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Dettaglio seduta n.394 del 30/09/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.01 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 10.35 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.05)



(La seduta ha inizio alle ore 11.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caramella, Ghigo e Pichetto Fratin.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati

Conclusione interrogazione presentata, ex articolo 103 Regolamento, dalla Confederazione U.S.A.E. (Unione Sindacati Autonomi Europei), in data 12 aprile 2001 relativa a "Criteri adottati dalla Giunta regionale con deliberazione n. 80-1700 dell'11 dicembre 2000 per la valorizzazione delle figure professionali infermieristiche"


PRESIDENTE

La Commissione regionale permanente "Sanità, Assistenza, servizi sociali, politiche degli anziani" ha trasmesso, a seguito dell'esame dell'interrogazione in titolo, la risposta scritta dell'Assessore alla Sanità.
(Copia della stessa è depositata presso l'Ufficio Aula del Settore Assemblea regionale) Il Consiglio regionale prende atto di tale risposta che, ai sensi dell'articolo 106, comma 3 del Regolamento sarà trasmessa all'interrogante.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 2363 dei Consiglieri Palma e Mellano inerente a "Problemi di sicurezza geologica per la localizzazione del nuovo ospedale di Alba-Bra a Verduno"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2363, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente.
L'interpellanza in oggetto attiene a problemi di sicurezza geologica per la localizzazione del nuovo ospedale di Alba-Bra a Verduno (CN).
Nulla da eccepire, cortesi colleghi interpellanti, Palma e Mellano sulle premesse, con la sola eccezione per l'ultimo capoverso, ove si citano le argomentazioni trattate e i risultati emersi nella Conferenza dei Servizi del 02 settembre 2003: non è vero, infatti, che in tale sede sia stata oggetto di discussione l'ulteriore variazione della localizzazione del complesso problema già precedentemente affrontato e risolto. Ci risulta dal verbale della seduta, interamente trascritto e sottoscritto dai convocati intervenuti alla riunione, che vi fornisco in allegato.
L'incontro era stato invece convocato per esaminare, ai sensi di legge, eventuali osservazioni formulate da privati o Enti in merito al progetto preliminare di bonifica idrogeologica del versante collinare propedeutico alla realizzazione del nuovo ospedale, trascorsi i previsti termini di pubblicazione presso le sedi indicate dalla vigente normativa.
Di ciò si è occupata la Conferenza, senza prendere in considerazione l'eventualità di variare la localizzazione del complesso, così come riportato impropriamente dalle cronache giornalistiche.
In merito all'oggetto dell'interpellanza preciso quanto segue (i colleghi hanno fatto una richiesta che si è sostanziata in cinque punti).
Il primo quesito attiene alla richiesta dei dati e degli esiti tecnici delle rilevazioni finora effettuate relativamente alla situazione geofisica del terreno. I dati e gli esiti delle rilevazioni finora effettuate circa la situazione geofisica del terreno sono contenuti in tutta una serie di rilievi, elaborazioni e valutazioni che conseguono a: Determinazione dell'ASL 18 n. 152 del 03/09/1998 "Indagine geognostica e geofisica sul sito individuato per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero - approvazione verbale di gara - affidamento lavori ed autorizzazione alla spesa" relativa all'avvio dell'indagine sul sito in disponibilità dell'ASL al fine di consentire gli adeguamenti degli strumenti urbanistici e l'autorizzazione ad edificare Determinazione dell'ASL 18 n. 1764 del 17/08/2000 "Indagine geognostica e geofisica sul sito individuato per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero - relazione conclusiva" con la quale la Direzione regionale Servizi Tecnici di Prevenzione si esprimeva circa la idoneità del sito all'edificazione, indicando "condizioni proibitive nel settore inferiore del versante, problematiche difficoltose e condizioni nel settore centrale, discrete condizioni nel settore superiore". La relazione è disponibile agli atti e gliela farò avere.
Con cadenza trimestrale, a partire dai lavori di indagine di cui sopra, i dispositivi di monitoraggio installati sul versante per controllare le variazioni delle falde acquifere e degli eventuali movimenti del suolo, sia in superficie che in profondità, raccolgono dati che sono valutati dall'ASL, dalla Direzione regionale Servizi Tecnici di Prevenzione (ora ARPA) e dai progettisti. I dati sono disponibili presso tali organismi Con nota dell'08/05/2002 il Comitato regionale per le Opere Pubbliche Sezione Opere Edili indicava fra le prescrizioni finalizzate all'approvazione del progetto definitivo del nuovo ospedale presentato dall'ASL 18 e adeguato alle valutazioni di carattere geofisico del terreno, che "il progetto debba essere comprensivo anche del progetto relativo alla stabilizzazione dell'intero versante sul quale insiste l'area oggetto di intervento" A tal fine, l'ASL 18 ha provveduto, con determinazione del 09/04/2003 ad affidare la progettazione preliminare definitiva degli interventi di risanamento idrogeologico del versante collinare individuato per la realizzazione del nuovo ospedale di Alba-Bra approvando il progetto preliminare con determina n. 1140 del 22/07/2003.
Il secondo quesito era finalizzato ad acquisire copia del progetto di bonifica del terreno e a conoscere l'entità dei costi ulteriori previsti per la sola bonifica e per lo spostamento del sito.
Il progetto preliminare della bonifica idrogeologica del versante collinare è stato approvato in sede di accordo di programma sottoscritto dagli Enti in data 04 agosto 2003 ed è perciò interamente allegato agli atti dello stesso. Sono qui disponibili alcuni elaborati che sintetizzano la sostanza dell'intervento.
Il costo stimato per le opere di bonifica è di euro 10 milioni. I lavori sono suddivisi in due lotti organici, dei quali il primo, per l'importo di 7 milioni di euro, propedeutico all'impianto di cantiere, e il secondo, per l'importo di 3 milioni di euro, relativo al completamento a valle del complesso ospedaliero. Alla spesa preventivata per il primo lotto si è fatto fronte mediante inserimento del quadro economico del progetto dell'ospedale rivedendo lo stesso per individuare i possibili risparmi sufficienti a coprire l'onere imprevisto. Della copertura della spesa derivante dal secondo lotto, si è fatta carico l'ASL 18 nell'ambito del proprio bilancio. Non sono stati previsti spostamenti ulteriori del sito di edificazione rispetto a quelli previsti nel progetto definitivo approvato dall'ASL, che aveva portato alla proposta di variante urbanistica approvata dal Consiglio del Comune di Verduno in data 16 giugno 2003 con deliberazione n. 12 e definitivamente approvata in sede di accordo di programma il 04 agosto 2003.
Nel terzo quesito si chiedeva quali variazioni l'attuale situazione comporti sul cronoprogramma delle opere.
Per quanto concerne i tempi di realizzazione delle opere di bonifica questi sono previsti complessivamente in mesi nove per i due lotti. Il primo lotto, con durata di mesi sei, sarà cronologicamente il primo intervento sul sito, parzialmente sovrapposto e coincidente con le opere di scavo e fondazione relative alla realizzazione dell'edificio ospedaliero.
Il secondo lotto sarà eseguito nel prosieguo dei lavori e non inciderà perciò, sul programma complessivo. Nel cronoprogramma dell'opera è stata prevista una dilatazione dei tempi di circa quattro mesi.
4. In relazione alla scelta del sito si confermano le indicazioni di opportunità e convenienza già evidenziate dallo studio di fattibilità presentato dall'ASL nel 1994, che aveva portato la Regione ad inserire l'opera nella programmazione nel Piano Sanitario Regionale. La conferma dell'ubicazione non può essere considerata disgiuntamente dalle complessive valutazioni che tale scelta programmatoria aveva determinato.
La posizione baricentrica rispetto non solo alle due Città principali ma anche al resto del territorio dell'ASL, è da ritenersi principio determinante nella scelta operata dagli organismi interessati.
Per quanto riguarda le vie di accesso è noto che l'area individuata per la realizzazione dell'intervento è interessata dalla costruzione dell'Autostrada Asti-Cuneo, che prevede un casello specifico di accesso all'Ospedale e andrà a costituire un nodo viario privilegiato per i collegamenti rapidi con il polo ospedaliero. Ma anche le reti definibili come "secondarie" sono interessate da progetti importanti di ristrutturazione (vedi le previsioni del piano triennale dei lavori predisposto dalla Provincia di Cuneo per la Strada Provinciale che si sviluppa a poche centinaia di metri dall'area) che potenzieranno in modo sensibile i collegamenti esistenti.
In relazione ai parcheggi, uno dei problemi legati all'accessibilità delle attuali strutture ospedaliere dell'ASL 18 è proprio la difficoltà di sosta degli automezzi e, per contro, la scarsa possibilità di arrivare alle stesse con l'utilizzo di mezzi alternativi. La nuova struttura potrà godere di ampi spazi di parcheggio sia "a raso" che al coperto, per oltre 1000 posti auto. Una razionale gestione della rete dei mezzi pubblici potrebbe inoltre favorire sin dall'inizio l'utilizzo di tali mezzi con evidenti vantaggi e rendendo possibile una migliore integrazione dei servizi fra i due poli cittadini. Questi ultimi potranno inoltre giovare del decongestionamento del traffico che si evidenzia attorno agli attuali ospedali.
Come già evidenziato, ai maggiori costi evidentemente indotti dalle condizioni geologiche si è fatto fronte senza modificare ulteriormente il piano finanziario approvato dalla Giunta regionale il 25 marzo 2003, per complessivi 145 milioni di euro (circa 280 miliardi di vecchie lire).
Le considerazioni inerenti le problematiche e i costi conseguenti relativi alla situazione geologica non possono prescindere dall'area geografica (Langhe-Roero) dove l'opera viene prevista, né tanto meno non considerare l'importanza strutturale e funzionale della stessa. Proprio in osservanza di tali principi l'attenzione posta ai problemi geologici, alle indagini e alle soluzioni proposte pone l'intervento previsto ai massimi livelli nella specifica materia. Questo qualifica le strutture regionali che nulla hanno tralasciato ai fini della salvaguardia della sicurezza e della tutela dell'ambiente e fornisce garanzie assolute per il futuro della struttura e dell'intero versante collinare.
Ultimo quesito posto dall'interpellanza: "per conoscere quali indicazioni puntuali abbia dato la Regione Piemonte e i suoi organi amministrativi per garantire una decisione ponderata, motivata e serena circa la costruzione o meno dell'ospedale Alba-Bra nel sito in oggetto".
La Regione ha indetto ai sensi del Decreto Legislativo 267 del 18/08/2000, articolo 34, la Conferenza dei Servizi cui sono demandate tutte le procedure relative sia alla fase di progettazione sia a quella di approvazione e costruzione dell'opera; responsabile del procedimento è stato nominato il dirigente regionale, arch. Claudio Fumagalli.
Tale procedura, naturalmente analoga a quella utilizzata per tutte le più importanti opere pubbliche, tra cui quelle per le olimpiadi di "Torino 2006", prevede il coinvolgimento di tutti gli enti e le istituzioni interessate alla realizzazione dell'opera in modo che siano valutati tutti gli elementi, anche remoti, che attengono alla stessa. Si realizza così una costante valutazione che garantisce il massimo di sicurezza nella procedura di realizzazione delle opere.
Collega Mellano, tutta la documentazione è a sua disposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente, e grazie soprattutto all'Assessore D'Ambrosio per la sua risposta.
Abbiamo presentato un'interpellanza urgente in un momento in cui sapevamo peraltro l'Assessore essere indisponibile per motivi di salute e in un momento in cui si riprendeva l'attività istituzionale.
Voglio molto cordialmente ringraziare l'Assessore per la puntualità con cui ha voluto rispondere, perché è un argomento che ci stava a cuore. Ci stava a cuore avere una risposta urgente, perché avendo avuto notizia che giovedì 2 ci sarà un'ulteriore Conferenza dei Servizi, volevamo come gruppo Radicale acquisire quel materiale e quella documentazione di cui nella risposta l'Assessore D'Ambrosio ci ha preannunciato la consegna.
Devo confermare che la natura dell'interpellanza nasceva, per quanto mi riguarda, dalla lettura di autorevoli giornali, che non ho citato nell'interpellanza. Lo faccio ora. Avevo letto "la Stampa" nelle pagine di Cuneo, che nell'edizione di mercoledì 3 settembre riportava, addirittura in modo virgolettato, la frase da cui siamo partiti per presentare l'interpellanza.
Quindi, prendo atto e acquisisco il materiale per procedere nell'attenzione che, come gruppo Radicale, vogliamo porre su quel tema.
Come ben si sa, l'attenzione sull'ospedale di Alba-Bra sta crescendo anche a livello sociale. Ci sono importanti personalità sociali dell'albese e del braidese che stanno, con attenzione, valutando l'opportunità o meno della costruzione di quell'ospedale.
Quanto interessa al gruppo Radicale è essenzialmente la scelta, come diciamo nella fase finale della nostra interpellanza, di una decisione ponderata, motivata e serena. Già nelle interrogazioni precedenti sollecitavo come potesse essere un rischio anche politico, anche per l'Amministrazione regionale quello di dovere decidere su una forte istanza popolare, che vede (sicuramente in grande maggioranza) positivamente la costruzione di un nuovo ospedale situato in quella zona.
C'era il rischio - che abbiamo voluto paventare e dissipare con l'interpellanza e con l'attenzione che porremo alla questione nelle settimane future - di una decisione non motivata. Quindi, auspichiamo che la decisione sia ponderata e valutata soprattutto con riferimento a criteri scientifici e tecnici nella valutazione dell'insediamento.
Diamo atto della tempestività della risposta e ci riserviamo un'ulteriore attenzione su questo tema, che credo sia fondamentale, anche perché la riorganizzazione del sistema e delle reti degli ospedali in Piemonte è una scelta di prospettiva importante, su cui occorre avere capacità di attenzione e di cura.
Quindi, con la promessa di un'attenzione che continua, la ringrazio.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta - Interventi di promozione della domanda

Interpellanza n. 2204 del Consigliere Placido inerente a "Finanziamenti regionali per interventi di qualificazione turistica nella Città di Rivoli"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 2204, cui risponde l'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

In relazione all'interpellanza n. 2204 presentata a firma del Consigliere regionale Placido, con la quale si richiedono chiarimenti in merito all'assegnazione di un contributo regionale sulla base della L.R.
807/1999 n. 18 "Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica Programma annuale degli interventi anno 2002" a favore della ditta Fratelli Cavallo S.r.l. per la realizzazione di una struttura alberghiera nel territorio del Comune di Rivoli, si pone l'attenzione su alcune considerazioni che possono fornire elementi di risposta.
A seguito dell'istanza, presentata regolarmente entro i termini prescritti e sulla base delle rispondenze e dei requisiti richiesti sia dalla L.R. n. 18/99 sia dal programma annuale degli interventi - anno 2002 nonché dai criteri relativi alle procedure di valutazione definite con D.G.R. n. 47-6356 in data 17/06/2002, il progetto sottoposto a regolare istruttoria è risultato idoneo e ammesso a contributo con D.G.R. n. 149 9229 in data 28/04/2003 di approvazione delle graduatorie, come già ricordato dal Consigliere Placido.
In particolare, in relazione al criterio 1, pertinente alla prima fase di valutazione dell'intervento - Fattibilità urbanistica - in presenza di progetti per i quali non è ancora stata rilasciata da parte del Comune sede dell'intervento alcun provvedimento autorizzativo - nella fattispecie concessione edilizia - il progettista incaricato attesta, con una relazione tecnica, l'idoneità urbanistica in rapporto alla strumentazione vigente o adottata, unitamente alla conformità dell'opera prevista, sia in materia di disciplina delle strutture turistiche sia di disposizioni adottate, ai sensi della L. 13/1989 e D.M. 14/06/1989 n. 236, relative all'abbattimento delle barriere architettoniche. Al momento della presentazione dell'istanza da parte della ditta F.lli Cavallo, il tecnico incaricato della redazione del progetto attestava la fattibilità dell'intervento, specificando che, in data 17/09/2002, era già stata inoltrata domanda di concessione edilizia presso il Comune di Rivoli; non veniva segnalata la presentazione di altro genere di istanze, poi negate o sospese, relative all'intervento in questione. La procedura prevede che l'attestazione da parte di un tecnico abilitato sostituisca a tutti gli effetti la produzione di certificazioni inerenti alle caratteristiche di conformità alla normativa che vengono attestate, ai sensi del D.P.R. 28/12/2000 n. 445, articoli 46 e 47 che disciplinano le dichiarazioni sostitutive di certificazioni e le dichiarazioni sostitutive di atto notorio. Lo stesso D.P.R. 445/2000 prevede, all'articolo 76, le sanzioni penali nelle quali incorre chiunque rilasci dichiarazioni mendaci.
La trasmissione allo stesso Ente in data 20/09/2002 di copia della domanda di finanziamento inoltrata presso la Regione Piemonte, ai sensi della L.R. 18/1999, da parte della ditta F.lli Cavallo è attestata direttamente dal legale rappresentante della ditta che ha sottoscritto l'istanza.
Tutto ciò è a disposizione dell'interpellante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. E' sempre un'emozione, vista la difficoltà e la rarità, ricevere una risposta dall'Assessore Racchelli. Lo ringrazio e chiedo copia scritta.
Devo dire, Assessore, che la risposta non mi ha soddisfatto, perché non capisco due questioni. La prima: considerando che al Comune di Rivoli non risulterebbero le autorizzazioni in base alle quali poter proseguire l'intervento sulla struttura indicata, quali sono gli atti che il suo Assessorato pensa di fare? Ci troveremmo di fronte al percorso che lei ha letto nella risposta, dove vi è un Comune a cui non risultano le autorizzazioni necessarie. Le chiedo se lei non ritenga opportuno, come è suo dovere, prendere gli atti e inoltrarli al Comune di Rivoli - cosa che farò con la sua risposta - e, eventualmente, alle Autorità competenti.
Non pretendo che l'Assessorato regionale da lei diretto vada oltre quanto previsto dalle normative della legislazione vigente, ma non è neanche possibile non agire di fronte a una situazione che risulterebbe illegale (ricordo che sugli organi di stampa locali - mi riferisco alla cintura torinese - il Sindaco del Comune e l'Assessore competente hanno dichiarato che a loro non risulta alcuna autorizzazione). Ci troveremmo dunque, di fronte ad un'evidente illegalità, per cui è stato dato un finanziamento, pur rispettando l'iter, ad una società che non ha i requisiti previsti per poter effettuare i lavori.
Le chiedo cosa pensa di fare come Assessore, in termini ufficiali rispetto a queste situazioni, pur trovandosi di fronte a un iter corretto rispetto a quanto prevede la legislazione regionale.
Facendo fede a quanto affermano gli amministratori del Comune di Rivoli, ci troviamo di fronte ad una situazione di illegalità. Ecco perch non sono soddisfatto della sua risposta, Assessore Racchelli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli, per la replica.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Consigliere Placido, voglio soffermarmi su un aspetto che ha un'evidenza trasparente: vi sono delle dichiarazioni rilasciate da un tecnico, che autocertifica una procedura; c'è, dunque, un tecnico che ha esposto dei documenti alla Regione, che garantiscono un iter; c'è un decreto ministeriale che stabilisce le procedure affinché ciò venga punito.
Noi non abbiamo una funzione di carattere ispettivo, però, se il Comune ci avesse scritto - e non avesse semplicemente rilasciato delle dichiarazioni agli organi di stampa - chiedendoci la documentazione, noi non avremmo fatto altro che inviare la documentazione al Comune che è un nostro interlocutore assolutamente istituzionale.
Vista l'interpellanza che lei ha presentato, solleciterò i miei Uffici a verificare se la procedura che ci compete, e ci mette nella condizione di estrema legittimità, comprende anche un'azione che bypassi le funzioni del Comune. Diversamente, solleciteremo il Comune a un'esposizione alla Regione degli atti che sono di sua competenza.
Evidentemente - la rassicuro - il progetto che noi abbiamo finanziato nella logica della maggiore applicazione di un concetto di investimento attivo, non ha sortito quello che magari anche il tecnico pensava di realizzare. Pertanto, avendo un finanziamento per ottenere eventuali licenze in tempi molto più lunghi (ricordo che il 30 di settembre, cioè oggi, scadono i termini), o si è dato inizio ai lavori delle attività relative al bando, oppure è decaduto automaticamente il finanziamento, che viene riproposto sulle graduatorie che erano state finanziate fino ad un certo punto e che, di conseguenza, possono essere nuovamente finanziate.
Termini molto stretti per dare attuazione agli investimenti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 248 del Consigliere Moriconi, inerente a: "Impianti di co generazione dotati di motori a combustione interna a ciclo Diesel alimentati a gasolio"; interrogazione n. 1919 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi, inerente a: "Impianto di un gruppo motore a combustione interna a ciclo diesel per la generazione di energia elettrica della soc. Versano nel territorio di Forno Canavese (To)"


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni nn. 248 e 1919, dei Consiglieri Moriconi e Chiezzi.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

In riferimento all'interrogazione n. 248 del 28/09/2000, la Direzione regionale competente precisa che gli impianti di cogenerazione dotati di motori a combustione interna, alimentati a gasolio, presenti sul territorio piemontese ed in particolare nella zona del Canavese, risultano essere circa una decina, installati presso le aziende di cui alle tabelle allegate (che consegnerò agli interroganti).
Per gli impianti di cogenerazione installati presso le aziende di cui alla tabella 1, la Regione Piemonte aveva rilasciato specifico provvedimento autorizzativo con deliberazione della Giunta regionale.
Successivamente, in relazione alle problematiche emerse sulle emissioni in atmosfera, derivanti da questo tipo di impianti, la Regione, in attuazione della DGR n. 21-23158 del 18/11/1997 (successivamente integrata con DGR n. 53-263443 del 21/12/1998), ha provveduto a limitare, con atti specifici, la validità di tali autorizzazioni al 31/12/1998. Veniva stabilito, inoltre, che, se le Aziende avessero voluto proseguire l'attività di autoproduzione di energia elettrica, avrebbero dovuto presentare una nuova domanda di autorizzazione, ai sensi del DPR 203/1988 preventiva all'installazione degli impianti, che prevedesse l'adozione di tecnologie con caratteristiche tali da garantire dei valori di emissione paragonabili a quelli derivanti da motori a combustione interna, a ciclo Otto, alimentati a gas naturale o da gruppi turbogas alimentati a gas.
Tali Aziende hanno, quindi, provveduto a presentare la domanda in questione, optando per la sostituzione dei gruppi motore a ciclo diesel con nuovi motori a combustione interna, alimentati a gas naturale e chiedendo, contestualmente, di poter continuare a gestire i motori diesel installati, fino al completamento dell'iter burocratico-autorizzativo e tecnico-operativo necessario a realizzare la sostituzione degli impianti di autogenerazione, soprattutto al fine di evitare interruzioni nella produzione dello stabilimento, ormai fortemente vincolata alla capacità di autogenerazione di energia elettrica.
Alla luce di quanto sopra, questo Ente ha autorizzato, con specifiche determinazioni dirigenziali, ai sensi dell'articolo 15, lettera a) del DPR 203/1988, la sostituzione dei gruppi diesel con gruppi motore alimentati a gas naturale, fissando, per ognuna delle aziende elencate, il termine ultimo per l'esercizio dei gruppi diesel, tenuto conto delle problematiche produttive sopra accennate.
Nella tabella n. 3 sono riportati, per ognuna delle aziende di cui sopra, i riferimenti del provvedimento autorizzativo e il termine ultimo fissato per la cessazione dell'esercizio dei gruppi motore, alimentati a gasolio.
Per quanto riguarda gli impianti di cogenerazione diesel, proposti dalle Aziende di cui alla tabella 2, la Regione, a fronte delle domande di autorizzazione presentate ai sensi del DPR 203/1988, nel biennio '93-'94 ha provveduto, con rispettive note, a richiedere una modifica del progetto proposto, in quanto basato su una tecnologia (motogeneratori a ciclo diesel) non in grado di garantire fattori di emissione paragonabili a quelli ottenibili da altri sistemi di generazione di energia elettrica quali quelli di cui al capoverso precedente.
Considerato che tali imprese non avevano mai provveduto a inviare la modifica del progetto presentato e, quindi, l'iter autorizzativo permaneva sospeso, la Regione Piemonte ha richiesto ai Dipartimenti Subprovinciali ARPA di Ivrea e di Grugliasco, con nota del 20/01/1988, prot. 771, di effettuare gli accertamenti necessari a verificare la situazione reale degli stabilimenti.
Dalle relazioni di sopralluogo pervenute dai Dipartimenti ARPA, è stato rilevato che gli impianti in questione erano stati installati e venivano eserciti, il tutto senza la preventiva autorizzazione regionale ex DPR 203/1988.
In seguito al sopralluogo, le aziende elencate in tabella 4 hanno inviato agli uffici competenti della Regione le modifiche di progetto a suo tempo richieste, individuando come soluzione l'inserimento, a valle dei gruppi motore diesel, di uno specifico impianto di abbattimento, in grado di ridurre i fattori di emissione di CO e di NOX mediante un sistema catalitico con iniezione di urea.
A fronte di ciò, questo Ente, anche tenendo conto dell'interesse ad approfondire gli aspetti prestazionali, gestionali e di affidabilità di apparati di trattamento dei gas di scarico di motori stazionari a ciclo diesel, in grado, almeno dal punto di vista progettuale, di ridurre i fattori di emissione di tali impianti, fino ad allinearli con altre tecnologie intrinsecamente più "pulite", anche in considerazione del fatto che la distribuzione del metano non è ovunque capillare, ha provveduto ad emettere, ai sensi del citato DPR 203/1988, provvedimento di diffida e contemporaneamente, di autorizzazione.
In tale provvedimento, le aziende venivano diffidate dal mantenere in esercizio gli impianti senza averli dotati dei suddetti impianti di abbattimento, nonché autorizzate ad installare e gestire gli stessi, con l'obbligo del rispetto dei limiti di emissione fissati, nonché di particolari prescrizioni gestionali e di autocontrollo.
I limiti di emissione sono stati fissati equiparando gli impianti autorizzati, dal punto di vista emissivo, ad altre tecnologie disponibili per la generazione di energia elettrica in continuo, caratterizzate da un impatto sulla matrice atmosferica decisamente ridotto rispetto a quello relativo ad un equivalente motogeneratore a ciclo diesel.
Le aziende di cui sopra hanno, quindi, provveduto ad installare l'impianto di abbattimento richiesto nel provvedimento di autorizzazione ed hanno concluso, non senza difficoltà, l'iter previsto per la messa a regime degli impianti, effettuando i relativi controlli delle emissioni.
La fase di normale esercizio dei sistemi motore diesel-impianto di abbattimento ha mostrato la sostanziale incapacità dell'impianto, di rispettare, in modo continuativo ed affidabile, il limite di emissione relativo al parametro "Polveri Totali" fissato in 20 mg/metro cubo (al 5 in ossigeno su base secca, 273,15 K e 1013 hPa).
Questa situazione è stata evidenziata dalle aziende stesse, che hanno in seguito, richiesto alla Regione Piemonte una deroga al rispetto del limite di emissione per le "Polveri Totali", al fine di evitare il blocco dell'impianto di generazione durante il periodo di tempo necessario a ricercare ed implementare una soluzione tecnologica, in grado di garantire il rispetto, con la dovuta affidabilità, di tale limite di emissione.
Le richieste di deroga presentate proponevano anche un termine ultimo oltre il quale, se l'Azienda non avesse individuato una soluzione in grado di garantire il rispetto del limite di emissione, i relativi impianti sarebbero stati definitivamente messi fuori esercizio. Nella tabella n. 4 sono indicati, per ognuna delle aziende coinvolte, i riferimenti dei provvedimenti di diffida ed autorizzazione, la data di presentazione, da parte delle aziende, della richiesta di deroga, nonché la proposta del limite temporale sopra citato.
Con legge regionale n. 44/2000, la competenza per il rilascio delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera è stata trasferita alle Province. Tale competenza è decorsa dal 21/02/2001, per effetto della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei DPCM del 22/12/2000, recanti il trasferimento di beni e risorse per l'esercizio delle funzioni conferite.
Quindi, alla luce del citato passaggio di competenze, il prosieguo di tutta la problematica attinente a tali impianti è a carico della Provincia di Torino, attualmente depositaria del relativo archivio cartaceo regionale.
Dalle informazioni fornite dall'Amministrazione Provinciale di Torino risulta la seguente situazione: per le imprese HOT ROLL SRL, BERSANO CARLO C., SILCA SRL e OSVA SRL il Dipartimento dell'ARPA di Ivrea ha provveduto ad effettuare ulteriore sopralluogo dalla cui relazione risulta l'inosservanza delle prescrizioni stabilite nelle DD.GG.RR. di autorizzazione regionale e pertanto è stato emanato provvedimento di diffida ad assicurare il pieno e corretto funzionamento degli impianti e contestualmente è stata concessa la deroga, sino al 30.4.2003, per il rispetto dei limiti del parametro "polveri totali" prescritto nell'autorizzazione regionale.
L'impresa BERSANO CARLO &C in data 21.05.02 ha presentato, avverso il provvedimento di diffida, ricorso al TAR con istanza di sospensiva alla quale ha successivamente rinunciato.
L'impresa SILCA ha ugualmente presentato, nella medesima data, ricorso con istanza di sospensiva alla quale ha successivamente rinunciato. Ha inoltre comunicato, in data 06.04.02, di avere intenzione di mantenere in attivo uno degli impianti di cogenerazione sino al 30.09.02.
L'impresa OSVA S.r.l. ha comunicato, in data 21.09.01, che a partire dal 24.04.01 l'impianto di cogenerazione non è più in funzione per problemi tecnici.
L'impresa RODA FORGE S.p.a., dopo aver richiesto, in data 24.01.01, la deroga per il rispetto del limite di emissione relativo al parametro polveri totali, in data 27.11.01 ha trasmesso i risultati degli autocontrolli dai quali risulta rispettato il limite di emissione per gli SOx, ma non quello delle polveri totali, ed inoltre non risultano pervenuti i risultati relativi ai parametri di CO e NOx.
Per l'impresa SIRELMA GROUP S.r.l. la Provincia di Torino, in data 28.11.02, ha richiesto informazioni sull'attuale stato di fatto degli impianti di cogenerazione, in particolare alla luce della prevista sostituzione dei motori diesel, il cui esercizio era limitato al 31.12.01 secondo quanto disposto dalla Determinazione Dirigenziale n° 260 del 22.06.99, con analoghi motori alimentati a gas naturale.
La GRIBALDI &SALVIA ha sostituito l'impianto di cogenerazione a gasolio con un impianto a gas naturale e ha trasmesso, in data 03.02.00, i risultati degli autocontrolli relativi alle emissioni dai quali risulta il completo rispetto dei limiti fissati.
La SAN GRATO ha comunicato, in data 02.01.02, di non voler sostituire l'impianto di cogenerazione a gasolio con quello a gas naturale a causa degli elevati costi di investimento, mentre dichiara la propria disponibilità, previo assenso dell'Amministrazione Provinciale, ad installare un idoneo sistema di abbattimento sull'impianto di cogenerazione alimentato a gasolio.
L'impresa RODA FORGE S.p.a., dopo aver richiesto, in data 24.01.01, la deroga per il rispetto del limite di emissione relativo al parametro polveri totali, in data 27.11.01 ha trasmesso i risultati degli autocontrolli dai quali risulta rispettato il limite di emissione per gli SOx, ma non quello delle polveri totali, ed inoltre non risultano pervenuti i risultati relativi ai parametri di CO e NOx.
Infine si precisa che l'impianto di cogenerazione della Società IAN FOND S.r.l. di INVORIO (NO) è stato sostituito con un analogo impianto alimentato a gas naturale, la cui messa in esercizio è avvenuta in data 28.02.00, così come comunicato dall'Azienda stessa con nota pervenuta alla Regione Piemonte in data 22.02.00 Prot. n° 2178.
Non risulta che gli impianti in questione godano dei benefici del provvedimento CIP 6/1992, era uno dei presupposti da cui partiva l'interrogazione.
Ai sensi del D.lgs n. 504 del 26.10.1995 godono invece della parziale defiscalizzazione dei prodotti petroliferi impiegati nella produzione o autoproduzione di energia elettrica indipendentemente dal fatto che l'impianto sia costituito da un gruppo elettrogeno o da un gruppo di cogenerazione.
In merito all'interrogazione n. 1919 del 18.11.2002, è necessario integrare quanto sopra riportato con le seguenti informazioni specifiche riguardo all'impianto dell'Impresa Bersano.
La Provincia di Torino, appositamente interpellata in proposito, ha infatti comunicato con nota prot. n. 58865/LA9 del 08/03/2003 di avere concesso la deroga al rispetto del limite di emissione stabilito per il parametro polveri nell'autorizzazione regionale, sulla base delle seguenti considerazioni: L'autorizzazione alle emissioni in atmosfera per l'impianto di cogenerazione della ditta Bersano Carlo s.a.s. è stata rilasciata dalla Regione Piemonte "....tenuto conto dell'interesse dell'ente autorizzante ad approfondire, in collaborazione con l'ARPA, gli aspetti prestazionali gestionali e di affidabilità di sistemi atti a ridurre i fattori di emissione in atmosfera dei motori a combustione interna a ciclo Diesel per la produzione in continuo di energia elettrica a valori allineati con quelli ottenibili mediante altre tecnologie (es. motori alimentati a gas)" (D.D. n. 259 del 22.6.1999).
L'impresa Bersano Carlo s.a.s., così come altre imprese presenti sul territorio della Provincia di Torino che utilizzano motori a combustione interna a ciclo Diesel per la produzione di energia elettrica, non è stata in grado nel corso degli anni di individuare, tra le migliori tecniche disponibili, sistemi di contenimento delle emissioni capaci di ridurre la concentrazione delle polveri emesse fino al valore limite autorizzato di 20 mg/Nmc.
I valori di emissione delle polveri riscontrati da ARPA per i motori a combustione interna sono dell'ordine di 40-70 mg/Nmc. Tali valori sono inferiori a quelli ammessi dalle vigenti normative nazionali in materia di emissioni in atmosfera per i motori a combustione interna. Il D.M.
12/7/1990, che definisce le linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali esistenti al 1° luglio 1988 stabilisce per i motori a combustione interna un valore limite di emissione delle polveri pari a 130 mg/Nmc.
La deroga al rispetto del limite per l'inquinante Polveri è limitata nel tempo. Con la richiesta di deroga, l'impresa Bersano Carlo s.a.s. si è impegnata a disattivare definitivamente i motori entro e non oltre il 30.4.03.
In merito ai criteri adottati per le autorizzazioni in atmosfera nella citata nota la Provincia di Torino precisa che: dal 21/02/01, termine di trasferimento delle competenze in materia di emissioni in atmosfera, la Provincia di Torino non ha autorizzato le emissioni di alcun motore di tipo Diesel per la produzione di energia elettrica. Nell'autorizzare le emissioni in atmosfera derivanti da questa tipologia di impianti, si segue il criterio guida delle migliori tecniche disponibili per la definizione dei valori limite di emissione, verificando l'idoneità dei progetti presentati a garantire il rispetto di tali valori.
Attualmente, le emissioni di motori alimentati a gasolio analoghi a quello installato presso l'impresa Bersano Carlo s.a.s. sarebbero autorizzabili solo previa valutazione dell'adozione di soluzioni tecniche innovative in grado di garantire fattori di emissione allineati a quelli delle attuali migliori tecniche disponibili (es. motori alimentati a gas naturale); in tal modo confermando un comportamento in linea con quello adottato dalla Regione sulla stessa fattispecie.
Per quanto concerne il contributo che tali impianti possono dare all'inquinamento complessivo dell'aria, si ritiene opportuno precisare che le emissioni di un gruppo motore del tipo di quelli installati (potenza elettrica pari a circa 800 kW) completo di impianto di abbattimento corrispondono circa a quelle relative all'esercizio di tre motrici per autoarticolati.
Come espressamente indicato nei provvedimenti, le autorizzazioni ai sensi del D.P.R. n. 203/1988 fanno salvi i provvedimenti sindacali ex T.U.
LL.SS.; peraltro non si è mai avuta notizia di segnalazioni specifiche di pericolo per la salute pubblica. Darò poi la copia delle tabelle.
Poche parole di ulteriore commento. Era apparsa questa tecnologia dei motori diesel, che era però impattante per alcuni parametri di emissione in atmosfera. Come avete notato, la Regione, fin dall'inizio, li ha imbrigliati in valori limite inferiori al massimo ammissibile totale, per non contraddire l'azione complessiva di qualità dell'aria. Nel frattempo sia sul gas, sia sulle tecniche di abbattimento dei fumi, ci sono ulteriori possibilità di contenimento, perciò l'alternativa che si dà sia a noi che alla Provincia è quella o di andare verso le migliori soluzioni oppure, se si vuole esercire sugli impianti più vecchi, di dotarsi di un sistema di abbattimento che garantisca comunque gli stessi risultati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza tocca un tema quanto mai di attualità, perché siamo a pochissime ore dall'evento del black out, evento drammatico e preoccupante che, per come è stato gestito, interessa proprio i temi che abbiamo trattato.
Infatti, da quando vi è stato il black out, da quando si è fatto giorno, non si è aspettato neppure un minuto che un coro di industriali ha cominciato a richiedere, a tambureggiare sulla necessità di aumentare la potenza installata di elettricità in questo Paese.
La potenza installata in Italia è più che sufficiente a gestire i picchi di 50-55 mila megawatt necessari alla nostra attività produttiva e alla vita civile, quindi nulla ha a che fare - penso, da quanto ho letto e mi sono informato - con il black out che è avvenuto in una serena giornata di settembre, con un carico in corso di poco più di 20 mila megawatt e quindi senza nessun problema di sovraccarico delle linee.
I problemi sono altri, sono di linee, forse di gestione delle linee e in questo senso attendo anch'io con curiosità le Commissioni di indagine per chiarire come mai, a causa della caduta di un albero in Svizzera e di un fulmine in Francia, l'Italia sia andata a buio o sia stata messa a buio.
L'interpellanza tocca uno dei temi di cui da tempo si parla, quello della possibilità di generare energia elettrica attraverso l'utilizzo di motori diesel, magari in cogenerazione (motori diesel che generano acqua calda e insieme producono energia elettrica). L'idea di utilizzare la cogenerazione con motori diesel non è antichissima, però qualche decennio di vita ce l'ha, ed è una vita legata ad apparati diesel non di ultima generazione, apparati in cui non sono presenti tutte le nuove tecnologie che si utilizzano oggi nei motori diesel, come ad esempio il common rail con sistemi di diversa regolazione; questa diversa tecnologia di certo non era pronta quando questi grandi, ma non grandissimi, motori diesel sono stati usati per la cogenerazione.
Condivido l'attenzione che la Regione Piemonte e la Provincia di Torino hanno a gestire questa produzione elettrica secondo regole ambientalmente severe; di certo è severa per un motore diesel la regola di produrre polveri come un motore a gas, lo capisce chiunque, è severissima al punto che probabilmente la cogenerazione per questi livelli di motore col diesel è meglio non farla.
In questo senso, sarebbe necessario prendere una decisione. Poich stiamo discutendo in Commissione il Piano energetico, chiederei all'Assessore di inserire questo elemento della cogenerazione nell'ambito dello stesso Piano come elemento aggiuntivo, ma a patto che l'ambiente non debba subire dei danni da questo tipo di produzione elettrica.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo spazio dedicato alle interrogazioni e interpellanze.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

E' prevista ora una comunicazione della Giunta regionale sulla situazione dell'Ospedale Mauriziano e sulle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto un Direttore regionale, come da richiesta da parte dei Consiglieri Manica, Saitta, Papandrea, Caracciolo, Di Benedetto, Tapparo Moriconi e Chiezzi.
Sull'ordine dei lavori, chiede la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Presidente, chiederemmo che le due comunicazioni fossero distinte.



PRESIDENTE

Va bene; trattiamo prima la comunicazione sulla situazione dell'Ospedale Mauriziano.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazione della Giunta regionale su "Situazione Ospedale Mauriziano"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla comunicazione della Giunta regionale sulla situazione dell'Ospedale Mauriziano.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il noto, grave dissesto finanziario dell'Ordine Mauriziano, conseguente alle perdite accumulate negli ultimi cinque anni e senza alcuna prospettiva di copertura autonoma, dovuto principalmente, in base ai dati messi a nostra disposizione, alla gestione delle strutture sanitarie Umberto I Lanzo, Valenza e Candiolo (nessuna informazione ci è stata fornita sulla situazione relativa alle attività di beneficenza, istruzione e culto altri compiti in capo allo stesso Ente), ha indotto la Regione Piemonte a procedere con una serie di azioni finalizzate: alla salvaguardia dell'Ente e dei suoi presidi sanitari, per la valenza storica e culturale che rivestono per il Piemonte al mantenimento dei livelli assistenziali per la città di Torino a conservare il posto di lavoro ai 2700 dipendenti, che sono così suddivisi: 1880 all'Umberto I di Torino, 354 a Lanzo, 207 a Valenza, 259 a Candiolo.
Per comprendere quanto è avvenuto e quanto la Regione sta facendo occorre anzitutto chiarire che gli Ospedali dell'Ordine Mauriziano sono, è vero, parte del sistema sanitario regionale pubblico, ma non totalmente assimilabili a una qualsiasi azienda sanitaria regionale, perch completamente autonomi sia dal punto di vista gestionale sia dal punto di vista organizzativo.
Giova altresì ricordare che il Presidente dell'Ordine Mauriziano è nominato direttamente dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio e che il Direttore generale è espresso dal Consiglio di amministrazione. Gli organi di vigilanza sono il Ministero degli Interni e quello dell'Economia, i quali hanno sospeso dal 1999 in poi tutti i bilanci, la pianta organica ed i regolamenti per mancanza di copertura finanziaria.
Secondo quanto previsto dalla legge, il rapporto tra l'Ordine Mauriziano e la Regione Piemonte è regolamentato da apposita convenzione.
La Regione Piemonte non ha alcuna responsabilità del dissesto finanziario del Mauriziano, avendo puntualmente provveduto a liquidare quanto previsto dalla convenzione in essere.
Il presunto credito che i responsabili dell'Ordine hanno addirittura inserito in bilancio per gli anni 1999, 2000 e 2001 (è una mera ipotesi di credito iscritta in un bilancio!), anche volendo generosamente applicare le tariffe 2003 per gli anni 1999, 2000, 2001 e 2002, il credito verrebbe così ad ammontare a non più di 45 milioni di euro, cifra irrisoria rispetto al disavanzo evidenziato dal Commissario D'Ascenzo, che ammonta a circa 800 miliardi di vecchie lire.
Né la Regione avrebbe potuto agire o fare diversamente (ad esempio finanziare il disavanzo), perché ciò non sarebbe stato consentito dalla normativa vigente e, quindi, amministrativamente illecito, non potendo assimilare gli Ospedali dell'Ordine e Candiolo alle aziende sanitarie regionali.
La Regione, nell'interesse dei piemontesi, al fine di non pregiudicare la presenza importante di erogatori di prestazioni sanitarie all'interno del sistema sanitario regionale, è intervenuta per definire con l'attuale responsabile dell'Ordine, il Commissario Prefetto D'Ascenzo, percorsi finalizzati al mantenimento in attività delle strutture sanitarie, alla salvaguardia dei posti di lavoro del personale ivi impiegato (2700 dipendenti).
La deliberazione del 26 maggio 2003 è una dimostrazione concreta di questo intento: la Regione Piemonte si è infatti accollata la gestione delle strutture Mauriziane di Lanzo e Valenza, disponendo così, nel rispetto della normativa vigente, di uno strumento che consentirà da un lato di contribuire al risanamento dei conti dell'Ente, dall'altro di procedere con una effettiva integrazione delle due strutture nella rete dei servizi sanitari piemontesi, rendendole finanziariamente compatibili.
I due protocolli su Lanzo e Valenza, che dal 1 giugno 2003 sono passati sotto la gestione dell'ASL 6 di Ciriè e dell'ASL 21 di Casale Monferrato sono stati sottoscritti con la condivisione dei rappresentanti degli Enti locali e delle forze sociali. L'Ordine Mauriziano ha deciso, fin dall'inizio del commissariamento, che per l'Umberto I la gestione continuerà ad essere in capo all'Ente stesso e ha altresì dichiarato di voler continuare a gestire Candiolo con la cui Fondazione ha una convezione che scade nel 2014.
Al fine di conseguire il pareggio di bilancio per l'Umberto I l'attuale gestione dell'Ordine ha dovuto necessariamente procedere alla definizione di una riorganizzazione generale dei servizi, che è stata sottoposta ad una preliminare verifica di fattibilità all'interno di gruppi di lavoro composti personale sanitario dell'ospedale. Ieri, lunedì 29 settembre, questo progetto di riorganizzazione dell'ospedale Mauriziano Umberto I° di Torino è stato sottoposto alla consultazione della Dirigenza medica ed oggi lo sarà da parte della Dirigenza Amministrativa e del Comparto.
Una volta definita la riorganizzazione dell'Umberto I°, che mira a far sì che l'Ospedale Mauriziano continui a fornire prestazioni di livello medio alto (e questo è il volere della Programmazione Regionale in più sedi esplicitato), il Commissario D'Ascenzo intensificherà gli sforzi per definire con la Fondazione di Candiolo nuove modalità di gestione dell'IRCC, per il quale la Fondazione e la Programmazione Sanitaria regionale hanno già provveduto a fare richiesta al Ministero affinché possa diventare IRCCS.
Concludo questa mia relazione ribadendo che la Regione prevede nella sua programmazione sanitaria che l'Umberto I°, così come per il passato continui a fornire prestazioni di livello medio alto, in modo perfettamente integrato con la rete dei servizi sanitari piemontesi, in grado quindi di dare una risposta ottimale alla domanda di salute dei cittadini.
Auspico altresì che, quanto prima, vi sia un rinnovato, costruttivo accordo con la Fondazione IRCC di Candiolo che, ovviamente, rientri nell'ambito delle prestazioni fornite dalla rete oncologica piemontese.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito sulla comunicazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie Presidente.
Sul caso Mauriziano sono già intervenuto in passato e ritengo che assolutamente, la Regione non potesse comportarsi in modo differente nel salvare sia presidi ospedali importante per il Piemonte sia posti di lavoro.
Al riguardo, però, ho sempre sollevato l'obiezione che ai dipendenti del Mauriziano fosse salvato il posto di lavoro, ma a parità di stipendio.
Non è corretto mantenere uno stipendio più alto a persone che in parte sono, o saranno, trasferite in altre aziende sanitarie locali, dove si troveranno a lavorare con persone che svolgono lo stesso ed identico lavoro, ma con stipendi più bassi.
L'Assessore aveva risposto che si trattava di una situazione temporanea e che nell'arco di qualche anno gli stipendi sarebbero stati livellati. E' vero, è corretto, però per questo periodo si trattano dipendenti con due pesi e due misure diverse. Ciò, comunque, nulla toglie al fatto che fosse fondamentale, per questa Regione, salvare quei presidi e quei dipendenti in particolare - essendo io di Alessandria - per l'ospedale Mauriziano di Valenza dove l'amministrazione comunale - ed è questo che voglio che rimanga agli atti - continua ad attaccare la decisione della Regione di salvare il Mauriziano in un modo che, personalmente, ritengo strumentale.
stata di nuovo avviata una raccolta di firme contro la decisione della Regione di tenere in piedi l'ospedale Mauriziano. Lo ritengo un atto ignobile perché quell'ospedale, se si fosse guardato il semplice bilancio avrebbe dovuto essere chiuso.
La Regione Piemonte l'ha salvato garantendo il posto di lavoro.
Personalmente ritengo che attaccare la Regione sulla questione del Mauriziano sia stata - e sia - solo una strumentalizzazione politica di un governo di centrosinistra della città di Valenza.
Altra questione che non ritengo corretta nei confronti del Mauriziano per quanto riguarda la Convenzione firmata Regione-Mauriziano, è il fatto che la Regione vada a ripianare i debiti del Mauriziano (perlomeno in buona parte) e si prenda in carico le strutture (in buona parte fatiscenti) solo per cinque anni, trascorsi i quali la Regione dovrà pagare l'affitto delle strutture e delle apparecchiature all'Ordine Mauriziano.
Non è molto corretto: risaniamo i debiti, risaniamo le strutture e poi gli paghiamo l'affitto.
Francamente è un atteggiamento che non ci pare corretto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Penso che l'assunto: "Il Mauriziano e i Valdesi hanno costruito una situazione debitoria disastrosa e insostenibile e la Regione è qui per salvarle" sia una sceneggiata che non possa più essere recitata in quest'Aula.
Non può più essere recitata in quest'Aula per una ragione ben precisa: quelle due vicende, come altre, cominciano intorno agli anni '98, quando la Regione comincia a contestare al Mauriziano le forme di rimborso, così come fa, per altro verso, anche agli ospedali Valdesi.
Da quel momento in poi si apre un contenzioso, Assessore D'Ambrosio, e l'unico atteggiamento che assumete - lei, la Giunta e il Presidente della Giunta regionale che ne è responsabile a tutti gli effetti - è di non dare più un "soldo" al Mauriziano e agli ospedale valdesi, e di tenere, nei cassetti chiusi, Convenzioni mai firmate.
Questo ha un duplice scopo: tenere aperto un contenzioso di questo genere (magari anche per ragioni politiche) e, dall'altro, occultare una parte del deficit della sanità che lei, il Presidente Ghigo e la Giunta regionale, stavate realizzando, al punto che quando nel 2000 avete raggiunto i 3500 miliardi e i 1200 successivamente (fino ai 500 che raggiungete l'anno scorso grazie all'addizionale IRPEF che avete istituito di circa 240 milioni di euro), dalla cifra del debito sanitario mancano sempre i 500 miliardi del Mauriziano che non vengono mai iscritti, non essendoci convenzione e contenzioso.
E intanto la situazione del Mauriziano precipita.
Oggi siamo di fronte ad inquietanti e dolorose prese di posizione dei medici (e lei, Assessore, avrebbe potuto dire qualcosa in questa direzione); siamo davanti a deliberazioni assunte dalla Commissaria del Mauriziano in ordine ad una liquidazione del patrimonio a fronte di nessun piano sanitario e di una riorganizzazione in questa direzione (non solo dell'ospedale, ma dell'intera rete ospedaliera torinese); siamo di fronte a situazioni inquietanti di questo tipo con la Regione che, non solo latita ma chiede di potere risolvere i problemi del Mauriziano in cambio di un ritiro - si dice - di alcuni ricorsi al TAR.
Detto questo, ci troviamo davanti ad una situazione in cui lei non ha assunto alcuna responsabilità: non ha detto che cosa farà la Regione in questa direzione e, in una situazione così complessa, non ha neanche indicato come la Regione intenderà affrontare la questione del Mauriziano relativamente al complesso della rete ospedaliera torinese.
A fronte della vostra latitanza, invece, è apprezzabile la capacità di intervento del Comune di Torino e del Sindaco Chiamparino, che non solo ieri ha scritto ai Ministri, ma ha ritenuto di dover realizzare un'importante tavolo, rispetto al quale si parlasse di Valdesi, di Mauriziano e della rete ospedaliera torinese.
Un'iniziativa di questo genere sarebbe dovuta venire in mente anche a lei, Assessore, alla Giunta regionale e al Presidente Ghigo. Dovete, a questo punto, risolvere definitivamente la questione dei vostri rapporti con il Mauriziano e, soprattutto, definire la questione dei finanziamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Nella sua relazione, Assessore D'Ambrosio, mi ha particolarmente colpito un passaggio: rendere compatibile, dal punto di vista finanziario l'integrazione delle due strutture nella rete dei servizi sanitari piemontesi.
Dopo questa affermazione, le chiedo di confermarci questi dati relativi all'Ospedale di Lanzo: nel 2001 la Chirurgia Generale aveva 25 posti letto; nel 2003 sono stati azzerati; l'Urologia aveva 20 posti letto azzerati; Otorinolaringoiatria aveva 12 posti letto, azzerati; la Chirurgia Vascolare disponeva di 8 posti letto e 2 day hospital, azzerati l'Oculistica aveva 3 posti letto, 1 in day hospital, azzerati; la Ginecologia disponeva di 2 posti letto, 1 in day hospital, azzerati. Il totale dei posti letto nel 2001 a Lanzo Torinese era di 170, più 11 in day hospital. Allo stato attuale sono 101, più 8 in day hospital. Non si fanno più prenotazioni telefoniche. Gli ambulatori da Via Bocciarelli sono stati spostati dall'ASL direttamente all'Ospedale di Lanzo. Alcuni esami di laboratorio non si eseguono più. Non si fanno più ecografie né ecodoppler.
Dopo la firma di quella convenzione, sarebbe atto conseguente che il Sindaco di Lanzo, che insieme a lei e al Presidente Ghigo aveva promesso agli abitanti della Valle di Lanzo che quell'ospedale avrebbe mantenuto le caratteristiche di presidio importante di realtà pedemontana, rassegni le dimissioni come conseguenza di questo sfacelo.
Le compatibilità finanziarie mal si coniugano con i bisogni di un'assistenza diffusa sul territorio. Certo bisogna coniugare i problemi della sicurezza. Ma allora, nella rete di integrazione con l'Ospedale di Lanzo bisogna sostanzialmente creare le condizioni per poter mantenere in piedi quell'ospedale di montagna.
Lei sa benissimo che la valle è vasta e ha grossi problemi di collegamento coi centri più alti della valle. È un presidio importante difeso dalla popolazione con quegli impegni assunti proprio dalle assemblee pubbliche alle quali lei ha partecipato, insieme al Presidente Ghigo: oggi, lentamente ed inesorabilmente, assistiamo al suo spegnimento. Si è spenta la luce sull'Ospedale di Lanzo. Questo lo affermiamo con cognizione di causa.
Assessore, per quanto riguarda la questione più generale dell'Ordine Mauriziano, lei oggi ha scaricato le responsabilità sostanzialmente ad un'altra gestione (non osando oltre su chi ha portato avanti quella gestione).
Certamente la situazione finanziaria dell'Ordine Mauriziano è pesante.
Sicuramente si era in presenza di una "gestione allegra", perché i fatti lo dimostrano: dall'incontro col Commissario D'Ascenzo, ma anche col delegato di Commissione in Conferenza dei Capigruppo, questo quadro era emerso in modo sicuramente inesorabile.
Bisogna rimettere ordine: forse - ma lo dico sottovoce e a titolo personale - stante lo sfascio attuale, bisognerebbe pensare seriamente allo scioglimento dell'Ordine, che non è atto che compete questa Amministrazione, ma compete il Parlamento, perché atto di rilevanza costituzionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie Presidente. Cercherò di rispettare gli stringati due minuti che sono concessi per eventuali richieste di chiarimento.
La comunicazione dell'Assessore, nella sua brevità e nel profilo burocratico (se mi è concesso questo termine), mi è apparsa un po' dimessa e non all'altezza del problema che pone un Ordine come il Mauriziano, che ha rango costituzionale. Ricordo innanzitutto a me stesso che le disposizioni finali della nostra Costituzione dispongono che venga conservato l'Ordine Mauriziano come Ente ospedaliero.
Credo che i problemi dell'Ordine Mauriziano vadano inseriti nei problemi della sanità piemontese.
Ritengo, inoltre, che non si possa prescindere dal mantenimento dell'Ordine Mauriziano; pertanto sono assolutamente contrario alla proposta formulata poc'anzi dal collega Contu, di scioglimento dell'Ordine, proposta che non considero nemmeno provocatoria, perché a mio giudizio non ha motivo di essere.
Sicuramente le iniziative e gli accordi che sono stati adottati da parte della Regione, di farsi carico del disavanzo che portano gli ospedali di Lanzo e di Valenza, se fossero riconsiderate sugli anni passati credo che si arriverebbe ad una posizione virtuale di grossa differenza.
Perché ho detto prima che era una comunicazione un po' dimessa? Perch credo che debbano essere adottati da lei, dall'Esecutivo, dalla Regione dei provvedimenti che vadano nella linea tracciata, e di cui abbiamo notizia oggi. Non è una novità, perché già in qualche passata riunione di Commissione era stata accennata la possibilità di non far deperire oltre misura l'Ordine Mauriziano.
L'iniziativa congiunta della Regione (che ha una responsabilità oggettiva, perché ha tra le proprie competenze la sanità), insieme agli Enti locali, insieme ai privati (posto che una parte del disavanzo dell'Ordine Mauriziano è stato causato storicamente anche dalle iniziative di Candiolo), insieme ad altre istituzioni, dovrà fare in modo che nella finanziaria che si andrà a discutere nei prossimi giorni da parte del Parlamento - pur sapendo che non è un periodo in cui i miliardi abbondano si possa ritagliare, proprio per il rango costituzionale che riveste l'Ordine Mauriziano, un progetto di rilancio, e non una "banale liquidazione" e impostazione come se fossimo di fronte ad una normale S.p.A. commerciale in cui si vendono le proprietà per sanare i debiti e tutto finisce lì.
Credo che la dignità di oltre cinque secoli di storia e il rango costituzionale dell'Ordine Mauriziano impongano alla Regione in primis un progetto di rilancio, insieme al Comune, e una forte pressione per recuperare, nella finanziaria nazionale, delle risorse che permettano all'Ordine Mauriziano di conservare il suo ruolo inserito nella sanità piemontese e, per quanto riguarda il problema di Candiolo, anche in una sanità di livello più alto.
Questo è l'invito che rivolgo a lei e al Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, sulla vicenda dell'Ospedale Mauriziano, per altro verso, in modo analogo, sulla vicenda degli Ospedali Valdesi, c'è un punto che ci trova tutti concordi: entrambe queste esperienze rappresentano dei fatti storici, culturalmente importanti nella memoria e nella storia recente della nostra Regione; soprattutto, dal punto di vista funzionale costituiscono materialmente una parte della rete dei servizi del Sistema Sanitario Regionale che i cittadini sono abituati a vivere, a leggere e ad interpretare come una parte del Servizio Sanitario Nazionale.
Di qui in poi, temo che siamo tutti molto in disaccordo su diversi versanti di ragionamento. Trovo ormai insopportabile e insostenibile questa commedia per la quale una parte dell'opposizione e del centrosinistra difende non tanto le ragioni degli attuali amministratori dell'Ordine Mauriziano, cioè del Commissario e del Vicecommissario, ma gli amministratori, sostanzialmente, bancarottieri, in termini politici e di politica di bilancio, che hanno gestito l'Ospedale Mauriziano e le sue attività sanitarie per oltre cinque anni, portandole ad una situazione di dissesto, in cui la partita del contenzioso sulla remunerazione delle prestazioni è sostanzialmente irrilevante.
Allo stesso modo, con gradi di responsabilità affatto diversi, ritengo anche che il discorso sull'Ospedale Valdese non possa prescindere da una scelta strategicamente coraggiosa fatta dalla Tavola Valdese a metà degli anni Novanta, che, però, in termini economici, non ha funzionato e ha esposto, dal punto di vista debitorio, in maniera rilevante, la stessa Tavola Valdese, richiedendo l'intervento della Regione.
Visto che ritengo da sempre, e non solo sull'Ordine Mauriziano e sulla Tavola Valdese, che le istituzioni sanitarie private abbiano diritto ad avere le stesse remunerazioni delle aziende sanitarie pubbliche, penso che anche la Regione debba impegnarsi ad assicurare ad esse lo stesso grado di impegno e di responsabilità. L'Ordine Mauriziano non può essere "irizzato" dalla Regione. L'Ordine Mauriziano dispone di un patrimonio immobiliare importante. Qualunque soluzione sull'Ordine Mauriziano non può che passare attraverso una compartecipazione, pesante e responsabile, dell'Ordine stesso, alla salvezza degli ospedali che lo riguardano.
Discorso analogo e, secondo me, anche più significativo, dal punto di vista culturale, si potrebbe fare con la Tavola Valdese. Mi pare che l'orientamento della Giunta regionale sia, invece, malgrado le più o meno ripetute contumelie dell'opposizione del centrosinistra di fare la politica che il centrosinistra gli richiede, di "irizzare" e di regionalizzare tutto ciò che è valdese e tutto che è proprio dell'Ordine Mauriziano, mettendolo in carico al bilancio regionale.
Questa non è una soluzione funzionale e non è neanche, dal punto di vista politico, una soluzione responsabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, chiederei la presenza dell'Assessore.
Se, parlando della questione del Mauriziano e del Valdese, si deve parlare di bancarottieri, il primo bancarottiere è l'Assessorato regionale alla sanità, che ha accumulato, fino all'anno 2000, un deficit di 3.500 miliardi e che ha precise responsabilità.
Voglio ricordare all'Assessore alla sanità che lui non è solo l'Assessore alla sanità pubblica. E' l'Assessore responsabile dell'andamento della sanità nella nostra Regione, che comprende molte cose tra cui, dimenticatissima dall'Assessore, la tutela della salute dei cittadini. E' compresa anche l'ottima condizione dei servizi nel suo complesso, sia che questi servizi siano pubblici, sia che siano privati sia che appartengano ad una categoria affatto speciale, rappresentata parecchio in Piemonte, che è quella degli Ospedali Valdesi e dell'Ordine Mauriziano.
Il fallimento degli Ospedali Valdesi e dell'Ordine Mauriziano è il fallimento dell'Assessorato regionale alla sanità. L'Assessore non pu tirarsi fuori rispetto a questa situazione di dissesto, perché ha precise responsabilità. Invece, quali sono i panni che veste? Sono le vesti del salvatore del posto di lavoro dei dipendenti dell'Ordine Mauriziano e degli Ospedali Valdesi.
E' una vergogna che chi ha precise responsabilità, in questo momento si presenti, addirittura, come salvatore. La Regione ha funzionato, di fatto, come strozzino nei confronti degli Ospedali Valdesi e dell'Ordine Mauriziano. Spiego come ha operato questa attività di strozzinaggio: in primo luogo, non andando a modificare il nomenclatore tariffario, vale a dire le tariffe con cui venivano pagate le prestazioni in tutta la sanità piemontese. Questo ha portato al disavanzo di moltissime strutture pubbliche, che è stato risanato con le tasse regionali, con i ticket e con i tagli. Il disavanzo causato negli Ospedali Valdesi e negli Ospedali dell'Ordine Mauriziano aveva un elemento in più, perché, rispetto a questi ospedali, è stata effettuata una vigliaccata, diciamolo apertamente. Gli Ospedali Valdesi e dell'Ordine Mauriziano sono inseriti, secondo la legge n. 833, nella rete sanitaria pubblica, tanto è vero che l'Assessore alla sanità, quando l'ex direttore del Mauriziano, Bergoglio, aveva cercato di chiudere il pronto soccorso di Valenza, minacciò di denunciarla per interruzione di pubblico servizio, riconoscendo, di fatto, l'inserimento della rete pubblica, previsto appunto dalla legge n. 833. Con tutto ci dal 1998 in poi, le prestazioni non sono più state pagate al Mauriziano e al Valdese come una struttura pubblica, ma come se fossero un privato qualunque.
Inoltre, il Mauriziano ha avuto un problema in più di disavanzo, in quanto si è fatto carico dell'apertura del Centro di Candiolo. Si parla di un nuovo grande ospedale modello, tra l'altro, che si è dovuto attrezzare dall'inizio alla fine, dal punto di vista della strumentazione e dal punto di vista della dotazione del personale infermieristico e sanitario in generale, con un costo enorme, su cui la Regione Piemonte ha tutt'altro che vigilato. Adesso cominciamo a capire anche come vigilava e chi doveva vigilare - Assessore, ne parleremo nella prossima interpellanza! Trovo indecoroso che nella sua comunicazione lei, come rappresentante della Regione, non faccia minimamente cenno al fatto che il Commissario straordinario si prepara a liquidare un patrimonio (quello del Mauriziano) che è stato accumulato in secoli, passando sulla testa di persone che lì lavorano (insegnanti, custodi, contadini). Si va a fare un'operazione di liquidazione di circa mezzo miliardo di patrimonio della Regione Piemonte senza che il rappresentante della Giunta dica nulla. D'altra parte Assessore, l'hanno mandata, come al solito, in trincea! Il Presidente Ghigo si è specializzato per nascondersi quando c'è da assumersi delle responsabilità. Veramente, mi vergognerei al posto suo per il fatto che il Presidente Ghigo non c'è adesso e, forse, non ci sarà nemmeno quando si parlerà del caso di corruzione che riguarda uno dei suoi dirigenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente e colleghi, intervengo molto brevemente per dare un giudizio molto sintetico su questa comunicazione dell'Assessore. E' una comunicazione, non sono come definirla, descrittiva di ciò che è capitato che può fare qualunque funzionario, ma non può fare l'Assessore, che ha responsabilità di carattere politico. Quindi, in qualche maniera, deve immaginare qualche soluzione al problema.
Lei, descrivendo i fatti, sostiene la sua tesi, che conosciamo. In questa sede, non torno su vicende note, iniziando un confronto su come è stato gestito o meno il Mauriziano e sulle responsabilità, perché ne abbiamo già discusso lungamente. Dico soltanto che non esiste, per lo meno a grandi linee, una situazione in cui il Mauriziano era gestito peggio delle Molinette.
In effetti, c'è questo teorema che, ogni tanto, emerge dalle posizioni espresse dalla maggioranza, per cui l'ospedale Molinette viene considerato come un caso eccezionale. Non è così, ma il problema non è questo, perch il commissario ha svolto l'incarico affidatogli dal Ministero, e siamo in questa situazione abbastanza drammatica.
Non parlo neppure della soluzione data a Lanzo o a Valenza, perché sono protocolli già definiti. Il problema è Torino. Il problema è questa ipotesi assunta (e non soltanto ipotesi), questa deliberazione o determina assunta (non so come si chiama l'atto di un commissario), dal commissario con la quale si decide la vendita degli immobili per sanare la situazione. Qui non ne viene fatto cenno.
Questo è già un primo aspetto che pone qualche interrogativo: è possibile che, rispetto a questo fatto di cui hanno ampiamente parlato tutti i giornali, l'Assessore non dia un'opinione? Inoltre sembra quasi che l'Assessore non faccia parte della Giunta Ghigo, ed è per questo che dico che la relazione è di un funzionario.
Infatti il Presidente Ghigo è intervenuto sui giornali, dicendo: "Scrivo al Ministro Tremonti; occorre un finanziamento straordinario, perché bisogna evitare la svendita, perché il patrimonio è complesso".
E' possibile, Assessore, che nella sua relazione lei non parli di questa iniziativa che ha assunto il suo Presidente? Non c'è un cenno.
Quindi, sostanzialmente, abbiamo due posizioni: una è la posizione del Presidente Ghigo che sui giornali - e a questo punto immagino soltanto sui giornali, altrimenti la sua comunicazione sarebbe stata condivisa con il Presidente Ghigo - dice: "Chiedo un intervento straordinario del Governo".
Invece lei, Assessore, dimentica questo fatto.
Questo dà l'idea di come le questioni importanti e le questioni sanitarie vengono affrontate: soltanto a livello giornalistico. Il Presidente Ghigo ha scritto la lettera a Tremonti? Pare di sì, e sono convinto che è così, ma è sufficiente scrivere una lettera a Tremonti o bisogna fare qualcosa di più per chiedere un intervento straordinario per evitare la svendita di una parte importante del patrimonio? E' possibile che sia soltanto il Comune di Torino e il sindaco Chiamparino ad assumere un'iniziativa forte e determinata in termini di preoccupazione e di salvaguardia della struttura, mentre lei non ha un minimo di preoccupazione? Perché non c'è alcuna preoccupazione nella sua relazione molto formale.
E' possibile che sia il Presidente della Provincia Bresso ad esprimere una preoccupazione sulle sorti del patrimonio, che in ogni caso è un patrimonio pubblico, e lei non ne parla? Non dico che lei deve immaginare ma almeno riportare la posizione del Presidente Ghigo: questo è un dovere.
Quindi, non sappiamo se la posizione del Presidente Ghigo sia una posizione soltanto giornalistica o una posizione vera. Suppongo che, a questo punto, sia giornalistica, perché altrimenti lei avrebbe riferito qualcosa di più di quello che hanno riferito i giornali. Quindi, c'è una preoccupazione enorme, perché c'é una complicità complessiva nel non trovare una soluzione a questo grave problema. Potremmo parlare dei valdesi, ma l'atteggiamento è identico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Il tempo è modesto, quindi sarò brevissimo.
Certo non posso esimermi dal pensare che la comunicazione dell'Assessore abbia davvero un eccesso di approccio burocratico ad un problema, da qualunque parte lo si voglia guardare e qualunque siano le origini dello stesso, che è molto grave per l'Aula. L'Aula stessa peraltro, a mio avviso, sfugge dal suo ruolo di Consiglio regionale del Piemonte.
A questo proposito, mi riconnetto ai due interventi che più mi hanno colpito e che condivido, quello del Consigliere Deorsola e del Consigliere Palma.
Il Mauriziano è parte del patrimonio secolare di questa Regione; le cause del dissesto dovranno essere analizzate nelle sedi competenti. Credo che sia difficile, anche nell'ambito delle parti politiche che oggi ne hanno parlato, chiamarsi velocemente fuori dal problema o semplicemente accostarsi ad iniziative - temo - tardive ed inutili (alludo a quelle, ad esempio, del sindaco Chiamparino, su cui tornerò).
D'altronde l'attenzione che quest'Aula ha posto ai problemi (e parlo al plurale perché, pur nelle diversità, il problema del Mauriziano è simile a quello dei valdesi) è puntualmente resocontata negli atti della Commissione sanità presieduta dal Presidente Saitta, che ne ha voluto trarre anche un eccellente best-seller. Quindi, se il centrosinistra vuole trovare l'attenzione che ha posto a quei problemi al momento opportuno credo non avrà difficoltà a rileggersi gli atti o eventualmente comprando il testo dell'illustre Presidente.
Arriviamo al problema: qualunque sia l'origine del problema non pu essere chiesto ad un organo, per sua natura a tempo, com'è un organo commissariale, di avere un approccio strategico al problema. L'approccio strategico lo devono avere gli esecutivi, e quindi fa bene il sindaco Chiamparino ad occuparsene, ma così come - temo - sarà inutile la lettera scritta dal Presidente Ghigo al Ministro Tremonti (inutile per la risoluzione finale), lo stesso sarà quella del sindaco Chiamparino. Le casse della finanziaria, basta leggere i giornali, piangono. Quindi, caro collega: medice, cura te ipsum.
Il giornale di oggi cita la critica alla riforma che la Consulta della Corte Costituzionale ha fatto, definendo ulteriormente il ruolo privato delle fondazioni. Il Presidente Guzzetti, che è il Presidente nazionale dell'ACRI, compiacendosi in qualche modo di un esito che definisce il ruolo privato delle fondazioni, pur esse a funzioni di pubblica utilità, dice testualmente: "E' ora di smettere di occuparsi dei problemi nelle aule giudiziarie, ma di affrontare i problemi con un costruttivo spirito di collaborazione". A lato della pagina c'è un ennesimo richiamo di quale sia il patrimonio delle fondazioni oggi.
Credo che sia il momento - e non importa se la sollecitazione viene da parte di un esecutivo o da un'Aula, questa è un'Aula che fa leggi, non è un'Aula che fa solamente critiche - che le fondazioni piemontesi, gli esecutivi del Comune, della Provincia e della Regione si mettano attorno ad un tavolo, sapendo che devono recuperare i soldi, e che i soldi vanno recuperati qui (nella Regione) e non là (dal Governo). I piemontesi i soldi li devono trovare per se stessi.
Garantendo questo, potrà poi essere chiesto agli organi ministeriali il tempo per coniugare un intervento di breve (com'è per sua natura un intervento di commissariamento) come intervento a medio-lungo termine, come può essere quello di un legislatore che deve avere il compito di salvare il patrimonio culturale dei valdesi, il patrimonio culturale (e non solo culturale) dell'Ordine Mauriziano e l'integrazione di queste due attività con la sanità piemontese.
Questo è il compito di un organo di governo; gli strumenti ci sono e quelli che non esistono quest'Aula deve urgentemente porli in essere perché si tratta di salvare una componente del patrimonio di tutti, e poi procederne ad un rilancio. Altrimenti assisteremo nuovamente ad approcci burocratici e ad inutili commenti di chi sia stata la colpa e di che cosa.
Quanto prima Torino tornerà ad essere quella che Annibale vide scendendo dal Monginevro, vedendo delle simpatiche pianure deserte ed immaginando che lì - e aveva ragione - avrebbe potuto esserci un momento di sviluppo.
Non vorrei tornarci facendo la storia al contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Ha ragione il Consigliere Palma quando dice che stiamo assistendo all'ennesimo atto di una commedia, anzi, per essere più esatti all'ennesima replica della stessa commedia.
L'Assessore D'Ambrosio ha presentato una relazione puntuale, che pu essere aggettivata come meglio si crede: tecnica, circoscritta o ripetitiva. Ognuno può avere le proprie considerazioni e ne abbiamo ascoltate molte.
Però devo dire che il dibattito dal mio punto di vista, e soprattutto alcuni interventi sono esattamente la fotocopia o se volete, la riproposizione fotostatica di quanto abbiamo sentito più volte nella segretezza della Commissione e più volte nella pubblicità dell'Aula consiliare. Ha ragione il Consigliere Gallarini, probabilmente quelle pagine cominciano ad essere un po' ingiallite perché, ormai, sono alcuni mesi che vengono lette e riproposte.
Il filo conduttore è sempre lo stesso: i cattivi e gli incapaci a destra, i buoni e i capaci a sinistra ...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Placido)



CATTANEO Valerio

Consigliere Placido, visto che fa lo spiritoso penso che il giorno più sbagliato per una tesi di questo tipo sia proprio la giornata di oggi tanto per essere chiari.
Sempre il Consigliere Palma, mi scuso di citarlo nuovamente, ha ragione quando dice, che, alla fine c'é comunque una sorta, e questo lo dico io di peccato originale o di causa originale, che è la gestione del Mauriziano. Una gestione, la voglio aggettivare a mia volta, fallimentare degli anni in cui vi è stata una Presidente, che certamente non era ascrivibile, come provenienza, alla nostra parte politica (sia partito sia coalizione) nominata legittimamente per scelta oggettiva e libera di un capo dello Stato che, sicuramente, non è espressione di questa parte politica e di questo partito. Altri andranno a verificare i motivi del buco che si è verificato: c'è chi dice per le mancate convenzioni, chi per la cattiva gestione, tutto quello che abbiamo sentito dire in Commissione.
Personalmente, ma voglio essere corretto, una mia idea me la sono fatta anche perché ho ascoltato, con grande attenzione, il vicecommissario, di cui non ricordo il nome, che è venuto in Commissione. Poiché so stare al mondo - ho letto lo Statuto e quella era una Commissione di inchiesta segreta - la mia idea la tengo per me e voglio essere corretto verso quelle persone.
Alcune considerazioni. Prendiamo atto che il Sindaco della Città di Torino, l'Onorevole Chiamparino, vuole istituire un tavolo: una cosa importante, d'altronde a sinistra sono molti i tavoli, le intese e le adunanze che vengono istituite. Tuttavia vorrei capire cosa vuol mettere su quel tavolo il Comune di Torino e l'amministrazione Chiamparino. La posizione della Regione Piemonte è chiara. La Regione Piemonte, lo diceva bene anche il Consigliere Burzi e lo aveva già detto in un intervento alcuni mesi fa, ha scelto che il Mauriziano, a differenza di quello che Rifondazione Comunista vuole e ha detto attraverso il Consigliere Contu continui ad essere protagonista nella sanità di questa regione protagonista nella cultura, nella tradizione di questa regione. E' una scelta precisa e il Presidente Ghigo, in prima persona (poi risponder anche alle battute di spirito) e con lui l'amministrazione regionale, ha fatto questa scelta e la sta perseguendo.
Vorremo sapere: cosa fa la Città di Torino? Cosa vuol fare il Sindaco Chiamparino oltre ad istituire un tavolo? Come si è già fatto molto altre volte in cui le istituzioni, tutte, si sono confrontate e hanno trovato delle intese, la Regione, la Provincia e il Comune si incontrino di nuovo.
Vediamo cosa propone la Provincia, ma, soprattutto cosa propone il Sindaco Chiamparino, cosa vuole mettere su quel tavolo, quali sono gli atti amministrativi che mette a disposizione, le scelte di bilancio e quant'altro per salvare il Mauriziano; non salvarlo tanto per mettersi a posto la coscienza, ma per fare in modo che il Mauriziano resti protagonista della storia di questa città, di questa regione e di questo Paese.
Il Presidente Ghigo fa la sua parte. Il Presidente Ghigo della questione ne ha parlato con il Ministro dell'Economia Tremonti, il Governo sta per predisporre la Finanziaria, invero è già stata approvata dal Consiglio dei Ministri. Credo che, a lato del rivendicare e sollevare spesso al Presidente Ghigo di essere a Roma e non in aula, il Presidente Ghigo, grazie al ruolo che ricopre di Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regione, abbia portato delle risposte, delle attenzioni importanti del Governo, anzi di questo Governo, alla nostra regione (uno per tutte le Olimpiadi e le opere di accompagnamento): saprà portare una risposta, con l'attenzione di questo governo, anche su questa partita.
Le Regioni sono venti. Se facciamo - voglio usare un termine quasi irrispettoso verso l'aula - ancora un po' di "casino", si sveglieranno anche le altre e tutte le richieste specifiche su interventi straordinari come quello che il Piemonte chiede al Governo per il Mauriziano, si moltiplicheranno e quindi, se andrà bene, il risultato non potrà che diminuire.
Non so se il Presidente si debba vergognare o meno. Certamente il Presidente Ghigo non è in aula perché è andato al bar, ma perché ha un importante impegno istituzionale. Qualche mese fa, un Consigliere lanciando, come diciamo in gergo alberghiero, il grembiule sulla stufa, ha detto: "Lascerò il Consiglio, la mia esperienza, che fa schifo, termina qua", invece è ancora in aula. Ma sono lieto che sia ancora in aula perch tante volte, è anche oggi in un certo modo, ha portato un contributo intelligente al dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Ritorniamo a parlare dell'Ordine Mauriziano e i toni sono sempre gli stessi. Probabilmente vediamo due film diversi. Due film sostanzialmente diversi: da una parte accuse, non provate, neanche da chi, terzo, inviato dal Governo dal Ministro degli Interni, è intervenuto in una situazione e ha riscontrato che la situazione era quella che sosteneva la Regione. Una situazione di difficoltà dovuta a scelte sbagliate dell'amministrazione del Mauriziano, che gli ottocento miliardi di debiti non sono dovuti a mancati pagamenti, ma a scelte programmatorie errate, a politiche di assunzioni sbagliate, all'aumento spropositato, e fuori da ogni indirizzo, di reparti e di specialità.
Dall'altra c'é chi, invece, pensa, come noi riteniamo, che l'operazione Mauriziano sia stata un'operazione che la Regione ha condotto in maniera più che onorevole, con grande rispetto dei lavoratori del Mauriziano, delle popolazioni su cui insisteva, e insistono, gli ospedali del Mauriziano che la Regione ha fatto uno sforzo importante accollandosi due strutture uno sforzo importante accollandosi anche un finanziamento straordinario a chiusura di una serie di situazioni.
Queste cose ce le siamo già dette altre volte. Mi spiace che i toni usati da alcuni Consiglieri siano sempre toni di scherno, di appelli alla vergogna, che non dovrebbero far parte di un dibattito politico, civile anche duro, me che non dovrebbero mai scendere all'epiteto quasi offensivo a livello personale. Forse perché gli argomenti non sono forti, allora ci si rifà all'oratoria da tribuna o da comizio. Oggi, sulla vicenda Mauriziano, ci sono due elementi di novità. L'elemento di novità che viene visto come elemento negativo, cioè la decisione del Commissario straordinario di procedere alla vendita dei beni immobili, delle proprietà immobiliari del Mauriziano per risanare un bilancio che, tutti sappiamo, le condizioni che vive.
Interroghiamoci su questo: voi dite è una svendita. Non penso che si tratti di tale. Chiunque di noi abbia vissuto la vita di un Consiglio comunale o provinciale, ha visto quante alienazioni patrimoniali gli Enti locali hanno fatto per i mantenere gli immobili strategici alla loro funzione e per disfarsi di quelli che strategici non erano. Ma perché non dirci, amici, che gran parte del patrimonio immobiliare del Mauriziano invece che produrre reddito produce debito? E voi vorreste che i Commissari mantenessero questa situazione? E, poi, l'altra grande novità - mi si permetta - che risponde anche a una critica ingiusta è quella relativa al programma del Mauriziano: anche qui, scarsa informazione o cattiva informazione.
Proprio in questi giorni, parallelamente al progetto di vendita immobiliare, si affianca il progetto sanitario del Mauriziano, che è stato presentato ieri e che verrà presentato oggi; progetto presentato naturalmente, in primis al personale medico e al personale paramedico proprio per avere quella condivisione che gli stessi Commissari ritengono indispensabile per proseguire nell'opera che il Mauriziano sicuramente ben fa, e che continuerà a fare, con l'appoggio pieno, ma giusto, della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Il Presidente Ghigo dimostra il proprio interesse per la sanità piemontese mettendosi, come al solito e a sorpresa di tutti (persino i giornali annunciavano la sua presenza in aula), in congedo. Non so bene quali siano gli impegni istituzionali improrogabili che determinano la sua assenza; avrebbe dimostrato una maggiore sensibilità se avesse spostato quegli impegni e fosse venuto in aula con una comunicazione, sia rispetto al problema in discussione adesso sia rispetto al problema che discuteremo in seguito.
Ritengo che quello del Presidente Ghigo sia un atteggiamento assolutamente irresponsabile, nel senso di chi non vuole assumersi le responsabilità, perché sono problemi altrui.
Questo è molto preoccupante e ha molto a che fare con la situazione che vive la sanità piemontese, che è ben più grave del problema del Mauriziano.
Certo, c'è il problema del Mauriziano, così come c'è stato il problema degli ospedali Valdesi.
Penso che questo governo regionale rappresenti, da una parte, una delle cause che hanno determinato i deficit di quelle strutture, e, dall'altra utilizzi quei deficit per poter intervenire pesantemente. E' un po' come l'atteggiamento adottato da molte aziende (penso alla FIAT o ad altre grandi aziende) nei confronti delle piccole aziende, per poter fare di queste ultime ciò che vogliono: assorbirle oppure imporre le proprie regole.
Siamo di fronte a un comportamento di quel genere, che giudico sicuramente censurabile, perché parliamo di sanità; penso non sia un caso che la relazione dell'Assessore D'Ambrosio non contenga traccia dei problemi sanitari, dei problemi della salute dei cittadini. E' una sorta di relazione di un Ministro del bilancio, che - ripeto - da una parte è responsabile, anche se non totalmente, della situazione economica in cui si sono trovati prima gli ospedali Valdesi e oggi il Mauriziano, e dall'altra, impone a quegli ospedali - prima ai Valdesi e poi al Mauriziano utilizzando quei deficit, le proprie scelte.
E' un comportamento assolutamente censurabile e non condivisibile.
Sono, poi, preoccupato per il silenzio della Giunta rispetto alla vicenda ultima del Mauriziano: la dismissione del patrimonio. Si pu discutere a lungo di questa vicenda, ma è possibile che un Commissario protratto per sei mesi e in fase di scadenza, debba e possa decidere su una questione così importante? Non è una questione da poco, la dismissione del patrimonio di una struttura come il Mauriziano, che ha una storia secolare! Arrivare alla scelta della dismissione di gran parte della struttura immobiliare mi pare ulteriormente preoccupante, perché è stata deciso da una persona individuata per un determinato periodo, che, alla fine del proprio mandato, effettua una scelta.
L'Assessore ha detto che è compito del Commissario, ma il compito di un Assessore e di una Giunta regionale è anche quello di occuparsi ed intervenire rispetto ai problemi della sanità piemontese.
Perché si condivide la scelta che è stata compiuta? E' stata effettuata un'analisi approfondita, per capire se questa era la strada giusta da intraprendere? Non mi pare, quindi ritengo che ci troviamo in una situazione affrontata in maniera del tutto insufficiente.
Concludo dicendo che la storia secolare del Mauriziano, della quale si potrà discutere nelle sedi opportune, e il problema che abbiamo noi quello di salvaguardare una struttura sanitaria che ha permesso e garantito delle prestazioni di tipo medio-alto, non sono assolutamente la preoccupazione dell'Assessore alla sanità, mentre dovrebbero esserlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, ho ascoltato e riletto la relazione dell'Assessore sull'Ordine Mauriziano. Ancora una volta parliamo di sanità, però, ancora una volta, noto che non ne parliamo con la dovuta serenità - non mi riferisco ai fatti avvenuti ieri - ma affrontando il discorso con una polemica sterile, che nulla costruisce. Mi riferisco alle battute dell'opposizione sulla presenza del Presidente Ghigo - non sto a ricordare gli incarichi che il Presidente ha, non solo a livello di Presidente di questa Regione - accusando questa Giunta e l'Assessore di essere un "bancarottiere".
Vorrei capire se si sta parlando di un'unica sanità o di due sanità diverse, perché, a seconda delle responsabilità e di chi ricopre gli incarichi di vertice, l'opposizione usa metri di giudizio completamente diversi.
Ricordo all'opposizione che, fino al 1997, l'Ordine Mauriziano era una realtà con un bilancio perfettamente in pari; dal 1997 al 2002 - la storia la conosciamo bene - questa struttura, che ha un patrimonio non indifferente, che è stato oggetto di attenzione da parte della Giunta regionale e dell'Assessore, ha totalizzato centinaia di miliardi di debiti.
Mi chiedo se una struttura, un ospedale che ha un patrimonio sicuramente non indifferente, possa essere paragonato ad un sistema sanitario regionale come quello piemontese. Qualcuno ha riferito dei 3 mila miliardi e rotti accumulati da questa Regione; dall'altra parte, un'unica struttura ne accumula quasi 1000.
Vorrei capire il perché di un giudizio così severamente diverso; vorrei comprendere se c'è coerenza in quanto si dice o se, piuttosto, levando le polemiche di torno, non si debba ragionare su un sistema sanitario che non solo in Piemonte, ma in questo Paese non funziona. Dobbiamo necessariamente mettervi mano, ma non con le polemiche che l'opposizione continua a suscitare, a cominciare dal Presidente della Commissione Saitta, da me mai riconosciuto come partito, che continua a spiegarci come deve essere controllata la Sanità.
Consigliere Saitta, è un sistema che non funziona e che ha coinvolto anche la Presidente dell'Ordine Mauriziano, appartenente al suo partito.
Quindi è chiaro che, di là dalle polemiche, bisogna ragionare in modo completamente diverso.
Ritengo che nella relazione dell'Assessore D'Ambrosio, nei tre punti essenziali da lui delineati (la salvaguardia dei presidi sanitari dell'Ordine Mauriziano, alla luce della valenza storica e culturale che riveste l'Ordine stesso; il mantenimento dei livelli assistenziali per la città di Torino; infine, soprattutto la conservazione del posto di lavoro di migliaia di dipendenti) sia sintetizzato l'impegno e il lavoro non solo per l'Ordine Mauriziano, ma per un sistema sanitario che vede anche l'Ordine Mauriziano compreso in questa programmazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

E' mia intenzione svolgere un intervento non polemico, ma nello stesso tempo non rinunciare ad esprimere un parere sulle responsabilità precise che questa Giunta regionale ha nel governo della sanità da un punto di vista generale e, in particolare, poiché la comunicazione verte sul Mauriziano, nei riguardi dell'Ordine Mauriziano.
Accetto di trascurare, su invito del collega Angeleri, il fatto che la sanità sia un settore di difficile governo, di grandi spese, di necessità di riorganizzazioni profonde. Posso ben accettare che questo non sia un tema semplice da affrontare e una delle voci di governo più spinose difficili e di maggior impegno.
Detto questo, rimane che un Governo regionale c'è, il Governo Ghigo esiste o, meglio, dovrebbe esistere e dovrebbe aver battuto, in questi anni, qualche colpo nella direzione di promuovere un miglioramento del nostro sistema, del risanamento dei conti e della decisione di quali servizi erogare e in quali luoghi.
Quello che è mancato, colleghi - mi rivolgo in particolare al collega Angeleri, che ha parlato per ultimo - è proprio la volontà di affrontare il problema dell'organizzazione sanitaria e, giorno per giorno, di gestirlo in modo da portare il settore fuori delle secche di una crisi finanziaria che compromette l'erogazione dei servizi. Occorre però seguire il problema da vicino, in prima persona, Presidente Ghigo e Assessore D'Ambrosio coinvolgendo il Consiglio e la Commissione competente, che mi sembra non essersi mai tirata indietro.
In merito al Mauriziano, quello che salta all'occhio è che non è che non si sapesse che l'Ordine, da un certo punto in poi, non ha più visto riconoscere dalla Regione Piemonte quanto promessogli. Non è possibile evitare di ricordare che abbiamo fatto delle audizioni in IV Commissione che la Presidente Bergoglio e il Direttore generale Zanetta sono venuti a parlare a tutto il Consiglio, illustrando dei problemi. Ricorderete anche che, in quelle sedi, da parte della Giunta regionale vi è stato sempre un atteggiamento di sufficienza: "Certo, il problema esiste, ma state tranquilli, sarà risolto".
Quello che contesto al Presidente Ghigo e all'Assessore D'Ambrosio è di non aver, per tempo e con urgenza, affrontato il problema dell'Ordine Mauriziano nel momento in cui questo problema è stato posto anche alla minoranza.
Quindi, la responsabilità politica ricade tutta intera al settore sanitario, su una questione relativa all'ultima decisione di un Commissario che, secondo me, non dovrebbe avere il potere di vendere il patrimonio, ma questa è una mia opinione. Di certo, l'esercizio e il potere di vendere il patrimonio in una situazione finanziaria come quella del Mauriziano mette il Mauriziano nella condizione peggiore di fronte agli eventuali compratori: sembra, infatti, di trattare con quello che, in brache di tela si presenta sul mercato annunciando di dover vendere, altrimenti sono guai seri per la sua attività.
Penso che, oltre al contenuto della decisione, il tempo e il momento scelto dal Commissario sia sbagliato. Ritengo che un Commissario non dovrebbe prendere in considerazione atti così importanti, che snaturano l'Ordine Mauriziano di una delle sue caratteristiche, quella di avere un gran patrimonio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Le assicuro che non disturberò il percorso di lavoro che lei ha fatto perché sarò particolarmente telegrafico. Per la verità, avevo deciso di non intervenire perché il mio Capogruppo era stato sufficientemente chiaro.
Però, dopo le affermazioni del collega Angeleri, mi sembra che qualche chiarimento debba essere dato, con particolare riferimento all'accusa rivolta al Presidente Saitta di giudicare due tipi di sanità: da una parte la gestione Mauriziano; dall'altra, la gestione D'Ambrosio. Per la verità mi risulta che, con la massima onestà e correttezza, il Consigliere Saitta affermando sempre che, se ci sono delle irregolarità, bisogna scoprirle senza cercare di giustificare qualcuno, è stato il primo ad esprimersi sulla gestione del Mauriziano.
L'analisi che noi vogliamo fare è diversa. L'Assessore e la Giunta devono in qualche modo spiegare se questo è un procedimento che serve per la tutela dei posti di lavoro, oppure se è un'operazione fatta per salvare effettivamente questa sanità, per cercare di risolvere i problemi sanitari.
Secondo me, questa è solo un'azione pubblicitaria per la Giunta, in modo da poter dire: "Abbiamo recuperato 2.700 posti di lavoro e, di conseguenza, siamo bravi". No, dietro a questo, a mio giudizio, si nascondono cose che non ritengo positive. Prima di assumere una gestione in passivo come quella del Mauriziano, un minimo d'analisi andrebbe fatta. Ci si dovrebbe chiedere in che modo assumere questo compito.
L'obiettivo di portare il Mauriziano da una situazione di passività ad una situazione di attività e d'integrazione all'interno della sanità piemontese - ricordo all'Aula che la sanità pesa già per il 60% della fiscalità generale - non lo raggiungiamo se riteniamo che i debiti del Mauriziano si possono recuperare solo attraverso la vendita degli immobili.
Non è così, perché se ricordate quanto fu detto in occasione delle audizioni fatte con il Commissario, in virtù dei contratti stipulati da parte della vecchia gestione del Mauriziano, commercialmente gli immobili valgono poco. Pertanto, il discorso di vendere gli immobili per cercare di riequilibrare le finanze è un'operazione sbagliata. Lo dico senza fare nessun tipo di polemica, perché le istituzioni servono per risolvere problemi di questo tipo. Rivolgendomi all'Assessore D'Ambrosio e al Presidente Ghigo, ricordo che non ho visto alcuna analisi volta ad integrare i problemi finanziari del Mauriziano, degli Ospedali Valdesi e del nostro sistema sanitario in generale. Siccome questa integrazione non è stata analizzata, viene fuori un altro malloppo di debiti da piazzare all'interno del nostro bilancio e si fa ulteriormente brutta figura con i cittadini: aumentano i debiti e anche i disservizi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, la cosa che balza agli occhi è l'inseguimento costante delle emergenze da parte di questo governo regionale, più che fare scelte che sappiano anticipare situazioni di difficoltà.
Che il Mauriziano manifestasse già una serie di segnali d'allarme non credo che sia un dato degli ultimi mesi e forse neanche dell'ultimo anno.
Un governo che ha tra le sue competenze più importanti e rappresenta, per la parte finanziaria, l'80% di quello che è il suo bilancio ha, almeno per questa competenza, una capacità strategica nel rapportarsi con le cose.
Questo del Mauriziano è, in qualche modo, il segno del trascinamento di una situazione di difficoltà, con mille problemi. Non voglio giocare a scaricare semplicemente sull'Assessore, su questo governo o sulla maggioranza difficoltà certamente reali e anche per certi versi oggettive ma è lampante il fatto che queste vengano affrontate sempre in un momento di rottura, quando non c'è più nulla da fare. E questo è proprio un limite strutturale di questo governo regionale.
Anche gli interventi di Lanzo e di Valenza hanno il carattere del tamponamento, non si collocano all'interno di un disegno, pur sapendo che esistevano dei vincoli particolari da rispettare.
E' chiaro che - e mi pare che un collega di Rifondazione l'abbia accennato - in un momento in cui parliamo di federalismo, in cui la sanità è una competenza che dovrebbe avere un alto grado di confronto federalistico, il problema dell'Ordine Mauriziano, ereditato storicamente e inverato nella nostra Costituzione, va visto in qualche misura nell'ambito di una revisione costituzionale. Vorrei accennare anche la questione dell'Irap di questi giorni, rispetto alla quale la Corte Costituzionale ha sancito che non è campo d'azione diretta.
Concludo, Presidente, sulla vendita dei beni. Posso capire quando un momento pubblico vende dei beni per fare delle scelte strategiche, non perché ha la canna del gas e tampona qualche buco; sarebbe un po' come se una famiglia si riscaldasse, per il prossimo inverno, con i mobili di casa ma è chiaro che si tratta di una famiglia senza futuro.
Questa modalità di vendita dei beni pubblici, che non è solo del Mauriziano, ma è anche di altre realtà, rappresenta una sconfitta grave per il ruolo dell'Amministrazione pubblica, ed è un fatto sul quale la Regione Piemonte, il Presidente Ghigo avrebbe dovuto insorgere in modo molto più significativo e fermo di quello che ha fatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Presidente, il ricordare che si sarebbe proseguito con un'altra comunicazione non ho capito se era una nota tecnica o quasi una minaccia.



PRESIDENTE

Una nota tecnica.



MORICONI Enrico

Perché mi sembra che si tratti di questioni estremamente importanti e quindi mi pare corretto, giusto e inevitabile che il Consiglio si pronunci su questi problemi.
Leggendo e ascoltando la relazione dell'Assessore D'Ambrosio, devo dire che, come molte altre volte è successo in quest'aula quando si tratta di argomenti diversi, ma soprattutto di sanità, assistiamo a una relazione che vuole essere esclusivamente tecnica, mentre - come hanno rilevato praticamente tutte le critiche dell'opposizione - manca totalmente quell'aspetto che invece dovrebbe essere prioritario nella politica gestionale di un comparto, di un settore così importante per la Regione quale è la sanità.
Nella relazione si ripercorre tutta la vicenda per sommi capi, ma ad esempio non viene indicato chiaramente perché la Regione sia arrivata ai problemi attuali; problemi attuali che nascono da promesse fatte dalla Regione al Mauriziano, promesse che poi non sono state mantenute, non hanno avuto corso.
E' la stessa situazione, come qualcuno ha ricordato, che abbiamo già affrontato e vissuto riguardo agli Ospedali Valdesi. La situazione viene esattamente ribaltata: la Regione assiste e, anzi, stimola le decisioni degli Ospedali Valdesi e dell'Ospedale Mauriziano, che mettono in crisi queste due strutture e poi, al momento in cui queste strutture sono in crisi, anziché intervenire con scelte gestionali e di organizzazione e riconoscendo i propri debiti, la Regione subentra semplicemente rilevando le strutture.
Su tutta questa vicenda, com'è già stato detto e ripetuto da tutti i colleghi dell'opposizione, non posso che associarmi. Rispetto al fatto che un Commissario decida di risolvere alcuni problemi economici procedendo alla svendita del patrimonio immobiliare, vero è che questo malcostume che noi contestiamo talvolta riguarda le stesse ASL, e questo è un altro motivo di critica che noi rivolgiamo all'Assessore.
Ad esempio, sappiamo - ne parliamo in questa sede perché non abbiamo ancora avuto risposta in altri luoghi - che la vendita di un patrimonio immobiliare dell'ASL di Chieri potrebbe mettere in grave crisi alcuni campi coltivati a biologico da parte del Gruppo Abele; potrebbe mettere in crisi un esperimento che invece è positivo. Eppure l'ASL in questo caso, sempre per fare cassa, prevede di svendere tale patrimonio.
Ci sembra che globalmente ci sia una gestione che sta dimostrando veramente di non avere prospettive gestionali né un minimo indirizzo di correttezza, e su questo crediamo che tutti possano esprimere il loro disappunto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per una brevissima replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Debbo anzitutto dire al collega che ha parlato per ultimo che la mia relazione non è stata solo una relazione burocratica; direi che il difetto della relazione è stato un difetto di sintesi.
Per chi ha letto attentamente la relazione, si evidenzia dalla stessa che cosa vuole la Regione che il Mauriziano sia nell'ambito della sanità piemontese: vuole che la struttura continui ad essere una struttura sanitaria che dia prestazioni di livello medio-alto.
Si è atteso fino ad oggi, perché il Commissario aveva il compito di proporre un piano di riorganizzazione del Mauriziano stesso, cosa che è stata fatta, come ho sottolineato nella relazione, ieri alla dirigenza e che oggi viene sottoposta al comparto.
Il Presidente Ghigo non ha inviato nessuna lettera al Ministro Tremonti, ma gli ha parlato personalmente e ha chiesto che nella finanziaria vengano inseriti dei fondi così com'è stato fatto per il Bambin Gesù di Roma, per cercare di non fare allineare tutti i beni e soprattutto di non svendere i beni del Mauriziano.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Saitta)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Dicevo che il Presidente Ghigo ha parlato direttamente con il Ministro Tremonti per chiedere che, com'è stato fatto per il Bambin Gesù di Roma venga trovato il modo per dare fondi al Mauriziano, senza svendere o vendere il patrimonio del Mauriziano.
Va da sé, però, che un Ente che ha accumulato 800 miliardi di disavanzo, non può trovare il ripiano da parte della Regione; ben venga comunque, se il Ministero dell'Interno o il Ministro Tremonti riusciranno a reperire questi fondi.
Il piano di riorganizzazione, che personalmente ho già letto, è in parte condivisibile e comunico che, come ho già espresso giorni addietro aprirò un Tavolo con gli operatori sanitari del Mauriziano; Tavoli che (posso parlare avendo già partecipato a quelli indetti dal Comune - e so di alcuni indetti anche dalla Provincia) ben vengano nell'ambito della dialettica e della discussione sulla sanità, ma sono occasioni in cui si esprimono solo tante parole, perché è chiaro che gli interlocutori demandano poi alla Regione il dimettere fondi.
Devo dire con grande soddisfazione - perché è bene che tutti lo sappiano - che con questa riorganizzazione del Mauriziano è finito il periodo della politica degli acquisti e dei salari privilegiati; essendo questo uno dei motivi per cui il Mauriziano ha raggiunto gli 800 miliardi di disavanzo. Da domani, questo non ci avverrà più per il Mauriziano.
Ricapitolo e concludo: la Regione auspica che il Mauriziano resti una struttura sanitaria che fornisca prestazioni di livello medio alto.
Personalmente, auspico che il Ministro Tremonti, o il Ministero degli Interni, dia finanziamenti al Mauriziano, onde evitare la svendita del patrimonio che, come ha sottolineato il collega Botta, alcuni dei beni rendono un passivo annuale notevole che, quindi, sarebbe meglio alienare.
Spero di trovare un accordo con i medici del Mauriziano una volta concluso il periodo dei salari privilegiati e auspico che il Mauriziano oltretutto, è anche prevista una modifica dello Statuto del Mauriziano stesso da parte della Commissaria D'Ascenzo - possa fare parte, a tutti gli effetti, della rete sanitaria regionale e quindi: diritti e doveri uguali per tutti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio su "Vicende giudiziarie che hanno coinvolto il funzionario regionale Ciriaco Ferro"


PRESIDENTE

Passiamo alla seconda comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio, relativa alle vicende del Direttore Generale della Sanità.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie Presidente.
Cortesi colleghi, ieri mattina il Direttore Regionale Ciriaco Ferro è stato arrestato dalla Guardia di Finanza che gli ha contestato i reati di usura e corruzione in concorso, ed altri reati.
Personalmente sono rimasto, e sono a tutt'oggi, sbigottito per l'accaduto e per l'enormità delle accuse che hanno determinato l'arresto.
Non posso che attendere gli sviluppi della situazione, augurandomi che la Magistratura faccia chiarezza nel più breve tempo possibile.
Per quanto concerne le responsabilità amministrative, ho chiesto un'indagine interna su tutte le attività che svolgeva il Dirigente inquisito. Nella seduta di ieri, la Giunta regionale ha deciso di sospendere dall'incarico, a titolo cautelativo, il dottor Ferro e contestualmente, ha assegnato, ad interim, la direzione del controllo delle attività sanitaria all'architetto Luigi Robino.
Debbo, concludendo, per correttezza precisare che quanto riportato questa mattina da un quotidiano, in un passaggio di un mio colloquio con il giornalista, non risponde al vero. Nella Giunta di ieri pomeriggio non si è assolutamente parlato di fiducia o sfiducia del Presidente Ghigo nei miei confronti. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito sulla comunicazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, innanzitutto un cenno di solidarietà umana nei confronti del dirigente; in base ai noti principi costituzionali, aspettiamo, per poter emettere giudizi di merito, che la Magistratura svolga il suo corso.
Volevo salutare anche il perito agrario, oggi assente. Non si capiscono i motivi per cui, in una seduta così importante, che in casi simili ha ritenuto di presenziare, oggi sia assente. Fatto che mi lascia sconcertato comunque, mando un saluto anche a lui.
Dico subito di cosa non intendo parlare: non intendo parlare del problema giudiziario. Non è questa la sede e non intendo concorrere in violazione, continua e sistematica, del segreto istruttorio. Inoltre, se corrispondono al vero alcune cose che oggi leggo su Repubblica, l'argomento è diventato molto scottante, e bisogna averne paura.
Invece, intendo parlare dei problemi politici che emergono da questo fatto; problemi politici che non possono essere sottaciuti.
Il primo è il vanto di Forza Italia, che sostiene, sui giornali, di aver sostenuto per primi che Ferro "non andava bene". Sarebbe facile adesso, sparare sulla Croce Rossa. L'ho fatto quando la Croce Rossa era presente; ricordo l'alterco anche fuori dall'Aula. Non è di buon gusto però il dato politico bisogna analizzarlo.
Il dato politico è che se è vero che Forza Italia non voleva Ferro, e se è vero che il Presidente Ghigo appartiene a Forza Italia, c'è una discrasia forte che noi chiediamo, ai cari amici alleati, di spiegarci.
Se io mi comporto in maniera difforme da quello che è il mio Segretario di Partito, lui normalmente si arrabbia e mi prende a calci.
Se Forza Italia è un Partito che ha una propria disciplina e una propria struttura e dice "bianco", vorrei capire come la risoluzione di questo "bianco" diventi "nero".
Chiedo, quindi, agli amici di Forza Italia di spiegarci la discrasia fra quanto vogliono loro e quanto vuole il Governatore, che è o non è di Forza Italia? Si allinea o non si allinea sulle posizioni politiche di Forza Italia? Questa è una domanda che dobbiamo porci.
Leggiamo su Repubblica (estremamente interessante, oggi, per alcuni passi): "Funzionari diventati super manager per via della lottizzazione".
Ringrazio colui che ha scritto questa frase, perché conferma quello che da sempre abbiamo sostenuto: c'é una inaccettabile commistione che non è solo di carattere personale - che nulla sarebbe - ma è di carattere politico.
Da sempre, abbiamo rilevato i problemi delle Direzioni organiche a Partiti diversi dalla maggioranza. Questo lo dice il giornale, che parla di lottizzazione.
La lottizzazione è fatto che non può essere tollerato, anche perch aggravato da una situazione, che i giuristi definirebbero di perplessità visto che il Presidente della Giunta è anche Presidente dei Presidenti, in maggioranza di sinistra.
Situazione che svuota di significato la democrazia: se destra e sinistra stanno insieme, la gente cosa vota?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



PRESIDENTE

Cinque minuti. Chiedo scusa, è il tempo, anche perché queste comunicazioni sono più...



BRIGANDI' Matteo

Vedrò di procedere più celermente e di chiudere il discorso.



PRESIDENTE

Qualcuno ha parlato di sei, comunque, sono elastico, è cinque per tutti.



BRIGANDI' Matteo

Credo che queste siano cose serie che dobbiamo verificare.
Nello stesso articolo si legge: "Gli inquisiti di oggi e di domani" quindi, si può pensare ad un articolato disegno del quale credo che questo Consiglio abbia il diritto ad avere contezza da parte di coloro che hanno la facoltà di inquisire.
Termino l'intervento rivolgendomi al collega D'Ambrosio, il quale ricorda di non essere un poliziotto. Perfetto! Ma esistono due tipi di colpa, una è la culpa in eligendo, che non può che essere attribuita a lei Assessore, visto che queste situazioni esistevano già da tempo. La colpa è grave e, in termini giuridici, si chiama culpa in eligendo. Se, invece vogliamo ragionare in termini umani, quando lei ha nominato il dottor Ferro ha detto che era persona di cui si assumeva la responsabilità: se l'assuma.
Concludo dicendo che il Presidente Ghigo una volta ha detto che si sarebbe ricandidato a questo Consiglio regionale: ho seri dubbi che sia il candidato migliore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, caro Assessore D'Ambrosio, cara maggioranza e - dico anche - caro Presidente Ghigo, che, ancora una volta, sfugge in forza di motivi nobilissimi - ma saranno sempre nobilissimi questi motivi? - così come si sfugge una, due, tre, tante e tante volte al confronto in Consiglio regionale. E sfugge ancora una volta, Presidente Ghigo, proprio in occasione della ripetizione di una storia che, sotto il Governo Ghigo, ha già vissuto diversi atti: questo non è il primo, né il secondo e nemmeno il terzo. In questi otto anni di Presidenza Ghigo, più volte la Magistratura ha dovuto interessarsi a problemi di buon governo, di corruzione e di malversazione.
Assessore D'Ambrosio, oggi, lei è rimasto senza parole. La capisco.
Cosa può ancora aggiungere in questo Consiglio? Deve di nuovo venirci a dire che lei non sapeva, che è stupefatto, che non credeva, per la seconda terza, quarta volta? Dove vive l'Assessore D'Ambrosio e dove vive il Presidente Ghigo? Stanno sulla luna o stanno amministrando soldi pubblici? Sono bambini appena nati, che non conoscono il mondo e che non sanno che attorno a tutte le amministrazioni, pubbliche e private, c'è sempre il tentativo di prendere soldi e di piegare le esigenze collettive a interessi personali? Non lo sapete? Non lo avete rilevato in questi sette anni? Potevate non saperlo all'inizio: il Presidente Ghigo faceva il rappresentante di commercio e appena affacciatosi in quest'Aula poteva anche essere persona che non sapeva. Ma, dopo il primo arresto, dopo il secondo arresto, dopo la prima, seconda e terza inchiesta, una pulce non gli è saltata all'orecchio, che, forse, doveva occuparsi anche di prosciugare quelle acque maleodoranti, all'interno delle quali potevano eventualmente nascere episodi di questo genere? Non doveva farlo almeno dopo il primo, il secondo e il terzo avvertimento? Non lo ha fatto.
La responsabilità del Presidente Ghigo, relativamente al fatto che l'ambiente sanitario è malsano, è al 100%. Dovrebbe almeno venire qui ad assumersela interamente, poiché non ha vigilato, non ha fatto niente, non si è curato di questo aspetto.
La responsabilità penale sappiamo che è personale, gli auguri di innocenza si fanno sempre a tutti; non è questo il problema. Il problema è che esiste, come si legge oggi sui giornali, un ambiente molto esteso in orizzontale, di carattere corruttivo e malsano nella sanità; e un ambiente che, anche a livello verticale, viene coinvolto da questi elementi.
Questo è l'addebito che, secondo me, deve essere fatto una volta per tutte. Emerge un'attività di governo che, sino ad oggi, non si è curata sfuggendo al confronto, di un ambiente sanitario a largo spettro corruttivo, che emerge solo quando la Magistratura comincia a indagare.
Sarebbe bene che il Presidente Ghigo venisse in quest'Aula, assumendosi le proprie responsabilità, dicendoci cosa ha fatto e cosa non ha fatto per governare bene, per creare pulizia di governo, anche relativamente ai comportamenti tenuti in settori puramente amministrativi. L'ultimo esempio sollevato dal collega Ronzani in Commissione, è quello degli incarichi ad hoc, dei progetti.
Il collega Ronzani ne ha citati alcuni terrificanti: quando si governa per clientele, si dà un cenno, si dà un'indicazione, si dà un modo di leggere le azioni di governo, si dà un modo di comportamento a tutti dentro e fuori la Regione.
Questa l'esperienza del Presidente Ghigo, questa la sua responsabilità politica. L'ambiente malsano cresciuto nella sanità, dall'inizio del Governo Ghigo, è responsabilità piena, politica e individuale del Presidente Ghigo, e collettiva di tutta la Giunta, chiamata al tavolo del Governo insieme ad uno dei Presidenti che, da questo punto di vista, penso sia stato e sia il peggior Presidente della Giunta regionale della Regione Piemonte: di quelli che ho conosciuto io, sicuramente, il peggiore.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, purtroppo, non è la prima volta che quest'Aula è chiamata a commentare, a margine di inchieste giudiziarie e resoconti giornalistici delle stesse, una serie di disfunzioni che sono e continuo a considerare eminentemente amministrative. Qui, per l'ennesima volta abbiamo di fronte la medesima alternativa. E' successo per il caso Odasso è successo in altri casi. Possiamo scegliere, in un modo o nell'altro dalle diverse posizioni che ricopriamo, di partecipare al coro di quanti commentano con sdegno o riflessi difensivi quanto sta succedendo negli uffici regionali. Oppure possiamo interpretare più propriamente il nostro ruolo tentando di individuare quanto in questi uffici non funziona e costituisce la premessa inevitabile anche dei fenomeni di malversazione.
In occasione dell'arresto del direttore generale Odasso, peraltro, alla presenza del direttore generale quest'oggi arrestato, ho ricordato come il dato di fondo alla base di quella inchiesta, ma anche alla base di quella corruzione, fosse un'evidente disfunzione del processo di controllo interno amministrativo delle aziende sanitarie.
Ho anche avuto modo di ricordare che la nostra Regione da anni non dà attuazione al decreto legislativo n. 286/1999, che riguarda i controlli interni nella Pubblica Amministrazione e affida alla discrezionalità, più o meno imperiale, dei direttori all'interno e ai vertici degli Assessorati ovvero, all'interno e ai vertici delle Aziende Sanitarie una serie di poteri che, nelle procedure di controllo ordinario in tutte le Aziende vengono necessariamente divisi per assicurare forme di equilibrio e di bilanciamento.
Questa verticalità assolutamente insensata ed assurda del processo decisionale all'interno di meccanismi discrezionali è, se le notizie giornalistiche saranno confermate, anche alla base di questo scandalo.
Avevo ricordato come il caso Odasso nasceva dal fatto che la nostra legislazione, in maniera assolutamente folle, riserva, in capo alla stessa figura, tanto il controllo di gestione, quanto il potere di gestione, e affida allo stesso controllore (nel caso di Odasso) il diritto, se non il dovere, di trattare direttamente con i fornitori.
Qui ci troviamo di fronte ad un caso sostanzialmente analogo: un Direttore regionale, che dovrebbe essere nella logica della legge il direttore del processo amministrativo, diventa - se i fatti saranno confermati - il decisore imperiale in ordine ad alcune decisioni senza che esista un sistema di auditing interno che impedisca, al di là delle cattive intenzioni di questo o di quest'altro, di compiere queste malversazioni.
Se si immagina di risolvere i problemi della sanità piemontese andando alla ricerca dei Direttori buoni e scacciando i Direttori cattivi, si fa un pessimo esercizio di buona coscienza a buon mercato e si mantengono totalmente intatte le premesse di questi fenomeni di malversazione.
Il problema, Assessore, non è se un Direttore regionale è corrotto o meno. Il problema per l'Assessore, per la Giunta e per gli Uffici regionali, è avere o meno un sistema di controlli interni che renda tendenzialmente impossibile i fenomeni di corruzione.
Se sono vere le notizie che riportano i giornali - e non ho ragione di ritenere che non siano vere - il problema non è se un Direttore regionale accredita una struttura che non ha i requisiti per l'accreditamento, ma è che possa fare questo senza che nessuno se ne accorda, che possa fare questo senza che all'interno del promesso amministrativo questa scelta questo orientamento e questa intenzione malevola non si interrompa, per così dire, naturalmente.
I sistemi di auditing, Assessore, servono per questo. Non vorrei apparire screanzato nei suoi confronti, ma glielo avevo già ricordato a proposito del sistema di collegamento di network del 118: li trova su internet. Lei troverà su internet, in numerose Aziende Sanitarie del nostro Paese, dei sistemi di controllo interni, implementati sulla base del decreto legislativo del 1999, che sono enormemente superiori a quelli che questa Regione utilizza nelle sue Aziende regionali e nei suoi uffici regionali.
Questa è - e lo dico a tutti, alla maggioranza ma anche all'opposizione del centrosinistra - la partita che abbiamo di fronte.
Andare alla ricerca della tessera che ha in tasca un giorno un arrestato, l'altro giorno un altro arrestato, è un esercizio un po' squallido a cui, francamente, vorrei sottrarmi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente.
Colleghi, una nuova vicenda giudiziaria si abbatte sulla sanità.
Sono sempre stato garantista e vorrei esserlo anche in questa occasione, perciò non intendo trarre delle valutazioni che competono alla Magistratura, nei confronti della quale nutro la piena fiducia, per la capacità, la prudenza e l'attenzione che conseguentemente dimostra alle vicende che si succedono nella nostra Regione. Questo, però, non esclude alcune valutazioni di tipo politico.
Queste gravissime accuse, se confermate, getterebbero ombre inquietanti e imbarazzanti per il riferimento al vasto ambiente corruttivo. Di questi problemi, però, ne parleremo più diffusamente quando sarà possibile conoscere i dati concreti, quegli omissis, cioè, che vengono richiamati sui quotidiano di oggi con grande dovizia.
Come dicevo, ritengo opportune alcune valutazioni politiche: indicazioni e programmi scarsi ed incerti; decisioni annunciate più volte adottate e poi ritirate (penso al Piano Sanitario che non è stato ritirato solo perché il sottoscritto, insieme ad altri colleghi, aveva detto, un paio di anni fa, che non lo avrebbe mai votato, come risulta dalle dichiarazioni riportate dalla stampa); incertezza nella strategia (è un altro aspetto più preoccupante); interventi che paiono scoordinati dichiarazioni formulate in aula che esprimono la volontà di proseguire senza il confronto con il Consiglio in tutte le occasioni in cui questo fosse possibile; una non chiarezza sul rapporto tra il settore pubblico e il settore privato (è troppo facile dirlo oggi, ma questa non è la prima occasione in cui evidenzio questo aspetto); infine, controlli mai predisposti con la dovuta efficacia.
Ricordo che in un ambito più generale, quando si parlava della legge n. 51, avevo chiesto che venisse introdotta la FAI (Funzione di Auditing Interno). Si tratta di modalità organizzative che esistono in tutte le strutture ampie e articolate, come può essere quella regionale. È una funzione che, ad oggi, non esiste. Forse rimpiangiamo per non avere lottato di più per farla presente anche nella nostra struttura.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Personalmente ritengo stupefacenti ed incredibili le dichiarazioni dell'Assessore; sembra quasi che i problemi affrontati nella sua breve comunicazione non riguardino la sanità piemontese.
Invece riguardano la sanità piemontese e il modo in cui essa è gestita.
Da una parte, ovviamente, c'è l'azione giudiziaria della Magistratura sulla quale esprimo piena fiducia, ma dall'altra emerge un grosso problema perché abbiamo avuto, in questi anni, una serie di casi analoghi. Emerge dunque un problema di mancanza di controllo, di direzione e di politica. E là dove c'è azione, accadono fatti incredibili.
I meccanismi che hanno permesso una simile situazione riguardano la Giunta e l'Assessore. Ma da quello che ho potuto comprendere, noi ci limitiamo ad aspettare che la Magistratura faccia il suo corso. Guardate che non si può ragionare così, perché dobbiamo assolutamente pensare che c'è qualcosa di oscuro su cui bisogna intervenire. Non possiamo permettere che si verifichino situazioni analoghe: dobbiamo intervenire. E' compito anche della Giunta assumersi delle responsabilità. Non basta rivendicare il diritto di nominare i direttori della sanità a proprio piacimento, ma poi quando succede qualcosa, è un problema che non riguarda più la Giunta. Ha voluto il potere di assumere? Allora, se ha questo potere, deve anche assumersi le responsabilità di quanto succede, non può fare lo scaricabarile. Ritengo che sia un fatto inaccettabile.
Quest'occasione, al di là dell'atteggiamento che ha la Giunta, dovrebbe farci riflettere sulla commistione di interessi pubblici e privati. Le scelte che sono state fatte nell'ambito della sanità sono scelte che favoriscono questi processi oppure no? Temo di sì. Credo che si debba discutere di questo. Temo che tutta una serie di scelte manageriali, di scelte prese a riferimento dal privato, portino a questo, come avviene nel privato. Pensiamo cosa è avvenuto negli Stati Uniti nel privato, intorno ad una serie di multinazionali e addirittura per quanto riguarda Wall Street.
E' in atto un processo di "americanizzazione" e di privatizzazione veramente sconvolgente. Penso che tutto questo dovrebbe far riflettere.
Riflettere se i meccanismi che abbiamo messo in atto e l'assenza di controllo abbiano a che fare o meno. Io credo di sì.
Sono esterrefatto dalla presa di distanza dell'Assessore e dalla presa di distanza, ancora più gelida, del Presidente Ghigo. Il Presidente non è neanche presente in aula, come se la questione non lo riguardasse riguardasse altri. Invece riguarda questo Consiglio, riguarda un Assessore nominato da lui, ma lui è assente. Forse il Presidente starà parlando di OGM da qualche altra parte, lì dirà anche delle cose giuste, ma non basta deve anche occuparsi della Regione e del suo funzionamento e mi pare che questo non lo faccia.
Ultima considerazione. Questa maggioranza è letteralmente allo sbando.
Abbiamo avuto l'esempio del Consigliere Brigandì, di lotte di governo: quando è al governo non dice le stesse cose che dice quando è all'opposizione. Non ho capito se c'è, da parte della Lega, una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Ghigo e dell'Assessore D'Ambrosio. Se questo fosse, al di là delle motivazioni, potremmo anche riflettere su cosa fare di fronte ad una mozione di questo genere. Mi pare troppo comodo fare delle "sparate" di un certo tipo e poi continuare a stare in maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Intervengo a nome del Gruppo della Lega Nord, quindi il Consigliere Brigandì è intervenuto in qualità di Consigliere regionale esprimendo quello che riteneva giusto dire.
Non c'é alcuna mozione di sfiducia nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio e nemmeno nei confronti del Presidente Ghigo da parte della Lega Nord. Sicuramente, c'è una criticità. Anche noi riteniamo che il Presidente Ghigo avrebbe dovuto essere presente in aula questa mattina, come riteniamo, e lo abbiamo anche detto più volte, che l'Assessore D'Ambrosio avrebbe dovuto rivedere certi quadri dirigenziali del settore sanità, sia a livello di direzioni regionali - e avevamo fatto precisi nomi e cognomi all'epoca - sia a livello di alcune direzioni generali di ASL. Non per motivo politici, non per motivi, magari, penali (non potevamo immaginare che sarebbe successo quello che è successo), ma perché ritenevamo che determinate persone non fossero all'altezza, non fossero in grado di gestire, come secondo noi si doveva gestire, la sanità piemontese.
Secondo noi c'erano troppi errori e troppe mancanze di controllo.
Faccio un esempio. Voi sapete che ci sono le Commissioni di vigilanza che ogni ASL nomina al proprio interno, che dovrebbero controllare la correttezza dei rapporti con le cliniche private convenzionate, con gli ambulatori privati convenzionati, ecc. Ad oggi, la maggior parte di queste Commissioni lavoricchia; addirittura, pare che qualcuna non sia neppure operativa. Una delle poche Commissioni veramente operativa è quella dell'ASL di Alessandria, ma è una delle poche.
Questi erano organi che avrebbero dovuto funzionare dando garanzie di trasparenza e funzionalità nelle convenzione che, vi ricordo, stipulano le singole ASL. Poiché molti direttori di ASL non rispondono assolutamente a questa maggioranza politica, neanche lontanamente, anche loro hanno stipulato queste convenzioni, attenzione. Noi riteniamo, e ne abbiamo parlato più volte nella Consulta sanità composta da rappresentanti della maggioranza, sia opportuno trovare dei sistemi per poter istituire un controllo ai direttori generali delle ASL, che sono dei veri e propri imperatori sui loro territori. E' vero che questa prerogativa è affidata loro da una legge nazionale, ma è anche giusto che il loro, come si pu dire, proprietario - perché il sistema sanitario oggi è regionale - abbia la possibilità di controllare l'operato di queste persone tramite i direttori regionali che avrebbero dovuto accorgersi, tempo prima, dei fatti spiacevoli accaduti alla sanità piemontese.
Ricordo che noi, in tempi non sospetti, prima ancora del caso Odasso parliamo del luglio 2001 - chiedemmo una Commissione regionale di controllo sul settore della sanità che poi é stata istituita - anche se in ritardo il cui Presidente era il Consigliere Saitta (a quanto pare neanche lui si era accorto di questi fatti). Abbiamo chiesto di rivedere i direttori regionali perché, secondo noi, erano loro che avrebbero dovuto controllare l'operato di determinati personaggi, ma così non è stato fatto.
All'assessore D'Ambrosio posso dire: Assessore, c'erano probabilmente delle responsabilità di mancanza di controllo. Non potevamo immaginare che potesse venir fuori una cosa di questo tipo.
Veniamo al CORESA. Ho parlato prima della Consulta sulla sanità che dovrebbe proporre, che è una questione di maggioranza, delle idee, delle iniziative alla Giunta per migliorare il sistema di controllo sulla sanità piemontese. Ho parlato della Commissione di vigilanza che dovrebbe funzionare meglio, ASL per ASL, e che già esiste, ma parliamo del CORESA.
Il CORESA, composto da rappresentanti di tutte le forze politiche e sindacali, controlla, dà un vaglio e un parere di massima a molte convenzioni, a molte finanziamenti ad aziende che lavorano nel campo sanitario privato. Il CORESA, oggi, è sicuramente sottoutilizzato, perché i componenti dello stesso non sono stipendiati, ricevono un gettone che veramente non copre neanche le ore di lavoro che perdono (poco più di 100 mila lire a seduta). Ma, addirittura, il CORESA avrebbe il compito di controllare se le richieste che pervengono sono legittime. Esempio: si trasferisce una farmacia da un posto all'altro, il CORESA dovrebbe verificare se sia legittimo; gratis, perché in quel caso non gli viene pagato neppure il gettone. E' evidente che un sistema di controllo di questo tipo non può funzionare e non può andare avanti.
Bisogna portare delle modifiche, per questo la maggioranza, e gliene devo dare atto, ha messo in piedi la Consulta sanità che si sta occupando di studiare le situazioni e di proporre alla Giunta, non imporre, delle possibili iniziative da intraprendere. Credo che questa sia la strada giusta. Certo, l'avessimo intrapresa tre anni fa era meglio, l'abbiamo intrapresa un po' in ritardo, è vero, ma noi ci auguriamo, a breve, di poter fornire delle risposte serie, valide per i nostri cittadini che sono gli utenti del Servizio Sanitario regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà



MANICA Giuliana

Dall'arresto del dottor Ferro emerge, a nostro avviso, un problema d'ordine politico amministrativo molto grosso ed evidente in questa Regione. Ci troviamo davanti ad alcuni casi che si susseguono nel corso degli anni d'estrema gravità: la vicenda Odasso, la vicenda Di Summa e della cardiochirurgia, adesso una vicenda che coinvolge i più alti vertici della dirigenza regionale all'interno dell'assessorato. Questo indubbiamente, non può essere considerato come un fatto a se, un fatto isolato, ma va visto dentro al contesto grave, e a mio avviso inquietante del susseguirsi di questi casi.
Noi sappiamo che in una vicenda recente che ha riguardato l'avvicendamento e la riconferma dei Direttori regionali, l'Assessore D'Ambrosio si è particolarmente speso per la riconferma dei suoi Direttori e anche del Dott. Ferro, anche con un dibattito che abbiamo avuto modo di leggere sui giornali e di battute che abbiamo sentito scambiare.
Dobbiamo dire quindi che certamente era un importante uomo di fiducia all'interno dell'Assessorato e che ricopriva incarichi in questa direzione.
E' per questa ragione, per il contesto sistematico con cui gli scandali si susseguono, e per la vicenda della nomina dei Direttori regionali generali da parte dell'Assessorato, che ritengo che oggi il Presidente Ghigo - lo dico in modo più urbano di altri colleghi - avrebbe dovuto sentire l'esigenza e l'opportunità politica di essere presente.
In una vicenda come questa non ci si può limitare, Assessore, alla sua dichiarazione tacitiana. L'Assessore e il Presidente Ghigo dovrebbero invece decidere che bisogna andare a fondo dei problemi della sanità piemontese e non per l'ennesima volta (come avvenne per Odasso e per Di Summa) dire solo che è stata tradita la loro fiducia, che non se lo aspettavano e che sono sbigottiti.
Capite bene che, dentro ad un contesto come questo, non solo non è più credibile, ma può essere una questione anche grave rispetto alla necessità di affrontare seriamente un problema.
E' un problema che esiste da questo punto di vista ed è di una certa gravità, e in questo ricordo con una certa precisione alcuni passaggi che erano usciti nella Commissione d'inchiesta.
Ricordo in particolare le due audizioni che fece in Commissione d'inchiesta il Dott. Grando. Quelle due audizioni riguardavano in modo particolare alcune vicende: la vicenda degli accreditamenti e la vicenda della relazione tra la sanità pubblica e la sanità privata piemontese, in particolare la grande vicenda relativa alla cardiochirurgia. E accanto alla vicenda degli accreditamenti si ponevano in modo molto netto le questioni dei controlli.
Ricordo anche la sua risposta di allora, Assessore, quando negò tutto dicendo che tutte quelle questioni relative agli accreditamenti, che erano state sollevate, e all'efficacia del sistema dei controlli, non avevano alcun fondamento.
Noi invece ritenemmo che quella relazione fosse una relazione che doveva destare preoccupazione, che doveva determinare un intervento immediato, che conteneva degli elementi così gravi che esulavano dalla competenza di una struttura esclusivamente politico-amministrativa ed istituzionale, ma riguardasse anche altre sedi. Inoltre ci poniamo il problema che tutto questo sta in un contesto sostanziale della sanità piemontese, che è quello dell'interruzione del rapporto tra la programmazione, la gestione e il controllo.
Lei gestisce una materia che per l'80% dal punto di vista finanziario è delegata ad altri da gestire in modo diretto, le Aziende Sanitarie. Se lei non attiva una programmazione a monte, se non dà piani precisi a chi compie la gestione, non li verifica e non sta a ridosso con la programmazione della gestione, e soprattutto se, alla fine, non controlla ciò che all'80 si è delegato, la rottura del circolo virtuoso programmazione-gestione controllo porta inevitabilmente a vicende come queste, che si risolvono in attribuzioni, al momento in cui si nominano Direttori generali regionali o delle ASL, esclusivamente ad un rapporto fiduciario con l'Assessore o ad essere più o meno degli "yes men", e non a verificare altre questioni proprio perché si è interrotto quel rapporto.
Concludo con un'ultima questione: noi Democratici di Sinistra, in seguito a quelle vicende e anche agli esisti della Commissione d'inchiesta avanzammo due proposte per ripristinare il circolo virtuoso della programmazione, della gestione e del controllo.
Innanzitutto riprendere la programmazione e un piano sanitario degno di questo nome all'interno della Regione Piemonte; la seconda, uno spostamento di poteri sulla programmazione ai sindaci ed altre sedi per interrompere ogni sorta di rapporti esclusivamente fiduciari. Il terzo: abbiamo presentato una proposta precisa sul sistema di controlli che deve essere realizzato all'interno di questa Regione.
Ci pare che su tali questioni si debba porre particolarmente l'accento e oggi, in modo inderogabile, metterle all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, credo che a nessuno sfugga che il fatto del quale stiamo discutendo oggi è il più grave; è ancora più grave della vicenda Odasso, è ancora più grave della vicenda Di Summa, ed è ancora più grave della vicenda delle farmacie e della questione dei medicinali.
E' ancora più grave perché parliamo della Regione Piemonte, cioè della struttura che doveva controllare, ed è gravissimo, soprattutto per i reati che sono stati riferiti dai giornali: parliamo di usura e di altri fatti gravi che vengono collegati all'immagine della sanità.
Il danno alla sanità è enorme, Assessore. Non si limiti allo sbigottimento, ma faccia un'autocritica ogni tanto, altrimenti lei continuerà ad essere sempre sbigottito. L'Assessore è sempre sbigottito per qualcosa che succede: sbigottito per Di Summa, al quale dà fiducia, anzi richiede che venga reinserito; sbigottito per Odasso, al quale dà fiducia sbigottito per Ferro, al quale dà fiducia e non sapeva nulla. Questo fatto è gravissimo, perché significa che la Regione non ha controllato.
Ho letto con attenzione quello che hanno riportato i giornali, cioè pezzi dell'ordinanza di custodia cautelare, dove è scritto che Verducci avrebbe avuto contatti non soltanto con Ferro, ma anche con altre persone facenti parte della Pubblica Amministrazione, di livello sia inferiore (e ce ne sono tante), sia pari (e ce ne sono tante, anche se un po' meno) sia superiore a quello di Ferro (e non mi pare che questo riferimento sia a Dio Padre Onnipotente, perché c'é qualcuno di intermedio tra Dio Padre Onnipotente e Ferro).
Questo è il fatto che è successo: l'ordinanza cautelare fa riferimento a questioni complesse, che riguardano la Pubblica Amministrazione. In un altro passo c'è scritto che sono state prese le delibere, ma le delibere qualcuno deve averle approvate. Il problema che emerge da questa vicenda è la corruzione per gli accreditamenti, Assessore e lei lo sa perfettamente e la collega poco fa ha richiamato la vicenda della San Gaudenzio sulla cardiochirurgia, che era oggetto della Commissione d'indagine, e non soltanto quella.
Assessore, lei sa perfettamente che quando abbiamo chiesto, insieme ai colleghi Suino e Riggio e altri colleghi del centrosinistra, le liste di attesa per capire il dirottamento dei malati, gli uffici non ce le hanno fornite, e hanno trovato delle motivazioni per non farci capire cosa stava succedendo.
Questo è il dato di fatto, e oggi capiamo per quale motivo quei dati non ci sono stati forniti. Il fatto è grave. Quante interrogazioni Assessore, abbiamo presentato come opposizione per capire come venivano fatti gli accreditamenti, sapendo che non venivano fatti perché non c'era la struttura.
Ad un certo punto avete dovuto affidarvi all'ARP, e quanti sono gli accreditamenti che iniziano ad essere accreditamenti provvisori ed incompleti perché mancava qualcosa. Quante sono state le determina che hanno modificato gli accreditamenti, spostando qualche posto-letto di lungodegenza in un posto-letto di chirurgia o di cardiochirurgia? Nessuno ha controllato! Questa vicenda dimostra che non c'è soltanto - questa è la mia opinione un problema di un Direttore; c'è un problema più generale che riguarda la classe politica che governa la Regione Piemonte, che riguarda lei Assessore.
Io non credo, per il giudizio che ho sull'intelligenza del Presidente Ghigo e degli altri Assessori che c'è un direttore che prende in giro tutta la Giunta. Certo, può succedere, ma, a quel punto, ha ragione il collega Brigandì: sarebbe grave, perché avremmo degli incapaci al governo. Non mi pare sia così; le questioni sono gravi, d'altronde basta vedere cos'è capitato alla Cellini e in altre realtà.
Questi sono i fatti gravi. Poi, c'è il problema della Lega; capisco la reazione del collega Brigandì, sapendo cosa gli è successo, però, collega Rossi, i direttori delle ASL non sono imperatori! I direttori delle ASL sono sudditi dell'Assessore! Non esiste l'autonomia gestionale, non esiste! E' una finzione, e quello che è capitato lo dimostra.
La gestione della sanità regionale è stata ed è una gestione centralizzata, da socialismo reale, tutta in mano all'Assessore e alla struttura, che ha persino detto come si fanno i bilanci.
Non è vero, collega Rossi, a meno che non abbia letto la relazione della Commissione d'indagine! Quante pagine abbiamo dedicato al fatto che mancavano i controlli! Quante pagine abbiamo scritto! Quante discussioni abbiamo fatto! Collega Gallarini e gli altri che hanno condiviso questo fatto e opinione: ciò nonostante, avete riconfermato tutto! Questo è un gioco stupido; il fatto è che l'Assessore, la Giunta regionale di centrodestra, con la Lega (perché ne fa parte anche la Lega) ha confermato il sistema dei controlli, e questa è una responsabilità non da poco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

In base a come l'Assessore ha impostato il suo intervento, la cosa peggiore sarebbe liquidare questa vicenda come una responsabilità amministrativa. E' una china pericolosa che si tende ad assumere, perch proprio la natura dell'accusa, ovviamente da definire da parte dell'Autorità giudiziaria, nelle sedi competenti, cioè in giudizio, porta a un nodo di responsabilità politica.
Certamente, una responsabilità politica oggettiva, che non intacca e non entra nel merito dell'accusa che è stata fatta al funzionario Ferro.
Questa vicenda è nata tanti anni fa, quando si è cercato di separare le responsabilità politiche da quelle amministrative, dicendo che, se un funzionario ruba o ha un comportamento illecito, è un funzionario infedele e quindi c'è una separazione dalla responsabilità politica, che è espressa dal popolo. Ma, in questo caso, l'accusa tocca quella frontiera del rapporto tra pubblico e privato che è oggetto, sin dall'inizio di questa legislatura, di un grande scontro, perché lo spazio al privato non si apre con le leggi, le fanfare e le guide; lo spazio al privato si apre attraverso un lavoro sotterraneo, ma questo avviene nel sistema della gestione del mercato del lavoro. Nella scuola, lo scasso della scuola pubblica apre quasi naturalmente alla scuola privata; nel sistema previdenziale pubblico, lo scasso di quel sistema apre, quasi naturalmente al sistema privato.
Anche qui, questa zona di frontiera tra pubblico e privato fa sì che Assessore, lei non possa dire: "Adesso accerteremo, con un'indagine interna, la responsabilità amministrativa del dottor Ferro", perché qui c'è un alto contenuto politico. Per questo motivo, lei ha una responsabilità oggettiva, politicamente oggettiva (poi, dirò del Presidente Ghigo).
Spero che la vicenda si fermi qui (non sono di quelli che gioca allo scasso), anche se alcuni giornalisti ne hanno delineato un orizzonte in dinamico sviluppo. Anche se si ferma qui, è chiaro che l'accusa tocca il nodo che questa Giunta, non con dei proclami o degli atti formali, ma nella sostanza dei comportamenti, sta aprendo la sanità pubblica al privato.
Poi, si può confutare, perché non ci sono atti; l'ho riconosciuto anche in altre circostanze, ma, da questo fatto specifico, c'è un elemento tangibile, almeno quello che è venuto allo scoperto, di come si possa operare per danneggiare l'impianto della sanità pubblica a favore, proprio per un sistema di vasi comunicanti, degli interessi privati.
Il collega Chiezzi chiede sempre la presenza del Presidente Ghigo: dov'è il Presidente Ghigo? Perché il Presidente Ghigo non c'è? Io non sono stupito del comportamento del Presidente Ghigo, perché il suo quadro di riferimento ormai è quello mediatico, che l'ha nominato governatore. Non c'è alcuna legge che parli del governatore, non c'è alcuna trasformazione costituzionale o dello Statuto, ma, poiché il sistema mediatico gli ha attribuito questo scettro, lui galleggia e si fa chiamare "governatore".
C'è, poi, il sistema degli interessi: non c'è convegno a cui non partecipi o toma piemontese che non assaggi! E' quello il suo riferimento oppure le alte cariche istituzionali, che riconoscono nel Presidente Ghigo una persona equilibrata, equidistante, che nel federalismo non assume toni virulenti, ecc.
L'Assemblea elettiva, il governatore Ghigo non sa nemmeno che esista! Tra l'altro, il Presidente non proviene da una storia di percorsi di Assemblee elettive istituzionali; un giorno, quando è stato fondato un nuovo partito - ho il massimo rispetto anche per i partiti che nascono così, improvvisamente - è arrivato e ha incominciato la propria attività.
Quindi, non è nemmeno incarnato in una storia del processo. Una volta che c'è, il riverbero mediatico, il sistema degli interessi che dialoga e le alte cariche istituzionali che magari gli danno il "puffetto"...
Perché, collega Chiezzi, invochi ancora la presenza del governatore che non sa nemmeno che esistiamo? Basta, lasciamo perdere! Un giorno probabilmente, con questi comportamenti, la "baracca" prenderà il giro, lui non se ne accorgerà e si troverà travolto da tutto!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Anch'io sono rimasto estremamente colpito dal carattere lapidario - se così si può definire - della relazione dell'Assessore D'Ambrosio. Sembrava di ascoltare una notizia ANSA, sembrava una relazione letta per un comunicato stampa. Sui giornali di stamattina ho letto degli articoli molto più ponderosi e approfonditi, rispetto a quanto ha detto in aula l'Assessore alla sanità.
Certo, il Presidente Ghigo sarà trattenuto da impegni importanti. E' strano che su un quotidiano di stamane ci fosse scritto che il Presidente Ghigo oggi avrebbe ascoltato la relazione dell'Assessore D'Ambrosio evidentemente, questi grandi impegni sono sopraggiunti improvvisamente probabilmente il Presidente Ghigo ieri pensava di essere qui.
Il fatto che alcuni di noi dell'opposizione chiedano ostinatamente la presenza del Presidente Ghigo, è perché c'è chiaramente una responsabilità forte in chi ha nominato l'Assessore e, tramite l'Assessore, il funzionario dirigente regionale.
Per questo motivo chiediamo la sua presenza e siamo stupiti di una relazione così scarna, del fatto che l'Assessore sembri ignorare il nocciolo di questa vicenda.
Tutti noi siamo dell'idea di non dare condanne premature, prima che le indagini siano concluse, ma le indagini vertono su problemi molto rilevanti per la gestione sanitaria perché riguardano i metodi per concedere o negare gli accreditamenti. Qui si parla di interessi milionari. Il fatto che vi siano indagini su queste vicende senza che su questo l'Assessore faccia un'analisi politica e gestionale delle vicende della sanità ci sembra veramente incredibile.
Sono anni che viviamo tra scandali che si rincorrono, però l'Assessore D'Ambrosio tace; ogni volta affrontiamo uno scandalo come se fosse un singolo caso e non una collana che si ripropone L'Assessore D'Ambrosio, tacendo su questo problema, fa del male, anche se non è stato rilevato, a tutti quegli operatori onesti che, a volte sottopagati, lavorano ogni giorno in campo sanitario; operatori travolti da quest'ondata di scandali, che vedono passare al di sopra delle loro teste cifre milionarie, macchine e yatch, mentre tutti i giorni, onestamente e correttamente, svolgono il loro lavoro per salvare vite umane. Queste persona chi le ricorda? Noi qui non le ricordiamo mai. Come possono essere motivate persone impegnate in un lavoro duro, faticoso e di responsabilità quando sono inserite in un sistema del genere? Credo che su questo D'Ambrosio abbia fatto molto male a tacere. Penso anche che D'Ambrosio debba essere molto preoccupato perché le fonti giornalistiche non possono fare a meno di parlare, ma noi ogni volta affrontiamo questi ricorrenti scandali come se si trattasse di una mela marcia, una mela marcia qui e una di là.
L'esperienza che abbiamo tutti in ambito botanico ci fa riflettere sul fatto che D'Ambrosio non si preoccupa del ripetersi delle mele marce, n della possibilità che il rincorrersi degli scandali abbia potuto creare un contagio in tutto il sistema sanitario. Non è possibile che il nostro Assessore alla Sanità si limiti ad una relazione estremamente scarna, senza chiedersi, innanzitutto, quali sono le modalità e le iniziative che intende intraprendere per dare finalmente delle certezze non solo a tutti i cittadini, ma anche a tutti gli operatori onesti del settore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Presidente, concordo con la relazione stringata dell'Assessore D'Ambrosio perché in questi momenti - al di là della riflessione politica che va bene, ma è più una questione d'Aula - mi pare, come sostanzialmente si stia facendo, che l'Assessore non possa e non debba entrare su una questione di tale rilevanza giudiziaria.
Ma non voglio sfuggire invece a quello che è soprattutto il nostro compito, quello della riflessione politica. Qualcuno ha parlato di culpa in eligendo, qualcuno di culpa in sorvegliando. Dobbiamo però assumere una posizione che deve e può essere univoca.
Se riteniamo che ci sia una sorta di oggettiva responsabilità politica che fa capo a tutti i politici nei confronti dei propri dirigenti e dei propri funzionari che incorrono in queste gravissime mancanze, dovremmo tutti assieme riflettere su come si è comportata la Casa delle Libertà in vicende tanto provinciali. Mi riferisco alla mia provincia - mi spiace che non ci sia il collega Muliere - e ai pesanti scandali che hanno investito la Provincia di Alessandria per reati gravissimi compiuti, ad esempio, da un funzionario molto legato a livello politico. Oppure, per rimanere più vicini a noi, mi riferisco a certi problemi del Comune di Torino, che hanno colpito alcuni funzionari, impiegati e dirigenti, senza che però ci sia stata una chiamata di correità generalizzata, pesante e ripetuta, nei confronti dei responsabili politici.
Dobbiamo, con la massima sincerità e trasparenza, capire che molto spesso, per una decisione che io ritengo giusta, di divisione fra il momento amministrativo e il momento politico, è realmente difficile avere il controllo completo di ogni attività svolta dal funzionariato e dalla dirigenza.
E' giusto richiedere maggiori controlli perché questa è una situazione che va comunque monitorata, sanata e approfondita, ma, ripeto, il vivere quotidiano e la grande onerosità che l'attività amministrativa richiede, in termini di tempo e di impegno, a volte non permettono di controllare tutto e tutti.
Se noi non partiamo da questa considerazione di buona fede, che oggi riguarda l'Assessore D'Ambrosio, ma ieri il Presidente della Provincia di Alessandria e, l'altro ieri, il Sindaco di Torino, possiamo fare un'operazione strumentalmente appagante, demagogicamente utile, ma non so che tipo di risultato raggiungiamo.
Come Gruppo, proviamo dolore per questa vicenda, non solo per il coinvolgimento della Sanità, ma perché sappiamo che è un male per l'immagine della Regione Piemonte. Pur vantando eccellenze sanitarie di rilievo non solo nazionale ma anche europeo, la nostra regione purtroppo conquista o riesce a conquistare le prime pagine dei giornali nazionali solo con vicende di questo tipo.
Non so fino a che punto ci sia un'indulgenza su queste vicende. Invece constato una scarsa volontà di mettere in rilievo la positività dell'azione amministrativa, anche in campo sanitario, che la Regione, il Presidente Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio stanno compiendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Faccio alcune riflessioni anche riguardo all'intervento svolto, a titolo personale, dal collega Matteo Brigandì, cui non voglio dare n importanza né rilevanza. Ringrazio l'Onorevole Tino Rossi, Presidente del Gruppo consiliare della Lega Nord, di aver chiarito che il collega Matteo Brigandì è intervenuto a titolo personale, quindi, di fatto, mettendo il Gruppo della Lega Nord nelle condizioni di prendere le distanze da quell'intervento.
Mi sia consentito: siamo rimasti un po' meravigliati per l'attacco alla nostra forza politica. Ricordo, certamente non per rinfacciarlo, che allora l'abbiamo fatto con convinzione. Siamo stati tra i pochi che nei momenti più difficili per il collega Matteo Brigandì, in quest'aula e fuori da quest'aula, gli abbiamo presentato e rappresentato la nostra solidarietà.
Devo dire che sia in maggioranza che in opposizione ne abbiamo ascoltati pochi di interventi di solidarietà come quello che Forza Italia fece in allora.
Forza Italia ha poco da dire su questa vicenda specifica; solo alcune considerazioni. La prima. Credo che l'intervento dell'Assessore D'Ambrosio in questa fase sia un intervento puntuale e ritengo che sia il massimo che un Assessore possa fare, perché avere fiducia nella Magistratura - e noi abbiamo fiducia nella Magistratura - vuol dire anzitutto rispettarla e, se si vuole rispettare la Magistratura, bisogna lasciarla operare nell'indipendenza.
Penso che per questo motivo l'Assessore abbia in un certo senso, come dicevano alcuni colleghi, relazionato all'aula con lo stile - voglio dire così - di una nota agenzia come è senz'altro l'ANSA. Non ha niente da dire, perché quello che doveva dire Forza Italia lo aveva già detto e poi conseguentemente, l'Assessore D'Ambrosio ha confermato e nominato Direttore il dott. Ferro.
Oggi abbiamo registrato qualche inversione di tendenza; la prima ascoltando il collega Tapparo, il quale sostiene che non si può ricondurre la responsabilità al singolo Dirigente, ai Dirigenti, ma che le responsabilità sono riconducibili in senso politico all'Amministratore agli Amministratori.
Quando ci fu lo scandalo del Comune di Torino - ne arrestarono qualcuno di più rispetto a quello arrestato ieri in Regione Piemonte - da parte della sinistra questo teorema, teoria, assioma non lo abbiamo ascoltato quindi è importante registrarlo come ha registrato l'aula in questo momento.
Seconda inversione di tendenza. Ho letto con attenzione - come credo tutti i Consiglieri regionali, i quali sapevano che oggi si sarebbe parlato di questo argomento in Consiglio regionale - i giornali, anche quelli che normalmente non leggo. Su un giornale che non normalmente, ma che di tanto in tanto leggo, si dice: "Ferro è iscritto ai DS e questo anche se un partito non può rispondere del comportamento individuale dei suoi iscritti, è un ulteriore motivo di dispiacere". L'affermazione va ascritta a importanti Dirigenti di un importante partito del centrosinistra, se non erro, i Democratici di Sinistra.
Anche qui registro un'inversione di tendenza non di poco conto.
Ricordiamo tutti - io lo ricordo bene - a fine del 2001, inizio del 2002 quando fu arrestato un altro Dirigente di questa Regione, il dott. Luigi Odasso. In allora emerse che il dott. Odasso era iscritto all'area di Forza Italia, con tutto quello che ne è scaturito per alcuni mesi successivi.
Ricordo che il mio partito, il partito a cui con orgoglio appartengono e a cui con lo stesso orgoglio appartengono i miei venti colleghi che siedono in aula, fu ascritto come il partito del malaffare, il partito delle responsabilità. Ebbene, anche questa è un'inversione di tendenza che abbiamo registrato e che, meglio tardi che mai, valutiamo positivamente condividendola.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Aspettare che la Magistratura faccia il suo corso, rispettando il suo lavoro, è un comportamento per noi usuale, abituati come siamo a rispettare i principi del garantismo, che rappresentano un pilastro centrale della nostra legislazione e della nostra filosofia politica.
Se si facesse il contrario, si ricondurrebbe tutto ad una iniziativa giustizialista che a noi non deve importare e che ci allontanerebbe dal nostro compito di politici. A noi deve interessare il nodo politico, capire perché tutto questo capita a ripetizione, e non sto qui ad elencare quanto è già stato sottolineato dai molti colleghi.
La componente politica e le strutture amministrative predisposte al funzionamento dei servizi in che maniera interagiscono tra loro e permettono che tali storture vengano fuori? Ci sono sicuramente responsabilità che non possono più essere sottaciute. Da che mondo è mondo, certe cose hanno un prezzo, per cui un Direttore generale ha onori, oneri, stipendio adeguato e anche responsabilità morali e di immagine.
I Direttori garantiscono, con la loro serietà, per tutta la struttura a cui presiedono; quindi certe cose, quando accadono, possono buttare scredito, oltre che sulla loro persona, su tutto quello che gira attorno a loro. Non si può quindi più avere tolleranza nei loro riguardi, ma ancora di più nei confronti del potere politico che li ha scelti e di cui sono i garanti.
Assessore, mi spiace, questa volta la frittata è stata troppo grossa per cui dovrebbe farla riflettere profondamente. Bisogna aprire bene gli occhi per lei, per la Regione e direi anche per il suo partito. Per esperienza politica, le posso dire questo: un partito può crescere molto perché riesce ad avere molti consensi, ma proprio per questo deve stare molto attento alle persone e agli atti con cui si comporta politicamente.
Proprio perché cresce così in fretta, la gente si aspetta da quel partito anche un riferimento morale che deve venire dai suoi maggiori esponenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Assessore D'Ambrosio, ho ascoltato la sua breve relazione su questa ennesima vicenda che sicuramente non gratifica la sanità piemontese e che anzi, getta ulteriormente un'alea di discredito su quanto è stato fatto in tutti questi anni.
Da parte mia, innanzitutto vorrei esprimere la solidarietà umana al Dirigente e, nel contempo, augurarmi che da parte della Magistratura, in tempi celeri e ovviamente nella piena fiducia dell'operato di questo istituto, faccia chiarezza, perché ci auguriamo ancora oggi che questo sia un fatto, se verranno provate le accuse, che mi auguro del tutto isolato e singolo.
Dispiace vedere che in quest'Aula ci sono numerosi "avvoltoi" della politica che, prontamente, calano quando succedono questi episodi che abbiamo letto sui giornali.
Dispiace vedere questo tipo di comportamento e comprendo lo sbigottimento dell'Assessore.
Personalmente, sono sbigottito per quanto ho letto sui giornali e per interventi che ho sentito, non tutti di minoranza, ma ad esempio dell'ex Presidente della Commissione di Controllo, Antonio Saitta, che farebbe bene a dare lezioni all'interno del suo Partito, prima di darle a noi.
Mi spiego meglio: quando viene a dirci che dobbiamo controllare meglio il sistema della sanità piemontese, perché non è possibile che questi avvenimenti non possano essere visti con anticipo; o quando viene a spiegarci che l'Assessore, la Giunta regionale, e il Presidente Ghigo non controllano il sistema, nel suo complesso, della sanità piemontese, la domanda che mi viene da porre al collega è perché lui, nella Commissione d'inchiesta, non ha chiesto alla Presidente del Mauriziano (allora la Dott.ssa Bergoglio) come mai avesse firmato contratti di lavoro molto più remunerativi rispetto al sistema sanitario piemontese.
Non era forse anche quello un controllo a cura di un Consiglio d'Amministrazione da cui noi non dipendiamo assolutamente? Ho citato un piccolo esempio che, però, ha notevolmente influito sul deficit del sistema sanitario legato all'Ordine Mauriziano.
Probabilmente, sarebbe utile riflettere sul sistema complessivo, così come ho sostenuto in occasione della relazione dell'Assessore rispetto all'Ordine Mauriziano.
L'invito che pongo all'Assessore e alla Giunta regionale è che su questa vicenda si rifletta, da parte della maggioranza, perché il sistema della sanità va attentamente governato. È molto difficile e complicato però è un sistema che dobbiamo accompagnare al meglio.
L'invito che farò al mio Segretario regionale sarà di chiedere un chiarimento rispetto alla situazione di questa maggioranza, perché non è possibile che da una vicenda di questo genere si traggano conclusioni che vanno nella direzione opposta alla correttezza istituzionale con cui si è operato.
Rispetto a questo sarà utile, all'interno della maggioranza riflettere, perché vedo che non tutti concorrono correttamente a fare "quadrato" rispetto ad una maggioranza che avrebbe sicuramente bisogno di maggiore serenità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Gli interventi del collega Angeleri mi ricordano quelli del Generale di Saddam Hussein, Mohamed, che aveva le bombe dietro alla schiena e continuava a dire che andava sempre tutto bene e che il sistema di Hussein era il migliore.
Il Consigliere Saitta in questa storia non c'entra nulla; la sanità piemontese non è fatta né dalla Bergoglio né di Saitta. Il compito di un Consigliere regionale, di un Presidente di Gruppo e di un responsabile di una Commissione, è di esaminare i fatti. Il collega Saitta lo ha fatto con correttezza: tutti i mali della sanità e del Mauriziano non devono ripercuotersi su Saitta, il quale ha sempre condannato questa posizione.
Veniamo ai fatti in oggetto.
Ritengo che alla Magistrata spetti il compito di accertare e di seguire ogni profilo di responsabilità; ma il giudizio politico, che ancora una volta ci sentiamo di esprimere, è di profonda condanna per l'incapacità di questa Giunta a governare la Regione nell'interesse dei suoi cittadini e in particolare, di quei soggetti che, come gli ammalati, si trovano in condizione di maggior disagio.
Ad essere stati traditi sono tutti i cittadini che in questa Regione vivono, lavorano, pagano tasse ed imposte per ottenere dei servizi professionalmente qualificati e di alto livello, ma che in primo luogo esigono onestà e correttezza da parte di tutti gli Amministratori.
Il sistema della corruzione mortifica questa esigenza ed espone un settore di assoluta rilevanza e preminenza, come la sanità pubblico all'arrogante arbitrio di pochi. I servizi sanitari dovrebbero essere affidati a quegli operatori, pubblici o privati, che garantiscono la qualità dell'offerta al miglior prezzo e non già a coloro i quali sono disposti a farsi carico di una tangente.
A questo punto, però, è doveroso che sia fatta piena luce al fine di verificare se i comportamenti attribuiti al dottor Ferro siano espressione dell'azione di un singolo o non, piuttosto, manifestazione di un sistema diffuso e distorto di gestione della cosa pubblica. E' necessario comprendere quando la corruzione sia diffusa nella sanità regionale e quali siano i livelli decisionali ad operarvi, eventualmente coinvolti.
E' giunto il momento che la Giunta regionale dimostri ai cittadini di questa Regione di saper agire con rigore e fermezza. Di fronte ai fatti penalmente rilevanti, quali quelli attribuiti al dottor Ferro, non è più lecito parlare di semplici speculazioni politiche, da parte delle forze di minoranza. I fatti sono dati incontrovertibili ed essi non hanno colore politico.
Alla luce di quanto è avvenuto, risulta doveroso procedere alla rilettura di quegli episodi di malasanità e corruzione denunciati, che sistematicamente capitano all'interno della nostra sanità. Noi, Assessore più volte abbiamo cercato di segnalargli che sarebbe stato opportuno rivedere il nesso fiduciario tra lei, i suoi funzionari e tra i suoi direttori. Qui passano gli anni e noi continuiamo a fare gli interventi e il nesso fiduciario tra lei, i suoi direttori e tutta l'organizzazione resta tale e quale, continuando a dire che va tutto bene. Se è così che deve andare, noi gli facciamo i complimenti che comunque certe cose non capitano più.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Non ricordo esattamente il mese in cui abbiamo dibattuto del risultato della Commissione di Indagine e di Inchiesta sulla sanità - e chiedo l'aiuto del Presidente - ma in quel mese, alla relazione del Presidente della Commissione, Saitta, si accompagnò la contro relazione del collega Gallarini.
Dopo quella relazione, il collega Gallarini presentò, per conto della maggioranza, un ordine del giorno in cui si invitava la Giunta, in tempi strettissimi (con ciò intendendo una settimana o due), a presentare una serie di provvedimenti per quello che riguardava gli acquisti e i controlli.
Adesso non ricordo esattamente il mese, ma i colleghi del Consiglio regionale più attenti lo ricorderanno, siamo qui e non abbiamo visto alcuna traccia di questi provvedimenti.
Quando si parla della "responsabilità politica di questa Giunta" e del "perché il Presidente della Giunta è assente", la preoccupazione non riguarda tanto il fatto che sia stato arrestato questo o quest'altro, il posto che occupava, il reato che ha commesso, ma l'incapacità da parte della Giunta regionale di governare questi processi e questi fenomeni.
Noi abbiamo una enorme responsabilità non solo perché gestiamo una cifra importante di quello che è il bilancio regionale rispetto alle questioni della sanità (parliamo di 11 mila miliardi). Abbiamo la responsabilità di avere nelle nostre mani, come Consiglio regionale, le decisioni rispetto ad una delle cose più delicate della vita delle persone: la loro salute nel momento in cui sono più fragili. Mettetevi nei panni degli ammalati e delle persone che sono costrette a ricorrere al Servizio Sanitario Nazionale, mettetevi anche nei panni degli operatori, che, ormai lavorano sempre più in condizione di enorme sacrificio. Gli operatori sanitari sono ad un livello di demotivazione altissimo. La demotivazione che serpeggia tra gli operatori della sanità è altissima: mentre loro lavorano, in condizioni di estrema difficoltà e con risultati eccellenti (è sufficiente vedere i risultati che abbiamo ottenuto sui trapianti, nella ricerca e sull'impegno che viene dedicato tutti i giorni da questi operatori), vedono il moltiplicarsi di scandali, episodi di corruzione e tangenti. Le scelte regionali premiano coloro che, in qualche modo, sono allineati e coperti, i dirigenti che, in qualche modo, prendono la tessera di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, quelli che si accodano. Il direttore dell'ASL di Pinerolo, pur essendo un ottimo direttore, è stato eliminato.
A fronte di questo, fa paura l'incapacità da parte della Giunta di proporre qualcosa che metta fine a tutto questo. La nostra sanità è senza governo e, a questo punto, come operatore della sanità, più che come Consigliere regionale, mi chiedo se la nostra sanità è in condizione di aspettare l'anno 2005, quando si svolgeranno le elezioni e questa maggioranza sarà, giustamente, mandata a casa. Ho paura che, se andiamo avanti così, il livello di fiducia dei nostri cittadini e dei nostri malati nella sanità cadrà ai livelli minimi, perché colpita dagli scandali, dagli orologi di Odasso, dalle valvole di Di Summa, da quest'ultima porcheria, dalle prostitute di ferro e da tutte le altre schifezze, che rischiano di sommergere una tradizione stupenda, che noi, come sanità piemontese, abbiamo costruito.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione.
La seduta è aggiornata alle ore 16.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.43)



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