedere i rioni delle fabbriche e gli era stato detto che il futuro era quello. Adesso è nuovamente andato a vedere i rioni delle fabbriche chiuse e si è chiesto il futuro dove sarà. Certamente, il futuro dell'agricoltura può essere valorizzato.
Naturalmente, l'espansione dell'economia di una Regione deriva dalla possibilità di scoprire nuove opportunità, utilizzando adeguatamente e razionalmente tutto il suo territorio. E' un territorio che, innanzitutto non è tutelato dal Piano Territoriale Regionale, dall'utilizzazione limitata per i nuovi insediamenti.
Lo so bene anch'io che 10 ettari utilizzati da un capannone producono più di 10 ettari utilizzati per la coltivazione del mais, ma si possono fare entrambe le cose. Si possono avere le fabbriche con un maggiore rispetto del terreno. Si può intervenire per fronteggiare la questione del dissesto idrogeologico in questa Regione. L'Assessore Cavallera, che essendo candidato, forse, avrà cambiato il dato, fino a qualche mese fa riconosceva che il dissesto idrogeologico e territoriale negli ultimi dieci anni era dell'ordine di mille miliardi all'anno, portandoci nella condizione di essere la Regione più dissestata d'Italia. Sotto questo profilo, quindi, vorrei vedere al centro delle politiche per il territorio rurale la protezione del territorio, un'indicazione per la relativa valorizzazione, per la relativa protezione e, naturalmente, una conseguente organizzazione e attrezzatura della spesa, che tenga conto che in questo modo si tutela la qualità della vita nell'ambito della Regione e la qualità delle risorse pubbliche, dei beni ambientali e del patrimonio indisponibile rappresentato dal patrimonio disponibile pubblico, cioè dalla natura, che è una componente fondamentale dell'agricoltura.
D'altra parte - e concludo, Presidente - la tutela del paesaggio è un elemento a produzione congiunta con la pratica dell'agricoltura un'agricoltura equilibrata, che si realizza su un terreno che utilizza buone pratiche - così si dice in termine tecnico - volte a ridurre la chimica, aumentare le biodiversità, eccetera. Diventa una risorsa sulla quale potremmo spendere qualcosa di più che non qualche citazione molto carente, come esiste in questo documento.
Infine, dato che non l'ho sottoscritto io, chiederei una particolare attenzione nell'approvazione di questo emendamento, che va in una direzione che normalmente è considerata condivisa da tutti e che, se non è riportata nell'ambito del Documento, credo sia soltanto perché il documento è stato fatto da un settore tecnico che non poteva tener conto di tutte le valutazioni che è in grado di fare questo Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente.
Stupisce come la mancanza di interlocuzione, da parte della Giunta e dalla maggioranza, rischi di prolungare la nostra discussione oltre il tempo necessario.
Questo è un classico emendamento per il quale un cenno di consesso da parte dell'Assessore o della maggioranza eviterebbe il prolungarsi della discussione su questioni che dovrebbero essere generalmente condivise. Mi pare che il Presidente Cota assenta alle cose che sto dicendo.
Comunque, visto che anche su un argomento del genere nasce una questione, proverò rapidamente ad illustrare il senso dell'emendamento e a vedere poi come lo stesso si collega ad altri emendamenti che discuteremo sia in sede di confronto sul DPEFR, sia nella discussione che riguarderà la legge finanziaria e il bilancio vero e proprio.
Il primo è un punto che consideravo scontato, ovvero la sottolineatura che la questione rurale o agraria, nella nostra Regione, non si limitasse semplicemente al permanere, all'interno della modernità, degli elementi della tradizione, ma che è proprio l'emergere di una nuova modernità, nella quale, diciamo così, le tradizionali divisioni settoriali tendano ad essere messe in discussione e nelle quali l'intreccio fra dimensioni quantitative e qualitative della produzione diventano un aspetto importante.
Quando noi e quelli della mia generazione erano più giovani, forse avremmo sorriso se ci avessero detto che dal lavoro faticoso dei contadini sarebbe emersa una dimensione immateriale, o se qualcuno ci avesse parlato dell'importanza dell'integrazione fra i diversi fattori culturali per la determinazione di vere e proprie frontiere dello sviluppo. Invece, tutti questi aspetti sembrano essere, oggi, la base e il fondo analitico su cui comunemente abbiamo consuetudine a misurarci. Ripeto, è singolare che in una Regione e in una Giunta regionale (su questo per una particolare insistenza e convinzione dello stesso Presidente nella quale tali questioni diventano una delle principali ragioni di comunicazione) tutto questo finisca poi per essere trascurato. Non capisco, Assessore Cavallera, visto che si parla delle sue materie, quale sia la difficoltà a risolvere rapidamente questa discussione, dando un cenno positivo sull'emendamento che è stato presentato sul DPEFR, accogliendolo.
Per quanto ci riguarda - ma torneremo successivamente sull'argomento questa materia troverà un successivo sviluppo su alcuni punti che adesso mi limito semplicemente a nominare, quelli che riguardano, cioè, il rapporto fra le produzioni tradizionali e l'innovazione, e soprattutto come affrontare quella che è conosciuta in Piemonte (ma non solo) come questione OGM o OGM Free, che dir si voglia.
Su questo, abbiamo presentato (e presenteremo ancora), nei diversi documenti che stiamo discutendo, le nostre proposte. È un problema che troverà un suo punto di svolgimento su tutta la questione delle risorse idriche e della loro utilizzazione in agricoltura; svilupperemo la stessa questione sul terreno che riguarda il problema della ricerca nel settore agronomico e la sua importanza. Infine, interverremo con proposte che riguarderanno l'aspetto di cui vi parlavo - sul quale, anche qui, trovo veramente singolare che non ci sia una coincidenza di posizioni, perch dovrebbe essere la base su cui poi le diverse proposte si confrontano ovvero l'integrazione fra le questioni dell'agricoltura e le questione che riguardano il turismo e, più in generale, questo versante della cura e dell'investimento sul territorio, che sempre di più appaiono come elementi congiunti.
Questi sono i temi che questo emendamento introduce e accompagna nella nostra discussione. Sarei curioso di sapere il perché non viene, dalla maggioranza e dalla Giunta, un cenno. Forse, è semplicemente perch tradizionalmente si sceglie una linea di sordità e si ha l'illusione che questa linea di sordità renda più agevole la nostra discussione. A me pare invece, che sarebbe esattamente il contrario.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi sull'ordine dei lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Volevo chiederle il permesso di potermi allontanare dalla mia sedia e potermi sedere in una delle sedie riservate all'Ufficio di Presidenza per poter fare una telefonata. Le chiedo di concedermi il permesso, perché vedo che ci sono alcuni telefoni presso l'Ufficio di Presidenza che alcuni colleghi utilizzano. Io sono un po' timido e non oso fare tanto. Volevo chiederle il permesso.
Ho provato a prendere un telefono dell'Ufficio di Presidenza e portarmelo qua, però non ho l'attrezzatura necessaria per il collegamento.
Quindi volevo suggerire una proposta: o fornisce a tutti i Consiglieri regionali l'attrezzatura necessaria, oppure - non lo so - dobbiamo fare i turni? Dobbiamo presentare una domanda per poter passare mezzo pomeriggio presso l'Ufficio di Presidenza a telefonare? Oppure, non so se è il caso di limitare la presenza di questi strumenti al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta, e togliere gli altri telefoni, o comunque regolarne l'accesso, perché io sono un po' imbarazzato. Grazie.



PRESIDENTE

Vi annuncio che doteremo del telefono almeno i Capigruppo. L'avremmo già fatto, se non ci fosse stato un problema tecnico. Il problema è legato al cablaggio dell'aula, su cui stiamo lavorando, quindi entro pochi giorni Consigliere Chiezzi, anche lei potrà avere il telefono.
Per il momento invito i colleghi non tanto a non abusare dei telefoni (ci sono le cabine, quindi ognuno è libero e ha il diritto di telefonare) quanto a non fare troppi spostamenti nell'aula, perché poi si rischia che nessuno resta al proprio posto.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proposta di deliberazione n. 437: "Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale - DPEFR 2004-2006 l.r. 11 aprile 2002, n. 7" (seguito)


PRESIDENTE

Continuiamo la discussione sull'emendamento rubricato n. 20.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Pongo una questione che il collega Marcenaro prima poneva: qual è la ragione per la quale l'Assessore Cavallera o l'Assessore Casoni, in qualità di Vicepresidente della Giunta regionale, ritengono di non dover considerare il contenuto di questo emendamento.
Se ponessimo questioni che comportano o una strategia alternativa rispetto a quella disegnata nel DPEFR o avessero una ricaduta di tipo finanziario per la quale non esiste la copertura, la Giunta potrebbe considerare l'emendamento che stiamo discutendo un emendamento strumentale.
Questo emendamento si sposa perfettamente con l'impianto del DPEFR, è un approfondimento di temi che pure vengono affrontati. Assessore Cavallera, mi rivolgo a lei. Davvero potete pensare che non abbia senso accogliere nel DPEFR un emendamento che recita testualmente: "La Regione Piemonte intende investire risorse economiche e politiche di sviluppo finalizzate al recupero dei territori rurali in abbandono, in particolare montagne e collinari, al fine di incentivare le produzioni agricole naturali, come l'agricoltura biologica, a valorizzare i prodotti tipici e genuini del territorio ed elevare la qualità di vita delle popolazioni vertendo la tendenza all'abbandono delle campagne consentendo così il ritorno alla cura del territorio, delle aree boschive, al mantenimento degli assetti idrogeologici, elementi fondamentali per arginare ..." Francamente, stiamo ponendo una questione che fa il paio con tantissime riflessioni che abbiamo fatto in quest'aula, di cui lo stesso Assessore Cavallera, in parecchie occasioni, ha discusso, financo durante i lavori della Commissione bilancio.
Questa è una strategia che si pone il problema di valorizzare e recuperare i territori rurali. Valorizzare e recuperare per impedire i processi di spopolamento di territori montani, che non sono uno scherzo sono tanta parte del territorio piemontese. Francamente, non lo capisco.
Una Giunta che non voglia limitarsi ad approvare il DPEFR così come esso è, dopo aver dichiarato che vorrebbe potersi confrontare con un'opposizione che non sia soltanto pregiudiziale, dovrebbe essere disposta ad accogliere un emendamento come questo.
Lo contestate questo emendamento? C'è una ragione di merito per contestarlo? Francamente, non credo.
Collega Riba, c'è un'impostazione che riguarda la politica verso la montagna, verso la collina e verso le zone rurali che mi sembra condivisa.
Semmai, possiamo dividerci sulle politiche concrete con le quali perseguire ciascuno di questi obiettivi, con quante risorse difendere l'assetto idrogeologico, come fare una politica di prevenzione e come valorizzare i prodotti di nicchia tipici perché sono uno strumento con il quale consentire politiche economiche nei territori montani.
Questo potrebbe essere oggetto di divisione fra di noi, ma il fatto che inseriamo nel DPEFR un emendamento che ha questa natura strategica e sistemica, non lo capisco. Anzi, questo dimostra che vi è un'opposizione.
In questo caso il collega Chiezzi, che ha lavorato sul merito del DPEFR pone un elemento di approfondimento, sistematizza una questione che voi richiamate nel DPEFR, sottolinea, precisa e integra delle questioni che ovviamente, non può non affrontare un documento che ha l'ambizione di essere anche un Documento di programmazione.
Ripeto, potremmo semmai concludere che la legge finanziaria, che dovrebbe individuare gli strumenti finanziari con i quali perseguire questi obiettivi, è incoerente, ma sostenere e non accogliere questo emendamento mi sembra un non senso, mi sembra sbagliato.
Quindi, vorrei che l'Assessore Cavallera dedicasse un minuto alla lettura di questo emendamento e ci dicesse per quali ragioni questa Giunta ritiene di non doverlo accogliere. Perché non le capisco e vorrei che venissero motivate. Che si dica almeno che non si accoglie questo emendamento per una, due e tre ragioni.
Capisco che c'è un atteggiamento che disegna una politica altra, ma siccome mi sembra difficilmente contestabile il merito, Presidente, vorrei invitare l'Assessore Cavallera o l'Assessore Casoni a spiegare perch neppure di fronte ad emendamenti che potrebbero essere accolti, la Giunta assume un atteggiamento di chiusura pregiudiziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Sono convinto anch'io, come gli altri colleghi, che la Giunta darà inevitabilmente, parere positivo a questo emendamento, anche perch leggendolo, chi potrebbe dichiarare, all'interno di quest'aula, di non essere d'accordo su un emendamento che, pur nella sua semplicità, dà alcune indicazioni che possono essere utili nel lavoro della Giunta e dell'intero Consiglio regionale. Vorrei vedere votare contro un emendamento di questo tipo! Domani c'è l'inaugurazione dell'Università di Pollenzo. La Regione ha contribuito, notevolmente, con una legge alla nascita di questa esperienza.
Tutta la Giunta domani sarà all'inaugurazione dell'Università di Pollenzo e non solo la Giunta - ma è davvero paradossale il fatto che noi dovremo essere qui a sostenere la nostra battaglia, mentre gli altri potranno andare.
Dopodiché gli diremo che questo emendamento che tende a recuperare il territorio rurale, a valorizzare i prodotti tipici, l'agricoltura biologica, a contrastare l'abbandono delle campagne, è stato bocciato perché è stato proposto dall'opposizione. Mi pare una cosa fuori dalla norma. Per evitare brutte figure, anche perché, a questo punto, cercheremo di fare sapere qualcosa (anche se i giornali non pubblicano molto) almeno a Carlin Petrini. Gli manderemo questo emendamento e gli diremo che l'Assessore Cavallera, la Giunta regionale e la maggioranza hanno votato contro l'emendamento. Se abbiamo promosso il Salone del gusto, come possiamo essere contrari ad un emendamento di questo tipo? Penso che davvero l'Assessore Cavallera darà parere positivo all'emendamento. Se non fosse così, qualche riflessione bisognerebbe farla.
Ci sono tutti gli altri discorsi richiamati negli interventi di chi mi ha preceduto, ma avremo modo di ritornare sulla questione dell'assetto idrogeologico, del recupero e della valorizzazione del territorio montano.
Abbiamo presentato una serie di emendamenti, come Gruppo dei DS, che ci permetterà di fare ragionamenti importanti e non superficiali su questioni decisive per lo sviluppo della nostra Regione.
Mi auguro che la Giunta regionale dia parere positivo e che la maggioranza sia molto sensibile a questi discorsi (in verità, poi ci accorgiamo che così non è). Il fatto che ci sia silenzio su discussioni di questo tipo ci fa capire che forse non c'è questa sensibilità. Non è mai troppo tardi, quindi ci attendiamo un giudizio positivo da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Il contenuto dell'emendamento riprende i contenuti di molte leggi che abbiamo varato e, addirittura, alcune indicazioni contenute nelle bozze di Statuto. Indica iniziative propositive da portare avanti, che sono sempre state condivise. Questo emendamento, come altri, pone anche un altro problema: come si predispone il DPEFR? La mia impressione è che finora sia stato redatto come se fosse un documento che analizza la situazione. Potrebbe essere paragonato al documento del CSI che fa un'analisi della situazione e disegna, sulla base delle tendenze in atto, lo scenario che si può prospettare, in un tempo prevedibile (uno o due anni). Sostanzialmente, è un testo analitico che offre uno scenario, punto e basta. Noi indichiamo una metodologia per stilare il Documento di programmazione che ha più che a fare con il titolo del medesimo: Documento che programma, non solo che analizza.
Alla luce dell'analisi delle tendenze che non dovrebbero essere, tra l'altro, solo quelle economiche, ma anche di altro tipo (l'evoluzione della popolazione, tendenze di natura sociale e climatiche), diciamo che occorre inserire delle politiche.
Faccio un esempio. Abbiamo votato un documento relativamente importante, il Piano energetico, in cui sono descritte, non tendenze in atto, ma compaiono sollecitazioni ad operare in un determinato modo.
Vengono attuate delle scelte che incidono sulla realtà e determinano maggiori o minori interventi rispetto ad energie pulite, si intersecano con il problema dell'inquinamento atmosferico e così via. C'è tutto il problema del governo delle acque; c'è, a mio avviso, all'interno di quel Documento il problema di come si potrebbe impostare anche un tipo diverso di approccio alle costruzioni e come queste possono permettere un risparmio energetico.
Credo che serva proprio una filosofia diversa. Con questo emendamento vogliamo sollecitare un modo diverso di elaborare il Documento, un Documento che faccia scelte politiche e dia indicazioni su cui la Giunta si possa regolare per agire. Mi pare, invece, che anche quest'anno - come l'anno scorso - il DPEFR, così come ci viene presentato, è una riproposizione degli studi analitici del CSI, senza molta fantasia, cioè senza andare molto più in là. Pensiamo, invece, che sarebbe bene approcciarsi, in modo diverso, su tutte le tematiche prima elencate.
Occorre tener conto di questo scenario e partire dallo stesso per capire le tendenze spontanee e naturali che possono agire, in modo da si intervenire per correggerle, per rafforzarle, oppure per contrastarle laddove si pensa che siano tendenze ritenute non positive.
Per questa ragione, oltre per il fatto che i contenuti dell'emendamento sono assolutamente condivisi da tutti, vi sono valide ragioni per introdurre, nel DPEFR, un metodo diverso di elaborare il Documento stesso.
Suggeriamo, pertanto, alla maggioranza di approvarlo, perché non creerebbe nessun problema. Dice qualcosa in più, per intervenire in modo più propositivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Anch'io, come altri colleghi, mi chiedo come sia possibile che questo dibattito sull'emendamento non sia ancora stato interrotto da una proposta dell'Assessore Cavallera di accoglimento dello stesso all'interno del Documento di programmazione economica e finanziaria, insieme all'Assessore Pichetto. La riaffermazione che facciamo, dopo il capoverso iniziale sul territorio rurale, di inserire un passaggio relativo alla valorizzazione del territorio rurale e dell'agricoltura, come patrimonio e risorsa per l'intero sistema economico piemontese, mi pare cosa di grande rilievo, che non si può non condividere e accogliere immediatamente.
essenziale ribadire che la Regione Piemonte debba proporsi di investire risorse economiche e politiche, finalizzate al recupero di tutti i territori rurali, a partire da quelli in abbandono e con un'attenzione particolare ai territori montani e collinari.
Ricordo che questa Regione da lungo tempo si è dotata di appositi strumenti. Il collega Riba è stato uno degli artefici della legge sulla montagna, ma nella legislatura precedente abbiamo anche approvato una legge importante che riguarda tutti i territori collinari della nostra Regione finalizzata alla costituzione di elementi legati ai consorzi e all'associazione di Comuni delle zone collinari per utilizzare meglio alcuni servizi che riguardano trasporti, scuole ed altro, in vista della valorizzazione dei percorsi turistici ed enogastronomici. Penso che sia corretto il richiamo alle incentivazioni delle produzioni agricole naturali, come quella dell'agricoltura biologica, in una Regione dove abbiamo il Presidente della Giunta regionale che è OGM free, vogliamo non incentivare le produzioni agricole naturali a partire dall'agricoltura biologica? Mi sembra che sarebbe un atto conseguente a quelli assunti, ad esempio su tutta la problematica degli OGM, all'interno di questa Regione con i successivi discutibili risultati di cui abbiamo avuto modo di parlare anche nel nostro Convegno regionale sull'agricoltura che abbiamo realizzato, come Gruppo DS, proprio nei mesi scorsi.
C'è poi un problema di valorizzazione dei prodotti tipici, dei prodotti genuini del territorio, ma c'è anche quello dell'elevazione della qualità di vita complessiva delle popolazioni. In questo modo, pensiamo che si possa sostanzialmente invertire una tendenza all'abbandono delle campagne consentendo così il recupero e il ritorno alla cura del territorio, ma anche il mantenimento delle aree boschive così come degli assetti idrogeologici.
Dobbiamo dire che il Piemonte è spesso funestato da calamità naturali sempre più frequenti come quelle delle alluvioni, che purtroppo non si rappresentano più come un caso raro, unico o un evento calamitoso e drammatico che si realizza una volta ogni tanto. Per effetto del cambiamento delle condizioni climatiche, tali fenomeni ricorrono in modo crescente. Rappresentandosi come fenomeni di tipo ricorrente sempre più frequenti, solo dalla cura degli assetti idrogeologici, solo dalla cura di aspetti particolari che riguardano il territorio, con una programmazione degli interventi, si può andare in questa direzione. Questa valorizzazione dell'ambiente rurale e dell'agricoltura può servire anche a questo.
Dobbiamo ricordare che, dal punto di vista economico, in questa Regione vi sono importanti territori dediti all'agricoltura, che va anche ritenuta una risorsa reale per l'intero sistema economico piemontese e per la sua diversificazione, di cui abbiamo parlato in diverse situazioni. E bisogna anche ricordare come la valorizzazione di questo momento economico e di questa risorsa debba diventare sempre più una priorità per quanto riguarda la Regione Piemonte e il Consiglio regionale del Piemonte.
Io, pertanto, non vedo le ragioni per cui questo emendamento non possa essere accolto dall'Assessore Pichetto, essendo una questione su cui ci pu essere un'ampia condivisione di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente e colleghi Consiglieri. Abbiamo ascoltato la discussione di questi pochi emendamenti presentati tra la giornata di ieri e la mattinata di oggi, in particolare questo emendamento al DPEFR riguardante l'ambiente rurale e l'agricoltura.
Dico subito che il merito di questo emendamento è un merito che sostanzialmente potrebbe avere una condivisione di questa maggioranza, e presumo della Giunta, anche perché la Regione Piemonte, da noi amministrata, e l'Assessore Cavallera su questo punto hanno fatto e stanno facendo molto. In particolare, la Consigliera Manica ricordava puntualmente anche se forse con fine diverso, ma con ripristino della verità l'impegno del Presidente della Regione riguardo all'OGM free, quindi alla genuinità dei prodotti tipici e di interesse regionale, l'impegno di questa maggioranza rispetto ai territori montani e collinari, con un forte contributo - certo, non l'unico - in base alla discussione dello Statuto dove si è dato un valore al territorio montano e collinare.
Però, colleghi dell'opposizione, non è in discussione il merito di questo emendamento, ma se la Giunta dovesse dare un parere favorevole al merito dell'emendamento - e io stesso ho già anticipato che, dallo scenario della maggioranza, il merito è condiviso - non è che noi potremmo votare a cuor leggero un emendamento ed andare a modificare un nostro atto, quindi il DPEFR 2004/2006, così, con uno spot.
In questi tre giorni abbiamo iniziato la sessione di bilancio incominciando con il provvedimento degli Ospedali Valdesi e passando al DPEFR che stiamo ancora trattando. Abbiamo poi la legge finanziaria collegata al bilancio della Regione. Non voglio dire che sul DPEFR vi sia ostruzionismo, ma è stata depositata una serie significativa di emendamenti (21). Su una deliberazione non sono pochi e abbiamo registrato, non vivendo in due Consigli regionali diversi, che la maggior parte dei Consiglieri regionali dell'opposizione legittimamente interviene emendamento per emendamento.
Il che vuole dire che questa non è una leggenda metropolitana, perché è stata esplicitata, anche se ufficiosamente, ma in un certo senso in maniera chiara, se non nelle parole, certamente nei comportamenti. Quindi vi è un fine politico dell'opposizione, in particolare dei DS, di portarci con la legge finanziaria e il bilancio nel mese di maggio. Si desume dai comportamenti un'ormai esplicita volontà dell'opposizione in tal senso.
Volontà che rispettiamo, ma che indubbiamente ci preoccupa, perché non pu sfuggire a nessuno che cosa vuole dire per una Regione, per la prima volta entro il termine dell'esercizio provvisorio, la legge di bilancio e soprattutto, il bilancio della Regione.
Si tratta della legge finanziaria, del bilancio della Regione e del DPEFR, che ci hanno visto confrontarci per oltre 90 ore in I Commissione al netto delle Commissioni che ci sono state prima dell'ultima sessione e delle Commissioni di merito.
Sulla legge di bilancio e sulla finanziaria sono depositati 507 emendamenti, naturalmente non tutti con un merito, perché ci sono anche emendamenti ripetitivi. Vuol dire quindi che, se si vuole ripristinare - e ho apprezzato l'intervento dei colleghi Marcenaro, Muliere e di altri colleghi - un dialogo e un confronto, pur nella differenziazione delle posizioni, nel rispetto reciproco delle esigenze politiche, nell'ascoltare anche ufficialmente le richieste della minoranza - sono state anticipate in una conferenza stampa con un elenco per complessivi 175 milioni di euro lo si può fare. Però lo si deve vedere dai comportamenti, cominciando sul DPEFR.
Se si vuole prendere questa via, noi abbiamo l'interesse, come Regione di cogliere due punti: il primo è quello di ripristinare il dialogo cominciando sul DPEFR. Allora si mantengono quegli emendamenti che servono e questo è uno di quelli. Si illustrano gli emendamenti e li discutiamo per vedere come modificare il DPEFR.
Il secondo punto è che ci si trova o in una Conferenza dei Capigruppo o in aula e si ripristina una situazione, e si discute su quelle richieste che, in parte, sono anche da noi condivise, perché sono state anche da noi sotto certi aspetti, precedentemente all'opposizione, poste all'attenzione della Giunta in sede di Commissione, e si verifica che cosa si può trovare non come punto d'incontro, ma come, nel rispetto delle esigenze politiche delle proposte e quant'altro, trovare una soluzione per dotare la Regione del bilancio, della finanziaria e del DPEFR entro il 30 aprile.
Il fattore tempo è fondamentale. Abbiamo una legge di esercizio provvisorio che scade il 30 aprile, dobbiamo rispettare quel punto e siamo disposti a fare un confronto. Se c'é la disponibilità per un confronto serio, bisogna comportarsi in modo serio. Mi sembra che dalla conferenza stampa sia emerso che l'Ulivo, Rifondazione e l'opposizione tutta sia unita. Quindi, se non vogliamo reciprocamente prenderci in giro e se vogliamo essere reciprocamente rispettosi e responsabili negli interessi della Regione, dobbiamo trovare una soluzione. Differentemente, se invece si pensa di sfogliare qualche emendamentino di merito importante come questo sul DPEFR prima, la finanziaria del collegato poi e buon ultimo il bilancio, e incassare il fattore tempo e andare a maggio, a noi interessa poco. Si vuole andare a maggio? La responsabilità è vostra, andiamo a maggio: bloccate la tesoreria della Regione, bloccate la Regione, vi mettete sul capellino che avete tirato fino al 7, all'8 al 15 di giugno, ma avete tutta la responsabilità.
Secondo me questo si può evitare nell'interesse della Regione e dei piemontesi. Sia chiaro che siamo disponibili e pronti, a fronte ad un'apertura corretta e leale, di confrontarci sul merito di un documento come il DPEFR, il bilancio e la legge finanziaria, a trovare una soluzione che rispetti anche le vostre proposte. Differentemente, non siamo disponibili a fare il confronto di merito punto per punto quando c' qualcosa di importante che potrebbe essere condiviso come questo, di metterci nelle condizioni di approvare un qualcosa che serve a poco.
L'obiettivo "tempo", dal mio punto di vista, se così dovesse essere, vi si contorcerà contro perché avete una grave e grande responsabilità, se non la prima volta, certamente in questa legislatura, di impedire alla Regione di fronte ad atteggiamento responsabile della maggioranza e della Giunta di dotarsi di una legge finanziaria, di un bilancio e soprattutto di un documento di programmazione economica e finanziaria regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Cedo volentieri la parola se, di fronte alla proposta del Consigliere Cattaneo, ci fosse qualche interlocutore. Assessore Cavallera, questo emendamento che la riguarda da vicino mi ha fatto venire in mente una visita che ho fatto al carcere di Asti qualche giorno fa. In quell'occasione ho fatto una scoperta: quattro mila metri quadrati dell'aria interna verde del carcere sono adibiti a coltivazione nell'ambito dell'istituzione di un'azienda agricola che produrrà prodotti biologici.
L'aspetto più interessante è che proprio in quella giornata si era proceduto a varare altri 20 mila metri quadrati dell'intercinta del carcere, cioè dall'aria verde esistente tra la cinta carceraria e quella esterna, perché così prevede la norma. Con quale destinazione? Produzione di prodotti orticoli biologici, una piccola azienda che darà lavoro a dieci detenuti.
Il lavoro in carcere è una risorsa, soprattutto tenendo conto della composizione della geografia umana del carcere, che si è profondamente modificata; pensi che almeno il 40-45% dei detenuti sono extracomunitari c'é una realtà di tossicodipendenza molto diffusa, ma soprattutto c'é la realtà di un mondo che non ha una rete parentale di sostegno, per cui il problema economico è un problema estremamente serio. E' un esempio piccolo 24 mila metri quadrati, ma mette in campo energie, progettualità nell'ambito di un mercato che, ancorché di nicchia, ha un'alta domanda.
Questo consente di mantenere alto il prezzo, quindi anche chi opera nel settore, forse non ha interesse a diffondere questa realtà.
Un intervento mirato che favorisce, ci sono già leggi di riferimento in modo virtuoso il recupero dei suoli e dei terreni, ha sicuramente delle ricadute benefiche nel nostro sistema economico. Inoltre svolge quel ruolo importante, già ricordato nell'emendamento, di mantenimento di quegli assetti idrogeologici; ben sappiamo che tutte le volte che queste aree sono curate dall'uomo, sono in grado di essere una formidabile azione di prevenzione contro il dissesto idrogeologico dei nostri territori.
La lezione che posso trarre da questa esperienza diretta, che fa merito agli operatori del carcere che hanno voluto questo progetto, sostenuto anche dagli Enti locali, è che questa possa essere una opportunità che tolta dal contesto carcere, può essere esteso al sostegno di attività imprenditoriali in questo campo, con ricadute estremamente positive sulle opportunità occupazionali e, dall'altra, sulla nostra bilancia commerciale.
Se rileggete attentamente questo emendamento, forse evita, fermo restando la facoltà dei Consiglieri di intervenire, che si debba ripeterlo perché le argomentazioni proposte possono essere condivise dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Ho ascoltato con attenzione e interesse l'intervento del Consigliere Cattaneo, se non fosse un argomento serio si potrebbe banalizzare con un proverbio "pagare moneta, vedere cammello".
Ieri il Consigliere Mellano ha detto una cosa che non corrisponde a verità, il Consigliere ha parlato di forme di ostruzionismo, che io non vedo. L'ostruzionismo, cari Consiglieri, sapete cos'è? Questa è una normalissima gestione d'aula su un argomento così importante, ma, se non fosse una cosa seria, si potrebbe dire: "Pagare moneta, vedere cammello".
La questione, invece, è un po' più seria e la disponibilità a fatti e non parole - come diceva un vecchio carosello - la cartina di tornasole potrebbe essere questo emendamento.
Siamo intervenuti in diversi, non per il divertimento di intervenire su un emendamento firmato, tra l'altro, solo da alcuni colleghi dell'opposizione, ma perché non si capisce la disponibilità della Giunta se non condivide neanche un emendamento del genere, che non crea grandi spostamenti (è una serie di dichiarazioni di buonsenso, di principio, su materie importanti, che però non sono quelle fondamentali per la nostra regione).
Il nostro "Presidente OGM free" è stato bravissimo a fare un'operazione di facciata, dopodiché manca la sostanza, come purtroppo spesso accade a questa Giunta e maggioranza.
Se vogliamo parlare di sostanza, l'opposizione ha presentato una proposta seria di 175 milioni di euro, condivisa da tutta l'opposizione poi, naturalmente, ci sono sensibilità diverse perché ogni Gruppo ha aggiunto degli emendamenti che ritiene importanti, significativi, che vengono dai territori o dai vari settori. Fra l'altro, caro Presidente Cattaneo, l'opposizione becera, cattiva, violenta e indisponente ha portato questa Giunta e questa maggioranza, con una durissima ostruzione in Commissione, ad avere due volte il rinvio del provvedimento...



(Commenti del Consigliere Cattaneo)



PLACIDO Roberto

Lo sto dicendo io; lo dico perché sembra quasi che capiti per caso di essere fuori tempo massimo, perché l'opposizione è cattiva, becera indisponente e le studia tutte! Ve la siete suonata, ve la siete cantata, arrivate ad aprile, sotto campagna elettorale, a dirci: "Il momento è difficile, bisogna fare in fretta, i piemontesi non capirebbero, bloccate le casse della Regione".
Assessore Picchetto, bloccare delle casse vuote è praticamente impossibile e comunque lei non mi sembra il forziere di Paperon del Paperoni! Magari lo fosse, perché in quel caso saremmo a discutere di tutt'altra cosa! Questa è la perplessità.
Fra l'altro, stupisce che su un tema così importante, che riguarda le colline e le montagne del Piemonte, l'Assessore Vaglio non ci sia: probabilmente è con i ranger in qualche vallata! Manca anche il Presidente Ghigo; per carità, non ho le carenze del collega Chiezzi, quindi non ho grandi problemi quando manca il Presidente della Giunta! Ho apprezzato la presenza dell'Assessore Cavallera, nonostante i suoi importanti impegni, ma alla fine siamo qua a discutere di un emendamento molto importante e significativo per alcune parti della nostra regione e non c'è l'Assessore Vaglio, non c'è il Presidente Ghigo - e passi - e in questo momento non c'è nemmeno l'Assessore Cavallera: c'è solo l'Assessore Picchetto. Come cartina di tornasole, ci raccontate una storia che facciamo fatica a capire.
Concludo, allora, con la frase iniziale, che non è solo una battuta, ma è anche seria: "Pagare moneta, vedere cammello!". Magari il corteo del 1' maggio passa e si chiude anche in fretta!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio

Prima di entrare nel merito dell'emendamento, voglio fare presente al collega Placido che non si tratta di bloccare delle casse vuote. Questa Regione emette e paga 60 mila mandati all'anno, cioè 5 mila mandati al mese, che sono 150 mandati al giorno. Ci sono, dunque, 150 soggetti che tutti i giorni, in ritardo, probabilmente, comunque sempre nei 90 giorni utilizzano le anticipazioni di cassa, dal momento in cui arriva in liquidazione. Sono 10 miliardi di euro all'anno, che significa 800 milioni di euro al mese, 40 milioni di euro al giorno (tolti il sabato e la domenica).
Quaranta milioni di euro al giorno, 80 miliardi di vecchie lire: c'è qualcuno dall'altra parte che li deve prendere, che dovrà pagare degli stipendi o che dovrà viverci.
Non si tratta di cinque o dieci giorni; la conseguenza di un ritardo oltre il 30 aprile non ricade sicuramente sull'universalità dei cittadini piemontesi e per fortuna nemmeno sui dipendenti regionali, ai quali lo stipendio è garantito, così come purtroppo è garantito ai Consiglieri regionali e agli stessi Assessori, perché l'indennità è parificata allo stipendio dei dipendenti. La conseguenza del ritardo ricade, al giorno, su 150 soggetti di entità diversa, pertanto un ritardo di due giorni riguarderà 300 pagamenti che slittano di due giorni o di tre e un ritardo di cinque giorni riguarderà complessivamente 1000 pagamenti, che vanno dal singolo pagamento al fornitore alla casa di riposo o al ricco imprenditore che ha reso un servizio o fatto un appalto, oppure alla cooperativa sociale, ecc.
La valutazione sulla cassa, dunque, è questa, ma solo per precisare alcuni dati; probabilmente non tutti i colleghi conoscevano l'entità dei pagamenti che si blocca. In merito all'emendamento, è pienamente condivisibile in quanto sta nella filosofia della costruzione del DPEFR quindi è un miglioramento dell'esposizione che il DPEFR vuole rappresentare.
La Giunta, pertanto, è favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Apprendo che la Giunta esprime parere favorevole all'emendamento al DPEFR presentato dai colleghi dell'opposizione e mi fa piacere, perché per una volta la Giunta si appiattisce sul parere espresso in precedenza.
Tuttavia la Giunta tenga conto che questo è un proprio provvedimento, è una deliberazione e che qui c'è una maggioranza, la maggioranza che sostiene questa Giunta, che ha detto chiaramente di condividere il merito di questo emendamento, che ha detto chiaramente di essere disponibile e disposta a votare questo emendamento, ma che con altrettanta chiarezza ha detto e ribadisce che non si può votare uno dei 528 emendamenti presentati sui documenti a nostri mani e che sono all'attenzione di questa sessione di bilancio se non vi è un atteggiamento responsabile.
Avete presentato una richiesta per 175 milioni di euro sul bilancio sulla finanziaria; avete presentato 21 emendamenti. Non ho detto che fate ostruzionismo, per il momento. Sui 21 emendamenti è intervenuta praticamente la totalità dei colleghi di minoranza, legittimamente; li abbiamo ascoltati anche con attenzione e che cosa abbiamo detto? Che noi abbiamo il dovere di approvare la legge di bilancio, la legge finanziaria entro il 30 aprile, come anche l'Assessore Pichetto ha ribadito. E allora se vogliamo essere seri, dobbiamo rispettarci, dobbiamo rispettare le esigenze politiche e i doveri istituzionali di ognuno nei propri ruoli.
Abbiamo detto: "Confrontiamoci, partendo al DPEFR, nel merito", perch per esempio questo emendamento noi lo condividiamo, e questo l'avevo già detto nell'intervento precedente . Guardiamo la serie degli emendamenti che sono stati presentati sul DPEFR e confrontiamoci su quelli che restano senza che intervengano tutti i 18-19 Consiglieri, altrimenti non è ancora ostruzionismo, ma è già un bell'antipasto, collega Placido.
Facciamo un ragionamento sul bilancio, sulla legge finanziaria; siamo disposti e disponibili a confrontarci su alcune delle vostre richieste e naturalmente a valutarle tutte, quelle unite e presentate in una conferenza stampa e qui trasferite successivamente con degli emendamenti unitari e quelle dei singoli componenti dell'opposizione. Vediamo se è possibile trovare non un'intesa o un inciucio, ma un percorso utile che metta in condizione il Consiglio regionale di approvare un bilancio, una finanziaria, un DPEFR entro il 30 aprile. Differentemente, è ovvio che si va oltre il termine fissato dalla legge di esercizio provvisorio, un termine che questo Consiglio regionale, ottemperando alla normativa vigente, si è dato.
Invece si pensa di poter sostenere un percorso che tende a passare il 30 aprile per incassare il fattore tempo e nel contempo mettere in condizione questa maggioranza, di tanto in tanto, quando ci sono, come in questo caso, delle proposte di merito valide e che siamo disposti e disponibili a valutare per il loro valore intrinseco, di fare uno spot "approviamo questo emendamento sul DPEFR e quest'altro sulla finanziaria magari un pezzettino sul bilancio".
Per quanto ci riguarda, siamo convintamene convinti che si debba fare di tutto per arrivare a dotare la Regione, entro il 30 aprile, di un bilancio, di una finanziaria e di un DPEFR. Siamo disponibili e fortemente convinti anche politicamente dell'utilità in questo ultimo bilancio importante per la Regione. Intendiamo confrontarci non per fare aperture ma per vedere quello che possiamo portare avanti, ma se dall'altra parte non vi è la stessa disponibilità...
Collega Marcenaro, eri uscito dall'aula; ho detto che ho apprezzato il tuo intervento: bisogna anche parlare e vedere dove si può arrivare. La stessa cosa l'ha detta anche il collega Muliere; poi, magari, voglio interpretarla in un modo estensibile.
Ebbene, si dice una cosa e se ne fa un'altra. Se dunque non c'è questa apertura complessiva, è ovvio che, con grande e sommo dispiacere certamente non smentendo la Giunta, che bene ha fatto ad esprimere un parere di governo rispetto alla proposta dell'opposizione, questa maggioranza, che a fronte di quanto ho detto prima ha il fine politico di approvare questi documenti entro il 30 aprile - con la disponibilità a confrontarsi - solo e per questo motivo si asterrà su questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Penso che ogni tanto una discussione come questa sia utile per fare il punto della situazione e chiarire le proprie posizioni.
Ho sentito quello che ha detto il collega Cattaneo e ho sentito in parte prima (mi sono dovuto allontanare un secondo, ma ho seguito dal video) quello che ha detto l'Assessore Pichetto nella dichiarazione.
La posizione del mio Gruppo - ma credo che sia la posizione del centro sinistra, in questa fase - è una posizione abbastanza semplice. Noi abbiamo dato un giudizio sul bilancio che conoscete, e ci siamo proposti di modificare questo bilancio dichiarando - caro Cattaneo e caro Assessore Pichetto - in precedenza quali erano le questioni essenziali che l'insieme dei Gruppi del centro-sinistra ponevano come questioni sulle quali chiedevamo una modifica d'indirizzo.
Hai ragione tu, Cattaneo; naturalmente questo non vuol dire poi che i singoli Consiglieri non abbiano un'attività emendativa, per così dire, se posso usare questa espressione, minore o più specifica, ma vi sono questioni sulle quali noi abbiamo chiesto un confronto e dei segni. Abbiamo detto tutti assieme che non ci interessava avere dei piccoli risultati di bandiera, non eravamo in cerca di piccoli risultati di propaganda da spendere in modo un po' ambiguo come è capitato altre volte, in una specie di gara a chi l'aveva proposto prima sui muri e su qualche manifesto.
Volevamo delle indicazioni che dessero, per quanto ci riguarda naturalmente si tratta di un giudizio di parte - un segnale di una modifica di indirizzo su alcuni grandi capitoli che sono quelli che abbiamo indicato. Questo punto lo perseguiamo attraverso un'attività emendativa direi contenuta: ho fatto una verifica e mi pare che il nostro Gruppo non abbia presentato più di 100 emendamenti, fra i diversi provvedimenti dei quali stiamo parlando.
Ripeto, la nostra posizione è molto semplice. Noi diciamo: o c'è un segnale da parte della Giunta di aprire a un confronto reale su questi grandi punti, oppure noi chiediamo e rivendichiamo il diritto di un'opposizione di far emergere nel dibattito pubblico nell'aula del Consiglio regionale, che è un'aula - dobbiamo ricordarcelo - aperta all'opinione pubblica, a differenza delle Commissioni, il senso della nostra posizione e della nostra battaglia fino a quando questa cosa non sia chiarita, e prendere poi atto naturalmente, come sappiamo benissimo, se non ci fossero le condizioni, di essere una minoranza e quindi, su questa base di andare a un voto che vedrà una minoranza esprimere la sua posizione.
Tutto questo lo facciamo dopo che arriviamo, caro Assessore, caro Assessore, a questo confronto, in questi tempi - voglio ricordarlo - sulla base di una duplice condizione. Relativamente alla prima condizione l'esercizio provvisorio è stato spostato dalla maggioranza e dalla Giunta motu proprio sulla base di valutazioni vostre che hanno portato ad allungare i tempi. In merito alla seconda condizione, si è prolungato il lavoro in Commissione, di fronte ad un'opposizione che cercava di conoscere il quadro della realtà. Voi sapete quanto ci abbiamo messo a tirarvi fuori le cosiddette tabelle sulle quali, per tanto tempo, abbiamo finito per ironizzare in Commissione e quanto tempo ci abbiamo messo per averle, alla fine, in modo corretto.
Quindi, terminato il lavoro istruttorio, siamo arrivati qui. Voi pensate che questa faccenda, arrivati qui, nella sede pubblica e istituzionale, aperta all'opinione pubblica, si possa risolvere in qualche minuto, senza costruire le condizioni di un confronto? Voglio sottolineare questo punto, Consigliere Cattaneo, non come elemento polemico, ma come fatto che dovreste valutare.
Voi pensate che ci sia un Consiglio regionale che ratifica in modo burocratico e sostanzialmente anonimo le decisioni della Giunta, mentre al di fuori si svolge l'iniziativa politica reale, con un Presidente che non si degna neanche di comparire nella discussione politica che si svolge in quest'Aula relativamente al bilancio? Non abbiamo bisogno di costruire una visibilità privatistica, ma la possibilità, per l'opinione pubblica, di comprendere cosa si discute e quali sono le posizioni che si confrontano, in modo da consentire che semplicemente, le posizioni siano conosciute, giudicate e valutate.
Su questa base noi ci muoviamo seguendo una logica dichiarata dall'inizio: aprite ad un confronto reale. Nessuno di noi ha l'obiettivo di oltrepassare la data del 30 aprile. Nessuno di noi ha in testa obiettivi o percorsi mentali alla tanto peggio tanto meglio. Tutti pensiamo ad una discussione politica, non ad altro.
Questa discussione politica, tra forze che si rispettano, deve avvenire in un certo modo, attraverso la verifica che c'è stato qualcosa che è cambiato e che produce la possibilità di una convergenza su alcuni punti naturalmente, rimanendo fermi i rispettivi ruoli di maggioranza e opposizione su un Documento fondamentale come quello del bilancio, ma tenendo conto che sulle grandi questioni (anziani, diritto allo studio sanità, casa, ricerca) si può verificare uno spostamento importante.
Altrimenti, lasciateci - se non ce le lascerete, ce le costruiremo - le condizioni perché questa battaglia sia chiarita nel rapporto con i cittadini piemontesi.
Oggi, dalle stesse cose che voi dite, rilevo che questa è la sede dove avviene il confronto politico. Sarebbe bene che questo fosse da tutti riconosciuto e rispettato, cosa che, oggi, a mio parere, non avviene.
Dico queste cose, come vedete, senza nessun tono polemico, in quanto non sono alla ricerca di una cosa in più. Ne prendo atto. Il mio giudizio su questa maggioranza e sul bilancio che ci propone è drastico.
Questo, secondo me, è il peggiore dei bilanci che abbiamo visto nel corso di questi anni. Abbiamo fatto alcune proposte importanti. Noi non vediamo questo quadro. Noi vediamo una maggioranza che ci dice che c'è un miliardo qui, un miliardo là, qualcosina che si può prendere. No, vi dico che questo non mi interessa. Per quanto ci riguarda, non è questo ciò a cui puntiamo. Vogliamo su poche cose verificare spostamenti che abbiano un diverso significato, una diversa dimensione, una diversa ampiezza.
Se no, si svolga nei tempi necessari e nei tempi che voi avete determinato per lo svolgimento di questo dibattito. Questo dibattito noi lo condurremo con senso di responsabilità, senza fare della questione del 30 aprile, prima o dopo, il fulcro. Il fulcro è altro, è il merito.



PRESIDENTE

Se ho interpretato correttamente, sarebbe utile una riunione dei Capigruppo.
Aspettiamo a votare l'emendamento, svolgiamo prima la riunione dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Placido per fatto personale.



PLACIDO Roberto

Intervengo per un brevissimo fatto personale. Il collega Mellano pu confermare che mi riferivo a lui e non al Presidente Cattaneo.
All'Assessore Pichetto, con tutta la simpatia, ricordo che gli Enti locali sono pagati ben oltre i 90 giorni, ci sono due velocità.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Intervengo sull'ordine dei lavori: alle ore 14.30, svolgerei la riunione dei Capigruppo, ma per i colleghi...



PRESIDENTE

E' convocata la Commissione per le imprese bialluvionate.
Alle ore 15.00 è indetta la riunione dei Capigruppo; riapriremo la seduta consiliare alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.06)



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