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Dettaglio seduta n.417 del 02/12/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.48)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Albano, Angeleri, Rossi Giacomo e Scanderebech.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla determinazione di sostituzione dell'Assessore alla sanità (richiesta presentata dai Consiglieri Manica, Giordano, Moriconi, Suino, Caracciolo Marcenaro, Chiezzi, Ronzani, Deorsola, Contu, Papandrea, Saitta, Riba, Di Benedetto, Riggio, Muliere, Placido e Tapparo in data 13 novembre 2003 trattazione ex art. 43, comma 1, lettera b), del Regolamento interno del Consiglio regionale) (ordine del giorno n. 854 "Richiesta dimissioni dell'Assessore alla Sanità Antonio D'Ambrosio")


PRESIDENTE

Per la seduta pomeridiana è prevista una comunicazione, ai sensi dell'articolo 43, comma I, lettera b) del Regolamento, del Presidente della Giunta regionale in merito alla determinazione di sostituzione dell'Assessore alla Sanità.
Do prima la parola ad un Consigliere che voglia illustrare la proposta successivamente interverrà il Presidente della Giunta. Ricordo che ad ogni Consigliere è assegnato un tempo di cinque minuti per intervento.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Grazie Presidente.
Abbiamo avanzato questa richiesta al Consiglio regionale in merito a determinazioni da assumere rispetto alla sostituzione dell'Assessore alla Sanità, una richiesta sottoscritta con tutte le altre forze del centrosinistra e Rifondazione. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno rispetto alla vicenda. Voglio solo ripercorrere qualche nota cronologica.
Il 30 giugno 2002, per rimanere a e date vicino a noi, leggevamo dichiarazioni del Presidente Ghigo relativamente all'Assessore d'Ambrosio la cui frase più sintetica e significativa era: "Ogni giorno che passa diminuiscono la mia stima e la mia fiducia politica nell'Assessore D'Ambrosio". Il 17 settembre 2002 il Presidente dichiarava: "L'assessore va sostituito entro dieci giorni". Ad ottobre 2003, in una intervista al TG3 il Presidente della Giunta dichiarava: "Entro fine mese risolveremo il problema dell'Assessorato alla sanità". Tra ottobre e novembre 2003, in più occasioni, oltre al Presidente, anche il partito di Forza Italia, nella logica di un definito, come assolutamente necessario, rimpasto di Giunta invoca per sé la guida dell'assessorato alla sanità soprattutto per voce del coordinatore regionale, l'onorevole Crosetto. Questa è solo la cronaca più recente.
Il Gruppo dei Democratici di Sinistra, come centrosinistra, ha impiegato moltissime energie in questi anni per contrastare la politica sanitaria del governo di centrodestra e per cercare, in modi diversi, di impedire quella situazione così grave e preoccupante per la sanità piemontese che, in un susseguirsi di scandali, di sprechi, di tagli ingiustificati, di rottura del circolo virtuoso tra la programmazione, la gestione e il controllo, ha portato ad una situazione che definire preoccupante per i cittadini e di scarsa possibilità di intervento e di fiducia da parte degli operatori che lì vi operano, è dire sostanzialmente poco.
Abbiamo cercato di combattere lunghe liste di attesa che invece voi avete allungato nel tempo, abbiamo manifestato tutta la nostra contraddittorietà all'introduzione dell'Irpef e dei ticket sanitari al fine di pagamento di sprechi e di buchi all'interno della sanità. Ci siamo mobilitati per bocciare una proposta di Piano sanitario sbagliato e, da lungo tempo, chiediamo che ci sia una programmazione vera. Abbiamo trasmesso alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti materiale della Commissione di inchiesta sulla sanità e, soprattutto, alcune relazioni, in particolare quella del Dottor Grando, molto preoccupanti che in quella sede abbiamo sentito. Abbiamo invocato fermezza per contrastare scandali ed episodi di corruzione nella sanità piemontese, fino ad avanzare una proposta di spostamento dei poteri sui sindaci e un diverso ruolo dei controlli; abbiamo tenuto iniziative pubbliche, non da soli ma con i sindaci, con le forze sindacali, abbiamo avanzato proposte.
Le ricordiamo poi, come già nel dicembre 2001 avessimo depositato un ordine del giorno, il n. 425, con il quale chiedevamo le dimissioni del Presidente della Giunta regionale, in seguito alla vicenda delle Molinette e come il 25 settembre 2002 le richiedemmo, con un altro ordine del giorno il dimissionamento dell'Assessore alla sanità, di cui, anche quella volta ne riconfermaste la fiducia.
Recentemente abbiamo presentato, come gruppo, due dossier d'inchiesta sulle cliniche private accreditate dal sistema sanitario regionale e sulla cosiddetta mobilità attiva e passiva della sanità piemontese, i cui dati sono, a nostro avviso, raccapriccianti.
Nel dicembre 2003, dopo l'ennesimo scandalo che ha portato all'arresto di un Direttore generale e a seguito di lotte intestine nella maggioranza di governo per la ricerca di nuovi equilibri di poteri all'interno della Giunta, abbiamo depositato un ordine del giorno, in occasione del Consiglio straordinario (quello odierno) richiesto come minoranza di centrosinistra per chiedere il mantenimento delle sue promesse, Presidente: le dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio, ciò che lei da lungo tempo ha annunciato ai giornali.
Le voglio ricordare, solo per rinfrescarle la memoria, qualche titolo di giornale: "Martinat alza il prezzo e propone un maxi impasto nella Giunta regionale"; "Ghigo accelera il rimpasto"; "E' diminuita ancora la mia fiducia nell'Assessore D'Ambrosio"; la lettera aperta del Consigliere Angeleri al Presidente Ghigo per chiedere la sostituzione dell'Assessore D'Ambrosio; giornali che titolano: "D'Ambrosio è al capolinea?"; noi e il centrosinistra che chiediamo che a queste parole seguano fatti e fatti precisi. Poi si susseguono fumate nere ad annunci e qualcuno incomincia a dire: "Il rimpasto può attendere" e il centrodestra indizia a dividersi. I giornale titolano e da parte di Agostino Ghiglia si richiede al Presidente Ghigo di esprimere un'opinione di centrodestra. Noi e il centrosinistra che denunciamo la debolezza di questo Governo; i rinvii; le vicende che si aprono con la Lega; la Lega che rispolvera la questione dell'appoggio esterno.
Tutto questo in un susseguirsi di vicende, all'interno della maggioranza, che arrivano fino al suo viaggio in Cina, Presidente Ghigo.
Avevamo pensato che sarebbe tornato da questo viaggio con quella saggezza millenaria che quel popolo ha, essendo un grande popolo che viene da una lunga tradizione storica e cultura di meditazione orientale, e che quella meditazione l'avesse finalmente portato a decidere, a compiere il rimpasto a sostituire l'Assessore D'Ambrosio, perché la situazione negli ospedali peggiora sempre di più, dai Valdesi al Mauriziano, fino all'ultima vicenda del Gradenigo. Invece abbiamo scoperto che non era così, perché la sua dichiarazione, tornando dalla Cina, è stata: "Sarebbe stato ingiusto sostituire D'Ambrosio".
Visto che l'Assessore in questo momento sembra essere insostituibile nessuno ha il coraggio di assumersi la responsabilità della vicenda della sanità e, magari, prendere i libri da portare in Tribunale.
Dall'altro verso, secondo quanto ci dice il Presidente, a lui non risulta esserci alcuna vicenda giudiziaria da questo punto di vista, come se fosse necessario aspettare una tale vicenda per sostituire un Assessore nei confronti del quale non si ha più fiducia e ne viene dichiarata l'incapacità.
Abbiamo appreso che il rimpasto, che magari avrebbe attuato, sarebbe stato quello di dimenticarsi completamente i problemi della sanità per questo anno e mezzo e andare in giro a tagliare qualche nastro di nuovi ospedali aperti o inaugurare qualche servizio; o, al massimo, dare un Assessorato alla Lega (che a questo punto non sappiamo neanche più se sia Farassino, all'Identità del Piemonte).
Dei problemi della sanità, dell'occupazione e delle vicende di sviluppo della regione, questa Giunta regionale, nello scorcio decisivo di questo ultimo anno e mezzo del mandato, ha deciso di non occuparsene più lasciandola compiutamente degradare.
Riteniamo, ma non per aiutare lei Presidente (perché la riteniamo responsabile anche di questa gestione così sconsiderata e grave della sanità piemontese; la consideriamo un Presidente vittima, ormai, dei problemi della sua maggioranza e della sua coalizione, che non è più in grado di decidere; la riteniamo un Presidente ormai prigioniero di tutte le contraddizioni interne ad una maggioranza sempre più in difficoltà) ma per i cittadini piemontesi e i per i tanti operatori che bene operano nella sanità piemontese, che meritano ben altro livello di Governo.
Oggi presenteremo, al termine del dibattito, un ordine del giorno che chiediamo venga messo in votazione, con la richiesta di dimissioni dell'Assessore alla sanità, dott. Antonio D'Ambrosio.
Ci auguriamo che il Consiglio riesca a fare un atto più serio e più coraggioso di quanto il Presidente Ghigo non è riuscito a fare fino a questo momento.



PRESIDENTE

Vorrei precisare che ho dato la parola alla Consigliera Manica perch non si tratta di comunicazioni della Giunta in senso tecnico, ma di un Consiglio straordinario richiesto ai sensi dell'articolo 43, comma 1 lettera B, del Regolamento. Il fatto che l'oggetto siano delle comunicazioni e non altro, deriva anche dal fatto che come Presidente sono intervenuto per fare in modo che la richiesta dell'opposizione non fosse in contrasto con i principi di cui alla legge sull'elezione diretta del Presidente della Regione, alla nomina e alla revoca dell'Assessore e via dicendo.
Questo per spiegazione all'Aula, su cui ritengo si possa tranquillamente applicare il principio per cui, chi lo chiede (uno solo) ha il diritto all'illustrazione, come succede per le interpellanze e in qualunque altro tipo di richiesta che può provenire da Consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

In parte mi ha già risposto lei, Presidente.
Ho ascoltato con interesse il "comizio livoroso" della collega Manica nel motivare la richiesta di questo Consiglio straordinario, perché a mia volta, come credo anche altri colleghi, mi riserverò di farlo.
L'intervento, in un primo momento, è stato presentato in modo impreciso.
Accetto questa sua interpretazione, però rilevo che costituisce un precedente, almeno per questa legislatura. Sono Consigliere dal 29 maggio del 2000 e non era mai avvenuto che, in seguito ad una richiesta di Consiglio straordinario, o di comunicazione da parte del Presidente della Giunta regionale o della Giunta regionale, fosse data opportunità ai richiedenti, o a un loro delegato, di illustrare la richiesta. Di norma, è sempre avvenuto che la Presidenza riservasse un periodo di tempo, cinque o dieci minuti, ad ogni singolo Consigliere, o ad ogni Gruppo, nel dibattito.
Chiedo, almeno, che l'intervento di presentazione della collega Manica sia da intendere come intervento sulla comunicazione del Presidente e sul dibattito generale, fatto salvo, qualora fosse riservato, di intervenire ad ogni Consigliere per 5 o 10 minuti, secondo le decisioni della Presidenza.
Avrei dovuto intervenire prima sull'ordine dei lavori e chiedo scusa di farlo in questo momento, ma nella giornata di ieri è successo un fatto grave nella provincia di Cuneo: è stato ucciso un Carabiniere durante un conflitto a fuoco con dei rapinatori, fatto rivelante nella comunità nazionale e piemontese. Anch'esso, dal nostro punto di vista, è vittima come gli eroi di Nassirya, di una situazione incresciosa. È caduto nell'adempimento del proprio dovere e chiederei alla sensibilità del Presidente dell'Aula di osservare un minuto di silenzio per questo piemontese, caduto per difendere la nostra sicurezza, caduto per il nostro Paese.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, non intervengo per aprire una polemica, ma per portare altri elementi alla vostra attenzione: forse non è mai stato applicato perché non mi è mai stato chiesto di illustrare una richiesta di comunicazione.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se posso contraddirla, c'é un precedente, se non erro.



PRESIDENTE

Comunque sono convinto della mia interpretazione.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

C'é un precedente: in occasione di un Consiglio straordinario sullo Statuto, mi pare di averlo introdotto.



PRESIDENTE

Cercherò i precedenti, ma sono convinto di questa interpretazione anche perché, per analogia, non potrebbe essere diversamente: sulle interpellanze, per esempio, tanto per giustificare ulteriormente questa interpretazione, è raro che l'interpellante chieda di illustrare l'interpellanza; o ancora, su un ordine del giorno, è raro che il proponente chieda di illustrarlo, oppure non sempre accade. Ma qualora dovesse chiederlo, non vi è dubbio che avrebbe diritto a farlo.
Colleghi, sono d'accordo - e la ringrazio, Consigliere Cattaneo, per la sensibilità - sulla richiesta di un minuto di silenzio e chiedo all'Aula di osservarlo immediatamente.



(L'Aula, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ai familiari della vittima va il cordoglio di tutta l'Assemblea regionale del Piemonte.
Proseguiamo i lavori con le comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo, in merito alla determinazione di sostituzione dell'Assessore alla sanità.
La parola al Presidente Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Presidente, anch'io faccio notare che l'iscrizione del punto all'o.d.g., nonostante le spiegazioni e gli interventi che si sono susseguiti - compreso naturalmente il suo autorevole intervento interpretativo - riportava "Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla determinazione di sostituzione dell'Assessore alla sanità".
Io ricordo che questo genere di richieste, siccome sono esplicitate all'o.d.g. in questo modo, prevedono, generalmente, la comunicazione del Presidente e la successiva discussione d'aula. Lo dico perché gradirei che rimanesse a verbale, ma non faccio alcun tipo di polemica.
Ho ascoltato l'intervento illustrativo della Consigliere Manica in merito alla richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio e rilevo tutto sommato, che mi agevola anche il lavoro, perché non dovrò far altro che rispondere alle sollecitazioni che la Consigliera mi ha sottoposto.
Pensavo di fare un intervento di più ampio respiro, ed invece mi limiterò a fornire le risposte che la Consigliere Manica mi ha sottoposto e che, in buona sostanza, si riducono ad una sola.
Tuttavia, siccome ritengo di dover maggior rispetto ai miei colleghi Consiglieri, non fornirò soltanto quella, che è già scontata, ma aggiunger alcune considerazioni, che ritengo perlomeno plausibili, in merito al mio percorso decisionale.
La Consigliera Manica ha citato alcune dichiarazioni e, ad un certo punto ha citato, altresì, dei titoli.
Come sapete, i titoli dei giornali - ma non voglio fare lezioni di comunicazione a nessuno - sono scritti, generalmente, da giornalisti diversi da quelli che scrivono gli articoli, perlomeno così ci dicono sempre i giornalisti. Ne prendo atto, ripensando a tutte le volte che mi sono arrabbiato di fronte a questa considerazione. In questo caso, per come succede talvolta, mi torna utile prendere positivamente questa affermazione e dire che i titoli, dal punto di vista della comunicazione giornalistica, hanno il loro significato. Di conseguenza, come il giornalista che scrive l'articolo si dichiara mai responsabile del titolo io, naturalmente, ancora meno mi dichiaro responsabile del titolo, del quale è responsabile il giornale.
Aggiungo, invece, che le dichiarazioni che lei ha citato non sono mai virgolettate - sarei più preoccupato se me ne citasse qualcuna virgolettata ma sono interpretazioni, che possono naturalmente essere fondate o meno ma che rimangono interpretazioni.
Nella dichiarazione del TG3, che difficilmente posso strumentalizzare o contestare, perché è in archivio e chiunque potrebbe prenderla in esame non ho detto che avrei sostituito l'Assessore D'Ambrosio, ma che avrei trovato soluzioni e, se me ne darete il tempo, le illustrerò ora. Questo era per dire che, se non altro, sono stato ben attento a quello che dicevo.
Vorrei sottolinearlo, perché ho imparato, in questa mia esperienza, a valutare con estrema attenzione le affermazioni che si fanno, per poi, nel tentativo legittimo che ogni buon politico dovrebbe perseguire, fare quello che si dice, o perlomeno di non essere preso in castagna su una cosa detta o non fatta.
In buona sostanza, come qualche giornale ha già rappresentato, non modificherò le attuali deleghe che sono assegnate all'Assessore D'Ambrosio o perlomeno non metto in discussione la sua presenza in Giunta. Farò alcune modifiche di organizzazione dell'Assessorato alla sanità, delle quali sto approfondendo e valutando il merito con lo stesso Assessore D'Ambrosio e con la sua struttura, anche in relazione alla "vacanza" di una Direzione dell'Assessorato alla sanità per i fatti a voi tutti noti.
A tal proposito, apro una parentesi, ma la chiudo velocemente: naturalmente, risulta a tutti voi che l'indagine in corso nei confronti del Dirigente in oggetto è stata dichiarata chiusa dagli organi inquirenti.
Credo che sia un elemento che bisogna giustamente sottolineare, a fronte del dibattito che ha avuto all'epoca, della discussione specifica sul caso degli accreditamenti, e dei toni plausibili, comprensibili ed anche utili perché apprezzo la veemenza di certi interventi, perché la sanità è un tema talmente difficile e complesso che anche una "entrata a piedi giunti", come ogni tanto qualche Consigliere ritiene di fare, è giudicata da me, al di là del fastidio momentaneo, sempre motivo di particolare riflessione ed approfondimento. Non è mai accaduto che un'affermazione fatta da un Consigliere di opposizione su un determinato percorso amministrativo all'interno della Regione non abbia trovato, in me, immediatamente il desiderio di un approfondimento e di una verifica, cosa che - l'Assessore D'Ambrosio ed i suoi collaboratori lo sanno - ho sempre fatto in maniera immediata.
Riorganizzeremo la struttura dell'Assessorato, probabilmente accorpando le due Direzioni, creando un meccanismo piramidale, creando alcuni nuovi settori, che dovranno interagire maggiormente. Non è che voglia essere vago per forza, lo voglio spiegare: siccome questa decisione non l'abbiamo ancora assunta nella sua completezza, sarebbe irriguardoso sia per le persone che vengono coinvolte in queste decisioni, sia perché il progetto non è ancora definitivo, che lo esplicitassi in maniera così precisa, però, vi posso garantire che il processo di decisione è già piuttosto avanzato.
Ci saranno anche delle correlazioni più strette con alcune altre deleghe che sono assegnate ad Assessori all'interno della Giunta, ne cito due in maniera particolare: una più stretta correlazione con l'Assessorato all'assistenza, per quanto riguarda un più stretto coordinamento nel controllo dei LEA e, naturalmente, di tutte le materie legate all'assistenza domiciliare, ai lungodegenti, tutti aspetti che entrano, per certi versi, nel mondo dell'assistenza, come una più stretta sinergia all'interno della Giunta; per quanto riguarda le politiche di bilancio della Sanità anche una sinergia maggiore sull'edilizia sanitaria.
Questi sono filoni nei quali riteniamo, dal punto di vista organizzativo, che l'Assessorato debba trovare una configurazione più organica, soprattutto in funzione di un'interfaccia con altre deleghe della Giunta, che permettano di seguire queste problematiche con maggiore coordinamento rispetto a quello che già veniva fatto a livello collegiale all'interno della Giunta. Noi riteniamo debba essere maggiormente esplicitato, dal punto di vista tecnico e amministrativo, prima di arrivare al momento decisionale all'interno dell'organo collegiale e della Giunta.
Rispetto a queste novità, che sono di un certo significato, credo che l'Assessore D'Ambrosio - non oggi per i motivi che ho detto - sarà disponibile a rappresentarle nel momento in cui avremo assunto le definitive decisioni.
E' nostra intenzione inserire, con progetti speciali, alcune figure di appoggio alla struttura dell'Assessorato, sia all'interno dell'Assessorato sia all'interno della struttura del Gabinetto, in modo da creare, anche qui, un maggiore aspetto sinergico tra il più importante Assessorato della Regione Piemonte (quello della sanità), legato, ovviamente, a quanto ed a cosa rappresenta la sanità nella nostra Regione, ed il Gabinetto.
Non escludo, ma anche su questo dobbiamo aspettare che le condizioni maturino, un cambio al vertice dell'Agenzia della sanità, per rafforzare scelte che, naturalmente, avvengono in modo collegiale all'interno dell'Esecutivo e per rafforzare la struttura dell'Assessorato con professionalità. Non che l'attuale direttore non abbia avuto da parte nostra la massima fiducia ed il massimo risultato, ma riteniamo necessario un cambiamento. Stiamo anche pensando a come attuare questo cambiamento per rinnovare i quadri dirigenziali dell'Assessorato alla sanità.
Aggiungo ancora che, naturalmente, dal punto di vista politico, questo non soddisferà - mi rendo conto - le opposizioni.
Voglio anticipare una contestazione che, d'altro canto, la Consigliera Manica mi ha già avanzato, quella di una certa qual dipendenza o, come meglio si può definire, inagibilità mia nell'esprimere le mie personali azioni di governo, in relazione a vincoli che alcuni partiti, nel caso specifico, il partito di Alleanza Nazionale, pongono sulle mie decisioni.
L'ho già detto in quell'intervista - che, invece, ha riportato qualcosa di virgolettato, perché, in effetti, sono frasi che ho detto - che comunque, non ho intenzione di trasferire le responsabilità di queste decisioni a nessuno. Queste responsabilità sono solo mie, perché ero assolutamente nella condizione, nel caso avessi deciso di assumere decisioni diverse, di farlo. Se non l'ho fatto è perché ho ritenuto di non farlo, non perché qualcuno mi abbia puntato la pistola alla tempia e mi abbia minacciato.
La mia esperienza politica, mi permetto di dire, anche se questa affermazione non sarà condivisa da molti, la mia maturità politica e la mia visione delle cose mi hanno portato a imboccare una strada invece di un'altra. L'ho fatto io, se ho sbagliato lo vedremo: qualcuno potrà presupporre che abbia sbagliato nella mia azione. Personalmente, non vivo di certezze, comunque, ho assunto questa decisione. Siccome l'ho assunta io, la sostengo e ne sono ampiamente convinto.
Per quanto concerne la situazione drammatica della sanità piemontese, è una opinione che l'opposizione più volte ha avuto modo di rappresentarci anzi, direi che, con una certa qual frequenza, rappresenta non solo in questo Consiglio, ma anche all'esterno attraverso gli organi di informazione. Come ho detto prima - non mi inalbero per questo - è normale che avvenga. Però, nello stesso tempo, ritengo che le cose non siano come vengono rappresentate. Anche questo è nell'ambito di un discorso e di un'Assemblea democratica un'opinione di chi ha responsabilità di Governo.
Sappiate che, comunque, governare è sempre un po' più difficile che fare opposizione. Questo, anche per esperienza personale, lo posso dire, avendo fatto il parlamentare di opposizione. La sanità nella nostra Regione è una sanità che ha più aspetti positivi che aspetti negativi.
Non sarei coerente se dicessi che tutto va bene. Non è vero, ci sono alcune cose che devono essere migliorate. Le liste di attesa su alcune patologie devono essere migliorate, l'edilizia sanitaria richiede ancora determinati investimenti, l'appropriatezza dei ricoveri è ancora da mettere a punto, però, nella media della sanità italiana, la nostra Regione è sicuramente sopra la media, dal punto di vista dei servizi.
Colgo l'occasione per ricordare un aspetto che non è noto a tutti: la nostra Regione è - i Consiglieri dell'opposizione, che sono molto preparati su questo argomento, possono smentirmi, se lo ritengono opportuno - una delle Regioni che fornisce il maggior numero di LEA rispetto a quelli concordati a livello nazionale; forniamo più servizi di quelli che dovremmo fornire. Per una tradizione che nella nostra Regione è piuttosto radicata ed articolata abbiamo deciso di continuare a farlo. Ogni tanto mi piacerebbe ricordare: la Regione Piemonte fornisce gratuitamente, come prevede il Servizio Sanitario Nazionale, maggiori servizi di quelli che dovrebbe prestare secondo l'accordo stipulato tra tutte le Regioni ed il Governo.
Questo è anche motivo di orgoglio, come abbiamo buone eccellenze, come abbiamo avuto delle performance, dal punto di vista della riduzione dei costi e della razionalizzazione degli sprechi e stanno dando risultati che io considero soddisfacenti.
In buona sostanza, in questi due anni, a partire dal 2000 (anno nel quale obiettivamente le cose non sono andate, come è stato tante volte ricordato, nel migliore modo possibile) abbiamo avuto una concomitanza di fattori che ci ha portato a sforare di parecchio il budget.
Inoltre, da quando abbiamo assunto determinate iniziative, il budget è sotto controllo: non abbiamo nessuno contenzioso con il Governo centrale rispetto all'8 agosto, forse, siamo, se non la prima, la seconda Regione dal punto di vista del virtuosismo finanziario, in quanto copriamo (certo anche grazie allo 0.5 di IRPEF, su questo non c'è ombra di dubbio) una parte del disavanzo della sanità. Lo copriamo con quello ed in parte con il ticket sui farmaci. E' ovvio, non voglio dire delle cose che non corrispondono a verità.
Quelle due manovre ci hanno permesso di mettere sotto controllo la spesa sanitaria, insieme ad una stretta considerevole nei confronti dei Direttori generali per la razionalizzazione. La Consigliera Manica parla di "qualche reparto nuovo, qualche taglio di nastro...". Insomma, se si aprono dei reparti che sono frutto di questi otto anni di Governo, almeno concedetemi di andare ad inaugurarli! Se volete che non ci vada più manderò l'Assessore D'Ambrosio, però se a Novi aprono un nuovo reparto ...



(Commenti in aula)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

MANICA Giuliana (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non vorremmo mai impedirtelo! Veniamo tutti: ti accompagniamo!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' ovvio che - ve lo dico - nei prossimi sette-otto mesi di questi eventi ce ne saranno un certo numero, perché stiamo portando a termine un progetto di edilizia sanitaria che ci sta dando soddisfazioni ed ancora ce ne darà.
Concludo facendo due considerazioni di tipo nazionale, che però sono importanti.
Per prima cosa, come avete avuto modo di seguire, abbiamo dato il via al stipula del contratto del personale paramedico; poi dovremo ancora affrontare la partita del contratto a livello nazionale con la dirigenza medica. Contratto che - lo dico per i più attenti - è stato molto difficile da concludere ed ha visto, da parte delle Regioni, un'assunzione di responsabilità per scongiurare lo sciopero di venerdì della scorsa settimana. E per chiudere questo contratto, come Regioni, ci siamo accollati una percentuale dei costi.
Chiaramente questo contratto ha oneri che, come sapete, sono piuttosto consistenti; tuttavia, oltre agli oneri già previsti, abbiamo dovuto, per concludere, accollarci una certa percentuale che, nell'ambito del costo del contratto, ammonta comunque ad una bella cifra. Prossimamente si discuterà il contratto del personale dirigente, in modo da portare a termine anche quello.
L'ultima considerazione è una nota dolente, anche se c'è una punta di apertura che io ritengo comunque positiva e che è quella legata alla discussione sulla finanziaria che abbiamo avuto la scorsa settimana.
In buona sostanza, abbiamo avuto risposte positive sugli emendamenti di tipo tecnico, cioè quelli che abbiamo definito a costo zero, ma che dal punto di vista amministrativo hanno dei grossi vantaggi; soprattutto abbiamo ottenuto che i flussi di cassa vengano erogati da subito al 95% del valore dovuto.
Ricorderete che vi avevo detto che alle Regioni lo squilibrio di flussi di cassa sul finanziamento del fondo sanitario costava circa cento miliardi all'anno; questo finalmente è un discorso che dovrebbe essersi chiuso, per cui avremo la possibilità di avere i flussi di cassa regolari.
Non ci è invece stata riconosciuta nessuna quota extra accordo dell'8 agosto, relativa agli extracomunitari, cioè sul finanziamento della legge Bossi-Fini. Ciò non perché il Governo non volesse riconoscercela - infatti fino a qualche giorno prima, sembrava che su questa partita il Governo fosse disponibile a stanziare cinquecento milioni di Euro (circa la metà di quello che avevamo chiesto, ma si trattava comunque di una cifra considerevole).
Inoltre, era sentore comune che avremmo vinto anche la battaglia sulla metodologia, che è un aspetto non di poco conto. Volevamo che rispetto gli extracomunitari regolarizzati - perciò cittadini italiani a tutti gli effetti - ci venisse assegnata la quota pro-capite che viene assegnata per ogni cittadino italiano. Questo era un discorso che sembrava trovare una sua disponibilità. Poi, purtroppo, gli eventi di Nassirya e quant'altro hanno messo il Governo nella situazione di destinare quelle risorse ad investimenti sulla sicurezza ed, allo stato attuale, penso che nella finanziaria del 2004 queste risorse non verranno stanziate.
Ciò nondimeno, abbiamo aperto un tavolo (a Roma si usa fare così, nel senso che si aprono tavoli dappertutto, però fortunatamente qualcuno ogni tanto lo chiudiamo) ed è passato il principio: cioè il Governo si impegna a riconoscerci le quote relative gli extracomunitari in attuazione della legge Bossi-Fini, anche se non lo farà sulla finanziaria del 2004, ma su quella del 2005 a valere dal 2004.
Questo a molti di voi può sembrare un escamotage ed una fuga in avanti ma, vista la condizione, vedere riconosciuto un principio soprattutto per la definizione dei budget; sapere che una quota ti viene riconosciuta anche sul 2004 è una risposta che qualcuno direbbe, con un sano pragmatismo, "è meglio che niente".
Noi chiaramente, anche se gli emendamenti per la finanziaria sono scaduti, continueremo a sollecitare il Governo affinché assuma determinazioni in questo senso.
Questo è quanto volevo rappresentarvi.
Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Chiedo, se possibile, qualche minuto in più, perché abbiamo deciso di fare, come minoranze del centrosinistra e con i colleghi di Rifondazione un unico intervento.



PRESIDENTE

Il problema è che non è possibile cedere i minuti, ma c'è sempre una soluzione ai problemi (quasi sempre). Il Regolamento prevede dieci minuti per ciascuno, ma noi abbiamo stabilito di concederne cinque. Di intesa tra tutti i gruppi, possiamo convenirne otto, poi ognuno si regola come crede.
Se può andare bene, prosegua pure.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, abbiamo ascoltato con attenzione e in totale silenzio l'intervento del Presidente Ghigo. L'impressione che abbiamo avuto è che, normalmente, in queste situazioni lui è molto più bravo.
Oggi ha dimostrato grande imbarazzo ed ha fatto un intervento tutto sulla difensiva. Questo ragionamento sui titoli vale fino a un certo punto lei lo sa perfettamente, non solo perché le frasi riportate dalla collega Manica sono virgolettate, ma, al di là di questo, è evidente e noto a tutti, almeno per chi frequenta l'attività del Consiglio regionale, che lei, da un po' di anni, è insofferente verso l'Assessore. Ma questa non è un'opinione della minoranza, l'abbiamo notato qui in Consiglio, l'abbiamo notato in diverse riunioni e in diversi dibattiti.
Il suo atteggiamento nei confronti dell'Assessore è stato un atteggiamento di grandissima insofferenza. Questo non è un fatto nuovo; è così. L'Assessore non gode della sua fiducia da parecchio tempo. Questo è il punto di partenza.
La collega Manica ha spiegato perfettamente il significato della nostra iniziativa, che è quella di richiamare anche la responsabilità politica di tutta la maggioranza sulla sanità piemontese.
Vogliamo capire se c'è un ragionamento coerente tra chi dice che l'Assessore D'Ambrosio non va bene e che bisogna cambiare qualcosa e chi concretamente qui assume una posizione diversa. E' ora di chiarire le posizioni. Chi vuole difendere D'Ambrosio, lo faccia; il Presidente Ghigo lo faccia, i colleghi della Lega che ogni tanto hanno espresso delle opinioni diverse, lo facciano. Forza Italia ha espresso, attraverso il suo Segretario, delle posizioni durissime nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio. Si vedrà qui se le posizioni del suo Segretario sono coerenti o meno con le posizioni che assumerà il suo gruppo consiliare.
Presidente, lei ci propone acqua fresca, ci propone di riorganizzare le due Direzioni, di farne una anziché due, di riorganizzare le deleghe con l'Assessore Cotto, di vedere qualcosa per l'edilizia sanitaria. Il fatto di cambiare l'ARES e il Direttore lo sapevamo già, perché è stato già deciso così, e andrà al San Luigi. Sono queste le cure della sanità piemontese? Lei potrà continuare a raccontare quello che vuole in televisione ed avrà certamente un ascolto. Ma, Presidente, non si illuda: i piemontesi sanno qual è la situazione della sanità, sanno cosa vuole dire liste d'attesa, sanno anche dei disservizi e degli errori commessi in questi anni, che stanno determinando insufficienze nel settore pubblico, sul quale sta lavorando il settore privato. Questa è la situazione. I piemontesi sanno tutto perfettamente.
Quando le liste d'attesa sono lunghe e si va nel privato e si paga queste sono le sue responsabilità, Presidente. Questo è il dato vero: lei non dà risposte. Può anche raccontarci di Roma e del tavolo di incontro, ma sappiamo che questo non è assolutamente vero. Può anche venirci a parlare dei LEA; a parte il fatto che il tema dei LEA è stato oggetto di una battaglia della minoranza per convincervi a fare quell'operazione. Ricordo che un anno abbiamo impedito, ricorrendo all'ostruzionismo, di inserire i fondi per i LEA.
Lei può ancora raccontarci altre cose dal 2000 in poi, ma lei è Presidente dal 1995 e il suo Assessore è Assessore dal 1995.
Quindi, qual è la nostra opinione, Presidente? Che lei non riesce a cambiare D'Ambrosio, lei vorrebbe e vuole, ma non riesce.
Le ipotesi possono essere due. La prima, che è già stata formulata, è quella del ricatto politico esercitato da parte del tutore politico dell'Assessore D'Ambrosio, che è un ricatto forte. L'abbiamo letto e l'abbiamo sentito. Io credo fino ad un certo punto a questo.
Credo invece che c'è una sua vera difficoltà, non è tanto un problema del tutore politico dell'Assessore D'Ambrosio.
Il problema, Presidente, è che lei ha condiviso tutte le scelte compiute in questi anni sulla sanità, le ha approvate, come le ha approvate la sua Giunta e la sua maggioranza.
Lei, come l'Assessore D'Ambrosio, non si è limitato soltanto alla gestione della sanità a livello regionale. Lei in diversi momenti, come l'Assessore D'Ambrosio, ha interferito pesantemente sulla gestione delle ASL, non ha garantito l'autonomia. Per tutti possiamo parlare del caso Odasso, ma possiamo citare anche altri scandali. C'è stata una pesante interferenza, e quando c'è l'interferenza sulle scelte dei Direttori scatta un meccanismo reciproco di ricatto tra le diverse componenti della maggioranza.
Lei in questi anni ha condiviso tutte le scelte completamente e totalmente. Per questo lei non potrà cambiare D'Ambrosio, perché lui potrebbe dire: "Ma come, mandate via me, e mi avete approvato tutte le deliberazioni!". Questo è il motivo vero.
Quindi, credo, Presidente, che lei abbia questa difficoltà, oltre ad una grande debolezza politica, che è la debolezza politica di Forza Italia.
Questo è il problema vero.
Lei sa anche, essendo uomo che conosce bene i meccanismi della comunicazione, che dal sondaggio che facemmo fare un anno e mezzo fa da un istituto di sondaggio, risultò che è proprio il suo elettorato, quello che le ha dato fiducia nel 2000, ad essere il più critico nei suoi confronti per quanto riguarda la sanità. Più critico ancora di quello del centrosinistra, perché si sente deluso, perché c'era stato un impegno preciso. Quindi, il suo elettorato, quello che ha votato Ghigo sulla scheda, ha sfiducia nei suoi confronti. Questo è il dato di fatto.
Ora lei potrà ricorrere, come ha fatto finora, a grandi operazioni d'immagine. Lei infatti è riuscito a chiudere brillantemente lo scandalo Odasso con una grande operazione di immagine, dicendo che era un fatto singolo. Poi abbiamo scoperto che non era un fatto singolo, perché dopo Odasso c'è stato Di Summa, poi c'è stato il Dirigente, poi ci sono stati altri casi.
Lei sta tentando un'altra grande operazione, ma non riesce più; e lei la pagherà sul piano politico.
Perché chiediamo il cambiamento dell'Assessore? Qualcuno di noi, come ad esempio Chiezzi, ritiene che dovrebbe andare via addirittura il Presidente. Sarebbe la cosa più logica, perché se c'è un settore il cui 80 di risorse viene speso male, questa sarebbe la cosa più logica. Ma questo saranno gli elettori a deciderlo, se lei non lo decide.
Sicuramente se si chiede il cambio dell'Assessore è perché bisogna come ha detto in diverse occasioni il Consigliere Marcenaro - fare uno stacco verso questa gestione. Bisogna interromperla, perché un Assessore che ha determinato la situazione in cui ci troviamo oggi non può modificare all'improvviso tale situazione. Questo è il dato di partenza.
La situazione della sanità piemontese non è ottima. Lei può continuare ad illuderci e dire che siamo mediamente attorno alla media, ma abbiamo anche delle punte alte. Lei ci parla delle eccellenze, ma le eccellenze esistevano.
Lei dovrebbe anche ricordare - come ha ricordato la Bocconi recentemente - che la Regione Piemonte, anziché essere come in passato (parlo fino al 98-99) una Regione che, grazie ai punti di eccellenza attraeva ammalati, oggi li perde; e siamo in compagnia della Sicilia, della Campania e della Calabria. Questo è il dato di fatto.
Ancora due osservazioni. Lei dovrebbe fare uno sforzo serio probabilmente visitare qualche ospedale, ma non con la "corte dei miracoli". Girare qualche ospedale, in salute evidentemente, e capire che cosa succede: si sta determinando una vera difficoltà della sanità pubblica perché le scelte compiute che lei, Presidente, dice che sono state importanti, hanno portato ad una riduzione dei servizi sanitari; non ad una razionalizzazione, ma ad un razionamento del livello dei servizi.
Il piano sanitario non si fa, viene promesso un piano che potrebbe anche andare bene in termini di principio, ma in realtà non si fa nulla perché si vuole continuare - come è stato fatto in questi anni - a gestire un settore così complesso con discrezionalità, con clientela, con spreco di risorse, e lei continuerà, nonostante alcune indicazioni precise contenute nel piano sanitario, a non affrontare i problemi veri della sanità piemontese, che è la razionalizzazione del sistema ospedaliero.
E' la razionalizzazione il problema vero e le ASL. Smettetela con la questione dei quadranti e creare una società per azioni! Affronti i problemi e per iniziare ad affrontarli è necessario che l'Assessore vada a casa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Il nostro Gruppo non riteneva opportuna una convocazione su questo tema in parte per ragioni istituzionali, in parte per ragioni politiche. Le ragioni istituzionali sono presto dette e sono quelle che hanno portato ad una rivisitazione un po' frettolosa dell'ordine del giorno. Il rischio è che si giungesse a porre in votazione un ordine del giorno chiaramente contrastante con le previsioni della legge costituzionale n.99, che riserva esclusivamente al Presidente della Giunta Regionale il potere di nomina e di revoca dell'Assessore regionale alla sanità, o con altre deleghe. Un ordine del giorno su questa materia, non poteva che tradursi in una auspicio rivolto all'Assessore stesso affinché si dimettesse che, in una situazione come quella attuale, avrebbe corrisposto alla richiesta del suicidio del tacchino per le festa del Ringraziamento, azione che immagino, il tacchino non faccia molto volentieri, azione che so l'Assessore D'Ambrosio non ha nessuna intenzione di fare.
Ritengo che questa discussione, a maggior ragione dopo le determinazioni annunciate dal Presidente Ghigo di ritorno dalla Cina rischia di essere un boomerang per l'opposizione e, in generale, per quanti tentano, in modo diverso, di contrastare l'operato dell'Assessore d'Ambrosio come Assessore alla sanità. Traducendosi nei fatti non nella sfiducia, ma nel "fiduciamento" istituzionale e consiliare di un Assessore evidentemente indebolito, non tanto dalle inchieste giudiziarie, ma dalla sfiducia politica che la maggioranza continua a riservargli, e sicuramente indebolito da una situazione nella quale è più protetto dalle contraddizioni della coalizione politica, piuttosto che dal consenso e dalla fiducia della sua maggioranza.
Temo che si uscirà da quest'aula in una situazione nella quale la conferma dell'Assessore d'Ambrosio sarà consacrata da un voto istituzionale, cosa che io, personalmente, non auspicavo. I problemi della sanità piemontese, nel loro complesso, saranno stati ripercorsi in qualche intervento (a dire il vero molto sommario, anche il mio è un intervento molto sommario) e i temi sostanziali della politica sanitaria, se ne potrebbero enumerare tanti, continuano invece a sfuggire al dibattito dell'aula consiliare. Non c'é solo il Piano Socio sanitario regionale, c' nel complesso, un problema di riforma dell'ordinamento sanitario della nostra Regione, c'è, nel complesso, l'adeguamento del sistema dei controlli dell'attività sanitaria. Tutti temi che sono più oggetto di polemiche, che di provvedimenti di riforma depositati all'interno dell'aula, visto che su alcuni di questi temi, al di là delle polemiche giornalistiche, gli unici provvedimenti presentati, non auspici annunciati, mi pare, ancora in questo momento, ma mi posso sbagliare, sia un provvedimento del Gruppo dei DS.
Non era stato presentato, lo dicevo prima, un provvedimento a firma del Gruppo Radicale.
Sono convinto, se devo fare una valutazione politica che, in realtà, il Presidente Ghigo non sia tanto ostaggio dell'Assessore D'Ambrosio, ma sia ostaggio, più sostanzialmente, di una scelta e di una politica sanitaria dettata dall'Assessore d'Ambrosio in cui sono chiarissimi gli interessi, e sono molti, ma non è chiara la prospettiva di governo e probabilmente non ce n'è nessuna. Il fatto che il Presidente Ghigo annunci una blindatura tecnico-politica, politico-amministrativa, dell'operato dell'Assessore D'Ambrosio può, nell'immediato, nel medio periodo, tentare di rimediare ad alcuni guasti, anche particolarmente eclatanti, in alcuni settori, ma non sembra annunciare il cambiamento radicale di una prospettiva in materia di politica sanitaria. Fermo restando che, e queste sono le cose che mi interessano di più, nella sostanza il modello Piemonte, come un po' aulicamente qualcuno lo ha voluto chiamare, ha trovato nel Presidente Ghigo il sostanziale propugnatore e nell'Assessore d'Ambrosio un adeguato esecutore, senza nessun contrasto di fondo rispetto alle linee, alle politiche, e all'impostazione di questa prospettiva di governo. A noi è gia capitato di dire, in modo un po' provocatorio, che da un certo punto di vista il Presidente Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio sono interpreti entrambi, a loro modo inadeguati, di una politica di governo "di centrosinistra", con la difesa di quel modello Piemonte. Con quelle caratteristiche non hanno scelto di sposare o di aderire in maniera più che sostanziale a sperimentazioni e prospettive diverse che alcune Regioni del centrodestra hanno sperimentato, fino a questo momento, anche con un qualche successo in qualche Regione italiana. Le partite della sanità piemontese sono quelle. Anche per questa ragione ritengo che il problema non sia, in questa fase, la sostituzione dell'Assessore D'Ambrosio, ma sia più complessivamente, quella di una riconversione complessiva sanitaria di cui non si intravedono gli annunci.
Chiudo con un'ultima considerazione. Era stata presentata ad inizio di legislatura, una proposta, un'architettura di Piano a dire il vero inadeguata, ma che lasciava trasparire una riforma consistente: la separazione del sistema degli accessi e del sistema delle erogazioni, la trasformazione sostanziale del ruolo delle aziende sanitarie locali e dell'altra parte, di ricalibramento del sistema di erogazione delle prestazioni sanitarie, qualcosa che poteva vagamente sembrare un modello di riforma della sanità Piemontese. Prendo atto che, a fronte delle proteste del centrosinistra, il Presidente Ghigo, l'Assessore D'Ambrosio, la maggioranza nel suo complesso, è ritornata su un modello sostanzialmente concordato, non dico politicamente, ma programmaticamente nei fatti, con l'opposizione del centrosinistra, trovandosi sostanzialmente a realizzare quella politica e non trovando, in quelli interlocutori, degli interlocutori disposti a sostenerlo. La partita della sanità piemontese, è una partita complicata, temo che non vedremmo, entro il termine della legislatura, la fine di questa partita, temo altresì che discussioni come quelle che stiamo celebrando in queste ore, siano del tutto inutili per dare indicazioni non dico solo di dettaglio, ma anche semplicemente di fondo, perché quella partita possa essere seriamente iniziata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Siamo circa alla dodicesima volta, nella VII legislatura, che ci confrontiamo e che il Presidente della Giunta regionale, con generosità comunica all'Aula la propria posizione in merito alla situazione della sanità e alla permanenza o meno del dott. Antonio D'Ambrosio all'interno della Giunta regionale con la delega, nella fattispecie, alla sanità.
Siamo anche alla settima o ottava volta in cui viene richiesto di confrontarci su un ordine del giorno che invita il Presidente della Giunta regionale a revocare l'Assessore D'Ambrosio o, se si preferisce, ad invitare l'Assessore D'Ambrosio a dimettersi.
Così com'è stato formulato alla Presidenza, l'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile - non si poteva fare diversamente - ma mi sia concesso, signor Presidente della Giunta regionale e colleghi Consiglieri sotto l'aspetto politico è inammissibile. Il voto è già scontato, lo abbiamo più volte votato. Forse sarebbe stato più elegante, nel rispetto del Presidente della Giunta e dell'Assessore D'Ambrosio, ritirarlo. Il suo significato politico è zero e quello che potrebbe comportare è ancora meno di zero perché, sia in caso di accoglimento (e non è il caso) sia nel caso venisse respinto, il Presidente della Giunta regionale, grazie alla modifica costituzionale, potrebbe, istituzionalmente e tecnicamente, "fare quello che vuole".
Il Presidente Ghigo, confortato, sotto l'aspetto politico, dalla posizione della propria maggioranza e della propria Giunta, ha già detto cosa intende fare o, meglio, cosa ha già fatto: la scelta assunta in merito alla permanenza dell'Assessore D'Ambrosio in Giunta e della sua delega alla sanità.
Tuttavia, abbiamo apprezzato, da parte Presidente della Giunta regionale, una volontà di rendere più collettive le decisioni nell'ambito della politica sanitaria. Crediamo che sia un elemento di chiarezza, da parte del Presidente Ghigo, e di importante novità. Il Presidente ha sostenuto - e noi lo condividiamo - il pieno rispetto del mantenimento della delega alla sanità all'Assessore D'Ambrosio all'interno della Giunta regionale.
Essendo la sanità, una partita estremamente complessa, anche grazie a bugie e allarmismi ripetutamente messe in atto, da parte dei partiti dell'opposizione, sugli organi di informazione, amplificando situazioni (a volte reali ed esagerate, ma altre volte non reali) riteniamo che un coinvolgimento sulla partita finanziaria e, soprattutto, sulla gestione dei livelli di assistenza su altri Assessori, sia una scelta condivisibile. La collegialità, su questo delicato ambito, non può che migliorare una situazione molto meno grave, o certamente non grave, come viene rappresentata.
Ed ora, alcune considerazioni.
Si sono tanto citati gli atti di corruzione, la Corte dei Conti e quant'altro. Innanzitutto, non è corretto ascrivere alla Giunta regionale all'Assessore D'Ambrosio e al Presidente Ghigo, la responsabilità di ogni situazione che avviene in una struttura estremamente complessa che comporta la spesa di circa l'80% del bilancio regionale e che, se non ricordo male ha migliaia di dirigenti e decine di migliaia di dipendenti.
In secondo luogo, dopo aver ascoltato, da parte del capogruppo dei DS un fatto specifico (anche se non ancora rubricato con un nome e cognome preciso) che, se non ricordo male, è ascrivibile ad una persona espressione della parte politica dei Democratici di Sinistra, starei molto attento, se non altro per una questione di stile e di rispetto delle persone. Ma d'altronde, voi siete giustizialisti e noi garantisti. È questa la differenza tra la nostra e la vostra parte politica.
Altro punto: la Corte dei Conti. Occorre fare riferimenti precisi. La Corte dei Conti è la stessa che ha certificato che i conti della sanità piemontese sono a posto. Ma questo non lo avete detto, usate solo lo spauracchio della Corte dei Conti, e non dite, dopo comunicazioni precise proprio dall'Assessore D'Ambrosio, con atti scritti distribuiti a mani dei singoli Consiglieri, che la Corte dei Conti ha certificato la bontà e la congruità dei conti della sanità piemontese. Non dite neanche quanto, a lato di una denuncia "buttata nel mazzo".
Ribadite che sulle liste di attesa non è stato fatto nulla. Non è vero su molte patologie, interventi ed indagini diagnostiche la situazione della lista di attesa è migliorata negli ultimi anni e il Piemonte rientra pienamente nella media delle liste di attesa del nostro Paese, con dietro molte Regioni amministrate dal centrosinistra.
Le scelte coraggiose. Certo, abbiamo assunto scelte coraggiose nel 2001, pagandone anche lo scotto alle elezioni. Abbiamo introdotto, in tempi non sospetti, il ticket e l'addizionale dell'IRPEF, perché sapevamo come sarebbero andati a finire i conti negli anni successivi. Altre Regioni, nel 2001 hanno fatto una scelta politica forse vantaggiosa (in particolare le Regioni amministrate dal centrosinistra), ma abbiamo visto come sono andate a finire Regioni importanti amministrate dal centrodestra, come la stessa Lombardia. Certamente, importanti Regioni amministrate dal centrosinistra come la Toscana e l'Emilia Romagna, nel 2001 hanno forse anteposto un interesse partitico e politico rispetto ad un interesse istituzionale della comunità delle loro Regioni, ma hanno avuto enormi buchi negli esercizi successivi. Il Piemonte, invece, ha saputo e ha potuto contenere il deficit.
Non dite neanche quanto di positivo vi sia stato in questi anni in campo sanitario.
Con la legge finanziaria dello scorso anno abbiamo finanziato la partenza di otto importanti insediamenti ospedalieri, fra cui anche Molinette 2 e la "Città della salute" di Torino, da cui dipenderà il rilancio di questa Regione e di questa città.
Il Piemonte, come puntualmente ricordava il Presidente Ghigo, è una delle Regioni ai vertici della classifica nazionale per la qualità e il numero dei livelli essenziali di assistenza, erogati ben oltre i parametri previsti dall'accordo nazionale tra Stato e Regioni.
Questa Regione fa i miracoli. Abbiamo situazioni qualitativamente importanti, con donne e uomini impegnati nella medicina e nella sanità che voi spesso, magari involontariamente, denigrate, denigrando il mondo della sanità. Inducete l'opinione pubblica a fare "di tutta un'erba un fascio".
Noi, invece, abbiamo maggiore rispetto di donne e uomini che hanno saputo fare un trapianto in una notte di black out, quando nella sala operatoria non c'era più la corrente elettrica. Anche in questo caso - guarda caso siamo in una Regione, tra le 211 Regioni europee, ai vertici per investimenti sul sostegno alla ricerca.
Di questo siamo orgogliosi. Siamo una maggioranza che governa la Regione da otto anni. E' una scelta precisa del Governo di centrodestra.
una scelta precisa del Governo Ghigo.
Ultima considerazione. Proprio oggi, signor Presidente, abbiamo ricevuto una delegazione sindacale del Mauriziano. Voi che citate sempre l'esempio negativo della Regione (che negativo, dal nostro punto di vista non è), in questo caso mistificate la situazione reale. È certo che, in un ambito così sensibile, si può solo migliorare e fare sempre di più. Il Mauriziano è stato gestito male proprio da una parte politica certamente afferente e propria del centrosinistra. Hanno creato un bel buco, ma la Regione ha assunto le proprie responsabilità. Questa Regione è cattiva e gestisce male la sanità, ma ha comunque salvato, per scelta politica e di governo, gli Ospedali di Lanzo e Valenza, prendendosi in carico oltre 600 dipendenti. Questa Regione cattiva, che gestisce male la sanità e non ha sensibilità sulla sanità, nella Città di Torino ha fatto una scelta precisa e il Governo Ghigo riconoscerà, pur non dovendoli, 50 milioni di euro all'Ospedale Mauriziano, ben di più di quel debito che la Regione avrebbe secondo il vostro punto di vista, presso lo stesso Mauriziano.
Quindi, non è vero che tutto non va. Non è vero quello che voi dite.
Farete ancora una campagna elettorale, come avete già fatto nell'anno 2000 tutta imperniata sulla sanità.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



CATTANEO Valerio

Caro Consigliere Chiezzi, visto che mi interrompe, le dico che nel 2005, proprio sulla sanità perderà un'altra volta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, sono un ottimo esecutore d'ordini. Ho telefonato poco fa al mio Capogruppo, che mi ha detto di andar liscio sulla sanità quindi, andrò liscio, previa precisazione. Lei mi ha creato un forte dubbio. Le chiedo, prima di votare, di volermelo chiarire.
Lei ha parlato, in riferimento alla legge Bossi-Fini, che mi è capitato di vedere anche prima della proposizione al Senato e di cui ho seguito attentamente l'evoluzione, di extracomunitari che, in quanto residenti sono cittadini italiani a tutti gli effetti. Vorrei sapere se questa Presidente, è un'interpretazione evolutiva e non letterale della legge Bossi-Fini o è semplicemente uno scusabilissimo lapsus.



(Commenti fuori microfono)



BRIGANDI' Matteo

Freudiano può essere, vista l'aria che tira in alcuni banchi di questa maggioranza, che, ovviamente, mi hanno creato qualche problema personale.
Ad un certo punto, ho creduto che mio padre, sin da piccolo, mi abbia mentito su quello che è successo dagli anni Venti agli anni Quaranta.
Comunque, non ha importanza.
Presidente, le chiedo soltanto di chiarirmi questo punto, cioè se lei intende avere una concezione giuridica, soprattutto, politica, in coerenza con quella del Governo e in coerenza con la legge Bossi-Fini, in coerenza con tutto quello che la legge Bossi-Fini - ormai solo più l'On. Bossi oserei dire - comporta, ivi compresa, ad esempio, la linea politica, il numero di immigrati, tutto quello che c'è; oppure, se lei ha una diversa un'interpretazione giuridica e, soprattutto, politica.
In merito a questo, le chiedo cortesemente di rispondermi, per capire l'impostazione della Giunta sul punto, che, ovviamente, esula dal problema sanità, ma è stato lei a citarlo. Quindi, le chiedo contezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marco Botta.



BOTTA Marco

Signor Presidente, svolgerò un intervento brevissimo.
Sono un po' imbarazzato, perché non potrò, come il Consigliere Cattaneo, rivolgermi alla minoranza usando il "voi", perché da noi non si può più usare il "voi". Non potrò più chiamare il collega Chiezzi Pino perché richiama un personaggio storico legato alla destra italiana, quindi anche questo, ormai, è vietato. Non posso neanche più dire di tutta l'erba un fascio, perché, ormai, anche quello viene escluso dal nostro vocabolario.



(Commenti fuori microfono)



BOTTA Marco

La fiamma ancora si può accendere.
Al di là delle battute, devo dire che...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, va bene il clima, se è disteso fa sempre piacere però...



BOTTA Marco

E' meglio che sia rilassato, Presidente, anche perché, forse, gli stessi propositori dell'ordine del giorno e del tema di oggi si sono resi conto che, forse, la seduta odierna, non dico che sia inutile perché tutto è utile, così come tutte le discussioni che vengono fatte in questo Consiglio regionale.



(Commenti del Consigliere Marcenaro fuori microfono)



BOTTA Marco

Per carità! Neanche i bivacchi di manipoli si possono più richiamare!



(Commenti fuori microfono)



BOTTA Marco

L'odierna discussione è l'ennesima riproposizione. Il collega Cattaneo diceva dodici, io ho perso un po' i conti, ma, veramente, al quarto-quinto intervento la discussione sta perdendo interesse, proprio perché non c'è più l'argomento e non c'è mai stato l'argomento del contendere.
Il nostro ringraziamento va al Presidente Ghigo non per quanto ha detto oggi, ma, soprattutto, per aver tenuto conto di quello che noi dicemmo nell'ultimo intervento in un non ultimo dibattito sulla sanità. Dicemmo allora di non dare ascolto al Consiglio interessato di tanti gatti e di tante volpi, che lo spronavano a cambiare.
Bene ha fatto il Presidente a ridare la piena fiducia, ancora una volta, come del resto la maggioranza tutta aveva chiesto, all'Assessore D'Ambrosio. Sarebbe stato difficile agire altrimenti, se non mettendo in discussione i risultati che l'Assessore alla sanità e lo stesso Presidente hanno raggiunto in questi otto anni (quasi nove) di gestione della sanità regionale. Evidentemente, non è una sanità in difetto, è una sanità che ha una serie veramente ampia di successi da poter annoverare, naturalmente poi, con alcuni problemi, più dovuti alle persone che non al sistema manifestatisi in questi mesi.
Il fatto importante è che la ricomposizione completa, la tranquillità completa, che, ormai, mi sembra sia propria dell'intera Giunta, dia la possibilità all'organo nel suo complesso di lavorare con determinazione nei restanti mesi di governo regionale, per porre le basi per ulteriori cinque anni.
Qualcuno - mi sembra il collega Saitta - ha ricordato il fatto che il Presidente Ghigo deve rendersi conto che qualcuno dei piemontesi che ha votato per lui non lo voterà più, così mi sembra che dicano i sondaggi. I sondaggi dicono che...



(Commenti fuori microfono)



BOTTA Marco

Sì, però, visto che la fiducia nei confronti del Presidente è una fiducia altissima, a meno che - ripeto - i sondaggisti lavorino in maniera diversa se lavorano per la destra, per il centrodestra o per il centrosinistra, mi chiedo, come noi auspichiamo, se il Presidente Ghigo debba arrivare all'80 o al 90% dei consensi per rendervi più tranquilli, o se basta il 60-70% che già sta ottenendo in questo momento. Mi accontento di questo 60-61-62 che il Presidente Ghigo raggiunge.



(Commenti del Consigliere Saitta fuori microfono)



BOTTA Marco

Non è vero, perché, poi, si vota per il Presidente, il momento presidenzialista aiuta anche in questo.
Quindi, è finito un po' il momento, è finito un momento che è durato troppo. Ritengo che sulla sanità sia importante interrogarsi ogni qual volta lo si ritenga, ma che si esca dalla fase di ricerca continua di un capro espiatorio, perché non c'é, non c'é mai stato, non esiste.
Esiste un sistema sanitario complesso e difficile da gestire, con molto problemi, anche per la sua vastità, ma che la Giunta regionale, l'Assessore D'Ambrosio e il Presidente Ghigo stanno governando bene. Gli ultimi mesi di questa legislatura testimonieranno come questo Governo della sanità piemontese contribuirà ad innalzare il livello e la qualità della sanità con tutta una serie di iniziative di edilizia sanitaria, di miglioramento del patrimonio edilizio sanitario piemontese e di riammodernamento di tanti ospedali piemontesi, fatti che, naturalmente, derivano dall'attenzione che fin dal 2001, non appena la bolla sanitaria si present in tutta la sua ampiezza e in tutta la sua criticità, il Governo piemontese dimostrò, intervenendo, in maniera dura e forte, ma necessaria perché laddove si presentano delle "malattie", occorre intervenire in maniera pesante, riuscendo, in due anni, a fare del Piemonte la prima Regione con una finanza sanitaria virtuosa. Tutto questo, senza castigare la qualità e la quantità dei servizi. Non sono fatti di poco conto.
Andate a vedere gli ospedali piemontesi, quelli di Torino ma anche della provincia, e non vi troverete di fronte alla situazione che viene descritta nell'ordine del giorno, che, naturalmente, verrà respinto (come ne abbiamo respinti a decine).
L'opposizione ben fa a mantenere l'attenzione su questo momento sanitario, ma la maggioranza ha ormai imboccato, con grande determinazione la via di fare, della sanità, il grande biglietto da visita per vincere le elezioni del 2005, proprio perché riteniamo di avere le carte in regola per vincere con la sanità. Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, dichiaro concluso il dibattito.
La parola al Presidente Ghigo per una replica.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Brigandì, nella mia affermazione non ho voluto esprimere nessun tipo di interpretazione, anche perché una legge non può essere interpretata. In merito alla legge Bossi-Fini, posso dire che, attraverso la concessione del codice fiscale che il Ministero degli Interni rilascia nel momento in cui i cittadini sono provvisti di codice fiscale, hanno diritto a tutti i LEA, non soltanto al Pronto Soccorso o agli interventi straordinari. Usufruiscono, a tutti gli effetti, del sistema sanitario nazionale. È per questo motivo che noi chiediamo la quota corrispettiva.
Volevo precisare solo questo aspetto.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Era un problema di cittadinanza, Presidente.



PRESIDENTE

stato presentato l'ordine del giorno n. 854 "Richiesta dimissioni dell'Assessore alla sanità Antonio D'Ambrosio", presentato dai Consiglieri Manica, Placido, Ronzani, Saitta, Di Benedetto, Suino, Caracciolo, Riba Papandrea, Contu, Tapparo, Giordano, Marcenaro, Chiezzi, Muliere.
Il documento che vi è stato distribuito, dal punto di vista formale risulta ammissibile, pertanto lo pongo in votazione. Se qualcuno vuole intervenire per dichiarazione di voto, ne ha diritto.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Vorrei fare una breve illustrazione, Presidente.
Con questo ordine del giorno chiediamo le dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio. Il testo recita: "Il Consiglio regionale invita il Presidente della Giunta regionale a voler procedere alla sostituzione dell'Assessore alla sanità e a farsi promotore del rilancio del sistema sanitario regionale, individuando i tempi certi per l'approvazione del Piano".
Avanziamo questa richiesta tanto più alla luce degli interventi che abbiamo sentito oggi in Aula, sia attraverso le comunicazioni del Presidente Ghigo, sia dai Capigruppo della maggioranza, perché ci pare sempre con maggiore evidenza, che vi sia la necessità di imprimere ad un sistema sanitario piemontese, fortemente indebolito da scandali e da sprechi, una svolta radicale, netta e vera, da determinarsi subito, che delinei nuove linee di governo e ridia fiducia ad operatori e cittadini.
Abbiamo preso atto delle dichiarazioni virgolettate più volte rilasciate dal Presidente della Giunta, che riteneva ormai rotto, da lungo tempo, un patto fiduciario anche tra se stesso e l'Assessore che ha nominato, verificando come l'assenza di un elemento di programmazione sia ancora ciò che caratterizza la sanità piemontese e l'assoluta discrezionalità degli interventi, soprattutto quando trattiamo le relazioni tra la sanità pubblica e la sanità privata.
Alla luce di tutto questo, alla luce della necessità di determinare un nuovo e diverso sistema di controlli e uno spostamento di poteri e di verifica anche sulla programmazione verso il basso e verso i Sindaci riteniamo che per raggiungere questo obiettivo si debba anzitutto procedere alla sostituzione dell'Assessore, che detiene le maggiori responsabilità in questa direzione, insieme al resto della Giunta e soprattutto a lei, Presidente, che ha continuato a confermare queste deleghe e a condividere quelle politiche, e a ripristinare un'azione di programmazione per questo scorcio di legislatura.
Le richieste che avanziamo oggi, penso che siano state più volte avanzate anche da autorevoli rappresentanti della maggioranza, che, nel momento in cui discuteranno di questo ordine del giorno in quest'aula forse potrebbero non dimenticarsene.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliera Manica.
Non essendovi ulteriori interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 854, presentato dai Consiglieri Manica, Placido, Ronzani, Saitta, Di Benedetto, Suino, Caracciolo, Riba, Papandrea, Contu, Tapparo, Giordano Marcenaro, Chiezzi e Muliere il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerata la necessità di imprimere al Sistema sanitario piemontese fortemente indebolito dal susseguirsi di scandali e sprechi, una svolta radicale che delinei un mutamento nelle linee di Governo e ridia fiducia agli operatori e cittadini viste le diverse dichiarazioni rese ai mezzi di comunicazione nel corso della legislatura da parte del Presidente della Giunta regionale On. Enzo Ghigo che hanno messo in luce con chiarezza come si sia rotto il patto fiduciario con l'assessore regionale alla sanità rilevato come la sanità piemontese in questo quadro di forti tensioni politiche viva una situazione di precarietà, aggravata da tagli a risorse e alla capacità di fornire prestazioni sanitarie rapide ed efficienti (allungamento delle liste di attesa) verificate a più riprese le responsabilità del Governo regionale sul dissesto finanziario della sanità piemontese e il deficit di programmazione sui temi della sanità pubblica piemontese considerato grave e colpevole il mancato varo di un nuovo Piano Sanitario Regionale che risponda efficacemente alle esigenze del sistema sanitario e dei cittadini invita il Presidente della Giunta regionale On. Enzo Ghigo: a voler procedere alla sostituzione dell'Assessore alla sanità Dott.
Antonio D'Ambrosio a farsi promotore del rilancio del sistema sanitario regionale individuando tempi certi e modalità condivise per giungere all'approvazione dell'atteso nuovo Piano Sanitario regionale" Il Consiglio non approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'ordine dei lavori, così come previsto nella convocazione. Dovremmo proseguire la trattazione dell'esame del disegno di legge n. 407 "Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento".
Nel frattempo, per velocizzare i lavori, comunico che è pervenuta una richiesta dalla Commissione. E' stato licenziata all'unanimità la proposta di legge n. 598 "Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri". Se l'aula acconsente, potremmo trattarla velocemente adesso.



(L'aula tacitamente acconsente)


Argomento: Varie

Proposta di legge n. 598 "Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri"


PRESIDENTE

Relatore di questa proposta di legge è il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco, relatore

Innanzitutto, visto l'argomento, penso che possa essere una legge sottoscritta da tutti i Consiglieri, qualora lo ritengano.
All'introduzione scritta, a cui mi riferisco, vorrei aggiungere alcune brevi considerazioni.
Siamo di fronte ad un problema che era stato affrontato nazionalmente la cui soluzione era stata indicata in una legge già un paio di anni fa.
Però la dispersione delle ceneri dei defunti che vengono cremati rimaneva bloccata nella sua applicazione, perché la legge nazionale rimandava ad una legge regionale, che finora non era stata adottata dalla nostra Regione, e credo da molte altre. Solo alcune Regioni, tra cui la Lombardia, lo avevano fatto. Con questa legge cerchiamo di porre rimedio a questa lacuna per permettere a molte famiglie di potere finalmente utilizzare la legge nazionale. Penso, per concludere, che forse sarà bene che il Consiglio torni a discutere sull'argomento. Chiunque abbia partecipato a funerali di defunti che vengono cremati, si sarà reso conto che c'é un problema di carenza di strutture in Piemonte, che credo questa Regione dovrebbe affrontare nell'interesse trasversale di tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Il provvedimento che stiamo per approvare corona in qualche modo un lungo iter legislativo che, nel nostro Parlamento, ha visto un provvedimento che ha sbloccato, con una modifica del Codice Penale, quella che era una limitazione alla dispersione delle ceneri. Questo fatto in altri Paesi è comunemente accettato, e riguarda la possibilità o di conservare in un'urna funeraria le ceneri di un proprio caro, oppure di disperderle in luoghi privatamente cari alla memoria del defunto. Mi dispiace però che questo provvedimento venga approvato senza fare una riflessione approfondita per dargli il giusto valore, perché si tratta di un fatto estremamente significativo di civiltà. Fino ad oggi purtroppo con la mancanza di completamento, con l'attuazione della norma regionale, non era possibile procedere alla dispersione delle ceneri nella forma prevista dalla normativa nazionale. Quindi, mi sembra un atto importante.
Sottolineo che i proponenti hanno fatto una scelta molto opportuna, e vorrei ancora dire a quest'aula che si tratta del compimento di un processo di civiltà faticoso e non sempre sufficientemente riconosciuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente. Intanto inizio con la richiesta ai colleghi firmatari e al primo firmatario, collega Papandrea, di poter sottoscrivere anche se tardivamente, questa proposta di legge, che per fortuna, in modo condiviso, ha avuto un percorso molto veloce. Mi suona sempre un po' strano vedere le assegnazioni in I Commissione, per cui non avevo, tranne adesso, avuto notizia di questa proposta di legge. Credo, come ha detto opportunamente sia il primo firmatario che il collega Tapparo, che sia una questione di civiltà. Quindi, è importante procedere, con una prima definizione, con una legge regionale che vada immediatamente ad intervenire negli spazi lasciati vuoti dalla normativa nazionale. Credo inoltre che abbia fatto bene, in questo momento e in questa sede, il collega Papandrea ad auspicare che il Consiglio regionale abbia la forza di ritornare su questo tema, perché occorre affrontare questa questione, che oltre ad essere organizzativa è anche culturale, con nuovi metodi e nuovi strumenti anche per avvicinare questa pratica al cittadino, per superare dei pregiudizi o dei giudizi sommari che ci sono su questa soluzione estrema del nostro percorso terreno. E' importante riuscire a costruire in modo più normale la soluzione della cremazione per i cittadini che vogliono avvicinarsi. Sono sempre stato molto attento a questo argomento, ed è importante che la Regione intervenga subito con un atto che vada a coprire gli spazi lasciati dalla legge nazionale. Spero che il Consiglio regionale e la nostra attività legislativa intervenga, aggiungendo dei pezzi e costruendo dei percorsi ulteriori su un argomento così delicato, ma anche così importante.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico,dell'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico dell'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Non essendoci dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione dell'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
Presenti e votanti 38 Consiglieri Hanno votato Sì 38 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini sull'ordine dei lavori.



GALLARINI Pierluigi

C'è una richiesta della Giunta di esaminare il punto 13) all'o.d.g.
"Prestazione di garanzia fidejussoria per la realizzazione del villaggio olimpico di Sestriere". Siccome io sono il relatore mi è stato chiesto di esaminare tale punto.



PRESIDENTE

Avevo già inserito tale punto all'o.d.g.
Se l'aula acconsente all'inversione dei punti all'o.d.g. possiamo esaminare il punto 13).



(L'aula tacitamente acconsente)


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Disegno di legge n. 561 "Prestazione di garanzia fidejussoria per la realizzazione del villaggio olimpico di Sestriere"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 561. E' relatore il Consigliere Gallarini, che ha pertanto facoltà di intervenire.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Grazie, Presidente e colleghi. La relazione è molto breve e quindi la leggo. "Per lo svolgimento delle Olimpiadi della Neve 2006 è indispensabile realizzare il villaggio olimpico di Sestriere, destinato ad accogliere gli atleti impegnati nelle gare olimpiche. L'opera ha un costo complessivo di 42,59 milioni di euro, ripartito sugli anni 2003, 2004 e 2005. La copertura finanziaria è assicurata per 8 milioni di euro da mezzi propri dell'impresa villaggio olimpico s.r.l.; 5 milioni di Euro sono stati concessi in attuazione della L.R. 18/99; circa 8 milioni di euro provengono dalla legge n. 285/2000. 1,125 milioni di euro corrispondono alla partecipazione del TOROC, 4,6 milioni di euro verranno versati dalla FIAT alla fine del 2006.
La restante quota, pari a circa 15 milioni di euro, dovrebbe derivare da un finanziamento bancario. Per consentire un più rapito esame da parte degli istituti bancari che verranno interpellati e consentire quindi il rispetto dei tempi previsti per la realizzazione del villaggio olimpico, che deve improrogabilmente essere ultimato entro settembre 2005, la Regione è disponibile a prestare garanzie fidejussorie nell'interesse della impresa costruttrice ed a favore dell'istituto bancario mutuante. Durante l'iter istruttorio del provvedimento, in I Commissione, l'approvazione di una modifica integrativa dell'articolo 2 presentato dalla Giunta regionale, ha provveduto a rafforzare il possibile ricorso, contestualmente alla prestazione della garanzia fidejussoria a cause legittime di prelazione da parte della Regione. L'individuazione del centro di responsabilità politico amministrativa cui imputare gli eventuali oneri finanziari del provvedimento è stato oggetto della ristesura delle disposizioni finanziarie proposte dagli uffici". Seguono i quattro articoli del testo di legge. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Sicuramente l'opera è necessaria e indispensabile per il regolare svolgimento delle Olimpiadi. C'è una carenza di copertura, anzi le banche non hanno ritenuto valide le fideiussioni fornite dall'impresa e dalle società che gli stanno dietro, quindi hanno chiesto una garanzia ulteriore per erogare questa somma.
Chiederei, però, che la Regione ...
Lo vorrei chiedere all'Assessore Racchelli, ma non ho fretta. Aspetto che finisca la telefonata, non c'è nessun problema.



PRESIDENTE

Consigliere Marengo, vada avanti nell'intervento, nel frattempo l'Assessore Racchelli concluderà la conversazione telefonica.



MARENGO Pierluigi

Chiederei che la Regione, nell'erogare questa fideiussione, chiedesse anch'essa una fidejussione a proprio favore da parte dell'impresa. Il problema è molto semplice: le banche non danno credito al sistema; il sistema ha bisogno di garanzie per avere la liquidità dalle banche, che altrimenti non erogano.
A questo punto, vorrei che la Regione, che offre garanzie agli istituti bancari affinché provvedano all'erogazione dei denari necessari per quest'opera, a sua volta acquisisse da tutti i soggetti che risultano impegnati sulla copertura, ivi compresa la Fiat, una fideiussione di pari importo rispetto a quella che la Regione concede.
Mi sembra il minino prevedere una garanzia a copertura ed a tutela della Regione, rispetto ad un intervento finanziario non previsto in alcuna norma di legge e sicuramente dovuto, in quanto l'incapacità del soggetto l'ha reso necessario. Incapacità sotto il profilo delle garanzie. Quindi occorre acquisire delle garanzie di valenza inferiore, ma acquisirle a garanzia della propria garanzia.



PRESIDENTE

Se nessuno vuole intervenire sulla discussione generale do la parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport

Capisco, perfettamente, il senso di quello che hai voluto rappresentare.
Vorrei precisare, a questo proposito che l'articolo 3 del testo di legge porta ad un'individuazione di garanzie che, rispetto alla fideiussione prestata dalla Regione, sono doppie: una è l'iscrizione di ipoteca di primo grado sulle opere realizzate, l'altra è il pegno sulle quote della società di cui all'articolo 1. Siccome nella società sono rappresentate Fiat e tutti i soggetti, rientra quindi anche il pegno sulle quote della società.
In effetti, in questo modo la doppia garanzia ci assicura che su quel bene nessuno abbia una priorità che sia primaria rispetto a quella che è la garanzia dettata e ottenuta dalla Regione Piemonte, che comunque viene erogata man mano che viene erogato il finanziamento.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'articolato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Chiederei, in particolare, al Consigliere Marengo, che ha posto il problema, di prestare attenzione.
L'iscrizione dell'ipoteca di primo grado si giustifica a fronte di un finanziamento che non sia un mutuo, perché, se esiste un mutuo, l'ipoteca di primo grado, evidentemente, è dell'istituto di credito mutuante.
C'è qualcosa che non funziona: immagino che se un istituto di credito richiede una garanzia fideiussoria rispetto alla costruzione di un'opera è perché ritiene che la società costruttrice non abbia sufficienti garanzie.
Mi pare molto difficile che, a fronte della fideiussione di una Regione, si possa avviare una pratica di mutuo, senza l'iscrizione dell'ipoteca da parte dell'istituto di credito.
Non capisco Assessore come possa essere a nostro favore questa operazione, dal momento che prestiamo la fideiussione e l'ipoteca, quando il mutuo, evidentemente, è avviato presso un Istituto di credito, non presso la Regione.
Il secondo rilievo: una cosa è acquisire un diritto di prelazione o un pegno sulle quote della società, un'altra è ritenere che le quote di questa società abbiano un valore pari alla fideiussione che viene rilasciata. Infatti, è evidente che le quote di quella società ad opera non realizzata, per una qualsiasi ragione, non coincidono minimamente con il valore dell'opera costruita.
Ci sono, quindi, una serie di elementi che (vorrei che mi seguissero sia l'Assessore Racchelli che il Consigliere Marengo, che è interessato alla vicenda) bisogna prendere in considerazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e allo sport

E' ovvio che questa proposta è frutto di un approfondimento attuato tra TOROC, San Paolo-IMI, che è l'erogatore del mutuo, e la Regione Piemonte che ha dettato la garanzia.
Secondo l'accordo il mutuo viene concesso dall'Istituto di credito, ma a fronte della escussione della fideiussione e, quindi, della garanzia sull'investimento fatto dall'Istituto di credito. La garanzia di primo grado è girata, dall'Istituto di credito, in capo alla Regione Piemonte.
Inoltre, è vero che il pegno sulle quote è relativo, ma, considerato che una società potrebbe vendere le quote, anche su quelle quote esiste un pegno da parte della Regione, per cui, in effetti, prima di essere girate a chicchessia, deve essere escusso questo pegno, che è in capo alla Regione Piemonte.
In definitiva, c'è una doppia blindatura sulla garanzia, in modo che l'oggetto del finanziamento sia garantito come proprietà fino alla totale escussione del mutuo sulla Regione Piemonte, e affinché la Regione Piemonte abbia la doppia garanzia. Vi è una garanzia sulle quote, che non possono essere cedute. I partner sono significativi: uno di essi, per quanto riguarda la pro-quota del terreno, è la Fiat, altri hanno comunque delle loro proprietà. Anche sulle quote, il pegno sta a significare che quella operazione resta blindata sulla società così come è composta e sull'immobile attraverso l'ipoteca di primo grado.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese,mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Al di là di una valutazione di merito che non mi trova concorde nel fatto che, per di più, la Regione direttamente presti una fedejussione, ma comprendendo tecnicamente quanto ha detto l'Assessore Racchelli, vorrei che fosse chiaro, che fosse acquisito nella ratio legis. Dovrebbe esserlo con la dichiarazione che l'Assessore ha fatto in aula, ma tutto questo meccanismo nella relazione del progetto di legge non è indicato. Certo, la stenotipista avrà verbalizzato, però volevo segnalare ulteriormente il fatto evidente che mancava un elemento di conoscenza a fronte dei quali la mia richiesta di chiarimenti era più che giustificata.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo originario Il Consiglio approva ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario Il Consiglio approva ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario Il Consiglio approva Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 Consiglieri hanno votato Sì 28 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri Il Consiglio approva


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine del lavori, il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Prima di iniziare il dibattito sull'esame del disegno di legge n. 407 sul quale siamo certamente disposti e convinti a proseguire come avevamo deciso in Conferenza dei Capigruppo, il quale ci vedrà impegnati per un paio di Consigli (anche se da qui fino alle 20 riusciremo a farne una parte significativa), mi chiedevo se ci fossero le condizioni per l'approvazione della proposta di legge n. 338 relativa a "Valorizzazione degli sport tipici del Piemonte" che ha avuto un'ampia condivisione in Commissione. Se la condivisione non ci fosse, va bene iniziare con il disegno di legge n.
407.



PRESIDENTE

Consiglieri, a che ora fissiamo la chiusura dei lavori questa sera, va bene per le ore 19? Se l'aula acconsente, non ci sono problemi, possiamo iniziare con l'esaminare la proposta di legge n. 338.



(L'Aula tacitamente acconsente)



PRESIDENTE

Sospendo la seduta tre minuti.



(La seduta sospesa alle ore 17.40 riprende alle ore 18.00)


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Proposta disegno di legge 338 "Valorizzazione degli sport tipici del Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 338, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marengo, relatore.



MARENGO Pierluigi, relatore

Do per letta la relazione il cui testo recita: "Presidente,Consiglieri, sul territorio della Regione Piemonte sono praticate alcune discipline sportive che possono definirsi tipiche e peculiari.
La loro diffusione, risalente ad almeno cinquecento anni fa, si è sviluppata negli ultimi anni in un ambito geografico ben delimitato e circoscritto prevalentemente al territorio piemontese Gli sport tipici individuati dalla proposta di legge di cui si chiede all'Aula consiliare sollecita approvazione sono identificabili nel tamburello e nella pallapugno, denominazione che, anche grazie alla diffusione della relativa pratica sportiva con la costituzione dell'omonima federazione, ha sostituito quella, precedentemente usata, di pallone elastico.
Le suddette discipline sportive, pur godendo nei decenni scorsi di una florida tradizione in tutto l'ambito geografico dell'Italia settentrionale oggi vedono la loro diffusione limitata in prevalenza al Piemonte.
Trattandosi, pertanto, di discipline sportive tipicamente piemontesi, si ritiene conforme alla finalità di difesa e valorizzazione del patrimonio culturale regionale, proclamata dall'articolo 5 dello Statuto vigente, la predisposizione di un apparato normativo che permetta l'attivazione, da parte della regione, di canali di sostentamento peculiari rispetto a quelli attualmente operativi nel campo della promozione sportiva Le leggi regionali attualmente vigenti, infatti, seppur molto apprezzabili appaiono strumenti non del tutto idonei a valorizzare discipline sportive che, diffuse su base locale, richiamano, oltre alla connotazione agonistica, anche aspetti tradizionali, culturali e di profondo legame con il territorio.
La presente proposta di legge si pone quindi l'obiettivo di astrarre due discipline dal novero degli sport nazionali e di attribuire ad esse una connotazione di tipicità, valutata alla luce dell'ambito territoriale di diffusione.
L'iter svolto dalla proposta di legge in seno alla competente Commissione consiliare ha fatto registrare, nell'ambito delle consultazioni a cui sono stati invitati gli enti locali e le organizzazioni rappresentative del mondo sportivo e del tempo libero in genere, l'unanime parere favorevole delle forze sociali nei confronti dell'iniziativa perseguita.
Una sintetica descrizione dei contenuti del provvedimento consente di mettere in evidenza, all'articolo 1, le finalità della proposta di legge identificabili nella volontà, suffragata dal richiamo agli articoli 4 e 5 dello Statuto regionale, di riconoscere, valorizzare ed incentivare la diffusione delle discipline sportive tipiche del Piemonte.
L'articolo 2 attribuisce il connotato di sport tipici del Piemonte alle discipline della pallapugno e del tamburello, in ragione di un criterio che tiene conto della prevalenza della loro diffusione sul territorio della regione.
L'articolo 3 identifica quindi quali destinatari delle azioni di promozione previste dalla legge le associazioni sportive iscritte alla Federazione italiana Pallapugno ed alla Federazione italiana Tamburello, oltre ai comuni ed alle comunità montane che svolgano interventi di promozione e valorizzazione degli sport tipici.
L'articolo 4 identifica gli interventi che la Regione Piemonte punta a finanziare: a tale fine si prevedono, da un lato, contributi finalizzati a promuovere la diffusione e la conoscenza degli sport tipici, dall'altro iniziative volte ad incentivare l'attività' più prettamente agonistica anche attraverso l'erogazioni di sovvenzioni agli enti locali per interventi di manutenzione e messa a norma degli impianti sportivi destinati alla pratica delle discipline indicate.
L'articolo 5 demanda alla Giunta regionale la redazione di un regolamento attuativo della presente legge al fine di stabilire le modalità e la tempistica per la presentazione delle domande.
L'articolo 6 stabilisce che l'onere a carico della Regione per gli interventi finanziati dalla presente legge non sarà superiore al sessanta per cento delle spese sostenute dai beneficiari dei contributi erogati.
L'articolo 7, infine, sulla base delle previsioni del vigente ordinamento contabile della Regione Piemonte, identifica, nell'ambito del bilancio annuale e del bilancio pluriennale, le unità previsionali di base a cui imputare gli oneri finanziari necessari all'attuazione della legge".



PRESIDENTE

Apro la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Mi spiace che si arrivi a discutere di questa legge che alcuni Consiglieri hanno tanto sostenuto e che ci ha trattenuto in IV Commissione in alcune interessanti riunioni, anche con interessanti consultazioni che abbiamo fatto tempo fa e che, per poter arrivare ad un voto sulla proposta di legge, i Consiglieri rinuncino ad illustrare parzialmente almeno il testo della relazione.
Forse è una dato politico anche questo. Abbiamo davanti un testo che è stato formulato esplicitamente per analizzare quali sono gli sport tipici e prevalentemente praticati sul territorio piemontese, invece quei tre minuti di sospensione, che poi sono trasformati in mezz'ora, hanno fatto emergere che, ad una leggina, si sta per agganciare tutto l'agganciabile.
Ricordo abbastanza precisamente di aver detto al Consigliere Enrico Costa in Commissione che diffidavo di questo strumento della proposta di legge della leggina, proprio perché era soggetta a costituire un precedente di privilegio di alcuni sport rispetto ad altri, e quindi necessariamente creava delle disparità di trattamento.
L'argomentazione avanzata era molto rigorosa, diceva sostanzialmente che quelli erano due sport, il tamburello e la pallapugno, che avevano una origine e una matrice piemontese, che in alcune zone e in alcune sacche del nostro Piemonte sono ancora sport giocati con un ampio seguito di pubblico, ma in zone delimitate, precise, ristrette, che coinvolgono ancora la sensibilità, la partecipazione di interi paesi, di cittadinanze. Attorno a questi sport si scommettono tanti soldi, c'é un giro di interessi, di partecipazione popolare. Il problema è questo: si rischia di agganciare al treno della legge, della leggina, tutto quanto passa in testa a ciascun Consigliere. Si snatura il provvedimento, ma io ripeto, il problema è che il provvedimento ad hoc, questo prefigurava. L'ho detto a suo tempo ritengo che davvero i nostri principi, su cui confermiamo il nostro lavoro di Consiglieri e di legislatori, dovrebbero governare le nostre azioni.
L'ho già detto come battuta, ma lo ripeto con più forza: trovo insopportabili quei politici che, durante le Conferenze stampa, dicono di produrre molto sul piano legislativo (ogni anno creano nuove leggi e leggine che ingarbugliano il terreno su cui il cittadino si deve muovere) e poi, ogni occasione è buona, ogni interesse è valido, per presentare una legge specifica.
Prendiamo atto di un testo che ha fatto il proprio percorso in Commissione (abbiamo fatto le consultazioni con le Federazioni e il Coni) ed è giunto in Aula. È un testo che, in sé, ha una propria dignità, ma se ad esso vogliamo agganciare cose che si aprono adesso a ventaglio, allora dobbiamo ragionare a più vasto raggio, andando ulteriormente a verificare.
La proposta, quindi, è ritornare in Commissione e non procedere qui con emendamenti a raffica che ciascuno si inventa all'ultimo minuto. Ne ho presentato uno sulle bocce, che mi sembra l'unico sostenibile in questo bailamme, ma non è così che si legifera. O rimane il testo previsto, quindi posso anche cercare di apprezzare quello che c'è di buono in quel testo (conoscendo, peraltro, il radicamento sociale che questi sport hanno in una parte del Piemonte); oppure sarebbe più onesto che il testo ritornasse in Commissione, per riaprire le consultazioni con quelle Associazioni e società non precedentemente audite.
Tutti gli emendamenti sono legittimi, ma se partiamo dal pretesto di una proposta di legge per agganciarci tutto, diventa una locomotiva su cui davvero tutti possono salire. Ma non è così che si fanno le leggi. Non è così che si fa un intervento valido per il Piemonte, perché - l'ho detto prima scherzando, ma lo voglio ribadire a livello di verbale - ci sono degli sport che non abbiamo trattato. Certo, bisogna valutare la finalità e gli obiettivi, ma ci sono sport, come la lippa, la cirimella, di cui non conosciamo neanche l'esistenza.
Addirittura si potrà inserire, se sarà approvato il testo di legge predisposto dall'Assessore Cavallera, la caccia alla volpe. Mentre in Inghilterra la stanno abolendo, noi la stiamo introducendo e diventerà uno sport tipico piemontese. Vogliamo considerarlo tra gli sport tipici? Magari facciamo un'anticipazione rispetto alla legge futura sulla caccia ma nel momento in cui oggi ricevo un invito dell'Assessore Leo per l'inaugurazione di una splendida mostra pittorica che espone acquarelli che ritraggono animali (sulla cui locandina c'è l'immagine di una bellissima volpe) voglio ricordare che la volpe diventerà cacciabile.
Chiudo il mio intervento invitando ad una ulteriore riflessione sul ritorno in Commissione della legge. Sarebbe davvero una scelta saggia e, a mio giudizio, inevitabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Ci avviciniamo alla fine di quest'anno solare e credevo che la maggioranza volesse affrontare, prima o poi, punti di cui non abbiamo ancora notizia, quale la Finanziaria, il DPEFR, il bilancio, che avrebbero un notevole peso nella nostra discussione. Abbiamo un Piano sanitario fermo da anni che quasi più nessuno ricorda. Mentre facciamo una pausa di riflessione in attesa di affrontare discussioni più importanti, arriva una legge, una delle tante "leggine" che disperde in mille rivoli risorse regionali che poi - così altrove ci viene detto - sono da risparmiare, da ridurre e da gestire con attenzione.
Mentre abbiamo l'imperativo di gestire con attenzione le risorse regionali, da altre parti giungono proposte di legge e leggine con diverse finalità.
Quando è giunta in Aula questa legge (che personalmente non avevo seguito in Commissione) era sicuramente una leggina la cui trattazione poteva anche non essere necessaria. Le sorti legislative della Regione Piemonte non dipendono certamente da questa legge, che aveva almeno il pregio di ricordarci due discipline sportive, caratteristiche del Piemonte in cronica difficoltà, con un tradizionale seguito popolare.
Personalmente, ricordo che da bambino frequentavo le Langhe e la palla pugno era uno di quei momenti che rimangono nella memoria. Illustri scrittori, come Cesare Pavese, hanno dedicato intere pagine a questa disciplina.
Ebbene, arrivati in Aula, improvvisamente subentra ciò che si pu definire un desiderio localistico di qualche rappresentante politico, in primis il Presidente del Consiglio. Il Presidente, ricordandosi di essere di Novara, improvvisamente vuole inserire nella legge uno sport tipicamente piemontese - tanto piemontese che ha addirittura un nome inglese - l'hockey a rotelle, piccola parte di quel grande mondo dell'hockey, rappresentato anche dall'hockey su terra o su ghiaccio. L'hockey a rotelle ha la caratteristica di avere alcune squadre nella zona di Novara da cui, guarda caso, arriva proprio il Presidente del Consiglio.
Con ciò, sicuramente, si stravolge totalmente l'impianto di questa legge. Certo, anche l'hockey su rotelle ha una sua caratterizzazione localistica: è vero che nella zona del Novarese si gioca con più frequenza rispetto ad altre zone del Piemonte, però, io arrivo da una zona del Piemonte dove si gioca un altro tipo di hockey, quello su ghiaccio. La Val Pellice è l'unica zona del Piemonte che ha una tradizione di hockey su ghiaccio. Le squadre della Val Pellice si confrontano con squadre situate in altre zone d'Italia, così come il campionato italiano dell'hockey a rotelle non si svolge esclusivamente a Novara. Non si capisce la motivazione - o, forse, la si capisce in modo troppo chiaro e palese - di questo inserimento. Oltretutto, le consultazioni si sono svolte su un testo che prevedeva due sport tipici e gli auditi hanno sicuramente relazionato e discusso sui quesiti e sul testo di legge che hanno potuto esaminare.
Arriviamo in Aula e lo stravolgiamo inserendo altre discipline sportive che richiederebbero quantomeno delle audizioni, per verificare se l'allargamento della legge presentato qui da alcuni possa avvenire in maniera omogenea, nel senso che l'inserimento di queste due discipline non stravolga l'impianto, il significato e le finalità di questa legge.
E' proprio questo il problema di base: procedendo così sul piano legislativo corriamo il rischio di sovrapporre errori ad errori. Se le consultazioni si sono svolte per due discipline, non si comprende l'inserimento di altre discipline senza aver avuto la possibilità di approfondire l'omogeneità delle discipline che accorpiamo in un disegno di legge.
E' necessario ritornare in Commissione per affrontare il problema di base, altrimenti, non mi sembra possibile, in questo momento, in quest'Aula, continuare la discussione in questi termini.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, chiedo due minuti di sospensione per decidere nel merito anche quanto, eventualmente, dovrei esprimere nell'intervento.



PRESIDENTE

Mi pare un po' singolare come richiesta.
Sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.28 riprende alle ore 18.30)



(Brusìo in Aula)



PRESIDENTE

Prego i colleghi di rendere possibile l'intervento del Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, non si preoccupi, non mi infastidiscono le interruzioni, gli schiamazzi e i disordini vari.
Cercando di intervenire nel merito, mi ha sorpreso la crisi d'identità del Gruppo di Alleanza...



(Brusìo in Aula)



PRESIDENTE

Chiedete una sospensione o lasciate che il Consigliere Placido prosegua l'intervento.
Chiedo l'intervento dei Questori!



(Brusìo in Aula)



PLACIDO Roberto

Ho chiesto la sospensione, in quanto avevo intenzione di proporre che si ritorni in Commissione.
Al di là della sorpresa della nuova identità "euzkadi" di Alleanza Nazionale, che propone la pelota basca, ritorniamo in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



(Commenti del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora, sull'ordine dei lavori, Consigliere Cattaneo.



(Commenti del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



PRESIDENTE

Non ha fatto nessuna proposta, svolge un intervento e basta.



PLACIDO Roberto

Presidente, mi scusi...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu sull'ordine dei lavori.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

CONTU



PRESIDENTE

Cedo la parola.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

La mia richiesta non era di svolgere l'intervento per il quale mi ero prenotato, ma, in merito alla situazione, di proporre - quindi, mi riservo di intervenire se la proposta fosse respinta - di ritornare in Commissione in quanto, rispetto al testo licenziato dalla Commissione, sul quale eravamo intervenuti in parecchi, ci troviamo di fronte ad una serie di emendamenti che stravolgono il testo licenziato dalla Commissione.
A tale proposito, la proposta è di ritornare in Commissione e di discutere nel merito gli emendamenti presentati.
Se la proposta verrà respinta, interverrò sul merito.



PRESIDENTE

La ringrazio per la formalizzazione della proposta.
La parola al Consigliere Cattaneo, che interviene sulla proposta del Consigliere Placido.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, svolgo una riflessione che ho già avuto modo di svolgere in occasione della sospensione della discussione della legge di tutela delle minoranze linguistiche dei Walser quando la discussione sull'articolo 1 era già in fase avanzata.
Credo - e vorrei che il Consiglio regionale valutasse - che non sia corretto, ogni volta che, magari, a distanza di uno o due anni, in particolare sulle proposte di legge di iniziativa consiliare, più raramente sui disegni di legge di iniziativa della Giunta, si cominci una discussione e, fatto salvo il diritto di ogni Consigliere regionale e di ogni Gruppo di intervenire e di presentare gli emendamenti, magari, anche dedicando, se non è sufficiente un pomeriggio, più sedute consiliari, alla minima difficoltà o alla minima presentazione di un'ulteriore proposta - e aggiungerei, alla minima presentazione di qualche nuovo appetito che proviene, nel frattempo, da questo o da quel Consigliere, e voglio prima di tutto rivolgere a me stesso questo richiamo - si sospende tutto se non c' la disponibilità a fare quello che tutti vogliono o a recepire ogni richiesta e ogni proposta che viene presentata.
Dal mio punto di vista, è un percorso che lede, anzitutto, la dignità e il ruolo del Consiglio regionale in quanto assemblea. Quando stavamo discutendo della legge relativa alla tutela delle minoranze linguistiche dei Walser, all'articolo 1 si era già iniziato a chiederne l'estensione alle franco-provenzali, alle piemontesi, ad altre minoranze linguistiche alle occitane. Poi, però, nei due anni che sono intercorsi fra il licenziamento della Commissione e l'inizio dell'esame in Aula, nessuno ha fatto nulla: siamo ancora lì, bloccati, e direi che la fine è abbastanza scontata.
Non sono il presentatore di tale proposta, ma intervengo in qualità di Presidente del Gruppo che ha la maggior parte dei presentatori al proprio interno, e dichiaro intanto di essere disponibile a confrontarmi con calma in sede di Consiglio regionale e a valutare ogni proposta che verrà avanzata in fase di discussione o attraverso la presentazione di emendamenti formali, ma sono contrario al ritorno in Commissione, perché, a meno che viviamo in due Consigli regionali diversi, qualora si decida di tornare in Commissione, la mia modesta esperienza, in questi 40 mesi di Consiglio regionale, mi porta a ritenere che questa legge è morta.
Allora, o ci calmiamo un attimo e ci garantiamo, reciprocamente, la disponibilità ad ascoltarci e a confrontarci affinché si possa comporre in questa sede una buona legge, oppure interrompiamo i lavori in questa fase (o proviamo a procedere e vediamo come va la prima votazione) per ragionarci sopra e trattarla durante la prossima seduta di Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Sulla richiesta di rinvio in Commissione del provvedimento pu intervenire un Consigliere a favore e uno contro.



PRESIDENTE

Contro tale richiesta si è espresso il Consigliere Cattaneo.



CONTU Mario

A favore, invece, si era espresso il collega Placido.
Direi che a questo punto va posta in votazione.



PRESIDENTE

No, no.



CONTU Mario

Altrimenti ci prendiamo in giro, Presidente!



PRESIDENTE

Si esprimono i Gruppi su questo.



CONTU Mario

stata formulata una richiesta di rinvio del provvedimento in Commissione: a favore si è espresso il Consigliere Placido, contro si è espresso il Consigliere Cattaneo. Io chiedo che venga posta in votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Vorrei fare un brevissimo intervento, che non si discosta assolutamente da quello del mio collega Placido, ma cerca di riproporre l'attenzione sul fatto che questo tipo di lavoro, durato diversi mesi in Commissione, aveva portato a considerare, come sport tipici, quelli giocati qui, che non sono specialità olimpiche, che non prevedono tornei mondiali. Naturalmente gli sport tipici non sono soggetti ai confini tipici geografici o amministrativi, nel senso che se anche il Liguria si gioca al tamburello, è perché fa parte della fascia delle Alpi Marittime.
Se vogliamo andare oltre, sicuramente potremmo indicare anche l'hockey a rotelle oppure l'hockey su ghiaccio, dove ci sono grandi squadre, ma anche l'hockey su prato, le bocce e tantissime altri.
Ritengo, allora, che i proponenti di questa legge debbano stabilirli con precisione: un conto è parlare di tamburello, che in piemontese, non so se lo ricorderanno in tanti, si chiamava tabas, o di pallapugno, chiamata così per distinguerla dall'altro pallone. Nelle zone piemontesi tipiche quando si dice "balon", si intende la pallapugno, perché non sanno neanche che esiste l'altra.
Queste due strutture hanno bisogno di sferisteri, perché si devono prevedere lanci lunghi 100/120 metri e alti 7/8 metri. Il patrimonio di questi sferisteri si sta degradando: potrebbero essere paragonati, ad esempio, ai templi degli Incas, dove giocavano con la famosa palla.
Se vogliamo limitarci a questi due sport - direi che si tratta di un'ottima opportunità - chiederò di firmare la legge, in quanto la condivido, e per gli altri sport diffusi e popolari troveremo un'altra soluzione. Qualora, invece, se ne vorranno aggiungere altri, cambiando naturalmente, l'impostazione della legge e facendola diventare "la legge degli sport più praticati", a questo punto occorrerà tornare in Commissione per rivederla e inserire queste modifiche. Ma non si tratterebbe più, per della legge per valorizzare e tutelare gli sport tipici del Piemonte.
Ricordo, per chi ancora non lo sapesse, che si tratta di sport a rischio di estinzione. Tutti gli anni, infatti, si perdono delle squadre di serie A, anche perché gestire gli sferisteri comporta costi significativi.
Allenare un ragazzo e insegnargli a tirare la palla col pugno destro o sinistro a 120 metri di distanza e farla rimbalzare otto o dieci volte, è ben più difficile che insegnare a giocare a calcio, anche perché ci giocano tutti (poi l'eccellenza emerge dopo).
Questi sport rappresentavano l'unica "atletica" conosciuta dalle nostre comunità locali, assieme alle bocce (che non è considerato sport olimpico ma è decisamente un'attività più diffusa, perché praticata anche in Tunisia e in Francia) o a qualche altra variante, come "la lunga", che si gioca soltanto qui. Ma questi sono un'altra cosa.
Apprezzo l'intenzione del collega Cattaneo, ma non possiamo affidare all'improvvisazione di una serie di spinte e di controspinte.
Ribadisco che apprezzo la sua intenzione, ma un conto è dire che si vuole avere una legge che tuteli gli sport tipici e tradizionali del Piemonte, sapendo che sono quelli (poi si potranno presentare anche cinquanta emendamenti per specificare come si intendono tutelare e quant'altro), un conto è cambiare la specie e i punti di riferimento. In quel caso sarebbe proprio un'altra legge e non la si potrebbe definire a colpi di maggioranza. Come si fa a dire, ad esempio, a colpi di maggioranza, che l'hockey, sport dal nome inglese, è diventato uno sport tipico del Piemonte? Sarebbe un'altra cosa e non si potrebbe più chiamare in questo modo. Poi, per carità, avrà tutta l'opportunità di essere difeso non meno che le bocce, che non sono considerate 'sport olimpico'.
Se restiamo a quella legge, noi la firmeremo; altrimenti aggiorniamo la discussione.



PRESIDENTE

La ringrazio anche per il contributo culturale.
Ha chiesto la parola il Presidente Cota Roberto, che interviene in qualità di Consigliere.



COTA Roberto

Vorrei intervenire in qualità di Consigliere anche per spiegare il motivo della presentazione di un emendamento. Vorrei fare innanzitutto una premessa: non ho niente contro lo sport del tamburello, la pallapugno e le associazioni che lo praticano tra mille problemi e tra diverse difficoltà organizzative ed economiche - e quindi sono assolutamente d'accordo sulla finalità della legge e sull'esigenza che il Consiglio regionale dimostri attenzione verso questi sport - però ritengo che l'elenco di due sport non sia assolutamente esaustivo di tutta la realtà piemontese. Questo perché? La definizione di sport tipico a che cosa si attaglia? O si attaglia ad uno sport nato nella nostra regione (per esempio, il tamburello, uno di questi due sport, non è nato nella nostra regione), oppure si attaglia ad uno sport praticato esclusivamente nella nostra regione, se vogliamo essere esclusivi tra virgolette.
La pallapugno, pur essendo molto praticata nella nostra regione, è praticata, per esempio, anche in Liguria. Esiste un campionato europeo seppur con regole che vengono adattate. Non possiamo utilizzare come criterio per individuare gli sport tipici il fatto che uno sport sia nato in Piemonte e che venga praticato esclusivamente in Piemonte. Dobbiamo utilizzare un altro criterio. Qual è il criterio che dobbiamo utilizzare? Secondo me, il criterio deve essere legato ad alcuni tratti distintivi tipo il fatto che deve essere uno sport, prima di tutto, che non sia diffuso così tanto su scala nazionale o internazionale, e uno sport che non ha bisogno di tutele ed incentivi, ma uno sport che sia diffuso prevalentemente all'interno della nostra regione e che rappresenti un tratto distintivo di una parte del territorio. Allora l'hockey su pista è uno sport che è diffuso assolutamente sul territorio del Piemonte orientale ed è uno sport che ha rappresentato un pezzo della storia sportiva del Piemonte orientale. Come facciamo a dire che questo non è uno sport tipico del Piemonte? Non stiamo parlando dell'hockey, che ha origini inglesi stiamo parlando dell'hockey a rotelle su pista, diffuso prevalentemente nella zona di Novara e nella zona di Vercelli. O si dice che Novara e Vercelli non fanno parte del Piemonte, oppure bisogna riconoscere che, come in provincia di Cuneo c'è uno sport tipico che è la pallapugno e il tamburello, così esiste un'altra parte di Piemonte, il Piemonte orientale dove esiste un altro sport tipico, l'hockey a rotelle su pista.
Ricordo i trentadue scudetti che sono stati vinti dalla squadra di hockey di Novara e i tre scudetti che sono stati vinti dall'Amatori Vercelli, e anche le tre squadre in serie A oggi presenti nella città di Novara. Questo che cosa vuol dire? Che se esistono tre squadre su quattordici in una sola città, questo è uno sport tipico e che ha quantomeno, una diffusione e una storia peculiare che caratterizza il Piemonte.
Questo è difficile da sostenere e per questo non ho potuto far finta di niente e mi sono sentito in diritto, unitamente agli altri colleghi, di presentare un emendamento.
Sono anche disponibile ad approfondire ulteriormente la materia, magari in questa settimana, se il provvedimento viene riaggiornato a martedì prossimo, però non vedo, da un punto di vista logico, vie di uscita, a meno che non si voglia dire che si fa una legge a sostegno della pallapugno e del tamburello come singoli sport. Allora io la voto, perché non ho nulla contro la pallapugno e il tamburello, anzi mi sento di dire che sono due sport che devono essere sostenuti.
Tutte le considerazioni che ha fatto il Consigliere Riba valgono anche per l'hockey su pista. Penso alla difficoltà di insegnare uno sport in disuso, oppure che sta attraversando un momento di difficoltà. Bene, questo vale anche per l'hockey su pista. Forse il Consigliere Riba non conosce la realtà dell'hockey a rotelle su pista, però posso dirvi che ci sono sempre meno iscritti, ci sono sempre meno squadre a praticare questo sport.
Soprattutto, a livello giovanile, è ormai difficile praticarlo: c'è tutta una serie di problemi, legati al costo dell'attrezzatura e all'organizzazione dei settori giovanili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Vorrei riaffermare la piena disponibilità e volontà del Gruppo di Alleanza Nazionale a sostenere questa legge, che riteniamo una legge importante, tesa alla valorizzazione degli sport tipici che sono propri di alcune zone del Piemonte, in particolare della provincia di Cuneo, ma anche della provincia di Alessandria, che versano in difficoltà, come altri colleghi hanno già sottolineato.
All'articolo 2 sono stati apportati dal mio Gruppo un paio di emendamenti aggiuntivi. Aggiungono semplicemente delle indicazioni di tipo nominalistico rispetto a sport che sono compresi nelle federazioni di appartenenza (tamburello e pallone elastico), quindi non vanno a toccare le dotazioni finanziarie. E' soltanto una questione di correttezza e di riconoscimento storico rispetto a sport come la pantalera, che hanno un loro campionato autonomo rispetto al pallone elastico e rispetto al tamburello, ma che sono compresi nella federazione del pallone elastico.
Quindi, nessuna volontà di diminuire o di suddividere i finanziamenti o i fondi (è la stessa famiglia sportiva), ma la volontà di dare un riconoscimento storico a questi sport minori, addirittura, tra gli sport minori e che, invece, meritano, proprio perché la legge intende valorizzare degli sport tipici, e più tipico di quello non ce n'è. Altro discorso è invece la questione relativa alle bocce. Ho anche firmato l'emendamento del collega Mellano, che introduce un'ipotesi sulla quale mi sembra che il Consiglio possa anche discutere. Mi pare di capire che gli stessi proponenti avevano pensato di introdurre le bocce tra gli sport tipici, ma poi, ragionando sulla sua diffusione e, quindi, sul finanziamento collegato, che avrebbe dovuto essere molto ampio e forse penalizzante per altri sport tipici, come il tamburello e il pallone elastico, hanno escluso tale sport, ma le bocce hanno una loro dignità di sport tipico piemontese.
Se poi il Consiglio decide, nella sua autonomia, di limitarsi a garantire quelli tra gli sport tipici che hanno sicuramente maggiori problematiche di diffusione, di assenza di campi e di carenza di strutture adeguate, è una giusta determinazione che si può prendere in sede consiliare. Pertanto ritengo che, andando avanti nel proseguimento dell'esame della legge, ci siano le condizioni, con le giuste modificazioni, di arrivare alla sua approvazione, perché comunque ne condividiamo l'importanza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

La discussione che c'è stata ha apportato una serie di proposte che ritengo tutte utili e degne di attenzione. Vorrei fare una proposta.
Mi sembra che il ritorno in Commissione - l'abbiamo detto prima - sia stato liquidato. Se si ritorna in Commissione, questa legge muore, come sono morte tutte le leggi che sono tornate in Commissione, se non di interesse prettamente generale.
Quello che è stato proposto da molti Consiglieri può essere certamente compreso in altri progetti di legge o in un eventuale disegno di legge, di riordino che, se approvato, diamo subito la disponibilità. Oppure azzerare questo progetto di legge, qualora approvato dal Consiglio e quindi qualora diventasse legge regionale.
Proporrei un emendamento al titolo che credo possa dare una risposta puntuale a tutto quello che è stato detto e possa conciliare anche con una possibilità di presentare un progetto di legge e un disegno di legge di riordino su altri sport, cambiando il titolo da "sport tipici piemontesi" a "nella tutela del tamburello e della pallapugno" così risolviamo il problema, su questo c'é una convergenza, però vediamo con una legge di riordino. In questo modo siamo in grado di approvare questa legge, avendo ascoltato tutti, questa sera stessa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Racchelli; ne ha facoltà.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e sport

Ho ascoltato con interesse le varie posizioni e le varie considerazioni. In un primo tempo mi ero confuso sull'hochey, avevo inteso l'hochey in senso generale.
Una valutazione molto serena sull'hochey a rotelle fatta dalla nostra Regione ha evidenziato che questo sport ha avuto degli esempi in alcune città di rilevanza nazionale e internazionale. Non considerarlo, quindi uno degli sport - che oggi non pratica quasi più nessuno - come sport oggetto di questa legge, consideralo uno sport che va difeso e tutelato, lo considero corretto. Nel panorama degli sport minori, degli sport in via di estinzione, è uno sport che va difeso. Ragion per cui credo che sia corretto inserire questo sport nella legge. Sono convinto che il tamburello e la pallapugno, vadano assolutamente difesi perché sono sport che indubbiamente soffrono di una situazione estremamente delicata, ma poich sappiamo tutti quanto come chi pratica l'hochey a rotelle abbia bisogno di sostegno perché poco praticato e poco promosso, credo non sia uno scandalo inserire una proposta del genere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Intervengo per chiarimenti.
Presidente, Assessore Racchelli il mio intervento non voleva avere la presunzione di essere risolutivo. Ho fatto un intervento che mi sembrava propositivo per trovare una soluzione questa sera su un importante progetto di legge giacente nell'o.d.g. oggi, prima nell'elenco aggiuntivo, da anni.
Modificando il titolo noi siamo in grado di approvare la legge questa sera.
L'Assessore ha detto che la questione dell'hochey è rilevante e quant'altro, che le proposte che ha ascoltato sono importanti, io chiedo ed ecco il chiarimento, alla Giunta di dare parere favorevole, se ritiene, altrimenti dire se è contrario alla proposta di legge. In seguito l'Assessore Racchelli, che è bravo a fare le leggi, venga in aula con un disegno di legge di riordino e con una proposta economica per sostenere quanto contenuto in questa proposta di legge. Da parte nostra, la più ampia disponibilità ad approvare il disegno di legge, anche con la previsione di un azzeramento totale della legge regionale eventualmente approvata questa sera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per comunicazioni, l'Assessore Racchelli ne ha facoltà.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo e sport

Anche per sfatare il detto che sono sempre d'accordo con il Consigliere Cattaneo, e non è così. Io sarò anche bravo fare le leggi, ma mi sembra assurdo fare una legge apposita per l'hochey. Se è possibile si inserisce in questa legge, se si deve fare una legge, mi prendo l'impegno, farò una leggina di un articolo per inserire l'hochey su rotelle..



PRESIDENTE

Visto che avevamo previsto la fine dei lavori alle ore 19 riaggiorniamo la seduta a martedì prossimo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.59)



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