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Dettaglio seduta n.400 del 14/10/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.40)



(La seduta ha inizio alle ore 10.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Caramella, Cota Ferrero, Manica e Pichetto Fratin.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 2190 dei Consiglieri Suino, Placido e Marcenaro inerente a: "Applicazione L.R. 24/2002: Norme per la gestione dei rifiuti"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2190, dei Consiglieri Suino, Placido e Marcenaro.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Era un'interpellanza molto sintetica e anche la risposta sarà molto sintetica. Nell'ambito della propria competenza e in coerenza con le disposizioni della legge regionale n. 44, la Regione provvede alla predisposizione di criteri di assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani; pertanto, con riferimento alla legge regionale n. 24 del 2002, si interrogava la Giunta in materia.
Ho interpellato il Settore Programmazione Gestione Rifiuti dell'Assessorato che, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera v) della legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24 ha avviato la predisposizione di una bozza per l'individuazione dei criteri di assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani, ai fini della raccolta e dello smaltimento, in attesa dell'emanazione degli stessi da parte dello Stato, ai sensi dell'articolo 18, comma 2, lettera d) del decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22.
Quindi, colleghi e interroganti, come si può constatare vi è un vuoto a distanza di più 6 anni dalla legge n. 22/97; di conseguenza, possiamo coinvolgere i vari Ministri dell'ambiente delle varie gestioni ministeriali, ma ad oggi non abbiamo questi criteri. Fino ad ora, hanno sopperito i Comuni, alla cui responsabilità è affidata questa decisione.
Tuttavia, anche se esistono i criteri dell'assimilazione, previsti - a mio avviso giustamente - dal decreto legislativo n. 22, al fine di consentire una corretta organizzazione della raccolta e dello smaltimento preceduta da una selezione perché in fin dei conti questa assimilazione si fa anche a queste finalità, mancano questi criteri nazionali Per questo motivo stiamo lavorando e siamo quasi al traguardo. Difatti la nostra Direzione Ambiente sta conducendo un approfondito confronto con tutti i soggetti pubblici e privati interessati per verificarne, prima dell'approvazione definitiva, gli effetti e le ricadute tecnico organizzative ed economiche sul sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani.
In sostanza, come voi sapete, qualora i Comuni decidano in ordine a questa assimilazione in modo vincolante, la raccolta di questi rifiuti passa attraverso il canale urbano; viceversa, nei Comuni che non intraprendono questa direzione, lo smaltimento è affidato all'iniziativa propria del detentore dei rifiuti.
E' chiaro che questo è un settore molto delicato, perché incide nell'economia dell'impresa. Si tratta sostanzialmente di imprese commerciali o piccolo-artigianali - parliamo di rifiuti non pericolosi perché quelli pericolosi hanno una loro disciplina - quindi bisogna procedere con una certa cautela.
Credo che entro il prossimo mese saremo in grado di presentare questo provvedimento; quindi l'interrogazione è servita a sollecitare un adempimento rispetto al quale ci eravamo già posti un problema in via autonoma, nel rispetto della legge regionale n. 24. della legge, e che cerchiamo di portare avanti.
Naturalmente quando parliamo di "confronto con i soggetti pubblici e privati" non intendiamo "calare" dall'alto qualcosa ai Comuni, ai Consorzi o alle Aziende municipalizzate. Fermo restando la decisione finale e quindi la nostra responsabilità in un certo senso coercitiva, sarebbe opportuno da un punto di vista tecnico e pratico, avere il più possibile il consenso da parte dei soggetti intermediari, che sono coloro che gestiscono questa partita a livello locale e che poi devono convintamene dare corso a questa normativa. Quindi, quanto prima presenteremo il progetto di legge all'attenzione, nella speranza che possa essere approvato velocemente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "A. Meucci" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "A. Meucci" di Torino, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 2190 dei Consiglieri Suino, Placido e Marcenaro, inerente a: "Applicazione L.R. 24/2002: Norme per la gestione dei rifiuti" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'interrogazione n. 2190. La parola alla Consigliera Suino, per la replica.



SUINO Marisa

Ho chiesto la parola solo per manifestare all'Assessore Cavallera, che ha risposto alla nostra interrogazione, una parziale soddisfazione per il lavoro che l'Assessorato e la Regione stanno portando avanti.
Accettiamo l'impegno, che lei ha manifestato, di arrivare in Commissione entro il prossimo mese, con i criteri e quindi con il piano.
Le evidenziamo ulteriormente la nostra preoccupazione,poiché è noto a lei ed è noto a tutti i Consiglieri che la discarica è la fase più grave di tutto il ciclo dei rifiuti. La discarica è quella cosa per la quale dobbiamo accelerare i tempi, dobbiamo destinare risorse e fare del nostro meglio, affinché le discariche vengano sospese nella loro attività, ridotte ed eliminate il prima possibile.
Si evidenzia una responsabilità grave da parte dello Stato, poiché è passato molto tempo e il Governo italiano non ha provveduto a fare quanto di sua competenza, e cioè emanare i criteri per l'assimilazione.
C'è dunque una responsabilità oggettiva da parte dello Stato. Noi non chiediamo alla Regione di sostituirsi, perché è giusto che i criteri siano a carico del Governo; il nostro compito è di evidenziare come vi sia una grave carenza, anche su questo tema, da parte del Governo nazionale.
Riteniamo che lo sforzo e il lavoro che sta facendo la Regione Piemonte, se accelerato e se compiutamente portato a conclusione, potrà andare nella direzione di ridurre il danno che si sta provocando, poiché di fatto questi tempi così allungati e questa mancanza di criteri fanno sì che le inadempienze diventino fatto ambientale, diventino fatto di sicurezza diventino quindi non uno stop alle discariche.
Allora, accettiamo l'impegno; tra un mese in Commissione contiamo di vedere il provvedimento e, con la solita capacità e disponibilità entreremo nel merito e cercheremo di dare il nostro contributo.
Sinora i Comuni si sono fatti carico di tutto questo iter, pesante in termini di costi e di energie. Con oggettive difficoltà, occorre che la Regione, magari in qualche modo andando a supplire anche a delle gravissime carenze di un Ministero che sembra proprio disinteressarsi totalmente a questa partita, trovi la giusta soluzione. Quindi, tra un mese in Commissione. Grazie, Assessore.


Argomento: Protezione civile

Interrogazione n. 2161 del Consigliere Giordano, inerente a: "La gestione regionale delle GEV"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 2161, presentata dal Consigliere Giordano.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Nell'affrontare la trattazione dei singoli punti in cui si articola l'interrogazione n. 2161, pare opportuno fornire un breve inquadramento della materia.
Sottolineando che non esiste a livello nazionale una previsione di legge in merito a tale figura, si segnala che nell'ordinamento giuridico regionale piemontese la figura della Guardia Ecologica Volontaria (GEV) è prevista dall'articolo 37 della L.R. 32/1982 "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale", il cui testo rimanda ad un apposito regolamento di applicazione dal titolo "Regolamento per la disciplina dell'attività delle GG.EE.VV. - Articolo 37 L.R. 32/1982" approvato con D.C.R. 07/12/1983, n. 611-10668 e successivamente modificato con D.C.R. 06/03/1995, n. 980-4082.
Nel citato Regolamento, la GEV si configura quindi come singolo cittadino che collabora con la P.A. per la tutela e la diffusione dei valori ambientali e giuridicamente come "dipendente onorario della Provincia", con un'automatica definizione dell'ambito territoriale di competenza, che presta servizio gratuito e volontario senza essere legato da un rapporto di lavoro: l'attuale impianto normativo fornisce valide e sperimentate garanzie, considerando anche la delicatezza del servizio a cui la GEV viene chiamata, soprattutto nella fase di repressione di illeciti amministrativi, in virtù dell'applicazione di una pluralità di leggi statali e regionali che chiamano in causa questa figura.
Ai sensi dell'articolo 1 del Regolamento, la GEV, per l'esercizio della funzione di vigilanza quale agente di polizia amministrativa e quindi deputato a perseguire illeciti amministrativi per i quali è prevista la sanzione del pagamento di una somma di denaro, è infatti nominata Guardia particolare giurata con Decreto Prefettizio, e all'articolo 4 viene individuata giuridicamente come Pubblico Ufficiale, ai sensi dell'articolo 357 del Codice Penale, nell'esercizio delle sue funzioni; tale condizione si concretizza per la GEV solo quando, a fronte di una manifesta disponibilità del singolo, l'Ente di coordinamento - la Provincia - dispone preventivamente la sua messa in servizio.
La normativa regionale citata infatti individua nelle Province, le quali si sono via via organizzate con uffici e funzionari dedicati, i soggetti amministrativi coordinatori di tutta l'attività di vigilanza ecologica volontaria. La Regione svolge un'attività di indirizzo e orientamento, nonché di finanziamento e autorizzazione affinché la Provincia organizzi, di concerto con le Comunità montane e con altri Enti e Associazioni senza fini di lucro aventi come scopo la tutela dell'ambiente corsi di formazione e aggiornamento delle GG.EE.VV., che si svolgono quindi secondo un programma di finanziamento e contenuti didattici fissati con deliberazione della Giunta regionale.
Le Province, anche individuando ai sensi del Regolamento regionale un funzionario responsabile con funzioni di coordinatore, attuano, inoltre, le modalità e le procedure di nomina, gestiscono il servizio, controllano l'attività sanzionatoria e ne assicurano la legittimità in tutte le sue fasi anche formali, forniscono materiali funzionali alla vigilanza stipulano un'apposita assicurazione infortuni e coordinano eventuali attività di protezione civile messe in opera da guardie che abbiano manifestato la loro disponibilità.
Anche nel rispetto delle funzioni in materia di polizia amministrativa delegate dal pacchetto di norme statali denominate "Bassanini" e di quelle regionali di recepimento, l'attuale impianto normativo pare ancor di più giuridicamente corretto nell'individuare nella Provincia l'Ente di gestione che assicura la legittimità del servizio, la certezza dell'ambito territoriale operativo, peraltro già coincidente con il territorio delle singole Prefetture, l'aggiornamento costante del personale del personale a fronte dell'amplissimo ventaglio di provvedimenti legislativi che già coinvolgono la figura della GEV Si evidenzia ancora che, in un'ottica di ottimizzazione e coordinamento della intera vigilanza ecologica, la Provincia è già depositaria di competenze derivanti da altre normative di tutela ambientale come quella in materia di prelievo ittico-venatorio.
Tutto ciò premesso, sottolineando tra l'altro che alla luce di quanto su esplicitato appare evidente la non riconducibilità del servizio di vigilanza ecologica volontaria piemontese al mondo delle organizzazioni di volontariato di cui alla L. 266/1991 "legge-quadro sul volontariato", in quanto le Province sono deputate a organizzare il servizio di vigilanza instaurando quindi con le GG.EE.VV. gestite un rapporto di servizio che di fatto esclude la spontaneità della prestazione volontaria e di conseguenza il requisito legale di cui all'articolo 2 della citata L. 266/1991, si procede all'esame dei punti dell'interrogazione in oggetto.
Punto 1 In merito all'invito ad adottare in tutte le Province il nuovo regolamento delle GG.EE.VV. della Provincia di Torino, si sottolinea che tale documento non è tuttora pervenuto agli uffici regionali competenti e che se ne è preso visione tramite la sua diffusione via internet (parliamo del periodo prima delle ferie, per cui nel frattempo il documento potrebbe essere pervenuto).
Il Regolamento provinciale torinese prevede una serie di istituti elettivi di rappresentanza delle GG.EE.VV., nonché una serie di livelli gerarchici operativi da individuarsi tra le GG.EE.VV. stesse, propri di un corpo di polizia ambientale.
Senza entrare in un ulteriore commento, si sottolinea che alle Province la normativa vigente attribuisce un'ampia potestà regolamentare e che il Regolamento provinciale in esame esprime soprattutto concetti inerenti all'organizzazione interna del servizio e alla sua operatività: ambiti gestionali che sono riconosciuti alle Province dal Regolamento regionale e che, come tali, non possono sempre recepiti e imposti alle altre Province piemontesi che si sono date organizzazioni interne di natura diversa talvolta anche facendo rientrare le GEV nell'ambito del coordinamento della Polizia Provinciale come ad esempio nella Provincia del VerbanoCusio Ossola.
Punto 2 In merito alla definizione giuridica delle GEV, questa è stata precedentemente illustrata nel commento al Regolamento vigente e si sostanzia in una definizione di Guardia particolare giurata - Guardia Ecologica Volontaria con funzioni di Agente di Polizia Amministrativa Pubblico Ufficiale.
Il Regolamento stesso riconosce, peraltro, la possibilità alle Province di dotare il personale di idonei segni distintivi (uniformi, distintivi da apporre sul petto, sul braccio, sul cappello e così via).
In merito alle altre figure giuridiche che esercitano la vigilanza sulla legge regionale n. 32 e su altre normative come quelle in materia di caccia e pesca, sulle quali le GEV operano se specificamente preparate si sottolinea come questi altri soggetti di vigilanza siano istituiti dalla legislazione nazionale recepita a livello regionale, e che spesso si tratta di personale volontario che fa riferimento ad associazioni di natura privatistica con finalità ambientali e sportive. La normativa vigente vede anche in questo caso la Provincia come ente coordinatore e, per la natura non istituzionale del servizio svolto da tali soggetti, sussiste una oggettiva difficoltà di coordinamento. In merito poi all'esercizio da parte di tali soggetti delle funzioni di Polizia Giudiziaria, queste derivano dalla attribuzione della qualifica di Agente di Polizia Giudiziaria operata da alcune Procure Generali della Repubblica, tra cui quella di Torino, sulla base di una giurisprudenza tutt'altro che chiara e di orientamento vario. In specifico riferimento alle GEV si sottolinea come l'attuale percorso formativo non prepari all'applicazione della materia penale e si ritiene che l'esercizio dei poteri propri della Polizia Giudiziaria siano di una delicatezza tale da essere eventualmente riconosciuti con estrema attenzione ancorché a personale volontario.
Punto 3 La potestà in materia di vigilanza in campo amministrativo ambientale e di altre figure non appartenenti al servizio GEV è sancita dalla normativa nazionale regionale vigente. Si sottolinea come nel disegno di legge n. 429 "Conservazione, recupero e salvaguardia del patrimonio e dell'assetto ambientale " approvato dalla Giunta il 10 giugno 2002 (attualmente all'esame della Commissione), viene prevista, per quelle figure non appartenenti al servizio GEV, la possibilità di esercitare le funzioni di vigilanza sulla normativa, previa la frequentazione e il superamento di un corso gestito dalla Provincia secondo modalità e contenuti stabiliti dalla Regione.
Punto 4 Nel merito si segnala che i funzionari regionali addetti hanno finora svolto con attenzione tutte le attività che sono previste dalla normativa attraverso una costante attività di coordinamento e indirizzo dei servizi provinciali con i quali viene intrattenuto un continuo contatto anche ai fini della corretta applicazione di alcune tematiche della legge n. 32. In conclusione, il servizio delle Guardie Ecologiche Volontarie, che è particolarmente organizzato in modo specifico nella nostra Regione, è un qualcosa di vivo, di vitale e di importante, soprattutto in quelle Province - come Torino - nelle quali il numero di queste guardie è rilevante.Almeno una volta all'anno sono intenzionato a convocare una riunione regionale di queste GEV, così come abbiamo fatto nella scorsa primavera, per ascoltare i loro problemi. Adesso avremo la nuova legge n.
32 in discussione in Commissione. Sarà il lavoro di questo inverno: avremo la possibilità di approfondire e di trovare eventuali correttivi per migliorare questo importante servizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano, per la replica.



GIORDANO Costantino

Signor Assessore, rilevo che la sua risposta è particolarmente di qualità, e per questo la ringrazio, considerato che le Guardie Ecologiche Volontarie sono un patrimonio particolare. Si tratta di un tipo di volontariato che ha un aspetto giuridico complesso, perché implica dei compiti per i quali è applicabile la materia penale. Ritengo che Lei faccia bene ad avere accortezza. Di conseguenza, la ringrazio se vorrà, in qualche modo, prendere ancora più a cuore questo tipo di problema. Volevo far rilevare, tuttavia, sia a Lei che al Presidente - approfittando della conduzione del Presidente Riba - che, a livello di sindacato ispettivo, è un'interrogazione di ben sei mesi fa. Ringrazio l'Assessore Cavallera, che risulta sempre puntuale in termini di qualità, ma vorrei far notare che a fronte di mille o duemila interrogazioni presentate, le risposte sono troppo ridotte.
Ringrazio nuovamente l'Assessore Cavallera e il Presidente, se vorranno prendere in considerazione questa annotazione.
Grazie ancora e buon lavoro.



PRESIDENTE

Collega Giordano, allo stato del Regolamento le cose stanno così e non vanno bene, ma non è competenza della Presidenza, che si limita ad applicare le norme che si decidono. Se si applicassero le norme della question time come in Parlamento, gli Assessori avrebbero tre minuti per rispondere e i Consiglieri due minuti per illustrare o per replicare. In questo modo, ogni cinque minuti si esaurirebbe un'interrogazione o un'interpellanza e potremmo sicuramente trattarne 12 o 15 a seduta.
Come Capogruppo, lei può svolgere quell'azione che non è di mia competenza, ovvero segnalare una modifica in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Comunque la ringrazio per il suo intervento, che condivido.



(Commenti del Consigliere Giordano fuori microfono)



PRESIDENTE

Prendo atto della sollecitazione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Risposta scritta ad interrogazione n. 2188, inerente a: "Ipotesi di discarica industriale a Le vice" del Consigliere Riba


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta, da parte dell'Assessore competente, all'interrogazione n. 2188, del Consigliere Riba.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 2242 del Consigliere Caracciolo, inerente a: "Moria di pesci nel Rio Oitana"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2242, presentata dal Consigliere Caracciolo.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Questa interpellanza si riferisce alla moria di pesci nel Rio Gitana.
L'ARPA, in data 26 maggio 2003, a seguito di segnalazione della presenza di pesci morti nel Rio Oitana, in frazione Tetti Griffa del comune di La Loggia (TO), ha effettuato un sopralluogo ed un campionamento delle acque in prossimità del ponte di Via Oitana.
I risultati analitici dei campioni di acqua prelevati mostrano la presenza di tracce di azoto ammoniacale e nitroso, aldeidi, tensioattivi e manganese. Non è stato invece possibile sottoporre gli esemplari di pesci ad alcun accertamento analitico a causa delle condizioni di deterioramento degli stessi, morti presumibilmente tre o quattro giorni prima della data del sopralluogo. Gli esemplari morti si trovavano in parte in acqua e in parte sulle sponde del Rio.
L'assenza di precipitazioni nel periodo precedente l'evento e la presenza di numerose captazioni idriche a monte del punto nel quale è stata osservata la moria di pesci, potrebbero aver causato sbalzi di portata tali da ridurre la portata del Rio anche al di sotto dei valori minimi storici.
La moria di pesci, pertanto, presumibilmente, è imputabile più alla carenza di acqua corrente, quindi ad una scarsa disponibilità di ossigeno per la fauna ittica, e ad una troppo elevata temperatura dell'acqua stessa, piuttosto che alla presenza delle sostanze rilevate in traccia.
Questa interrogazione, in sostanza, mette in risalto una condizione critica che quest'anno (anche se qui eravamo a maggio) si è rivelata in parecchi corsi d'acqua della nostra Regione, dove la carenza idrica ovviamente, non svolgendo un'opera di diluizione sostanziale e di apporto di ossigeno, ha creato condizioni negative per la fauna idrica.
Comunque, l'ARPA è intervenuta tempestivamente e la Provincia, che ha compiti di controllo, ha seguito tali aspetti. Naturalmente l'interrogazione è servita da parte nostra anche per richiamare sia la Provincia, che ha le competenze amministrative, sia l'ARPA a quelle funzioni di controllo sui corsi d'acqua, soprattutto nei periodi di magra in cui è possibile, a mio avviso, osservare meglio eventuali afflussi non legittimi e non consentiti di scarichi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Caracciolo, per la replica.



CARACCIOLO Giovanni

Volevo soltanto ringraziare l'Assessore per la sua risposta molto precisa. Gradirei avere, se possibile, una copia della stessa. Grazie.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Interpellanza n. 2195 dei Consiglieri Contu e Papandrea, inerente a: "Detenuto ad Ivrea chiede di essere curato in una struttura pubblica"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 2195, cui risponde l'Assessore Cotto Mariangela.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

In relazione a questa interrogazione abbiamo chiesto notizie al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che ci ha inviato una nota del Ministero.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto indicata si rappresenta che il detenuto cui si riferisce l'interrogante è (omissis), nato a Gimigliano (CZ) il 22/7/1956, definito, così come risulta agli atti del competente Ufficio, "Collaboratore di giustizia non ammesso né proposto o proponendo per lo speciale programma di protezione".
Il detenuto è stato condannato all'ergastolo per i reati di cui agli artt. 575, 628 c.p..
Per quanto concerne gli specifici quesiti posti dall'On. Mascia si comunica quanto segue.
In ragione delle patologie da cui risulta affetto, il detenuto è stato assegnato alla C.C. di Napoli Secondigliano, sezione per collaboratori di giustizia, istituto con annesso attrezzato centro clinico.
Tale collocazione è apparsa la migliore tra quelle disponibili in ambito penitenziario, atteso che il provvedimento di ricovero in luogo esterno di cura è di competenza dell'Autorità Giudiziaria.
Peraltro non si riesce a capire su quali elementi si basi l'affermazione secondo la quale il Centro Clinico di Secondigliano "goda di pessima fama".
Si ritiene opportuno sottolineare che la scelta di Napoli Secondigliano deve anche ricondursi al sensibile sovraffollamento della sezione per collaboratori di giustizia della C.C. di Torino Le Vallette e della C.R. di Milano Opera, uniche sedi penitenziarie, oltre a Napoli Secondigliano, ad essere attrezzate di adeguato centro clinico.
Peraltro, non appena è stato segnalato che nei riguardi del detenuto per la sua patologia sarebbe risultato già in programmazione un ricovero presso l'Ospedale Civile "Molinette" di Torino (che può essere disposto solo dall'Autorità Giudiziaria), il competente Ufficio ne ha disposto l'assegnazione provvisoria presso l'istituto di Torino "Le Vallette".
Dal 20 giugno u.s. il detenuto si trova assegnato presso il predetto istituto e la Direzione è stata sensibilizzata a garantire tutta la necessaria assistenza sanitaria, adoperandosi per una immediata programmazione di ricovero del detenuto presso l'Ospedale "Molinette" allo scopo di eseguire gli interventi diagnostici e/o terapeutici necessari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Intanto, Presidente, la ringrazio e non me ne voglia l'Assessore.
Purtroppo il Ministero non ha ritegno, tanto che manda delle comunicazioni rispetto a nominativi che noi avevamo assolutamente omesso perché va sempre mantenuta la privacy, al di là del fatto che il soggetto sia portatore di un carico pendente e che stia regolando i propri conti rispetto al sospeso giudiziario.
Devo dire che, da una parte, la soluzione del caso nobilita l'istituto dell'interpellanza, ma allo stesso tempo mi permetto di segnalare che discutiamo a ottobre 2003 un caso che ha trovato la sua soluzione naturale già nel mese di giugno.
Di questo fatto ero informato, in quanto avevo contribuito alla soluzione insieme all'Assessore di Ivrea per le Politiche Sociali che seguiva questo caso, sollecitando un intervento diretto dal Ministero di Grazia e Giustizia, anche mediante un'istanza parlamentare.
Quindi prendo atto della risposta e do comunicazione all'Assessore e all'Aula che la soluzione è stata trovata.
E' confermato - e lo ribadisco a verbale- che Secondigliano per le sue caratteristiche non era struttura idonea ad ospitare un detenuto portatore di un male gravissimo. Il detenuto è affetto da un tumore maligno alla faccia, di tipo invasivo, per il quale credo che, oltre alle necessarie cure (salvo che qualcuno non avesse proposto al detenuto in questione la possibilità di ricorrere all'intramoenia), necessitava anche di un supporto forte attraverso quella rete di solidarietà che può aiutare a risolvere un dramma umano, soprattutto per l'incurabilità o per la necessità dell'intervento che consentisse di salvare la vita al detenuto.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Attivita" delegate alle USSL (vigilanza, formazione)

Interrogazione n. 2011, presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica e Placido inerente a: "Criteri per il mantenimento di persone anziane non autosufficienti in Residenza Assistenziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2011, alla quale risponde l'Assessore Cotto Mariangela.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Con D.G.R. n. 33-7910 del 2 dicembre 2002 è stato previsto che, nelle more delle modifiche delle DD.G.R. 38 del 29/6/1992 e n. 41 del 9/1/1995 le strutture socio assistenziali in possesso dell'autorizzazione al funzionamento come Residenze Assistenziali (R.A.) per anziani potessero ospitare anche persone non autosufficienti, in numero concordato con l'Unità di Valutazione Geriatria competente, anche in relazione alle capacità ricettive ed organizzative delle strutture e, di norma, non superiore a cinque, derogando da questo limite qualora le R.A. siano ubicate in comuni nei quali non esistano strutture RTSA e RAF oppure, anche laddove presenti, queste abbiano raggiunto l'occupazione di tutti i posti convenzionati.
La ratio di questa disposizione risiede nella necessità di limitare al minimo indispensabile il trasferimento degli anziani tra presidi diversi in quanto questa soluzione produce dolorosi e spesso traumatici distacchi dal territorio e dai luoghi di vita abituali, oltre a maggiori oneri per i familiari degli assistiti e, quindi, al fine di corrispondere a questa esigenza, che risulta fortemente sentita e che non può non costituire un obiettivo condivisibile e perseguibile anche per rendere più umanizzante l'attività assistenziale a favore degli anziani, è stata consentita la permanenza di persone non autosufficienti all'interno delle R.A.
Tale permanenza deve però soddisfare le seguenti condizioni: le persone non autosufficienti ospitate devono essere anziani che siano già stati inseriti precedentemente nella struttura e che abbiano acquisito la non autosufficienza dopo un periodo di almeno un anno dal ricovero nella struttura stessa o anche dopo un periodo inferiore per casi particolari individuati dall'U.V.G.
per ogni ospite non autosufficiente il soggetto gestore del presidio deve predisporre, in accordo con l'U.V.G. competente, un Progetto Individualizzato di Assistenza (P.A.I.), garantendo personale e modalità organizzative adeguate a soddisfare correttamente i bisogni sanitari e assistenziali dell'ospite e individuando il responsabile del progetto medesimo le prestazioni a rilevanza sanitaria previste dal progetto individualizzato di assistenza sono assicurate dal servizio di Assistenza Domiciliare Integrata che deve essere attivato dall'ASL competente di lavoro adottate per realizzare il piano individualizzato di assistenza.
Pertanto, nel momento in cui le condizioni su elencate trovano soddisfazione, non si rischia un abbassamento qualitativo delle risposte socio-sanitarie, in quanto queste vengono garantite dalla predisposizione di un Progetto Individualizzato di Assistenza, che prevede inevitabilmente, un adeguamento delle prestazioni socio-sanitarie verso l'anziano divenuto non autosufficiente, il tutto in collaborazione con le U.V.G. competenti.
La deliberazione in argomento intende far evolvere gradualmente il sistema delle strutture socio-assistenziali verso modelli organizzativi più flessibili, capaci comunque di offrire cure sanitarie e assistenza personalizzata a diverse tipologie di anziani, favorendo la loro permanenza nei presidi del territorio in cui sono vissuti ed evitando trasferimenti che la stessa scienza medica ha definito come particolarmente dannosi per gli anziani che li devono subire.
I soggetti titolari delle funzioni di vigilanza verificheranno la compatibilità della permanenza degli ospiti non autosufficienti nelle strutture R.A., in riferimento alla tipologia del personale utilizzato per l'assistenza degli ospiti stessi ed alle metodologie di lavoro adottate per realizzare il piano individualizzato di assistenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Ci spiace, ma la risposta data dall'Assessore non ci tranquillizza soprattutto rispetto al rischio di un abbassamento della qualità delle prestazioni. Non abbiamo sentito quanti siano i casi in oggetto e ci preoccupa questo inizio di deregolamentazione, quando siamo ancora così indietro rispetto alla nostra capacità di vigilanza e controllo. Questa difficoltà di vigilanza e controllo non è stata definita dall'opposizione ma è stata riconosciuta dall'Assessore in quest'aula, durante una seduta in cui rispondeva, ancora una volta, alle interrogazioni e interpellanze.
Che ci siano difficoltà nella nostra capacità di vigilanza e controllo è purtroppo testimoniato dalla cronaca di questi giorni, per quello che riguarda la sanità. Abbassare la guardia, dal punto di vista qualitativo, è una cosa che si può fare quando si ha una grande forza e capacità di andare a verificare i singoli PAI, di andare a verificare, struttura per struttura, che veramente prevalga il criterio esplicitato dall'Assessore cioè quello di non trasferire l'anziano, di non fargli perdere il contatto con il proprio contesto. Di fatto, questo meccanismo porterà ad una deregolamentazione.
In ogni caso, Assessore, non è un mistero, vale la pena di ricordarlo: mi chiedo se veramente stiamo fornendo un buon servizio agli anziani, in un ambito in cui i controlli che devono essere effettuati dalle strutture di vigilanza vengono conosciuti dai titolari delle RA e delle RSA con una settimana, quindici giorni di anticipo, per cui c'è il tempo per mettersi in regola ed esiste questo tipo di mal costume, che ormai è sotto gli occhi di tutti, quando addirittura non vi sono vicende che arrivano addirittura alla cronaca.
Le chiediamo una risposta scritta ed una cortesia: vogliamo verificare da qui a un anno, quello che lei oggi non ci ha voluto dire, cioè quanti sono i casi di anziani che così vengono allocati, quanti sono stati gli atti di verifica effettuati e se è possibile fare una revisione a campione dei PAI. Grazie.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta di convocazione urgente di Commissione in materia di sanità, con nota del 9 ottobre 2003


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, tutti i Gruppi dell'opposizione avevano scritto al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta regionale, ritenendo necessarie comunicazioni urgenti e un dibattito in aula, con comunicazioni da parte del Presidente della Giunta, su quella che l'insieme dell'opposizione considera una vera e propria emergenza: la questione della sanità piemontese.
Le chiedo cortesemente se, prima di proseguire con l'ordine dei lavori potessimo avere da lei o/e dal Presidente della Giunta regionale, un cenno su quando intenda rispondere in aula alla sollecitazione che abbiamo presentato, nei termini previsti dalla cortesia delle relazioni, o se invece, dobbiamo ricorrere agli strumenti che il Regolamento mette a disposizione delle opposizioni, per ottenere il diritto - che ritiene di avere - a svolgere questa discussione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marcenaro. Mi era stato segnalato che il Presidente Ghigo stesse arrivando alla sede del Consiglio e che, pertanto, non avesse delegato un altro Assessore a rappresentare la Giunta, che, tra l'altro, è rappresentata, ma senza la delega.
Se mi consente, farei in questo modo: chiederò al Presidente Ghigo attraverso i funzionari della Giunta, una risposta alla sua sollecitazione in modo particolare, con riferimento alla lettera dei Gruppi dell'opposizione, se intende rispondere oggi, in mattinata, o nel pomeriggio, oppure se ha un'altra proposta da sottoporre al Consiglio.
Intanto, possiamo proseguire con la discussione del punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Anche in quest'occasione apprezzo lo stile, il metodo e il contenuto della sua Presidenza. Esprimo, però, qualche perplessità sul poter continuare i lavori in questo modo: riprendere, cioè il lavoro ordinario in assenza dell'interlocutore, che è il soggetto e l'autore principale del Governo in Piemonte.
A volte si fanno anche delle battute; devo dire che l'assenza odierna del Presidente Ghigo personalmente non mi stupisce, mi amareggia molto.
Diventa, però, sempre più stonata rispetto ai problemi che bisogna trattare e al ruolo del Presidente stesso.
Le abbiamo inviato una lettera; abbiamo fatto una richiesta, e sui banchi della Giunta regionale è presente un solo Assessore. Siamo di fronte al vuoto di Governo (tranne un Assessore che aspetta di trattare la propria legge).
Così non si può andare avanti, Presidente.
A questo punto ritengo debba avvenire un richiamo al Presidente Ghigo da parte del Presidente del Consiglio, non dico a lei, ma dalla funzione del Presidente del Consiglio. Non possiamo, in questo ultimo scorcio di legislatura, continuare a comportarci come si è comportato il Presidente Ghigo in questi tre anni e mezzo. Deve essere presente e deve rispondere perché non passa giorno in cui non si segnalano problemi molto gravi su cui il Presidente della Giunta regionale ha competenze, poteri e doveri di presenza.
Le chiederei, almeno per quanto mi riguarda, di non procedere come se nulla fosse, ma di risolvere la questione, dare una risposta e, intanto sospendere i lavori del Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie collega Chiezzi. Ieri, quando ho sentito il Presidente Ghigo per concordare gli aspetti relativi alle presenze in Aula, mi aveva detto che riteneva di rispondere alla lettera non oggi, ma in una seduta successiva e che comunque oggi sarebbe stato presente.
Poiché mi comunicano che è effettivamente arrivato, chiederei ai Funzionari di Giunta di accertarsi della presenza del Presidente Ghigo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Presidente, abbia pazienza, lei è stato di una cortesia estrema nei confronti di chi ha fatto la richiesta, che dovrebbe essere in qualche modo accolta. È arrivato adesso il Presidente, che non penso si sottrarrà - come non ha mai fatto - dal rispondere.



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, mi ero permesso di comunicare, rispetto alla sollecitazione per una sua risposta alla lettera pervenuta da parte dei Gruppi dell'opposizione, che lei mi aveva detto che era sua intenzione rispondere nella seduta successiva, ma che oggi sarebbe stato presente in Aula. La coincidenza dei tempi mi consente, se lei ritiene, di darle la parola per rispondere personalmente alla sollecitazione.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Naturalmente, ho ricevuto in copia la richiesta sottoscritta da un certo numero di Consiglieri di una seduta straordinaria del Consiglio.
Secondo il Regolamento, questa convocazione deve essere concessa entro quindici giorni. Personalmente, mi sono reso disponibile. D'altro canto correggetemi se sbaglio - questo genere di calendarizzazione passa attraverso la Conferenza dei Capigruppo, che non si è ancora tenuta. Do comunque la mia disponibilità, a partire da martedì, ad una comunicazione in Aula, sempre che sia stata calendarizzata dalla Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ghigo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Intervengo per chiedere un chiarimento al Presidente del Consiglio.
Non essendo firmatario della lettera, non so quale sia l'argomento della richiesta. Chiedo se è possibile renderla ufficiale anche a chi del Consiglio fa parte ma non sa di cosa si stia materialmente parlando in questo momento.



PRESIDENTE

Facciamo pervenire al Consigliere Mellano la lettera della quale abbiamo, brevemente, trattato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie Presidente. Credo che sia utile che lei dia copia a tutti i Consiglieri anche della richiesta formulata al Presidente del Consiglio per richiedere urgenti comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio, in relazione allo stato dell'intramoenia e alla sua applicazione. L'Assessore D'Ambrosio si era impegnato pubblicamente, attraverso i mezzi di informazione, e fisicamente in Aula, a monitorare la situazione dell'intramoenia sin dal giugno 2003.
Allo stato attuale, niente è dato sapere, Assessore, in relazione al monitoraggio e allo stato di attuazione dell'istituto dell'intramoenia nella Regione Piemonte? Non so se lei è stato informato, ma ho sollecitato il Presidente del Consiglio a far sì che nella giornata odierna, quindi in modo tempestivo lei potesse dare, alla luce dei fatti, una comunicazione all'Aula, senza nulla di invasivo rispetto alle inchieste giudiziarie in corso.
La domanda era di altra portata: lei si era assunto un impegno pubblico, nel giugno 2003, respingendo l'idea di una rapida e mirata Commissione di inchiesta consiliare sul tema (non certo un "tormentone" di mesi). In alternativa, lei aveva promesso un rapporto al Consiglio in relazione allo stato di attuazione dell'intramoenia.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Contu; provvedo subito a far distribuire anche la sua proposta e a sollecitare, alla Conferenza dei Capigruppo, una calendarizzazione per la relativa risposta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

In seguito alla risposta del Presidente Ghigo mi sono consultato con altri colleghi dell'opposizione di centrosinistra e, quindi, parlo anche a loro nome, se non interverranno.
Presidente Ghigo, non ci siamo affidati a procedure regolamentari. Noi di fronte a fatti gravi, abbiamo scritto due righe al Presidente della Giunta regionale, invitandolo a parlarci della questione. Le devo dire che dal Presidente della Giunta ci saremmo aspettati che fosse egli stesso a chiedere, appena giunto in Consiglio, di poter svolgere una comunicazione su un fatto molto rilevante.
Noi ci affidavamo alla sensibilità politica di un Presidente di Giunta che, di fronte ad un susseguirsi di situazioni gravi, ritiene proprio dovere chiedere immediatamente al Consiglio la possibilità di fare una comunicazione. È questo che manca, Presidente Ghigo.
Noi, per carità, prendiamo atto che lo farà martedì prossimo; ma ci dispiace, perché questo segnale un'insensibilità politica e una inconsistenza di ruolo che gradiremmo, invece, avere in capo al Presidente della Giunta. Un Presidente della Giunta che governi, che sia presente e che sia forte nelle proprie proposizioni, aiuta il Governo, aiuta l'opposizione, aiuta tutta l'Assemblea.
Esprimo, quindi, una delusione per questo comportamento: il Presidente Ghigo non sente come suo dovere e sua volontà politica esplicita presentarsi subito e dire come stanno le cose, secondo il suo punto di vista.
Si prende di nuovo atto, con delusione, di un suo comportamento Presidente. Grazie.


Argomento:

Richiesta di inversione all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Con riferimento al disegno di legge n. 407 che, come è noto, è molto importante e articolato (se non ricordo male, ha 64-65 articoli), è stata presentata una serie significativa di emendamenti.
Vorrei segnalare all'Aula un'urgenza, che è stata inserita all'o.d.g.
già da alcuni mesi: il disegno di legge n. 493: "Modifiche alla legge regionale 24 gennaio 2000, n.2 (Promozione del sistema aeroportuale del Piemonte)", inerente ad un impegno maggiore della Regione Piemonte riguardo alla promozione in particolare dell'aeroporto di Caselle e Levaldigi, anche in funzione del prossimo evento olimpico e che più volte sia la Giunta che la maggioranza hanno sollecitato per la discussione.
Siccome questo disegno di legge, se non ricordo male, è molto breve, è formato da soli 3 articoli ed aveva trovato la convergenza di tutte le forze politiche, almeno di quelle presenti in Commissione, chiedo se l'aula acconsente preliminarmente la discussione e la votazione di questo disegno di legge, perché dovrebbe, salvo smentite, occuparci solo per pochi minuti.



CATTANEO Valerio

Presidente



CATTANEO Valerio

Il collega Cattaneo propone l'inversione dell'o.d.g., discutendo subito il disegno di legge n. 493, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Può parlare un Consigliere della controparte, essendo a favore il proponente stesso.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Avevo chiesto, come gli altri colleghi, di intervenire quei due minuti canonici sull'ordine dei lavori. Però colgo l'occasione perché avrei qualcosa da dire circa la richiesta del collega Cattaneo.
Chiedo che questa discussione, vista la rilevanza, si svolga con la presenza dell'Assessore competente, poiché il sistema aeroportuale del Piemonte rappresenta un aspetto strategico. Tra l'altro, voglio sottolineare che - se non ricordo male - il provvedimento non è stato sottoposto al vaglio della Commissione, ma è stato richiamato dall'Assessore in aula. Quindi addirittura questo provvedimento non ha nemmeno avuto la votazione della Commissione, per cui chiederei gentilmente di poterlo affrontare quando l'Assessore competente sia presente.
Ne approfitto, Presidente Riba - perché volevo fare un intervento anche sull'ordine dei lavori - per ricordare anche le determinazioni alle quali è giunta la Commissione Regolamento in merito al Gruppo Misto. Chiedo che la questione venga presa in considerazione, perché siamo di fronte al problema di regolare la vita di due colleghi. Posso capire che per gli altri 58 Consiglieri la cosa possa non suscitare attenzione, però chiedo veramente di procedere con gli atti necessari affinché la decisione assunta dalla Commissione Regolamento sia approvata dall'aula.



TAPPARO Giancarlo

Presidente



TAPPARO Giancarlo

Su questo mi impegno a proporre, nella prossima riunione, a chi decide l'ordine dei lavori, la questione che mi è stata segnalata.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ritiro la richiesta e la presento nella riunione di oggi pomeriggio quando sarà presente l'Assessore competente.



CATTANEO Valerio

Presidente



CATTANEO Valerio

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Visto che questo provvedimento non può essere preso in esame, se scorriamo l'ordine dei provvedimenti, richiamo il disegno di legge n. 437 "Modificazioni alla legge regionale 5 novembre 1987, n. 55 (Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al DPCM 10 febbraio 1984)", di cui è relatore il collega Godio, che dovrebbe avere una rapida definizione essendo già passato in Commissione ed essendo già stato esaminato.
L'Assessore è presente, il relatore è presente: ci sono le condizioni per poterlo esaminare.



BOTTA Marco

Presidente



BOTTA Marco

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei dire al collega Botta Marco e naturalmente al Presidente Ghigo che in questa situazione è stata annunciata la presentazione di un centinaio di emendamenti alla legge sull'assistenza (almeno questo pare l'annuncio che è stato fatto).
Noi abbiamo interrotto la discussione, su richiesta del Consigliere Cattaneo, sulla questione dell'assistenza, perché il Gruppo di Forza Italia aveva dichiarato di avere la necessità di qualche tempo per predisporre degli emendamenti al disegno di legge presentato dall'Assessore Cotto.
Siamo in questa situazione, nella quale emerge per l'ennesima volta un problema politico enorme dentro la maggioranza. E voglio dire al collega Botta Marco che non c'è nulla che in questa situazione possa essere definito rapidamente in Consiglio. Di fronte a questa situazione o qualcuno si prende la responsabilità di dirci se esiste una maggioranza, se esiste qualcuno che si prende la responsabilità di governo e quindi i temi e le leggi in discussione vengono approvate, oppure siamo in una situazione nella quale dobbiamo subire questa specie di "filibustering" organizzato dalla maggioranza contro se stessa.
Noi dichiariamo la nostra non disponibilità. A questo punto, saremo noi a mettere in atto gli strumenti che il Regolamento ci consente per avere una discussione che rispetti gli o.d.g. che ci siamo dati, che sono stati concordati dai Capigruppo e che fanno parte della normale prassi di questo Consiglio regionale.



MARCENARO Pietro

Presidente



MARCENARO Pietro

Se il collega Botta Marco formalizza la proposta di inversione, poi do la parola ad un Consigliere contrario; tuttavia, mi pare che ci sia stata una sollecitazione ad un chiarimento maggiore. Non voglio interferire, ma ho bisogno di valutare con voi come possiamo proseguire e su quali punti.



BOTTA Marco

Formalizzo.



BOTTA Marco

Presidente



BOTTA Marco

C'è una proposta di inversione formalizzata dal collega Botta Marco per passare alla discussione del punto 5) all'o.d.g.: "Esame disegno di legge n. 437 'Modificazioni alla legge regionale 5 novembre 1987, n. 55 (Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al DPCM 10 febbraio 1984)'".
Vi sono richieste d'intervento contro? Ha chiesto la parola il Consigliere Brigando; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Con il vostro permesso, posso votare contro? Premetto che parlo a nome di Matteo Brigandì e basta. Io voto contro e non presenterò un solo emendamento su questo disegno di legge, però voglio sottolineare al Presidente della Giunta e alla maggioranza l'imbarazzo in cui mi trovo di fronte a questo provvedimento, perché noi abbiamo una modifica sui requisiti minimi dei laboratori d'analisi e mi pare che ci sia un procedimento penale pendente che parla proprio di questa fattispecie.
Quindi, con estremo imbarazzo, voterò contro l'inversione dell'o.d.g.
invece, per quanto riguarda il provvedimento, ove lo votassi, voterei a favore, esprimendo come unico criterio l'appartenenza a una maggioranza che ha delle implicazioni di carattere nazionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di inversione dell'o.d.g., formulata dal Consigliere Botta.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 25 Consiglieri votanti 23 Consiglieri hanno votato sì 22 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri.
Non essendo garantito il numero legale, dichiaro la votazione non valida e sospendo per mezz'ora la seduta.
Salvo diverso avviso, riprenderemo i lavori con l'esame della legge sull'assistenza, oppure passeremo ad altro argomento.



(La seduta, sospesa alle ore 12.00 riprende alle ore 12.35)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Faccio il punto della situazione: il collega Botta ha ritirato la proposta di inversione dell'o.d.g.; contemporaneamente, il collega Rossi Oreste ha ritirato gli emendamenti presentati al disegno di legge n.407.
Così stando la situazione, non è più necessario ripetere la votazione che non aveva registrato il numero legale e possiamo riprendere la discussione del provvedimento sull'assistenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, forse ero un po' distratto, però non capisco perché non si ricomincia dalla votazione.



PRESIDENTE

In quanto, informalmente, è stata ritirata la proposta di inversione.



CHIEZZI Giuseppe

Quelli sono trucchetti. Come fa il proponente a ritirare la proposta? Il mio è un ragionamento istituzionale: la seduta si è interrotta per mancanza del numero legale su una votazione e riprende con quella votazione, senza nulla prima; prima non c'è niente, c'è solo quella votazione. Come si fa a ritirare una proposta mentre la seduta è sospesa? La seduta deve riprendere con la votazione. Mi sembra una questione istituzionalmente rilevante.



PRESIDENTE

Mi consulto con gli esperti.



(Il Presidente Riba si consulta qualche minuto con i funzionari)



PRESIDENTE

Colleghi, vi devo informare che abbiamo dovuto dirimere una fattispecie che non avevamo ancora verificato nella pratica, perché il nostro Regolamento dice semplicemente che, in caso di mancanza di numero legale su una votazione, o si passa a un altro punto o la seduta può essere sospesa per mezz'ora. Non dice che cosa deve essere rifatto dopo che è trascorsa la sospensione. Allora, ai fini interpretativi direi che bisogna procedere così: si dichiara aperta la seduta (cosa che faccio adesso) e il collega Botta formalizza la richiesta di ritiro della proposta, perché in fase di sospensione della seduta la proposta non poteva essere ritirata con atto formale.
Prego, collega Botta.



BOTTA Marco

Ritiro formalmente la proposta di inversione di punti all'o.d.g.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame disegno di legge n. 407: "Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 407, di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 2 Sull'articolo 2 ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì. Ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, colgo l'occasione di questo tempo che mi è concesso per fare due brevi precisazioni. In riferimento a quello cui lei faceva cenno vorrei capire se esiste la possibilità di un ritiro informale; soprattutto sarebbe interessante capire in che cosa consiste la forma, per poter dirimere il quesito sul ritiro formale e il ritiro informale.
La seconda comunicazione che vorrei fare è che mi pare che il mio Capogruppo abbia ritirato gli emendamenti che erano stati presentati.
Ovviamente, parlo esclusivamente a titolo personale, essendo sempre allineato con la maggioranza e con il Capogruppo.
Vorrei precisare che, per quanto mi riguarda, gli emendamenti, onde evitare che i signori giornalisti possano fare, come loro solito, delle dietrologie astruse, erano stati presentati per un motivo estremamente semplice: l'articolo 1 è stato votato all'unanimità da questa Assemblea.
Non gradisco, penso anche il mio Gruppo, non lo so.



(Commenti fuori microfono)



BRIGANDI' Matteo

A parte i Radicali, ma è un altro discorso.
Diciamo dalla maggioranza e dalla sinistra.



(Commenti fuori microfono)



BRIGANDI' Matteo

Dalla straripante maggioranza.
Ritengo che, nel momento in cui ci sia un qualsiasi provvedimento condiviso, questo provvedimento abbia due patologie. La patologia in riferimento a fatti democratici, perché, evidentemente, se c'è una maggioranza e c'è un'opposizione, i cittadini ritengono di avere due linee differenti; se poi la linea è una, questa crea dei problemi. C'è anche un riferimento di carattere interno, perché abbiamo sempre lamentato e lamentiamo il fatto che, proprio perché il Regolamento è organizzato in tale maniera - lo vediamo e penso che lo vedremo nel corso di questa stagione - ci sia la possibilità di un blocco innaturale di qualsiasi provvedimento, è evidente che i provvedimenti sono condivisi.
Questo è un criterio generale che non è condiviso da me, credo non sia condiviso dalla Lega. Questo è il motivo per cui abbiamo presentato questi emendamenti. Il motivo per cui li ritiriamo è perché ci hanno rassicurati che il resto del provvedimento non sarà condiviso, quindi, sarà un provvedimento che è espressione della mera maggioranza. Ovviamente, mi riservo per il prosieguo di prendere una posizione politica difforme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, svolgo un intervento sull'emendamento gemello di quello svolto dal Consigliere Brigandì, ma con contenuti diversi. Non parlerò dell'emendamento come ha fatto lui, parlerò d'altro.
E' di grande interesse, penso, per tutta l'Aula, l'affermazione che ha fatto adesso il Consigliere Brigandì circa la rassicurazione che ha avuto che il resto degli emendamenti non saranno accolti dalla maggioranza.



CHIEZZI Giuseppe

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Non ho detto questo, te lo stai inventando!



CHIEZZI Giuseppe

Cerco di interpretare, non avendo ancora il testo scritto dell'intervento del Consigliere Brigandì, però, mi sembra che abbia detto che è stato rassicurato, anzi, parlava con il plurale maiestatis: "Siamo stati rassicurati che nel prosieguo del provvedimento non ci saranno più accoglimenti unanimi di altre parti". Ho capito questo senso politico, se non le parole letteralmente espresse.
Chiedo chi gliel'ha data questa rassicurazione politica. Da chi ha avuto questa rassicurazione? Rassicuri anche noi. Chi ha rassicurato il Consigliere Brigandì rassicuri anche noi che, d'ora in poi, non succederà più quello che è successo sull'articolo 1 citato dal Consigliere Brigandì ci rassicuri! Presidente, senza questa rassicurazione, per quanto mi riguarda, avanti non si va. Non ci possono essere patti oscuri ed occulti, presi in chissà quale sede, chissà da parte di chi, con il Consigliere Brigandì, in cui lo si è rassicurato di qualche cosa! Non si va avanti così, qui, tutto deve essere chiaro. Il collega Brigandì è stato onesto nel dire che aveva avuto rassicurazione che quanto è successo con l'articolo 1 non succederà più.
Per cortesia, si alzi in piedi chi ha dato queste rassicurazioni, batta un colpo, dica qualcosa; altrimenti, qui, non si va avanti, almeno per quanto mi riguarda.



PRESIDENTE

Ricordo che la Giunta regionale può intervenire in qualsiasi momento.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Signor Presidente, intervengo anch'io sull'emendamento non illustrandolo, così come ha fatto il collega Brigandì, ma ponendo, anche da parte nostra, un paio di domande.
Prendiamo atto che sono stati ritirati i duecento emendamenti che erano stati presentati in mattinata sul provvedimento n. 407. Questo ci rincuora ma abbiamo sentito parlare di patologie e di rassicurazioni. Una precisazione da parte nostra: sull'articolo 1 non vi è stata assolutamente condivisione, tant'è che abbiamo votato in modo assolutamente diverso su tutti i nostri emendamenti, che non sono stati accolti, e sull'articolo 1.
Le domande sono inevitabili, a questo punto. Una, che è già stata posta dal Consigliere Chiezzi, la poniamo anche noi: chi ha rassicurato e cosa ha rassicurato? Anche noi vorremmo essere rassicurati in tal senso e in modo trasparente.
Qualora vi siano degli articoli o delle parti condivisibili, che cosa dovremmo fare, secondo il collega Brigandì e secondo chi ha dato tale rassicurazione? Detto questo, noi riconfermiamo la disponibilità a procedere nella discussione sul merito, confortati dal fatto che i duecento emendamenti di una parte della maggioranza sono stati ritirati e, quindi, che si pu procedere sulla sostanza degli articoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, ritengo positivo il ritiro degli emendamenti presentati su questa legge. Credo che quando il collega Brigandì ha fatto quella affermazione ritenesse che la sinistra, ragionevolmente, non avrebbe votato tout court questo provvedimento presentato dalla Giunta regionale la cui titolarità è della Giunta regionale.
Così come ricordato dal Consigliere Gallarini e dal sottoscritto, per chi ha seguito fin dall'inizio l'iter, questo provvedimento, da un lato sburocratizza e, dall'altro lato, elimina alcune leggi o parti di leggi che hanno già un'applicazione in questo ambito, diventando quasi un testo unico. Esso si muove tra due paletti precisi: la legge n. 62, fatta a suo tempo dalla Giunta Brizio, e la legge Turco, legge di riferimento del quadro nazionale.
La valutazione complessiva è di condivisione. Se ci sarà una condivisione totale del provvedimento lo vedremo nel voto finale.
Condivido quanto detto precedentemente dalla collega Suino circa la capacità di un Consiglio regionale. Qui, faccio un inciso: penso che rassicurazioni e assicurazioni non le possa dare nessuno. Quando ognuno di noi è capace e già può dare un'assicurazione su se stesso è già bravo. Alla fine, siamo qui senza vincolo di mandato, ognuno vota e si esprime come meglio crede, in totale libertà.
Ritengo che ogni parte di questa legge, che è formata da oltre sessanta articoli, debba essere valutata per valore intrinseco della proposta e quindi, non mi scandalizzo se su alcuni punti vi fosse, come diceva il collega Chiezzi, a microfono spento, una straripante maggioranza, al di là dello schema classico di maggioranza che sostiene la Giunta regionale e dello schieramento di minoranza o di opposizione.
Altra questione: sarà invece richiamata la piena libertà, soprattutto a livello politico, di ogni Gruppo, quando arriveremo alla fine di questo provvedimento e ascolteremo le dichiarazioni di voto. Personalmente le ascolterò con grande attenzione e sicuramente ognuno avrà la capacità politicamente o personalmente, se in dissenso dal proprio Gruppo consiliare - di esprimere le motivazioni che stanno a monte di una decisione di voto, che, in piena libertà, ognuno potrà, come sempre esprimere in quest'Aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto Mariangela.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Volevo fare un'importante precisazione che si ricollega al discorso testé fatto dal Capogruppo Cattaneo, che condivido in pieno.
L'esempio può esserci dato proprio dagli emendamenti relativi all'articolo 2. Ci sono quattro emendamenti, dei quali due sono accoglibili e due no. Penso che questa sia la dimostrazione che pu togliere spazio e argomenti diversi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa se parlerò dell'articolo che stiamo discutendo e non di altro, per ribadire quanto avevo già in parte accennato nel mio intervento in dibattito generale. L'articolo 2, che riguarda i principi generali della programmazione e dell'organizzazione del sistema, fa emergere obiettivamente, dal nostro punto di vista, un po' la corda e, se mi è concesso il termine, la vecchiezza nell'impostazione di questo provvedimento. Avevamo ricordato - non solo io - nel corso del dibattito generale come la "legge Turco" offrisse, sia pure letta in filigrana e non nell'articolazione del suo impianto ancora molto pesante, la possibilità di immaginare e di realizzare un sistema non strutturale ma progettuale dei servizi sociali, cioè un sistema in cui agli Enti locali, siano essi territoriali o funzionali, era affidato il compito di garantire l'erogazione di certi servizi ai cittadini non necessariamente attraverso forme normate di erogazione pubblica. Questo era notoriamente e storicamente il limite di impostazione della legge n. 62, che comunque ricorreva ai consorzi obbligatori oppure all'attribuzione obbligatoria all'ASL delle funzioni socio-assistenziali, e poteva essere, a mio giudizio, più coraggiosamente superata in questa proposta di legge ricorrendo ad una serie di considerazioni che oggi - lo dico fra virgolette, ma si potrebbero forse anche togliere le virgolette - il mercato delle prestazioni sociali offre all'attenzione di un legislatore come quello regionale.
Evocare simbolicamente i principi di sussidiarietà, di efficienza e di efficacia rispetto alle prestazioni sociali, all'interno di un sistema in cui queste prestazioni cessano di essere diritti nella misura in cui si misurano con le inefficienze inevitabili di un sistema di erogazione pubblica, senza indicare in maniera esplicita (perché in questo do atto all'Assessore di immaginare amministrativamente delle soluzioni) all'interno della legge delle via d'uscita progettuali e non strutturali all'impasse - in genere dei consorzi sociali, ma del sistema pubblico dell'erogazione delle prestazioni sociali, a mio giudizio è un errore abbastanza grave. È vero che poi fra i soggetti coinvolti ci sono tutti dalle famiglie ai diversi organismi della cooperazione, ma non c'é dubbio lo vedremo dall'esame del provvedimento - che l'architettura istituzionale e funzionale di questo sistema continua ad essere radicata in soggetti pubblici entificati: da una parte, con una loro originalità, le IPAB dall'altra parte i consorzi obbligatori. Quello che mi chiedo, non tanto su questo articolo ma proseguendo nell'esame del provvedimento, è se non sia possibile immaginare di esplicitare, anche dal punto di vista legislativo, una serie di correttivi che, dal punto di vista amministrativo, probabilmente anche la Giunta ha in mente, e a cui, dal punto di vista amministrativo, normalmente tutti i consorzi socio assistenziali ricorrono. Insomma, dobbiamo pensare se descrivere per il futuro un sistema di servizi pubblici grossomodo strutturato come il precedente, con alcuni elementi di innovazione, o immaginare un sistema diverso, in cui all'Ente locale a cui è attribuita dal punto di vista amministrativo questa responsabilità è attribuito innanzitutto il compito di reperire sul mercato delle prestazioni sufficienti a soddisfare i bisogni sociali molto più che ad organizzare, dal punto di vista funzionale o dal punto di vista amministrativo, un soggetto che sia un erogatore pubblico.
Questo si vede ormai in maniera evidente anche nell'operatività dei soggetti erogatori. Esistono alcune prestazioni sociali - le più significative - che in larghissima misura vengono svolte non da soggetti pubblici e - sempre in larghissima misura - ancora oggi non vengono neanche intermediate finanziariamente da soggetti pubblici. Come ricordavo nel dibattito generale, tutta la partita dell'assistenza domiciliare degli anziani è sostanzialmente abbandonata dal punto di vista legislativo. Poi esistono consorzi che intervengono, misure tampone o il ricorso, più o meno eccezionale, agli assegni di cura, ma non esiste un'indicazione, che a questo punto si impone come strategica, di sostituzione del modello tradizionale di intervento con un modello diverso, essenzialmente di erogazione finanziaria e non di erogazione di prestazioni.
Come ripeto, anche sulla materia dei buoni di assistenza, una cosa è evocarli in uno spettro di strumenti che l'ente gestore ha a propria disposizione, una cosa è indicarli come elemento strategico di riconversione del sistema dei servizi sociali. Anche perché da questo punto di vista, abbiamo, ad esempio rispetto alla sanità, un vantaggio obiettivo cioè che il mercato delle prestazioni sociali, a differenza di quello delle prestazioni sanitarie si è costituito e creato come un mercato vero come un insieme di soggetti in concorrenza tra di loro, con una ricchezza di impostazioni e di idealità sociali che caratterizzano l'attività di questi soggetti. Quindi, il legislatore regionale ha già immediatamente un interlocutore possibile con le proprie politiche, e non deve immaginare un sistema in cui i soggetti di questo mercato vanno sostanzialmente inventati od evocati dal punto di vista legislativo.
Quello che dobbiamo capire è se da oggi in poi, rassicurazioni o meno proviamo ad esplicitare questa riconversione o se ci attestiamo sulla linea della legge n. 62 e facciamo un maquillage legislativo più o meno condivisibile, ma non riformatore.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale, quindi passiamo all'esame degli emendamenti.
2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Placido Ronzani, Muliere, Chiezzi, Saitta, Tapparo, Papandrea, Contu, Marcenaro Riggio, Riba e Moriconi: Al comma 1 dopo le parole "i principi di" aggiungere le parole "universalità, solidarietà".
Questo emendamento è accolto dalla Giunta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Non credo sia sufficiente che l'Assessore si dichiari favorevole o contraria, perché non riesco a capire quale sia la ratio dell'emendamento che peraltro non è stato illustrato. Soprattutto il termine "universalità" mi pare sufficientemente generico ed adattabile a situazioni completamente diverse da quelle che sono i fini della legge.
L'Assessore non ci spiega il motivo di questo, per cui annuncio che mi asterrò dal votare questo emendamento, seppur accolto dall'Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per fare una chiosa ed un commento a quello che sta succedendo in aula. Il lavoro del Consiglio non deve ridursi - non me ne vogliano i colleghi che hanno firmato l'emendamento, che in sé pu essere condiviso - ad un piccolo intervento sugli aggettivi e sulle parole messe o tolte, non cambiando nulla dell'impostazione. Inoltre - mi permetta, Assessore - non si dà neanche una risposta ad un'impostazione di ampio respiro fatta dal collega Palma, che può essere condivisa o meno. Si rischia davvero che il lavoro del Consiglio venga sminuito.
Suggeriva la collega Suino che non sempre una parola comporta un cambiamento soltanto formale o di leggero contenuto. Però prendo spunto da questo emendamento che inserisce una dichiarazione di principio di universalità e di solidarietà.
Se la legge non sostanzia le cose che chiedevamo prima come gruppo Radicale, cioè di avere il coraggio d'impostare una riforma vera dei servizi sociali, anche il lavoro d'aula rischia di essere un lavoro di formale ritualità, in cui siamo presenti, qualcuno a votare a favore qualcuno a votare contro, ma sostanzialmente "ha da passare la nottata", e chiudiamo anche questa vicenda sui servizi sociali perché è un adempimento che, con ritardo, ci apprestiamo a fare.
E' un po' sminuente del lavoro del Consiglio, Assessore Cotto - che so attenta alle questioni poste dai banchi del Consiglio - dire sempre che non si può fare altro che questo o fare una dichiarazione del tipo "accontentiamoci di quello che gli uffici hanno prodotto, non siamo in grado di dare in questo momento una risposta puntuale". Gli emendamenti che l'Assessorato deve predisporre devono sostanziare le dichiarazioni di principio che anche questa legge contiene.
Noi su questo emendamento ci asterremmo, ma è un'astensione che il Consiglio in qualche modo si prepara a fare su tutto il pacchetto generale della legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.1.
Il Consiglio approva.
2.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Placido Ronzani, Muliere, Chiezzi, Saitta, Tapparo, Papandrea, Contu, Marcenaro Riggio, Riba e Moriconi: Al comma 1 la parola "omogeneità" è sostituita con la parola "equità".
La parola all'Assessore Cotto Mariangela.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Noi proponiamo di scrivere "omogeneità ed equità" perché sono due cose diverse, e quindi non sostituire una parola con l'altra. In questo senso è accoglibile.



PRESIDENTE

Quindi, il nuovo testo recita: al comma 1 alla parola "omogeneità" è aggiunta la parola "ed equità".
La parola al Consigliere Brigandì, per dichiarazione di voto.



BRIGANDI' Matteo

Intervengo per dichiarazione di voto. Non riesco a capire le motivazioni. Se l'omogeneità è un concetto diverso dall'equità, sarebbe opportuno che l'Assessore ci spiegasse, nel momento in cui deve applicare questa norma, quale dei due concetti ha la prevalenza. Ci può essere un argomento omogeneo, ma non equo, ed un argomento equo, ma non omogeneo.
Evidentemente la proposizione dell'Assessore è anacoluta.
Mi spiego meglio - nel caso in cui il Presidente della Giunta dovesse leggere il verbale: non ha né capo né coda.
Per tali motivi voterò contro questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Galasso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente.
Devo dire che sono in parte d'accordo con le argomentazioni svolte dal collega Mellano, un po' sul tenore e sul tono anche dei lavori. Siccome sono disciplinato non sono intervenuto prima e ho votato coerentemente con l'indirizzo di maggioranza.
Per quanto riguarda l'emendamento in discussione faccio soltanto un mero rilievo tecnico. Non possiamo dire "omogeneità ed equità territoriale"; mi pare più corretto dire eventualmente, pur con le riserve che il tono di questo dibattito sta ponendo, dopo la parola efficienza "equità ed omogeneità territoriale". L'omogeneità territoriale ha un senso mentre l'equità territoriale credo possa riproporre gli aspetti sottolineati dal Consigliere Brigandì.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto Mariangela.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Si può accogliere ed inserire "equità ed omogeneità".



PRESIDENTE

Procediamo ad una riformulazione dell'emendamento, in modo da votare un testo e non un'ipotesi.
La parola all'Assessore Cotto Mariangela.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Si stava valutando che il termine "equità" messo prima è un concetto astratto, quindi lo lasciamo così: "omogeneità ed equità".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Per esprimere il voto negativo, perché equità territoriale - ha ragione il collega Brigandì - non vuole dire nulla.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.2), come riformulato dall'Assessore Cotto.
Il Consiglio approva.
2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Placido Ronzani, Muliere, Chiezzi, Saitta, Tapparo, Papandrea, Contu, Marcenaro Riggio, Riba e Moriconi: Al termine del comma 1 sono aggiunte le parole "rispetto della dignità della persona, della sua riservatezza e del suo diritto di scelta riconoscimento della centralità della persona quale prima destinataria degli interventi e dei servizi e del ruolo dei nuclei familiari quali soggetti primari e ambito di riferimento unitario per gli interventi e i servizi medesimi".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

I principi richiamati nell'emendamento sono inseriti con le medesime parole all'articolo 3, comma 1, lettera a) e b). Si ritiene, infatti, che questi rientrino tra i principi sulla base dei quali devono essere erogati i servizi e non tra i principi della programmazione, di cui all'articolo 2.
L'emendamento, pertanto, non è accoglibile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.3), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
2.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Placido Ronzani, Muliere, Chiezzi, Saitta, Tapparo, Papandrea, Contu, Marcenaro Raggio, Riba e Moriconi: E' aggiunto il comma 1 bis, così come segue: "I soggetti in condizioni di povertà o con limitato reddito o con incapacità totale o parziale di provvedere alle proprie esigenze per inabilità di ordine fisico o psichico, con difficoltà di inserimento nella vita sociale attiva e nel mercato del lavoro, nonché i soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria che rendono necessari interventi assistenziali, i minori, specie se in condizioni di disagio familiare accedono prioritariamente ai servizi e alle prestazioni erogati dal sistema integrato di interventi e servizi sociali".
La parola all'Assessore Cotto Mariangela.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento non è accoglibile, in quanto non si ritiene logico che quanto è scritto nel testo sia collocato tra i principi generali della programmazione, di cui all'articolo 2. Il concetto è già collocato più propriamente all'articolo 22, terzo comma ("destinatari degli interventi").



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.4), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 3.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Placido Ronzani, Muliere, Chiezzi, Saitta, Tapparo, Papandrea, Contu, Marcenaro Raggio, Riba e Moriconi: La lettera f) del comma 2 è abrogata.
La parola all'Assessore Cotto Mariangela.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento non è accoglibile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.1), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
3.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini, Bolla, Cattaneo Riggio e Suino: Al comma 2 è aggiunta la lettera i), così come segue: "Adozione di misure atte a favorire la prevenzione delle possibili situazioni di disagio sociale a carico dei singoli e delle famiglie, anche attraverso esperienze progettuali innovative".
Il parere della Giunta è favorevole.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Chiedo ai proponenti se hanno la cortesia di illustrare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini, per l'illustrazione.



GALLARINI Pierluigi

Questo è uno dei tre o quattro emendamenti che abbiamo presentato stamattina, firmato da alcuni colleghi del Gruppo di Forza Italia, fra cui il Capogruppo (ovviamente, è aperto ad altre firme che dovessero venire dal Consiglio).
Riteniamo che, attraverso questo e altri emendamenti, si possa inserire un qualche concetto, non sappiamo ancora quanto incisivo.
Nelle intenzioni, c'è quella di attivare la Giunta e stimolarla affinché metta in cantiere delle iniziative che consentano di fare prevenzione. Questo, nella misura in cui sarà possibile; non è certo un compito facile e non stiamo parlando di matematica, non ci sono numeri e non ci sono operazioni stringate. Si tratta semplicemente di fare il possibile affinché i soggetti più a rischio, i soggetti tendenzialmente non più autosufficienti e sempre più isolati all'interno del nucleo familiare possano avere una particolare attenzione da parte del Consiglio regionale del Piemonte e della Giunta regionale, attraverso iniziative, regolamenti mappature e censimenti che consentano di evidenziare questi casi e ovviamente, stanziare fondi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Chiediamo di sottoscrivere l'emendamento, in quanto la sua filosofia è esattamente quella che ci aveva portato a presentare l'articolo 1 bis, in allora bocciato da quella stessa maggioranza che oggi propone questo emendamento.



PRESIDENTE

Vengono aggiunte le firme dei Consiglieri Riggio, Suino e Muliere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Nell'ottica del precedente intervento, e nel valorizzare il lavoro che possiamo e dobbiamo svolgere in Aula, sottolineo come questo emendamento sia, dal mio punto di vista, già compreso in una parte dell'articolo: il punto e) "predisposizione a seguito dell'analisi della valutazione del bisogno, dei progetti individualizzati e concordati con la persona singola o con la famiglia, che definiscano la natura del bisogno stesso, gli obiettivi, le modalità di intervento, il costo, la durata, gli strumenti di verifica".
L'unica parte innovativa dell'emendamento è il termine "innovativi".
Per questo motivo voteremo contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Ho l'impressione che procedendo in questo modo non si vada molto lontano. Se un senso positivo si può riconoscere all'emendamento Gallarini ed altri, è quello di far rientrare dalla finestra ciò che, nel complesso del progetto di legge, trova la porta sbarrata.
O qualifichiamo tecnicamente l'intervento innovativo, con una legge che abbia forme istituzionalmente definite e giuridicamente configurate oppure, l'idea di creare un canale parallelo di interventi (immagino finanziati in parallelo) rispetto al canale ordinario di gestione di questi servizi, secondo me è un elemento di complicazione.
Se capisco l'emendamento - chiarendo al Consigliere Gallarini il senso delle mie perplessità - esso serve per recuperare quanto, inevitabilmente la legge non consente per la sua rigidità. Se vogliamo recuperarlo, per dobbiamo porre mano all'impianto complessivo della legge, e non inserire un emendamento che allude, più o meno confusamente, all'esigenza di altri interventi rispetto a quelli qui disciplinati.
Con questo emendamento si vorrebbe prevedere in maniera implicita - ma a mio parere assolutamente palmare - forme di finanziamento diverse rispetto a quelle del sistema integrato dei servizi. Se esiste questo problema - personalmente ritengo che l'emendamento del Consigliere Gallarini lo faccia emergere politicamente - allora deve essere declinato giuridicamente. Proporre un emendamento che dica che in alcuni casi si usano altre procedure, significa che quanto è previsto ordinariamente funziona in tal modo e poi, sul resto, sostanzialmente vedremo. Anche prestando la massima attenzione al senso dell'emendamento, questa formulazione non può rappresentare una soluzione possibile.
Dirò di più. Ritengo che all'interno della Giunta regionale, ma anche all'interno della maggioranza, bisognerebbe far emergere - e forse esplodere - una serie di contraddizioni che immagino alcuni settori della maggioranza avvertono. "Molliamo" tutti insieme questo clima per cui ce la caviamo con aggettivi più o meno condivisibili, e mettiamo più duramente mano all'impianto della legge stessa.
D'altronde, non siamo in una situazione in cui si confrontano due partiti: quelli che vogliono fare assistenza e quelli che ritengono che non vada fatta. Al limite, si soffoca il confronto tra due partiti: gli uni che ritengono che l'assetto tradizionale delle politiche dell'assistenza abbia, nella sostanza, mostrato la corda; gli altri, che ritengono, per ragioni politicamente assolutamente legittime, di doverne confermare l'impianto tradizionale, con tutto il contenuto simbolico che esso contiene.
Su questo, ovviamente, ci sarà il nostro voto contrario.
Non credo che si possa continuare in questo modo fino all'articolo 63.
Se la Giunta accetta di aggiungere "equità ed omogeneità" e di evocare qualcos'altro che non viene né declinato né disciplinato, non porre mano ai problemi di fondo, su cui ci misureremo già a partire dagli articoli successivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Una precisazione relativamente all'intervento del Consigliere Mellano.
Il collega sostiene che l'emendamento aggiunge in più solo l'aggettivo "innovativo". Probabilmente non lo abbiamo formulato nel modo migliore possibile, ma questo "innovativo" significa che, laddove l'articolo precedente recita tutta quella casistica, la recita in funzione di un consolidato storico di analisi che all'interno dell'Assessorato viene praticato fino ad oggi.
Con "innovativo" riteniamo che, laddove sia lacunoso o incompleto il modo di analisi, attraverso il quale si è proceduto fino ad oggi intendiamo inserire un'analisi complementare e aggiuntiva, rispetto a quella praticata fino ad oggi, che consenta di individuare casi sfuggiti all'analisi medesima.
Il concetto mi sembra chiaro; probabilmente potevamo scriverlo meglio.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.2).
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino, per dichiarazione di voto sull'articolo 3; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Sull'articolo 3 intervengo per dichiarazione personale, che corrisponde ad una scelta diversa da quella che compierà il mio Gruppo.
Sull'articolo 3 il mio voto sarà negativo, poiché si mantiene la lettera F che, così formulata (non avendo accettato l'Assessore l'emendamento correttivo) di fatto sancisce il concorso degli utenti al costo dei servizi.
Preciso meglio: così come il mio Gruppo, ed altri del centrosinistra condividono perfettamente che vi possa essere il concorso, cioè non è ad esclusione, il concorso ha un senso e vi può essere. Sancito e dichiarato in questo modo, però, assume un altro significato: quello di mettere tra i principi fondamentali e prioritari, rispetto ai diritti degli utenti, il concorso al costo, dicendo poi che ci si basa sullo strumento ISE, uno strumento di carattere esclusivamente reddituale.
Considerato che esiste una sentenza della suprema Corte di Cassazione la 10.250 del 1996, che si è espressa in modo inequivocabile nei confronti del concorso da parte del soggetto, nel caso di diritto esigibile, credo che il perdurare e mantenere una scelta di questo tipo voglia dire non considerare quanto è avvenuto e quanto sta avvenendo in questo Paese.
A maggior ragione, a beneficio dei miei colleghi e compagni di Gruppo faccio presente che la 328, agli articoli 15, comma 2 e 22, comma 1 esplicita con chiarezza che il concorso è da ritenersi soltanto fatto, non da escludersi, ma non è sancito come prassi e come procedura.
L'articolo 3 fa l'esatto contrario e quindi non può che vedermi assolutamente contraria.



SUINO Marisa

Presidente



SUINO Marisa

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, come emendato.
Il Consiglio approva.



SUINO Marisa

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.35)



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