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Dettaglio seduta n.405 del 28/10/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(La seduta ha inizio alle ore 15.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota, Rossi Giacomo e Tomatis.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi sull'ordine dei lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, volevo solo invitarla a dare un plauso al Presidente Ghigo, perché è la prima volta che arriva puntuale alla riunione del Consiglio.



PRESIDENTE

Mi pare che il Presidente Ghigo abbia già apprezzato l'annotazione che lei, cordialmente, le ha rivolto.
Il punto sul quale avevamo concluso la seduta riguardava la votazione sul passaggio alla discussione del provvedimento di legge n. 407 e non sul provvedimento n. 437.
Credo che rimanga in essere la proposta di inversione, pertanto, devo ripetere la votazione, ma, a questo punto, vorrei informarmi presso i colleghi Capigruppo della maggioranza. Se discutiamo il punto 3) all'o.d.g., recante il proseguimento dell'esame del disegno di legge n.
437, non dobbiamo rifare la votazione; se, invece, come mi pare, dobbiamo passare al punto successivo, è necessario procedere alla votazione.
Consigliere Cattaneo, procediamo con la votazione?



(Il Consigliere Cattaneo dà il suo assenso per la votazione)



PRESIDENTE

Colleghi, vi avverto che quanto dirò risulterà a verbale: chi vuole passare alla discussione del disegno di legge n. 407: "Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento" vota "sì"; chi vuole proseguire la discussione del disegno di legge n. 437: "Modificazioni alla legge regionale 5 novembre 1987, n. 55 (Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al DPCM 10 febbraio 1984)" vota "no".


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame disegno di legge n. 437 "Modificazioni alla legge regionale 5 novembre 1987, n. 55 (Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al DPCM 10 febbraio 1984)" (richiesta di sospensione)


PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta di sospensione dell'esame del disegno di legge n. 437.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame disegno di legge n. 407: "Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 407, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti. Dovevamo rifare la votazione dell'emendamento n. 4.2).
ARTICOLO 4 4.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Riggio, Muliere Chiezzi, Saitta, Tapparo Contu, Marcenaro, Placido, Ronzani, Riba, Moriconi e Papandrea: al comma 1 è inserita la lettera a) bis così come segue: "il trasferimento di fondi e di personale agli Enti locali in applicazione di quanto disposto dalla legge 5/2001".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.2), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
4.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini, Bolla e Cattaneo: al comma 1, lettera b) è aggiunto il seguente periodo: "in particolare la Giunta regionale, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, predispone la mappa dei soggetti che, nei prossimi cinque anni saranno a rischio sociale per le ragioni più varie, nonché la mappa dei soggetti che, qualora restino soli, nell'ambito del proprio nucleo familiare, necessiteranno di strutture idonee ad una esistenza piena, sotto tutti gli aspetti".
4.3)A Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini, Bolla e Cattaneo: al comma 1, lettera k) è aggiunto il seguente periodo: "entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale stabilisce forme e modalità di controllo e di verifica della spesa gestita dagli enti di cui al successivo articolo 9, anche in relazione ai risultati conseguiti".
Comunico che la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Volevo chiedere al Consigliere Gallarini, o ad altro collega firmatario, se è così gentile da illustrare l'emendamento, onde consentire la possibilità di comprenderne il senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Spero di concludere il discorso entro i cinque minuti a mia disposizione, altrimenti, approfitterò del tempo successivo.
Ho presentato una serie di emendamenti a questo disegno di legge, che alla fine del discorso, riterrò, eventualmente, di ritirare.
Sostanzialmente, vorrei porre all'attenzione di quest'Aula e del Presidente della Giunta un problema politico di fondo, che credo debba essere messo in chiaro in questa sede e in questo momento.
La funzione della Lega in questa maggioranza è una funzione che diversifica questa maggioranza da quella precedente. Noi siamo qui per un unico fine: portare avanti le riforme istituzionali generali necessarie per il cambiamento del Paese.
Il Presidente della Giunta, tra le deleghe che ha ritenuto, da sempre di tenere a sue mani, ha la delega sull'attuazione del federalismo. Questo è l'unico punto al quale ogni vero leghista tiene ed è l'unico punto per il quale noi vorremmo delle specificazioni. Ecco il perché di questo momento di empasse.
Credo che tutti i leghisti abbiano questo fine. Non ne hanno altri. Non hanno interesse a poltrone; non hanno interesse a fatti diversi, se non quello.
L'unico fine di ogni leghista è trovarsi contro Roma (ovviamente, nel senso di contro il sistema politico romano centralista), a favore di un sistema che preveda la libertà federalistica, la libertà dei popoli del nord con un sistema federale.
Credo che questo debba essere sottolineato con forza, perché mi pare che non sia stato fatto molto in questo ambito: anzi, mi pare che non sia stato fatto assolutamente niente.
In Senato è stato depositato il disegno di legge costituzionale n. 2544 che prevede, fra le altre cose, un assetto nuovo della prima Camera di questo Paese, che verrà chiamata - se passerà il progetto - Senato delle Regioni (più esattamente Senato Federale della Repubblica): questa è la formulazione che il disegno di legge ci indica.
Questo è quello che dobbiamo dibattere; quello che la Giunta deve dibattere e, soprattutto, deve favorire, in virtù della delega specifica del Presidente della Giunta. Questo è chiaro. Ed è altrettanto chiaro che non possiamo pensare a dei leghisti di "sedia", a dei leghisti in giacca e cravatta perché - come dice l'on. Bossi - i leghisti vengono dal popolo e sono assolutamente di estrazione popolare.
Quelli con la cravatta non sono leghisti.



(Commenti in aula)



BRIGANDI' Matteo

Poiché il tempo a mia disposizione è terminato, continuerò nel mio prossimo intervento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Per quanto riguarda l'emendamento, è legato da un filo politico all'altro discusso la volta scorsa. Abbiamo presentato, io e alcuni colleghi (compreso il Capogruppo Cattaneo) tre emendamenti, uno dei quali è quello letto dal Presidente Riba. C'è un filo conduttore che li lega: la preoccupazione relativa a soggetti particolarmente deboli che, nel breve periodo, possono diventarlo ancora di più. Mi riferisco a certi disabili che oggi si trovano ancora in famiglia ma che, avendo genitori anziani potranno trovarsi in condizioni di debolezza ancora maggiore.
La volta scorsa i Consiglieri Palma e Mellano sostennero che nell'articolato del provvedimento ci fosse già la risposta a questi problemi e che, quindi, non fosse necessario presentare emendamenti specifici come quelli che presentammo la volta scorsa (tra l'altro approvati dall'Aula consiliare e dalla maggioranza del Consiglio). In allora sostenemmo - e lo ribadiamo oggi - che vorremmo che ci fosse, da parte dell'Assessore Cotto e della sua struttura, più dinamismo ed incisività. E' necessario che in questi cinque anni sia realizzata una mappa con un minimo di prospettiva, che non si limiti a guardare a cosa pu succedere la settimana prossima, ma che fornisca dati numerici che consentano di accantonare risorse proporzionali.
Se dall'indagine risulta che i soggetti interessanti sono "X" ovviamente le risorse, che la Giunta e l'Assessore dovranno reperire dovranno essere proporzionate ad "X"; se invece il numero sarà diverso, le risorse dovrebbero essere proporzionate.
La nostra preoccupazione, che si intrinseca nell'emendamento, è di questa natura. Inizialmente avevamo indicato 180 giorni, ritenendoli già eccessivi, ma abbiamo concordato, con la disponibilità dell'Assessore Cotto, a ridurli a 90. L'emendamento, infatti, prevede 90 giorni.
Trovandoci a poco più di un anno dalla fine della legislatura riteniamo che, per essere ancora incisivi nell'ambito di questa legislatura (essendo Consiglieri di questa legislatura, vorremmo vedere che l'emendamento proposto producesse qualche risultato) 90 giorni siano un tempo ragionevole. L'Assessore ritiene che sia un tempo sufficiente per svolgere l'indagine e l'analisi dei dati, affinché si possa intervenire nel corso del 2004.
Quando parlo del 2004, penso già al fatto che, dovendo ancora vedere discutere e votare il bilancio preventivo che il Presidente Ghigo e l'Assessore Pichetto Fratin presenteranno relativamente all'anno finanziario 2004, riteniamo che in questi tre mesi - da qui alla fine dell'anno - ci siano le condizioni per fare l'analisi e perché qui in Aula in base al risultato ottenuto, si possa chiedere che nel bilancio preventivo 2004 ci sia uno stanziamento proporzionato alle esigenze riscontrate.



PRESIDENTE

Prego di distribuire il testo dell'emendamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Mi domando se un intervento "contro Roma", come quello espresso dal collega Brigandì (che ha parlato in quanto esponente di un partito della maggioranza, fino a prova contraria), possa non suscitare una risposta ferma da parte dei colleghi della maggioranza.
Ormai siamo abituati a questo colore, ma la frase ha un significato che va al di là del fatto linguistico, colleghi della maggioranza. Siamo in presenza di un intervento che pone un grosso problema, perché viene svolto non da qualcuno che passa per caso in Consiglio regionale, ma dal collega Brigandì.
Se il collega Brigandì viene considerato dalla maggioranza una "macchietta", un "Pierino" della situazione, uno che ogni tanto si alza e dice cosa gli passa per la testa, allora dovete dirlo: "Noi ti consideriamo uno che parla a vanvera; le tue opinioni sono frasi dette in libertà". In questo senso, vorrei che la Lega dicesse una parola chiara, altrimenti dovete condividere tali affermazioni o polemizzare contro di esse.
Ciò che come Consigliere non posso accettare, indipendentemente dall'appartenenza politica, è che un Consigliere possa lanciare queste accuse. Oggi in Aula abbiamo il Presidente della Giunta regionale, nonch Presidente della Conferenza Stato-Regioni, che ritiene di non dover polemizzare, non dico con il Consigliere in persona, ma con le affermazione che il Consigliere ha fatto. Francamente, Consiglieri della maggioranza questo non lo capisco.
Penso sia anche il segno di un problema che, sempre più spesso, si presenta in Consiglio regionale all'interno della maggioranza che governa la Regione. Il fatto, cioè, che non capita occasione perché su questo o su quel provvedimento, l'emendamento piuttosto che un articolo, vengano utilizzati da alcune parti della maggioranza per aprire una polemica diretta contro il Presidente della Giunta...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



RONZANI Wilmer

Più chiara di così, Consigliere Brigandì, altro che nessuna polemica.
Emerge un problema grande come una casa: il Consigliere Brigandì ha lanciato un'accusa pesante contro il Presidente della Giunta (che il Consigliere ha votato, tra l'altro) e nessun Consigliere di maggioranza ha sentito il dovere di chiedere la parola per polemizzare con il Senatore Brigandì. Tutto questo capita normalmente! Francamente mi sembra una enormità, Presidente Riba. Mi pare che la questione vada spiegata. Anche questo è il segno della crisi che investe la maggioranza ma anche, io ritengo, che vi è una sottovalutazione del ruolo di questa Assemblea, e questa affermazione passa, come altre, sotto silenzio.
I banchi della Giunta, in questo momento, sono in tutt'altre faccende affaccendati; non polemizzando contro queste affermazioni, noi manchiamo di rispetto a quest'Aula. Io mi sarei alzato polemizzando contro le affermazioni che ha fatto il Consigliere Brigandì. Quando il Consigliere dice "sono contro Roma" il Presidente della Conferenza Stato Regione, che non firma un libro, si alza e polemizza non condividendo questo orientamento, non sta zitto.
Prendo atto, invece, che qui è ormai abituale assumere questi atteggiamenti perché abbiamo una sede, che non è questa, in cui discutiamo dei problemi interni alla maggioranza. Questa sede molte volte viene utilizzata per lanciare messaggi, fare polemiche, rilasciare, dichiarare affermazioni che io penso siano di una gravità inaudita.
Ciò detto, Presidente, vengo ad una questione che riguarda il merito perché fa il paio con le affermazioni del Consigliere Brigandì. Stiamo discutendo una legge di sistema, il Consigliere Brigandì ha detto nella scorsa seduta, e nessuno gli ha risposto, che la legge deve essere targata deve essere una legge del centrodestra. Questo ha detto il Consigliere Brigandì la volta scorsa, in nome del fatto che la maggioranza, in Consiglio, anche su leggi che hanno questa portata e questo valore, deve essere autosufficiente.
Da questo punto di vista emerge una linea, domando: è della maggioranza questa linea? La condivide il centrodestra? Noi stiamo facendo in questa discussione in Consiglio regionale una battaglia di merito, ritenendo la legge, che pure non condividiamo in molte sue parti, una legge necessaria una legge di sistema che noi dobbiamo approvare al più presto. Ricordo al Consigliere Brigandì: per favore, smettiamola con la favola del federalismo. Se io raccontassi ciò che è capitato in questi due anni, voi dovreste smetterla di parlare di federalismo. Ci sono tanti di quegli atti compiuti dal Consiglio regionale che fanno a pugni con il federalismo. Non si può scoprirlo quando fa comodo il federalismo: o si è federalisti sempre, allora si assumono in Consiglio regionale comportamenti conseguenti, oppure il sospetto che voi usiate il federalismo come clava per agitare un po' di questioni all'interno della maggioranza, è un sospetto fondato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Sulla parte politica relativa alle dichiarazioni un po' esplosive del Consigliere Brigandì ha già detto il Consiglieri Ronzani, io entrerò nel merito dell'emendamento illustrato dal Consigliere Gallarini.
Ci dovete spiegare se questo emendamento va nella direzione di rendere più di destra il provvedimento. Se c'è questa sintonia nella maggioranza l'emendamento potrebbe avere questa funzione. E' vero che trattandosi di argomenti di alta rilevanza sociale, in teoria, non dovrebbero essere targati in alcun modo, ma è altrettanto vero che avete appena bocciato un emendamento che si inseriva nell'articolo 4 con una funzione molto simile...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



SUINO Marisa

Un momento, Consigliere Cattaneo, l'emendamento era quello relativo al comma 1 in cui si diceva: "le parole 'della Regione', sono sostituite con le parole 'del Consiglio regionale'". Trattandosi di funzione programmatica, tale funzione continua a rimanere in capo - federalismo o meno, a maggior ragion ragione con il federalismo - al Consiglio regionale e non alla Giunta. Infatti il nostro emendamento andava nella direzione di far riflettere i Consiglieri della maggioranza, esplicitando che questa parte specifica dell'articolo 4 inerisce alle funzioni programmatiche e queste rimangono ad una sede consiliare: ci avete bocciato l'emendamento.
Quindi le funzioni programmatiche rimangono in capo alla Giunta.
Adesso leggiamo che il vostro emendamento, condivisibile nel merito sostiene che entro cinque anni, e quindi entro 90 giorni dall'approvazione della legge, la Giunta regionale farà una mappa di tutti i soggetti a rischio sociale per ragioni varie. Detto così, chiedo scusa Consigliere Gallarini, ma è brutto. Detto così sarebbe come dire che la Giunta regionale andrà ad individuare i nuclei famigliari che hanno dei problemi.
La Giunta regionale andrà ad individuare i nuclei famigliari, farà la lista non so come chiamarla - degli "sfigati", quelli che hanno delinquenti in casa, quelli che hanno i malati in casa: attenzione! Sono certa che i firmatari dell'emendamento non avevano questa intenzione, quindi non mi si fraintenda. Siamo disponibili ad entrare nel merito e a comprenderne lo spirito, ma formulato in questo modo, Consigliere Gallarini lei che è sempre attentissimo, vuol dire quello che ho detto prima. Che quella Giunta, quindi il Presidente Ghigo, entro novanta giorni ha la possibilità di presentare una bella lista di tutti i nuclei famigliari piemontesi che hanno dei problemi. Scusate, ma c'è qualcosa che non va.
Metodologicamente è sbagliato, non può essere delegata, ad un esecutivo, una funzione di questo tipo, nel senso di individuare le problematicità sociali che esistono. Siamo disponibili ad avere un'attenzione di riguardo per questo emendamento, ma formulato in questo modo, da un altro significato. Questo è un primo ragionamento.
Secondo ragionamento. Non sono funzioni esclusivamente in capo alla Giunta, la Giunta ha il compito di istruire, di creare le condizioni affinché, ma sono criteri generali che riguardano la società piemontese che devono essere ascritti a scelte politiche di maggioranza e di minoranza in una sede consiliare. L'emendamento su cosa richiama l'attenzione? Tra l'altro mettendo in dubbio, e su questo conveniamo - non per niente abbiamo presentato una serie di emendamenti - che il provvedimento così formulato, apre delle falle enormi. Ecco perché questo emendamento trae origine da una preoccupazione spessa. Poniamo l'esempio degli anziani? Durante l'estate si è riscontrato un incremento del 110 circa di decessi per il caldo solo tra la popolazione anziana torinese (adesso non ricordo il dato preciso). Quali sono i provvedimenti? Abbiamo pensato di fare un protocollo per i medici di base affinché traccino una mappatura degli anziani a rischio? Vengono monitorati in qualche modo? Si prevedono degli interventi? Questa la sostanza nel caso degli anziani, per esempio, ma è assolutamente generalizzabile.
Il compito della Giunta è creare le condizioni affinché le mappe ci siano e vi sia anche una procedura, e non fare le scelte politiche, tanto meno sulle liste di prescrizione (è una provocazione benevola, pregherei il collega Gallarini di considerarla in tal senso).
Manifestando un interesse di merito, noi consigliamo, però, di rivedere la riformulazione, perché scritta in questi termini dà adito ad altre valutazioni. Invitiamo nuovamente la Giunta e la maggioranza a ritornare sull'emendamento prima cassato perché le funzioni programmatiche, finch esiste uno straccio di regola, di Costituzione, di norma e di federalismo caro collega Brigandì, sono giustamente in capo ad una sede consiliare. La fretta con cui la Giunta intende procedere quando ci sono problematicità così compresse è preoccupante e non aiuta nemmeno questa Giunta.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di intervento? Il parere della Giunta?



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

No, così com'è.



PRESIDENTE

Così com'è, Assessore? Ho il dovere di chiederglielo perché le obiezioni riguardano elementi di praticabilità rispetto all'impostazione dell'emendamento così come formulato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Scusate, chiederei un po' di attenzione perché la questione riguarda le relazioni fra noi in Consiglio.
stata posta, a mio avviso, una questione ragionevole e di buonsenso.
Si ritiene, infatti, che mettere in capo alla Giunta regionale la responsabilità di censire i nuclei familiari o le persone che in Piemonte hanno bisogno di questa assistenza è una cosa assurda; è un'evidente funzione che spetta ai Comuni, alle loro strutture, alle loro organizzazioni e deve essere gestita in questo modo.
Vi chiediamo, quindi, di prendere atto di questo aspetto e di modificare l'emendamento tenendo conto dei compiti e delle competenze senza mettere in capo alla Giunta prerogative che non sono sue.
una questione di buonsenso e vi preghiamo di dare ascolto e di rispondere nel merito al problema che è stato posto.
Altrimenti, se la logica è quella di non ascoltare neanche una questione perché sollevata dall'opposizione, ditelo, e in tal caso ricorreremo naturalmente ad altri mezzi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

La Giunta è favorevole all'accoglimento di questo emendamento, che deve essere visto alla luce del punto b) dell'articolo 4, che recita: "...la raccolta e l'elaborazione dei dati sui bisogni, sulle risorse e sull'offerta dei servizi sociali al fine di realizzare il Sistema Informativo regionale dei Servizi Sociali in ricordo con il livello nazionale, provinciale e locale". Dopo la lettera b) è aggiunto il seguente periodo (trattasi dell'emendamento presentato dai colleghi Gallarini e Cattaneo): "...in particolare rispetto alla raccolta e all'elaborazione dei dati sui bisogni, sulle risorse e sulle offerte dei servizi, in raccordo con il livello nazionale, provinciale e locale".
Ritengo, quindi, che l'emendamento sia accoglibile. Ricordo che la preoccupazione del Consigliere Gallarini e di altri colleghi era dovuta al discorso dei ragazzi disabili e ai non autosufficienti e vi era stata anche una discussione a tal riguardo .
Quindi, alla luce del comma precedente, penso che si possa esprimere il parere favorevole.



PRESIDENTE

Come ritenete. Naturalmente, gli uffici mi dicono che il termine "mappa" è un po'.... Siccome questi emendamenti vengono presentati senza che siano riesaminati dalle Commissioni, dobbiamo in qualche modo avvalerci di una valutazione sulla praticabilità. Il concetto di "mappa" si dovrebbe definire meglio, perché non corrisponde ad un'indicazione legislativamente precisa ed interpretabile. Se vi fosse perlomeno una correzione in tal senso...
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Non ho la presunzione di essere in grado di apportare una correzione azzeccata; mi limiterei, piuttosto, a suggerire o a sottoporre una considerazione: sostituire il termine "mappa" con il termine "analisi sociale". Mi sembra che comunque il concetto equivalente sia questo insomma.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Senza volere, con questo, interferire con la questione del rimpasto in Giunta, questa è come l'acqua di Baven, che non fa né mal né ben (questo sia detto, come ribadisco, senza che qualcuno pensi che si voglia mettere il naso).
Vorrei dire al collega Gallarini che ho ascoltato il suo intervento, in quanto è sempre persona di particolare praticità e buonsenso con la quale intrecciamo sempre volentieri un dialogo.
Il Consigliere Gallarini ha detto: "Siamo passati dai 180 ai 90 giorni, perché in questo modo abbiamo di fronte tre mesi fino alla fine dell'anno". È una bugia, perché da qua alla fine dell'anno ci sono due mesi, ma si tratta di una mera annotazione tecnica.
Non so quando avete intenzione di discutere del bilancio preventivo, ma questo termine, rispetto alle scadenze che sono attese per il bilancio preventivo, non è proprio congruo. Per il bilancio preventivo, forse bisognerebbe averla fra una settimana.



(Commenti del Consigliere Gallarini fuori microfono)



MARCENARO Pietro

Allora ne prendo atto, perché è un'informazione interessante: è la prima volta che la maggioranza comunica, attraverso questa via indiretta il ricorso all'esercizio provvisorio. Ne prendiamo atto. Si tratta di un altro punto di lettura.



PRESIDENTE

una forzatura dell'ipotesi l'intervento del collega Marcenaro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Confesso che non capisco le ragioni per cui la Giunta si ostini a rivendicare la potestà di predisporre la mappa dei soggetti.
Noi, tra l'altro, inseriamo questo emendamento, se ho capito bene nell'articolo 4, dove, per la verità, definiamo soltanto le competenze della Regione in quanto Ente.
Era ragionevole pensare che tra le competenze della Regione rientrasse anche quella di predisporre un elenco (o mappa o analisi) dei soggetti che nei prossimi anni potevano essere considerati a rischio.
Questo era ragionevole, perché si aggiunge un emendamento ad un articolo che norma le competenze della Regione come Ente, precisando anche questa competenza: benissimo, allora si devono raccogliere i dati e dire al Consiglio regionale a alla Giunta regionale quali sono i soggetti che voi considerate a rischio. Qui mi sarei fermato, Presidente, perché non pu essere messo in questo articolo l'emendamento che stabilisce che la Giunta interviene per fissare le modalità di controllo e verifica della spesa problema che si pone, che si porrebbe o che si sarebbe dovuto porre in un articolo diverso da questo.
Non capisco perché vi opponiate a una considerazione della collega Suino, che rende più lineare il provvedimento e l'articolo in questione.
Stiamo definendo le competenze della Regione e, in questo quadro sarebbe corretto immaginare che la Regione - non la Giunta regionale, che è un organo esecutivo e di governo - fa la mappa dei bisogni.
Francamente non capisco perché vi sia un articolo in cui compare la Regione e, ad un certo punto, viene riconosciuta alla Giunta la potestà in materia di definizione della mappa.
E' sbagliato, è scritto anche male, lo dico con molta umiltà. Potevamo convenire sulla proposta della collega Suino, che non modifica l'impianto della legge, ma scrive la norma in maniera corretta, riconoscendo questa competenza in capo alla Regione e spostando, eventualmente, l'articolo sui controlli degli Enti di gestione in un articolo successivo, perché questo può essere che venga discusso e deciso dalla Giunta, con un suo provvedimento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.3), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.3)A, lettera k), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
4.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Muliere Chiezzi, Saitta, Tapparo Contu, Riggio, Marcenaro, Placido, Ronzani, Riba Moriconi e Papandrea: alla lettera b) del comma 1 dopo le parole "per minori" sono aggiunte le parole "per anziani e per disabili".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 4.4), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
4.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Muliere Chiezzi, Saitta, Tapparo Contu, Riggio, Marcenaro, Placido, Ronzani, Riba Moriconi e Papandrea: alla lettera l) del comma 1 dopo le parole "il personale" sono aggiunte le parole "pubblico e convenzionato".
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Voglio spiegare e chiarire che non parlo assolutamente in polemica con il Presidente della Giunta. Non intendo parlare in polemica con il Presidente della Giunta, proprio perché gli sto chiedendo delle cose che ritengo di estrema importanza.
Il Presidente della Giunta ha la delega alle politiche istituzionali e all'attuazione del federalismo; in questa sua veste gli sto a chiedere delle cose e, quindi, ben mi guarderei dal parlarne in polemica.
Preciso, ovviamente, che parlo a esclusivo nome personale; non intendo impegnare il Gruppo né intendo impegnare il Presidente del Consiglio, anche se, alla fine, ovviamente, non potrò che rendere i componenti del Gruppo e il Presidente del Consiglio nella situazione di dover approvare o disapprovare quello che vengo dicendo.
Riprendo da dove mi ero interrotto, cioè dal criterio della cravatta: è chiaro che, quando il Ministro Bossi parla di uomini con la cravatta intende quelle persone che, nel fare politica, fanno avanzare il criterio dell'estetica e il criterio dell'immagine a quello della sostanza.
Noi siamo uomini di sostanza, cioè siamo uomini che lavorano per una questione: per il Nord e per fare la guerra a Roma. Nel senso, caro collega Ronzani, che non abbiamo nulla contro Roma città o contro Roma capitale dell'Italia, ma riteniamo che la politica romana, che accentra il potere di uno Stato, non sia una politica confacente ai bisogni del Nord e parallelamente, ai bisogni del Sud. Molto semplicemente questo, quindi contro la Roma politica.
Questa è la precisazione che doveva essere data. Credo che, a tre anni e mezzo dall'inizio di questa legislatura...



(Commenti in aula)



BRIGANDI' Matteo

Il Ministro per le riforme si chiama Umberto Bossi e ha scritto esattamente il disegno di legge che ho citato nell'intervento precedente...



(Commenti in aula)



BRIGANDI' Matteo

Andiamo avanti. Presidente chiedo di poter parlare! Scusi, Presidente se la interrompo, chiedo di poter parlare...



PRESIDENTE

Ha perfettamente ragione.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente. Stavo dicendo che, a tre anni e mezzo dall'inizio di questa legislatura, occorre fare il punto politico del lavoro che abbiamo svolto, perché, fra un anno e mezzo, ci dovremo sottoporre nuovamente alle urne e cercare, per come è possibile, di portare a casa un voto utile a questa maggioranza.
E allora, non bastano, a mio parere, i soli atti amministrativi fatti dalla Giunta e da questo Consiglio. Occorre un'attuazione del programma e la prima lamentela non può che essere che, all'interno dell'attuazione del programma, mancano - e quindi la maggioranza deve farsene carico - le leggi che sono tipiche dell'attività politica leghista.
Faccio un esempio: abbiamo fatto una battaglia - ed è finita - sui buoni scuola; una legge di questa maggioranza, ma non una delle leggi basilari della politica leghista.
Credo che non si possa andare avanti senza pensare di formulare questo tipo di proposizioni normative sul punto, che diano riscontro delle linee politiche leghiste, ove si ritenga che la Lega faccia parte della maggioranza.
Credo, ancora, che la Lega stia ponendo a disposizione quattro uomini in questo Consiglio regionale; eventualmente, il Presidente riterrà di pensare a un quinto uomo, sia questo preso all'interno o all'esterno del Consiglio regionale, ma la Lega chiederà senz'altro che sia un uomo che abbia le caratteristiche che sto dicendo. Non si può pensare ad un uomo che non abbia in testa una cosa sola: la libertà da Roma. Questo sottolineo, perché l'altra parte della maggioranza ne prenda atto. Tutti i leghisti sono qui per fare una battaglia di riforme, è l'unica cosa che ci interessa: una riforma che porti alla libertà dei popoli del nord e una riforma contro Roma.
Noi queste cose le abbiamo giurate e le dobbiamo mantenere ai nostri elettori. Le abbiamo insegnate ai nostri figli, perché le insegnino ai figli dei nostri figli, così, quando noi moriremo, saremo sicuri che la battaglia contro Roma proseguirà fino a quando si arriverà al Piemonte libero in una Padania libera.
Con questo concludo, perché mi pare di aver trasmesso un messaggio molto chiaro, ritirando gli emendamenti che ho proposto, perché non intendo inceppare adesso questo Consiglio regionale. Essendo parte coerente di una maggioranza, evidentemente, forniamo degli spunti da seguire, ma è certo che la posizione è questa.
Se qualcuno dei presenti - i colleghi Dutto e Rossi, o, eventualmente il collega Cota, quando tornerà - ritiene che questa non sia la linea politica della Lega e che ci sia una linea politica diversa da perseguire una linea politica di poltrone e di utili, li invito - per i presenti adesso; per gli assenti, alla prima riunione utile - a volerlo chiarire perché sono qui esclusivamente a questo fine: porre a termine la guerra contro Roma.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto per esprimere il parere della Giunta regionale.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Il termine "personale" è omnicomprensivo. Scrivendo "pubblico e convenzionato" si rischia di essere riduttivi. Noi abbiamo l'interesse che tutto il personale, anche quello assunto dai privati, sia adeguatamente formato. Quindi, il parere è contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Ringrazio l'Assessore per aver fornito la motivazione, ma credo ci sia un'interpretazione errata e mi permetto, come dichiarazione di voto, di esplicitarne il merito. La formulazione adottata nel testo è breve, glielo rileggo un attimo: "La definizione degli standard formativi degli operatori dei servizi sociali, nell'ambito dei requisiti generali e dei profili professionali definiti dallo Stato, e la programmazione, l'indirizzo, il coordinamento e la promozione delle attività formative per il personale dei servizi sociali, nonché la vigilanza e il controllo sullo svolgimento di tale attività".
Quando si esplicita in questi termini non si fa riferimento al privato o al convenzionato, si fa riferimento agli operatori del comparto pubblico che hanno regolare contratto, che sono entrati attraverso un bando, e che quindi, dipendono dallo Stato. Ecco, la ragione della precisazione, anche perché il controllo è materia precipua dell'organo pubblico. Lasciamo perdere il funzionamento dei controlli, che è già stato argomento di poco divertenti discussioni, ma è proprio materia specifica dell'organo pubblico. Ecco, allora, l'abbinamento nello stesso passaggio: "gli operatori dei servizi sociali", che, anche solo per idem sentire, sono ritenuti quelli del servizio pubblico dei Comuni, a "controllo e vigilanza", che è funzione specifica del dipendente pubblico Alla formulazione dobbiamo aggiungere "convenzionati" o "privati" usate la formulazione che volete. Non stiamo sostenendo che la valutazione della Giunta andava in questa direzione, ma il risultato è come se noi dicessimo che la formazione è competenza esclusiva del personale pubblico e non del personale privato. Ecco, perché è necessaria una precisazione in tal senso: o si riformula il comma oppure va aggiunto quanto noi abbiamo suggerito.
Noi voteremo comunque il nostro emendamento, sperando, con questa dichiarazione di voto, di aver convinto la stessa Giunta a rivedere la formulazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Quando parliamo di personale dei servizi sociali intendiamo tutto il personale, tanto del pubblico quanto del privato. Una casa di riposo privata deve avere il personale opportunamente formato, così è stato inteso dalla Giunta che lo propone, non è stato inteso come è stato descritto dalla Consigliera Suino. Così è stato fatto finora: noi abbiamo sempre fatto dei corsi di formazione, in quanto è interesse della Regione formare tutto il personale, sia il personale dei privati che il personale dei servizi pubblici. Finora, si è sempre svolto così: i corsi di formazione erano rivolti, su richiesta di tutti, a tutto il personale, perché, poi servono i nostri anziani.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.5), con il parere contrario della Giunta, espresso dall'Assessore Cotto.
Il Consiglio non approva.
4.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Muliere Chiezzi, Saitta, Tapparo Contu, Riggio, Marcenaro, Placido, Ronzani, Riba Moriconi e Papandrea: alla lettera o) del comma 1 la parola "h)" è abrogata.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.6), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
4.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Muliere Chiezzi, Saitta, Tapparo Contu, Riggio, Marcenaro, Placido, Ronzani, Riba Moriconi e Papandrea: al comma 1 è aggiunta la lettera u) così come segue: "la disciplina delle procedure amministrative, le modalità per la presentazione dei reclami da parte degli utenti delle prestazioni sociali e l'eventuale istituzione di uffici di tutela degli utenti stessi che assicurino adeguate forme di indipendenza nei confronti degli Enti erogatori".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Quanto proposto dall'emendamento è previsto al successivo articolo 24 quindi, l'emendamento a questo articolo non è accoglibile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.7), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
4.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Riggio, Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba, Chiezzi Saitta, Contu e Moriconi: al comma 2 le parole "la Regione" sono sostituite dalle parole "il Consiglio regionale".
La parola all'Assessore Cotto per il parere della Giunta.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Riteniamo che qui sia giusto scrivere "Regione", in quanto il Consiglio definisce gli obiettivi nel Piano, e la Giunta i criteri e le procedure.



PRESIDENTE

Ci sono interventi? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore, non comprendo le ragioni di opposizione all'emendamento che se non ho capito male (chiedo venia perché ero distratto), pone nuovamente al Consiglio regionale una serie di prerogative. Usare il termine "Regione" anziché "Consiglio regionale" ha e rischia di avere una valenza diversa.
pur vero che su una materia di attualità come la potestà regolamentare, sulla cui controversa questione il 21 ottobre la Corte Costituzionale ha espresso un parere dirimente, quando si parla di potestà del Consiglio in senso lato si intende anche la Regione, ma dal punto di vista delle competenze del Consiglio regionale, credo che lei debba prestare attenzione alla necessità che una serie di prerogative tornino in mano al Consiglio regionale.
Ritengo, quindi, che dal punto di vista lessicale, oltre che contenutistico, questo principio venga riaffermato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Invito l'Assessore a riflettere. Non contesto il fatto che la Regione attui l'integrazione socio-sanitaria. Dato che stiamo richiamando le funzioni della Regione, è corretto riaffermare, nell'articolo che si riferisce alle competenze che devono esercitare le Regioni, che tale funzione spetta alla Regione in quanto Ente.
Altra questione sono i criteri e le modalità con cui vengono erogati i servizi. O è materia della Giunta o del Consiglio regionale. E' qui che si apre la discussione, ma distinguerei i due problemi: un conto è che dovendo stabilire quali sono i compiti della Regione, nell'articolo 4 si decida che essa deve attuare l'integrazione socio-sanitaria ed indicarne gli obiettivi, ma, dall'altro, c'è tutto un capitolo che non può essere mescolato con il primo, in cui discute dei criteri e delle modalità con le quali erogare questi servizi, anche ai sensi della normativa.
Questa seconda partita non può essere decisa genericamente dalla Regione: può essere decisa dalla Giunta o dal Consiglio regionale.
Noi siamo affinché i criteri li fissi il Consiglio regionale. Non potete parlare impropriamente di Regione quando si definisce questo, perch chi è la Regione? Regione Ente? Regione uffici? Regione funzionari? Regione direttori? No, la Regione ha in capo un obiettivo: realizzare, con le proprie politiche, l'integrazione socio-sanitaria. I criteri per decidere come erogare i contributi li decide o la Giunta regionale, quindi un organismo esecutivo, o la Giunta sentito il Consiglio regionale o il Consiglio regionale. Da qui non si scappa.
Stiamo discutendo un'impostazione e non mi pare ci debbano essere molte divisioni; caso mai ci dovrebbero essere tra chi sostiene che tale potere venga riconosciuto in capo alla Giunta e chi, invece, ritiene che tali criteri vadano discussi, quanto meno, nella Commissione Consiliare competente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.8), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
4.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Riggio, Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba, Chiezzi Saitta, Contu e Moriconi: al termine del comma 2 sono aggiunte le parole "attraverso il piano socio sanitario regionale e la delibera consiliare che definisce le procedure per la realizzazione dell'integrazione socio-sanitaria da emanarsi entro 90 giorni dalla presente legge".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Intervengo per precisare che l'emendamento nasce dall'applicazione molto diretta dell'articolo 3, comma 2, della legge n. 328, che sancisce che il coordinamento avviene con il Piano Sanitario Regionale.
Noi, quindi, proponiamo di aggiungere un'esplicitazione.
Il concetto è l'attuazione dell'integrazione socio-sanitaria, ma noi aggiungiamo attraverso il Piano Socio-sanitario Regionale e la delibera consiliare, che definiscono le procedure per la realizzazione dell'integrazione socio-sanitaria.
Poi precisiamo da emanarsi entro 90 giorni, perché ci è parso di cogliere, nello spirito generale del provvedimento, che ci si attesti su quella temporalità (ovviamente, può essere inferiore e trovare la nostra disponibilità).
Diversamente, la formulazione prevista non tiene conto, come invece è necessario, dal nostro punto di vista, di quanto previsto dalla stessa legge quadro nazionale e, nello specifico, di una necessità ben precisa che ha la nostra Regione in tal senso, avvalorando la sollecitazione, la tendenza e la richiesta da parte dello stesso Assessorato all'assistenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Intendiamo focalizzare l'emendamento perché non venga messo sullo stesso piano degli altri. I punti deboli della legge riguardano tre questioni: il finanziamento, l'integrazione sanità-assistenza e i piani di zona. Ci teniamo a "stressare" questo concetto perché, effettivamente, è uno dei tre cardini del rapporto che intendiamo costruire con la Giunta regionale, rispetto al giudizio che daremo sul provvedimento (giudizio che nella discussione generale abbiamo dato positivo in larga massima, ma inutile se non si costruiscono meccanismi di attuazione).
I tre criteri, perché ciò non rimanga solo una medaglia sul petto dell'Assessore (che pure ha svolto un lavoro meritevole), è che si dia gambe a queste tre questioni, per cui la questione dell'integrazione sanità assistenza, bisogna che, in una certa misura, esca dal vago e dal generico.
E' una sollecitazione all'Assessore alla Sanità, e a tutta la Giunta, a produrre al più presto un Piano sanitario degno di questo nome, a provvedere all'integrazione socio-sanitaria perché l'Assessore sa quanto gli operatori, a livello territoriale, abbiano bisogno di questo.
Grazie a Dio, abbiamo operatori, sia in campo sanitario che in campo sociale, che hanno una lunga tradizione di lavori in comune, che, malgrado la separazione che c'è stata in questi anni sul piano formale, hanno continuato a lavorare fianco a fianco, spalla a spalla. Bisogna che gli operatori vengano garantiti e penso che l'Assessore sia in una posizione privilegiata per fornire questo tipo di sponda al soggetto più debole della contraddizione fra sanità e assistenza che, appunto, è l'operatore socio assistenziale, ragion per cui consideriamo questo emendamento, uno degli emendamenti cardine. Come ha detto la Consigliera Suino, la questione dei 90 giorni è una questione su cui possiamo tranquillamente discutere elaborare, rivedere anche alla luce delle problematiche della Giunta e della maggioranza, non è per noi la linea del Piave. La linea del Piave è che l'integrazione sanità assistenza, esca dal limbo delle dichiarazioni e diventi sostanza, carne e sangue attraverso il Piano socio sanitario e la delibera conseguente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore per il parere della Giunta.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Abbiamo esaminato attentamente l'emendamento presentato e pensiamo che possa essere riformulato in questo modo: dopo "nell'ambito della normativa nazionale vigente" aggiungere "e di quanto previsto dal piano socio sanitario regionale". Le procedure, invece, vengono definite dalla Giunta come previsto dal successivo articolo 20. Se va bene così riformulato, i Consiglieri possono ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Ahimè: quale Piano socio sanitario? Noi le chiediamo di assumere un ruolo propulsivo rispetto alla vicenda, perché qual è il Piano socio sanitario? Quello già vigente, e in scadenza, del 1997? Quello in discussione in Commissione che non contiene riferimenti? E' veramente imbarazzante, ancora una volta cerchiamo di uscire dal generico e invece ci ripiombiamo. Apprezziamo la disponibilità dell'Assessore, però non lo possiamo considerare sufficiente e quindi non ritiriamo il nostro emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.9) sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
4.10) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: in fondo al comma 2 aggiungere: "e di quanto previsto dal Piano Socio Sanitario Regionale.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.10).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 lettera d) le parole "di forme di coordinamento" sono abrogate.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Consiste soltanto nell'abrogare le forme di coordinamento. Quindi rimane invariato "promozione fra enti gestori istituzionali per la Provincia". E' nient'altro che quanto previsto della legge n. 328 agli articoli 6, 7 e 8 che ritiene che le Province siano enti di supporto, e quindi abbiamo funzione di snodo e di filtro, tra gli enti gestori e gli Enti locali. Non si tratta di "forme di coordinamento", perché non sono previste dalla legge quadro nazionale; è un qualcosa in più che viene dato in questa fase.
La formulazione così esplicitata ci parrebbe necessitare di questa abrogazione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

La legge quadro probabilmente non poteva prevedere che la Regione attribuisse competenze alle Province in materia di cooperazione sociale e di volontariato. Non è scritto che le Province coordinano, ma che promuovono forme di coordinamento. Siamo d'accordo nella sostanza.
Ribadisco che non c'è scritto che le Province coordinano, ma che promuovono forme di coordinamento. Pertanto, l'emendamento così com'è scritto non è accoglibile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.1), con il parere contrario della Giunta, espresso dall'Assessore Cotto.
Il Consiglio non approva.
5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Riggio Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba, Chiezzi Saitta, Contu, Moriconi: al comma 2 la lettera h) è abrogata.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Non è accoglibile, perché la funzione è già stata assegnata alle Province con la legge n. 5 del 2001.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.2), con il parere contrario della Giunta, espresso dall'Assessore Cotto.
Il Consiglio non approva.
5.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Riggio, Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba, Chiezzi Saitta, Contu e Moriconi: al comma 2 lettera j), le parole "Giunta regionale" sono sostituite con le parole "Consiglio regionale".
La Giunta come si esprime?



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

No.



PRESIDENTE

L'Assessore ha espresso parere negativo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Allora, in questo caso, non è più "non favorevole", è proprio un "no".
Questo emendamento, Assessore, è importante perché la Provincia è un Ente di supporto. Qui, invece, mettiamo in capo alla Provincia l'istituzione dell'Ufficio provinciale di Pubblica Tutela. È un atto politico di grande rilevanza, perché parliamo dell'Ufficio regionale di Pubblica Tutela. Tra l'altro, ha una competenza tecnica rilevante e quindi è uno di quegli argomenti di grande delicatezza sui quali tutte le istituzioni dovremmo prestare tutta l'attenzione del caso.
Siamo convinti, nel caso specifico, che debba essere una competenza del Consiglio regionale e lo riproponiamo. La risposta tranchant, che non prevede nemmeno una forma di soluzione intermedia, ci preoccupa alquanto considerato che l'argomento è proprio quello della pubblica tutela, uno di quegli argomenti, cioè, sui quali sarebbe bene vi fosse, perlomeno per i criteri generali e per quelli che sono i ragionamenti di ordine generale e istruttorio, un passaggio nelle sedi istituzionali che sono state riconosciute, anche attraverso il federalismo, in capo a quella che è l'istituzione.
In ogni caso, la legge n. 229 del 1999 ha assegnato ai Sindaci la funzione di tutela della salute dei cittadini. Questa formulazione, che invece la Giunta regionale intende adottare all'articolo 5, si configurerebbe come contrasto con quanto previsto dalla vigente legge n.
229 in materia di tutela di salute.
L'istituzione dell'Ufficio di Pubblica Tutela comporta, già di per s un margine di eventuale eccezionalità. A maggior ragione, quindi riteniamo debba essere una di quelle competenze che, in qualche modo devono ritornare in Consiglio regionale attraverso le diverse sedi che il Consiglio ha (quindi può essere anche solo a livello di Commissione) perlomeno per quelli che sono i criteri. Qui trattasi di comma che riguarda, nello specifico, i criteri e le procedure.
Ecco perché rinnoviamo l'invito a considerare l'emendamento che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

L'Assessore ha cambiato opinione?



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

No, però accolgo lo spirito dell'osservazione e presento un emendamento dov'è si specifica: "...criteri stabiliti dalla Giunta regionale informata la competente Commissione consiliare".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.3), con il parere contrario della Giunta, espresso dall'Assessore Cotto.
Il Consiglio non approva.
5.4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: al comma 2, lettera j), dopo le parole "stabilite dalla Giunta regionale" sono aggiunte le parole "informata la competente Commissione consiliare".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.4).
Il Consiglio approva.
5.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio, Manica, Placido e Muliere: al comma 2, lettera j), le parole "nonché di svolgimento diretto di tali funzioni, per i casi nei quali l'autorità ritenga di individuare il tutore nella provincia" sono abrogate.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido, che interviene sull'ordine dei lavori.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Non con spirito polemico, le pongo un problema (lo pongo adesso, prima di una votazione e dopo un emendamento della Giunta, che, in qualche modo, accoglieva una nostra richiesta): per votare occorre essere seduti al proprio posto. La prego formalmente di far sì che i colleghi votino dal proprio posto, e non diversamente. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. I colleghi Segretari e Questori sono pregati di stare al proprio posto e di osservare lo svolgimento delle votazioni, in modo da poter escludere che qualche Consigliere voti per interposto collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Raccolgo volentieri, in ruolo dei Consiglieri fuori posto, l'invito del collega Placido, il quale sostiene che, per votare, bisogna essere al proprio posto, anche se non ritengo vi siano colleghi che stanno votando per altri, quindi credo che tutti abbiano dato una presenza massiccia passatemi il termine - della maggioranza.
Se è vero che un Consigliere per votare deve essere al proprio posto, è altrettanto vero e logico - e questo è anche un invito che rivolgo ai Segretari - che un Consigliere per non votare, in quanto assente, non dovrebbe essere al proprio posto. Le pongo il problema, Presidente.



PRESIDENTE

Va bene.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.5), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
5.6) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: al comma 2, lettera l), le parole "anche nei casi di commissariamento dell'ente" sono sostituite dalle parole "compresi lo scioglimento dell'amministrazione e la nomina del commissario straordinario".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.6).
Il Consiglio approva.
5.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 4 le parole "Giunta regionale" sono sostituite con le parole "Consiglio regionale".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.7), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
5.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Ronzani e Muliere: dopo l'articolo 5, comma 4, inserire il seguente comma: "5. Per quanto riguarda l'assistenza pre e post natale alle gestanti e madri nubili e coniugate in difficoltà, comprese le attività volte a garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i loro nati, ed i necessari interventi a favore dei neonati per i primi 60 giorni della loro vita, le competenze sono trasferite al comune di Torino e a due enti gestori istituzionali individuati dalla Giunta regionale di concerto con le province e gli enti gestori. Le attività suddette sono svolte su semplice richiesta delle donne interessate, indipendentemente dalla loro residenza anagrafica".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Questo è stato un argomento molto dibattuto durante le consultazioni.
La Giunta è sfavorevole, perché ritiene che questa funzione possa essere bene esercitata attraverso gli enti gestori, garantendo la privacy, perch così è già stabilito per legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.8), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
5.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Riggio Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba, Chiezzi Saitta, Contu e Moriconi: al termine dell'articolo sono aggiunte le parole "Le procedure di mobilità del personale dalle Province agli enti gestori avviene nel rispetto delle norme previste dalla contrattazione nazionale decentrata".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

E' già così, infatti la formulazione è stata concordata anche con l'Organizzazione Sindacale. I colleghi proponenti, pertanto, possono ritirare l'emendamento; diversamente, il parere è sfavorevole.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato dai proponenti.
5.10) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al termine dell'articolo sono aggiunte le parole "Sono trasferite agli Enti gestori le risorse provinciali effettivamente utilizzate alla data del trasferimento delle relative funzioni".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

La legge n. 328, all'articolo 8, parla di risorse utilizzate all'entrata in vigore della presente legge, in modo molto chiaro. Se le Province hanno continuato a gestire competenze, potrebbero chiedere alla Regione una compartecipazione finanziaria, mentre già la legge nazionale diceva che erano risorse utilizzate all'entrata in vigore della presente legge. Il problema era noto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.10), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 6.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 è aggiunta la lettera a) bis così formulata: "il Sindaco è il titolare delle funzioni di tutela socio-sanitaria e del diritto alla salute per i suoi cittadini in applicazione di quanto disposto dal d.lgs. 229/1999".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento è superfluo, perché è già previsto da specifica normativa che il Sindaco sia titolare di queste funzioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Una battuta, Assessore: se dovessimo fare l'eliminazione di tutto quello che è superfluo, allora...! In questo caso, noi non lo riteniamo né superfluo...



(Commenti dell'Assessore Cotto fuori microfono)



SUINO Marisa

Va bene, era una battuta.
Però, Assessore, in questo caso, trattandosi di funzione dei Comuni e trattandosi nell'articolo precedente dell'evocata integrazione sanità assistenza, peraltro, richiamata dalla stessa Giunta regionale, a maggior ragione, in questo caso, essendo l'articolo specifico delle funzioni dei Comuni, deve essere esplicitata sia la competenza che inerisce alla sanità sia la competenza che inerisce all'assistenza, altrimenti, delle due l'una: o non volete fare l'integrazione socio-sanitaria oppure la volete fare solo da una parte.
Abbiamo evidenziato con un emendamento, che manteniamo e votiamo all'articolo 6, le funzioni dei Comuni, perché la legge n. 229 è vigente non è stata abrogata, quell'articolo non è stato abrogato, quindi, i Sindaci, attualmente, hanno una competenza specifica nel campo sanitario per la tutela della salute dei cittadini.
L'altra faccia dell'integrazione sanità-servizi sociali qual è? Sono i Comuni che realizzato l'integrazione. Allora, che senso ha, negli articoli precedenti, dire che si tende all'integrazione, quando, poi, nell'articolo non citiamo una funzione dei Comuni, che, nei fatti, l'applicano? Tra l'altro, ci dispiacerebbe molto, in quanto verrebbero sminuite le funzioni degli Enti locali, cosa alla quale teniamo in modo particolare, ma anche questa Giunta.
La legge quadro all'articolo 1, comma terzo, lo esplicita in modo assolutamente chiaro. E' il Piemonte, che vanta un'esperienza considerata nella storia e negli anni di gestione associata delle funzioni socio assistenziali funzionante, diffusa e positiva, a maggior ragione, che si deve rendere protagonista della difesa di questo valore e di questo concetto. Ne dovrebbe tener conto sia per quanto riguarda questa competenza sia per quanto riguarda gli ambiti ottimali, che devono coincidere con i distretti. Solo così si attua sul serio l'integrazione sanità-assistenza altrimenti, sono pie intenzioni o - potremmo chiamarle in altro modo teorie e principi ai quali ci si rifà, ma che, poi, non trovano gambe mezzi e funzioni per diventare realtà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Ho usato il termine "superfluo", perché per me è già così. Non ho alcun problema ad accogliere questo emendamento, se rafforza quanto è già così, è questo il senso. Quindi, posso essere favorevole, sottolineando che è già così.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 6.1), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 8.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al termine del comma 2 sono aggiunte le parole: "gli ambiti territoriali vengono definiti da apposito provvedimento del Consiglio regionale su proposta concertata tra la Giunta regionale e gli Enti locali".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Non è accoglibile: la Regione non adotta alcun provvedimento, ma partecipa alla concertazione per la definizione degli ambiti territoriali.
Questo è quanto abbiamo anche concordato con la Conferenza delle Autonomie locali; per loro era un punto molto importante proprio per l'autonomia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 8.1), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Prego i Questori di effettuare un controllo, perché c'è sempre una segnalazione di votazione non fatta.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non faccio questo controllo. Ho pregato i Questori di controllare personalmente, pertanto, chiedo se vogliono riferire.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se Pichetto non è presente, non può risultare che vota.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Contestiamo la votazione.



PRESIDENTE

Risulta che ha votato l'Assessore Pichetto?



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Risulta che ha votato l'Assessore Pichetto.



PRESIDENTE

Beh, non poteva votare perché non c'era. Votazione non valida, si ripete.
Dichiaro aperta la ripetizione della votazione sull'articolo 8 e prego i Consiglieri Segretari di verificare che i Consiglieri votino dal loro posto e solo dal loro posto.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 9.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio Placido, Ronzani, Marcenaro, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 le parole "la Regione" sono sostituite con le parole "il Consiglio regionale".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 9.1), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
9.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 la parola "più" è abrogata.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 9.2), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
9.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: il comma 2 è così riformulato: "La Regione riconosce altresì che la gestione in forma singola del comune di Torino è idonea a garantire l'efficacia e l'efficienza degli interventi sociali".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento potrebbe anche essere ritirato perché è già così e non solo per la città di Torino, ma anche per le città di Novara e di Asti.
già così.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

SUINO Marisa (fuori microfono)



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Lo manteniamo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 9.3), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
9.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 3 le parole comprese tra "compresa..." e "delega " sono abrogate.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Non accoglibile. L'esempio della città di Casale dimostra che questa forma di gestione può essere valida.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 9.4), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 10.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Botta M., D'Onofrio, Galasso Godio e Valvo: all'articolo 10, comma 1, il termine "soggetti pubblici" è sostituito con il termine "soggetti di diritto pubblico".
Indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico sull'emendamento 10.1), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 11.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto.
al comma 1, lett. e) sono soppresse le parole "e della mutualità".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Vorrei che l'Assessore ci spiegasse la motivazione della condivisione dell'emendamento. Togliere "mutualità" ci sembra che dia armonia al testo dell'articolo 11. Mi riservo di intervenire ancora su altri passaggi del medesimo articolo.
Sarebbe auspicabile, non solo guadagnare tempo, ma addurre motivazioni per arricchire, reciprocamente, il livello del dibattito e gli atti consiliari. In tal modo, quando si vorrà verificare la costruzione della norma, si potranno ricostruire gli elementi costitutivi e l'aspetto profondo del dibattito.
Chiederei all'Assessore di non sottrarsi, di essere generosa, di esplicitare quando fa una scelta o una condivisione, oppure esprime un rifiuto. Credo che si possa perdere al limite un quarto d'ora in più senza pregiudicare l'approvazione del disegno di legge, ma arricchendo e dando un senso alla discussione.



PRESIDENTE

L'Assessore Cotto in effetti voleva intervenire, ma io non l'ho agevolata.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Questa volta penso di poter utilizzare il termine superfluo perché è stato un errore tecnico. Le Cooperative sociali sono già inserite, le società di Mutuo Soccorso anche, quindi era un'aggiunta di un termine in più già compreso che faceva fare confusione, tant'é che anche la legge n.
328 non cita più il termine mutualità perché già compreso dagli altri.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 11.1).
Il Consiglio approva.
11.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 le parole "nonché quello degli enti religiosi riconosciuti dallo Stato" sono abrogate.
Ricordo il parere contrario della Giunta.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Siamo sull'articolo 11 che è quello del terzo settore e altri soggetti privati. Assessore, ci dia una motivazione. Nel comma 1 c'è l'elenco di quali sono i soggetti: le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali, gli organismi non lucrativi di utilità sociale, le associazioni e gli enti di promozione, gli organismi della cooperazione, le società di mutuo soccorso, le Fondazioni, gli enti di patronato e gli altri soggetti privati non a scopo di lucro. Prima non c'era questa precisazione, una precisazione che è già stata accolta in Commissione, per cui le rinnoviamo la nostra condivisione.
Nel comma 2 spuntano come funghi, diciamo noi, gli enti religiosi riconosciuti dallo Stato. Ma gli enti religiosi riconosciuti dallo Stato non rientrano già - per ritornare su quell'aggettivo di prima "superfluo" e aggiungiamo anche pleonastico - nell'elenco formulato nel comma 1? Ci sono già tutti. Oppure dobbiamo pensare che non sia pleonastico, ma assolutamente mirato e voluto? La preoccupazione è che si incentivi, come rischio, l'allargamento del lavoro nero. Mi spiego. Scritto in questo modo è una volontà, è una scelta perché gli istituti religiosi, in teoria, li potremmo ritrovare con una formulazione o con l'altra nella casistica che è stata esplicitata.
Invece, si fa un comma ad hoc dove si dice "nonché quello degli enti religiosi riconosciuti dallo Stato". La preoccupazione che a noi sovviene e che si incentivi l'allargamento del lavoro nero con il conseguente ulteriore abbassamento (già molto basso e deficitario) della qualità dei servizi, anche la motivazione professionale, che conosciamo molto bene, in sanità e in politiche sociale fa la differenza. Operatori professionali che già normalmente sono pagati poco e male (questo vale sia per il pubblico che per il privato). Operatori che lavorano tantissimo con un carico di turn out notevole, con degli stipendi che sono assolutamente da fame.
Detto questo, se si aggiunge una demotivazione professionale, sia nel pubblico che nel privato, si potrebbe addirittura far precipitare chi lavora in questo comparto, in questo settore, in una situazione veramente complessa e delicata. E' un settore che ha bisogno di motivazioni, che ha bisogno di spinta professionale perché fa la differenza nell'operato quotidiano.
Riteniamo che quella precisazione sia rischiosa, se la Giunta ha un'intenzione esplicita perché in questo modo vuole far rientrare dalla finestra qualcuno che è uscito dalla porta, allora si dica con chiarezza che si fa questa operazione per favorire alcuni enti religiosi. Altrimenti quell'elenco così formulato, consente ad enti religiosi vari di rientrare assolutamente senza nessun problema in quell'elenco e quindi di beneficiare, giustamente, delle funzioni riconosciute da questo articolo e da questa disposizione. Pertanto rinnoviamo l'invito ad abrogare quel passaggio.



POZZO GIUSEPPE



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto per la replica.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Insisto sul non accogliere l'emendamento. Insisto sulla volontà di riconoscere gli enti religiosi per il lavoro che svolgono. La legge n. 328 l'articolo 1, comma 4, ha questo riconoscimento.
Relativamente al discorso legato al personale. Quando abbiamo respinto l'emendamento sul personale pubblico o convenzionato, pensavamo anche a casi di questo genere, per cui noi vogliamo che il personale sia formato come il personale delle cooperative, che magari ha lo stesso trattamento degli istituti religiosi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà



TAPPARO Giancarlo

Mi sembra che la costruzione di questo articolo sia, non voglio usare il termine ambigua, ma certamente non chiara. Non si capisce perché si esplicita il tutto al comma 1 in cui si fa l'elenco delle organizzazioni e dei soggetti privati, e poi nel comma 2 si dice che la Regione e gli Enti locali riconoscono e agevolano il ruolo di questi soggetti che sono nell'elenco e poi spunta così, o sminuendolo o quasi non si capisce la ragione per cui si tiene in questo modo, "nonché". Esplicitiamolo elenchiamolo! Parliamo di questi Enti religiosi oppure escludiamo questa formulazione, perché, come dicevo, è sminuente o ambigua.
Senza alterare la possibilità di intervenire su tutte quelle realtà (che, tra l'altro, agiscono senza scopo di lucro e suppongo che l'Assessore pensi in questo senso agli Enti religiosi riconosciuti dallo Stato), si potrebbe tranquillamente fare uno sforzo per rendere questa formulazione più chiara, senza porre gli Enti religiosi in una posizione simile; non si capisce, infatti, perché questi enti debbano spuntare fuori all'ultimo momento, dopo che c'è un'elencazione richiamata al comma 2, in cui si specifica il ruolo di tali organizzazioni.
Francamente, mi sembra un modo di sminuire o di attribuirne un ruolo improprio. Semmai si volesse inserirle in questo modo, si faccia una nuova sottolineatura, come per le organizzazioni citate nel comma precedente: precisiamo, cioè, cosa devono essere, vale a dire realtà o Enti che operano senza scopo di lucro.
Non voglio contestare le ragioni di fondo, anzi riconosco il ruolo del terzo settore. Del resto, anche la riforma costituzionale ha riconosciuto il ruolo importante della sussidiarietà orizzontale. A mio parere alcuni settori la enfatizzano, quasi a voler piegare i principi generali della Costituzione alla sussidiarietà orizzontale. Questo mi sembra un po' esagerato e pericoloso, però certamente riconosco il ruolo pieno del terzo settore. Credo non ci siano aree politiche significative nella nostra società che disconoscano il valore che lei traduce in questo articolo 11.
La invito serenamente, quindi, a fare una considerazione sulla scarsa chiarezza e - ma lo dico senza malizia - sull'ambiguità che può suscitare questa norma.
Presidente, o accantoniamo questo articolo 11, e magari lo trattiamo con più calma, oppure chiederei all'Assessore, con un atto di coraggio, di stralciare questa formulazione, o quantomeno di recuperarla in altra forma.
Esprimo il mio voto contrario qualora si debba votare l'articolo con questa impostazione del comma 2.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 11.2), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto sull'articolo 11.



TAPPARO Giancarlo

Assessore, speravo che lei, a conforto dei miei dubbi, mi potesse dire qualcosa in merito. Le ho sottolineato la mia ampia approvazione del ruolo del terzo settore e della sussidiarietà orizzontale quando non si esagera come alcuni commentatori che tagliano trasversalmente gli schieramenti politici (quindi non ne faccio una questione di parte). La sussidiarietà orizzontale sta nell'ambito dei principi generali della Costituzione e non li piega, in qualche modo, facendone quasi un nuovo fulcro. Ci sono degli autori politici e degli studiosi che danno questo tipo di interpretazione.
Può servire, come dicevo, una spiegazione sulla ragione per la quale si pone il riferimento agli Enti religiosi in questa forma curiosa, che potrebbe anche apparire sminuente, perché si tirano fuori all'ultimo momento dopo aver delineato un'elencazione di soggetti e averli nuovamente citati nel comma 2. Alla fine si dice: "nonché - bontà dell'Assessore anche gli Enti religiosi".
Non mi pare particolarmente disdicevole questa mia richiesta di comprendere la ragione di fondo o la ratio in questo tipo di elaborazione.
Tenendola così, un po' criptata, si vuole forse giocare questa cosa in modo da avere un'indeterminatezza che possa essere utilizzata in una forma un po' più flessibile? Potrebbe anche essere accettabile, però torno a dire che non è chiara. E una parola definitiva da parte dell'Assessore potrebbe essere utile.
Abbiamo ancora qualche emendamento da discutere (forse una settantina) e se ogni tanto - certamente non su tutti - ci fosse anche una sua considerazione, sia pure breve, potrebbe essere utile non dico a tranquillizzare, perché non abbiamo bisogno di essere tranquillizzati, ma a capire qual è la sviluppo politico e culturale che l'Assessore conduce nell'approvazione di questo importante disegno di legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 11, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 12.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 le parole "La Regione" sono sostituite con le parole "Il Consiglio regionale".
12.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al termine del comma 1 sono aggiunte le parole "di carattere complementare che definisce con apposito atto legislativo entro 90 giorni dalla presente legge".
Ha chiesto la parola la Consigliere Suino.



SUINO Marisa

Intervengo solo per precisarle, Presidente, che abbiamo presentato in ordine errato gli emendamenti, perché nell'articolo 12, al comma 2, dove recita "Giunta regionale" noi proponiamo "Consiglio regionale".
Mentre ho la parola, farei anche due brevi commenti sull'altro emendamento, per evitare un ulteriore intervento.
Perché abbiamo presentato questo paio di emendamenti? Perché siamo sull'unico articolo che disciplina il rapporto del servizio civile dei giovani. A tal riguardo, ricordo che esiste un testo sul servizio civile giovani che non è stata assolutamente considerata da questa Giunta e da questa maggioranza; inoltre, esiste una modifica alla legge n. 16, sia da parte della Giunta che da parte di componenti del Consiglio, che però è arenata, diciamo così, è ferma, è in stallo. Di fatto, quindi, tutta la problematica positiva relativa al servizio civile dei giovani viene risolta ed esplicitata in un brevissimo articolo di poche parole, che ha la funzione principale di porre esclusivamente in capo alla Giunta regionale la funzione relativa a qualunque rapporto, qualunque impostazione e qualunque programma.
Questo metodo sarebbe stato comprensibile se vi fosse stata una legge di riferimento. Così non è, perché in questa Regione non abbiamo né la modifica della legge n. 16 - inevitabile poiché nel frattempo è stata approvata una legge nazionale sul servizio civile che riconosce anche il servizio civile femminile - né un provvedimento mirato e specifico sulla grande partita dei giovani.
Di fatto, l'unico riferimento è questo e diventa imbarazzante anche perché è una risorsa a beneficio degli esecutivi, ma anche a beneficio dell'intera istituzione. Sappiamo quanto è importante il ruolo di questi volontari e non, perché in questo caso si parla di servizio civile pertanto, in taluni casi, la loro scelta diventa indispensabile.
La presenza di questi volontari, sia uomini che donne, che svolgono servizio civile nei servizi sociali o nelle case di cura diventa indispensabile, ed in molti casi è il supporto che consente di mandare avanti la situazione.
Banalizzare in quattro righe - e chiedo scusa per l'espressione infelice - una partita di questa natura e una risorsa di questo tipo, a beneficio dell'intero Consiglio, dove l'unica preoccupazione è quella di dire che si fa e poi vedrà la Giunta come definire i rapporti, le modalità e i criteri, ci pare veramente un impoverimento.
Questo è uno di quegli argomenti sui quali ci si poteva permettere qualcosa in più, allargando il dibattito o assumendo degli impegni, primo fra tutti quello di incominciare la discussione su una legge regionale specifica.
L'impegno non l'abbiamo sentito né in sede di Commissione né in sede di consultazione, a meno che lo sentiamo adesso, e sarebbe comunque gradito e benvenuto.
Questa è la motivazione dei due emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

La legge nazionale sul servizio civile attribuisce alle Regioni determinate competenze, senza che ci sia la necessità, da parte delle stesse, di attuare provvedimenti legislativi. Se arrivano, siamo pronti a valutarli.
Posso dire che, come Regione Piemonte, possiamo vantarci di avere fatto veramente tantissime cose fin dall'inizio.
Ricordo che il Presidente Ghigo aveva presentato al Presidente della Repubblica un progetto - che abbiamo attuato - di servizio civile all'estero per le ragazze, un progetto in Francia presso le associazioni dei piemontesi nel mondo.
Un mese fa, in Giunta, abbiamo approvato una delibera sul servizio civile con un programma, con obiettivi e finalità.
Pensiamo veramente di essere all'avanguardia e di poterlo testimoniare con dati di fatto. Presso l'edificio dove ha sede l'Assessorato alle politiche sociali, al piano terreno, c'è l'ufficio decentrato del servizio civile nazionale, una delle poche Regioni ad avere attivato questa convenzione.
Noi abbiamo scritto questi due-tre commi secondo modalità definite dalla Giunta regionale ed informata la competente Commissione consiliare perché siamo convinti che sia importante avere l'apporto ed il contributo di tutti verso un fenomeno molto importante che ha bisogno di essere pubblicizzato e di maggiore informazione e formazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Credo che le affermazioni fatte dalla Consigliera Suino e i problemi che poniamo vadano un po' oltre l'informazione, perché chiedono di inserire nella legge una compartecipazione del Consiglio nella discussione di questi aspetti.
Quindi, essere messi solo a conoscenza ci pare veramente poco.
Si potrebbe dire: "sentita la Commissione", perché l'informazione si può fare anche solo comunicando in quale sito si possono trovare le informazioni. Quindi, scrivere almeno "sentita la Commissione", perch solo "informata" mi pare un concetto troppo debole; è ovvio che dovremmo essere informati delle delibere che adotta la Giunta.
Noi andiamo oltre alla richiesta di sentire la Commissione, perch pensiamo che, su questo terreno, sia importante un coinvolgimento diretto del Consiglio e delle sue strutture, nella discussione e nell'elaborazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo, per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Assessore, colleghi e Presidente, a me pare che l'argomentazione usata dall'Assessore sia opinabile, perché, se è pur vero che la legge nazionale vincola, facendo riferimento alle Regioni, l'operatività prevista, con il comma 1 resta in capo al governo regionale.
Nulla vieta, e sta nella nostra autonomia, di farsi carico del problema come Regione, ma il carattere della definizione di questi aspetti e il suo ruolo credo debba essere delineato con un apposito provvedimento legislativo, entro un certo periodo di tempo. Non so se sia giusto in apertura del comma fare riferimento al Consiglio regionale, oppure, in subordine, nell'ambito di una legge generale della Regione Piemonte sul servizio civile, si può recuperare questo aspetto.
Non è un rivendicazionismo del Consiglio regionale, come se fosse quasi una contrattazione. Semplicemente, ci pare, anche seguendo il dibattito che si sta sviluppando nella Commissione Statuto, che concretamente in questo passaggio si potrebbe anche pensare ad una forma diversa.
Non so se quella delineata dalla Consigliera Suino - che condivido possa essere la migliore o la più efficace. Però, da parte sua, Assessore ci potrebbe essere uno sforzo per trovare una linea di equilibrio che non emargini completamente il tutto.
Già stamattina ho avuto occasione di segnalare questo atteggiamento e questa logica del governo, che considera tutto molto residuale, anche nei piccoli atti simbolici.
Se il Consiglio regionale si riunisce una volta la settimana e ha la sessione ispettiva al martedì mattina, non sarebbe il caso di non organizzare i convegni della Regione Piemonte proprio la mattina in cui l'Assessore è elencato come il maggiore risponditore di interrogazioni.
Sembra, io l'ho citato questa mattina, un atto formale che sminuisce e non riconosce il valore del Consiglio regionale. Voi sapete che, in qualche modo, magari, a cicli lunghi o brevi, c'è un'alternanza: un giorno potreste essere voi, Assessore Cotto o Presidente Ghigo, a svolgere le funzioni di Consigliere regionale. Evidentemente, individuare un meccanismo che non offre al Consiglio regionale di poter interagire, di poter arricchire e di poter, stimolare un approfondimento da parte del Governo regionale è negativo.
Assessore, glielo ripeto: non so se la formulazione così proposta nell'emendamento possa essere, di per sé, la migliore. Certamente, è fatta per provocare in lei, Assessore, un attimo di riflessione e vedere come si può recuperare, anche con una semplice dichiarazione. Per esempio, la sua potrebbe essere una dichiarazione che, comunque, permette il recupero del ruolo di indirizzo e di orientamento del Consiglio, nell'ambito di una norma che possa, più avanti, essere comprensiva di quello che sarà parte, a livello regionale, di politica per il servizio civile.
Se le posizioni sono queste, ovviamente, sostengo la proposta della collega Suino, ma spero ancora che l'Assessore, con un colpo d'ala ripensi, a conclusione dell'articolo, all'assunzione di qualche impegno in questo senso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti 12.1) e 12.2), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
Sull'articolo 12 ha chiesto di intervenire l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Intervengo molto brevemente per dire che le argomentazioni utilizzate nei vostri interventi sono ben presenti alla Giunta regionale. Quando, come Giunta regionale, abbiamo elaborato e approvato questa legge, la legge n.
64/2001 era appena stata pubblicata. Stiamo svolgendo un periodo di sperimentazione e di contatti con il territorio. Sappiamo che è già stato presentato un provvedimento che, ovviamente, abbiamo letto con molta attenzione.
Non è mia abitudine dire "faremo" o "presenteremo" una legge, per l'argomento è all'esame degli uffici del mio Assessorato, per elaborare quanto di più concreto possa rispondere alle aspettative.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 13.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 1 le parole "La Regione" sono sostituite con le parole "Il Consiglio regionale".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 13.1 sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
13.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Botta M., D'Onofrio, Galasso Godio e Valvo: all'articolo 13, comma 2, le parole "sessantesimo anno" sono sostituite con le parole "sessantacinquesimo anno".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 13.2).
Il Consiglio approva.
13.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 5 le parole "la Giunta regionale" sono sostituite con le parole "il Consiglio regionale".
La parola alla Consigliera Suino, per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Signor Presidente, intervengo per sottolineare una condivisione nel merito sia sull'articolo 12 che sull'articolo 13. Nel caso precedente, si tratta del servizio civile dei giovani; in questo caso, del servizio civico volontario delle persone anziane. Abbiamo ritenuto di emendare questi due passaggi, maggiormente legati al ruolo istituzionale rispetto al merito della collaborazione, che, ovviamente, è condivisibile, perché, anche in questo caso, ci pare un po' riduttivo e non rispettoso delle prerogative consiliari. Glielo ripeto, perché non si sente, a causa del rumore che riesce a fare la maggioranza, è una questione di acustica.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia: se limitiamo il tono di voce, riusciamo a sentirci e a lavorare meglio, quindi, indistintamente, chiedo cortesemente, di abbassare il tono di voce.
Collega Scanderebech, per cortesia, vuole anche lei aiutare i lavori dell'Aula?



SUINO Marisa

La ringrazio, Presidente, ma è l'euforia romana, dispiace che non ci sia il Consigliere Brigandì, altrimenti, potrebbe avere qualcosa da eccepire.
Assessore, ci pare poco rispettoso delle funzioni e prerogative consiliari risolvere tutta la problematica - in questo caso, si tratta dei rapporti con il mondo anziani come collaborazione, come volontariato, come servizio civico, quindi, un'altra risorsa positiva per la nostra Regione in un articoletto che, nel merito, condividiamo - è lo stesso ragionamento che abbiamo fatto sull'articolo 12 - ma sminuisce, cioè, sembra quasi che abbiate paura a presentare dei provvedimenti. Non sto dicendo che sono tenuti, che c'è l'obbligo, nei confronti della Regione, di presentare provvedimenti o leggi quadro (come si vuole chiamarli) sul comparto giovani e sul comparto anziani, perché so, data anche un po' di competenza in materia, che non è previsto. Ogni Regione, però, può disporre, di propria volontà, se arricchire o meno il panorama legislativo.
La scelta che ribadite con fierezza e con fermezza è di avocare il più possibile a voi le funzioni di rapporto, di concertazione, di criteri, di principi e di regole. Tutto, quindi, viene avocato a livello di Giunta.
Nel caso specifico, non trattandosi di grandi scelte che possono sconvolgere maggioranze o minoranze, ci pare voler sminuire quella risorse sul versante giovani (in questo caso sul versante anziani) che potrebbe essere, assolutamente e positivamente, vissuta in una sede istituzionale degna di questo nome, ammesso che qualcuno, oltre noi, creda ancora che questo posto abbia una sua rilevanza ed importanza.
Questi due emendamenti vogliono rimettono in capo al Consiglio almeno le funzioni dei criteri generali (dato che il resto si sa essere di competenza di un Esecutivo). In questo modo, i criteri generali sono della Giunta, le scelte finanziarie sono della Giunta, le scelte concertative sono della Giunta. Non c'è nessun passaggio e significa che per cinque anni questo posto - ammesso che qualcuno ci creda ancora - di anziani e di giovani non ne sentirà più parlare, se non nelle rassegne stampa, pur condividendo la positività della risorsa.
Sono emendamenti che abbiamo presentato con una forte valenza di arricchimento delle Istituzioni e non di contrapposizione; ma non c'è niente di peggio che parlare con dei sordi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo brevemente a sostegno delle argomentazioni già espresse dalla collega Suino, considerazioni già sviluppate su altri punti.
Il coinvolgimento del Consiglio su una serie di tematiche avviene anche attraverso il ruolo della Commissione, non solo attraverso un'informazione.
C'è una serie di leggi che prevedono che la Commissione venga coinvolta nella discussione e nell'approvazione (in alcuni casi, quando si parla di giovani, ad esempio, sono più Commissioni interessate).
Tenendo conto di questo, si può avere una maggiore flessibilità nell'interlocuzione, rispetto a quella finora dimostrata dalla Giunta.
Sarebbe utile prendere in considerazione almeno la forma del coinvolgimento del Consiglio e non, semplicemente, limitarsi a ribadire che ci informa cosa che, ripeto, è un po' umiliante, perché l'informazione possiamo andarla a cercare e trovare anche da soli, senza essere neanche Consiglieri regionali.
Ritenevamo che il nostro ruolo potesse essere un po' più ambizioso e non solo apprendere quello che la Giunta compie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Se contiamo quante volte compare la parola "Regione", o "Giunta regionale", in questo disegno di legge, e quante volte compare la parola "Consiglio regionale", non ci sono dubbi che quest'ultima non compare mai se non per qualche svista dell'Assessore.
Il disegno di legge pensa di attribuire tutte le possibilità decisionali alla Giunta regionale, senza preoccuparsi del ruolo del Consiglio regionale. L'Assessore, accogliendo alcune osservazioni, si è detto favorevole ad inserire nel testo l'espressione "informare la Commissione".
L'informazione alla competente Commissione regionale ci sembra un passaggio quasi inevitabile, se non vogliamo che la Giunta diventi un Ente quasi autonomo e del tutto scollegato da quanto avviene in Aula e in Consiglio.
Stiamo anche discutendo, seppure in maniera molto blanda e rallentata sul rinnovo dello Statuto della Regione Piemonte. Al riguardo, uno dei punti maggiormente discussi è proprio il rapporto tra la Giunta regionale il Consiglio, i ruoli del Presidente e i ruoli del Consiglio (che direttamente, riguardano anche i criteri di gestione democratica degli Enti pubblici).
Un disegno di legge come questo dimostra come la discussione sui diversi ruoli della gestione della Regione, che avviene anche in altre sedi, sia tutt'altro che approdata ad un punto certo. I timori di chi paventa che sistemi elettorali e scelte organizzative finiscano per esautorare di fatto il ruolo del Consiglio regionale, non possono che essere rafforzati da un testo come questo.
Personalmente, credo che, oltre ai problemi individuati e sottolineati nel senso che, da un lato, si deve parlare di riorganizzazione dei servizi socio-integrati e, dall'altro, vedere quale sarà la dotazione finanziaria per gestire questi servizi (punto dolente, fondamentale e più qualificante dei futuri servizi sociali), un altro punto negativo sia il ruolo che la Giunta regionale vuole assumersi, di fatto sempre meno coinvolgendo il Consiglio.
Queste circostanze fanno sì che la legge sia, dal nostro punto di vista, non condivisibile in molte sue parti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Vorrei ritornare sulla questione posta dai colleghi, essendo il vero limite del provvedimento. Stiamo dando, alla discussione di questa legge un contributo costruttivo, ponendoci il problema di come riaffermare, sulle scelte di indirizzo, il ruolo del Consiglio regionale.
Oggi, il problema si pone per noi; ma domani potrebbe porsi per voi e per altri.
Non discutiamo di una questione con la quale vorremmo riaffermare il ruolo delle opposizioni. Confidiamo sul fatto che domani saremo noi a governare questa Regione, quindi non nego l'esigenza che alcuni provvedimenti siano in capo alla Giunta, ma di fronte ad un provvedimento che ha questa visione, non possiamo ignorare che ci siano compiti propri del Consiglio regionale. Voi noi potete, in taluni casi, fare riferimento alla Regione come entità, (poi tornerò sull'argomento), lo dico ai Consiglieri più attenti alle questioni.
Qui evochiamo anche un tema di fondo che riguarda il ruolo dei Consigli regionali, questa discussione, da questo punto di vista, è la metafora di un problema che si pone e che si pone nel momento nel quale scegliamo di eleggere il Presidente della Giunta direttamente. C'è un punto, che è politico, che riguarda il riequilibrio dei rapporti fra Presidente, Giunta e Consiglio che io prevedo debba essere affermato stabilendo in capo al Consiglio un ruolo di indirizzo sulle grandi questioni che voi negate.
Tutto viene ricondotto in capo alla responsabilità della Giunta. Non contesto il fatto che la Giunta debba esercitare un ruolo in alcune scelte ma non sino al punto di esautorare completamente il ruolo del Consiglio.
Faccio un esempio. Nel successivo articolo, quello in cui parliamo di una serie di interventi di indirizzo, di programmazione propri del Consiglio regionale, voi fate riferimento alla Regione. Io vi ho già detto che la Regione, in quanto tale, non ha questo compito. La Regione deve definire le politiche, ma gli strumenti con i quali poi intervenire sono per un verso della Giunta, per un altro del Consiglio regionale. Voi dovreste, secondo me, darci una mano a risolvere la questione che si pone indipendentemente dalle attuali collocazioni politiche che stanno discutendo questo provvedimento.
Si pone, per tutti, l'esigenza di avere un provvedimento in cui definire con nettezza gli interventi che riconosciamo essere di competenza della Giunta regionale e gli altri di indirizzo, di politica generale che non possono essere posti in capo alla Giunta regionale e che è interesse vostro che trovino nel Consiglio, o nelle Commissioni consiliari competenti, lo strumento di sintesi e di discussione. Ostinarsi a difendere in ogni caso, indipendentemente dal merito e dei ruoli delle competenze, il ruolo della Giunta, è sbagliato. Mi sembra sbagliato dal punto di vista dell'impostazione del provvedimento.
Per questo vi invito a fare su questo mente locale, poi possiamo discutere quali sono i casi nei quali va operata con nettezza questa distinzione, possiamo vedere quali sono gli articoli in cui dobbiamo rendere più evidente la distinzione fra Giunta e Consiglio. Ma qui siamo di fronte ad un atteggiamento che finisce per sospingere il Consiglio al di fuori di qualsiasi decisione. Penso che sia sbagliato proprio dal punto di vista dell'impostazione politico legislativa che voi state dando al provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mercurio; ne ha facoltà.



MERCURIO Domenico

Ho ascoltato almeno 10 interventi su questo annoso problema: competenza del Consiglio e competenza della Giunta.
Ormai da quattro anni opera il dettato costituzionale della legge n.1 faccio questo semplice ragionamento ai Consiglieri Suino e Ronzani - se l'articolo 13 fosse stralciato da questa legge quadro, sarebbe una legge completa, una legge di dettaglio, addirittura, con ben otto articoli. Il limite di questa legge è che è una legge di dettaglio. Se per un momento isolassimo l'articolo 13 e lo inquadrassimo in una legge autonoma, sarebbe una legge di dettaglio che non avrebbe bisogno di nessun regolamento.
La Giunta sull'articolo 13 - vorrei che l'Assessore rispondesse - che regolamento deve applicare?. Questa enfasi sul discorso che ci si deve sentire offesi come Consiglieri regionale, che si viene sminuiti, non ha senso. Ritengo che si debba finire una volta per tutte: l'importanza di un Consiglio, di un'assemblea legislativa, non discende dall'aver la potestà regolamentare. La potestà regolamentare non ce l'abbiamo più. Dovemmo interessarci di ben altro.
Capisco una legge di dettaglio allora inseriamo nell'articolo 13 , 8 commi, capisco la legge padrona decide se stessa il confine con il regolamento, si decide di inserire alti quattro commi, ed è un ragionamento che posso capire, ma non capisco una legge che rinvia ad un'altra legge: è un assurdo giuridico che non sta in piedi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 13.3), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 13, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 14.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: la lettera b) del comma 2, è interamente così riformulata: "particolare rilevanza assume la concertazione con le Aziende sanitarie per la programmazione dei processi di tutela della salute e - nell'ambito di questi - per le prestazioni socio-sanitarie integrate, specialmente quelle ad alta integrazione".
La parola all'Assessore Cotto



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento è accoglibile, suggeriamo solo di togliere la parte iniziale, cioè "particolare rilevanza assume" per un motivo lessicale.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 14.1) come modificato, sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 14, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 15.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: al comma 2 le parole "La Giunta regionale individua linee guida e modelli organizzativi del SISS con particolare riferimento a:" sono sostituite con "Il Consiglio regionale al fine di realizzare la rete unica per le pubbliche amministrazioni, definisce con apposito atto legislativo, entro 180 giorni dalla presente legge le linee guida e i modelli organizzativi del SISS con particolare riferimento a:".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Le linee guida, il modello organizzativo e il SISS rientrano in una materia essenzialmente tecnica. Ritengo corretta l'osservazione sollevata in merito alla realizzazione di una rete unica per le Pubbliche Amministrazione; pertanto, se i proponenti sono d'accordo, può essere accolto l'inciso, al fine di realizzare la rete unica per le Pubbliche Amministrazioni.



PRESIDENTE

Però dovete ritirare il resto, oppure lo riformula.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

No, resta sempre della Giunta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Sono due le questioni che poniamo in evidenza con questo emendamento: la prima è certamente l'osservazione accolta dall'Assessore, ovvero la realizzazione della rete unica per le Pubbliche Amministrazioni, che sembrerebbe una questione molto tecnica, che magari interessa poco anche i colleghi, ma certamente di grande rilevanza per la trasparenza e la comunicazione tra i servizi e tra i settori della Pubblica Amministrazione.
Il SISS (Sistema Informativo Servizi Sociali) necessità di un adeguamento, di un ammodernamento e di un'inclusione in positivo; deve cioè, essere sostenuto con finanziamenti affinché si realizzi questa rete unica territoriale.
Tenete presente, colleghi, che si tratta di rispondere alle esigenze della programmazione, della gestione, della verifica e della valutazione delle politiche sociali attraverso questo sistema. Quindi, a maggiore ragione, è un sistema che necessità di essere trasparente.
Perché - altro aspetto dell'emendamento - ci soffermiamo sulla necessità che perlomeno la fase iniziale delle linee guida sia posta in capo all'istituzione più alta, quindi al Consiglio, e non all'Esecutivo? Nella fase gestionale è evidente che siano rapporti tecnici di Assessorati e di Assessorato con i servizi territoriali, ma nella fase iniziale di definizione delle linee guida, trattandosi di strumenti che ineriscono al controllo, la gestione e la programmazione, è più che mai necessario che ci sia trasparenza e una sorta di condivisione o di dibattito che coinvolga le diverse parti dell'istituzione.
Ecco perché ci soddisfa parzialmente l'accoglimento dell'Assessore.
Accoglie, giustamente, il passaggio relativo alla realizzazione della rete unica per le Pubbliche Amministrazioni - è certamente un bel passo avanti ma chiediamo ancora uno sforzo affinché la definizione iniziale delle linee guida - e non la fase gestionale - sia posta in capo all'istituzione più alta, quindi al Consiglio, con apposito provvedimento. Tutto questo, tra l'altro, servirebbe anche a dare maggiore dignità e maggiore trasparenza all'intero sistema e consentirebbe, quindi, un dialogo più diffuso e più proficuo, non solo a livello territoriale, ma anche tra i soggetti portatori (la testa), quindi la Regione in questo caso, gli Enti locali le Provincia, e, a loro volta, i servizi che gestiscono sul territorio.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 15.1), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
15.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: al comma 2, dell'articolo 15 dopo le parole "la Giunta regionale" sono aggiunte le parole "al fine di realizzare la rete unica per le pubbliche amministrazioni".
Indico la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 15.2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 15, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 16.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: Al comma 1 le parole "la Regione" sono sostituite con le parole "il Consiglio regionale entro 90 giorni dalla presente legge con apposito atto legislativo".
Passiamo alla discussione generale.
Sull'articolo 16 ha chiesto la parola la Consigliera Suino, che illustra altresì l'emendamento 16.1).



SUINO Marisa

L'articolo 16 è relativo al Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali. Su una legge di questo tipo, è uno di quegli articoli che rivestono una certa pregnanza, forse maggiore di tanti altri.
un articolo brevissimo che affronta, almeno dal nostro punto di vista, ma anche dal punto di vista della legge quadro, un fondamento, e cioè il Piano regionale. È l'unico articolo che entra nel merito del Piano regionale.
Abbiamo presentato tre emendamenti (per la verità ce n'é un quarto che viene posto al primo comma) perché diamo una certa rilevanza a questo provvedimento e a questo articolo, volendo affrontare sul serio il Piano regionale.
A cosa miriamo con gli emendamenti? Innanzitutto, alla questione della prerogativa di Consiglio e non di Regione, ed è il discorso sul quale già ci siamo intrattenuti sui precedenti articoli. A maggior ragione in questo caso, riteniamo abbia una sua rilevanza, perché è l'unico che affronta il Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali. A maggior ragione deve essere posto in capo alla sede istituzione più alta e non in capo all'esecutivo.
Secondo passaggio: esplicitare che si garantisce il raccordo tra i Piani di zona, perché si dà per implicito, Assessore Cotto, ma non è esplicitato, tanto meno in questo articolo, che i Piani di zona vengono tra loro raccordati. E' il Piano regionale quello che raccorda.
Noi siamo una strana Regione; una Regione in cui il Piano di sviluppo e sempre rimasto nei cassetti e non si è mai visto. Adesso, continuiamo a non avere un Piano regionale, ma avremo i Piani di zona.
Considerato che i Piani di zona devono essere il più possibile in sintonia con le linee strategiche di programmazione e le linee guida della Regione, e che siamo in assenza di un Piano regionale e di un Piano di sviluppo, mi dite con che cosa le raccordiamo? Per lo meno precisiamo che i Piani di zona devono essere raccordati con il Piano regionale! Scriviamolo! Dopodiché, spero di vedere comparire, prima o poi, un Piano regionale perché in otto anni non sono riuscita a vedere un Piano di sviluppo! Magari, prima della chiusura della legislatura si riuscirà a vedere l'uno e l'altro, o di certo il secondo! In ogni caso, dobbiamo esplicitare che i Piani di zona si raccordino con il Piano regionale.
Terza questione: per semplificare, si avvalga delle stesse modalità e strumenti che si adottano per i Piani di zona, altrimenti non si capisce.
Se abbiamo delle modalità e degli strumenti per il Piano regionale, che sono diversi dalle modalità e dagli strumenti per i Piani di zona e non è esplicitato il raccordo, mi dite come si fa ad avere una pianificazione che sia perlomeno avocabile alla stessa regia e abbia le stesse finalità? Non moltiplichiamo i tavoli in modo burocratico e - aggiungo - costoso perché è costoso in termini reali per i fondi della Regione, ma anche in termini di energia che viene profusa ai vari livelli.
Facciamo in modo che questo sia semplificato, per cui la stessa modalità che vale per i Piani di zona sia la modalità che vale per il Piano regionale, e i Piani di zona siano tra loro raccordati con il Piano regionale.
Questo mi pare lapalissiano, però l'articolo non è scritto in questi termini.
Notiamo, poi, come un'anomalia l'assenza di una esplicitazione relativa agli Enti locali. In che maniera gli Enti locali concorreranno alla definizione del Piano regionale, che peraltro è una prerogativa prevista dalla legge-quadro? E' implicito anche questo passaggio, ma non si comprende come verrà vissuto e gestito un ruolo da parte degli Enti locali.
Sappiamo per certo che la legge-quadro prevede che gli Enti locali siano protagonisti nella stesura del Piano regionale, ma non è esplicitato come verrà dato questo contributo da parte degli Enti locali e come verrà riconosciuto dalla Regione. Le questioni su questo articolo, seppur breve sono complesse. Le riepilogo solo per titoli, lasciando al collega Ronzani il compito di entrare nel merito dell'ultimo emendamento, ma che diventa il primo in ordine di commi dell'articolo.
La prima è la questione della prerogativa del Consiglio regionale e non della Regione genericamente, perché si tratta di programmazione.
Seconda questione: si espliciti il raccordo tra i Piani di zona con il Piano regionale.
Terza questione: si espliciti che la stessa procedura e la stessa modalità utilizzata per i Piani di zona sarà quella che si usa per definire il Piano regionale.
Ultima questione: definiamo come gli Enti locali entrano in questo Piano regionale, poiché abbiamo inteso positivamente il loro ruolo, c'è la volontà implicita, ma non è esplicitata nella legge.
La legge-quadro lo prevede in modo assolutamente chiaro, pertanto dobbiamo definirlo anche noi.
Tutto questo, sull'articolo 16.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Cotto, ritengo che questo emendamento non possa essere respinto.
Riassumo ai colleghi la questione. Stiamo discutendo del Piano regionale degli interventi, un Piano che è, per antonomasia, la programmazione degli interventi. E' un atto di indirizzo, nel senso che si elabora il piano dei servizi.
Qui, diciamo genericamente che sarà la Regione ad elaborare il Piano.
Non può essere la Regione che elabora il Piano; il Piano lo elabora qualcuno (un soggetto che io individuo nell'emendamento) e poi dovrà essere approvato, non dalla Regione come Ente, ma da un organismo.
In un emendamento come questo, in cui si discute della politica di Piano dei servizi sociali, dobbiamo riaffermare il ruolo d'indirizzo del Consiglio regionale.
Mi sono permesso di presentare un emendamento che sostituisce un termine generico come quello che avete inserito nell'articolo 16: "La Regione elabora il Piano regionale".
Non può essere la Regione che elabora il Piano! Chi è la Regione, in questo caso? E' corretto, invece, immaginare che il Piano venga predisposto da qualcuno - e possiamo convenire sul fatto che possa essere predisposto dalla Giunta regionale - ma, poi, come tutti gli atti d'indirizzo, deve essere approvato dal Consiglio regionale.
E' come se decideste, Assessore Cotto, di fare approvare il Piano di sviluppo regionale dalla Giunta! No, il Piano di sviluppo regionale viene predisposto dalla Giunta, discusso dalle Commissioni e, poi, essendo un atto d'indirizzo, approvato dal Consiglio.
Ritengo che questo emendamento sia chiaro e mi auguro che l'Assessore lo voglia accogliere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Come ho già detto, quando si parla di Regione si intende il Consiglio regionale, altrimenti sarebbe precisato che si tratta della Giunta regionale.
Per quanto riguarda la parte che fa riferimento ai Piani di zona non lo accogliamo, perché il Piano regionale non può fare riferimento ai Piani di zona che gli sono subordinati: non accolto.
Invece, pensiamo ad una riformulazione - è stato consegnato a voi e anche al Consigliere Botta che aveva presentato un altro emendamento sull'articolo 16. Prendendo spunto dagli altri emendamenti, chiediamo se può andare bene: "In relazione all'indicazione del Piano nazionale, il Consiglio regionale - quindi, accogliamo - elabora il Piano triennale degli interventi e dei servizi sociali.
Punto 2: il Piano regionale integrato con il Piano Sanitario Regionale ai fini di un'interazione effettiva delle funzioni socio-sanitarie rivolte ai cittadini, e con il Piano Regionale di Sviluppo è predisposto utilizzando i metodi della programmazione di cui all'articolo 14 con il concorso dei Comuni e delle Province, anche mediante le elaborazioni proposte e coordinate a livello provinciale, ai sensi dell'articolo 20 del decreto n. 267/2000, e garantisce il raccordo tra Piani di zona, con l'obiettivo di assicurare omogeneità di integrazione socio-sanitaria e l'accesso dei cittadini alle prestazioni erogate".
Può andare bene?



(Il Consigliere Marco Botta dà un cenno di assenso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Intercalo soltanto un attimo: perché non il raccordo sui Piani di zona Assessore?



(Commenti dell'Assessore Cotto fuori microfono)



SUINO Marisa

Allora, ci è sfuggito nella formulazione?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

E' scritto nell'ultima parte e garantisce il raccordo tra i Piani di zona con l'obiettivo di assicurare omogeneità.



PRESIDENTE

Io li leggo, lei, Assessore, mi guardi e mi dica solo se sono accolti o no.
Andiamo in ordine: l'emendamento 16.1) che recita: "Al comma 1, le parole 'la Regione' sono sostituite con le parole 'il Consiglio regionale entro 90 giorni dalla presente legge con apposito atto legislativo'", viene riformulato, così come letto.
Il vostro dubbio era questo, collega Suino?



(La Consigliera Suino fa cenno di sì)



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

L'articolo 16 viene riformulato, ve ne faccio dare copia, lo leggete e poi, procediamo.
Il Consiglio è sospeso per un minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 18.13 riprende alle ore 18.15)



PRESIDENTE

Siccome quanto proposto dall'Assessore Cotto è interamente sostitutivo all'articolo 16, vengono ritirati gli emendamenti 16.1), 16.2), 16.3) 16.4) e 16.5).
16.6) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: "Articolo 16 1. In relazione alle indicazioni del piano nazionale, il Consiglio regionale approva su proposta della Giunta regionale il piano triennale degli interventi e dei servizi sociali.
2. Il piano regionale, integrato con il piano sanitario regionale, ai fini di un'interazione effettiva delle funzioni socio-sanitarie rivolte ai cittadini, e con il piano regionale di sviluppo, e' predisposto" vive dalle parole 'utilizzando' alle parole 'del d.lgs. 267/2000', e garantisce il raccordo tra i piani di zona, con l'obiettivo di assicurare omogeneità di integrazione socio-sanitaria e l'accesso dei cittadini alle prestazioni erogate". Il comma 3 vive.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Anziché "il Consiglio elabora", "il Consiglio approva su proposta della Giunta", è giusta l'osservazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 16.6), che riformula interamente l'articolo 16, sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 16, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 17.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: il comma 1 è riformulato come segue: "1. I comuni singoli od associati, a tutela dei diritti della popolazione d'intesa con le ASL nelle forme previste dall'articolo 3 quater, comma 3 lettera c) del d.lgs. 502/1992 e sue successive modifiche ed integrazioni per quanto attiene alle attività di integrazione socio-sanitaria provvedono a definire il piano di zona ai sensi dell'articolo 19 della l.
328/2000 che rappresenta lo strumento fondamentale e obbligatorio per la definizione del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali del territorio di competenza".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

L'articolo 17 è quello relativo al Piano di zona, quindi, di fatto, il fondamento di questa legge. Nel dibattito generale sul disegno di legge ponemmo, con molta enfasi, l'attenzione su questo aspetto. Dal nostro punto di vista, dicevamo che c'erano delle carenze: manca l'analisi del bisogno manca il raccordo con la sanità, non è manifesta la volontà di andare ad un'integrazione reale sanità-assistenza. Dopodiché, relativamente ai Piani di zona, ponemmo una questione politica nei confronti della Giunta chiedendo che ci fosse un'assunzione di responsabilità concreta ed esplicitata da parte della Giunta regionale con il finanziamento dei Piani di zona. Il problema vero è il seguente: pur riconoscendo alla metodologia dei Piani di zona, peraltro, prevista dalla legge quadro, una grande rilevanza e dicendo che comunque è importante che in politica si utilizzi una metodologia che consente il dialogo, che consente l'interlocuzione, che consente a tutti i soggetti di ritrovarsi al tavolo in modo attivo e protagonista, se, però, non vengono riconosciuti i finanziamenti, questo lavoro enorme, che, tra l'altro, ha già coinvolto tantissimi territori in Torino e nella Regione, lavoro al quale partecipano tutti i soggetti deputati ad occuparsi della persona e delle sue necessità su quel territorio (volontari e dipendenti, pubblico e privato, l'associazionismo le Parrocchie, le realtà, gli operatori), tutto questo finisce per non concretizzarsi e non esplicitarsi in nessuna azione conseguente, perché i Piani di zona non vengono finanziati.
Questa era una delle grandi discriminanti che noi avevamo posto e, ad oggi, non ci pare di avere avuto una risposta positiva.
Quindi, in occasione dell'articolo 17, che disciplina i Piani di zona rinnoviamo la nostra esortazione alla Giunta regionale, all'Assessore e al Presidente Ghigo: è indispensabile che i Piani di zona, in quanto fondamento di tutta questa grande occasione e partita, che è il riordino dei servizi sociali e della legislazione di riferimento, vengano finanziati. Questa continua ad essere la nostra domanda. Essendo ancora sull'articolo 17, pensiamo che ci sarà una conseguente risposta nella replica dell'Assessore.
Seconda questione. Perché proponiamo una riformulazione di ben 4 commi due riformulati, uno in abrogazione e uno in sostituzione? Perché si esplicita l'applicazione del decreto legislativo n. 502 in cui si dice che le ASL non si possono sottrarre e che l'integrazione è prevista per legge? L'Assessore D'Ambrosio dovrebbe sapere molto bene che, oggi, una delle maggiori difficoltà esistenti nella tutela del diritto della salute è che le ASL non si fanno carico di una serie di competenze e giocano a scaricarsi, a vicenda, sanità e assistenza.
indispensabile, quindi, che all'articolo 17, Piani di zona, venga esplicitata l'applicazione del decreto legislativo n. 502 vigente in questo Paese: le ASL non si possono sottrarre e l'integrazione è prevista per legge. Allo stesso modo, la 328 prevede che i Piani di zona siano adottati dai Comuni, secondo linee guida dettate dal Piano regionale.
Ecco il motivo dalla prima riformulazione.
Seconda riformulazione. Si riferisce all'accordo di programma, quindi è un atto amministrativo o normativo contrattuale? In questo caso, utilizzare l'accordo di programma è un atto amministrativo o un atto di normativa contrattuale? Perché cambia completamente.
Avete fatto riferimento all'accordo di programma; la legge quadro non lo prevede (anzi, lo prevede ma non come formulazione prescelta) e la nostra sensazione è che se non viene riformulato - e c'è un emendamento in tal senso - il testo potrebbe assumere una pregnanza di minore rilevanza: perdere l'aspetto più importante delle concertazione e della programmazione e assumere una valenza soprattutto di carattere amministrativo.
Il terzo emendamento è in abrogazione. E' ritenuto superfluo, in quanto è il Piano regionale ad indicare le linee guida per la definizione dei Piani di zona. Ci pare, quindi, assurdo che vi sia quel comma 3 così disciplinato.
Il comma 6 viene proposto in riformulazione, per ancorarlo alla legge di riferimento, la 502 nazionale (meglio conosciuta come "Di Lorenzo").
L'obiettivo è la corrispondenza tra i Piani di zona, l'attività territoriale dei distretti e i Piani attuativi aziendali. Corrispondenza quindi, significa orientamenti, tempi e procedure.
L'ultimo emendamento si riferisce al comma 11 dell'articolo 17. Anche in questo caso è ritenuto, dal nostro punto di vista, pleonastico, o perlomeno superfluo, perché non viene esplicito e quindi diventa ridondante. Poiché è sufficiente tutto ciò che è scritto prima consiglieremmo, per definire i Piani di zona, di eliminarlo, anche perch con la formulazione adottata si potrebbe configurare come una non applicazione dell'intero articolo.
Vi invitiamo a rivedere il comma 11, in quanto tale formulazione potrebbe indurre nella vanificazione di tutti i precedenti dieci commi dell'articolo 17. Probabilmente va letto in questo modo.
Presidente, ho illustrato tutti gli emendamenti evitando i successivi sei interventi.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliera Suino, ed è anche riuscita ad entrare nel merito.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Su alcuni punti mi è venuto il dubbio che la collega avesse un altro testo davanti.
Per quanto riguarda i finanziamenti dei Piani di zona, si tratta di un argomento già trattato con gli Enti gestori e con le Province. È chiaro che nel riparto del fondo, che ci auguriamo possa essere incrementato (sia il nostro sia quello dei Comuni), si dovranno prevedere cifre da parte del territorio.
Il primo emendamento, comma 1 dell'articolo 17, così come è stato riformulato per noi è accoglibile. Rispetto al testo aggiunge un richiamo al decreto legislativo n. 502; quindi è accoglibile.
Non è accoglibile, invece, il comma 2, così interamente sostituito, in quanto parla di livelli minimi esigibili. Il richiamo è già stato fatto al comma precedente e i contenuti del Piano di zona sono esplicitati al comma 7 dello stesso articolo. Per quanto riguarda i livelli minimi esigibili tengo a sottolineare che proprio in settimana ci svolgerà una riunione a livello nazionale, essendo di competenza dello Stato i livelli minimi.
Al comma 2, le parole "accordo di programma" sono sostituite dalle parole "delibere di Consiglio", non è accoglibile.
Il comma 3 è abrogato. L'emendamento non è accoglibile, perché è lo stesso territorio che ci chiede di disporre linee guida, da Domodossola a Chiusa di Pesio.
Il comma 6 è così interamente sostitutivo, ed è lì che temo di avere un testo diverso dalla collega Suino. Nella sostanza, nella nostra formulazione sosteniamo le stesse cose e la proposta delle riformulazione ci pare contorta. Trattando di Piani di zona, il soggetto della frase non può essere il programma di attività distrettuale, ma il Piano di zona stesso.
Sul punto sarebbe meglio chiarirci.
Per quanto riguarda la partecipazione attiva dei cittadini, non comprendiamo perché si chieda l'abolizione del comma, essendo stato richiesto durante le consultazioni con il territorio ed approvato nella Conferenza con le Autonomie locali.
Vorremmo capire meglio questi ultimi due punti.
C'è ancora un emendamento: "è aggiunto: tramite forme che garantiscano l'effettiva espressione dei bisogni". In effetti, è importante poter fare partecipare e dotare di uno strumento veramente efficace. Questo ultimo emendamento viene accolto.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che dopo l'intervento del Consigliere Placido, se non vi sono altri interventi, metterei in votazione l'emendamento rubricato 39), l'emendamento rubricato 40), l'emendamento rubricato 77) l'emendamento rubricato 41), l'emendamento rubricato 42), dando ancora la parola alla Consigliera Suino al fine di un chiarimento con la Giunta e così verifichiamo il da farsi, e poi pongo in votazione l'emendamento 43) e il 369) prima dell'intero articolo.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Questo disegno di legge così importante ha richiesto molto lavoro preparatorio - l'Assessore e i suoi funzionari lo sanno meglio di chiunque altro - e ha visto difficoltà in Commissione. Difficoltà non certamente imputabili all'opposizione, (ancora oggi c'è stato un simpatico intervento che ci ha ricordato il percorso cui accennavo).
Il disegno di legge n. 407 si pone l'importante obiettivo di normare tutto il sistema regionale integrato sui servizi sociale e la legislazione di riferimento. Arriviamo ai Piani di zona, siamo a poco più di un quarto del percorso di tutto l'intero disegno di legge - ricordo che sono oltre 60 articoli - e l'Assessore ci dice che si augura di avere le risorse per sostenerli. Su questo articolo abbiamo presentato cinque emendamenti perch i Piani di zona li riteniamo, come quello precedente che riguardava gli enti locali, particolarmente significativi. Quasi tutti gli articoli del disegno di legge sono significativi per la materia che trattano, ci saremmo augurati che anche l'Assessore alla Sanità partecipasse alla discussione (avrà avuto degli impegni). Diventa difficile ragionare di Assistenza senza la presenza dell'Assessore alla Sanità, in quanto le due materia sono strettamente collegate.
Sull'articolo 17, sui Piani di zona, noi presentiamo cinque emendamenti, uno dei quali significativo, per mettere le ASO di fronte alla loro responsabilità affinché sia chiaro, inserito in legge, quali siano non solo i loro compiti, ma anche i loro doveri rispetto alla materia che stiamo trattando. Assessore Cotto, non è un desiderio nostro, non è marginale che in una legge siano inseriti quelle che sono le responsabilità, i doveri e i compiti delle ASL.
Con gli altri quattro emendamenti sui Piani di zona chiediamo come si attuino; come diceva la Consigliera Suino con una battuta, non si pu andare a "nozze senza i fichi secchi". Noi vorremmo sapere, nella replica che ci farà l'Assessore: quali risorse, come e quanto, altrimenti viene vanificato anche il grande lavoro preparatorio.
Su alcuni aspetti che noi non condividiamo avremmo fatto altre scelte avremmo preso altre direzioni, avremmo privilegiato certe cose rispetto ad altre, ma alla base è: quante risorse? Quanti euro? Quante centinaia di milioni di mutui, di investimenti, si sposta di un anno o due per trovare le risorse da investire sull'Assistenza? Forse non lo pensa l'Assessore, ma buona parte dei Consiglieri della maggioranza, su questa materia pensa ad altro.
Poiché è una materia fondamentale per centinaia di famiglie piemontesi noi chiediamo a quanto ammontano le risorse, dove si trovano, in che capitoli. Poiché si sa benissimo che a seconda di cosa si vuol fare in base alle risorse disponibili, si sa anche quanto si riesce a realizzare.
Sono convinto che non dipende dalla volontà dell'Assessore, se dipendesse dalla sua volontà avremmo già risolto il problema. Abbiamo avuto il Presidente della Giunta per molto tempo, in assenza dell'Assessore al Bilancio, il Presidente della Giunta è in grado di dire, e quindi di farci sapere, quanto risorse siete in grado di investire? Altrimenti noi siamo di fronte ad una bellissima dichiarazione di intenti, di desideri, che non saranno mai realizzati, non perché siamo contrari, non c'è mai stato ostruzionismo su questo argomento, non perché l'Assessore non lo vorrebbe realizzare, ma perché non glieli fanno realizzare.
A questo punto una delle legislature che passerà alla storia delle Giunte piemontesi come quella che è caratterizzata per leggine rivolte alle situazioni più incredibili, una delle leggi più importanti, insieme a poche altre, ed altre importanti, non vedranno la luce in questa legislatura. Una delle legge importanti, che fra l'altro si pone l'ambizioso, e da noi condiviso, obiettivo di riordino della legislazione di riferimento in materia, non si ha la conoscenza di quante siano le risorse. Al di là delle competenze delle ASL, che secondo me dovrebbero essere previste in legge dei Piani di zona, l'Assessore ci faccia sapere (questo ci permetterebbe di intervenire nel seguito degli emendamenti) con quante risorse, su che capitoli, a quanto ammontano rispetto a quello che stiamo discutendo.
Ringrazio in anticipo l'Assessore anche per il suo impegno preparatorio.



PRESIDENTE

Comunico che nel frattempo è pervenuto il seguente emendamento: 17.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: articolo 17 al comma 1, al posto della parola "definire" inserire la parola "approvare".
La parola al Consigliere Chiezzi



CHIEZZI Giuseppe

Protesto, Presidente, come ho già detto in apertura di seduta, per questo modo di condurre i lavori, perché non permette, a ciascuno di noi di organizzare la settimana. Giovedì, alle ore 15.00, tre Gruppi consiliari hanno un'iniziativa. Giovedì, sempre alle ore 15.00, è convocata, altresì la II Commissione. Adesso si aggiunge anche la Conferenza dei Capigruppo.
Il Presidente di turno si faccia portavoce, presso l'Ufficio di Presidenza, che questo modo di lavorare è impossibile. Non parteciperò alla Conferenza dei Capigruppo di giovedì, perché ho altri impegni.
Non si governa un Consiglio cambiando più volte, in ogni mese, il giorno della settimana (non parliamo dell'ora) in cui ci riuniamo. Non è il modo di comportarsi.
Comunque, per carità, arriveremo poi all'ordine del giorno sul Presidente Cota. Prima o poi ci arriveremo, spero che lo voteremo, e così vediamo se riusciremo, nell'ultimo anno e mezzo di legislatura, ad ottenere che cambi mestiere o che faccia questo mestiere una volta per tutte.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

So di interpretare una straripante maggioranza di pensiero, se non di espressione concreta.
Per quanto concerne l'emendamento in questione, Assessore Cotto, esiste un problemino, anzi due.
Il primo (ne ho parlato proprio adesso con il funzionario, che peraltro ringrazio) andrebbe risolto - per la verità, secondo me, andava già risolto in sede di Commissione - perché dal punto di vista della tecnica legislativa scrivere che i Comuni provvedono a definire un atto che verrà approvato dall'accordo di programma è un modo di descrivere una procedura a mio giudizio troppo sfumata. Cosa vuole dire "Il Comune provvede a definire"? Questa "definizione" in cosa consiste? È un pezzo di carta? Ma firmato da chi? Da un soggetto, da un funzionario, dalla Giunta comunale o dal Consiglio? Cosa vuole dire "definisce"? Diciamo qual è l'atto che produce un documento di volontà che poi verrà approvato nell'accordo di programma.
Io ho chiesto di sostituire la parola "definire" con la parola "approvare" perché ho l'impressione che si debba essere un po' più precisi: "si definisce" che cos'é, un'allocuzione? In cosa consiste l'atto della definizione? Assessore Cotto, vi è, però, un problema ancora più grosso dal punto di vista politico. Qui, tanto per cambiare, si propone una legge giusta una legge che funziona. Pertanto, scrivete che il Comune definisce diciamo approva - il Piano di zona. Ma questo Piano di zona potrà essere fatto? Perché pongo questa domanda, in parte retorica? Perché nel testo di legge scrivete che il Piano di zona è definito secondo le indicazioni del Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali, che dovrà fare la Regione. I Comuni approveranno un Piano di zona che formalmente diventerà esecutivo nell'accordo di programma.
Ma il Piano regionale triennale, che dà vita ai Piani di zona comunali è integrato col Piano sanitario regionale e col Piano regionale di sviluppo. Giustissimo, perché compito della Regione è programmare. Peccato come hanno ricordato più di una volta altri colleghi, tra cui Marisa Suino, che non abbiamo il Piano regionale di sviluppo e nemmeno il Piano sanitario.
Allora, il mio dubbio è che scriviamo delle norme che non hanno alcuna attinenza con la vita concreta delle istituzioni, in particolare della nostra istituzione. Verrebbe da dire: ma con che faccia vi presentate oggi privi di Piano sanitario e di Piano regionale di sviluppo, tranquilli tranquilli, nell'indifferenza e nella disattenzione, dicendo: "Scriviamo queste norme"? Non le accetto, sono finte! Scrivete cose che non fate, che non avete fatto e che non vi impegnate a fare.
Questo Piano di zona è una norma scritta senza alcuna attinenza con i problemi reali della Regione Piemonte e dei Comuni, privi del Piano regionale di sviluppo e del Piano sanitario.
Questo è un problema un po' più spesso ed è uno dei problemi che penso porterà alcuni Gruppi a votare contro un'impostazione di legge di questo genere, ma non perché l'impostazione della legge sia da rifiutare, ma perché sotto c'è il gioco delle tre carte: si fa la faccia buona, ma, in effetti, si è tutt'altro che buoni nel governare.
Sull'emendamento pregherei proprio di fare una riflessione di altro tono, cercando di essere precisi nel dire ai Comuni che non devono definire, a meno che non mi si dica che la parola "definire" ha, dietro a sé, un pacco di prassi consolidata, per cui sappiamo esattamente di che tipo di atto stiamo parlando. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Vorrei ricordare che si tratta di una legge di riordino delle politiche sociali e per quanto riguarda il finanziamento specifico per i Piani di zona è chiaro che la Giunta troverà la risposta nel prossimo bilancio.
Come funzionano i finanziamenti? Sapete benissimo che vi è il concorso nel fondo regionale, vi è il fondo statale e ci sono le quote pro-capite dei Comuni. Di conseguenza, è chiaro che ci si fa carico tutti insieme e non posso che dire che mi impegno o che sono impegnata al massimo - usate l'espressione che preferite - per far sì che la legge di bilancio possa trovare le risposte (com'è logico che sia, perché ogni anno si troveranno le risposte).
Per quanto concerne l'emendamento presentato dal collega Chiezzi abbiamo preso i termini "provvedono a definire" proprio dall'articolo 19 della legge n. 328 del Governo. In sede di linee guida potremo meglio precisare e tener conto dei suggerimenti che il collega Chiezzi ha presentato in questa sede.
Per quanto riguarda il discorso sui Piani di zona, comprendo l'imbarazzo, che chiaramente è anche il nostro, perché non ci sono dei Piani a cui ancorarsi. Però, come ripeto, questa è una legge e nelle linee guida diamo delle indicazioni che possono far riferimento ai Piani di programmazione locale. Mi auguro che il Piano sanitario venga approvato il più in fretta possibile, e che lo stesso accada per il Piano di sviluppo ma qualora non vi fossero questi due strumenti o altri atti di programmazione regionale. Ho citato i due che citava il collega Chiezzi.
Sono sicura che a livello di zona potranno predisporre i Piani di zona che sono uno strumento utile e per i quali forse siamo già in ritardo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 17.1), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
Essendo approvato l'emendamento 17.1), decade l'emendamento 17.8) presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi.
17.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi, Saitta e Moriconi: il comma 2 è così interamente sostituito: "2. Il piano di zona definisce in coerenza con quanto previsto dalla legge 328/2000 obiettivi, priorità, livelli essenziali di assistenza, livelli minimi esigibili per quel territorio e viene approvato tramite accordo di programma; tale accordo di programma è promosso e approvato dal legale rappresentante dell'ente gestore al quale il piano di zona afferisce".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 17.2), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
17.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio, Manica, Placido e Muliere: al comma 2 le parole "accordo di programma" sono sostituite dalle parole "delibera di Consiglio". Le parole seguenti sono abrogate.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 17.3), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
17.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi e Moriconi: il comma 3 è abrogato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 17.4), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
17.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi e Moriconi: il comma 6 è così interamente sostituito come segue: "6. La parte dei programmi delle attività territoriali dei distretti, di cui all'articolo 3 quater, comma 3, del decreto legislativo 502/1992 e successive modifiche e integrazioni, relative alle attività di integrazione socio-sanitaria deve obbligatoriamente corrispondere alla medesima parte dei piani di zona che, a loro volta devono trovare piena corrispondenza nei piani attuativi delle ASL".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Riteniamo che la formulazione adottata facendo riferimento al decreto legislativo 502 del 1992 garantisca maggiormente l'obiettivo che ci si è posti, cioè di integrare l'integrazione socio-sanitaria.
La si ancora ad una legge vigente, così come si è fatto nei precedenti emendamenti.
I Piani di zona assumono un ancoraggio rispetto alla sanità, quindi dovrebbe diventare automatico e conseguente che vi sia un'integrazione un'assunzione, una piena corrispondenza nei Piani attuativi delle ASL della componente sanitaria e sociale. La differenza sta solo in questo.
La formulazione che è stata adottata dal disegno di legge è una formulazione teorica; è condivisibile, ma è teorica.
Noi chiediamo che venga esplicitata la formulazione, richiamandosi ad una legge vigente in questo Paese, che è il decreto legislativo n.
502/1992.
L'altro emendamento è abrogativo del comma 11. Si dice: "Nella definizione del sistema integrato degli interventi dei servizi sociali a livello locale è assicurata la partecipazione attiva dei cittadini". Questo lo condividiamo, ma come avviene? Non viene detto, Assessore Cotto. Quando scriviamo che è assicurata la partecipazione attiva dei cittadini, vuol dire che i soggetti, gli Enti locali e le ASL devono assicurare la partecipazione. Formulato in questo modo, però, è un principio teorico, che non spiega come avviene, pertanto il cittadino continua ad essere gabbato dalla situazione. Gli si dice che può partecipare a tutte le sedi, ma non gli si esplicita in quale modo.
Il nostro scopo è questo, perché scritto così rimane un principio teorico che non garantisce la cittadinanza attiva né tutela la partecipazione della cittadinanza, perché non si esplicita in nessun passaggio come può avvenire la partecipazione diretta dei cittadini.
Quindi, diventa pleonastico e superfluo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Sull'ultimo punto possiamo riproporre l'emendamento in questi termini: anziché "assicurata", scrivere "è favorita la partecipazione". Poi, a livello locale, troveranno il modo.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 42, nella parte del Piano sanitario è scritta esattamente la cosa opposta, in modo che i due punti possano convergere ed essere coordinati.
In pratica, nella nostra formulazione diciamo la stessa cosa. La vostra formulazione, però, mi sembra più contorta, pertanto l'emendamento 17.5) non è accoglibile.



PRESIDENTE

La Consigliera Suino, dunque, mantiene il suo emendamento, mentre l'Assessore Cotto ha proposto un subemendamento.
Indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico sull'emendamento 17.5), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
17.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Tapparo Papandrea, Contu, Riggio, Placido, Marcenaro, Ronzani, Muliere, Riba Chiezzi e Moriconi: articolo 17 Il comma 11 è abrogato.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 17.6), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
17.6bis) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: articolo 17, comma 11.
"Favorita" anziché "assicurata".
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 17.6 bis).
Il Consiglio approva.
17.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Botta M., D'Onofrio, Galasso Godio e Valvo: all'articolo 17, comma 11, è aggiunto "tramite forme che garantiscano l'effettiva espressione dei bisogni".
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 17.7), sul quale l'Assessore Cotto ha espresso il parere favorevole della Giunta.
Il Consiglio approva.
La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto sull'articolo 17.



SUINO Marisa

Intervengo rapidissimamente.
Considerato che l'articolo 17 sui Piani di zona è fondamentale, o chiamiamolo architrave, come preferiamo, ma è una priorità assoluta di questa legge, tanto da dire che viene quasi fatta appositamente per i Piani di zona, apprezziamo le sue parole e le sue dichiarazioni, però, non ci si può accontentare degli auspici. Lei ha auspicato, ha dichiarato che si impegna, che si augura, che spera, che la Giunta regionale, in occasione della finanziaria, prevederà un finanziamento idoneo e cospicuo sui Piani di zona, ma lei non ci ha detto: "Questo è il finanziamento".
Una delle domande fondamentali che abbiamo posto rimane, per ora sospesa. Senza il finanziamento ai Piani di zona, si vanifica l'intero impianto di questa legge. Questo per quanto concerne il primo ragionamento.
Per quanto riguarda il secondo ragionamento, la certezza che vengano garantiti e creati degli strumenti di partecipazione vera nei confronti della cittadinanza, e che venga garantita la procedura, che farà sì che i distretti e le ASL questa integrazione la realizzeranno, continua ad essere un aspetto teorico positivo e condivisibile, ma, nella sostanza, non ne vediamo l'applicazione. Quindi, sull'articolo 17, relativo ai Piani di zona, esprimeremo un voto contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 17, come emendato.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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