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Dettaglio seduta n.431 del 03/02/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Bussola, Chiezzi D'Ambrosio, Ghigo, Godio, Leo, Mercurio, Pichetto Fratin, Racchelli, Rossi Oreste e Vaglio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Voglio porre un problema riguardante l'intero Consiglio. La scorsa settimana alcuni Consiglieri, tra i quali il sottoscritto, sono stati respinti, per l'ennesima volta, al CPT. Esiste anche un atto, una risposta a un'interpellanza presentata dal nostro Gruppo alla Camera, dall'on.
Graziella Mascia, alla quale ha risposto il Ministro Giovanardi, il 21 gennaio.
Il Ministro fa riferimento a una convenzione che ricorda tutti coloro che sono autorizzati ad entrare al CPT. Dice: "In tale quadro normativo rispondente alle esigenze di sicurezza e di privacy degli stranieri dei centri, l'accesso ai Consiglieri regionali non è previsto, a differenza di quanto avviene negli istituti di pena. Possono, invece, accedervi 945 deputati e senatori, in relazione alle loro funzioni svolte. Essi possono andare, come è noto, per compiere verifiche che ritengono più opportune in tutti i centri di tutte le parti d'Italia".
In quel regolamento, dunque, non è previsto neanche l'accesso per i Parlamentari; si fa riferimento alle figure professionali che devono entrare nel CPT e a quelli che ci devono entrare perché svolgono una funzione.
Il Ministro ritiene che noi Consiglieri non abbiamo funzioni di controllo da espletare, a differenza dei senatori.
Come lei sa, Presidente, siamo coinvolti in questa vicenda dal mese di luglio, ma finora non c'era mai stata alcuna presa di posizione ufficiale da parte del Governo.
La invito, pertanto, a intervenire, perché la considero una violazione grave del ruolo dei Consiglieri e del Consiglio.
Le consegno la risposta che abbiamo ricevuto; verifichi lei. Io chiedo che per la prossima seduta ci comunichi i passi che ha intrapreso per risolvere tale questione, che limita noi Consiglieri nell'esercizio delle nostre funzioni.



PRESIDENTE

Consigliere Papandrea, le rispondo dicendo che sono assolutamente d'accordo con lei sul fatto che la risposta del Ministro Giovanardi sia incomprensibile.
Sono anche d'accordo sul fatto che i Consiglieri regionali debbano avere lo stesso diritto dei parlamentari di accedere ai Centri di accoglienza per extracomunitari.
Questo, in analogia con le disposizioni di legge che garantiscono ai Consiglieri regionali lo stesso potere ispettivo dei parlamentari negli istituti di pena.
A questo proposito, richiamo per la precisione l'articolo 67 della legge n. 354 del 1975, che attribuisce questo potere con riferimento a tutti i luoghi dove è in atto una restrizione della libertà personale o quantomeno è in essere una misura limitativa della libertà personale.
Per tale motivo, scriverò al Ministro dell'interno, che è il soggetto responsabile, per protestare contro questa presa di posizione.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Esame disegno di legge n. 575: "Costituzione di società per azioni consortile per la gestione di ospedali della CIOV (Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi)" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 575, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Prima della chiusura dei lavori di questa mattina, vi avevo preannunciato che la Giunta aveva presentato una serie di emendamenti. Alla luce della presentazione di questi emendamenti, la Giunta richiede un rinvio del provvedimento in Commissione, ai sensi dell'articolo 81 del Regolamento, che recita: "Il Consiglio può rinviare alla Commissione l'esame dell'intero testo o di singoli articoli, quando gli emendamenti proposti rendano necessaria ed opportuna una ulteriore trattazione".
Se l'Aula lo deciderà, ricorrono le condizioni per tale articolo.
Trattasi di una questione di carattere incidentale, pertanto darei la parola all'Assessore Galante, che motiverà questa richiesta, alla luce degli emendamenti.
Se qualcuno vorrà intervenire, ha diritto alla parola un oratore per ogni Gruppo, con il tempo di cinque minuti, ai sensi dell'articolo 63 del Regolamento.
La parola all'Assessore Galante.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Egregi Consiglieri, l'esigenza di apportare emendamenti al testo del disegno di legge n. 575, "Costituzione di Società per Azioni consortile per la gestione degli Ospedali della CIOV (Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi)" risponde alla più generale esigenza di ricondurre i presidi all'organizzazione del sistema sanitario regionale, evitando differenziazioni e la creazione di modelli organizzativi, la cui riconduzione all'attuale assetto istituzionale sarebbe il risultato di complessa realizzazione.
Il testo del disegno di legge regionale, nella stesura che oggi è posto all'o.d.g., quello licenziato dalla IV Commissione consiliare, prevedeva infatti di costituire una struttura intermedia di gestione sperimentale delle attività in un ambito diverso dal quadro di unitarietà dell'ordinamento che caratterizza oggi la struttura organizzativa del servizio sanitario regionale.
In sostanza, il nuovo testo, presentato in forma di emendamento, il disegno di legge n. 575, si pone l'obiettivo di ricondurre ad unitarietà i processi decisionali per evitare la frammentazione dei livelli di governo delle attività che nel testo in discussione coinvolgevano il livello regionale, quello legato all'erogazione dei servizi e quello intermedio sperimentale.
Esigenza è quindi quella di una maggiore linearità nel percorso istituzionale, utilizzando le condizioni organizzative già strutturate. Con un testo emendato non si può che riconfermare sia la prioritaria esigenza di dare adeguata soluzione alle difficoltà di gestione in cui si dibattono da tempo le strutte sanitarie della CIOV sia l'esigenza di recuperare l'enorme bagaglio di esperienza e di capacità professionali delle strutture sia, infine, l'esigenza di salvaguardare l'esperienza innovativa e di gestione dei servizi che sono stati avviati in questi ultimi anni. Il recupero di esperienze che coinvolge appieno la tavola valdese nella costruzione di un percorso amministrativo che si vuole però assolutamente coerente con gli sviluppi normativi della disciplina sulle sperimentazioni gestionali.
Quello che si propone in sintesi è di recuperare all'interno del nuovo testo i principi ispiratori del disegno riorganizzativo del testo licenziato dalla Commissione meglio delineando però il percorso amministrativo che dovrà guidare il passaggio diretto dalla CIOV alle aziende sanitarie locali dei presidi ospedalieri e del personale in servizio.
La strada scelta è lineare, diretta; il passaggio immediato, a pieno titolo, degli ospedali valdesi al servizio sanitario regionale, alle aziende sanitarie, lasciando da parte inutili sovraccarichi organizzativi e gestionali.
In sintesi il nuovo testo che si assume in forma di emendamento al ddl n. 575 propone di: conservare e valorizzare il patrimonio edilizio e le capacità di risposta ai bisogni sanitari salvaguardare la totalità dei posti di lavori e delle professionalità esistenti promuovendo il pieno coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori ricondurre alle aziende sanitarie, quelle che già esercitano queste attribuzioni per dovere istituzionale, secondo una logica di competenza territoriale, il compito di gestire i presidi valdesi eliminare definitivamente lo stato di incertezza finanziaria e gestionale che ha negli ultimi periodi caratterizzato l'attività di quegli ospedali contribuire allo sviluppo sinergico delle potenzialità di servizio sviluppando un disegno riorganizzativo che le riconduca, organicamente nel tessuto logistico delle aziende sanitarie regionali, così da evitare incongrue e dispendiose duplicazioni o sovrapposizioni di attività salvaguardare la prosecuzione delle modalità innovative di gestione delle attività che positivamente sono state avviate in questi ultimi anni riconducendole nel corretto ambito della sperimentazione gestionale quella disciplinata dalla legge di riforma sanitaria, nell'ambito delle aziende sanitarie regionali coinvolgere la Tavola valdese nella prosecuzione delle positive esperienze gestionali già sperimentate, con la possibilità, implicita nel meccanismo di sperimentazione gestionale, di sviluppare anche il pieno coinvolgimento delle istituzioni locali garantire continuità con i percorsi amministrativi già sviluppati e coerenza con le scelte amministrative e gestionali già realizzate o in corso di realizzazione.
In sostanza il disegno di legge nella sua forma emendata dispone di acquisire al patrimonio regionale i presidi ospedalieri di Torino, di Pomaretto e Torre Pellice e di destinarli rispettivamente alle aziende sanitarie locali n. 1 di Torino e n. 10 di Pinerolo. Analoga sorte seguono i beni patrimoniali mobili valorizzati contabilmente al netto delle quote di ammortamento e destinati anch'essi al patrimonio aziendale.
Il personale, individuato per posizione organizzativa, mansione e sede di lavoro, transiterà - senza che intervengano interruzioni nel rapporto di impiego - alle aziende sanitarie di destinazione sulla base di un provvedimento regionale di assegnazione che verrà assunto previa consultazione delle organizzazioni sindacali.
Per l'applicazione della legge è prevista una spesa complessiva di 40 milioni di euro destinati per una metà all'acquisto dei beni patrimoniali mobili ed immobili e per l'altra metà alla definizione, in forma di contributo straordinario, di tutti i pregressi rapporti di natura economico patrimoniale, trasformando quindi il contributo straordinario che era di 5 milioni di euro del precedente testo in 20 milioni di euro.
Emendamento al titolo del disegno di legge n. 575: Il titolo del disegno di legge n. 575 "Costituzione di Società per Azioni Consortile per la gestione degli ospedali CIOV (Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi" è sostituito dal seguente "Misure straordinarie per i presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi".



PRESIDENTE

Assessore, gli emendamenti sono già stati distribuiti. Magari può fare un commento, perché i Consiglieri hanno già a loro mani il testo degli emendamenti.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

L'articolo 1 garantisce il mantenimento dei livelli di prestazione erogati già dai presidi tramite la loro acquisizione e l'integrazione nel sistema delle Aziende Sanitarie Regionali.
L'emendamento all'articolo 2 prevede che unitamente a tutti i beni mobili che dalle scritture inventariali risultino destinati all'esercizio delle attività dei medesimi presidi per destinarli al patrimonio delle aziende sanitarie locali territorialmente competenti. Identica per le funzioni di assistenza specialistica ambulatoriale di ricovero ospedaliero.
Con il comma 3 la CIOV provvederà, con oneri a proprio carico, alla chiusura di tutte le competenze arretrate fino alla data di trasferimento dei presidi. L'articolo 3 è sostituito dal seguente: "... i beni mobili che dalle scritture inventariali risultano destinati all'esercizio delle attività svolte sono acquistati dall'amministrazione regionale e trasferiti alle aziende sanitarie regionali...".
Il successivo prevede il confronto con le organizzazioni sindacali e il successivo ancora il valore netto contabile attestato dai documenti contabili. Sono previste poi delle ricognizioni straordinarie delle dotazioni organiche dei beni mobili.
L'attuazione della legge è stimata con una spesa complessiva di 40 milioni di euro e un contributo straordinario di 20 milioni di euro e per l'acquisizione di beni immobili di ulteriori 20 milioni di euro da scaglionare nei due anni successivi 2004-2005.



PRESIDENTE

E' previsto che possa intervenire un Consigliere per ogni Gruppo.
Per il Gruppo di Forza Italia ha chiesto la parola il Consigliere Bolla; ne ha facoltà.



BOLLA Emilio

Non so se ho titolo per intervenire come relatore.



PRESIDENTE

Lei ha titolo ad intervenire e avrebbe dovuto leggere la relazione. In apertura c'è stata questa comunicazione della Giunta, però lei ha diritto di fare il suo intervento come relatore.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

I casi sono due: se noi apriamo la discussione di merito sulla legge ha ragione il Consigliere Bolla, nel senso che essendo relatore ha diritto di intervenire. Se invece è una discussione incidentale, non mi risulta che, a termini di Regolamento, nelle discussioni incidentali siano previsti i relatori. Però è lei che presiede.



PRESIDENTE

Accedo alla tesi della discussione incidentale, quindi può intervenire un oratore per ogni Gruppo. Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Incidenti a parte, Presidente e colleghi, il Consigliere Bolla come relatore ha ritenuto con garbo di non interrompere l'Assessore mentre leggeva la relazione. Presidente, mi corregga se sbaglio: discussione incidentale significa che si interviene 2 minuti.



PRESIDENTE

E' una questione pregiudiziale.



CATTANEO Valerio

Uno a favore uno contro.



PRESIDENTE

No, uno per ogni Gruppo. La questione pregiudiziale viene prima anche nel processo avviene così quindi c'è una logica - che si apra la discussione del provvedimento. Quindi, è previsto che intervenga un oratore per ogni gruppo per 5 minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervento per un chiarimento. Se il dibattito sulla questione incidentale avviene per 5 minuti uno per gruppo, immagino debba esserci un voto in chiusura di discussione. Quindi, si può intervenire in dissenso dal gruppo.



PRESIDENTE

Questo è corretto. E' possibile intervenire in dissenso rispetto al Gruppo, motivando il dissenso.
Sulla richiesta di rinvio in Commissione ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Abbiamo visto rapidamente gli emendamenti presentati dalla Giunta regionale e prendiamo atto che non siamo di fronte ad una serie di emendamenti, ma, nella forma di emendamento, ad un nuovo testo di progetto di legge. Prendiamo nota che è il terzo progetto di legge che viene presentato, uno diverso dall'altro, da questa Giunta regionale, sullo stesso argomento. A partire da giugno 2003 siamo arrivati, ad oggi, al terzo progetto di legge di realtà della Giunta regionale, in una situazione che presenta i caratteri della drammaticità e dell'urgenza e a riaprire una procedura che non sappiamo quando avverrà.
Contrariamente agli impegni presi, in particolare con i diretti interessati, questo nuovo disegno di legge - uso questa espressione perch al di là della forma, di questo si tratta - è stato presentato senza alcuna consultazione e senza nessun esame preventivo con la CIOV e con la tavola Valdese. Accordo sottoscritto ed annunciato dalla Giunta regionale con la CIOV e con la tavola Valdese, nel mese di giugno 2003. Ho verificato nell'intervallo se fossero a conoscenza del testo, se fosse stato esaminato e confrontato con i rappresentanti della CIOV e della tavola Valdese, e mi è stato detto che nulla di questo era avvenuto. Questo lo considero un fatto di un certo significato, nel momento in cui stiamo discutendo di un'intesa, di un disegno di legge che dovrebbe tradurre, in pratica un'intesa raggiunta. Valuteremo poi, in sede di dichiarazione di voto l'atteggiamento da tenere.
A nostro parere - lo dico con prudenza riservandomi ulteriori valutazioni - siamo di fronte ad una vera e propria disdetta da parte della Giunta regionale, dell'intesa sottoscritta a giugno 2003 con la CIOV e la tavola Valdese. Non è un caso se, nella relazione che l'Assessore ha finito di leggere, quell'accordo non sia neppure citato, non sia neppure ricordato. In due fitte cartelle, dell'accordo raggiunto a giugno 2003, non si fa cenno. Che si tratti di una esplicita disdetta dell'accordo intervenuto, emerge dal contenuto dell'accordo stesso. In particolare dalle condizioni finanziarie e dal modo in cui vengono affrontate le questioni, emerge che in nessun modo rispondono a quegli impegni e a quella esigenza che era stata presa. Penso che voi sappiate che le realizzazioni di questo provvedimento, il Consigliere Bolla ne è a conoscenza, richieda una convergenza. Per fare questa operazione c'é bisogno che ci sia un accordo fra la CIOV, la tavola Valdese e la Regione Piemonte. Non è materia nella quale la Regione Piemonte ha una autonoma disponibilità di decisione. Si tratta di strutture che non le appartengono. Semplicemente può acquisire solo sulla base di intese. Penso che questa vostra scelta sia una scelta che mette a rischio non solo la credibilità, la parola l'affidabilità della Regione Piemonte (non solo della Giunta regionale perché voi prendete impegni per conto dell'insieme della Regione), ma a rischio l'insieme delle operazioni come si erano delineate. Vedremo cosa capiterà, quale sarà il giudizio che gli interessati daranno alla proposta.
La nostra opinione, la nostra valutazione è che siamo di fronte ad un fatto nuovo.
La cosa certa è che l'accordo di giugno 2003 è alle nostre spalle e voi lo avete disdetto. Adesso si tratta di valutare il quadro nuovo che si delinea.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenie il Consigliere Cattaneo.
Ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Ringraziamo l'Assessore sia per la relazione, che è a nostre mani, sia per avere ottemperato ad una richiesta che, in sede di Conferenza di Capigruppo avevamo avanzato su richiesta anche perentoria del Consigliere che mi ha preceduto che era in quel momento in rappresentanza del proprio Gruppo.
Anche noi avevamo chiesto all'Assessore che rappresentava la Giunta regionale, nella persona del Vice Presidente Casoni, se era possibile prima di esprimere un voto in aula su un rinvio in Commissione, conoscere nel merito quali fossero le modificazioni che la Giunta intendeva introdurre e proporre al Consiglio, relativamente al disegno di legge licenziato dalla I Commissione. Questo è avvenuto, noi ringraziamo e crediamo che, anche per la corposità della proposta, questa debba essere valutata attentamente, quindi riteniamo che sia opportuno un rinvio in Commissione ragion per cui voteremo favorevolmente per un rinvio.
Ho visto che gli emendamenti sono firmati da entrambi gli Assessori competenti, dall'Assessore alla Sanità e dall'Assessore al Bilancio Programmazione e Finanze, l'Assessore Pichetto, questo anche un po' per sfatare quanto era stato messo in circolazione in questo palazzo, quasi in modo surrettizio, secondo cui, all'interno della Giunta regionale, vi fossero posizioni diverse e difformi rispetto alla sanità e rispetto al patrimonio e delle finanze.
Credo che sarà utile il percorso di Commissione, dobbiamo affrontarlo in fretta perché questo è un punto importante, e lo sappiamo. Non sono assolutamente d'accordo con il Consigliere Marcenaro quando dice che qui viene meno la parola data, che vengono meno gli impegni presi da parte della Regione e da parte di questa Amministrazione regionale.
La relazione dell'Assessore è chiarissima e voglio fare un primo inciso: bisogna anche dire che, se la situazione di quegli ospedali è tale da necessitare un intervento da parte del pubblico, da parte di questa Regione, così come già ha fatto con generosità e responsabilità nel caso dell'ospedale Mauriziano, si vuole occupare di questa partita, essendo estremamente importante per questa città e per questa Regione.
Secondo punto. L'Assessore si richiama, nella sua relazione, ad una volontà di non stravolgere il provvedimento originario, ma di modificarlo tenendo intatti ed integri gli obiettivi di salvare la situazione e di mantenere quella realtà sanitaria ospedaliera, protagonista del sistema sanitario di questa Regione. Semmai, si mette in discussione, di quel disegno di legge, la sua modalità, anche alla luce di novità intercorse come l'aspetto e la posizione della città di Torino, dove c'è una timida disponibilità a fare la propria parte, disponibilità che, per quanto è dato a noi sapere, non è mai stata concretizzata con una proposta compiuta.
Se si fanno dichiarazioni di principio e si condividono gli obbiettivi bisogna anche indicare quali sono gli impegni che si vogliono affrontare e quali sono i percorsi da condividere. Ad oggi, per quanto è dato a sapere al sottoscritto e al Gruppo che presiedo, queste risposte chiare, con obiettivi e percorsi precisi da parte della città di Torino, non ci sono ancora state.
Quindi, non è corretto.
Primo punto: la situazione non è certamente dovuta alla Regione, n tanto meno, a questa Amministrazione regionale, che invece vuole affrontare il problema e risolverlo.
Secondo punto: non sappiamo qual è la posizione della città di Torino.
L'obiettivo c'è, è importante e lo vogliamo raggiungere. Vogliamo solo discutere su una modalità alternativa, perché lo riteniamo utile sia all'Amministrazione regionale sia al Piemonte. Dobbiamo, nel contempo garantire il raggiungimento di questo importante obiettivo, percorrendo la condivisa via maestra.
Su questo punto ha ragione Marcenaro, ma il provvedimento prevede il coinvolgimento sia della Tavola Valdese sia della CIOV, e non potrebbe essere altrimenti.
Per questo motivo, voteremo favorevolmente al rinvio in Commissione.
Dico subito che non escludo che altri colleghi del mio Gruppo impegnati sul punto, assumeranno, per questioni tecniche e in mero dissenso dalla posizione ufficiale del Gruppo (anche perché la dimensione ce lo consente), una posizione diversa, solo per poter affrontare la discussione e portare un loro contributo.



PRESIDENTE

Prima di proseguire con gli interventi, preciso che l'Aula deve dare un termine entro il quale riferire; quindi chiedo di individuare tale termine.
Quindici giorni vanno bene? Deve individuarlo l'Aula.
La parola al Consigliere Marcenaro



MARCENARO Pietro

Esprimeremo voto contrario al rinvio in Commissione, ma se dovesse ritornare in Commissione chiediamo che, per le dimensioni che ha, vengano ascoltati almeno i soggetti coinvolti che si trovano di fronte ad una proposta radicalmente diversa.



PRESIDENTE

Non voglio complicare ulteriormente la questione, ma ai sensi dell'articolo 81 comma 2 del Regolamento, c'è l'esigenza di riferire al Consiglio entro un termine.
Terminiamo la discussione e poi stabiliamo il termine, ma senza problemi, perché non c'é contrapposizione sul punto.
Seconda questione: darò la parola in dissenso, avendolo annunciato all'inizio della seduta, però vi dico che non sono così sicuro che questo diritto sia codificato. Per la giornata di oggi lo concederò, ma mi riservo di dare una posizione definitiva, a livello di Ufficio di Presidenza, per le prossime sedute.
In dissenso, ha chiesto di parlare il Consigliere Bolla, ne ha facoltà.



BOLLA Emilio

Intervengo in lieve dissenso rispetto all'intervento del Consigliere Cattaneo anche se, per la verità, condivido quanto ha detto.
Come relatore, preferirei il ritorno del provvedimento in Commissione per rivederne il testo. Indubbiamente, il testo proposto con gli emendamenti è consistente, quindi credo che sia giusto approfondirlo in Commissione. D'altra parte, con la presenza dell'Assessore Pichetto e dell'Assessore alla sanità (proponenti del disegno di legge), come Consigliere, vorrei ribadire l'esigenza, sentita anche da altri colleghi e in altri ambiti politici, di chiudere questa vicenda. Per certi versi, il prolungamento procura disagio. Mi riferisco soprattutto all'incertezza di chi gestisce questo servizio pubblico (in questo caso è subentrato già alla gestione dei Valdesi) e chi è ancora in attesa, come per la questione di Torino, di sapere quale sarà il proprio destino.
In relazione a questo, ritengo giusto approfondire in Commissione questo nuovo testo, che presenta delle novità (l'ho visto solo oggi, ma presenta novità di non poco conto). Addirittura credo che sia migliorabile con l'intervento dei commissari. Probabilmente, con un'attività emendativa riusciremo a migliorare questo testo e, quindi, il lavoro della I Commissione sarà indubbiamente utile. Preciso che garantirò la presenza in Aula, ma non parteciperò alla votazione, dimostrando in tal modo il mio lieve dissenso, proprio perché quel che mi sta più a cuore è di giungere alla soluzione più celere possibile del problema.
giusto fare le cose per bene e quindi anche cambiare, strada facendo il percorso. È chiaro che a questo punto bisogna veramente arrivare ad una definizione. Sono convinto che il lavoro della Giunta e della I Commissione sarà utile per arrivare in dirittura d'arrivo nel più breve tempo possibile; questo anche con una fase di coinvolgimento, probabilmente necessaria, della parte valdese, visto che ci sono delle modifiche sostanziali.
Ritengo di poter condividere abbastanza l'osservazione del collega Marcenaro sul punto, relativo al coinvolgimento, anche in questa fase di modifica, della CIOV.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea; ne ha facoltà



PAPANDREA Rocco

Il provvedimento si potrebbe discutere anche subito in aula e, qualora questo avvenisse, dirò anche il mio giudizio sulle proposte presentate.
Possiamo intervenire, discutere e modificare il testo - come in parte avevamo proposto - ma mi rendo conto che, per la quantità sostanziosa di emendamenti proposti, ha senso la richiesta di tornare in Commissione.
Personalmente, voterò favorevolmente alla proposta, ma solo se fissiamo la riunione di Commissione in settimana, di modo che martedì prossimo si possa già tornare in aula e affrontarlo. Condivido le preoccupazioni espresse dal Consigliere Bolla rispetto ai rinvii, perché se non abbiamo dei tempi sicuri, cioè se non sappiamo se giovedì o venerdì possiamo riunire la IV Commissione e affrontare il problema, preferisco, visti i problemi, affrontare oggi la questione, com'era previsto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, concordo con quanto diceva poco fa il Consigliere Bolla: bisogna essere veloci e dare tempi certi, perché la dimostrazione che ha dato l'Amministrazione Regione, nel suo complesso, è tutta in senso contrario. È un anno che continuiamo a parlare di tempi certi, ma poi cambiamo opinione.
Al di là del merito, non posso non rilevare che si fanno due passi indietro rispetto all'ultimo passo che è stato fatto.
L'ultimo passo prevedeva la costituzione di una società per azioni adesso, invece, si ritorna non all'accordo precedente, ma a quello ancora prima: siamo, cioè, nella situazione del mese di marzo, per cui, con l'acquisto degli immobili, la Regione paga quello che avrebbe dovuto pagare. In sintesi questo è il concetto.
Nella parte conclusiva della relazione leggo testualmente: "Per l'applicazione della legge è prevista una spesa complessiva di 40 milioni di euro, destinati per una metà all'acquisto di beni patrimoniali (mobili ed immobili), e l'altra metà in forma di contributo straordinario per pagare tutti i permessi e i rapporti di natura economico-patrimoniale".
Si fanno, quindi, due passi indietro, cioè si riconosce quello che sosteniamo da tempo: la Regione, finalmente, si accorge che deve dare ci che non ha potuto o non ha voluto dare, con il meccanismo dell'acquisizione patrimoniale.
Questo è l'elemento di cosiddetta novità. In realtà, non è una novità ma è l'accordo del mese di marzo o aprile.



(Commenti in aula)



SAITTA Antonio

Si tratta della delibera di agosto, sulla base di un accordo fatto nei mesi precedenti.
L'Amministrazione regionale credo che possa continuare a giocare e ad utilizzare questa vicenda anche per differenziazioni all'interno della maggioranza o all'interno del partito di Forza Italia. Se vuole continuare a giocare, ha il tempo per farlo. Ma mi sembra ormai evidente, per come si stanno evolvendo le questioni, che l'Amministrazione regionale è responsabile dei danni economici causati agli Ospedali Valdesi derivanti dal fatto che non si riesce o non si vuole trovare una soluzione in tempi ragionevoli.
Il collega Riggio parlava della delibera di agosto: vuol dire che sono passati otto mesi senza avere concluso un accordo. Dopodiché, l'illusione che sia possibile, in tempi brevi, trovare una soluzione, è un'ipotesi puramente teorica, perché credo che l'Assessore sappia perfettamente che l'ultimo disegno di legge era stato costruito sulla base di un accordo tra l'Amministrazione regionale e gli Ospedali Valdesi. Ma anche le altre soluzioni erano frutto di un accordo che ancora manca.
Non vorrei che l'Assessore andasse avanti nell'individuare soluzioni magari condivisibili, ma basate su un patto unilaterale da parte dell'Amministrazione regionale. L'Assessore sa perfettamente che le soluzioni non possono che essere contrattuali (quindi, evidentemente, con gli Ospedali Valdesi), che bisogna trovare e definire.
Immaginare, com'è stato fatto, di costruire delle proposte unilaterali vuol dire indicare un'aspirazione razionale e logica, ma, in realtà, non vorrei che ci trovassimo nuovamente a dover fare un'altra fermata - com' molto probabile - perché il comportamento dell'Amministrazione regionale perlomeno per questa soluzione, non è ancorato ad un accordo, ma ad un desiderio e ad un'aspirazione, che è cosa diversa.
Amministrare, vuol dire tener conto della soluzione da offrire alla controparte. Questa non ha tali caratteristiche, altrimenti non si comprenderebbe per quale motivo era stato cancellato questo accordo del mese di agosto e si era trovata un'altra soluzione. Ad ogni modo vedremo.
In ogni caso, sono per decidere oggi. Nel momento in cui l'Assessore propone questo emendamento, spero che abbia verificato se la controparte è d'accordo, perché altrimenti non avrebbe proprio senso.
Siccome immagino che l'Assessore sia una persona seria, e sicuramente avrà fatto questa verifica - altrimenti non avrebbe senso proporre questi emendamenti - sono perché si proceda oggi, in tempi veloci. I tempi che si aggiungono sono tempi che si aggiungono ad una volontà di risolvere il problema, ma soprattutto ad un desiderio e ad un obiettivo di non creare ulteriormente un danno agli Ospedali Valdesi.
Questa è la posizione che volevo esprimere ai colleghi, per cui sono contrario ad un rinvio, mentre sono per una decisione immediata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Anch'io, come tanti colleghi che mi hanno preceduto, ritengo che vi sia una questione di urgenza sull'argomento, perché è da tanto che si discute sull'opportunità di dare una soluzione al caso degli Ospedali Valdesi. Anche il sottoscritto, quindi, pensa che potrebbe essere utile non rimandare la proposta in Commissione, ma affrontarla oggi.
Anche per noi, il tempo per approfondire la proposta che viene portata oggi in aula è poco, e bisognerebbe comunque acquisire il parere della CIOV. Tuttavia, credo che sia importante affrontare il percorso il più presto possibile, per cui sarei disponibile anche ad affrontarlo subito in aula. Anche perché corriamo il rischio - è per questo che mi associo alla richiesta di chi vorrebbe calendarizzare al più presto le sedute della Commissione su questo punto - che il percorso in Commissione interferisca con l'altra discussione che stiamo affrontando relativa allo Statuto, per cui potremmo avere anche difficoltà a calendarizzare il lavoro della IV Commissione con quello della Commissione speciale per lo Statuto.
Questo è un argomento in più per cui vedrei volentieri il proseguimento della discussione in aula adesso.
Dobbiamo comunque manifestare soddisfazione per il fatto di poter affrontare l'argomento con l'Assessore alla sanità. In precedenza, sovente si è discusso di questa vicenda esclusivamente dal punto di vista finanziario. Parlando di strutture ospedaliere, credo che sia fondamentale la presenza dell'Assessorato alla sanità e di questo sicuramente dobbiamo darne atto.
Da una prima lettura - come ripeto è una lettura che non può che essere breve, perché presentata appena oggi - non possiamo non notare come venga in fondo riproposto un ruolo pubblico di queste strutture ospedaliere, che con la costituzione di una società per azioni, poteva essere più problematica.
L'ipotesi potrebbe essere quel tipo di gestione utilizzata già per l'acquisizione della struttura del Cottolengo: a Pinerolo, quando la struttura del Cottolengo aveva evidenziato delle difficoltà finanziarie era stata rilevata dalle strutture sanitarie ed era passata all'ASL 10. Mi sembra di ricordare che l'importanza di un ruolo pubblico per le strutture valdesi fosse uno dei punti che la stessa CIOV aveva sottolineato e che tra i punti che venivano richiamati nelle affermazioni della CIOV vi fosse oltre al problema di tutelare gli operatori che lavoravano nelle diverse strutture, anche quello di garantire quel rilevante impegno pubblico che le strutture ospedaliere valdesi hanno sempre ricoperto per i cittadini di Torino e anche per i cittadini delle Valli, tra l'altro, si tratta della Valle in cui abito (la Val Pellice), oltre che delle Valli Chisone e Germanasca.
Tutti questi problemi sottolineano la necessità e l'importanza di discutere subito della questione.
Da una rapida lettura della proposta presentata oggi ho rilevato che sono solo 40 i milioni di euro in dotazione per affrontare il problema degli Ospedali Valdesi, mentre nella proposta precedente si prevedevano 45 milioni di euro. Allora uno dei primi problemi su cui è necessario discutere concerne la dotazione economica prevista, che potrebbe anche non essere sufficiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Signor Presidente e colleghi, innanzitutto, intervengo per dare notizia che, evidentemente, il nostro voto sarà positivo al ritorno in Commissione del provvedimento. Lo diciamo con convinzione perché crediamo che gli emendamenti presentati e la relazione che li esplica siano convincenti e migliorativi, o integrativi, rispetto ad un percorso che si è avviato e che noi, come tutto il Consiglio, intendiamo concludere rapidamente.
La conclusione di questo percorso è, soprattutto, legata ai risultati che si vogliono raggiungere. Sono risultati che continueranno a dare una speranza e una vita a una istituzione, soprattutto un servizio di grande significato, che continueranno a mantenere in vita decine e centinaia di posti di lavoro. Sono risultati che mettono ben in luce le responsabilità che la Regione Piemonte ha assunto in prima persona, proprio per cercare di intervenire in una situazione di difficoltà.
Colleghi, la relazione dobbiamo leggerla con attenzione. Per leggendola con attenzione non possiamo neanche deformarla. La relazione parla chiaramente di un impegno di 40 milioni di euro, 20 tesi all'acquisizione delle strutture immobiliari e 20 per la definizione di un contributo straordinario che definisca tutti i rapporti economici pregressi.
Quest'ultimo contributo importante di 20 milioni di euro è una sorta di erogazione liberale. Qui non dobbiamo fare confusione, non si tratta di riconoscere debiti che la Regione non riconosce perché non li ha, ma si tratta, come è successo per il Mauriziano, di un'erogazione liberale che la Regione fa per cercare di migliorare e concludere questa vicenda, rispetto alla quale, evidentemente, dei problemi sono sorti rispetto a soggetti, che sicuramente hanno svolto un ruolo sociale, ma che sicuramente sono anche causa di problemi economici non indifferenti, rispetto ai quali la Regione non ha responsabilità.
Noi riteniamo importante il ritorno in Commissione. In quella sede tanto la CIOV quanto la Tavola Valdese avranno la possibilità, se i Commissari lo riterranno, di essere ascoltati in maniera ufficiale. Siamo però certi, con la certa certezza perentoria del collega Marcenaro, che informalmente, questi soggetti sono già stati sentiti.



(Commenti fuori microfono dei Consiglieri Marcenaro e Manica)



BOTTA Marco

Lei, collega Marcenaro, ha le sue certezze, lasci a noi le nostre.
Le dico che, informalmente, i soggetti sono stati sentiti, ma riteniamo che possano anche avere un momento pubblico-politico se la Commissione riterrà, nell'ambito delle sue prerogative, di sentirli. Tutto questo per costruire un provvedimento che è teso a raggiungere degli obiettivi di mantenimento di servizi, di strutture e di dipendenti, che la Regione svolge e cercherà di svolgere rapidamente con il migliore risultato possibile.



PRESIDENTE

A tutela del Consiglio, non è obbligatorio il termine, però, è ovvio che è a tutela del Consiglio. Possiamo dare un termine per riferire di 20 giorni, così come ho concordato con l'Assessore Galante, mi pare che possa andare bene.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, è troppo poco?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La prossima seduta è martedì, facciamo fra 15 giorni.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Facciamo 15 giorni, due settimane, così abbiamo la seduta del prossimo martedì, va bene.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul rinvio in Commissione del disegno di legge n. 575.
Il Consiglio approva.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento alla richiesta di una comunicazione urgente sulle determinazioni assunte per la liquidazione degli Ospedali Valdesi


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica sull'ordine dei lavori.



MANICA Giuliana

Visto che abbiamo assunto questa decisione eccezionale nei confronti dei Valdesi per determinare la liquidazione completa degli Ospedali, volevo informarvi, chiedendo una discussione urgente su questa materia, che abbiamo avuto notizia che la Commissaria del Mauriziano avrebbe assunto determinazioni in ordine al famoso Piano su cui c'è un completo dissenso di tutti gli operatori, organizzazioni sindacali, e in violazione di tutti gli impegni presi nei confronti del personale, degli Enti Locali e delle istituzioni torinesi che di questo si erano interessate.
Ci pare di una gravità inaudita che sia già in atto un intervento sia da parte delle istituzioni (il Comune e la Provincia di Torino), così come sia già in atto un intervento urgente da parte delle organizzazioni sindacali e degli operatori all'interno dell'Ospedale Mauriziano.
Volevamo capire, rispetto a questo, che cosa intenda fare la Regione e cosa ne pensi, innanzitutto, il Presidente della Giunta, poi l'Assessore alla Sanità, perché ci pare che la situazione abbia un livello di urgenza molto alto.
Guardate che, per quanto riguarda i Valdesi e il Mauriziano, ci sono due modi per chiudere gli ospedali. Il primo è il modo esplicito: decretarne la chiusura. L'altro è quello di lasciar languire a un punto tale le situazioni, fare colpi di mano uno dopo l'altro o lasciare che altri li facciano, in modo che si determini un alto livello di scoramento all'interno delle professionalità di una certa struttura. Così facendo, le professionalità cominciano a fuggire in direzione di altre strutture e alla fine, quando ci si degnerà in qualche modo di intervenire, si interverrà su dei contenitori vuoti.
Questo è esattamente ciò che si sta facendo. Pensavo che D'Ambrosio fosse il peggiore Assessore alla sanità in questa Regione, ma devo dire che lei, Assessore Galante, si sta avviando velocemente su una strada analoga anzi sta correndo seriamente il rischio di superarla.



PRESIDENTE

Consigliera Manica, domani facciamo la riunione dei Capigruppo, quindi avrà tutto il tempo per calendarizzare questa discussione.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Manica)



PRESIDENTE

Ho capito la sua richiesta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Sa perché chiediamo una comunicazione urgente? Perché si dice (non è soltanto una supposizione) che il Commissario ha approvato quel Piano industriale solo pochi giorni fa, devo dire in modo molto riservato, come fosse un segreto, ma, a parte quello, quel Piano industriale è condiviso dalla Regione Piemonte. C'è un piano che ridimensiona l'ospedale Mauriziano.Se non è così, l'Assessore intervenga, ci dica che non è d'accordo su quel piano, per aprire un confronto con il Mauriziano.
Ricordo che, alcuni mesi fa, quando il Commissario approvò la bozza di Piano industriale - così l'aveva definita in modo improprio - l'Assessore D'Ambrosio, il suo predecessore, ci spiegò che la posizione del Commissario non era la posizione della Regione Piemonte, che la Regione avrebbe valutato quella proposta all'interno della cosiddetta programmazione sanitaria.
L'Assessore D'Ambrosio non ha fatto assolutamente nulla, era preoccupato da altre questioni. Quindi, siamo nella fase in cui le decisione in ordine al servizio sanitario nazionale vengono assunte dal Commissario. Le gestioni della sanità le gestisce un Commissario e la Regione Piemonte rinuncia a svolgere un ruolo previsto per legge, quello di organizzazione del servizio sanitario.
Se non c'è una comunicazione, oggi, da parte dell'Assessore in ordine al Piano industriale, credo che possiamo interpretare questo silenzio con il fatto che la Regione Piemonte condivide, completamente, il Piano industriale del Mauriziano.
Non c'è soltanto un problema di rapporto con il Commissario, ma è un problema più complessivo di rapporti con la Regione Piemonte.
Per questo è importante oggi sapere qual è la posizione dell'Assessore.
Il silenzio, sicuramente, è un assenso.



PRESIDENTE

Andiamo avanti con l'ordine dei lavori perché l'Assessore Galante mi ha comunicato che farà comunicazioni nella prossima seduta del Consiglio regionale, perché intende giustamente prepararsi.



(Fuori microfono il Consigliere Marcenaro consegna dei documenti al Presidente)



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Marcenaro che mi ha dato del materiale che è a disposizione di tutti i Consiglieri.


Argomento: Problemi energetici

Esame testo unificato proposte di deliberazioni n. 412 e n. 414: "Piano energetico ambientale. Seconda adozione a seguito degli esiti del confronto in sede di Forum regionale per l'energia" (collegati ordini del giorno n. 866 presentato dai Consiglieri Rossi O. e Dutto e n. 868 presentato dai Consiglieri Cota, Rossi O., Brigandì e Dutto)


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori sul testo unificato proposte di deliberazioni n. 412 e n. 414 "Piano energetico ambientale. Seconda adozione a seguito degli esiti del confronto in sede di Forum regionale per l'energia" di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ci sono più ordini del giorno collegati: il n. 866 presentato dai Consiglieri Rossi O. e Dutto, e n. 868 presentato dai Consiglieri Cota Rossi O., Brigandì e Dutto.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Si tratta di approvare il Piano energetico ambientale della nostra Regione predisposto sulla base di un indirizzo interregionale adottato a metà 2001 nella Conferenza di Torino, quando le Regioni si erano riunite per decidere quale contributo potevano dare all'attuazione dei deliberati della Conferenza di Kyoto.
In quella sede si è rilevato quanto sia alta l'incidenza della produzione o della conversione energetica del settore energetico dal punto di vista delle emissioni in atmosfera o dell'interferenza con l'ambiente.
Da qui la necessità di elaborare e di modificare le linee del Piano energetico, improntandolo ad un vero e proprio Piano energetico ambientale.
Noi l'abbiamo presentato per tempo nelle sue linee essenziali al Forum dell'energia. Nel frattempo, il Consiglio regionale ha approvato la legge regionale sull'energia, che ha fissato i criteri e il quadro normativo ed ha legittimato i Forum come occasioni di confronto preventivo con tutte le organizzazioni economiche e sociali presenti sul territorio regionale anche in rapporto con i grandi soggetti energetici che, a livello nazionale e regionale, programmano e hanno voce in capitolo nel settore dell'energia.
E' scaturito un lavoro che ha riservato anche la soddisfazione, nella sua versione finale, di riportare la materia nelle canoniche consultazioni che svolge il Consiglio regionale sui provvedimenti, prima dell'approvazione in Commissione. Quindi, ha riportato, a mio avviso un'ampia convergenza, salvo una serie di puntualizzazioni da parte di determinati soggetti soprattutto per quanto riguarda le angolature politiche e culturali.
Quindi, la parte documentale e la parte statistica su cui si basano le decisioni è largamente condivisa.
Devo ricordare ai colleghi che il Piano si articola sostanzialmente in una parte di indirizzi specifici e generali, prevede appunto una serie d'indicazioni per quanto riguarda gli usi finali dell'energia nelle sue grandi articolazioni, quindi il settore abitativo e terziario, quello civile, quello dei trasporti, il settore agricolo, poi subito la riduzione dei consumi d'energia elettrica e, naturalmente, le metodologie d'attuazione dei provvedimenti che ci sono in materia. Successivamente passa ad analizzare il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica e del gas naturale, tratta nei vari capitoli i servizi in rete, la ricerca perché si è cercato di inserire le iniziative riguardanti, ad esempio l'idrogeno. Per quanto riguarda i combustibili a basso impatto ambientale vi è l'intenzione di inserirli in una strategia per poterne valorizzare al massimo gli effetti ed il trasferimento scientifico tecnologico alle imprese.
Sono anche individuati gli strumenti che danno attuazione a questo Piano, che possono essere strumenti diretti. Soprattutto, richiamo i colleghi sull'importanza di approvare questo Piano perché diventa un punto di riferimento per tutte le politiche di settore, quindi, per quanto riguarda i trasporti, occorre che tutti i provvedimenti di finanziamento di contribuzione, in particolare verso il comparto pubblico o il comparto di movimento delle merci, siano improntate all'adozione di motori a bassa emissione, oppure di combustibili come il metano o il gas.
A questo punto, ricordo che abbiamo già nella nostra Regione, anche nella Città di Torino, flotte di autobus alimentati a gas naturale che cominciano ad essere consistenti, autobus che si notano quando circolano.
E' il risultato di un impegno che, semmai, va rafforzato, ma che è già stato intrapreso.
Allo stesso modo, vi è ovviamente tutta una serie d'altri dettagli che vanno dagli accordi volontari per favorire l'approccio partecipativo, alla certificazione energetica e al settore della formazione e dell'informazione, perché occorre veramente dare una svolta e, quindi formare gli operatori del settore, dagli energy-men a tutti quelli che operano nel campo dei progettisti e degli installatori.
Naturalmente ci sono delle valutazioni in ordine al conseguimento degli obiettivi di Kyoto. Sono indicati cinque milioni di tonnellate d'anidride carbonica, come valore di riferimento da ridurre nel periodo del Piano. E' indicata una serie d'azioni prioritarie, che s'incentrano soprattutto nella contribuzione, in conto capitale o in conto interessi, nel riorientamento di tutti gli interventi verso il settore economico o il settore delle infrastrutture della Regione, proprio nell'ottica di qualificare, con fondi già esistenti, gli interventi già previsti dalle varie leggi, anche quelli di contribuzione per i settori dell'industria, dell'artigianato ecc.
impregnando i bandi e queste normative di contenuti energetici.
Questo, secondo me, è il senso di un programma che non crea nuove procedure o nuove burocrazie, né agisce in compartimenti stagni, ma cerca il più possibile di inserirsi nell'ambito di una strumentazione esistente.
Dicendo questo, non invento nulla di nuovo perché questi sono gli indirizzi della legge regionale sull'energia. Il Piano ha una serie di allegati che danno conto degli scenari energetici ai quali ci riferiamo: i bilanci energetici regionali, il sistema energetico del Piemonte e le valutazioni della qualità dell'aria. Da ultimo, ma non meno importante, si dà conto di quello che si sta facendo, in ordine al settore dell'energia nucleare, fermo restando che, per questo settore, vi è, non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale, una deliberata uscita, quindi non possiamo che parlare di esiti di uscita da questo settore.
Se posso sintetizzare ancora per qualche minuto, possiamo dire che per le questioni più di attualità, come il consumo attuale regionale energia elettrica, ricordo ai colleghi che è sull'ordine dei 27 miliardi di Kwatt/ora all'anno, in senso integrato, che deriva ovviamente dalla sommatoria tra la produzione nostra e l'apporto della rete nazionale, ed anche quella internazionale a livello di importazione, come copertura del fabbisogno nel prossimo decennio noi riteniamo che, partendo dal presupposto del deficit attuale, che è di 4000 MegaWatt, per 2.200, 2.300 MegaWatt sono già coperti da impianti in costruzione, quindi Chivasso Moncalieri, Settimo 250 MegaWatt, 70 MegaWatt a Vercelli, 100 MegaWatt a Novara, sono già impianti autorizzati ed in fase di costruzione, e quindi riteniamo che con 2 impianti da 800 MegaWatt, in totale 1600 MegaWatt, da qui al 2010 è l'eventuale bisogno residuo, comprendendo in questa indicazione anche una riserva nominale del 20% dell'installato che senz'altro è il parametro di riferimento utilizzato dal GRTN, devo anche dire che noi siamo tutto sommato abbastanza fortunati, perché avevamo una grossa centrale vecchia, che era quella di Chivasso, che viene rinnovata la centrale di Moncalieri che viene costruita, quella di Trino che già è in funzione da anni, al posto della nucleare, e le nuove, saranno tutti impianti a ciclo combinato, quindi hanno un rendimento dell'ordine del 54/55% che se coniugati con teleriscaldamento o co-generazione alla fine vanno a raggiungere un rendimento del 70%, pensate che se lo confrontiamo con le vecchie centrali termiche tradizionali, quelle che vanno per a maggiore a livello nazionale, lì sono al 25%, per cui devo produrre e consumare energia termica 3 o 4 volte superiore rispetto a quella elettrica che poi spilli e mandi in rete, mentre con le centrali a ciclo combinato hai un rendimento del 55% per cui hai un utilizzo di energia termica che poi viene per la maggior parte convogliata nella conduttura elettrica e per buona parte viene spillata anche come calore residuo per gli usi del territorio, quindi stiamo, a mio avviso, portando avanti una strategia che alla lunga darà senz'altro dei buoni risultati.
Oltretutto è molto importante approvare il Piano perché noi fissiamo un paletto quantitativo da un punto di vista programmatico che consentirà alla Giunta Regionale di stroncare un po' quella che è questa proliferazione di domande di costruzione di impianti che al momento va avanti nel nostro territorio e che quindi potrebbe tranquillamente essere ricondotto in un solco più contenuto.
Devo dire che l'obbiettivo del Piano, per quanto riguarda le fonti rinnovabili, è quello di raddoppiare questo obbiettivo, questo apporto nell'arco di validità del Piano, che dovrebbe essere mediamente sui tre anni, come indirizzo del Piano, anche se poi di solito viene sempre prorogato sui 5 anni, comunque in questo periodo si pensa di passare le fonti rinnovabili da un 2% di apporto, che è quello stimabile, attuale sulla base dei finanziamenti già dati, portarlo ad un 4%, a cui si aggiunge un 3,5% che è l'apporto dell' idroelettrico nella nostra regione, io parlo fatto 100 i consumi elettrici totali che non è percentuale da trascurare.
Abbiamo una direttiva, a livello nazionale, del 2% dei certificati verdi obbligatori, penalizzanti per coloro che immettono energia in rete senza documentare o munirsi di tali certificati. Noi, quindi, andiamo ad una percentuale tre volte superiore, che credo, non sia poco.
Il grave problema, per quanto riguarda questo settore, è creare un mercato delle filiere tecnologiche, dei prodotti e dei sistemi facilmente installabili ed individuabili. C'è, in modo anche latente, una domanda da parte dei cittadini, perché nessuno vuole utilizzare sistemi energetici a maggiore impatto ambientale; ma molte volte occorre. Questo è il senso di certi bandi di sostegno e di contribuzione, che servono per innescare circuiti virtuosi, dal punto di vista tecnologico e dell'installazione del prodotto disponibile.
Per quanto riguarda gli obiettivi di CO2, sono circa cinque milioni di tonnellate che si pensa di ridurre in questo periodo, pari ad un 6,5% della produzione di emissione di CO2.
Questo, quindi, ci mette in linea con l'obiettivo di Kyoto.
Il massimo apporto idroelettrico prevedibile e previsto dal Piano è di 150 MW; Piano che, però, non prevede nuovi sbarramenti.
Lo ricordo ai colleghi attenti a questi argomenti: il Piano non prevede nuovi sbarramenti rilevanti, per quanto riguarda l'idroelettrico, perch prevede, soprattutto, una razionalizzazione degli schemi idraulici, in modo tale da poter, laddove già esistono dighe e condotti, sistemando meglio le opere, utilizzare l'esistente migliorandolo.
L'unico grosso nuovo impianto è quello già in costruzione a Pontventoux.. Per il resto, si prevede una serie di microgenerazioni diffuse, laddove l'impatto ambientale non è rilevante. Viceversa, si prevedono 100 MW di impianti collegati a reti locali di teleriscaldamento.
Si prevedono 73 mila metri quadrati di collettori solari termici; 4000 KW di fotovoltaico in più (sono sempre di più rispetto rispetto a quanto previsto e attuato); 600 MW di co-generazione diffusa (il che vuol dire il raddoppio rispetto alla potenza esistente nel 2010 e si prevede che Torino (queste non sono nostre illusioni perché siamo raccordati ai programmi che già AEM porta avanti) passerà da 28,5% di percentuale di volumetria civile già oggi teleriscaldata, a 44% di volumetria teleriscaldata al 2010 consolidando il primato, che già oggi ha Torino, di città più teleriscaldata d'Italia. Questo vuol dire ridurre tutte quelle immissioni caldaiette e impianti di condominio o di edificio civile, che poi è difficile mantenere in esercizio.
Ci sono anche obiettivi di riduzione e di razionalizzazione dei consumi. Abbiamo previsto un obiettivo del 30% di riduzione al 2010 nel settore civile, con 480 mila ktep (tonnellate equivalenti petrolio) di riduzione derivante dagli investimenti effettuati in attuazione dei decreti ministeriali in materia di efficienza energetica. Non sfugge a nessuno che ci sono decreti, che stanno per essere attuati, che obbligano i distributori del gas a fissarsi degli obiettivi di riduzione, attuando delle politiche verso i loro clienti. Noi saremo vigilanti in questo senso.
Abbiamo già fatto riunioni, tant'è che alcuni distributori si sono un po' sorpresi, abituati ad agire in un sistema di sostanziale delega. Cambiando la situazione, privatizzando, non è più solo la SNAM o l'Italgas, ma è una serie di distributori, quindi è giusto che ci sia una controparte, anche pubblica, che li controlli.
Termino il mio intervento facendo riferimento ad altre due indicazioni di risparmio energetico: il settore degli elettrodomestici e degli apparecchi illuminanti nelle case, dove stimiamo una riduzione potenziale dei consumi del 7,5%. Non vuole dire che i consumi globali non aumentano ma aumentano molto meno o possono, pur aumentando il benessere e il comfort dei cittadini, essere contenuti i consumi e, quindi, le spese.
Per quanto riguarda il settore pubblico, la pubblica illuminazione diamo delle indicazioni tali da sostituire gli apparecchi illuminanti con una riduzione del 30% possibile e stimata dai nostri tecnici, discussa nei Forum (quindi non sono cose campate in aria) pari a 125 milioni di KW/h.
Fermo restando la disponibilità di esaminare gli emendamenti presentati, è urgente, a mio avvisto, approvare questo Piano, essendo il termine di un percorso. L'abbiamo discusso due volte nel Forum; stiamo attuando una legge sull'energia, ampiamente dibattuta; abbiamo registrato posizioni non totalmente discordanti, anche a livello di Consiglio; ne abbiamo discusso in Commissione.
Ripeto, c'è l'urgenza di approvarlo, quindi, fatte le precisazioni raccomanderei l'approvazione in questa seduta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Si potrebbe cominciare con una nota sul calendario: oggi è il 3 febbraio 2004 e l'Assessore Cavallera, che ringraziamo per la sua simpatia e per la disponibilità di essere qua oggi anche se non sta molto bene, dice che il Piano lo abbiamo approvato da poco in Commissione.
Il Piano Energetico Ambientale è stato approvato in V Commissione il 23 ottobre 2003, con l'impegno, esplicito e formale (neanche del tutto scontato) dei Gruppi di opposizione - centrosinistra, Rifondazione e Radicali - per una discussione immediata, rapida, urgente e sollecita in aula.
Forse si può incominciare dal calendario, all'interno di un Piano Energetico che tenta di tenere insieme più scenari possibili di sviluppo di esigenza energetica regionale entro il 2010, per dire, a ritroso, che il Piano Energetico è stato approvato ad ottobre con urgenza. Sono passati tre mesi e non lo abbiamo ancora approvato. Il Forum su cui si basa l'ulteriore analisi ed approfondimento è del 29 gennaio 2003 (più di un anno fa); la Conferenza di Torino, su cui abbiamo ampiamente discusso, è del 2001; la legge regionale è del 2002 e la Conferenza di Kyoto è addirittura del 2000.
Il calendario non è un elemento del tutto indifferente su questo tema.
Sappiamo bene che cosa è successo in questi mesi: l'apertura di attenzione che un black-out nazionale ha creato su questi temi, black-out sulla cui origine, tempistica e modalità, penso sia anche lecito un qualche sommesso dubbio sulla matrice, sulla causa, sulla natura e sulla particolare tempestività e precisione di intervento. Una domenica mattina del 28 settembre, nel momento in cui un black-out avrebbe fatto meno danni possibili alla vita collettiva di un Paese intero e, dietro a questa apertura di attenzione e di questa illuminazione forzata, escono fuori immediatamente le risposte, anche quelle autorevoli.
Come ho detto in altre sedi - e vorrei ribadirlo anche in questa - ho trovato particolarmente inopportuna e abusiva la risposta che il Presidente della Repubblica Ciampi ha dato lo stesso giorno del black out nazionale probabilmente leggendo una nota di un suo amico, ex collaboratore al Ministero e ora Presidente nazionale dell'Ente di gestione della Rete Trasmissione Energetica, dicendo - lo hanno riportato tutti i telegiornali per oltre 24 ore - che bisognava immediatamente ripartire con la costruzione di centrali tradizionali e bisognava farlo superando l'egoismo localistico di certe Amministrazioni locali.
Finalmente si affronta la discussione sul Piano Energetico Ambientale che è sicuramente uno strumento importante, come ha più volte ha ricordato l'Assessore Cavallera guardando questa parte dei banchi. Mi permetta di dire che doveva guardare l'altra parte dei banchi, perché grazie all'intervento dell'altra parte dei banchi di quest'aula in questi tre mesi abbiamo discusso di tutto, e lo dico in forma di polemica, anche simpatica: abbiamo discusso della palla a pugno, dei laboratori di analisi, gli ordini del giorno non sono mancati, e di altro ancora. Il teatrino della politica, tanto stigmatizzato, lo abbiamo avuto qua per tre mesi. Invece un Piano Energetico di questa valenza, di questa importanza e di questa utilità politica - come ha ricordato ancora oggi l'Assessore Cavallera per avere in mano uno strumento di analisi, di valutazione e di azione, non siamo riusciti a votarlo in tempi più tempestivi e più utili per tante strategie che sul nostro territorio si stanno incardinando indipendentemente dalla voce regionale e indipendentemente da una programmazione politica dell'interesse generale che quest'Assemblea ha non solo il diritto, ma il dovere di fare.
In Commissione, in accordo con tante voci della maggioranza, ma soprattutto dell'opposizione di centrosinistra, abbiamo cercato di ricordare alcune parole chiave.
Mi sembra che nell'intervento riassuntivo dell'Assessore sia sfuggita ma sono sicuro che si tratti di una semplicemente questione lessicale - la parola "risparmio". Ha parlato più volte di riduzione del consumo energetico. Noi crediamo - avvalorati da un'interessante analisi prodotta da alcune importanti associazioni del territorio (Legambiente Piemonte Italia Nostra Piemonte, Pronatura Piemonte, WWF Piemonte) - che il risparmio energetico non sia soltanto una delle possibili chiavi di lettura del Piano Energetico Regionale, ma debba essere il cardine strutturale proprio per le annotazioni, anche numeriche, che l'Assessore faceva in finale. Per questo credo che si tratti semplicemente di un problema di sinteticità dell'introduzione della relazione dell'Assessore. Perché quei numeri che l'Assessore ha fornito sono la chiave di volta di una nuova politica energetica regionale. Occorre andare ad intervenire lì e su tutti quei settori che, con le capacità e con le tecnologie acquistate e conquistate in questi anni, sono la risposta nuova ed efficace ad un governo del territorio, che non può prescindere dalla necessità e dall'urgenza di avere più energia disponibile e utilizzabile proficuamente per un Paese e per una Regione che vuole svilupparsi, progredire e avere maggiore ruolo e maggiore capacità di produzione, e che quindi ha bisogno di più energia. Ma questa energia deve essere ricavata essenzialmente e prioritariamente da un utilizzo razionale e cosciente, nella consapevolezza che non serve appunto far nascere come funghi centrali di tipo tradizionale o di tipo innovativo. Siamo consapevoli che alcune risposte facili potrebbero essere quelle di dire: "Facciamo l'eolico" o "Utilizziamo strumentazioni non ancora del tutto consolidate", le cui risposte potrebbero essere utili in altre zone d'Italia, ma non in Piemonte. Non può essere una risposta facile quella che dobbiamo accingerci a dare a questo problema. Deve essere una risposta complessiva, che tenga in conto l'analisi, gli scenari possibili e le interpretazioni, non sempre univoche, degli scenari possibili: allora, sicuramente le fonti rinnovabili, sicuramente l'innovazione tecnologica, sicuramente la razionalizzazione che anche l'Assessore ha voluto sottolineare.
Certo, la razionalizzazione è anche un utilizzo nuovo e più cosciente di quella rete di trasmissione che fa del Piemonte un crocicchio di passaggio di tante reti di trasmissione di energia comprata all'estero, ma che è, in molti casi, anche una rete obsoleta, che tende a disperdere gran parte dell'energia trasmessa.
Allora, l'elemento strutturale di questo Piano che abbiamo cercato di sottolineare e che in Commissione abbiamo richiesto (in parte sicuramente è stato accolto anche dall'elaborazione degli emendamenti predisposti dalla Giunta), prevede di introdurre la chiave del risparmio energetico come una chiave innovativa, tecnologicamente come sfida importante e decisiva, non per un pauperismo o un ritorno al passato, ma proprio per la sfida rispetto al nuovo e rispetto alle innovazioni.
Ho partecipato, insieme ad altri Consiglieri, ad un'interessante serata durante la quale la ITP premiava, come azienda leader di iniziativa tecnologica piemontese, la Space Cannon di Fubine (Alessandria).
Quell'esperienza così significativa, che rende una realtà piemontese leader nel mondo nella costruzione di impianti di illuminazione innovativi costosi nell'impianto, ma molto redditizi nel risparmio energetico, deve rappresentare la sfida anche della Regione Piemonte e della sua impresa.
Non possiamo non capitalizzare anche queste risorse di conoscenza e di intraprendenza dell'imprenditoria piemontese.
Vorrei ancora ricordare la sfida del nucleare che ha visto sicuramente i Radicali tra i promotori di un grande dibattito politico, culturale e di scelta fra opportunità diverse in questo Paese. Occorre tener conto che in questa fase Paesi importanti come la Germania si accingono a scegliere un'uscita con prospettiva ventennali dalla produzione di energia con nucleare. Credo che sia assolutamente necessario e non demagogico renderci conto che in questo momento, piuttosto che costruire altre centrali piemontesi con tecnologie vecchie o non ancora innovative, continua ad essere utile, e quindi economicamente fondamentale, comprare dalla Francia amica, alleata e vicina, quell'energia che produce in surplus con il nucleare e che noi produrremmo assolutamente a costi più alti e meno redditizi con centrali che vogliamo costruire.
Concludo qui il mio intervento, posto che avrò sicuramente altre occasioni per intervenire ulteriormente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi, credo che questa sia un'occasione importante per l'Assemblea, in quanto ci troviamo dinanzi ad un Piano energetico ambientale che presenta punti di forza, punti di debolezza e aree ancora da dissodare.
Inizio dai punti di forza: certamente, tutta quella che è l'articolazione dell'esperienza di forme energetiche, tradizionalmente chiamate alternative, presenta un impegno, un tentativo, una ricerca importante, lasciando un po' in ombra - è un terreno ancora da dissodare la parte legata alla politica del risparmio; segna, invece, una debolezza ma non è determinata solo da una volontà locale, ma dai condizionamenti che pongono le politiche nazionali, che è quella del Governo, circa la parte preponderante della produzione di energia elettrica.
Colleghi, abbiamo una concentrazione, in un asse di 20 chilometri, di oltre 4 mila megawatt di potenza esistente in fase di ridefinizione, come Chivasso, e in fase di autorizzazione. Cito i dati a memoria partendo da Leinì: 400; Settimo: 250; Chivasso: 1.200; Crescentino: 400; Livorno Ferraris: 800; Leri Cavour: 800; tralascio il piccolo impianto di Vercelli.
Perché c'è una collocazione in questo asse e non c'è la possibilità di un governo regionale? Tra l'altro, partendo da Leinì e Settimo ci troviamo in un'area a forte impatto, con forti problemi e criticità dell'ambiente proprio perché siamo deboli, in qualche modo, nella programmazione relativamente alla distribuzione dell'energia sul territorio in modo ottimale.
Tra l'altro, Assessore, un asse di questo genere pone un problema di trasmissione dell'energia: anche questo non è indifferente. Credo che non si potrà dire di fare le centrali e, poi, eventualmente, se c'è bisogno per la trasmissione, si replica l'attuale sistema di trasmissione.
La debolezza di questo meccanismo è insita nella procedura. Qual è la debolezza? In qualche modo, noi, disperatamente, e devo riconoscere anche per un impegno da parte dell'Assessore e degli uffici, cerchiamo di ricavarci alcuni spazi, soprattutto, in rapporto con l'inquinamento atmosferico, per cercare di dire qualche no o per riposizionare in modo diverso le centrali. E' una posizione estremamente debole. Anzi, questo atteggiamento viene quasi visto molto negativamente dal livello nazionale che lo considera un ostacolo inaccettabile. Le centrali si devono fare punto e basta.
Com'è possibile che in un asse di 20 chilometri ci sia una concentrazione di oltre 4 mila megawatt di potenza installata? E' pur vero che Crescentino non trasmette sulle stesse linee di comunicazione, per siamo in una zona dove c'è una forte incidenza sul territorio.
Quando lei, nella sua relazione, dice che si devono minimizzare gli effetti ambientali, si riferisce sempre all'aspetto atmosferico, ma anche l'aspetto territoriale ha un suo rilievo. Quindi, è un interrogativo, è un'insoddisfazione, in qualche modo.
Capisco lo scontro che è in corso e lei mi potrebbe rispondere che abbiamo persino guadagnato alcune posizioni rispetto alla situazione di grande debolezza che avevamo nel passato, ma questo è un problema politico del rapporto sul federalismo. Su una materia concorrente come quella energetica la politica di questo governo è stata una politica di invasione delle prerogative e delle competenze delle Regioni in materia autorizzativa delle centrali.
Mi piace molto discutere delle biomasse e di tutta una serie di politiche come, ad esempio, la pulizia dei boschi, l'eolico, il risparmio.
E' molto bello, ma è una parte minima rispetto a quella rilevante e sulla quale noi non abbiamo peso sufficiente.
Lei ha fatto alcune affermazione importanti sull'energia idroelettrica perché con Pont Ventoux si ferma, quindi, suppongo che con Manera sia messa in naftalina, supponendo che non ci siano altri interventi. Intanto, nella Sesia e nel Chisone, attraverso microderivazioni, ci sono degli attentati portati al minimo vitale, come si dice, nella portata dei fiumi su valori di apporto energetico insignificanti.
Ottimizzando Moncalieri, che ha ridefinito, o Chivasso, fa tutta l'operazione che si fa sulla Sesia, sul Chisone e su altri. A meno che non mi si parli di uso plurimo delle acque, siamo in un'altra fattispecie, in particolare nella Sesia, mi pare, ma forse anche nel Chisone, dove non c'è questo tipo di discorso.
Torno al cuore del problema. Come possiamo evitare che, attraverso la casualità di una scelta di un privato e le bramosie magari di un Sindaco nasca l'insediamento di una centrale senza un minimo di programmazione e di capacità della Regione di disporre relativamente al territorio? Tra l'altro, vi è anche una ripercussione sul ciclo delle acque. Il raffreddamento della centrale di Leinì, anche per l'aduzione delle acque e con il teleriscaldamento, pone dei problemi, perché è una zona con criticità in questo momento. Su alcuni punti il VIA passa de plano senza nessuna limitazione. Noi ci giochiamo solo l'inquinamento atmosferico e forse, non so se è una pistola carica, le linee di trasmissione dell'energia. Relativamente all'inquinamento atmosferico, forse, ci salviamo da una delle centrali ipotizzate nella prima cintura di Torino e dalla seconda di Settimo, perché non ci sta a tirare tutto il teleriscaldamento. Però questo è molto poco e mentre parliamo di un Piano energetico ambientale, la parte preponderante viene decisa da altri facciamo un'opera un po' accademica e di retroguardia.
Mi asterrò su questo Piano. Da un lato, riconosco che c'è un lavoro molto attento, forse sul risparmio si può ancora lavorare, anche sul ciclo dei rifiuti; probabilmente, si può ancora lavorare togliendo e disinnescando questo mito del totem dei macroinceneritori termovalorizzatori. Credo che ci possano essere tecnologie più morbide e più adeguate, che rispettano il ciclo dei rifiuti vedendolo anche nella componente energetica.
Dimenticavo, Assessore, in questo asse di 20 chilometri c'è anche l'ipotesi di un termovalorizzatore più piccolo di quello ipotizzato all'inizio a Volpiano, in quanto quello grande andrebbe nella zona sud di Torino. Tuttavia si parla di un termovalorizzatore di una certa pezzatura.
Come governiamo questo aspetto? C'è un potere programmatorio? C'è un'autorità come quella regionale che si preoccupa del fatto che in pochi chilometri ci sono tre centrali, di cui un colosso a Chivasso? Non possiamo nasconderci dietro il processo autorizzativo di chicchessia, ci deve essere la volontà di far valere un potere di programmazione circa l'uso del territorio, non è sufficiente dire che si pone un problema quando ci sono centrali vicine.
Riconfermo il mio voto di astensione, auspicando che ci sia da parte sua, Assessore, una dura battaglia per conquistare spazi di intervento nelle procedure autorizzative. Capisco che dico una cosa abbastanza ridicola, perché, una volta fatte queste centrali, il nostro fabbisogno è stato soddisfatto e fino al prossimo ciclo, quello dei nostri nipoti o di chissà chi, non entrerà più in campo questa esigenza. E' un fatto politico importante da non abbandonare. Recuperare, in materia energetica, nelle centrali termoelettriche un potere reale autorizzativo della Regione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente



TAPPARO Giancarlo

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, così come è già stato detto dai colleghi e sottolineato dal Consigliere Mellano, anche noi esprimiamo la nostra soddisfazione a discutere finalmente oggi, dopo giornate passate inutilmente su temi meno rilevanti, un argomento di questa portata.
Riteniamo giusto ricordare che due anni fa chiedemmo la votazione su un ordine del giorno che aveva la funzione di avviare la procedura e l'iter del Piano energetico e di portarci a questa conclusione. Riteniamo assolutamente importante e positivo questo momento.
Le dico subito, in premessa, che il nostro parere è positivo sul merito del Piano. Un'attenzione assolutamente favorevole. Come voto generale sarà di astensione, perché teniamo conto di due fattori: un contesto nazionale che ci crea grosse preoccupazioni, sia per le scelte fatte (ne citer soltanto alcune) sia per le scelte che, anche per il nostro Piano energetico, vedranno una componente importante proprio nel governo nazionale, non nella Regione.
Quindi, indipendentemente da quelle che sono le linee tracciate dal Piano, l'altro aspetto di critica di perplessità e di preoccupazione è legato alla parte più economica e finanziaria.
Le rinnoveremo l'invito in chiusura di questo breve intervento, a far sì che almeno attraverso emendamenti si giunga, in occasione della prossima discussione sulla finanziaria regionale, a presentare dei contenuti di merito su alcune delle voci significative che non ci risulta abbiano finanziamenti nel bilancio che ci è dato di discutere nelle Commissioni.
Il contesto nazionale è soltanto accennato per brevi linee.
Certamente, il decreto anti black-out voluto dal Ministro Marzano ha fatto completamente saltare, almeno dal nostro punto di vista, quelli che erano i limiti di tutela ambientale, il che suscita problemi di valutazione e una forte preoccupazione.
Molto critica, d'altro canto, è stata l'Authority, che ha giudicato le disposizioni che sono state prese e nel merito del famoso 17% di calo in quella giornata del 28 settembre, sia nel merito della scelta fatta sulla privatizzazione della rete, la stessa Autority ha espresso tutta una serie di osservazioni che pongono in rilievo quella che anche noi riteniamo essere una profonda e grave contraddizione.
La finanziaria di quest'anno ha fatto la scelta di passare alla storia per un accanimento feroce nei confronti del patrimonio ambientale paesaggistico e culturale del nostro Paese. Non bastava il condono edilizio, ci voleva anche il silenzio assenso. Questa è un'altra di quelle scelte che riteniamo gravi, pericolose e negative per il nostro Paese. E' in quel contesto che dobbiamo leggere il seppur positivo Piano energetico della Regione.
Se aggiungiamo una riflessione velocissima su quello che è stato il recente, appena concluso, semestre italiano, mentre andava avanti la sanatoria totale sul nostro Paese, la nostra Regione non è tra quelle che si è opposta al condono edilizio. Comprendo le difficoltà, ma molte altre Regioni, non solo di parte opposta, l'hanno fatto, Assessore. Questa Regione non l'ha fatto.
Contemporaneamente, si svolgevano le note vicissitudini relative al semestre italiano.
Al di là di facili battute, su altre questioni, sottolineo soltanto il passaggio relativo al clima. La situazione relativa al clima, quella che doveva essere una grande opportunità, che dovevamo vivere tutti quanti a Milano, non si è manifestata in un'opportunità e ci è ben noto. Avremmo dovuto ridurre le emissioni serra del 6,5% le abbiamo, di fatto, aumentate del 7,3%. Questo è il dato con il quale conviviamo.
La scelta fatta è stata quella di fare da ponte alle scelte nei confronti del Governo degli Stati Uniti. A fronte della necessità di ridurre tutti i gas da combustione, di fatto il nostro Paese si attesta e si conferma su altre scelte. Dopodiché, non è certamente lei che ci richiamerebbe, perché è assolutamente attento e scrupoloso nelle sue scelte politiche conseguenti, ma non occorrerebbe certamente ritornare ad un'epoca primitiva di nessun genere. Sarebbe sufficiente indirizzare le politiche verso un risparmio energetico che, di fatto, non è sostenuto nella realtà.
C'è tutta la faccenda relativa alle scorie nucleari che vede la nostra Regione assolutamente coinvolta. C'è stato un vergognoso e brutto scivolone, da parte di questo Governo nazionale, sulle vicende di Scanzano.
Mettiamola in questo modo, noi continuiamo a ritenere che le centrali siano assolutamente generatrici di scorie attive per migliaia di anni, i danni all'ambiente, alla salute e all'economia che ne possono derivare sono immensi e ingenti.
Dopo l'operazione Scanzano, ci fidiamo ancora di meno delle scelte di questo Governo. Siamo più vigili e più attenti, di conseguenza.
Per quanto riguarda il discorso relativo al territorio, i famosi venti trenta chilometri di cui ha già parlato il collega Tapparo, anche noi nutriamo le stesse perplessità su quella proliferazione nella zona di Leinì e del Canadese. Riteniamo scellerate le scelte conseguenti che vanno in quella direzione. Ci spaventa molto che non esista la possibilità, in base alle scelte di un finto federalismo, ma di fatto assolutamente centralistiche, di poter in qualche modo pilotare realmente quelli che saranno gli orientamenti futuri.
Sul Piano, noi richiamiamo ovviamente ancora di più una positiva valutazione, ma richiamiamo anche un'approvazione nei confronti dell'Assessorato e della struttura, perché di fatto questo è un piano processo che è stato portato avanti a seguito di un'approfondita discussione nel Forum. Noi ve ne diamo atto e merito. Complessivamente, lo riteniamo positivo così come le osservazioni sono andate in tal senso.
Tutte hanno riaffermato in qualche modo, con approvazione gli sforzi che la struttura ha voluto dare nell'applicazione del protocollo di fatto di Torino, perché questa è stata la priorità scelta.
Sono pochi gli strumenti che sono veramente garantiti in mano alla Regione. Questo crea uno dei problemi, dei nodi sui quali, prossimamente temiamo di non avere strumenti per intervenire; così come l'assenza di strumenti, di programmazione, di politica energetica nazionale e gli impegni di Kyoto, che sono stati abbandonati da questo Governo, impongono un'attenzione particolare da parte della cittadinanza e, in primis, da parte del Consiglio.
Rileviamo che sono ancora forti i limiti alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico, non c'è, soprattutto, un budget ed investimento conseguente. Così come è ancora carente, dal nostro punto di vista l'incidenza sulla riduzione dei consumi energetici per il settore industriale.
Per le aree urbane manca una valutazione sul servizio ferroviario e metropolitano e non c'é uno sviluppo deciso, almeno dal nostro punto di vista, di quelle che erano le scelte sulla ciclabilità. Debole è l'intervento previsto sulla climatizzazione degli edifici, che non vuol di certo dire condizionatori a go go, ma è un'altra la scelta che doveva essere fatta. Timida la riteniamo l'azione per la riduzione dei rifiuti e soprattutto, per tutta la parte relativa agli imballaggi. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili delle tecnologie e del risparmio energetico, richiede delle forme di finanziamento in grado di consentire un equilibrio nei costi di investimento e/o di gestione, e sul bilancio non ne abbiamo traccia.
Così come è debole la verifica relativamente al monitoraggio sulle emissioni climalteranti.
Il problema vero che poniamo come priorità assoluta, dal nostro punto di vista, è quello del finanziamento. Ciò che si trasferisce alle province è di gran lunga inferiore rispetto alle cifre pregresse e né nel bilancio né nel DPF c'é traccia di stanziamenti conseguenti a quelle che sono le scelte del Piano energetico.
Le rinnoviamo l'invito, Assessore, a presentare degli emendamenti in tal senso, le rinnoviamo la disponibilità ad accompagnare nel merito l'applicazione di questo Pano. Riconfermiamo un parere e un voto di astensione, con un apprezzamento per il lavoro svolto e il metodo che è stato seguito.
Al Presidente del Consiglio ricordiamo che, unitamente agli ordini del giorno che lei ha già fatto distribuire, ve n'è un altro, per quanto la memoria ci consente di ricordare, il n. 850 del novembre 2003, relativo alla diffusione di elettrodomestici ad alta efficienza energetica.
Sostanzialmente è l'applicazione di quella che, ad esempio in Lombardia o in altre regioni, essendo all'esecutivo, sono diventati provvedimenti di delibera, o disposizioni applicative e, nel nostro caso, lo proponiamo al Consiglio sottoforma di ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Ci troviamo di fronte ad un importante provvedimento in discussione in questa legislatura, non solo per l'importanza oggettiva che ha la materia in se, ma anche per il modo in cui è stata affrontata.
Alcuni Consiglieri ricordavano che l'opposizione non si è mai opposta ad un iter anche accelerato rispetto a questo provvedimento, ma perch eravamo molto preoccupati - e lo siamo tuttora in parte - dalla situazione di vero e proprio selvaggio west che si stava determinando nel comparto energetico grazie ad una politica di deliberalizzazione portata avanti in questo anno, che faceva intravedere la possibilità di una proliferazione di nuove centrali, al di là di ogni logica e di ogni necessità.
Noi abbiamo lavorato affinché il Piano desse un po' di razionalizzazione, a frenare questo tipo di dinamica, ad introdurre degli elementi che indichino quelle che sono le esigenze, a non andare oltre e come diffondere le esigenze sul territorio. Noi ci auguriamo che la Giunta sappia utilizzare questo strumento e lo sappia mettere in valore. L'assenza di questo strumento si faceva sentire, noi ci auguriamo che, da questo punto di vista, una volta che il Piano sarà adottato, sia utilizzato come elemento di governo dei processi che avvengono e che permettono di affrontare non solo la situazione generale, ma anche le situazioni più acute, di tensioni come quelle che ricordavano una serie di Consiglieri intorno all'area Settimo-Leinì e in quelle zona del Piemonte con i problemi che emergono.
Qualche sforzo affinché gli indirizzi che sono contenuti nel Piano rispetto a come autorizzare le centrali e con quali tipo di priorità, ne venga tenuto conto esattamente quando si affronteranno quei problemi. La Regione cerchi di imporre il suo punto di vista, alla luce di un provvedimento.
Questo provvedimento lo abbiamo potuto discutere, nel modo in cui lo abbiamo discusso, in Commissione e oggi, anche perché credo sia frutto di un metodo e di una partecipazione democratica alla decisione, sotto i vari punti di vista. Il Forum credo sia stato uno strumento importante, ma anche tutte le volte che la popolazione è scesa in piazza a far sentire la propria voce è un elemento che ha determinato sia l'avanzare del Piano, che le scelte che sono contenute dentro il Piano stesso. Questo metodo di partecipazione è anche quello che favorisce un confronto più aperto tra maggioranza e opposizione. Dispiace che in altri settori, come ad esempio la sanità, non si sia tenuto conto, in modo altrettanto significativo della popolazione. Infatti ci troviamo di fronte al fatto che il Piano sanitario, che non è di minor importanza, non c'é.
Il Piano ha un valore perché esiste e può essere uno strumento per intervenire sul terreno della produzione dell'energia, ma non solo, credo che abbia un valore più ampio, ci siano una serie di affermazioni abbastanza condivisibile, anche se poi, nel dargli gambe, c'é più timidezza nel sostenere queste affermazioni. Il Piano potrebbe influenzare fortemente lo sviluppo e la qualità dello sviluppo in regione, non solo da un punto di vista di tipo di ambientale in cui siamo inseriti, ma anche da un punto di vista economico. Pensiamo come le scelte del nucleare, in paesi come la Francia, hanno influenzato profondamente lo sviluppo di imprese in quel Paese, lo sviluppo economico vero e proprio (secondo me, con tutta una serie di problemi che si trascineranno sempre di più dietro). Hanno sviluppato certamente delle tecnologie e fatto passi avanti nel settore della produzione, ma oggi si ritrovano con problemi enormi rispetto al problema dello stoccaggio della scorie. Problema che abbiamo conosciuto in Italia per merito, in parte, della popolazione di Scanzano, che ha rimesso al centro dell'attenzione questo aspetto un po' dimenticato. Fino a poche settimane prima delle mobilitazione di Scanzano, con eccessiva leggerezza nel nostro Paese, si stava riaprendo il dibattito per il ritorno al nucleare. Devo dare atto che la nostra Regione non si è accodata, dopo il black-out, a quel tipo di impostazione. Mettere in rilievo, in modo serio il problema, che una volta che si produce l'energia con certe tecnologie si hanno problemi enormi e molto costosi da affrontare successivamente, ha in qualche modo, fatto sì, non che fosse messa definitivamente la parola "fine", ma che per un lungo periodo non si riparli di utilizzo di tecnologie che creano problemi, non solo e non tanto nella sicurezza immediata della produzione di energia, ma per le ripercussioni sulle generazioni future.
Fare scelte energetiche di altro tipo, sia nel campo della produzione di energia pulite sia nel campo della lotta allo spreco di energie potrebbe determinare indicazioni di sviluppo economico.
Noi potremmo, con scelte più audaci di quelle che facciamo, favorire la creazione di aziende specializzate nel campo di produzione di energie alternative, così come di un settore economico che si sviluppi intorno al concetto di lotta allo spreco.
Il problema di oggi non è solo ridurre i consumi, ma razionalizzarli per ottenere, con essi, una resa molto più alta. Tutto il settore della costruzione di abitazioni e di edifici potrebbe essere un settore che non produce energia, ma che interviene fortemente nel campo della domanda energetica e, quindi, alla fine influisce sulle scelte. Da questo punto di vista, credo che il documento faccia affermazioni corrette, ma il problema è di andare molto oltre, con scelte di natura trasversale. Anche altri Assessorati e altri comparti dell'amministrazione, a partire dall'edilizia pubblica, potrebbero essere molto più stimolanti nel determinare scelte significatamene influenti, nel medio-lungo termine, per lo sviluppo economico della Regione.
uno dei problemi per cui abbiamo presentato emendamenti: andare oltre e affermare con più determinazione una serie di scelte.
Sollevo ancora alcuni punti. Primo, la scelta del nucleare va affermata con nettezza, ponendo il problema della scorie. Siamo in una di quelle situazioni che scontano, pesantemente, il problema dello scorie. Le nostre scorie determinano una situazione a rischio. Occorre intervenire affinch ci sia una soluzione razionale sul punto. Non è razionale lasciarle dove sono, soprattutto se sono a rischio.
Il secondo aspetto riguarda lo stimolo alle energie rinnovabili e alle tecnologie di risparmio, con particolare riguardo ad un uso più razionale delle risorse idriche. Siamo abituati a pensare, parlando di energia rinnovabile, alle centrali idroelettriche, ma il problema è che negli ultimi anni si è creato, nel nostro Paese, un problema di utilizzazione di una risorsa irregolarmente distribuita, per ragioni climatiche, in modo diverso da una volta, con minore regolarità e con eccessi in alcuni momenti e scarsezza in altri. Tutto questo ci impone di riflettere sull'utilizzo razionale dell'acqua per la produzione energetica.
Si dovrebbe operare una scelta che punta quasi ed esclusivamente alla ristrutturazione delle centrali esistenti e non all'allargamento numerico.
Attraverso la loro ristrutturazione, possiamo avere sia una maggiore produzione in quel settore sia un maggiore utilizzo della risorsa acqua cioè un utilizzo più razionale.
Questo è un punto cruciale, oltre a quello già sollevato, del non enfatizzare l'uso del bruciare i rifiuti come fattore che favorisce la produzione di energia alternativa. Quel tipo di scelta crea problemi, non rapidamente risolvibili, e ancora più consistenti.
Questi sono i punti che, con una serie di emendamenti, abbiamo sollevato. Quando entreremo nel merito, ne discuteremo e decideremo, in base a come vengono valutati, il voto da indicare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Tutti comprendiamo l'importanza dell'odierna discussione sul Piano Energetico e noi, come ambientalisti, riteniamo fondamentale poterne discutere. È mio obbligo ricordare, parlando di energia, del riferimento al protocollo di Kyoto (non a caso ricordato anche nell'intervento dell'Assessore). Al di fuori di cosa può accadere in Piemonte, viviamo in una Nazione dove il bilancio energetico, riferito a Kyoto, è sicuramente negativo. Di fronte ad un impegno assunto di ridurre le immissioni continuiamo, globalmente e a livello nazionale, ad aumentare le immissioni di gas clima-alteranti.
Questo mi rimanda ad un'annotazione di tipo generale: la politica è l'arte, l'attività che deve per forza mediare e invece dovremmo ricordare in termini di ambientalismo, che l'ambiente non media. L'ambiente purtroppo - lavora sempre in termini di valori assoluti. Se politicamente riusciamo a far diminuire lievemente le immissioni in una qualche parte della nostra catena produttiva, dobbiamo però valutare le conseguenze globali, nel senso che se vi è, comunque, un aumento dei valori massimi delle emissioni, chiaramente il peggioramento delle condizioni vitali e ambientali è inevitabile e ricadrà su tutti noi.
Affrontare le scelte ambientali come obiettivo, richiederebbe un atteggiamento molto più diretto e decisivo dal punto di vista politico.
Purtroppo dobbiamo lamentare, invece, che le scelte operate sono spesso timide e tendono a sopravvalutare troppo i problemi economici rispetto a quelli del degrado ambientale. Oltretutto, il problema delle scelte è anche da collegare al fatto che - proprio l'effetto serra lo dice - anche adottando delle soluzioni virtuose, non è che immediatamente le conseguenze delle nostre azioni virtuose producano effetti positivi sull'ambiente occorrono decenni prima di vedere dei risultati positivi.
Per quanto riguarda il Piano dal punto di vista tecnico, credo che vi siano inevitabilmente, come altri hanno già rilevato, delle luci e delle ombre. Riteniamo che la parte del risparmio energetico non sia ancora così approfondita e così centrale come noi auspicheremmo. Siamo convinti che l'energia sia uno degli elementi fondamentali per creare lavoro e conseguentemente, per sviluppare l'economia delle nazioni.
Se vogliamo costruire un percorso virtuoso, è inevitabile che ci si debba impegnare non solo per ottenere dell'energia producendola, ma è fondamentale indirizzarci a quella che è la prima azione possibile: ottenere energia risparmiandola, sia in termini assoluti, sia in termini relativi (cioè ottimizzando l'utilizzo di quella che produciamo).
In questo senso, credo che nel Piano dovrebbero essere valorizzate molto quelle che noi definiamo "azioni positive", ovvero quelle azioni che si possono fare proprio per promuovere attività di risparmio energetico.
Mi riferisco, ad esempio, a quanto si può fare negli edifici pubblici per il miglior utilizzo dell'energia e per la maggior coibentazione, che porterebbe, chiaramente, ad un risparmio energetico. Su questo, se è possibile, vorremmo che l'Assessore prendesse delle posizioni concrete sulle scelte attuative.
ugualmente importante sottolineare un altro punto, quello relativo all'illuminazione pubblica, settore nel quale si può operare per ridurre in maniera consistente, lo spreco che talvolta si genera.
Spesso, invece, le scelte delle Amministrazioni locali vanno in senso opposto, per cui si aumenta l'illuminazione anche laddove non è necessaria.
Insieme ad altri Gruppi abbiamo presentato un progetto di legge per quanto riguarda proprio la razionalizzazione dell'uso pubblico dell'elettricità e dell'illuminazione. Non è ancora stato discusso, per speriamo che almeno una piccola legge che modifichi la legge regionale per quanto riguarda l'inquinamento luminoso possa, prima o poi, essere affrontata in aula (ci auguriamo che accada il prima possibile).
Per quanto riguarda gli altri contenuti del Piano, credo che alcuni possano essere da noi condivisi, nel senso che ci aspettiamo che i buoni propositi dell'Assessore, di non prevedere altri impianti termoelettrici siano seguiti da azioni concrete, che non vadano nel senso di costruire altre centrali di questo tipo, stante anche la situazione che è stata illustrata di particolari concentrazioni in alcune zone del nostro territorio (Settimo e Leinì).
Vorremmo che ci fossero azioni più decise, scelte più chiare e più precise per quanto riguarda l'impegno per il solare. A tal proposito chiederemmo all'Assessore un maggiore impegno per lo sviluppo dell'energia solare alternativa.
Pur con tutti gli aspetti problematici che a volte riveste l'utilizzo dell'eolico, credo che una valutazione sul possibile utilizzo in Piemonte di questo tipo di energia - definita in assoluto la più pulita che esista anche se deve essere valutata rispetto all'impatto ambientale che produce e rispetto alla localizzazione che viene ipotizzata - dovrebbe essere prevista dal Piano.
Siamo assolutamente dubbiosi sulle biomasse, in quanto, se è vero che l'energia da biomasse potrebbe permettere un uso diverso dei boschi della nostra Regione, utilizzare energia delle biomasse richiede molta attenzione, perché la combustione della legna comporta la produzione di anidride carbonica. Inoltre, dietro alle biomasse, possono sovente nascondersi dei tentativi di arrivare all'incenerimento dei rifiuti. La vicenda dell'inceneritore di Brescia, sotto questo punto di vista, è abbastanza emblematica e dovrebbe indurre ad una riflessione tutti i Consiglieri.
Crediamo che nel Piano debba esserci una chiara indicazione a non inserire l'incenerimento dei rifiuti fra quelle che possono essere le azioni positive di produzione dell'energia elettrica. Crediamo che l'impegno che l'Assessore ha annunciato per migliorare l'idroelettrico e per non lavorare a nuovi sbarramenti possa essere ambientalmente utile.
Speriamo che il miglioramento dell'idroelettrico vada nella direzione di rifare gli impianti già esistenti: non nel senso di aumentare solo la potenza, ma di migliorarli dal punto di vista ambientale, pensando, ad esempio, ad un maggior rilascio di acqua da parte degli sbarramenti.
Infatti, come abbiamo detto più volte, quello che viene definito "deflusso minimo vitale" alla prova dei fatti non sempre - anzi quasi mai - è in grado di garantire la vita dei fiumi, che, vorrei ricordarlo, non sono dei "tubi", ma vivono grazie al continuo passaggio dell'acqua (al contrario di quanti possono pensare che i fiumi riescano a vivere senza acqua).
Infine, ritengo opportuno dire due parole sul nucleare: il nucleare non è una soluzione oggi, così come noi ambientalisti dicevamo 20 - 30 anni fa anzi, oggi, lo è ancor meno. Esprimo solo un dato in generale: in questo momento, il fabbisogno mondiale di energia è coperto dal nucleare solo dal 6,6%. Mentre la potenza nucleare è cresciuta di 1.750 megawatt la sola potenza eolica è cresciuta nel 2001, in un solo anno, di 6.500 megawatt.
Pensare, oggi come oggi, di avere un futuro produttivo per l'energia con il nucleare mi sembra un controsenso di tipo tecnico, senza contare quello che sempre abbiamo collegato con il nucleare, cioè l'immane problema dello smaltimento delle scorie, problema che in Italia, soprattutto in Piemonte non è ancora stato risolto. Abbiamo chiesto di individuare un sito nazionale per il deposito delle scorie che deve essere individuato non con le metodiche seguite per indicare questo posto in Scanzano.
In conclusione, ritengo questo Piano importante, anche perché ha dato modo di favorire una discussione tra associazioni ambientaliste e nella società. Credo che sia importante la possibilità di un suo miglioramento tramite gli emendamenti che abbiamo presentato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Signor Presidente e colleghi, sono d'accordo con quei colleghi che intervenendo prima di me, hanno considerato importante la discussione di quest'oggi. Così come sono dell'opinione che vada considerata importante la decisione del Consiglio di approvare il Piano Energetico Regionale, per questo, francamente, mi sarei atteso che a questa discussione prendessero parte anche alcuni colleghi della maggioranza, essendo evidente che noi discutiamo di uno strumento, il Piano Regionale, destinato a segnare per un po' di mesi, se non per alcuni anni, la politica energetica della nostra Regione. Questo fatto avrebbe dovuto determinare una discussione non soltanto tra i banchi dei colleghi dell'opposizione, ma una discussione a tutto campo, alla quale era forse necessario che prendessero parte anche i colleghi che rappresentano la maggioranza di governo.
Come ha ricordato la collega Suino, crediamo che vadano condivisi gli obiettivi di fondo del Piano, i cui capisaldi possono essere individuati in una politica di produzione dell'energia compatibile con l'ambiente. Noi non neghiamo l'esigenza di produrre nuova energia nella nostra Regione.
Pensiamo che questo sia un nodo con il quale occorra fare i conti; per pensiamo anche che la scelta vada realizzata puntando su uno sviluppo e su una diversificazione delle fonti di energia, in particolare, su uno sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, attribuendo anche molta importanza alla politica del risparmio, su cui credo noi dobbiamo fare di più di quanto non si sia fatto finora. Certo, il Piano - e sono d'accordo è uno strumento. Noi, in realtà, con il Piano disegniamo una politica di programmazione, ma il Piano è pur sempre uno strumento che per essere realizzato ha bisogno di scelte coerenti con la strategia, con gli obiettivi e con le finalità che nel Piano vengono individuate.
Noi rompiamo con la logica del giorno per giorno. Da questo punto di vista, penso che una sinistra che voglia governare questo Paese debba essere interessato ad una politica di programmazione. La rinuncia a fare una politica di programmazione e una politica di Piano, in questo come in altri settori, in realtà, equivale a lasciare campo libero a quelle forze che vorrebbero non governare un settore come questo che, invece, richiede una politica di Piano.
Non vi è però chi non veda - io sono tra questi - due rischi, che già alcuni colleghi hanno richiamato. Il primo rischio è che il Piano, che noi condividiamo e che vorremmo migliorare con gli emendamenti che discuteremo più avanti, possa trasformarsi in un libro dei sogni, contiene finalità e obiettivi condivisibili, ma poiché la legislazione e gli strumenti per realizzarlo non sono adeguati e sufficienti, ecco che abbiamo un Piano che per, larga parte o in parte, rimarrà inattuato nei suoi principi e nelle sue finalità di fondo.
Qui pongo una prima questione: noi dobbiamo assolutamente ricondurre e fare in modo che vi sia coerenza tra la legislazione regionale e le finalità del Piano. Non c'è dubbio che gli strumenti attraverso i quali possiamo conseguire quelle finalità siano in larga parte anche collegati alla legislazione che noi sapremo mettere in campo e alle risorse con le quali noi cercheremo di sviluppare quelle politiche. Qui, Assessore Cavallera, non vi è dubbio, lo abbiamo già rilevato durante la discussione svolta in Commissione sugli strumenti di bilancio e sulla politica finanziaria di questa Regione, che vi è un limite, vi è una contraddizione se è vero che noi dovremmo allocare più risorse pubbliche per fare più politiche pubbliche nel campo della politica energetica per la parte che ci compete. So bene che non tutti gli attori sono attori pubblici, anzi, noi governiamo un settore nel quale operano anche molti operatori privati, ma non c'è dubbio che la nostra legislazione e le politiche pubbliche possano orientare e favorire il raggiungimento delle finalità contenute nel Piano.
Intanto, noi poniamo questa prima grande questione: una legislazione che sia coerente e trasversale, è evidente che quando si parla di trasporti non parliamo d'altro. Qual è la modalità per realizzare una politica di risparmio energetico? Si tratta di mettere in atto una politica del trasporto pubblico diversa da quella attuale.
Qui, allora, c'è un primo problema. E' evidente che posso essere coerente rispetto ad un Piano come questo che indica la scelta del risparmio energetico, posso essere coerente se la politica regionale è, in qualche modo, coerente con le finalità del Piano, il che significa che tanti Assessorati, non soltanto l'Assessore Cavallera, dovranno riconsiderare le loro politiche e fare in modo che esse abbiano una finalità, un nesso, un rapporto di coerenza con gli obiettivi del Piano.
In questo quadro, anch'io sono d'accordo con i colleghi che hanno considerato gravissima la decisione del Governo - così la definiva la collega Suino - di avocare a sé ogni decisione per quanto riguarda la realizzazione delle centrali superiori ai 300 megawatt.
Da questo punto di vista, i colleghi della Lega credo mi consentiranno una battuta: è paradossale che voi, in questi giorni, in Parlamento facciate le barricate per realizzare la cosiddetta devoluzione e poi centralizziate decisioni come queste, che sono fondamentali. Decidiamo quale politica delle centrali fare, quante centrali fare. Credo che questa scelta - alla quale non mi sottraggo, sia chiaro - sia una scelta che non può essere fatta sulla testa delle Regioni e dei governi locali.
Per questo è necessario pensare ad una politica di ricerca del consenso tutte le volte che si affrontano questioni come queste, perch l'esigenza sacrosanta di far fronte al fabbisogno di energia non può essere separata dall'obiettivo di realizzare il massimo consenso attorno alla politica energetica. Il che naturalmente obbliga il Governo nazionale o regionale a fare i conti con il problema del rapporto con le popolazioni con le Amministrazioni interessate.
Quindi, questa è una prima grande e macroscopica contraddizione.
Parliamo di federalismo spinto ed avanzato e poi, su questioni come questa diciamo che il Governo non ha saputo far altro che decidere di avocare a s ogni decisione per quanto riguarda le centrali.
Tuttavia, penso che sotto questo aspetto il Piano ci aiuti, perch senza tale documento sarebbe stato più difficile ancorare le scelte alle politiche che indichiamo. Da questo punto di vista il documento che accompagna il Piano indica un certo fabbisogno per quanto riguarda la nostra Regione. L'Assessore Cavallera, poco fa, ha ricordato nell'introduzione che, da qui al 2010, prevediamo che quel fabbisogno possa essere soddisfatto realizzando alcune centrali, quelle che stiamo realizzando più altre due che hanno superato la procedura. Il Piano dice questo ed è per questo motivo che dico che è uno strumento importante perché qualsiasi governo regionale, qualsiasi Assessore ai trasporti e all'energia dovrà avere in quel Piano un punto di riferimento.
Poiché - se non ricordo male - la normativa nazionale prevede che vi sia l'intesa con le Regioni, è del tutto evidente che, per quanto riguarda questa Regione, quello è il punto di riferimento. Eventuali altre richieste non potranno neppure essere prese in considerazione perché questa Regione la sua parte l'ha fatta, individuando un fabbisogno e facendo una scelta.
Quando sarà chiamata a consentire l'intesa, la nostra Regione non potrà prescindere dalle scelte contenute nel Piano relativamente al fabbisogno e alle nuove centrali.
Ciò detto, mi auguro che lei, Assessore, nella fase emendativa che si apre mantenga lo stesso atteggiamento di disponibilità al confronto di merito che, se confermato, ci aiuterà a migliorare ulteriormente la discussione e il provvedimento che stiamo esaminando.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore, come definire questo Piano? Un Piano democristiano. Un Piano che ha saputo però coniugare il bisogno di dotare la Regione di una legislazione e di una direttiva di riferimento, mantenendo aperto un dialogo con la parte più sensibile, e più attenta agli aspetti di tutela ambientale (mi riferisco alle associazioni ambientaliste), che dovrebbero essere gli elementi guida, per rifuggire da quella che oramai rappresenta invece una svolta attraverso i processi di privatizzazione nella produzione dell'energia.
Tocco solo alcuni aspetti che ritengo carenti all'interno del Piano.
Innanzitutto, la mancanza di una direttiva precisa concertata anche con altri Assessorati, e quindi la necessità di dotarsi di una legislazione di riferimento per quanto riguarda l'edilizia residenziale, terreno molto ampio da esplorare.
Il primo riguarda in particolare lo sviluppo della domotronica, cioè la possibilità di utilizzare strumenti nuovi e più moderni per la riduzione dei consumi nel campo dei consumi domestici.
La seconda questione è l'opportunità di fare questa rilevazione. In proposito, è pervenuto l'ordine del giorno che ha come prima firmataria la Consigliera Suino sulla diffusione degli elettrodomestici ad alta efficienza energetica, che rappresenta sostanzialmente una proposta di rottamazione dell'esistente, favorendo quindi un processo virtuoso. Si ha infatti ragione di credere che, senza incentivi economici, così come nel campo della raccolta differenziata, attraverso le agevolazioni tariffarie difficilmente le politiche - che pur mancano - di orientamento verso consumi sostenibili riescono ad affermarsi.
Manca nel Piano un'attenzione per le campagne di sensibilizzazione nelle scuole. Chi se non i giovani oggi si possono presentare come i primi ricettori di quello che è il futuro dell'umanità, soprattutto nel rendere conciliabili le ragioni di uno sviluppo sostenibile con le ragioni del mercato che sovrasta ogni aspetto della nostra vita quotidiana? Questo è un aspetto che forse potrebbe essere integrato con un ordine del giorno che inviti la Regione a varare politiche di orientamento verso i consumi, in grado di tenere conto dell'esaurabilità delle risorse che la natura ci offre.
L'altro aspetto riguarda l'uso delle acque. E' paradossale che Torino "Città delle acque" in occasione di un evento alluvionale abbia conosciuto un momento di crisi notevole. Parlo di acque destinate al consumo umano. Quindi, per quale motivo non rendere stringenti alcune norme certo bisognerà vincere l'opposizione del mercato dell'edilizia - e rendere obbligatorio negli edifici di nuova costruzione l'applicazione delle reti duali, cioè le acque destinate al consumo umano separate da quelle destinate per usi tecnologici o per altri usi diversi da quelli del consumo umano.
Abbiamo perso un'occasione: le Olimpiadi - pur contrastandole, ma ormai sono un fatto ineluttabile - potevano essere l'occasione per presentare nel mondo l'immagine della nostra Regione come quella di una Regione attenta anche dal punto di vista delle bioedilizie nello sviluppo di tecnologie in grado di coniugare l'esigenza di nuove costruzioni con il risparmio idrico e delle risorse energetiche in generale.
Quindi, forse è da questo che bisognerebbe partire, perché - Assessore vi è un punto pericoloso. Con la liberalizzazione dei mercati per la produzione dell'energia si è individuato il certificato verde come il lasciapassare che dà il via libera. Lei lo ha rilevato nella sua introduzione.
Di recente mi sono recato in Sardegna, per un convegno sull'energia eolica. In passato, sono stati collocati dieci-venti pali per la produzione di energia eolica in zone incontaminate della Sardegna, senza tener conto dell'impatto ambientale.
Le grandi multinazionali che operano nel campo dell'energia presentavano il loro lasciapassare, che era il certificato verde. Per vincere la riottosità delle amministrazioni locali, proponevano delle assunzioni, una per ogni palo.
Venti pali - questo è successo nel mio paese d'origine - in un paese connotato da una cronica disoccupazione e legato soprattutto alla sussistenza mediante i lavori stagionali nel campo della forestale e della prevenzione del dissesto idrogeologico da una parte e della prevenzione incendi dall'altra, per venti posti di lavoro erano una manna..
Peccato che alcune esperienze analoghe, in paesi come Olmedo ed altri paesi della Regione, rappresentano autentici monumenti allo spreco. Molte di queste centrali sono certificate dal bollino verde, che autorizza quella multinazionale ad operare su un altro territorio. La multinazionale, forte di questo accredito, rischia di creare danni preoccupanti. Ma non bisognerebbe andare in altre regioni, per prestare attenzione ed alzare le antenne rispetto ai pericoli e all'uso disinvolto che può essere fatto di questo strumento.
Ricordo, la vicenda dei quindici chilometri di galleria nelle Valli di Lanzo per l'impianto della centrale idroelettrica, proposta dall'ENEL, con tutto quello che questo avrebbe comportato in termini di impatto ambientale, senza invece seguire, il percorso virtuoso del recupero dell'esistente e della sua valorizzazione.
Come vede, alcuni aspetti della legge rischiano di essere sostanzialmente piegati ad altre ragioni, diverse da quelle che pur ispiravano una legge di riferimento, che aveva la sua ragione di essere.
Bene, il Piano in parte coglie queste cose. C'è da augurarsi, come già detto dai colleghi prima, che lei, nel corso del dibattito e nell'esame degli emendamenti di merito, sappia dispiegare questa disponibilità al dialogo e all'attenzione, accogliendo gli emendamenti proposti come integrativi e sicuramente non limitativi della politica che lei oggi ci ha proposto.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 5 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea Suino, Tapparo e Mellano: al punto 1 Indirizzi generali, pag. 10 degli "Indirizzi specifici e generali di Piano" dopo le parole "fonti rinnovabili ...." aggiungere la frase "... graduato in funzione del loro impatto ambientale e sociale,".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Ci sono alcuni emendamenti sui quali diamo un giudizio positivo.



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, li possiamo trattare complessivamente.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

L'emendamento rubricato n. 5 va bene.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Papandrea e Chiezzi: al termine della pag. 10, indirizzi, inserire un nuovo paragrafo: "Al fine di garantire consistente risparmio di energie nei cicli produttivi delle merci verranno finanziati ed attuati, in collaborazione con istituti di Ricerca ed Università, programmi finalizzati alla realizzazione di prodotti in grado di essere riciclabili e sistemi produttivi che favoriscano il massimo utilizzo delle materie prime seconde derivanti dai processi di riciclaggio".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Io proporrei di aggiungere dopo le parole "ed Università, programmi" le parole "...di ricerca finalizzati ..."



PRESIDENTE

Quindi, continuando: "...programmi di ricerca finalizzati alla realizzazione di prodotti in grado di essere riciclabili e sistemi produttivi che favoriscano il massimo utilizzo delle materie prime e secondarie derivanti dai processi di riciclaggio".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Questi sono già orientamenti del Piano dei rifiuti che noi abbiamo.



PRESIDENTE

Quindi, il parere è favorevole.
Emendamento rubricato n. 6 presentato dai Consiglieri Papandrea, Chiezzi Suino e Mellano: Al punto 1. Indirizzi generali, pag. 11 degli "Indirizzi specifici e generali di Piano" sostituire le parole "... del ricorso ..." con la frase "... della raccolta differenziata, del riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, con ricorso residuale alla ...".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

E' l'orientamento del nostro Piano dei rifiuti, quindi il parere è positivo.
Il Piano dei rifiuti ed anche la legge 22 prevedono prima il ricorso alla raccolta differenziata, il riutilizzo e poi la frazione secca residua viene incenerita.



PRESIDENTE

Il parere è favorevole.
Emendamento rubricato n. 7 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea Suino, Tapparo e Mellano: al punto 1. Indirizzi generali, pag. 11 degli "Indirizzi specifici e generali di Piano" dopo le parole "... l'efficienza energetica ..." aggiungere le parole "... ed il rispetto dell'ambiente ...".
Il parere è favorevole.
Emendamento rubricato n. 8 presentato dai Consiglieri Papandrea, Suino Chiezzi e Mellano: al punto 1. Indirizzi generali, pag. 11 degli "Indirizzi specifici e generali di Piano" dopo le parole "... nel quadro dell'apertura del mercato." aggiungere il seguente nuovo punto: "Promozione dei comportamenti energeticamente virtuosi attraverso il sostegno e l'incentivazione di progetti qualificanti volti al miglioramento dell'efficienza energetica negli edifici di proprietà regionale provinciale e comunale.".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Credo che sia giusto che gli Enti pubblici comincino alla razionalizzazione dei consumi nei propri impianti. Ho qualche dubbio sull'uso della parola "virtuosi", si può usare un sinonimo: " ...
comportamenti energeticamente efficienti".



PRESIDENTE

Va bene, inseriamo questa modifica. Il parere è favorevole.
Emendamento rubricato n. 9 presentato dai Consiglieri Papandrea, Suino Chiezzi e Mellano: al punto 1. Indirizzi generali, pag. 11 degli "Indirizzi specifici e generali di Piano" prima delle parole "Garanzia della sicurezza ..." aggiungere la frase "Abbandono delle tecnologie nucleari per uso energetico, con ...".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il nostro Paese le ha già abbandonate da tempo e la Regione Piemonte non può che confermarlo.



PRESIDENTE

Il parere è favorevole.
Emendamento rubricato n. 10 presentato dai Consiglieri Papandrea, Suino Chiezzi e Mellano: al punto 1. Indirizzi generali, pag. 11 degli "Indirizzi specifici e generali di Piano" le parole "... nelle more delle ..." sono sostituite dalle parole "... sollecitando appropriate ...".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Secondo me va bene come è adesso, ma va bene anche dopo, non è che cambi il significato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 11 presentato dai Consiglieri Papandrea, Suino Chiezzi, Mellano e Tapparo: al punto 1. Indirizzi generali, pag. 11 degli "Indirizzi specifici e generali di Piano" dopo le parole "... di livello nazionale ..." aggiungere la frase: "... per lo stoccaggio centralizzato di tutti i rifiuti radioattivi.".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Questa è la nostra linea: che ci debba essere un sito nazionale di deposito dei rifiuti radioattivi. Ricordo a tutti che il Parlamento, nella sua mozione, aveva previsto che questo sito dovesse andare fuori dai luoghi dove esistono già le centrali.



PRESIDENTE

Leggiamolo cosi "Sollecitando appropriate soluzioni complessive di livello nazionale per lo stoccaggio centralizzato di tutti rifiuti radioattivi"



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Va bene.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Mellano, Palma, Costa E., Toselli, Riba e Dutto: al capitolo 1, punto 1, pag. 11 "Indirizzi generali", aggiungere al termine della sintesi degli obiettivi il seguente punto: "Allocazione degli impianti secondo il criterio prioritario della riduzione dell'impegno di superficie del suolo, nel quadro generale della pianificazione urbanistica e territoriale, escludendo situazioni di eccessiva concentrazione e, in particolare, la coesistenza di impianti di trattamento e smaltimento rifiuti con impianti di produzione di energia, ad esclusione di quelli di termovalorizzazione.".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

In linea di massima sono d'accordo, tuttavia chiedo che sia riformulato nel seguente modo: "Allocazione degli impianti secondo il criterio prioritario del minore impatto ambientale", si cancellano le parole: "della riduzione dell'impegno di superficie del suolo" e quindi: "Allocazione degli impianti secondo il criterio prioritario del minor impatto ambientale nel quadro generale della pianificazione, ecc."



PRESIDENTE

Poi tutto il resto rimane inalterato.Va bene Consigliere Mellano? Sì.
Comunico il ritiro da parte del presentatore, Consigliere Tomatis, del seguente emendamento rubricato n. 1 presentato dal Consigliere Tomatis: al capitolo 2 "Indirizzi specifici", punto 2.1 "Centrali termoelettriche di potenza superiore a 300MW" - Valutazioni conclusive - comma VIII dopo la parola "conseguentemente" modificare "non esisterebbe" in "non esistono".
Emendamento rubricato n. 2 presentato dal Consigliere Tomatis, Costa Rosa Anna e Scanderebech: al capitolo 2 "Indirizzi specifici", punto 2.1 "Centrali termoelettriche di potenza superiore a 300MW" - Valutazioni conclusive - comma VIII dopo la frase "esisterebbe la necessità nel breve periodo individuare ulteriori nuovi siti in Piemonte" inserire "... pertanto saranno esaminati ai fini del rilascio delle prescritte intese esclusivamente quei progetti per i quali al momento dell'approvazione del Piano energetico ambientale regionale, la Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente ha già espresso parere positivo ritenendoli compatibili con le valutazione di impatto ambientale e, per i restanti progetti quelli dichiarati prioritari ai sensi della Legge n. 83 del 17 aprile 2003".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Va bene, però proporrei di riportarlo alla fine del comma. Al termine del penultimo comma, che termina con il protocollo di Kyoto, inserire: "Pertanto durante il periodo di validità del presente Piano, saranno esaminati, ai fini del rilascio dell'intesa di cui all'articolo 1 della comma 2, del decreto legge n. 7 convertito nella legge n.55, esclusivamente quei progetti per i quali al momento dell'approvazione di questo Piano la Commissione Via del Ministero dell'Ambiente, ha già espresso parere positivo di compatibilità ambientale, nonché quelli dichiarati prioritari ai sensi della legge n. 83 del 17 aprile 2003".



PRESIDENTE

I presentatori si dichiarano favorevoli al ritiro dell'emendamento rubricato n. 2 ed alla sua sostituzione con il seguente: Emendamento rubricato n. 2 bis presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: al capitolo 2 "Indirizzi specifici", punto 2.1 "Centrali termoelettriche di potenza superiore a 300 MW" - Valutazioni conclusive - penultimo paragrafo al termine del penultimo comma che termina con "... protocollo di Kyoto." inserire: "Pertanto, durante il periodo di validità del presente Piano saranno esaminati ai fini del rilascio dell'intesa di cui all'art. 1, comma 2, del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 7 convertito dalla legge 9 aprile 2002 n. 55, esclusivamente quei progetti per i quali al momento dell'approvazione di questo Piano, la Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente ha già espresso parere positivo di compatibilità ambientale nonché quelli dichiarati prioritari ai sensi della legge n. 83 del 17 aprile 2003".
Emendamento rubricato n. 12 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino Papandrea e Mellano: al paragrafo 2 "Indirizzi specifici" punto 2.2, pag. 37 le parole "senza aumentare" sono sostituite dalle parole "al fine di ridurre".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Entriamo negli emendamenti delle risorse idriche. Il Piano prevede di non aumentare significativamente la produzione idroelettrica in quanto riteniamo che tutte le risorse idriche vadano viste nell'ambito della legge n. 152 del Piano di tutela delle acque che presenteremo nei prossimi mesi.
Con questo Piano abbiamo congelato la situazione, prevedendo solo delle piccole cose. Pianificare la riduzione, che un domani potrebbe anche venire utile sulla base della legge 152 qualora si verificassero condizioni di squilibrio, ci sembrerebbe una fuga in avanti. Sugli emendamenti che riguardano le risorse idriche, non siamo d'accordo. Il parere è contrario.



PRESIDENTE

Il parere sull'emendamento rubricato n. 12 è negativo.
Emendamento rubricato n. 13 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino Papandrea, Tapparo e Mellano: al punto 2 "Indirizzi specifici" punto 2.2, pag. 37 dopo le parole: "...
sulle risorse idriche ..." aggiungere la frase: "... e sugli ambienti ad esse collegati, ...".
Emendamento rubricato n. 14 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino Papandrea e Mellano: al punto 2 "Indirizzi specifici" punto 2.2, pag. 38 dopo le parole: "...
impianto di Pont-Ventaux, e ..." la parola: "... dei ..." è sostituita dalle parole: "... dagli eventuali ...".
Emendamento rubricato n. 15 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino Papandrea e Mellano: al punto 2 "Indirizzi specifici" punto 2.2, pag. 38 dopo le parole: "...
una razionalizzazione ..." aggiungere le parole: "... e riduzione ...".
La Giunta esprime parere negativo sugli emendamenti rubricati nn. 13, 14 e 15.
Emendamento rubricato n. 16 presentato dai Consiglieri Papandrea, Chiezzi Suino e Mellano: al punto 2 "Indirizzi specifici" punto 2.2, pag. 38 la frase: "... si possa attestare su un incremento pari ad altrettanti 150 MW ..." è sostituita dalle parole: "... sia di entità trascurabile ...".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il parere è negativo.
Forse abbiamo corso troppo, mi può rileggere, Presidente, quello che prima era l'emendamento rubricato n. 12?



PRESIDENTE

A pagina 37 le parole "senza aumentare" sono sostituite dalle parole "al fine di ridurre".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Il parere sull'emendamento rubricato n. 13?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Lo può rileggere?



PRESIDENTE

Dopo le parole "sulle risorse idriche" aggiungere la frase "e sugli ambienti ad esse collegati".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 14. Dopo le parole "Pont Ventoux" inserire "eventuali ripotenziamenti"



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15. Dopo le parole "una razionalizzazione" aggiungere le parole "e riduzione dei prelievi idrici".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Sull'emendamento rubricato n. 16 avevamo detto che il parere era negativo.
Emendamento rubricato n. 17. Al paragrafo 9...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Questi sono gli allegati. A questo punto volevo presentare un emendamento che integra al paragrafo...



PRESIDENTE

La tabella 3 "fondo di sostegno alla produzione a fonti rinnovabili".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

C'è una riga che dice "Le modalità di intervento sono la Regione tramite la Provincia". Qui abbiamo fatto questa riflessione: la stragrande maggioranza di bandi sono tramite le Province, però alcuni bandi innovativi sono banditi ancora da noi come Regione. In questo caso, ci si può avvalere anche di altri soggetti pubblici; per cui l'emendamento è: "dopo le parole Province, o altri soggetti pubblici, all'uopo individuati".
Secondo me, gli emendamenti rubricati n. 17 e n. 18 sono già compresi.
Il primo, vuole aggiungere un punto, "m", dove dice: "Valutazione del risparmio di energia conseguente alla differenziazione spinta ed al riutilizzo dei materiali costituenti i rifiuti", che fa già parte della modalizzazione del sistema energetico piemontese. Tutt'al più, se volessimo mantenerlo, si potrebbe dire "modalizzazione del sistema energetico piemontese, comprendente anche il ciclo dei rifiuti", se proprio vogliamo inserirlo.
Abbiamo cercato, in questo programma delle azioni, di fare dei programmi con titoli sommari. Se cominciamo ad articolare, qualcuno potrebbe concludere che manca una serie di altre cose.
La mia controproposta è quella di integrare il punto "b" con: "modalizzazione del sistema energetico piemontese, comprendente anche il ciclo dei rifiuti". Potremmo riformularlo in questo modo: "Comprendente il ciclo dei rifiuti, anche per quanto riguarda la valutazione del risparmio di energia, conseguente alla differenziazione e al riutilizzo dei materiali costituenti i rifiuti".
Riformulato in questo modo va bene.
Per quanto riguarda l'ultimo emendamento, dato che si dice "partecipazione ad un progetto di incremento di efficienza energetica per edifici pubblici", proporrei nel punto "g", dove si dice "promozione della generazione diffusa dell'efficienza energetica e della ricerca su tecnologie energeticamente efficienti e applicati al comparto della sanità grande distribuzione ed aree industriali ed altri settori tecnologici" aggiungere "edifici pubblici locali".
Diciamo la stessa cosa, evitando di sbrodolare troppo i punti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 16 bis presentato dalla Giunta regionale: nell'appendice al punto 7.1, nel prospetto 3 - Fondo di sostegno alla produzione da fonti rinnovabili, a pag. 194 alla voce "Ente erogatore" aggiungere alle parole "Regione Piemonte tramite le Province" le parole "o altri soggetti pubblici all'uopo individuati".
Emendamento rubricato n. 17 presentato dai Consiglieri Papandrea, Chiezzi Suino e Mellano: al punto 9 "Programma delle azioni prioritarie", pag. 221 aggiungere il seguente nuovo punto M: "punto M. Valutazione del risparmio di energia conseguente alla differenziazione spinta ed al riutilizzo dei materiali costituenti i rifiuti".
Emendamento rubricato n. 18 presentato dai Consiglieri Papandrea, Chiezzi Suino e Mellano: al punto 9 "Programma delle azioni prioritarie", pag. 221 aggiungere il seguente nuovo punto N: "punto N. Predisposizione partecipata di un progetto per l'incremento della efficienza energetica termica ed elettrica negli edifici pubblici di proprietà regionale, provinciale e comunale, e relativa incentivazione.".
Comunico il ritiro degli emendamenti rubricati n. 17 e 18 e do lettura dei seguenti nuovi emendamenti riformulati: Emendamento rubricato n. 17 bis presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: a pagina 221 integrare paragrafo b) con le parole "comprendente anche per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti la valutazione del risparmio di energia conseguente alla differenziazione e al riutilizzo dei materiali costituenti rifiuti".
Emendamento rubricato n. 18 bis presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: A pag. 221, paragrafo g) dopo "tecnologici" aggiungere "edifici pubblici locali".
Procediamo alla votazione degli emendamenti.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 5.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 6.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 7.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 8.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 9.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 10.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 11.
Il Consiglio approva Sull'emendamento rubricato n. 3, ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

L'emendamento parte, obiettivamente ed oggettivamente, da una situazione locale di cui abbiamo avuto più volte occasione di parlare, sia in Commissione sia in Aula: un progetto di centrale che insiste su un territorio della provincia di Cuneo, che ha creato moltissima attenzione anche popolare, con manifestazioni pubbliche a Torino davanti all'Assessorato. L'emendamento ha la volontà - credo anche con l'intervento del subemendamento dell'Assessore Cavallera - di intervenire, in modo generale, per rispondere ad una situazione sollevata da una questione specifica e locale, ma che vuole porre, all'attenzione del Piano Energetico Ambientale regionale, il problema di una coesistenza, sullo stesso territorio, di strutture altamente impattanti e condizionanti e cerca come peraltro avevano chiesto gli amministratori locali (questo emendamento è un po' una traduzione delle istanze dei Sindaci del territorio) e come i Consiglieri hanno voluto ricordare nel dibattito generale, di non far diventare alcune zone ricettacolo di tutti quegli interventi pubblicamente utili, ma che vanno a scapito della vivibilità e della possibilità di condurre, sul territorio regionale, una vita normale.
L'idea è quella di introdurre alcuni vincoli che evitino la concentrazione eccessiva ed evitino di fare diventare una zona, - magari perché inserita nel Piano Territoriale Regionale come zona interstiziale vocata a raccogliere dalla centrale all'impianto di raccolta e selezione dei rifiuti, o altri svincoli dell'autostrada, come nel caso della centrale proposta sul Beinale fra Carrù, Magliano e Trinità.
Lo scopo di questo emendamento è però generale, perché chiede di tener conto che non c'é parte del territorio piemontese che sia priva di interesse ambientale, territoriale o di difesa del suolo da potere essere in qualche modo, condannato a diventare ricettacolo di ogni qualsiasi intervento perché magari gli Amministratori, come ci raccontava il collega Contu, sono per qualche motivo consenzienti o disponibili a procedure veloci di autorizzazione.
Crediamo che un Piano Territoriale Energetico Ambientale debba tener conto di queste problematiche, proprio verificando quello che è successo sul territorio piemontese e prendendo spunto e imparando dalla realtà e dalla storia per evitare problemi maggiori in futuro. Volevo sottolineare questo aspetto.
Vi ringrazio per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ho chiesto la parola innanzitutto per annunciare il nostro voto favorevole e per esprimere un apprezzamento per il modo in cui è fatto questo emendamento, che, partendo dalla valutazione di una situazione specifica, riveste un valore generale.
Credo che abbia un valore generale - se approvato, ovviamente - anche nella valutazione complessiva dei fenomeni che affronteremo. Il concetto di tener conto della situazione urbanistica e territoriale degli impianti deve valere non solo perché si parla appunto di quella zona, ma anche di altre zone, compresa tutta quell'area intorno a Settimo, Chivasso e Leinì che dev'essere affrontata alla luce di questi criteri generali che vengono adottati, che costituiscono un ulteriore strumento per analizzare le autorizzazioni in tutta una serie di altri punti.



PRESIDENTE

La Giunta ha espresso il parere favorevole Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 3, come riformulato dall'Assessore Cavallera.
Il Consiglio approva.
Ricordo il ritiro da parte dei proponenti dell'emendamento rubricato n. 1 e la presentazione della seguente nuova riformulazione: emendamento rubricato n. 1 bis presentato dai Consiglieri Mellano, Suino e Ronzani: al capitolo 2 "Indirizzi specifici" (pag. 26) punto 2.1, dopo la parola "conseguentemente" modificare "non esisterebbe" con "non esiste".
La parola al Consigliere Mellano per l'illustrazione.



MELLANO Bruno

Ho presentato questo emendamento non per un gioco al rialzo, ma perch avevo trovato particolarmente significativo l'emendamento predisposto dal collega Tomatis, che si limitava a tradurre un concetto che è, in tutta quella parte del Piano, in un termine non di verbo condizionale, ma di verbo indicativo. Era un modo - mi si permetta la battuta che abbiamo ripetuto più volte - un po' meno democristiano per dire: "Noi facciamo questa analisi; ci prendiamo anche la responsabilità di dare una lettura degli scenari possibili e tiriamo delle conclusioni".
un conclusione forte; è un punto fermo. Ne avevamo anche parlato con l'Assessore, oltre che con il collega Tomatis, e so che esisteva un orientamento a ritirarlo, tenendo conto che sarebbero stati accolti altri emendamenti. Ma ho ritenuto, per un mio senso di responsabilità, di voler esplicitare e fare mio questo emendamento.
Chiedo quindi che se ne possa discutere un attimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Anch'io sono rimasto spiazzato dalla situazione che stiamo vivendo pertanto vorrei porre all'Assessore un quesito, posto che la questione riguarda dei cittadini che vivono in Piemonte: per quanto riguarda le centrali di Leinì e di Livorno Ferraris (una di 400 e l'altra di 800 megawatt), sappiamo che i cittadini che vivono in quella zona sono particolarmente preoccupati, esattamente come lo sono i cittadini che vivono vicino alla centrale costruenda o ipotizzata in provincia di Cuneo.
Vorrei capire se vale la situazione per cui "non nel mio giardino, ma per gli altri è possibile". Vorrei capire cosa stiamo votando oggi: votiamo per accettare l'ipotesi di Leinì e di Livorno Ferraris, cosa di cui vorrei informare i cittadini? Allora, in questo caso, adottiamo due pesi e due misure, perché in provincia di Cuneo non la vogliamo, mentre a Leinì e Livorno Ferraris sì. Bisogna allora che andiamo a dire queste cose ai cittadini di Leinì e di Livorno Ferraris. Vorrei che questo fosse chiaro e vorrei anche che l'Assessore dica che cosa stiamo votando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Intervengo per quanto riguarda la prima questione, quella di cui stiamo discutendo in via principale, cioè il verbo condizionale o indicativo.
Sotto questo profilo, tutto il testo è costruito con una sua logicità e, a volte, cambiando i verbi, perde senso la costruzione complessiva. C'è un equilibrio complessivo del documento che deve essere mantenuto. Questa è la ragione, non vi è altra dietrologia.
Visto che ho la parola e il collega Moriconi è andato all'emendamento successivo, voglio precisare che questo non è un Piano dei siti, è un documento di indirizzo.
Qual è lo stato dell'arte per quanto riguarda le centrali? Noi abbiamo procedure di valutazione di impatto ambientale che sono state portate a termine, poi, per tutto il resto, per l'universo delle altre domande, vale la legge n. 83, che prevede che il Ministero delle attività produttive d'intesa con l'ambiente, GRTN e quant'altro, elabori un elenco con criteri prioritari circa i siti già compromessi, una serie di altre cose, un elenco di pratiche che poi il Ministero dell'ambiente vedrà per prime.
Il riferimento alla legge n. 83 è a queste nuove elaborazioni che, al momento, non sono ancora state attuate, perché il decreto ministeriale conseguente non è ancora stato approvato.
E' chiaro che le uniche procedure di VIA che abbiamo avuto al termine sono quelle due a cui faceva riferimento il collega Moriconi, per attenzione, noi qui non diciamo di dire di "sì" o di "no", diciamo che saranno esaminate. Cioè restringiamo il campo d'azione della Giunta a quelle pratiche che hanno avuto la valutazione di impatto ambientale positivo. Per le valutazioni di impatto ancora da fare verranno scartate tutte quelle che non saranno riconosciute prioritarie ai sensi della legge n. 83.
Cominciamo a fare una scelta, fermo restando il massimale totale di 1.600 megawatt nel decennio. Questa è la chiave di lettura.
In un quadro nel quale non c'è nessun altro tipo di programmazione noi, comunque, non andiamo a dire che il giudizio sarà positivo, diciamo che verranno esaminate le procedure già portate a termine a livello di Ministero dell'ambiente e quelle altre che saranno esaminate ai fini della VIA, nell'ambito delle priorità previste dalla legge n. 83.
Tutto qui, poi, l'esito finale lo vedremo dopo quando avremo le Conferenze di servizi al Ministero delle attività produttive, che, sulla base di tutti i criteri che qui abbiamo messo più le altre cose normalmente seguiamo, tipo il PAI piuttosto che i Piani d'area o quello delle acque. Il giudizio finale lo daremo, ma questo non è un Piano dei siti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

In primo luogo, volevo vedere l'emendamento nella formulazione definitiva perché...



PRESIDENTE

Stiamo parlando dell'emendamento Mellano.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 1 bis, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea sull'emendamento rubricato n. 2 bis; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Non so qual è la formulazione nell'altro emendamento, ma, sebbene abbia inteso l'Assessore, credo si possa condividere quanto dice se dall'emendamento presentato originariamente si tolgono le parole: "ai fini del rilascio delle prescritte intese", lasciando: "pertanto saranno esaminati esclusivamente quei progetti", cioè saranno esaminati tutti, ma se saranno esaminati. Se noi mettiamo "ai fini del rilascio" diamo già un esito scontato al tipo di esame che viene fatto.
Credo che sia giusto dire che verranno esaminati, ma non necessariamente inserire già che dovranno essere esaminati perché si rilasci un parere positivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Qui dobbiamo intenderci, adesso vedo se ho capito bene, così ne rimane anche traccia.
Se noi togliamo le parole come propone il collega Papandrea "ai fini del rilascio delle prescritte intese", l'emendamento reciterebbe: "pertanto saranno esaminati esclusivamente quei progetti per i quali al momento...".
Lei propone di togliere le parole da "ai fini" fino a "prescritte intese"?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Papandrea)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

A mio avviso, nel più ci sta il meno, nel senso che è chiaro che noi abbiamo l'indicazione dal Consiglio di esaminare quelle pratiche. E' quello che noi volevamo fare. Alla fine, se tutto va a buon fine, c'è l'intesa c'è una legge nazionale che lo prevede. Poiché, secondo me sostanzialmente, non cambia il senso, chiedo anche al Presidente in qualità di avvocato, mi sembra che, alla fine, si possa accogliere.



(L'Assessore Cavallera ed il Presidente Cota si consultano)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Papandrea, da un approfondimento fatto con l'Assessore Cavallera risulta che non c'è altro esame al di là di quello necessario ai fini del rilascio dell'intesa, dunque perché lo vuole togliere?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Questo emendamento è più garantista per la tesi che sostiene lei.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciamolo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 2 bis.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 12, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 13, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 14, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 15, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, l'intervento potevo farlo su uno qualsiasi degli emendamenti sugli utilizzi idrici. Ho ascoltato l'Assessore che affermava che è previsto il percorso di una legge regionale, di un Piano delle acque quindi, per questo, non vuole avere le mani legate. Credo invece che questa partita sia estremamente importante e sarebbe stato un fatto di non trascurabile importanza se l'Assessore avesse accettato queste proposte.
Purtroppo temo che ci ritroveremo a riprendere in mano questo argomento quando dovremo affrontare di nuovo le richieste, gli argomenti e le proteste per quanto riguarda i progetti di costruire sbarramenti per realizzare degli impianti idroelettrici. Quando in precedenza parlavo su questo punto, l'atteggiamento ambientalmente più corretto sarebbe stato quello di rivedere le centrali idroelettriche esistenti per arrivare ad un migliore funzionamento, ma finalizzato - come chiedevamo negli emendamenti precedenti - non solo all'aumento della capacità produttiva, ma anche all'aumento del rilascio di acqua e quindi all'aumento della vita dei fiumi. Questo è uno dei punti che volevamo sollecitare.
L'altro argomento è che prevedere la quantità di 150 megawatt di incremento produttivo significa che le centrali e le modifiche saranno finalizzate ad un aumento della produzione e non a mantenere inalterata la produzione, migliorando la vita dei fiumi. Questo è un punto che ambientalmente, teniamo a sottolineare e per questo ci dispiace che l'Assessore non sia stato sensibile.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione degli emendamenti, ricordo vi sono tre ordini del giorno, due già presentati più uno presentato dalla Consigliera Suino. Poiché, in effetti, sono stati depositati diversi documenti l'Assessore Cavallera mi ha presentato la sua volontà di trattarli tutti in apertura della prossima seduta, eventualmente accorpandoli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Sono d'accordo, ma intervengo sull'emendamento. Anche interpretando le voci che arrivano dai banchi dell'opposizione, credo che sia addirittura una proposta utile per avere un altro spazio di dibattito complessivo sui vari ordini del giorno.
Volevo solo fare un brevissimo commento su questa parte della discussione collegata agli emendamenti che anche io ho sottoscritto sul Piano energetico. Occorre forse prendere atto che sul delicatissimo tema del governo delle acque questa Giunta regionale, nonostante le disponibilità e le capacità dell'Assessorato e dell'Assessore, abbia comunque delle difficoltà ad intervenire. E' un tema delicato, di grande portata, di grande interesse di gestione del territorio, ma ogni volta che andiamo a toccare la questione acque, la questione della gestione idrica ci troviamo l'Assessore che, in qualche modo, rimanda, prende tempo, ci propone un'altra sede, un altro luogo, un altro tempo per ragionare. Sono tre anni e mezzo che succede questo.
Noi diamo atto dei piccoli passi fatti anche grazie allo stimolo del Gruppo Radicale, ma dell'intero Consiglio, però registro - e voglio lasciarlo a verbale - che sul governo delle acque l'Assessore Cavallera questa Giunta, la Giunta Ghigo ha dei problemi irrisolti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Intervengo soltanto per esprimerle, Presidente, la nostra condivisione in merito alla riproposizione nella prossima seduta degli ordini del giorno, purché questo avvenga in apertura di seduta. Questa dilazione del tempo consente di riprendere nel merito i documenti che in gran parte sono assolutamente datati e quindi hanno necessità, anche da parte nostra, di una discussione.
Pertanto - lo ripeto - siamo disponibili, purché la discussione avvenga in apertura di seduta nel prossimo o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Affronto un po' tutti gli emendamenti su questo aspetto. C'è un rammarico sul fatto che l'Assessore non abbia voluto cogliere queste vaghe, contenute indicazioni, ma in una direzione precisa. L'Assessore dice che si rinvia ad un provvedimento successivo. Temo fortemente che quel provvedimento non vedrà la luce.
Oggi, invece, nell'affrontare l'intera problematica, si poteva cominciare ad indicare degli indirizzi abbastanza netti. Quindi, c'è il rammarico sul fatto che le nostre indicazioni non vengano accolte, perch in questo Piano venivano definite delle priorità.
L'Assessore dice che cominciamo a frenare, ma non c'è ancora la volontà di iniziare un'inversione di tendenza. Lo ritengo negativo, perché la questione delle acque assume un aspetto sempre più importante ed una centralità nelle nostre vicende e nei problemi che dovremmo affrontare nel prossimo periodo.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 16, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Indico la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 16 bis.
Il Consiglio approva.
Ricordo che gli emendamenti rubricati nn. 17 e 18 sono stati ritirati dai proponenti e sostituiti con gli emendamenti rubricati nn. 17 bis) e 18 bis).
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 17 bis.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 18 bis.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sollevo due questioni. La prima è che facciamo notare che questo provvedimento, che è importantissimo, passa in assenza della capacità della maggioranza di garantire il numero legale. Se noi non avessimo votato anche contro, una serie di emendamenti e non avessimo partecipato al voto la maggioranza - che è oscillata intorno ai 22-23 presenti - non sarebbe stata in grado, anche in questo caso, di far sì che il Piemonte si dotasse di un Piano energetico.
La seconda questione. Al termine di un lunghissimo iter di discussione e nel rispetto di tutte le associazioni che si sono mobilitate per contribuire all'elaborazione di questo Piano, anche alla luce della discussione di questa sera, il Gruppo di Rifondazione Comunista si astiene.
E' un'astensione un po' meno convinta dal fatto che, da una parte, con l'introduzione di un emendamento, si rischia di dare un via libera a due centrali su cui continuiamo ad avere un'opposizione; dall'altra, non si è voluto fare quel passo a cui accennavo prima sul problema delle acque.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Il Consigliere Contu ha definito "democristiana" l'azione dell'Assessore Cavallera; credo che gli esiti di questa votazione, che hanno visto la minoranza garantire il numero legale, diano prova di un'abilità che tutti riconoscono all'Assessore Cavallera di sapere lavorare con l'Aula.
Nonostante questo, annuncio il mio voto di astensione, per la conclusione di questa discussione.
Due punti non possono non essere rilevati: la non chiarezza e quindi la possibilità che due impianti elettrici molto contestati dalle popolazioni siano realizzati. E' chiaro che un organo di indirizzo non entra nei particolari, però sicuramente, se il Piano avesse preso una posizione più netta e più chiara, sarebbe stato molto più tranquillizzante per gli abitanti di quei paesi.
Certo, tutto è in discussione. Non possiamo non ricordare che, ad esempio, la Centrale di Livorno Ferraris, qualora fosse costruita, non sarebbe neanche in grado di garantire il calore, in quanto non ha un bacino di utenza utile per questa implementazione dell'attività che peraltro, viene ritenuta ormai indispensabile per aumentare l'efficienza della centrale. Questo è un motivo in più per sottolineare come questo Piano presenti una lacuna molto grave proprio su questo elemento.
L'altro punto che abbiano sottolineato nella discussione degli emendamenti è proprio la partita relativa all'acqua, all'idrico: anche in questo caso, non è chiara quale sia la scelta dell'Assessorato. L''impianto idroelettrico è, in questo momento, oggetto di notevoli interessi e quindi temiamo molto che non si parli solo di rimodellamento, di ammodernamento degli impianti già esistenti, ma che la non chiarezza, per quanto riguarda le politiche dell'acqua, porti di fatto ad un incremento delle opere fatte sui fiumi e ad un peggioramento delle condizioni ambientali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Apprezziamo che sia stata accolta tutta una serie di emendamenti, ma riteniamo che il problema delle acque rimanga, e il fatto di rimandare in qualche modo ad un Piano, come metodo, può essere un rischio.
In ogni caso, fin da ora manifestiamo la nostra disponibilità a lavorare nel merito, proprio perché non sia un appuntamento che rinviamo nel tempo sine die, ma veda una sua conclusione.
Riteniamo che sia doveroso e giusto sottolineare il coraggio e il metodo nella presentazione di questo provvedimento. E' un Piano. E' stato presentato con un metodo di discussione molto ampia. La struttura ha lavorato con grande efficacia oltre che efficienza, quindi il nostro voto conclusivo è di favore.
Saremo a favore di questo provvedimento. Ovviamente, Assessore, sui territori la sfida che lanciamo nei vostri confronti è di vedere come verrà applicato, altrimenti c'è il rischio che rimanga una teoria e una scatola vuota.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente. Intervengo brevemente, ma senza fretta, per dire che negli anni '60, in Italia, si è cominciato a discutere di ambientalismo, grazie all'intervento di quel club di Roma che, con Aurelio Peccei ha tentato per la prima volta un approccio scientifico di scenario di immaginazione di cosa poteva succedere e cercare, su quello, di costruire delle risposte politiche.
Citare il club di Roma e Peccei per un Piano che ha molti aspetti positivi, ma sicuramente anche delle possibili lacune o dei punti su cui si poteva fare meglio, può sembrare un po' retorico. Tuttavia, credo che nel nostro piccolo, nella nostra responsabilità limitata, ma importante, il fatto che finalmente - e sottolineo cinque volte "il finalmente" - il Consiglio regionale sia riuscito ad onorare con un dibattito e con un voto che a breve ci accingiamo a dare, un documento che è davvero un documento di Piano, di analisi, di costruzione di scenari e di individuazione di possibili risposte, sia un elemento apprezzabile. Io credo che questo sia l'ambientalismo che ci piace - che a noi piace - un ambientalismo che cerca di dare delle risposte. Noi avremmo voluto anche altre risposte, avremmo sperato anche altre prove di coraggio, altre possibilità di approccio nuovo e a più lungo periodo, ma con molta onestà ci accingiamo, come Gruppo Radicale - lo abbiamo già anche dichiarato prima della discussione di questi emendamenti e soprattutto dopo la discussione degli emendamenti e la disponibilità dell'Assessore e della Giunta di accoglierne una significativa parte, compreso quello predisposto dal Gruppo Radicale e firmato da molti Consiglieri della provincia di Cuneo, noi voteremo a favore. Sono contento, lo voglio dire in un momento in cui le polemiche non si risparmiano, che non sia solo io a votare a favore, ma che anche il Gruppo dei Democratici di Sinistra abbia poi sciolto, in modo positivo, la propria indecisione iniziale sul voto dell'intero Piano. Credo che sia un atteggiamento serio, corretto e laico quello di apprezzare quanto assieme siamo riusciti a fare.
Chiudo con un'annotazione, senza iattanza. Sono un po' deluso del fatto che non siamo riusciti ad alimentare un dibattito, ma, in qualche modo l'Assessore sia stato lasciato solo a dire dei "si" o dei "no". La mancanza di dibattito è una mancanza politica importante per il Consiglio e per la vita del Consiglio, perché domani, magari, l'Assessore Cavallera non ci sarà più, c'è ne saranno altri, i documenti sono scritti, ma sono sempre interpretabili e sono sempre, nella realtà come ci diceva la Consigliera Marisa Suino, da verificare, da controllare che cosa succede.
Un ricco dibattito politico programmatico, in aula, sarebbe stato un buon viatico, un necessario viatico, per avere assieme una condivisione della lettura dei problemi e delle risposte che ci accingiamo a dare.
Ho sentito i vari interventi, per i motivi dubbiosi che elencava all'inizio il Consigliere Ronzani, per tutti quei punti specifici, noi votiamo a favore e sono contento di farlo con lui.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta.
Ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Anche noi, per portare l'apprezzamento per il lavoro svolto dall'Assessore, ma poi da tutta la struttura, rispetto ad un Piano che pone il Piemonte tra le Regioni più avanzate del nostro Paese.
Questo Piano faceva già il suo effetto quando ancora era solo una bozza, perché tanti problemi che si sono sviluppati negli ultimi mesi o nell'ultimo anno, a livello territoriale, sono stati poi risolti facendo riferimento ad una cosa che già c'era, che non era stata formalizzata, ma che dettava già una linea di comportamento. Oggi, con l'approvazione diventa un punto di riferimento importantissimo per noi, per le province piemontesi e per le altre istituzioni coinvolte in questa tematica complessa, difficile, ma sicuramente affascinante perché è una tematica che tocca il futuro della nostra Regione.
Un Piano, quindi, positivo, dove sono sicuramente amplissime le luci dove i dati positivi prevalgono anche su alcuni momenti che alcuni colleghi hanno voluto mettere in luce, ma sui quali noi non siamo assolutamente d'accordo. E' un Piano che riformerà la politica energetica del Piemonte almeno per il prossimo decennio, e che però ci segnala come, in questi anni, anche se privi di questo strumento, la nostra regione abbia lavorato per costruire una politica energetica, che oggi viene formalizzata, ma che ci pone già tra le Regioni più avanzate in Italia, tra la Regioni che hanno fatto le scelte giuste, che hanno fatto le scelte ponderate, non esagerate ma neanche troppo tirate, e che quindi segnala alcune necessità che possono essere sicuramente raggiunte e sviluppate ed integrate dall'azione dei prossimi anni.



PRESIDENTE

Indico la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Comuni - Associazioni intercomunali

Esame testo unificato disegno di legge n. 440 e proposta di legge n. 314 "Incentivazione per l'esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Prime disposizioni"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del testo unificato del disegno di legge n. 440 e della proposta di legge n. 314 "Incentivazione per l'esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Prime disposizioni", di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Manolino, relatore.



MANOLINO Giuliano, relatore

Per la verità ero pienamente d'accordo con il Consigliere Giordano per elencare questa relazione ciascuno per una parte, in quanto, il Consigliere Giordano, è stato davvero costruttivo nel proporre un disegno di legge che congiuntamente alla proposta della Giunta, è stato esaminato ed è stato licenziato dalla Commissione. Non voglio tediare i colleghi, vista l'ora e viste le ripetute pressioni che sto ricevendo da parte di tutti i colleghi di ambo i lati, vorrei chiedere al Presidente se posso dare per letta la relazione, visto che è piuttosto cospicua, anche perché sono convinto che tutti i Consiglieri ne hanno preso visione e sono in grado di esprimere i loro giudizi.



PRESIDENTE

Il Consigliere Manolino dà per letta la seguente relazione: "La legge 5 giugno 2003, n. 131 'Disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3', così detta legge La Loggia, prevede all'articolo 2 l'emanazione da parte del Governo di decreti legislativi di adeguamento delle disposizioni in materia di Enti locali ai principi introdotti dalla summenzionata legge costituzionale. Tali decreti sono diretti ad individuare le funzioni fondamentali, essenziali per il funzionamento di Comuni, Province e Città metropolitane e per il soddisfacimento di bisogni primari delle comunità di riferimento e, nell'ambito della competenza legislativa dello Stato, a rivedere le disposizioni in materia di Enti locali.
Si rende pertanto necessario ed improcrastinabile, in attesa delle predette disposizioni governative disciplinare l'incentivazione dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Tale esercizio associato infatti rappresenta un valido strumento di sostegno al rafforzamento complessivo delle Autonomie locali piemontesi, ed assume importanza fondamentale per gli Enti locali di minore estensione demografica, in quanto riduce gli onerosi costi di gestione di servizi fondamentali ed utili allo sviluppo socio-economico di tali Enti. Tutto ci assume particolare rilievo per la Regione Piemonte, ricca di Comuni ben 1206, la maggior parte dei quali con bassissime soglie demografiche infatti circa l'86% ha popolazione inferiore ai 10.000 abitanti, il 72% è sotto ai 5000 abitanti, il 24% è sotto ai 1000 abitanti. Tale situazione se da una parte costituisce un'importante ed irrinunciabile eredità di tradizione sabauda, a garanzia della cultura piemontese, dall'altra è spesso causa, nonostante l'impegno e lo sforzo che contraddistinguono l'operato degli amministratori, di inefficienza ed inefficacia nell'erogazione di servizi ai cittadini.
Il testo in esame costituisce attuazione dell'art. 33, comma 4 del D.Lgs 267/2000 (Testo unico sull'ordinamento degli Enti locali), che demanda alla Regione il compito di disciplinare con proprie leggi l'incentivazione dell'esercizio associato delle funzioni da parte dei Comuni nell'ambito del processo di riorganizzazione sovracomunale dei servizi, delle funzioni e delle strutture.
La materia, allo stato attuale, in attesa dell'emanazione dell'apposita legge regionale rappresentata dal provvedimento in esame, è disciplinata dall'art. 8 della legge regionale n.44/2000, che demanda alla Giunta regionale, sentita la Conferenza Permanente Regione-Autonomie locali e la Commissione consiliare competente, il compito di stabilire le modalità e i criteri per la distribuzione del fondo regionale previsto per incentivare l'esercizio associato.
Con il presente provvedimento, in merito al quale oggi l'Aula si appresta ad esprimere il proprio voto, la Regione intende fornire linee-guida in materia, definendo l'entità dell'intervento volto a favorire uno spontaneo processo aggregativo degli Enti locali al fine di creare un efficiente e flessibile sistema amministrativo piemontese aggiuntivo ai Comuni e nel rispetto degli Enti locali esistenti e delle loro specificità e scelte.
Il provvedimento fornisce, in modo esplicito, indicazioni agli Enti locali che intendono associarsi, definendo le modalità d'intervento e le finalità dell'azione politica regionale, l'entità temporale ed economica degli incentivi regionali erogati per contribuire a promuovere e facilitare la gestione associata di compiti e servizi e i criteri da seguire, validi sull'intero territorio regionale.
Il testo normativo in questione è il frutto dell'operazione di unificazione tra i due provvedimenti presentati sull'argomento e sottoposti all'esame della VIII Commissione: il Disegno di legge n. 440 'Incentivazione dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali.
Prime disposizioni' e la Proposta di legge n. 314 'Disciplina delle forme associative in materia di Enti locali'.
Quest'ultimo provvedimento presenta una parte dedicata all'incentivazione economica dell'esercizio associato; nello specifico trattasi del Capo V. Dopo attento esame, in sede di redazione della Proposta di testo unificato, ed a seguito dell'assenso del proponente parte delle disposizioni contenute nel citato Capo V della Proposta di legge n. 314 è opportunamente confluita nell'articolato del testo unificato. L'articolato del provvedimento è suddiviso in otto articoli.
L'articolo 1 individua i destinatari degli incentivi finanziari per la gestione associata di funzioni e servizi comunali, ovvero le Unioni, le Comunità montane, i Consorzi, le Convenzioni plurifunzionali, i Comuni sorti a seguito di fusione di due o più Comuni, escludendo le Unioni di cui facciano parte Comuni già componenti di altre Unioni o di Comunità montane.
I criteri per la concessione degli incentivi finanziari alle forme associative sono indicati nell'articolo 2. In tale articolo è specificato che gli incentivi vengono concessi annualmente, nei limiti della disponibilità di bilancio, ed è indicata una corresponsione differenziata degli stessi, graduata in base alla tipologia di forma associativa prescelta; è infatti stabilita l'erogazione per una durata di dieci anni per le fusioni, nove anni per le unioni e le comunità montane, sei anni per le altre forme associative.
L'articolo in esame prevede inoltre la possibilità, per le Comunità montane, di articolare il proprio territorio in sottoambiti omogenei, ai fini della gestione associata e della corresponsione dei relativi incentivi. In riferimento alle modalità di erogazione dei contributi, nel medesimo articolo sono previsti criteri preferenziali e maggiorazioni nell'assegnazione degli incentivi a favore delle Fusioni, delle Unioni di Comuni e delle Comunità montane, ed è specificato che in caso di variazioni nella composizione della forma associativa o nella gestione associata delle funzioni o servizi, gli incentivi vengono modificati in proporzione al cambiamento avvenuto; si prevede infine che i contributi successivi alla prima annualità sono decurtati delle somme già concesse nell'anno precedente, nel caso in cui, anche sulla base della documentazione finanziaria, non sia comprovata l'effettiva gestione associata dei servizi finanziati o il raggiungimento dei risultati dichiarati sulla domanda di contributo.
L'articolo 3 è dedicato alla disciplina dei livelli di gestione associata sovracomunale definite "di più vasta area", nello stesso viene individuato lo strumento giuridico da utilizzare per attuare tale particolare modalità di funzioni e servizi comunali. Nell'articolo infatti è specificato, che attraverso la delega conferita ad Unioni di Comuni ed a Comunità montane da parte dei Comuni che ne fanno parte, si consente alle predette forme associative la possibilità di partecipare alla gestione associata di funzioni e servizi comunali "di più vasta area".
In tal modo le Unioni di Comuni e le Comunità montane subentrano nei diritti e negli obblighi posti in capo ai Comuni che li compongono, e possono inoltre essere delegate a rappresentare i Comuni in ogni altro organismo o istituzione di livello sovracomunale.
L'articolo 4 disciplina le forme di supporto tecnico e giuridico fornite dalla Giunta regionale ai Comuni che intendono fondersi o che si siano fusi ed alle forme associative da istituirsi o già istituite, ed è inoltre prevista l'organizzazione, in collaborazione con le Province, di corsi di formazione e riqualificazione del personale locale addetto alla gestione associata di funzioni o servizi comunali, con la previsione di erogazione di appositi contributi alle Province per tali attività.
Le disposizioni finanziarie sono contenute nell'articolo 5.
Il provvedimento in esame apporta alcune modifiche alla legge regionale 2 dicembre 1992, n. 51 (Disposizioni in materia di circoscrizioni comunali unioni e fusione di Comuni, circoscrizioni provinciali). Tali modificazioni sono specificate nell'articolo 6.
L'articolo 7, disposizione transitoria, specifica che le modalità ed i criteri di erogazione si applicano, nei limiti della disponibilità di bilancio, anche alle forme associative che siano ancora operanti, e che abbiano usufruito di finanziamento regionale prima dell'entrata in vigore del testo unificato in esame, computando a tal fine il numero complessivo delle annualità di finanziamento già erogate. Quanto specificato si applica anche per i bandi previsti per l'istituzione di nuove forme associative, le cui procedure non si siano concluse prima dell'entrata in vigore del provvedimento medesimo. L'articolato si conclude con la clausola valutativa, contenuta nell'articolo 8. Tale articolo è frutto di una modifica integrativa al testo unificato, predisposta dagli uffici, che ha condotto all'inserimento di una "clausola valutativa", che prevede la trasmissione al Consiglio da parte della Giunta regionale, di una relazione annuale, a partire da un anno dall'entrata in vigore del presente provvedimento, contenente: a) il quadro dei finanziamenti erogati a fronte delle richieste pervenute suddivisi per tipologia della forma associativa b) il numero delle costituzioni associative successive alla entrata in vigore della legge con descrizione delle forme prescelte c) le variazioni delle forme associative intervenute successivamente alla erogazione dei contributi d) la descrizione dei progetti richiesti e presentati per lo sviluppo e la ottimizzazione delle gestioni associate e) il numero dei corsi di formazione organizzati sia autonomamente sia in collaborazione con le Province e quello delle adesioni a tali corsi.
L'articolo in esame specifica, infine, che le relazioni successive alla prima dovranno contenere inoltre informazioni relative agli eventuali contenziosi derivati dall'applicazione dell'eventuale decurtazione dei contributi, successivi alla prima annualità, delle somme già concesse nell'anno precedente, nel caso in cui, anche sulla base della documentazione finanziaria, non sia comprovata l'effettiva gestione associata dei servizi finanziati o il raggiungimento dei risultati dichiarati sulla domanda di contributo.
Il testo è stato oggetto di parziali ristesure a seguito del recepimento degli emendamenti predisposti dalla Giunta regionale.
Sono state inoltre apportate parziali riscritture da parte degli Uffici dirette a conformare il testo del provvedimento con i principi dettati dalla tecnica legislativa. L'VIII Commissione, dopo approfondito dibattito ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione da parte di questa Assemblea".
Esamineremo il provvedimento nella prossima seduta.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.24)



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