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Dettaglio seduta n.414 del 25/11/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.00 il Presidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



(La seduta ha inizio alle ore 10.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Cantore, Casoni Cavallera, Costa Enrico e Ghigo.


Argomento:

b) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute: 23-24-30 settembre 2003 e verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Cotto Mariangela


PRESIDENTE

Con decreto n. 140 del 24 novembre 2003 il Presidente della Giunta regionale Ghigo, ha attribuito, temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la seduta di martedì 25 novembre 2003, all'Assessore Mariangela Cotto.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, essendo stata impegnata quasi un'intera giornata per approvare l'ordine del giorno relativo all'affissione del crocifisso in quest'Aula, mi sarei verosimilmente aspettato, ritenendo la Presidenza sovrana, che si sarebbe dovuto ottemperare alla volontà dell'Aula, essendo stata da essa richiesta. Se la cosa avesse profili di illegittimità illegalità, eccesso di potere o violazione di legge, qualcuno avrebbe potuto impugnare l'atto. I casi sono due: o lei non riteneva che si potesse attuare, e allora non avrebbe neanche dovuto mettere in discussione quell'ordine del giorno, o lei riteneva che si potesse attuare, e allora dovrebbe ottemperare immediatamente al suo dispositivo. Se neanche la Presidenza di questo Consiglio è rispettosa della volontà del Consiglio medesimo, non possiamo pretendere il rispetto degli altri.
Quindi le chiedo, Presidente, di ottemperare all'ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, lei dovrebbe redarguire il Consigliere Brigandì. L'ordine del giorno non impegna, assolutamente, l'Ufficio di Presidenza all'esposizione del crocifisso in quest'Aula. Qualora questo si verificasse, si correrebbe il rischio di ledere gravemente le prerogative e le sensibilità dei singoli Consiglieri. Non vorrei che l'esposizione di quel simbolo portasse a dover, necessariamente, non mettere piede in quest'Aula, con tutte le conseguenze del caso e con le possibili impegnative sulla validità della seduta di questa Assemblea.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Contu.
Come Ufficio di Presidenza, si è pensato di convocare la riunione, come peraltro ogni settimana, mercoledì. Domani, quindi, l'Ufficio di Presidenza si riunirà, prenderà visione, oltre al resto, anche degli ordini del giorno e, in base alle indicazioni che gli stessi forniscono, deciderà come comportarsi nel merito.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Fondi sanitari - Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 2017 del Consigliere Muliere inerente a "Ospedale di Novi Ligure e Ovada"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2017, presentata dal Consigliere Muliere.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Cortesi colleghi, in riferimento all'interpellanza del Consigliere Muliere sugli ospedali di Novi Ligure e di Ovada, comunico e preciso quanto segue: Gli ospedali di Novi Ligure e Ovada sono oggetto, come del resto tutta la rete ospedaliera della province di Asti e di Alessandria, di una profonda azione di riordino strutturale ed organizzativo che, in applicazione di quanto dettagliamene previsto negli accordi di quadrante del luglio 2002, prevede l'integrazione funzionale tra i diversi presidi con la creazione di dipartimenti interaziendali e l'utilizzo comune di risorse al fine di realizzare economie di scala.
L'azione di razionalizzazione risulta finalizzata e garantire la risposta ai bisogni sanitari attraverso il mantenimento dei livelli assistenziali, perseguendo nel contempo l'equilibrio economico aziendale e di quadrante.
In particolare gli interventi sulla rete ospedaliera mirano ad una differenziazione delle attività tra i vari presidi, specie nell'ambito dell'area chirurgica specialistica e dell'area materno infantile.
Nel dettaglio, fornisco ora le risposte ad ogni singolo quesito (che mi pare essere 13 o 14, non li enuncio ma faccio riferimento al primo, al secondo, al terzo e così via), per punti esattamente come erano stati formulati nell'interpellanza.
1) Così come indicato dalla Regione con D.G.R. 11-4878 del 21.12.2001 e direttiva prot. n°. 1263/D8 del 2 febbraio 2000 della Programmazione Sanitaria, la Direzione dell'ASL 22 ha inteso adeguare la disponibilità dei posti letto sulla base della necessità, tenendo conto delle modificazioni della tecnica medica (faccio riferimento alla trasformazione da degenze ordinarie in day-hospital e day-surgery). La dotazione di posti letto è quella indicata dalle linee di programmazione regionale, tenendo conto che il calcolo di 4,5 posti letto per abitante deve tener conto dei posti letto per alta specialità che sono collocati presso le Aziende Ospedaliere di Alessandria e altre Aziende Ospedaliere di rilevanza regionale e nazionale.
2) La presenza di popolazione anziana ha stimolato la Direzione ad una risposta volta ad un incremento dei posti letto in strutture residenziali che sono passate da 314 nel 2000 a 456 nel 2003.
3) La diminuzione dei parti nel periodo indicato è dovuto al recupero di efficienza del reparto di Ostetricia di Tortona, dalla quale città proveniva una quota rilevante dei parti presentatisi all'ospedale di Novi Ligure.
In rapporto alla popolazione, il numero dei parti esattesi è di circa 500.
Il numero dei parti attuali di circa 460 (92% dell'attesa ) sta a dimostrare la fiducia nella popolazione verso il reparto. Riguardo alle cessazioni dal servizio nel periodo 01/01/2000-31/10/2003 sono cessati tre medici ostetrico-ginecologi, nel contempo sono stati assunti quattro medici ostetrico-ginecologi e tre medici pediatrici (a fronte dei quattro pediatri che avevano rassegnato le dimissioni). Pertanto, non si sono riscontrate riduzione di personale medico in questi settori, anzi è stato conferito incarico quinquennale di Direzione della Struttura complessa di Pediatria dell'ASL 22 al Dott. Rigardo, con decorrenza 1 giugno 2002.
4) Il numero dei dimessi per DGR oncologico è 618 nel 2000 e 535 del 2002. Nel 2003 la proiezione dei dimessi supera i dati del 2000 e comunque c'é un incremento del 20% delle visite oncologiche nel 2003 rispetto al 2002, con la previsione del superamento di 1000 prestazioni. Riguardo al personale medico, al 31/12/2000 erano presenti tre medici; al 31/10/2003 sono presenti tre medici.
5) Le unità di personale infermieristico e tecnico-sanitario nell'ASL 22 hanno avuto le seguenti modifiche: personale infermieristico al 31/12/2000 669, al 31/12/2001 643, al 31/12/2002 628, al 31/10/2003 633; personale tecnico-sanitario al 31/12/2000 79, al 31/12/2001 75, al 31/12/2002 72, al 31/10/2003 71.
Sono in corso alcune assunzioni di personale infermieristico e tecnico sanitario mediante trasferimento ed è stata attivata la procedura per pubblici concorsi sia di personale infermieristico sia di personale tecnico-sanitario. Sono state anche attivate assunzioni di personale del ruolo tecnico e sono in fase di svolgimento i corsi di riqualificazione per operatore socio-sanitario del personale di assistenza dipendente.
6) Nella sala operatoria di Novi Ligure è presente un'autoclave di 6 unità nella sala chirurgica, una di 8 unità nella sala ortopedica, una di 2 unità nella sala ginecologica.
7) L'attrezzatura in dotazione è stata aggiornata tecnologicamente e sono stati acquistati nuovi manipoli in data 23/12/202, logicamente e sono stati acquistati nuovi manipoli in data 23/12/2002, mentre è stato acquistato un nuovo Facoemulsificatore in data 30/07/2003.
8) Nel 2003 sono stati acquistati cinque monitor per ventilatori polmonari per anestesia e rianimazione nel presidio ospedaliero di Novi Ligure e un monitor pressorio per il DEA/PO di Novi Ligure per un totale di euro 65.000; apparecchi per la pressione e fonendoscopi appartengono alla categoria "presidi e strumentario chirurgico". Sono articoli che generalmente fanno scorta a magazzino, facilmente reperibili e di modesto valore economico. Ne è garantito l'approvvigionamento attraverso l'adozione di provvedimenti periodici di fornitura: al presente é in atto la determinazione n. 244 in data 24/03/2003 assunta su proposta dell'Unità Operativa Autonoma Economato Provveditorato per il fabbisogno del biennio 2003-2004. A ulteriore completa copertura delle necessità concorre anche la Unità Operativa Autonoma Tecnologie biomediche fisico sanitaria che ricorrendo a ditte esterne tramite il servizio di manutenzione in appalto, si fa carico periodicamente di ritirare le partite di strumenti difettosi e non sufficientemente affidabili per la revisione.
Per le due voti evidenziate (sfigmomanometri e fonendoscopi) gli oneri di spesa sostenuti nel biennio 2002-2003 sono così rappresentati: 2002 euro 3.440, 2003 euro 4065.
9) In data 14/03/2002 si è provveduto a dotare l'Azienda, in base alle necessità con noleggio di 12 fotocopiatrici tecnologicamente avanzate, i reparti sono dotati di fotocopiatrici standard.
10) Questo è il punto più lungo, in cui si chiede i Dipartimenti Sanitari al 31/12/2000. Questi erano: Dipartimento di Salute Mentale, Dipartimento Materno Infantile, Dipartimento di Chirurgia, di Medicina, di Area Critica, Dipartimento di Laboratorio Analisi, Dipartimento Diagnostica per Immagini, Dipartimento Interaziendale Medicina Trasfusionale Quadrante Sud Est.
Il Dipartimenti Sanitari al 31/12/2003 sono: Dipartimento Strutturale di Medicina Acqui Terme, Dipartimento Strutturale di Medicina Novi Ligure Dipartimento Strutturale Chirurgia Acqui Terme, Dipartimento Strutturale Novi Ligure, Dipartimento Materno Infantile di Acqui Terme, Dipartimento Materno Infantile di Novi Ligure, Dipartimento Interaziendale Anestesia Rianimazione ed Emergenza ospedale Novi Ligure-Tortona, Dipartimento Anestesia Rianimazione ed Emergenza in cui confluiscono le Unità Operative di Anestesia di Acqui Terme e il Servizio Anestesia di Ovada, Dipartimento di Neuroscienze, Dipartimento Strutturale delle Diagnostiche Ospedali Riuniti, Direzione Sanitaria Ovada a valenza dipartimentale Coordinamento Distrettuale a valenza dipartimentale, Dipartimento di Patologia delle Dipendenze, Dipartimento di Prevenzione, Dipartimento di Salute Mentale.
11) La creazione di Dipartimenti Interaziendali fa parte della politica di quadrante finalizzata a creare sinergie volte al miglioramento dei servizi e riduzione delle spese. La spesa totale delle convenzioni anestesisti nel 2002 è stata di euro 267.086, mentre nel 2003 (proiezione 12 mesi) è di euro 272.000. È necessario tener presente l'impossibilità ad assumere personale specializzato.
12) L'indennità contrattuale prevista per i Direttori di Dipartimento gravava sul fondo dell'articolo 50 del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Area Medica; attualmente grava, invece, sulle quote fisse stipendiali e il fondo dell'articolo 50 è stato ridotto di pari importo per cui non vi è ulteriore spesa a carico dell'azienda Sanitaria Locale.
13) In merito ai presunti trasferimenti di personale che non avrebbero senso, a detta del Consigliere interpellante, essendo il quesito posto in maniera vaga, possiamo solo presumere che qualora egli si riferisca a personale in forza presso l'Ufficio Infermieristico non si tratta di trasferimenti ma di attribuzione temporanea di competenza sui presidi dell'ASL 22, con possibilità di rotazione, ferma restando all'assegnazione all'ufficio Infermieristico e la sede di servizio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Ringrazio l'Assessore per la risposta che ha fornito.
Questa interpellanza è stata presentata a gennaio: è quasi trascorso un anno e vi sono stati, nel frattempo, dei cambiamenti. In ogni caso credo che sia utile una riflessione sulla base della relazione dell'Assessore.
Chiederò pertanto all'Assessore di volermi gentilmente fornire il testo della relazione per fare una valutazione sulla base delle domande che avevo posto nella mia interpellanza. Mi riserverò di fare successivamente ulteriori valutazioni. Grazie.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Nell'elenco delle interrogazioni a cui dovrebbero rispondere gli Assessori della Giunta, per la terza o la quarta seduta consecutiva del Consiglio, al primo posto vi è una interrogazione che riguarda l'Assessore Botta. Un'interrogazione che riguarda il testo unico dell'edilizia. Ho già sollevato la questione nella precedente seduta perché, anche in quella occasione, questa interrogazione risultava essere al primo posto e anche in quella occasione l'Assessore Botta si era dichiarato in congedo.
Intervenendo nella discussione, il Consigliere Cattaneo giustific l'assenza dell'Assessore Botta, e il fatto che egli fosse in congedo, con un cambiamento del programma dei lavori d'aula, io abbozzai e presi atto del fatto.
Non si può, anche in questa occasione, iscrivere al primo punto la risposta che deve dare l'Assessore Botta a questa interrogazione, e poi tranquillamente, apprendere che l'Assessore Botta è in congedo: ripeto, per la terza o la quarta volta. Torno a riproporre una questione. Se noi iscriviamo una interrogazione all'o.d.g., non può essere che l'Assessore competente si dichiari in congedo. Ci limitiamo, in maniera burocratica, a iscrivere queste interrogazioni all'o.d.g.. Francamente, questa mattina ero autorizzato a pensare che l'Assessore Botta rispondesse per la terza e quarta volte a questa interrogazione, invece constato, all'apertura dei lavori, che l'Assessore Botta è in congedo. Questo problema deve essere risolto una volta per tutte.
Se un Consigliere legge dall'o.d.g. che la sua interrogazione è tra quelle a cui si darà una risposta, non può capitare che l'Assessore si dichiari in congedo, una volta può andare bene, due è già troppo, tre è addirittura inaccettabile. Vorrei che venisse definita la questione. Se una interrogazione risulta all'o.d.g., l'Assessore non può dichiararsi in congedo e non può dichiararsi in congedo per la quarta volta consecutiva.
Allora non inserite l'interrogazione nell'o.d.g., altrimenti è una presa in giro del Consigliere che viene in aula pensando che quella mattina l'Assessore risponda alla sua interrogazione e poi scopre che questo non capita. Mi sembra, francamente, un modo di procedere anche inutile sollevare e denunciare; non possiamo, tutte le volte, riproporre la questione e tutte le volte sentirci rispondere dal Presidente di turno che il problema esiste, ma poi constatare che tutto continua esattamente come prima.
Se martedì prossimo, leggendo la lista delle interrogazioni, scopro come spero, che questa interrogazione è per l'ennesima volta inserita al primo posto dell'o.d.g. vorrei che l'Assessore Botta fosse seduto ai banchi della Giunta e che l'Assessore rispondesse e non sentirmi dire, per la quarta volta consecutiva, che l'Assessore è in congedo. Insomma, che modo di procedere è questo. Un po' di serietà, Presidente, un po' di serietà!



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, direi di vedere, nella giornata odierna, qualora l'Assessore Botta si presentasse in aula, informalmente, di incontrarci un momento e di vedere le modalità di risposta che l'Assessore intenderebbe dare rispetto alla sua interrogazione. Significa, per esempio, alla prima seduta della Commissione Urbanistica, qualora fosse convocata prima del prossimo Consiglio, se l'Assessore Botta è disponibile ad accordarsi con lei per discuterne in quella sede. Ne parleremo anche con il Presidente della Commissione stessa.
La capisco, Consigliere, cerco di trovare il modo per aiutarci a fare in modo che alle interrogazioni e alle interpellanze, una volta assegnate vi sia la presenza in aula dell'Assessore competente. Certo è che quando la Giunta predispone le risposte, non va a certificare se poi, di fatto, vi è la presenza dell'Assessore in aula o del Consigliere che deve ricevere la risposta. Vale per entrambi. Nel rapporto Giunta Consiglio, a volte, lei sa, come sappiamo tutti, che magari è presente l'Assessore, ma non il Consigliere che deve ascoltare la risposta. Se lei è d'accordo, vediamo di trovare una quadratura nella giornata di oggi.



RONZANI Wilmer

Quello che il Presidente ha detto è vero solo in parte. Il Presidente ha stabilito un rapporto di equidistanza tra le volte nelle quali il Consigliere non è presente e le volte in cui non è presente l'Assessore. Io constato che sono rarissime le volte nelle quali il Consigliere destinatario della risposta non sia presente in aula. Sono pochissime le volte. Constato che, invece, spesso e volentieri non sono presenti in aula gli Assessori che devono rispondere alle interrogazioni.
Ad ogni buon conto, il Presidente, giustamente, ha rilevato e ha fatto sapere all'aula che, di solito, all'Assessore competente viene comunicato che deve rispondere in aula alle interrogazioni, diversamente da ciò che capita, invece, per il Consigliere perché a me, per esempio, la lista delle risposte viene consegnata in apertura dei lavori d'aula, quindi lo vengo a sapere in quel caso.
L'Assessore dovrebbe, di norma, far sapere per tempo se è oppure no in congedo. In quel caso, noi potremmo aggiornare l'elenco delle risposte alle interrogazioni. Mi capita, invece, di constatare che spesso e volentieri l'Assessore viene a conoscenza del fatto che deve rispondere alla interrogazioni e poi comunica il congedo, senza preoccuparsi neppure di comunicarlo alla Presidenza del Consiglio. Per cui, quando il Presidente apre i lavori, legge la lista dei congedi e il Presidente, senza saperlo scopre che l'Assessore, che dovrebbe rispondere ad alcune interrogazioni, è in congedo.
Questo è un problema nostro, del Consiglio, non c'é niente di male se gli Assessori, che non penso scoprano alle otto del mattino di essere in congedo quel giorno, con un certo lasso di tempo comunicano alla Presidenza che quella mattina non ci saranno in maniera che la Presidenza possa eventualmente, aggiornare la lista delle interrogazioni e magari inserire nelle risposte, quelle risposte a quelle interrogazioni che magari rivestono particolare attualità o è più tempo che sono in lista di attesa.
C'é un problema di rapporti tra Giunta, Assessori e Presidenza del Consiglio. Credo di avere ragioni per chiedere di trovare un accomodamento che il Presidente ha proposto, con spirito di servizio, nella volontà di trovare un accordo. L'argomento è importante, parliamo del testo unico dell'edilizia e le competenze e gli atti che devono derivare da questo atto che il Governo ha compiuto a giugno di quest'anno per le assemblee regionali. Ricordo che il Piemonte è una di queste, il Piemonte è una Regione che, diversamente da altre, non ha ancora recepito questa normativa, non ha ancora presentato una proposta di legge che recepisca.
Stante l'importanza di questo provvedimento, vorrei soltanto sincerarmi che venisse mantenuto al primo posto delle risposte alle interrogazioni, in maniera che prossimo martedì, abbiamo otto giorni di tempo, l'Assessore Botta non si prenda impegni e venga a rispondere in aula ad una interrogazione che giace da sei mesi e che è interesse di questo Consiglio capire in che modo l'Assessore competente intende far fronte ad una sua competenza e adempiere un obbligo, che è quello che gli deriva dal fatto di dover presentare una proposta di legge. Proposta di legge che mi risulta l'Assessore abbia incominciato a discutere in giro per il Piemonte attraverso alcuni funzionari.
Vorrei che l'importanza del provvedimento impegnasse l'Assessore a dedicare all'Assemblea regionale la stessa importanza che dedica alle altre assemblee, convocate in giro per il Piemonte. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei. Chiediamo alla Giunta di verificare la disponibilità dell'Assessore Botta ad essere presente martedì prossimo in aula, per rispondere all'interrogazione n. 2302, del Consigliere Ronzani.
Se nella giornata di oggi l'Assessore Botta fosse presente in Consiglio, potremmo esperire le modalità che le indicavo, cioè verificare se vi è la disponibilità, anche da parte del Presidente della Commissione di discuterne a lato della Commissione stessa, oppure avere la tranquillità che martedì prossimo l'Assessore Botta sia presente, al fine di poterle rispondere.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione n. 2296 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi e Suino, inerente a: "Situazione del servizio veterinario dell'ASL di Domodossola"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2296, dei Consiglieri Moriconi Papandrea, Chiezzi e Suino.
La parola all'Assessore D'Ambrosio, per la risposta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'episodio di graffi e morsicature da gatto verificatosi nel Comune di Crevoladossola è stato effettivamente gestito in difformità rispetto alle norme di polizia veterinaria vigenti in materia.
Al momento della segnalazione da parte dei Vigili del Fuoco del Comune di Domodossola, il medico veterinario dell'ASL competente (ASL 14) ha risposto prontamente alla richiesta di intervento. Tuttavia, anche a causa della mancanza di un protocollo di intervento che riportasse indicazioni operative più vincolanti, i successivi interventi sono stati decisi sulla base della pressione degli eventi.
I proprietari dell'animale, ormai decisi in ogni caso a sopprimere il gatto, hanno orientato la decisione dell'ASL di affidare subito l'animale per l'eutanasia al medico veterinario privato. La carcassa del gatto inviata dal Servizio Veterinario dell'ASL 14 presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino è stata sottoposta alle procedure diagnostiche per rabbia, che hanno dato esito negativo.
Va rilevato che, poiché l'animale presentava sintomi eccitativi l'esame post-mortem ha comunque consentito una diagnosi senza dover attendere i dieci giorni di osservazione, prescritti proprio per consentire la rilevazione dei segni clinici.
Per quanto accaduto, sarà comunque nostra premura richiamare il Servizio Veterinario - cosa che è stata già fatta - sull'operato svolto affinché in futuro vengano adottate procedure, non solo rispettose della normativa vigente in tema di morsicature - anche in considerazione della posizione geografica della zona di competenza dell'ASL rispetto alla Svizzera, Paese a rischio per tale malattia - ma in grado di generare decisioni sulla necessità di soppressione degli animali meglio ponderate.
Dalle dichiarazioni fornite dal responsabile del Servizio Veterinario dell'ASL 14 emerge che presso il canile sanitario di Verbania esistono strutture idonee ad ospitare, ogniqualvolta se ne presenti la necessità.
gli animali di affezione posti sotto vincolo sanitario. Per quanto riguarda il problema in generale, anche la normativa regionale in tema di animali di affezione dispone che i cani e i gatti morsicatori, nonché i cani rinvenuti randagi, siano sottoposti a un periodo di osservazione di dieci giorni presso i canili pubblici. Risulta pertanto necessaria, presso i canili di prima accoglienza, la presenza e la disponibilità di locali adatti a soddisfare tale esigenza. Per le realtà territoriali a tutt'oggi sprovviste di canile sanitario sono previsti comunque interventi di emergenza gestiti dai Presidi Multizonali di Profilassi e Polizia Veterinaria, sia per la cattura sia per la custodia di animali che si siano resi pericolosi.
La collaborazione con le Associazioni protezionistiche può essere insostituibile nella fase successiva, in cui, esclusa la necessità di soppressione dell'animale, sia necessario verificare se possa essere educato alla convivenza con le persone e gli altri animali per un eventuale affidamento senza rischi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, e grazie anche all'Assessore per la risposta.
Il primo firmatario di questa interrogazione è il collega Enrico Moriconi, al quale passerò - se l'Assessore è così gentile da fornirlo - il testo scritto che l'Assessore ha letto.
Le osservazioni che posso fare sono queste: mi pare che la risposta dell'Assessore dia ragione alle preoccupazioni espresse nell'interrogazione. In effetti, la soppressione del gatto morsicatore è stata fatta al di fuori di quanto previsto dalle leggi (dieci giorni di osservazione e la consegna a un luogo idoneo). Mi sembra che l'Assessore abbia anche detto che esiste un luogo idoneo presso il canile di Domodossola.
Potrei ancora avere la curiosità di sapere, relativamente al richiamo fatto alle strutture, che si sono comportate in modo non congruo consegnando immediatamente il gatto a un veterinario privato, quindi sopprimendo immediatamente questa creatura, quali siano stati tali richiami.
Se una procedura è stata violata, mi piacerebbe sapere quali conseguenze sono state prese nei confronti di chi ha commesso la violazione e, soprattutto - Assessore - quali iniziative concrete vengono assunte verso il settore privato animalista che l'interpellanza definisce molto attento e capace di intervenire in situazioni di questo genere, per evitarle.
Ringrazio, dunque, l'Assessore e consegno la risposta scritta al collega Enrico Moriconi, che, se riterrà, potrà tornare successivamente sull'argomento. Grazie.



PRESIDENTE

Le facciamo immediatamente pervenire copia, Consigliere Chiezzi, al fine di illustrare anche al Consigliere Moriconi le risposte dell'Assessore D'Ambrosio, in merito alla interrogazione n. 2296.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2505 presentata dal Consigliere Tapparo, inerente a: "Quali prospettive per gli anziani dell'Opera Pia E. Clara di Chiasso (TO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2505, del Consigliere Tapparo.
La parola all'Assessore D'Ambrosio, per la risposta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'interpellanza del Consigliere Tapparo attiene alla situazione che si è creata all'Opera Pia Clara di Chivasso, dove, essendo una nuova struttura, il Consiglio di Amministrazine ha deciso di elevare il costo della retta. Ma su questo, tornerò.
Ricordo che l'Opera Pia Clara di Chivasso è una ONLUS di diritto privato, il cui regime giuridico è stabilito dal Codice Civile che ne demanda al Tribunale il controllo e la vigilanza.
La Regione Piemonte, con DGR n. 3666-46955 del 9 giugno 1995 autorizz l'ente al cambiamento della ragione sociale, da IPAB a ONLUS, approvandone contestualmente il nuovo Statuto.
La struttura è stata oggetto, nel corso degli ultimi anni, di un radicale intervento di ammodernamento e di adeguamento agli standard funzionali minimi previsti dalla DGR 41-42433 del 1995. Tali interventi sono stati posti in essere attingendo esclusivamente da risorse di bilancio di proprietà dell'ente.
Devo dire che era stata presentata una richiesta di finanziamento da parte dell'Opera Pia Clara, sulla legge 22/1990, e che la Regione aveva assegnato 300 milioni, che, però, l'Opera Pia Clara non ha mai ricevuto.
L'anno scorso, trascorsi i dieci anni, la Regione ha comunicato che l'Opera Pia Clara non aveva più diritto a quel finanziamento.
Ribadisco che l'Opera Pia Clara è una ONLUS e quindi, come tale, non persegue fini di lucro, ma necessariamente deve anch'essa rispettare il vincolo del raggiungimento del pareggio di bilancio, nel cui ambito pu perseguire, come da Statuto, un'azione di aiuto per gli anziani poveri di Chivasso.
L'Amministrazione dell'ente, sia per i nuovi costi fissi della struttura sia per l'adeguamento in termini di requisiti organizzativi e gestionali imposti dalla normativa (la legge 41) ha ritenuto in totale autonomia di adeguare le rette praticate sino ad oggi.
Attualmente, le rette mensili variano da un minimo di 361 euro a un massimo di 930 euro, con una media di 770 euro al mese.
Come dicevo poc'anzi, i costi di gestione non permettono il mantenimento delle attuali rette - questo è quanto mi riferiscono il Presidente e il Consiglio di amministrazione - vuoi per il dovuto incremento del personale specializzato. Stando alle nuove normative la struttura dovrebbe avere un medico, quattro infermieri professionali, 26 adest, 3 amministrativi; quindi, sia i costi dovuti alla gestione all'aumento del personale sia i costi per gli spazi a disposizione per i servizi erogati.
Questo è quanto mi ha esplicitato il Presidente e il Consiglio di amministrazione. Per quanto attiene poi alla valutazione della Giunta Regionale sul merito della vicenda, devo ricordare che per gli anziani poveri, siano essi di Chivasso così come di qualunque altra zona del Piemonte e dell'Italia, esiste un preciso ed efficace sistema di protezione sociale assicurato dallo Stato.
Più precisamente l'anziano non autosufficiente, dopo la valutazione delle competenti Unità di Valutazione Geriatrica, viene inserito in una struttura convenzionata, dove viene assistito in modo appropriato e per cui la Sanità si fa carico della quota sanitaria della retta di permanenza nella struttura medesima.
L'anziano non autosufficiente e non abbiente viene inoltre preso in carico dai servizi sociali del Comune territorialmente competente, i quali provvedono ad assicurare il pagamento della retta di permanenza in struttura convenzionata appropriata. Non si ravvisa quindi una situazione preoccupante per questi utenti, almeno per quanto attiene al futuro e soprattutto al 2004, poi spiegherò il motivo. Tanto più che nello specifico le liste d'attesa all'ASL 7 per gli anziani non autosufficienti sono tra le più brevi del Piemonte.
L'Opera Pia Clara ha solo recentemente presentato domanda di convenzionamento all'Azienda Sanitaria. Quest'ultima, verificati i requisiti strutturali e gestionali ai sensi della su richiamata D.G.R. n.
41/95, potrà convenzionare un numero di posti letto in misura da definirsi nel piano di attività dell'anno 2004.
Il Direttore dell'ASL, da me interessato, mi ha comunicato che, una volta autorizzata, la struttura avrà diritto alla richiesta per posti letto in RSA e in RAF e mi ha assicurato che certamente ci sarà la disponibilità di posti letto in RSA e in RAF. Per la precisione mi ha aggiunto che essendo in chiusura di anno non è possibile all'ASL apportare modifiche sul piano di attività 2003 con risorse già attribuite in ottemperanza ad una programmazione concordata anche con la Conferenza dei sindaci del territorio.
Quando questa fattispecie si realizzerà preciso che, qualora l'Opera Pia Clara ne facesse richiesta, una parte degli anziani non autosufficienti ospitati in regime di RSA ed un'altra parte di anziani non autosufficienti in regime di RAF potranno rientrare nel novero di coloro le cui rette di degenza vengono integrate dal sistema sanitario regionale.
Resta il problema degli anziani poveri che oggi sono ospitati nella struttura con rette mensili veramente molto basse; facevo riferimento prima a rette mensili di 350-400 euro al mese. Che cosa fare per questi anziani? La Direzione dell'Opera Pia e il Consiglio di amministrazione mi hanno sottolineato che faranno di tutto per coprire la retta di questi anziani compatibilmente con il loro bilancio, così come da Statuto e compatibilmente con le entrate che derivano dagli immobili che l'Opera Pia possiede.
C'è un problema che ha sollevato un po' di scalpore dovuto al fatto che nei mesi scorsi l'Opera Pia ha alienato dei beni immobili in Chivasso, ma su questo non intendo né fare una comunicazione né interferire. Ci saranno le sedi opportune dove dibattere del come questi beni sono stati alienati.
In conclusione, siccome l'interpellante ha chiesto che cosa la Giunta ha fatto, debbo ribadire che se l'Opera Pia fa domanda di autorizzazione c'è la disponibilità da parte dell'ASL di assegnare posti in RSA e in RAF seguendo l'iter normale. Per quanto riguarda i non autosufficienti indubbiamente collega Cotto la devo coinvolgere, perché è chiaro che deve essere soprattutto il Consorzio e il Comune ad intervenire, però il socio assistenziale potrà quanto meno dare degli input specifici sia al Consorzio sia a livello istituzionale al Comune stesso.
Ricapitolando: attualmente gli ospiti dell'Opera Pia sono 42. I titolari della stessa vorrebbero attivare nella nuova struttura ben 72 posti letto con una retta mensile media di 1500 euro. E' chiaro che gli attuali ospiti non sono in condizione - almeno questo è quello che hanno dichiarato - di pagare una retta di 1500 euro per la quale - ribadisco una quota parte, cioè 24 di questi ospiti, possono avere la quota sanitaria che come sapete varia in ambito regionale.
Anche questo lo andremo a definire quanto prima per uniformarla, ma comunque varia dalle 45 mila alle 94 mila giornaliere. Così per quanto riguarda la RAF; l'altra quota parte di questi ospiti che andranno ospitati in RAF, potranno usufruire anche questi di una quota parte che viene dalla sanità. Mentre il problema che c'è e che bisogna cercare di risolvere assolutamente è quello degli ospiti in RA, cioè gli ospiti autosufficienti, però in condizioni economiche disagiate o disagiatissime.
Mi fa piacere altresì comunicare che gli ospiti attualmente sono presso la Casa Madre del Comune di Montanaro. La convenzione è stipulata con la Casa Madre e scade nel mese di gennaio dell'anno prossimo.
Quindi, teoricamente entro il mese di gennaio bisognerebbe trasferire questi ospiti nell'Opera Pia di Chivasso, ma non escludo, se non si raggiunge ancora un accordo definitivo, che si possa chiedere un'ulteriore proroga alla Casa Madre di Montanaro, e quindi fare ospitare ancora questi 42 cittadini a Montanaro.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per la tempestività (o relativa tempestività) della risposta in una materia delicata. Difatti si è visto anche dall'esposizione dell'Assessore come si tratti di elementi molto delicati.
Il primo aspetto che balza in evidenza in questo caso è che la vicenda dei 50 ospiti, oggi diventati 42, dell'Opera Pia Clara è scoppiata improvvisamente, ma poteva essere prevista.
L'interrogativo che mi pongo è perché, sapendo che si delineava questa prospettiva, gli amministratori dell'Opera Pia Clara non hanno avviato rapidamente la procedura per la convenzione con l'ASL.
Assessore, la pregherei di seguire il mio ragionamento.
Mi pare che il primo nodo sia proprio questo. Suppongo che siano amministratori abili e coscienziosi, ma non hanno avviato tempestivamente la procedura per attivare la convenzione, in modo tale da togliere all'Assessore l'imbarazzo di una situazione di emergenza che si viene a creare a gennaio e che, grazie ai suoi interventi, probabilmente, non lascerà in una situazione critica le persone ricoverate a Montanaro, con un probabile prolungamento di alcuni mesi. Questo era il primo interrogativo.
Il secondo interrogativo, più di fondo - approfitto anche della presenza dell'Assessore Cotto - è che con il passaggio dalle IPAB alle ONLUS di diritto privato, con il tribunale che ha la vigilanza, credo che si debbano trovare forme di sollecitazione e di attivazione da parte della Giunta; perché in questo caso si pone il problema di come i grandi lasciti che l'Opera Pia ha avuto, ha ed avrà, possono in qualche modo inserirsi e concorrere a poter calmierare le rette.
Lei diceva che è stata venduta una parte del patrimonio dell'Opera Pia Clara.
Ebbene questo è un aspetto estremamente delicato, nel senso che la politica immobiliare non è facilmente disancorabile dalla finalità statutaria che certamente ci sarà, perché potrebbe pregiudicare quell'alimentazione che deriva dalle risorse immobiliari disponibili e che tra l'altro, è stata donata dai donatori storici proprio con la volontà di intervenire a favore degli anziani poveri.
Ci troviamo in una situazione assai imbarazzante, anche perch Assessore, lei sa che, sebbene l'ASL di Chivasso sia molto rapida nelle procedure di riconoscimento delle domande che vengono fatte per convenzionarsi, non dispone ancora di un numero di posti letto sufficientemente elevato.
Nei prossimi mesi, rischiamo di trovarci di fronte all'aggravamento del problema degli anziani poveri, in una situazione di criticità progressiva delle amministrazioni comunali, dovuta anche alla Finanziaria in corso di approvazione in Parlamento che, in qualche misura, si ripercuote anche sulle possibilità di azione da parte del Consorzio intercomunale. Assessore mi dispiace per lei, ma ne ha la responsabilità.
Vista la piena fiducia nei suoi confronti (almeno a livello giornalistico) da parte del Presidente Ghigo, certamente dovrà affrontare questo problema.
E' un problema estremamente delicato. Lei non può dire: "E' il Comune sarà l'Assessore Cotto". Si tratta di una soluzione a sistema, nella quale la parte sanitaria deve viaggiare con la parte assistenziale possibilmente alla stessa velocità di marcia.
Quindi concludo dicendo prima di tutto che è disdicevole che si proceda oggi a fare una domanda di convenzione sapendo che questa sarebbe stata la prospettiva.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Non è colpa dell'Assessore, sia chiaro!



TAPPARO Giancarlo

Secondo cosa: visto che lei ha buoni rapporti con il Presidente dell'Opera Pia E. Clara, potrebbe chiedergli se, quando si è fatta la scelta di ristrutturazione, è stata prospettata alle 50 persone che si sarebbe determinata questa situazione. A me risulta che a suo tempo non è stato prospettato nulla in tal senso, cioè per tempo. In tal caso, il fiorire giusto, legittimo e tempestivo di preoccupazioni da parte della popolazione chivassese avrebbe permesso probabilmente di guadagnare tempo.
Quindi, il mio giudizio su questa vicenda resta sospeso. La voglio vedere all'opera. Assessore, mi pare che nel mese di gennaio o febbraio si giochi una partita cruciale soprattutto per questi anziani poveri.
Dovremmo trarre, poiché situazioni del genere se ne stanno moltiplicando in Piemonte, esperienza da questa vicenda e fare in modo che gli Assessori competenti (lei e l'Assessore Cotto) possano anticipare questi processi ed evitare che si determinino situazioni, a volte incomprensibili, per la comunità.
Ringrazio per la rapidità della risposta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

E' inusuale l'intervento dell'Assessore D'Ambrosio che permetto solo per aiutarci.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Né D'Ambrosio, né la collega Cotto possono avere il dono della chiaroveggenza. Se c'è una ONLUS che non intende convenzionarsi con il Sistema sanitario, né avere aiuti dal socio-assistenziale, non sta a me andare a stimolare queste persone.
Conosco bene il Presidente della ONLUS perché è il prete di Chivasso Don Piero, non per altri motivi. Però mi premeva sottolineare che, se ad oggi non c'è ancora la richiesta di riconoscimento della struttura, la colpa non è certamente mia.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Contu ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore Pichetto Fratin volevo ricordarle che la TNT, per la quale avevamo sollevato una risposta, è in una situazione assolutamente drammatica.
Trenta lavoratori da oltre sette mesi non percepiscono una lira per questioni di tipo burocratico-amministrativo. La pregherei di calendarizzare per il prossimo martedì la risposta all'interpellanza, ma anche se non ci fosse la risposta, preferirei che fosse risolto il problema, perché in settimana è prevista una clamorosa protesta da parte di lavoratori che, francamente, non ne possono più.



PRESIDENTE

Non mi sembra che l'Assessore Pichetto Fratin abbia preso ufficialmente un impegno. Ne ha preso nota, ma non vi è la garanzia che risponda martedì prossimo. Lo preciso solo per dovere di rapporti istituzionali e di correttezza.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 1150, presentata dal Consigliere Chiezzi, inerente a "Crisi alla F.C.E. di La Cassa"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 1150, inerente a "Crisi alla F.C.E. di La Cassa" presentata dal Consigliere Chiezzi, alla quale risponde l'Assessore Pichetto.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Mi sia consentito, Presidente, intervenire brevemente in merito alla questione che ha citato il collega Contu.
Effettivamente, abbiamo sollecitato quindici giorni fa o la settimana scorsa, prima della mia partenza per la Cina, e a tal riguardo sono stati usati tutti i canali, anche quelli interpersonali. Questa mattina vedrò di fare un'ulteriore verifica su questo groviglio di burocrazia e responsabilità.
Con l'interpellanza n. 1150 del 28/11, inerente a "Crisi della FCE di La Cassa", il collega Chiezzi chiedeva se siamo a conoscenza dei fatti e quali iniziative si intende intraprendere, anche in concerto con gli Enti Locali interessati, per favorire una soluzione positiva dei problemi denunciati dall'organizzazione sindacale.
In merito a ciò, la Giunta precisa che la precaria situazione della FCE S.p.A., nota all'Assessorato già dall'estate del 2001, è stata costantemente monitorata e seguita in ripetuti incontri con l'organizzazione sindacale fino alla dichiarazione di fallimento della stessa, avvenuta con sentenza del 07 marzo 2002 del Tribunale di Torino.
A seguito di tale dichiarazione di fallimento, in data 09 aprile 2002 presso la Direzione Lavoro si era svolto l'esame congiunto sulla domanda di concessione della cassa integrazione straordinaria per procedura concorsuale, che il Dott. Pagliero, nella sua qualità di Curatore Fallimentare, avrebbe presentato al Ministero del Lavoro.
La cassa straordinaria è stata autorizzata con decreto del 06 giugno 2002. Pertanto, in conformità alle disposizioni vigenti, i 107 lavoratori in forza alla data del fallimento hanno potuto usufruire, con decorrenza 08 marzo 2002 fino al 07 marzo 2003, di 12 mesi di cassa integrazione straordinaria. Poiché al termine della cassa integrazione straordinaria non sussistevano fondate prospettive di continuazione o ripresa dell'attività e di salvaguardia anche parziale dei livelli occupazionali tramite la cessione del complesso aziendale o di sue parti a qualunque titolo (quindi non solo cessione diretta ma anche eventuale affitto) che avrebbero consentito la richiesta di proroga di ulteriori sei mesi del trattamento straordinario di integrazione salariale, il Curatore Fallimentare, d'intesa con le organizzazioni sindacali, in data 08 marzo 2002 ha collocato in mobilità i lavoratori che ancora risultavano in forza nella curatela fallimentare. Questi lavoratori potranno essere oggetto (penso che in parte siano stati contattati dalla Provincia di Torino) del Piano di ricollocazione di cui al bando scaduto il 10 novembre.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore Pichetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Chiederei cortesemente all'Assessore di fornire la risposta scritta, segnalando che anche questa volta, purtroppo, avviene in tempi indecenti. Questo problema, Assessore Pichetto, è già stato sollevato a lei e all'intera Giunta più volte ed è imbarazzante vedere che con un ritardo così grave si affrontano le questioni. Si mette fino in dubbio l'utilità di risposte in questi tempi. Comunque, la ringrazio anticipatamente se vorrà fornire al sottoscritto il testo della sua risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto, per una breve replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Approfitto della parola per dire che condivido la tardività segnalata dal collega Chiezzi relativa all'interpellanza del 28/11. Rilevo, tuttavia che nel gennaio 2002 la risposta era pronta. Pertanto, sono due anni che risulta depositata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazioni n. 2329 del Consigliere Tapparo inerente a "Grave crisi occupazionale alla Algat di San Carlo" e n. 2341 del Consigliere Giordano inerente a "All'Algat si passa dalla mobilità alla cassa integrazione"


PRESIDENTE

Procediamo all'esame delle interrogazioni n. 2329 del Consigliere Tapparo inerente a "Grave crisi occupazionale alla Algat di San Carlo" e n.
2341 del Consigliere Giordano inerente a "All'Algat si passa dalla mobilità alla cassa integrazione".
Risponde congiuntamente l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Con le interrogazioni n. 2329 del Consigliere Tapparo e n. 2341 del Consigliere Giordano, si chiedeva quali iniziative si intendono promuovere al fine di salvaguardare il posto di lavoro dei dipendenti della Algat S.p.A. e per la salvaguardia della tranquillità finanziaria delle loro famiglie, e quali iniziative intende promuovere la Giunta regionale per realizzare le condizioni che permettano all'azienda di uscire dall'attuale situazione di crisi. A tal riguardo, si premette quanto segue.
La Algat, composta dalla sede legale e sociale a San Carlo Canadese (dove occupa circa 270 dipendenti) e dai siti produttivi di Cuneo (circa 180 dipendenti), di Valgreghentino (circa 125 dipendenti) e di Algat Sud opera da anni nel contesto produttivo dello stampaggio e assemblaggio lamiera, tranciatura fine e lavorazioni meccaniche con il 75% del fatturato totale rappresentato dall'Indotto dell'Auto di cui il 40% verso FIAT Auto S.p.A.
La difficile situazione del settore produttivo e la crisi della FIAT Auto si sono ripercorse sull'azienda in termini di riduzione della domanda, diminuzione dei prezzi di vendita e difficoltà nella programmazione della produzione, oltre a cronicizzate la stasi produttiva iniziata a cavallo degli anni 2000-2001. Il progressivo decremento dei volumi produttivi e il disequilibrio nei margini di redditività avevano indotto l'azienda ad intervenire sull'organizzazione dello stabilimento di San Carlo Canavese con l'attivazione, il 14 luglio 2003, di una procedura di mobilità per 60 lavoratori. Nell'incontro tenutosi in Regione in data 30/07/2003 si è convenuto, quale alternativo alla messa in mobilità, di utilizzare la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale per la durata di 12 mesi, con decorrenza dal 25/08/2003 per 60 lavoratori.
Nel corso di tale incontro l'azienda, che non aveva nascosto anche gravi difficoltà finanziarie, aveva ampiamente illustrato il proprio piano industriale, ritenuto valido anche dalle organizzazioni sindacali, il cui concetto fondamentale era quello di sviluppare più politiche di consolidamento e insieme di diversificazione del prodotto e del cliente sul mercato. Era inoltre stata espressa la volontà di aggredire i più importanti gruppi mondiali operanti nel settore della componentistica potendosi come fornitori di secondo livello rispetto ai costruttori di auto, con l'obiettivo prioritario di cogliere nuove opportunità di business aggiuntivo. Sarebbe stata anche implementata la ricerca di clienti ed applicazioni/settori nuovi (energetico, chimico e tessile) seguendo una logica di opportunità e di mercato, valutando, di volta in volta, il livello di investimenti richiesti e le reali prospettive di crescita dei mercati specifici.
Nel corso del mese di ottobre, tuttavia, le Organizzazioni sindacali delle Province di Cuneo e di Torino hanno rappresentato alla Regione Piemonte forte preoccupazione circa il futuro dell'Azienda e la sorte dei lavoratori dei siti produttivi piemontesi, che avevano cominciato, già dal mese di agosto, a non percepire con regolarità l'intera retribuzione.
Segnalavano che la situazione finanziaria dell'Azienda era precipitata e che in un incontro presso l'Unione Industriale di Torino l'Azienda avrebbe comunicato la volontà di richiedere l'amministrazione controllata.
Il 14 ottobre 2003 si è tenuto un Consiglio comunale aperto a Cuneo nel corso del quale le organizzazioni sindacali hanno segnalato che per lo stabilimento di Cuneo non esisterebbe crisi produttiva in quanto non è mai stata effettuata neppure un'ora di cassa integrazione ordinaria.
E' emersa inoltre forte preoccupazione rispetto alla possibilità di speculazioni sugli insediamenti produttivi. Lo stabilimento di Via Bongiovanni è già stato dismesso, come da accordi con il Comune (si tratta di un'area urbana dove è prevista la trasformazione in area residenziale) e l'attività è stata trasferita nell'altro stabilimento. Il ricavo della vendita del terreno, come da accordi con il Comune, doveva servire al potenziamento dell'altra unità produttiva.
In data 20 ottobre 2003, questo Assessorato aveva provveduto ad incontrare l'Azienda, le Parti sociali e le Istituzioni locali delle Province di Cuneo e Torino per una verifica della situazione aziendale. In tale occasione, l'Azienda aveva confermato la volontà di richiedere l'ammissione all'amministrazione controllata, che poi il Tribunale di Torino ha autorizzato il 10 novembre 2003 nominando Commissario giudiziale il Dottor Alberto Abbate.
Successivamente, l'Azienda aveva richiesto all'Assessorato al lavoro un incontro per verificare la possibilità di aumentare il numero dei lavoratori dello stabilimento di San Carlo Canavese da collocare in CIGS.
Nell'incontro fissato per il 18 novembre 2003 le Organizzazioni sindacali non hanno ritenuto il Piano industriale presentato dall'Azienda degno di credibilità e, soprattutto, hanno deciso di rinviare qualsiasi decisione rispetto al numero dei lavoratori coinvolti dal processo di CIGS al giorno 4 dicembre 2003, ovvero al giorno successivo la data fissata dal Tribunale per l'assemblea dei creditori, che determinerà l'omologa dell'amministrazione controllata oppure il fallimento dell'Azienda.
Per quanto riguarda lo stabilimento di Cuneo, al momento, non risulta attivata alcuna procedura di Cassa Integrazione Guadagni straordinaria.
In merito a ciò, ho anche partecipato ad un'assemblea con i lavoratori svoltasi circa un mese fa. Da parte dell'Assessorato si attende il 4 dicembre per le valutazioni di merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

In verità, il vociferare del Presidente Cota non mi ha consentito di sentire bene i numeri e la risposta dell'interrogazione.
Prescindendo dalla risposta, Signor Assessore, volevo rivolgermi a lei e a tutta l'Aula per parlare un po' di questo problema lavoro in Piemonte.
Lei sa che il numero dei disoccupati è molto alto, gli indici ISTAT dicono che siamo già arrivati a 100 mila unità. Questa mattina ho presentato un'altra interrogazione relativa alla Pluritech, che ha sede nel Canavese attualmente in difficoltà. Volevo chiedere all'Aula e a lei se nell'ambito del suo mandato, non fosse il caso di prendere un po' più in considerazione il fenomeno della disoccupazione, in quanto si continua a mandare gente a casa.
Capisco che i posti di lavoro debbano essere creati dagli imprenditori ma, dal suo Assessorato, al di là di qualche soluzione sui finanziamenti non si ha nulla. 100 mila disoccupati sono troppi, così i 30 milioni di ore di cassa integrazione! Il nostro tessuto industriale si sta particolarmente impoverendo ed è una mortificazione per tutte le Istituzioni e per tutti i cittadini di questa comunità.
A prescindere dalle risposte che darà all'interrogazione, mi rivolgo a lei, che è la massima Istituzione in questo campo per sapere se si può fare qualcosa, innanzitutto, per cercare di far capire un po' a tutti quanti qual è il fenomeno e se si può intervenire sullo stesso prima che queste aziende chiudano, mandando a casa questi lavoratori. In effetti, il numero è diventato talmente alto che non se ne può più. La prego, non gliene faccio una colpa specifica, però, un po' mi dispiace che la risposta all'interrogazione si risolva in un'elencazione di numeri, tanto per formalizzare il lavoro in Aula. Non ho mai sentito un approfondimento sul discorso lavoro e disoccupazione. Abbiamo parlato un po' della FIAT, lei ci ha dato grossi volumi, per i quali la ringrazio, ma la domanda è la seguente: è il caso di analizzare in modo un po' più approfondito il fenomeno della disoccupazione su questo territorio? In che modo si pu fare? Non è lei che fa fallire le aziende, per carità, non voglio dire questo, però, sarebbe necessario qualche strumento in più, magari un'agenzia particolare, visto che la Regione Piemonte gestisce tante aziende. Insomma, chiedo se qualcuna può servire a questo tipo di fenomeno e di vedere, nell'ambito del suo mandato, se c'è la possibilità di approfondire questo discorso, perché i numeri parlano da soli: 100 mila disoccupati sono troppi e tutti i giorni se ne aggiungono altri.
Mi rivolgo a lei che, per cercare di incrementare la produttività voleva recuperare il retro delle buste paga dei dipendenti della Regione per un'ottimizzazione. Su questo sono d'accordo, perché, in tempi come questi, non si deve perdere nulla, ma, secondo me, va fatto qualcosa in più. Insieme a tutto il Consiglio questo fenomeno deve essere sviscerato un po' meglio, in quanto è un fenomeno troppo delicato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

L'Assessore Pichetto Fratin mi ha chiesto una breve replica; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Intervengo brevemente, la ringrazio per avermi dato la parola non in replica all'interrogazione stessa. Vorrei rivolgermi al collega Giordano con cortesia, che spero mi riconosca.
Quando si citano i dati ISTAT è necessario citarli in modo completo così come quando si fanno le analisi. I dati ISTAT ci dicono, comunque, che il Piemonte, oggi, ha il 5,1% di tasso di disoccupazione (è circa la metà di quello di otto anni fa); ci dicono anche che nell'ultimo anno nonostante le grandi difficoltà di diversi settori (auto, tessile, orafo) gli occupati sono aumentati di 40 mila unità. Da una parte, i dati ISTAT sono giusti, come anche dall'altra parte, non possono essere giusti a senso unico.
Peraltro, su questo ho già dichiarato la disponibilità in Commissione a svolgere la più completa analisi, proprio perché, con molta franchezza, una parte di questi dati devono avere una lettura critica, in quanto non sono stabilizzazioni. Quindi, c'è una condizione di mercato del lavoro che non quella da lei descritta. Certo, ogni micro-crisi, ogni messa in mobilità è un trauma. Ogni singolo posto di lavoro è un trauma, ma in questo momento avere circa diecimila soggetti in mobilità (tra la mobilità della 223 e della 236) e circa altri diecimila in cassa integrazione-guadagni, fa ventimila. Cifra consistente.
Dall'altra parte, segnalo che il piano di sostegno al reddito, con bando scaduto il 10 novembre, per quei lavoratori in condizione di non percepire redditi (quindi disoccupazione senza redditi) è stato oggetto su tutto il Piemonte, a fronte di una copertura per tremila posti (2800 indennizzi), di 400 domande.
Ad oggi, quindi, le situazioni di estremo disagio, in base ai dati che ho in mano, sono 400. Il disagio pesante è di essere nella condizione di messa in mobilità, in particolare su alcune fasce di età.
Sono disposto a fare un'analisi critica - peraltro sono anche preoccupato della situazione in difficoltà di alcuni settori - ma occorre avere l'onestà intellettuale di fare un'analisi complessiva di tutti i dati, con la lettura delle due facce della medaglia. Quando dico che i dati ISTAT, citati da lei, indicano 40 mila occupati in più, tento di leggerli con il mio metodo di giudizio. I 40 mila occupati in più sono, in parte, il risultato della regolarizzazione. I settemila in più, nel settore agricolo sono regolarizzati (quindi c'erano già prima, sono solo emersi) quattordicimila in più sul settore delle costruzioni (tra questi, molti sono immigrati, perché sono tipologie occupazionali non gradite e probabilmente, non si adattano alle condizioni dei nostri lavoratori); una parte nel settore dei servizi o del commercio (non così stabilizzati come tutti noi vorremmo).
Si tratta di fare un'analisi, ma deve essere completa, altrimenti, se la facciamo a spot, ognuno di noi può dire tutto il bene o tutto il male.
Non è questa la sua intenzione, ma è solo per ribadirle la più completa disponibilità, da parte della Giunta regionale e del sottoscritto, di svolgere nella sede opportuna, quale la Commissione, l'analisi e il dibattito sui dati occupazionali nell'ambito regionale.



PRESIDENTE

Pur non essendo prevista la replica, se stabiliamo che si tratta di un'eccezione che non viene più ripetuta, do la parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Signor Presidente.
Assessore, sono veramente preoccupato per il fatto che lei continui a non vedere la drammaticità della situazione. I dati, che ho stampato ieri sera in quanto sapevo della trattazione dell'interrogazione, glieli procuro quanto prima, perché non me li sono inventati.
Secondo punto. Quando parliamo di occupazione e di nuove assunzioni dobbiamo meglio precisare. Spesso succede che lo stesso soggetto viene assunto cinque volte nell'arco dell'anno.
Se non leggiamo seriamente i dati, non possiamo vedere alcuna drammaticità. Lei non se ne accorge perché i bandi per questi lavoratori così come per la casa e per altre cose che sistematicamente si fanno, non hanno una durata superiore a venti giorni. I cittadini non sanno che esiste il sostegno perché sul sito internet, al di là delle belle foto inserite (di cui vi faccio i complimenti), la durata dei bandi è troppo esigua e l'informazione non arriva. E' per questo che le domande non si presentano.
Oggi pomeriggio le porterò i dati ISTAT perché non mi sono inventato nulla. Li ho controllati tante volte e le assicuro che i centomila disoccupati sono veramente centomila. Può anche conteggiare cinque volte i flussi di occupazione che vanno e vengono, faccia come crede, tanto sta di fatto che i trenta milioni di ore di cassa integrazione, tra ordinaria e straordinaria, nessuno li toglie; queste ore sono scritte sulle tabelline ISTAT. Con un po' di pazienza si legge tutto.
Assessore, non la voglio mettere in ansia per questo fenomeno che ci angoscia tutti. Al di là della posizione sul territorio del Consigliere regionale - che non patisce come il lavoratore che percepisce 800 euro al mese e in più rischia di restare disoccupato - ritengo che sia necessario in Commissione, o in altre sedi, approfondire il fenomeno per tenerlo sotto controllo e per stabilire le azioni correttive, in termini di imprenditorialità, da apportare al territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Mi rivolgo all'Assessore Pichetto, non solo come Assessore al lavoro ma come Assessore all'industria. Quando ero Assessore, i disoccupati erano 180 mila, ma oggi il fenomeno cambia quantitativamente. Il sistema di misurazione, l'iscrizione al collocamento (come si diceva una volta) sta variando fortemente perché cresce l'età di scolarizzazione. C'è una serie di fenomeni molto complessi che andrebbero studiati.
La richiamo al suo ruolo di Assessore all'industria, non di "becchino" della cassa integrazione, della mobilità, dell'azienda che chiude. Sebbene non sia un liberista, ritengo che il sistema economico si muova: c'è qualcuno che si riduce, altri che crescono, qualcuno che nasce e qualcuno che muore. Pensare che tutto resti fermo nei secoli, forse andava bene nel Medioevo. Oggi è difficile pensarlo.
Tuttavia, spero che il caso Algat insegni qualcosa. Non si tratta di un gruppo piccolo con 50 o 30 dipendenti, ma di un gruppo consistente che sta subendo ripercussioni negative, non solo per le difficoltà del settore auto, ma anche per le scelte produttive della FIAT. Forse, il fatto che la FIAT riduce i suoi stabilimenti nell'area piemontese, ha qualche correlazione in più, rispetto alla crisi generale dell'auto, sulla situazione Algat.
Assessore, capisco che l'amministrazione straordinaria, cioè la legge Prodi, oggi la si vuole utilizzare solo su alcuni fatti emblematici, mentre in passato, negli anni in cui era stata avviata questa esperienza legislativa, ricordo che, oltre alla Indesit e alla Pianelli &Traversa, ne avevano beneficiato anche altre realtà.
Lei insegna che l'amministrazione straordinaria è più imprenditoriale di finire in Tribunale. Il compito di un Assessore all'industria è valutare se si possono forzare strumenti, come, in questo caso l'amministrazione straordinaria, perché ci sono delle potenzialità di know how tecnologico, lavorativo, di marketing, di tutto quello che rappresenta un gruppo di questa dimensione che è un peccato che finisca nel "bidone" del Tribunale. Questo è un interrogativo.
L'alto aspetto, oggetto di studio, è: quanto pesa, oltre alla crisi generale dell'auto - di cui ne sono anche responsabile in parte perch negli anni '70,'80 ho posto il trasferimento di unità produttive al Mezzogiorno come scelta strategica importante per il Paese - quanto influenza oggi il fatto che ci sia un dimagrimento, che potrebbe diventare assoluto, in termini produttivi da parte dell'auto in Piemonte. Gli indotti che ruotano attorno alle aziende del sud, che sono indotti molto forti, che vivono in relazione con le unità produttive, là creano delle ripercussioni anche per le presenze che ci sono in Piemonte.
Sono degli interrogativi che pongo non dal versante dell'occupazione dove i dati vanno presi con grande attenzione, ma tenendo conto che oggi si misurano in termini diversi da ieri. Oggi abbiamo uno scenario di strumenti di politica del lavoro e strumenti di occupazione, diversi da ieri, che falsano gli elementi statistici e i confronti. La invito, Assessore, anche per il gusto non solo culturale, ma anche politico, a misurarsi meno ovviamente facendo la sua parte, sulle politiche del lavoro e relativamente di più sulle politiche industriali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Picchetto Fratin per una breve replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Accolgo la raccomandazione del Consigliere Tapparo anche se tendenzialmente, la mia passione è più sull'altro fronte. Tuttavia cerco di fare il meglio su entrambi i fronti anche perché non sono disgiunti l'uno dall'altro.
Permettetemi di fare una precisazione. L'amministrazione controllata è un'amministrazione straordinaria, richiamandomi anche alla mia prima vita quando svolgevo questo lavoro (lì sì che facevo il becchino, ogni tanto).
L'amministrazione straordinaria non era possibile applicarla all'Algat proprio per il concetto della norma di amministrazione straordinaria perché raccoglieva tutto l'insieme delle controllate, quindi l'unico percorso era l'amministrazione controllata. L'amministrazione controllata è uno strumento di vita delle imprese, non è uno strumento di morte, ancorch sia inserita in una procedura concorsuale. L'amministrazione controllata è un concordato preventivo, è fallimento ed è un intervento che deve andare incontro alle condizioni di temporanea difficoltà, significa congelamento dei crediti e dei debiti per un certo periodo e quindi possibilità di riprendersi. Semmai è un augurio più forte dell'amministrazione straordinaria.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo spazio dedicato alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento: Viabilità

Esame ordine del giorno n. 821 relativo a: "Pesanti disagi sull'autostrada Torino Milano" presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Papandrea e Suino.


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 821 dei Consiglieri Chiezzi Moriconi, Papandrea e Suino di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'ordine del giorno segnale un problema e propone un'iniziativa. Il problema è che da qualche tempo, da parecchi mesi, l'autostrada Torino Milano non offre agli utenti il livello di servizio che offriva precedentemente. Nel contempo, il degrado del livello di servizio non ha toccato, in alcun modo, il contratto che lega la società autostrade Torino Milano con i suoi utenti perché al casello, il contratto che stipulano gli utenti con l'autostrada, è sempre dello stesso tipo in valore di euro richiesti dall'autostrada per poter utilizzare quel servizio. Penso insieme ai Consiglieri firmatari, che ci debba essere un rapporto tra la qualità e il livello di erogazione di un servizio e il contratto che si stipula con gli utenti.
Oggi l'autostrada Torino-Milano non è solo penalizzata saltuariamente nel tempo e nello spazio da peggioramenti delle condizioni di utilizzo, ma è, in modo continuo, per larghissima parte del proprio percorso, ormai ridotta nella velocità a 110 chilometri (velocità che viene ulteriormente ridotta a 90 km e a 80 km in certi punti), è un'autostrada in cui la riduzione delle corsie da tre a due è frequentissima e prolungata.
Questa riduzione avviene anche con modalità molto fastidiose per il conducente perché un po' sono le due corsie di sinistra, un po' sono le due corsie di destra, un po' sono corsie a scavalco della carreggiata e un po' la delimitazione delle corsie che utilizza manufatti di vario genere: ci sono i guardrail, ci sono delle paline di gomma messe per terra, ci sono delle serpentine: non è più un'autostrada. E' una strada molto accidentata è una strada anche molto più pericolosa, nonostante i limiti dei 110 km.
L'ordine del giorno segnala questo fatto e chiede un intervento affinché, perlomeno, come minimo, venga cambiata la natura economica del contratto perché non è più commensurabile la misura della tariffa per percorrerla, rispetto alle condizioni precedenti. Siamo in un regime di mercato, penso che i gestori dell'autostrada Torino-Milano siano ben convinti che il mercato è uno degli elementi di riferimento, dato che offrono un servizio non imparentato, in alcun modo, con quello precedente e legato alla vecchia tariffa, che anche la tariffa debba essere riconsiderata da parte dell'autostrada Torino-Milano. Si chiede al Consiglio regionale di intervenire in questo senso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in qualità di Consigliere, il Presidente del Consiglio Cota; ne ha facoltà.



COTA Roberto

Da utente dell'autostrada Torino-Milano, posso affermare che quanto sostenuto nell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi, è assolutamente vero. Anche la risposta politica che l'ordine del giorno si propone di dare, è una risposta, a mio avviso, corretta e individua una posizione che la Giunta dovrebbe prendere in maniera decisa.
Oggi, il tratto di autostrada tra Novara e Torino non è più un tratto autostradale, non risponde né ai requisiti di sicurezza, né ai requisiti di scorrevolezza che dovrebbe avere il tratto autostradale. Per questi motivi voterò a favore dell'ordine del giorno e, con l'autorizzazione del Consigliere Chiezzi, vi apporrò anche la mia firma.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valvo per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Colleghi, essendo novarese e percorrendo quotidianamente l'autostrada Novara-Torino, non posso negare che l'avvio dei lavori per la messa in sicurezza dell'A4, in concomitanza con i lavori per l'Alta Capacità, stia creando disagi a chi utilizza quel tratto d'autostrada. Disagi, peraltro inevitabili, considerata la mole di lavoro dei cantieri.
Personalmente, e come Gruppo di Alleanza Nazionale, rivolgo al collega Chiezzi la richiesta di sottoscrizione dell'ordine del giorno, perché lo condivido. Condivido il dispositivo che impegna la Giunta a verificare, con la Società Autostrade, la possibilità di ridurre il costo del pedaggio, in considerazione di questo disagio.
E' certamente un disagio inevitabile, perché quei lavori andavano fatti e l'urgenza di tali lavori impone la massima celerità.
Pertanto, come Gruppo di Alleanza Nazionale voteremo a favore dell'ordine del giorno, che vede come primo firmatario il collega Pino Chiezzi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Consigliere Valvo, ho aggiunto anche la sua firma.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Grazie, Presidente. Ritengo giusto cercare di portare un contributo poiché anch'io percorro, anche se saltuariamente, quel tratto di autostrada.
Per quanto riguarda la richiesta di diminuzione del pedaggio, non sono eccessivamente d'accordo, perché penso che i problemi di quel tratto di autostrada non si risolvano in questo modo, oggi e probabilmente ancora per qualche anno. D'altra parte, ha ragione chi sostiene che i lavori creano qualche disagio.
Siamo quasi alla fine di novembre; probabilmente - in base alle previsioni meteorologiche - questo sarà un inverno in cui prevarrà la nebbia. Dovremo considerare, poi, l'inverno del 2004 e probabilmente una parte di quello del 2005, perché i lavori dovranno essere terminati entro la fine del 2005, per le Olimpiadi 2006.
Propongo, pertanto, al di là del testo scritto dell'ordine del giorno un invito alla Giunta e all'Assessore competente, Casoni, affinché la Società Autostrade segnali tutti i pericoli esistenti, quindi ci sia la massima allerta, perché a causa delle nebbie che ci apprestiamo ad affrontare nella stagione invernale (questa e le altre immediatamente future) i rischi sono maggiori rispetto al passato.
Inoltre, quel tratto di autostrada presenta molte strettoie e restrizioni, comporta passaggi sulla corsia opposta, ecc. Questo è disagevole e diminuisce la sicurezza anche nei periodi normali; a maggior ragione, nei periodi invernali il rischio e il pericolo sono notevolmente acuiti.
Per quanto mi riguarda, dunque, rivolgo un invito affinché la Giunta nei limiti del possibile, allerti chi di competenza (Società Autostrade imprese che stanno effettuando i lavori nei vari lotti, ecc.), affinch siano segnalate al massimo le garanzie e le precauzioni relative ai rischi di coloro che percorrono quel tratto di autostrada. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Molto brevemente, perché già il collega Gallarini ha ripreso dei concetti e ha svolto alcune considerazioni che condivido, essendo anch'io tra gli utenti di quel tratto autostradale.
Voterò a favore di quest'ordine del giorno, anche se concordo che la richiesta di diminuzione dei pedaggi non è, da un lato - per non essere n demagogico né populista - così impossibile sostenerla, ma, dall'altro, è molto utopistica, quindi è giusto richiederla.
Voterò con questo spirito l'ordine del giorno, ma dico subito di essere molto scettico di poter arrivare a questo.
E' giusto che la Giunta regionale rappresenti i disagi che gli utenti hanno percorrendo la Torino-Milano e la Milano-Torino.
Riprendendo alcune considerazioni del collega Gallarini, sono ben lieto di percorrere quell'autostrada a una velocità di 110 Km/h, pur con i disagi che ci sono, su cui dirò qualcosa, in prospettiva di un'autostrada messa in sicurezza, con quattro corsie e con la corsia d'emergenza, ben diversa dall'autostrada che ho conosciuto cinque o sei anni fa, quando ho incominciato a venire con una certa regolarità a Torino.
Ritengo che l'impegno della Giunta non debba essere quello di chiedere una diminuzione del pedaggio, a fronte del disagio; certo, questo pu essere un segnale, e credo che la proprietà di quell'autostrada potrà valutarlo se la Giunta glielo rappresenterà, ma concordo sul fatto che la Giunta deve rappresentare alcune preoccupazioni di carattere più generale determinate dalla sovrapposizione dei cantieri per l'allargamento dell'autostrada, per l'eliminazione dei sovrappassi e la ristrutturazione di svincoli e uscite, con i cantieri dell'Alta Velocità.
Voterò, dunque, l'ordine del giorno, ma chiedo alla Giunta, senza modificare il testo - penso sia sufficiente chiederlo verbalmente, affinch resti agli atti - di rappresentare anche le preoccupazioni esistenti, ad esempio relativamente al cambio di corsia. Spesso il cambio di corsia è repentino - lo dico come automobilista - e, allora, rispetto alla questione del pedaggio, che è comunque rilevante, chiedo alla Giunta di rappresentare anche questo problema, prima che accadano incidenti gravi (qualcuno c'è già stato, soprattutto di mattino), facendo un discorso più complessivo e non meramente limitativo alla riduzione di un pedaggio, che certamente saluteremmo con favore, ma che, realisticamente, riteniamo abbastanza improbabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Anch'io sono tra i firmatari di quest'ordine del giorno e chiaramente voterò a favore.
Vorrei sottolineare, rispetto a quanto è già stato affermato, la particolarità per la quale ci troviamo a presentare questo documento.
Da un lato, abbiamo un'autostrada che presenta delle evidenti difficoltà, dovute ai lavori in corso, che hanno comportato la necessità di limitare fortemente la velocità. Inoltre, i lavori in corso determinano notevoli problematiche per gli utenti dell'autostrada, a tal punto che sembra logico considerarla un'autostrada declassata.
Essendo declassata, è chiaro che anche le tariffe dovrebbero essere adeguate.
Quello che voglio sottolineare è che non dobbiamo perdere di vista guardando il problema concreto e reale che abbiamo davanti, il motivo che sta alla base di questo problema.
Noi dobbiamo affrontare questo problema perché l'autostrada è interessata dai lavori della linea TAV Torino-Milano. Non vorrei che parlassimo solo del disagio degli utenti conseguente a quello che avviene senza andare alla radice del motivo di tale disagio.
L'evento dell'alta velocità, a mio modo di vedere e di tutti gli ambientalisti, sarebbe stato facilmente evitabile e con ciò si sarebbero evitati i disagi e gli incidenti anche gravi che sono avvenuti. Non solo la TAV era altamente evitabile, ma questo dovrebbe indurci un minimo a fare una valutazione di proiezione futura e pensare a cosa avverrà in Val Susa.
Questo dovrebbe essere fatto soprattutto da coloro che sostengono la diffusione a macchia d'olio sul nostro territorio piemontese delle linee ad alta velocità. Vedendo quello che succede sulla Torino-Milano pensiamo a cosa succederà nella povera Valle di Susa (povera perché dovrà ospitare una struttura altamente impattante e distruttiva sul proprio territorio).
Vorrei che almeno questa vicenda difficile che stiamo vivendo sulla Torino-Milano, visto che non riusciamo più a controllarla, ci serva per fare una riflessione, mentre siamo ancora in tempo, sull'alta velocità in Valle di Susa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, io voterò a favore di questo ordine del giorno, perché mi pare che esso ci ponga una questione che non può non essere affrontata dal Consiglio regionale e dalla Giunta.
Rilevo l'assenza dell'Assessore Casoni, ma succede sempre più spesso che discutiamo di questioni che hanno un'attinenza diretta con alcuni Assessori e che questi non siano presenti. Spero però che il voto del Consiglio determini poi una serie di atti concreti e di interventi altrettanto concreti da parte dell'Assessore competente.
Non è questa la sede per riaprire una questione che è stata risolta e che riguarda l'alta velocità. Personalmente voglio affrontare la questione specifica che è oggetto di questo ordine del giorno, perché non credo che in questo caso l'alta velocità possa essere tirata in ballo se non da un certo punto di vista, perché non c'è dubbio che i lavori che vengono fatti sulla Torino-Milano stanno ponendo innanzitutto (poi parlerò anche del pedaggio) un problema di sicurezza in quel tratto autostradale.
Domenica è morta una signora di Biella, la quale dovendo percorrere quell'autostrada in un tratto nel quale viene obbligato il doppio senso di marcia in un'unica corsia, per effetto di un incidente che si è verificato nella corsia contraria, ha avuto un incidente stradale che per lei ha significato la perdita della vita.
Quindi, mi domando se la Società Autostrade ha fatto finora tutto quello che era nelle sue possibilità per garantire la sicurezza massima possibile su quel tratto autostradale interessato dagli interventi dell'alta velocità. Questa è la prima questione che va posta con molta forza.
So molto bene che quando si lavora sulle autostrade si pongono problemi, ma la domanda è: stiamo tutti i giorni verificando se in quei tratti interessati dai lavori la viabilità avvenga nelle condizioni di sicurezza massima possibile? Questa è la domanda secondo me, e per quanto ci riguarda esercitiamo tutto ciò che è possibile. Facciamo tutto ciò che è possibile per garantire che la società autostrade garantisca che quella viabilità avvenga in condizioni di massima sicurezza. Questa è la principale domanda che dobbiamo porci.
Dobbiamo quindi considerare questo ordine del giorno intanto come una sollecitazione alla Giunta regionale e all'Assessore competente a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità perché lì venga fatto il possibile per garantire la sicurezza.
Questo è il punto principale, secondo me. Noi non possiamo da questo punto di vista abbassare la guardia o essere corresponsabili oggettivamente del fatto che lì chi avrebbe il dovere di garantire la massima sicurezza possibile non lo fa con la scrupolosità che sarebbe necessaria. Questo è il punto vero.
Io che per ragioni di lavoro percorro quel pezzo di autostrada tutte le mattine alle 6,30, mi rendo conto che la sicurezza è davvero al limite.
Allora è giusto che si intervenga come Consiglio regionale, ma che un passo ed una verifica permanente la faccia l'Assessore regionale alla viabilità e trasporti, perché lì si faccia davvero il possibile e l'impossibile per garantire nelle condizioni date il massimo di sicurezza.
C'è poi un problema che riguarda la questione dei pedaggi, che credo sia stato giusto richiamare nell'ordine del giorno che i colleghi hanno presentato. Certo è meno importante della prima, ma se oggi dobbiamo spendere una parola netta a favore della sicurezza su quel tratto di autostrada, è altrettanto evidente che si pone anche un problema del genere. In un'autostrada soggetta a quegli interventi e in cui comunque sia le condizioni viarie non saranno per alcuni mesi quelle che dovrebbero essere in condizioni di normalità, mi pare giusto discutere ed affrontare anche questo aspetto del problema, per valutare quali conclusioni trarre.
Certo non possiamo ignorare che chi oggi si immette sulla Torino-Milano lo fa in certe condizioni. Noi abbiamo il dovere di garantire la sicurezza, e questo è il primo problema.
Non ho dubbi su questo, però è anche evidente che quand'anche garantissimo la maggiore sicurezza possibile su quel tratto di autostrada si viaggerà per alcuni mesi in certe condizioni, ed è compito della politica affrontare con la società che gestisce l'autostrada anche questo tipo di problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
L'intervento che mi ha preceduto ha in parte esaurito parte del mio intervento; quindi, non voglio essere ripetitivo.
Avendo avuto bisogno negli ultimi 10 giorni di fare contratto di autostrada per andare ripetutamente a Novara, Vercelli e Verbania sottolineo, Presidente, la gravissima pericolosità. I cambi di direzione e il ricorso alla corsia unica, non segnalati tempestivamente, e soprattutto la mancanza di segnalazione determinano un'estrema confusione con tutte le inevitabili conseguenze nella decelerazione obbligata e nella frenata improvvisa.
Però, Presidente, siamo in una fase propositiva. Noi approviamo un ordine del giorno, e un ordine del giorno non si nega a nessuno, e domani sicuramente ci guadagneremo un trafiletto di attenzione sui mezzi di informazione.
Però non sarebbe opportuno che in II Commissione si sollecitasse urgentemente, l'audizione dei responsabili dell'autostrada, presente l'Assessore Casoni, perché su quel particolare ...



(Commenti fuori microfono)



CONTU Mario

E' vero, il problema ha risonanza sui media.
La mia proposta, Presidente, è di impegnare il Presidente della II Commissione a convocare urgentemente i vertici della società, alla presenza dell'Assessore Casoni, per dare risposta al dispositivo di impegno di questo ordine del giorno, confermando la necessità di intervenire tempestivamente, perché ritengo che l'emergenza più grande sia la sicurezza.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, faccio mia la sua richiesta. Scriverò una lettera al Presidente della Commissione chiedendogli di organizzare l'audizione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Godio; ne ha facoltà.



GODIO Gianluca

Ringrazio i colleghi che, presentando questo ordine del giorno, hanno dato la possibilità di evidenziare un problema di tutti coloro che giornalmente frequentano quell'autostrada.
Attualmente ritengo questo ordine del giorno un pochino superato. In effetti rispetto alle prime settimane, quando questo provvedimento giunse in aula, le condizioni dell'autostrada sono variate e continuano a variare giornalmente, perché i cantieri sono in movimento: pensiamo che su quel tratto di autostrada quindici giorni fa c'erano una decina di cantieri verso Torino e altrettanti in direzione Torino-Novara.
Stamattina l'autostrada era molto più scorrevole, ma è inevitabile che questi cambi di direzione la rendano più pericolosa. Pensate che in alcuni tratti le tre corsie vengono ridotte ad un'unica corsia a senso alternato con mezzi pesanti e camion che, obiettivamente, creano diversi problemi (anche se devo dire che i tempi di percorrenza sono rimasti più o meno gli stessi).
Il problema è diverso per chi arriva da fuori, come me e il collega Gallarini, perché da corso Giulio Cesare bisogna ancora arrivare alla sede del Consiglio. Va bene presentare questi ordini del giorno sull'autostrada ma io ne presenterei uno identico per mettere in evidenza i problemi che ci sono tra corso Giulio Cesare e piazza Solforino: percorrere quel tratto è un disastro. Se in un'ora si arriva da Borgomanero a Torino, servono altri tre quarti d'ora per fare i sei chilometri che mancano per arrivare in centro città.
Non voglio paragonare corso Giulio Cesare con il transito dell'autostrada e non voglio fare polemiche. Capisco perfettamente che mettere in sicurezza strade altamente trafficate come la Milano-Torino (che frequento giornalmente da circa due anni e qualche morto l'ho visto) voglia dire affrontare dei disagi, ma è importante proseguire e trovare una soluzione.
Personalmente voterò a favore di questo ordine del giorno, anche se non sono i due euro in meno (se mai riusciremo a prenderli) che giustificano questi disagi.
E' sicuramente un primo passo per sollevare il problema, ma credo che a questo ne debbano seguire altri, ad esempio il potenziamento della messa in sicurezza su quel tratto, ma anche un'informazione più tempestiva ai caselli d'entrata, dove sarebbe opportuno segnalare i transiti a doppio senso ed eventualmente le code e gli incidenti.
Si parla dei disagi sulla Torino-Milano, ma oggi con lo svincolo sulla A26 troviamo i primi ingorghi già sulla deviazione, dopo Ormagnago, verso Torino. Per cui è proprio tutto quel tratto che crea disagi. Quindi personalmente voto a favore di questo ordine del giorno, nella speranza che sia integrato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà



TAPPARO Giancarlo

Sarebbe interessante, in questi casi, che per esempio quando si devono fare grandi infrastrutture, si potesse presentare alla comunità quelli che possono essere gli oneri, per essere franchi e sinceri in certe situazioni.
In tal caso potrebbero esserci dei ripensamenti, perché quella zona subisce un carico veramente enorme: non è solo un problema di coloro che transitano su tutta l'autostrada, ma anche di coloro che la vivono dovendola attraversare quotidianamente.
Mi pare anche che non ci sia un impegno forte per alleviare certi disagi o segnalarli meglio.
Per esempio non è adeguatamente segnalata l'impossibilità di entrare in autostrada in corrispondenza dell'ingresso di Chiavasso-est.
Beh, insomma ci devono essere anche delle capacità, ma anche un'azione sistemica di sollecitazione da parte delle amministrazioni comunali.
Dovrebbero esserci degli sportelli in ogni comune in grado di interagire rispetto a quest'opera.
Voglio solo ricordare che è un'opera che crea una ferita profonda: nessuno poteva pensare che, avendo una casa a 50 metri, si sarebbe trovato un muraglione continuativo di quelle dimensioni che snatura e deturpa il paesaggio.
Noi oggi anteponiamo addirittura la difesa del paesaggio. Uno dei punti di forza dello Statuto è la difesa del paesaggio, ma nei confronti di decine di migliaia di cittadini piemontesi tale tutela è stata definitivamente preclusa con quel tipo di opera.
Per il collega Godio non c'è solo il problema dell'autostrada, ma anche quello dell'ingresso a Torino. Corso Giulio Cesare, che era la grande strada di ingresso di Torino, è in pessime condizioni. Nella zona di via Porpora, se va bene, cioè se non c'è qualche auto che si ferma in doppia fila, c'è il passaggio di un auto e mezza.
Mi pare che dovrebbe essere compito di un Assessore ai Trasporti della Regione avere anche una supervisione generale. Non è che quello che è del Comune non si tocca. Mi pare che corso Giulio Cesare, uno dei grandi assi di penetrazione di Torino, abbia subito una ferita che soffriremo ancora molto prima che ci possa essere l'altro ingresso connesso all'interramento della ferrovia.
Quindi che cosa fare? Cito questo esempio marginale, Godio: tu esci di notte, non sei un viaggiatore continuativo, esci da un casello e supponi che, alle due del mattino, si possa rientrare da quel casello. Invece arrivi lì e c'è una generica freccia che ti manda per delle frazioni nella Piana del Vercellese e del Chivassese. Non tela cavi più. Mi sembra che ci sia un atteggiamento da parte dell'azione di costruzione non rispettoso nel tenere insieme tutte le esigenze.
Credo che si debba fare qualcosa. L'Assessore ai trasporti della Regione - che, ahimé, non vedo presente - dovrebbe intervenire, per evitare che si continui in questo modo per anni.
Voterò a favore di questo ordine del giorno perché lo ritengo opportuno e credo, altresì, che questa Assemblea si meriti, magari durante la prossima seduta consiliare, una risposta, da parte dell'Assessore ai trasporti, a questo tipo di sollecitazione, in modo da evitare il principio che l'ordine del giorno non si nega mai a nessuno, e che dietro a lei vi sia il cestello degli ordini del giorno approvati. Noi speriamo, invece che ci sia un Assessore che interagisca rispetto a questi documenti.



PRESIDENTE

Chiederò all'Assessore Casoni di fare una comunicazione in aula in merito a tale questione durante la prossima seduta consiliare. Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 821, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale visto che i lavori relativi alla predisposizione della tratta ferroviaria ad Alta Velocità Torino - Milano hanno determinato, da parte della Società TO-MI modifiche alla normale viabilità dell'autostrada a 3 corsie per senso di marcia Torino - Milano tali modifiche, nel tratto da Torino a Novara hanno determinato una riduzione del limite massimo di velocità a 110 Km/h in questo stesso tratto si registrano inoltre frequenti ed estese riduzioni delle corsie di marcia da tre a due ed anche una sola corsia la diminuzione delle corsie di marcia ha comportato in diversi tratti ulteriori riduzioni della velocità massima consentita a 90 Km/h e 80Km/h considerato che il servizio attualmente fornito all'utenza automobilistica dall'Azienda autostradale ha caratteristiche non confrontabili con il servizio reso precedentemente, prima dell'avvio di tutti i lavori il peggioramento del servizio offerto all'utenza dalle riduzioni dei limiti di velocità alle riduzioni delle corsie non sono saltuarie e legate a manutenzioni autostradali ma riconducibili a cantieri esterni e pertanto ormai da tempo continue l'attuale utilizzo della sede stradale presenta notevoli difficoltà con aumento dei rischi di incidente impegna la Giunta regionale ad avviare i necessari contatti con l'Azienda autostradale Torino Milano e con gli Organismi competenti finalizzati ad una richiesta di riduzione dei pedaggi autostradali in modo proporzionale al peggioramento del servizio offerto all'utenza automobilistica, sino a quando la normalità del servizio non sarà completamente ripristinata".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 821.
Il Consiglio approva all'unanimità.
La seduta è aggiornata alle ore 15.15.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.54)



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