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Dettaglio seduta n.402 del 21/10/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.10 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.40)



(Alle ore 10.40 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.24)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Cavallera, Ghigo, Leo e Pichetto Fratin.


Argomento: Bilanci preventivi

b) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 13 ottobre 2003, ha trasmesso, per comunicazione, in ottemperanza al comma VII dell'articolo 24 della legge n.
7 del 2001, n. 11 deliberazioni del 15 settembre 2003, n. 12 del 22 settembre 2003. L'elenco di tali deliberazioni sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo Scientifico "San Lorenzo" di Novara


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Liceo Scientifico "San Lorenzo" di Novara in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Brigandì ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Il Presidente ha detto che l'Assessore Racchelli era in congedo: se conferma tale notizia perché a me risulta essere in aula.



PRESIDENTE

La procedura è questa: quando i Consiglieri chiedono un congedo i nostri Uffici annotano la richiesta, tuttavia il congedo è una comunicazione di prevedibile assenza, o di assenza. Se poi i Consiglieri cessato l'impedimento, per motivi che noi non sindachiamo, si presentano in Consiglio, li cancelliamo dall'elenco dei congedi e li riconteggiamo nel numero legale.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Seconda questione. Chiedo di differire l'inizio della seduta di Consiglio di mezz'ora per poter permettere ai singoli Consiglieri di seguire il Concistoro.



PRESIDENTE

E' una richiesta un po' atipica, l'avvenimento è sicuramente di grande rilevanza, ma può essere seguito con registrazioni o altre cose.



BRIGANDI' Matteo

Perfetto, allora dichiaro di abbandonare l'aula per protesta sia perch il Presidente non permette di seguire l'importante evento, sia perché è perfettamente inutile stare in aula senza il Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Se lei insiste, rimetto la decisione all'aula, come mi consente di fare il Regolamento. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Il tema introdotto dal Consigliere Brigandì, quindi lo svolgimento del Concistoro nella città di Roma trasmesso in mondovisione, è una problematica che riguarda la coscienza, l'aspirazione, gli orientamenti e il desiderio di conoscere di ogni Consigliere regionale in quanto uomo prima di Consigliere. Poiché abbiamo la fortuna che l'attuale Regolamento non prevede la richiesta della verifica del numero legale durante la trattazione delle interpellanze, penso che si possa garantire, ad ogni singolo Consigliere regionale, l'una e l'altra cosa.
Coloro i quali, come in questi quattro anni, non hanno seguito le interpellanze o le hanno seguite sporadicamente, potranno andare a seguire il Concistoro, nel contempo, i Consiglieri che invece vogliono seguire la trattazione delle interrogazioni e interpellanze, possono seguire i lavori d'aula.
Credo che in questo senso sia certamente accoglibile la richiesta del Consigliere Brigandì, nel senso che è compatibile con la consuetudine, la tradizione e lo svolgimento dei lavori dell'aula, così come è avvenuto in questi anni.



PRESIDENTE

Non posso che apprezzare, Consigliere Brigandì spero lo faccia anche lei, il salomonico equilibrio del Consigliere Cattaneo il quale ha trovato il modo di consentire lo svolgimento di interpellanze, senza insistere sul numero legale lasciando libertà di coscienza per chi intende seguire l'avvenimento che coinvolge e interessa tutti.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Il discorso del Consigliere Cattaneo, presume il fatto che ci siano lavori d'aula di serie A e lavori di serie B. Sono vivamente interessato alle interrogazioni che questa mattina si svolgono in aula, per altro verso, sono vivamente interessato, come cattolico, al Concistoro. Per cui la mia richiesta è esattamente quella che ho fatto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1802, presentata dai Consiglieri Morioni Caracciolo, Papandrea, Contu, Chiezzi, Di Benedetto e Suino.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Brigandì ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Prima avevo preso la parola e avevo avanzato una richiesta. Adesso sono a chiedere, sull'ordine dei lavori, se tale mia richiesta deve essere messa ai voti o no.



PRESIDENTE

Deve dire lei se vuole mettere ai voti la richiesta.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, lei è arrivato dopo e il Vicepresidente Riba avrebbe dovuto ragguagliarla su quello che è accaduto in aula: non solo ho fatto l'istanza, ma ho anche chiesto che venisse messa ai voti.



PRESIDENTE

E allora mettiamola ai voti. Cosa aveva chiesto?



BRIGANDI' Matteo

La sospensione di un'ora, Presidente.



PRESIDENTE

Chi è intervenuto contro?



BRIGANDI' Matteo

Il Consigliere Cattaneo.



PRESIDENTE

Bene, allora possiamo procedere alla votazione.
Chiede la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Presidente, io ho parlato sull'ordine dei lavori. Siccome adesso è stata formalizzata la richiesta, intervengo per annunciare l'astensione del nostro Gruppo, ben consapevoli che ciò, in base al Regolamento del Consiglio regionale, costituisce in pratica l'espressione di un voto negativo e contrario alla richiesta di sospensione.
Tuttavia riteniamo che, nel merito, la richiesta del Consigliere Brigandì richiami l'attenzione su un importante evento che si svolge in concomitanza ai nostri lavori: il Concistoro, trasmesso in mondovisione.
E' ovvio che gli interpellanti e gli interpellati debbono obbligatoriamente stare in aula, se vogliono trattare le interpellanze e le interrogazioni all'o.d.g., ma nel contempo si dovrebbe garantire a coloro i quali sono interessati di poter seguire l'evento in televisione.
In passato - in questi quattro anni, parlo per la mia esperienza - è avvenuto che alcuni Consiglieri non hanno partecipato ai lavori per altri motivi (più nobili, meno nobili, più importanti, meno importanti, poco importa); di conseguenza, adesso si dovrebbe offrire la possibilità di seguire il Concistoro ai colleghi interessati. Anzi, a questo proposito Presidente, le chiederei di predisporre un servizio televisivo nella sala Viglione, in modo che i Consiglieri che intendono vedere il Concistoro possano farlo comodamente.
Solo in questo senso noi ci asterremo.



PRESIDENTE

Va bene.
Sulla richiesta di sospensione ritualmente presentata, indìco la votazione mediante procedimento elettronico.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione n. 1802 presentata dai Consiglieri Moriconi, Caracciolo Papandrea, Contu, Chiezzi, Di Benedetto e Suino, inerente a "Palio di Asti"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 1802.
La parola all'Assessore D'Ambrosio per la risposta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Cortesi colleghi, si tratta di un'interrogazione datata (01/10/2002) ma sempre attuale, perché attiene al Palio di Asti.
In riferimento ai quesiti posti con interrogazione consiliare n. 1802 sulla base della documentazione fornita dal competente Servizio Veterinario dell'A.S.L. 19 di Asti, i controlli e le procedure adottati nell'edizione 2002 del Palio di Asti sono stati i seguenti.
Le verifiche sulla salute, sull'idoneità degli animali alla partecipazione alla gara e sull'eventuale uso di sostanze dopanti sono state effettuate ai sensi del Regolamento del Palio approvato dal Comune di Asti.
Tali verifiche sono state svolte da una Commissione appositamente incaricata, composta dal prof. Paolo BOTTI, della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Parma, dal prof. Aurelio CAGNASSO, della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, dal dr. Fulvio BRUSA Presidente dell'ordine dei Veterinari della Provincia di Asti e dal dr.
Gianstefano FILIPPONE - Direttore di Area A del Servizio Veterinario dell'A.S.L. 19 di Asti.
Tutti gli animali che hanno partecipato al Palio sono stati sottoposti a preventiva visita veterinaria, da parte della Commissione, al fine di verificarne sia lo stato di salute che l'idoneità ed escludere l'eventuale sospetto di trattamenti farmacologici fraudolenti.
Il Servizio Veterinario competente, inoltre, con quattro veterinari ufficiali, ha effettuato i controlli dell'identità degli animali sulla base del Documento di identificazione e sanità degli equini previsto dalla vigente normativa, che scortava ogni animale che ha partecipato alla manifestazione, ed ha provveduto al prelievo di campioni di sangue ad alcuni degli animali, scelti con un criterio di casualità, al fine di verificare l'eventuale uso di sostanze farmacologicamente attive; i campioni prelevati sono stati inviati presso il JOKEY CLUB di Milano per l'esecuzione dei test.
Verso la fine del mese di settembre 2002, i risultati delle analisi hanno evidenziato come sette dei nove cavalli che corsero la finale fossero soggetti all'effetto di sostanze dopanti. I proprietari degli animali sono stati denunciati alla Magistratura per violazione dell'articolo 727 del Codice Penale (maltrattamenti agli animali). Ovviamente gli esiti delle analisi sono stati immediatamente trasmessi al Sindaco di Asti che, quale autorità sanitaria locale, aveva autorizzato la manifestazione e disposto i prelievi.
Il servizio Veterinario ha inoltre effettuato il controllo della pista approntata per la manifestazione, disponendo le migliorie necessarie, ed ha effettuato la vigilanza per tutta la durata della manifestazione.
Alla manifestazione era presente il Medico Veterinario dr. Andrea BRIGNOLO, libero professionista incaricato dell'assistenza zooiatrica.
Inoltre due trailer, adibiti ad ambulanza per il trasporto degli equini da trasferire, in caso di necessità, presso la clinica veterinaria del dr.
ELEUTERI di Villanova d'Asti, disponibile per il pronto soccorso degli animali, stazionavano presso la Sede della manifestazione.
Gli equini infortunati risultano essere quattro, tutti trasferiti in clinica dopo l'incidente; solo due risultano essere stati sottoposti ad eutanasia e le relative carcasse sono state smaltite a mezzo della ditta IMPROMA, con regolare certificazione rilasciata dal veterinario ufficiale.
Gli altri due animali infortunati sono stati trasferiti successivamente presso cliniche veterinarie scelte dai proprietari e risultano attualmente in terapia.
Il Regolamento del Palio di cui sopra contempla i protocolli relativi alle caratteristiche dei moduli, nonché le modalità e i tempi di effettuazione dei controlli veterinari, oltre a quelli effettuati dal Servizio Veterinario pubblico. La manifestazione deve essere autorizzata come sopra accennato, dal Sindaco del Comune in qualità di Autorità Sanitaria Locale, come da normativa vigente.
Mi scuso ancora con gli interroganti perché si risponde un anno dopo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta e accetto le scuse per l'anno di ritardo. Debbo dire che l'anno di ritardo ci porta a discutere, nel frattempo, di quello che è successo nel corso di quest'anno, dove si sono verificati ulteriormente dei problemi.
I quattro animali infortunati cui si riferiva l'Assessore erano dati del 2002, ma nel 2003 ci sono stati nuovamente due cavalli infortunati: uno è morto durante l'effettuazione della pre-prova del sabato e l'altro è stato in seguito sottoposto a eutanasia dopo la prova della domenica.
Le questioni che abbiamo sollevato con l'interrogazione permangono, in quanto l'istituto del Palio è gestito da un Regolamento interno relativamente al quale l'Ente pubblico può intervenire solo parzialmente e noi, precedentemente all'effettuazione del Palio, avevamo evidenziato come questa competizione presenta alcuni punti di criticità.
I punti di criticità sono relativi a tre grandi questioni irrisolte.
Da un lato, come dimostrano inequivocabilmente le indagini sierologiche effettuate, vi è il malcostume - e l'illegalità - di sottoporre i cavalli a trattamenti dopanti, aspetto che induce gli animali a dare, naturalmente prestazioni ancora più elevate di quelle normali (pur trattandosi di animali allenati) su una pista che non è sicuramente adatta a far correre i cavalli che presentano tali caratteristiche. La pista su cui si svolgono le competizioni rappresenta, quindi, il secondo problema.
La terza questione è legata alla qualità e alle caratteristiche dei cavalli che vengono fatti competere: sono cavalli purosangue, molto veloci ma dotati di caratteristiche fisiche che li rendono particolarmente delicati. Questi tre componenti associati hanno portato a quello che si è verificato negli ultimi due anni.
Ci possono essere atteggiamenti diversi: ci può essere l'atteggiamento di chi contesta alla radice questo tipo di manifestazione, ma vi pu essere anche un atteggiamento intermedio, che è quello di operare comunque affinché non accadano più inconvenienti, il che significa, inevitabilmente intervenire sulla qualità delle razze e delle tipologie dei cavalli che fanno queste composizioni e ripensare al percorso, cioè alla pista.
Crediamo che la scelta inevitabile sia quella di trasferire la competizione sulla pista in cui si svolgeva precedentemente il palio, e non utilizzare più quella in cui si svolge in questi ultimi anni.
Personalmente ho anche provveduto a presentare una denuncia nei confronti di chi ha autorizzato questa competizione, proprio perché in precedenza era già stato diffidato dal dare corso alla competizione per i pericoli che si potevano prevedere e che, di fatto, si sono realizzati provocando eventi che hanno significato la morte dei cavalli, con un evidente e palese caso di maltrattamento degli animali a norma dell'articolo 727.
Quello che auspico, come interpellante, è che dal punto di vista dell'Assessorato alla Regione si intraprendano quelle strade e si assumano quelle decisioni per arrivare quantomeno alla ridefinizione della tipologia dei cavalli che partecipano alla competizione e allo spostamento della pista, individuandone una più adatta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Personale del servizio sanitario

Risposta scritta alle interrogazioni n. 2155 dei Consiglieri Cattaneo, Bolla, Gallarini, Pozzo e Toselli inerente a "Chiarimenti in organizzazione strutture assistenziali geriatriche da parte della ASL" n. 2168 del Consigliere Rossi Oreste inerente a "Dirigenza medica"


PRESIDENTE

Comunico che varrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni: Interrogazione n. 2155 dei Consiglieri Cattaneo, Bolla, Gallarini, Pozzo e Toselli inerente a "Chiarimenti in organizzazione strutture assistenziali geriatriche da parte della ASL".
Interrogazione n. 2168 del Consigliere Rossi Oreste inerente a "Dirigenza medica".


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2281 dei Consiglieri Tapparo, Suino, Riggio, Chiezzi Moriconi, Papandrea e Saitta inerente a "Criticità nel servizio soccorso avanzato 118 della città di Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2281 presentata dai Consiglieri Tapparo Suino, Riggio, Chiezzi, Morioni, Papandrea e Saitta inerente a "Criticità nel servizio soccorso avanzato 118 della città di Torino".
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione di cui all'oggetto, comunico quanto segue.
Sono a conoscenza della saltuaria assenza del personale sanitario sui mezzi di soccorso avanzato (MSA o MSAB) che operano nella città di Torino l'organizzazione dei soccorsi in tale eventualità, però, viene affrontata con l'invio dell'ambulanza di Soccorso Avanzato più vicina temporaneamente all'evento (elencherò successivamente il numero delle assenze su tali ambulanze).
Nell'ambito del servizio di Emergenza Territoriale, sul territorio della città di Torino operano cinque mezzi di soccorso avanzato (MSA) con a bordo personale medico ed infermieristico; l'ASL 1, attualmente competente per la messa a disposizione del personale medico sui mezzi di soccorso della città di Torino, sulla base dei termini previsto dal vigente accordo collettivo nazionale (D. Lgs. 270/00) conferisce incarichi a tempo determinato o indeterminato a copertura del monte ore necessario (52.560 ore/anno) per la gestione dei suddetti mezzi di soccorso e della Centrale Operativa 118.
Risultano al momento convenzionati 29 medici (31 nel 2002) con incarichi a tempo determinato o indeterminato per 24/38 ore settimanali di cui 2/3 da dedicarsi ai sensi del citato D. Lgs. alla copertura delle postazioni, essendo previsto in ragione di 1/3 del monte ore a contratto lo svolgimento di attività, per questo personale, presso i DEA; l'attuale monte ore a disposizione per la copertura delle cinque postazioni di soccorso avanzato e della Centrale Operativa, ammonta a complessive 34.066 ore/anno (36.924 nel 2002) sufficienti a garantire una copertura non superiore al 65% circa del totale (70% nel 2002).
Nel periodo 01/01/2003-30/06/2003 (26.064 ore totali), avendo resa prioritaria la copertura dei mezzi di soccorso e della Centrale Operativa rispetto allo svolgimento di attività c/o i DEA ed avendo ottenuto dal personale convenzionato disponibilità eccedenti rispetto al monte ore contrattuale è stato possibile garantire la copertura di 20.856 ore pari all'80% circa del totale (+15% rispetto al valore atteso).
Lo stesso provvedimento ed analoghe maggiori disponibilità fornite dallo stesso personale medico, hanno consentito nel corso dell'anno 2002 di garantire la copertura di 48.766 ore pari a circa il 93% del totale (+23 rispetto al valore atteso).
Si consideri che sia nel corso dell'anno 2002 che nel primo semestre dell'anno 2003, periodi di astensione obbligatoria dall'attività lavorativa previsti dalla vigente convenzione (maternità) o di astensione temporanea per malattia od infortunio hanno ulteriormente penalizzato il servizio contraendo di fatto il monte ore disponibile.
Si evidenzia d'altronde come a fronte di 364 ore/settimanali carenti per il servizio di Emergenza Territoriale dell'ASL 1 di Torino recentemente pubblicate sul BURP, solo 24 siano state assegnate per mancata risposta al bando.
Al fine di accrescere ulteriormente l'indice di copertura delle postazioni di soccorso operative in Torino, è stato altresì autorizzato lo svolgimento di attività in regime di sovrazonalità (DGR n. 45-6042 del 13/05/2002) da parte di personale medico convenzionato per il servizio di Emergenza Territoriale con altre ASR per un impegno complessivo ad oggi (1 semestre 200) pari a 1.744 ore. Sono pertanto possibili occasionali mancate coperture dovute ad eventi o situazioni non prevedibili e/o tempestivamente correggibili.
Per quanto concerne l'assenza di personale infermieristico sui mezzi di soccorso avanzato operanti nella città di Torino, si segnala per l'anno 2002 la sola assenza per un totale di ore 12 nel mese di aprile presso la post. 435 e per il primo semestre 2003 si è rilevato quanto segue: gennaio: postazione 055 ore 8 febbraio: postazione 365 ore 8; postazione 055 ore 8 marzo: postazione 425, ore 82.30; postazione 395, ore 77; postazione 365 ore 24; postazione 435, ore 58.30; postazione 055, ore 23.
Il costo per il personale medico convenzionato rendicontato dall'ASL 1 per l'anno 2002 risulta di Euro 1.725.407,14 comprensivo dei costi erariali ed assicurativi a carico dell'Azienda; la spesa riconosciuta si riferisce alle ore effettivamente lavorate.
Eventuali soluzioni volte a sopperire alla mancanza di medici convenzionati ai sensi del decreto legislativo n. 270 del 2000 potrebbero trovare risposta mediante il coinvolgimento di medici ospedalieri afferenti all'area critica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, io speravo che l'Assessore, da questa nostra interrogazione, cogliesse l'occasione per delineare quale politica il governo regionale intende perseguire in uno degli aspetti più strategici per minimizzare la perdita di vite umane.
Noi sappiamo che il servizio di emergenza avanzato è una di quelle componenti, come anche altre, per poter intervenire più rapidamente e adeguatamente, laddove si determinano incidenti o necessità particolari. Lo scostamento tra la piena operatività che dovrebbe svolgere questo servizio e quello che riesce a fare, per carenza di personale e per una serie di elementi che anche l'Assessore ha voluto evidenziare, è un fatto che pregiudica e colpisce. Io non saprei quantificarlo, ma certamente la carenza di medici, di infermieri e di possibilità operativa percentualizzata come va ad incidere su una parte di popolazione che colpita da incidente o da malanni, non riceve un pronto intervento. Quindi ci può essere un accrescimento della mortalità o aspetti aggravanti di malattie ed infortuni.
In proposito, richiamo la regolamentazione intervenuta per quanto riguarda il traffico stradale: la patente a punti è proprio finalizzata a minimizzare le perdite.
Poiché il nostro patrimonio umano ne subisce un danno, speravo che lei, Assessore, potesse dire qualcosa rispetto alla strutturale sottopresenza di medici e di infermieri. Volevo capire se lei non rilevava un inadempimento contrattuale - possiamo definirlo così - e come vogliamo intervenire dinnanzi ad alcuni aspetti che lei ha detto occasionali, ma che sono anche strutturali (le assenze per maternità, una serie di assenze che rientrano nel fisiologico di un'organizzazione del lavoro).
Credo che siano dati abbastanza allarmanti, perché se consideriamo che il monte-ore disponibile è stato coperto in una certa percentuale, che noi evidenziamo - lei, in certi casi, l'ha indicata più elevata - e che il numero di medici è inferiore rispetto a quello previsto nella pianta organica (numero che tra l'altro non sappiamo nemmeno se è congruo, visto che dal 1° novembre 2003, 5 medici convenzionati saranno sospesi dal servizio, il che farà abbassare il numero dei medici a 24 rispetto ai 29 a cui abbiamo accennato), ci chiediamo: c'è una responsabilità di qualcuno (la sua, quella dell'Assessorato, quella delle ASL)? Come si configura questa situazione? E aggiungiamo: perché non c'è una comunicazione chiara dei dati relativi alla copertura delle postazioni di soccorso per lunghi periodi? Perché l'Assessorato - spero di avere questa informazione - ha sollecitato l'invio dei dati e, solo recentemente (dati probabilmente non ancora disponibili nell'articolazione territoriale) , li ha ottenuti? Voglio sottolineare che quella del soccorso di emergenza avanzato è una funzione delicatissima. Così com'è strutturato, o lei manifesta una posizione che vuol colmare rapidamente e in modo deciso queste anomalie individuando anche le responsabilità, oppure resta aperto questo buco questo varco che è di nocumento per la nostra comunità, in quanto la mancanza di copertura piena va a colpire la possibilità - come ho voluto sottolineare - di interventi puntuali, temporalmente adeguati, per recuperare eventuale mortalità o eventuale accrescimento del danno.
Quindi io non posso che esprimere la mia insoddisfazione da questa sua risposta. Ritornerò ancora sull'argomento ripuntualizzando i dati, sperando che lei voglia praticare una politica che colmi queste carenze e vada ad individuare eventuali responsabilità contrattuali in questo senso.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Psichiatria

Interrogazione n. 2210 presentata dai Consiglieri Palma e Mellano inerente a "L'arma delle perizie psichiatriche nei confronti di un dipendente della Polizia di Stato"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione n. 2210 presentata dai Consiglieri Palma e Mellano inerente all'arma delle perizie psichiatriche nei confronti del Sig. (omissis)



(Commenti della Consigliera Manica)



PRESIDENTE

Anch'io avevo delle perplessità sulla citazione del nome.
Diamo però atto che il nome in questione è uscito ed è stato ampiamente divulgato dai giornali. Ad ogni modo reputo opportuna l'osservazione della Consigliera Manica. Per cui chiedo di estinguere il nome dal resoconto stenografico, e per altro verso chiedo all'Assessore D'Ambrosio di omettere il nome nella sua risposta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'interrogazione dei Consiglieri Palma e Mellano attiene alla perizia psichiatrica che ha subìto un dipendente della Polizia di Stato.
Debbo - non certo per il Consigliere Palma - specificare che per perizia psichiatrica deve intendersi solo l'accertamento tecnico disposto da un Giudice, nell'ambito di un procedimento penale, e che spetta al Giudice scegliere il perito a cui porre i quesiti sul vizio totale o parziale di mente, in riferimento alla possibilità di applicare gli articoli 88 e 89 del Codice di procedura penale.
La perizia è quindi volta ad accertare la capacità di intendere e di volere dell'imputato o del detenuto nelle varie fasi del suo iter giudiziario ed è regolato specificamente dai Codici penale e di procedura penale. Peraltro, il Giudice rimane il perito dei periti ed ha la facoltà di accettare in toto od in parte le conclusioni del perito incaricato.
Del perito incaricato. Le garanzie al cittadino imputato di autore di reato sono quelle previste dai codici citati e non rientrano tra le attività sanitarie, se non come partecipazione di un esperto (psichiatra o altro) al compito proprio della Magistratura di accertare la verità in applicazione delle leggi.
Il numero di perizie è generalmente in rapporto ai procedimenti penali di cui l'imputato o l'autore di reato è titolare. Indubbiamente, il numero è eccedente, come ho sottolineato parlando del caso con il collega Palma.
Questo dipendente della Polizia di Stato ha subito 12 perizie, ma ovviamente questo non dipende dal sistema sanitario.
In ambito di giustizia civile, l'accertamento tecnico è la consulenza tecnica dell'ufficio, che può essere disposta dal Giudice Civile in un procedimento avanti al Tribunale.
Gli altri accertamenti (conferenza del medico legale), cui un cittadino può essere sottoposto, sono semplici visite specialistiche disposte da una Commissione medico-legale, che può anche essere attivata dal datore di lavoro, qualora ritenga che i comportamenti di un suo dipendente possono essere determinati da una patologia.
Sono particolarmente suscettibili di accertamento sulla capacità psichica i dipendenti dello Stato, le cui mansioni comportano l'uso delle armi (Polizia, Esercito, Guardia di Finanza). Non conoscendo il caso specifico, è difficile esprimere un giudizio sull'opportunità o meno di effettuare un così alto numero di accertamenti specialistici.
Indubbiamente, mi pare siano in numero eccessivo.
L'assistenza psichiatrica pubblica è organizzata in dipartimenti territoriali per cui è possibile, non indispensabile, preferire che la visita sia effettuata dall'ASL di competenza, perché solo quest'ultima potrebbe essere a conoscenza di documentazione sanitaria precedente riferita al soggetto che si sottopone alla visita.
Qualora il soggetto in questione ritenga di essere stato danneggiato per comportamenti illeciti dell'Amministrazione, è un suo diritto ricorrere al tribunale ordinario per far valere le proprie ragioni ed ottenere almeno una soddisfazione economica del danno che presume aver subito.
Gli aspetti di competenza sanitaria di tutta la vicenda possono solo riguardare la correttezza formale e sostanziale delle visite specialistiche eseguite e l'adeguatezza dei provvedimenti medico-legali conseguenti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Abbiamo rivolto questa interrogazione all'Assessore alla sanità, perch la sua competenza era quella più contigua al caso che andavamo illustrando nella speranza, se non nella convinzione, che l'Assessore alla sanità avrebbe provveduto ad informarsi rispetto al caso in oggetto, rispetto a coloro che nell'interrogazione sono accusati, da parte degli interroganti di un comportamento di mobbing.
Il fatto che l'Assessore dia, come risposta, una spiegazione tecnica di quello che è una perizia psichiatrica, ovviamente non ci soddisfa, perch il caso che avevamo sollevato era un caso puntuale, legato a procedimenti sia civili sia penali, e, soprattutto, ad un contenzioso giuslavoristico in cui la persona in oggetto è ancora coinvolta.
Abbiamo sottolineato la gravità del caso, che inizialmente non conoscevamo e che abbiamo appreso dagli organi di informazione. L'abbiamo approfondito, constatando che la persona in oggetto è un dipendente civile della Polizia di Stato, quindi - Assessore - non usava le armi, ma faceva l'impiegato.
E' allarmante il fatto che questa persona sia stata sottoposta ad una dozzina di perizie psichiatriche e che tutte, tranne una, in cui non si era presentato e che era stata decisa, nella sostanza, su carta, attestino la sua salute psichica e la sua compatibilità con il lavoro che svolgeva. Dal mio punto di vista, è anche un problema di civiltà e funzionamento di quei servizi che devono provvedere alle visite, agli accertamenti o alle perizie, disposte dal datore di lavoro, ovvero dall'autorità giudiziaria.
Quando prendo atto del fatto che un cittadino della nostra regione è sottoposto al quintuplo delle visite e delle perizie psichiatriche a cui è stato sottoposto il più atroce serial killer della storia italiana obiettivamente tendo a preoccuparmi, soprattutto quando verifico - carte alla mano - che tutte quelle perizie psichiatriche, ovviamente hanno distrutto la persona interessata, trasformata in un borderline, e che, in ogni caso, tutte le perizie hanno attestato la sua capacità di intendere e di volere, ma non solo, anche la compatibilità con il lavoro che stava svolgendo.
Pertanto, poiché discutiamo spesso - a mio parere anche eccessivamente rispetto ai profili penalistici di un comportamento di mobbing all'interno delle Amministrazioni, mi sarei aspettato, che l'Assessore regionale alla sanità, rispetto ad un datore di lavoro pubblico - la Polizia di Stato - e ad un caso obiettivamente macroscopico per le sue dimensioni, accertasse la veridicità di quanto sostengono gli interroganti: cioè che il numero delle perizie psichiatriche, a cui il signore in oggetto è stato sottoposto, sia esattamente quello indicato.
Ancorché non esista una competenza diretta dell'Assessore regionale alla sanità, la risposta non può essere "la perizia psichiatrica è quanto viene chiamato in questo modo" aggiungendo che l'Assessore alla sanità ritiene che le stesse siano state troppe. In tal caso non ha alcun senso neppure depositare o discutere, come avviene anche all'interno del Consiglio regionale, proposte di legge in materia di mobbing, quando un comportamento - a mio parere - chiaramente di mobbing non viene approfondito, non dico sanzionato, ma semplicemente approfondito ed apprezzato nella sua gravità da parte dell'Amministrazione regionale.
La materia del mobbing è complessa, è, per così dire, de iure condendo nel senso che rispetto all'individuazione di un reato specifico, solo una giurisprudenza più favorevole e attenta ha consentito di enucleare ed iniziare a sanzionare, negli ultimi anni, una serie di comportamenti.
Assessore, a partire dal caso specifico, prendo atto di un fatto: le accuse di mobbing possono valere quando un datore di lavoro è un certo datore di lavoro e quando le accuse sono suffragate e supportate da una pesante organizzazione sociale o sindacale disposta a sostenerle, oppure quando il datore di lavoro è un'Amministrazione dello Stato e non esiste alcuna forma di supporto sociale o sindacale. Nel caso specifico, il signore di cui l'interrogazione parla può tranquillamente divenire il pazzo del paese, com'è divenuto per i cittadini della città in cui vive, ed essere abbandonato alla sua sorte.
Se questa è la risposta dell'Assessore, ne prendo atto dichiarandomene assolutamente insoddisfatto.
Gradirei che qualcuno, all'interno dell'Assessorato alla sanità - che mi rendo conto, ha molte cose a cui pensare e molte cose che gli sfuggono andasse ad approfondire con i servizi sanitari competenti cosa è successo a questo signore e quanto fossero giustificate le perizie che sono state disposte nei suoi confronti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo spazio per lo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze.
Prima di aggiornare al seduta alle ore 15, dove ci saranno le comunicazioni del Presidente Ghigo con il relativo dibattito, proseguirei con l'o.d.g. e tratterei, nell'ordine, il punto 4) e il punto 5).


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 442 "Modifica dell'articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 442 "Modifica dell'articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La modifica recita: "al quinto comma dell'articolo 13, come modificato con deliberazione del Consiglio regionale n.. 293-29179, del 16 settembre 2003", dopo le parole "secondo quanto stabilito dai rispettivi Regolamenti interni, ove esistenti." sono aggiunte le parole "il Gruppo misto, per le sole funzioni previste dal presente Regolamento, procede alla costituzione dei propri organi tenendo conto delle diverse componenti politiche in esso costituite".
Posso anche illustrarla io, nel senso che è emersa più volte, anche sollecitata dai Consiglieri facenti parte il Gruppo Misto, l'esigenza di regolamentare le funzioni del medesimo Gruppo e di renderlo, a tutti gli effetti, un Gruppo all'interno del Consiglio regionale. Per questo motivo è stato aggiunto questo comma, con la previsione di organi all'interno dello stesso Gruppo, come avviene alla Camera dei Deputati.
Se non ci sono interventi pongo la proposta in votazione, ricordando che il quorum è di 31 Consiglieri.
Non essendovi altri interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 493 "Modifiche alla legge regionale 24 gennaio 2000, n. 2 (Promozione del sistema aeroportuale del Piemonte), (richiamato in aula ai sensi dell'art. 34, comma 4, del Regolamento)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g.: Disegno di legge n. 493 "Modifiche alla legge regionale 24 gennaio 2000, n. 2 (Promozione del sistema aeroportuale del Piemonte) (richiamato in aula ai sensi dell'art. 34, comma 4, del Regolamento)".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Grazie Presidente. Com'è noto, questo disegno di legge recepisce, in particolare in recepimento della nostra prima legge, istanze presentate da più organismi, quali Toroc, Provincia di Torino, Comune di Torino, Enac Ministero dell'Economia e Finanze e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Tali organismi hanno già sottoscritto, in vista dei giochi olimpici, un piano di riqualificazione degli aeroporti di Torino Caselle e Cuneo Levaldigi, ai quali la Regione deve, attraverso la legge regionale dare il proprio contributo.
Dato che nella prima stesura della legge si parlava di società unica in questi quattro articoli si trasforma il fatto di costituirla. Nel frattempo, con la privatizzazione di Torino (da parte del Comune, della Provincia e della Regione, con l'ingresso di soci privati nel Comune di Torino e nell'aeroporto di Cuneo) e per diritti aeroportuali, l'Enac ha emanato un regolamento in cui le singole società aeroportuali sono proprietarie dei singoli diritti aeroportuali e non possono fonderli in società unica, per evitare posizioni di potere che potrebbero determinarsi.
Sostanzialmente, con la legge si sostiene che i contributi vengono erogati, non sulla base della costituzione di società unica (oltretutto procedura impossibile), ma con intese di collaborazione previste dall'articolo 3, attraverso accordi organizzativi finalizzati al raggiungimento di sinergie commerciali ed economiche di scala, in una chiave di raccordo ed integrazione operativa. Questo, di fatto, è già contenuto nel protocollo, già approvato da tutti i soggetti (Comune di Torino, Provincia di Torino, Toroc, Enac, Ministero di Economie e Finanze e Ministero Infrastrutture e Trasporti), al quale la legge serve per dare finanziamento. La Regione rimane l'ultimo soggetto che con tali risorse partecipa a questa iniziativa che, ripeto, dà un forte contributo. A fronte di un finanziamento di 10 milioni di euro della Regione, ne attiva uno di 90 milioni sui due aeroporti, dato da tutti gli altri soggetti, in particolare dalle due società aeroportuali, dal Ministero Economia e Finanze e dal Comune di Torino.
Lo riterrei, quindi, un passaggio obbligato. Il termine ultimo, tra l'altro, stabilito dal Ministero per siglare l'accordo, è il 5 novembre quindi non abbiamo molto tempo ed è per questo che ho chiesto l'urgenza del provvedimento. In pendenza di una non approvazione del provvedimento cadrebbe tutto l'accordo di programma relativo.



PRESIDENTE

Prima di dichiarare aperto il dibattito, vorrei informare l'Aula dell'esigenza di svolgere la VI Commissione in coda alla seduta di questa mattina, anziché alle ore 14.15. A tale proposito, chiuderemo la seduta al termine del provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, Assessore, colleghi, il disegno di legge della Giunta, che tra l'altro non è passato al vaglio della Commissione di merito, forse avrebbe creato l'opportunità per un approfondimento della strategia che la Regione Piemonte intende attuare sugli aeroporti. In altri termini, la politica aeroportuale.
La legge del 2000 aveva individuato, attraverso la forte integrazione tra gli aeroporti presenti in Piemonte (di forte scala differenziata) un indirizzo; ma ora, con il processo di privatizzazione, quell'impianto non regge più.
Ma allora, Assessore Casoni, a fronte di cosa diamo i contributi? Esiste un tentativo di orientare, oppure sono risorse che arrivano alle società che gestiscono in modo fortemente privatistico sulle loro priorità sulle scelte delle tratte e sulle scelte degli accordi? Francamente, mi sembra che si perda l'opportunità di un chiarimento e anche lei, Assessore, forse poteva vestire il suo intervento con considerazioni più di fondo.
A questo punto dovremmo riflettere su un'importante questione: quando l'alta capacità sarà pronta e si potrà arrivare in trentacinque minuti da Torino a Malpensa, cosa sarà per il nostro sistema aeroportuale? Avrà qualche riflesso? Gli aeroporti di Caselle e Levaldigi diventeranno puri aeroporti di tratte regionali, oppure ci sarà una politica di integrazione? Che sinergie si possono determinare, malgrado siano i privati a gestire gli aeroporti di Levaldigi e Caselle (poi c'è anche la presenza di Cerrione), per imbastire una politica, per tentare, da parte della Regione di assegnare venti miliardi di fondi, senza che ci sia un minimo tentativo di attuare una moralsuasion, se non abbiamo altra possibilità, visto che la lobby delle privatizzazioni spinge forte e non vuole che sia menomata minimamente la possibilità di avere una piena autonomia nelle scelte. Sono questi gli interrogativi. Qual è la prospettiva di Levaldigi? Caselle che significato avrà al di là delle Olimpiadi? Temo che, il giorno dopo le Olimpiadi, dovremmo fare dei conti amari perché saranno finiti i lavori pubblici, sarà finita l'effervescenza e magari ci ritroveremo con dei risultati che non sono molto soddisfacenti per le prospettive future del Piemonte.
Ahimè, ci sono altri elementi che pesano. La crisi drammatica di settori produttivi che certamente non potrà essere recuperata dalla presenza di alcune infrastrutture.
Vi prego di ricordare, colleghi, che nel 2000 si era individuata una politica che voleva realizzare il sistema aeroportuale del Piemonte. Ora diciamo che questo non è più praticabile - ed è vero - perché il processo di privatizzazione l'ha reso impossibile, però non diciamo null'altro almeno come tentativo, per delineare qualcosa.
In certi casi è proprio la moralsuasion che possiamo applicare, non molto di più. Però, visto che assegniamo delle risorse, bisognerebbe almeno farle valere, dire qualcosa, dare un orientamento.
Io torno qui a manifestare, a futura memoria, che l'alta capacità pu riempire, ma anche svuotare, delle realtà. Se si può arrivare ad una realtà dove ci sono cose di eccellenza in pochi minuti, perché riprodurle nel nostro territorio tali realtà. Questo vale anche per l'aeroporto.
Vi ricordate quando ci battevamo perché Torino avesse anche dei voli intercontinentali? C'era la politica per avere un volo su New York . Perch mai oggi un volo su New York, se possiamo salire su un comodo treno e arrivare ad un hub internazionale importante che sta a 120 chilometri.
Noi dobbiamo capire se stiamo facendo una politica che svuota o che riempie il nostro sistema aeroportuale, se noi tra dieci anni avremo un sistema aeroportuale di voli regionali e sub-regionali o un sistema di aeroporti di rango più elevato.
Questo discorso lo poteva affrontare, Assessore, visto che venti miliardi delle nostre risorse vengono graziosamente assegnate a dei privati che non sono sempre così sensibili e attenti alle istanze pubbliche nel loro modo di operare.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Il mio Gruppo era stato proponente del progetto di legge sul sistema aeroportuale piemontese, nella scorsa legislatura. Questo implica, da parte nostra, un approfondimento rispetto alle ragioni di quella impostazione che, a suo tempo, fu condivisa.
Ci si era indirizzati verso la realizzazione di un sistema aeroportuale del Piemonte che potesse avvalersi dell'aeroporto di Torino, in fase di sviluppo, perché si era inaugurata da poco la nuova aerostazione (quindi vi era già una spinta all'evoluzione e all'affermazione dell'aeroporto di Torino) e dell'aeroporto di Cuneo che aveva superato una serie di collaudi grazie ad un impegno molto costante da parte delle organizzazioni economiche e delle Istituzioni della provincia di Cuneo.
Poi c'era l'aeroporto di Biella con caratteristiche soprattutto di aero club, ma comunque pur sempre dotato di pista di strumentazioni per le attività di pilotaggio, tra queste c'era la scuola di volo e di pilotaggio la Lindenberg School, tutte queste attività di aero-club.
Non so, Assessore, se abbiamo fatto il possibile per superare le difficoltà, sia di ordine politico che giuridico-amministrativo, che si sono verificate nella realizzazione di un sistema aeroportuale e regionale.
Gli aeroporti di Roma, per esempio, sono gestiti da un'unica società degli aeroporti e, obiettivamente, sono più complessi rispetto agli aeroporti di Torino e Cuneo.
(Intervento fuori microfono del Consigliere Casoni: "Sono nati così".)



RIBA Lido

Lo so.
Prendo atto delle difficoltà che ci sono state rappresentate dalle Province che hanno chiesto questo tipo di indirizzo, però ritengo che la direzione ottimale non sia la rinuncia alla realizzazione di un sistema aeroportuale integrato.
Questo, obiettivamente, nel senso che si mantengono delle situazioni di separatezza, può anche darsi che questo possa consentire una maggiore elasticità nella gestione, nella utilizzazione di diverse opportunità per quanta riguarda i partner alla ricerca delle sinergie.
Sta di fatto che l'aeroporto di Torino deve integrare la sua base finanziaria con una forte quota di privatizzazione e l'aeroporto di Cuneo che è anche più avanti (non lo dico in senso positivo o negativo, è un eufemismo) affida le sue prospettive allo sviluppo dei sistemi aeroportuali a basso costo che utilizzano gli aeroporti minori. Questo è un mercato che si sta aprendo.
Più complessivamente, Assessore, mi pare che dovremmo fare una riflessione sul sistema aeroportuale del Piemonte, in modo particolare in relazione alle conseguenze sul nostro bacino di traffico aereo, ma anche del trasporto aereo in relazione al decollo del LAB e del LUB di Malpensa.
Ritengo sia stato un limite il fatto di non avere discusso questo argomento in Commissione. Il problema non lo addebito alla Giunta, ma alla Commissione, che adesso ha un'altra Presidenza. E' necessario - questo lo richiedo Assessore - che in Commissione si svolga il dibattito su questo argomento (non a posteriori su un atto deliberativo) perché abbiamo bisogno di avere più informazioni, magari si potrebbe svolgere un'audizione con le diverse società.
Dobbiamo prendere in consegna una situazione che ci siamo impegnati a sostenere finanziariamente in modo anche abbastanza significativo perch evidentemente, è di uno degli elementi centrali del sistema logistico della Regione Piemonte.
Tra l'altro, lo diremo in altra sede, mi pare che l'aeroporto di Torino faccia proprio fatica ad affermarsi nel mercato del trasporto aereo anche soltanto come elemento successivo o secondario rispetto alla concentrazione di tratti su Malpensa che, evidentemente, ha sottratto delle opportunità a Torino; occorre comunque ridisegnare l'insieme.
Considerando che non si tratta di nuovi stanziamenti, ma di una autorizzazione a riproporre la destinazione delle risorse, già stanziate sulla base di una condizione che, di fatto, non siamo in grado di superare e prendiamo atto che non è un comportamento del Governo regionale che ha impedito questa situazione. Posso presumere che il Governo regionale qualche sforzo, per realizzare gli obiettivi dell'unificazione eventualmente, lo abbia fatto, ma sono a conoscenza di una totale indisponibilità della Società Aeroporti di Torino, non certo delle altre due società.
Allo stato, prendiamo atto di questa situazione, approveremo il provvedimento, fermo restando che chiediamo un dibattito, almeno in Commissione, e una riproposizione di approfondimenti sulle prospettive del nostro sistema di trasporti aerei.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, con questo provvedimento si assume l'incapacità della Giunta regionale di proporre al Piemonte una politica nel settore aeroportuale capace di individuare una linea di sviluppo organica di questo importante sistema di vettori. Mi sembra ci siano responsabilità esplicite della Giunta regionale, che partono, innanzitutto, dall'assenza del progetto, che potrebbe rendere la Regione Piemonte forte nei confronti dei soggetti che gestiscono i trasporti e, in queste caso, delle società aeroportuali.
Qui non c'è bisogno di una sorta di buonismo amministrativo, come ricordava il Consigliere Tapparo, con la moral suasion, non è di questo che c'è bisogno. Ci sarebbe bisogno di una Giunta regionale che governasse e dato che gli strumenti di governo li ha, che usasse questi strumenti di governo. La Giunta regionale dovrebbe predisporre un Piano regionale dei trasporti. Questo strumento renderebbe la Regione Piemonte forte e capace di colloquiare con tutti i soggetti che, ad esempio, in questo caso, si occupano di gestione delle società aeroportuali. La Giunta regionale non lo ha fatto e non lo fa, almeno, dal mio punto di vista, è un errore imperdonabile, che porta ad una catena di errori, omissioni e rinunce gravi. Questa legge è una rinuncia grave ad un obiettivo minimo, richiesto dalla Regione Piemonte con una legge, di individuare, per lo meno, una società unica di gestione.
Si capisce che si trovano resistenze, si capisce anche che le resistenze non vengono vinte da un soggetto debole, dal punto di vista politico e amministrativo, e, magari, forte nel distribuire soldi. E' facile distribuire soldi e l'Assessore Casoni, con questa legge, li distribuisce. Semplicemente, prende dei soldi e li dà nel modo più scriteriato.
Viene da ridere a leggere cosa c'è scritto in questa legge, viene da ridere, dal punto di vista di chi pensa sempre ad un progetto di governo e non all'erogazione di soldi. In questa legge si dice che i soldi saranno erogati sulla base di un Piano triennale di sviluppo dei singoli aeroporti: è un'affermazione ridicola! Le tre società faranno tre Piani di sviluppo se la Regione non è riuscita a individuare una forma di gestione unitaria figuriamoci cosa succederà. Succederà che ogni società farà il suo Piano triennale di sviluppo, ogni società chiederà i soldi e la Regione - debole perché priva di un intelligente progetto di governo - erogherà questi soldi.
Da questi motivi, da questo passo indietro, da questa rinuncia a governare, per la reiterata assenza di un Piano regionale dei trasporti che, purtroppo, sento non lo si richiede neppure più e, viceversa, ritengo debba essere la prima cosa da richiedere a questa Giunta - deriva questa legge, che ha un carattere assistenziale, di gestione ordinarissima e certo, di versamento di certe risorse, che, poi, le società decideranno, al di fuori di un progetto regionale, di utilizzare.
Abbiamo esempi molto educativi di cosa sta succedendo: mi risulta che la SAGAT, società a maggioranza pubblica, venga, di fatto, gestita secondo gli interessi dei privati che fanno parte di questa società e che riescono con meccanismi societari a comandare, senza neppure pagare il prezzo di una maggioranza azionaria. Complimenti! Voterò contro questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, per quanto riguarda il sistema aeroportuale piemontese, inviterei i colleghi a pensare un po' al futuro. Sicuramente in futuro, relativamente allo sviluppo dei trasporti, si avrà un'espansione immensa del mezzo aereo, se consideriamo la globalizzazione, l'incremento dei trasporti complessivi (parlo di passeggeri e di merci) e la distribuzione delle merci sui vari mezzi di trasporto, che ormai vedono quello stradale con problematiche immense.
Quindi, dobbiamo pensare un pochino in un'ottica nuova. Ben venga l'espansione di Malpensa come aeroporto internazionale, ma è necessario che il Piemonte si doti di infrastrutture, quindi, di un sistema aeroportuale integrativo all'unico enorme aeroporto internazionale, che sarà Malpensa.
Parliamo comunque di aeroporti internazionali o, per lo meno interregionali, che, però, possano sviluppare anche un grosso traffico merci (a Levaldigi abbiamo già avuto esempi di cargo provenienti dall'Africa).
Sotto questa prospettiva, investire sul sistema aeroportuale piemontese è, secondo me, una scelta giusta e azzeccata da parte della nostra Giunta.
La legge madre, dell'anno 2000, andava in questa direzione e non ha potuto essere attuata solo per "problemini" di natura giuridico burocratica, di composizione di società; soprattutto, nell'Aeroporto di Levaldigi sono entrati dei privati e dei privati esteri. Questo sottolinea l'importanza dell'aeroporto e il fatto che i privati credano nello stesso.
Pertanto, a maggior ragione, se ci credono i privati, dobbiamo crederci anche noi. A maggior ragione, dobbiamo dare la possibilità a questi aeroporti di attingere a questi finanziamenti - ripeto - già decisi e già stanziati.
Ben venga questa modifica, che dà la possibilità di attuare opere importanti, che per il futuro daranno la possibilità al Piemonte di avere un'infrastruttura nel sistema aeroportuale degna di una Regione come la nostra, capace di sopportare i traffici che si svilupperanno, capace di supportare l'economia stessa del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore, sino a quando la politica dei trasporti da lei condotta andrà avanti con provvedimenti a spizzichi e bocconi, non si rende un bel servizio alla Regione Piemonte. Il sistema aeroportuale, oramai, è approdato in modo inarrestabile al sistema privatistico. Le norme comunitarie in materie prevedono una serie di incombenze, in parte già attuate, sulla separazione degli assetti societari e di gestione in relazione al servizio a terra dell'aeroporto.
Assistiamo, in modo inesorabile, ad una progressiva esternalizzazione di tutti i servizi interni all'aeroporto con l'obbligo di costituire società separate con pesantissime conseguenze, dal punto di vista della certezza dei diritti e della sicurezza di chi, negli aeroporti, opera e lavora. Da una parte, abbiamo un sistema nel quale prevale la gestione di tipo privatistico, foriero di fortissime domande presso l'interlocutore pubblico quand'anche questo sia in possesso di un pacchetto azionario, a volte non significativo, ma comunque importante.
Dov'è il punto debole di questa forte domanda di risorse di investimenti in infrastrutture? La giustificazione di questi investimenti non è sufficientemente supportata dal suo atto deliberativo del necessario intreccio con il Piano regionale dei trasporti. Che senso ha erogare forti finanziamenti se l'atto non è accompagnato da una relazione tecnica di fattibilità, in relazione alle vocazioni naturali che questi aeroporti, a prevalente vocazione regionale e interregionale, hanno nel necessario intreccio con l'intermodalità? C'entra qualcosa la valorizzazione del sistema aeroportuale con il Piano dei trasporti su ferro e su gomma? Sono questi i necessari presupposti dai quali deve partire un'attenta valutazione dell'erogazione dei finanziamenti. Già in passato, nello stesso aeroporto di Caselle abbiamo assistito alla costruzione di opere assolutamente inutili. Spreco di denaro e di risorse pubbliche a volte finite sotto controllo e, qualche volta, finite all'attenzione della Magistratura. Si intervenga sul problema della sicurezza degli aeroporti.
Questo dovrebbe essere l'aspetto prioritario; qualsiasi altro atto che riguarda il sistema infrastrutturale non può assolutamente prescindere da un organico intreccio con in Piano dei trasporti, così come va definito.
La legge stralcio, ancorché necessitata ed imposta dallo sblocco delle risorse, non ci convince; ragion per cui voteremo no al provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tomatis; ne ha facoltà.



TOMATIS Vincenzo

Sicuramente la politica dei trasporti passa anche attraverso il discorso aeroportuale. Lo sviluppo del nostro territorio deve essere sempre più rafforzato sotto questo punto di vista. Gli aeroporti di Levaldigi e di Biella si possono integrare con il sistema aeroportuale di Torino Caselle.
Non dimentichiamo che siamo prossimi alle Olimpiadi 2006 e avere due aeroporti efficienti sul nostro territorio piemontese, non è solo un'immagine per tutta la regione piemonte, ma daranno una maggiore visibilità ed un servizio migliore a tutti coloro che arriveranno sul nostro territorio.
Ritengo importante potenziare queste infrastrutture, soprattutto a fronte dei dati positivi che abbiamo, in modo particolare sull'aeroporto di Levaldigi, dove nel 2002 si sono avuto 18 mila passaggi, contro i 30 mila al 30 di settembre. Un aumento del 412%, quindi, rispetto all'andamento di tutti i passaggi degli aeroporti.
Voteremo a favore del disegno di legge perché lo riteniamo un passaggio positivo e perché la Provincia di Cuneo, di cui sono Consigliere, lo ha valutato positivamente. Credo che su questa strada occorrerà lavorare magari - come sosteneva il Vicepresidente Riba - in un tavolo di concertazione o in Commissione, ma sicuramente è un primo passo per sviluppare e potenziare il nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera D'Onofrio; ne ha facoltà.



D'ONOFRIO Patrizia

E' indiscusso l'importanza del sistema aeroportuale nel sistema dei trasporti, la cui efficienza è l'obiettivo da raggiungere. Con questa legge si vuol dare un grande contributo in questo senso, perché permettiamo grazie alla legge, di attivare un piano di investimenti di circa 100 milioni di euro (di cui solo un decimo a carico della Regione Piemonte) per migliorare e potenziare le infrastrutture.
Mi pare anche doverosa la condizione contenuta nell'articolo 4 per ricevere fondi: gli aeroporti dovranno rispettare quanto stabilito dall'articolo, cioè l'obbligo della concertazione, poiché non è più possibile, per legge, addivenire alla costituzione di una società unica tra gli aeroporti.
E' pleonastico dire che voteremo a favore.



PRESIDENTE

Se non ci sono interventi darei brevemente la parola all'Assessore Casoni, perché mi pare di aver capito che sulla richiesta del Vicepresidente Riba vi sia assolutamente un assenso da parte della Giunta.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Intervengo anche per rispondere brevemente, in due minuti, alle sollecitazioni presentate.
Come ho già avuto occasione di dire, credo che una politica seria dei trasporti traspaia dal tipo di interventi che vengono attuati su un dato territorio.
Negli aeroporti piemontesi il numero dei passeggeri è in aumento, a fronte del calo che si verifica altrove. L'aeroporto di Cuneo, ad esempio ha aumentato il volume dei suoi trasporti del 400%, mentre l'Air One ha attivato sei nuovi voli su Torino solo negli ultimi tre mesi.
Dobbiamo offrire ai passeggeri la possibilità di fruire di strutture aeroportuali adeguate ai tempi, adeguate alla modernità e soprattutto adeguate alla sicurezza, come giustamente diceva poc'anzi il Consigliere Contu.
E' indubbio che il sistema aeroportuale deve innanzitutto dotarsi di infrastrutture relative alla sicurezza, anche perché sappiamo quali sono attualmente i rischi che si paventano in ogni aeroporto. Sappiamo pure che le Olimpiadi faranno capo sui due aeroporti che ho richiamato.
Di qui l'importanza di capire che le risorse non sono destinate a dei soggetti singoli che decidono cosa farne, ma è richiamato l'obbligo a concordarne l'utilizzo in un piano comune, prevedendo investimenti prioritari in materia di sicurezza e di viabilità, con particolare riguardo a quella intermodalità che prima veniva richiamata (treno nella stazione di fronte).
Tutto ciò è parte di un'azione complessiva per il miglioramento del sistema aeroportuale. L'aeroporto di Caselle, in particolare, attiverà investimenti per quasi 94 milioni di euro, a fronte di soli 9 milioni di euro erogati dalla Regione, per attuare tutti gli interventi programmati.
A me fa piacere che i Consiglieri della minoranza mi abbiano rivolto delle sollecitazioni. Tuttavia - credetemi - nella mia posizione, non posso fare altro che rivolgere queste considerazioni al Comune di Torino, alla Provincia di Torino e al TOROC, che a loro volta sollecitano l'approvazione del provvedimento.
Ancora oggi mi è pervenuto un comunicato stampa da parte del Presidente Mario Carrara, nel quale si richiama ancora una volta il Consiglio regionale a non perdere l'opportunità offerta da questa legge qualora non fosse approvata, ricordo che il 5 novembre tale opportunità verrebbe meno. Richiamavo all'aula quest'attenzione.
Per quanto riguarda la richiesta che ha fatto il Vicepresidente Riba sono disponibilissimo a dedicare un'apposita sessione di Commissione per trattare le politiche del sistema aeroportuale e per fornire gli aggiornamenti relativi alle azioni che sono state svolte dal mio Assessorato, poiché mi rendo conto che quanto intrapreso non è noto a molti.
Abbiamo interloquito con le società interessate ed abbiamo avuto modo di fornire loro molti indirizzi e segnalazioni, che sinora si sono dimostrate valide e hanno trovato il pieno accordo.
Ricordo infine che il socio di maggioranza dell'aeroporto di Torino rimane il Comune di Torino. La Regione ha soltanto una quota dell'8 mentre il Comune di Torino, assieme agli altri Enti, raggiunge la maggioranza.
Ad ogni modo, le sollecitazioni avanzate sono state prese in considerazione secondo un'ottica che va nella direzione di un accordo sinergico con il Comune e con la Provincia di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Mi fa piacere che sia stata accolta la richiesta del collega Riba: avremo occasione di effettuare un incontro tranquillo in Commissione, con la possibilità di delineare a fondo le politiche del settore. Comunque anche quella di oggi poteva essere un'occasione buona in tal senso.
Questo signor Carrara, che la sta sollecitando affinché lei "cacci" i soldi, farebbe bene a presentare un documento che lei potrebbe trasmetterci, per capire quali sono le strategie che si intendono mettere in campo. E, relativamente all'opportunità di crescita per l'aeroporto di Caselle, vorremmo capire quale diventerebbe conseguentemente il rapporto rispetto a Malpensa.
Per un privato non c'è cosa più bella di non "cacciare" i soldi essere in minoranza, ma comandare al 100% sulle strategie, come succede per coloro che controllano l'aeroporto di Torino, e lo controllano sostanzialmente, pur essendo minoritari (qualche petizione che lei farà magari la accolgono).
E' fondamentale delineare dove si sta andando. Lei dice che il volume di attività di Levaldigi è aumentato del 400%, ma sa benissimo che, quando si parte da livelli molto bassi, le percentuali fanno in fretta a crescere.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Stiamo parlando di 40 mila passeggeri.



TAPPARO Giancarlo

Certamente, è un fatto positivo. Tra l'altro, ritengo che la presenza di Levaldigi sia stata un elemento che ha permesso di conquistare la sede delle Olimpiadi in Piemonte, perché una delle clausole principali richiedeva il doppio aeroporto.
Di conseguenza, l'aeroporto di Levaldigi è un fatto positivo; del resto, come Regione, l'avevamo già individuato nel 2000, con una legge illuminata.
Oggi non si parla più di Cerrione, nessuno lo cita tale aeroporto, ma poteva essere un elemento di complementarizzazione interessante anche per il nord del Piemonte. Mi dispiace che non ci sia Ronzani e altri colleghi della zona nord, ma volevo ricordare che quando, alla fine degli anni '80 si dibatteva di politica aeroportuale, Cerrione era considerato come una cellula di questo sistema. Molte cose ovviamente sono cambiate poi, ma questo per dire che già allora quest'assemblea - e i governi che erano allora in corso - aveva in qualche modo delineato una strategia, anche se non erano ancora stati valutati a fondo gli effetti di Malpensa e della centralità che veniva ad assumere. Non si era ancora intuita la forte accelerazione che varie lobby avrebbero dato ai processi di privatizzazione, perché la cosa virtuosa è appunto questa: un privato di minoranza a Torino ha sostanzialmente - non consideri questa come una critica a lei - mano libera nelle trattative, nello stabilire i voli, ecc.
Assessore, non so quanto lei sia stato incisivo nel dire: "Apriamo, per esempio, una porta con l'Est". Non lo so, lo ha fatto o no? Ma l'aeroporto in questo senso ha risposto molto poco.
Sappiamo che il baricentro dell'Unione Europea si sta spostando verso l'Est, e se non abbiamo una finestra che guardi là, come ha invece Verona Verona serve Bulgaria, Romania, Ungheria, Ucraina, Bielorussia - non abbiamo una finestra aperta sul baricentro dell'Unione Europea.
Potremmo scegliere di seguire questa linea politica e aprire i voli verso l'Est, ma mi chiedo se siamo incidenti rispetto a questi privati che ripeto sono minoritari e ai quali diamo risorse finanziarie: recepirebbero la scelta politica di quest'assemblea? Io credo di no, non solo per valutazione di opportunità economica, ma perché tale scelta sarebbe dettata da valutazioni non corrispondenti al loro schema microeconomico: questa è la nostra tragedia.
Allora, Assessore, ben venga quel seminario auspicato dal collega Riba ma questi 20 miliardi, che fanno scattare altri 90 miliardi, non presentiamoli ai privati serviti in un vassoio d'argento, ma inseriamo un messaggio, una linea politica, un orientamento: questo significa governare.
Altrimenti il resto è semplicemente farci collettori di risorse che poi vengono ridistribuite.
Pertanto, mi astengo su questo provvedimento, auspicando che ci sia e sperando poi di vederla applicata concretamente - l'espressione di una politica sui trasporti aerei da parte di questo governo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Voglio ricordare al collega Tapparo - forse non è informato - che l'ing. Carrara è Presidente della SAET: è presente in quel ruolo al Comune di Torino, quindi non c'è nessun privato. Questo a semplice titolo di documentazione, così come, se leggerà più attentamente la legge di cui si parla, troverà citato l'Aeroporto di Biella Cerrione e non Verrone, dove esiste, invece, uno stabilimento Lancia, dall'incerto futuro.
Il Consigliere Riba ha già portato argomenti a sostegno della posizione che noi sosterremo. Nonostante il clima e il dibattito di quest'Aula cerchiamo di non dimenticarci di non essere, in Piemonte, semplicemente forze di opposizione. Siamo una forza che governa la maggioranza del Piemonte e, fra queste, il Comune e la Provincia di Cuneo, il Comune e la Provincia di Torino, e il Comune di Biella. Non fosse altro che per questo diamo voto favorevole a questo provvedimento.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 Comunico che darò atto di piccolissime correzioni formali di coordinamento che ho rilevato. Per quanto riguarda l'articolo 1, mettere le virgolette su "Torino 2006".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Affinché si comprenda il senso dell'art. 2, preciso che al comma 2, dopo le parole "i fondi", vanno aggiunte le parole "previsti dal comma 1".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Invece di usare le parole "forme di collaborazione", proporrei di usare le parole "intese di collaborazione", perché la stessa formulazione è stata utilizzata nell'articolo precedente.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti 42 Consiglieri Hanno votato Sì 38 Consiglieri Hanno votato NO 2 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 834 "Per la liberazione dei prigionieri politici laotiani nell'anniversario del loro arresto"


PRESIDENTE

Dando atto di un'intesa tra tutti i Capogruppo, porrei in votazione l'iscrizione e l'immediata trattazione dell'ordine del giorno n. 834 "Per la liberazione dei prigionieri politici laotiani nell'anniversario del loro arresto", presentato dai Consiglieri Palma, Cattaneo, Suino, Tapparo Angeleri, Cota, Caracciolo, Di Benedetto, Rossi O., Deorsola, Saitta Mercurio.
Non essendoci interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 834 il cui testo recita: "Premesso che il prossimo 26 ottobre ricorre il 4° anniversario della manifestazione del movimento democratico laotiano, al termine della quale vennero arrestati e fatti scomparire Thongpaseuth Keuakoun, Seng-aloun Phengphanh, Bouavanh Chanmanivong, Khamphouvieng Sisa-at e Keochay l'Accordo di cooperazione Laos-Unione Europea dell'aprile 1997 prevede esplicitamente, all'articolo 1 della "clausola Diritti Umani", il pieno "rispetto dei principi democratici e dei diritti umani fondamentali" da parte dei firmatari l'esigenza del rispetto dei diritti umani è stata peraltro reiterata a più riprese dal Paralmento Europeo, in particolare in due risoluzioni sul Laos adottate all'unanimità il 15 febbraio e il 15 novembre 2001 solo un processo di riforme ambizioso e rapido, volto all'instaurazione della democrazia e dello Stato di diritto e fondato su un vero e proprio processo di riconciliazione nazionale, permetterà al Laos e ai suoi cittadini di uscire da una condizione di sottosviluppo politico ed economico la liberazione degli studenti, delle personalità politiche e degli altri prigionieri d'opinione costituirebbe un gesto di forza e di saggezza da parte del regime laotiano e non potrebbe che essere interpretato dalle autorità dell'Unione Europea e dei suoi Stati membri come un incoraggiamento a rafforzare le relazioni politiche ed economiche ricordando che un eletto del Consiglio regionale, il 26 ottobre di due anni fa, venne arrestato in Laos mentre manifestava a sostegno del movimento democratico laotiano e per richiedere informazioni sulla sorte dei cinque esponenti laotiani arrestati e scomparsi dal 1999 il Consiglio regionale del Piemonte rivolge un sentito appello alle autorità politiche del Laos affinché siano liberati i signori Thongpaseuth Keuakoun, Seng-aloun Phengphanh, Bouavanh Chanmanivong Khamphouvieng Sisa-at e Keochay, leaders del "Movimento del 26 ottobre 1999", e tutti i prigionieri di opinione e di coscienza detenuti nella Repubblica Democratica Popolare del Laos impegna il Presidente del Consiglio ad inviare il seguente ordine del giorno al Presidente della Repubblica e al Primo Ministro della Repubblica Democratica e Popolare del Laos, nonch alla rappresentanza diplomatica laotiana presso l'Unione Europea".
Il Consiglio approva.



(Commenti del Consigliere Papandrea fuori microfono)



PRESIDENTE

Do atto che il Consigliere Papandrea non ha partecipato al voto, pur essendo presente.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame disegno di legge n. 437 "Modificazioni alla legge regionale 5 novembre 1987, n. 55 (Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al DPCM 10 febbraio 1984)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 437, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Godio.



GODIO Gianluca, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la disciplina regionale dei laboratori privati di analisi clinica è contenuta nelle prescrizioni della legge regionale 5 novembre 1987, n. 55, la quale, dando esecuzione all'apposito atto di indirizzo e coordinamento alle regioni, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 1984 definisce ed identifica la nozione di laboratorio privato, stabilisce i criteri organizzativi per l'esercizio delle funzioni di tali laboratori, ed esemplifica le procedure per ottenere, da parte di tali strutture l'autorizzazione all'esercizio della propria attività.
I laboratori di analisi cliniche privati, autorizzati ai sensi della ricordata disposizione legislativa regionale, sono distribuiti soprattutto nell'area torinese, ed hanno in media una dimensione, valutata sul volume di attività annuo, insufficiente per poter sostenere i cospicui investimenti richiesti dalla continua innovazione tecnologica.
Al fine di fronteggiare tale situazione, il disegno di legge, di cui si chiede all'Aula consiliare sollecita approvazione, propone di modificare l'articolo 5 della legge regionale 55 del 1987, che, nell'attuale formulazione, consente l'apertura di un solo secondo punto prelievo oltre a quello ubicato nella sede di esecuzione delle analisi, che si identifica con la sede legale del laboratorio.
L'ipotesi di modifica legislativa consentirà l'apertura di due punti di prelievo decentrati, ovunque ubicati nel territorio regionale.
Tale scelta è pienamente consentita dall'attuale panorama normativo vigente, dal momento che l'articolo 12 del DPCM 10 febbraio 1984, che condizionava l'apertura di punti prelievo decentrati all'insistenza degli stessi nel bacino territoriale dell'Azienda sanitaria locale in cui si trova la sede centrale del laboratorio, è stata dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Corte costituzionale, che, a titolo di motivazione, ha stabilito che l'assetto organizzativo dei laboratori di analisi costituisce materia integralmente attribuita alla potestà legislativa concorrente delle regioni.
Spetta quindi alle regioni identificare l'articolazione ottimale dei punti di prelievo decentrati, sulla base dell'analisi delle singole situazioni locali.
Allineandosi alla decisione della Consulta, pertanto, la legislazione regionale vigente in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Veneto non pone alcun vincolo territoriale e numerico all'attivazione di punti prelievo decentrati.
L'apertura di punti prelievo esterni permetterà una migliore distribuzione del servizio agli utenti sul territorio regionale, e favorirà contemporaneamente il necessario consolidamento dell'attività in termini sia di volume che della qualità analitica, in accordo con quanto suggerito dalle norme sull'accreditamento dei laboratori analisi e soprattutto in linea con quanto si sta verificando anche per i laboratori pubblici.
Giova comunque ricordare che il trasferimento dei campioni biologici da una struttura all'altra è stato oggetto di apposito regolamento da parte del Consiglio regionale, che, con DCR 11 dicembre 1996, n. 354-19087, ne ha individuato le modalità e condizioni di trasporto, nonché le responsabilità per la sua effettuazione, in quanto trattasi di materiale che per la sua peculiarità necessita della massima attenzione relativamente alle fasi di protezione, trasporto e consegna.
La possibile apertura di nuovi punti prelievo non comporta nessun aumento della spesa sanitaria per la diagnostica di laboratorio, in quanto le richieste di esami risultano, negli ultimi anni, pressoché costanti mentre la presenza di un ulteriore punto prelievo costituisce un beneficio per gli utenti in relazione alla comodità di ubicazione sul territorio.
Dal momento che l'organizzazione attraverso punti prelievo è presente da anni nella rete pubblica, tale parallelismo attivato nei confronti dei laboratori privati, che oggi eseguono meno del 20% degli esami, non determina, di per sé, un aumento o un abuso della domanda, fermo restando ovviamente il criterio di appropriatezza clinica che sta alla base delle prescrizioni diagnostiche richieste dai medici di medicina generale, anche se non può escludersi una razionalizzazione diversa degli accessi tra laboratori pubblici e privati, pur rimanendo costante il volume complessivo delle richieste.
Dal punto di vista formale, il disegno di legge è composto da due articoli.
L'articolo 1 identifica la modifica sostanziale, nel senso ampiamente descritto in premessa, dell'articolo 5 della legge regionale 55/87.
L'articolo 2 definisce le rimanenti modifiche di coordinamento in seno alla citata legge radice.


Argomento:

Richiesta iscrizione ordine del giorno n. 833: "Revisione della normativa per la tutela dei lavoratori esposti all'amianto"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri sull'ordine dei lavori.



ANGELERI Antonello

Volevo chiedere all'Aula se si poteva iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno, primo firmatario il Consigliere Tomatis, sui lavoratori esposti all'amianto, che è stato presentato.



PRESIDENTE

L'Aula acconsente.
Iscriviamo quindi l'ordine del giorno n. 833 "Revisione della normativa per la tutela dei lavoratori esposti all'amianto", presentato dai Consiglieri Tomatis, Scanderebech, Costa R. e Angeleri.
La seduta è aggiornata alle ore 15.30.
Comunico che ora si svolgerà la riunione della VI Commissione in Sala A, dove è già stato tutto predisposto.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.06)



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