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Dettaglio seduta n.432 del 10/02/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.45 il Vicepresidente Toselli comunica che i Capigruppo in sala dei Presidenti, riceveranno una delegazione di famiglie residenti in Via Pietro Cossa 293/40 e che il Consiglio avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Cantore, Casoni, Chiezzi Costa Enrico, Ferrero e Rossi Giacomo.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Con decreto n. 9, del 10 febbraio 2004, il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la seduta antimeridiana di martedì 10 febbraio 2004, all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione n. 2460, dei Consiglieri Angeleri, Costa Rosa Anna Scanderebech, Tomatis, inerente a: "Svuotamento del lago Borgarino di San Gillio"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 2) all'o.d.g. "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".
Esaminiamo l'interrogazione n. 2460, dei Consiglieri Angeleri, Costa Rosa Anna, Scanderebech e Tomatis, inerente a: "Svuotamento del lago Borgarino di San Gillio" La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Il lago Borgarino di San Gillio è parte integrante del Sito di interesse comunitario "Monte Musiné - Laghi di Caselette", interessante parte dei territori dei Comuni di Caselette, Almese, San Gillio, Val della Torre.
Il Sito ha una superficie complessiva di 1524 ettari, di cui 781,8 di proprietà comunale e 742,5 di proprietà privata. Il settore che ricomprende il lago di Borgarino ha una superficie di 27 ettari tutti di proprietà pubblica.
Il lago Borgarino (3,7 ettari circa), realizzato nel XIX secolo come bacino di accumulo per l'agricoltura, è completamente ricompreso in Comune di San Gillio, che ne è il proprietario ed è stato inserito nell'elenco dei siti di interesse comunitario per la presenza di specie palustri flogistiche e faunistiche e di habitat segnalati negli allegati della direttiva 92/43/CEE (Habitat).
E' un bacino di limitata profondità, il cui utilizzo è disciplinato con delibera del Consiglio comunale n. 97 del 24 luglio 1987. Il Regolamento prevede attività di fruizione anche attraverso la realizzazione di un'area attrezzata, la pesca sportiva, l'uso irriguo e impieghi di emergenza della Protezione Civile.
La gestione è effettuata dal Comune tramite una Commissione di cui fanno parte tre rappresentanti del Consiglio comunale, un rappresentante delle Associazioni Protezionistiche, un rappresentante delle Associazioni degli Agricoltori, un rappresentante delle Associazioni dei Pescatori locali, un rappresentante delle Associazioni venatorie, un rappresentante degli insegnanti degli Istituti scolastici locali.
L'area è vietata alla caccia; la Provincia di Torino vi ha individuato una zona di protezione "Oasi n. 22 Laghi di Caselette e Lago di San Gillio", affidandone la gestione con convenzione all'Associazione naturalistica "Le Gru" (deliberazione della Giunta provinciale n. 396 172495 del 27 ottobre 1999).
L'Amministrazione comunale ha elaborato una bozza di convenzione con la stessa Associazione per affidarle compiti di manutenzione, di controllo della fruizione e di monitoraggio dell'assetto naturalistico per verificarne l'evoluzione e, quindi, definire tempestivamente interventi di riassetto.
La problematica maggiore che influisce maggiormente sulle specie e sugli habitat del lago è la sua limitata profondità; quest'ultima condizione costituisce una forte limitazione nei periodi di siccità in cui vanno in asciutta ampie superfici del lago che vengono rapidamente colonizzate dalla vegetazione (salici, pioppi, giunchi, ecc), mentre le acque raggiungono livelli di eutrofizzazione tali da limitare fortemente la popolazione di pesci.
Tale problematica è stata analizzata nell'ambito del Piano di Gestione Naturalistica del Sito redatto dall'IPLA nel 2002. Facendo riferimento a quanto rilevato nel 2001, in cui già si era verificata, per la siccità, una forte diminuzione del livello delle acque, il Piano propone interventi di dragaggio in zone meno importanti dal punto di vista naturalistico: settore nord-occidentale (lungo la strada) e nord-orientale (presso il terrapieno).
Non sono previsti interventi di dragaggio verso le sponde orientali e meridionali, basse e degradanti, che ospitano cenosi vegetali specializzate e rare. Il Piano prevede, inoltre, interventi di limitazione delle specie forestali ed arbustive che tendono ad espandersi eccessivamente sulle sponde e sulle superfici che più frequentemente vanno in asciutta.
Indicazioni in tal senso erano già state comunicate al Comune di San Gillio nel 2002 (nota n. 7806/21.5 del 22 aprile 2002), in previsione di interventi di riassetto idraulico ed idrogeologico da realizzarsi sull'intero territorio comunale e previsti a seguito dell'evento alluvionale del mese di ottobre 2000. Tali interventi sono stati finanziati ed approvati dalla Regione Piemonte e sono, tra l'altro, consistiti nella sistemazione del canale scolmatore e quindi del Rio Secco fino al torrente Casternone che costituiscono il sistema di drenaggio delle acque del lago di Borgarino e nella reimpostazione del livello massimo del lago (troppo pieno) che è stato abbassato di circa 20 cm per garantire condizioni di maggiore sicurezza agli argini che parzialmente delimitano il lago. Tale operazione è stata realizzata attraverso l'apertura di una "finestra" nell'edificio che ospita le paratoie di controllo delle acque del lago.
Nell'ambito dello studio realizzato per definire gli interventi di riassetto idraulico e idrogeologico del territorio comunale di San Gillio è stato previsto che lo stesso debba svolgere funzioni di laminazione delle piene; in tale prospettiva il livello massimo delle sue acque non potrà mai superare la quota (- 20 cm) dal livello del troppo pieno.
Circa la situazione verificatasi nel 2003, il Settore Pianificazione Aree protette ha disposto verifiche specifiche attraverso il personale dell'Ente di gestione del Parco Regionale La Mandria, le Guardie Ecologiche Volontarie della Provincia di Torino, il personale dell'IPLA e il Comune di San Gillio stesso.
Da una valutazione complessiva di quanto è stato rilevato, si pu affermare che l'abbassamento di circa 2 metri del livello delle acque del lago, registratori nell'estate 2003, e che ha raggiunto il massimo il giorno 8 settembre sia da addebitarsi da un lato all'eccezionale periodo di siccità che ha caratterizzato la tarda primavera e quasi tutto il periodo estivo, dall'altro all'interruzione di un sifone di alimentazione del lago collegato con i bacini superiori (lago Bonino) rimasto danneggiato durante alcuni lavori di sistemazione della strada comunale che delimita parte del lago. Dal mese di giugno è stato monitorato quindi un abbassamento progressivo del livello da 1 a 2 cm al giorno.
Le paratoie del canale scolmatore non risulta siano mai state aperte in questo periodo in quanto il livello dell'acqua è stato costantemente più basso del livello di sfioro minimo.
Il livello delle acque ha ricominciato a crescere dal giorno 8 settembre 2003, quando una perturbazione particolarmente intensa ha fatto alzare il livello di circa 50 cm; attualmente il lago è ai livelli massimi consentiti (- 20 cm dal livello del troppo pieno); nel contempo è stata ripristinata dal Comune la funzionalità del sifone di alimentazione.
A seguito della recente approvazione da parte del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio delle Linee guida per la redazione dei Piani di gestione dei Siti della Rete Natura 2000, è in corso di revisione il Piano a suo tempo approvato per il Sito "Monte Musiné e Laghi di Caselette"; in tale ambito saranno definite le operazioni necessarie per garantire la conservazione dei valori naturalistici del Lago di Borgarino e le competenze per la sua gestione.
Il Comune di San Gillio e l'Associazione naturalistica "Le Gru", fino a tale momento e come indicato nella nostra nota n. 7806/21.5 del 22 aprile 2002, sono stati invitati ad osservare le indicazioni della bozza di Piano di gestione e ad agire in stretto collegamento con i tecnici dell'I.P.L.A.
e del personale del Parco regionale La Mandria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Rosa Anna Costa per la replica.



COSTA Rosa Anna

Ringrazio l'Assessore Cavallera e chiedo cortesemente il testo della risposta. Grazie.


Argomento:

Risposta scritta alle seguenti interrogazioni ed interpellanze:

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 1974 del Consigliere Chiezzi, inerente a "Criteri per il mantenimento di persone anziane non autosufficienti in residenze assistenziali" (risposta scritta)

Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 2483 del Consigliere Giordano, inerente a "Insediamento a Cuceglio (TO) della discarica del Canavese"(risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2502 dei Consiglieri Contu e Papandrea, inerente a "Situazione occupazione presso l'Azienda Antico Forno di Borgolavezzaro (NO)" (risposta scritta)

Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione n. 2545 del Consigliere Giordano, inerente a "Valorizzazione e recupero funzionale della ex Manifattura di Cuorgnè" (risposta scritta ex articolo 89, comma 8 del Regolamento consiliare)

Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2582 del Consigliere Contu, inerente a "Accordo integrativo su incarichi ad alta professionalità" (risposta scritta ex articolo 89, comma 8 del Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

Comunico che è stata concordata risposta scritta all'interpellanza n.
1974 del Consigliere Chiezzi, inerente a "Criteri per il mantenimento di persone anziane non autosufficienti in residenze assistenziali" Non essendo presenti in aula gli interroganti, verrà data, ex articolo 89 comma 8, del Regolamento, risposta scritta alle seguenti interrogazioni e interpellanze: n. 2483 del Consigliere Giordano, inerente a "Insediamento a Cuceglio (TO) della discarica del Canavese" n. 2502 dei Consiglieri Contu e Papandrea, inerente a "Situazione occupazione presso l'Azienda Antico Forno di Borgolavezzaro (NO)" n. 2545 del Consigliere Giordano, inerente a "Valorizzazione e recupero funzionale della ex Manifattura di Cuorgnè" n. 2582 del Consigliere Contu, inerente a "Accordo integrativo su incarichi ad alta professionalità".
Sull'ordine dei lavori, chiede di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Presidente, visto che fortunatamente, dopo quattro settimane, è stata calendarizzata un'interrogazione del mio Gruppo, peraltro diversa rispetto a quella che avevo presentato, chiederei se fosse possibile non seguire l'ordine delle interrogazioni così come trasmesso dalla Segreteria generale della Giunta, ma consentire all'Assessore Galante di rispondere all'interrogazione n. 2594 del Gruppo Radicale per ragioni di ordine generale.



PRESIDENTE

Certo, Consigliere Palma.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Tossicodipendenza

Interpellanza n. 2594 dei Consiglieri Palma e Mellano, inerente a "Attuazione del decreto legislativo n. 230/99 e caso Vallette"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2594, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano.
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

L'Assessore risponderà nel dettaglio, spero in modo soddisfacente, ai quesiti posti dall'interpellanza. In sede di illustrazione, mi limito a segnalare come, almeno rispetto alla materia delle tossicodipendenze, il problema del trattamento dei detenuti all'interno degli istituti di pena diventa a tutti gli effetti problema e urgenza della programmazione sanitaria regionale. Nei limiti del possibile - questo vale per le Vallette, ma vale anche per altri istituti di pena - ciò è avvenuto secondo un criterio di continuità rispetto agli interventi, ai programmi e ai "protocolli di cura" che nel corso di questi anni sono stati sperimentati dalla medicina penitenziaria quasi sempre con forme di condizionamento esterno e che, in alcuni casi - ed è appunto il caso del carcere delle Vallette - hanno dato anche risultati positivi, perché si integravano all'interno di un percorso di cura a più livelli che, ad esempio, alle Vallette vedeva partire il trattamento dalle sezioni di primo livello e innescare un percorso complessivo che giungeva fino a sezioni speciali come quelle della comunità arcobaleno.
L'interrogazione che noi abbiamo posto riguarda in particolare il caso delle Vallette, ma segnala un problema un po' più generale di organizzazione dei servizi di cura delle tossicodipendenze all'interno del carcere, con la specificità che la tossicodipendenza carceraria ha rispetto alle altre forme di tossicodipendenza.
Se un errore hanno fatto storicamente i servizi è stato quello di immaginare un'unica tipologia di tossicodipendente per avere un'unica tipologia di trattamento. Questo è un modello che è tragicamente fallito e che è stato poi progressivamente e timidamente innovato.
Non si può trattare la tossicodipendenza da strada come quella curata sul piano ambulatoriale, non si può ritenere che la domanda di cura dei tossicodipendenti che sono detenuti e che quindi hanno, anche dal punto di vista clinico, un rapporto obiettivamente diverso con la propria dipendenza venga soddisfatta con le modalità più tradizionali o più utilizzate all'interno dei servizi territoriali.
Quindi proprio noi, che storicamente abbiamo chiesto ai servizi territoriali di assestarsi più pesantemente sui trattamenti farmacologici che fino a pochissimi anni fa nella nostra Regione, ma in realtà nel nostro Paese, non erano praticamente utilizzati e di utilizzare in maniera molto pesante anche trattamenti di mantenimento, medicalizzando il più possibile il trattamento di tossicodipendenti, segnaliamo come questo modello all'interno di un percorso di cura della tossicodipendenza carceraria mostri inevitabilmente la corda. In linea teorica, in linea reale non è così, si tratta di tossicodipendenti separati repressivamente dalla sostanza, perché in teoria in carcere non entrano le droghe, anche se in realtà vi entrano lo stesso, ma in modo diverso e sono assunte in un modo diverso. Questo per illustrare il quadro generale della nostra interrogazione.
Io so che una qualche soluzione è stata studiata ed approntata e già "realizzata" sul carcere delle Vallette. Temo che noi non possiamo affrontare questo problema con soluzioni spotting a situazioni di emergenza; dobbiamo reimmaginare e reinventare complessivamente questa modalità di intervento, avendo ben chiaro che quanto più medicalizzeremo il percorso di trattamento dei tossicodipendenti in carcere, tanto più non daremo soddisfazione ad una domanda di cura molto pesante (il 30% dei detenuti è tossicodipendente) ma, esattamente al contrario, daremo la risposta sbagliata ad una domanda giusta.
Daremo, cioè, una risposta ambulatoriale, fra virgolette, ad una domanda che non può essere trattata secondo un modello ambulatoriale.
Allora, il fatto che il monte-ore complessivo dei trattamenti in carcere segni un passaggio repentino da modalità psicosociali a modalità più medicalizzate, non è per noi un fattore di garanzia ma di allarme perché significa ritrasportare, all'interno del carcere, un modello che funziona fuori dal carcere solamente per un segmento, tutto sommato minoritario, della popolazione tossicodipendente.
Così come abbiamo imparato fuori dal carcere, quando cerchiamo i tossicodipendenti per strada, a non replicare il modello ambulatoriale sarebbe un grave errore se, all'interno del carcere, volessimo replicare quel modello.
Invece, tutte le questioni di carattere più propriamente sindacale o contrattuale, che riguardano gli organici dei professionisti fino al 31 dicembre convenzionati con l'amministrazione penitenziaria e oggi convenzionati o non convenzionati o convenzionabili con le ASL territoriali, è questione che esce totalmente dall'ambito della mia interrogazione, che non attiene e non vuole attenere a questioni di natura sindacale e contrattuale.



PRESIDENTE

La ringrazio per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Vista la sua introduzione, prima di leggere la risposta all'interrogazione da lei presentata, credo che correttamente vadano precisati alcuni aspetti.
Noi garantiamo la prima parte del servizio, che è quella che rappresenta la parte ambulatoriale, così come lei l'ha definita, ovvero quella sui Livelli Essenziali di Assistenza.
Per questo tipo di problema è necessario fare un'integrazione del Livello Essenziale di Assistenza. Noi stiamo procedendo in questo modo ma è chiaro che in quel concorso che, se ho ben capito incontrando gli operatori, raffigura un po' l'intervento di tipo sanitario e un po' l'intervento di reinserimento, con una mescolanza della metodologia di approccio e anche del risultato, credo che sia opportuno scegliere anche una metodologia di incontro tra diverse istituzioni, affinché non sia solo l'ambito sanitario ad occuparsi di questa vicenda.
Per questo motivo, abbiamo promosso un tavolo tecnico, in primo luogo con la rappresentanza del carcere, che può sicuramente individuare e far confronti con il metodo precedente per vedere come aggiornare la situazione. Però, chiedo che il tavolo si allarghi molto, perché andiamo su un passaggio che dovrebbe ampliare la rosa istituzionale di chi interviene.
Le leggo ora la risposta, Consigliere Palma.
Con la nota prot. n. 17286 del 22 dicembre 2003, la Direzione Programmazione Sanitaria ha comunicato a tutte le Aziende Sanitarie Locali sedi di istituti penitenziari come obiettivo prioritario, nel corso del 2004, quello di effettuare un'accurata analisi e verifica delle reali esigenze del sistema nel suo complesso. Da ciò si evince che era, ed è intenzione dell'Assessorato garantire le risorse economiche sia per poter effettuare quelle prestazioni sanitarie essenziali (LEA ), sia quelle prestazioni sanitarie ulteriori ed integrative, così importanti rispetto ai soggetti destinatari di tali interventi.
Rispetto al secondo punto dell'interpellanza, ritengo che l'ASL 3 di Torino abbia programmato una serie di interventi atti a garantire quelle prestazioni sanitarie essenziali. Peraltro, in data 08 gennaio 2004, è stato convocato un incontro che ha visto presenti, oltre al sottoscritto il Provveditore regionale dell'Amministrazione Penitenziaria, Dottor Rizzo, e il Direttore Generale dell'ASL 3, Dottor De Intinis. Oggetto di tale incontro è stato quello di impegnarsi a valutare la possibilità di assicurare un livello ulteriore di assistenza ed integrato, con la componente sociale anche attraverso specifici progetti e con finanziamenti aggiuntivi.
In relazione a quest'ultimo punto, proprio per non lasciare che la materia sia di volta in volta oggetto di varie interpretazioni, è nostra intenzione istituire un gruppo tecnico, formato da operatori provenienti dai vari ambiti della medicina penitenziaria, con l'obiettivo di fornire elementi utili a delineare l'attività all'interno dei presidi per tossicodipendenti degli istituti penitenziari. Tali elementi sono in relazione al rapporto ottimale operatori/utenti, rapporto tra le varie professionalità operanti, tariffa oraria minima da applicare agli operatori esterni, eccetera. Tali criteri saranno oggetto di un apposito atto di Giunta regionale.
Consigliere Palma, vorrei aggiungere che utilizzeremo questo percorso "Vallette" per definire una metodologia che riguardi gli istituti penitenziari della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma per una replica.



PALMA Carmelo

Prendiamo atto della risposta e del fatto che siamo all'inizio di un percorso di soluzione. Non abbiamo risolto ancora nulla e mi pare che questo traspaia, in maniera evidente, dalle parole dell'Assessore.
La soluzione approntata, in corso di realizzazione, è una soluzione tampone, e inevitabilmente comporta la necessità di essere riesaminata e riallargata - su questo concordo con l'Assessore - ad altri tavoli più direttamente legati a competenze di carattere sociale.
Il nostro timore, come spesso avviene rispetto alle politiche sul carcere, è che i tempi di realizzazione di questi allargamenti, di questi adeguamenti e di queste integrazioni non abbiano nulla a che fare con i tempi reali della realtà carceraria.
Rispetto alle Vallette, ci troviamo in una situazione di transito di competenze, e quindi di smottamento dalla realtà che era consolidata. Ci rendiamo conto che è necessario un certo periodo per adeguare il modello SERT alla realtà penitenziaria, tenendo presente che la titolarità di questo intervento adesso è passata al SERT. Non dobbiamo dimenticare che al carcere delle Vallette ci sono centinaia di tossicodipendenti che avevano a disposizione un certo numero di ore per interventi psicosocioriabilitativi che adesso sono sostanzialmente ridotti - uso un eufemismo - attraverso il modello di intervento proposto dall'ASL 3.
Se tutto questo è l'inizio, è un inizio anche tranquillizzante e rassicurante. Ma se tutto questo è la fine, Assessore, è la catastrofe perché non possiamo immaginare, all'interno degli istituti di pena, un percorso di trattamento della tossicodipendenza carceraria concepito sul modello dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria.
Siamo proprio in un altro mondo; siamo, cioè, in un mondo in cui in realtà l'intervento sanitario, in linea puramente teorica, ma neppure troppo, dovrebbe limitarsi al "dimezzamento" del tossicodipendente nuovo ingresso, per usare un gergo carcerario, e alla sua introduzione in un percorso psicoriabilitativo che, in teoria, neppure dovrebbe comportare l'utilizzo di terapie farmacologiche. Questa è stata sempre la grande motivazione con cui, da parte della medicina penitenziaria e pure da parte di alcuni SERT, si sosteneva l'irrilevanza della terapia farmacologica all'interno del carcere.
La terapia farmacologia non è evidentemente irrilevante. La medicalizzazione della tossicodipendenza carceraria è uno degli strumenti quello più marginale - che deve essere messo in campo. Ma se manca tutto il resto - o in attesa di tutto il resto - si creano delle obiettive situazioni di insofferenza e di assenza di risposta sanitaria ad una domanda di cura che ha, come ripeto, determinate caratteristiche.
Mi rendo conto che la Regione ha confermato e probabilmente ampliato in prospettiva gli stanziamenti utilizzati nel 2003 dall'Amministrazione penitenziaria in Piemonte che ha risposto, secondo me in maniera un po' grossolana nel caso delle Vallette, con una misura a tampone ad una situazione di emergenza.
L'unica cosa che anche l'Assessore deve avere molto chiara, è che i tempi di questo adeguamento, devono essere i tempi reali della situazione carceraria e non i tempi burocratici del rapporto fra le diverse istituzioni che sono coinvolte. In tal caso, non solo ci sarebbe una domanda sanitaria inevasa, ma, probabilmente, nel caso delle Vallette salta l'intera strutturazione interna del percorso riabilitativo che fino a questo momento ha funzionato. Ha funzionato proprio perché era supportato da determinate professionalità, perché era concepito all'interno di un percorso più generale, che vedeva una prevalenza molto forte di interventi psicosocioriabilitativi e non interventi di carattere medico. Si possono pensare diversi finanziamenti, si può pensare di utilizzare - magari la Città di Torino ci pensasse - anche i fondi della legge n. 309 all'interno del carcere su progetti promossi dall'istituzione locale che ha la titolarità a promuovere progetti di questo tipo, a differenza dell'Amministrazione penitenziaria. Possiamo pensare tante cose.
Tenga presente, Assessore, che questo è un piccolo grido di allarme che una situazione di questo tipo nell'emergenza è giustificata, ma nella durata - purtroppo la durata dei tavoli tecnici, per definizione, è indeterminata - rischia di essere catastrofica laddove c'è qualcosa come alle Vallette, ancora più catastrofica laddove non c'é nulla. Un intervento del SERT territoriale, non deve surrogare una situazione esistente che più o meno funzionava, ma deve intervenire ad incentivare un percorso che questo vale per in moltissimi istituti di pena nella nostra regione semplicemente non esiste. Semplicemente è un percorso di presa in carico burocratica del tossicodipendente, e di terapia farmacologica a scalare per i primi giorni e di abbandono del tossicodipendente al suo percorso carcerario.


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate - Calamità naturali

Interrogazione n. 2611 presentata dal Consigliere Tapparo inerente a "Finanziamenti alle imprese alluvionate previsti dalla legge 228/1997"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2611, alla quale risponde l'Assessore Picchetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Il Consigliere Tapparo chiedeva, con l'interrogazione n. 2611, quali erano le motivazioni che hanno determinato, da parte del Comitato Agevolazioni MCC - Regione Piemonte, il non accoglimento a partire dal 1 gennaio 2003 delle richieste di revisione di finanziamento previste dalla legge 228 per investimenti in corso. Con riferimento alla richiesta si fa presente che gli interventi agevolativi di specie, sono disciplinati da apposito regolamento approvato dalla Giunta regionale del Piemonte con deliberazione del 7.5.2001 e pubblicato sul BUR n. 22 dello stesso anno e che il Comitato Agevolazione MCC opera in osservanza di quanto previsto dal citato regolamento.
Si precisa che l'articolo 19, comma 4, di tale provvedimento prevede la sola eventualità di riduzione dell'importo di finanziamenti concessi e non anche quella di integrazione dei medesimi. In mancanza di un'esplicita disposizione normativa non è, quindi, possibile variare in aumento l'importo dei contributi già concessi, attesa, altresì, l'esigenza contabile di mantenere gli impegni di spesa assunti e non derogare ai principi cronologici fissati dall'articolo 17 del citato regolamento.
Tuttavia il Comitato Agevolazioni MCC Regione Piemonte, al fine di agevolare per quanto possibile le imprese richiedente, ha considerato le richieste di integrazione pervenute fino al 31 dicembre 2002, quali "nuove domande" ammettendole all'intervento purché in presenza di tutti gli altri presupposti. Peraltro essendo il termine ultimo di presentazione delle domande, così come stabilito dall'articolo 52 comma 26, della legge 28.12.2001, n. 448, definitivamente scaduto il 31 dicembre 2002, il citato Comitato, a far data dal 1° gennaio 2003, ha stabilito di non ritenere ammissibili ulteriori domande di agevolazione ai sensi della normativa in oggetto. C'é un impedimento per una data perentoria stabilita dalla finanziaria nazionale. mentre è stato possibile aggiungere come nuove domande, anche domande di integrazioni. Tutta una serie di situazioni che fino al 31 dicembre 2003 hanno portato all'incremento con nuova domanda.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per la sollecita risposta in una materia, che sono convinto anche lui condivida, molto delicata per la fase economica che attraversiamo. Si tratta di finanziamenti alle imprese che spesso sono risorse essenziali per permettere loro di operare. Mi rendo conto che ci sono quegli ostacoli che l'Assessore ha evidenziato tuttavia, trattandosi di una parte estremamente tecnica, mi riservo una valutazione e mi riservo di intervenire attraverso un rapporto diretto in Commissione eventualmente con una richiesta di chiarimento in quella sede, oppure riformulando una nuova interrogazione, magari a risposta scritta, di trovare una risposta che sia tranquillizzante, certamente non soddisfacente, per le aziende che non ne possono beneficiare, ma che dia la certezza.
Nella materia in cui lei opera, Assessore, che è quella dell'erogazione di finanziamenti spesso strategici, è quella della trasparenza, della certezza degli elementi, se è possibile anche della semplificazione.
Assessore, lei deve sempre capire di trovarsi dinnanzi a soggetti, specie piccole imprese, che devono poter leggere con chiarezza i rapporti e non sempre affidarsi a specialisti. La ringrazio e mi riservo di porre alcuni quesiti, o direttamente attraverso La Voce o, comunque, attraverso un'interrogazione. Chiedo di avere il testo della risposta scritta che ha letto l'Assessore.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 2442 presentata dai Consiglieri Placido, Suino e Riggio inerente a "Gravi ritardi nella progettazione e realizzazione del nuovo Poliambulatorio area ex Superga di Torino"


TAPPARO Giancarlo

interpellanza n. 2444 presentata dai Consiglieri Placido, Suino e Riggio inerente a "Gravi disservizio al Poliambulatorio di C.so Toscana a Torino e ritardi nella realizzazione del Poliambulatorio ex Marco Antonetto nonostante le risorse siano state stanziate da anni"



PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interpellanze n. 2442 e n. 2444 alle quali risponde congiuntamente l'Assessore Pichetto Fratin.
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Al di là dei problemi di tagli dei finanziamenti regionali alle ASL della mancanza di personale, di medici spostati proprio mentre - parlo del Poliambulatorio in via Toscana - urgono le vaccinazioni, di logopediste trasferite in altra sede, abbiamo due Poliambulatori affittati a strutture private dove l'ASL 3 paga 90 mila e 800 euro di affitto all'anno, da una parte, e 78 mila dall'altra.
È prevista la realizzazione di due nuovi Poliambulatori.
Per quello in corso Toscana, nell'area ex Marco Antonetto, ci sono alcuni milioni di euro già stanziati a disposizione. Il Poliambulatorio in questione è stato abbattuto e ci risulta che l'abbattimento è stato sospeso perché qualcuno si era dimenticato di slacciare le utenze.
Vorremmo capire lo stato dell'arte, per quanto riguarda l'ex Marco Antonetto.
La situazione è ancora più grave, per quanto ci riguarda, per il Poliambulatorio di ex area Superga di via Verolengo. Abbiamo un Poliambulatorio affittato dal pubblico in via Ridotto: 78 mila euro all'anno di affitto. Ci sono otto milioni di euro a disposizione dal 2001: fondi stanziati e disponibili.
L'area in questione, l'edificio ex Superga, è stato consegnato, dalla Città di Torino, all'ASL 3 nel settembre 1999 (ci sono i documenti). C'è quindi, un edificio disponibile dal '99; otto milioni disponibili dal 2001 80 mila euro di affitto pagato al privato in una sede inadeguata.
Vorremmo sapere come mai, ad oggi, in questa situazione non esiste nessun progetto per realizzare almeno un nuovo Poliambulatorio nell'area ex Superga.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

In riferimento alle interrogazioni di cui all'oggetto, si evidenzia che con nota prot. n. 16061 del 25.11.2003 il Settore Edilizia e Attrezzature Sanitarie ha richiesto all'ASL n. 3 di Torino elementi di approfondimento relativi ai quesiti posti nell'interrogazione.
Con nota prot. n. 1101 del 21.1.2004 l'ASL 3 ha risposto alle questioni oggetto dell'interrogazione e, pertanto, si ritiene opportuno riproporre parte sostanziale della medesima (che viene poi allegata), rimodulata secondo i punti dell'interrogazione, ma senza ulteriori interpretazioni.
Interpellanza n. 2442 relativa ai "gravi ritardi nella progettazione e realizzazione del nuovo Poliambulatorio area ex Superga di Torino": per quanto concerne lo stato delle attività tecniche ed amministrative necessarie per la realizzazione del "M. Antonetto" ed "Ex Superga" la Direzione Generale dell'ASL 3 ha indetto una gara d'appalto pubblica per l'attivazione di una struttura di supporto in grado di fornire, al Servizio Tecnico aziendale, il contributo necessario a sostenere la gestione del piano di investimenti che risulta di notevole rilevanza sia per quanto riguarda la dimensione economica che per le caratteristiche di complessità con l'obiettivo di impiegare il triennio 2004/2006 per completare gli interventi di più breve esecuzione e portare a un buon livello di realizzazione quelli più lunghi e complessi.
Le ragioni del ritardo sono in parte quelle sopradette e in parte sono dovute al fatto che l'intervento fa parte di un complesso programma di interventi di riqualificazione che richiedono una significativa partecipazione finanziaria dell'Azienda; per cui si è più volte reso necessario aggiornare i piani di intervento ridefinendo gli obiettivi.
I servizi da attivare nella nuova struttura e le risorse professionali da impiegare sono da rivedere alla luce della deliberazione della Giunta Regionale n. 2-11222 del 9 dicembre 2003, che ha momentaneamente sospeso il suddetto finanziamento in attesa del riassetto dei finanziamenti già assegnati in conseguenza della riorganizzazione della rete ospedaliera con la realizzazione di un nuovo ospedale di eccellenza di standard internazionali.
Il canone annuo di affitto per l'edificio di Via Ridotto ammonta a euro 78.800.
Interpellanza n. 2444 relativa ai "disservizi al poliambulatorio di Corso Toscana a Torino e ritardi nella realizzazione del Poliambulatorio ex Marco Antonetto": i passaggi presso il Poliambulatorio di Corso Toscana sono stati i seguenti: 40.189 nel 2002 e 46.000 nel 2003; per quanto riguarda le risorse professionali l'A.S.L. ritiene che siano globalmente sufficienti, anche se attualmente esiste qualche criticità contingente che sarà normalizzata entro qualche mese incrementando il numero degli operatori.
Per quanto riguarda le strutture di accoglienza in cui l 'utenza attende le prestazioni, l'ASL riferisce che si tratta di un momento di riorganizzazione dello spazio disponibile (l'unica possibile nel breve periodo) ai fini di realizzare spazi adeguati per l'accoglienza e l'attesa per prenotazioni e visite specialistiche l'ASL riferisce che nessuna unità dedicata alle vaccinazioni è mai stata trasferita all'Ospedale Maria Vittoria. Inoltre le vaccinazioni antinfluenzali si sono svolte regolarmente e sono state effettuate come programmato dal Dott. Naretto, responsabile del Poliambulatorio di Corso Toscana, col supporto del personale infermieristico. In ogni caso l'ASL precisa che l'attività di vaccinazioni antinfluenzali presso il suddetto ambulatorio rientra nei compiti istituzionali del Dott. Naretto.
Secondo quanto riferito dall'ASL, i ritardi nella progettazione sono da attribuirsi a diversi fattori quali: a. dato che l'intervento fa parte di un complesso programma di interventi di riqualificazione che richiedono una significativa partecipazione finanziaria dell'Azienda, si è più volte reso necessario aggiornare i piani di intervento ridefinendo gli obiettivi b. solo nel mese di febbraio del 2003 è stata stipulata la convenzione tra l'Azienda e la Città di Torino che consente la demolizione del fabbricato per far posto ad una nuova costruzione in alternativa all'ipotesi iniziale del fabbricato esistente. Anche un intervento apparentemente semplice come la demolizione del fabbricato ha presentato difficoltà che ne hanno ritardato l'ultimazione (ad oggi è stato demolito metà dell'edificio, in attesa che l'AEM provveda a realizzare una nuova cabina per l'illuminazione pubblica; solo nella fase dei rilievi di dettaglio prima della demolizione ci si è accorti che il fabbricato consegnato dalla Città all'Azienda ospitava una cabina elettrica per utenza pubblica) c. al momento attuale la progettazione, rimasta a livello preliminare risulta sospesa in quanto con la D.G.R. n. 2-11222 del 9.12.2003, il suddetto finanziamento è stato sospeso in attesa del riassetto dei finanziamenti già assegnati in conseguenza della riorganizzazione della rete ospedaliera con la realizzazione di un nuovo ospedale di eccellenza di standard internazionali il canone annuo di affitto per i locali di Corso Toscana ammonta a euro 90.300.
La progettazione tiene conto del fabbisogno previsto per il bacino di utenza di riferimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido per la replica.



PLACIDO Roberto

L'Assessore ha richiamato anche un'altra nostra interpellanza, sul quale vorremmo intervenire con lo stesso spirito di contenimento nei tempi.
Assessore Galante, le chiedo quali provvedimenti intende assumere verso la Direzione dell'ASL 3, rispetto al quadro che ha delineato, a quanto ho detto prima e a quanto dirò adesso.
Nella demolizione qualcuno si è dimenticato di staccare le utenze.
Quando si demolisce un manufatto, che è lì da anni, qualsiasi impresa (anche quella che va a rifare il bagno in un appartamento di un normale condominio) verifica se la forza è sufficiente per le attrezzature e si ricorda di staccare la luce se deve intervenire sul quadro elettronico.
Questo, per quanto riguarda l'ASL 3 (l'ha detto anche lei), non è avvenuto.
I ritardi, i milioni di euro a disposizione, i 90 mila euro di affitto 8 milioni di euro a disposizione e un locale consegnato dalla città nel settembre 1999, integro. Ho le prove fotografiche e gliele farò avere visto che se ne sono occupati i giornali ed alcune televisioni. Vandali abitatori notturni ed altro lo hanno completamente devastato. Le far avere il servizio fotografico; nel frattempo si pagano 78 mila euro di affitto per una struttura disagiata, divisa in due sedi. Ci sono 8 milioni di Euro a disposizione e non c'é neanche lontanamente l'ombra di uno straccio di un progetto. Questa è la situazione.
Quindi, le chiedo, ancora una volta, quali provvedimenti lei ha intenzione di assumere rispetto alla dirigenza dell'ASL 3. Sono pronto ad andare anche in altre sedi per il danno che è stato creato alla Pubblica Amministrazione. Io le parlo con documenti alla mano: lei faccia tutte le verifiche che ritiene. Aspetto che mi faccia sapere, al di là della risposta che non poteva essere diversa da quella che mi ha dato in questa fase e di cui chiedo gentilmente copia.
Lei ha citato - e concludo - la deliberazione di Giunta del dicembre 2003 di sospensione nell'ambito della nuova Cittadella della Salute (che noi condividiamo). Noi condividiamo e abbiamo chiesto il motivo per cui vengono sospesi interventi su ospedali, servizi di pronto soccorso e poliambulatori per 260 milioni di euro. L'intenzione di fare le cose nuove è positiva, la condividiamo, ma, come ho detto l'altra volta: "l'acqua non c'è e la papera non galleggia". Quindi, "fare le nozze con i fichi secchi", cioè pensare di fare grandi ospedali internazionali senza un euro diventa difficile.
Riallacciandomi all'ultima interpellanza, lei ha dichiarato ai giornali e per questo le chiediamo di sapere - che era stato sospeso il congelamento dei fondi destinati agli interventi sui poliambulatori. Le chiedo se questo è vero e se è tutto congelato. Ciò sarebbe ancora più grave, perché se nonostante la disponibilità dell'edificio da cinque anni e dei fondi da tre anni, lei congela e mantiene il congelamento l'ASL 3, gli abitanti di un quartiere di 119 mila persone vedranno sfumare gli interventi su due poliambulatori nonostante la disponibilità dei soldi solo perché la situazione è cambiata. Nel frattempo, si pagano 170 mila euro di affitto in strutture private.
Questa è la questione sulla quale ho voluto chiudere, chiedendole gentilmente di avere una risposta in un altro momento in merito alle responsabilità.
Non illustriamo nemmeno l'ultima interpellanza, ma interverremo dopo la sua illustrazione, che riguarda il congelamento delle risorse sugli ospedali, pronti soccorsi e poliambulatori per realizzare le "Molinette 2" (come viene comunemente denominato). Si tratta di un intervento che noi condividiamo, ma non certo se si pensa di penalizzare tutti gli altri interventi già definiti importanti ed urgenti, perché il provvedimento l'ha fatto la Giunta.


Argomento: Fondi sanitari

Interpellanza n. 2638 dei Consiglieri Placido, Riggio e Suino inerente a "Stop ai finanziamenti per i nuovi poliambulatori in Torino"


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 2638, risponde l'Assessore Galante, che ha pertanto facoltà di intervenire.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

I punti sui quali si sostanzia l'interpellanza risultano essere cinque.
1) Come sia materialmente possibile definire il nuovo assetto della rete ospedaliera del "Quadrante 1", tenendo conto della realizzazione del nuovo "Parco della Salute", ma in assenza del nuovo P.S.R..
Lo sviluppo della politica di quadrante e la conseguente ricerca, da parte delle ASR, delle possibili sinergie, utili ad evitare doppioni e a concentrare in alcune sedi l'erogazione delle prestazioni di maggiore complessità ed a più elevato contenuto tecnologico, in regime di ricovero e ambulatoriali, ha costituito già il primo passo verso l'individuazione di centri di riferimento (rete oncologica, rete trapianti, rete emergenza banche di tessuto, ecc.) che modificano e aggiornano la rete ospedaliera.
In questo quadro, sembra ragionevole, anche in assenza del nuovo PSR individuare le specialità e le prestazioni che costituiranno l'asse portante del nuovo ospedale di eccellenza e che, in relazione ai presidi ove attualmente vengono erogate, ne modificheranno la caratteristica.
Si rammenta comunque che, così come la gestione del PSR è in capo al Consiglio regionale, lo è anche la programmazione degli investimenti in edilizia sanitaria. Di fatto, a seguito della approvazione della legge finanziaria regionale 2004 n. 2/2003 art. 8 e a seguito del protocollo d'intesa fra gli enti interessati, tra i quali il Comune di Torino, si è dato corso alle procedure per la realizzazione di un nuovo centro di eccellenza nell'area torinese.
Stante la realtà della sanità piemontese, e torinese in particolare, il nuovo ospedale si dovrà inserire nel necessario processo di riorganizzazione della rete regionale ospedaliera, il quale si indirizza alla realizzazione di poli di eccellenza a supporto degli ospedali generali, sia per l'attività programmata che per l'emergenza. Ed è in quest'ottica che, al fine di non disperdere il patrimonio disponibile in opere che, giudicate idonee in base alla precedente documentazione, possono risultare non necessarie alla luce del nuovo progetto di "Parco della Salute", si è reso necessario proporre al Consiglio regionale la sospensione dei finanziamenti già accordati alle Aziende sanitarie del "Quadrante 1" della Provincia di Torino che non hanno ancora prodotto contratti di appalto.
La Giunta ha ritenuto tecnicamente congruo proporre al Consiglio quattro mesi per la definizione del nuovo assetto della rete ospedaliera dell'area torinese.
2) Se si siano valutati appieno gli effetti e le ricadute sul territorio torinese di un rinvio "sine die" di finanziamenti necessari alla realizzazione di strutture sanitarie ed interventi molto importanti ed attesi dai cittadini.
Occorre precisare in merito che non si tratta di un rinvio "sine die" ma di un riassetto di finanziamenti già assegnati in conseguenza della riorganizzazione della rete ospedaliera. E' comunque presumibile in tempi ragionevolmente brevi una rideterminazione dell'Allegato A della D.G.R. n.
2-11222 del 09/12/2003, da parte della Giunta regionale, che di fatto sbloccherà la sospensione degli interventi relativi nello specifico alla realizzazione o ristrutturazione di presidi territoriali quali i poliambulatori.
3) Se siano state effettuate da parte della Giunta regionale, nel merito del provvedimento, delle consultazioni con gli Enti locali interessati alla realizzazione delle opere.
La sospensione o meno di un intervento deriva da una valutazione puramente tecnica di tipo sanitario nonché dalla lettura dello stato dell'arte della procedura in essere degli interventi, lettura desunta dalle indicazioni provenienti da parte degli Enti stessi interessati della data prevista di effettiva attivazione dei lavori.
4) Se siano state effettuate delle quantificazioni circa le risorse finanziarie già spese dalle ASL per le progettazioni preliminari e/o definitive delle opere comprese nel già citato Allegato A, e se, del caso esista una previsione dei maggiori costi che la finanza pubblica dovrà accollarsi per sostenere la realizzazione differita nel tempo delle opere medesime.
Nel comunicare che non sono state effettuate delle stime puntuali, si ritiene comunque utile evidenziare che ci sarà una verifica puntuale intervento per intervento, per valutare il prosieguo o meno della sospensione in atto, che comunque non potrà superare i quattro mesi che la Giunta si è data per la predisposizione del nuovo riassetto ospedaliero.
Tuttavia, nel valutare l'eventualità di sospendere o meno un determinato intervento, ci siamo attenuti a criteri di minimizzazione della spesa: più in particolare, abbiamo ritenuto che la sospensione di un intervento potenzialmente non in linea con la nuova fisionomia dell'assetto ospedaliero dell'area torinese, pur se in stato avanzato di progettazione avrebbe in ogni caso comportato costi minori rispetto a quelli cui si dovrebbe far fronte ad intervento realizzato. Questo sia sul versante dei costi di realizzazione che, in prospettiva, sul versante dei costi di gestione.
5) Se sia già partita della corrispondenza, nei confronti delle ASL competenti da parte dell'Assessorato regionale alla sanità, per sospendere le procedure di gara per la realizzazione delle opere contenute nell'allegato A.
Con nota n. 311/D28 del 13/01/2004, l'Assessorato alla sanità ha trasmesso copia della D.G.R. in argomento (D.G.R. 2-11222 del 09/12/2003).
Il documento ribadisce sia il concetto di sospensione e non di annullamento dei finanziamenti precedentemente assegnati, sia l'impegno da parte della Giunta regionale a presentare, in quattro mesi, il progetto dei futuri servizi sanitari dell'area torinese. Sulla base di detto progetto concordemente con le ASR interessate, si potranno ridefinire le assegnazioni delle risorse rispetto a quanto ad oggi previsto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Assessore, non siamo per nulla soddisfatti della risposta né della decisione che è stata assunta. Non lo sono le popolazioni locali che avevano numerose aspettative rispetto a questi interventi, non da oggi, ma da molti anni. Non lo sono gli operatori sanitari che oggi e per lungo periodo di tempo hanno accettato condizioni di lavoro precario e difficile in attesa di un mutamento.
Voglio ricordare che si tratta di denari che hanno una storia molto lunga. Non mi sembra che ci sia, in questo, un atteggiamento da parte dell'Assessorato. Forse c'è, come dice lei, continuità con il suo predecessore, cioè un vero disastro. Nel campo dell'edilizia sanitaria, i tempi di realizzazione delle strutture dal momento in cui sono concepite e immaginate al momento in cui sono operative sono estremamente lunghi e nulla è stato fatto per accorciarli in nove anni di Governo del centrodestra.
Con una complicazione mostruosa, oggi ci troviamo, nella sua relazione al bilancio di quest'anno, la previsione di ben otto ospedali più un altro che si aggiungerà al di fuori di qualsiasi logica di programmazione; il risultato è che in nove anni non è stato finito un solo ospedale.
Perché sono stati bloccati i fondi per tante strutture anche territoriali? Lei, Assessore, nel primo intervento svolto in Consiglio regionale ha detto che il lavoro sarebbe stato interamente indirizzato a spostare utenza dall'ospedale al territorio; invece, si tratta di strutture poliambulatoriali che sono, in molti casi, indispensabili per bloccare sul territorio tutta una serie di patologie che, inevitabilmente in caso contrario afferiscono all'ospedale, caricandolo di attività improprie.
Bloccare tutto questo senza avere consultato le comunità locali è stato molto scorretto.
Voglio ricordarle che tre mesi di blocco per la progettazione significano un anno di ritardo sull'apertura delle varie strutture.
Chieda al suo collaboratore Robino quale sia la realtà di tutto questo. La verità è che avete lanciato sul territorio - dico "avete" come centrodestra nel complesso - l'ipotesi di costruire una quantità industriale di ospedali.
Di colpo, ovunque si vada, si promette un nuovo ospedale. Si prende atto che la gente non ne può più di una sanità che fa acqua da tutte le parti (perché è così), si prende atto del malcontento degli operatori sanitari che sono fortemente demotivati e si mette, davanti, ai cittadini delusi, agli operatori sanitari sfiduciati e demotivati, un sogno bellissimo: un nuovo ospedale. Un nuovo ospedale che viene promesso dappertutto.
Più che ospedali, in realtà, avete costruito bacini elettorali, perch questa è la vergogna e non avete assolutamente le risorse per realizzarli.
Nel bilancio di quest'anno, forse i colleghi presenti in aula non lo sanno non c'è una lira per i nuovi ospedali. C'è soltanto un milione di euro per gli atti propedeutici sui nuovi ospedali: le cifre sono le stesse dell'anno scorso.
Ecco che ha un senso bloccare circa cinquecento miliardi di vecchie lire su interventi che erano già stati programmati. Se era legittimo fare una cosa di questo genere prima che fosse deliberato, a deliberazione già compiuta, a progetti già avviati, con iniziative già sviluppate, è estremamente scorretto avere fatto una cosa di questo genere, che causerà un ulteriore, gravissimo danno.
In questo senso ha continuità con il suo predecessore: complimenti! Sarebbe bello che ci fosse continuità sulle cose positive, perché era quasi inevitabile che in nove anni venissero fatte alcune cose positive. E non di conservare il peggio del peggio che riguarda questa questione dell'edilizia sanitaria.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2417 del Consigliere Tapparo, inerente a "Realizzazione del nuovo ospedale del Verbano Cusio Ossola"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2417, presentata dal Consigliere Tapparo, inerente a "Realizzazione del nuovo ospedale del Verbano-Cusio-Ossola".
La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Il quadro finanziario alla base del progetto del nuovo ospedale del Verbano-Cusio-Ossola è composto essenzialmente a tutt'oggi da due filoni.
Ricorso a nuove forme di finanziamento (società mista, società per azioni, consorzio, fondazioni miste, outsourcing, globale service, project financing, leasing immobiliare) con esternalizzazione dei servizi non sanitari per il 25% del costo complessivo dell'opera (importo di 25.822.000,00 euro).
Apposito finanziamento regionale quantificato dall'art. 8 della L.R.
4 marzo 2003, n. 2 (finanziaria) in 20.000.000,00 euro.
Per quanto concerne l'alienazione del presidio di Domodossola, che nella "proposta tecnico-funzionale e finanziaria" elaborata inizialmente dall'ARESS veniva indicata come fonte di finanziamento per il nuovo ospedale, occorre richiamare il punto 12 della stessa che individua quale strumento di programmazione attuativa di un'opera pubblica, quale la realizzazione di un Ospedale unico provinciale, l'Accordo di Programma e auspica, nel caso specifico, che la Regione promuova la conferenza tra i rappresentanti di tutte le amministrazioni interessate.
In tale sede potrebbe essere avviato il dialogo con gli Enti Locali per giungere a rimuovere le pregiudiziali sull'alienazione del Presidio di Domodossola, privilegiando la logica dell'Ospedale unico con forte vocazione al trattamento delle malattie più complesse in fase acuta e contemporaneamente realizzando una razionalizzazione del sistema attraverso l'individuazione e il potenziamento di tutti i servizi di assistenza primaria a livello distrettuale.
Proprio per ridurre i disagi alla popolazione la fase transitoria, fino alla completa operatività del nuovo Ospedale unico provinciale, è stata progettata in quattro fasi: specializzazione degli attuali presidi ospedalieri potenziamento delle dotazioni tecnologiche per mantenere la capillarità delle prestazioni ambulatoriali maggiormente richieste potenziamento delle attività domiciliari realizzazione di posti letto extraospedalieri presso RSA e RAF L'eventuale alienazione dell'Ospedale S. Biagio di Domodossola viene considerata soluzione praticabile in considerazione della breve distanza che lo separa dal nuovo ospedale unico provinciale. Il nuovo Presidio dovrà essere pienamente operativo prima della dismissione del S. Biagio.
La predetta alienazione avverrà attraverso un percorso di condivisione con gli Enti locali. Qualora si scelga un percorso diverso dall'alienazione, la Regione si farà carico di prevedere un nuovo tipo di finanziamento e la destinazione del S. Biagio sarà concertata sul territorio, verificando gli impegni e le proposte degli Enti territoriali.
La risposta socio-sanitaria nell'area del Verbano-Cusio-Ossola verrà comunque assicurata dalla rete di strutture residenziali già esistenti (posti letto autorizzati a tutt'oggi 247) integrate da quelle finanziate ai sensi della L.R. 73/1996 con lavori già conclusi o in via di realizzazione (posti letto previsti 100). Questa dotazione verrà ulteriormente incrementata con il secondo bando della L.R. 73/1996, da chiudere entro l'anno 2006 con la realizzazione di ulteriori 215 posti letto che porteranno l'ASL 14 ad un'incidenza dell'1,60 ogni 100 anziani ultrasessantacinquenni, a fronte di una media regionale dell'1,78/100.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore. Purtroppo, le risposte - non per colpa dell'Assessore stesso - non arrivano mai in tempi che siano utili alla dinamica che si è determinata in quella comunità, attorno al problema dell'ospedale.
Credo sia comprensibile che le Amministrazioni comunali, in questo caso quella di Domodossola, cerchino di mantenere una destinazione d'uso, non per fare un doppione dell'ospedale, ma per avere una realtà che offra una serie di servizi pubblici.
Mi pare di poter equiparare questa difesa a quella che fanno le Amministrazioni pubbliche quando alcune aziende entrano in crisi (in qualche caso in modo un po' sospetto) e tentano di fare speculazione sulle aree e l'Amministrazione comunale connessa cerca di difendersi col vincolo di destinazione d'uso.
In questo caso, proprio la mancanza di una concertazione adeguata - ma mi fa piacere che l'Assessore, seppure in ritardo, cerchi di recuperare ha portato l'Assemblea elettiva che rappresenta quella realtà ad assumere una posizione di estrema difesa di questo grosso immobile che rappresenta la presenza storica ospedaliera.
Quindi, occorrerà andare a una verifica dell'agibilità di questa strada.
Se, poi, la Regione è così ricca di risorse da dire: "Qualora non ci sia la possibilità di utilizzare quella struttura per avere risorse per il nuovo ospedale, provvederemo noi per altra strada", mi fa piacere che l'Assessore abbia trovato questa grande disponibilità.
Vorrei solo fare un piccolo commento sul proliferare dei nuovi ospedali. Non voglio continuare una critica attorno a questo, ma richiamare alcuni aspetti che a volte sfuggono nella valutazione economica complessiva dei nuovi ospedali non più ubicati, dove c'è la maggiore concentrazione di popolazione.
Citerei il caso di Alessandria; bisogna considerare le diseconomie esterne che si determinano con l'ubicazione di ospedali che certamente possono essere baricentrici territorialmente, ma non per il peso della popolazione. Il caso di Alessandria è un classico: si mettono in mobilità 100 mila persone per le esigenze sanitarie e gli altri continuano ad avere più o meno la stessa esigenza di mobilità.
Alla fine, questo tipo di costo, che dovrebbe essere valutato nel disegno generale, è il più alto. Inoltre, le categorie più povere ed umili più anziane, dispongono di meno mezzi di spostamento autonomi, quindi la creazione di una rete di comunicazione con i nuovi ospedali posti in modo decentrato dai grandi centri urbani rende o estremamente onerosa la costruzione di linee di trasporto pubblico sofisticate, che rispondano bene, oppure alcuni cittadini vengono penalizzati.
Succede anche questo con la grande distribuzione; se spariscono le attività della distribuzione al dettaglio nelle nostre periferie (alle Vallette, per non dire Madonna di Campagna o altri quartieri) e si dice ai cittadini che fuori città ci sono dei centri luminosi, belli, con scintillio di luce, è chiaro che l'anziano delle Vallette o di Madonna di Campagna, che non è motorizzato, viene penalizzato da questa scelta.
Non vorremmo che anche gli ospedali ubicati nella campagna, per una scelta di ottimizzazione baricentrica, siano non solo un costo nella ottimizzazione dei viaggi (c'è più gente in movimento, quindi c'è più costo complessivo nel trasporto), ma penalizzino alcune categorie più umili e marginali, che subiscono un danno da questo tipo di logica.
Ovviamente, non è una logica che sta solo in capo all'attuale Governo è una logica che si è diffusa anche in Regioni con segno politico non uguale a questo, però contesto questa scelta fatta senza una visione complessiva delle diseconomie di sistema che si determinano con queste scelte.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 2595, presentata dal Consigliere Contu, inerente a: "Passaggio delle competenze sanitarie alle ASL; quale fine faranno psicologi e criminologi attualmente in servizio alla C.C. 'Le Vallette' di Torino?"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2595, del Consigliere Contu.
La parola all'Assessore Galante, per la risposta.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

In riferimento all'interpellanza n. 2595, del 31/12/2003, si precisa quanto segue: Con determinazione dirigenziale n. 502, del 21/11/2003, si è provveduto ad impegnare, ripartire e liquidare i fondi alle ASL sedi di carcere relativamente al periodo 1' luglio-31 dicembre 2003.
Con nota prot. 14837/28/28.1 del 4/11/2003, si richiedeva alle ASL competenti di presentare una proposta sulla riorganizzazione delle attività nella gestione del servizio di assistenza ai detenuti tossicodipendenti, a partire dal gennaio 2004.
Obiettivo per il 2004 è quello di effettuare un'accurata analisi e verifica delle reali esigenze del sistema nel suo complesso, monitorare e verificare l'attività svolta all'interno degli istituti penitenziari.
Intenzione dell'Assessorato è garantire, per l'anno in corso, le risorse economiche sia per poter effettuare quelle prestazioni sanitarie indispensabili (LEA) sia quelle prestazioni sanitarie integrative così importanti rispetto ai soggetti destinatari di tali interventi.
L'ASL 3 di Torino ha programmato una serie di interventi atti a tutelare quelle prestazioni sanitarie previste dai livelli essenziali di assistenza (DPCM 29/11/2001) che devono essere garantite. Peraltro, in data 8 gennaio 2004 è stato convocato un incontro che ha visto presenti, oltre al sottoscritto, il Provveditore Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria, dr. Rizzo, e il direttore Generale dell'ASL 3, dr. De Intinsi. Oggetto di tale incontro è stato quello di impegnarsi a valutare la possibilità di assicurare un livello ulteriore di assistenza ed integrato con la componente sociale anche attraverso specifici progetti con finanziamenti aggiuntivi.
In relazione alla complessità della materia trattata e della necessità di garantire un confronto ed una sinergia delle diverse risorse, è in corso l'istituzione di un gruppo tecnico. Tale gruppo, formato da operatori provenienti dai vari ambiti della medicina penitenziaria avrà l'obiettivo di fornire elementi utili a delineare le attività all'interno dei presidi per tossicodipendenti degli istituti penitenziari.
Tali elementi sono in relazione al rapporto ottimale operatori/utenti rapporto tra le varie professionalità operanti, tariffa oraria minima da applicare agli operatori esterni, ecc. Tali criteri saranno oggetto di apposito atto di Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Chiedo la copia scritta della risposta letta in aula.
Assessore, questa interpellanza la potremmo considerare pretestuosa per sollecitare la sua attenzione verso uno sguardo privilegiato nei confronti dello stato della sanità carcerario. Dico pretestuosa perché - com'è noto e come già ricordato nella risposta alla precedente interpellanza - dopo un lungo braccio di ferro fra le Regioni e il Ministero competente, una serie di competenze nella materia sanitaria sono definitivamente transitate alle ASL. Le ragioni del braccio di ferro dipendevano soprattutto dal fatto che come molto spesso avviene nel trasferimento di competenze, la competenza degli atti e la competenza diretta non è accompagnata dalle necessarie risorse economiche per affrontare il problema.
Qui siamo, però, in un caso specifico. Pensi - come lei già saprà - che alcuni degli psicologi, psichiatri e criminologi in questione operano in queste strutture dal 1975, in situazione di rapporto di consulenza (mi è sembrato di capire questo), ma nel tempo il loro intervento è andato ben oltre quello che oggi è il motivo del contendere, e cioè la questione dei tossicodipendenti e l'estensione delle competenze del SERT su questo problema specifico.
Lei sa benissimo che questi operatori lavoravano in équipe; sa benissimo quale sia la situazione estremamente difficile del carcere, non solo là dove c'è una situazione conclamata, ma anche perché una parte consistente dei reclusi è sostanzialmente renitente a dichiarare la propria condizione di tossicodipendenza. Questo pone tutta una serie di problemi aggiuntivi, e devo dire che il lavoro prezioso svolto da queste figure specializzate ha consentito di essere elemento importante anche nel governo dei conflitti, ma soprattutto nella prevenzione delle situazioni molto ricorrenti in carcere dell'autolesionismo.
Allora, Assessore, un problema che, da una parte, ha una sua apparente soluzione (competenze all'ASL) e, dall'altra, presenta interruzioni dei rapporti contrattuali con chi sinora ha operato, deve essere affrontato con coraggio e con determinazione.
Di recente il Gruppo dei DS - era anche questo il senso della nostra interpellanza - ha indicato una possibile soluzione al problema. E' un termine che non piace molto, se abusato, dai governi, ed è quello della sanatoria. Credo che bisognerebbe mettere in campo tutte le risorse legislative per verificare se non vi siano le condizioni per trovare una soluzione, certamente all'interno dei disposti contrattuali, che consenta di restituire dignità di ruolo a queste figure professionali che svolgono un ruolo così prezioso all'interno del sistema carcerario. Le preannuncio perché sarà oggetto di una relazione praticamente settimanale, che riprendendo quel lavoro di monitoraggio del sistema carcerario, già a partire dalla prossima settimana lei, settimanalmente, si ritroverà un rapporto aggiornato proprio su questo aspetto, sul sistema e soprattutto sulla situazione della sanità carceraria, perché i punti di caduta sono notevoli. Abbiamo già riscontrato in alcune carceri che, là dove questa competenza è passata, è transitata alle ASL, molte sono le difficoltà: molto spesso da parte delle ASL il raggiungimento del traguardo del pareggio di bilancio diventa prioritario rispetto alle esigenze; la presenza infermieristica, anche in comunità di 300, 400, 500 detenuti, non è assolutamente garantita.
Non si può risolvere il problema pensando che anche questa realtà separata della nostra società, gravi pesantemente sul 118, perché poi chiaramente, nel momento del bisogno, dovrebbe essere presente all'interno della comunità. E' evidente che, in una situazione che lei ben conosce possa determinarsi una domanda indebita su un settore che ha punti di eccellenza, ma che è facile possa cadere in sofferenza proprio per questo uso improprio anche di una struttura come quella del 118.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Galante per una breve replica.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Rispetto a quell'intervento, dobbiamo configurare una distinzione molto chiara tra il livello essenziale sanitario, che io credo sia erogato in questo momento in termini assolutamente appropriati; tenga conto che abbiamo lì uno dei SERT che sono stati definiti migliori d'Italia (ha vinto un premio nazionale). Tuttavia, dobbiamo stare attenti a individuare bene competenza sanitaria e competenza di altro tipo, perché lei sa che in passato quelle professionalità non erano tutte riferite a quell'aspetto, ma c'erano degli elementi anche di studio criminologico ed altri aspetti che derivavano un pochino dalla competenza sanitaria.
Allora, quello che è importante è che noi, in trasparenza, studiamo il pezzo superiore di intervento sanitario e che chiamiamo anche gli altri Enti che devono essere interessati a questo tipo di operazioni a collaborare al progetto.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Risposta scritta all'interrogazione n. 2426 del Consigliere Giordano inerente a "A rischio il futuro di cento famiglie di affittuari: l'Ordine Mauriziano mette in vendita terreni e cascine per risanare i conti"


PRESIDENTE

Non essendo presente il aula l'interrogante, verrà data, ex articolo 89, comma 8, del Regolamento, risposta scritta all'interrogazione n. 2426.


Argomento: Nomine

Interrogazione n. 2660 dei Consiglieri Angeleri, Costa Rosa Anna Scanderebech e Tomatis, inerente a "Nomina effettuata dal Sindaco di Torino"


PRESIDENTE

L'ultima interrogazione è la n. 2660 del Consigliere Angeleri, Costa Rosa Anna, Scanderebech e Tomatis inerente a "Nomina effettuata dal Sindaco di Torino".
Risponde il Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, tenterei di rispondere all'interrogazione proposta dal Consigliere Angeleri, a nome del Gruppo consiliare Unione dei Democratici cristiani e di centro. Su questo la Regione ha ricevuto da pochi giorni - credo una settimana e mezza - comunicazione da parte della Compagnia di San Paolo di indicare un proprio rappresentante nel Consiglio di indirizzo.
Ho trasferito questa richiesta al Presidente del Consiglio. La nomina che dovrà essere fatta è di tipo consiliare, cioè il rappresentante della Regione Piemonte presso la Compagnia del San Paolo dovrà essere eletto da questo Consiglio.
Com'è noto lo Statuto della Compagnia prevede che il Consiglio di indirizzo sia formato da ventuno Consiglieri, dei quali diciassette designati da Enti locali e da Enti pubblici, tra cui Comune e Provincia di Torino, Comune di Genova, Camera di Commercio, Industria, Artigianato Agricoltura di Torino, di Genova, di Milano e di Roma, Unioncamere Piemonte e da altri organismi, quali l'Accademia delle Scienze di Torino l'Accademia Nazionale dei Licei, la Commissione Nazionale per le Pari Opportunità e le Pari Opportunità tra uomo e donna, il Presidente pro tempore della Commissione della Comunità europea.
I diciassette membri di questo Comitato vengono nominati dagli Enti che ho citato. Poi, il Consiglio, una volta costituito, ha la possibilità di cooptare altri quattro membri, perciò diciassette più quattro.
Devo innanzitutto rilevare che, certamente, la presenza della Regione Piemonte è sicuramente inferiore al ruolo che la Regione stessa ha via via assunto in questi anni: un componente su diciassette, più i quattro cooptati.
Ricorderete tutta la trafila della legge di riforma delle compagnie e la contestazione morale. Oggi, questa legge non è diventata operativa, di conseguenza, sono in vigore gli statuti. Il San Paolo ha uno Statuto in vigore, che stabilisce la sua composizione in questo modo.
Allo stesso tempo, devo ricordare che la Compagnia di San Paolo, come tutte le fondazioni bancarie, è una persona giuridica (Legge 23 dicembre 1998, n. 461, e decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153), avente piena capacità di diritto privato. Quindi, essa è dotata di autonomia statutaria e gestionale, e non consente a Enti pubblici o ad altri Enti (questo passaggio è importante) come hanno dimostrato le recenti vicende che hanno visto contrapposte le Fondazioni al Ministero dell'economia - a cui mi riferivo prima - di interferire in alcun modo nelle decisioni delle Fondazioni.
Nonostante l'esigua rappresentanza che la Regione ha nei Consigli di indirizzo delle dodici Fondazioni piemontesi, il rapporto di collaborazione, in questi anni, è stato sicuramente proficuo.
Onestamente, devo sottolineare che il rapporto con le Fondazioni, in relazione alle esigenze che il territorio esprime, anche attraverso gli organi regionali, è stato di reciproca soddisfazione.
Con la Compagnia di San Paolo, la Fondazione CRT e le altre Fondazioni piemontesi, la Regione Piemonte ha sviluppato, in numerosi ambiti importanti progetti a sostegno dello sviluppo del territorio.
Voglio qui ricordare il fondamentale apporto assicurato al progetto delle Regge Sabaude, la Compagnia di San Paolo, la Fondazione CRT ed i tanti progetti nel settore delle attività culturali della ricerca, della sanità ed a sostegno dello sviluppo economico della Regione.
Per quanto attiene alle domande oggetto dell'interrogazione, in particolare al profilo ideale del candidato della Regione alla Compagnia di San Paolo, se si riferisce al nostro rappresentante, posso solo dire che innanzitutto, è necessario che non incorra nelle limitazioni poste dallo Statuto della Compagnia.
Per chi di voi ha avuto desiderio e piacere di leggere lo Statuto della Compagnia, le incompatibilità sono ferree, nel senso che sono tutte elencate e sono categoriche. In buona sostanza, un Consigliere non pu avere nessun'altro ruolo, che esclude amministratori, membri delle assemblee elettive, dipendenti degli Enti che nominano e dei soggetti destinatari degli interventi della Compagnia. Faccio un esempio: il Consiglio non può nominare un dirigente della Regione Piemonte o un dirigente del Comune di Torino, in quanto sono incompatibili.
Il nostro attuale rappresentante, il professor Petroni, non incorre in nessuna incompatibilità ed ha assicurato, durante il suo mandato, un apprezzato contributo ai lavori del Consiglio di indirizzo della Compagnia.
Il professor Petroni, per chi non lo conoscesse, è membro del Consiglio d'Amministrazione della RAI, ed è l'attuale, nominato da questo Consiglio membro.
Se, invece, l'interrogazione si riferisce al profilo del Presidente della Compagnia, voglio sottolineare che, per la sua scelta, come per quella del Consiglio d'Amministrazione, è sovrano il Consiglio di indirizzo che si insedierà nel mese di aprile. Adesso è partita la sollecitazione agli Enti citati a nominare i rappresentanti, dopodiché, quei rappresentanti nomineranno il Presidente della Compagnia. Ricordatevi le proporzioni: diciassette membri, di cui uno della Regione.
Ogni indicazione che avvenga al di fuori di questo consesso è non opportuna, nel senso che se qualcuno, a livello giornalistico, indicasse un ipotetico candidato, si tratterebbe delle solite indiscrezioni di tipo giornalistico e di commenti che generalmente si fanno in occasioni di questo genere; indubbiamente, non è la prassi e non è opportuno che questo avvenga.
In quanto alla presunta indicazione dell'avvocato Franzo Grande Stevens, quale futuro Presidente della Compagnia, non posso, in questo caso, che confermare quanto già dichiarato ai giornali, ossia la mia stima e considerazione per lui, pari a quella che ho per l'attuale Presidente, il professor Onorato Castellino.
Non ritengo che in questo Consiglio regionale debbano essere ripresi commenti e notizie giornalistiche, specie se riguardano persone di così spiccata autorevolezza.
Voglio aggiungere, visto e considerato che mi viene data l'occasione attraverso questa interrogazione, che la Compagnia, che verrà rinnovata ad aprile, indicherà quattro membri nel Consiglio d'Amministrazione della banca, che concerne l'altro discorso. Ovviamente, voi sapete che vanno a rinnovo i vertici della Compagnia, ma, poi, la Compagnia rinnoverà i vertici della banca.
Voi sapete che il San Paolo è composto non solo dalla Fondazione nella Compagnia di San Paolo, ma ci sono altre banche che fanno parte del pool delle banche azioniste. Poi ci sono i Gruppi privati, come il Banco di Santander, piuttosto che la FIAT o la Reale Mutua, che concorreranno alla nomina del Consiglio d'Amministrazione della banca.
Questa è la situazione allo stato attuale.
Ripeto: non abbiamo ricevuto la sollecitazione a nominare il membro della Regione Piemonte, che è l'unico, secondo l'attuale Statuto, che spetta alla Regione. Dovremo, quando verrà messo all'o.d.g. - sicuramente entro aprile - nominare il rappresentante della Regione Piemonte presso la Compagnia.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, la ringrazio per aver risposto personalmente a questa interrogazione, che giudico importante non tanto perché sottoscritta da noi, ma perché tratta un argomento di estrema attualità - oggi è su tutti i quotidiani - che riguarda il sistema bancario della nostra Regione.
Non ho ben capito, però, se lei sia stato preventivamente consultato dal Sindaco Chiamparino in ordine alle dichiarazioni rese la scorsa settimana sul nuovo Presidente della Compagnia, e cioè su Franzo Grande Stevens.
Nell'interrogazione - non vorrei interloquire, ma diventa altrimenti difficile spiegarsi - si chiedeva al Presidente se era stato preventivamente consultato dal Sindaco Chiamparino in merito alla nomina di Grande Stevens.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Pensavo di aver risposto implicitamente anche a questo passaggio, che era ben esplicitato nella formulazione dell'interrogazione ma evidentemente lei pretende un chiarimento più chiaro, mi scusi il bisticcio di parole.
Quando dico che nella Compagnia la Regione Piemonte esprime un rappresentante, faccio una fotografia molto chiara di quella che è la situazione. Di conseguenza, rispondo implicitamente alla sua domanda: sull'indicazione che comunque non compete alla Regione Piemonte, si possono poi fare commenti sulla qualità della persona, se si ritiene opportuno, ma non credo che questa sia la sede. Sulla scelta del candidato dell'ipotetico Presidente alla Compagnia non sono stato interpellato dal Signor Sindaco e forse non era neanche necessario che lo facesse, nel senso che di questo non è che mi debba o mi senta in dovere di lamentarmi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Basta saperlo.
Avendo letto sul giornale che il Sindaco Chiamparino dichiara: "Ho sentito anche il Presidente Ghigo rispetto a questa nomina", mentre lei oggi sostiene che non è stato assolutamente sentito, il Sindaco Chiamparino ha detto una bugia. Basta saperlo.



(Commenti del Consigliere Placido fuori microfono)



ANGELERI Antonello

Allora lo smentisce, perché se non lo fa, i casi sono solo uno, non due. Comunque prendo atto che il Sindaco di Torino, su una vicenda così importante, ha detto una bugia.
Non mi interessa entrare nel merito.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Oppure il Presidente della Regione.



ANGELERI Antonello

Ma no! Penso che il Presidente della Regione, più volte richiamato sia dall'interrogazione che dal mio intervento precedente, non abbia alcun interesse. Inoltre, la risposta che ha dato il Presidente della Regione è anche abbastanza critica in merito al fatto che la Regione è presente con una quota veramente bassa rispetto a quello che è il peso dell'istituzione regionale nel Consiglio di indirizzo. Quindi mi pare che non abbia nessun interesse a mentire su questa vicenda. Ma lasciamo perdere questo aspetto.
Il gruppo dell'UDC ha colto l'occasione per formulare queste domande Presidente e Assessore Pichetto, che ringrazio per essere qua, in quanto competente per materia anche da un punto di vista professionale - perch siamo veramente preoccupati per quello che sta capitando in questa Regione.
Le voci - oggi anche riprese sui giornali - rispetto ad una possibile annessione, da parte dell'Unicredito, dell'Istituto Bancario Sanpaolo, sono notizie di un certo peso.
Noi non diamo giudizi e non vogliamo fare commenti su quanto avviene nel mondo economico a livelli sicuramente molto più alti di questa sede.
Certo è che un'istituzione quale quella regionale, che ha la fortuna di avere il Presidente dei Presidenti delle Regioni, su questa vicenda deve dire qualcosa e deve affermare un po' di più il proprio peso. Questo noi lo chiediamo. Rispetto a questo, noi chiediamo anche che siano chiariti alcuni aspetti che leggiamo sui giornali e che non sono assolutamente chiari.
Presidente, devo dire con molta sincerità che nell'intervista che lei ha reso a La Repubblica mercoledì 04 febbraio, la dichiarazione finale non mi è piaciuta molto, nel senso che avrei preferito che di queste cose se ne discutesse all'interno di quest'Aula. Quindi l'apprezzamento su un eventuale ed ipotetico ticket Franzo Grande Stevens - oggi non è più tanto eventuale dalle notizie che vedo, ma non lo era neanche la settimana scorsa - mi consenta di dire che forse era opportuno che arrivasse da un approfondito esame, vista la partita che oggi c'é un gioco.
L'Assessore Pichetto ricorderà che quindici giorni fa abbiamo discusso in quest'Aula di un'interrogazione che esprimeva la nostra preoccupazione in merito al Mediocredito e al futuro dello stesso, banca legata all'Unicredito e quindi al suo futuro, al futuro di quei 250 dipendenti.
Rispetto a queste, sono state date rassicurazioni da parte dell'Assessore Pichetto. Vorrei aggiungere un particolare, che rappresenta una novità rispetto all'interrogazione di quindici giorni fa: sappia Assessore, che mi pare sia stato messo in vendita lo stabile dove oggi c' il Mediocredito. E mi pare che l'Assessore non sia stato informato ufficialmente di questo.
Vorrei capire se questi personaggi continuano a prenderci in giro fino a quando lo faranno e fino a quando saremo disponibili a farci prendere in giro.
Ci sono in ballo interessi che sappiamo probabilmente andare al di là dell'annessione all'Unicredito della Compagnia di Sanpaolo.
Vuol dire che, per l'ennesima volta, ci portano via un pezzo non indifferente di quello che è patrimonio della nostra città e delle nostra Regione. Quindi, molto probabilmente, da un punto di vista occupazionale avremo forti ripercussioni in un sistema che è già profondamente debole.
La Regione qualcosa deve dire su questo. La Regione è obbligata, se non altro, ad intervenire per capire e per comprendere meglio.
Io raccolgo le parole del Presidente, preoccupato, rispetto ad una nostra debole presenza all'interno del Consiglio di indirizzo. Però non vorrei che queste parole rimanessero nel chiuso di quest'Aula e non fossero trasferite fuori.
La proposta che avanzo è che la Commissione preposta del Consiglio regionale audisca le varie realtà per capire a che punto siamo, perché le voci arrivano quotidianamente alle orecchie di tutti e preoccupano.
Noi vogliamo evitare che ci siano sorprese, come purtroppo Torino, e la nostra Regione, ha già subito in passato.
Per adesso termino qui, ma chiedo al Presidente Cota, sempre se il Presidente Ghigo e l'Assessore competente sono d'accordo, se è possibile in termini estremamente rapidi, convocare un'audizione dei due vertici che sono oggetto di attenzione non solo per la nostra Regione, ma a livello nazionale e anche oltre, perché un'unificazione di questo genere, vorrebbe sicuramente dire creare uno dei poli più importanti da un punto di vista bancario a livello europeo.


Argomento: Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati - Informazione

Richiesta inversione punti all'o.d.g. (esame punto 9) all'od.g. proposta di deliberazione n. 448 "Fondazione Torino Wireless: approvazione e modifica statutaria")


PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo spazio riservato alle interrogazioni e alle interpellanze. Prima della pausa chiedo, come anticipato in sede di Conferenza dei Capigruppo, di esaminare la proposta di deliberazione n. 448 "Fondazione Torino Wireless: approvazione e modifica statutaria", di cui al punto 9) all'o.d.g. Si tratta di un atto assolutamente urgente.



(L'Aula tacitamente acconsente)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Volevo fare una considerazione. Questa mattina è venuta una persona a trovarmi in Consiglio regionale; le è stato chiesto un documento, così come avviene da quando sono qui, trattenuto in attesa del rilascio di un pass per accedere al Palazzo. Casualmente, guardando questo pass, ho visto il mio nome stampato, Consigliere Valerio Cattaneo, sopra un codice a barre. Il fatto mi ha incuriosito: mi sono fatto rilasciare il pass, l'ho fotocopiato, sono andato in portineria e ho potuto verificare che tutte le persone che vengono a Palazzo e che chiedono di incontrare un Consigliere non solo vengono individuate trattenendo loro, come probabilmente avveniva prima, il documento per il rilascio del pass (si tratteneva il documento così, quando si restituiva il pass, veniva restituito loro il documento con la controprova che era stato nel Palazzo e con l'aspetto realistico che dopo la visita avrebbe riconsegnato il pass), ma vengono anche registrati i loro dati a computer. Inoltre, viene indicato, a lato dell'individuazione della persona, anche il nome del Consigliere o dell'Assessore cui fanno visita, con l'orario di entrata e l'orario di uscita. Il pass cartaceo, di colore azzurro, viene trattenuto anche in una sorta di schedario .
Non voglio certamente aprire un incidente, ma certamente questa procedura un po' mi ha meravigliato anche se mi rendo conto che successivamente all'11 settembre e ad altre situazioni, giustamente, sono stati introdotti ulteriori elementi per la nostra sicurezza e per la sicurezza del Consiglio regionale e di chi viene a farci visita. Tuttavia in qualità di Consigliere regionale, mi sento un po', non dico leso, ma imbarazzato sul fatto che siano schedate tutte le persone che vengono a trovarmi e che vengono memorizzati anche i riscontri cartacei di questa visita (l'orario di entrata e l'orario di uscita).
Se viene mantenuta questa prassi, per quanto mi riguarda, non ricever più nessuno in Consiglio regionale, perché non voglio certamente mettere in difficoltà le persone, e nemmeno il sottoscritto, di avere un riscontro oggettivo e preciso che, dal mio punto di vista, lede le mie prerogative di Consigliere regionale, ma, soprattutto, la privacy di chi viene a farmi visita. Penso di interpretare il sentimento di altri Consiglieri regionali.
Gli Uffici del Consiglio regionale, se così hanno fatto e quello che ho detto è riscontrato, hanno esattamente una banca dati su chi entra, chi esce dal Palazzo, cosa viene a fare e chi va a visitare.



PRESIDENTE

E' ovvio che sia così Consigliere Cattaneo. E' ovvio perché, dopo l'11 settembre, sono misure adottate ovunque. Ne parleremo alla Conferenza dei Capigruppo. Sono le stesse misure adottate al Parlamento, ai Ministeri alla Corte Costituzionale. Se lei, Consigliere, andasse al Parlamento verificherebbe che sono schedate le persone che entrano, con le indicazioni anche del deputato di riferimento. Questo per tutta un serie di motivi di sicurezza.
Non da ultimo, anche per il fatto che dobbiamo sapere, se scoppia un incendio, chi è presente nel Palazzo in quel momento. Relativamente alle visite ai Consiglieri in Consiglio, l'obiettivo che si era dato l' Ufficio di Presidenza, come più volte sollecitato da lei, Consigliere, è quello di disincentivare le visite nel giorno in cui c'é seduta. E' un obiettivo ben preciso, non so se raggiunto.
La parola al Consigliere Scanderebech



SCANDEREBECH Deodato

Colgo l'occasione per esprimere una perplessità, ma anche una certezza: la nostra posta elettronica è controllata dal CSI. Mi spiego meglio. Noi siamo collegati con il provider del CSI tramite il quale passa tutta la nostra posta elettronica, che viene codificata tramite un "cervellone".
Attraverso tale provider possono accedere direttamente alla nostra posta elettronica.
Chiedo al Presidente, alla Giunta di verificare la possibilità di poterci "staccare" dal provider del CSI e di poter accedere direttamente a tutti i siti e provider, così come tutte le persone normali. Noi non siamo trattati come le persone normali, dal punto di vista informatico.
Questa è una grande responsabilità. Facciamo attenzione; io sono sicuro che le mie e-mail vengono lette da certe persone del CSI, che possono accedere con password, ma, soprattutto con codici che hanno solo loro e a cui noi non possiamo accedere. Questo è un fatto veramente molto, ma molto delicato, indipendentemente dal colore politico: altro che essere sotto controllo!



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma nessuno può accedere alla sua posta elettronica Consigliere Scanderebech.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Lei me le porti, io verificherò. L'apparato di sicurezza, di tutela della privacy garantisce che il Consigliere regionale possa, soltanto lui o un altro al quale ha dato la sua password, accedere alla propria posta elettronica.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, mi ha colpito una circostanza denunciata dal Consigliere Cattaneo: il talloncino è di colore azzurro, se c'è anche un'ulteriore suddivisione fra i colori dominanti dei partiti di riferimento.



PRESIDENTE

Correrò ai ripari e lo farò verde.


Argomento: Innovazione tecnologica

Esame proposta di deliberazione n. 448 "Fondazione Torino Wireless Approvazione modifica statutaria"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alla new economy

Solo per illustrare brevemente i contenuti dello Statuto precedente.
Non era stata prevista la presenza del Ministero della Ricerca, in quanto non era quotista, nell'ambito di una serie di ruoli; il Consiglio di amministrazione, il voto congiunto nelle cooptazione con Regione, Provincia e Comune. Teleconferenza per i Consigli di amministrazione, quindi possibilità di svolgere Consigli di amministrazione anche a distanza e una serie di votazione alcune di tipo tecnico. Quindi una sostanziale modernizzazione dello Statuto perché si aggiunge il ruolo del governo nazionale nel codecidere su alcune situazioni. E' questa la sostanza della deliberazione, non ci sono altri sostanziali movimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Sulla proposta dell'Assessore Pichetto Fratin, il Gruppo Radicale ha alcune perplessità. Se è pur vero che le modifiche sono volte, in alcuni casi in modo condivisibile, per avere metodi innovativi di riunione (sicuramente apprezzabili e giuste) abbiamo un dubbio sull'ulteriore aumento dei membri del Consiglio di amministrazione. Forse si poteva prevedere che le nuove figure ministeriali da inserire nel quadro di comando di questo organismo fossero tra quelle già cooptate; invece passeremo da 9 a 11 membri, con un meccanismo di cooptazione interno che a noi pare inopportuno e deleterio.
C'è un altro aspetto che l'Assessore non ha sottolineato, nella differenza tra questo Statuto e la bozza iniziale: la Motorola non partecipa più tra i fondatori della Torino Wireless; così come la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino Sono due elementi non trascurabili che voglio sottolineare e richiamare all'attenzione dell'assemblea.
Il meccanismo della cooptazione ci pare particolarmente nevasto. Non è né chiaro né trasparente né aiuta a definire i rapporti di responsabilità.
Oltretutto, abbiamo anche verificato piccole contraddizioni, nel senso che il meccanismo di captazione per il decimo e l'undicesimo posto sono eventuali e poi, in uno degli ultimi paragrafi, si indica che il Consiglio deve procedere, il più velocemente e il più tempestivamente possibile, alla cooptazione.
C'è un'eventualità di cooptazione nella fase iniziale e poi c'è l'indicazione di una procedura tempestiva nell'effettuare una cooptazione che, almeno teoricamente, è eventuale.
Per questi motivi, il Gruppo Radicali si asterrà dal voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Abbiamo già votato a favore della deliberazione in sede di prima Commissione quando l'avevamo esaminata; così come abbiamo espresso una volontà favorevole in questa direzione, nelle altre sedi istituzionali coinvolte in questo progetto (Provincia e Comune di Torino, in particolare).
Riteniamo di un certo rilievo che venga messo in atto, all'interno della Regione Piemonte, una strategia di rafforzamento di attività di ricerca e di sviluppo nel settore delle tecnologie, dell'informazione e delle telecomunicazioni. Ci pare che questo momento, che vede al proprio interno importanti soggetti istituzionali come il Comune, la Provincia, la Regione, la Camera di Commercio, le Unioni Industriali, Finpiemonte, il Politecnico, l'Università, gli Istituti di ricerca, la Fiat, la Telecom l'Alenia, costituisca un elemento di rilievo per svolgere quella di funzione di implementazione e di rafforzamento della strategia di ricerca e di sviluppo in questo settore.
Riteniamo utile che questa Fondazione svolga direttamente, o anche indirettamente, tutte le iniziative opportune a favorire la nascita e lo sviluppo, sul territorio, di nuove imprese operanti in questa direzione.
Le finalità complessive e più complesse di questo momento devono essere sollecitate e realizzate.
L'approvazione del nuovo Statuto della fondazione Torino Wireless, con le modifiche, avrebbe potuto anche essere un atto più celere da parte di questo Consiglio, visti i tempi in cui lo avevamo licenziato in Commissione, per l'urgenza e l'importanza della materia.
Pertanto, ribadiamo il voto favorevole già espresso in Commissione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mano dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi energetici

Esame ordini del giorno n. 885, n. 886, n. 887 collegati alla deliberazione relativa a: "Piano energetico ambientale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare gli ordini del giorno collegati alla deliberazione relativa a: "Piano energetico ambientale".
Do lettura degli ordini del giorno presentati.
Ordine del giorno n. 885 "Riordino del sistema energetico" presentato dai Consiglieri Cavallera, Botta Marco, Dutto, Cattaneo, Suino, Valvo D'Onofrio, Angeleri e Mellano.
"Il Consiglio Regionale premesso che: in Piemonte è localizzato il ciclo industriale nucleare completo composto da una azienda impiegata nella fabbricazione di elementi di combustibile (Fabbricazioni Nucleari S.p.A. di Bosco Marengo AL), una centrale elettronucleare di tipo pressurizzato (E. Fermi di Trino VC) e due installazioni di deposito, con piscina e altre attrezzature, con elementi di combustibile irraggiato e rifiuti di 2a e 3a categoria (Eurex e Avogadro in Saluggia VC) la maggiore concentrazione di materiale radioattivo nazionale, distribuito su più impianti, connesso all'attività residuale del ciclo nucleare è, di fatto, localizzata in Piemonte nel territorio vercellese e, in particolare all'interno di due aree ad alta vulnerabilità idrogeologica come dimostrato dagli eventi alluvionali e dai provvedimenti straordinari governativi anche in materia di protezione civile, che hanno interessato i siti nucleari piemontesi sottolineato che: con la risoluzione delle Regioni del 25 giugno 1998 e la stipula dell'accordo di programma presso la Conferenza Stato-Regioni - atto 778 del 4 novembre 1999 - sono state concordate le azioni necessarie alla definizione e all'allestimento di alcune misure volte a promuovere la gestione in sicurezza dei rifiuti prodotti in Italia, con particolare riguardo alla "realizzazione di un deposito nazionale per i rifiuti radioattivi ed il combustibile irraggiato" creando un ambiente favorevole alle decisioni inerenti la localizzazione e la realizzazione dell'opera unitamente alle iniziative di informazione e di soluzioni procedurali che possano garantire un percorso decisionale trasparente, partecipato e consensuale il decreto legislativo 79/1999 sul riordino del sistema elettrico aveva previsto all'art. 13, c. 2, lettera e) lo smantellamento di tutte le installazioni del ciclo nucleare e il D.M. 7/05/2001, in particolare, ha decretato la disattivazione accelerata di tutti gli impianti nucleari con l'obiettivo di procedere allo smantellamento e al rilascio incondizionato dei siti ove sono ubicati gli impianti stessi il Governo con il DPEF 2002-2006 al Cap. III "politica economica 2002-2006" al paragrafo 2.4.1 su Ambiente e Sanità aveva già descritto l'impegno "a risolvere il problema dei rifiuti radioattivi, prevedendo la realizzazione del deposito nazionale"; così come le disposizioni finanziarie successive riservavano degli specifici fondi per la gestione degli esiti del nucleare e per le relative politiche informative e di sostegno alla concertazione e alle attività tese ad assicurare la condivisione degli obiettivi e delle azioni che li perseguono il disegno di legge governativo sul riordino del sistema energetico attualmente all'esame del Parlamento, recante all'art. 30 la "delega al Governo per la gestione dei rifiuti radioattivi", la decretazione ministeriale specifica in materia e gli stessi provvedimenti autoritativi centrali (Ordinanza Presidente del Consiglio dei Ministri 3267/2003) prevedono azioni e misure tutte orientate, in modo espresso, alla disattivazione accelerata di tutte le installazioni del ciclo nucleare e alla messa in sicurezza, con modalità di gestione centralizzata in un deposito unico, dei rifiuti radioattivi, degli elementi di combustibile irraggiato e dei materiali nucleari complessivamente intesi come risultanti dallo smantellamento dei siti e dalla rimozione completa del rischio radiologico l'VIII Commissione della Camera dei Deputati, nel documento conclusivo del 13 marzo 2003 in ordine alla indagine conoscitiva sulla sicurezza ambientale dei siti nucleari ha richiamato l'assoluta urgenza di realizzazione di un deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi precisando tra l'altro come lo stesso, per i motivi esposti nelle premesse non possa essere allocato nelle aree dove insistono gli impianti, né che questi possano divenire depositi definitivi di loro stessi il Comitato economico e sociale europeo, il 26 marzo 2003, nell'espressione del parere relativo alle proposte di direttive comunitarie di prossima approvazione concernenti la sicurezza degli impianti nucleari e la gestione del combustibile irraggiato e dei residui radioattivi, ha evidenziato come ogni stato membro debba mettere a disposizione sul suo territorio almeno un sito adatto allo smaltimento lo stato di criticità dei siti e lo stato fisico degli impianti e delle attrezzature connesse alla sicurezza nucleare come quelle relative alla protezione fisica non consentono ulteriori ritardi nella messa in sicurezza definitiva dei siti e richiedono conseguentemente l'assunzione di responsabilità non solo centrali e l'accelerazione delle misure di informazione, partecipazione e di sostegno di cui all'art. 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 368 evidenziato che: la Regione ha già avviato iniziative e attività specificamente procedimentali nell'ambito di processi consultivi, autorizzativi e di valutazione di impatto ambientale che attengono alla fase di messa in sicurezza degli impianti e delle materie stoccate in essi e derivanti dalla disattivazione e smantellamento, anteponendo alle fasi valutative e di espressione di parere l'elemento pregiudiziale connesso alla certezza degli obiettivi e dei traguardi temporali relativi all'allontanamento del materiale verso il deposito nazionale e rendendo partecipi di tali processi gli enti locali direttamente interessati tramite apposite conferenze di servizi e tavoli della trasparenza nell'ambito delle iniziative regionali in materia, particolare rilevanza hanno anche assunto le azioni tese alla sistematizzazione e al potenziamento dei controlli ambientali garantiti dall'ARPA, attraverso appositi protocolli concordati con la Regione, e alla realizzazione di un sistema informativo per il monitoraggio degli impianti nucleari che, anche ai fini dell'informazione alla comunità e della pubblicizzazione di atti e programmi locali, regionali e nazionali, compare in rete nel sito della Regione chiede al Governo di provvedere con assoluta urgenza ad assumere ogni utile iniziativa per favorire lo smantellamento accelerato delle centrali nucleari e delle installazioni del ciclo del combustibile, dando istruzioni ai titolari degli impianti e ai responsabili dell'esercizio affinché prevedano, nei piani e nei programmi di disattivazione e smantellamento, la valutazione di opzioni alternative e transitorie per la messa in sicurezza degli impianti e delle materie stoccate in presenza della variabile temporale rappresentata dalla completa realizzazione delle misure di sistemazione definitiva in assoluta sicurezza previste agli artt. 1 e 3 della legge 24 dicembre 2003 n. 368 di sostenere l'attuazione delle misure sopra richiamate anche attraverso le indicazioni di organi tecnico-scentifici di alto livello, secondo modalità di partecipazione e di intesa e con l'ausilio delle misure straordinarie previste dalla legge 368 a favore dei processi di integrazione e sviluppo territoriale di accelerare l'iter approvativo del disegno di legge governativo, recante le norme di riordino del sistema energetico, che garantisce i passaggi sopra descritti, avendo cura di dare immediato avvio a specifiche campagne di informazione, promuovendo e sostenendo la realizzazione di misure e strumenti di comunicazione pubblica diffusa Invita la Giunta a sostenere e sviluppare le iniziative di informazione in materia, dandone notizia alla V Commissione Consiliare, anche potenziando le attività della componente specifica del sistema informativo regionale ambientale." Ordine del giorno n. 886 "Incentivazione per l'acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica e contenimento delle emissioni in atmosfera degli impianti termici" presentato dai Consiglieri Cavallera, Mellano Botta Marco, Dutto, Valvo, D'Onofrio, Cattaneo, Suino e Angeleri.
"Il Consiglio Regionale premesso che: il Piano Energetico Ambientale regionale recentemente approvato il 3 febbraio 2004 attribuisce grande importanza alle politiche di riduzione dei consumi energetici anche nel settore civile e terziario nell'ambito di tali indirizzi di Piano vengono sottolineate le opportunità connesse al miglioramento dell'efficienza energetica nei consumi domestici di energia elettrica sono inoltre incentivate politiche di produzione di energia termica caratterizzate da un elevato rendimento energetico e bassi limiti di emissione considerato che: appare opportuno allargare la conoscenza dei cittadini sull'esistenza sul mercato di modelli di elettrodomestici ad alta efficienza sensibilizzandoli sui benefici ambientali ed economici derivanti dal risparmio di energia si condivide la necessità di incentivare anche economicamente la diffusione di tali elettrodomestici si ritiene indispensabile contenere le emissioni provenienti anche da impianti termici di grande, media e piccola taglia, allo scopo di perseguire una capillare riduzione delle emissioni, svolgendo con rigore le previste procedure di valutazione dell'impatto e raccordando a queste tutte le procedure autorizzative invita il Presidente della Giunta e l'Assessore competente ad esplorare iniziative di sostegno finanziario volte al contenimento dei consumi elettrici presso singoli nuclei familiari ad avviare un programma di promozione di elettrodomestici ad alta efficienza attraverso la previsione di adeguate risorse finanziarie a mettere a punto ed applicare un meccanismo di incentivazione all'acquisto di questi elettrodomestici, che preveda l'applicazione di sconti da parte dei negozianti a favore degli acquirenti e il successivo rimborso parziale da parte della Regione o ente delegato nei confronti dei venditori aderenti alla promozione a formulare linee di indirizzo alle Province affinché siano adeguatamente valutati gli impatti sulla matrice aria derivanti dalle emissioni in atmosfera degli impianti termici rientranti nell'ambito di applicazione della L.r. n. 40/1998, nonché, per quelli non rientranti, raccomandazioni affinché, nel corso della procedura autorizzativa, siano attentamente valutate le ricadute, con riferimento al contesto ambientale interessato." Ordine del giorno n. 887 "Valore e significato della 'intesa' nelle procedure di autorizzazione di megacentrali elettriche" presentato dai Consiglieri Mellano e Palma.
"Il Consiglio Regionale nell'approvare a larga maggioranza il proprio Piano Energetico Ambientale regionale valutate le competenze assegnate alle Regioni con l'espressione di parere nell'ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) dei progetti di centrali di produzione di energia elettrica superiore a 300 MWe considerato il ruolo di partecipazione assegnato alle Regioni nei procedimenti autorizzativi dei progetti di centrali di produzione di energia elettrica superiore a 300 MWe che, a norma dell'articolo 2, comma 1 della legge 9 aprile 2002, n. 55, poi recepito nel decreto legge 239/2003 e definitivamente convertito in legge con l'articolo 1-sexties della legge 290/2003, richiede l'intesa fra il governo nazionale e la Regione interessata richiamando la sentenza della Corte Costituzionale n. 6 del 13 gennaio 2004 sui ricorsi regionali nel giudizio di legittimità costituzionale del decreto-legge 7/2002, convertito in legge 55/2002, laddove la Corte sancisce l'esigenza di una "idonea forma di leale collaborazione" fra Stato e Regioni nei procedimenti amministrativi in materia concorrente, quali anche l'autorizzazione unica in materia di centrali, e definisce "forte" l'intesa necessaria, esplicitando che "il suo mancato raggiungimento costituisce ostacolo insuperabile alla conclusione della procedura" sentite e apprezzate le ripetute dichiarazioni sul tema dell'attuale Assessore all'Ambiente impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore regionale competente a considerare ed imporre, nei procedimenti autorizzativi dei progetti di centrali di produzione di energia elettrica superiore a 300 MWe, l'intesa come espressione essenziale, imprescindibile e fondante dell'autonomia delle istituzioni regionali, nel concorso da esse prestato alla determinazioni del governo nazionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano.
Ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Chiederei se fosse possibile, da parte dell'Assessore, indicarci il senso della sua sintesi, essendo partiti da dodici ordini del giorno ed arrivati a due.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

La sintesi è questa. Sono stati accantonati e assorbiti tutti quelli sintetizzati nel Piano. Sono rimaste solo le questione esterne al Piano: il problema dei residui del nucleari, due proposte provenienti dai Gruppi di centrosinistra, per quanto riguarda gli elettrodomestici (un programma di rottamazione degli elettrodomestici impattanti) e la questione della valutazione di impatto ambientale proposta dal Gruppo della Lega.
Inoltre, la questione che è affiorata questa mattina di rafforzare l'intesa che comunque deve essere considerata inderogabile a fronte delle autorizzazioni.
Sono tre questioni che a mio avviso vanno oltre: alcune sono attuative del Piano e altre sono comunque da considerarsi isolatamente.
Mi sono permesso di fare questa sintesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Avendo letto la sintesi, fatta dall'Assessore, dei vari testi, come Gruppo Radicale voteremo a favore dei due documenti proposti dall'Assessore.
Volevo approfittare di questo spazio per rendere edotta l'aula sul perché ho voluto presentare un ulteriore ordine del giorno sul valore e significato dell'intesa nelle procedure di autorizzazione di megacentrali elettriche. E' semplicemente per mettere un punto fermo, condiviso dal Consiglio regionale, delle varie cose che l'Assessore Cavallera ci ha detto in più sedi istituzionali pubbliche, di dibattito su questo tema, anche prendendo spunto da una recente sentenza della Corte Costituzionale che rafforza e sancisce l'intesa come un'intesa forte, come un momento imprescindibile della valutazione di insediamento e di autorizzazione di centrali di grande impatto, come quello delle centrali superiori ai 300 megawatt.
Credo che sia utile, nel complesso del Piano energetico regionale che abbiamo appena approvato, mettere questo ulteriore tassello di chiarezza.
Con questo, chiedo al Consiglio di votare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 885.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 886.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 887.
Il Consiglio approva.
Comunico che la seduta pomeridiana avrà inizio alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.39)



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