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Dettaglio seduta n.438 del 10/03/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 11.20)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Ferrero, Ghigo, Marengo Pozzo, Racchelli.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che, con decreto n. 16 dell'8 marzo 2004, il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha attribuito, temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta, per la giornata del 10 marzo 2004 all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame testo unificato disegno di legge n. 306, proposte di leggi n. 250, n. 308, n. 65 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza" e proposta di legge n. 326 "Interventi per contribuire a garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini" (Ordine del giorno di non passaggio ai voti ex art. 79 Regolamento)


PRESIDENTE

L'esame del punto 4) all'o.d.g.: "Proseguimento esame testo unificato disegno di legge n. 306, proposte di leggi n. 250, n. 308, n. 65 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza" e proposta di legge n. 326 "Interventi per contribuire a garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini", prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 38 presentato dai Consiglieri Papandrea, Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1 le parole: "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dagli sconvolgimenti climatici causati dal crescente inquinamento".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

L'emendamento mette in rilievo alcuni elementi che stanno realmente sconvolgendo, non solo la vita della nostra Regione, ma gran parte del pianeta.
Come sapete, ogni anno, degli ultimi sette anni, è stato più caldo di quelli precedenti e gli ultimi cinque, increscendo, sono stati i più caldi del secolo. L'anno scorso questo fatto ha provocato migliaia di vittime in Europa (sono state appurate, all'incirca, ventisettemila moltissime in Italia e oltre 500 nella nostra regione (non abbiamo ancora un dato complessivo).
Siamo di fronte ad una vera emergenza. Forse, più che installare telecamere per la sicurezza, bisognerebbe pensare, per il prossimo anno come fornire di condizionatori d'aria le residenze per gli anziani e gli ospedali, e come agevolare le famiglie, soprattutto di persone anziane (essendo i soggetti più a rischio) di impianti, in casa, che gli permettano di non correre il rischio per la propria vita. Si possono pensare molte politiche (ne abbiamo discusso in occasione del dibattito sul piano energetico anche rispetto alla costruzione di case che aiutino ad affrontare questo tipo di tematica.
Oltretutto, se nei mesi invernali mancano precipitazioni di pioggia, si creano effetti legati all'emissione di fumo che provocano blocchi delle auto. E' un problema strutturale che deve essere affrontato con politiche adeguate, che permettano di salvaguardare la mobilità anche in situazioni di questo genere.
Nell'ultimo decennio, la nostra regione è stata colpita da svariate alluvioni locali che si sono intensificati e concentrati in tempi più brevi, essendo ormai ampiamente assodato il fatto che non si tratta più di eventi eccezionali che si verificano in un arco di tempo distante l'uno dall'altro. Questi sconvolgimenti climatici, dovuti ad attività dell'uomo e alla non applicazione di misure come quelle del Protocollo di Kyoto determinano, da una parte, una riduzione di precipitazioni e, dall'altro un'eccezionalità delle stesse, cioè una concentrazione molto forte, con i risultati che abbiamo visto: alluvioni che hanno provocato morti e sconvolgimenti.
Trattandosi di questioni inerenti la sicurezza, occorrerebbe agire con politiche di sicurezza del territorio e delle persone che permettano, a fronte di queste situazioni, di affrontarle con una maggiore capacità di riduzione dell'impatto degli eventi. Persino una nevicata non abbondante delle scorse settimane ha provocato, in Piemonte, una situazione mai vissuta: molta gente si è trovata senza corrente elettrica per parecchi giorni. Si è avuta interruzione di corrente elettrica.
In questo caso, c'entrano aspetti discussi ieri, perché sono convinto che quanto è successo alla rete elettrica è dovuto ai processi di esternalizzazione e di privatizzazione in corso, che fanno sì che ci sia molta meno attenzione alla manutenzione e alla stabilità delle linee.
D'altra parte, l'esternalizzazione ha tagliato spese di manutenzione affidandole a ditte che non si dimostrano all'altezza di quello che dovrebbero fare, proprio nei momenti di emergenza.
Sono problemi derivanti da un insieme di fattori, sia eventi climatici non previsti sia da nostre politiche sul lavoro, che determinano l'esigenza di un'inversione di tendenza.
Quando, in questo articolo, si parla di coordinare le politiche sulla sicurezza, occorre avere un'ottica generale che aiuti e che non sia da ostacolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Nella discussione di ieri sul provvedimento è emerso, tra le varie affermazioni, che il termine sicurezza può essere declinato ed interpretato in vari modi e che il concetto di sicurezza è molto ampio.
Questo disegno di legge ne prevede una definizione molto ristretta e molto particolare, peraltro diffusa come opinione comune.
L'emendamento sottolinea un altro aspetto legato al come, in materia di sicurezza, vengono percepite le sensazioni di sicurezza e di insicurezza.
Credo che la maggioranza delle persone non colleghi un senso di insicurezza, in generale, al clima, ma molto facilmente invece collega una sensazione di insicurezza agli sconvolgimenti climatici, nel senso che come succede anche in questi giorni, vi sono precipitazioni fuori dalla norma, che però diventano sempre più frequenti e abituali a causa del mutamento indotto nel clima dall'immissione dei gas clima-alteranti.
Ecco che gli sconvolgimenti inducono un senso di insicurezza in chi si trova ad affrontare viaggi in condizioni difficili o anche quando avvengono delle alluvioni, piene o smottamenti di terreno.
Questo emendamento ci richiama direttamente al principio di prevenzione.
Ieri dicevamo che questo disegno di legge, anche nel caso specifico dedica più tempo, più concetti e più impegno alla repressione che non alla prevenzione.
Sono di questi giorni le notizie che ci dicono che l'Italia, e il Piemonte, ha aumentato le emissioni di anidride carbonica, cioè di un gas clima-alterante, di più del 6,5%. Ed è l'unica nazione europea, (gli altri le hanno diminuite del 2% ad averle aumentate.
Quindi i fatti confermano che l'Italia corre allegramente assieme a quelle nazioni che contribuiscono a peggiorare la situazione delle emissioni dei gas ad effetto serra che, nel loro insieme, determinano il peggioramento del clima. E non riusciamo assolutamente a varare delle politiche atte a ridurre le emissioni di questi gas, come il Protocollo di Kyoto richiederebbe - e sappiamo che tale Protocollo ha un iter di approvazione lungo e difficile - e come sarebbe necessario, visto che ormai anche gli Stati Uniti di Bush si sono resi conto della gravità del problema del clima, tanto che è uscito poco tempo fa un documento che denuncia proprio questi problemi.
Quindi, dico questo per sottolineare come questo testo di legge presentato sia estremamente riduttivo rispetto a un concetto di sicurezza che noi riteniamo molto più ampio di quanto viene espresso nel documento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 38, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 37 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1 le parole: "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dall'elevato abbandono scolastico".
La parola il Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Continuiamo nell'illustrazione di tutte le fattispecie in cui ci si potrebbe impegnare per aumentare la sicurezza dei cittadini. Questa, in particolare, riguarda il tema della scuola.
Come sempre, i miei emendamenti sollevano un tema di carattere generale e poi sono congeniati in modo preciso. In questo caso mi riferisco all'insicurezza causata dall'elevato abbandono scolastico.
Sappiamo che questa è una delle piaghe che ha l'Italia e anche il Piemonte. Sappiamo che l'abbandono scolastico è molto elevato in tutti i gradi di istruzione, che andrebbe contrastato e che colpisce particolarmente non nella fascia dell'obbligo, ma colpisce negli altri livelli di istruzione.
Sappiamo che il livello di istruzione di scuola media superiore prevede alti abbandono, non è più scuola obbligatoria. Però l'abbandono scolastico colpisce giovani che non avranno un titolo di studio e che, non avendo titolo di studio, avranno più precarietà per il posto di lavoro e più bassi redditi.
Per non parlare poi dell'abbandono scolastico a livello universitario perché noi abbiamo pochi laureati. L'università italiana sforna pochi laureati rispetto al resto dell'Europa. Questo indebolisce l'Italia indebolisce i soggetti e crea, anche per questo verso, insicurezza.
Quindi, la legge potrebbe occuparsi anche dell'insicurezza causata dall'elevato abbandono scolastico.
Questo è il senso dell'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 37, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 41 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Papandrea: all'articolo 1, comma 1 le parole: "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dalla cattiva manutenzione del sedime stradale in molte strade del Piemonte".
Emendamento rubricato n. 44 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1 le parole: "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dal mancato rispetto delle norme del Codice della strada".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione degli emendamenti rubricati n. 41 e n. 44.



PAPANDREA Rocco

Siamo in un Consiglio in cui c'è un'amplissima maggioranza entusiasta delle grandi infrastrutture che si stanno facendo e degli avvenimenti che stanno accadendo.
Una delle conseguenze di questa situazione che sta sconvolgendo da un po' di anni il Piemonte è che le strade del Piemonte sono diventate peggio della groviera, perché adesso tutti fanno buchi per la metropolitana o per realizzare altre opere: vengono posate tubazioni di vario tipo, ad esempio per cablare la città, e chi più ne ha, più ne metta.
La conseguenza è che manca completamente un minimo di strategia in tutto ciò: ogni ditta che subentra ai lavori fa dei "tacconi", per cui la prima volta che piove, nevica o gela, si creano questi grandi buchi, dai quali possono ricavarne un danno i cittadini. Anche il sottoscritto ha subìto dei danni in un paio di occasioni: in una serata non particolarmente illuminata, la mia macchina è finita in un buco, danneggiando una gomma anche mia moglie, per colpa di un buco su un marciapiede, è caduta lesionandosi una spalla. Purtroppo credo che siano episodi diffusi.
Sarebbe auspicabile, allora, attivare dei controlli che segnalino questi eventi, ma soprattutto pensare a politiche che li evitino.
Questo modo approssimativo di fare i lavori non riguarda solamente la città di Torino, ma anche la Val Chisone o la Val Susa - zone interessate dal completamento dei lavori olimpici - o ancora l'autostrada Torino Milano, per via dei lavori sull'Alta Velocità: insomma è una situazione diffusa ovunque.
Tutto ciò credo che abbia a che fare con quanto detto prima, cioè con la precarizzazione del lavoro, l'utilizzo di subappalti a cascata, o ancora l'utilizzo di ditte incompetenti.
Vi porto un ulteriore esempio: non molto tempo fa, dopo un lunghissimo periodo di lavoro, via Milano è diventata nuovamente agibile. Adesso parlano di bloccare di nuovo la zona, perché i lavori che avevano fatto posando le lastre di pietra sono stati fatti male, con la conseguenza che le lastre di pietra si stanno sollevando tutte, comportando un grave rischio di incidenti anche per gli stessi mezzi pubblici.
Credo che adesso abbiano deciso di sostituirle col cemento, ma non so se risolveranno la situazione. I problemi si potrebbero risolvere facendo meglio i lavori e non proseguendo con questa politica di finta riduzione dei costi di appalto: perché quando si devono rifare i lavori, alla fine si finisce per pagare di più. Se invece si utilizzano ditte competenti e lavori non precari, si risparmia, perché le opere fatte pochi anni prima non devono essere rifatte.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati n. 41 e n. 44, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 18 presentato dal Consigliere Chiezzi: all'articolo 1, comma 1), le parole "...all'ordinata e civile convivenza della Comunità regionale" sono soppresse.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

La battaglia per estendere gli interventi di questa legge ad altre fattispecie è stata persa: pazienza.
Però, in questo articolo primo, ci stavano questi nostri emendamenti magari discutibili da vari punti di vista, però certamente di merito: si parla di insicurezza sul lavoro, sulla scuola, sul reddito, e su altro ancora. Li avete respinti: pazienza.
Noi li abbiamo presentati perché nell'articolo primo ci stavano. E perché ci stavano? Perché si dice: "...attua e promuove politiche locali integrate per la sicurezza"; poi aggiungeva "...e per lo sviluppo dell'ordinata e civile convivenza della comunità regionale". Ma allora l'ordinata e civile convivenza in cosa consiste? Noi sostenevamo che consisteva nell'avere dei redditi adeguati, assenza di abbandono scolastico, sedimi stradali ordinati e tante altre cose.
Se la maggioranza ha respinto queste interpretazioni, allora eliminiamo anche perché non aggiunge nulla - le parole "ordinata e civile convivenza", perché allora potevamo dire che l'insicurezza deriva dall'abbandonare bucce di banane dai marciapiedi, perché la gente si inciampa e cade. Qual è lo sviluppo dell'ordinata e civile convivenza? Questo è un emendamento di merito sulla legge: volete parlare solo di sicurezza? Parlate solo di sicurezza. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Credo che la motivazione sia assolutamente comprensibile, pertanto accolgo l'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 18, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Vengono ritirati dai proponenti i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 22 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1 la parola: "civile" è sostituita con la parola "solidale" Emendamento rubricato n. 20 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1, la parola: "diffusa" è sostituita con la parola "condivisa" Emendamento rubricato n. 23 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1, le parole: "...di collaborazione istituzionale..." sono soppresse.
Passiamo ora alla discussione dell'emendamento rubricato n. 24.
Emendamento rubricato n. 24 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1, le parole: "... le realtà associative ..." sono sostituite dalle parole "... le associazioni e le cooperative sociali ...".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento lo illustrerei anche per dare tempo, a me stesso ed ai colleghi, di meditare. Certo, "Le realtà associative" ci sembrava un'espressione molto vaga, mentre "Le associazioni" è più chiara, come pure "Le cooperative sociali". Non ne faccio una grande questione, però, "Le associazioni" è comprensivo di tutto. "Le cooperative sociali" sono un tema di associazione molto legato alla sicurezza.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 24, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Viene ritirato dal proponente l'emendamento rubricato n. 21.
Emendamento rubricato n. 21 presentato dal Consigliere Chiezzi: all'articolo 1 il comma 2 è abrogato.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: il comma 2 dell'articolo 1 è sostituito dal seguente: "2. Ai fini della promozione del sistema integrato di sicurezza di cui al comma 1, compete alla Regione, d'intesa con la Conferenza Regione-Autonomie locali, l'esercizio delle funzioni di indirizzo e di raccomandazione tecnica. La Regione favorisce il raggiungimento di tale obiettivo attraverso la concessione di contributi volti a consentire la realizzazione di iniziative e progetti conformi alle finalità della presente legge." La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Ritengo che buona parte delle raccomandazioni contenute in questo emendamento siano poi esplicitate nel corso della legge. Ritenevamo che all'interno delle finalità dovessero esserci solo ed esclusivamente dei criteri molto generali e omnicomprensivi, senza scendere eccessivamente nel merito.
Se i colleghi proponenti lo ritengono, possiamo ricomprendere nel testo della legge le indicazioni per le intese con la Conferenza Regione Autonomie locali, che ci consentono di raggiungere l'obiettivo che l'emendamento si pone.
Tendenzialmente, sarei per non appesantire il testo, riprendendo il concetto nel corso della legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Poniamo in questo emendamento, al comma 2 dell'articolo 1, la questione che possiamo anche inserire nell'articolato successivamente, ma che non è di lana caprina, per cui insisto perché l'emendamento sia messo ai voti.
Il nostro emendamento va letto insieme al corpo degli emendamenti che prestiamo al provvedimento. Non sono emendamenti di poco conto e si sforzano di migliorare il testo sulla base degli assunti che ieri ho sostenuto nei miei interventi di illustrazione degli emendamenti che abbiamo discusso in precedenza e durante il dibattito generale.
Il riferimento alla Conferenza Regione-Autonomie locali non è un aspetto secondario. Noi riaffermiamo il principio che la Regione abbia funzioni di indirizzo e che queste funzioni di indirizzo vadano esercitate di intesa con la Conferenza Regione-Autonomie. Questo riferimento pu apparire ridondante, ma non è così.
Tutto l'impianto della legge che noi proponiamo si fonda su questo e sul fatto che la Regione ha compiti di coordinamento. Centrale, invece nella costruzione di un sistema integrato della sicurezza, è il ruolo che noi pensiamo debba essere riconosciuto ai sindaci e alle città e che quindi l'azione di indirizzo sulle politiche e sulle priorità che devono essere realizzate vada concertata nella sede nella quale oggi avviene questa concertazione: la Conferenza Regioni-Autonomie.
Per questo non escludo che si possa convenire, nel prosieguo della discussione, sul fatto che questo ruolo venga recuperato, valorizzato e inserito in una fase successiva della nostra discussione, quindi in un articolo che discuteremo più avanti.
Siccome noi abbiamo tentato di immaginare, non dico una legge alternativa - è una parola troppo grossa, non ho questa presunzione - ma un articolato in qualche modo migliorativo nel suo complesso, del provvedimento che stiamo esaminando. Poiché tutto questo ha una ratio anche dal punto di vista della tecnica legislativa, pensiamo che questa sia la sede giusta in cui richiamare questo aspetto della questione.
Per questo, insistiamo perché l'emendamento venga votato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 25 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1 il comma 2 è soppresso e sostituito dal seguente nuovo comma 2: "2. Ai fini di cui al comma 1 la Regione sostiene, attraverso la concessione di contributi, progetti volti a realizzare un sistema integrato di sicurezza del territorio improntato ai principi di solidarietà e convivenza pacifica tra i cittadini." La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

All'interno della logica di questa legge, che non condividiamo l'emendamento suggerisce di improntare, il sistema integrato di sicurezza urbana e territoriale, ai principi di solidarietà e di convivenza pacifica tra i cittadini. Sappiamo che i sistemi integrati di sicurezza possono essere di diverse qualità (Singapore, ad esempio, ha senz'altro un sistema integrato secondo altri principi) ma qualificarlo come un sistema che fa riferimento a principi di solidarietà e di convivenza pacifica tra i cittadini, può segnalare, sin dal primo articolo, un tono e un modo di essere di questo sistema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio per il parere.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

La Giunta regionale, sentito il relatore, sarebbe disponibile ad accettare l'emendamento se vengono soppresse le parole "e convivenza pacifica."



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 25 come modificato.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 26, presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 2, la parola: "favorisce" è sostituita con la parola "... sostiene ...".
Emendamento rubricato n. 27, presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 2, la parola: "anche" è soppressa.
Emendamento rubricato n. 28, presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 2, le parole: "iniziative e..." sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 29, presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 2, le parole: "... urbana e territoriale .." sono sostituite dalle parole "... del territorio ...".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo solo per cercare di contrastare l'eliminazione tout court di emendamenti.
Ritiro l'emendamento rubricato n. 26; mentre non accetto che il verbo "favorisce" sia equivalente al verbo "sostiene". Mantengo la distinzione rinuncio a sostenerla in quest'aula, ma vorrei, nel caso, che non venisse qualificato come irrilevanza normativa. È ritirato, ma sono due cose diverse alle quali rinunciamo.



PRESIDENTE

Vengono ritirati dal proponente gli emendamenti rubricati n. 26, n. 27, n.
28 e n. 29.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 31 presentato dal Consigliere Chiezzi: L'art. 2 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 31, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: l'articolo 2 è interamente sostituito dal seguente: Art. 2 - Priorità e indirizzi per il sistema integrato di sicurezza 1. Ai fini dell'attuazione dell'art. 1, comma 1, si intendono come politiche per la attuazione e la promozione di un sistema integrato di sicurezza le azioni volte al conseguimento di una ordinata e civile convivenza nelle città e nel territorio regionale, anche con riferimento alla riduzione dei fenomeni di illegalità e inciviltà diffusa.
2. Gli interventi regionali privilegiano: le azioni integrate, di natura preventiva le pratiche di mediazione dei conflitti e riduzione del danno l'educazione alla convivenza, nel rispetto del principio di legalità.
3. Gli interventi regionali di cui alla presente legge si coordinano, in particolare, con gli altri interventi che la Regione Piemonte svolge in materia: di prevenzione, contrasto e riduzione delle cause del disagio e dell'emarginazione sociale, nonché al contrasto della recidiva nei comportamenti criminosi di riqualificazione urbana di promozione delle forme associative fra i Comuni con particolare riferimento alla Disciplina delle forme associative e alle altre disposizioni in materia di enti locali 4. Il Consiglio regionale determina annualmente gli indirizzi relativi agli interventi regionali per lo sviluppo del sistema integrato di sicurezza.
Nella medesima occasione il Presidente della Giunta relaziona sullo stato della sicurezza nel territorio della Regione,nonché sulla validità e sull'efficacia delle iniziative e/o dei progetti attuati in attuazione della presente legge".
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Entriamo nel merito di una serie di articoli che obbediscono a quegli indirizzi di cui parlavo in discussione generale. Cerchiamo di individuare e di fissare, con l'emendamento all'articolo 2 (che diventa, in realtà, un emendamento interamente sostitutivo) le priorità e gli indirizzi che devono caratterizzare un sistema integrato della sicurezza. Nella legge dobbiamo indicare gli interventi che la Regione privilegia nel definire un sistema integrato della sicurezza che, secondo noi, devono essere azioni di natura preventiva, pratiche di mediazione dei conflitti e di riduzione del danno e una politica di educazione e di convivenza, ovviamente nel rispetto dei principi dei legalità. Tutto ciò avviene svolgendo una serie di attività nel campo della prevenzione, nella campo della riqualificazione urbana nella promozione di forme associative tra i Comuni e tra i Comuni e le associazioni di volontariato.
Poniamo una questione, però, sul fatto che ogni anno il Consiglio regionale determini, lui medesimo, indirizzi per lo sviluppo di un sistema integrato della sicurezza. In questo articolato specifichiamo che il Presidente della Giunta, ogni anno, relazione al Consiglio sullo stato della sicurezza nella nostra Regione, nonché compie un bilancio circa l'efficacia degli interventi che sono stati compiuti nell'anno precedente in forza dell'attuazione della legge che dovrebbe definire gli indirizzi e le politiche con le quali costruire un sistema integrato delle sicurezza.
Mi sia consentita una battuta: qui non discuteremo un bel nulla, perch se la legge rimane così com'é e gli stanziamenti pure, faremo un bilancio che fotografa il fatto che la legge sarà, in larga misura, inapplicata.
Perché questa norma, che prevede che sia il Consiglio regionale a definire gli indirizzi e che sia il Presidente della Giunta a presentare al Consiglio la fotografia della situazione e soprattutto a compiere un bilancio degli interventi e dell'efficacia di questi interventi presuppone un impegno affinché la legge venga attuata e realizzata.
Con questo stanziamento, ho ricordato ieri che questo bilancio non potremo farlo, perché con queste risorse non potremo, ahimè, decidere un bel nulla e non potremmo finanziarie nessun progetto.
Vorrei che i colleghi riflettessero su un punto: due miliardi di vecchie lire, che devono servire per pagare l'osservatorio (strumento che consideriamo datato e superato che avrà, pur sempre, una struttura e dovrà fare una serie di rilievi. Anticipo che sarebbe importante che l'Assessore competente ci mostrasse i conti sui costi di questa struttura - li abbiamo già chiesti in Commissione, ahimè senza molti risultati - perché sarà interessante capire, al netto dei costi di questa struttura, quante risorse effettive rimarranno a disposizione per realizzare quei progetti volti a costruire un sistema integrato della sicurezza. È chiaro che in questo modo scriviamo un articolo che ci sembra più cogente e più preciso rispetto alle priorità e a quelli che devono essere gli indirizzi del cosiddetto sistema integrato di sicurezza.
Un'ultima considerazione, Presidente: durante la discussione generale ho detto che ci saremmo riproposti l'obiettivo di prefigurare, nella misura possibile, un testo in qualche modo alternativo a quello che presenta la Giunta. Ci siamo anche sforzati di indicare degli emendamenti che, in parte, sono alternativi, in parte, però, modificano il testo vigente e consentono, se approvati, di modificarlo e di migliorarlo.
Questo articolo 2 va nella direzione di riscrivere completamente l'articolo 2 della proposta al nostro esame e di precisare, con più accortezza, tutta una serie di problemi di indirizzo che pensiamo debbano presiedere l'approvazione di questo provvedimento ed essere posti a capo dell'articolo 2 della legge.
Qui insisto essenzialmente su un punto, che è importante: il fatto cioè, che sia il Consiglio regionale a definire gli indirizzi di una politica della sicurezza, a cui noi attribuiamo quel significato di cui parlavo ieri (qui non si fa ordine pubblico intesa come ordinato sviluppo della società e delle nostre città.
In questo articolo noi stabiliamo la norma e l'obbligo per il Presidente della Giunta di fare ogni anno al Consiglio, che definisce gli indirizzi della politica sulla sicurezza, una relazione non soltanto sulle condizioni della sicurezza esistenti nella nostra Regione, ma finanche sull'efficacia e sui risultati ottenuti dall'applicazione della presente legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Personalmente, come maggioranza, apprezziamo lo sforzo del collega Ronzani di proporre una formulazione, ma non la riteniamo alternativa a quella del nostro testo di legge.
La formulazione del collega Ronzani, che poi è propria anche di altre Regioni che hanno già legiferato in questa materia, a nostro avviso è ripresa quasi totalmente, anzi direi totalmente, nel testo e negli articoli (nell'articolo 2, ma anche nell'articolo 3 e seguenti a volte anche con esattezza di termini.
Ritengo che la formulazione proposta dal provvedimento che stiamo discutendo abbia anche la virtù - non me ne vorranno i proponenti - di una maggiore chiarezza e pulizia legislativa.
La nostra opinione di dissenso rispetto alla proposta del collega Ronzani e del suo Gruppo non è sul merito, perché, come ripeto, se andiamo a vedere i passaggi, proponiamo le stesse cose. È una questione di mera tecnica legislativa, pertanto non c'é motivazione, a nostro avviso, a sostegno di un'adesione alla proposta del collega Ronzani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Per ragionare, niente di più (posto che la legge non funziona n funzionerà cerchiamo di dare un contributo.
Se il compagno Ronzani lo permette e se ha interesse ad ascoltare farei un'osservazione su un punto dell'articolo 2 proposto dagli altri compagni di centrosinistra, sul quale continuo ad avere delle perplessità e delle preoccupazioni.
Parlo adesso perché è un punto contenuto anche nel disegno di legge della maggioranza. E' un punto, come dicevo, sul quale ho fortissime perplessità e proverò ad esporle, cercando di spiegarmi.
Il punto è quello che il compagno Ronzani inserisce al comma 3, lettera b dove, tra gli interventi regionali, cita quelli relativi alla riqualificazione urbana. Ho molte perplessità su questo aspetto.
Adesso questo emendamento verrà respinto, però il concetto di inserire nella legge sulla sicurezza, il tema della riqualificazione urbana lo ritroviamo nell'altra legge in modo ancora più diffuso e, per me, in modo ancora più preoccupante.
Ho perplessità di due nature ad inserire questo tema in una legge sulla sicurezza. La prima: perché parlare di questa insufficiente qualità dell'armatura urbana come elemento di insicurezza quando si è rifiutato di parlare delle insufficienze del reddito? Allora, se la sicurezza rimane un tema di prevenzione, recupero e repressione dei fenomeni criminosi, eccetera, va bene. Ma se cominciamo a fare dei distinguo e a mettere una lente in particolare su alcuni elementi, visto che si è rifiutato di richiamare tanti elementi di disagio sociale, ritengo che questa lente sulla riqualificazione urbana, che nel testo di maggioranza diventa addirittura la lista di proscrizione dei luoghi territoriali sui quali si punta l'indice, come se si dicesse che in questo pezzo di territorio o in questo pezzo di città giace e alligna la criminalità, lo ritengo molto pericoloso.
I luoghi in sé sono neutri. I luoghi possono essere degradati dal punto di vista urbanistico (male si fa l'intervento urbanistico) possono essere degradati dal punto di vista sociale perché mancano i servizi (male, si attivano i servizi sociali) ma è pericoloso assegnare a certi quartieri l'etichetta di "luoghi malfamati".
I luoghi possono essere malfrequentati, la criminalità può essere presente più in alcuni luoghi che in altri, ma è un errore inserire in legge una sorta di monitoraggio e di schedatura dei territori. Lasciamo stare per conto loro i territori. Se volete dire che il degrado va combattuto, per carità, lo dite già. Il degrado va combattuto da tutti i punti di vista.
Dico questo, Consigliere Ronzani, per annunciare che, quando arriveremo ad esaminare il testo di legge di maggioranza, su questo articolo chieder un'attenzione, perché vorrei evitare di appiccicare etichette, che diventano poi etichette definitive e che non si tolgono facilmente, a quartieri e a parti di territorio, che non possono nulla, in quanto territori, del fatto che temporaneamente ci siano certe situazioni.
Vorrei evitare di consolidare immagini negative legate a strutture urbane all'interno di una legge sulla sicurezza. Non so se mi sono spiegato, ma proverò a farlo meglio quando discuteremo dell'altro testo di legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 2, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Vengono ritirati i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 32 presentato dal Consigliere Chiezzi: all'articolo 2, comma 1, la lettera a è soppressa.
Emendamento rubricato n. 33, presentato dal Consigliere Chiezzi: all'articolo 2, comma 1 la lettera b) è soppressa.
Emendamento rubricato n. 34 presentato dal Consigliere Chiezzi: all'articolo 2, comma 1 la lettera c) è soppressa.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 45 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: L'art. 3 è soppresso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 45, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: l'art.3 è sostituito dal seguente articolo: Art. 3 - Promozione del coordinamento in materia di sicurezza pubblica La Regione nell'ambito degli interventi di cui all'art.1: promuove accordi con lo Stato in materia di sicurezza delle città e del territorio regionale sostiene accordi tra le autorità provinciali di pubblica sicurezza e i Comuni, stipulati nel rispetto dei caratteri e dei contenuti minimi definiti dalla Giunta regionale previo parere della Conferenza Regione Autonomie locali; le Province possono partecipare agli accordi d'intesa con i Comuni interessati favorisce la partecipazione dei soggetti associativi, rappresentativi di interessi collettivi, al processo di individuazione delle priorità d'azione nell'abito degli accordi di cui al presente articolo.
Gli accordi di cui al comma 1 privilegiano: la realizzazione di sistemi informativi integrati sui fenomeni di criminalità, vittimizzazione, inciviltà e disordine urbano diffusi la gestione integrata del controllo del territorio e degli interventi di emergenza nel campo sociale, sanitario, della mobilità e della sicurezza la gestione integrata dei servizi per le vittime di reato e delle segnalazioni provenienti dai cittadini lo sviluppo di moduli organizzativi dell'attività di polizia fondati sul principio di prossimità ed il coinvolgimento attivo dei cittadini le aree problematiche che maggiormente richiedono l'azione coordinata di più soggetti pubblici, fra cui le violenze e le molestie sessuali, la violenza famigliare, lo sfruttamento e la violenza sui minori, la prostituzione coatta, le violenze e le discriminazioni su base xenofoba o razzista, i conflitti culturali ed etnici, le tossicodipendenze attività di formazione integrata rivolte agli operatori delle forze di polizia nazionali e locali, nonché agli operatori sociali.
Ai fini della promozione e dello sviluppo delle intese di cui al presente articolo, il Presidente della Regione, d'intesa con l'autorità di pubblica sicurezza che svolge funzioni di coordinamento per il Piemonte, convoca periodicamente e presiede una Conferenza composta dai Sindaci dei Comuni capoluogo coadiuvati dai rispettivi Comandanti dei Corpi di Polizia municipale, dai Presidenti delle Province e dai Componenti della Conferenza regionale delle Autorità di Pubblica sicurezza istituita con decreto del Ministro dell'interno del 10 ottobre 2002".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Invito i colleghi ad un momento di riflessione su un altro punto della norma della legge che riteniamo molto importante. Qui stabiliamo che la Regione deve, nell'ambito degli interventi di cui all'articolo 1, che abbiamo approvato, svolgere un ruolo di coordinamento. Da questo punto di vista, il nostro emendamento, per quanto alternativo, si sposa con l'articolo che non abbiamo condiviso e che la maggioranza ha approvato in precedenza (promuovere accordi con lo Stato e sostenere un ruolo di coordinamento per l'attività che svolgono i Comuni e lo fa sulla base d'indirizzi e criteri che il Consiglio regionale ha fissato d'intesa con la Conferenza Regioni autonomie.
Poi, si tratta di stabilire che la Regione svolge un ruolo di coordinamento, che passa attraverso l'impegno a promuovere accordi direttamente o, soprattutto, a sostenere gli accordi che i Comuni sottoscrivono con lo Stato in materia di sicurezza delle città e del territorio regionale, si privilegiano taluni di questi accordi. Noi cerchiamo di individuare quelli che, secondo noi, sono gli accordi che vanno privilegiati, perché pensiamo che vada individuata una scala di priorità.
In quest'articolo diciamo anche che il Presidente della Regione d'intesa con l'autorità di pubblica sicurezza, convoca e presiede periodicamente una Conferenza composta dai Sindaci dei Comuni capoluoghi.
Vogliamo che per questa via sia esaltato il ruolo dei Sindaci e delle città. Non sto dicendo niente di nuovo, sto dicendo qualcosa che ci viene richiesto dalla Conferenza Regioni-Autonomie, dall'ANCI e da quei Comuni che hanno già, nel corso degli anni, tentato di costruire politiche della sicurezza o, per meglio dire, sistemi integrati di sicurezza.
Ricordavo ieri, durante una discussione generale su un articolo, che noi una parte di questi emendamenti li abbiamo mutuati non tanto da legislazioni in vigore presso altre Regioni, ma dall'esperienza maturata da queste Regioni che hanno da tempo una legislazione in materia, oppure una proposta di legge o una bozza di proposta di legge che ha predisposto la Conferenza Stato-Regioni-Autonomie.
E' singolare che la nostra Regione respinga alcuni emendamenti che il Presidente Ghigo, in questo caso in qualità non di Presidente della Giunta regionale, ma in qualità di Presidente della Conferenza Stato-Regioni, ha inviato alle Regioni e ai Comuni.
E' singolare che da una parte il Presidente Ghigo ci inviti, come Presidente della Conferenza Stato-Regioni, a elaborare un articolato che tenga conto di una serie di novità e di esigenze.
Ricordo, ad esempio, la questione che riguarda l'esigenza di regolamentare la Polizia locale municipale e il fatto che noi non teniamo assolutamente conto di questo provvedimento.
Tornando alla questione precedente, ritengo della massima importanza il fatto che venga previsto in un articolo l'impegno del Presidente della Regione a convocare periodicamente e presiedere una Conferenza composta dai sindaci, perché è lì, attraverso cioè un rapporto diretto con il sistema delle autonomie, che decidiamo con quali politiche e con quali priorità si affronta il tema della costruzione di un sistema integrato della sicurezza.
Non c'è bisogno che torni a dire che, per quanto ci riguarda, sistema integrato di sicurezza significa un sistema che garantisce la sicurezza locale intesa come ordinato e civile sviluppo delle nostre città. Giacch l'altra sicurezza, quella che è sinonimo di ordine pubblico - da questo punto di vista, la legge almeno non fa equivoci e non crea confusione deve e dovrà sempre di più essere garantita esclusivamente dagli organi dello Stato, cui il Titolo V della nostra Costituzione demanda in maniera inequivoca ed espressamente questa competenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Non vorrei continuare a ripetermi, ma il problema, collega Ronzani e colleghi firmatari di questo emendamento, è sostanzialmente un problema di metodo.
Noi rileviamo che, anche in questo articolo 3, sostitutivo dell'articolo che costituisce un po' la base della nostra discussione, il fatto di essere di fronte ad un articolo totalmente sostitutivo ci impedisce di fare una discussione di merito che, a nostro avviso, dovrebbe essere fondata su un approfondimento, una segnalazione di alcune ipotetiche mancanze che la legge contiene, su cui saremmo disponibilissimi a confrontarci.
E' però per noi assai complesso, collega Ronzani, dare corso e quindi accettare articoli interamente sostitutivi, perché vorrebbe dire scrivere un'altra legge. Tra l'altro, in molte parti è uguale alla legge che stiamo esaminando, mentre saremmo assolutamente disponibili a verificare se ci fossero dei punti che arricchiscono e migliorano, ma che non possono essere contenuti su un articolo interamente sostitutivo.
Così stando le cose, penso che non si possa accettare l'articolo interamente sostitutivo. Se, nel prosieguo della discussione, anche per gli articoli che verranno, ci sarà un'indicazione più puntuale di punti integrativi e di veri e propri emendamenti e non solo di emendamenti interamente sostitutivi, penso che tutta la maggioranza sia qui per fare la migliore legge possibile, senza però snaturarne l'impianto, perch questo impianto, che vede all'articolo 10 gran parte delle considerazioni da voi svolte nell'articolo 3 e negli articoli precedenti e successivi all'articolo 10, norme legate anche a questo articolo, non può essere totalmente stravolto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 3, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
I proponenti ritirano i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 46 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 3, comma 1 la lettera a) è soppressa.
Emendamento rubricato n. 47 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 3, comma 1 la lettera b) è soppressa.
Emendamento rubricato n. 48 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 3, comma 1 la lettera c) è soppressa.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Passiamo alla discussione sull'articolo 4.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Credo che questo sia un articolo abbastanza importante, perch affronta una questione e prevede l'istituzione dell'Osservatorio regionale sulla Sicurezza.
E' una questione che noi riteniamo decisiva per esprimere una valutazione sul provvedimento quando verrà posto ai voti, se verrà posto ai voti in via definitiva. Noi partiamo da un presupposto Sulla base dell'esperienza che sin qui hanno compiuto le altre Regioni, che, molto tempo fa, hanno previsto di dotarsi di questo strumento (l'Osservatorio regionale sulla sicurezza oggi, è possibile fare un bilancio dell'utilità e sul ruolo dello stesso. L'esperienza dice che questo strumento non è utile.
Diversa è - semmai lo dirò più avanti - l'utilità del Comitato tecnico scientifico, perché è uno strumento composto da esperti che cercano di leggere i fenomeni della Regione.
Francamente, non capiamo, nonostante lo sforzo, quale possa essere l'utilità di uno strumento del genere. Questo strumento dovrebbe elaborare i dati, svolgere una serie di valutazioni, ma si tratta di dati che, per esempio, ogni anno, abbiamo già a disposizione. Dal punto di vista della sicurezza, partecipando alle feste annuali delle forze dell'Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza abbiamo già uno spaccato della realtà regionale.
Non comprendiamo l'utilità dell'istituzione di uno strumento, che in questa legge chiamiamo "Osservatorio", che dovrebbe elaborare questi dati che già ci sono. Non ha senso impiantare una struttura che dovrebbe prendere questi documenti e rielaborarli.
Diverso è, ma questo è un altro problema, che nella legge noi risolviamo con il Comitato scientifico, avere, ad esempio, esperti di criminologia, quali i docenti universitari, che ci possano aiutare a leggere quei dati e, sulla base delle priorità indicate in questa legge invitare la politica e i Sindaci a muoversi in una certa direzione, per esempio, a considerare, in un anno, prioritario un intervento piuttosto che un altro.
Questo ha un senso e un fondamento, ma l'idea di realizzare un Osservatorio per elaborare i dati e predisporre una mappa, cioè per fare quanto in larga misura dovrebbe essere acquisito dal lavoro che fanno altri, francamente, ci sembra inopportuno e sbagliato.
Ricordo ai colleghi che le Regioni che hanno fatto questa esperienza oggi, ci invitano, a noi che veniamo dopo e che approviamo dopo una legge sulla sicurezza, a non dotarci di uno strumento che loro, ormai considerano ampiamente superato.
Vi domando qual è l'utilità di una scelta del genere. Capisco se dovessimo ex novo inventare una legislazione sulla sicurezza. Siccome noi arriviamo buoni ultimi, da questo punto di vista, vi domando perché non facciamo tesoro dell'esperienza di quelle Regioni che, oggi, dicono che questo strumento è datato e superato.
Ricordo che nella proposta di legge che ci è stata trasmessa dal Presidente Ghigo, non in qualità di Presidente della Giunta regionale, ma in qualità di Presidente della Conferenza Stato-Regioni, noi saltiamo piè pari questa questione, perché credo che, a quel livello, siccome si è discusso di queste questioni in un confronto con il forum delle Città e con le Regioni, si sia convenuto sul fatto che lo strumento è datato, è superato.
Collega Botta, è superato anche per un'altra ragione. Prima di procedere nella discussione, vorrei sapere dall'Assessore competente se è stato immaginato un costo e la struttura di questo Osservatorio. Da chi sarà composto, da due, tre, quattro persone? Funzionari, dirigenti? Avete ipotizzato un costo? Cento, duecento, trecento, quattrocento milioni all'anno? Siccome le competenze che dovrebbe esercitare sono largamente superate perché dovrebbe avvalersi di materiale che già abbiamo a disposizione, ha senso immaginare oggi un costo del genere? Vi domando quale sia l'utilità di una legge che ha un fondo di dotazione di due miliardi di vecchie lire e deve destinare un terzo o un quarto di queste risorse per mettere in piedi una tale struttura, che francamente, pare datata e superata. Perché dovremmo sottrarre risorse che, utilmente, possono essere impiegate per realizzare progetti, per realizzare l'ennesima struttura regionale? Ho già avuto modo di dire che non sono contrario all'idea che venga istituito, per esempio, il Comitato scientifico, anzi, credo che sia utile questo strumento, ma, francamente, non capisco perché, a distanza di anni nonostante l'esperienza fatta da altre Regioni, nonostante ci si dica che è un'esperienza datata e superata, ci ostiniamo a voler mettere in piedi questa struttura; vorrei che venisse spiegata la ratio di questa scelta.
Non vorrei che tutto si riducesse, lo dico molto francamente, a finanziare l'Osservatorio regionale, perché, se questo è, possiamo chiudere. Se questa legge significa che le risorse che voi avete stanziato serviranno per il 40-50% a finanziare l'Osservatorio, che ha questi compiti, io dico di non fare la legge.
Siccome prima di esprimere un giudizio voglio giudicare i fatti, vi dico che è superato. Vorrei almeno avere garanzie sul fatto che le risorse di questa legge non vengono per un terzo assorbite dai costi di questa struttura. Vorrei sapere se è stato fatto un ragionamento sulla struttura e sulle persone che dovrebbero comporre questa struttura, e conoscere i costi che essa farà gravare su questa legge.



RONZANI Wilmer

DI BENEDETTO ALESSANDRO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Non vorrei che il mio intervento fosse considerato ozioso, perché su questo argomento credo siano state impiegate alcune ore in Commissione e i soggetti che ne discutevano erano i medesimi che, oggi, ripongono le stesse domande, ma credo che, giustamente, l'Aula debba essere informata.
Mi scuso con chi ha già ascoltato questa spiegazione, ma è necessario reiterarla per coloro che non erano presenti durante i lavori della Commissione.
Sono un po' perplesso, perché il sistema degli Osservatori per la verifica della funzionalità delle leggi e per la verifica dell'efficienza delle leggi regionali è un criterio che già da alcune legislature i colleghi (PC prima, PDS poi e DS successivamente) avevano posto all'attenzione del Consiglio, chiedendo ad ogni legge di una certa importanza e capacità di intervento che la struttura fosse dotata di un Osservatorio. Richiesta, tra l'altro, puntualmente recepita in molte leggi cito, perché lo conosco decisamente meglio, il Testo Unico delle leggi sulla montagna, su richiesta dell'allora Presidente dell'VIII Commissione Vindigni.
Cos'è l'Osservatorio? L'Osservatorio è una struttura regionale formata da dipendenti regionali che già si occupano delle leggi di settore, nel caso specifico, ad esempio, il settore polizia locale, che si strutturano in modo tale da avere, non un'attenzione propria (essendoci già ma un'evidenza esterna sul lavoro svolto. Il settore polizia locale, quindi si strutturerà in modo che una posizione organizzativa operi per implementare un sito, una raccolta o un libro bianco, di dati utili e necessari, ai Consiglieri regionali e agli operatori del settore, per conoscere una situazione. Ma in che modo? Nel modo indicato nel testo dell'articolo.
Rassicuro il collega Ronzani che non ci sarà nessun costo aggiuntivo se mai del lavoro in più per gli efficienti funzionari di quel settore che operano nella polizia locale. Il costo non andrà ad aggravare sulla norma Finanziaria. Non solo. Credo di essere sufficientemente attento, anche se qualcosa mi potrà essere sfuggito, ma devo dire che nelle mie lunge telefonate, e nei costanti incontri e colloqui con i colleghi di altre Regioni, questa profonda insoddisfazione e ostracismo nei confronti degli Osservatori non l'ho rilevata. E quindi, non avendola rilevata, non sono stato in grado di suggerirlo ai colleghi che hanno proposto questo testo unificato.
Al di là di ogni polemica, ammetto anche le mie inefficienze, per cui non avendo avuto queste informazioni, non ho potuto muovermi in modo diverso. Se il collega Ronzani ha avuto informazioni divergenti dalle mie sarei grato se me le facesse pervenire, in modo tale che nostra Regione non incorra negli stessi errori in cui sono incappate altre Regioni.
L'amministrazione e questa maggioranza ha recepito il suggerimento di dotare, l'Osservatorio, di leggi di importanza strategica, per cui ritengo che il testo, così come presentato, debba essere mantenuto, al di là di piccoli aggiustamenti sulle parole contenute nel testo.
La Giunta, quindi, ritiene che il voto debba essere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, ma soprattutto grazie al collega Ronzani e all'Assessore Vaglio per la risposta. Delle due posizioni, mi ha maggiormente convinto il collega Ronzani, perché, in effetti, vi è la questione relativa alle risorse che l'Osservatorio assorbirà.
indubitabile, ma di quale entità saranno queste risorse? Se l'Osservatorio viene pensato come struttura poco costosa, che non dissangua le poche risorse destinate alla legge, allora si tratterà di una struttura molto piccola e molto gracile, con al massimo tre/quattro persone, che, comunque, assorbiranno risorse. Se è così, che senso ha un Osservatorio, con due persone assegnate, che ha compiti - leggo il testo di legge - "di coordinamento nei confronti di Enti locali, Enti pubblici associazioni e delle organizzazioni operanti in materia di sicurezza"? Assessore, ma come fa l'Osservatorio - descritto come una piccola struttura - a dare consulenza tecnica e supporto all'attività investigativa, giudiziaria, di P.G., di pubblica sicurezza, dei Carabinieri, della G.d.F.? Il senso del limite dovrebbe essere un elemento presente. Come fate a sostenere che l'Osservatorio, piccola struttura che impiega poche risorse, possa coordinare la Questura, la G.d.F., l'Arma dei Carabinieri, la Polizia Giudiziaria? È un controsenso. Se volete tenere in piedi un Osservatorio che faccia alcune "cosette", allora scrivete che fa alcune piccole cose, ma non tutto questo.
Nell'articolo vi sono alcuni punti, come la lettera "b" sulla quale c'è un emendamento soppressivo, piuttosto inutili. In materia di sicurezza, che senso ha un Osservatorio che controlla tutto? La legge è particolarmente tetra, ma lo era già dall'inizio. Limitiamo almeno l'invenzione di strutture che, se sono quelle indicate dall'Assessore, non riusciranno a svolgere tutte le funzioni assegnate.
Vi inviterei a rileggere l'articolo, se non intendete sopprimerlo del tutto. Rileggetelo e conformate, quanto avete scritto, alla struttura che prevedete. Può un Osservatorio fornire consulenza tecnica alla Squadra mobile della città di Torino o all'Arma dei Carabinieri? Ma dove siamo! Anche se lo definite organo di coordinamento, che cosa coordina? Siate più mirati. Conformate l'organismo a ciò che effettivamente due persone riusciranno a svolgere. Sfrondate, sempre che vogliate mantenere l'Osservatorio.
Ritengo, invece, che il Comitato scientifico basta e avanza - lì ci sono le competenze - ma duplicare le funzioni mi lascia molto perplesso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Toselli, che interviene in qualità di Consigliere.



TOSELLI Francesco

Ho ascoltato le considerazioni rispetto agli emendamenti che hanno presentato i colleghi Ronzani e Chiezzi. Contrariamente a quanto il Consigliere Ronzani affermava, la Giunta ha inteso istituire all'articolo 4 l'Osservatorio regionale sulla sicurezza proprio perché si parte invece da un dato diverso da quello che il collega sosteneva, rispetto alla conoscenza in maniera definita del fenomeno della criminalità da parte degli organi che già operano sull'intero territorio piemontese e che sono preposti alla pubblica sicurezza. Noi invece riteniamo che non vi sia ancora una conoscenza così diffusa rispetto alla problematica della criminalità e che l'Osservatorio regionale abbia il compito di monitorare anche, e soprattutto, con l'ausilio delle istituzioni locali e con tutti coloro i quali sono disposti e predisposti a garantire la pubblica sicurezza. Altre Regioni (Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Veneto, Lazio Umbria, per citarne alcune) in materia di Osservatori, attraverso le leggi che ho a mie mani e che sono intervenute prima, e dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, hanno di fatto, tutte previsto le modalità per monitorare il territorio attraverso un Comitato o un Osservatorio. Questo dice che vi è un'esperienza in atto in tal senso da parte di altri territori e di altre Regioni.
Per esempio, vi è la seconda relazione generale sullo stato della sicurezza in Toscana e sull'attuazione della legge regionale del 16/08/2001, n. 38. Si tratta di un'esperienza fondata su ben tre anni di applicazione di una legge attuata da una Regione, quale la Toscana, che fra le prime ha deliberato un provvedimento in tal senso. Leggo il titolo del capitolo terzo: "Criminalità, sicurezza e politiche locali: il quadro conoscitivo secondo l'Osservatorio regionale". Ecco, è proprio dall'esperienza di questa ed altre Regioni che noi dobbiamo fare tesoro e cercare di arricchire ed implementare le conoscenze normative.
Credo quindi che l'articolo 4 non vada assolutamente abrogato né in parte né interamente, ma che vada mantenuto e che sia nostro dovere dovere del Consiglio, monitorare - questo sì - l'attuazione dell'Osservatorio stesso, al fine di renderci conto, una volta applicata la legge, se in alcune parti vada modificata. Se va modificata, sarà interesse di tutti - perché la sicurezza non è di parte politica di Tizio o di Caio occuparcene, al fine di addivenire ad una legge più organica e strategica per il raggiungimento degli obiettivi che, di qui in poi, vorremmo fissare per legge ed attuare sul territorio.



PRESIDENTE

Propongo di trattare insieme gli emendamenti rubricati n. 4 e n. 49 in quanto identici nel testo.
Emendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: L'articolo 4 è interamente soppresso.
Emendamento rubricato n. 49 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: L'articolo 4 è soppresso.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Vicepresidente Toselli, cerco di risponderle. Innanzitutto dovete mettervi d'accordo, perché le due cose non stanno insieme: o voi pensate come ha detto l'Assessore Vaglio, che l'attività dell'Osservatorio sia un'attività poco più che burocratico-amministrativa al punto che lui ritiene possa essere svolta dal funzionario che oggi svolge l'attività della Polizia locale, oppure pensiamo che l'Osservatorio faccia le cose che dice lei e allora non c'è niente da fare. Voi non potete pensare che un funzionario che oggi si dedica ai problemi della Polizia locale - che tra l'altro voi escludete da questa legge, questa legge non si interessa della Polizia locale - possa fare alcune cose che dice il Consigliere Toselli peraltro non previste dalla norma che state approvando. Poco fa lui ha detto che l'Osservatorio dovrebbe verificare l'attuazione di questa legge.
Questa legge ha il compito di elaborare i dati, gli elementi rilevanti per attuare gli interventi previsti dalla legge stessa, predisporre periodicamente una mappa del territorio e individuare le zone maggiormente esposte, fornire la consulenza. Se non ho letto male, qui non c'è quel compito, voi state decidendo una cosa che la legge non prevede.
Mi ha capito, Consigliere Toselli? Lei sta dicendo una cosa che la norma che sta approvando non prevede. Ora, ancorché l'Osservatorio - io ritengo - non sia inutile, lei sta dicendo che dovrebbe fare delle cose che la norma che lei fra un po' voterà non prevede, perché voi non prevedete che l'Osservatorio debba verificare lo stato di attuazione della legge prevedete un'altra cosa: voi dite che l'Osservatorio deve elaborare i dati predisporre una mappa del territorio e fare il consulente dei Comuni, non prevedete che l'Osservatorio verifichi la legge. Come dite? Che deve farlo? Allora scrivetelo, se lo prevedete. Come? Non deve? Ma lei ha appena detto che noi...Ma che noi? Noi un tubo! Noi non possiamo fare quello! Presidente, noi no! Stiamo discutendo di una norma della legge che prevede che venga istituito l'Osservatorio. La norma prevede che l'Osservatorio faccia alcune cose, non altre. Le cose che la norma prevede sono: elaborare i dati, e io vi dico che i dati che elabora sono i dati che verranno trasmessi all'Osservatorio o dal Ministero o dai Comitati provinciali sulla sicurezza; l'abbiamo dimostrato in Commissione.
E' vero, Assessore Vaglio, stiamo ripetendo la solita discussione, ma la sordità è totale. Vorremmo che ci si rispondesse.
Noi vi diciamo che i dati che dovrà elaborare l'Osservatorio sono le relazioni che ogni anno presentano i Comitati provinciali sulla sicurezza e non c'è niente di nuovo sotto il cielo. Domando: serve questo, è utile questo? Io dico di no, che non serve e non è utile.
Consulenza ai Sindaci, agli Enti locali? Ma chi fa la consulenza, se mi dite che questa attività verrà esercitata senza costi aggiuntivi dal funzionario che oggi si interessa di Polizia locale? Mettetevi d'accordo! Perché non penso che si possa dire a quel funzionario che segue la Polizia locale: "Da domani tu diventi e ti chiamerai Osservatorio"; credo che sia logico immaginare che quella struttura abbia una dotazione organica. E allora vi chiedo i costi, perché non credo che voi possiate chiamare il funzionario della Polizia locale "Osservatorio" e dargli queste competenze non credo.
Allora vi pregherei di fare chiarezza intanto con voi stessi, perch facendo i ragionamenti che ho fatto, arrivo ad una conclusione: noi rischiamo di mettere in piedi una struttura che dovrebbe elaborare dati che già esistono e, da questo punto di vista, rischia di avere un costo per l'Amministrazione regionale e che sottrarrà quelle poche risorse che avete destinato a questa legge, che dovrebbero servire, invece, a realizzare i progetti che i Comuni presenteranno.
Ciò detto, Presidente, vorrei che voi mi spiegaste il perché, e mi diceste quali costi ha, perché non credo che si possa dire che questo osservatorio verrà costituito utilizzando il personale esistente, che è un funzionario che si interessa di polizia locale, quella polizia locale che voi volete che venga compresa e regolamentata in questo provvedimento nonostante sia una competenza che il Titolo V ha attribuito alle Regioni e che noi teniamo fuori da questa legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati n. 4 e n. 49).
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato 5 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: l'articolo 4 è interamente sostituito dal seguente: "Art. 4 Politiche e interventi regionali 1. Per le finalità di cui agli art. 2 e 3 la Regione: promuove e stipula intese istituzionali di programma, accordi di programma e altri accordi di collaborazione per realizzare specifiche iniziative di rilievo regionale nel campo della sicurezza realizza attività di ricerca, documentazione, comunicazione e informazione fornisce supporto e consulenza tecnica nei confronti degli enti pubblici e delle associazioni ed organizzazioni operanti nelle materie di cui al presente capo.
si avvale della consulenza e della collaborazione di un apposito Comitato Tecnico-Scientifico".
Non essendovi richieste di intervento, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 5, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 50, n. 51, n. 52, n. 53, n. 54 e n. 55 riguardano la soppressione di commi successivi, per cui, se i proponenti acconsentono, ritengo di poterli accorpare.
Collega Chiezzi, se non ritiene di accorparli, li esaminiamo separatamente.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Guardi, per agevolare il percorso, sperando che tutti stiano attenti a quello che dico, ritiro l'emendamento soppressivo del comma 1, del comma 2 e del comma 3. Ritiro l'emendamento soppressivo della lettera a) del comma 3. Invece auspico di riuscire ad ottenere qualcosa che mi dia soddisfazione e che mi faccia contento relativamente alla soppressione della lettera b) del comma 3.
La lettera b) attribuisce il compito di predisporre una mappa del territorio regionale per individuare le zone criminali, ovvero le zone sede di criminalità. Non fatelo! Per cortesia, non fatelo! Il territorio è un'entità non qualificabile, se non dal punto di vista paesaggistico. Il territorio è quello che è: non ci sono zone criminali, né città criminali. Stiamo attenti ad indicare sulla cartina con un segno di penna, una volta per sempre, aree nelle quali diciamo che la situazione non va. Intanto perché la criminalità è fenomeno sociale e come tale, transitorio e mobile sul territorio. Le mappe, invece, sono fisse, rimangono, e hanno delle conseguenze estremamente pericolose.
Qualcuno abita in una zona definita criminale su una mappa? Ha i figli che studiano in una zona cosiddetta criminale? In quell'area c'é un giardino che sta in un'area criminale? Abita in un'area criminale? Il valore immobiliare dipenderà anche da una mappa. Noi, con un articolo di legge, decidiamo il valore degli immobili? Come la notizia di ieri su una banca: la borsa va giù. Bene. L'osservatorio fa una mappa individua due isolati in cui risiedono, condannati per vari reati, un certo numero di persone, che è superiore alla media: facciamo la mappa e i cittadini che abitano lì e hanno magari la proprietà di quegli immobili da un giorno all'altro vedono il loro immobile decurtato.
Questa lettera b) è totalmente da sopprimere. È da sopprimere il concetto per cui si fanno mappe e che si individuano zone. Non bisogna individuare nessuna zona, ma bisogna contrastare il fenomeno della criminalità laddove il fenomeno viene rilevato da tutti i punti di vista ma non individuiamo zone. Non è vero. Io abito a San Salvario, che è un bellissimo quartiere, uno dei più bei quartieri di Torino e per anni purtroppo, proprio per questa politica di individuare l'area cattiva, è stata etichettata come l'area in cui non si può vivere. Cosa che poi non è assolutamente vera, però rimane l'etichetta e mi sento dire: "Ma come? Abiti a San Salvario?". Sì, è un bellissimo quartiere, è pieno di cose belle e di problemi, così come la vita è piena di cose belle e di problemi.
Quindi, bisogna prendere le une e le altre, e non mettere le etichette a nessuno.
Chiedo intanto - se il Presidente lo decide - anche una sospensione di qualche minuto per poter riflettere tutti insieme. Perché questa non è una questione di maggioranza o di opposizione. E' una questione di capire cosa è bene fare in questo campo.



PRESIDENTE

L'intervento del collega Chiezzi forse è stato seguito con una limitata concentrazione. Però credo di dover sottolineare alcuni aspetti - e lo faccio perché ho visto che c'era un po' di distrazione - relativamente alla cogenza delle mappe che diventano strumenti di indicazione. Mi sembra significativo che questo aspetto venga colto.
Prima di dare la parola all'Assessore Vaglio do lettura degli emendamenti ritirati dal Consigliere Chiezzi: Emendamento rubricato n. 50 presentato dai Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 4 il comma 1) è soppresso.
Emendamento rubricato 51 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 4 il comma 2) è soppresso.
Emendamento rubricato n. 52 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 4 il comma 3) è soppresso.
Emendamento rubricato n. 53 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 4, comma 3 la lettera a) è soppressa.
Il Consigliere Chiezzi ha già illustrato l'emendamento rubricato n. 54 che recita: Emendamento rubricato n. 54 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'art. 4, comma 3, la lettera b) è soppressa.
Ha chiesto la parola l'Assessore Vaglio; ne ha facoltà.



VAGLIO Roberto

Sentito il relatore, la Giunta ritiene assolutamente condivisibile l'osservazione del collega, e propone di modificare il punto b) del comma 2 dell'articolo 4 in questo modo: "L'Osservatorio individua periodicamente i fenomeni di criminalità avvenuti sul territorio regionale per evidenziare in maniera analitica le diverse fattispecie criminose".



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la proposta della Giunta è la seguente: la lettera b) del comma 2 dell'articolo 4 è così sostituita: "individua periodicamente i fenomeni di criminalità avvenuti sui territori regionali per evidenziare in maniera analitica le diverse fattispecie criminose".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Sempre e solo per ragionare e non per polemizzare o mettere più uno o meno uno. Mi sembra che vada bene, ma chiedo se sia possibile togliere una precisazione che mi sembra pleonastica, perché più che sul territorio regionale non possiamo guardare. Questo elimina anche dei riferimenti.



PRESIDENTE

Quindi, la definizione del testo dell'emendamento è sostituire la parte sopracitata ed eliminare la frase: "predispone periodicamente una mappa del territorio regionale per individuare le zone maggiormente esposte a fenomeni di criminalità" con "individua periodicamente i fenomeni di criminalità avvenuti per evidenziare in maniera analitica le diverse fattispecie criminose". Questo è il testo concordato tra la Giunta e i proponenti dell'emendamento.
Tale emendamento pertanto recita: Emendamento rubricato n. 106 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Vaglio: "all'art. 4, comma 3, la lettera b) è sostituita dalla seguente: b) individua periodicamente i fenomeni di criminalità avvenuti per evidenziare in materia analitica le diverse fattispecie criminose".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 106) come modificato.
Il Consiglio approva.
Vengono ritirati dai proponenti i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 54 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 4, comma 3 la lettera b) è soppressa.
Emendamento rubricato n. 55 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 4, comma 3 la lettera c) è soppressa.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 56 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: L'articolo 5 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 56, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Comunico che sono stati ritirati i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 57 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 5 il comma 1 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 58 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 5, comma 1 la lettera a) è soppressa.
Emendamento rubricato n. 59 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 5, comma 1 la lettera b) è soppressa.
Emendamento rubricato n. 60 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 5 il comma 2 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 61 presentato dal Consigliere Chiezzi e Moriconi: all'articolo 5 il comma 3 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 62 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: L'articolo 6 è soppresso.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento rimane, vengono ritirati tutti quelli relativi alla soppressione dei singoli commi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 62, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 6 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: l'articolo 6 è sostituito dal seguente articolo: "Art.6 - Interventi di rilievo locale 1. La Regione concede contributi ai Comuni, alle Province, alle Comunità montane, alle Unioni e alle Associazioni intercomunali per la realizzazione di iniziative finalizzate agli obiettivi della presente legge, attuate anche di concerto con operatori privati. I contributi sono concessi per spese di progettazione e di attuazione, con esclusione delle spese di personale.
2. La Regione concede contributi alle associazioni ed alle organizzazioni di volontariato iscritte ai registri di cui all'art. 3 della Legge Regionale 38/94 che operano a favore delle vittime di reati nel campo della sicurezza e a sostegno della prevenzione dei reati, per la realizzazione di specifiche iniziative. I contributi sono concessi per spese di progettazione e di attuazione, con esclusione delle spese per investimenti.
3. I contributi di cui al comma 1 sono concessi in misura non superiore al cinquanta per cento dell'importo delle spese ritenute ammissibili e quelli di cui al comma 2 sono concessi in misura non superiore all'ottanta per cento di dette spese, secondo le priorità, i criteri e le modalità stabiliti dalla Giunta regionale, una volta acquisito il parere della Commissione Consiliare competente".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 6 sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Sono stati ritirati dai proponenti i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 63 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 6 il comma 1 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 64 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 6 il comma 2 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 65 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 6, comma 2 la lettera a) è soppressa.
Emendamento rubricato n. 66 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 6, comma 2 la lettera b) è soppressa.
Passiamo ora all'emendamento rubricato n. 7).
Emendamento rubricato n. 7 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: all'articolo 6, comma 2, sostituire i punti a) e b) con i seguenti: a) promuove e stipula intese e accordi di programma con lo Stato e altri accordi di collaborazione per realizzare specifiche iniziative di rilievo regionale nel campo della sicurezza b) sostiene accordi tra le autorità provinciali di pubblica sicurezza e i Comuni, le Unioni, le Comunità Montane e le Associazioni Intercomunali stipulati allo scopo di dare attuazione alla presente legge. Le Province possono partecipare agli accordi d'intesa con i Comuni e gli altri soggetti istituzionali interessati Gli accordi di cui al comma precedente privilegiano: La realizzazione di sistemi informativi integrati sui fenomeni di criminalità, vittimizzazione, inciviltà e disordine urbano diffusi la gestione integrata del controllo del territorio e degli interventi di emergenza nel campo sociale, sanitario, della mobilità e della sicurezza la gestione integrata dei servizi per le vittime di reato e delle segnalazioni provenienti dai cittadini lo sviluppo di moduli organizzativi dell'attività di polizia fondati sul principio di prossimità ed il coinvolgimento attivo dei cittadini le aree problematiche che maggiormente richiedono l'azione coordinata di più soggetti pubblici, fra cui le violenze e le molestie sessuali, la violenza famigliare, lo sfruttamento e la violenza sui minori, la prostituzione coatta, le violenze e le discriminazioni su base xenofoba o razzista, i conflitti culturali ed etnici, le tossicodipendenze attività di formazione integrata rivolte agli operatori delle forze di polizia nazionali e locali, nonché agli operatori sociali".
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

E' un emendamento sostitutivo dei punti "a" e "b" dell'articolo 6: "La Regione promuove e stipula intese e accordi di programma con lo Stato o altri accordi, per promuovere iniziative che abbiano una valenza regionale".
Ribadiamo che la Regione deve sostenere accordi tra le autorità provinciali di pubblica sicurezza (gli Enti locali con l'obiettivo di attuare la legge oggi in discussione. Nell'emendamento indichiamo quali sono gli accordi da privilegiare per garantire lo sviluppo di una politica della sicurezza.
Con l'emendamento, quindi, ci sforziamo di indicare, non solo la necessità che la Regione sottoscriva, utilizzando lo strumento dell'accordo di programma, intese con lo Stato (o sostenga le intese che i Comuni sottoscrivono ma ci preoccupiamo di indicare quali sono, in questo quadro gli accordi che, a nostro parere, dovrebbero essere privilegiati da parte della Regione, ed indicati come priorità, nell'articolo 6 della presente legge.
In questo modo "ripeschiamo" una norma, già presentata in un emendamento precedente, che riteniamo utile inserire nel provvedimento.
Mentre prima, la norma si configurava come emendamento interamente sostitutivo di un articolo, in questo caso cerchiamo di migliorare l'articolo 6 della proposta di legge che stiamo esaminando.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 7, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Comunico che sono stati ritirati gli emendamenti i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 67 presentato dal Consigliere Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 6 il comma 3 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 68 presentato dal Consigliere Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 6, comma 3 la lettera a) è soppressa.
Emendamento rubricato n. 69 presentato dal Consigliere Chiezzi, Moriconi Contu: All'articolo 6, comma 3 la lettera b) è soppressa.
Passiamo ora alla discussione dell'emendamento rubricato n. 8).
Emendamento rubricato n. 8 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: all'articolo 6, comma 3 dopo la lettera b) e al termine della parole "presenza sul territorio" aggiungere le seguenti parole: "Ai fini della promozione e dello sviluppo delle intese di cui al presente articolo, il Presidente della Regione, d'intesa con l'autorità di pubblica sicurezza che svolge funzioni di coordinamento per il Piemonte, convoca periodicamente e presiede una Conferenza composta dai Sindaci dei Comuni capoluogo coadiuvati dai rispettivi Comandanti dei Corpi di Polizia municipale, dai Presidenti delle Province e dai Componenti della Conferenza regionale delle Autorità di Pubblica sicurezza istituita con decreto del Ministro dell'interno del 10 ottobre 2002".
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Mi rivolgo al collega Botta, il quale, riferendosi ad un nostro emendamento, sosteneva che sarebbe stato, da parte nostra, più utile e più corretto presentare non emendamenti interamente sostitutivi, ma emendamenti su parti degli articoli. Così è, perché abbiamo scelto, nella strategia emendativa che ci siamo dati, per un verso di presentare emendamenti interamente sostitutivi degli articoli, ma poi abbiamo cercato, com'è capitato con l'emendamento che l'aula ha respinto in precedenza, di modificare gli articoli e il provvedimento licenziato, che stiamo esaminando in aula.
Devo questa risposta al collega Botta, perché non ci siamo limitati ad un'azione di pura indicazione di norme e di articoli alternativi, ma ci siamo anche preoccupati di far sposare emendamenti migliorativi di parte del testo, con gli articoli che stiamo esaminando. Qui ce n'è uno.
Nell'emendamento sull'articolo 2, interamente sostitutivo, parlavamo della possibilità che fosse convocata periodicamente una Conferenza composta dai Sindaci dei Comuni capoluogo coadiuvati, per discutere le questioni della sicurezza, dal Presidente della Regione. Qui c'è un emendamento che si limita, Consigliere Botta, a sollevare questa questione.
Proprio perché nell'articolo che stiamo discutendo prevediamo la possibilità che siano realizzate intese, affermiamo che, ai fini della promozione e dello sviluppo delle intese di cui al precedente articolo, il Presidente della Regione, di intesa con l'autorità di pubblica sicurezza che svolge funzioni di coordinamento per il Piemonte, convoca periodicamente e presiede una Conferenza composta dai Sindaci dei Comuni capoluogo. Qui si tratta di immaginare una sede, un luogo in cui affrontare con i Sindaci le questioni che riguardano la strategia di una politica delle sicurezza da realizzare a livello regionale. Francamente, non vedo per quale ragione dovrebbe essere opposto un diniego a una proposta del genere, quindi confido sul fatto che quest'emendamento parziale integrativo dell'articolo 6 in questione, sia accolto.
Vorrei che fosse chiara la ratio del nostro emendamento: noi diciamo che la Regione deve promuovere una serie di attività, le indichiamo diciamo che "deve promuovere e stipulare accordi di programma, deve coordinare gli interventi raccordandoli con gli enti locali " e così via.
Immaginiamo anche una sede, un luogo e uno strumento operativo in cui, per esempio, quest'attività di concertazione e di discussione possa essere svolta in maniera proficua.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 8, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 70 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: L'articolo 7 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 70, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 9 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: l'articolo 7 è sostituito dal seguente: "Art. 7 - Interventi di rilievo regionale 1. La Regione realizza direttamente o compartecipa finanziariamente alla realizzazione degli interventi derivanti dalle intese e dagli accordi di cui all'art. 4, comma 1, lettera a).
2. La Regione promuove, d'intesa con i soggetti di cui all'art. 6, comma 1 la realizzazione di progetti di rilievo regionale, volti al miglioramento di rilevanti problemi di sicurezza o di disordine urbano diffuso caratterizzati da una pluralità di interventi e da un adeguato sistema di valutazione dei risultati. Tali progetti, per iniziativa degli Enti locali possono coinvolgere altri soggetti, pubblici o privati, direttamente interessati alla realizzazione degli interventi previsti.
3. La Regione concede ai soggetti sottoscrittori delle intese di cui al comma 2 contributi per spese di progettazione ed attuazione in misura non superiore al cinquanta per cento delle spese ammesse, secondo i criteri e le modalità stabilite dalla Giunta regionale. Gli interventi in cui si articolano i progetti possono, in particolare, riguardare: la riqualificazione e la manutenzione straordinaria dello spazio urbano l'illuminazione e le tecnologie per la sorveglianza, la prevenzione sociale e la riduzione del danno, la mediazione dei conflitti e l'animazione dello spazio pubblico, l'integrazione sociale ed il contrasto delle discriminazioni, la qualificazione delle polizie locali e l'integrazione operativa con le polizie nazionali, il sistema di valutazione dei risultati".
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Con quest'articolo, noi definiamo i compiti e gli interventi della Regione. Poiché la legge prevede che la Regione intervenga direttamente o compartecipi finanziariamente al finanziamento degli interventi, in questo caso noi vorremmo precisare che la Regione essenzialmente sviluppa la propria iniziativa in due direzioni.
Innanzi tutto, attraverso lo strumento degli accordi di programma compartecipa al finanziamento di quei progetti e di quegli interventi che hanno un valore, una rilevanza e un'importanza che va al di là della dimensione comunale, giacché noi riteniamo che gli attori di una politica della sicurezza in sede locale siano essenzialmente i Comuni e i Sindaci.
Non a caso, esiste un forum delle città che discute da anni di queste questioni e interloquisce con Regioni e con il Governo in materia di politiche della sicurezza.
Quindi, c'è un primo campo di interventi che riguardano la Regione che dovrà, utilizzando lo strumento dell'accordo di programma raggiungere intese con lo Stato o con gli enti locali affinché insieme, sulla base delle priorità fissate dalla legge, si concorra a realizzare alcuni progetti che hanno un valore - se mi consente, Presidente - generale, non semplicemente locale.
Per contro, la Regione deve finanziare - la legge è creata anche per questo - o sottoscrivere le intese che saranno raggiunte con i Comuni, per finanziare in quota parte alcuni interventi che si considerano importanti e che rientrano nei casi previsti dalla legge.
Quest'emendamento, diversamente da quello precedente, è un emendamento interamente sostitutivo. Mi rendo conto che si sposa con un altro impianto della legge in cui sarebbe stato più utile precisare con più nettezza, come sta facendo la gran parte delle Regioni, quali sono gli interventi di competenza della Regione e quali sono invece gli altri interventi. Mi rendo conto però - mi consenta il collega Botta una battuta polemica - che qui indipendentemente dalle caratteristiche dei nostri emendamenti l'atteggiamento della Giunta è un atteggiamento di totale chiusura. Lo dico io per primo: posso capire che, a un emendamento come questo, che presenta un testo alternativo, la Giunta possa dire no. Mi fa però specie una Giunta o una maggioranza che, per bocca del Consigliere Botta, invita i Gruppi dell'opposizione a presentare emendamenti migliorativi al testo, cosa che io sto facendo, perché alcuni emendamenti hanno esattamente questo significato, poi si contraddica respingendo o negando il consenso a proposte che hanno invece un significato. Perché la proposta di prima quella che prevedeva che il Presidente della Giunta convochi ogni anno, è una proposta che non cambiava la ratio della legge, semplicemente migliorava il provvedimento.
Constato che, anche di fronte a proposte migliorative del testo l'atteggiamento di questa maggioranza è un atteggiamento di chiusura totale su tutta la linea, il che significa che si parla bene, ma si razzola male diversamente da noi, che in discussione generale abbiamo detto che ci saremmo preoccupati di indicare una serie di emendamenti che avevano la presunzione - non so se poi ci siamo riusciti - di configurare un testo alternativo, ma anche che ci saremmo riproposti l'obiettivo di modificare gli articoli di questa legge che stiamo esaminando. Voi vi siete dichiarati disponibili, aperti a discutere gli emendamenti migliorativi, salvo poi contraddirvi quando si tratta di votare le proposte che sta formulando l'opposizione in questo Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Intervengo brevemente, Presidente, soltanto per dire al collega Ronzani: un po' di pazienza e vi stupiremo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 9, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario Il Consiglio non approva.
Vengono ritirati i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 71 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 7 il comma 1 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 72 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 7 il comma 2 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 73 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: L'articolo 8 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 73, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 10 presentato dai Consiglieri Ronzani, Manica Muliere, Placido, Riba, Suino, Riggio, Marcenaro: l'articolo 8 è sostituito dal seguente: "Art. 8 - Istituzione della Fondazione Piemontese per le vittime dei reati.
1. La Regione Piemonte è autorizzata, quale ente fondatore, a istituire la fondazione denominata "Fondazione Piemontese per le vittime dei reati".
2. La partecipazione della Regione è subordinata alle condizioni che: la fondazione consegua il riconoscimento della personalità giuridica lo statuto preveda la possibilità che alla fondazione partecipino successivamente gli enti locali ed altri soggetti pubblici o privati la fondazione persegua, senza fini di lucro, le finalità di cui al comma 4.
3. Ogni due anni la Giunta, ai fini di una verifica del perseguimento delle finalità di cui al comma 4, sottopone al Consiglio regionale una valutazione complessiva dell'attività svolta dalla fondazione.
4. La Fondazione interviene a favore delle vittime di reati, compresi gli appartenenti alle forze di polizia nazionali e alla polizia locale, qualora da delitti commessi nel territorio regionale ovvero nei confronti di cittadini ivi residenti derivi un danno gravissimo alla persona. La Fondazione interviene su richiesta del Sindaco del Comune in cui è avvenuto il fatto ovvero del Comune di residenza della vittima stessa. L'intervento della Fondazione è volto a limitare, nell'immediatezza del fatto o in un periodo congruamente breve, le più rilevanti situazioni di disagio personale o sociale della vittima o dei suoi famigliari conseguenti al reato stesso. La Fondazione non può comunque intervenire nei casi in cui la vittima risulti con evidenza compartecipe del comportamento criminoso e richiederà la ripetizione delle somme versate o delle spese sostenute qualora tale evenienza sia accertata successivamente. A tal fine la Fondazione può richiedere informazioni alle amministrazioni pubbliche interessate.
5. Il Presidente della Regione è autorizzato a compiere gli atti necessari al fine di perfezionare la partecipazione della Regione alla fondazione di cui al comma 1.
6. I diritti inerenti alla qualità di fondatore della Regione Piemonte sono esercitati dal presidente della Giunta regionale ovvero dall'Assessore competente per materia appositamente delegato.
7. La Giunta regionale provvede alla nomina dei rappresentati della Regione negli organi della fondazione, secondo quanto stabilito dallo statuto della stessa.
8. La Regione partecipa alla costituzione del fondo di dotazione della Fondazione Piemontese per le vittime dei reati.
9. La Regione può, inoltre, attribuire annualmente alla Fondazione un contributo per le spese di funzionamento e per lo svolgimento delle relative attività. L'importo del contributo è determinato nell'ambito delle disponibilità annualmente autorizzate alla legge di bilancio".
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Su questa questione abbiamo discusso lungamente in Commissione, dove tutti abbiamo convenuto sull'esigenza di prevedere un fondo a sostegno delle vittime di gravi reati. Il problema era individuare lo strumento più efficace con il quale intervenire a favore delle vittime di grandi reati.
L'ipotesi al nostro esame prevedeva che venisse istituito un fondo rispetto al quale noi abbiamo avanzato due obiezioni. La prima era quella che un fondo come quello che si configura o si configurava nella legge era un fondo totalmente pubblico che avrebbe mobilitato risorse regionali punto e basta, e questo rappresentava un limite, un handicap alla possibilità di implementare le risorse che devono invece finanziare un fondo di questo tipo.
In secondo luogo, l'esigenza che noi abbiamo sottolineato era quella di dotarci di uno strumento che ci consentisse un'azione efficace, tempestiva di intervento a sostegno delle vittime di gravi reati. Abbiamo quindi individuato - anche qui non inventando niente di nuovo - che l'esperienza migliore da mutuare fosse quella della fondazione. Per questo abbiamo proposto e proponiamo che, in luogo del fondo, la legge preveda l'istituzione di una fondazione per le vittime dei reati.



PRESIDENTE

Il Consigliere Botta Marco chiede la parola; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Avrà un senso, quindi, il mio intervento rapidissimo di prima, perch come del resto già anticipato molto più autorevolmente dal Presidente Ghigo, quando in aula iniziammo questa discussione - essendo l'articolo 8 proposto dal collega Ronzani e dal suo Gruppo nelle finalità assolutamente comune all'articolo 8 previsto dal testo di legge, ma risolvendo o comunque individuando il soggetto in una fondazione che possa occuparsi della questione del fondo per le vittime di reati, riteniamo che possa essere accettato in sostituzione dell'articolo 8 oggi presente nella proposta che stiamo esaminando.
Ciò - lo dico senza spirito di polemica - non soltanto perché la maggioranza ha ricevuto un invito in questo senso dal Presidente, ma anche perché sappiamo riconoscere quando il lavoro viene meglio articolato, c'è un miglioramento del testo e soprattutto si perseguono gli stessi obiettivi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 10 (interamente sostitutivo dell'art. 8) sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
A seguito dell'approvazione dell'emendamento rubricato n. 10, dichiaro decaduti i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 74 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 8 il comma 1 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 75 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 8 il comma 2 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 76 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 8 il comma 3 è soppresso.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 77 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: L'articolo 9 è soppresso.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Questo è un articolo da discutere a fondo, perché si prevedono di nuovo delle iniziative che qualificano il territorio come territorio entro il quale è presente, in modo superiore alla media, il fenomeno criminale.
un altro articolo nel quale si dice che ci sono parti del territorio che vanno trattate diversamente da altre, perché inserite in aree di attenzione dal punto di vista della presenza di criminalità. Questo è sbagliato.
Se si vuole intervenire per riqualificare l'ambiente e le strutture urbane va bene, ma allora si facciano programmi di riqualificazione urbana. Questa è una legge sulla sicurezza e penso che le due cose debbano essere tenute separate per non marchiare il territorio in questo modo. Le procedure urbanistiche ci sono, i canali di finanziamento ci sono, i programmi di riqualificazione urbana ci sono e rientrano nei piani di progettazione urbanistica e di progettazione edilizia. Ma non si possono mettere in una legge come questa, a meno che non si voglia veramente degradare l'immagine di un territorio. Cosa facciamo, il piano particolareggiato per la riduzione dell'attività criminale nel quartiere "tal dei tali"? Facciamo una variante urbanistica per la zona a che è zona ad alta densità criminale per riuscire ad ottenere finanziamenti in forza di quell'aspetto? Eliminiamo totalmente questo articolo. I piani di riqualificazione vengono fatti dai Comuni e vengono finanziati dall'Unione Europea, dallo Stato, dalla Regione e via dicendo. Eliminiamo questo aspetto dalla legge sulla criminalità.
L'articolo è da sopprimere: io ho provato a vedere cosa si poteva cambiare, ma non si può cambiare un bel niente. Se volete, si può dire che la Regione incentiva lo studio di progetti di riqualificazione urbana. Va bene, ma scritto in questa legge che senso ha? Che efficacia ha? Nessuna perché questa cosa è già scritta in altre legge che si preoccupano di fare tutto ciò.
Il problema è attivare le risorse per fare più riqualificazione urbana di quanta se ne sia fatta e magari avere gli strumenti idonei. Ma tutto ci con questa legge non ha nulla a che vedere. Avete istituito questo Osservatorio e il Comitato Scientifico: bene, allora tra i compiti dell'Osservatorio ci può essere quello di segnalare la necessità di avere più finanziamenti per tutte le aree urbane degradate; ma per tutte, e non solo per quelle aree degradate che entrano in questa legge, ovvero quelle in cui ci sono più malviventi che altrove. L'attività dell'Osservatorio deve essere quella di individuare quello che crede, e poi, semmai, di premere perché i finanziamenti per la riqualificazione urbana vengano incrementati, ma non dentro aree e strumenti urbanistici dedicati all'attenzione della presenza criminale nei territori.
Presidente, su questo chiederei un momento di riflessione di almeno qualche minuto, affinché si possa parlarne con i colleghi e vedere di chiarirci non a microfono, ma con scambi di vedute più agili e meno formali, perché non è una battaglia dell'opposizione contro la maggioranza ma è una battaglia per capire cosa scrivere e come non creare un percorso urbanistico dedicato alle aree criminali.
Questa non dev'essere nemmeno una lontana allusione. Non deve esserci questo.
Inoltre, siccome non si parla di nessun altro progetto di riqualificazione sociale o di aumento dei servizi - perché sono considerati impliciti all'attività per l'ordinata convivenza civile - non si capisce perché enucleare questo elemento urbanistico.
Ricordatevi che fate dei danni gravi, anche di carattere economico. Voi variate i valori immobiliari, i valori dei territori con questa procedura e inserendo questi fatti all'interno di questa legge. Teneteli fuori finanziateli e via dicendo. Tutte le aree degradate sono aree che vanno risarcite. Ci sono dei ordini di priorità decisi dai Comuni, ma rimanga lì.
Vi chiedo veramente cinque o dieci minuti per riflettere insieme su questo fatto, non al microfono o con interventi che non possono avere un confronto come merita il tema. Grazie.



PRESIDENTE

La parola l'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

vero che non c'é quella platea di giornalisti attenti che pu recepire questa osservazione, ma non vorrei che i colleghi facessero degli errori di parallasse: qui non stiamo trattando di una legge sulla criminalità, ma di una legge sulla sicurezza. Non stiamo trattando di incidenti stradali, ma di prevenzione degli incidenti stradali.
Non possiamo dire che le aree urbane degradate sulle quali ricade il provvedimento dell'Unione Europea Equal siano aree tipo "Los Angeles 2020" o scenari da film di fantascienza, dove c'è un certo "Iena" che si muove in una società assolutamente disgregata dove vale la legge del più forte.
Noi stiamo dicendo che se esistono risorse per interventi regionali statali e comunitari indirizzati ad aree di potenziale degrado, come lo sono le aree veteroindustriali all'interno delle città e della periferia che, ormai, è diventata tessuto metropolitano, la Regione, in qualche modo deve intervenire con strumenti che agevolino la procedura di attuazione di queste norme.
Questo articolo non sana una situazione di criminalità. E' un articolo che si propone di creare le condizioni affinché non si verifichino fenomeni di criminalità e concentrazioni di realtà marginalizzate.
Su questo articolo abbiamo proposto due emendamenti. Il primo fa chiarezza e contiene quanto vogliamo fare, quindi, semplicemente, favorire la progettazione dei Comuni che attuano quelle iniziative, che già sono in essere. In merito al secondo, per non agevolare le cattive interpretazioni abbiamo voluto eliminare il comma 2, che, probabilmente, era semplicemente pletorico.
Con i commi 3, 4 e 5 mettiamo in condizione i Comuni di essere più efficienti nella realizzazione dei loro Piani, non per correggere dei fenomeni di devianza, ma per evitare che in aree degradate, dove non vive nessuno o, comunque, si vive una qualità della vita molto bassa, i fenomeni di devianza si possano insediare e proliferare.
Mi rivolgo al collega Chiezzi: non ritengo accoglibile il suo emendamento soppressivo, ma ritengo decisamente più conferme alle sue indicazioni la nuova formulazione con i due emendamenti proposti dalla Giunta. Su questo emendamento, la Giunta è contraria.
Mi rivolgo al relatore del disegno di legge: noi non riteniamo ci siano le condizioni o la necessità di sospendere la seduta per ulteriormente chiarire questo articolo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Direi che non ci sono le condizioni per realizzare una sospensione proseguiamo con gli interventi.
La parola al Consigliere Chiezzi sull'ordine dei lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Ritiro la richiesta di sospensione. Se la richiedevo, eccepivo sul suo diniego, invece la ritiro.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la ringrazio, è nota la sua correttezza, ancora una volta ci ha dato la dimostrazione.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, le proposte che ha avanzato ora la Giunta, tramite l'Assessore, vanno in un senso che rende maggiormente chiaro il percorso previsto da questa legge.
Vorrei sottolineare una problematica relativamente al comma 4, in quanto mi chiedo se sia utile o indispensabile introdurre in questa legge un percorso che, di fatto, semplifica e supera gli strumenti urbanistici generali, prevedendo che con l'accordo di programma si possano apportare varianti ai Piani urbanistici. Con questo comma interferiamo nella programmazione territoriale. Mi chiedo se si raggiungerebbero gli obiettivi che si propone la legge se noi chiudessimo l'articolo al comma 3 oppure semplicemente, mediante l'abolizione del comma 4. La programmazione urbanistica è una materia delicata, pertanto propongo una riflessione ai proponenti il disegno di legge relativamente a questo comma 4: secondo la nostra opinione, sarebbe meglio se fosse abolito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Intervengo per avere un po' di chiarimenti e per cercare di interloquire con il collega Chiezzi.
Con questo articolo, se ho capito bene, prevediamo interventi a sostegno della riqualificazione di parte dei centri urbani, che mi sento di condividere.
Siccome noi pensiamo alla sicurezza non intesa soltanto come ordine pubblico, riteniamo che si debba immaginare che le risorse pubbliche possano essere impiegate per favorire lo sviluppo di aree particolarmente degradate.
Questo è l'assunto dal quale noi partiamo. Il collega Chiezzi pone un problema, che è un'altra cosa. Non contesto l'obiettivo di indicare tra gli interventi che questa legge deve favorire la riqualificazione di parti del tessuto urbano, mi sembra, invece, che si sposi con la legge. Il Consigliere Chiezzi pone un altro problema, sul quale penso si possa riflettere, relativamente al fatto se sia giusto che questo lo facciamo derogando dalle norme; io non sono un esperto, lui, sicuramente, lo è più di me. Questo è il punto politico vero.
Non ho dubbi sull'utilizzo di parte di queste risorse per dare ai Sindaci risorse e mezzi affinché tentino un rilancio di alcune porzioni del proprio territorio. Questo mi sembra giusto e naturale. Il punto è che con questa norma deroghiamo dalle procedure in vigore, perché, se non ricordo male - e non sono un esperto e chiedo che l'Assessore Botta mi venga in soccorso - quando noi prevediamo che le varianti dei piani regolatori che devono essere presentate per riqualificare queste aree, vengono approvate per il solo fatto che vengono incluse nell'accordo di programma, e questo solo fatto di per sé significa che la variante è approvata, forse un problema di riflessione lo pone.
Chiedo su questo un'opinione dell'Assessore Botta, perché convengo con l'obiettivo che occorre riqualificare i centri urbani e che questa legge deve indicare tale esigenza.
Mi domando soltanto se questo obiettivo va raggiunto derogando dalle procedure. E' un problema che mi pongo, e per questo ritengo che sia giusto che l'Assessore Botta ci dia un parere su questa questione.



PRESIDENTE

Per organizzare i lavori, propongo di trattare l'articolo 9 e poi di sospendere l'esame del provvedimento per trattare i tre provvedimenti concordati in sede di Capigruppo.
Ha chiesto la parola l'Assessore Botta Franco.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente. Il comma che prevede l'approvazione dei progetti per quanto riguarda le varianti urbanistiche, ricorda esclusivamente che può anche avvenire attraverso accordi di programma.
Normalmente, quando ci sono dei programmi complessi, è previsto il ricorso all'accordo di programma. Quindi, non vedo con particolare preoccupazione il fatto che sia richiamato.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, a me non interessa intervenire su tutti gli emendamenti.
Parlo per tre minuti o nella forma che lei deciderà congrua ai sensi del Regolamento, quindi faccio un ragionamento sull'intero articolo.
Sono soddisfatto che la maggioranza abbia presentato due emendamenti ai primi due commi, che correggono una questione che, anche secondo me, non funzionava. Rimane il problema del quarto comma. Io avevo chiesto, anche in via informale, all'Assessore Botta: il quarto comma inerente alla deroga è un comma che serve, nel senso che, scritto in questa legge, permette di fare una cosa che altrimenti non potrebbe essere fatta? Se è così, sono fortemente contrario ad inserirlo e faccio una battaglia in merito. Se non è così, e l'Assessore Botta ha detto che non è così, perché è una facoltà che esiste, chiedo che questa previsione non ci sia, perché non serve. E, politicamente, chiedo che non ci sia, perch continuo ad essere contrario nell'inserire in una legge che, certo, non è sulla criminalità, ma parla di contrasto all'illegalità diffusa, note che possono, anche indirettamente, segnare dei territori o delle procedure di accordo di programma legate all'individuazione che, in un'area, c'è la criminalità diffusa. Voglio cercare di sbarrare questa possibilità.
Quindi, l'accordo di programma può essere fatto in quel modo? Bene, lo si farà, il sindaco lo farà, la Regione lo farà; lo farà perché si può fare per tutti, nelle aree a illegalità diffusa e nelle aree non a illegalità diffusa.
Su questo vorrei che l'Assessore Botta tranquillizzasse non tanto la parte che rappresento, che chiede di toglierlo, quanto la parte maggioritaria, che magari teme di non poter fare questo percorso in assenza della scrittura del comma 4. Ma se il comma 4 esiste come procedura possibile nelle leggi vigenti, che possono essere applicate, togliamo anche questo elemento.
La preoccupazione che mi muove è solo quella di non avere percorsi amministrativi, urbanistici segnati ed individuati come percorsi amministrativi che eliminano l'illegalità su una parte del territorio.
Ho questa preoccupazione, perché sarebbe disastroso da tutti i punti di vista. Il percorso urbanistico è un percorso urbanistico su un'area degradata. Prioritaria? Sì. Perché? Perché il Comune ha deciso che lì il degrado è forte. Quindi, con la procedura che il Comune sceglierà, rapida o meno rapida. Quello che crede, ma togliamolo, se non serve.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Avevo chiesto questo chiarimento all'Assessore Botta. Dopo la sua risposta anch'io credo che, se è pleonastico, non si capisce perch lasciamo il comma 4. Ponevo questa situazione: noi introduciamo una deroga e allora bisogna discutere per capire se sia utile o meno che noi deroghiamo rispetto alla procedura in essere, ma se, come ha detto l'Assessore Botta, questo comma 4 in realtà altro non fa che fotografare una procedura in essere - se io sottoscrivo un accordo di programma che prevede una variante al piano regolatore, il fatto che io sottoscrivo un accordo di programma di per sé consente e autorizza quella variante - non ho motivo per dubitare delle cose che ha detto l'Assessore competente.
Quindi, togliamo di mezzo la questione, non c'è problema. Lo farete perché è previsto dalla normativa ed è pleonastico richiamarlo.
Quindi, da questo punto di vista, condivido la proposta che ha fatto il collega Chiezzi, ma la condivido anche alla luce delle osservazioni che ha fatto in quest'aula l'Assessore Botta.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 77, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 78 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 9 il comma 1 è soppresso.
L'emendamento rubricato n. 78) viene ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 108 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Vaglio: all'articolo 9 il comma 1 è sostituito dal seguente: "1. La Regione Piemonte favorisce la progettazione dei Comuni per l'attuazione delle iniziative regionali, statali e comunitarie finalizzate al recupero delle aree urbane degradate".
Questo emendamento è già stato illustrato ampiamente dall'Assessore Botta.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

La formulazione del primo comma mi sembra più pertinente.
Sono assolutamente d'accordo, da un punto di vista teorico e politico con il fatto che favoriamo la progettazione di intervento su queste aree ma non attraverso iniziative e risorse regionali, statali e comunitarie.
Domando all'Assessore Vaglio: dato che tutti quei fondi europei vanno ad esaurimento, ha ancora senso fare riferimento a risorse di questo tipo? Ho premesso di essere assolutamente d'accordo con il fare riferimento alla possibilità di attingere a risorse comunitarie per finanziare questi progetti, ma mi domando se è ancora un'opportunità perseguibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Dall'esame dei colleghi che si occupano di queste questioni - credo che anche il Vicepresidente Riba lo abbia verificato - è stato pubblicato, non più tardi di venti giorni fa, il secondo rapporto della Commissione europea sulla coesione, che prefigura il quadro degli interventi comunitari dopo il 2006.
In questo quadro, mentre ci sono forti dubbi sul proseguimento di alcune iniziative sull'obiettivo 2, sul pheasing out, sul ridimensionamento nell'Europa occidentale dell'obiettivo 1, ci sono invece quasi delle certezze sul proseguimento delle politiche comunitarie del Fondo sociale europeo e, segnatamente, sulle aree ex industriali che possono essere fonte di disagio. Proprio per questo motivo, abbiamo voluto indicare che l'utilizzo di queste risorse è molto complicato, perché deve coinvolgere diversi soggetti (non solo pubblici, a volte anche privati). Sovente occorre intervenire in situazioni fallimentari di non facile soluzione. Da parte nostra, abbiamo inteso dire, già nel cappello introduttivo, che la Regione favorisce, in quanto tende a dare tutti quegli strumenti in grado di superare percorsi burocratici, altrimenti lunghi.
Dico questo solo ed esclusivamente perché riteniamo che questi interventi, indipendentemente dalla natura degli stessi, siano di prevalente interesse pubblico. Nel testo, non so con quale efficacia ed efficienza, abbiamo voluto esprimere questa nostra convinzione e questa nostra determinazione di semplificare i passaggi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 108.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 79 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 9 il comma 2 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 109 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Vaglio: all'articolo 9 il comma 2 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati n. 79 e n. 109).
Il Consiglio approva.
Viene ritirato il seguente emendamento: Emendamento rubricato n. 80 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 9 il comma 3 è soppresso.
Passiamo ora all'emendamento rubricato n. 81).
Emendamento rubricato n. 81 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 9 il comma 4 è soppresso.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Leggiamo il comma 4, per verificare la natura del contrasto: "L'approvazione di progetti di cui al comma 1 che comportano la necessità di apportare variante agli strumenti urbanistici, può avvenire mediante gli accordi di programma, di cui all'articolo 34 del decreto legislativo".
Il decreto legislativo stabilisce che si possono fare accordi di programma sedendo attorno ad un tavolo con tutti i soggetti e avere una procedura semplificata. Punto. Che bisogno c'è di dirlo, visto che i progetti dell'articolo 1 sono progetti qualunque? Che bisogno c'è di dirlo? Nessuno. Questa facoltà non sta nella legge, sta nei poteri delle autonomie e della Regione. È lì il potere: scelgo quella procedura o no? Caso per caso, area per area, si decide quando applicarla e quando non applicarla.
Non è che si deve applicare per legge, perché il decreto legislativo è la cornice. Non possiamo dire che il decreto legislativo si applica sempre per i casi di cui alla presente legge.
Non possiamo dire questo. Il decreto legislativo si applica quando le amministrazioni e le Istituzioni decidono di applicarlo. Non possiamo mettere una camicia di forza alla Regione, alla Provincia e al Comune.
Non si può proprio. Questa citazione può indurre in questo errore perché è come se si dicesse: "Se è un progetto di riqualificazione di area degradata previsto da questa legge, automaticamente faccio questo passo".
Non può essere così, perché il potere, in capo agli Enti locali, deriva da una norma statale che non può essere mutata da un intervento regionale.
Siccome è una norma statale, la possibilità dell'accordo di programma c'è bene - e vale per tutti gli interventi, anche per quelli che avranno, come motore, questa logica. Altrimenti, ho il serio dubbio che non si possa nemmeno scrivere in questo modo, perché non può esserci una vacanza della legge statale solo per questi interventi di riqualificazione urbana.
Gli interventi di riqualificazione urbana sono così: possono essere trattati con procedure urbanistiche semplificate, quando le Regioni, i Comuni o le Province lo decidono. Punto. Noi alludiamo al fatto che il progetto di riqualificazione urbana, che nasce anche da questa legge, è obbligatoriamente in applicazione dell'accordo di programma? Non può essere scritto in questo modo, perché va contro la legge statale. Quella facoltà rimane. Oltretutto, colleghi, è indistinguibile, perché nel comma 1 è scritto che saranno progetti di riqualificazione urbana, giustamente dice progetti di riqualificazione urbana. Vi è una miriade di questi progetti che seguiranno la sorte che la Regione deciderà che debbano seguire.
Invece, inserire questo è anche improprio perché è una norma urbanistica che, a questo punto, dovrebbe cambiare la legge urbanistica.
Nella legge urbanistica ci sono gli interventi di riqualificazione urbana, poi ci sono gli interventi di riqualificazione urbana di cui al comma 1 di questa legge. E' un privilegio che concederemo a questi interventi che non ha nessun senso.
Comunque, è tema di carattere urbanistico. Che cosa facciamo, cambiamo la legge urbanistica per questa tipologia d'interventi? Dato che questa tipologia di interventi non è precisata, è assolutamente generica, non spiega che tipo di interventi occorrerebbe attuare. E' una descrizione generalissima, che potrebbe essere invocata per tutti gli interventi di riqualificazione urbana, quindi, per un verso e per l'altro, chiedo risposte e chiarimenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Assessore Botta, le faccio un esempio che ho seguito personalmente.
Quando si fa un accordo di programma per realizzare una grande opera - in questo caso è un intervento di qualificazione urbana - questa grande opera può prevedere, se intervieni su un certo territorio, una variante del piano regolatore.
L'accordo di programma che si sottoscrive prevede che sia realizzata quell'opera, prevede che sia realizzata una variante del piano regolatore.
Questo impegna le amministrazioni che hanno sottoscritto quell'accordo di programma ad accelerare l'esame, in questo caso, della proposta di variante. Ma nulla toglie al fatto che la variante vada approvata come atto autonomo. Tant'è che poi c'è una procedura autonoma, secondo cui viene approvata la variante per quell'intervento attraverso le procedure che prevede la legge.
Non è che l'approvazione dell'accordo di programma consenta automaticamente l'approvazione della variante. L'accordo di programma prevede l'intervento, l'intervento prevede la variante, la variante verrà approvata secondo le procedure che la legge prevede. E' così, Assessore Botta? Se è così, che senso ha fare un riferimento a un qualcosa di pleonastico? Noi qui diciamo solamente, se ho capito bene, che la progettazione pu anche essere la progettazione di interventi su porzioni di territorio urbano che prevedono varianti, può avvenire mediante accordi di programma.
Questo significa che io intervengo su un dato territorio, prevedo (siccome la Regione può essere coattore di questo processo) che vi sia una variante ma la variante viene approvata attraverso le procedure in vigore cui lei prima ha fatto riferimento.
Se è così, francamente non vedo l'utilità di inserire questo quarto comma, perché non cambia nulla. Gli accordi di programma sono previsti. E' previsto che gli accordi di programma prevedono le varianti, ma è altrettanto previsto che le varianti vengano approvate con procedure autonome, che non c'entrano niente con l'accordo di programma. Pertanto voterò a favore dell'emendamento che ha proposto il Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Naturalmente anche noi saremmo per votare quell'emendamento, ma forse non ci sarebbe bisogno di votarlo se, con atto autonomo, gli Assessori compiono un atto dovuto.
Mi spiego meglio. Qual è il percorso? Partiamo della questione della sicurezza, individuiamo nei progetti di riqualificazione uno degli elementi attraverso i quali, nel superamento del degrado delle aree, andiamo anche alla rimozione delle ragioni sociali che, molto spesso, sono alla base della cosiddetta devianza. Con questo comma 4, vorremmo rendere esaltante questo passaggio riportando una norma di legge e un richiamo al Testo unico dell'ordinamento degli enti locali, enfatizzando la procedura di eccezionalità.
Se le cose stanno come i colleghi hanno detto e come sosteneva nei primi interventi Chiezzi, sostenuto anche dal Consigliere Ronzani, rendiamo più leggere le nostre leggi. Non ripetiamo cose che già attraverso le procedure ordinarie è possibile invocare. La sensazione che ho nel leggere tutto questo è che si voglia sottolineare il carattere dell'eccezionalità quando di eccezionale non ha niente.
I progetti di riqualificazione urbana, mi pare, seguono quell'iter che già prima è stato ricordato. Tutta la legge è pervasa da questa presunzione. Quando affronteremo l'articolo 10, Assessore, le chiederò di prestare attenzione ad alcuni dati, che le fornirò, sulla fenomenologia della devianza in quel grande contenitore che è il sistema carcerario della nostra Regione.
Se cominciassimo a leggere i problemi tenendo conto della possibilità che abbiamo di risolverli, potremmo mettere molta meno enfasi, potremmo ridurre l'invasione di campo. E' evidente che si tratta di un'invasione di campo, perché i progetti di riqualificazione urbana (il progetto Urban 2 come tutta una miriade di fonti di finanziamento che proviene dall'Unione Europea, che sono già in essere, o che potrebbero essere attivati) non necessitano certo di questi strumenti. Quei progetti di riqualificazione urbana, Assessore, necessitano dell'implemento di dotazioni di fondi sulle altre leggi ordinarie nell'ambito del progetto di riqualificazione urbana come, per esempio, le leggi per i giovani, le leggi per prevenire le tossicodipendenze, le leggi per rimuovere altri ostacoli di natura sociale che man mano possono essere utilizzati.
Assessore, francamente rinunci al superfluo. Sta già portando a casa un buon risultato, dal nostro punto di vista, rispetto all'obiettivo che vi eravate prefissati e si snellisca il testo di legge, rendendolo più organico e coerente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, avevo già sollevato questo problema in precedenza e lo pongo nuovamente perché continuo a non comprendere il motivo per cui si vuole mantenere questa definizione all'interno di questo strumento legislativo.
Se questa definizione si richiama - come effettivamente si richiama ad un decreto legislativo, non si vede la necessità di richiamarlo in questo modo. Da un lato, il richiamo in questo testo, in questo punto pu correre il rischio di contribuire a un processo che abbiamo criticato quello di contribuire a classificare certi territori come portatori di problematiche, con tutte le conseguenze che sono state già a lungo illustrate. Perché l'ovvia conseguenza di ripetere una norma pleonastica perché è pleonastica, se in ogni caso si può fare - è che possa portare con sé, a traino, l'effetto di indicare in senso negativo una serie di territori.
Queste osservazioni valgono ancora di più proprio per la formula che si è usata: sembra quasi un richiamo a chi dovrà applicare questa legge per ricordargli che esiste una legge nazionale a cui fare riferimento. Ma se la legge esiste, chi deve applicarla, la applicherà.
Perché viene data la possibilità di applicare una legge che comunque esiste a livello nazionale? Perché il richiamo messo qui e in questo modo? Sembra quasi voler dire: "Fate attenzione che in ogni caso potete anche usare questa norma qui". Ma a che scopo? Se la legge esiste, è chiaro che gli amministratori che si troveranno di fronte alle situazioni previste dalla stessa legge, faranno ricorso, ove sia consentito dal decreto legislativo, agli accordi di programma.
Ci sembra che inutile insistere su una dizione che è sicuramente pleonastica, perché fa riferimento a una norma esistente e di cui gli amministratori pubblici sanno di potere fare uso. E' come se, in tutti gli altri punti di questa legge, facessimo riferimento a qualsiasi altro strumento legislativo a cui gli amministratori possono ricorrere. Non si comprende questa necessità, visto che lo scopo di interesse pubblico è comunque previsto dal comma 1 e il decreto legislativo prevede di realizzare gli accordi di programma quando vi sia un interesse pubblico.
E' chiaro che, con la scrittura che abbiamo fatto nel comma 1, abbiamo già incardinato il percorso che può essere attivato dal decreto legislativo. Non c'è nessun bisogno di richiamare in questo termine pleonastico e anche un po' pesante, un Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali che già esiste e di cui gli amministratori sono a conoscenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io intervengo semplicemente per esprimere una perplessità sull'esistenza di questo comma, perché molto spesso, quando legiferiamo ho visto anche durante tutti i lavori della Commissione Statuto richiamiamo tutta una serie di questioni che sono già valide e che è inutile stare a ribadire. Il fatto di ribadirle tende a dare un valore cioè tende a specificare in modo preciso perché viene inserito il richiamo stesso.
Per questa ragione penso che non serva, nel senso che si ribadisce che una possibilità esiste e, là dove la si vuole utilizzare, la si pu utilizzare. Inserita in un comma della legge è un'indicazione molto più stringente, cioè un'indicazione a operare non anche in questo modo, ma praticamente solo in questo modo, e a dare un valore maggiore a questo tipo di scelta, di opzione, di indicazione per operare.
Per questo motivo credo che sarebbe più utile, visto che la possibilità esiste, accogliere l'indicazione che noi diamo: accettare l'emendamento che sopprime questa proposta.
Oltretutto, mi pare che stamattina si è potuto lavorare in modo proficuo, ci si è ascoltati e tendenzialmente abbiamo anche modificato il testo adottando questo tipo di metodo, di confronto vero. Mi pare che questo nostro emendamento sia semplice, sia facile da accogliere, proprio perché il comma non introduce nulla, la soppressione non sopprime nulla poiché quanto scritto dal comma resta comunque valido e il sopprimere un comma non ha nessuna funzione concreta, non impedisce che queste cose vengano fatte.
Ripeto, non inserendo una cosa nuova, ma precisandola, non è un elemento di novità, di proposta reale, quindi anche la sua soppressione è tale. Di conseguenza, invito sia l'Assessore che il relatore della legge ad affrontare seriamente questa possibilità che, se fosse stata accolta subito, avrebbe fatto sì che già in questo momento fossimo arrivati al voto dell'articolo nel suo insieme, non solo a questo comma.
Le riflessioni aiutano lo sviluppo della discussione, ma impuntarsi su questo punto può ottenere l'effetto esattamente opposto. Allora invito appunto, a rifletterci un attimo.
Ribadisco ancora il concetto: se sopprimiamo l'emendamento, non sopprimiamo nulla. Se sopprimiamo il comma, non sopprimiamo nulla, perch la possibilità esiste; anzi, forse aiutiamo che la discussione prosegua nel modo in cui si è sviluppata finora, che mi pareva fosse giudicato proficuo da tutti, compreso da chi, come noi, si sta opponendo alla legge stessa.



PRESIDENTE

La parola il Consigliere Chiezzi sull'ordine dei lavori.



CHIEZZI Giuseppe

La questione è stata nuovamente rappresentata: speriamo che l'Assessore ci rifletta ancora.
Chiedo, anche a nome del Gruppo di Rifondazione Comunista e del Gruppo Verdi, due minuti di sospensione per concordare una dichiarazione di voto dei tre Gruppi.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 14.42 riprende alle ore 14.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi, per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
La dichiarazione di voto è anche a nome dei Gruppi Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani.
Credo di aver compreso che non verrà espresso un parere favorevole all'emendamento soppressivo del comma 4. Per quanto ci riguarda, riteniamo che sia un errore.
Non concordiamo sul fatto di lasciare una definizione che, per affermazione degli stessi proponenti, è, di fatto, pleonastica.
Inoltre, non comprendiamo il motivo per cui nella legge che licenziamo debbano essere contenute delle parti che, di fatto, sono inutili e sovrabbondanti. Si tratterebbe, quindi, di una mera pulizia del testo, che meriterebbe l'accoglimento.
Vi è un ulteriore problema: una definizione di questo tipo potrebbe portarci, in maniera indiretta, a quel pericolo che noi abbiamo cercato di scongiurare fin dall'inizio, ovvero penalizzare quei territori e quei Comuni che potrebbero venire identificati come aree a degrado, e subire conseguentemente, delle ricadute negative, anche a livello economico.
Potrebbe subentrare un altro pensiero: se è vero che questo comma 4 è abbondante e pleonastico, il suo mantenimento potrebbe, diciamo così essere interpretato come un sistema per suggerire ai Comuni delle scorciatoie per ottenere delle varianti e degli strumenti urbanistici che potrebbero, in questo caso, portare a soluzioni e a scelte pericolose per il territorio, per la comunità o per l'uso degli stessi.
Così com'é scritto l'articolo fino al comma 3, fermo restando che al comma 1 riscritto si prevede comunque che questa legge dia un indirizzo di uso e di interesse pubblico alle aree sulle quali può rivolgersi la progettazione dei Comuni, fatto salvo che esiste comunque un decreto legislativo che, per la progettazione di interesse pubblico, prevede che tramite accordi di programma si possano apportare le varianti agli strumenti urbanistici generali (che rimangono, comunque, una decisione da prendere a capo dei Comuni noi riteniamo che il mantenimento di questo comma rappresenti non solo una formulazione sovrabbondante, ma anche un indirizzo che, nel corso del tempo, potrebbe rivelarsi pericoloso.
Riteniamo che sia davvero un grave errore il comportamento della Giunta, dei proponenti e del relatore, che non riescono ad accettare questo emendamento.



PRESIDENTE

Colleghi, potremmo fare un accordo: approviamo l'articolo 9 e sospendiamo l'esame di questo disegno di legge; esaminiamo quindi altri tre provvedimenti e chiudiamo la seduta, così com'eravamo d'accordo.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché votare adesso l'articolo 9, posto che siamo in contrasto?



PRESIDENTE

Perché lo stiamo discutendo. Concludiamo l'articolo 9 e la prossima settimana proseguiremo con un altro articolo.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, ma c'é un contrasto aperto!



PRESIDENTE

Vi chiedo soltanto un po' di collaborazione: lei me la offre sempre collega Chiezzi!



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma è l'ultimo contrasto di opinioni che abbiamo!



PRESIDENTE

Ce ne sono ancora! Se non ci sono ulteriori interventi, possiamo porre in votazione l'emendamento soppressivo del comma 4.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani, per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Dato che fra poco l'aula dovrebbe discutere di altri provvedimenti anch'io ritengo che potremmo tranquillamente rinviare la votazione di questo articolo alla prossima seduta, ma mi pare di capire, però, che così non sarà.
Volevo allora ribadire che per quanto ci riguarda non ci sono ragioni per difendere nel testo questo comma 4, perché come ha detto l'Assessore Botta, che in questo momento è molto preso dalla discussione del nostro provvedimento, la legge - se ho capito bene - prevede che le varianti strutturali ai Piani Regolatori debbano essere approvate dalla Regione mentre le varianti parziali dei Piani Regolatori devono essere approvate dai Consigli Comunali.
In ogni caso, l'esistenza di un accordo di programma non pu costituire, ai sensi della legge sull'Ordinamento degli Enti locali variante al Piano Regolatore. Vuol dire che, quand'anche la variante di un Piano Regolatore venisse inserita in un accordo di programma, perché con quell'accordo di programma noi prevediamo di intervenire su quell'area urbana, questo non esclude, anzi prevede, che quella variante venga approvata dal Comune o dalla Regione, a seconda del tipo di variante che quell'intervento costituisce: variante parziale o variante di carattere strutturale.
Proprio per questo, cioè per il fatto che il comma 4, da quanto avete detto, non costituisce alcuna novità e non rappresenta una deroga alla normativa in vigore, non capisco l'ostinazione con la quale voi difendete il comma 4 dell'articolo 9.
Presidente, stiamo votando l'emendamento o l'articolo?



PRESIDENTE

Stiamo votando l'emendamento, ma vale anche come dichiarazione per l'articolo.



RONZANI Wilmer

Ciò detto, voteremo l'emendamento presentato dal collega Chiezzi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 81, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 110 presentato dai Consiglieri Ronzani, Chiezzi: all'articolo 9, comma 4 aggiungere dopo le parole "Enti Locali" le parole "Su ogni caso l'approvazione del progetto non costituisce variante allo strumento urbanistico".
Questo emendamento mi sembra di difficile collocazione, perché recita: "L'approvazione dei progetti di cui al comma 1, che comportano la necessità di approvare varianti e gli strumenti urbanistici, può avvenire mediante gli accordi di programma, di cui all'articolo 34 del decreto legislativo n.
267/2000.
In ogni caso l'approvazione del progetto non costituisce variante degli strumenti urbanistici".



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 110) viene ritirato.
Emendamento rubricato n. 82 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Contu: all'articolo 9 il comma 5 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 82, sul quale l'Assessore Vaglio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9, come emendato.
Il Consiglio approva.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Chiedo la verifica della votazione.



PRESIDENTE

C'è qualche altro Consigliere che chiede la verifica? Anche i Consiglieri Moriconi e Papandrea si associano alla richiesta della verifica della votazione.
Rifacciamo la votazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9, come emendato.
Il Consiglio approva.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, ho fatto la verifica: il Consiglio approva.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame disegno di legge n. 586: "Adesione della Regione Piemonte all'Associazione Amici dell'Università di Scienze Gastronomiche"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il disegno di legge n. 586.
La parola alla relatrice, Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna, relatrice

Do per letta la relazione il cui testo recita: "Nel novembre 2001, le Regioni Emilia Romagna e Piemonte stabilirono con un protocollo di intesa, di affidare all'Associazione Slow Food uno studio di fattibilità per la costituzione dell'Università di scienze gastronomiche, individuandone le sedi presso l'Agenzia di Pollenzo frazione di Bra, provincia di Cuneo, e la Reggia di Colorno, in provincia di Parma.
Slow Food costituì, per eseguire lo studio di fattibilità, un Comitato ristretto di esperti con l'incarico di valutare gli interventi necessari il progetto scientifico e le procedure istitutive.
Il 27 gennaio 2003 è stato istituito il Comitato per la costituzione dell'Associazione Amici dell'Università di scienze gastronomiche. Scopo del Comitato è la raccolta dei fondi, gli studi e le iniziative utili alla creazione dell'Università e la stesura degli atti giuridici necessari.
Lo studio di fattibilità ha posto in evidenza il percorso necessario alla costituzione dell'Università, nel quale si inserisce la costituzione di una associazione senza scopo di lucro denominata "Associazione Amici dell'Università di Scienze Gastronomiche".
Il 25 settembre 2003 si è quindi costituita l'Associazione Amici dell'Università di scienze gastronomiche.
L'Associazione, senza fini di lucro, nasce, come si legge nell'atto di costituzione, per "l'educazione e la formazione gastronomica ed alimentare". Lo scopo che si propone è "la promozione di iniziative culturali nel settore dell'istruzione, che rispondano all'esigenza di incrementare la conoscenza scientifica, la preparazione manageriale l'azione imprenditoriale, lo sviluppo culturale nelle scienze gastronomiche".
La Regione Emilia Romagna ha già provveduto all'adesione alla Associazione con la legge regionale 18 dicembre 2003, n. 27: "Partecipazione della Regione Emilia Romagna alla costituzione dell'Associazione 'Amici dell'Università di scienze gastronomiche'".
Con il presente provvedimento anche la Regione Piemonte aderisce all'Associazione, di cui fanno già parte, quali soci fondatori, oltre alla Regione Emilia Romagna, Slow Food Associazione Internazionale, Slow Food Italia e Slow Food Editore s.r.l. L'Associazione è altresì aperta all'adesione di aziende private ed enti pubblici, a soggetti provenienti dal modo della produzione e dell'enogastronomia, nonché a tutti coloro che riterranno di aderire al progetto medesimo.
L'Associazione persegue la finalità di compiere attività di promozione di iniziative culturali nel settore dell'istruzione, finalizzate ad uno sviluppo culturale, in particolare nelle scienze gastronomiche, a livello sia nazionale che internazionale, e prevede come obiettivo primario la costituzione dell'Università, la raccolta dei fondi necessari alla sua formazione e lo svolgimento di ogni atto organizzativo necessario al raggiungimento di tale finalità.
La costituenda Università di scienze gastronomiche si propone come il primo polo internazionale di formazione culturale gastronomica, come punto di incontro di tutte le discipline che trattano l'alimentazione e come centro di perfezionamento per tutte le figure professionali del settore.
Si concretizzerà quindi come centro di formazione, ricerca documentazione e catalogazione con una forte impronta internazionale, in grado di coinvolgere studenti, operatori e ricercatori.
La particolarità dell'iniziativa sta in ciò che di specifico l'Università di scienze gastronomiche intende offrire: un corso assolutamente innovativo; infatti, mentre gli ordinamenti universitari europei attuali concepiscono la formazione di agronomi e zootecnici alimentaristi e dietologi, partendo da un approccio prettamente scientifico e da basi matematiche e chimiche, la futura Università intende integrare il sapere scientifico in senso umanistico, prevedendo approfondimenti di ordine storico, sensoriale e gastronomico.
Le due sedi prescelte, la Reggia di Maria Luisa d'Austria a Colorno (Parma) e l'Agenzia di Pollenzo (Cuneo creata da Carlo Alberto di Savoia sono situate in un contesto ambientale e architettonico in grado di facilitare il lavoro dello studente, grazie alla vicinanza di zone enologiche importanti, di servizi ristorativi di alto profilo, di città d'arte e di turismo gastronomico.
stato avviato l'iter necessario ad ottenere dal Ministero il riconoscimento della Università, che si prevede possa arrivare in tempo utile per poter avviare, nell'autunno di quest'anno, il primo corso di laurea, dedicato alla gastronomia vera e propria. Il secondo, che sarà attivato successivamente, si occuperà di Agroecologia.
Gli insegnamenti e le esercitazioni verranno impartite in inglese e in italiano; gli studenti saranno ospitati, per tutta la durata degli studi negli alloggi predisposti appositamente per loro nei pressi di Pollenzo e Colorno.
Gli allievi viaggeranno inoltre in Italia e nel resto del mondo per seguire ogni anno stages tematici, che li porteranno a conoscere i processi produttivi e le materie prime direttamente sul campo.
Al termine dei cinque anni il gastronomo sarà operativo; quella che uscirà dall'Università sarà una nuova figura professionale, un operatore in grado di guidare la produzione, di valorizzarla, di insegnare a degustare di orientare il mercato, di comunicare e promuovere cibi, bevande e la loro immagine.
Tale corso di laurea si inquadra nella più vasta attività della Regione Piemonte sul potenziamento del turismo culturale ed enogastronomico, e la difesa delle tradizioni locali ed alimentari.
Il provvedimento in esame è stato oggetto, da parte della VI Commissione, di consultazioni, che hanno visto la partecipazione del Sindaco del Comune di Bra, del direttore dell'"Associazione amici dell'università di scienze gastronomiche", del Presidente regionale della Federazione Italiana Sommelier, del Presidente della Associazione Cuochi di Torino. Tutti gli intervenuti hanno manifestato vivo interesse per l'adesione della Regione Piemonte all'Associazione, che sarà di coronamento al lavoro svolto in questi ultimi anni. Hanno auspicato quindi una rapida approvazione del provvedimento da parte del Consiglio regionale.
Obiettivo del provvedimento, composto di sei articoli, è quello di disciplinare l'adesione della Regione Piemonte all'"Associazione Amici dell'Università di Scienze Gastronomiche" in qualità di socio fondatore.
L'articolo 1 prevede l'adesione regionale all'Associazione.
L'articolo 2 indica le finalità che l'Associazione si propone, ponendo l'attenzione in particolare alla costituzione dell'"Università di Scienze Gastronomiche".
L'articolo 3 disciplina le modalità per il perfezionamento dell'adesione.
L'articolo 4 rinvia alla legge finanziaria regionale per la determinazione del contributo annuo finalizzato alla partecipazione alle spese per le attività ed il funzionamento dell'Associazione ed indica la data del 30 novembre per la presentazione da parte dell'Associazione della documentazione necessaria per accedere al contributo regionale.
L'articolo 5 è stato modificato in sede di I Commissione. L'articolo prevede una copertura finanziaria di 300.000,00 euro; le risorse sono reperite ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n.
7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte con legge finanziaria 2004.
L'articolo 6 dichiara l'urgenza della legge ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto regionale".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Svolgo rapidamente un'informazione al Consiglio regionale e ai colleghi, in particolare, mi rivolgo ai colleghi Placido e Suino che, in Commissione, avevano chiesto di conoscere il parere del Comitato di coordinamento universitario. I due relatori, Consiglieri Costa e Cattaneo avevano seguito attentamente la questione.
Vorrei comunicare che il Comitato di coordinamento universitario comprendente tutti i Magnifici Rettori, la componente studentesca e la componente tecnica, avendo sentito le garanzie richieste in Commissione e trasmesse in Comitato coordinamento, ha dato all'unanimità parere positivo cum laude, visto che siamo in ambito universitario.
Era doveroso svolgere questa informazione, così come richiesto, prima della votazione.
Collega Tapparo, il comitato di coordinamento è formato per legge da tutte le università e dai rappresentanti degli studenti. E' un comitato di coordinamento regionale. In Piemonte ci sono solo tre università, mentre in altre Regioni sette-otto o dieci, ma ci sono tutte. Quindi, è unanime di tutte. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. L'entusiasmo dell'Assessore Leo obiettivamente rende più difficile il mio intervento, perché prendo atto che i provvedimenti suscitano tanto maggiore entusiasmo e raccolgono tanto maggiore consenso quanto minori sono i margini, anche istituzionali, di difendibilità politica degli stessi.
Qui procediamo all'approvazione di un'adesione della Regione Piemonte congiuntamente alla Regione Emilia-Romagna, ad un'associazione che ha come finalità la costituzione di un'università privata, sulla cui attività e le cui prospettive non intendo discutere, sostanzialmente a totale capitale pubblico. Presidente, qualcuno eccepisce sul fatto che non sia stata fatta la relazione.



PRESIDENTE

L'abbiamo data per letta.



PALMA Carmelo

Quindi, è relativa alla costituzione di un'università privata, di fatto a totale capitale pubblico, con una partecipazione della Regione Piemonte una partecipazione della Regione Emilia Romagna ed una partecipazione di una partecipata pubblica del privato eno-gastronomico piemontese.
L'idea che, senza entrare nel merito dell'attività di un'università di questa natura, che ha probabilmente rosee prospettive anche e soprattutto in termini di mercato, all'interno di un distretto produttivo che avrebbe probabilmente interlocutori e finanziatori solleciti per un'impresa di questo tipo, si debba ridurre al finanziamento pubblico della costituzione di un'università privata, mi sembra obiettivamente uno sforzo di fantasia che, per tipologia, non avevo ancora visto dispiegarsi nel corso di questa legislatura, e che francamente mi lascia quanto meno perplesso. E ancora più perplesso, Assessore Leo così entusiasta, mi lascia il fatto che le Università piemontesi si pronuncino entusiasticamente anche loro, com'è ovvio, a favore di un progetto di questo tipo. Perché se un'Università è entusiasta di un progetto universitario, lo porta avanti la stessa Università e non chiede ad un altro di finanziarla.
L'Assessore Leo è Assessore di lungo corso e di lunga consuetudine con le istituzioni universitarie, e sa benissimo che, laddove le Università pubbliche individuano uno spazio sia didattico sia di mercato per espandersi, anch'esse si danno da fare.
Qui noi stiamo discutendo invece di un provvedimento in cui noi paghiamo un privato per fare un'università privata, con le Università piemontesi che applaudono il fatto che paghiamo con soldi pubblici un privato per fare un'università privata.
Questa legge segna l'esistenza di un partito unico all'interno di questo Consiglio regionale, che è il partito di slow-food, che è il partito del finanziamento complessivo pubblico delle attività di slow-food e del sostegno complessivo pubblico bipartisan delle politiche di slow-food.
Penso che, proprio a partire da un tema di questo tipo, si poteva immaginare - e parlo non all'entusiasta riferitore del parere dell'Università, ma all'Assessore regionale all'istruzione e all'università un tentativo più coraggioso, che coinvolgesse invece le istituzioni universitarie e partner privati per fare una Università privata.
Ora - ripeto - l'Assessore Leo, che è persona attenta a queste cose, sa che non esiste in Italia neanche un'università privata che è privata perch ha uno Statuto privato e finanziatori pubblici. Tutte le Università private italiane, anche le più prestigiose, nascono da forme di partnership istituzionali pubblico-privato con finanziatori privati molto impegnati dal punto di vista finanziario e molto autorevoli dal punto di vista sociale ed economico.
All'interno della nostra Regione, invece troviamo questa sottoproduzione universitaria dalle caratteristiche particolari, per cui ripeto - un'università privata viene costituita praticamente solo con soldi pubblici con un'università pubblica che applaude alla politica che, al 95 ritiene di impegnarsi in un'impresa di questo tipo.
Il fatto che questo progetto non abbia coinvolto al momento investitori privati - poi, nella prospettiva, fra tre anni, dopo il riconoscimento dell'Università da parte del Ministero, dopo il momento in cui, al termine dei tre anni, scatterà la possibilità di accedere a finanziamenti pubblici, è possibile che qualcuno si faccia vivo - ma l'idea che nel distretto eno-gastronomico del Piemonte un'Università eno-gastronomica del Piemonte la finanzi la Regione Piemonte, la Regione Emilia-Romagna e una finanziata (temo da entrambi) sicuramente dalla Regione Piemonte, non la trovo un dato istituzionalmente e particolarmente significativo e tranquillizzante.
Anche perché le università private esistono in quanto sono in grado di finanziarsi; un'università privata a capitale pubblico esiste in tanto e in quanto c'è qualcuno che paga. E visto che la Regione, con questo provvedimento, non solo aderisce all'associazione per la costituzione di questa università, ma ipoteca anche finanziamenti futuri (la norma finanziaria su questo è assolutamente esplicita) sarebbe il caso di esplicitare, Assessore, accanto a tutti gli entusiasmi, che la Regione Piemonte si appresta a finanziare sine die l'impresa universitaria di slow food, ritagliandosi in questo sostanzialmente il ruolo del finanziatore.
Per tutte queste ragioni, visto che ritengo tutt'altro che peregrina l'idea di costituire una Università con questo tipo di vocazione e con questo tipo di prospettiva, ma ritengo molto più che peregrina la modalità con cui questa Università viene istituita, preannuncio da subito un voto di astensione, che è un voto favorevole rispetto al progetto universitario, ma pesantemente contrario rispetto alle modalità di costituzione dell'Università stessa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Voglio approfittare di questo intervento in discussione generale per illustrare il senso dei miei tre emendamenti. Due sono di carattere generale e uno su un aspetto puntuale, sul quale forse l'Assessore pu convenire.
Anch'io sono convinto che fare sorgere un'università con le finalità che sono state illustrate nella relazione, che abbiamo già comunque sentito in Commissione, sia un fatto positivo.
E' lo strumento che si utilizza, il percorso e le prospettive che mi lasciano perplesso. Usare una entità tipo "Gli amici di..." dà più il senso di una costituzione di una bocciofila oppure degli Amici del Parco, che l'istituzione di un'università. Lei avrà studiato all'Università Assessore, quindi sa che esistono molte fattispecie giuridiche che possono ampliamente adempiere a questo compito. Ne cito una: la società consortile mista che, tra altro, permette di recepire apporti ed energie, anche dal mondo privato, senza una limitazione.
L'altro elemento che voglio portare alla sua attenzione, è il fatto che noi - io, che non sono un iperliberista, lo dico perché ne sono convinto dobbiamo avere il compito dello spin off, cioè creare le condizioni per la partenza e l'avvio di una prima fase di consolidamento. È molto curioso che questo provvedimento riguardi un'Università privata, non con l'obiettivo dello spin off, cioè dell'avvio dell'Università. Legittimamente, il pubblico può metterci risorse, ma indefinitamente. Se è così, perché non sondare la strada che, in prospettiva, possa essere questa la facoltà - o una facoltà - di una Università pubblica, se ha il finanziamento pubblico? In ambiente di federalismo - non so se definirlo più o meno rampante è chiaro che potremmo collocare, in modo innovativo, un tipo di scelta di questo genere, togliendo il termine pomposo di Università e collocandola come una filiera di insediamento importante.
Nel mio emendamento propongo, laddove è indicato "Associazione amici" di sostituire l'espressione con "Società consortile mista per l'istituzione dell'Università".
Infine, Assessore, un'Università non si forma, si istituisce.
Proponevo, quindi, all'articolo 2, comma uno, una pura indicazione di opportunità linguistica, che, forse, rende più corretta ed efficace la formulazione.
Mi raccomando, Assessore, ripensiamoci, se non siamo in tempi strettissimi, fatta salva la finalità e la scelta, che è anche un'originalità (tra l'altro, la scelta logistica di Pollenzo credo sia una cosa straordinaria) e che darà, alle due Regioni che si impegnano - e a chi si impegna in questa vicenda - un risalto ed un ruolo importante. Se non si può discutere di nulla, sembra un po' come il discorso della Toma. È come Garibaldi: non se ne può parlare male. Cerchiamo di dialettizzare questa partita. Torno a dire: come si può utilizzare? Chi vi ha consigliato di utilizzare lo strumento degli "Amici" per fare un atto così importante così rilevante, così suggestivo, sia per la sede sia per la finalità? Per una bocciofila va bene; per un parco va bene; per fare un'Università di questo livello, francamente avete sbagliato strumento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Non intervengo nel merito delle caratteristiche tecniche, ma solo per sottolineare che questo progetto va collocato nell'ambito di una visione più ampia delle opportunità e dei limiti in cui opera il nostro sistema agricolo ed agroalimentare.
In realtà, il Piemonte ha un'estensione di superficie agricola che è tra le più grandi in Italia, con una produttività, per un'unita di giornata lavorativa, pari quasi soltanto alla metà della Lombardia e al 70% di quella dell'Emilia Romagna. È più bassa rispetto a molte altre Regioni.
Questo è anche dovuto al fatto che abbiamo una limitatissima strumentazione di sostegno e di filiera. Tra le filiere importanti, oggi c'è sicuramente quella riguardante la costruzione di un ambiente complessivamente interessato, predisposto e capace di sviluppare cultura ed investimenti, in relazione alle proposte dei settori agricoli, enogastronomici e agroalimentari.
Per una serie di ragioni, che adesso non richiamo per mancanza di tempo e di attenzione, la nostra filiera agroalimentare ha soltanto, come punto di forza, il settore del vino e dell'enogastronomico.
Questo punto di forza esiste perché negli ultimi quindici anni si è sviluppata, attorno a questo settore, una quantità significativa di elementi di sviluppo e di crescita della funzione del comparto: da quelli relativi alle comunicazioni, a quelli relativi all'informazione (giornali stampa, manifestazioni specializzate).
La costruzione di una scuola del gusto, novità dal punto di vista culturale nel panorama organizzativo del nostro sistema, nasce dal fatto che esiste una sollecitazione, da parte delle Istituzioni, di rappresentanza sociale. È proprio sbagliato immaginare che lì ci debbano essere strutture finanziarie per sostenere azioni che devono generare elementi di contesto, perché quel tipo di settore non ha - ed è dimostrato neanche il 50% della redditività che hanno altri settori. Non esiste la concentrazione di interessi; non esiste l'Università che ha la vocazione perché può spendere e promuovere la diffusione di una sua cultura. Lì esiste la necessità di un soggetto che organizzi quello che sta maturando attorno ad un pilastro che, in qualche maniera, ha già antefatti presupposti e supporti. Ma da sola non avrebbe né interesse né possibilità economica di generare un investimento del genere, a meno che si abbia un'idea alterata della redditività di quel tipo di settore. Ma qui ci sono i dati, se vogliamo considerarli: la redditività di quel settore è scarsa limitata e al di sotto del tasso che serve per la competitività nel sistema globale.
L'aggiunta di elementi di organizzazione, di strutturazione e di definizione del comparto, riguarda un sistema che, complessivamente acquisisce la capacità di competere nei livelli alti, laddove si collocano gli spazi per la nostra produzione.
Non intervengo sugli elementi tecnici, perché non ho seguito la questione sotto questo aspetto. Dal punto di vista politico, così come ha fatto la Regione Emilia Romagna (in cui mi risulta che il centrodestra ha votato contro resta il fatto che il contesto di collocazione spaziale è stato reso idoneo dalla contiguità con l'ambiente enogastronomico.
Cito solo un fatto per curiosità: quando si sviluppano positivamente filiere, la proiezione va ben oltre. L'altro giorno guardavo la guida Michelin, che è uno strumento di cui avrei molto da dire, ma insomma per quel che vale. C'è un solo ristorante con una stella Michelin in Torino poi ce ne sono altri nella provincia di Torino, ma ce ne sono cinque nella zona delle Langhe. Questo è ragionevole perché qui si fanno altre cose mentre in quelle zone si è sviluppata una filiera che ha generato questo tipo di attivazione. E' una filiera che, in qualche maniera, si compone di tante occasioni e opportunità.
Infine, vorrei fare questa sollecitazione. Non chiedo generosità, n sconti, ma guardate che si tratta di un investimento su un settore che, per le sue caratteristiche, potrebbe essere veramente trainante di opportunità perché verranno da tutto il mondo per usufruire di quella funzione. Un minimo di processo inverso rispetto a quello di andare in tutto il mondo alla Bocconi o da altre parti.
In termini di soldi l'Assessore Cavallera ha dato quattro miliardi e mezzo all'enoteca regionale. Sarebbe il caso di chiedere conto di come si utilizzano quelli che sono molti di più, perché di quell'operazione, alla fine, resterà soltanto la promozione dell'immagine della Giunta e non dell'immagine dei prodotti.
Naturalmente, sto parlando del Presidente e, a scalare, prima del Presidente più importante, che è quello dell'enoteca, poi di quello della Regione, fino al sottosegretario.
Ci sono altre situazioni dove vorrei controllare meglio l'utilizzazione del denaro. Qui mi sembra che l'investimento sia contenuto rispetto alle opportunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere segretario Galasso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Parlo anche di quella pugliese. Debbo dire che, un po' per una battuta che mirava a coinvolgere anche il collega Placido, avevo chiesto se quest'associazione potesse essere aperta ai contributi di altre Regioni. Ho rilevato nel penultimo numero dell'Espresso che la Regione Puglia ha istituito una cattedra, tant'è che l'articolo sull'Espresso portava il significativo e incisivo titolo di "Master delle orecchiette". In effetti si spaziava un po' di più. Esaurendo così la risposta doverosa al collega Marcenaro, veniamo agli emendamenti Tapparo. Mi pare sicuramente puntuale e meritevole di condivisione prima e di accoglimento poi, quello in ordine all'uso dell'espressione "istituzione" invece di "formazione", perch un'università la si istituisce. Sono radicalmente contrario all'espressione "società consortile" perché, oltre a non vederla lessicalmente adeguata per disciplinare un istituto di questo genere, ha una struttura completamente diversa.
La società consortile mira ad una tutela di interessi limitati e ben definiti, circoscritti pur ovviamente nella valorizzazione di quelle urgenze. In ogni caso, una società consortile non dà e non può dare l'idea perché sorge storicamente priva di orizzonti lontani.
Altro è invece il problema universitario. E' vero che ci troviamo di fronte all'associazione "Amici dell'università", ma la finalità è proprio quella di intervenire per l'istituzione di un'università.
Direi che le origini delle università sono proprio queste, cioè quella di nascere dall'ampiezza di un problema o dalla vocazione ad amplificare un problema e ad approfondirlo, quindi come dato culturale, come dato di vita e come dinamicità sociale, anche se, in questo caso, non vi è, come alle origini, un impulso soltanto privatistico, ma anche allora era privatistico per modo di dire, perché l'impulso partiva dai signori che avevano più potere, più forza e più risorse di quanto non abbiano oggi le stesse istituzioni.
Mi pare che sotto questo profilo l'iniziativa debba trovare non solo accoglimento, ma anche entusiasmo - in questo mi associo a quanto diceva prima il Consigliere Riba - perché da questa iniziativa si può avere e si ha, all'interno di questo progetto, tutta una capacità di gemmazione e di propulsione.
Ritorniamo all'espressione universitaria che coglie le nuove dimensioni, le nuove culture e le nuove esigenze per non solo enfatizzarle da un punto di vista culturale, ma per fornire quegli strumenti che consentono alla società di meglio crescere e meglio moltiplicarsi.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 E' stato presentato il seguente emendamento: Emendamento rubricato n. 1 presentato dal Consigliere Tapparo: sostituire nel titolo del disegno di legge n. 586, e quando sono indicate in uno degli articoli le parole "Associazione amici" con le parole "Società consortile mista per l'istituzione".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale l'Assessore Leo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dal Consigliere Tapparo: sostituire quando viene utilizzato "Associazione" nel testo del disegno di legge n. 586 "Società consortile" a partire dall'articolo 2.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 2, sul quale l'Assessore Leo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Do lettura del seguente emendamento: Emendamento rubricato n. 3 presentato dal Consigliere Tapparo: all'articolo 2, comma 1, sostituire le parole "la formazione" con le parole "con l'istituzione".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 3, sul quale l'Assessore Leo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



TAPPARO Giancarlo

Non ho voluto mettermi di traverso, ma ho solo indicato l'utilizzo di uno strumento più appropriato. Per esempio, quando a Biella si è formato nei tempi passati da parte della Regione una grande iniziativa nel settore della formazione professionale di rango molto elevato, si è utilizzato lo strumento della società consortile mista, perché era lo strumento più appropriato e permetteva, con più organicità, di acquisire dei nuovi soggetti.
Torno a dire che nel fare un atto così importante, per una scelta così strategica, con una irrituale forma de "gli amici", spero che gli atti di questa discussione non vadano molto in circolazione, perché francamente la nostra fantasia legislativa poteva andare in parti un po' più consistenti.
Assessore, cosa facciamo ora? Ci impegniamo per la vita in questa vicenda, in una vicenda privata? Il collega Riba, per esempio, parlava della redditività, ma si riferiva all'agricoltura. Qui siamo nel settore enogastronomico, e la redditività dell'impresa e dell'attività economica che si sviluppa è relativamente alta; anzi, è persino troppo alta, a tal punto che certe politiche dei prezzi oggi si stanno ritorcendo contro questo settore, in particolare in Piemonte, ma non solo.
Non sarebbe stato opportuno dire che noi, in qualche modo, facciamo decollare un'iniziativa ma bisognerà trovare degli equilibri futuri diversi? Se vive solo di denaro pubblico, e l'apporto è consistente bisogna trovare una soluzione all'interno del sistema universitario. Se è privata, il nostro apporto dovrà essere in décalage, cioè ridursi gradualmente fino a lasciare che un giorno possa vivere, in larga misura con le proprie gambe.
Mi sembra invece una scelta in cui noi, alle future generazioni di Consiglieri regionali, lasciamo un impegno abbastanza al buio, in cui c' un dedicarci finanziariamente ad un'iniziativa privata, che, come dico nella finalità, nel merito e nella scelta addirittura della localizzazione è importante, affascinante, suggestiva ed economicamente rilevante, ma secondo me si sta sbagliando strumento.
Siccome non voglio, come dicevo, mettermi di traverso, il mio voto sarà favorevole, ma vorrei che rimanesse agli atti, per quello che potrà valere che ritengo sbagliato l'uso di questo strumento e ben presto, quando questa iniziativa si svilupperà, vedremo che limitazioni si porta dietro con l'uso dello strumento "amici". A meno che non sia una cosa di amici, perch allora assume un'altra funzione. Ma se vuole essere una cosa organica, che ripete percorsi importanti che la Regione ha già fatto, utilizzando accortamente e adeguatamente lo strumento della società consortile mista (ce ne possono essere altri permette di realizzare questo obiettivo tenendo in piedi la figura dell'istituzione, perché istituiamo una università con lo strumento degli "amici".
Torno a dire che per una bocciofila o per un parco può andare bene, ma per fare un atto così importante e così alto, come quello di istituire l'università enogastronomia, mi sembra che la fantasia sia stata limitata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Utilizzerò meno di cinque minuti per l'esposizione, anticipando che voteremo a favore del provvedimento.
Una delle motivazioni l'ha già detta, nel proprio intervento l'Assessore Leo, che ringrazio.
Avevamo posto un problema, ma non perché non si condivideva il provvedimento, ma perché nel momento in cui si parla di università, ci sembrava naturale chiedere alle università piemontesi un parere così autorevole.
Il parere delle università piemontesi ci conforta. Ci auguriamo che questa iniziativa ottenga il maggior successo possibile, visto che il settore enogastronomico riveste un'importanza sempre maggiore nell'economia della nostra Regione (e non solo). Non vedo più il collega Galasso: se lo cita l'Espresso, lo devo prendere per buono; andrò a leggere "l'università delle orecchiette". Mi aspettavo, però, che il collega Galasso chiamasse le orecchiette in lingua, così potevamo avere un bilanciamento con l'identità piemontese. Da un noto esponente della Magna Grecia, come l'avvocato e collega Galasso, c'era quantomeno da aspettarselo, ma mi candido ad ascoltarlo in una prossima situazione o in un prossimo intervento, convinto che non mi farà mancare questa possibilità, che sono sicuro che verrà apprezzata sia dalla parte sinistra che dalla parte destra dell'emiciclo, essendo un aspetto trasversale.
Tornando all'argomento, voteremo convintamente a favore, confortati anche dalle notizie che arrivano dal fronte universitario. Su questo mi unisco al collega Tapparo: una temporalità, ma non tanto perché la cosa non possa funzionare, ma perché la Regione possa capire come sta andando valutare se continuare e - perché no? - anche incrementare.
Mi rivolgo, quindi, all'Assessore affinché prenda in considerazione questa proposta: non un'adesione all'infinito (normalmente sono a 99 anni) ma neanche a termine; si preveda, da qui a tre anni, un punto della situazione, per sostenere, anche con maggior forza economica e di idee un'iniziativa che ci auguriamo possa avere il massimo risultato positivo possibile.
Per questo motivo, voteremo a favore. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno risposto SÌ 33 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 440 "Modificazioni dello Statuto della consulta femminile regionale del Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 440, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 476 "Approvazione del piano triennale 2003-2005 e dei piani annuali 2003 e 2004 per interventi di edilizia scolastica ai sensi della legge 11 gennaio 1996, n. 23)"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 476, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Intervengo solo un minuto.
Noi voteremo a favore convintamente. Voglio solo segnalare rivolgendomi all'Assessore e ai colleghi della maggioranza, che, nell'anno 2002, da parte del Governo nazionale, le risorse per l'edilizia scolastica sono state pari a euro zero, questo perché si conosca la realtà delle cose.
Quando si decide di anticipare di sei mesi l'iscrizione alle scuole materne rispetto alla Riforma Moratti, visto che sono comprese anche le scuole materne, bisognerebbe pensare - mi rivolgo all'Assessore Leo - di integrare le risorse per le scuole materne, altrimenti, se aumentano le iscrizioni, mancheranno gli edifici.
Noi votiamo a favore, ma rimanga agli atti e sappiate che nel 2002 le risorse erano pari a zero, quindi il Piano triennale è slittato di un anno e tutti gli edifici ne hanno risentito, dalle scuole materne alle superiori. Aspettiamo un contributo, e lo proporremo in finanziaria sperando di trovare l'accordo dell'Assessore e della maggioranza, per le scuole materne.
Una legge dello Stato, una volta che è legge, va rispettata e noi la rispettiamo, anche se non la condividiamo, mi riferisco alla Riforma del Ministro Moratti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione n. 476, il cui testo verrà trascritto nel verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Informo i colleghi componenti di Comitato per la resistenza che, adesso nell'ufficio del Vicepresidente Riba, si svolgerà una riunione preliminare all'incontro già fissato.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15.43)



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