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Dettaglio seduta n.425 del 23/12/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 12.07 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 12.30)



(La seduta ha inizio alle ore 12.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Caracciolo D'Onofrio e Godio.


Argomento:

b) Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari dell'1 7, 14, 21 e 28 ottobre 2003 e 4, 6, 11, 13, 18, 19 e 25 novembre 2003, i quali, se non vi sono osservazioni, si intendono approvati. Comunico che per oggi è prevista seduta unica.
Comunico, infine, che le previsioni della Presidenza sono di andare avanti e di fissare comunque le ore 17 come orario per la chiusura dei lavori.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 156 del 23 dicembre 2003 il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha attribuito, temporaneamente, le funzioni di Vice Presidente della Giunta regionale, per la seduta di martedì 23 dicembre 2003, all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di procedere con l'esame del disegno di legge n. 453, di cui al punto 2) all'o.d.g., ha chiesto la parola il Consigliere Palma sull'ordine dei lavori.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, questa mattina si è tenuta una Commissione Sanità sul provvedimento riguardante gli Ospedali Valdesi, in cui l'Assessore Pichetto Fratin, intervenendo a nome della Giunta, ha chiesto il licenziamento del provvedimento, quindi, tempi relativamente agili di discussione dello stesso, al fine dell'immediata iscrizione all'Aula del provvedimento, della discussione e del licenziamento del provvedimento stesso nella giornata odierna.
Ho chiesto esplicitamente rassicurazioni e impegni su questo all'Assessore Pichetto Fratin, che, in Commissione, ha sostenuto che la Giunta avrebbe chiesto l'iscrizione di questo provvedimento. Ovviamente non è obbligatorio farlo e la Giunta può anche procedere furbamente su questo, però, se ad una Commissione viene richiesto il licenziamento immediato di un provvedimento ai fini dell'iscrizione ad horas alla discussione dell'Aula, un minimo di correttezza vorrebbe che la Giunta formalizzasse questa richiesta. Poi, casualmente, la maggioranza trova delle ragioni per rinviare la discussione e boccia la richiesta di iscrizione della Giunta, però, non è ammissibile che si chieda alla Commissione di licenziare il provvedimento e in Aula non si richieda l'iscrizione del provvedimento stesso.
Prima di procedere su questa discussione, nella speranza di non dover essere io a fare la richiesta di iscrizione del provvedimento all'Aula chiederei all'Assessore Pichetto Fratin di provvedervi.



PRESIDENTE

Il provvedimento è prenotato, quindi, c'era già stata la volontà nella Conferenza dei Capigruppo di iscriverlo all'Aula, ci vogliono 31 voti, se l'Aula acconsente.



(Commenti del Consigliere Palma fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, ho spiegato la procedura, adesso, un attimo.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio interno

Sinteticamente, sì.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore Pichetto Fratin, va bene l'iscrizione, ma in quale punto ne chiede l'iscrizione: immediatamente o, per esempio, dopo la legge sul commercio?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio interno

La legge sul commercio ha due articoli e c'è una deliberazione, quindi sono tre votazioni; direi dopo la legge sul commercio.



PRESIDENTE

Dopo la legge sul commercio, va bene, anche perché il testo è tutto da riscrivere.



(Commenti del Consigliere Contu fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è stato votato, tecnicamente, lo preparano. Se siete d'accordo facciamo i due provvedimenti sulla legge sul commercio, poi, facciamo.
La parola al Consigliere Valvo sull'ordine dei lavori.



VALVO Cesare

Signor Presidente, ho avuto un colloquio con alcuni colleghi della minoranza. Chiedo se fosse possibile, in coda, come è avvenuto l'anno scorso, licenziare la proposta di deliberazione n. 450, relativa alla legge n. 980, che concerne l'approvazione del programma annuale di attuazione dei PIP. Questa deliberazione è stata licenziata all'unanimità da parte della VII Commissione, già l'anno scorso, proprio nell'ultima seduta del Consiglio regionale, prima di Natale, l'avevamo votata senza discussione.



PRESIDENTE

Va bene, colleghi, visto che siamo qui in una fase di preparazione procederei nel seguente modo...
La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Signor Presidente, intervengo solamente per porre una richiesta: la volta scorsa avevamo presentato due ordini del giorno in merito al problema del memorario, quindi il disservizio delle ferrovie. E' un problema urgente, perché questo servizio sta creando gravi problemi all'utenza.
Chiedevo, se era possibile, discuterlo in questa seduta.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, sono tutti argomenti iscritti, perché avevamo deciso che li avremmo trattati oggi, proseguiamo, cercando di fare il meglio possibile.



(Commenti del Consigliere Palma fuori microfono)


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 575: "Costituzione di società per azioni consortile per la gestione degli ospedali della CIOV (Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi, preavviso scritto ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento Interno)"


PRESIDENTE

Con il consenso dell'Aula il disegno di legge n. 575 è iscritto all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Solo a titolo d'informazione sull'ordine dei lavori, volevo sapere se sono previste, oppure no, comunicazioni da parte del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Non sono previste, non sono all'o.d.g..



MARCENARO Pietro

Può chiedere al Presidente Ghigo se intende fare comunicazioni all'Aula? Voglio solo saperlo e non commentare.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale non intende fare comunicazioni.


Argomento: Commercio

Esame disegno di legge n. 453: "Modifica alla legge regionale 12 novembre 1999 (Disciplina, sviluppo e incentivazione del Commercio in Piemonte, in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114)"


PRESIDENTE

Proseguiamo dunque con l'esame del disegno di legge n. 453, di cui al punto 2) all'o.d.g..
Relatrice è la Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna, relatrice

Signor Presidente, egregi colleghi, il presente provvedimento nasce da due distinte esigenze di modifica della legge regionale n. 28/1999 relativa alla disciplina sviluppo e incentivazione del commercio in Piemonte. In primo luogo, l'esperienza derivante dall'applicazione della nuova programmazione commerciale in base alla legge suddetta e alle conseguenti norme generali di indirizzo programmatico ed urbanistico ha evidenziato che si rende particolarmente opportuna una calibrata azione di indirizzo in riferimento alla disciplina dello sviluppo delle grandi strutture di vendita, localizzabili, in particolare, nelle vaste aree delle periferie urbane, rispetto alle quali si sono potuti constatate i principali problemi applicativi con le conseguenti parziali disfunzioni di sistema da parte dei Comuni.
Occorre rilevare che le finalità principali perseguite dalla riforma della disciplina relativa al settore del commercio, introdotta dal decreto legislativo n. 114/1998 e attuato in Piemonte con la legge regionale n.
28/1999, si possono ricondurre alle seguenti: la trasparenza del mercato la concorrenza, la libertà di impresa e la libera circolazione delle merci la tutela del consumatore, con particolare riguardo all'informazione, alla possibilità di approvvigionamento, al servizio di prossimità all'assortimento, alla sicurezza e alla qualità dei prodotti, l'efficienza la modernizzazione, lo sviluppo della rete distributiva, nonch l'evoluzione tecnologica dell'offerta, anche al fine del contenimento dei prezzi. Il pluralismo e l'equilibrio tra le diverse tipologie delle strutture distributive e le diverse forme di vendita, la valorizzazione e la salvaguardia del servizio commerciale nelle aree urbane e rurali collinari e montane. Il recupero e la valorizzazione del ruolo delle piccole e medie imprese con la previsione di forme di incentivazione, anche al fine di salvaguardare i livelli occupazionali.
La programmazione commerciale affidata alle Regioni, nel definire gli indirizzi generali per l'inserimento delle attività commerciali, nonché i criteri di programmazione urbanistica riferiti al settore commerciale necessari anche per gli adeguamenti urbanistici comunali, è tenuta tra l'altro, oltre a rendere compatibile l'impatto territoriale ed ambientale degli insediamenti commerciali, a stabilire criteri e modalità per: valorizzare la funzione commerciale al fine della riqualificazione del tessuto urbano, in particolare per quanto riguarda i quartieri urbani degradati salvaguardare e riqualificare i centri storici nel rispetto dei vincoli relativi alla tutela del patrimonio artistico e dei beni culturali ed ambientali favorire l'adozione da parte dei Comuni di specifici programmi di qualificazione urbana indirizzati a preservare, sviluppare e potenziare la funzione del sistema distributivo commerciale locale, in relazione al contributo che esso fornisce alle varie forme di aggregazione sociale, a valorizzare le zone di insediamento commerciale o altri aggregati di offerta consolidata e a sostenere il recupero delle piccole e medie imprese promuovere altresì l'adozione da parte dei Comuni di specifici programmi integrati di rivitalizzazione delle realtà minori finalizzati a preservare, mantenere, ricostituire e rivitalizzare il tessuto commerciale locale delle zone collinari, montane, rurali e marginali.
Per le motivazioni sopra evidenziate, nel corso dell'esame del disegno di legge in sede di Commissione consiliare, si è ritenuto opportuno accogliere (articolo 1) un emendamento presentato dall'organo esecutivo avente la finalità di inserire tra gli indirizzi generali per l'insediamento delle attività commerciali, che l'articolo 3 della legge regionale n. 28/1999 rimette all'approvazione del Consiglio regionale, integrando la lettera d) del comma 2 del medesimo articolo, relativa alla regolamentazione dello sviluppo della rete distributiva, l'obbligo di subordinare il rilascio dell'autorizzazione per medie e grandi strutture di vendita alla corresponsione di un onere aggiuntivo specificamente destinato a contribuire alla rivitalizzazione e riqualificazione delle zone di insediamento commerciale urbano dei Comuni interessati da ciascun intervento. Spetterà alla deliberazione consiliare definire le modalità operative e i parametri per il perseguimento di tale obiettivo (l'ipotesi più probabile consiste nel computare l'onere aggiuntivo come percentuale degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria).
Le risorse recuperate saranno, come già evidenziato, rese disponibili sia per la realizzazione di programmi volti alla riqualificazione e allo sviluppo del tessuto commerciale nonché al rafforzamento dell'immagine dell'identità e della riqualificazione urbana (i cosiddetti programmi di qualificazione urbana) sia per l'attuazione di appositi programmi integrati di rivitalizzazione di realtà urbane minori (comuni con meno di 3.000 abitanti, o loro parti omogenee o frazioni; quartieri di edilizia residenziale pubblica caratterizzati da condizioni di marginalità), che anche mediante l'eventuale istituzione di centri polifunzionali di servizi promuovano la permanenza di un adeguato servizio di vicinato, in particolare per quanto concerne l'offerta di prima necessità La seconda modifica alla legge regionale n. 28/1998, contenuta nell'articolo 2 del presente provvedimento, nasce dall'esigenza di intervenire in occasione di eventi eccezionali o di particolari emergenze quale in passato la crisi commerciale provocata dalla diffusione della BSE che ha interessato in modo particolare i macellai, e attualmente la questione dei "cantieri di lunga durata" dovuti a rilevanti interventi per la qualificazione urbana e viaria o la grave situazione in cui versano le imprese di ristorazione cinesi colpite da un calo della clientela derivante dall'allarmismo per l'epidemia di SARS scatenatasi in Cina.
Si tratta di eventi che possono incidere in modo rilevante sui livelli produttivi ed occupazionali delle imprese commerciali producendo un calo sensibile dei fatturati, con ripercussioni tanto più rilevanti quanto minore è la dimensione dell'impresa.
La modifica in oggetto interviene sull'articolo 18 della legge regionale n. 28/1999, relativo al credito al commercio, aggiungendo nell'elenco delle diverse forme di intervento di cui comma 1 una nuova lettera d bis), che prevede il sostegno alle imprese del commercio, e loro forme associative, in seguito ad emergenze economiche, strutturali e ambientali determinanti situazioni di crisi degli esercizi commerciali tramite due misure: azioni di promozione e di fidelizzazione della clientela costituzione di un fondo speciale finalizzato a fornire garanzie bancarie per consentire l'accesso ai finanziamenti necessari al ripristino dell'operatività delle imprese ed il contenimento dei relativi tassi di interesse (si tratta di una novazione introdotta in sede di Commissione, in accoglimento di una proposta di modifica presentata dalla Giunta regionale).
Occorre rilevare che la deliberazione della Giunta regionale n. 43-7652 del novembre 2002 ha già provveduto ad istituire, nell'ambito del Fondo regionale per lo sviluppo e la qualificazione delle piccole imprese previsto dall'articolo 4 della legge regionale n. 21/1997 (e successive modifiche ed integrazioni) - la cui Sezione commercio è utilizzata per il finanziamento degli interventi previsti dalla legge regionale n. 28/1999 una nuova specifica Sezione emergenze. Con tale deliberazione è stato inoltre approvato il programma degli interventi relativi alla nuova Sezione, regolando l'accesso alle agevolazioni delle aziende del commercio e dell'artigianato ricadenti in aree interessate da rilevanti interventi per la qualificazione urbana e viaria, e appositamente individuate e segnalate dai Comuni interessati.
Con la modifica alla legge regionale n. 28/1999 proposta dal presente disegno di legge, l'intervento regionale viene esteso a tutte le forme di emergenze che possano determinare situazioni di crisi economica e occupazionale delle imprese commerciali.
Si deve inoltre specificare che gli interventi introdotti dalla presente modifica nell'articolo 18 della legge regionale suddetta saranno effettuati nel rispetto del regime comunitario del "de minimis", ai sensi del regolamento (CE) n. 69/2001 del 12 gennaio 2001, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti d'importanza minore.
Le risorse previste per l'anno 2003, al fine di dare attuazione alla presente modifica dell'articolo 18, comma 1 della legge regionale n.
28/1999, ammontano ad euro 300 mila (articolo 3).
Accogliendo il suggerimento della Commissione Bilancio, si è altresì deciso di procedere alla ristesura dell'articolo 24 (relativo alle disposizioni finanziarie) della legge regionale n. 28, in modo di aggiornarne le previsioni di spesa ed adeguarlo alle nuove norme sulla contabilità regionale (legge regionale n. 7/2001), oltre ovviamente a prevedere la nuova voce di spesa relativa agli interventi per le emergenze economiche, strutturali e ambientali delle imprese commerciali.
Considerato l'approfondito esame di cui il disegno di legge è stato oggetto in sede di Commissione consiliare e tenuta presente sia la rilevanza delle previsioni in esso contenute per il settore del commercio piemontese sia l'urgenza della loro attuazione, se ne chiede una rapida approvazione da parte dell'aula consiliare.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, oggi possiamo dire che finalmente questo provvedimento può essere varato.
Finalmente, perché gli squilibri che si stavano determinando nel sistema commerciale avevano dei riflessi di natura territoriale e sociale notevoli, che mi vedevano interessato a questo provvedimento (specificher anche la parte della proposta per cui non sono completamente soddisfatto).
La Regione, nel suo percorso, ha sviluppato una lunga storia in materia commerciale. Negli anni Settanta e Ottanta si è cercato, in qualche modo di programmare l'assetto e lo sviluppo del commercio. L'evoluzione politica di sensibilità e l'apertura maggiormente ai mercati del settore commerciale hanno determinato nuovi processi, che contengono, al loro interno, il germe di una distorsione se non hanno qualche regola che adesso si sta cercando, con questo provvedimento, di far emergere.
Già la collega relatrice ha illustrato gli elementi che hanno fatto scaturire questa decisione, ma vorrei sottolinearli ancora.
Nelle periferie delle grandi città metropolitane e nei territori più marginali, l'assenza di una rete commerciale di vicinato è un fattore di impoverimento sociale di creazione di una marginalità nella marginalità per molte comunità e di degrado per le periferie.
E' paradossale che, mentre si investono risorse per intervenire là dove ci sono problemi sociali, dove si vuole curare la qualità della vita anche con interventi urbanistici di arredo urbano nelle periferie o nelle città della prima e seconda cintura di Torino, dall'altra parte non ci sia attenzione alla rete del commercio di vicinato, che è anche un fattore di socializzazione di un territorio e di una comunità.
Ovviamente questo non significa avere un sistema commerciale assistito: significa trovare un punto di equilibrio. E il punto di equilibrio con il provvedimento lo si pone cercando di contenere in qualche misura l'emergere di ciò che può determinare in un prossimo futuro delle forti distorsioni, dei fenomeni di gigantismo commerciale e delle prospettive di crisi nel settore industriale, anche di crisi nella grande distribuzione.
Dov'è il limite, collega Costa, che vedo nel provvedimento? Lo dico anche all'Assessore Pichetto Fratin: il limite è il non avere avuto il coraggio, nella strumentazione urbanistica, che è uno dei pochi elementi di intervento regolatore diretto, di rendere queste norme più rigide, più rigorose, più restrittive.
Mi pare che ci siano degli emendamenti che vanno in questo senso, e spero che possano concorrere a recuperare qualche grado in più di severità o, perlomeno, permettano di cogliere l'opportunità che gli strumenti urbanistici offrono alla Regione.
Per il resto, possiamo solo dire: "Finalmente!". Questo provvedimento arriva in ritardo; provvedimento che era atteso non solo dalle categorie produttive, ma credo soprattutto - senza averne oggi coscienza ovviamente, perché il sistema informativo non può arrivare al dettaglio di questo tipo di informazione - dalle popolazioni che vivono, come dicevo, in zone disagiate o nelle periferie delle grandi aree metropolitane, le quali possono accoglierlo positivamente.
Sperando di recuperare, con gli emendamenti, la parte di carenza urbanistica, il provvedimento vedrà il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Presidente, chiedo di fare un intervento unico per questo provvedimento e quello successivo, perché sono legati tra di loro.
Anch'io, Presidente, vorrei esordire, come ha fatto il collega Tapparo dicendo: "Finalmente!", però vorrei fare una domanda all'Assessore Pichetto Fratin, sperando che poi mi risponda.
Chiedo all'Assessore come mai abbiamo aspettato tanto tempo per assumere questi provvedimenti, e non mi riferisco soltanto alla distanza intercorsa tra l'approvazione in Commissione consiliare e la discussione in Consiglio regionale. Vorrei ricordare all'aula, oggi un po' distratta perché siamo all'antivigilia di Natale, che all'inizio dell'anno 2001 in Consiglio regionale avevamo discusso della necessità di modificare la legge 28 e la Giunta (allora l'Assessore al commercio era Racchelli) aveva assunto l'impegno, di fronte all'aula, di modificare questa legge entro il 20 marzo del 2001.
Ciò non è avvenuto. Noi, come Gruppo DS, abbiamo presentato un ordine del giorno, mai discusso, nell'ottobre del 2001 per impegnare nuovamente la Giunta a modificare la legge. Lo stesso Presidente della Giunta regionale on. Ghigo, pubblicamente aveva affermato che era necessario rivedere la legge 28, ma ciò non è avvenuto.
Sono passati oltre due anni e siamo arrivati finalmente in Consiglio.
Ricordo che abbiamo approvato le due modifiche della legge 28 e l'allegato A sulle norme urbanistiche alla fine del mese di luglio. Ebbene, siamo alla fine di dicembre: questo ritardo è un ritardo colpevole.
C'è una responsabilità diretta da parte della Giunta e da parte del Presidente del Consiglio, perché il ritardo con il quale arriviamo a questa discussione ha portato degli scompensi notevoli rispetto all'equilibrio del commercio nella nostra regione.
Che cosa è avvenuto? E' avvenuto che ad aprile, all'inizio dell'anno l'Assessore ha fatto trapelare l'idea che forse si era pronti a modificare la legge 28; siamo arrivati al mese di luglio in Commissione; nel frattempo c'è stata una corsa alla presentazione delle domande, tant'è vero che dall'inizio dell'anno ad oggi, le domande depositate sono 67; soltanto nel mese di luglio le domande - e mi riferisco a domande per insediamenti di grande distribuzione - presentate sono state 17.
Perché? Perché si sapeva che tutte le domande presentate prima dell'approvazione di questa modifica della legge sarebbero state esaminate con le vecchie regole, cioè con le regole attuali (valide fino a quando la legge non verrà modificata). Questo, ripeto, è un ritardo colpevole da parte della Giunta e da parte del Presidente del Consiglio. Mi chiedo perché non è stato fatto nulla, creando confusione e dando spazio ai grandi immobiliaristi, quelli che volevano occupare il terreno.
Colleghi, guardate che l'approvazione di questa legge - finalmente fatta così, con questo ritardo, rischia di vanificarne l'effetto. Dopo la presentazione di queste decine di domande, anche se noi - come faremo approveremo questa modifica, l'effetto reale della modifica della legge 28 si vedrà fra cinque, sei, sette anni. Non ci rendiamo conto che i ritardi di questo Consiglio regionale pesano fortemente e generano nell'economia piemontese delle distorsioni notevoli.
Siamo attenti a leggi e leggine che non hanno nessun effetto reale sulla vita economica e sociale e poi ritardiamo colpevolmente l'approvazione di modifiche che pesano invece sull'economia della nostra regione.
Mi auguro che l'Assessore risponda a queste osservazioni.
Gli uffici dell'Assessorato si sono resi conto di che cosa ha significato la presentazione di 67 domande, perché è chiaro che, come è previsto, entro 90 giorni bisogna dare risposta a queste domande.
Ecco perché il ritardo è pesante ed è un ritardo che richiede delle risposte.
Arriviamo, dunque, a questa modifica in ritardo, sapendo che l'esperienza della legge Bersani ha prodotto risultati positivi. Non sto a giudicare se la Regione Piemonte abbia interpretato nel modo giusto o lavorato in modo corretto rispetto alle modifiche introdotte dalla legge Bersani, che - è vero - hanno introdotto trasparenza e semplificato le regole sul commercio, affidando alle Regioni un ruolo importante rispetto alla grande distribuzione.
Come ho detto più volte, non siamo contro la grande distribuzione; sono finite le campagne komeiniste contro la grande distribuzione, ma è chiaro che il territorio va gestito e che la programmazione è determinante per quanto riguarda i grandi insediamenti commerciali.
La revisione che oggi stiamo per approvare va in quella direzione: rivedere le norme urbanistiche che hanno creato dei problemi, fare chiarezza su quelle norme che in questi anni hanno generato confusione e hanno permesso, a chi voleva utilizzare le norme in vigore, di fare investimenti di un certo tipo.
Non siamo contro la grande distribuzione, ma la programmazione è determinante per creare quell'equilibrio tra grande distribuzione e piccolo commercio.
E' vero che la norma prevista nel disegno di legge n. 453 dà la possibilità di investire, obbliga i grandi insediamenti commerciali a investire anche nei piccoli Comuni, nei programmi di riqualificazione.
Questa è una norma importante, che giudichiamo estremamente positiva perché i grandi insediamenti commerciali, oltre a preoccuparsi della viabilità che incide su quell'insediamento commerciale, devono fare in modo che l'impatto economico-sociale sul piccolo commercio venga diminuito con oneri aggiuntivi, come sono previsti nel provvedimento n. 453.
Io sostengo, però, che questo non è sufficiente e richiamo l'Assessore a riflettere, per verificare se le norme attuali sono sufficienti per eliminare quei problemi esistenti soprattutto nei piccoli Comuni.
Oggi, ci sono 66 Comuni che non hanno la presenza di alcun esercizio commerciale e lei sa - Assessore - che nei prossimi anni questo numero purtroppo aumenterà.
Dobbiamo intervenire, proprio per le motivazioni che sosteneva il collega Tapparo: è un servizio sociale che si offre ad una popolazione che sta invecchiando! Aumentano gli anziani e l'esercizio commerciale nei piccoli Comuni diventa fondamentale, diventa un servizio che si dà a quelle persone.
Ecco perché occorre avere un'attenzione particolare nei confronti dei piccoli Comuni, che costituiscono la maggior parte del territorio piemontese.
Voglio fare un'ultima riflessione: come Regione, in questi anni abbiamo investito molte risorse (miliardi), per promuovere i prodotti locali tipici. Mi chiedo quali azioni abbiamo pensato di intraprendere nei confronti della grande distribuzione; so bene che è un settore delicatissimo, dove è molto difficile intervenire, ma noi abbiamo istituito l'istituto di marketing e l'Assessore all'agricoltura ha portato in Commissione la proposta di costituire - sentite, sentite! - le agroteche per promuovere i prodotti locali tipici.
Spenderemo parecchi soldi, sapendo che nella grande distribuzione i prodotti locali tipici piemontesi non vengono venduti, perché si vendono altri prodotti che arrivano dall'estero, da tutto il mondo.
Ritengo che, da questo punto di vista, occorra trovare la possibilità di incidere, mettendo in campo una politica, che finora forse è mancata.
Vorrei dire tante altre cose; mi fermo qui, ricordando che, rispetto al disegno di legge n. 453 e alla proposta di deliberazione n. 408 soprattutto quest'ultima, per quanto riguarda le norme urbanistiche, forse si poteva fare di più, raccogliendo tutte le spinte che sono arrivate in questi anni, per frenare oppure per programmare i grandi insediamenti commerciali.
In ogni caso, queste norme sono importanti e finalmente siamo arrivati alla conclusione di questa discussione. Siamo arrivati, però, con un ritardo pesante, che ha penalizzato fortemente il valore delle norme introdotte con queste modifiche.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Muliere. Per precisare, poiché lei non fa parte della Conferenza dei Capigruppo, l'iscrizione all'o.d.g. e la previsione di una seduta apposita è stata sollecitata dal sottoscritto unitamente all'Assessore Pichetto.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, l'Assessore Pichetto Fratin conosce perfettamente l'iter, sia del disegno di legge sia della proposta di deliberazione. In Commissione avevo contestato tale proposta, perché avevo intuito che non avrebbe creato equilibrio tra il piccolo commercio e la grande distribuzione, ma che avrebbe favorito la grande distribuzione.
In effetti, c'era qualche dubbio anche all'interno della maggioranza (parlo del '99). In aula si era detto: "Vediamo l'applicazione, poi cercheremo di mettere a punto la normativa che stiamo costruendo, sia la legge, ma soprattutto la deliberazione relativa alla parte urbanistica dove sono concentrate le preoccupazioni maggiori".
All'inizio di questa legislatura proposi una piccola modifica alla proposta di deliberazione, perché era in discussione un problema importante: l'Outlet di Santhià. L'Assessore ricorderà che era emersa una polemica ed anche il collega Pedrale si rese conto che occorreva modificare quella normativa, perché potevano nascere tanti Outlet.
Il collega Pedrale presentò, mi pare insieme al Gruppo di Forza Italia una proposta molto simile a quella che presentai io, insieme ad altri colleghi. Ci fu una discussione in aula, parlo sempre del mese di luglio.
Poi, la Giunta disse: "Sì, il problema esiste, ma ci penso io a fare una proposta" (mi pare che i termini fossero questi).
Non per nulla approvammo due ordini del giorno, con l'indicazione a intervenire sulla deliberazione in modo da regolamentare meglio la grande distribuzione. Personalmente, avevo immaginato che i problemi si sarebbero scaricati sulle spalle dei piccoli Comuni, i quali in effetti si sono poi trovati di fronte a richieste di grandi dimensioni, nell'incapacità di poterle valutare con attenzione.
Il tempo è passato inutilmente, l'hanno già detto il collega Muliere e il collega Tapparo. Obiettivamente, tre anni per giungere ad una legge e tre anni per modificare una deliberazione sono tanti. E' colpevole questo.
Non è solo un fatto di funzionamento del Consiglio regionale. Credo che si possa trarne una valutazione di tipo politico oltre che una valutazione procedurale, così come è stato fatto.
La valutazione politica è stata di questo tipo: la Giunta sapeva già nel 2000, quando aveva annunciato una modifica alla legge regionale, qual era la partita in corso e quale la pressione esercitata dalla grande distribuzione.
Non è stata modificata la legge, per cui il processo squilibrato che era stato immaginato è andato avanti. D'altronde, anche la proposta di modifica alla legge n. 99, in applicazione del decreto legislativo 114, è stata annunciata nel 2002 e, sostanzialmente, è servita come incentivo alla presentazione delle domande.
Assessore, lei sa perfettamente che quando si annuncia un procedimento un percorso restrittivo, per forza di cose si incentiva la presentazione delle domande, perché si immagina che in qualche maniera i cordoni vengano ristretti. La Giunta, in pratica, ha provocato questo; la presentazione di domande della grande distribuzione.
Qual è la sostanza? Questa Giunta di centrodestra - tutti, non solo Forza Italia che, probabilmente, nel sangue ha qualche vena di grande distribuzione, un po' tutti, compreso l'UDC, la Lega - a parole ha sempre detto di essere a favore del piccolo commercio. A parole, tutti hanno sempre parlato di sostegno ai centri naturali (cosa impossibile, perché la modifica per consentire il sostegno ai centri naturali viene fatta solo adesso). Quindi, a parole, tutti sono a favore del piccolo commercio, della piccola distribuzione, ma nei fatti quella legge del 1999 e quella delibera hanno favorito la grande distribuzione e messo in ginocchio il piccolo commercio.
Non vale la riflessione che lei fa, Assessore, che è aumentata l'occupazione; non c'è soltanto il problema dell'occupazione. Il problema è che gli insediamenti commerciali, come è stato rilevato nei piccoli Comuni e nei piccoli insediamenti, hanno una forte funzione sociale. Quella legge non prevedeva gli strumenti per garantire questo fatto. Non per nulla, si ricorre oggi attraverso questo meccanismo che condividiamo.
In termini sintetici, tutto il centrodestra - lo dico perché poi non vorrei che si giocasse su tutti i tavoli possibili - da quando è stata fatta questa legge, ha favorito la grande distribuzione.
Quindi, dire che si favorisce il piccolo commercio non è assolutamente vero. Il dato di sintesi, oltre alle domande che sono depositate, e che sono state ricordate dal collega Muliere, è questo: che nel periodo 2000 2003 la Giunta regionale ha concesso sessantotto nuove autorizzazioni per grandi infrastrutture commerciali, per cui la superficie commerciale per queste autorizzazioni è passata da 706.000 a 1.150.000 metri quadri.
La legge del centrodestra ha provocato questi effetti e nessuno l'ha contestata, ma non solo: è stata incentivata.
Quindi, noi facciamo questo rilievo di carattere politico per definire una responsabilità. Siamo d'accordo sulle modifiche introdotte con il disegno di legge n. 453. Non si può che essere d'accordo, così come lo eravamo allora. Anche se arriva in ritardo, va bene questa norma che prevede le risorse, eccetera, vanno bene anche le modifiche introdotte nella deliberazione, ma bisogna evidenziare che giunge quando i buoi sono scappati.
Questo è quello che è capitato ed è avvenuto anche con un certo equivoco, una posizione a favore del piccolo commercio, ma in realtà i numeri parlano chiaro.
La Giunta di centrodestra ha favorito esclusivamente la grande distribuzione, mentre il problema dell'equilibrio non è stato affrontato.
Non per nulla la deliberazione che ci viene presentata nella parte introduttiva dice che bisogna fare in modo che ci sia una calibrata azione di indirizzo tra grande e piccola distribuzione.
E' l'affermazione, è la certificazione che l'azione che è stata svolta attraverso la norma, in questi anni, dalla Regione Piemonte non è stata equilibrata, ma tutta squilibrata a favore della grande distribuzione.
Per cui il nostro voto sarà a favore, ma non possiamo non notare che è un intervento che arriva tardi, quando ormai forse è inutile oppure gli effetti ci saranno chissà fra quanto tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Ho sollecitato due volte - e per fortuna è arrivata in aula - la modifica di cui stiamo parlando, in particolare della proposta di deliberazione n. 408, perché credo, e devo dare ragione in questo al collega Muliere, che si sia aspettato troppo per porre, non dico un freno ma almeno delle regole all'espandersi eccessivo della grande distribuzione e dei grandi centri commerciali.
Tuttavia, mentre da una parte devo dire che ci sono, chiaramente, delle responsabilità della maggioranza che ha aspettato un po' troppo ad intervenire, dall'altra parte non si può dire di meglio, e non è il nome di un supermercato.
Le porto ad esempio un caso solo, proprio per parlare del Consigliere Muliere: ad Alessandria, la vecchia Giunta aveva autorizzato un supermercato da 1.500 metri quadri, l'attuale l'ha ampliata d'amblé a 4.500. Ma non solo (fatto più grave): nonostante prima di poter aprire avesse dovuto fare delle modifiche importanti alla viabilità, che non sono stato fatte, è stato aperto lo stesso e la Giunta non è intervenuta con un blocco o con un'ordinanza di chiusura.
Quindi, le responsabilità sono da ambedue le parti. Non ci sono dubbi.
Quello che è importante è che, finalmente, si mettano delle regole più precise. E' vero - rispondo sempre al collega Muliere - che vi sono molte domande in attesa, ma è anche vero che molte di queste domande, fatte in fretta proprio per essere depositate prima di questa modifica che mi auguro sia approvata questa mattina, probabilmente, non rispondono, perlomeno nella maggior parte dei casi, neanche alle regole poste dalla vecchia norma. Quindi, saranno domande in buona parte respinte. Anzi, mi auguro in massima parte respinte.
Credo che non ci si possa esimere dal segnalare l'importanza che hanno i piccoli negozi per le nostre città e per i nostri paesi. Spesso e volentieri rimangono l'ultimo baluardo dalla morte di piccoli paesi, di interi rioni e di intere vie.
Vedere vie che fino a qualche anno fa erano ricche di lucidi negozi oggi completamente spente buie, c'é addirittura ad aver paura a passeggiare. A me fa piangere il cuore, non solo per quei posti di lavoro persi, ma perché si perde con loro un tessuto importante della nostra società. E' fondamentale che si cerchi di aiutare i piccoli negozi con degli sgravi, con degli aiuti, in particolare in quelle zone in crisi, nei piccoli paesi. Ricordo che il Gruppo della Lega Nord aveva presentato una proposta di legge, che langue in Commissione, che sollecito dal 2000 (da fine ottobre 2000, poco dopo questa tornata elettorale che ci ha visto interessati come Consiglieri regionali). Una proposta di legge che prevede che i negozi nei piccoli centri abbiano diritto a norme tutte loro, ad aiuti tutti loro, perché non devono essere visti solo come una semplice fonte di reddito, ma come un centro che tiene vivo il piccolo paese o il piccolo borgo. In provincia di Alessandria già oggi molti piccoli comuni abitati in prevalenza da anziani, non hanno più negozi. Questo fa si che la gente abbandoni sempre di più quei piccoli paesi.
Credo sia importante intervenire con contributi, qualcosa c'é già, è vero, si danno contributo alle associazioni di vie, ma forse è troppo poco forse bisognerebbe individuare quelli che chiamiamo Centri Commerciali naturali, quell'insieme di vie che ancora riescono a dare un qualcosa in più alla città; un centro commerciale all'aperto, formato da un insieme di negozi diversi che danno la possibilità alla gente di passeggiare in città e di fare acquisti differenti. Queste sono attività che non possiamo permetterci di far morire. Ho visto molte realtà nel Tortonese, la città di Tortona stessa, vie che erano piene di negozi morire completamente. Ma questo vale per Novi Liguri, per Alessandria, e vale anche per realtà torinesi. Quindi noi dobbiamo, come Regione, fare il possibile per aiutarli. Credo che questa volta si possa arrivare con un voto a stragrande maggioranza, mi auguro favorevole, ad una regolamentazione.
E' vero che non possiamo dire no alla grande distribuzione, è vero che non possiamo dire no ai centri commerciali, ma è anche vero che non possiamo permetterci di lasciare morire i negozianti, i commercianti coloro che hanno, fino ad ora, costituito il tessuto, insieme agli artigiani, della nostra società e delle nostre città. Mi permetto ancora un passaggio velocissimo e credo fondamentale, mi riferisco al caso Parmalat di cui si è tanto parlato in questi giorni, il disastro. Si è parlato di azionisti, si è parlato di problemi alla distribuzione, si è parlato di soldi e di banche, ma poco si è parlato di quegli allevatori che oggi si trovano sulla crosta tonnellate e tonnellate di latte che ancora oggi continuano a dare, senza percepire alcun emolumento, ma che forse, tra qualche giorno, dovranno buttare via. Peggio ancora, se una multinazionale acquisterà Parmalat, questa verrà spezzettata oppure corriamo il rischio che multinazionali impongano loro il prezzo del latte, (magari paragonandolo a quello della Romania o ad altri paese comunitari in cui il prezzo del latte è anche di 300, 400 lire inferiore al nostro). Latte venduto a sottoscosto comporterebbe la chiusura di centinaia e centinaia di allevatori con un ulteriore grave danno per l'agricoltura. Il Piemonte è meno interessato dal caso Parmalat, ma abbiamo il caso Abit che non è molto lontano: anche in questo caso c'entra poco con il commercio, però è sempre una realtà che la Regione deve cercare di tutelare. Così come ha fatto con il caso dei campi OGM che sono stati distrutti, ma la Regione ha saputo ripagare i danni a quegli agricoltori danneggiati.
Chiedo che la Giunta si metta una mano sulla coscienza per cercare di salvare il salvabile di queste attività così fondamentali del territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Credo che più di ogni altro il Consigliere Muliere nel suo intervento che condivido, abbia legato il colpevole ritardo della maggioranza - mi rivolgo a lei Assessore Picchetto, Presidente in pectore - sulla controversa questione della regolamentazione degli insediamenti commerciali.
Il quesito che pongo è questo, ma più che altro lo lascio a verbale: se è vero che le norme che regolamentano la grande distribuzione, e quindi il commercio, nel nostro Paese sono norme che, come si evince anche dalla proposta di legge che discutiamo oggi, hanno una stretta correlazione con gli strumenti di governo del territorio, oggi, con certezza, possiamo dire che tutto è stato fatto perché il crimine potesse essere compiuto. C'é una relazione fra il ritardo di approvazione delle norme e il braccio di ferro che, per due anni, ha caratterizzato i rapporti fra l'Amministrazione regionale e quella provinciale sul piano territoriale di coordinamento.
Esiste una relazione fra il ritardo con il quale si approva il provvedimento e l'approvazione di importanti localizzazioni come Mondo Juve, come Millenium Canavese ed altre realtà fortemente osteggiate da una parte della popolazione che rischiano di vedere compromessa la qualità del vivere urbano e la qualità della vita in questi territori.
La domanda che sorge spontanea è questa: se da tempo la politica, in modo connivente, non abbia rinunciato all'esercizio del governo del territorio e che il governo del territorio, e quindi tutte le leggi che lo regolano, non siano, di fatto, il risultato di una constatazione. I piani urbanistici, i Piani regolatori, i Piani di governo del territorio, anche mediante l'urbanistica contrattata, non sono altro che la codifica, da parte del potere politico, del diritto dato in capo ai proprietari dei fondi, quindi per certi aspetti alla rendita fondiaria, il vero depositario delle politiche di governo del territorio.
E' un'accusa grave, ma credo sia sulla linea delle denunce che fino ad ora mi hanno preceduto: il perverso intreccio tra politica, "affari" sapendo che questo intreccio perverso fra politica e affari, è frutto di una legislazione di riferimento che non tiene separati i due ambiti e le due competenze.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
L'Assessore Picchetto Fratin si riserva di intervenire nella delibera di allegato.
Passiamo ora all'esame del relativo articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico dell'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Comunico che all'articolo 3, comma 1 "l'anno 2003" è da intendersi "2004".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico dell'articolo 3, con la proposta correzione formale.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Le considerazioni sul provvedimento le abbiamo già espresse, vorrei solo sottolineare che si sta votando grazie al voto e alla presenza dell'opposizione, dato che la maggioranza, anche in questo caso, non è in grado di garantire il numero legale per approvare un provvedimento che tutti abbiamo definito utile e urgente, anche se in ritardo.
Notiamo il fatto - lo sottolineiamo per lasciarlo a verbale - che la maggioranza, non solo è disattenta, ma non garantisce il numero legale su un documento così importante. Dopodiché, ci appassiona molto il gioco del tamburello, rispetto al quale voteremo a favore, ma sta di fatto che questa è la qualità del Consiglio regionale: si discute per quattro Consiglio sul tamburello e poi, su un provvedimento così importante, la maggioranza non garantisce il numero legale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Mi associo a quanto sostenuto dal collega Muliere, anche se non ritengo casuale la mancanza, da parte della maggioranza, del numero legale.
Registrare la presenza dell'intera maggioranza su provvedimenti minori rispetto a questo che, sia pure giunto in ritardo, rappresenta un provvedimento di equilibrio del sistema commerciale per il futuro, è il segno e la chiara dimostrazione della posizione politica della maggioranza. E' evidente, per i ritardi compiuti rispetto all'ordine del giorno nella presentazione della legge, che la posizione prevalente all'interno della maggioranza, è a favore della grande distribuzione.
Per questo motivo, volendo contenere e riequilibrare il sistema garantiamo il numero legale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Non è né merito né demerito, per la minoranza, partecipare al mantenimento del numero legale su una legge. Ben venga, quindi, il voto favorevole. Non vedo, però, perché ci si debba vantare del fatto che la minoranza voti e grazie a lei si vada avanti. Se questa legge è in ritardo io stesso, quando sono intervenuto, ho ammesso responsabilità della maggioranza. In questo modo riusciamo a mandarla avanti, anche grazie a loro. Non vedo che problema ci sia. Bravi, fate il vostro lavoro, siete pagati per questo. Come noi, d'altronde.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervere il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Quando ho prestato il servizio militare avevo un Comandante di battaglione che diceva: "Camerati, servizio, tutto a posto.. tutto a posto " e poi alla fine diceva: "Bravo, ha fatto metà del suo dovere".
Al di là delle battute e del clima pre- vacanziero, è indubbio che in questo momento la maggioranza non sta garantendo il numero legale. Non è la prima e non sarà l'ultima volta.
Ho apprezzato il senso di disponibilità dell'opposizione che, svolgendo il proprio dovere, politicamente fa notare la carenza del numero legale, ma non ci vedo nulla di scandaloso. Qualora mancasse il numero legale, la seduta potrebbe essere riaggiornata tra mezzora. La mancanza del numero legale non è per una non condivisione sul provvedimento della Giunta regionale, anzi, la maggioranza lo condivide e voterà a favore, ma un po' il pranzo, un po' il Natale, i cromosomi del dovere sono, in questo momento, forse più deboli rispetto ad altre parti dell'anno. Non c'è nulla di scandaloso. Garantire il numero legale è un dovere sia della maggioranza sia della opposizione. Dato che ho apprezzato, anche nel merito, il voto favorevole della opposizione, credo che, per coerenza, voterà anche questo importante provvedimento.
Noi voteremo favorevolmente anche perché oggi il Consiglio regionale su richiesta ed iniziativa del governo regionale, dà la soluzione ad un problema evidenziato nel dibattito - d'aula e fuori - in questi ultimi mesi. Siamo anche lieti che per una volta - anche in questo caso non è la prima e non sarà l'ultima - la minoranza e l'opposizione contribuiranno a dotare il Piemonte di una buona legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 408: "Modifiche ed integrazioni dell'allegato A) alla DCR 563-13414 del 29 ottobre 1999 (Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114)" (Divenuta DCR 347 - 42514). Disegno di legge n. 453 collegato


PRESIDENTE

Dato che il disegno di legge n. 453 e la deliberazione n. 408 si intersecano, come ricordava il Consigliere Muliere, la discussione generale è già stata svolta in sede di esame del citato disegno di legge.
L'Assessore intende replicare e poi passiamo agli emendamenti. In questo modo, l'Assessore dà il proprio parere anche sugli emendamenti.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin per la replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio interno

Mi rimetto alla volontà della Presidenza e dei colleghi per organizzare l'ordine del giorno. Potrei farlo adesso con la presentazione della deliberazione, così esprimo sia l'opinione sulla deliberazione che sugli emendamenti.
Colleghi, molto brevemente, vorrei ricordare che l'intervento di modifica legislativa e amministrativa di deliberazione era, così come giustamente ricordato dal collega Saitta, un impegno del 1999.
Il giudizio che esprimo sulla legge n. 28, prima fase, antecedente questa che andiamo ad approvare, e anche su quella che era stata - è un giudizio anche personale, avendo vissuto tutta la parte precedente l'attuale - è decisamente positivo. O viviamo in realtà diverse o il commercio in Piemonte, con la legge n. 28/1999 - e conteranno poco 40 mila occupati in più, comunque sono 40 mila - ha comunque aumentato gli esercizi di vicinato (i piccoli negozi) dopo 32 anni. Sono aumentati di 5 mila e c'è stato il passaggio da 91 Comuni senza esercizi commerciali a 66, quindi sono diminuiti.
Questi sono i dati di attuazione della legge n. 28. Peraltro, anche l'andamento della grande distribuzione afferma la necessità di alcune modifiche di ordine tecnico, l'andamento era a 0,1-0,2 giacenze di domande di grande distribuzione. Certo, poi si arriva a 17 nel mese di luglio con l'impennata e di nuovo a 9 il mese di dicembre. A gennaio 2003 era ancora zero. E' chiaro che, a quel punto, si è scatenata un po' la corsa su tutte le aree commerciali, adesso bisognerà valutarne la compatibilità. Il numero delle domande non significa automaticamente una ricaduta con il rilascio del nulla osta. Quindi, sulla valutazione della norma base vorrei condividere la soddisfazione anche con tutti coloro che avevano partecipato alla sua stesura. I risultati sono stati decisamente positivi e anche verificando la realtà di altre regioni italiane il giudizio che viene dato è decisamente positivo.
Gli interventi sulla legge, con l'introduzione del meccanismo contributivo con gli oneri, hanno una ricaduta più vasta rispetto al Comune di insediamento. Su questo c'è stato un dibattito abbastanza ampio in Commissione e ci si è resi conto che era necessario avere uno strumento di legge per poter intervenire in azioni di sostegno promozionale. Ci siamo resi conto con la questione della carne, piuttosto che della SARS o dei cantieri per promuovere le iniziative delle associazioni di VIA, della carenza della norma. Noi non avevamo lasciato uno spazio di intervento di questo genere, quindi, lo prevediamo in questa norma.
Per quanto riguarda la deliberazione, a questo punto, facciamo un intervento che è di correzione, di ritaratura delle tabelle di compatibilità. Alle tabelle di compatibilità ineriscono anche gli emendamenti. Sul primo emendamento, quello che porta a 3 mila metri la distanza per i Comuni polo e su polo e a 4 mila quello riferito all'L2 la Giunta è d'accordo, così come sulle distanze degli L3 a 10 mila. E' un aumento di 2 mila, da 8 mila a 10 mila, può essere un punto di equilibrio discreto. Relativamente alle tabelle di compatibilità esprimo parere contrario, direi di ritirarlo, poi, la valutazione la lascio ai proponenti.
L'emendamento che inerisce alla distanza minima tra le localizzazioni di tipo L3 e di tipo L2 rischia di creare - questa è la valutazione degli uffici - il risultato opposto, con l'obbligo di dover andare in modo rigido ad individuare in ogni Comune l'L3 e l'L2 con l'effetto di avere individuate tutte le aree all'inizio, mentre l'intenzione sarebbe quella opposta, cioè valutarle successivamente.
L'emendamento n. 3, proprio per questa motivazione di ordine tecnico così come l'emendamento n. 4, con la parola "può comprendere", introduce una serie di valutazioni sull'impatto e sul consumo, cioè una serie di valutazioni di sistema, il rispetto delle condizioni di libera concorrenza e il venir meno dell'impatto traumatico sull'occupazione e sulla funzionalità complessiva del sistema distributivo. Se dalle parole "pu comprendere" possiamo passare alla parola "comprende", va bene, anche le società esprimeranno una valutazione.
Sulla concorrenza sono d'accordo, che se la facciano, così almeno imparano a fare due conti con la concorrenza anche loro, così abbiamo anche la risposta all'antitrust quando ci fa le richieste.
Altre valutazioni importanti della deliberazione sono quelle relative ai parcheggi e all'ampliamento, così come il fatto che si recupera sull'eventuale possibilità di proliferazione di centri commerciali abusivi che, con un meccanismo di rilascio di autorizzazione singola, anzi addirittura come esercizi di vicinato, non supererebbero quella che è la procedura di rilascio del nulla osta. In questo caso, viene riportato tutto nell'ambito del nulla osta, così come vorrei rimarcare il ruolo che viene dato alle Province per un parere ancora più autorevole sulla grande distribuzione.



PRESIDENTE

La Giunta regionale ha espresso parere positivo sugli emendamenti n. 1 2 e 4; ha espresso parere negativo sull'emendamento n. 3.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Ritiro l'emendamento n. 3.



PRESIDENTE

Allora abbiamo il parere positivo su tutti e tre gli emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Marcenaro, Manica Placido, Riba, Suino e Riggio: Emendamento sostitutivo al prospetto 5: Localizzazioni commerciali urbano periferiche non addensate (L2) parametri: modificare il parametro D2 (distanza stradale minima da altra localizzazione L2) portandolo a metri 4000 per il comune metropolitano metri 3000 per i comuni polo e subpolo.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Marcenaro, Manica Placido, Riba, Suino e Riggio: Emendamento sostitutivo al prospetto 6: Localizzazioni commerciali extraurbane non addensate (L3) parametri: modificare il parametro W3 (distanza stradale minima dall'addensamento urbano A1, A2, A3) portandolo a metri 10000 per il comune metropolitano; a metri 6000 per i comuni polo; a metri 4000 per i comuni subpolo; a metri 4000 per i comuni intermedi; a metri 2000 per i comuni minori e turistici.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Marcenaro, Manica Placido, Riba, Suino e Riggio: Emendamento sostitutivo.
Art. 19 - Modifiche ed integrazioni dell'articolo 26 dell'allegato A: Al punto 3 octies, sostituire le parole "può comprendere, ove sia necessario" con le parole "dovrà comprendere".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto sull'intero testo della deliberazione.



SAITTA Antonio

Volevo confermare il voto favorevole anche dopo gli emendamenti che abbiamo condiviso.
Colgo l'occasione di questa deliberazione per porre un problema. Più che altro si tratta di una sollecitazione all'Assessore, affinché assuma i provvedimenti necessari per modificare la disciplina sanzionatoria per l'apertura dei negozi quando sono aperti al di fuori degli orari previsti.
Questa vicenda, che prevede la sanzione di 1.000 euro per tutti indipendentemente dalle dimensioni, diventa ridicola.
C'entra poco, ma vorrei cogliere questa opportunità per chiedere un impegno all'Assessore, in tempi brevi, a normare meglio in relazione alla dimensione e al fatturato, applicando qualche serio meccanismo, che attualmente non è certo a favore del piccolo commercio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Intervengo brevemente per dichiarare, come avevo annunciato nell'intervento iniziale, il nostro voto favorevole.
Vorrei fare un'ulteriore riflessione sulle parole dell'Assessore. Anche da parte nostra, rispetto alla legge n. 28, emerge una valutazione non negativa. La legge n. 28, infatti, nata dopo la riforma Bersani, ha portato anche dei risultati positivi. Questa modifica, come abbiamo evidenziato tutti, era indispensabile per riscontrare, dopo l'esperienza dei primi anni, l'esistenza di elementi poco chiari o di alcune norme che, invece di aiutare non solo una libera e corretta concorrenza o un equilibro tra gli insediamenti di grande distribuzione, comportavano dei seri problemi.
La revisione dell'allegato A non risolverà tutto, ma ci auguriamo che potrà contribuire non solo a fare chiarezza, ma a creare quel giusto equilibrio necessario anche tra la grande distribuzione, anche perché in questi anni - lo stiamo verificando - se prima la concorrenza era tra l'insediamento di grande distribuzione e il piccolo commercio, oggi, con il proliferare dei grandi centri (anche se mi dicono che lo spazio del nostro territorio piemontese consente ulteriori insediamenti di grandi distribuzione), avvertiamo la presenza di una concorrenza sempre maggiore tra i grandi centri commerciali: è evidente che chi introdurrà nuove tecniche di vendita e si qualificherà molto di più rispetto ad altri riuscirà a rimanere aperto, mentre altri soccomberanno.
È chiaro che questa riforma è necessaria. Non risolverà tutti i problemi che oggi abbiamo, però potrà senz'altro contribuire positivamente.
Per queste motivazioni e per a quelle illustrate all'inizio del dibattito, annunciamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione n. 408, il cui testo, emendato, verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Esame proposta di deliberazione n. 450: "L.r. 9/1980 (Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale). Aggiornamento del Programma Pluriennale ed approvazione del relativo programma annuale di attuazione 2003" (Divenuta DCR 348 - 42522)


PRESIDENTE

Colleghi, siccome mi segnalano una sostanziale convergenza sulla deliberazione n. 450, di cui al punto 8) all'o.d.g., inerente "L.r. 9/1980 (Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale).
Aggiornamento del Programma Pluriennale ed approvazione del relativo programma annuale di attuazione 2003", chiederei all'aula di trattarla subito, per velocizzare i tempi.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Grazie, Presidente.
La deliberazione relativa al Programma della legge n. 9 contiene il recepimento delle segnalazioni provinciali. La procedura della legge n. 9 prevede l'individuazione, da parte dei Comuni, delle aree da destinare come industriali, il recepimento delle Province, e quindi la dichiarazione di compatibilità da parte provinciale (in questo caso, le Province che hanno il Piano Territoriale la compatibilità col Piano Territoriale, e le Province che non hanno il Piano Territoriale con altri metodi di valutazione più o meno sommari) e, da parte regionale, la valutazione della compatibilità (oltre che la compatibilità urbanistica anche la programmazione regionale delle aree) e la presa d'atto consiliare di questo quadro.
Se non erro, è stata licenziata dalla Commissione unanimemente. Anzi si era astenuto il Consigliere Papandrea o non aveva partecipato al voto.
Su questo, comunque, si era raggiunta una sostanziale convergenza, anche perché la Giunta regionale e il Consiglio regionale non sono mai entrati sulle scelte delle varie Province e dei vari Comuni nell'individuazione dell'area industriale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione n. 450, il cui testo, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Questione sospensiva in merito all'esame del disegno di legge n. 575: "Costituzione di società per azioni consortile per la gestione degli ospedali della CIOV (Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi)" - rinvio


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del provvedimento n. 575, il cui relatore è il Consigliere Bolla.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo, sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Chiedo, come Gruppo consiliare, ma credo anche a nome di altri Gruppi della maggioranza, di rinviare questo punto. Non ho avuto l'opportunità di parlare quando è stato iscritto all'o.d.g., ma si tratta di un argomento estremamente complesso.
Si parla della costituzione di una società e di un'operazione a carico della Regione di oltre 50 milioni di euro, che non vorremmo esaminare in un clima prenatalizio, ma che ci impegniamo ad esaminare immediatamente alla ripresa dei lavori, dopo la pausa natalizia, perché riteniamo debba essere approfondito, pur condividendone lo spirito.
Vogliamo avere la possibilità di fare una valutazione più complessiva ed eventualmente riservarci, in termini costruttivo-propositivi, una limitata attività emendativa.
Propongo di esaminarlo alla ripresa dei lavori, dopo le vacanze natalizie, e non alle 14.04 dell'antivigilia di Natale. Credo che anche l'opposizione abbia questa esigenza, perché in Commissione è stata evidente la divisione del Gruppo dei DS sul provvedimento. Lo dico in termini costruttivi e non polemici, anche perché mi assumo la responsabilità della richiesta, che è totalmente in capo al sottoscritto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Temo che la mia richiesta adesso sia impropria, perché mi limitavo a chiedere la distribuzione del provvedimento licenziato dalla Commissione che non era ancora stato distribuito.
Mi riservo di intervenire ulteriormente sul raccordo della proposta del collega Cattaneo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Per quanto mi riguarda, anche un po' abituati a una maggioranza creativa, oggi ci troviamo di fronte a un eccesso che rischia di essere un po' paradossale.
La Giunta chiede l'urgenza, anzi, prima viene chiesta l'urgenza in Commissione, poi in aula, dove è stata votata all'unanimità pochi minuti fa.
Secondo (altra situazione insolita), l'Assessore alla sanità non è presente a questa discussione, che pure riguarda gli ospedali Valdesi.
Terzo (singolare!): l'Assessore che cinque minuti fa ha chiesto l'urgenza, adesso è sparito, e spero ricompaia fra un po'! Tutto questo, in una situazione di urgenza effettiva. Stiamo parlando di ospedali che, pochi giorni fa, sono stati a rischio, non essendo in grado di pagare gli stipendi, di procurarsi le cose essenziali.
Vedi, collega Cattaneo, ogni giorno che passa ci sono degli interessi che maturano su dei debiti! C'è una situazione che è stata definita insostenibile! Nel nostro Gruppo sono state espresse opinioni diverse, ma cosa c'entra questo con la necessità di fare una discussione su un punto ritenuto urgente, sul quale c'è un'attesa? Vi chiediamo semplicemente di procedere. Caro Cattaneo, hai detto che c'è stata un'articolazione di posizioni; ebbene, c'è stata e ci sarà anche qui. Del resto l'avete anche voi, a casa vostra! Si discutono in aula i problemi esistenti e si assumono le deliberazioni con le maggioranze che si è in grado di avere. Vi chiediamo questo, perché, se si adotta la prassi che i voti dati possono essere messi in discussione pochi minuti dopo, cioè, dopo aver votato l'urgenza votare il rinvio, questo vuol dire che su ogni punto possiamo votare e poi chiedere, due minuti dopo, che quel voto sia riconsiderato. Questo non mi sembra giusto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Chiedo anch'io che l'argomento venga affrontato, perché non siamo d'accordo sul rinvio. Ritengo che qualunque amministratore che abbia seguito la vicenda e polemizzato col centrosinistra non possa sostenere una posizione come quella che è stata annunciata, cioè il rinvio a dopo le vacanze natalizie.
E' opportuno, per i problemi che sono stati sollevati dal collega Marcenaro. C'è una responsabilità, in quanto questa proposta giace da ottobre e ogni giorno gli interessi passivi aumentano.
La ricerca di una soluzione va avanti ormai da un anno e mezzo e la situazione che si è determinata è gravissima.
Come minoranza - parlo per i Gruppi aderenti alla Margherita - siamo per discutere oggi questa proposta di legge, in questo momento. Chiediamo che partecipi alla discussione anche l'Assessore D'Ambrosio, oppure, se l'Assessore è stato destituito, il Presidente Ghigo, il quale sarà in possesso delle deleghe e, quindi, può discuterla.
Chiedo, dunque, Presidente, che non si rinvii, ma si discuta subito questa proposta di legge, perché la soluzione al problema deve essere trovata nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questa mattina si sono riunite congiuntamente la I e la IV Commissione anche perché le opposizioni avevano chiesto che questo provvedimento venisse discusso in aula.
Alla riunione dei Capigruppo avevamo chiesto di mettere fine a una dimenticanza della maggioranza, che non portava avanti questo provvedimento.
Questa mattina la riunione si è svolta; noi, insieme ad altri Gruppi (i Verdi, i Comunisti Italiani e altri Consiglieri), abbiamo sottoscritto gli emendamenti presentati dal Gruppo Radicale, quindi non siamo favorevoli al provvedimento.
Non l'abbiamo votato, però siamo qui per discuterlo.
Non comprendiamo l'atteggiamento della maggioranza; vogliamo entrare nel merito, capire di cosa stiamo discutendo, se, cioè, quel provvedimento va bene o va modificato.
Non possiamo continuare con questo atteggiamento, che dura da mesi: si individua una soluzione, ma poi non la si porta avanti.
Mi associo a chi ha detto di essere qui soprattutto per discutere questo provvedimento. Faccio notare che abbiamo chiesto la convocazione della IV Commissione congiunta con la I già la scorsa settimana, proprio perché ritenevamo questo provvedimento una priorità assoluta.
E' inaccettabile che, dopo aver condiviso e concordato questo percorso.
Quando si arriva alla discussione, si chieda il rinvio.
Presidente Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Questa vicenda ha dell'incredibile. Ha ragione il collega Saitta. E' dal mese di ottobre che discutiamo di un provvedimento che era urgente già ad ottobre, grazie alla situazione determinata da voi, da questa Giunta regionale, nei confronti degli ospedali Valdesi e del Mauriziano.
Se c'è qualcuno che è responsabile della situazione è questa maggioranza e la Giunta, non avendo garantito, nel corso degli anni, al Mauriziano e agli Ospedali Valdesi quei finanziamenti che avrebbero consentito loro di continuare l'egregia attività sanitaria che stavano svolgendo nella città di Torino e nelle altre situazioni in cui erano presenti questi ospedali.
Avendo costruito un dato come questo, avendo nello stesso tempo autorizzato investimenti ulteriori all'interno di queste strutture e avendo portato la situazione a un duplice elemento di gravità: uno per l'utenza che vedeva venire meno delle importanti strutture che avevano sempre dato egregie prestazioni e servizi, l'altro una grave situazione per il personale medico e paramedico che dentro a queste strutture opera, che non ha più alcuna fiducia nel poter lavorare e nel poter operare.
Addirittura, diceva giustamente il collega Marcenaro, siamo arrivati in limine mortis alla situazione in cui senza un'anticipazione della Regione all'ASL 1, non si pagavano gli stipendi e le tredicesime.
Dopodiché, se c'è qualcuno che ha sempre sollecitato questo provvedimento come urgente, ritengo che sia il centrosinistra. L'abbiamo fatto sempre in tutte le sedi, in tutte le Commissioni.
Fatte salve le posizioni sui contenuti, che possono essere, nel merito anche differenziate tra le varie formazioni politiche in queste elezioni che è altra questione, non essendo una legge di principi sono sempre consentite differenziazioni individuali all'interno dei Gruppi, come è avvenuto per tantissimi altri argomenti. Non è questo l'ordine di problemi.
L'ordine dei problemi è che la maggioranza, in realtà, l'urgenza non l'ha mai posta e non l'ha mai chiesta. Il provvedimento l'ha portato con grande ritardo. Quando si è costruito un maxi emendamento conclusivo che poteva portare ad una assoluzione si è aperta una situazione per cui nella Commissione di questa mattina se non eravamo noi a garantire il numero, la possibilità che la discussione arrivasse fino alla sua conclusione, anche quella non ci sarebbe stata.
Abbiamo avuto una richiesta da parte della Giunta, a cui la maggioranza dovrebbe essere sensibile, per avere un provvedimento urgente considerato unanimemente urgente, al di là della differenziazione delle posizioni, e oggi la maggioranza tende a bloccarlo.
La ragione è molto semplice: voi non volete chiudere la questione degli ospedali Valdesi, soprattutto di quest'ultima importante struttura che esiste nella realtà torinese. Non esiste altra spiegazione politica che questa. Tanto più che esiste una serie di emendamenti condivisi, non solo da alcuni rappresentanti dell'opposizione, ma da consistenti rappresentanti del Gruppo di Forza Italia che, magari, li hanno anche ispirati.
Presidente Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Mi riservo, sugli emendamenti...
Presidente Su quali emendamenti? Su quelli nel merito della questione? CONTU Mario (fuori microfono) Sì.
Presidente Stiamo esaminando la richiesta di sospensiva avanzata dal Consigliere Cattaneo nel suo intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Bisogna distinguere le questioni, Presidente. C'è una questione che attiene alla discussione del provvedimento, che non può essere pre discussa in sede di dichiarazioni sull'ordine dei lavori. C'è un'altra questione, invece, di tipo procedurale, che attiene alla coerenza fra i lavori di Commissione e i lavori del Consiglio.
Visto che - lo dicevo a inizio seduta - la Commissione è stata sostanzialmente richiesta da parte della Giunta, così come il licenziamento del provvedimento per consentirne l'iscrizione all'aula e consentirne un'urgente trattazione, continuo a ritenere che questa sia la strada maestra che va seguita nell'esame di questo provvedimento.
In caso contrario, i presentatori di emendamenti in Commissione, che sono stati sostanzialmente impediti, nel senso che si sono autoimpediti di discutere diffusamente questi emendamenti (riservandosi di farlo in aula) per licenziare il provvedimento dalla Commissione, finirebbero per essere un pochino buggerati dalla gestione dell'aula.
La questione che si sta discutendo è unicamente questa. Pregherei il Presidente e tutti i Consiglieri di disciplinarla in questi termini, non facendola diventare una pre-discussione di merito sul provvedimento, che deve essere ampiamente discusso a partire da subito.
Presidente Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bolla; ne ha facoltà.



BOLLA Emilio

Penso anch'io che questo provvedimento abbia un'urgenza importante tant'è che la Commissione questa mattina l'ha licenziato.
Non ritengo che quello che è stato detto da alcuni colleghi corrisponda alla verità. Nello specifico, non penso che la causa della quasi bancarotta degli ospedali Valdesi sia da addebitare alla Regione. Penso sia un capitolo superato.
Stamattina mi sono permesso di dire in Commissione - e lo ripeto in aula - che in altri tempi la gestione, che non è riconducibile neanche politicamente a questa maggioranza, .
Presidente Si attenga alla questione sospensiva. Se entra nel merito, dobbiamo discutere il provvedimento. Se non vi sono altri interventi sulla questione sospensiva, devo porre ai voti la proposta del Consigliere Cattaneo.



BOLLA Emilio

Lei è cortese, Presidente, ma faccio esclusivamente quello che è stato fatto dall'altra parte. Quindi, se viene fatto nei miei confronti, doveva essere fatto in precedenza rispetto agli altri.
In ogni caso, probabilmente in altri tempi sarebbe stata richiesta una Commissione d'inchiesta per valutare questo tipo di gestione.
Tenuto conto del problema della gestione e di tutte le conseguenze relative alla gestione del personale, non ritengo che la situazione attuale degli ospedali di Torre Pellice e Pomaretto abbia un'urgenza così impellente.
Visto che il problema è più riconducibile a Torino, ma temporaneamente mi sembra che il problema riguardante i dipendenti sia risolto, riportare la questione ad un ragionamento più approfondito alla ripresa dei lavori di questo Consiglio potrebbe essere una soluzione adeguate.
Quindi, mi adeguo alle indicazioni della maggioranza e del mio Capogruppo.
Presidente Collega Riggio, può intervenire un Consigliere per Gruppo.



RIGGIO Angelino

Chiedo solo una cosa.
Presidente A seguito del mio errore ho pareggiato i conti, perché hanno parlato in due per il Gruppo Forza Italia e così per il Gruppo dei DS. Chiedo scusa e faccio ammenda, ma ora interviene solo un Consigliere per Gruppo.



RIGGIO Angelino

Presidente, poiché la Giunta ci ha sollecitato, con il provvedimento urgente questa mattina, tanto che abbiamo svolto una convocazione straordinaria e la Giunta, nella persona dell'Assessore Pichetto Fratin, ci ha chiesto di iscrivere all'o.d.g. questo provvedimento. E' presente il Vicepresidente della Giunta regionale, pertanto chiedo di sentire il parere del Vicepresidente.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Casoni.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Brevemente solo per dire che, come è noto, quando si tenta di coinvolgere indebitamente la Giunta, questa si rimette pianamente visto che c'é un'autonomia.



(Proteste in aula dei Consiglieri di minoranza)



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Abbiamo votato l'urgenza, Assessore Casoni.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Io non ero presente, non ne ero a conoscenza.



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, mantiene la sua proposta di sospensione?



CATTANEO Valerio

Poiché il Vice Presidente della Giunta si era brevemente allontanato dall'aula nel momento in cui avevo fatto la richiesta di sospensione, mi sembrava scortese chiedere allo stesso un parere senza che avesse la conoscenza diretta dei motivi della richiesta. Noi non abbiamo detto di non voler affrontare il provvedimento, andremo contro l'urgenza della Giunta io ho semplicemente richiesto, a nome del mio Gruppo, ma interpreto anche le richieste di altre parti della maggioranza, di valutare, il Consiglio di sospendere la trattazione di questo punto (e avevo anche premesso che l'avrei fatto in sede, quando era stato richiesto l'inserimento del punto all'o.d.g., se ne avessi avuta l'opportunità) e di trattarlo nelle prime sedute di Consiglio del 2004.
Naturalmente, prima di avanzare la richiesta, mi sono confrontato con l'Assessore Pichetto Fratin il quale mi ha dato ampia assicurazione che nel merito e nella operatività del provvedimento - che noi condividiamo e che sosterremo, certamente ci riserviamo di presentare degli emendamenti concordati con la stessa Giunta per la valutazione da parte del Consiglio regionale - non cambiava nulla.
Non vorrei che ci fosse una volontà strumentale di evidenziare una difformità di posizione tra la Giunta e la maggioranza che la sostiene. Di contro, la maggioranza che sostiene la Giunta e il provvedimento semplicemente chiede, con il conforto di un confronto con la Giunta che ha detto che nel merito non cambiava nulla, di differirlo di due o tre settimane perché, causa la pausa natalizia, non ci sarà Consiglio fino a metà gennaio.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Cattaneo, lei formalizza la proposta di sospensione oppure no?



CATTANEO Valerio

Prima ero intervenuto sull'ordine dei lavori, il verbale pu testimoniare, adesso per formalizzare la richiesta di sospensione.



PRESIDENTE

La richiesta è stata formalizzata, può intervenire un Consigliere per Gruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

I rapporti politici vivono molto sulla fiducia reciproca. Fiducia che viene messa alla prova sia quando si è d'accordo sui provvedimenti, sia quando non si è d'accordo. Pochissimi minuti fa, la maggioranza e la Giunta regionale hanno impegnato tutti noi su un quesito: la legge relativa agli Ospedali Valdesi è urgente oppure no? La Giunta e la maggioranza sostenevano che fosse urgente discutere la legge. Insieme a tutti gli altri Consiglieri di minoranza abbiamo dato un parere positivo sull'urgenza, e quindi, pur da parti avversarie, dal punto di vista generale, su questo tema è urgente deliberare in ordine all'Ospedale Valdese. Abbiamo raggiunto un consenso e avevamo fiducia che questo fosse serio, che la richiesta dell'Assessore Picchetto fosse una richiesta seria, una richiesta meditata che non ci stesse prendendo in giro perché il rapporto politico, è un rapporto che dovrebbe evitare di prendere in giro gli altri soggetti politici. Se si prende in giro qualcuno in politica, di strada se ne fa poca.
Prendo atto della novità. In questo momento, una parte della maggioranza, Forza Italia, afferma che non vi è alcuna urgenza. A me va bene anche questo, vorrei capire cosa è successo. Si può cambiare idea solo gli stupidi non cambiano idea, benissimo. Quello che non posso accettare, Presidente del Consiglio, è che, in modo occulto, in modo nascosto, in modo incomprensibile, si cambiano le carte in tavola. Le carte erano sul tavolo, erano chiare, c'era un'urgenza e la minoranza, pur con idee molto diverse, nel mio caso anche contrarie al provvedimento, ha acceduto all'urgenza. Adesso c'é qualcosa di nuovo.
Presidente, perché non si impegna ad utilizzare le parole usate dal Consigliere Cattaneo come parole che non sono esaurite per quest'aula chiedendo al Consigliere la correttezza di spiegare cosa è cambiato dalla situazione precedente di pochissimo tempo fa. Se non è così, l'aula non pu essere il luogo in cui si prende atto che ...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei sa che si può riservare altri interventi?



CHIEZZI Giuseppe

Quanti altri interventi?



PRESIDENTE

In seguito, o vuole abdicare al suo ruolo di Consigliere regionale? Concluda il suo intervento.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo solo che in aula le carte siano scoperte e non coperte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Poiché è risultato necessario, stando alle parole del Consigliere Cattaneo, evitare di sentirsi in imbarazzo perché l'Assessore Pichetto Fratin non aveva sentito , allora tutti voliamo evitare questo imbarazzo.
Il punto lo ha detto il Consigliere Chiezzi. Assessore Pichetto Fratin vogliamo sapere questo: c'é una richiesta di urgenza, avvenuta questa mattina, votata all'unanimità dall'aula, su iniziativa della Giunta regionale, su un provvedimento considerato urgente per tante ragioni e per un merito sul quale adesso non entro. Ci volete spiegare perché questa urgenza è venuta meno intorno alle ore 14,00 di questo pomeriggio? Altrimenti ci volete spiegare se, una volta tanto la Giunta regionale, dopo un'importante seduta ginnica, dimostra di avere una colonna vertebrale?



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

E' davvero curioso il comportamento tenuto dall'opposizione che alterna le posizioni a seconda della convenienza. Da una parte, abbiamo, all'ordine del giorno, un provvedimento di carattere più tecnico che politico, per cui la mancanza dell'Assessore D'Ambrosio diventa determinante e, d'altra, un provvedimento che ha, politicamente, una rilevanza non indifferente, sul quale si sono spesi, da un punto di vista politico, l'Assessore in persona e il Presidente Ghigo, e che è stato recepito dal territorio, nonostante la disponibilità della Regione, non certo nel migliore dei modi. Non è stato recepito dal territorio e dagli interessati nel migliore dei modi, perch questa scelta è stata strumentalizzata sul territorio. Ebbene, nonostante tutto questo, oggi ci viene spiegato che è un provvedimento che ammonta a più di 100 miliardi, ma deve passare all'antivigilia in cinque minuti. Non si riesce a capire questo comportamento leggermente schizofrenico.
Abbia pazienza, Consigliere Chiezzi. E' vero quello che lei dice: in politica non serve prendersi in giro, perché la politica non finisce domani mattina. La stessa cosa è rivolta, ovviamente non al Consigliere Chiezzi ma a chi cerca di strumentalizzare alcune posizioni.
Noi abbiamo dimostrato grande sensibilità rispetto ad una situazione pesante creatasi nel sistema sanitario piemontese, in particolare nella provincia di Torino.
Forse è utile che questa sensibilità sia rispettata e che, quando la maggioranza di questo Consiglio chiede un'attenzione maggiore rispetto ad una spesa importante che riguarda la sanità (e in quest'aula abbiamo svolto dibattiti eterni, visto che chiediamo l'opportunità di discutere e comprendere meglio i provvedimenti), non si strumentalizzi questa nostra posizione. È una volontà di comprendere e di inserire, in un contesto generale della sanità piemontese, un'operazione che mi sembra sicuramente di grande portata e nell'interesse, non solo degli abitanti del pinerolese ma dell'intero Piemonte.
Anche il nostro Gruppo è dello stesso avviso di Forza Italia, che ha illustrato la propria posizione poc'anzi.



PRESIDENTE

Faccio solo presente, dal punto di vista tecnico, che così, ad horam anche gli uffici hanno avuto difficoltà nello scrivere il provvedimento appena licenziato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Ogni Gruppo ha diritto di intervenire, uno per Gruppo, compreso il mio e poi, dato che il collega Chiezzi mi ha chiesto puntualmente di dire cosa c'è dietro, io voglio, come sempre, rispondere.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Cosa c'è dietro?



CATTANEO Valerio

Ma me lo deve dire lei, perché non l'ho mai vista affezionato ad un provvedimento da 120 miliardi fatto all'ultimo momento, come oggi.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Tu, che cosa c'è dietro, lo spieghi al Consiglio.



CATTANEO Valerio

Provo un certo disagio e preoccupazione perché non ho mai visto il collega, Presidente dei Comunisti Italiani, sempre preziosamente prudente a valutare provvedimenti di questa portata, introdotti all'ultimo momento o con richiesta di urgenza o con destrezza - e non è il caso in questo Consiglio regionale - avere tanta fretta. Non so cosa c'è dietro a lei perché la vedo particolarmente affezionato a questo provvedimento particolarmente non urgente, ma voglioso di vederlo approvato, come regalo di Natale a qualcosa o a qualcuno, entro l'antivigilia.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



CATTANEO Valerio

.del Natale 2003.
Ho detto e ribadisco che l'urgenza sul provvedimento richiesta in Commissione, ma oggi anche dalla Giunta regionale, è stata votata all'unanimità (fatto salvo che comunque l'Aula, finché non cambia il Regolamento e lo Statuto, è sovrana, e non è la prima o l'ultima volta che si introduce un'urgenza quando viene richiesta in Commissione o, viceversa che la si tolga quanto è richiesto in Commissione).
Questo provvedimento lo condividiamo. È un provvedimento importante della Giunta regionale; è un provvedimento di circa 120 miliardi di lire; è un provvedimento complesso per l'istituzione di una complessa società mista, pubblico e privata.
Siamo preoccupati del fatto che, per salvare questo ospedale nella città e nella provincia di Torino, Comune e Provincia non mettono una lira stando ai documenti a nostre mani. Pertanto, se permettete, la maggioranza che sostiene questa Giunta regionale, condividendo il provvedimento, vuole in piena consapevolezza - e ci siamo confortati con l'Assessore competente Pichetto Fratin, che non cambia nulla approvarlo oggi o il 20 gennaio confrontarsi e riservarsi di migliorare il provvedimento. Non c'è niente di scandaloso se una maggioranza, che vuole verificare perché la città e la provincia di Torino non ci mette una lira, lo fa anche su un governo regionale che sostiene.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla questione sospensiva.
Il Consiglio approva.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento al proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 437: "Modificazioni alla legge regionale 5 novembre 1987, n. 55 (Requisiti minimi per i laboratori di analisi di cui al DPCM 10 febbraio 1984)"


PRESIDENTE

Chiedo all'Aula se oggi è possibile concludere una serie di provvedimenti - tipo la proposta di deliberazione n. 383 sulla fondazione Teobaldo Fenoglio, gli ordini del giorno sulla polizia penitenziaria e il dibattito sulla situazione trasporti, con allegate interrogazioni e interpellanze - per economizzare i lavori d'aula e giungere ad una serie di provvedimenti esauriti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri: ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Capisco tutto, ma tutte le volte che arriviamo a questo provvedimento o manca l'Assessore o c'é qualche problema di urgenza di altro tipo. È da luglio che chiediamo questo. Decida lei, non c'è nessun problema. Vorrei solo prenotarmi per capire qual è la prossima scusa del prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Per me non c'è nessuna scusa, vado avanti con il provvedimento.
Ho sottoposto all'Aula un problema. Poi, se l'Aula.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo so che non è contro di me, però, sto cercando di organizzare i lavori, che questa mattina sono stati produttivi, pertanto vi ringrazio, e mi auguro lo siano altrettanto nel pomeriggio.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Chiedo al Presidente se ritiene che si possa fare una discussione di questo tipo in assenza dell'Assessore competente. Ci dica se si può fare una discussione su questo punto senza l'Assessore competente, senza avere un parere sulla questione che riguarda i laboratori e la sanità.



PRESIDENTE

Ho detto che sarebbe meglio di no, poi, l'Aula è sovrana.
MARCENARO Pietro (fuori microfono) Chiediamo la presenza dell'Assessore, chiamatelo.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, la rimetto in un altro modo: colleghi, siete d'accordo nel trattare questo punto unitamente a quello degli Ospedali Valdesi in un'unica seduta che si occupi della sanità con la presenza dell'Assessore?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Sì, quando si tratterà di calendarizzare le sedute, però, ovviamente questi sono due provvedimenti importanti.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordini del giorno n. 173: "Protesta degli agenti di polizia penitenziaria del carcere di San Michele"; n. 855 "Polizia penitenziaria" n. 857 "La grave carenza di organico della polizia penitenziaria in Piemonte"; n. 869 "Carenza degli organici effettivi della Polizia Penitenziaria in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 5) all'ordine del giorno che prevede l'esame degli ordini del giorno nn. 173, 855, 857 e 869.
Chiedo scusa, io sono il primo firmatario di un ordine del giorno (il n. 855), ma penso che, in rappresentanza dei proponenti, possa parlare tranquillamente il Consigliere Rossi Oreste.
La parola al Consigliere Botta Marco per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 173, presentato dai Consiglieri Botta Marco, Valvo e Pedrale.



BOTTA Marco

Signor Presidente e colleghi, questo ordine del giorno è veramente molto antico, è dell'anno 2000, ma il collegamento con la situazione attuale è evidente. I problemi che allora si palesavano, seppure si sono modificati per alcuni versi, perché l'attenzione, perlomeno in termini di rinnovo di contratto e di provvidenze, verso la polizia penitenziaria è evidente nella scorsa e nella presente finanziaria, non sono stati del tutto risolti.
E' evidente che la situazione dei vari istituti di pena - qui ci riferiamo al San Michele di Alessandria e all'altro presente in Città l'istituto Don Soria, come ben sanno i Consiglieri regionali che, anche non eletti in quella Provincia, li hanno visitati - è pesante. In primis, è pesante per coloro che ci lavorano, a causa di una carenza di organico che, ormai, sta diventando una regola, che comporta turni sempre più stressanti per le guardie e gli agenti di polizia penitenziaria che devono rinunciare alle ferie e ai permessi pur di riuscire a sostenere i turni a cui sono sottoposti.
Se la situazione è difficile per il personale di custodia è anche difficile per il personale amministrativo e dirigente, poiché in questi istituti, per lungo tempo, anche se ultimamente la situazione si è leggermente modificata, è mancato il direttore di istituto, venendo meno così un punto di riferimento importante.
Naturalmente, tutte queste situazioni, insieme alla carenza degli educatori, cioè figure importanti che dovevano e potevano svolgere un'azione nei confronti dei detenuti, hanno comportato un chiaro riverbero sulle condizioni dei detenuti stessi determinando situazioni di tensione e in alcuni casi, facilitando momenti di gravità di rapporto tra le guardie penitenziarie e i detenuti stessi.
Le ricette per migliorare questa situazione non potranno che derivare da interventi di tipo statale. L'ultima finanziaria contiene forti stanziamenti sul comparto delle forze dell'ordine, tra cui anche la polizia penitenziaria.
Ci permettiamo, avendolo già fatto l'anno scorso e quest'anno, di rivolgerci alla Giunta regionale e alla Presidenza della Consiglio, in particolare, in relazione ai prossimi bandi di concorso per l'arruolamento di agenti di polizia penitenziaria.
Questi bandi, Presidente e Vicepresidente della Giunta, devono essere regionalizzati. Se noi non riusciamo a far comprendere questo fatto al Ministero della funzione pubblica e, poi, al Ministero della giustizia che si occupano della questione, continueremo a creare disfunzione in un sistema. Il problema non è assumere 10, 100 o 1.000 nuovi agenti di polizia penitenziaria, ma far sì che questi agenti svolgano non solo negli anni di obbligo, ma anche negli anni a seguire, il loro servizio al nord o al centro-nord. Chi conosce il mondo della polizia penitenziaria sa bene che viviamo una situazione assolutamente schizofrenica: al nord c'è una carenza pesantissima di personale, in Piemonte si parla di circa 1.000 unità in meno rispetto alla dotazione normale, mentre al centro-sud, in virtù dei rientri, doverosi e legittimi, viviamo una situazione in cui, invece, ci sono dei sovrappiù di personale, a volte anche importanti, ci sono istituti di pena che hanno decine di unità in più rispetto al loro organico. A questa situazione, quindi, non si può non guardare con attenzione. L'unico correttivo vero potrebbe essere quello della regionalizzazione dei bandi di assunzione, che permetterebbe un legame stabile tra gli assunti e il territorio di riferimento.
È chiaro che il nostro ordine del giorno, essendo datato oltre tre anni fa, risulta superato sotto alcuni punti di vista, ma sicuramente il nostro Gruppo guarderà con attenzione gli altri ordini del giorno che sono stati presentati per valutarne la votabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 855, presentato dai Consiglieri Cota, Brigandì, Dutto, Rossi Oreste e Pedale.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Credo che il collega Botta sia intervenuto in modo esauriente sui problemi che affliggono il sistema carcerario, non tanto italiano quanto delle Regioni del nord, proprio perché le assunzioni fatte in modo centralizzato magari comportano il passaggio di persone da luoghi di residenza diversi dal Piemonte, dalla Lombardia o dal Veneto, che poi passati gli anni d'obbligo di permanenza nella zona dove sono stati assegnati, chiedono giustamente il trasferimento, che viene normalmente concesso, lasciando scoperta di organico realtà come San Michele (Alessandria), segnalata dal collega Botta, o come molte altre carceri piemontesi, tant'é che si valuta che tra Piemonte e Valle d'Aosta vi siano circa 250 Agenti Penitenziari in meno del previsto.
Tutto ciò comporta, comunque, degli svantaggi per tutti: il personale di servizio è sottoposto a turni pesanti, con la conseguente carenza nella vigilanza. Inoltre, se il personale è sottoposto a stress, magari incorre in comportamenti un po' meno condiscendenti nei confronti dei carcerati che si trovano, a volte, trattati male o, peggio ancora, non seguiti come dovrebbero essere.
Il Ministro Castelli, nel programma che aveva presentato sulla giustizia nel luglio 2001, era stato molto chiaro: aveva detto che era fondamentale far crescere, sial dal punto di vista professionale che dal punto di vista numerico, gli Agenti appartenenti al corpo, perché - diceva lo stesso - sono garanzia di competenza, sicurezza e rispetto della dignità dei detenuti.
Credo che questo sia vero e ritengo opportuno sollecitare ulteriormente il Ministro affinché il piano di cui ha parlato venga in realtà applicato e quindi, anche in un periodo come quello che stiamo vivendo, di carenze di risorse finanziarie per un sistema un po' in crisi a livello mondiale, e coi problemi che tutti conosciamo, trovi le risorse al più presto possibile per sanare le questioni ovviamente ancora aperte relative alla mancanza di personale, per garantire turnazioni sufficienti all'interno di molte carceri, nel nostro caso piemontesi, ma sicuramente del nord Italia.



PRESIDENTE

La parola il Consigliere Contu, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 857, presentato dai Consiglieri Contu, Papandrea, Moriconi Muliere, Ronzani, Saitta, Caracciolo e Mercurio.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Sentita l'illustrazione degli altri ordini del giorno, rilevo che il nostro provvedimento è sicuramente quello più aggiornato. Stupisce, per ma glielo dico senza polemica, Presidente, che il suo Partito di appartenenza esprima il Ministro competente.
Onorevole Rossi, è strano che il Ministro indichi come carenza di organico 250 unità per la Regione Piemonte. Credo, infatti, che questo dato vada corretto, perché come correttamente indicato nell'ordine del giorno che illustro, la carenza di organico nella Regione Piemonte è di 696 unità. Questi dati sono forniti direttamente dal DRAP e ulteriormente verificati dal sistema di monitoraggio.
Colgo l'occasione, Presidente, anche se forse è già stato annunciato dai presentatori, per sottolineare che forse andrebbero apportate almeno due correzioni negli ordini del giorno: la prima riguarda ogni riferimento all'Onorevole Fassino (mi riferisco a quello presentato dal Consigliere Botta), perché è intervenuto sì di recente, ma è intervenuto il 29 novembre al camper del Sindacato OSAP, che, dal 27 novembre appunto presidia Piazza Castello per denunciare gli annosi problemi del sistema carcerario.
Inoltre, Presidente, nutro delle riserve sull'ordine del giorno che vede lei come primo firmatario, perché è vero che il Ministro Castelli si sta adoperando, però ieri è stata votata la finanziarie e il pacchetto sicurezza. Non conosco agli atti se nell'inclusione della questione carceraria all'interno del comparto sicurezza della manovra sulla sicurezza siano stati previsti o meno gli adeguamenti degli organici di Polizia Penitenziaria. Mi sembra che sia stato approvato solo un emendamento tecnico a costo zero, per cui, nell'autonomia che pure il suo partito è in grado di esprimere, di separare l'azione del Ministero da quella che è l'azione di stimolo che possono svolgere i Consigli regionale nell'ambito della reciproca autonomia, perché a ieri, con la finanziaria, non si è dato gambe ai buoni propositi, perlomeno questo mi sembra di cogliere. Per cui siamo in presenza di una carenza di organico che rischia di persistere nel tempo.
In merito alla questione dell'eventuale assunzione di personale con riferimento ai ruoli regionali, siamo assolutamente d'accordo, come Gruppo anche perché non mette in discussione le competenze del Ministero a livello nazionale e cerca di arginare un fenomeno che vede molto spesso il personale assunto nell'ambito dei bandi concorsuali a livello nazionale assegnato alle sedi magari del nord del Paese beneficiare, per problemi di avvicinamento familiare, dei trasferimenti, creando quello scompenso tra dotazioni organiche diverse a seconda della Regione di riferimento.
Credo che vi siano ragioni per credere che esistano le condizioni per licenziare tutti gli ordini del giorno con un voto favorevole dell'aula anche se smussati in alcune loro parti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 869, presentato dai Consiglieri Mellano, Palma, Burzi, Galasso Brigando, Muliere, Papandrea, Contu, Moriconi, Angeleri, Valvo e Botta Marco.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente e colleghi. La migliore illustrazione di questo ultimo ordine del giorno - predisposto questa mattina in aula, all'ultimo minuto - l'ha già effettuata il Presidente Marco Botta.
Infatti, nell'illustrare e spiegare la ratio di un ordine del giorno molto datato, ha usato gran parte del tempo per sottolineare come l'unica risposta concreta al problema della carenza di personale del Corpo degli Agenti di Polizia Penitenziaria, sarebbe un intervento con concorsi regionali o con la creazione di un ruolo regionale.
Il problema è questo: il collega Botta ha ampiamente argomentato - e condivido le sue argomentazioni - così come il collega Contu ha richiamato nel suo intervento, questa proposta. Mi permetto di dire che, fra tutti gli ordini del giorno, questo piccolo documento è l'unica proposta concreta che possiamo dignitosamente avanzare al Governo nazionale, ponendo accanto a una valutazione, una fotografia di un problema oggettivo, anche una possibile risposta che non sia una generica preoccupazione o un generico interessamento.
Rispetto alla soluzione prospettata, voglio ricordare che nella Pubblica Amministrazione si stanno verificando sempre più dei concorsi su base regionale; l'Agenzia delle Entrate e l'INPS hanno effettuato, negli ultimi anni, concorsi su base regionale.
E' inevitabile, se i concorsi sono su base nazionale - e su base nazionale questo tipo di mestiere fa leva soprattutto su un disagio sociale che moltissimi ragazzi del Sud partecipino al concorso e, poi giustamente, legittimamente e comprensibilmente, chiedano l'avvicinamento a casa. Si crea, così, quel kafkiano processo per cui, a detta degli operatori penitenziari, vi sono carceri del Sud che hanno più Agenti che detenuti e carceri del Nord (come in Piemonte) che hanno - occorre dirlo, i dati dell'ordine del giorno del collega Contu sono più realistici e vicini alla verità - una carenza di organico drammatica. La responsabilità dei direttori di far quadrare il conto di una gestione difficile e delicata come quella della sicurezza e del trattamento dentro le carceri, è affidata più alla buona volontà, alla disponibilità e molte volte anche alle azioni di volontariato degli stessi operatori penitenziari, che non al governo della situazione del carcere.
Concludo la mia illustrazione, perché il testo è davvero breve e la soluzione è precisa ed indicata.
Invito i colleghi di Alleanza Nazionale e del Gruppo della Lega a valutare la possibilità di un eventuale ritiro dei loro ordini del giorno perché effettivamente l'ordine del giorno del collega Contu contiene dei dati più aggiornati e vicini alla realtà.
Chiedo al collega Contu di depurare il suo documento da dei riferimenti specifici a un Sindacato, poiché la questione coinvolge ormai più Sindacati.
Come militante in un partito non violento, che utilizza spesso e volentieri l'arma della non violenza, l'indicazione quasi di un ricatto fra l'approvazione di questo ordine del giorno e la sospensione dello sciopero della fame, non la vedo come un'indicazione opportuna, neanche per gli stessi organizzatori di quella manifestazione.
Per il resto, rimane quel piccolo ordine del giorno, come proposta concreta di risposta e sollecito del Governo nazionale, al di là dei giudizi che vengono espressi nei precedenti due ordini del giorno dei colleghi Botta e Rossi, sulla politica governativa.
Non siamo qua a dare giudizi - che ciascuno ha - sulla politica del Governo Berlusconi, in quanto gestore della giustizia. Potremmo forse dare un'indicazione precisa e puntuale su una risposta che sta a cuore a tutti.



PRESIDENTE

Grazie. Do atto che il Consigliere Botta Marco ha ritirato il suo ordine del giorno (il n. 173) e dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Vorrei esaminare tutti gli ordini del giorno, dando atto che tutti sono stati stesi con lo spirito di contribuire fondamentalmente alla soluzione di un problema.
Intervengo semplicemente per avanzare un'osservazione sul merito della questione.
Il merito della questione è quello che è stato illustrato: il reclutamento degli Agenti è stato fatto soprattutto al Sud; gli Agenti vengono, poi, trasferiti dove ve ne è necessità, cioè nelle carceri e case penitenziarie del Nord, dove si determina una forte tensione per il ritorno, perché queste persone tendono a tornare nel proprio paese il prima possibile.
Questo è addirittura uno degli elementi di deterioramento del clima che si sviluppa nei luoghi penitenziari; a volte è elemento di deformazione della stessa organizzazione dell'azione sindacale, dove la capacità di garantire la mobilità verso il proprio posto d'origine diventa una fonte che vale più di tante altre. E', quindi, un elemento di deformazione del sistema delle relazioni interne.
Si tratta di un elemento molto serio. D'altra parte, ho visto la proposta - che ritengo più sensata - avanzata dal Consigliere Mellano quella del reclutamento sulla base di un ruolo regionale, ma ho dei dubbi che questa sia una soluzione, perché o si ritiene che il reclutamento su base regionale vuol dire che una persona viene reclutata tra i residenti del luogo, quindi viene smorzata la spinta al ritorno, oppure possiamo istituire tutti i ruoli regionali che vogliamo, ma in condizioni di immigrazione la spinta verso il ritorno rimane una spinta forte.
Non voglio dire che questa strada non vada sperimentata; dico, per che ve ne è anche un'altra, che provo a spiegare in pochissime parole.
Uno degli elementi di questa spinta al ritorno è quello che qualcuno denunciava: ci sono situazioni nelle quali vi è un eccesso di personale e situazioni nelle quali vi è una carenza di personale, con tutte le conseguenze difficilmente risolvibili.
Non credo che si possa trovare una soluzione diversa da quella della mobilità e della flessibilità, però la flessibilità e la mobilità potrebbero essere molto diverse se trovassero una base più ampia.
Se, cioè, invece di pensare al Corpo nella maniera tradizionale (quindi che l'Agente carcerario può avere mobilità solo come Agente carcerario verso un penitenziario), si pensasse a una mobilità che avviene tra diversi settori (ad esempio la Pubblica Sicurezza e gli Agenti carcerari considerati unitariamente), questo aprirebbe delle possibilità di mobilità molto più numerose, cioè gli spazi, le possibilità e gli elementi diventerebbero disponibili.
Questo punto si affronta correttamente - lo voglio dire anche ai colleghi Mellano e Palma - solo se si supera e si mette in discussione l'idea di corpo. Con un'idea chiusa e limitata è come se si chiudesse queste persone dentro le stesse mura carcerarie dentro le quali si rinchiudono i detenuti; si rende molto difficile la gestione di questi problemi di mobilità, che invece avrebbe lo spazio necessario se si superasse quest'idea di corpo.
Poiché stiamo parlando di suggerimenti al Governo, credo sia questa l'idea che andrebbe suggerita: provare ad immaginare di andare oltre l'idea di corpo strettamente intesa e di aprire, per queste figure, dei percorsi professionali e di carriera che abbiano maggiore spazio, maggiore possibilità di movimento. Penso che la strada sia questa.
Naturalmente, ciò vale come una discussione. Ogni tanto il Consiglio regionale serve anche per esporre delle opinioni, per confrontarle e per ascoltare il parere degli altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valvo; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Desidero confermare che il Gruppo di Alleanza Nazionale intende ritirare l'ordine del giorno n. 173, che chiaramente ha gli stessi presupposti degli altri ordini del giorno in votazione, ma il dispositivo risulta superato, tenuto conto che quest'ordine del giorno è stato presentato nel 2000.
Desidero anche comunicare che il Gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore dell'ordine del giorno che vede primo firmatario il collega Mellano al quale, se è d'accordo, noi aggiungeremmo anche le nostre firme, perch pur nella brevità, contiene l'unica vera proposta concreta e va un po' al di là del rituale invito alla Giunta ad intervenire presso il Governo.
Voteremo anche a favore dell'ordine del giorno che vede primo firmatario il Consigliere Cota.
Saremmo anche disponibili a votare l'ordine del giorno che vede primo firmatario il collega Contu, se depurato dei riferimenti relativi ad un unico sindacato di polizia ed, all'ultimo punto, delle considerazioni che fanno riferimento alla protesta dello sciopero della fame.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Trovo molto positivo che questo Consiglio regionale, per l'ennesima volta, si trovi a discutere su ordini del giorno e non su proposte legislative dell'universo penitenziario.
Uno degli aspetti che va comunque valutato nella realizzazione del processo federalista è che è difficile immaginare che una parte consistente delle politiche di sicurezza di uno Stato, come quello dell'amministrazione penitenziaria, non possa essere o non debba essere attraversato da una riflessione sul ruolo e sulla funzione del Governo locale.
Il problema di regionalizzazione del carcere non è solo un problema di bilanci o d'organizzazione funzionale, ma attiene anche ad una riflessione più vasta sui limiti, nonché sulle prerogative del potere locale.
Non è un caso che, mentre la politica di sicurezza del carcere continua ad essere pesantemente centralizzata, anche dal punto di vista legislativo la politica sociale del carcere, la politica del welfare del carcere, la politica della sanità del carcere sia stata nel corso di questi ultimi anni progressivamente regionalizzata e affidata agli Enti locali.
Abbiamo una situazione abbastanza paradossale in cui c'è una frattura verticale nel governo del carcere fra ciò che è sicurezza, e continua ad essere assegnato al controllo del Governo nazionale in maniera pressoch esclusiva, e ciò che è vita del carcere, che continua invece ad essere affidata al governo, più o meno responsabile, delle Regioni e del sistema degli Enti locali.
Preciso - era gia chiaro e così l'ha intesa anche il collega Marcenaro che la nostra non è una proposta di regionalizzare l'accesso ai concorsi per l'ingresso nella Polizia Penitenziaria, ma per istituire ruoli regionali all'interno di ciascuna Regione, nell'ambito di concorsi nazionali, secondo un modello che ormai è in uso in altri settori dell'amministrazione pubblica.
Le riflessioni del collega Marcenaro sono importanti, non solo sulla linea delle aspettative professionali degli agenti che, dal venir meno dell'impermeabilità tra i diversi corpi di polizia, avrebbero forme di mobilità in orizzontale e anche in verticale più favorevoli, ma perché una riflessione di questo tipo ha anche effetto sulle condizioni sostanziali di vita del carcere.
Chi ha una qualche esperienza di carcere, sa che la tensione più forte che poi è anche alla base delle degenerazioni corporative dei sindacati di Polizia Penitenziaria, attiene proprio ad una questione di potere, di sovranità.
Chi comanda all'interno del carcere? Comanda il vertice civile rappresentato dalla direzione e dal provveditorato regionale sulle carceri o comanda la polizia penitenziaria, che ha l'incarico di gestirne e garantirne la sicurezza? Questo è un problema molto significativo che, dal punto di vista legislativo, rischia invece di avere, proprio in questi anni, delle soluzioni che vanno nel senso opposto, che espropriano all'amministrazione civile il governo del carcere, per assegnarlo, essenzialmente, al corpo di Polizia Penitenziaria. Cosa che sarebbe rovinosa non solo per detenuti, ma probabilmente anche per gli agenti.
Fatta questa considerazione, mi rifaccio a quello che ha detto il collega Mellano: è positivo che, in generale, tutti i Gruppi si siano interrogati, con documenti diversi, su questa materia. Mi pare che l'unica proposta che stia emergendo in maniera formalizzata sia quella della modifica del sistema dei concorsi.
Per altro verso, ritengo che noi dovremmo approfondire, anche con il lavoro della IV Commissione, la nostra riflessione sul carcere, in quanto abbiamo margini di iniziativa legislativa in larga misura ancora inesplorati.
La nostra legislazione sul carcere attiene essenzialmente al reinserimento e al sostegno alla politica post-penitenziaria dei Comuni, e a null'altro.
Abbiamo dei margini ancora inesplorati e su questi dobbiamo iniziare a lavorare, a partire dai prossimi mesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà



CONTU Mario

Raccogliendo anche l'invito degli altri colleghi, propongo alcune modifiche all'ordine del giorno. Al ". considerato inoltre che ." propongo che si elimini: la dicitura ". aderenti al sindacato O.S.A.P.P." la dicitura ". vista la totale indifferenza da parte ." (perché c'è tutto un riferimento al sindacato) e tutto il capoverso, nonché il capoverso sul termine della protesta dello sciopero della fame (quindi tutti e due i capoversi).
Resta invariato il dispositivo finale.
Presidente, volevo dirle che la presenza del camper viene risolta, nel senso che verrà tolto da Piazza Castello, anche perché l'organizzazione che aveva lanciato questa protesta, finalmente, ha ottenuto l'incontro che avverrà oggi pomeriggio con i responsabili nazionali del Ministero di Grazia e Giustizia che si occuperà delle problematiche più interne al corpo.
Sul contributo dato alla discussione dal Consigliere Marcenaro, volevo fare una considerazione: non è così automatico che si possa pensare al comparto sicurezza in modo così unitario. Il corpo, l'organo della Polizia Penitenziaria deve prevalentemente occuparsi di compiti di custodia perché questo è il suo compito, ma soprattutto, nel tempo, ha evoluto la sua missione sociale specializzando sempre più la sua azione in compiti risocializzanti e di reinserimento.
Trovo estremamente positivo la riconversione all'interno di molti istituti penitenziari o circondariali della regione Piemonte, di significative riconversioni professionali effettuate da parte del personale su progetti mirati soprattutto su detenuti per reati di particolare riprovazione sociale o sul problema delle tossicodipendenze, o su altri progetti mirati di recupero che vedono gli agenti protagonisti in prima persona.
Certo è che il carcere non è come mangiare una caramella, è un periodo di privazione forzoso della libertà con le conseguenze e l'impatto sociale che questo comporta. Credo che il problema vada valutato con molta più attenzione. Ribadisco. Se il senso dell'ordine del giorno, proposto dai Radicali, è quello di cercare di apportare dei correttivi per un equilibrio degli organici senza bypassare attraverso questo artifizio il sistema della titolarità in capo al Ministero competente o della questione carcere quindi di tutti gli aspetti relativi anche al reclutamento del personale noi siamo per esprimere un voto positivo anche su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Solo per testimoniare il nostro voto favorevole rispetto all'ordine del giorno presentato dal primo firmatario, il Consigliere Mellano.
Abbiamo sottoscritto questo ordine del giorno, che è in linea con quanto sta facendo già il nostro Sottosegratario alla Giustizia, l'on Vietti, e crediamo che sia una proposta di buon senso che, come dice l'ordine del giorno, si allinea ad altri settori della Pubblica Amministrazione che hanno già provveduto in tal senso. Noi voteremo convintamente a favore dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Volevo fare una riflessione positiva sugli ordini del giorno che sono stati presentati da tutti i Gruppi perché mi sembra che, con serietà, si cerchi, una volta tanto, di focalizzare il problema della scarsità di organico del personale della Polizia Penitenziaria. Volevo chiedere, se i primi firmatari sono d'accordo, di poter apporre la mia firma anche agli ordini del giorno presentati dal Gruppo della Lega Nord e dal Gruppo Radicale- lista Emma Bonino.
La problematicità del corpo della Polizia Penitenziaria credo che sia di una drammaticità veramente notevole, soprattutto nel nord Italia, con delle conseguenze all'interno della vita dei penitenziari nota a tutti e in particolare, a chi segue da anni queste problematiche. Ricordiamo anche i nuovi compiti che la Polizia Penitenziaria ha dovuto espletare negli ultimi anni, quello, ad esempio, della traduzione dei detenuti per le visite mediche oppure le udienze nei tribunali che un tempo erano svolte dall'Arma dei Carabinieri. Questo ha distolto parecchio personale e, più volte, i dipendenti della Polizia Penitenziaria, hanno operato in condizioni di grande pericolo e disagio per se stessi e per la comunità.
Ricordo solo che un anno fa un pericolosissimo detenuto ergastolano è fuggito dall'ospedale di Biella, probabilmente perché scortato solo da due agenti di polizia penitenziaria non sufficientemente informati e preparati al compito. E' una situazione drammatica che la pericolosità della situazione non venga ancora percepita fino in fondo. Per questo ritengo tutti gli ordini del giorno estremamente positivi.
La riflessione fatta dal Consigliere Marcenaro di una possibilità di trasferimento all'interno del personale da Pubblica Amministrazione è da approfondire. Io so, ad esempio, che personale della Polizia di Stato facilmente viene a fare parte del personale della Prefettura, quindi del Ministero degli Interni. Ci sono opportunità e situazioni da approfondire.
Ritengo che sia centrato il riferimento contenuto nell'ordine del giorno del Gruppo dei Radicali, primo firmatario il Consigliere Mellano, quello di impostare e articolare i futuri concorsi con ruoli regionali. In più colgo l'occasione per fare una proposta e una riflessione, che ovviamente non pu esaurirsi in questa sede: affrontare concretamente l'altro problema oggettivo che la Polizia Penitenziaria deve affrontare, cioè il problema alloggi, il problema abitativo. Una delle cause principali che inducono molti agenti di Polizia Penitenziaria a chiedere, dopo poco tempo, il trasferimento nei luoghi di origine.
Ci sono diverse possibilità nell'ambito della legislazione nazionale vi invito a fare una riflessione sulla possibilità di ipotizzare un contributo per gli agenti di Polizia Penitenziaria che acquistano un appartamento con l'impegno di risiedere in quella abitazione, in un comune delle regione Piemonte per un certo periodo di anni. Questo sarebbe un aiuto concreto, al di là di tutte le riflessioni e preoccupazioni legittime che abbiamo manifestato, per risolvere un problema così drammatico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Solo per una brevissima dichiarazione di voto.
Il Gruppo Radicale si asterrà sull'ordine del giorno presentato dalla Lega e voterà a favore dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Contu come è stato emendato e, ovviamente, voteremo a favore dell'ordine del giorno che abbiamo presentato.
Volevo lasciare una brevissima testimonianza visto che il dibattito è stato interessante.
Le ultime considerazioni portate in Aula dal Consigliere Contu sul cambiamento necessario, e forse necessitato, del ruolo degli agenti di Polizia Penitenziaria, ha, in questi anni, già portato notevoli cambiamenti nel modo di esercitare il mandato da parte degli agenti di Polizia Penitenziaria. Come Gruppo dei Radicale abbiamo effettuato oltre 80 visite nelle carceri piemontesi e credo di poter dire che ha ragione il Consigliere Contu quando, in termini non così generalizzati, ma in termini significativi, molti agenti, molti comandanti, hanno fatto azioni da educatore, da assistente sociale e, in qualche caso, anche da cappellano.
Mancando le figure istituzionali, la Regione è riuscita, anche grazie all'intervento di questo Consiglio, concordato con l'Assessore Cotto, ad intervenire sulla vicenda degli educatori, ma in molti carceri piemontesi la figura dell'agente rimane l'unica figura istituzionale con cui il detenuto riesce ad interloquire e a comunicare.
È cambiato, in senso positivo, il ruolo dell'agente; ma deve cambiare ancora. Non necessariamente, la sindacalizzazione eccessiva che ha avuto in questi anni il corpo di polizia penitenziaria, è un dato positivo, ma è importante com'è stato gestito il ruolo in questi anni, anche grazie ad un intervento lucido e generoso di giovani direttori di carcere in Piemonte. È un ruolo nuovo in cui sottolineo, nella difficoltà di gestione di un istituto carcerario - e come appartenente al Gruppo dei radicali lo sottolineo con enfasi - il cambiamento anche culturale, oltre che generazionale, del comportamento degli agenti di polizia penitenziaria.
Questo è un dato importante.
Anche per questo, voteremo a favore dell'ordine del giorno del Consigliere Contu, oltre al nostro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Alleanza Nazionale voterà tutti i tre gli ordini del giorno presentati. Voglio subito ricordare come il Gruppo di AN abbia già chiesto al Presidente della IV Commissione, l'audizione delle organizzazioni sindacali della categoria di polizia penitenziaria, proprio al fine di avere maggiore consapevolezza per meglio affrontare i problemi che ci occupano.
Mi preme sottolineare come, in effetti, ci sia stato un mutamento di attenzione alle problematiche del mondo carcerario. Da una letteratura, che si era attardata soprattutto sul tema sempre vigente del recupero del detenuto (si va da "La redenzione del detenuto" di Rodineaux a "L'utopia punitiva" di Tullio Padovani), si è poi pervenuti ad una maggiore consapevolezza del ruolo dell'agente di custodia.
Mi pare di particolare momento l'attenzione volta alla crescita professionale degli appartenenti al corpo, così come si evidenzia nell'ordine del giorno 855, proprio ai fini di garantire, non soltanto la competenza e la sicurezza, ma anche il rispetto e la dignità di tutti coloro che popolano le case circondariali o le case di pena.
In particolare, dobbiamo avere cura e premura che gli agenti di polizia penitenziaria abbiano, non solo un'idonea professionalità, ma anche le condizioni, l'organizzazione del lavoro e il riconoscimento delle professionalità legate alla loro collocazione all'interno della pianta organica. Proprio attraverso questi criteri (la professionalità e la valorizzazione del ruolo della polizia penitenziaria) si può meglio assolvere quel compito di recupero del detenuto; compito che non è un aspetto patologico della società, dovendo noi riconoscere e vedere, come una società completa, quella dove c'è chi viola le leggi, chi le fa rispettare e chi, soprattutto, opera per l'educazione degli stessi, tenuto conto vi è tutta una serie di operatori all'interno del mondo penitenziario.
Ci pare di particolare momento questo sollecito che rivolgiamo al Governo, al Ministro Castelli, al Sottosegretario Vietti e, per parte nostra, al Sottosegretario Valentino, che a queste problematiche dedica rilevante e doverosa attenzione.
Voterò, quindi, a favore degli ordini del giorno citati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

All'ordine del giorno di cui primo firmatario è lei, Presidente Cota la nostra richiesta sarebbe stata quella di togliere il capoverso "considerato che il Ministro Castelli si sta adoperando per risolvere", ma abbiamo sentito, nel corso del dibattito, che non c'era grande disponibilità in questa direzione.
Rivolgo di nuovo l'invito a togliere gli ultimi tre capoversi, ossia quelli in cui si fa riferimento all'attività del Governo. Se volete un voto unitario, non potete chiedere a noi un plauso così incondizionato all'attività del Governo; avremmo qualche vago rilievo. Qualora non foste disponibili a limarli, o si procede ad una votazione per parti separate, o dovremmo astenerci.
Voteremo invece a favore degli altri due ordini del giorno che peraltro, attraverso il collega Muliere, abbiamo anche sottoscritto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 855, così come modificato (sono stati eliminati i commi 3, 4 e 5 della premessa), il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che, nei giorni scorsi, si è svolta a Torino una manifestazione indetta da una delle sigle sindacali di rappresentanza della polizia penitenziaria, per denunciare i molteplici problemi che affliggono i lavoratori della Polizia Penitenziaria del Piemonte ritenuto che l'endemica ed annosa situazione di carenza di organico -nella misura di almeno 250 unità in Piemonte e Valle D'Aosta ha creato, negli anni, gravi disagi a carico degli appartenenti a questo corpo di polizia quali, ad esempio, turni massacranti, orari di lavoro quasi senza limiti con conseguenze che rischiano di compromettere anche l'efficienza di questo importante e delicato servizio impegna il Presidente e la Giunta regionale ad intervenire presso il Governo per sollecitare un autorevole intervento del Ministro della Giustizia per porre alla sua attenzione la situazione della polizia penitenziaria piemontese, affinché possa adottare misure in grado di risolvere, almeno in parte, i molteplici problemi che affliggono i lavoratori della Polizia penitenziaria subalpina".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 857, così come modificato (sono stati eliminati i commi 1 e 3 del dispositivo), il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la situazione degli organici della polizia penitenziaria in Piemonte è estremamente deficitaria, tant'è vero che negli Istituti penitenziari del Piemonte mancano quasi 700 unità (696 per la precisione) su una pianta organica di 3.630 e che tale situazione inevitabilmente si ripercuote sia sulla qualità di un lavoro così delicato che, più in generale, su tutto il carcerario piemontese con questi organici gravemente sottodimensionati il personale della polizia penitenziaria piemontese è costretto a turni massacranti che in Istituti penitenziari sovraffollati determinano anche una compressione dell'offerta socio-rieducativa alla popolazione detenuta il personale della polizia penitenziaria denuncia altresì gravi inadempienze del Provveditorato regionale su importanti istituti contrattuali (mancata mobilità per assistenza famigliari portatori di handicap, mancato pagamento delle indennità di missione e dei buoni-pasto nonché carenza di supporti per assolvere i compiti d'istituto) considerato inoltre che da più di due settimane è in atto una protesta cui partecipano agenti assistenti, sovrintendenti ed ispettori aderenti al sindacato OSAPP proprio per manifestare il loro disagio e per sensibilizzare opinione pubblica mass-media, autorità politiche ed amministrative su queste tematiche dal 27 novembre il camper della protesta staziona in Piazza Castello e nonostante abbia raccolto la significativa solidarietà da parte dei Parlamentari e dei Consiglieri regionali di tutte le forze politiche, nulla è stato ancora fatto vista la totale indifferenza da parte degli organi centrali e periferici dell'Amministrazione penitenziaria, con cui è stata accolta questa iniziativa, il personale della polizia penitenziaria aderente all'OSAPP ha deciso, a partire da lunedì 15 dicembre venturo di mettere in atto una clamorosa protesta consistente in uno sciopero della fame ad oltranza preso atto che l'auspicata approvazione di questo ordine del giorno farebbe desistere il personale di polizia penitenziaria dell'OSAPP dall'annunciata protesta dello sciopero della fame tutto ciò premesso e considerato invita il Presidente della Giunta a voler sollecitare il Governo ad assumere gli atti opportuni affinché con le necessarie immissioni in ruolo di agenti di polizia penitenziaria si possa porre fine all'incresciosa situazione invita inoltre a farsi parte attiva nei confronti del Provveditorato regionale al fine di favorire una positiva soluzione della vertenza sindacale in atto".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 869, il cui testo recita: "Preso atto della grave situazione di carenza degli organici effettivi della polizia penitenziaria in Piemonte il Consiglio regionale del Piemonte invita il Presidente della Giunta regionale a voler sollecitare il Governo ad adottare i provvedimenti coerenti all'obiettivo di articolare i concorsi e le assunzioni degli agenti di polizia penitenziaria secondo ruoli regionali, in linea con quanto già previsto in altri settori della Pubblica Amministrazione".
Il Consiglio approva.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 383: "Partecipazione della Regione Piemonte alla costituzione della Fondazione per l'ambiente Teobaldo Fenoglio"


PRESIDENTE

Chiedo all'Aula di approvare la deliberazione n. 383, di cui al punto 9) all'o.d.g.: è un provvedimento condiviso, non mi pare vi siano neanche problemi di illustrazione.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Non ho nulla contro, ma, banalmente, non so di cosa si stia parlando perché è stato licenziato dalla V Commissione in assenza del rappresentante del Gruppo Radicale. Al di là di quanto si può leggere sulla relazione chiedo che qualcuno illustri in cosa consiste l'onere di questa partecipazione, al di là del conferimento del capitale posto in Consiglio di Amministrazione.



PRESIDENTE

Per la verità, il Gruppo dei Radicali si è astenuto, era presente in Commissione.
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Si tratta di una Fondazione costituita per iniziativa di diverse istituzioni piemontesi, che ha registrato subito la disponibilità delle fondazioni bancarie. Cito solo il Consiglio d'Amministrazione, perché dà subito un'idea dei presenti: oltre alla Regione, ci sono le Province, il Comune capoluogo, qualche Comune significativo, le due Università di Torino del Piemonte Orientale, il Politecnico e, naturalmente, le fondazioni e il Parco per l'ambiente.
In sostanza, con questa fondazione, si tende a unificare quelli che sono gli interventi di ricerca, di studio e di approfondimento in materia ambientale, anche per superare alcune iniziative estemporanee. Al di là del conferimento del capitale, la Fondazione, di fatto, ha già operato, in questi anni, in regime provvisorio e si è già registrata una grande disponibilità dal mondo delle fondazioni, anche dal mondo finanziario, a sostenerne le attività. E' già conosciuta e si deve dare atto alla Provincia di Torino, soprattutto all'Assessore Gamba, che ritiene importante la presenza della Regione, quindi, in qualche modo, si sono attardati nella costituzione formale della fondazione proprio per avere anche noi come soci fondatori e non entrare successivamente per adesione.
Penso ci siano anche delle garanzie a livello statutario riguardante la trasparenza, quindi, privilegio per quanto riguarda gli aderenti di avere tutti i dati sulla gestione. Non vi è alcun scopo di lucro in quanto gli utili eventuali devono essere reinvestiti nei compiti della fondazione naturalmente, vi sono il Comitato scientifico e gli organi esecutivi.
Come Assessore all'ambiente, ritengo importante, nel momento in cui l'educazione ambientale, insieme all'approfondimento dei temi legali allo sviluppo sostenibile e alla necessità di fare cultura in questo campo richiede un soggetto che si ponga al centro del triangolo tra le istituzioni, il mondo accademico e il mondo della produzione.
Se mettiamo in questo contenitore la linfa che viene dalle istituzioni finanziarie, sopratutto dalle fondazioni, credo si determini un soggetto che può benissimo agire perseguendo i fini per i quali la Fondazione è stata costituita.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione generale. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Ringrazio l'Assessore Cavallera per l'illustrazione, non è che ci sia un'opposizione particolare rispetto a questo provvedimento. Il problema è che, rispetto a partecipazioni a fondazioni, o comunque a enti che comportino non solo un contributo, ma un impegno in qualche misura istituzionale della Regione, bisogna, forse, procedere ad una mappatura più attenta. Le finalità e le attività di questa Fondazione sono in larga misura sovrapponibili a quelle dell'Agenzia istituita dal Comune di Torino la cui denominazione adesso esattamente non ricordo, non so se sia Agenzia per l'ambiente, ma che, sostanzialmente, ha compiti sovrapponibili promuove programmi in materia ambientale sulla valorizzazione e la tutela del patrimonio ambientale e così via. Non se a quella agenzia o fondazione partecipi direttamente la Regione, ma sicuramente partecipa il Comune di Torino, visto che è presieduta da un Assessore del Comune di Torino.
Il rischio, in questi casi, è quello di procedere a moltiplicazioni di enti che hanno sostanzialmente lo stesso mandato e che si trovano pateticamente a farsi la concorrenza sulle stesse cose.
Su questo, quindi, riservandoci di approfondire, annunciamo che non parteciperemo al voto. Pertanto, per questa sola motivazione non esprimiamo un voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per dichiarare la non partecipazione al voto su questa proposta di deliberazione.
Ricordo che già nel 1999 affrontai questa problematica da Consigliere Comunale. In allora, venne immediatamente trasmessa copia della proposta di Statuto. Prendo atto che a distanza di quattro anni ancora l'adesione della Regione non è atto compiuto, se non attraverso questa partecipazione per la fondazione. Sinora - lo confermo - la fondazione ha operato, ma restano tutte le preoccupazioni nel moltiplicarsi di questi organismi che insistono su materie come l'ambiente a volte con obiettivi e con scopi sociali che vanno ad interferire attraverso analoghe istituzioni che svolgono la stessa meritoria azione.
Non so se il modo migliore per tutelare e difendere la collettività sia attraverso questi organismi, che sensibilizzano i cittadini alle problematiche ambientali, o se invece non siano il solito privilegio della politica che, attraverso la moltiplicazione dei pani e dei pesci, riesce a trovare un posto a tutti, soprattutto (molto spesso) alle proprie clientele o amicizie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Ho chiesto la parola solo per informare l'aula che, in effetti, come membro del Gruppo Radicale, in V Commissione avevo deciso di astenermi, non avendo seguito sin dall'inizio il provvedimento e non avendo neanche nozione politica di chi fosse stato Teobaldo Fenoglio. La difficoltà ad intervenire su questo tema, di fronte ad una proposta come questa, di partecipazione della Regione ad una nuova fondazione per l'ambiente, che mette in campo un tema importante come quello ambientale e una personalità (che mi dicono importante) come quella di Teobaldo Fenoglio, è un modo di strutturare la nostra vicenda politica che ci vede contrari sin dall'inizio. L'elencazione che l'Assessore Cavallera molto diligentemente ha voluto fare, cominciando dal Consiglio di Amministrazione, è proprio uno dei motivi che ci porterà ad astenerci su questo provvedimento, perch di fronte ad una serie di obiettivi persino troppo estesi e di fronte ad un Consiglio di Amministrazione ampissimo, direi che l'astensione del Gruppo Radicale è almeno un segnale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti su ferro

Esame ordini del giorno n. 861 "Memorario"; n. 863 "Revoca nuovo orario ferroviario"; n. 864 "Sospensione progetto Memorario - Piemonte in movimento"; n. "Miglioramento del servizio ferroviario in Piemonte" ed interrogazioni ed interpellanze collegate nn. 373, 462, 2355, 2360, 2383 2393, 2425, 2427, 2434, 2435, 2437, 2447, 2454, 2465, 2467 e 2544


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 861, presentato dai Consiglieri Costa Enrico, Toselli e Marengo, l'ordine del giorno n. 863 dei Consiglieri Tomatis, Angeleri, Costa Rosanna, Scanderebech e Dutto, l'ordine del giorno n. 864 del Consigliere Tapparo, di cui al punto 6) all'o.d.g.. Vi sono altresì, le interrogazioni collegate n. 2587, n. 2586 e n. 2585 presentate dal Consigliere Giordano.
Comunico che è appena pervenuto l'ordine del giorno n. 867 a firma del Consigliere Marco Botta, D'Onofrio, Galasso Godio e Valvo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Costa Enrico per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 861.



COSTA Enrico

Grazie, Presidente.
Sebbene gli ordini del giorno siano stati presentati in forma urgente la settimana scorsa, quanto in essi contenuto è più che mai di attualità per cui il rinvio della discussione di una settimana può portare sicuramente ad un risultato per il futuro del trasporto ferroviario piemontese.
L'ordine del giorno nasce dal nuovo orario ferroviario entrato in vigore il 14 dicembre (il cosiddetto orario invernale), che ha portato Trenitalia a modificare radicalmente quella che era l'impostazione originaria. In sostanza, è stato sperimentato questo nuovo metodo di coincidenze fra gli orari ferroviari, il cosiddetto "Memorario", derivante dal fatto che gli orari sono spesso cadenzati - quindi consentono una più rapida memorizzazione delle corse - ma anche dall'intento di creare degli scambi più veloci e di evitare delle attese a coloro che magari debbono prendere più di un treno per recarsi alla loro destinazione.
L'obiettivo è sicuramente positivo; è improntato ad una migliore organizzazione e ad una migliore razionalizzazione del traffico ferroviario. I responsabili regionali di Trenitalia, unitamente al Vicepresidente Casoni, hanno illustrato questa iniziativa in più circostanze e, valutandola sulla carta, come abbiamo potuto fare noi politici, è stato espresso un giudizio positivo. È chiaramente positiva l'idea di razionalizzare le corse, in modo tale che se si deve arrivare in un posto e da quello stesso posto si deve ripartire, lo si potrà fare nel giro di cinque minuti e non di mezz'ora, come avveniva, invece precedentemente.
È sicuramente un aspetto positivo quello di fare in modo che le corse ad esempio tra Mondovì e Torino siano tutte alla stessa cadenza oraria (16.02, 17.02, 18.02, ecc), perché consentono una migliore organizzazione della giornata dei pendolari.
L'obiettivo che si era posto Trenitalia, sicuramente positivo, se valutato sulla carta da noi politici, si è evidenziato, alla prova dei fatti, con alcune criticità, provocando notevolissimi disagi all'utenza.
Sono stati creati notevolissimi disagi all'utenza soprattutto perch questa è la mia valutazione, ma è confermata da esperti - non era stata fatta, da parte di coloro che hanno predisposto gli orari (al di là del metodo che è sempre da considerarsi positivo), una valutazione giusta dei tempi di percorrenza e di scambio delle carrozze.
I primi giorni in cui è stato applicato "Memorario" - potrà forse darne conferma il collega Dutto, che si è trovato in alcune circostanze fermo in aperta campagna sul treno - si sono creati dei grossi disagi, che sicuramente i rappresentanti di Trenitalia hanno cercato di correggere e stanno cercando di correggere, ma è giusto che di questi disagi e di questa situazione venga investito il Consiglio regionale, in quanto la Regione Piemonte è l'Ente contraente per eccellenza del servizio di trasporto ferroviario.
E' evidente che questi ordini del giorno sensibilizzino il Consiglio regionale e impegnino la Giunta a vigilare. L'Assessore Casoni l'ha fatto in continuo contatto con Trenitalia; ritengo che questa materia, negli ultimi tempi, lo abbia assorbito moltissimo.
Devo dire anche da parte dei rappresentanti con soggetto contraente vi è una certa sensibilità e una certa capacita di dialogo. Vorremmo che questa capacità di dialogo si trasformasse in fatti positivi, in ricadute positive per l'utenza.
Non vogliamo che "Memorario" sia considerato assolutamente rigido per come è stato approvato fino ad oggi. Vorremmo che questo orario potesse essere reso flessibile e modificato, alla luce delle esigenze dell'utenza.
Chiediamo che i rappresentanti di Trenitalia possano venire, se possibile, in Commissione a riferire e a confrontarsi con i Consiglieri che fanno parte della Commissione trasporti, in quanto tutti quanti rappresentano determinate aree di territorio e sono quindi in grado di fornire e di evidenziare quelle che sono le criticità sulle loro zone.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tomatis, che illustra l'ordine del giorno n. 863. Mentre lo illustra, le chiedo di dirci se accetta l'integrazione proposta dai colleghi dei Democratici di Sinistra, primo firmatario il Consigliere Muliere.



TOMATIS Vincenzo

Ringrazio lei Presidente e il Vicepresidente della Giunta per la sua disponibilità ad ascoltare le richieste che ci hanno portati a presentare un ordine del giorno, al fine di migliorare il servizio di trasporto su rotaia.
Tutti noi sappiamo quali sono state le carenze del trasporto su rotaia abbiamo fatto ripetute interrogazioni; credo che il problema dei ritardi dei treni che non partono o che arrivano in ritardo, la pulizia delle carrozze e di tutto quello che è annesso al mezzo di trasporto e alla sicurezza sia un fatto conosciuto, che però è separato rispetto al problema del nuovo orario definito "Memorario" o "orario cadenzato".
Sul primo punto credo che ci sia un impegno da parte della Giunta di sostituire gradualmente i mezzi di trasporto, evitando o comunque migliorando l'attuale funzionamento del servizio ferroviario.
In merito a "Memorario", nei primi giorni di entrata in servizio di questo nuovo orario cadenzato abbiamo ricevuto moltissime lamentele.
Comprendo anche che, come tutte le cose che entrano in funzione, di primo acchito possano ripetersi carenze o possano subentrare dei malfunzionamenti: di questo ne prendiamo atto. Credo, però, che la situazione sia, sotto certi punti di vista, un po' peggiorata.
Prendiamo atto del fatto che Trenitalia e l'Assessore Casoni si sono resi disponibili a confronti con l'utenza, ma dobbiamo anche dire, e questo vale in modo particolare per Trenitalia, che consono state tenute in considerazione le richieste perentorie e molto puntuali dell'utenza.
Mi riferisco in modo particolare a riunioni fatte per quanto concerne la categoria degli studenti. L'altra settimana è stato fatto un incontro; è stata data una certa garanzia e aspettiamo dall' Assessore Casoni una precisazione in questo senso.
Per quanto riguarda il discorso dei pendolari, credo che le richieste avanzate e formulate abbiano un fondamento serio, perché il problema dei pendolari, specialmente nelle fasce di entrata e di uscita dal posto di lavoro sono precise. Alcune categorie di lavoratori sono obbligate ad entrare in orario di lavoro in tempi stabiliti. Mi riferisco, per esempio ad una persona che lavora allo sportello della banca: o prende un treno che arriva un'ora prima a Torino, partendo da una linea che conosco molto bene, altrimenti è obbligato ad arrivare sistematicamente in ritardo.
Nelle riunioni che sono state fatte sul territorio - a mio parere un po' tardive rispetto all'entrata in funzione dell'orario - sono state avanzate delle richieste; ci era parso di capire che Trenitalia fosse disponibile a soddisfarle, ma, alla luce dei fatti, così non è stato.
Questa è la prima parte del mio intervento.
Il collega Muliere ha presentato una modifica o meglio un'aggiunta all'ordine del giorno formulato dal mio Gruppo. In merito alla sua proposta, per quanto riguarda la prima parte, che recita: ". impegna ad inasprire le penalità nei confronti di Trenitalia ." dico che, nel contratto che Trenitalia ha stilato con la Regione Piemonte, queste penalità sono già fortemente marcate.
Mi sia permesso di aggiungere che non sono un accanito indicatore dell'inasprimento delle pene, perché questo potrebbe suggerire a Trenitalia l'aumento del biglietto, ma non vorrei neppure che venissero inasprite queste multe per poi arrivare ad un aumento della percorrenza.
Per quanto riguarda invece la seconda parte ". assumere delle decisioni .", volevo dare un'indicazione all'Assessore Casoni, nel caso fosse possibile. E' vero che Trenitalia paga le penalità alla Regione Piemonte e la Regione Piemonte investe queste cifre per fare un servizio di sicurezza sulle ferrovie e sui treni, ma mi permetto di aggiungere che sarebbe importante tenere in considerazione il danno creato all'utente per il mancato arrivo in orario, quindi una parte di queste cifre, di queste penalità devono anche essere elargite nei confronti dell'utenza. La richiesta che formulo, e che rivolgo al Vice Presidente, è di modificare nel migliore dei modi, gli orari attuali, cercando di soddisfare gli orari dei pendolari e degli studenti.



PRESIDENTE

Consigliere Tomatis, in merito all'integrazione sull'ordine del giorno a firma Muliere ed altri, chiede di togliere il primo "impegna", quindi sarebbe disponibile ad accettare il secondo? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 864; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

L'obiettivo dell'orario cadenzato, della memorizzazione facile degli orari è importante e condivisibile. Anche la sperimentazione è un approccio corretto. Idealmente si è diviso il Piemonte in quattro quadranti, e il quadrante sud occidentale è oggetto di questa sperimentazione (anche questo è corretto per non partire con un'ora X che investa tutta la regione).
Il limite forte di ciò che sta avvenendo, è dato dal fatto che ci sono ancora alcuni problemi strutturali non risolti: il passante, Porta Susa una serie di difficoltà anche strutturali minori che rendono difficoltoso l'utilizzo adeguato di un progetto teoricamente valido. Il pendolarismo, se funziona adeguatamente, è una ricchezza economica e sociale di una comunità. Se un pendolarismo è messo in difficoltà può creare un danno sociale, un danno economico: è un aspetto molto delicato da affrontare.
Alcuni Consiglieri hanno fatto l'esempio di Mondovì o di altri tratti io cito l'esempio del bacino del Chierese: per arrivare nel centro di Torino, ci si ferma due volte, si fa cambio a Trofarello e a Lingotto. E' chiaro che la propensione ad usare il mezzo su rotaia si riduce paurosamente per gli utenti. Se vogliamo massimizzare il trasporto pubblico su rotaia, stiamo facendo un'operazione al contrario. Interrogato il responsabile di Trenitalia, questi ha fatto notare che è difficile risolvere questi problemi, perché c'é, in sostanza, come un imbuto a Trofarello per entrare a Torino.
Dinnanzi a questi fatti, mi chiedo se questa sperimentazione sia il caso di forzarla o di prendere atto che, probabilmente, la condizione strutturale della rete ferroviaria, non è ancora così matura da permettere di far funzionare questo obiettivo che, a livello teorico, è valido. Avere il coraggio di sospendere queste esperienza. Usare la penale, Assessore francamente mi sembra una leva non corretta, non dobbiamo semplicemente applicare delle penali a Trenitalia, altrimenti danneggeremo il sistema del pendolarismo. Ho citato il caso di Chieri ma potrei citare anche altri casi. Sono state abolite delle corse dirette: un pendolare che in un percorso di 25 km sia costretto a fare due cambi non trovando sempre perfettamente la coincidenza, si organizza e cerca altre soluzioni.
Soluzioni dell'uso multiplo di un'auto privata, di altri sistemi di trasporto. Se abbiamo a cuore l'obiettivo di rendere il più funzionale possibile il sistema del pendolarismo perché, sottolineo, se funziona bene il sistema economico, sociale individuale anche il benessere individuale ne trae giovamento, è un elemento di forza per la nostra comunità. Ora stiamo colpendo la credibilità del nostro sistema. Ciò che sta avvenendo non è solo questione dei primi giorni dall'amara sorpresa, ancora questa mattina ci sono stati fenomeni di disfunzioni gravi che ormai assumono il carattere permanente.
E' difficile pensare che con qualche corsa diretta in più, si possa capovolgere radicalmente la situazione di difficoltà che, come dicevo, è oggettiva, data da alcune limitazioni della struttura della rete alcune delle quali piccole - nel corso dei mesi si possono vedere gli interventi ma altre grandi. L'imbuto che si forma nell'ingresso su Torino da Trofarello è difficilmente superabile in tempi rapidi come l'Assessore mi potrà insegnare.
Si parla di stabilizzare Porta Susa verso il 2008-2010 con tutto quello che comporta questo impedimento per permettere che, a quella che sarà la stazione più importante di Torino, possa dispiegare la sua potenzialità.
Prendiamo atto che non è maturo il tempo di questa sperimentazione facciamolo slittare di un tempo adeguato, fino a quando questo tipo di memo orario possa funzionare realmente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valvo per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 867; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Diamo atto alla Regione Piemonte e all'Assessore Casoni, di aver sottoscritto, tra le prime Regioni d'Italia, un contratto di fornitura di servizio di trasporto pubblico su rotaia. Nel caso della Regione Piemonte con la società Trenitalia. Accordo che ha anche opportunamente previsto delle sanzioni a carico del vettore nell'eventualità ci fossero delle inadempienze.
Dobbiamo riscontrare che negli ultimi mesi, nell'ultimo anno, il servizio offerto da Trenitalia, è progressivamente peggiorato su molte tratte del territorio della Regione Piemonte. Sono sorti un po' ovunque comitati spontanei di pendolari che, sostanzialmente, lamentano ritardi lamentano di trovare, in molte occasioni, carrozze sprovviste di riscaldamento e lamentano anche, in molti casi, una mancanza di informazioni all'utenza. Molti disguidi, molto motivi di lamentele sono anche dovuti alla mancanza di informazioni da parte di chi è proposto al sevizio. Cito un caso personale che mi è capitato. A Novara il treno interregionale Milano Torino viene annunciato con un ritardo prima di cinque minuti, poi di dieci, poi di quindici, di 20, 30, di 45 minuti, alla fine viene comunicato che l'interregionale è stato soppresso.
In quella circostanza, se il fornitore del servizio avesse comunicato che il treno era stato soppresso - e non comunicarlo dopo un ritardo di 5 10-30 minuti - gli utenti avrebbero potuto optare per un'altra soluzione compresa quella di recarsi a Torino in macchina.
Il problema dei due interregionali Milano-Torino è molto importante perché investe decine di migliaia di pendolari. Per quanto concerne la provincia di Novara e del Verbano Cusio Ossola, i maggiori ritardi e le maggiori contestazioni vengono lamentate sulla tratta Domodossola-Novara via Borgomanero, che risente anche del problema del trasporto su rotaia degli autotreni della cosiddetta linea Upac.
Abbiamo raccolto anche diverse lamentate da parte dei Comitati dell'Alessandrino. Riconosciamo alla Direzione Regionale di Trenitalia la volontà di trovare soluzioni a questo mal contento diffuso, ma con questo ordine del giorno ci appelliamo all'Assessore Regionale Casoni, affinch faccia tutto quanto è nelle sue possibilità per far sì che Trenitalia migliori il servizio di trasporto su rotaia nella nostra Regione, senza tralasciare le possibilità - a questo punto direi necessità - di intervenire anche con la messa in funzione di nuovo materiale rotabile avendo riscontrato, altresì, che alcune giustificazioni fornite da Trenitalia vanno nella direzione di segnalare che ci sono numerose motrici piuttosto obsolete e che spesso e volentieri si rompono durante il tragitto.
Chiediamo all'Assessore di intervenire pesantemente su Trenitalia perché questa situazione di disagio dei pendolari piemontesi abbia a cessare e, per quanto mi riguarda, segnalo che l'eventuale messa in servizio di nuovo materiale rotabile non possa prescindere dalla presa in considerazione della tratta Domodossola-Torino via Borgomanero e via Novara e di alcune tratte della provincia di Alessandria.



PRESIDENTE

Prima di iniziare il dibattito comunico che sono state aggiunte le seguenti interpellanze e interrogazioni: interpellanza n. 373 del Consigliere Contu e Papandrea; interrogazione n. 462 del Consigliere Moriconi; l'interrogazione n. 2355 del Consigliere Ronzani; n. 2360 del Consigliere Giordano; n. 2383 del Consigliere Tapparo; n. 2393 del Consigliere Giordano; n. 2425 del Consigliere Riba; n. 2427 del Consigliere Tapparo; n. 2434 del Consigliere Bolla; n. 2435 del Consigliere Giordano n. 2437 del Consigliere Giordano; n. 2447 del Consigliere Tomatis; n. 2454 del Consigliere Chiezzi; n. 2465 del Consigliere Angeleri; n. 2467 della Consigliera Manica; n. 2544 del Consigliere Costa Enrico.
Sull'ordine dei lavori interviene il Vicepresidente Riba, in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Prima di tutto, manca il numero legale, quindi non si può discutere di una partita di questo genere che riguarda le esigenze logistiche di tutto il Piemonte, diventate ormai come "il traghetto di Caronte".
Per quanto riguarda le cinquanta interpellanze, personalmente non accetto che siano riassorbite; lo saranno solo a seguito di un puntuale dibattito con adeguate risposte alla quantità enorme di problemi sollevati.
Il numero legale non c'è più. Io stesso avrei piacere di andare via. Sono ordini del giorno di cui, a grande linee, si possono condividere alcuni elementi di premessa, ma le semplici raccomandazioni compiacenti di sua maestà nelle conclusioni rappresentano elementi del tutto inadeguati.
Personalmente, insieme al Gruppo cui appartengo, abbiamo intenzione di presentare qualcosa di organico. E lo faremo, anche se non sicuramente la vigilia di Natale. Se consideravamo l'argomento così urgente, potevamo inserirlo all'o.d.g. di qualche seduta precedente, affinché si potesse svolgere un'approfondita discussione. Capisco l'Assessore Casoni che si fregava le mani dicendo:" Dieci minuti, hanno tutti fretta e ce la togliamo e della questione ne riparleremo in altra sede". Questa partita deve essere discussa con adeguata completezza di dati ed informazioni. Già ai tempi del Ministro Burlando venivano puntualmente imputate le non applicazioni delle penali e delle multe; da allora molto tempo è passato e le penali sono state convertite in opere già programmate (quindi non verranno neanche fatte).
Chiedo di sospendere e di riprendere la discussione in condizioni più serie. In alternativa, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Indubbiamente, l'argomento è importante. Oggi è l'antivigilia di Natale, molti colleghi sono presenti (non so se ci sia il numero legale) essendo un argomento su cui c'è l'attenzione e l'impegno di molti Consiglieri regionali, tra tutti Claudio Dutto che, dal nostro punto di vista, è uno dei massimi esperti in materia ferroviaria.
Il numero legale si può verificare, qualora si vada in votazione sul documento, se l'esigenza è quella di - come mi sembra di capire presentare ulteriori documenti che non sono ancora pronti, non credo che salviamo le ferrovie né le condanniamo, se non votiamo questi ordini del giorno.
Anch'io con la buona volontà di tutti i Consiglieri regionali sono abbastanza poco fiducioso che si possa raggiungere il numero di 25 votanti sarebbe anche brutto porre in votazione un documento, qualunque esso sia in assenza del numero legale.
Se c'è l'impegno, magari sentiamo anche il parere dell'Assessore e del Vicepresidente della Giunta regionale, che è Assessore competente, di trattare questo punto subito alla ripresa e, nel frattempo, c'è la disponibilità e la volontà dei Gruppi che lo hanno richiesto di far pervenire alla Presidenza del Consiglio regionale gli ulteriori documenti potremmo ultimare la discussione, anche alla luce di un contributo ulteriore che dovesse essere presentato, e, in quella sede, con una presenza, ma, soprattutto, con un'attenzione maggiore del Consiglio, votare i provvedimenti, già a nostre mani, e quelli che, eventualmente, dovessero essere presentati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Tranquillizzando il Consigliere Riba e anche i Consiglieri, sono pronto in qualunque momento a fare tutti gli approfondimenti necessari. Mi rendo conto delle odierne condizioni, non è stata mia la volontà, io dal giorno successivo ho dichiarato la disponibilità. Quando vi darò le risposte vedrete che si potrà fare un bel discorso, ma porterò una mole tale di dati che l'azione della Giunta non potrà essere confutata, caso mai, se c'è un problema delle ferrovie nazionali, ne faremo un problema di livello nazionale.
Mi sembra che non esistano le condizioni, pertanto mi rimetto a quanto decidono i Capigruppo. Io mi dichiaro disponibile a farlo oggi o in altra data, non sono titolare per decidere. Lascio ai Capigruppo decidere l'iter però, mi rendo conto che, se oggi si andasse ad una votazione probabilmente, mancherebbe il numero legale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Diamo per illustrati gli ordini del giorno. Alla ripresa dei lavori inizieremo direttamente dalla discussione.
Chiudo la seduta porgendo gli auguri di buon Natale e di felice anno nuovo a tutti voi e alle vostre famiglie. Vorrei fare gli auguri anche a tutto il personale del Consiglio regionale che ci segue sempre con abnegazione e sacrificio, perché, a volte, facciamo le sedute in orari non proprio di ufficio.
Comunico che l'attività del Consiglio riprenderà il giorno 7 gennaio così come concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo. Sono sospese tutte le Commissioni fino al 7 gennaio, anche perché per lavori sono inagibili le Aule, quindi, l'attività politico-istituzionale riprenderà il giorno 7 gennaio 2004.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.26)



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