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Dettaglio seduta n.427 del 20/01/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 15.57 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.15)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 16.24)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Cantore, Mercurio e Rossi Giacomo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso


Argomento: Statuto - Regolamento - Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Proposta di deliberazione n. 457: "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 176-25037 del 27 luglio 2001 (Istituzione della Commissione speciale per lo Statuto della Regione Piemonte), da ultimo modificata dalla DCR n. 340-30821 del 30 settembre 2003. Ulteriore proroga" (Divenuta DCR n. 350 - 1826)


PRESIDENTE

In sede di Conferenza dei Capigruppo, si era stabilito di iniziare la seduta pomeridiana con il provvedimento di ulteriore modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 176-25037 del 27 luglio 2001 (Istituzione della Commissione speciale dello Statuto della Regione Piemonte).
Comunico che sono pervenuti alla Presidenza degli emendamenti, che sono attualmente in fase di distribuzione.
Chiederei al Presidente Galasso se intende brevemente relazionare all'Aula in merito ai lavori della Commissione, per poi entrare nel merito rispetto agli emendamenti proposti da alcuni colleghi, che chiedono di dilazionare nel tempo il termine.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedevo una precisazione per poter impostare meglio la discussione. Si tratta di un'informazione tecnica: questa è una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, è corretto?



PRESIDENTE

Certo.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che la vedo da pochi secondi, leggo testualmente: "Ritenuto di prorogare ulteriormente i lavori della Commissione, al fine di adempiere compiutamente al mandato consiliare, in quanto il termine per la presentazione delle proposte di articolato al Consiglio è fissato per il giorno 19 gennaio 2004 e per tale data la Commissione non potrà concludere i propri lavori...".
Volevo capire bene la sequenza dei tempi. Quand'é stata scritta questa deliberazione?



PRESIDENTE

Prego?



CHIEZZI Giuseppe

Dato che nel testo della deliberazione c'é scritto che il termine per la presentazione delle proposte di articolato è fissato per il giorno 19 gennaio 2004 e per tale data la Commissione non potrà concludere i propri lavori, siccome non vedo in questa pagina la data in cui...



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, la richiesta di proroga è stata avanzata il giorno 15 ed è stata fatta il giorno successivo, ovvero il 16.



CHIEZZI Giuseppe

Dove legge la data del 15?



PRESIDENTE

Durante la seduta della Commissione Statuto, collega Chiezzi.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

16 gennaio?



PRESIDENTE

Certo, è scritta al futuro perché è stata scritta prima.



CHIEZZI Giuseppe

L'hanno scritta il 16 gennaio?



PRESIDENTE

Sì. Se lei vede, infatti, in basso a sinistra porta la data del 16 gennaio 2004, ore 16.31.



CHIEZZI Giuseppe

"16.31" cosa vuol dire?



PRESIDENTE

Collega Chiezzi...



CHIEZZI Giuseppe

l'ora in cui è stata protocollata?



PRESIDENTE

l'ora in cui è stata protocollata.



CHIEZZI Giuseppe.

il protocollo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Galasso, che interviene in qualità di Presidente della Commissione speciale per lo Statuto.



GALASSO Ennio Lucio, Presidente della Commissione speciale per lo Statuto

La precedente delibera prevedeva, come termine per i lavori, il 19 di gennaio 2004. Nei mesi di dicembre e gennaio, la Commissione ha lavorato alacremente, finendo per approvare 21 articoli.
Sono all'esame varie proposte di legge: la n. 587, la n. 594, la n. 600 e la n. 608. Alla luce dei lavori che, come ripeto, consentono, a questo punto, di ritenere approvati 21 articoli, all'interno della Commissione (poi l'Ufficio di Presidenza, evidentemente, ha fatto proprie quelle sollecitazioni) è stata avanzata una richiesta di proroga nei termini così come previsti dalla seguente delibera, cioè il 09 febbraio 2004, in modo da poter continuare i lavori della Commissione e pervenire (o comunque avviarci) alla stesura definitiva della bozza, che dovrà essere approvata e quindi portata all'esame del Consiglio regionale.
Desidero soltanto evidenziare come alcuni nodi significativi siano stati già superati, perché approvati, quali i principi.
Sono state affrontate anche le problematiche relative la legge elettorale, per cui la Commissione ha anche espresso un parere. Pertanto allo stato attuale dei lavori, così come dicevo prima, si ritiene congruo il rinvio dei lavori e quindi la prosecuzione dei lavori della Commissione speciale per lo Statuto fino al 09 febbraio 2004.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Galasso.
Apriamo il dibattito generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
In riferimento alle parole del Presidente della Commissione speciale per lo Statuto Galasso, non concordo totalmente con il quadro che è stato presentato, in quanto il percorso che abbiamo fatto finora in Commissione ha visto sì un esame approfondito delle tematiche, ma, a mio avviso, le conclusioni a cui siamo giunti finora con i primi 21 articoli approvati della nuova proposta, non hanno del tutto risolto i problemi che all'interno della Commissione erano stati sollevati.
In particolare, vorrei sottolineare come, con una decisione un po' frettolosa, si è assunto il principio che la Costituzione, all'articolo 122, prevede per le Regioni (quasi obbligatoriamente, come viene fuori dalla discussione in Commissione) un ordinamento di tipo presidenzialista quando, invece, proprio l'articolo 122 lascia facoltà alle Regioni di prevedere nel proprio Statuto, passando attraverso la non elezione diretta del Presidente, la possibilità di mantenere un ordinamento non di tipo presidenzialista; anche alla luce di quanto è avvenuto in questi giorni all'interno della Giunta regionale, dove molti Consiglieri hanno criticato il modo con cui si è giunti alla nomina dei nuovi Assessori, in sostituzione dei due dimissionari, sia pure in tempi diversi.
Un ulteriore elemento di approfondita riflessione sul fatto se sia giusto o meno dare per scontato che la nostra Regione debba, per forza indirizzarsi su uno Statuto di tipo presidenzialista, riguarda le valutazioni che si devono doverosamente fare su come il Presidente della Giunta è arrivato alla nomina dei due Assessori. Non è solo una questione di correttivi che, inevitabilmente, nel caso di una scelta presidenzialista devono essere previsti, ma è proprio un ragionamento a priori sul tema del presidenzialismo.
La ritengo un'occasione troppo importante, per essere liquidata con una discussione poco approfondita. Lo Statuto che andiamo a modificare è durato per decine di anni, credo che si possa ugualmente prevedere per il nuovo Statuto.
Imporre, obbligatoriamente, alla Regione Piemonte, un indirizzo presidenzialista, credo sia un impegno oneroso, dal punto di vista della responsabilità che ci assumiamo, nel deliberare uno Statuto di questo tipo.
A tal proposito, abbiamo presentato emendamenti.
Prevedere quindici giorni per la chiusura della discussione, avendo ancora punti da affrontare ed avendo bypassato tutte le profonde problematiche collegate all'indirizzo di base sul presidenzialismo, siano pochi. Forse, le previsioni troppo ottimistiche del Presidente Galasso dovrebbero essere leggermente modificate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Ritengo che il tipo di deliberazione proposta debba essere sostanzialmente modificata, concependo un lavoro, della Commissione Statuto, diverso da quello che si è visto nelle ultime settimane, dove il Consiglio non svolge più alcuna attività, se non la Commissione Statuto.
Ci siamo trovati di fronte a questa situazione perché scontiamo tre anni di ritardo. La Commissione non ha funzionato per questi tre anni; non ha svolto alcuna attività significativa, anche se ha fatto molto lavoro credo di qualità, sollecitandolo agli uffici. Sostanzialmente, per nell'andare ad individuare un testo di nuovo Statuto non è stato fatto nessun passo avanti, fino a poche settimane fa quando, una maggioranza di questa Commissione, ha deciso di accelerare i lavori per portarli a termine in tempi rapidi.
Questo è pericoloso perché sta imponendo un metodo di lavoro frettoloso che ci sta portando all'assemblaggio di una proposta, a mio avviso modesta.
Gli articoli finora approvati, 21, sono, da un punto di vista qualitativo, un passo indietro rispetto all'attuale Statuto. Ci sono articoli di estrema genericità: si definiscono poco i diritti e le certezze che, invece, si richiederebbero al documento.
Verrebbe quasi da dire: ma perché, se ci si limita a dichiarazioni generiche, serve uno Statuto e non basta un richiamo alla Costituzione? Comunque, nonostante questo, siamo ad una parte ancora lunga del percorso. È vero che si è superato un nodo politico rilevante come la legge elettorale, ma la discussione se passare da 60 a 80 Consiglieri non è così complessa come, invece, lo sarà per molti articoli che seguiranno. Il tempo che gli si impone ci obbliga a ritmi intensi e veloci, ma senza garanzia e possibilità di riflessione seria. Non mi pare che sia il metodo con cui si dovrebbe varare un documento come lo Statuto.
Ci sono anche altre ragioni che mi portano a proporre un tempo di lavoro più ampio della Commissione. La scorsa settimana a Roma è stata adottata, da parte del Governo, una proposta di modifica della Costituzione la cosiddetta devolution - che ha creato discussioni importanti nel Parlamento, con differenziazioni tra maggioranze e minoranza, ma anche all'interno della maggioranza di centrodestra che governa il Paese. Credo che una Commissione seria, Presidente Galasso, chiederebbe di valutare e di discutere questa proposta elaborata dal Governo di ulteriore riforma costituzionale, che va a impattare profondamente con il funzionamento delle Regioni, le competenze, quindi con il modo in cui noi dovremmo elaborare il documento.
Questa è una delle ragioni che mi porta a chiedere un tempo più ampio con gli emendamenti che abbiamo presentato, ma non solo.
Pensiamo anche al fatto che su una legge così importante come questa che dovrebbe essere una delle leggi fondamentali, a differenza di molte altre leggi del Piemonte, noi abbiamo fatto una consultazione malfatta limitata, generica, e soprattutto sul prodotto finale che non era contenuto nelle varie proposte presentate. Mi pare che sulle varie proposte non si sia neanche fatta una consultazione.
Sicuramente ci troveremo di fronte al fatto che mentre per molte leggi si fa la consultazione, questa legge, che ha un certo spessore essendo lo Statuto, avverrà senza consultazione. Mi pare un pessimo modo di partire per affermare la partecipazione e il ruolo della partecipazione.
Se volessimo, una volta varato un testo, andare ad una vera consultazione, dovremmo ovviamente tenere conto dei tempi. Non si pu pensare di fare una consultazione nell'arco di pochi giorni o in un paio di settimane.
Quindi, proprio sulla base di tutte queste riflessioni, invito a pensare al prodotto che si vuole confezionare, cioè alla proposta di Statuto, prima ancora di decidere i tempi entro i quali dovrà essere approvato, tempi che derivano dal lavoro che si fa e non il contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Raccogliendo il problema posto da coloro che hanno illustrato l'emendamento, propongo un emendamento soppressivo, che chiedo sia quindi votato per primo.
Tale emendamento raccoglie gli argomenti portati nella discussione generale e chiede di sopprimere il termine del 9 febbraio, in modo da consentire alla Commissione di lavorare fino a quando il tempo lo richiederà, senza un termine prestabilito per arrivare alla conclusione.
Naturalmente, per quanto mi riguarda, rimane la richiesta che ci sia un impegno effettivo di lavoro della Commissione. Lo dico per verificare la natura del problema che viene posto, perché se il problema è questo stabiliamo che si lavora senza porre dei termini e che si va alla conclusione di questo lavoro e alla verifica, nei tempi che si svilupperanno nel confronto in Commissione.



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, può formulare l'emendamento?



MARCENARO Pietro

L'emendamento sopprime il termine "9 febbraio" e recita: "La Commissione speciale per lo Statuto presenti al termine dei suoi lavori le proposte di articolato per potere addivenire all'approvazione dello Statuto entro questa legislatura".



PRESIDENTE

Grazie. Le chiedo, per cortesia, di formalizzarlo per iscritto.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Adesso si è aggiunto un elemento procedurale. Visto che mi pare abbastanza evidente che siamo vicini al termine delle ore 17 per il Consiglio convocato su proposta dei gruppi di opposizione, ci troviamo, per altro verso, dinnanzi ad un esplicito ostruzionismo rispetto all'approvazione di questa deliberazione.
Aggiungo una subordinata alla proposta del Consigliere Marcenaro: se questa è una soluzione che può soddisfare le esigenze dei proponenti di questo plico di emendamenti, si proceda in questi termini. In caso contrario, chiederei al Presidente un atto di prudenza e di lungimiranza, e cioè di sospendere la seduta, di convocare la Conferenza dei Capigruppo.
Penso che l'approvazione di questa deliberazione, che consente e copre giuridicamente la prosecuzione dei lavori della Commissione Statuto, sia dal nostro punto di vista un interesse istituzionale non derogabile e non differibile, ampiamente prevalente, qualunque sia il tipo di dibattito politico che si possa fare, compreso il tema che anche noi abbiamo portato all'attenzione del Consiglio, firmando la proposta di autoconvocazione del Consiglio stesso.
Quindi, se esiste questa disponibilità a risolvere la questione dei tempi così approfondita con una norma generale di salvaguardia, io ritiro la mia proposta. In caso contrario, chiedo una sospensione dei lavori, la convocazione della Conferenza dei Capigruppo e l'evidente ed inevitabile modifica del nostro ordine dei lavori per addivenire, entro il termine della giornata di oggi, all'approvazione di questa deliberazione.



PRESIDENTE

Intenderei concludere almeno il dibattito generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ci troviamo di fronte al seguente problema. La Commissione Statuto dopo parecchio tempo, più di un anno, durante il quale ha lavorato molto poco, con scarsi risultati e rifiutando metodi di lavoro proposti da alcuni componenti della Commissione stessa, qualche tempo fa improvvisamente ed a stragrande maggioranza, ha deciso di accelerare in modo inusitato i propri lavori.
Quando faccio un cenno alle modalità del lavori di questi anni della Commissione Statuto, mi riferisco in particolar modo alla richiesta respinta - se ricordo bene - almeno due volte, di iniziare i nostri lavori attraverso una consultazione vera, non formale; una consultazione di sostanza di tutti i soggetti che, nella società, sono interessati o possono dare rilevanti contributi. Questa proposta è stata respinta più di una volta.
All'interno di questa proposta di consultazione, particolarmente non condivisibile, è stata la scelta di emarginare, nei fatti, l'Università da questo processo. In altre Regioni, come la Regione Toscana, l'Università ha avuto a disposizione delle giornate per riflettere sul tema dello Statuto. L'Università ha dato un contributo culturale molto ampio alla Commissione della Regione che si occupava del tema.
Qui, viceversa, questa Commissione è stata gestita sin dall'inizio in modo tale da ottenere risultati del tutto insufficienti. Dispiace che il contributo che si è cercato di dare due anni fa ai lavori della Commissione sia stato sempre relegato in un angolo. Parla chi, insieme ad altri, è stato portatore di questa linea, che è stata una linea perdente. Purtroppo i risultati non ci sono stati.
Adesso, la situazione che viviamo è la seguente: a tempi ormai molto prossimi alla fine della Legislatura, si è impegnata la Commissione ad un tour de force di riunioni, una di seguito all'altra, su questo tema. Ci si è dati una scadenza, abbiamo lavorato, ma lavorare allo Statuto all'impianto di un'Istituzione, non è semplice. Il tempo è scaduto senza che si sia neppure arrivati alla metà del percorso. Durante questo periodo in cui, praticamente, si sono messi all'embargo tutti gli altri problemi questi hanno continuato ad esistere e a creare elementi di inciampo nella società. Il Consiglio regionale non si sta occupando, data la scelta di dedicarsi in modo totale ai problemi di provare a scrivere un nuovo Statuto, di tutto il resto. Sono stati lasciati indietro i problemi come il Piano energetico, l'Ospedale Valdese, così come altri piccoli e grandi problemi dimenticati.
Continuo a pensare che questo sia un modo di procedere sbagliato. Il fatto di consegnare tutto il tempo a disposizione dei Consiglieri regionali a questa vicenda, dopo che questa vicenda è stata malgestita per anni, mi sembra una scelta autolesionistica, dal punto di vista degli interessi generali che la Regione Piemonte deve esprimere. Nella giornata di ieri, lo stesso problema si è posto nei confronti del bilancio.
In I Commissione, nell'ultima riunione, il Presidente della Commissione, su richiesta del sottoscritto di redigere un calendario di lavori della I Commissione, che consenta di rispettare la scadenza del 29 febbraio come scadenza nella quale approvare il documento di programmazione economico-finanziaria, il bilancio, la legge finanziaria, essendo questa scadenza molto prossima, si è rifiutato, nel pacioso silenzio di tanta parte della Commissione, di stilare questo calendario, ben sapendo tutti quanti, secondo me, che, se si vuole rispettare la scadenza del 29 febbraio, occorre essere molto fermi e determinati nei tempi e nel coordinamento dei lavori delle varie Commissioni, in modo tale che questa scadenza diventasse una priorità politica. Invece, anche quella è una scadenza per la quale non c'è nessuna priorità politica.
In questa situazione, arriva la deliberazione in cui, non essendo riusciti a rispettare la scadenza data, si propone la proroga fino al 9 febbraio.
All'interno di questa proposta vi è la prosecuzione di questo assorbimento totale dei tempi del nostro lavoro all'interno del dibattito per provare a scrivere un nuovo Statuto, cioè si propone fino al 9 febbraio di non fare altro.
Questo è il primo elemento di forte distinzione che esprimo insieme ad altri colleghi. Smettiamola di mettere all'embargo i problemi della Regione Piemonte. Lo Statuto è uno di questi problemi, assumiamoci anche la responsabilità di non averlo affrontato e diamo la responsabilità a chi lo ha affrontato male di non averlo fatto, ma non blocchiamo la vita della Regione Piemonte. Occupiamoci dell'Ospedale Valdese, di energia, anche di laboratori - Consigliere Angeleri. Sono cose grandi e piccole, ma sono tutte questioni per le quali non riusciamo ad abbandonare l'idea di continuare in questo modo fino al 9 febbraio. Questa ci sembra un'idea sbagliata e non produttiva, perché neppure lavorando come abbiamo fatto finora si sarà presumibilmente in grado di dipanare problemi di assetto fondamentale della vita istituzionale nella Regione Piemonte, dobbiamo ancora affrontare problemi di grande spessore. Poi, mi sembra che, dopo averli affrontati, sarebbe ben strano fare un semplice passaggio dalla Commissione all'Aula.
Di fronte a questa vicenda, che insieme ad altri colleghi Consiglieri appartenenti ad altri Gruppi continuiamo a leggere in modo diverso da come fa tanta parte della Commissione, riteniamo che, come minimo, bisognerebbe smetterla di non fare altro che questo. L'elemento tempo fa parte del lavoro del Consiglio regionale e deve essere assegnato alle varie questioni alle quali, oggi, viene sottratto, in forza di questa scelta prioritaria.
Questa è una decisione politica che non sta dentro alcun emendamento.
Questa è una decisione politica che va dichiarata e assunta, cioè domani facciamo la IV Commissione perché non c'è il Piano Sanitario, perché è una vergogna che la Regione Piemonte non abbia il Piano Sanitario, perché è sbagliato che l'opposizione non lo chieda, poi facciamo il bilancio, poi facciamo anche i lavori della Commissione Statuto e facciamo il Valdese.
Allora, questo elemento è contenuto all'interno della proposta di emendamento. Perché il 31 dicembre? Una scadenza dovrà esserci, però, la scadenza è in là nel tempo e consente a tutti noi di occuparci dei tanti problemi di cui non ci occupiamo.
Altri emendamenti che facciano altri ragionamenti devono, almeno dal mio punto di vista, venire allo scoperto, in modo tale da non presentare situazioni in cui, a tempo finito, indeterminato, non si lavora più su niente, in quanto sarebbe un ulteriore peggioramento e un ulteriore elemento di critica.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Faccio un intervento di carattere generale e sull'ordine dei lavori.
Per quanto ci riguarda, il rilievo sollevato dal Consigliere Palma, è significativamente importante e corretto secondo l'aspetto regolamentare.
Siamo convocati in seduta straordinaria alle ore 17,00 pertanto, qualora non ci fosse una condivisione dell'aula, e quindi anche una capacità dell'aula, di arrivare ad un voto su una deliberazione che mi sembra di buon senso, ha ragione il Consigliere Palma: non possiamo certamente essere sottoposti al sabotaggio istituzionale di chi non vuole confrontarsi in Commissione Statuto e nemmeno al di fuori, si riunisca la Conferenza dei Capigruppo. Se questo è l'intendimento, chiudo subito l'intervento e mi riservo dopo la Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
1) Emendamento soppressivo presentato dai Consiglieri Botta Marco Caracciolo, Giordano, Marcenaro, Tapparo, Manica, Angeleri, Palma, Cattaneo e Rossi Oreste: sopprimere: "entro il 9 febbraio 2004 individuato quale termine ultimo" e aggiungere dopo le parole "proposte di articolato", le parole "al termine dei suoi lavori".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea, ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Brevemente perché la questione mi sembra importante. Si può essere d'accordo con questo emendamento perché accoglie le perplessità di coloro che, come me, avevano sollevato la rigidità che veniva imposta.
Nello stesso tempo, Presidente, poiché la deliberazione è dell'Ufficio di Presidenza, vorrei conoscere qual è la sua opinione (anche se poi sarà compito della Conferenza dei Capigruppo stabilire il calendario dei lavori della Commissione), se nel prossimo periodo le modalità di lavoro della Commissione Statuto saranno le stesse delle ultime settimane. Le implicazioni sono quelle che ricordava il Consigliere Chiezzi: se pensiamo che il termine del 9 febbraio sia un termine forse stretto, a ritmi di lavoro intenso e pensiamo che debba essere prolungato, vuol dire che, nel frattempo, non convocheremo più il Consiglio regionale, vuol dire che, nel frattempo, bisognerà chiedere alla Giunta di preparare un'ulteriore proroga per il bilancio. Dobbiamo avere un'idea di questo.
La formulazione,così com'è stata adottata, mi trova d'accordo perch accetta l'idea di un lavoro che non è obbligato dentro dei tempi. Credo che non sia ininfluente per tutti noi avere un'idea se riteniamo che tutto il resto dell'attività del Consiglio debba essere bloccata senza sapere fino a quando, oppure se questo si interseca con una modalità di funzionamento del Consiglio, delle Commissioni diverso da quello che è stato nelle ultime settimane.



PRESIDENTE

Rispondo per quanto di mia competenza. Esprimo parere favorevole all'emendamento, come primo firmatario della delibera. Ritengo che non sia tanto importante indicare un termine, quanto registrare o meno - mi pare si sia registrato - la volontà politica di arrivare, in tempi brevi all'approvazione del nuovo Statuto. Con riferimento alla programmazione dei lavori, ricordo che questa non è competenza dell'Aula, ma della Conferenza dei Capigruppo. Alla fine della seduta di oggi, quindi alla fine del dibattito previsto per le ore 17.00, intendo convocare una Conferenza dei Capigruppo in cui, insieme al Presidente Galasso, programmare i lavori della Commissione Statuto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Incorporato in questo cambiamento di percorso, che non da più limiti ai lavori della Commissione Statuto, c'è un chiarimento politico sulla natura dello stesso. Se il percorso cambia natura, lo si deve dire. Lo si deve dire se si vuol far politica con chiarezza. Poiché sino all'altro ieri abbiamo lavorato con un certo ritmo e, sulla base di quel certo ritmo, è stata proposta una deliberazione, mi rivolgo ai proponenti, oltre che agli estensori dell'emendamento. L'Ufficio di Presidenza sapeva che si lavorava in un certo modo, la scadenza non poteva essere rispettata, l'Ufficio di Presidenza, dentro quel modo di lavorare, propone di andare avanti ancora qualche giorno. C'é una coerenza politica, c'é una chiarezza politica che permette di dire sono d'accordo oppure no. Non è che, con un trattino di penna, si gioca con la politica, soprattutto quando si parla di Statuto.
Siccome il trattino di penna dice "non ci sono più limiti, lavoriamo finch basta" correttezza politica, ripeto, chiarezza politica, vorrebbe che si aggiungesse in che modo si intende lavorare, visto che non c'é più un termine.
Dal modo in cui si intende lavorare, ne deriva una posizione politica sulla proposta di deliberazione. Faccio un esempio, a caldo: se mi si dice che bisogna continuare così, con questi ritmi, a tempo indefinito, voter contro. Esprimerò preoccupazione fortissima, non è possibile andare avanti in questo modo. Dato che i lavori della Commissione Statuto sono lunghi perché i problemi che si affrontano sono difficili, per quanti sforzi si faccia di semplificarli - allora voterò contro.
Se, viceversa, mi si dice: prendiamo atto della lunghezza dei lavori della difficoltà dei temi, togliamo questo limite che strangola i lavori del Consiglio, lavoreremo anche nella Commissione Statuto, insieme alle altre Commissioni, si finirà quando si finirà, speriamo tutti di finirla in tempo per far qualcosa, è un altro approccio politico: sul secondo mi pongo diversamente rispetto al primo. Questa è la politica che si fa insieme almeno sono le divergenze di opinioni che noi dichiariamo. Chiederei,in modo accalorato, all'Ufficio di Presidenza, di mettere sul tavolo della nostra dialettica questo elemento, altrimenti i rapporti politici non riescono a svilupparsi. Pongo, quindi, una mozione d'ordine, non so come chiamarla, però chiedo che un cambiamento di questa natura venga reso possibile nella sua lettura politica da un chiarimento su come si lavora.



PRESIDENTE

Sarà un mio limite, ma penso che l'Ufficio di Presidenza abbia spiegato chiaramente tutti gli aspetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Anche la mia posizione è parzialmente concorde con l'emendamento che è stato presentato, in quanto recepisce alcune delle affermazioni che avevo fatto in precedenza sulle difficoltà e sulla necessità di approfondire ulteriormente un percorso che riteniamo importante.
Noi chiediamo che la questione venga approfondita proprio perch riteniamo importante la discussione sullo Statuto, in quanto rappresenta la Carta che fissa le regole per la convivenza e per la vita politica all'interno del nostro Consiglio regionale.
La vita politica che si realizza qui non è altro che l'effetto di quanto avviene sul territorio, ovvero di come facciamo sì che le opinioni e le posizioni presenti sul territorio della nostra Regione abbiano modo di esprimersi e di essere rappresentate all'interno di un'Assemblea elettiva.
Per questa ragione, avevo sollevato, in precedenza, alcuni problemi collegati ad un indirizzo presidenzialista.
In merito alla questione sollevata da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, ritengo necessario prevedere una tempistica dei lavori della Commissioni che non immobilizzi e non ingessi le attività del Consiglio regionale solo sullo Statuto. Come abbiamo ricordato più volte, la nostra Regione è priva del Piano Sanitario, perché l'attuale è scaduto da molti anni. Invece uno Statuto c'é, quindi anche nel valutare le priorità, mi sembra che si debba comunque guardare l'orizzonte a 360 gradi, senza limitarci soltanto ad una stella cometa, per quanto importante possa essere, come la stella dello Statuto.
Non condivido l'ottimismo del Presidente della Commissione, che vede una strada tutta in discesa. Anzi - magari sbaglierò - ho l'impressione che di problemi ne sorgano in ogni momento.
Questa mattina abbiamo appreso, vedendone le deleghe, l'esistenza di un nuovo Assessorato. È comparso il termine "devolution": è strano che un Assessorato all'identità piemontese utilizzi un termine inglese. Eravamo pronti a criticare un'eventuale traduzione in piemontese del termine, ma non ci saremmo certo aspettati un elogio alla lingua inglese, sostenendo che in futuro si parlerà tutti in inglese (mi auguro di no, perché penso che l'italiano sia ancora una bella lingua, più bella dell'inglese).
Se vogliamo parlare, quindi, dei problemi che abbiamo di fronte - il Presidente della Commissione non potrà ignorarlo - rileviamo che si è aperta adesso una nuova situazione: abbiamo, nella nostra Giunta, un Assessore che probabilmente - dobbiamo dire così, perché non abbiamo ancora visto gli atti - si muoverà in una direzione che è vicina a quelle posizioni che sappiamo essere presenti a livello nazionale appunto sulla devoluzione e che potrebbero rendere di fatto superato quel testo nazionale sul quale stiamo lavorando per costruire il nostro Statuto.
Pensare che un approfondimento della discussione sia inutile rappresenta una pericolosissima tentazione di imporre un pensiero dominante rispetto alla necessita e all'inevitabilità della possibile discussione a livello di un'aula assembleare di presentare posizioni diverse.
Concordo pienamente sul fatto che la Commissione, se vuole concludere i lavori, debba allungare nel tempo questa sua presenza e penso che debba essere integrata nei lavori ordinari delle altre Commissioni.



PRESIDENTE

Comunico che nel frattempo è pervenuto un emendamento, a firma del Consigliere Chiezzi, all'emendamento presentato del collega Marcenaro. Sono spiacente di comunicare che lo devo dichiarare inammissibile, perché stiamo già affrontando la discussione sull'emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro, per cui non è possibile riaprire la discussione su un altro emendamento. Dico soltanto che è un emendamento che chiede di aggiungere "nuovi lavori" al posto di "lavori".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per mozione d'ordine sulla natura dell'emendamento, ma si tratta di una questione tecnica, non politica.
Il problema che sottopongo a lei, come Presidente del Consiglio, è il seguente: l'emendamento lo discutiamo adesso perché è stato dichiarato 'emendamento soppressivo', è corretto? Gli altri emendamenti sono emendamenti in cui si chiede di sostituire alcune parole con altri termini.
Anche questi sopprimono delle parole, ma le sostituiscono con altre, quindi vengono dopo gli emendamenti che sopprimono.
Tuttavia, l'emendamento così com'è stato scritto non è un soppressivo perché è composto da due fatti: uno soppressivo e uno aggiuntivo. Nel subemendamento che ho presentato ho chiesto semplicemente di riportare l'emendamento alla natura che si dice abbia, cioè di emendamento soppressivo. L'emendamento soppressivo viene prima degli altri perch chiede di sopprimere alcune parole, e basta. Se chiede invece di sopprimere delle parole e aggiungerne delle altre, fa altro e va messo in coda, in quanto si elimina una cosa ma se ne inserisce un'altra.
La precedenza va a quegli emendamenti talmente semplice che chiedono soltanto di eliminare alcune parole. È un tipo di emendamento.
La seconda ragione per la quale chiedevo di poter fare ciò, oltre a rendere legittimo l'emendamento e votarlo prima degli altri, è perch comporta un testo che non è in italiano e, secondo il mio modestissimo parere, va corretto.



PRESIDENTE

Va bene, votiamo prima l'emendamento soppressivo, poi l'altro...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ci dica solo se l'emendamento...



PRESIDENTE

L'emendamento soppressivo che....



CHIEZZI Giuseppe

Adesso è uno solo l'emendamento, perché questo va cambiato; bisogna farne due. Occorre fare una procedura, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola al Consigliere Marcenaro per interviene sul proprio emendamento. Nel frattempo, riflettiamo.



MARCENARO Pietro

del tutto evidente, perché chiede di sopprime le parole "09 febbraio", non prevedendo alcun termine. Si vota prima per due ragioni: in primo luogo perché è soppressivo, e poi perché, qualora non lo fosse, il termine è il più lontano dal testo originario proposto, perché non propone di sostituirlo con un altro termine, ma di eliminare il termine tout court.
Approfitto inoltre della parola per dare una spiegazione nel merito.
Il punto è abbastanza chiaro: abbiamo opinioni diverse che rimangono tali e non sono sciolte neanche dentro una deliberazione che fissi un termine ma come ha ricordato il Presidente Cota, saranno sciolte dentro la concreta decisone di organizzazione dei lavori, assunta nelle sedi istituzionali previste, partendo dal fatto che abbiamo idee diverse e pensiamo che lo Statuto vada attuato nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

Colleghi, dopo un'attenta lettura e comparazione, classifico l'emendamento Marcenaro come un emendamento soppressivo, quindi non sdoppiabile in due fasi. È, sostanzialmente, un emendamento soppressivo.
Che ci sia l'aggiunta "ai termini dei lavori" è privo di portata normativa nel senso che si collega soltanto alla frase, affinché essa abbia un senso compiuto.
Alla luce di questo, quindi, pongo prima in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro e dichiaro inammissibile l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi, con riferimento all'emendamento Marcenaro, che qualora venisse approvato, decadranno gli emendamenti.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Più che dichiarazione di voto è un invito al voto. Non votate questo testo perché non è scritto in forma corretta. Se però lo votate, lo dovete tenere così com'è, senza riscriverlo con procedure interna corporis.
Vi leggo cosa state per votare: "Prevedendo che la Commissione Speciale per lo Statuto presenti le proposte di articolato, al termine dei suoi lavori, le proposte di articolato". Leggo questo, sulla base di questo foglio di carta. Io leggo questo. Se lei, Presidente Cota, legge questo, ne deriva la lettura che ho appena fatto.



PRESIDENTE

Colleghi, tutto va bene, ma non facciamo una tempesta in un bicchier d'acqua.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Il testo suona: "Prevedendo che presenti, al termine dei suoi lavori le proposte di articolato, per poter addivenire all'approvazione dello Statuto entro questa legislatura". Questo è l'emendamento che ho presentato, perché aggiunge, dopo "presenti" le parole "al termine dei lavori" e poi prosegue per la parte non soppressa dell'articolo.
Questo è, senza cambiare neanche una virgola, il testo che ho letto.



PRESIDENTE

Votazione aperta sull'emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1).
Il Consiglio approva.
Non essendovi altri interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo - emendato - verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

A questo punto possiamo fare immediatamente il dibattito e poi la Conferenza dei capigruppo, sapendo, comunque, che non ci sono i tempi per convocare la Commissione Statuto per domani. Per domani manteniamo ferma la programmazione dei lavori che in un primo tempo avevamo soppresso, cioè la IV e la VI Commissione e convochiamo la riunione dei Capigruppo alle ore 12.30.


Argomento: Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati

Richiesta di seduta straordinaria, ai sensi dell'art. 43, comma 1, lettera b) del regolamento interno, con il seguente punto all'ordine del giorno: Dibattito in merito al "Progetto sperimentale di notiziario televisivo in analogico, denominato P.A.N. (Piemonte All News) di cui alla determina dirigenziale n. 447 del 24 novembre 2003 (D.lgs 157/1995. Indizione di gara a procedura ristretta per l'affidamento del servizio per la realizzazione tecnica, la gestione editoriale e la diffusione territoriale di un notiziario quotidiano di informazione televisiva locale della Regione Piemonte)"


PRESIDENTE

Passiamo al dibattito in merito al "Progetto sperimentale di notiziario televisivo in analogico, denominato P.A.N. (Piemonte All News) di cui alla determina dirigenziale n. 447 del 24 novembre 2003 (D.lgs 157/1995.
Indizione di gara a procedura ristretta per l'affidamento del servizio per la realizzazione tecnica, la gestione editoriale e la diffusione territoriale di un notiziario quotidiano di informazione televisiva locale della Regione Piemonte)", richiesto dai Consiglieri Manica, Placido, Palma Mellano, Suino, Ronzani, Contu, Muliere, Saitta, Caracciolo, Papandrea, Di Benedetto, Moriconi, Chiezzi, Riba, Giordano, Riggio, Marcenaro, Deorsola Tapparo.
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Abbiamo, come tutta l'opposizione, richiesto questo Consiglio straordinario a norma di Regolamento, per poter finalmente discutere, in maniera esauriente, sul progetto P.A.N. TV, Piemonte All News, presentato dalla Giunta regionale nella persona del Vicepresidente Casoni. Una questione che avremmo dovuto discutere non oggi ma diversi mesi fa. Il corretto funzionamento di un Consiglio regionale, dove c'é il rispetto non solo dell'opposizione ma anche di una parte della maggioranza all'oscuro del progetto, quando si parla di informazione e di Tg, dovrebbe coinvolgere tutto il Consiglio.
Siamo invece venuti a scoprire, casualmente, di un progetto in gestazione da parte dell'Assessore Casoni con incontri più o meno riservati. Tra l'altro, su questo questione vorrei sapere da lei Assessore se, nei mesi passati (mi riferisco ai mesi di giugno, luglio e agosto) ci siano stati degli incontri suoi con rappresentanti delle emittenti con il CO.RE.COM..
La invito a rispondermi in maniera precisa a questa domanda. E' un progetto presentato addirittura anche a Cernobbio, durante il semestre italiano, al quale ha lavorato un consulente dell'Assessore Casoni, il dott. Giraudo, membro del CO.RE.COM. del Veneto, consulente e dipendente di diverse realtà che operano nel settore delle comunicazioni e delle telecomunicazioni. Tutti ne discutevano, tranne il Consiglio regionale e la relativa Commissione.
Alla fine, scopriamo il progetto "Piemonte News". Presentiamo un'interpellanza con la quale chiediamo la volontà o meno dell'Assessore Casoni di coinvolgere e confrontarsi anche con il Consiglio regionale.
Otteniamo praticamente una non risposta, e quindi per potere entrare nel merito e per discutere del progetto "Piemonte news" - e dopo l'intervento dell'Assessore diremo quello che pensiamo noi - abbiamo fatto la richiesta per potere finalmente in maniera ufficiale discutere di Tg regionale, che vuol dire anche informazione, vuol dire sistema televisivo locale.
Siamo di fronte a 20 e più emittenti e vorrei ricordare ai colleghi della maggioranza che ci sono anche le emittenti radiofoniche, che vengono completamente tagliate fuori da un progetto - ed esprimo un giudizio personale - realizzato in maniera grossolana, affrettata, approssimativa e non rispettoso delle normative nazionali e neppure nel rispetto della concorrenza.
Per queste ragioni dichiariamo la nostra più completa contrarietà a questo progetto. Ringrazio in anticipo l'Assessore se ci vorrà fornire il maggiore numero di informazioni possibili, compresa una risposta alla domanda precisa che gli ho posto, in particolare se ci sono stati degli incontri nei mesi di aprile, maggio, giugno e luglio scorsi da parte sua con il dott. Giraudo, con il Vicepresidente del FERT, con il CO.RE.COM. o meno.
Questo è una parte di storia di come è stata trattata tutta la materia cioè in maniera approssimativa, raffazzonata, non rispettosa di quelle che sono le elementari regole della democrazia consiliare. Quando si parla di informazione, significa innanzitutto coinvolgere tutto il Consiglio e non solo una parte della maggioranza. Addirittura, una parte della maggioranza ha scoperto di questo progetto insieme a noi da un organo di informazione regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale regionale; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore alla gestione delle politiche delle telecomunicazioni

In premessa, volevo dire al Consigliere Placido che il progetto raffazzonato e malfatto ci è richiesto da una serie di Amministrazioni del centrosinistra, delle quali le fornirò l'elenco e le lettere di richiesta di adozione. Quindi, evidentemente tanto malfatto non è, anche in prospettiva delle esigenze che adesso andrò a rappresentare con la mia relazione, che comunque è scritta, è disponibile ed è quanto di più chiaro ed esaustibile possa essere presentato.
Attorno al progetto che è stato denominato "PAN - Piemonte All News" in queste settimane sono state dette e scritte molte cose inesatte. Iniziamo però, per sgombrare subito il campo da alcune incomprensioni, con il dire che cosa non è il Progetto PAN.
PAN non è un nuovo canale televisivo. Abbiamo letto che, in alcune interpretazioni, questo viene definito come un nuovo canale televisivo.
Erroneamente alcuni hanno immaginato che questo progetto fosse la fotocopia di un'altra idea passata - certo innovativa, ma irrealizzabile - di acquisto e di gestione di un canale televisivo satellitare (o magari, in questo caso, terrestre) da parte della Regione. Niente di tutto questo.
PAN non è un nuovo telegiornale regionale. I TG, nella nostra Regione li fanno egregiamente le emittenti locali, oltre che RAI3, e proprio alle capacità professionali del territorio fa appello il nostro progetto.
Quindi, il progetto fa proprio capo sui telegiornali locali e sul TG3.
PAN non è un telegiornale della Regione. Attraverso questo progetto la Regione non produce neppure un minuto di nuova informazione istituzionale o di comunicazione al cittadino. Si limita a mettere a disposizione i contenuti e i servizi già esistenti, perché vengano veicolati anche con lo strumento televisivo. Questo significa che le informazioni che si potranno veicolare su questo strumento sono le stesse già presenti nel sito internet della Regione Piemonte.
Se, dunque, PAN non è questo, qualcuno si chiederà che cos'è e a che cosa serve. Intanto è un nuovo format di comunicazione "da e per" il territorio regionale. E' un contenitore nel quale raccogliere - in brevi flash da mandare in onda in fasce orarie di particolare interesse e scoperte da notiziari di informazione garantiti in altre forme ed in altri orari - il meglio delle news già prodotte dalle emittenti locali piemontesi.
E' una rassegna di quanto avviene quotidianamente nelle nostre città e province in termini di termini di cronaca, attualità, notizie, servizi reportage ed interviste, raccolti, sintetizzati ed inseriti in questi notiziari flash mandati in onda all'interno della programmazione delle stesse emittenti regionali. Fin qui la parte strettamente televisiva, che noi però abbiamo immaginato di inserire all'interno di un format grafico.
Per intenderci, voi sapete che oggi - e su questo invece diamo un'indicazione - è possibile fare (come si può vedere su Rai News 24 o su altre televisioni) un format televisivo con una parte video, una parte di sottotitolo e una parte a lato che rimanda a siti internet o ad altre informazioni che possono scorrere su questa rete. Ed è qui che la Regione vuole supportare il programma mettendo a disposizione le informazioni e i servizi già diffusi dal portale internet. Per esempio: il meteo, il niveologico, la viabilità, la protezione civile e poi ancora informazioni utili su scuola, lavoro, formazione, cultura, trasporti che però sono ripresi pari pari da quello che è il sito internet della Regione Piemonte.
Non si tratta di nessuna manipolazione, di nessuna nuova informazione, di nessun nuovo strumento che non sia già quello utilizzato e fruibile da chiunque oggi sia in possesso di un computer, che per sua fortuna sappia usare e ne possa disporre nella propria abitazione.
Credo che questa sia la vera sfida tecnologica. Ho già avuto modo di parlare relativamente al trasferimento del Titolo V. Peraltro, dal Governo precedente di centrosinistra veniva trasferita alle Regioni la competenza in materia di informazione, di superamento del cosiddetto "digital divide".
Cos'è il "digital divide"? Il "digital divide" permette a ogni cittadino di avere lo stesso livello di informazione. Mi spiego in parole più semplici: oggi, il 50% circa della popolazione accede, può fruire e sa utilizzare perché a casa ha un computer o ha un figlio che lo sa usare, perché ne ha la disponibilità, i portali internet. L'altro 50% della popolazione non accede a nulla di quello che sul portale internet della Regione è inserito cioè non ha alcuna informazione in merito al meteo, ai trasporti, alla situazione dei bandi e quant'altro.
Sono due gli strumenti che la stessa legge indica per superare il "digital divide", quelli più diffusi sono il telefonino e il televisore.
Sul telefonino, oltre al fatto che per inviare messaggi è necessaria l'autorizzazione del Garante della privacy, sarebbe impossibile e impensabile ricevere migliaia di informazioni. Com'è noto, più del 90% dei cittadini della Regione Piemonte possiede il televisore. Questi cittadini hanno o no il diritto di avere le stesse informazioni a cui accede il primo 50% della popolazione? Questa è una domanda che pongo all'Aula. Oppure vogliamo far sì che questo quasi 50% di popolazione piemontese non abbia diritto ad ottenere quelle informazioni che, invece, l'altro 50% pu ottenere, avendo a disposizione un computer e utilizzando internet? Questo credo vada proprio nello spirito di superare quello che viene chiamato il "digital divide".
Come ho detto prima, non una riga in più di informazione si aggiunge rispetto a quella che già c'è di produzione regionale, né la Regione diventa l'editore, il promotore o il proprietario, non è un canale televisivo. E' un format che, peraltro, non essendo inserito negli orari di trasmissione classici dei notiziari non vuole fare concorrenza né ai notiziari locali, anzi, come qui è detto, prende spunto dai migliori servizi dei notiziari locali per passarli su tutta la rete negli orari dove questi non vengono passati normalmente. E' noto che qui si ipotizzano notiziari flash di due o tre minuti ogni ora (dalle ore 7 alle ore 8, alle ore 9, alle ore 10 del mattino), non negli orari dove già sono presenti i telegiornali. Quindi, non negli orari centrali della giornata, perché c'è già il TG3, ci sono i TG delle televisioni locali, per poi riprendere alle ore 15, alle ore 16, alle ore 17, alle ore 18, non alle ore 19, né alle ore 20 o alle ore 20.30, perché ci sono i TG quelli veri e grandi, non di due minuti, ma di 15 minuti, delle televisioni locali e regionali.
Eventualmente, riprendere queste edizioni in orario notturno, raggruppando il meglio di queste trasmissioni. Al mattino si metteranno le informazioni sul traffico, sul meteo, in quanto, mediamente, quando si esce di casa, si ha piacere di sapere se la Cuneo-Torino è agibile, se l'Autostrada Torino Milano è chiusa, se i treni stanno operando.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ronzani)



CASONI William, Assessore alla gestione delle politiche delle telecomunicazioni

Esatto. Al mattino, come dice il Consigliere Ronzani, ricorderemo queste cose, però, è giusto che chi non abita sull'asse Torino-Milano e che non abbia internet sia informato che, magari, sulla Torino-Milano ci sono decine di interruzioni, quindi, gli si consiglia di non utilizzare quell'autostrada.
Questo si intreccia con l'altra mia competenza, ma è l'esempio classico che ora avrei citato: chi abita tra Milano e Torino, percorrendo tutti i giorni tale autostrada, sa benissimo dove sono ubicati i cantieri e quali sono i disservizi. Mi dite se il cittadino di Novi Ligure, che prende una volta all'anno quell'autostrada, ha diritto di sapere se su quell'autostrada ci sono dei disservizi o meno? Perché non lo deve sapere quando sul sito della nostra Regione sono indicati puntualmente tutti i blocchi di cantiere sulla viabilità regionale? E' una domanda che rifletto all'Aula: pensiamo a tutta la mole di informazioni non di carattere giornalistico, ma di carattere informativo che noi, oggi, non possiamo trasmettere ai cittadini se non via video o con questo strumento.
Relativamente ad un altro elemento importante, questo è un programma che non nasce in antitesi o in concorrenza con i TG regionali, tutt'altro come ho spiegato prima, prende da questi per poter trasmettere in orari differenti e in flash minimali le notizie che si ritengono più utili da trasmettere in queste fasce orarie, oltre a quelle informazioni che circoleranno continuamente, sotto forma di striscia video che scorre sui più svariati argomenti, secondo gli orari della giornata: al mattino informazioni meteo e viabilità, durante la giornata informazioni sulla funzionalità degli uffici, piuttosto che sui servizi, sui bandi che scadono, su tutta una serie di informazioni che sono già veicolate attraverso il sito internet della Regione.
Uno degli obiettivi che dobbiamo affrontare per rafforzare il sistema televisivo locale - lo sanno bene gli editori delle televisioni private - è il rafforzamento del nostro sistema regionale. Il sistema regionale della radio televisione locale rispetto ad altri sistemi regionali di competizione sul territorio nazionale è piuttosto debole, non perché non siano capaci i nostri editori regionali, ma in quanto in altre Regioni si sono formati dei gruppi e consorzi che hanno fortificato la loro presenza che oggi vanno a vendere le loro risultanze ad altre televisioni che acquisendone dei marchietti, li diffondono sul restante territorio.
Quali sono queste sfide e questi tre obiettivi che il sistema radio televisivo deve raggiungere? Anche in questo non possiamo essere inerti non possiamo rimanere a vedere quello che succede e non promuovere nessuna azione.
1) Aggregazione: solo se le emittenti avranno la forza di consociarsi mettendo in comune produzioni, canali e tecnologie potranno essere interlocutrici credibili nei confronti dei network e dei service provider cioè coloro che, sostanzialmente, si pongono come interlocutori a questo sistema.
2) Contenuti: il digitale terrestre consente di aumentare i canali a disposizione di ogni gestore di frequenza video - saranno una moltitudine com'è noto, di canali con il sistema digitale terreste. Solo moltiplicando e specializzando l'offerta di contenuti, le emittenti locali potranno svilupparsi e trovare nuove nicchie di mercato (anche pubblicitario).
Questo è un alto punto importante perché sappiamo che, con l'introduzione del sistema digitale terrestre, se non si hanno contenuti di altro respiro sarà il mercato che farà piazza pulita di quei sistemi che non sono in grado di controbattere. Noi dobbiamo preparare il tessuto piemontese a questa sfida. Terzo, l'identità. Proprio in questo senso alla sfida "global" che viene dai canali televisivi satellitare, le emittenti locali possono rispondere solo esaltando l'identità culturale del territorio e quindi fornendo quei servizi e quelle informazioni "local" che il cittadino/spettatore dimostra di apprezzare e richiedere più di ogni altra cosa. Questo risponde alla domanda che rivolgiamo all'utente quando chiediamo: che tipo di informazione si vorrebbe avere attraverso il televisore? L'utente indica il servizio pubblico, cioè le informazioni di carattere generale specializzata sul locale. Logicamente il cittadino trova le informazioni di carattere nazionali sui network. In questo scenario la Regione non poteva non fare ogni sforzo per essere all'avanguardia anche nella gestione di questa delicata fase di transizione coniugando le esigenze di sviluppo e la capacità imprenditoriali dei diversi attori del sistema (emittenti, fornitori di contenuti, di tecnologie e di servizi) con le necessità di innovazione che investono anche la pubblica Amministrazione. E' indubbio che anche la Pubblica Amministrazione deve potersi dotare di sistemi di informazione che vadano al passo con i tempi.
Non possiamo "rimanere" con il puro ottimo servizio dei redazionali acquistati sulle pagine locali dei giornali quando, tra due anni, saremmo inondati da canali di digitale terrestre che sbraneranno l'offerta piemontese se questa non si saprà attrezzare e se il locale, inteso come ente, non si sarà inserito in questi contenuti. Non volendo fare noi gli editori, i proprietari di canali televisivi, ne altro di questo genere che lasciamo fare a chi lo sa fare meglio di noi, tuttavia vogliamo che i contenuti del nostro sito Internet, le informazioni che vogliamo dare agli utenti della regione Piemonte ( già 50 cittadini su 100 vi accedono), siano accessibili anche al restante 50%. Se qualcuno è in grado di suggerire qual è lo strumento attraverso il quale arrivare al restante 50% con le stesse informazioni che abbiamo sul sito Internet, lo prenderò seriamente in considerazione. Ricordo che questo è l'obiettivo che la legge e il trasferimento del Titolo V ci impone: le Regioni devono fare azioni che facciano superare il "digital divide". E' scritto in una legge approvata dal precedente Governo. Il Governo attuale ha applicato non la legge Gasparri, ma un organo di indirizzo che da una temporizzazione dell'introduzione dei canali digitali terrestri e una scadenza individuata alla fine del 2006. RAI e Mediaset hanno già oggi aperto i canali digitali terrestri. Tanto è vero che la Regione sta già trattando con la RAI per far in modo di non essere tagliata fuori da questo sistema. Noi non possiamo solo accorgerci che la RAI sposta i suoi centri di potere da Torino e non essere capaci di proporci propositivamente nei contenuti dei nuovi canali che la RAI sta introducendo, così come li introduce Mediaset. Ma Mediaset è un organismo privato, la RAI è un servizio pubblico quindi noi, come Regione Piemonte, vogliamo entrare nel servizio pubblico. Tutti i contenuti di questo format andranno anche sul canale digitale terrestre di RAI 3 con la quale stiamo per siglare, anzi è già pronta, un'intesa per dimostrare che questa è la linea sulla quale va l'emittenza nazionale. Non possiamo rimanere fermi ad un metodo di comunicazione, utile fino ad oggi, che fa finta di non vedere il treno che ci sta passando davanti.
Qualcuno mi suggerisca quali altri strumenti adottare per arrivare a quel 50% di utenza che è raggiungibile. Questo progetto non lo ha inventato l'Assessore Casoni, ma lo dicono gli esperti di comunicazione: i due strumenti, che tutti hanno a casa, attraverso i quali possono passare questo tipo di informazioni sono il telefonino e il televisore, non potendo trasmettere attraverso frigoriferi, cucina a gas. In tutte le case italiane c'é un televisore, mezzo di informazione più diffuso dei telefonini. Si tratta di veicolare, attraverso questi strumenti, nuove informazioni. Tutto il resto fa parte della polemica politica, legittima.
Tuttavia, più che polemica politica vorrei sentire proposte alternative concrete che il milione di euro che facciamo spendere alla Regione Piemonte ci permettano di raggiungere l'obiettivo di superare il "digital divide".
Poi bisognerà fare i "conti" con le risorse e con la capacità di trasmettere e di rinforzare un settore che ne ha bisogno.
Per rispondere al Consigliere Placido: ho già trasmesso al Consigliere (credo che la mia segreteria lo abbia fatto) un elenco con tutti gli incontri ufficiali avvenuti con il Co.re.com.. Prima è stato detto che questo progetto è stato gestito in modo carbonaro, io invece vi dico che sono state convocate tutte le televisioni private della regione Piemonte alle quali è stata presentata un'idea del progetto. Sono avvenuti una serie di incontri per cui la notizia non è stata assolutamente tenuta segreta, ma è stata comunicata a tutti coloro che dovevano essere informati.
Abbiamo trasmesso al Co.re.com., organo del Consiglio regionale, il nostro progetto, il Co.re.com. ha riunito il proprio organismo per valutarlo e ci ha fatto pervenire le osservazioni che io mi sono impegnato in parte, a recepire. Ritengo che dal dialogo, e non dalla contrapposizione o sterile polemica politica, si raggiungono i risultati. Fare in modo che se il progetto è perfettibile, perfezionarlo e non tentare di cassarlo per rimanere con strumenti che non hanno nessuna alternativa, quindi rimanere fermi mentre il mondo viaggia.
Accogliendo la richiesta formulata dal Co.re.com. i termini di presentazione dei documenti di accesso alla gara sono stati posticipati.
Questa era una richiesta che ci è venuta dal Co.re.com.. Alcune emittenti hanno chiesto, tramite il Co.re.com., minime modifiche al testo del bando del capitolato. Le accoglieremo anche se questo farà perdere del tempo perché non intaccano la sostanza del progetto e, se possono tranquillizzare, dal punto di vista delle procedure, sono ben accette.
Anche le procedure vogliono essere assolutamente chiare e trasparenti.
Ho notato che oltre il limite sono stati, invece, alcuni interventi e alcune dichiarazioni che, essendo in corso una gara d'appalto a livello europeo, sfiorano il limite della turbativa d'asta. Ferme restando le responsabilità personali per queste dichiarazioni, ribadisco l'indiscutibile e pieno rispetto, da parte della Regione, di tutte le norme e di tutte le procedure.
Credo di avere fornito alcuni elementi utili soprattutto per chiarire i contenuti del progetto PAN. Come ripeto, si va ad interfacciare con l'altro protocollo che stiamo stipulando con la Rai.
Le altre Regioni si stanno muovendo sulla stessa linea. Oggi RAI 3 ha già un canale digitale terrestre e inizierà a trasmettere su quello. Noi su questo canale, vogliamo essere pronti a trasmettere le informazioni con la tecnologia dovuta: questo è un veicolo di informazione pubblica che sarebbe stupido non cogliere. Esiste già un protocollo d'intesa con la Rai informo anticipatamente il Consiglio su questo - che ci permetterà di utilizzare questo canale digitale terrestre: ciccando col telecomando si potranno ricevere una serie di informazioni regionali. Siccome il sistema digitale terrestre permetterà l'interattività, si potranno richiedere e selezionare delle informazioni relative alla Regione dal canale digitale terrestre di RAI 3. Questa è l'ulteriore innovazione.
Vorrei ancora ricordare un altro importante aspetto: tutti sappiamo che la legge Gasparri è stata rimandata alle Camere; è in discussione sui punti che il Presidente della Repubblica Ciampi ha chiesto di modificare.
Non ha chiesto di modificare tutto il settore riguardante il digitale terrestre, né la parte che prevede finanziamenti del Ministero delle comunicazioni solo ed esclusivamente a quelle Regioni per creare canali satellitari digitali non solo pubblici ma anche privati, solo per quelle Regioni che si sapranno presentare attraverso consorzi di unioni di televisioni locali. Anche questo è un altro chiaro invito: se non ci si consorzia in un'unione di televisioni, non si avrà accesso ai finanziamenti a fondo perduto del Ministero delle telecomunicazioni per implementare il digitale terrestre privato, chiamiamolo così.
Come oggi c'é un servizio pubblico della Rai e altre televisioni private come Mediaset, la stessa cosa accadrà per il digitale terrestre: ci saranno canali digitali terrestri pubblici, canali digitali terrestri privati nazionali (Mediaset) e canali digitali privati locali regionali.
Questi ultimi potranno accedere ai finanziamenti nazionali solo se si consorzieranno. Questa norma, se non erro, è stata approvata all'unanimità perché la Commissione radiotelevisiva si rende conto che le televisioni locali se non fanno "massa" di risorse, di intelletto e di tecnologie difficilmente potranno stare al passo di queste sfide.
Il nostro compito è anche quello di stimolare questo settore, nel loro preciso interesse, a fare azioni che un domani potranno garantire maggiori informazioni sull'analogico che hanno adesso e maggiori opportunità di accedere a finanziamenti sul digitale terrestre locale che vorranno creare un domani. Solo se lo faranno attraverso questi strumenti potranno accedere alle risorse pubbliche regionali e nazionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Assessore Casoni, devo dire che sono sconcertato dal suo intervento e proverò ad argomentare questa affermazione.
Siccome stiamo parlando di un progetto Piemonte All News che riguarda i TG regionali, partirei da una questione che ritengo molto grave e chiederei l'attenzione anche dei colleghi della maggioranza, perché riguarda lo status, le competenze, le responsabilità e i compiti di un Consigliere regionale (e non di un Consigliere dell'opposizione).
Prima avevo posto una domanda precisa - la ringrazio, peraltro, per la risposta - sapendo benissimo che lei mi ha trasmesso, a sua firma, un report da parte del suo Consulente, il Dott. Giraudo, sugli appuntamenti che ci sono stati nel periodo estate-autunno 2003. È qua a mie mani, ed è protocollato in data 07 gennaio.
Presidente Casoni, mi deve spiegare una cosa, anzi la deve spiegare ai colleghi della maggioranza e all'intero Consiglio. Io avevo già un report lo stesso - consegnatomi da un membro del CO.RE.COM.. Per correttezza istituzionale, per poter ragionare su documenti veri, ho fatto richiesta ufficiale al Consulente Dott. Giraudo, il quale, correttamente, mi ha risposto: "Io non sono in grado. Non posso, come consulente, consegnarle tutte queste informazioni, perché devono passare tramite l'Assessore Casoni". Benissimo. Il giorno seguente mi sono arrivate.
Però, Assessore Casoni, dovrà spiegare al sottoscritto e al Consiglio come mai il report a sua firma, con intestazione "Dott. Giraudo", il 22 maggio riporta: "Sede CO.RE.COM., incontro con emittenti", il 09 giugno: "Regione Piemonte, incontro per modifiche al format originale per spiegare queste modifiche al Vicepresidente della Regione..." eccetera eccetera. Nel report che il Dott. Giraudo ha fatto avere ad un membro del CO.RE.COM. (che ho a mie mani, ma per correttezza istituzionale ne ho fatto richiesta precisa) alle stesse date, 22 maggio, - Sede CO.RE.COM., incontro con emittenti - viene riportato: "Incontro nella sede del CO.RE.COM. con il Presidente del Comitato, il Vicepresidente FRT, studio di fattibilità..." e poi si dilunga su altre questioni. Il 09 giugno, in un testo generico recita ancora: "Incontro nella sede della Regione Piemonte con il Presidente CO.RE.COM., il Vicepresidente FRT..." e altro.
Cari colleghi, ritengo che questa sia una cosa molto grave. Questo è un falso: o uno o l'altro. Stiamo parlando del suo Consulente. Valuterò.
Ma al di là delle valutazioni legali, questo getta un dubbio e un'ombra molto grave su come è stato gestito, sulla trasparenza, su come vengono date le informazioni e su quali sono i fini.
Non ho voluto citare i nomi perché ritengo opportuno soffermarmi non tanto sulle persone presenti, quanto sui fatti accaduti.
Partirei proprio da questo, perché la ritengo una cosa di gravità estrema: un Consigliere regionale - non dell'opposizione - non ha la garanzia, quando chiede delle informazioni ai Consulenti di questa Giunta che gli vengano date delle informazioni corrette. Questa è una cosa di una gravità estrema, che va oltre il motivo del contendere e del discutere.
Questa è una premessa, ma ci ritorneremo. Mi auguro, Assessore Casoni che si renda conto della gravità. I documenti sono qua.
Entriamo nel merito del problema. Perché dico che sono sconcertato? Assessore, lei ha letto il bando e si ricorda le sue relazioni? Perch noi abbiamo dei documenti in cui sono scritte alcune cose, mentre le affermazioni che lei ha espresso in aula ne dicono altre. Le illustro nell'ordine in cui le ha ripetute: "La Regione Piemonte non è editore", è agli atti.
Al comma 7 del bando è riportato: "...la cui proprietà sarà della Regione Piemonte, la quale continuerà ad esercitarla anche al termine del servizio regolato dal presente appalto.
L'appaltatore, in accordo con l'editore Regione Piemonte...". Ci stiamo riferendo - per i non addetti ai lavori - non ad un editore di testata giornalistica, ma di una testata televisiva analogica (è scritto qua nel bando che lei Assessore - i suoi uffici, o, comunque, la Regione - ha presentato).
Quindi mi faccia capire se devo credere ai documenti o alle affermazioni di Casoni. Una delle due non risponde a verità; motivo per cui abbiamo fatto ricorso all'Autorità delle Telecomunicazioni per questa affermazione scritta nel bando. È illegale rispetto alla normativa nazionale vigente.
Secondo problema. Non vuole fare concorrenza al Tg3. L'ho già detto nell'interpellanza e lo voglio ripetere perché lei non ha mai smentito Assessore, la sua relazione del mese scorso, 15 settembre 2003, dove nel terz'ultimo capoverso è scritto: "Considerata una risorsa aggiuntiva ai Tg delle emittenti private, mentre contiamo che il programma possa diventare una valida alternativa al notiziario regionale di Rai 3".
Questa è la sua relazione, 15 settembre, documento ufficiale pervenutomi dalla Segreteria della Giunta regionale.



CASONI William, Assessore alla gestione delle politiche delle telecomunicazioni (fuori microfono)

Consigliere Placido, io le ho già spiegato, se vuole fare polemica...



PLACIDO Roberto

No, no, Assessore, io non faccio polemiche...



CASONI William Assessore alla gestione delle politiche delle

telecomunicazioni (fuori microfono) Allora parlo degli interessi che lei mi chiede sul sito.



PRESIDENTE

Assessore Casoni, lasci terminare il Consigliere Placido e poi nella replica avrà tutto il tempo per precisare.



PLACIDO Roberto

Vorrei spiegare ai colleghi della maggioranza, e a qualche componente della Giunta regionale, Assessore Casoni, che non c'è nessuno ricatto e nessun baratto da fare sul costruendo inceneritore dei rifiuti della provincia di Torino e il Tg della Giunta regionale. Noi non accettiamo n baratti né ricatti né li proponiamo. Che sia chiaro, perché questa è la nobile risposta dell'Assessore Casoni. Sono due cose diverse e, per fortuna, rispetto...



CASONI William Assessore alla gestione delle politiche delle

telecomunicazioni (fuori microfono) Lei si attenga alle mie dichiarazioni...



PLACIDO Roberto

No, ma io mi attengo alle sue dichiarazioni...



CASONI William Assessore alla gestione delle politiche delle

telecomunicazioni (fuori microfono) Le avevo già detto che quello era stato un refuso...



PLACIDO Roberto

Ma questa è una sua dichiarazione in Giunta che mi è pervenuta come documento dalla Segreteria della Giunta regionale e ho appena ripetuto quello che lei ha dichiarato in questo Consiglio. Faccia capire a me e a questo Consiglio a quale versione ci dobbiamo attenere. Ne smentisca una: o quella della Giunta o rettifichi quello che ha detto.



(Commenti dell'Assessore Casoni)



PRESIDENTE

Assessore Casoni, lasci terminare l'intervento del collega Placido, ha diritto di replica successivamente agli interventi dei Consiglieri e le verrà data la parola al termine degli stessi. Può segnarsi le inesattezze o, almeno, quanto lei ritiene come tali, e poi spiegarsi all'aula attraverso le sue considerazioni. In questo modo riusciamo a regolare il dibattito in modo preciso.
Prosegua, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

La ringrazio, Presidente.
Vorrei dire al collega Angeleri, che ringrazio per il sostegno e per l'aiuto, che l'Assessore Casoni, durante la discussione sull'interpellanza non ha smentito la relazione, ma ha dichiarato che aveva detto un'altra cosa. Sono due cose diverse. Se l'Assessore Casoni, nella replica, smentirà la relazione ufficiale che ho a mie mani, ne prenderò atto. Ufficialmente al momento ho due sue versioni. Dopodiché, non c'é nessun baratto sull'inceneritore perché, per fortuna, riguarda anche altri suoi colleghi della Giunta regionale, il Presidente della Giunta e su questo ci sentiamo garantiti.
Al di là dell'accordo che avete fatto con un soggetto milanese che informa sul traffico, cioè tutto il mondo è radiofonico quando uno si muove al mattino e non va a vedere la CNN, come qualcuno pensa di voler fare, al punto 4 del bando è scritto: "Realizzazione di servizi video di informazioni istituzionali concordati e coordinati con la direzione Comunicazione Istituzionale della Regione Piemonte".
Mi dica lei se questo è il Tg sul traffico o l'informazione istituzionale, anche con appuntamenti a Bruxelles e a Roma, previsti nell'appalto. Lei non può venire in aula e farci credere che avete in mente una cosa minima e riduttiva che dà qualche informazione. Questo appalto ha in testa un Tg regionale con 12 appuntamenti. Vi risparmio la difficoltà sui palinsesti e il problema è che se si fa un Tg vero - professionalmente mi sono occupato di comunicazione per molti anni e quindi parlo di materia che conosco - di queste dimensioni, comporta un costo e una struttura che non si può coprire con un milione e 200 mila euro, se lo vi vuole fare seriamente, con i fatti che accadono tutti i giorni.
Queste sono le questioni, Assessore Casoni, ed è per questo che abbiamo fatto un esposto all'Autorità delle Telecomunicazioni. È intervenuto il CO.RE.COM., che chiede la completa revisione o il ritiro, ed è intervenuto l'ordine dei giornalisti...



(Commenti dell'Assessore Casoni)



PLACIDO Roberto

No, ha chiesto la revisione. Ha ragione, leggo testuale perché non ci siano errori: "riconsiderare l'operazione con proroghe o sospensione".
Per la verità, devo dire che dalle nostre informazioni avevo individuato - "avevo", perché non voglio coinvolgere altri - in una realtà piemontese, il soggetto sul quale si era costruita questa operazione perché non immaginavo che forse bisognava guardare anche al di fuori della cinta regionale. Dalle notizie in mio possesso - con tutti i "se" possibili e da verificare - potrebbe anche essere un soggetto non regionale che partecipa al bando, così come lei l'ha costruito, soggetto per il quale magari - ha collaborato anche il suo consulente che manda in giro veline.
Altrimenti mi viene da pensare che lei non abbia in mente il "Piemonte All News", ma il Cinegiornale Luce di passata memoria.
Vede, Assessore Casoni, non contiamo di dividere il sistema radio televisivo come pensa lei. A noi sta a cuore tutto il sistema radio televisivo locale e tutte le emittenti locali. Non siamo un mobilificio o un'impresa che decide a chi vuole dare risorse, perché le risorse pubbliche devono essere utilizzate per sostenere tutte le emittenti e non solo una parte. Se qualcuno vincerà questo bando, saranno alcuni e non tutti. Stiamo parlando di risorse pubbliche e non private, quindi siamo assolutamente a favore del sostegno all'innovazione tecnologica. Non mi venga a raccontare però, che è stato pensato - e qua l'Assessore Cotto potrebbe darmi un aiuto rispetto ai paesi del terzo mondo (ed anche alcuni paesi del mondo attuale) che hanno un gap tecnologico rispetto alle telecomunicazioni.
Siamo a favore del sistema radio-televisivo locale. Sosteniamo che ci sia anche un incremento nell'innovazione tecnologica, però, per fare questo, Assessore Casoni, dovrebbe occuparsi dei problemi seri dell'emittenza locale, cioè dei siti dove sono installate le antenne. Lì sì che ci sono problemi che riguardano la salute degli abitanti, oltre all'aspetto ambientale. Dovrebbe preoccuparsi di revisionare la normativa esistente, ormai superata e obsoleta. Questo vuol dire sostenere l'emittenza locale, non provare a fare un Tg di pochi.
Lei ha detto di avere informato tutti, ma ha dimenticato qualcuno. Se non veniva sollecitato, non avrebbe informato. Si è dimenticato - piccolo particolare - del Consiglio regionale del Piemonte, non il Consiglio della Circoscrizione 5 che, comunque, un amministratore serio avrebbe dovuto informare.
Rivolgendoci anche ai colleghi della maggioranza, su un problema come quello dell'informazione (problema non di maggioranza o di opposizione, ma di rispetto delle regole, di trasparenza e di condivisione della questione) chiediamo che tutti possano avere pari opportunità di accesso all'informazione, sia le forze politiche sia le emittenti, non solo alcune o magari qualcuna che arriva, profit, da fuori Torino (se è vero quello che si dice).
Chiediamo, anche ai colleghi della maggioranza, che si ritiri questo bando che ha dell'incredibile e che si ritorni a discutere seriamente su come affrontare il sostegno a tutta l'emittenza locale.
Termino con una domanda: abbiamo letto con attenzione le deleghe del nuovo Assessore Farassino. (Mi chiedo se per rappresentare l'etnia lucana il collega Di Benedetto debba venire con la coppola ed io con la roncola) Nel leggere il testo del decreto, tra le tante cose messe insieme per provare a dare una dignità ad un Assessorato che non ne ha in termini di sostanza - e lo sapete anche voi - ad un certo punto, dopo "rassegna teatrale piemontese", leggo "tutela e sviluppo dell'attività radiotelevisiva piemontese.
Le pongo una domanda, Assessore Casoni, visto che come Vicepresidente della Giunta rappresenta anche la Giunta: sto parlando con l'Assessore competente o devo rivolgermi a qualcuno altro?



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, l'Assessore ci ha invitati a fare delle proposte e ad affrontare i temi che ha introdotto. Io tenterò di farlo, ma parto da una premessa, per evitare equivoci.
Anche noi del Gruppo della Margherita, non appena è emersa la questione, abbiamo presentato un ricorso all'Authority. A parte questo aspetto, il punto di partenza, anche qui per evitare equivoci, è che il sistema televisivo piemontese è un sistema molto debole che richiede di essere rafforzato. Non so se lei concorda su questo fatto, ma mi pare che il suo intervento sia partito da questa constatazione: il sistema televisivo è debole e bisogna aiutarlo, rafforzarlo ed impiegare delle risorse pubbliche.
Se l'obiettivo è questo, è condivisibile. Il problema è capire se questo, nel percorso che avete immaginato, è l'obiettivo vero oppure è un obiettivo finto.
Parto dalle sue riflessioni. Ci ha spiegato le questioni principali cioè che non si tratta di un nuovo canale, che non è il satellitare e non è un nuovo telegiornale. Poi il collega Placido, poco fa, leggendo il capitolato ci ha detto che lei ha molto ridotto e semplificato le questioni.
In realtà, mi pare che - ed è anche scritto nel capitolato l'obiettivo non sia quello di fare comunicazione, ma di fare informazione (che è una cosa diversa), cioè di fare un notiziario (così è scritto nel capitolato).
Quindi lei non è stato chiaro, anzi molto equivoco e, in verità, per alcuni aspetti, ha detto delle cose diverse rispetto a quelle indicate nel capitolato. Contesto anche questa semplificazione e questa banalizzazione nel dire: "Veicoleremo le notizie del servizio Internet", come se le notizie apparse su Internet fossero la legge. Si tratta di notizie che scrive qualche giornalista e qualcuno che ha il controllo delle informazioni della Giunta, il quale filtra le notizie e valuta se amplificarle e diffonderle da altri parti.
Le notizie su Internet non sono la perfezione; molto spesso, almeno per chi legge e chi vede il sito Intranet, sono un'autocelebrazione del Presidente Ghigo e dei suoi Assessori. Ricordo infatti, non molto tempo fa il Presidente Ghigo con il cappello da cuoco nella prima pagina del servizio internet. Non so se questa è informazione. E in altre occasioni ho visto anche degli Assessori. Quelle non sono certo le notizie che devono essere diffuse perché il popolo piemontese aspetta di conoscerle. Quanta propaganda c'è! Lo strumento che voi intendete utilizzare è quello di amplificare quella propaganda che viene fatta sul servizio Internet. E lo fate anche prendendo in giro le stesse televisioni e mettendole in difficoltà, perch prima o poi le televisioni si accorgeranno di questo fatto. In realtà, voi volete condizionare il sistema informativo e televisivo piemontese. Questo è il problema vero.
Quando lei, con molta semplificazione, dice: "Sarà un notiziario flash e verrà trasmesso il meglio delle news prodotte", mi chiedo: "Chi stabilisce il meglio?". Lo stabilisce il servizio istituzionale della Giunta, ovvero, la Giunta, cioè il potere esecutivo, che per forza di cose sceglierà le notizie più utili per lei (più utili dal punto di vista del consenso).
Questo è grave. Assessore, credevo che lei avesse sufficienti conoscenze storiche. La invito ad ascoltarmi, anche perché mi sembra che lei non voglia fare un ragionamento di questo tipo. Assessore, lei sa cos'è e cos'era la Prava; lei sa - l'ha saputo - cos'è il socialismo reale. Per quale motivo lei, che è anticomunista, vuole ripetere completamente e totalmente quel sistema di informazione controllato dal potere politico? Si tratta di questo, perché lei seleziona le notizie. E' uguale, e lei l'ha detto poco fa: "Vogliamo modificare e rendere più efficace il sistema delle pagine comprate sui giornali locali". Quello è il sistema della Pravda; notizie confezionate in piazza Castello dagli assistenti dell'Assessore e della Giunta e poi diffuse.
Questo è il socialismo reale. Come può un liberista proporre, oggi, un sistema informativo di questo tipo? Non regge ed è contrario ai principi della democrazia. Se un organo istituzionale si mette a fare informazione sapete cosa vuole dire? Mi inserisco anch'io: chi fa politica è tentato ad utilizzare gli strumenti di informazione per il proprio consenso. E quindi chi è lì, in qualche maniera, è tentato di apparire, di dare una notizia condizionata. Oggi succede all'Assessore Casoni che è al governo; domani può succedere a qualcun altro, anche ad una persona di centrosinistra.
La politica però deve porsi l'obiettivo di eliminare questa tentazione.
In questo bisogna essere molto chiari. Se il sistema televisivo ed informativo è un sistema che richiede aiuto, allora studiamo gli strumenti per aiutarlo, ma non possiamo confondere la comunicazione con l'informazione. L'ente pubblico ha diritto di dare comunicazione, ma lo faccia come è normale: compri gli spazi e dia la comunicazione sui servizi.
Io non sono uno che utilizza molto alcuni sistemi, ma per conoscere informazioni su meteo e sulle strade utilizzo il televideo. Non so se questa cosa è una banalità, in ogni caso sono strumenti di informazione.
Però una cosa è la comunicazione, altra cosa è il notiziario. Il notiziario non deve farlo l'ente pubblico, di centrodestra o di centrosinistra che sia. Se il centrosinistra l'ha fatto, ha sbagliato. Questo vuol dire interferire sulla libertà dei giornalisti. E' soltanto il giornalista che può mediare e selezionare le notizie. Non è il potere politico che seleziona le notizie. Solo il giornalista è in grado di svolgere questo ruolo, che è importante in tutte le democrazie, di controllare il potere politico, non di avere dei subalterni. Perché questo era il socialismo reale, ed è tipico dei sistemi totalitari. Non so se i colleghi si rendono conto della gravità delle questioni che stiamo affrontando.
Vi è inoltre un'altra questione. Se il fine vero è quello di migliorare la qualità dell'emittenza locale, credo che si possano studiare meccanismi e leggi per aiutare economicamente le televisioni locali a produrre loro, non al loro posto. Devono produrre loro, non creando delle sovrastrutture che producono: sono loro che devono fare i servizi giornalistici. Vanno aiutati, perché ci sono dei giornalisti, magari con contratto serio, messi lì a lavorare tutto il tempo per evitare i Co.Co.Co.
che vanno e vengono. Quello vuole dire strutturare Questo è il lavoro da fare, a meno che si abbia paura dell'informazione. Non credo che l'Ente pubblico o l'Istituzione possa avere paura dell'informazione, perché quando si ha paura dell'informazione è gravissimo. Il problema è questo: se si vuole migliorare la qualità gli strumenti ci sono.
In merito al terzo punto, come ho già avuto modo di dire, la comunicazione è legittima, una cosa diversa è l'informazione, ma il fatto che la Direzione Comunicazione della Giunta abbia il controllo su tutto è un controllo politico vero a tutti gli effetti.
Se si ritiene che il sistema dell'emittente locale non faccia abbastanza informazione, la soluzione non è far realizzare ad un solo soggetto un notiziario in dodici edizioni su nuove televisioni, si deve fare informazione.
Con la vostra proposta intervenite pesantemente su questo mercato, che è delicato e debole, creando una situazione di monopolio di forza, non è soltanto il milione di euro, si tratta di ciò che viene creato nel sistema televisivo. E' evidente che il simbolo, l'immagine della Regione, crea una emittente di seria a) e una emittente di serie B), anche agli effetti pubblicitari. La pubblicità è ciò che conta ancor di più del milione di euro per condizionare il sistema televisivo.
Anch'io, come ha fatto il collega poco fa, chiedo il ritiro del bando.
Assessore, lei era preoccupato, ed è preoccupato, per il fatto che magari, qualche intervento potesse creare una turbativa. Credo che avrebbe dovuto preoccuparsi prima della turbativa, perché, come il collega ci ha detto, se il bando è stato costruito in una certa maniera e su misura di qualcuno, lì la turbativa c'è, è vera. Il bando non si fa con gli operatori, se ne rende conto!



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Casoni)



SAITTA Antonio

Se quel consulente va in giro e costruisce il bando sulla base del sistema delle esigenze, è lì che c'è la turbativa d'asta, che lei ha favorito attraverso il suo consulente. Quando si stabilisce una soglia di fatturato si stabilisce una soglia che è una turbativa d'asta, questo è il problema vero, questo è il tema. La turbativa è già stata fatta da parte sua, è già avvenuta. Non si preoccupi dei giudizi precisi e puntuali del collega Placido, è lì che la turbativa d'asta si è verificata.
Lei, forse, avrebbe dovuto preoccuparsi anche di capire se il consulente che aveva nominato aveva un'esperienza in questo settore o in altri, tra l'altro, non se ne comprende l'arrivo, se tra una serie di consulenti sia stato scelto il più adatto e il migliore. Questo non lo ha fatto, ho letto le deliberazioni in cui si diceva che il consulente è arrivato, ha fatto una proposta, per cui è stato preso.
Assessore, si è preoccupato di verificare se questo consulente è anche consulente di altre emittenti televisive? Si è assicurato che, magari, è consulente di altre emittenti televisive, magari, non presenti sul territorio piemontese, ma nel territorio confinante, che, in qualche maniera, può determinare il risultato? Ci dia dimostrazione di tutte queste cose, ci dia queste sicurezze. In ogni caso, credo che lo spazio serio per garantire l'informazione e il pluralismo non sia il controllo da socialismo reale del sistema informativo, ma quello di aiutare le televisioni e i giornali a fare informazione, quindi, aiutarli a costruire vere e complete redazioni giornalistiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Galasso, che interviene in qualità di Consigliere.



GALASSO Ennio Lucio

Signor Presidente, svolgo qualche brevissima considerazione.
Intanto rilevo che dopo l'appagante relazione del Vicepresidente Casoni si ricorre a espedienti dialettici per poter mettere in discussione il valore obiettivo dei dati forniti. In definitiva, ci si giova di qualche discordanza lessicale per poter costruire la categoria della falsità: così come dieci discordanze non fanno un falso, cento conigli non fanno un toro.
Proseguendo su questa linea, il bando va letto integralmente, quindi anche l'espressione letterale che sembra chiara e inequivoca, posta all'interno del contesto generale del bando, vale per quella che è: un refuso, tale è, quindi, non si può costruire su un refuso alcuna ipotesi n politica né giuridica.
Ho seguito un ragionamento un po' strano dove, a proposito di bandi non si parla tanto di una possibilità di pluralismo per la partecipazione quanto di un pluralismo di destinazione. Questo, francamente, mi pare un po' difficile se non impossibile.
Il collega Saitta, ora non presente, è arrivato a ipotizzare un socialismo reale. Voglio liquidare subito questo argomento: mi pare soltanto frutto di cattiva coscienza.
Mi rendo conto che il Consigliere Saitta deve sopportare condivisioni faticose. Mi rendo conto di tutto questo, possiamo soltanto compatire, e non cristianamente, ma solo socialmente, seppur benevolmente, una conclusione di questo genere.
La relazione dell'Assessore Casoni è stata appagante, ma anche convincente. Ancora una volta è su questo che noi invitiamo al confronto le opposizioni. La puntuale relazione dell'Assessore Casoni, nella prima parte, si è conclusa anche con una sfida dialettica sul terreno delle proposte e delle disponibilità recettizie. Sotto questo profilo, al di là di una polemica scontata, non abbiamo avuto la fortuna di ascoltare il benché minimo contributo.
Quindi, ancora una volta, esprimo apprezzamento per una relazione che privilegia la concretezza, a fronte della polemica politica.
Non è possibile che ogni novità venga vissuta sempre come uno scandalo e, ancora una volta, non in senso cristiano. Questo mi pare sia il segno di una volontà conservatrice, di una pigrizia intellettuale, invece, noi ci troviamo di fronte ad un progetto che obbedisce ai nuovi criteri dell'innovazione, quindi, un nuovo progetto. Innovazione e nuovi progetti devono essere salutati magari anche con critiche aspre, ma per un loro arricchimento. Tali nuove ipotesi progettuali devono essere nel contempo concrete, diffuse e giovevoli per la comunità piemontese. Il problema è che l'oggetto della discussione e del provvedimento non è l'autore in quanto tale, ma è il destinatario, che è la comunità europea.
Ho una tentazione sul modo di affrontare gli esami partendo sempre dagli autori delle azioni e non vedendo mai la finalità, ma è terreno su cui qui non andiamo ad impantanarci. Frapporre ostacoli, come sta facendo l'opposizione, o è la vecchia tecnica che propiziava il consociativismo, e quindi quelle nicchie di privilegio ammantate dalla concordia-discordia oppure è mero ostruzionismo che costituisce il respiro corto di chi non ha idee e ha smarrito il senso del bene comune.
E' difficile poter privilegiare l'una o l'altra, quindi su questo, non operiamo nessuna scelta. Vi rimettiamo l'argomento per la riflessione.
Sforzatevi soltanto di comprendere che l'innovazione tecnologica richiede fantasia, non si può continuare a fare i pedagoghi dell'inerzia. E' grave che non si riesca a comprendere che l'iniziativa, le intraprese, le progettualità, il respiro del proprio tempo, è quello che costituisce il concreto esercizio della partecipazione che è alimento ineludibile della democrazia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Il primo Consiglio dell'anno inizia in un clima un po' strano a partire dalle dichiarazioni dell'Assessore Farassino.
Consigliere Galasso, non ho capito, quando faceva accenno alla Comunità Europea, di quale ostruzionismo parlasse...



GALASSO Ennio Lucio (fuori microfono)

Non ho mai parlato di Comunità Europea.



PAPANDREA Rocco

Forse voleva intendere comunità piemontese, ma ha detto europea. Non capisco perché dovremmo fare dell'ostruzionismo visto che il Consiglio, su richiesta delle minoranze, riesce finalmente a discutere di una questione non secondaria, non di poco conto. Perché tutte le volte che parliamo ci accusate di fare ostruzionismo? Il Co.re.com., votato da questo Consiglio, rispettando le maggioranze di questo Consiglio, non ha detto ...



GALASSO Ennio Lucio (fuori microfono)

Non è un ostruzionismo procedurale.



PAPANDREA Rocco

Adesso dovremmo studiare l'ostruzionismo, può diventare di tutto.
Lo hanno detto i giornalisti, tutta una serie di settori importanti che questo progetto fa acqua da tutte le parti. Non lo hanno detto quattro Consiglieri di questo Consiglio.
L'Assessore, parlando dei vari elettrodomestici presenti in una casa ne ha dimenticato uno presente in molte case e in molte automobili: la radio. Mezzo di cui non si è parlato, ma che è anche uno strumento di comunicazione. Volendo diffondere l'informazione e il servizio in Piemonte anche la radio poteva svolgere un suo ruolo (personalmente, per esempio ascolta più la radio che la TV).
Oltre a tale dimenticanza l'Assessore ci ha spiegato che cosa non é il progetto, ma abbiamo poi visto che dentro la delibera non si dicono le stesse cose: c'é un contrasto tra la delibera e le affermazioni dell'Assessore. Anche nelle stesse affermazioni che fa l'Assessore quando dice "serve semplicemente a fornire un servizio, dare delle comunicazioni" ma tra le comunicazioni che vengono fornite attraverso quei mini inserti pubblicitari, ce ne sono alcune utili ai cittadini piemontesi. Ci sono informazioni che vengono selezionate, scelte e poi diffuse. Quando si fa questa selezione qualche affinità con il problema che ricordava prima il Consigliere Saitta c'è, cioè di una informazione diretta dall'alto, dalla Pravda (può darsi che i Consiglieri di Alleanza Nazionale non siano così al loro agio a parlare di Pravda). Ricordo che non solo in Unione Sovietica esisteva l'informazione controllata, ma, per lunghi periodi, anche in altre parti del mondo, tra cui il nostro per circa un ventennio, esisteva l'informazione controllata. Dall'alto, l'ente che governa, vuole non solo fare l'onda verde per dare una serie di informazione utili, ma anche selezionare le stesse. L'onda verde, se volesse rendere semplicemente un servizio di questo genere, perché deve scegliere? Perché deve intervenire? Perché non cercare di far sì che un servizio sia diffuso in tutte le emittenti: radiofoniche e televisive.
Questi sono problemi emersi, non evidenziati solo da noi, problemi grossi perché si interviene sulla comunicazione, sull'informazione che ha molta attinenza con la democrazia. Si può intervenire nel definire come si organizzano le emittenti presenti sul territorio.
Verificheremo l'altro progetto, quello che state realizzando con il TG3, quanto sarà buono o meno. Anche su quel progetto sarebbe bene che l'informazione venisse portata in Consiglio affinché si discuta e si valuti attentamente, prima che esploda qualche problema o piccolo scandalo.
Sarebbe bene utilizzare il Consiglio per quello che è, che il Presidente e il Vice Presidente vengano ogni tanto in Aula ad informarci e a sentire il nostro parere sul vostro operato e non sentirvi investiti soltanto dal voto che ha nominato il Presidente Ghigo per cui per cinque anni pensate di fare quello che vi pare.
Per tutti questi motivi credo che bisognerebbe accogliere il suggerimento del Co.re.com. di sospendere l'appalto che avete creato e riflettere tutti insieme per evitare di fare un'informazione di tipo politico governativo (che non credo sia quello che i cittadini del Piemonte vogliono) invece di fornire un aiuto allo sviluppo e all'innovazione tecnologica del sistema informativo piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste, ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Ho ascoltato sia la relazione dell'Assessore, estremamente interessante e condivisibile, sia gli interventi di alcuni Consiglieri della minoranza.
I Consiglieri di minoranza non possono dire che non sia corretto che la Regione pensi di vendere alcune sue attività sul territorio, anzi, è fondamentale. La stessa legge prevede l'informazione di quello che fa une Ente. Non per niente, se andiamo a veder fior di pagine comprate da Comuni e/o Province e/o altre Regioni, vediamo tranquillamente che non emerge alcuna differenza fra la predisposizione di articoli da mandare, sulla base di un accordo, alle reti televisive per la diffusione e per l'informazione oppure l'acquisto di pagine ovviamente compilate da chi le paga.
Se vogliamo fare nomi e cognomi, è successo col Comune e con la Provincia di Alessandria. Addirittura la Provincia di Alessandria recentemente è andata in Spagna, portandosi al seguito una serie di giornalisti ed emittenti televisive a cui, ovviamente, venivano pagate le spese: non è forse pubblicità di quello che stava facendo in quel momento la Provincia? È esattamente la stessa cosa.
Credo che sia un'ottima cosa abbinare i due aspetti, ovvero l'aiuto al sistema televisivo regionale e il fatto di offrire un'informazione su quello che l'attuale maggioranza sta oggi facendo.
Colleghi, è certo che se un domani l'attuale maggioranza sarà opposizione nulla vieta che facciate esattamente la stessa cosa, come state regolarmente facendo dove oggi siete maggioranza e non opposizione.
opportuno cercare almeno di conoscere la realtà sul territorio piemontese.
Vorrei ancora porre una domanda all'Assessore, perché leggendo il bando mi era sorto un dubbio: la mia convinzione è che questa delibera debba servire, in particolare, per garantire un servizio informativo ovviamente ai cittadini e per fare lavorare un pochino le emittenti locali e regionali. Tuttavia, ho letto sul bando che possono partecipare a questo "concorso" esclusivamente emittenti che abbiano fatturato 200.000 euro ad enti pubblici. Personalmente mi risulta che nessuna emittente piemontese presa singolarmente, abbia fatturato più di 130.000 euro ad enti pubblici.
Non ho capito io questo passaggio? C'é un errore? Oppure vogliamo andare a pescare emittenti fuori dal Piemonte? O ancora, vogliamo far sì che più emittenti si mettano d'accordo, sommando il loro budget, per arrivare a quella cifra? Credo sia importante chiarire questo aspetto, in modo che si possa sapere che anche la piccola emittente ha la possibilità (non so se consorziandosi o collegandosi con altre) di partecipare a questo bando perché i tempi, considerate anche le vacanze di Natale, sono sicuramente stretti.
Personalmente ho sentito operatori di piccole televisioni locali esprimere dei dubbi e delle perplessità e dichiaravano la loro impossibilità a partecipare a questo bando proprio perché non ne avevano i requisiti.
Chiederei, quindi, una particolare attenzione dell'Assessore e della Giunta proprio verso le piccole emittenti locali, che sono la linfa dell'informazione del territorio. Troppo spesso le grandi reti televisive (ma parliamo anche di Rai Tre Piemonte) dimenticano le realtà provinciali.
Al di fuori di Torino, addirittura Rai Tre non fa tanto (come servizi).
L'informazione locale, quella che interessa di più il cittadino e il politico sul territorio, è proprio garantita dalla piccola emittenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghi, ci troviamo di fronte ad un fatto piccolo piccolo. Ci troviamo di fronte, cioè, al tentativo di una piccola Giunta di centrodestra e di un Assessore di mettere le mani sul sistema informativo ideando un progetto di bando che consenta, a questa piccola Giunta e a questa piccola esperienza, di portare a casa qualcosa di più di quanto già non fa in termini di occupazione dei luoghi di potere e, all'interno di questi, di quello più ghiotto da un po' di tempo a questa parte, che è quello relativo all'informazione.
Questo piccolo tentativo, a mio giudizio, dovrebbe essere criticato all'interno di quel che è, perché il rispetto delle proporzioni non è solo un canone estetico - bello o brutto, regole auree e via dicendo - ma è anche una condizione di equilibrio di carattere generale. Anche l'equilibrio delle strutture e la credibilità di un'osservazione politica devono avere rispetto delle proporzioni.
Di fronte a questa cosa piccola piccola, perché criticarla ad esempio evocando la Pravda? La Pravda era un grande giornale di un grande Paese.
Evocare il socialismo reale o la Pravda a fronte del poco che abbiamo di fronte, significa usare degli stereotipi che meriterebbero altre attenzioni. Vogliamo parlare della Pravda? Parliamone.
Di cosa parliamo quando ci riferiamo alla Pravda? Propongo un argomento che riguarda la Pravda: che ruolo ha avuto il giornale "Pravda" per tirar fuori dall'analfabetismo un Paese sterminato e confinato nell'ignoranza dagli zar? Ha avuto un grande ruolo.
E che ruolo ha avuto "Pravda" durante la seconda guerra mondiale quando era uno dei pochi - se non l'unico - quotidiani d'Europa che denunciava cosa stava succedendo e segnalava i movimenti di Hitler e via dicendo? La Pravda, in quella contingenza, ha avuto un grande ruolo nell'ambito della battaglia contro il nazismo.
Se vogliamo parlare di Pravda, possiamo parlare anche di altre cose che hanno funzionato o meno. Ma perché parlarne in questa occasione? Perch tra il grande giornale, quel grande Paese e questa piccola esperienza, un po' meschina, di tentare con un trucchetto di inchiavardare in un appalto truccato dal punto di vista dei risultati politici a favore di chi governa... Ha ragione il collega Rossi a dire: "Ma se poi governate voi?". Sarebbe certo un appalto truccato dal punto di vista politico anche per noi, e per questa ragione non lo vogliamo.
Teniamo le cose nelle giuste proporzioni: ci sono giornali e giornali criticabili da vari punti di vista. L'informazione si fa in mille modi.
Potrei anche citare il quotidiano Granma, che viene stampato a Cuba in numerose copie. È un grande quotidiano di un piccolo Paese. È una grande esperienza di socialismo anche questa. Adesso vi comunico - se a qualcuno di voi interessa - che è uscito il primo numero di Granma in italiano; lo si può acquistare e ci si può abbonare per sentire anche la voce che un quotidiano di un altro Paese rende tutti i giorni ai propri concittadini.
Auspico che questa deliberazione venga utilizzata per quello che è.
Sviluppiamo le nostre critiche e chiediamo all'Assessore di ritirarla perché è un bando che nuoce a tutti, grandi e piccoli.
Ho letto con attenzione una relazione consegnatami da un esponente del Co.re.com.. Leggetevela e sottoscrivetela, perché qua non si dice che non va; anzi, si dice che va bene il concetto di intervenire in un concetto debole.
Non va bene come lo fate. Ve lo dice una parte che è convinta di spedirvi a casa fra un anno e mezzo e, quindi, che pensa di utilizzare politicamente, quanto si fa ora, nelle azioni di governo di domani.
Quanto fate ora, però, è fatto male. È pasticciato e va corretto rapidamente, nel senso di verificare le condizioni tecniche e strutturali per consentire un bando libero, accessibile a tutti e con risultati precisi.
Questa è la critica che svolgo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Oggi mi sarei aspettato qualche idea o qualche suggerimento all'Assessore Casoni su come adoperare questo sistema, su come migliorare il bando, ma, soprattutto, su come migliorare il progetto.
Ritengo che questo progetto sia l'inizio di un percorso che ci deve vedere tutti protagonisti. Ormai la multimedialità, la globalizzazione e la comunicazione violenta non permettono più ai cittadini di conoscere quali sono i veri ruoli delle Istituzioni.
Questa mattina sono stato al mercato di Porta Palazzo e a Chieri per la trasmissione: Non è più il Piemonte che produce, ma la parola ai cittadini e i cittadini, cari colleghi, non sanno che io sono un Consigliere regionale ma mi confondono per un Consigliere di Circoscrizione; non sanno che l'amico Chiezzi è un Consigliere regionale ma lo confondono per un Consigliere comunale e prendono il collega Saitta per un Consigliere del Comune di Rivoli.
Purtroppo, la gente non conosce ciò che fanno le Istituzioni; quindi occorre comunicare attraverso il nostro sistema televisivo regionale, che è tutto da sfruttare per le capacità personali che ci sono. Reputo questa giornata, ma soprattutto questo dibattito, un po' riduttivo nei confronti dell'intelligenza di ogni Consigliere regionale e dell'arte del pensiero che, come si suol dire, è la politica. Oggi, l'arte del pensiero non ho prodotto idee.
Ho ascoltato l'intervento dell'Assessore. Per quanto riguarda il progetto, non sono d'accordo sul 50% via Internet, perché i cittadini purtroppo - non hanno ancora raggiunto quel grado di formazione culturale ed informatica per navigare su Internet. A maggior ragione, i mezzi di comunicazione, come le televisioni private, sono fondamentali e importanti per comunicare. Se la comunicazione è veicolata anche sotto l'aspetto istituzionale, ben venga questo benedetto appalto.
Oggi, sulla Regione Piemonte abbiamo già un organo di socialismo vero e reale: Slow Food. Non ho mai sentito dire niente in merito a Slow Food quando tutte le settimane c'è una pagina di Calin Pedrini: un logo fisso attraverso il quale alla fine i cittadini piemontesi - e anche altri impareranno bene ad individuare Calin Pedrini come il Presidente della Regione Piemonte, quando invece, per fortuna, il Presidente è Ghigo.
Quando parlate delle tradizioni culturali del territorio e delle iniziative territoriali, abbiamo un Slow Food che è lo strapotere della comunicazione piemontese e opera, in modo esagerato e prepotente, usando anche il logo della Regione Piemonte per farsi pubblicità e per progredire come società in proprio e non come Piemonte. Se Calin Pedrini in quella pubblicità mettesse il logo della Regione Piemonte, forse non farebbe altro che rendere omaggio a tutto quello che è stato fatto dalla Regione Piemonte per la società Calin Pedrini.
Mi chiedo: perché non è stata aperta una discussione quando fu creato questo monopolio? Con la globalizzazione e l'internazionalizzazione dei prodotti, pubblicizzare prodotti di nicchia, che non fatturano neanche sufficientemente per vendere sul proprio territorio, e far arrivare migliaia e migliaia di giornalisti, mi sembra essere il contrario di tutto quello che stiamo dicendo oggi, soprattutto rispetto ad televisione regionale, patrimonio culturale e giornalistico.
Per cui, caro collega Saitta, ogni testata televisiva ha il proprio conduttore, il suo responsabile, quindi sicuramente è responsabile della comunicazione e, come tale, non si farà certo sensibilizzare dalle scelte e dalle strategie regionali.
Mi aspettavo un dibattito in cui qualcuno di noi desse un contributo in più rispetto a quanto detto dall'Assessore Casoni. Non entro nell'aspetto tecnico e legale dell'appalto (se lo guardi bene lei, Assessore), ma mi dispiace solo che chi sta portando avanti questo discorso è l'Assessore Casoni, che appartiene ad AN; se appartenesse all'UDC sarebbe meglio.
Questo è un grosso vantaggio politico. Il mio plauso va perché la comunicazione di oggi, violenta, deve essere per forza comparata e pareggiata con nuovi mezzi di comunicazione di cui le Istituzioni si devono dotare.
un'ottima occasione e per questo dico: bravo, Assessore Casoni!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

I punti principali sono stati bene illustrati da chi mi ha preceduto ma voglio solo rilevare un particolare. Il Consigliere Chiezzi diceva di leggere la relazione fornita dal CO.RE.COM..
Il CO.RE.COM. è formato in modo da corrispondere alla composizione di questo Consiglio, quindi non potrà certamente essere additato come un organo di parte, ma come un organo omogeneo con questa maggioranza e minoranza. Tutti sappiamo quali sono le forze presenti in Consiglio.
Il fatto che questa relazione del CO.RE.COM. sia stata ignorata da buona parte dei Consiglieri regionali qui presenti, non mi stupisce molto.
In molte altre situazioni ho notato come da parte dei Consiglieri regionali vi sia un assoluta sottovalutazione degli elementi tecnici comunicati. Parlando da un punto di vista ambientale, molto spesso acquisiamo documenti che ci indirizzano in un certo qual modo o, meglio, ci indirizzerebbero in un certo qual modo, ma poi le scelte assunte sono esattamente di segno contrario.
Non mi stupisce che questa volta la relazione del CO.RE.COM., che va in un senso e che di fatto chiede il ritiro della deliberazione, non sarà tenuta in considerazione, perché l'amaro destino dei tecnici in questo Consiglio è quello di essere poco ascoltati, in quanto la politica ritiene di potere assumere le proprie decisioni anche senza dover ascoltare chi nella materia dovrebbe essere più preparato.
Tra i punti che sono stati evidenziati, il primo che vorrei sottolineare è quello relativo all'informazione. Abbiamo sentito dall'Assessore come questa PAN dovrebbe preoccuparsi soprattutto di fare informazione. L'Assessore non può ignorare come, attraverso l'informazione televisiva, passi molto della battaglia politica e sia un modo molto importante per presentare le posizioni politiche. Non a caso la legge della par condicio norma anche tali questioni, e bene lo sanno i partiti piccoli che hanno sempre difficoltà di accesso per presentare le proprie posizioni.
Sento dire da un Consigliere come Rossi - le sue parole si possono tradurre così - che è naturale che la maggioranza si faccia la sua televisione; poi, se la minoranza vincerà le elezioni, si farà a sua volta la sua televisione. Queste affermazioni hanno dell'incredibile. Come si fa a pensare di utilizzare delle risorse pubbliche, che sono di tutti i cittadini, a vantaggio di una sola parte politica? Mi sembra che questo disprezzo per l'utilizzo delle risorse pubbliche meriterebbe una profonda considerazione da parte di tutti i cittadini.
Lascio perdere il richiamo che l'Assessore fa ripetutamente al digitale terrestre, rispetto al quale ancora una volta gli inascoltati tecnici hanno dimostrato in questi giorni come una sua rapida introduzione è tutt'altro che probabile, così come piuttosto improbabile è che esso possa garantire davvero una pluralità dell'informazione.
Rimangono inoltre i punti fondamentali che imporrebbero il ritiro di questa delibera. Chi sceglie le notizie da proporre? E' chiaro che questo è uno dei nodi fondamentali, ed è il nodo attraverso il quale si possono realizzare le parole che ha detto prima il Consigliere Rossi, cioè che la maggioranza può farsi la sua televisione.
Nelle parole dell'Assessore c'era un'esaltazione della figura della televisione; pur ritenendolo un ottimo strumento di diffusione delle notizie, non condivido totalmente il suo pensiero. Credo invece che vada sottolineata l'ostilità che c'è da parte del Governo di centrodestra, a partire dal suo capo carismatico Berlusconi per finire alle parti che rappresentano il centrodestra.
Esiste una certa opposizione verso la carta stampata, forse perché la carta stampata permette una fruizione da parte dei lettori più interattiva e che può essere anche critica. La televisione, invece -lo sanno tutti e i tecnici e gli studiosi lo dicono quando vengono intervistati su questi punti - è più assertiva e fornisce le notizie in maniera che mette l'ascoltatore in una posizione passiva e acritica. In questo senso è una televisione della maggioranza, e diventa facilmente comprensibile capire quali sono le vere motivazioni che stanno alla base di questa deliberazione.
C'è poi l'altro punto - anche questo è stato già sottolineato, quindi lo richiamo brevemente - che è presente nel testo che ci ha fornito il CO.RE.COM., con il quale si rileva che immettere in un sistema televisivo locale tutto sommato condizionato da numeri non molto elevati pu rappresentare - dicono - una turbativa nel mercato delle televisioni locali.
Per tutti questi motivi, come hanno chiesto tutte le parti dell'opposizione, credo che la cosa più saggia da fare sarebbe quella di ritirare la deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Mi auguro che le parole che ho ascoltato dall'Assessore nella replica possano essere riconfermate. Inoltre, mi auguro che questo momento di verifica, rispetto al quale lui ha dato disponibilità, sia effettivamente fatto, perché se c'è un momento importante per la comunicazione, se c'è un'aspettativa importante in questa Regione è proprio grazie anche a questo progetto.
Mi pare quindi che le attese debbano essere modo rispettate e che questa aspettativa - che, tra l'altro ha una valenza di rilievo anche da un punto di vista economico - debba essere indirizzata nella maniera più corretta. Io ero al di fuori di questa vicenda; ho però visto il parere espresso dal Co.Re.Com.
Il Co.Re.Com. è un'emanazione del Consiglio regionale, ed è giusto che essendo una parte di noi, possa essere ascoltata e che con il Co.Re.Com. si possa dialogare e discutere, per raggiungere l'obiettivo che gli abbiamo assegnato con un'apposita legge.
Ho ascoltato anche l'intervento del Consigliere Placido e devo dire che mi ha un po' preoccupato. So che in quest'aula e nella politica esiste un gioco delle parti, ma vorrei che venisse meno e si aprisse la strada ad una politica in questa direzione, fatta di legittime attese.
Da parte nostra, tale questione deve vedere una risposta in termini più che trasparenti, più che lineari, in modo che le attese vengano rispettate nella maniera più corretta possibile.
Questa è la nostra aspettativa, e penso che sia l'aspettativa di tutta la maggioranza.



PRESIDENTE

Scusate, vorrei fare il punto della situazione: prima dell'eventuale replica, l'Assessore Pichetto Fratin ci fa presente che è giacente presso l'o.d.g. del Consiglio regionale la proposta di deliberazione relativa alla modifica dello Statuto di Torino Wireless, di cui credo siate informati. Se non ci fossero obiezioni, credo che non ve ne siano...



(Commenti in Aula)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

In tal caso, essendoci obiezioni, la proposta di deliberazione rimane iscritta all'o.d.g., non avendo più i tempi per fare una modifica.
La parola all'Assessore Casoni per chiudere il dibattito.



CASONI William, Assessore alla gestione delle politiche delle telecomunicazioni

Vista l'ora ritengo di dare risposte veloci e sintetiche ai vari punti che sono stati sollevati.
Intanto, ho sentito provenire una proposta da parte dell'opposizione.
Il Consigliere Papandrea è l'unico che in tutti gli interventi della minoranza ha avanzato una proposta relativamente alla radio. Questa proposta la valuteremo e vedremo se sarà possibile estendere questa procedura anche alla radio. La ritengo una proposta intelligente, perch anche la radio è presente nelle case di tutti gli italiani, anche la radio è negli obiettivi, quindi, se superiamo il digital devide, la radio è sicuramente uno di quegli strumenti che permette di arrivare anche a questo.
Mi permetta, Consigliere Placido, con amicizia, anziché rigirarsi sulle mille dichiarazioni che ognuno di noi fa vedendo la "virgola", il "punto" e il "punto e virgola", mi sarebbe piaciuto ascoltare da lei una controproposta, che non ho udito. L'intento è solo di demolire e bloccare quanto proposto senza costruire null'altro. Ho ascoltato tutti, anche il Consigliere Saitta, in un certo senso, ha svolto un intervento, in parte di critica sullo stile precedente e, in parte, ha espresso la volontà di studiare un meccanismo, perché, in effetti, la tecnologia va avanti e non sta ferma. Se abbiamo leggi nazionali che ci dicono di fare delle cose dobbiamo comunque farle. Rispetto al documento del CO.RE.COM., perché qui ne girano varie versioni, ho sentito di una relazione del Vicepresidente.
Insomma, io leggo gli atti ufficiali del CO.RE.COM., di cui ho ricevuto il verbale della riunione; in base a questo, ho già detto che farò in modo che siano recepite le osservazioni del CO.RE.COM.. Innanzitutto, si trattava di slittare i termini, a cui ho provveduto, altre erano puntuali osservazioni nelle quali non entro, ma ho già detto che farò in modo di recepire all'interno del capitolato successivo. Farò in modo che ci sia più trasparenza possibile, che alcuni hanno adombrato, e che siano superati eventuali limiti, in modo che, chi vuole, possa accedere, fermi restando i punti salienti del progetto.
Un altro elemento importante è stato sollevato dal Consigliere Rossi relativamente ai limiti economici. Qual era l'intento del limite economico? Come ho detto, se non ci si consorzia, non si accede ai finanziamenti nazionali. Il problema è che se si presentano singolarmente televisioni che tutte accedono non potranno unirsi formando un consorzio, di conseguenza non potranno accedere non soltanto al misero milione e 200 mila euro che la Regione rende disponibile su questo progetto, ma alle decine di milioni di euro che il Ministero delle telecomunicazioni assegnerà per implementare il sistema digitale terrestre locale. E' scritto a chiare lettere che queste somme saranno date solo se si formeranno questi consorzi regionali.
Questo è un altro punto importante, che credo sfugga ad alcuni.
Vogliamo aiutare o penalizzare l'emittente locale? Se la vogliamo penalizzare, non mandiamo avanti questo progetto e gli togliamo già un milione e 200 mila euro. Se non si consorziano, non riceveranno una lira dal Ministero delle telecomunicazioni sulla sperimentazione del digitale terrestre regionale locale, mentre il nazionale è già partito. Chi ha un decoder digitale di RAI 3....



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Vi prego di non interrompere.



CASONI William, Assessore alla gestione delle politiche delle telecomunicazioni

Sta sperimentando.
Credo che i membri del suo partito della Commissione di vigilanza della Rai, forse, le daranno qualche informazione al riguardo, visto che fanno interventi proprio su questi canali locali dicendo che, addirittura si instaurerebbe una sorta di monopolio di questi canali. Non so se avete letto la polemica dei giorni passati: la Rai starebbe esercitando una sorta di monopolio nel digitale. O l'uno o altro, o c'è o non c'è. Da un lato qualcuno mi chiede dove sia questa cosa, dall'altro lato, i suoi Parlamentari dicono che c'è un sistema di monopolio sul digitale terrestre: o l'una o l'altra cosa, come al solito non si combinano bene queste cose.
Ribadisco che porterò avanti questa linea che ho presentato, al limite la implementerò anche sul settore delle radio, perché mi sembra un suggerimento interessante. Farò in modo di recepire le indicazioni del CO.RE.COM., che è l'organismo regionale che deve dare un parere su questo e al quale, tra l'altro, spetterà la vigilanza su questo organo una volta che sarà costituito. Il CO.RE.COM., così come vigila sulle altre cose, dovrà vigilare anche su questo organo e io farò in modo di recepire le indicazioni che il CO.RE.COM. ha dato, per inserirle nel capitolato che sarà emanato nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

Ricordo che domani la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi è convocata alle ore 12.30. Sempre domani, alle ore 14.30, si riunirà la VI Commissione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.21)



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