Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.395 del 30/09/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


GALASSO ENNIO LUCIO



(Alle ore 16.07 il Consigliere Segretario Galasso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.30)



(La seduta ha inizio alle ore 16.50)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Bussola, Ferrero, Ghigo Mercurio, Pichetto Fratin, Racchelli, Rossi Giacomo e Scanderebech.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Proseguimento esame disegno di legge n. 427: "Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 427, di cui al punto 7) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Ricordo che nella giornata di mercoledì scorso abbiamo sospeso i lavori in mancanza del numero legale necessario per votare l'articolo 1 riguardante le finalità, del disegno di legge n. 427, di cui è competente l'Assessore Cavallera.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione nominale (richiesta dai Consiglieri Cattaneo, Bolla e Caramella), mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
presenti e votanti 25 Consiglieri hanno votato Sì 25 Consiglieri.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale, pertanto ai sensi dell'articolo 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale, sospendo la seduta fino alle ore 17.15.



(La seduta, sospesa alle ore 16.52 riprende alle ore 17.11)



PRESIDENTE

Dispongo il rinnovo della votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
presenti 33 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato Sì 28 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 3.1) Emendamento presentato dalla Giunta, a firma dell'Assessore Cavallera: al primo comma dopo le parole "le seguenti caratteristiche" aggiungere le seguenti parole: "a) presenza di un insieme di attività e funzioni diversificate, quali l'agricoltura, l'agriturismo, il turismo rurale, l'artigianato e la piccola industria, aventi una base comune territoriale ed in grado di valorizzare le risorse produttive, culturali ed ambientali locali".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Per quanto riguarda l'articolo 3, l'emendamento della Giunta si riferisce al dibattito generale della precedente seduta e cerca anche di cogliere alcune sottolineature e indicazioni pervenute dalle varie parti del Consiglio; in qualche modo, cerca di rafforzare la definizione dei requisiti per l'individuazione dei distretti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.1).
Il Consiglio approva.
La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere, per dichiarazione di voto.



RIBA Lido

L'introduzione dell'emendamento proposto dall'Assessore Cavallera tiene conto, in parte, degli interventi che il nostro Gruppo ha svolto per segnalare la necessità che il distretto abbia delle caratteristiche tali da poter sviluppare un'economia di territorio.
L'economia di territorio, però, non è sufficientemente definita da questa introduzione. L'economia di territorio, come l'Assessore saprà posto che siamo più volte intervenuti sul punto, avrebbe bisogno di essere meglio codificata da una procedura di individuazione del distretto, che deve essere realizzata non nei termini in cui viene ipotizzata da questa proposta di legge, perché altrimenti si ritornerebbe al punto che abbiamo illustrato più volte: il Consiglio regionale dovrebbe fornire le direttive realizzare le leggi e individualizzare i grossi processi, mentre la Giunta dovrebbe svolgere le attività esecutive. Questa, invece, più che una legge, si configura come una direttiva alla Giunta per svolgere un compito che non è proprio della Giunta, ma, a nostro parere, del Consiglio.
Prendiamo atto che c'é un miglioramento nel merito e ci asterremo su questo articolo, mantenendo una forte riserva sull'impianto e sulle carenze del provvedimento, che, complessivamente, continua ad essere una sottrazione al Consiglio di una delle sue più importante competenze.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 5.1) Emendamento presentato dalla Giunta, a firma dell'Assessore Cavallera: nel comma 1, dopo le parole "dalla Giunta regionale" aggiungere le seguenti parole "sentita la Commissione consiliare competente".
La parola al Consigliere Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

chiaro che il mio intervento, in questa sede, tiene anche conto dell'emendamento del Consigliere Riba. Infatti, avrei fatto un intervento diverso se ci fosse stato solamente il mio.
Adesso, quindi, modificherò parzialmente il mio intervento in conseguenza dell'emendamento presentato dal collega Riba.
L'emendamento di cui si discute, nonché gli altri due presentati sempre dalla Giunta, danno attuazione a quanto annunciato nella precedente seduta, in cui era emersa chiaramente la volontà di un coinvolgimento del Consiglio in modo più decisivo, affinché il Consiglio non fosse estraneo alle procedure di gestione di questa legge.
Abbiamo riflettuto e abbiamo cercato di formulare delle proposte che da un lato, salvaguardassero la snellezza della legge, dall'altro, per accogliessero queste sollecitazioni. Il risultato ottenuto è il testo degli emendamenti a vostre mani, in cui si introduce il discorso del coinvolgimento della Commissione competente.
Adesso, a fronte di un ulteriore emendamento che è stato presentato in questa sede, limitatamente all'emendamento all'articolo 5, sarei disponibile ad un'ulteriore modifica dell'emendamento della Giunta, nel senso di proceduralizzare in modo più pregnante ed efficace il ruolo della Commissione, sostituendo le parole "sentita la Commissione" con le parole "acquisito il parere della Commissione consiliare competente". Capite benissimo che è diverso il "sentito" e "acquisito il parere", perché con quest'ultima formulazione la Commissione interviene nel merito. In questo modo, si preserva da un lato la salvaguardia delle procedure nel tempo e nella durata dell'istituzione dei vari distretti, e dall'altro il coinvolgimento del Consiglio.
A questo punto, quindi, rivolgo un appello al collega Riba di tener conto di questa apertura. Non vorrei in questa sede riaprire la lunga discussione fatta in Commissione. Quello che propongo è certamente un notevole passo avanti e lo pregherei di accertare la mia proposta superando la sua.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore.
Lei formula quindi un subemendamento all'emendamento, o una modifica a quello esistente, che prevede la nuova formulazione: "acquisito il parere della competente Commissione consiliare competente".
La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Assessore, magari chiederemo qualche minuto di sospensione per completare questa riflessione e per ragionare sulla sua ipotesi propositiva.
Lei tenga conto, però, che oggi l'istituzione di un distretto, se lo gestiamo bene, è un elemento di programmazione che ha la sostanziale dignità di un Piano Territoriale di zona. Un piano di distretto che si rispetti, vuol dire che quell'area viene salvaguardata, viene destinata ad un uso multiplo, infatti interviene la multifunzionalità (magari lo possiamo fare OGM free o non OGM free, questo può diventare un elemento che si adatta o meno in alcune situazioni), e quindi ha bisogno di momenti decisionali e di Governo particolarmente rilevanti.
Possiamo accettare il fatto che su alcune questioni e su alcuni elementi, nonostante le precisazioni, il distretto si configura comunque come un piano di settore, con un adattamento del territorio, ma è un piano di settore con una maggiore dignità.
In altri casi invece non è un piano di settore, ma è un piano di territorio e un piano di utilizzazione di un insieme plurimo di risorse di cui l'agricoltura rappresenta l'elemento trainante, magari senza essere neanche la centralità del sistema produttivo. Abbiamo continuato ad identificarne alcuni, perché in realtà lavoriamo all'interno di una Regione che è storicamente definita per le sue vocazioni. Quindi, abbiamo la frutta, il vino, il riso e i fiori.
Queste sono le vocazioni, ma se si trattasse di fare solo questo chiaramente l'Assessore non avrebbe bisogno di una legge di autorizzazione generale, perché gli resterebbero da costituire due distretti; il terzo quello della frutta, è molto eventuale. Non sarebbe necessaria una legge di delega per costituire soltanto i due distretti mancanti, aventi le caratteristiche dei piani territoriali, cioè il distretto dei fiori e il distretto del riso. Non ci sarebbe la necessità né verrebbe avanti insistentemente la proposta di dare una delega alla Giunta, per due soli settori, su una materia che rimane di competenza del Consiglio.
E' chiaro che si porteranno avanti anche altre esigenze, che non considero neanche particolarmente imbarazzanti. Se si tratterà di fare il distretto del mais in alcune zone o il distretto delle patate (lo dico perché è stato tante volte proposto) in una determinata area, è chiaro che è un'opportunità.
Salvaguardiamo con una procedura di Consiglio, anche solo di deliberazione su proposta della Giunta, i due distretti che riguardano i fiori e il riso, e per gli altri possiamo accettare che ci sia una procedura semplificata.
Le parole "acquisito il parere della Commissione" rappresentano sicuramente un elemento in più, ma non è un elemento che sottopone al parere del Consiglio una procedura emendativa o di costituzione di un progetto. Significa soltanto "acquisito il parere", nel senso che il Consiglio ha detto sì o ha detto no. "Sentita la Commissione" non vuole dire neanche questo, più che altro nella deontologia interpretativa; poi sarebbe una questione di diritto amministrativo stabilire che cosa vuol dire "sentito".
Chiederei un momento di sospensione, Presidente, per verificare se l'Assessore raccoglie almeno in parte quelle che consideriamo delle esigenze importanti su questo progetto, che coinvolge sicuramente una parte importante della nostra economia.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.26 riprende alle ore 17.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Grazie, Presidente. Vorrei fugare ogni dubbio circa la formulazione che abbiamo proposto oggi, in merito al ruolo del Consiglio e, nel caso particolare, della Commissione.
Pensavo, quando ho proposto "acquisito il parere" - e mi appello anche ai precedenti di Commissione, che il parere deve essere inteso in modo articolato, nel senso che ci può essere un parere positivo o negativo oppure un parere con dei suggerimenti circa la modifica o meno di determinate parti del provvedimento stesso.
Dico pubblicamente affinché rimanga a verbale, almeno come interpretazione da parte mia a nome della Giunta, che il confronto, che chiediamo venga fatto in Commissione, deve essere un confronto ampio approfondito e a tutto campo, ma puntiamo ad una procedura la più snella possibile, che salvi la sostanza, non appesantendo la forma.
Credo di avere fatto il massimo sforzo possibile, in considerazione delle condizioni date dal punto di vista di partenza.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba che interviene in qualità di Consigliere. Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Noi riteniamo che ci sia un atteggiamento ancorato ad un problema che continua ad essere presente e a condizionare un po' troppo le decisioni su questo punto. In qualche maniera il problema riguarda una specie di procedure e di decisioni extra-istituzionali sull'operazione del distretto dei fiori e del Lago Maggiore.
Questo, per quanto possa avere una sua legittimità e dignità, è fuorviante rispetto alla necessità di ancorare ad una procedura di Consiglio le decisioni che riguardano la definizione di un'operazione di programmazione a livello di piano territoriale, come sono i distretti su aree addirittura interprovinciali.
Ci eravamo limitati a chiedere che fossero sottoposte a procedura di Consiglio le operazioni che riguardano l'istituzione di distretti interprovinciali.
Mi pare che la controproposta esclude anche queste situazioni, che sono destinate a normare e a definire un'operazione di programmazione interprovinciale. Quindi, manterremo la nostra posizione e ci asterremo sull'emendamento dell'Assessore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 5.1) come riformulato dall'Assessore Cavallera.
Il Consiglio approva.
5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Muliere e Suino: aggiungere il seguente comma 2 "2. I distretti aventi carattere interprovinciale sono definiti, su proposta della Giunta, con delibera del Consiglio regionale".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
5.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Muliere e Suino: aggiungere il seguente comma 3 "3. Sono in ogni caso definiti con delibera del Consiglio regionale i distretti riguardanti l'area del riso, l'area floricola e l'area della frutticoltura".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Sull'articolo 7 ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere, ne ha facoltà.



RIBA Lido

Poiché stiamo arrivando ad un altro scoglio della proposta di legge vorrei approfittare del mio intervento, un po' precedente rispetto all'articolo 9, per porre il problema fin da adesso.
Stiamo parlando del piano di distretto, nell'articolo 9 c'é il supporto tecnico alla realizzazione del piano, c'é un combinato disposto nell'articolo 12 che é il finanziamento per questa operazione di ricerca.
La questione mi sembra che meriti un minimo di ulteriore riflessione. Non possiamo fare, secondo me, un'operazione in cui destiniamo alla Giunta di fare (sia pure sentita la Commissione che poi, come sappiamo, è un'operazione molto circoscritta) un piano di distretto per il quale facciamo lavorare l'IRES, al quale IRES diamo un miliardo e mezzo per fare l'operazione dei distretti. Mentre, invece, per quelli del vino, che sono stati fatti dai Consigli di Amministrazione, dai direttivi di distretto per quelli, non mettiamo sicuramente a disposizione un miliardo e mezzo.
Consiglieri, chiedo che questa operazione si sospenda, l'Assessore ci rifletta e ci dica come intendiamo risolverla. Mettere un miliardo e mezzo a disposizione di questa operazione, tutta di Giunta, quando abbiamo messo zero lire per quanto riguarda analoga operazione per i due distretti del vino, è una questione che ha un contenuto particolarmente allarmante. E' chiaro? Pensavo che ci fosse una condivisione della necessità di arrivare ad una politica. anche del Consiglio, che potesse esprimere la propria idea sul fatto di predisporre una delibera dentro la quale potevamo prevedere gli stanziamenti, che questi li potevamo prevedere ex legge di contabilità generale inserendoli poi nel bilancio, e non inserendoli in questa legge.
Mi pare che siamo arrivati, una dietro l'altra, a quella che è poi la ciccia dell'operazione: 800 mila euro per studiare piani di distretto tramite l'Ires. Questo francamente, Assessore, mi sembra che debba essere oggetto di un minimo di riflessione. Non è così che si fa l'operazione anche se dovesse essere di indagine economica sociale e di ricerca.
Chiedo che, a questo punto, ci si fermi rispetto a questa ipotesi altrimenti la Giunta, niente niente, acquisisce un miliardo e mezzo per l'Ires e per i distretti resterà da vedere se avremmo delle possibilità. Mi pare che, francamente, andiamo a sbilanciare una situazione che è già oggetto di un'altra operazione. E' chiaro che ci sono alcuni stanziamenti sul distretto dei vini, ma non sono per questa operazione. Quella operazione di distrettualizzazione è finanziata in tutt'altra, e molto minore, somma a disposizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Volevo premettere che, per quanto riguarda gli interventi finanziari sulle politiche di distretto, com'é la filosofia della legge, si fa riferimento a tutte le normative già esistenti, quindi questo è uno strumento solo di coordinamento.
Per quanto riguarda le questioni dell'Ires penso che essendo oggi, al mese di ottobre, si potrebbe ridurre lo stanziamento in rapporto alla breve durata che vi è da adesso a fine anno (essendo spese correnti è chiaro che via è la questione della competenza annuale).
Credo che si possa fare uno stanziamento minimale all'interno dell'unità previsionale di base (forse la cifra giusta potrebbe essere 150 mila euro) rimandando tutto il discorso, dato che poi demanda ai bilanci annuali, per quanto riguarda l'individuazione delle risorse.
Da un punto di vista tecnico, non possiamo fare diversamente perché il bilancio di questo anno prevedeva l'articolazione delle spese correnti per il 2003, adesso sarebbero impossibilitati a farlo. Dato, e non concesso che si volesse andare ad un'accelerazione dei supporti tecnico economici, finanziari è chiaro che non vi sono certamente i tempi. Ho riflettuto in tempo reale e propongo una riduzione di questo stanziamento a 150.000 euro, che mi sembra più sostenibile. Ho fatto una proporzione rapida in ordine a quelle che possono essere attività che possono essere messe in campo in un trimestre e che hanno la possibilità di essere attuate.
Per quanto riguarda l'insieme degli interventi, la cassetta degli attrezzi degli interventi di sostegno nell'agroalimentare è molto piena.
Tutti i provvedimenti che abbiamo in essere sono notificati all'Unione Europea. Abbiamo assicurato che non è una legge che doveva prevedere stanziamenti, ma solo una legge di coordinamento a livello di filiera, a livello d'area, perché non si voleva andare ad aprire un dossier nuovo con delle tipologie nuove d'intervento.
Pertanto, la proposta è di ridurre - adesso formalizzerò la proposta a 150.000 euro lo stanziamento all'articolo 12.



PRESIDENTE

Comunico che è pervenuto il seguente emendamento: 7.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi e Chiezzi: all'articolo 7, lettera c) togliere le parole "nonché delle politiche territoriali ed urbanistiche finalizzate".
Consigliere Palma, posso farla intervenire sull'emendamento perché al dibattito generale ha replicato l'Assessore; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Al di là dell'artificio tecnico per intervenire io chiederei anche a lei Presidente nonché all'Assessore di seguirmi con attenzione.
Il problema, rispetto alla norma finanziaria, non è quello di ridurre lo stanziamento per dodicesimi, ma quello di assicurarne la copertura perché, così com'è scritta, vi è una norma di rinvio all'articolo 30 della legge finanziaria di quest'anno, cioè attraverso il meccanismo di ridefinizione delle poste di entrata e di uscita. Per una copertura prevista di 800.000 euro, sull'esercizio prossimo non esiste nessuna copertura in questa norma finanziaria.
Quindi, il problema non è ridurre da 800.000 euro a 150.000 euro lo stanziamento, ma, se la Giunta intende spendere 150.000 euro nel corso di quest'esercizio a prescindere dalle modalità, trovare la forma di copertura mediante riduzione da revisionale di base. Vorrei che su questo fossimo precisi, perché non è la prima volta che qui si arriva con norme finanziarie e non con norme di copertura.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Palma, lo verificheremo da un punto di vista tecnico.



PALMA Carmelo

Da un punto di vista tecnico, però, prima di introdurre l'emendamento dell'Assessore, si cerca di capire qual è la norma di copertura e non solo la disposizione finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire sull'emendamento il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Senza artificio elettronico, intervengo sull'emendamento di cui stavamo parlando, cioè sull'emendamento Moriconi e Chiezzi, che mi sembra accolto dall'Assessore.
Chiedo all'Assessore Cavallera se è disposto a dirci qualcosa di più puntuale su un accoglimento di emendamento che mi sembra positivo, ma anche abbastanza pesante rispetto al contenuto della disposizione.



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, vuole rispondere al collega Palma? Bene, ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Direi che l'osservazione del collega Palma è senz'altro pertinente quindi possiamo, confidando nel fatto che siamo alla fine dell'anno demandare lo stanziamento al bilancio dell'anno prossimo.
Tecnicamente, ho il supporto di funzionari esperti, che danno ampie garanzie, per cui, quando arriveremo all'articolo 12, disporremo della formulazione corretta.
Per quanto riguarda le osservazioni del collega Chiezzi, è una discussione che viene da lontano. Molte volte il collega Chiezzi sostiene a proposito di varie leggi, che si cerca di andare a modificare un impianto urbanistico generale di pianificazione urbanistica territoriale, previsto in via generale dalla legge 56. Secondo le parole del Consigliere Chiezzi sono state articolate varie modalità che by-passano o rendono troppo pesante la normativa urbanistica.
Penso che questo non sia il caso, dato che, di fatto, sono principalmente da esaminare tutti gli altri aspetti, soprattutto quelli ambientali e paesaggistici, piuttosto che quelli territoriali e urbanistici.
Ritengo che, se la cosa può aiutare a comprendere dove vogliamo arrivare, possiamo accogliere tranquillamente quest'emendamento, visto che lasciamo tutte le altre definizioni ambientali relative alla salvaguardia della ruralità, del paesaggio e quant'altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per una precisazione sull'emendamento il Consigliere Bolla; ne ha facoltà.



BOLLA Emilio

Solo una precisazione di ordine tecnico. L'emendamento chiede di togliere dall'articolo le parole da "nonché" fino a "finalizzate". Mi pare che in questo modo non fili il testo. Bisognerebbe aggiungere "nonch allora". Non sono se mi sono spiegato. Potete verificare tecnicamente come può essere aggiustato il testo?



PRESIDENTE

Invito i colleghi Chiezzi, Moriconi e Bolla a rivedere insieme un momento questo passaggio. Si tratta soltanto di apportare una correzione linguistica che faremo successivamente, quindi non vi sono problemi.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 7.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 8.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: al terzo comma dopo le parole "distretto" aggiungere le seguenti parole "sentita la Commissione consiliare competente".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 8.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 10 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 11.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: aggiungere le seguenti parole "sentita la Commissione consiliare competente".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 11.1) Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 11, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 12.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: l'articolo 12 è così sostituito: "1. Alla copertura degli oneri finanziari per l'anno 2004 e successivi si provvede ai sensi dell'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003)".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 12.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 12, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge. La parola al Consigliere Muliere per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocco

L'intervento del Consigliere Riba ha espresso i dubbi nel nostro Gruppo in merito al provvedimento.
Assessore Cavallera, noi non siamo contrari all'istituzione di distretti (è nota la nostra battaglia per istituire il distretto dei fiori, del riso e il nostro accordo sul distretto del vino) ma siamo contrari all'impianto della legge, per come lei l'ha proposta.
Il collega Riba ha messo in evidenza un punto rilevante ed estremamente importante: il ruolo della Giunta e il ruolo del Consiglio. C'è, per un'altra questione da sottolineare: il ruolo delle Province, cui noi guardiamo con attenzione, essendo loro a dover istruire la pratica (e poi la Giunta regionale deciderà).
Qui, come Consiglio regionale, potevamo giocare un ruolo importante e porlo, non solo sulla legge, ma anche in riferimento ad altri provvedimenti, essendo, da questo punto di vista, estremamente importante il ruolo del Consiglio.
Credo che questa procedura possa portare ad una inflazione di proposte perché è chiaro che ogni Provincia individuerà un proprio distretto particolare, per caratterizza la provincia medesima, cui la Giunta regionale, su spinta di ogni Provincia, dovrà accettare l'istituzione.
Il passaggio in Consiglio regionale, cioè la possibilità di affrontare direttamente, attraverso un provvedimento legislativo, l'istituzione di un singolo distretto, avrebbe portato ad un maggiore equilibrio. Ecco perch la questione posta in più interventi dal collega Riba non è da sottovalutare. E' per questo che noi, Assessore, non siamo contrari all'istituzione dei distretti, ma siamo contrari all'impianto della legge per come è stata avanzata e per come è stata proposta.
I dubbi sono molti, ecco perché - per le motivazioni che ho cercato di avanzare - ci asterremo nel voto finale. Ci auguriamo che le correzioni avanzate dall'Assessore, di proporre un passaggio in Commissione, non sia solo un passaggio formale, ma che ci sia una discussione di merito rispetto alla proposta, o alle proposte, avanzate dalle Province che dovranno essere accolte dalla Giunta.
Dovrebbe cogliere questa occasione per svolgere - e lo suggerisco all'Assessore come primo passaggio nella Commissione Consiliare - una valutazione sull'esperienza dei distretti del vino, per valutare che cosa ha funzionato e che cosa non ha funzionato fino ad oggi.
Credo che questo ci possa aiutare per evitare problemi nell'esperienza futura. Credo che, forse, una relazione dell'Assessore in Commissione consiliare su questa esperienza ci possa aiutare e possa essere utile per il nostro cammino futuro.
In conclusione, ripeto che il nostro Gruppo si asterrà su questo provvedimento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bolla.



BOLLA Emilio

Naturalmente, volevo esprimere soddisfazione perché siamo arrivati al voto finale su questa legge che noi riteniamo importante e il nostro Gruppo voterà favorevolmente.
Questa legge ha contenuti molto importanti, lo dimostra anche il fatto che ci sia stata una proficua, dal mio punto di vista, discussione in seno al Consiglio, con la partecipazione di tutte le componenti. Credo, come ogni legge, sarà positivo dare dei contenuti nella realizzazione di quelli che sono gli obiettivi.
Mi scuso per la piccola polemica che c'è stata inizialmente, proprio nell'ambito della presentazione di questa legge, con la lettura del documento di relazione che accompagnava questo testo. Ancora vorrei ribadire che soprattutto i contenuti di quella relazione vanno evidenziati sono importanti perché fanno un po' il quadro dell'economia agricola e agroindustriale del Piemonte; sono la presentazione idonea di un provvedimento che potrà veramente creare uno sviluppo nelle varie filiere economico-agricole della nostra Regione.
Come evidenziava giustamente il collega Muliere, ritengo che ci sia un coinvolgimento importante delle Province e di tutti quei soggetti che partecipano in modo attivo allo sviluppo dell'economia agroindustriale della nostra Regione. Sotto questo punto di vista, il ruolo della Regione deve essere assolutamente fondamentale. Con questo documento dimostriamo che la Regione vuole essere protagonista in modo compiuto. Ritengo che oltre alla Giunta, in queste decisioni, sia coinvolto in modo equilibrato e giusto anche il Consiglio regionale.
Questo è un documento importante, potremmo far fruttare bene quelli che sono gli obiettivi di questa legge se tutti i soggetti parteciperanno in modo convinto e crederanno in quegli obiettivi che con questa legge ci vogliamo dare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Signor Presidente, Assessore Cavallera, il Gruppo di Alleanza Nazionale saluta con favore l'approvazione del disegno di legge recante l'istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità. Con questo provvedimento la Regione affianca agli attuali strumenti di politica agraria, rappresentati da provvedimenti di incentivazione settoriale e dal Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006, una politica di carattere territoriale e settoriale promuovendo il consolidamento e lo sviluppo di sistemi produttivi locali individuati quali distretti rurali e distretti agroalimentari di qualità. E' un provvedimento che ha ottenuto il consenso delle categorie interessate; anche per questo il voto di Alleanza Nazionale sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, svolgo una dichiarazione unica anche a nome del Gruppo dei Verdi.
Il voto è di astensione con significato molto negativo. In Consiglio regionale l'astensione ha significato di per sé di voto negativo, per accentuiamo questo elemento per le stesse ragioni illustrate dal collega Muliere, che ringraziamo per le battaglie che ha fatto e anche per i parziali risultati ottenuti. Qualche risultato lo abbiamo avuto anche con l'emendamento che, almeno, ha tolto il pasticcio di inserire anche la pianificazione territoriale come il prezzemolo all'interno delle normative.
Nonostante questo, all'interno di questa legge, di pasticci ne rimangono parecchi, in quanto, in parte, con questa legge si toccano argomenti e strutture già esistenti in altre leggi, quindi, si aumenta la confusione. Manca un ruolo di coordinamento da parte della Regione e, tanto per cambiare, continuate sulla strada di scavalcamento e messa ai margini dal ruolo del Consiglio regionale: le deleghe alla Giunta continuano ad essere una delle strade preferite da questo Consiglio regionale. In particolare, preferite dal Presidente Ghigo, che, oltre ad assorbire competenze del Consiglio, anche in virtù di interpretazioni delle funzioni di regolamento molto estensive, continua, peraltro, ad essere assente da questo Consiglio regionale, si occupa di tutto tranne di fare quello per cui i cittadini del Piemonte lo hanno eletto.
Continuo a sollevare questa questione, essendo politicamente rilevante e continuo a denunciare con forza l'assenza del Presidente Ghigo dal suo tavolo di lavoro. Il primo tavolo di lavoro di un Presidente eletto dai piemontesi dovrebbe essere quello del Consiglio regionale dove propone le sue deliberazioni e le sue leggi. E' un comportamento che non mi stancher di denunciare sempre più con forza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.
Collega Burzi, grazie da parte dell'agricoltura, rompe la tradizione dei non addetti ai lavori.



BURZI Angelo

La ringrazio per l'apprezzamento che, le assicuro, non è dovuto, perch avrei esordito dicendo che non entro affatto nel merito di un provvedimento che non conosco. Tenderei ad evitare l'abitudine anche mia.



PRESIDENTE

Naturalmente, collega Burzi, va da sé che la sua è una distinzione di voto.



BURZI Angelo

Assolutamente, assumerà un'astensione fortemente positiva, che così mi contrappone utilmente al collega che mi ha preceduto, con una posizione di astensione fortemente negativa.
Mi interessava sottolineare un passaggio della formazione del voto sollecitato dal collega Riba, che adesso svolge il ruolo di Presidente, poi ripreso dal Consigliere Muliere e, in parte, anche dal Consigliere Chiezzi sul ruolo del Consiglio.
Immaginando di essere in un periodo costituente - secondo me, lo siamo ma siamo anche di circa sei-sette anni in ritardo rispetto alla fase costituente - vorrà dire che il Piemonte aspetterà ancora un attimo uno Statuto più aggiornato. Non mi pare che sia il problema più urgente, pur essendo un sostenitore dell'importanza fondamentale dello Statuto nell'ambito della gestione della produzione legislativa di una collettività. Il ruolo del Consiglio, come è stato prima della legge che ha modificato, coerentemente con l'opinione dei referendum del 1992-1993, la legge sul Sindaco, la legge sulla Presidenza delle Province e, in ultimo la legge che porta all'elezione dei Presidenti della Regione, ha modificato nei fatti il rapporto tra Esecutivi e Consigli, siano essi di Enti locali di Province e ancora più di una Regione.
Al di là dei ruoli che, oggi, solo momentaneamente, ricopriamo di Consiglieri di maggioranza o di opposizione, sono due modelli diversi quelli che si contrappongono che ci si offrono. Secondo me, è importante che anche l'opposizione, oggi chiamata ad esercitare per dovere, non solo per diritto, il ruolo di controllo di ciò che l'esecutivo e la maggioranza propongono e decidono, verifichi se la modalità con cui vuole esercitare questo ruolo è ancora in continuità con un passato (la coformazione del pensiero in Commissione). Consigliere Muliere, non raccontiamoci un eccesso di favole, ipotizzare passaggi in Commissioni, utilissimi e legittimi (con questa modalità la Regione Piemonte ha prodotto anche eccellenti dispositivi di legge) significa scegliere la strada magari che non ottimizza il tempo, ma che certamente obbliga - non consiglia, ma obbliga un Esecutivo a discutere quanto basta - e non soltanto ad informare - con l'opposizione e a formare un pensiero legislativo. Questo è il modello che anche oggi, legittimamente, è stato sostenuto (che a mio avviso è obsoleto nei tempi ma non nella formazione politica), che è del tutto alternativo a quello che, invece, invoca e auspica una maggiore delega agli Esecutivi una maggiore celerità di decisione, e che obbligherebbe invece i Consiglieri ad acuire tutte le forme di informazione e di controllo. Non sono lo stesso modello, perché chi sostiene il modello A nell'assoluta legittimità, sostiene il modello con cui la Regione Piemonte (e non solo) è stata governata dal 1970 fino a poco fa (molte leggi tuttora auspicano questo modello). Non sono la stessa cosa.
Vedo anch'io una grande eccezione per l'area di programmazione. Quando facevo l'Assessore era forse la delega a cui ero più legato culturalmente forse era anche la delega dove ho dato i risultati peggiori (ammettendo che negli altri abbiano dato qualche risultato decoroso), perché per fare programmazione si richiede un Consiglio fortemente attento alle fasi di programmazione.
Noi abbiamo delle buone leggi di programmazione. L'utilizzo di queste leggi, però, se mi è consentito, non mi pare eccellente né da parte dell'Esecutivo, né certamente da parte del Consiglio, che non si avvale delle sue capacità di controllo. Ma è lì che chi crede nella programmazione oggi, nell'opposizione o in maggioranza, i ruoli cambiano nel tempo (non il ruolo del Consigliere ma il ruolo di maggioranza o opposizione), ed è lì che bisogna lavorare per avere più informazioni e controllarle meglio.
Ma i due prodotti sono del tutto diversi. Vi è una Commissione - la VI Commissione - in cui la modalità è tuttora rappresentativa del modello precedente e, a detta di molti, funziona bene; è un rapporto molto cogestito tra Esecutivo e Consiglio. Non è detto sia l'unico modello. Non è certamente quello che, dal referendum in poi, questo popolo ha chiesto e in molte parti è già attuato.
Vorrei che si riflettesse in vista, prima o poi, che qualcuno si occupi seriamente dello Statuto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Burzi. Si è attenuto assolutamente al tema, anche se ovviamente era solo per connessione collegato all'agricoltura. Ciò non di meno l'apprezzamento espresso non lo ritiriamo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
La Lega Nord voterà ovviamente a favore di questo provvedimento, perch crediamo, a differenza di altri, che l'agricoltura abbia dato, e ancora molto abbia da dare, al nostro territorio e alla nostra gente.
Le aree rurali spesso sono state abbandonate. Abbiamo perso prodotti di nicchia e di qualità perché purtroppo i costi più alti per ottenere quei prodotti li hanno messi fuori mercato. A discapito ovviamente della qualità: si sono preferiti prodotti di massa, venduti magari nei supermercati, nei grandi centri commerciali o in negozi che prediligevano la quantità rispetto alla qualità.
Negli ultimi anni - devo darne merito anche alla Regione Piemonte e a questa Giunta - si è cercato di invertire la tendenza. Si è fatto molto per migliorare la qualità e per difendere i prodotti di nicchia. Anche in campo turistico, attraverso importanti contributi per il territorio, si è cercato di favorire la nascita di agriturismi, sia sotto forma di ristorazione, che di piccole pensioni, offrendo quindi la possibilità a persone che con il solo reddito agricolo non avrebbero potuto continuare a vivere come agricoltori, di rimanere sul territorio e continuare a produrre.
Ritengo che l'individuazione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità possa rappresentare un ulteriore passo avanti nel ripotenziamento di un settore che era sicuramente in crisi, permettendo a coloro che desiderino dedicare la propria attività al mondo dell'agricoltura o dell'accoglienza di campagna, di farlo.
La Lega Nord, tra l'altro, anche se non c'entra con l'agricoltura ma con l'artigianato e con la piccola impresa, ha presentato in questi giorni un progetto di legge che inventa un marchio chiamato "Piemonte crea" per i prodotti fatti dai nostri artigiani e commercializzati sul nostro territorio.
Credo che il riconoscimento dei distretti rurali o agroalimentari di qualità possa rappresentare una sorta di marchio per chi opera in determinati territori. Porto come esempio le realtà della Val Borbera, in provincia di Alessandria, dove da area completamente abbandonata e lasciata quasi interamente incolta, grazie proprio agli interventi della Regione e della Provincia di Alessandria, si è arrivati a ricreare produzioni abbandonate da tempo: mi riferisco, ad esempio, ai formaggi, ma anche a prodotti agricoli quali i fagioli della Val Borbera, le patate quarantine, o ancora al Timorasso, un vino tipico pressoché abbandonato che sta dando di nuovo lavoro a molte persone del settore dell'agricoltura e sta riqualificando notevolmente questa area, che non solo offre una redditività dal punto di vista dell'agricoltura di qualità, ma offre una redditività a coloro che hanno deciso di investire nella ristorazione e nell'alloggiamento. Molte persone, infatti, vengono in Val Borbera mangiano e poi si fermano a dormire e a visitare quel territorio che purtroppo, era man mano sempre più abbandonato.
Quindi ben venga questa iniziativa. Noi, come ripeto, la voteremo con forte convinzione.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso le dichiarazioni di voto. Possiamo procedere alla votazione dell'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 25 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 441: "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 176-25037 del 27 luglio 2001 (Istituzione della Commissione Speciale per lo Statuto della regione Piemonte) come modificata dalla DCR n. 281-4701 dell'11 febbraio 2003"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione relativa a: "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 176-25037 del 27 luglio 2001 (Istituzione della Commissione Speciale per lo Statuto della regione Piemonte) come modificata dalla DCR n. 281-4701 dell'11 febbraio 2003", che si propone di modificare il punto 7 del dispositivo della su richiamata deliberazione prevedendo che la Commissione speciale per lo Statuto presenti le proposte di articolato entro il 30 giugno 2004.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, sicuramente arriveremo a votare la deliberazione che prolunga i tempi previsti per il rinnovo della Commissione Statuto. In questo modo dovrebbe essere chiaro fra di noi che spostare al 30 giugno 2004 i termini di presentazione per la proposta di Statuto significa approvare un documento che mette in conto che il Consiglio regionale non arriverà all'approvazione dello Statuto.
Siamo di fronte ad un fatto nuovo: con la data proposta si comincia a prevedere la possibilità che allo Statuto non si arrivi.
Chiederei, perché questo non diventi un atto formale, al Presidente della Commissione Statuto di fare il punto della situazione e di rappresentare in aula le difficoltà che, fino ad oggi, hanno fatto sì che in Commissione Statuto non si sia riusciti a fare quei progressi che nell'elaborazione di decisioni, sarebbero stati necessari.



PRESIDENTE

E' stato sollecitato un intervento del Presidente della Commissione Statuto, Consigliere Galasso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Mi associo alla richiesta del collega Marcenaro di una breve relazione ovviamente non di merito sul contenuto delle proposte emerse, ma sui problemi - temo - più gravi ancora emersi su questo lavoro, più che sulla conduzione dei lavori della Commissione.
Nell'adottare un atto di questo tipo, su cui chiaramente esprimiamo il voto favorevole, vorremmo - e già l'attenzione dell'aula lo dimostra - che la materia dello Statuto meritasse in termini politici ed istituzionali un grado di impegno e di consapevolezza diverso da quello che genericamente il Consiglio, ma (in particolare su questa materia) i gruppi di maggioranza hanno dimostrato in questo anno e mezzo di lavori della Commissione stessa.
Non è solo una questione formale il fatto che mai si sia potuta verificare la completezza o il numero legale dell'organo che era stato costituito, che la discussione è stata sempre inevitabilmente una discussione unilaterale con una serie di proposte che emergevano, in particolare dai banchi dell'opposizione, senza nessun tipo di confronto critico o dialettico che emergesse da parte della maggioranza.
Inoltre il fatto che il Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio (che, non casualmente, sono due membri di diritto della Commissione) abbiano pressoché disertato i lavori della stessa, essendo stati presenti l'uno una volta, l'altro un paio di volte, fa emergere un problema che, in termini formali, è chiaramente istituzionale: l'esigenza di prorogare i lavori della Commissione.
Emerge quindi anche un problema politico, che - dubito - si possa semplicemente risolvere attraverso una dichiarazione di intenti della maggioranza, che è già stata fatta in una delle ultime sedute della Commissione Statuto di presentazione entro la fine di ottobre di un documento unitario dell'intera maggioranza.
Varrebbe la pena comprendere se e in quale misura il Presidente Galasso (non solo come Presidente della Commissione, ma anche come coordinatore dei suoi lavori) abbia o meno maturato la consapevolezza che, da oggi in poi, i lavori della Commissione possano procedere proficuamente e non trascinarsi inutilmente come - temo - sia avvenuto in particolare negli ultimi mesi al termine del primo giro di audizioni.
Per il resto, chiedo, in particolare alla Presidenza, di considerare questa deliberazione proposta dall'Ufficio di Presidenza in termini perentori e tassativi anche nel suo significato normativo.
Emerge, come era già emerso in sede di adozione della precedente deliberazione, che i lavori della Commissione Statuto hanno un ambito tematicamente e normativamente circoscritto ai temi indicati nella deliberazione, che hanno implicitamente l'obbligo di adempiere a quelle correzioni statutarie che le riforme costituzionali hanno imposto e che i lavori della Commissione Statuto non sono gli Stati Generali 1-2-3-4 della Regione Piemonte, ma sono i lavori di una Commissione che si deve articolare su alcuni punti assolutamente specifici, sui quali deve portare all'attenzione del Consiglio una proposta articolata.
Sarebbe interessante sentire dal Consigliere Galasso, come Presidente della Commissione, una valutazione non su quanto è avvenuto (che più o meno tutti conosciamo), ma sulla possibilità che qualcosa di diverso possa avvenire nelle prossime settimane, dal momento in cui entrerà in funzione la Commissione Statuto così prorogata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Abbiamo letto con attenzione la proposta di deliberazione consiliare che l'Ufficio di Presidenza propone per la prosecuzione dell'esistenza in vita e conseguentemente dei lavori della Commissione Speciale per lo Statuto.
Al riguardo vorrei fare alcune considerazioni. Ribadisco che indubbiamente la Commissione Statuto è la sede deputata e logica nella quale arrivare a formulare un testo. Lo abbiamo sempre sostenuto, fin dai primi giorni della legislatura insieme al Consiglio regionale, perché le regole non appartengono a questa o a quella parte, ma devono essere costruite dal dibattito e dal confronto.
Abbiamo preso l'impegno, che rinnoviamo - anzi, credo che forse riusciremo a farlo con maggiore anticipo rispetto a quello che pensavamo di depositare non tanto una bozza di nuovo Statuto della maggioranza, ma di presentare alcune proposte di formulazione su alcuni temi, fra cui quelli indicati nella deliberazione, sulle quali ci fosse una totale convergenza da parte della maggioranza che sostiene la Giunta regionale.
E' ovvio che questo non esclude, anzi lo poniamo come un obiettivo, che vi sia una discussione in Commissione Statuto e che in quella sede (come ricordava in una seduta di circa tre settimane fa il collega Marcenaro) si discuta e ci si confronti per presentare all'aula una proposta su alcuni punti, fra i quali prioritariamente (per non dire esclusivamente, perché la Commissione e conseguentemente il Consiglio sono sovrani) quelli contenuti in questa deliberazione.
Anche noi riteniamo che la modifica statutaria, o comunque la proposta di un nuovo Statuto, sarà l'unica che riusciremo a fare. Non dobbiamo prenderci in giro, ma credo che nessuno lo voglia fare, ma siamo ormai a fine settembre, ed essendo il 2004 un anno abbastanza impegnativo, in quanto ci saranno le elezioni e sarà l'anno conclusivo della legislatura se si vuole garantire la possibilità di approvazione di un nuovo Statuto con quello che è previsto dall'attuale Statuto e dalla legge costituzionale, bisogna fare in fretta.
Tuttavia, per fare in fretta, non bisogna elaborare un prodotto brutto o affrettato, ma dobbiamo dedicare del tempo, dobbiamo confrontarci e arrivare il prima possibile ad una proposta. Mi sembra di cogliere nell'intervento del Consigliere Marcenaro, che condivido, un certo scetticismo. Se, come Consiglio regionale, abbiamo fatto quello che abbiamo fatto fino ad oggi e ci diamo tempo fino al 30 giugno, addio prima lettura o, quanto meno, anche se riuscissimo a fare la prima lettura, sarà difficile fare la seconda.
Senza mancare di rispetto all'Ufficio di Presidenza, il quale ha fatto anche una proposta di delibera utile, nel senso che non vorrà occuparsi ogni due o tre mesi della situazione della Commissione Statuto, il Consiglio, se vi è una convergenza, può ridurre il tempo previsto.
Dal mio punto di vista, se vi è una convergenza, è possibile prevedere un termine ragionevole, che potrebbe essere il 28 febbraio, in modo di riuscire, se è possibile entro quella data, meglio ancora prima (questo dipenderà dalla nostra capacità di lavorare e di fare insieme una proposta al Consiglio) ad arrivare ad un confronto in Consiglio per approvare, se ci riusciremo, la modifica statutaria, un nuovo Statuto, oppure quello che riusciremo a fare, in prima lettura. In tal modo, nei mesi successivi, si potrebbe garantire la possibilità di approvarlo in seconda lettura.
Differentemente, è ovvio che sarà difficile cambiare lo Statuto o meglio, aggiornarlo e approvarne uno nuovo. All'opposizione riconosciamo lo dico senza imbarazzo e con onestà intellettuale - una disponibilità al confronto sullo Statuto. Non si è mai presentato, ad esempio, il problema del numero legale. Si è comunque operato in Commissione nonostante ci fosse la difficoltà del numero legale; non è mai stato posto, a differenza delle Commissioni Permanenti, il problema del numero legale, quindi direi che è estremamente positivo. Tuttavia, riteniamo che occorra accorciare questo lasso di tempo ragion per cui proponiamo il 28 febbraio.
Se altri Consiglieri faranno una controproposta, non di mercato ma ragionata, siamo certamente disponibili ad allungare o accorciare questo termine, secondo le proposte presentate, con l'impegno, da parte nostra, di presentare le nostre entro ottobre (penso anche prima) e lavorare da subito per garantire il numero legale e una partecipazione attiva ed impegnata ai lavori della Commissione.
E' chiaro che la proposta condivisa dalla maggioranza non esclude, su alcuni parti proposti da altri, un cambiamento di opinione. Dato che noi crediamo che la via maestra sia quella di elaborare lo Statuto in Commissione, non ci scandalizziamo - lo ribadisco anche in Consiglio - se fatti salvi alcuni punti fondamentali, sui quali la maggioranza certamente sarà unita e coesa, emergessero dalle proposte e dall'esame di altri documenti maggioranze diverse su alcuni punti e su alcune modifiche statutarie.
Non a caso, la Commissione Statuto non é una Commissione permanente o meglio, non ha regolamento permanente. E' una Commissione molto partecipata e collegiale, con la partecipazione di diritto dei massimi vertici del Consiglio e della Giunta e una partecipazione significativa della rappresentanza di tutti i Gruppi. È una Commissione, se non ricordo male di trenta Consiglieri.
Queste sono le nostre considerazioni. Insieme vi è la proposta - se vi è una condivisione da parte del Consiglio regionale - di modificare il punto 7 del dispositivo della richiamata deliberazione relativo alla presentazione, entro il 28 febbraio 2004, delle proposte dell'articolato in Commissione.



PRESIDENTE

Naturalmente - anche se è superfluo - l'Ufficio di Presidenza non ha nessun particolare attaccamento ad un'ipotesi di lavoro. Un'ulteriore proroga renderebbe del tutto platonica l'allungamento della Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

La discussione si può anche concludere sui tempi, ma dato che avviene in Consiglio regionale, sarebbe bene che avesse un carattere di verifica delle effettive volontà politiche.
L'elaborazione dello Statuto non è un atto ordinario. Arrivati a questo punto è evidente che tale elaborazione non sarà possibile, a mio parere senza una svolta visibile nel clima e nell'impegno che fino ad oggi l'ha caratterizzata. Non arriveremo, in altre parole, all'elaborazione dello Statuto, se non ci sarà il segno che questo viene assunto, nelle prossime settimane (a partire da oggi) come il primo punto dell'impegno politico del Consiglio regionale nel suo insieme e di coloro che in questa Regione portano maggiori responsabilità.
Francamente - lo dico affinché non ci siano dubbi sul punto - il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio regionale hanno brillato per la loro assenza. All'inizio, qualche volta, il Presidente del Consiglio regionale è stato presente con qualche proposta al lavoro della Commissione Statuto; non ricordo bene se il Presidente Ghigo si sia presentato alla riunione costitutiva. Questo è un segnale che deve essere dato.
Sostengo questo perché vorrei ricordare a me stesso, oltre che al Consigliere Cattaneo, al Consigliere Galasso e agli altri colleghi, che la procedura costituzionale prevede la doppia lettura e la possibilità di effettuare lo svolgimento del referendum, qualora si renda necessario.
Vorrei far notare al Presidente del Consiglio regionale che i termini che avete proposto nella deliberazione, a partire dal 30 giugno, sono tecnicamente incompatibili con la possibilità, non solo della doppia lettura, ma anche dell'effettuazione del referendum, previsto dalla Costituzione, sullo Statuto. Anche sulla data del 28 febbraio ho dei dubbi.
Tecnicamente, la proposta può essere valutata, tenendo conto - lo dico per chiarezza, esprimendo un'affermazione politica che riguarda lo Statuto che, per quanto ci riguarda, ci sono tre questioni - come abbiamo detto più volte - che sono collegate: lo Statuto, la legge elettorale e il Regolamento, che pensiamo debbano progredire assieme, per quanto riguarda il nostro Gruppo. Naturalmente, è impensabile immaginare una convergenza o un consenso sulla questione dello Statuto che accomuni l'intera Aula, al di fuori di una convergenza, verificata in tutto il Consiglio regionale, su una legge elettorale che ne motivi l'esigenza e l'esistenza.
Per questo, o si fa una scelta e di questa scelta si ha la consapevolezza, quando si pronunciano certe parole si prendono impegni reali, altrimenti siamo destinati a scrivere per l'ennesima volta un'altra data che poi rinvieremo.
Dico semplicemente questo e lo dico adesso: per quanto riguarda il nostro Gruppo, questo è l'ultimo voto che diamo per una proroga dei lavori della Commissione in assenza di presentazione di una bozza di Statuto.
Fosse per noi affermerei che sarebbe utile accorciare i tempi, saper che il 28 febbraio siamo già in campagna elettorale, fissare la fine dell'anno come la data entro la quale ci impegniamo in una prima verifica effettiva e stringente. Su questa base, possiamo sapere se siamo in condizione di portare avanti questa questione o se il Piemonte, dove governa il "Presidente dei Presidenti", sarà una delle Regioni che si caratterizzeranno per non aver approvato lo Statuto a causa di una responsabilità politica molto rilevante, com'è stato ricordato in quest'aula, fino ad oggi almeno, della maggioranza e degli organi che dovrebbero avere maggiori responsabilità.
Quindi io vi chiedo semplicemente qua dobbiamo darci delle risposte pubblicamente degli affidamenti, fare delle valutazioni e decidere che cosa si fa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo. Ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Chiedevo se era possibile accordare una sospensione di cinque minuti anche per verificare la questione dei tempi alla luce dell'intervento del Consigliere Marcenaro. Io stesso - lei non c'era, Presidente Riba - avevo sollevato questo problema relativamente alle due letture, ma anche sulla questione del referendum, perché mi sembra che vi sia una convergenza al Consiglio regionale in termini di preoccupazione e d'autogoverno dei tempi al fine di avere un autocontrollo sulla presentazione del documento.
Ho proposto 28 febbraio così, come direbbe il Presidente Riba, a "trica e branca". Mi sembra un'altrettanto logica data quella proposta dal collega Marcenaro, ma volevo verificarlo, in modo da correggere la delibera e votarla con la coscienza e la conoscenza di darci un impegno che possa garantire il Consiglio regionale e sul quale mi sembra vi sia un'ampia convergenza di tutti i Gruppi.



PRESIDENTE

Personalmente, sono orientato a concedere una sospensione.
La parola al Consigliere Chiezzi, che preferisce intervenire prima della sospensione.



CHIEZZI Giuseppe

Magari il mio intervento risulterà del tutto ininfluente, però gradirei intervenire nel dibattito per dare la mia opinione su questa vicenda.
Ho l'impressione che le carte che decidono il gioco non stiano tutte qui. Questa impressione deriva da qualche lettura di avvenimenti di carattere nazionale e anche dalla partecipazione al congresso delle Regioni, al quale sono delegato insieme al collega Toselli e, ovviamente al Presidente del Consiglio Regionale.
Ripeto, ho l'impressione che le carte non stiano tutte qui e penso che al di là della nostra volontà - dico nostra, anche se dovrei dire vostra rivolgendomi alla maggioranza - di riavviare i lavori della Commissione in modo del tutto diverso da quanto è stato fatto sinora e, quindi, con la presenza, non dico entusiasta, ma attiva di tutti i componenti che permettono alla Commissione Statuto di svolgere i lavori, garantendo il numero legale, parlare in questa situazione solo di cambio di modo d'essere nostro ometta alcune questioni durissime e pesantissime, ma che sono quelle che hanno portato al disinteresse e allo stato di stallo.
Ci sono autentici problemi di varia natura: uno di questi problemi è il conflitto esplicito, sino al punto di recare qualche imbarazzo, tra il ruolo e le volontà espresse dai Presidenti dei Consigli regionali rappresenti dal Presidente Ghigo, che all'ultima riunione del Congresso delle Regioni ha dato forfait all'ultimo minuto, segnalando con questa sua assenza che vi era un contrasto sul cosa fare non di natura astratta.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

La natura dei problemi che devono affrontare le Commissioni Statuto è di tale rilievo anche nazionale che le Regioni sono ferme. L'unica Regione che ha portato a termine i lavori è stata duramente contestata proprio dal presidente Ghigo.
Prendiamo nota di questi elementi.
Possiamo scrivere le date che vogliamo e fare tante delibere, per dietro c'è questo e anche un nodo cruciale: in che modo slegare le sorti di un Presidente eletto direttamente dalle sorti di un Consiglio regionale. Su questo nodo, ci sono due punti di vista radicalmente diversi. I Presidenti delle Giunte vogliono cadere, se cadono cade il Consiglio; i Presidenti del Consiglio affermano che il Consiglio regionale ha una sua vita autonoma, al di là delle decisioni che un Presidente di Giunta può prendere.
Altro elemento molto complesso è quello dell'ipotesi arlecchino un'ipotesi che preoccupa molto ambienti anche politicamente molto distanti tra loro. E' possibile che in Italia ci siano Statuti determinati in modo tale da costruire un'arlecchinata? Per il modo di elezione, per i rapporti tra Giunta e Consiglio e via dicendo? E' un problema reale.
Colleghi, non voglio togliere ai neofiti dell'entusiasmo - mi riferisco a Cattaneo - la possibilità di dire che faremo tante cose. Però volevo segnalarvi che, secondo me, su questi Statuti ci sono durissimi problemi di livello nazionale. E' per questo che non si va avanti.



PRESIDENTE

Come convenuto, concedo una sospensione di cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.49 riprende alle ore 18.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Propongo pertanto il seguente emendamento: nel dispositivo sostituire "30 giugno 2004" con "19 gennaio 2004 individuando quale termine ultimo per poter addivenire all'approvazione dello Statuto entro questa legislatura".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Non essendovi altri interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo - emendato - verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 415: "Legge regionale 16/1995 e l.r. 5/2001. Programma triennale 2003 - 2005 degli interventi regionali per i giovani"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 415: "Legge regionale 16/1995 e l.r. 5/2001. Programma triennale 2003 - 2005 degli interventi regionali per i giovani".
La parola all'Assessore Leo per l'illustrazione.



LEO Giampiero, Assessore alle politiche giovanili

Il Piano Giovani è stato illustrato molto tempo fa in Commissione ed è stato approvato dalla Consulta Giovanile Regionale.
I colleghi della Commissione, in particolare i Consiglieri Placido e Suino, avevano chiesto di discuterlo in Aula con molto anticipo. In Aula è arrivato con molto anticipo, ma si è formato lì, essendo sorto il problema delle Province a predisporre il proprio Piano.
Come sapete, sia in Commissione sia in Consulta si è discusso molto (ed ho preso atto di tutti i suggerimenti) ma purtroppo adesso - lo dico soprattutto al collega Chiezzi - le Province hanno grande difficoltà a predisporre il proprio Piano. Non sono stato io a far ritardare o a fare pressioni per questa sera; sono state le Province che hanno scritto alla Presidenza chiedendo di accelerare i termini, non riuscendo, altrimenti, a predisporre i propri piani provinciali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Il prossimo anno forse si riuscirà ad arrivare con anticipo e discuterlo con un certo anticipo. Oggi siamo, con grande fatica, in una tappa intermedia...



(Commenti dell'Assessore Leo fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Sulle sue buone intenzioni, Assessore, penso che quasi nessuno abbia da ridire.
Oggi ci troviamo in presenza di un Piano Giovani, con le caratteristiche espresse dall'Assessore e con una condivisione della Consulta Giovanile. Pur rimanendo evidente tutta una serie di problematiche, vista l'ora e la giornata un po' particolare, non svolger un intervento articolato, ma sarò molto breve. Mi riferisco, in particolare, alla legge regionale n. 16 e alla necessità di intervenire quanto prima, per modificarla con le varie proposte presentate. Ci riserviamo di intervenire in quell'ambito, oltre che per illustrare la nostra proposta di legge (che vede la collega Suino come prima firmataria) anche rispetto alle proposte e alle attenzioni dell'Assessore, e quindi della Giunta regionale, di non presentare una propria proposta.
Con questi rilievi pensiamo che il Piano Giovani debba essere rivisto non solo nella tempistica, ma anche nei contenuti rispetto alle nuove realtà giovanili, non solo più di competenza delle Province e agli interventi necessari di indirizzo.
Su questo Piano daremo un convinto voto favorevole, pur rimanendo le nostre problematiche rispetto al nuovo Piano Giovani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Ci troviamo d'accordo, almeno sulle conclusioni, con il Consigliere Placido e con la maggioranza di questo Consiglio. Anche a nome del Gruppo Radicale esprimeremo voto favorevole.
Avevo sperato che si potesse aprire una discussione più ampia, ma purtroppo dobbiamo prendere atto che questi argomenti finiscono per essere sempre relegati all'ultimo minuto un po' in angolo. Voglio, comunque sottolineare alcuni aspetti di questa particolare proposta di deliberazione; aspetti, dal nostro punto di vista, più significativi.
Prima di tutto, non stiamo parlando di un piano annuale, ma triennale.
una importante ed interessante novità che recepisce quelle indicazioni che, anche con l'emendamento del Gruppo Radicale, sono state inserite, nella legge di attuazione della Bassanini. Anche se con certo rammarico prendo atto che da due anni a questa parte (forse anche per colpa mia che sono in VI Commissione) non siamo riusciti ad affrontare la legge di riforma delle politiche giovanili, però, grazie al fatto di aver introdotto lo schema di una nuova politica giovanile che tenga conto della devoluzione che la Regione fa alle Province di un nuovo ruolo che devono avere le Province. E' un dato positivo essere all'interno di un nuovo e maggiore ruolo per le Province. E' importante riconoscere che siamo davanti ad un lavoro nuovo realizzato dai funzionari dell'Assessorato, che, almeno hanno tentato - e, in alcuni punti, credo siano anche riusciti - di individuare la sintesi di una serie di interventi dei vari Assessorati.
In questo momento, abbiamo come interlocutore l'Assessore Leo ed è voto favorevole anche all'Assessore Leo. Il bello e il nocciolo delle politiche giovanili è il fatto che dovrebbe essere una politica trasversale, che davvero dovrebbe incidere su vari Assessorati, davvero dovrebbe riuscire a mettere in sinergia l'Assessore Pichetto, le politiche del lavoro, le politiche di integrazione, le politiche di educazione, le politiche di spettacolo e turismo.
Secondo me, questo tentativo è stato recepito grazie al lavoro essenzialmente, dei funzionari più che di un lavoro politico della Commissione, più che di un lavoro politico forse anche dell'Assessore, ma è stato recepito. Ci sono due elementi positivi: politiche triennali, ruolo delle Province, tentativo di una sinergia vera e di un tavolo di lavoro vero tra i vari Assessorati.
Per questo e solo per questo, sicuramente, il Gruppo Radicale esprime un voto positivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, un coro di sì, con accenti un pochino diversi, e un no, quello del mio Gruppo, così di seguito motivato. Si tratta di un piano triennale, quindi, è uno strumento di programmazione, non è una decisione di modesta entità, impegna la Regione per diversi anni. Il tema "i giovani" è tra i temi più difficili sin dall'inizio, sin dalla stessa parola, sin dall'identificazione dell'area cui si riferisce il programma "Chi sono i giovani". I giovani, dal punto di vista numerico, sono sempre di più perché, in questi anni, abbiamo elevato l'età massima oltre la quale non si ha più diritto di rientrare in leggi che destinano somme per attività rivolte ai giovani. E' difficile perché le priorità che un programma triennale assume nei confronti dei giovani sono le più varie e vaste possibili, al punto da divenire anche in parte difficilmente definibili.
Dico questo perché, leggendo questo programma triennale, si rimane, a volte, un po' sconsolati, in quanto sono pagine di estrema bontà, i temi sono giusti, come contestarli: politiche per il lavoro, politiche per l'istruzione, politiche culturali, prevenzione del disagio, creatività giovanile, accrescimento della cultura giovanile, politiche sociali, sport agricoltura.
La critica che mi porta ad esprimere un voto negativo non è rivolta a quanto vi è scritto e alla serie di progetti che stanno dentro questi elementi. La critica si basa sul fatto che in questo programma triennale mancano due momenti della vita giovanile. Non sono stati scritti perch evidentemente, la nostra attenzione, la nostra capacità di entrare nel mondo dei giovani non riesce ad arrivare fin lì dove adesso vi dirò che occorrerebbe arrivare.
E' vero o no che nella vita di tanti giovani non ai margini della società, dal punto di vista dell'insediamento economico-sociale, quindi della capacità di reddito, vi è un vuoto di ideali e di cultura? E' vero o no che, in ambienti che frequentano anche le nostre scuole superiori, si può vedere che ci sono tanti vuoti nella vita di questi giovani (giovani che frequentano la scuola e che non appartengono a quelle aree di disagio in cui ci sono giovani che non giungono nemmeno a fruire del sistema scolastico)? Per questi giovani, a causa della carenza di capacità critica verso la propria vita, la vita degli altri e la società in cui vivono, non vi è un'attenzione particolare, che non è quella del disagio, non è quella lì.
La preoccupazione concerne il disagio che non emerge, che è insito nei modelli di vita di tanti giovani, che dovrebbe essere affrontato.
Il secondo elemento riguarda chi, viceversa, appartiene ad un'area sociale, ad una classe sociale, ad un modo, ad uno stile, ad una possibilità di vita che è ai margini della società cui un programma di questo genere non tocca. All'interno di quest'area ve n'è una che ritengo dovrebbe essere al centro della nostra attenzione. Si tratta di quell'area di giovani che hanno una qualità e dei contenuti della vita che non possono essere accreditati come vita di un giovane, sono coloro inseriti nell'area della povertà, dell'emarginazione sociale e, dentro questa, nell'area dell'immigrazione.
Nel capitolo "politiche culturali" si dicono parole buone e condivisibili: "Oggi, bisogna che la ricerca, la sperimentazione, le contaminazioni dei linguaggi, i territori di confine delle forme espressive e quant'altro fa parte del bagaglio creativo delle nuove generazioni costituiscano i punti di riferimento da cui muovere per impostare iniziative destinate a far crescere sul piano culturale e formativo gli adulti di domani".
Questo genere di frase che contatto ha con i tanti giovani di diverse età che sono condannati a una vita di degrado nell'ambito delle comunità immigrate in Piemonte? Cosa si fa su quello? Perché non estraiamo dal complesso del sociale dei giovani questo elemento e ne facciamo un elemento discriminante, di punta, di un'attività pluriennale, senza disperderla come ha fatto con grande abilità, ancora una volta, e con grande lavoro l'Assessore Leo? Lei, Consigliere Valvo, che vuole buttare fuori gli immigrati dall'Italia, invece, se ne sta qui ad ascoltare un collega che parla dei giovani immigrati che fanno una vita indegna di essere chiamata vita dei giovani. Questo è l'elemento che manca, Assessore Leo. Quello che non manca, invece, è la sua capacità di soddisfare tante richieste che provengono da vari ambienti, da varie aree culturali e da varie aree politiche.



(Commenti dell'Assessore Leo fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Certo che le ascolta, le ha sempre ascoltate. Penso che, dal suo punto di vista, si ritenga un bravo Assessore, perché sono rari i "no" che dice.
Le forbici in mano le ha anche lei: a qualcuno dà di più, a qualcuno di meno, ma la sua politica - ci conosciamo da quando eravamo quasi piccoli è sempre stata quella di ascoltare tutti.
Stia attento però, Assessore Leo, perché ci sono giovani che non arrivano nemmeno a far sentire una voce. Da anni le dico che è da lì che dovrebbe partire. Dovrebbe cominciare da questo ascolto, da questa capacità di intercettare culture che ci sono - perché le culture degli immigrati ci sono - ma che non riescono ad emergere all'interno della nostra società.
Visto che avete deciso di esaminare un problema che non ero d'accordo a discutere in tempi ristretti, mi acconcio alla volontà dei più, ma queste sono le ragioni per cui, Assessore Leo, con parole anche affrettate, per le quali mi scuso (spero di essermi spiegato ugualmente), voterò anche quest'anno contro un programma che ha degli elementi di bontà, ma che manca di due tasselli che, viceversa, dovrebbero essere messi in primo piano in un programma triennale rivolto ai giovani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna

Presidente e colleghi, ci troviamo finalmente ad approvare questo piano giovani triennale, che abbiamo auspicato dall'inizio della stesura della legge n. 16.
I colleghi Placido e Mellano hanno evidenziato e recepito le novità ma anche i valori di questo piano giovani, e condivido il problema che loro hanno accennato di rivedere questa legge n. 16.
Mi ha però colpito - e vorrei rivolgermi soprattutto a quest'ultimo l'intervento del collega Chiezzi, sempre molto attento. Ritengo, però, che nei rilievi che ha esposto su questo piano giovani non ci sia molto di azzeccato. E le spiego il perché. Lei sostiene che si tratta di un tema difficile, perché i giovani chi sono? In Regione Piemonte ci poniamo questa domanda da almeno vent'anni.
Abbiamo portato avanti una politica, a partire dal progetto giovani della città di Torino stilato dall'Assessore Leo, sino ad oggi, con un confronto serrato. Vorrei sottolineare che siamo l'unica nazione, a livello europeo che non ha un riferimento nazionale.
Con molto plauso, vorrei ricordare che una delle prime Regioni che ha legiferato in tal senso è il Piemonte. Questo interrogativo ha dato e dà tuttora delle risposte, collega Chiezzi, perché la definizione che è stata data anche dalla Direzione Europea in tema di politiche giovanili (abbiamo avuto qualche risposta anche di progetti da parte dell'Europa) è quella di una definizione comunque almeno di età.
All'interno di questa età, però, lei sostiene che si è innalzata la condizione, perché i giovani faticano molto di più sia a trovare lavoro sia a permanere in casa, sia a svolgere tutte quelle attività che lei ha detto bene che il piano prevede.
Questa è una politica interassessorile molto importante, perch rappresenta la costruzione del futuro della nostra Regione.
Il collega Chiezzi sostiene ancora che su questo piano non vi sono scritti due momenti di coinvolgimento dei giovani che non appartengono comunque ad una realtà organizzata. Collega Chiezzi, vorrei ricordarle che nel 1995, se non erro, il primo progetto fu predisposto con i giovani zingari della città di Torino (questo è stato un esperimento ), quando ancora non ci si poteva nemmeno avvicinare ai campi. Questo progetto prevedeva il coinvolgimento di questi ragazzi, dando loro tutta una serie di opportunità attraverso lo sport e la scuola, o attraverso situazioni che hanno comunque portato ad un minimo di integrazione i nostri campi nomadi.
Ribadisco che questa attenzione c'è: ma da dove emerge? Nella misura in cui abbiamo decentrato alle Province alcune funzioni, non tocca a noi, come Regione, stabilire tutto dall'alto.
Cosa ci richiedono i giovani? I giovani richiedono di essere protagonisti di una progettualità che deve venire dal basso, all'interno della quale c'é tutta la possibilità di finanziare i progetti che riguardano tutta la parte del mondo giovanile che ha il vuoto. Come dice il collega Chiezzi, c'é un disagio sommerso.
Questo disagio sommerso deve assolutamente emergere da una progettualità dal basso. Più che prevedere nel piano quella che è una disponibilità nell'ambito dei finanziamenti, noi non dobbiamo stereotipare quella che può essere l'iniziativa e la partecipazione che i giovani vogliono avere.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



COSTA Rosa Anna

Collega Chiezzi, il provvedimento sugli artisti di strada lo abbiamo approvato proprio nella misura in cui condividevamo questa linea di capacità di aggregare e di dare opportunità a chi meno ne ha.
Questi momenti che lei ha evidenziato sono assolutamente ricompresi non solo nel nostro piano, ma nelle opportunità che diamo per i giovani di essere protagonisti di se stessi, ma soprattutto a quelli non organizzati.
Grazie colleghi.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo - emendato - verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.25)



< torna indietro