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Dettaglio seduta n.442 del 30/03/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 14.30 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.15)



(La seduta ha inizio alle ore 15.21)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Cantore D'Ambrosio, Dutto, Ferrero, Galasso, Ghigo, Manica, Marengo, Pichetto Fratin, Pozzo e Rossi Giacomo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Mi comunicano che l'Assessore Casoni ha richiesto di trattare, in via preliminare, il punto 5) all'o.d.g., "Disegno di legge n. 461 - Modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 " Norme in materiali trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.
442".



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Ho fatto questa richiesta perché si tratta di un provvedimento che deve essere esaminato per l'interesse della GTT e di tutta una serie di soggetti pubblici. Tale provvedimento è condiviso dalla Provincia e dal Comune.
Inoltre, mi è stato sollecitato, in primis, dagli Assessori Sestero, Campia e altri della conurbazione di Torino.
Mi dichiaro disponibile a posporlo, nel senso che non chiedo l'anticipazione, però chiedo che - siccome è una responsabilità condivisa con la Regione - la discussione attuale non duri in eterno.



(L'Aula non acconsente)


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Esame disegno di legge n. 575 "Misure straordinarie per i presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi"


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 575, di cui al punto 4) all'o.d.g.: "Misure straordinarie per i presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi". Relatori, i Consiglieri Bolla e Palma relazione di minoranza).
La parola al Consigliere Bolla.



BOLLA Emilio, relatore

Andiamo a trattare oggi un disegno di legge che riguarda le misure straordinarie per i presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi.
E' un disegno di legge che ha avuto una lavorazione abbastanza lunga arrivato in Consiglio già in precedenza, ma ritornato in Commissione.
Proprio in Commissione sono stati valutati alcuni emendamenti, tra cui un emendamento molto importante presentato dalla Giunta. Arriviamo opportunamente, a discuterlo oggi, dopo questo periodo abbastanza lungo di discussioni, sia in Commissione che in Consiglio, è un tema molto importante, che affrontiamo in un particolare momento, dopo una crisi lunghissima e molto grave, della gestione di questi ospedali da parte della CIOV.
Gli ospedali in oggetto, come sapete, sono quelli Valdesi di Pomaretto di Torre Pellice e di Torino. Attualmente è gia in atto una gestione da parte dell'ASL 10 dei due ospedali di Pomaretto e Torre Pellice.
Dicevo, una crisi che ha portato ad un deficit molto grande. Attraverso il disegno di legge si vuole intervenire per salvaguardare un'esperienza importante sotto l'aspetto sanitario e di presenza sui territori, in cui incidono gli ospedali di cui ho detto.
Mi riservo, dopo aver letto la relazione, riservandomi di intervenire più avanti, quando entreremo nel merito dell'approfondimento dei vari articoli.
"La Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi è un organismo ecclesiastico disciplinato dalla legge 449/84, che gestisce i presidi sanitari Valdesi di Pomaretto, Torino e Torre Pellice.
In base alla normativa sopra ricordata tali strutture sono riconosciute quali presidi sanitari, facenti parte della rete del servizio sanitario pubblico regionale.
Le prestazioni ivi effettuate in regime convenzionale sono rese in nome e per conto del servizio sanitario nazionale ed erogate in conformità alle prescrizioni previste dalle leggi nazionali e regionali per gli ospedali pubblici e sono sempre state economicamente regolate in base ad apposito regime convenzionale tra la Regione ed i presidi equiparati e facenti parte della rete sanitaria pubblica.
La Regione, nell'intento di affrontare l'argomento delle difficoltà economiche evidenziate dalla CIOV, ha affidato ad una società esterna apposito incarico per la valutazione, in termini economico-finanziari delle attività effettivamente svolte e delle relative registrazioni contabili, tenuto conto dell'attività sanitaria che i provvedimenti regionali hanno assegnato alle strutture in oggetto. A partire dal mese di maggio dell'anno 2002 sono state promosse numerose occasioni di incontro e discussione della situazione dei presidi sanitari tra CIOV ed amministrazione regionale. In accordo con la Regione, è stato effettuato uno studio delle possibili soluzioni di razionalizzazione e diversificazione dei presidi di Torino, Pomaretto e Torre Pellice nell'ambito del processo di riconversione e riqualificazione delle attività ospedaliere, come previsto dagli indirizzi regionali, anche al fine di recuperare l'equilibrio economico delle strutture e di gestire in maniera ottimale i rapporti patrimoniali, contrattuali ed economici dei presidi ospedalieri di riferimento, nonché di garantire, da parte dei suddetti presidi, l'erogazione di livelli qualitativamente e quantitativamente adeguati di prestazioni sanitarie.
Al fine di giungere all'approvazione di un percorso normativo e politico finalizzato al superamento delle problematiche economiche degli ospedali Valdesi, le Commissioni consiliari Sanità e Bilancio, in sede congiunta, al termine di un dibattito costruttivo e ricco di spunti di riflessione, avevano licenziato un testo, che come articolazione principale, prevedeva la costituzione di una società consortile per azioni finalizzata alla predisposizione di ogni intervento utile ad una più efficiente gestione dei compiti di tutela sanitaria attribuiti agli ospedali gestiti dalla CIOV.
Nel testo originariamente licenziato dalle Commissioni la costituenda società, destinata ad operare quale organismo a composizione mista pubblico privata, nell'alveo della disciplina normativa prevista per le sperimentazioni gestionali, avrebbe provveduto all'acquisizione dei complessi aziendali di Pomaretto e Torre Pellice e del Presidio Ospedaliero Evangelico Valdese di Torino, unitamente a tutti i rapporti attivi e passivi riferiti alla pregressa gestione effettuata dalla CIOV.
La partecipazione della Regione a tale società, peraltro aperta alla futura adesione da parte di qualsiasi soggetto pubblico o privato interessato, era garantita per il tramite di Finpiemonte. L'articolato inoltre provvedeva a definire i principi d'intervento e le clausole di garanzia poste a guida delle attività della citata società, oltre a delinearne i presupposti di costituzione.
Le more dell'approvazione definitiva del provvedimento, in sede d'aula consiliare, si era peraltro manifestata l'esigenza di una profonda revisione del testo, anche alla luce degli emendamenti consegnati in quella sede da parte dell'Assessore alla sanità.
L'aula consiliare, pertanto, al fine di permettere un adeguato e ponderato approfondimento dell'argomento, ha disposto il rinvio in Commissione del disegno di legge già licenziato e degli emendamenti di Giunta.
Le Commissioni I e IV, dopo aver disposto, sul testo coordinato con gli emendamenti di Giunta, un'audizione con i medesimi soggetti già ascoltati in sede di consultazione sul provvedimento originario, hanno provveduto ad un nuovo licenziamento del disegno di legge. I principali elementi caratterizzanti la nuova formulazione dell'articolato possono essere riassunti nell'integrazione dei presidi ospedalieri valdesi nel sistema delle aziende sanitarie regionali attraverso la diretta acquisizione regionale dei patrimoni mobiliari ed immobiliari, nella salvaguardia della specificità e peculiarità valdese dei presidi oggetto di trasferimento e nell'assunzione, in capo alla Regione, dei rapporti economici, contrattuali e finanziari attivi e passivi relativi ai periodi antecedenti la data di definitivo trasferimento della proprietà dei presidi ospedalieri.
L'articolo 1 del disegno di legge identifica, a titolo di finalità, il mantenimento dei livelli di prestazione erogati dai presidi ospedalieri gestiti dalla CIOV attraverso la loro integrazione nella rete del servizio sanitario regionale.
L'articolo 2 autorizza la Giunta regionale a procedere all'acquisizione dei presidi ospedalieri oggetto di trasferimento e definisce l'assegnazione alle Aziende Sanitarie locali competenti per territorio dei fondi in conto capitale, non ancora utilizzati per i pagamenti, relativi agli interventi di edilizia sanitaria da realizzare presso i tre presidi ospedalieri in questione.
L'articolo 3 definisce le procedure di assegnazione, alle ASL di riferimento, del personale attualmente impiegato preso i presidi ospedalieri oggetto del provvedimento, determina le modalità e procedure di stima delle varie tipologie di beni oggetto di trasferimento e definisce la successione delle ASL territorialmente competenti nei rapporti attivi e passivi facenti capo alla CIOV, provvedendo altresì ad individuare le categorie debitorie estranee alla procedura di accollo.
L'articolo 4 delinea nel dettaglio le modalità di ricognizione straordinaria dei beni oggetto di trasferimento del personale inserito nelle piante organiche delle ASL territorialmente competenti, mentre l'articolo 5 rimarca la specificità ed identità valdese dei tre presidi ospedalieri oggetto di trasferimento e definisce le modalità di prosecuzione delle forme di sperimentazione gestionale eventualmente attivate. L'articolo 6 prevede la nomina di un Commissario ad acta per la definizione della gestione liquidatoria dei rapporti contrattuali e patrimoniali attivi e passivi, mentre l'articolo 7 inserisce in seno al disegno di legge una clausola valutativa che impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio una relazione tecnica in base alla quale attraverso parametri definiti analiticamente, venga esplicitato il livello delle prestazioni sanitarie erogate dai presidi oggetto di trasferimento e sia consentito all'Assemblea consiliare il monitoraggio e controllo sulla gestione del contributo straordinario erogato alla CIOV, sullo stato di attuazione delle procedure di acquisizione del patrimonio mobiliare ed immobiliare, sulle procedure di trasferimento del personale dipendente dai presidi e sui risultati della gestione liquidatoria definita dal provvedimento.
L'articolo 8, infine, in ottemperanza al vigente ordinamento contabile regionale, definisce la disposizione finanziaria attraverso la quantificazione delle varie tipologie di spesa sottese alla realizzazione degli interventi oggetto del disegno di legge, mentre l'articolo 9 ne determina l'entrata in vigore mediante clausola di urgenza." Oltre al discorso dei presidi ospedalieri, in questo disegno di legge sono contenute anche indicazioni sul personale dipendente. Non dobbiamo dimenticare che, complessivamente, se non sbaglio, il personale dipendente per quanto riguarda i due presidi di Torre Pellice e Pomaretto, si aggira su 250, 260 dipendenti e forse altrettanti su Torino. Questo è anche un aspetto importante cui tener conto, al di là della valenza dei presidi a livello sanitario territoriale, poiché, sin dall'anno scorso, a seguito di questa grave crisi finanziaria, economica di gestione degli ospedali valdesi, si paventava addirittura la chiusura degli stessi. La Regione non interviene esclusivamente sotto l'aspetto, prioritario, chiaro di mantenimento di una rete di servizi importante sul territorio, ma interviene anche a salvaguardia dell'occupazione, quindi di circa 500 posti di lavoro messi a rischio a seguito della gestione deficitaria della CIOV.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo, relatore di minoranza

Questa controrelazione sottolinea ed evidenzia una impostazione sostanzialmente diversa da quella emersa nel provvedimento approvato in Commissione e che ha riscontrato e verificato la convergenza di numerosi Gruppi consiliari, e anche oltre e ben al di là del perimetro della maggioranza. La situazione dei presidi sanitari gestiti dalla Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi (CIOV) ha evidenziato un pesante disavanzo di cui è emersa da tempo l'assoluta e irreversibile gravità. L'ambizioso programma di investimenti non garantito né dal patrimonio né da crediti esigibili né da un accresciuto volume di prestazioni finanziabili nell'ambito della convenzione con la Regione Piemonte, hanno portato, negli ultimi anni, ad una situazione debitoria difficilmente risanabile se non attraverso il ricorso a capitali che la CIOV non è stata in grado, ne è in grado, di assicurare e di reperire. Questa situazione ha messo a rischio la continuità dell'attività di tre strutture sanitarie - i presidi sanitari valdesi di Pomaretto, Torre Pellice e l'Ospedale Vangelico Valdese di Torino - che fanno parte, di fatto, della rete sanitaria pubblica e che rispondono alla domanda sanitaria pubblica all'interno del convenzionamento con la Regione con prestazioni di significativa qualità.
Di fronte al dissesto economico e finanziario delle strutture sanitarie valdesi, si è aperta la discussione confusa che ha portato a diverse proposte di soluzione sia da parte della Giunta sia da parte dei Gruppi consiliari. La prima proposta di soluzione, che è ormai di parecchi mesi fa, avanzata dalla Giunta nella sua prima proposta di legge, era volta unicamente, al salvataggio della tavola valdese e dal congelamento strutturale e funzionale dei tre presidi attraverso una modalità di gestione, quella della società consortile per azioni, aperta al contributo di altri soggetti pubblici (tutti peraltro chiaramente indisponibili: il Comune di Torino, la Provincia di Torino, e così via) e non appetibile per operatori sanitari privati tutt'altro che interessati, per ovvie ragioni dall'ingresso in una società cui, per via legislativa, sarebbe stato imposto un controllo pubblico all'interno di vincoli programmatori e di bilancio stabiliti dalla Regione.
Gli unici privati interessati erano, e rimangono, i gestori dei service interni che non avrebbero comunque potuto garantire alcun consistente impegno di capitale. Questa strada, utilizzando in maniera surrettizia le previsioni in ordine alla sperimentazione gestionale di cui all'articolo 9 del decreto legislativo n.502 del '92 e successive modificazioni che consentono alla Regione di autorizzare le sperimentazioni miste per le strutture del servizio sanitario, ma non già di autorizzarsi come soggetto di erogazioni di prestazioni sanitarie in collaborazione con i privati avrebbe reso, in modo del tutto incongruo, una società controllata dalla Regione, Finpiemonte, controllante di una società a quasi totale capitale pubblico e autorizzata all'esercizio dell'attività sanitaria addirittura in concorrenza con le ASL e con le ASO.
A seguito delle osservazioni mosse da alcuni Consiglieri di minoranza e in misura minore di maggioranza, sia relativa alla legittimità della soluzione proposta, sia relativa alla congruenza di un modello privatistico (a pressoché totale capitale pubblico per la gestione dell'ospedale Vangelico Valdese di Torino), la Giunta ha quindi avanzato un'altra proposta convergente in più punti con quella che il sottoscritto insieme ad altri Consiglieri di opposizione, aveva, nel frattempo presentato e che era volta in sintesi a due obiettivi. Il primo era costituito dal salvataggio e dall'integrazione funzionale di strutture che in particolare quella torinese, rivestono un'obiettiva centralità del sistema dell'offerta pubblica sanitaria, la cui attività può essere razionalizzata e potenziata attraverso la progressiva integrazione nel sistema delle ASL.
La scelta dell'integrazione diretta, nel sistema delle ASL, dei Presidi Sanitari Valdesi di Pomaretto e Torre Pellice e dell'Ospedale Evangelico Valdese di Torino, non intermediata e di fatto ostacolata da parte di una società costituita ad hoc, aveva il vantaggio, a fronte di un investimento pubblico regionale, di accelerare il passaggio di competenze e patrimonio sanitario alla rete delle strutture sanitarie pubbliche...
Chiederei al Presidente, visto che c'è - immagino - una discussione appassionata sul provvedimento in altre parti dell'aula e visto che l'Assessore in teoria dovrebbe...



PRESIDENTE

Colleghi, vi invito cortesemente ad ascoltare, se lo ritenete opportuno, la contro-relazione del collega Palma. Invito anche l'Assessore visto che il collega Palma richiede l'attenzione dello stesso, ad ascoltare la relazione del Consigliere Palma.
Prego, Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Dicevo, la scelta dell'integrazione diretta, nel sistema delle ASL, dei Presidi Sanitari Valdesi di Pomaretto e Torre Pellice e dell'Ospedale Evangelico Valdese di Torino, non intermediata e, di fatto, ostacolata da parte di una società costituita ad hoc, aveva il vantaggio, a fronte di un investimento pubblico regionale, di accelerare il passaggio di competenze e patrimonio sanitario alla rete delle strutture sanitarie pubbliche con un'operazione economico-finanziaria abbastanza elementare.
L'acquisizione delle strutture si configurava come un'operazione di investimento e di mercato, in cui l'accollo dei debiti della CIOV si sarebbe tradotto in un investimento in immobili e attrezzature sanitarie rese immediatamente disponibili alle ASL territorialmente competenti.
Il secondo obiettivo era invece quello, nell'ambito di un'operazione di salvataggio delle strutture sanitarie Valdesi, e non già del loro ente di gestione, di ancorare la condotta pubblica a criteri di assoluto rigore economico, sia in rapporto alla definizione del prezzo dell'acquisizione sia in relazione al vincolo, per la Regione, di non procedere ad alcun accordo che non fosse stato coperto dal valore patrimoniale delle strutture acquisite.
Di fronte a queste due proposte, l'opposizione della CIOV, della Tavola Valdese e di un ulteriore ripensamento della maggioranza e della Giunta, ha prodotto una terza ipotesi, quella che abbiamo attualmente in discussione e che prevede sì l'integrazione dei Presidi Valdesi nella rete delle ASL, ma anche il completo accollo della situazione debitoria della CIOV, con riferimento ai debiti trasferibili a terzi ed anche non trasferibili a terzi, nonché la copertura con forme di contribuzione liberale di altre partite finanziarie.
La questione che ora si pone ha grande rilievo non solo rispetto all'oggetto della nostra discussione, ma rispetto all'orientamento generale della Regione in relazione alle difficoltà economico-finanziarie di strutture sanitarie di diritto privato, ma a vocazione pubblica (insieme ai Presidi Valdesi possiamo annoverare il Gradenigo e il Mauriziano) strutture socio-assistenziali come l'IPAB, che proprio in questi giorni stanno iniziando ad avanzare ulteriori richieste finanziarie. Si passa al principio, Assessore, secondo il quale la Regione è di per sé l'ufficiale pagatore dei debiti contratti da questi operatori privati o comunque non dipendenti dalla Regione, ma obbligati contrattualmente con essa, in qualità di fornitori di prestazioni sanitarie. Divenendo il garante istituzionale della loro solvibilità economica, passa un principio paradossale sotto il profilo istituzionale e pericolosissimo sotto quello economico, visto che, rispetto ad Aziende sanitarie pubbliche, la Regione ha scelto di adottare un tutt'altro diverso orientamento.
Apprezzando, dunque, la soluzione di integrazione dei Presidi Valdesi nella rete della sanità pubblica, ma non condividendo la scelta relativa alla copertura totale dell'esposizione debitoria della CIOV, il Gruppo Radicale e il sottoscritto - come relatore - ritiene di dover proporre al Consiglio una linea emendativa di cui parlerò più ampiamente in fase di discussione, che pur facendosi carico in parte della situazione debitoria e riconoscendo alla Tavola Valdese i benefici che potrebbero derivare dalla gestione liquidatoria della CIOV da parte della Regione, in termini di riduzione dell'entità del debito complessivo, non faccia tuttavia passare il principio obiettivamente indifendibile della copertura pubblica dell'intero ammontare dei debiti di un operatore sanitario privato, sia perché tutto ciò, nel caso di specie, non si giustifica sia perché in futuro questa scelta ingiustificata potrebbe valere da paradossale giustificazione di nuove e magari ancor più onerose scelte di questo tipo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Palma. Possiamo dare inizio al dibattito generale.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Grazie, Presidente. Finalmente giungiamo in aula, al 30 di marzo, per discutere - si spera - l'atto finale della vicenda degli Ospedali Valdesi.
Una vicenda sulla quale la Regione ha precise responsabilità e, in particolare, ha precise responsabilità l'Assessorato alla sanità.
Sappiamo, dal Piano sanitario regionale e dalla legge n. 833, che gli Ospedali Valdesi e il Mauriziano sono parte integrante della rete dei servizi sanitari pubblici. E, coerentemente con questo, fino al 1998 i finanziamenti venivano dati al Mauriziano, così come agli Ospedali Valdesi equiparando le prestazioni con il pubblico.
In modo assolutamente unilaterale, ingiustificato, dal 1999 il pagamento ha incominciato ad essere diverso, con tutta una serie di raccomandazioni e impegni verbali assunti dall'allora Assessore alla sanità, Antonio D'Ambrosio. Dobbiamo avere presente il quadro del passato dal quale siamo usciti attraverso una difficile transizione: esso prevedeva il ripianamento dei disavanzi a piè di lista, o, in ogni caso, il ripianamento dei disavanzi in seguito a che questi si erano manifestati.
Questo avveniva praticamente per tutte le Aziende sanitarie locali; a maggior ragione, avveniva per quello che riguardava le ASO e avveniva - era la prassi - anche per gli Ospedali Valdesi e gli Ospedali dell'Ordine Mauriziano.
Di fronte, invece, ad un cambiamento di rotta assolutamente non giustificato, mentre la Giunta, nelle persone dell'Assessore alla sanità e del Presidente della Giunta, incoraggiava il Mauriziano a investire in nuove tecnologie e ad aprire la cardiochirurgia, a sostenere di fatto l'apertura di un unico grande Ospedale, l'Ospedale di Candiolo, l'Ospedale Valdese faceva importanti investimenti per l'innovazione tecnologica per innalzare il proprio livello.
Non soltanto non sono stati mantenuti gli impegni di ripiano, ma ad un certo punto si è detto che tutta una serie di investimenti che erano stati fatti per innalzare il livello tecnologico per tenere alto lo standard di queste due strutture (che, non a caso, richiamo insieme) erano incauti.
Ed è incominciata questa favola del disavanzo dell'Ospedale Mauriziano, che sarebbe stato dovuto al megastipendio dell'ex Presidente Bergoglio, quasi che questo avesse, di fatto, scavato l'intera voragine del disavanzo del Mauriziano; disavanzo che, fra parentesi, non era per nulla diverso dal disavanzo di un anno solo delle Molinette di Odasso, che pure qui, dopo le denunce e dopo l'arresto, era stato definito, da persone autorevolissime - parlo del Presidente della Giunta, oltre che dell'Assessore - un "buon manager" (aveva causato 600 miliardi di disavanzo in un anno solo).
Da lì è nata la crisi, perché in pratica sia il Mauriziano che il Valdese hanno presentato una fortissima esposizione nei confronti delle banche e, soprattutto, nei confronti dei fornitori.
Sappiamo che i fornitori di attrezzature sanitarie e medicali sono particolarmente costosi, ma anche i fornitori dei servizi minimali: parlo ad esempio, della fornitura per la lavanderia o per i prodotti di larghissimo uso in una struttura sanitaria.
L'esposizione nei confronti delle banche e dei fornitori ha portato il soggetto più debole - gli Ospedali Valdesi - ad un passo dalla chiusura.
La Regione, a fronte di questo, nell'agosto dell'anno scorso fece una delibera in cui stabiliva che gli Ospedali Valdesi - tutti gli Ospedali Valdesi - dovevano entrare nel Servizio Sanitario Regionale, cosa che, in tempi assolutamente rapidi, è avvenuta per quanto riguarda l'Azienda Sanitaria 10 (quella di Pinerolo, per intenderci), per l'Ospedale di Torre Pellice e di Pomaretto, mentre inspiegabilmente, per quello che riguardava la ASL, 1 il Direttore Lombardo rimaneva completamente fermo. Nel frattempo, si accavallava tutta una serie di voci piuttosto pesanti di interessi di aziende che investono in sanità, ma anche di aziende che non investono in sanità. Si fece persino il nome del fratello dell'attuale Presidente del Consiglio fra le persone interessate all'acquisto dell'Ospedale Valdese.
In questo clima di disordine totale è stata avanzata, dalla maggioranza di centrodestra, tutta una serie di proposte contraddittorie, mentre il tempo si andava consumando e il debito e l'esposizione nei confronti delle banche e dei fornitori aumentava sempre di più. Fino a quando noi, come minoranza (parlo di minoranza numerica, ma che ha dalla sua parte la ragione), abbiamo imposto che in tempi rapidi venisse trovata una soluzione.
Fin dall'inizio, siamo stati favorevoli ad una soluzione che vedesse i Valdesi rientrare nel sistema sanitario pubblico. Adesso questo avviene e ne siamo soddisfatti.
Poniamo, però, delle condizioni. Mi rendo conto che il lavoro d'aula è stato svilito in modo incredibile dai tempi: l'aula - mi rivolgo all'ex Presidente Spagnolo - probabilmente era altra cosa rispetto a quello odierno, quando si parla un po' in un clima di deserto. Mi rivolgo all'Assessore Galante: noi abbiamo una preoccupazione che manifesteremo con degli emendamenti. Mentre esprimiamo, quindi, la soddisfazione per l'integrazione, all'interno del Servizio Sanitario Regionale, degli Ospedali Valdesi, vorremmo chiedere alcune cose. La prima cosa che vorremmo chiedere è stata richiesta anche dalle Organizzazioni Sindacali: per quanto riguarda i diritti dei lavoratori, primo fra tutti il diritto a continuare a lavorare, chiediamo che i diritti acquisiti dei lavoratori vengano conservati, perché dietro a questi diritti ci sono anche professionalità di alto livello. La seconda cosa è collegata proprio alle professionalità. Nell'acquisire l'Ospedale Valdese, noi non acquisiamo soltanto un certo numero di prestazioni, ma anche un marchio di qualità.
L'Ospedale Valdese di Torino è fra i primi nove ospedali, a livello nazionale, per qualità di prestazione e per alcune prestazioni; ricordo, ad esempio, che per quanto riguarda la celiachia, è un ospedale assolutamente all'avanguardia in tutto il Piemonte. Questo livello di servizi, dal punto di vista quantitativo - aspetto che riguarda sicuramente il territorio su cui insiste l'Ospedale Valdese di Torino, quindi la zona di San Salvario ma anche e soprattutto dal punto di vista qualitativo, deve essere mantenuto.
Dobbiamo dimostrare che entrare nel Sistema Sanitario Regionale non significa perdere questo marchio di qualità, ma utilizzarlo come punto di riferimento per innalzare la nostra sanità.
Dovrebbe essere un aspetto normale prevedere un futuro progressivo per la nostra sanità. In questo momento, in assenza, tra l'altro, di un Piano Sanitario Regionale, temiamo tutti quanti il regresso e, nello specifico non vogliamo che diventi verità quello che alcune Cassandre hanno immaginato per gli Ospedali Valdesi, ovvero che gli stessi scompariranno nel mare magnum dei servizi sanitari regionali della grande operazione Molinette 2. Vogliamo che questo marchio di qualità, inteso come qualità di prestazioni, venga conservato e mantenuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Naturalmente noi, come altri Consiglieri, siamo venuti in Aula per approvare questo provvedimento e siamo qui per garantire il numero legale cosa che la maggioranza peraltro non è in grado di fare. È fuor di dubbio quindi, la nostra intenzione su un provvedimento che abbiamo chiesto e che consideriamo urgente e in ritardo. Dico questo a scanso di equivochi.
Noi, però, abbiamo trovato per caso (dico per caso nel senso che lo abbiamo trovato esaminando gli emendamenti), come ultimo emendamento, un emendamento presentato dall'Assessore Galante in data odierna.
un emendamento che non era stato presentato né annunciato - mi si darà atto di questo - dalla Giunta e dall'Assessore in Commissione, e che viene qui sottoposto senza essere stato preventivamente annunciato agli interlocutori, coi quali l'intesa era di approvare la legge.
Ora, io vorrei con assoluta pacatezza porre una questione di metodo e di sostanza.
Siamo in presenza di un atto particolare. La legge che ci apprestiamo a votare è diversa dalle altre, perché, come prima ricordavo, non è una legge che si conclude in sé, ma prelude e prepara un accordo bilaterale.
In altre parole, la Regione non ha il potere di requisire gli Ospedali Valdesi, ma può, se decide e alle condizioni in cui decide, concludere un'intesa con i Valdesi per acquisire un patrimonio in cambio di determinate condizioni. E' talmente vero che il Consigliere Gallarini e l'Assessore alla sanità ricorderanno che quando fu presentato questo emendamento in Commissione, protestai perché la presentazione del documento non avveniva a firma dell'Assessore, ma con una serie di firme. Era come un accordo che ci veniva presentato come emendamento sottoscritto, in tutte le sue pagine, dai contraenti, cioè dall'Assessore, dalla Tavola Valdese e dalla CIOV, proprio a significare il fatto, sia pure nell'errore formale che questo doveva essere il frutto di una convergenza e di un'intesa.
Non voglio discutere delle ragioni per cui viene presentato questo emendamento, né voglio escludere che dentro questa proposta possano esserci, addirittura, ragioni di legittimità e domande effettivamente esistenti, ma dico solo che l'emendamento presentato apre una situazione di totale incertezza. Secondo l'emendamento, il Consiglio, nel caso che il debito superi quanto previsto, valuterà (questo è ovvio, perché al Consiglio non può essere descritto un determinato comportamento) se farsi carico, e in che misura, di questo debito eccedente.
La situazione che si determinerebbe vedrebbe, da una parte, chi ha ceduto il proprio patrimonio e, dall'altra, chi deciderà se pagare o meno il debito eccedente. Mi pare una situazione singolare. Non voglio neanche escludere che sia possibile addivenire ad una soluzione di questo tipo senza che sia stata preventivamente verificata con i soggetti contraenti dell'accordo e, quindi, con un documento presentato in aula. Mi sembra che non sia possibile.
Ho cercato di fare un ragionamento pacato che non esclude il fatto che ci possano essere buone ragioni per emendare, ma che comunque critica aspramente, il modo con cui siamo giunti a questo punto. Viene dato un elemento di inaffidabilità agli interlocutori e fa pensare che sotto questa questione ci sia la vecchia storia che alla fine, quando si parla di debiti della sanità, non si arrivi mai al vero e al punto.
Chiusa la parentesi di una nostra valutazione politica, chiedo all'Assessore di dedicare del tempo per informare, dell'emendamento presentato, gli interlocutori con cui aveva sottoscritto, pagina per pagina e parola per parola, un testo, e dirci qual è il giudizio sull'emendamento.
Ovviamente, se è il frutto di una condivisione, ci riserveremo di esprimere la nostra opinione, ma, almeno, tutto avviene in un quadro che ricostruisce uno schema accettabile di meccanismi di decisione, di coinvolgimento e di relazione. Così com'è, non mi sento di affrontare la discussione.
Per questo motivo, pongo al Presidente del Consiglio, ma soprattutto alla Giunta (non so se la vuole considerare anche come un'obiezione incidentale) la questione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
In merito alla soluzione del problema degli Ospedali Valdesi, mi pare si sia già perso troppo tempo. Si è perso tempo in momenti lontani, quando l'Ospedale Valdese ha investito parecchie risorse nel potenziamento della struttura e la Regione Piemonte - questa è la mia impressione - ha tacitamente acconsentito allo sviluppo delle attività dell'Ospedale Valdese, facendo capire, o dicendo, di essere ben d'accordo con quello sviluppo e di sostenere, attraverso l'erogazione dei servizi, gli investimenti che l'Ospedale aveva effettuato. Tempi lunghi di investimenti ma anche crescita di difficoltà finanziarie dovute ad un disimpegno della Regione Piemonte, rispetto a quanto la stessa aveva fatto intendere agli Ospedali Valdesi.
La situazione è poi degenerata. La crisi di liquidità economica dell'Ospedale Valdese si è fatta sentita, anche e soprattutto - a mio parere - in conseguenza di questo comportamento regionale (mai ammesso da parte della Regione, ma, a mio modo di vedere, ascrivibile alla condotta tenuta dai responsabili della Regione Piemonte). Vi è una crisi e la Giunta regionale predispone un disegno di legge. In parte, fa uscire l'Ospedale Valdese dalle regole della sanità pubblica per dargli una connotazione particolare.
Rispetto a quella proposta ho espresso parere contrario; ma era una proposta che, perlomeno, aveva il vantaggio di fare uscire dalle nebbie la gestione dell'Ospedale Valdese. Anche quella proposta, però, è stata stoppata dai conflitti all'interno della maggioranza ed è nata questa nuova proposta che, pare, trovi il consenso della maggioranza dell'aula.
Il mio punto di vista è che a questo punto, con tutto il tempo perso la priorità assoluta è dare una prospettiva certa al futuro dell'Ospedale Valdese. La prospettiva contenuta nella legge non mi convince, nel senso che omette il problema centrale: i debiti pregressi. Lo omette perché, a mio parere, la Regione Piemonte è disturbata dalla scelta che dovrebbe compiere di ammettere responsabilità specifiche in merito a quel debito.
Se lo ammettesse, tutto sarebbe più semplice. Non lo vuole ammettere pazienza, non lo ammetta, però si approvi la legge ed entro stasera si dia un futuro all'Ospedale Valdese.
Come fare, Assessore Galante? Come fare? Sto cercando di dare una mano a come fare.
So che state parlando di questo, ma sto cercando di dare una mano per fare in modo di non tirarla più per le lunghe.
C'è questa legge? Approvate questa legge. Gli emendamenti fanno soffrire qualcuno, ma la sofferenza, secondo me, è assolutamente giusta nel senso che sono emendamenti, Assessore Galante, che non servono a niente, se non a gettare delle ombre, perché le cose scritte nell'emendamento n. 9 dipendono dalla volontà del Consiglio Regionale che se ritiene di farle, le farà ancora dieci volte, non una.
Che senso ha, in una legge che vuole sistemare, cominciare a dire: "Se poi le cose vanno diversamente?" Se poi le cose vanno diversamente, il Consiglio Regionale tratterà l'argomento e dirà che sono state sbagliate delle previsioni, ma non toglie nulla.
Quindi, prego di ritirare cose che potremo fare, ma che adesso gettano nell'ambiguità tutta una legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma



PALMA Carmelo

Chiedo all'Assessore di ascoltare, se possibile, con attenzione il mio intervento.
Ho guardato l'emendamento presentato dall'Assessore Galante. Penso che non sia un emendamento che modifica il quadro dell'accordo; è un emendamento che, banalmente, lo legalizza.
Come molti colleghi, attenti durante il dibattito della Commissione avevano potuto notare, l'eccezione di natura formale circa la possibilità da parte del commissario liquidatore della CIOV, di disporre ulteriori erogazioni per la liquidazione della partita debitoria, che la Regione non può accollarsi - trattandosi di debiti trasferibili a terzi, questa questione dei poteri "civilistici" del Commissario liquidatore va precisata nel quadro legislativo - era una questione di natura puramente tecnico istituzionale e non di natura politica.
Il comma 2 dell'articolo 6, diceva una cosa semplicemente sbagliata dal punto di vista tecnico. Diceva che, per quella parte dell'esposizione debitoria della Tavola Valdese, che la Tavola Valdese, insieme alla Regione, aveva definito essere pari a dieci milioni di euro, l'eventuale eccedenza di questa situazione debitoria, non trasferibile a terzi, doveva essere liquidata con ulteriore erogazioni disposte dal commissario liquidatore.
Chiedo, se possibile, al collega Marcenaro, che ha sollevato questa eccezione, di ascoltare questo ragionamento.
Questo non è neppure da correggere con un emendamento "legislativo" da parte della Giunta. E' da correggere con un emendamento di coordinamento testuale del testo. Se io scrivo una legge - faccio un esempio, per assurdo secondo cui il Presidente della Giunta regionale emana un decreto legge quello che ho scritto in quella legge non dice nulla, perché attribuisce al Presidente della Giunta regionale, un potere che non può esercitare.
Visto che sulla partita del debito non trasferibile a terzi, quindi non accollabile da parte della Regione e non gestibile da parte del commissario liquidatore, lo stesso provvedimento legislativo ha disposto un percorso parallelo, noi interveniamo, rispetto a quella situazione debitoria, con un'erogazione liberale e non con un provvedimento che impieghi risorse di capitale - questo è assolutamente evidente - dire che il commissario liquidatore liquiderà pure i debiti che la Regione non si può accollare è semplicemente, dal punto di vista istituzionale, un non senso ed è cosa che il commissario liquidatore, comunque, anche qualora la legge regionale lo disponesse, non può farle perché su questo impedito da parte del Codice Civile. Ogni ulteriore autorizzazione legislativa di spesa, in ordine alla contribuzione liberale, perché siamo nella parte di contribuzione liberale sui debiti non trasferibili a terzi, deve ripassare dal Consiglio regionale e non può essere disposta dall'autorità amministrativa. Non lo diciamo noi in quest'aula, ma lo dice lo Statuto, cui dobbiamo essere, in una qualche misura, subordinati.
Rispetto al discorso dell'intesa, capisco che questo è considerato da tutti un provvedimento straordinario anche rispetto alle sue modalità di definizione di approvazione, cioè sembra più un contratto che un provvedimento legislativo. Un provvedimento legislativo che è subordinato non al parere di un organo legislativo, ma al parere del beneficiario finanziario del provvedimento stesso.
Però, trovo quantomeno singolare ritenere che, non solo l'espressione di sovranità del Consiglio Regionale, ma addirittura le correzioni tecnico giuridiche di un provvedimento evidentemente sbagliato in quel punto dal punto di vista tecnico-giuridico, debbano essere concordate con il beneficiario.
Troverei singolare inaugurare una nuova prassi di legislazione all'interno del nostro Consiglio, che misura la legittimità dei provvedimenti, prima ancora che la loro che per la loro natura ed il loro obiettivo, sulla possibilità di essere prima contrattati con i loro beneficiari, e provvedimenti poi, una volta che i beneficiari hanno evidentemente assentito, in qualche misura ratificati dall'aula, come se l'organo legislativo fosse la sede dell'intesa e l'aula l'organo amministrativo di recepimento di quell'intesa legislativa.
Su questo, chiederei anche all'Assessore, contando sulla sua disponibilità, di non andare oltre la misura. Ciò che scrive l'Assessore nel suo emendamento è cosa che almeno tre Consiglieri (fra cui il sottoscritto) a mia memoria, avevano sollevato nella discussione in Commissione, dicendo una cosa indiscutibile dal punto di vista tecnico: rispetto ad una spesa corrente che deve essere ancora autorizzata dal Consiglio regionale, il commissario liquidatore non autorizza alcunch aspetta l'autorizzazione del Consiglio.
Non so se è chiaro e mi rivolgo anche al Presidente della seduta perché attiene ad un profilo di legittimità e di ammissibilità del provvedimento stesso.
Quindi, in primo luogo, non è che, per il fatto che è un emendamento questo provvedimento dobbiamo concordarlo con il beneficiario. In secondo luogo, bisogna semplicemente capire quello che c'è scritto.
Visto che quello che c'è scritto è abbastanza evidente ed era stato illustrato in Commissione dai rappresentanti degli uffici, recependo l'indicazione di questi commissari, invito molto caldamente l'Assessore a mantenerlo. Se noi lo manteniamo e lo modifichiamo, ripeto, unicamente dal punto di vista tecnico-istituzionale, questa legge è una legge agibile. Se non lo manteniamo ed approviamo una legge così com'è, l'Assessore e qualunque Consigliere minimamente addentro a questa questione sanno perfettamente che il commissario liquidatore, non essendosi accollato, per conto della Regione, i debiti non trasferibili a terzi, rispetto ai debiti non trasferibili a terzi, non dispone alcunché, sia nel caso in cui questi debiti fossero eccedenti a quelli definiti nel quadro dell'intesa, sia nel caso in cui non fossero eccedenti.
Anche se su un provvedimento di questa natura ci sono problemi politici, di rapporti e di contiguità assolutamente evidenti, che hanno reso difficile la nostra discussione, chiederei che non si superasse la misura della compatibilità istituzionale.
L'idea che noi ora ci dobbiamo, in qualche misura, fermare in corso d'opera, per verificare con il beneficiario se possiamo fare un emendamento che ci impone lo Statuto della Regione Piemonte, mi sembra un modo di procedere quanto meno singolare. A meno che qualcuno sostenga, con argomenti giuridicamente fondati, che possono anche convincere il sottoscritto che la mia lettura del Codice Civile è sbagliata, e che quindi un commissario liquidatore, rispetto ad una partita che non gli è attribuita, può disporre spese, che il commissario liquidatore della CIOV può disporre spese senza l'autorizzazione legislativa e del Consiglio rispetto ad una parte di debito che la Regione non si è neppure accollata e che la CIOV deve liquidare prima che inizino le procedure di liquidazione della CIOV stessa.
Visto che siamo giunti ad un punto critico di discussione generale del provvedimento, ma anche procedurale di definizione degli emendamenti, anche laddove questi emendamenti non dicono niente di nuovo rispetto all'intesa ma semplicemente ne legalizzano i termini giuridici, voglio capire dall'Assessore qual è l'orientamento essendo questo emendamento, un emendamento che, lo ripeto per l'ennesima volta, recepisce una serie di eccezioni di natura tecnica che gli stessi uffici, durante la discussione del provvedimento in Commissione, avevano giudicato fondato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Intervengo per sottolineare ai colleghi e al Presidente che con l'approvazione di questa legge muoiono gli ospedali valdesi. Oggi è un brutto giorno, non so se ce ne rendiamo conto, lo dico in modo particolare al Consigliere Bolla che è stato relatore della legge. Mi pare che anche il suo intervento non possa che segnare la morte di ospedali importanti nel sistema sanitario piemontese. E' un giorno negativo, anche perché non credo che nessuno possa ignorare che questi ospedali sono nati e cresciuti per l'impegno di tanti fedeli che hanno voluto dotare il territorio di importanti strutture sanitarie. Muoiono questi ospedali per un'evidente e totale responsabilità da parte della Regione Piemonte: per i ritardi nel pagamento delle tariffe o per il non pagamento della tariffe, in ogni caso per i ritardi nella definizione di una soluzione al problema dei valdesi.
L'Assessore sa, perché credo che abbia seguito questo tema quando era funzionario, quanto tempo si è perso e come questo tempo perso abbia determinato un disavanzo maggiore. Si può semplificare un po' il significato di questa operazione dicendo che la Regione Piemonte oggi decide di spendere 40 milioni di euro per inserire gli ospedali valdesi nella struttura sanitaria pubblica: se questi soldi fossero stati utilizzati immediatamente e in fretta, gli ospedali valdesi sarebbero stati sicuramente salvati, sarebbero rimasti una struttura autonoma. L'assurdità della vicenda sta nel fatto che in questi anni dall'Assessore D'Ambrosio al Presidente Ghigo, agli uomini della maggioranza, tutti quanti, anche dall'opposizione, abbiamo sempre detto e ripetuto che gli ospedali valdesi erano un esempio importante di gestione attenta e oculata.
Dopo aver detto e ripetuto che la gestione era attenta e oculata anziché spingere la struttura pubblica, le ASL, gli ospedali, ad una gestione più simile a quella degli ospedali valdesi, la scelta compiuta da parte di questa Giunta, che si definisce liberista, è contraria. Si spinge anche una struttura con elementi privatistici importanti di gestione verso le modalità della struttura pubblica che sono ritenute ormai un po' da tutti modalità di gestione non sempre efficienti. Questa è la "grande" operazione che viene fatta da parte della Giunta regionale, per cui, pur esprimendo un giudizio positivo per il fatto che viene salvata una struttura pubblica, non posso che esprimere la mia totale contrarietà per questo comportamento della Giunta che distrugge la specificità degli ospedali valdesi. A nulla vale ciò che è indicato nell'articolo 4 di questa proposta di legge, laddove si dice, in termini molto generali, che viene salvaguardata l'identità valdese attraverso un protocollo. Mi sembra una banalità: oggi il dato vero è che termina questa grande esperienza secolare di ospedali valdesi privati per una responsabilità completa e totale da parte della Giunta regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io come gli altri Consiglieri che mi hanno preceduto devo sottolineare la questione del tempo. Finalmente arriva in aula questo provvedimento che è molto sentito e richiesto dalle popolazioni che vivono nei territori serviti dagli ospedali valdesi. Devo ammettere che tante volte faccio l'errore di pensare agli ospedali valdesi come gli ospedali delle Valli Valdesi, ma sappiamo che esiste anche un ospedale valdese a Torino che ha una sua specificità, che è molto apprezzato dai cittadini torinesi. Credo sia davvero urgente dare una soluzione a questa vicenda.
Come hanno già sottolineato altri, anche il Consigliere Saitta che mi ha preceduto, credo che ci sia un'interpretazione diversa della vicenda; le nostre fonti ci dicono che la vicenda si è creata per un comportamento colpevolmente sbagliato da parte della Regione Piemonte che è in fondo responsabile del problema. Nei finanziamenti per il funzionamento degli ospedali valdesi nelle valli, si prevede uno stanziamento di ben due milioni di euro in più rispetto ai costi che erano rappresentati dai trasferimenti per pagare le prestazioni che gli ospedali facevano negli anni precedenti. Nel momento in cui la Regione pensa di dover assumere un Servizio Sanitario Regionale tramite la Regione di questi ospedali immediatamente la cifra che mette a bilancio è più alta della cifra che invece veniva riconosciuta negli anni precedenti alle stesse strutture.
Ecco che questa potrebbe essere chiaramente la dimostrazione di quello che si diceva,ovvero che in questa vicenda ci sono delle colpe della Regione Piemonte che sono ben note a chi ha seguito la vicenda e che non si possono certo cambiare con le parole quando la realtà dei fatti è testimoniata anche da questo ultimo particolare.
Di fronte alle considerazioni che ha fatto il Consigliere Marcenaro noi dobbiamo suggerire alla Giunta e all'Assessore di fare l'unica cosa sensata che sembra possibile fare in questo momento, l'unica cosa che ha una sua giustificazione, ovvero ritirare quegli emendamenti che sono stati proposti all'ultimo momento proprio perché questo testo di legge, così come era stato presentato, corrispondeva pienamente alla sua funzione. La funzione di questo documento legislativo, di questa legge, è nient'altro che dare una soluzione al problema degli ospedali valdesi. Non credo che in questo caso si possa parlare di un beneficiario, perché parlare di un beneficiario significa pensare che vi sia chi trae sicuramente un beneficio da questa vicenda. Questa vicenda è, invece, nient'altro che una specie di contratto, per il quale, di fronte ad un'impossibilità gestionale da parte della CIOV, si decide che la Regione può subentrare nella gestione.
Non si fa alcun beneficio alla CIOV, semmai il beneficio si fa - ma in questo caso è più che giustificato - a tutti i cittadini, a tutta la cittadinanza, che si servivano di questi ospedali, che ne riconoscevano la qualità, l'efficienza e l'efficacia e che possono, giustamente, continuare a rivolgersi a queste strutture.
Quindi, io non credo che ci sia la necessità di insistere, da parte dell'Assessorato, su questi emendamenti, ma credo sia necessario ritornare al testo precedente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente. Grazie, colleghi.
Intervengo volentieri su un argomento particolarmente delicato: la situazione degli ospedali valdesi che noi stiamo per acquisire.
Però provo molta angoscia per la comunità valdese, Signor Presidente perché noi la stiamo per così dire, e mi faccia passare il termine "rapinando", di un'attività che, a mio giudizio, si poteva mandare avanti perché sicuramente l'attività sanitaria dei valdesi è stata sempre nel tempo un'attività corretta, un'attività abbastanza equilibrata dal profilo costo/produzione.
La morte di questo ospedale, in pratica, è derivata dal fatto che, pur essendo un ospedale di tipo pubblico, come si evince dalla relazione della legge n. 575, è stato considerato pubblico solo sulla carta. Però in termini di retribuzione non dimentichiamo che questo ospedale, così come l'ospedale Mauriziano, pur essendo ospedali pubblici, sono stati retribuiti sempre con un valore pari al 20% in meno rispetto ai valori di costo delle tariffe sanitarie.
Non si capisce per quale motivo si pretende da queste strutture, pur essendo attrezzati con Pronto Soccorso e pur essendo ospedali pubblici, un costo inferiore al 20%, come se fosse un margine di servizio di un privato.
Questa struttura si poteva salvare: sarebbe stato sufficiente soltanto riconoscergli i costi effettivi degli interventi.
Volevo ricordare che quando si è passati dal piè di lista alle prestazioni c'era una base di crediti che i valdesi avevano e che, in qualche modo, nessuno mai ha riconosciuto. Non sono stati pagati, a giudizio degli esperti, i cosiddetti "extrabudget". Ma quando un ammalato si presenta in Pronto Soccorso non si capisce per quale motivo si debba rispondere: "Siamo fuori budget, devi andare in un altro ospedale".
Volevo solo ricordare che questa struttura, in termini di costi e benefici, è stata valutata da esperti con un valore, in termini di qualità del 18.50%-19% superiore alle altre strutture sanitarie del nostro circuito regionale. In qualche modo, però, se si poteva riequilibrare il costo come previsto dalla legge n. 883 per gli ospedali pubblici, di conseguenza si potevano tenere in piedi queste attività, facendole gestire dagli ospedali valdesi.
Il rischio grosso, Assessore - la prego di seguirmi un attimino, perch ritengo che sia fondamentale - è che noi, con la nostra gestione, andiamo a rovinare quella che è la gestione dei valdesi.
Volevo ricordare che ogni passaggio di produzione, in base all'analisi che voi stessi avete fatto fare, risulta certificato: è sicuramente un ospedale di qualità. Noi ora stiamo parlando di 50 milioni di euro per un ospedale con 125 posti letto.
Allora, la rapina dove sta, Assessore? Sta nel fatto che quando Lei e le altre Istituzioni progettate un nuovo ospedale, c'è un costo di circa un miliardo per posto letto (vedi ad esempio Molinette 2). Un miliardo per posto letto. Se noi consideriamo i 125 posti letto dell'ospedale valdese, se noi consideriamo l'avviamento e tutti i sistemi di qualità di questo ospedale, in parole povere noi lo stiamo "rapinando" ai valdesi. I valdesi sono soltanto impauriti di non poterlo più gestire, perché non hanno il supporto di un Ente come la Regione. La Regione deve essere invece a supporto di questa attività pubblica.



(Intervento del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



GIORDANO Costantino

Presidente Cattaneo, guardi che il problema è proprio questo, anche se non se ne è mai parlato. Noi stiamo rapinando l'ospedale ai valdesi.
Allora, che l'operazione vada fatta per evitare che vada in mano alla famiglia Berlusconi...



(Intervento del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



GIORDANO Costantino

Allora è meglio che la facciamo noi, piuttosto che farla fare ai privati di Milano, tanto per essere estremamente chiari.
Allora dico che se vogliamo dare una mano ai valdesi, sarebbe opportuno che noi dicessimo loro: "Queste sono le lire, gli euro che sinora non ti ho dato". Perché la causa del fallimento dipende dal 20% della mancata prestazione, dall'appianamento dei debiti che non sono stati fatti quando si è passati dal piè di lista alle prestazioni, dagli extrabudget che non sono stati pagati.



(Intervento del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



GIORDANO Costantino

Ma quale convenzione! Presidente Cattaneo, anche lei è un imprenditore: senza il margine di servizio, oppure se lei paga un servizio 100 E e glielo pagano 80 E, lei è destinato a fallire; è esattamente quello che è successo agli ospedali valdesi.
In linea di massima, sono favorevole ad incamerare nel circuito sanitario regionale l'ospedale. Però volevo solo sottolineare che è un atto di scortesia che noi stiamo facendo alla comunità valdese, che nel tempo si era costruita questa attività sanitaria, che è stata e dev'essere di esempio per tutti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bolla; ne ha facoltà.



BOLLA Emilio

Vorrei tranquillizzare il collega Giordano che, anche con questa sua difesa appassionata, può darsi che qualche voto di quell'area lì non vada a lui. Al di là di questo, non vorrei mancare di rispetto ai colleghi che sono intervenuti, ma qualche precisazione è d'obbligo, affinché non venga stravolta la realtà. Mi riferisco, in particolare, agli interventi dei Consiglieri Saitta, Moriconi e Giordano. Se vogliamo entrare nel merito della questione del debito della Regione, credo che l'Assessore alla sanità abbia strumenti e documenti che dimostrano che questo non esisteva e che comunque, eventuali ritardi nei pagamenti e nella corresponsione di quanto dovuto dalla Regione, evidenziati dai colleghi, non hanno inciso, se non in minima parte, rispetto al deficit accumulato negli anni dalla gestione della CIOV.
Sul punto, però, preferirei che fosse l'Assessore, con elementi concreti, a ribadirlo ancora una volta. Lo abbiamo ripetuto dieci/quindici volte in Commissione ed è stato dimostrato a più riprese. Ribadisco invece, quanto è stato detto della Tavola Valdese. Il moderatore della Tavola Valdese ha sostenuto che, se non ci fosse stato l'intervento della Regione, gli Ospedali Valdesi avrebbero chiuso il 1° luglio 2003.



(Commenti del Consigliere Giordano fuori microfono)



BOLLA Emilio

Se mi lascia finire di parlare, Consigliere Giordano. Lei ha la sua opinione, ma va dimostrata con i fatti, non solo con i proclami. Questa non è la realtà e si può dimostrare.
Il deficit, piuttosto, è stato accumulato nelle gestioni, non nell'ultima, ma in quella appena precedente. Se vogliamo dirla tutta, fate un piccolo esame di coscienza, senza nascondervi dietro all'enfasi che usate, nel voler tutelare questa realtà. Andiamo a vedere chi gestiva e vediamo se la gestione è stata oculata, veramente oculata.
Cito due realtà che conosco e che ho già avuto modo di evidenziare in passato: gli ospedali di Pomaretto e di Torre Pellice. L'ASL 10 oggi ha dovuto prendere in carico 262 dipendenti, di cui un centinaio, in relazione ai normali standard utilizzati nella Regione Piemonte, risulterebbero essere in esubero. Tra questi dipendenti, una buona parte risulterebbe essere destinata a servizi ausiliari e amministrativi. Poco personale specializzato. Se vogliamo essere realisti, dobbiamo capire qual è stata la causa di questo deficit. È stata una gestione errata.
Dagli elementi in mia conoscenza vi faccio un altro esempio, magari banale, ma significativo per capire come si può produrre un deficit in poco tempo. Il servizio di mensa dell'Ospedale Valdese, ad esempio, costa tre volte di più rispetto al servizio di mensa dell'ospedale di Pinerolo.
Dovremmo cercare di capire che cosa è successo e che cosa non ha funzionato.
Personalmente, sono per guardare avanti, perché ritengo che l'esperienza degli Ospedali Valdesi sia stata positiva per le popolazioni che ha interessato. È una realtà importante, ad esempio per l'ospedale di Torino. Guardare avanti significa vedere quello che può essere utile, per la nostra Regione, come servizio integrato rispetto al servizio sanitario regionale. Credo che queste realtà possano essere salvaguardate, ma devono essere rimodulate, perché hanno dimostrato di non poter essere gestite in questo modo. Se è vero, com'è vero, che in poco tempo hanno raggiunto un deficit enorme, rispetto ai volumi dei servizi erogati, 120 miliardi di vecchie lire sono veramente tanti, in così pochi anni. Questi, a detta della Tavola Valdese e della CIOV, non sono dovuti ad inadempienze della Regione, ma probabilmente - anzi, dico sicuramente - ad una gestione non oculata e non sufficientemente efficace ed efficiente. Questo è stato detto anche dalla Tavola Valdese in riunioni pubbliche, davanti a tanti fedeli che sono intervenuti e che hanno contribuito a portare avanti questo servizio per anni.
Guardare avanti vuol dire che la Regione deve fare un notevole sforzo in due direzioni: salvaguardare un'esperienza e l'integrazione di un servizio sanitario sul territorio e - non meno importante - salvaguardare posti di lavoro (sicuramente fondamentali, essendo, all'incirca, 500 famiglie interessate). Credo che non sia elemento di secondaria importanza.
Chiaramente, è un sacrificio notevole della Regione ed un notevole impegno finanziario, ma ritengo che possa portare frutti positivi, se sapremo utilizzare bene questa esperienza e migliorare, sul territorio, i servizi sanitari, integrandoli. Infatti, anche la Chiesa Valdese ha saputo sostenere, in così tanti anni, un impegno sociale e sanitario di valore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Sarò brevissimo, anche perché ho trovato particolarmente pericolosi gli interventi dei Consiglieri Giordano e Saitta, per l'interpretazione che hanno avallato rispetto alla vicenda degli Ospedali Valdesi. Abbiamo almeno, suscitato una risposta chiara del collega Bolla.
Voglio apprezzare, in un momento di discussione che sembrava procedere molto stancamente e in modo molto disattento su un provvedimento importante (soprattutto per le conseguenze economiche per la Regione), che si sia voluto mettere quei puntini sulle "i", visto che una parte del Consiglio (in particolare i Gruppi della "Margherita") ha parlato di "furto".
Addirittura, il collega Saitta ha detto che è una legge che sancisce la morte - sottintendo, probabilmente, l'assassinio - degli Ospedali Valdesi da parte della Regione Piemonte.
Trovo molto disagio nell'affrontare oggi, in Consiglio, questo disegno di legge. È un disegno di legge di salvataggio, di puro e semplice salvataggio, di una realtà che non ha saputo stare sul mercato e che ha operato scelte - come diceva il collega Bolla e che io sottoscrivo autonomamente intraprese dall'ente responsabile, che hanno portato ad un grave deficit, a causa del quale la Regione Piemonte è stata costretta ad intervenire per salvare presidi importanti.
Oggi, con un certo disagio, affrontiamo questo tema. Tutti siamo sicuramente disponibili a riconoscere, nella cultura e nella presenza storica dei Valdesi, una specificità, una moralità ed un rigore per i quali ci siamo appassionati. Siamo stati vicino ai Valdesi.
Questo provvedimento, che oggi siamo qui a votare, che oggi siete qui a votarvi, per quanto mi riguarda, è un provvedimento che parte da una situazione e una realtà molto diversa e contraddittoria, anche rispetto alla storia e alla tradizione valdese.
E' grave che lo si faccia con questa facilità, costituendo un precedente che - come ha detto il Capogruppo Palma - trovo particolarmente pericoloso per questa maggioranza e per la Regione Piemonte.
Noi provvederemo ad un salvataggio che - a mio parere - prelude ad altre richieste di salvataggi e ad altre richieste d'interventi, che vedranno la Regione Piemonte doversi esporre, se non altro per par condicio, rispetto ad altri enti ed altre istituzioni che operano sul territorio e che, molto probabilmente, tra non molto tempo, presenteranno bilanci in deficit e chiederanno l'intervento della Regione Piemonte.
Avevo chiesto di intervenire anche per sottolineare la passione civile con cui è intervenuto il collega Giordano e il più sobrio intervento, ma ugualmente forte, del Consigliere Saitta, i quali, però, partono da una premessa inaccettabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Ero deciso a prendere la parola dopo l'intervento del collega Giordano che comunque reputo positivo, ma in questo caso un po' sopra le righe. Non solo per il Mauriziano, ma anche nei confronti dei Valdesi l'opposizione è abbagliata dallo stesso errore e sostanzialmente ripete, tanto per l'uno quanto per l'altro, lo stesso spartito. E' uno spartito assolutamente negato dai fatti, come ha messo in evidenza in maniera puntuale il collega Bolla.
Cari colleghi del centrosinistra, ci siamo trovati e ci troviamo di fronte a due situazioni assolutamente disastrose dal punto di vista gestionale, che hanno fatto precipitare questi enti in una situazione ormai ingestibile ed ingovernabile.
Noi non ci aspettiamo che ringraziate la Regione Piemonte, il Presidente Ghigo, l'Assessore D'Ambrosio e l'Assessore Galante per la sensibilità che hanno dimostrato nel recepire e cercare di risolvere queste situazioni, perché siamo politici dilettanti, ma capiamo che sarebbe troppo.
Ci aspetteremmo, almeno, che non rivoltaste la verità che sta nelle cifre, nei numeri e nei fatti che hanno portato tali dissesti. Non possiamo dimenticarci quello che ha detto il collega Bolla per i Valdesi Consigliere Riggio, è la stessa situazione che ha causato il dissesto del Mauriziano.
Nessuno di noi afferma che è lo stipendio della dottoressa Bergoglio che ha fatto fallire il Mauriziano, ma sicuramente qualcuno di noi pu affermare con maggior attenzione che le assunzioni folli dell'anno 2000 (migliaia di dipendenti assolutamente senza significato e senza ruolo) in prossimità delle elezioni regionali hanno determinato sicuramente questo stato di cose.
Nessuno di noi dice che la situazione di dissesto è da imputare ai medici del Mauriziano o degli Ospedali Valdesi, ma certo è che l'aumento esponenziale di queste unità e gli stipendi maggiorati di un terzo rispetto a quelli della sanità pubblica hanno avuto una parte significativa sullo stato di grandissima passività tanto dell'uno quanto dell'altro ente.
A questo punto, bisogna riconoscere che la Regione ha un ruolo di responsabilità, in quanto non aveva l'obbligo - questo bisogna chiarirlo in maniera certa - di intervenire a difesa dei presidi Valdesi e dell'Ordine Mauriziano.
La Regione Piemonte ritiene che questi due enti abbiano un significato per i cittadini e per le istituzioni, pur essendo diversi nella struttura e nella loro articolazione territoriale. Per questo la Regione è intervenuta ha fatto dei passi importanti ed ha investito delle risorse che probabilmente avrebbero potuto essere investite con risultati migliori creando minori situazioni di tensione nella sanità e nel suo complesso.
Invece, li abbiamo presi sulle nostre spalle e siamo contenti di averlo fatto, proprio per dare una risposta ad una tradizione e ad un servizio che questi enti svolgono.
Ripeto, non volevamo che riconosceste tutto ciò, però ci pare profondamente ingiusto dire che la Regione Piemonte abbia rubato i soldi che spettavano al Mauriziano ed al Valdese. Per dire ciò bisogna avere degli elementi validi. Ebbene, gli elementi che abbiamo, non soltanto quelli che scaturiscono dalla Regione Piemonte, ma anche quelli che personalità esterne alla Regione Piemonte hanno certificato in questi anni dicono che la Regione Piemonte si è comportata così come doveva comportarsi.
La questione del Mauriziano l'abbiamo circoscritta, poi ci sarà un cammino da fare per definirla completamente. Con questo provvedimento andiamo a definire la questione degli Ospedali Valdesi, diamo una definizione certa per i dipendenti e per coloro che si servono di questi servizi sanitari.
Però, cari colleghi dell'opposizione, dovete dirci qualcosa di certo.
Quindi, se volete cambiare questa situazione, se questa soluzione non vi va bene e se volete che la Regione Piemonte abbandoni gli Ospedali Valdesi dovete dircelo in maniera chiara.
Se volete che non si riconosca un futuro agli operatori e alle strutture del Valdese, dovreste avere il coraggio di dirlo in maniera chiara. In questo caso, potremmo recedere da una posizione di responsabilità, ma non dire, sostenendolo con argomenti che non stanno in piedi alla prova dei fatti e dei numeri, che la responsabilità di quella situazione era della Regione.
Questo comportamento non possiamo accettarlo, perché non si avvicina neanche lontanamente alla realtà ed alla verità, né qualifica questo Consiglio come un consesso. Su questi temi importanti, dove si gioca sulla pelle di tanti operatori e di migliaia di fruitori, bisognerebbe trovare il modo di intervenire in maniera più corretta, come è stato fatto in Commissione e nella preparazione dei provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Abbiamo ascoltato con molta attenzione tutti gli interventi e in particolare l'intervento del Consigliere Botta, che ha appena parlato.
Caro Presidente, rispondiamo alle sue domande riconfermando la forte volontà di voler risolvere questo problema, riconfermando, con forte volontà, l'idea, l'impegno che abbiamo assunto nei mesi passati in Commissione e in Consiglio guardando avanti consapevoli di rappresentare una parte che in tutti questi mesi ha sollecitato, in tutti i modi possibili, affinché si trovasse una soluzione. E' stata assolutamente disponibile a trovare le mediazioni necessarie perché si giungesse ad una fase conclusiva e oggi, ci tengo a precisare, Presidente, si guardi attorno, probabilmente ci ritroveremo nella situazione di, se non garantire il numero legale...beh insomma! Ci permetta di dire che siamo assolutamente qui per risolvere un problema che riguarda questa Regione, un problema che viene da lontano, che ha responsabilità certamente dall'una e dall'altra parte, un problema che si può risolvere, in ogni caso, con l'assunzione da parte di questa Regione, certo, di oneri, ma anche di un patrimonio. Un patrimonio immobiliare, un patrimonio di merito, di grande qualità. Di questo stiamo parlando. Ciò che fa la differenza è certamente il fatto che noi parliamo di un ospedale, di una rete che ha saputo fare eccellenza, che ha saputo garantire un marchio di qualità nella Regione Piemonte, e quindi stiamo parlando di un arricchimento della rete sanitaria della Regione Piemonte.
Questo è ciò di cui stiamo parlando. Poi sta nell'interesse di entrambe le parti trovare le condizioni perché si tuteli il più possibile per ciò che riguarda il personale, i lavoratori, perché si trovino le modalità, perch queste eccellenze e questo marchio di qualità garantito negli anni e nei tempi dalla specificità dei Valdesi, trovi una sua sinergia all'interno della rete del sistema regionale e possa, anzi, produrre una moltiplicazione di qualità all'interno di questo sistema e di questa rete.
Questo è ciò che stiamo cercando di fare.
Anche noi, come il Consigliere Botta e il Consigliere Bolla, siamo assolutamente disponibili per guardare avanti e siamo qui intenzionati a dar seguito all'articolato. Esistono problemi su questo articolato abbiamo sentito le questioni poste sia dai Consiglieri Palma e Mellano, ma anche dallo stesso Assessore attraverso un emendamento (su tutta una serie di emendamenti vediamo, man mano, nella discussione), ma l'emendamento n.
9, in qualche modo, ha creato un qualche problema in più. Certamente il problema è legato al fatto che, trattandosi di una sorta di patto che si è formulato nei mesi con le parti, c'é una parte contraente, è evidente che c'è l'imbarazzo di un emendamento che arriva in aula all'ultimo momento senza una discussione con la parte coinvolta e interessata.
E' vero che questo emendamento si pone come compito primario - guai a noi se non lo riconoscessimo - quello di garantire una trasparenza, di garantire una sorta di metodologia che ci metta nella condizione di criteri oggettivi, di non ritrovarci in situazioni strane che si potrebbero verificare prossimamente. Noi proponiamo, superando la questione incidentale che è legata al metodo, che quell'emendamento trovi soddisfazione con una modifica assolutamente esplicita di questo tipo.
All'articolo 6 si tratterrà, probabilmente alla fine del Comma II, di aggiungere "previa l'autorizzazione del Consiglio regionale" e alla fine del comma III si tratterrà di ribadire: "il Consiglio regionale valuta l'autorizzazione per la messa a disposizione".
Cosa voglio dire? Se la legge stabilisce una certa cifra, Consigliera Palma, quella cifra è quella che noi legiferiamo. Qualora vi debbano essere delle eccedenze, è evidente che vi deve essere un passaggio d'aula - e men che meno le opposizioni si sottraggono ad un ruolo del genere.
Probabilmente la formulazione adottata, è una formulazione ridondante, mi consenta questo Assessore, ma certamente una esplicitazione di previa autorizzazione del Consiglio regionale, è ineccepibile. E' evidente che se aggiungiamo un euro, dobbiamo passare in aula perché ciò avvenga. In secondo luogo pone una serie di prerequisiti, segnali, criteri forti e chiari, per eventuali altre situazioni in un prossimo futuro. Questa è la procedura. Credo che in questo modo si possa trovare una soluzione semplicemente con l'aggiunta di: "previa autorizzazione da parte del Consiglio regionale" sia per quanto riguarda l'eccedenza, sia per quanto riguarda la liquidità da disporre a carico del commissario. In questo modo troviamo un accordo, rimane soltanto il piccolo problema di non aver sentito i contraenti ma, di fatto, quello che noi stiamo esercitando sull'articolo 6, è proprio di funzione consiliare, quindi ricade assolutamente nei compiti.
Detto questo, disponibili a far che si avvii la discussione sull'articolato e a procedere speditamente, speriamo, verso la conclusione del provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo, ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Non sarei certamente intervenuto, anche perché ho avuto modo, come alcuni Consiglieri ricordano, di rappresentare la nostra posizione contribuendo, come molti hanno fatto - sia dal ruolo di maggioranza che sostiene questa Giunta regionale, che da ruolo di opposizione - a costruire un percorso che trovasse la condivisione su un provvedimento sul quale pensavo, fino a qualche minuto fa, interessasse l'intero Consiglio regionale e sul quale vi fosse una certa convergenza politica. Non sarei neanche intervenuto per rispetto al Consigliere Bolla, Vicepresidente del nostro Gruppo, che ha seguito anche personalmente e in modo impegnato rispetto al sottoscritto, questo provvedimento. Così come altri Consiglieri che non sono intervenuti ma che, essendo residenti nella provincia di Torino e nelle zone dove insistono questi ospedali, hanno avuto a cuore più del sottoscritto (questo non vuol dire, certamente, che mi sono disimpegnato) l'aspetto di queste "Misure straordinarie - voglio ricordare il titolo - per i presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi (CIOV)".
Ci siamo confrontati spesso, sia in termini di metodo che di merito, in Commissione e anche sugli organi di informazione, a volte con una certa asprezza, altre volte con una divisione o addirittura con posizioni diametralmente opposte sulle soluzioni, per risolvere questa problematica e per cercare di salvaguardare, così come la Giunta regionale e questa maggioranza intendono fare - lo chiarisce molto bene l'articolo 1 del disegno di legge all'attenzione del Consiglio - la presenza dei presidi ospedalieri degli Istituti Ospedalieri Valdesi, considerato l'alto valore sociale, storico e culturale che questo comporta.
Sono rimasto basito - forse è la prima volta che uso questo termine in Consiglio regionale - dopo alcuni interventi, certamente polemici (ma questo me lo aspettavo, perché quando si parla di sanità ormai il taglio è questo e, forse, inevitabilmente non può che essere questo), che ho potuto ascoltare. Mi riferisco, in particolare, a quello del collega Saitta. Mi spiace che, da quando è candidato alla Presidenza della Provincia di Torino, viene a "spot", lancia qualcosa e poi se ne va, perché potevo almeno confrontarmi.



(Intervento del Consigliere Marcenaro fuori microfono)



CATTANEO Valerio

Gli interventi del collega Saitta e, in parte, del suo compagno di partito della Margherita, il collega Giordano, sono sicuramente tra i più gravi che ho ascoltato (non solo questi, invero).
Quando mi sono confrontato in sede politica all'interno del Gruppo che presiedo e all'interno della maggioranza cui appartengo, in quanto uno dei quaranta (o quarantuno) Consiglieri regionali, ero convinto che fosse un provvedimento importante per dare una risposta rilevante ad un'esigenza del Piemonte e dei piemontesi.
Dopo il confronto in Aula e alcuni interventi cui prima puntualmente mi riferivo, devo dire che questa convinzione in me si è molto affievolita.
Sono contento che è presente il Vicepresidente della Giunta regionale che ovviamente rappresenta il Presidente Ghigo in questa discussione perché dico subito che sento la necessità, come Capogruppo del Gruppo di maggioranza relativa da un lato (credo, in tal senso, di interpretare anche un'esigenza degli altri colleghi Capigruppo e dei singoli Consiglieri regionali di questa maggioranza), di approfondire un pochino questo tema.
Abbiamo faticosamente costruito e faticosamente creato le condizioni affinché questo provvedimento fosse condiviso proprio dalla Tavola Valdese e dalla CIOV - lo ricordiamo - grazie al nostro e al vostro impegno; ma a fronte di un provvedimento che ovviamente aveva suscitato polemiche - oggi eravamo convinti di arrivare qua e trovare una soluzione al problema cui prima mi riferivo - non mi aspettavo di sentire degli interventi del genere: "Qui stiamo rapinando la Tavola Valdese e la CIOV"; "Ai valdesi sono stati scippati gli ospedali"; "Stiamo facendo un atto di grave scortesia".
Ricordo al collega Saitta che questa legge è stata costruita e dettata per certi aspetti, dalla Tavola Valdese. Questo è stato un elemento di polemica. Ricordo che il Presidente Marcenaro, giustamente, quando il giovane Assessore era appena arrivato e aveva presentato in buona fede degli emendamenti controfirmati dalla Tavola Valdese, disse: "Come? È la Tavola Valdese e la CIOV che fanno il provvedimento?".
Questo provvedimento, che anche voi avete contribuito a costruire adesso viene definito "una legge che uccide gli Ospedali Valdesi".
Scusate, ma io un omicidio non l'ho mai compiuto, né voglio, per la prima volta (anche in concorso magari preterintenzionale), essere reo di un omicidio.
Non credevo che, sostenendo e votando questo provvedimento, si andasse a rapinare qualcuno, perché - forse non ho capito, e di questo mi scuso innanzitutto coi colleghi del mio Gruppo, ma anche con gli altri - non pensavo certamente, ancorché sia un reato apparentemente meno grave, di scippare qualcosa, né tantomeno - ho un'educazione media, quindi non voglio dire di essere particolarmente educato o maleducato - non pensavo di essere scortese nei confronti di qualcuno.
Sono fatti gravi, perché le parole hanno un loro peso e un loro significato, soprattutto quando vengono dette nell'ambito di un confronto istituzionale serio, che ha avuto la partecipazione di maggioranza, di opposizione e della Giunta, per costruire un provvedimento importante e per dare una risposta al Piemonte e ai piemontesi.
Vorrei chiedere, a questo punto, signor Vicepresidente della Giunta regionale e signor Assessore alla sanità, una sospensione, perché credo che questa maggioranza - se di politica ancora qualche cosa capisco - debba fare una verifica politica al proprio interno per vedere se, a fronte di una non condivisione di buona parte dell'opposizione su questo provvedimento - provvedimento in parte dettato dalla Tavola Valdese e in parte costruito con il contributo insostituibile delle opposizioni stesse interessa ancora a qualcuno, se interessa alla Giunta di cui sono Consigliere di maggioranza e che sostengo.
Voglio fare questa verifica. Ho bisogno, quindi, di una sospensione signor Vicepresidente della Giunta regionale, per confrontarmi politicamente all'interno della maggioranza alla luce delle pesanti parole che sono state detto all'interno di questo Consiglio regionale da parte del Gruppo della Margherita.
Dirò subito che leggeremo i verbali (sono stati già richiesti dal Consigliere Bolla) dell'intervento del collega Saitta e, senza aggiungere una parola, ne faremo dei manifesti dalle dimensioni 70x100 e li affiggeremo in Val Pellice e in Val Chisone: in questo modo, credo che i cittadini potranno valutare il candidato Presidente della Provincia non tanto per quello che dice nei comizi, ma per quello che sostiene all'interno del Consiglio regionale, essendo lui, in questo momento ancora Consigliere regionale.
Noi vogliamo fare questa verifica. Possiamo valutare se rimandare questo provvedimento, ritirarlo oggi e, a questo punto, dopo esserci confrontati al nostro interno, eventualmente riproporlo martedì prossimo fra due martedì o quando ne avremo l'opportunità, a meno che vi sia - lo dico subito e lo valuteremo anche in sospensione - da parte delle opposizioni - nella fattispecie da parte del Gruppo della Margherita, lo dico in maniera molto chiara perché è un'esigenza politica di questa maggioranza - un riconoscimento dello sforzo di questa Amministrazione regionale, che non rapina né scippa nessuno, ma mette sul piatto 40 milioni di euro dei piemontesi, per scelta di governo, per continuare a garantire ai piemontesi, al Piemonte e alla Provincia di Torino la presenza di importanti ospedali come quelli della Tavola Valdese.
Non dobbiamo prenderci in giro: abbiamo le campagne elettorali alle porte, abbiamo appuntamenti elettorali importanti, ma se vogliamo essere seri, lo dobbiamo essere fino in fondo.
Noi vogliamo essere seri fino in fondo. Vogliamo verificare, quindi questa convergenza politica e valutare se, alla luce non di quanto noi abbiamo detto e sostenuto concretamente con una proposta della Giunta regionale, ma rispetto a quello che voi avete detto, e a quello che la Margherita, in particolare, ha sostenuto in questo Consiglio regionale questo provvedimento è una rapina a mano armata, un furto con destrezza uno scippo o, piuttosto, un importante provvedimento.
Se ci fosse questo riconoscimento, dopo la sospensione potremmo certamente riconsiderare la possibilità di rimandare il provvedimento.
Qualora non ci fosse oggi, in questa sede, questo riconoscimento, per quanto mi riguarda - ma conto per uno su quaranta - il provvedimento resta sospeso e lo affronteremo durante il prossimo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, lei è già intervenuto sulla discussione generale il problema è che il Consigliere Cattaneo ha posto una questione sospensione.
Sul punto interviene un oratore per ogni Gruppo per due minuti.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo, sin da subito abbiamo espresso parere non contrario al provvedimento. Ci sembra assolutamente inaccettabile il ricatto posto in essere da Forza Italia, dal suo autorevole Presidente, nel momento in cui chiede delle scuse ad una forza politica di opposizione che forse, a giudizio del Presidente di Forza Italia...



(Commenti del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



CONTU Mario

Ha chiesto di chiarire alcuni giudizi di merito espressi sul provvedimento, che parlano di rapina o di scippo, per quanto riguarda la situazione particolare in cui si trovano gli Ospedali Valdesi.
Assessore, la prego di prestare attenzione a ciò che sto per dire.
A noi stanno a cuore tre elementi in questo provvedimento: primo, che nel passaggio delle competenze alla Regione si mantengano la quantità delle prestazioni e i livelli occupazionali e professionali, tali da garantirne la qualità; secondo, che il pubblico intervenga, come ha già operato per un altro ramo degli Ospedali Valdesi e come ha già fatto per l'Ospedale Mauriziano; terzo, cosa che ci trova assolutamente d'accordo, è di vigilare sugli aspetti richiamati.
Relativamente alla questione sospensiva del Consigliere Cattaneo ricordo che l'indignazione - come ci ricordava Fabio Mussi in una recente assemblea pubblica - è una cosa riservata a Dio; l'ira è una cosa riservata agli umani.
Il suo è stato un intervento iroso e, superata l'ira, credo che si debba collocare ciò che rientra nella dialettica politica all'interno della dialettica politica e guardare oltre. Della soluzione del problema degli Ospedali Valdesi ne trarranno beneficio soprattutto i cittadini torinesi e piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Invito il collega Cattaneo a tenere presente che il nostro principale intento è di lavorare nell'interesse del Piemonte e della sanità piemontese. In questo spirito siamo intervenuti.
Altra questione è il giudizio politico sul come si è arrivati alla situazione di crisi degli Ospedali Valdesi; giudizio politico che, penso attiene alla libertà e alla facoltà di tutti i Gruppi. Ogni Gruppo pu legittimamente dire qual è, secondo la propria opinione, la responsabilità e il percorso per cui si è giunti a tale crisi. Diverso, invece, è lavorare con la testa voltata in avanti e dire: "Visto che c'è questa situazione che cosa, responsabilmente, questa Istituzione può fare?" Invito il collega Cattaneo e tutta la maggioranza a ragionare secondo questo tipo di filosofia: fare l'interesse del Piemonte, della sanità piemontese e di ragionare, vista la situazione determinatasi e prescindendo dall'analisi del come si è arrivati (essendo inevitabilmente diversa, visto che apparteniamo a forze politiche diverse).
Scindendo le due questioni, quindi, occorre ragionare con la testa rivolta all'interesse della comunità piemontese e della sanità piemontese.
Siamo disponibili - l'ha già detto la collega Suino ed io nel mio intervento - ad andare avanti, a garantire il numero legale in aula e ad assicurare l'approvazione, oggi, della proposta di legge che risolverà la questione.
Rispetto al contenzioso sollevato dal collega Marcenaro, e poi ripreso dai colleghi Radicali, la Consigliera Suino ha fatto una proposta. Dai cenni di assenso dell'Assessore alla sanità, mi sembra si possa arrivare ad una composizione e, quindi, all'approvazione, in tempi rapidi, della proposta di legge.
Vi invito a distinguere le analisi sulle cause per cui si è arrivati ad una crisi degli Ospedali Valdesi, dal percorso che siamo tutti quanti tenuti a fare, per giungere ad una soluzione.
La soluzione è stata presentata, responsabilmente, dalla Giunta regionale in quest'aula e l'opposizione, responsabilmente, è disposta ad andare avanti per l'approvazione.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Riggio, il Consigliere Cattaneo e gli altri Consiglieri hanno tutto il diritto, ai sensi dell'articolo 63, comma 1 del Regolamento, di chiedere la sospensione dell'esame del provvedimento.
Non vorrei, però, che il tono sbagliato di certi interventi potesse pregiudicare l'approvazione, da parte dell'Aula, del provvedimento.
Vi chiedo, prima di porre in votazione la richiesta di sospensione, la possibilità di fare una breve Conferenza dei Capigruppo in sala A.
Sono accordati dieci minuti di sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.20 riprende alle ore 18.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
C'era una richiesta sospensiva da parte del Consigliere Cattaneo, sulla quale era già intervenuto il Consigliere Contu; i Consiglieri possono parlare due minuti per ogni Gruppo.
Ci sono le condizioni per riaprire il dibattito, perché è stata ulteriormente precisata questa richiesta di sospensiva. Il Consigliere Cattaneo la illustra, poi può intervenire un oratore per ogni Gruppo.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Capisco il nervosismo in particolare di chi sta parlando a microfono spento, ma, indubbiamente, atteso che il numero legale c'era e c'è, non è quello il problema, non è una questione tecnica o formale.
Abbiamo chiesto questa sospensione (ringraziamo e ci scusiamo perché si è protratta oltre i dieci minuti che avevamo richiesto) e abbiamo fatto una prima valutazione su questo importantissimo provvedimento, sul quale crediamo fortemente e del quale - ci sia consentito - abbiamo la titolarità, essendo un provvedimento della Giunta regionale. Non riteniamo che oggi ci siano le condizioni politiche per l'approvazione del disegno di legge. Abbiamo già motivato, tenendo conto della gravità di quanto detto dai Consiglieri Saitta, Giordano e di altre posizioni che sono state rappresentate e che non voglio riprendere, non avendo oggi la volontà, n la disponibilità a passare per scippatori, rapinatori, assassini, persone maleducate e scortesi.
Alla luce delle gravissime affermazioni, rilevo non un aspetto formale ma sostanziale di un intervento importante, come quello del leader della Margherita, il collega Saitta, che peraltro, come è nel suo stile, prima fa affermazioni gravissime, creando questa situazione e poi se ne va; non ha neanche l'educazione né la responsabilità politica di rimanere in aula ad ascoltare quello che i colleghi sostengono, a confrontarsi e magari, perch no, a trovare una soluzione per proseguire i lavori.
Avevo detto che, alla fine, se ci fosse stato, avrei apprezzato un riconoscimento dello sforzo di questa amministrazione regionale. Do atto che il Gruppo dei DS ha fatto interventi polemici, critici, ma corretti questo è un fatto rilevante ed importante.
Riteniamo il provvedimento importante, ma oggi non siamo disponibili a votarlo. Non appena saranno ristabilite le condizioni politiche per il voto di questo provvedimento, saremo disposti a confrontarci e a votarlo in qualsiasi momento, senza problemi, essendo noi titolari e certamente i più convinti di questo provvedimento, tanto che il governo regionale ha deciso di stanziare quaranta milioni di euro, non certamente spronati o minacciati da nessuno, ma per scelta di governo che era, è, resta e sarà confermata.



PRESIDENTE

Sulla questione sospensiva non è obbligatorio il parere della Giunta.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro che chiede il parere della Giunta regionale)



PRESIDENTE

Assessore Galante, dia il parere della Giunta.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Mi rimetto alle decisioni dell'Aula.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Credo di poter parlare a nome di una parte significativa delle minoranze, rinnovando la proposta che, peraltro, ho espresso con la disponibilità di tutti i colleghi della minoranza, durante la sospensione nella Conferenza dei Capigruppo.
L'appello che noi rivolgiamo alla maggioranza, al Presidente e alla Giunta è questo: ci sono le condizioni perché si risolva definitamene, dopo otto-nove mesi complicati e difficili, il problema degli Ospedali Valdesi che, fatta questa legge, diventano risorse per la nostra Regione.
Ci sono le condizioni per trovare, attraverso gli emendamenti presentati, le soluzioni sui problemi di trasparenza che sono stati espressi e presentati. Come minoranze, abbiamo garantito il numero legale per tutto il pomeriggio.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



SUINO Marisa

Fino qui, Consigliere Cattaneo.
Come minoranze, rinnoviamo la nostra disponibilità a votare il provvedimento, in gran parte in modo favorevole, perché riteniamo che la realtà degli Ospedali Valdesi sia una priorità rispetto a tutta un'altra serie di problemi, a maggior ragione rispetto a quelle che sono le giuste o meno giuste valutazioni di partiti e di schieramenti politici (abbiamo tutto lo spazio all'esterno per manifestare le nostre posizioni e per farci gli attacchi che riteniamo doverosi, necessari e che il sale della politica richiede). Rinnoviamo l'invito, Presidente e Assessori, ci sono le condizioni per passare all'articolo 1 e, da parte di queste minoranze, c'è la disponibilità a procedere favorevolmente, così come abbiamo fatto per tutta la giornata. Sono otto mesi che lavoriamo con accanimento e con impegno, garantendo le mediazioni necessarie per la soluzione di questo problema.
Riteniamo che la risorsa Ospedali Valdesi sia una grande risorsa per il sistema sanità della Regione Piemonte e che questo provvedimento possa trovare giustamente il suo esito positivo.
Chiediamo un'assunzione di responsabilità da parte della maggioranza che governa questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Prendo spunto dall'ultimo intervento della Consigliera Suino. Ritengo che questa maggioranza abbia dato prova di responsabilità nel momento in cui ha portato in quest'aula un provvedimento come questo, presentato già alcuni mesi orsono. Dopodiché, insieme alla Tavola Valdese, si è collaborato a lungo per trasformarlo.
C'è stata, da parte dell'Assessore Galante, dobbiamo riconoscerlo, una grande attenzione nei confronti della situazione che si era venuta a creare nell'ospedale valdese. Questo è il senso di responsabilità di questa maggioranza, questo è il senso di responsabilità che ha fatto sì che questa maggioranza destinasse qualcosa come 40 milioni di euro per salvare una situazione, come quella dell'ospedale valdese. Che non avremmo richiamato comunque, se qualcuno dai banchi della minoranza non avesse sputato nel piatto dove, in qualche modo, deve mangiare.
La nostra non è una responsabilità limitata, la nostra è la volontà di vedere riconosciuto un lavoro e di vedere riconosciuto un problema che abbiamo affrontato con serietà come una parte della minoranza. E' certo che l'intervento del Consigliere Giordano e l'intervento del Consigliere Saitta non aiutano la maggioranza a ragionare in modo sereno, così come è stato fatto fino ad oggi. Allora proveremo sul bilancio, e proveremo anche su questi provvedimenti. La serietà di una maggioranza la si misura dai provvedimenti che emette. L'intendimento di questa maggioranza era chiaro ed è stato ancora più chiaro nel momento in cui c'é stato un confronto serio e serrato con la tavola valdese. Da qualche parte di questa maggioranza questa serietà e questo riconoscimento non solo non c'é stato ma c'é stata una valutazione che va nel senso opposto. Chi fa queste valutazioni se ne assuma la responsabilità.
Questa maggioranza non intende dire, in questa sede, che ritirerà il provvedimento, intende solo voler vedere riconosciuti i propri sforzi. Mi sembra il minimo che una maggioranza, con senso di responsabilità che ha dimostrato, voglia ottenere, come riconoscimento, da questo Consiglio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà



BRIGANDI' Matteo

Non sono per nulla d'accordo con il Consigliere Cattaneo quando ritiene che in quest'aula ci debba essere cortesia, necessariamente, aplomb necessariamente, quando, evidentemente, siamo qui votati da persone diverse, con intendimenti diversi, per sostenere interessi diversi. Da parte mia, e da parte del Gruppo che mi onoro di appartenere, faccio rilevare solo un aspetto: la posizione della maggioranza è l'effetto della campagna elettorale in corso. Trovo non di dubbio gusto, ma trovo che sia una furberia lanciare la pietra e nascondere la mano, cioè dire una serie di cose e poi andarsene per sottrarsi non tanto alle risposte personali che non hanno interesse alcuno in quest'aula, ma alle risposte politiche che si devono dare al problema. E' troppo semplice far passare un provvedimento quando in aula si dice una cosa, poi si rimane assenti e una volta usciti da quest'aula, dire "l'hanno fatto passare, mentre io non ero presente".
E' necessario che a questo dibattito partecipino tutte le forze di maggioranza, in particolare le forze della Margherita che oggi, in questa Provincia, sono il leader dell'opposizione per via delle prossime elezioni amministrative. Per tale motivo noi siamo come conclusione, se non come in premessa, sulla stessa posizione di Forza Italia e ovviamente appoggeremo l'istanza di sospensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Non volevo disturbare la "manovra" del Consigliere Cattaneo che nello stesso tempo fa opposizione, maggioranza, ostruzionismo, insomma tutto quello che ritiene più opportuno fare. La verità è che noi abbiamo fatto l'analisi dello strangolamento in cui le Comunità Valdesi, sono incappati.
Ho detto soltanto che i valdesi hanno operato ad un costo molto più basso degli standard regionali, e gli standard di qualità sono di ben lunga superiore.
Ho sentito dire: "vuole girare la frittata"; "la Margherita si assuma la responsabilità"; "la Margherita sputa nel piatto dove mangia". Io rispondo: la Margherita è qui e non si muove. Assumetevi voi le responsabilità di quello che fate, perché non avete neanche il numero legale. Non mi ero mai accorto, Presidente, di avere un così gran potere cioè che con un mio intervento si potessero ritirare i provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Soltanto per annunciare il voto favorevole alla richiesta di sospensione del provvedimento del mio Gruppo.
Non è che lei, Consigliere Giordano, ha la facoltà di fermare, di far sospendere o di far passare un provvedimento (avesse veramente questo potere avremo tre o quattro provvedimenti che ci interessano per cui gli chiederemo un intervento in maniera tale da renderli più rapidi). Nel suo intervento e nell'intervento del Consigliere Saitta, ma io mi rivolgo più a lei perché presente, probabilmente trascinato dalla foga oratoria, si è lasciato andare ad affermazioni, ad aggettivazioni che, rispetto ad un provvedimento che interessa tutti, che è stato condiviso in gran parte da tutti, che tenta di risolvere una situazione che sta a cuore a tutti e che costa alla Regione un importante investimento, passare per quelli che scippano e rubano e poi, in realtà, essere quelli che depongono su un piattino significativo 80 miliardi, ci sembra una questione leggermente complessa.
Soprattutto detta da rappresentanti di un Gruppo, come quello della Margherita, che dovrebbe fare, magari lo fa in altre sedi, delle moderazioni e dell'approfondimento, una delle sue caratteristiche fondamentali. Come noi scavalchiamo, forse, Forza Italia in moderazione, i DS scavalcano la Margherita (magari non è così, sono momenti della politica regionale o nazionale). Mi sembra che la decisione assunta dalla maggioranza sia in linea con un senso di responsabilità forte, siamo disponibili ad affrontare il provvedimento nel momento in cui rinascono, si ricostituiscono le condizioni politiche per farlo; abbiamo bisogno di capire che voi manifestiate in maniera aperta, come certi Gruppi hanno già manifestato (di questo bisogno renderne atto) qual è la vostra posizione sul provvedimento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante proce dimento elettronico, sulla richiesta di sospensione. Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale.
Possiamo chiudere la seduta...



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiediamo un aggiornamento, come si usa sempre in questi casi.



PRESIDENTE

Se è una richiesta generale dell'Aula, non ho nessun problema ad aggiornare la seduta tra trenta minuti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La seduta è tolta



(La seduta termina alla ore 18.20)



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