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Dettaglio seduta n.437 del 09/03/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 15.05 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.47)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Cavallera, Di Benedetto Ghigo, Leo, Pedrale, Pichetto Fratin, Pozzo e Scanderebech.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame testo unificato disegno di legge n. 306, proposte di leggi n. 250, n. 308, n. 65 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza" e proposta di legge n. 326 "Interventi per contribuire a garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini" (ordine del giorno di non passaggio ai voti ex art. 79 Regolamento)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del testo unificato disegno di legge n. 306 proposte di leggi n. 250, n. 308, n. 65 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza" e Proposta di legge n. 326 "Interventi per contribuire a garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini" (ordine del giorno di non passaggio ai voti ex art. 79 Regolamento) di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1), la parola "armonia" è sostituita con la parola "sintonia".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Constatata la mancanza del numero legale, dichiaro non valida la votazione e sospendo la seduta (ex articolo 52, comma 4, del Regolamento).



(La seduta sospesa alle ore 15.50 riprende alle ore 16.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione sull'emendamento rubricato n. 17).
Indìco la votazione nominale, richiesta dal Consigliere Cattaneo e altri mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1), le parole "ed integrate" sono soppresse.
La parola al Consigliere Chiazzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Questo primo articolo sarebbe da abrogare per intero nei singoli commi contiene anche una prosa molto enfatica, ma altrettanto vuota di significati concreti e comprensibili.
Il primo tratto della prima frase si legge così "La Regione Piemonte in armonia con i principi costituzionali, attua e promuove politiche locali ed integrate per la sicurezza". E' un testo che potrebbe andare bene in un volantino di una forza politica di scarso peso perché allude a due fatti: il fatto del localismo, che nell'immaginario dei significati allude alla capacità, localmente, di stare addosso al problema e quindi locale invece di periferico, di centrale. E' un'allusione. Poi si dice "ed integrate" però l'integrazione è una parola rassicurante, non si capisce bene cosa voglia dire in questo caso, è assolutamente oscuro. Vuole dare l'idea che di fronte a questo problema ci sono varie iniziative che saranno integrate in qualche modo. Dato che nel disegno di legge non si vede nulla di tutto ciò, e non lo si può vedere perché, in effetti, la Regione non ha competenze in politiche locali sulla sicurezza e quindi non può neppure integrarle, rimane il fatto che questo concetto di integrazione è un concetto del tutto superfluo. Si tratta di uno dei tanti passi nei quali si può vedere l'accento della propaganda, del proclama, del dire e non fare in un momento in cui, viceversa, proprio la maggioranza di centrodestra, ad esempio, a livello nazionale, va in tutt'altra direzione: altro che integrare le politiche della sicurezza.
Faccio un esempio: i cittadini italiani non possono più procedere ad una denuncia per borseggio. Il cittadino che veniva borseggiato, fino a poco tempo, prima che governasse il centrodestra, poteva denunciare il fatto. Un fatto che comportava insicurezza per quel cittadino o quella cittadina che era stata borseggiata, che poteva recarsi presso l'ufficio dello Stato che si occupa di accogliere la denuncia e lo Stato veniva a conoscenza del problema che in quel giorno, in quell'ora, un cittadino o una cittadina era stata borseggiata: un episodio di piccola criminalità diffusa. Al termine dell'anno questa denuncia di borseggio costituiva un piccolo elemento di un panorama complessivo che poteva dare l'indice dello stato di insicurezza presente nel Paese, ad esempio per questo particolare tipo di crimine, crimine di strada. Invece cosa avete fatto? Avete tolto la possibilità al cittadino e alla cittadina borseggiato di fare denuncia.
Questo perché avete inteso procurarvi un immeritato vantaggio quando, a fine anno, le statistiche del numero di reati denunciati, non potrà più prevedere il reato di borseggio.
E alla fine dell'anno qualcuno di voi potrà fare una bella conferenza stampa in cui dirà che il numero dei reati è diminuito. E' una prassi vergognosa fatta proprio sulla pelle dei cittadini, altro che politiche integrate che qua venite a scrivere, e soltanto a scrivere. Quindi, il tentativo di questo emendamento è quello di togliere una piccola foglia di fico ad una grossa oscenità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anche noi abbiamo difficoltà a capire il motivo della presentazione di questa legge e siamo nell'articolo che parla dei principi.
Abbiamo già cercato di intervenire sull'insieme dell'articolo con emendamenti che non sono stati accolti. Ma i problemi che abbiamo sollevato restano, perché questa sicuramente è una legge di cui non c'è un'urgenza e una necessità. Non credo che siamo di fronte ad una situazione allarmante rispetto a problemi che, in qualche modo, vengono evocati con questo provvedimento. Se riflettiamo, i fatti più gravi di depauperamento dei cittadini piemontesi in questo periodo non sono avvenuti perché sono stati borseggiati, ma perché si sono fidati delle banche. Se guardiamo a come la gente è stata privata delle ricchezze e dei risparmi accumulati in anni di lavoro, il dato più clamoroso è che migliaia di cittadini piemontesi insieme a decine di migliaia di cittadini italiani, sono stati impoveriti perché dalle loro tasche sono stati tolti dei risparmi, soldi concreti.
Dopodiché è stato loro suggerito di investirli in borsa, di investirli presso aziende comprando azioni di aziende e bond che si sono rivelati carta straccia, oppure con un valore pari a uno, due o tre decimi - quando sono fortunati - del valore che avevano prima.
Allora credo che se si vuole affrontare il problema della sicurezza forse sarebbe bene discutere anche di questi aspetti, cioè di come aiutare i cittadini piemontesi con un livello d'informazione adeguato, per evitare che finiscano nelle grinfie di gente che li consiglia e che spesso lavorano nelle banche; di gente di cui, normalmente, dovresti avere fiducia, perch dicono: "Affida i tuoi soldi a noi, perché se li lasci sul conto corrente non ci guadagni nulla". Ti dicono come investirli e, invece di non guadagnarci nulla, rimane solo il nulla.
Di tutto questo, che crea sicuramente una situazione di insicurezza tra migliaia di cittadini, questo provvedimento non parla. Crea l'insicurezza perché spesso sono stati investiti in questo modo risparmi da parte di chi pensa alla propria vecchiaia, all'ultima fase della propria vita e anche al futuro di pezzi della propria famiglia, che improvvisamente vengono cancellati.
Credo che questo provvedimento, invece di cercare di parlare dei problemi veri, è un provvedimento che cerca di deviare l'attenzione, di fare intuire che i problemi sono altri e che la propria insicurezza e le proprie disgrazie sono dovute ad altri fatti, appunto a piccoli atti di criminalità. Tra l'altro, la Regione non può realmente intervenire su di essi, perché non ha una capacità legislativa e di intervento su questi tipi di problemi. Quindi, mi pare non comprensibile che perdiamo tempo in Consiglio per affrontare questo tipo di provvedimento, in un periodo in cui il bilancio della Regione è ancora in alto mare, se questa settimana si è deciso di riunire il Consiglio regionale con questo punto all'o.d.g.
La scorsa settimana il Consiglio non è stato convocato, c'era la priorità della Commissione Statuto, e la priorità bilancio non esiste. La Regione continua a non discutere il proprio bilancio, la maggioranza continua a non volere discutere la legge finanziaria e il bilancio, e ha questa priorità. Il motivo l'hanno già detto altri: è un provvedimento da cui si spera di ricavare un'utilità nella prossima campagna elettorale.
Credo che questa operazione vada denunciata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. L'emendamento insiste sulla necessità di sopprimere il termine "ed integrate" al comma b) dell'articolo 2 sulle definizioni.
Da un'interpretazione letterale dei temi inseriti nell'articolo 2 credo che obiettivamente neanche il più accanito oppositore di questa proposta di legge abbia qualcosa da ridire.
Mi spiego meglio, Assessore. Riguardo l'aspetto letterale, chi è che dovrebbe non dirsi d'accordo sulle azioni volte a fare interagire le politiche locali per la sicurezza con le politiche di contrasto alla criminalità e di sicurezza pubblica di competenza esclusiva dello Stato? Lei sa benissimo che una delle questioni sulle quali maggiormente insiste l'interpretazione della deriva in senso federalistico è quella relativa alle competenze assolute in materia di politiche scolastiche, di sanità e di polizia locale. Di fatto, qui c'è un'affermazione molto forte che dovrebbe anche disturbare un po' la Lega.
Si ribadisce che, sulle politiche di contrasto alla criminalità e alla sicurezza pubblica, vi è l'esclusiva competenza dello Stato. Devo dire che questa è una cosa condivisibile.
Quindi, Assessore non ritiene che il modo più opportuno per integrare queste politiche, che restano materia di esclusiva competenza dello Stato non sia quello di favorire i percorsi attraverso il ricorso alle leggi ordinarie, che pure esistono, che accompagnano il contrasto alla criminalità, comunque, nelle forme nella quale si manifesta.
Sotto questo termine "criminalità" inserite un po' tutto, anzich attuare politiche di prevenzione. Già nel passaggio precedente al comma a) questo concetto era incluso: "Politiche locali per la sicurezza, azioni volte al conseguimento di un'ordinata e civile convivenza nella città e nel territorio regionale".
Ma su che cosa non siamo d'accordo, Assessore? Non siamo d'accordo perché, pur con alcune premesse condivisibili, ciò che sconcerta è quello che sarà il risultato finale dei soggetti pubblici o privati che saranno oggetto del finanziamento previsto da questa legge.
I fruitori non saranno coloro che operano in modo serio ed intelligente nelle politiche di attenzione, per esempio, alle problematiche giovanili o alle politiche dell'accoglienza o alle politiche dell'integrazione sociale o alla rimozione di quelle situazioni socioculturali ed economiche ne favoriscono il degrado sociale.
Credo che qualsiasi sociologo, prescindendo dalla scuola di pensiero di provenienza, non escluderebbe assolutamente che il miglior modo per ridurre i conflitti, per assicurare la convivenza civile, per favorire la sicurezza nella vita di ogni giorno, sia quello di attivare politiche di prevenzione.
Assessore - ripeto quello che ho già detto prima - non c'era bisogno di questa legge, basterebbe potenziare gli strumenti legislativi che già abbiamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Credo che sia bene fare chiarezza con un esempio. Perché politiche integrate e non tout court? Penso di essere certo che questo emendamento non sia un emendamento meramente ostruttivo e proprio in questo senso rispondo.
Perché le politiche devono essere integrate? Prendiamo un esempio pratico: il Comune di Collegno, dove si candiderà la mia collega in provincia (Silvana Accossato). Bene, il Comune di Collegno ha una polizia municipale estremamente efficiente, che credo sia d'esempio a tutti gli altri comandi della polizia municipale della cintura di Torino, sia dal punto di vista della competenza che della professionalità.
Questo non è l'unico compito del Comune di Collegno, tant'è che il Comune di Collegno, non più tardi di dieci giorni fa, con delibera consiliare ha istituito un'assicurazione per garantire una parte sensibile della popolazione collegnese, le persone anziane.
Stabilendo che questa assicurazione è la raccolta delle denunce per reati commessi a danno delle persone anziane, sono espletate da appositi vigili urbani che si recano a casa della persona danneggiata.
Non sono solo queste le iniziative del Comune di Collegno, come di altri comuni, ma cito Collegno perché ha appena approvato la delibera sull'assicurazione.
Il Comune di Collegno ha anche in animo di attivare delle telecamere fisse per il controllo dei punti nevralgici. Inoltre, sta facendo attraverso i suoi servizi sociali, una politica di formazione e informazione, nei confronti dei ragazzi delle scuole della città, sul consumo e sull'abuso di stupefacenti e di alcool; sta facendo una politica di contrapposizione al fenomeno della dilagante criminalità e, soprattutto al fenomeno della cultura della non legalità.
Il Comune di Collegno ha messo in atto una politica integrata per la sicurezza dei suoi cittadini. Cosa si pone in animo la Regione o, meglio cosa si pone in animo questo testo unificato che dal 2000 è in elaborazione? Sono quattro anni che lo stiamo macinando, non è improvvisato, come i colleghi sanno. Esattamente il compito di preordinare un capitolo che consenta alle politiche integrate del Comune di Collegno come del Comune di Arquata, come del Comune di Biella, di avere la capacità di avere un aiuto finanziario per essere messe in funzione.
Ad oggi, non esistono forme diverse di finanziamento. Noi diamo corso ad una richiesta precisa e pressante da parte dei Comuni che, preordinando pensando e immaginandosi politiche integrate per dare maggiore sicurezza ai loro cittadini, cercano un appoggio, un finanziamento e un sostegno da parte degli enti sovraordinati.
Questo è quanto, né di più né di meno. Credo che la richiesta presentata attraverso questo emendamento non sia assolutamente accoglibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Mi sembra che abbia promesso, in perfetto stile bipartisan, alla collega Silvana Accossato che è sua collega e probabilmente sarà il futuro Sindaco della città di Collegno, in una coalizione che anche noi sosteniamo, se sarà approvata questa legge, il riconoscimento e il finanziamento dei progetti di educazione alla legalità. Mi sembra sia uno degli aspetti che ha toccato.
Assessore, è questa continua invasione di campo nel richiamo ai temi della sicurezza che preoccupa in questa legge. Lei crede che, nell'ambito del finanziamento ai piani per l'offerta formativa, uno degli obiettivi per tutta la Regione Piemonte non può essere questo, se rivolto alle politiche scolastiche? Quanti piani delle offerte formative delle scuole rientrano in questo progetto? Se il referente è l'ente locale, non può contare, di volta in volta sulla sensibilità di questo organismo, ma deve necessariamente utilizzare le risorse della Regione, attraverso un atto di indirizzo e di raccomandazione. Mi pare che la collega Suino abbia proposto un testo di legge, che giace da anni in Commissione, che va ad integrare che cosa, se non le opportunità date delle leggi esistenti, nell'ambito di un'attenzione rivolta ai giovani. Chi meglio di quelle realtà, dove trascorrono più tempo che in famiglia, se si escludono i tempi del sonno, può essere il punto di riferimento? Assessore, capisco la buona volontà, ma dietro a momenti e proposte anche condivisibili, non apprezziamo il tema della sicurezza, che voi agitate creando insicurezza. E' vero, è una richiesta che proviene dal basso, dai cittadini e anche dagli Enti locali, ma che va ricondotta, non amalgamata in un unico contenitore, alle varie politiche di settore che devono essere affrontate. Può essere il progetto di riqualificazione urbana, all'interno della quale c'è ed è collaterale, oppure inserire all'interno del quartiere un progetto rivolto ai giovani, all'imprenditoria giovanile.
Assessore, stiamo aggiungendo un provvedimento di legge, altro che semplificazione, che invade le competenze che, rispetto allo stanziamento proposto, sarebbe stato più opportuno indirizzare verso le leggi ordinarie di riferimento.
Intravedo un pericolo: il rischio è che questa legge finanzi le iniziative o protezioni antitaccheggio che i proprietari installeranno nei loro esercizi commerciali.
Ho paura di queste larghe maglie inserite all'interno di questa legge perché, nonostante un approccio corretto sul piano terminologico, si espande sui contenuti negli articoli successivi per restringersi sui soggetti beneficiari degli interventi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 Consiglieri ha votato SÌ 1 Consigliere hanno votato NO 28 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Do lettura e propongo una discussione unica dei seguenti emendamenti accorpati per aree tematiche: Emendamento rubricato n. 35), presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Papandrea: all'articolo 1, comma 1), le parole da "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dalla mancanza di lavoro".
Emendamento rubricato n. 39), presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Papandrea: all'articolo 1, comma 1), le parole "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dalla precarietà dei contratti di lavoro".
Emendamento rubricato n. 43), presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Papandrea: all'articolo 1, comma 1), le parole "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per la sicurezza del posto di lavoro".
Emendamento rubricato n. 40), presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi Papandrea: all'articolo 1, comma 1), le parole "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dalle difficoltà di far quadrare i bilanci da parte delle famiglie".
Collega Chiezzi, li abbiamo raggruppati per aree tematiche anche rispetto al valore che lei ha voluto dare alle singole aree tematiche. Il primo gruppo è composto dagli emendamenti rubricati n. 35, n. 39, n. 43 e n. 40, di cui ho dato lettura.
L'emendamento rubricato n. 35, evidenza la tematica del lavoro: "per contrastare l'insicurezza causata dalla mancanza di lavoro"; l'emendamento rubricato n. 39: si riferisce al lavoro: "dalla precarietà dei contratti di lavoro"; l'emendamento rubricato n. 43 si riferisce sempre al lavoro: "per la sicurezza del posto di lavoro"; infine, l'emendamento rubricato n. 40 indica la difficoltà di far quadrare i bilanci da parte delle famiglie.
Questi emendamenti sono stati accorpati per aree tematiche.
La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, intervengo brevemente non per introdurre un elemento di polemica, ma, per, non senza disagio, esprimere l'imbarazzo di questa maggioranza che sta respingendo questi emendamenti, perché non ne condivide il merito, ancorché lo rispetti. La maggioranza sostiene la Giunta regionale, quindi non può che esprimere un voto, al di là della condivisione sul merito, anche in linea al parere e alla posizione del Governo regionale, però, abbiamo osservato che, anche quando si raggiunge il numero legale, i proponenti stessi degli emendamenti non li votano. E' un po' imbarazzante, ma vuol dire che, forse, non credono nei contenuti e nel merito nemmeno coloro i quali li hanno scritti con diligenza e li propongono con rispettosa, certamente anche motivata, argomentazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, vedo che lei non ha aggiunto nulla all'introduzione fatta dal collega Cattaneo, che ha proposto al dibattito in questa Assemblea una questione politica.



PRESIDENTE

Sono a disposizione due minuti per ogni intervento, ne ha facoltà, li utilizzi come meglio crede.



CHIEZZI Giuseppe

Prima di intervenire sugli emendamenti, vorrei utilizzare anch'io i due minuti per svolgere un'osservazione politica su quanto detto dal collega Cattaneo.
E' veramente sorprendente, incredibile ed anche divertente che, ogni tanto, il collega Cattaneo, per carità, per dovere d'ufficio, si esalti un po' troppo perché è riuscito ad ottenere il numero legale in quest'Aula.
Questa è una forma di esaltazione. Ma come, cosa fa l'opposizione, non ha partecipato al voto! Eppure, questa volta eravamo quasi tutti qui.
Abbia pazienza se non ci entusiasmiamo della vostra saltuaria presenza in questo Consiglio regionale! Dovrebbe essere un vostro dovere, ma sappiamo bene da questi quattro anni di vita del Consiglio che la maggioranza di voi non lo considera proprio tale e una buona parte di voi lo considera così poco da non venire mai in Consiglio, salvo che a firmare, perché sappiamo che la firma pesa, e il peso della firma è una peso gradito.
Consigliere Cattaneo, non si agiti tanto, le faccio tanti auguri di riuscire a portare il numero legale dei suoi Consiglieri, soprattutto in quest'Aula, il più sovente possibile. Se riuscirà in questo compito, fino ad ora non riuscito, ne guadagneremo tutti. Ne guadagnerà l'Aula per una folta presenza dei suoi Consiglieri, che potranno, come non hanno fatto in questi quattro anni, intervenire a ridosso delle nostre argomentazioni per confutarle, invece di lasciarla solo in tutti questi anni a rintuzzare quanto dicono i Consiglieri Papandrea, Contu, Moriconi e tutti gli altri colleghi. Ne guadagnerà il contenuto delle leggi, perché, se discutiamo in 60, sicuramente, usciranno provvedimenti più congrui, più capaci di centrare gli obiettivi di discussioni più limitate.
Auguri, Consigliere Cattaneo, che lei possa vincere questa sua battaglia.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, ha ancora la parola per l'illustrazione degli emendamenti sulla tematica del lavoro, che racchiude quelli che le ho elencato.



CHIEZZI Giuseppe

Proprio per venire incontro alla Presidenza, se ho capito bene, lei pone il seguente problema: ci sono tre emendamenti, due con sfumature diverse e uno con un contenuto diverso (il contenuto diverso concerne l'emendamento n. 43 e le sfumature diverse concernono gli emendamenti n. 35 e 39), però, lei suggerisce, senza pretese automatiche, di meditare sulla possibilità, visto che parlano tutti di lavoro, di farne un unico emendamento.
Sentendo anche il collega Papandrea, cofirmatario, siamo d'accordo chiediamo solo un minuto di tempo materiale per scriverlo.



PRESIDENTE

Anche l'emendamento rubricato n. 40, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

No, l'emendamento rubricato n. 40) lo unifichiamo da un'altra parte perché non si riferisce al lavoro, ma al reddito.



PRESIDENTE

D'accordo, sospensione in aula concessa.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.54 riprende alle ore 16.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Emendamento rubricato n. 103), sostitutivo degli emendamenti rubricati n.
35) n. 39) e n. 43), presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Contu: all'articolo 1, comma 1), le parole "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dalla mancanza di lavoro, dalla precarietà dei contratti di lavoro e dalla insicurezza delle modalità di espletamento delle mansioni lavorative".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo formulato - per accedere alla proposta del Presidente e per favorire i lavori - un unico emendamento, anche se credo che ci fossero almeno due tipi di tematiche. Il primo, riguardante l'insicurezza sulle prospettive future di contratto incerto e precario, un tipo di insicurezza più di natura "esistenziale". Il secondo, più grave, riguarda il problema della sicurezza sui luoghi di lavori. È un tema su cui, dato il livello di competenza della Regione in merito, potremmo fare qualcosa in più.
Credo che gli incidenti sul lavoro siano la maggiore causa specifica di morti e feriti in Italia e in Piemonte. È un tipo di situazione particolarmente grave. Normalmente, non si calcolano incidenti stradali che però, a volte, sono collegati all'esercizio della propria attività lavorativa. Recandosi o uscendo dal luogo di lavoro, credo che l'incidente stradale debba essere catalogato come incidente di lavoro vero e proprio.
Ho avuto una collega di lavoro morta in un incidente stradale: probabilmente, si è addormentata in auto uscendo, svegliandosi tutte le mattine prima delle quattro per venire a lavorare. È più facile che chi si sveglia regolarmente a quell'ora, per fare il primo turno, possa correre il rischio di avere momenti di stanchezza.
Al di là di questo problema, se guardiamo gli incidenti sul lavoro restano una delle cause principali di morte; una causa disconosciuta e poco enfatizzata. Sono un fatto quasi quotidiano, ma i giornali vi prestano poca attenzione. Probabilmente, se i giornali parlassero della quantità di morti e di feriti che ogni giorno si verifica nei luoghi di lavoro, si potrebbe tranquillamente parlare di strage. Ogni giorno i morti sono varie unità; in certe giornate sono anche decine e si ripetono con regolarità.
Non mi pare improprio, quindi, parlare di strage.
proprio su questo che l'attività si potrebbe svolgere. Sarebbe un dovere di tutti - Stato ed Enti locali - fare tutto il possibile perché ci non avvenga. Sappiamo bene che questo tipo di situazione si verifica particolarmente laddove le condizioni di lavoro sono meno controllate e quindi, più precarie. Sarebbe necessaria, quindi, un'attività di controllo e di prevenzione molto forte, per evitare che incidenti come questi avvengano.
Sul punto, le competenze della Regione sono importanti, ma rimane il fatto che invece, di anno in anno, non cambia niente e non c'è una svolta nella politica regionale, rispetto alla politica di controllo e di prevenzione di quanto avviene sui luoghi di lavoro.
Il controllo sui luoghi di lavoro dovrebbe avere la funzione, non solo anti- infortunistica, ma anche di controllo ambientale, perché, insieme agli incidente stretti, un'altra causa di morte e di drammi che colpiscono le famiglie sono le cosiddette malattie professionali, quasi sempre legate al tipo di materiale e di sostanze nocive adoperate nei processi lavorativi. Anche su questo terreno, il controllo dovrebbe essere una funzione esercitata dalla Regione, tenendo conto che, spesso, questo tipo di nocività si proietta facilmente al di fuori dell'ambiente di lavoro.
Quando si parla di sostanze nocive, succede che, oltre al danno molto forte che ricevono i lavoratori direttamente esposti al processo lavorativo, ci siano emissione di sostanze e di fumi all'esterno del luogo di lavoro, che danneggiano la popolazione e l'insieme del territorio.
L'unico problema è che chi provoca tutto questo, cioè chi, con la propria negligenza e disattenzione, addirittura a volte con coscienza, non applica le regole che permettono una maggiore sicurezza sul lavoro, non viene considerato un criminale, ma un imprenditore un po' disattento magari con problemi economici. La legge tende a non considerarlo un criminale, quale invece dovrebbe essere considerato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Inizio il mio intervento esprimendo un po' di imbarazzo per la situazione ambientale che ospita questo dibattito sulla legge per la sicurezza.
una situazione - Presidente, non so quanto lei se ne renda conto che non è adeguata all'importanza del tema. Mi rendo conto che i cittadini non possano essere informati del modo in cui svolgiamo i nostri lavori, ma se la nostra Aula vedesse la presenza dei cittadini, e questi ultimi potessero dare un'occhiata a quanto sta accadendo durante il dibattito in quest'Aula, ne sarebbero un po' sorpresi, oltre che amareggiati, perch forse non si immaginano che un Consiglio regionale, nel momento in cui discute una legge, sulla quale c'é un contrasto politico, possa funzionare in questo modo.
Al momento - lo dico perché chi segue i lavori per video probabilmente vede solo il volto di chi interviene - tra i banchi della Giunta ci sono solo tre Assessori su dodici; inoltre, al banco della Giunta due Assessori stanno parlando con due Consiglieri regionali; posso dirvi che ci sono Consiglieri, colleghi e Assessori seduti su dei mobili che chiacchierano d'altro; ci sono pochissimi Consiglieri seduti ai propri banchi; c'é un andirivieni continuo; ci sono Consiglieri, sia di minoranza che di maggioranza, che telefonano; c'è un Consigliere Capogruppo di un Gruppo importanti che è in piedi a fianco del Presidente che telefona...



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, lei intervenga sull'emendamento. Io poi richiamer certamente l'aula all'ordine.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, io sto solo descrivendo ai cittadini che per caso sono collegati cosa vedono mentre svolgo questo intervento, che è la stessa cosa che succedeva quando svolgevano gli interventi gli altri colleghi: un disordine, un disinteresse, un caos totale.
In questa situazione bisogna continuare a parlare di cose serie. Una cosa seria che noi proponiamo di discutere con l'emendamento è quella di trasformare questa norma in una legge che rimuove gli elementi di insicurezza che provocano disagio sociale diffuso. Tra i primi elementi non voglio fare una graduatoria perché ne sottoporremo degli altri - o comunque tra quelli che forse vengono immediatamente compresi, vi è l'insicurezza del posto di lavoro.
Quanto incide sulla sicurezza e - come dice la legge - sulla ordinata convivenza civile l'assenza di una sicurezza del posto di lavoro? Quanto incide su tutto questo aver organizzato una struttura dei contratti di lavoro come quella che ha fatto il Governo Berlusconi, con decine e decine di modalità di contratto, nelle forme precarie più odiose? CATTANEO Valerio (fuori microfono) aumentata l'occupazione!



CHIEZZI Giuseppe

Non è aumentata! Queste sono le frottole che voi raccontate finché i cittadini italiani spero molto presto, vi spediranno a casa, perché sono tutte cifre false come le cifre sulla criminalità e sui reati che diminuiscono. Voi fate come qualche tempo fa si è fatto con gli inquinanti dell'acqua: siccome l'acqua era inquinata, qualcuno ha pensato bene di tagliare il limite massimo di inquinamento e l'acqua è tornata potabile. Voi fate lo stesso con la sicurezza e con i reati.
Il nostro tentativo è quello di dire a voi, e a tutti quelli che eventualmente riusciamo a contattare, che se si parla di una legge sulla insicurezza, deve essere una legge che elimina tutte le insicurezze che generano una situazione di disagio. E una delle insicurezze è quella del mondo del lavoro.
Mi riprometto, Presidente, sempre per dare l'informazioni più corrette e completa possibile, di continuare a descrivere lo stato un po' allucinato nel quale il Consiglio regionale, attraverso i suoi sessanta Consiglieri, organizza i suoi lavori.
La pregherei anche, Presidente, di fare quanto è possibile in lei per riportare un po' di ordinata convivenza civile in quest'Aula, che al momento non mi sembra garantita. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Chiezzi.
Invito i colleghi a rimanere al proprio posto, perché è necessario un po' di ordine internamente all'aula per espletare al meglio i nostri lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto, Assessore, che stiamo provando ad aprire un dialogo con lei, che, in questo testo unificato, vuole imprimere la firma. Sarà il Consiglio a decidere.
Stiamo cercando, cioè, di spostare l'asse guida del disegno di legge sul tema della sicurezza alla necessità e opportunità di un approccio ai problemi della sicurezza che passi attraverso gli elementi di insicurezza sociale.
Il portato dell'emendamento sostanzialmente richiama al problema della insicurezza legata alla mancanza di un posto di lavoro, alla precarietà dei rapporti di lavoro e alle problematiche che questa nuova condizione pu determinare. Questo non vuol dire che tutti coloro che da anni cercano un posto di lavoro di per sé siano portati a forme devianti che pongano in discussione la sicurezza della comunità. Certamente è il terreno più fertile, perché laddove questi elementi si sommano è evidente che si attuano quei processi di degrado della convivenza civile che si connotano particolarmente nelle grandi aree metropolitane.
Parliamo di quello, perché l'articolo 10 di questa proposta di legge siamo ancora all'articolo 2 - è quello che più connota non l'arroganza che è un termine forte, ma la presunzione che questa legge (quando diventerà tale) sia l'antidoto per creare quelle condizioni che portino ad una percezione della sicurezza che non sia solo tale come percepita, ma sia realmente praticata e vissuta. Nell'articolo 10 c'é di tutto: investimenti per crescere la vivibilità di aree degradate, in particolare quelle urbane o dove è più alto il rischio per la sicurezza dei cittadini: ma questi non sono progetti di riqualificazione urbana? L'accrescimento della sicurezza e dei territori di competenza dei piccoli comuni di pianura, collina e montagna, iniziative rivolte alla popolazione anziana, ai bambini, ai giovani: ma cosa c'entra tutto questo dentro la legge? Questi sono i progetti integrati per la sicurezza.
"Iniziative a favore di cittadini disabili per la rimozione delle barriere architettoniche esistenti" ma francamente, Assessore, da oltre due anni c'é una proposta di legge, depositata in commissione, presentata e sostenuta da tutte le associazioni che operano in campo dell'handicap che ha l'ambizione, quello sì, di riportare sotto un'unica legge le molteplici materie di intervento su questo terreno che sono sparse qua e là in un meandro legislativo: ci mettiamo anche questo? Ma cosa c'entra? Perché, molto più modestamente, anziché cercare di ammantare gli aspetti relativi alla rimozione e ai problemi di insicurezza sociale, non avete detto quello che è il vero obiettivo? Che, anziché parlare di sicurezza sociale, diventa più rassicurante mettere tante telecamere in giro per la città, dotare ogni piccolo comune di una telecamera con un monitor nella casa comunale che possa rendere conoscenza, di chi visita il paese? No, non é questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Quando discuteremo una parte dei nostri emendamenti, faremo emergere spero con molta nettezza, ciò che si intende per politiche integrate della sicurezza. Ormai mi sembra acquisita la concezione in tema di sicurezza filo conduttore della legislazione regionale approvata da alcune Regioni italiane - Marche, Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Lombardia, ecc. - che esalta nella legislazione regionale la sicurezza intesa come ordinato e civile sviluppo delle nostre città denunciando ad un'idea di sicurezza intesa come ordine pubblico perché questa spetta allo Stato e rimane competenza esclusiva dello Stato. Da qui noi partiamo per modificare trasformare e migliorare il provvedimento che stiamo discutendo: in che direzione? Questo è il punto, Nella direzione di esaltare, per esempio, il ruolo e la centralità dei Comuni, infatti spetta ai comuni promuovere politiche integrate nella direzione di esaltare gli accordi di programma.
Strumenti pattizi che sono le vie, i mezzi attraverso i quali costruiamo politiche integrate della sicurezza a livello comunale per esaltare il ruolo di coordinamento della Regione: questo è il compito della Regione coordinare gli interventi che si sviluppano sul suo territorio. Parlavo prima della centralità che assumono nella nostra filosofia i comuni e i sindaci, ma è del tutto evidente che la conferenza sull'ordine e la sicurezza provinciale, che in passato è stata strumento di consulenza dei prefetti, deve diventare il luogo, la sede in cui si concertano le politiche della sicurezza integrate perché lì è possibile realizzare quelle integrazioni e sinergie tra sindaci, organi di governo, e così via.
Noi muoviamo in questa direzione e i nostri emendamenti hanno esattamente questo significato e questo senso: migliorare un provvedimento che a noi pare, per molti versi, un po' vecchiotto. Vi ricordo, Consiglieri della maggioranza, che non i DS, ma l'ANCI, la Conferenza Stato Regioni ha indicato una traccia, una impostazione che va esattamente in questa direzione e va indicata movendo dall'esperienza che hanno compiuto in Italia alcune Regioni che hanno da anni una politica sulla sicurezza e che l'hanno costruita in questo modo. Muoviamo dentro questa logica, dentro questo solco.
Vorrei che fosse chiaro che il nostro tentativo è quello di migliorare questo provvedimento perché, per esempio, abbiamo del tutto rinunciato a regolamentare il ruolo della polizia locale intendendo, per polizia locale una serie di soggetti che già oggi intervengono a vario titolo nel campo della sicurezza e del territorio: polizia municipale, polizia locale e provinciale in alcuni casi, istituti di vigilanza in altri casi ancora.
Noi qui saltiamo pie pari questa questione, non l'affrontiamo minimamente nonostante, per esempio, nella proposta di legge che ha elaborato la Conferenza Stato Regioni, ci venisse una sollecitazione in questo senso.
Ho fatto questo intervento, ma sarò più esaustivo quando dovremo entrare nel merito dei nostri emendamenti per far emergere, già adesso quali sono le nostre critiche al provvedimento, e come le nostre critiche siano rivolte a migliorarlo e a renderlo coerente rispetto ad un'impostazione che non è soltanto dei DS, ma che è diventata, nel corso degli anni, una impostazione della Conferenza Stato Regioni, del forum delle città italiane che da anni, non da adesso, fanno politiche integrate.
Ho l'impressione che noi, invece, siamo un po' datati dal punto di vista delle proposte, della normativa che stiamo approvando in questi giorni.
Rispondendo al Consigliere Botta. Non escludo che fatta una buona legge, sia possibile mettere in campo dei progetti che affermino questa concezione e questa idea della sicurezza, però badate che con queste risorse noi non approveremo nessun progetto, e che i progetti che abbiamo in mente e che devono realizzare i comuni, o nella forma dei progetti che loro presentano o nella forma di progetti che vengono concertati con il volontariato locale o nella forma di progetti che vengono concordati con le province o con le Regioni che assumono le sembianze dell'accordo di programma, perché tutto questo possa essere realizzato, richiederebbe che noi dessimo alla legge, sin da subito, una ben diversa dotazione finanziaria. Il Consigliere Riggio ha fatto una battuta: noi diamo 20 centesimi a piemontese. Oggi stiamo discutendo una legge che è datata per alcuni versi, che non è una priorità dell'agenda del Consiglio regionale ma che avrà in partenza una dotazione finanziaria che la renderà in larga misura inapplicabile. Vorrei che noi avessimo chiara la percezione dei problemi che sono sul tappeto ma soprattutto del fatto che noi rischiamo di dotarci di uno strumento che rimarrà in larga misura e per molto tempo inapplicato e inapplicabile.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Voterò ovviamente questo emendamento.
Utilizzo la dichiarazione di voto per scambiare qualche opinione con i colleghi alla luce delle considerazioni fatte dal collega Ronzani, che sono state interessanti, anche se partono probabilmente da un presupposto politico un tantino diverso da quello che io intendo esprimere. Infatti mi sembra di cogliere un atteggiamento più possibilista per quanto riguarda questa legge. Però, anche partendo da un atteggiamento di quel tipo sentire che questa legge non avrà comunque la possibilità di realizzare degli interventi per mancata disponibilità finanziaria, è un fatto che dovrebbe indurre tutti quanti i proponenti a meditare.
Se si crede nella legge, bisogna darle il modo di essere efficace e l'unico modo è trovare gli stanziamenti. Se non si mettono gli stanziamenti e si mantiene una legge che si ritiene valida, ma che rimarrà inattuata ed inefficace, facciamo un'operazione molto pericolosa e scorretta. Quello che tentavo di spiegare all'inizio è che ci troviamo in una situazione in cui generiamo un'attesa e un'illusione; poi all'illusione seguirà una cocente delusione.
Con questo, non voglio dire cinicamente dire: "Tanto meglio! Se il centrodestra fa una legge propagandistica e vuole farla fino in fondo e la vuole approvare, la faccia e quando i cittadini vedranno che questa legge non serve assolutamente a nulla, ne trarranno le debite conseguenze e magari cambieranno opinione sulla capacità del centrodestra di governare!".
Però non voglio fare questo ragionamento, perché siamo ancora in tempo per evitare questo meccanismo, che poi non è mai un meccanismo che conviene innescare, perché sotto tutto non c'è tanto il fatto che quella legge era fatta dal centrodestra e non è servita a niente; sotto tutto rimarrà nello strato profondo dell'opinione diffusa della cittadinanza, che non si fa niente, che le leggi non servono, che le istituzioni non servono e che nel caso specifico, è meglio farsi giustizia da sé per giungere ad una semplificazione.
I cittadini potrebbero dire: "Dicono, dicono, tutti dicono di fare le leggi sulla mia sicurezza, poi la mia sicurezza rimane quella che è, allora compro una pistola e la tengo in casa". La deriva verso la sfiducia nelle istituzioni è molto pericolosa, e la prima cosa da evitare è proprio quella di partire con leggi molto roboanti sul piano dell'immagine, ma poco efficaci sul piano della capacità di cambiare una realtà.
Quindi, l'invito a ritirare la legge rimane come esortazione principale; l'invito a piegare questa legge nella direzione utile di ridurre l'insicurezza sociale e, in particolar modo, quella relativa alla sicurezza del lavoro, è un altro modo di confinare il tema della sicurezza in un ambito più preciso e, in quell'ambito più preciso, magari destinare risorse analoghe a quelle che sono previste da questa legge, ma destinate in un ambito specifico possono ottenere più risultati, perché devono occuparsi di meno questioni.
Invito ancora a riflettere su questi due elementi: il ritiro della legge, oppure piegarla legge a obiettivi più controllabili e raggiungibili.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 103), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Chiedo al Consigliere Chiezzi se intende riformulare l'emendamento rubricato n. 40.



CHIEZZI Giuseppe

Lo riformulo.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.29 riprende alle ore 17.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'emendamento rubricato n. 40 è stato ritirato dal Consigliere Chiezzi ed è stato riformulato con l'emendamento rubricato n. 104).
Emendamento rubricato n. 104) sostitutivo dell'emendamento rubricato n.
40), presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: All'articolo 1, comma 1), le parole "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dalla crescente erosione dei redditi dovuta all'inflazione e alla crisi economica".
La parola il Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento recita: "La Regione Piemonte promuove politiche per contrastare l'insicurezza causata dalla crescente erosione dei redditi dovuta all'inflazione e alla crisi economica".
Per illustrare questo emendamento, vi leggo una cronaca sul tema, che compare su un quotidiano uscito oggi. Leggo il testo, perché è un'illustrazione veramente puntuale di questo emendamento e di che cosa sta succedendo in Italia.
Il testo è il seguente: "In casa Gambino il menù cambia secondo le lune: il 28 del mese prosciutto, verso il 20 del mese successivo passiamo alla mortadella. Non è una strana dieta astrologica, è solo la comunissima "dieta portafoglio". Quando il bancomat gentilmente mi dice "Disponibilità insufficiente", capisco che è ora di frenare con le spese. P.B.
dipendente di un'azienda tessile di Vercelli, prende 900 euro al mese, il suo compagno, tecnico qualificato, 1500. Non malaccio! Eppure non ci saltano fuori quasi mai: il mutuo, un bambino piccolo, la caldaia che si è appena rotta, ottanta euro pagati con carta di debito, così riesco a rimandare il rimborso a dopo. Dopo cosa? Ma dopo il 27, è chiaro.
L'ultima settimana è la più dura, bisogna fare i conti. A gennaio ho deciso di rimandare di un mese il bollo auto. Meglio pagare il 3% di mora che il 5-6% di scoperto sul conto'.
Quel giorno di festa laica fu canonizzato quasi per caso da una circolare del Ministro Minghetti nel 1864. La circolare diceva nel dì 27 maggio può cominciarsi il pagamento degli stipendi agli impiegati per la mesata del maggio stesso e così nei mesi successivi.
In realtà, nei successivi centoquaranta anni il giorno di paga è diventato l'argomento di barzellette, canzonette, persino piece teatrali perfino il nome di un gruppo punk.
Ma con il versamento degli stipendi nel contocorrente sembrava declassato a giorno come tutti gli altri. Invece, il 27 del mese è risorto in tutta la sua implacabile gloria sacrale. San Paganino torna ad essere invocato, implorato e atteso come un salvatore in milioni di famiglie italiane.
Quante di loro tornano a programmare le proprie spese in modo ciclochimico. Per esempio, quella giovane bancaria ventinovenne di Sondrio marito ingegnere chimico: 'Il 27 passo al bancomat e la sera faccio le buste, 40 euro per la baby sitter, 620 euro per il mutuo, 540 euro per le rate dei mobili, con il resto so che dobbiamo mangiare e vestirci. Metto via in anticipo, così non spendo quello che non ho'.
Ma non tutti sono così metodici. Per una signora fiorentina, dipendente pubblico a mille euro tondi: 'Il 27 ogni volta è un colpo basso, faccio i conti, vedo che ho già speso lo stipendio prima ancora di incassarlo e mi dico: sono povera. Passo una settimana di depressione, non compro più niente, ma come si fa, si deve pur vivere. Allora, ricomincio, carta di credito fino al 27 successivo, daccapo con la depressione'.
'Sbalzi di umore, sbalzi di pressione che logorano il morale più che il fisico' spiega Domenico De Masi sociologo del lavoro. 'Attendere con ansia il giorno di paga produce un senso di incertezza costante, che cambia l'autopercezione sociale delle famiglie. Già Marx osservava che il proletario non è chi non ha il necessario oggi, ma chi teme di non averlo domani'.
'Io, infatti, con gli ultimi soldi del contocorrente mi sono iscritta a un corso per callista'. L.R., un'impiegata parastatale, cerca un secondo lavoro per scacciare la paura del domani, per arrotondare i suoi 1250 euro marito con lo stesso reddito, mamma anziana a carico, '... mutuo firmato quando credevamo di potercelo permettere, invece no, adesso i soldi non bastano più e la sera, invece di guardare la tv, sfoglio i cataloghi degli ipermercati, mi segno le offerte dei 'tre per due' e il giorno dopo, con la mappa già fatta, vado a caccia di sconti'.
Sbarcare il lunario, espressione recuperata dal disuso, vuol dire riuscire a sopravvivere fino al prossimo foglio di calendario.
L'inflazione, volendo, si misura a giorni, arrivo al 20, arrivo al 22, la mia ultima settimana, a volte sono due.
F.V. viaggia sui 2000 euro mensili, ma ha moglie e quattro figli a carico: 'A gennaio, poi, di 27 me ne sarebbero serviti due. Tra assicurazioni, bolli, abbonamenti annuali ho sforato i 4500 euro, il mio conto è sempre in rosso, rientro solo con la tredicesima'.
La mesata, come la chiama Minghetti, è un concetto elastico.
Ultimamente sembra più lunga, si arriva dove si arriva. Poi, per sbarcare sulla terraferma dello stipendio, si fa il salto in lungo.
S.A. è responsabile amministrativa di una fabbrica di ventilatori industriali a Nova Milanese, fa le buste paga a 110 dipendenti: 'Fino a qualche mese fa, ce ne erano solo sei o sette che chiedevano anticipi, i più anziani, per loro era una vecchia abitudine. Ora sono già una ventina e temo che aumenteranno, sono imbarazzati, si sentono in dovere di darmi spiegazioni'".
Proseguirò nella dichiarazione di voto il resto dell'articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Credo che sia effettivamente istruttivo questo articolo, perché spiega quello che cercavamo di dire, cioè esiste un'insicurezza profonda che sta attraversando il Paese, dovuta alla situazione economica.
Questa situazione economica non colpisce tutti nello stesso modo, si abbatte violentemente soprattutto su coloro che hanno redditi bassi. Questo è il vero problema.
Chi ha redditi decisamente più alti, in qualche modo quell'insicurezza non la vive, ma chi ha redditi bassi, negli ultimi tre anni in particolare si è trovato di fronte a una situazione di inflazione ben superiore a quella che viene dichiarata. Mi pare che tutto questo lo dimostri.
Una volta mille euro, cioè due milioni al mese, venivano considerati uno stipendio decente. Oggi, invece, mille euro al mese non vengono considerati uno stipendio decente, quindi nell'arco di pochi anni abbiamo avuto un'inflazione che ha galoppato, un'inflazione che si avvicina a un 10% annuo, mentre invece quella riconosciuta è decisamente più bassa.
Abbiamo poi il problema che, a fronte di questa inflazione riconosciuta più bassa dai dati ISTAT, il Governo e i datori di lavoro fanno anche un'altra operazione, stimano l'inflazione presunta. Noi quest'anno abbiamo presunto che ci sarebbe stata un'inflazione dell'1,4 sappiamo com'è la realtà. Però, i redditi dei lavoratori sono stati calcolati, nei contratti sulla base dell'inflazione presunta.
Quando, poi, scade il biennio si dovrebbe recuperare. Peccato che non si recuperi. Faccio l'esempio dei ferro-tranvieri, che hanno dovuto adottare forme di lotta esasperate e, in alcuni casi esasperanti, perch dopo anni che chiedevano il riconoscimento dell'adeguamento, non l'avevano ottenuto.
Le aziende davano loro ragione, ma dicevano di non avere i soldi, in conto hanno poi riconosciuto 89 euro, invece di 104 come risultava da un calcolo sull'inflazione ISTAT, non su quella reale. Secondo l'inflazione ufficiale doveva venire 104, ma si sono poi accordati su 89, erogati due anni dopo.
Ci hanno messo due anni a farsi riconoscere una cosa che era da fare.
Sta avvenendo dappertutto, non è che avviene solo per i ferro-tranvieri e per gli altri no.
E' avvenuto per i ferro-tranvieri, che sono una categoria in cui l'esasperazione ad un certo punto è esplosa, perché hanno anche la fortuna di essere in maggioranza lavoratori con un contratto stabile, quindi meno soggetti a ricatto e hanno fatto valere le proprie ragioni. Rompendo le regole, hanno creato un caso di interesse nazionale. Altre categorie di lavoratori, probabilmente, non hanno la stessa capacità di diventare un caso, quindi in molte situazioni si continua ad andare avanti non concedendo neanche il dovuto o esasperando quel clima di incertezza e insicurezza cui faceva riferimento il Consigliere Chiezzi mentre svolgeva il suo intervento.
Negli ultimi due o tre anni la situazione è peggiorata per tutte le categorie, non solo per i lavoratori dipendenti. Faccio riferimento alla crisi economica per dire che è un problema che colpisce anche molti altri.
In conclusione, cosa fa una maggioranza, che è responsabile del governo e di questa situazione? Parla d'altro, parla della insicurezza, allude al fatto che ci sono troppi immigrati, troppi borseggiatori, dimenticando che i borseggiatori, in alcuni casi, sono loro e i grandi istituti finanziari che hanno svuotato le tasche di centinaia di migliaia di cittadini.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Quando il collega Chiezzi ha annunciato la lettura di una notizia di cronaca ho pensato a quella che mi era capitato di leggere circa una ventina di giorni fa sui giornali. Credo che i colleghi del Consiglio regionale ricorderanno un episodio di cronaca singolare: una casalinga che entra in banca tentando, in modo goffo, una rapina, con conseguente immediato disarmo, tra lacrime e pianti.
Questa casalinga era semplicemente una di quelle persone che, molto semplicemente, non ce la facevano più ad arrivare alla fine del mese.
Può sembrare pretestuoso il richiamo del collega Chiezzi alla questione della sicurezza economica dei cittadini, invece è importante dovendo dare la corretta dimensione di quello che deve essere il nostro intervento.
La questione dell'aumento dei prezzi, che genera nuove povertà e insicurezze, è ciò che principalmente spinge all'illegalità.
In generale, il Governo, con la filosofia dei condoni e l'attacco alla Magistratura, non fa del bene alla cultura della legalità, che, invece dovrebbe riguardarci. Ciò che mina di più la questione della legalità è il fatto che chi vive all'interno della comunità dovrebbe avere la percezione che, a fronte di determinati doveri, gode di determinati diritti di cittadinanza. Nel momento in cui il lavoro diventa sempre più precario e le risorse economiche non sono sufficienti per sopravvivere, nel momento in cui si ha una proletarizzazione così diffusa, la cultura della legalità è fortemente compromessa, perché non c'è un controvalore, di fronte all'impegno di tutte quante le persone, per la difesa dei doveri. Da un lato, c'è il dovere del lavoro e dell'osservanza delle leggi; dall'altro lato, ci dovrebbe essere il diritto ad un'esistenza non diciamo agiata, ma per lo meno serena e garantita per tutto il mese e non solo per tre settimane al mese.
E' un problema di cui dobbiamo farci carico. Non possiamo dire che non siamo responsabili dell'aumento dei prezzi oppure dire le stupidaggini che sono state dette da un ricco magnate, che, in Italia, è diventato anche un politico. Non possiamo negare l'aumento dei prezzi o dire che la colpa di tale aumento è delle massaie che non sanno far bene la spesa o che la colpa è dei commercianti.
Vi porto un esempio. Io mi occupo soltanto di sanità, essendo convinto che, in una sede legislativa come questa, sarebbe opportuno che i Consiglieri regionali, in una certa misura, si specializzassero, altrimenti c'è la possibilità di redigere leggi in modo stupido, come, di fatto rischia di essere questa legge; i cittadini che ci hanno eletti richiedono competenza e professionalità.
Volendo parlare di sanità, avete tutti quanti presente una ricetta medica, la quale può ospitare nella sua prescrizione solo due farmaci. Fino all'anno 2000, con una ricetta si potevano prescrivere due farmaci al costo di due mila lire. Dall'entrata in vigore dell'euro, in Piemonte, per poter prendere un farmaco, non più due, sempre con la stessa ricetta, è necessario pagare due euro.
Allora, quello che dicono i cittadini, cioè che mille lire valgono un euro, è tristemente vero, ma la colpa non è dell'euro. Entrando in farmacia ci si rende subito conto dell'aumento dei prezzi. Qui salta la prima "panzana" riferita da quell'uomo che si è arricchito e che, oltre ad essere un industriale e un ricco proprietario, è diventato anche un uomo politico perché, in effetti, i prezzi sono aumentati: prima, erano necessarie due mila lire, adesso servono due euro, cioè quattro mila lire.
Anche la seconda "panzana" salta, perché una massaia può girare tutte le farmacie che vuole, ma per una medicina dovrà sempre pagare due euro.
Non è una questione di girare tra le bancarelle per cercare il prezzo più basso.
La terza "panzana" che salta concerne il fatto che siano stati i commercianti ad approfittarne. Ahimè, chi si è avvantaggiato è il Presidente della Giunta regionale di centrodestra, che ha introdotto un ticket, che è più alto in Italia, dopo che questo ticket era stato eliminato dai Governi di centrosinistra, è stato introdotto in modo pesantissimo. Proprio quell'articolazione dello Stato, che avrebbe dovuto controllare l'aumento dei prezzi e fornire un contributo per infondere maggiore serenità, ha creato maggiore insicurezza.
Richiamo la Regione Piemonte ad assumersi il ruolo di istituto, che è quello di garantire serenità e sicurezza, in primo luogo, occupandosi dell'aspetto cardine del proprio lavoro di Giunta, che è quello di garantire una sanità decente a prezzi decenti a tutti quanti i cittadini.
Questo sarebbe il primo aspetto di cui occuparsi.
Non ritengo improprio il richiamo del collega Chiezzi rispetto alla questione dell'insicurezza dei cittadini e rispetto all'aumento dei prezzi né assolvo la Regione di fronte all'aumento dei prezzi, in quanto abbiamo la nostra quota di responsabilità, dico "noi" come istituto e "voi" come maggioranza di centrodestra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Non ritengo oziosa la discussione emersa dall'intervento del collega Chiezzi. A qualcuno può apparire una tesi ardita associare l'insicurezza, a cui i provvedimenti in discussione mirano, all'insicurezza, per esempio dovuta alla mancanza di reddito, al reddito che si va riducendo e alla perdita di potere d'acquisto.
Certamente, gli interventi e gli strumenti di intervento per questi tipi di sicurezze sono diversi, ma, in qualche misura, questa Assemblea dovrebbe riportare la scala delle priorità in modo più opportuno. Alcuni anni fa c'è stato un dibattito molto più serrato, in qualche caso addirittura strumentale, sul tema dell'insicurezza. Soprattutto, si accennava ai problemi determinati dalla criminalità diffusa (impropriamente chiamata microcriminalità) e i colleghi, con provvedimenti non molto recenti, rispondevano a quel clima e a quella situazione. Oggi, se dovessimo parlare della maggiore e prevalente paura, la domanda più frequente, nei giovani e nei meno giovani, è quella relativa ad un'indeterminatezza della prospettiva di vita, in termini di reddito e di percorsi di lavoro. È una situazione drammatica, che si sta accentuando e forse, noi la stiamo sottovalutando.
Molte persone, aventi un titolo di studio elevato, svolgono lavori dequalificati o non coerenti al loro studio; molte persone hanno lavori saltellanti, insicuri, incerti e molto duri, sotto il profilo dell'impegno.
La progressiva liberalizzazione del mercato del lavoro, attuata ultimamente con la legge Biagi, oggi sta dando i primi segni drammatici per intere categorie. Non parliamo della barriera che si sta determinando per coloro che, mentre stanno costruendo una famiglia e una casa, perdono il lavoro a 35 anni e i meccanismi della legislazione, in materia di lavoro, li stritola. A parità di condizione professionale, le imprese preferiscono assumere persone al di sotto dei 27-29 anni, a seconda della legislazione in materia di lavoro, con i vari benefici.
paradossale che ieri, nella giornata della donna, autorevoli rappresentanti del nostro Paese abbiano parlato della famiglia e dei figli ma cos'è che frena le nascite? Che tipo di famiglia si può costruire? Che visibilità si può avere, sentito ciò che leggeva il collega Chiezzi? Che tipo di messaggio e di appello si può dare? Con interventi sugli assegni familiari o con qualche integrazione al reddito delle famiglie numerose, si pensa di poter dare una risposta alle famiglie? Certamente, gli strumenti di intervento per le diverse insicurezze sono, oggettivamente, vari, ma in questa accanita discussione, dove, da parte della maggioranza, c'è una volontà molto determinata di portare a compimento questi provvedimenti, dovremmo almeno far sentire la nostra voce. Faccio solo questo intervento perché ho una visione diversa, rispetto all'azione che, rispettabilmente, alcuni colleghi dell'opposizione stanno svolgendo in questo momento, però non si può far finta di nulla.
Certamente, questi provvedimenti saranno approvati, ma non possiamo nemmeno scodellare risposte inadeguate, mentre nella nostra società esplode una grande insicurezza. E' una società dualistica divisa tra chi, lavorando in Regione, essendo Consigliere regionale, lavorando in Rai o al Catasto ha un impiego stabile, anche se non soddisfacente, e tra chi ormai ha un lavoro che offre, a singhiozzo, il reddito, in modo non regolare e in modo molto incerto.
Il rischio è di avere una società divisa in due tronconi: chi ha un lavoro stabile e chi non ce l'ha. Lì si annida una grande insicurezza, che può generare effetti devastanti al sistema della democrazia rappresentativa, se non diamo delle risposte.
No condivido le scelte specifiche cui i colleghi tendono mirano. Ha fatto bene il collega Chiezzi a cercare di trovare questa assonanza, non dimenticando l'altra grande insicurezza che sta insidiando molte famiglie e molte parti della nostra società.



PRESIDENTE

Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio i colleghi per gli apprezzamenti, in particolare il collega Tapparo, per avere messo in luce il senso della discussione.
Concludo la lettura di questo articolo.
"Nell'Italia che non risparmia più, c'é solo un modo per non arrivare lunghi al 27: cominciare a frenare in tempo.
G.M. impiegato statale romano, si è aumentato lo stipendio di 250 euro autoimponendosi una drastica finanziaria: fumo, da un pacchetto al giorno a zero (fa bene anche alla salute); barbiere, con due specchi e una macchinetta da 25 euro faccio da solo; lavaggio auto ogni sei mesi; banca solo conti on line; palestra, niente abbonamento annuale, pago entrate e poi d'estate mountan bike presa con i punti della benzina. Tagliare il superfluo è la parola d'ordine. Ma cos'è davvero superfluo? E. di Pesaro, tecnico specializzato con due figli grandi e moglie a carico, ha rinunciati alla licenza di pesca (44 euro), ma adesso ci sta male: allora per cosa viviamo, solo per lavorare e pagare le bollette? G., bolognese, due stipendi da milleduecento euro in famiglia, si toglie letteralmente il pane di bocca per non vietarsi un piccolo viaggio ogni anno: compriamo solo cracker, tanto ormai il pane costa uguale e ne butti via di più. Taglia, risparmia, fai attenzione ai cartellini del prezzo. Sì, ma è la rincorsa di Achille alla tartaruga.
S.L. progettista meccanico di Teramo, tiene i conti su un foglio elettronico del computer: spesa alimentare, nell'ultimo anno + 13 assicurazione auto + 7%. Chi ci sta dietro? Chi trova un amico trova un tesoro, mai stato così vero. Laureata in lettere, vittima di Tremonti, contratto da bibliotecaria universitaria non rinnovato. R.C. si adatta a fare portineria all'università, in attesa di tempi migliori: quando alla fine del mese il bancomat si rifiuta di obbedire, c'è sempre qualcuno che mi presta qualcosa. In banca, se chiedo un fido, mi ridono dietro, non mi chiamo mica Tanzi.
Nei Newgroups di Internet fioriscono i consigli per risparmiare: addio bar, portarsi lo yogurt da casa, fornelli con la MoKa nel bagno dell'ufficio, fare rivoltare un colletto costa solo 3 euro, in biblioteca i libri non si pagano. Necessità che diventa virtù. La sobrietà, che raccomandava l'ultimo Berlinguer, il rifiuto che predicava un colto scienziato anticonsumista come Giuliano Toraldo di Francia, rischiano di avverarsi con vent'anni di ritardo, ma ridurre i consumi è una virtù solo se è una libera scelta.
Scuote la testa De Masi: una scelta imposta dalle circostanze non insegna niente, se non la frustrazione. Gli Italiani, colpiti dal caro vita, non stanno davvero programmando la propria realistica discesa nella scala sociale, stanno solo cercando di resistere e non vedono l'ora di risalire".
L'articolo è di Michele Smargiassi.
La cronaca che descrivo non si riferisce a fasce tradizionalmente indicate come fasce che hanno problemi di fine mese. Non hanno intervistato il pensionato con 800-600 euro di mensilità, hanno intervistato una fascia che il lavoro ce l'ha (e a volte si lavora anche in due), ma lo scivolamento verso la povertà, e quindi l'insicurezza, colpisce anche queste fasce.
Concludo dicendo che certi pensieri - quelli di Marx e quelli di Berlinguer - hanno vita lunga.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione l'emendamento rubricato al n. 104), che sostituisce l'emendamento rubricato n. 40).
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato al n. 104).
Il Consiglio non approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, si può fare una verifica del voto? Perché vedo che hanno votato alcuni Consiglieri che non sono presenti in aula.



PRESIDENTE

Lei sa che se chiede la verifica, gliela devo accordare. Però, visto che è 28 il numero legale, ragionevolmente è raggiunto.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, come le aveva già anticipato il Vicepresidente Toselli, la Presidenza ha accorpato gli emendamenti a seconda dei vari temi. Pertanto, sono stati accorpati gli emendamenti rubricati n. 36, n.
42 e n. 38.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, abbia pazienza, ricevo da lei la seguente informazione: "La Presidenza ha accorpato gli emendamenti n. 36, n. 42 e n. 38".



PRESIDENTE

Perché trattano della sicurezza alimentare e dell'ambiente.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, dovrei rileggere il testo dei tre emendamenti, per riterrei più rispettoso della volontà dei proponenti se si invitassero i proponenti a redigere un emendamento unico dei tre.



PRESIDENTE

Va bene.



CHIEZZI Giuseppe

Sarà fatto nel giro di qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 18.07 riprende alle ore 18.11)



PRESIDENTE

pervenuta una riformulazione degli emendamenti rubricati n. 36) e n.
42).
Comunico pertanto il ritiro degli emendamenti rubricati n. 36) e n.
42).



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non l'emendamento rubricato n. 38).



PRESIDENTE

Do lettura dell'emendamento riformulato.
Emendamento rubricato n. 105), sostitutivo degli emendamenti rubricati n.
36) e n. 42), presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Moriconi: All'articolo 1, comma 1), le parole "per la sicurezza" sino alla fine del comma, sono sostituite dalle parole "per contrastare l'insicurezza causata dalla diffusione di nuovi virus creati da condizioni di allevamento di bestiame che utilizzano alimenti manipolati e dalla diffusione degli organismi geneticamente modificati".



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io intervengo su quello non riformulato.
PRESIDENTE



PRESIDENTE

Scusi, lei ha scritto "n. 104", però leggasi "n. 105".



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Quello non modificato, che parla dell'ambiente, resta?



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato al n. 38, verrà discusso successivamente.
Procediamo all'esame dell'emendamento rubricato al n. 105).
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Credo che si possa pervenire alla formulazione di un unico emendamento quando la materia è realmente omogenea. Quando invece non lo è, come nel caso dell'inquinamento dell'atmosfera con gli alimenti, non credo che possano essere unificati i testi.
L'emendamento relativo all'inquinamento e agli effetti che provoca sulla insicurezza lo affronteremo successivamente. Ora interveniamo su questo, che è un problema serissimo.
Gli OGM e la manipolazione degli alimenti per animali, come abbiamo potuto verificare, hanno provocato dei momenti di tensione e di insicurezza, se non addirittura di vero e proprio panico, come nel caso dei nuovi virus che hanno colpito, per esempio, il pollame e le carni bianche in genere, o ancora la questione "mucca pazza".
Il virus che ha colpito il pollame ha provocato, negli ultimi mesi effetti sicuramente gravi, le cui conseguenze si sono avvertite soprattutto nei paesi asiatici. Quello della mucca pazza, invece, è un problema che ci ha coinvolto pesantemente e continua ancora a farlo. A tal riguardo abbiamo vissuto nel nostro Paese dei momenti di panico. E nonostante il fenomeno fosse relativamente circoscritto, perché credo che i casi si siano limitati ad alcune centinaia, in taluni periodi si è avvertito un crollo del consumo della carne veramente consistente. Si tratta, quindi, di problemi che determinano, nei cittadini, dei comportamenti significativi le cui conseguenze si ripercuotono anche a livello economico, anche se ritengo che quando si parla di sicurezza alimentare il problema economico non debba mai essere prioritario.
Per salvaguardare l'economia non possiamo mostrarci meno attenti e tollerare l'utilizzo di agenti chimici dannosi. Credo, quindi, che il discorso economico si debba arrestare laddove si mette a rischio la salute dei cittadini.
Noi pensiamo che questo tipo di insicurezza sia importante, e in questo caso siamo anche una delle Regioni che forse ha un'esperienza nell'intervenire. Potremmo utilizzare l'esperienza di questa Regione proprio per rafforzare il tipo di interventi e di misure che sono stati adottati nel corso di questi anni con una relativa efficacia. Insieme a questo abbiamo sottolineato l'aspetto degli OGM, su cui sappiamo tutti che vi sono molte controversie. Sono tra quelli che militano per un eccesso di prudenza e non l'opposto. Che ci sia qualcosa che effettivamente ci preoccupa lo dimostra il fatto che c'è un'opposizione di tutti i produttori che utilizzano gli OGM al metterlo in risalto sulle scatole dei prodotti, laddove si può vedere cosa contiene il prodotto. Se sulle confezioni dei cibi e degli alimenti geneticamente modificati fosse segnalata in modo evidente questa caratteristica, questi generi alimentari avrebbero un crollo dei consumi. Quindi, è evidente che c'è una diffidenza ed è una diffidenza ampiamente giustificabile e spiegabile.
Condivido la preoccupazione di tutti coloro che sostengono che è un rischio troppo alto introdurre questo metodo di coltivazione, che rischia di generalizzarsi e di rendersi irreversibile, e poi scoprire, magari tra alcune decine di anni che è pericolosissimo, quando ormai non si può più tornare indietro. Quindi, dire che la sperimentazione deve essere fatta in condizioni di sicurezza e non può essere che fatta in laboratorio e deve durare a lungo - non intendo mesi o anni, ma decenni - credo che sia fondamentale.
Proprio per le ragioni che dicevo prima, c'è un allarme intorno a questo e abbiamo verificato come invece, nonostante siano vietate le coltivazioni nella nostra Regione, le abbiamo individuate e ci siamo trovati di fronte agli atteggiamenti criminali di chi ha introdotto sul mercato sementi modificate, anche a danno di chi le ha utilizzate. Credo che una capacità di controllo e di azione per combattere questo tipo di criminalità, che genera sia problemi economici che insicurezza, sia fondamentale. Tanto sul primo aspetto, quello dell'utilizzo di mangimi certamente dannosi, ma anche sugli OGM, credo ci debba essere un'azione di controllo molto più ampia di quanto è stato fatto finora.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Apriamo un altro scenario dopo la discussione sugli elementi di insicurezza che derivano dall'insicurezza del reddito, di cui abbiamo parlato nell'emendamento precedente, che ha visto alcuni colleghi apprezzare il tema anche con una certa distinzione rispetto al merito dello stesso, altri colleghi invece no - come il collega Botta.
Mi rivolgo ai colleghi Tapparo e Botta, che hanno apprezzato con una certa distinzione o non apprezzato, ai quali voglio dire solo una parola.
Il tema è collegato; l'insicurezza sociale derivante dall'incapacità di arrivare al 27 del mese è un tema di sicurezza. Non voglio ritornare su quel tema, ma faccio solo un flash per meditare successivamente. Quante volte - io negli anni '50-'60 l'ho sentita ed è una frase che mi torna in mente - si è sentito dire da un padre: "Io cosa devo fare per far studiare i miei figli? Devo andare a rubare?". E' una frase che ho sentito quando ero piccolo, è una frase che si diceva, era una metafora: "Cosa devo fare per dare da mangiare ai miei figli? Devo andare a rubare?".
Il tema dell'insicurezza sociale è tema di sicurezza. Il tentativo che facciamo, insieme ad altri colleghi, è almeno di portare alla luce che, se si vuole parlare di sicurezza in termini generici - e l'articolo 1 di questa legge ne parla in termini generici - noi, sull'articolo 1, cerchiamo di alimentare il discorso della sicurezza con altri riferimenti, che nell'articolo 1 ci stanno tutti. Perché l'articolo 1 non dice nulla di cosa si vuole parlare. Si vuole parlare di sicurezza. Bene! Di ordinata e civile convivenza. Bene! Noi stiamo parlando, quando parliamo della sicurezza sul lavoro, della sicurezza che deriva dalle capacità di reddito, e adesso, in materia sicurezza alimentare parliamo di un certo tipo di sicurezza. La definizione di sicurezza prosegue poi nell'articolo 2, cui arriveremo, ma noi parliamo adesso dell'insicurezza che deriva da un modo di produrre gli alimenti che ha generato situazioni non solo di panico soggettivo e cambiamenti di stili di vita, ma situazioni di disordine economico che hanno anche portato a conseguenze di ordine pratico. Nel senso che alcuni settori dell'economia - ricordiamo i tempi della mucca pazza - sono entrati in crisi; sono entrate in crisi aziende ed esercizi commerciali. Le macellerie lasciavano a casa i commessi, perché non avevano più reddito.
Adesso, di recente, questo tema ritorna e io penso che abbia ragione il collega Moriconi, e mi dispiace che non abbia potuto essere presente perché senz'altro avrebbe portati argomenti molto illuminanti.
E' un tema del quale probabilmente non ci libereremo. Stiamo in tutto il mondo (anche in Cina) allevando gli animali in modo intensivo e sbagliato, con fini produttivistici esagerati, non solo dando loro da mangiare se stessi e cannibalizzandoli, ma in tanti altri modi. Tutti gli animali, non solo le mucche, non solo i polli, ma anche i pesci. C'è un sistema di alimentazione forzata, che porta a disastri di natura ambientale. Ci cibiamo di animali allevati non rispettando alcune regole ma forzandoli e, alla fine, la natura ce la fa pagare. E' già successo, e temo che se, non si cambiano metodi di produzione, questo continuerà. Per questo i due emendamenti suggeriscono: "Parliamo di sicurezza? Bene, noi vogliamo parlare di sicurezza alimentare". E, nell'ambito della sicurezza alimentare, vogliamo dire basta ai sistemi di produzione ridondanti e finalizzati all'accrescimento abnorme in tempi non naturali e in forme non naturale degli animali al fine di cibarsene. Sugli OGM tornerò a parlarne in dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sugli OGM ho sempre avuto un approccio molto razionale e non pregiudiziale. Mi hanno spiegato che le modificazioni genetiche fanno parte dei percorsi naturali del nostro pianeta, che la stessa specie della quale faccio parte è una specie che deriva da modificazioni genetiche.
Non c'è animale, non c'è pianta, non c'è aspetto della vita organica che nel corso dei milioni di anni su questa terra non abbia avuto e prodotto in sé modificazioni genetiche che l'hanno specializzata. Quindi non è che la modificazione genetica venga da me guardata con un terrore preconcetto. La modificazione genetica fa parte della storia della natura.
Però, non di questo si parla oggi, quando parliamo di organismi geneticamente modificati, ma parliamo di esperimenti che sono compiuti da multinazionali che, per motivi di dominio commerciale dei loro prodotti in vaste aree del pianeta, conducono sperimentazioni che forzano la natura in modo violento; sperimentazioni sui risultati delle quali non ci sono certezze. Il principio di precauzione è uno dei principi che deve essere osservato. Per questo l'emendamento cita anche gli OGM tra gli elementi da contrastare per indurre maggiore sicurezza nella nostra società.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 105).
Il Consiglio non approva.
Domani, alle ore 16.00, è convocato il Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, propongo una seduta unica del Consiglio con termine alle ore 15.30.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 10.00.
Bene, la seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.30)



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