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Dettaglio seduta n.390 del 23/09/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.06 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.35)



(La seduta ha inizio alle ore 10.41)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ghigo, Marengo, Pedrale, Pichetto Fratin e Racchelli.


Argomento:

b) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 17 settembre 2003 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, n. 28 deliberazioni di variazione al bilancio il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2010 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica e Placido inerente a "Assistenza ai pazienti neuropatici cronici: dialisi e trapianti"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2010, presentata dai Consiglieri Riggio Suino, Manica e Placido.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Chiedo alla cortesia del Presidente e dei Consiglieri di poter rispondere all'interpellanza da seduto.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, dovevo segnalarlo io stesso. Siamo tutti solidali con l'impegno che mantiene, come sua consuetudine, nonostante le sue difficoltà di salute, per le quali le porgiamo i migliori auguri.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

E' un'interrogazione che riguarda un settore molto importante, per cui mi scuso se prenderò qualche minuto in più.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto si precisa quanto segue.
L'attività svolta dall'Assessorato alla Sanità in materia di prelievo e trapianti di organi e tessuti che si è sviluppata nel corso degli anni ne ha affrontato e definito i diversi aspetti: la costituzione del Centro Regionale di Riferimento per i trapianti di organi e tessuti avvenuta nel 1981 e rivista nel 2000 in base alle indicazioni contenute nella legge 91/99; l'attivazione dei centri trapianto e monitoraggio della loro attività e delle liste d'attesa; l'attivazione delle banche dei tessuti (cornea, osso, cute, sangue placentare); la promozione dell'attività di tipizzazione del midollo osseo attraverso uno specifico finanziamento annuale; la promozione dell'informazione ai cittadini ed agli operatori sanitari attraverso una specifica campagna avvenuta nell'anno 2000; la promozione della formazione degli operatori sanitari attraverso l'organizzazione di corsi regionali di formazione specifica o la partecipazione a corsi nazionali; la costituzione di un Comitato Regionale Trapianti, organo consultivo in materia avvenuta nel 2000; il potenziamento delle attività di prelievo avvenuto a partire dal 1997, sia attraverso specifiche delibere che introducono nuove tariffe per valorizzare le attività di prelievo, che attraverso l'istituzione delle funzioni di coordinamento locale.
In particolare, rispetto alle attività di prelievo la D.G.R. 27-22662 del 13.10.1999, recante indirizzi per lo sviluppo delle attività di prelievo e trapianti, è intervenuta quale fondamentale stimolo al settore al fine di favorire le attività di donazione e potenziare quelle di trapianto. La delibera prevedeva, in anticipo sulla legge 91/99 l'attivazione della funzione di coordinatore dei prelievi (figura indispensabile all'ottimizzazione delle attività di prelievo).
La D.G.R. 10 - 27702 del 5.7.1999 introducendo la tariffa per le attività di monitoraggio, osservazione e prelievo e di trasporto ha dato rilevanza allo sforzo organizzativo sopportato dalle aziende sede di prelievo creando anche un incentivo economico specifico. Allo stesso modo sono state previste le tariffe per l'attività di prelievo di cornea (D.G.R.
22-29728 del 27.03.2000) e del prelievo di osso (D.G.R. 2-3810 del 9.08.2001).
In attuazione della legge 91/99 "Disposizioni in materia di prelievi e trapianti di organi e tessuti", l'Assessorato oltre ad avere rivisto le funzioni del Centro Regionale di Coordinamento, nominato il Coordinatore regionale (DGR 22-29192 del 24.01.2000), istituito il Comitato regionale per i trapianti (DGR 20 - 29190 del 24.01.2000) con il compito di coadiuvare il coordinatore regionale e di fornire parere all'Assessorato in merito all'attività di trapianto, ha ridefinito le funzioni di coordinamento locale delle strutture per i prelievi e nominò il gruppo di coordinamento regionale finalizzato a supportare le realtà locali (DGR 21 29191 del 24.01.2000).
Infine, con propria delibera n. 116-6948 del 5.8.2002 la Giunta regionale ha rivisto i criteri per il finanziamento dei coordinamenti locali, recependo l'accordo sancito dalla Conferenza Stato-Regioni in data 21.03.2002 ed introducendo parametri precisi di valutazione dell'attività svolta all'interno delle aziende sanitarie, finalizzate nello specifico a favorire un incremento dell'attività di prelievo.
Ciò ha comportato un diverso riparto dei fondi e precisamente sono state avvantaggiate le Aziende che hanno ottenuto migliori risultati in materia di trapianti di organi e tessuti, mentre sono state penalizzate quelle Aziende che non hanno ottenuto i risultati attesi.
Per l'anno in corso sono già iniziati presso l'Assessorato alla Sanità le prime riunioni con quei Direttori Generali delle ASL che non hanno collaborato attivamente al programma donazione ed in cui i Coordinatori dell'attività di prelievo di organi non hanno saputo o potuto espletare al meglio la propria attività.
Inoltre sono stati programmati alcuni corsi di formazione dedicati in modo specifico al personale delle rianimazioni e dei DEA in relazione alla comunicazione della morte ed alla richiesta di donazione di organi e di tessuti. Tali corso vengono da anni svolti in applicazione di un programma europeo (EDHEP - Programma Europeo Integrato Donazione Organi) ideato dalla Fondazione Eurotransplant di Leida, in Olanda in collaborazione con le principali società scientifiche.
E' intenzione di quest'Assessorato programmare, nel mese di ottobre, un Corso Regionale dedicato alle varie professionalità che si occupano del processo donazione-trapianto in cui sono trattate le problematiche relative all'identificazione e mantenimento del donatore ed alla comunicazione con i famigliari.
Alcuni medici ed infermieri professionali delle rianimazioni frequenteranno i corsi nazionali organizzati da PFT (Programma Formazione Trapianto) ed il Centro Nazionale di Riferimento presso il Ministero della Sanità ed al quale collaborano direttamente alcuni sanitari della regione.
Tali corsi sono di gran rilevanza e hanno riconoscimento internazionale e vi partecipano anche docenti spagnoli provenienti dall'Organizzazione nazionale del trapianto spagnola, Paese che è al primo posto nel mondo per quel che riguarda la donazione degli organi. Il Corso è certificato dall'Università di Barcellona e da quella di San Marino. Gli argomenti trattati spaziano dalle attività proprie del coordinatore del trapianto alla morte encefalica, alle tecniche di comunicazione.
E' allo studio di quest'Assessorato la possibilità di organizzare un corso permanente di formazione sulle tecniche di prelievo di rene da cadavere, al fine di migliorare la qualità degli organi prelevati riducendo al minimo la possibilità d'errore durante il prelievo.
E' inoltre in fase d'organizzazione uno specifico corso, condotto in collaborazione con doventi spagnoli, in relazione al problema del consenso.
Nel corso del 2003 ha avuto inizio, proprio dal Piemonte, la campagna nazionale d'informazione in collaborazione con l'AIDO ed il Centro Nazionale Trapianti sul modello di quanto fatto nel corso dell'anno 2000 e che già può essere consultata in rete sul sito www.daivaloreallavita.it Nel corso del 2002 sono stati segnalati, da parte dei rianimatori, 179 soggetti in stato di morte encefalica che avrebbero potuto dare esito alla donazione di organi (41,8 pma - per milione di abitanti). Tuttavia, si è verificato un fenomeno in contro tendenza rispetto agli anni precedenti: sono aumentati i mancati consensi testimoniati dai familiari dei potenziali donatori. Questa percentuale di opposizioni è passata dal 22% al 38% circa.
Questo, nel 2002; nel 2003 (come vi dirò) le cose stanno andando molto meglio.
Tuttavia, nonostante l'aumento delle opposizioni alla donazione da parte delle famiglie dei possibili donatori, l'attività di prelievo di organi in Piemonte è stata anche nell'anno 2002 superiore alla media nazionale con 22,2 donatori utilizzati per milione di abitanti (media nazionale: 18,1 pma).
Nel 2002 sono stati eseguiti 153 trapianti di rene con un indice di utilizzo molto elevato (94%). Questo è dovuto anche all'adozione della tecnica del doppio trapianto di rene, che in Piemonte è più sviluppata che nel resto del Paese. Tale tecnica permette di utilizzare organi di donatori più anziani che fino a poco tempo fa non sarebbero stati utilizzati facendo sì che siano trapiantati pazienti che altrimenti non avrebbero avuto alcuna possibilità di intervento.
Per quanto riguarda le liste di attesa per trapianto di rene, è ben noto il problema nazionale del gran numero di pazienti italiani in dialisi che attendono un trapianto. Per questo motivo è consentito che pazienti di regioni dove si fanno pochi trapianti si possano iscrivere in più centri di trapianto in regioni diverse. L'esame dell'andamento nel 2002 della nostra lista di attesa di trapianto renale mostra come quest'indirizzo nazionale di aiuto reciproco stia portando a buoni risultati: dei pazienti in lista di attesa (compresi quelli entrati nella lista nel 2002), 62% erano piemontesi e 38% di altre regioni.
Attualmente, inoltre, proprio al fine di valutare l'attività posta in essere dai diversi ospedali, stiamo attivando l'osservatorio delle cause di morte in rianimazione che ci porterà a stimare con precisione le potenzialità dei diversi ospedali e parallelamente a questo si sta attuando il collegamento informatico dei centri di rianimazione, non solo per la trasmissione dei dati relativi ai donatori al Centro di Coordinamento, ma anche con la realizzazione di un programma qualità che possa permettere in futuro l'auto-valutazione dell'attività degli ospedali in relazione alla donazione di organi e di tessuti.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei servizi di dialisi, allego un elenco aggiornato, ma mi fa piacere comunque far sapere a tutti voi, non solo agli interpellanti, che i Centri di dialisi, sia ad assistenza limitata che non, ci sono in tutte le ASL, fatta eccezione l'ASL 1, che attualmente si appoggia alle Molinette e che vedrà un centro proprio di assistenza limitata dagli inizi di gennaio, quando sarà aperto il "Valletta" di Via Farinelli. Colgo l'occasione per dire ai colleghi che il 30 settembre sarà consegnato il "Valletta" e, tempo due mesi per l'arredo spero proprio che agli inizi di gennaio la struttura possa essere aperta al pubblico.
L'altra ASL che non ha dialisi è l'ASL 3, che si appoggia all'ASL 2 e all'ASL 4 e, in parte, al Mauriziano.
L'ultima ASL che non ha un Centro Dialisi è l'ASL 7 di Ivrea. Anche quest'ASL, quando sarà completata la struttura in costruzione a Settimo attiverà il Centro Dialisi di assistenza limitata.
Rispetto alla gestione esternalizzata del Centro Dialisi, ci risulta essere utilizzata solo presso l'ASL 19 di Asti, che, sentita in proposito ha fornito le precisazioni che seguono.
Fino al 14 aprile 2001, l'attività di dialisi era svolta direttamente dall'ASL, in un edificio di sua proprietà sito in Asti, località Canova denominato correntemente "ex Comboniani". L'edificio all'epoca versava in condizioni tali da richiedere importanti interventi di ristrutturazione e messa a norma per continuarne l'utilizzo a scopo sanitario; poiché nei programmi dell'azienda non rientrava il mantenimento dell'immobile nel proprio patrimonio, ne è stata decisa l'alienazione e conseguentemente si è reso necessario trovare un'altra sede per l'attività di dialisi.
In questo contesto si inserisce la sperimentazione della nuova modalità di gestione affidata ad una società specializzata nel settore della dialisi (Gambro Spa) con la quale l'azienda aveva in corso gran parte dei contratti di "service" per la fornitura di materiale di consumo e apparecchiature.
I termini della convenzione vengono così delineati: Gambro Spa predispone e allestisce completamente il nuovo Centro Dialisi, con totale onere a suo carico, mediante ristrutturazione di locali presi in affitto dall'ASL 19 Il Direttore della Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi dell'ASL 19 conserva in capo a se stesso la responsabilità dei trattamenti erogati nel Centro. Il direttore della Struttura è un medico della sanità pubblica.
L'ASL 19 mette a disposizione il personale medico, infermieristico e tecnico addetto all'assistenza del paziente Gambro Spa, oltre all'allestimento del Centro in modo completo e secondo le indicazioni del Direttore della Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi dell'ASL 19, fornisce tutto lo strumentario, il materiale di consumo, anche per le indagini di laboratorio pre, intra e post trattamento ed ogni altra prestazione logistica ed alberghiera Le prestazioni dialitiche erogate nel Centro vengono valorizzate a tariffa, secondo la normativa vigente e fatturate da Gambro Spa all'ASL 19 quest'ultima addebita a Gambro Spa i propri costi (personale e altro) sostenuti per assicurare gli adempimenti di propria competenza La convenzione ha durata di sette anni ed è rinnovabile.
Sulla base del predetto quadro di riferimento, l'Azienda di Asti ha effettuato un'analisi make (produco) or buy (acquisto) riscontrando una convenienza economica a stipulare la convenzione con Gambro Spa, in quanto i costi dell'ipotesi buy (acquisto) erano inferiori a quelle make (produco) di 365.000 euro/anno, cui si aggiungevano i ricavi per l'affitto dei locali pari a circa 70.000 euro/anno.
A seguito delle suddette valutazioni e dell'esito delle trattative, la convenzione con Gambro Spa è stata stipulata in data 19 dicembre 2001 e l'attività del nuovo Centro è iniziata in data 15 aprile 2002. Ovviamente se ai colleghi interessa avere anche la convenzione, ve la farò avere quanto prima.
Il consuntivo dell'anno 2002 ha sostanzialmente confermato la valutazione economica positiva per l'ASL 19, in linea con le previsioni.
Anche sotto il profilo qualitativo i risultati sono eccellenti e il gradimento dell'utenza elevato.
I colleghi mi chiedevano ancora quali sono le ASL che non hanno collaborato attivamente al programma di donazioni: sono l'ASL 3 (Maria Vittoria e Amedeo di Savoia), l'ASL 16 (l'ASL di Mondovì), l'ASL 20 (l'ASL di Alessandria), l'ASL 21 (l'ASL di Casale), l'ASL 22 e l'Azienda Sanitaria Ospedaliera San Luigi.
Grazie, Presidente e colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Ringrazio l'Assessore per la sua illustrazione e chiedo copia della risposta dell'interrogazione, sulla quale vorrei solo fare alcuni rilievi.
Il primo è il seguente: questa interrogazione, definita urgente, è stata presentata il 14 gennaio, vale a dire nove mesi fa. Mi sembra un tempo piuttosto lungo per "partorire" una risposta; per una persona è il tempo giusto, ma per una risposta è un po' troppo.
Chiederei, visti i continui rapporti che abbiamo in Commissione e la possibilità che abbiamo di poter dialogare, che l'Assessore si faccia parte diligente nel rispondere per tempo. Mi rendo conto che i lavori dell'aula richiedono tempi più lunghi, però l'Assessore dovrà darci atto che solleviamo sempre dei problemi concreti che meritano un'attenzione particolare.
Devo dire che trovo insufficienti le risposte per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei servizi di dialisi, nel senso che l'Assessore ci ha detto che esiste perlomeno un centro di dialisi per ogni ASL. Questo ci sembra troppo poco, e in particolare ci preoccupa la chiusura dei numerosi servizi territoriali di dialisi. Nei casi in cui esiste il rischio di complicanze, perché il paziente ha delle malattie concomitanti (cardiovascolari o epatiche), il problema è più particolare mentre per i pazienti, che sono la stragrande maggioranza, che conducono una vita normale, la chiusura dei servizi territoriali della dialisi rappresenta un enorme disagio che contrasta con le pari opportunità che dovremmo garantire.
Non sono altrettanto soddisfatto della risposta rispetto a quali siano le liste di attesa per i trapianti. Abbiamo saputo che è aumentata la richiesta da altre Regioni, però, Assessore, sarebbe opportuno avere il numero dei pazienti in attesa di trapianto renali in Piemonte. Non sarebbe stato così complicato fornirci una cifra o un numero in proposito.
Prendiamo atto che sono state prese alcune iniziative nei confronti delle aziende sanitarie che non hanno collaborato. In qualche modo sono state prese, nel senso che è stato aumentato il budget per le aziende che hanno collaborato, mentre non è stato fatto altrettanto nei confronti di quelle che non hanno collaborato.
Prendiamo atto con soddisfazione che sono stati avviati dei corsi di formazione per quanto riguarda il consenso e l'espianto.
Sicuramente sono dei fatti positivi, ma dobbiamo rispettare l'obiettivo inserito nel piano sanitario regionale, che è alla portata della nostra Regione. Non si tratta soltanto di portare l'attività di trapianto ai migliori livelli quantitativi italiani, ma di ottenere risultati qualitativi corrispondenti a quelli delle maggiori casistiche.
Questo era un obiettivo che nel piano sanitario regionale poteva apparire ambizioso. Se invece ci si confronta con quella che è la storia del Piemonte, è il minimo che ci si deve attendere. Anzi, dobbiamo prestare molta attenzione, perché se non alziamo la guardia, rischiamo di perdere un primato, che è stato conquistato della sanità piemontese in tutti questi anni.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 1483 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi, Contu Suino inerente a "Acquedotto Rio Acque Striate" n. 1704 dei Consiglieri Moriconi, Chiezzi, Tapparo, Papandrea e Suino inerente a "Procedure e misure cautelative per la concessione mineraria di Monte Bruzeta in Comune di Voltaggio a favore della Cementir" n. 1843 dei Consiglieri Moriconi e Papandrea inerente a "Studio geologico tecnico dell'area del Rio Acque Striate in Comune di Voltaggio in relazione alla presenza di minerali asbestiferi" n. 1850 dei Consiglieri Moriconi e Papandrea inerente a "Costruzione acquedotto sostitutivo Rio Acque Striate - prestazione di lavoro in orario notturno. Applicazione delle norme prescrittive ed organismi di controllo" n. 2192 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi, Suino, Tapparo e Contu inerente a "Concessione mineraria di Monte Bruzeta a favore della società Cementir - acquedotto Acque Striate - provvedimenti a seguito della decisione del Consiglio di Stato n. 2085/2003"


PRESIDENTE

Passiamo ora alle interrogazioni aventi per oggetto l'acquedotto Acque Striate.
Sono state presentate le seguenti interrogazioni: Interrogazione n. 1483 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi, Contu Suino inerente a "Acquedotto Rio Acque Striate" n. 1704 dei Consiglieri Moriconi, Chiezzi, Tapparo, Papandrea e Suino inerente a "Procedure e misure cautelative per la concessione mineraria di Monte Bruzeta in Comune di Voltaggio a favore della Cementir" n. 1483 dei Consiglieri Moriconi e Papandrea inerente a "Studio geologico tecnico dell'area del Rio Acque Striate in Comune di Voltaggio in relazione alla presenza di minerali asbestiferi" n. 1850 dei Consiglieri Moriconi e Papandrea inerente a "Costruzione acquedotto sostitutivo Rio Acque Striate - prestazione di lavoro in orario notturno. Applicazione delle norme prescrittive ed organismi di controllo" n. 2192 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi, Suino, Tapparo e Contu inerente a "Concessione mineraria di Monte Bruzeta a favore della società Cementir - acquedotto Acque Striate - provvedimenti a seguito della decisione del Consiglio di Stato n. 2085/2003" La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Pensavo di rispondere congiuntamente alle interrogazioni n. 1483, n.
1704, n. 1843 e n. 1850. Per quanto riguarda la n. 1790, ho una risposta a parte.
Preciso che leggerò la risposta al quesito più recente. Poi ci sono nove-dieci pagine di risposta a tutti i quesiti precedenti. Nel mese di agosto abbiamo lavorato per aggiornare tutte le risposte. Lascio alla lettura dei colleghi la restante parte, anche per non tediare l'Aula.
Le eccezioni sollevate nell'interrogazione devono essere valutate anche alla luce del sopravvenuto DPCM 16 maggio 2003, di rinnovo della concessione mineraria Monte Bruzeta a favore della Società Cementir emanato a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 2085 dell'8 aprile 2003 di annullamento del DPCM 4/8/1999.
Avverso il nuovo DPCM hanno riproposto ricorso giurisdizionale i Comuni di Carrosio e Gavi, pendente presso il TAR Piemonte, che ha recentemente accolto l'istanza cautelare, sospendendone l'efficacia. Il giudizio definitivo nel merito non c'è ancora stato, ma c'è stato un giudizio di sospensiva a titolo cautelare.
La Commissione Europea, con lettera n. 2001/2234 del 2 aprile 2003, ha provveduto all'avvio di una procedura d'infrazione nei confronti dello Stato italiano per mancata sottoposizione alla procedura di valutazione d'impatto ambientale della concessione mineraria Monte Bruzeta e per mancata effettuazione del procedimento di valutazione d'incidenza delle opere del costruendo acquedotto sul SIC denominato "sinistra idrografica Alto Lemme".
Al fine di concordare una linea comune di risposta da fornire agli organi comunitari, si è chiesto da parte della Regione un incontro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento del Coordinamento amministrativo.
Tale incontro ha avuto luogo in data 2 luglio u.s. ed ha consentito di mettere in luce molti elementi sulla complessa vicenda. La Regione ha fornito in conseguenza di tale incontro una nota esplicativa tecnica in merito ai quesiti sollevati dall'organo comunitario sulla miniera Monte Bruzeta e sul connesso acquedotto Acque Striate, ribadendo la piena legittimità dell'operato dell'Ente regionale e la correttezza delle valutazioni effettuate nel corso della fase di valutazione della procedura di VIA dell'acquedotto Acque Striate.
Nella stessa nota si poneva in evidenza che, alla luce delle disposizioni normative nazionali e comunitarie, appare necessaria la sottoposizione a VIA del progetto di coltivazione mineraria.
Pertanto, allo stato attuale, non si ravvisa né la necessità n l'opportunità di assumere ulteriori provvedimenti in merito all'acquedotto ritenendo pienamente sufficienti le determinazioni assunte con d.g.r. 1 6363 del 20 giugno 2002 e d.g.r. 150 -9230 del 28 aprile 2003, concernenti rispettivamente la sospensione cautelare dei lavori e la sospensione dell'efficacia delle autorizzazioni contenute nel provvedimento recante il giudizio di compatibilità ambientale.
In sostanza, per noi la VIA è da eseguire seguendo la procedura della verifica sulla miniera, perché qui c'è un bisticcio di parole tra miniera e cava. Per quanto riguarda la valutazione d'incidenza sul SIC, l'abbiamo fatta nell'ambito della valutazione limitata solo all'acquedotto. In ogni modo, è inutile mettersi a fare determine e controdetermine perché il TAR ha sospeso tutto e naturalmente, finché il TAR non si pronuncia, è tutto fermo. Questo è, in parole povere, il nostro punto di vista.
Si rimane ora in attesa di conoscere le decisioni delle autorità giurisdizionali (TAR) sul merito dei ricorsi, nonché del pronunciamento dell'organo comunitario sulla vicenda, che fughi ogni dubbio in ordine alla legittimità degli atti e consenta di assumere atti ulteriori e conseguenti.
Per quanto attiene alle osservazioni inerenti il Tavolo tecnico aperto presso l'Ufficio Territoriale del Governo di Alessandria, si ritiene opportuno che lo stesso prosegua la propria attività, in modo da assicurare il coordinamento e la necessaria conclusione delle indagini e degli approfondimenti programmati, nonché la trasparenza degli atti dei procedimenti inerenti sia la miniera sia l'acquedotto.
Questo Tavolo, in sostanza, è anche stato l'unico momento di effettivo scambio di opinioni tra tutti gli organi statali, regionali e locali e quindi darei atto al Prefetto di Alessandria, essendo il responsabile primo dell'ordine pubblico, di un impegno in questo senso. Di conseguenza lascerei aperto questo Tavolo, in attesa poi di conoscere le conclusioni definitive.
Essendo non ancora trattate le interrogazioni n. 1483 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Contu, Suino, Chiezzi, n. 1704 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Suino, Chiezzi, Tapparo, n. 1843 e n. 1850 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, che sono collegate alle precedenti problematiche relative alla concessione mineraria Monte Bruzeta e all'acquedotto sostitutivo Rio Acque Striate, si allegano alla presente gli elementi di risposta predisposti dalle competenti Direzioni, al fine di fornire risposte ai quesiti via via formulati.
Ricordo che le interrogazioni nn. 1483 e 1704 si riferivano alla concessione mineraria Monte Bruzeta e all'acquedotto Rio Acque Striate e naturalmente riguardavano le varie fasi della situazione; una, in modo particolare, si riferiva al problema dell'amianto (qui ci sono tutte le controindicazioni, tutti i contatti con l'Istituto Superiore di Sanità tutti i dati rilevati sulle fibre, ecc.).
Andando avanti, troviamo l'interrogazione n. 1843, inerente lo studio geologico e tecnico dell'area; anche questa era riferita ai materiali asbestiferi, perché via via i colleghi, quando c'era una novità presentavano un'interrogazione.
L'interrogazione n. 1850, presentata dai Consiglieri Moriconi e Papandrea, riguardava sempre la realizzazione delle opere acquedottistiche e l'operato e il ruolo del Presidente del Parco Capanne di Marcarolo. Qui si dà atto di tutta una serie di cose. Al riguardo, voglio leggerei le ultime pagine di commento sulla posizione giuridica dei Consiglieri e degli Amministratori.
In riferimento al quesito concernente le opinioni espresse dal Presidente del Parco, nonché da Parlamentari e Consiglieri regionali provinciali e comunali, si fa presente quanto segue. Sono andato anche oltre le mie competenze di Assessore all'ambiente e ho sentito l'Assessore Laratore e la Segreteria di Giunta. Di conseguenza, spero di dare delle risposte corrette; se poi ci fosse qualcosa da precisare, lo potrò sempre fare.
I predetti Consiglieri regionali, insieme a Consiglieri del Parco della Capanne di Marcarolo, Consiglieri comunali e provinciali, nonché del Parlamento italiano, sono stati accusati dalla Società Cementir di aver causato, negli anni 2001-2002, ritardi nell'esecuzione ed impedito il regolare svolgimento dei lavori per l'acquedotto alternativo di Gavi e Carrosio, finalizzati all'apertura della suddetta cava, a seguito della loro partecipazione a manifestazioni contro l'acquedotto sostitutivo e l'apertura della nuova cava.
Orbene, sulla base degli elementi cognitivi disponibili, si pu sostenere che, riguardo alla posizione dei Consiglieri regionali manifestanti, l'articolo 122, quarto comma, della Costituzione italiana riconosce ai medesimi la prerogativa della "insindacabilità" delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni, equiparabile a quella riconosciuta ai Parlamentari ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione stessa.
Secondo dottrina e giurisprudenza consolidata (v. Le Regioni/a XXX, n.
5, ottobre 2002, pag. 1070 e ss.; sentenze della Corte Costituzionale n. 76 del 2001, n. 276 del 2001), deve tuttavia sussistere un "nesso funzionale" tra l'attività consiliare e le opinioni espresse dai Consiglieri regionali al di fuori della sede propria.
Ciò significa che le opinioni di un Consigliere regionale rese extra moenia possono qualificarsi come espressione di attività consiliare purch vi sia una sostanziale corrispondenza di significati tra le dichiarazioni al di fuori dell'esercizio delle attività consiliari tipiche svolte in Consiglio regionale e le opinioni già espresse nell'ambito di queste ultime. Penso che in questo caso non ci sia dubbio sul nesso.
Dunque non può essere invocata la garanzia costituzionale della "irresponsabilità" per le opinioni espresse quando risulti evidente la valenza esclusivamente "politica" delle opinioni stesse, del tutto avulse dalle funzioni consiliari e da qualsiasi atto tipico relativo a tali funzioni, neppure indirettamente invocate; ciò trasformerebbe tale garanzia in mero privilegio (ma non è questo il caso).
Pertanto, si ribadisce la necessità di verificare la sussistenza del "nesso funzionale" tra l'attività consiliare e le opinioni espresse dai Consiglieri al di fuori della sede propria.
Per escludere ogni responsabilità dei Consiglieri regionali in questione in ordine ai danni arrecati alla Società Cementir a causa della partecipazione alle predette manifestazioni è necessario verificare l'esistenza del suddetto "nesso funzionale" e quindi che le opinioni da loro espresse durante le contestazioni siano già state manifestate nell'esercizio delle attività consiliari tipiche (quello che facciamo oggi è un atto di sindacato ispettivo proprio del Consigliere).
In ogni caso, è bene sottolineare che, ai sensi della l.r. n. 32/2001 spetta al Consiglio regionale valutare l'insindacabilità dei Consiglieri per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Riguardo invece ai Consiglieri del Parco delle Capanne di Marcarolo manifestanti, si precisa che se è pur vero che a costoro è riconosciuto il legittimo esercizio di critica politica, è altrettanto vero che non pu essere invocata la più ampia garanzia costituzionale della "irresponsabilità" a loro tutela, poiché tale prerogativa è espressamente riconosciuta dal Costituente solo ai Consiglieri regionali, oltre che ai Parlamentari.
Dunque è più difficile, in questa sede, valutare la legittimità di critica politica dei Consiglieri del Parco, tenuto conto degli ambiti più ristretti della stessa rispetto a quanto previsto per i Consiglieri regionali, e considerata tra l'altro la rilevanza della sede in cui è resa la contestazione politica degli stessi.
Sul punto, potrebbe essere utile tener conto della giurisprudenza formatasi in tal senso per quanto attiene ai Consiglieri comunali, esclusi anch'essi dalle guarentigie espressamente statuite dalla Costituzione per i Parlamentari e Consiglieri regionale.
Infine, per quanto riguarda la richiesta di risarcimento danni prescindendo dalla qualificazione dei soggetti in base alla regola generale secondo la quale chiunque lamenta la violazione di un proprio diritto deve provarne il fondamento, dovrà essere provata la consequenzialità dell'elemento del danno derivante alla Società dai comportamenti posti in essere dai soggetti destinatari della missiva della Società, ed inoltre anche qualora un danno fosse derivato dal comportamento denunciato, ossia dalle manifestazioni impedenti l'accesso dei mezzi in cantiere, sarebbe altresì configurabile come danno da atto lecito, in suscettibile, quindi di tutela risarcitoria, per la quale l'art. 2043 richiede espressamente la ricorrenza del presupposto della ingiustizia del danno.
Si può ritenere, pertanto, che qualora la condotta tenuta dai Consiglieri regionali e del Parco fosse lecita, non sarebbe ipotizzabile alcun risarcimento di danni.
Sono pervenute notizie giornalistiche di un'archiviazione, presso la Procura di Alessandria, di tutti quelli che erano i procedimenti in un senso e nell'altro. Sotto questo profilo, quindi, sembrerebbe che la situazione, almeno in quella sede, si sia azzerata. Rimangono sempre le azioni in sede civile, ma questi elementi, per quanto riguarda i Consiglieri regionali, sono una competenza propria. Per il resto, la questione è più articolata. Comunque i nostri uffici (mi riferisco agli uffici regionali in senso lato, non solo quelli dell'Assessorato ai Parchi) sono a disposizione per valutare eventuali ulteriori conseguenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Vista la quantità di interpellanze cui è stata resa risposta, sarebbe utile l'intervento anche di altri Consiglieri.
Sono state presentate numerose interpellanze perché si tratta innanzitutto, di una lunga vicenda, che ha avuto anche momenti acuti.
Partirei dall'ultima questione sollevata dall'Assessore. Noi siamo stati denunciati per aver interrotto, o cercato di interrompere, i lavori in corso. Questo è vero, perché insieme al collega Moriconi e ad altre persone abbiamo cercato di interrompere questi lavori, in quanto la popolazione si opponeva all'espropriazione dal proprio acquedotto per permettere la costruzione di una miniera.
In queste interpellanze sostenevamo, tra l'altro, che ci fossero delle illegalità nella procedura; nella fattispecie, ritenevamo che il DPCM fosse illecito. A tal proposito, era stato presentato un ricorso al Consiglio di Stato. Anche nei confronti delle procedura era stato presentato ricorso all'Unione Europea.
Per fortuna abbiamo messo in atto questo blocco che ha impedito quindi, la conclusione dei lavori, senza interrompere, però, i lavori dell'altro acquedotto. Ma su questo aspetto ci tornerò successivamente.
Successivamente, le sentenze del Consiglio di Stato e dell'Unione Europea hanno riconosciuto che avevamo ragione. Noi, attraverso un'azione forse illegale contro degli atti che sono risultati, appunto, non corretti da parte dell'Amministrazione, abbiamo salvaguardato dei diritti. Non avessimo compiuto quest'operazione, le sentenze ci avrebbero riconosciuto la ragione, ma i lavori sarebbero proseguiti ugualmente.
Tutto ciò dovrebbe suggerirci maggior prudenza. Abbiamo suggerito molto spesso alla Regione di adottare dei provvedimenti di sospensione soprattutto quando ci sono questioni in bilico. La stessa Regione, infatti valutava ci volesse il VIA dove c'era l'acquedotto; condivideva, cioè, una serie di nostre preoccupazioni. Però, l'atto di sospensione dei lavori non è arrivato.
Pensiamo, ad esempio, a tutta la vicenda delle centrali. Non vorrei che in futuro ci trovassimo di fronte al fatto che tutta una serie di ricorsi della popolazione vengano accolti troppo tardi. In quel caso, magari pensare alle moratorie non sarebbe male. Ma torneremo sull'argomento quando ne discuteremo nel dettaglio.
Ci siamo trovati di fronte a quella situazione: io e il collega Moriconi avevamo anche dato la nostra disponibilità pubblicamente in quest'aula - c'è un collegamento evidente tra il lavoro d'aula e l'azione svolta sul territorio - a piazzarci, insieme alla popolazione locale davanti ai mezzi, qualora non ci fosse stato il VIA, per impedire l'avvio dei lavori.
Per fortuna, grazie anche al lavoro della Magistratura (in questo caso non possiamo che complimentarci dell'opera della Magistratura ai vari livelli), la questione è risolta.
Vorrei, però, introdurre un ulteriore elemento di riflessione, in particolare per l'Assessore. Dall'inizio di questa vicenda quasi decennale (l'Assessore sa che la prima visita risale addirittura alla scorsa legislatura), sono cambiate molte cose. È cambiato, in particolare, il problema dell'acqua. La carenza idrica è un problema che si vive sempre più drammaticamente. La prima volta che è stata data la concessione si è pensato con eccessiva leggerezza di costruire un acquedotto alternativo.
Teniamo conto che i critici dell'acquedotto alternativo hanno più volte sostenuto che quell'acquedotto non avrebbe avuto la capacità sufficiente per portare acqua alle popolazioni interessate e di supplire all'altro acquedotto, che era sicuramente di qualità migliore (perché le acque provenivano dalla profondità del suolo, e non da un rio). Inoltre, se quest'anno non ci fosse stato l'altro acquedotto, quello alternativo avrebbe creato seri problemi alla popolazione. Quest'anno, nel mese di agosto, non c'era una quantità d'acqua sufficiente per le popolazioni.
Teniamo conto che si tratta dell'area di Gavi, ovvero di zone di interesse turistico: se nel mese di agosto manca l'acqua, possiamo immaginarci i disagi e i problemi.
Non c'è, quindi, soltanto un problema di vecchie procedure. È opportuna una nuova riflessione sull'intera tematica dell'acqua. E lo dico perch quella zona, ricca per fortuna di numerose ottime sorgenti, è interessata da un'altra grande opera, il Terzo Valico, che, se realizzata, creerà un problema idrico drammatico. Riflettiamoci.
Tra l'altro, la sentenza del Consiglio di Stato (sarebbe utile che i Consiglieri ne conoscessero il contenuto) interviene proprio su tale questione: dice, infatti, che l'acqua è un bene primario e che gli interessi economici non possono prevalere se non in situazioni realmente drammatiche, cioè quando sono interessi economici che vanno ad incidere anche sugli interessi della popolazione.
Il bene primario acqua, che è un bene collettivo, non può essere subordinato ad interessi economici di parte, quindi annullava il decreto della Presidenza del Consiglio. Credo sia una sentenza molto illuminata, ma dovrebbe essere una sentenza che illumina anche gli amministratori.
Da adesso in poi, quando si agisce, questo punto lo dobbiamo considerare e non affrontarlo solo nelle sedute di Consiglio quando si discute di siccità. Tutti quelli che intervengono sostengono che il problema è drammatico, che l'acqua è un bene primario, ma poi quando si parla di concessioni lo si dimentica. Dovremo avere la capacità di aver quel tipo di visione sempre. Nel momento in cui operiamo dovremmo assumere costantemente quel tipo d'approccio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io sottolineo l'importanza della vicenda; una lunga vicenda come ha ricordato il Consigliere Papandrea.
Lo stato dell'arte, in questa vicenda, dimostra che uno dei problemi è rappresentato dal fatto che la politica non riesce più a svolgere totalmente il proprio ruolo. Al momento attuale, siamo giunti ad una conclusione perché vi é stata una sentenza del potere giudiziario. Di fronte ad una vicenda, che avrebbe avuto bisogno di un alto livello d'intermediazione politica, la politica si è dimostrata incapace di gestirla e si è dovuto aspettare una sentenza giudiziaria per vedere ristabilito un principio che, purtroppo, la politica non aveva saputo riconoscere.
Eppure la legge Galli doveva essere nota a tutti coloro che seguivano la questione; eppure il valore della priorità dell'uso dell'acqua era nota guarda caso - a tutti i cittadini che, giustamente, si opponevano ad un progetto che non condividevano e che andava contro gli interessi della cittadinanza. In questa situazione, la politica non è stata capace di trovare l'unica soluzione possibile: procedere sulla strada iniziata.
Nella vicenda lamento anche, secondo il mio punto di vista, una delle carenze dell'Assessorato all'Ambiente. L'Assessorato all'Ambiente, lo diciamo da anni, non può limitarsi ad una gestione più o meno corretta delle pratiche, ma ha, tra tutti gli Assessorati, il compito di attuare una capacità previsionale e gestionale che va al di là del mero esame delle pratiche.
Altre volte, quando abbiamo affrontato la questione, lo abbiamo fatto da un punto di vista formale, in cui la forma era rispettata, ma, per quanto riguarda la gestione dell'ambiente, non ci si può limitare alla forma, occorre guardare anche la sostanza.
In questo caso la sostanza era abbastanza palese: avevamo - e abbiamo tuttora - presenza di rocce asbestifere che erano sbriciolate senza le precauzioni che erano state dettate, e fibre asbestifere nell'acqua.
Avevamo una situazione di problematicità che non poteva essere superata semplicemente rispettando la forma dei vari passaggi progettuali. Questo è uno dei problemi di cui l'Assessorato all'ambiente dovrebbe farsi carico.
Tutte le questioni che affrontiamo in campo ambientale hanno la caratteristica, non solo relativa all'aspetto del progetto che s'intende realizzare (che naturalmente deve corrispondere e rispettare i passaggi formali), ma di verificare le ricadute che il progetto, una volta realizzato, produrrà sull'ambiente.
Dico questo perché, proprio sull'acqua, in futuro, affronteremo delle discussioni perché le conseguenze che tutti abbiamo visto, quest'estate, i cambiamenti climatici che stiamo vivendo - ammesso che continui questo trend climatico che fa sì che diminuiscano le precipitazioni - imporranno una serie di scelte. Scelte che, secondo l'indirizzo che assumeremo avranno delle conseguenze diverse sull'ambiente.
Il problema da tenere in maggiore considerazione da parte dell'Assessorato all'Ambiente, è il criterio di valutare sempre i progetti non solo nell'ottica della correttezza formale delle pratiche. Noi ci aspettiamo dall'Assessorato all'Ambiente un atteggiamento più incisivo nella progettualità. Anche nella stessa valutazione dei progetti, occorre prestare più attenzione ed acquisire più elementi. Sappiamo bene che anche la stessa ricerca scientifica può darci delle risposte in un senso piuttosto che in un altro, sappiamo bene che le scelte che sono fatte possono essere influenzate da chi ha una certa visione, volontà e bisogno di effettuare un certo tipo di intervento rispetto a quello che effettivamente serve e ne consegue all'ambiente.
Un giorno si parlava di energia, ma siamo nella situazione in cui quattro centrali già autorizzate potrebbero sopperire al fabbisogno energetico piemontese, ma ci risulta che continuano le richieste di progetti per la realizzazione di altre centrali in sovrappiù.
La Regione, anche in questo caso, non può limitarsi (dovrebbe prendere insegnamento da quello che è successo in Valle Emme, dovrebbe prendere atto di questo stato di cose) a verificare solo se la forma della richiesta sia corretta o meno. Dovrebbe dare veramente un indirizzo. Nei casi in cui nell'ambiente sono moltissimi - ci siano dei problemi ambientali di inserimento delle opere, dovrebbe seguire la pratica della moratoria, che fino ad ora abbiamo richiesto ripetutamente in più tipi di interventi e non siamo mai riusciti ad ottenere.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interpellanza n. 2260 dei Consiglieri Gallarini, Bussola e Caramella inerente a "50' Biennale di Venezia: due Leoni d'Oro a due grandi artisti piemontesi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2260, presentata dai Consiglieri Gallarini, Bussola e Caramella.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione della attività culturali e dello spettacolo

Cari colleghi Bussola, Caramella e Gallarini, devo complimentarmi con voi per questa interrogazione, per la sensibilità di aver notato il grande riconoscimento che due artisti piemontesi hanno avuto al Festival di Venezia.
Quest'anno, infatti, al Festival di Venezia, i piemontesi e la Regione Piemonte hanno fatto un figurone: due Leoni d'Oro a due grandi personaggi Carol Rama e Michelangelo Pistoletto, mentre, come avrete letto, la Film Commition ha fatto da padrona, con un grande stand. Inoltre, il Ministro Urbani ha chiesto alla Regione Piemonte di organizzare l'incontro con i venticinque Ministri della cultura dell'Unione Europea; incontro che ha avuto luogo e nel quale il Ministro Urbani ha voluto prospettare, come esempio per l'Italia, le potenzialità della cultura piemontese.
Tornando all'interrogazione in oggetto, intendiamo condividere l'apprezzamento espresso per Carol Rama e Pistoletto, artisti di fama internazionale che, con le loro opere, hanno saputo rappresentare il Piemonte e l'Italia all'estero.
Fa piacere che i colleghi abbiano notato ed evidenziato questo fatto perché normalmente si evidenziano le carenze, mentre questa volta viene sottolineato un successo.
Questo Assessorato ha sempre cercato, nel corso degli anni, di valorizzare questi artisti, attuando, quando possibile, diverse forme di partecipazione e promozione. Nel 1989 è stata organizzata una grande personale di Carol Rama, presso il Circolo degli Artisti di Torino, e, in quell'occasione, vennero esposte una cinquantina di opere tra le più significative della sua carriera. Magari, potremmo rieditarla con questa occasione.
Fu, per l'occasione, prodotto un catalogo a cura del critico Paolo Fossati, pubblicato dalla Casa Editrice Allemandi.
Si è, poi, attuata un'ulteriore forma di promozione, acquistando e distribuendo presso Biblioteche, Enti e Istituzioni specializzate residenti sul territorio regionale due prestigiosi volumi dedicati al lavoro di Carol Rama: "Carol Rama" 1998, e "Edoardo Sanguineti - Carol Rama" 2002, entrambi editi da Franco Masoero, edizioni d'arte di Torino. Il primo volume raccoglie un importante corpo di opere realizzate con la tecnica dell'incisione, mentre il secondo contiene immagini delle opere più significative del Rama, dal 1933 al 2000 e la raccolta di testi che il Sanguineti dedicò all'artista.
Per quanto riguarda Michelangelo Pistoletto, ho l'orgoglio - e il sostegno di questa interpellanza, per di più presentata da autorevoli colleghi della maggioranza, è un conforto - di annunciare che abbiamo individuato questo grande personaggio come un personaggio di riferimento di guida. Intendiamo proporlo al Consiglio per il coordinamento della Biennale europea dei mondiali dei giovani, che si tiene in Piemonte.
Riteniamo che la persona di riferimento e coordinamento possa essere proprio Michelangelo Pistoletto; era stato individuato prima di questo grande riconoscimento e ritengo sia una bella occasione comunicargli tale notizia. Se i colleghi mi autorizzano, invierei il testo dell'interpellanza e la risposta alle due persone interessate.
Nel 1999 è stata stipulata una convenzione tra la Fondazione Pistoletto, una Fondazione nata con il mio Assessorato e con un lungimirante Assessore al bilancio. La Fondazione fu costituita insieme al Maestro nel 1998 e la Regione Piemonte, al fine di instaurare un rapporto di collaborazione permanente con la Fondazione, per la promozione di iniziative di ricerca, sperimentazione e confronto formativo, rivolte ai giovani artisti.
In particolare, proporremo di versare contributi, annualmente, a sostegno delle attività del Centro per le Arti contemporanee, denominato "Cittàdellarte", ormai conosciuto a livello internazionale.
Concludo dicendo al Presidente Cota e ai colleghi che questa interpellanza è stata uno stimolo e una conferma; per una volta - mi permetto di dire - non rincorriamo una richiesta di un'interpellanza, ma ci siamo mossi coerentemente su questa linea che oggi trova uno stimolo e un conforto. Ringrazio, pertanto, i colleghi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Ringrazio, anche a nome dei colleghi Bussola e Caramella, l'Assessore per averci ricordato quanto già l'Assessorato e la Regione, nel suo complesso, hanno fatto in passato (mi permetto di dire di duraturo, come nel caso della Fondazione Pistoletto). Quando si crea una Fondazione, la si crea, ovviamente, per il futuro e questa è stata un'ottima iniziativa.
Chiedo, inoltre, all'Assessore, che ha citato le pubblicazioni relative a Carol Rama, se è possibile farne pervenire una copia ad ogni Consigliere.
Ci felicitiamo con l'Assessore e la Giunta, perché l'ipotesi di attribuire a Michelangelo Pistoletto la designazione di tutor della Biennale dei giovani artisti ci sembra un'iniziativa degna di lode e all'altezza del personaggio.
Il fatto che la Giunta piemontese convochi e coordini venticinque Ministri o Assessori alla cultura dell'Europa ci sembra un riconoscimento e un impegno importante; siamo certi che la Giunta e l'Assessore saranno all'altezza di una gestione di grande qualità.
Molto timidamente, mi permetto di chiedere all'Assessore se è possibile istituire, per questi e altri artisti, un momento formale - cito l'Ambrogino d'Oro della Regione Lombardia, del Comune di Milano - non molto impegnativo dal punto di vista dei costi, in epoche in cui i bilanci in spesa corrente sono molto severi, che possa iniziare un percorso che faccia storia, attraverso le edizioni successive, e consenta anche formalmente di trovare un momento per rappresentare e ricordare, finché, tra l'altro, i due personaggi sono attualmente in vita ed operano ancora, da quello che si legge dagli organi d'informazione, un momento di questo genere.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il punto relativo alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento: Gruppi consiliari

Esame ordine del giorno n. 810 "Vicenda giudiziaria che ha coinvolto un Consigliere regionale nel mese di luglio" presentato dai Consiglieri Rossi Oreste, Cota e Dutto


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g., inerente all'ordine del giorno n. 810.
La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Credo sia inutile ripercorrere le fasi di una vicenda che ha interessato un Consigliere regionale, rappresentante della Giunta, e che in ogni modo ha dei risvolti importanti per quanto riguarda questa maggioranza, quindi seguiti indubbiamente politici.
Noi crediamo necessario non fare pressione (non è sicuramente la parola giusta), ma chiedere che si tengano e si utilizzino i tempi minori possibili. Nel senso che, nel minor tempo possibile, la Magistratura arrivi a chiudere queste indagini e ad avviare un processo; un processo che, ci auguriamo, sia ovviamente il più rapido possibile. A questo proposito entro nel merito della questione relativa al Comune di Torino (quindi all'emendamento) dove proprio per motivi, che noi crediamo politici, una questione che aveva interessato lo stesso sindaco, e comunque l'amministrazione comunale, si è chiusa in un tempo brevissimo.
Chiediamo che, anche in questo caso, la Magistratura faccia il possibile per accelerare un processo che, secondo noi, è importante, e che al più presto deve avere una risposta. Anche perché ci avviciniamo ad un periodo particolare, che è un periodo di elezioni, e non vorremmo mai che i risultati venissero alla luce troppo tardi, magari dopo la tornata elettorale, lasciando delle ombre che, secondo noi, non ci dovrebbero essere. Quindi, la nostra richiesta è questa: che il Consiglio regionale impegni il Presidente e, in particolare, la Giunta ad intervenire e a richiedere i tempi minimi, ovviamente nel rispetto delle norme di legge affinché questo processo sia avviato e possibilmente chiuso.



PRESIDENTE

E' stato presentato un emendamento da inserire alla fine delle premesse dell'ordine del giorno.
Tale emendamento recita: "richiamata la piena fiducia nell'operato della Magistratura; considerato che in recenti fattispecie che hanno riguardato l'Amministrazione comunale ed il Sindaco della Città di Torino, vi è stato grande senso di responsabilità e tempestività nelle decisioni della Magistratura e nella loro comunicazione auspicando che analoga celerità venga adottata in quelle istruttorie in corso inerenti competenze della Regione Piemonte" Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Prendo la parola per dichiarazione di voto, escludendo il fatto che io voti quest'ordine del giorno. Inoltre, chiedo la votazione per appello nominale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Noi, come Gruppo DS, non parteciperemo alla votazione. Riteniamo che l'argomento sia di grande delicatezza, e proprio per questo motivo avrebbe richiesto un intervento diverso che non era quello di un ordine del giorno.
Difatti un ordine del giorno del Consiglio ci pare francamente uno degli strumenti più inopportuni per il complesso dell'Aula e per le persone interessate. Pertanto, riteniamo che la non partecipazione alla votazione sia il modo più adeguato per non condividere lo strumento scelto, che ci pare il più inadeguato alla delicatezza della situazione in corso. Fatto salvo che noi abbiamo sempre la massima fiducia nelle autorità giudiziarie e riteniamo sempre, per tutti i cittadini italiani, che siedano o no in un'aula consiliare, che i processi delle vicende di ordine giuridico e giudiziario debbano essere i più rapidi possibili.
Queste ci sembrano due considerazioni di ordine scontato e valide erga omnes, ma non riteniamo che questo strumento porti alcun giovamento alla situazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Mi rendo conto che alcuni Consiglieri e la coalizione di maggioranza nel suo complesso abbiano delle motivazioni anche convincenti per auspicare con un ordine del giorno, che nella sua testualità può anche essere condivisibile, una rapida conclusione dell'inchiesta ed un accertamento rapido delle responsabilità su una vicenda che non solo coinvolge un Consigliere regionale, ma coinvolge le responsabilità dell'amministrazione complessivamente intesa, nei suoi vertici politici e anche nella sua struttura.
Concordo con la Consigliera Manica sul fatto che quest'Aula si dovrebbe dotare di altri strumenti per approfondire, per la parte che è di propria competenza (non di competenza di altre istituzioni), una vicenda che ha per una parte, risvolti penali, e per l'altra parte, molto più consistente almeno quantitativamente, importanti risvolti politico-amministrativi.
Quindi, pur condividendo l'auspicio (che nessuno può non condividere) che il processo si celebri rapidamente e che siano accertate rapidamente le responsabilità, ritengo che in questa fase lanciare un messaggio, ancorch condivisibile, alla Magistratura, non sia forse la cosa più appropriata proprio perché in generale non è appropriato un sistema di rapporti tra politica e magistratura fatto di messaggi reciproci, ancorché spesso questi messaggi diano semplicemente voce ad istanze condivisibili.
Ritengo invece che quest'Aula presto dovrà occuparsi di una questione che già in precedenza avevo sollecitato e che, nelle prossime settimane formalizzerò con altri Consiglieri come proposta al Consiglio. C'è una vicenda giudiziaria che riguarda le responsabilità di un amministratore regionale, ma c'è una vicenda politico-amministrativa che riguarda il funzionamento della macchina regionale. Come già avvenuto in un'altra occasione, su sollecitazione dei gruppi dell'opposizione, la vicenda giudiziaria divenne occasione per l'istituzione di una Commissione consiliare d'inchiesta su queste vicende.
Ritengo che noi, innanzi tutto, dobbiamo fare questo; dobbiamo indagare dal punto di vista amministrativo su che cosa ha funzionato e su che cosa non ha funzionato in questa vicenda, lasciando del tutto impregiudicato quanto deciderà - mi auguro rapidamente - l'autorità giudiziaria, e senza sovrapporsi alle competenze istituzionali di altri organi dello Stato.
Per questa ragione, pur condividendo la testualità dell'ordine del giorno, annuncio la non partecipazione al voto del gruppo radicale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, anch'io non parteciperò al voto. La motivazione è abbastanza semplice e qualche collega, spiegando il proprio voto, ha già espresso delle opinioni che condivido.
Mi sembra sostanzialmente inopportuna e fuori luogo una sollecitazione alla Magistratura a svolgere il proprio compito, compito che finora ha svolto con grande equilibrio e serenità. Credo che questa sollecitazione possa anche essere interpretata come un'inopportuna forma di pressione e di un giudizio non completamente positivo sul ruolo e sui tempi della Magistratura.
Penso che nessuno, né di maggioranza né di minoranza, possa affermare che su questa vicenda la Magistratura ha avuto un atteggiamento non corretto, non equilibrato. Ha avuto un atteggiamento, mi pare, eccezionale proprio di gran serietà e cautela. La sollecitazione, invece, ha un carattere che, sotto quest'aspetto, può essere preoccupante.
Capisco la posizione del collega Matteo Brigandì, che chiede il suo voto e la sua dichiarazione, e mi pare che abbia questo senso: richiedere una conclusione veloce di una vicenda che in qualche maniera lo ha riguardato. Ma credo che il Consiglio regionale, in quanto organo politico debba essere molto attento ad assumere iniziative che non sono di competenza di un organo istituzionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'interesse politico che mi sento di condividere quando si parla della Magistratura è quello di affermare con forza la necessità che la Magistratura possa lavorare in piena indipendenza e con piena disponibilità di mezzi.
Sappiamo, viceversa, che in questi ultimi tempi così non è: vi è un interesse politico espresso dal Presidente del Consiglio e dai suoi accoliti, che continua non solo ad attaccare la Magistratura in modo violento, ma anche ad assumere atteggiamenti amministrativi che non tengono assolutamente conto della necessità, per la Magistratura, se si vogliono processi veloci, di disporre di persone e di mezzi, che sono, viceversa negati.
Se si vuole che i processi avvengano in modo veloce, è necessaria innanzi tutto una politica del Governo diversa da quella, che ha messo in campo, di ostilità alla Magistratura da tutti i punti di vista. Dopodich i processi devono essere veloci, certo.
Il collega Brigandì di fronte alla legge è un cittadino come tutti gli altri e come tutti gli altri cittadini deve essere trattato. Auspico anch'io che la Magistratura faccia alla svelta per lui e per tutti gli altri cittadini, ma sottolineo l'ipocrisia di quest'ordine del giorno, che sottace che la parte politica che l'ha promosso fa parte di un Governo che sta facendo di tutto per impedire alla Magistratura di lavorare secondo i propri compiti.
Non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Galasso che interviene in qualità di Consigliere.



GALASSO Ennio Lucio

Per il Gruppo di Alleanza Nazionale, esprimo ovviamente l'intenzione di votare a favore dell'ordine del giorno. Debbo dire che la lettura completa dell'ordine del giorno, come mi pare di cogliere, non può che essere apprezzata da tutti.
Mi pare - e qui voglio evitare di introdurmi negli alvei delle polemiche pretestuose - che la condivisione dell'interesse politico alla più celere celebrazione del processo, coniugata compatibilmente con le leggi vigenti, abbia un respiro così chiaro da evidenziare come vi è e si esprime un chiaro segno di fiducia nell'operato della Magistratura. Quindi andare a individuare, a leggere, a supporre ipotesi di contrasti recenti o lontani, mi apre un fuor d'opera.
Proprio perché così formulato, l'ordine del giorno non pone alcun problema circa il rapporto tra Magistratura e politica; evidenzia semplicemente un interesse politico alla celebrazione del processo. Ma vi è di più. Questa è un'esigenza che appartiene a tutta la collettività e a tutta l'amministrazione della giustizia, proprio perché la giustizia è uno dei momenti più alti e significati della salute sociale.
La richiesta è stata formulata in termini estremamente sintetici, ma con garbo ed eleganza. Ecco perché non si può che aderire, senza dover indulgere né indugiare in altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io sottolineo come quest'ordine del giorno sembri assolutamente inopportuno e quindi non parteciperò alla votazione.
Quest'ordine del giorno sembra ignorare che le forze dell'opposizione hanno sempre sottolineato l'importanza dell'indipendenza della Magistratura e che si sono sempre battute per quest'indipendenza - ma soprattutto com'è già stato rilevato e detto, quest'ordine del giorno ignora che, tra i problemi sollevati dalla stessa categoria dei magistrati, vi è proprio la penuria economica di persone e di mezzi che fa sì che ci siano grandi difficoltà nello svolgere il proprio lavoro.
Quindi, proprio per quell'esigenza di giustizia per tutti i cittadini dobbiamo ricordare che tutti i cittadini dovrebbero essere uguali davanti alla legge e davanti alla giustizia - credo che sarebbe stato meglio se l'ordine del giorno fosse stato indirizzato al Governo centrale con una richiesta di maggiori risorse per il funzionamento della magistratura, per colmare quelle lacune che ormai da molto tempo sono segnalate e che invece non hanno assolutamente risposta da parte dello stesso Governo centrale.
Quindi, per queste e per tutte le motivazioni che sono state già illustrate, non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Penso sia auspicabile che la vicenda giudiziaria che interessa il Consigliere Brigandì sia chiarita nel più breve tempo possibile; auspicio che noi invochiamo per tutti i cittadini che hanno gli stessi problemi.
In questa circostanza non parteciperò al voto, poiché mi sembra che il documento sia inopportuno, se non provocatorio.
Noi avevamo chiesto, a suo tempo, l'istituzione di una Commissione d'indagine per fare chiarezza, in modo costruttivo, se eventualmente ci siano state storture nelle strutture predisposte a questi servizi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Non capisco perché i proponenti debbano complicare in questo modo le cose. Se fosse stato formulato un ordine del giorno senza polemica alcuna nei confronti dell'operato della Magistratura rispetto a casi analoghi, ma che, stante i fatti, sollecitasse la Magistratura ad un rapido accertamento, rinnovando la piena fiducia, personalmente voterei questo documento.
Se il taglio dell'ordine del giorno riportasse, cioè, il diritto di tutti, in uno Stato di diritto, ad avere un accertamento istruttorio ed un processo in tempi rapidi, allora io, da garantista quale mi ritengo, direi che a prescindere dal colore e dalle appartenenze in uno Stato di diritto tutti hanno diritto al giusto processo. Questo riguarda il comune cittadino, come la politica.
Se l'ordine del giorno fosse formulato in questo modo semplice, senza polemica alcuna, voterei questo documento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, voteremo quest'ordine del giorno perché non vuole assolutamente (e non lo fa), lo voglio dire con chiarezza, interferire con un altro dei poteri di questo nostro Paese.
In quest'ordine del giorno noi richiamiamo la piena fiducia e ovviamente la piena autonomia della Magistratura. Chiediamo solamente, per i fatti che sono emersi, così com'è avvenuto per la prima carica di cittadino all'interno della città di Torino recentemente (tutti si ricorderanno di quanto è capitato), che questo accada anche per quanto riguarda la fattispecie dei fatti che ben conosciamo.
Chiediamo, con il rispetto che voglio rimarcare nei confronti di quest'istituzione, che sia possibile accelerare i tempi e avere quindi un esito certo dei fatti che conosciamo tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Forza Italia voterà favorevolmente all'ordine del giorno presentato.
Non è in discussione - com'è stato ribadito - il ruolo positivo e fondamentale nell'ordinamento dello Stato della Magistratura e naturalmente, della sua indipendenza. Ho particolarmente apprezzato l'emendamento dei colleghi, che hanno richiamato la piena fiducia nell'operato della Magistratura. Noi lo abbiamo sempre detto e certamente lo ribadiamo.
Vi è un auspicio e un'istanza: se il Consiglio regionale approverà quest'ordine del giorno, il Presidente della Giunta la potrà rappresentare com'è scritto nel dispositivo, e a chi sarà rappresentata quest'istanza dell'Assemblea Parlamentare, dell'Assemblea Legislativa della Regione Piemonte, avrà, nella sua totale indipendenza e, da parte nostra nella piena fiducia, la possibilità di valutarla.
Il Consigliere Contu si distingueva dal resto dell'opposizione, che aveva annunciato la non partecipazione al voto su quest'ordine del giorno sulla possibilità di esprimere un voto in caso di votazione senza l'emendamento presentato.
C'è una modalità, Presidente, qualora il Consigliere Contu confermasse questa richiesta, che prevede di porre in votazione il documento per parti separate. Non è la prima volta, né sarebbe certamente l'ultima in questo Consiglio regionale.
Non voglio certamente sottrarmi alla discussione e al confronto sul punto che è emerso in modo marginale ma preciso dagli interventi del Consigliere Caracciolo e dei colleghi del Gruppo Radicale in merito alla cosiddetta Commissione d'Inchiesta, che abbiamo visto in discussione, sia pure per un lasso di tempo molto breve, prima della pausa estiva.
Noi, a caldo, avevamo preso una posizione di contrarietà. Siamo disposti, però, a confrontarci su questo punto in Consiglio regionale, così come abbiamo già ribadito nella scorsa seduta assembleare. Se vi sarà una proposta precisa in tale senso, il Consiglio regionale dovrà discuterne e si dovrà confrontare. Noi certamente non ci sottrarremo né alla discussione né al confronto, perché credo che sia un elemento che debba vedere l'impegno del Consiglio regionale, che dovrà conseguentemente prendere una decisione, come ha fatto in altre situazioni sia nell'attuale legislatura che in quelle precedenti, che scaturirà da un confronto e da un dibattito in questa sede.
Dal nostro punto di vista, l'approfondimento in Consiglio regionale dovrà vedere il contributo, le posizioni e le proposte intelligenti di tutti i Consiglieri regionali su un tema importante che riguarda il Consiglio regionale e non una parte di esso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi, in dissenso dal proprio Gruppo.



BURZI Angelo

Il dissenso, in questo caso, è soltanto lo strumento tecnico per contribuire, quindi non parteciperò al voto sull'emendamento sul quale fra un attimo mi addentrerò, per esprimere, invece, un paio di concetti spero più generali sull'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Si tratta di un voto unico. Dobbiamo fare, per forza, un voto unico.



BURZI Angelo

Immagino esista una procedura per chiedere la votazione per parti separate.



PRESIDENTE

Se chiede le parti separate, si voterà il documento per parti separate.



BURZI Angelo

Sì.



PRESIDENTE

Perfetto.



BURZI Angelo

In parte, mi pareva - in tutt'altro che dissenso - di riprendere un ragionamento fatto dal collega Contu e che è stato richiamato anche dal mio Capogruppo. Qualora si procedesse ad una votazione per parti separate, non parteciperei - in parziale dissenso col Gruppo - al voto sull'emendamento.
Ciò detto per quanto attiene alla forma, vorrei esprimere due parole anche sul merito. In effetti, l'emendamento è stato discusso anche all'interno del Gruppo e lo trovo inutile.
Che un organo come la Magistratura sia doverosamente attenzione della fiducia di un altro dei poteri dello Stato, lo considero inutile e - mi permetteranno i colleghi della minoranza che hanno fatto, nell'ambito di questo dibattito, degli interventi differenziati - anche pleonastico. Così pure mi pare inutile ricordare esempi. Il "non ricordarseli" attiene, per anche all'ipocrisia. Non è possibile che tutt'oggi, su un tema che considero importante, anche al di là della figura singola del collega Consigliere che, in questo caso, è stato coinvolto, non si possa discutere così come su temi quali la caccia o la droga, sulla quale, se i giornali di oggi affermano la verità, discuteremo quanto prima. Non è possibile, per pigrizia, per differenze politiche e di posizione, dimenticarsi di questi temi, che il nostro ruolo credo ci obbligherebbe ad assumere.
Oggi condivido il pensiero del collega Contu. Indipendentemente da chi sia il destinatario, ritengo legittima la richiesta di un organo politico nei confronti di un altro dei poteri dello Stato che, nell'ambito del suo normale esercizio, non può non rendersi conto che ci sono indagini che possono creare più danni per un potere parallelo al loro, in questo caso quello della politica e dell'amministrazione, così come qualunque amministratore deve prestare attenzione a tutte le deliberazioni, a tutte le determine e a tutti gli interventi. Anche nel nostro lavoro esistono priorità e a nessuno di noi, maggioranza e opposizione, sfuggirebbe la necessità di fare delle scelte quando queste possono portare conseguenze positive o negative.
Come ho apprezzato la velocità con cui, all'epoca, un problema, che poteva essere negativo non per una parte politica, ma per l'amministrazione di una collettività, era affrontato, credo che, qui, legittimamente, si possa chiedere altrettanto. In tal senso, comprendo la posizione del Consigliere Contu, meno quelle di altri, anche perché, ad esempio, non ho sentito in quest'Aula le motivazioni del Gruppo DS, pertanto, mi sfuggono non le ragioni dell'inopportunità, ma quali altri strumenti si potessero usare per avere un parere comune d'Aula nei confronti di un proprio membro.
Credo che chiedere, nell'utilità della collettività, che un processo istruttorio arrivi quanto prima alla conclusione non sia elusivo di nessun rapporto e non costituisca pressione o critica, ma sia una legittima richiesta per un'Amministrazione che ha visto se stessa come organo politico e come amministrazione essere messa in discussione da atti certamente legittimi, ci mancherebbe, da parte della Magistratura. Si chiede che quest'iter sia il più celere possibile nell'interesse di tutti evidentemente, Magistratura compresa.
Per quanto attiene la Commissione d'inchiesta, come ho già detto nel dibattito di luglio, se ne discuterà spero presto, lo ha anticipato molto correttamente il Capogruppo nell'ambito del Gruppo. La Commissione d'inchiesta non deve essere vista in nessun caso come un atto squisitamente politico. Qui, la materia amministrativa è ampia. Tocco un evento molto importante e drammatico, quello dell'alluvione del 1994, che tantissime ore di dibattito ha occupato in quest'Aula, anche nella scorsa Legislatura. Le procedure che si sono succedute, palesemente, anche in un dibattito faticoso come quello d'Aula, appaiono meritevoli di un approfondimento, di nuovo, nell'interesse dell'Amministrazione e nell'interesse dell'intera Regione.
Quindi, da questo punto di vista, se e quando qualcuno la vorrà proporre, evidentemente, in senso unicamente costruttivo, c'è la massima disponibilità alla collaborazione, per far sì che quest'Amministrazione per una volta, si dimentichi del gioco delle parti. Per asfaltare bene un tratto di strada non credo occorra essere di una parte politica o dell'altra, è necessario essere dei buoni amministratori e poter utilizzare utilmente delle buone procedure. I lavori pubblici non sono un fatto di ideologia.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione per parti separate nel seguente modo: prima di tutto, voteremo l'ordine del giorno originario, che è considerata una parte, poi, voteremo l'emendamento che, se approvato, integrerà l'ordine del giorno originario, se, prima di tutto, sarà approvato l'ordine del giorno originario. Se non dovesse essere approvato l'ordine del giorno originario, l'emendamento diventerà autonomo testo con la modifica di "auspicando" in "auspica", perché deve avere un senso compiuto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, dato che, al momento, agli atti abbiamo un testo di ordine del giorno e un emendamento, chiedo e penso che occorra votare prima l'emendamento e, poi, l'ordine del giorno, se è un emendamento. Dato che sul foglio di carta c'è scritto "emendamento", o viene cambiata la natura di questo documento, o penso che, prima, occorra votare l'emendamento e poi, l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

L'avevo spiegato prima: nell'ordine del giorno non è possibile fare emendamenti, è possibile fare integrazioni con il consenso dei proponenti.
Quella è un'integrazione con il consenso dei proponenti, cambiamo scriviamo "integrazione". L'ho già detto in apertura di seduta che è un'integrazione, dunque, l'ordine del giorno è composto dal testo originario più l'integrazione. Questo è il testo da votare, che viene votato per parti separate.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, se lei conferma la versione che l'integrazione avviene con il consenso dei proponenti, annuncio che non parteciperò al voto, anzi, voterò no, perché stravolge il senso del primo testo.



PRESIDENTE

Colleghi, è una prassi consolidata da anni, non l'ho inventata io.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'ordine del giorno n. 810, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: a fine luglio nel corso di una ormai nota vicenda giudiziaria è stato coinvolto nelle indagini anche il Consigliere regionale Matteo Brigandì sarebbe opportuno, anche per evidenti motivi politici, avere contezza dei fatti medesimi in base alle risultanze di un processo penale e non sulla base di dati indiziari e di indiscrezioni giornalistiche la sensibilità della Magistratura all'interesse pubblico-politico presupporrebbe che l'accertamento dei fatti in sede processuale sia svolto nel più breve tempo possibile richiamata la piena fiducia nell'operato della Magistratura considerato che: in recenti fattispecie che hanno riguardato l'Amministrazione comunale ed il Sindaco della Città di Torino, vi è stato grande senso di responsabilità e tempestività nelle decisioni della Magistratura e nella loro comunicazione auspicando che: analoga celerità venga adottata in quelle istruttorie in corso inerenti competenze della Regione Piemonte;" Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'ordine del giorno n. 810, il cui testo recita: "impegna il Presidente e la Giunta regionale ad evidenziare al Presidente del Tribunale di Torino l'interesse politico che sottende alla più celere celebrazione del processo compatibilmente con le leggi vigenti." Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Qual è il numero legale?



PRESIDENTE

Ventisette.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Cattaneo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, mi scuso per intervenire sull'ordine dei lavori.
Siccome non ho informato il Vicepresidente vicario del mio Gruppo, che aveva partecipato alla Conferenza dei Capigruppo, volevo soltanto richiamare l'attenzione dell'Aula su un punto e lasciarlo alla sensibilità dei colleghi: alla luce dell'odierna notizia riguardo importanti gruppi tessili della zona del Biellese, chiedo se è possibile inserire all'o.d.g.
di questa serie di Consigli, che ci vedrà impegnati domani e la prossima settimana, l'ordine del giorno, abbastanza condiviso, sull'emergenza del settore tessile. E' già stato depositato nell'adunanza di martedì scorso chiedo se è possibile inserirlo all'o.d.g., se condiviso. Naturalmente, si chiede l'impegno della Regione verso l'Unione Europea e verso il Governo Nazionale; poi, se sarà possibile, anche la discussione e la votazione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La richiesta però può essere effettuata solo all'inizio della seduta quindi tecnicamente all'inizio della seduta pomeridiana, in quanto abbiamo già votato un provvedimento.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, mi associo alla richiesta del Consigliere Cattaneo, ne tenga conto per la seduta pomeridiana. Ritengo importante discutere della questione, che non si riferisce solo al gruppo Fila, ma anche ad altri gruppi conosciuti a livello internazionale. Se riuscissimo ad evitare il disastro, penso che faremmo un servizio giusto e corretto nei confronti di uno dei territori più produttivi della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Noi siamo d'accordo a discutere di un argomento di così grande importanza quale la crisi del settore tessile, a partire dalla Fila ad altri settori che possono essere coinvolti. Ricordiamo, oltre ad esprimere il nostro assenso a questa discussione, che abbiamo chiesto all'Assessore D'Ambrosio una comunicazione sul Mauriziano. Stante l'urgenza, chiediamo venga calendarizzata in uno dei Consigli programmati, per dare la precedenza alla discussione sulla crisi del gruppo Fila.



PRESIDENTE

Vista la concordia, organizzerei direttamente i lavori delle prossime sedute, trattando magari domani mattina gli ordini del giorno, perché ce ne sono due, uno della maggioranza e uno dell'opposizione, per poi calendarizzare la comunicazione.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 312 "Norme in materia di sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 312, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Sul dibattito generale ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Intervengo sul dibattito generale del disegno di legge n. 312 in materia di sbarramenti fluviali partendo da un apprezzamento rispetto alla relazione fatta dal Consigliere Bolla.
Il provvedimento attende da tanto una definizione e un passaggio definitivo in aula. Pur non preannunciando ora il voto finale del Gruppo Radicale, devo dire che, come Gruppo, abbiamo apprezzato alcuni passaggi.
Innanzitutto, abbiamo apprezzato il lavoro fatto in Commissione: in effetti, il testo che discutiamo oggi è migliorato significativamente in diversi punti rispetto a quello presentato inizialmente in Commissione.
In particolare, è importante sottolineare come la Regione debba attivarsi per ottenere un censimento effettivo e completo, quindi per cambiare le norme di sanzione sul sistema complessivo di verifica della natura degli invasi già costruiti.
Nello specifico, credo che sia interessante aver tolto quell'articolo 7 del disegno iniziale, che prevedeva contributi per nuove costruzioni proprio perché finiva per contaminare una legge che aveva un suo scopo e una sua finalità, inserendo in un momento non opportuno una specifica sulle nuove costruzioni.
Voglio sottolineare questo fatto: è importante razionalizzare il problema, superando le due leggi precedenti e dando in generale un giudizio positivo sul fatto che si dia alla Giunta un potere regolamentare. Questa è l'impostazione classica del Gruppo Radicale e lo voglio sottolineare a proposito di questo delicato tema degli invasi.
Sono d'accordo con il Consigliere Bolla che, nella scorsa seduta, al termine della relazione, ha voluto aggiungere un auspicio rivolto all'Assessorato perché venga preso in considerazione un utilizzo dell'acqua invasata per finalità di protezione civile e antincendio. Infatti mi sono permesso di tradurre la considerazione del Consigliere Bolla in un ordine del giorno che, in qualche modo, recepisce l'auspicio prodotto del relatore e lo traduce in un invito alla Giunta, affinché tenga conto di quest'orientamento in fase di realizzazione del Regolamento attuativo.
Come Gruppo Radicale, abbiamo anche pensato di inserire un ulteriore emendamento, oltre a quelli presentati da altri colleghi, che espliciti l'ambito di competenza di questa legge che, nel lavoro di taglia e cuci della Commissione, è stato in qualche modo trascurato: il limite massimo degli invasi, peraltro indicato, come mi hanno opportunamente fatto notare i Funzionari dell'Assessorato, nel combinato disposto di legge Bassanini ed altre leggi nazionali. Prospettiamo un emendamento che precisi chiaramente che questa legge si riferisce ad invasi di capacità massima di un milione di metri cubi.
E' un dato formale di esplicitazione e di riflessione, nel senso che stiamo parlando di invasi alti fino a 15 metri e capacità fino a un milione di metri cubi; sono convinto che sia un dato che spaventa, perché si tratta di invasi non piccoli, ma di una notevole importanza.
Ritengo che l'impianto sia interessante e che, opportunamente, si proceda all'approvazione della legge, visto che questo è l'orientamento della maggioranza.
Mi riservo però, a conclusione del dibattito e della discussione dei vari emendamenti, presentati soprattutto dai colleghi del centrosinistra, a fare una valutazione finale sul voto, sottolineando però all'attenzione di tutti che stiamo discutendo un provvedimento importante ed un tema molto delicato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io ritengo questo disegno di legge estremamente delicato. Per quanto riguarda la sua formulazione, trovo particolarmente interessante un passaggio della relazione al disegno di legge, nel quale è scritto: "Nuove competenze assegnate alla Regione in merito ai piccoli invasi al servizio di grandi derivazioni".
La lettura potrebbe dare qualche segnale: da un lato realizziamo piccoli invasi, poco significativi, però questi piccoli invasi, non si sa come, producono grandi derivazioni. Il termine "piccolo" e "grande" si riferiscono ad un unico concetto, in altre parole alla capacità di accumulare e distribuire acqua. Quando accumuliamo acqua - poi vedremo quali sono i problemi che emergono accumulando grandi quantità d'acqua essa è poca; quando la utilizziamo, improvvisamente, diventa tanta. E' veramente una finezza legislativa che mi piace sottolineare perché, chi ha scritto questa frase, ha fatto una grande opera di lingua italiana: in cinque parole è riuscito ad esprimere due concetti esattamente opposti l'uno all'altro.
Nella relazione si afferma che la competenza regionale riguarda sbarramenti d'altezza inferiore a 15 metri con un volume d'invaso di un milione di metri cubi. Questo, per chi si limita a leggere le cifre e non prova a raffigurarsi quello che significano, può essere un numero come tanti altri. Sbarramenti di 15 metri nelle valli alpine comportano interventi che sono già di notevole impatto. Il problema non è solo di costruire degli invasi che riescano ad accumulare almeno un milione di metri cubi d'acqua, ma raffigurarsi le conseguenze che derivano dalla costruzione degli stessi nella zona dove andremo a realizzarli.
Come dicevo in precedenza, è un tipico modo di affrontare un argomento con un approccio molto formalistico. Noi realizziamo sbarramenti e conseguenti invasi d'accumulo in zone delicate come le nostre valli alpine in presenza, come apprendiamo dalla relazione, già di un numero elevato d'opere. Prevediamo la costruzione di altri bacini d'accumulo, senza preoccuparci delle norme che noi dobbiamo rispettare per realizzare le opere. Manca totalmente una capacità previsionale, un indirizzo di precauzione che almeno si ponga la preoccupazione di verificare le conseguenze che ne derivano dal punto di vista ambientale.
Un'opera di 15 metri d'altezza non è un'opera da poco. Un muro di cemento alto 15 metri in una valle alpina è una costruzione di grande impatto ambientale, non di piccolo impatto ambientale. Non dobbiamo solo preoccuparci, come Giunta regionale, della classificazione delle categorie della vigilanza sui lavori di costruzione, della disciplina relativa alle autorizzazioni, la regolarizzazione della forma delle pratiche che sono eseguite, senza prestare attenzione all'impatto ambientale, alle conseguenze, che ne derivano per la realizzazione degli invasi.
La legge formalmente afferma una cosa e, informalmente, ne afferma un'altra. Informalmente sostiene che la Regione Piemonte si sta preparando ad affrontare un problema di carenza d'acqua che, da adesso in avanti, è presumibile che si ripeta, ma si sta preparando ad affrontare la situazione prevedendo semplicemente di accumulare più acqua in montagna, ma ignorando totalmente che il problema della siccità non è solo quello di trattenere un po' più d'acqua o lasciarne scorrere un po' di più: trattenere l'acqua o lasciarla scorrere è un problema che riguarda la vita dei fiumi. La gestione dell'acqua non può essere realizzata solo con un regolamento di attuazione sulla costruzione di invasi. Il problema della gestione dell'acqua è di come usiamo l'acqua.
Abbiamo già affrontato ripetutamente questo discorso in aula, sono già stati più volte forniti dei dati, la conclusione è che i dati tecnici e le osservazioni tecniche non sono presi in considerazione. Si considera la questione dell'acqua, semplicemente, come potrebbe fare qualunque persona che, di fronte all'annunciata chiusura dell'erogazione dell'acqua, riempie la vasca da bagno e qualche recipiente in più. La Regione Piemonte, di fronte ad una possibile, futura e prevedibile carenza d'acqua cosa fa? Si prepara a costruire delle vasche da bagno in montagna invece di ragionare su come si deve e si può usare l'acqua a partire dall'uso che viene fatto in agricoltura, ma non solo in agricoltura, di culture cerealicole idrovore di acqua. Quando ci sarebbe, e viene ripetuto dai giornali, la possibilità di fare molte altre coltivazioni diversificate che hanno bisogno di molta meno acqua. Il concetto fondamentale è che, di fronte alla mancanza d'acqua, costruiamo delle vasche da bagno in montagna.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

I Consiglieri Mellano e Moriconi hanno indicato questa come una legge importante. Condivido questo loro giudizio e condivido anche l'atteggiamento del Consigliere Mellano di non esprimere immediatamente un giudizio politico attraverso le indicazioni di voto adesso, ma di aspettare il termine dei lavori. Lo condivido perché su questa legge, insieme ai Consiglieri Moriconi e Papandrea, abbiamo parecchie cose da dire e da proporre. La legge è importante anche perché sostituisce completamente le leggi precedenti, quelle del 1995 e del 1996, quindi stiamo rimettendo a punto la normativa relativa agli sbarramenti fluviali di ritenuta e ai bacini d'accumulo idrico.
Non sono sbarramenti che determinano ritenute d'acqua piccole. Volendo usare il termine "piccole", in questo caso ha un significato relativo: sono piccole rispetto a quelle ancora più grandi, ma non si può certo qualificare come un piccolo accumulo, un accumulo di un milione di metri cubi d'acqua. Per fare un esempio, corrisponde a diecimila stanze piene d'acqua; non è un piccolo accumulo, ma un grande accumulo, che richiede normative, vigilanza e collaudi.
Oggi, dopo la vigenza (dal '95 e dal '96) di leggi regionali che cercavano di mettere ordine nella materia, in Piemonte ci sono più di trecento invasi privi del certificato di sicurezza, vale a dire di quel certificato di collaudo che mette i cittadini al sicuro, nella certezza che i progetti sono stati presentati, visti e che le opere sono state collaudate.
Di fronte ad un'inottemperanza così grave e così a lungo tempo presente, occorre portare il Consiglio regionale ad approvare una legge che ponga maggiori cautele e norme cogenti all'interno del settore; una legge che contenga, senza demandare a regolamenti in capo alla Giunta regionale tutte queste cautele e norme.
Questa legge prevede, ad esempio, delle esclusioni; discuteremo su tali esclusioni, ritenendo che poche cose debbano essere escluse.
La legge prevede, inoltre, che ulteriori esclusioni potranno essere decise dalla Giunta regionale: no, no e poi no! Se il concetto di esclusione è un concetto legislativo, questo deve essere in capo ad una legge; non si può trattare le esclusioni in legge e in questa stessa legge affermare che, da domani in poi le esclusioni le farà la Giunta regionale.
E' anche una contraddizione in termini di raziocinio! Discutiamo le esclusioni, ma nessuna delega alla Giunta regionale per decidere da sola, fuori della legge, un contenuto - l'esclusione - che oggi si propone in legge.
Il senso e l'atteggiamento del mio Gruppo e degli altri colleghi che hanno firmato con me gli emendamenti è di accettare senz'altro una discussione che rimetta a fuoco il problema, ma, data l'importanza dello stesso (grandi accumuli, grandi pericoli, grandi risorse d'acqua) e la situazione attuale (l'inosservanza delle leggi vigenti), richiede che questa legge esca dal Consiglio regionale non depotenziata nelle cautele e nella vigilanza, ma potenziata in quegli elementi per giungere a una sistemazione, una messa in sicurezza, da tutti i punti di vista, di quei trecento invasi irregolari.
Preoccupa, poi, il fatto che la nuova normativa demandi a un regolamento - chissà quanto tempo ci vorrà per approvarlo - e ad un anno dal regolamento stesso, la messa in regolarità di tutti gli invasi. Ci sembra troppo tempo. Dal 1996 vige una legge; sono passati molti anni, per cui ci sembra troppo prevedere un lasso di tempo di un anno, oltre la data dell'approvazione del regolamento (che ancora non c'è).
Presidente, ho espresso qualche considerazione di merito, sui punti che saranno toccati dagli emendamenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Anch'io sarei tentato di fare un discorso sull'utilizzazione delle acque, sulle diverse modalità che si offrono e sulle esigenze che si propongono, però ritengo che questi argomenti vadano riservati a delle sedi specifiche; qui dobbiamo semplicemente provvedere all'applicazione di una modesta quota delle norme che delegano alla Regione la competenza in materia di amministrazione, vigilanza e disciplina di ciò che chiamiamo sbarramenti fluviali, che sono una cosa diversa dalle dighe e dai sistemi di invaso, tant'è che ragioniamo in termini di poche migliaia di metri cubi d'acqua.
Naturalmente, possiamo ispessire ulteriormente le norme amministrative ma non credo che questa sia una strada particolarmente opportuna. Si tratta di avere un buon sistema di vigilanza e non tanto un sistema di vessazione nei confronti di chi esercita un'attività nell'ambito tradizionale dell'utilizzazione dell'acqua, per scopi irrigui, idropotabili e alimentari.
Mi pare che la questione dei piccoli sbarramenti riguardi, in modo particolare, gli approvvigionamenti idropotabili; naturalmente, bisogna prevedere dei sistemi di concentrazione di alcune quantità di risorse idriche, per provvedere alle operazioni di protezione civile contro gli incendi boschivi e bisogna, più in generale, alimentare il rifornimento alle reti di derivazione dei nostri canali, nei quali - sia detto per pura cronaca - non mi risulta siano state fatte opere, successivamente all'ultimo secolo.
Ho seguito, per pura curiosità, la storia di un canale di circa 25-30 chilometri, di cui non si conosceva l'origine; si pensava fosse un corso d'acqua naturale e si è scoperto che deriva da uno scavo fatto dai Benedettini nell'Ottocento, con criteri talmente naturali che le generazioni successive l'hanno sempre considerato un canale naturale.
Prende l'acqua da una parte, le fa seguire un corso meno torrentizio, serve per alcune piccole irrigazioni e poi torna nell'alveo naturale, pertanto le questioni di cui ci occupiamo sono tendenzialmente le bretelle di sbarramento e di derivazione di quest'acqua.
Potrei essere d'accordo, Presidente - e mi rivolgo all'Assessore sulla necessità di dare a queste opere un alto contenuto estetico ed ecologico. Mi spiego: se si ha l'occasione di vedere, ad esempio, il lavoro che si realizza, con questi tipi di attività, in Svizzera o nelle zone austriache, si può notare come ci siano delle operazioni che, fermo restando la necessità di raccogliere, derivare e trattenere piccole quantità di acqua, forniscono all'ambiente un elemento di tipo estetico una risorsa.
Qualsiasi manipolazione può essere un elemento di abbellimento: se si costruisce una bella casa, utilizzando, ad esempio per i balconi, degli elementi naturali, questo diventa un elemento di ricchezza; se, invece, si costruisce una casa con i peggiori materiali (magari delle lamiere) diventa semplicemente un abuso estetico, prima ancora che edilizio.
Quindi, sarei per lavorare su questa materia, per vedere se dopo cinquanta, cento o duecento anni siamo in grado di fare delle cose che magari costano il 20% in più, ma danno al paesaggio non soltanto condizioni di sicurezza.
Chiudo con questa considerazione: dal punto di vista della sicurezza oggi, ci sono vari livelli di responsabilità, da quello più periferico per arrivare all'Assessore, passando dalle assicurazioni che, dovendo lucrare su queste operazioni, naturalmente impongono un massimo di concentrazione di elementi garantisti. Quindi, dal punto di vista della sicurezza, abbiamo delle norme che ci garantiscono il massimo.
Per quanto riguarda l'estetica, come lei sa, Assessore, non esiste alcuna norma. L'estetica è l'espressione di una cultura, così come l'ambiente; le valenze ecologiche sono invece l'espressione di una sensibilità, e queste spettano a noi.
Personalmente, sono dell'avviso che i regolamenti spettino alla Giunta e che le leggi spettino al Consiglio; per i regolamenti, si può sentire il Consiglio per un minimo raccordo, senza che questo ne violi o ne limiti la competenza. E' più grave invece se un tipo di sbarramento è brutto esteticamente, perché rappresenta un elemento di manipolazione e di deterioramento del paesaggio.
Sarebbe meglio ed esteticamente più bello se invece un laghetto, ad esempio, avesse dei raccordi con cui prevedere la presenza di un invaso anche piccolo, per la pesca. Tra l'altro, tutti i corsi d'acqua che vanno regolarmente in secca nel periodo estivo, si alimentano con varie forme di risorgiva. Chi conosce la sorte dei nostri corsi d'acqua sa che lungo tutto l'asse di un corso d'acqua ci possono anche essere cinque chilometri totalmente asciutti. Poi l'acqua riprende il suo corso grazie alle risorgive e agli afflussi naturali.
Coloro che seguono le questioni dell'ambiente, sostengono che sia da vietare una situazione di sbarramenti che non consenta la risalita dei pesci lungo il corso d'acqua. Bisogna consentire la risalita, e ci sono dei meccanismi in tal senso; quindi, gli impianti di risalita e di normale fruizione ecologica della fauna ittica vanno previsti. Però un laghetto pu essere quello che mantiene in vita la fauna ittica, così come succede nella savana quando c'è un caldo torrido: c'è ancora un laghetto, ed è lì che si concentra la vita, che poi riprende quando piove. Questi piccoli sbarramenti, questi stagni sono quelli che consentono di far riprendere il ciclo ecologico della fauna ittica. Quindi, vanno curati anche per questi aspetti.
Su tutte le normative tecniche va bene, nel senso che quelle misure sono state studiate da quelli che devono proteggere anche se stessi dai rischi soggettivi e professionali. Trovo invece completamente assenti le preoccupazioni di tipo ambientale, ecologico e dell'estetica del paesaggio.
Non me ne voglia il Consigliere Moriconi per la mia diversa opinione sull'uso dell'acqua, ma non è su questo punto che la materia mi preoccupa perché quando si ha un lago con 100 mila metri cubi di acqua, è una piccola cosa, che non ha una gran rilevanza. Personalmente, mi è indifferente se si vuole abbassare il livello a 50 mila metri cubi, perché non ha alcun rilievo dal punto di vista del pericolo.
In conclusione, vorrei che rimandassimo la questione (magari con un ordine del giorno o con un impegno dell'Assessore) ad una successiva fase in cui affrontare il problema delle interruzioni dei percorsi della fauna ittica, della fruizione unitaria dell'ambiente fluviale, dell'interruzione di corsi d'acqua che possono essere utilizzati per le gare di canoa.
Facendo questo, con pochi soldi in più, si consentirebbe il mantenimento e il miglioramento di ciò che già è presente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Gentile Assessore, questo provvedimento riguarda una materia che richiederebbe un'attenzione di sistema, nel senso che gli sbarramenti e i piccoli bacini di accumulo (che sono di nostra competenza) dovrebbero essere raccordati ad una strategia più generale, che tenga conto, per esempio, anche della regimazione dei fiumi e dei torrenti dinnanzi ad eventi calamitosi. Questo significa costruire un sistema. E' vero che questi invasi sono relativamente piccoli, però una sequenza di questi invasi ha una certa incidenza. Ad esempio, sul fiume Chisone o sul fiume Sesia, dove ci sono molte domande per derivazione ed in qualche caso per bacini, il provvedimento in discussione non presenta alcun collegamento.
E' proprio un'operazione a compartimenti stagni, lontana da quella che dovrebbe essere una strategia dinnanzi ad eventi (di cui c'è la previsione) che presentano, in tempi ridotti, grandi concentrazioni di piogge, con una notevole ed inusuale intensità, come ci hanno insegnato le alluvioni del 1994 e del 2000. Di questo non c'è traccia, e non c'è nemmeno traccia del rapporto tra queste politiche e, ad esempio, l'utilizzo a fini sportivi dei fiumi.
Il caso del fiume Sesia è emblematico. In questo momento, per il fiume Sesia, ci sono delle domande di competenza autorizzativa della Provincia.
Nel frattempo, l'Assessorato al turismo investe per fare lievitare quella che è un'attività importante, con un notevole richiamo turistico e di presenza, che è la canoa. Tra l'altro, si sono svolti i Campionati europei con un certo rilievo per l'importanza e per il richiamo esercitato.
Il collega Bolla, che ha illustrato il provvedimento, ha accennato che addirittura in Commissione il provvedimento è stato "asciugato" ancora di più, cioè abbiamo rinviato ulteriormente all'iniziativa della Giunta, in un'esaltazione del principio di delegificazione che, se portato alle estreme conseguenze, fa trasformare questi provvedimenti in leggi-delega.
Lei ha in mano un provvedimento che, solo nella produzione legislativa di qualche anno fa, non sarebbe passato in questa forma. Su una materia estremamente delicata (l'abrograzione della norma e la norma finanziaria) ci sono otto-nove articoletti che demandano tutto al potere della Giunta.
Proprio noi che, in Commissione Statuto, ci stiamo battendo per recuperare il ruolo del Consiglio regionale! In questo modo, è un qualcosa a tratti molto leggeri e poi è tutto demandato all'operatività concreta della Giunta.
Ancora, non si capisce nemmeno se, nel caso di comportamenti scorretti da parte di soggetti interessati, si viene a costruire una specie di condono permanente, perché i soggetti che fanno le domande, poi iniziano l'opera e se questa non si rivela conforme, fanno una valutazione di costo/convenienza e, se non è previsto un meccanismo molto rapido d'obbligo di demolizione, tengono in piedi la struttura. Spero che l'Assessore ci spieghi che così non è, che qualora si debba pagare la sanzione e si perduri nel comportamento scorretto procedurale e della costruzione, si giunga ad una formulazione rapida e decisa della demolizione dell'opera.
Questo a me pare - poi sarò soddisfatto se l'Assessore mi dimostra il contrario - un elemento pericoloso, perché appartiene alla cultura dell'abusivismo e del condonismo di questo Paese: pago, il prezzo è abbastanza elevato, ma nel mio rapporto costo/convenienza quel pagamento lo annovero tra i costi e quindi, prolungando nel tempo la mia operatività posso farmi due conti e vedere che forse è conveniente resistere.
Concludo affermando che sono preoccupato di un provvedimento di questo genere, intanto per la tecnica legislativa che, come dicevo, su un provvedimento di un certo rilievo, che incide sull'impianto della legislazione in materia passata, compie un'operazione leggerissima e demanda alla Giunta il resto.
Che ci sia soddisfazione di questo comportamento può essere una linea di tendenza, però non siamo contraddittori rispetto a quello che diciamo per il recupero di centralità del Consiglio regione, perché i controlli non si fanno.
Ad esempio, su un'altra legge, quella sui grandi impianti sportivi - e la tocca anche per la città dove lei vive - si fa un mega impianto sportivo di cui ha notizia tutto il mondo meno che il Consiglio regionale. Una megastruttura sportiva di cui in questo Consiglio regionale, malgrado l'obbligo della norma a relazionare annualmente al Consiglio regionale, non se ne sa nulla. Perché poi le leggi vanno così: se non le si sta addosso la legge è asciutta, prevede ampia autonomia e i meccanismi informativi, se non si sta alle calcagna della Giunta, non sono fatti di moto proprio da parte della Giunta stessa. Quindi, manifesto questa mia preoccupazione.
Il collega Riba faceva tutta un'analisi complicata per quanto riguarda gli sbarramenti piccoli, medi e grandi. Ma noi dovremmo avere una visione sistemica: quando si parla d'uso plurimo delle acque, oggi occorre tenere in considerazione un quarto elemento: la regimazione dei fiumi. Cito solo il caso storico dell'alluvione di Firenze, che era avvenuta proprio per un non coordinamento nella regimazione dei fiumi: hanno aperto tutti nello stesso momento.
Consigliere Riba, qui siamo fino a quasi mille metri cubi...



TAPPARO Giancarlo

RIBA Lido (fuori microfono)



TAPPARO Giancarlo

Mille metri cubi sono un'ora di pioggia...



TAPPARO Giancarlo

Voglio solo dire che, siccome le domande lievitano e anche con quel perverso meccanismo della "clausola verde" di produzione d'energia elettrica tutti si metteranno ad armeggiare su questo, anche lì ti troverai che la somma di qualche milione di metri cubi incomincia ad essere qualcosa; del resto, la laminazione dei fiumi e altre cose simili sono anche piccole realtà, ma è la somma dell'insieme che deve collocarsi in una strategia.
Questo provvedimento non ha nessun raccordo a quell'aspetto, cioè è un classico provvedimento settoriale in un momento in cui noi rivendichiamo una funzione di coordinamento dei provvedimenti. Accennavo al fatto che nella Sesia - non voglio dire se sono sei, nove o dodici, le domande - non c'è nessun rapporto tra le autorizzazioni che la Provincia di Vercelli sta dando e la politica turistica per valorizzare la Sesia (cito questo caso uno per tutti).
In conclusione, posso dire che sono preoccupato del provvedimento perché troppo asciutto; non prevede dei meccanismi periodici d'informazione al Consiglio regionale (almeno questi!); non entra in una logica di sistema rispetto alle molte interrelazioni che ha questa politica dell'uso delle acque riguardo ad altri elementi (mentre la si può mettere in qualche modo in relazione); non c'è un meccanismo sanzionatorio autorevole, che in qualche modo spezzi eventuali tentazioni di abusare sui tempi lunghi, sulle speranze che poi si metta un rattoppo alle cose.
Quindi, concludendo, manifesto le mie preoccupazioni. Poiché si tratta di un provvedimento atteso e capisco anche che dovrebbe essere approvato rapidamente, non voglio mettermi di traverso (e l'ho fatto anche sul piano degli emendamenti), però manifesto le mie preoccupazioni e spero che l'Assessore sia in grado, in qualche misura, di ridurre il rilievo di queste mie preoccupazioni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale. Passiamo ora all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: L'articolo 1 è abrogato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Capisco che ci manchi la figura del relatore classico che, dopo gli interventi in dibattito generale, presenta un quadro d'insieme. Speravo che l'Assessore Ferrero avesse voglia e tempo di farlo, perché serve a stemperare anche magari insufficienti approfondimenti fatti dal singolo Consigliere (parlo per me stesso, ovviamente, in questo caso).
Ho già detto che sono convinto che il provvedimento vada approvato, che c'è un problema di tempi, che riconosco tutto e non mi sono messo di traverso in nessun modo, ma mi sembra giusto arricchire la produzione legislativa, in modo anche che, qualora si vada a vedere gli atti consiliari per avere un'interpretazione della norma, si possa avere l'interpretazione autentica dell'Assessore, non essendoci il relatore. Mi dispiace che ciò mi costringa in qualche modo ad intervenire in ogni emendamento.
Dovrebbe essere anche il Presidente, che ha cura della qualità del prodotto legislativo, a richiedere un intervento dell'Assessore, perché ho già detto che il provvedimento è molto scarno, che emargina il Consiglio regionale, che ci sono molti rischi e che non ha una visione sistemica. Le mie possono essere tutte considerazioni confutabili, è un punto di vista non voglio essere titolare della verità, però francamente non mi sembra corretto che non si affronti una questione del genere e poi si parli magari dieci ore su un provvedimento marginale, che tocca aspetti poco significativi.
Purtroppo questo fatto avviene qui in Consiglio: su punti strategici si passa rapidamente; su cose marginali, che toccano un po' interessi particolari e specifici, si apre un lungo "ambaradan".



PRESIDENTE

Devo dire che ho visto gli emendamenti: sono pochi quelli che hanno un reale fondamento.
Assessore Ferrero, vuole prendere la parola? Prego, ne ha facoltà.



FERRERO Caterina, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

Faccio alcune considerazioni relativamente alle questioni affrontate nella discussione.
Intanto, secondo il nostro censimento, il numero degli invasi è 626 e non 300, come si è detto. Per alcuni di questi, l'iter approvativo non è stato ancora concluso. Siamo assolutamente consapevoli che la questione è come voi l'avete delineata, abbastanza consistente.
E' ovvio che, allo stato attuale, le procedure indicate nella legge devono essere rispettate fintanto che non si procederà alla revisione della legge attraverso il Regolamento.
E' stata fatta una considerazione che io condivido: la legge, così com'è impostata, regola la materia degli invasi con altezza di sbarramento inferiore a 15 metri e volume di invaso inferiore ad un milione di metri cubi, presentando un panorama che, visto in maniera asettica, può anche sembrare molto consistente. In realtà, queste grandi derivazioni, quelle che si avvicinano alle dimensioni di cui parla la legge, sono circa una ventina, rispetto alle seicento che abbiamo come riferimento.
In effetti, la materia prevede una regolamentazione di derivazioni di un certo tipo, ma in sostanza si trova ad affrontare un problema legato a condizioni diverse, cioè dimensioni abbastanza ridotte rispetto a quelle indicate nella legge.
Nell'ambito delle valutazioni che sono state fatte, ritengo utile aggiungere qualche considerazione. La prima è in ordine al fatto che stiamo discutendo di una legge, a mio parere, abbastanza scarna. E' un argomento che abbiamo già affrontato in Commissione. Infatti, il testo che è arrivato in Commissione conteneva indicazioni più specifiche, che si è ritenuto trasferire su regolamento. Non si è così voluto esonerare il Consiglio dal fare una serie di valutazioni, perché si è tenuto conto dell'esperienza degli uffici e non tanto di valutazioni politiche (oggi qualcuno ha ricordato che questo è comunque un atto legislativo, che comporterà tutta una serie di attività autorizzative e di controllo da parte degli uffici): emergeva che alcuni concetti, facili a capirsi nella discussione, nella pratica sarebbero stati molto articolati e di difficile applicazione.
Faccio subito un esempio sul tema delle sanzioni: la classica sanzione con successivo abbattimento dell'impianto, dall'esperienza che si è maturata, non è sempre la soluzione adatta, nel senso che ci si è trovati spesso in situazioni in cui la sanzione ha dovuto comportare una messa in sicurezza dell'invaso più che un abbattimento, perché in questo caso le conseguenze sarebbero state peggiori. Anche noi condividiamo queste preoccupazioni e proprio per questo pensiamo sia opportuno approfondire questa complessa questione attraverso apposito regolamento.
In effetti, immaginare un passaggio alla Commissione consiliare relativamente alla regolamentazione non è problematico, anzi è stato già fatto in altri contesti, ovviamente per argomenti di una certa importanza.
Probabilmente, si è ritenuto conferire alla legge un connotato abbastanza scarno perché, già in sede di Commissione, era stata data la disponibilità per un successivo passaggio in Commissione prima che la Giunta approvasse il provvedimento.
Pensiamo di mantenere la potestà in capo alla Giunta, ma anche di condividere e discutere il contenuto di questi atti, attraverso provvedimenti di un certo tipo; quando discuteremo gli emendamenti nello specifico, come Giunta saremo disponibili perché riteniamo che il lavoro fatto finora abbia avuto un esito positivo.
Per quanto riguarda il discorso relativo all'eventuale utilizzo degli invasi, ho visto che è stato presentato un ordine del giorno dal Consigliere Bolla, che, di fatto, concretizza per iscritto i suoi auspici piuttosto che l'aspetto legato all'estetica. Anche questi sono argomenti che troveranno la loro definizione regolamentare, ma ovviamente, come Giunta, diamo massima disponibilità a chi volesse già oggi proporre degli ordini del giorno e votarli.
Un'ultima considerazione: questa non è una legge che tiene conto di aspetti consistenti o legati alla programmazione. Infatti, attraverso le leggi Bassanini sono state trasferite una serie di competenze contenute in una legge che normava nella realtà esclusivamente le modalità autorizzative di queste derivazioni; quindi non è una legge che ha un contenuto legato alla gestione della risorsa acqua, ma è una legge che individua le modalità attraverso le quali si attivano i processi autorizzativi.
Il resto è materia di valutazioni della Giunta, che tramite le deleghe che le sono state attribuite (la difesa del suolo, le risorse idriche l'agricoltura e quant'altro) affronta il problema con una programmazione univoca di intenti, con destinazioni e programmazioni diverse.
Dopo l'alluvione sono state attivate, con esiti positivi, le conferenze di servizi, nelle quali le autorizzazioni sono state date riunendo diverse autorità. E' ovvio che su alcuni aspetti il coinvolgimento è diretto, su altri più sfumato. Nell'ambito del processo autorizzativo, che è materia di regolamento, devono essere tenuti in considerazione tutti gli aspetti: alcuni attengono a scelte politiche, altri a scelte di programmazione, ma che in questa legge non hanno un contenuto specifico, ovviamente, nelle competenze, nelle deleghe e negli atti legislativi che il Consiglio ha approvato ultimamente o nella passata Legislatura.



PRESIDENTE

Colleghi, aggiorno la seduta alle ore 15.15.
Alla luce delle considerazioni svolte dall'Assessore Ferrero, chiedo di comunicare alla Presidenza, in apertura di seduta, quali emendamenti sono mantenuti e quali emendamenti sono ritirati, perché penso che alcuni possano essere ritirati.
Alle ore 15.15, in apertura, faremo la votazione sulle nomine, così come stabilito nella Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.24)



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