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Dettaglio seduta n.40 del 21/11/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, Casoni, Ghigo e Rossi Giacomo.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Attribuzione delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Pichetto Fratin


PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo ha consegnato alla Presidenza il decreto che attribuisce le funzioni di Vicepresidente della Giunta, all'Assessore Pichetto.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Prosecuzione dibattito su eventi alluvionali ottobre 2000 (ordini del giorno collegati)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito in merito agli eventi alluvionali che hanno colpito il nostro Piemonte.
E' iscritto a intervenire il Consigliere Botta Marco.
Collega Manica, attenda l'intervento del Consigliere Botta, poi le darò la parola.
La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Se lo desidera può intervenire prima la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Vorrei capire se c'è qualche Consigliere che intende, autonomamente, di sua volontà, entrare in aula. Qualora la presenza in aula rimanga nell'ordine di poche unità ci vediamo costretti a chiedere la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliera Manica, ma purtroppo le prediche si fanno ai presenti, anche se sono indirizzate a degli autorevoli assenti.
La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dobbiamo dire e affermare con forza che viviamo in uno strano Paese; non possiamo definire altrimenti un Paese che permette, e mantiene, 17 autorità diverse - non dico una, non dico due, non dico cinque, non dico dieci - competenti in materia di difesa del suolo, di problemi idrogeologici.
Viviamo in uno strano Paese, perché è strano quel paese che nelle ultime tre finanziarie stanzia, in totale, 70 miliardi per il Piemonte, per i problemi relativi al territorio, ma è anche quello stesso Paese che pretenderebbe, dal Consiglio regionale, di inserire nel bilancio regionale cento miliardi all'anno per gli stessi problemi.
Uno strano Paese che negli ultimi trent'anni è passato da una follia di cementificazione dei fiumi, di scavo all'interno dei fiumi per la ghiaia ad una situazione, degli ultimi dieci anni, in cui i fiumi sono diventati entità intangibili, con i risultati che più volte più colleghi hanno denunciato.
Uno strano Paese che, una trentina di anni fa, ha permesso la costruzione di interi quartieri in alveo di fiume.
Qui non facciamo differenze, non diciamo che trent'anni fa quasi tutti i comuni erano comuni facenti capo ad una certa maggioranza politica, ma sicuramente rileviamo che, comunque, è successo. E' sicuramente strano Presidente e colleghi, il paese che permette a comune, come è successo anche nel nostro Piemonte - per ragioni che potrebbero anche essere comprensibili - di fermare per mesi, se non per anni, quindi di ritardare com'è stato più volte denunciato, i lavori di messa in sicurezza dei fiumi degli argini - fermando il lavoro dei Prefetti, facendo intervenire i Carabinieri, la polizia - ritardando quei lavori che, forse, avrebbero evitato qualche danno.
E' strano quel Paese, noto per essere il Paese delle ottomila leggi che non ha una legge quadro sulle calamità e che quindi ogni volta si vede costretto ad inserire norme all'interno di decreti o a studiare leggi specifiche per venire incontro alle necessità delle zone colpite dalle calamità più varie.
Noi riteniamo di avere bisogno di un paese più normale, di un paese che non si esalti perché riesce in una notte a sollevare un ponte, grazie alla capacità tecnica del genio o dei nostri bravi ingegneri, ma di quello che riesce, tutto sommato, a programmare le operazioni.
Un Paese, quindi, che sappia attribuire delle responsabilità chiare.
Speriamo che dal primo gennaio qualche responsabilità chiara venga attribuita anche alla nostra Regione, in maniera tale da poter avere poi anche dei responsabili, chiaramente individuabili.
Abbiamo bisogno di un Paese che si faccia carico delle emergenze con risorse adeguate.
Certo, mi intimorisco quando sento parlare di 25 mila miliardi, che poi diventano centomila miliardi, perché di fronte a queste cifre mi pare che ci sia quasi una volontà di non fare nulla. Noi abbiamo bisogno, invece, di un Governo, di una Regione, di enti locali che malgrado i problemi a reperire le risorse, si impegnino su cifre realistiche.
Abbiamo bisogno anche di una diversa cultura del territorio (questo ormai, è un fatto quasi assodato) che non limiti il dibattito al "Bene dragare i fiumi, costruire gli argini" sperando, con queste operazioni, di risolvere il problema delle alluvioni.
Sicuramente è necessario pulire i fiumi, come anche è necessario costruire gli argini. Sicuramente, però, è anche necessario avere un rapporto diverso con il fiume: non possiamo costringere in un letto di 250 metri fiumi che solo 30 anni fa avevano un letto di un kilometro. Dobbiamo prevedere per essi la possibilità di espandersi, aree golenari tali che, in casi eccezionali - che purtroppo stanno diventando casi normali permettano di salvare i centri abitati, le unità produttive, le comunità tutte. Faccio un esempio: devo farlo, lo devo dire, e lo dico qui in aula rivolgendomi all'Assessore Cavallera, seppure non abbia bisogno di sentire dal momento che conosce la situazione.
Se pulissimo (come sicuramente puliremo, laddove necessario) i fiumi nel tratto Trino - Casale - Valenza, se costruissimo gli argini (così come faremo) sempre nello stesso tratto, correremmo il rischio, se non prendessimo anche altre misure preventive come la creazione di aree golenali, di far sommergere, con una piena come questa, un'intera città Casale Monferrato. In essa esistono due ponti, quello stradale e il ferroviario, assolutamente insufficienti a sostenere un'ondata di piena come questa: anzi, in circostanze eccezionali costituirebbero un imbuto, un freno assoluto alla massa d'acqua.
Quanto agli alluvionati, posso dire che io provengo da una della zone più colpite, che il Presidente Ghigo, oltre che lo stesso Assessore Cavallera, hanno più volte visitato. Colgo l'occasione per ringraziare di tale interesse, come fanno anche i Comuni, la Provincia e gli stessi alluvionati, che stanno vivendo una situazione umana molto difficile.
Noi, forse giustamente, ci perdiamo a considerare soprattutto l'aspetto economico dell'evento. Certo, esso è assolutamente fondamentale. Ma io, che per motivi di lavoro viaggio come pendolare assieme agli alluvionati da Casale a Torino, lungo la tratta incontro persone di Popolo, Trino Crescentino e così via, e sento i loro discorsi. Sono persone che hanno perso tutto per ben due volte e che forse hanno poca voglia di rimettersi a costruire per una terza volta se non si sentono dare delle risposte chiare.
E' una difficoltà umana pesante, per chi non solo ha perso la macchina o i mobili di casa, ma anche i ricordi o gli affetti di una vita intera. Questo danno morale e psicologico subito dagli alluvionati necessita, anche da parte nostra, di una piccola riflessione. Senza parlare, naturalmente, di tutto ciò che riguarda l'aspetto economico.
La discussione di questi giorni è molto legata agli interventi che il governo sta mettendo in piedi per le nostre zone. L'insoddisfazione è grande. E' uno scandalo - mi riferisco ai provvedimenti del governo perché serve subito almeno il doppio delle risorse destinate. Inoltre, gli stanziamenti sono inadeguati e molto lontani dagli impegni annunciati dal Presidente del Consiglio, che devono essere onorati.
Voglio ricordare che le frasi ricorse nella mattinata anche negli interventi di altri colleghi - che hanno creato, a loro volta, una sorta di scandalo - non sono state dette da Marco Botta, da Agostino Ghiglia né da qualche altro collega della maggioranza. Sono frasi che i giornali locali attribuiscono all'on. Murzio, Questore della Camera, dei Comunisti italiani, o all'on. Dameri, dei DS. Si tratta di parlamentari monferrini che due giorni fa, quando si è appreso degli interventi del governo, hanno detto - e continuano a dirlo, com'è successo oggi nei giornali locali - che il governo non ha sufficientemente chiara la gravità della situazione.
Colleghi, non è il caso di fare strumentalizzazioni, ma non si può non condividere ciò che i vostri parlamentari, i vostri rappresentanti locali esprimono nei nostri paesi e nelle nostre città. Occorre tener presente che noi siamo perfettamente d'accordo a spingere la Regione perché si impegni a sua volta, a spingere sul governo per ottenere maggiori risorse. Ma noi chiediamo anche che le forze di maggioranza a Roma si impegnino con i loro parlamentari - deputati e senatori - per far sentire le necessità del Piemonte direttamente a chi governa. Chi governa, lo sapete, ha la possibilità, con questa finanziaria, di fare interventi concreti, magari eliminando - quella sì! - qualche spesa elettorale, dirottandola verso spese più produttive per i territori colpiti dall'alluvione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Credo che nell'aula del Consiglio regionale, quest'oggi, qualcosa sia cambiato. Quanto meno, credo sia cambiato un pochino il tempo e, se non il tempo, certamente il clima! L'amica e collega Ferrero dice che in quest'aula fa molto caldo, e che perciò bisognerebbe far qualcosa per la riduzione del riscaldamento, dato che arriviamo sempre alla sera estremamente provati dall'eccessiva temperatura dell'aula! Come dicevo prima, il clima in quest'aula è certamente cambiato.
Ricordo che nei momenti cruciali dell'evento alluvionale, a metà del mese di ottobre, il clima tra maggioranza e minoranza era non dico di "collaborazione" o di "consociativismo", ma certamente di maggior condivisione e di più grande senso di responsabilità. Sono sicuro che ci sarà lo stesso senso di responsabilità anche quest'oggi, sia da parte della maggioranza che sostiene il governo regionale, che - mi auguro e ne sono certo! - dall'opposizione. Nei giorni dell'alluvione più volte si è detto in quest'aula di come sia stata estremamente utile, per limitare danni e disgrazie, la previsione fatta dagli uffici regionali. Il tempestivo allarme ha anche consentito di ridurre la perdita di vite umane: nonostante la nostra Regione sia stata la più colpita dagli eventi alluvionali di questi mesi, fortunatamente essa è anche stata quella che ha avuto la perdita minore di vite umane.
Si è detto - e io colgo l'occasione per ringraziare, lo hanno già fatto tutti e voglio farlo anch'io qui in aula - che la Protezione civile ha lavorato molto bene. Su questo eravamo tutti d'accordo. Si è anche detto che, bene o male, i diversi uffici del territorio hanno funzionato: nei momenti di difficoltà tutti - Regione, Province, Comuni, Comunità montane tiravano dalla stessa parte, cercando di limitare i danni, soprattutto cercando di prevenire ulteriori future disgrazie per il territorio e le persone.
C'è stata un'azione corale verso il Governo. Credo che tutti, a partire dai ruoli istituzionali e politici, maggioranza e opposizione, abbiamo intrapreso un'azione corale verso il Governo. Quindi il ringraziamento deve essere rivolto anche ai parlamentari del Piemonte, alle forze politiche che hanno agito sul Governo, a volte formalmente e a volte informalmente.
Certamente, il ringraziamento più sincero e più diretto è per il Presidente della Giunta regionale e per il suo primo collaboratore nella disgrazia alluvionale, Assessore Cavallera, oggi presente in aula, i quali con grande impegno - vorrei dire doveroso impegno - e grande convinzione hanno saputo anche nelle istituzioni centrali rappresentare bene la situazione, anche quando non vi era ancora grande cognizione di quanto era avvenuto in Piemonte, almeno nei termini della portata dei danni e soprattutto nei termini della preoccupazione dei percorsi determinati da questo ingente numero di danni.
Quindi, ci sono state grandi convergenze politiche con un solo fine ed interesse, istituzionale e territoriale, e non politico: l'interesse del Piemonte. Ecco perché vorrei che in quest'aula si ripristinasse non un clima di scontro - comunque le tensioni possono sempre nascere da una parola a microfono spento o da una considerazione - bensì di confronto così come era stato fatto fino ad oggi, per cercare ancora tutti insieme di ...
Chiedo scusa, ma sono veramente molto disturbato, signor Presidente.



PRESIDENTE

E' una situazione che ricorre con disagio della Presidenza, per ora ci limitiamo a qualche intervento.



CATTANEO Valerio

Credo che tutti siano consapevoli e convinti della necessità di riportare in quest'aula il confronto piuttosto che lo scontro.
Vengo al merito della questione.
E' stato detto che servono circa dieci mila miliardi più sette mila miliardi per la messa in sicurezza, quindi il programma d'intervento sul territorio così come previsto anche dal PAI. Voglio ricordare che il Governo ha indicato nella cifra di 9.600 miliardi il proprio impegno da destinare a tutte le regioni che in questi mesi sono state colpite dagli eventi alluvionali e quindi non soltanto per il Piemonte.
Se al Piemonte fosse destinato - diciamo per economia di ragionamento in quanto c'è chi dice il 40, chi dice il 50, chi spera il 60% - il 50%, a fronte di un'esigenza di 17 mila miliardi, arriverebbero 5 mila miliardi da parte del Governo nazionale. Certo che un differenziale di circa 12 mila miliardi non può che preoccupare il nostro Consiglio regionale e maggiormente, il Governo regionale del Piemonte, che devono garantire il ripristino, in un periodo ragionevole, di quanto l'evento alluvionale ha terminato in termini di danni alle imprese, alle abitazioni e a quant'altro.
Cosa si deve chiedere al Governo? Innanzitutto, al Governo si devono chiedere certezze. Se il Governo non può fare miracoli e se non può destinarci, come è stato detto, 17 mila miliardi, almeno si impegni in modo chiaro in una programmazione pluriennale (due, tre, quattro, cinque anni). Soltanto con un impegno chiaro del nostro Stato centrale la Regione potrà farsi carico di una programmazione seria, indirizzata verso interventi - auspicati da tutti risolutivi anche per i problemi futuri e, soprattutto, verso gli interventi di manutenzione e di prevenzione di questo tipo di eventi.
Vorrei porre l'attenzione su un problema, prima di concludere l'intervento, inserendomi un po' nel confronto acceso - non la ritengo una polemica - sulla presentazione degli ordini del giorno, uno è stato presentato dall'opposizione e uno è stato presentato dalla maggioranza, di cui io stesso sono firmatario.
Mi fa piacere che l'amico e Assessore Scanderebech sia qui presente.
Credo ci voglia un impegno particolare per quanto riguarda la materia dell'agricoltura e so che l'Assessore lo sta facendo molto bene e con grande impegno. E' necessario l'impegno di tutti per individuare una formulazione affinché si superi quanto prevede la legge n. 185 nei termini delle franchigie, perché per eventi alluvionali di una portata così disastrosa, indubbiamente, un carico di spesa, a carico - consentitemi il giro di parole - degli imprenditori, o dei piccoli imprenditori agricoli del 30-35%, a volte, è insostenibile e anche inficiante per il ripristino delle attività delle nostre aziende agricole.
Ho ascoltato con attenzione la relazione svolta dal Presidente Ghigo martedì scorso, dove testualmente riprendeva quanto gli scienziati stanno sostenendo, credo anche con prova, in quanto lo abbiamo potuto verificare anche noi in questi ultimi giorni. Le piogge che hanno causato questo evento alluvionale non sono più fenomeni eccezionali e, purtroppo, negli anni a venire, questi eventi si potranno ripetere.
Se non ricordo male, lo ricordava il Consigliere Muliere portando l'esempio di Alessandria, le piogge stanno continuando, sta piovendo moltissimo ancora sul Piemonte, ci sono stati ulteriori disastri nella Provincia di Alessandria, tant'è che è stato richiesto l'ampliamento della calamità naturale.
Recentemente ci sono verificati disastri anche nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, dalla quale provengo. La statale 34, l'unico collegamento che avevamo ancora aperto con la Svizzera, è bloccata e non si sa quando verrà riaperta. Quindi la preoccupazione per le precipitazioni che potrebbero esserci nei mesi e anni futuri non può che trasmetterci un ulteriore senso di responsabilità comune per un'azione comune.
Concludo con un ragionamento sugli ordini del giorno.
Sono stati presentati un numero importante di ordini del giorno, alcuni sono superati dall'attività nel frattempo intrapresa dal Governo nazionale e regionale. Tutti insieme ci dobbiamo sforzare per arrivare in questo Consiglio regionale ad un ordine del giorno comune.
Noi abbiamo presentato l'ordine del giorno contestato come maggioranza è stato firmato dal sottoscritto, dal Consigliere Ghiglia e da altri. Credo che questo ordine del giorno sia utile per il Piemonte e vorrei che venisse letto con molta attenzione perché la sua colpa - se colpa si può dire - è soltanto quella di impegnare il Presidente della Giunta regionale, quindi il legale rappresentante dell'ente Regione, ad attivarsi presso il Governo affinché la cifra dei 9.600 miliardi, prevista per tutte le Regioni, sia destinata soltanto per il Piemonte; di conseguenza, il Governo dovrà provvedere diversamente per le altre Regioni. Credo che questo sia fare l'interesse del Piemonte.
Questo ordine del giorno può essere modificato se vi è qualche aggettivo o qualche virgola che non è stata messa al posto giusto, ma penso possa diventare una buona base, così come altri termini ricompresi nell'ordine del giorno presentato dai colleghi dell'opposizione, per un ordine del giorno comune.
Certamente una presa di posizione unanime da parte del Consiglio regionale non potrebbe che rafforzare la volontà di portare all'attenzione del Governo i problemi del Piemonte.
A lato di più ordini del giorno - non so quale sarà il destino di questo percorso, non dico proposta - credo che qui si debba garantire un impegno comune da parte di tutte le forze politiche che si esprimono all'interno del Consiglio regionale.
Il Governo si deve impegnare affinché si modifichi la legge finanziaria, poiché ancora oggi è possibile, e al Governo si devono chiedere risposte adeguate alle esigenze del Piemonte e alle necessità dei piemontesi. Questo si può ottenere con l'impegno di tutti, però ognuno nel proprio ruolo e in ruoli distinti. Voi siete Governo a Roma e opposizione nel Consiglio regionale del Piemonte; noi siamo Governo in Regione Piemonte e opposizione nel Parlamento nazionale. Quindi voi dovete fare in sede politica le pressioni nei confronti della maggioranza che sostiene il Governo Amato. Sono sicuro che, qualora dovesse arrivare in Parlamento un provvedimento recepente questo spirito, di rispondere alle esigenze reali del Piemonte, non mancheranno certo i voti della Casa delle Libertà.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cattaneo.
Devono ancora intervenire i Consiglieri Rossi e Brigandì, dando la precedenza a quest'ultimo perché era iscritto da molto prima.
Collega Brigandì, mancava la sua presenza fisica e ciò era già motivo di ambascia! Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Mi hanno detto che c'erano dei Consiglieri preoccupati sull'eventuale sorte del mio segretario di Partito.
Presidente, intervengo brevemente per illustrare alcune considerazioni sull'ordine del giorno che è stato presentato dal mio intero Gruppo, e dico 'intero Gruppo' perché su quest'ordine del giorno il Presidente Cota, non in veste di Presidente, ma in qualità di...



PRESIDENTE

Consigliere Brigandì, mi consenta di sollecitare l'attenzione dei Consiglieri e la compostezza delle strutture di supporto.



BRIGANDI' Matteo

Dicevo, la rilevanza di quest'ordine del giorno è data dal fatto che il nostro Consigliere Cota, che riveste anche la carica di Presidente del Consiglio, ha lasciato il banco della Presidenza per esprimere le proprie considerazioni sull'argomento in oggetto.
E' evidente che la questione dell'alluvione è grave; è un problema che dobbiamo valutare se considerarlo eccezionale oppure se, dato il suo continuo ricorrere, possa essere considerato normale.
E' certo che sono intervenuti tutto un insieme di fattori non comuni quali, ad esempio, una bassa pressione che ha investito l'Italia per un certo periodo di tempo. Però è altrettanto certo che ci sono delle considerazioni dalle quali dipendiamo che devono essere portate avanti. E' evidente che non siamo in grado di influire sul buco dell'ozono, ma è altrettanto ovvio che, in occasione dell'alluvione del '94 sono stati stanziati dei fondi che sono stati adoperati per il rifacimento di alcune strutture, queste strutture hanno tenuto.
E' evidente che quando queste strutture non sono state fatte, il fiume è esondato, anche in punti di estrema pericolosità. Sottolineo che Trino era sotto l'acqua, e a Trino c'erano le note scorie radioattive, che temo siano ancora lì.
Ora c'è un insieme di provvedimenti da prendere: il primo provvedimento deve essere indirizzato ai soggetti che devono sopravvivere, attraverso un risarcimento del danno; il secondo provvedimento serve per il ripristino delle strutture danneggiate, mentre il terzo, di tipo economico, serve a mettere in sicurezza il bacino del Po.
Com'è stato chiaramente ribadito dall'accuratissima relazione del Presidente Ghigo, i danni alle opere pubbliche sono stati valutati approssimativamente in 8.000 miliardi. Vi sono altresì ulteriori necessità di intervento per un ammontare di circa 7.000 miliardi per rimettere tutto insieme. Che io sappia, a fronte di queste necessità impellenti, il Governo è intervenuto con 2.700 miliardi. Io capisco che per le persone normali come noi tutti siamo, non c'è differenza fra dieci miliardi, cento o mille perché non li abbiamo mai visti tutti insieme. Ma è evidente che in un'ipotesi dove i danni si contano a decine di migliaia di miliardi, la differenza fra mille, diecimila e ventimila c'è, esiste.
Nella danza dei numeri che c'è stata per cercare di quantificare il danno e per stabilire come il Governo debba intervenire, non vi è certezza.
Le uniche certezze sono che l'alluvione è stata peggiore di quella precedente, e che per quella precedente il Governo ha stanziato 30.000 miliardi.
Allora mi pare evidente, con una logica aristotelica ineccepibile, che il Governo deve impegnarsi quantomeno a ristanziare la stessa cifra che aveva stanziato la volta scorsa, anche se la volta scorsa, seppur stanziata, non tutta è stata devoluta. E' proprio a causa di questa mancanza di devoluzione della somma che probabilmente i danni oggi sono ancora più seri e più gravi.
Abbiamo pertanto redatto quest'ordine del giorno affinché l'intera Regione Piemonte prenda una posizione specifica in riferimento alla prossima finanziaria che deve essere varata a Roma, per essere certi che il Piemonte abbia uno stanziamento uguale a quello del '94. Grazie Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Brigandì.
La parola al Consigliere Oreste Rossi.



ROSSI Oreste

Interveniamo di nuovo su un qualcosa che può anche stufare magari le persone che non sono direttamente interessate; sappiamo che quando si parla troppo di un qualcosa, in effetti a volte si ottiene il risultato contrario, di far odiare alle persone i problemi degli altri. Tuttavia il "fatto alluvione" è un qualcosa che non rappresenta più l'evento eccezionale, ma un evento che ormai si ripete abitualmente.
Abbiamo appena passato la disastrosa alluvione del 15, 16 e 17 ottobre e ci risiamo di nuovo con altri eventi alluvionali, che è vero che hanno provocato un danno minore, ma per le persone che si sono trovate il metro e mezzo di acqua e fango in casa, anche se numericamente sono minori della precedente alluvione, è esattamente la stessa cosa. Questa gente va trattata allo stesso modo. Io parlo sono per la provincia di Alessandria dove sono straripati il torrente Grua, lo Scrivia, il Borberes, il Rio Rovassina. Proprio stamattina ho chiesto all'Assessore Cavallera, dopo averlo incontrato anche ieri sera nella riunione dei Sindaci, un intervento pressante sul Governo, affinché nel Decreto Soverato, o comunque nel decreto collegato che sarà varato per gli eventi alluvionali di ottobre siano ricompresi anche quelli del mese di novembre.
Devo riconoscere che l'Assessore Cavallera si è impegnato a muoversi in questo senso, come d'altronde aveva già dichiarato anche ieri sera, e di questo gliene va merito. Dobbiamo pretendere che tutti coloro che sono stati danneggiati siano risarciti allo stesso modo, perché devono essere considerati tutti cittadini di serie A.
Il fatto importante di cui dobbiamo tener conto è che dobbiamo lavorare in prevenzione e non in emergenza, come purtroppo avvenne nel '94. Abbiamo speso migliaia di miliardi e ci siamo resi conto che molti di questi miliardi non sono serviti, perché tanti ponti ricostruiti sono ricaduti tanti argini rifatti hanno tenuto male, altri ancora non sono stati completati. Furono investiti moltissimi soldi, che diedero delle rese inferiori sicuramente a quelle previste. Questo non deve più succedere.
Quando si dice che la colpa è del Governo che stanzia pochi soldi è vero, il Governo ha stanziato pochi soldi. Dovrà stanziarne degli altri, ma dovrà altresì realizzare un piano di investimenti pluriennale per l'alluvione, perché non possiamo limitarci a dire che il Governo stanzia 2.600 miliardi per l'alluvione; dovrebbe esserci un piano ragionato: stanzia per il 2000, per il 2001, per il 2002 e per il 2003, perché uno stanziamento immediato di soldi, comporta la loro spesa per gli interventi di emergenza. Tuttavia, nei prossimi anni, quando dovremo andare a fare tutti gli altri interventi, come è successo nel 1994 (allora, però, i soldi erano stati distribuiti su un piano pluriennale), non sapremo dove andare a reperire i fondi.
Ovviamente non si può dire che l'alluvione è avvenuta per colpa del Governo, ma dobbiamo andare a vedere chi doveva fare gli interventi.
In Italia - lo diceva prima il collega Botta - abbiamo troppi enti competenti sulla medesima cosa. Può anche essere una cosa positiva: più teste ragionano meglio di una, ma quando una testa si gira da una parte e l'altra dalla parte opposta, le cose non funzionano più. E' il caso dell'Autorità di bacino e del Magistrato per il Po.
Prendiamo, ad esempio, la situazione del fiume Po: è un classico.
Perché non sono state concesse le escavazioni in alveo non indiscriminate io sono contrario alle escavazioni indiscriminate! - o i disalvei per togliere le isolette inutili, dove sono inutili, lungo il fiume? Perché non è stata tolta la ghiaia, dove è accumulata e non dovrebbe esserci, lungo il fiume? Perché non sono stati tolti gli alberi che crescono nel mezzo del fiume? Uno degli ordini del giorno riguarda il caso dell'isola di San Antonio dove il Po è straripato. Su un ponte, i cui lavori di ristrutturazione sono terminati nel 1998, quattordici arcate su ventuno sono completamente ostruite da ghiaia e da alberi alti fino a dodici metri, attaccati ai piloni del ponte in mezzo alle arcate. E' evidente che l'acqua non poteva passare.
In questo caso, però, ci deve essere un responsabile, perché qualcuno quelle piante le doveva togliere! Qualcuno quella ghiaia la doveva togliere! Dopo il 1994 abbiamo fatto esclusivamente spostamenti di ghiaia.
L'Autorità di bacino ha autorizzato a togliere la ghiaia dove ce n'era troppa e a metterla dove ce n'era meno. E' un lavoro che si è dimostrato per fortuna, inutile, perché se fosse stato utile oggi non saremmo a piangere nuovi danni.
Bisogna cambiare registro! Se questi tecnici hanno sbagliato a fare i calcoli, vanno mandati a casa. Se il politico sbaglia, non viene più votato dagli elettori; invece, se un tecnico sbaglia e non fa bene il suo lavoro continua a percepire il suo stipendio e a rimanere dov'è. Questo non è giusto! Il Magispo cosa ha detto e come si è difeso ieri sera? Si è difeso dicendo che, purtroppo, dispone di poco personale, ossia che dispone solo del 22% del personale che dovrebbe avere alle sue dipendenze. In questo caso, è ovvio che vi è la responsabilità del Governo, perché il Magispo è del Governo. Il Governo non ha voluto fare prevenzione, perché se il Magispo ha solo il 22% del personale di cui dovrebbe disporre non è in grado di operare come dovrebbe. Se il Governo non vuol far funzionare il Magispo e l'Autorità di bacino, li sciolga e dia queste competenze interamente, per quanto riguarda il bacino del Po, ad un organismo sovraregionale che comprende le Regioni interessate.
Se, invece, riguardano corsi d'acqua interni alle regioni, dia queste competenze alle Regioni interessate. Mi sembra molto semplice! Non è accettabile che si mantenga l'organismo responsabile della regimazione idraulica del fiume Po con il 22% del personale che dovrebbe avere. Questa è una responsabilità del Governo! La richiesta di quest'ordine del giorno è che, in primis, si deve istituire una Commissione d'inchiesta di Consiglieri regionali, che supportati ovviamente da tecnici, verifichino qual è la reale situazione del nostro territorio e vadano a vedere con i loro occhi cosa c'è che non funziona e quali sono gli interventi più urgenti da fare, perché - lo ripeto - dei tecnici ci siamo già fidati abbastanza.
Abbiamo visto che molte volte i tecnici fanno ottimi interventi, altre volte non li fanno e altre volte li fanno male. Vogliamo una volta tanto rispondere anche personalmente di quello che viene fatto sul nostro territorio? Vogliamo fare una Commissione d'inchiesta di Consiglieri di maggioranza e di minoranza, in modo che tutti abbiano la parola e supportati da tecnici, vadano a vedere con i loro occhi i problemi del nostro territorio? Vogliamo andare a prendere in mano gli atti, perché, ieri sera, a questa bella riunione c'era l'Autorità di bacino, c'era l'ANAS, c'era ovviamente la Regione, ma tutti si "palleggiavano" le responsabilità.
Vogliamo andare a vedere, dall'inizio alla fine, dove si è fermato il meccanismo? Perché alcuni argini che dovevano essere costruiti non sono stati fatti? Perché si sono fermati determinati lavori? Perché non hanno pulito determinati ponti? Perché non hanno aperto i fori di accesso sulle strade statali che invece nel progetto dovevano essere aperte? Andiamo a vedere chi ha sbagliato una volta per tutte! Facciamo una "bella" relazione alla Giunta, che potrà dibatterla in Consiglio e mandarla agli organi competenti, insieme alle idee per cambiare lo stato delle cose.
Inoltre, dobbiamo, oltre a far funzionare il sistema idraulico del territorio, sistemare il territorio. Le Province di Trento e Bolzano spendono ogni anno centinaia di miliardi per mantenere sul territorio anche nelle Comunità Montane e nei piccoli comuni disagiati, degli agricoltori professionali che non ricavano dalla terra ciò che gli permette di vivere, ma che, grazie a particolari contratti (chiamiamoli integrazioni salariali o contratti d'area), sono in grado di avere un reddito dignitoso e di vivere. In cambio, contribuiscono alla pulitura del territorio.
Assumendo questa linea, non avremmo più l'arrivo nei fiumi, quindi alla fine del Po, di una massa d'acqua enorme, perché con una regimazione idraulica come si deve, con una pulitura dei prati, dei boschi, dei fossi e dei canali, tanta acqua si fermerebbe in quota e filtrerebbe nel terreno.
In più, non arriverebbe nei fiumi la montagna di tronchi di alberi morti di bidoni di plastica e di altri pasticci che, fermandosi contro gli alberi vivi e sulle isolette in mezzo ai fiumi, formano delle dighe che innalzando il livello dell'acqua, provocando la rottura degli argini o la tracimazione degli stessi.
Noi, come Lega Nord, abbiamo pronta una proposta di legge in questo senso, che va a tutelare i piccoli comuni, gli agricoltori professionali o chi si dedicherebbe volontariamente, ovviamente in cambio di una integrazione economica, a lavorare sul territorio. Presenteremo questa proposta di legge entro la fine della settimana e ci auguriamo che possa avere un seguito reale.
Credo sia fondamentale e importante, a parte le eque richieste di fondi al Governo, l'istituzione di una Commissione, che può essere una competenza che sia assume la Giunta o il Consiglio, di politici che, insieme ai tecnici, vadano a vedere qual è la situazione sul territorio, perché non si può continuare in questo modo.
Non possiamo, ogni volta che piove, far scappare la gente da casa farla salire ai piani alti, farla alloggiare in scuole adibite all'ultimo momento a case di riposo. E' inaccettabile questa situazione, perché la gente così non può vivere, le loro case avranno sempre meno valore.
Non è più accettabile, ogni volta che si verifica una nuova alluvione con danni che si ripercuotono su tutti, che i danni li paghino tutti e non invece chi ha sbagliato!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Il Consigliere Rossi ha fatto più volte riferimento nel suo intervento ad una riunione che si è tenuta ieri sera, a cui ha partecipato la Regione il Magispo ed altre autorità.
Sarebbe opportuno portare a conoscenza del Consiglio che tipo di riunione vi è stata ieri sera, chi è stato invitato e da chi è stata convocata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Non posso che fare alcune puntualizzazioni perché gli argomenti trattati dai colleghi sono tali e tanti che davvero alla fine svierei quella che è l'attesa di tutti per l'o.d.g. del Consiglio regionale di oggi.
Esordisco fornendo qualche informazione.
Per quanto riguarda l'ordinanza di protezione civile che è stata emanata, oggi come oggi è stata coperta con disponibilità per la Regione Piemonte di circa 240 miliardi, per cui noi abbiamo in corso, come aveva detto il Presidente nella sua introduzione, l'erogazione degli acconti ai soggetti danneggiati, siano essi proprietari di casa o inquilini per immobili, oppure conduttori di attività produttive, oppure iscritti comunque al Registro delle imprese della Camera di Commercio, compresi quindi gli agricoltori. Si tratta ovviamente di un primo acconto e riteniamo che a questo dovrà seguire (seguirà senz'altro) quanto previsto dal decreto legge n. 279 che, nel frattempo, è stato già convertito in legge da un ramo del Parlamento e attende la definitiva conversione da parte della Camera che mi auguro possa avvenire tempestivamente.
Quindi, da un certo punto di vista, il quadro normativo è stato delineato, non è totalmente soddisfacente per alcuni aspetti, in particolare tutti i temi dell'agricoltura non hanno avuto adeguato riscontro nel cammino al Senato. Qui i casi sono due: o si trovano delle soluzioni alla Camera e poi il provvedimento deve tornare al Senato, oppure si ipotizza, come io credo possa essere utile, un eventuale provvedimento integrativo per le Regioni del centro-nord, naturalmente quando saranno conosciuti gli stanziamenti che la finanziaria potrà recare. Sotto questo profilo noi stiamo lavorando per individuare quelle che sono le questioni ancora da porre e il dibattito di questi giorni è stato utile perché ha dato veramente indicazioni precise.
Per quanto riguarda la strategia, durante il dibattito svoltosi nella scorsa seduta qualcuno aveva chiesto "quali sono in sostanza gli obiettivi che si intendono perseguire e quali sono le strategie a cui la Giunta regionale desidera improntare la sua azione?".
Noi, prima di tutto, poniamo la questione del ritorno alla normalità il più presto possibile. Sappiamo quanto sia importante non scoraggiare né i singoli né le imprese che devono riprendere le attività, sia quelle a carattere famigliare o di piccole attività, sia le grosse imprese che sono state colpite. Noi sappiamo quanto sia pericoloso questo fatto perché la grande impresa oggi ha possibilità di insediamento a vasto raggio, quindi bisogna ovviamente essere in grado di conciliare la messa in sicurezza del territorio, con i provvedimenti che in qualche misura tendono a contribuire alla riparazione dei danni ed al mantenimento dell'attività in loco.
Faccio presente che non sono provvedimenti di indennizzo, bensì di ricostruzione; si tratta quindi di provvedimenti che favoriscono essi stessi il mantenimento delle attività nel Comune, poi ovviamente si apre la discussione di come e dove ricostruire e questo è l'aspetto che voglio trattare come secondo punto di attenzione da parte nostra.
A differenza del '94, quando non avevamo piani di riferimento a livello di bacino, oggi questi piani ci sono: c'è il piano delle fasce fluviali e c'è il piano dell'assetto idrogeologico, tant'è che noi non abbiamo inventato nulla, siamo andati a prendere il piano dell'assetto idrogeologico, che aveva compiuto uno studio in tutta la nostra Regione e aveva individuato in circa 7.000 miliardi gli interventi per la messa in sicurezza del territorio (circa 3.900 miliardi per i versanti e il reticolo minore, quello di media e alta valle, e 3.100 miliardi per la sistemazione dei corsi d'acqua di fondovalle e per la manutenzione). E' chiaro che qualche collega qui ha messo in campo una dinamica completamente diversa che dobbiamo perseguire. Probabilmente occorre una rivoluzione copernicana da un punto di vista complessivo, perché bisogna fare in modo che l'attenzione alla difesa del suolo non sia solo un iceberg che emerge solo quando ci sono certi eventi, ma diventi veramente una costante di tutta la nostra attività.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Collega Chiezzi, mi scusi, ma nel momento in cui si dà atto di un approccio, da parte di molti, costruttivo, realistico e pragmatico a questo problema, é necessario respingere aprioristicamente un'opposizione a realizzare qualsiasi infrastruttura, tanto più che queste infrastrutture sono utili proprio all'ambiente in generale, perché non dimentichiamo che se andiamo al di là delle Alpi (così almeno leggiamo sui giornali) troviamo una grossa spinta perché diminuisca il traffico automobilistico e venga potenziato quello ferroviario.
E' chiaro che allora le infrastrutture devono avere, secondo me, due tipi di verifiche: la prima sulla loro indispensabilità e credo che questo sia la famosa "opzione zero" che sta alla base di qualsiasi valutazione di impatto ambientale. Dopo si fa la verifica sul territorio. Una volta che abbiamo discusso e abbiamo deciso se farle, dobbiamo discutere come fare.
Ora la discussione qui è aperta; io condivido anche l'osservazione secondo la quale gli eventi che abbiamo vissuto impongono magari di rimeditare questi piani, rivedere le portate di progetto. Non a caso il collega Botta faceva riferimento al nodo idraulico di Casale, ma nella nostra Regione di nodi idraulici critici ce ne sono parecchi, cito Ivrea, cito Torino, cito Vercelli: tutte realtà che devono trovare la loro soluzione in tempi rapidi. Quindi noi abbiamo una strategia: avendo alle spalle un lavoro già fatto in sede di Autorità di bacino, molte volte oscuro ed anche contrastato perché ritenuto esclusivamente apportatore di vincoli, oggi dobbiamo metterlo a frutto. Dobbiamo far sì che quello che è previsto all'interno di questi piani possa essere attuato attraverso un programma realistico. E allora ecco che gli stanziamenti che vengono preannunciati sono insufficienti, non solo per l'aspetto della ricostruzione in quanto tale, ma proprio per la necessità di dare attuazione a piani che sono stati approvati.
Sotto questo profilo io credo che ci debba essere, e lo auspico, una convergenza di carattere generale all'interno del Consiglio, proprio per far sì che vengano soddisfatte le esigenze della nostra Regione, che è una Regione collocata nella testata del bacino del Po, quindi una Regione assolutamente strategica per la formazione dell'onda di piena: una Regione che, più di altre, a mio avviso, ha assolutamente bisogno di questi interventi. Le opere che sono state prefigurate dai colleghi, molti dei quali hanno parlato con riferimento a realtà locali, sono tutti validi e condivisibili. Bisogna a mio avviso fare in modo che, nell'immediato quello che è stato previsto per il 15 ottobre venga esteso a tutte le calamità. Ieri ho chiesto personalmente alla Protezione civile di individuare questo evento nel centro-nord come evento di settembre ottobre, novembre. Non dobbiamo porre dei limiti burocratici, se l'evento è avvenuto un giorno piuttosto che un altro, io credo che sia stata la stagione delle grandi piogge e questo ci deve far riflettere, ma deve anche essere un'occasione per promuovere organicamente gli interventi. Se così non fosse, saremmo impossibilitati di intervenire in modo razionale, perch da un lato è consentito, dall'altro non sarebbe consentito.
Qualcuno ha chiesto che cosa si è fatto nel frattempo. Oltre ovviamente all'operatività degli uffici che io desidero ringraziare (l'ho fatto anche per iscritto), i tecnici regionali che hanno operato a pieno tempo in un mese senza limite di orario, ma devo dire che io ho attivato anche una serie di riunioni con i Sindaci su tutto il territorio regionale e l'operazione è ancora in corso, non è completamente finita. In questo ambito doveva esserci ieri sera una riunione con Sindaci, Magistrato per il Po e ANAS, per esaminare alcune questioni intorno ad Isola Sant'Antonio.
Poi la riunione si è presentata in modo diverso; io ero colui che ha fatto gli inviti, ma la riunione si è presentata come un'assemblea aperta.
Democraticamente, non ho avuto nessuna difficoltà a far sì che la discussione avvenisse "coram populo", però credo sia giusto precisare ai colleghi che, in linea di massima, in questa fase, noi puntiamo a delle riunioni operative, che abbiano il risultato - una volta tornati a casa di sapere cosa fa il Magistrato del Po, cosa fa il Genio civile regionale cosa fa l'ANAS, ecc. Quindi, non si trattava assolutamente di riunione pubblica, anche se poi le cose hanno cambiato un po' aspetto.
Per concludere, in merito agli ordini del giorno intervengo su alcuni aspetti che possono riguardare la Giunta. La stragrande maggioranza di questi documenti devono essere valutati dai Capigruppo, anche attraverso la lente delle strategie politiche complessive del Consiglio. Desidero ringraziare il Presidente del Consiglio per l'attenzione che ha prestato in questo mese, sostenendo la nostra attività con presenze significative sul territorio, così come molti colleghi intervenuti ai vari incontri nelle Prefetture.
Rispondendo al collega Angeleri, dico solo che la nomina del Commissario dovrebbe considerarsi superata, perché si è adottato un sistema di lavoro che prevede, all'interno dell'ordinanza, l'individuazione chiara delle cose da fare, mentre in passato si nominava il Commissario, che organizzava tutto. Essendo "in ballo" parecchie Regioni, è necessario garantire il coordinamento operativo ed agire tutti allo stesso modo soprattutto per quanto concerne i benefici e gli interventi rivolti all'esterno. Si lavora dunque con un'ordinanza articolata e una direttiva operativa. Per cui inviterei il collega Angeleri a ritirare questo ordine del giorno, in quanto lo ritengo superato così come altri documenti.
Per quanto riguarda la proposta del collega Rossi sulla Commissione, a mio giudizio, potrebbe occuparsene la Commissione competente che, nel caso specifico, credo sia la II o la V (ma lo stabilirà il Presidente del Consiglio). Credo che, avendo già otto Commissioni, se ne facciamo ancora una rischiamo, come Giunta e come funzionari della stessa, di essere impossibilitati a trovare il tempo e il modo di agire. E' sufficiente dunque porre quei problemi nella Commissione e far sì che la Commissione si interessi di questo caso.
Ritengo di rimandare a successive occasioni approfondimenti più puntuali e quindi mi rimetto al giudizio sugli ordini del giorno che daranno i Capigruppo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore Cavallera, e mi permetto di farlo a nome di tutti i Consiglieri per il lavoro che ha prestato in questi giorni.
E' stata presentata una serie di ordini del giorno. Non so se vengono mantenuti o meno, quindi procederei alla lettura per verificarne la validità.
ordine del giorno n. 110, "Stato di calamità per le Regioni colpite dall'alluvione", presentato dai Consiglieri Brigandì, Cota, Dutto e Rossi Oreste: è considerato superato.
ordine del giorno n. 111, "Alluvione in Piemonte", presentato dai Consiglieri Marengo e Costa: è considerato superato.
ordine del giorno n. 116, "Gestione del dopo alluvione", presentato dai Consiglieri Angeleri e Botta: è considerato superato.
ordine del giorno n. 118, "Interventi in favore del sistema produttivo piemontese dopo la disastrosa alluvione dell'ottobre 2000", presentato dai Consiglieri Salerno, Botta Marco, Mancuso Valvo e Ghiglia.
ordine del giorno n. 121, "Esondazione fiume Po in Isola Sant'Antonio" presentato dai Consiglieri Rossi Oreste, Cota, Brigandì e Dutto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

A noi andrebbe bene la proposta dell'Assessore Cavallera, inserendo da qualche parte - eventualmente nell'altro nostro ordine del giorno e ritirando questo - il fatto che si incarica ufficialmente la Commissione ambiente di effettuare un monitoraggio sul territorio e le zone a rischio idrogeologico, nonché una valutazione dei ritardi sui lavori che ci sono stati nel dopo-alluvione o che ci saranno.



ROSSI Oreste

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



ROSSI Oreste

Lasciamoli tutti e due, perché sono due concetti diversi.



ROSSI Oreste

Oppure, si potrebbe sostituire l'impegno in questo modo; se vuole le preparo subito un emendamento all'ordine del giorno, concordandolo con i colleghi firmatari.



PRESIDENTE

Personalmente posso raccogliere la raccomandazione ed assumermi...



ROSSI Oreste

Non è una raccomandazione: è un incarico alla Commissione ambiente.



PRESIDENTE

Con quest'impegno, l'ordine del giorno n. 121 è da considerarsi superato.
Nel mentre, proseguo con la lettura degli ordini del giorno.
ordine del giorno n. 123, "Interventi particolari per risollevare l'economia delle imprese piemontesi dopo l'alluvione del 13-16 ottobre" presentato dai Consiglieri Toselli e Cattaneo: è superato.
ordine del giorno n. 124, "Interventi a favore del quotidiano Torino Sera dopo l'alluvione del 13-16 ottobre 2000" presentato dai Consiglieri Deorsola, Mercurio, Bolla e Galli: è mantenuto.
ordine del giorno n. 125, "Interventi post-alluvione per la viabilità al confine tra la Provincia di Vercelli e la Provincia di Torino", presentato dai Consiglieri Pedrale, Bussola e Botta Marco: è mantenuto.
ordine del giorno n. 143, "Pulizia dei fiumi", presentato dai Consiglieri Dutto, Brigandì, Cota e Rossi Oreste: è mantenuto.
ordine del giorno n. 144, "Progetti della Ferrovia Torino-Lione e dell'autostrada Cuneo-Nizza", presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: è mantenuto.
ordine del giorno n. 145, "Eventi alluvionali", presentato dai Consiglieri Cota, Dutto, Brigandì e Rossi Oreste: è mantenuto.
ordine del giorno n. 149, "Estensione del 'Decreto Soverato' alle zone della provincia di Alessandria interessate dagli ultimi eventi alluvionali", presentato dai Consiglieri Botta Marco, Bussola, Bolla e Rossi Oreste: è mantenuto.
ordine del giorno n. 152, "Entità dei rimborsi per i prodotti agricoli andati perduti durante l'alluvione dell'ottobre 2000", presentato dai Consiglieri Riba, Muliere, Ronzani, Marcenaro e Manica: è mantenuto.
ordine del giorno n. 153, "Insufficienza stanziamenti previsti dal Governo centrale per danni prodotti dalle alluvioni", presentato dai Consiglieri Ghiglia, Cattaneo, Valvo, Botta Marco, Cota, Rossi Giacomo Angeleri, Dutto, Costa Rosa Anna e Deorsola: è mantenuto.
ordine del giorno n. 154, "Auspicati provevdimenti del Governo centrale per ricostruire l'economia e le infrastrutture della Regione Piemonte dopo l'alluvione dell'ottobre 2000" presentato dai Consiglieri Marcenaro Muliere, Caracciolo, Tapparo, Riba, Manica, Placido, Suino, Giordano Saitta e Di Benedetto: è mantenuto.
Sospendo per qualche minuto la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 16,05 riprende alle ore 16,08)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Consiglieri Brigandì e Rossi Oreste, recependo il vostro ordine del giorno, invierò una lettera alla Commissione consiliare competente invitandola ad avviare un'indagine conoscitiva.
Successivamente, la Commissione consiliare, dopo avere fatto l'indagine, predisporrà una relazione che sottoporrà all'Ufficio di Presidenza, il quale l'approverà.
Sto parlando dell'ordine del giorno n. 121.
La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

E' fondamentale fare i sopralluoghi, ma anche verificare dov'è il punto in cui si ferma l'intervento, cioè verificare l'iter dei progetti da quando il sindaco fa la richiesta d'intervento a quando e dove si ferma l'autorizzazione, quindi l'intervento non viene fatto. E' importante capire dove sono i nodi degli interventi sulle aste fluviali e segnalarli alla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Con questo ordine del giorno si delega la Commissione ambiente, e su questo siamo d'accordo. Quindi, si ritira l'ordine del giorno n. 121 e si mantiene soltanto la parte di delega alla Commissione ambiente per fare questo lavoro. E' così?



PRESIDENTE

Si ritira tutto, tranne l'ordine del giorno n. 118.
Non essendoci altre richieste di parola, dichiaro chiusa la discussione.
Pertanto, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 118.



(Nel corso della votazione mediante procedimento elettronico emergono problemi di natura tecnica che ne ostacolano l'effettuazione)



PRESIDENTE

Dal momento che il dispositivo di votazione elettronica non funziona correttamente, pongo in votazione per alzata di mano l'ordine del giorno n.
118, presentato dai Consiglieri Salerno, Botta Marco, Mancuso, Valvo e Ghiglia, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte preso atto della gravissima calamità che ha colpito la Regione a partire dal 16 ottobre con le piene dei fiumi e torrenti, dei danni subiti dalle popolazioni, dagli impianti civili ed industriali, dal sistema produttivo piemontese in generale e di quelli provocati alle vie di comunicazione (rete stradale e ferroviaria) dell'enorme disagio causato ai cittadini alluvionati per l'interruzione per diversi giorni dei servizi primari quali l'energia, l'acqua, il gas, il telefono ecc preso atto altresì delle difficoltà e delle gravi perdite subite in termini di ordini e di fatturato da parte della realtà imprenditoriale piemontese e degli immani sforzi che essa dovrà affrontare per il recupero integrale del ciclo economico ordinario gravemente interrotto dall'avvenimento alluvionale considerato inoltre l'estrema necessità di adottare interventi specifici ed urgenti per fronteggiare l'emergenza e le gravi conseguenze da essa derivate, visto l'altissimo rischio che la Regione Piemonte perda competitività che, nonostante l'ordinanza del 18 ottobre u.s. emanata dal Ministro dell'Interno, non pare ancora individuato con precisione il percorso amministrativo a cui attenersi scrupolosamente per ritenere regolare la denuncia di risarcimento, che i danneggiati, imprese e privati, devono presentare per ottenere i finanziamenti impegna il Presidente della Giunta regionale ad intraprendere ogni possibile iniziativa volta a promuovere presso il Consiglio dei Ministri, nelle specifiche persone del Presidente del Consiglio e dei Ministri alle Finanze, al Lavoro ed al Tesoro, quegli interventi indispensabili al fine di fornire certezze e garantire al sistema produttivo piemontese il suo pieno recupero quali: l'immediata emanazione di norme procedurali e di istruzioni amministrative circa il contenuto delle denunce di risarcimento in ordine a: 1. caratteristiche dell'autocertificazione 2. obbligo di allegati (perizie, fatture e referti fotografici) 3. trattamento dell'I.V.A. per i privati l'estensione della moratoria per i versamenti contributivi previsti dall'art. 5 della suindicata ordinanza anche a tutti i versamenti fiscali delle imprese, non limitandolo alla sola funzione di sostituto d'imposta ma anche per quelli a qualunque titolo (rateazione Irpeg, Irap) estendere la moratoria prevista dall'art. 5, a tutti i procedimenti amministrativi non solo in materia fiscale, bensì anche in quella fallimentare ed ordinaria assicurare la celerità e l'immediatezza dell'erogazione dei fondi, così come previsto dall'ordinanza ministeriale e dalle varie volontà espresse".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 124, presentato dai Consiglieri Deorsola, Rosa Anna Costa, Gallarini, Bolla, Albano, Galli Ferrero e Marengo, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale constatato che la tragica alluvione dei giorni 15 e 16 ottobre 2000 ha causato ingentissimi danni al Piemonte verificato che anche alcune zone della città di Torino sono state gravemente colpite e che, a causa del pericolo di crollo dell'edificio ex Teksid, che insiste sulle sponde del fiume Dora, la redazione di via Cigna del quotidiano "Torino Sera" è stata forzatamente evacuata tenuto conto che tale obbligo di evacuazione ha impedito ed impedisce tuttora la normale attività lavorativa e redazionale del quotidiano considerato che l'inattività lavorativa impedisce non solo il servizio di informazione quotidiano, ma anche, e soprattutto, una possibile attività di informazione sull'emergenza da parte del quotidiano stesso impegna il Presidente e la Giunta regionale ad intervenire presso le competenti autorità, in modo sollecito, per garantire, così, la sopravvivenza dell'iniziativa editoriale stessa e nondimeno, per evitare la possibile perdita di posti di lavoro." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 125, presentato dai Consiglieri Pedrale, Bussola e Botta, il cui testo recita: Il Consiglio regionale rilevato che l'evento alluvionale di ottobre 2000 ha evidenziato la necessità di un intervento strutturale sulla viabilità del territorio vercellese, casalese e torinese nella zona di confine fra la provincia di Vercelli e quella di Torino constatato che in particolare la strada statale 31 bis Casale-Chivasso e la strada provinciale Desana-Trino sono state fortemente danneggiate dalla recente alluvione accertato che la statale 31 bis, che scorre lungo l'asta fluviale del Po, necessita di urgenti interventi di rifacimento, consolidamento ed allargamento della sede stradale in particolare del tratto che va da Casale Popolo a Crescentino, passando attraverso i Comuni di Morano Po, Trino Vercellese Palazzolo e Fontanetto in particolare, a Morano Po e a Trino è indifferibile prevedere la realizzazione di una circonvallazione che aggiri gli agglomerati urbani delle due città, in questo modo si faciliterebbe anche la ricollocazione di alcune attività produttive più a nord di Trino e di Morano Po rispetto agli attuali insediamenti che sono troppi vicini all'area esondabile del fiume Po.
rilevato altresì che è indispensabile il rifacimento ed allargamento del ponte sulla Dora Baltea (denominato ponte Sant'Anna) in territorio della provincia di Torino al confine con quella di Vercelli, che presenta una sede stradale così stretta da impedire il passaggio contemporaneo di due autocarri sottolineato che questa grave carenza del suddetto ponte sulla Dora Baltea ha provocato negli ultimi anni ripetuti incidenti anche mortali constatato inoltre che la strada statale Vercelli Trino nel tratto tra Desana e Trino necessita di un allargamento della sede stradale ora troppo stretta e del rifacimento del ponte sulla "Gardina" seriamente lesionato dall'alluvione ritenuto che i suddetti interventi investono una particolare importanza perch consentirebbero una più rapida ripresa economica per le zone vercellesi e casalesi così duramente colpite dall'alluvione impegna il Consiglio e la Giunta regionale ad attivarsi presso l'ANAS, le Province di Alessandria, Vercelli e Torino e i Comuni interessati, affinché i sopraddetti interventi viari siano inseriti nel piano regionale straordinario della viabilità post-alluvione inoltre conoscendo i disagi che vivono i pendolari della linea ferroviaria Chivasso Casale Monferrato, i quali hanno visto allungarsi i tempi di percorrenza a seguito della chiusura della tratta dopo l'alluvione e della conseguente entrata in servizio degli autobus sostitutivi impegna il Consiglio e la Giunta regionale ad attivarsi presso le Ferrovie dello Stato affinché il ripristino di detta linea possa avvenire nei tempi più rapidi possibili." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 37 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 143, presentato dai Consiglieri Dutto, Brigandì, Cota e Rossi Oreste, il cui testo recita: "Premesso che: gli eventi alluvionali verificatisi dal 1994 ad oggi, hanno evidenziato che una delle cause accertate di aggravamento delle conseguenze è costituita dalla presenza negli alvei di grande quantità di materiale legnoso sradicato, particolarmente a ridosso delle isole alluvionali e delle arcate dei ponti questo materiale, trascinato e accumulato dalle piene dei corsi d'acqua forma delle dighe la cui pericolosità è nota pur essendo il materiale legnoso dichiarato "res nullius", in realtà non viene prelevato dai cittadini poiché richiede macchinari atti al recupero e contiene sabbia, ghiaia e pietre che pregiudicano il funzionamento delle motoseghe consapevole di ciò, la comunità montana Valle Stura, d'intesa con i Comuni e l'Assessorato Regionale alla Montagna, dopo gli eventi alluvionali dei giorni 10/14 giugno 2000, aveva predisposto un piano d'intervento per sgomberare il materiale legnoso dell'alveo, accumulandolo in zone di raccolta alle quali potessero accedervi i cittadini interessati al prelievo di detto materiale per utilizzarlo come combustibile da riscaldamento grazie a questa iniziativa, erano state ripulite le aree immediatamente adiacenti ai ponti, mentre tutta l'asta del fiume è ancora interessata dalla presenza di centinaia di quintali di legname.
Considerato che: i fatti evidenziano che i cittadini si dimostrano interessati al prelievo e l'utilizzo del legname presente in alveo soltanto quando esso è preliminarmente raccolto in punti facilmente raggiungibili, dal momento che quasi nessun privato può normalmente disporre delle attrezzature atte al recupero, quali scavatori, pale, mezzi con verricelli e pinze Tutto ciò premesso il Consiglio Regionale impegna Il Presidente e la Giunta regionale affinché mettano a disposizione risorse adeguate per finanziare e predisporre progetti d'intesa con le Province, le comunità montane ed i singoli Comuni, al fine di asportare dagli alvei il legname sradicato rendendone possibile il prelievo da parte della popolazione interessata." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 28 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 144, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Contu e Papandrea, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale dopo l'alluvione che ha colpito la Regione Piemonte, causando grandi perdite di vite umane e danni materiali per migliaia di miliardi sottolineato che nella Regione si sono verificate 1310 alluvioni dal 1918 ad oggi, numero che pone il Piemonte al secondo posto in Italia superato solo dal Veneto la frequenza con cui, negli ultimi anni, si registrano fenomeni alluvionali ha raggiunto livelli elevati di pericolosità ed ha generato grande apprensione tra le popolazioni che vedono torrenti e fiumi tracimare ed invadere le case gli eventi alluvionali degli ultimi anni hanno causato gravi danni all'agricoltura, all'industria ed ai servizi della regione con gravi rischi per la perdita di competitività dell'economia piemontese osservato che è assolutamente necessario adottare nuove politiche in materia di uso del suolo e protezione dell'ambiente per porre un freno alla cementificazione del territorio che è una delle cause dei disastri che si sono verificati in Piemonte occorre verificare tutti i progetti di infrastrutture rispetto a questa alluvione per evitare opere che potrebbero aggravare le conseguenze di altri eventi meteorologici occorre una moratoria su ogni progetto, finanziamento o esecuzione di opere in zone dichiarate esondabili; occorre riparare i danni dell'alluvione con un piano straordinario di occupazione e lavoro rivolto ai disoccupati ed a chi ha perso il lavoro impegna la Giunta regionale ad una immediata verifica dell'attuale progetto relativo alla ferrovia ad alta capacità Torino-Milano, che è prevista su una massicciata alta 6 metri sul piano di campagna, per verificare quali effetti avrebbe prodotto in questa alluvione, dei progetti della ferrovia Torino-Lione e dell'autostrada Cuneo-Nizza con la relativa ipotesi del traforo del Mercantour e di ogni altra infrastruttura progettata, finanziata o in corso di esecuzione a coinvolgere il Consiglio Regionale nella discussione su tali progetti per verificarne la compatibilità ambientale ed evitare l'aggravamento dei danni all'ambiente ed alle popolazioni interessate in occasione di similari eventi meteorici." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 27 contrari e 9 astensioni.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 145, presentato dai Consiglieri Cota, Dutto, Brigandì e Rossi Oreste, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che con riferimento agli eventi alluvionali il governo nazionale ha individuato nel cosiddetto decreto Soverato, ad oggi, unicamente la somma di 2.700 miliardi di lire tale stanziamento si appalesa del tutto inadeguato: i danni che si sono verificati soltanto nella regione Piemonte a privati ed alle opere pubbliche portano ad una valutazione molto approssimativa di almeno 8 mila miliardi oltre al ristoro dei danni si rendono necessari ed indifferibili interventi di messa in sicurezza dei bacini ed infrastrutturali; con riferimento a questo aspetto risulta sia stato predisposto un piano di assetto idrogeologico che prevedeva già la necessità di interventi ammontanti a circa 7 mila miliardi.
tutto ciò premesso il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta ed il Presidente del Consiglio a farsi promotori presso il Governo ed il Parlamento nazionale delle reali esigenze della Regione Piemonte ed a provvedere di conseguenza in sede di legge finanziaria." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 30 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 149, presentato dai Consiglieri Botta Marco, Bussola, Bolla e Rossi Oreste, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale viste le notizie di nuove esondazioni che hanno interessato il territorio dell'Alessandrino, del Tortonese e del Novese considerati i gravi disagi e i danni che stanno interessando le popolazioni e le imprese delle zone in questione chiede l'estensione dei provvedimenti già inseriti nel cosiddetto "Decreto Soverato" così come verrà modificato, alle zone della provincia di Alessandria interessate dagli eventi alluvionali di questi giorni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 39 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 152 presentato dai Consiglieri Riba, Muliere, Ronzani, Marcenaro e Manica, il cui testo recita: "Premesso che la normativa vigente sui danni prodotti dalle calamità naturali (L. 185/92) attribuisce regimi di indennizzo diversi alle produzioni, a seconda che le medesime abbiano caratteristiche di frutti pendenti, prodotti immagazzinati o scorte aziendali alla data dell'alluvione la raccolta del riso e del mais, pur essendo pressoché ultimata, non aveva consentito ad alcune aziende di trasferire in magazzino tutta la produzione, parte della quale, proprio a causa delle condizioni climatiche, poteva essere ancora in fase di trasferimento dall'area di produzione all'area di stoccaggio che il danno subito dai produttori equivale in ogni caso alla perdita totale del prodotto in quanto il cereale andato sommerso è in ogni caso irrecuperabile impegna la Giunta regionale ad operare affinché l'intera produzione di riso e di mais prodotta nei territori alluvionati, che già aveva oltrepassato tutte le fasi della maturazione, sia considerata ai fini del conteggio e della corresponsione degli indennizzi, a tutti gli effetti, scorta aziendale il danno per la perdita di produzione cerealicola nelle zone sommerse dall'alluvione sia conteggiato in base al valore reale delle produzioni e quindi dei danni effettivamente subiti dai produttori pari ai seguenti valori per ettaro: riso L. 3.600.000/h., mais 2.400.000/h., soia 2.000.000/h. pioppeto a piena maturazione decennale L. 30.000.000/h." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 30 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Il successivo ordine del giorno, il n. 153, è presentato dai Consiglieri Valvo, Botta Marco, Cota, Cattaneo, Rossi Giacomo, Angeleri, Deorsola Ghiglia, Dutto e Rosanna Costa. Il Consigliere Ghiglia ha chiesto che la votazione di tale ordine del giorno avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Abbiamo sentito i toni del dibattito di questa mattina ed abbiamo sentito l'intervento del collega Cattaneo nel pomeriggio, in merito all'ordine del giorno.
Se il testo rimane questo ed è corredato dalle motivazioni con le quali è stato corredato - che contravvengono allo spirito di necessaria ed indispensabile solidarietà istituzionale tra le forze, di fronte ad eventi di questo genere - non possiamo fare altro che esprimere un voto contrario al testo, ma soprattutto allo spirito con il quale abbiamo voluto segnare da parte della maggioranza, o quanto meno di una parte di essa, il dibattito su questo argomento in Consiglio regionale.
Rispetto all'intervento del collega Cattaneo, non abbiamo capito se questo abbia dato luogo ad una modifica del testo dell'ordine del giorno o ad una differenziazione rispetto alla parte precedente. Questo è il punto che vorremmo chiarire.
Qualora il testo rimanesse così com'è, non possiamo fare altro che esprimere il nostro voto contrario e la preoccupazione per questo tipo di dibattito, ritenendo l'intervento del Consigliere Cattaneo un tentativo certo lodevole, ma che non ha potuto portare ad alcun risultato, stante l'intransigenza prevalente all'interno della maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Il mio era un intervento sincero di disponibilità.
Forse, a fronte della mia proposta, sarebbero dovute pervenire delle proposte da parte dell'opposizione. Credo che l'aver mantenuto la stessa votazione dell'ordine del giorno immediatamente precedente a questo, sia stata una scelta, da parte dell'opposizione, di rinuncia alla mediazione che avevo proposto.
Diversamente, la mediazione andava certamente fatta prima di porre in votazione l'ordine del giorno. Il Consigliere Marcenaro - non vorrei mettere in bocca ad altri parole che non sono state dette in quest'aula fortunatamente ci sono le registrazioni - intervenuto dopo il Consigliere Ghiglia, ha esordito dicendo: "Noi non avevamo presentato nessun ordine del giorno, ma abbiamo presentato questo in seguito all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza ..."



CATTANEO Valerio

MANICA Giuliana (fuori microfono)



CATTANEO Valerio

Il nostro ordine del giorno non è stato votato. Vi rendete conto che avete votato contro un ordine del giorno sul riso?



PRESIDENTE

Ricordo che l'ordine del giorno a firma del Consigliere Marcenaro e altri, è ancora da votare.



CATTANEO Valerio

Chiedo scusa, ho sbagliato, può succedere.
Se ci sono proposte di integrazione o modifica (certamente non sulla parte deliberativa perché l'impegno rimane quello, l'ho detto prima, e non ho paura di essere smentito; l'impegno del Presidente della Giunta Regionale, che è il legale rappresentante della Regione, di chiedere 9600 miliardi per il Piemonte, è un impegno certamente condivisibile da tutti) le prenderemo in considerazione.
In assenza di una proposta concreta da parte dell'opposizione, non potremo che mantenere l'attenzione e quindi mettere in votazione questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 153, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto della relazione del Presidente della Giunta Regionale, relativa alla recente alluvione che ha devastato intere zone del Piemonte considerato che, nella relazione in oggetto il Presidente Ghigo ha elencato l'entità dei danni subiti dal nostro territorio e, segnatamente, 3.000 miliardi alle attività produttive, 1.500 ai privati; 1.000 all'agricoltura, 2.000 alle O.O.P.P. (più altri 2.000 per mettere le opere in oggetto in definitivo "stato di sicurezza"); 550 alle autostrade, ferrovie, ecc.
considerato inoltre che, agli oltre 10.000 miliardi di cui sopra, occorrerebbe intervenire con ulteriori 7500 miliardi, per l'attuazione di un "piano idrogeologico" atto a garantire la sicurezza , in caso di fenomeni climatici anche di grande rilevanza, del territorio piemontese considerato ancora che, a fronte delle cifre di cui sopra (circa 17.500 miliardi) il Governo Centrale avrebbe deciso di stanziare la cifra di 9.600 miliardi in tre anni per tutte le regioni colpite dall'alluvione dello scorso ottobre considerato infine che tale cifra, anche qualora il Piemonte potesse riceverne il 60%, appare assolutamente insufficiente e addirittura risibile, tenuto conto dei reali e gravissimi danni subiti dalla popolazione e dal territorio piemontese impegna il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo affinché la cifra di 9.600 miliardi sia stanziata solo per la Regione Piemonte e, in ogni caso, a riaprire la trattativa al fine di ottenere somme quantomeno dignitose e sufficienti a coprire la maggior parte dei danni subiti dal Piemonte."



PRESIDENTE

Alla richiesta del Consigliere Ghiglia di procedere alla votazione con l'appello nominale, si associano altri tre Consiglieri.
Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione, per appello nominale, tale ordine del giorno.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 31 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri L'ordine del giorno è approvato.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 154, presentato dai Consiglieri Marcenaro, Muliere, Caracciolo, Tapparo, Riba, Manica, Placido, Suino Giordano, Saitta e Di Benedetto, il cui testo recita:



PRESIDENTE

"Il Consiglio regionale a un mese dall'evento alluvionale che ha così gravemente colpito il territorio e le popolazioni, causando danni alle infrastrutture impegna la Giunta regionale a proseguire, in un rapporto di cooperazione e collaborazione istituzionale con il Governo e con il sistema degli enti locali piemontesi, nell'azione volta ad affrontare sia i residui problemi dell'emergenza, sia le questioni strutturali che l'evento ha riportato con forza in primo piano.
In primo luogo è necessario che l'attenzione sia concentrata sulle azioni ancora indispensabili per ripristinare, in condizioni di sicurezza viabilità e comunicazioni che l'alluvione ha interrotto o rese precarie e insicure e per prevenire, attraverso la urgente realizzazione delle opere necessarie, il pericolo che nei prossimi mesi possano ripetersi, come è avvenuto in passato, gli stessi eventi.
Nello stesso tempo, anche attraverso la predisposizione di nuovi strumenti legislativi che si rendessero eventualmente necessari, è indispensabile garantire un efficace e rapido intervento dello Stato per il risarcimento dei danni subiti dai cittadini e dalle imprese.
L'obiettivo deve essere quello di garantire ai soggetti danneggiati dall'alluvione del 2000 un risarcimento almeno pari per quantità di quello disposto dopo l'alluvione del 1994 nello stesso Nord Ovest, con una particolare attenzione a misure finalizzate a quanti hanno subito per la seconda volta nel giro di pochi anni i danni dall'alluvione.
A questo scopo la legge finanziaria deve mettere a disposizione un volume adeguato di risorse e la Regione, come previsto dall'Ordinanza n. 3090 della Protezione Civile, contribuire alle anticipazioni finanziarie agli Enti locali.
Ma la sfida più importante è quella di realizzare un nuovo sistema di difesa del suolo e di gestione delle risorse idriche, capace di fronteggiare i rischi determinati non solo, dalla fragilità del territorio e da molti anni di incuria, abusivismo e mancanza di strumenti di pianificazione, ma anche da cambiamenti climatici che determinano condizioni di maggior rischio potenziale.
Un programma efficace su questo punto esige che il riassetto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio siano assunti come la principale opera pubblica sulla quale concentrare l'attenzione dall'insieme delle politiche di governo, a livello nazionale e regionale.
In particolare per quanto riguarda il Bacino del Po questa azione di Governo deve muovere: dalla definitiva approvazione in tempi brevissimi del PAI (Piano Assetto Idrogeologico) che fu già predisposto dall'Autorità di Bacino e che prevede un fabbisogno pluriennale stimato in 25.000 miliardi dalla creazione, in sede di Legge Finanziaria, di un Fondo Ordinario Pluriennale che preveda stanziamenti consistenti e certi per il finanziamento dei piani di bacino, al fine di giungere entro tempi ragionevoli, alla messa in sicurezza delle aree già individuate come aree a rischio di dissesto.
Queste risorse dovranno servire di anno in anno, ad attuare i programmi di manutenzione ordinaria, a partire dalle aree fluviali, per ciascun corso d'acqua, introducendo incentivi e sostegni finanziari agli agricoltori alle cooperative giovanili, alle piccole imprese, ai parchi.
Anche nel lavoro di ricostruzione diventa sempre più decisivo che prima di procedere a ricostruire si verifichino le condizioni del territorio e che le infrastrutture trovino collocazioni sostenibili sotto il profilo ambientale.
E' evidente la connessione tra questo ordine di problemi e la definizione di criteri urbanistici ad essi coerenti e dei relativi poteri.
L'economia, la qualità dello sviluppo di un Paese, il suo livello di modernità, di civiltà, di sicurezza dei cittadini, sono sempre di più dipendenti da un buon rapporto con l'ambiente; quando questo rapporto salta è l'intera economia nazionale a bloccarsi e i danni sono talmente ingenti da mettere seriamente in crisi qualsiasi bilancio dello Stato o degli Enti locali: i danni delle ultime 4 alluvioni ammontano a circa 30.000 miliardi due volte le risorse della Legge finanziaria attualmente in discussione. La contabilità ambientale è parte integrante, sempre di più, del bilancio nazionale di un Paese.
Una nuova classe dirigente è tale anche perché, di fronte a catastrofi ripetute e così intense, sa cambiare l'ordine delle priorità: la sicurezza del territorio, dei cittadini, di tanta parte dei nostri Comuni, Province e Regioni, la salvaguardia delle attività economiche e in primo luogo delle piccole e medie imprese così forti ed estese in tutto il Piemonte, sono elementi integranti di una sfida iniziata e da portare a compimento."



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia per dichiarazione di voto.



GHIGLIA Agostino

Dirò soltanto alla fine dei minuti a mia disposizione come il mio Gruppo voterà relativamente a questo ordine del giorno.
Riteniamo che l'ordine del giorno presentato dai colleghi della minoranza (che ha certamente tutta la dignità immaginifica di un documento dove c'è di tutto, dove c'è una sintesi della filosofia e della prevenzione ambientale) dimostra, a nostro avviso, tutta la sua strumentalità perch per dichiarazione stessa di alcuni firmatari, è stato presentato dopo il nostro.
Se noi leggiamo questo documento, il cui impegno per la Giunta pu venire fuori da un manuale di etimologia piuttosto che da un ordine del giorno, sembra quasi un gioco al rialzo. Si dice che servono 25 mila miliardi per questo, 30 mila miliardi per quell'altro e altri 100 mila miliardi per tutto. Questo discorso, a nostro avviso, a cosa punta? A far sì (i colleghi dell'opposizione, ce ne rendiamo conto, hanno qualche difficoltà su questo) che il Governo non prenda impegni neanche sui soldi di oggi e, meno che mai, sui 30 mila miliardi di domani o sui 25 mila di dopodomani. Non è che il documento non sia condivisibile nello spirito, ma è talmente velleitario e vacuo nella sua lunghezza e nel suo peso, che non dice nulla. E' un pannicello caldo rispetto ai problemi immediati che le popolazioni piemontesi patiscono.
Poiché siamo qui per votare gli ordini del giorno e non la filosofia dell'ambiente, il mio Gruppo non partecipa alla votazione di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 154, nel testo letto poc'anzi al Consiglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 16 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Colleghi, innanzitutto volevo fare una prova della votazione elettronica. Votate come volete, ma votate.
Vi ringrazio per la collaborazione.



(Emergono problemi tecnici durante la prova della votazione elettronica)



PRESIDENTE

Sospendo la seduta e convoco la riunione della Conferenza dei Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 16,40 riprende alle ore 17,25)


Argomento: Varie

Chiarimenti della Presidenza del Consiglio in merito al mancato funzionamento del procedimento di votazione elettronica


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Vi informo che la votazione elettronica non ha in precedenza funzionato per due motivi. Primo: l'Assessore Vaglio si è cambiato di posto con l'Assessore Scanderebech. Secondo: pare che il suono dei telefoni cellulari interferisca con l'apparecchiatura della votazione elettronica pregiudicandone il funzionamento.
Invito pertanto i Consiglieri a non usare i telefoni cellulari durante la votazione.


Argomento:

Inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Volevo chiedere, anche facendo seguito alla discussione avvenuta all'interno della conferenza dei Capigruppo, un'inversione dei punti all'o.d.g. Chiederei che il punto 7) all'o.d.g., "Disegno di legge n. 121 "Disposizioni per la prima attuazione del decreto legislativo 1 maggio 1999, n. 152 in materia di tutela delle acque", venisse anteposto al punto 4) all'o.d.g., "Proposta di legge n. 92 'Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per la Comunicazione'".
Richiedo tale inversione in quanto c'è un'urgenza relativamente al disegno di legge n. 121; com'è noto, gran parte delle autorizzazioni delle derivazioni, in base a quanto disposto dalla legge nazionale, dalla cosiddetta legge Galli, devono essere sottoposte all'effetto di questa legge.
Credo rimanga poi il tempo per continuare poi con i vari punti dell'o.d.g., così come deciso svolgendo almeno il dibattito sul problema della encefalopatia spongiforme bovina, problema sul quale tutti i Gruppi consiliari attendono di dibattere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, mi sarei aspettato che il Consigliere Cattaneo motivasse in termini reali la richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.
che, come è emerso chiaramente dalla conferenza dei Capigruppo, non dipende dalla particolare urgenza di un provvedimento, che peraltro è iscritto e che sarebbe stato trattato nella giornata di oggi, che è quello relativo all'attuazione della legge Galli, ma dipende da un problema relativo all'approvazione della proposta di legge sul Corecom regionale. Tale problema dipende dal fatto che uno dei Gruppi di maggioranza non si riconosce nelle determinazioni assunte dalla conferenza dei Capigruppo rispetto al percorso di approvazione del provvedimento e al conseguente decreto di nomina che il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto emanare per la fase transitoria dalla data di approvazione di questa legge fino alla sua entrata in vigore. Quindi alle nuove nomine che sulla base di questa legge il Consiglio regionale avrebbe dovuto effettuare. In particolare il problema riguarda i criteri di compatibilità dei nominati che in conferenza dei Capigruppo, con alcune assenze, erano stati definiti in maniera precisa.
Il Presidente del Consiglio aveva assunto l'impegno a rispettare i criteri stabiliti nella nuova legge, anche per le nomine nella fase transitoria. Questo accordo è saltato, noi continuiamo a ritenere - parlo a nome di tutti i Gruppi dell'opposizione - che le questioni devono rimanere distinte.
Da una parte c'è il problema dell'approvazione della legge sul CORECOM dall'altra parte, come problema del tutto distinto, c'è quello del decreto di nomina che il Presidente deve emanare per la copertura della fase transitoria.
La situazione è particolarmente curiosa e paradossale perché sul testo della proposta di legge si è giunti ad una convergenza accertata e documentata tra i Gruppi di maggioranza e i Gruppi di opposizione che ha portato alla presentazione di un emendamento congiunto sulla questione fondamentale di questa legge, che è relativa ai criteri di incompatibilità dei nominati. Questa legge, in questa formulazione, potrebbe essere approvata in meno di un quarto d'ora. Dunque, non è vero che l'inversione è stata richiesta per la particolare urgenza della legge di attuazione della legge Galli. Non è neppure vero che il problema di nomina per la fase transitoria del CO.RE.CO.IN pregiudichi o impedisca l'approvazione della legge sul CO.RE.COM.
Ritengo che la maggioranza, dal punto di vista istituzionale - posto che il punto di vista istituzionale qualcosa interessi a questa maggioranza farebbe cosa non solo sbagliata ma anche scorretta se impedisse l'approvazione di un provvedimento di fatto concordato con l'opposizione e già approvato "politicamente" sia in sede di Commissione che nella Conferenza dei Capigruppo. Per questa ragione, ci pronunciamo, come Gruppi di opposizione, contro la richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori e proponiamo la continuazione regolare di questo dibattito a partire dal punto 4) del nostro o.d.g., "Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni".



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta d'inversione dell'o.d.g. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.



PRESIDENTE

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo che si voti per appello nominale.



PRESIDENTE

Siamo già in votazione ...



(Vivaci commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Onestamente, non l'ho visto! Comunque, purtroppo, dobbiamo ripetere la votazione, quindi cambia poco!



(Vivaci commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

L'ho già detto, la votazione va comunque ripetuta, perché non siamo riusciti ...



(Vivaci commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Una volta, sicuramente, la ripeterò! Si proceda alla votazione della richiesta d'inversione dell'o.d.g.
giorno per appello nominale.



(Il Vicepresidente Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 voti favorevoli 31 voti contrari 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'inversione di punti all'o.d.g. è approvata.



PRESIDENTE

Consigliere Muliere, le devo la parola, dal momento che prima non ha potuto parlare!



MULIERE Rocchino

Avevo chiesto la parola al termine della discussione sull'alluvione solo per chiedere quando discuteremo le interrogazioni legate al problema "alluvione". Perché, non so se le discuteremo in seduta ordinaria durante il prossimo Consiglio, o se invece andranno in coda e le discuteremo chissà quando ...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Muliere, ma all'inizio - mi rendo conto che abbiamo tenuto tre sedute e più sull'alluvione - l'intesa, esplicitata anche nei verbali, era quella che il dibattito sull'alluvione sarebbe stato, allo stesso tempo, dibattito sugli ordini del giorno e sulle interrogazioni ad essa collegati. Quindi, si dà per inteso che le interrogazioni presentate siano da considerarsi discusse nell'ampio ed articolato dibattito unitamente agli ordini del giorno.
Chiaramente, dal momento che il problema dell'alluvione non si è esaurito oggi, se lei domani mattina presentasse un'interrogazione, essa verrà discussa secondo i tempi e i modi ordinari.



MULIERE Rocchino

Mi scusi Presidente ma, per esempio, nel mio intervento avevo illustrato l'interrogazione ...



PRESIDENTE

Lo so, ma io le assicuro, di nuovo, che la tempistica è stata rispettata. Mi dispiace, ma ...



MULIERE Rocchino

Va bene, prendo nota che a questa mia interrogazione non è stata data riposta. La ripresento, con la preghiera che venga messa all'o.d.g. del prossimo Consiglio e discussa non fra sei mesi, trattandosi di un'interrogazione sull'alluvione.



PRESIDENTE

Va bene. Lei la ripresenti, e troveremo il modo di affrontarla.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame disegno di legge n. 121 "Disposizioni per la prima attuazione del decreto legislativo 1 maggio 1999, n. 152 in materia di tutela delle acque"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 121, "Disposizioni per la prima attuazione del decreto legislativo 1 maggio 1999, n. 152 in materia di tutela delle acque", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatori sono i Consiglieri Gallarini e Mellano.
La parola al Consigliere Gallarini per la relazione di maggioranza.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Presidente e Consiglieri, nell'ambito della normativa di tutela delle risorse idriche si stanno avvicendando negli ultimi anni importanti novità destinate a mutare profondamente il quadro legislativo di riferimento.
Ne consegue la necessità di rielaborare le leggi regionali di disciplina degli scarichi, di uso delle acque superficiali e sotterranee di tutela delle acque destinate al consumo umano e di regolamentazione dei servizi idrici alla luce dei nuovi principi informatori, riconducendo le medesime a un unico corpus juris funzionale, a una visione unitaria e sistematica dei fenomeni disciplinati.
Tale intervento, in considerazione dell'ampiezza e della complessità delle tematiche da affrontare, richiederà peraltro tempi lunghi incompatibili con la necessità di affrontare alcuni aspetti di prima applicazione, in particolare del decreto legislativo 11 maggio 1999, n.
152, e del regolamento adottato con decreto del Presidente della Repubblica 18 febbraio 1999, n. 238, nonché delle discipline dai medesimi integrate modificate o attuate.
Il disegno di legge si riferisce innanzitutto all'esercizio delle funzioni amministrative nelle materie disciplinate dal d.lgs. 152/1999.
L'articolo 1 si prefigge di definire con chiarezza il riparto delle competenze che deve supportare l'attuazione della normativa in materia di tutela delle acque in attesa dell'effettivo esercizio delle funzioni conferite con la legge regionale 26 aprile 2000, n. 44: conferma la titolarità delle funzioni già attribuite dalle leggi regionali e da ogni altra disposizione vigente alla data di entrata in vigore della legge 59/1997 (leggi regionali 48/1993, 5/1994, 60/1995 e 13/1997) conferma in capo alla Regione le nuove funzioni amministrative inerenti alle operazioni di svaso, sghiaiamento e sfangamento delle dighe, nonché di irrogazione delle relative sanzioni (articoli 40 e 54 del d.lgs. 152/1999) conferma la corrispondenza della titolarità delle restanti funzioni di irrogazione delle sanzioni amministrative (articolo 54 del d.lgs. 152/1999) con la titolarità delle competenze di vigilanza e controllo risultanti dalle precitate leggi regionali fa salva la delega delle funzioni amministrative sanzionatorie in materia di sanità pubblica di cui alla legge regionale 35/1996, per le fattispecie contemplate dall'articolo 55 del d.lgs. 152/1999 dispone che i proventi derivanti dall'applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie (di cui all'articolo 54 del d.lgs. 152/1999) sono introitati in appositi capitoli di bilancio degli enti erogatori e sono da essi utilizzati per la realizzazione di interventi di prevenzione e riduzione dell'inquinamento dei corpi idrici.
In merito agli adempimenti inerenti i procedimenti amministrativi previsti dalla normativa nazionale in materia di risorse idriche, ivi compresi quelli di riconoscimento o concessione delle utilizzazioni delle acque che hanno acquisito natura pubblica per effetto del d.p.r. 238/1999 con l'articolo 2 e l'Allegato A del presente disegno di legge si affida allo strumento regolamentare la puntuale disciplina dei suddetti procedimenti, alla luce dei criteri di delegificazione e semplificazione amministrativa definiti dall'articolo 20 della l. 59/1997 e della piena competenza regionale ex articolo 117 Cost. nelle materie inerenti la tutela ambientale delle acque e delle funzioni connesse, di cui agli articoli 86 e 89 del d.lgs. 112/1998.
In ossequio quindi ai principi di semplificazione che ispirano anche la più recente legislazione di settore, si demanda all'Esecutivo l'identificazione, con uno strumento snello e flessibile quale quello regolamentare, degli adempimenti da porre in carico agli istanti e la disciplina degli atti istruttori.
Per analoghe considerazioni l'articolo 3 e l'Allegato B del presente disegno di legge intendono invece identificare nel regolamento lo strumento con il quale dare attuazione ai disposti del d.lgs. 152/1999 che rinviano genericamente alla competenza regionale la disciplina di alcuni particolari aspetti che necessitano con urgenza di una apposita regolamentazione o dell'adeguamento di quella vigente.
Il ricorso al regolamento si giustifica alla luce del fatto che si tratta di profili della materia che, avendo nella legislazione statale e regionale vigenti una compiuta disciplina degli aspetti di carattere generale, necessitano di disposizioni di dettaglio meramente attuative dei citati disposti normativi.
Durante l'esame della III Commissione è emersa la necessità di normare lo scarico delle acque di lavaggio provenienti da alpeggi e da piccoli caseifici annessi ad aziende agricole (articolo 4). Sono individuate le acque di lavaggio, che vengono assimilate alle acque reflue domestiche alle condizioni determinate, e si individuano le condizioni per lo scarico di tali acque sul suolo o in corpi idrici.
Infine, l'articolo 5 propone la dichiarazione d'urgenza in considerazione: dell'esigenza di dare fondamento certo alle istituzioni chiamate all'immediata applicazione della nuova normativa sulla tutela delle acque e di colmare alcuni vuoti normativi della prossima scadenza dei termini per la presentazione delle istanze concernenti l'utilizzazione delle acque.
Al termine dell'esame, la III Commissione ha licenziato il disegno di legge a maggioranza dei presenti e, considerata l'urgenza sopra illustrata, ne raccomanda una sollecita approvazione da parte dell'Assemblea consiliare."



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Come avete potuto vedere dall'indicazione accanto al punto all'o.d.g.
su questo testo vi è anche una relazione aggiuntiva che non posso dichiarare formalmente relazione di minoranza, in quanto la procedura di una relazione di minoranza, forse, è tecnicamente più complessa. Relazione che, comunque, il collega Mellano chiede venga data per letta.



MELLANO Bruno, relatore

Do per letta la seguente relazione, il cui testo recita: "Nell'ambito della normativa di tutela delle risorse idriche, il decreto legislativo 152/1999 impone alle regioni una revisione ed una rielaborazione della normativa in materia, adeguandola ai nuovi principi della legge.
Il Piemonte, come peraltro numerose altre regioni, è gravemente inadempiente rispetto al suddetto adeguamento normativo.
Entrando nello specifico del disegno di legge 121, predisposto dalla Giunta regionale ed esaminato dalla III Commissione Consiliare in data 13.11.2000, si possono fare alcune osservazioni critiche di metodo e di merito.
In primo luogo, l'articolo 2 pone seri dubbi di legittimità, poich si prevede esplicitamente che la delegificazione dei procedimenti amministrativi in materia di tutela quantitativa e qualitativa delle acque sia affidata all'emanazione di semplici regolamenti regionali.
Nella proposta di emendamento allo stesso articolo 2, che aggiunge un comma 2, non pare corretto il riferimento all'articolo 23, comma 9 ter, del d.lgs. 152/99, in quanto si riferisce ad altro argomento.
Tralasciando i regolamenti previsti nell'allegato A, collegato all'articolo 2, e riguardanti essenzialmente procedimenti amministrativi sembra degno di particolare attenzione da parte del Consiglio quanto specificato nell'allegato B all'articolo 3 che si riferisce a regolamenti riguardanti materie tecniche.
Si sottolineano, in particolare, le seguenti questioni: I regolamenti previsti al punto 5, comma 1, ed al punto 6 dovrebbero essere emanati entro il 31.12.2000. La disciplina degli scarichi di reti fognarie provenienti da agglomerati a forte fluttuazione stagionale riguardante agglomerati con oltre 15.000 abitanti equivalenti, deve essere posta in essere entro il 31.12.2000, a norma dell'articolo 31, commi 3 e 5.
La disciplina regolamentare degli interventi di trasformazione del suolo e del soprassuolo previsti nella fascia di almeno 10 metri dalla sponda di fiumi, laghi, stagni e lagune doveva essere approvata entro un anno dall'entrata in vigore del d.lgs. 152/99 (cioè sei mesi fa!).
Il regolamento previsto al punto 7, comma 2, dovrebbe essere emanato entro il 31.05.2001. La disciplina relativa ai programmi d'azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola deve essere approvata entro un anno dalla data di designazione delle zone vulnerabili da nitrati, che sarebbero dovute essere individuate, ai sensi del d.lgs. 152/99, entro il 31.05.2000.
I regolamenti previsti ai punti 2 e 3 potrebbero essere emanati entro il 31.05.2001 se, come previsto dal d.lgs. 152/99, entro sei mesi dalla emanazione si fosse provveduto da parte del Ministero dei lavori pubblici a definire le linee guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino.
Il regolamento previsto al punto 7, riguardante l'integrazione del Codice di Buona Pratica Agricola, dovrebbe riguardare, oltre l'aggiornamento del Codice elaborato a livello nazionale, che riguarda esclusivamente l'utilizzo di nitrati in agricoltura, anche una parte sull'irrigazione sull'uso di concimi fosfatici e sull'uso dei fitofarmaci. Rispetto alla questione dell'irrigazione, si rileva che nella nostra regione le falde si abbassano con regolarità e che i metodi di irrigazione più utilizzati (a scorrimento) sono certamente i più dispendiosi; per quanto concerne l'uso dei concimi fosfatici, si rileva che il fosforo è un elemento fortemente inquinante e spesso è presente in eccesso nei nostri suoli; per quanto riguarda l'uso di fitofarmaci, si sottolineano le gravi conseguenze che un abuso di queste sostanze può provocare nelle acque di falda.
Non sono inoltre citati all'interno dell'allegato B, tra i regolamenti da emanare, numerosi altri argomenti previsti dal d.lgs. 152/99. Tra questi andrebbe certamente inserita l'individuazione delle zone vulnerabili da prodotti fitosanitari e altre zone vulnerabili (art. 20), che sarebbe dovuta essere stata fatta entro il maggio del 2000 e che, ad oggi, pare non essere nemmeno in studio." La parola al Consigliere Chiezzi in merito alla procedura.



CHEZZI Giuseppe

Non capisco perché questa relazione di minoranza sia considerata anomala: in Commissione, un Consigliere di minoranza ha chiesto di fare una relazione di minoranza. Perché lei la qualifica come relazione affetta da qualche difetto?



PRESIDENTE

Ringrazio il Presidente Chiezzi per l'occasione della puntualizzazione.
Gli uffici mi avevano segnalato che la relazione non era espressione dell'insieme della minoranza, ma era stata presentata a nome del collega Mellano, così mi è stato specificato. E' una relazione di minoranza.
Ringrazio per l'opportunità del chiarimento a pieno titolo.



PRESIDENTE

La discussione generale è aperta.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, ci troviamo dinanzi ad un passaggio complesso di una procedura che dà un ruolo maggiore alla Regione in una materia rilevante e importante.
Credo non si possa negare che ci sia la ricerca di dare sistematicità e anche unitarietà a questa materia che interessa tutta la catena: dal problema degli scarichi, all'uso delle acque superficiali e sotterranee alle acque destinate al consumo umano.
Diciamo che l'obiettivo, posto anche dal legislatore nazionale, è giungere ad una definizione complessiva, sistematica e unitaria.
Certamente, da un lato, dobbiamo rilevare dei ritardi, che possono anche essere dovuti al momento elettorale e al riavvio della legislatura, ma certamente tali ritardi devono essere colmati rapidamente perché toccano alcuni punti significativi nella materia trattata.
Il collega Mellano nella sua relazione di minoranza ha voluto elencare tali punti e noi poi li abbiamo tradotti in emendamento. Vorrei citarne alcuni: ad esempio, le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, si tratta di un'emergenza che sta creando problemi alle falde acquifere nella nostra regione. E' quindi una materia che necessita un recupero particolare. Questo è un ritardo che non può essere accettato.
Dall'altro lato, la questione dell'irrigazione e dei metodi utilizzati richiede un intervento più puntuale. Infine, direi che la parte di sostanza dove rileviamo un limite del provvedimento, che mi porta già a formulare una specie di dichiarazione di voto, nel senso di astenerci come Gruppo, è relativa al fatto che si proceda ad attivare un meccanismo di delegificazione attraverso un meccanismo di rinvii al Regolamento, che francamente rendono fragile e discutibile il procedimento che la Giunta e l'Assessore hanno individuato nella materia.
Io spero che si possa recuperare, che si possa passare attraverso un provvedimento di rango superiore, perché si tratta, in qualche modo, di sottrarre al Consiglio la possibilità di seguire questo procedimento che come dicevo, è estremamente qualificato e delicato.
Per queste ragioni, invito l'Assessore a pensare a un meccanismo di delegificazione che, in qualche maniera, possa rispondere meglio a quello di demandare ai Regolamenti regionali una materia di questo rilievo e un modo per escludere quella che può essere un'attenzione utile anche alla Giunta stessa, che può derivare dall'attività del Consiglio regionale.
Quindi, al di là dei ritardi, sui quali ovviamente occorre intervenire per colmarli, a me pare molto debole l'approccio del percorso che si vuol intraprendere per procedere alla delegittimazione del procedimento amministrativo in materia di tutela delle acque.
Invito, quindi, l'Assessore su questo punto, se possibile, a una riformulazione, non dico a un ripensamento, ma in qualche modo a renderlo più sostanzioso e meno legato a questa logica che ci evidenzia il provvedimento così come è stato presentato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tapparo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, non per fare un ragionamento organico su tutto il provvedimento, ma da una prima lettura mi sembra di potermi ricollegare all'intervento già formulato dal Consigliere Tapparo sull'ambito di delegificazione-semplificazione (non mi addentro su materie che non conosco). Al punto 3) dell'allegato A, "Immissione di sole acque meteoriche di dilavamento, nonché di acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne sottoposte ad autorizzazione o comunicazione, ai sensi del Regolamento, di cui all'allegato B", si pone l'interrogativo se nell'ambito di questo provvedimento, è prevista la costruzione dei bacini di prima raccolta dell'acqua piovana.
Pongo questa domanda, che si collega direttamente alla questione di tutte le acque reflue di superficie, perché, prima dell'immissione nei corpi idrici, tale costruzione può sicuramente attenuare certi effetti inquinanti.
Quindi la mia è una domanda specifica. Mi riservo, invece, di entrare più nel merito nella discussione sul Piano direttore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Ringrazio altresì il collega Mellano, che ha svolto un lavoro attento e utile di critica al provvedimento.
La prima critica è relativa al grave ritardo che concerne materie molto importanti, ritardo già accumulato per vari settori di competenza e che comprenderà anche diversi nuovi settori che ben difficilmente saranno normati entro le date previste dalla legge.
Relativamente al secondo elemento di critica, in aggiunta alla proposta che ha illustrato il collega Tapparo, che condivido, di rivedere questa delegificazione, e quindi questo momento di estraniazione dell'aula dal dibattito su queste materie delegificate, le chiederei, Assessore, come minimo, di volerci spiegare e rassicurare sulla correttezza di questo comportamento, cioè se lei ci può spiegare argomento per argomento; in particolare sottolineo quello contenuto al punto 5) dell'allegato A relativo alla definizione delle aree di salvaguardia, che mi sembra un provvedimento che sarebbe bene discutere in aula e non con un Regolamento perché ha valenza di carattere generale su un problema di salvaguardia delle acque superficiali destinate al consumo umano, che non sarebbe male mantenere sotto il controllo del Consiglio.
Le chiederei, per cortesia, di volerci rispondere nel merito, in modo da poter poi assumere anche delle iniziative coerenti, nel senso che qualora ci ritenessimo rassicurati e convinti, le eccezioni le potremmo ritirare o riformulare. Viceversa, se non ci risponde, o ci risponde in modo non convincente, potremmo proporre le nostre ragioni in altre sedi.
Queste sono le due richieste.
Inoltre ho firmato anch'io l'emendamento che deriva dal lavoro del collega Mellano, che ringrazio ancora.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiezzi.
Non essendoci altre richieste di intervento, darei la parola all'Assessore Cavallera per la replica di sua competenza al termine della discussione generale della legge.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Grazie, Presidente.
Prima di tutto questo provvedimento origina dalla richiesta delle Amministrazioni provinciali di dire una parola precisa in ordine all'applicazione e all'introito delle sanzioni in materia di acque, perch vi era una situazione non chiara dopo i combinati disposti del Decreto Legislativo n. 152 e della legge n. 44. In questo modo, si stabilisce che finché non entrerà in vigore la disciplina di cui alla legge Bassanini diciamo così, le Amministrazioni che hanno in capo l'erogazione delle sanzioni introitano le sanzioni stesse - come mi sembra giusto, è un principio logico - naturalmente destinando questi introiti a investimenti in materia di tutela della risorsa idrica.
Per quanto riguarda la questione del ritardo, faccio presente che ci sono da considerare tre aspetti: primo, un minimo di vuoto che si è determinato col periodo elettorale, che penso sia fisiologico; secondo, il fatto che abbiamo lavorato molto come Regione, in dialettica con il Ministero, per il cosiddetto provvedimento correttivo del Decreto Legislativo n. 152, che è stato emanato con il numero 258 del 18 agosto del 2000. Allora vi erano delle incongruenze nel testo originario. Noi abbiamo aspettato il testo definitivo per poter agire a fronte di una normativa a regime e largamente condivisa.
La terza considerazione riguarda la complessità di tutta questa materia, per cui, oggettivamente, le capacità di lavoro, soprattutto nel momento dell'impostazione, sono quelle che sono.
Non dimenticate che, ad esempio, la nostra Regione per quanto riguarda il Piano direttore delle acque, anziché ricorrere a consulenze esterne ha redatto in casa questo documento. Certamente non possiamo dire che ci si trova di fronte ad una struttura che non funziona, però è meglio, a volte attardarsi nella riflessione e nella definizione della strategia e degli obiettivi e, poi, sfornare i vari provvedimenti.
Devo dire che i provvedimenti regolamentari per buona parte sono già abbozzati e verranno emanati in tempo utile. In ordine al motivo per cui si ricorre alla delegificazione e allo strumento del Regolamento, devo dire che, nel fare questo, seguiamo la direzione indicata dal Governo e, in particolare, dal Ministro Bassanini.
In sostanza, si tratta di ricondurre alla legislazione le decisioni fondamentali, quelle strategiche e naturalmente quelle che attengono ai principi da introdurre legislativamente nei vari settori, per poi demandare le questioni procedurali o che attengono a normative tecniche a strumenti molto più agili, che devono essere adeguati costantemente alle direttive dell'Unione Europea e ad altri provvedimenti nazionali.
Riteniamo di avere la legittimità per quanto riguarda il merito della competenza per materia, che è ampiamente ascrivibile al decreto legislativo n. 112 e al n. 152 e sue modifiche; ma, nel caso particolare, per quanto riguarda tutta la materia della delegificazione e della regolamentazione del procedere, quindi anche ad eliminare le norme in contrasto con i regolamenti, anche se, mi rendo conto, richiede probabilmente, anche da un punto di vista tecnico di accesso alla normativa, la predisposizione, così come è stato fatto da parte dello Stato, di una tecnica di consultazione delle norme coordinate, che deve mettere di fianco la norma di base e in seguito i regolamenti. Altrimenti, a questo punto, il solo approccio storico conosciuto non è più sufficiente.
Penso, però, che è un principio di riforma generale del nostro ordinamento di procedere in questa direzione. Inoltre, devo dire che rispondo anche al collega Chiezzi - ci troviamo di fronte a dei procedimenti che non sono completamente nuovi. Proprio nel punto 5, per esempio, vi sono delle deliberazioni di Giunta che, però, vengono identificate a procedimento che ha un rilievo formale e, quindi, nel momento in cui identifico una casistica di cinque procedimenti oggetto di delegificazione e di semplificazione erigo questi procedimenti a una particolare attenzione e ad un particolare inquadramento. Quindi, non vi è nulla di nuovo, perché già adesso vi sono procedure per la salvaguardia delle acque superficiali e per definire le aree di salvaguardia.
I Comuni mandano a noi le richieste, perché vi è una salvaguardia con un raggio fisso, salvo quando il Comune fa degli studi di tipo idrogeologico e di direzione della falda; a quel punto, l'area di salvaguardia può essere anche articolata con minore o maggiore elongazione della proiezione sul terreno e l'indicazione cartografica della salvaguardia stessa.
Provvedimenti di questo tipo ne abbiamo fatti a centinaia, che in passato erano fatti con DPGR, ultimamente vengono fatti con determina dirigenziale, in futuro queste attività verranno svolte sempre da parte di uffici, previa l'emanazione di un procedimento che dovrà essere improntato ai principi generali della legge n. 59, che è la legge di riforma non solo per il decentramento, ma anche per la semplificazione, del decreto legge n.
152 e anche di questa legge che andiamo ad emanare oggi, che tende, nel suo piccolo, ad individuare i provvedimenti rilevanti per le autorizzazioni per lo scarico delle acque meteoriche, per l'utilizzazione agronomica e così via. Queste procedure, che fino ad ora potevano essere slegate, in questo modo vengono legate tra di loro e inserite all'interno di una visione organica.
Allo stesso modo, per quanto riguarda la possibilità di utilizzare il Regolamento, facciamo riferimento al comma 7, dell'articolo 20, che prevede, sia per lo Stato, sia per la Regione, la possibilità di procedere in questo modo. A questo punto, non si capisce perché normative che vengono sbandierate a livello nazionale - tutti i giorni si parla di delegificare di semplificare e di passare dalla legge al Regolamento - non debbano essere, in qualche modo, usate anche nella nostra Regione.
Credo che questo, a mio avviso, non deve dividerci, perché questa decisione viene adottata e ampiamente sollecitata da un ampio schieramento di forze che rappresentano soggetti che devono avvalersi di queste procedure e che, quindi, sollecitano anche in questa direzione. Di questo aspetto ne avevamo tenuto conto anche durante la discussione in Commissione.
Sono state trattate altre questioni di merito che, a mio avviso, devono essere viste in modo più organico proprio all'interno dei provvedimenti di merito; quindi, quando si darà l'attuazione più corposa al decreto legge n.
152. Infatti, sotto questo profilo, stiamo producendo gli atti in ordine alla questione dei nitrati e all'impiego della risorsa idrica per l'irrigazione, che rappresentano questioni essenziali e strategiche per il futuro della nostra Regione. Per quanto riguarda il discorso delle acque di prima pioggia è la stessa cosa; cioè, occorrerà, in quella sede, procedere peraltro in questo Consiglio se ne era già parlato anche al termine della scorsa legislatura - ad adottare una decisione all'interno del Piano di tutela delle risorse idriche che dobbiamo redigere, dopodiché dobbiamo tener conto di tutte le conseguenze, perché è chiaro che vanno ad incidere su tutte le opere di urbanizzazione primaria, dunque bisogna acquisirlo all'interno dei Regolamenti edilizi. Quando diamo una concessione edilizia bisogna già prevederlo: per concedere l'abitabilità o l'agibilità ad un immobile, bisogna che esso sia dotato di una vasca per l'accumulo delle acque di prima pioggia e così via.
Questo provvedimento non aveva un obiettivo di questo tipo, è nato come ho detto, dalla necessità, da parte delle Province, di dire una parola precisa in ordine all'introito delle sanzioni. Abbiamo subito individuato quali sono i procedimenti da delegificare e da semplificare e a fronte dei quali emanare un Regolamento. Abbiamo risolto così una questione di emergenza dei caseifici di montagna o rurali con piccole produzioni, in un quadro, non dico di persecuzione, ma di difficoltà ad operare, perch venivano assimilati alle esigenze dei grandi centri di produzione e avevano enormi difficoltà ad agire. Allora si è individuata una quantità di residuo, di refluo scaricato e si è detto "quando si sta in questa quantità, quando lo spargimento avviene sul suolo e non vi sono altre cose a questo naturalmente pensiamo di dare un contributo per la tutela di quelli che sono i nostri prodotti tipici che, in qualche modo possono essere prodotti (perché vi sono le materie prime adeguate o l'ambiente necessario), ma un determinato tipo di procedimento produttivo richiede anche che vengano mantenute dal punto di vista operativo condizioni di scarico così come storicamente sono state conosciute". Ecco, questo è il contorno, in sostanza, del provvedimento, che non è la soluzione di tutti i mali, ma dà risposte a tre problemi urgenti che noi abbiamo individuato; ce ne possono essere altre e poi seguirà il provvedimento organico di applicazione della L. 152 che ovviamente dovrà essere presentato nel corso del prossimo anno. Certamente non eravamo in grado di affrontare subito tutte le problematiche.



PRESIDENTE

Si è così concluso il dibattito generale. Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 Sull'art. 1 ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, e grazie anche all'Assessore che, come sempre fornisce una risposta, in questo caso non soddisfacente, ma comunque una risposta che consente di proporre altri chiarimenti.
Quello che va chiarito, Assessore, è questo elemento, poi vediamo dentro la legge, dentro gli allegati, come gestirlo, però il processo di delegificazione (sentivo il parere anche di altri colleghi) è un processo che sta nelle mani del Consiglio regionale? Non di altri soggetti? Cioè è il Consiglio regionale che può decidere di delegificare sulla base di una linea indicata dal Governo, dalla Bassanini, ma lasciamo stare: il Governo nazionale dice a tutte le Regioni "semplificate", ci mancherebbe altro, non c'è un contrasto su questo: diminuire la macchina amministrativa, fare le cose importanti in Consiglio, che la Giunta possa governare, cosa che ha già ampio mandato di fare da quando è nata, almeno in Regione Piemonte, ma non è questo un contrasto politico neppure. Il contrasto politico è su questo fatto: che così come è congegnata questa legge, mi sembra che il processo di delegificazione il Consiglio, con questo atto, lo consegni al soggetto Giunta regionale! E questo non mi va bene! Questo non mi va bene perché non può essere la Giunta regionale che decide che questo viene delegificato e passato a regolamento. Allora, Assessore, quali sono gli intendimenti di delegificazione? Secondo me lei dovrebbe proporli qua! Uno per uno, non tutti insieme, dicendo "delegifico", no! Questa decisione di delegificare mi par di capire che debba essere una decisione formalmente assunta dal Consiglio regionale, forse con una legge, non lo so, usando uno strumento di legge si delegifica, neppure usando lo strumento deliberativo del Consiglio regionale. Questo è il motivo di preoccupazione che rimane.
Io ho presentato altri due emendamenti a titolo personale per sollevare questo problema, perché quando leggo in un allegato B "Materie oggetto di delegificazione", questa delegificazione sarà una legge che viene in Consiglio? Cosa sarà? Questa è la preoccupazione.
Poi il fatto che già ora vi siano provvedimenti presi dal Presidente della Giunta regionale, come quello che mi preoccupava e che ho citato anche qui bisognerebbe chiarire perché quando lei inserisce il punto 5 "Definizione delle aree di salvaguardia" tra i provvedimenti oggetto di delegificazione, è sbagliato, nel senso che lei mi dice "è già delegificato". Quindi non me lo scrivete sotto il titolo "Delegificare" però si dice "è semplificazione". Assessore, si dice "procedimenti oggetto di delegificazione e semplificazione"! Allora non rientrano nelle delegificazione, rientrano nella semplificazione, però anche qua, visto che il Consiglio viene coinvolto, io vorrei capire, visto che è già semplice nel senso che mi si dice che questo provvedimento è un decreto del Presidente della Giunta, voi volete ulteriormente semplificarlo, ma allora dite in Consiglio questa sera che per quanto riguarda il punto 5 non si tratta di delegificare, ma di semplificare e si tratta di semplificare in questo senso: passare da un decreto a... qualcos'altro! Ma è bene ed è giusto che lo spieghiate questo, perché dopo questa sera noi non sappiamo più nulla! Allora, dato che decidiamo di delegificare e di semplificare qui decidiamo cosa delegificare e cosa semplificare, in questo atto o in altri atti. Non so se sono riuscito a spiegare il motivo della mia preoccupazione che forse altri colleghi spiegheranno meglio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.
L'Assessore interverrà a conclusione della discussione sull'articolo.



CONTU Mario

Prendo spunto dall'intervento svolto dal Consigliere Chiezzi e dalla replica fatta in sede di discussione generale dall'Assessore, perché questo aspetto della delegificazione è un aspetto estremamente problematico perché? E' una facoltà data alle Regioni nell'ambito di una normativa quadro generale.
Siamo d'accordo sugli aspetti semplificativi, perché bisogna rendere la macchina più snella, ci sono ambiti e competenze delegate ai dirigenti in ordine alle nuove leggi e al Testo Unico. C'è tutto, però, Assessore: anche problemi come la salvaguardia, che mi sembra di comprendere, rispetto alle aree interessate, abbiano anche aspetti relativi, lo pongo qui come problema, all'esproprio delle aree. Se si vuole salvaguardare una determinata area, credo che non si possa solo inibire nelle aree prossime ai punti di prelievo delle acque, che possono essere le falde sotterranee ma si debba intervenire soprattutto in relazione all'opportunità di estendere l'area della salvaguardia anche a seguito di studi che possono dimostrare che quella falda possa essere più o meno inquinata e possa essere quindi contaminata. C'è pertanto un problema legato agli espropri sicuramente, ma soprattutto c'è l'obiettivo che è quello della salvaguardia della qualità delle acque, a maggior ragione quando queste sono destinate al consumo umano.
Giustamente mi è stato fatto notare, ma non voglio precedere altri colleghi che magari vorranno intervenire, che lei, in fase sempre di discussione, ha sottolineato un aspetto: abbiamo normato la questione dei caseifici nell'ambito di una finalità più ampia che è quella della tutela del prodotto tipico locale, ma con un approccio che sostanzialmente abbiamo dovuto normare perché questo ci consente di proteggerli in relazione all'aspetto sanzionatorio - questo mi è sembrato di comprendere nella risposta - che naturalmente metteva a rischio anche la possibilità di continuare le produzioni. E' la filosofia di approccio, Assessore, che mi sembra fondamentalmente sbagliata perché una finalità è condivisibile l'altra, che è quella di prevenire l'aspetto sanzionatorio, mi sembra francamente più discutibile, pur condividendo il fatto che sono inserite anche delle norme relative alle quantità. Quindi questo è un aspetto estremamente cauto, al quale bisogna guardare con molta attenzione.
Condivido la sollecitazione dal Consigliere Chiezzi, che sostanzialmente dice: "Stiamo attenti all'uso dell'arma della delegificazione". La comprendo, perché in effetti può essere un'arma a doppio taglio, ma soprattutto espropria il Consiglio regionale della sua volontà e capacità di intervenire mediante degli atti legislativi più restrittivi ed improntati ad una maggiore tutela della qualità delle acque.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi di carattere generale, do la parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Sono stato sollecitato a fare un approfondimento da un punto di vista più generale in ordine a quelle che sono in prospettiva le possibilità per la Giunta regionale di procedere con regolamenti piuttosto che con norme legislative.
Io non vorrei adesso andare su questa strada; mi atterrò più strettamente alla domanda che poneva il collega Chiezzi. In sostanza cerchiamo di capire meglio di quale tipo di delegificazione stiamo parlando, perché la semplificazione, secondo me, è fuori discussione proprio in quanto conseguenza della delegificazione: mentre riesamino i procedimenti, apporto anche dei miglioramenti semplificativi dal punto di vista dei passaggi burocratici o dei rapporti con i richiedenti.
Non vorrei sembrare uno che semplifica troppo le cose, ma dico che anche noi abbiamo avuto le stesse preoccupazioni del collega Chiezzi.
Difatti, abbiamo fatto uno sforzo per identificare chiaramente quali sono gli ambiti della delegificazione, per cui se fossimo venuti qui a dire: "Con una formula generica è delegificato quanto sta a valle di questo" avrei compreso la preoccupazione da parte dei Consiglieri.
Premetto che quello era l'auspicio che veniva fatto, e cioè che fosse chiaramente identificato in una legge quello che si delegifica. Qui siamo di fronte a questo fatto, per cui a un certo punto - l'allegato è parte integrante della legge - se il Consiglio dice "no", non si delegifica; se il Consiglio dice "sì" punto per punto, si delegifica. Quindi l'attore della delegificazione non è la Giunta; la Giunta - semmai - propone, ma è sempre il Consiglio che decide su un determinato punto di delegificare.
Lo sforzo che noi abbiamo fatto è stato quello di identificare chiaramente i procedimenti, che devono essere letti a valle della L. 152 e successive modifiche; tale legge, secondo me, è andata ben oltre e ha fissato tutta una serie di punti che quasi invadono il campo dell'autonomia regionale. Ma lasciamo perdere quest'ultima considerazione: non possiamo in una materia tanto delicata, metterci a creare dei conflitti. Nella sostanza, abbiamo concorso anche noi a definire i contenuti della L. 152 per cui ci va bene.
Riepilogando, abbiamo una legge recentissima dello Stato che norma tutta la materia del ciclo delle acque e abbiamo una legge regionale che identifica chiaramente i procedimenti. A tale proposito, vi preannuncio che, quanto prima, arriveremo a portarvi un testo unico di tutte le norme che riguardano le acque; però questa è un'altra cosa, è uno sforzo per avere un corpo legislativo unico in materia di acque.
Noi abbiamo questi procedimenti, che sono gravosi da un punto di vista quantitativo, che necessitano di semplificazione, di possibilità di intervento veloce in ordine alle scadenze, ai tempi di presentazione delle istanze, a come giocano a volte altri provvedimenti che vengono ad incidere (scadenze di direttive comunitarie, normative nazionali che si intersecano Lavori Pubblici ed Ambiente che sono ancora due competenze separate, fino a quando non andrà in porto il riordino governativo, per cui per la quantità delle acque è competente il Ministero dei Lavori Pubblici e per la qualità quello all'Ambiente).
Da un punto di vista operativo, riteniamo dunque di avere la necessità naturalmente a discrezione del Consiglio, infatti siamo a chiedere al Consiglio l'"ok" su questi procedimenti - di provvedere ad una semplificazione.
Naturalmente si tratta di situazioni che sono in essere; tuttavia, per apportare delle modifiche adesso occorre una contro-legge del Consiglio anche se a nostro parere non è necessario. Infatti, la L. 152 e quant'altro esiste nel corpo normativo regionale, da un punto di vista generale regola già la materia.
Qui trattiamo - ne abbiamo discusso prima - delle aree di rispetto esistenti che, una volta individuate, entrano nella pianificazione del territorio a livello comunale: parliamo dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento nonché di acque reflue provenienti da aziende agricole. Anche in questo caso, avevamo già apportato una modifica con la L.R. 13 qualche tempo fa per consentirne l'uso nella nostra Regione. Si tratta ora di raccordare, a valle di quelle norme, la procedura e il comportamento da seguire.
Quindi, pur ritenendo legittime le preoccupazioni (anche perché siamo di fronte ad una novità e, quindi, giustamente, bisogna approfondirle), mi paiono eccessive. Per cui, variamo pure questa normativa, anche come sperimentazione, ma teniamo presente che ci ritorneremo l'anno prossimo con il testo unico sulle acque su cui stiamo lavorando e che auspichiamo venga approvato entro l'anno prossimo, dopo l'approvazione del "benedetto" Piano direttore che giace da un po' di tempo - c'era anche nella scorsa legislatura - in Consiglio.
Il mio invito è dunque quello di procedere, perché stiamo facendo un'azione meritevole di essere attuata; può anche darsi che le cose vadano diversamente - e io non sono qui a mettere la mano sul fuoco che tutto funzioni come previsto - però le intenzioni sono rette e positive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto sull'articolo - presumo.



CHEZZI Giuseppe

Siamo ancora in tempo a trattare il problema.
Mi sembra che l'allegato A e l'allegato B in questo art. 1 non siano citati, per cui, anche se siamo poi in tempo a rimediare, lo segnalo sin d'ora, prima di votare.
Il problema che sollevo è quello di capire cosa delegifichiamo, di discutere il metodo con cui delegifichiamo e il merito su cui decidiamo di delegificare.
In particolare evidenzio che questo disegno di legge, con gli allegati così congegnati, non permette di far capire ai Consiglieri regionali cosa si delegifica.
Poiché questo è l'oggetto del contendere, le chiederei di separare chiaramente negli allegati le parti e gli argomenti oggetto di delegificazione, perché adesso son mischiati: c'è delegificazione e semplificazione. Non capisco quali siano i provvedimenti da delegificare e quelli soltanto da semplificare.
Ad esempio, io ne ho citato uno che mi sembrava importante; mi si risponde: "E' già delegificato". Di conseguenza, non so se nell'allegato A e nell'allegato B, dove c'è l'elenco delle materie oggetto di disciplina regolamentare, ci siano materie oggi legificate da delegificare.
Le chiederei solo di chiarire il contenuto dei due allegati e di comprendere in un unico allegato i procedimenti e le materie oggetto di delegificazione, in modo che noi le possiamo leggere per esteso e possiamo materia per materia, dire se siamo d'accordo o meno.
Le chiederei, prima di affrontare l'art. 2, di avere una riformulazione dei due allegati, dove ora sono mischiati i due obiettivi (semplificazione e delegificazione). Sul piano della semplificazione, penso che non ci siano divisioni, mentre per quanto riguarda il delegificare può darsi che ci sia una differenza di sensibilità politica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiezzi.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 25 votanti 24 voti favorevoli 24 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La votazione non è valida, in quanto non risulta garantito il numero legale, essendo presenti in aula 25 Consiglieri anziché 29, dal momento che sono in congedo 4 Consiglieri.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18,33 riprende alle ore 18,59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Così come richiesto, si proceda alla votazione dell'art. 1 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto SI' 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 2 La parola al Consigliere Chiezzi.



CHEZZI Giuseppe

L'articolo 2 contiene la citazione degli allegati e quindi è l'articolo con il quale decidiamo quali sono i procedimenti oggetto di delegificazione oppure no.
Dato che l'allegato A, così com'è confezionato, non divide i procedimenti fra quelli oggetto di delegificazione, su cui c'è il dibattito politico e la decisione politica sostanzialmente rilevante, dai procedimenti solo oggetto di semplificazione, come ho detto in occasione della discussione generale e della discussione sull'art. 1, chiedo che si dia modo al Consiglio regionale di avere la possibilità di capire cosa stiamo decidendo.
Oggi questo non è possibile, perché l'allegato A mischia le decisioni di delegificazione con quelle di semplificazione, che sono due decisioni di ordine completamente diverso.
Chiedo, dunque, che, preliminarmente alla discussione generale sull'art. 2, ci venga fornito un testo che ci permetta di capire cosa stiamo decidendo, perché adesso non si capisce.
Delegificare e semplificare sono due cose diverse. Presentatele in modo da renderle leggibili, perché adesso non lo sono. Chiedo la risposta su questo punto, che è preliminare. Grazie.



PRESIDENTE

Su questo punto, che ha un carattere preliminare e pertanto incidentale di procedura, la Giunta può rispondere subito.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Siamo di fronte ad una discussione che, alla fine, può essere anche di lana caprina, nel senso che...



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

CHEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

L'allegato l'avete scritto voi...



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Come ho precisato prima, credo che questo sia un allegato molto chiaro perché soprattutto deve...



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

CHEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Come chiaro? Si parla di "delegificazione" e "semplificazione"! Chiariamo subito...



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Abbiate la cortesia di lasciarmi terminare.
Dicevo che lo considero un allegato molto chiaro, soprattutto nell'individuazione dei procedimenti. Forse dobbiamo formulare meglio cosa si intende, forse il titolo può trarre in inganno, perché la delegificazione è finalizzata soprattutto alla semplificazione. Poi, pu darsi che il titolo non corrisponda a quella che era la volontà dell'estensore.
Ecco il motivo per il quale è difficile dividere la tabella, così come richiede il collega Chiezzi, perché l'attuazione della direttiva Bassanini in questo caso, è la scelta di delegificazione.
Perché delegifico? Delegifico per avere la possibilità di intervenire in futuro, senza ricorrere a norme di legge; nell'immediato, la delegificazione è finalizzata ad avere uno strumento agile, quindi alla semplificazione.
Questa è l'azione che noi intendiamo fare, pertanto vi è la delegificazione, perché questo è l'atto che noi compiamo. Infatti, nel momento in cui andiamo ad ipotizzare nuove forme di procedimento, andiamo a toccare anche norme che sono presenti in alcune leggi vigenti regionali.
Ecco perché a priori non si può dire esattamente dove interveniamo per delegificare e dove, invece, interveniamo per semplificare. Nel senso che la semplificazione è il risultato della delegificazione. Questo è lo spirito.
Per riassumere, l'atto che compiamo è un atto di delegificazione quindi il titolo dovrebbe essere: "Procedimenti oggetto di delegificazione". La finalità che vogliamo perseguire è la semplificazione.
Scriviamo come vogliamo, ma ribadisco e concludo dicendo che l'allegato A riguarda procedimenti di delegificazione, mentre l'allegato B riguarda la disciplina regolamentare con normative tecniche.
Sostanzialmente la grossa differenza è questa: regolamenti tecnici all'allegato B; procedimenti amministrativi all'allegato A. Si delegificano questi procedimenti amministrativi, non più con atto legislativo, ma con atto amministrativo, quindi con un atto da parte della Giunta regionale.
La finalità è quella della semplificazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Nella discussione di questo articolo, anche in termini regolamentari penso sia il caso di procedere alla discussione di un emendamento relativo all'art. 2, depositato a mia firma e di altri colleghi. Esso presenta l'equivoco che, sia dal punto di vista formale che di merito, la formulazione dell'articolo ingenera. Che ci sia un equivoco ed un pericolo che investe i profili di legittimità del provvedimento, mi pare che lo illustrino in maniera evidente le parole dello stesso Assessore. Ancora adesso l'Assessore sostiene che questa è una legge che delegifica perch prevede al proprio interno, in un articolo, un regolamento di delegificazione di alcuni procedimenti amministrativi. Ma una legge che delegifica, non delegifica per titoli o per materia, ma delegifica per norme. Quindi, Assessore, se lei vuole delegificare, non delegifica per titoli di procedimento, ma delegifica emanando norme che delegificano tutte le norme che disciplinano i procedimenti che lei oggi vuole disciplinare con atto amministrativo. Questa è la delegificazione! La norma in oggetto prevede un assurdo dal punto di vista giuridico: non si delegifica, perché le norme rimangono in piedi; viene dato mandato invece, alla Giunta (con un atto amministrativo) di delegificare.
E' un problema che investe i profili di legittimità del provvedimento e non il contenuto, ma che contiene al proprio intero anche problemi di contenuto.
Le questioni poste in precedenza dal Consigliere Chiezzi fanno riferimento proprio a questo. Se non esiste una norma di delegificazione puntuale dei procedimenti che si vogliono oggetto di un provvedimento amministrativo, non si capisce cosa si delegifica e non si capisce neppure cosa si regolamenta per via amministrativa.
La formulazione dell'emendamento è una formulazione con finalità tecniche, cioè chiede di mantenere il termine "semplificazione" e di sopprimere il termine "delegificazione", nella consapevolezza - che ritengo dovrebbe accomunare sia il Consiglio che la Giunta - che non si delegifica così e che questa è una norma illegittima di delegificazione. E' un emendamento tecnico, si può anche non discutere e non mettere in votazione se, con lo stesso spirito che ha informato la redazione del provvedimento con le stesse intenzioni, con le stesse finalità, il provvedimento assume una forma legittima dal punto di vista regolamentare.
Vorrei che l'Assessore rispondesse relativamente all'emendamento in questa formulazione, le questioni che, nella discussione dell'art. 2, ha posto il Consigliere Chiezzi, sono relative alla formulazione dell'articolo stesso. Non so se sono stato chiaro Assessore, questa non è una norma che delegifica. Una norma che recita: "Alcuni provvedimenti, i cui riferimenti normativi sono sparsi nella normativa nazionale e regionali, sono delegificati", ma questa, ripeto, non è una norma di delegificazione. Nel merito concordo con lei che, in linea di principio, tutti i provvedimenti di semplificazione passano attraverso provvedimenti di delegificazione sono d'accordo con lei che mantenendo all'aria del legislativo alcune decisioni di indirizzo, la Giunta e l'esecutivo possano avere mandati più ampi nella disciplina dei procedimenti, però bisogna capire di che cosa stiamo parlando e, soprattutto, non dobbiamo procedere per titoli e per materie ma, se è possibile, in maniera più rituale, per norme che devono essere abrogate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Mi sembra che emerga con una certa chiarezza la delicatezza e la difficoltà della materia. Anche la prudenza con la quale avanza l'Assessore nella discussione sia in commissione che in aula non è un elemento di debolezza, ma di responsabilità dinanzi ad un passaggio che potrebbe, se governato in modo non corretto come cercava di dimostrare il Consigliere Palma, intervenire sul merito di certe materie che non sono meritevoli di delegificazione o semplificazione.
E' chiaro che dobbiamo evitare che questa assemblea si esaurisca nel discutere di ordini del giorno, mozioni e interrogazioni e sia completamente depotenziata su alcuni passaggi importanti della costruzione legislativa. La delegificazione non vuol dire sottrarre punti nevralgici della materia oggetto della discussione, alla valutazione dell'assemblea ma significa, per alcuni passaggi tecnici, o, comunque, tali che una discussione in Commissione o in assemblea li appesantirebbe o, soprattutto come l'Assessore ha voluto ricordare per la rapidità del cambiamento che necessita la materia, non rende appropriato il processo legislativo.
Ma quando nell'elenco l'allegato A viene rimpallato sul punto 1 dell'allegato A e il punto 5 dello stesso allegato, viene rimpallato sul punto 1 dell'allegato B, si pone il tema delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterrane destinate al consumo umano. Un tema che ha una valenza molto più alta che considerarli aspetti di dettaglio, a questo punto cito il punto 3 dell'allegato B: "Definizione degli obblighi di installazione manutenzione dei dispositivi per la misurazione delle portate dei volumi d'acqua". Volevo significare all'Assessore che siamo su punti completamente diversi: in un caso credo che sia di qualche problematicità spostare su procedimenti amministrativi il problema delle aree di salvaguardia delle acque superficiali. Nell'altro caso, credo che possa essere agibile.
Ricapitolando. Da un lato, come diceva il Consigliere Palma, è molto delicato questo meccanismo di come intervenire nel processo di delegificazione attraverso questo atto e, dall'altro, nel merito, mi sembra che si siano mescolate delle cose improprie o, comunque, che l'assemblea debba aver ancora spazio di intervento. Ho citato un punto che conosco un po' più da vicino, quello delle aree di salvaguardia delle acque superficiali, ma potrebbero anche essercene altri se visti in modo più analitico. Su questo chiedo all'Assessore se non fosse possibile, con un suo atto, lasciare ai procedimenti amministrativi, ancora di più ai regolamenti, punti molto particolari; lasciando, invece, gli elementi di rango alto ad interventi legislativi e riconosca soprattutto le aree di salvaguardia come un aspetto importante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Cerco sempre di mettermi dalla parte di coloro che formulano delle osservazioni; cerco di guardare il problema nella sua sostanza. Al di là del nominalismo, abbiamo leggi regionali che sono piene di norme che recitano: "La Giunta regionale emana il Regolamento per questo procedimento". Siamo pieni, nelle nostre legge regionali, di norme che recitano: "La normativa tecnica è emanata dalla Giunta regionale". Questa è la sostanza del discorso. Abbiamo cercato di concatenare quest'azione alla luce del quadro normativo che è mutato in termini di equilibrio, che là era una scelta discrezionale caso per caso (in tutte le leggi regionali approvate fino ad oggi, il Consiglio decideva alcune cose e demandava alla Giunta normative di procedimenti e normative tecniche). In questo caso abbiamo una normativa generale che cerca di dare omogeneità all'area della legislazione, della regolamentazione, dei procedimenti e delle normative tecniche.
Posso capire che, in questo caso, vi sia un'estrema essenzialità dei paletti di riferimento perché si può dire che quando si fa riferimento alle norme nei vari punti, forse si poteva essere un po' più prolissi e articolati. Posso ammettere che l'essenzialità dei punti di riferimento induca a qualche preoccupazione che è superata, perché sono norme talmente chiare, si fa riferimento a normative che sono in uso da anni (vedi la legge n. 236 che regolamenta puntualmente); qui non siamo nel campo della tutela generale degli acquiferi che è l'essenza stessa della 142 e del piano di tutela. Siamo di fronte ad un procedimento puntuale per definire pozzo per pozzo, qual è la zona di rispetto. Ribadisco che non vi è nulla di stravolgente. Stiamo solo dicendo, in modo diverso, che la Giunta regionale approverà le normative riferite ad alcuni procedimenti amministrativi molto chiari e molto precisi e, per quanto riguarda l'allegato B, approverà una serie di normative tecniche.
Non vedo, colleghi, alcuno stravolgimento. Non dico che questo debba essere il punto di riferimento di tutti i successivi interventi in questo campo dal punto di vista della concettualità e dell'impostazione tecnica normativa, ma siamo in questo campo. Diamo mandato alla Giunta di prevedere i procedimenti e di emanare le direttive tecniche. Nello specifico, gli elementi essenziali ci sono, perché delegifichiamo un qualcosa di circoscritto e, naturalmente, questo assorbirà tutti gli atti amministrativi pregressi che ci sono ed, eventualmente, estrapolerà quelle parti procedurali fino ad oggi comprese all'interno di normative di legge regionale. In sostanza, darà organicità, per questi cinque procedimenti, a quella che è la disciplina del procedimento amministrativo di questo particolare tipo di competenza che rimane, anche a Bassanini attuata, in capo alla Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHEZZI Giuseppe

Grazie, Assessore Cavallera, per le precisazioni.
Facciamo ancora un piccolo passo: non vorrei alla fine scoprire che non c'è divergenza sulla questione.
Lei ci ha detto che esistono numerosissime leggi, con norme vigenti che prevedono in capo alla Giunta o il potere di avviare procedimenti o il potere di emanare Regolamenti. Norme di leggi che - ripeto - assegnano alla Giunta due tipi di poteri: avviare procedimenti, emanare Regolamenti.
Queste norme di legge rimangono tali anche dopo l'approvazione di questa legge? Secondo me sì, ma chiedo conforto anche a lei.
Le norme di leggi vigenti rimangono tali fintanto che non ci sarà una legge che le abroga. Questa legge non abroga nessuna norma di legge.
Lei ci dice che all'interno di quel corpo normativo vigente, e che vigerà anche dopo l'approvazione di questa legge, si vuole semplificare. Se le cose stanno così bisogna solo eliminare da questo disegno di legge il cenno alla delegificazione che non c'entra nulla con questo problema di legge e lasciamo solo nell'articolo, come dice il Consigliere Palma, il riferimento alla semplificazione, perché in effetti noi non delegifichiamo con questo provvedimento.
Il riordino delle nostre idee e dei contenuti di questa legge, che dovrebbe corrispondere a questi nostri intendimenti, penso possa riferirsi unicamente a questo primo emendamento del Consigliere Palma che dice di non nominare la delegificazione, perché non potremmo attuarla demandandola ad un Regolamento, ma non la stiamo nemmeno facendo.
Non so se ho dato una mano a riconciliare cose che sono conciliabili.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Volevo richiamare l'attenzione del collega Chiezzi su un mio emendamento dove si parla di norme incompatibili. Poteva essere anche un motivo di ulteriore preoccupazione il fatto che ci sia una discrezionalità della Giunta di andare ad abrogare norme se non ve ne è una necessità.
In questo caso noi precisiamo che le norme devono essere chiaramente incompatibili.
Detto questo, faccio un esempio. La legge Galli prevedeva che tutte le acque erano da classificarsi pubbliche, però diceva che questa norma non entrerà in vigore fintanto - faccio il ragionamento a livello nazionale dopodiché lo applichiamo a livello regionale - che non si approvi un Regolamento che vada ad abrogare tutte le norme incompatibili con la nuova disciplina della legge n. 36. Con la legge n. 36, detta legge Galli, il legislatore aveva ritenuto che, a fronte della dichiarazione di principio che tutte le acque sono pubbliche, il testo unico sulle acque e di impianti elettrici del 1933 aveva senz'altro una serie di norme che contrastavano con questa nuova legge che veniva emanata. Pertanto ha demandato al Regolamento questa funzione.
In sostanza, per rispondere chiaramente al collega Chiezzi, la delegificazione assolutamente deve essere mantenuta perché è lo strumento per poter andare a pulire il quadro normativo da eventuali norme incompatibili con il nuovo ordinamento emergente.
Questa è l'unica volontà nostra di azioni in questo campo.



PRESIDENTE

Sospendo per tre minuti la seduta per un confronto dei Consiglieri con l'Assessore su un emendamento.



(La seduta, sospesa alle ore 19,30 riprende alle ore 19,39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
2.1) Emendamento presentato dai Consigliere Palma, Giordano, Caracciolo Tapparo e Chiezzi: all'art. 2, comma primo, eliminare le seguenti parole: "delegificazione e la".
La parola all'Assessore Cavallera



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

La Giunta è contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 28 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere) Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi, ne ha facoltà.



CHEZZI Giuseppe

Sul secondo emendamento, o sui "secondi emendamenti" - ne ho preparati altri quattro precedenti che non consegno - avevo posto all'Assessore un problema di chiarezza. Infatti, il titolo dell'allegato A è fuorviante perché mischia due aspetti che devono essere tenuti separati e, come tali valutati politicamente: uno è la delegificazione, l'altro la semplificazione. Nel titolo dell'allegato A sono una cosa sola, per cui non riesco a distinguere, tra i cinque punti dell'allegato, quali siano quelli che si riferiscono alla procedura di delegificazione e quali quelli che si riferiscono, semplicemente, ad una procedura di semplificazione.
Presidente, quando lei era assente avevo sollevato il problema dell'inopportunità di delegificare il punto 5). L'Assessore mi ha risposto in quell'occasione, che il punto 5) non era oggetto di delegificazione perché era già stato delegificato! Io non sapevo che il punto 5) fosse già stato delegificato, e che fosse solo da semplificare. Per questo ho chiesto all'Assessore, per cortesia, di fare l'elenco dei procedimenti che voleva "delegificare" e di quelli che voleva semplicemente "semplificare". A tale scopo ho presentato l'emendamento soppressivo. Quindi, a questo punto visto il clima, metterei prima in votazione l'emendamento soppressivo del punto 1), se mi consente di consegnarglielo.
Non ci siamo, Presidente. Lei è persona di legge, e noi siamo chiamati a scegliere norme di legge che devono essere chiare ed univoche!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, va bene che qui il Regolamento consente di tutto però non consente ancora di porre in votazione un emendamento non presentato, che è nella sua testa! Questo ancora non lo consente!



CHEZZI Giuseppe

Glielo stavo presentando!



PRESIDENTE

E, in più, il Regolamento stabilisce che laddove si è già arrivati alla votazione di un determinato punto e cioè, per esempio, alla chiusura del comma primo ...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Ma lei me l'ha presentato un emendamento sull'allegato A. Guardi!



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Certo, adesso ho capito! Va bene! Ce l'ho fatta, ho capito! Lei presenta cinque emendamenti soppressivi di ogni punto. Benissimo! Adesso mi è chiaro! Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Secondo l'intervento che ho fatto in precedenza, non posso che ribadire che qui la delegificazione e la semplificazione sono inscindibili. Mi riferisco al punto 5): anche ammesso che la parte di dettaglio sia stata definita con deliberazione della Giunta regionale, all'interno della normativa esistevano comunque dei riferimenti per la tutela puntuale dei punti di captazione o degli acquiferi. Quindi, a maggior ragione, anche dopo la riflessione fatta dal collega Chiezzi, ritengo opportuno mantenere la titolazione così come proposta, per evitare un'articolazione non facilmente schematizzabile, vista la filosofia del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHEZZI Giuseppe

Presidente, se lei è d'accordo, sentita la risposta dell'Assessore e volendo spendere ancora una parola per fare chiarezza, vorrei ritirare i cinque emendamenti e sostituirli con uno solo, che ho già firmato. Con esso chiedo all'Assessore, sempre per chiarezza - sempre se le cose che dice sono vere - di eliminare l'equivoco dal titolo dell'allegato A, parlando solamente di "Procedimenti oggetto di delegificazione". Punto! Chiedo cioè di togliere le due specie, perché la specie della "semplificazione" sta dentro la "delegificazione": almeno chi legge sa che sono provvedimenti "delegificati", non "delegificati e/o semplificati". Togliamo "e semplificazione".
Presidente, le consegno quest'emendamento e ritiro gli altri.



PRESIDENTE

Sono contento se lei ritira gli emendamenti e me ne dà uno contro cinque! 2.2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: togliere al titolo dell'Allegato A le parole "e semplificazione"



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

La Giunta regionale è d'accordo, Presidente.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento, con il parere favorevole della Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli.
2.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: All'art. 2, comma 2, dopo le parole "norme regionali", aggiungere la parola "incompatibili".
Pongo in votazione l'emendamento della Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Comunico la non validità della votazione per mancanza del numero legale, essendo presenti 27 Consiglieri, anziché 29 (e in congedo 4 Consiglieri)



(Il Consigliere Cattaneo, fuori microfono, chiede che la votazione venga ripetuta per appello nominale, fra i commenti di dissenso dell'opposizione)



PRESIDENTE

L'art. 67, commi 2 e 3 del nostro Regolamento, recita: "Il voto per alzata di mano è soggetto a riprova, se questa è richiesta immediatamente dopo la proclamazione del risultato, da un Consigliere".
Quindi, dispongo la ripetizione della votazione dell'emendamento 2.3) ai sensi dell'art. 67 del Regolamento interno del Consiglio regionale comma secondo e terzo, per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 votanti 27 hanno risposto SI' 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La votazione sull'emendamento non è valida, in quanto si constata nuovamente la mancanza del numero legale.



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