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Dettaglio seduta n.439 del 16/03/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.26 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime dell'attentato a Madrid


PRESIDENTE

Colleghe e colleghi, ieri abbiamo osservato, così come proposto dall'Unione Europea, con i funzionari, i dirigenti ed alcuni colleghi presso il Consiglio, quindi la sede propria, i tre minuti di silenzio per commemorare le vittime dell'attentato che si è svolto a Madrid.
Propongo oggi di osservare, poiché è giornata di Consiglio regionale quindi la più alta veste istituzionale rappresentata da tutte le colleghe ed i colleghi, un minuto di silenzio.



(L'Aula, in piedi osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Burzi, Cantore Costa Enrico, Ghigo, Pichetto Fratin, Pozzo, Racchelli, Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Bilanci preventivi - Variazioni di bilancio

c) Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 11 marzo 2004, ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della L.R. n. 7/2001, il nuovo Ordinamento Contabile della Regione Piemonte n. 18, deliberazione del 9 dicembre 2003 (allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula).


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2423, dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi, Contu Suino, inerente a: "ARPA-Controllo biennale degli ascensori"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del punto 2) all'o.d.g: "Svolgimento interrogazioni e interpellanze" Incominciamo con l'esame dell'interpellanza n. 2423, dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi, Contu e Suino.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Con riferimento all'interpellanza n. 2423 si riferisce quanto segue.
L'ARPA-Piemonte, con la direttiva n. 1/2003, adottata in data 04/09/2003 ha definito i nuovi obiettivi del polo regionale "Verifica impiantistiche", operando una precisa scelta che privilegia l'erogazione di servizi caratterizzati da interesse pubblico o di rilevanza pubblica.
Coerentemente a tale scelta, nello svolgimento delle attività di verifica biennale degli ascensori, previsti dal DPR 162/1999, l'Agenzia ha ritenuto opportuno privilegiare le utenze pubbliche (ospedali, scuole ecc.), non procedendo all'assunzione di nuovi incarichi proposti da soggetti privati.
In capo all'Agenzia rimane e, anzi, risulta intensificato il compito di vigilanza e controllo sull'operato dei soggetti privati abilitati allo svolgimento delle verifiche periodiche, in conformità al sistema introdotto e in attuazione delle direttive comunitarie dal DPR sopraccitato e basato sulla certificazione di qualità e sull'accreditamento.
Le risorse professionali attualmente impiegate nelle verifiche impiantistiche risultano legate all'ARPA sia da rapporti di pubblico impiego che da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.
Il riordino delle competenze del settore consente senza alcun dubbio la prosecuzione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato e comporta anzi, coerentemente alla scelta di approfondire gli interventi nel campo della sicurezza degli impianti, l'accrescimento della professionalità delle figure adibite all'esercizio della vigilanza e del controllo sugli organismi privati accreditati alle verifiche sugli ascensori.
Le figure professionali legate invece da contratto di collaborazione continueranno a svolgere i compiti loro assegnati per consentire di evadere le richieste pregresse provenienti dai privati e comunque rimarranno in servizio fino alla scadenza naturale dei rispettivi contratti.
La direzione generale dell'Agenzia si è tuttavia riservata la valutazione in merito alla prosecuzione dei rapporti in atto, sulla base delle esigenze organizzative che si verranno a determinare, in modo da consentire, se possibile e nel rispetto della normativa vigente in materia il recupero delle esperienze professionali formatesi nel corso degli anni.
In merito all'opportunità di demandare lo svolgimento delle verifiche periodiche degli ascensori ad altri enti pubblici quali le ASL, si fa notare che rappresenta una tendenza in atto nell'ambito delle Amministrazioni pubbliche l'affidare l'erogazione di servizi di pubblico interesse anche a soggetti privati in possesso dei requisiti prescritti dalla legge.
L'accreditamento da parte di un Ente pubblico degli organismi deputati allo svolgimento di un compito di natura tecnica qual è il controllo ascensori e la vigilanza sul loro operato, si ritiene che costituisca una sufficiente garanzia della qualità del servizio reso all'utente.
Per quanto riguarda il terzo punto di richiesta, la decisione della Direzione Generale dell'ARPA di dismettere le attività di verifica periodica degli impianti su richiesta dei privati, intensificando piuttosto la vigilanza ed il controllo sulle stesse, si conforma alle censure provenienti dall'autorità per la concorrenza e per il libero mercato.
Lo svolgimento delle verifiche degli ascensori da parte dell'Agenzia rappresenta esso stesso, per l'autorità di garanzia, un atto di concorrenza non paritetica con gli organismi privati accreditati, dal momento che il tariffario nazionale applicato da ARPA non risulta allineato ai prezzi di mercato. Affidare esclusivamente ai soggetti privati l'effettuazione del controllo biennale, dunque, non appare ostacolare ma anzi favorire lo svolgimento di una leale concorrenza tra gli operatori del settore.
In sostanza, l'ARPA continuerà a fare la verifiche negli impianti di ascensori degli Enti pubblici; per quanto riguarda la restante parte, i soggetti ricorreranno agli operatori privati accreditati e l'ARPA continuerà a fare (anzi intensificherà) la vigilanza su questi soggetti accreditati per verificare la rispondenza del loro operato alle normative di accredito.
Per quanto concerne il personale, anche a contratto coordinato, debbo dire che una serie di concorsi che nel frattempo erano stati avviati e il mantenimento di una quota più ridotta di collaborazioni coordinate continuative, secondo me non creerà traumi per quanto riguarda questi soggetti, salvo che singolarmente qualcuno non decida di fare un passo verso la libera professione dopo che in questi anni ha avuto l'occasione di formarsi all'interno dell'Agenzia.
In sostanza, questo periodo di rodaggio coinciso con i primi anni di funzionamento dell'ARPA è stato comunque utile, perché da un lato ha svolto un'opera di supplenza in un momento in cui non c'era ancora un'organizzazione tale da fronteggiare la massa di tutti i controlli e dall'altro, oggi abbiamo uno scenario che tutela gli Enti pubblici perch sarà sempre l'ARPA, se loro vorranno, a continuare a fare le verifiche. Per quanto riguarda i privati, il sistema di accredito è il controllo da parte dell'ARPA.


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate - Problemi energetici

Interpellanza n. 2542 dei Consiglieri Papandrea, Chiezzi, Moriconi e Suino inerente a "Concessione di contributi per la produzione solare di calore a bassa temperatura"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 2542, presentata dai Consiglieri Papandrea, Chiezzi, Moriconi e Suino.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Al fine di incentivare la realizzazione di impianti solari termici, la Giunta regionale aderiva al programma ministeriale di cofinanziamento dei citati impianti, prevedendo la concessione di contributi in conto capitale nella misura massima del 30% del costo di investimento ammesso, IVA esclusa.
Le risorse finanziarie destinate all'iniziativa sono state complessivamente determinate in euro 1.636.227,85, di cui euro 755.658,20 a carico del bilancio dello Stato ed euro 880.569,65 a carico del bilancio regionale. Durante il periodo di apertura (15 settembre-14 novembre 2003) del bando regionale diretto all'incentivazione di impianti solari termici attraverso la concessione di contributi in conto capitale, sono pervenute poco meno di 1.000 domande presentate per la maggior parte da soggetti privati.
Sulla base del meccanismo di selezione previsto dal bando, sono risultate idonee e provviste di copertura finanziaria circa 500 domande. Le altre richieste, fatte salve le dovute esclusioni, saranno ordinate in un elenco a parte che potrà essere oggetto di scorrimento (vale a dire di ulteriore finanziamento).
In ogni caso, ai sensi di quanto previsto dal bando, la Regione trasmetterà alle Province piemontesi che intendano aderire all'iniziativa le istanze di contributo corrispondenti alle risorse dalle stesse dichiarate disponibili (abbiamo avviato un confronto con le Province per fare una sinergia).
L'elevato numero di domande pervenute è sintomatico del grande interesse della popolazione piemontese per questa tipologia di interventi e del successo dell'iniziativa.
Per completezza, nella pagina seguente si riportano i dati sintetici relativi al citato bando solare termico (consegnerò copia agli interpellanti).
Adesso mi auguro che, con l'approvazione del bilancio, avremo delle risorse per attuare il Piano energetico regionale; certamente - l'abbiamo sempre detto - il solare, sia fotovoltaico che termico, è comunque un punto importante di intervento.
Proprio questa mattina ho incontrato una delegazione del WWF e loro si sono proposti per fare un'azione promozionale, secondo me molto intelligente, verso gli amministratori dei condomini per attivare una sollecitazione, quando si faranno le manutenzioni sui tetti, di collocare sui tetti dei vari condomini pannelli solari a integrazione dell'acqua calda condominiale, che adesso proviene quasi tutta, quando l'impianto è centralizzato, sostanzialmente dal riscaldamento a metano. In più un'azione mirata verso le casette a schiera.
Qui ho fornito i dati relativi al bando, ma credo che questo, insieme alla campagna di rottamazione dei frigoriferi impattanti con l'ambiente dal punto di vista del CFC vecchio oppure ad alto consumo di energia potrebbero essere due temi di lavoro anche in attuazione del Piano energetico, sulla base delle risorse annuali e pluriennali che il bilancio mi auguro - potrà recare a beneficio del settore energetico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ringrazio l'Assessore per questa risposta, perché con questa interpellanza noi intendevamo conoscere e sollecitare un impegno più consistente della Regione rispetto all'energia solare, che tra le fonti alternative è quella che nella nostra Regione ha più potenzialità.
Nella nostra Regione l'energia eolica non è molto utilizzabile, date le condizioni climatiche: non vi è un vento regolare e costante per cui l'utilizzo dell'energia eolica può essere efficace.
Per quanto riguarda l'energia idrica, siamo già molto saturati, vi è già un grandissimo utilizzo, anzi l'utilizzo attuale già crea problemi rispetto all'utilizzo della risorsa acqua. Di conseguenza, l'unico settore che ha delle grandi potenzialità è quello dell'energia solare.
Mi pare che la risposta dell'Assessore dimostri come ci siano delle potenzialità. Il fatto che il bando abbia avuto una risposta altissima (superiore alle aspettative) per cui non si riesce a coprire immediatamente tutte le domande, è di per sé significativo. Ma è anche significativo del fatto che si può e si deve fare di più.
Credo che con un'azione più forte, più efficace, le 1.000 domande possano diventare anche molte di più, e questo richiede da parte nostra un impegno a coprire le richieste. Penso che fare un investimento di questo genere sia una cosa lungimirante, perché nel medio-lungo periodo questo tipo di politica comporta dei forti risparmi e comporta sicuramente un miglioramento della qualità dell'ambiente in cui viviamo e dell'aria che respiriamo, riducendo la necessità di interventi per contrastare l'inquinamento. In sostanza, è una classica misura di tipo preventivo forte abbastanza virtuosa, al di là di alcuni aspetti estetici, ma per il resto mi sembra forte.
Mi pare che emerga la necessità di perseguire e sostenere tutte quelle iniziative che sono sviluppate in tal senso. Secondo me, la Regione deve dare una mano e intervenire per sostenere tutte quelle iniziative che cercano di diffondere l'informazione sul come si possono utilizzare queste nuove tecnologie e gli aiuti che la Regione può fornire.
L'ultima questione. Mi sembra che nei giorni scorsi ci sia stato qualcosa di analogo sull'utilizzo della carbon tax e la parte di carbon tax da dedicare a misure di natura ambientale per migliorare la qualità dell'ambiente. E' stata sollevata una critica alla Regione Piemonte, da parte della Corte dei Conti, secondo la quale il Piemonte è una Regione che non spende sufficientemente, non quanto previsto dalla norma. Mi pare che sia un tema abbastanza collegato a questo, nei prossimi giorni presenter un'interpellanza perché credo che in questo campo dobbiamo fare di più. Mi rallegra il fatto che ci sia una sensibilità. In passato la scarsa sensibilità era spesso usata come elemento per dire: "abbiamo messo a disposizione risorse, ma non c'è chi li vuole utilizzare". Verifichiamo che non è cosi, credo che ci sarà sempre di più un utilizzo delle risorse perché la coscienza sulle emergenze ambientali, emergenze atmosferiche, è crescente nella nostra regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Per quanto riguarda la carbon tax, adesso non conosco la problematica però ricordo che il Ministero non aveva notificato i provvedimenti all'Unione Europea. Prima di dare corso a questi provvedimenti abbiamo fatto una notifica e aspettiamo l'approvazione. Penso che il ritardo sia dovuto per quella ragione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 2584 presentata dalla Consigliera Manica inerente a: "Installazione antenna in GSM da parte delle Ferrovia nella stazione di Trecate"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione dell'interrogazione n.2584 presentata dalla Consigliera Manica inerente a: "Installazione antenna in GSM da parte delle Ferrovia nella stazione di Trecate".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'entrata in vigore della legge regionale n. 44/2000 recante "Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 112/1998 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 59/1997)" ha determinato il passaggio ai comuni delle funzioni relative all'autorizzazione all'installazione ed esercizio e dalla modifica degli impianti di telecomunicazioni e radiodiffusione; attribuzioni esercitate con il supporto tecnico dell'ARPA, nel rispetto degli orientamenti stabiliti dalla Regione e dei parametri tecnici fissati dalle norme statali vigenti. Gli articoli 46, 47 e 48 della legge regionale 44/2000 hanno inoltre, compiutamente espresso una chiara distinzione tra i compiti di indirizzo e coordinamento della Regione, rispetto a quelli di gestione e di intervento diretto degli Enti locali territoriali, così come anche si evince dalla legge quadro nazionale n. 36/2001 e come è esplicitato nel disegno di legge regionale n.256 in corso di approvazione e all'attenzione dell'aula. Nell'occasione si richiama l'attenzione sulla competenza istituzionale dell'ARPA, relativa all'istruttoria tecnica per il rilascio del parere preventivo e condizionante l'autorizzazione comunale, circa la conformità dell'impianto ai parametri tecnici fissati dalle norme statali vigenti; funzione riconfermata, in ultimo, dalla legge nazionale 36/2001 in materia di esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
A tal proposito si rammenta che l'ARPA di Ivrea riveste il ruolo di polo di riferimento regionale in materia di radiazioni non ionizzanti. Si precisa inoltre, che la possibilità che erigendi impianti di teleradiocomunicazione possano incidere in modo significativo sull'eventuale presenza di vincoli territoriali, ambientali ed urbanistici, gravanti sull'area in questione costituisce oggetto di valutazione preventiva, da parte del Comune interessato nell'esercizio della sua competenza, in fase autorizzativa.
Tale ripartizione di ruoli non consente alla Regione di porre in essere un'attività ispettiva, nei confronti di un Ente locale in merito alla legittimità di un'eventuale procedura autorizzativa.
Si consideri, infine, l'impossibilità di sottoporre le infrastrutture di comunicazione mobile e personale a valutazione d'impatto ambientale come più volte riferito dalla Direzione Ambiente, a motivo di una consolidata interpretazione giurisprudenziale in questo senso, di un dubbio passaggio normativo della legge 1/7/1997, n. 189 (articolo 2 bis, comma 2) recante "Conversione in legge, con modificazioni, del d.l. 1/5/1997, n. 115 (Disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 96/2/CE sulle comunicazioni mobili e personali). L'abrogazione integrale di quest'ultima legge operata dal D.lgs. 1/8/2003, n. 259 (Codice delle comunicazioni elettroniche) ha poi definitivamente fugato ogni incertezza residuale. Per quanto riguarda la comunicazione mobile, non vi è valutazione di impatto ambientale.
A fronte della complessiva normativa nazionale, l'approvazione dell'attuale disegno di legge regionale n. 256 "nuova disciplina regionale sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici", può costituire un contributo di chiarezza che, nel rispetto della normativa vigente, offre soluzioni pragmatiche e anche negoziate, in grado di avviare scelte localizzative e di investimento condivise sulla base di processi di concertazione che trovano nei programmi localizzativi presentati dai gestori uno strumento di garanzia e di certezza, quale elemento propedeutico di confronto utile alle amministrazioni locali per l'avvio dei procedimenti autorizzativi basati su scelte il più possibile condivise. Tale disegno di legge, assegnato fin dal luglio scorso all'esame dell'Aula consiliare per il voto finale, già licenziato dalla V Commissione consiliare il 12 luglio 2002, è formulato recependo principi e attribuzioni espresso dalla legge quadro 36/2001 ponendo precise competenze in capo alle diverse autorità locali territoriali che esplicano direttamente l'azione amministrativa, con funzioni autorizzatorie, di controllo e sanzionatorie, in coerenza con gli indirizzi, anche organizzativi, forniti dalla stessa legge 36/2001 e con i principi e la ripartizione delle funzioni, sopra richiamati, espressi dalla l.r. 44/2000.
Per concludere. E' opportuno che il disegno di legge n. 259 diventi legge regionale al più presto, in questo senso mi appello ai presenti in aula nell'ambito delle loro possibilità di sollecitare in questo senso. Con questo disegno di legge daremmo qualche possibilità in più alle amministrazioni di pianificare, una volta all'anno, dialogando con i gestori, la localizzazione anche delle infrastrutture della telefonia mobile.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Chiedo di avere copia della risposta scritta


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1945 dei Consiglieri Suino, Saitta, Placido, Caracciolo Chiezzi, Tapparo, Papandrea inerente a "Quali prospettive sanitarie per Torino Nord?" (Concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1945 dei Consiglieri Suino, Saitta Placido, Caracciolo, Chiezzi, Tapparo, Papandrea inerente a "Quali prospettive sanitarie per Torino Nord?" In attesa di verificare la risposta all'interrogazione, sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 11.38 riprende alle ore 11.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sull'interrogazione n. 1945, l'Assessore Galante propone di dare risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 2472 del Consigliere Contu inerente a "Ospedale Mauriziano: caos e scarsa sicurezza dei cittadini all'ingresso principale di Corso Rosselli"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 2472, del Consigliere Contu inerente a "Ospedale Mauriziano: caos e scarsa sicurezza dei cittadini all'ingresso principale di Corso Rosselli" La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Nella giornata citata dal Consigliere regionale, ossia il 23 ottobre 2003, gli accessi dei pedoni e delle ambulanze non di soccorso, erano unificati all'ingresso principale di Corso Turati, 62 come da disposizioni della precedente amministrazione già all'epoca in fase di revisione.
Infatti la Direzione Sanitaria in 4 novembre 2003 ha trasmesso alla Croce Rossa Italiana ed a tutte le principali società ed enti gestori di autoambulanze per il trasporto secondario infermi una disposizione per la quale dal 10 novembre 2003 l'accesso di Corso Turati, 62 veniva interdetto alle autoambulanze e per questi trasporti veniva individuato l'accesso di Corso Rosselli, 4/a.
Dal 10 novembre 2003 la situazione logistica può essere così sintetizzata: Ingresso di Corso Turati, 62: dedicato a pedoni e cittadino privato che accompagna con il proprio mezzo il congiunto non autosufficiente Ingresso di Corso Rosselli, 4/a: dedicato ad ambulanze di soccorso (rampa di accesso del Pronto Soccorso camera calda); ambulanze di trasporto secondario (discesa a sinistra del Pronto Soccorso) Ingresso di Corso Re Umberto I, 109, attivo dal 14 luglio 2003: dedicato ai pedoni Ingresso di Corso Re Umberto I, 103, attivo dal 14 luglio 2003: dedicato a passo carraio, utilizzato per il trasporto dei pazienti diretti al reparto di Dialisi.
Si precisa inoltre che le valutazioni effettuate hanno evidenziato che il ritmo di ambulanze esterne è assolutamente inferiore a quanto riportato dall'interpellante e che, nel caso specifico, lo stazionamento di diversi manifestanti tra atrio e ingresso dell'Ospedale in una giornata meteorologicamente critica, non può che aumentare la confusione e il disordine.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Non ho sentito la prima parte della risposta, però mi pare di avere capito che il problema esiste, anche se viene notevolmente attenuato addebitando le responsabilità alla presenza di un gruppo di manifestanti in quella giornata.
Devo dire che se non l'avessi constatato personalmente, non avrei sollevato quest'interpellanza. E' indubbio che per le caratteristiche degli accessi, la pendenza elevata delle rampe di accesso, la vetustà di alcuni mezzi di soccorso, che talvolta hanno anche un problema di risorse, ho assistito personalmente a situazioni di estremo pericolo per il passaggio pedonale.
Dopodiché, Assessore, c'è una commistione fra i malati che arrivano dagli altri ospedali per visite specialistiche (magari non in grado di essere affrontate negli ospedali in cui sono degenti) e le condizioni nelle quali i pazienti arrivano (molto spesso vengono scaricati in pigiama, sulle barelle) che attraversano il portone principale insieme ai cittadini che si recano per fare delle visite ambulatoriali o in visita ai parenti.
Concorderà che la cosa non è molto agevole.
Certo, quella giornata era particolarmente calda, anche se piovosa perché un gruppo di manifestanti raccoglieva le firme in calce ad una petizione che auspicava una soluzione delle problematiche del Mauriziano.
Detto questo, il problema resta nella sua gravità, così come la necessità di separare gli accessi. Non so quale possa essere la soluzione lei ne ha indicate alcune, indicando da quali date è possibile utilizzare altri accessi.
Nel momento in cui ho fatto il sopralluogo, la situazione non era certo in grado di garantire condizioni di sicurezza per i pedoni che entravano all'Ospedale Mauriziano.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Psichiatria

Interrogazione n. 2527 presentata dai Consiglieri Suino, Manica, Placido Riggio inerente a "Spesa sanitaria per pazienti psichiatrici ricoverati in casa di cura"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2527 presentata dai Consiglieri Suino, Manica, Placido, Riggio inerente a "Spesa sanitaria per pazienti psichiatrici ricoverati in casa di cura ".
La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla psichiatria

I ricoveri nei 646 posti letto destinati all'attività di psichiatria erogata dalle struttura private provvisoriamente accreditate sono stati 6227 nel 2001 con una degenza media di 34,3 giornate e 6624 nel 2002 con una degenza media di 33,8 giornate. Dalle relazioni dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) del 2002 si è calcolato che in media la Regione spende per ciascun abitante euro 40,76 per l'attività dei Dipartimenti di Salute mentale e euro 6,03 per le Case di Cura che erogano attività di Neuropsichiatria.
Occorre rilevare che ci sono differenze tra le varie ASL, determinate dalla diversità dei territori di riferimento e dalle diverse funzioni assistenziali svolte dal Dipartimento di Salute Mentale. Pertanto, a partire dal 2003 si sono affrontate, a livello di quadrante, le problematiche relative ad una maggiore omogeneizzazione dei servizi. Nel complesso, la spesa regionale per i Dipartimento di Salute Mentale ammonta a 175 milioni di euro nel 2002 e quella per l'attività di ricovero delle Case di Cura a 25 milioni di euro nello stesso periodo.
La spesa dei soli Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) non è differenziabile dal fondo destinato al Dipartimento di Salute Mentale poiché viene gestita all'interno dello stesso, con personale che partecipa anche ad altre attività del Dipartimento di Salute Mentale (semiresidenziali e ambulatoriali). I ricoveri in SPDC vengono valorizzati attraverso il sistema DRG con una media da 8 a 10 giorni di ricovero. Gli SPDC avevano 297 posti letto nel 2001 in cui sono stati effettuati 7969 ricoveri con una degenza media di 13 giornate; nel 2002 sei posti letto sono stati trasformati in day hospital e nei 291 posti letto rimanenti sono stati effettuati 8011 ricoveri con una degenza media di 12,9 giornate.
Il contenimento della durata della degenza media in SPDC è dovuto anche al rapporto di collaborazione tra SPDC e Case di Cura, per cui i pazienti quando necessario, effettuano un periodo di ricovero post acuto in queste ultime. È noto infatti che un tempo di degenza di 12 giorni non sufficiente a risolvere la maggior parte delle patologie psichiatriche e pertanto, il ricovero in fase acuta è solo un momento del percorso del paziente nel Dipartimento di Salute Mentale. Quest'ultimo garantisce oltre all'attività di ricovero in fase acuta, anche l'attività ambulatoriale semiresidenziale (Centri Diurni), residenziale territoriale (strutture comunitarie, gruppi appartamento) nonché quella post acuta attraverso le Case di Cura provvisoriamente accreditate. In quest'ottica è riduttivo calcolare il costo dei solo posti letto del SPDC indipendentemente dalla più complessa organizzazione del Dipartimento di Salute Mentale.
In ultimo, l'attività di ricovero nelle Case di Cura non è in competizione con quella effettuata dagli SPDC, ma le stesse si coordinano e si integrano nel percorso che per la gran parte dei pazienti viene programmato nel Centro di Salute Mentale del Dipartimento di Salute Mentale.
Alle Case di Cura sono state comunicate le modalità applicative della DGR n. 46-6882 del 5 agosto 2002 attraverso la nota n. 12051/D028/28.5 del 23.09.2002, con la quale tra l'altro viene specificato che: "Di regola nel trattamento intensivo saranno ricoverati pazienti con DRG riferito all'area della psicosi, dei disturbi dell'umore grave, dei disturbi di personalità e dell'uso delle sostanze d'abuso. Le Case di Cura si impegnano a ridurre e progressivamente non trattare, nella fase intensiva pazienti con DRG a rischio d'inappropriatezza, ai sensi del DPCM 29.11.2001 sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Si impegnano inoltre a mantenere frequenti contatti con le Aziende Sanitarie Locali di riferimento del paziente e a contenere la durata di ricoveri intensivi al di sotto dei 60 giorni".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Chiediamo, innanzi tutto, una copia della risposta.
Mi ha colpito il suo stile di rispondere, Assessore. L'Assessore D'Ambrosio leggeva le risposte in un modo così incolore che era difficile seguirlo, ma aveva, in ogni caso, un taglio politico. Le sue risposte invece, sembrano sempre quelle di un ragioniere. Assessore, adesso entri nel suo ruolo. Ha un ruolo politico perché lei, come membro della Giunta regionale, quand'anche Assessore tecnico, ricopre un ruolo politico.
Glielo dico soprattutto in merito ad una questione fondamentale che c'interessa: vogliamo conoscere l'entità della spesa che avviene all'interno dei servizi di Salute Mentale e comprendere gli spostamenti all'interno. Questo non dovrebbe riguardare solo noi, dovrebbe riguardare innanzi tutto lei, in quanto Assessore.
Coerentemente con il Piano sanitario regionale e con il progetto obiettivo collegato alla Salute Mentale, come Regione Piemonte dobbiamo valorizzare sempre di più l'assistenza territoriale.
Dalla sua risposta questo non emerge. Ci preoccupa, non tanto il fatto che lei non l'ha detto a noi, quanto che a lei questo non interessi molto e che, alla fine, ciò che le interessa è l'aggregato.
Sul punto, siccome si tratta di una scelta politica, le chiediamo una maggiore attenzione. Se riusciamo a spostarlo, dalla Casa di Cura e dal servizio ospedaliero, al territorio, cambia completamente la natura dell'intervento. Cambia completamente.
Bisogna vedere se stiamo seguendo una linea che è soltanto di ristoro per i familiari, o se è una linea che porta alla deospedalizzazione, alla defarmacologizzazione dei pazienti e ad un loro recupero, dal punto di vista sanitario e sociale.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 2567 presentata dal Consigliere Contu inerente a "Il caso Motta: un Commissario di AN in Sanità"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2567, ma per ragioni di opportuna cautela, ai sensi dell'articolo 45, comma 4, del Regolamento interno, trattandosi di operato di persona, la seduta non può essere pubblica.
Predispongo, pertanto, la seduta segreta.



(La seduta segreta inizia alle ore 11.56 e prosegue fino alle 12.19)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta riprende in sessione pubblica. L'Assessore Galante non ha altre interrogazioni, quindi chiudo lo spazio dedicato allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Iscrizione ed esame dell'ordine del giorno n. 903 "Tutela dei soggetti socialmente deboli" presentato dai Consiglieri Cattaneo, Manica, Contu Gallarini, Albano, Marengo, Tomatis, D'Onofrio, D'Ambrosio, Angeleri Placido, Galasso, Bolla, Suino, Riggio, Palma, Muliere, Di Benedetto, Botta M., Papandrea, Chiezzi, Mercurio, Bussola, Dutto, Rossi G., Brigandì Caramella, Pedrale, Toselli, Giordano, Rossi O., Mellano, Caracciolo


PRESIDENTE

Chiedo all'Aula di iscrivere all'o.d.g., l'ordine del giorno n. 903 "Tutela dei soggetti socialmente deboli" L'ordine del giorno n. 903, recita: "Il Consiglio Regionale premesso: che la tutela dei soggetti socialmente deboli costituisce uno dei compiti delle Regioni, e che la Regione Piemonte privilegia come obiettivo primario la protezione delle persone e la tutela del loro benessere e dei loro diritti che la Regione Piemonte, nell'ambito della tutela dei soggetti che, per numerosi aspetti, sono potenzialmente deboli, ha come obiettivo la protezione degli anziani che recenti avvenimenti di cronaca hanno messo in evidenza e massimo rilievo un profilo di potenziale debolezza sociale degli anziani, e cioè la loro marcata esposizione a truffe, raggiri e violenze finalizzati a sottrarre loro denaro e valori che le modalità con cui tali fatti avvengono destano una riprovazione e un allarme sociale di particolare intensità, poiché spesso le persone più vulnerabili sono vittime di reati nella loro stessa abitazione che l'allarme destato da tali avvenimenti è ancora maggiore poiché i fatti di cronaca dimostrano che vittime di questi reati sono potenzialmente tutti gli anziani, senza distinzioni che riguardino le loro condizioni economiche e familiari, il luogo di residenza o il livello di istruzione considerato: che il Consiglio Regionale ritiene che, per quanto riguarda la Regione la tutela degli anziani contro gli eventi descritti debba partire da un'adeguata opera di prevenzione generale, spettando allo Stato, col proprio apparato di P.S. e di amministrazione della giustizia, i compiti di prevenzione speciale e di repressione che il modo più efficace e capillare di predisporre un'azione di prevenzione diffusa consiste nel fornire agli interessati adeguata informazione circa le modalità con cui i fatti descritti avvengono e su come comportarsi per non esporsi a rischi impegna la Giunta regionale a predisporre e attuare, previo esame da parte del Consiglio, un programma di efficaci misure di informazione finalizzate alla prevenzione dei reati nei confronti degli anziani, con particolare riferimento alle frodi e agli atti di violenza o minaccia a scopo di lucro a predisporre e attuare il programma di cui al capoverso precedente con le modalità ritenute più opportune e comunque in contatto e collaborazione con le forze dell'ordine, la magistratura, gli altri enti pubblici competenti le associazioni esponenziali interessate, i mezzi di comunicazione e tutti i soggetti che possano contribuire a rendere ottimale l'azione preventiva".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Questo ordine del giorno l'ho firmato.
Verosimilmente, verrà votato all'unanimità, ma credo che questa sia acqua fresca.
Siamo di fronte a un reato di estrema sgradevolezza, ma temo che il segnale che vogliamo dare cadrà nel vuoto. Quando cominciamo a dire che dobbiamo collaborare con la magistratura e altri enti pubblici competenti non riesco a immaginare nulla di più vago.
Suggerirei, se gli altri sono d'accordo, di dire qualcosa di più specifico. Dal punto di vista amministrativo, qualcosa di specifico potrebbe essere l'apertura di uno sportello di un numero verde al quale qualsiasi anziano possa rivolgersi nel momento in cui deve chiedere informazioni e su chi riceve a casa.
Soprattutto, credo che dobbiamo dare un segnale forte al Governo e al Legislatore nazionale in tema penalistico. Dovremmo impegnare il Presidente della Giunta a fare in modo che il Legislatore, sia in tema di urgenza, sia in tema ordinario, consideri un'aggravante specifica il reato consumato nei confronti di persone ultrasettantenni e neghi ogni tipo di beneficio per questo tipo di reati. Per qualsiasi reato consumato nei confronti di questa gente non si dovrebbe usufruire della sospensione condizionale della pena e si dovrebbe addirittura procedere all'eventuale ordine di arresto.
Se si vuole andare in concreto, bisogna fare così. Il mio voto - ripeto è comunque favorevole. Ho firmato il documento, ma faremo un esercizio di dialettica, renderemo le nostre dichiarazioni ai giornalisti, cercheremo di condannare chi ha fatto questo tipo di reato, senza risolvere assolutamente niente.



PRESIDENTE

Effettivamente è una buona idea.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

L'intervento del collega Brigandì ha a sua volta sollecitato il mio intervento sull'ordine del giorno che, peraltro, mi sono fatto carico di scrivere questa mattina, tant'è che ne sono primo firmatario. Voglio anche ringraziare tutti i colleghi di tutte le forze politiche, compresa la Lega che lo ha condiviso, perché corre l'obbligo di ricordare che trentacinque Consiglieri regionali, cioè quelli che erano presenti questa mattina, hanno tutti condiviso e sottoscritto questo o.d.g.
Questo non vuole dire che quanto sollevato dal collega Brigandì non sia condivisibile o non sia degno di attenzione, ma semplicemente volevo rassicurare il collega Brigandì che questo o.d.g. non è stato da me redatto e proposto da trentacinque Consiglieri regionali, compreso lo stesso Brigandì, semplicemente per fare un comunicato o per dire: "Occupiamoci di un problema che è stato all'attenzione degli organi di informazione proprio negli ultimi giorni, in occasione di suicidi di anziani che, ancora una volta, sono stati raggirati e hanno fatto una scelta estrema in un momento di debolezza".
Voglio ricordare che questo aspetto, sul quale siamo tutti sensibili tant'è che abbiamo tutti sottoscritto e presentato questo ordine del giorno, è un ambito che, di tanto in tanto, torna all'attenzione della società civile e che viene evidenziato dagli organi di informazione, il cui ruolo è molto determinante per avvertire quegli anziani che fortunatamente, non sono stati ancora sottoposti a una tentata truffa.
Questi fatti succedono ogni giorno nel nostro Paese, ogni giorno nella nostra Regione, ogni giorno in ognuno dei 1208 Comuni del nostro Piemonte.
Spesso, anzi, oserei dire, la maggior parte di questi fatti non vengono neppure denunciati all'autorità di PS o, addirittura, non vengono resi pubblici dagli organi di informazione, semplicemente perché gli organi di informazione non sono a conoscenza di tutto quello che avviene sul territorio della nostra Regione. Non ho l'ambizione di cambiare con un o.d.g. il Codice penale o di cambiare l'obbligatorietà o meno dell'arresto piuttosto che la durata della pena o la non applicazione della condizionale. Certamente, questo è un aspetto rilevante ed importante che Brigandì sollevava e metteva all'attenzione del Consiglio regionale, se vogliamo fare un altro ordine del giorno, una proposta di legge di iniziativa consiliare al Parlamento nazionale per cambiare il Codice penale, certamente condividendo quanto ha detto il collega Brigandì, sono disponibile a sottoscriverla a mia volta e a sostenerla.
Questo non vuol dire che quanto è previsto nel dispositivo di questo ordine del giorno sia acqua fresca.
Riteniamo che la Regione debba fare la propria parte e riteniamo che la Giunta regionale possa predisporre un programma efficace di misure di informazione, finalizzate alla prevenzione di queste truffe ai danni degli anziani di ogni età ed ordine sociale.
All'interno di questo programma, la proposta del numero verde è condivisibile; fa parte dei contenuti che la Giunta regionale dovrà proporre al Consiglio, perché non a caso chiediamo che il programma sia illustrato e presentato al Consiglio regionale, quindi abbia, dopo un confronto e una discussione, l'approvazione del Consiglio e - perché no un'implementazione e un miglioramento rispetto alla proposta eventualmente presentata.
Concludo, Presidente, con una riflessione: mi auguro che la Giunta regionale predisponga e quindi attui al più presto questo programma.
Certamente, anche per non lasciare nel vuoto il dispositivo di questo ordine del giorno, come Consigliere regionale e come Gruppo consiliare vigileremo e, con uno spirito costruttivo, solleciteremo la Giunta affinch questo programma sia presentato al più presto, in modo da evitare, con il doveroso contributo della Regione Piemonte, che in futuro gli anziani della nostra regione siano ingiustamente sottoposti a queste truffe.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cattaneo, Sono iscritti a parlare la Consigliera D'Onofrio e il Consigliere Riggio.
Mi permetto di fare una riflessione: condivido pienamente gli spunti forniti dal Consigliere Brigandì. Rilevo, però, che questi dovrebbero essere tradotti in un testo, che può essere un ulteriore ordine del giorno o una proposta di legge al Parlamento, in tema di modifica di norme al codice penale.
Pertanto, se il Consigliere Brigandì ritiene, può tranquillamente predisporre questo testo che mi pare raccolga un largo consenso; io lo iscriverò all'Aula.
L'ordine del giorno in esame è generico, perché vuole semplicemente fare in modo che il Consiglio assuma una posizione politica e dia un indirizzo preciso alla Giunta. E' stato presentato e discusso rapidamente quindi paga sicuramente questo scotto. Forse, però, questo è il modo per dare una risposta rapida già nella seduta di oggi.
La parola alla Consigliera D'Onofrio.



D'ONOFRIO Patrizia

Ritengo che, per rendere più forte e concreto il nostro proposito di difesa degli anziani, spesso vittime di frodi, atti di violenza e minacce di rapine nelle loro case, sia senz'altro più efficace la modifica di cui parlava il Consigliere Brigandì, cioè l'introduzione di un'aggravante specifica e l'esclusione di qualsiasi beneficio.
Anche il numero verde che suggeriva il collega è proprio nel senso di rendere ottimale l'azione preventiva.
Ritengo, pertanto, che il programma di cui si parla nella parte dispositiva dell'ordine del giorno potrà introdurre queste proposte di modifica che ovviamente il Parlamento nazionale dovrà attuare.
Penso che l'impegno a predisporre un programma di misure efficaci e ad attuarlo oggi possa essere votato in questo modo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Grazie, Presidente. Abbiamo sottoscritto questo ordine del giorno che ci riporta a un meccanismo di solidarietà nei confronti delle persone anziane, che sono sempre più spesso vittime di aggressioni, un problema sociale presente soprattutto nelle zone a forte urbanizzazione, dove gli anziani soli sono una grande entità demografica.
Il fatto che in quest'ordine del giorno si preveda un programma specifico, ci fa capire quanto sia un guscio vuoto la proposta di legge che oggi andremo a discutere, rispetto alla questione della sicurezza.
Se questa legge sulla sicurezza avesse avuto la normale ponderatezza e il normale finanziamento, questo potrebbe essere nulla di più che un sottoprogramma della legge sulla sicurezza che abbiamo previsto esattamente come avviene in Regioni come l'Emilia Romagna, che rispetto a noi è circa sette-otto anni più avanti, dove sono già previste situazioni di questo genere.
Anche l'Assessore Vaglio ha ricordato come un Comune dell'interland torinese abbia già avviato un meccanismo di sostegno e tutela a favore degli anziani. Dopodiché, le varie affermazioni fatte dal collega Brigandì o da vari altri interventi, sono null'altro che spezzoni di quell'intervento, che in una certa misura dovrebbe essere - ripeto - nulla di più che un sottoprogramma della legge sulla sicurezza, se questa legge avesse avuto le caratteristiche che doveva avere (di completezza, di armonia, ma soprattutto di finanziamento adeguato).
Non ci stancheremo mai di ricordare che la legge sulla sicurezza di cui oggi parleremo prevede un intervento di 20 centesimi per abitante del Piemonte (circa 400 lire). A queste condizioni, c'è il rischio che questo bellissimo ordine del giorno - come l'ha definito il Presidente del Consiglio regionale - si traduca in nulla di più che un manifesto di propaganda che poteva essere fatto senza impegnare minuti preziosi dei lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riggio.
L'Aula all'unanimità acconsente all'iscrizione.
Do per approvato all'unanimità l'ordine del giorno n. 903.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di legge n. 534 "Livelli di assistenza ed erogazione di sussidi alle persone affette dal morbo di Hansen"


PRESIDENTE

Propongo l'esame del punto 7) all'o.d.g: proposta di legge n. 534 "Livelli di assistenza ed erogazione di sussidi alle persone affette dal morbo di Hansen" Si tratta di una proposta di legge largamente condivisa.
E' relatore il Consigliere Pedrale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Mentre aspettiamo il collega, voglio dire che ho apprezzato questa proposta di legge e che non avrei avuto nessuna difficoltà ad essere io per primo il relatore.
Debbo evidenziare che, al pari di questa proposta di legge, vi è una proposta di legge n 202 "Incentivi a sostegno della medicina di gruppo" della quale io e il collega Godio siamo correlatori, che è stata anch'essa approvata all'unanimità in Commissione, e non capisco perché venga rimandata sempre. Quindi, se il Presidente è d'accordo, dopo questa proposta di legge, proporrei di discutere e approvare la proposta di legge per la medicina di gruppo.



PRESIDENTE

Personalmente sarei anche d'accordo, però temo che non ci siano le condizioni, nel senso che questa proposta di legge richiede un dibattito che non può esaurirsi nel giro di un quarto d'ora poiché tratta di un provvedimento collegato al bilancio, sul quale molti Consiglieri vogliono intervenire e anche presentare degli emendamenti.
Un minuto di sospensione in aula.



(La seduta, sospesa alle ore 12.38 riprende alle ore 12.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al relatore, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca, relatore

La particolare gravità patologica che incide nei confronti delle persone affette da morbo di Hansen, nome scientifico utilizzato per definire la malattia della lebbra, ha da molto tempo sensibilizzato il legislatore nazionale che, con ripetuti interventi normativi, ha garantito a tali pazienti l'erogazione di particolari prestazioni sia di carattere strettamente sanitario, sia di carattere socio-economico.
La legge 31 marzo 1980, n. 126 (Indirizzo alle Regioni in materia di provvidenze a favore degli hanseniani e loro familiari) ha previsto che alle persone affette da tale patologia venisse erogato un sussidio giornaliero, quantificato in maniera differenziata in base alla permanenza del paziente presso il proprio domicilio ovvero al ricovero in struttura sanitaria, i cui oneri finanziari ricadevano sui Comuni di residenza dei singoli pazienti.
La medesima legge istitutiva, quindi, uno specifico fondo di finanziamento, ripartito tra tutte le Regioni, le quali provvedevano al successivo riparto a favore dei Comuni di residenza dei beneficiari.
L'importo del sussidio economico previsto dalla legge 126/80 è stato progressivamente aggiornato con successivi provvedimenti normativi sino ad essere quantificato, con decreto del Ministero della sanità 14 marzo 2001 nella misura di lire 45.000 giornaliere per i cittadini assistiti in luogo di cura e nella misura di lire 55.000 giornaliere per i pazienti assistiti a domicilio.
In presenza di eventuali altri redditi, i cittadini affetti da morbo di Hansen hanno diritto al sussidio nella misura concorrente alla formazione di un reddito annuo pari ad euro 10.717, limite reddituale così quantificato, da ultimo, in base alla legge finanziaria nazionale per l'anno 2003.
Sotto il versante delle prestazioni sanitarie è importante ricordare che in base al decreto del Ministro della sanità n. 279, emanato in data 18 maggio 2001, il morbo di Hansen è stato inserito nell'elenco delle malattie rare a fronte delle quali è riconosciuto il diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni di assistenza sanitaria e che la definizione dei livelli essenziali di assistenza, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre, prevede che a favore dei soggetti affetti da tale patologia venga garantita la fornitura gratuita di accertamenti diagnostici e farmaci specifici nonch il rimborso delle spese di viaggio per l'esecuzione dei trattamenti terapeutici.
In Italia sono oggi operanti quattro Centri nazionali di riferimento istituiti ai sensi dell'articolo 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 maggio 2001 (Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province autonome in materia di morbo di Hansen), dislocati rispettivamente presso i presidi ospedalieri di Genova, Messina, Cagliari e Gioia del Colle.
I dati raccolti dai Centri di riferimento permettono di riscontrare a livello nazionale la presenza di circa quattrocento pazienti affetti da tale patologia, con la segnalazione di circa tre o quattro nuovi casi all'anno; a livello regionale sono oggi riscontrabili cinque casi di pazienti hanseniani, seguiti dal Centro di riferimento di Genova competente per territorio.
Il presente provvedimento, di cui si chiede all'aula consiliare sollecita approvazione anche in ossequio all'unanimità dei consensi registrata in sede di votazione presso la Commissione cui la proposta è stata assegnata per l'esame in sede referente, costituisce integrazione ed intensificazione dei livelli di assistenza socio-sanitaria garantita dalla normativa nazionale esaminata in precedenza, come esplicitamente proclamato dall'articolo 1, che definisce le finalità della proposta di legge.
L'articolo 2 conferma la consistenza dei livelli regionali di assistenza erogata, identificabili nella fornitura gratuita di tutti i farmaci necessari alla cura della patologia in questione, nell'espletamento gratuito di tutti gli esami diagnostici e gli accertamenti di laboratorio connessi alla malattia e nel rimborso delle spese di viaggio sostenute per raggiungere, dal luogo di residenza, il centro di riferimento competente per territorio.
Tale disposizione riveste importanza strategica, in quanto garantisce ai pazienti hanseniani gli indicati ambiti sostanziali di prestazioni socio sanitarie anche nei casi in cui una modifica della normativa nazionale relativa ai livelli essenziali di assistenza dovesse registrare una diminuzione delle erogazioni statali oggi definite.
E' opportuno ricordare, infatti, che l'articolo 13 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 consente alle regioni l'erogazione di livelli di assistenza sanitaria superiori a quelli previsti a livello nazionale purché vengano identificate da parte di ciascuna regione le proprie risorse specifiche necessarie a far fronte a tali maggiori oneri.
L'articolo 3 assicura ai pazienti hanseniani, in cumulo al contributo corrisposto dallo Stato e quantificato nella misura indicata in presenza l'erogazione di un sussidio che assicuri loro il raggiungimento di un reddito complessivo annuo pari ad euro 15.500. L'articolo 4, infine, in ossequio alle prescrizioni di cui al vigente ordinamento contabile regionale, individua in seno al bilancio preventivo l'unità previsionale di base cui imputare gli oneri finanziari derivanti dall'attuazione delle prescrizioni legislative. Con l'occasione ringrazio tutti i della Commissione di tutti i Gruppi politici per aver votato all'unanimità, nei mesi scorsi, il progetto di legge che era stato presentato dal sottoscritto e dal Consigliere Cattaneo, ma che nel corso del tempo è diventato patrimonio unanime e complessivo di tutta la Commissione sanità, che ho l'onore di presiedere.
Quindi, con estremo piacere, attendo l'approvazione del provvedimento.



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTIVOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario. Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 26 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.48)



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