Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.420 del 10/12/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 13.05)



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Casoni Chiezzi, Costa Enrico, Costa Rosanna, Ghigo, Pozzo, Racchelli, Rossi Giacomo.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Cotto


PRESIDENTE

Comunico che, con decreto n. 146 del 9 dicembre 2003, il Presidente della Giunta regionale ha attribuito temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta, per la seduta di mercoledì 10 dicembre all'Assessore Mariangela Cotto.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori in relazione a notizie di stampa riguardanti l'Assessore D'Ambrosio


PRESIDENTE

Comunico che la VI Commissione permanente ha svolto gli approfondimenti sugli emendamenti alla proposta di legge n. 338 ("Valorizzazione degli sport tipici del Piemonte"). Chiedo se possiamo trattarla adesso oppure successivamente.
Chiede la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente, debbo dire che siamo molto stupiti che lei abbia aperto la seduta di oggi chiedendoci di discutere in modo assolutamente ordinario degli esiti della VI Commissione rispetto al provvedimento di ieri, e che lei, su sollecitazione della Giunta, non abbia invece sentito il dovere nei confronti di questo Consiglio, di aprire lo stesso con una comunicazione, magari richiesta al Presidente della Giunta, sulle dichiarazioni che abbiamo letto oggi sul giornale relativamente ad un assegno preso in prestito dall'Assessore D'Ambrosio o da parte dell'ex Dirigente della Regione Ferro e sulla vicenda che da questo punto di vista si apre.
Io non parlerò dell'Assessore D'Ambrosio e non dirò altro rispetto alla gravità di questa vicenda, peraltro ampiamente annunciata non solo dai dossier che noi avevamo presentato, ma anche dalla richiesta che congiuntamente il centrosinistra e Rifondazione hanno fatto proprio la settimana scorsa nell'ennesimo Consiglio regionale in cui si chiedevano le dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio.
Non abbiamo più niente da dire da quel punto di vista, anche rispetto all'estrema gravità dei rapporti che intercorrono tra un Assessore e un funzionario e l'assoluta caduta di ogni forma di trasparenza e di correttezza delle relazioni all'interno della Regione, perché riteniamo la questione D'Ambrosio, per quanto ci riguarda, una questione archiviata e che doveva essere archiviata da molto tempo con la sua sostituzione all'interno di questo Consiglio regionale.
Ci pare che qui si ponga una questione diretta, che riguarda il Presidente della Giunta, l'on. Enzo Ghigo, quello stesso on. Enzo Ghigo che il 30 giugno del 2002 diceva: "Ogni giorno che passa, diminuiscono la stima e la fiducia politica nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio"; che apriva continue vertenze e verifiche in quella Direzione e che arriva al Consiglio regionale della scorsa settimana (e nelle dichiarazioni giornalistiche successive) dicendo che sarebbe stato ingiusto sostituire D'Ambrosio in quanto non lambito da alcuna questione di trasparenza, tanto meno da questioni giudiziarie, ma che rispetto a questo lui confermava all'Assessore alla sanità la sua fiducia.
Noi chiediamo che si ponga una questione di fiducia nei confronti del Presidente della Giunta, della sua capacità di governare oggi, in questo momento, il Piemonte e gli chiederemmo una comunicazione urgente, senza la quale, a nostro avviso, non può cominciare oggi alcun Consiglio regionale.



(Commenti in aula dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Collega Manica, le ho dato la parola sull'ordine dei lavori. Come lei sa, oggi non è previsto all'o.d.g. alcun dibattito sulla sanità; c'è appena stato un dibattito sulla sanità. Per quel che mi riguarda, si tratta di un articolo di giornale che io neanche avevo letto e non c'è alcun provvedimento in atto, alcun fatto politico nuovo. Quindi, se qualcuno vuole richiedere un dibattito e l'inserimento di un dibattito come punto all'o.d.g., faccia la debita richiesta: verrà presa in esame nella Conferenza dei Capigruppo e calendarizzata a norma di Regolamento.
Per chiedere l'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g. invece ci vuole una procedura con una richiesta di inserimento, una maggioranza di 40 voti e su questa richiesta, se viene formalizzata, può parlare solo uno a favore e solo uno contro. Quindi, se qualcuno mi chiede la parola ancora sull'ordine dei lavori, gliela do, ma se c'è una richiesta ufficiale d'inserimento di punto all'o.d.g. e quindi di dibattito, allora uno a favore e uno contro e si va avanti con il Consiglio.
Chiede la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Ho ascoltato l'intervento della collega Manica: la prima cosa che faremo sarà di andare a leggere questo articolo sul giornale. Sul giornale a mie mani non l'avevo letto, poi mi hanno riferito che si tratta di un'altra testata e adesso lo andrò a verificare.
Sarebbe quanto meno anomalo che, ad ogni articolo di giornale che riguardi questo o quel membro del governo regionale o dell'assemblea regionale, immediatamente si chieda un dibattito. Alcune volte è già certamente avvenuto in questo Consiglio regionale e anche in situazioni che forse, in un certo senso, determinavano le condizioni di un dibattito, ma giustamente, come il Presidente ricordava, non si è mai acconsentito a farlo immediatamente. Di conseguenza, ci sarà una valutazione e quindi la richiesta della Consigliera Manica potrà avere un ulteriore seguito.
Per quanto mi riguarda, essendo Presidente di Gruppo, dirò la mia alla Conferenza dei Capigruppo e certamente il governo regionale, se sarà in un certo senso richiamato e invitato a fare una comunicazione, esprimerà la sua posizione attraverso il proprio rappresentante sempre in quella sede.
Si tratta di un articolo, e non credo che ci siano urgenze per richiedere un dibattito coi 40 voti. Non per sdrammatizzare, ma vorrei ricordarle, Presidente, che in questi quattro anni scarsi di legislatura anche su punti importanti, questa maggioranza, che conta 40 Consiglieri pur con tutta la buona volontà, raramente è riuscita a iscrivere un punto con 40 voti, per cui sarebbe quanto meno anomalo, con una maggioranza trasversale tra opposizione e maggioranza, avere i 40 voti proprio su una richiesta come quella formulata oggi dalla Consigliera Manica. Di conseguenza, invito la collega magari a non formalizzarla, perché vedo un voto abbastanza scontato.
Invece il mio intervento sull'ordine dei lavori voleva essere anche più puntuale. Noi chiediamo di continuare a lavorare secondo l'o.d.g. col quale siamo stati convocati. Ricordo che oggi, proprio per quanto determinato dalla Conferenza dei Capigruppo e anche nella giornata del Consiglio regionale di ieri, è prevista la prosecuzione del disegno di legge n. 407 in capo alla Giunta regionale, che riguarda la nuova organizzazione del sistema regionale integrato con gli interventi dei servizi sociali (come tutti sanno, la legge non era stata assegnata alla Commissione, ma s'era fatta una parentesi e il provvedimento era ed è in sede d'aula). Per quanto riguarda il progetto di legge degli sport tipici, la sua trattazione è prevista al primo punto della seduta di martedì prossimo.
Quindi chiediamo di proseguire l'esame del disegno di legge n. 407 oggi e di trattare il provvedimento sugli sport tipici martedì prossimo, come previsto. Tra l'altro, il Consigliere Costa, primo firmatario del provvedimento sugli sport tipici, è assente nella giornata di oggi e avendo partecipato al dibattito di ieri, credo che per un senso di attenzione al collega sia giusto dargli l'opportunità di esporre le ragioni della sua legge.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, credo che per prima cosa debba valere il principio dei pacta servanda sunt: i patti debbono essere osservati (traduco per coloro che non ne abbiano conoscenza).
Ieri, quando lei, Presidente, decise di sospendere la trattazione in aula di quel disegno di legge, proprio su istanza dell'opposizione, lo fece con l'avallo di tutto il Consiglio, anzi, venne rinviata di un'ora l'apertura dei lavori del Consiglio con il presupposto che il provvedimento tornasse in Commissione e venisse ridiscusso questa mattina. Chiederei ai Consiglieri di maggioranza di mantenere quei patti assunti ieri in aula sotto gli occhi di tutti.
Per quanto riguarda il resto credo due cose. Prima: l'o.d.g. di quest'aula non può essere determinato dalle testate dei giornali; seconda: non posso non notare la furia giustizialista della sinistra che ovviamente, confonde l'indagato con il colpevole, persona sospesa con ex dirigente. Il diessino Ferro è una persona sottoposta ad indagine e misure e deve pertanto essere rispettato fino a quando non ci sarà una sentenza passata in giudicato sul punto.
In ogni caso il Presidente apprezzi l'eventuale illegittimità della richiesta perché, se non ho capito male, si tratta di dichiarazioni rese da un testimone davanti ad un giudice. Assistiamo normalmente alla violazione sistematica del segreto istruttorio, non credo che questo fatto possa essere ammissibile in aula. Non penso che si possa chiedere all'Assessore circa riferimenti e fatti che ha detto davanti al giudice: siamo fuori dall'ambito istituzionale.



PRESIDENTE

Devo soltanto fare una precisazione doverosa. Ieri non c'era stata un'intesa affinché il punto relativo agli sport tipici venisse trattato oggi. C'era stata l'intesa che gli emendamenti venissero approfonditi in Commissione rimanendo il provvedimento assegnato all'aula. Era rimasto indeterminato il "quando" il provvedimento sarebbe stato trattato. Se c' il consenso dell'aula si potrebbe esaminare oggi, altrimenti lo calendarizzeremo per martedì prossimo. Questo era il senso del passaggio in Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Mi stupisco che il Presidente e il Consigliere Cattaneo non abbiano letto i giornali oggi: tutti mi strappavano di mano La Repubblica per leggerla...



PRESIDENTE

Io non leggo mai il quotidiano La Repubblica; è un mio difetto ma non lo leggo mai.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Legga almeno la rassegna stampa!



PRESIDENTE

Anche altri giornali non leggo, è un mio difetto.



PAPANDREA Rocco

In questo caso le consiglio di chiedere una pausa di cinque minuti da dedicare alla lettura del quotidiano in questione. Leggendo il giornale mi sarei atteso o una dichiarazione della Giunta, oppure un suo intervento iniziale in cui entrava nel merito e chiedeva una comunicazione. Mi pare che in questo articolo trapelino dei fatti estremamente gravi, al di là del come si è giunti alla stesura dello stesso. I fatti che emergono sono di enorme gravità, tanto più alla luce della discussione svolta la scorsa settimana. Mi pare non si possa fingere che non esista. Ripeto, il Presidente potrebbe chiedere cinque minuti di sospensione per prendere atto di quanto è stato scritto sul quotidiano e fare qualche atto di tutela nei confronti di questo Consiglio. Non mi sembra che la richiesta che avanziamo sia assurda, così come non è normale il contenuto di questo articolo.
Il Presidente potrebbe fare una comunicazione, oppure dirci quando pensa di poterla calendarizzare. Mi pare che la situazione sia tale da non permettere il tranquillo svolgimento dei lavori di Consiglio, tanto più con provvedimenti che riguardano l'Assessore d'Ambrosio.



PRESIDENTE

Devo confessare che l'articolo l'ho letto quando me l'hanno segnalato.
Dal punto di vista istituzionale non vi ho trovato niente di rilevante; si tratta di questioni politiche, quindi si fanno le richieste ai sensi del Regolamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Le mie dichiarazioni si pongono sulla stessa linea dei Consiglieri Cattaneo e Brigandì. Dobbiamo anzitutto rilevare come l'Assessore, la Giunta, il Presidente Ghigo e questa maggioranza siano sempre stati molti attenti ad ogni richiesta di Consiglio straordinario, di comunicazioni qualsiasi atto che possa servire alla minoranza per avere idee più chiare su tutte le questioni legate alla sanità.
La testimonianza è data dalle decine di dibattiti che in quest'aula, in questi tre anni e mezzo, abbiamo svolto sulla sanità, l'ultimo dei quali proprio una settimana fa. Tutti ricordano - anche gli amici giornalisti che assistono solo le prime fasi del dibattito e poi "scappano" per giustamente, svolgere il loro lavoro - come i dibattiti dopo il terzo o il quarto intervento, si concludono perché non c'é più materia sulla quale dibattere.
Qualora ci fossero delle richieste formali di ulteriori momenti di approfondimento il Consiglio, come sempre, non si sottrarrà.
Sono contrario, lo dichiaro fin da adesso, qualora ci fosse una richiesta di inserimento all'o.d.g. di dibattere oggi l'argomento, perch il dibattito, con l'inserimento del punto all'o.d.g., avviene quando emergono motivi straordinari e molto significativi. La discussione non avviene, con tutto il rispetto per il quotidiano - anche se in Piemonte non vende moltissimo, ma è una testata di interesse nazionale - su un articolo di giornale. Tra l'altro un articolo, sul quale non entro nel contenuto e nel merito, che riguarda un aspetto molto privato, così deve essere visto di un momento di vita di due persone che sono anche collegate da un sentimento di grande amicizia.
Pertanto non trovo alcun motivo di eccezionale gravità; naturalmente la minoranza ha tutta la potestà di presentare richieste per comunicazioni che verranno vagliate nella prossima conferenza dei Capigruppo, ma la nostra giornata di lavoro, una delle ultime giornate di lavoro prima delle pausa natalizia, deve continuare normalmente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Per quanto riguarda l'avvio dei lavori a me sembra che sia prassi consolidata, in questa Assemblea, che quando è assente il proponente di un provvedimento, ed è assente per ragioni personali forti, non si proceda nella discussione. Il provvedimento sugli sport tipici, rispettando le motivazioni di un impegno forte del Consigliere Costa, non deve essere trattato.
Quanto invece evidenziato dalla Consigliera Manica non sembra disdicevole. Si può essere d'accordo o meno sul sistema informativo, si pu leggere o non leggere un giornale, ma i media, nella società, hanno una rilevanza tale che questa Assemblea non può far finta di niente. Fuori c'è una società che ha una circuitazione di informazione e, qui, nella cantina si fa finta di nulla, che, poi, all'interno ci sia la questione del segreto istruttorio che viene meno, ed è una vecchia vicenda sulla quale anch'io ho molte perplessità, è un altro aspetto. Oggi, si deve valutare, francamente che se la Giunta fosse un po' in palla, in termini calcistici, giocherebbe d'anticipo: fa una breve comunicazione, magari, si riposiziona sulle sue posizioni, le conferma e chiude la vicenda. E' il silenzio che non è accettabile su una vicenda oggettivamente delicata, tra l'altro, per il rilievo che ha la sanità nell'impianto della nostra Regione.
La nostra richiesta di una comunicazione scaturisce dal forte peso dell'informazione. Possiamo anche non essere d'accordo su come è stata formulata, sul segreto istruttorio, però, la società, oggi, è investita di questo aspetto. Noi, qui, facciamo finta di nulla, ma è necessario almeno un segnale. La maggioranza potrebbe riposizionarsi pari pari rispetto a quanto aveva detto la scorsa settimana, assumendosene la responsabilità politica, ma è legittimo. L'opposizione fa la sua parte e, in qualche modo vuole che si dica qualcosa su questa vicenda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente e colleghi, al di là degli aspetti formali e delle dichiarazioni degli avvocati della maggioranza - ormai, sono tanti, a partire dal Presidente - lei, Presidente, si limita a fare delle valutazioni da avvocato. Quand'è che si rende conto, anche lei, Presidente della difficoltà in cui sta vivendo l'Assemblea regionale? Quand'è che in quest'Aula entra un po' di pudore per quello che è capitato? Pochi giorni fa, avete dato la fiducia all'Assessore D'Ambrosio, anche lei, Presidente...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

E' un disonesto, parlate chiaro, sia lei che la Consigliera Manica! Se avete qualcosa da dire, ditelo qui che viene registrato!



PRESIDENTE

Assessore D'Ambrosio, per gentilezza!



SAITTA Antonio

Quand'è che vi rendete conto che vi state legando mani e piedi ad una vicenda personale? Avete dato la fiducia, per cui spero che il Presidente Ghigo non sapesse nulla della vicenda oggi raccontata da La Repubblica. Sarebbe stato assurdo che l'Assessore avesse riferito anche questa vicenda, che è grave per l'immagine della Regione! Non vi rendete conto delle dichiarazioni che sono state rese. Sono fattori gravi, gravissimi, che, a questo punto, obiettivamente, richiedono di nuovo, una riflessione attenta.
Credo che, nuovamente, il Presidente Ghigo sia stato beffato dall'Assessore. Il Presidente Ghigo deve venire qui a raccontarci un po' le questioni. Spero che sia l'ultima vicenda.
Spero che il Presidente Ghigo venga qui a dire che è stato beffato, che non sapeva di queste cose e che la Regione ha subito, di nuovo, un danno nell'immagine. E' un danno, Assessore, non è un fatto tra amici.
Non vi rendete conto! Cosa dobbiamo aspettare, il mandato di cattura internazionale per stupirci un po' delle vicende che si stanno verificando sulla sanità? Per questo chiediamo che il Presidente Ghigo venga in Aula a raccontarci come è stato nuovamente beffato dall'Assessore D'Ambrosio perché, probabilmente, non glielo ha raccontato. Suppongo che, se il Presidente Ghigo avesse saputo di questa vicenda, non gli avrebbe accordato la fiducia. Conoscendo il Presidente Ghigo, persona molto prudente, non gli avrebbe accordato fiducia. Credo che neppure la maggioranza fosse informata di questo fatto, anche se l'Assessore lo aveva già dichiarato, a quanto pare, un po' di giorni fa.
Il Presidente Ghigo deve venire qui per porre un punto fermo su questa vicenda. Non possono continuare così questi rapporti, che sono tra l'amichevole e il politico: "Di Summa era un mio amico, con Verducci andavamo a cena, a poker giocavo prima, l'altro è un mio amico".
Ci rendiamo conto della gravità? Vogliamo finirla con questa vicenda e aprire una fase nuova? Vogliamo smetterla con l'omertà di questi interventi, che dobbiamo difendere la maggioranza? La maggioranza si difende anche, Presidente e collega Cattaneo, con qualche atteggiamento coraggioso.
Nella pausa ho ricordato che, per banalità e sciocchezze, l'Assessore Viglietta fu mandato via perché aveva comprato delle gabbiette, così come l'Assessore Angeleri è stato coinvolto in un'altra vicenda.
Qui, invece, si parla con tranquillità di tutto.



PRESIDENTE

Colleghi, sull'ordine dei lavori si può parlare una volta sola.
Consigliera Saitta, la prego di concludere.



SAITTA Antonio

Chiedo che il Presidente Ghigo venga a riferire in Aula.



PRESIDENTE

Non è una richiesta formale.
La parola al Consigliere Scanderebech.
Ricordo che si può intervenire una volta sola, poi passiamo oltre.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, quando sono arrivato qui, nel 1995, la sanità aveva cinque inquisiti all'interno del Consiglio regionale, tra cui un Assessore che sono stati rinviati a giudizio, ed era tutto normale. Ci siamo rimessi lì, ci siamo tirati su le maniche. Oggi, dopo quello che è successo, ho letto un articolo su La Repubblica dell'amico Rocco Papandrea. Non ho capito come mai i colleghi del centrosinistra, su un articolo di giornale del 6 dicembre, che ho ricevuto questa mattina, in cui si continua a parlare di un Assessorato all'identità piemontese, non hanno detto niente sono stati tranquilli! Ieri e l'altro ieri mi aspettavo una battaglia politica, ideologica.



PRESIDENTE

Consigliere, le ricordo che l'intervento è sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Su un argomento che ha un senso politico e istituzionale ve ne siete stati zitti, pacati e tranquilli. Ieri vi siete dannati l'anima per parlare di Commissione "sì", Commissione "no".
Questo è un fatto grave su cui ci dobbiamo confrontare politicamente.
Dobbiamo cercare di capire cosa vuol dire "identità", "Assessorato all'identità piemontese". Questo vuol dire che mia figlia, che è nata a Torino, potrebbe dirmi: "Papà, tu non capisci niente, non conti niente, sei un uomo senza identità, perché non sei nato in Piemonte, ma io sì perch sono nata a Torino e sono contenta perché, finalmente, c'è un Assessorato all'identità piemontese".
Questi sono i temi politici su cui dobbiamo confrontarci, perché alla gente che non arriva a fine mese non importa niente dell'assegno di due milioni e mezzo e di una questione di carattere personale.
Se l'Assessore D'Ambrosio ha compiuto qualcosa di grave quale Assessore, allora, accusatelo, venite qui in Aula, come ha detto prima dite se c'è qualcosa che non va nei confronti del lavoro che ha svolto.



PRESIDENTE

Collega Scanderebech!



SCANDEREBECH Deodato

Quindi, come tale, questo uomo, per tutto quello che ha fatto alla sanità piemontese, per tutto quello che ha subito fisicamente...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, la invito a concludere!



SCANDEREBECH Deodato

...gli sono riconoscente come collega e come uomo appartenente ad un'identità che non è quella piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Signor Presidente, al di là del fatto che mi sembra che la sinistra voglia inserire nella legge, come sport tipico, il linciaggio dell'Assessore e fatti assolutamente personali, che non hanno rilevanza sotto un profilo giuridico, perché non mi sembra che ci sia alcunch neanche politicamente, è il rapporto di una persona con un'altra persona mi sembra che tutto diventi buono per lo sport del "lincia l'Assessore".
Veramente, di questo siamo stanchi, sono tre anni che andiamo in questa direzione.
Mi aspettavo altro, perché qualcosa di grave, anzi, di gravissimo, è apparso sui giornali di oggi. E non è apparso solo su La Repubblica, ma su tutti i giornali; addirittura l'abbiamo sentito dalla viva voce della persona: ieri è emerso che il Sindaco Chiamparino non vuole "Molinette 2".
Questo è il fatto grave.
Il Sindaco di Torino ha trovato una scusa, sostenendo, addirittura, che il Governo non può controllare come spende i suoi soldi - perché i soldi sono del Governo - e ha messo in discussione "Molinette 2", con ci evidenziando come il centrodestra si batte per avere, a Torino, un ospedale efficiente e moderno, mentre la sinistra di Chiamparino, attraverso il Sindaco di Torino, ha usato quel pretesto per mettere in discussione il più grande atto, il più grande investimento, ciò che di più grande si stia cercando di fare nella città di Torino.
Questo dev'essere l'oggetto di un dibattito in quest'Aula! Perché il Sindaco Chiamparino, che guida il centrosinistra di Torino, è contrario a "Molinette 2". È contrario, cioè, a dare ai torinesi una struttura di cura che i torinesi vogliono da anni: questo lo abbiamo sentito dalla viva voce del Sindaco Sergio Chiamparino.
Questo è un fatto politico grave. Questo sì che legittima un dibattito! Perché la sinistra non vuole "Molinette 2". Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Marengo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Colleghi, voi avete i voti per impedire che questa discussione venga svolta, ma non vi rendete conto, e lo dico con molta tranquillità, che in questo modo vi isolate sempre di più dal resto della società piemontese.
Collega D'Ambrosio, gliela pongo in questi termini: se il rapporto tra il Direttore di una struttura importante, come quella che occupava il dott. Ferro, e l'Assessore alla sanità diventa così stretto, così anomalo e, mi consenta, così improprio, è legittimo domandarsi - e lo faranno in molti piemontesi queste ore - se alcune scelte che avete compiuto in questi anni non siano state pesantemente condizionate da questo rapporto.
Qui non c'entra, cari colleghi Cattaneo e Botta, l'indagine della Magistratura. Non c'entra niente, perché avrà il suo corso quell'indagine.
In un Paese normale, con un minimo di etica - posso usare questa parola? in cui conta la distinzione fra politica e struttura, una cosa di questo genere non doveva capitare, Assessore D'Ambrosio. Non doveva capitare.
Non esiste che un Assessore possa avere anche un minimo debito con un suo Direttore Generale. Non esiste e non deve esistere, colleghi della maggioranza e dell'opposizione! Questa è la questione vera che emerge da questa vicenda. Voi preferite non discuterne.
Assessore D'Ambrosio, una manciata di giorni fa, ostentando una sicurezza che mi è parsa persino temeraria, il Presidente Ghigo le ha riconfermato la sua fiducia. Poteva non farlo, ma lo ha fatto: si è assunto questa grave responsabilità. Credo - e lo dico molto sommessamente - che quella decisione dia la misura delle vere ragioni che tengono insieme questa maggioranza e questa Giunta di centrodestra, una Giunta, collega Cattaneo, e lo dico anche in questo caso senza prosopopea, che indipendentemente dal fatto che possa o meno portare a termine questa legislatura, è giunta - e con questa vicenda viene dimostrato - al capolinea.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Signor Presidente.
Anch'io mi associo a quanti chiedono che il Presidente Ghigo venga a riferire in Aula su questa vicenda. Peraltro, rilevo che alcuni segnali da parte della maggioranza sottolineino inequivocabilmente la difficoltà in cui si muove quest'ultima.
Abbiamo sentito ben due interventi esercitarsi in quello che viene normalmente conosciuto come "benaltrismo", e come ambientalista e animalista sovente so cosa si intende per benaltrismo: "Non devi occuparti di questo, ma di qualcos'altro". E sia il Consigliere Scanderebech che il Consigliere Marengo si sono esercitati, appunto, in questo tentativo di illustrarci che cos'é questo benaltrismo.
Il fatto di chiedere l'intervento in Aula, credo che sia inevitabile se pensiamo a quello che è il rapporto tra l'informazione e la politica. Non possiamo ignorare che quello che facciamo qui, dal punto di vista pubblico viene riportato ai cittadini dagli organi di stampa. Non possiamo pensare quindi, che i cittadini che leggono i giornali non possano legittimamente chiedersi cosa significhi un'amicizia in politica, oppure quando quel prestito è avvenuto - se prima o dopo la conferma del Direttore - o ancora se quello è stato l'unico prestito o se ve ne sono stati altri. Non è una questione di inchiesta giudiziaria.
Riferendomi a quanti sostengono che l'amicizia è privata, rispondo che purtroppo non è così, perché in politica il privato è anche pubblico.
Questo un Assessore non dovrebbe dimenticarlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Presidente, non sono mai intervenuto su questo aspetto, consapevole anche del mio ruolo accanto a lei nell'Ufficio di Presidenza.
Lo faccio per richiamare alcune considerazioni che prego i colleghi di considerare assolutamente sentite e, credo, condivisibili.
Noi non siamo altro rispetto al Piemonte: il Consiglio regionale è il punto di riferimento che normalmente - per fortuna - viene scelto dai piemontesi come riferimento significativo. Però la nostra legittimazione sta nel creare e mantenere costantemente un rapporto di fiducia e di trasparenza con tutto il Piemonte, senza dividerlo e senza proporgli di schierarsi con fatica rispetto a questioni che interpellano, come dire, il giudizio di valori sul proprio Consiglio regionale, sulla Giunta, sugli Assessori e su quant'altro.
Vorrei dire a voi tutti che esiste qualcosa che va oltre l'interesse e le sensibilità delle persone, perché il Piemonte dev'essere posto nelle condizioni di non essere turbato e di non dover dubitare.
Assessore, le dichiarazioni che lei ha reso - io le ho sempre parlato con rispetto e continuerò a farlo - mettono in evidenza una situazione che dobbiamo valutare tutti insieme. Certamente è una situazione che fa venire meno, in qualche modo, la presunzione di correttezza e di trasparenza aspetti che sottolineava molto bene il collega Ronzani, che si è espresso con altrettanto rispetto.
Colleghi della maggioranza, non siete in presenza di una minoranza aggressiva e rissosa: abbiamo presentato progetti di legge, ci siamo misurati con la riforma dello Statuto, abbiamo presentato leggi che vi hanno addirittura preceduto con gli strumenti modesti dell'opposizione.
Incolparci e rovesciare la situazione, sostenendo che l'opposizione vuole cogliere il pretesto di un articolo di giornale, mi sembra veramente un atteggiamento troppo elusivo, che pregiudica e non va nella direzione del riconsolidamento.
Il Presidente del Consiglio, come tutto l'Ufficio di Presidenza, ma come ogni singolo Consigliere, dovrebbe fare il possibile per ristabilire elementi di fiducia.
Noi non possiamo considerare esaurita l'operazione che, in qualche maniera, oggi ha visto una risposta sbrigativa: non c'è niente da discutere, se si vuole si seguano le procedure regolamentari.
Il Piemonte non ha bisogno di avere delle risposte con il richiamo alle procedure regolamentari. Ha bisogno di poter vedere, in tutta la sua completezza e trasparenza, il Consiglio regionale come un punto di riferimento per tutti.
Se il Presidente Ghigo non sente questa responsabilità - e me ne dispiace - penso che la debba sentire l'Assessore D'Ambrosio (penso che la senta). Ripeto, penso che la debba sentire il Presidente Ghigo. Capisco l'imbarazzo e la difficoltà, ma vorrei che anche la maggioranza, come noi permetta a se stessa di fare una riflessione per poi aggiornarci e discutere in aula quello che si sta ponendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Ritengo che lei e la Giunta regionale non possiate non riconoscere che i fatti politici sono indipendenti dalla loro origine e dalla loro provenienza. Il fatto che oggi sia un articolo di giornale ad annunciare un fatto che è obiettivamente rilevante dal punto di vista politico, non deve ovviamente, autorizzare nessun tipo di linciaggio, ma autorizza una richiesta di chiarimento politico nei confronti di un Assessore della Giunta regionale.
Mi rivolgo all'Assessore D'Ambrosio. Penso che rientri non solo nell'interesse di quest'aula, ma anche nel suo interesse, chiarire con una comunicazione la sua posizione in ordine a questa vicenda.
Il fatto che questa vicenda, non abbia configurato nessun tipo di profilo di legittimità, leggendo il giornale, non significa che non ponga un problema istituzionale, molto grave, del rapporto fra la politica e l'amministrazione regionale.
Assessore, ieri abbiamo avuto, in quest'aula, un esempio di come la vita politica del Consiglio regionale possa essere avvelenata da rapporti di amicizia politica e personale, fra politici e amministratori regionali.
Penso che rientri nel suo interesse chiarire la natura dei suoi rapporti con il dott. Ferro e che rientri nell'interesse di questo Consiglio regionale sentirsi tutelato della natura di questi rapporti o trarre, dalle sue parole, conclusioni diverse.
Mi pare di avere la sensibilità sufficiente, Assessore, per comprendere che esiste una divisione netta, che va rispettata e anche onorata, fra i rapporti di amicizia e di collaborazione politica. Esiste, però, un problema istituzionale che lei non può non riconoscere. Quel signore, con cui intratteneva rapporti cordiali, era innanzitutto un signore che lei doveva controllare nel suo operato. Questo è un problema politico - mi dispiace per lei - di quest'aula, della sua maggioranza e della Giunta che fino a questo momento, la sta ospitando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Vorrei rispondere al collega Marengo, che si agita con toni da fan del Toro, ma che non sta dando la giusta interpretazione alla posizione del Sindaco Chiamparino.
A mio avviso non è tanto il problema di Molinette 2, anche se esiste quanto del destino di Molinette 1. Tutto quello che sta dietro. Che destino avrà Molinette 1? Sarà riempito di palazzi e di edilizia di lusso? Ci sono già interessi oppure no? Cosa c'è dietro? Per quanto riguarda Molinette 2, un'ipotesi di struttura sanitaria di quella entità nasce senza una programmazione sanitaria, cioè che cosa si mette dentro? Qualche giorno fa, in un'audizione in cui proprio il Preside della facoltà di medicina, Piccoli, diceva che gli specialisti non ci sono, come che mancano altre cose. Tutto questo, cioè Molinette 2, senza che si sappia bene cosa sia Molinette 2 e nemmeno che cosa accadde in Molinette 1, pu sembrare una mossa propagandistica.
Il problema non è così scandaloso, ma è un problema nazionale. Il Sindaco si preoccupa di passaggi che vengono buttati lì, senza soldi e senza programmi, per sgonfiare un po' l'aspetto propagandistico.
Per quanto riguarda il discorso dell'articolo, non aggiungo altro perché, da un punto di vista strettamente di diritto, sono un garantista.
Certo, c'è il problema politico ed è stato dibattuto, quindi non aggiungo altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Abbiamo sentito parlare di giustizialismo e di linciaggio. Potremmo con una facile battuta, rispondere che c'è omertà. Quanto stiamo cercando di evidenziare, a lei in primis, Presidente del Consiglio, ma anche ai colleghi, è un imbarazzo forte, che noi sentiamo e abbiamo il dovere di segnalare. Siamo stupiti e dispiaciuti, ma anche preoccupati, che non vi sia stato analogo sentimento da parte del Presidente del Consiglio e di questa maggioranza.
Non ci interessa, al di là delle facili battute sulle letture dei giornali - poi continuiamo a ritenere che quei giornali siano utili importanti e siamo orgogliosi di leggerli - in questa sede, un discorso giustizialista. Ha ragione il collega Brigandì a rifarsi al "pacta sunt servanda", ne siamo consapevoli.
Noi siamo preoccupati da altro. Noi ci domandiamo se, al di là delle procedure regolari e dei regolamenti, non vi sia una questione morale e una questione politica che devono, per forza di cose, venire prima nella scala dei valori. Perché abbiamo un danno di immagine, da una parte, e dell'altra, il problema di dare certezze e sicurezze ai cittadini piemontesi. Questo fa la differenza.
Il Presidente Ghigo ha un dovere in tal senso e male ha fatto a non sentire questo dovere oggi. Gliel'abbiamo rimproverato in altre occasioni a maggior ragione oggi, perché abbiamo letto questa notizia stamattina, ma si dice che circolasse già da qualche giorno.
La questione è di altro tipo: il Presidente Ghigo ha il dovere di venire a dare certezza sui rapporti tra la Giunta, esecutivo politico ei dirigenti che gestiscono la parte più importante, in termini di bilancio e di interessi, della comunità piemontese, cioè la salute. E' un fatto di moralità politica e viene prima di ogni altra cosa. Poi la giustizia farà il suo corso, le questioni personali faranno il loro corso; non ci interessano queste, ci interessa però che venga rispettato un dovere nei confronti dei piemontesi. Quindi ci permettiamo di richiedere quanto ha chiesto la Consigliera Manica in apertura e ci dispiace, Presidente, che non ci sia stata questa sensibilità da parte di questo Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Presidente, se non sbaglio, stiamo parlando sull'ordine dei lavori. Non esito a dire che i banchi, non credo soltanto della maggioranza, sono pervasi da inquietudine, perché alcuni momenti del dibattito di oggi definirli inquietanti è cosa da poco.
Farò anch'io un'esercitazione metodologica, come ha detto il Presidente Moriconi, di "benaltrismo", perché il Presidente del Consiglio oggi potrebbe, prima dell'interruzione dei lavori, se è prevista, o quando finiranno i lavori, far succedere una cosa, che nella mia scarsa esperienza (sono solo otto anni che sono qui) finora non è mai avvenuta: che le minoranze, come ha detto giustamente il Vicepresidente del Consiglio, non aggressive, con toni sommessi (lo ha ricordato il collega Ronzani), chiedano una cosa e non la ottengano.
Il fatto che la richiedano, è già stato ricordato da un altro esponente ad altri esponenti non solo della minoranza, è legittimo - ci mancherebbe, qui è praticamente legittimo tutto, abbiamo anche legiferato ove ciò che non potesse essere considerato legittimo lo sia diventato però è cosa originale e grave che le minoranze chiedano e non ottengano.
Allora l'inquietudine aumenta, perché essendo la prima volta, delle due l'una: o c'è una gestione dell'aula che non tutela più le minoranze, e io ne sono preoccupato, perché uno non è destinato per tutta la vita, nella propria carriera politica, ad essere sempre maggioranza e io, che privilegio non formalmente il Consiglio, sono molto attento agli interessi dell'opposizione perché magari potrebbero diventare i miei interessi dopo dopodomani.
Dicevo, delle due l'una: o c'è una gestione dei lavori che non privilegia e non ha attenzione ai diritti delle minoranze, e allora Presidente, le suggerirei, anch'io sommessamente, come hanno detto i colleghi Riba e Ronzani, di porvi attenzione, perché non vorrei che ci fosse un'altra manifestazione che, oltre che contro Berlusconi e Ghigo magari per la pari opportunità (per il ruolo, non certo per il titolo) vedesse anche lei oggetto di dimostrazioni pubbliche come quelle recentemente avvenute in questa città.
Oppure, altra versione che, devo dire, la mia inquietudine non mi impedisce di immaginare reale. All'inizio del nostro movimento, Berlusconi ci distribuì un "manuale delle giovani marmotte", uno dei testi propedeutici che Max Weber utilizzò per scrivere questo suo, non letto da nessuno di noi, saggio intitolato "Politica come professione". Ebbene, come si fa a rafforzare un Assessore, uno qualunque? Una delle modalità credo sia chiederne la sfiducia: riflettiamo, gente, riflettiamo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il punto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame disegno di legge n. 407: "Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 407, di cui al punto 2) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 18 Bisogna ripetere la votazione sull'emendamento n. 18.1, rubricato n.
440.
18.1) Emendamento rubricato n. 440, presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: all'articolo 18 la lettera d) è sostituita dalla seguente: "al sostegno e alla promozione dell'infanzia, dell'adolescenza e delle responsabilità familiare".
dopo la lettera h) è aggiunta la seguente lettera i): "garantire ogni altro intervento qualificato quale prestazione sociale a rilevanza sanitaria ed inserito tra i livelli di assistenza secondo la legislazione vigente".
Indìco la votazione palese, mediamente procedimento elettronico sull'emendamento n. 18.1, rubricato 440.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 18. Vi è una serie di emendamenti presentati dal Gruppo della Lega Nord (primo firmatario il Consigliere Rossi Oreste).
Chiede la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Approfitto della discussione sul primo emendamento presentato dal collega Rossi (rubricato n. 493) per porre un problema all'Assessore Cotto.
Se non ricordo male, stiamo discutendo dei livelli essenziali di assistenza. Secondo me, sarebbe giusto e necessario che l'Assessore Cotto mentre ci inoltriamo in questa discussione sui livelli essenziali di assistenza, ci rendesse dotti dell'accordo che è stato raggiunto, credo recentemente, dalla Regione, dai Comuni, ecc. relativamente ai livelli essenziali di assistenza e ci dicesse per grandi linee cosa dice quell'accordo.
Io, in parte, ne sono a conoscenza perché l'ho letto, ma sarebbe utile capire in che modo questa discussione che noi facciamo sulla legge quadro si intreccia con un accordo che dovrebbe dar seguito e rendere operativi alcuni livelli essenziali di assistenza.
Inoltre, l'Assessore dovrebbe chiarire anche in che modo, rispetto alla decisione che ha assunto questo Consiglio regionale con la precedente finanziaria, allorquando noi, su proposta dei Gruppi di opposizione sostenemmo, se non ricordo male, che il costo dei livelli essenziali di assistenza fosse a carico della Regione, come questa decisione verrà o non verrà in parte modificata con l'entrata in vigore dell'accordo a cui prima facevo riferimento.
Se non ho letto male, l'accordo che è stato sottoscritto da Regione Comuni, ecc. prevede, diversamente da quanto finora era capitato e accaduto, che una parte degli oneri e del costo di quelle prestazioni sarà a carico dei Comuni o addirittura degli utenti, in taluni casi.
Non è certamente questo il momento per aprire questa discussione, la faremo, ma è evidente un problema che esiste e da affrontare.
Siccome è ragionevole pensare che i Comuni non abbiano ingenti risorse da destinare a garanzia di questi servizi, vi è il rischio, molto concreto che una parte di quei costi finiscano per gravare sugli utenti e sulle persone, che avranno bisogno di utilizzare quei servizi e quelle prestazioni.
Vorrei che in apertura, l'Assessore ci facesse il punto della situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

E' intenzione mia e del Gruppo ritirare alcuni emendamenti e altri mantenerli. Elenco subito quelli che ho intenzione di ritirare?



PRESIDENTE

La ringrazio.



ROSSI Oreste

Comunico il ritiro dei seguenti emendamenti presentati all'articolo 18 (rubricati n. 494, n. 495, n. 497, n. 498, n. 499, n. 500, n. 501, n. 504 n. 506, n. 507, n. 508, n. 509, n. 510), all'articolo 19 (rubricati n. 513 n. 514, n. 515, n. 516), all'articolo 21 (rubricato n. 520) e all'articolo 22 (rubricato n. 523).



PRESIDENTE

Provvederò a far pervenire ai Capigruppo copia degli emendamenti non ritirati, sui quali l'Aula dovrà discutere. Gli Uffici mi comunicano che sono già a vostre mani. L'emendamento in esame è rubricato n. 493.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Questo emendamento, che riteniamo importante inserire, prevede al comma 2, quindi dopo la parola "essenziale", di inserire che gli interventi sono rivolti, in via prioritaria, ai cittadini italiani e a coloro che, sebbene non in possesso della cittadinanza, risiedono in Piemonte da almeno otto anni. Ovviamente, in via prioritaria, non esclusiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Mi rivolgo al Presidente. Esiste un problema di ammissibilità degli emendamenti che vengono presentati ad un testo. Al di là del contenuto politico degli emendamenti, che può apparire più o meno sgradevole o gradevole, esiste il problema di non emendare un testo in maniera contrastante, rispetto alle norme che questo testo dovrebbe attuare.
Se, per esempio, si prevede in una legge qualunque un emendamento per cui i servizi socio-assistenziali sono rivolti prioritariamente alle persone bionde, alte un metro e settanta, la Presidenza dovrebbe fare in modo di non consegnarli all'Assemblea per la discussione, ma dovrebbe provvedere a depennarli in quanto inammissibili. Non perché riprovevoli, ma perché questa è una legge di attuazione di una normativa nazionale, che stabilisce che esiste uniformità di trattamento per tutti i beneficiari del provvedimento.
Per cui non si possono presentare emendamenti, nel senso che solo i biondi, alti un metro e settanta o prioritariamente i biondi alti un metro e settanta sono beneficiari di questi interventi.
Non so se sono stato chiaro, Presidente. Non ce l'ho con il collega Rossi, ma con lei e in senso lato con la Presidenza. Non è la prima volta che è in discussione un emendamento, non riprovevole, assolutamente legittimo, ma chiaramente inammissibile sulla base della normativa che noi dovremmo attuare con questo provvedimento.
Chiederei all'Assessore competente, rispetto agli emendamenti che vengono presentati, siano essi presentati dalla maggioranza o dall'opposizione, di far presente, collaborando con gli Uffici della Presidenza e con la Presidenza, il problema. Non vorremmo discutere per giorni o settimane se, prioritariamente, quelli alti un metro e settanta con i capelli biondi devono essere beneficiari di interventi.
Non so se sono stato chiaro, Presidente. Quindi, prima di continuare con questa discussione appassionante sugli emendamenti presentati dal Gruppo della Lega Nord, la pregherei di consultarsi con i suoi colleghi della Presidenza e di presentarci un elenco di emendamenti ammissibili, non di emendamenti presentati al testo. Altrimenti, potrei decidere, ma in questo caso, forse, la maggioranza non sarebbe troppo contenta, di presentare emendamenti in cui questi interventi sono prioritariamente rivolti a residenti in Burkina Faso o a persone che hanno avuto la tessera del Partito Comunista Italiano, convinti che si potesse fare una politica non Bresneviana e altre cose di questo tipo.
Presidente, sono stato abbastanza chiaro?



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 14.07 riprende alle ore 14.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo sospeso il Consiglio, per qualche minuto, per fare chiarezza sugli emendamenti inerenti l'articolo 18; avevamo già preso nota di quelli ritirati dal Consigliere Rossi. Rispetto alle questioni sollevate dal Consigliere Palma si è fatta una verifica ulteriore ed approfondita; per cui dichiaro ritirati gli emendamenti rubricati n. 493, n. 496 e n. 511.
Vive l'emendamento rubricato n. 45 presentato dai Consiglieri Suino Manica, Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani Muliere, Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi.
18.3) Emendamento rubricato n. 45 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: le lettere a) e b) comma 2 sono così sostituite: "a) servizio sociale professionale per la presa in carico della persona della famiglia e del gruppo sociale, per l'attivazione e l'integrazione dei servizi e delle risorse in rete, per l'accompagnamento e l'aiuto nel processo di promozione di emancipazione b) servizio di segretariato sociale per fornire ai cittadini informazioni dettagliate, aggiornate, e personalizzate sulle risorse sociali presenti nel territorio sulle procedure e modalità per accedervi e sulle relative e normative;".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 18.3, rubricato n. 45, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
18.4) Emendamento rubricato n. 502 presentato dal Consigliere Rossi O.: al comma 2, alla lettera b), dopo la parola "territoriale", aggiungere le seguenti parole ", da intendersi anche come sostegno e accompagnamento al singolo e alla famiglia".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Se comprendiamo bene, in quanto avremmo preferito che vi fosse un intervento, siamo al comma 2 dell'articolo 18: la proposta è di aggiungere al comma b), dopo "servizio di assistenza domiciliare, territoriale e di inserimento sociale"...



PRESIDENTE

Dopo "territoriale".



SUINO Marisa

Dopo "territoriale" si aggiunge "da intendersi anche come sostegno e accompagnamento al singolo e alla famiglia".
La domanda è la seguente: era intesa ad esclusione? Cioè, il testo così formulato tende a escludere il singolo e la famiglia? Noi abbiamo inteso, pur essendo minoranza e non maggioranza, che la Giunta avesse predisposto un articolato che, invece, è rivolto, ovviamente al singolo e alla famiglia, anche perché, altrimenti, ci domandiamo a cosa serva questa cosa.
Vorrei una precisazione , pertanto mi rivolgo ai colleghi e chiedo lumi in merito. Probabilmente, un'illustrazione ci avrebbe permesso una corretta interpretazione; così com'è formulato, fa evincere che tutti gli altri punti escludono il singolo e la famiglia, nella fattispecie, l'assistenza domiciliare territoriale è per il singolo e la famiglia.
A questo punto, ancora una domanda: perché solo territoriale? Dall'inserimento sociale i singoli e le famiglie sono esclusi? Chiedo lumi e, ovviamente, mi riservo di intervenire nel merito. Ho utilizzato solo un minuto per cercare di capire.



PRESIDENTE

In dichiarazione di voto?



SUINO Marisa

Quindi, in dichiarazione di voto, va bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Ritenendo fondamentale il supporto alla famiglia, pensiamo che aggiungerlo non sia mai un male, per cui leggiamo molto bene che al punto b) ci sia scritto: "servizi di assistenza domiciliare" - da intendersi anche come sostegno e accompagnamento, sia al singolo che alla famiglia "e di inserimento sociale".
Secondo noi sta bene, secondo voi, no, votate contro, noi voteremo a favore, cara collega.



PRESIDENTE

La collega Suino ha posto una questione di merito, voleva comprendere la ratio dell'emendamento.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Voteremo anche contro, per l'amor del cielo, non è questo il punto.
Siccome stiamo discutendo una legge...



PRESIDENTE

E' sull'emendamento, non per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

...cerchiamo di portare un contributo di merito, volevamo che ci venisse spiegata la ratio dell'emendamento.
Francamente, dal discorso del collega Rossi, questa ratio non l'ho capita, sarà colpa mia. Quando noi scriviamo in un emendamento che "le prestazioni e i servizi essenziali sono rivolti al servizio di assistenza domiciliare e territoriale di inserimento", come sostegno, ci sta, ma "accompagnamento" cosa significa? Nel lessico della politica dell'assistenza, la parola "accompagnamento" ha un significato preciso. Se mi dite "sostegno", sì, è un rafforzativo.
Tutte queste cose hanno come obiettivo lo sviluppo dell'assistenza domiciliare e territoriale e di inserimento sociale a sostegno dei singoli e della famiglia.
La parola "accompagnamento" in questo contesto rientra, ma, se vogliamo fare in modo che la legislazione, anche dal punto di vista del linguaggio e della tecnica che utilizza, sia non dissimile, o comunque non tale da creare problemi e interpretazioni, questo è un problema che eliminerei.
L'accompagnamento è un'altra cosa. Nell'assistenza esiste l'assegno di accompagnamento, Consigliere Rossi. L'assegno di accompagnamento è una cosa che qui non citerei, perché loro non vogliono dire questo, naturalmente.
Non scomoderei questo termine, per evitare di ingenerare interpretazioni e confusioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Noi abbiamo compreso le motivazioni nobili per cui il collega Rossi ha presentato questo emendamento, però, non lo accogliamo proprio perché è già scritto nella legge: aggiungere questo emendamento significherebbe veramente creare confusione, proprio come tecnica legislativa.
Avendo la parola, intervengo per quanto riguarda i LEA: comunico che ho inviato al Consiglio comunicazione con il testo della deliberazione, che la Giunta deve ancora approvare, secondo le procedure. Penso sia già arrivata in Commissione, altrimenti arriverà oggi.
Quindi, chiederei di poter riferire in Commissione, in quanto è necessario molto tempo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 18.4, rubricato n. 502 , sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
18.5) Emendamento rubricato n. 503 presentato dal Consigliere Rossi Oreste: al comma 2, alla lettera d), inserire, infine, le seguenti parole: "con la predisposizione di specifici progetti mirati per persone disabili e per persone anziane, al fine di valorizzare le capacità residue ed il possibile recupero funzionale e sociale".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Vale il discorso fatto in precedenza: nei vari punti è compresa tutta questa attenzione.



PRESIDENTE

La Giunta, quindi, esprime parere contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Oreste, per dichiarazione di voto.



ROSSI Oreste

Presidente, le ho chiesto la parola onde evitare una richiesta di chiarimento, anche se credo che basti leggere l'emendamento per capire dove va inserito e perché viene richiesto.
vero, Assessore, che è pleonastico, però a noi piace ribadire determinati aspetti, anche perché crediamo che, rispetto a persone che sono magari nel nostro Paese senza averne poi così tanti diritti, sia bene fare progetti finalizzati ai nostri disabili, ai nostri anziani e ai nostri minori. Purtroppo, per motivi legislativi, alcuni emendamenti sono stati dichiarati inammissibili perché in contrasto con leggi nazionali.
In questo modo, andiamo a ribadire che vogliamo dare una particolare attenzione ai nostri anziani, ai nostri minori e ai nostri disabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani, per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Confesso di non essere un esperto per discutere di tali questioni, ma anche in questo caso emerge un problema. Se le parole hanno un significato collega Rossi, la frase "con la predisposizione di specifici progetti mirati per persone disabili" potrebbe essere giusta - l'Assessore ha respinto l'emendamento, e io sono d'accordo, ma sarebbe corretta - nel senso che quando si fa riferimento ai servizi residenziali e semiresidenziali si precisa un inciso, dicendo: "Nell'organizzare alcuni di questi servizi, vorrei che lo si facesse con un occhio di riguardo nei confronti dei disabili". Vi sono, in giro per il Piemonte, strutture in cui il disabile svolge una serie di attività, risiede, e via discorrendo.
Gli anziani, però, non c'entrano nulla, collega Rossi, perché le strutturi residenziali e semiresidenziali, in Piemonte, sono in massima parte rivolte alle persone anziane: per strutture residenziali intendiamo che cosa? Le case di riposo, se non sbaglio. Queste sono rivolte agli anziani. Tutte le strutture per anziani - RSA, RAF e RA - in Piemonte sono rivolte agli anziani.
Potrei naturalmente prevedere un inciso - questo avrebbe un senso - con il quale specifico, ad un certo punto, che voglio che in questo contesto alcuni progetti mirati siano rivolti alle persone disabili. Questo è giusto, questo sì che è un rafforzativo che andrebbe, eventualmente introdotto, perché, rispetto alla norma contenuta nella proposta che stiamo esaminando, contiene un inciso che è utile. Estenderlo anche agli anziani francamente mi sembra pleonastico, sbagliato e assurdo.



RONZANI Wilmer

ROSSI Oreste (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Accetto le considerazioni del collega: limitiamoci ai disabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, perché non regala alla Lega Nord un glossario sui termini del socio-assistenziale? Collega Rossi, al di là degli emendamenti così palesemente xenofobi, che credo offendono la coscienza collettiva legittimi, come sosteneva il Consigliere Palma - ci aiuti.
Ogni legge, in genere, è dotata di un glossario terminologico. Aiuti a spiegare alla Lega Nord cosa si intende per "servizio di assistenza domiciliare territoriale", "inserimento sociale" e per "servizi residenziali e semiresidenziali". Ne guadagnerebbero i lavori dell'iter legislativo. Grazie.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Siccome non l'avevo dichiarato ufficialmente, accetto l'indicazione del collega Ronzani: l'emendamento, quindi, è da intendersi fino alla parola "disabili".



PRESIDENTE

Annullerebbe, quindi, le parole "e per persone anziane, al fine di valorizzarne le capacità residue ed il possibile recupero funzionale e sociale"?



ROSSI Oreste

Sì.



PRESIDENTE

Dovrebbe riformulare, allora, un subemendamento.



ROSSI Oreste

Va bene.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Chiedo scusa, però è già scritto, Consigliere Rossi, nell'articolo 46 punto 2, lettera d): "Sviluppo dell'autonomia e delle abilità possibili in particolare dei disabili gravi". Quindi c'é già. Questo è il motivo per cui ho respinto anche gli altri emendamenti. Lei sottolinea aspetti che ci sono già.



ROSSI Oreste

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 18.5, rubricato n. 503, è ritirato dal proponente.
18.6) Emendamento rubricato n. 505, presentato dal Consigliere Rossi Oreste: al comma 2, alla lettera d), aggiungere il seguente paragrafo: "d bis) servizio trasporto per persone a ridotta capacità motoria".
La parola al Consigliere Rossi Oreste per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

Anche questo emendamento è molto chiaro. Si tratta di un'ulteriore precisazione, salvo che l'Assessore non mi confermi che è ricompresa in qualche altra voce, paragrafo o sottoparagrafo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Sì, confermo che è tutto compreso, perché si tratta di un disegno di legge che riorganizza tutto, ed è fatto proprio per favorire l'inclusione dei servizi a tutto campo: disabili, anziani e minori.



PRESIDENTE

Lo ritira, Consigliere Rossi?



ROSSI Oreste

Sì.



PRESIDENTE

ritirato anche l'emendamento n. 18.6, rubricato n. 505.
18.7) Emendamento rubricato n. 46 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: sono aggiunti i commi 3 e 4 così come segue: "3. Tali prestazioni e servizi sono gli strumenti per rendere esplicite le garanzie offerte ai cittadini e per garantire in maniera integrata la presa in carico complessiva della persona e della comunità locale.
L'omogeneità di tali prestazioni e servizi è condizionata dalla valutazione delle diverse esigenze riconnesse alle aree urbane e rurali come prescritto alle Regioni ai sensi dell'articolo 22, comma 4 della legge n. 328/2000 e costituisce la naturale congruenza dei parametri di valutazione adottati dall'articolo 8, comma 2, della disciplina dei criteri che la regione in concertazione con le ASL e gli Enti locali è tenuta a seguire per l'identificazione degli ambiti territoriali ottimali di norma coincidenti con il distretto sanitario.
4. È specifica competenza delle UVH (convenzione tra ASL e EE.LL. in applicazione della legge 833/1978) distrettuali, la definizione dei progetti individualizzati socio-sanitari finalizzati alla presa in carico globale delle persone con disabilità e conseguente verifica" Ha chiesto la parola l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Riteniamo che l'emendamento presentato dalla Consigliera Suino sia già compreso nel testo della legge.
La seconda parte del comma, così come scritta nell'emendamento, a noi sembra un po' contorta. Crediamo che sia più semplice, proprio come tecnica legislativa, il testo predisposto dagli uffici.
Per quanto riguarda l'inserimento del quarto comma, dove si parla dell'unità UVH per l'handicap, ci si potrebbe chiedere perché non prevedere anche l'UVG: questi progetti sono già previsti, individualizzati e integrati proprio all'interno dell'articolo 20, comma 4.
Vale, quindi, il discorso di prima.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino, per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Che sia una formulazione contorta, gliene do atto; anzi, le chiedo scusa, ma meglio non mi venne all'epoca! La motivazione per la quale abbiamo chiesto che venissero inseriti questi due punti aggiuntivi, da intendersi come chiosa, come esplicitazione conclusiva dell'articolo 18 sulle prestazioni essenziali, è che, per quanto riguarda le UVG, esiste convenzione (convenzione tra gli Enti locali e le ASL), mentre non c'è per le UVH.
La competenza dell'UVH, in assenza di quanto previsto dal 833 a proposito delle convenzioni, crea tutta una serie di problemi a far sì che vengano poi attuati progetti individualizzati, previsti nel I e II comma.
Seconda questione. Non vi è stato, in questo contesto, l'esplicitazione dell'articolo 22, comma IV, della legge n. 328. È vero che lo ritroviamo negli articoli seguenti, ma ritenevamo fosse sbagliato, nel titolo relativo alle prestazioni essenziali, non fare riferimento all'articolo 22 della legge 328, trattandosi dell'unico titolo dell'intera legge che predispone regole enormi di attuazione sulle prestazioni essenziali e sui livelli essenziali. Ecco perché abbiamo introdotto questi due elementi che riteniamo importanti, ed invitiamo nuovamente la Giunta a ritornare sulla propria posizione e ad accoglierli.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 18.7, rubricato n. 46, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 18, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 19.1) Emendamento rubricato n. 47 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 le parole da "la Giunta regionale....." fino a "....criteri" sono sostituite dalle parole "I livelli essenziali e omogenei delle prestazioni di cui all'articolo 18, sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale in materia e i livelli minimi di prestazioni esigibili vengono definiti dal Consiglio regionale con apposito atto legislativo a seguito di concertazione e consultazione con i Comuni e i soggetti di cui all'articolo 14, comma 2, lettera a), sulla base dei seguenti criteri".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione dell'emendamento.



SUINO Marisa

Grazie Presidente.
L'articolo riguarda i livelli essenziali. Eravamo in un contesto diverso: oggi abbiamo i livelli essenziali (anche se non abbiamo ancora avuto il piacere di conoscere nel merito il provvedimento) ma ritenevamo prudente - e confermiamo tale prudenza - che il comma I venisse modificato perché, così com'è scritto, diventa una facoltà esclusiva dell'Esecutivo di questo Consiglio. È la Giunta regionale che decide, sui LEA e sui LIVEAS le definizioni e le applicazioni.
A nostro giudizio, trattandosi di una questione importante di programmazione sanitaria e sociale, è competenza del Consiglio regionale.
Riteniamo, perlomeno, che il Consiglio venga messo a conoscenza per potersi esprimere nel merito, relativamente ai livelli omogenei delle prestazioni.
Tutto ciò perché inerisce alla programmazione.
Scritto in questo modo, l'articolo 19, comma 1, esclude categoricamente la sede consiliare, espropriandola di una facoltà di programmazione del Consiglio, del Parlamento regionale.
sbagliato, inoltre, non indicare quali sono questi livelli, a prescindere dalle dotazioni finanziarie. Ci aspettavamo che un articolo chiamato livelli essenziali ed omogenei delle prestazioni, le elencasse per dare una certezza di diritto alla popolazione locale. Così non è. Da una parte, rimanda gli atti della Giunta regionale e, dall'altra, c'è il cittadino elettore che alla sua domanda: "Ma quali sono i diritti cui posso rifarmi per l'assistenza o per la sanità?" trova scritto che altri documenti poi provvederanno. Non c'è trasparenza ed è un dato grave. Ci si impegni, allora, ad indicarli nel Piano regionale; li si riponga in capo al Consiglio regionale, essendo una facoltà della programmazione riguardante i diritti dei cittadini.
nostro dovere, quindi, entrare nel merito ed esprimerci.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

La questione è nota ed è noto il discorso di competenza tra Consiglio regionale e Giunta. Abbiamo già respinto emendamenti in questo senso.
Riconosciamo la grande importanza dei LEA, ma non rispondiamo con una legge. Oggi ci sono i LEA, ma domani potrebbero essercene altri e quindi se li inseriamo in una legge, diventa difficile, con tutte le difficoltà che abbiamo ad approvarle, dare tempestive risposte ai cittadini.
L'occasione potrebbe essere l'accoglimento dell'emendamento n. 512 all'articolo 19 presentato dal Consigliere Rossi Oreste inerente a: "Aggiungere: sentita la Commissione Consiliare".
Viene quindi respinto l'emendamento della Consigliera Suino e accolto quello del Consigliere Rossi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 19.1, rubricato n. 47, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
19.2) Emendamento rubricato n. 512 presentato dal Consigliere Rossi O.: al comma 1 dopo la parola "materia", aggiungere le seguenti parole "sentita la Commissione consiliare competente per materia".
Propongo, Assessore Cotto, di modificare tecnicamente l'emendamento nel seguente modo: "sentita la Commissione consiliare competente ".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 19.2, rubricato n. 512, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 19, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 20.1) Emendamento rubricato n. 49 presentato dai Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 le parole da "la Giunta regionale....." fino alla parola "...
finanziamenti" sono sostituite dalle parole "Il Piano socio sanitario regionale disciplina i criteri e le modalità mediante i quali Comuni e Aziende sanitarie garantiscono l'integrazione su base distrettuale, delle prestazioni socio sanitarie di rispettiva competenza e l'individuazione degli strumenti e degli atti per garantire la gestione integrata dei processi assistenziali e socio sanitari." 20.2) Emendamento rubricato n. 517 presentato dal Consigliere Rossi O.: al comma 1 dopo la parola "Giunta regionale", aggiungere le seguenti parole ", sentita la competente commissione consiliare).
20.3) Emendamento rubricato n. 48 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: i commi 3 e 4 sono abrogati.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione degli emendamenti.



SUINO Marisa

E' l'articolo che riguarda l'integrazione sociosanitaria. Il primo emendamento è un emendamento aggiuntivo, mentre il secondo emendamento è un emendamento abrogativo. Li illustro entrambi.
Noi proponiamo sostanzialmente questo. Con l'emendamento aggiuntivo che è il primo, noi precisiamo che il piano sociosanitario regionale è quello che deve disciplinare il percorso di integrazione sociosanitaria. E questo piano è in capo esclusivamente alla Giunta regionale e, a quanto ci consta, non risulta esservi, in quanto vi è un piano sanitario e vi è una legge di applicazione della legge n. 328.
Quindi, proponiamo di aggiungere, nel comma 1, prima delle parole "Giunta regionale", le parole "il piano sociosanitario regionale disciplina i criteri e le modalità mediante i quali i Comuni e le Aziende sanitarie garantiscono l'integrazione su base distrettuale, delle prestazioni sociosanitarie di rispettiva competenza e l'individuazione degli strumenti e degli atti per garantire la gestione integrata dei processi assistenziali e sociosanitari".
E' una precisazione doverosa, considerato che continuiamo ad essere nel contesto nel quale non esiste un provvedimento di integrazione socio sanitaria. Nel richiamare inoltre a supporto di questo nostro emendamento il n. 502, poiché il n. 502 dà alla Regione il compito pieno di programmazione, alla Regione non all'esecutivo. Dà alla Regione il compito pieno della programmazione, quindi di definire come avviene l'integrazione e quali sono i livelli essenziali ed omogenei delle prestazioni.
L'altro emendamento invece è abrogativo, cioè noi sostanzialmente proponiamo di abrogare i commi 3 e 4 dell'articolo 20, poiché sono inutili.
Quali sono le modalità operative condivise individuate? Qual è la valutazione multidisciplinare del bisogno? Questi sono i due concetti principali che ritroviamo in questo articolo. Se non vi è, a monte, il provvedimento di integrazione, citare soltanto le procedure e le modalità operative condivise e la valutazione multidisciplinare è soltanto pleonastico. Non favorisce nessun iter, non descrive un iter procedurale, poiché anche qualora così lo si volesse intendere, manca il provvedimento a monte che consente a questo iter procedurale di diventare applicativo. Allora non dovrebbe essere il piano regionale che dà tali modalità e quindi i criteri a cui attenersi?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Anche qui noi pensiamo che i criteri e le modalità per l'integrazione debbano essere definiti dalla Giunta. Si può accogliere l'emendamento del Consigliere Rossi Oreste, che recita: "al comma 1 sentita la Commissione consiliare".
E' già previsto che l'integrazione avvenga su base distrettuale, quindi è per questo che non accogliamo l'emendamento presentato. Così come l'altro emendamento abrogativo non è accoglibile, in quanto riteniamo che quanto previsto in questi due commi sia importante per assicurare una buona realizzazione dell'integrazione e dei relativi interventi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 20.1, rubricato n. 49, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 20.2, rubricato n. 517, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 20.3 rubricato n. 48, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Il Consigliere Rossi O. ritira l'emendamento rubricato n. 518.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 20, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 21.1) Emendamento rubricato n. 50 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 le parole "la Giunta regionale" sono sostituite dalle seguenti "Il Consiglio regionale con apposito atto, entro 90 giorni dalla presente legge, previo meccanismo di concertazione tra la Regione e gli Enti gestori".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

L'articolo 21 è quello sulla qualità dei servizi. Facciamo notare che così come sugli ultimi articoli, gli emendamenti che sono stati presentati anche da altri colleghi, e nella fattispecie dalla Lega Nord, sono modifiche che tendono ad aggiungere un elemento di trasparenza e di dibattito, da quanto ci pare di cogliere.
Perché dico questo? Perché qui siamo di nuovo su un articolo relativo alla qualità dei servizi, che dice: "La Giunta regionale, al fine di assicurare... provvede interamente da sé". Può anche essere legittimo che la Giunta regionale provveda interamente da sé in tutto ciò che ha attinenza ad una gestione, ma garantendo delle forme di informazione, di comunicazione, di dialogo perlomeno su quelli che sono i criteri generali e le valutazioni di massima.
Invece viene espulso tutto, tutto viene tolto da quelle che sono sia le competenze consiliari sia, a maggior ragione, le competenze dei Consiglieri all'interno delle Commissioni.
L'articolo 21 è articolo importante, "Qualità dei servizi", e viene dopo le prestazioni e dopo i livelli essenziali, quindi siamo in un titolo particolarmente rilevante per quelli che sono gli interessi della collettività dei cittadini piemontesi, della comunità piemontese.
Noi suggeriamo e proponiamo di modificare il testo che recita: "La Giunta regionale, al fine di assicurare...provvede autonomamente".
Chiediamo che venga così modificato: "Il Consiglio regionale, con apposito atto, entro 90 giorni, previo il meccanismo di concertazione tra la Regione e gli Enti gestori, provvede...".
In sostanza, chiediamo di introdurre almeno un passaggio di informazione, di comunicazione, di trasparenza, ma non solo: di responsabilizzazione dell'intero Consiglio su questi temi. E mi permetta Assessore, se c'è un argomento sul quale normalmente il Consiglio si dimostra un po' assente, ma nel merito - non lo sto dicendo in modo strumentale, nel merito - è proprio quello sui temi relativi alle politiche sociali.
Introdurre degli elementi che in qualche modo coinvolgano e obblighino nel senso buono - i colleghi non me ne vogliano - tutti i Consiglieri a rendersi responsabili di quelle che sono le dinamiche delle politiche sociali e delle politiche di integrazione fra sanità e assistenza credo che sia fare il bene anche alla politica del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociale e della famiglia

Comprendiamo le motivazioni della collega Suino, però anche qui riteniamo che la competenza debba essere attribuita alla Giunta; si pu invece accogliere l'emendamento "sentita la Commissione competente".
Io sono d'accordo sul fatto di sensibilizzare di più su questi temi però sono anche preoccupata rispetto ai tempi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 21.1, rubricato n. 50, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
21.2) Emendamento rubricato n. 519 presentato dal Consigliere Rossi O.: al comma 1 dopo la parola "regionale", aggiungere le seguenti parole "sentita la competente commissione consiliare." La Consigliera Suino chiede la parola per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Così come abbiamo fatto sui due precedenti emendamenti presentati dal Gruppo della Lega Nord, condividendo il merito - ma aggiungo anche considerato che il nostro testo è stato respinto e quindi un po' come sorta di necessità, di necessaria mediazione - accogliamo e voteremo a favore dell'emendamento presentato dal collega Rossi, considerato che ripone in capo alle Commissioni una facoltà importante: quella della programmazione dei criteri e della valutazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 21.2), rubricato n. 519, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 21, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 22.1) Emendamento rubricato n. 78 presentato dai Consiglieri Suino, Riggio Manica, Placido e Muliere: al comma 1, la parola "motivato" è abrogata.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Lo illustro perché, formulato così, purtroppo non è molto chiaro.
Siamo sui destinatari degli interventi, quindi ci rivolgiamo ai cittadini che hanno il diritto - come scritto nel comma 1 - di esigere secondo le modalità previste dall'Ente gestore istituzionale, le prestazioni sociali di livello essenziale. Siamo quindi nell'ambito di prestazioni di diritto riconosciute a livello nazionale e poi ratificate a livello regionale; all'interno di queste prestazioni di diritto, il diritto da parte dei cittadini di esigere un certo percorso, una certa prestazione.
Per quale motivo il cittadino dovrebbe ritrovarsi nel contesto di sentirsi negare una prestazione, se è un diritto esigibile? Ma si sente negare una prestazione con motivazione: è una delle eccezioni che troviamo in questa legge, eccezione che non si ritrova nelle leggi che discutiamo solitamente. In questo contesto, contro l'eventuale motivato diniego, è esperibile il ricorso per opposizione allo stesso.
Si tratta di una formulazione strana, una formulazione che induce in una complicazione interpretativa. Se è così ce ne scusiamo, ma in aula venga esplicitato il percorso, si faccia chiarezza, perché così formulato si potrebbe intendere in altro modo.
A maggior ragione, proponiamo che si abroghi la parola "motivato" sapendo che raramente questo avviene, che quindi diventerebbe un'incertezza in più ad un diritto esigibile e che esiste.
Qualora, invece, ci sia un percorso definito e che non si legge chiaramente dal testo così formulato, Assessore lo dichiari e noi ritireremo l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Intervengo in merito a quanto detto dalla Consigliera Suino. Come norma di diritto generale qualsiasi cittadino - ascolteremo le precisazioni dell'Assessore - al quale viene negato un diritto esigibile, dovrebbe pretendere una motivazione. Diritto questo assolutamente inalienabile.
L'estensore dell'emendamento - emendamento anche sottoscritto dal mio Gruppo - lo ha esplicitato, credo sia opportuno che l'Assessore precisi il senso di questa frase.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi sull'emendamento do la parola all'Assessore Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Pensiamo che ogni provvedimento amministrativo debba essere motivato.
Il cittadino ha diritto a conoscere la ragione del diniego e non solo se ha una semplice inerzia e non far saper nulla. Perché il punto uno "Destinatari degli interventi" recita: "...secondo le modalità previste dall'ente gestore istituzionale." Anche stamattina il Comune di Torino, nel presentare il piano sociale triennale, lo sottolineava. Quindi siamo giunti a questa stesura proprio insieme agli enti gestori e a tutti gli operatori del sociale.
L'abrogazione non è accoglibile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per la dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Ritiriamo l'emendamento n. 22.1, rubricato n. 78.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Suino. Viene ritirato l'emendamento rubricato 78 testé illustrato e discusso. L'emendamento successivo è rubricato n. 433.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Sull'emendamento rubricato n. 433, al comma 3, c'è un errore. Bisogna valutare se, eventualmente, è sfuggito.



PRESIDENTE

Diamo tempo alla collega Suino e al collega Ronzani di comparare il testo.



SUINO Marisa

Ritiriamo l'emendamento rubricato n. 433.



PRESIDENTE

Viene ritirato anche l'emendamento rubricato n. 433.
Passiamo agli emendamenti presentati dal Consigliere Rossi.
Emendamenti rubricati n. 521 e n. 522; il Consigliere Rossi aveva già annunciato il ritiro dell'emendamento rubricato n. 523.
Consigliere Rossi Oreste, gli emendamenti rubricati n. 521 e n. 522 sono in contrasto con i contenuti dell'articolo 2 della legge quadro nazionale pertanto le chiederei, cortesemente di ritirarli.
Il Consigliere Rossi O. ritira gli emendamenti rubricati n. 521 e n.
522.
22.2) Emendamento rubricato n. 492 presentato dai Consiglieri Suino Riggio, Ronzani, Muliere, Placido e Manica: all'articolo 22 viene aggiunto il seguente comma: "4. Le norme di cui al presente articolo si attuano in alternativa alla procedura prevista dagli articoli 154 e 155 del Regio decreto 773/1931".
La parola alla Consigliere Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Probabilmente non trova il testo poiché è quello relativo alla questione delle gestanti e madri che era stato respinto negli articoli precedenti. Già in quell'occasione anticipammo che avremmo riproposto un altro emendamento sull'articolo 22, essendo tali soggetti destinatari degli interventi. Ci risulta che la questione delle gestanti e madri sia stata riproposta in diversi tavoli di discussione con una coralità di intenti ivi compresi da parte dei tribunali per i minori. Si tratti di una delle necessità sulla quale esiste anche una concertazione; ci pare, quindi, che vi sia stata una sorta di superficialità di interpretazione da parte dell'Assessorato. Pertanto le riproponiamo la norma che riconosciamo nel contesto dei primi articoli di questa legge forse aveva meno senso, noi lo proponevamo nel titolo primo come uno degli elementi da aggiungere. Nel contesto dell'articolo 22 sui destinatari dei servizi ha invece senso rifarci a quelli che sono peraltro gli articoli 154 e 155 del decreto Regio. Come voi ben sapete anche il Governo attuale, nella ridefinizione dei livelli essenziali non ha assolutamente escluso l'applicazione del vigente decreto Regio. Quindi, il decreto 773 è esistente così come il 1731 e, come tali, vanno applicati. Noi ne proponiamo soltanto una specificazione all'interno dell'articolo 22 perché è l'articolo che inerisce i destinatari dei servizi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Abbiamo difficoltà ad accogliere questo emendamento dopo che non abbiamo accolto, con motivazione, quello precedente. Avevo spiegato che questa partita, molto importante, era stata approfondita anche con i Comuni che si dichiaravano disponibili, come consorzio, a valutare il problema delle gestanti. Potremmo proporre, proprio perché non avevamo questo emendamento e non abbiamo approfondito quello che lei ci ha detto e che senz'altro può corrispondere al vero, un emendamento che attribuisce alla Giunta la possibilità di normare la materia, in modo che possiamo sentire i Comuni e l'ANCI, con i quali abbiamo approvato la bozza della legge, ed eventualmente fare dei cambiamenti. Solo stamattina il dott. Santaniera del CSA mi ha detto che gradirebbe un incontro per discutere su questo e altri argomenti. Comprendiamo il problema, però al momento manteniamo la posizione precedente.



PRESIDENTE

La Giunta dà parere contrario all'emendamento. Ha chiesto di intervenire la collega Suino per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Assessore e colleghi, riteniamo che sia un errore grave quello che viene compiuto da questa Giunta e che si stia facendo uno sbaglio che creerà danni nel merito delle problematiche che incontrano le donne gestanti e le donne madri in difficoltà. Non c'entra nulla con i temi del CSA o con altri temi del genere, c'entra con il diritto da parte delle donne di essere sostenute in questo contesto, c'entra con il dovere di sostenere la prole e di garantire delle sedi di sicurezza a queste persone.
State compiendo un errore, c'è una sottovalutazione grave, più che riproporre il testo ripetutamente, di più non possiamo fare per aiutare la Giunta. Noi sosterremo il nostro emendamento con convinzione, auspicando ancora in un ripensamento



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

I servizi sociali dei 1206 Comuni del Piemonte non sottovalutano assolutamente i problemi delle gestanti, dei minori e delle donne in difficoltà. Questo lo voglio ribadire con forza. La forma associata dei comuni permette proprio di garantire quella sicurezza e quelle privacy che è dovuta. Se il discorso dovesse avere delle debolezze, nulla vieta ai comuni di fare convenzioni con il Comune di Torino, così com'era la proposta, per potere offrire, tramite le convenzioni, questo servizio.
Voglio rassicurare i colleghi di maggioranza che non abbiamo sottovalutato il problema, che la tutela del materno infantile ci sta molto a cuore: a noi ed ai 1206 Comuni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 22.2) rubricato n. 492, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto di intervenire sull'articolo 22, per dichiarazione di voto il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Su quest'articolo voteremo in modo contrario, anche se ci dispiace per quanto riguarda il punto tre. Il punto tre prevede particolari categorie di persone in difficoltà, viene offerto loro un'agevolazione. Proprio in base al fatto che era già inserita questa classificazione nel comma tre, abbiamo ritirato un nostro emendamento favorevole ai disabili. Tuttavia, dobbiamo comunque votare contro questo articolo perché, purtroppo, prevede una parità di diritto, di accesso ai servizi, anche per coloro che, cittadini italiani e/o piemontesi non sono.
Abbiamo dovuto ritirare un emendamento che poteva essere dichiarato inammissibile perché in contrasto con la legge nazionale, (mi riferisco al comma II) però noi, come Lega Nord, continuiamo a ribadire, e lo facciamo anche a livello nazionale, non solo a livello regionale, che i cittadini residenti in Piemonte devono avere una via prioritaria e preferenziale rispetto a tutti gli altri personaggi che "girano" nella nostra regione.
Così come avviene, normalmente, per un cittadino italiano che si trova all'estero. Non parlo solo di Paesi poveri, ma anche di Stati Uniti D'America: se un cittadino italiano si trova in quel Paese in vacanza o per motivi di lavoro ed ha un problema o paga, o ha un'assicurazione oppure si arrangia. Purtroppo noi, invece, dobbiamo dare parità di condizioni socio assistenziali anche a personaggi che preferiremmo non avere nel nostro Paese.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Ci era parso saggio, da parte della Presidenza di questo Consiglio, il ritiro concordato con il Gruppo della Lega Nord, di tutta una serie di emendamenti che non ho dubbi a definire xenofobi.
Invece, ritorna una lettura che, ovviamente non possiamo condividere.
Nell'articolo 22, relativo ai destinatari degli interventi, il comma 3 al quale faceva riferimento il Consigliere (comma che elenca tutta una serie di soggetti in condizioni di povertà o con limitato reddito), a suo giudizio c'è una parità d'accesso tale per cui anche gli stranieri possono fruire delle prestazioni. Vede Consigliere, noi voteremo contro l'articolo 22 perché non garantisce, a sufficienza, la garanzia delle prestazioni essenziali, da parte di tutti i cittadini, ma anche dei cittadini che sono assolutamente residenti, a tutti i livelli, in questa nostra regione.
Facevo prima l'esempio delle gestanti e madri, sono due questioni diverse ma potremmo fare ben altri esempi di categorie che sono assolutamente escluse o che si ritrovano in una situazione di rischi e di marginalità e che non vengono assolutamente tutelate con questo tipo di normativa.
Assessore, è altissimo il margine di discrezionalità che viene attribuito agli enti gestori, nella selezione degli accessi alle prestazioni sociali. Questo è un problema che avremmo dovuto superare con una più attenta descrizione dell'articolato della legge che stiamo discutendo, quindi noi voteremo contro.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 23.1) Emendamento rubricato n. 51 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 dopo la parola "utenti" è inserita la parola "tutela,".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 23.1 rubricato n. 51, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
23.2) Emendamento rubricato n. 52 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: alla fine del comma 6 sono aggiunte le parole "nelle periferie urbane".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 23.2, rubricato n. 52, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 23, come emendato.
Il Consiglio approva ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 24, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 25, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 26.1) Emendamento rubricato n. 79 presentato dai Consiglieri Suino, Riggio Manica Placido e Muliere: comma 1. Dopo la parola "organizzativi" sono aggiunte le seguenti parole "e professionali del personale impiegato nell'erogazione delle prestazioni sociali".
26.2) Emendamento rubricato n. 53 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 4 dopo le parole "la Giunta regionale" sono inserite le parole "sentita la competente Commissione consiliare".
26.3) Emendamento rubricato n. 54 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: E' inserito il comma 5 così come segue: "Annualmente la Giunta regionale relaziona al Consiglio regionale su quanto previsto al comma 4 del presente articolo".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Per quanto riguarda l'emendamento n. 26.1, rubricato n. 79 relativamente alle parole "professionali del personale impiegato", nel concetto dei requisiti gestionali è compresa la verifica della qualifica professionale del personale. Così ci è stato spiegato dai tecnici, quindi come emendamento sarebbe superato.
Dopo la parola "organizzativi" sono aggiunte le seguenti parole "e professionali del personale impiegato nell'erogazione delle prestazioni sociali". Noi avevamo scritto "i requisiti gestionali", che già comprende quello.
Per quanto riguarda l'altro emendamento, rubricato al n. 53, si propone: "informata la Commissione consiliare competente" o "sentita", come abbiamo fatto per gli altri. "Sentita la Commissione competente" può essere accolto ed è accoglibile nella forma: "annualmente, la Giunta regionale relaziona al Consiglio regionale in merito alle attività di vigilanza svolte sul territorio".



PRESIDENTE

Scusi, sull'emendamento n. 23.3, rubricato n. 54 c'è parere contrario?



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento n. 26.3, rubricato, 54 è accoglibile con un subemendamento, con un'altra forma.



PRESIDENTE

Mi spiego: l'emendamento n. 26.1) rubricato n. 79 non è accolto dalla Giunta.
L'emendamento n. 26.2) rubricato n. 53 è accolto dalla Giunta.
Relativamente all'emendamento rubricato n. 54 viene proposto un subemendamento presentato dalla Giunta, in accordo con la collega Suino.
Pertanto l'emendamento n. 26.3, rubricato n. 54 viene ritirato.
La nuova formulazione dell'emendamento recita: 26.4) Emendamento rubricato 54 bis presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto e dalla Consigliera Suino: è inserito il comma 5: "Annualmente la Giunta regionale relaziona al Consiglio regionale in merito alle attività di vigilanza svolte sul territorio".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Signor Presidente, intervengo solo per richiamare l'attenzione sul primo degli emendamenti. Non ricordo il numero, perché, purtroppo lavoro...



PRESIDENTE

E' rubricato n. 79.



SUINO Marisa

Esatto.
Assessore, relativamente all'emendamento sulle funzioni professionali comprendo che le Organizzazioni Sindacali, o altri, possano anche aver detto una cosa del genere, ma è diverso dire del personale che ha una funzione di vigilanza. Questo è l'articolo che riguarda la questione della vigilanza, tema, tra l'altro, sul quale, in questo Consiglio, di parole ne abbiamo compiute molte: la vigilanza negli istituti di ricovero, la vigilanza nei presidi socio-sanitari, la vigilanza nelle RSA, nelle RAF e così via.
Ricordo che questa mattina abbiamo avuto un'ennesima audizione, nella quale i soggetti auditi, a loro volta, ci hanno ricordato come in questa Regione i NAS abbiano individuato 96 verbali in strutture che non sono state ritenute idonee per la maggior parte su questioni di merito, non su questioni quali la mancanza della bolla dei vigili urbani, bensì su questioni di qualità di vita all'interno delle strutture, di prestazioni farmaceutiche (medicinali scaduti) e sulla qualità del cibo.
Parliamo di un aspetto importante, che si chiama vigilanza, dove per vigilanza si intende tutto. Parliamo di questo in un momento in cui, ad esempio, un grande Comune, quale quello di Torino, sta concludendo, o ha concluso, l'intero iter relativo all'accreditamento.
Cosa significa in termini lavorativi? Significa che, ad esempio, il personale (assistenti sociali, coordinatori, ecc.), magari, improvvisamente ipotizzo, non è così - potrebbe ritrovarsi nella situazione di recepire una funzione di vigilanza senza il riconoscimento professionale della vigilanza, ma solo con il riconoscimento organizzativo. Ecco, perch abbiamo presentato l'emendamento: innanzitutto, siamo preoccupati per i diritti dei lavoratori, ai quali va portato rispetto, perché lavorano con un carico notevole di responsabilità e di orari, e credo che abbiano stipendi che si aggirano sul 1.700.000-1.800.000 in termini di lire.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Chiedo scusa per l'interruzione: noi abbiamo inteso l'emendamento rispetto alle persone da vigilare, alle persone all'interno delle strutture e non a chi fa vigilanza.



SUINO Marisa

Assessore, il vostro testo recita: "La funzione di vigilanza consiste nella verifica e nel controllo della rispondenza alla normativa vigente e dei requisiti strutturali, gestionali e organizzativi" - noi aggiungiamo "e professionali" - "del personale impiegato nell'erogazione delle prestazioni sociali e" - di conseguenza, essendo questo l'articolo della vigilanza "della vigilanza".
Attenzione, un problema concerne il personale che verrà preposto a svolgere la vigilanza. Voi sapete molto bene che è sbagliato non dare una funzione, una qualifica, agli operatori dei servizi sociali, perché, in primo luogo, causa demotivazione e, in secondo luogo, perché è richiesta una forte competenza e un forte impegno nella prestazione lavorativa quindi, ci va il professionale. Inoltre, sulle strutture - ammesso che cominceremo, prima o poi, a vigilare su queste strutture - non è sufficiente vigilare su ciò che attiene a strutturale e gestionale. Occorre vigilare anche sulle qualifiche professionali, perché, con la riduzione dei tempi e il carico di utenti, stiamo rischiando in molte strutture (RSA, RAF e altre) di avere operatori non preparati per svolgere quella funzione.
L'accreditamento è diventato uno di quei passpartout dove è sufficiente dire "accreditato", poi, Ferro docet, accreditato e tutto scivola in avanti.
Poniamo un minimo di garanzia e di tutela sul versante professionale di chi opera nelle strutture e sul versante di tutela dei diritti dei lavoratori e degli operatori che si ritroveranno con questa eventuale funzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Nel discorso abbiamo capito bene che le persone che lavorano devono avere la qualifica giusta. Confermo che quando le Commissioni di vigilanza svolgono la vigilanza è un aspetto che controllano e dai verbali questo lo si evince.
La Commissione di vigilanza posso dire che lavora bene. C'è la necessità di una riforma, però, coglieremo l'occasione del passaggio (per legge) della vigilanza ai Comuni e agli Enti gestori per studiare una modalità, affinché svolgere un monitoraggio a livello regionale, proprio per evitare comportamenti diversi da quello già anticipato con quel gruppo di lavoro di cui ho già avuto occasione di relazionare.
Di conseguenza, è già un discorso che avviene per quanto riguarda le professioni all'interno delle strutture e l'erogazione delle prestazioni sociali. Nel tracciare le linee guida per la vigilanza, sottolineeremo senz'altro questo aspetto.



PRESIDENTE

La Giunta regionale ha espresso il parere contrario.
La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Lungi da noi non esprimere fiducia in tal senso, quindi, ci va assolutamente bene l'impegno che lei ha assunto formalmente in questa sede, rimandando a quelli che saranno i provvedimenti futuri. Siamo certi che vi sarà questa consapevolezza, manteniamo però nel merito anche il primo emendamento, convinti della necessità di continuare a garantire delle tutele ai lavoratori. Non è questione speciosa, di sinistra o di destra, è questione di garantire il sistema attraverso questi sostegni e queste garanzie a tutti i livelli. Se le Commissioni di vigilanza lavorassero bene come lei ha detto - e se così fosse, ne sarei assolutamente felice - non avremmo centinaia di verbali da parte dei NAS. Quindi, qualcosa va fatto.
Ci è sufficiente l'impegno che lei ha assunto, però ci consenta di mantenere il nostro emendamento.



PRESIDENTE

Quindi, tale emendamento è mantenuto.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 26.1, rubricato n. 79, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Placido sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Innanzitutto, vi è una questione che non c'entra nulla con la votazione. Chiederei se è possibile abbassare la temperatura della sala.
Vengo ora al problema della votazione. Era evidente che non c'erano 27 colleghi della maggioranza, al di là di qualcuno che si è sporto a votare e non ci sono nemmeno adesso.
Vorrei sapere se è questo il modo di votare su un provvedimento serio.
Ma non richiedo la ripetizione della votazione, voglio solo segnalarvi che questo non è un modo serio di votare e di affrontare un argomento. Non chiediamo nessuna verifica, ma non si può andare avanti così.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Placido, ma siccome era intento a riformulare il subemendamento, non avevo lo sguardo rivolto all'aula.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 26.2, rubricato n. 53, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 26.4, rubricato n. 54 bis, presentato dalla Giunta regionale, come riformulato.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alla votazione sull'articolo 26, come emendato (Consiglieri Angeleri, Cattaneo, Cantore e Bussola richiedono la votazione per appello nominale.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26, come emendato.
Presenti 27 Consiglieri Votanti 23 Consiglieri Hanno votato SÌ 23 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 27.1) Emendamento rubricato n. 55 presentato dai Consiglieri Suino Manica, Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani Muliere, Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 6 sono abrogate le parole "nonché la semplice modifica della rappresentanza legale della stessa".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Tecnicamente, spiego perché non è accoglibile l'emendamento. Si prevede che "l'autorizzazione sia concessa al legale rappresentante della società".
Al comma 3 si dice che "il legale rappresentante è responsabile del corretto funzionamento dell'attività"; al comma 5 è scritto che "l'autorizzazione ha carattere personale". Quindi, in caso di modifica della rappresentanza legale si rende necessario modificare anche tutto il titolo autorizzativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 27.1, rubricato n. 55, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Da ora in avanti richiedo sempre la votazione per appello nominale.
Vale su questa votazione e per tutte le votazioni future.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi: Ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Volevo ringraziare il collega Placido che ha già acconsentito alla richiesta - che altrimenti avrei fatto io - della votazione per appello nominale.
Inoltre in questo anno fa molto freddo e io ho anche una certa età.
Vorrei chiedere sommessamente se si potesse provvedere, onde non patire degli inutili disagi che si assommano a quelli della politica purtroppo ineludibili. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Burzi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'articolo 27 nel testo originario.
Presenti 23 Consiglieri Votanti 21 Consiglieri Hanno votato SÌ 21 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale.



(La seduta, sospesa alle ore 15.45 riprende alle ore 16.19)



PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
Ripetiamo la votazione sull'articolo 27.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'articolo 27 nel testo originario.
Presenti 27 Consiglieri Votanti 25 Consiglieri Hanno votato SÌ 24 Consiglieri Si è astenuto 1 Consigliere Non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28 nel testo originario.
Presenti 27 Consiglieri Votanti 25 Consiglieri Hanno votato SÌ 24 Consiglieri Si è astenuto 1 Consigliere Non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 29.1) Emendamento rubricato n. 56 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 dopo le parole "la Giunta regionale" sono inserite le parole "previo parere della Commissione consiliare".
Su tale emendamento la Giunta esprime parere favorevole, modificandolo in "sentita la competente Commissione consiliare ".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 29.1, rubricato n. 56, come modificato.
Il Consiglio approva.
29.2) Emendamento rubricato n. 57 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 dopo la parola "accreditamento" sono inserite le parole "che coordina con i meccanismi previsti dal piano socio sanitario per l'accreditamento delle strutture sanitarie".
La parola l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Sono favorevole all'emendamento, ma riproposto con le seguenti parole: "Dopo la parola "accreditamento" sono inserite le parole "che viene coordinato con i meccanismi previsti per l'accreditamento delle strutture sanitarie".



PRESIDENTE

La Consigliere Suino ritira l'emendamento n. 29.2, rubricato n. 57.
Viene presentato il seguente emendamento nella nuova formulazione: 29.3) Emendamento rubricato 57 bis presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto e dalla Consigliera Suino: dopo la parola "accreditamento" sono inserite le parole ", che viene coordinato con i meccanismi previsti per l'accreditamento delle strutture sanitarie,".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 29.3, rubricato n. 57 bis.
Il Consiglio approva.
29.4) Emendamento rubricato n. 58 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi.
Alla lettera a) del comma 2 sono aggiunte le parole "e di strumenti di comunicazione e trasparenza".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Questo emendamento è accoglibile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 29.4, rubricato n. 58, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
29.5) Emendamento rubricato n. 59 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 lettera d) sono aggiunte le parole "ritenuto criterio fondamentale".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Questo emendamento non è accoglibile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Si tratta dell'articolo 29, quello relativo all'accreditamento. Ci tenevo ad illustrarlo anche per spiegare ai colleghi e per riformulare una sollecitazione ad un esito favorevole, contrariamente a quanto ha detto sinora l'Assessore, perché è il punto che riguarda la qualificazione del personale. Parliamo delle strutture accreditate: sono strutture private (RAF, RSA e quant'altro) che vengono riconosciute idonee tramite l'accreditamento e le altre strutture definite normalmente pubbliche.
Dal nostro punto di vista, la qualificazione del personale è criterio fondamentale, così come l'applicazione della legge n. 626, così come le questioni strutturali degli edifici, così come la qualità e l'accessibilità ai servizi.
Dal nostro punto di vista, formulato in questi termini, nell'articolo 29, al punto d), non assumerebbe questa dimensione: a nostro giudizio - a maggior ragione se pensiamo al contesto degli anziani e delle persone disabili - la realtà piemontese è una realtà nella quale sempre di più abbiamo persone preposte all'assistenza dei nostri anziani e dei nostri disabili che non hanno l'aggiornamento e la qualifica professionale idonea per lo svolgimento delle mansioni che vengono richieste.
Se la qualificazione del personale diventasse un criterio fondamentale per l'accreditamento ci parrebbe corretto, e non metterebbe in difficoltà il terzo settore (di sicuro non metterebbe in difficoltà il pubblico poiché il pubblico già normalmente provvede agli aggiornamenti).
Il terzo settore sa che perché la struttura venga accreditata è bene che il proprio personale abbia le qualifiche del caso, e quindi rientra assolutamente in una legittima e doverosa necessità, peraltro assolutamente in linea anche con gli sviluppi delle leggi di mercato nel settore specifico delle strutture e dei presidi accreditati.
Quindi, rinnovo la richiesta a far sì che la qualificazione del personale sia uno dei punti prioritari per riconoscere l'accreditamento. E' un fatto ed una regola assolutamente di buon senso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Per noi tutti i punti elencati all'articolo 29 sono ritenuti criteri fondamentali. Abbiamo molto a cuore la qualificazione e in questa direzione abbiamo portato avanti molte azioni. L'emendamento però non è accoglibile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 29.5, rubricato n. 59, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
29.6) Emendamento rubricato n. 80 presentato dai Consiglieri Tomatis Cantore, Gallarini e Caramella: il comma 3 è sostituito dal presente: "3. Le strutture autorizzate ed accreditate sono convenzionabili con il sistema pubblico senza impegno di utilizzo e di remunerazione dei posti letto convenzionati ma solo di quelli utilizzati dai cittadini assistibili nei limiti previsti dal piano socio-sanitario regionale e in base alle spese programmate dalla ASL di competenza. Ciò in attuazione e nel pieno rispetto dei principi dettati dall'articolo 3, comma 2, lett. a), per quanto attiene, in special modo, il diritto di scelta da parte degli utenti." Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 29.6, rubricato n. 80, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Non essendoci dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 30.1) Emendamento rubricato n. 60 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 dopo le parole "Giunta regionale" sono inserite le parole "sentita la competente commissione consiliare".
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco quindi la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 30.1, rubricato n. 60.
Il Consiglio approva.
Non essendoci dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 31.1) Emendamento rubricato n. 61 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 dopo le parole "Giunta regionale" sono inserite le parole "sentita la competente commissione consiliare".
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco quindi la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 31.1, rubricato n. 61.
Il Consiglio approva.
Non essendoci dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 32.1) Emendamento rubricato n. 62 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 7 le parole "lettere b) e c), in servizio da almeno due anni alla data in entrata in vigore della presente legge, privi dei requisiti professionali suddetti" sono abrogate.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento non è accoglibile, perché occorre individuare una data e un limite al di sotto del quale chi non ha requisiti professionali deve accedere ai corsi di prima formazione.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Noi manteniamo l'emendamento poiché ci piace di più la formulazione che consenta a tutto il personale di essere avviato a percorsi di riqualificazione, trattandosi di operatori dei servizi sociali, e trattandosi quindi della necessità anche di adeguare la formazione degli stessi alle nuove norme che, nel frattempo, hanno cambiato radicalmente il contesto sociale e di integrazione sanità-assistenza, nel quale operano.
Quindi, ritenevamo più corretta al comma 7 una formulazione che rendesse implicita ed obbligatoria per tutti gli operatori la riqualificazione generalizzata, man mano che questa viene proposta dagli enti locali e dalla Regione. Quindi, manteniamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco quindi la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 32.1, rubricato n. 62, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Non essendoci dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32, nel testo originario Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 33.1) Emendamento rubricato n. 63 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 dopo la parola "laurea" è inserita la parola "specialistica".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

E' accoglibile l'emendamento presentato dal Consigliere Botta Marco.
Per quanto riguarda l'emendamento che riguarda la laurea specialistica riteniamo che possa esercitare le funzioni di Rettore anche chi non è in possesso di laurea specialistica.
Le lauree specialistiche stanno partendo adesso e le uniche figure specialistiche sono gli assistenti sociali che sono, comunque, già previsti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Può darsi che la formulazione specialistica induca questa interpretazione, nel caso in cui ve ne fosse un'altra sono disponibile almeno io, i Consiglieri cofirmatari come me dell'emendamento non lo so a sostituire la terminologia.
Il problema che noi poniamo è di sostanza. Il direttore dei servizi sociali non può essere una persona che si occupa di tutt'altra materia senza nulla togliere ad altre lauree che ben vengano. Per la specificità del ruolo, il direttore dei servizi sociali deve essere persona in possesso di una laurea la più vicina possibile a questi temi. Scritto così, tra l'altro, se la si volesse leggere nel modo sbagliato, fa pensare che vi siano una serie di personaggi da sistemare. Chiunque sia in possesso di una laurea in ingegneria ha diritto a diventare il direttore del servizio sociale. Specialistica è da intendersi in questi termini.
Ripeto la proposta. Se l'aggettivo non è idoneo, troviamone uno che lo sia, ma deve essere una laurea che ha attinenza con i campi della sociologia, della politica sociale, della pubblica amministrazione. Non pu essere una qualunque laurea. Mentre, sulla questione dei quattro o cinque anni di attività, ho un po' l'impressione che l'emendamento formulato risenta dell'esperienza regionale, quindi si ragiona nell'ottica dei cinque anni. perché siamo abituati a ragionare in quest'ottica. Diversa è la competenza sul settore dell'amministrazione comunale e dei servizi sociali dove il percorso, sino ad ora, era stato ragionato sui quattro anni.
E' una modifica che pare così ininfluente, ma credo che possa creare una qualche difficoltà di merito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Faccio presente che oltre al discorso di una qualsiasi laurea, noi chiediamo anche cinque anni di attività. Ricordo che il direttore delle politiche sociali, che è andato in pensione da poco tempo, aveva una laurea in ingegneria e, lo avete riconosciuto anche voi, ha ricevuto i vostri complimenti. Faccio presente che i concorsi vengono banditi dagli enti gestori, quindi loro possono individuare figure più specifiche. Noi abbiamo voluto lasciare questa libertà, ma tenendo fermi i cinque anni di attività.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 33.1, rubricato 63, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
33.2) Emendamento rubricato n. 370 presentato dai Consiglieri Botta M.
D'Onofrio, Galasso, Godio e Valvo : all'articolo 33, comma 2, le parole "quattro anni" sono sostituite con le parole "cinque anni".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 33.1, rubricato 370, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 33, come emendato.
Il Consiglio approva ARTICOLO 34 34.1) Emendamento rubricato n. 64 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: il comma 5 è così sostituito: "I soggetti pubblici e privati erogatori di interventi sociali, assicurano la partecipazione degli operatori alle iniziative di formazione qualificazione ed aggiornamento in orario di lavoro e con costi coperti dall'organizzazione di appartenenza".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Siamo sull'articolo 34 inerente "le attività formative". Noi chiediamo di riformulare il comma 5, quello che recita: "I soggetti pubblici e privati, erogatori degli interventi sociali, promuovono e agevolano la partecipazione degli operatori di iniziativa di formazione, qualificazione e aggiornamento". Dov'è il problema dal nostro punto di vista? In quei termini "promuovono" e "agevolano" in quanto, così formulati, assumono una funzione facoltativa, mentre tutta la normativa presente da per applicarsi quindi non con funzione facoltativa, l'onere. Quel "promuovono" e "agevolano" vanno bene in un contesto generale diverso, ma nella fattispecie i soggetti pubblici e privati devono provvedere ad iniziative di formazione, qualificazione e aggiornamento. È un fatto di applicazione delle norme vigenti. Ecco perché abbiamo presentato l'emendamento che riteniamo sia assolutamente accoglibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendano nella forma proposta: "In orario di lavoro con costi coperti dall'organizzazione di appartenenza" non è accoglibile perché si deve fare riferimento ai singoli contratti applicati. Si può proporre, in alternativa, però ci sembra pleonastico, di aggiungere alla fine del comma 5 le parole "nel rispetto delle norme contrattuali vigenti". Che le norme contrattuali debbano essere rispettate è ovvio. Noi rispettiamo i singoli contratti di categoria, ma non è accoglibile l'emendamento anche se comprendiamo lo spirito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Guardi, Assessore, non è così. Già adesso ci sono una serie di momenti di aggiornamenti e di qualificazione, che vengono riconosciuti, parlando del pubblico, soltanto per il 50% del monte ore. La restante parte è a carico del personale già adesso a Statuto dei lavoratori invariato. Mentre per quanto riguarda i lavoratori del privato - parliamo di assistenti, di RSA, di RAF, cioè di strutture accreditate - vengono proposti a momenti di aggiornamento e di formazione solo nella fase iniziali, dopodiché sono corsi solitamente di alcune ore e non viene più garantito il servizio.
Attenzione a scriverlo come "promuovono", perché noi stiamo dichiarando che la qualificazione e l'aggiornamento professionale, nel pubblico e nel privato, nei campo del servizio sociale, diventa una funzione da promuovere e da agevolare, non diventa una funzione da continuare a garantire, da una parte, nella tutela del lavoratore, che deve svolgere quelle prestazioni di aggiornamento riconosciute, perché concorre alla propria formazione quindi, in orario di lavoro con costi coperti.
Ripeto: abbiamo aggiunto questa precisazione, in quanto già attualmente i costi per la qualificazione e l'aggiornamento nel pubblico non vengono più coperti, allora, diventa una necessità precisarlo.
Risollecitiamo una maggiore attenzione al comma 5 dell'articolo 34 individuiamo una diversa formulazione; così come è stato proposto dal disegno di legge, assume una funzione soltanto a corollario, ad integrazione: "promuovono e agevolano". Noi siamo convinti, e lo ribadiamo che la qualificazione e l'aggiornamento siano, assolutamente, criteri ineludibili sia nel pubblico che nel privato, come tali devono rimanere a garanzia delle prestazioni assistenziali e socio-sanitarie erogate nelle strutture pubbliche e private.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Condivido le considerazioni svolte dalla Consigliera Suino, in quanto ritengo che, in questo caso, non inerisca il riferimento ai contratti. I contratti regolano il tipo di rapporto, ma non c'è scritto quanta formazione si deve fare, se la si deve fare e aspetti di questo genere, non entrano nel merito di questo. E' l'Ente che chiede, per fare certe cose, un determinato livello di qualificazione. Personalmente, mi sono occupato spesso di contratti e questo aspetto non l'ho mai rilevato. Nei contratti si parla genericamente della possibilità di svolgere la formazione, ma al suo interno non viene formulata tutta la tematica formativa. Per la formazione che ci compete, nel contratto si può dire che il lavoratore pu partecipare a corsi di formazione, ma non si può andare oltre, poi, non indica neanche chi deve sostenere il pagamento, spesso la formazione, a seconda dei casi, può essere finanziata sia dal pubblico che dal privato.
Il problema è che noi la riteniamo necessaria, quindi, dobbiamo garantire il suo svolgimento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 34.1, rubricato n. 64, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'articolo 34.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Intervengo per dichiarazione di voto sull'articolo 34.
Assessore e colleghi, riteniamo che, da questo punto di vista, ci sia una grave sottovalutazione. L'articolo 34 disciplina le attività formative è un aspetto importante da non trascurare, invece, abbiamo la netta sensazione che su questo punto ci sia trascuratezza. E' un aspetto importante che viene disciplinato dallo Statuto dei lavoratori e non pu diventare facoltativo, poiché è scritto esplicitamente nelle norme che tutelano e regolano il rapporto tra il lavoratore e l'Ente pubblico e l'Ente privato. E' un dovere ed è una garanzia per il lavoratore sapere di poter contare su un riconoscimento economico e di orario in tutti i momenti di aggiornamento e di formazione che vengono ritenuti necessari dall'Ente quindi, dal datore di lavoro, sia esso pubblico o privato. Allo stesso tempo, è una tutela per i cittadini sapere che il personale della struttura pubblica o privata dove il congiunto (anziano, figlio, persona handicappata, la persona medesima) si ritrova nella circostanza di essere assistito o di ricevere una prestazione di carattere assistenziale o di integrazione sanità-assistenza. E' una tutela per il cittadino sapere che per legge, è riconosciuto fondamentale l'aggiornamento e la qualificazione di questo personale.
Se così non è e diventa un fatto facoltativo, poiché qui rimane una funzione facoltativa ("promuove e agevola", è facoltativa), allora significa che, se gli Enti e i datori di lavoro, pubblici o privati, lo riterranno importante, il personale che attualmente svolge assistenza in una struttura verrà sottoposto ad un aggiornamento e ad una riqualificazione, altrimenti, se non lo riterranno importante - non è il caso di essere dei profeti per immaginare che sarà ritenuto poco importante, in quanto aumenta il costo lavoro in termini di ore e di remunerazione - i corsi non verranno più fatti. Quindi, il personale ADEST che mi ritroverò nella struttura privata sarà un ADEST senza qualifica farà parte del personale messo lì nella circostanza con 10 - 12 - 15 persone da seguire e 7 minuti a disposizione per persona.
Da questo punto di vista, questa superficialità creerà problemi pertanto dichiariamo il nostro voto contrario sull'articolo 34. E' un articolo importante (le attività formative) e riteniamo sbagliata questa superficialità da parte della maggioranza e della Giunta, che rinvia a quello che sarà, lasciando al campo della libera interpretazione, al promuovono e all'agevolano un fattore che sinora era disciplinato e normato dalle regole vigenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, ho poco da aggiungere a quanto già detto dalla collega Suino, condividendo pienamente quanto da lei espresso.
Assessore Cotto, ritengo fin dall'inizio che questa legge rappresenti quello che io definirei un vizio di famiglia di questa Giunta: è una destrutturazione strisciante, talora più accentuata, talora meno accentuata, di quelle che sono le prerogative del servizio pubblico in tutti i campi, anche in questo caso.
Perché dire questo quando si parla di formazione? Proprio esattamente per le motivazioni che ha brillantemente spiegato la collega Suino. Nel senso che noi crediamo, ma penso ne sia convita anche l'Assessore, perch l'Assessore credo che abbia una preparazione in questo campo specifico e che, per certi versi, abbia anche idee di un certo tipo di società da costruire. Purtroppo poi non so in base a quali pressioni segue questa onda neoliberista che ormai pervade tutta questa amministrazione.
Allora perché la formazione? Proprio perché in tutti i campi, ma maggiormente in questo campo, sicuramente la formazione è un punto essenziale.
E' chiaro che possiamo fare finta di credere di essere sani, quindi credere che questa modalità, come l'abbiamo costruita, sia perfetta e che otteniamo dei risultati. Invece possiamo guardare quella che sarà la realtà e la realtà, lo possiamo dire già adesso, sarà la triste realtà descritta dalla Consigliera Suino.
Questo è inevitabile, noi possiamo fare finta che non sia così, ma sarà così, inevitabilmente. In questo, Assessore, non posso non pensare che noi costruiamo un sistema che distrugge dalla base, progressivamente e poco per volta, in alcuni campi di più, in altri campi di meno, una certa visione sociale della nostra società.
Avevo già detto queste cose in sede di dibattito sul crocifisso. Tutte le forze che si riconoscono nei valori cattolici e cristiani, tutte queste forze che si riconoscono in un certo tipo di società, che vorrebbero costruire una società che comunque crede ancora nei valori della solidarietà e della giustizia, piuttosto che impegnarsi a mettere crocifissi da una parte piuttosto che da un'altra, dovrebbero impegnarsi nel costruire dei progetti di legge che difendano le idee che loro professano nella società ed in ogni momento.
Anche con queste leggi si difende un certo tipo di società ed una certa fede. Trovo incredibile che, da un lato, si faccia una professione di fede per difendere la facoltà di appendere il crocifisso in qualche posto, ma dall'altro, quando abbiamo l'opportunità di fare delle scelte concrete a difesa di un certo tipo di idee, si scelgano strade esattamente opposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Evidentemente, il non accoglimento di un emendamento che tentava di introdurre un elemento di qualificazione nell'articolo stesso, credo sia grave. Secondo me, è importante che si vada sempre più nella direzione che abbiamo sottolineato con questo emendamento, perché già tutta la dinamica dei contratti di lavoro tende ad impoverire la qualità del lavoro stesso.
Credo che in questo caso, proprio per il tipo di attività che viene richiesta, sarebbe fondamentale cercare di contrastare questa situazione e di determinare delle regole e delle garanzie che valgano per tutti e soprattutto, per chi ha a che fare con questo tipo di personale, con chi ha bisogno e si trova ad avere a che fare con esso.
Quindi, mi pare che il non accoglierlo sia, da una parte, l'espressione di una forte insensibilità, dall'altra una non comprensione di quello che concretamente avviene, in questo periodo, nei rapporti di lavoro, e del modo in cui essi vengono concretamente praticati.
Quindi, il mio voto è contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico dell'articolo 34, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 35.1) Emendamento rubricato n. 65 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: il comma 1 è così riformulato: "Fatti salvi i finanziamenti provenienti dallo Stato vincolati a specifiche finalità, il sistema integrato e finanziato dai Comuni con il concorso della Regione e degli utenti per quanto attiene alle attività sociali a rilevanza sanitaria, nonché dal fondo sanitario regionale per le attività sanitarie a rilevanza sociale gestite dalle ASL ed assoggettate alla contribuzione dei comuni secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale vigente".
35.2) Emendamento rubricato n. 66 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 8 le parole "dalla Giunta regionale, informata la commissione consiliare competente" sono sostituite con le parole "dal Consiglio regionale".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento n. 35.1, rubricato n. 65, non è accoglibile. Gli utenti concorrono alla spesa non soltanto per le attività sociali a rilevanza sanitaria, ma anche per tutta una serie di prestazioni puramente sociali ad esempio il ricovero in strutture per anziani autosufficienti, il telesoccorso e tanti altri servizi.
L'altro discorso del Consiglio regionale non è accoglibile, c'è già la solita frase "informata la Commissione".



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Assessore, ci ha di nuovo detto un no, e l'elenco dei "no" sta diventando veramente pesante ed imbarazzante, anche perché sono emendamenti di merito che hanno - e non è presunzione - la funzione di migliorare un testo, che è vecchio ed è sbagliato.
Sull'articolo 35, la precisazione che proponiamo con questo emendamento è una precisazione a tutela dei Comuni, perché, così formulato potrebbe far pensare e intendere che, nel giro di poco tempo, gli enti gestori debbano farsi carico di pagare sia le prestazioni sociali sia le prestazioni sanitarie.
Così formulato, consente una libera interpretazione. Con le carenze di finanziamento che attualmente hanno le Regioni, quale motivazione migliore per dire agli Enti gestori: "Signori, fatevi carico anche delle prestazioni sanitarie"? Assessore, non le risulta che già adesso miriadi di prestazioni vengano scaricate sull'assistenza dalla sanità? Non le risulta? L'assistenza è la "Cenerentola" o la "parente povera", che non riceve niente in questo nostro Paese: siamo all'8,4% del PIL, il tasso più basso in assoluto rispetto a tutti i Paesi europee. Anche gli ultimi, toccano punte del 10% e dell'11%.
Il welfare state - diventiamo americani! - in questo Paese tocca, nel PIL la quota dell'8.4%;la media europea tocca il 12%.
Questo è il contesto. E proprio in questo contesto lei sa benissimo che sono migliaia e migliaia i casi di persone che si ritrovano a provvedere di tasca propria. Cosa diciamo di quei due milioni di famiglie che sono diventate improvvisamente povere? Era gente assolutamente media normale, che aveva due attività, due lavori, due stipendi certamente normali, che magari si è ritrovata in famiglia un caso di cronicità di qualunque livello (oncologico, invalidità, Alzheimer) e la loro vita e il loro sistema si è scompigliato a tal punto che sono diventate improvvisamente povere: impiegano dai sei agli undici mesi a toccare la soglia della povertà(neanche un anno!). Cosa ne diciamo? Come mai? Perché non si specifica che le prestazioni sanitarie devono rimanere a carico della sanità, non che la sanità le scarica sulla "Cenerentola". Lei dovrebbe difendere questo aspetto.
Invece, questa formulazione non tutela le famiglie, non tutela i piemontesi.
Assessore, ci ripensi: la formulazione così com'è stata concepita tanto tempo fa non offre garanzie. Noi dobbiamo dire quali sono le prestazioni sanitarie a carico della sanità e quali sono le prestazioni sociali a carico degli Enti gestori.
Questa formulazione consentirà agli Enti gestori di richiedere ben più di quel 50% che avete pattuito sui LEA. Le famiglie non riusciranno a farsi carico di questo tipo di appesantimento, lo sappiamo tutti.
Ci vuole una consapevolezza diversa, Assessore. Ritorni su questo emendamento, lo riformuli e noi ritireremo il nostro.
Il comma 1 dell'articolo 35, così com'è presentato e formulato, è assolutamente capestro per i cittadini piemontesi: non tutela e non garantisce. Non garantisce il suo Assessorato, che verrà sempre di più tirato per la giacca.
L'altro emendamento - in questo modo, con un'unica illustrazione entrerò nel merito anche dell'altro emendamento, ma sarò più breve - è relativo al comma 8, che è l'unico comma che fa riferimento al Fondo regionale.
Signori Consiglieri, Assessore e Presidente, il Fondo regionale è quella somma che scaturisce da più Fondi: sono i Fondi nazionali, i Fondi dei Comuni, i Fondi dei cittadini.
A voi pare lecito che il Fondo regionale venga gestito esclusivamente dalla Giunta, come funzione esecutiva, senza che vi sia nemmeno il ragionamento sui criteri - cosa sinora avvenuta - a disposizione dei Commissari, della Commissione e del Consiglio? Il Fondo regionale è patrimonio di tutti, anche delle minoranze, perch viene realizzato anche con i nostri contributi, che vengono prelevati sui nostri stipendi e vale per tutti quanti. È nostro diritto, è diritto di quest'aula, poter ragionare perlomeno sui criteri in base ai quali viene ripartito quel Fondo.
Scritto come compare al comma 8, diventa una prerogativa esclusiva della Giunta, che certo informa la Commissione, ma dopo che è stata assunta una decisione.
No. È programmazione, Assessore. Sui criteri abbiamo il diritto, come Consiglieri, di poter intervenire ed esprimerci nel merito, e non essere solo informati dopo. È una salvaguardia per tutti: oggi ci sono certe maggioranze, ma domani potrebbe valere per le stesse maggioranza, che, nel frattempo, potrebbero essere diventate minoranze.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire, però, in merito all'articolato. Lo avevo già segnalato prima, ma probabilmente non mi aveva visto.



PRESIDENTE

Lo faccia adesso, glielo accordo.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Assessore, sinceramente nutro alcuni dubbi su questo articolo - per questa ragione volevo intervenire sull'articolato - e magari poteva fornirmi delle risposte in merito.
In particolare, il fatto di inserire al punto 6 "Le risorse annuali regionali di cui al comma 4 - che, a sua volta recita: "La Regione concorre al finanziamento del sistema integrato di interventi e servizi sociali attraverso proprie specifiche risorse" - sono almeno pari a quelle dell'anno precedente, incrementate dal tasso di inflazione programmato" non contrasto col fatto di fare ogni anno un bilancio preventivo e consuntivo della Regione? Di fatto, si impegna, con una legge regionale, una cifra fissa. Anzi andiamo ad aumentarla anno per anno (però non può diminuire).
Lo ritengo alquanto strano, perché addirittura dovrebbe essere al massimo inserito in un bilancio pluriennale. In questo modo, sarebbe indefinito. Con questa dicitura, sollevo dei dubbi di legittimità per quanto riguarda il bilancio.
Vi è, a mio giudizio, un'altra questione: essendo la Regione il principale finanziatore dei consorzi che gestiscono il socio-assistenziale sul territorio, ed avendo inserito, ad esempio, all'articolo 18 la dicitura che l'intervento della Regione dev'essere omogeneo sulle aree del territorio, come mai a seconda dei consorzi socio-assistenziali varia l'importo pro-capite medio a seconda dei vari consorzi? Avevo sollevato, ad esempio, tempo fa, il problema del Cissaca (Consorzio socio-assistenziale di Alessandria) che prendeva pro-capite meno rispetto alla media regionale.
Se vogliamo omogeneizzare, non dovrebbe essere uguale l'importo pro capite dato ai vari consorzi che poi devono gestire? A parte i progetti particolari concordati, l'importo che viene dato di base non dovrebbe essere uguale, quindi non per tutti ma in base ai cittadini, in base ai residenti o a quante persone aiuta il consorzio? L'ultima questione è la seguente: noi interveniamo privilegiando, di fatto, gli Enti gestori istituiti sugli ambiti territoriali. Però andiamo addirittura a prevedere degli enti che garantiscono il controllo direzionale, l'analisi dell'attività in corso di gestione, la corrispondenza dei risultati conseguiti con gli obiettivi, e così via.
Le sembra il caso di delegare questi compiti di controllo a degli Enti gestori che si occupano di attuare il controllo? Non sarebbe più logico che fosse la Regione, che è l'Ente che paga, a fare il controllo degli Enti che si occupano di spendere i fondi, anziché mettere un Ente che controlla un altro Ente? Vi è ancora un'ultima domanda: che controllo facciamo, come Regione nella determinazione degli stipendi, degli emolumenti, o dei gettoni dei membri di questi consorzi socio-assistenziali? A volte, arriviamo a lesinare sulle decine di migliaia di lire (parlando di vecchie lire) in un aiuto ad una famiglia disagiata, e poi permettiamo che un consorzio autonomamente si dia uno stipendio secondo me eccessivo. Le riporto un esempio reale: il Presidente del Cissaca di Alessandria prende, all'incirca, un gettone, se vogliamo chiamarlo così, o un emolumento di dieci milioni al mese. Non so quanto sia logico per chi fa un servizio sulla base di un accordo fra più Comuni percepire emolumenti di questo tipo, che poi, a calare, vanno al Vicepresidente e ai vari membri di questi consorzi. Noi andiamo a lesinare poche centinaia o migliaia di lire e poi permettiamo a questi consorzi, che si autonominano (perché si mettono d'accordo i Comuni e poi si nominano i loro membri all'interno Presidente compreso), di dotarsi di emolumenti che, sinceramente, valuto eccessivi nei servizi sociali.
Le pongo queste domande perché vorrei capire come vuole intervenire l'Assessorato su questi fatti che, a mio giudizio, non sembrano poi così irrilevanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Assessore, quando nelle famiglie si vivono situazioni problematiche, si fa sempre più spesso questa constatazione: quando si è in difficoltà, in Italia come in Piemonte, o si hanno molti soldi, oppure si ha una famiglia numerosa, perché il numero di coloro che possono accedere al sostegno pubblico diventa, di giorno in giorno, più ristretto.
Sinceramente, credo che con questa legge la situazione rimarrà questa.
In Italia, se si hanno dei problemi, sarà meglio avere una famiglia, e possibilmente molto ricca, perché contare sul pubblico diventerà sempre più difficile.
Se vi fosse della ragionevolezza in politica, e non si guardasse solo ai numeri sui quali una maggioranza può contare, credo che alcune delle considerazioni dell'opposizione, sarebbero osservate e considerate in modo diverso, con serietà e attenzione, non considerate prive di valore perchè prive di numeri. Il vostro ragionamento è molto chiaro: "Tanto si arriva al voto, abbiamo il numero legale e la maggioranza è garantita. Qualsiasi cosa succeda noi andiamo avanti per la nostra strada". Questa ragione dei numeri ha poco a che vedere con la ragionevolezza.
Tra le osservazioni fatte, vi erano dei forti contenuti di veridicità.
Trovo che, in particolare, l'articolo 35 presenta delle chiare indicazioni di come, con questa legge, non riusciremo a sopperire ai problemi che ci sono in questo campo.
Ad esempio, la legge mette sullo stesso piano il fatto - come ha ricordato la collega Suino - che sul fondo regionale confluiscono risorse (Regioni, Province e Comuni) e quelle dei soggetti pubblici e privati.
Però questi soggetti privati, come sappiamo e com'è nell'impianto della legge, sono anche coloro che sono erogatori degli interventi sociali. Li abbiamo già incontrati nel comma 5 dell'articolo precedente. Questi soggetti privati, erogatori di interventi sociali, come interferiranno poi nella gestione di questo fondo regionale, a che livello potranno interloquire? Sicuramente potranno interloquire con le forze politiche presenti in Giunta. Quindi, noi creiamo un sistema attraverso il quale non solo il Consiglio viene esautorato, ma c'è la possibilità che i soggetti privati che partecipano alla gestione degli interventi sociali determinino l'utilizzo di questo fondo.
Certo, non è scritto in modo chiaro e sarà smentita questa ipotesi, ma so per certo che nella realtà, questo potrà verificarsi perché sappiamo come funzionano le cose nella politica e nella gestione: un soggetto privato erogatore di interventi sociali ha sicuramente la possibilità di farsi ascoltare dalla Giunta e, se è nel suo interesse, avrà anche la possibilità di indirizzare l'utilizzo di questo fondo regionale, cioè fare in modo che in qualche maniera sia più utile a lui che non a tutta società.
Per quanto riguarda i punti sollevati dal Consigliere Rossi, io la vedo ancora più negativa, nel senso che se noi diciamo che le risorse annuali regionali sono almeno pari a quelle dell'anno precedente, incrementate solo del tasso di inflazione programmato, noi non potremmo tenere in considerazione un fatto che, secondo tutti gli studi statistici, si sta verificando e va ampliandosi: le nuove povertà. Come potremo rispondere alle necessità delle nuove povertà semplicemente prevedendo l'incremento del tasso di inflazione, che invece va a coprire solo l'aumento dei costi? Non è certamente questo il metodo per far fronte all'aumento della povertà, il suo coinvolgere fasce sempre più ampie di popolazione.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, ha ora la parola l'Assessore Cotto per la replica.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Penso che le preoccupazioni manifestate dalla Consigliera Suino siano le preoccupazioni di tutto il Consiglio regionale. Però noi qui siamo al punto 1 dell'articolo 35, che recita: "Il sistema integrato degli interventi e servizi sociali è finanziato dai Comuni con il concorso della Regione e degli utenti nonché dal fondo sanitario regionale per le attività integrate".
Sono poi altri provvedimenti che vanno a stabilire quali sono le rilevanze sanitarie e le rilevanze sociale, tipo i LEA.
Il Consigliere Rossi ha fatto presente diversi punti, ad esempio quello che le risorse annuali regionali sono almeno pari a quelle dell'anno precedente incrementate del tasso. E' già così. La legge n. 62/95 stabilisce questo e anche se è una legge vecchia, secondo me è valida e dovrebbe tranquillizzare la Consigliera Suino o altri, che temono che il riparto in carico alla Giunta possa stravolgere tutto.
Noi vogliamo mantenere i servizi che il territorio dà e quindi non possiamo non dare i soldi dell'anno precedente e non dare certezze agli enti gestori, altrimenti licenziano il personale e non fanno assistenza domiciliare. Questo è logico.
Quindi, nel 1995 il legislatore di allora ha pensato bene e noi l'abbiamo ribadito per dare delle certezze.
La Regione è principale finanziatore. E' vero: tra sanità e sociale noi contribuiamo ai due terzi del bilancio degli enti gestori.
Vi invito a leggere i numeri dell'assistenza in un opuscolo che distribuiamo sempre a tutti i Consiglieri, giunto alla quarta edizione. E' un opuscolo che mette a confronto le realtà e ha ragione il Consigliere Rossi, così come hanno ragione i tanti Consiglieri dell'altro Piemonte quello che viene così chiamato, a dire che hanno di meno rispetto ad altri.
Però è anche vero che dobbiamo dire che pagano di meno, cioè noi abbiamo il Comune di Torino che riceve tantissimo, perché c'è una base e un bisogno storico; e il Comune di Torino ha una quota pro-capite di 91 euro. Ci sono altri Comuni che hanno una quota pro-capite di 15 euro e la spiegazione va ricercata proprio nel fatto che, nell'altro Piemonte, tante volte i bisogni non venivano rappresentati al Comune. Si mangiava pane e cipolle e non si rappresentava il bisogno. In una città metropolitana, dove non c'è la possibilità di coltivare le cipolle, c'era quasi l'obbligo a rivelare alcune situazioni.
Noi vorremmo cercare di sistemare questo discorso, cioè non frenare nessuno e fare aumentare gli altri, perché oggi chi ha un anziano non autosufficiente in casa, è uguale sia che abiti a Torino sia che abiti a Domodossola piuttosto che a Chiusa Pesio. Quindi, noi dobbiamo concorrere in modo più omogeneo ed evitare l'assistenza a macchia di leopardo. I vari punti che citava il Consigliere Rossi riguardano già un discorso di controllo di gestione della Regione Piemonte, che incentiva o disincentiva i consorzi secondo determinati criteri che sono elencati. Sempre guardando i numeri dell'assistenza, noi abbiamo anche voluto mettere i costi di gestione delle strutture. Non sta a noi giudicare, i Comuni giustamente sono autonomi, gli enti gestori stabiliscono quello che ritengono più opportuno. E' bene, tutti insieme, cercare di non perdere mai di vista i problemi - che sottolineava anche il Consigliere Moriconi - del bisogno dei cittadini. Il bisogno dei cittadini, a cui il Consigliere faceva riferimento, ormai è chiarito, va bene, altri no. Non accetto assolutamente provocazioni, e so che anche il Consigliere l'ha detto come tale, perch la legge, prevedendo i piani di zona che sono dei propri e veri piani regolatori del sociale, individuerà chi fa che cosa e con quali risorse per far fronte ai vari bisogni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste per dichiarazione di voto.



ROSSI Oreste

Pur ringraziando l'Assessore per i chiarimenti che ha fornito, il problema non è risolto. Continuiamo a ritenere non corretto che vi siano delle realtà, in cui vi siano Comuni più ricchi che percepiscono 91 euro per i servizi socio assistenziali e altri Comuni che arrivano a percepire 15 euro procapite per gli stessi servizi..



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Quanto pagano, non quanto percepiscono, è diverso. Il Comune di Torino contribuisce al fondo con 91 euro. Ho solo voluto spiegare che il parametro storico è anche in base non solo alla popolazione anziana, al numero degli abitanti, alla dispersione sul territorio, ecc, ma anche seguendo la logica che se il comune investe di più prende di più. Esempio, se il Comune di Torino investiva 91 euro, la Regione storicamente dava per 91 euro.



ROSSI Oreste

Questo è un chiarimento utile. Una disparità di contributo della Regione a singoli Comuni, è legato a quanto il singolo comune investe nel socio assistenziale. A quel punto ci saranno cittadini avantaggiati rispetto ad altri, grazie anche all'attività del suo comune. Rimane sempre aperto il problema legato all'eccessiva autonomia che i consorzi hanno.
Anche dallo stesso punto di vista degli emolumenti che si danno ritengo che in alcuni casi siano eccessivi, e poi vi è una eccessiva cessione di poteri di chi è il principale finanziatore di questi consorzi rispetto ai consorzi stessi. Sul territorio il bisognoso vede come suo diretto interlocutore e come suo aiuto, l'entità Comune o l'entità consorzio che, comunque, dipende dall'entità comune. Un po' come si è verificato, Assessore, sulla questione del contributo degli affitti. Di fatto gli stessi Comuni, utilizzando fondi che arrivavano dalla Regione vendevano per proprio contributo quello sull'affitto. Non dico che non sia giusto, ma che la Regione abbia più potere di intervento e poter "mettere di più il becco" in questi fatti, lo ritengo utile. Il voto su questo articolo, essendo una via di mezzo tra una soddisfazione sì e soddisfazione no, sarà di astensione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 35.1, rubricato n. 65.
Il Consiglio non approva.
Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 35.2, rubricato n. 66.
Il Consiglio non approva Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'articolo n. 35 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste, ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Capisco che sia tardi e da qualche parte nevichi, ma ritengo che queste siano questioni estremamente delicate, anche perché parliamo di fondi pubblici che la Regione da al territorio e che noi riteniamo debba mantenere sotto controllo. Controlli di gestione, articolo 36, articolo di pochissime righe, dove di nuovo la Regione delega, perché l'articolo recita: "Gli enti gestori istituzionali dei servizi sociali, al fine di rilevare i dati relativi al rapporto tra risorse impiegate e prestazioni erogate, adottano idonei sistemi di controllo di gestione". "Gli Enti gestori adottano sistemi di controllo della gestione", non è molto bello.
E' pur vero che al punto 2 si dice "la Giunta regionale individua metodi e strumenti e fornisce indirizzi per una realizzazione del controllo di gestione, ecc.." ma il controllo lo fa l'Ente gestore del servizio. Siamo sempre lì, stesso problema che dicevo prima, deleghiamo dando noi i soldi: troppo potere a questi Enti. Riteniamo che assolutamente debba rimanere in campo alla Regione che, lo ripeto, è il principale finanziatore degli enti di gestione e dei consorzi che offrono servizio sul territorio. Il principale finanziatore deve mantenere il controllo, stretto e rigoroso non solo offrire i metodi con cui effettuare il controllo, ma farlo fare dall'ente gestore. Su questo articolo dobbiamo, ovviamente, a meno che l'Assessore non dia delle indicazioni che mi convincano in modo differente a dare un voto contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36 nel testo originario.
Il Consiglio approva ARTICOLO 37 37.1) Emendamento rubricato n. 67 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 le parole "la Regione" sono sostituite con le parole "il Consiglio regionale con apposito atto legislativo".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Gli emendamenti non sono accoglibili, è semplicemente l'espressione di una volontà della Regione, non è necessario alcun provvedimento. I provvedimenti attuativi di tale volontà sono demandati alla Giunta, così come previsto nei commi successivi.
Per quanto riguarda l'altro discorso abrogato e per quanto riguarda i capitali privati, l'emendamento non è accoglibile, anche i privati rappresentano una risorsa da utilizzare.
Avendo la parola, voglio tranquillizzare il Consigliere Rossi: ci sono due tipi di controlli di gestione, uno interno all'Ente gestore, l'altro nostro, previsto all'articolo 4, laddove abbiamo approvato un emendamento presentato - poi, le mostrerò.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliere Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Mi limito alla dichiarazione di voto sul primo emendamento, poi, ne svolgerò una apposita sull'altro emendamento.
Siamo sull'articolo 37, risorse finanziarie per investimenti: Assessore, è opinabile, da parte nostra, che sia facoltà della Giunta decidere quali sono i criteri, le modalità, il merito, la sostanza e i budget dei finanziamenti per gli investimenti. Credo che non sia mai avvenuto e sia assolutamente sbagliato. Le ricordo che nell'ultima Finanziaria, in questo Consiglio, le minoranze hanno ritirato centinaia di emendamenti quando si raggiunse l'obiettivo, concordato tra maggioranza e minoranza, ad esempio, di intervenire per recuperare i famosi 1.500 posti per anziani, di cui il suo collega - vi parlerete, no! - ha utilizzato il 20% dei fondi. E' una delle domande che circolano nelle svariate centinaia di interrogazioni e interpellanze che attendono di essere onorate da questa assise con una risposta. Alcune delle interpellanze pongono questo lieve quesito, ma il rimanente 80% dei fondi che fine ha fatto, in quanto c'era stato un impegno congiunto? Forse, ci preoccupiamo troppo, ma siamo consapevoli di quello che stiamo vedendo in questi ultimi anni in questo Consiglio. Facciamo bene a preoccuparci, qui si tratta di investimenti, si tratta delle risorse finanziarie per gli investimenti per le strutture sociali e socio sanitarie, e voi ci presentate un provvedimento al di fuori di qualunque norma vigente in cui si dice che la Regione, la Giunta, se le decide! Signori, c'è qualcosa che non quadra! C'è un delirio di onnipotenza e di presunzione, che è preoccupante! E' sbagliato, perché, comunque, è denaro dei cittadini! Ci preoccupa molto che non abbiate recepito almeno la necessità di una riformulazione. Così scritto significa che solo la Giunta, quindi, quei signori - poi, per carità, Assessore, auguriamoci che non sia così - che hanno una serie di problemi personali, a giudicare da giornaletti di basso rango, decide sugli investimenti, sono quegli stessi signori che decidono sulla spesa corrente e il Consiglio, semmai, riceverà un'informazione.
Quello che stiamo ottenendo con tutti questi emendamenti è, bontà vostra che ci scriviate che ci darete poi un'informazione in Commissione, vi pare democrazia questa? E' grave, Assessore, abbiamo superato gli articoli relativi alla programmazione e ci avete scritto: "sentito, data l'informazione in Commissione". Parliamo di competenza del Consiglio regionale, Presidente: gli investimenti sono competenza del Consiglio regionale! Male fa questa maggioranza ad andare in questa direzione.
Non amo la gestione delle regole a seconda di chi governa, la ritengo sbagliata, perché, in ogni caso, una regola fatta in modo personalistico è un danno per la democrazia.
Oggi, voi state facendo così, create le condizioni perché ciò avvenga in un altro contesto: sbagliate! Noi manteniamo il nostro emendamento, mi riservo, dopo la votazione, di intervenire sull'altro emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 37.1, rubricato n. 67.
Il Consiglio non approva.
37.2) Emendamento rubricato n. 68 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: il comma 8 è abrogato.
La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Assessore, quale motivazione per il diniego, ci ha detto che anche il privato ha diritto ad essere sostenuto...



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Anche i privati rappresentano una risorsa da utilizzare, questo ho letto.



SUINO Marisa

Certamente, ha ragione, le chiedo scusa per la formulazione impropria anche i privati rappresentano una risorsa, si immagini se non condividiamo assolutamente, questo assioma. Però, può darsi che la nostra interpretazione sia indotta un po' in malafede da quanto vediamo sulla sanità, glielo riconosciamo. Però, ci permetta di rilevare con preoccupazione la formulazione che avete adottato, perché questa formulazione - quindi, invito i colleghi a riflettere sulla stessa - dice che la Regione opera perché ci siano i capitali privati, questa è la formulazione. Il fatto che la Regione ritenga il capitale privato una risorsa è un aspetto, ma il fatto che la Regione, comma 8, articolo 37 opera perché ci siano i capitali privati, con l'esperienza della sanità, se per caso AMOS va in porto, se l'unità spinale, come è andata in porto, con quella formulazione, cosa significa? Significa che il privato viene istituzionalizzato attraverso la garanzia del pubblico. Il pubblico è garante e paga la differenza. Quindi si istituzionalizza l'intervento del privato, che si autosostiene attraverso la garanzia del pubblico. Questa è "finanza creativa".
Scrivere nel testo di applicazione della legge n. 328 una frase più morbida per dire che la Regione ritiene che, tra le risorse da sostenere vi siano quelle relative ai privati, ci pareva avesse una funzione di maggiore garanzie.
Scritta in questo modo, invece, vuole dire che la Regione si adopererà perché i capitali privati intervengano nella gestione delle politiche sociali, garantendo. Questo significa. E lei, che peraltro fa parte di una Giunta ed è ospite assiduo della IV Commissione, sa molto bene che di questo si parla frequentemente.
Noi le rinnoviamo il sostegno al nostro emendamento e l'invito a ripensare alla formulazione adottata. Consigliamo una formulazione di maggiore cautela al comma 8. Dopodiché, essendo in dichiarazione di voto non posso allargarmi ulteriormente, ma quando lei prima diceva: "Tranquillizziamo", le rispondo che non si tratta di tranquillizzare la sottoscritta o altri colleghi: ci mancherebbe, anche perché c'é un reciproco rispetto, oltre che simpatia. Non sussiste, quindi, questo problema. La questione è che nel momento in cui si fanno delle norme Assessore, bisogna fare in modo che siano applicabili, trasparenti ed eque.
Come lei ha visto, non ha trovato un emendamento che non fosse di merito.
In tutti questi emendamenti, in particolare quelli relativi agli ultimi articoli, le chiediamo delle formulazioni che siano a garanzia dell'istituzione pubblica, perché, dal nostro punto di vista, il comma 8 così com'è formulato, non è applicabile, non garantisce l'istituzione pubblica, non garantisce equità e non offre trasparenza.
La invitiamo nuovamente, sostenendo il nostro emendamento, a riformulare, come lei crede, il comma 8. Grazie.



PRESIDENTE

La Giunta, come già aveva annunciato, mantiene il parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 37.2, rubricato n. 68.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 37, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 38, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 39 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 39, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 40 40.1) Emendamento rubricato n. 69 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: il comma 1 è così sostituito: "Fermo restando quanto previsto per la quota alberghiera delle RSA e delle RAF la compartecipazione degli utenti ai costi si applica ai servizi e alle prestazioni sociali richieste prevedendo la valutazione economica del richiedente, con riferimento al suo nucleo familiare anagrafico. Per soggetti con handicap in situazione di gravità e gli ultra sessantacinquenni non autosufficienti, in base ai decreti legislativi 109/1998 e 130/2000, si fa riferimento alla situazione economica e sociale esclusivamente del beneficiario del servizio." 40.2) Emendamento rubricato n. 70 presentato dai Consiglieri Suino, Manica Tapparo, Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere Riba, Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 5 dopo le parole "la Giunta regionale" sono inserite "previo parere della Commissione consiliare competente".
La Consigliera Suino li considera illustrati.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Abbiamo approfondito molto questo aspetto. A nostro giudizio l'emendamento non è accoglibile. Si ritiene, infatti, che il riferimento al nucleo famigliare anagrafico sia riduttivo: si pensi, ad esempio, ad un figlio ricco che non risieda al domicilio del genitore bisognoso.
Per quanto riguarda i decreti legislativi n. 109/1998 e 130/2000, si è in attesa dei provvedimenti attuativi che è previsto siano emanati a livello nazionale. È chiaro che la Regione valuterà se attenersi a quanto previsto. Tuttavia, non vogliamo anticipare per ora i contenuti di questi provvedimenti.
Per quanto riguarda l'adozione di linee guida per omogenea applicazione dell'ISE, si propone la solita formula "sentita la Commissione consiliare competente".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, ci auguriamo vivamente che il Governo non modifichi i decreti legislativi n. 109/1998 e 130/2000, che sono assolutamente a tutela delle persone colpite da handicap e degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti.
L'articolo 40 è uno di quegli articoli che, più di altri, riguarda le categorie particolarmente esposte, ovvero gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti e gli handicappati in situazioni di gravità.
La formulazione del comma 1 dell'articolo 40 sulla compartecipazione così come espressa, si preoccupa soltanto di dire che gli utenti pagheranno. Questo principio, che è assolutamente giusto, formulato in questi termini, nell'ambito di una legge che dovrebbe ancora essere di tutela delle politiche sociali, ci rende veramente imbarazzati.
Avremmo dovuto dire anche un'altra serie di cose. Così si esplicita soltanto la compartecipazione del singolo cittadino alla spesa delle competenze delle prestazioni assistenziali. E lo riteniamo sbagliato.
Dopodiché, un altro limite molto forte è che ci si avvalga per la compartecipazione economica soltanto di indicatori della situazione economica. E' noto che il disagio sociale si manifesta sotto svariate forme e che non è soltanto l'indicatore economico a determinare un disagio, una situazione a rischio e, di conseguenza, una compartecipazione. Perch limitarsi esclusivamente agli indicatori economici? Anche per la compartecipazione potremmo fare mille esempi di multi problematicità nelle famiglie. Sono molti i fattori che definiscono una povertà o un rischio non soltanto gli indicatori economici. Quindi, questo passaggio è particolarmente delicato.
Prima citavo la questione dei 2 milioni di famiglie italiane che sono diventate povere. Lo ripeto in questo contesto. E' vero che, nel frattempo le Regioni sono più povere perché hanno ricevuto meno soldi e, a cascata anche gli enti locali. Però è anche una questione di politiche e di scelte.
Quel dato sui 2 milioni di famiglie - come vi è noto - è preso dalla ricerca fatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Governo Berlusconi. Ed è in quel contesto che è stata rilevata questa situazione di grave impasse nel nostro Paese, che dovrebbe fungere da campanellino che squilla, come se dicesse: "Attenzione, sta succedendo questo, dobbiamo provvedere!". Se il risultato è che la compartecipazione è sancita per legge ed è sancita solo su indicatori economici, quante saranno le situazioni di multiproblematicità che si ritroveranno a non riuscire a fare fronte all'istanza che verrà dalle prestazioni? Noi non abbiamo presentato emendamenti sul comma 4, ma così come formulato, non è praticabile se non si costruisce una rete unica per le Pubbliche Amministrazioni.
Così com'è formulato, non si dice che c'è una rete unica per tutta la Pubblica Amministrazione, quindi c'è una sorta di confusione permanente anche in questo articolo, che ci porta a sostenere il nostro emendamento.



PRESIDENTE

Sull'emendamento n. 40.1, rubricato n. 69, la Giunta ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 40.1, rubricato n. 69.
Il Consiglio non approva.



(Alcuni Consiglieri eccepiscono sull'esito della votazione)



PRESIDENTE

Indìco nuovamente la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 40.1



PRESIDENTE

Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale.



PRESIDENTE

Nella prossima seduta consiliare riprenderemo la votazione dell'emendamento n. 40.1, rubricato n. 69.



PRESIDENTE

Le prossime sedute di Consiglio si terranno il 16 e 17 dicembre 2003.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Siccome ritengo che la Presidenza puntualmente abbia ritenuto di annunciare la convocazione del Consiglio regionale della settimana prossima, presumo che non ci sarà la Conferenza dei Capigruppo.
Chiederei che fosse previsto un o.d.g. unico tra martedì e mercoledì cominciando con la prosecuzione di questa legge nella giornata di martedì che è la giornata canonica di Consiglio, in quanto non si può continuare a fare una legge così importante a spizzichi e bocconi, dieci minuti in una seduta, poi mezza giornata, poi sospendere per quindici giorni. E in successione la legge sugli sport tipici, che in apertura della riunione di oggi abbiamo richiamato, e gli altri punti già iscritti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Aggiungo anche l'esercizio provvisorio, se sarà iscritto.



CATTANEO Valerio

L'esercizio provvisorio è stato licenziato oggi dalla Commissione.
Quindi, se l'aula acconsenta, propongo che venga posto all'o.d.g. non subito all'iscrizione dei 30 voti, perché è stato regolarmente licenziato dalla I Commissione.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.00)



< torna indietro