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Dettaglio seduta n.426 del 20/01/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.50)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del professor Norberto Bobbio


PRESIDENTE

In apertura di seduta, con una formalità un po' irrituale, perché non era componente di questa Assemblea, vorrei chiedere all'Aula di osservare un minuto di silenzio per la scomparsa del Senatore a vita Norberto Bobbio, che ha rappresentato molto, non solo per la nostra regione, ma per tutto il nostro Paese. E' una delle figure più importanti della nostra cultura, al di là di quelle che possono essere le posizioni od opinioni legate al suo pensiero, una figura di valore assoluto.



(L'Aula, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore D., Mercurio D., Racchelli E., Scanderebech D.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Modifica deleghe componenti della Giunta regionale: Dimissioni dell'Assessore Antonio D'Ambrosio

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Nomina componenti della Giunta regionale (Assessori Valter Galante Giuseppe Farassino) e ridefinizione funzioni Assessori Mariangela Cotto e Giampiero Leo)


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 160 del 30 dicembre 2003 il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha nominato Valter Galante componente della Giunta regionale, attribuendogli le funzioni relative a: Programmazione sanitaria; Psichiatria ed Emergenza 118; Assistenza sanitaria; Agenzia regionale sanità.
Con decreto n. 1 del 13 gennaio 2004 il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha nominato Giuseppe Farassino componente della Giunta regionale, attribuendogli le seguenti funzioni relative a: Devoluzione, Valorizzazione dell'identità del Piemonte di concerto con gli Assessorati di settore, Patrimonio linguistico (coordinamento dei rapporti fra cultura locale e altre culture, corsi di lingue locali, identità culturali, pubblicazioni a sostegno dell'editoria piemontese), Teatro (Teatro Stabile, Teatro Regio, Conservatorio, Teatri Stabili privati rassegna teatrale piemontese, tutela e sviluppo dell'attività radiotelevisiva piemontese), Concerto con l'Assessorato all'Istruzione per la quota di programmi scolastici assegnata alle Regioni, Piemontesi nel mondo, Emigrazione, Immigrazione.
Con lo stesso decreto ha altresì ridefinito le funzioni ad alcuni componenti la Giunta regionale nel seguente modo: COTTO Mariangela: Politiche sociali e della famiglia, Aspetti socio assistenziali del fenomeno immigrazione, Volontariato, Affari internazionali, Formazione professionale.
Con decreto n. 3 del 19 gennaio 2004 il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha ridefinito all'Assessore LEO Giampiero le seguenti funzioni: Beni culturali, Promozione delle attività culturali e spettacolo e gestione della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58, gestione di concerto con l'Assessore all'Identità della legge regionale 30 maggio 1980, n. 68 Università, Ricerca, Istruzione, Assistenza ed edilizia scolastica, Museo regionale di scienze naturali, Valorizzazione e promozione Parchi Politiche giovanili.


Argomento: Variazioni di bilancio

d) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 29 dicembre 2003 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n. 10 deliberazioni del 24 novembre 2003, n. 11 deliberazioni del 1' dicembre 2003 e n. 1 deliberazione del 23 dicembre 2003, allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 2, 9, 10 e16 dicembre 2003, che verranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

f) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale relativamente alla nomina dei nuovi Assessori Valter Galante e Giuseppe Farassino


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo, per comunicazioni relative alla nomina dei nuovi Assessori Valter Galante e Giuseppe Farassino.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Per rispetto ai colleghi Consiglieri e all'Aula interpretando una oggettiva richiesta, voglio fornire alcuni elementi esplicativi sulle scelte che ho compiuto in questo periodo nel quale il Consiglio non era convocato.
Poiché oggi è la prima convocazione, considero assolutamente opportuno rappresentare le motivazioni e le argomentazioni che mi hanno indotto a completare, nell'arco di questi giorni, l'organico della Giunta, cioè ricostituire la Giunta nel suo numero originario di Assessori.
Partiamo dalla nomina dell'Assessore Valter Galante. Tale nomina è avvenuta in funzione della presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio, che ringrazio per il lavoro svolto in questi anni.
A fronte di questa decisione, si è aperto un dibattito con le forze che compongono la mia maggioranza, le quali hanno ritenuto di rappresentarmi alcune ipotesi, nei confronti delle quali ho esercitato la scelta dell'Assessore Valter Galante, che naturalmente è - come lui si è definito e come io ho interpretato - un tecnico che, in questo scorcio di fine legislatura, ha il compito di rappresentare una continuità gestionale e una passatemi il termine - rimotivazione complessiva delle strutture della Regione Piemonte che si occupano di sanità.
La delega che ho assegnato all'Assessore Galante è una delega piena nel senso che, per quanto concerne l'aspetto della sanità, non c'è più nessun tipo di coabitazione o cogestione, sia dal punto di vista finanziario e sia dal punto di vista della gestione dei LEA, che era un argomento che, in un primo momento, si valutava dovesse essere gestito anche con l'Assessore Cotto. Invece, ho deciso di riformulare in senso completo la delega all'Assessore Galante, che ha come obiettivo e compito in tempi molto brevi, di rappresentarmi anche alcune scelte di organizzazione interna dell'Assessorato, che, poi, nell'ambito della Giunta, saranno valutate e prese in considerazione.
Naturalmente, con questa nomina è stata posta maggiore attenzione su alcuni aspetti - segnalataci anche più volte dall'opposizione - che abbiamo ritenuto necessari nella gestione dell'Assessorato alla sanità. Si tratta di un meccanismo più articolato di controlli in alcuni settori, che riteniamo debbano essere monitorati con maggiore e particolare attenzione.
C'è ancora un elemento che stiamo valutando con l'Assessore Galante e con l'Assessore Pichetto, in quanto tutte le Direzioni della Regione Piemonte sono sottoposte al controllo di gestione: una delega esercitata dall'Assessore Pichetto attraverso un dirigente, che svolge molto bene il suo lavoro.
Con l'Assessore Galante dobbiamo solo verificare, mantenendo, come ho detto prima, la totale autonomia e responsabilità di spesa dell'Assessorato, se, comunque, nell'ambito di quel progetto ed approfondimento di ulteriori controlli, che l'Assessore Galante dovrà esercitare e rappresentare, non sia il caso di verificare l'eventualità e la possibilità di inserimento in quella logica, nella quale tutte le altre Direzioni della Regione Piemonte sono inserite, di verifica e di controllo da parte, non dell'Assessore Pichetto, ma della Direzione che svolge il controllo di gestione.
Dopo questo primo passo e nominato l'Assessore Galante tra Natale e Capodanno, subito dopo le vacanze natalizie, ho ritenuto di intraprendere anche la definizione dell'altro Assessore mancante nella Giunta. La scelta è caduta su Gipo Farassino, che molti di voi conoscono, essendo stato nostro collega nella passata Legislatura per cinque anni, quale Consigliere, che è stato rappresentato ed indicato dal Gruppo della Lega come Assessore, in sostituzione del dimissionario Brigandì.
A quel punto, abbiamo iniziato con l'Assessore Leo una valutazione complessiva rispetto alle definizioni delle deleghe da assegnare all'Assessore Farassino.
Su questo voi sapete, in quanto i giornali ne hanno dato ampio risalto che c'è stato qualche elemento di frizione: su due specifiche leggi, al di là della delega al teatro, c'era stato, in un primo momento - d'altro canto, il Presidente Cota lo ha ben ricostruito leggendo i documenti che gli ho fatto pervenire - un mio decreto che non era sufficientemente esplicativo per quanto riguarda determinate competenze, nel modo più chiaro, rispetto alla Legge n. 68.
Nella riunione di Giunta di ieri ho ulteriormente affinato il decreto di assegnazione delle deleghe all'Assessore Leo, rendendo determinate deleghe di concerto con l'Assessore Farassino. Esiste anche un verbale di Giunta, citato dal Presidente, nel quale, ulteriormente, si definiscono alcuni passaggi che, ovviamente, portano a definire la realizzazione di alcune politiche sul teatro, in modo specifico quelle legate a queste leggi, di concerto tra i due Assessori.
Questo è un meccanismo che ho voluto formalizzare, perché era giusto farlo in quanto ogni azione, soprattutto nella Pubblica Amministrazione deve sempre avere un supporto legislativo corretto; ma era nell'ordine delle cose che, creando di fatto un Assessorato con competenze che andavano ad intersecarsi con le competenze fino ad oggi esercitate dall'Assessore Leo, fosse assolutamente necessario inserire questo principio "di concerto", che, generalmente, nell'ambito dell'organo collegiale della Giunta, già si esercita; giustamente, lo abbiamo formalizzato attraverso l'aggiustamento del decreto ed il verbale di Giunta.
Queste sono le due notizie più corpose, trattandosi dell'ingresso di due nuovi Assessori. Credo che a nessuno sia sfuggito il fatto che siano due Assessori esterni, però, nell'ambito dell'assegnazione di questi due importanti Assessorati, ho fatto alcuni spostamenti di deleghe, che hanno una significativa importanza. Ho trasferito all'Assessore Cotto la formazione professionale, perché ritenevo che l'Assessore Pichetto avesse obiettivamente un carico eccessivo rispetto alle importanti competenze che deve esercitare, in primis il bilancio e il personale. Invece, ho assegnato, sempre estrapolandola dal ricco portafoglio di deleghe dell'Assessore Pichetto - adesso, fortunatamente, un po' meno ricco - la ricerca all'Assessore Leo. In questo modo, tutta la politica dell'istruzione è suddivisa tra l'Assessore Leo e l'Assessore Cotto essendo la formazione professionale strettamente correlata alle politiche legate alla formazione e all'istruzione.
Questo è un assetto del quale, chiaramente, sono ampiamente soddisfatto. Credo che non ci rimanga che tirarci ulteriormente su le maniche ed, attraverso questo aggiustamento di Giunta, cercare di mettere a punto e migliorare le nostre performance, che, a mio giudizio, già erano buone, ma ci poniamo come obiettivo di migliorarle.



PRESIDENTE

E' aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Grazie Signor Presidente del Consiglio, Presidente della Regione.
Saluto i nuovi Assessori e comincio dicendo che mi aspettavo da lei signor Presidente, oltre all'indicazione, alla nomina dei nuovi Assessori e alla lettura degli atti che già conoscevamo, la presentazione di qualche idea, di qualche proposta, di qualche tema di discussione al Consiglio regionale sulle scelte con le quali lei e la sua Giunta pensano di orientare l'ultima fase della legislatura regionale. Non abbiamo sentito nulla di tutto ciò, c'é un elemento di continuità: la mancanza di idee, di progetti, di proposte costituisce un elemento che continua a caratterizzare la vostra amministrazione. A nostro parere c'é qualcosa di più, si riconferma, in questa vicenda, un aspetto che ha caratterizzato il vostro governo. Un governo che ha perso di vista l'interesse generale. La ricerca della mediazione fra le forze politiche sulle spalle delle risorse generali, degli interessi generali della collettività che ha caratterizzato la vostra azione, è segnata sostanzialmente da un'assenza di responsabilità. Le prime dichiarazioni del Presidente, e in particolare del nuovo Assessore alla Sanità, segnalano e confermano questo aspetto. Le prime dichiarazioni del Presidente e del nuovo Assessore alla Sanità, sono la rinuncia ad una discussione sul Piano sanitario. Affermando che alla vigilia delle elezioni non si può chiedere al Presidente e alla maggioranza di assumersi le proprie responsabilità, di dire con chiarezza quello che intendono fare, voi confermate il punto che più di altri è all'origine della crisi della sanità piemontese: la mancanza di governo, la mancanza di assunzione di responsabilità e un quadro per nulla trasparente.
Nello stesso tempo emerge, dal punto di vista istituzionale, ancora il profilo di una maggioranza nella quale l'invadenza delle forze politiche dei partiti è tale, da rendere vuota ogni speranza di una interlocuzione trasparente. Si potrebbe parafrasare Goldoni a proposito del nuovo Assessore alla Sanità fin dal momento della sua presentazione: "Arlecchino servo di due padroni", prima presentato dal Presidente e poi dall'Onorevole Martinat: a chi risponde, questo lo vedremo. Noi crediamo di saperlo perch emerge un elemento di continuità di un sistema di potere, di controllo che ha caratterizzato la sanità piemontese che è alla base delle difficoltà e che ha esposto la sanità piemontese alla situazione di degrado che noi abbiamo conosciuto, mettendo a rischio risorse e competenze molto importanti. Su tutto questo c'é un totale elemento di continuità.
Devo dire, con il rispetto che ho sempre avuto per Gipo Farassino e che non conosco personalmente se non per breve presentazione, che anche la vicenda dell'identità piemontese mette in luce quanto voi siete distanti dalle preoccupazioni fondamentali della Regione. Anche il modo in cui è avvenuta la vicenda, fino agli avvenimenti degli ultimi giorni, con la conferenza stampa saltata, la lite sulla ripartizione dei soldi: "metà per uno" come il Consigliere Dutto ha dichiarato in una intervista su Repubblica, da il segno del degrado al quale la vita pubblica viene portata.
Finisco il mio intervento dicendo questo. Ci voleva trasparenza e voi mettete un Assessore alla Sanità che ha, nella tasca destra, la tessera di Alleanza Nazionale e in quella sinistra la tessera della CGIL: non sappiamo in quale tasca tenga il grembiulino. Una situazione che aggiunge un elemento di confusione, di equivoco ad una situazione che già era caratterizzata per questo tratto. Mi pare che per l'insieme delle scelte che voi state compiendo, oggi siete di fronte ad una situazione che perde un'occasione non per voi, ma per la Regione, su punti essenziali, di compiere un passo in avanti e di dare un segnale di cambiamento. Confermate la linea che avete seguito fino ad oggi e il prezzo che la Regione, per questa linea, è chiamato a pagare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Il Presidente Ghigo nel presentare i nuovi Assessori ci ha anche dato qualche indicazione, sull'operato che dovranno svolgere gli stessi, in termini molto sintetici. Non entro nel merito delle questioni, che conosco poco, relative alle competenze che avrà l'Assessore Farassino, certamente saremo interessati a capire cosa vuol dire identità oggi in Piemonte per evitare di ragionare attorno a temi che non esistono. Avremo poi il modo di parlare di questi temi.
Voglio dire qualcosa in merito alla scelta che è stata fatta sull'Assessorato alla Sanità. Presidente, mi sarei aspettato qualcosa di più preciso e qualche compito più definito indicato o concordato con l'Assessore Galante. In realtà, mi pare questo il termine del problema all'Assessore Galante sono stati assegnati compiti tutti interni. Il Presidente ha posto un accento dicendo : "In fondo, l'Assessore ci dovrà sottoporre qualche modalità per l'organizzazione della struttura". Mi pare che indichi chiaramente il compito che è stato affidato al neo Assessore e non può essere diversamente. La scelta compiuta, Presidente e Consiglieri è quella di narcotizzare la sanità, narcotizzare i problemi della sanità attraverso un tecnico che, oltre essere tale, è anche un funzionario (neppure del massimo livello) della Regione Piemonte per quanto riguarda il settore sanità.
D'altronde il Presidente non ha nemmeno annunciato che il nuovo Assessore sarà in grado di affrontare i problemi della sanità quando la prima dichiarazione fatta dal neo Assessore stesso è stata: "Condivido totalmente tutte le scelte fate dall'Assessore D'Ambrosio". Certo, le ha condivise, le ha firmate, concordate, ci ha lavorato, le ha suggerite: il nuovo Assessore è anche collega dell'altro dirigente, il dottor Ferro.
Quindi ha partecipato a tutte le scelte che sono state compiute, si pone sulla continuità. Mi chiedo: per quale motivo abbiamo sostituito D'Ambrosio? Perché è stato sostituito D'Ambrosio se tutto è concordato, se tutto è definito, se si concorda sull'operato dell'ex Assessore? C'era un problema personale nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio? Bisogna che queste questioni vengano chiarite. Fornisco questa lettura di quello che è avvenuto: narcotizzazione dei problemi. L'Assessore fornirà sicuramente qualche risposta tecnica quando i problemi si presenteranno - più da funzionario, più che tecnica - e si tenterà di tranquilizzare un po' i dissidenti, chi mette in rilievo i problemi. In realtà, il problema vero almeno la mia lettura è questa (mi pare che anche il Consigliere Gallarini dopo la Commissione di inchiesta sulla sanità, lo avesse sottolineato): il problema della struttura, si è deciso di far governare la struttura.
Vi ricordate quante polemiche e giudizi sono stati dati quando si diceva: "il problema è di intervenire sulla struttura"? La vicenda Ferro lo ha dimostrato, tutti quanti, compresa Forza Italia, hanno detto: "Dobbiamo intervenire sulla struttura". No, la scelta è stata contraria; è stata quella di mettere al centro la struttura, di farla persino governare sulla sanità.
Allora, che struttura c'è? C'è una struttura sulla sanità che si è piegata al potere politico, al potere partitico. L'Assessore Galante lo dimostra chiaramente: si è piegata al potere della Giunta, indicando anche un grandissimo opportunismo per le dichiarazioni che sono state dette.
Ma come si può dare delle garanzie a un' Assessore che è grato a un'Organizzazione Sindacale perché è stato assunto e poi è grato all'Assessore D'Ambrosio perché gli ha dato un ruolo? Cosa vuol dire? Che il prossimo gruppo di potere forte che gli darà qualche garanzia, lui sarà grato anche a quel potere? In qualche maniera la coerenza è importante, Presidente Ghigo. Nel momento in cui lei era a conoscenza che il suo Assessore ha assunto atteggiamenti così incoerenti, qualche preoccupazione bisognava pur averla.
Perché non dare garanzie sul piano della coerenza, che è un elemento non irrilevante nelle scelte che si compiono? Quindi una struttura piegata al potere politico: come potrà il neo Assessore mettersi contro chi l'ha nominato? Come potrà, non avendo neppure peso politico? Non potrà che eseguire gli ordini di chi l'ha sponsorizzato, e la persona che l'ha sponsorizzato - lo sappiamo, perch abbiamo letto i giornali - rappresenta un gruppo di potere vero sulla sanità, che bisogna controllare; invece gli è stata aperta l'autostrada per poter governare la sanità.
Quindi il neo Assessore è la foglia di fico di un potere vero sulla sanità, che è gestito al di fuori della Regione. Questo è il tema vero, il tema che lei, Presidente, non ha voluto affrontare, accontentandosi di una scelta di grandissima mediazione di basso profilo. In ogni caso, i problemi della sanità resteranno tutti, perché non mi pare che la sua preoccupazione sia quella di affrontare le questioni gravi della sanità, ma soltanto quella di raggiungere qualche mediazione al ribasso per garantire tranquillità fino al completamento di questa legislatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Signor Presidente e colleghi, oggi si assiste alla liquidazione dell'Assessore Antonio D'Ambrosio dopo quasi due legislature di gestione del più importante Assessorato della Regione, quello della sanità.
Penso che ormai non si può avere difficoltà ad ammettere che ci si trova davanti al fallimento, molte volte annunciato ed alla fine dichiarato, della tenuta politica di questa maggioranza, evidenziato oggi più che mai dalla sostituzione, ad un anno e mezzo dalla conclusione della legislatura, dell'Assessore di un settore di vitale importanza per la nostra comunità.
Con D'Ambrosio siamo al quarto Assessore che il Presidente Ghigo si trova a dover sostituire: veramente un primato, non c'è dubbio! In tutta onestà, io non mi sento di gioire per la sconfitta di un avversario politico come può essere l'Assessore D'Ambrosio, a cui va riservato rispetto umano e riconosciuto impegno nel suo lavoro. Colgo l'occasione per salutarlo.
Tuttavia non possiamo esimerci dal manifestare preoccupazione per tutto quello che è capitato e sta capitando da inizio legislatura, che non si può di certo far risalire ad una serie di incidenti di percorso, ma piuttosto ad incapacità politica e di governo da parte di questa maggioranza.
L'Assessore D'Ambrosio non ha avuto quelle iniziative di largo respiro di prospettiva, di innovazione che sarebbero state necessarie e indispensabili per creare un modello di sanità piemontese veramente originale, moderno ed esaustivo. Forse gli è mancata la chiarezza di idee forse gli è venuta meno la solidarietà politica da parte della sua maggioranza, forse anche gli è mancato quel coraggio da cui non si pu prescindere per realizzare qualcosa di importante. Fatto è che, negli otto anni e mezzo di Assessorato, si è limitato ad una ordinaria amministrazione, quasi navigando a vista, tappando falle a destra e a manca, mentre sarebbero occorsi cambiamenti organizzativi e culturali radicali, da realizzare attraverso un lavoro non improvvisato. E, cosa grave, si è operato da parte sua e della sua maggioranza ignorando quei dettami costituzionali imprescindibili per una corretta azione di governo come la programmazione e i controlli.
In questi giorni si sono lette parecchie dichiarazioni, specie da parte di esponenti della maggioranza, tra cui quelli di D'Ambrosio, più o meno di questo tono: "Lascio ai piemontesi una sanità che tutti gli indicatori nazionali collocano tra le migliori d'Italia"; ed ancora: "Oggi in Italia le Molinette sono uno degli ospedali all'avanguardia". Eppure, quando si dice Molinette, tutti pensano a Odasso.
Effettivamente gli scandali hanno intossicato la sanità piemontese, che non viene ricordata per le eccellenze, ma per la cronaca giudiziaria.
Nessuno, comunque, accusa D'Ambrosio di aver creato il mostro, semmai di non essere riuscito a debellarlo. Alla critica lui ha sempre risposto come un San Giorgio cui abbiano legato le mani per impedirgli di uccidere il drago.
Parlando delle Molinette, consentitemi però di sottolineare che esse non comprendono soltanto il centro per i trapianti o la cardiochirurgia: ci metterei dentro, tra le altre cose, anche gli ascensori che si rompono di continuo, gli aghi e le siringhe che mancano, i tempi di attesa per importanti interventi chirurgici, visite specialistiche, esami strumentali ed altro, che continuano ad essere lunghi, molto lunghi e sono motivo di forte disagio per le persone che ne hanno bisogno e che sono poi la stragrande maggioranza dell'utenza.
Questa è una realtà che, purtroppo, è comune a quasi tutte le strutture sanitarie regionali, sia ospedaliere che di distretto. Non basta inaugurare in pompa magna nuovi presidi sanitari quando poi si abbandona il processo di razionalizzazione di quelli inutili e fatiscenti, che sono fonte di spesa abnorme e di sprechi, per scelte che nessuno riesce a capire, se non pensando a condizionamenti politici o locali, mentre si lasciano in sofferenza strutture funzionali che spesso sono strategiche e importanti per certe realtà locali, dove rappresentano le uniche strutture esistenti.
I tempi di attesa molto lunghi non si risolvono con la informatizzazione degli studi medici, semmai questi abbreviano il tempo di prenotazione, ma non quello di esecuzione, che non viene nemmeno sfiorato.
Per affrontare con serietà questo problema è di assoluta urgenza che si completino gli organici del personale medico e paramedico nei servizi sanitari sia territoriali che ospedalieri pubblici.
In questo contesto è da sottolineare la grave carenza di medici specialisti e infermieri: tutti lo sanno, ma nessuno muove un dito per risolvere il problema, che è poi il grande problema di gran parte dei problemi. Se non si risolve questo nodo, fatalmente la sanità pubblica sarà indotta al ruolo di testimone.
"Non ho nulla in contrario a sviluppare il privato, ma non a scapito del pubblico", precisa in un'intervista il Presidente Ghigo. "Fino a quando sarò Presidente, la sanità piemontese sarà principalmente pubblica.
Le strutture private devono essere funzionali alle necessità del pubblico", spiega il Presidente.
Mi si consenta di avere qualche perplessità che le cose andranno a finire in questo modo: se non si definisce bene il percorso e le regole questa filosofia condurrà per forza di cose alla sanità privata.
Siamo anche noi d'accordo nel coinvolgimento dell'intervento privato ma per far funzionare meglio la sanità pubblica, non per distruggerla e sostituirla. Si assisterà invece ad uno scenario in cui la sanità pubblica sarà sempre più ridimensionata per mancanza di personale e di beni, con servizi in estrema difficoltà anche a gestire il minimo, a cui saranno riservate le grane e le emergenze con tutto quello che esse comportano in termini di spesa e disagio, di cui la sanità privata non avrà certo interesse e convenienza di farsi carico, mentre quest'ultima si impinguerà a dismisura per accreditamenti e convenzioni sempre più numerosi, le cui richieste verranno evase con la stessa dinamica riservata oggi dalle cliniche private ai parti che vengono effettuati di norma su appuntamento e con esclusivo taglio cesareo. Le strutture private diventeranno fatalmente l'approdo felice del personale pubblico, sempre più frustrato e in fuga. Il problema delle risorse in sanità è certamente il più grave e il più difficile da risolvere. La cifra attualmente stanziata, il 5,8% del PIL, è inadeguata, mentre un Paese civile, prospero come il nostro, deve offrire a tutti i cittadini la tutela della salute, destinando i fondi necessari. Se la questione non verrà posta al più presto, come ammette lo stesso Ministro della sanità, si rischia di cadere nell'economicismo imperante, che, invece di pensare al rapporto qualità-prezzo delle prestazioni, pensa solo al loro costo. Tentando di abbatterlo, si abbatte anche la qualità dei servizi ai cittadini.
L'inadeguatezza delle risorse paradossalmente chiama in causa la professionalità del nuovo Assessore alla sanità, presentato come un bravo organizzatore.
In altre parole, Assessore, le si chiede di spendere meglio i soldi e di evitare gli sprechi, mettendo le cose al proprio posto, in modo che funzionino bene, facendo magari di necessità virtù, affinché si possa ottenere la resa massima e più utile per i cittadini, con coraggio perizia, chiarezza e serenità, attraverso un leale confronto politico istituzionale e sociale.
Per metterla in gergo calcistico, penso sia difficile per lei, per quanto valente possa essere, fare il difensore, il centrocampista e l'attaccante, come pretende l'Onorevole Ghigo. Forse pretende un po' troppo! A volte può diventare importante anche solo non fare autogol. Si limiti, piuttosto, a fare bene l'allenatore, magari l'allenatore in campo impostando la tattica giusta e controllando che i giocatori si comportino da atleti.
Solo così si può sperare di vincere le partite, anche quelle difficili come quella della sanità della Regione Piemonte.
Assessore Galante, noi socialisti, oggi piccola forza partitica ma dalla grande tradizione in questa materia, le formuliamo augurio di buon lavoro per il difficile compito che l'attende, certi che se farà bene, lo farà per tutti. Leggevo una sua recente intervista in cui esprimeva riconoscenza al dott. D'Ambrosio, affermando che senza di lui non le sarebbe stato possibile vivere la favola che sta vivendo, quella del ranocchio che diventa principe. Le fa certamente onore questa esternazione.
Oggi non è da tutti manifestare riconoscenza per quello che si ottiene; ma accetti il nostro consiglio: faccia in fretta a spogliarsi degli abiti regali di principe per calarsi nella dura realtà di Assessore, di Assessore alla sanità della Regione Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, per favore richiami l'attenzione dell'aula, perch ritengo che l'argomento di questa mattina sia particolarmente importante ed impegnativo. Prima di rivolgere i miei complimenti all'Assessore Galante volevo invitarvi ad una piccola riflessione sul modo in cui si è sviluppata la dinamica della nomina dello stesso Assessore Galante.
Presidente Ghigo, le devo fare delle rimostranze perché questa comunità è un po' delusa per il modo in cui lei ha operato la scelta. Come lei saprà, stiamo riformulando lo Statuto e bisognerà rifare la legge elettorale. Ciò che questa comunità non riesce a capire è come mai un Presidente che viene eletto direttamente dal popolo con una marea di preferenze (circa 900.000), alla fine non ha la possibilità di scegliere l'Assessorato che vale il 60% della fiscalità locale . lei ha fatto compiere la scelta ad un partito che, in qualche modo, non raggiunge il 15% del peso politico complessivo. Non siamo mai stati d'accordo sul progetto dell'Assessore D'Ambrosio, ma la "trappola", Signor Presidente l'ha preparata Alleanza Nazionale e lei per porre rimedio ha fatto il ragionamento di chi in nove anni ha peccato e adesso sentiva il bisogno di confessarsi. Pertanto, ha pensato: "Abbiamo affidato la gestione della sanità all'Assessore D'Ambrosio. Per nove anni ha svolto questo compito e la comunità non è contenta. Chiediamogli le dimissioni e così le nostre anime sono salve".
Non è questo il problema, Signor Presidente. Il ragionamento che vogliamo fare è un altro: vorremmo capire in che modo si può risolvere tecnicamente il problema di questa sanità.
Vorrei porre un'ulteriore domanda al neo Assessore, ovviamente rivolgendo allo stesso tutti gli auguri che merita una persona che acquisisce cariche di questo tipo. Cosa significa che sarà sempre grato all'Onorevole Martinat? Tra le altre cose, la sua forza politica, Alleanza Nazionale, in quest'aula gestisce il 92,3% delle risorse avendo due Assessorati: l'Assessorato alla sanità e la Vicepresidenza dell'Assessore Casoni.
Assessore Galante, in qualche modo deve rispondere a queste domande: vogliamo tecnicamente comprendere la differenza tra la gestione che lei vuole mettere in atto e la gestione del suo predecessore, perché se lei agisce in perfetta continuità significa che noi sinora non ci siamo spiegati bene, oppure chi le ha conferito la carica. Cioè quel Presidente che, per la verità, questa mattina ha detto che ha esercitato una propria e libera scelta. Questa è la parte mortificante di tutto il discorso.
La domanda che il sottoscritto (ma penso tutta la sinistra) vorrebbe porle è la seguente: quali sono i criteri di riqualificazione di questa attività che noi riteniamo preponderante? In che modo intende riqualificare i posti letto? È vero che la sanità piemontese è di eccellenza, ma è pur vero che si tratta di una sanità che il Governo Ghigo non ha creato in nove anni di esercizio, perché era un'eccellenza preesistente. La nostra preoccupazione è che questa eccellenza si sciupi giorno dopo giorno. Il "Salizzoni" della situazione non lo ha creato né il Presidente Ghigo né l'ex Assessore D'Ambrosio. Siamo fortemente preoccupati, perché in questa gestione è particolarmente mancato il progetto.
Quando parliamo di "progetto", vorremmo capire in che modo vorrà ripristinare gli 8.000 posti letto che sono stati dissipati e in che modo vorrà riqualificare i posti letto in ospedale, perché è sufficiente visitare le corsie dei nostri ospedali per capire che i medici, prima di una prescrizione, chiedono alle infermiere quanto costano i farmaci. Siamo arrivati veramente al terzo mondo! Alla gente non interessa se deve andare in un ospedale pubblico o privato se sta male: l'essenziale è risolvere il problema.
Vogliamo cercare di capire se lei ha intenzione di dividere la gestione amministrativa-politica dalla gestione clinica e vorremo sapere quali sono i rapporti con l'Università. Tutti sanno che in Piemonte mancano gli infermieri, solo questa Giunta non vuole capirlo. Una sanità può essere distrutta o per eccesso di costi o per mancanza di infermieri.
Assessore, siccome riveste un compito molto importante, vogliamo sapere qual è la sua posizione in quest'aula. Lasci stare la continuità, che non servono a nessuno. Se vorrà dare una mano a questa comunità su un argomento particolarmente delicato, dovrà metterci del suo, dovrà essere molto creativo e dovrà dimostrare la voglia di risolvere i problemi altrimenti la confessione tra il Presidente Ghigo ed Alleanza Nazionale servirà a nulla, perché i cittadini hanno il timore e continueranno ad avere questa sensazione negativa della sanità. Non sbandierate che la sanità piemontese è una sanità di eccellenza, perché voi, con le eccellenze della sanità, non c'entrate assolutamente nulla.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Innanzitutto, vorrei porgere - anche se può sembrare strano che ci avvenga da una forza politica come la nostra che non ha mai risparmiato critiche nei confronti della sanità - un ringraziamento all'Assessore D'Ambrosio per il lavoro svolto.
Il suo non è stato un lavoro facile, soprattutto nelle condizioni politiche in cui ha dovuto operare all'interno dell'Assessorato.
È per questo che merita, sicuramente, un ringraziamento da parte nostra.
In questi giorni siamo stati in silenzio. Ci siamo lasciati, prima della fine dell'anno, preoccupati perché la situazione, all'interno della Giunta regionale, non era serena. Oggi ci ritroviamo con la Giunta al completo.
È proprio il caso di dire: anno nuovo, Giunta nuova.
Altrettanto sommessamente, come siamo abituati ad operare e lo testimonia il lavoro coerente degli Assessori Botta e Laratore all'interno della Giunta regionale (e penso anche al contributo che il nostro Gruppo dà all'interno del Consiglio) saremo estremamente attenti all'operato di questa coalizione. Sottolineo che siamo nell'ultimo scorcio di legislatura ed è ovvio che non possiamo permetterci, Presidente, di fare errori.
Conosciamo il nuovo Assessore alla sanità, sappiamo tecnicamente qual è il suo valore e apprezziamo quello che è stato il suo lavoro precedente.
Questo, quindi, ci può fare ben sperare.
Pensiamo, d'altra parte, che ci sia la stessa dedizione da parte del nuovo Assessore al teatro. Sicuramente, sul programma del nuovo Assessore c'è da sperare che avremmo una cultura non di bassa lega, ma un impegno non indifferente.
Ci preoccupano un po' le parole espresse questa mattina dal Presidente Ghigo. Questa cogestione, questa delega gestita insieme, è una questione che all'interno di una Giunta - se lo lasci dire da un amministratore che ha operato anche in altre sedi - mi preoccupa per il futuro. Mi pare di conoscere bene l'Assessore alla cultura e di sapere come la pensa il nuovo Assessore al teatro.
Come Gruppo dell'UDC esprimiamo preoccupazione da un punto di vista politico. Noi, però, siamo fiduciosi - e lo dirò anche all'interno del dibattito politico.
Vedete, colleghi Marcenaro e Saitta, noi guardiamo ai fatti, non alle parole.
Era quasi commovente sentire la difesa dell'Assessore D'Ambrosio da parte della Commissione d'inchiesta - che, peraltro, non abbiamo mai riconosciuto come tale - perché sembrava veramente una paradossale parodia in questa sede.
Così come, collega Marcenaro, posso condividere il fatto che sia preoccupante l'invadenza dei partiti all'interno delle Istituzioni, ma detto da lei diventa veramente paradossale. Potrei ricordare, nella mia esperienza politica, molti colleghi del suo partito che spesso, si sono sostituti e hanno fatto gli Assessori al posto di fare la parte politica.
Non ne cito nessuno perché, in prevalenza, sono tutti amici con cui ho un buon rapporto, ma che hanno inteso la politica sicuramente non come la intendiamo noi.
La stessa preoccupazione che nutriamo sul problema politico, l'abbiamo anche rispetto alla nomina del nuovo Assessore al teatro.
Presidente Cota, Presidente Ghigo, noi saremo attenti sui fatti e sull'operato. Come sempre, daremo la nostra collaborazione e la nostra massima fiducia, ma penso che quando si dà fiducia, quando si dà collaborazione massima, si debba essere ripagati. Se ripagate questa nostra fiducia, in fondo ripagheremmo, in principal modo, i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Speravo che gli Assessori, e soprattutto il Presidente Ghigo cogliessero questa occasione per delineare una qualche politica e configurare le deleghe, in modo tale da esprimere priorità e attenzioni.
In effetti, è venuto fuori uno "spezzatino senza né capo né coda".
Quando si scorpora la formazione professionale dal corpo principale del lavoro e dell'industria, funzione strettamente connessa e legata, per accorparla all'Assistenza, si tratta di pura distribuzione delle deleghe casuali.
Quando sulla ricerca non si supera un limite storico, perché la ricerca è sempre stata inserita insieme all'istruzione e all'università (perch storicamente si pensava che la ricerca si facesse tutta all'interno delle università, mentre oggi, specie in Piemonte, i tre quarti della ricerca avviene all'esterno dell'università) occorrerà ragionare. Certamente l'Assessore Leo avrà la capacità di interpretare, perché lo scorporo, dal sistema delle politica industriale ed economica, di una delle componenti.
infatti l'Assessore Pichetto lavora molto nel finanziamento della ricerca e dell'innovazione.
Mi pare che si sia fatta un'operazione estremamente confusa e non adeguata ad esprimere una politica. Gli storici hanno tratteggiato l'età del bronzo e del ferro, se avranno tempo di analizzare la gestione del centrodestra della Regione sarà l'età del sughero, del galleggiamento perché questa è proprio l'espressione chiara di una configurazione delle deleghe assessorile, non in termini di espressione di una politica. È proprio una distribuzione casuale, una marmellata.
È un peccato. In precedenza, senza volere fare la politica guardata dal buco della serratura origliando, mi è capitato un dialogo interessante. I colleghi Marcenaro e Saitta hanno fatto un intervento durissimo. L'ho interpretato di una durezza estrema, a tal punto che il Presidente Ghigo si volta e chiede: "Ma, qualcuno mi difende?".
Giustamente, un rappresentante del centrodestra gli ha detto: "Ma chiamati Martinat!". Questo dà il senso della situazione.
Anche il collega Angeleri, che si è impegnato ad una difesa tranquilla sicura e serena, dal suo intervento è emerso che potrebbe essere una difesa che risponde a un attacco durissimo, violento - con i contenuti che condivido - fatto dai colleghi dell'opposizione, in precedenza.
Una situazione di questo tipo lascia l'amaro in bocca. Da un lato non ho colto la capacità in questa occasione di dire che si sono configurate le deleghe in un certo modo perché si intende esprimere delle politiche giuste o sbagliate che siano. E' chiaro che questo è legato all'autonoma decisione politica di una maggioranza, però c'è una traccia. Invece non c'è traccia; ci sono tanti pezzi senza corposità.
Anche il trasferimento della ricerca, che è una sfida notevole per l'Assessore Leo, poteva essere sostanziata. Si poteva dire che si intende recuperare il senso che ha, anche a livello nazionale, la collocazione all'interno del sistema dell'istruzione e universitario. Anche se io non lo condivido e lo contesto.
Oggi la ricerca dovrebbe essere collocata nel seguente modo: la ricerca di base con l'università e la ricerca applicata con il sistema economico.
Però, francamente, la formazione professionale trattarla così! Tra l'altro finanziata dai fondi strutturali la cui competenza è dell'Assessore Pichetto.
La formazione professionale trae risorse molto importanti dai fondi strutturali, ma noi questa delega la diamo all'Assessore Cotto.
All'Assessore Cotto, perché quest'ultima è stata "svuotata" dei "piemontesi nel mondo" e di altre deleghe, allora occorreva trovare un elemento di compensazione. Come si compensa? Con un taglio a caso. Diamole la formazione professionale, con il massimo rispetto per l'Assessore Cotto che si impegna, ma credo che ne capisca poco di formazione professionale nei termini di inserimento nel processo economico, industriale, nel terziario e nell'agricoltura del Piemonte.
E' una cosa penosa. E' un'altra occasione persa. Mi dispiace come piemontese, perché ci tengo che la Regione Piemonte sia una Regione adeguata a rispondere agli interessi generali della nostra società. Sarà l'elettorato a dare un giudizio su questi comportamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Ringrazio il Presidente della Regione, Ghigo, perché ha svolto, dal suo punto di vista, una comunicazione esaustiva. Una comunicazione completa sul rilancio dell'attività del Governo regionale, non perché qualcosa non funzionasse, ma perché, il Presidente, attraverso la nomina dei nostri due nuovi Assessori e con la rivisitazione delle deleghe, atte a rispondere alle professionalità dei singoli Assessori, intende continuare a dare risposte alla nostra Regione e alla comunità.
Il benvenuto, da parte del Gruppo Forza Italia, ai nostri due nuovi Assessori, al dott. Galante e a Farassino.
Mi sia consentito di ringraziare il collega D'Ambrosio che è stato Assessore alla Sanità per circa otto anni. Lo ringrazio per il lavoro svolto, per la scelta difficile che ha voluto compiere nell'interesse generale. Questo fa onore all'uomo e al politico D'Ambrosio. Gli porgo anche gli auguri di buon lavoro come Consigliere regionale, sicuro che il Consiglio regionale potrà avere dal dott. D'Ambrosio, ancora, importanti contributi. L'opposizione ha detto che si aspettava di più dal Presidente Ghigo, devo dire, e poi vedremo perché, che ci aspettavamo qualche cosa di più anche noi dall'opposizione. Vedremo se negli interventi futuri emergeranno altre argomentazioni.
Il Presidente Ghigo che conoscete bene, come collega e come Presidente della Regione, non è un accentratore. Chi non è accentratore crede in una squadra; chi crede in una squadra la prima cosa che deve dimostrare sul campo - e il Presidente Ghigo lo ha dimostrato e lo sta dimostrando - è quella di avere rispetto, considerazione e stima per i suoi Assessori cioè per i membri del governo regionale.
Quindi, bene ha fatto il Presidente a non fare anticipazioni, n sull'azione dell'Assessore Farassino, né sull'azione dell'Assessore Galante. Dovranno farlo loro con gli atti istituzionali, in questo Palazzo in Consiglio regionale e all'interno del governo regionale e dovranno presentarli, sostenerli e confrontarsi con il Consiglio regionale.
E' forse una cultura diversa la nostra rispetto a chi vuole una stereotipazione di tutta l'azione su un'unica persona e l'abbiamo visto anche dagli interventi dell'opposizione, sui quali dirò qualcosa.
Ho ascoltato con preoccupazione il livore e la critica, totalmente senza azione costruttiva, da parte dell'opposizione. Penso che non sia corretto, ancora prima di conoscere le persone, quasi schernire, in particolare il nuovo Assessore Galante, e offenderlo facendo dei riferimenti personali. Noi crediamo che entrambi gli Assessori abbiano una grande professionalità e certamente la loro competenza e la loro storia di uomini e di tecnici, vale per l'Assessore Galante e in particolare per l'Assessore Farassino - grande uomo di cultura - parlano da sole.
Avete chiesto: "Cosa volete fare del Piano Sanitario?" Noi del Piano Sanitario dobbiamo fare, Presidente, di necessità virtù. Con questa opposizione non siamo stati in grado, non abbiamo avuto la possibilità di confrontarci; tante critiche, tanto ostruzionismo, nessuna proposta concreta e percorribile sulla quale confrontarci. Questo è un dato di fatto lo valuteranno gli elettori nel 2005.
D'altronde le divisioni, all'interno del centrosinistra, che stanno emergendo nel Paese e che emergono molto bene anche in quest'aula, in questa Regione, fa sì che questo centrosinistra faccia una formazione politica, non alternativa e non credibile come interlocuzione politica.
Questo è il nostro parere e lo diciamo con chiarezza e sommessamente.
Anche noi, Presidente, ci aspettavamo un po' di più dall'opposizione.
Lei lo sa che i sondaggi sulla sua persona e sulla nostra coalizione sono buoni. Il Presidente Ghigo, che sarà nostro candidato nel 2005, è dato vincente e che gli aspiranti Presidenti della Regione, soprattutto coloro i quali siedono in quest'aula, non hanno speranza. Forse è anche questo che muove questo livore e questi attacchi.
Guardi Presidente, lei mi conosce, io sono scaramantico e pessimista normalmente, ma oggi comincio a ritornare sempre più fiducioso alla luce degli interventi che ho ascoltato. Sono certo che i prossimi interventi non potranno che aumentare il grado della mia fiducia per gli appuntamenti elettorali del 2005.
Il livore, dicevo, gli attacchi personali, la doppia tessera, le raccomandazioni: risponderanno politicamente a Martinat o istituzionalmente a Ghigo? A noi queste cose non interessano e certamente non immaginiamo neanche di mettere in discussione il valore di una persona proprio per quei concetti di rispetto che fanno parte dei valori e degli ideali che muovono anche la nostra azione politica.
Siamo certi che entrambi gli Assessori, l'Assessore Farassino e l'Assessore Galante, risponderanno innanzitutto alla loro coscienza, alla capacità di amministrare, nell'interesse generale e daranno risposte a questa comunità e a questo territorio.
La demonizzazione dell'avversario non paga, dovreste averlo capito dopo tanti anni.
Noi crediamo, caro Saitta, che il richiamo alla coerenza si sviluppi in un concetto. Mi avvio alla conclusione, Presidente. Lei, Consigliere Saitta, richiamava la coerenza, quasi che aver avuto o avere la tessera di un sindacato, che non è in linea con il partito politico che ha espresso la candidatura, sia una grave mancanza di coerenza.
Bene, la richiamo anch'io alla coerenza. Lei era democristiano, un partito che ha sempre combattuto i comunisti, un partito anticomunista. Lei si accinge ad un appuntamento elettorale nel 2004 che, pur di avere un potere, andrà in campagna elettorale con i Comunisti italiani, magari anche con l'apporto determinante di un partito che si chiama Rifondazione Comunista.
Nel Paese e in Piemonte la sinistra è divisa. Devo dire che il leader della Margherita, ormai non credo più dell'Ulivo, Rutelli ci sta dando una mano a dimostrarlo. Il Presidente Berlusconi, anche grazie alla dieta che ha fatto, è particolarmente grato di questo. E' divisa qui in Regione, lo abbiamo visto, perché a lato del fatto che, riconosciamo uno sforzo per cercare di fare lo Statuto, in particolare lo diciamo anche dei Democratici di Sinistra, però quando una coalizione presenta cinque proposte, non solo alternative, ma neanche compatibili tra loro, ci porta a fare una riflessione d'obbligo. Quindi, oggi abbiamo la prova che non siete alternativi e di questo vi ringraziamo.
Auguriamo, come Gruppo, buon lavoro all'Assessore Farassino e all'Assessore Galante e alla Giunta regionale nel suo complesso, perch oggi abbiamo una nuova Giunta, alla luce di quello che ci ha detto il Presidente Ghigo. Buon lavoro, in particolare, al nostro Assessore Leo e al nostro Assessore Cotto, ricordando all'opposizione, che piaccia o no questa Regione, è la Regione che ha il servizio 118 preso a modello da tutte le regioni d'Italia e in questo Paese è la Regione che investe di più nella ricerca. Infatti, nell'Europa delle 211 regioni, è al numero sei nella classifica. Questi sono fatti riscontrabili. Le vostre sono parole e chiacchiere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

A differenza del Consigliere Cattaneo, che è stato deluso dall'opposizione e che si aspettava di più, io dall'intervento del Consigliere Cattaneo e da quello del Presidente Ghigo mi aspettavo esattamente quello che hanno detto. Cercherò di spiegare perché.
Il Consigliere Cattaneo ha dovuto fare quella parvenza di difesa delle scelte del Presidente che la maggioranza tiepidamente non ha fatto o, con un tacitiano silenzio, ha lasciato nell'indefinito limbo fino a questo momento.
Il Presidente Ghigo ha fatto l'unica cosa che poteva fare: una piatta cronaca con l'elenchino delle deleghe e i loro trasferimenti. E perché ha potuto fare solo una piatta cronaca delle deleghe con elenchino dei trasferimenti delle stesse da un Assessore all'altro più le nuove emissioni? Per una ragione molto semplice: perché il Presidente Ghigo si è ripresentato, in quest'aula, non autonomo dai partiti, da uno in particolare della sua maggioranza.
Abbiamo sempre pensato che della sanità e quant'altro fosse l'on.
Martinat che decideva e lui ce l'ha confermato, dimostrando che quindi l'elezione diretta del Presidente, davanti a cotanti uomini di AN, è ampiamente travolta. E, nello stesso tempo, si è presentato qui con una distanza profonda dai problemi del Piemonte.
Questo combinato disposto (forte dipendenza dai partiti, in particolare da uno, e da un sistema di potere, lontananza dai problemi del Piemonte) ha portato alla relazione del Presidente Ghigo e alle conseguenti scelte assessorili che lui ha fatto. Cercherò di dire perché. Perché quando in Piemonte i problemi più rilevanti - e la liquido con una breve osservazione sono quelli relativi allo sviluppo della Regione, ai problemi occupazionali, al tentativo di inventarsi un modello di sviluppo per il Piemonte che risponda ai problemi che esso ha, e l'unico problema che il Presidente vede come rilevante è quello dell'identità piemontese, la distanza è assodata.
Quando poi in Piemonte, accanto ai problemi dello sviluppo e dell'inventarsi e reinventarsi un modello di sviluppo, che guardi al futuro e guardi all'Europa, c'è quello di definire il profilo di un nuovo welfare regionale, il Presidente Ghigo che cosa fa? Sostituisce l'Assessore D'Ambrosio e l'architrave della gestione della sanità in Piemonte che lui aveva definito, con l'Assessore Galante, di cui potremmo dire sostanzialmente alcune cose.
Le deleghe che lei ha dato all'Assessore Galante sono le seguenti: piena continuità con il sistema precedente, che ha portato al deficit, agli sprechi e agli scandali che conosciamo, nonché alla costruzione di un sistema di potere basato sull'appartenenza, che ha fatto della sanità l'architrave con cui questa maggioranza si è presentata in Piemonte nel 2000 e negli anni successivi.
Il secondo mandato è quello di tenere i cassetti chiusi. Quindi, piena continuità e cassetti rigorosamente chiusi. In particolare, quei cassetti che devono rimanere particolarmente chiusi sono magari quei cassetti del rapporto tra pubblico e privato nella sanità, tutta la vicenda delle cliniche private e tutta la vicenda della cardiochirurgia, che tanto hanno impegnato non solo questo dibattito, ma anche purtroppo drammatiche vicende giudiziarie. Questi sono i due veri mandati.
Il terzo mandato è il seguente: non parlare di programmazione, non tirare fuori dai cassetti il Piano sanitario regionale, non reintrodurre quel meccanismo virtuoso, quel rapporto virtuoso tra programmazione gestione e controllo, che è l'unico modo per restituire trasparenza alla sanità piemontese.
Il quarto mandato: la trasparenza è questione di cui non bisogna parlare. E della questione dei controlli bisogna fare solo vaghi accenni perché controlli veri, collegati al vero meccanismo di gestione e dentro un ambito di programmazione, sarebbero forieri di gravi problemi per quanto riguarda la gestione precedente, ma anche per il futuro di questa sanità piemontese nella versione della Giunta Ghigo e nella direzione data dal Presidente Ghigo, che potrebbe portare grandi vantaggi (nuova gestione) ai cittadini piemontesi, ma grandi svantaggi all'attuale sistema di potere lì costruito. Ma queste scelte, Presidente, non hanno cancellato i problemi.
I problemi del modello di sviluppo piemontese, i problemi di quale profilo del welfare e della programmazione rimangono tutti interi nonostante le scelte o di basso profilo e di continuità, nonostante il tentativo di occultare i problemi che lei, da questo punto di vista, ha fatto. Non hanno cancellato i problemi e io le chiedo un'altra cosa, alla luce di questo dibattito: lei pensa che abbiano cancellato almeno i problemi della sua maggioranza e le sue fibrillazioni? Questo non mi pare nonostante il tentativo (quasi eroico) che il Consigliere Cattaneo tenta sempre di fare, nell'assoluto silenzio di tutti.
Chiudo dicendo al Consigliere Cattaneo che non solo io, per le future maggioranze, assumerei il detto saggio "mai dire mai", rispetto a chi dirigerà e governerà questa Regione nel futuro, vendendo sondaggi che hanno poco rilievo da questo punto di vista. Davanti alle grandi divisioni dell'opposizione che lui ha declamato in quest'aula, gli vorrei ricordare che, su una gran questione come quella della gestione della sanità, su cui il flop più grande è stato fatto da questa maggioranza, da parte opposizione di centrosinistra e di tutte le opposizioni ci sono stati sempre i più alti livelli di unità e le uniche capacità di lanciare modelli di programmazione sono venute da qui. Non solo dal ruolo, minoritario nei numeri, che svolgiamo in quest'aula, ma da quel ruolo più grande che, con i sindaci che amministrano il Piemonte nelle più importanti città, con i Presidenti delle Province, con la comunità locali e le organizzazioni sociali, solo queste forze hanno saputo delineare un nuovo modo di programmare e di dirigere la sanità piemontese. Non certo quelle forze che pur maggioritarie in Consiglio, ma minoritarie in Regione, siedono dietro a questi banchi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Credo che sicuramente non è una gran giornata per il Piemonte per il modo in cui è avvenuta questa comunicazione. Tra l'altro, noi Consiglieri regionali siamo informati ben ultimi di manovre che sono consistenti: non solo cambi di Assessori, ma anche tutta una modifica di deleghe. Ne prendiamo atto per ultimi e se ne inventano anche parecchie nuove,su cui tornerò.
Credo che tutti questi temi dovrebbero essere ripresi proprio perch cinque minuti non sono un tempo sufficiente.
Primo problema: D'Ambrosio non se n'è andato di sua volontà. L'ha detto più volte, ha cercato di resistere fino alla fine, e lo si liquida con un saluto molto freddo - mi è parso - si volta pagina e si fa finta che sia una cosa naturale. No, non è naturale, perché c'è alle spalle tutto quello che ha vissuto la sanità piemontese, su cui bisognerà dire approfonditamente.
Solo una cosa sull'Assessore Galante, Assessore tecnico: mi pare che la caratteristica principale di questo tecnico sia di avere una tessera di Alleanza Nazionale in tasca, che come caratteristica tecnica non è fondamentale. Non che noi pensiamo che ci sia una contraddizione tra la sua neoiscrizione ad AN e l'iscrizione alla CGIL, perché la CGIL è un sindacato che accetta tutti, anche se ha un rapporto forte con l'antifascismo. Ma il problema è che lo stesso Assessore Galante si è giustificato sui giornali di questa sua iscrizione. Lui ha dovuto giustificarsi dicendo: "Sì, sono stato iscritto alla CGIL, ma dovevo restituire un favore".
Quindi, non è tanto da parte nostra che si pone questo problema, bensì lo stesso nuovo Assessore trova che ci sia una contraddizione. Ripeto, non noi, però lui lo fa, proprio per sottolineare il valore della sua iscrizione ad AN, che mi sembra sia il dato principale, con tutte le considerazioni fatte precedentemente rispetto a cosa significa, in particolare, rispetto agli assetti di AN e al ruolo di Martinat.
Per quanto riguarda l'altra delega, non credo che la Regione faccia una gran figura prendendo un importante attore direttamente dalle scene per farlo diventare Assessore ai teatri. Era ancora in piena attività, ed è vero che ormai di problemi legati ai conflitti di interesse sembra che ormai non si possa più parlare; sono talmente macroscopici quelli esistenti complessivamente da pensare che questo sia di poco conto.
Io non credo sia così; ritengo debba essere prestata maggiore attenzione perlomeno nell'attribuzione delle deleghe, compresa questa, dove chi finora ha operato come teatrante diventa responsabile dei teatri.
Probabilmente competenze ne ha, ma esiste anche qualche problema di incompatibilità di interessi.
Altri aspetti legati alla nomina dell'Assessore Farassino: scopro che c'è un problema di "identità piemontese".
E' la prima volta che viene introdotto questo concetto, che accettiamo candidamente. Io, però, che sono un cittadino del Piemonte, ma di origini calabresi, sono un po' preoccupato. Vorrei capire cosa significa questo rispetto a me stesso.
C'è, poi, un'altra delega che considero del tutto misteriosa: quella alla devoluzione. Non capisco bene che tipo di devoluzione la Regione Piemonte debba effettuare: se verso gli Enti locali e le Province, oppure se si fa riferimento a una riforma che non c'è ancora stata, ma che è stata annunciata, cioè una riforma costituzionale che deve essere approvata dal Parlamento e quindi non può essere considerata conclusa.
Mi pare che dietro questa scelta di deleghe ci sia il pagamento di un pedaggio alla Lega.
Concludo dicendo che, per il modo in cui tutte queste questioni avvengono, emerge un problema enorme: questo Consiglio regionale ha sempre meno poteri, viene trattato con relativo disprezzo dal Presidente, che si coordina con i capi dei partiti della sua maggioranza, ma che considera lo stesso Consiglio unicamente degno di una comunicazione come quella che dà alla stampa, anzi, molto inferiore.
Questo è un problema serio, perché ha a che fare con i nostri poteri e i poteri di un Presidente e di un presidenzialismo sempre più pesante, nel modo in cui viene esplicitato ed applicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente. Devo constatare che non una parola è stata detta sulla competenza delle persone e, quindi, sulla serietà istituzionale delle scelte, né sull'asciutto messaggio del Presidente Ghigo che, per quanto asciutto, comunque era incisivo.
Rilevo soltanto un corredo di insinuazioni che normalmente lambiscono la viltà intellettuale.
Ritengo doveroso, pur non essendo entusiasmante questo dibattito prendere la parola per mera ragione di testimonianza. Devo sottolineare come bene hanno fatto - seppure in momenti diversi - sia il Presidente Ghigo sia l'Assessore Galante ad evidenziare la gratitudine nei confronti del Consigliere D'Ambrosio.
Hanno fatto bene anche ad evidenziarne la continuità del lavoro, questo come riconoscimento per la grande dedizione e l'imponente impegno, e per aver portato -il collega D'Ambrosio - la sanità piemontese, a livelli di eccellenza.
E' evidente che il concetto di continuità non è associabile a quello di "paracarri": la continuità vive comunque di una sua vitalità.
Voglio anche sottolineare l'intervento del collega Angeleri, che bene ha fatto a stigmatizzare alcune prese di posizione. Anche qui, il concetto di invadenza dei partiti, al di là e oltre le considerazioni fatte dal collega Angeleri, trova una puntuale smentita sia per quello che dicevo in esordio sia perché sono due Assessori esterni, quindi vi è apertura, e non chiusura, da parte dei partiti.
Devo anche aggiungere che il procedere per aritmetica o per auspici di zizzanie non è certo un modo virtuoso di fare politica o anche soltanto polemica politica.
Non posso non sottolineare come la personalizzazione di alcuni riferimenti e aspetti di asprezza polemica, non solo non sono eleganti, ma le vicende personali segnano e statuiscono il declino della sinistra, il declino che rende ancora più ruvida la mancanza di apprezzamento della libertà come scelta e come processo di vitalità delle persone.
E' questo un argomentare, da parte delle opposizioni, che annichilisce tutti gli sforzi che vorremmo poter continuare ad apprezzare, ma che invece rileviamo essere sottoposti a frenata, che si pone lungo un sentiero dell'accidia dell'intelligenza.
Pertanto dico a tutti: chiedetevi perché, in una transizione che continua - e a ognuno il giudizio sull'infinita transizione - perseverate in un manicheo giudizio per cui, se uno transita da destra a sinistra, è probo, mentre lo rende improbo il percorso inverso.
Voglio solo ricordare, come auspicio, che la collaborazione istituzionale non è un momento moralistico o di galateo, ma una necessità politica e la collaborazione si esprime attraverso contributi - che non offrite - e attraverso un linguaggio che, invece, continua ad essere privo di respiro costruttivo e di eleganza.
Concludo dicendo ancora grazie al collega D'Ambrosio e un benvenuto agli Assessori Galante e Farassino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Organizzo l'intervento in due parti: una parte istituzionale e una parte politica.
Per la parte istituzionale, dico questo: auguri di buon lavoro all'Assessore Valter Galante e auguri di buon lavoro all'Assessore Gipo Farassino.
Fine della parte istituzionale.
Parte politica. Caro Presidente Ghigo, lei si merita molte critiche, ma una, almeno da parte mia, gliela risparmio! Il suo comportamento, certo, potrebbe essere istituzionalmente migliorato, migliorabile; potrebbe, quando viene in aula, chiacchierare molto meno; quando scrive le deleghe stare più attento a cosa scrive potrebbe fare il Piano sanitario, il Piano dei trasporti, e così via.
Potrebbe, Presidente, fare meglio! Non penso, però, le si possa dire che lei male interpreta il fatto di essere stato eletto direttamente dai cittadini! Ritengo che tante cose che lei fa, compreso il modo in cui ha scelto gli Assessori, derivi non da una sua cattiva volontà, ma dal fatto che lei sta gestendo il presidenzialismo che è stato introdotto in questa nostra regione.
Quando si è eletti direttamente, quando si hanno tutti i poteri che lei ha pro tempore, ma che eventualmente avrà anche qualcun altro, dopo, penso ne derivino dei comportamenti che non sono da attribuire alla responsabilità del singolo, ma al fatto che il singolo agisce in un meccanismo che, ad esempio, dà pieni poteri, ma consegna anche in ostaggio politico l'eletto direttamente alle segreterie dei partiti.
Invece, l'elezione di responsabilità del Consiglio regionale è una forma di tutela dell'esercizio del potere da parte dell'eletto. E' una tutela, perché in un'Aula di questo genere bisogna discutere chi si sceglie, perché lo si sceglie e per quali programmi. Lei, invece, è solo nessuno la può difendere, Presidente, da quel punto di vista. Lei è inattaccabile e indifendibile nello stesso punto, perché senza di lei la Legislatura si conclude.
Questa solitudine genera - aveva ragione il collega Tapparo situazioni senza né capo né coda: il tecnico che non è tecnico, è scelto in un altro modo e, poi, ci sono altri fatti quale l'identità piemontese. Gipo Farissino, che saluto affettuosamente, sa benissimo, secondo me, che l'identità piemontese è una fantasia di cartapesta, va bene per una piece teatrale. Pensare alla delega alla identità piemontesi mi vien da ridere mi viene da lavorarci sopra. La devoluzione: cos'è la devoluzione? Allora si tratta di argomenti senza né capo né coda, ma tant'é.
La mia riflessione critica concerne questo fatto politicamente importante di cui non ho sentito tanto parlare. Bisogna cambiare, bisogna cambiare la regola secondo la quale si consegna questa massa di potere direttamente al Presidente. In questo ci siamo incamminati.
Per quanto riguarda il concerto, la parola è ghiotta. Nei concerti vince l'Assessore Farassino; tra l'Assessore Leo e l'Assessore Farassino il concerto chi lo vince? Lo vincerà l'Assessore Farassino.
I concerti cosa sono? Assessore Farassino stia attento. Il concerto è una delibera che comincia così, nel vostro caso: "L'Assessore Leo, di concerto con l'Assessore Farassino.". I passaggi sono i seguenti: l'Assessore Leo prepara la delibera così congegnata, prende la delibera così congegnata e la consegna all'Assessore Farassino, il quale leggendola, segnalerà all'Assessore Leo che manca una cosa, o due, o tre.
Lì comincia la sarabanda. Questo è il concerto che è stato fatto.
Attenzione, perché nei concerti, solitamente, si litiga, però, nei concerti vincerà senz'altro lei.
Gipo Farassino potrebbe scrivere una pièce teatrale con questo input. E se l'unica condizione posta dal Presidente Ghigo per scegliere l'Assessore fosse stata quella di trovare uno che, in passato, avesse avuto la tessera della CGIL? Può essere stato proprio il Presidente Ghigo a porre questo elemento come l'unico elemento che gli interessava, qualcuno che avesse avuto almeno una volta la tessera della CGIL? Provi a studiare, Assessore Farassino, magari, si fa una bella pièce teatrale su questo tema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Signor Presidente, è difficile prendere la parola, anche perché stavo pensando a come orchestrare la pieces, magari per dare qualche suggerimento al collega Farassino, in quanto il collega Chiezzi è ritornato su uno dei temi che non nobilitano il dibattito odierno, su cui, poi, ci intratterremo.
Grazie, Presidente Ghigo, per avere ricomposto totalmente la nostra Giunta, in maniera tale che questi ultimi 15-16 mesi siano mesi di lavoro e di produzione importante per i piemontesi.
All'inizio del mio intervento non posso esimermi, perché lo voglio fortemente, come lo vuole fortemente il Gruppo di Alleanza Nazionale, dal ringraziare il collega D'Ambrosio per quanto fatto in quasi nove anni di Assessorato alla sanità, facendo cose che sarebbe difficilissimo, anzi impossibile, enunciare e raccontare in cinque minuti, neanche in cinquanta minuti e, forse, neanche in un intervento di cinque ore.
Ricordiamo soltanto cos'era l'Assessorato alla sanità quando il centrodestra vinse le elezioni nel 1995, cos'era quell'organizzazione, da quale situazione si usciva a tutti i livelli. Possiamo vedere su quanti temi, a livello di organizzazione e su tutti i livelli delle infrastrutture sanitarie, dall'impegno sulla cardiochirurgia alla rete oncologica l'Assessore D'Ambrosio e il Presidente Ghigo si siano spesi e abbiano portato la nostra sanità ad essere una sanità di eccellenza. Non lo diciamo noi che la sanità piemontese è di eccellenza, perché, qui, bisogna essere minimamente coerenti - parola che, oggi, è ricorsa tante volte.
La Corte dei Conti ci dice che i conti della sanità piemontese sono conti da prendere ad esempio, così come il Ministero della salute ci dice che le Molinette sono, forse, il miglior ospedale italiano, o tra i primi due o tre migliori ospedali italiani. Queste cose non le diceva l'Assessore D'Ambrosio, oggi, non le dice l'Assessore Galante, non le dice neanche il Presidente Ghigo, le dicono degli Enti terzi.
Noi vogliamo negare questi fatti? Vogliamo negare che la sanità piemontese, che ha problemi come tutte le sanità del mondo, sia una sanità di assoluta eccellenza, tra le prime sanità d'Italia, quindi, tra le prime sanità d'Europa e tra le prime sanità del mondo? Noi dobbiamo uscire da questo stallo, da questo cul-de-sac del dibattito, e accettare il fatto anche intellettuale che il centrodestra ha lavorato bene sulla sanità, pur esistendo ancora tanti problemi. Se partiamo, come il centrodestra e Alleanza Nazionale partono, da questo assunto, si spiega e ha una piena giustificazione e motivazione il fatto della continuità, che, giustamente, il neo Assessore Valter Galante, a cui va il nostro saluto affettuoso, rivendica. Non si può pensare di creare discontinuità e rottura rispetto ad un precedente che ha raggiunto notevoli risultati. Soltanto un pazzo potrebbe dire di volersi mettere contro quanto è stato fatto prima, se questo è stato sicuramente un precedente positivo è stata una somma di iniziative, progetti e realizzazioni positive.
Quindi, bene fa l'Assessore Galante a richiamare questa continuità, non solo per un affetto personale rispetto all'Assessore uscente, non solo rispetto ad una funzione tecnica svolta, in questi anni, in Assessorato, ma perché ci sono le motivazioni progettuali che ci portano a questo.
Naturalmente, poi, l'Assessore Galante saprà, rispetto al passato immettere elementi nuovi e di novità, poiché la personalità di ogni uomo porta a scelte anche differenziate rispetto a quelle del passato.
Non ho apprezzato, come, forse, non ha apprezzato nessuno, gli attacchi personali portati a freddo al neo Assessore Galante. Avremmo voluto e preferito che il centrosinistra ci sfidasse e lo sfidasse sui temi dei progetti, sui temi delle cose da fare, sui temi del futuro della sanità piemontese e non lo sfidasse, invece, sulle dicerie, sulle presunte appartenenze o non appartenenze. L'Assessore, in maniera molto limpida, ha rivendicato anche un suo passato, spiegando alcuni passaggi della sua vita.
Capisco anche che il livore di alcuni, che, oggi, imputano quel passato come fatto negativo, sia, forse, dovuto al fatto che, un tempo, le persone andavano, magari, dal centrodestra verso il centrosinistra, mentre, oggi il flusso è esattamente l'opposto: molte persone che, nel passato, si erano illuse di trovare nel centrosinistra alcune idealità e progettualità, oggi invece, riconoscono che il centrodestra è capace di farsi portatore di progetti, esigenze e interessi legittimi della gente.
Noi non dimentichiamo, colleghi del centrosinistra, quando, alla fine del secondo conflitto mondiale, molti sindacalisti di origine fascista passarono alla CGIL e innervarono quella CGIL, raggiungendo anche grandi momenti di dirigenza "cigiellina".
Non mi stupisco, oggi, di una persona che abbia, nel passato, aderito a quella sigla sindacale. Il problema della libertà è il vero problema che pone questa scelta e ci porta a dire che non abbiamo nessuna difesa da fare né del Presidente Ghigo né dell'Assessore Galante.
Un ultimo elemento prima di concludere: dobbiamo liberarci dall'ipocrisia. Perché, colleghi e amici, continuiamo a dire e a pensare che i partiti non svolgano il loro ruolo anche nella determinazione, anche nel consiglio di scelte ai Presidenti delle Giunte e alla Giunta. In tutto il mondo occidentale il ruolo dei partiti è proprio quello di allevare un ceto dirigente e poi consegnarlo a chi governa. E' ipocrita, e non pu essere che ipocrita, chi pensa che non ci sia dialogo tra le Istituzioni politiche, qualunque esse siano, dal Comune fino allo Stato nazionale, e i partiti che sono portatori degli interessi, degli ideali delle persone all'interno delle Istituzioni. Al di là del fatto che l'osanna continuamente fatto nei confronti dei nostri massimi rappresentati regionali non può che farci piacere, al di là del fatto che Alleanza Nazionale va fiera di essere anche un partito gerarchizzato che si rapporta molto bene in tutte le istituzioni, negare che l'indicazione del Consiglio alle Istituzioni di uomini da portare al Governo sia un momento comune a tutti i partiti, mi sembra soprattutto fonte di ipocrisia.
Un ultimo passaggio. Un ringraziamento al collega D'Ambrosio anche per lo stile che ha mantenuto negli attimi più difficili della vicenda. Uno stile di uomo, di signore, ma, soprattutto, di antico militante della destra politica piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie Presidente.
Finalmente abbiamo il nuovo Assessore della Lega Nord: ben arrivato Gipo! Certo, c'é stato un po' di ritardo, l'Assessore lo aspettavamo qualche mese fa; i fondi sono pochi per tutto quello che si vorrebbe fare e per tutto quello di cui il nuovo Assessore mi ha parlato. Certo, il nuovo Assessore è arrivato dopo la fase di bilancio in Giunta quindi è chiaro che, in qualche modo, dovremmo rimpolpare, dal punto di vista finanziario, un assessorato per noi fondamentale ed importante. Sono convinto che tutto ciò sia stato fatto in buona fede dal Presidente Ghigo e quindi non ci saranno problemi, in fase di bilancio, quando questo arriverà nelle Commissioni ed in Aula, a presentare degli emendamenti, ovviamente concordati e condivisi dalla maggioranza, che portino linfa vitale a questo così importante Assessorato.
Al Consigliere Saitta rispondo: immagino che lei non sappia cosa voglia dire identità piemontese, lei e la sinistra l'avete sempre trascurata.
Siete riusciti a far diventare l'immigrazione un vero problema, siete riusciti a creare delle tensioni anziché delle integrazioni. Identità vuol dire difendere le nostre radici, la nostra storia, la nostra cultura, vuol dire insegnare a quelle persone che arrivano nel nostro Piemonte - che arrivano da paesi extracomunitari, da paesi comunitari, o da altre regioni italiane - a rispettare le nostre tradizioni, le nostre culture, le nostre radici e a costruirle insieme.
L'identità, come diceva l'Assessore Farassino e come ha ben dichiarato sui giornali, è qualcosa che ha una base e un fondamento che si costruiscono insieme, un po' per volta, in base alla gente che il Piemonte porta avanti. I giovani stanno sempre più riscoprendo un' identità piemontese e culturale. Pensiamo ai 700 iscritti ai corsi di piemontese per radio, alle 70 classi di lingua piemontese nelle scuole, al teatro in piemontese, all'edizione di libri e riviste in piemontese.
Non solo. L'assessore Farassino ha anche la delega all'immigrazione.
Immigrazione per noi significa accoglienza programmata, inserimento corretto nel mondo del lavoro e delle relazioni sociali di chi viene in Piemonte con le carte in regola, non a delinquere. L'Assessore ha anche la delega all'emigrazione. Emigrazione significa per noi trasformare quel filo che ancora lega i piemontesi che sono a cercare cibo e a dare lavoro ed esperienza all'estero, con il nostro Piemonte. A trasformare quel filo che ancora c'é con i vecchi, ma anche con alcuni dei loro discendenti, in un qualcosa di reale, di solido, di continuativo, perché sono figli del Piemonte che hanno portato esperienza e cultura nel resto del mondo. La massa dei nostri emigranti è andata all'estero per lavorare e sudare, non per delinquere.
Un saluto lo voglio anche rivolgere al neo Assessore Galante. Caro Assessore, lei si trova a gestire una situazione sicuramente con una sanità di eccellenza siamo, rispetto alle altre regioni italiane, sicuramente fra le migliori, sia come livelli di assistenza, sia come qualità del servizio che offriamo. Certo, occorre una particolare attenzione al controllo.
Migliorare il controllo, essere certosini nel controllo, saper prendere delle scelte, delle decisioni che possono sembrare impopolari o antipatiche, alcune dirigenti, ma saper portare dei risparmi e trasformare quei risparmi in ulteriori servizi ai cittadini. Penso al sistema computerizzato di prenotazione delle visite, alla refertazione che arriva ovviamente su autorizzazione del paziente, al proprio medico che evita il trascinarsi di persone - magari con problemi di età o di salute - da sportello a sportello, a pagare un ticket, a fare prenotazioni o a ritirare referti.
Si stava facendo anche questo. Al nuovo Assessore continuare, al nuovo Assessore intervenire e ridurre il numero delle aziende sanitarie locali che sono centri di spese eccessive con troppi direttori, troppi vicedirettori, troppi amministratori, troppi direttori sanitari. Oculatezza nella scelta dei dirigenti sia regionali che locali, quelli perlomeno di competenza della Regione. Al nuovo Assessore riuscire a "vendere" il prodotto che noi forniamo ai cittadini piemontesi. Se devo fare una critica all'amico D'Ambrosio è di non aver venduto quello che si faceva, a differenza della sinistra che su ogni problema è riuscita a vendere dieci volte quello che era, anche quando il reo non era assolutamente di centrodestra, ma era persona notoriamente anche iscritta al centrosinistra.
Come Presidente del Gruppo della Lega Nord. Sono soddisfatto e contento che Farassino sia diventato Assessore in Consiglio regionale perché Farassino ha dedicato la sua vita intera, alla sua carriera di artista e alla sua carriera di politico (ho letto sui giornali una battuta di un noto politico, di cui non faccio nome per cortesia nei suoi confronti, venuto in visita a Torino il quale ha detto che c'é abbastanza teatro nella politica). Gipo Farassino è stato europarlamentare parlamentare nazionale, consigliere regionale, quindi uomo di esperienza politica, uomo che, con la sua arte, ha portato avanti,tutelato e difeso le nostre tradizioni, la nostra cultura e il nostro modo di essere piemontese quindi è l'uomo giusto al posto giusto. Uomo della Lega, uomo che deve saper far rinascere la nuova identità piemontese, che deve tener conto di tutto quello che è oggi identità piemontese. Concludo dedicando all'Assessore Gipo Farassino una battuta nel rispetto delle nostre tradizioni, delle nostre radici, della nostra storia millenaria di piemontesi, di coloro che in Piemonte sono venuti e l'hanno trasformata in quella grande regione che oggi è, perché lo continui ad essere e perché le generazioni future sappiano che hanno una radice forte: Bondì Gipo, dnas ch'a fassa neuit. Rimbocchiamoci le maniche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Devo dire che, dopo molto tempo in cui discutevamo dell'Assessore D'Ambrosio, alla fine, il Presidente Ghigo, ha trovato la forza per ottenere le dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio. Come Gruppo Verdi abbiamo chiesto molte volte le dimissioni dell' Assessore non solo per i ricorrenti problemi e gli scandali che abbiamo visto in questi anni.
Le critiche che noi rivolgevamo all'Assessore D'Ambrosio, erano dirette alla gestione della sanità. In queste critiche abbiamo sempre accomunato l'Assessore D'Ambrosio e il Presidente Ghigo.
Credo che nessuno possa ignorare che nell'ottica di una gestione presidenzialista della Regione, con un Presidente che viene chiamato correntemente governatore, non si possa pensare che quello che accade in un settore nel bene e nel male, non possa non coinvolgere anche chi è a capo della Giunta che lo ha nominato. Quanti amano il presidenzialismo, e tra questi credo che ci sia sicuramente il Presidente di una Giunta presidenzialista, non possono ignorare che la responsabilità non si ferma certo alle nomine degli Assessori, ma la catena del comando e della responsabilità coinvolge sia chi nomina sia chi è nominato. Il Gruppo dei Verdi ha ripetutamente criticato il duo Ghigo-D'Ambrosio che ha progressivamente introdotto nella gestione della sanità pubblica, pezzi consistenti di gestione privata (meno nei primi cinque anni, molto più pesantemente negli ultimi anni). Le critiche all'Assessore D'Ambrosio erano, da un lato, inevitabilmente collegate agli scandali che hanno segnato questi anni il campo della sanità dall'altro erano rivolte a questo indirizzo di privatizzazione. Per chi non lo ricordasse, dobbiamo dire che anche in Regione abbiamo ascoltato lavoratori che sono venuti a proporci quello che accadeva nell'Unità Spinale, i problemi dell'AMOS, sappiamo gli indirizzi che si vogliono assumere per la gestione degli ospedali Valdesi: tutti progetti che mirano ad introdurre pezzi consistenti di gestione privata nel servizio pubblico.
Così oggi, mi rivolgo al nuovo Assessore, non siamo particolarmente entusiasti della sostituzione di D'Ambrosio con un nuovo Assessore. Per noi il problema rimane quello dell'indirizzo che si vuole dare alla sanità piemontese. Temiamo che il cambio dell'Assessore non cambi la gestione perché siamo convinti che le politiche neo liberiste del Presidente Ghigo continueranno quel discorso di privatizzazione che abbiamo visto e criticato quando è iniziato.
Da parte nostra, rispondiamo che noi abbiamo un'altra visione della sanità, che non è vero che non abbiamo delle proposte e che le nostre proposte sono esattamente alternative a quanto viene detto dalla parte governativa.
Noi siamo contro i tagli dei posti letto e i tagli degli operatori che continuano e che non possono essere negati. Certo, il Presidente continuerà i suoi giri elettorali magari in compagnia del nuovo Assessore per inaugurare strutture, attrezzature, apparecchiature nuove di zecca, ma poi quando passa la gloria mediatica delle televisioni e della stampa, restano i problemi che tutti i cittadini vedono, ovvero che le nuove strutture e le nuove attrezzature funzionano se c'è il personale che le fa funzionare.
Così sappiamo che ci sono attrezzature nuove di zecca che costano miliardi che funzionano a giorni alterni, perché? Perché mancano gli operatori.
Noi siamo preoccupati che il cambio di persona nella guida dell'Assessorato non riesca a modificare questa situazione e quindi accogliamo il nuovo Assessore dandogli l'augurio di un buon lavoro, pur temendo che le linee guida della sua gestione siano profondamente diverse dalla nostra visione della sanità pubblica.
Noi - ripeto - vorremmo che la sanità pubblica basasse le sue politiche non su tagli indiscriminati, ma su migliori finanziamenti a favore di un migliore servizio pubblico; vorremmo pure che diminuissero gli incentivi diretti e indiretti alla sanità privata, non solo limitando gli sprechi e abolendo i tagli di posti letto e di personale, ma migliorando il servizio a partire dalla diminuzione delle liste d'attesa.
Intanto attendiamo con curiosità di sapere se anche il nuovo Assessore prometterà un finanziamento, previsto dalla legge e dai piani sanitari pari al 5% del budget per i servizi di prevenzione e se riuscirà a mantenere questa promessa, perché sono molti anni che l'Assessore D'Ambrosio aveva promesso questo finanziamento che non si è mai realizzato.
In ogni caso, se non cambieranno le linee guida, saremo qui per criticare il nuovo Assessore, così come abbiamo criticato quello precedente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente. Colleghi, come Gruppo Radicale eravamo molto in dubbio se prendere la parola oggi, in questa ridda di interventi in gran parte scontati e in gran parte prevedibili. Ho deciso di intervenire non per un rito formale di buon augurio ai nuovi due Assessori che oggi Ghigo ci ha presentato in aula, ma per fare almeno una chiosa di tipo politico che il Gruppo Radicale ha in questi anni sempre con attenzione tentato di sottolineare.
Noi non abbiamo partecipato - ce ne daranno atto e di questo ci accuseranno alcuni colleghi di questo Consiglio - ad un attacco personale agli Assessori, ma abbiamo sempre cercato di ricondurre anche la critica politica più puntuale e più precisa ad una critica ai disegni politici alle scelte politiche, al quadro generale di gestione della Regione Piemonte. E' per questo che, partendo dall'intervento del Presidente Cattaneo, voglio contraddire il Presidente Cattaneo e fare una riflessione autonoma.
Credo che l'intervento del Presidente Ghigo oggi in aula, per quanto formalmente corretto nell'illustrazione sintetica delle decisioni assunte nella sede opportuna e giusta delle sue competenze e dei suoi poteri presidenziali, sia stato comunque, di fatto, un intervento povero, un intervento privo di una visione, che non ha rappresentato in quest'aula una visione politica dietro al riassetto di Giunta, dietro al cambiamento di persone, dietro alla scelta di nuovi collaboratori e di nuovi Assessori.
Soprattutto - e su questo voglio continuare il mio discorso - quando il Presidente Ghigo, con propria scelta che deriva dal potere conferitogli direttamente dai cittadini piemontesi, decide di creare un nuovo Assessorato, di creare nuove competenze e nuovi quadri entro cui lavorare entro cui chiamare anche il Consiglio e la Regione tutta ad operare.
Auguro un particolare buon lavoro all'Assessore Gipo Farassino, ma voglio qui sottolineare la sinteticità e la povertà dell'intervento del Presidente Ghigo nell'individuare e nello spiegare perché quelle competenze e quale contenuto di scelta politica sta dietro e dentro quelle competenze.
Certo possiamo augurare buon lavoro agli Assessori, all'Assessore Farassino e all'Assessore Galante, ma come Gruppo di opposizione in questo Consiglio regionale dobbiamo sottolineare e dire che ci saremmo aspettati l'illustrazione di che cosa sta dietro quelle deleghe, dietro quelle competenze assegnate all'Assessore Farassino in particolare.
Non lo facciamo con lo spauracchio che è arrivata la Lega, chissà che cosa farà, anzi con la curiosità di vedere come Gipo Farassino riempirà di contenuti quelle deleghe. Ma vogliamo sottolineare e ricordare che il potere che adesso ha Gipo Farassino in mano proviene direttamente da una scelta del Presidente Ghigo, che è stato direttamente incoronato per questo dal voto elettorale e quindi era il Presidente Ghigo che avrebbe dovuto illustrare i contenuti politici di quella delega.
Ed è con questa sottolineatura, che non è formale e che è in contraddizione netta a quello che diceva il Presidente Cattaneo, che voglio chiudere con un invito diretto all'Assessore Farassino. Proprio l'altro ieri, ho finito di leggere un libro davvero molto istruttivo probabilmente l'Assessore Farassino lo ha anche letto e, se non l'ha fatto glielo consiglio - il libro di Gian Antonio Stella, intitolato "L'Orda" con il sottotitolo "Quando gli albanesi eravamo noi": un quadro non romanzato di che cosa succedeva dell'immigrazione nostra, delle nostre terre piemontesi nel mondo, ma partendo da un'analisi che è in netta contraddizione con il quadro da "mulino bianco" che ci ha dato il Presidente Rossi della Lega. Non c'era un'immigrazione facile, bella pulita degli italiani nel mondo: eravamo descritti come criminali, come stupratori, come assassini.
L'immigrazione clandestina dall'Italia alla Francia era in vigore ancora negli anni '50 e fino agli anni '60 ci sono stati degli arresti di italiani alla frontiera tra Italia e Francia.
Allora, partiamo di lì; la sfida all'Assessore Farassino è questa: partiamo di lì, dal capire veramente che cosa sono state le nostre radici anche nella sofferenza dell'andare a cercare in giro per il mondo una ricchezza che qui non c'era, nello sfuggire da una povertà che qui era pesante e che si tagliava col coltello e che ha portato molti delle nostre terre, delle mie terre cuneese, anche della mia stessa famiglia, a cercare in Argentina, a cercare in sud America (il più fortunato e più lungimirante magari nell'America del nord) un successo che qui non c'era e una possibilità di vita che qui non c'era.
Allora partiamo di lì e forse, partendo dalla ricostruzione vera puntuale, fedele di che cosa è successo, scopriamo parte di quelle radici che costituiscono il Piemonte moderno e che costituiscono il terreno di lavoro su cui aspetteremo con fiducia e con speranza, sicuramente con curiosità, il lavoro dell'Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Io non avevo intenzione di intervenire, anche perché con l'intervento del nostro Segretario regionale Marcenaro e della Capogruppo Manica eravamo ampiamente rappresentati, esprimendo la prevedibile preoccupazione nel dare il benvenuto al nuovo Assessore alla sanità. Buona parte del loro intervento era incentrato su una piccola cosa su cui evidentemente si dovrà rispondere non solo a due, ma a più personalità del mondo al quale ha deciso di aderire, ma quelle sono scelte personali. Ad ogni modo, non mancheranno le occasioni di rimarcare quelli che sono i problemi sulla sanità. E' stato tralasciato un elemento che riguarda il neo-Assessore Farassino sull'aspetto della cultura.
Brevemente, senza utilizzare i cinque minuti che ho a disposizione vorrei ribadire che nessuno mette in discussione il passato di artista del neo Assessore Farassino, né il passato o il presente di imprenditore di se stesso, né di uomo politico. Per carità, collega Rossi, nessuno lo mette in discussione, ma la preoccupazione per il conflitto di interessi è talmente lampante ed evidente (di questo se ne sono occupate le cronache dei giornali) che ha sollecitato il Presidente dell'AGIS, Morano, con una missiva rivolta al Presidente Ghigo, e ha interessato e preoccupato tutto l'associazionismo culturale.
Come ho già detto in altre occasioni, nessuno è preoccupato per il Teatro Stabile e per il Regio, perché sono di dimensioni talmente importanti che vanno, in alcuni casi, oltre la rilevanza regionale, e si riconducono direttamente - per fortuna, in questo caso - alle responsabilità del Presidente Ghigo e di altri Enti.
Ma il conflitto di interesse è talmente lampante, Assessore Farassino che ha determinato, in parte, lo spostamento della conferenza stampa. Al di là del fatto che si dà un segnale di dimezzamento dell'Assessore Leo checché se ne voglia dire, è un colpo inferto all'Assessore Leo - è un'espressione di disprezzo nei riguardi della cultura utilizzato per rimpolpare quest'identità piemontese, che molti fanno fatica a capire: non solo il collega Saitta, il sottoscritto o altri ancora che, nonostante i 37 anni di permanenza a Torino, sono nati in altre Regioni, ma lascia perplessa la stragrande maggioranza dei piemontesi. Proverete a spiegarcelo.
Assessore Farassino - forse se ne sarà reso conto, perché in parte ha determinato lo spostamento della conferenza stampa - per quanto riguarda la legge n. 68, in merito a questa cogestione, siete due separati in casa: ne vedremo delle belle! Purtroppo ne vedranno delle belle tutti gli operatori teatrali, che sono molto preoccupati.
I suoi primi passi informali non fanno che aumentare le preoccupazioni del settore teatrale di sua competenza.
Per quanto riguarda la legge n. 58 - ancora una volta, per fortuna - è già tutto deciso - la informo, nel caso non l'abbiano ancora fatto - perch è già stato votato il triennio 2003-2004-2005 e se ne occuperà il prossimo Assessore, caro Assessore Farassino.



PRESIDENTE

Dichiaro concluso lo spazio sulle comunicazioni.
Prima di esaurire definitivamente l'argomento, darei la parola all'Assessore Farassino, che ha chiesto di rivolgere un saluto all'Aula.



FARASSINO Giuseppe, Assessore regionale

Signor Presidente del Consiglio, Presidente Ghigo e cortesi colleghi nel riagganciarmi alle ultime parole che ho sentito, rispondo che non comprendo queste preoccupazioni: dal momento che tutto è programmato per tre anni, quindi decade, automaticamente, il conflitto di interessi. Perch allora lo tiriamo fuori? Innanzitutto, volevo assicurare che sono contento di essere qua insieme con voi. Non pensavo minimamente ad un incarico, ancora politico, col mio lavoro, con la mia famiglia e con i miei tanti passatempi, che adesso dovr nuovamente smettere.
Questo Assessorato ha scatenato in me la carica passionale ed ideale che ho sempre messo in qualsiasi progetto che abbia affrontato. In caso contrario, non avrei accettato l'incarico, ma dal momento che l'ho fatto cercherò di essere un passionale.
Vorrei ancora ringraziare l'Assessore Leo. La preoccupazione degli operatori teatrali non l'abbiamo ancora avvertita; ci faranno sapere. In quanto a Morano, poi, non è un operatore teatrale, ma è semplicemente un Direttore messo in una situazione trentennale o quarantennale all'AGIS che, tra l'altro, è l'Associazione che fa pagare i teatranti; non li assolve né regala loro dei vantaggi.
Ho ricevuto dall'Assessore Leo una collaborazione fraterna, oltre che amichevole, gentilissima e dispostissima.
Cosa si intende per "cogestione"? Innanzitutto, è una questione anche di principio. I fondi da cogestire non è che siano così tanti da preoccupare o da allarmare.
Si è letto sui giornali che anche lei era allarmato per l'evidente conflitto di interessi. Andiamoci piano col dire "evidente", perch l'evidente equivale ad un'accusa, e le accuse devono essere certe, perch se sono soltanto supposte.
Se le accuse sono certe, possono essere discusse, comprese e affidate eventualmente anche ad una Magistratura, ma se sono supposte. sappiamo tutti dove finiscono le supposte.
Questo era tanto per chiarire. L'aspetto che mi sta più a cuore e che mi ha più stupito.
MARCENARO Pietro (fuori microfono) Noblesse oblige! Pensavo che sapessi il piemontese, ma anche il francese!



FARASSINO Giuseppe, Assessore regionale

Je parle très bien le français et si tu veux on peut parler français! Lo dico tanto per capirci subito, perché alcuni di voi sono entrati in questa sala pensando che questo fosse l'Ok Corral: guardate che non mi tiro mai indietro, perché a me piace l'Ok Corral! La cosa che giudico in alcuni punti assurda e, nello stesso tempo chiara, perché chiarifica e giustifica anche la scelta di questo Assessorato, è la delega alla quale tengo di più, ovvero l'Assessorato "all'identità piemontese".
Ho sentito dire dal Consigliere Marcenaro che questa delega è distante dai veri problemi. Non a caso - anche questo non lo faccio per una discriminazione - lo stesso collega Marcenaro mi ha confidato prima che è genovese come testa, nel cervello e nel cuore. Anche il collega Saitta si chiede cosa vuol dire "identità". E il Consigliere Saitta non è nato a Poirino! Il Consigliere Papandrea dice: "Che cos'è l'identità piemontese? È niente, non si sa, è una pagliacciata o non so che cosa". Anche per il collega Chiezzi, che è di Cuneo, è una fantasia, una fantasia teatrale.
Come vedete, questa è una passione, e mi spinge ancora di più a capire e a far capire, non solo a voi, ma a tante altre persone, che l'identità piemontese esisteva, era conosciuta. L'identità piemontese è stata distrutta dal 1945 in poi, con l'immigrazione interna provocata dal grande capitale che voi prima osteggiavate e adesso, invece, appoggiate e avete sposato. Ma come? Il capitalismo industriale di Torino mi sembra sia alle spalle della FIAT (oppure alle spalle della sinistra c'è la FIAT, o viceversa).
Con la macchina dell'immigrazione interna: invece di esportare il lavoro, ha centrato i mercati, distruggendo quella che era un'identità.
Cosa si intende per identità? La volontà di una comunità, di un'etnia, di cementare la propria volontà su un progetto preciso, su un denominatore preciso che c'è in ogni comunità che si rispetti, per portare avanti progetti via via. Non c'è più. Secondo me non è persa; semplicemente, una società che esisteva, si è avvitata su se stessa, creando la patologia della disgregazione sociale: chi è fuggito è andato a cercarsi la casa in campagna, in collina e chi, invece, è rimasto, si è addirittura vergognato di essere quello che era, perché si sentiva straniero in patria. Qualsiasi società, o comunità, ha un potere di integrazione, ma a patto che il flusso migratorio non sia superiore a quelle che sono le sue possibilità di integrazione. In quel caso, una società si distrugge. È andata distrutta ma non è irrecuperabile. Oltretutto, nel recuperarla, sarei contento, da qui a fine legislatura, di poter, se non altro, imbastire un protocollo d'intenti, di intenzioni e alcune regole fondamentali che potrebbero anche costituire - perché no - un libro bianco.
E' chiaro che dobbiamo fare i conti con la realtà: il Piemonte è cambiato, per tutta l'immigrazione che abbiamo, ma anche per lo stravolgimento che abbiamo avuto sul territorio, sulla mentalità e su tanti altri aspetti.
Secondo me - ed è il nocciolo ideale di questa delega - si potrebbe sicuramente iniziare un qualcosa che mai nessuno ha fatto. Mai nessuno dalla fine del secondo conflitto mondiale, ha tentato di fare una tavola e far sedere attorno ad essa i rappresentanti di tutti i vari gruppi etnici che risiedono oggi in Piemonte, ma soprattutto nella città e nella provincia di Torino.
Vi sono comunità che hanno migliaia e migliaia di iscritti e moltiplicando per il numero dei familiari, vengono fuori centinaia di migliaia di persone. Pensiamo alla comunità pugliese, siciliana, calabrese ai veneti, che furono i primi ad arrivare in Piemonte dopo l'alluvione nel Polesine, appena dopo la guerra. Mai nessuno ha tentato di dialogare con i vertici di questi grossi gruppi etnici che, invece, sono stati abbandonati a sé. Non solo hanno potuto conservare la propria cultura d'origine, ma addirittura, hanno tentato - e in qualche campo ci sono riusciti - ad imporla.
I casi sono due: possiamo chiamare il Piemonte in un altro modo altrimenti, se continuiamo a chiamarlo "Piemonte", abbiamo bisogno di avere un'identità comune. Questo lo dico con il necessario appoggio e la necessaria collaborazione di tutti i Gruppi politici. Di tutti i Gruppi politici.
Si può fare questo. Si può, perlomeno, operare un tentativo di recuperare i principi e individuare quello che può essere il denominatore comune per riunire la volontà di una comunità, attorno ad un progetto, e andare verso una neo identità piemontese.
Sicuramente, l'identità piemontese non la intendo - come qualcuno ha detto - come il tentativo di imporre la lingua piemontese. Fra trent'anni l'Europa parlerà tutta inglese. I nostri figli e i nostri nipoti parleranno inglese. Non andiamo a cercare cose che non stanno né in cielo né in terra la cultura e la lingua piemontese vanno mantenute e coltivate a livello facoltativo per tutti coloro che lo vogliano, per tutti coloro che vogliano prenderne atto e conoscere questa lingua come cultura effettiva degli originali abitanti di questa terra, che sono fra i nostri antenati.
Non bisogna perdere questi grandi valori, nascosti in una lingua originaria ancestrale. Il discorso dell'identità è tutto: l'immagine. Il mio amico Giovanni Arpino diceva: "Il Piemonte non ha mai avuto un ufficio stampa". Aveva ragione, perché se vai all'estero, quando parli del Piemonte la gente dice: "Sì, dove c'è la Fiat". Io sono stato cinque anni a Bruxelles e mi sono veramente scocciato di queste risposte.
Ecco, questo è il Piemonte, non ha un'immagine, al di fuori dei nostri confini, appropriata alle ricchezze e alle bellezze della nostra terra.
Anche questo rientra nell'identità: curare l'immagine di questo Piemonte. Abbiamo visto che da anni, da decenni, tutte le persone di buona volontà dicevano.
RONZANI Wilmer (fuori microfono) Fino a quando parla l'Assessore?



PRESIDENTE

Chiedo scusa, non c'è un tetto sulle comunicazioni. Meglio parlare in Consiglio che in Conferenza stampa.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Vi lamentate sempre che non c'è la replica. Assessore Farassino concluda il suo intervento.



(Commenti in aula)



FARASSINO Giuseppe, Assessore regionale

Ringrazio tutti, anche il Consigliere Papandrea che ha detto che trova scandaloso affidare ad un teatrante...



(Commenti in aula)



FARASSINO Giuseppe, Assessore regionale

Allora si dovrebbe trovare scandaloso affidare ad un medico l'Assessorato alla sanità. Al teatrante, la delega al teatro non mi sembra.



(Commenti in aula)



FARASSINO Giuseppe, Assessore regionale

Con tutto questo, grazie dell'attenzione, è stato un bell'incontro.



(Commenti in aula)



FARASSINO Giuseppe, Assessore regionale

Non è obbligatorio andare oltre.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

L'Assessore Farassino ha fatto una replica a fronte del dibattito che c'è stato, cosa che normalmente viene richiesta. Non sempre si fa, però lui ha ritenuto di farlo come segno di rispetto nei confronti del Consiglio regionale. Poi, uno può condividere o non condividere ciò che viene detto nella replica, ma l'Assessore l'ha fatto in segno di rispetto nei confronti del Consiglio regionale.
Mi pare che questo dato vada assolutamente tenuto presente. Abbiamo già fatto un dibattito sulle comunicazioni.
RONZANI Wilmer (fuori microfono) Siccome l'Assessore Farassino è membro della Giunta Ghigo, io posso chiedere cosa pensa il Presidente della Giunta del discorso dell'Assessore Farassino?



PRESIDENTE

Allora parlate due minuti per comunicazioni. Non posso impedirvelo: due minuti per comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Innanzitutto, chiedo se si può avere il testo del discorso dell'Assessore, perché ritengo che siano state fatte dichiarazioni molto gravi. Chiedo anche che il Presidente Ghigo dica cosa pensa di tali affermazioni; se pensa che noi immigrati siamo entrati in Piemonte perch manovrati dal grande capitale e perché c'è una congiura per uccidere la piemontesità.
Voglio avere l'intervento perché mi pare che, con leggerezza, siano state fatte dichiarazioni molto gravi che non permettono di dire che si incomincia bene.
Le preoccupazioni che esprimevo, rispetto a cosa vuol dire questo Assessorato alla piemontesità, emergano, in modo forte, proprio dal tipo di intervento appena svolto. Mi pare che sia totalmente irrispettoso verso le centinaia di migliaia di cittadini piemontesi che stanno qui da decenni e che contribuiscono a quello che è oggi il Piemonte. Contribuiscano all'identità del Piemonte oggi; non hanno cancellato delle cose e non sono stati manovrati da altri. Così come trovo del tutto irrispettoso quei riferimenti che quando siamo arrivati non si è parlato con i nostri capi.
Come se io, calabrese, avessi un capo calabrese che mi rappresentava, i siciliani un siciliano e così via.
Sono state dette delle cose di notevole.



(Commenti in aula)



PAPANDREA Rocco

Chiedo di avere l'intervento a nostra disposizione, proprio per avere questa conferma. Sono state dette, ed esprimono il modo in cui quest'Assessorato è gestito da quest'Assessore. Questo è il problema, non fingiamo di nasconderci. Mi pare che al primo intervento il problema emerga in tutta la sua chiarezza. Non è un problema di destra o di sinistra, è qualcosa di più complesso, che riguarda anche Consiglieri che stanno dall'altra parte.
In particolare, chiedo che il Presidente si esprima rispetto a queste affermazioni e se fanno parte del tipo di deleghe che lui ha concesso all'Assessore Farassino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Siccome abbiamo ascoltato il discorso dell'Assessore Farassino, invito il Presidente Ghigo a un attimo di attenzione.
L'Assessore Farassino ha detto, fra le tante cose, che promuoverà una tavola, attorno alla quale dovrebbero sedere le etnie piemontesi e altre.
E' giusto? Ha detto questo.
Ha immaginato un Piemonte come una Regione nella quale convivono varie etnie. Mi pare di capire che la delega, che Il Presidente Ghigo gli ha conferito, prevede che l'Assessore Farassino riunisca queste etnie piemontesi, per discutere come affermare l'identità piemontese.
Credo che voi abbiate percepito cosa significa un'iniziativa del genere e non credo, Presidente Ghigo, che lei possa condividere un'impostazione del genere.
Non è un riferimento generico a un qualcosa. L'Assessore Farassino ha detto che lui considera suo compito promuovere una tavola attorno alla quale far sedere le etnie che vivono in Piemonte: i calabresi, i veneti, i piemontesi e via di questo passo. Ma, ci rendiamo conto di quest'affermazione? Qual è il significato di quest'affermazione? Non credo che lei possa tacere di fronte a una cosa del genere.
La prego di chiarire se questo punto di vista è nella delega che lei ha conferito all'Assessore Farassino. Spero di no e spero che lo pensino tanti Consiglieri, indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Non esiste un tavolo in cui far sedere calabresi, veneti e piemontesi, Assessore e Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Credo che l'Assessore Farassino abbia subito svelato la sua concezione di identità, che non credo sia la stessa concezione della maggioranza. Se Ghigo dicesse una cosa simile, susciterebbe parecchio scandalo.
Questa è una concezione antica, da canzonette del dopoguerra. La nostra realtà è diversa, Presidente, lo dica all'Assessore, gli tolga le deleghe se dice cose simili. Io sono siciliano, non sono nato a Trofarello, ma devo dire che, nonostante questo, mi sento piemontese a tutti gli effetti e non rappresento un'etnia. Credo, nei miei comportamenti, di essere più coerente con i tratti che fanno la piemontesità, più di quanto lo sia l'Assessore Farassino.
E' cambiato il mondo, non è questa l'identità. Questa è una concezione superata, che mette le etnie una contro l'altra. Ma, vi rendete conto di cosa è stato detto? Di stabilire delle gerarchie. La Regione Piemonte non è quella delle canzonette, neppure delle commedie che rappresenta l'Assessore Farassino. E' una cosa diversa. Presidente Ghigo, dica qualcosa oggi altrimenti lei è responsabile di questa concezione, che è superata e fuori del tempo.
Immaginate, se la concezione è questa, che cosa direbbe l'Assessore Farassino sugli extracomunitari? Sono cose prive di senso. Presidente Ghigo, lei, veramente, ha una responsabilità enorme. Ci dica, oggi o quando vuole, se questa è la sua concezione. Probabilmente, per motivi di tempo Farassino è stato breve, non ha potuto esprimersi, ma sono stupito per le cose che ha detto. Perché la volta scorsa ci siamo conosciuti, avevo una concezione diversa delle sue parole.
Se la concezione è questa, non la condividiamo. Non esiste una riserva indiana, aggredita da altre etnie. Non è questa la concezione giusta.
Questa concezione va bene per le sue canzoni. Non esiste una riserva indiana. Ormai, le integrazioni, i piemontesi, i siciliani e i pugliesi sono cose in qualche maniera superate. E' così! Presidente Ghigo, in ogni caso, ci dica qualcosa, perché le cose dette sono gravi.



PRESIDENTE

Do la parola al Presidente Ghigo per la replica.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Onestamente, devo dire - non lo faccio mai, ma in questo caso sento di doverlo rappresentare - che le parole dell'Assessore Farassino sono state male interpretate.
L'interpretazione, che l'opposizione ha voluto dare alle sue considerazioni, è sbagliata. Vi dico perché: prima di tutto, perché ho già discusso ed approfondito l'argomento con l'Assessore Farassino, prima di assegnare a lui questa delega. Le intenzioni ed il mandato operativo che ha l'Assessore Farassino sono esattamente il contrario rispetto a quello che voi avete interpretato. Ma lui stesso ve lo potrà confermare. Infatti, poco fa, ha detto che le sue affermazioni sono state mal comprese.
L'obiettivo è di aggregare, ma in senso assolutamente propositivo nessuno vuole imporre qualcosa ad altri, sia ben chiaro.
Riteniamo, e di questo sono convinto, che le tradizioni del Piemonte (d'altro canto, in varie altre fasi della vita di questo Consiglio molti gruppi hanno sostenuto iniziative a tutela della lingua e delle tradizioni piemontesi) siano importanti.
Il compito che l'Assessore ha è quello di offrire, in senso propositivo, la possibilità, a chi ne sente il bisogno, di conoscere la realtà e le tradizioni della nostra Regione. Va interpretato solo ed esclusivamente in questo senso. Nessuno vuole imporre. Personalmente, come credo anche Gipo, vi consideriamo tutti piemontesi.
Per me è piemontese una persona che risiede sul territorio piemontese e, di conseguenza, anche se viene da un'altra regione. Proprio perché viene da un'altra regione o da un altro Stato - perché questo discorso vale anche per gli extracomunitari - noi dobbiamo e sentiamo il bisogno (e questo è il mandato che ha l'Assessore Farassino) di rappresentare loro, ma per dare loro un contributo, visto e considerato che vivono su questo territorio, la conoscenza delle tradizioni piemontesi.
Poi ognuno faccia quello che gli pare, siamo in un paese libero ed ognuno si comporta come meglio crede. Però, io credo che l'amministrazione regionale abbia il dovere di mettere queste persone nella condizione di sapere quali sono le tradizioni del luogo in cui vivono. La delega dell'Assessore Farassino è in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente Ghigo non escluda di avere sbagliato anche questa volta a nominare l'Assessore Farassino. Può anche darsi che lei abbia sbagliato.
Qualche dubbio forse ce l'ha, visto che ha già dovuto correggere il primo intervento dell'Assessore. Non chiederò le sue dimissioni, perch l'Assessore Farassino sarebbe un record mondiale. Non le chiedo. Per Presidente Ghigo, Farassino ha detto una cosa che mi ha impressionato.
Ha detto che nel 1945 è successa una certa cosa che lo disturba molto e per la quale gli è tornata una passione. E' successo che nel 1945 vi è stata l'invasione del Piemonte, il complotto pluto-massonico-giudaico, non lo so. Vi è stata l'invasione del Piemonte da parte di esseri altri rispetto al Piemonte, e che dal 1945 ad oggi in tanti non si è fatto altro che prendere e confinare l'identità del Piemonte che c'era, di assediarla da parte di altri componenti culturali, di abbandonare l'identità del Piemonte a se stessa.
Lui dice questo, se ho capito bene, preso da rinnovata passione. Arriva qua, novello Don Chisciotte e fa girare all'indietro l'orologio della storia, pensando al 1945 non come momento in cui l'Italia si libera dal fascismo ed inizia lo sviluppo industriale, e in cui il Piemonte diventa una delle Regioni con cui l'Italia può rinascere. No, porta indietro l'orologio della storia e dice: "Adesso si torna al 1945". Presidente Ghigo, se ne sarà già accorto, ma la delega che ha dato, se viene interpretata come anche a me è sembrato di capire, è una strada che la prego di controllare da vicino e se, del caso, corregga subito l'errore lei, qualora se ne accorga. Non aspetti più tanto tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Dico solo questo: è arrivato un Assessore, bip bip in Consiglio regionale, bip bip; sembra un marziano, bip bip; e se non la pianta lì, bip bip; le cose non andranno bene, bip bip.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie. Presidente e colleghi.
Volevo solo, in modo telegrafico, fare un piccolo intervento per ringraziare il Presidente Ghigo che, con il suo ultimo intervento, ha espresso una cosa diversa di quello che ha detto l'Assessore Farassino.
Volevo soltanto ricordare che, sotto il profilo culturale, in Piemonte esistono più musei che case per civile abitazione. Fino a questo momento non abbiamo visto un turista che gira per Torino per dire che, sotto questo aspetto, c'è la possibilità di poter lavorare in un modo coerente e sereno.
Io auguro all'Assessore Farassino che non sposti l'argomento su cose antipatiche che non c'entrano nulla con l'identità piemontese. Le auguro un buon lavoro, però facciamo tutti attenzione a non andare a far crollare un meccanismo che negli anni ha costruito questo tessuto e questa comunità perché non è conveniente né per lei, Assessore Farassino, e nemmeno per il Governatore, che dei 900 mila voti che ha preso almeno 800 mila sono di meridionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Devo dire che l'intervento ultimo del collega Giordano mi ha un po' preoccupato perché ho fatto conti in fretta: se il Presidente Ghigo ha preso solo 900 mila voti non avremmo vinto le elezioni. Fortunatamente, ne ha preso qualcuno in più. Questo per amore di verità, che, come sapete nella lista e nell'elenco dei valori è in cima alla scala. Ma credo che sia semplicemente una defaillance.
Non sarei certamente più intervenuto dopo l'intervento del Presidente della Regione, perché credo che abbia fatto un ottimo intervento, che abbia riportato nella sua reale dimensione la situazione.
Non mi ha particolarmente scandalizzato l'intervento dell'Assessore Farassino. Credo che sia stata travisata in particolare la parola "etnia".
Lo dico chiaramente, ma credo che, sia con l'azione sul campo dell'Assessore Farassino (e non ho dubbi), sia con l'intervento del Presidente della Regione che abbiamo ascoltato, tutto sarà ampiamente chiarito.
Non voglio fare né l'avvocato né l'intervento sempre in nome della maggioranza, ma lo dico proprio da semplice Consigliere regionale, perch ho l'opportunità di parlarne in Consiglio regionale, ma mi metto anche nei panni di una donna o di un uomo, quindi di un semplice cittadino.
Vedo, in questo attacco, ancora una volta, un tentativo senz'altro di mistificare, almeno in buona parte, la realtà rispetto a quello che c'è stato; senz'altro di travisare le parole di un membro della Giunta regionale, cercando di costruire e creare un caso a fronte di questo travisamento e cambiamento, con una valutazione del tutto opinabile.
Bisognava forse creare un caso, e faccio un'anticipazione: chissà mai signor Presidente della Giunta regionale, che magari - e lo dico davanti agli amici dei giornali, della stampa e degli organi di informazione - da questo caso domani gran parte dell'informazione di un dibattito alto e di una grande scelta di governo sia solo imperniato e sia solo, guarda caso magari concentrato su un caso che non c'è e sul travisamento di un fatto reale che, ancora una volta, è stato costruito ad hoc da parte del centrosinistra.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Galante; ne ha facoltà.



GALANTE Valter, Assessore regionale

Chiedo la parola per definire lo scenario di lavoro in cui ci muoveremo e in cui sceglieremo, di volta in volta, con politici e non, se ci sarà concordia o scontro. Sulla partita della sanità si gioca una vicenda importante per i sistemi sociali nel prossimo futuro.
La crisi del welfare indubbiamente va a toccare in primo luogo quei sistemi che più avevano e davano garanzie e diritti. Il sistema sanitario italiano è un sistema, sotto questo profilo, di elevate garanzie e diritti.
Stiamo assistendo, su questo terreno, ad una crisi mondiale, se è vero come abbiamo visto, che il Cancelliere Schroeder fonda la sua politica per i prossimi anni su tagli pesantissimi al sistema sociale tedesco.
Ora, riuscire a tenere questo livello di protezione e difesa di garanzie che abbiamo dato ai cittadini nel '78 è una scommessa molto difficile. Richiede trasformazioni. Adesso andiamo a vedere perché sono diminuiti i posti letto.
Nel primo periodo di politiche sanitarie che seguivano al grande diritto, si è fatta la scelta della sanità pesante: tanta ospedalizzazione ovunque, grande livello di risposta sul piano concreto alle cure, per strutture pesanti.
Lo scenario della sanità mondiale nei Paesi industrializzati si è necessariamente orientato verso un modello più flessibile e leggero, che comporta un ridimensionamento dell'intervento, sempre tutto ospedaliero verso altre formule.
Quando il sottoscritto dice "continuità", lo dice rispetto a quello che abbiamo fatto negli ultimi anni su questo scenario, perché - come sostiene il Consigliere Moriconi - è innegabile che i posti letto sono diminuiti ma è stata una scelta, perché il tasso di ospedalizzazione alto non vuol dire buona sanità.
Negli ultimi quattro anni, abbiamo fatto crescere del 70% il Day Surgery, abbiamo fatto crescere le cure domiciliari, da 4 su 1000 a 14 su 1000, abbiamo iniziato, cioè, un percorso che cerca di portare la sanità verso un sistema che migliora le cure e lo rende compatibile con le risorse non più illimitate.
Questo, perché quel modello che è seguito al '78 - grande crescita che sembra un po' come quello dell'industrializzazione italiana, si è basato sul ripiano, cosa che oggi nessun tipo di Governo è più in grado di affrontare.
Quindi, la difesa, non tanto del sistema pubblico di per se stesso Consigliere Moriconi - ma proprio del sistema dei diritti e delle garanzie che abbiamo in questo Paese, passa attraverso delle trasformazioni, e lì ci misureremo per capire chi difende i diritti e le garanzie e chi invece segue particolarismi, che invece al sistema faranno e fanno solo male e lo conducono probabilmente all'asfissia.



PRESIDENTE

Grazie, dichiaro chiuso il punto all'o.d.g..



(Commenti fuori microfono della Consigliera Manica)



PRESIDENTE

Vi capisco, colleghi, perché in un primo tempo era stato previsto un dibattito di cinque minuti, poi sono seguite altre argomentazioni. Vi dico però, capendo le vostre richieste, che faremo un dibattito alla prima occasione.



(Commenti dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

Va bene, vi concedo due minuti.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Mi spiace che lei sia dispiaciuto, però penso che debbano valere le regole della democrazia.
Mi auguro che il Presidente organizzi un dibattito su queste comunicazioni per cui anticipo soltanto un'opinione e voglio anche ricordare al neo Assessore Galante, al quale anch'io faccio gli auguri di buon lavoro, che ha scelto di essere Assessore di una Giunta di centrodestra, che ha una concezione del Welfare diversa rispetto a quella che lui ha in mente.
Assessore, è diversa, perché esiste una posizione diversa, su questa concezione! Da questa parte non c'è una posizione di conservazione dello stato sociale pesante; la cosa è diversa, ma ne discuteremo.
Il problema che lei ha, Assessore, è un altro. Il problema è di gestire questa sanità, di dare risposta ai problemi esistenti, non di filosofia di politica sanitaria! E' una cosa diversa! Pensi di essere all'interno del centrodestra! So che per lei è imbarazzante, ma è all'interno del centrodestra, la quale ha una concezione paternalistica dello stato sociale, delle risposte che devono essere date ai problemi.
Poiché lei ha condiviso le scelte che sono state fatte, lei sa perfettamente - ed è giusto - che, rispetto alla riduzione dei posti letto impropri (concordo sull'ospedalizzazione), non sono corrisposte delle alternative. Il problema vero è che a questa gestione. nella quale lei è stato corresponsabile, avendo eseguito gli ordini del potere politico, non sono corrisposte delle alternative! Pertanto, lei ha partecipato completamente e totalmente a un'operazione di razionamento dell'offerta sanitaria nel sistema piemontese. Questo lei lo sa perfettamente, per cui sui dati discuteremo e ci renderemo conto che quello che lei ha detto non è vero.
Ma il tema è ampio, per cui invito veramente a discuterne e a ricordare questo aspetto che non è irrilevante: lei è stato scelto dal centrodestra è una posizione completamente diversa da quella che forse lei ha ed ha avuto in mente nella prima fase del suo impegno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Come diceva giustamente il collega Saitta, l'Assessore è stato scelto dal centrodestra, non è lui che ha scelto il centrodestra.
L'altro fatto che mi stupisce è che, se il neo Assessore provenisse come un marziano, da un'altra regione e avesse detto le cose che ha detto non avrebbe saputo cosa era avvenuto e di cosa stava parlando e avrebbe fatto delle affermazioni ineccepibili, dal punto di vista sociologico, e talmente banali che le potremmo trovare su qualsiasi letteratura e qualsiasi vulgata sanitaria di qualsiasi giornaletto.
Poiché l'Assessore non proviene da un'altra regione, ma era un funzionario di quell'Assessorato che ha compiuto scelte tutt'altro che diverse da quelle che lui ha sostenuto, forse c'è anche un elemento di malafede nelle cose che ha detto. L'Assessore non può non sapere che non c'è stata una scelta di razionalizzazione, tagliando posti letto per investire sulla sanità territoriale; lui sa benissimo che sono stati tagliati indiscriminatamente i posti letto, senza operare alcuna scelta.
Non s'è fatta la scelta della Regione Toscana, della chiusura degli ospedali per investire sul territorio e sulla razionalizzazione delle strutture esistenti; non si è razionalizzato niente dell'esistente: si è tagliato in modo indiscriminato e grazie a una famosa delibera che si chiamava "patto di buon governo", che lui non può non conoscere perché era un funzionario dell'Assessorato; si è tagliato l'1% in modo indiscriminato a chi aveva risparmiato e chi aveva sprecato, punendo chi aveva sprecato e non valorizzando chi aveva risparmiato, costringendo tutte le ASL, sulla base di budget contingentati, a tagliare non sugli ospedali, non sui grandi centri di potere, che, magari, non funzionavano, ma sulle strutture territoriali, sull'alzaimer, sugli anziani, sui momenti a confine tra sanitario e socio-assistenziale.
Assessore, abbiamo i dati, li abbiamo tutti e ne abbiamo parlato in quest'Aula più volte. Dalla collocazione che aveva precedentemente non è mai arrivata, né poteva arrivare, contestazione a dati ineccepibili che peraltro, ci forniva l'Assessorato.
Detto questo, si dovrebbe ricordare che non siete stati neanche in grado, visto che lei faceva parte di quel momento, di presentare un Piano Sanitario e una programmazione degna di quel nome, per occultare, invece queste scelte sbagliate. L'unica che avete potuto presentare è stata coralmente respinta da tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, intervengo brevemente.
Credo che nelle affermazioni del nuovo Assessore sia presente una visione non totalmente corrispondente a quanto, invece, noi pensiamo.
Nessuno pensa ad una sanità pubblica elefantiaca o esorbitante come risorse e come consumo delle stesse. Semplicemente, quando si amministra, è necessario redigere un preventivo, ci si deve misurare sulla disponibilità di risorse. Ci sono risorse da acquisire, ma non siamo certo noi della minoranza a redigere i bilanci né in sede nazionale né in sede locale.
Noi siamo convinti che, ad esempio, in sede nazionale, ci sarebbero molte risorse da investire sul sociale piuttosto che in altri campi, penso ad esempio, da pacifista, alle spese militari, che potrebbero essere devolute ad impegni sociali. Naturalmente, penso anche al bilancio in sede locale, che potrebbe essere rivisto investendo più risorse verso il sociale e non verso altri compiti.
In merito all'altro punto, già sollevato dalla collega Manica, noi critichiamo il taglio dei posti letto non perché, a fronte di questi tagli e alla diminuzione di personale, ci sia stato, a nostro parere, un miglioramento del servizio sanitario, ma proprio perché queste scelte hanno portato un peggioramento - noi diciamo un decadimento - del servizio sanitario, in quanto la scelta "ospedalecentrica" non è stata, così come si diceva nelle parole, sostituita da una scelta che spostasse il primo intervento e rendesse partecipi i territori alla gestione della sanità.
Secondo noi questo non c'è stato. Ricordo che non c'è stato neanche quell'impegno verso la prevenzione, che, ripetutamente, era stato sollecitato e affermato in Consiglio dall'Assessore precedente.
Noi sosteniamo, credo a buon diritto, come tutti i cittadini piemontesi, che la sanità piemontese è peggiorata, e la prova è che le liste di attesa continuano ad allungarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, le affermazioni generali di un adeguamento della risposta sanitaria alla nuova domanda, rispetto ad una maggiore territorializzazione, sono condivisibili. Quello che non è condivisibile è che questo sia avvenuto qui in Piemonte. E' sotto gli occhi di tutti ed è strano che lei, fino a ieri dirigente - non ci conosciamo, ci siamo incontrati più volte in Commissione - sappia bene che questo non è avvenuto. Ci preoccupa sentir parlare di continuità. Continuità in cosa? Nella mancanza di programmazione, che ha significato tagli indiscriminati? Nella mancanza di controlli, che ha portato a sprechi e scandali? Vogliamo una continuità rispetto al depotenziamento dei distretti, invece di un potenziamento? Il fatto che sono aumentati i Primariati, mentre sono diminuiti i posti letto? Continuità rispetto a cosa? Qui la partita è veramente grande. Siamo preoccupati e, in questa vicenda, l'impressione è che la nomina dell'attuale Assessore alla sanità in sostituzione dell'Assessore D'Ambrosio, non sia avvenuta per una presa di coscienza da parte del Presidente Ghigo; quella eccellenza, che, è vero abbiamo e avevamo soprattutto nella sanità in Piemonte, è in grosso pericolo.
Questa scelta non è stata fatta perché si è assunta consapevolezza di un'ondata di demotivazione che ha colpito in maniera pesante tutti gli operatori sanitari, che costituiscono uno dei capitali immateriali più importanti nel nostro Piemonte. Il livello di motivazione dei nostri operatori è una delle cose più importanti ed è stato letteralmente demolito in nove anni di Assessorato del centrodestra.
Non c'è stata la consapevolezza di qual è oggi lo stato di drammatica situazione in cui versa la sanità piemontese, anche dal punto di vista di fiducia dei cittadini, non tanto dei singoli operatori, che rimangono operatori qualificati, di alto livello professionale e, malgrado tutto, di alta motivazione morale. No, non è stato questo. Sembra che, semplicemente sia stata fatta una scelta per cercare di salvare la faccia al Presidente Ghigo, che, oggi come oggi, è l'unica ancora di salvezza per vincere le elezioni per il centrodestra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente e colleghi, la motivazione di questo mio telegrafico intervento è la seguente: Assessore, capisco che questo sia il suo primo intervento, per carità, è legittimo che si possa non rispondere in modo ottimale a quanto le minoranze, in questo momento, stanno chiedendo, ma non chiediamo nulla di particolare se non di capire la sua posizione di gestione nei confronti di questo problema. Vogliamo solo sapere quali sono i rapporti con l'Università e in quale modo si vuole approfondire la ricerca clinica; in quale modo si vuole riqualificare il posto letto; in quale maniera si continuano ad accreditare aziende private quando ai privati, in questo momento, stanno andando l'oncologia, la chirurgia, la cardiologia ed altri reparti di eccellenza. In che modo il costo fisso resterà all'ente Regione mentre i costi variabili, che si vanno ad assumere, andranno ai privati. Questo è quanto vogliamo sapere da lei Assessore. Lei non deve considerare questi interventi come interventi di scoraggiamento. Se lei si proietta su una strada di riqualificazione del sistema, da noi minoranza troverà sostegno, perché noi vogliamo la riqualificazione e un giusto e corretto servizio ai piemontesi.
L'ho detto nel mio precedente intervento come tutti, compresi i cadaveri, siano a conoscenza dell'insufficienza degli infermieri, ma nessuno si è preoccupato di intervenire presso l'Università affinché ci siano dei laureati in scienze infermieristiche. Ci sono dei problemi da chiarire, ma mi auguro che lei, con la buona volontà, li affronti.
Onestamente, Assessore, non la conosco bene, ma lei mi ispira fiducia. Come ho detto prima, ho sempre avuto stima e affetto personale dell'Assessore D'Ambrosio, perché è stato uomo di grande disponibilità, sia nei confronti dell'opposizione, sia nei confronti della maggioranza, anzi, ha pagato la grande disponibilità nei confronti di tutti, ma noi non eravamo d'accordo sul progetto sanitario. Noi speriamo che nei prossimi interventi, con calma, Lei faccia le sue dovute riflessioni e che in Aula ci illustri in che cosa si differenza la sua sanità rispetto al suo predecessore, per poter riqualificare la spesa fissa e una serie di attività, in modo da far fare bella figura al Governatore e al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri.
Ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Volevo dire alcune cose in pochi secondi. Confermo quello che ha detto un politico dell'UDC, per la precisione il Presidente dell'UDC, Rocco Buttiglione, qualche giorno fa, quando è stato intervistato nella nostra sede. Condivido le parole del nostro Presidente e le confermo. Anche secondo noi, lo diciamo sommessamente, non per polemica, nella vita ci vuole meno teatro e più sostanza.
All'Assessore Galante rivolgo semplicemente un ringraziamento perch con poche parole, ha sintetizzato quello che vorrebbe portare avanti; ha delineato un quadro davanti agli occhi di tutti, estremamente chiaro e netto, di una situazione della sanità nazionale e mondiale, con una semplicità che è stata chiara a tutti. Solo chi vuole strumentalizzare e utilizzare questi dati per una polemica sterile, può fare le affermazioni che abbiamo sentito in alcuni interventi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sarò ancora più breve del Consigliere Angeleri, intervengo per il verbale e la politica. Mi dispiace che l'Assessore Galante non abbia pronunciato l'unica frase che mi sarei aspettato: voglio far approvare alla svelta il Piano Sanitario Regionale. Peccato, è un'occasione mancata, è uno stile di governo che da continuità. Mi dispiace molto.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione sul punto.
Volevo fare approvare la delibera di proroga della Commissione Statuto ma nel frattempo sono arrivati diversi emendamenti, quindi la discuteremo oggi.
Prima della pausa volevo far votare una richiesta di inserimento e una di inversione di punti all'o.d.g. e far prendere atto all'aula che oggi come primo punto, discuteremo la proroga della Commissione Statuto.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta di inserimento nuovo punto all'o.d.g. con particolare riferimento al disegno di legge n. 575: "Costituzione di società per azioni consortile per la gestione degli ospedali della C.I.O.V."


PRESIDENTE

In ordine ai lavori della seduta odierna, i Consiglieri Chiezzi Moriconi e Papandrea chiedono l'inserimento all'o.d.g. del seguente nuovo punto: disegno di legge n. 575: "Costituzione di società per azioni consortile per la gestione degli ospedali della C.I.O.V." Ricordo che possono intervenire un Consigliere contro e uno a favore della richiesta.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione e l'intervento a favore.



CHIEZZI Giuseppe

Al di là del giudizio sulle scelte prioritarie dei lavori in Consiglio regionale e in Commissione, la richiesta parte da una preoccupazione fortissima basata su informazioni precise secondo cui l'ospedale Valdese è tenuto in una situazione intollerabile. L'ospedale Valdese, verificate, è in una situazione economica difficilissima, anche nei confronti dei fornitori, nell'ambito dell'anno 2003.
Ci rendiamo conto che l'ospedale Valdese rischia un nuovo peggioramento della situazione economica in forza di una nostra disattenzione? Vi è una proposta per risolvere il problema, non condivido la proposta, la ritengo sbagliata, ma, peggio ancora, è non decidere. Decidiamo, decidete sulla proposta che è stata fermata in aula dalla maggioranza, portatela avanti se non va bene quella si individui un'altra proposta, ma non si perda più tempo perché l'ospedale Valdese è stato gettato - questa è politica se volete - in una situazione di difficoltà economica per responsabilità della Regione. Una volta è andata così, ma questa seconda volta la responsabilità è tutta nostra: i fornitori rischiano di non fornire più le attrezzature all'ospedale, non è giusto tenerlo in questa situazione. Nell'ambito della nostra programmazione, chiedo che il tema dell'ospedale valdese venga affrontato subito e che la legge venga messa in discussione e in votazione.
Voterò contro a questa legge, ma almeno l'ospedale valdese ha una prospettiva. E' un appello che rivolgo a tutto il Consiglio regionale maggioranza e minoranza, per decidere subito.



PRESIDENTE

Per un intervento contro l'iscrizione di tale disegno di legge, ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Il tema posto all'attenzione del Consiglio regionale da parte del Consigliere Chiezzi e la relativa richiesta di inserimento all'o.d.g., è un tema rilevante sul quale ci si è confrontati ampiamente sia in Commissione che in occasione di un dibattito generale in Consiglio regionale. Tuttavia essendo noi convocati con un preciso o.d.g. ed essendoci una serie rilevante di ulteriori priorità, la maggioranza voterà contro, in questa fase e per questa giornata d'aula, alla richiesta di inserimento del punto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'inserimento di nuovo punto all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Problemi energetici

Richiesta di inversione punti all'o.d.g. con particolare riferimento al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 412 e n. 414: "Piano energetico ambientale"


PRESIDENTE

Sono state presentate le seguenti richieste di inversione di punti all'o.d.g.: 1) presentata dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea, Moriconi: ai sensi dell'articolo 51, comma 2 del regolamento interno si chiede l'inversione del punto 4) all'o.d.g. con il punto 2) 2) presentata dai Consiglieri Mellano e Palma: Il gruppo Radicali - Lista Bonino richiede di discutere, dopo le comunicazioni del Presidente, il punto 2) all'o.d.g., ovvero il testo unificato delle proposte di deliberazione n. 412 e n. 414 "Piano energetico ambientale" Ricordo che può intervenire un Consigliere contro e uno a favore.
La parola al Consigliere Mellano, a favore della richiesta.



MELLANO Bruno

A favore nella puntualità del testo, chiedo che sia il primo argomento da mettere in discussione oggi pomeriggio. Dal 23 ottobre quando, con estrema urgenza, la V Commissione ha approvato, a maggioranza, il Piano energetico ambientale regionale, c'era un impegno per fornire all'Assessore Cavallera, quanto prima, uno strumento ritenuto indispensabile per andare nelle trattative nazionali e per la nuova definizione delle centrali termoelettriche piemontesi.
Occorre assolutamente oggi, nella prima seduta possibile dopo la sospensione, approvare questo atto, ma occorre anche concedere un minimo di dibattito per un provvedimento molto importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per un intervento contro.



CATTANEO Valerio

Altro punto importante, ne parlavo anche con l'Assessore Cavallera titolare della proposta di deliberazione. E' un punto che è stato richiesto anche nella Conferenza dei Capigruppo, da parte dei Presidenti di Gruppi di maggioranza tutti, e non solo, ma anche da una parte rilevante delle opposizioni.
La richiesta non è possibile in questa fase, e la rivaluteremo nel pomeriggio perché, dal nostro punto di vista, i punti principali quelli relativi alla prosecuzione dei lavori della Commissione Statuto, che credo non occuperanno molto tempo della giornata, e l'aspetto del proseguimento del testo di legge n. 306, relativamente ai laboratori.
Tuttavia, avendo noi l'interesse e il fine politico di approvarlo entro la giornata di oggi, alla ripresa dei lavori valuteremo nel quadro generale, con un impegno e una verifica complessiva della convergenza su questo e su quel provvedimento, come e quando inserirlo, in modo che si possa lavorare in maniera operativa e garantirne l'approvazione oggi stesso. Quindi la votazione contraria oggi è, in questa fase, semplicemente tecnica.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, di tale richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.
Con il consenso dell'Aula, comunico che il primo punto all'o.d.g. della seduta del pomeriggio sarà la proposta di deliberazione n. 457 "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 176-25037 del 27 lu glio 2001 (Istituzione della Commissione speciale per lo Statuto della Regione Piemonte) come modificata dalle deliberazioni C.R. n. 281-4701 dell'11 febbraio 2003 e n. 340-30281 del 30 settembre 2003. Ulteriore proroga".
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.53)



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