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Dettaglio seduta n.421 del 16/12/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.25 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Casoni Chiezzi, Costa Rosa Anna, Cota e Ghigo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazione temporanea funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Comunico, con decreto n. 149 del 15 dicembre 2003, il Presidente della Giunta regionale Ghigo, ha attribuito, temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la seduta antimeridiana di martedì 16 dicembre 2003, all'Assessore Cavallera.


Argomento: Personale del servizio sanitario

d) Decisione della Corte Costituzionale in ordine alla legge regionale 24 ottobre 2002, n. 25 (Regolamentazione delle pratiche terapeutiche e delle discipline non convenzionali)


PRESIDENTE

Comunico che la Corte Costituzionale con la sentenza n. 353 dell'11 settembre 2003 (depositata in Cancelleria il 12 dicembre e notificata in data odierna) ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della legge regionale 24 ottobre 2002, n. 25 (Regolamentazione delle pratiche terapeutiche delle discipline non convenzionali).


Argomento: Esercizi provvisori - Variazioni di bilancio

e) Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 29 dicembre 2003 ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte) numero 31 deliberazioni.
L'elenco delle deliberazioni sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Viabilità

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento alla richiesta di un'audizione con società autostradali per informativa in II Commissione


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Costa sull'ordine dei lavori, che interviene in qualità di Presidente della II Commissione.



COSTA Enrico

Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori in qualità di Presidente della II Commissione.
Visto e considerato che, in II Commissione, abbiamo ricevuto una nota del Presidente del Consiglio regionale, che faceva seguito all'ordine del giorno approvato all'unanimità in Consiglio regionale, relativo ai pedaggi e alla situazione dell'autostrada Torino-Milano, ricordo che il Presidente del Consiglio regionale, a nome dell'Assemblea, aveva invitato la II Commissione a porre in essere un'Audizione con i rappresentanti dell'autostrada Torino-Milano, perché fosse illustrata la situazione relativa ai disagi e ai pedaggi.
Come II Commissione, visto che è probabile l'aumento dei pedaggi di tutte le autostrade, avevamo deciso di estendere l'invito anche alle altre società concessionarie autostradali presenti sul territorio piemontese.
Così abbiamo convocato per questa mattina la Commissione, invitando questi soggetti rappresentanti. Probabilmente, in seguito ad un accordo intercorso tra tutti i rappresentanti di queste società autostradali, e di questo me ne assumo tutte le responsabilità, nessuno si è presentato in Commissione.
La mia spiegazione, di cui mi assumo la responsabilità, è la seguente: i soggetti invitati non sono intervenuti perché, al contrario di quanto stabilito e auspicato dal Consiglio regionale, piuttosto che diminuire le tariffe, intendono aumentarle. Ritenendo che, probabilmente, dalla Commissione sarebbe emerso un invito alla diminuzione delle tariffe o comunque, a non aumentarle, hanno preferito non partecipare, suggerendo una data - lo dico in modo anche un po' offensivo nei confronti del Consiglio regionale - quale quella del 29 dicembre 2003; data in cui, probabilmente saranno già stati approvati gli aumenti tariffari. A quel punto, alla Commissione non resterebbe che prenderne atto.
Ritengo che questo, da parte delle concessionarie autostradali, tutte comprese, sia un atteggiamento offensivo nei confronti dell'Assemblea regionale. Ritengo che - ecco la ratio di questo intervento sull'ordine dei lavori - la Conferenza dei Capigruppo debba prendere atto di questa questione, portandola all'attenzione del Consiglio regionale in tempi molto brevi. Se vogliamo porre in essere un provvedimento che inviti a non aumentare le tariffe autostradali, dovremo provvedere in una settimana



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani sull'ordine dei lavori.



RONZANI Wilmer

Intanto approfitto per dire che ci associamo alle preoccupazioni e a questa censura che ha espresso il Consigliere Costa. Mi domando se, a questo punto, non sia necessario un intervento diretto anche della Giunta e dell'Assessore Casoni. La questione era del Consiglio, ma penso che la Giunta non possa tirarsi fuori. D'altro canto, il Presidente della Società Autostrade aveva giudicato la nostra deliberazione "farneticante e demagogica" - ho a mie mani l'articolo.
Mi ricordo che, a suo tempo, il Presidente del Consiglio ci raccontò i passi che aveva compiuto, ma rinviando tutto all'Audizione che avevamo concordato si svolgesse in II Commissione.
E' grave che i Presidenti delle Società Autostrade non abbiano ritenuto di dover accettare l'invito rivolto loro dalla Commissione consiliare partecipando ad una riunione istituzionale. Penso che non si sia mai verificato nella storia di questo Consiglio regionale.
Credo che, di fronte ad un atto del genere, che suona offensivo nei confronti dell'invito rivolto dalla Commissione consiliare, non solo sia necessario un intervento del Presidente del Consiglio, ma sarebbe ora che anche l'Assessore Casoni, Vicepresidente della Giunta regionale, nonch Assessore competente, si degnasse di affrontare la questione.
Se, nelle prossime ore, un richiamo ai Presidenti delle società venisse inoltrato, oltre che dal Presidente del Consiglio, anche dalla Giunta regionale e dal Vicepresidente Casoni, potremmo, quanto meno, rimarcare il nostro disappunto e la nostra censura per un comportamento che consideriamo assolutamente inaccettabile, tanto più inaccettabile alla luce delle incredibili condizioni in cui versa il tratto autostradale della Torino Milano.
Per quanto riguarda la seconda questione per la quale avevo chiesto di intervenire, avevo chiesto la trasformazione di alcune interrogazioni in risposta scritta, con ciò credendo di collaborare all'attività di questo Consiglio. Più volte, ci è stato detto che la difficoltà nell'ottenere una risposta in tempi ragionevoli derivava dal fatto che, trattandosi di risposte in Aula, era necessaria una certa calendarizzazione. Pertanto, ho ritenuto opportuno chiedere che la risposta venisse data in forma scritta.
Constato che, nonostante questo e nonostante gli impegni della Presidenza nessuna risposta è stata data alle mie interrogazioni, per le quali attendo una risposta scritta.
Presidente, chiedo che in giornata o domani mi venga consegnata questa risposta: il Regolamento prevede 15 giorni di tempo.



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, ho preso nota.
La parola al Consigliere Bolla sull'ordine dei lavori.



BOLLA Emilio

Condivido quanto affermato dal Presidente della II Commissione, il Consigliere Enrico Costa, in riferimento all'incontro mancato di questa mattina in Commissione. Mi sono permesso di farlo rilevare in Commissione e sarebbe opportuno, lo chiedo alla Presidenza del Consiglio e al Presidente della Commissione, studiare un momento di confronto all'interno della Commissione stessa per discutere del meccanismo di formazione della tariffa autostradale.
Credo sia un argomento utile da approfondire per la Commissione, quindi rimando alla Presidenza del Consiglio e della Commissione l'eventuale possibilità di studiare un gruppo di lavoro, o un momento, all'interno della Commissione, di studio in riferimento all'argomento specifico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea, ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

E' ovvio associarsi alle considerazioni espresse nei confronti del comportamento assunto dagli enti gestori dell'autostrada, tuttavia volevo chiedere al Presidente la ragione dell'ennesima assenza del Presidente della Regione ai lavori del Consiglio. Non so se Ghigo lo sappia, me è Presidente della Regione Piemonte e di questo Consiglio regionale.
Anticipo anche una richiesta: sarebbe utile conoscere il numero di presenze che il Presidente ha in questo Consiglio (penso sia molto basso).
Un lavoro che si può fare con una certa rapidità, avere un'idea di quanto partecipa ai nostri lavori.
In momenti abbastanza significativi come questi che stiamo vivendo in cui la Giunta dovrebbe segnalare una maggiore presenza, non una minore presenza, visto tutti i problemi che ci sono, mi pare che questo comportamento sia incredibile. Il comportamento del Presidente della Giunta è un elemento che non aiuta, sicuramente, i lavori dell'aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Questa mattina abbiamo avuto modo di verificare quanto rispetto c'é da parte del mondo economico e imprenditoriale, almeno di una parte, nei confronti delle istituzioni. Un telegramma inviato all'ultimo minuto, in cui si dice, sostanzialmente: "Vi ringraziamo molto per l'invito, ma non veniamo" e ci viene indicata una data in cui la società autostrade si rende disponibili, cioè il 29 dicembre.
Al di là del rispetto verso le istituzioni, vorrei mandare un messaggio a queste persone dicendo che, in quest'aula, di baluba ce ne saranno, ma non fino a questo punto. Se credono che in aula non si sappia che, per l'ennesima volta, queste persone stanno cercando di perpetrare l'ennesimo aumento - che non è l'aumento classico che riguarda l'aggiornamento ISTAT ma è esattamente il triplo, che è stato perpetrato negli anni precedenti si sbagliano, perché queste cose le sappiamo. Dire a noi che sono disponibili il 29, quando nel frattempo l'aumento è avvenuto (in questa settimana si riunisce il Consiglio di Amministrazione per aumentare le tariffe) e spiegarci a noi, baluba, che ormai gli aumenti sono stati applicati, vorrei che almeno sapessero che queste cose le sappiamo.
Do ragione a tutti i Consiglieri che sono intervenuti, qui ci vuole un intervento del Presidente della Giunta e del Vice Presidente Casoni perch tutte queste vicende ricadono sull'utenza, gli aumenti ricadono sui cittadini. Aumenti che sono ingiustificate rispetto ai lavori che su queste strutture vengono eseguiti. Chiederei al Presidente Ghigo e al Vice Presidente Casoni una risposta in tempi brevissimi, prima di Natale e soprattutto, prima dell'assemblea nel rispetto dei cittadini della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo, ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Molti Consiglieri hanno già parlato e hanno posto all'attenzione dell'aula alcune considerazioni che sono condivisibili.
Vorrei esprimere anch'io alcune considerazioni, una di metodo e una di merito. Il metodo. Sono state invitate le società che, come è noto, sono società proprietarie della rete autostradale che insistono sulla nostra regione. Società fortemente articolate perché composte da Consigli di amministrazione significativamente importanti, anche per numero, con una strutturazione dirigenziale e funzionariale tale, che non avrebbero certamente impedito alle società di essere presenti in Consiglio. E' ovvio che è stata una volontà precisa delle società quella di non essere presente. Una sola delle sei società invitate ha avvisato telefonicamente che non si sarebbe presentata, le altre non hanno avuto nemmeno l'attenzione verso il Consiglio di fare una telefonata o di inviare un fax, anche all'ultimo momento, per informarci che non sarebbe stata presente (una condizione incredibile per quello che ho detto prima), almeno avrebbero ottemperato ai principi basilari di una educazione normale e soprattutto, di rapporti tra le istituzioni e le realtà economiche che hanno un'importanza rilevante all'interno del nostro sistema economico piemontese.
Noi abbiamo presentato oggi un'interpellanza che riguarda l'autostrada Torino-Milano, perché non vogliamo solo limitare la questione tariffaria che è fortemente importante, ma dal nostro punto di vista non prioritaria perché c'é anche una situazione che, rispetto alla discussione che abbiamo avuto qualche settimana fa, si è aggravata sotto l'aspetto della sicurezza.
Ricordo che l'autostrada, nelle scorse settimane, è stata chiusa per alcune sere consecutive, solo per le piogge insistenti.
Vogliamo che si verifichi quanti lavori sono stati realmente eseguiti in corrispondenza delle quote che sono spettanti alle società inerenti al canone percepito e quanti direttamente finanziati dallo Stato.
Il mio intervento per un elemento di chiarezza da una parte e dell'altro, per contribuire e sollecitare, in modo costruttivo, una soluzione e un problema di sicurezza che è sempre più compromesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera, in qualità di Presidente pro tempore.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Due considerazioni. La prima. Credo che l'impegno del Presidente e del Vicepresidente sulle infrastrutture nella nostra regione sia fuori discussione, molte volte le loro assenze sono giustificate dalla necessita di presenziare a lavori anche in sede centrale. Per quanto riguarda lo specifico, anch'io depreco la non presenza ad una convocazione del Consiglio da parte di soggetti operanti nella nostra regione. Nel merito del problema, e anche degli atti consiliari che sono stati richiamati o annunciati, riferirò tempestivamente all'Assessore Casoni per una celere risposta. Su tutta la vicenda la massima attenzione da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il Consigliere Gallarini ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Anch'io vorrei aggiungere una qualche considerazione. Il Capogruppo Cattaneo ha presentato - e l'abbiamo sottoscritta - un'interrogazione relativamente alla questione.
Il Presidente Ghigo e l'Assessore Casoni non ci sono, l'Assessore Cavallera ha spiegato i motivi, ma non è questo il problema. E' la prima volta che succede - non ricordo un precedente analogo - che società di importanza della Società Autostrade non si presentino ad una richiesta di audizione della II Commissione consiliare Poiché lo ritengo un fatto vergognoso, varrebbe forse la pena sottopongo ai colleghi del Consiglio questa ipotesi - che i Capigruppo immagino tutti, perché ci può essere l'unanimità del Consiglio regionale propongano la votazione di un ordine del giorno che inviti congiuntamente la Presidenza del Consiglio e la Presidenza della Giunta, magari attraverso l'Assessore Casoni, a convocare, nel giro di 24 ore o comunque a pochissimi giorni prima di Natale (in ogni caso prima dell'interruzione dei lavori consiliari), le Società Autostrade, alla luce del fatto verificatosi questa mattina.
Ritengo inoltre che tale comportamento, dal punto di vista istituzionale, sia uno schiaffo dato all'intera Regione.



PRESIDENTE

Credo che si possa trovare l'accordo sulla sua proposta; se vuole, pu informalmente contattare i colleghi, al fine di redarre un ordine del giorno che sia il più rappresentativo dell'intero Consiglio.



(Commenti del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Va bene, collega Papandrea. Accogliamo la richiesta, così come l'ha espressa formalmente, di avere la presenza del Presidente Ghigo nelle sedute di Consiglio.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2489 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Dov'è la legge regionale di installazione di antenne per la telefonia mobile ai sensi dell'articolo 8 della legge 36/2001?"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2489, presentata dai Consiglieri Papandrea e Contu, cui risponde l'Assessore Cavallera, che ha pertanto facoltà di intervenire.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Rispondo all'interrogazione dei Consiglieri Papandrea e Contu riguardante la legge regionale per l'installazione di antenne per la telefonia mobile. Il numero dato numerico richiesto dai Consiglieri interroganti circa la quantità dei Comuni che, a suo tempo, sollecitarono la Giunta ad impugnare il cosiddetto "decreto Gasparri" in sede costituzionale, sembra sottendere la considerazione che altrettanti Enti locali nutrano la volontà di reiterare tale richiesta relativamente al decreto legislativo n. 259/2003, "Codice delle comunicazioni elettroniche" che, in effetti, reca procedure autorizzative analoghe a quelle proprie del decreto legislativo n. 198/2002, dichiarato incostituzionale con sentenza n. 303 del 2003.
Al di là di questa ipotesi che ad oggi non trova riscontro nella corrispondenza pervenuta a questi Uffici, si informa, come richiesto, che i Comuni che avanzarono richiesta di impugnazione del decreto Gasparri furono 38 (e nella risposta scritta c'è l'elenco: dal Comune di Alessandria fino al Comune di Nizza Monferrato).
Quanto alla rilevata mancanza di impugnazione del suddetto decreto da parte della Regione, si rammenta che le perplessità circa le contraddizioni con la legge 36/2001, peraltro evocata in un più punti dallo stesso decreto, ma dalla quale si discostava delineando procedure e criteri che incidevano su di una parte delle norme poste dalla legge quadro a salvaguardia della correttezza e della sostenibilità delle opere qualificate come strategiche, incidendo in parte sui poteri degli Enti territoriali in materia di pianificazione urbanistica, con pregiudizio del pieno esercizio di alcuni diritti giuridicamente tutelati, erano già state manifestate in sede di Conferenza interregionale.
La Regione, nell'esercizio del ruolo di capofila per l'ambiente aveva provveduto fin dall'estate del 2002, in sede di confronto con il Governo presso la Conferenza Unificata, a proporre, in via pregiudiziale, una serie di emendamenti di natura tecnica al decreto Gasparri, al fine di richiamare le competenze regionali previste dalla norma quadro sull'elettromagnetismo legge 36/2001 - richiedendo l'espressa previsione di un analogo richiamo ad alcune prerogative comunali.
A fronte di queste sollecitazioni, nonché di qualche criticità interpretativa che caratterizza la più complessiva normativa nazionale l'approvazione dell'attuale disegno di legge regionale n. 256 "Nuova disciplina regionale sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici magnetici ed elettromagnetici", può costituire un contributo di chiarezza che, nel rispetto della normativa vigente, offre soluzioni pragmatiche ed anche negoziate, in grado di avviare scelte localizzative e di investimento condivise sulla base di processi di concertazione che trovano nei programmi localizzativi presentati dai gestori uno strumento di garanzia e di certezza, quale elemento propedeutico di confronto utile alle amministrazioni locali per l'avvio dei procedimenti autorizzativi basati su scelte il più possibile condivise.
Si considera, perciò, appropriato l'invito dei Consiglieri interpellanti a completare con sollecitudine l'iter procedurale di approvazione del disegno di legge n. 256, assegnato fin dal luglio scorso all'esame dell'Aula consiliare per il voto finale, già licenziato dalla V Commissione consiliare in data 12/7/2002.
Tale disegno di legge, formulato recependo principi ed attribuzioni espressi dalla legge quadro n. 36/2001, pone precise competenze in capo alle diverse autorità locali territoriali che esplicano direttamente l'azione amministrativa, con funzioni autorizzatorie, di controllo e sanzionatorie, in coerenza con gli indirizzi organizzativi, forniti dalla stessa legge n. 36/2001 e con i principi e le funzioni che la l.r. n.
44/2000 ha indicato, avuto riguardo alla distinzione tra i compiti di indirizzo e coordinamento della Regione, rispetto a quelli di gestione e di intervento diretto degli enti locali territoriali.
A tal proposito, mi auguro che la Conferenza dei Capigruppo nel calendarizzare i lavori consiliari promuova l'esame del d.d.l. 256 considerando, come prima accennato, che il d.d.l. era già stato calendarizzato nei lavori consiliari di quest'anno nelle sedute dell'8 luglio (6' punto dell'o.d.g.), del 16 luglio (4' punto), del 25 luglio (4' punto), e poi non più indicato.
Colgo l'occasione, viste le novità, per comunicare ai colleghi interroganti alcune successive sentenze della Corte Costituzionale, che si sono pronunciate in merito ad alcune leggi regionali, in particolare sulle leggi regionali della Campania, della Puglia, dell'Umbria e della Lombardia. Dall'esame di queste sentenze, che consegnerò agli interroganti abbiamo tratto delle indicazioni di ulteriore conferma della validità del nostro disegno di legge. Cosa affermano, in sostanza, queste sentenze? Affermano che la normativa tecnica è unica, ed è di competenza dello Stato mentre le competenze di localizzazione sono attribuibili agli Enti Locali ovviamente nell'ambito delle leggi di pianificazione urbanistica e territoriale. Di conseguenza, la nostra legge regionale - che prevede appunto, che i gestori una volta all'anno debbano fare la segnalazione degli insediamenti che vogliono fare, aprendo, quindi, una fase di concertazione tra le amministrazioni locali e i gestori - va in questa linea, in quanto la Corte Costituzionale ha annullato tutte quelle norme regionali che prevedevano limiti di distanza o di emissione diversi o inferiori rispetto a quelle dello Stato.
La Corte precisa che la tutela dell'ambiente è di competenza dello Stato attraverso una normativa unificante a livello nazionale. Tuttavia proprio perché la tutela dell'ambiente non dev'essere intesa come un qualcosa di circoscritto ad una concezione prettamente ambientalistica, ma si ritiene che debba cedere il campo anche alle competenze locali e regionali in materia di tutela del territorio, pianificazione del territorio e altro, queste sentenze consentono di svolgere un ruolo locale in ordine, per esempio, alla tutela paesaggistica, all'interferenza di questi insediamenti con le norme del Piano Regolatore e così via. La Corte Costituzionale ha indicato la giusta via. Quindi, con l'approvazione della nostra legge regionale - già c'eravamo incanalati su quella strada avremo uno strumento più efficace e più diretto per poter gestire tutta la partita.
Tornando all'oggetto iniziale dell'interrogazione, ovvero il ricorso alla Corte Costituzionale, ci tengo a precisare che abbiamo sempre perseguito, e lo faremo sempre, la linea del confronto con il Governo, per il miglioramento dei provvedimenti. Solamente in casi estremi considereremo l'opportunità di spostare il contenzioso alla Corte Costituzionale che peraltro, è intasata da centinaia di ricorsi. Credo che non sia il caso dunque, di rimandare alla Corte Costituzionale una serie di conflitti politici. A mio avviso, si dovrebbero trovare le giuste soluzioni sia in sede amministrativo-politica, che in sede parlamentare.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Dopo aver ascoltato la risposta dell'Assessore, la prima considerazione che mi viene è che il Ministro Gasparri sia sfortunato, perché le sue leggi o incappano nel giudizio della Corte Costituzionale oppure in quello del Capo dello Stato; sembrerebbe, dunque, che non riesca ad azzeccarne una! Sono leggi diverse, sia pure del medesimo titolare, che riguardano campi molto significativi, che non reggono un confronto con quello che è il corpo della nostra legislazione e della democrazia di questo Paese, sia che si tratti di apparecchi di telecomunicazione, sia di emittenze.
Esiste, forse, un "problema Gasparri": magari la maggioranza potrebbe pensare che se si abolisse la Corte Costituzionale o la Presidenza della Repubblica si risolverebbe il problema, perché non si dovrebbe essere più giudicati.
Vorrei farvi rilevare che ci troviamo a discutere di un Decreto Gasparri, reiterato sottoforma di Regolamento, che è palesemente anticostituzionale, come la stessa Corte ha segnalato.
L'Assessore sostiene che si preferisce non adottare la via del ricorso alla Corte Costituzionale. Certo potrebbe essere un pensiero ragionevole.
Tuttavia, quando lo Stato non adotta la stessa metodologia del confronto credo che la Regione Piemonte, proprio perché capofila, poteva sostituirsi alle altre Regioni, e farlo esclusivamente come Regione Piemonte, proprio perché la concertazione non era riuscita.
D'altro canto, come abbiamo avuto conferma questa mattina, lo Stato impugna spesso le leggi che i Consigli regionali approvano presso la Corte Costituzionale. Questa mattina é stato comunicato che la nostra legge è stata impugnata.
pur vero che si dovrebbe evitare, ma nello stesso tempo rappresenta uno strumento a garanzia del ruolo di questa Assemblea e, più in generale della Regione. In certe occasioni, quindi, bisognerebbe avere il coraggio di adottare anche questo tipo di strada.
Se non si ottiene un risultato adottando il percorso che suggerisce l'Assessore Cavallera, volto alla concertazione e al tentativo di smussare gli angoli per trovare una soluzione, allora credo che questa strada debba essere praticata, come ha fatto un certo numero di Comuni (tra l'altro non omogenei dal punto di vista politico) della nostra Regione.
Anche la Regione, in qualità di Ente competente, poteva adottare questo provvedimento.
Vorrei fare un'ultima considerazione sulla legge regionale. Come l'Assessore sa bene, la legge regionale è stata discussa attentamente, ma celermente, in sede di Commissione. Vi è stata una considerazione che valeva per tutti sulla necessità comunque di varare quel tipo di legge quindi c'é stato un approccio positivo da parte della Commissione.
L'Assessore ha ricordato che è stato portato in aula e che ben tre volte nel mese di luglio, ne è stata calendarizzata la discussione.
Qual è, allora, il problema? Durante le successive Conferenze dei Capigruppo, la Giunta si è dimenticata di questo provvedimento e non lo ha più segnalato come provvedimento significativo. D'altro canto, c'erano altri importantissimi provvedimenti, come quello degli sport tipici del Piemonte. L'ordine delle priorità, stabilito dalla maggioranza (e non dalla minoranza), è stato segnato da questi importantissimi provvedimenti.
Pertanto, una legge che potrebbe sicuramente essere approvata con celerità e con un beneficio per l'insieme del territorio piemontese, deve dare la precedenza a questioni più urgenti o, almeno, considerate tali dalla maggioranza e da questa Giunta; alla fine, è la Giunta che segnala i provvedimenti che devono essere discussi in aula con priorità. Tutte le volte che il delegato della Giunta è arrivato alla riunione dei Capigruppo segnalando quali erano i provvedimenti prioritari. Sono stati inseriti.
Quindi, Assessore, lo segnali. Noi siamo pronti, abbiamo fatto addirittura un'interpellanza per chiedere che lei assumesse questo impegno.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1774 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi, inerente a "Marcia di protesta di un cittadino disabile contro l'inadempienza di 'Sviluppo Italia'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 1774, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi. Il Consigliere Moriconi la dà per illustrata.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

I Consiglieri interpellanti fanno riferimento alla marcia di protesta di un cittadino piemontese disabile di nome Renato Brignone contro Sviluppo Italia.
Chiedono di verificare lo stato di salute del cittadino piemontese, di intervenire affinché venga ricevuto da Sviluppo Italia e di sostenere l'iniziativa come esempio di imprenditoria encomiabile.
In merito a ciò si comunica che, come Assessorato, abbiamo tentato di rintracciare il Signor Renato Brignone e anche la cooperativa Ser.Gio Servizi Giovani di Oggebbio. Inoltre, gli uffici, anche se nel passato non sono mai stati contattati dal Sig. Renato Brignone, né tanto meno da qualcuno della cooperativa sociale, a seguito di una ricerca presso gli uffici della Camera di Commercio di Torino, sono riusciti a mettersi in contatto con gli uffici dell'Agenzia Sviluppo Italia della Liguria, in quanto l'Agenzia Sviluppo Italia competente è quella della Liguria.
Sviluppo Italia non ha agenzie in Piemonte.
Il responsabile dell'Agenzia "Sviluppo Italia per la Liguria" ha risposto positivamente alla richiesta, fatta ai nostri uffici, di verificare la disponibilità ad incontrare il Sig. Brignone, qualora volesse chiarire le problematiche inerenti alla sua domanda di finanziamento e a tal fine ha comunicato i propri recapiti, a livello regionale.
Ho disposto che gli uffici lo comunicassero al Sig. Brignone, quindi lo possono fare anche gli interpellanti, ma già gli uffici comunicheranno i riferimenti corretti. Qualora il Sig. Brignone risultasse ancora interessato ad incontrare l'Agenzia Sviluppo Italia, si può mettere in contatto direttamente con loro o tramite i nostri uffici, per avere ogni chiarimento di merito su una pratica di cui noi, in effetti, non conosciamo i contenuti e non siamo neanche tenuti a conoscerli, essendo una gestione di tipo privatistico, che riguarda la cooperativa e un soggetto esterno alla Regione Piemonte.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Presidente



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi per la replica; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore Pichetto Fratin per la risposta.
E' positivo il fatto che sembrerebbe accertata una disponibilità ad incontrare il sig. Brignone, ma rimango un po' perplesso - io ho aggiunto la mia firma, ma non sono il primo firmatario di quest'interpellanza - sul fatto che la Giunta non sia riuscita a rintracciare, se ho ben inteso le parole dell'Assessore, il sig. Brignone.
Mi sembra un po' strana l'impossibilità di individuare questa persona da parte della Giunta.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interpellanza n. 2263 dei Consiglieri Placido, Ronzani, Marcenaro e Manica inerente a "Servizio di riscossione delle tasse automobilistiche, sul territorio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2263 presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani, Marcenaro e Manica.
La diamo per illustrata.
Risponde l'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

L'interpellanza n. 2263 recita "I Consiglieri interpellanti, vista la decisione della Giunta Regionale del 29 gennaio 1999 di accettare l'offerta dei concessionari dell'attività di riscossione, chiedono di conoscere quali ragioni abbiano indotto la Giunta Regionale ad avvalersi dell'istituto dell'avvalimento per l'affidamento del servizio di riscossione delle tasse automobilistiche, e se tale scelta sia stata ponderata anche sulla base di considerazioni d'ordine economico".
In merito, la Giunta espone quanto segue.
La decisione della Giunta regionale del 29 gennaio 1999 fu "repentina" il termine è utilizzato anche nell'interpellanza - in quanto dal successivo 1° febbraio partiva la riscossione della tassa automobilistica da parte della Regione, e vi era, in primo luogo, la necessita di aumentare i punti di riscossione per favorire i cittadini e porre termine alle code segnalate negli anni precedenti.
A tal proposito, devo segnalare che il Parlamento nella finanziaria di quell'anno introdusse, oltre ai tabaccai, nuovi punti di riscossione proprio perché quelli esistenti non erano ritenuti sufficienti.
In secondo luogo, si trattava di individuare punti di riscossione sul territorio, ove i cittadini potessero pagare la tassa senza costo aggiuntivo, ma allo stesso tempo senza oneri per l'Amministrazione regionale, contrariamente a quanto era avvenuto in altre regioni, dove l'avvalimento è avvenuto con costi a carico dell'Ente regionale.
L'avvalimento, stante la ristrettezza dei tempi di allora, era dunque l'unico strumento praticabile, e infatti tutte le regioni vi fecero ricorso.
Peraltro, non vi era alcuna possibilità giuridica di procedere all'appalto per la riscossione, essendo la stessa affidata dalla legge a Poste, Aci, Concessionari della riscossione, Lottomatica, Agenzie pratiche auto.
L'avvalimento, quindi, aveva unicamente lo scopo di individuare dei punti di riscossione, senza sovrattassa per l'utenza e senza costi per la gestione.



PRESIDENTE

La ringrazio Assessore Pichetto Fratin per la risposta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido per la replica; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Assessore, una curiosità: le chiedo di sapere se è previsto dalle disposizioni della Regione, dalle leggi, dalle consuetudini, che i bollettini inviati agli automobilisti riportino una firma diversa da quella dell'Assessore o del direttore: ad esempio, quella di altro funzionario della Regione. Chiedo se questo è possibile o se è previsto.
In base alle notizie in nostro possesso, ritengo che la cosa non sia n prassi consolidata, né un caso che si verifica in altre situazioni. Non penso che sia necessaria un'ulteriore interpellanza per una cosa del genere, ma mi chiedo come sia potuto accadere che sul bollettino inviato a tutti gli automobilisti piemontesi fosse stampato non il nominativo dell'Assessore (non so se sia previsto o meno) o del direttore (cosa che potrebbe essere possibile), ma quello di un altro funzionario. Su questo le chiedo una risposta ufficiale, Assessore.
Riteniamo, al di la dell'emergenza e repentinità della situazione ...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

L'ho già detto: non penso sia il caso di fare altre interrogazioni.
Basta una semplice risposta. Capisco anche l'imbarazzo dell'Assessore; ma al di la della risposta che mi darà, il problema esiste perché i bollettini sono stati milioni e sono circolati per l'intera regione.
Per quanto riguarda invece la risposta all'interpellanza, comprendiamo la necessità immediata, ma siccome in seguito all'accettazione, da parte delle società, a costo zero. Dato che per altri servizi vengono riconosciuti dei costi per i servizi svolti, ci auguriamo che nel prossimo futuro si possa fare una gara a trasparenza del mercato e della libera concorrenza, ovviamente per quanto riguarda gli interessi dell'Ente Regione e degli automobilistici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

In merito al primo quesito, ho già effettuato la verifica ed è legittimo che un Capo settore possa firmare, in quanto le determine vengono da lui firmate. Chiaramente potrebbe essere il Direttore, stando ad di sopra ed avendo delega generale o potrebbe essere l'Assessore, ma l'Assessore - passatemi la battuta - lo fa sul biglietto di auguri, non sulla riscossione coatta.
La questione relativa all'organizzazione del sistema, sia interno sia di riscossione esterna, è all'attenzione della Giunta regionale. In questo momento stiamo approfondendo, ma si tratta di un inizio di valutazione essendo il 2005, per norma nazionale, l'anno in cui scadono i termini del vecchio sistema di riscossione.
Ponendosi un problema di riordino, occorrerà valutare meglio, e avremmo modo di farlo in Commissione, con la disponibilità e il confronto più completo.
Ad oggi, non sono in grado di dire che scelta attueremo, perché il problema della riscossione diventerà, nel 2005, una questione non solo della Regione, ma di tutto il sistema pubblico allargato.
A questo punto lo spartiacque è passare tutto ad una gestione di riscossione con le imposte dirette o indirette, quindi con l'ufficio delle Entrate, o, se il sistema Piemonte avrà la forza, creare davvero un unico sistema di gestione delle riscossioni.
Questa valutazione la discuterò al Tavolo con l'UPI e l'ANCI.
Un'ipotesi potrebbe essere quella di operare, con meccanismi più opportuni (è chiaro che, venendo a scadere le concessioni per la riscossione rilasciate a vari soggetti, c'è la disponibilità di professionalità sparsa sui vari sistemi) con il sistema bancario, per unire le forze del sistema bancario o, comunque, di bracci del sistema bancario rappresentati da SESTRI, UNIRISCOSSIONI e i soggetti pubblici (Regione, Province e Comuni) caratterizzati da una miriade di soggetti riscossori.
Riuscire ad avere una nostra agenzia di riscossione mista, bancaria pubblico, potrebbe essere una soluzione. L'alternativa, invece, potrebbe essere quella di andare sul meccanismo di riscossione dello Stato. Non vedo tante soluzioni.
chiaro che per i bolli ci sarebbe aggiuntivamente (anche se va rivisto perché il rapporto in questo momento ha qualche difficoltà, forse più per ordine personale di alcuni) l'ACI ed altri soggetti da tenere presente.
E' una valutazione che sto incominciando a fare, ma prima vorrei - lo dico francamente - chiarirmi le idee. Io stesso non ho una scelta pregiudiziale su un percorso o su un altro. Potremmo valutare altre consulenze, essendoci esperienze su altre Regioni, ed essendo noi molto regionalisti, potremmo mutuarle.


Argomento: Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Interrogazione n. 2391 del Consigliere Tapparo inerente a "Sostegno ai centri di ricerca in Piemonte: il caso RTM S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2391 del Consigliere Tapparo inerente a "Sostegno ai centri di ricerca in Piemonte: il caso RTM S.p.A." Risponde l'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione n. 2391, il collega Tapparo chiede valutazioni inerenti il sostegno ai centri di ricerca in Piemonte, con particolare riferimento al caso del RTM S.p.A.
In merito a ciò, nelle richieste formulate si chiede al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore competente di sapere: quali valutazioni vengano fatte sul ruolo strategico della ricerca scientifica e tecnologica per il Piemonte; se non si ritenga opportuno indirizzare il Progetto DIADI per la parte relativa al sottoprogetto previsto per il Distretto Tecnologico del Canavese, con uno specifico e significativo coinvolgimento di RTM S.p.A.; se non si ritenga necessaria una nuova strategia di intervento della Regione Piemonte (attraverso Finpiemonte) a sostegno diretto dei centri di ricerca, per favorire la diffusione dell'innovazione tecnologica a partire da RTM S.p.A..
In merito a ciò si possono fornire i seguenti elementi.
La Regione ha in corso varie iniziative atte a finalizzare la ricerca scientifica applicata in diverse aree tematiche, quali quelle della salute e scienze mediche, della qualità sicurezza alimentare, ambiente e delle nuove tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni.
La crisi della RTM di Vico Canavese (azienda che opera nel settore delle alte tecnologie) è stata dibattuta in un incontro presso il Comune di Ivrea, il 22 ottobre scorso, alla presenza degli EE.LL. e delle OO.SS.
partecipanti al Patto per il Canavese, cui siamo intervenuti come Regione (poi c'è stato un successivo incontro a Vico in cui ha partecipato l'Assessore Vaglio) esprimendo la continuità del nostro impegno e della nostra attenzione alle problematiche aziendali della RTM.
Successivamente a queste assemblee e alle valutazioni (c'è stata una serie di incontri in Regione) l'Assemblea Straordinaria dei Soci, svoltasi il 12 novembre scorso, ha deliberato la ricapitalizzazione della Società prevedendo un particolare impegno dei Soci operativi.
Questa decisione è da considerarsi basilare per lo sviluppo dell'azienda, che così può meglio affrontare le prospettive dello sviluppo.
A tal proposito, la Regione, attraverso il Distretto Tecnologico del Canavese, ha finanziato la ricerca denominata: "Diffusione dell'Innovazione Tecnologica nelle aziende del Canavese", che potrà avere positive ricadute dirette e indirette (perché a questo punto, oltre al finanziamento, ci sarà anche un business successivo) a favore della RTM.
Inoltre, si fa presente che nel mese di gennaio prossimo sarà avviata la sottomisura 2.6b) "Incentivi alle PMI per progetti di ricerca" del DOCUP Ob. 2.
Tale sottomisura prevede il finanziamento di progetti di ricerca applicata di prodotto e/o di processo promossi da PMI di concerto con qualificati centri di ricerca, università, politecnico, etc (peraltro, con il coinvolgimento di organizzazioni legate agli organismi universitari: di fatto, mi richiamo al progetto DIADI e a che cosa sto con esso).
Si ritiene che RTM, proponendosi quale partner alle imprese, potrà fattivamente operare promuovendo il proprio radicamento sul territorio e soprattutto, fra le PMI.
La Direzione Industria continua a seguire l'evoluzione della situazione. Per RTM, quindi, agiamo in questo contesto.
Relativamente al tema più generale di ricerca, lei è a conoscenza della costituzione di un gruppo di coordinamento tra i vari Assessorati, a governo della programmazione. Il sottoscritto intende coordinare tutte le azioni di intervento che il Governo regionale e la Regione Piemonte, non solo direttamente, ma in concorso con le altre istituzioni (Ministero, Enti locali, parti private), svolgono sulle iniziative di ricerca.
In questa sede, non elenco le varie iniziative e azioni che stiamo portando avanti, lo farò in sede di Commissione; il Consigliere Tapparo è bene informato, in quanto è molto attento a questo settore.
Colgo l'occasione della risposta all'interrogazione per chiedere al Consiglio un impegno entro domani: l'approvazione delle modifiche dello Statuto di Torino Wireless, altrimenti non è possibile convocare l'assemblea della società. Parliamo di ricerca, alla quale è collegata l'iniziativa Torino Wireless. Tale iniziativa prevede il concorso di tanti attori istituzionali e privati, che prevede peraltro interventi di start up proprio nell'impresa innovativa e nel settore della ricerca.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore Pichetto.
Volevo segnalarle che l'RTM è uno dei pochi Centri di ricerca, visto che siamo tutti orientati alle tecnologie della comunicazione, all'ITC oppure, come lei ha detto, Assessore, alla ricerca sulla salute, alla ricerca sull'ambiente, alla ricerca sulla qualità alimentare.
Lei sa benissimo che l'impianto industriale del Piemonte è caratterizzato dal settore meccanico. E' un po' come succede nella formazione scolastica e professionale: tutti sono informatici, tutti sono nelle super gestioni e non c'è più nessuno che va in officina, non ci sono più periti industriali.
L'RTM è uno dei pochi Centri di ricerca di tecnologia meccanica e automazione, è un patrimonio. Abbondano nuove iniziative, non dico estemporanee, ma il cuore dell'apparato industriale piemontese ha un impegno relativamente più ridotto di sostegno.
Negli anni Ottanta, l'RTM si è caratterizzato per un uso industriale del laser di potenza, assumendo un ruolo di guida in questo settore.
Ho una perplessità: lei ha parlato di progetti di ricerca applicata, ma sarebbe bene - noi, come Consiglieri, abbiamo la funzione ispettiva capire quali sono questi progetti di ricerca applicata che vengono finanziati.
Lei sa che io sospetto sempre che si venda innovazione per semplice introduzione di macchine nuove. In qualche modo, è un aiuto, anche giusto alle imprese; però, non è innovazione. L'innovazione di processo si differenzia dall'innovazione di prodotto.
Qui c'è la sfida. Adesso, per fortuna, hanno ricapitalizzato. Lei sa che negli anni Sessanta RTM è nato in collegamento a Finmeccanica e a Olivetti. Anche le nostre partecipazioni, quelle di Finpiemonte, dovrebbero essere in qualche modo ridefinite per vedere di orientarle in modo più netto all'innovazione.
Lei ci parla dello Statuto di Torino Wireless. Noi, alcuni mesi fa abbiamo approvato velocemente lo Statuto e non potevamo modificare nulla perché eravamo in ritardo. Adesso si chiede una modifica dello Statuto, che faremo, nuovamente, in una situazione di emergenza: il Consigliere che potrebbe e vorrebbe dire qualcosa in questo campo non riesce ad avere voce in capitolo.
Assessore, vorrei vedere, in merito all'obiettivo 2.6: "Incentivi alle piccole e medie imprese", quelli dei progetti di ricerca applicata, che cosa, effettivamente, si finanzia.
In questo momento, lei ci chiede un atto di fedeltà nell'approvare rapidamente lo Statuto di Torino Wireless, che avevamo già approvato mesi fa, a scatola chiusa. Qualche volta, diteci quando, in questi passaggi strategici, il Consiglio regionale può parlare di merito. Comunque, lascio in sospeso il mio giudizio.
Mi piacerebbe avere da parte sua, Assessore, l'elenco dei progetti sulla ricerca applicata che, in passato, sono stati finanziati con le varie misure (obiettivi 2.4 o 2.6) e anche i prossimi che ci saranno, perch anche lì, bisognerà capire.
Il suo sforzo dovrebbe essere quello di separare l'investimento, per seguire l'evoluzione delle tecnologie, da quella che è ricerca reale ricerca applicata (ovviamente, non di base), sia nelle tecnologie di processo che nelle tecnologie di prodotto.
E' questa la sfida che, come Piemonte affrontiamo. L'RTM ha un valore perché è uno dei pochi Centri di ricerca sulle tecnologie meccaniche e dell'automazione. Noi ci interessiamo di tutto, finanziamo tutto, cose anche originali. Però, il cuore dell'apparato industriale, quello che dà il PIL, è questo.
Sarebbe paradossale che questa parte riceva meno finanziamenti di altre, certamente meritevoli e innovative, ma che non sono ancora il cuore del sistema economico del Piemonte.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2473 del Consigliere Contu inerente a "Drammatica situazione dei lavoratori TLT di Leinì"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2473 presentata dal Consigliere Contu.
Risponde l'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

In merito a questa interpellanza abbiamo avuto uno scambio di valutazioni e sono intercorse anche molte telefonate per l'Italia, non solo su Torino e cintura.
Nell'interpellanza in questione il collega Contu chiede se siamo a conoscenza dei fatti citati, se non si ritenga opportuno contattare il Vicepresidente della Giunta della Regione Molise.
Forse, è il caso che illustri l'interpellanza.
Nell'interpellanza il collega Contu dice che la TLT, azienda con sede in Leinì, occupava circa 60 dipendenti, produttrice di tubi per silenziatori che successivamente, a settembre, in sede regionale la TLT accettò di ritirare i licenziamenti cedendo contestualmente il 95% delle azioni a tal dr. Armonio Sergio di Cassino ed ivi trasferendovi la sede legale; che a fine novembre la TLT avviò una procedura di licenziamento riguardante ben 45 lavoratori e che i successivi cinque tentativi di conciliazione effettuati nei mesi di gennaio/febbraio 2003 ebbero esito negativo; che in questa drammatica situazione i lavoratori TLT., decisero di occupare la fabbrica e, dopo 50 giorni, dietro assicurazione di poter accedere nuovamente la CIG, diedero termine al presidio dei macchinari e delle strutture. Appreso inoltre, dice il Consigliere Contu che al termine dell'occupazione vennero riconosciute le sole mensilità relative ai mesi di febbraio marzo 2003; che contestualmente la TLT trasferiva tutti i macchinari della fabbrica alla SOTEA di Venafro (IS); che la TLT sostiene aggiungendo al danno la beffa, di aver dovuto chiudere per il blocco produttivo determinato dall'occupazione.
Considerato inoltre, che l'INPS ritiene di non poter erogare alcun trattamento di cassa integrazione proprio perché la TLT continua a non produrre la dichiarazione di non essere in possesso di liquidità e che questa deliberatoria costituisce la conditio sine qua non per qualsiasi richiesta di CIG sia ordinaria che speciale, che a nulla sono valsi i tentativi delle parti firmatarie dell'accordo di rintracciare i proprietari presso la sede TLT di Cassino, dotata solo di un fax di ricezione.
Tutto ciò premesso il Consigliere chiede se l'Assessorato sia a conoscenza dei fatti citati; se non si ritenga opportuno contattare il vice Presidente della Giunta della Regione Molise, che pare abbia interessi diretti nella ditta in questione; se vi è consapevolezza che i 30 residui lavoratori, in attesa di 7 mensilità arretrate, siano allo stremo, tanto da minacciare atti inconsulti e che per alcuni di loro cominciano ad essere attuate le procedure di sfratto per morosità e relative ingiunzioni per i ratei di spese condominiali arretrate; se non ritengo necessario un interpello al Ministero del Lavoro affinché assuma le iniziative più idonee tese a favorire il pagamento diretto da parte dell'INPS, previsto per il casi di cessazione di attività finalizzata alla ricollocazione; se non si ritenga opportuno convocare urgentemente le parti in causa al fine di sbloccare l'incresciosa situazione.
Questo Assessorato conosce, purtroppo, perfettamente la vicenda TLT L'intervento di mediazione della Regione Piemonte, nell'ambito delle competenze conferitele dalla normativa vigente, è stato risolutivo per porre termine alla grave situazione creatasi a seguito della decisione aziendale di cessare la propria attività con la conseguente messa in mobilità di tutti i lavoratori. Questo intervento ha consentito ai lavoratori di accedere al diritto di ottenere un anno di Cassa Integrazione Straordinaria. L'attenzione sulla vicenda è stata costante: interventi diretti, anche presso il Ministero del Lavoro, hanno portato all'autorizzazione della Cassa Straordinaria nel mese di luglio 2003. Sulla domanda di richiesta delle Cassa Integrazione, l'Azienda aveva dichiarato che avrebbe anticipato il trattamento di cassa; pertanto il decreto di concessione della stessa è stato emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali senza l'autorizzazione al pagamento diretto da parte dell'INPS. Venuti a conoscenza del deterioramento della situazione aziendale, che aveva portato anche alla mancata corresponsione ai lavoratori dell'anticipo di Cassa, c'é stato un intervento diretto dell'Assessorato sia nei confronti delle organizzazioni sindacali che dello studio di consulenza, che aveva rappresentato l'Azienda al tavolo della vertenza, al fine di pervenire ad una soluzione del problema.
Alla data odierna risulta quanto segue: l'avvocato Elena Poli legale della CGIL che rappresenta i lavoratori ha richiesto all'INPS competente di attivarsi presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali affinch venisse emanato un ulteriore decreto di modifica al decreto sopraccitato.
Lo Studio Altea ha provveduto a segnalare all'INPS la situazione in cui venivano a trovarsi i lavoratori TLT e ha richiesto all'INPS di intervenire presso il Ministero del Lavoro affinché venisse autorizzato il pagamento diretto. L'INPS, valutata la grave situazione, ha inoltrato istanza al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali affinché lo stesso provvedesse ad emanare il decreto che autorizza l'Istituto all'erogazione diretta della Casa Integrazione. Presso il Ministero del Lavoro risulta che lo stesso emetterà il decreto in questione non appena riceverà la relazione dell'ispettorato del lavoro di Torino il quale, come previsto dalla normativa vigente, ha richiesto di verificare i motivi per i quali l'Azienda non ha anticipato il trattamento di Cassa integrazione. Ad oggi il circuito dovrebbe essere chiuso, dovrebbe esserci, da parte dell'ispettorato del lavoro, il foglio che attesta le motivazioni del mancato pagamento. Il Ministero del Lavoro è pronto ad emettere il decreto autorizzando l'INPS.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Contu, per la replica.



CONTU Mario

Grazie Presidente, grazie Assessore.
La sua risposta, Assessore, mi ha sconcertato. E' la drammatica conferma di quale scarsa attenzione ci sia da parte degli organi burocraticamente competenti - questa non è una competenza della Regione devo dargliene atto - soprattutto quando si tratta e si parla di persone il cui mancato sostentamento, drammaticamente, può avere gravissime conseguenze nella vita familiare, nella vita di tutti i giorni, nella propria condizione di vita. Non solo la perdita del posto di lavoro e l'umiliazione di dovere pietire un diritto.
D'altronde questi lavoratori hanno dimostrato la loro determinazione nel momento più aspro della crisi aziendale, avevano chiesto, ed ottenuto occupando lo stabilimento, garanzie. Garanzie che erano state date da parte di tutti gli attori. Hanno tolto il presidio, i macchinari sono stati trasferiti al sud, pare in un'azienda alla quale sia collegato anche il Vice Presidente della Regione Molise (che per la cronaca è un esponente del centrodestra, ma è assolutamente secondaria questo aspetto) più volte ho interloquito con gli uffici dell'assessorato. Devo dire che, a volte, i ritardi li abbiamo riscontrati soprattutto negli altri interlocutori. Il problema drammatico è questo, Assessore.
Ho l'impressione che l'Ispettorato del Lavoro non produrrà nessuna relazione. Perché? Il proprietario dell'azienda, che è quello che dovrebbe certificare l'insolvenza ai fini di rendere possibile l'emanazione del decreto, cioè la dichiarazione testuale di non poter procedere all'anticipo della cassa integrazione per carenza di liquidità, è un oggetto oscuro, è scomparso; ha un fax, ha la sede legale a Cassino, e la mia preoccupazione è sostanzialmente che rischia di rendersi di nuovo uccel di bosco. Debbo dire che in parte mi consola il fatto che, rispetto all'ultima istanza aveva prodotto il documento richiesto dagli uffici.
I lavoratori fanno la loro parte, nel frattempo molti di loro se ne sono dovuti fare una ragione e stanno cercando un'altra occupazione; forse molti di loro, se avranno i requisiti, potranno accedere a una nuova possibilità. Ad ogni modo, credo che, al di là dell'impegno che hanno messo per la difesa del proprio posto di lavoro, non bisogna abbandonarli proprio in questo momento, nel quale le loro famiglie e loro stessi patiscono e pagano un pesante prezzo per questa situazione di crisi.
Io le chiedo questo, Assessore: attivi i suoi uffici, non demorda. Io farò altrettanto e credo che questo sia un impegno che anche le Organizzazioni Sindacali si assumeranno. Adesso bisogna verificare, in questo meccanismo burocratico, qual è l'ufficio dell'Ispettorato del Lavoro competente affinché, mediante dichiarazione autentica dell'azienda o tramite la fotografia della situazione, il Ministero possa avere il via libera per l'emissione.
Da quando è stata fatta l'interpellanza non sono più sette mesi di arretrati, ma siamo già a 9 mesi: è evidente che questa situazione è insostenibile.
Ieri avevo detto della precarietà anche da parte di alcuni lavoratore e della voglia di fare una di quelle proteste clamorose che creino attenzione nell'opinione pubblica. Ma perché, Assessore, quando si esige un diritto come questo, bisogna sempre portare alla drammatizzazione dei problemi, quando attraverso le normali procedure è possibile dare risposta a un diritto che noi riteniamo debba essere ancora esigibile?



PRESIDENTE

Abbiamo così terminato la parte del sindacato ispettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Intervengo sull'ordine dei lavori, nel senso che stamattina opportunamente il collega Costa Enrico ed altri hanno sollevato la questione importante, relativa all'audizione delle società autostradali. A questo punto, devo sollevare una questione che mi sembra nettamente più importante.
Quindici giorni fa noi abbiamo discusso della situazione della sanità sulla base di una richiesta di convocazione dei lavori consiliari. La settimana scorsa il Presidente ci ha consentito pochi minuti a fronte della grossa questione che era nuovamente emersa a carico dell'Assessore alla sanità e della trasparenza nella gestione delle attività che riguardano quel dicastero. Non devo qui stare ad aggiungere tutte le questioni che riguardano le cliniche, gli ospedali, la crisi dei Valdesi le tante novità, ma quella più importante è quella a cui si è accennato la settimana scorsa.
Noi ritenevamo che, senza dover sollevare la questione attraverso una raccolta di firme, autonomamente la Giunta avrebbe presentato un'informazione, anche perché la questione delle dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio è considerata dagli organi di stampa un elemento certo certissimo, anzi probabile, anzi imminente.
Rispetto a termini bellici come l'"onore delle armi" ed altre cose, in qualche maniera ci imbarazza la gravità, ma non ci sorprende l'utilizzazione di molti elementi comunicativi. Fermo restando che non ci sono elementi di decisione, credo che qualche elemento l'Assessore, o quanto meno il Presidente, abbia a disposizione, perché sappiamo che ci sono stati degli incontri. Non possiamo riferire al Piemonte, nel quale ricordo quello che ho detto l'altra settimana: sono già da tempo venute meno le ragioni di una fiducia nei confronti di questa gestione della Regione da parte dell'utenza e da parte dei cittadini piemontesi.
Oggi siamo di nuovo di fronte ad un altro giro di boa, in cui il Presidente Ghigo pare che non ci sia né oggi né domani, ma l'eclisse parziale o totale del Presidente Ghigo non può essere una sottrazione all'assemblea delle sue prerogative per quanto riguarda il diritto di avere un'adeguata informazione su ciò che sta avvenendo. Né penso - a meno che il Presidente Botta voglia darci delle informazioni che sicuramente ha possiamo considerare utilizzabile la riunione della Direzione Regionale di Alleanza Nazionale prevista per fine settimana, cosa che continua a dare la sensazione netta che questa questione il Presidente Ghigo non sia in grado di gestirla autonomamente, non sia in grado di gestirla facendo il Presidente della Regione e aspetta che gli avvenimenti, le situazioni, le armi e quant'altro possano produrre una loro evoluzione, che non sappiamo fino a che punto sarà un'adeguata risposta.
Allora, dato che la Giunta, indipendentemente dal Presidente Ghigo, è comunque formalmente e ufficialmente rappresentata... Vedo che si allontana l'Assessore Pichetto, al quale è stata affidata la vigilanza sull'attività...Visto che ci hanno parlato di vigilanza, Assessore, vigili attentamente, ma riferisca anche a noi su che cosa ha vigilato, perché lei porta un bilancio sul quale siamo certi di intravedere che ci sarà di nuovo uno sforamento di qualcosa.
Allora io chiedo formalmente alla Giunta, rappresentata da chi la presenta, di volerci informare sullo stato di questa imbarazzante situazione e ritengo che tra oggi e domani questo Consiglio regionale non possa procedere nei suoi lavori senza che questo argomento sia oggetto di un'adeguata informazione. Sommessamente direi anche per una soluzione oramai non più tempestiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo non senza imbarazzo e preoccupazione per l'intervento del Vicepresidente del Consiglio regionale, che in forza della sua carica istituzionale ha avuto il privilegio, dal collega che presiede l'assemblea, di parlare per ben 4 minuti e 6 secondi sull'ordine dei lavori, per ripropinarci - così com'è avvenuto nella passata seduta - lo stesso show del Consiglio della scorsa settimana.
E' uno show, perché viene ancora chiesta in modo strumentale Presidente e colleghi, una comunicazione del Presidente della Regione nel giorno in cui tutti o molti sanno - il collega Riba quanto meno lo sa - che il Presidente della Regione non è nella città di Torino, e viene detto "io voglio" usando l'indicativo.
Allora, Presidente, lei mi insegna e mi ha insegnato, con la sua esperienza e anche il suo - lo riconosco - modo di operare sempre con spirito costruttivo e con garbo, che abbiamo un Regolamento. Io non dico che si devono risolvere i problemi politici con gli escamotage regolamentari e tecnici, questo no, non l'ho mai detto; anzi, quando lo si vuol fare, lo contrasto sempre, nel movimento della maggioranza a cui appartengo e in Consiglio regionale. Però - ed ecco perché mi sono permesso, non certamente in termini offensivi, di richiamare l'attenzione e definire "show" il suo intervento, anche se ritiro subito il sostantivo perché già martedì scorso abbiamo ascoltato, in un momento forse di maggiore tensione e, in un momento anche di maggiore attualità, la richiesta di una comunicazione.
Da martedì scorso, sono trascorsi ormai otto giorni e l'opposizione ancorché divisa, come abbiamo visto su molti punti, non ha avuto la capacità di presentare (o ha ritenuto di non volerlo fare) una richiesta formale di comunicazione.
Non avete il privilegio di calpestare il Regolamento e di non chiedere per iscritto, come avete fatto "n" volte in questa legislatura, una comunicazione, in linea, appunto, con quanto disposto dal Regolamento, per intervenire ogni volta, in modo strumentale, ad ogni inizio di Consiglio regionale e richiedere la comunicazione della Giunta - nella fattispecie del Presidente della Regione - ben sapendo che il Presidente della Regione non è presente nella città di Torino. Questo è il primo punto.
Se si vuole parlare di sanità, Presidente - seconda questione - lo richiediamo anche noi, perché sui giornali di oggi (e non è la prima volta), ancorché in una cronaca locale della provincia di Novara (si tratta, comunque, di un autorevole organo di informazione), è stato ottenuto un risultato di grande eccellenza e di grande soddisfazione, per la nostra comunità, dalla sanità piemontese. Presso l'Ospedale Maggiore di Novara, è stato eseguito il primo trapianto tra viventi: è stato sostituito un rene ad una persona che, dopo anni di dialisi, non avrà più questo problema. C'è anche qualche cosa che funziona in questa sanità! L'ultima considerazione la vorrei fare sull'Assessore D'Ambrosio, che non è presente.
"L'onore delle armi", anzitutto, non è un termine militare, ma è un termine molto più complesso che mi riserverò di spiegarle, in amicizia un'altra volta. Credo che l'Assessore D'Ambrosio, prima come uomo e poi anche come politico, meriti un rispetto che è dovuto ad ognuno di noi in questo Consiglio regionale e fuori da questo Consiglio regionale. Non è giusto, in un momento di difficoltà per la Regione e certamente per il politico e per l'uomo D'Ambrosio, calpestarne la dignità e attaccarlo, ad ogni piè sospinto, sugli organi di informazione e in quest'aula, in modo strumentale. Credo che nonostante tutto, dal punto di vista dell'opposizione, questo Assessore e questo uomo non se lo meriti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

La rapidità del collega Cattaneo mi spiazza, in quanto gli argomenti che volevo portare in discussione sono già stati tutti toccati.
Come ho già ribadito la volta scorsa, non c'è nessun timore ad affrontare un qualsiasi dibattito sulla sanità: basta seguire le formule classiche.
Il problema, collega Riba, è che ormai si compie questo rito ad ogni inizio di seduta ad usum stampa (inteso come mass media), per cercare di mantenere l'attenzione su questo problema, che, come ripeto, non abbiamo timore di affrontare. Lo abbiamo affrontato solo una settimana fa per un'ora e mezza, anche se non era calendarizzato. Oggi non ci sono comunicazioni particolari da fare e il fatto che non abbiate raccolto le dodici firme vorrà pur dire qualcosa.
Fatelo e, come ripeto, la Conferenza dei Capigruppo, che può riunirsi in qualsiasi momento, potrà autorizzare il dibattito.
In merito alla questione sanitaria, mi sembra che si debbano affrontare problemi ben più gravi. La notizia della rottura della concordia istituzionale sulla "Città della salute" o "Parco della salute" - così com'è scritto sul vostro giornale - credo sia una questione ben più grave che butta una luce sinistra rispetto a degli impegni che non si fanno per la Regione Piemonte o per il Presidente Ghigo, ma per l'intera comunità.
Questi sono i veri temi su cui dovremmo dibattere.
Naturalmente la Giunta, con il Presidente incaricato, saprà rispondere.
Siamo ovviamente disponibili, nei tempi e nei modi richiesti dal Regolamento (che quindi matureranno nei prossimi quindici giorni, qualora vi sia una vostra richiesta) a discuterne. Qualora non vi sia questa richiesta, la Giunta saprà fornire le dovute comunicazioni laddove ci siano delle novità. Non solo il Gruppo di AN, ma gran parte di questo Consiglio regionale, ritengo condivida quanto è stato detto sull'Assessore D'Ambrosio in relazione ad un'attività di otto anni e mezzo, che ha cambiato - noi riteniamo in meglio - la sanità piemontese.



BOTTA Marco

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



BOTTA Marco

Confermatelo!



BOTTA Marco

Ci chiedete di confermarlo. È un fatto politico importante.
Se il collega Ronzani parla a nome del Gruppo dei DS e, fuori microfono, ci chiede la conferma dell'Assessore D'Ambrosio, noi lo assumiamo come fatto significativo e come cambiamento di rotta; non sarebbe il primo. Rifletteremo su queste indicazioni del Consigliere Ronzani.
Rinnovo, quindi, la massima disponibilità. Quando ci saranno novità, la Giunta e la maggioranza sapranno fornire le giuste risposte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Siamo assolutamente stupefatti del fatto che la maggioranza, che ci aveva annunciato, in occasione della nostra richiesta della settimana scorsa, un aperto dibattito da tenersi in Consiglio, non abbia sentito l'esigenza, neanche questa volta, di presentarsi e farlo.
Non cercate di costruire un caso di nostra persecuzione nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio. Noi, dell'Assessore D'Ambrosio, non ne parliamo più. Consideriamo quella questione archiviata.
Il nostro problema è rivolgerci al Presidente Ghigo, ad un Presidente che non è in grado di assumere una decisione e di venire in aula per rilasciare alcuna dichiarazione a fronte dell'inquietudine che pervade i cittadini piemontesi e gli operatori in ordine alla vicenda della sanità e non sia in grado non solo di venire, ma di assumere alcune forma di decisione dignitosa per il Piemonte e per la gestione di tutta questa vicenda.
Questo è il problema che esiste oggi in quest'aula: è il problema Ghigo; è il problema di una maggioranza che, insieme ad un Presidente incapace e impossibilitato a decidere, brancola nel buio. Questo è il problema che avete.
Dopodiché, vi consiglierei, per risolvere questo impasse di governo in cui vi trovate, di non farvi chiedere più Consigli regionali con raccolta di firme, ma di avere la capacità di presentarvi voi, all'interno di quest'aula, e di dire non solo a noi (tantomeno non a noi) ma al Piemonte ai cittadini piemontesi e agli operatori che vivono in questo momento ore di inquietudine, che avete trovato una soluzione (se siete in grado di farlo). Questa è l'unica cosa con cui, con un minimo di dignità, dovreste presentarvi in aula, l'unica. Non richiedete le firme all'opposizione per questioni che riteniamo archiviate, per dimissioni che abbiamo richiesto da tempo e che dovevano già essere date o comunque dovevano essere già state richieste. Questo è l'ordine di questione davanti alla quale ci troviamo.
Ritengo che la vostra insofferenza nei confronti della stampa, in questo momento, la dica lunga sulle difficoltà in cui vi trovate. Si ha insofferenza nei confronti della stampa, e di una richiesta doverosa di informazione ai cittadini, solo quando non si è in grado di gestire una situazione o si ha qualcosa da nascondere.
Noi non abbiamo alcun argomento ulteriore da offrire alla stampa,perch se voi aveste letto i giornali di oggi vi sareste resi conto che di notizie ve ne sono già a sufficienza.
La nostra preoccupazione in questo momento è che il Piemonte abbia una risposta meno "scalcagnata" e grave di quelle che siete riusciti a dare fino ad ora.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Vorrei solo dire questo: quando si parla in Consiglio regionale ci si rivolge alla Presidenza e si parla al Consiglio, ma, come sanno bene i colleghi Cattaneo e Botta, noi parliamo in Consiglio regionale perch questo è anche il modo in cui noi informiamo i cittadini piemontesi, perch questa è la sede nella quale si presentano le opinioni, idee e posizioni e le si offrono non solo alla valutazione di questo Consiglio, ma alla nostra comunità, perché siamo convinti che il giudizio spetti a loro.
Una volta si diceva che le istituzioni dovevano essere una casa di vetro, una cosa trasparente. Non voglio fare nessun discorso di merito, vi domando solo se non sentite anche voi il rischio che gli affari politici vengano trattati come affari privati.
Vi faccio un esempio. Da quanto tempo c'è la discussione sull'impasto di Giunta? E' lì sotterrata, non si sa che fine abbia fatto, è sottratta a una valutazione trasparente dei cittadini che possano capire, valutare; lo stesso discorso vale per la questione sulla sanità.
Tutte cose che, naturalmente, hanno una dimensione politica e riguardano i partiti, il loro confronto, ma riguardano i cittadini. Occorre compiere un atto di trasparenza, vi ricordo che le istituzioni devono essere in una casa di vetro, che la base della democrazia è la visibilità, la possibilità di un'informazione di conoscenza.
Tutto quello che oggi avviene va in altra direzione. Non vi rendete conto che il vostro atteggiamento invece che aiutare aggrava, rende più difficile la situazione e contribuisce a rendere le acque ancora più torbide di quanto non lo siano: è una delle tante responsabilità che voi avete.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io mi associo alle voci di quanti chiedono che in Consiglio regionale si apra una discussione su questo punto. Anche in certi interventi che tentavano di minimizzare le notizie apparse sui giornali sono stati interventi che non hanno tenuto conto di quella che è la realtà italiana. Tutti sappiamo che in Italia i giornali e i quotidiani sono oltremodo politicizzati, i giornali sono la voce della politica, è inutile far finta di ignorarlo.
Ripetutamente gli stessi rappresentanti della Giunta oppure gli stessi membri del Governo, si domandano se hanno o non hanno problemi con i mezzi di informazione. Sappiamo che in Italia è stata varata la legge della par condicio che secondo me penalizza fortemente i gruppi poco rappresentati politicamente. Ebbene di fronte a questa situazione innegabile e oggettiva cosa si tenta di dire? Che i giornali parlano di alcuni argomenti, ma non ci riguardano, nelle stanze del potere la Giunta regionale può fare quello che vuole senza preoccuparsi delle conseguenze e di come poi le notizie vengono pubblicate sui giornali.
Voglio dire che non è possibile far finta di ignorare le notizie giornalistiche. Se la Giunta ha dei problemi politici è inevitabile che il Consiglio ne sia investito, quanto meno messo a conoscenza, mi sembra un percorso inevitabile e democraticamente inappuntabile. Il richiedere una discussione pubblica su questi punti e non sapere poi le cose a posteriori magari tramite qualche intervista su qualche giornale, mi sembra una cosa giusta.
Mi sembra che i tentativi di minimizzare, presentati da parte della maggioranza, lascino intuire delle difficoltà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Tutto questo dibattito ho maturato una convinzione e cioè che l'Assessore D'Ambrosio sia simbolicamente, ma anche per il ruolo che svolge, il vero parafulmine che non consente a quest'aula di discutere di politica sanitaria.
Dall'inizio della legislatura i punti all'o.d.g. sono solo gli scandali della sanità.
Non dimentichiamoci che il vero problema di contrasto delle opposizioni nei confronti della maggioranza di centrodestra è l'assenza di una politica sanitaria.
Presidente, le chiedo una cosa: usi tutto il suo potere, solleciti il Presidente della Commissione competente, solleciti il Presidente Ghigo affinché il terreno dello scontro torni ad essere la politica e in quest'aula si giunga quanto prima a discutere il Piano sanitario della Regione Piemonte.
Questa è la vera sfida che noi lanciamo in quest'aula. A me personalmente che l'Assessore resti in quel ruolo e proietti un'immagine della sanità così negativa, alla luce sia delle campagne giornalistiche, ma soprattutto di fatti assolutamente sconcertanti, non rassicura e la responsabilità è anche del Presidente oltreché dell'Assessore.
Assessore, lei ha in mano una bella opportunità, ogni tanto la politica ha bisogno di atti nobili, si sottragga a questo gioco al massacro, non faccia la vittima sacrificale. Forse, la cosa migliore è che lei, pacatamente, comunichi a quest'aula il suo disagio a svolgere un ruolo così delicato su un settore che, ci sembra, sia sfuggito al controllo della politica e che è ostaggio del conflitto fra le forze politiche e dei partiti politici che magari gli scranni della sanità li hanno occupati nei ruoli più delicati e direttivi, a prescindere dalle capacità, ma soprattutto per il ruolo fiduciario che rivestono nei confronti dei partiti di appartenenza. Se accetta questa sfida oggi lei può uscire da questa situazione in modo certamente nobile per la politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Galasso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Ancora una volta l'attenzione su questo dibattito è, e continua ad essere, deviata.
Lo hanno evidenziato, già nella penultima occasione, il Consigliere Marengo e il Consigliere Botta, abbiamo problemi seri che riguardano il futuro, la progettualità della Regione sul problema sanitario partendo dalla "Cittadella della Salute", stiamo avendo gravissime latitanze da parte di altri organi istituzionali. Questo è il vero problema.
Le inquietudini dei piemontesi non possono essere interpretate o raccolte attraverso le dichiarazioni dei giornali, a volte giuste, a volte ingiuste e spesso improvvide, che, comunque, non danno alcun contributo per risolvere i problemi concreti dei piemontesi, quindi della sanità.
Constatiamo, semplicemente, che da otto anni e mezzo l'Assessore D'Ambrosio ha portato la sanità da una situazione comatosa ad una situazione di grande prestigio; non solo per il ruolo e per l'attività svolta dall'Assessore e dall'Assessorato, ma anche per la preziosa opera di tutto il personale, da quello altamente scientifico a quello ausiliario.
evidente che si tratta di una situazione che si è potuta determinare anche alla luce di una politica che la Giunta regionale andava svolgendo in ogni settore.
Voler far diventare problema le invenzioni di situazioni che poco hanno a che vedere con la gestione diretta della sanità, è un'esercitazione infeconda che assolutamente non possiamo raccogliere e che, comunque, non giova neanche ad un confronto serio all'interno della maggioranza e dell'intero Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera che interviene in qualità di Vicepresidente della Giunta regionale.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Innanzitutto, quando il Presidente della Giunta regionale lo riterrà opportuno, provvederà alle comunicazioni. Credo che si sia data qualche definizione impropria al nostro Presidente. Certamente, non è nell'aggettivo "incapace" che la stragrande maggioranza dei piemontesi riconosce l'opera e la figura del Presidente Ghigo. Com'è già stato ripetuto, oggi il Presidente non è presente in Aula perché rappresenta il Piemonte in altri impegni. Sta lavorando, a livello nazionale, per l'incarico che ricopre, anche a favore della nostra Regione.
Per il resto, la Giunta si atteggerà, nella Conferenza dei Capigruppo ad assumere le decisioni ritenute necessarie. Raccomandiamo di concludere il provvedimento n. 407che è, da un punto di vista sociale e dei cittadini piemontesi, atteso. Se veramente abbiamo questa sensibilità, possiamo oggi concorrere a completare l'iter del provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Abbiamo presentato un ordine del giorno (il n. 859) - e chiediamo la sensibilità all'Aula di valutare se sottoscrivere ed approvarlo nella giornata di oggi - che riguarda l'ondata dei rincari del prezzo della benzina.
Com'è noto, nonostante la cattura di Saddam Hussein, l'euro continua ad apprezzarsi sul dollaro americano, che è la valuta con la quale viene pagato, nel sistema internazionale e mondiale, il petrolio, con cui poi si ricavano gli idrocarburi e carburanti per autotrazione, quindi benzina e gasolio. Nonostante ci sia stato un decremento del dollaro rispetto all'euro di circa il 35% negli ultimi mesi, non solo il prezzo della benzina e del gasolio non sono diminuiti, ma, addirittura in alcuni casi e per alcune compagnie (soprattutto quelle primarie che fanno spesso cartello) sono aumentati.
pur vero che il costo della materia prima incide per poco più di un terzo sul prezzo del carburante, ma se un terzo di circa un euro è 0.35 vuol dire che, grossomodo, il prezzo della benzina e del petrolio dovrebbe diminuire di un 10% abbondante. Ciò non avviene e, addirittura, in alcuni casi aumenta.
Ecco perché chiediamo la sensibilità ai colleghi di sottoscrivere e far porre in votazione questo ordine del giorno, col quale chiediamo alla Giunta regionale, anche se riconosciamo essersi già impegnata su questo aspetto, di adottare tutte le iniziative affinché possa fare pressione sul governo e sulle compagnie, per raggiungere l'obiettivo della diminuzione del costo della benzina e del petrolio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Il nostro Gruppo, vista la scelta di Parma come Authority europea per la sicurezza alimentare che riapre i giochi per la successiva scelta di un'altra sede, ha presentato un ordine del giorno che rilancia la candidatura di Torino e del Piemonte come centro di coordinamento per l'Authority nazionale per la sicurezza alimentare, anche in base alla propria posizione.
Chiederei, quindi, che l'ordine del giorno n. 858 possa essere iscritto. Siamo disponibili a qualsiasi tipo di cambiamento del testo avendolo stilato in modo molto generico, per giungere ad una presa di posizione forte del Consiglio.
Questa mattina ho letto sui giornali che l'Assessore Cavallera rilancia questa ipotesi, ma ritengo che anche l'organo legislativo debba dare un proprio mandato preciso, relativamente all'Authority nazionale a Torino e in Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Rispetto alla richiesta del Consigliere Cattaneo, anche il nostro Gruppo ha presentato un ordine del giorno (il n. 825), di carattere complessivo, su tutta la vicenda del caro-prezzi. Il documento è stato redatto sulla base di un'analisi della situazione piemontese e su una serie di concrete proposte di monitoraggio e di costruzione di tavoli di concertazione per una verifica ed un sostegno concreto nei confronti degli Enti locali. Lo scopo del nostro ordine del giorno è di intervenire sul rincaro dei prezzi dei servizi, soprattutto quelli pubblici, anche a fronte delle scelte che la Finanziaria, su cui è già stato dato il primo voto di fiducia, ha compiuto nei confronti degli Enti locali, rispetto alla quale la Regione può agire con un intervento concreto.
Chiederemmo che il dibattito venga svolto in modo compiuto, anche sulla base del testo da noi presentato, che affronta la questione nella sua complessità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, vorrei che mi ascoltasse un attimo: non ho capito se questa è la riunione del Consiglio regionale o la riunione dei Capigruppo per l'ordine dei lavori. Se non è la riunione dei Capigruppo probabilmente, non ci siamo capiti.
Le chiedo di proseguire con l'o.d.g. stabilito nella riunione dei Capigruppo. Poi, potrà riunire i Capigruppo per vedere tutti gli ordini del giorno che sono stati illustrati in questa sede, altrimenti la riunione dei Capigruppo non serve più a niente.



PRESIDENTE

Così è, collega Angeleri.



ANGELERI Antonello

La prego di proseguire con l'o.d.g. che abbiamo stabilito nell'ultima riunione dei Capigruppo, che non penso sia quello che ora seguiremo.



PRESIDENTE

Così faremo. Valuteremo una riunione dei Capigruppo, i quali decideranno nel merito delle richieste presentate in Aula dai singoli Consiglieri.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame disegno di legge n. 407: "Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 407, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti. Ricordo che eravamo all'articolo 40, all'emendamento rubricato n.
69, sul quale dovevamo rifare la votazione.
Colleghi, non siamo in pausa, stiamo ancora lavorando. Vi chiedo cortesemente di abbassare il tono della voce, affinché riesca a sentire le varie richieste.
La parola al Consigliere Marengo sull'ordine dei lavori.



MARENGO Pierluigi

Signor Presidente, se ricordo bene, quest'Aula, la settimana scorsa decise che la legge sugli sport tipici sarebbe stata posta al primo punto dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Finiamo di esaminare la presente, poi, subito dopo, passiamo all'esame della legge sugli sport tipici.



MARENGO Pierluigi

Sottolineo che, a verbale di quest'Aula, al primo punto all'o.d.g. ci sarebbe stato l'esame di questa legge, non al secondo punto.
Mi chiedo se quest'Aula abbia la capacità o meno di disporre . Così aveva deciso quest'Aula, poi, se vogliamo cambiare, cambiamo pure, ma quest'Aula così decise.



PRESIDENTE

Collega, se lei ha il piacere di leggere l'o.d.g. pervenuto presso le segreterie dei Gruppi e a tutti i Consiglieri, vi è il proseguimento dell'esame di legge n. 407, di cui al punto 4) e, successivamente, la proposta di legge n. 338.
Credo che l'esiguo numero di emendamenti, oggi, se l'Aula lo acconsentirà, permetterà l'approvazione di entrambe le leggi, quella dell'Assessore Cotto e quella sugli sport tipici.
Procediamo pertanto con l'esame dell'articolo 40.
ARTICOLO 40 40.1) Emendamento rubricato n. 69 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: Il comma 1 è così sostituito: "Fermo restando quanto previsto per la quota alberghiera delle RSA e delle RAF la compartecipazione degli utenti ai costi si applica ai servizi e alle prestazioni sociali richieste prevedendo la valutazione economica del richiedente, con riferimento al suo nucleo famigliare anagrafico. Per soggetti con handicap in situazione di gravità e gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti, in base ai decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 si fa riferimento alla situazione economica sociale esclusivamente del beneficiario del servizio." Indìco nuovamente la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 69, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
40.2) Emendamento rubricato n. 70 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: Al comma 5 dopo le parole "la Giunta regionale" sono inserite "sentita la Commissione consiliare competente".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 70, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Signor Presidente, intervengo per rilevare che la nostra proposta di modifica del comma 1 (proposta che è stata respinta) riportava un principio tuttora vigente nelle leggi di questo Paese. Tale principio riguarda le persone con handicap o gli over sessantacinque non autosufficienti, per i quali esistono i decreti legge n. 109/1998 e n. 130/2000, che fanno esplicito riferimento alla situazione economica e sociale del beneficiario del servizio.
Questa era la proposta che noi avanzavamo, che è stata respinta.
Conseguentemente, l'articolo 40, relativo alla compartecipazione degli utenti al costo dei servizi, così formulato, non tiene conto di due decreti legislativi vigenti e disciplina la materia non rispettando le priorità di legge, i diritti esistenti oggi degli over sessantacinque e degli handicappati gravi.
Per questo motivo, segnalando nuovamente la difficoltà di questo testo sull'articolo 40, voteremo contro questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, sottoscrivo pienamente le parole espresse dalla Consigliera Suino. Anch'io voterò contro questo articolo. Come ho già avuto modo di sottolineare altre volte, questo testo si riveste di parole che vorrebbero indicare un certo qual indirizzo. A lato pratico, questo testo rappresenterà sicuramente un problema per molte famiglie piemontesi.
Da quanto esplicitato chiaramente dalla Consigliera Suino, emerge anche un aspetto, che non so se è stato tenuto in considerazione dalla Giunta, in particolare dall'Assessore Cotto. Non tenere conto esclusivamente del beneficiario del servizio potrebbe aprire delle problematiche all'interno della famiglia: potrebbero esserci delle famiglie che, comunque, non partecipano alla gestione della persona in situazione disagiata o ultra sessantacinquenne non autosufficiente. In questo caso, si apriranno delle problematiche di gestione non indifferenti.
In queste situazioni sappiamo che, a volte, il tempo ha la sua importanza e si apriranno delle situazioni di difficoltà di interpretazione, avremmo sicuramente persone che si troveranno nella situazione di dover affrontare dei passaggi molto delicati in situazione di estrema difficoltà. Oltretutto, sono persone non autosufficienti o con handicap gravi.
Il ripensamento che non c'é stato da parte dell'Assessore giustifica pienamente il voto contrario. Dirò di più. Non è solo una questione di voto contrario o di voto favorevole, ma è questione di una legge che creiamo che non risolverà i problemi, ma li aumenterà.



PRESIDENTE

Indico la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 40 come emendato.
Il Consiglio approva ARTICOLO 41 41.1) Emendamento rubricato n. 71 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: Al comma 1 le parole "la famiglia quale soggetto fondamentale" sono sostituite con le parole "i nuclei famigliari quali soggetti".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Crediamo che nel formulare questo parere l'Assessore compia un altro errore dando una valenza ideologica ad un fatto che ideologico non è perché è un fatto sociologico. Siamo profondamente contrariati da questa posizione perché, a tutti i costi, la Giunta vuole portare sul piano ideologico ciò che così non è. Di cosa stiamo parlando? Parliamo dell'articolo 41 che riguarda le famiglie. Perché noi diciamo di sostituire il termine "la famiglia" con "nuclei familiari"? Lo dice la società che c'é stata una modifica profonda, nulla c'entra l'ideologia nulla c'entra l'estremismo, ma c'entra il buon senso. Oggi, famiglie, sono persone diverse che si trovano a condividere lo stesso tetto anche per necessità. Oggi, famiglie, sono le madri monoreddito con figli a carico e con persone anziane a carico. Oggi, famiglie, sono due persone anziane che vivono insieme per unire le difficoltà economiche e il contesto sociale di riferimento. Oggi, famiglie, sono persone che si fanno carico, su richiesta delle istituzioni - e gli assegni di cura vanno in questa direzione - di handicappati o di persone con difficoltà e diventa nucleo familiare.
Quel era l'estremismo che noi proponevamo? Di sostituire il termine la famiglia con nucleo familiare. Dove stava l'ideologia? In una rilevazione sociologica? Ma ci siamo accorti che è cambiata la società? Ce ne siamo accorti? Oppure, miopi e cechi, dietro le nostre ideologie non vediamo che cosa succede? Ci spiace molto che ci sia questo impoverimento culturale in questo contesto.
Sostenere la famiglia sul serio, al di là della fumosità e dello sciacquio delle nostre bocche, vuol dire fare delle politiche e portare dei finanziamenti a sostegno del welfare. Vuol dire sostenere gli enti locali vuol dire sostenere le politiche sociali, ma non come sta avvenendo, caro Assessore, lei ne è ben consapevole. Siamo in presenza di una finanziaria che "ammazza" questo tipo di soluzione, e noi ci perdiamo dietro alle quisquiglie ideologiche: è quasi vergognoso! Dopodiché qual è la soddisfazione? Di aver scritto "sosteniamo la famiglia". Ma come sosteniamo la famiglia se non c'é più l'inserimento sociale, se non ci sono i fondi per il disagio, se non ci sono i minori? Tutti i minori hanno diritto ad una casa. Benissimo, ma quanti sono negli istituti della regione Piemonte? Quante migliaia sono? E la storia di gestanti e madri? Ah, per carità, troppo di sinistra! Troppo di sinistra un accidenti! Gestanti e madri vuol dire fare in modo che le case famiglia e le comunità per queste realtà, non siano dei ghetti dove ci inseriscono 16 persone in difficoltà con i loro figli: vuol dire questo! Noi non proponiamo delle ideologie, ma delle necessità sociologiche che il contesto economico sta facendo esplodere. E' vergognoso che ci sia questo rifiuto, noi lo sosterremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste, ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Se non avessi ascoltato l'intervento della Consigliera Suino sarei intervenuto solo sull'articolo, dicendo che la Lega Nord, con grande soddisfazione, voterà a favore dell'articolo. Le prime tre righe dell'articolo sono veramente un chiarimento di quello che é il pensiero politico, e non solo politico, familiare, umano (come volete, sceglietevi voi il termine) che pensa la maggioranza di questo Consiglio della famiglia. Sono convinto che sia giusto che la Regione riconosca e sostenga la famiglia quale soggetto fondamentale per la formazione e la cura delle persone. Penso al vecchietto che, con un aiuto alla famiglia, invece di finire in una casa di riposo, potrebbe finire il resto dei suoi giorni nella sua casa, con i suoi figli. Quale ambito di riferimento unitario per ogni intervento riguardante la salute, l'educazione, i bambini, i giovani lo sviluppo e la sicurezza sociale, se non la famiglia che dà sicurezza sociale a ciascuno dei suoi componenti.
Per famiglia (l'emendamento è anche inutile), si intende anche nucleo familiare, perché una madre con un figlio fa comunque famiglia, quindi quell'emendamento è perfettamente inutile. A meno che, non voglia nascondere quella ideologia di sinistra che identifica nella famiglia anche le coppie innaturali, le coppie omosessuali che fanno richiesta di adozione: su questo la Lega Nord è assolutamente contraria, cara Consigliera. Quella non sarà mai, ripeto mai, famiglia. Può darsi per voi ma per noi mai. Una coppia omosessuale difficilmente darà una educazione logica e naturale ai propri figli.
La definizione del comma 1, dell'articolo 41, secondo noi, non deve essere toccata perché è un ottima definizione, perché è la definizione storica della famiglia, quella definizione che difende i valori culturali del nostro Paese, della nostra gente e delle nostre radici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Dopo l'intervento del Consigliere Rossi potremmo definire e sintetizzare il suo intervento così: "La famiglia è sacra, unica ed indivisibile". Mi sembra che il Consigliere Rossi viva in un'altra epoca.
La Consigliera Suino ha fatto bene ad esemplificare i mutamenti sociali in corso e, come oggi, il termine "famiglia" sia totalmente desueto.
Assessore, lei ha maturato una lunga esperienza di militanza in un partito la Democrazia Cristiana, che, nel bene o nel male, ha rappresentato molto in questo Paese e che per anni è stato pervaso dall'orgia familistica considerando la famiglia il centro di tutte le attenzioni.
Nel frattempo questa formazione sociale ha modificato profondamente i suoi connotati; non si può più parlare di famiglia, ma si deve parlare di famiglie. Non si può parlare di politica per la famiglia, ma di politica per le famiglie, e in quel plurale è raccolta la varietà della composizione dei nuclei familiari. Ad esempio, dalla situazione di due anziani dello stesso sesso che, per ragioni legate alla propria condizione economica decidono di costruire un nucleo di convivenza che, a tutti gli effetti rappresenta una famiglia, a quella che rende più preoccupante l'intervento dell'on. Rossi, cioè alle unioni che maturano nel rispetto dell'evoluzione anche dei costumi sessuali.
Perché una politica socio-assistenziale non deve porre al centro le famiglie e i nuclei familiari, così come l'evoluzione dei costumi sociali oggi li pone all'attenzione della società? Sarebbe miope includere in quel termine ragioni di esclusione, perché questo è il dato. La terminologia ha la sua importanza perché stiamo parlando di soggetti destinatari di diritto.
Mi è capitato di partecipare ad un dibattito in un'emittente privata con il Consigliere Galasso, il quale ringraziava un componente di una famiglia che telefonava in trasmissione per dire: "Noi il nostro 'vecchietto', il nostro padre ce lo teniamo nel nucleo familiare". Il Consigliere Galasso ha espresso vivi complimenti a questa persona. Ma la maggioranza di centrodestra è consapevole di cosa voglia dire oggi affrontare il problema degli anziani in questo Paese, senza affiancare a questa esigenza - che pure molte famiglie esprimono - il sostegno economico necessario, ma soprattutto una politica abitativa coerente con i nuovi bisogni che emergono dalla società? Molte cose sono cambiate. Un tempo erano le giovani generazioni che si facevano carico dei propri anziani; oggi paradossalmente sembra quasi che gli anziani, fino a quando sono in forza, si fanno carico delle giovani generazioni, perché a loro non è data la certezza del futuro.



(Commenti del Consigliere Cattaneo)



CONTU Mario

Caro Cattaneo, ai giovani oggi non è data la certezza del futuro.
Concludo, facendo un appello all'Assessore affinché compia un atto di coraggio. Abbia coerenza anche con l'attenzione che ha dimostrato alle osservazioni delle opposizioni in più parti di questo percorso. Non restringa questo ambito alla famiglia, ma sappia aprirsi al nuovo e lei è consapevole, essendo Assessore alle politiche sociali, che le formazioni sociali in questo Paese sono profondamente cambiate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Non cercherò di convincere né l'Assessore né la maggioranza sul fatto che il loro concetto di famiglia sia un concetto superato, che non rispecchia la realtà e che sia fortemente ideologico.
Penso che sia difficile operare questo elemento di convinzione, anche perché dopo alcune considerazioni fatte con il collega Saitta, penso che la vecchia DC fosse molto più laica di quanto voi non siate. Avete perso tutti quegli elementi di laicità che pur quel partito in una sua storia lunga e complessa, dal nostro punto di vista aveva, e vi siete "abbarbicati" ad un ideologico bigottismo, che francamente sarebbe degno di miglior causa.
Detto questo come considerazione storica e come riflessine, per questa ragione non penso che sia possibile convincervi e neanche cercare di aprire un terreno di interlocuzione di ordine ideale su questa problematica. Penso però che potreste almeno assumere una questione di un certo rilievo, fatte salve vetuste concezioni ideologiche degne di altri tempi.
La questione che potreste assumere riguarda il fatto che più di un terzo delle famiglie piemontesi - non quelle che con grande chiusura citava il collega Rossi - ma molto più tranquillamente nuclei familiari con una madre single oppure di persone separate che, in attesa dei lunghi tempi che ancora ha la legge sul divorzio, hanno costituito un nuovo nucleo familiare, magari hanno un certo numero di figli provenienti anche dai matrimoni precedenti, più di un terzo di quelle famiglie, spesso di anziani soli o di anziani che hanno deciso di mettere in comune una parte della propria esistenza per diminuire anche gli alti costi che il caro vita oggi ha.
Quindi, con buona pace del Consigliere Rossi che vede fantasmi da tutte le parti, esiste più un di un terzo di queste famiglie che sono dichiarate nuclei familiari a tutti gli effetti, nelle registrazioni delle amministrazioni comunali di questa Regione, e che spesso abbisognano di un intervento e di una legge di politica sociale molto più di altri nuclei che sono in condizioni diverse.
Fatta salva tutta la vostra falsa ideologia, di questi chi si occupa? C'é qualche intervento di legge di questa o di altre leggi regionali che intervengano su quelle situazioni di difficoltà? Perché spesso non si possono avvantaggiare degli interventi nei confronti dei singoli, perch non ricorrono le condizioni, e non si possono avvantaggiare degli interventi nei confronti dei nuclei familiari, perché per loro ancora continuano a non ricorrere le condizioni. Vi trincerate dietro al vostro familismo amorale - perché di questo si tratta - che pone la famiglia dell'articolo 29 della Costituzione su qualsiasi piedistallo e poi, proprio alla famiglia, fa mancare i contributi o ne manda di risicati - che è la storia che, in questa Repubblica, abbiamo conosciuto più volte, nel momento in cui i più audaci sostenitori di concezioni ideologiche e bigotte erano gli stessi che non concedevano gli stanziamenti in direzione dei nuclei familiari. Non state facendo altro che ripetere, in peggio, quella storia.
Fatte salve le vostre false convinzioni ideologiche, che, a mio giudizio è impossibile scalfire e che potete tranquillamente continuare a mantenere, qualora fosse una vostra convinzione e rimanesse un problema individuale che non si tramuta in un danno di legge, per non tramutare quelle convinzioni individuali, assolutamente personali e private, in un dramma di legge che riguarda la collettività dal punto di vista sociale potreste scrivere, ad un certo punto, che la famiglia che ritenete da santificare sia quella dell'articolo 29 della Costituzione, fondata sul matrimonio, e presentandovi ovunque coi manifesti. Dopodiché, scrivete un codicillo in cui, fatte salve le vostre convinzioni, i benefici della presente legge si estendono anche ai nuclei familiari bisognosi per cui ricorrano le condizioni. Da un lato vi siete salvati la vostra falsa coscienza, dall'altro non avete danneggiato tante persone che, da questo punto di vista, hanno delle esigenze. Mi sembrerebbe una soluzione ragionevole, perché risolve i vostri problemi, potrete vantarvene in tutte le sedi e, nello stesso tempo, non avrete compiuto un danno sociale.
Vorrei far presente che su questo punto non mi basta una risposta sbrigativa del tipo "La Giunta non acconsente". Chiederei che su questo punto ci fosse un momento di riflessione, perché potrebbe essere un elemento di mediazione che risolverebbe una serie di problemi: a voi di continuare a dire che la pensate in quel modo e che rispettate le sacre convinzioni, alla gente di non subire, da questo punto di vista, un danno.
A questo proposito, si potrebbe, forse, operare una riflessione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
In realtà, intervengo per dissociarmi da questa discussione: mi dissocio dagli uni, dagli altri e, forse, un pochino anche da me stesso perché ho l'impressione che non stiamo discutendo di nulla.
Stiamo discutendo di un articolo che, presumibilmente, potrebbe non esistere - perché non dice nulla dal punto di vista normativo - in relazione ad una definizione di "nucleo familiare" che, vado a memoria, ma questo dibattito lo affrontammo anche in Commissione, è esattamente uguale a quella contenuta in tutte le leggi, votate da tutte le maggioranze, nel corso di questi anni, anche di orientamento contrapposto, rispetto ad interventi che, esistano o meno beneficiari inseriti o non inseriti in famiglie o nuclei familiari di diversa composizione, rimangono comunque beneficiari di questi interventi perché né nella legge n. 328 né in questa legge c'é scritto che se uno sta in una famiglia di tipo diverso rispetto alla famiglia naturale, fra virgolette, non è beneficiario di questi interventi.
Allora, perché mi dissocio? Come dicevo già in Commissione, gli articoli manifesto, che non dettano nulla in termini di disciplina rispetto agli interventi che dovrebbero complessivamente organizzare, sono inutili e, in quanto tali, dannosi. Gli emendamenti agli articoli manifesto sono inutili e, quindi, dannosi, esattamente come gli articoli manifesto. I tentativi di enfatizzare in modo politico (come ha fatto il collega Rossi) la portata di una dicitura come se si scoprisse l'acqua calda questa mattina sono anch'essi inutili e, quindi, dannosi, perché purtroppo questa è l'acqua calda scoperta da parecchio tempo, che pare vada bene per sciacquare tutti: sciacqua una maggioranza e sciacqua l'altra maggioranza.
Non esiste una sola normativa - posso andare a memoria, ma ricordo molto bene il dibattito che facemmo in Commissione - approvata in ordine alla disciplina delle famiglie che usi, o abbia usato, delle diciture di tipo diverso.
Visto che questo articolo - mi rivolgo anche ai colleghi dell'opposizione - non dice semplicemente nulla, perché non stabilisce che l'inserimento del potenziale beneficiario di un intervento in una famiglia piuttosto che in un'altra lo rende beneficiario o meno di un certo intervento, passare ore ed ore a discutere di niente, su un articolo che non significa obiettivamente nulla, mi pare inutile.
Sarebbe molto più utile, invece, per la maggioranza, per l'opposizione e per la Giunta, andare a verificare come la recente giurisprudenza stia andando a ridescrivere, in maniera abbastanza corposa, la figura stessa dell'istituto familiare, anche semplicemente in termini di cronaca. So che il Tribunale di Torino ha sollevato, proprio in ordine ad una legge regionale che disciplina l'edilizia residenziale pubblica, un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale, proprio rispetto alla definizione in questo caso non della famiglia, ma della coabitazione all'interno della stessa casa, quindi su un problema apparentemente marginale, che è quello della locazione, la mia impressione è che il problema politico che tutti quanti abbiamo dinanzi sta esattamente lì: nell'arretratezza dei dispositivi normativi che normalmente le Assemblea elettive approvano in ordine all'istituto familiare, e nella natura pesantemente e positivamente evolutiva della giurisprudenza che, andando inevitabilmente a disciplinare istituti di fatto che si vanno formando interviene in maniera sempre più pesante sulla legislazione in materia di istituto familiare.
Questo, però, è un problema che non riguarda questo articolo, che, come ripeto, non dice nulla. È un problema che riguarda trasversalmente tutta la legislazione, nazionale e regionale, perché ha delle implicazioni di carattere amministrativo, ma anche di carattere civilistico particolarmente significative.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere segretario Galasso, che interviene in qualità di Consigliere.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente.
La contrarietà all'emendamento proposto muove intanto da una considerazione di metodo, perché mi pare che sia un modo surrettizio per introdurre strumenti sostanzialmente volti a scardinare tutto il primo comma dell'articolo 41: o l'opposizione ha, non dico il coraggio, ma il buonsenso (sotto il profilo logico) di chiedere la modifica di tutto l'articolo, oppure si insinuare la correzione che vuole prendere le distanze sostanzialmente dall'articolo 29 della Costituzione, perch questo mi pare sia il problema. Invito, quindi, ad una sobrietà di linguaggio, perché qui non si tratta né di sciacquio né di familismo amorale, ma vi è il rispetto assoluto della Costituzione, e conseguentemente, della nostra storia comunitaria. Quanto alle considerazioni del Consigliere Contu, rilevo che non confligge affatto quel mio augurio o quel mio complimentarmi con l'autore della telefonata.
Ecco perché, ritengo che questo sia un modo surrettizio per inserire elementi di rottura sull'articolo 29. Quegli aspetti, quelle problematiche sono indicate (basta leggere un po' più avanti nel disegno di legge) in modo articolato nell'articolo 49, dove si fa riferimento a tutta una serie di dati quali la relazione nella comunità locale, alla vita familiare e sociale.
Quindi, mi pare, sia salvaguardato il nucleo familiare come famiglia come espressione del rapporto naturale, così come definito nella Costituzione.
Si risponde alle esigenze di socialità, alle esigenze del singolo che ha bisogno e che trova una maggiore tutela proprio all'interno di questa disciplina.
Tornando al comma 1, dell'articolo 41, devo dire che, non solo vi è il rispetto della Costituzione, ma vi è l'esaltazione di tutti i momenti sociali all'interno della famiglia, nella valorizzazione della persona.
Infatti, fa riferimento alla formazione, alla cura delle persone, sempre in un quadro di riferimento unitario, salute educazione, sviluppo culturale e sicurezza sociale.
Un articolo così strutturato coglie gli aspetti soggettivi personali li inserisce nel corpo sociale naturale della famiglia e li vede valorizzati all'interno della comunità in cui opera. Nella parte restante ha ragione per certi versi il Consigliere Palma e in parte riprendo il suo intervento - vi è il secondo fine di voler surrettiziamente rompere quello che è il portato costituzionale del dato della famiglia come soggetto naturale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 41.1, rubricato n. 71, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. 41.2, rubricato n. 365, a firma Rossi Oreste, è ritirato.
41.3) Emendamento rubricato n. 72 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: Al comma 2 la lettera c) dopo le parole "attraverso un" inserire la parola "apposito".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 41.3), rubricato n. 72, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 41, come emendato.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale.
Comunico che la seduta pomeridiana avrà inizio alle ore 15.00.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.38)



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