Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.436 del 09/03/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 11.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Cantore, Casoni Costa Enrico, Cota, Di Benedetto, Ghigo, Pedrale e Pichetto Fratin.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Con decreto n. 16, dell'8 marzo 2004, sono state attribuite, dal Presidente Ghigo, per la seduta antimeridiana del 9 marzo, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Cavallera.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 1) all'o.d.g. "Approvazione verbali precedenti sedute".
Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 16, 17 e 23 dicembre 2003 e del 20 e 27 gennaio 2004. Se non ci sono osservazioni si intendono approvati.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1303, presentata dai Consiglieri Tapparo e Suino inerente a: "ASL 6 Cirié - Difficoltà di accesso alle strutture 'Hospice'"


PRESIDENTE

Incominciamo il sindacato ispettivo con l'interrogazione n. 1303, dei Consiglieri Tapparo e Suino, inerente a: "ASL 6 Cirié - Difficoltà di accesso alle strutture 'Hospice'".
La parola all'Assessore Galante, per la risposta.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

In riferimento all'interrogazione n. 1303 del 5/2/2002, si precisa quanto segue.
L'ASL 6 fornì risposta scritta - in posta elettronica - in data 15/3/2002, prot. 618/S, a firma del Direttore Generale, dott. Sergio Bertone.
In tale nota, l'ASL 6 precisò che in attuazione delle linee guida indicanti i requisiti organizzativi, tecnici e strutturali di tutto il sistema delle cure palliative e domiciliari, approvate con la D.G.R. n. 17 24510 del 6/5/1998, l'ASL stessa aveva costituito l'Unità Operativa di Cure Palliative, con deliberazione del Direttore Generale n. 1622/DG del 15/10/1999.
In tale deliberazione aziendale, si prevedeva un piano terapeutico assistenziale per ogni paziente assistito a domicilio e, nello specifico disponeva che l'accesso in hospice fosse deciso dal Medico coordinatore dell'hospice, su proposta del Medico di Medicina Generale o del Medico responsabile dell'Unità Operativa di Cure Palliative e che fosse autorizzato dal responsabile del Distretto.
L'ASL, inoltre, segnalava che l'hospice, allora gestito dall'Ordine Mauriziano di Lanzo, non si era integrato in alcun modo con il sistema di cure palliative dell'ASL stessa, comportandosi, per le procedure di ricovero, come una qualsiasi struttura di ricovero ospedaliero ed, essendo dislocato in una struttura ospedaliera, favorendo la richiesta di trasferimento dei pazienti ricoverati nei reparti.Per sanare le difficoltà di rapporto tra l'hospice, gestito dal Mauriziano e l'UOCP dell'ASL 6 nella deliberazione aziendale era stato previsto che l'autorizzazione da parte del responsabile del distretto al ricovero in hospice fosse, appunto supportato dal parere del Medico responsabile dell'UOCP ospedaliera.
Sicuramente le difficoltà di rapporto tra l'ASL e l'Ospedale di Lanzo vennero accentuate da un'interpretazione non univoca delle linee guida regionali, approvate con la deliberazione del 1998, che precisava come l'impegnativa del Medico di Medicina Generale fosse un documento sufficiente per l'autorizzazione del ricovero del paziente nella struttura hospice.
Proprio per ovviare a difficoltà quali quelle suddette e ritenendo necessario aggiornare le linee guida in ambito regionale, con D.G.R. n. 15 7336 del 14/10/2002, sono state approvate le nuove linee guida regionali inerenti all'applicazione delle cure palliative, la formazione degli operatori e l'attuazione del "Programma regionale per le cure palliative".
Con tale atto si definisce, con estrema precisione, il percorso tecnico e amministrativo per la richiesta, l'autorizzazione del ricovero in hospice e della presa in carico dei malati terminali per l'assistenza in ambito domiciliare.
Inoltre, considerato che, nel frattempo, l'hospice di Lanzo è stato trasferito, insieme all'Ospedale stesso, in gestione all'ASL 6, non si sono più presentati problemi per quanto attiene alle modalità di ricovero in hospice.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. La risposta è soddisfacente, considerato che il problema sollevato risale a due anni fa: era il febbraio del 2002. E' vero che alcune interrogazioni risalgono anche a periodi antecedenti, quindi ho la speranza che, nell'arco della legislatura, riusciremo ad avere una risposta su quelle del 2001. Hanno, tutte quante, una specificità relativa alla sanità: evidentemente, continuano a permanere dei problemi in questo Assessorato.
evidente che, da allora, la situazione è stata positivamente superata, soprattutto con l'emanazione di nuove linee guida. In effetti quelle che erano state predisposte nel 1997 e nel 1998 risentivano un po' di una vetustà di lettura. Nella situazione attuale, invece, per le cure palliative, esistono queste linee guida che sono assolutamente più aggiornate. Il problema dell'ASL 6 non è né superiore né diverso da quelli che sono, in generale, i problemi degli hospice. Quest'ultimo è stato infatti ricondotto in capo all'ALS 6 e quindi c'é una sorta di integrazione, definiamola così.
Colgo l'occasione, però, per sollecitare all'Assessore Galante, che so essere attento a questa materia, la necessità di un ulteriore aggiornamento, non tanto sulle linee guida, quanto sull'applicazione delle cure palliative e sulla realizzazione degli hospice.
Certo la situazione piemontese è migliore di quella meridionale, nel senso che non esistono paragoni rispetto alla presenza, o totale assenza di hospice nel Sud Italia. Ma il Piemonte non ha un numero di hospice proporzionale alla domanda, considerata purtroppo l'ascesa abbastanza verticale di casi di terminalità, dovuti soprattutto a malattie oncologiche.
Approfitto della discussione su questa interrogazione per evidenziarle un comune sentire, che richiederebbe, da parte della Regione, un aggiornamento che tenga conto dei nuovi dati circa le patologie oncologiche: la crescita è significativa e pesante per la nostra Regione.
Il numero di hospice non è proporzionale alla domanda di terminalità, così come non c'é stato, da parte dei medici di base, un utilizzo delle cure palliative, come peraltro la legge prevede.
Lei sa che esistono ancora forti resistenze da parte dei medici, forse dovute a pregiudizi di altro tipo, e ricorrono alle cure palliative soltanto nelle ultimissime settimane.
La legge prevede che si possa ricorrere alle cure palliative in tempi assolutamente antecedenti, senza attendere la terminalità conclusiva. Le chiediamo di predisporre una circolare o una sollecitazione affinché quanto dispone la legge nel nostro Paese venga applicato in questa Regione.
Gli aspetti che intendevo sottoporre alla sua attenzione sono dunque il ritardo nell'applicazione delle cure palliative e l'auspicio per un potenziamento degli Hospice, che sono pochissimi nella nostra Regione mentre sono tante le persone che devono essere assistite inventando le forme di assistenza nella fase conclusiva.
In ultimo, Assessore, le ricordo che sulle cure palliative c'é una buona evoluzione della scienza e della culturale, ma mancano gli operatori (sono pochissimi) e la domanda di cure palliative è decisamente in crescita. Su tali questioni sarebbe interessante, positivo ed apprezzabile che nella prossima seduta di IV Commissione l'Assessore ci fornisse una sorta di aggiornamento e si impegnasse, a titolo personale, a sollecitare in qualche modo, i medici di base a superare le resistenze che sono ancora ascrivibili soltanto a forme culturali, peraltro né dalla chiesa né dalla società più richieste. La ringrazio e le richiedo il testo scritto della risposta, soprattutto per darne copia al collega Tapparo, primo firmatario di questa interrogazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio la collega Suino, che ha già fornito una risposta adeguata alla comunicazione dell'Assessore. Vorrei ringraziare, altresì l'Assessore perché sta facendo una sorta di "pulizia" delle cose vecchie: questa è un'interrogazione di due anni e un mese fa e vorrei che rimanesse agli atti questo dato, affinché quei pochi topi di biblioteca che faranno degli studi sugli atti del Consiglio regionale abbiano un po' il senso di cosa succede. Viene presentata un'emergenza ad un Consigliere.
La democrazia rappresentativa funziona così: il Consigliere ha un sensore nella società, coglie un problema, lo trasmette e spera di ricevere una risposta per avere credibilità almeno nel rapporto democratico con la comunità, a prescindere dal segno politico. Io ho ritelefonato alle persone che mi avevano dato lo spunto per questa interrogazione e ovviamente si sono stupite, è sembrata loro una cosa strana: non capiscono cosa possa significare una risposta dopo due anni e un mese. Io immagino (mi scuso ma sono stato trattenuto) che l'Assessore abbia fornito una risposta di soluzione o comunque di intervento su questo problema. Devo riconoscere vado per supposizione - che è stato fatto un pezzo di strada in positivo rispetto a quanto era stato evidenziato due anni fa.
Tuttavia - l'Assessore lo sa bene - le cure palliative sono una branca medica o una disciplina (non so che termine utilizzare) giovane rispetto alla sensibilità relativamente giovane. Oggi sarebbe necessario far diventare questa branca o questa disciplina un qualcosa di strutturale, che abbia anche alla base degli operatori, oltre che una parte medica adeguatamente preparata.
L'operatore del settore di quest'area non può essere un soggetto qualunque ma una persona preparata adeguatamente.
Vorrei anche portarle un esempio, Assessore: il medico o l'operatore che opera nel settore delle cure palliative viene considerato, dagli altri settori medici, come un livello inferiore, scientificamente meno complicato e meno complesso, meno rilevante.
Noi dobbiamo spezzare questo meccanismo, perché la preparazione nell'ambito delle cure palliative, se fatta in modo adeguato, è assolutamente importante. E questo tipo di area di intervento nella sanità non deve essere considerata elemento di risulta oppure di serie B. È un aspetto rilevante e spetta anche a lei, ovviamente, dargli questa dignità e questo ruolo.
Non posso quindi ringraziare la Giunta nella sua rappresentanza complessiva, perché mi risponde dopo due anni e dieci giorni, menomando non solo la mia funzione di Consigliere regionale, ma anche la credibilità del Consiglio regionale nel suo complesso. D'altro canto la ringrazio, perch ha voluto fare una cosa saggia, quella di togliersi almeno le cose che giacciono da tempo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1355 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Contu Tapparo, Tomatis, Chiezzi, Placido, Di Benedetto, Giordano, Moriconi Caracciolo, Saitta inerente a "Ospedale di Cuorgné"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 1355 dei Consiglieri Riggio, Suino Manica, Contu, Tapparo, Tomatis, Chiezzi, Placido, Di Benedetto, Giordano Moriconi, Caracciolo, Saitta inerente a "Ospedale di Cuorgné".
La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Anche questa interrogazione risale al 22.02.2002. Non so se esista un modo per aggiornare le interrogazioni e le interpellanze, effettivamente la pila delle stesse è cospicua, io cercherò di dare luogo alle risposte e se c'é un metodo che vogliamo applicare diversamente, me lo fate sapere.
La relazione del Direttore generale dell'ASL 9 di Ivrea allegata al Piano di Attività per l'anno 2003 (che rappresenta il più recente atto di programmazione aziendale) elenca gli interventi di razionalizzazione della rete ospedaliera già realizzati nel 2002 principalmente mirati al recupero dell'appropriatezza; il numero dei posti letto rideterminati secondo le indicazioni regionali risulta adeguato all'attività prevista e quindi non saranno operate ulteriori riduzioni. Per quanto concerne il presidio di Cuorgné sono a tutt'oggi mantenute le funzioni di Medicina, Geriatria Chirurgia, Ortopedia, e traumatologia con un numero di posti letto adeguato alle reali esigenze nonché agli attuali volumi di attività. Discorso a parte merita il Dipartimento Materno-Infantile per il quale nel piano di attività 2002 era prevista una riorganizzazione complessiva del Dipartimento. Nel 2003 l'Azienda ha deciso il mantenimento delle due strutture complesse di Ostetricia e Ginecologia di Ivrea e Courgné per assicurare un livello più alto di accessibilità, attraverso la revisione dei numeri di posti letto, ricalcolati sulla base dei parametri di degenza media e di tasso di occupazione



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio. Ne ha facoltà



RIGGIO Angelino

Ringrazio l'Assessore. Naturalmente la discussione è viziata dai tempi.
C'é un problema che sta a monte di tutte queste interpellanze: la questione più generale del Piano sanitario, la questione più generale del modus operandi che vuole tenere questa Amministrazione e questa Giunta. Il Piano sanitario del 1997, tutt'ora vigente, prevede un rapporto con le Conferenze dei Sindaci, aspetto che invece viene sempre di più mantenuto sullo sfondo rispetto alla programmazione. Non siamo ancora in presenza di uno strumento di programmazione reale, quale dovrebbe essere il quadrante perché è stata stilata una delibera che non ha la capacità di modificare il Piano Sanitario regionale, ma che nei fatti sta andando avanti in modo assolutamente anomalo.
Queste anomalie, il fatto che il vecchio Piano Sanitario Regionale non venga rispettato, il fatto che vengono introdotti nuovi meccanismi di programmazione senza che questi siano in un contesto generale di pianificazione, attraverso il nuovo Piano Sanitario regionale, creano una situazione di incertezza fra gli amministratori, gli operatori e i cittadini utenti che non fanno bene alla sanità piemontese. Questo è il discorso generale che ci interessa fare, perché ormai entrare nello specifico della vicenda diventa abbastanza singolare, abbastanza inutile.
La sollecitazione che facciamo è di carattere generale: riprendere seriamente il discorso della programmazione. Il Piemonte ha bisogno di un quadro di certezze in cui operare. Prima questione.
Secondo questione. Per quello che riguarda le interpellanze, noi facciamo un gesto di buona volontà: chiediamo di avere le risposte scritte, almeno fino tutto l'anno scorso. Le interpellanze che fanno riferimento all'ultimo anno, possiamo anche vederle in un diverso contesto in modo tale da smaltire l'arretrato. Vogliamo dare un contributo serio perché siamo sempre meno impastoiati da questioni di carattere burocratico e sempre di più andiamo su questioni di sostanza che riguardano la programmazione, su cui insistiamo e sollecitiamo l'Assessorato affinché si impegni.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Tossicodipendenza

Interrogazione n. 2566 del Consigliere Giordano inerente a "L'assistenza sanitaria ai detenuti rischia di diventare un fattore a rischio"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 2566 del Consigliere Giordano inerente a "L'assistenza sanitaria ai detenuti rischia di diventare un fattore a rischio".
La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

A seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs, 230/99 e del Decreto Interministeriale dell' aprile 202 con i quali si è provveduto a trasferire in capo al SSNN le funzioni e, successivamente i rapporti convenzionali del personale operante presso i presidi Tossicodipendenze degli Istituto Penitenziari, si attendeva l'adozione del previsto Decreto della Funzione pubblica, che avrebbe dovuto dirimere tutte le problematiche connesse relative al relativo inquadramento giuridico del personale inerente i presidi Tossicodipendenze. Tale decreto, più volte sollecitato, non è stato a tutt'oggi adottato e, pertanto, si è ravvisata la necessità a livello regionale di prevedere possibili ipotesi di inquadramento giuridico del personale suddetto. Proprio per non lasciare che la materia sia di volta in volta oggetto di varie interpretazioni, è nostra intenzione istituire un Gruppo tecnico, formato da operatori provenienti dai vari ambiti della medicina penitenziaria, con l'obiettivo di fornire elementi utili a delineare l'attività all'interno dei presidi per tossicodipendenze degli istituti penitenziari. Tra gli elementi in questione vi è quello di definire meglio la natura giuridica del rapporto di lavoro degli operatori, e quindi anche degli psicologi penitenziari, nonché della necessità di individuare una tariffa oraria minima da applicare agli operatori esterni, ecc.
Desidero ulteriormente precisare che, nel corso del mese di gennaio abbiamo avuto l'occasione di incontrare presso l'Assessorato il Provveditore Regionale dell'Amm.ne Penitenziaria, Dr. Rizzo con il quale ho avuto modo di approfondire la tematica in questione e programmare, in sinergia con il Ministero di Giustizia, una serie di prestazioni socio sanitarie integrative a quelle che l'Assessorato si è già impegnato a garantire nel corso del 2004, quale livello essenziale di assistenza di cui al DPC 29.11.2001. Infatti alla luce degli incontri avvenuti recentemente il Provveditore si è impegnato verbalmente sia a cercare di reperire delle risorse integrative, sia a farsi promotore del coordinamento del Gruppo Tecnico sopra menzionato, con l'obiettivo prioritario di individuare una serie di criteri generali atti a migliorare la medicina penitenziaria per i detenuti tossicodipendenti. Tali criteri saranno oggetto di apposito atto di Giunta regionale.
In merito al secondo punto dell'interrogazione desidero comunicare che con determinazione dirigenziale n. 502 del 21.11.2003, si è provveduto ad impegnare, ripartire e liquidare i fondi, destinati agli operatori del presidio tossicodipendenze degli istituti penitenziari alle AA.SS.LL. sede di carcere, relativamente al periodo 1' luglio- 31 dicembre 2003.



PRESIDENTE

Ha chiesto parola il Consigliere Giordano. Ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie Signor Presidente, grazie Signori Colleghi.
Per la verità, nutro parecchi dubbi per la risposta dell'Assessore in quanto stiamo discutendo di un argomento particolarmente complicato e complesso, che investe non solo i semplici detenuti, ma i detenuti tossicodipendenti.
Stiamo registrando un ritardo notevole e spaventoso nella soluzione di questo problema e sicuramente la nostra Regione non merita un'immagine di questo genere.
Assessore, con Lei abbiamo già incontrato psicologi e ad altre persone competenti in materia, abbiamo affrontato e sviscerato abbondantemente il problema, però ho l'impressione che da parte sua non si voglia giungere ad una giusta soluzione.
Ci troviamo di fronte a persone particolarmente ammalate, per le quali non riusciamo a risolvere la loro grave situazione che, tutto sommato, non costerebbe nulla, in quanto i fondi sono già stati stanziati i trasferimenti statali e la parte mancante potrebbe essere attinta dal fondo regionale dell'assistenza.
Ma possibile che non riusciamo a portare a termine neppure le situazioni che, per certi versi, sono già quasi risolte? Lei ha detto di aspettare le considerazioni del Tavolo di lavoro, ma il Tavolo cosa pu dirci di più? Si tratta di detenuti malati che aspettano, quindi siamo disponibili a dare qualche segnale decente? Secondo me, siamo in enorme ritardo rispetto agli interventi delle altre Regioni. Ho già sollecitato tante volte questo problema delicato così come tutta la comunità piemontese.
Però mi spiace dirlo, Assessore, ma Lei con questo orecchio non ci sente.
Questo è un problema che va risolto, perché all'interno delle carceri i malati non possono stare senza l'assistenza medica e psicologica. E' un argomento ed un problema particolarmente delicato, che però si continua a trasferire da tavolo in tavolo mentre i detenuti restano sempre in carcere senza la dovuta assistenza.
Tutto ciò non è corretto, quindi mi auguro che questo problema Lei lo risolva e non che lo rinvii ancora, come ha fatto finora. I fondi ormai ci sono, quindi è una questione soltanto di capacità.
E' passato troppo tempo e le persone all'interno delle carceri continuano a soffrire prima per malattia e poi perché è detenuta.
Mi raccomando, Assessore! Le chiedo se può farmi avere la risposta scritta.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione n. 2555 del Consigliere Giordano inerente a "Accreditamento delle Agenzie e delle strutture formative"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 2555 del Consigliere Giordano inerente a "Accreditamento delle Agenzie e delle strutture formative".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alla formazione professionale

In merito all'interrogazione n. 2555 precisiamo che la dicitura: "in prima istanza, il sistema di accreditamento può essere accettato come valido a fronte di un'applicazione minima di un mese, trovandosi pertanto nelle condizioni, almeno iniziali, di concessione e di accreditamento in massima parte sul piano documentale" non trova alcun riscontro nella normativa, né nazionale né regionale. Infatti la normativa nazionale (D.M.
n. 166/01, ripreso con Accordo Stato Regioni del 1' agosto 2002) specifica all'articolo 11, comma 3: "A regime, per le sedi operative di recente costituzione che non possono disporre dei requisiti relativi ai criteri d) ed e) del comma 1 dell'articolo 6, le Regioni, verificata la sussistenza dei requisiti relativi ai criteri a), b) e c) del medesimo comma rilasciano un accreditamento provvisorio per la durata di due anni, durante il quale attiveranno una verifica dei livelli di efficacia ed efficienza e del sistema di relazioni". E la D.G.R. n. 74/10240 del 1' agosto 2003 (Approvazione delle disposizioni finali per l'accreditamento delle sedi operative di formazione ed orientamento), riprendendo la precedente normativa regionale del periodo sperimentale, recita: "ARTICOLO 12 - Accreditamento provvisorio per sedi di recente costituzione 1. L'accreditamento costituisce requisito obbligatorio per l'accesso ai bandi relativi ad intervento ed orientamento e di formazione professionale salvo i casi di esclusione di cui all'articolo 3, comma 4. A far data dal 1' luglio 2003, la Regione e le Province emanano avvisi pubblici di chiamata a progetti per attività formative e/o orientamento esclusivamente a favore di soggetti le cui sedi operative risultano in regola con la normativa nazionale e regionale sull'accreditamento. Dalla medesima data l'accreditamento viene concesso, per obbligo formativo, alle sedi operative in cui si applica il Contratto collettivo nazionale di lavoro della formazione professionale.
2. A far data dal 1' luglio 2003 l'accreditamento costituisce requisito obbligatorio anche per la concessione del riconoscimento. Sono esclusi dall'accreditamento per i riconoscimenti i corsi di area professionalizzante all'interno di un iter che porta al Diploma di Stato.
3. Per le sedi operative di nuova costituzione che non possono disporre dei requisiti relativi ai criteri d) ed e) del comma 1 dell'articolo 5 può essere richiesto l'accreditamento provvisorio, che comprende gli stessi criteri delle sedi preesistenti con la sola esclusione di quelli precitati.
La Regione e le Province, ciascuna per i bandi di competenza, possono stabilire, per ogni direttive, se conferire un punteggio simbolico a tali dati mancanti.
4. Per le sedi operative di nuova costituzione vengono stilati due differenti manuali per ogni macrotipologia e per ogni tipologia specifica espressamente dedicati: a) alle sedi operative di organismi che hanno già sedi accreditate nella Regione Piemonte b) alle sedi operative di organismi che non hanno sedi accreditate nella Regione Piemonte".
Qui c'è tutta una descrizione di parecchie pagine, che io consegnerei in forma scritta perché già dalla premessa si evince quello che voleva sapere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie, Signor Presidente e Signor Assessore. Mi ritengo soddisfatto della risposta e dell'approfondimento. E' chiaro che l'interrogazione serve da stimolo, perché come lei sa questo territorio per la situazione economica che si è creata ha bisogno di formazione per la situazione economica che si è creata.
La raccomandiamo di fare scelte positive, concrete e corrette, perch su questo terreno ci giochiamo il futuro della nostra comunità e dei nostri giovani.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 2591 dei Consiglieri Placido, Suino, Riggio inerente a "Servizio di logopedia del Poliambulatorio di Corso Toscana a Torino"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2591, inerente a "Servizio di logopedia del Poliambulatorio di Corso Toscana a Torino".
Risponde l'Assessore Galante, che ha pertanto facoltà di intervenire.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

In data 12/01/2004 l'attività di logopedia è stata trasferita presso i locali siti nel poliambulatorio di via del Ridotto n. 3, sempre nell'ambito del distretto n. 2.
Tale trasferimento è stato reso indispensabile dalla necessità di ridefinire l'organizzazione delle attività svolte presso le sedi distrettuali, di ottimizzare le risorse e di potenziare le prestazioni sanitarie offerte ai cittadini. L'attività di logopedia, pur erogata in una sede distrettuale, afferisce all'unità operativa di medicina fisica e rieducazione dell'ospedale Maria Vittoria e rappresenta un servizio importante per tutto il territorio del distretto n. 2. Lo spostamento di tale attività è stato comunque preventivamente concordato con il Direttore dell'unità operativa di medicina fisica e rieducazione, dott. Bellocci proprio nell'ottica di un potenziamento. In effetti, presso i locali del Poliambulatorio di via del Ridotto, la logopedia ha trovato un contesto organizzativo generale più pronto a soddisfare le esigenze degli utenti.
Contestualmente, nei locali liberatisi presso il Poliambulatorio di corso Toscana è stato trasferito il servizio di cura domiciliare (ADI) che grazie alla migliore sistemazione logistica, può offrire prestazioni più tempestive ed efficaci a domicilio dei pazienti.
I due locali del Poliambulatorio di via del Ridotto, dove è stata trasferita l'attività di logopedia, sono più funzionali perché confinanti.
Tale condizione è assente in corso Toscana ed è stata giudicata rilevante al fine dello svolgimento dell'attività dai responsabili medici della rieducazione funzionale, mentre il nuovo contesto organizzativo risulta maggiormente rispondente alle esigenze degli utenti, anche in termini di accoglienza e tranquillità generale.
Non è prevista alcuna riduzione delle risorse assegnate. Al contrario la migliore organizzazione costituirà la base per un potenziamento dell'attività e una futura riduzione delle liste di attesa. Il trasferimento è stato effettuato in data 12/01/2004. Il servizio di logopedia segue attualmente circa quarantacinque pazienti, di cui il 50 residenti nei quartieri afferenti al Poliambulatorio di corso Toscana ed il 50% a quello di via del Ridotto, ma nella nuova sede il servizio risulta più accessibile e comodo, considerata la presenza nelle vicinanze di un ampio parcheggio.
In ogni caso se i disagi per l'utenza risultassero insormontabili l'azienda potrà valutare la possibilità di riportare la logopedia nella sede originaria e, se le condizioni logistiche lo permetteranno, di erogare tali prestazioni in ambedue i Poliambulatori. Per tutte le ragioni sopra esposte, il trasferimento della logopedia non va inteso come la via di un processo di impoverimento del Poliambulatorio di corso Toscana, bensì come una ricerca di un miglioramento organizzativo dei due servizi coinvolti ossia le cure domiciliari e la logopedia, che, a distanza di pochi giorni hanno già evidenziato, almeno per quanto riguarda l'ADI, riscontri positivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.
Ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Ringrazio l'Assessore per la risposta e chiedo di averne copia. E' evidente che, mi sembra quasi banale, l'ASL n. 3 poteva pensare prima alla possibilità di utilizzare entrambi i Poliambulatori per svolgere il servizio di logopedia. Verificheremo il funzionamento in via del Ridotto e dopo un periodo congruo di verifiche, presenteremo interpellanze o proposte rispetto alla possibilità di rispostarlo o utilizzare - come sarebbe ideale entrambe le strutture.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito sul sindacato ispettivo.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.:

Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Disegno di legge n. 586 "Adesione della Regione Piemonte all'Associazione Amici dell'Università di Scienze Gastronomiche"

Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proposta di deliberazione n. 420 "Legge 24 dicembre 1993 n. 560 e successive modifiche ed integrazioni. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Cuneo"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 891 "Provvedimenti adottati da Trenitalia nei confronti dei lavoratori delle ferrovie che hanno segnalato i disservizi ed il peggioramento delle condizioni di sicurezza", presentato dai Consiglieri Muliere, Marcenaro, Manica, Ronzani, Suino, Riggio, Placido, Riba


PRESIDENTE

Prima di passare all'esame del testo unificato disegno di legge n. 306 proposte di leggi n. 250, n. 308, n. 65 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza", do la parola al Consigliere Muliere che ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Volevo sottoporle una questione.
Quindici giorni fa, mi pare nell'ultimo Consiglio regionale, ho depositato un ordine del giorno relativo al licenziamento di quattro ferrovieri, che avevano fatto, secondo Trenitalia, alcune dichiarazioni lesive dell'immagine di Trenitalia e per questo motivo sono stati licenziati.
Questo è un ordine del giorno di solidarietà per questi lavoratori, che rivolge una richiesta precisa a Trenitalia per la loro riassunzione.
La cosa mi pare urgente. So che ci sono altri ordini del giorno relativi a questo argomento, ma le chiedo di iscrivere questo documento nell'o.d.g. dei nostri lavori.



PRESIDENTE

Per iscriverlo sono necessari quaranta voti. A questo punto, se l'aula acconsente, potremmo iscrivere il disegno di legge 586 "Adesione della Regione Piemonte alla Associazione Amici dell'Università di Scienze Gastronomiche" e permettetemi di chiedere all'aula l'iscrizione di una proposta di deliberazione la 420 "Legge 24 dicembre 1993, n. 560 e successive modifiche ed integrazioni, ulteriori integrazioni al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Cuneo". La Commissione ha deliberato all'unanimità questa proposta di deliberazione, quindi penso che alla fine, anche in fase di approvazione, non solo non vi sia discussione, ma venga, di fatto approvata all'unanimità.
Il Consigliere Muliere chiede l'iscrizione del suo ordine del giorno per cui servono quaranta voti. Mi permetto di chiedere l'iscrizione della proposta di deliberazione n. 420 e del disegno di legge n. 586. Se l'aula acconsente diamo per iscritti l'ordine del giorno n. 891, la proposta di deliberazione n. 420 e il disegno di legge n. 586.



(L'Aula, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Sempre sull'ordine dei lavori, sono stupefatto e un po' dispiaciuto del fatto che la proposta di legge per la medicina di gruppo, che era al secondo punto all'o.d.g. nell'ultimo Consiglio regionale, è "scivolata" misteriosamente, all'undicesimo punto.
Voglio far presente che anche in questo caso si tratta di proposta di legge che è stata approvata e licenziata dalla Commissione sanità, ormai in tempi biblici, comunque sempre nel quaternario. Non ci dovrebbero essere problemi, perché è stata approvata all'unanimità, né perché debba scivolare sempre più indietro.
Chiederei che immediatamente, dopo la discussione in merito alla sicurezza e agli ospedali valdesi, che sicuramente hanno la precedenza per importanza, immediatamente sia rispettato quello che è il naturale ordine che ormai, da troppi Consigli regionali, viene messo in discussione.



PRESIDENTE

Credo che quanto lei sostiene, collega Riggio, essendoci domani i Capigruppo, possa essere preso in considerazione. Domani, alle ore 13.00 sarà mia premura avvisare il Presidente Cota, di questa sua richiesta, al fine di verificare se i Capigruppo intendano andare nella direzione da lei indicata.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame testo unificato disegno di legge n. 306, proposte di leggi n. 250, n. 308, n. 65 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza" Esame proposta di legge n. 326 "Interenti per contribuire a garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini" (ordine del giorno di non passaggio ai voti ex art. 79 Regolamento)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del testo unificato disegno di legge n. 306, di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi: "L'articolo 1 è abrogato".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

La finalità dell'emendamento è chiara, ma la finalità dell'emendamento va confrontata con quanto è scritto nell'articolo e quindi con le finalità del testo del disegno di legge presentato.
L'illustrazione dell'emendamento è relativa proprio al fatto che si ritiene questa proposta di legge inadeguata a raggiungere le finalità che vengono indicate nell'articolo 1; per un altro verso, si contestano le stesse finalità.
Proprio nei giorni in cui abbiamo portato in aula questo testo legislativo, sui quotidiani si sono affrontati i problemi della sicurezza dei cittadini e, ad esempio, il termine "sicurezza" è stato più volte associato alla sicurezza degli investimenti.
Nei giorni in cui abbiamo cominciato il discorso relativo all'iter in aula di questa legge, i cittadini piemontesi, come quelli di tutta Italia sono stati travolti dalle vicende della Parmalat (Parma-crack) e della Cirio, e la parola che ripetutamente risuonava sugli organi di stampa nelle interviste televisive, anche nelle sedi istituzionali era quella della sicurezza degli investimenti e dei risparmi.
Sempre su quel punto, ad esempio c'erano poi le dichiarazioni e le affermazioni della Guardia di Finanza, che sosteneva e ricordava come la disponibilità relativa alle forze di cui dispone la Guardia di Finanza era ridotta, per cui praticamente gli interventi che si potevano attuare erano assolutamente limitati e modesti. Indirettamente, si evidenziava il fatto che questa sicurezza non poteva essere garantita dagli organi dello Stato.
Di fronte a queste carenze, noi abbiamo invece affrontato un discorso in tema di sicurezza che limita il concetto di sicurezza ad un settore molto ristretto. Iniziamo a discutere su delle finalità che riducono il concetto della sicurezza ad un principio estremamente ridotto, e già nella presentazione di questa legge io ho sottolineato come ad esempio la sicurezza dei cittadini, intesa come sicurezza personale, sia sicuramente un valore percepito dai cittadini, sia sicuramente un valore che i cittadini riconoscono come importante, al pari di tante altre declinazioni che possono essere utilizzate per definire la sicurezza (pensiamo, per esempio, alla sicurezza alimentare, che sicuramente deve essere garantita da altri sistemi di intervento e da altri enti che lavorano precipuamente in quel campo, anche se sappiamo come sia molto difficile da garantire in un vero senso, per dare una vera sensazione di sicurezza ai cittadini).
Sempre nei giorni in cui è iniziato questo discorso, abbiamo assistito ad altre vicende, ma di queste parlerò nel prossimo intervento. In definitiva, chiedo il voto sull'abrogazione di questo articolo; abrogazione finalizzata chiaramente alla reintegrazione di un'altra formula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Debbo dire che ho condiviso le motivazioni addotte dal collega Moriconi; motivazioni che mi fanno ritenere quanto mai utile questa formulazione, in quanto i fenomeni di devianza a cui faceva riferimento il Consigliere, in campo economico e anche in campo finanziario, sono oggetto di questo nostro primo articolo. Soprattutto è oggetto di questo articolo la diffusa cultura della legalità, che noi crediamo oggi manchi e che debba essere tra gli obiettivi principali della nostra Amministrazione e di questo Consiglio.
Di conseguenza, pur condividendo le motivazioni e le preoccupazioni espresse dal Consigliere Moriconi, sono costretto a respingere l'emendamento n. 15.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale e sospendo la seduta (ex articolo 52, comma 4 del Regolamento).



(La seduta, sospesa alle ore 12.30 riprende alle ore 13.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende Indìco nuovamente la votazione nominale, richiesta dal Consigliere Cattaneo, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n.
15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 26 Consiglieri votanti 25 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: "all'articolo 1 il comma 1 è abrogato".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, il senso dell'emendamento abrogativo è il seguente: in tema di sicurezza, che è estremamente serio, occorrerebbe avere un approccio non di parte. La sicurezza è un tema di tutti i cittadini, è un tema che interessa tutte le forze politiche. E' un tema sul quale ci si potrebbe impegnare insieme per individuare risposte comuni, delle risposte serie, delle risposte che, in modo concreto, riescano a influire sulla situazione di sicurezza o insicurezza presente nella nostra società.
L'approccio è determinante in questo.
L'elemento abrogativo vuole segnalare il fatto che su questo tema viceversa, la maggioranza di centrodestra di questo Consiglio ha voluto collocare la propria bandierina, avocando a sé il tema della sicurezza quindi, su questo tema, scegliendo una strada di contrapposizione all'interno del Consiglio regionale.
Ritengo che questo sia molto sbagliato sul piano dei rapporti politici anche perché un atteggiamento di questo genere, la scelta di emarginarsi dal dibattito e di avocare il tema, conduce al rischio di scrivere delle leggi che hanno come obiettivo la propaganda e non la capacità concreta di introdurre sensazioni o elementi di maggior sicurezza all'interno della nostra società.
La legge, così congegnata, poi la vedremo articolo per articolo, è una legge di pura propaganda, in quanto la Regione Piemonte, come tutte le altre Regioni, non dispone, nel modo più assoluto, di poteri in materia di sicurezza. Quindi, questo tema pare introdotto all'interno del Consiglio regionale solo dalla necessità, tutta politica, di fare politica demagogica, dicendo che ce ne occupiamo. E' una modalità pericolosa e sbagliata. Annunciare una legge sulla sicurezza a puri fini propagandistici, senza riuscire, in quanto non si può riuscire non avendone le competenze, a fare nulla di concreto, significa creare delle illusioni ai cittadini. Non è bello che si legiferi per creare delle illusioni.
L'elemento abrogativo è un atto con il quale chiediamo alla maggioranza di ritornare sui suoi passi. Se si parla di interventi sulla sicurezza se ne parli iniziando nuovamente il percorso; noi abbiamo delle proposte per discutere di sicurezza.
Sull'emendamento abrogativo non mi aspetto delle risposte, nel senso che a un muro che voleva dividere si oppone un altro muro, non siamo d'accordo, questa legge non funziona, è demagogica.
Oltre a questi emendamenti abrogativi, che denunciano questo modo di agire strumentale strumentalizzando il problema della sicurezza, abbiamo altre proposte, che sono quelle che avremmo portato avanti in una discussione, se ci fosse stata, o che intendiamo portare avanti in una discussione, se ci sarà, a partire dal ritorno di questo disegno di legge in Commissione, per vedere, con un confronto tra le forze politiche sul tema della sicurezza, in quale modo si possa legiferare in merito a questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Annuncio la nostra astensione sull'emendamento illustrato dal collega e compagno Chiezzi, in quanto, in seguito, abbiamo presentato una serie di emendamenti migliorativi del testo, sulla base di quanto abbiamo detto durante la discussione generale. Tuttavia, colgo una delle osservazioni contenute nel ragionamento del collega Chiezzi.
Noi non contestiamo, così come è emerso durante i lavori della Commissione, l'idea che la nostra Regione si doti di un provvedimento che abbia l'ambizione di affrontare i problemi della sicurezza o della costruzione di un sistema integrato di sicurezza. Semmai, da questo punto di vista, abbiamo ricordato come la Regione arrivi buon'ultima. Questo ritardo avrebbe dovuto consigliare la Regione e la Giunta a presentare un provvedimento che tenesse conto dell'esperienza legislativa compiuta da altre Regioni, cosa che non si è fatta a sufficienza.
Noi, invece, tentiamo di farlo con il nostro corpo degli emendamenti dimostrando che sarebbe possibile modificare e migliorare questo provvedimento. Sul merito, quando arriveremo all'esame di alcuni articoli esprimerò la mia opinione.
Aggiungiamo - questo è vero - che non è una priorità. Da questo punto di vista, Presidente, converrete su una questione. Se osserviamo i provvedimenti che giacciono e che dovrebbero essere esaminati da questo Consiglio, è difficile pensare che questo sia il tema più importante della gente di questo Consiglio regionale. Assolutamente no. Non nego che fosse così qualche anno fa, ma oggi, nelle scale delle priorità, questa questione ha cessato di essere la più importante.
Alla fine della discussione ci ritroveremo con un provvedimento che sia pure efficace per certi versi, non tiene conto del fatto che in altre Regioni italiane si sono realizzate esperienze legislative più avanzate di quella che realizzeremo una volta approvato il provvedimento. C'è, però, un punto fondamentale - non risolto dalla discussione e che porremmo con grande forza - questa legge, ancorché inadeguata, sarà, in larga misura inapplicabile.
Le risorse, stanziate per gestire e attuare questo provvedimento, sono limitate, ragion per cui non so e quanti progetti potranno essere concretamente, attuati e realizzati. Li possiamo contare sulle dita di una mano.
Questa è la prima questione di fondo che poniamo e che porremmo durante tutto l'arco del dibattito in Consiglio. Abbiamo due questioni: primo dotare la Regione di una legislazione avanzata - e con questo provvedimento non lo facciamo - secondo, fare in modo che una legge, ancorché non avanzata, venga attuata. Qui c'è un nodo non risolto che riguarda le risorse. Ho ricordato prima che stanziamo 400 delle vecchie lire per cittadino piemontese. Non so quanti progetti verranno esaminati e approvati, quando la legge diventerà operativa.
Mi consenta ancora una battuta, Presidente.
Non nego che sia necessaria una politica della sicurezza strutturata su base regionale, attraverso strumenti come questo, ma richiede che lo Stato faccia la sua parte fino in fondo, e ci sia una politica della sicurezza del Governo all'altezza della situazione.
Le Regioni possono assumere alcune iniziative, ma su altre non possono e non devono. Insisto: non possono e non devono.
sintomatico parlare di sicurezza in un momento in cui un parlamentare di Alleanza Nazionale ha dovuto intervenire sul Ministro per impedire che la Questura di Torino perdesse 128 agenti.
Le due questioni si legano.
singolare che il Consiglio discuta di sicurezza, nel momento in cui un intervento in "zona Cesarini" ci ha permesso di impedire che avvenisse falcidiato l'organico di P.S. della Questura di Torino.
Capite, quindi. che è un problema e che il provvedimento rischia di essere un pannicello caldo, non solo perché mancano le risorse e perch inadeguato, ma perché si iscrive in una politica nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

L'emendamento abrogativo del primo comma serve a sottolineare quanto richiesto da parte dell'opposizione: cioè un ripensamento sull'iniziativa del disegno di legge, per tutte le motivazioni che, di volta in volta vengono addotte.
Sicuramente, il richiamo a quanti strumenti legislativi sono attesi dal territorio e dalla cittadinanza della nostra Regione, potrebbe indurci a un ripensamento se continuare su questo percorso, con una legge che ha più punti negativi e problematicità che non elementi di utilità.
Secondo la Giunta regionale, il disegno di legge propone anche il principio di diffondere la cultura della legalità. Riappare il problema che già evidenziavo nel precedente intervento: affermare il principio della cultura della legalità. Il disegno di legge si sviluppa con una visione essenzialmente repressiva. La materia della sicurezza viene intesa secondo una visione repressiva, senza perseguire la finalità di costruire una prevenzione in materia di sicurezza. La prevenzione, come sappiamo, si attua adottando idonei strumenti di intervento sul degrado sociale urbanistico e socio-economico. Sono elementi che, proprio per i riflessi che hanno sulla società in cui viviamo, ci devono far riflettere.
Vi è anche - come sostenuto dal collega Ronzani - il problema del rapporto tra lo strumento di cui vogliamo dotarci e le leggi nazionali.
Come affrontiamo il tema della sicurezza, che riteniamo sia un problema da affrontato a livello nazionale? Questi disegni di legge, proposti anche con toni moderati, non possono portare ad ipotizzare lo sviluppo di polizie locali e regionali, cui alcuni ambiscono e che, sicuramente, non fanno parte del nostro patrimonio di interessi.
Questo disegno di legge affronta in modo neoliberista i problemi privilegiando, anche in tema di materia di sicurezza, una visione di intervento privato. Vi è anche un altro aspetto sotteso al testo di legge: si gioca molto sul termine "sicurezza", quasi ignorando, o fingendo di ignorare, la reazione che i cittadini hanno, di questo concetto, è molto soggettivo. Tutto, naturalmente, legittimo, ma troppo legato alla percezione soggettiva di ogni singolo cittadino. Credo, invece, che uno strumento di legge dovrebbe maggiormente preoccuparsi della sicurezza fornita e garantita dalle Istituzioni.
Sotto questo punto di vista, il disegno di legge è più orientato a rispondere alle sensazioni epidermiche dei cittadini, piuttosto che a creare veri strumenti oggettivi per fornire quella sicurezza che invece si vorrebbe garantire in base al disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.
Ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. E' una legge di cui non avevamo bisogno, Assessore.
Non capiamo le ragioni e l'insistenza con la quale la maggioranza cerca di portare a compimento l'approvazione di questo testo unificato nei vari progetti di legge.
Una ragione c'è: siamo in campagna elettorale. Non so se sui temi della campagna elettorale bisogna anteporre interessi di parte ai bisogni che invece emergono dai cittadini e dai referenti sociali ai quali ci si rivolge. Basta vedere l'articolo di cui discutiamo e le definizioni in relazione alla loro portata e al loro ordine cronologico.
Assessore, lei ha consapevolezza che la percezione dell'insicurezza è direttamente proporzionale al livello di insicurezza sociale? Se lei ha girato i quartieri più a rischio dell'area metropolitana avrà notato come, stranamente, i cittadini più schierati contro le politiche di integrazione e di accoglienza, per esempio della realtà emigrante nel nostro paese, spesso appartengono proprio al corpo sociale più in difficoltà, per mezzi culturali e, complessivamente, per le condizioni socio-economiche.
Lei è convinto che si possa raggiungere maggiore sicurezza e dare maggiore sicurezza ai cittadini, se non si rimuovono le cause profonde dell'insicurezza sociale? Lei è convinto che il modo migliore per affrontare le forme di devianza e di criminalità, che possono essere riportate per esempio alle comunità straniere ospiti nel nostro Paese fosse l'istituzione di un capitolo specifico di implemento, attraverso il bilancio, delle leggi sulle politiche sociali? Siamo sicuri che questo sia veramente lo strumento legislativo di cui hanno bisogno i cittadini e gli Enti locali? Basta aprire il giornale della cronaca cittadina di Torino, credo su La Repubblica, e dare una lettura attenta sulle nuove povertà. Ma quante di queste nuove povertà hanno un naturale sbocco in forme di comportamento ai limiti di quel livello di convivenza, al quale voi tanto auspicate? E rispetto alle politiche di intervento sul territorio, siamo sicuri che la ricetta sia quella riproposta in alcuni Comuni torinesi, sui quali a volte non si ha potere di incidere, dove, anziché realizzare un opportuno mix sociale all'interno dei quartieri della città, si riperpetua la logica del ghetto, quindi anziché inserire le condizioni problematiche in un contesto urbano più diffuso si registra, laddove governa il centrodestra il rigurgito di queste azioni ghettizzanti? Siamo sicuri che inseguire i temi dell'insicurezza e della sicurezza non sia un modo altro per non affrontare i problemi veri, che sono alla radice dei comportamenti devianti, che poi sono quelli che più colpiscono l'immaginario collettivo? L'immaginario collettivo non è particolarmente sensibile e colpito dal fatto che un livello di organizzazione criminale strutturata possa portare a compimento un furto al Castello di Stupinigi...



PRESIDENTE

Grazie, collega Contu, ha approfittato della mia distrazione, vorrà dire che avrà un minuto in meno sul prossimo emendamento! La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Molto brevemente, per dire che da parte della maggioranza non c'è alcuna volontà di chiusura al dibattito e a quanto possa emergere dagli interventi di tutti i Gruppi in queste sedute.
Riteniamo che questo provvedimento sia un provvedimento importante significativo, atteso fortemente dai piemontesi.
Non è sufficiente dire che la sicurezza non è più al primo posto in tutti i sondaggi come problema, per dire che esso non è più un problema perché i colleghi dovrebbero avere almeno il buon gusto di ricordare che se è vero che al primo posto nella statistica dei problemi dei cittadini in generale magari oggi c'è l'emergenza economico-sociale (al secondo posto in alcuni sondaggi, in altri è al terzo, quindi con posizioni assolutamente significative), io dico che purtroppo permane la questione sicurezza.
Questo, tanto per quanto riguarda i grandi centri urbani che soprattutto le comunità di piccola e media entità.
Devo dire che questo provvedimento, sul quale abbiamo massima disponibilità a confrontarci, ha già avuto un iter molto lungo, dove il confronto non è mai mancato.
Non possiamo dimenticare il lavoro svolto dal gruppo di lavoro che ha unificato le proposte; non possiamo dimenticare i lavori di Commissione dove molte proposte anche provenienti dall'opposizione sono state raccolte.
Questo provvedimento è importante, perché si lega in maniera strutturale ai provvedimenti che sulla sicurezza il Governo nazionale ha varato.
Voi, colleghi, non so se ignorate per ignoranza o ignorate perch volete ignorare, che quando la Regione Piemonte avrà questo provvedimento sulla sicurezza potrà collegarsi direttamente e ottenere i finanziamenti a livello statale, previsti per le Regioni che, a loro volta, hanno provvedimenti sulla sicurezza. Non venite più a raccontare che il Governo nazionale non fa niente per la sicurezza, perché sfido i Parlamentari presenti in quest'aula - e ce ne sono - a dirmi se mai nessun Governo della Repubblica ha stanziato 6.775 milioni di euro per la sicurezza degli italiani. Li sfido pubblicamente! Dirò di più: non in un anno, anche in tre, quattro o cinque anni. Mai sono state investite risorse di questo tipo.
Altro punto: non è un provvedimento elettoralistico, perché o noi pensiamo che da domani mattina il Consiglio regionale chiuda i suoi battenti e non emani più norme e leggi di nessuno tipo, perché tutti i provvedimenti potrebbero avere una visione elettoralistica, oppure dobbiamo ammettere che questo era un provvedimento calendarizzato non da ieri o dall'altro ieri, ma da mesi, e che nel prosieguo dei lavori oggi arriva all'attenzione dell'aula, ma senza che ci siano volontà inconfessabili, se non - questa assolutamente confessabile - quella di dare al Piemonte, ai piemontesi, ai Comuni piemontesi, alle Associazioni piemontesi, alle vittime della criminalità e a coloro che si occupano di urbanistica nei momenti degradati della stessa, un provvedimento che possa risolvere dei problemi.
Come ripeto, su questo c'é la massima volontà di confronto. Volontà di confronto vuol dire, evidentemente, un confronto serio, non un confronto con emendamenti assolutamente strumentali, che lasciano intravedere una volontà a priori di ostruzionismo. E di fronte ad un'offerta che la maggioranza può fare, e che la Giunta penso condivida, di dialogo e di condivisione di un provvedimento che alcune forze di maggioranza hanno ritenuto importante e a cui hanno contribuito, se poi si passa a modificare il termine "sintonia" con "armonia", o cose di questo tipo, mi viene seriamente il dubbio che emerga una volontà di chiusura a priori.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Botta.
La Giunta esprime il parere contrario su tale emendamento.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 420 "Legge 24 dicembre 1993, n. 560 e successive modifiche ed integrazioni. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Cuneo"


PRESIDENTE

Chiede all'Aula la cortesia, visto che la proposta di deliberazione n.
420 "Legge 24 dicembre 1993, n. 560 e successive modifiche ed integrazioni.
Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Cuneo" è stata approvata all'unanimità in Commissione, di poterla mettere in votazione.



(Commenti in aula fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, però visto che era stata approvata all'unanimità, chiedevo questa cortesia all'Aula.
Collega Chiezzi, se è stata approvata all'unanimità, non credo che nulla osti.



(Commenti in aula fuori microfono)



PRESIDENTE

Prima della chiusura della seduta antimeridiana chiedevo questa cortesia. Se non è accordata, chiudo la votazione e la rimando.
Essendo stata approvata all'unanimità, colleghi, visto che siamo in fase di votazione...



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 15.00)



< torna indietro