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Dettaglio seduta n.428 del 27/01/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.32 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 2, 9, 10 e 16 dicembre 2003. Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.,: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Costa Enrico Cota, D'Onofrio, Ghigo, Mercurio, Racchelli, Rossi Giacomo e Scanderebech.


Argomento: Problemi energetici

b) Decisione della Corte Costituzionale in ordine a "Legge regionale 7 ottobre 2002, n. 23"


PRESIDENTE

Comunico che la Corte Costituzionale con la sentenza n. 7 del 18 dicembre 2003, ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 2, lett. i) della l.r. 7 ottobre 2002, n.
23 (Disposizioni di campo energetico. Procedure di formazione del piano regionale energetico-ambientale. Abrogazione delle leggi regionali 23 marzo 1984, n. 19, 17 luglio 1984, n. 31 e 28 dicembre 1989, n. 79).


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni - Resistenza

Comunicazione del Consigliere Riba in qualità di Presidente del Comitato per l'affermazione dei Valori della Resistenza e della Costituzione in merito alla celebrazione del Giorno della Memoria


PRESIDENTE

Essendo oggi una giornata importante - il 27 gennaio - lascio la parola al Vicepresidente Riba, in qualità di Presidente del Comitato per l'Affermazione dei Valori della Resistenza e della Costituzione del Consiglio regionale.



RIBA Lido, Presidente del Comitato per l'Affermazione dei Valori della Resistenza e della Costituzione

Colleghi, come sapete oggi è la giornata dedicata alla Memoria. Negli scorsi anni non abbiamo ricordato in Consiglio regionale tale circostanza ma oggi è il giorno 27, giorno della ricorrenza, pertanto riteniamo doveroso, come Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, ricordare.
Vi leggo l'articolo 1 della legge 20 luglio 2001, n. 211, che stabilisce: "La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah, sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei e italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che anche in campi e schieramenti diversi si sono opposti ai progetti di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".
Fin dal 2001, primo anno di celebrazione del Giorno della Memoria, il Consiglio regionale del Piemonte, attraverso il Comitato per l'Affermazione dei Valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana - che ho la delega e l'onore di coordinare - ha lavorato in stretto contatto con gli altri Enti locali piemontesi per sottolineare, con eventi e pubblicazioni il dovere di non dimenticare i 6 milioni di ebrei, le centinaia di migliaia di zingari, omosessuali, handicappati e di cittadini comunque "diversi" per il nazismo ed il fascismo di cui venne deliberato scientemente lo sterminio.
Si è trattato di un intervento, come Consiglio regionale, costante, che quasi sempre ha privilegiato il rapporto con le generazioni più giovani gli studenti con cui il Comitato opera da tempo, insieme alle Province piemontesi, nello svolgimento del concorso sui temi della Resistenza dell'antifascismo, della deportazione e dell'integrazione fra i popoli.
Quest'anno, con la collaborazione come sempre preziosa ed attenta degli Assessorati provinciali alla cultura e degli Istituti Storici della Resistenza, è stato stilato un programma di iniziative di cui voglio ricordare al Consiglio le principali (qualcuna certamente la dimenticherò): ad Alessandria è prevista la pubblicazione di un testo antologico sui deportati piemontesi ad Asti viene allestito un percorso didattico nelle scuole dal titolo "Letteratura e memoria dei lager - Per un approccio critico alla memorialistica della deportazione" nelle province di Biella e Vercelli il Comitato finanzia il restauro della mostra "...il filo spinato ti lacera anche la mente..." e le relative esposizioni nei due capoluoghi, offrendo anche un contributo per un'altra esposizione, "Immagini dal lager di Mauthausen" a Cuneo si tiene un convegno nazionale su "La memoria della deportazione" a Novara c'è il convegno sulla deportazione ebraica "Strage di ebrei del Lago Maggiore".
Non ricordo tutte le altre iniziative; magari distribuiremo una breve memoria delle iniziative che sono in corso.
Voglio, invece, ricordare che ieri sera si è svolta, per iniziativa del Consiglio regionale, la presentazione e la discussione del libro "Il tribunale del bene. La storia di Moshe Beiski, l'uomo che creò il Giardino dei Giusti".
Come vedete, il Consiglio regionale del Piemonte ha cercato di suscitare, organizzare e sostenere un'area di iniziative su tutta la regione, in modo che lo spirito della legge istitutiva della Giornata della Memoria sia pienamente accolto.
Credo colleghi, che il Presidente possa concludere questa breve comunicazione sulla Giornata della Memoria, così come si sta vivendo e come è stata organizzata nella nostra regione, con un minuto di silenzio per tutte le vittime che sono ricordate e alle quali è ricordata, in modo particolare, questa memoria.



(L'aula osserva in piedi un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Riba.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ringrazio, in particolare, il Vicepresidente Riba che ha colto l'occasione della coincidenza della riunione del Consiglio regionale con questa data per informare il Consiglio stesso delle iniziative che su questo tema, da decenni, vengono sviluppate nell'intero Piemonte.
Sarebbe auspicabile che questa decisione diventasse una decisione permanente del Consiglio regionale; anche in caso di non coincidenza delle date, cioè, prevedere, in prossimità della stessa, un ricordo, una memoria dell'accaduto.
La Regione Piemonte ha fatto molto. Con piacere vedo che, in questi ultimi anni, l'attenzione a questi temi non si è affievolita e, seppure in mezzo a tante vecchie e nuove difficoltà, il Comitato per l'Affermazione dei Valori della Resistenza continua a tessere e dipanare iniziative.
L'orrore di quanto è accaduto agli ebrei, ma non solo; sono stati citati tutti i cittadini che a vario titolo hanno conosciuto la morte, la deportazione, la tortura e tutti quegli orrori di cui il nazismo e il fascismo sono stati capaci.
Le leggi razziali: in Piemonte ci sono stati studi impressionanti, che dimostrano come purtroppo molti cittadini piemontesi di origine ebraica abbiano subito delle violenze di vario tipo: violenze dirette, violenze indirette, a scuola, nei posti di lavoro e via dicendo.
Presidente, Vicepresidente e colleghi, nell'ambito delle attività di studio e di crescita civile e democratica che il Comitato per l'Affermazione dei Valori della Resistenza realizza, attraverso i concorsi nelle scuole, mi permetto di suggerire un tema che ritengo opportuno proporre all'attenzione del Comitato, come uno dei temi sui quali si pu richiedere una riflessione e uno studio: è il tema del razzismo.
La deportazione ebraica ha questo connotato, ma sappiamo che il razzismo è una "bestia grama" che allinea ancora in diverse parti del mondo e che, comunque, costituisce sempre un pericolo reale, sul quale è meglio vigilare e prevenire.
Penso che sul razzismo si potrebbero avere molto iniziative. Una l'ho già sollevata, non ufficialmente, al Consigliere Lido Riba, che la conosce e della quale si potrebbe anche parlare. Ritengo che questo sia un tema da affrontare.
Termino, ricordando un ex deportato che è stato commemorato sabato sera, nel Comune di San Germano Chisone, che è Albino Moret. Lo conosciamo in tanti; è scomparso da poco. Era un ex internato e faceva parte di quei 700-800 mila soldati italiani che, essendosi rifiutati di giurare al führer, sono stati deportati nei campi di internamento.
Albino Moret, era stato deportato in quel campo di Dora, campo che vedeva la progettazione e la costruzione delle V2. E' stato uno dei campi per i quali gli ex deportati hanno anche faticato a farne conoscere l'esistenza. Era un campo da cui è uscito Von Brown, persona che ha progettato i missili che hanno portato l'uomo sulla luna, e altri scienziati che sono andati nel campo avverso dell'Unione Sovietica. Era un campo di cui, dopo la guerra, si tendeva a dire "Beh, facciamo finta di niente". Gli ex deportati, come Albino Moret, hanno combattuto una vita per portare alla luce la verità drammatica e tremenda di un campo, con gallerie per chilometri e chilometri e deportati che morivano tutti i giorni come le mosche.
In onore di Albino Moret, penso che ci siano ancora altre iniziative.
Stasera stessa, mi pare che nel Comune di Rinasca ci sia la proiezione di un filmato.
Ricordo lui, per ricordare tutti gli amici deportati e scomparsi che ancora, ci accompagnano come dei testimoni preziosi e che ci aiutano, non solo a capire quei momenti difficili, ma a lavorare oggi e tutti i giorni perché quei momenti e quei valori non siano stati dimenticati e vivano nelle azioni collettive e private di tutti i giorni.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni del Consigliere Riba, ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Galasso, che interviene in qualità di Consigliere ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Debbo dire che apprezzo la richiesta del Consigliere Chiezzi di una ricerca sul razzismo. Richiesta tanto più apprezzabile, visto che, di recente, un'indagine ha evidenziato come a sinistra sia molto diffuso l'antisemitismo.
Poiché dobbiamo operare in termini positivi, proprio dai lavori di ieri e dalle indicazioni venute ieri dallo scrittore Nissim e dal Professor Levi, ritengo che un'iniziativa da intraprendere - poi ovviamente ognuno se ne farà carico per quello che potrà - può essere quella di una ricerca dei "giusti" del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Non ho niente da aggiungere a quanto è stato detto dal Vicepresidente Riba, parole nelle quali mi riconosco. Non penso che su questo debba essere fatto un dibattito. Il momento di raccoglimento è assolutamente importante.
Solo una precisazione rispetto alla frase - a mio avviso, assolutamente sorprendente - del Consigliere Galasso. A sinistra è molto diffuso l'antisemitismo? Chiederei, per favore, di acquisire i verbali e il ritiro di un'affermazione come questa, quanto meno indegna.



PRESIDENTE

Ha la parola il Consigliere Segretario Galasso, che interviene in qualità di Consigliere.



GALASSO Ennio Lucio

Ritengo che l'affermazione non sia indegna per la semplice ragione che è stata diffusa dagli organi di stampa: porterò copia di un articolo dell'Espresso (si tratta dell'ultimo o penultimo numero).



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Ritengo che la precisazione del Consigliere Galasso aggravi ulteriormente la situazione. Lui può leggere i giornali che vuole. I giornali possono scrivere quello che vogliono. La verità storica è un'altra.
Una dichiarazione giornalistica non può essere assunta ed affermata in quest'aula. Non solo è di una gravità inaudita, ma l'antisemitismo ha riguardato altre parti politiche, magari più vicine al Consigliere Galasso.
Ciò detto, ritengo che, su una questione come questa, si debba fare un chiarimento. Ritengo inaccettabile storicamente e moralmente una cosa del genere. Chiedo, per favore, una rettifica.



PRESIDENTE

Intanto, acquisiamo gli atti dall'ufficio resocontazione. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

La Consigliera Manica ha sollevato, giustamente, un problema che non può essere evaso con l'omissione dei fatti.
Dato che il Consigliere Galasso riconferma quanto detto, le chiedo per cortesia dieci minuti di sospensione per decidere, con alcuni colleghi come continuare questa vicenda.



PRESIDENTE

Facciamo dieci minuti di sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 11.18 riprende alle ore12.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Galasso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Questa vicenda mi induce a non dover dare mai più ragione al Consigliere Chiezzi, però per questa volta gliela do ancora.
Ribadisco che mia esclusiva intenzione era ed è quella di sottolineare la bontà della proposta Chiezzi e quindi ritiro l'espressione laddove fa riferimento a sinistra, anche perché la nefandezza dell'antisemitismo preoccupa tutti e tutti insieme siamo consapevoli di dover essere uniti contro, come sicuramente - ribadisco ancora - auspica l'iniziativa, che condivido, del Consigliere Chiezzi.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Placido chiede la parola sull'ordine dei lavori.
Ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Come Gruppo, in sede di riunione dei Capigruppo, avevamo sollecitato sia verbalmente che formalmente, la risposta dell'Assessore alla sanità allora D'Ambrosio, adesso Galante - su alcune interpellanze dai noi presentate.
Se deve passare più di un mese con ripetuti solleciti, avrei piacere di capire cosa bisogna fare per avere delle risposte alle interpellanze presentate in forma urgente e sollecitate in tutti i modi. Farò avere l'elenco delle interpellanze, perché l'Assessore c'è e c'era anche prima: fateci capire cosa bisogna fare e quanto tempo bisogna aspettare. Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessore Galante mi ha comunicato che provvederà a rispondere alle interrogazioni e interpellanze, rispetto alle questioni da lei poste, nella seduta di Consiglio regionale della settimana prossima.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interpellanza n. 2485 dei Consiglieri Placido, Muliere e Riba inerente a "Laboratorio agro-chimico alimentare. Analisi, campioni di terreno"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2485, presentata dai Consiglieri Placido Muliere e Riba, cui risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura

In riferimento al quesito proposto dai Consiglieri interpellanti, si comunica che, a partire dal 7 gennaio, è stato ripristinato il servizio di ricevimento dei campioni di terreno e di vegetali per analisi chimico fisica.
In tal senso è stata data comunicazione agli utenti con nota del Settore Fitosanitario n. 17095/12.03 del 22 dicembre 2003, che si allega.
Contestualmente sono entrate in vigore le nuove tariffe, elaborate secondo i criteri stabiliti con DGR n. 57-11275 del 9 dicembre 2003.
In sostanza, voi sapete che anche qui a Torino abbiamo inaugurato la nuova sede del Settore Fitosanitario regionale, che a mio avviso è un grosso presidio laboratoristico e di competenze professionali a sostegno della nostra agricoltura, ma anche dell'ambiente e quindi la volontà dell'Amministrazione è quella di potenziare questo Settore con tutte le sue articolazioni territoriali. Vi è stata anche una messa a punto, una riorganizzazione sul piano più generale, per cui vi era stato un fermo che possiamo definire per ragioni tecniche, ma non per assoluta chiusura.
La risposta è breve perché il laboratorio è stato riaperto, ma l'occasione è anche proprio per riconfermare l'importanza del Settore Fitosanitario regionale, che è un punto di riferimento per tutto il settore agricolo, sia pubblico che privato, che si rivolge agli esami di laboratorio e alle certificazioni che competono per legge a questo importante istituto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido per la replica.



PLACIDO Roberto

Ringrazio l'Assessore Cavallera e chiedo se è possibile avere copia scritta della sua risposta.
Vorrei solo far notare, al di là della soddisfazione - non tanto solo quella nostra, ma di chi si rivolge al laboratorio - che i costi sono aumentati in maniera noi riteniamo eccessiva. Se ricordo bene, si è passati dalle vecchie 25 mila lire agli oltre 40 euro attuali, il che oggettivamente va anche oltre i controlli che avrebbe dovuto fare il Governo sull'aumento dei prezzi.
Dunque, 25 mila lire sono 13 euro, mentre oltre 40 euro sono più di tre volte tanto: riteniamo che, al di là della soddisfazione - e ringraziamo l'Assessore - un incremento del 300% non si giustifichi per degli esami del genere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura

Volevo rispondere che abbiamo riesaminato un po' tutte le prestazioni ad esempio anche quelle che fa l'ARPA, proprio perché c'erano stati dei richiami da parte dell'autorità della concorrenza in ordine alle iniziative che porta avanti il settore pubblico in una situazione nella quale vi sono anche delle istituzioni private. Allora cosa si è fatto? Si è sempre mantenuta una differenziazione in riduzione rispetto a quelle che sono le quotazioni del mercato; peraltro, la tariffa non era mai stata rivista da tantissimo tempo, quindi era indubbiamente un dato di comodità per gli utenti, ma non era certamente un dato di mercato. Adesso invece si è creato un sistema in base al quale mi sembra che ci sia un 25-30% di riduzione rispetto ai costi di mercato e si darà priorità a tutte quelle iniziative di tipo consortile oppure a tutti quei soggetti che usufruiscono delle misure di insediamento o comunque delle misure previste dal Piano di sviluppo rurale proprio perché, a differenza di altre certificazioni, è chiaro che, essendo una certificazione pubblica, ha un valore in più. In teoria, potrebbe anche, da un punto di vista commerciale, costare di più, ma in realtà costa sempre di meno: è un aumento indiretto che si da al nostro sistema delle imprese agricole. Non dimentichiamo, però, che questi laboratori servono soprattutto alle istituzioni, alle autorità giudiziarie e quant'altro, che li utilizzano per tutti quelli che sono gli accertamenti dei compiti d'istituto; poi, avendo un laboratorio e avendo del personale, nelle ore disponibili fanno anche attività verso l'esterno, e in questo senso abbiamo cercato di trovare un punto di equilibrio.
E' chiaro che nell'immediato c'è quel salto a cui faceva riferimento il collega Placido, però complessivamente la cosa è armonica in un contesto di valori correnti sul mercato di queste prestazioni.


Argomento: Parchi e riserve - Valutazione impatto ambientale

Interrogazione n. 2549 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Coltivazione di cava S. Genuario 3"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2549 presentata dai Consiglieri Papandrea e Contu.
La parola all'Assessore Laratore



LARATORE Giovanni, Assessore alle attività estrattive

In merito all'interpellanza si osserva che il progetto di cava è attualmente sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi della legge regionale n. 40/98, presso la Provincia di Vercelli che ha istituito apposita Conferenza dei Servizi.
Come è noto infatti, a seguito delle deleghe previste dalla legge regionale n. 44/2000 dal 1° luglio 2001 il giudizio di compatibilità ambientale è demandato alle Province competenti. La Regione partecipa alle Conferenze, per quanto riguarda gli aspetti estrattivi attraverso il Settore Pianificazione e Verifica Attività estrattive. Il giudizio finale è pertanto di esclusiva competenza delle Province che sono tenute, sulla base delle risultanze delle Conferenze di Servizi, a valutare i progetti sia sotto il profilo formale sia per quanto concerne gli aspetti ambientali.
Premesso quanto sopra si osserva che i rilievi evidenziati nell'interpellanza non competono alla Regione, ma devono essere sottoposti alla Provincia di Vercelli. La Regione, con il Settore sopra individuato ha partecipato nell'ambito delle competenze assegnate dalla legge regionale n. 44/2000, alla riunione del 20.10.2003, cui ha fatto seguito il sopralluogo, nella quale è stata sottolineata la necessità di acquisire documentazione integrativa per valutare compiutamente l'istanza lasciando in ogni caso, il giudizio finale alla Provincia di Vercelli. Devo aggiungere che ad oggi non risulta che sia stata pervenuta l'integrazione richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche dalla lettura della sintetica risposta dell'Assessore, che chiedo di acquisire, mi pare evidente che l'iter di natura amministrativa competa alla Provincia, tuttavia la Regione ha un ruolo, tanto è vero che chiede spiegazioni, chiede integrazioni. Il ruolo della Regione c'è, dentro questo ruolo bisognerebbe capire il tipo di richieste, di precisazioni ulteriori che la Regione ha fatto, per quale ragione, e intervenire qualora queste integrazioni non vengano fornite. Il fatto che poi chi deve dare l'autorizzazione finale sia la Provincia, è nel rispetto di un iter e di un ruolo di controllo che la Regione deve esercitare.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1667 dei Consiglieri Marcenaro, Muliere, Riggio e Ronzani inerente a "Accordo interregionale su servizi integrati per il mercato del lavoro"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1667 presentata dai Consiglieri Marcenaro, Muliere, Riggio e Ronzani.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

L'interrogazione è dell'8 luglio 2002. E' un'interrogazione un po' datata, c'é stata un'evoluzione rispetto al momento in cui l'ho scritto. I Consiglieri chiedevano comunicazioni, informazioni, valutazioni in merito all'accordo di collaborazione dell'8 luglio 2002 che coinvolgeva Veneto Piemonte e Lombardia per una progettazione di modello di servizi per il lavoro. In merito a ciò comunico che in data 23 gennaio 2001 ci fu un Accordo sottoscritto dagli Assessore regionali al Lavoro e Formazione professionale delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto su un documento che prevedeva una serie di valutazioni, un patto di consultazioni tra le varie Regioni per la riforma degli organismi nazionali di assistenza tecnica, tecnostruttura delle Regioni per il fondo Sociale europeo, le linee di comportamento. Le valutazioni allora in merito alla posizione da tenere sull'obbligo formativo, una valutazione sui progetti interregionali, l'apprendistato, la formazione continua, il piano nazionale per l'occupazione, i rapporti con l'Unione Europea.
Veniva posto in rilievo quello dei "servizio all'impiego" sui quali le Regioni rivendicavano e rivendicano ancora oggi un ruolo di primo piano nell'organizzazione e nella definizione delle strategie di sostegno ai medesimi, inoltre si sottolineava "l'importanza che l'Amministrazione centrale" avesse "chiaro il ruolo di ciascun attore nel processo di riforma e non" definisse "le strategie con rappresentanze istituzionalizzate, ma non direttamente responsabili". Veniva quindi confermata la volontà di chiarire "i rapporti tra pubblico e privato, attraverso i tavoli di confronto tra Governo e Regioni e tra Regioni e Province", in "riferimento al Sistema Informativo lavoro, le Regioni richiedevano "certezze sull'assetto definitivo del sistema nazionale che dovrà tener conto delle reti locali esistenti - e una partecipazione maggiore nel processo di attivazione e di verifica della sua funzionalità".
Nel contempo si rivendicava il proprio ruolo di protagoniste di soluzioni efficaci alla regionalizzazione dei servizi per l'impiego che permettessero "l'integrazione fra tutte le politiche attive", ponessero "attenzione immediata e professionalizzata al cittadino e alle imprese" svolgessero un servizio di qualità alla società" e permettessero "il coinvolgimento di attori privati". A seguito dell'Accordo sottoscritto dagli assessori fu siglato, nel mese di febbraio 2002, un documento da parte dei Direttori regionali di Lombardia, Piemonte e Veneto che prevedeva un percorso progettuale per l'attuazione del "Progetto Interregionale Nuovo modello di servizi per il lavoro".
L'11 luglio 2002 in sede di Conferenza Unificata e ai sensi dell'art. 9 c. 2 lett. C del decreto legislativo 28 agosto 1997 n. 281 si raggiungeva l'accordo sul documento "Linee guida per rendere operativo in tempi brevi il Sistema Informativo Lavoro (SIL)" nel quale si prevedeva l'istituzione di un tavolo tecnico permanente (avvenuto con decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in data 5 novembre 2002) con compiti e funzioni di assistenza tecnica, istruttoria, approfondimento tecnico elaborazione e proposta di percorsi attuativi e standard di interoperatibilità agli organi decisionali delle rispettive autonomie.
Tale tavolo ha operato in tempi brevissimi (novembre 2002-marzo 2003) producendo un documento di "Vision del SIL" condiviso da tutte le Regione e dall'Unione Province Italiane, che avrebbe potuto essere lo strumento propedeutico di ogni particolare progettazione del SIL in ambito nazionale e/o locale, se solo si fossero operate, da parte del Ministero del Lavoro alcune scelte "in tempi brevi" e si fossero voluti concludere i lavori del Tavolo Tecnico "sottogruppo 4" relativamente all'interscambio dei dati e all'interoperabilità dei sistemi.
Così non é stato e ancora non c'è stata posizione in merito al documento.
Le Regioni hanno così dato corpo alla progettazione di cui all'oggetto dell'interrogazione, presentando in sede di "Coordinamento Tecnico delle Regioni sulla Formazione Professionale e sul Lavoro" una Scheda Tecnica sul "nuovo modello dei servizi al lavoro" e una Bozza di Protocollo d'Intesa che alleghiamo alla presente e che prevede il Piemonte quale Regione capofila della progettazione.
Attualmente hanno dato adesione al progetto 14 Regioni (Piemonte Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana Marche, Lazio, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia).
La Regione Piemonte ha già deliberato (DGR n°38-10733 del 20 ottobre) l'adesione al Progetto e firmato l'intesa (per prima perché capofila), così pure la Toscana, la Liguria e il Friuli Venezia Giulia, siamo in attesa che le altre Regioni concludano l'iter procedurale e amministrativo per l'approvazione. Nel mese di gennaio 2004 - la settimana prossima - si dovrebbe riunire il Comitato di Pilotaggio e i sottogruppi tecnici di lavoro per definire il sistema di interscambio.
Tutto questo vede - lo dico a braccio perché, avendo risposto per una parte una Direzione, manca il pezzo di un'altra - come soggetto attore per la Regione Piemonte, l'Assessorato e la Direzione, e come soggetto operativo, il CSI Piemonte, essendo tutto collegato al finanziamento che abbiamo avuto su l'e-Goverment nazionale, di cui il CSI è capofila, proprio per definire i meccanismi della rete telematica per i servizi per l'impiego.
A questo punto, la sperimentazione di rete telematica, che facciamo noi come capofila e con il CSI come capofila, verrebbe estesa e portata, come contributo, al sistema nazionale che dovrebbe prevedere anche la borsa lavoro come utilizzo di una parte della rete. La rete ha la funzione, da un lato, di svolgere l'azione di borsa del lavoro sul sistema delle Regioni e dall'altro, di rendere interoperabile e, quindi, di confrontare le azioni delle singole realtà regionali e provinciali.
Ricordo che, di fatto, questo si ribalta (ed ecco perché è andata in Conferenza Unificata con l'assenso delle Province), essendo di competenza provinciale i servizi per l'impiego. Si tratta, quindi, di legare in rete con un INTRANET, Ministero, Regioni, Province e servizi per l'impiego, e con un sistema EXTRANET, la parte borsa del lavoro che prevede, a questo punto, il coinvolgimento dei Comuni, delle Università e dei soggetti accreditati per svolgere le funzioni di mercato del lavoro, in controdomanda e offerta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

L'esemplare tempestività dell'Assessore nella sua...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro (fuori microfono)

Ribadisco che la tempestività è del Consiglio; il sottoscritto diede disponibilità a settembre 2002.



MARCENARO Pietro

No, noi l'abbiamo dovuta sollecitare, quindi è stata sollecitata.



PRESIDENTE

Scusi un attimo, Consigliere Marcenaro, diamo la parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Vorrei che rimanesse a verbale che la Giunta regionale era disponibile a rispondere all'interrogazione nel settembre 2002 e c'è stata comunicazione formale. Quindi, chiedo che le responsabilità vengano ricercate altrove e non nella Giunta regionale.



MARCENARO Pietro

Immagino che l'Assessore non pretenda che le responsabilità siano dell'interrogante.



PRESIDENTE

No, assolutamente, voleva soltanto chiarire perché restasse a verbale.
Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Perché ne possono capitare anche tante e nell'inversione dell'ordine della prova avete dimostrato una certa verità, ma che la responsabilità nel ritardo delle risposte sia fatta risalire agli interroganti, costituirebbe anche questo, opera meritevole di un brevetto sul quale potrebbe poi ricavare ed investire qualcosa. Sarebbe una novità che non ha ancora fatto nessuno.
Detto questo, l'Assessore Pichetto ha fornito una risposta in cui ha parlato d'altro. Non ha parlato di un progetto di sperimentazione tra le diverse Regioni perché, se avesse dovuto dare una risposta nel merito di quello che allora capitava, eravamo, sostanzialmente, nell'ambito di pubblicità Padania. Questo era il quadro al quale l'Assessore Pichetto dava il suo, più o meno modesto, contributo e, non a caso, le Regioni venivano identificate e scelte per collocazione geografica e per omogeneità politica. Questo fu il tipo di operazione fatta.
Adesso si dice che strada facendo i sentieri sono stati raddrizzati e la cosa è stata indirizzata verso esiti più ragionevoli di quanto, il primo approccio secessionista non consentisse.
Di questo ne prendo atto, ma rimane il fatto che di una sperimentazione, di cui si parlava nel gennaio 2001 e poi ancora nel 2002 siamo ancora oggi a parlarne come di una sperimentazione che prenderà avvio.
Siamo a questo punto, e mi pare che ciò indichi semplicemente quanto spazio sia occupato, nella vostra iniziativa, da questioni che servono per fare un titolo per tre minuti su un giornale e poi finiscono.
Quando facevo il sindacalista, un mio collega, Bruno Manghi, scrisse una cosa nella quale descriveva il tempo perso nel nostro lavoro: "Quel tempo perso lì non bisogna guardarlo negativamente, non è detto che sia male, perché a volte, invece che fare dei danni è meglio perdere del tempo.
Questa cosa, oggi, forse la si potrebbe applicare a voi: avete perso tanto tempo, ma prendo atto che forse è meglio così rispetto ai danni che potevate fare con la vostra primitiva impostazione.


Argomento: Formazione professionale

Interpellanza n. 2481 dei Consiglieri Placido, Marcenaro, Muliere e Ronzani, inerente a "Formazione professionale. Controlli sulle Agenzie formative" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 2481, presentata dai Consiglieri Placido, Marcenaro, Muliere e Ronzani, cui risponde l'Assessore Pichetto Fratin, che ha pertanto facoltà di intervenire.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

Questa materia non è più di mia competenza. Non vorrei mancare di riguardo nei confronti di chi ha attualmente la delega alla formazione.
Quindi, consegno il testo della risposta scritta, alla collega, perché non compete più a me rispondere.



PRESIDENTE

L'Assessore competente è l'Assessore Cotto rispetto alle specifiche competenze e alla formalizzazione, da parte del Presidente Ghigo delle nuove deleghe redistribuite. Quindi l'interpellanza n. 2481 la terrà la Giunta in elenco e assegnerà la risposta all'Assessore Cotto.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati - Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interpellanza n. 2487 dei Consiglieri Muliere, Ronzani, Placido, Marcenaro e Manica, inerente a "Il Giornale del Piemonte" nuovo organo di informazione della Giunta regionale? interpellanza n. 2492 dei Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Suino e Papandrea inerente a "Quotidiano inviato a Istituti tecnici superiori" e collegata interrogazione n. 1928 del Consigliere Tapparo, inerente a "Organizzazione seminari e convegni sui Regolamenti CE relativi ai fondi strutturali dell'Unione Europea"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 2487, cui risponde l'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Rispondo congiuntamente anche all'interpellanza n. 2492 dei Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Suino e Papandrea. Con le due interpellanze in questione i Consiglieri interpellanti chiedono di conoscere i termini della collaborazione instaurata con la testata giornalistica Il Giornale in relazione alla campagna di comunicazione riguardante il DOCUP 2000-2006, e indirizzata agli Istituti Tecnici Superiori del Piemonte; quali siano i costi e per quali motivi sia stata scelta questa testata.
Al riguardo si forniscono i seguenti elementi di risposta. L'accordo per l'amplificazione attraverso il Giornale del Piemonte delle principali azioni previste dal DOCUP 2000/2006 si inserisce in una più ampia strategia di comunicazione che utilizza i mezzi di informazione come strumento per diffondere, da un lato, la cultura d'impresa e, dall'altro, gli interventi a sostegno del sistema del PMI del Piemonte.
Nella pianificazione, che si sviluppa ormai dal 2002, trovano spazio sia i quattro quotidiani nazionali a diffusione regionale (La Stampa, La Repubblica, Il Giornale del Piemonte e il Sole 24 Ore) sia 42 tra le principali testate territoriali aderenti alla Federazione Piccoli Editori (FIPE). La comunicazione a mezzo stampa si attua con la doppia modalità delle inserzioni pubblicitarie e degli approfondimenti redazionali, per i quali vengono segnalati alle redazioni i principali argomenti di interesse regionale, lasciando che i giornalisti le trattino autonomamente. In questo caso, viene trattato con gli editori disponibili alla collaborazione un calendario di uscite e un prezzo "simbolico" di acquisizione di copie da distribuire fuori dai normali canali.
Nel corso del 2003 speciali di questo genere sono stati attivati con La Stampa e con Il Giornale, con costi copia di circa un terzo del prezzo base e con diffusione sia presso le agenzie di formazione professionale che verso il sistema scolastico regionale. Con La Repubblica e con il Sole 24 ore sono stati privilegiati approfondimenti publiredazionali e speciali.
Nel corso del 2003 le risorse destinate alla comunicazione a mezzo stampa sono quantificabili in 282.108 euro (tra cui circa 50.000 La Repubblica, 100.000 La Stampa, 60.000 Il Sole 24 Ore). L'operazione con il Giornale ha avuto un costo complessivo di 41.440 euro (Iva inclusa) per l'acquisto di copie e distribuzione alle scuole. In considerazione del budget disponibile, non potendo dunque "coprire" l'intero sistema scolastico superiore, si è ritenuto che gli istituti a indirizzo tecnico fossero prioritari, in virtù del fatto che preparano i giovani, nella grande maggioranza dei casi, ad un ingresso diretto nel sistema della piccola e media impresa regionale. La gestione del piano di comunicazione del DOCUP, espressamente approvato dal Comitato di Sorveglianza e dalla Commissione UE, prevede oltre ai rapporti con gli organi di informazione anche la realizzazione di eventi, la cura di campagne promozionali l'utilizzo della cartellonistica, e avviene a livello tecnico amministrativo, coinvolgendo tutti quegli strumenti che in relazione ad analisi di marketing consentono un rapporto favorevole tra costo e risultato.
La collaborazione con le testate giornalistiche quotidiane, con edizioni regionali, è stata considerata adeguata allo scopo di diffondere gli obiettivi dei fondi strutturali, per la vicinanza al territorio (assicurata dalla presenza di redazioni locali), per la disponibilità ad un aumento di tiratura limitato a poche uscite, per la disponibilità dell'editore a dedicare spazi al programma regionale di sostegno alla PMI.
Si deve ancora aggiungere che l'obiettivo di favorire e stimolare una cultura imprenditoriale in ambito scolastico viene anche perseguita con una esplicita misura del Programma operativo regionale 2000-2006 per il lavoro e la formazione del Fondo Sociale Europeo. In tale caso, mediante un gestore individuato con procedura pubblica a cui sono affidati compiti di animazione, la Regione finanzia la realizzazione di corsi espressamente dedicati alla cultura d'impresa in venti istituti scolastici piemontesi. La misura si sviluppa su un arco di cinque anni, fino al 2007, con una spesa sostenuta dalla Regione di oltre 2 milioni di euro. Questa è l'imposizione della percentuale sul FSE prevista dal PON nazionale, vale su tutte le Regioni ed è una percentuale da destinare a queste azioni.
Nel corso del 2003 l'iniziativa "Laboratori di impresa" si è conclusa con una Fiera regionale, svoltasi nel giugno scorso al Lingotto e la "creazione" di venti piccole imprese.
Nel corso dell'anno scolastico 2003-2004 l'iniziativa è stata riproposta con la partecipazione di circa 350 allievi. Il programma concordato con le rispettive scuole prevede 360 ore complessive di corso fra cui 90 curricolari, cui si devono aggiungere altre 150 ore di lezioni extra-orario, sempre tenute da esperti qualificati, e la restante parte tramite tirocini in aziende convenzionate, da svolgersi nei mesi estivi.
L'attività si dipana secondo un programma che, dopo una generale sensibilizzazione di allievi e docenti verso l'"autoimprenditorialità" prevede materie di insegnamento strettamente legate alla cultura d'impresa come amministrazione, marketing, legislazione del lavoro, oltre ad attività concrete per costituire una impresa virtuale, con un proprio business plan e giungere alla realizzazione di un prodotto industriale.



PRESIDENTE

Comunico all'Aula che vi era un'altra interrogazione sullo stesso argomento, così come ci ha fatto notare il Consigliere Tapparo, la n. 1928 che viene inglobata rispetto alle due che avevo già citato in precedenza.
Ha diritto di replica non solo il Consigliere Placido, così come, se ritiene, il Consigliere Papandrea, ma anche il Consigliere Tapparo.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Assessore Pichetto, ho ascoltato abbastanza attentamente, in particolare, la prima parte della sua risposta. Partendo da alcune considerazioni che sono oggettive, è innegabile e oggettivo che per un certo periodo...
Signor Presidente, non tanto per me, ma credo che l'Assessore Pichetto Fratin non riesca a sentire quanto sto dicendo.
E' innegabile che il penultimo caporedattore de Il Giornale è stato per molto tempo l'addetto stampa del Presidente Ghigo, così come l'attuale addetto stampa del Presidente Ghigo è stato caporedattore de Il Giornale si sono scambiati i ruoli. Questo, anche per chi non è abituato a pensar male, qualche pensiero suscita.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Pichetto Fratin)



PLACIDO Roberto

Ci arrivo, Assessore Pichetto.
E' innegabile la situazione.
Per quanto riguarda gli istituti tecnici, noi siamo assolutamente favorevoli al fatto che venga sostenuta l'editoria locale, ma sostenere l'editoria locale, quand'anche fossero i quotidiani nazionali nelle edizioni locali (leggasi La Stampa, La Repubblica e Il Giornale del Piemonte), è cosa diversa dal decidere in base a quale ragionamento per gli istituti tecnici il quotidiano indicato in questa forma di sostegno possa essere Il Giornale del Piemonte. In base alla linea editoriale? In base ai contenuti? In base agli approfondimenti legati a quel settore scolastico? La cosa non sta in piedi, Assessore Pichetto Fratin. Allora cosa ci dobbiamo aspettare, un sostegno verso i licei con la La Repubblica per un taglio culturale decisamente più interessante? Su questo, Assessore, le anticipo che ci torneremo. Il fatto che si investano centinaia di migliaia di euro su copie del quotidiano La Stampa si facciano interventi per oltre cento mila euro con le famose pagine per ogni provincia, per poi sentire anche virgolettato - e lo sanno tutti "con tutti i soldi che vi abbiamo dato, cosa scrivete?", vuol dire che la Giunta destina tutte le risorse verso una forma di sostegno, che non sono inserzioni pubblicitarie, sulla comunicazione pubblicitaria. Noi avremmo da ridire, e lo diremo, anche rispetto al tipo di messaggio che viene veicolato, così come su quanto spende - non investe - la Giunta regionale che vuol dire centinaia di migliaia di euro per acquisto di copie. Questo ci permette di chiedervi come mai avete individuato un quotidiano rispetto ad un settore scolastico, in questo caso, degli istituti tecnici. Sono le nostre domande balzane e inopportune? Vengono spesi centinaia di migliaia di euro in acquisto copie e spazi che sono pubblico-redazionali.
Assessore Pichetto, c'è una grande differenza tra la comunicazione ufficiale e la pubblicità che viene chiamata tabellare nel settore della pubblicità, che sono gli spazi più o meno indovinati (il bambino che cresce, la gamba ingessata, il collo rotto, alcune non sono neanche un grande esempio di creatività pubblicitaria). Cosa diversa sono, invece, i pubblico-redazionali, che utilizzano le aziende quando vogliono diffondere la voce del padrone. Ma la voce del padrone non la si può far conoscere ai piemontesi con i soldi pubblici, sono due cose completamente diverse.
E' su questo che noi pensiamo sia utile un approfondimento, e ci torneremo ufficialmente, perché lo riteniamo un utilizzo - mi conceda l'utilizzo del seguente termine per la simpatia nei suoi confronti - improprio delle risorse pubbliche, è cosa completamente diversa dalla comunicazione pubblicitaria. Ancora diverso è il fatto che la Giunta decide di acquistare decine di migliaia di copie di un quotidiano, piuttosto che un altro, e poi ancora decidere che deve andare agli istituti tecnici.
E' su questo che, prossimamente - come un trailer - su questo schermo, le anticipo un nostro approfondimento, perché le cifre sono molto importanti.
Sono più importanti non nel senso di una omissione. Lei, giustamente rispondeva all'interpellanza, ma la partita è decisamente più corposa, la stessa discrezionalità della Giunta non so quanto sia lecita, su questo settore, non solo quindi de Il Giornale - non me ne voglia l'amico Garnero difensore della stampa libera e democratica, come lo chiamo io. Non è un problema che riguarda Il Giornale, ma l'uso disinvolto, o comunque da parte nostra criticabile e anche censurabile, delle risorse pubbliche per diffondere il pensiero del Governo regionale, che è cosa diversa dagli spazi (mezza pagina, una pagina). Anche sulla corretta individuazione dei mezzi mediante i quali comunicare certe cose c'è molto da dire, ma ci torneremo quanto prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Da un lato, è evidente che l'Assessore sottostà ad un orientamento preciso dell'Unione Europea per utilizzare risorse al fine di informare su quelli che sono gli elementi portanti dei fondi strutturali. In questo caso, noi li utilizziamo con il Documento Unico di Programmazione Economica, però, l'indicazione comunitaria è molto generale e lascerebbe una vasta tastiera di possibilità del comunicare. Già il collega Placido ha evidenziato un'iniziativa un po' discutibile.
Dall'altro lato, vorrei dire che esistono altri strumenti, non voglio usare il termine più neutri, ma più corretti in termini di comunicazione istituzionale (per esempio, pubblicazioni specifiche, depliant, seminari convegni), che possono altrettanto essere utilizzati per trasmettere informazioni. Certamente, viene anche fatta. Ho criticato anche alcuni seminari criptici sul DOCUP, perché solo iper e super specialisti potevano capire di cosa si sarebbe trattato; certamente, può essere una strada.
In effetti, il potere esecutivo deve sempre stare accorto nell'utilizzo delle risorse per l'informazione, perché spesso vediamo sui giornali locali una informazione regionale in cui appaiono sorridenti volti, a volte vestiti da cuoco, altre da Assessori. Bisogna stare attenti, una cosa è il comunicare un messaggio e i contenuti, una cosa è l'utilizzo per farsi una specie di pubblicità alle spese della comunità.
In questo caso, parecchio tempo prima, ne avevo parlato anche con l'Assessore, perché ne ero stato colpito. Lì, in quel caso, la pubblicità molto diffusa, forse, anche equilibrata, su tutti i quotidiani, mi sembrava eccessiva per un messaggio superspecialistico, che non sarebbe stato colto se non da una minima parte dei soggetti.
Suggerivo di vagliare altri strumenti di comunicazione, magari più mirati o più alla portata, anche nel linguaggio.
La mia non è una critica distruttiva, ma propositiva, Assessore: troviamo degli strumenti più efficaci per comunicare. In questo modo essendo più efficaci, probabilmente riducono le tentazioni, da parte dell'esecutivo, di utilizzare quel canale informativo, con eccessivo e improprio riverbero sugli Assessori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sono rimasto impressionato dalla notizia giunta dalle scuole, secondo la quale alcuni dei pacchi contenenti molte copie de Il Giornale del Piemonte sarebbero stati depositati, in vario modo all'interno di istituti scolastici, senza che ci fosse un'adeguata informazione su quanto stava avvenendo. In molti istituti, semplicemente appoggiati da qualche parte, sono state trovate copie del quotidiano Il Giornale del Piemonte, con la circolare informativa dell'Assessore Gilberto Pichetto Fratin.
Una sorta di invasione pubblicitaria: questa è stata la sensazione in molte scuole. Un'invasione da parte della Giunta regionale, utilizzando un supporto: quello di un certo quotidiano.
La cosa ha generato preoccupazione e malumore, perché è ben strano vedere introdotta, all'interno di un istituto scolastico, una certa informazione veicolata da una testata.
L'interpellanza teneva conto di tutto ciò. L'Assessore non risponde all'interpellanza e ai quesiti posti.
Perché avete scelto Il Giornale del Piemonte per fare questa iniziativa? Non mi basta assolutamente, caro Assessore, che lei tenti di proteggere questa iniziativa con la logica del "Anche altre volte abbiamo fatto la stessa cosa nei confronti di altre testate".
Sbagliato allora e sbagliato adesso! Chi decide la ripartizione dei pesi nell'utilizzare le varie testate nelle scuole? Come mai una testata va in una scuola e un'altra testata in un'altra? Cos'è un mercato, questo? Lei fa una sorta di piano di lottizzazione che riguarda le varie testate, assegnando alle varie testate dei budget, oppure individua le testate in base alla diffusione territoriale, all'amicizia con qualche istituto scolastico o all'inimicizia con qualche altro? Avevo anche chiesto, Assessore, quali rapporti ci fossero tra la Giunta Ghigo e la testata Il Giornale del Piemonte.
Ci vuole dire che non c'è alcun rapporto di tipo particolare? Ci vuole dire che ci sono rapporti? Mi vuole spiegare se ci sono intersezioni di interessi, se ci sono coabitazioni di funzioni? Ci può dire qualcosa e non rispondere in modo evasivo, tentando di agganciarsi, con un gancio molto rilassato, a indicazioni generali dell'Unione Europea che dice che bisogna fare informazione? Questo non è fare informazione, questa è lottizzazione! Lei, Assessore lottizza dei fondi su testate senza alcun criterio riconoscibile.
La conseguenza di tutto questo non è positiva nemmeno per lei, perch invadere le scuole che, ancora oggi, nonostante gli assalti di vario tipo sono luoghi in cui tutti possono insegnare in modo libero e in cui la circolazione delle idee è molto vasta, vedere occupati degli spazi fisici da pile di giornali, a volte neppure spacchettati, che magnificano l'intervento della Giunta regionale, non fa buona impressione neppure verso chi li ha veicolati.
Il mio intervento, quindi, è anche un'informazione nei suoi confronti affinché non insista in questo modo di procedere.
Informi il Consiglio regionale; se si vogliono utilizzare dei quotidiani, si faccia capire in che modo, lo si dica pubblicamente e preventivamente, ma non si invadano le scuole con queste azioni di bassa propaganda. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

I Consiglieri che mi hanno preceduto hanno sufficientemente illustrato le ragioni che ci hanno portato a presentare questa interpellanza, le nostre più che perplessità rispetto al metodo operato dalla Giunta.
L'Assessore ha detto che si intendeva far conoscere le opere realizzate e che questo elemento è previsto nel DOCUP.
Alcuni anni fa sono stato in Irlanda, un Paese che ha ampiamente utilizzato i fondi europei. Una delle impressioni che ho avuto percorrendo le strade dell'Irlanda è stata quella di un Paese che utilizzava ampiamente i fondi europei e che comunicava che tutta una serie di realizzazioni avvenivano attraverso quei fondi, spiegando cosa si faceva e cosa era stato fatto. Era molto chiaro chi fosse il promotore; non tanto il Governo locale o nazionale, quanto l'Europa, che contribuiva alla realizzazione delle varie opere.
Mi è venuto in mente questo fatto, perché lo considero un modo diverso di comunicare, non teso a fare la pubblicità ai politici, ma a mettere in rilievo le realizzazioni e la qualità di queste.
Nel caso che abbiamo sottolineato, invece, ci sono due aspetti negativi, che sono già stati rilevati: l'autopromozione della Giunta e la scelta dei canali attraverso i quali far arrivare questa promozione favorendo quelli che spesso sono dei canali amici.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2618 dei Consiglieri Botta M., D'Ambrosio, D'Onofrio Galasso, e Valvo, inerente a "Spostamento del Mediocredito?" interrogazione n. 2623 dei Consiglieri Angeleri, Costa R., Scanderebech e Tomatis, inerente a "Trasferimento delle competenze della Banca Mediocredito piemontese del gruppo Unicredito"


PRESIDENTE

Chiudiamo con l'esame congiunto dell'interpellanza n. 2618 presentata dai Consiglieri Botta M., D'Ambrosio, D'Onofrio, Galasso e Valvo e dell'interrogazione n. 2623 presentata dai Consiglieri Angeleri, Costa R.
Scanderebech e Tomatis.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

L'interrogazione e l'interpellanza urgente facevano riferimento alla notizia, apparsa su alcuni organi di stampa relativamente su uno spostamento della sede del Mediocredito da Torino a Milano.
In merito a ciò, intervengo per ricordare che Unicredit Banca Mediocredito S.p.A., appartiene, dal 1998, al Gruppo Unicredito Italiano.
E' nata nel 1995 dalla fusione tra Federbanca e Mediocredito Piemontese banca specializzata nel credito industriale.
Alla conclusione del progetto di riorganizzazione del Gruppo Unicredito, finalizzato ad evolvere la struttura federale del Gruppo verso un modello di business multispecialistico, sono state costituite tre nuove banche, ognuna specializzata per segmento di clientela: Unicredit Banca rivolta alle famiglie e alle piccole imprese, Unicredit Banca d'impresa per le medie e grandi aziende e per gli enti e Unicredit Private Banking specializzata nella clientela che detiene grandi patrimoni. Quest'ultima è quella che ha sede a Torino.
Dal settembre 2003 la Banca ha assunto la nuova ragione sociale di Unicredit Banca Mediocredito S.p.A.
Alla fine del primo semestre 2003 la consistenza degli impieghi lordi di Unicredit Banca Mediocredito (inclusi i crediti verso le banche) era in flessione del 6,62% rispetto al 31 dicembre 2002, con una contrazione della componente a clientela del 4,87 %, fatto considerato come una conferma del trend di rallentamento della dinamica degli impieghi.
In questo caso è da riscontrare una significativa concentrazione nel Nord-Ovest (nella nostra realtà), area che è di tradizionale insediamento del Mediocredito, con oltre il 64% del totale degli affidamenti di cui il 39, 1% specifico nell'area Piemonte e Valle d'Aosta.
Abbiamo avuto contatti con l'Istituto e con la Fondazione CRT, perch il legame della realtà piemontese con Unicredit è dato dalla Fondazione.
Vorrei ricordare che le fondazioni bancarie - il Piemonte è sede di diciassette fondazioni bancarie - nascono come soggetti che erano classificati, principalmente, Enti morali, quindi gestori di un patrimonio pubblico.
Quindi, al di là dei meccanismi che determinano la nomina dei Consigli di indirizzo e dei Consigli di amministrazione, quello che speriamo non perdano di vista tutti coloro che siedono in questi Consigli e Comitati di indirizzo è che perseguono e dispongono di fondi per perseguire, prima di tutto, un interesse pubblico.
Perseguire un interesse pubblico significa, per chi detiene il pacchetto azionario, fare in modo che il soggetto partecipato realizzi i migliori profitti, perché l'interesse pubblico è svolto dalla fondazione con i dividendi che si ottengono e con l'utilizzo e la destinazione oculata di questi frutti, del reddito degli impegni.
Sia l'Istituto che la Fondazione hanno comunicato che non vi è stata alcuna decisione in merito a trasferimenti di competenze dalla sede piemontese dell'Unicredit Mediocredito ad altra regione. E' comunque possibile che ci sia stata una serie di valutazioni, se l'indiscrezione giornalistica non era totalmente infondata.
Noi della Giunta siamo in contatto, abbiamo chiesto non solo di tenerci informati, ma ci siamo raccomandati in modo forte (il riferimento in questo caso è alla fondazione, prima di tutto, perché è il raccordo che abbiamo) di tenere presente e di rappresentare al partecipato, quindi alla banca l'interesse della realtà piemontese, in questo caso torinese, di non perdere alcuna sede.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Ringrazio l'Assessore Pichetto Fratin per aver risposto in tempi estremamente brevi rispetto all'interrogazione urgente presentata sia dal nostro Gruppo che dal Gruppo di AN.
Abbiamo letto, come molti, sui giornali delle settimane scorse di questo possibile trasferimento e del trasferimento di alcune persone che facevano capo alla dirigenza del Mediocredito.
L'interrogazione del nostro Gruppo parte da un'esperienza precedente che, purtroppo, ha una testimonianza nei verbali di quest'aula. Era il 1996; allora facevo parte della prima Giunta Ghigo. Essendo venuto a conoscenza di un ragionamento in corso tra la Cassa di Risparmio di Torino e la Cassa di Risparmio di Verona, mi alzai dai banchi dell'esecutivo e venni a sedermi nei banchi del Consiglio, chiedendo lumi, visto che la politica dovrebbe anche governare e quanto meno conoscere i movimenti dell'economia della nostra regione. All'epoca chiesi dunque al Presidente Ghigo e all'Assessore competente se erano a conoscenza di un eventuale possibile trasferimento della Cassa di Risparmio di Torino in altra sede.
Non racconto che cosa venne fuori dopo questo intervento, perché un umile Assessore della Giunta si era permesso di intervenire in aula preoccupato riguardo al futuro di molti dipendenti dell'allora Cassa di Risparmio di Torino.
Andò esattamente, dopo molti anni, così come quel povero Assessore - il sottoscritto - aveva previsto.
Il sistema bancario italiano sta attraversando un momento particolare lo stiamo vedendo in questi ultimi giorni proprio su casi eclatanti, che purtroppo diffamano il nostro Paese a livello internazionale. Stavolta però, non abbandono la presa.
Personalmente non ho una funzione di Giunta o una funzione di controllo in questo Consiglio; siedo in questi banchi e vivo una preoccupazione su un istituto sicuramente minore.
Negli accordi che fece l'allora nascente gruppo Unicredito vi è uno scritto, che dice che il Mediocredito deve essere rafforzato guardando con attenzione quello che è l'obiettivo che questa banca si è data e quindi riconoscendo alla Banca Mediocredito S.p.A. una funzione principale e di trasferimento di tutte quelle che sono le pratiche in capo al gruppo Unicredito.
L'Assessore Pichetto è stato corretto e probabilmente riporta dei dati che sono stati trasferiti dalla sede centrale del gruppo Unicredito, quando spiega che vi è stata una flessione del 6,62% rispetto 31 dicembre relativamente alla consistenza degli impieghi lordi e che questo fatto è considerato come una conferma del trend di rallentamento della dinamica degli impieghi.
Questo è vero, ma che è altrettanto vero che dalla casa madre non è arrivata una pratica che sia una pratica, nonostante ci sia stato questo scritto che diceva qual era l'indicazione e l'accordo allora sottoscritto tra la Cassa di Risparmio di Torino, la Cariverona e quant'altri.
Allora, questo cosa mi lascia pensare? Non mi fa pensare sicuramente bene rispetto alle prospettive e agli intendimenti del gruppo Unicredito riguardo al Mediocredito. E' vero, si parla solamente di 250 dipendenti quindi solamente di 250 famiglie. Ma fossero anche solo due, fosse anche solo uno, noi non possiamo permettercelo: è una questione che riguarda anche il futuro del sistema bancario piemontese.
Ho colto con particolare positività l'affermazione finale dell'Assessore, quando dice che la tradizione storica, culturale, economica e bancaria di questa nostra Regione ha fatto sì che in questa Regione oggi abbiamo la sede di 17 fondazioni. Mi pare, tra l'altro, che questo Consiglio nomini anche un rappresentante all'interno del gruppo Unicredito.
Allora, quello che chiedo è che il Presidente Ghigo in persona si faccia carico di questa situazione perché non può sfuggirci di mano. Non può assolutamente passare il concetto dello sfogliamento della margherita perché così mi pare che sia, per cui l'ennesima realtà presente in questa città, con obiettivi dichiarati e ben precisi da parte della casa madre verrebbe trasferita, poco alla volta, in sedi regionali diverse, che non hanno a che fare con il nostro territorio.
Questa è una cosa che vorrei che facesse non solo l'Assessore Pichetto che ringrazio per le dichiarazioni - ma anche il Presidente Ghigo: bisogna farsi carico del sistema economico piemontese nella sua totalità.
Su questa vicenda, secondo me, si gioca anche la credibilità del Presidente stesso. Abbiamo già visto quali sono stati i risultati degli accordi del sistema bancario in questa Regione, non solo sull'Unicredito ma anche su altre realtà. Allora, questa è una piccola realtà: noi vogliamo che rimanga in questa città, non solo per il rispetto che dobbiamo a 250 persone e alle loro famiglie - aspetto importantissimo per loro e importantissimo per noi - ma anche e soprattutto per l'obiettivo che questa Giunta, che questa Amministrazione regionale deve avere.
In carico rispetto alla Regione Piemonte deve rimanere qualcosa. In questo momento ci stanno togliendo assolutamente tutto: intervenga il Presidente e con urgenza, per favore. Su questa vicenda noi vigileremo fino in fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Grazie, Assessore per la tempestività della risposta. Mi pare che il collega Angeleri abbia già sviscerato completamente l'argomento; a me non resta che richiamare la Giunta a essere vigile rispetto a questa vicenda che Alleanza Nazionale, insieme agli amici dell'UDC, ha immediatamente sollevato ai primi sentori di un possibile trasferimento. Lo ha fatto non solo a livello regionale, ma anche a livello parlamentare, dove parlamentari di AN piemontesi, in particolare il Senatore Salerno, hanno posto all'attenzione del Parlamento nazionale questo fatto.
La questione di Mediocredito non è di poco conto: non solo riguarda queste 250 famiglie, questi 250 dipendenti di Mediocredito, ma riguarda l'immagine e anche la sostanza del Piemonte.
Se il Piemonte dovesse mai perdere Mediocredito - usiamo assolutamente un dubitativo, perché riteniamo che l'azione congiunta della Giunta regionale e dei parlamentari piemontesi possa vanificare questa ipotesi perderebbe di nuovo un altro pezzo di un qualcosa di importante per la sua economia; un'economia che sta cambiando, che sta mutando, ma che necessita di essere supportata, anche rispetto agli istituti bancari con le caratteristiche proprio di Mediocredito che naturalmente raccolgono di più e meglio le istanze del territorio.
Quindi siamo certi dell'attenzione che il Presidente Ghigo e l'Assessore Pichetto vorranno porre in questa vicenda, che non è una vicenda marginale, ma significativa per il nostro comparto economico produttivo.


Argomento: Commercio

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 875 inerente a "Introduzione della Class Action"


PRESIDENTE

Prima di chiudere la seduta, il Consigliere Di Benedetto intende intervenire sull'ordine dei lavori rispetto all'iscrizione di un ordine del giorno che ha fatto circolare a più riprese. Prego, prenda pure la parola.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Molti colleghi hanno già firmato questo ordine del giorno e chiedo se sia possibile iscriverlo ai lavori dell'aula, per fare la votazione alla ripresa pomeridiana della seduta. Ritengo che vi sia unanimità da parte di tutti i Gruppi.
Si tratta di un documento importante per il problema che sta attraversando il nostro Paese, ma soprattutto i nostri risparmiatori sulla vicenda Parmalat, Cirio, Argentina e quant'altro.
Presidente, la pregherei di porre in votazione il documento alla ripresa dei lavori. Grazie.



PRESIDENTE

Credo che l'aula possa acconsentire all'iscrizione.



(L'Aula, tacitamente, acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la seduta.



(La seduta termina alle ore 13.17)



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