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Dettaglio seduta n.446 del 27/04/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Botta F., Burzi, Ghigo Pozzo, Rossi G., Rossi O., Scanderebech e Tomatis.


Argomento: Nomine

Nomine (Proclamazione degli eletti)


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g. che reca: "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti.
"Enoteca Regionale del Barolo" (art. 6 Statuto) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante Dichiaro non valida la votazione per mancanza del quorum deliberativo.



PRESIDENTE

Fondazione per le Biotecnologie - Consiglio di Amministrazione (articolo 9 dello Statuto) - designazione di 2 membri



PRESIDENTE

Proclamo designato, quale membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione delle Biotecnologie, il signor Fimiani Salvatore.



PRESIDENTE

Fondazione Centro Studi sul pensiero politico L. Firpo - Consiglio di Amministrazione (art. 7 Statuto) - designazione 2 rappresentanti



PRESIDENTE

Dichiaro non valida la votazione per mancanza del quorum deliberativo.



PRESIDENTE

Associazione "Museo Ferroviario Piemontese" - Consiglio Direttivo - (Legge regionale n. 26 luglio 1978, n. 45 e art. 9 dello Statuto) - nomina di 1 componente in sostituzione del signor Brasso Francesco



PRESIDENTE

Dichiaro non valida la votazione per mancanza del quorum deliberativo.



PRESIDENTE

Agenzia per la promozione internazionale di Torino e del Piemonte - I.T.P.
Collegio Sindacale (art. 19 dello Statuto) - Nomina di 1 membro effettivo



PRESIDENTE

Proclamo nominato, quale membro effettivo del Collegio Sindacale dell'Agenzia per la promozione internazione di Torino e del Piemonte-ITP il signor Ponzio Luigi.



PRESIDENTE

Fondazione Film Commission Torino - Piemonte - Collegio dei Revisori dei Conti (art. 11 dello Statuto) - nomina di 2 membri



PRESIDENTE

Proclamo nominati, quali membri del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione Film Commission Torino-Piemonte, i signori Ingrosso Fernando e Galavotti Guido.



PRESIDENTE

Consiglio di aiuto sociale del Circondario di Mondovì (articolo 74 L.
354/1975 e articolo 119 DPR n. 230/2000) - designazione di 1 rappresentante



PRESIDENTE

Proclamo designato, quale rappresentante nel Consiglio di aiuto sociale del Circondario di Mondovì, il signor Mellano Bruno.



PRESIDENTE

Fondazione Centro Studi sul Pensiero Politico L. Firpo - Collegio dei Revisori (art. 20 dello Statuto) - nomina di 1 revisore



PRESIDENTE

Proclamo nominata, quale Revisore nel Collegio dei Revisori della Fondazione Centro Studi sul Pensiero Politico "L. Firpo", la signora Scianca Grazia.



PRESIDENTE

Osservatorio piemontese di frutticoltura Alberto Geisser - Collegio dei Revisori (art. 9 dello Statuto) - designazione di 1 revisore



PRESIDENTE

Proclamo designato, quale revisore nel Collegio dei Revisori dell'Osservatorio piemontese di frutticoltura "Alberto Geisser", il signor Giardini Morello Damiano.



PRESIDENTE

Casa di cura Koelliker di Torino - Comitato consultivo (articolo 7 Schema di Concessione che regola i rapporti con la Città di Torino) - nomina di 1 membro



PRESIDENTE

Proclamo nominato, quale membro del Comitato Consultivo della Casa di Cura Koelliker della città di Torino, il signor Noccetti Gianluca.



PRESIDENTE

Comitato promotore PRUSST 2010 Plan - Collegio dei Revisori (articolo 12 dello Statuto) - nomina di 1 membro effettivo in sostituzione del signor Viotto Pietro Agostino



PRESIDENTE

Proclamo nominato, quale membro effettivo del Collegio dei Revisori del Comitato promotore "PRUSST 2010 PLAN", in sostituzione del signor Viotto Pietro Agostino, la signora Di Stefano Maria Grazia.



PRESIDENTE

Ente di Gestione delle Riserve Naturali Speciali del Sacro Monte di Orta del Monte Mesma e del Colle della Torre di Buccione - Consiglio Direttivo (articolo 8 legge regionale 20/1989 sostituito dall'articolo 5 della legge regionale 15/1990) - nomina di 1 membro in sostituzione del signor Ferrandi Gaudenzio



PRESIDENTE

Proclamo nominato, quale membro del Consiglio Direttivo Ente di Gestione delle Riserve Naturali Speciali del Sacro Monte di Orta, del Monte Mesma e del Colle della Torre di Buccione, in sostituzione del signor Ferrandi Gaudenzio, il signor Galimberti Marco.



PRESIDENTE

Sezione Decentrata della Commissione Regionale per la tutela e la valorizzazione dei Beni culturali ed ambientali (articolo 8 legge regionale 20/1989) - Sede di Alessandria - nomina di 1 componente in sostituzione del signor Paolo Affronti



PRESIDENTE

Proclamo nominata, quale componente della Sezione Decentrata della Commissione Regionale per la tutela e la valorizzazione dei Beni culturali ed ambientali in sostituzione del signor Paolo Affronti, la signora Bellone Luisella.



PRESIDENTE

Commissione Tecnica consultiva per l'ordinamento dei servizi di analisi cliniche (articolo 18, legge regionale 55/1987, modificato dall'articolo 13 della legge regionale 23/1994) - Designazione di 1 esperto in sostituzione del signor Pagano Pier Giorgio



PRESIDENTE

Proclamo designata, nella Commissione Tecnica Consultiva per l'ordinamento dei servizi di analisi cliniche, la signora Tinivella Anna.



PRESIDENTE

Consiglio Regionale del Volontariato (legge regionale 38/1994 e successive modifiche - D.G.R. 15-12043 del 23 marzo 2004) - Designazione di 2 Consiglieri regionali



PRESIDENTE

Proclamo nominati, nel Consiglio Regionale del Volontariato, i Consiglieri Cattaneo Valerio e Angeleri Antonello.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Proseguimento esame disegno di legge n. 575 "Misure straordinarie per i presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi" (Richiesta di sospensione)


PRESIDENTE

L'esame del punto 4) all'o.d.g.: Proseguimento esame disegno di legge n. 575 "Misure straordinarie per i presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi", del quale è già stato svolto il dibattito generale, prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Manica. Suino Placido, Muliere, Ronzani, Riggio, Marcenaro e Riba: al comma 1, dopo le parole "dei livelli", aggiungere le parole "quantitativi-qualitativi".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Sull'emendamento esprimo parere sostanzialmente contrario, pur volendone comprendere, dai proponenti, il significato.
Se per livelli di prestazione si intende il volume complessivo delle prestazioni sanitarie di ricovero ed ambulatoriali svolte dagli Ospedali Valdesi, rischia di essere una valutazione addirittura restringente rispetto alle potenzialità che l'integrazione degli Ospedali Valdesi, nella rete sanitaria pubblica, può comportare. Il mantenimento dei livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni fino ad ora erogati (li citeremo nell'ambito della discussione del provvedimento) sono circoscritti ad un peso complessivo, rispetto alle prestazioni complessivamente erogate dal sistema sanitario piemontese, inferiore al 2%, e con alcuni settori di attività prevalenti, ma non tutti i settori di attività prevalenti. Quindi rischia di essere un emendamento che, nell'indicazione del legislatore restringe le potenzialità di sviluppo degli Ospedali Valdesi anche per le conseguenze positive che possono derivare dalla loro integrazione nella rete sanitaria pubblica.
Se per prestazioni qualitative e quantitative si intende un riconoscimento, nella sostanza, non tanto alla qualità "tecnica" delle prestazioni che vengono erogate, che ovviamente in questa sede non possiamo discutere, ma al modello complessivo di organizzazione delle prestazioni sanitarie dimostrato dagli Ospedali Valdesi nel corso di questi anni, mi permetto sommessamente di sottolineare che stiamo esaminando un provvedimento di salvataggio di questi ospedali e, su proposte ampie e quasi unanime del Consiglio, di accollo alla Regione Piemonte di una situazione debitoria assolutamente senza paragoni in termini di rapporto fra prestazioni erogate e di indebitamento netto in tutta la situazione sanitaria piemontese.
Se questo fosse implicitamente un giudizio positivo circa le modalità di organizzazione delle prestazioni sanitarie degli Ospedali Valdesi che ha caratterizzato la gestione della Commissione ospedaliera valdese nel corso di questi anni, il giudizio sull'emendamento sarebbe, per altre ragioni rispetto a quelle illustrate all'inizio, anche in questo caso negativo.
Andrebbe chiarito da parte dei proponenti che cosa si intende con l'integrazione delle parole quantitativi e qualitative, perché pu significare una delle due seguenti cose. In un caso è limitare, per indicazione del legislatore stesso, le possibilità di sviluppo e di potenziamento di quell'attività sanitaria; nell'altro significa riconoscere una cosa che è sostanzialmente ridicolo riconoscere nell'ambito di un provvedimento di salvataggio di questi ospedali da una situazione di dissesto economico finanziario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Facciamo nostre le osservazioni e il ragionamento che ha esplicitato il collega Palma e quindi ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 4 viene ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese, mediate procedimento elettronico, sull'articolo 1 nel suo complesso.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 5 presentato dai Consiglieri Manica. Suino Placido, Muliere, Ronzani, Riggio, Marcenaro e Riba: è aggiunto il comma 4 così come segue: "Per garantire la piena applicazione dei commi precedenti la Tavola Valdese indica per l'ASL 1 e per l'ASL 10 un revisore contabile tra i tre previsti per la relativa nomina".
I proponenti danno per illustrato tale emendamento.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 5, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 8 presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi e Papandrea: inserire comma 3 bis: "La Giunta regionale sentita la Conferenza dei sindaci dei distretti interessati, assegna i presidi ospedalieri di Pomaretto e Torre Pellice ai distretti sanitari n. 2 e n. 1 dell'ASL 10.
Il programma delle attività distrettuali assicura il coordinamento delle proprie attività con quelle dei presidi ospedalieri".
I proponenti danno per illustrato tale emendamento.



(Il Consigliere Cattaneo ed altri chiedono la votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 8 sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, richiesta dal Consigliere Cattaneo e altri, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel suo complesso.



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: al comma 7 dell'articolo 3 le parole "sono trasferiti in capo alla Regione Piemonte che provvederà alla relativa gestione liquidatoria con le modalità di cui all'articolo 6" sono sostituite dalle parole "sono affidati alla gestione liquidatoria della Regione, secondo i principi e le modalità di cui all'articolo 3 bis e 6 bis".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Questo è un emendamento di coordinamento testuale che, rispetto al secondo, quello rubricato al n. 2), disciplina in maniera diversa, rispetto a quella prevista dal disegno di legge della Giunta, le modalità di accollo del debito degli Ospedali Valdesi.
Se mi permette, Presidente, illustrerei complessivamente i due emendamenti per evitare di perdere tempo, trattandosi ovviamente dello stesso emendamento con due formulazioni diverse, motivate da ragioni tecniche.
Abbiamo provato a proporre al Consiglio una linea emendativa diversa rispetto a quella adottata dalla Giunta e fatta propria dalla maggioranza dei Gruppi e del Consiglio, che, pur facendosi carico in parte della situazione debitoria per il 50% della CIOV e riconoscendo alla Tavola Valdese i benefici che potrebbero derivare dalla gestione liquidatoria della CIOV stessa da parte della Regione in termini di riduzione dell'entità del debito complessivo, non giungesse all'assurdo di coprire addirittura con un contributo ad hoc di spesa corrente e nella sostanza di liberalità dei debiti non trasferibili a terzi, i debiti tributari, fiscali e previdenziali, che ammontano, secondo le stime consegnate in Commissione ad oltre 10 milioni di euro, ovvero ad una cifra che si avvicina ai 13 milioni di euro.
Con questo provvedimento noi giungiamo al paradosso di prevedere soltanto per gli Ospedali Valdesi un meccanismo di copertura del disavanzo che, oggi...



PRESIDENTE

Colleghi, chiedo un po' di attenzione.



PALMA Carmelo

Con questo provvedimento giungiamo al paradosso di prevedere soltanto per gli Ospedali Valdesi un meccanismo di copertura e di gestione del disavanzo sanitario, sostanzialmente diverso e migliore, o comunque più favorevole, di quello che riconosciamo per l'intera rete degli Ospedali pubblici.
Noi ragioniamo in una situazione nella quale a bilancio per il 2004 iscriviamo 130 milioni di euro per coprire i buchi di bilancio dell'intera sanità pubblica piemontese. Con questo provvedimento, solo nel biennio 2004 2005, ne spendiamo circa un terzo (40 milioni di euro tra impegno di capitale e impegno di spesa corrente) per accollarci il deficit di un operatore sanitario privato, in termini giuridici, cui i rapporti di fornitura con il sistema sanitario pubblico erano disciplinati da un'apposita convenzione, che, per altro verso, non vanta crediti esigibili nei confronti della Regione, né ha innescato alcun procedimento, ad esempio, di carattere amministrativo o di contenzioso per il riconoscimento di ulteriori crediti.
Visto che l'articolo 3 disciplina questa modalità, singolare e paradossale, di accollo totale del deficit patrimoniale di un operatore sanitario privato, tutto questo, ovviamente, nella sostanziale e unanime convergenza di quasi tutti i Gruppi consiliari, ma introducendo un elemento di novità non positiva rispetto al sistema di copertura del disavanzo anche, ad esempio, rispetto all'utilizzo dei fondi di riequilibrio, noi suggeriamo al Consiglio di utilizzare una linea più prudente che, partendo dal riconoscimento dell'attività della Tavola Valdese in campo sanitario partendo dal riconoscimento della peculiarità di quelle strutture sanitarie, partendo dal riconoscimento della necessità di preservare la Tavola Valdese nel suo complesso dalle conseguenze che un'accentuata esposizione debitoria potrebbe comportare sulle attività, tra virgolette residue, quelle più propriamente istituzionali della Tavola Valdese, non introduca un principio che domani potrebbe essere invocato da numerosi erogatori sanitari di diritto privato che pretendessero da parte della Regione un trattamento analogo rispetto a quello ricevuto dagli Ospedali Valdesi per cifre e volumi di impegno finanziario da parte della Regione decisamente superiori.
Ho l'impressione che l'Assessore Galante dovrebbe spiegare per quale ragione, ad esempio, rispetto alle ASL pubbliche, il mutuo a copertura del deficit è stato, in parti neppure uguali, scaricato per il 70% sulle stesse ASL e nel caso di un erogatore sanitario di diritto privato l'intero deficit patrimoniale degli Ospedali Valdesi, non solo il disavanzo, viene di fatto accollato da parte della Regione, che provvede ad un accollo improprio, tecnicamente, sia pure attraverso un meccanismo tecnicamente proprio, cioè quello della liberalità, anche della parte di debito non trasferibile a terzi, costituita dal debito tributario, fiscale e previdenziale.
Mi rendo conto che su questo provvedimento si è giunti ad una convergenza pressoché unanime da parte di tutto il Consiglio regionale. Mi rendo anche conto che parlare male degli Ospedali Valdesi e dell'operazione che la Tavola Valdese ha innescato sugli Ospedali Valdesi equivale a parlare male di Garibaldi o di Pietro Micca nella nostra Regione.
Sottolineo obiettivamente l'anomalia di un provvedimento che è assolutamente unico, non tanto come provvedimento meccanismo di salvataggio, ma per le modalità che fa proprie, che ricordano molto di più i vecchi ripiani a piè di lista delle ASL pubbliche piuttosto che i meccanismi di responsabilizzazione finanziaria anche delle Aziende Sanitarie pubbliche.
Ritengo che nel momento in cui la Regione compisse, per via legislativa, un atto per una società regionale, come Finpiemonte, si troverebbe di fronte a problemi molto gravi di natura amministrativa e contabile. Penso che quando, per via legislativa, la Regione opera delle sanatorie gli effetti che ne derivano non sono solo positivi per i beneficiari immediati della sanatoria stessa, ma sono effetti negativi per il complesso della politica che dello strumento della sanatoria inevitabilmente si avvale.
Abbiamo assistito alla discussione di un provvedimento di fatto dettato dal debitore, fin nelle virgole. E' un provvedimento che ha avuto diverse formulazioni in termini tecnici tutte quante raccolte attorno al punto assolutamente indiscutibile e di fatto indiscusso, se non dal nostro Gruppo, che la Regione doveva provvedere all'accollo totale della situazione debitoria della CIOV, quindi della Tavola Valdese. Ho l'impressione che se noi discutessimo altri provvedimenti regionali con la stessa logica e con altri beneficiari contribuiremmo in maniera particolarmente generosa non già alla gestione e al governo, ad esempio della sanità, bensì contribuiremmo, in maniera assolutamente pesante, al dissesto della finanza pubblica.
Ripeto i dati, essendo eclatanti: abbiamo un complesso di ospedali (tre presidi, un solo ospedale, in realtà) che, complessivamente, per prestazioni di ricovero e per prestazioni ambulatoriali non raggiungono il 2% del volume delle prestazioni complessivamente erogate all'interno della Regione Piemonte, che godono di una copertura del deficit patrimoniale, nel biennio 2003-2004, pari ad un terzo di quello che questa Regione stanzia a copertura del disavanzo di esercizio di tutte le altre ASL pubbliche per il 2003.
Se mutatis mutantis si volesse applicare questo principio nei confronti di tutti gli erogatori sanitari della nostra Regione, Assessore Galante lei dovrebbe spendere 2 mila miliardi all'anno solamente per coprire i disavanzi sanitari di questi erogatori. Ho l'impressione che un provvedimento di questo tipo, che è sicuramente contenuto, per così dire sono 80 miliardi, perché contenuto è il problema che ci troviamo di fronte innescherà un meccanismo che è già alle porte, è sufficiente assistere ad alcune discussioni, che vedrà altri erogatori con la fisionomia giuridica degli Ospedali Valdesi venire a bussare alle porte della Regione per richiedere riconoscimenti che altri erogatori nella loro stessa situazione sono riusciti ad ottenere da parte della Regione stessa.
Il problema è che questo meccanismo per i Valdesi determina 40 milioni di euro, ma per il Mauriziano 400 milioni di euro, ed è obiettivamente difficile...



(Commenti fuori microfono)



PALMA Carmelo

Consigliere Cattaneo, sono due emendamenti. Ho detto che illustravo congiuntamente due emendamenti. Se vuole lo spezzo in due parti, ma la questione, obiettivamente, non cambia.
Sono 400 milioni di euro sulla base dello stesso meccanismo.
Nel corso degli altri emendamenti e degli alti articoli proverò a spiegare come era possibile certamente salvare gli ospedali valdesi, senza che questo salvataggio si traducesse in un salvataggio improprio, non già degli ospedali valdesi e della funzione che essi svolgono a servizio della sanità pubblica, ma di un erogatore privato, che è la CIOV e di ciò che sta dietro alla CIOV, cioè la Tavola Valdese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Galante; ne ha facoltà.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Intervengo per chiarire alcune delle osservazioni fatte dal Consigliere Palma. Intanto, non abbiamo fatto un provvedimento dettato dal debitore, ma abbiamo fatto un provvedimento discusso e contrattato con il debitore.
Voglio dire che non abbiamo costruito una legge che ci hanno imposto ma abbiamo costruito una legge che abbiamo discusso insieme alla Tavola Valdese.
Non credo che la considerazione "tanti alle porte" possa essere veritiera per due ragioni. Innanzitutto, perché i comportamenti nel tempo di questi istituti, proprio sulla base di quella che è stata l'esperienza avvenuta sui due casi eclatanti, ha indotto gli altri enti a considerazioni di attenta gestione. Inoltre, perché queste sono strade che possiamo rappresentare come incidenti gestionali, ma sicuramente non possono appartenere quasi ad una sorta di strategia, come il Consigliere Palma ha individuato, o come se questo provvedimento consentisse un modello di laissez faire da parte degli enti e della Regione rispetto alle crisi.
Devo dire che noi ci troviamo di fronte ad un salvataggio, quindi individuiamo una modalità sicuramente atipica, ma come atipici andranno trattati tutti i casi del genere.
Devo inoltre dire che non è assolutamente un ripiano, perché non va dimenticato che, alla fine di questa operazione, noi acquisiamo patrimonio immobiliare, strutture e personale.
Quindi, l'operazione, per quanto particolare e caratterizzata rispetto alla crisi tipica, in realtà non concede alla situazione di crisi semplicemente un ripiano, ma porta alla Regione anche delle acquisizioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 1 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: dopo l'articolo 3 è aggiunto il seguente articolo 3 bis: "3 bis (Assunzione e garanzia del debito della C.I.O.V.) 1. La Regione, sulla base della perizia tecnica di cui al comma 3 dell'articolo 3 e della ricognizione straordinaria, di cui al comma 1 dell'articolo 4, provvede a quantificare il deficit patrimoniale dei complessi ospedalieri della C.I.O.V., maturato all'atto dell'acquisizione stabilendo, stante quanto stabilito dal comma 6 dell'articolo 3, la parte di debito eccedente il valore del patrimonio acquisito e indicando quanta e quale parte di esso sia coperto direttamente da liberalità regionali e quanta e quale parte, per la liquidanda C.I.O.V., la Tavola Valdese debba mantenere a proprio carico, seppure mediante garanzia fideiussoria della Regione, che ne resta giuridicamente obbligata nei confronti di terzi.
2. La parte di debito eccedente direttamente coperta da contribuzione regionale non può essere superiore al 50%.
3. Sulla parte di debito coperto dalla garanzia fideiussoria della Regione Piemonte, la Regione concorda con la Tavola Valdese un adeguato piano di ammortamento.
4. L'eventuale riduzione dell'indebitamento conseguente all'attività liquidatoria viene trasferita a beneficio della Tavola Valdese, con la conseguente riduzione del suo indebitamento nei confronti della Regione e l'adeguamento del piano di ammortamento.
5. L'autorizzazione di cui al comma 1 dell'articolo 2 è condizionata all'accordo stipulato sulla base dei principi stabiliti dai commi precedenti fra il rappresentante legale della C.I.O.V. e il commissario preposto alla gestione liquidatoria.".
L'emendamento è già stato illustrato precedentemente dal Consigliere Palma.
Non essendoci interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 2 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Rispetto a quanto diceva l'Assessore, come dicono in alcune parti d'Italia, "bisogna fare a capirsi".
Io leggo i documenti trasmessi dall'Assessorato, quindi non penso di essere in posizione più favorevole di altri colleghi che hanno affrontato questo provvedimento. Se noi consideriamo l'analisi della situazione economica e patrimoniale degli ospedali valdesi così come ci è stata consegnata dalla società di consulenza, che la Regione ha incaricato di sorvegliare l'andamento economico degli ospedali valdesi al fine di concludere una trattativa iniziata da molto tempo, ci accorgiamo che il discorso che fa lei, Assessore, non sta in piedi.
Se la situazione del deficit patrimoniale stimato al 31/1/2004, inclusi i leasing, è di 39 milioni e 991 mila euro, è evidente che, accollando questo deficit patrimoniale, la Regione accolla anche quelle poste di segno positivo relative alla immobilizzazioni materiali e immateriali, relative ai presidi, ai muri, alle attrezzature e al valore (ovviamente non di mercato ma di bilancio) delle strutture che vengono acquisite, ma il cui valore è già in qualche misura scontato nella definizione del deficit patrimoniale delle aziende stesse, anzi del CIOV nel suo complesso e dei singoli presidi ospedalieri.
Assessore, non faccia passare il principio per cui noi spendiamo 40 milioni di euro per comprarci 20 milioni di ospedali. No, noi spendiamo 40 milioni di euro per comprarci 40 milioni di deficit patrimoniale, che già sconta al proprio interno il valore positivo delle immobilizzazioni.
Quindi, noi spendiamo 40 milioni di euro per comprare 40 milioni di deficit, non per comprare 40 milioni di deficit, e fuori dal deficit 21 milioni circa di patrimonio così come è stimato dalla società di consulenza che la Regione ha incaricato.
Si può discutere molto sul valore di mercato delle strutture che noi acquisiamo. E' probabile che la valutazione, in termini di bilancio, di queste strutture sia una valutazione molto cauta e prudente, rispetto all'eventuale valore ad esempio commerciale ed immobiliare di questi immobili. Però questa è una valutazione che varrebbe se la Regione avesse una strategia "aggressivamente immobiliaristica" rispetto a questi presidi.
Visto che la Regione questi presidi se li prende, se li carica e li conferisce alle ASL, la valutazione sul valore di mercato a giustificazione dell'operazione di carattere finanziario non regge, non sta in piedi.
Assessore, possiamo accettare tutto, questa è un'assemblea sovrana, e ripeto, la Tavola Valdese, con le sue esigenze, riscuote il consenso della stragrande maggioranza dei gruppi politici. L'assemblea sovrana può anche decidere di spendere 80 miliardi, per comprare 80 miliardi di deficit.
Detto questo, non raccontiamo "frottole", non raccontiamo che, con 40 miliardi, compriamo qualcosa che, forse, non varrà esattamente 40 miliardi ma poco meno. Noi compriamo 40 miliardi di deficit, al cui interno è già ricompresso, con segno positivo, il valore del patrimonio. E' proprio solo ed esclusivamente deficit quello che noi compriamo. Ci può essere una valutazione alla base di segno diverso, su questo concordo con l'Assessore Galante. La Tavola Valdese non è stata sospettata, e nemmeno è sospettabile, da parte nostra, di avere tenuto comportamenti analoghi, e non li qualifico diversamente da quelli che hanno gestito l'Ordine Mauriziano nel corso degli ultimi anni.
Nessun dubbio, all'interno di quest'aula, neppure da parte del Gruppo radicale, che la Tavola Valdese abbia gestito con sommi criteri di correttezza e di trasparenza gli Ospedali Valdesi; sta di fatto che, con sommi criteri di correttezza e di trasparenza, la Tavola Valdese ha gestito questi ospedali facendo perdere a queste strutture, negli ultimi mesi, un milione di euro al mese, se i miei conti non sono sbagliati. E' chiaro che non abbiamo di fronte, come interlocutori, dei malfattori, né ho mai pensato una cosa di questo tipo. Abbiamo di fronte delle persone corrette e trasparenti che, in maniera corretta e trasparente, perdevano un milione di euro al mese nella gestione degli Ospedali Valdesi. Se l'Assessore intende la maggioranza intende, la stragrande maggioranza dell'opposizione intende sostenere la legittimità di questo provvedimento, usate ogni tipo di argomento, anche quello che va dato un riconoscimento storico all'impegno degli Ospedali Valdesi, ma non giocate sui numeri. I numeri sono chiarissimi, il valore del patrimonio è già compreso in quel deficit patrimoniale.
Noi compriamo un qualcosa che, se lo pagassimo zero, farebbe 40 milioni di deficit a carico della Regione, e la paghiamo 40 milioni di euro. Non so se sia chiaro il meccanismo, spero sia chiaro anche a tutti i Consiglieri che noi spendiamo 80 miliardi per comprarci 80 miliardi di deficit. Tutto questo è assolutamente legittimo. Se lo facesse Finpiemonte, avrebbe probabilmente qualche problema con la Magistratura contabile, ma non lo fa Finpiemonte, lo fa la Regione Piemonte e lo fa l'assemblea del Consiglio regionale. Ovviamente, l'assemblea del Consiglio regionale può anche decidere domani di dare 700 milioni di euro all'Ordine Mauriziano, pu decidere di fare sovranamente qualunque cosa, ma non può decidere sovranamente, di modificare l'aritmetica nei meccanismi di valutazione del bilancio delle aziende sanitarie.
Questa è la situazione. Mi rendo perfettamente conto che esiste, da parte dell'Assessore, della maggioranza e di una parte della minoranza l'idea che il caso valdese sia un caso a sé, non assimilabile, per tante ragioni, anche storiche, ma soprattutto non assimilabile perché un caso "piccolo" rispetto ad altri casi grossi che abbiamo dinnanzi. Se ci si accontenta di una spiegazione di questo tipo e la si vuole avanzare per legittimare questa decisione, lo si faccia, ma non giochiamo con i numeri.
Deve essere chiaro a tutti i cittadini piemontesi quello che stiamo facendo. Ovviamente lei è l'Assessore, la sua maggioranza, l'ampia maggioranza su questo provvedimento quest'operazione la sosterrà, ma ripeto, non giochiamo con i numeri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Volevo fare una riflessione a seguito dell'intervento del Consigliere Palma. E' chiaro che i numeri vanno visti nell'ottica giusta: 40 milioni di spese più 40 milioni di indebitamento, sono complessivamente 80 milioni di euro che la Regione mette a disposizione. Se si considera che la posta complessiva degli Ospedali Valdesi vale circa 300 euro per posti letto, se si divide 80 milioni per 300, risultano 266 mila euro per posti letto. Se la Regione Piemonte costruisce un ospedale il costo è almeno di 500 mila euro per posto letto.
In contrapposizione al ragionamento del Consigliere Palma, la Regione ha fatto bene a fare questa manovra: si acquisiscono 300 posti letto ad un costo assolutamente conveniente in questo momento, senza considerare per la buona qualità che è stata evidenziata da esperti di questi ospedali. Di conseguenza, non mi sembra quadrare il ragionamento del Consigliere Palma.
80 milioni di euro determinano l'acquisizione di 300 posti letto che costano 266 mila euro per posto letto. Posti letto che, se si devono acquisire in una condizione normale, costano almeno 500 mila euro.
Diverso è il ragionamento sulla produzione. La crisi è stata determinata per la convenzione, perché è una convenzione che prevede un costo di produzione inferiore a quello effettivo. Per questi motivi l'Ospedale Valdese si trova un po' in crisi, altrimenti non era un ospedale, a mio giudizio, da vendere. Sosteniamo Il ragionamento che ha fatto la maggioranza e la Regione, e riteniamo che sia abbastanza chiaro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo.
Ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Gli interventi che mi hanno preceduto m'invitano a fare alcune riflessioni.
L'intervento del Consigliere Palma esprime una posizione di contrarietà sull'acquisizione dei presidi ospedalieri valdesi. Una posizione chiara fin dall'inizio, che viene ribadita con un'architettura dei conti che, per altro, è matematicamente corretta. Quindi, alla fine, si acquisisce una struttura che ha un deficit pregresso alla nostra azione, sia in termini patrimoniali che in termini di gestione.
Tuttavia, noi ci rendiamo conto, e lo abbiamo sempre sostenuto, che questa è una scelta politica dell'amministrazione regionale, cioè valutare se in quelle zone, con quelle peculiarità, con quella professionalità, con quella storia e con quella cultura, fosse meno necessario mantenere i presidi valdesi all'interno del sistema sanitario di questa Regione, di questa provincia e di questa città.
Come scelta politica, essendo la Giunta regionale ed avendo la Giunta regionale il potere di indirizzo, si è ritenuto che gli Ospedali Valdesi dovessero continuare ad esistere ed insistere sul territorio ed essere, a pieno titolo, protagonisti nel sistema dell'offerta sanitaria, delle risposte ai bisogni di salute in questa provincia. Si è fatta una scelta che costa nei termini che ricordava il Consigliere Palma, e che abbiamo deciso di fare non tanto per generosità, ma perché riteniamo che sia un'azione di governo utile per i piemontesi, prima di tutto, e per il sistema sanitario.
Al Consigliere Giordano, che questa volta non ha fatto interventi per interrompere la prosecuzione di lavori del Consiglio e che adesso vuole addirittura dimostrare che facciamo un affare, devo riconoscere che ha una capacità di dialettica e di convincimento non di poco conto.
E' ovvio che anche quanto detto dal collega Giordano è vero: deve costruire una cosa, costa un miliardo, se la trova già costruita, paga la metà e fa un affare. Ci sono, però, valutazioni da fare. Prima fra tutte se ho bisogno della casa, quando magari ne ho già altre 25. Allora si fa la scelta se comprarla o meno. È vero quanto ho detto prima e può sembrare per certi aspetti, anche contrario rispetto a quanto ho poc'anzi sostenuto però è utile, è importante, fa parte della cultura e della storia anche del sistema sanitario di questa Regione, ma non è indispensabile perch comunque, il sistema sanitario di questa Regione, di questa provincia e di questa città può, non dico fare a meno degli Ospedali Valdesi, ma reggere nel dare risposte significative ai cittadini piemontesi, anche in assenza della presenza degli Ospedali.
una scelta precisa di cui ci assumiamo, non tanto il merito, quanto la responsabilità, come azione di governo e di indirizzo alla Giunta e, in quanto scelta, alla maggioranza che sostiene questa Giunta regionale.
Non è dire: paga 250 mila euro e si fa un affare. È una scelta e questo è esattamente quello che andiamo a spendere: quota letto diviso il totale dei quaranta milioni cui si riferiva prima il collega Palma.
Attenzione a sostenere la questione che il dissesto - non vorremmo riprendere anche in aula la polemica e il confronto già svolti in sede di Commissione e sugli organi di informazione - sia dovuto alla non idoneità della convenzione. Andrei avanti prudentemente, perché non vorremmo che succedesse come per il caso del Mauriziano, quando avete lungamente sostenuto in questo Consiglio regionale (in particolare il Gruppo de La Margherita attraverso il proprio Presidente o portavoce, il collega Saitta brillantemente assente in discussioni importanti come queste e fuori dal Palazzo per la compagna elettorale) che era tutta colpa della Regione e che gli amministratori erano i più bravi del mondo, e invece, dalla relazione della Corte dei Conti (a disposizione di qualsiasi cittadino piemontese basta richiederla) si evince esattamente il contrario e che, non solo la Regione non è responsabile, ma non è, nemmeno lontanamente, coinvolgibile sul dissesto del Mauriziano.
Prima di dire, in quest'aula, che la situazione di dissesto è stata determinata dalla Regione, sarei, soprattutto se appartenente ad una forza politica importante come La Margherita che ha sostenuto qui - e fuori di qui - una tesi completamente smentita dalla Magistratura contabile sullo stato dell'ospedale Mauriziano, molto prudente. Non vorrei, un domani, che la Magistratura contabile facesse delle verifiche, magari all'interno di quei conti, o che qualcuno - soggetto terzo, quindi al di sopra delle parti dovesse verificare la situazione, addivenendo ad una conclusione simile a quella dell'Ospedale Mauriziano.
Mi auguro che questo non sia, però, come invece il collega Giordano vuole sostenere, non mi sento di escluderlo.
Detto questo, naturalmente voteremo a sfavore dell'emendamento presentato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Intervengo per far sentire anche la mia voce su un provvedimento che sin dall'inizio, come Gruppo abbiamo ritenuto importante e che, come tale ha meritato l'attenzione, soprattutto del collega Palma.
Il Consigliere Palma ha espresso quella che può sembrare una battuta ma che è, invece, la fotografia della realtà. Mi sembra che, nel giustificare il provvedimento, si voglia mettere in discussione l'aritmetica. Mi pare più interessante, invece, sottolineare come, nel difendere e nel votare il provvedimento, gran parte della maggioranza di centrodestra, che ha vinto le elezioni regionali in quanto liberale, metta in discussione l'alfabeto della politica e le radici e le ragioni per le quali ha vinto.
Si può fare una buona nota di giustificazione di questo provvedimento particolare e ad hoc, sperando e pregando che abbia ragione l'Assessore Galante quando afferma che questo non costituisce - e non costituirà in futuro - un precedente. Sappiamo tutti, però, come funzione la storia (anche la storia della nostra Regione e in alcuni casi in particolare) quindi questo provvedimento sarà sicuramente un precedente, andrà a costituire parte di quella prassi politica per la quale molte volte rincorriamo la testualità della legge contro la prassi dell'applicazione.
Il tentativo del Gruppo Radicale è stato quello di proporre un modo diverso di riconoscere e di valorizzare, non disperdendolo, il patrimonio costituito nella storia, nelle cose e nella concretezza dall'esperienza degli Ospedali Valdesi. Il tentativo, che quest'aula non ha accolto, era di disegnare un possibile intervento diverso che, però, lasciasse impregiudicata la valutazione di una situazione di fatto venutasi a creare.
Il nostro progetto era di riconoscere un 50% che poteva anche essere esteso fino ad un 70%, ma che ci fosse comunque un dato di valutazione nel merito di cosa è successo nella realtà. Se ci si scollega dalla realtà e si va sulle dichiarazioni ideologiche o di principio, bisognerà rispondere con più puntualità a quelli che, anche in quest'aula e anche oggi, riportano un'altra visione del problema, un'altra visione della realtà, un'altra visione di cosa è stato il fenomeno Ospedali Valdesi e perché siamo arrivati alla legge odierna.
Personalmente, avrei preferito che si fosse rispettato un minimo l'alfabeto politico che vede governare, in questa Regione, una Giunta liberale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.



MARENGO Pierluigi

Grazie, Presidente. Non tanto il testo della legge, quanto gli interventi dei colleghi Radicali e del Consigliere Giordano, mi portano ad approfondire la vicenda. Sicuramente, vista in chiave liberale, non posso che dare ragione all'101% a quanto detto in particolare, con analisi molto precisa, dal Consigliere Palma, mentre il collega Mellano ha fatto un discorso più politico.
Sicuramente, qui la Regione sta intervenendo, non in acquisto, ma a copertura di una situazione debitoria. L'escamotage dei soldi sull'acquisto è un escamotage di tipo contabile che, effettivamente, ha poca rispondenza al vero.
Il collega Palma prima ha detto che è lontano da lui il pensare che questa vicenda sia rapportabile ad altre vicende ed è lontano da lui il pensare che ci sia stata disonestà nel mondo valdese e nella gestione.
Anche su questo aderisco totalmente. Credo che nel mondo valdese non ci sia stata assolutamente disonestà e che il frutto del debito, un milione al mese di debito, sia frutto di non capacità o di allegrezza gestionale, non certo di disonestà. Nella gestione della cosa pubblica - la cosa diventa pubblica laddove la mano pubblica deve andare a chiudere le situazioni debitorie - all'onestà occorre unire la capacità. Qui siamo in un chiaro caso di non capacità a gestire, in un chiaro caso di allegria gestionale.
Non è un caso che, però, arrivati al dunque, arrivati con la cambiale all'incasso, arrivati con l'Ufficiale giudiziario alle porte, questi gestori che hanno sempre visto nella nostra sanità un qualcosa di condannabile, di non ben gestito, di non valido, un qualcosa dove il truschino è regola, arrivano da noi a dire: "Adesso ci coprite il buco e ci comprate le cose, perché noi abbiamo l'ufficiale giudiziario alle porte".
Questo mi pone qualche difficoltà ad accettare questa proposta. Perché? Credo che il sistema degli Ospedali Valdesi sia un sistema importante per il territorio, magari non a Torino, ma sicuramente nelle vallate ha una sua importanza. Ma perché noi dobbiamo tutte le volte andare a coprire le incapacità altrui perché dobbiamo prendere i soldi del nostro bilancio dobbiamo toglierli alla sanità regionale per andare a coprire le incapacità altrui? Perché dobbiamo fare queste cose? Perché il nostro bilancio deve essere sistematicamente impoverito, perché dobbiamo andare a coprire quell'incapacità a gestire la sanità che è propria della sinistra? Due casi di riferimento. Primo caso: stiamo facendo una legge per andare a coprire le incapacità, per rimandare a casa l'ufficiale giudiziario. Perché sono riusciti ad avere l'Ufficiale giudiziario in sala operatoria. L'altro caso è il Mauriziano, ma quello lo vedremo in un altra sede.
Qui parliamo ancora solo di incapacità, là parleremo di ben altro. Là l'incapacità è una cosa da niente. Questa è la risultanza delle chiacchiere della sinistra in materia di sanità, ma dov'è il Consigliere Saitta? Perch non è qui a spiegarci questo buco, anziché infestare Torino di manifesti falsi e bugiardi, che portano la menzogna? Lui dice, sa di dire, è convinto di dire e gode nel dire.
Noi leggiamo sui manifesti del Consigliere Saitta delle cose ignobili oggi siamo qui a salvare con il nostro bilancio i buchi di una sanità gestita dalla sinistra. Ebbene, perché non vi alzate da quei banchi dove siete abituati a dire: "Il Presidente Ghigo dov'è?" Provate a dire "Il Consigliere Saitta dov'è?" E' lui il vostro grande esperto, è lui il grande moralizzatore, è lui l'uomo della santità di quei banchi.
Va bene, chiudiamo qui, per andare incontro e per aiutare i popoli di quelle valli, per aiutare quella gente, ancora una volta prenderemo dai soldi di tutti i piemontesi il necessario per coprire le incapacità altrui.
Suvvia, ci sia del coraggio! Quando parlate di sanità, pensate prima di parlare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla Programmazione sanitaria

Tre risposte. Consigliere Mellano, questo alfabeto politico del liberalismo che cita lei, se corrisponde a una sorta di allarmismo sociale devo dire che chi governa non può accettarlo.
Ci siamo trovati di fronte a una crisi e, responsabilmente, abbiamo cercato di dare una risposta. Altrimenti l'esito della crisi sarebbe stato un problema per la comunità.
Consigliere Palma, non abbiamo gabellato sui numeri, perché io non ho fatto passare nell'intervento precedente che fosse un'operazione a vantaggio o in pareggio. Le operazioni di salvataggio si possono fare in tanti modi, in alcuni si può ripianare e lasciare la situazione com'è.
Abbiamo fatto un'operazione di salvataggio, ma importando la struttura sanitaria valdese proprio perché la responsabilità (adesso il Consigliere Giordano non c'è più) appartiene ad un modo di gestire. La convenzione che è stata citata non c'entra niente sul problema della crisi verso cui sono andati i Valdesi, si tratta di crisi gestionali endogene e non esogene.
Abbiamo riportato l'interno del sistema per gestire meglio l'operazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 6), presentato dai Consiglieri Manica. Suino Placido, Muliere, Ronzani, Riggio, Marcenaro e Riba: al termine del comma 1 sono aggiunte le parole: "Sempre per le medesime finalità, in applicazione delle vigenti norme regionali in tema di sanità, di concerto con gli enti locali territoriali e con l'ASL 10, sarà promosso, nei distretti 1 e 2 dell'ASL 10, un progetto di sperimentazione del distretto montano potenziato.
La sperimentazione del Distretto montano potenziato avrà luogo sulla base di un apposito piano predisposto di concerto dalla Regione, dall'ASL 10 e dalle Comunità Montane e dai comuni delle valli Chisone,, Germanasca e Pellice. Il piano dovrà definire puntualmente servizi e modalità di integrazione tra territorio ed azienda ospedaliera, tra attività sanitarie e socio-assistenziali anche non di rilievo sanitario, tra programma del distretto e politiche della salute espresse dal territorio. Il piano dovrà prevedere modalità di monitoraggio, verifica e valutazione tali da rendere disponibili e trasferibili ad altri contesti i risultati della sperimentazione".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 6, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 7 presentato dai Consiglieri Manica. Suino Muliere, Ronzani, Riggio, Marcenaro e Riba: è' aggiunto il comma 3 così come segue: "3. Fino alla data di avvio della sperimentazione gestionale di cui al precedente comma 1: a) è autorizzata la prosecuzione presso l'ospedale evangelico valdese di Torino dei contratti di "service" in corso per la gestione di attività sanitarie. Successivamente, le attività sanitarie che si intende gestire con modalità atipiche saranno ricomprese nella sperimentazione gestionale di cui al comma 2 b) il personale dipendente dell'ospedale evangelico valdese, previo accordo con le organizzazioni sindacali e con gli Enti competenti, può optare per conservare l'iscrizione nella Assicurazione Generale Obbligatoria presso l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (I.N.P.S.) e per mantenere il regime del Trattamento di Fine Rapporto (T.F.R.) nel qual caso l'azienda da cui il predetto personale dipende continua ad alimentare il relativo fondo".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 7.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 9), presentato dalla Giunta a firma dell'Assessore Galante: il comma 2 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente: "2. Nel caso i debiti giuridicamente non trasferibili a terzi di cui all'articolo 3 comma 8, eccedano il finanziamento di cui all'articolo 8 comma 2, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta e a seguito di motivata e conforme richiesta della C.I.O.V., potrà autorizzare l'erogazione di ulteriori contributi straordinari a favore della commissione medesima".
Il comma 3 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente: "3. Nel caso in cui l'esposizione debitoria cagioni spese eccedenti l'ammontare complessivamente determinato nella disposizione finanziaria di cui all'articolo 8, comma 3, il Consiglio regionale, sulla base della relazione di cui all'articolo 7, comma 3, lettera d), valuta la necessità di mettere a disposizione ulteriori fondi per il completamento della gestione liquidatoria e, nel caso, ne autorizza l'erogazione".



PRESIDENTE

L'Assessore Galante ritira l'emendamento rubricato n. 9 e lo sostituisce con gli emendamenti rubricati n. 11 e n. 12.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 11 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Galante: il comma 2 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente: "2. Nel caso i debiti giuridicamente non trasferibili a terzi di cui all'articolo 3 comma 8, eccedano il contributo di cui all'articolo 8, comma 2, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta e a seguito di motivata e conforme richiesta della C.I.O.V., potrà autorizzare l'erogazione di ulteriori contributi straordinari a favore della commissione medesima".



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 12 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Galante: il comma 3 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente: "3. Nel caso in cui l'esposizione debitoria cagioni spese eccedenti l'ammontare complessivamente determinato nella disposizione finanziaria di cui all'articolo 8, comma 3, il Consiglio regionale, sulla base della relazione di cui all'articolo 7, comma 3, lettera d), valuta la necessità di mettere a disposizione ulteriori fondi per il completamento della gestione liquidatoria e, nel caso, ne autorizza l'erogazione".



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3, presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: il comma 3 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente periodo: "Per qualunque spesa eccedente le previsioni indicate nella disposizione finanziaria, di cui all'articolo 6, la Giunta richiede al Consiglio l'autorizzazione legislativa per la messa a disposizione di ulteriori fondi, nella misura necessaria a completare la gestione liquidatoria".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma che interviene sull'emendamento rubricato n. 3.



PALMA Carmelo

Visto che l'emendamento rubricato con n. 3), a firma del Gruppo Radicale, sostanzialmente, correggeva un errore tecnico di formulazione del comma terzo dell'articolo 6, nella sostanza ripreso nell'emendamento della Giunta regionale, ritiro il mio emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 11.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 12.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, come emendato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente. Intervengo, come avevamo già annunciato, in sede di Conferenza dei Capigruppo, per formalizzare una proposta di sospensione in questa fase sulla votazione finale del disegno di legge n.
575, presentato dalla Giunta regionale, di cui abbiamo appena ultimato la discussione e la votazione dei nove articoli.
Anzitutto sono soddisfatto per il fatto che, ancora una volta, la maggioranza abbia avuto la capacità di smentire una tesi mistificatoria del quadro reale, che è sempre stata sostenuta dall'opposizione, cioè che ci fosse una divisione all'interno della maggioranza su questo provvedimento. Infatti, come ci fa onore, sia con la votazione che vi è stata sia con una serie di appelli nominali sugli articoli a favore e di contrarietà sugli emendamenti della stessa opposizione, abbiamo dimostrato due punti: primo, la compattezza con un voto unanime positivo, nel caso degli articoli, e negativo, nel caso degli emendamenti dell'opposizione dell'intera maggioranza, e quindi di tutti i Gruppi che rappresentano la nostra coalizione che sostiene la Giunta regionale. Inoltre, di avere abbondantemente il numero legale, perché dalla risultanza degli appelli nominali si può evincere che la maggioranza è sempre stata presente almeno in misura di 29-30 Consiglieri, a fronte di un numero legale di 25 o 26 al netto dei congedi presentati.
Ma la motivazione per cui noi chiediamo la sospensione non vuole essere né una motivazione tecnica né, tanto meno, una motivazione di stipula di un contratto assicurativo sulla prosecuzione dei lavori del bilancio, come anche è stato impropriamente detto, magari al di fuori di quest'aula, da parte di qualche Consigliere non ascrivibile alla nostra parte politica e alla nostra coalizione.
Semplicemente, noi riteniamo che questa legge non possa diventare, così com'è diventata non per nostro comportamento, uno spot elettorale o una bandiera da sventolare, magari al di fuori di questo Consiglio regionale proprio da chi magari è candidato in una importante elezione. Il primo che mi viene in mente è il Consigliere che non ha neanche partecipato né al dibattito né alla votazione e, quindi, alla costruzione di questa legge.
La Giunta regionale lo ha già adottato dando un preciso indirizzo che spetta alla Giunta regionale; quindi, il Presidente Ghigo, l'Assessore Galante e gli altri undici membri della Giunta hanno fatto una scelta e dato un indirizzo che abbiamo dibattuto a lungo, che è quello non di salvare, ma di mantenere la presenza attiva e interattiva con il sistema sanitario regionale degli Ospedali Valdesi.
Dicevo quindi che non deve diventare un provvedimento bandiera o banderuola, ma deve essere una legge vera, con una vera copertura di bilancio. Abbiamo scelto, e non ce lo ha chiesto nessuno - quindi è una scelta del governo regionale e della maggioranza che lo sostiene - di impegnare 40 milioni di euro, ossia 80 miliardi di vecchie lire, dei piemontesi per questa iniziativa su cui crediamo.
Vogliamo che questa iniziativa sia concreta e attuabile, non vogliamo prendere in giro né i piemontesi né tanto meno i valdesi. Quindi, sarebbe quanto meno imbarazzante in una sessione di bilancio, dove è stato chiesto dalle opposizioni di porre all'ordine del giorno prima questo provvedimento: non voglio dire con fare ricattatorio ma, certamente, con un po' di intimidazione politica - approvarlo fuori dal contesto del bilancio all'interno del quale dovranno essere, come la Giunta regionale anche in questo caso propone, posti e quindi impegnati con legge di bilancio i 40 milioni che servono nel 2004-2005 a copertura di questa scelta di governo e di questa scelta che fa parte dell'indirizzo del Presidente Ghigo e della sua Giunta regionale.
Quindi, abbiamo dimostrato la compattezza e la condivisione unanime della maggioranza su questo provvedimento con le votazioni a cui prima mi riferivo. Siamo fortemente convinti di questo provvedimento, siamo fortemente pronti a votarlo anche quest'oggi o domani - non succede nulla se si aspetta un giorno in più o quello che dovesse essere - ma votarlo contestualmente al bilancio, in modo che ci sia veramente un'azione concreta e non sia solo un provvedimento banderuola da sbandierare per qualcuno.
A noi questo non interessa, non siamo all'opposizione e non dobbiamo alzare il livello della demagogia, né dobbiamo uscire da quest'aula a dire che abbiamo ottenuto o abbiamo fatto, ma dobbiamo dare delle risposte concrete e trasferire nella concretezza e nella realtà le nostre azioni di governo.
Io spero che questa richiesta sia valutata per il valore intrinseco perché mi sembra che ci siamo comportati in modo corretto, non mi sembra che andiamo a proporre nulla di trascendentale, tant'è che dico subito anche per sgombrare qualsiasi tipo di polemica - che, per quanto ci riguarda, si può mantenere anche la previsione, alla fine di questa sessione, di cui questo provvedimento, all'interno del quale è previsto un impegno di bilancio di 40 milioni di Euro, fa parte, di effettuare la votazione finale di tutti i provvedimenti e, per quanto ci riguarda iniziando proprio dal disegno di legge n. 575.
A fronte di questo intervento, Presidente, formalizzo quindi una richiesta di sospensione di votazione di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Su tale richiesta può parlare un oratore per ogni gruppo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.
Ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Lei ha dato la parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto. Se poi in corso d'opera il Consigliere Cattaneo, senza esplicitarla l'ha trasformato in una richiesta di sospensione...



PRESIDENTE

Il Consigliere Cattaneo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori e per correttezza, devo dire che è da questa mattina che mi aveva anticipato la sua richiesta.



MANICA Giuliana

In quest'aula si può dire tutto e il contrario di tutto. Ci sono momenti in cui le parole non contano più niente, ma contano solo i fatti.
Infatti uno a voce può sostenere, sperando di essere creduto - non so da chi - che non intende decelerare i tempi di un provvedimento, che non intende fermarlo, che anzi è lì con piena convinzione per votarlo assolutamente, e ogni volta che quel provvedimento arriva in aula, una volta con una motivazione, una volta con un'altra, si chiede sempre una sospensione, a livelli e a gradi diversi. Qualche volta sugli antefatti qualche volta sul primo articolo, qualche volta si arriva all'artificio di votarli magari tutti per poi chiedere la sospensione alla fine.
Comunque, siccome contano i fatti, mentre le parole oltre un certo limite lasciano francamente il tempo che trovano - non ci credono neanche più gli interessati che sono costretti a pronunciarle - l'unica vera cosa a cui assistiamo in quest'aula, per volontà di Forza Italia e congiunta volontà di tutti gli alleati, è che trovano un unico elemento di solidità in questo, perché, quando arriveremo al dibattito sui rifiuti della campagna, ritengo che ci sarà qualche elemento di divisione all'interno della maggioranza. Se c'è una questione su cui riescono a trovarsi tutti d'accordo è che il provvedimento dei valdesi non si fa.
Dopodiché, hanno portato prima un testo in aula, l'Assessore Galante neo-Assessore lo prende e se lo riporta indietro, lo riconfeziona per l'aula, lo ricontratta con la tavola valdese, lo ricontratta con tutte le Commissioni possibili ed immaginabili e lo riporta in aula: adesso la sua maggioranza non lo vota. L'ha scritto l'Assessore quel testo, l'Assessore è stato l'elemento che ha chiesto le ricontrattazione, i dibattiti e gli incontri. Dopodiché, la maggioranza, prendo atto, decide di non votare: evidentemente non è d'accordo, perché non c'é altra motivazione. I provvedimenti sono documenti di merito: si vota sul merito, non sull'aria fritta. Se non si passa al voto finale sul provvedimento, è perché su quel provvedimento non si è d'accordo. Non esistono altre regole in un'aula, ci sono solo queste.
Pertanto, traiamo l'articolata convinzione che la maggioranza del Consiglio regionale non è d'accordo sul provvedimento dei valdesi, non è d'accordo, in particolare, nella fattispecie proposta che ci ha dato l'Assessore Galante. Non so se l'Assessore Galante con questo atto sia stato sfiduciato, se formalmente no, nei fatti, sostanzialmente, sì. Questa è l'unica conclusione che traggo dall'ordine di questo dibattito. Tutte le altre considerazioni che riguardano l'opposizione, il bilancio, è tutta "fuffa" - detto con un'espressione un po' piemontese. E' tutta "fuffa" per una ragione molto semplice: che oggi c'é la "fuffa" del bilancio, l'altro giorno c'era un'altra "fuffa", l'altro giorno un'altra ancora, dopodich non inseguiamo questa facile rincorsa al pretesto, non ci interessa. I pretesti non ci interessano più. Noi siamo al merito di un provvedimento che, condividiamo, poteva essere perfezionato tant'é che abbiamo presentato degli emendamenti, li abbiamo mantenuti e non sono stati accolti, ma non ne abbiamo fatto una questione sostanziale.
Riteniamo che nel suo corpo sostanziale sarebbe stato migliore con i nostri emendamenti; che questo sia un problema che abbia un'urgenza non data da questo bilancio preventivo, ma dal consuntivo dell'anno scorso.
Era il mese di dicembre, Assessore Picchetto, quando abbiamo dovuto fare un'anticipazione di cassa all'ASL 1 affinché pagasse gli stipendi? Eravamo a dicembre? Tutte le storie del bilancio preventivo, di cui avete chiesto due volte l'esercizio provvisorio fino alla fine di aprile senza che noi ve lo sollecitassimo, sono tutti vostri atti autonomi, sono tutte vostre scelte politiche. La questione dei valdesi non c'entra, è soluzione precedente ed è questione di tipo diverso.
Se si vuole utilizzare la questione dei valdesi - che voi non volete votare perché non volete "cacciare" i soldi questa è la cosa vera in questa direzione - per impedire una democratica, articolata, serena, aperta e un libero confronto sul bilancio, vi sbagliate. In questo modo rendete ai valdesi il servizio che avete continuato a rendere in tutti questi mesi cioè prenderli regolarmente in giro con una serie di ritardi e una serie di pretesti e, nello stesso tempo, avvelenate il libero confronto democratico sul bilancio che è l'atto più importante dell'ultimo bilancio, quello più importante della legislatura. Volete fare questo? Non solo vi siete chiesti due volte, da soli, l'esercizio provvisorio, ma questo bilancio avete proprio deciso di affossarlo da tutti i punti di vista perch evidentemente, spendere liberamente i fondi, al di fuori di ogni controllo anche se in dodicesimi, è per voi preferibile nella campagna elettorale.
Pertanto chiederei di accantonare tutte queste motivazioni che ritengo incomprensibili, senza senso e pretestuose, e passare, come si fa sempre al voto finale su un provvedimento che ha visto la conclusione, anche se tardiva, della sua discussione.
Ogni altra argomentazione, è argomentazione pretestuosa che ha bisogno di almeno qualche parola per essere spiegata e, come tale, di difficile e immediata percezione e quindi di difficile linearità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea ne ha facoltà



PAPANDREA Rocco

Non riesco a comprendere le motivazioni che hanno portato il Capogruppo di Forza Italia a chiedere la sospensione della votazione di questo provvedimento. Tutti gli argomenti che il Consigliere Cattaneo ha avanzato non reggono assolutamente. Il Consigliere ha sostenuto che si deve prima approvare il bilancio perché, se non si approva questo, non si pu finanziare la legge. E' vero, ma vale per tutte le leggi. L'approvazione della legge accelera la procedura, non la ostacola, la rende più netta. In ogni caso sappiamo tutti che occorre passare per l'approvazione del bilancio perché questa, come tutte le altre leggi, ha bisogno di un finanziamento.
Un altro argomento è del tipo: "non vogliamo una polizza assicurativa non vogliamo usarla come arma di ricatto", invece sembra proprio di si. Se non lo si vuole fare, allora si approvi la legge. Si sgombra il terreno non esiste questo problema. Se, invece, si posticipa la votazione della legge, il legittimo sospetto che si voglia usare questa legge, esiste e mi pare che non sia utile. Qui nessuno vuole arrivare alle elezioni senza prima aver approvato il bilancio.
L'altro argomento che usava il Consigliere Cattaneo era che si vuole utilizzare la legge sui valdesi in campagna elettorale, in attesa del bilancio. Non è così, nessuno di noi vuole fare campagna elettorale con il bilancio aperto, non esiste come argomento. Personalmente, inviterei il Consigliere Cattaneo a riflettere perché, proprie per le discussioni che faremo successivamente, più è sgombro il campo da problemi, più è facile la discussione. Non mi pare che l'approvazione della legge si intersechi con la vicenda bilancio in alcun modo. Per sgombrare il terreno da sospetti che, alla fine, non la si voglia approvare e si voglia trovare, nelle prossime settimane e nei prossimi giorni, qualche pretesto per dire "ritiriamo la volontà di votare la legge", è un sospetto fondato. Non vorremmo che, nel corso della discussione sul bilancio e sulla finanziaria si verificasse un nuovo "incidente Saitta" per dire avete usato toni sbagliati, quindi non si vota. La maggioranza ha proposto una legge che una volta tanto, incontra anche il sostegno di gran parte delle forze dell'opposizione e lo incontra perché, al di là del modo in cui si è giunti alla vicenda dei valdesi, cosa su cui c'é una discussione aperta, delle valutazioni diverse, la soluzione alla fine proposta per risolvere il problema, è una soluzione che incontra consenso. Se non vogliamo avvelenare ed introdurre degli elementi assurdi nel dibattito, la cosa migliore è procedere con le dichiarazioni di voto, votare la legge e affrontare, con più serenità, la discussione sul bilancio e la finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, avevo già anticipato alla Conferenza dei Capigruppo quale sarebbe stata la posizione del nostro Gruppo in ordine ai lavori dell'aula. La mediazione individuata, di discutere prima nel merito il progetto di legge sull'Ospedale Valdese, non mi trova particolarmente d'accordo, non perché ritenga che non sia un argomento importante o addirittura, non strategico per il futuro della sanità piemontese (perch sicuramente lo è), ma perché è opportuno fare una scaletta di priorità secondo la quale, prima di qualsiasi altro provvedimento, c'è il provvedimento padre e madre di tutti: il bilancio.
Sbaglio, Assessore Pichetto? Anche perché, come diceva già bene prima il Consigliere Cattaneo, stiamo parlando di 40 milioni di euro che saranno destinati ad un'area importante della nostra Regione. Tutto questo per continuare a dare un servizio alla cittadinanza residente in quell'area.
Voglio capire qual è il problema dell'opposizione, visto che ne abbiamo discusso più volte in Commissione, individuando la soluzione migliore per affrontare il problema, e l'abbiamo affrontato anche qui in Consiglio.
Essendoci un provvedimento molto importante che sta a monte di questo chiediamo di discuterlo prima. Non diciamo "no" al provvedimento degli Ospedali Valdesi, diciamo di approvare prima il bilancio, anche perch siamo preoccupati per alcune cose che avete appena detto in una conferenza stampa, intitolata "Impostazione generale della contro-manovra al bilancio di questa maggioranza". In questa conferenza indicate alcuni obiettivi che cito - 40 milioni di euro in più per nuovi posti letto per anziani (l'UDC - ma penso di parlare a nome di tutta la maggioranza - propone 80 milioni); 10 milioni di euro per assegno di cura (noi ne proponiamo 20). In altre parole, noi proponiamo il doppio su tutto.
Dato che sono molto bravi a fare proposte, per un totale di 175 milioni di euro in più ("tutta fuffa", come direbbe la Consigliera Capogruppo Manica), siamo preoccupati e vorremmo capire da dove questi 175 milioni vengono presi. Da dove si levano? Le proposte sono interessanti e sarebbe un pazzo chi, politicamente, ne disconoscesse l'interesse, però, dato che la coperta è corta, bisogna vedere da che parte la si tira. Visto che siamo preoccupati di questo, e visto che noi abbiamo già impegnato, in Commissione con voto favorevole, 40 milioni di euro in più per la sanità, proprio per venire incontro ai problemi che nell'area del pinerolese (non solo, anche a Torino) c'erano per gli Ospedali Valdesi, chiediamo di discutere con attenzione questo dato e queste proposte perché, qualora venissero approvate, mettono - possono mettere o potrebbero mettere - in difficoltà anche altri tipi di soluzione.
C'è, quindi, una motivazione politica forte. Siamo preoccupati per la proposta di qualche ora fa dell'opposizione e, quindi, vorremmo valutarla con molta attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere, per fatto personale; ne ha facoltà.



RIBA Lido

L'intervento del collega Angeleri, che parlava di bilancio e non degli Ospedali Valdesi, mi ha messo in angoscia, nel senso che mi sento provocato sulla mia qualifica di ragioniere. Avendo collaborato alla redazione di questi emendamenti, mai e poi mai avrei pensato che il collega Angeleri potesse immaginare che un ragioniere presentasse emendamenti per i quali non fosse pronta anche la relativa copertura.



(Commenti del Consigliere Angeleri fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene, grazie Consigliere Riba.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Credo che non ci sia giustificazione plausibile ed accettabile per la sospensione richiesta dal Consigliere Cattaneo. Se ascoltiamo ed analizziamo quanto da lui detto, non troviamo nessuna ragione che giustifichi la richiesta posta. Dire che bisogna attendere l'approvazione del bilancio e della Finanziaria per avere la certezza di avere finanziamenti per questa legge, mi sembra un pretesto più che evidente, dato è chiaro che il bilancio è il finanziamento di tutte le leggi, vecchie e nuove, e di tutte quelle previste dal nostro ordinamento regionale.
Sappiamo che il finanziamento passa attraverso l'approvazione del bilancio, ma ciò non toglie che nel corso dell'anno si possa continuare a proporre strumenti legislativi. Ampliando le affermazioni del Consigliere Cattaneo, dovremmo limitarci a varare leggi solo nel momento in cui si approva il bilancio. Una volta chiuso il bilancio, non è più possibile vararne, non avendo lo strumento che ci permette di finanziarle.
Il collega Cattaneo sa bene che così non è. Il collega Cattaneo sa bene che ogni legge prevede la propria dotazione finanziaria ed ogni legge prevede dove si possono individuare le risorse per dare applicazione alla legge proposta.
Questa, quindi, che sembrava la motivazione più forte che il Consigliere Cattaneo ha presentato, in realtà dimostra tutta la sua debolezza e dimostra come, effettivamente, non ci sia una ragione per rimandare il voto.
Il fatto che il Presidente Cattaneo non abbia motivato in maniera convincente la sua richiesta induce il sospetto che con questa sospensione si voglia, in un certo qual modo, incentivare il procedere dell'esame della legge finanziaria, del bilancio e del DPEFR. Si potrebbe anche dire in un altro modo, io lo dico così. Sospendiamo l'iter di questa legge in attesa del voto finale per vedere prima cosa succede delle leggi finanziarie.
Vorrei sottolineare come procedendo in questo modo aumentino i problemi presenti sul territorio. Continuano ad arrivarmi segnalazioni da parte dei fruitori dei presidi ospedalieri e degli operatori, che esprimono molta preoccupazione per quanto sta avvenendo e auspicano che il nostro Consiglio approvi quanto prima questa legge.
Credo davvero che il rinvio ulteriore dell'atto finale non sia una buona scelta per l'intero Consiglio regionale. Il rinvio di questo voto comporta il prolungamento dell'attesa di una soluzione, che, essendo molto auspicata e desiderata dai cittadini e dagli operatori, mette nuovamente in cattiva luce il lavoro di tutti i Consiglieri in quest'Aula.
Davvero non mi associo a quanto ha chiesto il Presidente Cattaneo.
Naturalmente, auspico di passare al più presto alla votazione finale del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, mi dispiace, mi ha dato la parola, però era quasi un po' pentito.



PRESIDENTE

Scusi, non mi pento a darle la parola, ma stavamo arrivando alla votazione.



GIORDANO Costantino

Ritengo che il provvedimento n. 575 sia molto importante, ne abbiamo già discusso la volta scorsa.
Mi rivolgo al Consigliere Cattaneo: è riuscito a convincermi, mi sono letto ulteriormente la relazione della proposta. In qualche modo, ho rivisto i miei atteggiamenti rispetto a quanto verificatosi la volta scorsa.
A mio giudizio, il collega Cattaneo deve ritirare la richiesta di sospensione, perché non è la prima volta che si discute in Aula un bilancio di previsione e una programmazione economica. Anzi, il fatto che la discussione del bilancio sia stata più accesa e vivace è a vantaggio dell'Aula, perché vuol dire che le questioni, in qualche modo, sono già state viste.
Secondo me, è un provvedimento serio. Possiamo scherzare , ma quando parliamo di tali argomenti si deve essere tutti coesi.
Mi dispiace che nel momento in cui questa maggioranza stia facendo qualcosa veramente di buono e di eccezionale, guarda caso, signor Presidente, lo si blocca. Mi dispiace, sembra fare dei dispetti. Forse, è meglio andare sempre in contraddittorio, così le cose passano. E' un provvedimento a cui crediamo tutti quanti. Ribadisco che a 260 mila euro per posti letto senza pagare l'avviamento non si trova nulla. La Regione sta facendo una grossa operazione di acquisizione.
Siccome l'argomento è caldo, a mio giudizio, è meglio arrivare alla votazione, così abbiamo un provvedimento in meno. La Regione farebbe una cosa buona acquisendo nel proprio patrimonio sanitario questi tre ospedali.
Chiedo al Presidente Cattaneo se, dopo il mio intervento, visto che ritengo non ci saranno più interventi, si può passare al voto. Farebbe sicuramente gran bella figura con l'Aula, con la comunità e, in modo particolare, con la Comunità Valdese, che, certamente, ci sta ascoltando e che ha il patema d'animo per risolvere questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Esprimo a nome del mio Gruppo l'attenzione per la proposta, quindi l'assenso, proveniente dal Consigliere Cattaneo. Nessuno più di noi di questa maggioranza ha voluto questo provvedimento. Al di là del fatto che la minoranza non ci riconosca come maggioranza di qualità, deve almeno riconoscerci maggioranza nei numeri, quindi prendere atto forzosamente, se non volontariamente, che qui le leggi passano se la maggioranza lo vuole.
Evidentemente, i numeri dicono che questa maggioranza ha voluto in maniera imperiosa questo provvedimento, facendo molte volte a meno del voto della minoranza, respingendo gli emendamenti che non rientravano del disegno strategico di questo provvedimento.
Nessuno può argomentare dicendo che questa maggioranza non vuole il provvedimento, perché, evidentemente, va contro i fatti.
Siamo abituati a sentire la negazione della realtà provenire dai banchi della minoranza. Non siamo invece abituati a sentire gli apprezzamenti che il Consigliere Giordano poc'anzi ha rivolto rispetto ad un provvedimento che anch'egli ha giudicato, magari con un po' di sorriso sulle labbra importante e significativo.
Il nostro impegno è di portarlo a termine nel più breve tempo possibile. Questo provvedimento comporta impegni finanziari rilevanti e una maggioranza che si rispetti, che usi il buon senso e non solo la demagogia deve arrivare a questo punto sapendo se il bilancio può contenere questo tipo di provvedimento.
Noi auspichiamo di sì, perché è un provvedimento che salva ospedali e posti di lavoro. Speriamo che veramente i Valdesi ascoltino questo nostro dibattito per rendersi conto del nostro pragmatismo e della nostra volontà di arrivare alla fine. E' giusto che si sappia come va a finire il bilancio per non fare promesse che, poi, sarebbe difficile mantenere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla sospensione della votazione sull'intero testo di legge (avanzata dal Consigliere Cattaneo).
Il Consiglio approva.


Argomento: Piani pluriennali

Esame proposta di deliberazione n. 437 "Documento di programmazione economico-finanziaria regionale - DPEFR 2004-2006 l.r. 11 aprile 2002, n.


PRESIDENTE

7"



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del punto 5) all'o.d.g.: Proposta di deliberazione n. 437 "Documento di programmazione economico-finanziaria regionale - DPEFR 2004-2006 l.r. 11 aprile 2002, n. 7" E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Mi rendo conto che formalmente, trattandosi di una deliberazione, si potrebbe anche pensare che non si fa una relazione. Il DPEFR però dovrebbe rappresentare uno dei documenti fondamentali della discussione, rispetto alle scelte, anche di natura finanziaria e di bilancio, che la Regione fa.
E' il documento che imposta le scelte complessive della Regione. Devo dire che, da questo punto di vista, sono stupito che venga discusso come si trattasse di una semplice deliberazione che si può affrontare in tempi veloci.
Mi rendo conto che, poiché questo documento doveva essere discusso entro il mese di giugno dell'anno scorso, arriva con dieci mesi di ritardo.
Questo aspetto crea qualche imbarazzo, perché tutti sanno che il documento poteva arrivare in discussione, come minimo, dopo la pausa estiva. Infatti non c'è stato nessun problema procedurale che lo abbia impedito, se non la sottovalutazione che la maggioranza dà a questo tipo di legge e il fatto che la maggioranza, nell'arco di questi lunghissimi mesi, ha individuato altre priorità.
Abbiamo fatto importantissime discussioni in quest'aula su temi quali la proposta di legge per il terzo mandato ai sindaci dei piccoli Comuni, su cui poi decideva - come ha deciso - il Parlamento, e altre leggi che hanno la stessa importanza. E non si è voluto affrontare la discussione di questo documento.
Altro elemento di imbarazzo, che sicuramente ha la Giunta, è il fatto che questi mesi sono un po' impietosi, nel senso che sono mesi in cui questo documento è stato preparato, ma è un documento largamente insufficiente, che non tiene conto della reale dinamica di quella che è stata l'economia piemontese e lo sviluppo dell'economia piemontese.
Ovviamente non ha agito su questo, non ha potuto agire rispetto alla dinamica dell'economia stessa, non l'ha accompagnata ed è stata ininfluente. Le cose scritte su questo documento dimostrano che le analisi che venivano svolte erano insufficienti.
Faccio un solo esempio da questo punto di vista, e l'ho già fatto in Commissione. A pagina 21 del documento si parla della riscossa della filiera dell'auto e, se andate a vedere il grafico che parla della riscossa della filiera - per filiera si intende l'indotto - si può vedere che il 2002 ha visto un sorpasso delle esportazioni dell'indotto rispetto a quelle dirette di autoveicoli.
Da questo si potrebbe dire che la situazione va bene; invece non va bene, perché questo sorpasso è avvenuto attraverso un crollo delle esportazioni degli autoveicoli e non attraverso la crescita delle esportazioni dei componenti.
Però il modo con cui viene presentata la riscossa della filiera auto la dice lunga sull'approccio molto pressapochista del documento stesso.
Ripeto che avviene in un contesto in cui la nostra Regione vive una delle situazioni più drammatiche nel corso degli ultimi decenni; forse si deve andare agli anni '70 per trovare una situazione così drammatica di riduzione dell'attività economica.
Il tutto viene molto mascherato, perché i dati sull'occupazione vengono mascherati da quel tipo di occupazione ormai molto inquinata perché dei lavoratori che lavorano per poche ore al mese, che cambiano regolarmente lavoro e che nell'arco degli anni non hanno mai un datore di lavoro che sia lo stesso, non sono più considerati dei disoccupati, ma vengono considerati come occupati.
Noi abbiamo avuto un aumento dell'occupazione attraverso le statistiche e il fatto che le statistiche oggi considerano occupate persone che, una volta, non venivano considerate tali. Quindi, una massa di lavoratori precari e con lavori parziali viene considerata occupata a tempo pieno. Se si facesse il calcolo delle ore lavorate, che è un calcolo serio rispetto all'attività economica, il dato sarebbe completamente diverso.
Noi abbiamo avuto un crollo del numero di ore lavorate in questa Regione, il che rappresenta un serio indicatore dell'economia.
L'altro elemento ancora più significativo è la cassa integrazione e la mobilità. Non diciamo né i dati né i record che non vengono citati per quanto riguarda la Regione Piemonte; c'è però il fatto che, nel corso dell'anno scorso, la Regione Piemonte ha avuto più del 50% della cassa integrazione nazionale, concentrato prevalentemente nella Provincia di Torino e di Asti, cioè quelle legate alla filiera auto. Non è sicuramente un bel record. Considerazioni analoghe valgono per la mobilità.
Questa enorme massa di ammortizzatori sociali è servita a mascherare il dato che ricordavo prima, cioè il fatto che siamo in una situazione in cui l'economia non solo rallenta, ma è in una fase di vera e propria recessione, e i cassaintegrati non sono dei disoccupati. Lo diverranno purtroppo se non si interviene, ma solo una parte di quelli in mobilità riusciranno a diventare pensionati, mentre altri no.
Da questo punto di vista, credo che ci siano segnali di allarme rispetto alla situazione dell'economia piemontese realmente significativi.
Altro aspetto su cui riflettere è questa situazione di difficoltà e di crisi del Piemonte che avviene in un anno in cui si stanno manifestando appieno, gli effetti degli investimenti e delle massicce risorse finanziarie che sono state investite in grandi opere infrastrutturali legate molto alle Olimpiadi, all'Alta Velocità nel tratto Torino-Novara e al passante ferroviario su Torino. In una fase in cui c'é stata una massiccia dose di iniezione finanziaria per finanziari i lavori pubblici, i segnali della nostra economia sono stati negativi. Possiamo immaginare, se si lasciano andare le cose in questo modo e se non si interviene nel prossimo periodo, quale potrebbe essere la congiunzione tra la fine di queste iniezione di finanziamenti, di economia un po' Keynesiana, la fine di tutto questo, con l'accentuarsi di una crisi del settore automobilistico su cui non c'é tempo di fermarsi molto, ma che è più che allarmante. Le vicende degli ultimi giorni a Melfi testimoniano quanto fragile sia la ripresa della Fiat e quanto la Fiat continui ad avere una politica non di rilancio di un marchio, ma di vendita (voglio vendere l'auto non le auto).
Se si verificherà una combinazione di queste due cose, per il Piemonte sarebbe tragico.
Quando si interverrà sugli emendamenti, si riprenderà la discussione.
Questo documento dimostra la sua insufficienza, così come dimostra la sua incapacità di affrontare tutta una serie di problemi seri che il Piemonte ha vissuto negli ultimi tempi a partire dall'invecchiamento della popolazione, dai problemi rispetto al territorio. Il Piemonte, negli ultimi anni, ha conosciuto fenomeni incredibili; per la prima volta la siccità ha assunto una dimensione consistente nella nostra regione che, al contrario non dovrebbe avere problemi di acqua. Su questo, le politiche non esistono le politiche sono miopi.
Prima accennavo al problema dell'invecchiamento della popolazione, le fasce deboli della popolazione, ricordo che il Piemonte è stata la Regione che ha avuto il maggior numero di morti per il caldo la scorsa estate. Non credo che si sia tenuto conto di tutto questo, ne che si traduca in politiche che vengono introdotte. Abbiamo una incapacità di descrivere, di cogliere la realtà del quadro economico e sociale, di conseguenza, c' un'altrettanta grande incapacità di delineare politiche che affrontano con serietà i grossi problemi che emergono.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Il documento lo avevamo già esaminato in Commissione e abbiamo già avuto modo di discutere in quella sede. L'impressione globale che ricaviamo da questo documento, è che non sia assolutamente lo strumento adatto ad affrontare i problemi che la Regione Piemonte, il sistema economico della Regione Piemonte, si trova di fronte.
Leggendo questo documento, sembra di leggere la descrizione di una Regione che non esiste, sembra di leggere la descrizione di una Regione diversa da quella in cui noi viviamo. Un esempio molto significativo della discrasia tra lo stato reale e quanto viene descritto in questo corposo documento, è che nel lungo percorso trascorso dalla presentazione di questo documento fino al momento in cui arriva in aula, quotidianamente leggiamo sugli organi di informazioni interviste al Presidente della Giunta, Ghigo che afferma delle intenzioni economiche che non sono chiaramente presenti nel documento che stiamo esaminando. Tutti ci ricordiamo da un lato l'impegno che il Presidente Ghigo si era preso per il sostegno della TAV e dall'altro, sempre secondo le affermazioni del Presidente Ghigo secondo il quale la Regione poteva rilevare gli impianti di risalita sciistici del Sestriere per uno sviluppo in quel campo.
Mi chiedo dove questi elementi siano reperibili nel DPFR, dove queste intenzioni del Presidente Ghigo siano rappresentate in questo documento.
Sembra che, per avere un'idea sulle linee di indirizzo che la Regione vuole seguire negli anni avvenire, bisognerebbe non solo consultare il documento ma anche leggere i giornali. Magari dalle affermazioni riportate sui giornali possiamo ricavare delle notizie diverse e in contrasto con quanto riportato nel DPFR. Viene da chiedersi quale sia l'elemento che noi dobbiamo seguire, se dobbiamo seguire quanto riportato sui giornali o sul testo che ci avete fornito.
Per quanto riguarda alcuni punti specifici contenuti nel DPFR che saranno approfonditi nel corso della discussione sugli emendamenti, credo che ci sia veramente una distanza molto grande e preoccupante tra le società reali e i problemi che noi viviamo; c'é anche una distanza reale tra alcune linee di sviluppo presenti nella società e come, invece, vengono interpretate e tradotte da questo documento.
Già è stato detto del problema della FIAT; abbiamo una minaccia incombente che è il futuro di Mirafiori, già fiore all'occhiello del nostro territorio e adesso in gravissima crisi tanto che non si sa, a tutt'oggi quale sarà effettivamente il destino di questa fabbrica. Un destino all'interno dei problemi che riguardano la Fiat, tuttavia sul territorio del Piemonte non possiamo dimenticare l'importanza che riveste lo stabilimento di Mirafiori. Di questo problema, il DPFR non si preoccupa assolutamente, non si rileva uno scenario positivo o negativo o comunque interpretativo della vicenda che potrebbe abbattersi sulla Regione. Il DPFR vive questa possibilità, come se questo non esistesse.
Che questo sia un documento che non risponde alle necessità e ad una lettura reale del territorio, si trovano in molti altri punti, tanto che vi è la tentazione di definirla come la descrizione di una società che non è o che potrebbe anche definirsi come la descrizione di desideri.
A pagina 83, ad esempio, viene elogiata la gestione delle aree protette. Non so chi abbia redatto questa parte, però l'Assessore sa che le aree protette hanno grossi problemi gestionali, hanno grossi problemi manageriali, hanno problemi di personale. Pertanto, come avviene in questo documento, non si può ignorare questo problema, non si può pensare che le aree protette non abbiano bisogno di maggiore attenzione.
Preoccupa, sempre relativamente ai temi ambientali, l'accenno fatto alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) lodata come un metodo che pu servire egregiamente a risolvere i problemi di realizzazione in campo ambientale, a fini di una loro valutazione.
Purtroppo devo dire, da ambientalista, che la VAS ha gravissime implicazioni negative. L'idea da cui si parte, non è di considerare l'opera comprendendo, al proprio interno, anche l'opzione zero, nel senso che abbiamo risorse da investire e proviamo a pensare un progetto. Non è detto che le risorse debbano obbligatoriamente essere dirottate su quel progetto qualora verificassimo un'incompatibilità dello stesso. La VAS parte dal progetto che, una volta scelto, deve essere comunque realizzato, al cui interno provvederemo a delle mitigazioni ambientali, ma il cui esito e la cui conseguenza favorevole è tutta da dimostrare, qualora davvero le mitigazioni ambientali fossero perseguite.
Il nostro timore è che, laddove la VAS è stata provata per la prima volta sulle Olimpiadi, i continui richiami alla mancanza di fondi economici e di risorse che sentiamo da chi si occupa della vicenda, significheranno secondo noi - sottolineiamo questo aspetto - che le risorse mancheranno per quelle che, all'inizio, erano previste come mitigazioni ambientali, le quali saranno, tranquillamente, dimenticate.
Preoccupa anche, a pagina 89, il richiamo a quel progetto Ignitor che sinceramente, andrebbe abbandonato nel cassetto, dove già giace da più di vent'anni. Immaginare di poter ricavare, in questo momento, energia da un procedimento che non è stato sperimentato ancora in nessun luogo del pianeta; immaginare di investire risorse ingenti per un progetto che, per provare se solo può avere delle ricadute, richiede una straordinaria fornitura di energia, solo per verificare se quello che viene ipotizzato può essere realizzato, è davvero inaccettabile.
Dobbiamo considerare che questo progetto, così studiato e proposto da molti anni, da più di vent'anni, non è ancora stato realizzato in nessuna parte del mondo. Lascia perplessi l'idea che in quest'ultimo ventennio, con gli importanti sviluppi nel campo della scienza, con la fame di energia che sappiamo esistere in tutte le nazioni del Mondo, nessuno abbia voluto sviluppare questo progetto e che tocchi proprio all'Italia, e al Piemonte il merito di investire una somma ingentissima per trovare quello che è quasi un "uovo di Colombo", così come viene presentato, dal punto di vista della resa energetica. Ripeto, non si può dire nulla senza aver prima investito una somma rilevantissima per vedere se quello che viene ipotizzato teoricamente funziona.
Credo che questo esempio (molti altri se ne possono fare e lo approfondiremo nel corso della discussione sugli emendamenti), cioè pensare ancora di investire energie e risorse (risorse anche intellettuali) su questo progetto, sicuramente dà la dimostrazione, chiara e lampante, della superficialità con la quale viene affrontato il difficile momento economico del Piemonte, attraverso lo strumento di programmazione economico finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie signor Presidente, grazie colleghi.
Il Documento di programmazione economica-finanziaria regionale è basilare per l'attività del Piemonte, in quanto prende in esame le tendenza della situazione economica e sociale della Regione, considerando le criticità ed indicando priorità e strategie, fino a raggiungere il quadro di compatibilità finanziaria.
Devo constatare, però, che il documento presentato da questa maggioranza è privo di strategie. Manca, infatti, la centralità sia in termini di indicazione strategica sia di individuazione di risorse.
Mancano le politiche di ricerca, di formazione e di sviluppo dell'innovazione, che costituiscono elemento fondamentale per una ripresa di competitività del nostro sistema produttivo. Quindi, se dal Documento di programmazione economica e finanziaria, che deve partire il rilancio della Regione, ci viene sottoposto non risulti idonei in quanto è privo di indicazione per il raggiungimento dello sviluppo economico e sociale.
Il messaggio politico che la maggioranza lancia con la richiesta di approvazione di questo documento, è un messaggio di regresso delle attività economiche, considerando i tagli evidenziati nei vari settori produttivi di questa comunità. In particolare, possiamo evidenziare i tagli nel settore ospedaliero, che ammontano a circa 229 milioni di euro.
Dall'analisi del Documento di programmazione appaiono evidenti le fragilità dell'economia della nostra Regione e i pesanti limiti dimostrati dall'attuale Giunta, nel sostenere lo sviluppo piemontese. Il documento alla voce "Strategie per lo sviluppo del territorio", dà una visione, a mio giudizio, troppo ottimistica delle prospettive di sviluppo dell'occupazione. Si dice, difatti, che entro il 2006 verranno creati, in media, 4500 nuovi posti di lavoro all'anno; cifra che ritengo inverosimile raggiungere, se la Regione non provvederà prima a dar vita alla Commissione di concertazione sul lavoro, prevista dalla stessa legge regionale del 1998 e da allora mai attuata.
Gli interventi, per contro, sono urgenti e inderogabili dato che in Piemonte la povertà è grave e diffusa, specialmente nei territori montani e collinari, come Santa Maria Maggiore, Cannobio, Gavi, Cerrina Monferrato e Cortemilia.
Dalla fine degli anni Novanta ad oggi hanno registrato un ulteriore arretramento per una dinamica di crescita inferiore alla media regionale mentre gli incrementi maggiori sono stati riscontrati in aree più agiate seppure colpite dalla crisi, come Ivrea, Varallo, Fossano e Novi Ligure.
Le risorse naturali, in particolare quelle delle aree meno agiate continuano ad essere sistematicamente sottovalutate. Mentre, da un lato nel documento si fanno proclami per elevare la qualità della vita delle popolazioni rurali e per migliorare la qualità dell'ambiente, dall'altro devo constatare come la Regione trascura le colture e l'allevamento di qualità. A questo proposito, ricordo le proteste di chi abita in alcune zone del Canavese ove è stata prevista una discarica al centro di un vigneto di pregio internazionale.
Riguardo al problema del trasporto pubblico e ferroviario, in particolare, il documento parla di un ampio progetto di potenziamento.
Mi sembra opportuno ricordare che, prima di procedere al potenziamento occorre salvaguardare l'esistente, cioè dare a tutti i viaggiatori quel minimo di qualità del servizio che fino ad ora è mancato, come testimonia la valanga di proteste dei pendolari e l'interessamento della Procura di Torino.
I dati degli investimenti previsti per il Piemonte non convincono perché li riteniamo particolarmente inadeguati.
Volendo fare un rapido elenco, per esempio, per le risorse idriche è previsto un investimento che ammonta complessivamente a 515 mila euro. Nel settore dei servizi sociali appare inadeguato lo stanziamento di 60 milioni di euro per il periodo 2004-2006 a sostegno delle attività socio assistenziali, in particolare, per il contrasto della povertà e per il supporto alle persone anziane e disabili. Insufficienti sono anche gli investimenti previsti per le strategie e per lo sviluppo del territorio, in vista delle Olimpiadi 2006, che ammontano a 355 milioni di euro per le opere connesse da realizzare per i Giochi Olimpici.
Per quanto riguarda le politiche in materia di lavoro e sviluppo dell'occupazione le indicazioni fornite risultano vaghe e insufficienti a quantificare gli investimenti previsti, così come sono imprecise le indicazioni fornite in materia innovativa, tecnologica, tutela ambientale risorse energetiche e tutela dei consumatori.
Le strategie indicate dal Documento per lo sviluppo del Piemonte appaiono inadeguate, in particolare, nel campo delle alleanze internazionali. Se esse, a livello teorico, possono rappresentare una strada di sviluppo, in pratica, ci sono accordi che di fatto danneggiano il Piemonte. Un esempio per tutti è quello con la Cina, una delle cui conseguenze è stato l'affidamento al Gruppo cinese Lenovo della fornitura dei computer per le Olimpiadi 2006. E' un fatto grave perché danneggia l'immagine nazionale e internazionale delle aziende del nostro territorio già fortemente penalizzate dalla crisi industriale, come è stato evidenziato in numerose interrogazioni a cui lei, Assessore, scarsamente risponde.
L'altra strategia indicata dal Documento di programmazione, ovvero potenziare l'attrattiva del territorio, finora rimane inattuata in quanto il Piemonte conta quasi più musei che case per civile abitazione, eppure i turisti sono solo sporadici e a piccoli gruppi, poiché considerano la nostra Regione minore rispetto alle grandi città d'arte d'Italia. Anche questo è un fatto grave che pesa sullo sviluppo, visto che Torino è stata capitale d'Italia nell'Ottocento ed è ricca di storia e tesori architettonici.
Le agenzie regionali addette alla promozione turistica hanno sempre funzionato poco e continueranno a funzionare sempre meno, se non si esprime più creatività imprenditoriale.
Per questo e altri motivi esprimeremo il voto contrario all'approvazione di questo documento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Signor Presidente, è un documento che ha una certa estensione, anche se non so in quale misura è stato fornito dall'IRES e completato dall'Assessorato alla programmazione.
Credo, Assessore Pichetto, che non si possa non notare che molti dati relativi alla ricerca sono fermi all'anno 2000.
Siamo in una situazione in cui al mattino gli operatori economici si buttano a sentire le notizie sulla Borsa che arrivano dall'Estremo Oriente e l'economia si ridefinisce ogni giorno sulla base dei dati informatici praticamente, 24 ore su 24. Ragionare su dati fermi all'anno 2000 pu essere la conseguenza di una certa approssimazione e, comunque, induce sicuramente all'approssimazione.
Assessore Pichetto, prendo ad esempio la mia Provincia, che fino a un po' di tempo fa veniva considerata, per la sua importanza come il cosiddetto modello - poi si deve sempre definire un modello, un modello Piemonte. Adesso, con le rilevazioni della settimana scorsa, risulta, anche se qualcuno di noi lo sapeva già, che nel 2000 andava bene, ma nel 2003 ha perso 5 mila posti di lavoro. Naturalmente, se ragioniamo, anche soltanto dal punto di vista teorico, su dati di tre anni fa, non va più bene.
Quindi, la prima esigenza per il Piemonte, per poter ragionare in modo appropriato sulla situazione, sulle scelte e sul quadro economico, è una definizione sulla base di dati molto più aggiornati. Tra l'altro, non voglio sminuire il lavoro svolto, ma il documento è stato presentato a metà dell'anno scorso. Adesso siamo alla fine dell'anno successivo, forse sarebbe opportuno un aggiornamento, altrimenti, ci arrangiamo un po' con il pallottoliere, con quello che ognuno di noi è in grado di avere a disposizione.
Prendo qualche dato che dovrebbe essere oggetto di preoccupazione mentre, invece, viene indicato come elemento di entusiasmo. Per esempio qui c'è una serie di dati in cui si confrontano le Regioni europee e gli Stati del mondo. Naturalmente, non sfugge a nessuno, così come non sfugge all'Assessore - sarà stato fatto in buonafede - che sono state messe in evidenza, di volta in volta, dieci Regioni di un tipo, poi dieci Regioni di un altro tipo. Evidentemente, questo è per creare un certo tipo di esaltazione. Se vado sempre a ballare con quelli che ne sanno meno di me faccio sempre bella figura. Il problema sorge quella volta in cui c'è qualcuno che se ne intende davvero per capire se hai ancora questo stesso livello di performance.
Relativamente alla questione della ricerca scientifica, presentare il Piemonte come una Regione che ha fatto qualcosa mi sembra corretto, ma presentarlo come una Regione che non deve avere una profonda preoccupazione per il suo deficit sarebbe un atto di superficialità. Se il Piemonte destina l'1,3% del suo PIL alla ricerca, andando avanti di questo passo rispetto al Baden-Wuttenberg, che destina il 4%, ci metteremmo poco a diventare una Regione di retroguardia.
Non so, Assessore Pichetto, se le risulta, sicuramente risulta all'Assessore Leo, che segue le questioni della cultura e formazione, che in Cina, ogni anno, si producono un milione e mezzo di ingegneri. Questi non verranno sempre qui con il cappello in mano a vedere se possono trovare la benevolenza di un'accoglienza per svolgere i lavori più umili. Sono in grado di fare lavori meglio di noi e producono ingegneri quattro volte di più rispetto a quelli che produciamo noi.
Naturalmente, se hanno prodotti competitivi in termini di prezzo è perché, purtroppo, Assessore Pichetto, lì la gente guadagna 100 mila lire al mese. Questo è vero.
Io non so quanto guadagnava lei nel 1975, ma io guadagnavo 85 mila lire al mese. Quella distanza è ancora più breve del Canale di Otranto, si fa in fretta a superarlo in termini di 10-15 anni.
Se noi affrontiamo il problema con il relativo ottimismo che traspare da questo quadro, non rendiamo un buon servizio all'economia della nostra Regione. Ci dobbiamo collocare nell'ambito delle ambasce che ricadono su di noi, in relazione alle sfide produttive, allo sviluppo della ricerca e competitività, prodotta a livello del mondo, cercando di sapere o capire come vogliamo e possiamo agganciarci a questo tipo di situazione in essere dal punto di vista dell'evoluzione del mondo.
Il fatto che la Cina, com'è noto, aumenti del 10% all'anno il suo prodotto non deve farci dimenticare che anche l'India, l'anno scorso, ha aumentato il suo prodotto addirittura dell'11%. Sono due colossi che ormai, sono in movimento. Dobbiamo cercare di capire come si riorganizza il nostro sistema. Questo è il ruolo e la sfida della Pubblica Amministrazione.
I dati che si possono desumere dai nostri Assessorati ci confermano Assessore Pichetto, che in Piemonte la spesa pubblica corrisponde al 51,3 del PIL della Regione, cioè il 51,3% del reddito e del valore che si produce in Piemonte viene riutilizzato dalla spesa pubblica, che è la somma del prelievo fiscale più gli investimenti in conto capitale finanziati a debito, i nostri più quelli nazionali. Quindi, più della metà.
Chi vuole che risolva questo tipo di problema? I montanari? Non credo che i montanari della Valle Anzasca possano risolvere il problema, se la Regione Piemonte non si fa nemmeno carico di come risolverlo.
Alcune cose sono qui accennate come avvenimenti destinati a produrre un effetto consistente e positivo - cito per esempio le Olimpiadi 2006. E' utile e anche noi consideriamo importante tale avvenimento, ma non è l'avvenimento puntuale estemporaneo che risolverà definitivamente ciò che manca in termini di struttura.
Noi, all'inizio del '900, eravamo la Regione che aveva le migliori infrastrutture di comunicazione con l'Europa; il Colle di Tenda è il primo traforo in Europa e il secondo è il traforo del Frejus, ferroviari e stradali. Poi c'erano le continuità linguistiche e culturali delle Alpi.
Oggi è evidente che, per raggiungere nuovamente il livello di comunicazione che avevamo, siamo costretti ad inseguire il tempo con dei costi che tutti i settori economici denunciano come dei gravissimi deficit per quanto riguarda il carico sui nostri prodotti, derivanti dal deficit dei nostri sistemi logistici.
Ad esempio, ricordiamo tutte queste analisi volte a verificare quanto l'Italia ci rimette, quanto il Piemonte ci rimette per non avere un adeguato logistico. Oltre tutto, Assessore, mi sembra che siano un po' sorvolate le scelte strategiche destinate alle politiche che un tempo potevano sembrare ideologiche, ma che oggi sono assolutamente dettate dalla necessità; mi riferisco a quello che riguarda la gestione e la conservazione dell'ambiente.
Non lo dico soltanto per prestare attenzione ai problemi che ci pone sempre e molto bene la nostra collega Suino, perché se lei dice, Assessore come qui è scritto - che il Piemonte ha l'11,7% del territorio reso fragile e a rischio, ci vorrebbe un'industria e un'economia destinata alla sicurezza del territorio. Parto sempre da quel 51,3% che rappresenta la percentuale di spesa pubblica sul prodotto interno della Regione e che, se utilizzato in maniera adeguata, è un potenziale di spesa dell'ordine di 100 mila miliardi all'anno.
Naturalmente, in questo ci sono le pensioni, la sanità e le spese rigide, però non possiamo dire al mondo e al futuro che non avevamo le risorse. Avevamo più della metà del reddito complessivamente a disposizione, visto che il sistema della spesa pubblica in qualche maniera è intensivamente correlato.
Cito altri esempi che non sono neanche annotati. Ad esempio, per quanto riguarda tutta la partita delle risorse idriche, c'è scritto quello che è stato fatto, ma non mi pare che basta dire che cosa è stato fatto. Un altro esempio: tutela e valorizzazione della montagna e della collina; c'è la certificazione e quello che è stato fatto. E il futuro? E le domande su cosa ne deriva da queste condizioni? Ma si potrebbero fare tanti altri esempi.
Sull'industria cinematografica, che pure è importante, noi prevediamo di fare qualche investimento o finanziamo - per dirla con una battuta - il film "Vino, patate e mele rosse", con buona pace di promuovere l'agricoltura e il vino del Piemonte attraverso questa ingente operazione fantasiosa di un settore di produzione cinematografica che, ovviamente, si è dimenticato dei 200-300 milioni che ci aveva fatto spendere.
Se si vuole rilanciare l'industria cinematografica è ben fatto, perch nella nostra Regione è nata la Rai, è nato il cinema. Però bisogna metterlo come ipotesi per una strategia di sviluppo.
Inoltre - e concludo - qui si parla dell'urbanistica, ma non sarà sfuggito che da tre anni stiamo tentando di discutere una legge urbanistica (mi pare che siamo arrivati all'articolo 5 o 6). Se non affrontiamo neanche una nuova legge urbanistica, è difficile che si possa parlare in maniera positiva e propulsiva delle opportunità che nascono da una corretta utilizzazione del territorio.
Infine, come ultima valutazione, se noi abbiamo in Piemonte un deficit di produzione energetica che riguarda più del 50% del fabbisogno, sarebbe il caso che affrontassimo questo comparto del nostro deficit anche per porci seriamente il problema che noi, tutto sommato, riusciamo a colmare questo deficit con una massiccia importazione di energia derivante da sistemi di produzione nucleare.
Mentre invece potremmo studiare seriamente il sistema eolico, il sistema foto-voltaico e anche il sistema delle biomasse, anche per avere un'opportunità, un progetto e un'idea su come utilizzare e promuovere risorse nostre per colmare dei nostri deficit.
In ultima analisi, viene fuori l'esigenza di una Regione deficitaria in termini di saperi e conoscenze, deficitaria in termini dell'organizzazione del territorio, deficitaria in termini di produzione di politica energetica; per non parlare di tutto ciò che riguarda la sicurezza delle persone ed altro.
Voglio concludere con una citazione del tutto autorevole. L'On. Costa al quale presto sempre attenzione, e in particolare in questo periodo, ha nuovamente scritto recentemente che la sicurezza nel territorio del Piemonte è in una situazione disastrosa.
Credo che sia giusta questa osservazione, e la sottoscrivo pienamente.
Ma c'è, sul disegno della nostra spesa e della nostra rete viaria, un progetto che affronti seriamente la questione della sicurezza? Ci sono politiche sporadiche, naturalmente sempre utili, ma non affrontano questo tipo di problema.
Verremo poi all'allocazione delle risorse, partendo dalle problematiche che saranno inquadrate, ma questo dovrebbe essere il Documento di programmazione economica e finanziaria, non il documento di descrizione della situazione organizzativa del nostro territorio e del nostro sistema produttivo, che si ferma alla premessa di ciò che dovrebbe essere il vero contenuto, cioè l'indicazione degli impegni, gli indirizzi della spesa e le strategie con le quali intendiamo collocare il Piemonte, perlomeno all'ora delle migliori e più progredite Regioni d'Europa, che, per la tradizione e la condizione storica del nostro Paese, dovremmo cercare di conservare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, è inutile sottolineare lo straordinario ritardo con il quale viene discusso e approvato questo provvedimento, che dovrebbe essere il segnavie del comportamento per il governo regionale per questi otto mesi che abbiamo vissuto.
Così non è, perché questo diventa un documento di rito, un documento stanco, tra l'altro vecchio nella sua analisi, proprio perché sono cambiati molti fattori e molte situazioni nello scacchiere politico ed economico.
Il documento denota una visione ottimistica, non è un peccato, ma una posizione del genere rischia di non far cogliere adeguatamente i punti di rottura che si possono determinare in Piemonte. Quando l'Assessore Picchetto, due o tre mesi fa, ha fornito i dati sull'occupazione dicendo che l'occupazione in Piemonte aumentava, accanto c'erano i dati dell'andamento del prodotto interno lordo. Erano dati preoccupantemente non in espansione e, all'interno del PIL piemontese, i settori delle esportazioni davano segnali negativi: c'è di che preoccuparsi! Tale crescita dell'occupazione è una crescita che da poca spinta al prodotto interno lordo. Se abbiamo occupati meno ricercatori, meno analisti informatici, meno specialisti in lavorazioni , meccaniche, tessili, ecc.
senza nulla togliere a personale rivolto ad altre attività, voi capite che la composizione del prodotto interno lordo è molto debole.
In questi mesi sta emergendo la crisi del settore ITC - Information Comunication Tecnogoly - settore che tutti, a tutti i livelli, dicevano poteva essere la risposta alla riconversione industriale del Piemonte specie nell'area torinese. E' vero, perché quel settore - a parte che tutti stanno spingendo in quella direzione in Europa, non può dare quelle unità di crescita occupazionale tale da potere compensare il processo di deindustrializzazione. E' originale vedere che nel caso della Fiat, in cui lo stabilimento di Mirafiori sta solo aspettando lo show down per spegnere le luci, alcuni amministratori di varie amministrazioni pubbliche incominciano ad interessarsi al futuro dell'area. In un momento in cui alla Fiat bisognerebbe fargli capire che ci sarebbe un vincolo di destinazione d'uso per grandi attività produttive in tale area, si fa balenare l'idea che potrebbe il gruppo torinese addirittura fare un affare se chiude, com'è successo al Lingotto, com'è successo per l'area della Fiat Avio. Credo che il pubblico abbia già dato in questo settore e dovrebbe essere estremamente rigido. Credo che questa Giunta, il Presidente Ghigo sia stato un po' il becchino della fine di pezzi importanti dell'apparato industriale del Piemonte. L'Olivetti, il Gruppo Finanziario Tessile, sono spariti così come altri centri di eccellenza, dalle Province di Torino, che davano impulso all'attività dei servizi informatici. La SAI, la Telecom, la Cassa di Risparmio che, nella fusione e con la creazione di Unicredit, ha visto sottrarre a Torino, tutte le aree a più alta intensità di lavoro.
Mentre si impoverisce il sistema Piemonte cercando si esalta qualche nuovo tipo di "toma" (sono un buongustaio e apprezzo tale formaggio), ma non può essere un'alternativa alla perdita di centri direzionali per migliaia di persone, o la perdita di decine di migliaia di lavoratori che operano nel settore automobilistico.
Sapete qual è il modello per il Piemonte? E' un modello dell'Italia del sud: viene pompato il processo economico attraverso i grandi lavori pubblici. Già si pensa, dopo l'evento delle Olimpiadi, ad un nuovo evento che permetta di realizzare nuove opere, nuovi interventi, a ricordare i 150 anni dell'Unità dell'Italia, nel 2011. Ma questo è il segno di una tragica crisi perché dimostra che non c'é più capacità di autopropulsione interna che bisogna pensare all'Alta Velocità, al passante ferroviario, alla metropolitana (finito un ramo se ne fa un altro), allo spostamento di Porta Nuova e alle Olimpiadi, come fattori di crescita. Ma questa è la crisi di un modello di sviluppo per il quale il Piemonte andava non solo orgoglioso ma era un punto di guida. In vent'anni la quota di PIL del Piemonte è passata dal 12% all'8% nella composizione del prodotto interno lordo dell'Italia. Non sono segnali allarmanti che dovrebbero far sbalzare dalla sedia? Invece vedo il Presidente Ghigo tranquillo, anzi, partecipa a tutta una serie di cerimonie, nuove fondazioni, nuove eventi, ecc. Badate che gli investimenti sul turismo, per unità di arrivo di turista, stanno crescendo tutte le aree del mondo si buttano in quel settore, quindi l'investimento sul turismo è sempre più caro per attrarre clienti. E' una sfida, ma bisogna stare attenti che il costo per fare arrivare i turisti diventa estremamente alto.
Sulle politiche del lavoro. Quando l'Assessore Picchetto parlava della crescita dell'occupazione, è chiaro che la misurazione di oggi non pu essere quella di ieri dove c'erano due grandi aspetti: lavoro a tempo indeterminato e lavoro a tempo determinato. Oggi c'é un processo diverso con occupazione a singhiozzo che non permette di avere delle statistiche confrontabile tra i due periodi. Che cosa facciamo, noi, oggi, per attenuare il lavoro precario? Badate che se noi puntiamo sull'ITC non serve il lavoro in affitto, non serve il lavoro precario in quei settori, salvo per coloro che sono altamente professionalizzati e che danno impulsi al loro know out, ma per i "poveracci" che hanno poca conoscenza tecnologica e vengono utilizzate, come succede oggi, per brevi chiamate (alle casse della grande distribuzione il sabato e la domenica), poi lasciate a case per essere riprese dopo un mese. Fenomeno che si estende, fenomeno mortificante, che crea insicurezza. Su questo bisognerebbe operare.
Sulla formazione professionale. La sfida è come inserire questo elemento determinante, perché formazione professionale è anche formazione continua e permanente, come asse non secondario. Anche se viene chiamato il secondo canale del sistema della formazione del nostro capitale umano. Non c'é niente di questo progetto, non c'é un'indicazione, una caratterizzazione del Piemonte per vestire questo nuovo progetto che, con gli spazi dell'autonomia che si possono determinare anche nella scuola permetterebbe di fare qualcosa di più. Si parla della competitività del sistema Piemonte, ma è chiaro che noi dobbiamo - siccome non siamo dirigistici e la politica industriale non può ricostituire le partecipazioni statali, anche se sulla Fiat ci sono alcune tentazioni in questo senso - creare le condizioni dello sviluppo che diano economicità di sistema all'insediamento delle nostre imprese, al sorgere e all'arrivare delle altre imprese.
Che si fa? Siamo tutti assorbiti nella grandi infrastrutturazioni? E che fa l'Assessore ai Trasporti? Non si preoccupa che Torino potrebbe essere bypassata dal corridoio 5, un grande asse di comunicazione che fa pagare al Piemonte il prezzo più caro di tutti sul proprio territorio, per il collegamento tra Lisbona e Kiev. Infatti, poiché i convogli di eccellenza per passeggeri avranno bisogno di percorrere questa tratta in tempi rapidissimi, voi capite che una fermata a Milano con una vicinissima a 120 km, come Torino, non permette a questi tipi di convogli di utilizzare al massimo il potenziale di velocità. Allora Torino potrebbe essere, se non ha una capacità di riempimento di questi convogli di eccellenza tranquillamente bypassata. La battaglia sulla gronda, quindi, non è una cosa da poco; occorre battersi contro RFI che ha in mente proprio questo.
Oggi lo si giustifica dicendo che lì passa il traffico merci e quindi di non preoccuparci, ma nessuno sa se tra dieci-quindici anni ci sarà ancora la garanzia di mantenere, la stazione di Torino, una stazione di eccellenza. Noi abbiamo già pagato i prezzi nella Valle di Susa nella pianura piemontese in termini di impatto territoriale.
La discussione in Commissione ha evidenziato(anche se in Commissione il documento è passato un po' alla "garibaldina"), argomenti forieri di tensione e che la Finanziaria regionale e il bilancio dovrebbero rappresentare strumenti per realizzare scelte strategiche. Così non è.
Quando discuteremo di bilancio, si andrà avanti con il solito tran tran (solo per il buono-scuola siete stati generosi). Nei trasporti, la tratta Biella-Santhià, che serve il più importante bacino laniero italiano continua ad essere simile a quella che ci hanno lasciato i nostri Padri risorgimentali. Sono in corso grandi infrastrutturazioni, ma dove c'è la possibilità di agire, a costi estremamente ridotti, per rendere il sistema della viabilità e dei trasporti più efficienti, non si interviene (basta vedere la storia di "memorario" e la criticità di molte tratte ferroviarie).
Come Consigliere di centrosinistra - sottolineo Consigliere di centrosinistra - sono insoddisfatto. Un Presidente, che non voglia solo andare all'inaugurazione della fiera della nuova toma, dovrebbe prendere in mano il Documento e dire: "Riscrivo dieci paginette di questo Documento dove indico in modo più chiaro le priorità, per affrontare la critica situazione economica del Piemonte".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Esiste un rapporto di coerenza tra il documento di programmazione economica che stiamo esaminando e i documenti di bilancio? E' questa la questione che, discutendo del DPEF, dovremmo risolvere.
Non credo esista alcun rapporto di coerenza tra questi due documenti: da una parte il DPEF e, dall'altra, la legge finanziaria e il bilancio che voteremo nei prossimi giorni. Badate, oltretutto, che la discussione che facciamo oggi, con molto ritardo da questo punto di vista, è davvero una cartina di tornasole perché, dal punto di vista metodologico, avremmo dovuto affrontarla in tempi diversi. La legge sulla contabilità stabilisce che il documento di programmazione deve essere approvato entro il mese di luglio. Per questa ragione, quindi, il DPEF dovrebbe essere propedeutico alla presentazione dei documenti finanziari di bilancio.
Il fatto che per una serie di ragioni - su cui non voglio indagare in questo momento - non si affronti insieme questo dibattito, consente di fare un raffronto e di accertare che il documento di programmazione è una variabile indipendente. È un libro dei sogni, ancorché da approfondire rispetto al quale questa Giunta ha approvato una legge finanziaria che è altra questione, rispetto a problemi che ci segnala il documento di programmazione economica e finanziaria.
Qui c'è una prima questione che vi poniamo. Emerge, in tutta la sua gravità, il fatto che voi, da una parte vorreste ricondurre le scelte di questa maggioranza e di questo Governo regionale alla programmazione e dall'altra parte, invece, decidete sulla base di orientamenti di politica finanziaria ed economica, che il più delle volte prescindono totalmente dai documenti di programmazione. Il DPEF vero, come ha ricordato il Consigliere Riba, per molti versi è datato. La colpa non è di chi l'ha redatto per questa parte (mi risulta studiosi dell'IRES), ma di una crisi economica e del sistema che nel frattempo si è aggravata. Da questo punto di vista avremmo dovuto, semmai, ricavare la conclusione che era più necessario intervenire con politiche pubbliche, per correggere quelle tendenze del DPEF che oggi risultano, alla luce dei fatti, ancora più gravi rispetto a quanto non risultassero quando avete predisposto il DPEF.
Voi non fate questa operazione. Il DPEF ci consegna un Piemonte in difficoltà che, dal punto di vista della capacità competitiva, dal punto di vista dell'occupazione e dal punto di vista della crisi di alcuni settori si sono, via via, aggravate.
Per quanto riguarda l'occupazione - non tragga in inganno il dato sull'occupazione - nel 2003 abbiamo retto perché si è verificato il combinato disposto della regolarizzazione degli extracomunitari (sanatoria giusta e sacrosanta, predisposta dal Governo di centrodestra,) che ha fatto emergere il lavoro nero nel quale erano impegnati questi lavoratori.
Relativamente alla cassa integrazione, c'è una politica di ammortizzatori sociali che, in qualche modo, ha mitigato l'impatto sul mercato del lavoro poiché la crisi non riguarda più solo le grandi aziende.
Non c'è più un Piemonte caratterizzato soltanto dalla crisi di un grande gruppo industriale; non c'è più soltanto il fatto che in questa Regione ha sempre meno peso la grande industria. Paesi, come il nostro senza grandi imprese, hanno sempre meno prospettive e sono sempre più condannati ad una crisi che rischia di essere grave e foriera di un declino industriale. Accanto a questo, c'è la crisi di altri settori che per anni hanno rappresentato, in questa Regione, una grande risorsa di competitività e di innovazione di processo e di prodotto. Penso al tessile.
Questa crisi è funzionale al fatto che sta avanzando una nuova divisione internazionale del lavoro, rispetto alla quale non bastano politiche doganali o tariffarie che, invece, sono sbagliate.
La risposta a questa crisi non sta nell'autarchia, ma sta nella capacità, da parte del Piemonte, di tenere il passo con l'innovazione di processo, di prodotto e dell'economia del sistema, perché contano sempre di più la competitività fra sistemi territoriali e nell'ambito delle politiche pubbliche. Quelle politiche pubbliche che a voi, francamente, non vi interessa per nulla di fare. Lasciatemelo dire. È l'ultima cosa a cui pensate, colleghi della maggioranza. E' ultima cosa cui pensate! Da questo punto di vista, il delta e lo iato che esiste tra la condizione economica e le aspettative che si hanno, è seria e grave. La gente è incerta ed insicura perché non ha prospettive. Quando ho cominciato a lavorare, colleghi della maggioranza, mio padre era convinto del fatto che avrei fatto una vita meno grama della sua. Aveva ragione. Se pensate ai vostri figli, sono convinto che non siete più disposti a una scommessa del genere, perché il clima di incertezza...



(Commenti del Consigliere Gallarini fuori microfono)



RONZANI Wilmer

No, no, arrivo anche a quello, collega Gallarini, però la pregherei di stare attento perché sto facendo un'analisi - arrivo alle politiche pubbliche di questa Regione - perché non posso imputare tutto alle politiche pubbliche di questa Regione.
Credo però che questa Regione, per la parte che la riguarda, non abbia fatto e non stia facendo - e cercherò di dimostrarlo di qui a poco - quelle politiche che possono contribuire a favorire una crescita di competitività del sistema economico. Questa è l'accusa che vi rivolgo.
E' vero o non è vero che, pur avendo la possibilità di esercitare alcune competenze in materia di politica industriale - e arrivo al nocciolo, caro Gallarini! - voi avete abdicato a questa funzione? Avete abdicato alla possibilità di fare politiche industriali autonome competenza che vi ha conferito la riforma del Titolo V della Costituzione.
Ci sono altre Regioni che, come noi, hanno affrontato la medesima crisi, ma che forse l'hanno affrontata meglio, perché hanno utilizzato tutti gli strumenti di politica industriale che derivavano dalla possibilità di esercitare in proprio una legislazione in questo campo. Voi non l'avete fatto! C'è una legge quadro sull'industria, presentata - ahimè - in ritardo che dorme in VII Commissione, e non per colpa dell'opposizione.
Questa maggioranza, quando vuole, approva le leggi. Collega Gallarini quando volete le leggi le approvate, perché avete i numeri per farlo! Non mi risulta che abbiate dedicato tempo e attenzione - la stessa attenzione che avete dedicato ad altre leggi, che non cito per carità di patria - alle questioni della politica industriale.
E non mi pare neppure - e vengo alla seconda questione - che abbiate destinato a queste politiche le stesse risorse che avete invece destinato a settori o campi che, obiettivamente, rispetto a quest'analisi della crisi sono meno importanti e meno strategici. Lo dice il Documento di programmazione economico-finanziaria.
Scusate: in una Regione che ha questi problemi la prima cosa da fare è quella di redigere un bilancio che abbia due cose in testa. La prima scelta è di istituire - naturalmente con gli strumenti della politica regionale delle politiche pubbliche capaci di favorire ricerca, innovazione formazione e sviluppo; ciò, in un quadro nazionale in cui si tagliano le risorse regionali, perché badate che il Governo di centrodestra - collega Cattaneo - rischia di fare la riforma fiscale raschiando il barile e tagliando i trasferimenti alle Regioni sull'industria e sulle politiche industriali. Bel modo di fare la riforma fiscale! L'altra scelta era di fare delle politiche di coesione sociale che sono, in qualche modo, la conseguenza di una crisi che investe il sistema economico piemontese. Non mi risulta che in questo bilancio voi facciate queste operazioni. Non mi risulta nemmeno che il vostro assillo sia stato quello di capire in che modo reperire, in un bilancio di 20.000 miliardi di vecchie lire, le risorse con le quali attuare di più e meglio queste politiche.
Collega Gallarini, non penso che tu possa accusarmi di voler caricare alla nostra Regione responsabilità che non sono nostre, ma questo non può e non deve significare non vedere ciò che avreste potuto fare e invece non avete fatto - e che invece altre Regioni hanno fatto - mettendo in campo nuovi strumenti di politica industriale che avremmo avuto la possibilità di mettere in campo o immaginando una ristrutturazione del bilancio regionale in funzione dell'obiettivo di fare politica economica. Ciò significa rigirare questo bilancio come un calzino e capire se, in una fase come questa, in cui il primum è fare politiche economiche e politiche di sviluppo, non convenga davvero distribuire le risorse regionali pensando a questo fine e a quest'obiettivo. Questo è quello che manca, secondo me.
Per questa ragione, avverto che esiste una contraddizione tra il DPEF gli strumenti di bilancio e la politica finanziaria di questa Regione. E non ho avvertito e non avverto neppure in questa discussione - che voi considerate rituale, naturalmente, come spesso capita - quella tensione che avrebbe dovuto consentirci di capire in che modo allocare risorse aggiuntive in alcuni settori che voi considerate strategici. Dico voi perché il Documento di programmazione dice una cosa importantissima! Dice che, in una fase di crisi come quella attuale - e parla ovviamente del Piemonte, della nostra Regione - occorre rivedere forme, organizzazione e risorse anche per dare continuità ad un sistema innovativo di eccellenza. E quindi immagina politiche per la ricerca (e penso immagini politiche aggiuntive per la ricerca), considerando questo uno dei limiti dell'economia piemontese, guardando ovviamente agli scenari prossimi venturi e non soltanto all'immediato, e individuando in questo limite un problema, che oggi pesa, ma che peserà sempre di più se il Piemonte non riprende il passo con le politiche di innovazione e di ricerca.
Rilevo questa contraddizione e rilevo il fatto che noi, in questi anni abbiamo gestito la crisi. L'accusa che vi faccio è politica, di strategia politica; naturalmente la fa un Consigliere e un Gruppo di opposizione.
Qual è la critica di fondo? Quella di aver rinunciato a svolgere una funzione di indirizzo, di governo di processi economici. Avete rinunciato ad utilizzare, come sarebbe stato necessario, le politiche pubbliche per concentrare lì gli investimenti e per rimuovere, attraverso le politiche pubbliche, quei fattori di crisi che oggi sono, oggettivamente, un ostacolo aggiuntivo - non sto dicendo che la colpa è solo vostra, ma di ostacolo aggiuntivo si tratta - alla crisi che investe la nostra Regione e che il DPEF, nella parte analitica, seppur datata, ci consegna in tutta la sua gravità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Colleghi della maggioranza, Assessore, Presidente, riprendo il ragionamento conclusivo che faceva testé il collega Ronzani. La critica di fondo che noi solleviamo è proprio quella di non avere scelto e di non avere osato (diciamo così) agire con politiche conseguenti e con una coerenza tra quello che dovrebbe essere il DPEF e quello che dovrebbe essere il bilancio. I due livelli non si coniugano, non hanno coerenza. E riteniamo che questo sia un errore grave.
Probabilmente è una vostra scelta, è una scelta di questa maggioranza che preferisce dedicare energie, soldi, risorse e impegno ad una politica più di contributi (probabilmente paga moltissimo), ma non di contribuire alle grandi scelte. Tutto ciò in assenza di un Piano di sviluppo, di un Piano sociale, di un Piano sanitario: abbiamo questo documento, che è un documento interessante e condivisibile per tutta una serie di aspetti, ma che pecca su una serie di scelte, di indicazioni, almeno dal nostro punto di vista.
Mancano quindi i piani collaterali, non si capisce in definitiva coniugando i due documenti, quali siano le scelte conseguenti che questa maggioranza intende attuare sui grandi temi dell'occupazione dell'ambiente, del welfare, della cultura - per citarne quattro assolutamente importantissimi.
Certamente diventa tutto alquanto più pesante e difficile alla luce delle scelte che vengono attuate dal Governo nazionale, che taglia in modo pesante le risorse per gli enti locali e per le Regioni e, di conseguenza crea ulteriore difficoltà.
Nel nostro Paese siamo in una situazione strana in questo periodo perché ci ritroviamo a livello nazionale con dei Ministri che solidarizzano con la gente che protesta (l'esempio del Ministro Sirchia è solo l'ultimo in ordine di data). Qui abbiamo Assessori che non si tirano mai indietro dal dichiarare condivisione e solidarietà con le categorie che man mano evidenziano le loro difficoltà.
Peccato che poi non ci siano le azioni politiche, non vengono individuate le priorità e non ci siano le scelte conseguenti.
E' chiaro che il problema numero uno tra tutti i problemi in questa Regione è, dal nostro punto di vista, certamente quello della questione Mirafiori, quindi il problema FIAT. Un problema che ricade non solo sulla FIAT, ma anche sull'indotto; quindi, 1200 aziende, 45 mila addetti, il 40 45% del fatturato che dipende di fatto dalla FIAT.
Quindi, se la produzione di auto scompare, o si comprime ancora, e rimane seppure importantissima soltanto in questa città e in questa Regione la testa, il cervello, certamente tutto il fatturato non potrà mantenersi.
E questo comporterà conseguenze gravissime.
La FIAT non ha bisogno solo di componenti, ma nella stessa progettazione sono coinvolti i fornitori, i progettisti e i tecnici della filiera. Quindi, un processo globale ed essenziale che è difficile da fare se il primo stabilimento della FIAT viene trasferito a 800 chilometri.
Questo è certamente, dal nostro punto di vista, il problema numero uno ma è in gioco la natura stessa della moderna produzione dell'auto.
Varare delle politiche che siano capaci di contrastare il declino industriale è difficilissimo, ma perlomeno proviamoci.
Non è soddisfacente, da questo punto di vista, tutta la parte dedicata con l'emergenza che abbiamo in questo momento - e che era di gran lunga prevedibile.
C'è un'erosione industriale pesante sulla nostra Regione; il Piemonte è assolutamente tra le Regioni che pagano di più questo collasso. C'è un'assenza del Governo - questo va detto - ed è evidente che la Giunta e la maggioranza di questa Regione ha ancora più difficoltà ad interagire.
Però si abbia il coraggio di porre al primo posto, nell'agenda politica e nelle scelte, che con questo documento andiamo a fare, il problema FIAT, la grande questione FIAT. Non si vince in questi termini! Il tempo mi impone di andare velocemente su altri temi, ad esempio sul welfare. Sono dati di questi giorni: una mamma su cinque - si dice - lascia il posto di lavoro perché non riesce a conciliare la sua situazione di madre con la situazione lavorativa. C'era scritto su tutti i giornali, di destra e di sinistra.
A noi viene detto che il Piemonte è fra le Regioni del Nord che spicca da questo punto di vista. Noi arriviamo, se le statistiche corrispondono alla realtà, ad un picco del 6% di casi di madri che, con l'arrivo del figlio, devono fare questa scelta. L'arrivo del figlio magari coincide con il licenziamento, o coincide con la fine del contratto di lavoro, o con i contratti flessibili. Quindi, migliaia di donne che lasciano il lavoro ovviamente costituiscono un problema serissimo per quelle famiglie, perch è uno stipendio in meno, perché c'è un depauperamento culturale e sociale.
E c'è una compressione su quella famiglia, ma c'è una compressione sul mercato, perché quelle donne non riusciranno a rientrare nel mercato del lavoro.
Posso aver letto con superficialità il documento, ma non c'è una parola dedicata a questa realtà. Sapete che non c'è una parola dedicata alla questione donne, alla questione famiglia da questo punto di vista? Non m'interessa l'aspetto demagogico, che va bene in altre occasioni. Sapete che non c'è un'indicazione politica in questo senso? Facciamo un altro esempio, parliamo dell'istruzione. Nella carenza dei nidi e della scuola a tempo pieno, vi è il motivo per il quale le madri devono starsene a casa per occuparsi dei bambini. Se alle scuole elementari in Piemonte abbiamo un aumento di 2800 bambini, in base alle iscrizioni attuali, e alle scuole superiori ne abbiamo 4 mila, in risposta il Ministero - e la Regione zitta, così come l'Assessore Leo, che sta muto...



(Interruzione dell'Assessore Leo)



SUINO Marisa

Assessore Leo, lei parla tanto su altre questioni, ma in questo caso sta muto! Perché vengono tagliate 110 cattedre per insegnanti elementari e 148 cattedre per insegnanti delle scuole superiori? Allora abbiamo 630 richieste in più di tempo pieno che non verranno coperte. Prima - forse l'Assessore era distratto - parlavo della questione delle donne che sono obbligate a lasciare il lavoro per farsi carico della famiglia. Ma qui è anche peggio, perché non hanno la risposta sul tempo pieno, non hanno la risposta sui nidi, non hanno la risposta in termini di insegnanti. Non stiamo parlando del trasporto o del sostegno economico, ma stiamo parlando della cosa essenziale: avere i maestri e i professori avere a scuola le classi dove ci posso mettere mio figlio! E' proprio il minimo! Lo sapete che la situazione è questa? E voi muti, non c'è una parola in tal senso. I dati sono questi tra la domanda preventiva...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Posso interloquire?



SUINO Marisa

Come si fa a dire di no all'Assessore Leo che vuole interloquire?



(Commenti dell'Assessore Leo)



SUINO Marisa

Bene, prendo atto per comunicazione diretta che il 30 aprile a Milano ci sarà un incontro tra le Regioni e la Ministra Moratti, in cui la nostra Regione dirà: "È vero che sul DPEF non abbiamo scritto delle scelte politiche conseguenti nell'ambito dell'istruzione, della cultura e del sostegno alle famiglie, ma veniamo a dirti, caro Ministro, che noi abbiamo 7500 iscrizioni in più e che, con il taglio di cattedre che tu hai attuato nella nostra Regione, non siamo in grado di dare la risposta a queste realtà".
Tralasciando, per questione di tempo, la cultura (argomento che sarà comunque ripreso da altri colleghi), è pazzesco pensare che ci sia il 33 in meno di finanziamenti sulla cultura sulle nostre Regioni e che, di conseguenza, ci siano scelte di costrizione.
Da questo punto d vista, è un po' debole il Documento. Ci siamo dimenticati di dire che il 43% dei musei è gestito dagli enti locali? O il 38,4% dei teatri? O il 47% delle biblioteche appartiene agli enti locali e che questi enti locali hanno provato di tutto e di più per valorizzare il patrimonio culturale che esiste nel loro territorio? Forse si trovano nella situazione di non avere i soldi per pagare le bollette della luce o il personale. A questo punto, quindi, si ricade sulla vicenda precedentemente descritta: famiglie che si ritrovano in difficoltà perché quel personale non viene sostenuto, non viene pagato e viene messo a riposo, in mobilità o in una situazione di difficoltà lavorativa.
Vorrei fare ancora un accenno sull'ambiente.
Sull'ambiente, con tutta quella serie di capitoli dedicati alle politiche e alle azioni a seguito del piano energetico, ci aspettavamo di vedere, nel combinato disposto DPEF-bilancio, le conseguenti azioni finanziabili, in applicazione di quanto abbiamo varato insieme.
Arriveranno? Speriamo. Siamo qui per questo e quindi contribuiremo a presentare emendamenti che abbiano proprio questa funzione, considerato che siamo stati pesantemente bocciati e puniti, a livello di Paese, dall'OCSE è assolutamente noto a tutti - che avremmo dovuto, ad esempio sul versante delle emissioni, dare un contributo di riduzione del 6,5%, invece lo abbiamo aumentato del 7,2% e così via. Gli esempi possono sono molti.
Anche da questo punto di vista, il Documento, nella lettura combinata tra DPEF e bilancio, deve dare di più. La nostra Regione va meglio rispetto ad altre, ma non ci sono le scelte conseguenti e coerenti che ci aspettavamo da questa Giunta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. L'aula sta affrontando un tema di grande rilievo sul quale il Consiglio regionale ha la competenza. In questi mesi, in tutte le Regioni si sta riflettendo, in occasione della discussione sui nuovi Statuti, sul ruolo dei Consigli regionali. Le assemblee stanno riflettendo, anche in modo critico, e vi è una preoccupazione diffusa, che non coincide con le divisioni tra maggioranza e opposizione che segnano tutti i Consigli regionali, in merito al fatto che in questi ultimi anni le assemblee elettive regionali, e più in generale le assemblee elettive (quindi anche quelle dei Comuni e delle Province) sono in una situazione di progressiva emarginazione e perdita di ruolo.
una preoccupazione di tutti. Sappiamo che nella discussione sugli statuti regionali vi è una particolare discussione circa le conseguenze che il metodo dell'elezione diretta del Presidente della Giunta ha nel rapporto tra Consiglio regionale, Presidente eletto direttamente e Giunta regionale.
"In tutte le Regioni - si dice - bisogna riequilibrare questo rapporto perché oggi siamo in presenza di un rapporto che immiserisce ed emargina e riduce, spesse volte, a comparsa, il ruolo che deve essere, viceversa importantissimo, dell'assemblea regionale".
Questo dibattito in che situazione si svolge? Il dibattito concerne il Documento di programmazione che dopo il programma regionale di sviluppo è una struttura di programmazione decisiva. Come puro inciso segnalo il fatto che questa discussione avviene senza il quadro programmatico di riferimento che la rende legittima e capace di agire. Mi sembra che sia un elemento che non possa essere trascurato. Quest'aula sta discutendo del Documento di programmazione senza un programma regionale di sviluppo.
Scandalo. "Scandalo", bisognerebbe dire, perché si viola, non nella forma quanto nella sostanza, la legge regionale. Senza un programma di legislatura di cinque anni che è inverato dal programma regionale di sviluppo, non ha senso fare la discussione su un tassello di un programma che non c'è.
Ve lo lascio come inciso.
Seconda osservazione: in che altra situazione si svolge questa nostra discussione? Gli interventi svolti dai colleghi in precedenza (i Consiglieri Riba, Ronzani, Giordano e Suino) in che contesto sono avvenuti? Li avete sentiti, colleghi, questi interventi appassionati e pieni di idee propositive e di critiche? In che situazione politica sono stati collocati? Sono stati interventi svolti in assenza dell'interlocutore che necessariamente, doveva ascoltarlo. Senza il Presidente Ghigo. Va bene? Dov'è il Presidente Ghigo? Siccome questo comportamento del Presidente Ghigo, a mio modestissimo avviso, è un comportamento che denota una sorta di analfabetismo istituzionale. Per me, il Presidente Ghigo è un analfabeta istituzionale nei suoi comportamenti verso il Consiglio regionale, perch un Presidente alfabetizzato non dovrebbe accettare che nella sua Regione, e nel suo Consiglio regionale, avvenga una discussione sul documento di programmazione economica e finanziaria in sua assenza.
Non dovrebbe accettarlo, dovrebbe essere lui il primo a dire: "attenzione, voglio essere presente, per sostenere il mio governo e le mie proposte e per sentire tutto quello che mi verrà detto da parte delle istituzioni". Gli interventi, invece, sono avvenuti in assenza di questo elemento che io non mi stanco di denunciare come una delle situazioni che condannano il Consiglio regionale ad essere un'aula nella quale si parla senza interlocutori e si parla in assenza di un serio programma di governo.
Che fare? I colleghi hanno sviluppato proposte, la posizione che esprimo, a nome del mio Gruppo, è la seguente: noi non ci troviamo di fronte ad un progetto di governo. Progetto di governo non esiste, perch non esiste il programma regionale di sviluppo e non esiste perché, sia pure in forma triennale, il documento di programmazione economica e finanziaria sapete a quale meccanismo corrisponde? Corrisponde, Assessore Picchetto, ad un meccanismo, questo sì abbastanza nuovo, meccanismo innovativo, che conosciamo tutti, che è il meccanismo introdotto nei computer del "copia e incolla". Voi avete fatto un "copia e incolla". Il vostro DPF non è un progetto di governo, avete copiato dei pezzi di analisi svolti in vari settori, e facenti capo a varie strutture di analisi delle situazioni sociali ed economiche, li avete tagliati, li avete copiati e poi li avete incollati, uno dietro l'altro, in capitoli. In questi capitoli non è che non ci siano delle cose condivisibili, ci sono, ma sono un incollaggio di materie senza un filo conduttore, sono degli accostamenti di problemi uno all'altro, sono l'elenco, l'enunciazione, di tutto quanto bisognerebbe affrontare secondo un progetto di governo. E' un'annunciazione, uno dietro all'altro, di problemi che non colloquiano gli uni con gli altri. Cito solo quello relativo alla politica industriale, che dovrebbe essere la politica che collega tutto partendo dalla Fiat, e che non esiste.
La proposta di cui mi permetto di illustrare il senso è la seguente: di fronte ad un documento di questo genere non è possibile pensare ad una correzione dello stesso con emendamenti, il documento è, di per se incorreggibile. Nel senso che, dato il giudizio di documento "copia e incolla", nulla può essere modificato. Però attenzione, questo è il senso della manovra che proponiamo, noi non proponiamo né di fare emendamenti né di avere contentini di nessun genere. Noi proponiamo, in coerenza con questa analisi che facciamo, in capo ad alcuni capitoli fondamentali titoli fondamentali dei problemi del governo che ci troviamo di fronte come input politico di carattere generale, un incipit dello stesso tema che contenga, in modo chiaro, un'alternativa strategica programmatica, un'altra strada, si va da un'altra parte, si sta a sinistra. Questi emendamenti che presentiamo sono, in estrema sintesi, la strada alternativa che l'opposizione avrebbe intrapreso nel caso fosse essa ad avere la responsabilità di governo. Quindi saranno illustrati come nuclei molto sintetici di una scelta di governo.
In questo modo più che criticare - la critica è stata fatta in termini generali - punto per punto il DPF preme, ai sottoscrittori dell'emendamento, individuare una linea alternativa lungo la quale collocare le ragioni delle opposizioni a questo modo di governare.
Opposizioni che si propongono, lungo quelle tracce, di elaborarle ulteriormente per prepararsi al confronto elettorale del 2005.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Utilizzo una parte del tempo che ho a disposizione per riprendere l'argomento trattato precedentemente al DPF. Volevo intervenire per fatto personale, ma mi ha anticipato il Vicepresidente Riba quindi diventava imbarazzante fare un intervento di quel genere e sembrava una manfrina fatta apposta per perdere tempo. Tuttavia, il fatto personale c'era veramente e lo voglio esplicare. Sul carattere generale sul DPF, anche perché, e sono assolutamente in tema, non c'é il Presidente Cota che è un po' più sensibile a queste cose mentre devo riconoscere al Vicepresidente Toselli essere un po' più democratico.
Mi sono sentito offeso perché abbiamo cominciato a parlare dei valdesi in Commissione nel 2003 - l'anno scorso, con un altro Assessore - con un provvedimento urgente. Ricordo che in quella Commissione aveva partecipato anche l'Assessore Picchetto al quale voglio riconoscere la buona fede, non certo ad una parte della sua maggioranza, di voler intervenire urgentemente per risolvere un problema serio e urgente. Problema serio e urgente sentito dalle popolazioni valdesi e dalle popolazioni delle vallate e anche, visto che riguarda Torino, per quello che è l'importanza dell'ospedale di Torino.
Dov'é il mio sentirmi offeso? Rispetto ad un problema così importante voi l'avete trascinato per mesi in maniera veramente indegna, su un problema così serio che riguarda centinaia di migliaia di cittadini piemontesi che utilizzano gli ospedali valdesi. Non so se avete pensato di farlo coincidere con la campagna che la Chiesa Valdese ha fatto sull'8 per mille non penso che siete arrivati considerando che il vostro Dottor, Cavaliere è molto sensibile alle campagne pubblicitarie, non oso pensare che l'avete tirata fino adesso per arrivare in concomitanza con la campagna sull'8 per mille, è una situazione che ha dell'incredibile. Devo anche rilevare - e poi passo all'argomento DPEF - che il fatto di legare l'intervento sui Valdesi al voto sul bilancio è veramente un ricatto di piccolo cabotaggio.



PLACIDO Roberto

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

I ricatti li fai tu!



PLACIDO Roberto

Io non li faccio e non li ho mai fatti. Di piccolo cabotaggio si tratta, anche perché potete pensare che noi siamo qua a tenervi sul bilancio mentre c'è il Piemonte nelle condizioni che i colleghi dell'opposizione hanno descritto prima di me; mentre c'è - tra parentesi una piccola campagna elettorale che vede impegnati anche alcuni autorevoli esponenti di questa Giunta, nonché della maggioranza e dell'opposizione? Potete pensare che noi siamo qua a tenervi - anche se meritereste di peggio - settimane, settimane e settimane, per cui la gran dimostrazione muscolare di forza è quella di legare la votazione sui Valdesi all'approvazione del bilancio? Siamo senza parole! Ciò ha dell'incredibile! Non ci potevamo credere! Invece la realtà è superiore ad ogni pur fervida fantasia! E questa è la questione personale che avrei voluto sollevare prima, se il Vicepresidente Riba non mi avesse preceduto, e che ho voluto puntualizzare in questa prima parte del mio intervento.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Accetto assolutamente suggerimenti e interruzioni: non ho nessun problema. Chiederò la comprensione del Presidente Toselli in termini di tempo, perché ho dovuto prima esplicare la parte sul mio sentirmi offeso dalla richiesta del Consigliere Cattaneo.
Vengo al DPEF. Quando vengono le scolaresche delle elementari e delle medie e gli spieghiamo che il DPEF previsto a luglio 2003 lo discutiamo alla fine di aprile 2004, e che il bilancio, che doveva essere discusso e approvato entro il 31 dicembre scorso, lo trattiamo sempre a ridosso di fine aprile 2004, capisco che l'Assessore Pichetto abbassi gli occhi e anche la testa. In lui rimane il senso della dignità di chi ha quella responsabilità e si trova, suo malgrado, con una compagine scombinata, in questa situazione. Anche i ragazzi della prima o della seconda elementare che vengono qui in visita dicono: "Com'è possibile?".
E tutto questo, non mentre siamo in una situazione economica brillante dove non mancano le risorse, dove non esistono problemi, dove "tutto va bene, Madama la Marchesa". No, siamo qua, quasi a distanza di un anno, in una situazione drammatica - potremmo quasi festeggiare l'anniversario per il DPEF - per quattro-cinque mesi sul bilancio: noi a cercare di occupare il tempo che abbiamo a disposizione e che ci dà il regolamento, voi ad ascoltare, più o meno disinteressati o annoiati - e capisco - su un tema così importante.
E cosa si rileva? Che questo documento di politica economico finanziaria - l'hanno già detto, ma lo voglio ripetere - è assolutamente datato; il DPEF dovrebbe fare un'analisi socioeconomica del Piemonte e delineare le tendenze, se mai ci fossero - Assessore Pichetto, cari colleghi - ma le tendenze sono passate da un pezzo!.
Questo documento non lo rileva nemmeno. Non dico che ne anticipa, ne delinea, traccia il solco senza che il manipolo davanti ricordi chissà quali cose passate - tracciamo solo il solco - ma arriva assolutamente in ritardo.
Se ci sono mai state, voi non ve ne siete neanche accorti. Non interviene assolutamente in merito a tutti quelli che sono i principali problemi. Ma vorrei aggiungere qualcosa in più. E' un documento vecchio ripetitivo, come quei moduli che bisogna riempire e che, passando gli anni sono sempre uguali, in alcuni casi con ripetute gestioni clientelari di risorse che non risolvono i problemi. L'abbiamo già detto in Commissione poi ci arriveremo, ma io sto cercando di avere alcuni dati anche per sollecitare e pungolare il simpatico Assessore Racchelli, per capire quante folle e masse di turisti hanno spostato verso il Piemonte tutte le risorse stanziate sul turismo e sulla comunicazione del suo Assessorato, perché a fronte di un investimento dovrebbe esserci il risultato.
Noi siamo curiosi di capire se, almeno in quel settore, i risultati ci sono stati; abbiamo qualche dubbio, ma cercheremo di verificarlo. Non si ha neanche il coraggio, Assessore Pichetto - ce lo siamo detti in Commissione e voglio riconoscere che sarebbe difficile anche per noi - ma non voglio dire che dovreste farlo voi, perché non avete il coraggio di rompere con certi finanziamenti ripetitivi che non sono investimenti, sono spesa elargizione, mantenimento di clientele. In una situazione come questa, voi dovreste avere il coraggio - non dico su tutto, che è quasi impossibile di dare segnali in questa direzione. Trovereste un'opposizione sensibile disponibile a interloquire, non dico a chiedervi di fare quello che vorremmo noi, ma di sicuro a interloquire e a provare a dare un contributo.
Anche perché - e vado verso la conclusione - caro Presidente Galasso ero d'accordo con il Presidente Toselli...



PRESIDENTE

Conta il Presidente facente funzioni!



PLACIDO Roberto

Ho solo bisogno di qualche attimo rispetto alle affermazioni su Atrium di cui io non rilevo solo quelle che in qualche modo mi aiutano, ma anche quelle che pensano di creare qualche problema e difficoltà.
Al di là del fatto che alle Olimpiadi è importante partecipare, non vincere - anche l'Assessore Tessore lo sa, nonostante abbia un piglio di chi cerca di arrivare prima, di vincere e in questo caso non posso che trovarmi d'accordo con lei - rispetto alla questione Atrium i conti si faranno alla fine. E allora, fino alla fine, sono illazioni di bassa lega tanto i rappresentanti della Lega non ci sono, quindi lo possiamo dire in tutti i sensi - al momento vale quello che è stato detto, cioè che è un'operazione senza costo per le risorse pubbliche. Se poi i conti saranno diversi, ne discuteremo - chi si ritroverà, collega Marengo - nella prossima legislatura.
Volevo concludere - ho preso più tempo del necessario perché ho dovuto rispondere anche alle sollecitazione provenienti dalla parte destra dell'emiciclo (parte destra perché io faccio riferimento al Presidente) segnalando - cosa che hanno già detto altri colleghi che mi hanno anticipato - che noi abbiamo presentato quel documento che gentilmente il Presidente Angeleri ha citato prima - dico gentilmente perché noi lo condividiamo - non tanto per fare il "più uno", che è semplice, perch fischiare falli è più difficile che giocare, come Angeleri sa benissimo essendo un provetto calciatore, e che noi abbiamo delineato alcuni punti fondamentali di quella che sarebbe stata ipoteticamente la nostra manovra.
Non per fare il "più uno". E questo vale per i milioni di euro sul diritto allo studio e sulla legge 49, ma vale anche per la cultura.
Mi dispiace che sia assente la Lega, anche perché sappiamo che non è casuale che non ci sia il simpatico Assessore Farassino, ma vogliamo capire dove sono le risorse per due importanti istituzioni come il Regio e lo Stabile? Dove sono allocate, Assessore Pichetto? In quale parte del bilancio? Perché è nota ed è argomento di discussione sui giornali la situazione finanziaria di due fondamentali istituzioni come il Teatro Stabile e il Teatro Regio, che hanno qualche problematica che si pu contare con sei zeri, il che significa milioni di euro (che fanno i miliardi delle vecchie lire). Idem vale per le risorse che mancano sulle borse unitarie; nella ricerca siamo al clamoroso Teatro Stabile e Teatro Regio che hanno qualche problematica che si può contare con i sei zeri quindi vuole dire milioni di euro, che fanno miliardi delle vecchie lire.
La stessa cosa vale per le risorse che mancano sulle borse universitarie. Per quanto riguarda la ricerca, sembra di essere su "Scherzi a parte" - apprezzate la citazione sulle reti del "Biscione" - perché solo su "Scherzi a parte" ci sono importanti deleghe, che vengono annunciate con incredibili conferenze stampa, senza risorse. Mi riferiscono alla delega sulla ricerca che il caro Assessore Leo ha ricevuto, cui diamo molta importanza, quindi ci torneremo non solo in questa discussione, ma anche in seguito. Su un'importante delega non c'è una lira.
Lo stesso discorso vale sulla Olimpiadi della cultura e sulla cultura nel suo insieme, perché, per quanto riguarda i dati citati dalla collega Suino, leggete il "Corriere della Sera" di oggi, ma ormai sono settimane che si parla dell'importanza della cultura e del turismo culturale, sul quale le risorse vengono tagliate.
Voglio terminare, ma ritorneremo a parlarne, con una "chicca" sull'ultimissima cosa che ci avete tolto. Grazie al Presidente Galasso anche su altri importanti istituzioni culturali piemontesi non avete messo risorse.
Ci sarà da ridere, ma visto il negativo, siccome noi siamo propositivi e ci sta a cuore l'interesse del Piemonte, ci sarà purtroppo da piangere.



GALASSIO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

Il Consigliere Placido era partito da Juber, è corso verso De Coubertin e poi è scivolato su "Scherzi a parte".
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Il mio probabilmente sarà il penultimo intervento prima della replica dell'Assessore Pichetto, e dopo di me interverrà il collega Mellano.
Quindi, insieme a quest'ultimo, ci incaricheremo di offrirle Assessore, alcuni spunti affinché lei possa fare una replica la più produttiva possibile, visto che ritengo che sia l'ultimo intervento prima della ripresa di domani, nella quale entreremo nel merito del provvedimento e in seguito alla discussione generale.
Noi siamo sempre al punto che voi ci avevate annunciato già l'anno scorso, in occasione del primo Documento di programmazione economica finanziaria, documento e strumento di cui le Regioni si dotavano per la prima volta modificando la propria struttura e il proprio impianto. Quindi facendo del Documento di programmazione economica-finanziaria l'atto di programmazione più alto e più importante, innovando anche rispetto a strumenti precedenti. Eravamo rimasti al momento in cui voi ci avevate detto che questo modificava il modo di porsi della Regione rispetto alla programmazione della sua attività e alla programmazione delle sue risorse.
Certo, Assessore Pichetto, che approvare un Documento di programmazione economica-finanziaria alla fine di aprile, è un bel problema per entrare nella nuova fase in cui la programmazione si apre, in cui si fa un salto di qualità rispetto al passato, in cui ci si pone in una situazione compiutamente diversa.
E' un problema, ed è tanto più un problema alla luce del fatto che alla fine di aprile, non ci si arriva per effetto della protervia dell'opposizione, che vi ha tenuti qui con quattro mesi di ostruzionismo in aula o in Commissione. Si arriva alla fine di aprile per effetto di due provvedimenti di richiesta di esercizio provvisorio, uno alla fine di marzo e uno alla fine di aprile, che vi siete fatti da soli in tutta fretta senza che nessuno ve li chiedesse. Avete anticipato ogni aspettativa del Piemonte e anche della Lombardia. Li avete presentati qua e ve li siete votati in tutta fretta, e adesso pretendereste da una "povera" opposizione che contingentasse i suoi tempi di confronto e di dibattito democratico.
Quindi, dopo che avete perso questi quattro mesi e avete fatto spendere inutilmente questi quattro mesi al Piemonte, e avete lasciato le amministrazioni comunali senza un bilancio regionale e un documento, perch da soli - tutto voi avete fatto - avete chiesto di andare alla fine di aprile, adesso pretendereste di contingentare lo spazio democratico del dibattito? Suvvia, non raccontiamoci barzellette in quest'aula! Quattro mesi li avete chiesti voi. Che cosa volete che siano quattro giorni, quattro settimane rispetto a quattro mesi, in cui avete lasciato il Piemonte senza il bilancio, senza la finanziaria, senza cotanto Documento di programmazione economica-finanziaria. Quindi, quando si parla delle cose, bisogna innanzitutto ristabilire la verità dei fatti e la verità dei fatti è questa: ci sono gli atti, noi ricordiamo la richiesta all'Assessore Pichetto, le relazioni del collega Gallarini sulle leggi che richiedevano l'esercizio provvisorio.
Ci sono atti del Consiglio che documentano questa realtà squallida. E questo l'avete fatto non davanti a un bilancio qualsiasi, ma davanti all'ultimo e al più importante bilancio della legislatura.
Perché il bilancio dell'anno prossimo, il DPEF dell'anno prossimo e la finanziaria dell'anno prossimo sarà un documento che riguarderà neanche sei mesi, cioè la campagna elettorale.
Questo è l'ultimo DPEF vero, l'ultima finanziaria vera, quindi gli ultimi documenti su cui seriamente discutiamo rispetto alle prospettive del Piemonte. Ci avete portati qui con un ritardo incomprensibile, ci avete portato qui con un testo burocratico, che se era burocratico quattro mesi fa - o addirittura otto mesi fa, perché ha una data forse più lunga dal momento della sua presentazione con qualche sommesso e sommario aggiustamento - immaginatevi quanto sia burocratico e datato oggi, a mesi e mesi di distanza, in una situazione economica in continua evoluzione, in una ripresa che non c'è, tenuto conto della vicenda della FIAT, che oggi segna un ennesimo segnale d'allarme.
Non siamo solo al superamento della vicenda di un'economia piemontese legata esclusivamente al modello della grande impresa, ma che sa diversificarsi.
Siamo davanti ad un'economia piemontese che deve salvaguardare, da un lato, la sua vocazione industriale per potersi diversificare. C'è una differenza sostanziale, da questo punto di vista, e questo Documento di programmazione economico-finanziaria è in grado di rispondere alla crisi della grande impresa, come si delinea in modo strutturale in Piemonte, in forme innovative e moderne, non certo attraverso il modello del Fordismo da un lato e, dall'altro, ad individuare le linee di innovazione e di diversificazione? O prender atto, malamente, di una situazione che non è già più quella dell'oggi perché quella dell'oggi si è evoluta significativamente in modo preoccupante? Dove sono le indicazioni rispetto alla vocazione industriale del Piemonte, anche se in senso moderno, oltre il fordismo? Dove sono le indicazioni sul terreno dell'innovazione di nuove strade dello sviluppo della ricerca? In quel documento non le abbiamo viste. Abbiamo visto una stanca ripetizione e lettura della situazione quindi sui problemi e sulle problematiche dello sviluppo, penso che voi soprattutto, abbiate gestito erogazione di fondi, suddivisione degli stessi, incentivazioni un po' qua e un po' la, più che una vera politica strutturale che abbia messo al centro le problematiche della ricerca e della diversificazione della innovazione come elementi importanti per il futuro, ma anche per salvaguardare il presente.
Non c'é. Non c'é nelle linee di programmazione, non c'è, poi lo vedremo, nella finanziaria e nel bilancio. Dall'altro lato, l'altro grande elemento che non è un costo, ma una risorsa, un investimento moderno sul welfare regionale e sulla sua riforma. La cosa produce distruzione del welfare regionale dal punto di vista sanitario e socio assistenziale questa è una presa d'atto. Anche perché, oggi, l'attuale deficit sulla sanità, è molto di più del dichiarato anche perché, le politiche che vengono introdotte, non producono risultati che il meccanismo della quota capitaria, con aggiunta di fondi di riequilibrio asciugato, sta creando gravi disagi e disequilibri nel Piemonte invece che riequilibrare rispetto al meccanismo della spesa storica, proprio per i modi in cui è utilizzato. Accanto ad una sistematica distruzione dei vecchi modelli di welfare, non vi è alcuna delineazione di una nuova strada in questa direzione che non lo veda più solo come il vecchio welfare modellato sulla figura del maschio capo famiglia di una certa età, ma che sappia inserire al suo interno anche una serie di nuove domande, nuove e diversificate domande da quella enorme popolazione anziana che in Piemonte c'è fortunatamente la vita si è allungata - alle nuove politiche di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare che tanti soggetti ci chiedono a partire dalle donne: niente, niente di tutto questo. Solo lo smantellamento del passato, nessuna individuazione in questa direzione. Se su i due corni più significativi, quelli di quale sviluppo per il Piemonte e di quale sistema Piemonte che sappia fare di Torino e della sua Provincia un elemento che faccia sistema con le altre province e con la realtà che invece oggi guardano di più alla Lombardia e alla Liguria e alla diversificazione facendo della ricerca l'asse di tutto questo e facendo del Piemonte la Regione che su questo impernia la sua attività non c' dall'altro lato non c'é una individuazione di una nuova e moderna politica di Welfare, c'é solo la distruzione sistematica di un modello collaudato forse tradizionale, ma che aveva una sua funzione in questa Regione.
Voi pensate che possiamo rimanere per poco tempo su un tale documento di programmazione economica e finanziaria, per altro datato a circa dieci mesi fa, senza alcuna forma di innovazione? Che, tra l'altro, non assume neanche gli strumenti legislativi della modifica del titolo V, degli elementi di federalismo che ci sono e riporta le loro estreme conseguenze valorizzando il sistema delle autonomie piemontesi? No. Penso proprio che non possiamo rimanere ad un dibattito ingessato, burocratico e minimo.
Concludo dicendo una cosa, Assessore Picchetto, noi apprezzeremo molto la sua presenza, il fatto che ci ascolti, che farà, come sempre, una replica, che cercherà di rispondere attentamente alle domande che abbiamo avanzato, ovviamente la differenza di opinioni tra maggioranza e minoranza ci manterrà, ritengo, a meno che le sue politiche di convincimento da ieri ad oggi siano migliorate ulteriormente, su posizioni differenziate.
Detto questo, apprezzando tutto questo, la richiesta che il Consigliere Chiezzi ha fatto anche questa sera, che su una discussione, almeno quella generale sul DPF, sulla Finanziaria e sull'ultimo importante bilancio preventivo di questa Regione, il Presidente della Giunta non sia presente è più che analfabetismo istituzionale, è disprezzo per l'assemblea, ed è disprezzo per gli atti di programmazione e per i momenti importanti l'ultimo momento importante, davanti alla quale, lui, come capo della maggioranza, si può presentare davanti all'assemblea e parlare non solo a noi ma da qui, su testi che penso lui abbia letto da qualche, ci abbia messo il naso tra una comunicazione e l'altra, sono l'ultimo atto importante della sua legislatura. Se va avanti così, speriamo veramente l'ultima.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Chiedo scusa alla Consigliera Manica, non volevo rubare la scena dell'ultimo intervento anche perché il mio sarà breve e, per molti aspetti speculare o che vorrebbe essere speculare, all'intervento, secondo me davvero molto interessante e alto, del Consigliere Ronzani. Il Consigliere Ronzani ha, con enfasi e con capacità oratoria notevole, che tutti gli riconosciamo, disegnato un quadro che parte dal documento di programmazione economica elencando tutti i punti di mancanza di una strategia politica pubblica regionale. Noi Radicali, sin dall'inizio della decisione di dotare il Consiglio di uno strumento di programmazione economica, abbiamo sottolineato come questo strumento necessariamente, per come nasceva, per come lo costruivamo, non poteva che essere un documento di auspici, un documento di previsione più o meno affidabile, creato con la collaborazione e le capacità tecnico scientifiche dell'IRES. Necessariamente un documento che a quello finiva per limitarsi, una ricostruzione dettagliata, ma con capacità di sintesi, che indicasse un quadro di riferimento basato su dati come hanno già ricordato vari Consiglieri, il Consigliere Riba per primo vecchi e presentato molto tempo fa rispetto ad una dimensione temporale che, in questo campo, in questo particolare specifico settore, è elemento decisivo, elemento qualificante delle analisi e delle strategie degli scenari.
Con questa analisi, che vediamo purtroppo confermata anche da questo documento, da questa proposta di deliberazione, alcuni punti si possono sottolineare. I verbali di questa seduta saranno anche testimoni di come il documento su cui siamo chiamati a votare è un documento che noi stessi riconosciamo essere di scarsa importanza, perché alla fine è un quadro vecchio con ricostruzioni - ripeto - fatte con cura, ma con la cura del luglio dell'anno scorso e con degli obiettivi che, necessariamente, non potevano essere strategie qualificanti e decisionali del Consiglio regionale.
Volevo dunque mettere l'accento su alcuni punti e passaggi specifici.
Il documento riprende e sottolinea l'importante Piano energetico ambientale della Regione - opportunamente lo fa - ma nello stesso punto si prende la briga e il compito di indicare, come elemento e progetto qualificante di questo Piano energetico ambientale, il Progetto Ignitor, dedicandogli addirittura l'onore di una intera pagina.
Più volte ne abbiamo discusso e anche l'Aula è già stata investita: è un progetto ben misero, se questo è il grande progetto su cui basiamo la nostra chance di avere un'interlocuzione rispetto all'innovazione tecnologica e alla ricerca. E' un progetto vecchio già quando è nato vent'anni fa, e che è stato respinto dalle Università americane, che ci viene riproposto a varie voci, a vari livelli - maggioranza e opposizione e che rientra nel documento come una perla qualificante - e io dico squalificante - di un Piano energetico ambientale che aveva ben altre qualità e ben altre attenzioni anche da parte dell'opposizione.
Sulle risorse idriche, c'è un quadro di dettaglio e di analisi, che tuttavia non cita neanche una volta la parola "risparmio idrico". Se l'investimento anche culturale e politico sulle risorse idriche sono i soldi della spesa pubblica che - anche qui - maggioranza e opposizione in parte intendono investire come grande elemento qualificante le strategie politiche regionali, si tratta di ben misera cosa! Viabilità. Anche sulla viabilità sembra che il grande interesse sia la spesa pubblica, più che un disegno strategico che cerchi di collocare il Piemonte in uno scenario internazionale necessario assolutamente urgente.
L'internazionalizzazione del Piemonte sembra essere ridotta ad un sostegno al commercio, un sostegno al marketing dei nostri prodotti e non una capacità innovativa di opportunità per quella filiera dell'auto che più volte continuiamo a richiamare, ma che in questi anni non ha visto strategicamente dalla Regione Piemonte e da questa Giunta null'altro che non un sostegno alle vendite e non certo un quadro di interventi capace di costruire e sostenere quella piccola e media impresa su cui troppe volte abbiamo sentito parlare, ma pochissime volte abbiamo visto costruire reti e sostegni adeguati, ovvero - come più volte abbiamo ricordato - con quella capacità di attrarre gli investitori esteri per utilizzare quelle capacità e quella storia industriale che il Piemonte ha e che siamo sempre pronti a rivendicare.
Sulla cooperazione. Anche qui, uno scenario globale e interessante, ma non può sicuramente ridursi ad una serie di interventi settoriali, non collegati da una strategia, non collegati da un disegno, da una visione che, in qualche modo, faccia capire qual è l'orientamento, la linea di azione.
Anche in tema di cooperazione internazionale, di cooperazione allo sviluppo intesa come elemento dell'internalizzazione del Piemonte, c'è purtroppo poco, nei limiti di un documento che poco voleva dire.
Sul collocamento, sui servizi all'impresa, ma anche sui servizi ai cittadini che cercano lavoro e quindi sui servizi al sistema Piemonte.
Anche in questo caso, se da una parte c'è un centrosinistra che fa gli accordi elettorali per la disapplicazione della riforma Biagi, dall'altra c'è un centrodestra - e questo centrodestra che sta al Governo da anni in Regione Piemonte - che non ha il coraggio di fare delle scelte e lascia che le cose vadano avanti in un loro naturale deperimento, nell'attesa non si sa bene di quale evento estraneo.
Si tratta dunque di un documento di programmazione economica che contrariamente a quello che diceva il collega Ronzani - non solo non ha una capacità di intervento nella logica delle politiche pubbliche, ma anzi sostanzialmente interviene troppo nell'impedire dinamiche che ci sono e che altri Paesi hanno saputo intercettare. Dinamiche che quella cosa che si chiama mercato sarebbe anche in grado di far funzionare un po' meglio di come riusciamo a far funzionare noi, intervenendo puntualmente con ritardo con vincoli e con limiti che sono dannosi allo scenario complessivo rispetto al quale ci accomuna sicuramente la volontà di vedere un Piemonte che riprende quota e si adegua al passo di quei Paesi che in Europa sono più all'avanguardia di noi, senza accontentarci di difendere situazioni già a rischio in classifiche che possono essere sempre molto discutibili perché dipende poi da quali dati e da quali parametri si usano, ma che non ci vedono ai primi posti. Quindi termino qui con un'insoddisfazione in generale sul Piano, che rinuncia a concretizzare ambizioni che sicuramente erano presenti, almeno nelle dichiarazioni iniziali.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Aggiorno la seduta a domani mattina per la replica dell'Assessore Pichetto.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.41)



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