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Dettaglio seduta n.434 del 24/02/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 11.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta F., Cantore, Casoni, Chiezzi Di Benedetto, Godio, Marengo, Pedrale, Racchelli e Riba.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazioni temporanee delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale per la giornata odierna sono state attribuite, dal Presidente Ghigo, all'Assessore Cavallera.


Argomento: Bilanci preventivi

d) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 13 febbraio 2004, ha trasmesso per comunicazioni al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della L.R. n. 7/2001 sul nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte, n. 3 deliberazioni del 15/12/2002, n. 14 deliberazioni del 23 dicembre 2003 (allegati a disposizione per tutti i Consiglieri presso l'Ufficio Aula).


Argomento:

e) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 16, 17 e 23 dicembre 2003 e 20 e 27 gennaio 2004. Verranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Ristrutturazione industriale - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2215 dei Consiglieri Placido, Suino, Riggio e Marcenaro inerente a: "Rilocalizzazione della Società Silo"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 2) all'o.d.g. che reca: "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".
Esaminiamo l'interrogazione n. 2215, dei Consiglieri Placido, Suino Riggio e Marcenaro, inerente a: "Rilocalizzazione della Società Silo".
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Preliminarmente si ritiene opportuno inquadrare la problematica sollevata dagli interroganti dal punto di vista urbanistico e territoriale.
Il parere urbanistico della Divisione Edilizia e Urbanistica della Città di Torino, prot. n. 4/x-9-2 del 19 gennaio 2004, per la posizione della suddetta ditta rispetto alle fasce fluviali indica che l'area di Via Reiss Romoli 44/12 è inserita all'interno della fascia di esondazione di tipo "C" (Area di inondazione per piena catastrofe).
L'area di pertinenza della Rockwood Italia S.p.A. è inserita nell'ambito delle aree destinate a Parco Urbano e Fluviale P.17 (si veda l'estratto del PRG allegato).
Il Piano Regolatore Generale della Città di Torino, approvato con DGR del 21 aprile 1995, n. 3-45091, ha individuato una specifica problematica e specifiche modalità di realizzazione per l'ambito P.17: le N.U.E.A. e le schede normative di tale area si prefiggono di interrompere i processi di degrado e promuovere azioni di riqualificazione, bonifica e recupero ambientale.
L'attuazione del Parco Urbano e Fluviale P.17 è subordinata dal PRG, ai sensi dell'articolo 21 delle N.U.E.A., alla predisposizione di un Piano Esecutivo di Recupero Ambientale (P.E.R.A.) complessivo per l'intera area che individui le azioni di risanamento e riqualificazione ambientale necessarie, tenendo conto delle seguenti condizioni: le opere che si realizzano dovranno posizionarsi in condizioni di sicurezza dal rischio di esondazioni del Torrente Stura cessazione delle attività inquinanti bonifica delle aree inquinate individuazione degli Ambiti funzionali del Parco P.17.
Il territorio del P.E.R.A. è inserito nel "Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale" di cui al Decreto del Ministero dell'Ambiente n. 468 del 18 settembre 2001.
Il P.E.R.A., approvato con Deliberazione del Consiglio comunale del 20 ottobre 2003, n. 148, struttura il Parco P.17 in diversi Ambiti Funzionali in connessione tra loro, a loro volta articolati in subambiti e comparti.
I quattro Ambiti Funzionali hanno le caratteristiche e l'estensione riportata di seguito: Ambito Fluviale AF 495.000 mq 31 Ambito Agricolo AA 328.000 mq 22 Ambito Attrezzato ATR 441.000 mq 29 Ambito Tematico AT 263.000 mq 18 Totale 1.491.000 mq 100% (circa 150 ettari).
La ditta Rockwood è inquadrata nel P.E.R.A. nell'ambito tematico AT subambito E.
Subambiti e comparti sono descritti da schede che ne specificano i principali caratteri, le opere di preurbanizzazione, i vincoli tecnici di utilizzo generati dagli interventi di bonifica e/o messa in sicurezza.
Secondo quanto disposto dall'articolo 9, comma 8, delle Norme di Attuazione del Piano Esecutivo di Recupero Ambientale (P.E.R.A.), l'Ambito Tematico AT è normato come segue: Ambito Tematico AT - Interno al Parco P.17 ma esterno al Piano d'Area "Basse di Stura" Attrezzature finalizzate alla realizzazione di un "Parco tematico a carattere ricreativo" nel quale sono comprese le seguenti attività finalizzate alla sua organizzazione e gestione: attività sportive in strutture all'aperto e al coperto attività culturali e artistiche e per il tempo libero attività per lo spettacolo, manifestazioni e concerti all'aperto attività di servizio connesse alle attività svolte nell'ambito attività commerciali al dettaglio, ristorazione e pubblici esercizi solo se integrate con le attività svolte nell'ambito parcheggi pubblici e pertinenziali.
I sedimi di impianti industriali relativi ad attività produttive dimesse o da dimettere saranno da privilegiare per la realizzazione di parcheggi di attestamento.
Le modalità previste di acquisizione delle aree sono le seguenti: a) Acquisizione diretta delle aree da parte della Città secondo le modalità di esproprio prevista dalle leggi vigenti, fatti salvi gli obblighi e le disposizioni inerenti alla bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, di cui all'articolo 17 del D.Lgs. 5 febbraio 1977, n. 22 b) cessione gratuita alla Città alle condizioni dell'articolo 21 - Parchi urbani e fluviali, comma 21 e 22 del P.R.G., previo utilizzo delle capacità edificatorie determinate, per quantità, destinazioni e localizzazioni dallo Studio Unitario contenuto nella specifica scheda allegata alle N.U.E.A.
c) cessione alla Città delle aree da bonificare mediante specifici accordi convenzionati tra le parti.
L'attuazione del Parco Urbano P.17 attraverso la realizzazione degli Ambiti Funzionali potrà avvenire: con la predisposizione di specifici progetti di iniziativa pubblica con le modalità che coinvolgano risorse private, quali il Project Financing, la costituzione di Società di Trasformazione Urbana o altro.
L'Amministrazione si impegna a monitorare, congiuntamente alle altre Autorità competenti, le attività non compatibili con la destinazione d'uso a Parco.
Si rileva che, secondo quanto disposto dall'articolo 6, comma 4 ter delle N.U.E.A., gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono sempre consentiti anche con la permanenza delle attività in atto, se in contrasto con le destinazioni d'uso previste dal piano, purch legittimamente insediate (v. articolo 2, commi 10 e 11), fatte salve specifiche norme relative alle singole aree.
Si riportano per chiarezza i contenuti dell'articolo 2, commi 10 e 11 per esteso: "Comma 10: Per destinazione d'uso di un immobile esistente si intende quella legittimamente in atto, quale risulta da licenze edilizie concessioni e autorizzazioni rilasciate o in applicazione di disposizioni di legge.
Comma 11: Nel caso in cui la destinazione d'uso non risulti da tali atti, si fa riferimento a documentazione probatoria, quale il classamento catastale o altra". Entro il 30 giugno 2004, coerentemente ai tempi di attuazione delle bonifiche, la Città promuoverà con le aziende un piano di attenuazione dell'impatto ambientale, temporalmente definito.
Qualora si verifichino livelli di emissioni inquinanti eccedenti le soglie definite nel piano, l'Amministrazione promuoverà la dismissione parziale o totale di tali imprese, attivando tutte le iniziative di politiche ambientali, industriali e del lavoro, al fine di salvaguardare le diverse attività produttive e l'occupazione dei lavoratori coinvolti.
Le opere di pre-urbanizzazione previste dal P.E.R.A. finalizzate al recupero ambientale dell'ambito P.17 del P.R.G. in funzione della successiva realizzazione del Parco Basse di Stura comprendono: le indagini e il monitoraggio degli interventi la caratterizzazione ambientale il piano di monitoraggio le opere: le demolizioni dei manufatti gli interventi di bonifica e di bonifica con messa in sicurezza gli interventi di recupero ambientale le opere di consolidamento di sponde e scarpate.
Situazione autorizzativa e dei controlli: L'attività produttiva dello stabilimento Rockwood Italia S.p.A. ricade nelle tipologie per le quali è prevista l'autorizzazione integrata ambientale di cui al D.Lgs. 372/99, in attuazione della Direttiva Europea sulla prevenzione integrata dall'inquinamento.
La Rockwood Italia S.p.A. (ex Laporte Italia S.p.A. Divisione Silo) è autorizzata, per una parte dello stabilimento, ad effettuare operazioni di stoccaggio rifiuti pericolosi e non pericolosi provenienti dalla propria attività e di recupero di rifiuti non pericolosi (Decreto del Dirigente del Servizio Gestione Rifiuti e Bonifiche della Provincia di Torino n. 91 138936 del 25/08/1998 e comunicazione di inizio attività del 21/07/1998 ai sensi dell'articolo 33 del D.Lgs. 22/97); in particolare, la società Rockwood è autorizzata allo stoccaggio di un quantitativo complessivo di rifiuti pari a 5.416,75 metri cubi, suddivisi in 119 metri cubi di rifiuti pericolosi e 5.297,75 metri cubi di rifiuti non pericolosi).
Tale autorizzazione prescrive al punto B.10 l'obbligo di effettuare entro il 31/12/2004, e successivamente con cadenza semestrale, il monitoraggio della falda acquifera sotterranea a superficie libera mediante analisi chimiche delle acque sotterranee prelevate dai pozzi piezometrici presenti presso lo stabilimento, inviando i risultati all'Area Ambiente della Provincia di Torino, all'Arpa Piemonte ed al Comune di Torino entro 30 giorni dal prelievo.
Per l'attività di produzione di pigmenti organici, la società è soggetta ai controlli effettuati per verificare il rispetto delle autorizzazioni rilasciate in materia di scarichi idrici e di emissioni in atmosfera; i reflui provenienti dallo stabilimento vengono trattati e scaricati nella bealera Opera Pia di Barolo, confluente nel torrente Stura (autorizzazione ai sensi del D.Lgs. 152/99 rilasciata con Determinazione del Dirigente del Servizio Gestione Risorse Idriche della Provincia di Torino n. 191774 in data 21/07/2003). Per le emissioni provenienti dallo stabilimento, la società è in possesso dell'autorizzazione rilasciata con D.D. n. 59/22.4 del 22/12/1997, rilasciata in allora dalla Regione Piemonte.
Per quanto riguarda i controlli sulle autorizzazioni ex D.Lgs. 22/97 ed esaminando il periodo che va dalla data del rilascio dei provvedimenti autorizzativi ad oggi, il Servizio Tutela Ambientale della Provincia di Torino e l'Arpa Piemonte hanno effettuato, nella primavera del 2001, alcuni sopralluoghi presso l'impianto della Rockwood, a seguito dei quali è stato emanato, nel mese di giugno del 2001, un provvedimento di diffida.
Infatti, dalle relazioni dei citati organi di controllo si evince che erano state violate le prescrizioni relative alle modalità ed al luogo di deposito del rifiuto non pericoloso costituito da gesso, nonché quelle che impongono che le operazioni di movimentazione e immagazzinamento devono avvenire in condizioni tali da garantire la captazione delle emissioni in atmosfera.
Il citato provvedimento prescriveva alla società in esame il rispetto delle prescrizioni autorizzative violate, nonché la trasmissione di una relazione in cui fossero esplicitate le procedure di gestione e le eventuali soluzioni tecniche previste per la limitazione delle emissioni polverulente.
La relazione è pervenuta nei termini prescritti; con essa la società si è impegnata a completare i lavori di realizzazione di un box in cemento volto a rinchiudere l'area di deposito del gesso al fine di limitare qualunque emissione polverulenta derivante da tale stoccaggio. In data 03/10/2001 la società ha trasmesso la relazione di collaudo finale di tale bacino di contenimento, comunicando l'installazione aggiuntiva di un sistema di irrigatori entro il mese di novembre 2001.
Per quanto riguarda i controlli sulle emissioni in atmosfera, è stata emanata in data 07/122001, una diffida a seguito degli accertamenti Arpa sopraccitati, poiché l'attività dello stabilimento comportava lo sprigionarsi di emissioni diffuse da uno dei reattori di accrescimento dell'ossido di ferro rosso. Nel mese di febbraio 2002 la società ha comunicato di aver installato sistemi in grado di contenere le emissioni diffuse provenienti da tutti e tre i reattori di accrescimento dell'ossido di ferro rosso.
Nel mese di maggio 2003 sono stati avviati, da parte del personale della Provincia di Torino e di tecnici dell'Arpa, sopralluoghi finalizzati alla verifica e al censimento dei sistemi emissivi (camini) presenti in azienda, in riferimento a quanto indicato nell'autorizzazione regionale D.D. n. 59 del 22/12/1997, rilasciata si sensi del D.P.R. 203/88 dalla Regione Piemonte.
La società è tuttora in attesa di ottenere l'autorizzazione alle emissioni in atmosfera relativa all'istanza ex articolo 15, punto a), del D.P.R. 203/88, presentata alla Provincia di Torino in data 21/11/2003.
Per quanto riguarda la qualità dell'aria nei pressi dello stabilimento i monitoraggi effettuati dall'Arpa Piemonte nel 2001 e nel 2003 hanno evidenziato situazioni di inquinamento del tutto simili a quelle rilevate in altre zone cittadine.
I valori di concentrazione dei metalli rilevati, e soprattutto i loro rapporti, non permettono di imputare le emissioni dirette degli stessi all'azienda, ma verosimilmente ad un'emissione diffusa, quale quella del traffico veicolare. Lo stabilimento risulta poi soggetto all'art. 8 del D.Lgs. 334/99 "Attuazione della Direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose".
Attualmente, sono in corso il procedimento istruttorio per la valutazione del rapporto di sicurezza (analisi del rischio) ai sensi dell'art. 21 del suddetto decreto legislativo e i lavori per la predisposizione del piano di emergenza esterno allo stabilimento ai sensi dell'art. 20.
Si segnala infine che lo stabilimento ricade nella perimetrazione dell'intervento di bonifica di interesse nazionale di "Torino, Basse di Stura" e pertanto sarà avviata, da parte della ditta, la realizzazione del piano di indagini di caratterizzazione approvato recentemente in sede di conferenza dei servizi indetta dal Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio.
Per quanto attiene alle competenze direttamente in capo alla Regione Piemonte (Assessorato Ambiente) si segnala esclusivamente quella relativa all'intervento di bonifica di interesse nazionale, nel relativo procedimento i provvedimenti ministeriali devono essere infatti assunti previa intesa con la Regione.
Mi sembra che abbiamo tratteggiato lo stato dell'arte. E' chiaro che siamo in una situazione di criticità.
L'auspicio è che ci sia la messa in atto di quelle politiche attive di rilocalizzazione che ovviamente competono in attuazione del piano regolatore all'amministrazione comunale. Da parte nostra, tramite l'ARPA assicuriamo il massimo della vigilanza anche in futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Chiedo all'Assessore se è possibile avere copia della lunga risposta che è stata informativa ed esauriente per certi versi, però non ha dato risposta al quesito più importante, che è: "Quali urgenti interventi vorranno assumere al fine di intervenire sul problema della rilocalizzazione della società Silo". Questo è il vero problema.
Noi ci rendiamo conto che ci sono problemi occupazionali. Non dimentichiamo che la stessa azienda, fino a non tantissimi anni fa, era localizzata in corso Regio Parco all'angolo con la Dora, di fronte all'ospedale Maria Adelaide - cioè fra i Giardini Reali e il Maria Adelaide, dove adesso hanno appena costruito un condominio ad angolo - ed effettuava la stessa lavorazione con precauzioni assolutamente inferiori a quelle che ha detto lei.
La cosa che ci lascia perplessi, Assessore Cavallera, è che l'ossido di ferro rosso e anche altre sostanze di coloro giallo, periodicamente dipingono le auto e i balconi degli abitanti che sono nei pressi di via Reiss Romoli. Da prove effettuate dall'ARPA, previa evacuazione dello stabilimento, in caso di incidente per le sostanze nocive e tossiche che sono contenute all'interno dello stabilimento, ci potrebbero essere effetti letali oltre il muro di cinta dello stabilimento. Lo stesso pericolo insiste all'interno del PERA, in un'area a forte rischio di esondazione per il Torrente Stura, con alcune tonnellate di prodotti tossico-nocivi: non oso pensare cosa succederebbe se finissero nelle falde.
Il quadro è quello che ha detto lei, e lo confermo anche dalle notizie che abbiamo noi. Le emissioni al di fuori dei limiti e lo stoccaggio di materiale nocivo non nel rispetto delle norme sono state più volte rilevate da chi deve effettuare i controlli.
In questo quadro, la cosa che gli abitanti di quella parte di Borgo Vittoria verso il confine della città non riescono a capire è come si giustifica uno stabilimento di queste caratteristiche all'interno di un PERA, di un parco urbano, di un sito nazionale di bonifica adiacente ad un'area densamente abitata.
Assessore, con la tutta la simpatia che nutriamo nei suoi confronti ripresenteremo l'interpellanza e ci auguriamo che ci possa rispondere sul quesito principale: se si pensa, e se sì dove, di localizzare lo stabilimento di pigmenti per la colorazione delle vernici della Rockwood Italia. La ringrazio, Assessore.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Università

Interpellanza n. 2554 dei Consiglieri Placido e Suino inerente a "Centro Regionale Universitario per la Danza"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2554 dei Consiglieri Placido e Suino, cui risponde l'Assessore Leo. Prego.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e spettacolo

In merito al primo quesito dell'interpellanza (conoscere l'esatto contenuto della convenzione), si allega copia integrale della convenzione tra Regione Piemonte e Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli studi di Torino per la costituzione e il funzionamento del Centro Regionale Universitario per la Danza. Nel contempo, però, fugando le preoccupazioni che erano state logicamente esposte da quanto appariva dai giornali, in merito al secondo punto (sapere se l'attuazione della convenzione si profila come sostitutiva del disegno di legge sulla danza giacente presso la competente Commissione consiliare), si precisa quanto segue.
Il panorama della danza in Piemonte, che per molto tempo ha mantenuto una configurazione statica, caratterizzata dalla presenza dominante di poche strutture consolidate, ha modificato negli ultimi anni la sua fisionomia, registrando la presenza di nuove realtà, la cui attività ha impresso un significativo mutamento alla scena coreutica piemontese.
Quell'attenzione che proprio il Consigliere Placido aveva richiamato in Commissione per queste strutture.
In questo mutato assetto, accanto alle storiche istituzioni di danza la Fondazione Teatro Nuovo per la Danza e il Balletto Teatro di Torino diretto da Loredana Furno - che per anni hanno detenuto un indiscusso monopolio regionale, figurano ora soggetti di più recente costituzione, la cui attività produttiva e organizzativa ha significativamente aggiornato e rinnovato la realtà della danza nella nostra regione.
Fra le nuove formazioni hanno assunto un rilievo non solo regionale la Compagnia EgriBiancoDanza, e il Balletto dell'Esperia, emanazione del Ballet de Zaragoza, trasferitosi nella nostra Regione a metà degli anni '90. Nell'ambito dei festival, accanto agli storici Vignale Danza e Acqui in Palcoscenico, più recentemente il Festival dei Laghi, a Orta, e il Festival delle Rocche, nelle Langhe, sono venuti qualificandosi come nuove e vitali polarità A Torino, agli appuntamenti di Torino Danza, agli eventi di grande richiamo inseriti nella stagione lirica del Teatro Regio e alla programmazione del Piccolo Regio Laboratorio, incentrata sulla contemporaneità, si affiancano oggi festival e rassegne di indiscussa qualità, la cui nascita e il cui sviluppo si devono principalmente all'attenzione e al sostegno riservato loro in questi anni dall'Amministrazione regionale.
Credo che un esempio emblematico, che conoscete data la vostra attenzione e credo che conosca anche il Consigliere Papandrea, sia il Festival Afro e oltre, aperto a culture di altri continenti, e le rassegne Contappunti e Interplay, dove la danza dialoga interattivamente con video e musica. L'universo della danza in Piemonte annovera inoltre la presenza di numerose di scuole: accanto al Liceo Coreutico della Fondazione Teatro Nuovo, che gode del riconoscimento ministeriale, e a un drappello selezionato di scuole dirette da nomi prestigiosi della danza torinese sono andate moltiplicandosi negli anni altre realtà che, con diverse finalità e con parametri qualitativi assai differenziati, svolgono un'attività formativa di base, non necessariamente finalizzata alla carriera professionale.
In questa realtà, così ampiamente diversificata, cercano, infine spazio e possibilità di affermazione le più recenti generazioni di danzatori, che recentemente hanno dato vita a un Coordinamento Danza Piemonte, al quale hanno aderito oltre cinquanta strutture associative.
L'eterogeneità di questo scenario, la sua evoluzione e modificazione la complessità dei rapporti fra le diverse strutture e fra queste e il territorio, le oggettive difficoltà della danza a trovare spazi e attenzione adeguati nel tessuto culturale della nostra regione, le istanze innovative e i perduranti problemi - organizzativi, finanziari, logistici che ne rallentano gli sviluppi, il mancato radicamento di una "cultura della danza" e, conseguentemente, di un pubblico consolidato, hanno determinato l'esigenza di dare corso in tempi rapidi ad una specifica ed efficace politica di settore, con l'intento di indirizzare e governare in modo coordinato il complesso delle attività di tutti i soggetti interessati, consentendo un reale sviluppo delle attività di danza nella nostra regione.
Con l'intento di approfondire la conoscenza di questa realtà, nella nostra regione, ma non solo, e di creare opportunità di riflessione e di confronto, l'Assessorato regionale alla cultura ha organizzato, nel maggio 2003, il convegno "Una regione per la danza", che ha portato l'attenzione e la discussione su molteplici aspetti: dalla formazione - quella dei danzatori come quella del pubblico - all'analisi della realtà piemontese all'esemplificazione di modelli operativi e gestionali di altre regioni e di altri paesi europei all'attualissimo dibattito sulle competenze Stato Regioni in materia di spettacolo.
Gli apporti critici e propositivi, le conoscenze e le competenze di danzatori, coreografi, critici, organizzatori, rappresentativi delle istituzioni (fra cui il Direttore Generale dello Spettacolo dal vivo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Coordinatore degli Assessori regionali allo spettacolo e rappresentanti di diverse regioni italiane), hanno non solo individuato i punti nevralgici della realtà piemontese e nazionale, ma altresì fornito stimoli e suggerimenti per una incisiva politica a favore della danza.
Nell'ambito delle attività intese a favorire la danza nella nostra regione, a valorizzare la sua storia e a diffondere la conoscenza, in particolar modo presso la popolazione giovanile, è stato quindi istituito ma solo di supporto a questo - il Centro regionale Universitario per la Danza di cui al punto precedente.
Con la finalità di ordinare e armonizzare gli interventi regionali in questo ambito, tenendo conto della realtà presente e dei suoi potenziali sviluppi, si è provveduto ad elaborare un nuovo disegno di legge.
Quindi è giusto questo richiamo, questa attualizzazione, questa segnalazione, mentre poteva sembrare da notizie giornalistiche che quel disegno di legge lo sostituisse, quindi opportunamente è avvenuto questo richiamo, che ha permesso agli uffici di fare un'ampia panoramica relazionare al Consiglio e anche rilanciare il discorso della legge sulla danza. Che sarà esaminato dalla Giunta regionale nelle prossime settimane.
Il testo fa seguito a quello presentato dalla Giunta regionale al Consiglio in data 8/9/1999, che non ha però mai terminato il suo iter, che la Commissione aveva chiesto di riprendere in esame perché non completo degli emendamenti.
Il grande convegno del 2003 ha consentito di avere tutti questi elementi e, pur riprendendone in linee generali l'impianto, se ne discosta per una più approfondita individuazione degli obiettivi e degli interventi regionali finalizzati al loro perseguimento, soprattutto alla luce del modificato panorama della realtà coreutica piemontese.
Ringrazio per l'opportunità e per aver potuto dare al Consiglio un quadro di una realtà che si è evoluta parecchio. Cito di nuovo questo grande Festival "Afro e oltre", che ha avuto un grande successo per le sue innovazioni rispetto agli schemi tradizionali. E' una realtà dinamica, che ha trovato riscontro in un'attenzione regionale con in più tantissime altre iniziative, come la nascita del coordinamento per la danza Sembrava, da notizia giornalistica che tale progetto sostituisse il disegno di legge - in effetti anche gli uffici si erano preoccupati che si leggesse in tal senso - invece è solo un aiuto a questo lavoro generale e globale di cui la Commissione è e sarà il punto centrale, presto sarà pronto il nuovo disegno di legge che nasce da quel convegno e che è stato elaborato sulla base di quel Convegno che porterò in Commissione. Ringrazio molto i colleghi Placido e Suino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Ringraziamo l'Assessore per la risposta di cui, gentilmente, chiediamo copia. Ancora una volta si potrebbe dire, almeno da quello che dice l'Assessore, che quello che scrivono i giornali non è vero (se ho capito bene quello che ha detto).
Rilevo una grave lacuna, Assessore Leo, non ha citato la danza popolare piemontese. Non so se è una sua lacuna e se, per avere questa informazione, dobbiamo presentare un'interpellanza all'Assessore Farassino.
Altro problema: se le danze non si aprono non è certo per colpa nostra.
Il disegno di legge sulla danza è fermo - chiedevo conforto alla collega Suino -dal 2001 in Commissione. Non certo per responsabilità dell'opposizione.
Prendiamo per buono quello che ci ha detto, cioè che le notizie apparse sugli organi di stampa non rispondono a verità, che il convegno dell'estate scorsa sul settore, pur con la non sufficiente attenzione del mondo della danza, rispetto a un problema che le riguardava da vicino.
Questo va sottolineato, per cui noi ci troviamo di fronte a un settore che lamenta mancanza di attenzione, ma quando poi viene chiamato dalla massima istituzione regionale non risponde in maniera adeguata. Le sottolineo un problema che abbiamo affrontato in Commissione, ma non voglio annoiare i colleghi, che sono presi da altre problematiche, ne parleremo senz'altro in Commissione.
La danza è uno di quei settori dove le entrate da botteghino e biglietteria, nella quasi totalità dei settori - non tutti, a parte forse il tango e qualche altra cosa - sono ampiamente al di sotto delle percentuali che giustificherebbero l'esistenza di alcune strutture. Questo è un problema ma mi auguro che, nel disegno di legge che le ho preannunciato, in qualche modo venga preso in considerazione.
Da parte nostra, daremo un contributo, quando e se si arriverà. La ringraziamo Assessore, se non altro delle rassicurazioni su quanto scritto sugli organi di stampa e che aveva determinato la nostra interpellanza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 2402 del Consigliere regionale Tapparo inerente a "Attività di raccolta rifiuti in frazione Lignola di Crescentino"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2402 del Consigliere regionale Tapparo inerente a "Attività di raccolta rifiuti in frazione Lignola di Crescentino" La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In merito alle questioni poste con l'interrogazione in oggetto, dalle informazioni fornite dalla Provincia di Vercelli e dal Comune di Crescentino è emerso che la ditta Zanero Gian Franco è stata iscritta nel registro provinciale delle imprese che effettuano operazioni di recupero di rifiuti.
Le operazioni di recupero autorizzate, svolte in frazione Lignola a Crescentino, sono quelle previste dai punti 7.1 (rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato ecc.), 7.2 (rifiuti di rocce da cave autorizzate), 7.10 (sabbie abrasive di scarto e granulati rottami e scarti di mole abrasive) e 7.25 (terre e sabbie di fonderia di seconda fusione) dell'allegato 1 D.M. 5/2/1998.
Inoltre, in data 14/6/2002 è stata rilasciata alla stessa ditta dal Comune di Crescentino autorizzazione edilizia n. 544 relativa alla costruzione di un impianto a servizio dell'attività di recupero dei rifiuti ai sensi dell'articolo 33 d.lgs. n. 22/1997, limitatamente all'esecuzione delle opere di recinzione del lotto di proprietà ed alla posa dell'impianto di selezione e lavaggio dei rifiuti inerti.
A seguito dei sopralluoghi effettuati dal Nucleo Ecologico della polizia provinciale del settore Tutela Ambientale della Provincia di Vercelli, è stata rilevata la correttezza delle attività di recupero realizzate dalla ditta Zanero. I rifiuti inerti ritirati, che rappresentano solo una parte del materiale inerte trattato dalla ditta, vengono depositati all'interno dell'area aziendale, macinati con mulino e poi ceduti per il riutilizzo nel settore delle costruzioni.
Anche l'Arpa di Vercelli ha effettuato, su richiesta del Comune di Crescentino, controlli in relazione all'attività di recupero svolta dalla medesima ditta. A seguito di ulteriore accertamento da parte della Provincia, è stata rilevata la presenza di un fontanile posto sul lato dell'impianto in questione idrogeologicamente a valle della zona di accumulo del materiale inerte (rifiuti da demolizione). Il fontanile in oggetto non è risultato in alcun modo contaminato dallo svolgimento dell'attività di recupero dei rifiuti in atto.
Quanto alla destinazione della zona interessata da detta attività di recupero, il Comune di Crescentino ha approvato due varianti di tipo parziale al proprio Piano regolatore generale. Con la variante parziale n.
1, approvata con delibera del Consiglio Comunale il 22 aprile 1999 n. 33 la destinazione della zona è stata variata da area agricola a area verde attrezzato. Con la variante n. 10, approvata con delibera del Consiglio comunale n. 70 del 30.11.2002, è stata introdotta la previsione all'interno delle aree a verde attrezzato, della localizzazione di sistemi impiantistici finalizzati al recupero e al riciclaggio di inerti provenienti da demolizioni edilizie e scavi in genere oltre la localizzazione di aree per la rottamazione di veicoli usati o inutilizzati.
Con delibera del Consiglio comunale n. 36 dell' 8 settembre 2003, è stato approvato un progetto preliminare di variante al Piano regolatore generale che individua l'area in esame come zona per attività di deposito o attività produttive speciali. Allo stato attuale, in considerazione delle informazioni pervenute al settore scrivente e al settore Ambiente della Regione, l'attività di recupero dei rifiuti descritta, risulta pertanto conforme alla normativa vigente e agli atti di pianificazione generale della Provincia di Vercelli e del Comune di Crescentino. Si allega alla risposta il certificato di iscrizione della ditta al registro provinciale delle imprese che effettuano attività di recupero.
E' chiaro che da un punto di vista formale, le attività si svolgono secondo le procedure; da un punto di vista sostanziale e di merito compete al Consiglio comunale decidere le destinazioni d'uso nel rispetto delle procedure del proprio territorio. Voi sapete che la legge n. 56, in caso di varianti strutturali, prevede il parere provinciale e la trasmissione alla Regione per l'approvazione.
Da un punto di vista ambientale potrei dire che si apprezza l'attività di recupero dei rifiuti inerti, perché è assurdo scavare ulteriori cave di ghiaia quando si accumulano, senza recupero, i materiali di demolizione.
Circa l'opportunità della localizzazione in un determinato punto del territorio comunale, è chiaro che questa è una scelta sulla quale non compete al sottoscritto dare un parere. Fino a prova contraria, anche da un punto di vista urbanistico apparirebbero rispettate le norme procedurali.
Potrebbe essere in questo senso rivolta domanda a qualche altro collega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo



TAPPARO Giancarlo

Assessore, mi dispiace: in genere ho anche manifestato apprezzamento per il suo lavoro, ma questa volta ha fornito una risposta non soddisfacente. Mi sembra molto burocratica; anche se ha messo un rattoppo alla fine, dimostra ancora una volta che, di fronte alla comunità, non gli si può dire: "Non siamo lo sportello competente, andate da un'altra parte".
La situazione è questa: una frazione in una zona agricola (zona residenziale in un'area di 43 mila metri quadrati), quindi in una situazione di crescita della sensibilità della localizzazione degli impianti, si vede, improvvisamente, sorgere un impianto di lavorazione e trattamento dei rifiuti - con tutte le operazioni di macinazione, di vaglio, di lavaggio ecc. - alle porte di casa.
Nel 2004, una comunità si trova improvvisamente davanti ad un'autorizzazione ad un'attività molto rumorosa che determina polveri e quant'altro. Non vorrei parlare di tutela del paesaggio, perché mi sembra che coloro che hanno dato l'autorizzazione questa sensibilità non ce l'abbiano, ma comunque viene rilasciata un'autorizzata di questo tipo vicino alle case e non ad un chilometro di distanza. Sarebbe già un primo elemento rispetto al quale, al di là delle competenze, una indicazione, una moralsuasion, qualcosa, anche se è uno sportello diverso, una competenza diversa, andrebbe rilasciata.
Ci sono altri elementi che vorrei sottolineare. Mentre la Regione è molto attenta allo smaltimento delle acque, qui troviamo un'azienda che recupera rifiuti, anche di sabbia abrasiva di scarto, sabbie esauste di fonderie di seconda fusione (non quella che arriva da alto forno, ma che arriva dalla lavorazione della Teksid).
L'Assessore sa che all'interno della Teksid ci sono stoccaggi da smaltire che creano problemi e non si capisce bene dove vadano a finire le acque. Si dice che il processo viene riciclato completamente a ciclo chiuso. Sono andato a vedere dall'esterno questo impianto di macro dimensioni; dubito che il sistema della acque sia un sistema sigillato che ridà alle acque, secondo le norme della legge da immettere, non si capisce bene dove... Il sistema in cui gravita, al di là dei fontanili, è un sistema non di rogge, non di fiumi che sono lì presenti. La quantità di acqua che viene utilizzata per il lavaggio è estremamente grande.
C'è anche un problema di rumori. E' chiaro che non è un problema costante, ma un problema episodico legato a momenti di punta della macinazione ed è chiaro che, se la misurazione dell'inquinamento acustico non è fatta in modo prolungato nel tempo, con rilevazione fonometriche di lungo periodo, è difficile riuscire a rilevare questo tipo di carico. E' chiaro che polveri, oggi, non ce ne sono, ma in un periodo secco, ci sono e come, e quanto gravano sulla comunità che si è vista sorgere improvvisamente questo tipo di struttura. Bisognerebbe capire da dove arrivano le sabbie esauste di fonderia di seconda fusione che subiscono i lavaggi. Faccio notare che il lavaggio delle sabbie esauste di seconda fusione causa un rilascio di sostanze che, per la relativa messa a norma supponiamo in una bialera, devono essere sottoposte ad un trattamento con un impianto estremamente sofisticato. Per le notizie in mio possesso (che possono anche essere sbagliate) ho dubbi che esista questo tipo di impianto.
Assessore, una certa dinamicità, da parte della Regione, nonché di attenzione e di tutela della vita di questa comunità, dovrebbero esserci.
Fra l'altro, si tratta di scelta autonoma dell'amministrazione comunale.
Quando un Sindaco vince le elezioni, ha potere totale; demandarlo al Consiglio comunale è poca cosa. Un'area, improvvisamente, da zona agricola diventa area verde attrezzata e poi, nel giro di tre anni, passa ad attività di deposito e di recupero "speciali". Non vorrei che anche in questo caso, tra pochi mesi, arrivi una richiesta di attività di recupero di flat. Se si fa stoccaggio di auto, ne deriva il rischio di avere un'attività di recupero speciale, cioè uno sbocco in termini di discarica di flat.
Francamente, mi sembra che questo tipo di risposta, al di là delle competenze, sia un fatto che dovrebbe indignare. È, in qualche modo, una rinuncia a programmare il rapporto qualità della vita/ legittimi e giusti insediamenti produttivi, in questo caso per il trattamento e smaltimento dei rifiuti.
Consolidare questa soluzione, è una sconfitta della Regione Piemonte ed è il trionfo di un certo tipo di operatività amministrativa che suscita molte preoccupazioni. Uso il termine "preoccupazioni" per non spingermi più in là. Presenterò di nuovo un'interrogazione sul problema dei lavaggi su sabbie esauste di fonderia di seconda fusione. Vedrò, per quanto mi è possibile, e ripresenterò una nuova interrogazione in questo senso.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2455 del Consigliere Ronzani inerente a "118 - Trivero"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2455 "118 - Trivero" presentata dal Consigliere Ronzani.
La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore all'emergenza 118

Dal 25/9/2002, data di attivazione del Punto di Primo Soccorso (PPS) di Trivero ad oggi, sono stati effettuati 5649 interventi, così articolati: 137 casi per problemi di sospetta origine cardiaca; di questi, 18 presentavano sintomi e segni di gravità importante per cui sono stati inviati con elisoccorso presso i DEA di Bella e di Borgosesia; 31 con sintomi di sospetta sindrome coronarica acuta o da scompenso cardiaco sono stati inviati con ambulanza medicalizzata presso i DEA di Biella e Borgosesia per ulteriori accertamenti; 88 sono stati dimessi. A tutti in ogni caso è stato eseguito un elettrocardiogramma 4 casi per problemi traumatologici di gravità importante (codice giallo) sono stati inviati presso il DEA di Biella; 850 casi sempre per problemi traumatologici o per problematiche mediche minori sono stati risolti in loco.
Per i restanti casi si è tratto di visite di controllo.
Nel corso dell'anno 2001 (a PPS non attivato) gli accessi totali sono stati 5183; da ottobre 2002 a dicembre 2003 (con PPS attivo) 5649.
Il PPS ha in dotazione un elettrocardiografo di ottima qualità, un monitor con possibilità di effettuare ECG con software interpretativo e due defibrillatori.
Tutti i medici che operano nel PPS sono certificati ACLS (Advanced Cardiac Life Support) dell'AHA (American Heart Association) e sono in grado di interpretare un tracciato ECG e di trattare le urgenze cardiologiche.
Inoltre, nell'ottica del progetto "ASL 12 Trombolisi Extraospedaliera" il PPS di Trivero sarà dotato di un elettrocardiografo con possibilità di trasmissione dati e con l'opportunità di iniziare subito la terapia riperfusiva nell'IMA allo stesso modo di quanto sarà previsto per le ambulanze medicalizzate. Sarà inoltre dotato di Kit per l'esecuzione di esami di laboratorio per i profili cardiologici e tossicologici urgenti.
Il servizio di ambulanza del sistema 118 con medico a bordo (ambulanza medicalizzata 118) garantisce il primo soccorso avanzato per tutte quelle patologie tempo-dipendenti in cui il ritardo di intervento terapeutico medico modifica radicalmente la prognosi del paziente. L'ambulanza di Cossato viene attivata solo nei casi ad elevata complessità per la prosecuzione delle cure urgenti dopo che sono stati effettuati i primi trattamenti salva-vita. In tutti gli altri casi non viene attivato l'intervento di supporto di mezzi aggiuntivi.
Questa organizzazione è stata attivata in forma sperimentale, ed è in corso un programma di monitoraggio dell'attività per valutare eventuali soluzioni organizzative migliorative del servizio.
Dall'esame dei dati precedentemente esposti, si evidenzia che il PPS continua ad essere un punto di riferimento per la popolazione locale per tutti i problemi sanitari che rivestono carattere di urgenza con l'unica variante, peraltro migliorativa, che a svolgere tale attività è preposto personale medico con specifiche competenze nel settore dell'urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Mi riservo di valutare nel merito tutti gli argomenti contenuti nella risposta dell'Assessore Galante, ma mi consenta di svolgere alcune considerazioni sul centro dell'interrogazione.
Prima questione: la vicenda del 118 Trivero nasce in un certo contesto.
Nel 2000 inauguravamo il reparto di lunga degenza di Trivero e due anni dopo è stato soppresso. Questo fatto la dice lunga sulla mancanza di programmazione sanitaria, perché delle due l'una: o questo reparto era necessario e non avremmo dovuto sopprimerlo, o questo reparto non andava localizzato a Trivero e non avremmo dovuto istituirlo.
Questa, ormai, è storia passata; ma fatto è che quel reparto è stato aperto e chiuso.
In quella occasione venne annunciato, dando per scontato ed imminente l'istituzione del 118 a Trivero. Sono passati quasi tre anni.
Nel frattempo, quella struttura, concepita come reparto per lunga degenza che funzionava da anni prima che venisse inaugurato il nuovo reparto, consentiva al personale medico e infermieristico di intervenire per quegli interventi di Pronto soccorso, quelli che sono stati garantiti dal posto medico di primo soccorso.
Prendo atto dei dati ricordati dall'Assessore - vorrò confermarli e valutarli - ma prendo anche atto del fatto che lei ha annunciato che finalmente la struttura - parlo del posto medico di primo soccorso - verrà dotata di questo strumento di lettura. È la conferma che prima non esisteva; situazione che, per la verità, segnalo esattamente nelle interrogazioni. Ciò vuole dire che, quanto meno, il problema di interfacciare con la cardiologia, per intenderci, esiste, perch importante.
Non mi soddisfa, invece, la sua risposta sul 118.
La struttura che avete messo in piedi non è un 118 a tutti gli effetti.
un 118 sui generis; è una via di mezzo. La struttura del 118 di Trivero funziona dalle 20 della sera alle 8.00 del mattino ed ha in dotazione un medico, un barelliere, ma non infermieri. Se dovessimo immaginare un 118 funzionante a tutti gli effetti, avremmo una struttura completamente diversa.
Lei dice: "stiamo facendo un esperimento a Trivero che conferma che stiamo valutando se questa struttura, che è una via di mezzo tra un servizio 118 a tutti gli effetti e ciò che avete messo in piedi, funziona.
Voglio solo farvi notare che quella struttura, inizialmente, era stata pensata come 118 a tutti gli effetti. Non sto a discutere se la struttura che avete messo in piedi funzioni oppure no, ma, se sto agli atti, avevamo immaginato di mettere in piedi, per la morfologia del territorio, per le caratteristiche della zona, per dove è ubicato quel servizio, una struttura che funzionasse, da ogni punto di vista, come servizio 118.
Invece, l'Assessore conferma giustamente che esso si avvale, per tutta una serie di necessità, su Cossato, utilizzando, per esempio, i mezzi che ha Cossato, che dovrebbero essere - viceversa - in dotazione di Trivero, se a Trivero avessimo un servizio 188 a tutti gli effetti.
Da questo punto di vista, prendo atto del fatto che la sua risposta in parte conferma ciò che io sostenevo, cioè che ci siamo sbilanciati - a torto o a ragione - nel proporre, per quella località, un servizio 118 a tutti gli effetti e che, nel frattempo, abbiamo immaginato una soluzione che è una via di mezzo fra un 118 a tutti gli effetti e una soluzione che invece, ritenete sperimentale.
Vi prego di compiere in fretta la valutazione che lei ha annunciato nella sua risposta, perché io, viceversa, sono dell'opinione che quella località, quella realtà, quelle problematiche richiedano una soluzione definitiva, non solo sperimentale e non solo intermedia o parziale, come abbiamo messo in piedi in questo ultimo sorcio di tempo.
Le dico anche che c'è un dato che mi preoccupa - e torno alla questione riguardante il posto medico di primo soccorso. Non contesto i dati che lei poco fa ha ricordato - li prendo per buoni, naturalmente - però le faccio notare una questione che finirebbe per contraddirli: in questi giorni ho fatto una visita al Pronto Soccorso di Borgo Sesia e gli operatori di quel servizio mi hanno detto che lì, per una serie di ragioni, gli accessi sono passati da 9 mila a 18 mila.
Tra le cause che hanno determinato questo fortissimo incremento degli accessi, non vi è, naturalmente, soltanto il fatto che a Trivero non ci sia una struttura che funzioni. Loro dicono che è anche perché è stato chiuso Varallo e Gattinara, però c'è un fatto: sempre più spesso, un numero di cittadini di Trivero che prima erano soliti rivolgersi a quella struttura oggi si recano direttamente al Pronto Soccorso di Borgo Sesia. Fatto questo, che pone un problema, perché l'idea da cui siamo partiti tutti era quella di fare in modo che in quella località, che è sotto la panoramica Zenia, sotto Bielmonte, dove esistono tante fabbriche, vi fosse l'esigenza di garantire una struttura - chiamiamolo come volete: presidio sanitario o posto medico - che fosse in grado di fare da filtro e di risolvere una serie di questioni.
Lei, Assessore, dice che abbiamo garantito 5000 visite. Prendo atto di questo fatto e non lo sottovaluto (se le cose funzionano sono il primo a riconoscerlo), però le segnalo un altro problema: cresce il numero di coloro che si orientano e vanno a Trivero utilizzando quel Pronto Soccorso il che mi fa ritenere che vi sia quantomeno un problema di potenziamento della struttura che avete messo in piedi a Trivero. Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 2459, dei Consiglieri Palma e Mellano, inerente a: "Sciopero dei medici dell'Ospedale Sant'Anna per il problema delle assicurazioni e situazione dell'ostetricia piemontese"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2459, dei Consiglieri Palma e Mellano inerente a: "Sciopero dei medici dell'Ospedale Sant'Anna per il problema delle assicurazioni e situazione dell'ostetricia piemontese" La parola all'Assessore Galante, per la risposta.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

L'interpellanza poneva alcune questioni rispetto all'attività svolta dall'Ospedale Sant'Anna di Torino ed alla relativa organizzazione.
Prima di tutto, è opportuno fare alcune puntualizzazioni sull'ostetricia in Piemonte, anche al fine di sottolineare l'impegno regionale che da sempre è stato profuso su questo settore.
In applicazione del PSR che recita "attuazione e diffusione della cultura relativa alla regionalizzazione degli interventi specialistici ad alto contenuto tecnologico, sulla base della distribuzione geografica della popolazione, della frequenza delle patologie, della necessità dei servizi diagnostici e terapeutici ad elevata complessità", sono state adottate le azioni per: incrementare la funzione di filtro periferico rispetto alla patologia materno-fetale da inviare all'ospedale di 3° livello Sant'Anna, attraverso un finanziamento finalizzato all'acquisizione di ecografi e corsi di formazione in ecografia ostetrica, condotti capillarmente in ogni Dipartimento Materno Infantile L'effettuazione di incontri nei Dipartimenti Materno Infantile di ciascun Quadrante sul tema del trasporto in utero, gravidanza di donna extracomunitaria, percorso assistenziale in caso di identificazione di malformazione fetale. Tali attività sono in corso in tutti i Quadranti della regione L'attivazione e il funzionamento di gruppi di lavoro in ogni Quadrante sull'identificazione dei percorsi assistenziali per le gravide e sulla comunicazione più efficace degli stessi alle utenti L'individuazione e l'effettuazione di corsi di rianimazione neonatale e di stabilizzazione del neonato critico, espletati nei Punti Nascita per tutti gli operatori che accedono alla sala parto. La copertura di tutti i Punti Nascita richiede tempi prolungati, data l'esiguità dei formatori accreditati presso la Società Italiana di Neonatologia.
Per quanto riguarda l'attività di degenza, si sottolinea che in Regione Piemonte il peso dei DRG risulta incrementato per la parte dell'assistenza al nato con patologia.
In altre Regioni si è scelto di diminuire il valore dei DRG relativi ai tagli cesari, per contrastare il costante incremento di tale prestazione.
Inoltre, sul presunto esodo di figure sanitarie dall'Azienda Ospedaliera OIRM/Sant'Anna verso altri Ospedali, si è potuto appurare che nel corso dell'anno 2003 vi è stato un avvicendamento di personale relativo ai profili di cui all'interpellanza (ostetriche e medici), riconducibile più a un normale turn-over piuttosto che a situazioni legate al clima aziendale.
Dai dati in possesso dell'Azienda è emerso che, nel corso del 2003 sono intervenute le seguenti cessazioni dal servizio relative ai profili professionali di cui trattasi: n. 8 unità di Collaboratore Professionale Sanitario-Ostetrica n. 6 unità di Dirigente Medico di Ostetricia e Ginecologia.
In particolare, le 6 unità di personale medico dirigente, avendo maturato il diritto, sono cessate dal servizio per collocamento volontario di quiescenza per anzianità, mentre le n. 8 unità di personale Collaboratore Professionale e Sanitario-Ostetrica sono cessate per mobilità volontaria (n. 6) e per pensionamento (2).
L'organico dei profili aggiornato al gennaio 2004 è dimensionato come segue: Collaboratore Professionale Sanitario-Ostetrica n. 129 unità Dirigente Medico di Ostetricia e Ginecologia n. 97 unità.
Da ciò pare di poter affermare che le intervenute cessazioni hanno inciso in percentuali molto limitate rispetto alla consistenza della dotazione organica di cui attualmente dispone l'Azienda e che, comunque trovano ampia compensazione nelle domande di trasferimento in entrata che pervengono numerose, come confermato dall'Azienda stessa.
In conclusione, dai dati esposti non si rileva l'esistenza di condizioni di particolare disagio o di difficoltà aziendali che si ripercuotono sul personale dipendente, in modo tale da indurlo a lasciare l'Azienda per altre strutture sanitarie, mentre risulta piuttosto evidente come il turn-over evidenziato rientri nell'ordinaria mobilità del personale, motivata sia da esigenze di carattere personale o familiare sia per cessazione dal servizio di natura fisiologica, quale il pensionamento.
In ultimo, per quanto concerne la copertura assicurativa, per responsabilità civile dei medici, gli Uffici dell'Assessorato si stanno adoperando per promuovere e garantire la suddetta copertura assicurativa che con la DGR n. 68-8310 del 2003 è stato approvato il progetto per la gestione dei rischi sanitari della Regione Piemonte, finalizzato ad ottimizzare la spesa sanitaria.
A tale proposito, la Direzione Patrimonio e Tecnico, con determinazioni dirigenziali n. 313 del 1° aprile 2003 e n. 607 del 2 luglio 2003, ha affidato alla Società Marsh S.p.A., corrente in Milano, Palazzo Carducci via Olona 2, la realizzazione del progetto per la gestione dei rischi sanitari della Regione Piemonte.
A seguito del progetto rischi è stata predisposta una proposta di istituzione di un fondo speciale da inserire nella Finanziaria 2004.
Inoltre l'Assessorato ha avviato uno studio per predisporre un disegno di legge per disciplinare la materia in termini di responsabilità delle strutture e degli operatori sanitari per eventi dannosi causati a terzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ringrazio l'Assessore Galante per la risposta.
In realtà, quello che l'interrogazione richiedeva non era un quadro che conoscevamo nelle sue particolarità e peculiarità circa le prestazioni ostetrico-ginecologiche dell'Ospedale Sant'Anna di Torino, che è un ospedale particolare. E' l'Azienda Ospedaliera più grande in assoluto del settore in Italia, sia in ordine alle gravidanze complessivamente trattate sia rispetto ai parti effettuati, sia rispetto alle interruzioni di gravidanza. Esistono problemi sistemici di organizzazione di questo servizio nella Regione Piemonte, che vedono scaricarsi su questa Azienda Ospedaliera una serie di prestazioni, che potrebbero essere svolte da altre Divisioni ospedaliere, in altri Presidi.
La questione che primariamente l'interrogazione poneva concerneva il rapporto tra quella che abbiamo chiamato, non penso impropriamente, odissea assicurativa dell'Ospedale e le disfunzioni, le tensioni e i disservizi anche in parte, che, a partire da queste difficoltà, si sono ingenerate all'interno dell'Ospedale.
Prendo atto del fatto che questa consulenza di cui avevamo avuto notizia viene confermata dall'Assessore, che è in previsione l'istituzione di un fondo speciale nella prossima legge finanziaria per affrontare un problema di questo tipo. Più in generale, forse, bisogna comprendere - e su questo l'Assessore non ha usato parole di particolare chiarezza - in quale misura l'assoluta e peculiare particolarità di una serie di prestazioni non comportino e non necessitino da parte della Regione delle strategie anche diversificate.
La questione della copertura dei rischi assicurativi rispetto alle prestazioni sanitarie è un problema che, come l'Assessore sa perfettamente non riguarda solo l'Ospedale Sant'Anna, riguarda complessivamente la sanità piemontese, riguarda in maniera del tutto peculiare alcuni Presidi, in relazione ad alcune prestazioni. E' evidente che le prestazioni che hanno genericamente a che fare con la maternità e la gravidanza sono, dal punto di vista assicurativo, molto più sensibili rispetto ad altre prestazioni.
C'è da chiedersi se un Governo regionale possa contribuire a risolvere problemi con questa tipologia di rischi, che prevedono una contrattazione con le compagnie assicurative, quando una gestione diretta da parte delle singole Aziende Sanitarie potrebbe portare ad una soluzione migliore del problema. E' evidente che esiste un elemento di mercato che va approfondito e perseguito da parte delle Aziende Sanitarie. E' chiaro che il mercato delle assicurazioni può ampliarsi, può guardare oltre confine, può cercare forme più competitive, che meglio riescano a soddisfare le esigenze assicurative delle Aziende Ospedaliere. Però, c'è anche un dato di finanziamento di questo accresciuto costo assicurativo, rispetto ad alcune prestazioni, che temiamo non possa essere demandato direttamente alla gestione delle Aziende Ospedaliere o delle Aziende Sanitarie, ma debba trovare una qualche forma di regia e di controllo regionale.
L'Assessore sostiene che la cessazione di attività di alcuni operatori con una serie di licenziamenti, non sia da mettere così direttamente in correlazione con l'odissea assicurativa di cui parliamo. Questo probabilmente, in parte, è anche vero. Non c'è dubbio che l'attività di moltissimi operatori sanitari, non solo di operatori medici, in questo settore, è pesantemente condizionata da una situazione di incertezza assicurativa che rende difficile il loro lavoro e più esposta l'Azienda Sanitaria.
Forse, la risposta concreta a questa interrogazione deriverà dalla disciplina legislativa che l'Assessore ha annunciato, che ci riserviamo di valutare, che verrà data a questo fondo, alle sue modalità di funzionamento e alle sue modalità di ripartizione, anche nelle diverse Aziende Sanitarie.
Il ricorso a forme di difesa passiva assicurativa delle prestazioni sanitarie deve, probabilmente, nella sanità piemontese, seguire quei canali che vengono seguiti in altri settori del Governo regionale, che vedono un intervento molto pesante, anche in termini finanziari, da parte della Regione, a copertura dei rischi di alcuni operatori, che, in altri settori sono anche operatori privati. Qui sono operatori pubblici con una propria autonomia amministrativa e gestionale, che, obiettivamente, rispetto a questo tipo di intervento, scontano una obiettiva difficoltà finanziaria e anche un'obiettiva difficoltà di contrattazione con le compagnie assicurative.
Accetto la risposta dell'Assessore come risposta interlocutoria riservandomi di valutare nel concreto che tipo di disciplina questo problema avrà con il fondo speciale, in relazione all'Ospedale Sant'Anna.
E' sufficiente leggere i giornali per rendersi conto che questo problema riguarda numerose altre Aziende Ospedaliere piemontesi, in particolare quelle altamente specialistiche, che affrontano problematiche sanitarie particolarmente sensibili dal punto di vista assicurativo.
Ovviamente, chiedo all'Assessore di consegnare la risposta scritta a questa interrogazione.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 2690 dei Consiglieri Marcenaro, Manica, Placido, Riggio Suino inerente a "Nomina del Direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Luigi Orbassano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2690, presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Placido, Riggio e Suino, inerente a: "Nomina del Direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Luigi Orbassano".
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Rispondo all'interrogazione urgente presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Placido, Riggio e Suino.
Faccio riferimento ai due titoli dei giornali La Stampa e La Repubblica, che, giovedì 19 febbraio, rispettivamente, titolavano: "Tangenti sulle nomine dei primari" e "Sanità, indagato Morgagni".
L'interrogazione domandava qual era stato l'iter di apprendimento di questa notizia da parte mia e anche se l'Assessore Galante mi aveva informato.
In questo senso, rispondo che ho appreso la notizia dai quotidiani, non avevo notizie precedentemente. L'Assessore Valter Galante, nel comunicarmi di essere stato ascoltato dalle Autorità giudiziarie, nulla ha ritenuto di riferirmi in ordine ad eventuali presunti coinvolgimenti del dott. Sergio Morgagni in vicende giudiziarie. Perciò io non avevo avuto nessun tipo di indicazione da parte dell'Assessore.
Permettetemi solo di fare un commento, con un po' di amarezza, su questo caso. Risulta - è noto a tutti - che ad oggi il dott. Morgagni non sia stato raggiunto da alcun tipo di iniziativa; questo credo che risulti agli atti. La cosa che dispiace è che sugli organi di informazione sia stata di fatto un po' enfatizzata una notizia che di per sé non aveva elementi di sostenibilità. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, ho sentito le ultime cose che lei ha detto; come lei avrà visto, la nostra interrogazione non contiene in alcun modo alcun giudizio sul dott. Morgagni e suoi eventuali coinvolgimenti in vicende giudiziarie. Stiamo quindi discutendo di altro e noi stiamo, come è ovvio che si stia, nella sfera della politica e non in quella che riguarda altri campi.
Abbiamo letto anche noi le notizie; in effetti, si notava una differenza fra i titoli e il contenuto, che invece diceva che non esisteva nessun elemento di riscontro.
Detto questo e considerando questo fuori discussione - per quanto ci riguarda, non siamo qui a discutere del dott. Morgagni - noi abbiamo fatto questa considerazione perché ci interessa molto non il dott. Morgagni, ma il Presidente Ghigo e la sua Giunta. Su questo invece pensiamo che bisogna discutere.
Presidente, devo dire che, aspettando la sua risposta - che francamente ho ascoltato adesso, non ne ho avuto anticipazione - non sapevo cosa preferire fra le due ipotesi: se fosse meglio, dal punto di vista dell'istituzione regionale, immaginare quello che lei ha descritto, cioè un Assessore che non ha messo al corrente il Presidente del problema che si era delineato e del quale era venuto a conoscenza, oppure un Presidente che, essendo stato informato, si era assunto comunque la responsabilità di questa decisione.
Francamente non sapevo quale delle due cose destasse maggiore preoccupazione, perché nel secondo caso - poi parlerò del primo evidentemente saremmo stati di fronte, a nostro parere, a un Presidente imprudente e incauto, il quale, data la storia che sta alle nostre spalle non si sarebbe preoccupato, attraverso una scelta, di mettere almeno al riparo la Regione e le sue scelte da una situazione nella quale semplicemente sono aperti degli interrogativi, è aperta un'indagine con quello che ciò comporta.
Quello che lei ci dice segnala un'altra cosa; peraltro, non è la prima volta che ci capita che un Assessore alla sanità non informi il Presidente della Regione di quello che sta capitando e non lo metta in condizione, nel momento in cui si accinge a una scelta impegnativa, di avere tutti gli elementi che gli consentano una valutazione. Come lei ricorderà, non è la prima volta che capita, però che questa cosa si ripeta col nuovo Assessore noi lo consideriamo un fatto di un certo significato.
Per quanto ci riguarda, questo fatto cosa conferma? Conferma il fatto che prendiamo atto che, rispetto alle scelte che sono state compiute, che lei ha compiuto - poi qui quanto ci sia stato nelle sue scelte di un effettivo convincimento e quanto invece un rassegnarsi a un confronto e a una situazione politica che si è imposta, cosa che non riguarda noi riguarda in generale una valutazione politica - non c'è stato nessun elemento di discontinuità. Prendiamo atto cioè che siamo esattamente, dopo la sostituzione dell'Assessore D'Ambrosio e la nomina del nuovo Assessore nello stesso quadro, nella stessa situazione, nello stesso clima che dall'esplodere del caso Odasso in poi, ha caratterizzato la sua Giunta e la gestione dell'Assessorato: le persone sono le stesse, i protagonisti sono gli stessi e gli stessi rimangono i dubbi e le preoccupazioni su una gestione che non si è preoccupata di dare una risposta trasparente agli interessi della Regione e che si è piegata ad altre cose.
Questa è la valutazione che noi ne ricaviamo e il senso del giudizio che dalla sua risposta noi traiamo.



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo chiede la parola per una breve replica.



MARCENARO Pietro

Il Presidente non ha diritto a replicare.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma una breve replica alle interrogazioni e alle interpellanze è una prassi che ormai è inserita nel Regolamento. Dopo non c'è più replica da parte dell'interrogante.



MARCENARO Pietro

Dico solo che non rientra nel Regolamento; l'ascolto volentieri, ma non rientra nelle regole.



PRESIDENTE

Io penso il contrario. Comunque, Presidente Ghigo, le do la parola.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Credo chi poter dire che abbiamo preso tutti conoscenza della nuova linea di comunicazione del partito di opposizione in questo Consiglio regionale sul tema della sanità, perché mi sembra che ormai questa sarà il nuovo tormentone. Galante, preparati, perché mi sembra di aver colto, nella valutazione che il Consigliere Marcenaro dà di questa vicenda, questo elemento.
Voglio anche aggiungere che, dal punto di vista operativo, naturalmente non rinnego in nulla la nomina del dott. Morgagni e voglio solo ricordare perché la Giunta è un organo collegiale - che io ho sottoscritto convintamente una nomina che mi è stata proposta dall'Assessore Galante.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo spazio relativo alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento: Esercizi provvisori

Iscrizione ed esame del disegno di legge n. 622 "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2004"


PRESIDENTE

Colleghi, comunico che è giunta tempestivamente una richiesta di inversione dei punti all'o.d.g..
Il Consigliere Angeleri chiede di esaminare il punto 5) Proposta di legge al Parlamento n. 588 "Modifica dei commi 2 e 3 dell'articolo 51 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali)" (richiamato ai sensi dell'articolo 34 Regolamento) prima del punto 4) Proseguimento esame testo unificato disegno di legge n. 306, proposte di leggi n. 250, n. 308, n. 65 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza".
Ripeto che la richiesta è giunta tempestivamente in apertura di seduta e che la porremo in votazione quando si tratterà il punto 4).
Chiedo all'Aula di iscrivere il disegno di legge n. 622: "Proroga dell'autorizzazione dell'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2004", licenziato questa mattina dalla competente Commissione. Se l'Aula acconsente, lo diamo per iscritto.



(L'Aula tacitamente acconsente)



ANGELERI Antonello

Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Per che cosa? Ho commesso qualche imprecisione?



ANGELERI Antonello

No, Presidente. Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.
Comprendo l'urgenza del provvedimento di cui è relatore il collega Gallarini, però vorrei avere la garanzia, vista la lettera del Presidente Ghigo e visto quanto si è detto in questi giorni, che oggi fosse trattato l'argomento del terzo mandato.



PRESIDENTE

Ha sentito la mia dichiarazione in apertura? Io ho detto che la richiesta era stata ritualmente depositata.
Lei cosa chiede, Consigliere Angeleri? Chiede che si tratti al punto 4). Quindi, quando si arriverà al punto 4) all'inizio del pomeriggio voteremo la richiesta di inversione e quindi la trattazione automatica.
Passiamo quindi al disegno di legge n. 622.
Il relatore è il Consigliere Gallarini, che ha pertanto facoltà di intervenire.



GALLARINI Pierluigi, relatore

La relazione è brevissima. Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge in oggetto ha per scopo la proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 2004 al fine di garantire la continuità nella gestione finanziaria della Regione.
La legge regionale di contabilità prevede che il Consiglio possa autorizzare l'esercizio provvisorio per periodi non superiori a quattro mesi. L'articolo 1 propone di prorogare l'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2004 sino al 30 aprile 2004.
La legge in vigore, che era stata approvata prima dell'interruzione delle vacanze natalizie, quindi ancora nel 2003, prevedeva come termine ultimo il 29 febbraio.
La prima Commissione consiliare ha licenziato a maggioranza il testo del disegno di legge e lo ha rimesso all'Aula per la sua sollecita approvazione.
Gli articoli sono due. L'articolo 1 prevede che il termine ultimo per l'esercizio provvisorio vada al 30 aprile, che è il termine massimo, quindi 2 mesi di proroga. L'articolo 2 prevede l'urgenza per quanto riguarda il disegno di legge presentato dalla Giunta con l'Assessore Pichetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, noi voteremo contro alla richiesta di proroga per ragioni politiche, e non perché non si veda la necessità di adottare un provvedimento di proroga, in quanto è del tutto evidente che non siamo in condizioni di approvare il bilancio e la legge finanziaria entro la scadenza del mese di febbraio.
Tuttavia la questione, secondo me, merita di essere discussa, perch non può diventare un metodo consolidato il fatto che questa Regione sistematicamente approvi il bilancio e la legge finanziaria nel mese di febbraio-marzo (quest'anno addirittura ad aprile) dell'anno successivo.
Passi il fatto che si vada all'esercizio provvisorio l'anno in cui si sono svolte le elezioni, e in allora voi motivaste la proroga con questo argomento. Ma che ormai, sistematicamente, si sia costretti a far ricorso all'esercizio provvisorio, che quest'anno addirittura ci porterà a votare il bilancio nel mese di aprile, francamente mi sembra di per sé un problema che pone e implica un giudizio politico nei confronti di questa Giunta e di questa maggioranza di governo, che fa dell'esercizio provvisorio un fatto ordinario e non più straordinario.
Approfitto anche per porre una questione, che ho posto questa mattina in Commissione, che mi sembra dia anch'essa la misura di una certa confusione, di un certo pressapochismo, di una certa improvvisazione.
La Giunta ha annunciato di volere presentare in questi giorni un collegato alla legge finanziaria. L'ha annunciato 15 giorni fa e ancora oggi non sappiamo se verrà presentato.
Io mi sono permesso, a nome del gruppo DS, di sollecitare la presentazione di questo provvedimento. Per quanto ci riguarda, in ogni caso, vorremmo che fosse chiaro un punto, cioè che se verrà presentato il collegato alla finanziaria che avete annunciato, la discussione dovrà procedere contestualmente. Non potete pensare che sia possibile discutere oggi la proroga, presentare a febbraio il collegato alla legge finanziaria e non insieme alla legge finanziaria, come sarebbe stato necessario, e ritenere che questa discussione possa svolgersi magari sotto la spada di Damocle del rispetto dei tempi.
Per questo motivo, nel riaffermare la nostra critica nei confronti del fatto che la maggioranza è costretta per la seconda volta a proporre una proroga, che ci porterà fino ad aprile, vi invito a presentare al più presto il collegato alla legge finanziaria, perché per quanto ci riguarda si tratterà di una discussione unitaria e complessiva.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito. Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Il nostro voto in aula sarà contrario, come abbiamo già avuto occasione di esprimere in Commissione.
La cosa che però ci lascia abbastanza stupefatti è l'assordante silenzio della maggioranza su un provvedimento come questo. Non è cosa da poco che rispetto all'ultimo bilancio significativo che la Regione presenterà prima della scadenza della legislatura - che è quello di quest'anno, perché il bilancio dell'anno prossimo è un bilancio di sei mesi non solo si sia chiesta una prima autorizzazione all'esercizio provvisorio fino alla fine del mese di febbraio, ma che adesso si chieda addirittura di allungare i tempi di due mesi.
Ciò crea una serie di situazioni complesse. Innanzitutto una difficoltà nel potere leggere ed individuare le linee di governo reali e sostanziali di questa amministrazione, che già da molto tempo ha abdicato ogni forma di legge di programmazione.
In mancanza del bilancio, della legge finanziaria ed anche del documento di programmazione economico-finanziario, che dovevano essere i grandi elementi di novità che venivano introdotti all'interno del nostro ordinamento regionale, e in assenza del testo del bilancio di previsione, è impossibile avere qualsiasi notazione di qualsiasi genere su forme di programmazione ed interventi significativi che questa Giunta intende assumere, nonché su come intenda andare verso le elezioni.
Se manca la programmazione forse ci sarà un problema consistente perché si è incapaci di programmare. Ci può essere anche un'altra opzione: che si sceglie di non programmare e di non rendere evidente in modo trasparente quali sono le scelte di governo dell'ultimo anno, perché alla programmazione si preferisce una linea di intervento e di distribuzione degli investimenti un po' a pioggia e magari dei contributi in direzioni significative, avviandosi così nel modo più tradizionale possibile - anzi riprendendo le parti non migliori ma peggiori della prima Repubblica alla campagna elettorale.
Questa è senz'altro un'ipotesi ampiamente in campo. Quindi noi riteniamo che questo sia un atto grave, assolutamente negativo e che vada stigmatizzato, tanto più nei confronti delle amministrazioni comunali e provinciali del Piemonte che si apprestano al voto in primavera e che hanno già dovuto dotare i loro bilanci in assenza di qualsiasi strumento regionale e in assenza di qualsiasi indicazione per quanto li riguarda.
Ci pare quindi che sia doppiamente grave, da un punto di vista generale e grave nei confronti degli enti locali piemontesi, rispetto ai quali dovremmo dare risposte significative. Quindi il nostro è un voto convintamene contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Credo che siamo di fronte a un fatto estremamente grave che, purtroppo passa sotto il silenzio dei media che, forse, non si sono accorti che il Piemonte, dopo due mesi, non solo non ha ancora un bilancio, ma neanche avviato la discussione sul bilancio.
Forse, se parlavamo di calcio o di formazioni, di Ghigo si parlava, ma di un problema di questo genere molto meno. Invece esprime una incapacità di governo da parte di questa Giunta e un metodo di Governo che è estremamente preoccupante.
La responsabilità del fatto che il primo esercizio provvisorio è stato varato in Giunta prima ancora del bilancio o contemporaneamente al bilancio è chiaramente della Giunta. La Giunta si è messa in condizione di non presentare il bilancio entro fine anno recludendosi la possibilità di discuterlo e approvarlo entro fine anno. L'ha presentato gli ultimi giorni dell'anno, con il risultato di dover andare all'esercizio provvisorio.
Si poteva essere facili profeti nel dire che quell'esercizio provvisorio, varato per il 29 febbraio, non sarebbe stata rispettato, per la realtà è ben peggiore di quelle che potevano essere le più fosche previsioni.
A oggi, cioè all'ultima settimana di febbraio, siamo nella situazione in cui la Commissione di merito del bilancio, la prima, non si è ancora mai riunita per discuterne.
Abbiamo visto passare tutto il tempo dell'esercizio provvisorio e non si è ancora riusciti a portare la discussione nella Commissione di merito.
Sicuramente, non perché le altre Commissioni hanno discusso a lungo alcune Commissioni hanno varato il provvedimento in una riunione, altre hanno impiegato due o tre sedute, ma il tempo complessivo dedicato dalle Commissioni non è un tempo lungo. In ogni caso, laddove è stato fatto del lavoro, ha richiesto un tempo assolutamente necessario.
Però una Commissione, quella più importante, non ha ancora valutato le questioni di merito e, ovviamente, non ha avviato neanche la discussione in generale né sulla legge finanziaria, né sul bilancio.
Mi sembra una situazione incredibile, che dimostra una insensibilità verso gli altri livelli amministrativi e verso la comunità piemontese perché siamo in una situazione in cui sicuramente ci sarebbe bisogno di governo, di una presenza del governo.
Siamo la Regione del Nord che ha più problemi economico-sociali, quindi in questa situazione siamo maggiormente penalizzati e incapaci di affrontare i problemi.
Non credo che le altre Regioni del nord siano al nostro livello probabilmente molte di loro hanno già approvato il bilancio. Noi, invece siamo ancora in una fase di lunghissima attesa.
Se c'è una responsabilità di questo ritardo è della maggioranza.
Nell'intervento successivo, il Consigliere Cattaneo dirà che non c'è stato tempo, che abbiamo dovuto discutere di altro, ma chi decide il calendario chi decide le priorità è la Giunta, è la maggioranza, non la minoranza.
La maggioranza ha deciso che approvare o non approvare il bilancio in un tempo decente è un'ipotesi cui non è interessata, quindi si può vedere se lo si fa entro il 30 aprile, dopodiché poi si vedrà.
Questo atteggiamento deve essere denunciato, le cui gravi conseguenze sono pagate dai piemontesi, in particolare da quelli che sono in una situazione più difficile a causa delle difficoltà economico-sociali, cui avevo già accennato prima che la nostra Regione vive.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo.
Ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Il collega Papandrea voleva addirittura prevedere il contenuto del mio intervento, ma do atto che lui si è un po' redento rispetto a quanto mi aveva detto in corridoio, perché mi aveva detto: "Farò un intervento durissimo perché il Piemonte è l'unica regione nel Paese che non si è ancora dotata di bilancio e proroga l'esercizio provvisorio alla data massima del 30 aprile".
E' vero che non dobbiamo guardare cosa succede nelle altre regioni perché siamo amministratori del Piemonte. Siamo, nella fattispecie un'Assemblea legislativa, quindi il Consiglio regionale della Regione Piemonte. Però, per amore di verità, sono andato a fare una verifica e ho riscontrato che, se togliamo le due Regioni a Statuto speciale, da un lato e la Regione virtuosa per eccellenza, la Lombardia dall'altro, la maggior parte delle Regioni, allo stato attuale, non hanno ancora approvato il bilancio, ma questo poco importa, è solo per inserire in un quadro di realtà la situazione.
Non voglio dire che "Va tutto bene, Madama la Marchesa", o, come diceva prima il collega Papandrea, anticipando il mio intervento: "Ci dirà che abbiamo avuto tanto da fare". Voglio fare alcune riflessioni, a mia volta da uno scenario di maggioranza e sulla base della responsabilità di chi sostiene il Governo regionale.
Innanzitutto, non corrisponde al vero che la Giunta regionale ha approvato un disegno di legge di esercizio provvisorio, con scadenza al 29 febbraio del 2004, in assenza di un documento di bilancio.
La Giunta ha approvato un disegno di legge e di esercizio provvisorio che poi l'aula ha confermato nel dicembre del 2003, successivamente all'approvazione di un disegno di legge di bilancio e di legge finanziaria ed è un primo punto, anche questo per amore di verità. Non si potrebbe fare diversamente, anche se ammetto che, nel corso di questa legislatura, per una fattispecie, questo è avvenuto.
Il bilancio della Regione è un bilancio importante, ricordavano altri colleghi. Questo, di fatto, è l'ultimo bilancio operativo, salvo proroghe come piacerebbe dire al mio collega ed amico Gallarini, ma sono sicuro interpretando anche l'aspirazione degli altri cinquantotto colleghi - poi mi permetto di introdurre i tre Assessori esterni, magari non è rilevante il loro pensiero, ripeto, salvo proroghe al 2006 - che questo è l'ultimo bilancio pieno della Regione.
E' un bilancio significativamente importante, l'Assessore Pichetto lo sa e lo sanno coloro che hanno avuto modo di valutarlo e di leggerlo - io l'ho fatto e sono certo che anche altri colleghi l'hanno fatto - su aspetti importanti che sono il completamento di alcune azioni della Regione, quindi dell'Amministrazione regionale, che si sono avviati da subito, fin dal primo anno di governo, quindi dal 2000-2001, e alcune scelte importantissime, tra cui quella della prosecuzione del finanziamento nell'ambito dell'edilizia sanitaria del nuovo ospedale di questa città e di questa Regione (Molinette 2). Aveva avuto un percorso impegnativo, collega Papandrea, in Commissione di merito. E' vero che abbiamo dedicato del tempo, in questo anno importante, essendo anche impegnati sullo Statuto.
Non voglio trincerarmi dietro un impegno parallelo o in Commissione speciale per lo Statuto, ma non vedo così grave una prosecuzione dell'esercizio provvisorio al 30 aprile.
Se noi (come maggioranza, l'avremmo prospettato al Presidente del Consiglio regionale in una sede trasparentissima che è quella della Conferenza dei Presidenti di Gruppo) dovessimo arrivare, (da qui a fine aprile, quindi al termine ultimo, prima dell'inizio della campagna elettorale, che ci vedrà impegnati, in quanto dirigenti delle forze politiche che rappresentiamo a livello istituzionale all'interno di questo Consiglio, rispettivamente ognuno la sua) entro il 30 aprile, ad approvare senz'altro il Bilancio - su questo farò un inciso - e anche lo Statuto della Regione, almeno in prima lettura, credo che avremmo fatto una programmazione utile che disinnesca quelle teorie di estrema gravità di dotare la Regione di un bilancio con grande ritardo. Anche perché, come i Consiglieri certamente sapranno, sulla spesa corrente non ci sono problemi l'Amministrazione regionale sta operando in dodicesimi e non abbiamo fermato il Piemonte.
Faccio un ulteriore inciso: non è corretto dire che noi inficiamo il proseguo dei lavori dei Consigli comunali e dei Consigli provinciali per dotare i Comuni e le Province del Piemonte di un bilancio, perché il termine ultimo è il 30 aprile 2004 e la maggior parte dei Consigli provinciali non si sono ancora dotati di un bilancio. Certamente non perch la Regione lo impedisca, ma semplicemente perché tendono anch'essi al termine ultimo del 30 aprile 2004 relativamente ad un bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2004.
Di fatto non é che qui è tutto bloccato, come ho sentito in alcuni interventi. Nella programmazione abbiamo deciso di andare avanti anche con la Commissione Speciale per lo Statuto, perché abbiamo anche questo obiettivo e l'Amministrazione sta pienamente operando: il Piemonte ha le sue risposte sia in termini di esigenza delle comunità che di esigenze di questo territorio. E' vero che c'é una responsabilità nel non avere approvato il bilancio entro il 31 dicembre ed entro il 29 febbraio. Noi lavoreremo per cercare di approvarlo al più presto e non arrivare all'ultimo giorno del 30 aprile. Può anche darsi che con un lavoro costruttivo e corretto nell'interesse del Piemonte e dei piemontesi magari, entro qualche settimana, riusciremo ad approvare il bilancio della Regione. Ben facciamo ad approvare l'esercizio provvisorio entro il termine massimo del 30 aprile, e per quanto ci riguarda ci impegneremo per dotare la Regione Piemonte di un bilancio al più presto, nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1.
Il Consiglio approva ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2.
Il Consiglio approva Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri Hanno votato Sì 29 Consiglieri Hanno votato NO 7 Consiglieri Si è astenuto 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio

Mozione n. 889 "Tutela del made in Italy" presentata dai Consiglieri Ronzani, Pichetto Fratin, Cota, Angeleri, Riggio, Palma, Tapparo, Mercurio Suino, Morioni, Papandrea, Placido, Giordano, Mellano, Riba, Cattaneo Muliere, Costa Enrico, Manica, Galasso, Gallarini, Saitta, Marcenaro Tomatis, Chezzi, Caracciolo, Botta Marco


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 3) all'o.d.g.: mozione n. 889 "Tutela del made in Italy" presentata dai Consiglieri Ronzani, Pichetto Fratin, Cota, Angeleri Riggio, Palma, Tapparo, Mercurio, Suino, Morioni, Papandrea, Placido Giordano, Mellano, Riba, Cattaneo, Muliere, Costa Enrico, Manica, Galasso Gallarini, Saitta, Marcenaro. Tomatis, Chezzi, Caracciolo, Botta Marco C'è un consenso generalizzato su questa mozione in quanto firmata da tutti i Consiglieri.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla mozione n. 889, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la globalizzazione ed i processi di liberalizzazione stanno modificando profondamente lo scenario degli scambi internazionali in cui sono chiamati a competere i prodotti made in Italy e, più in genere, il sistema di piccole e medie imprese del nostro Paese in questo contesto assumono sempre maggiore importanza le politiche nazionali e comunitarie con le quali valorizzare i prodotti tipici del made in italy la difesa e la valorizzazione del made in Italy passa anche attraverso una lotta ferma ai fenomeni di contraffazione uno dei modi attraverso i quali salvaguardare il "made in italy" è quello di rendere obbligatoria l'indicazione dei Paesi di origine dei prodotti nonché la tracciabilità del processo produttivo appaiono assolutamente inadeguate sia la proposta di apporre sui prodotti il marchio made in Ue, che la proposta di limitare l'obbligo di etichettatura solo ai prodotti importati mantenendo invece la facoltatività di etichettatura per quelli europei considerato che le produzioni made in Italy si fondano sulla capacità di coniugare la creatività, l'innovazione di processo e di prodotto con il fattore umano il rispetto dei diritti e le capacità professionali nell'era della globalizzazione dei mercati e delle produzioni l'utilizzatore finale potrà apprezzare pienamente i prodotti che acquista solo se verrà messo nella condizione di individuare esattamente dove si sono svolte le principali fasi del processo produttivo e, quindi, le loro caratteristiche rilevato che l'attuale disciplina comunitaria è assolutamente inadeguata e non sufficiente a garantire la trasparenza delle fasi che hanno caratterizzato il processo produttivo, la difesa e la valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità nonché una puntuale informazione all'utilizzatore finale e che, sull'insieme di questi problemi, dovrà pronunciarsi la Commissione Europea chiamata ad assumere decisioni vincolanti per tutti i Paesi dell'Unione vista la petizione "Made in Italy DOC" promossa dalla Camera di Commercio dall'Unione Industriale, dalle Associazioni degli artigiani e dalla Organizzazioni Sindacali della provincia di Biella e già sottoscritta, tra gli altri, da numerose aziende e da autorevoli rappresentanti delle istituzioni locali condivise le finalità del predetto documento e sottolineata la necessità di una forte iniziativa in sede europea a sostegno del made in italy da parte delle istituzioni e del governo italiano impegna il Presidente del Consiglio e della Giunta regionale del Piemonte ad intervenire direttamente nei confronti del Governo italiano e sulla Commissione europea affinchè: venga introdotto l'obbligo di etichettatura sull'origine dei prodotti - sia comunitari che extracomunitari - e, per quanto riguarda i prodotti Ue l'obbligo di apporre una etichetta che valorizzi prima la provenienza nazionale e poi quella europea del prodotto, per esempio per i prodotti italiani l'etichetta made in italy / Ue le risorse nazionali stanziate a sostegno del "made in italy" vengano destinate esclusivamente a quei prodotti il cui ciclo produttivo si svolge con assoluta e documentata prevalenza nel nostro Paese e siano previste adeguate sanzioni nei confronti di illeciti e ingannevoli utilizzi".
Il Consiglio approva


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Richiesta di inversione del punto 5) all'o.d.g.: Proposta di legge al Parlamento n. 588 "Modifica dei commi 2 e 3 dell'articolo 51 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali)" (richiamato ai sensi dell'articolo 34 Regolamento) con il punto 4) all'o.d.g.: Proseguimento esame testo unificato disegno di legge n. 306, proposte di leggi n. 250, n. 308, n. 65 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza"


PRESIDENTE

Il Consigliere Angeleri, a nome dell'UDC, ha chiesto un'inversione dei punti all'o.d.g. Ha chiesto di trattare prima il punto 5): proposta di legge al Parlamento n. 588 "Modifica dei commi 2, e 3 dell'articolo 51 del decreto legislativo 18 agosto 2000, 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali)" Su tale richiesta può intervenire un Consigliere a favore e uno contro.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

La nostra richiesta è dovuta ai tempi di questa vicenda sempre più brevi perché le elezioni si avvicinano ed è dovuta al fatto che abbiamo visto alcune manifestazioni di parlamentari, di tutte le forze politiche esprimersi in questa direzione. Solo questa mattina ho appreso dai giornali che il Presidente Ghigo ha scritto una lettera, in particolare per i comuni sotto i 1000 abitanti, per far sì che si intervenga. Il motivo, lo capiamo è dovuto unicamente al fatto che il personale politico, nei comuni piccoli in particolare in un territorio come quello della Regione Piemonte, è difficilmente reperibile. La richiesta è estremamente esplicita e chiara: laddove c'é un comune piccolo, siano gli elettori a decretare se il sindaco in carica ha svolto un buon lavoro o meno e non sia una legge che in questo caso troviamo profondamente ingiusta. I politici piemontesi sono favorevoli affinché questa proposta possa passare. La proposta è aperta l'abbiamo presentata noi come Gruppo, ma chi la vuole firmare può farlo in qualsiasi momento. Chiediamo di approvarla in tempi brevi, affinché questa ulteriore sollecitazione possa servire affinché il Parlamento esamini, una volta per tutte, in modo definitivo, questa possibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

La mia e la nostra posizione è contraria all'inversione, per una questione esclusivamente di metodo.
Il provvedimento sulla sicurezza per la maggioranza e per la Giunta è un provvedimento di legislatura, un provvedimento bandiera. Riteniamo che continuare a massacrarlo con introduzioni, fermi e stop, dopo circa sette mesi che il provvedimento è consegnato all'aula, ha quasi un significato politico, per noi inaccettabile. Non entriamo nel merito del provvedimento sollecitato dal Consigliere Angeleri perché abbiamo tutta la disponibilità a trattarlo non appena esaurito il provvedimento sulla sicurezza. Dirò di più. Proprio perché siamo persone dotate di buon senso, anche nella giornata di oggi, qualora il provvedimento sulla sicurezza vada avanti per tre, quattro ore, quindi raggiunga almeno lo svolgimento di un po' di articoli, noi saremmo disponibili ad aprire, a fine Consiglio, anche una piccola finestra, di mezz'ora tre quarti d'ora, riferita al provvedimento Angeleri. Tuttavia chiediamo che, in questo momento, si segua l'o.d.g.
stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo e si arrivi, prima possibile, al termine del provvedimento sulla sicurezza.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante proce dimento elettronico, sull'inversione dei punti all'o.d.g..
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La sedute termina alle ore 13.17)



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