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Dettaglio seduta n.419 del 09/12/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 15.35 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.05)



(Alle ore 16.06 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.30)



(La seduta ha inizio alle ore 16.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, Casoni, Cavallera Chiezzi, Costa Rosa Anna, Cotto, Ghigo, Pozzo e Racchelli.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Leo


PRESIDENTE

Con decreto n. 145 del 9 dicembre 2003 il Presidente della Giunta regionale Ghigo, ha attribuito, temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la seduta pomeridiana di martedì 9 dicembre 2003, all'Assessore Giampiero Leo.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Proseguimento esame proposta di legge n. 338: "Valorizzazione degli sport tipici del Piemonte" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 338, di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti; nella scorsa seduta, infatti, eravamo in chiusura di discussione generale. Sono già intervenuti i Consiglieri Cattaneo, Riba, Cota, Marco Botta, Mellano, Moriconi, Placido, Contu; aveva anche già replicato l'Assessore Racchelli.
ARTICOLO 1 1.1) Emendamento rubricato n. 73 presentato dai Consiglieri Cota Gallarini e Toselli: all'articolo 1, comma 1, dopo le parole "tipiche" sono inserite le parole "e storiche".
Ricordo che si può intervenire sia sull'articolo che sull'emendamento.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Intanto, intervengo sull'articolo.
Credo che varrebbe la pena ragionare sull'articolo 1 e sull'emendamento che, mi pare di capire, stravolga l'articolo 1 della legge. Siamo in presenza di un provvedimento che ha avuto una sua genesi; faccio riferimento a quanto detto in Aula dal collega Riba, che credo costituisca una ricostruzione molto fedele del dibattito svoltosi in Commissione su questo provvedimento.
Questa ricostruzione ci porta a dire che, giustamente, si era ritenuto di dover predisporre un provvedimento di legge che sostenesse, in qualche modo, gli sport tipici della nostra Regione. La Commissione che ha esaminato il provvedimento in maniera approfondita, perché lì è rimasto per alcuni mesi, ha individuato alcuni sport tipici della nostra Regione.
Non sono un esperto di queste questioni, però, mi affido alla competenza di coloro che hanno individuato nel pallone e nel tamburello due sport tipici della nostra Regione, sulla base di ragionamenti, che francamente, mi sento di condividere.
Adesso, in Aula, siamo in presenza di un emendamento all'articolo 1 che dilata agli sport storici gli sport che, insieme ai tipici, noi dovremmo in qualche modo, con questo provvedimento, sostenere e finanziare.
Vorrei svolgere due considerazioni. Per quanto riguarda la prima diventa un altro provvedimento: l'idea originaria era quella di finanziare gli sport tipici, in quanto noi pensavamo che quelli fossero gli sport che dovessero essere sostenuti da una legislazione regionale. Sport storico cosa significa "storico", essendo tutti sport storici? Qual è il criterio in base al quale decidiamo quando uno sport diventa storico? Posso farvi un elenco di sport che non sono sicuramente tipici, se per tipici intendiamo l'accezione che il collega Riba ha attribuito l'altra volta agli sport della nostra Regione considerati tipici, ma, certo, molti sono sport che possono essere considerati storici in questa nostra Regione.
Qui intendiamoci, possiamo mettere dentro tutto. Se viene approvato questo emendamento all'articolo 1, presentato da alcuni colleghi Consiglieri della maggioranza, possiamo enucleare una serie di sport, per i quali voglio capire con quale argomentazione possiamo definire non storici.
Presidente Cota, lo sport delle bocce è storico? Credo che sia storico.
Nella zona da cui provengo, sicuramente, è storico e viene praticato da un certo numero di persone in questa Regione. Se entriamo in quest'ottica credo che lo sport delle bocce (potrei citare altri casi) abbia titolo come tutti gli altri per accedere ai benefici che prevede la nostra legge, ma allora, apriamo un capitolo che è diverso e che cambia il senso della legge che, in origine, è stata pensata in un certo modo.
Ci dobbiamo intendere: se noi apriamo agli sport storici, c'è la possibilità che una serie di altri sport possano accedere ai benefici previsti dalla legge. In questo modo, si pongono tante altre questioni che finora, in Commissione, non erano state considerate dal legislatore regionale, in quanto abbiamo sempre e solo considerato come possibile e necessario favorire, incentivare e finanziare gli sport tipici e non quelli storici. Conseguentemente, si pone anche un problema di copertura e di stanziamento.
Voi capite che quanto destinato per una legge nata con l'obiettivo di finanziare gli sport tipici (che in questa Regione erano due) non è sufficiente a finanziare una legge che, a questo punto, dovrebbe incentivare e incoraggiare gli sport storici, quindi, quanto meno, si pone un problema di copertura finanziaria del provvedimento.
Mi domando se - Presidente, la prego di ascoltarmi - non ci sia qui un primo problema molto serio: finora, abbiamo esaminato una legge che aveva alcune finalità, abbiamo, rispetto a queste finalità, considerato una certa dotazione finanziaria, ma se l'emendamento che lei propone allarga, come io credo, il numero degli sport che noi potremo incentivare, si pone un problema di copertura finanziaria. Mi domando se la Commissione bilancio debba prescindere da questa elementare verità, cioè dal fatto che siamo in presenza di un intervento del legislatore che, cambiando la filosofia del provvedimento, ci pone un problema di copertura finanziaria, in quanto finora gli sport, dal punto di vista degli sport tipici, erano due, invece possono diventare molti di più.
Per questo motivo, vi invito a svolgere questa valutazione: o torniamo allo spirito originario del provvedimento e, allora, tutto si tiene; se invece, introduciamo la proposta di considerare come sport soggetti ai benefici di legge quelli storici, poniamo un problema che non è soltanto di merito, cioè che riguarda l'opportunità o meno di comprendere questi altri sport nella legge che stiamo esaminando, ma, contestualmente, si pone un problema di copertura finanziaria del provvedimento. Non potete pensare che sia sufficiente lo stesso stanziamento per finanziare una legge che, oggi dovrebbe abbracciare molte altre attività sportive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, come ha già fatto il Consigliere Ronzani, volevo anch'io inserirmi su una valutazione del concetto di tipicità, lo possiamo mutuare dall'agricoltura: un prodotto è tipico quando è originale caratteristico, se non unico, ha elementi di esclusività, certamente, non è qualcosa di generalizzabile.
Condivido il tentativo fatto dai proponenti, anche perché ritengo che per esempio, la centralità data alla pallapugno (o pallone elastico, come si diceva storicamente) avesse un senso.
Presidente Cota, lei che è un atleta mi comprenderà. Il Piemonte ha avuto una tradizione storica di sport nati nella forma agonistica e non nella forma che, probabilmente, si poteva già anche ritrovare centinaia di anni fa, ora proverò ad elencarli. Nella seconda metà dell'Ottocento, è iniziata una pratica di canottaggio sul Po con caratteri agonistici. Sono nate molte società di canottaggio che tuttora hanno i loro edifici e le loro sedi lungo il Po, questo pose Torino all'avanguardia in questo sport.
Per quanto riguarda la ginnastica, verso il 1880-1875, Torino aveva un'eccellenza; quindi, anche la ginnastica potrebbe essere annoverata tra gli sport storici.
In merito al calcio, la Novese di Novi Ligure, all'inizio del Novecento, è stata campione d'Italia. Lo sport del calcio, anche in rapporto con Genova, ebbe il fulcro in Piemonte, poi, si espanse nel famoso quadrilatero Alessandria, Casale, Novara, Vercelli, come zona storica di reclutamento. Io ho portato tre esempi, ma penso che se ne potrebbero fare anche altri. Noi trasformiamo quella che è una norma che serve in qualche modo a valorizzare una specificità e una caratteristica.
Quindi, ritengo che sia sbagliato. Non che non si possa fare qualcosa per gli sport storici, ma ritengo che caricare su una norma che era nata precisa e netta sia sbagliato.
Chiedo ai colleghi proponenti di ritirare quest'emendamento proprio per permettere il dispiegarsi in modo corretto la forma originaria della proposta di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente. Colleghi, l'altra sera in Commissione II presieduta dal collega Enrico Costa aveva già fatto questa battuta, ma voglio renderla pubblica all'aula e estenderla anche ai Consiglieri che erano assenti giovedì.
Dalle ore 17 alle 18.45, grazie alla richiesta, ma soprattutto grazie all'insistenza e alla convinzione del Consigliere Muliere, siamo riusciti ad avere un'interessantissima relazione del Vicepresidente della Regione Piemonte, William Casoni, sulla questione del terzo valico. Che cosa c'entra questo? C'entra con il fatto che la relazione del Vicepresidente e del funzionario ingegner Gino, delegato a seguire la partita, è stata fatta a puro scopo di informare i Consiglieri Muliere e Mellano e, in certa parte, anche il Presidente Costa che era un po' distratto dai lavori d'aula, su un provvedimento che investe 4700 milioni di euro (terzo valico opera epocale per la Regione Piemonte).
Due soli Consiglieri, nessuno di maggioranza, e il Presidente garantivano la legalità della riunione; il tutto velocissimamente, perch il Vicepresidente aveva obiettivamente altro da fare e voleva stringere.
Questo per dire che invece siamo qui chiamati dalla maggioranza a discutere, per la quinta ora consecutiva, di un provvedimento che ho già definito sbagliato nella sua matrice iniziale, perché è una leggina ad hoc fatta per rispondere ad esigenze anche vere, ad obiettivi anche condivisibili, ma con lo strumento di una leggina. Cioè con lo strumento che tutti assieme, nel nostro codificare la materia e nel nostro regolamentare i lavori del Consiglio, vorremmo superare per fare dei provvedimenti di vasto raggio.
Vorremmo procedere, facendo una delegificazione da un certo punto di vista, ma anche di coordinamento e di valorizzazione della presenza locale delle Province. Invece no. Proclamiamo tutta una serie di grandi principi ma nell'operare andiamo a vedere quello che più ci conviene nel momento e nello specifico.
Quindi, era già sbagliato lo strumento. Al collega Costa ho detto che era sbagliato l'impianto della legge. Ma adesso sta diventando davvero una cosa ridicola, perché, come era previsto, al carro della legge per la pallapugno e la pallatamburello - che grazie al collega Dutto abbiamo scoperto essere il nome di quello che chiamiamo tamburello anche nella proposta di legge - finisce che ci agganceremo tutto e di più.
Quindi, su sport tipici e discipline storiche hanno già detto e condivido ampiamente le osservazioni del collega Ronzani, ma è davvero un modo di procedere folle, perché stravolge completamente il nostro lavorare e l'attività di legislatore regionale. Noi abbiamo fatto delle consultazioni su questo provvedimento. Abbiamo chiesto ad alcune società ma solo alcune, di venire e di dirci la loro opinione e il loro parere motivato.
Abbiamo chiesto relazioni scritte, abbiamo istruito una pratica. Certo è tutto possibile, perché l'aula è sovrana e non sarò certo io a contestare questo diritto, ma è davvero un modo di procedere allucinante. E' allucinante, perché non protegge noi e il Consiglio stesso da errori e da stravolgimenti pericolosi.
La corsa all'emendamento a difesa della specificità più specifica del territorio è già in corso. L'altra settimana io stesso mi sono fatto promotore di un emendamento per introdurre le bocce, perché sentivo che c'era una forte componente della maggioranza, rappresentata qui dal Presidente del Consiglio, che vuole introdurre in una legge specifica, con tutti i limiti della legge, riservata ad attività sportive tipiche, quindi definite e delineate, una pratica sportiva come quella dell'hockey.
Discuteremo ampiamente e cercheremo di farvi cambiare idea, se è possibile. Cercheremo di prendere tempo per una discussione che potrebbe impedirci di fare degli errori. Mi limito a definirli errori, perché il problema è nel modo in cui noi lavoriamo.
Tutto è possibile, tutto è legittimo, perché le forme saranno sicuramente salvate, ma obiettivamente non è opportuno. La politica è scelta tra alternative opportune; questo non è opportuno.
E' già discutibile che sia opportuno fare una leggina per la pallacorda in questo momento mi viene in mente questo, ma purtroppo non è uno sport tipico del Piemonte. Abbiamo ancora un margine di tempo per riflettere affinché ciascuno ritiri i propri emendamenti.
Ho presentato un emendamento per l'inserimento delle bocce, ma sono pronto a ritirarlo immediatamente perché riconosco che la legge, da come è passata in Commissione e nelle consultazioni, aveva ancora una legittimità e un'opportunità.
Se la stravolgiamo, davvero diventa il carro su cui sarà possibile caricare sopra di tutto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Costa Enrico; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Grazie, Presidente. Vorrei rispondere alle considerazioni fatte, in qualità di primo firmatario di questa proposta di legge. Lo spirito della proposta di legge è chiaro ed emerge dalla relazione, come dall'articolo 1 che ne individua le finalità. L'obiettivo della legge è quindi di andare ad enucleare alcuni - e ne ho individuato un paio anche dopo aver fatto una serie di ricerche - sport che possano essere definiti tipici. Tipici del Piemonte significa non tanto sport che siano nati sul territorio piemontese o che abbiano avuto origine sul territorio piemontese, ma significa sport la cui diffusione oggi sia in prevalenza sul territorio piemontese.
Prendiamo, ad esempio, la pallapugno: la pallapugno è - credo - l'unico sport la cui federazione nazionale affiliata al Coni abbia sede a Torino.
Evidentemente, questo è un segnale della tipicità e della prevalenza della sua diffusione. E' anche diffusa in minima parte in Provincia di Imperia però il massimo dell'espansione è sul territorio piemontese e, in particolare, in alcune province del territorio piemontese.
Mi rendo conto che lo spirito della legge, alla luce di alcuni emendamenti che sono stati presentati, è stato in un certo senso forzato perché gli sport tipici sono diversi dagli sport storici.
Gli sport tipici sono quelli che hanno determinate caratteristiche individuate dalla legge.
Come primo firmatario, oltre che come redattore materiale di questo testo, ho pensato di individuare soltanto due sport. Avevo pensato inizialmente anche alle bocce, ma mi sono reso conto che non vi è la prevalenza di diffusione sul territorio piemontese, perché sono molto diffuse in Piemonte come in altre Regioni. Pertanto, ho ritenuto opportuno limitarmi a queste due attività sportive.
Dopodiché, confrontandomi anche con alcuni colleghi, mi sono dichiarato disponibile a consentire ad altri di apportare il loro contributo a questa proposta di legge.
Mi rendo conto, però, che questo avrebbe potuto essere consentito e accettato qualora vi fosse stato un consenso generale dell'Aula a fare una modifica di questa legge. Se l'Aula riteneva, nel suo insieme, di apportare una modifica in questo senso, si sarebbe potuta accettare. Ma oggi sento soltanto delle voci che chiedono il ritiro di questi emendamenti.
Confermo che sono disponibile a fare una valutazione, insieme agli altri Consiglieri, per cercare di modificare o di integrare questo testo legislativo. Ritengo, però, che non si debba stravolgerlo. Il testo originario ha una propria ratio e mi piacerebbe che fosse confermata dopodiché si valuterà, emendamento dopo emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Non sono molto entusiasta di leggi che si occupano di istituire, di finanziare e di sostenere un'attività piuttosto che un'altra. Credo che lo scopo di un'assemblea legislativa, come quella della Regione Piemonte, sia valutare le cose nel loro insieme e prevedere, per le situazioni più deboli, maggiore attenzione.
Creare delle leggi ad hoc per una situazione piuttosto che per un'altra, mi sembra una dispersione di energie.
Nell'ottica di questa dispersione di energie, troverei sbagliato, dal mio punto di vista, aggiungere a cascata alle due discipline sportive individuate nel testo originario della legge altri tipi di sport.
Sono totalmente d'accordo con alcune affermazioni fatte in precedenza.
Mi sembrerebbe un fatto gravissimo aver fatto delle consultazioni su un testo legislativo che prevedeva due discipline sportive, aver istruito una pratica, aver ascoltato le osservazioni di quanti avevano letto la legge nella sua formulazione originaria per trovarci, adesso, di fronte ad un testo totalmente cambiato, perché ha subìto due nuovi inserimenti.
Correttezza legislativa vorrebbe che si ritornasse almeno in Commissione e si effettuassero nuovamente le consultazioni, al fine di dare regolarità alla pratica.
Cosa si intende, poi, per "tipicità"? Non credo che la tipicità piemontese dell'hockey possa essere avanzata - non si sa fino a che livello - per chiedere un intervento specifico. Intendiamo la tipicità dell'hockey piemontese in riferimento ad una situazione nazionale o ad una situazione internazionale? Insomma, in quale contesto presentiamo una tipicità dell'hockey? Com'è stato evidenziato anche da alcuni Consiglieri della maggioranza una strada potrebbe essere quella di licenziare questa legge, che, come ripeto, a me non piace così com'è, e poi prevedere un altro testo legislativo per tutti quegli sport minori o minoritari che hanno bisogno di aiuto e che, in questo momento, non consideriamo. Altrimenti, cosa potremmo fare? Ognuno di noi inventa qualche nuovo sport che ha bisogno effettivamente di aiuto? Non metto in dubbio che l'hockey a rotelle possa aver bisogno di sostegno, però, facendo in questo modo, quanti altri sport ci sfuggiranno? Licenziamo questo progetto di legge così com'era stato previsto, e poi facciamo un testo di legge per gli sport minori o svantaggiati (definiremo noi il termine che vogliamo) in cui potremmo prevedere non solo l'hockey, ma anche quegli eventuali sport minori che in questo momento, potrebbero sfuggirci.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Nel merito di questa fondamentale legge per la VII legislatura inerente a "Valorizzazione degli sport tipici del Piemonte", che alcuni colleghi di Forza Italia hanno presentato, anticipando velocemente i colleghi della Lega, togliendo questo primato della piemontesità (forse questo è uno dei problemi!), mi sembra giusto che, per una legge fondamentale, si stia qua un tempo adeguato: dopo il tempo impegnato in Commissione, è giusto impegnare almeno una seduta di Consiglio, se non di più, per gli sport tipici del Piemonte, anche perché, per un contributo di 774.688 - mi riferisco alla pallatamburello - ci sono ben 1947 tesserati piemontesi, di cui 1670 maschi e 277 femmine.
Era uno dei dati che avevo chiesto in Commissione per capire l'ammontare del contributo sulla base del numero dei soggetti finanziabili.
Sono pervenute delle notizie interessanti, perché costituiscono il 15 sul totale dei tesserati italiani. Esistono 61 società e, fra dirigenti e allenatori, sono 125 unità. Come capite, sono numeri importanti, ma ancora più importante è il pallone elastico o pallapugno, dove i tesserati sono 880. Sono numeri di tutto rispetto, che giustificano la presentazione di una legge e tutto il tempo che noi stiamo impiegando.
Se, a questi due sport, si aggiunge anche l'hockey a rotelle, la tentazione, che hanno avuto molti colleghi, a cominciare dal collega Mellano, sarà di presentare un emendamento sulle bocce. Alcuni parlavano delle freccette, altri della lippa, per me la licia, perché da ragazzino a Torino si chiamava licia, con le figurine. Poi c'erano i tappini dell'acqua minerale, che allora non si potevano bucare da sotto, come ha detto qualche arguto giornalista, rispetto ai molti fatti che stanno succedendo. Faccio fatica a capire come un tappo si possa bucare da sotto (così ho sentito al telegiornale). Si riempivano da sopra.
Chiedo l'aiuto del mio segretario regionale: si riempivano da sopra i tappi delle bottiglie?



PLACIDO Roberto

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Si riempiva con il pongo e poi si metteva la figurina del ciclista.



PLACIDO Roberto

Si potrebbe addirittura suddividere lo stesso gioco perché c'era chi giocava con le figurine dei ciclisti, che sono antecedenti a quelle dei calciatori, con cui si giocava all'oratorio. Assessore Leo, all'oratorio giocavamo con la licia e le figurine Panini. Questa legislatura sarà ricordata come la legislatura delle leggi fondamentali.



PLACIDO Roberto

GALLARINI Pierluigi (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Se sarà ricordata.



PLACIDO Roberto

Certo, se sarà ricordata. Consigliere Gallarini, non poniamo limiti alla divina provvidenza, la legislatura non è ancora finita. Può succedere qualcosa che possa portare a ricordare questa legislatura. Non ho detto che sarà ricordata per gli sport tipici della lippa e delle figurine.
C'è, quindi, quella tentazione. Penso che il modo migliore per ridare dignità a questa importante legge sia ritirare l'emendamento, altrimenti saremo costretti ad aggiungere sport significativi che possano renderla ancora più importante.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Presidente Cota, che interviene in qualità di Consigliere.



COTA Roberto

Ho presentato degli emendamenti non per rallentare il corso di questa legge, ma, semplicemente, perché ho letto le finalità previste dall'articolo 1, che così recita: "la Regione, in attuazione degli articoli 4 e 5, riconosce e valorizza le discipline sportive tipiche del Piemonte ne incentiva la diffusione e l'incremento della pratica a tutela e salvaguardia delle tradizioni locali".
All'articolo 2, laddove si definiscono più compiutamente gli sport tipici, si stabilisce che sono considerate tipiche piemontesi le discipline sportive della pallapugno e del tamburello in quanto diffuse e praticate in prevalenza sul territorio della Regione.
Non si discute sul fatto che la pallapugno e il tamburello siano delle discipline meritevoli di tutela. Io, per primo, sono un sostenitore dell'esigenza di aiutare queste discipline, che costituiscono una parte del patrimonio storico e culturale della nostra Regione, oltre che essere discipline sportive.
Ma quando si dice che la tipicità coincide con la diffusione e la pratica in prevalenza sul territorio della Regione, vuol dire che debbono essere considerate ugualmente tipiche anche tutte le altre discipline debbo desumere, non professionistiche. Perché, ovviamente, l'inserimento delle discipline professionistiche tradirebbe lo spirito della legge. Tra l'altro, le discipline professionistiche sono soltanto il calcio e la pallacanestro, nel nostro ordinamento sportivo, perché tutte le altre sono dilettantistiche.
Dicevo, avrebbero pieno titolo di essere inserite anche quelle discipline che, pur non essendo nate in Piemonte, si identificano nel fatto che, nella Regione Piemonte, sono più diffuse rispetto a tutte le altre regioni. E' questo il senso dell'articolo 2.
L'hockey su pista a rotelle è uno sport che ha la più alta diffusione in Piemonte, rispetto a tutte le altre regioni. Non solo, dal punto di vista della storia sportiva, indubitabilmente la Regione Piemonte è quella che ha visto le squadre più premiate, dal punto di vista delle risultanze sportive nei diversi campionati. Il 43% di tutti i titoli italiani sono stati vinti da squadre piemontesi, con una speciale localizzazione nel Piemonte orientale, nella provincia di Novara, di Vercelli e Torino.
Dico questo, per difendere la legittimità e anche l'opportunità della presentazione del mio emendamento.
Mi rendo conto che questa legge è nata per tutelare due discipline sportive che hanno una loro caratteristica e peculiarità. Inoltre, questa legge, così com'era stata presentata, è stata discussa in Commissione, è stata approvata e sono state fatte le consultazioni.
Non vorrei che la presentazione dei miei emendamenti stravolgesse completamente questa legge, le finalità che si proponeva e ne rallentasse il corso.
Sono disponibile a ritirare i miei emendamenti e a presentare un testo organico che individui le discipline tipiche, storiche o meritevoli di tutela, introducendo anche l'hockey su pista a rotelle. Perché è chiaro che deve esserci una parità di trattamento rispetto a queste due discipline.
Però, chiedo che venga modificato il titolo della legge e che questa legge si identifichi per quello che è: non una legge a sostegno di tutti gli sport tipici o storici, ma una legge ad hoc a sostegno della pallapugno e del tamburello.
Questa è una legge ad hoc, a sostegno di due sport storici e tipici che, a mio avviso, sono meritevoli, però, è giusto che abbia questa indicazione e si individui la legge per quello che è.
Sono disponibile a ritirare gli emendamenti, purché venga modificato il titolo della legge, le finalità della stessa e che la Regione, in attuazione degli articoli 4 e 5, riconosca e valorizzi le discipline sportive della pallapugno e del tamburello. Si possono unire l'articolo 1 e l'articolo 2, mentre gli altri articoli possono rimanere inalterati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Volevo sentire l'opinione del relatore rispetto alle questioni che ha posto il Presidente Cota intervenendo nella discussione. Io mi limito ad apporre un problema: se vivono gli emendamenti (ma il Presidente Cota ha fatto una proposta che prevede il ritiro degli stessi), ma se vivessero credo che ricorrano i termini del terzo comma dell'articolo 80 del Regolamento. Poiché immaginare una dilatazione degli sport che finanziamo comporta una maggiore spesa, gli emendamenti che il Presidente Cota si è impegnato a ritirare, se presentati, dovrebbero essere esaminati dalla I Commissione. Abbiamo esaminato una legge che prevede uno stanziamento a fronte di due sport considerati tipici, è chiaro che se noi immaginiamo con l'emendamento presentato dal Presidente Cota, che però egli ha annunciato essere disposto a ritirarlo, una dilatazione degli sport che vorremmo finanziare con il provvedimento, questo presuppone un esame dell'emendamento da parte della I Commissione.
E' evidente che siamo in presenza di un emendamento che comporta una spesa che non è stata prevista dal legislatore quando ha discusso in Commissione il provvedimento nei termini in cui oggi stiamo discutendo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Do subito una risposta tecnica. Se lo stanziamento viene mantenuto così com'é, non ci sono problemi di I Commissione, semmai si allarga la platea dei destinatari.
Chiedo scusa, ho fatto una proposta e sono disponibile a ritirare gli emendamenti se si verifica questa condizione, cioè la presentazione di un emendamento che modifichi il titolo e riduca le finalità della legge.
Sospendo cinque minuti la seduta così vediamo se questa proposta si pu concretizzare o meno.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ritenevo che l'idea di approvare quell'emendamento portasse con s come è inevitabile, la proposta di modificare anche lo stanziamento. Mi sembra difficilmente sostenibile l'idea che si possa cambiare le finalità della legge, non modificando lo stanziamento essendo, in questo caso evidente, che noi voteremo una legge inefficace. Un conto immaginare questo stanziamento per due sport considerati tipici, un conto immaginare che questo medesimo stanziamento possa servire per finanziare altri sport.
Diventa una legge che non ha la capienza finanziaria necessaria.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta



(La seduta sospesa alle ore 17.13 riprende alle ore 17.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Alla luce delle risultanze vi comunico gli emendamenti che rimangono e vi chiedo di seguirmi nel ragionamento.
Comunico la presentazione del seguente emendamento: 1.2) Emendamento rubricato n. 78 presentato dai Consiglieri Cota, Toselli Rossi O.: "Gli articoli 1 e 2 che sono sostituiti dal seguente articolo 1: "La Regione, in attuazione degli articoli 4 e 5 dello Statuto, riconosce e valorizza la disciplina sportiva della pallapugno, nella forma tradizionale e pantalera e della pallatamburello e ne incentiva la diffusione e l'incremento della pratica a tutela e salvaguardia delle tradizioni locali".
Quindi il primo articolo diventa un unico articolo.
Comunico che sono mantenuti in vita dai proponenti i seguenti emendamenti: 3.1) Emendamento rubricato n. 69 presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi O., Tomatis, Costa E.: "L'articolo 3 viene sostituito dal seguente: Art. 3 (Destinatari) "1. La Regione favorisce l'attività delle associazioni e società sportive delle federazioni ed enti di promozione sportiva riconosciute dal CONI, ai sensi della vigente normativa, che pratichino e contribuiscano a diffondere gli sport tipici piemontesi definiti dall'articolo 1, purché aventi sede nel territorio piemontese. La Regione favorisce altresì l'attività dei Comuni e delle Comunità Montane e collinari finalizzate ai medesimi scopi".
4.1) Emendamento rubricato n. 70 presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi O., Tomatis, Costa E.: L'Articolo 4 viene sostituito dal seguente.
"Art. 4 (Ambiti e tipologie di intervento) "1. La Regione eroga contributi ai soggetti individuati dall'articolo 3 per la realizzazione di pubblicazioni, ricerche, mostre, convegni e celebrazioni aventi finalità di tutelare, valorizzare e promuovere il patrimonio storico e culturale delle società e la tradizione in genere della pallapugno e della pallatamburello.
2. La Regione concede, altresì, ai medesimi destinatari, contributi in conto capitale finalizzati alla promozione delle seguenti iniziative: organizzazione e svolgimento di manifestazioni con particolare riguardo alla pubblicizzazione delle stesse ed alla funzione divulgativa delle disciplina sportiva acquisto di attrezzature necessarie all'esercizio delle attività sportive ed alla preparazione degli atleti organizzazione di corsi di avviamento al gioco di giovani in età scolare e per progetti inerenti i settori giovanili manutenzione straordinaria, il potenziamento e la messa a norma degli sferisteri istituzione di uno o più musei regionali della Pallapugno e della Pallatamburello, con sede in città che abbiano una forte connotazione culturale attraverso questa disciplina tradizionale piemontese predisposizione di cartellonistica stradale sulle principali strade di accesso ai paesi indicanti l'ubicazione dello sferisterio e nella quale si segnali l'abbinamento ed il legame delle discipline della pallapugno e del tamburello con il Piemonte".
7.1) Emendamento rubricato n. 71 presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi O., Tomatis, Costa E.: L'articolo 7 viene sostituito dal seguente: "Art. 7 (Norma finanziaria) 1. Per l'attuazione della presente legge è prevista la spesa complessiva di euro 774.668,00 suddivisa in spesa corrente nell'UPB n. 21041 (Turismo sport parchi - Sport - Tit. I Spese correnti) e in spesa in conto capitale nell'UPB n. 21042 (Turismo sport parchi - Sport - Tit. II Spese di investimento): Contributi a favore delle Associazioni e società sportive per la valorizzazione, promozione e sostegno degli sport tipici del Piemonte pari ad euro 193.672,00 Contributi a favore delle Federazioni, degli EPS e degli Enti locali per la valorizzazione, promozione e sostegno degli sport tipici del Piemonte pari ad euro193.672,00 Contributi in conto capitale a favore delle Associazioni e società sportive per l'acquisto di attrezzature necessarie all'esercizio degli sport tipici del Piemonte pari ad euro 193.672,00 Contributi in conto capitale a favore delle Federazioni, degli EPS e degli Enti locali per la manutenzione straordinaria, il potenziamento, la messa a norma degli sferisteri e di altre strutture necessari all'esercizio degli sport tipici del Piemonte pari ad euro 193.672,00.
2. Per gli anni 2004 e 2005 alla spesa, quantificata rispettivamente in euro 774.688,00, si fa fronte ai sensi dell'articolo 30, comma 1 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003)".
Sottopongo all'aula, un ulteriore emendamento da me presentato all'articolo 5. All'articolo 5 si parla di regolamento; oggi utilizzare il termine regolamento con le sentenze della Corte Costituzionale non è opportuno. Propongo di sopprimere la parola "regolamento" La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Per manifestare un imbarazzo. Mi rivolgo ai Consiglieri della maggioranza: questa legge è stata riscritta testé non stiamo emendando, ma stiamo riscrivendo completamente il provvedimento. Il Presidente, con un lavoro certosino, ci ha elencato il nuovo articolato della legge che riscrive completamente il testo licenziato per l'aula. Capisco che ci possono essere, in discussioni come queste, emendamenti migliorativi del provvedimento, ma quando, come in questo caso, siamo in presenza di una riscrittura rispetto alla quale un Consigliere che deve esprimersi, fatica anche a orientarsi perché il Presidente ci ha raccontato come dovrebbe essere l'articolato, non come andrebbe modificato in alcune parti l'articolato licenziato per l'aula, un problema ve lo ponga. Si legifera così?



PRESIDENTE

Posso sospendere cinque minuti la seduta così lei ha la possibilità compitamente di esaminare gli emendamenti...



RONZANI Wilmer

Le dico che, in questi casi, il Presidente di turno dovrebbe fare una proposta sensata e dire all'aula: stando così le cose propongo alla Commissione di tornare sull'argomento.



PRESIDENTE

Non è cosi, sospendo cinque minuti così se ne renderà conto



(La seduta sospesa alle ore 17.29 riprende alle ore 17.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Per un rinvio in Commissione occorre che l'Aula sia favorevole, quindi io posso soltanto andare avanti con la discussione di questi emendamenti così come sono stati razionalizzati, oppure rinviare la discussione a domani.
Chiedo quindi all'Aula di farmi capire gli orientamenti maggioritari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Da un lato, devo riconoscere lo sforzo del Presidente Cota, che ha cercato in ogni modo, sia come proponente di alcuni emendamenti che come Presidente dell'Assemblea, di trovare una composizione su questa proposta di legge, la cui discussione è partita male.
Come altre volte ho avuto modo di dire - e lo ripeto oggi - quando, in corso d'opera, più Consiglieri o più gruppi si inseriscono, non tanto con un'attività emendativa migliorativa del testo, ma emendativa nel senso dell'ampliamento del testo e del contenuto della legge, spesso le proposte e i disegni di legge hanno dei problemi ad andare avanti.
E' ovvio che, in alcune situazioni, questo comporterebbe il ritorno in Commissione, com'era stato proposto, sul quale però noi siamo contrari, non fosse altro per un'esperienza che abbiamo avuto in questa legislatura - a parte alcuni disegni di legge o proposte di legge, come ad esempio il bilancio piuttosto che leggi importanti che hanno visto la condivisione del Consiglio - in Commissione non abbiamo mai risolto i problemi. Cito, uno per tutti, la legge sul buono scuola, sulla quale siamo ritornati in Commissione almeno dieci volte e che abbiamo risolto il giorno in cui abbiamo tenuto il provvedimento in aula.
Da un lato, riconosco sia la buona volontà sia la volontà di non fare ostruzionismo al provvedimento. Questo è ovvio.
Io faccio una controproposta, non per rilanciare, e parlo a nome del mio gruppo (tra l'altro, fra i proponenti ci sono Consiglieri del gruppo che presiedo): secondo me, è possibile ripercorrere l'opportunità che avevo già avuto modo di rappresentare al Consiglio la scorsa seduta, cioè di approvare il testo originario con la modifica del titolo.
Questo come atto di sensibilità, tenuto conto del dibattito e di alcune richieste che sono state fatte, e con un impegno, che da parte nostra c'è: confrontarci, nei prossimi mesi, su una proposta di legge, anche di più gruppi, che eventualmente fosse presentata a mo' di riordino sul tema degli sport tipici e sugli sport tradizionali. Nulla vieta che in quella proposta di legge, che poi diventerà legge, da parte nostra votare favorevolmente anche ad un articolo che abroghi la proposta di legge che è oggi all'attenzione dell'aula, qualora questa diventasse legge.
Per me, è la via più pulita: approvare questa proposta di legge con il titolo modificato, come atto di sensibilità e di attenzione al dibattito e alle richieste poste dal Consiglio, e l'impegno del Consiglio stesso compresa Forza Italia, di esaminare al più presto una proposta di legge più amplia, che preveda, tra le altre cose, anche l'abrogazione di questa legge.
Perché questa modalità, Presidente? Perché dovevamo innanzi tutto rispetto all'iniziativa legislativa di una serie di colleghi e al lavoro fatto in Commissione e in Aula, approvare questa proposta di legge facendola diventare legge; nel contempo, dando la disponibilità e se questa sarà concreta e reale, non c'è nessun tipo di problema ad abrogare la legge.
Qualora, per volontà o per incapacità del Consiglio, questo non fosse possibile, quanto meno nello spirito del dibattito, cambiando il titolo, è salvato il merito della proposta che è stata posta all'attenzione dell'Aula.



PRESIDENTE

Per fare questo ci vuole il consenso del proponente degli emendamenti in caso contrario, io lo devo mettere in discussione.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Io credo di non avere difficoltà a dare atto ai Consiglieri che avevano presentato alcuni emendamenti di averli ritirati, consentendo quindi una discussione sul merito del provvedimento. Questo è un fatto del quale do atto molto volentieri. A questo punto, abbiamo due strade: la prima è quella che proponeva il collega Cattaneo. Noi votiamo il testo così com'è modificando il titolo del provvedimento e il testo viene licenziato dall'aula nella versione che abbiamo convenuto depurata da quelle altre proposte emendative che avrebbero cambiato il segno del provvedimento.
C'è poi un'altra eventualità. Poiché il collega Dutto propone alcuni emendamenti che hanno una loro validità, per i quali però varrebbe la pena non perdere venticinque giorni, Consigliere Cattaneo, da questo punto di vista non vale il riferimento alla proposta del rinvio in Commissione che facemmo per il buono scuola, qui non c'è una divisione. Ci sono gli emendamenti che ha presentato il collega Dutto, ma vorrei che noi facessimo il punto, perché le leggi non si fanno in aula, cambiando l'articolato completamente.
Se prendiamo in considerazione la possibilità di modificare il testo licenziato per l'aula - seconda ipotesi - varrebbe la pena che la Commissione si prendesse un'ora di tempo per pulire il testo e arricchirlo eventualmente, con le proposte del collega Dutto, per poi riconsegnarlo all'aula. Non mi pare una cosa fuori dal mondo.
Quindi, noi abbiamo due possibilità, Presidente: la prima, come ha proposto il collega Cattaneo, votare il testo così com'è stato licenziato dalla Commissione ed è all'esame dell'aula. Questa è la prima ipotesi.
Se però pensiamo, viceversa, di migliorarlo ulteriormente, credo che non possiamo riscriverlo qui, e che varrebbe la pena che la Commissione si prendesse il tempo necessario per fare un lavoro preciso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Scusate, colleghi, state facendo un caso spaventoso su due stupidaggini. Ho presentato tre emendamenti, ma in quei tre emendamenti cambio due parole, delle quali una era una dimenticanza e l'altra era sbagliata. Non è che la legge venga completamente stravolta.
Prendete l'articolo 3. Ho presentato un emendamento sostitutivo solo per chiarezza, ma se confrontaste la differenza tra l'emendamento mio e l'altro, vedreste che ci sono rettifiche tipo "comunità montane e collinari", che erano state dimenticate.
La cosa più importante è che inseriamo fra i soggetti destinatari gli enti di promozione sportiva, che sono quegli enti che insegnano ai ragazzini lo sport nelle scuole. E inseriamo altresì le federazioni, perch le federazioni, alla fine, sono i soggetti migliori per fare certi tipi di intervento. Le associazioni e le società sportive - altro errore, perch ormai sono società sportive e non sono più associazioni - fanno il campionato, ma non pensano a propagandare e fare tutti gli interventi di cultura che noi prevediamo.
Sono le federazioni e gli enti di promozione sportive ad essere i soggetti adatti a compiere gli atti che prevediamo negli articoli successivi. E' tutto qui. L'articolo 4 è tutto lì, ed inserisce questi nomi tra i beneficiari.
Per forza: se si inseriscono nell'articolo 3, si devono inserire anche dopo.



PRESIDENTE

Scusate colleghi, non possiamo interloquire in questo modo in una discussione di un testo di legge.



DUTTO Claudio

Se lo accettate nell'articolo 3, anche gli altri articoli vanno conseguentemente cambiati.
Non possiamo inserirli nell'articolo 3 e non nell'articolo 4 e nemmeno nell'articolo 7.



PRESIDENTE

Vorrei avanzare una proposta: domani si potrebbe convocare la Commissione. In questo modo, offriamo la possibilità che questi emendamenti giusti vengano esaminati.
Domani il Consiglio, convocato originariamente per le ore 11.30, si potrebbe spostare alle ore 12.00 e alle ore 11.30 si potrebbe tranquillamente riunire la Commissione. Va bene, colleghi?



(L'aula acconsente)



PRESIDENTE

Domani alle ore 11.30 è convocata la Commissione. Il provvedimento sarà quindi pronto per essere esaminato in Aula. Diamo atto che il provvedimento rimane in aula, ma passa alla Commissione per l'esame degli emendamenti. L'esame degli emendamenti avverrà nella seduta di domani convocata dal sottoscritto, alle ore 11.30.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 446 "Istituzione di una commissione speciale con compiti di inchiesta, ai sensi dell'art. 19, lettera b) dello Statuto, sui risarcimenti alle imprese bialluviovate, ex l. 365/2000"


PRESIDENTE

Procediamo all'esame della proposta di deliberazione n. 446, di cui al punto 4) all'o.d.g., presentata dai Consiglieri Palma e Mellano, in merito alla quale è stato presentato il seguente emendamento interamente sostitutivo.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Rossi Oreste: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto che l'ampia attività amministrativa svolta dalla Regione per il risarcimento dei danni provocati dalle alluvioni del 1994 e del 2000 ha comportato un complesso di iniziative, sia normative sia gestionali, che hanno impegnato in questi anni gli uffici preposti a tali compiti considerato che la vicenda di alcuni rimborsi ad aziende che avevano richiesto l'ammissione allo status di "bialluvionate" è stata oggetto di controversie, per cui la questione ha assunto un interesse diffuso presso l'opinione pubblica piemontese ritenuto dunque opportuno che, senza sovrapporsi al lavoro della magistratura, il Consiglio regionale attivi una commissione speciale con compiti di indagine, ai sensi dell'articolo 19, lettera a) dello Statuto al fine di approfondire tutte le tematiche relative all'argomento e le attività svolte dalle strutture della Giunta regionale preposte all'istruttoria delle relative pratiche in coerenza con la normativa vigente delibera di istituire, ai sensi dell'articolo 19, lettera a) dello Statuto della Regione Piemonte, una commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva sui risarcimenti corrisposti alle imprese bialluvionate, ex articolo 4 bis, comma 5, della legge 11 dicembre 2000, n. 365 (in materia di interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile), con particolare riferimento alle modalità di applicazione della circolare regionale 3/LAP che alla suddetta commissione non si applichi il comma 6 dell'articolo 22 del Regolamento interno del Consiglio regionale di prevedere che tale commissione sia composta da quindici consiglieri di cui dieci espressione della maggioranza e cinque della minoranza stabilendo anche che al proprio interno venga costituito un ufficio di presidenza, composta da un Presidente ed un vice Presidente, di cui almeno uno scelto tra i consiglieri di minoranza;- di prevedere che tale commissione termini i suoi lavori, adottando e sottoponendo al Consiglio una relazione conclusiva, entro il termine di tre mesi dalla data di insediamento".
Prima di tutto, chiederei ai Consiglieri Palma e Mellano se convengono su questo emendamento.
La parola il Consigliere Palma sull'ordine dei lavori.



PALMA Carmelo

Mi rendo conto che la discussione è complicata dal clima mercatale dell'assemblea di quest'oggi, però chiederei che questo provvedimento, che per una serie di ragioni che non sto adesso ad evidenziare, è delicato, si discuta con una qualche coerenza regolamentare.
stato presentato un provvedimento: lei lo fa illustrare ai proponenti e poi, siccome qualcuno ha depositato un emendamento, si affronterà la discussione sull'emendamento. I proponenti, quindi, anche sulla base della discussione che emergerà dall'emendamento, decideranno cosa fare. È chiaro il concetto? Non mi chieda preventivamente che opinione ho dell'emendamento, perché ho letto il testo di sfuggita e devo ancora ufficialmente acquisirlo. Prima vorrei illustrare la proposta di delibera e le relative motivazioni e poi si potrà iniziare la discussione dell'emendamento interamente sostitutivo.



PRESIDENTE

Non c'é dubbio. Gliel'ho soltanto chiesto per sapere se potevo regolare la discussione in un modo o in un altro.
Procediamo alla distribuzione del testo della proposta di deliberazione dei Consiglieri Palma e Mellano e del testo dell'emendamento interamente sostitutivo del Consigliere Rossi Oreste. Svolgiamo, quindi, la discussione generale per poi passare alla discussione sull'emendamento ovviamente con la relativa votazione. I testi sono in distribuzione.
La parola il Consigliere Palma per l'illustrazione della proposta di deliberazione n. 446.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no, chiedo un minuto per leggere il testo!



PRESIDENTE

Il testo della delibera era già noto, per cui si può iniziare la discussione generale. Ci sarà ovviamente tutto il tempo per esaminare l'emendamento.
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Procedo all'illustrazione della proposta di deliberazione n. 446 depositata già da alcuni mesi.
Inizio dicendo che sono lieto che si giunga finalmente ad una discussione di una proposta che è stata avanzata a ridosso dello scoppio di una tempesta politica, giornalistica e anche giudiziaria, che ha investito alcuni dei vertici politici ed amministrativi di questa Regione.
A fronte di quell'evento, i proponenti di questa deliberazione si sono mossi con una logica non so se simile, ma sicuramente analoga, a quella che aveva mosso la gran parte dei Gruppi di opposizione, e poi l'intero Consiglio regionale (se non erro senza eccezioni), quando scoppio il primo degli scandali sanitari, che contrassegnò la prima fase di questa legislatura, quello dell'arresto del Direttore Generale delle Molinette Luigi Odasso.
Dico che la situazione, se certo non è simile perché diversi sono gli attori in gioco, è per certi versi analoga, perché anche in questo caso, a partire da un evento criminoso o comunque giudicato e considerato tale da parte dell'Autorità Giudiziaria che ha iniziato delle indagini, attorno a tutto questo sono emerse, nella verifica che i proponenti di questa delibera hanno potuto fare, una serie di rilievi contrastanti, di conflitti interpretativi e, in alcuni casi, di ricorsi di carattere giurisdizionale, che costituiscono comunque la condizione di contesto in cui quel fatto, oggetto di un'indagine da parte dell'Autorità Giudiziaria è maturato.
La logica di questa proposta è esattamente uguale (in questo caso non analoga) a quella della Commissione d'inchiesta sulla sanità. A fronte di un caso giudiziario, il Consiglio regionale si deve dotare degli strumenti per esaminare alcuni fatti che rientrano nelle sue competenze, senza ovviamente, interferire in alcun modo e senza volersi diversamente sovrapporre all'indagine della procura di Torino, che ha per oggetto risvolti di carattere penalistico, che esorbitano, in maniera molto chiara dalle competenze di questo Consiglio regionale.
Però, se quei profili esorbitano dalle nostre competenze, non ritengo che esorbiti dalle nostre competenze una valutazione dell'attività amministrativa, della nostra Regione, sulla partita dei risarcimenti per le imprese bi-alluvionate, che ha rappresentato, oggettivamente, il campo all'interno del quale si sono verificati una serie di eventi, alcuni dei quali sono stati fatti oggetto di un'indagine di carattere giudiziario.
Non ritengo che questa Commissione di inchiesta sia ostile e discriminatoria nei confronti di ognuno, per la stessa ragione per cui non ritenevo, allora, che chiamare a riferire dirigenti dell'amministrazione regionale o delle aziende sanitarie locali, sulla partita amministrativa della sanità piemontese, rappresentasse o costituisse un tentativo surrettizio di mettere in discussione la loro correttezza o professionalità.
Quello che posso dire è che, come allora, intravedo, in una serie di comportamenti amministrativi, non già qualcosa di analogo a quello che divenne oggetto dell'indagine giudiziaria, ma qualcosa che, in qualche misura, rappresenta il contesto che una serie di fatti aveva favorito. In questo caso, approfondendo questa materia, ci è parso utile, insieme al collega Mellano, fare una verifica rispetto a questa partita - lo ripeto per chiarezza, quella dell'attività amministrativa della Regione relativamente ai risarcimenti per le imprese bi-alluvionate - perch c'erano, obiettivamente a prima vista, una serie di cose che non tornavano e che meritavano di essere oggetto di un'indagine da parte del Consiglio regionale.
Questo è il senso, mi pare, molto istituzionale, della nostra proposta che ricordo essere stata avanzata, in quest'aula, a fronte di un sostanziale silenzio da parte dei Gruppi di opposizione, ad eccezione dei Consiglieri Tapparo e Caracciolo, e di una sostanziale contrarietà da parte della maggioranza di Governo e della stessa Giunta regionale, per bocca del Presidente Ghigo.
Sono del tutto disinteressato alle ragioni per le quali qualcuno, nel frattempo, possa avere, in un senso o nell'altro, cambiato idea.
Continuo a ritenere che sarebbe atto e cosa prudente che una partita di questa natura fosse oggetto di un'indagine o di un'inchiesta istituzionale da parte dell'intero Consiglio regionale, con uno strumento previsto dal nostro Regolamento, e non diventasse, invece, oggetto delle indagini, tra virgolette, private dei singoli Consiglieri che, a quel punto, potrebbe utilizzare gli strumenti regolamentari che hanno a disposizione, ma che inevitabilmente configurerebbero il proprio operato in un modo, lo ripeto oggettivamente più ostile nei confronti dell'amministrazione regionale cosa che, sicuramente, i proponenti di questa delibera non vogliono.
Se avessero voluto utilizzare in modo pesante o ostruzionistico, ad esempio, l'istituto del diritto di accesso, lo avrebbero fatto nel corso di questi cinque mesi. Se non l'hanno fatto, è perché avevano la fiducia. Non solo, uno strumento consiliare sarebbe stato più adeguato, ma il coinvolgimento dell'intero Consiglio regionale avrebbe garantito a loro stessi quella serenità e quella correttezza necessarie per approfondire una partita molto complessa dal punto di vista tecnico, ma anche molto delicata dal punto di vista politico ed amministrativo.
Concludo con due considerazioni. So che un Capogruppo di maggioranza (immagino, se non mi sono perso, con l'accordo degli altri Gruppi di maggioranza) ha proposto un emendamento che modifica sostanzialmente lo strumento senza modificare sostanzialmente l'oggetto della nostra proposta di deliberazione.
Vorrei comprendere, dalla nostra discussione, per quale ragione anche lo strumento vada depotenziato, per di più, rispetto ad un oggetto così circoscritto come quello che abbiamo individuato.
La seconda cosa che volevo dire, anche per correggere una serie di indiscrezioni di carattere giornalistico, riguarda il totale disinteresse del sottoscritto e di tutti i componenti del Gruppo radicale, che si contano facilmente essendo due, io ed il collega Mellano, a ricoprire qualunque incarico di carattere direttivo, all'interno di questa Commissione.
Tornando da Bruxelles, ho letto sui giornali che sarei candidato alla Vicepresidenza di questa Commissione. Preventivamente, annuncio che l'orientamento del Gruppo radicale, su questo punto, sarà molto chiaro.
Laddove la Commissione venisse istituita, non voteremo nessuno per dirigerla, né con il ruolo di Presidente, né con il ruolo di Vicepresidente, che si dimostrasse chiaramente ostile rispetto allo strumento e alla proposta, né ricopriremo alcun incarico, come Consiglieri di opposizione, se non per mandato e decisione di tutti i Gruppi di opposizione.
La discussione, rispetto a questa materia, temo sia di molto successiva. Vorrei, invece, che la discussione, in questa fase, vertesse sull'oggetto della nostra proposta e sullo strumento che abbiamo individuato, possibilmente evitando quei processi alle intenzioni, rispetto ai proponenti o rispetto ai sostenitori di quella proposta che fortunatamente, evitammo quando istituimmo la Commissione di inchiesta sulla sanità e che dovremo, altrettanto prudentemente, evitare anche in questo caso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi, sull'emendamento interamente sostitutivo; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Sarà un intervento brevissimo. Tutti i colleghi sanno quanto la Lega tenesse a una Commissione che andasse ad effettuare un'indagine sui fatti noti, delle aziende e dei risarcimenti delle aziende bi-alluvionate.
Abbiamo ritenuto opportuno presentare questo emendamento sostitutivo perché, trattandosi di indagini che si dovranno svolgere quasi esclusivamente su materiale cartaceo, quindi su atti scritti, era praticamente inutile mettere in piedi una più complessa Commissione di inchiesta. Questo è un motivo.
L'altro motivo è che, dato che c'è già un'indagine aperta, da parte della Magistratura, non abbiamo nessuna intenzione di andarci a sostituire alla Magistratura.
Preferiamo una Commissione di indagine, rispetto a una Commissione di inchiesta. La cosa ha anche messo d'accordo tutta la maggioranza, che non solleva più obiezioni nei confronti della Magistratura. Per questo. credo che sia la soluzione più semplice, più rapida e sicuramente più utile per addivenire in tempi rapidi a una risposta.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Prima di fare i nostri interventi, vorremmo, sul testo della proposta di deliberazione, ma anche sull'emendamento (che poi vertono sullo stesso argomento), sentire il parere della Giunta, visto che è presente l'Assessore di riferimento. Anche perché, quando si operò la prima discussione su questo argomento, si evidenziò una differenza di posizione tra una parte dell'aula e una decisione della Giunta. La quale in origine non decise di istituire alcuna Commissione - né di indagine né di inchiesta - a differenza di altri casi e di altre situazioni in cui la Giunta assunse la determinazione di istituire una Commissione di indagine magari immediatamente - per quanto riguardava la vicenda, affidando ad un funzionario o ad un dirigente la conduzione dell'esperimento dell'indagine stessa. Ci parrebbe utile, ai fini di comprendere su cosa discutiamo deliberiamo e decidiamo anche per la possibilità di svolgere, in modo pienamente argomentato i nostri interventi, sentire questo parere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, a nome della Giunta, l'Assessore Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero, Assessore regionale

Grazie Presidente. La Giunta concorda pienamente con la maggioranza quindi il parere è favorevole sull'emendamento interamente sostitutivo presentato dal Consigliere Rossi.


Argomento:

Questione sospensiva


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro sull'ordine dei lavori.



MARCENARO Pietro

Ciascuno di noi discute con senso di responsabilità, ma è presente l'Assessore regionale interessato alla questione e della cui responsabilità dipendono le cose di cui stiamo discutendo. Se l'Assessore Pichetto non prende la parola e non esprime la sua opinione in questa discussione, io lo considero un elemento di slealtà rispetto non solo alle strutture della Regione, ma a questo Consiglio regionale. Le chiedo, Assessore Pichetto lei che è direttamente coinvolto nella discussione, di assumersi la responsabilità di esprimere la sua opinione sulla materia.



PRESIDENTE

Quello che ha detto il Consigliere Marcenaro ha un significato politico, quindi verrà chiarito nel corso del dibattito.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Se l'Assessore Pichetto non prende la parola, chiedo la presenza del Presidente Ghigo alla discussione. Chiedo che su questo ci sia una discussione e un voto.



PRESIDENTE

Anche questa è una richiesta. Andiamo avanti con gli interventi...



MARCENARO Pietro

Chiedo che la discussione non prosegua in assenza del Presidente Ghigo. La propongo come una questione di ordine dei lavori, come mozione d'ordine e chiedo che secondo le procedure sia messa ai voti prima che proseguano i lavori.



PRESIDENTE

E' corretto dal punto di vista procedurale, è una richiesta di questione sospensiva, però bisogna formularla correttamente.



MARCENARO Pietro

Formalizzo la mia richiesta. Chiedo che la discussione sia sospesa fino a quando o l'Assessore Pichetto pronuncia un intervento di spiegazione oppure il Presidente Ghigo intervenga ed esprima la sua opinione sulla delibera.



PRESIDENTE

Mettiamo in votazione la questione di sospensione con richiesta di organizzazione dei lavori in presenza del Presidente Ghigo. Può parlare un oratore per ogni Gruppo, ha cinque minuti.



PALMA Carmelo

La questione sospensiva è legittima, ma va formulata nei termini per cui sia oggettivamente possibile la prosecuzione della discussione sul provvedimento. Non si può sospendere fino a quando il Presidente Ghigo decide di venire. Si sospende fino ad un termine entro il quale politicamente, i Gruppi possono fare le loro valutazioni e nuovamente richiedere una sospensione. Non si può formulare la richiesta che la discussione non vada avanti fino a quando non si presenta una persona che manifestamente, non ha intenzione di presentarsi. Ci può essere una mozione sospensiva ad una settimana, ad un giorno, ad un anno a vent'anni, ma deve essere formulata in questi termini, non fino a quando il Presidente Ghigo non si presenta. Questo renderebbe il nostro regolamento troppo alla "card", qualcuno potrebbe votare per la presenza di qualcuno che manifestamente, non volendo venire, blocca i lavori del Consiglio per i prossimo diciotto mesi.
Questo temo, dal punto vista regolamentare, non è esattamente legittimo, chiedo che si metta in votazione la mozione sospensiva, che è legittima ma che ha come oggetto un termine e non la volontà politica di un componente di questa assemblea.



PRESIDENTE

Infatti, la stavo formulando io la richiesta perché cosi com'era stata formulata era incompleta. Il termine di quanto è, di un giorno?



MANICA Giuliana (Fuori microfono)

Al Consiglio di domani.



PRESIDENTE

Vi dico subito che, qualora venisse approvata dal Consiglio questa ultima proposta, non è certo che domani vi sia il Presidente Ghigo, anzi so che domani il Presidente è a Roma. Facciamo la prima data utile, cioè la settimana prossima.



PRESIDENTE

Sulla questione sospensiva può parlare un oratore per ogni Gruppo.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Alcune considerazioni. Viviamo nello stesso Consiglio regionale ed è inutile, oltre che imbarazzante, far finta che oggi si arrivi in Consiglio con una proposta di istituzione di Commissione di inchiesta, poi emendata in Commissione di indagine, come se non fosse successo nulla in questi mesi, sia all'esterno che all'interno del Consiglio, in termini di discussione.
E' evidente, anche in sede pubblica proprio in Consiglio regionale, che nelle settimane scorse a lato e a fronte di una operatività di discussione e di valutazione di una proposta di istituzione di Commissione di inchiesta presentata da un autorevole gruppo dell'opposizione, il Gruppo dei Radicali, la maggioranza prese alcune posizioni specifiche. Insieme alla maggioranza e al governo regionale, due martedì fa si decise di rimandare alla giornata del 9 dicembre la discussione della delibera di istituzione della Commissione di inchiesta sui bio-alluvionati proposta dal Gruppo Radicale. La maggioranza della Casa delle Libertà, che sostiene il governo regionale, prese un preciso impegno di arrivare il giorno 9 dicembre preparati in aula con una decisione che fosse della maggioranza perché, sia all'interno che all'esterno del Consiglio regionale, ci furono, in allora dei punti e delle prese di posizioni politiche diverse tra le varie componenti della maggioranza. Essendo questa una delibera prettamente di iniziativa consiliare, prendemmo l'impegno di arrivare con una proposta, un impegno politico, prima di tutto verso noi stessi, che fosse condiviso dall'intera coalizione.
La proposta che ha illustrato il Consigliere Rossi, formulata come emendamento interamente sostitutivo sulla proposta di istituzione di Commissione di inchiesta, così come motivata dal Consigliere stesso e poi nel dibattito generale - se non oggi un altro giorno - dirò, a nome del mio Gruppo e, forse, non da solo come Consigliere di questo Gruppo, entrerò nel merito sulla questione, già illustrata dal Presidente Rossi. E' una proposta che, come maggioranza, abbiamo portato all'attenzione dell'Aula.
Allora, non è nemmeno giusto, dal mio punto di vista, tirare per la giacca l'Assessore Pichetto, che, oggi, è qui presente, dicendo che un suo eventuale non intervento in questa fase potrebbe essere, addirittura, un atto di slealtà verso il Consiglio regionale. Così come non è giusto, dal nostro punto di vista, anche se politicamente è normale, e mi sarei certo meravigliato del contrario, che l'opposizione dica che non si può discutere di questo punto d'iniziativa consiliare - ripeto - in assenza del Presidente della Regione.
Ricordo che la Giunta è un organo collettivo. E' ovvio che se questa maggioranza, seppur possa essere sgangherata, dal vostro punto di vista, ma noi non siamo di questo parere, arriva a proporre una deliberazione di iniziativa consiliare l'ha concordata con il Governo regionale che sostiene, non fosse altro perché ben undici membri di quel Governo sono anche Consiglieri regionali (dieci Assessori e il Presidente Ghigo). I lavori di questa seduta sono iniziati con un certo ritardo perché ieri era una giornata di festa, pertanto, oggi, si sono svolti i lavori di Giunta che si sono protratti per circa mezz'ora. Questo è il motivo per cui oggi pomeriggio abbiamo iniziato i lavori consiliari in ritardo. Credo che la Giunta abbia ritenuto di delegare, attraverso una scelta del proprio Presidente, l'Assessore Giampiero Leo, anche come atto di sensibilità verso il Consiglio regionale, proprio per non delegare come Vicepresidente l'Assessore Pichetto. C'è l'Assessore Laratore, c'è l'Assessore Racchelli c'è l'Assessore Ferrero, c'è l'Assessore Cavallera. In assenza del Vicepresidente della Giunta regionale, l'Assessore Casoni, anch'egli impegnato, ha ritenuto, forse, come atto di sensibilità e di correttezza verso questi colleghi e membri del Governo, che, in questi anni, hanno avuto responsabilità di governo in questo ambito, di delegare un Assessore che non avesse conflitto.
Dal mio punto di vista, l'Assessore Leo rappresenta pienamente la Giunta regionale, che è un organo collettivo; rappresenta pienamente il Presidente della Regione, l'On. Enzo Ghigo, che ha ritenuto di delegarlo non più tardi della riunione di Giunta di quest'oggi.
Per questi motivi, voteremo contro la sospensione proposta dal Consigliere Marcenaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro, che interviene a nome del Gruppo dei DS sulla richiesta di sospensione. Ricordo che ha a sua disposizione cinque minuti.



MARCENARO Pietro

Intervengo per molto meno. Volevo solo dire due cose. Per quanto riguarda la prima, come credo tutti abbiano ascoltato, quindi, penso sia a verbale di questa riunione, noi non abbiamo chiesto l'intervento del Presidente Ghigo. Ho chiesto che l'Assessore più direttamente interessato a questa questione si pronunciasse sulla materia. Se l'Assessore Pichetto avesse avuto la bontà e la generosità di comunicare all'Aula la sua opinione sul provvedimento in questione, per noi la discussione avrebbe potuto proseguire.
Aggiungo che, forse, mi sarei accontentato se l'Assessore Leo, quando ha preso la parola a nome del Presidente della Regione, avesse avuto la bontà, di fronte ad una discussione come quella che abbiamo sviluppato, di argomentare le ragioni della Giunta invece di esprimere semplicemente il fatto, con quella posizione dell'Assessore, con quella dell'Assessore Pichetto, che voi chiedete alla minoranza di non discutere. Avete discusso a lungo nella maggioranza; avete trovato un accordo e, sostanzialmente portate qui questo accordo blindato da un'intesa che avete raggiunto tra di voi e non ci fornite gli argomenti e il terreno di questa discussione.
Ha detto giustamente il Presidente Cattaneo che questa discussione va avanti da molto tempo. Naturalmente, va avanti da molto tempo all'interno della maggioranza. In questa sede, noi ci siamo lasciati con l'impegno che la Giunta offrisse su questo un punto di vista. Questa è stata la discussione che qui abbiamo fatto, questo non è avvenuto allora e non è avvenuto oggi.
Prendo atto delle parole del tutto pacate del Presidente Cattaneo, che ho ascoltato con una certa preoccupazione, quando ha detto della scelta di investire, da parte del Presidente della Regione, l'Assessore Leo di questa responsabilità, perché, in questo modo, non si rischiava un conflitto di interessi. In questa frase c'è, probabilmente, un elemento di verità e di preoccupazione. Penso che le parole che sono state dette e che ho ascoltato siano a verbale, se qualcuno non le correggerà.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Cattaneo, noi dobbiamo regolamentare l'ordine dei lavori. Il fatto personale...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, lei può intervenire dopo, durante il proseguo dei lavori.
Diventa difficile, è un fatto politico, non è personale.



(Commenti del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene, lo esplichi, perché ne ha diritto. Però, andiamo avanti.



CATTANEO Valerio

Non mi ha insultato nessuno, ci mancherebbe!



(Commenti fuori microfono)



CATTANEO Valerio

Certo, non ho mai detto la parola "interesse", ho usato solo il sostantivo "conflitto", il verbale e la registrazione mi daranno onore. Ho detto: "Penso che l'On. Ghigo abbia voluto - penso per un atto di sensibilità verso i colleghi - delegare l'Assessore Leo, che era l'unico Assessore che non aveva - dal mio punto di vista - conflitto".
Questo è stato il senso, non ho mica detto...



PRESIDENTE

In questo senso è ammissibile. La ringrazio per l'intervento.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, devo dire che mi sfugge il motivo del contendere.
Credo che ogni volta che il Consiglio regionale assume una prerogativa che le è propria, quale l'applicazione degli istituti del Regolamento e dello Statuto, per fare chiarezza su un fatto, che, certo, ha destato allarme e l'attenzione dei media, ma investe una di quelle tante prerogative dell'Esecutivo, e il non porre più ostacoli all'istituzione di questa Commissione, prendendo atto che, per ragioni a me oggi oscure, la maggioranza ha trovato un suo punto d'intesa, vada salutato positivamente.
Mi auguro che la Commissione d'inchiesta possa decollare, prendendo anche atto della sensibilità dimostrata, vista l'esperienza della Commissione d'inchiesta sulla sanità, della quale fui primo firmatario della proposta per la sua istituzione. Credo non si possa ancora pensare di agire nella direzione di una dimensione pletorica, cioè il rischio è che mezzo Consiglio regionale entri a far parte di questa Commissione. Secondo me quindici elementi sono eccessivi rispetto a quello che può essere il lavoro di questa Commissione.
Presidente, le propongo qualcosa di più: lo voti l'Aula che è sovrana non è la prima volta che si vota in deroga ai disposti dello Statuto e del Regolamento, perché pare che l'Aula sia sovrana. Le do un suggerimento: la Commissione d'inchiesta sia resa pubblica.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, lei sta parlando sulla questione sospensiva.



CONTU Mario

Certo, sto parlando sul merito...



PRESIDENTE

No, è uno per Gruppo.



CONTU Mario

No, ogni Gruppo...



(Commenti fuori microfono)



CONTU Mario

Allora, Presidente, ritengo...



PRESIDENTE

La richiamo al tema, che non è il merito, ma la questione sospensiva.



CONTU Mario

La posizione che io esprimo è che si termini questo teatrino e quanto prima si arrivi all'istituzione di questa Commissione.



PRESIDENTE

Va bene, diciamo che l'intervento è contrario alla sospensione.



CONTU Mario

Dopodiché, Presidente, le raccomando di verificare la legittimità, di rendere pubblica la Commissione d'inchiesta, ammettendo alle sedute della Commissione d'inchiesta la stampa accreditata presso l'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Ovviamente, non posso cambiare le norme dello Statuto.
Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla questione sospensiva.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 446 "Istituzione di una commissione speciale con compiti di inchiesta, ai sensi dell'art. 19, lettera b) dello Statuto, sui risarcimenti alle imprese bialluviovate, ex l. 365/2000" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo alla discussione generale sulla proposta di deliberazione.
Successivamente, passeremo alla votazione dell'emendamento che, se approvato, farà decadere la proposta originaria.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Devo dire che ci troviamo di fronte ad un dibattito e ad una richiesta a nostro avviso, assolutamente stupefacente per due ordini di ragioni.
La prima - ed è forse la parte che ritengo meno grave, ma che attiene allo stato della maggioranza - è che arriviamo a questa discussione dopo avere paralizzato il Consiglio regionale su una questione come questa per un numero di sedute piuttosto consistente. Penso che sia più di un mese anzi quasi due mesi, che questo Consiglio regionale non riesce a lavorare a produrre alcun atto legislativo. Addirittura, è stato bloccato il provvedimento illustrato e posto già in fase avanzata di discussione dell'Assessore Cotto, perché si è aperto un braccio di ferro interno alla maggioranza legato a questa Commissione, in particolare tra l'ex Assessore Brigandì, il suo partito - è già lì c'è stata una sorta di mediazione - e poi, ulteriormente, tra quel gruppo e il resto della maggioranza. Questo ha paralizzato i lavori di un'assemblea legislativa.
Oggi, dopo lunghi e faticosi tratteggiamenti - non le chiamo neanche più trattative o relazioni diplomatiche - all'interno della maggioranza, si arriva ad una soluzione che doveva essere una soluzione proposta dalla Giunta, che aveva chiesto una sospensiva fino al giorno 9, ma che invece è un testo firmato dal solo collega Rossi, assunto da tutta la maggioranza.
Arriviamo ad una decisione come questa, non perché gran parte della maggioranza - consentitemelo - sia convinta di questa soluzione, ma perch gran parte della maggioranza e gran parte della Giunta è invece convinta del contrario rispetto alla soluzione che si sta proponendo in questo momento.
Se non fosse così, la Giunta stessa, nel momento in cui i fatti si evidenziarono, avrebbe proceduto in questa direzione, ma la Giunta fece un'altra scelta e assunse altre determinazioni, pienamente sostenuta dalla maggioranza (non da altri, ma dalla maggioranza).
Noi avevamo una posizione che è quella che, coerentemente, manteniamo anche oggi, ma chi ha cambiato posizione rispetto a quella vicenda non siamo certo noi. Questa è la prima parte, assolutamente incredibile, di tutta la vicenda, che si connette al rimpasto fantasma della Giunta, alla riconfermata fiducia piena all'Assessore D'Ambrosio, al fantomatico Assessore all'identità piemontese, che un giorno c'è e l'altro giorno scompare.
Tutto questo si riconnette a questi altri grandi problemi di contenuto.
Ma la verità è che noi, per la prima volta, in questo Consiglio, andiamo a costituire una Commissione d'indagine o d'inchiesta, a termini di un articolo dello Statuto - e chiedendo di applicare il comma 6 dell'articolo 22 del Regolamento, quindi la partecipazione a pieno titolo ed individuale dei singoli membri della Commissione stessa - sulla base di un fatto da indagare che non c'è. Vi voglio ricordare che, quando istituimmo la Commissione d'inchiesta per quanto riguardava i fatti della sanità, eravamo davanti ad un fatto esistente, a precise e serie responsabilità, ad uno scandalo preciso avvenuto all'interno di una nostra struttura, con precise responsabilità, che potevano essere individuate sul piano politico amministrativo. Perché di altro si occupavano altre strutture.
Noi, oggi, invece andiamo a chiedere una Commissione d'indagine o d'inchiesta nei confronti di una struttura regionale che ha fatto il suo dovere. Noi non andiamo ad indagare o ad inquisire su qualcuno che, invece di svolgere il suo dovere, ha arrecato danno alla vita politica e amministrativa di questa Regione.
Noi chiediamo di indagare e di inquisire su qualcuno che, nello svolgimento pieno del suo dovere, ha consentito alla Regione di non commettere errori. Questo è quello che noi oggi stiamo facendo, cioè il completo rovesciamento dell'onere della prova.
Chiedo a questa maggioranza, ma soprattutto a questa Giunta, al Presidente (anche se assente) che messaggio mandano nei confronti della struttura. Quale messaggio si manda a decine e centinaia di dirigenti e di funzionari che in questa Regione lavorano e che, quotidianamente, fanno il loro dovere? Il messaggio che mandate, sapete qual è? Se fate il vostro dovere, se lo fate fino in fondo, se impedite errori anche al Presidente della Giunta e ai suoi Assessori, se anche impedite loro di finire in guai giudiziari, perché avete svolto appieno il vostro dovere, bene, sarete indagati, sarete inquisiti! Ma che incitamento è questo? Che incitamento è ad una struttura che sta lavorando e sta facendo il suo dovere? Quale messaggio inquietante voi pensate di lanciare in questa direzione? E per risolvere che cosa? Qualche problema interno alla maggioranza o qualche problema individuale che riguarda qualche persona? Quale ordine di messaggio intendete lanciare alla struttura? E, soprattutto, quale ordine di messaggio intende lanciare questo Consiglio regionale e questa Regione nella sua perfetta e piena autonomia rispetto all'autonomia di altri organi che stanno indagando in un certa direzione? Quale doppio ordine di messaggio inquietante noi stiamo lanciando e quali strane connessioni convivono in questo Consiglio su questo problema? Possiamo parlare di un asse interessante, politicamente inedito, che passa attraverso il gruppo radicale, sfiora il Consigliere Brigandì e arriva fino all'emerito e stimato collega Burzi. E' veramente interessante anche quest'asse di ordine politico che si determina su una vicenda come questa, che ha delle caratteristiche di un rilievo - su cui ovviamente faccio semplicemente una riflessione di ordine politico - anch'esso particolare e con qualche aspetto di vera e viva curiosità, se non di inquietudine.
Noi siamo contrari ad istituire una Commissione di indagine su una questione che non esiste. Siamo contrari a costituire una Commissione di indagine e una Commissione di inchiesta nei confronti di una struttura che ha compiuto il suo dovere e che dovrebbe invece ricevere, da parte di quest'amministrazione, un encomio. E dico di più: se questa Commissione di indagine o di inchiesta fosse costituita veramente, perché il Consiglio è sovrano e in qualsiasi momento può voler conoscere cosa è successo sull'alluvione o su qualsiasi altro fatto, se veramente fosse legata a questa richiesta o ad una volontà di indagine o di conoscenza vera di che cosa attiene, in termini di atti amministrativi, ad una vicenda complessa come quella dell'alluvione, nei suoi due eventi calamitosi che si sono susseguiti nel corso degli anni in questa Regione, cosa avrebbe fatto il Consiglio, facendo questo in perfetta buona fede, perché vuole conoscere? Avrebbe chiesto una Commissione di indagine sull'evento alluvionale, il primo e il secondo, nel suo complesso. Quindi, sulla parte che riguarda i bialluvionati e le imprese, sulla parte che riguarda i privati, sulla parte che riguarda l'agricoltura, perché questa è una Commissione di indagine libera da vincoli, libera da ipoteche, libera da malafede e libera da intenzioni non dichiarate esplicitamente nei testi che si scrivono.
Questa è una possibilità sovrana che il Consiglio ha sempre nei confronti di qualsiasi materia che riguardi la vita amministrativa di questa Regione. Quella sarebbe stata una richiesta assolutamente comprensibile, una volontà di conoscenza che non dovrebbe mai essere negata all'aula, che è sovrana in questa direzione.
Ma questa è una richiesta diversa, che tende, invece, a raggiungere un altro scopo, uno scopo non dichiarato e assolutamente surrettizio, e ritengo che sia un dovere non solo dell'opposizione, ma dei singoli Consiglieri che avvertano una cosa di questo tipo, renderla esplicita in ogni momento all'interno dell'aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Presidente e colleghi, interverrò molto brevemente e molto pacatamente.
la prima volta che prendo la parola in pubblico in merito a questi fatti.
Come Consigliere semplice di un Gruppo che ha come Capogruppo il collega Palma, che si appassiona più di me alle vicende e quindi ha, in qualche modo, delegato al Presidente del Gruppo una attività di ricerca e di approfondimento, ho letto quello che era apparso sui giornali, ho visto le interviste televisive, ho letto i documenti che, come Gruppo, abbiamo acquisito con un inizio di attività ispettiva, ho letto i documenti che circolavano e che tutti avevano in mano, di cui ancora oggi non sappiamo né la paternità né la veridicità, e vorrei avere, dopo queste letture così interessanti, le certezze della collega Giuliana Manica, Capogruppo dei DS. Non le ho.
Credo che sia opportuna, invece, un'attività di approfondimento o di indagine, se così vogliamo chiamarla (avrei preferito "di inchiesta"), per vederci meglio, per cercare di offrire delle risposte più articolate a quei tanti che, avendo letto sui giornali come noi delle vicende che hanno riguardato la nostra Regione, hanno chiesto notizie, pronostici ed opinioni.
Onestamente, pacatamente, senza dietrologie e senza seconde letture o retroscena, vorrei capirci di più. Avevo apprezzato il dibattito che in quest'aula si era fatto sin dai giorni tragici (sicuramente tragici per un nostro collega, il Consigliere Brigandì), un dibattito molto alto, con voci non tutte concordi, che aveva visto, però, da questi banchi da cui parlo altre voci chiedere una commissione d'inchiesta: voglio ricordare il collega Tapparo, il collega Caracciolo e il Presidente Palma, a nome del Gruppo Radicale.
Io non ho trovato in questi mesi, né in questi giorni, elementi su cui avvalorare certezze e sicurezze come quelle della Presidente Manica. Vorrei acquisirne ulteriormente e vorrei che questa attività fosse svolta da un organo del Consiglio, per non lasciare alla buona volontà o alle buone capacità dei singoli Consiglieri, la conquista - perché questa è la parola giusta - dei documenti e le letture di quei documenti.
Per questo motivo, oltre che per un atto doveroso rispetto al Consiglio, credo che una proposta che proviene da un Gruppo di minoranza e di opposizione a questa Giunta, di minoranza e di opposizione sovente anche a questa opposizione di centrosinistra, vada valutata con attenzione e con la possibile serenità. Sono sereno e lo sarò anche nel votare a favore di una commissione d'inchiesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Sarò brevissimo, Signor Presidente. Ho chiesto la parola soltanto per illustrare a quest'aula la posizione del UDC in ordine a questa commissione di indagine (vi è stata, quindi, una modifica rispetto alla proposta iniziale), che non può avere, però, il nostro parere positivo.
Dico questo anche sulla base di un'esperienza personale che ho vissuto all'interno di quest'aula nella precedente legislatura, che sicuramente non ha prodotto dei risultati positivi, almeno nel mio caso.
Allora, il mio è anche un consiglio spassionato nei confronti di chi insiste e vuole perseguire ed ottenere questa commissione.
Penso che la Magistratura doveva fare il suo corso. Se c'erano delle inchieste o delle richieste di chiarimento nei confronti di chi ha operato all'interno dell'Amministrazione Regionale, dovevano essere svolte espressamente su mandato della Giunta (mandato che poteva tranquillamente essere svolto dai dirigenti della Giunta stessa).
Questo è stato il mio parere sin dall'inizio, quando è stata formulata questo tipo di richiesta, e lo confermiamo convintamene anche in quest'aula.
Ovviamente, facendo parte di una maggioranza, all'interno di essa si discute e si danno consigli, anche se non sempre sono recepiti. Questo non significa assolutamente nulla, perché daremo, come Gruppo consiliare, la nostra presenza. Però non chiedeteci, vista l'esperienza passata, anche di condividere e di votare per questa commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Oggi ho sentito parlare di inversione della prova o di onere della prova, e ribadisco quanto detto precedentemente: siamo in presenza di un atto grave, almeno così appare dagli atti in nostro possesso, che, per quanto mi riguarda, sono notizie di fonti giornalistiche.
La nuda cronaca ci dice che un Assessore, nell'esercizio delle sue funzioni, è stato oggetto di attività istruttoria e di indagine, da parte della Magistratura, in relazione a possibili conflitti di interesse o atti clientelari che possono aver determinato l'erogazione di risarcimenti non dovuti. Mi pare che il castello accusatorio, sostanzialmente, si fondi su questo.
Il Consiglio regionale è totalmente estraneo a tutta questa partita che, mi pare, per sua norma e competenza, vari delle leggi. Il potere esecutivo compete alla Giunta. Le responsabilità sulla gestione degli atti mi pare di comprendere, sono in capo ai dirigenti che, nell'assunzione di quel ruolo, hanno tutti gli onori e gli oneri.
Lo scopo di una Commissione di inchiesta, dal mio punto di vista dovrebbe svolgersi su doppio binario e, se questi sono gli intendimenti di chi li propone, sono assolutamente favorevole all'ipotesi del varo di una Commissione.
Compito di una Commissione di inchiesta è, certamente, quello di accertare eventuali responsabilità in capo ai funzionari, che probabilmente hanno fatto, fino in fondo, il proprio dovere. Mentre, sull'esecuzione degli atti vanno individuate le responsabilità politiche di chi, sugli atti dei dirigenti, deve esercitare un controllo e, certamente, questo ambito di competenze è tutto in capo alla Giunta.
D'altronde, in questa stessa aula, rispetto alle vicende annose della sanità, la Giunta ha individuato uno dei possibili punti deboli del sacco che si è creato attorno alla sanità. Ha scoperto l'acqua calda, cioè la necessità di separare gli organi di programmazione e di gestione da quelli di controllo, promettendo l'istituzione di una Commissione di controllo che, credo, debba soprattutto tutelare l'esecutivo.
Ben venga, quindi, una Commissione che abbia lo scopo di individuare le responsabilità ed accertare i punti deboli di questo meccanismo decisionale e di assunzione degli atti, che coinvolge tanto la Giunta, quanto i dirigenti che operano nel settore, sul quale, sino a prova contraria, nulla c'è da obiettare alla luce delle risultanze che, esternamente, emergono attraverso le notizie giornalistiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

E' veramente singolare trovarsi a discutere su un argomento del genere.
Non ho problemi a rilevare come l'assenza di importanti partiti dell'opposizione, ma, soprattutto, il deserto completo dei banchi della Giunta (a parte il Presidente di turno, l'Assessore e amico Botta) stia a dimostrare qualcosa che va oltre l'imbarazzo.
Non è solo un problema di imbarazzo, ma di evidente difficoltà, perch stiamo discutendo di una vicenda che ha interessato gli organi di stampa per settimane, sui quali ha avuto da lavorare, ed ha ancora da lavorare, la Magistratura torinese.
Una vicenda che non ho nessun problema a definire torbida, dove ci sono delle forze che voglio chiamare oscure. Stiamo ragionando sulla votazione di una Commissione di inchiesta, poi modificata in indagine, dopo settimane di mediazione e difficoltà all'interno di parte della maggioranza. Alle Commissioni sono legate anche altre questioni che riguardano sempre gli equilibri interni ai partiti e alla stessa maggioranza.
Mi ricorda un po' la giustizia sportiva, in particolare quella del calcio italiano. Collega Marengo, se mi aiuta, io non sono un esperto giurista, ma,sotto tutti i punti di vista, dormo sereno la notte. Dicevo la giustizia sportiva funziona al contrario (a parte la Juve che ha modificato quelle che erano le regole del calcio). Mentre, nella giustizia ordinaria, il giudice deve dimostrare la colpevolezza dell'imputato, nella giustizia sportiva l'imputato deve dimostrare di essere innocente. Siamo al paradosso. Rispetto a un provvedimento che ha riguardato il collega Brigandì, allora Assessore di questa Giunta, noi votiamo su una Commissione che indaghi sulla struttura, che, di fatto, è stata una delle componenti che ha resistito ed ha contrastato provvedimenti che andavano in una certa direzione.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

No, non do nessun aggettivo. Di tutto mi si può accusare, ma non di non parlare chiaramente. Non ho problemi a chiamare ognuno con il proprio nome ma non è questo il momento.
A questo punto, si sta discutendo una Commissione di inchiesta modificata in indagine, che dovrebbe avere lo scopo di intervenire su quello che non ha appurato completamente o sta cercando di appurare la Magistratura torinese.
Sono ai primi tre anni della mia prima legislatura ed ho capito che le Commissioni di inchiesta e di indagine di questo Consiglio difficilmente approvano qualche cosa.
Non è la preoccupazione di chi sa dove può approdare questa Commissione, anche se sarà condotta dal collega Gallarini, cui riconosco grande competenza, serenità ed equilibrio.
Voglio dire al collega Mellano che noi siamo, al di là degli atteggiamenti, dei toni e degli interventi, assolutamente sereni. Non abbiamo nessuna squadra e nessun giocatore da difendere, né di partito, n di area. Perché su queste questioni ognuno si difende da sé.
La vostra è una preoccupazione legittima su come ci siete arrivati e quali siano, per alcuni, obiettivi che, come ho detto prima, mi fanno parlare di cose oscure.
Termino l'intervento facendo felice il Presidente di turno, l'Assessore Leo. Visto che siamo proprio nel periodo giusto ed è apparso il terzo film della saga "Il Signore degli anelli", dove, nell'eterna lotta tra il bene e il male, trionfa sempre il bene, con fatica e con difficoltà, il tempo è galantuomo. Che fa riferimento a quello che è definito: "azioni torbide ed oscure". Penso che se ne debba fare una ragione, almeno in quest'occasione non si approverà niente oltre a quello, e io mi auguro che faccia grande chiarezza, che approderà la Magistratura torinese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Per quanto riguarda l'istituzione della Commissione d'indagine sono molte le mie perplessità e la strada che stiamo percorrendo è un po' tortuosa. La vicenda non sembra ancora giunta ad una conclusione e sembra problematico anche la definizione dei compiti, dei confini e dei limiti che si danno ad una commissione, così come viene definita una commissione d'indagine. Una commissione che è nata in un modo e poi si è trasformata nel corso di lunghe e difficili trattative all'interno della stessa maggioranza, in una Commissione d'indagine. Ritengo - ma posso anche sbagliare, è una mia opinione - che la poca chiarezza che caratterizza questa Commissione sia presente nel testo stesso della delibera. Mi riferisco a quella parte della delibera che prevede la composizione della Commissione: 15 Consiglieri, di cui dieci della maggioranza e cinque della minoranza. Sembra che sia già preoccupata di stabilire una solida maggioranza precostituita, a favore della maggioranza presente nel Consiglio. Sappiamo che, è ovvio, ci sono degli squilibri numerici all'interno della composizione del Consiglio. Sembrerebbe, diciamo un ragionamento più accettabile, quello che, trattandosi di una Commissione di carattere speciale come deve essere una Commissione che deve indagare su atti avvenuti nel Consiglio, il fatto che ci si premuri già di stabilire una maggioranza precostituita, una maggioranza blindata. Non sembra deporre a favore di una posizione di confronto più aperto, ma sembra indicare un'idea di indirizzare la Commissione verso un percorso ben preciso, un percorso che chiaramente sarà indicato e governato da quella maggioranza che si premura di avere una composizione della Commissione fortemente a suo favore.
Anche il termine fissato di tre mesi dalla data d'insediamento, sapendo le difficoltà che ci sono nel convocare le Commissioni straordinarie (abbiamo un calendario graziosamente preparato di un impegno molto pesante per quanto riguarda la Commissione Statuto), anche il termine di tre mesi dicevo, sembra indicare che, nel momento stesso in cui si vuole costituire la Commissione, già si sappia qual è il percorso e quale potrebbe essere la fine.
Queste preoccupazioni fanno sì che, per quanto mi riguarda, io non parteciperò al voto di questa Commissione. Ritengo che sia una Commissione assolutamente squilibrata, che sembra lavorare avendo già in mente quali sono gli esiti verso cui vuole arrivare. Una Commissione che viene imposta una volta che la maggioranza ha risolto i problemi al suo interno (in un sistema che oso definire poco democratico) la maggioranza, forte dei voti che può avere in questo Consiglio, va avanti sulla sua strada, senza accettare il confronto con la minoranza su un tema che, tutto sommato riteniamo di estrema importanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà



PAPANDREA Rocco

Ci sarebbero parecchie motivazioni per esprimere il parere contrario alla delibera, il modo in cui tecnicamente si propone la Commissione. Anche questi sono elementi che mi portano alla conclusione di non partecipare al voto: questa è la posizione del Gruppo di Rifondazione Comunista.
Vi è anche un altro motivo, più politico, io non credo che, come opposizioni, possiamo partecipare al voto di una Commissione che è stata frutto di lunghissime trattative politiche all'interno della maggioranza per definire, punto per punto, il testo con cui viene istituita.
Al di là della volontà del Gruppo dei Radicali, la proposta, quello che poi è avvenuto concretamente, è diventata un'azione di dibattito all'interno della maggioranza, di esercizio di pressioni, di tentativo di imporre anche il modo in cui essa è avvenuta.
Per questi motivi, credo che sia una Commissione di cui non sono assolutamente chiari i compiti; sappiamo che sono avvenuti dei fatti di cui i giornali hanno riportato notizia, ma non mi pare che sia evidenziato rispetto a questi fatti, quale sia il compito della Commissione, se sia di controllo sull'attività dei politici che hanno operato in questi anni su queste tematiche, se sia, invece, un controllo su come sono state definite le regole e come esse sono state applicate.
E' una Commissione che non ha un compito così preciso da sfuggire a quello che è già avvenuto a tutta una trattativa politica per la sua definizione. Per questo motivo sono contrario all'istituzione della Commissione. Alla fine deciderò se la forma del voto sarà un voto contrario o la non partecipazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire, per dichiarazione di voto sull'emendamento interamente sostitutivo presentato dal Consigliere Rossi Oreste, il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Speravo che, in questa discussione, sfuggisse dall'oggetto della Commissione d'indagine che si chiede d'istituire. E' sempre abbastanza difficile precorrere i tempi ed annunciare giudizi di "colpevolezza" o giudizi di "assoluzione" nei confronti di tutti, laddove, mi pare, un'ampia maggioranza del Consiglio abbia, in tempi diversi - direbbe la Consigliere Manica - sospettamente diversi, convenuto che una serie di fatti, dati scelte e atti amministrativi andassero approfonditi nella loro forma e nel loro contenuto. Dalla loro forma e dal loro contenuto emergeva non già la prova di alcunché, ma un indizio, se vogliamo utilizzare un gergo paragiudiziario, che testimoniava evidenti contraddizioni o difetti di coerenza, se non di trasparenza, circa le modalità di applicazione della normativa regionale, relativamente alla deliberazione sui risarcimenti per le imprese bialluvionate.
In merito ad una prima puntualizzazione, la ragione per cui questa proposta si limita, come oggetto, a questa materia ha anche a che fare con gli esiti della Commissione d'inchiesta sulla sanità, dove noi, a partire da un caso di malversazione giudiziaria di un direttore generale rispetto ad alcuni fornitori, siamo andati a discutere anche le procedure di aggiudicazione degli appalti di fornitura per le ciabattine degli ospedali.
In questo, forse, depotenziando, allargando troppo l'oggetto della nostra inchiesta, quegli elementi che, a ridosso del caso Odasso, più direttamente emergevano, avevano a che fare con l'assenza di controlli all'interno dell'Amministrazione regionale piuttosto che con un malcostume giudiziariamente sanzionabile, particolarmente diffuso nelle diverse Amministrazioni sanitarie.
Temo che i fatti ci abbiano dato ragione e che il sostanziale buco nell'acqua di quella Commissione, a fronte degli esiti di inchieste di carattere giudiziario, abbia evidenziato che ragionare sul meccanismo dei controlli amministrativi nell'attuazione delle normative regionali è forse, più circoscritto o troppo circoscritto, sicuramente, più puntuale di uno sguardo a volo d'uccello su un'intera materia, in cui, se ho capito bene, dovremmo svolgere un'indagine anche sull'alluvione del 1994, magari per verificare retrospettivamente se è davvero esistita oppure se non si è verificata.
L'atteggiamento del Consiglio deve essere prudente e la scelta di istituire una Commissione di questo tipo è prudente proprio perch imprudente sarebbe, non rispetto all'iniziativa giudiziaria, che istituzionalmente, non ci tocca, rispetto all'attività amministrativa dare un giudizio prima di avere acquisito una serie di elementi che, comunque in un senso o nell'altro, suffragherebbero questo giudizio.
Ai colleghi del centrosininistra che si sono pronunciati contro l'istituzione di questa Commissione, voglio ricordare un dato che secondo me, istituzionalmente, è molto significativo. Ovviamente, non entro nel merito dell'oggetto di questa inchiesta o di questa indagine, ma su una dinamica istituzionale che la Consigliera Manica definirebbe molto inquietante. A ridosso dello scoppio giornalistico e giudiziario di questa inchiesta, ho svolto una serie di atti di accesso consentiti dal nostro Regolamento e ho acquisito della documentazione che, praticamente circolava in tutte le redazioni dei giornali che non ne avevano dato notizia. Ho formulato due interrogazioni molto puntuali e molto contenute che ancora non annunciavano la richiesta di istituire una Commissione d'inchiesta e, a distanza di cinque mesi, a fronte di una domanda relativamente semplice, cioè se i documenti che erano stati rinvenuti ampiamente rinvenuti, da parte di tutti i Consiglieri regionali, fossero veri o falsi e quale giudizio la Giunta regionale dava su quella documentazione.
Quando, a distanza di sei mesi, prendo atto che è impossibile semplicemente, verificare la veridicità di una documentazione, senza dare nessun tipo di giudizio politico ed istituzionale, mi rafforza ulteriormente la convinzione che, a fronte di questa sospetta - altri direbbero inquietante - lentezza, sia necessario approfondire e aggravare dal punto di vista istituzionale, l'attenzione.
Non essendo intervenuto sul dibattito generale, chiedo al Presidente un minuto in più nella dichiarazione di voto per svolgere un'ultima considerazione.
Noi abbiamo istituito una Commissione d'inchiesta sulla sanità quando il Presidente candidato dall'intera opposizione e anche dal Gruppo Radicale alla guida di questa Commissione aveva appena annunciato in un comizio pubblico di essere certo del fatto che il Presidente della Giunta regionale aveva politicamente beneficiato degli introiti illegittimi del dottor Odasso. Malgrado questo, malgrado un'obiettiva scivolata, se non altro di stile, da parte di un nostro collega, ho ritenuto che quel giudizio non dovesse far premio su un giudizio più complessivo sull'opportunità d'istituire una Commissione d'inchiesta.
Gradirei che, nei confronti dei proponenti, riferimenti, lo dico con una certa pesantezza, così volgarmente allusivi come quelli della Consigliera Manica, venissero risparmiati nei confronti di un Gruppo che obiettivamente, ha tanti difetti, ma che, sicuramente, questo Gruppo non ha problemi di trasparenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Vorrei raccontare al Consigliere Palma quanto mi è stato raccontato da un mio vecchissimo amico. Questo mio amico diceva: "Io sono comunista, ma non comunista come quelli lì in Russia. Io voglio fare un comunismo diverso, un comunismo nuovo, libero". La mamma, che di mestiere faceva la giornalaia, gli diceva, in dialetto sarzanese: "Scemo, chi crede che il comunismo è quello che dici te e non quello che dice Breznev?".
Allo stesso modo, vorrei dire al Consigliere Palma, semplicemente, che non può dire che questa è la Commissione che vuole lui e non quella per la quale ha coraggiosamente lottato il collega Brigandì, che, questa sera ottiene il risultato della sua dura azione e lotta.
Sto parlando di quanto è sotto gli occhi di tutti: da due mesi, c'è un Gruppo che paralizza i lavori del Consiglio regionale, che presenta centinaia di emendamenti su ogni provvedimento, se prima non sarà approvata questa Commissione, e che pretende, dopo essere stato incolpato dalla Magistratura, una rivincita politica in questa sede.
Questo è il punto che tutti hanno visto. Così è andata questa discussione, caro Consigliere Palma.
Non faccio processi alle intenzioni a nessuno, dico solo che noi stiamo qui discutendo e approvando quello che il Consigliere Brigandì, il suo partito e il suo Gruppo hanno imposto. Questo sancisce, oggi, questa riunione del Consiglio regionale. Questo è il fatto politico. Non invento niente, è nella cronaca di questi giorni e di queste settimane. Poi vedremo gli sviluppi di questa vicenda, li vedremo dopo e dopo daremo il giudizio su quello che succederà.
Qui siamo in una sede politico-istituzionale e ci spetta semplicemente una valutazione politica. La valutazione politica è quella che ho detto c'è qualcuno che può contraddire questo? C'è qualcuno che può dire che non è vero che ci siamo trovati di fronte alla minaccia di bloccare i lavori del Consiglio regionale, che a questo è stata condizionata tutta l'attività del Consiglio, se prima non c'era questo? Crede davvero, Consigliere Palma di essere stato lei ad ottenere questo risultato? Ma davvero credi di essere tu quello che porta a casa questo risultato? No, tu con tutte le tue buone ragioni avresti potuto sostenerlo cento volte e ancora altre cento ma non si sarebbe arrivati a nulla se non ci fosse stato questo fatto politico. Io lo dico con rispetto per il collega Brigandì, perché - ne danno atto i verbali di quando abbiamo discusso la questione che lo interessava - il nostro gruppo ha misurato le parole, e continua a misurarle. Io non sto parlando rovesciando un ragionamento e dire perch oggi c'è questa iniziativa politica e rovesciare questo in una presunzione di colpevolezza in un'inchiesta fuori e lontano da noi. Dico un'altra cosa completamente diversa. In questa sede c'è stata da parte del collega Brigandì e quello suo gruppo un'iniziativa politica che segna questa vicenda che stiamo discutendo. Nessuno potrà togliere da questa vicenda questo marchio, che è un marchio pesante politicamente e, secondo me, anche istituzionalmente. E il fatto che questo sia avvenuto con questa cosa che considero francamente una cosa che fa pena, cioè di un Assessore al bilancio che non è neppure presente ad assistere a questa discussione, che non partecipa neanche a questa discussione prendendosi la responsabilità dopo quello che è avvenuto e dopo la discussione che c'è stata.
Naturalmente in politica si può fare tutto e tutto può essere fatto; i numeri di una maggioranza consentono questo ed altro, ma voi sapete meglio di me che stiamo vivendo un momento non particolarmente onorevole e brillante della vita di questo Consiglio regionale. Lo sapete meglio di me e io mi limito quindi a sottolineare questo punto. Si può rispondere e polemizzare in politica, di tutto si può dire, ma c'è nelle cose che dico un elemento di verità che, a mio parere, è provato non dai grandi fatti della storia, ma dalla cronaca e dai verbali di questo Consiglio regionale dagli atti che risultano e dal nostro lavoro degli ultimi mesi e delle ultime settimane. Semplicemente a questi mi appello ed è per questo che il nostro voto è convintamente... Non c'entra nulla questa questione con la necessità di aprire approfondimenti sulle diverse questioni e sui diversi problemi e anche con la possibilità in un altro contesto di approfondire attraverso indagini varie ragioni di questa cosa. Il nostro voto non è contro l'approfondimento di un problema, è contro un fatto politico che qua si determina e di cui noi sentiamo la particolare gravità - ripeto - senza nessuna accentuazione personale sui singoli colleghi e quelle che sono le loro posizioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Credo che, a volte, negli interventi succeda che si vada sicuramente fuori tono, e non si misurino le parole che si usano. Credo che il collega Marcenaro non abbia inteso dire quello che forse ho capito dal suo intervento, e cioè "questa cosa è una cosa che fa pena".
Io ricordo al Consigliere Marcenaro che il collega Brigandì non è stato incolpato ad oggi, è un indagato. Io credo che non abbia niente di cui vergognarsi, e tanto meno il Gruppo della Lega Nord, che si è visto comunque coperto da badilate di fango, fin da quando, collega Marcenaro una certa Magistratura o qualcuno che lavora in quell'ambiente ha fatto uscire notizie che non dovevano uscire. Vi ricordo che quando l'Assessore è stato arrestato, era in ufficio che lavorava e l'ha letto nelle notizie che apparivano sul terminale che era stato arrestato, e lì non c'era ancora nessuno ad arrestarlo! Quello è qualcosa su cui bisognerebbe intervenire e preoccuparsi. La Lega Nord infatti chiedeva a gran voce da tempo una Commissione d'inchiesta per capire bene come si fossero svolti i fatti, perché la Lega Nord - sia chiaro - non ha, non vuole avere e neanche dare idea di avere scheletri nell'armadio.
Per cui pur essendo stato il primo soggetto colpito da questa indagine della Magistratura, primo soggetto colpito per l'immagine pubblica data dai mezzi d'informazione, era quella che voleva la Commissione d'inchiesta per fare chiarezza. Perché - ripeto - non ha e non ha intenzione di dichiarare di avere scheletri negli armadi.
Abbiamo accettato, dopo una dura discussione - questo l'avete detto tutti - con una parte della maggioranza, una Commissione più morbida proprio perché abbiamo recepito quelle richieste che venivano da una parte della maggioranza e della Giunta di non andare ad infilarsi in un qualcosa che stava già facendo la Magistratura. Allora abbiamo accettato di trasformare la richiesta di una Commissione d'inchiesta in una Commissione d'indagine, anche perché - l'ho detto prima - tutti quegli atti che ci interessano andare a vedere in modo ufficiale e in modo formale - lo so che può andare anche il singolo Consigliere, ma come Commissione formalmente istituita si ha sicuramente più potere - sono atti scritti e facilmente disponibili.
Per cui era sufficiente una Commissione d'indagine al posto di una Commissione d'inchiesta. E quella abbiamo accettato e abbiamo discusso anche con una parte della minoranza. Quindi, ricordatevi bene che noi non abbiamo vergogna di avere fatto pressione per ottenere questo risultato.
Per noi è un ottimo risultato, ed è, sì, un risultato di mediazione, ma di una mediazione pensata. Lasciamo stare la Magistratura, noi vogliamo un'inchiesta, quindi facciamo questa indagine e sia fatta chiarezza una volta per tutte.
Cara Manica, io non credo che facendo una Commissione d'inchiesta o in questo caso di indagine, che è ancora più morbida, si vadano a spaventare i funzionari della Regione. Lei ha detto questo nel suo intervento, cioè che il funzionario che lavora in Regione e che fa il suo lavoro e va fino in fondo si vede addirittura inquisito dalla Commissione. No, perché se il funzionario ha fatto il suo lavoro, la Commissione gli farà i complimenti nel caso in cui il funzionario ritenga di venire a riferire alla Commissione.
Nel caso in cui la Commissione prenda atto dei documenti, non dovrà neanche venire a riferire, e gli potranno comunque fare i complimenti se non ha niente da nascondere. Noi siamo profondamente convinti che nessun funzionario e nessun Dirigente interessato a questi fatti abbia fatto qualcosa di illegale. Ne siamo convinti! Perfetto, lo diremo e avremo la coscienza pulita e scaricata da tutto! Però il nostro obiettivo è quello di uscirne con la faccia pulita e di far vedere che di scheletri non ne abbiamo. Forse qualche dubbio ci viene, vista la paura di altri di fare questa Commissione!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per dire che siamo contrari a questa proposta per come essa è formulata e per il fatto che è stata oggetto di un'eccessiva trattativa all'interno della maggioranza, perché, in effetti, è una Commissione voluta dalla maggioranza. D'altro canto, non credo che dobbiamo fare le Commissioni per vedere se qualcuno o la Lega ha scheletri negli armadi. Non mi sembra che questa sia la nostra necessità.
Per questi motivi, come Gruppo siamo contrari a questa Commissione nonostante devo dire che sono uno di quei comunisti che è sempre stato "scemo" da quando ero giovane, considerata la possibilità di un comunismo non diverso da quello dell'Unione Sovietica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.
Ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Oggi con il collega Burzi, uscendo dal ristorante, abbiamo incontrato una simpatica signora di Bologna, e proprio parlando dei comunisti le ho chiesto: "Signora, vincerà Guazzaloca o Cofferati a Bologna?". Risposta: "Io per tanti anni ho votato comunista, ma ci fu un momento che mi fecero credere che a Bologna i cani li legavano alla ringhiera con le salsicce".
Quindi, vuol dire che qualcosa di vero anche su quanto diceva il Consigliere Papandrea probabilmente ci sarà.
Noi voteremo, con responsabilità, a favore di questa delibera, che istituisce la Commissione di indagine conoscitiva riguardo i risarcimenti alle imprese colpite dalle alluvioni del 1994 e 2000.
ovvio - non l'abbiamo sottaciuto nemmeno nell'intervento sulla questione sospensiva proposta poco fa dal collega Marcenaro Pietro - che questa posizione risulta essere un risultato condiviso della maggioranza che sostiene questa Giunta regionale.
Non ci troviamo nulla di scandaloso. Riteniamo che chi governa, sia come scelte di governo che come scelte di maggioranza, abbia il dovere diversamente da come fa (o può fare) legittimamente alcune volte l'opposizione - di trovare delle posizioni condivise.
Come sapete, abbiamo discusso a lungo su questo tema e lo sapete dalla lettura dei giornali, dalle cronache degli organi di informazione e dai dibattiti che sono già avvenuti in questo Consiglio regionale.
Abbiamo fatto questa scelta, che è di mediazione. In un primo tempo si parlava di "Commissione d'inchiesta", così come proposto dai colleghi Radicali, poi si è parlato di una Commissione di carattere amministrativo.
Non abbiamo voluto scegliere una Commissione di indagine per fare una sorta di via di mezzo: discutendo con grande serenità, abbiamo semplicemente scelto questa via, che abbiamo proposto con la deliberazione che ci accingiamo a votare.
Questa non vuole essere né la "Commissione Brigandì", come ho ascoltato in questo dibattito, né vuole essere una commissione contro o ancora peggio, per indagare sulla Struttura, com'è stato affermato.
Il Presidente della Regione, già in altra occasione, ha espresso la propria fiducia nei confronti della Struttura regionale. Il Presidente Rossi ha anche detto, simpaticamente, che se la Struttura ha operato bene e noi ne siamo certi, auspichiamo che la Struttura l'abbia fatto - pu stare certamente tranquilla.
Sicuramente c'é stata molta disinformazione sugli organi di informazione e questi fatti, forse più travisati che nella realtà (queste eventuali applicazioni o disapplicazioni di questa o di quella circolare di questo o di quel metro), probabilmente neanche veritieri, sono stati dati in pasto all'opinione pubblica, tant'é che lo abbiamo anche richiamato nella premessa della delibera. Crediamo, quindi, che il solo scopo di questa Commissione di indagine conoscitiva - ribadisco, quindi che non si tratta di una Commissione per porre sotto inchiesta questa o quella Struttura o per verificare l'esistenza o meno delle colpe di Brigandì, come qualcuno ha voluto dire o sottacere, facendo o non facendo nomi - sia quello di conoscere semplicemente cos'è avvenuto limitatamente a queste pratiche dei soggetti bio-alluvionati del 1994 e 2000 e accertare la chiarezza e la verità, in modo da ripristinare nell'opinione pubblica questo è il nostro auspicio - i fatti veri e chiari, perché da tutto questo percorso in questi mesi, non è che è uscita male soltanto la Lega Nord, la Regione o l'ex Assessore Brigandì, ma l'intero Ente della Regione perché è stata distorta, dal nostro punto di vista, la verità, oltre che il lavoro di quelle persone a cui va il nostro rispetto.
Credo che la Regione - noi siamo il Consiglio regionale, ovvero l'Assemblea che rappresenta gli azionisti, che sono tutti i cittadini debba porsi, come obiettivo, l'accertamento della verità e della chiarezza per ripristinare la dignità di tutti, la verità rispetto a quello che è stato riportato in parte in modo distorto sugli organi di informazione e certamente anche per ripristinare la dignità professionale di quelle persone che hanno lavorato molto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, la mia dichiarazione di voto è in parziale dissenso diciamo così, rispetto a quanto espresso dal Capogruppo.
Capisco tutte le cautele.



PRESIDENTE

Mi dovrebbe spiegare, però, in cosa consiste il suo parziale dissenso.



CONTU Mario

Certo. Voterò a favore della Commissione solo ed esclusivamente se il mio voto non sarà determinante per mantenere il numero legale nel corso della votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro, per chiarimento.



MARCENARO Pietro

Vorrei porre una domanda tecnica sul dispositivo che votiamo. Chiedo scusa se la pongo soltanto ora, ma me ne sono accorto soltanto adesso: viene stabilito, in un punto, che la Commissione è formata da 10 membri di maggioranza e 5 di minoranza.
Per chiarimento, chiedo al Presidente se si potrebbe votare, ad esempio, che la Commissione sia formata da 14 membri di maggioranza e da 1 membro di minoranza, perché questa determinazione dei numeri implica come se il Consiglio potesse decidere i numeri che spettano alla maggioranza e alla minoranza. Si stabilisce un criterio generale, perché se si indicano i numero così, vuol dire che si potrebbe anche votare, ad esempio, 14 e 1 o 15 e 0. Si precisi il criterio. Lo chiedo per precisione del dispositivo.



PRESIDENTE

Solo un attimo, così le rispondo in maniera precisa: le modalità di formazione e di composizione delle Commissioni speciali sono lasciate all'autonomia del Consiglio, seguendo le disposizioni di cui all'articolo 19 dello Statuto, che richiama il precedente articolo 18. L'articolo 19 infatti, recita: "Il Consiglio, con la modalità di cui all'articolo precedente, istituisce: a) Commissioni speciali incaricate di esperire indagini conoscitive ed in generale di esaminare, per riferire al Consiglio, argomenti ritenuti di particolare interesse ai fini dell'attività della regione; b) Commissioni di inchiesta...".
L'articolo 18 recita: "Il Consiglio istituisce nel suo seno Commissioni permanenti composte in relazione alla consistenza numerica delle forze politiche in esso rappresentate, secondo le modalità del Regolamento".
Le forze politiche in esso rappresentate sono due terzi di maggioranza e un terzo di opposizione, dunque l'emendamento è perfettamente ammissibile.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Il punto è molto delicato e può costituire un precedente. L'articolo 18 recita "... in relazione alla consistenza numerica delle forze politiche in esso rappresentate ..." e "... in relazione alle designazioni dei Gruppi consiliari." Lei sta scrivendo una formula che potrebbe, formalmente, impedire al nostro Gruppo di avere un rappresentante in questa Commissione. Perché non stabilisce qual è la fonte della designazione, la proporzionalità con la rappresentanza nel Consiglio regionale e fa ricorso a denominazioni come maggioranza e minoranza che, le ripeto, non trovano nessun riferimento nel nostro Statuto, che parla dei Gruppi consiliari e non di maggioranza e minoranza.
In questo caso, maggioranza e minoranza dovrebbero essere intese rispetto alla maggioranza che vota lo specifico provvedimento che, in questo caso, dovrebbe essere valutato in questo modo. Cosa che mi pare complicata. Quindi chiedo che sia riformulata in relazione all'articolo 18 dello Statuto e alla composizione sulla base della rappresentanza dei Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

E' chiara la sua argomentazione, Consigliere Marcenaro.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Subemendiamo la delibera, perché, in effetti, quanto ha chiesto il collega Marcenaro è in parte, dal nostro punto di vista, accoglibile.
Proponiamo che la parola "minoranza" venga sostituita con la parola "opposizione", così come avviene per le nomine. Nel Regolamento si parla esplicitamente di maggioranza e opposizione. Questo vuol dire cinque Consiglieri dell'opposizione e dieci Consiglieri della maggioranza.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 19.41 riprende alle ore 19.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
A seguito delle osservazioni che sono state fatte si è deciso di emendare il testo, cioè di modificare l'emendamento, adottando la stessa e identica formulazione della Commissione Statuto, senza la composizione dei membri di diritto, quindi i proponenti hanno deciso di seguire la via più lineare e prevedere che la Commissione sia composta secondo le modalità di cui all'articolo 40 del Regolamento interno del Consiglio regionale, che recita: "Le Commissioni speciali o d'inchiesta previste dall'articolo 19 dello Statuto sono composte e funzionano secondo le medesime modalità previste dal Regolamento per le Commissioni permanenti." Consigliere Rossi la prego di firmare la modifica dell'emendamento.
Pongo ora in votazione l'intera deliberazione, trattandosi di un emendamento interamento sostitutivo.
Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo - emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.56)



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