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Dettaglio seduta n.385 del 31/07/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 15.32 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



(La seduta ha inizio alle ore 16.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Caracciolo, Costa Enrico Ferrero e Ghigo.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 552: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 552, di cui al punto 6) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Inviterei il Consigliere Gallarini a svolgere la relazione sui lavori della I Commissione in merito agli emendamenti rubricati nn. 2 e 3.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Grazie, Presidente.
Mi limiterò a leggere poche righe dopo aver espresso una considerazione iniziale. La Commissione si è tenuta ieri sera ed è terminata verso le ore 20.40. Alcuni Commissari del Gruppo DS, ad un certo punto, hanno abbandonato la Commissione, in quanto ritenevano che ci dovessero essere dei dati precisi su proiezioni relativamente alle cifre degli emendamenti che in quel momento, seduta stante, non siamo stati ovviamente in grado di fornire (abbiamo dato semplicemente i dati che gli uffici, grosso modo, ci avevano fornito).
Questa mattina, invece, la Dottoressa Montagnin, così come le era stato richiesto, ha consegnato al sottoscritto, in qualità di Presidente di Commissione (ovviamente il materiale è disponibile per tutti i membri della I Commissione) i dati che avevamo richiesto ieri sera. Fatta questa breve considerazione, abbiamo concluso i lavori, il cui risultato è il seguente.
La I Commissione ha espresso, a maggioranza, in data 30 luglio 2003 parere favorevole agli emendamenti rubricati nn. 2 e 3 presentati dai Consiglieri Mercurio ed altri al disegno di legge n. 552, a condizione che all'articolo 3, comma 1, di detto disegno di legge venga aggiunta una lettera g) che reciti: "Nell'UPB 09001 tutti i capitoli del Consiglio regionale (10000, 10020, 10030, 10025, 10026, 10110, 10210, 10220)".
Questo è tutto, Presidente. Grazie.



PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'emendamento n. rubricato n. 2), in merito al quale erano già intervenuti i Consiglieri Manica e Tapparo, di cui ne do lettura: Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Mercurio, Cattaneo Botta M., Angeleri, Deorsola e Rossi O.: All'articolo 3 del disegno di legge n. 552 è aggiunto il comma seguente: "Le percentuali delle indennità di carica previste dall'articolo 1 della legge regionale n. 10 del 13/10/72 così come sostituito dall'articolo 1 legge regionale 20/3/2000 n. 21 sono aumentate di 20 punti".



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Questo emendamento rappresenta una sorta di novità, perché ho trovato difficoltà a comprendere il significato dei "20 punti". Mi auguro voglia dire 20 punti percentuali: ma rispetto a che cosa? Rispetto - perlomeno così mi è sembrato di capire - ad un'indennità lorda dei parlamentari, che se non erro - vado a naso, perché sto cercando tra i miei documenti la cifra esatta - supera, ancorché non incrementata del 3.5% (che pare debba essere la percentuale di incremento non ancora applicata per il 2003), i 21 milioni di vecchie lire.
Presidente, ritengo che si debba valutare con attenzione un incremento di così vasta portata, che non solo urta le coscienze, ma fa pensare soprattutto alle relazioni sulle nuove povertà che il Governo ha reso noto la scorsa settimana, o ancora alle fabbriche in crisi.
Ho letto con attenzione l'articolo pubblicato su La Stampa di un altro fronte che si apre nei confronti della Regione da parte del mondo artigiano, ma affronteremo l'argomento quando tratteremo le modalità scelte dalla maggioranza di centrodestra per finanziare la legge sui buoni scuola, che rinuncia ad un pezzo di sviluppo della Regione Piemonte per operare questa scelta di finanziamento delle scuole private.
Presidente, io l'ho sempre ammirata per il suo disincanto rispetto a questa problematica. Anzi, devo dire che in passato è stato accusato di non gradire molto queste scelte che la maggioranza stava operando. Poi, per accadono alcune cose strane.
Ho trovato la cifra che stavo cercando e vorrei che gli uffici me la confermassero: si parla di 10.974,66 euro, sulla quale bisognerà calcolare un incremento del 3.5% (si tratta dell'incremento che dovrà essere comunicato dal Presidente della Camera). Su questo, se ho capito bene, si applicherebbe l'80%.
Presidente, credo che sia consapevole che se si applicano i 20 punti percentuali in più aggiunti al 65% già previsto, passiamo all'85%.
Conseguentemente, il Presidente della Giunta regionale e il Presidente del Consiglio regionale, - mi conforti se sbaglio - passerebbero al 120 dell'indennità dei Parlamentari. Ho ben compreso? Ho capito bene che l'effetto trascinamento, ferma restando l'attuale legge, di questi 20 punti percentuali porta le posizioni apicali del Governo della Regione al 120% dell'indennità dei Parlamentari e quella del Vicepresidente della Giunta regionale al 115% e che i Presidenti dei Gruppi consiliari passano al 100 % dell'indennità dei parlamentari e naturalmente a trascinamento, tutti gli altri? Lo trovo riduttivo.
Ho ragione di credere che si creino delle disuguaglianze palesi evidenti, perché è vero che forse si modificano le responsabilità, per tutti tengono famiglia (i Capigruppo, i responsabili della Regione, ecc.).



PRESIDENTE

Colleghi, stiamo parlando dell'emendamento n. 2, che era già stato posto in discussione ieri mattina. Su quest'emendamento c'era già stata una serie di interventi; poi abbiamo sospeso il dibattito per chiedere il parere complessivo alla I Commissione. Dunque i due interventi dei Consiglieri Manica e Tapparo sono già stati svolti ieri. Io ho iscritti a parlare i Consiglieri Manica, Tapparo e Contu.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Prima di entrare nella discussione che riguarda l'emendamento presentato dai colleghi di maggioranza, volevo segnalare un'anomalia che si è verificata all'inizio della nostra discussione di ieri, che è emersa in maniera chiarissima ieri sera, durante i lavori della I Commissione, a cui il nostro Gruppo ha partecipato per una certa parte; un'anomalia che rappresenta un problema, per quanto riguarda la discussione che stiamo svolgendo.
Ieri mattina, al momento della presentazione dei tre emendamenti, è accaduto un episodio - di cui porta per intero la responsabilità la Presidenza del Consiglio - che getta un'ombra quantomeno sull'emendamento che è stato approvato da questo Consiglio.
Mi riferisco in particolare al fatto che, nonostante l'emendamento che abbiamo approvato ieri, il primo dei tre emendamenti, costituisca un aggravio di costi per l'amministrazione della Regione Piemonte, il Presidente di turno di quest'assemblea ha ritenuto di doverlo mettere comunque in votazione. Prescindo in questo momento dal modo frettoloso in cui quell'emendamento è stato messo in discussione; fatto sta ed è che ieri mattina noi avremmo dovuto fare ciò che lei ieri sera ha deciso di fare per i due emendamenti al nostro esame.
In pratica, ieri mattina, in apertura di seduta, di fronte al fatto che la maggioranza presentava tre emendamenti, essendo evidente che questi emendamenti rappresentavano un costo aggiuntivo per l'amministrazione regionale, noi avremmo dovuto decidere, ai sensi dell'articolo 80, comma 3 del nostro Regolamento, di inviare anche quell'emendamento insieme altri alla I Commissione per il parere. Questo non è avvenuto.
Segnalo questo problema perché voglio che rimanga agli atti dei lavori del nostro Consiglio. Credo che, forse per la prima volta nella storia del Consiglio regionale piemontese, è capitato che un emendamento di questo tipo, che si riferisce all'aumento dell'indennità di fine mandato dei parlamentari, ha potuto essere votato senza e contro lo spirito e la lettera dell'articolo 80 del nostro Regolamento. Questo è il punto, il resto non mi interessa.
Voi avete deciso questo, con il Presidente di turno complice.
Naturalmente i colleghi della maggioranza sono liberi di fare quello che vogliono, ma il Presidente - essendo il Presidente di tutti - questo non lo poteva fare, e si assume una grave responsabilità in ordine alle conseguenze che possono derivare dal fatto che ieri abbiamo approvato un emendamento contro l'articolo 80 del nostro Regolamento.
Lo dico io, questo è acclarato, caro Angeleri. Il comma 3 dell'articolo 80 del nostro Regolamento si riferisce agli emendamenti che comportano un aumento di spesa, e l'emendamento che abbiamo approvato comporta un aumento di spesa. Spero che mi evitiate la tesi secondo la quale, siccome quest'indennità verrà pagata a fine mandato, non deve essere iscritta oggi nel bilancio; per favore, evitate di cadere nel comico: questo emendamento comporta subito un'iscrizione a bilancio, ancorché questo emendamento produca effetti, ammesso che sia così, a fine mandato, perché se domani, in teoria, 20 o 30 Consiglieri dovessero dimettersi, questo emendamento non può essere rinviato, dal punto di vista dell'effetto, nel 2005.
Comunque, caro Angeleri, il comma 3 dice che "gli emendamenti che comportano un aumento di spesa sono subito trasmessi dal Presidente alla I Commissione per il parere". Ieri mattina, alle 10.05, prima ancora di mettere in votazione gli emendamenti, il collega Toselli, all'inizio della seduta, avrebbe dovuto dire: "Poiché questi emendamenti rappresentano un aumento di spesa, cari Consiglieri, li mando alla I Commissione". Voi questo non lo avete fatto e avete messo ai voti un emendamento.
Questa questione io non so come risolverla, ma dovete risolverla perché siamo in presenza di un emendamento che voi avete votato prescindendo da una norma regolamentare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà



PAPANDREA Rocco

Mi pare che il problema sollevato dal Consigliere Ronzani sia effettivo, tant'è vero che sull'emendamento successivo si è seguita questa prassi, quindi lo stesso atteggiamento che ha tenuto il Presidente del Consiglio nei confronti dell'emendamento in discussione in qualche modo conferma il fatto che il collega Ronzani ha ragione (se si è fatto su questo, a maggior ragione si doveva fare sull'altro).
Quindi il problema che il collega Ronzani ha sollevato mi sembra un problema effettivo, rispetto al quale il Presidente del Consiglio dovrebbe dare una sua valutazione su quella votazione e sulla sua validità; tra altro, devo dire che quella votazione, il modo tempestivo in cui è avvenuta ed il fatto che non si sia fatto come nei confronti dei due emendamenti successivi, non solo pone un problema rispetto al voto di quell'emendamento, ma anche rispetto all'insieme della discussione.
E' chiaro che, se gli emendamenti venivano mandati tutti alla valutazione della I Commissione, ci saremmo poi trovati in un contesto della discussione molto diverso da quello che è avvenuto con il voto e l'archiviazione di quel punto; addirittura si è incardinato questo ulteriore emendamento e attraverso questo incardinamento è resa impossibile l'attività emendataria dell'emendamento stesso.
Mi pare che su tutta la procedura che abbiamo avuto in questa occasione, ci sia un forte dubbio di legittimità. Noi, come Consiglio dobbiamo sapere che quanto sta avvenendo, sta avvenendo con una violazione delle nostre regole che è preoccupante e che non può non lasciarci indifferenti.
C'è da fare una valutazione più complessiva dell'assestamento e della discussione in corso, un assestamento molto povero, ricco per noi, ma povero complessivamente perché, alla fine, questo assestamento sarà ricordato soprattutto per il voto sull'indennità e un po' meno per tutta la manovra che si è fatta per finanziare i sogni di Leo - la legge del buona scuola - per cui si sono ridotte le spese regionali su altri campi. Un assestamento di bilancio e i collegati successivi che hanno, come unico oggetto, questi due punti; una finanziaria assolutamente negativa ma assolutamente estranea ai problemi della nostra regione, ai problemi del Piemonte e ai problemi gravi che il Piemonte conosce.
Mi pare che sia un elemento che dimostri una totale insensibilità del governo di centrodestra, forse perché preso da troppe preoccupazioni di natura diversa, rispetto ai problemi che ricordavo prima. C'é una totale non presa in considerazione, non vengono assunti come problema. La natura dell'assestamento di bilancio fa si che se esso non venga votato, così come non viene votata la legge collegata. In altri momenti ci siamo spesso sentiti ricattare dal fatto che ci battevamo contro le leggi, attraverso questo non permettete che i comuni, le province ricevano quanto gli è dovuto. Mi pare che con questo tipo di manovra i rischi non ci siano perch è una manovra molto mirata che non solo ai comuni e alle province non interessa, ma che sottrae risorse ad altri campi.
Il tipo di battaglia che noi stiamo conducendo in aula può continuare proprio perché non influirà, se non positivamente rispetto alla discussione e alle sorti della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghi, Capigruppo della maggioranza, suvvia, ritirate questo emendamento! Questo emendamento, certamente, porterà nelle vostre tasche qualche soldino in più, ma badate che la vostra decisione non vi consentirà la vostra rielezione. Mediate su questo fatto: con vista molto miope vi riempite la saccoccia, ma non rischiate, nei confronti dell'elettorato, di avere un discredito che porterà a non essere rieletti? Vedete, il vostro atteggiamento, che è un atteggiamento notturno nella metafora ma diurno perché siete arrivati alle 10 del mattino, è notturno perché c'é modo e modo di considerare l'Istituzione. Con questo emendamento cosa avete fatto? Avete immaginato che nell'Istituzione ci sia il malloppo avete avuto la mentalità di entrare nell'Istituzione nella quale pu esserci un malloppo. Cos'é il malloppo in questa visione degradante dell'Istituzione? Il malloppo è la possibilità, da parte del Consiglio di aumentarsi gli stipendi.
Una concezione di questo genere per cui vado in un luogo dove posso individuare il malloppo, vi ha portato, in modo molto miope, a cercare di fare un blitz. Il blitz è anche una parola nobile, il blitz è una organizzazione di un'azione che si propone un obiettivo e che viene, per il conseguimento dello stesso, realizzata con certe modalità tipiche del blitz: la sorpresa, i tempi, la rapidità.
Il blitz è anche una parola di significato nobile. Voi non siete stati neppure in grado di portare a termine un blitz. Un blitz lo si fa, portate a casa il malloppo che avete inventato e siete tutti contenti: neppure questa capacità avete avuto. Per fare un blitz ci vogliono delle capacità voi neppure queste avete dimostrato di avere perché alla fine vi siete slogati la mano o la bomba vi è scoppiata tra le mani, siete rimasti a metà strada. Avete dimostrato di essere sprovveduti, incapaci, pasticcioni: il malloppo lo volete, ma non l'avete portato a casa.
Vedete, non è decente agire in questo modo, nel rispetto delle Istituzioni, che non è il luogo in cui ci sono dei malloppi da prendere o da inventare. Il malloppo in questo caso è proprio l'idea che si possa fare una cosa che genera una possibilità economica che sta nelle nostre possibilità e nei nostri poteri, ma proprio per questo dovrebbe essere usata assolutamente in modo parsimonioso e sempre nell'interesse pubblico.
Sfido chiunque a dimostrare che questa vostra decisione corrisponda ad un qualche interesse pubblico, che i contribuenti della Regione Piemonte abbiano qualche interesse a spendere dei loro soldi per aumentare delle indennità che ritengo siano del tutto congrue.
Invito i Consiglieri Capigruppo della maggioranza a ritirare immediatamente questo emendamento, a ritirare anche il successivo e a sedersi tranquillamente al lavoro già ricchi dello status del Consigliere di cui tutti oggi noi disponiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mercurio; ne ha facoltà.



MERCURIO Domenico

Brevemente per chiarire, dal punto di vista tecnico, il problema posto dal Consigliere Ronzani. Ritengo che non aver convocato la I Commissione appena presentato gli emendamenti non abbia dato vita a nessuna invalidità della legge che stiamo discutendo. La legge era, e rimane, valida fermo restando che sarebbe stata priva di effetti se, ripeto se, non ci fosse stato il parere della I Commissione. Tutto il ragionamento si basa non sulla validità o l'invalidità della legge. Il Presidente ieri mattina non ha fatto altro che il suo dovere, ma si discute sulla produzione di effetti che la legge medesima avrebbe o non avrebbe prodotto.
Altro discorso riguarda il fatto che la formazione della legge, per quanto riguarda la norma finanziaria, viene fuori da una volontà che coinvolge da una parte il Consiglio e dall'altra la Giunta. Nel senso che trattandosi dell'assestamento di bilancio, essendo i tre emendamenti in questione legati alla variazione di bilancio era ed è la Giunta che deve esprimere un suo parere. Parere che ieri sera ha dato nella I Commissione dove sono stati individuati gli UPB in cui la spesa trova capienza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Avevo già chiesto, nella giornata di ieri, che venissero ritirati gli emendamenti al di là del fatto che il primo sia già passato che riguardava il raddoppio del fondo di fine rapporto. L'emendamento in questione riguarda, invece, l'adeguamento percentuale di venti punti. Prima con la collaborazione del Capogruppo Cattaneo abbiamo provato a fare il calcolo di quanto incide tutto il costo complessivo. Considerando quello sui gettoni a seguire, parliamo solo di 2.116.800 euro l'anno, su una media di 30 presenze; il 20%, fra Consiglieri effettivi (cioè ex novi) ed ex Consiglieri (si parla di vitalizio), e siamo sui 2.200.000 euro. Se, poi arriviamo al fine mandato, sono 2.500.000 euro, per un totale annuo di 6.800.000 euro. Sono solo un terzo del buono scuola.
Ecco perché bisogna anche capire quali sono le cifre.
Quando ho avuto occasione di parlare con altri colleghi, in maniera informale, di questo tormentone che ci segue da più di un anno - aumenti si è discusso su cosa potesse essere.
Per quanto mi riguarda, non lo condivido, ma ritengo possa essere comprensibile, se non fosse stato presentato nei termini in cui è stato presentato l'altra mattina, in assenza dell'opposizione, quasi da vergognarsi, perché...



(Commenti del Consigliere Cattaneo)



PLACIDO Roberto

Caro Cattaneo, parli con uno che ritiene di essere fra gli assidui frequentatori ed anche puntuale, tant'è che ti voglio ricordarti la presenza di un club (il cui nome non lo voglio ripetere, ma a Torino non è certamente un complimento), che vede come Presidente effettivo e onorario il collega Gallarini! In questo momento, siamo privati della presenza di un autorevole membro del club! Se si ha il coraggio di presentare un provvedimento del genere, si pu condividere o meno, però - Presidente del Consiglio e colleghi - si sceglie la strada maestra e non lo si fa alla chetichella, di prima mattina o nel cuore della notte. Non è proprio possibile! Personalmente, mi sono dilettato nel cercare di capire a quanto ammontino questi aumenti; il costo annuo è di euro 6.800.000 (euro più euro meno), ma ciò che continua a sorprendermi è il modo in cui si è arrivati a proporre i tre emendamenti.
Non condivido gli aumenti nel merito (in questo caso, neanche nel metodo); continuo ad essere contrario, anche se il metodo scelto fosse stato corretto, perché alcune proposte possono non essere condivisibili, ma comprensibili in un panorama nazionale.
Voterei comunque contro, come rispetto ai colleghi della maggioranza e anche a quelli dell'opposizione - se non vogliamo essere ipocriti - che condividono la necessità di arrivare a un adeguamento. Un conto, però, è parlare chiaramente e percorrere la strada maestra, individuando anche chi è d'accordo e chi non lo è; un altro è presentare un emendamento di prima mattina, all'alba, cercando di fare furbate, senza rispettare le regole tanto è vero che si è dovuta riunire nuovamente la Commissione bilancio.
La cosa peggiore, per quanto mi riguarda, non è il non aver rispettato la Commissione bilancio, ma l'aver pensato di far passare un emendamento di questo genere, in assenza dell'opposizione.
Ecco perché sono contrario all'emendamento e mi auguro non passi, anzi spero che la maggioranza lo ritiri. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Mi associo a quanti hanno chiesto il ritiro di questi emendamenti, nelle forme e nei modi che sono individuati, perch come sappiamo - un emendamento è già stato votato, quindi occorrerà trovare il modo di superare questo passaggio in maniera corretta.
Insisto, insieme ai colleghi, sul ritiro degli emendamenti, per un motivo di forma e uno di sostanza. Tra l'altro, questi due elementi - la forma e la sostanza - li ritroveremo anche nella discussione dell'assestamento (ad esempio, la forma e la sostanza che stanno alla base della manovra effettuata per reperire i fondi necessari al finanziamento dei buoni scuola).
Forma e sostanza, perché? La forma, perché - come è stato detto - si è svolta una votazione mattutina, ed è la prima volta, nella storia del Consiglio regionale, che avvenga una votazione alle 10 e 3 minuti. La prassi avrebbe richiesto che gli emendamenti venissero valutati dall'apposita Commissione (la I Commissione) prima di essere posti in votazione. Quanto ha affermato il collega Mercurio, non è motivo di giustificazione, pertanto, la forma attraverso la quale si è arrivati a questa discussione è una forma che non ha assicurato la presenza di quelle garanzie per l'aula, tali da arrivare ad una votazione garante della presenza delle opposizioni. Così è stato.
Vi è poi, un punto di sostanza (cerco di non dimenticare mai la sostanza): come è stato sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto e da quelli che mi seguiranno, la sostanza è che, con questi emendamenti introduciamo un aumento di spesa che incide nel bilancio della nostra Regione.
E' utile ricordare che si vanno a utilizzare dei fondi pubblici forniti da tutti i cittadini piemontesi, per una sostanza che va a incrementare il guadagno di una sola parte della cittadinanza, peraltro molto ristretta.
Certo, questo non è stato l'unico atto della maggioranza caratterizzato da questo tipo di comportamento e di scelte. Ho già citato i buoni scuola, perché ritengo che anche i buoni scuola si configurino in questa direzione: risorse pubbliche utilizzate a vantaggio di un ristretto gruppo di cittadini.
Sempre riguardo alla sostanza, occorre considerare che, come è stato detto in sede di discussione sul bilancio del Consiglio, parte delle risorse che erano state risparmiate e messe a disposizione per il prossimo futuro, avrebbero dovuto servire per l'acquisizione dello stabile sito in via dell'Arsenale.
Ho dei seri dubbi che con questa manovra sulle indennità dei Consiglieri regionali si corra il rischio di non avere più fondi disponibili per quanto riguarda l'acquisizione dello stabile in Via dell'Arsenale, che pure era un obiettivo primario, secondo quanto è stato affermato, dello stesso Consiglio.
Infine chiudo sul fatto che comunque e sempre la sostanza ci richiama al discorso globale per cui noi andiamo ad affrontare un provvedimento di questo genere in una situazione del Piemonte caratterizzata da gravissimi problemi e temiamo - lo continuiamo a ripetere - che problemi anche più gravi potrebbero esserci nel prossimo futuro. In questa situazione grave noi andiamo a fare queste scelte dissennate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Presidente, penso che lei sia stato chiamato in causa dall'intervento del collega Ronzani perché c'è stato un comportamento difforme tra chi l'ha sostituita ieri mattina in quella seduta squallidissima in cui è stato approvato il primo emendamento e il comportamento che invece ha sostenuto lei nel momento in cui ha detto: "Si rimanda l'emendamento alla I Commissione".
Il collega Ronzani chiede conto di questo comportamento difforme da parte di due membri autorevoli dell'Ufficio di Presidenza, e bisogna che di questo voi ne rendiate conto pubblicamente in assemblea.
Io le chiedo un'altra cosa, la chiedo a lei e la chiedo a tutta l'assemblea; l'ho già chiesta l'altro giorno al collega Gallarini in un momento di sospensione dei lavori, mentre ci dicevamo: "Per che cosa sarà ricordata questa legislatura in Regione Piemonte? Per che cosa sarà ricordata?". Sarà ricordata per il disastro della FIAT; sarà ricordata per l'introduzione dell'aumento dell'addizionale IRPEF fino al massimo consentito per sanare il deficit di bilancio della Regione Piemonte; sarà ricordata per lo scandalo di Odasso, per lo scandalo di Di Summa, per la vicenda dell'Assessore al legale; sarà ricordata per quest'altra schifezza, che fa sì che qualcuno possa pensare se siamo vicini al momento dello scioglimento, della fine di tutto quanto, e in questo cupio dissolvi viene fuori il desiderio di fare un po' come si faceva quando stava per finire l'Impero: prendi i soldi e scappa.
Non lo so, Presidente, io penso che ci possa essere un altro modo. Noi anche a costo di creare una polemica piuttosto vivace nella nostra coalizione, nel centrosinistra, abbiamo avuto il coraggio di presentare una proposta di riforma della legge elettorale, una proposta di riforma del Regolamento e stiamo lavorando su quella che è la nostra proposta di Statuto. Ecco, noi potremmo essere ricordati perché siamo capaci di consegnare alla prossima legislatura un qualche cosa che sia capace di dare dignità a quest'aula.
Abbiamo un problema reale. L'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale ha creato una diminutio in generale di quello che doveva essere il nostro Parlamento subalpino, ed è un fatto reale. La quantità e la qualità delle leggi che vengono prodotte da questo Consiglio è veramente deficitaria, e se in qualche modo fosse giusto essere pagati in proporzione a quanto si rende, debbo dire che, se si esaminano le varie legislature che si sono succedute e si confrontano con l'attuale, non di aumento noi dovremmo avere il coraggio di parlare, non di aumento.
Dopodiché - lo dico apertamente - confrontandoci con quello che c'è nel panorama nazionale, noi possiamo pensare seriamente ad un adeguamento, ma alla luce del sole, con una proposta ad hoc concordata seriamente, non con questo sotterfugio veramente di bassissima lega. Scusate, non è un gioco di parole sulla vicenda dell'Assessore al legale: è veramente un episodio di bassissima lega, questa vicenda così come viene presentata.
Facciamo le cose in modo serio, in modo assolutamente diverso.
Veramente vogliamo essere ricordati come "quelli" di "quella" legislatura? Perché guardate che alla fine qualcuno si incaricherà di fare la storia, e noi che cosa lasciamo? Lasciamo il fatto che, per aumentare lo stipendio dei Consiglieri regionali, andiamo a prendere la stessa cifra che abbiamo preso ai poveri cristi che sono andati in Pronto Soccorso e hanno dovuto pagare il ticket per la prestazione. Non lo so.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Ieri pomeriggio il collega Marcenaro aveva fatto una proposta che era stata giudicata almeno meritevole di attenzione da parte di alcuni colleghi della maggioranza, cioè quella di chiedere alla maggioranza di ritirare questi tre emendamenti e approvare, entro la giornata di ieri l'assestamento, il PTO e quello che era all'o.d.g. della seduta di questo Consiglio regionale.
La maggioranza ha rifiutato questa proposta, che noi ritenevamo una proposta seria, che poteva, soprattutto nella giornata di ieri, dare comunque un'immagine di serietà di quest'aula di fronte ai cittadini piemontesi.
Il Governatore di questa Regione non ha detto una parola su questa proposta. Forse avrebbe dovuto, sarebbe stato doveroso da parte del Presidente della Regione dare una risposta; una risposta non soltanto ai colleghi dell'opposizione che avanzavano questa proposta, ma una risposta soprattutto al di fuori di quest'aula, in una giornata come quella di ieri in cui sappiamo che cosa è successo mentre il Consiglio regionale era impegnato a discutere dell'aumento delle indennità, del raddoppio della liquidazione e così via.
Questa è l'immagine che la maggioranza ha dato ieri ai cittadini piemontesi. Forse ieri si poteva chiudere in un altro modo il Consiglio regionale, approvando quello che dovremmo approvare come Consiglio regionale.
Mi pare che questo atteggiamento della maggioranza sia un atteggiamento miope e che, come tale, vada respinto. E' per questo che continuiamo ad opporci a tali emendamenti, a quest'idea da parte della maggioranza di continuare, e ogni sei mesi siamo qui a discutere di questa questione. Lo abbiamo fatto un anno fa, alla vigilia delle ferie; lo abbiamo fatto sei mesi fa, alla vigilia di Natale; lo facciamo oggi nuovamente alla vigilia delle ferie del 2003. Mi pare che questo sia un modo sbagliato per affrontare una questione così delicata.
Credo che i colleghi della maggioranza dovrebbero capire le ragioni della nostra opposizione: io non ho colto le loro, anche perché nessuno della maggioranza ha illustrato questi emendamenti. Sarebbe interessante capire le vostre ragioni; invece, nessuno le ha illustrate. La forma soprattutto all'interno delle istituzioni, è importante, e la sostanza di quello che è stato fatto ieri rimane comunque agli atti di quest'aula. E' un fatto sicuramente grave e non soltanto per le questioni che ha posto il collega Ronzani.
Io penso che il Presidente - mi rivolgo al Presidente del Consiglio Regionale - dovrebbe dare comunque una risposta alle questioni sollevate dal collega Ronzani. Ci sono stati atteggiamenti diversi: quello del Presidente di turno di ieri mattina e il suo che oggi presiede il Consiglio.
Ci dovete dire qual è il metodo giusto. Secondo quello che ha letto il collega Ronzani, l'atteggiamento tenuto dal Presidente Toselli non ha rispettato il Regolamento. Diteci qual è l'atteggiamento giusto: se quello che invocato dal collega Ronzani oppure quello tenuto dal Presidente Toselli.
Poiché in questo caso la forma è una questione di sostanza - ma non solo per quello, anche per il modo con il quale avete presentato questi emendamenti - io credo che sia importante avere delle risposte dopodiché, potremo continuare a discutere del merito.
Ai colleghi della maggioranza chiedo di spiegarci le vostre ragioni, i motivi per cui siamo nuovamente a discutere dell'aumento dell'indennità del raddoppio, ecc. ecc. Spiegateci le vostre ragioni. Noi stiamo cercando di spiegarvi le nostre ragioni: per favore, spiegateci anche le vostre!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Alcuni interventi da parte dei colleghi hanno già tentato di rilanciare una proposta che ieri è stata fatta in quest'aula. Mi compete l'onere di riprenderla, anche perché non ho gradito una serie di polemiche spiacevoli fuori tema che ieri ci sono state da parte di un collega della maggioranza in merito alla nostra proposta.
Noi siamo convinti che quello che state facendo e portando avanti in quest'aula sia sbagliato come metodo e come merito. Siamo convinti che se il blitz o comunque l'operazione, il metodo usato ieri mattina può essere ritenuto corretto da parte di un numero di colleghi di maggioranza, è certamente discutibile rispetto alla persona che presiedeva. La figura del Presidente è la sintesi di una maggioranza e di una minoranza, di un esecutivo e di una sede parlamentare: riteniamo che questa operazione sia stata gestita in modo non idoneo e non consono a quello che avrebbe dovuto essere il suo ruolo. Quindi, sul metodo abbiamo molto da eccepire, ma lo abbiamo già detto.
Nel merito riteniamo che sia sfrontato; poi, dal mio punto di vista è anche qualcosa in più, è peggio - se si può dire - perché a me pare proprio inconcepibile. Infatti, mentre in un Consiglio regionale, in una Giunta accadono le cose grave che stanno accadendo e che non fanno piacere a noi ma credo ancor meno facciano piacere a voi - sono cose gravi contemporaneamente, il massimo della vostra concentrazione e attività è dedicata a pensare a come pigliare i gioielli di famiglia e metterli nelle proprie cassette di sicurezza. E' il massimo! Ripeto: mentre sta capitando ciò che capita in questo Consiglio e in questa Giunta, la massima preoccupazione della maggioranza è quella di trovare un modo per fare ognuno un'ulteriore cassa; l'ognuno, ovviamente, è trasversale, perché poi questa operazione si riverbera su tutti quanti d'accordo o non d'accordo. In pratica, stiamo cercando il modo per alleggerire anche dei gioielli di famiglia quella che è la casa comune che in questo caso è l'Istituzione Regione Piemonte.
Come metodo, come etica, riteniamo che sia profondamente sbagliato.
Dopodiché, Presidente del Consiglio, noi abbiamo avanzato delle osservazioni nel merito, ma le risposte non ci sono ancora pervenute, anche se apprezziamo che ieri lei abbia convocato la I Commissione. Riteniamo che sia stato un passaggio corretto; tuttavia le ricordo che la legge regionale n. 7 del 2001 in materia di legge finanziaria ha previsto un passaggio che imporrebbe di caricare questo tipo di emendamenti su una parte che non è l'assestamento, ma è la finanziaria. E questo non è avvenuto.
Riteniamo che il comma 3 dell'articolo 80 del nostro Regolamento continui ad essere fortemente inevaso e inapplicato in questo contesto. Le rinnoviamo quindi la proposta già avanzata.
La proposta consiste in questo: trovate il coraggio, trovate la sintonia, trovate quello che serve per... Insomma, abbiate il "colpo di reni" per ritirare questi tre emendamenti. Sono emendamenti pesanti, che comportano una spesa di almeno sette milioni di euro in più all'anno, in un contesto nel quale si sta ragionando di tutt'altro perché siamo fortemente in ritardo su tutta una serie di provvedimenti.
Basterebbe citare la FIAT per riassumere una situazione complessa. E' pur vero che c'è la necessità di fare in questa Regione un adeguamento come è avvenuto in altre Regioni. Ma la proposta è stata fatta, chiara e forte: fissiamo dei paletti; rendiamo l'operazione trasparente attestiamoci su una cifra che sia logica e che non abbia queste caratteristiche, con questa molteplicità d'intenti di "arraffamenti" che è veramente vergognosa.
Concludo Presidente. Ripresentiamoci con una proposta seria e trasparente, che abbia dei paletti, in un contesto di modifica istituzionale di cui il nostro Sruppo saprà essere assolutamente responsabile protagonista.



PRESIDENTE

La ringrazio. La posizione io l'avevo già espressa ieri, comunque la esprimo di nuovo oggi. L'emendamento approvato ieri non comportava un impegno immediato, trattandosi di indennità di fine mandato. Ad ogni modo la questione è stata risolta complessivamente, anche con riferimento a questo emendamento, dal parere favorevole della prima Commissione che ha proposto di considerare come spese obbligatorie tutti i capitoli del Consiglio regionale.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Con questa proposta della maggioranza si incide sul livello della remunerazione di un Consigliere Regionale con una crescita che si avvicina ad un terzo, siamo circa al 30%.
Non esiste nessun contratto, categoria o adeguamento salariale nella storia che porti a questo tipo di aumento, cioè dal 65% si passa all'85 con un incremento - ripeto - vicino ad un terzo.
Al di là della necessità di adeguare i nostri emolumenti, farlo in questa forma assume il carattere della provocazione, oppure - come è stato anche detto all'esterno - poteva esserci una diversa graduazione. Invece l'adeguamento, che poteva pesare per il 3% o per il 7%, è, invece di circa il 30%, ben un terzo.
Io penso che qualsiasi persona esterna ragionevole non possa accettare tranquillamente una scelta di questo tipo.
Nella storia delle Regioni, nel momento in cui presero vita, quindi nel 1970, anche nella società esterna si dibatté il tema del riconoscimento economico della nuova figura, che non era il Consigliere Comunale e Provinciale, ma che portava con sé un potere legislativo.
Ci furono molti dibattiti sul tema. In Emilia Romagna, in una fase particolare di una spinta un po' "operistica" di quel periodo, si fece riferimento al quarto livello del contratto dei metalmeccanici.
Successivamente si adeguò l'emolumento dei consiglieri regionali e si pens di trovare un rapporto con l'attività dei parlamentari che oggi (giusto o sbagliato che sia) è più intensa della nostra. Infatti alla camera dei Deputati e Senato della Repubblica le sedute di aula sono convocate normalmente il martedì, il mercoledì ed il giovedì e sono sistematicamente sedute antimeridiane e pomeridiane, e talvolta anche serali; inoltre vi sono anche le sedute delle Commissioni. Quindi, il calendario di un Parlamentare comune, che voglia partecipare alle sedute, è abbastanza pieno, e non credo che noi raggiungiamo quel livello di intensità e di lavoro.
Può essere anche ragionevole che, in una serie di progressioni, noi arriviamo ad una sovrapposizione con i Parlamentari. Intanto per bisognerebbe fare questa operazione graduale, a fronte di un processo di costituzione del Senato delle Regioni, o Camera delle autonomie.
E' ormai della legislatura iniziata nel 1994 che in Parlamento si parla della riduzione del numero dei Parlamentari, in un quadro di assestamento in cui è irrobustito ed innervato il federalismo. Occorre presentare alla comunità un processo che, da una parte, cambia la natura del nostro modo di essere, e dall'altra cerca di recuperare dignità e ruolo al consigliere regionale, anche con il riconoscimento economico.
Nella nostra Regione invece avviene tutto a freddo, con un aumento di quasi il 30%; è un po' come se un operaio, che guadagna 2.000.000 di vecchie lire al mese, chiedesse un aumento di circa 650.000 lire. Si direbbe che l'Italia va allo sfascio, la Confindustria sarebbe scandalizzata, ci sarebbe una denuncia da parte dei media, tutti più o meno allineati.
Voi fate un'operazione a freddo, senza raccordarla ad un processo di cambiamento nel rapporto nazionale. Fate un'operazione che non avviene in nessuna parte del mondo. Ripeto, se un aumento del 30% se lo facessero agli operai si direbbe che sarebbe lo sconquasso dell'economia, se lo facessero i manager si direbbe che sarebbero degli irresponsabili, se lo facesse all'alta burocrazia si direbbe che sarebbe uno sfascio. Invece i Consiglieri Regionali si aumentano lo stipendio del 30%, così a freddo oltre tutto nel contesto nel quale stiamo vivendo. Ma questo è un problema della maggioranza, che non ha la capacità di capire il contesto nel quale vive il paese.
Il fatto grave dunque è che qui si porta a casa il 30% di aumento sugli emolumenti; è un fatto incredibile, strano, non so come altrimenti definirlo. Se fosse fatto dagli altri nella società sarebbe insopportabile per noi deve essere tranquillamente accettato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Noi voteremo contro questo emendamento, senza se e senza ma, perch riteniamo assolutamente sbagliato il metodo e il merito con cui questo emendamento è stato proposto.
Il metodo, quello noto di ieri mattina, è che se non fosse stato per la presenza in aula del nostro gruppo, e successivamente anche del resto dell'opposizione, sarebbe, senza colpo ferire, passato tra le ore 10 e le ore 10,30, in un'inusitata sveglia mattutina della maggioranza, per la prima volta nella storia della legislatura. Nello stesso tempo siamo contrari al merito.
Noi non abbiamo mai pensato in modo demagogico che questo sia un argomento di cui non bisogna, in assoluto, parlare.
Noi siamo una forza politica, non solo un gruppo consiliare, che ha sempre pensato che la politica abbia anche dei costi; se non li ha trasparenti e alla luce del sole, come è avvenuto in momenti tristi di questa Repubblica, alcuni politici hanno trovato il modo di finanziarsi in modo diverso.
Detto questo, tra questa presa di posizione (rispetto ad una presa di posizione comunque demagogica) e l'intervenire sulle indennità in questi modi, in queste percentuali, con questa incapacità di sapere commisurare le proprie proposte alla realtà della società all'interno della nostra Regione e del nostro Paese, facendo della politica e costruendo attorno alla politica la struttura di una casta privilegiata, "mandarina", lontana dai problemi della gente e dalla vita quotidiana, c'è una bella differenza.
Se volevate realizzare l'idea di una casta "mandarina", lontana dalla gente, dalla vita quotidiana, che non riesce più a percepire in pieno i propri compiti di rappresentanza, senza più la coscienza del limite, con un provvedimento che ha questo metodo e questo merito siete riusciti compiutamente a farlo.
Noi ieri vi abbiamo avanzato una proposta, e l'abbiamo avanzata in un momento drammatico per la maggioranza, ma per l'istituzione stessa, quello in cui si veniva a conoscenza, sulla base dell'annuncio in aula dell'arresto dell'Assessore Brigandì, e della successiva comunicazione del Presidente.
Vi abbiamo avanzato la proposta di tentare di mantenere al più alto livello possibile la credibilità dell'istituzione e della politica in una sua concezione alta, rinunciando a questi emendamenti, sia a quello già passato, sia a quello che vi apprestate a votare, ripristinando il testo dell'assestamento della legge finanziaria così com'era, impegnandoci anche ad un voto e ad una discussione, la più rapida possibile, fatto salvo il voto diverso - noi abbiamo votato e voteremo contro questi provvedimenti nell'interesse della Regione in un momento grave, pensando prima alla finanziaria che all'indennità.
Il fatto che su questo la risposta sia negativa ci pare un elemento estremamente grave, un elemento che segna una distanza grande, soprattutto in un momento particolare e grave nella storia della nostra Regione.
Crediamo che anche questo sia un segnale ulteriore, un segnale particolare di una maggioranza, che è tale solo nei numeri, ma non lo è più nella capacità programmatica e politica. Quando si è ormai una maggioranza sui numeri e si sopravvive a se stessi si diventa un problema per se stessi e per l'istituzione che si rappresenta, non si riescono più a vedere le priorità della politica e diventano priorità della politica cose che allontanano i cittadini dalla politica.
Questa è la situazione che hanno conosciuto i regimi e le maggioranze che finivano, le epoche che cadevano (dall'Impero Romano di Occidente in poi). Questa è la situazione quando non si capiscono più le priorità e l'interesse, che non è l'interesse generale di tutti, diventa prevalente e si sovrappone a quello.
Vi chiedo di meditare su questo punto, che non costituisce solo un fatto grave per il momento in cui lo discutiamo e lo votiamo, ma è un fatto grave in sé, che la dice lunga sulla vostra impossibilità a governare ancora alcunché.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Evidentemente voteremo contro questo emendamento, lo abbiamo già detto negli interventi svolti.
Quanto ha detto la Consigliera Manica rispetto alla situazione di caduta dell'Impero in cui sembra di trovarci non deve portare a considerare la fase precedente simile all'Impero, non ha nulla di nobile come è stata la lunga fase, è solo la fase fatiscente. Non c'è alcun paragone rispetto alla fase precedente, che non ha certamente brillato in questi otto anni di governo del centrodestra. Effettivamente, oggi, abbiamo una serie di segnali anche di disfacimento abbastanza evidente e, difficilmente, credo che riusciremo a vederne un'inversione nel prossimo periodo. Per certi versi, è anche di buon auspicio, può darsi che segni il passaggio ad una nuova fase, nella quale ci impegneremo a far sì che sia diverso cancellando quella che, sicuramente, è stata un'esperienza non positiva per la nostra Regione o, per lo meno, gli effetti negativi che questa fase ha portato.
Credo che all'interno di questo ci sia anche l'accanimento, che abbiamo conosciuto nell'arco di questo periodo, rispetto al problema delle indennità e dello status dei Consiglieri. Ritengo che nella legittima aspirazione di sentirsi parlamentari e in qualche modo parte di una istituzione che cresce e che aumenta il proprio ruolo in un processo, che non abbiamo mai condiviso, indubbiamente, avviatosi, in cui le Regioni hanno un forte ruolo, di federalismo vero e proprio, ci sia una sfasatura evidente con la concretezza del funzionamento di quest'Aula, che mi pare non riesca mai ad essere realmente struttura di Parlamento vero e proprio capace di svolgere un ruolo diverso.
Non dimentichiamo che tre anni fa avevamo cominciato a tambur battente con l'idea di redigere un nuovo Statuto per questa Regione, che si è perso nelle nebbie e credo che difficilmente troverà una sua conclusione nella Legislatura. Questi anni di Consiglio sono stati tali da far sì che questa Regione non sia riuscita a produrre nessun atto serio e importante di programmazione, anche il Piano sanitario non c'è ancora e chissà quando ci sarà.
Come sappiamo, il Piano sanitario è l'atto fondamentale per la gestione della sanità, è il compito più forte e grande, eppure, questo Consiglio regionale non è riuscito a redigere questo atto di governo della sanità che sarebbe stato fondamentale, così come tanti altri atti. E' riuscito a fare piccole leggine, le leggine sugli oratori e sul buono scuola, ma nessun atto significativo.
L'aspirazione a considerarsi parlamentari è stata sistematicamente negata dalla realtà, ben più misera e povera, di una discussione sui provvedimenti totalmente modesta da questo punto di vista.
Anche per questa ragione siamo contrari, non forse per un discorso assoluto di principio, ma perché pensavamo che, prima di chiedere di essere paragonati ai parlamentari, si dovesse dimostrare di essere effettivamente capaci di giocare quel ruolo e di cominciare a giocarlo praticamente; dopo aver dato la prova, lo si poteva rivendicare.
In conclusione, è un po' come il passaggio di categoria dei metalmeccanici, che è successivo allo svolgimento dell'attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, ho facoltà, ma anche difficoltà ad intervenire per dichiarazione di voto su un emendamento che sconta tutti i difetti di un emendamento presentato in modo volante, per realizzare un'operazione d'Aula perfettamente legittima in termini formali, particolarmente grave in termini politici, che, in realtà, dissesta la disciplina delle nostre indennità molto più di quanto non adegui a parametri in uso e in vigore in altre Regioni italiane, in maniera convergente governate da maggioranze sia di centrodestra che di centrosinistra.
Ho l'impressione che l'esame di un provvedimento di adeguamento e di rivisitazione complessiva dell'indennità dei Consiglieri regionali sia urgente non solo nel senso dell'adeguamento in alto dell'indennità base, ma anche nel senso di una ripulitura di una serie di indennità forfetarie che, oggi, risultano essere rimborsi spese e sono a tutti gli effetti indennità di carica.
Ho l'impressione che quest'opera, sicuramente urgente e da fare in una e nell'altra direzione della disciplina delle nostre indennità, meriti un provvedimento e un approfondimento di diversa natura in un clima istituzionale anche diverso da quello che stiamo affrontando in queste ore con la disponibilità politica da parte di tutti i Gruppi, al di là della famelicità di alcuni o delle ipocrisie di altri, per affrontare un problema che è a tutti gli effetti sul nostro tavolo.
Mi sento di condividere la proposta che su questo punto aveva formulato, nella giornata di ieri, il Consigliere Marcenaro, ritenendo che se si concludesse questa fase di discussione con un licenziamento rapido dei provvedimenti che abbiamo all'o.d.g. e con un mandato esplicito e politicamente impegnativo per tutti i Gruppi consiliari e l'Ufficio di Presidenza di predisporre un testo base per un esame approfondito ma tempestivo del provvedimento stesso fra settembre e ottobre, o comunque prima dell'apertura della sessione di bilancio, si potrebbe evidentemente procedere da una parte a svelenire un clima tanto confuso quanto avvelenato, dall'altra a creare le condizioni affinché il provvedimento di rivisitazione complessiva dell'indennità dei Consiglieri regionali possa essere adottato in un clima diverso, con forme diverse e con un approfondimento diverso.
Non so se sia il caso di chiedere in questa fase, prima del voto di questo emendamento, che comunque pregiudicherà l'andamento della nostra discussione, una breve sospensione al fine di verificare, con tutti i Gruppi consiliari, la disponibilità su una proposta di questo genere.
possibile che questa disponibilità associ pochi Gruppi di opposizione e neppure l'intera opposizione, oppure è possibile che una proposta di questo tipo possa incontrare una qualche convergenza anche in alcuni Gruppi o in alcuni Consiglieri di maggioranza.
Suggerirei anche alla Presidenza e non solo alla maggioranza la prudenza di sospendere i nostri lavori e di riunire brevemente la Conferenza dei Capigruppo (ovviamente su una proposta di questo tipo e non su altro) per acquisire i dati necessari per capire se è politicamente percorribile oppure no, perché una proposta di questo tipo potrebbe, ad esempio, rivelarsi politicamente impercorribile anche sul fronte dell'opposizione.
Sarebbe molto prudente anche per la Presidenza e non solo per la maggioranza sperimentare la percorribilità di questo percorso, anche perché, com'è abbastanza ovvio, è una materia che questi emendamenti inevitabilmente dissestano. Nessuna persona ragionevole, a mio giudizio potrebbe immaginare che la nostra indennità possa anche solo essere tecnicamente costituita da una serie di norme che si rintracciano in tre o quattro leggi diverse appurate dal Consiglio regionale.
Quindi è sicuramente materia su cui, per una serie di ragioni, dovremo ritornare. Forse, sarebbe il caso di sospendere la discussione di questo punto, accordarci in maniera impegnativa per una discussione più serena dopo le vacanze (ma prima dell'inizio della sessione di bilancio) e, di lì in poi, proseguire da una parte in questa fase con il licenziamento rapido dei provvedimenti che abbiamo in discussione, dall'altra parte con un rinvio tecnico ma anche politico a tempi e a forme di discussioni migliori di una proposta di rivisitazione e di adeguamento dell'indennità dei Consiglieri regionali.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Presidente, potrei dire una cosa soltanto all'aula: vergogna! Vergogna, perché questo provvedimento, fatti tutti i conti, inciderà nel solo anno 2004 per 4.879.610, 95 euro (oltre 9 miliardi di vecchie lire).
La cosa più vergognosa è che senza copertura finanziaria voi incrementate, per il solo 2003, il bilancio di questa Regione di altri 1.900.486,67 euro, compresi gli anticipi dei gettoni di presenza, che sto dando come scontato per l'approvazione vista l'arroganza, la protervia e qualche errore di troppo - faccio anche autocritica - dalle opposizioni che hanno sottovalutato il cinismo con il quale questa maggioranza ha affrontato il problema degli aumenti.
La vicenda Brigandì, come la foglia di fico su cui impostare un'operazione a città chiusa. La città è chiusa per ferie. Il ragionamento è semplice: quanti sono i lettori dei giornali? Solo il 10%. Poi ci sono le vacanze, pochi leggono, la città è vuota. Lo scandalo Brigandì occuperà le testate dei giornali, ma poco si parlerà di una vergogna come questa. Non ci sono i cassaintegrati fuori e nemmeno le masse che chiedono di rendere conto di come noi utilizziamo un'indennità lorda che è pari a 21.249.995 di vecchie lire come indennità parlamentare, e che vogliamo portare alla modica cifra di 9.328.461 euro. A questa cifra, si aggiungono tutte le altre vergogne che riguardano l'assetto della nostra busta paga.
Siamo beneficiari di 36.000 chilometri all'anno a tariffa ACI. Inoltre siamo beneficiari di un'indennità di rimborso chilometrico a seconda del campanile dal quale noi inseriamo e definiamo il nostro domicilio (e non la residenza). Io ho chiesto al comune di Formazza - mi auguro che mi autorizzi - di poter allocare il mio domicilio presso la Casa Municipale: sono la bellezza di 120 milioni all'anno di vecchie lire, che gentilmente girerò al Sindaco di Formazza.
Ho mandato la lettera al Presidente del Consiglio regionale per informarlo di questo atto e mi auguro che lo stesso giri la mia richiesta per tentato illecito alla Procura della Repubblica.
L'unica cosa che mi sento di fare, in segno di disprezzo anche nei confronti di questo provvedimento, è abbandonare l'aula. Non conosco altre strade, anche perché il nostro "no" è scontato.
Il mio "no" è forte, ma credo che questa vicenda non finisca qui; sono molto amareggiato.
Per questa e per altre ragioni, valuterò la possibilità di dimettermi anche da Consigliere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

E' sempre complicato discutere di questi argomenti senza affrontare la sostanza che c'è alla base del provvedimento che stiamo per assumere. E' sempre difficile parlare della valutazione di un intervento, di un'attività, come bene o male tutti noi ci siamo lanciati a fare in questo percorso, in quanto la valutazione è una metodica complicata, che si deve assoggettare ad alcune regole fondamentali, quale ad esempio quella di stabilire quali sono gli indicatori.
Per quanto riguarda il nostro lavoro, è difficile stabilire se come indicatore prendiamo - questo discorso lo avevamo già affrontato altre volte - semplicemente il numero dei provvedimenti approvati, dei provvedimenti licenziati, il numero delle sedute a cui un Consigliere partecipa, senza poi guardare la sostanza di quei provvedimenti, in quanto vi possono essere dei provvedimenti che vengono osteggiati da una parte (è chiaro che praticamente quasi tutti i provvedimenti sono predisposti dalla maggioranza e quasi tutti quelli che arrivano alla votazione hanno di base l'opposizione della minoranza).
Quindi io non mi lancerò in un discorso sulla valutazione di quanto pu essere stimato il nostro ruolo. Penso che in questo momento dovremmo piuttosto rifarci ad una considerazione d'ordine generale, che inserisce il nostro lavoro in quella che è la situazione globale della nostra Regione.
In questo senso sappiamo che la Regione Piemonte sta attraversando un momento di crisi e avrebbe bisogno, come segnale forte, non di una scelta di aumento per quanto riguarda le indennità dei Consiglieri regionali, ma piuttosto bisogno di un segnale che andasse in un altro senso, un segnale di responsabilità da parte dei Consiglieri regionali, che scelgono di non affrontare questo tipo di discussioni.
Questo va anche a giustificare e sostenere un altro tipo di risanamento, nel senso che non sono assolutamente convinto che un'eventuale equiparazione o comparazione con quanto fatto da altre Regioni potrebbe giustificarci dall'assumere delle decisioni per equiparare ed in fondo aumentare i nostri emolumenti.
Credo che in ogni Regione, ogni Consiglio sia libero di fare le proprie valutazioni e di scegliere la strada che ritiene opportuna e corretta. In base a queste considerazioni, anche se in altri Consigli sono state seguite delle strade diverse, penso che, nonostante quest'affermazione, noi dovremmo comunque avere la sensibilità, in questo momento, stante la situazione che stiamo vivendo nella nostra Regione, di compiere consapevolmente la scelta di accantonare questa proposta e quindi di ritirare questi emendamenti.
Ritengo che questa dovrebbe essere la scelta fondamentale, principale più importante da fare in questo momento, e pertanto voterò chiaramente contro l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Intervengo per esprimere la contrarietà a quest'emendamento. I colleghi che mi hanno preceduto, ma anche negli interventi di ieri abbiamo avuto l'occasione di motivare la contrarietà nel merito; tuttavia, con quest'intervento voglio esprimere in modo particolare anche una contrarietà rispetto alla modalità e alla collocazione di questa proposta della maggioranza.
Obiettivamente c'è un problema che abbiamo rilevato; io lo riprendo perché credo che in qualche maniera questo dibattito rischi di dimenticare che stiamo discutendo dell'assestamento di bilancio e di quanto è collegato alla finanziaria.
Una manovra ha consentito, per com'è stata impostata, l'operazione di finanziamento della legge sul buono scuola attraverso una riduzione degli investimenti per gli anni successivi. La motivazione che è stata data per quest'operazione, cioè l'utilizzo degli investimenti, è che sostanzialmente mancano delle risorse sulle spese correnti per il finanziamento della legge sul buono scuola.
E' stata questa la motivazione: si rinuncia agli investimenti perch mancano le spese correnti e quindi si finanzia la legge sul buono scuola con la rata degli ammortamenti. Questa spiegazione si sta rivelando, con questa proposta che è stata fatta, una spiegazione che non tiene, perch contemporaneamente vengono indicate le risorse per fare quest'operazione di finanziamento di questa proposta dell'aumento dell'indennità.
E' evidente che questa è una contraddizione che sta a dimostrare che l'operazione di finanziamento della legge sul buono scuola era anche possibile attraverso le spese correnti - mi pare che la spiegazione sia semplice - cosi com'era anche possibile, è ed ancora possibile, finanziare e mantenere l'impegno per quanto riguarda i trasporti. In questo caso era stato detto: "Si, finanzieremo la 59 per consentire il trasporto degli alunni delle scuole medie superiori (un contributo per le scuole medie superiori)". Questo era l'impegno, e mi pare che le risposte siano state tutte generiche, nel senso che l'Assessore Pichetto Fratin, che avrebbe dovuto assumersi degli impegni, non ha presentato degli emendamenti che consentono di finanziare quella proposta.
Questo io lo ritengo un fatto grave, soprattutto se lo collego al fatto che viene data la precedenza a questa proposta rispetto a quell'impegno di carattere politico e sociale che era stato assunto da tutta la maggioranza.
Faccio notare questa contraddizione; è una contraddizione forte dal punto di vista politico, che per forza di cose, in qualche maniera, se non adesso ma sicuramente in futuro, interrogherà la maggioranza su questa decisione che sta assumendo.
Se c'era uno spazio possibile per finanziare la legge sul buono scuola sulle spese correnti, era quella la strada da seguire, perché era una strada che consentiva di finanziare quella legge non solo per il 2004, ma anche per gli anni successivi, quindi per finanziarla per sempre.
Invece, che cosa fa la Giunta? Finanzia la legge sul buono scuola attraverso investimenti soltanto per il 2004, rinviando il problema agli anni successivi, mentre finanzia questa operazione per sé, per quanto riguarda l'aumento delle indennità.
Faccio notare questo fatto, che mi sembra di una gravità enorme; lo inquadro all'interno della discussione più ampia dell'assestamento del bilancio. Voglio infatti ricordare che stiamo discutendo dell'assestamento del bilancio, non stiamo discutendo di altro! Ho anche dei dubbi che sia possibile finanziare, che sia possibile fare un'operazione di questo tipo all'interno dell'assestamento di bilancio.
Anche le modalità che la Giunta ha seguito, cioè quella di non quantificare, o quantificare, come è stato fatto ieri fino ad un certo punto nella Commissione, di quantificare (ed è stato ricordato da altri Consiglieri che cosa vuol dire questa operazione) e poi ritenere che la quantificazione non sia importante perché è una spesa obbligatoria, conosco bene la legge sulla contabilità, ma in ogni caso questo non assolve al fatto che, dal punto di vista politico, si sceglie una modalità che da la precedenza ad un obiettivo che non era mai stato indicato.
Gli obiettivi di carattere politico indicati, sono sicuramente quello di finanziare la legge sul buono scuola e il trasporto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vergogna! Tre volte vergogna perché un provvedimento di questo genere preso nella situazione economica e sociale della Regione Piemonte, nella situazione finanziare in cui versa l'istituzione regionale e nella condizione di sfacelo e di sbando in cui versa la Giunta, chiede di ripetere per tre volte questa parola.
Il Presidente Ghigo dov'é? Dov' è il Presidente Ghigo in occasione della discussione di questo emendamento? Come al solito non c'é. Sarà a trattare qualche affare in altra sede, sarà a Roma e, guarda caso, si sfila ancora una volta dalla propria maggioranza in un momento che probabilmente considera per lo meno imbarazzante. Noi avremo voluto vedere il Presidente Ghigo presente, assumersi direttamente la responsabilità di sostenere l'emendamento. Magari nella speranza di riuscire a convincere il Presidente Ghigo ad intervenire presso i Presidenti dei Gruppi di maggioranza per ritirare l'emendamento.
Come Gruppi di opposizione abbiamo dato prova di buona volontà in questi giorni, siamo stati disponibili e ci dichiariamo disponibili a valutare un riordino del nostro status. Eravamo e siamo disponibili a valutarlo all'interno delle coordinate di decenza. Le coordinate di decenza sono di evitare squilibri, sperequazioni, pasticci che dentro al nostro status ci sono, ma senza che questo riordino e queste nuove perequazioni comportino un aggravio di spesa. Questa è l'indecenza, che ci sia un aggravio di spesa.
La maggioranza ci ha risposto picche in tutte le sedi ufficiali e ufficiose, abbiamo provato a chiedere alla maggioranza di scrivere un ordine del giorno a seguito dell'approvazione del quale ritiravano gli emendamenti. Continuo ad avere fiducia, altrimenti non parlerei, che queste nostre parole, e tutti i Consiglieri che mi hanno preceduto, siano oggetto di riflessione. Sarebbe un bel colpo se dalla maggioranza venisse una richiesta di una sospensione non per discutere di un futuro che non esiste dal punto di vista dell'incremento delle nostre indennità, ma per riflettere e discutere se non sia veramente giusto ritirare questo emendamento e quello successivo e bocciando l'articolo 3 già emendato.
Ritornare ad una situazione di equilibrio, di rapporti reciproci limpidi e chiari, rinunciando una volta e per tutte a questo secondo tentativo di assalto per impadronirsi del malloppo: sarebbe un atto serio, di certo apprezzato dai Gruppi di opposizione. Una rinuncia che riporterebbe dignità al lavoro di quest'aula.
Non penso che per fare questo occorra altro che accorgesi del rispetto che l'Istituzione deve avere da parte di chi la governa e del rispetto che noi dobbiamo avere del nostro elettorato. Non è solo l'elettorato di sinistra che di fronte ad un provvedimento di questo genere grida vergogna secondo me, è la stragrande maggioranza dell'elettorato, potrei pensare a tutto l'elettorato, anche l'elettorato del centrodestra che non si spiega come mai, in questa situazione, una parte del Consiglio regionale voglia aumentarsi in questo modo tutte le indennità a disposizione. Non è compreso nemmeno dall'elettorato del centrodestra per questo che in questo ultimo appello vi chiedo: riflettete perché vi metterete in tasca un bel malloppo ma forse perderete le elezioni...



(Commenti dai banchi della maggioranza)



CHIEZZI Giuseppe

No, "vi", perché noi non vogliamo, perché siete voi - collega Gallarini che volete! Noi non vogliamo; siete voi che ve li mettete in tasca, noi non lo vogliamo! Dateci ascolto, e non vi metterete in tasca questo malloppo! Il fatto è che non volete darci ascolto! In questo modo, vi volete mettere in tasca il malloppo! Togliete queste mani dalle vostre tasche, ritirate questo emendamento e proseguiamo nella discussione della legge finanziaria. Diamo una legge finanziaria al Piemonte! Questo è l'ultimo appello che faccio. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Mercurio, Rossi O.
Cattaneo e Botta M.: All'articolo 3 del disegno di legge 552 è aggiunto il seguente comma: "L'indennità di presenza dei Consiglieri regionali è fissata in Euro 220 giornaliere".
Sono stati presentati diversi subemendamenti. La procedura prevede l'illustrazione dell'emendamento, quindi l'illustrazione e la discussione dei sub emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo, per questione procedurale.
Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, l'emendamento rubricato n. 3 non è stato illustrato!



PRESIDENTE

Infatti ho detto che l'emendamento dovrà essere illustrato e che poi si passerà all'illustrazione, discussione e votazione dei sub emendamenti.



TAPPARO Giancarlo

In caso di non illustrazione, decade.



PRESIDENTE

I presentatori dell'emendamento rubricato n. 3 vogliono, per cortesia illustrare l'emendamento? Il Consigliere Tapparo ha detto che, in caso di mancata illustrazione l'emendamento decade, ma non credo sia proprio così; non abbiamo, in tal senso, una procedura consolidata. Pregherei di illustrare l'emendamento per consentire di passare ai sub emendamenti.
La parola al Consigliere Cattaneo per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 3.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Il primo firmatario è il collega Mercurio e credo non abbia problemi a farlo illustrare dal sottoscritto.
L'emendamento è chiaro: propone di passare il gettone di presenza a 220 euro, in luogo degli attuali 118-120 euro.
Credo che l'illustrazione sia esauriente, anche perché l'emendamento è scritto in forma chiara.



PRESIDENTE

Passiamo dunque ai subemendamenti.



RONZANI Wilmer

Presidente, la discussione generale sull'emendamento che hanno presentato i colleghi della maggioranza, dovremo pur farla!



PRESIDENTE

No, perché l'emendamento è emendabile, quindi si discutono prima i sub emendamenti.
Subemendamento rubricato n. 19 presentato dai Consiglieri Manica, Muliere Suino, Ronzani, Placido e Marcenaro: Le parole "in euro 220 giornaliere" sono sostituite con "con la paga giornaliera definita dal contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici".
La parola al Consigliere Ronzani, per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Presidente, ho visto che il collega Manolino si diverte, e questo ci fa enormemente piacere.
Un'ora fa il collega Gallarini mi ha distribuito il prospetto relativo alla quantificazione dei costi che comportano i tre emendamenti, due dei quali sono già stati approvati. Questo è, di per sé, significativo del modo in cui è stata condotta la discussione. Oggi pomeriggio abbiamo esaminato i prospetti predisposti dagli Uffici, dopo aver votato alcuni emendamenti.
Abbiamo, cioè, rovesciato la procedura: ieri sera avremmo dovuto quantificare i costi, decidere la copertura e, quindi, votare gli emendamenti.
Questo, Presidente, dà la misura delle forzature con le quali sono stati affrontati i problemi relativi all'approvazione...



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, non vi mancano le opportunità di fare delle riunioni separate. Chiedo maggiore attenzione sull'argomento, anche per rispetto a chi parla e per rispetto al problema. I membri dell'Ufficio di Presidenza, in modo particolare, sono tenuti a un minimo di collaborazione.
Grazie.



RONZANI Wilmer

Abbiamo approvato - dicevo - un emendamento al buio; fatto unico nella storia di questo Consiglio regionale. Abbiamo, cioè, quantificato i costi ex post, cioè dopo: prima abbiamo votato l'emendamento e poi abbiamo chiesto al direttore Montagnin di presentarci i conti. Di solito avviene il contrario! Rilevo, ancora, che la Presidenza di turno di ieri sera avrebbe dovuto segnalarci tale questione, ma, ad ogni buon conto, questo ormai è capitato e resterà scritto nella storia di questo Consiglio regionale.
Sulla base del prospetto che ci hanno fornito gli Uffici, ho fatto i conti. Stiamo discutendo una manovra di assestamento - perché di questo si tratta - abbiamo addirittura affrontato impropriamente una questione quella dell'aumento delle indennità. Anche qui si porrà una questione Presidente, perché la legge sulla contabilità parla dei provvedimenti finanziari come i provvedimenti nei quali è giusto decidere un aumento dei costi e delle spese.
Qui c'è la seconda forzatura: decidiamo di affrontare questa questione utilizzando lo strumento dell'assestamento di bilancio. Ciò detto, la manovra che state discutendo costa dai 18 ai 20 miliardi. E' chiaro questo? Sulla base dei conti che ho fatto con la Dott.ssa Montagnin immaginando la quota dei 6 mesi che ci separano dalla fine del 2003, del 2004 e del 2005, mi sento di dire che l'operazione costa circa 18-20 miliardi.
Non riteniamo scandaloso il fatto che il Consiglio regionale discuta il problema dell'aumento dell'indennità. Abbiamo però invocato un percorso diverso, che presupponeva, attraverso una corresponsabilizzazione dei Gruppi consiliari, di mettere mano ad una riforma degli istituti dell'indennità e del vitalizio, sulla base di un criterio: quello della trasparenza. E non solo. Vi era anche un altro criterio invocato: quello di mettere ordine dentro una materia che deve essere la più chiara possibile non soltanto per noi, ma anche per chi ci ha eletti, in maniera che qualsiasi cittadino piemontese abbia la possibilità di verificare qual è la busta paga di un Consigliere regionale.
A questa nostra proposta molto ragionevole, voi avete reagito imponendo una votazione a tappe forzate di questo emendamento.
Colleghi della maggioranza, questo era già discutibile prima di ieri mattina, avendo noi individuato un percorso più giusto, ma ciò che è capitato ieri mattina è addirittura grave, perché voi non potete prescindere dal contesto nel quale abbiamo discusso e deciso l'aumento dell'indennità. E il contesto è quello che conoscete. Una classe dirigente dovrebbe sapere anteporre l'interesse generale ai propri legittimi interessi particolari. Credo che il voto espresso qualche minuto fa possa difficilmente dimostrare che ai nostri interessi particolari sono stati anteposti quelli sacrosanti dell'istituzione che rappresentiamo.
Oggi, con questo voto, abbiamo contribuito - anzi, avete contribuito a minare la credibilità dell'Ente Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Devo dire che i colleghi della maggioranza si sono proprio superati perché se prima l'incremento era del 30% (quindi, circa uno terzo della retribuzione di un cittadino), per questo aspetto l'aumento, cioè il delta tra 122 e 220, è dell'80%.
Siamo arrivati a livelli incredibili, nel senso che abbiamo una categoria - chiamiamola così, e spero che dopo questo fatto non venga chiamata "casta" - che stabilisce, rispetto all'andamento della vita, del mondo e della società, di aumentare di quasi il 30% i propri emolumenti e dell'80% i gettoni di presenza. Questi sono i dati.
Tra l'altro, i gettoni di presenza sono stati introdotti da non molto tempo, perché prima c'erano solo gli emolumenti, ma poiché qualche volta si verificano delle assenze nelle Commissioni, e così si era pensato ad un meccanismo di penalizzazione che incidesse sugli emolumenti.
Successivamente,c'è stata l'introduzione di una specie di premio alla partecipazione alle Commissioni. Questo premio dapprima aveva una certa entità assai modesta, poi è arrivato ad un livello assai significativo (in questo caso è di 122 Euro circa per ogni seduta). E' stato introdotto il gettone di presenza di 122 euro che - ripeto - rappresentava in qualche modo un premio ad un Consigliere - che aveva già un non marginale emolumento - per il fatto che (bontà sua!) partecipa ad una Commissione.
Quando si è stabilito ciò, sembrava già una cosa significativa, perch per la gente questo significa che, oltre alla base degli emolumenti, ogni Consigliere percepisce 240 mila delle vecchie lire solo per sedere in una Commissione che, talvolta, dura pochi minuti. A volte ha una durata maggiore, ma, ripeto, talvolta dura anche pochi muniti. Se calcolassimo la retribuzione al minuto, probabilmente batteremmo tutti i record mondiali! Oggi, volendoci superare, facciamo un'operazione che porta un aumento secco dell'80% (così come richiesto dalla maggioranza): e se quest'aula fosse aperta alla normale società, essa sarebbe veramente stralunata.
Sommando tale operazione alla richiesta di aumento di quasi il 30% degli emolumenti, francamente non la si può certo considerare un adeguamento perché la motivazione può essere discutibile. Si va secchi: 80%! Si può anche discutere sui valori di adeguamento, ma in questo caso siamo veramente arrivati a ridurre questo consesso e i Consiglieri ad una "casta" (la casta è quella che vive, si scorpora e si estranea da una società e dall'andamento della vita). Non credo che ci sia nessuna categoria, nessun top-manager, nessuna realtà (nemmeno l'Assemblea Regionale Siciliana) in cui si praticano incrementi di emolumenti e dei gettoni di presenza di questo livello.
Colleghi, voi vi confronterete con altri soggetti della società, perch non vivete così isolati! Alcuni sono così virtuosi che, con una vecchia pratica della politica, frequentano assiduamente i tagli di nastri, le inaugurazioni, l'antipasto in un pranzo, il primo piatto in un altro e il secondo in un altro ancora.
Vivete con una società che, magari timidamente, vi chiederà qualcosa perché avrà un rapporto fiduciario con voi. Vi chiederà di spiegare che cosa è successo, e voi dovrete spiegare che, per il fatto di partecipare ad una Commissione, avevate un riconoscimento di 122 euro e ve lo siete aumentato dell'80%! Lo dovrete spiegare! E la risposta sarà che c'è tutta una polemica in corso perché i prezzi della frutta e della verdura sono cresciuti e quindi la reazione del consumatore più povero è quella di ridurre gli acquisti al punto tale che il sistema economico reagisce abbassando poi i prezzi. E noi tranquillamente, in un quadro così, facciamo un amento dell'80%!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Avevo già chiesto la parola per discutere sull'ordine dei lavori, ma possiamo fare un ragionamento anche durante l'intervento sull'emendamento senza nessun tipo di problema.
Dal mio punto di vista - poi valuterà lei, Presidente, come procedere fatta salva la votazione singola, come abbiamo sempre fatto - alcuni di questi emendamenti dovrebbero essere accorpati per analogia, così come è stato fatto in questi tre anni per altri provvedimenti, non ultimo quello del buono scuola, ma non solo.
A titolo di esempio faccio un rilievo: se fossi al suo posto (ma non lo sono), accorperei la discussione degli emendamenti dal n. 19 al n. 25 compreso, perché di fatto sono identici. Si passa dai meccanici ai chimici agli infermieri professionali, però la ratio è la stessa. Faccia una sua valutazione.
Tuttavia desidero svolgere anch'io alcune considerazioni. La prima riguarda la presenza di ex Consiglieri nel Palazzo. Pensavo che, forse erano interessati al PTO di Torino, ma vedo che non ci sono, che sono assenti: forse erano più interessati all'indennità, perché, non appena è stato approvato l'emendamento relativo all'aumento dell'indennità, hanno lasciato il Palazzo o comunque si sono allontanati.
Devo dire che, se la maggioranza - come diceva il Consigliere Tapparo è ingorda e fa questi aumenti, devo però rilevare che una buona parte dell'opposizione, almeno il Gruppo dei DS, condivide il principio. Infatti e sono in buona compagnia anche su questo - l'emendamento n. 18 a mie mani, ma anche molti esaminati prima, prevede un aumento, ed infatti così recita: "le parole 220 sono sostituite con le parole 145".



(Commenti in aula)



CATTANEO Valerio

PRESIDENTE



CATTANEO Valerio

Alcuni emendamenti sono stati ritirati: quelli che erano stati distribuiti prima del ritiro.



CATTANEO Valerio

Presidente, sono stati ritirati, ma sono stati presentati con l'autorevole e rispettosissima firma della collega Giuliana Manica Capogruppo dei Democratici di sinistra, che adesso, contro logica, vuole cercare di recuperare dei centesimi, ma sarebbe quanto meno...



(Commenti in aula)



CATTANEO Valerio

Posso non essere interrotto, Presidente? C'è sempre questo vizio di interrompere i Consiglieri. Io cerco di evitare, ma a volte lo faccio anch'io...



PRESIDENTE

Anch'io cerco di evitarlo, ma questo non avviene.



CATTANEO Valerio

Come dicevo, c'è il tentativo di dire che si tratta di centesimi cercando di smontare una responsabilità politica di condivisione del principio dell'aumento con un aspetto tecnico che è quanto meno puerile.
La somma di 145 centesimi corrisponde comunque ad 1 euro e 45 centesimi, per un principio matematico molto semplice: le parole 220 tra virgolette sono scritte in termini di unità di euro; se vengono sostituite con 145,0 oppure con 145 senza la virgola (sempre tra virgolette) rimane una sostituzione meramente matematica per unità.
Quindi, mi si dica quello che si vuole sotto l'aspetto tecnico, ma non vi è dubbio che è quanto meno puerile correre dietro all'aspetto tecnico per cercare invece di venire meno ad un principio non solo condiviso, ma addirittura sottoscritto dalla Capogruppo dei Democratici di sinistra, la quale, nell'emendamento rubricato al n. 18 prevedeva, a nome del proprio Gruppo, un aumento di 22,3 euro, pari a circa 43.000 lire. Quindi - bene o male - si tratta di un bel 16-17% rispetto all'attuale gettone.
Questo non lo dice il Valerio Cattaneo, Presidente, ma c'è qui un emendamento firmato che mi è stato distribuito dagli uscieri, con gentilezza, in fotocopia rubricato al numero 18 e a mano di tutti i Consiglieri Capigruppo e dei Consiglieri di quest'aula.
Quindi, un po' di coerenza colleghi! Se si condivide il principio confrontiamoci (mi sembra che questo sia l'intendimento).
Noi avevamo fatto una proposta da 220 euro; voi proponete 145: non facciamo il "mercato delle vacche".
Ciò significa che poiché ne condividete il principio, essendo questo un sub-emendamento all'emendamento originario, si può quanto meno discutere.
E' un passo avanti rispetto agli altri due emendamenti.
Adesso sento però dire che è stato ritirato. Probabilmente, nel frattempo, avete cambiato idea, visto la posizione di altri Gruppi dell'opposizione o la piega che prende questo dibattito. Però non vi è dubbio che la condivisione di principio sottoscritta, addirittura depositata e distribuita era qui ed è a mano di tutti noi.
Sulla questione, invece, dell'ordine del giorno che è stata posta da alcuni Consiglieri, ha ragione il collega Chiezzi. Addirittura, in un incontro, era stato detto: "Mah, vedete voi..."; però, questa condivisione... Riprendo l'argomento in un prossimo intervento, così almeno rispetto i termini di tempo.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la sua sollecitazione rispetto agli accorpamenti questo è il corso e quindi lo completo; eventualmente, sospendo la seduta un minuto per valutare con i proponenti se ci sono dei termini di accorpamento accettabili.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Quando il Presidente vorrà, comunicherà il ritiro degli emendamenti.
Comunque, se il Consigliere Cattaneo ritiene quegli emendamenti cosi rilevanti, ha solo da provare a fare una conferenza stampa e a vedere naturalmente, lo spazio che questo problema avrà nei mezzi di informazione perché costituisce sicuramente un fatto estremamente rilevante.
Volevo solo dire una cosa prima di entrare nel merito. Poiché quel gentiluomo del Capogruppo Cattaneo si è permesso di calunniare un uomo della statura di Gigi Rivalta, che stava qua fino a 10 minuti fa, voglio dire che questo è un comportamento da mascalzoni.
Detto questo, vorrei semplicemente aggiungere che lo sviluppo della situazione dopo l'approvazione dell'emendamento avvenuta pochi minuti fa mi pare renda oramai impossibile un dialogo su questo provvedimento. Non ci sono le condizioni e mi pare che le cose siano andate così.
Vorrei solo ricordare questo, signor Presidente, e dico una cosa che non dico oggi per la prima volta. Stiamo discutendo di un istituto, quello del gettone di presenza, che, come molte delle persone più avvedute sanno richiederebbe davvero un intervento e una modificazione. Alcuni di voi quelli che si sono occupati con qualche serietà di questo problema conoscono la situazione attuale; lo dico anche agli uffici, che non hanno naturalmente alcuna responsabilità su tale questione, perché non sono loro che hanno deciso, ma che credo che siano consapevoli del problema collegato. Quando parliamo del gettone di presenza, dobbiamo anche dire che è erogato, per almeno 8 volte, in una forma indipendente dalla presenza per cui viene a comporre organicamente la retribuzione dei Consiglieri.
Si pone dunque un problema che riguarda il fatto che questo non viene sottoposto a normale prelievo fiscale. Si tratta di un problema molto serio, rispetto al quale un Consiglio Regionale che volesse riordinare questa materia e dargli una veste compatibile con le norme generali che riguardano il trattamento delle retribuzioni e dei compensi (il trattamento fiscale dei redditi), avrebbe, come tutti sanno, molte cose sulle quali lavorare.
Tutto ciò, non facendo - appunto - un'operazione alla cieca; il che naturalmente comporta un lavoro diverso da quello degli emendamenti elaborati per portare a casa, con un colpo di mano, un pezzo di ...
Comporta un lavoro di riesame e di analisi della struttura dei compensi e delle indennità nelle sue diverse articolazioni che, così come avviene oggi, è inadeguata e per alcuni aspetti sbagliata. Ciò - ripeto - per responsabilità che sono solo di questo Consiglio e non degli Uffici.
Ci chiediamo come mai parte della retribuzione a tutti gli effetti non sia sottoposta al fisco e si continui ad intervenire in questo modo. Un problema come questo, di cui tutti conoscono l'esistenza, dal momento che tutti, tra l'altro, siamo esposti, a mio parere, ad interventi da parte delle autorità competenti, lo considero una cosa senza alcuna giustificazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per fatto personale.
Mi permetto di auspicare, se possibile, da parte del collega Marcenaro il ritiro della sua espressione.
MARCENARO Pietro (fuori microfono) Quando sarà ritirata l'allusione al Consigliere Rivalta, ritirerò la mia espressione.



PRESIDENTE

Se c'è un'allusione di questo genere, auspico contemporaneamente il ritiro dei due atti che possono aver turbato...



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono disponibile se c'è il ritiro dell'allusione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo, che interviene per fatto personale.



CATTANEO Valerio

Non c'è bisogno di nessun ritiro, non me la prendo, non querelo nessuno, non dico niente, anzi, ringrazio il collega Marcenaro, perch l'insulto che mi ha apostrofato in Aula, detto da lei, è un complimento, lo conserverò forse come la più bella onorificenza, vista la persona che me lo ha propinato, della carriera politica, non so se breve o lunga, che avrò.
E' lei, caro collega Marcenaro, che insulta le persone, non tanto per aver dato a me del mascalzone, categoria alla quale, magari, posso anche appartenere, dal suo punto di vista, indegnamente, ma per aver fatto un nome e un cognome. Io, certamente, non volevo fare allusioni ad alcuno, non ho fatto nomi, a differenza sua, ho usato il plurale, ho usato il verbo "sembrare" e il tempo condizionale. Quindi, chi insulta le persone è lei direttamente, dandomi del mascalzone e, indirettamente, facendo il nome di un galantuomo, lei e non io. E' lei che ha messo in difficoltà quel galantuomo e questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Auspico la conclusione di questo elemento dialettico, avendo il collega Cattaneo dato una sua interpretazione delle considerazioni che avevano dato luogo all'atteggiamento del collega Marcenaro. La Presidenza non può che tornare ad auspicare che la questione costituisca chiarimento e ritiro delle espressioni.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Di fronte al mantenimento del terzo emendamento, che ha determinato anche un lavoro di subemendamento nel cercare di renderlo inefficace verrebbe in mente di suggerire ai Capigruppo della maggioranza di prevedere che si possa erogare l'indennità più volte al giorno, relativamente alla quantificazione delle sedute. Non c'è alcun limite e, allora, se non vi è venuto in mente, ve lo suggerisco, poiché, da parte vostra, mi pare ci sia una mancanza di fantasia. Anzi, già che ci sono, potreste prevedere che per ogni riunione si preveda il viaggio, soprattutto per coloro che abitano lontano da Torino.
Ci troviamo di fronte ad una proposta che nell'espressione di questi emendamenti dimostra la totale insensibilità da parte di questa maggioranza. Giustifica con argomenti a volte nobili le sue intenzioni poi, nei fatti, cade nella vera intenzione: mettersi un po' più di quattrini in tasca, che ritengo veramente inaccettabile. Qui, colleghi, ci conosciamo tutti: le nostre sedute non sono sedute di lunghissimo lavoro le stesse sedute del Consiglio regionale (esclusa quella del 30 luglio 2003, che sarà ricordata come l'unica seduta in dieci anni cominciata puntuale), normalmente, cominciano molto tardi, si concludono prima, anche per la mancanza del numero legale.
In un contesto di questo tipo, se compiamo un controllo tra il numero delle presenze effettive che risultano dalla firma e il numero dei votanti quando si effettuano le votazioni, rileviamo sempre una forte sfasatura magari, le presenze sono una cinquantina, poi, al momento della votazione questo numero non si raggiunge quasi mai, siamo sempre molti in meno e la partecipazione attiva al lavoro è assurda.
Prima di diventare Consigliere, ero operaio metalmeccanico e venivo pagato per lo svolgimento di otto ore di lavoro, avevo un contratto che mi indicava il compenso, come tutti voi. Lo stipendio serve a quantificare il lavoro di otto ore e svolgendo effettivamente tale orario non si riceve un premio. Il nostro gettone di presenza ha questa caratteristica, noi siamo pagati per fare i Consiglieri, se poi lo facciamo veramente abbiamo un premio. Adesso quel premio, che già è un bel premio, lo aumentiamo. Ritengo inaccettabile tale logica. In ambito calcistico, almeno, si chiede ai giocatori una buona prestazione e il risultato fa sì che si venga pagati invece, nel nostro caso, non è così, il compenso è indipendente dalla partecipazione alla partita e dal risultato, è sufficiente segnalare in qualche modo la presenza e, poi, si può uscire dal campo dopo un minuto avendo comunque il premio.
Con questo e altri argomenti, nel corso di questa seduta, ci opporremo a questo terzo emendamento. Abbiamo avuto la possibilità di presentare subemendamenti, perché, se non ci fosse stato il blitz di ieri, nella seduta in cui, per la prima e unica volta, c'è stata la puntualità di tutti, e ci fossimo trovati nelle condizioni di poter emendare anche gli altri emendamenti, probabilmente, oggi saremmo ancora qui a discutere sul primo e a rendere inefficace la vostra azione, per lo meno, cercheremo di farlo su questo terzo emendamento che avete presentato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Per acquisire la documentazione sulla storia della retribuzione della politica e dell'impegno istituzionale sono dovuto risalire alle fonti. E ben ha fatto il Consigliere Tapparo a ricordare che alcune Regioni (ma anche alcuni Enti locali), fin dall'inizio, avevano utilizzato come riferimento la paga giornaliera definita dal Contratto Nazionale dei lavori dei metalmeccanici. Erano tempi di Prima Repubblica! Sarebbe grave se oggi la politica dovesse rimpiangere la Prima Repubblica, per usare un bisticcio di parole.
Molte cose sono successe in seguito e sicuramente il dato più evidente è che il solco che separa il paese reale dalla politica è sempre più profondo. Sembra che si faccia di tutto per aumentare la profondità di questo solco. Era un solco e adesso è diventato un fossato.
Ogni provvedimento come quello che oggi la maggioranza di centrodestra ha avuto il coraggio di proporre a quest'aula, aumenta questo divario fra la politica e il paese reale. Già il provvedimento precedente rappresenta un'offesa alle vecchie e alle nuove povertà. Rappresenta un'offesa a quella busta paga di 620 euro sbandierata sotto il viso dei Capigruppo consiliari prima di Natale.
C'è un corso-ricorso; ma qualcuno dovrebbe pur spiegare perché i vitalizi d'oro per garantire a noi una serena vecchiaia sono stati votati nella notte fra l'1 e il 2 agosto del 2001, o ancora perché l'aumento del 20% sulle indennità è stato tentato nella notte fra il 31 luglio e l'1 agosto del 2002, e perché questo tentativo che oggi è riuscito lo si era provato sotto le vacanze di Natale. C'é un corso-ricorso che non ci fa onore. Eppure le motivazioni sono semplici: un'opinione pubblica distratta una città chiusa per ferie e - come il cacio sui maccheroni - uno scandalo come quello che ha coinvolto un esponente della Giunta, che serve a togliere spazio mediatico ad una denuncia di un atto gravissimo.
Vorrei ricordare che l'1.4% dell'addizionale IRPEF non andava scalfito neanche per un euro dalle nostre prebende, perché quella fiscalità, quella tassazione ai cittadini, quella voce che compare sotto i redditi dei lavoratori e delle lavoratrici della Regione Piemonte aveva altre finalità: doveva risanare il deficit della sanità, doveva essere utilizzato per onorare i mutui e per acquisire risorse per gli investimenti in questo Paese. Ebbene, oggi ci dobbiamo vergognare di questo fatto che è accaduto in aula. Abbiamo compiuto un atto di rapina alle tasse dei cittadini, che hanno riposto fiducia nella nostra capacità amministrativa attraverso l'espressione del mandato elettivo. La pagina odierna è una pagina nera nella storia di questo Consiglio regionale.
Esprimo, dunque, il voto favorevole a questo emendamento come atto di testimonianza, da parte delle opposizioni, della contrarietà delle scelte operate oggi e che si intendono operare in futuro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Abbiamo presentato questi subemendamenti ad un emendamento che riteniamo, nella sua struttura, ancora più irricevibile di quanto non lo fossero i due precedenti, perché interviene non tanto sulla struttura complessiva dell'indennità (e quindi sulla necessità di un suo riordino) ma sui gettoni relativi alla presenza nelle Commissioni, che rappresentano un elemento che, invece, già nella struttura attuale, dovrebbe trovare una forma di maggior ordine e razionalizzazione. Rispetto agli altri, quindi ci pare ancora più insensato.
Per questa ragione, abbiamo presentato una serie di subemendamenti - e lo dico con buona pace del collega Cattaneo - che tendono, nella loro struttura, a rendere evidente la grossolanità dell'emendamento da voi presentato. Tutti ci rendiamo ben conto che hanno questa caratteristica e con questa intenzione li abbiamo presentati. Non capisco, francamente come qualcuno che ha presentato un emendamento come quello che stiamo discutendo possa pensare che vi sia ancora qualcosa da ridere. Con questi emendamenti, tentiamo di rendere evidente che quella delle tre operazioni proposte a quest'aula con quei tre emendamenti è quella assolutamente più insensata. Mi rendo conto che, non paghi dell'aver votato a maggioranza i primi due emendamenti, l'appetito vien mangiando e non si riesce neanche a ripensare a quello la cui struttura è francamente la più debole, fragile e sbagliata che ci possa essere.
Devo dire, altresì, che se nel voler difendere le ragioni di un emendamento insensato come questo si arriva ad altre forme di grossolanità e si coinvolgono in questo dibattito persone rispetto alle quali questo Consiglio regionale, sia per il lavoro che hanno svolto qui sia per quello che stanno svolgendo in altre istituzioni, non può altro che esprimere parole di stima e di apprezzamento, abbiamo toccato il fondo, lo dico al collega Cattaneo ma mi rivolgo anche agli altri. Già è violato il comune senso del pudore con quello che state facendo con questi testi e quello a cui sottoponete quest'aula. Ma che si cerchi anche di allargare questo dibattito arrivando ad affermazioni insultanti nei confronti di persone rispetto alle quali, invece, bisognerebbe avere parole di stima, e magari anche di apprendimento, su come si fa politica e si svolge seriamente il proprio ruolo istituzionale, prendendo esempio da come lo hanno fatto è, a mio avviso, il massimo che si può realizzare, tanto più quando si costringono altre istituzioni a dei livelli di intervento nei confronti della Regione assolutamente assurdi ed inusitati, perché la Regione non sta facendo, nei confronti di quelle istituzioni, il suo dovere, approvando in tempi reali gli atti che dovrebbe approvare e bloccando atti istituzionali creando anche gravi incidenti in questa direzione.
Quindi chiederei che si ritornasse ad un livello, non dico normale perché in questa aula è parola grossa, ma appena accettabile del nostro confronto e del confronto che andremo a svolgere successivamente chiedendomi sempre con maggiore curiosità con quale insistenza vorrete andare avanti anche su questo terzo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Con il collega Ronzani ricordiamo il dibattito che abbiamo avuto in VII Commissione a proposito del sostegno alle famiglie dei lavoratori in cassa integrazione, di come siamo stati a ragionare sulle risorse da destinare ai lavoratori in cassa integrazione del nostro Piemonte, delle difficoltà che ci ha posto l'Assessore Pichetto Fratin nell'ipotesi di allargare a dismisura questo provvedimento; provvedimento che inizialmente era stato proposto esclusivamente per i lavori della FIAT, mentre noi avevamo fatto notare che la situazione non riguardava soltanto i lavoratori della FIAT ma un grandissimo numero di altri lavoratori. L'Assessore al bilancio debbo dire con una certa ragionevolezza, perché l'Assessore al bilancio in una Giunta ha sempre un ruolo sgradevole, che è quello di riportare con i piedi per terra chi vuole fare castelli in aria - ha richiamato alla concretezza, dicendo: "Attenzione, non possiamo spendere oltre certe cifre per sostenere i lavoratori in cassa integrazione".
Ora io chiedo ai colleghi della VII Commissione - quei pochissimi che sono attenti, in questo dibattito che ormai va avanti semplicemente per sfinimento - quanto è stato destinato per i lavoratori in cassa integrazione, per confrontare quella cifra con quella che annualmente sarà messa a disposizione per l'aumento delle indennità dei Consiglieri regionali.
Badate, qui c'è una provocazione, che però ha un senso, visto che il Piemonte ha una sua collocazione nella realtà economica del nostro Paese.
Noi non siamo una Regione che ha una vocazione prevalentemente collegata all'occupazione statale e nemmeno una Regione che una vocazione prevalentemente agricola; recentemente si sta sviluppando una vocazione verso il terziario avanzato, ma la caratterizzazione della nostra Regione è quella di una Regione produttiva. Quando ero a scuola, ricordo che si parlava del famoso "triangolo industriale", e devo dire che le fotografie di Torino, con la Mole che svettava, davano proprio l'idea di uno dei vertici di questo triangolo industriale. Quindi il richiamo ai metalmeccanici non è un richiamo casuale, ma è il richiamo alla nostra gente, alla gente che noi siamo tenuti a governare, perché questo dovrebbe essere il nostro ruolo.
Se oggi un estraneo potesse vedere i lavori del Consiglio regionale come spesso ci ricorda il collega Tapparo, i pochissimi collegati con internet - si troverebbe di fronte a queste sedute di "svaccamento" incredibile. Questo dovrebbe essere il Parlamento subalpino, dove si decidono le leggi per i metalmeccanici? E' in questo senso che si richiama la questione dell'aumento delle indennità.
Badate, lo abbiamo detto e lo ripetiamo: si possono stabilire dei parametri con i dirigenti delle aziende, con i dirigenti dello Stato, con i Sindaci, con gli altri Amministratore locali, soprattutto con i nostri colleghi regionali delle altre Regioni, e si può discutere di adeguamenti ma ciò deve avvenire alla luce del Sole. Invece, in queste condizioni sono inevitabili le provocazioni che si fanno, anche se non si tratta di vere e proprie provocazioni.
Ricordiamoci della nostra gente. Lo so, un collega della maggioranza ha detto: "Dopo lo schifo di quello che è successo all'Assessore al legale cosa volete che sia questo piccolo schizzo di fango? Tanto vale, una volta che abbiamo perso la faccia, andare avanti. Andiamo avanti perché tanto poi, come abbiamo perso la faccia noi, la perderete anche voi della minoranza, perché anche voi prenderete questo denaro".
E' un gioco al ribasso della politica, che può far prevalere la logica del "votami semplicemente perché ti favorirò", ma questo porta alla dissoluzione dello Stato, perché quando il favore prende il posto del diritto, noi veramente stiamo lavorando per la dissoluzione dello Stato.
Chiedo ai colleghi del centrodestra, che hanno una visione alta dello Stato: fino a quale punto siete disposti ad accettare una cosa di questo genere? So bene che la logica di coalizione impone, a volte, di accettare delle cose sgradevoli, ma che cosa siete costretti a ingoiare per stare in questa coalizione? Non ha superato il livello della decenza quello che vi si chiede?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Prima sono stato redarguito, a microfono spento, dal fare interventi peraltro legittimi, su emendamenti che erano stati ritirati. In realtà non ne era ancora stata data comunicazione. In ogni caso, rispetto ad emendamenti che sono stati regolarmente depositati, a prescindere dall'eventuale ritiro o mantenimento, un Consigliere, nella libertà di espressione, può dire quello che ritiene, anche facendone riferimento nell'impianto dell'intervento.
A me risulta che il Gruppo DS ha ritirato gli emendamenti dal n. 8 al n. 18, quelli che io ho voluto rubricare comodamente come "aumentini"; il primo prevedeva un aumento del gettone di presenza di 122 euro e l'ultimo che ha disturbato la serenità dell'aula - invece faceva riferimento ad un aumento di 145 euro, con una maggiorazione di 22,3 euro (circa 43.000 vecchie lire) rispetto al gettone attuale.
Sono stati ritirati gli emendamenti rubricati dal n. 10) al n. 18) compresi o sono stati ritirati altri emendamenti? Lo chiedo per evitare di essere redarguito nuovamente.



PRESIDENTE

Solo questi.



CATTANEO Valerio

La ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi. Ne ha facoltà



MORICONI Enrico

Anch'io mi associo a quanti hanno chiesto un ripensamento sull'emendamento presentato e sostengo il sub emendamento che stiamo discutendo. Si tratta della scelta di proporre un emendamento per l'aumento del gettone di presenza che, di fatto, somma un danno ulteriore a quello che è già stato fatto: danno d'immagine per noi, danno economico per il bilancio della Regione. Comprendo che vi siano, da parte di alcuni Consiglieri della maggioranza, dei fremiti e dei desideri di aumento guardando, così dicono, a quanto è avvenuto in altre Regioni italiane.
Ripeto, come credo di aver già detto in precedenza, che noi non dobbiamo guardare per emulare, per copiare quanto è stato fatto altrove, noi dobbiamo basarci su quello che è il nostro pensiero, su quelle che sono le nostre valutazioni nella situazione attuale, le nostre valutazioni su quello che accade nella nostra regione.
Una regione, come sappiamo, profondamente interessata dai problemi della principale fabbrica che si trova ad operare sul territorio, la Fiat una Regione che dovrebbe pensare a raccogliere risorse e a utilizzarle per un rilancio di un piano industriale, per un rilancio di quella che era, e che è ancora, la prima industria italiana. Il Consiglio regionale del Piemonte decide di utilizzare fondi e risorse della fiscalità ordinaria per incrementare il valore dei gettoni di presenza per i Consiglieri.
Gettoni di presenza che, sappiamo, sono legati alla presenza in Consiglio quindi, di fatto, realizzando quasi un doppio stipendio perché la presenza diventa riconoscimento economico aggiuntivo all'indennità. Gettone di presenza che viene legato anche al lavoro nelle Commissioni. Come si diceva prima, noi dovremmo fare una valutazione sull'efficacia e l'efficienza del nostro operato. Se, onestamente, andiamo a rivedere e ripensare quanto avviene nelle Commissioni, in termini di efficacia, noi vedremo come molte volte, purtroppo aggiungo, questo lavoro è poi ininfluente per la preparazione di quello che avviene in aula. Sovente in Commissione discutiamo di provvedimenti che poi, al momento in cui vengono in aula sono totalmente stravolti da emendamenti. Credo che questo sia un ulteriore punto che sottolinea quello che sostenevo in precedenza, ovvero che, dal punto di vista della valutazione del nostro impegno, gli aumenti che alcuni di noi vogliono operare, sono sicuramente inadatti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà



SUINO Marisa

Solo una battuta sulla questione emendamenti ritirati o meno (è evidente che nell'autonomia di un Gruppo o dei Gruppi c'é questa facoltà).
E' evidente che gli emendamenti che abbiamo presentato (c'é una significativa e copiosa mole presso il tavolo della Presidenza) hanno lo scopo di evidenziare lo sbaglio che viene compiuto in questa sede e la scelta che noi riteniamo scorrette oltre che sbagliata. Dopodiché al Consigliere Cattaneo mi fa piacere ricordare e precisare che se una istituzione è obbligata ad essere qui presente e si sente in dovere di presidiare con noi, per giorni e giorni, il risultato di un provvedimento che avrebbe dovuto vedere il suo esito da molti mesi, non è certo imputabile a questa minoranza e nemmeno a questa istituzione, ma imputabile esclusivamente a quelle Commissioni, a quella rappresentanza di Giunta, a quella rappresentanza di maggioranza che ha fatto si che sul PTO siamo ancora qui che aspettiamo: un atto dovuto e doveroso. Che si debba polemizzare su queste cose ci pare sgarbato e spiacevole, non ci piace.
Nel merito dell'emendamento, francamente, riteniamo di dover dire che siamo in un Paese dove nessun lavoratore decide, in modo autonomo, i suoi stipendi, i suoi emolumenti (e tutto quanto ne consegue) ad eccezione della casta dei Consiglieri regionali. E' pesante come operazione: 30% in più sulle indennità, 80% in più su quelli che si chiamano emolumenti: è complessivamente pesante.
La Regione Piemonte batte la Regione Sicilia, il Presidente Ghigo batte il dottor Cuffaro. E' un fatto di nord sul sud, in questa cosa riusciamo a battere persino le scelte dei siciliani. Detto questo: ieri cosa è successo a proposito di gettoni? Per noi è una giornata lavorativa. Mi sono ritrovata, per molto tempo, in Commissione che, solitamente, lavorano anche per due o tre ore ma questo non credo che giustifichi un'azione di questo tipo. Sento dire che ci sono Commissioni che fanno finta, sento dire che c'é la gara di Consiglieri, soprattutto di una parte, a passare a firmare.
Ogni tanto è vero, ci si ritrova in Commissioni dove ci sono tanti Consiglieri e un attimo dopo non sono più presenti, neanche quando si deve votare. Al di là di questo, ieri 2894 lavoratori vengono espulsi attraverso la cosiddetta mobilità lunga-breve e di questi 1867 sono torinesi. Una giornata di lavoro: ieri è successo questo. Prima il Consigliere Riggio, assolutamente inascoltato, ricordava la fatica con la quale hanno tentato, nell'VIII Commissione, di richiamare l'attenzione per aumentare la cifra che dovremmo destinare a cassaintegrati, ecc., e giustamente la Giunta ha detto: "Abbiamo dei paletti di riferimento".
I paletti di riferimento vanno bene per tutti i discorsi, tranne quello relativo ai Consiglieri regionali.
Ieri si discuteva dei pre-contratti che sono stati firmati, per una cifra - pensate un po' - che va dai 115 ai 125 euro in più. Questa è l'operazione! Se la rapportiamo e la parametriamo alla cifra di cui stiamo parlando oggi, anche solo il gettone di presenza, beh, colleghi, un gettone è molto ma molto di più di un'operazione che ha comportato riunioni tavoli, rottura tra i Sindacati, e che comporta che 1.867 torinesi siano da ieri, senza lavoro.
Questo mi pare di una volgarità, assurdità e vergogna inaudita, pur essendo tra coloro che si ritroveranno beneficiati; poco, perché sono Consigliere semplice, ma beneficiati.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento rubricato n. 19.
Il Consiglio non approva.
Propongo la discussione unica dei seguenti sub emendamenti: Subemendamento rubricato n. 20 presentato dai Consiglieri Manica, Muliere Suino, Ronzani, Placido e Marcenaro (e connessi sub emendamenti rubricati n. 21, n. 23, n. 24 e n. 25): Le parole "in euro 220 giornaliere" sono sostituite con "con la paga giornaliera definita dal contratto nazionale di lavoro dei chimici".



(La seduta, sospesa alle 19.13 riprende alle 19.17)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Questi emendamenti che lei ha voluto raggruppare hanno un significato molto forte. Già qualche collega ha ripreso quanto io avevo ricordato, e cioè che nel 1970 nel momento in cui occorreva definire, partendo da zero l'emolumento del Consigliere regionale, si guardava ai contratti collettivi nazionali di lavoro. Si era preso come riferimento simbolico quello dei metalmeccanici, e si era scelto un certo livello di retribuzione - il quarto - che sembrava congruo per un Consigliere regionale.
Eravamo agli albori dei Consigli Regionali, e l'attività, anche se non molto intensa, era certamente efficace, se si pensa al poco tempo con cui furono elaborati gli Statuti.
Forse, se un difetto c'è in questi emendamenti, è rappresentato dal riferimento generico al contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici o dei chimici e non ad uno specifico livello che permetta di individuare puntualmente una retribuzione o un riferimento di livello medio.
Tuttavia, il senso di questi emendamenti è importante, ed è quello di non farci apparire come una casta slegata dal contesto economico e sociale in cui operiamo. Anche oggi, che è una giornata triste per le vicende giudiziarie in corso, certamente non ci guadagna in legittimazione il Consiglio regionale del Piemonte.
Ci troviamo dinnanzi ad un passaggio che mi preoccupa molto, anche se poi ognuno di noi può trattare come meglio crede la condanna agli incrementi "mostruosi" degli emolumenti e dargli la coerenza che maggiormente crede. Quindi, torno a dire che è giusto fare questo riferimento per ancorarci alla società.
Oggi, con questi provvedimenti, che come centrodestra e come maggioranza forzate, ci allontaniamo dalla società. Saremo visti con sempre maggiore diffidenza e saremo considerati sempre più come un corpo separato dal consesso di questa società. In tal senso sarà sempre più difficile avere legittimazione e questo contribuirà ulteriormente alla crisi della democrazia rappresentativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ma il Presidente Ghigo dov'è? Ieri hanno arrestato un suo Assessore. Poco prima, con un blitz finito in un mezzo fiasco, la maggioranza del Consiglio regionale si è aumentata l'indennità di buona uscita, raddoppiandola.
Oggi questa maggioranza ha insistito in questo attacco vergognoso alla dignità del Consiglio Regionale. Ripeto: il Presidente Ghigo, dov'è? In questi anni il Presidente Ghigo si è distinto per due grandi assenze: la prima assenza è stata quella di non aver capito, all'inizio del proprio mandato, che doveva porre la questione morale come prima questione alla sua attenzione. Come primo atto e pagina del suo discorso avrebbe dovuto dichiarare che il suo governo regionale avrebbe dedicato alla questione morale la massima attenzione e che, all'interno di questa attenzione, avrebbe conformato tutti i comportamenti.
Il Presidente Ghigo ha invece avuto questa assenza, cioè quella di non segnalare tale priorità politica nella sua azione di governo. E' stata una sua scelta politica, perché il Presidente Ghigo non può non sapere che episodi di cattiva o mala gestione delle risorse pubbliche perseguitano l'Italia da tanto tempo, così come il Piemonte e la Città di Torino. Siamo una società ad alto tasso di corruzione. Questo è stato anche scritto in qualche documento ufficiale di qualche organo non legato alla Magistratura.
Pur sapendo questo, il Presidente Ghigo non si è curato di mettere questo primo punto all'o.d.g. Le conseguenze di questa sua scelta politica e di questa trascuratezza sono nella storia della nostra Amministrazione regionale: la malasanità; le tangenti in sanità; oggi questa indagine sulla corruzione rispetto alla quale, a sentire i giornali, c'è stata qualche ammissione, non da parte dell'Assessore Brigandì, ma di qualche altro imputato.
Siamo giunti a questo punto per questa mancanza del Presidente Ghigo che si accoppia all'altra assenza altrettanto grave: quella di non avere interpretato il ruolo di Presidente della Giunta regionale eletto direttamente che, come primo comandamento di comportamento, aveva quello di governare bene la propria Regione. Non si può governare bene la propria Regione senza regolare e coordinare in modo attento, giornaliero e visibile i lavori degli Assessori.
E uno di questi lavori giornalieri di visibilità e di coordinamento è la presenza in Consiglio regionale quando il Consiglio discute gli atti che il Presidente Ghigo, su proposta degli Assessori da lui nominati, approva in Giunta e poi propone al Consiglio. Essere assenti in questa situazione significa non avere il senso dell'importanza e della serietà di un'azione di governo.
Quando ci si comporta così, quando la questione morale non viene messa ai primi punti del programma di governo, quando non si governa la propria Giunta perché si è sempre assenti nei momenti più importanti, ad esempio quando la Giunta propone leggi o deliberazioni al Consiglio regionale, e si va a spasso per l'Italia a fare altro, allora succedono queste cose. E pu succedere anche che un provvedimento scappi di mano al Presidente Ghigo e la sua maggioranza faccia quello che ha fatto ieri mattina ed oggi.
Noi, colleghi Consiglieri, abbiamo sicurezza che il Presidente Ghigo condivida questi emendamenti? Cosa ne sappiamo? Il Presidente Ghigo potrebbe condividerli in pieno, e allora dovrebbe avere il coraggio politico di venire qua e di sostenerli e di non lasciare che le palettate di qualcosa che stiamo gettando verso i Consiglieri di maggioranza arrivino solo a loro: se le prenda anche lui! Se non è d'accordo, venga a dare una mano a chi, al di là degli schieramenti, ritiene indecente che il Consiglio Regionale approvi questi emendamenti.
Ho segnalato questi due elementi. Non è la prima volta che lo faccio lei lo sa Presidente - però è un fatto, almeno a mio modestissimo parere importante, che ha segnato negativamente questa legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Le chiedo gentilmente di sapere come pensa di far proseguire i lavori dell'aula.



PRESIDENTE

Prevedo una pausa dalle ore 20.00 alle ore 21.00.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Grazie, Presidente.
Questi emendamenti ci ricordano che, in qualche modo, anche noi siamo dei prestatori d'opera e che la retribuzione in una certa misura è commisurata all'opera che noi prestiamo. Ci ricordano anche altri prestatori d'opera il cui salario è definito in base al ruolo sociale che una persona assume.
Il primo di questi emendamenti, quello riferito agli infermieri professionali, mi sta parecchio a cuore, e dovrebbe stare a cuore anche all'Assessore alla Sanità che era presente in quest'aula e che sa che noi per carenza di infermieri professionali in questa Regione, siamo costretti a dare una prestazione di bassa qualità; siamo costretti a sotto utilizzare le strumentazioni che abbiamo; siamo costretti ad allungare i tempi di attesa per prestazioni sanitarie meno o più importanti fino al punto da pregiudicare la sopravvivenza stessa delle persone.
Ebbene, uno dei motivi per cui gli infermieri professionali sono veramente molto pochi è perché agli infermieri professionali si richiede un corso di laurea che è quasi uguale a quello richiesto ad un medico, con una retribuzione che è assolutamente non proporzionata. Gli infermieri professionali sono pagati una cifra assolutamente irrisoria, e voglio tacere su altre cose note a chi lavora nella sanità o si occupa a qualsiasi titolo di sanità. Faccio solo un esempio: un infermiere professionale, durante il corso di laurea breve, di fatto lavora surrogando l'assenza di infermieri, ma non ha nemmeno diritto alla mensa nell'ospedale in cui lavora, e così via.
Quindi noi abbiamo dei lavoratori estremamente importanti nella nostra comunità che, sia nel momento della loro formazione professionale, sia nel momento in cui operano per la collettività, sono pagati molto poco. Per poi pensiamo di cavarcela con un manifesto in cui spieghiamo come è bella la professione degli infermieri professionali, credendo di aumentare le vocazioni a svolgere questa professione. E' più probabile che, invece, dopo il provvedimento che si sta adottando questa sera in modo molto squallido si invogli la vocazione a diventare politici che si aggregano per un interesse che non è l'interesse della collettività del Piemonte, ma si aggregano ai vari partiti politici per costruire quello che è il loro interesse personale. Di fatto, un politico, un Consigliere Regionale ha la possibilità, a differenza di un infermiere professionale malgrado egli investa fortemente in impegno e in professionalità, di aumentare la propria retribuzione, stando dalla parte giusta, nella maggioranza giusta, che in quelle occasioni sicuramente garantisce e fortemente con costanza la maggioranza.
Siamo convinti che il fatto di incentivare carrieristi, il fatto di incentivare persone che pensano soltanto al proprio interesse personale come punto prevalente rispetto all'interesse della collettività farà il bene del Piemonte? Siamo convinti che stiamo facendo del bene all'Istituzione regionale? Io dico di no. Dico che dovremmo ricordarci delle figure professionali che effettivamente si impegnano. Mi chiedo dove fosse l'Assessore alla Sanità nel momento in cui si spostavano delle risorse che potevano essere utili per tutelare queste figure professionali. Una Regione viene governata anche facendo una seria programmazione nei confronti delle risorse umane e professionali; anche da questo si vede se c'è una capacità di governo.
Per quanto riguarda la sanità, noi abbiamo visto che manca una capacità di governo rispetto alla creazione di figure professionali che sarebbero pure di rilievo. Mi sono fermato alla situazione degli infermieri e vi invito veramente a riflettere. Chi ha avuto la sfortuna di essere ricoverato in ospedale può rendersi conto personalmente di quanto siano preziose queste persone; mi chiedo se, a fine giornata, un Consigliere regionale, guardandosi allo specchio, si senta allo stesso modo socialmente utile quanto un infermiere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente.
Stiamo discutendo di un emendamento che propone di aumentare di circa 200.000 lire l'indennità, il gettone di presenza. Non so quale sia esattamente la partecipazione media, la presenza media dei Consiglieri regionali alle riunioni. La mia, se ricordo bene, è intorno alle 16-17 presenze mensili ma credo che sia relativamente bassa; credo che la media sia un po' più alta e si aggiri intorno alle 20-21 presenze. Ciò significa che stiamo parlando di un incremento della retribuzione superiore ai 4 milioni di lire.
Come ho avuto già occasione di dire si tratta di una cifra che, non essendo sottoposta a imposizione fiscale, si configura come una cifra percepita al netto. Siamo dunque di fronte ad un aumento netto delle retribuzioni di oltre 4 milioni al mese, cioè più o meno del reddito complessivo globale di tante famiglie di operai, di impiegati, di lavoratori, di persone normali. E' la cifra con la quale campa la maggior parte delle famiglie.
Per questo motivo sono sicuro - e aspetto la dimostrazione, caro Consigliere Gallarini - che voi vi vergognerete e che non approverete questo emendamento. Ripeto: vi vergognerete e, alla fine della discussione sono sicuro che non lo approverete. Lo dico perché ritengo dobbiate valutare. Naturalmente si può anche proseguire in una situazione nella quale il senso del limite non viene neanche percepito, pensando che, avanti così, sfondata la porta, si fanno passare i carri e non importa quanto puzzano i barbari che entrano dalla breccia che è stata aperta.
Però, sono convinto che alla fine il collega Gallarini proporrà di ritirare e di non votare questo emendamento. Di questo ne sono convinto.
Attendo che prendiate questa decisione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Questo emendamento sui gettoni mi riporta ai primi mesi della mia esperienza di Consigliere. Parlando con i colleghi in merito a questa opportunità o meno - eravamo nell'autunno del 2000, dopo i primi adeguamenti o aumenti, che dir si voglia - mi arrabbiavo dicendo: "Ma se io il mercoledì partecipo a due Commissioni, al mattino e al pomeriggio per quale motivo ricevo soltanto un gettone?". Mi rispondevano: "Ma come? Da un lato ti lamenti che non bisogna approvare gli aumenti, dall'altro lato pretendi due gettoni nello stesso giorno?". Non riuscivo a comprendere questo aspetto. Poi mi spiegarono che non si trattava di un gettone di presenza, bensì di un rimborso spese e, in quanto tale, non poteva essere concesso due volte nella stessa giornata. Di conseguenza, qualora ci fossero anche tre Commissioni lo stesso giorno, il rimborso non poteva che essere uno.
Stiamo parlando, quindi, di un rimborso spese, sulla cui tassabilità o meno è già intervenuto il mio collega Segretario di Partito Marcenaro.
Quanto vale questo rimborso spese? Abbiamo presentato un emendamento che prova a tracciare qualche punto fermo rispetto a quello che deve essere riconosciuto, e avendo una certa esperienza a tal proposito, perch per più di dieci anni ho dovuto giustificare le spese che sostenevo spese a piè di lista, come si usa dire - ho ben presente come funzionano.
Ma su questo interverrò quando discuteremo, come penso faremo dell'emendamento aggiuntivo all'articolo 3.
Noi, partendo da 220 euro, ci riferiamo ad alcune categorie personali in particolare, anche se è superata, quella dei metalmeccanici.
Noi della sinistra - mi riferisco a chi arriva dal Partito Comunista Italiano - abbiamo qualche riferimento, perché i contratti di lavoro dei dipendenti del PCI erano riferiti ai metalmeccanici (che poi svolgessero una funzione impiegatizia o fossero in quel momento giornalisti dell'Unità tipografi o fattorini, la paga di riferimento era comunque quella dei metalmeccanici). Quindi non c'é da stupirsi, se non altro per un riflesso.
Il primo emendamento, se ricordo bene, partiva dalla paga dei metalmeccanici, che non sono certo più importanti degli infermieri professionali, la cui professionalità e conoscenza della materia è ammirevole, come ricordava il collega e dottor Riggio, ma questo vale anche per i lavori nel commercio o nel parastatale. Ma perché vengono presentate queste categorie? Fra l'altro, al di là della scarsa presenza dei colleghi, ho l'impressione che questa situazione mi ricordi un po' il Titanic, nel senso che mentre la nave affondava si continuava a giocare a carte.
La collega dice che la televisione mi ha rovinato. Meno male che non ha detto la pubblicità, perché sarebbe stato un colpo troppo forte! Come dicevo, mentre la nave affondava, si continuava a giocare a carte.
E noi siamo qua, mentre il Presidente della Giunta ha dovuto recarsi in Procura, un Assessore ha avuto un provvedimento come sappiamo e un altro è dovuto andare nuovamente questa mattina in Procura. L'impressione che ho è che non sia finita qui.
Prima delle vacanze estive, e magari anche dopo, ci troviamo in questa sede a discutere dell'aumento del gettone. Questa ragione mi ha indotto a comparare la nostra situazione al Titanic.
Posso capire che qualcuno dica: "Utilizziamo le provvidenze per l'imminente campagna elettorale". Però il periodo non è lunghissimo.
In una situazione come questa, che definire pesante significa usare un eufemismo - ormai l'assestamento di bilancio è quasi un optional - ci troviamo a discutere del raddoppio dei gettoni di presenza. Chiedo a voi perlomeno a coloro che hanno ascoltato - comunque lo dico affinché resti agli atti - se questo può essere possibile l'ultima giornata del mese di luglio del 2003.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Non ero ancora intervenuto in questo dibattito, ma lo hanno fatto egregiamente, con interventi che condivido e apprezzo profondamente, tutti i miei colleghi di Gruppo. Mi vorrei rivolgere ai proponenti di questo emendamento, in particolare ai colleghi Gallarini e Cattaneo, coloro, cioè che lo hanno più direttamente impostato e gestito.
Vorrei sottolineare le considerazioni che ha già svolto il collega Marcenaro, aggiungendo solo questo aspetto. Il collega Marcenaro ha espresso una valutazione sulla base di elementi che siamo in grado di precisare meglio, perché con gli otto gettoni fissi che sono stati riconosciuti nel 1995 o nel 1996, praticamente la media dei gettoni dei Consiglieri oscilla tra i 20 e i 25 (poi naturalmente ci sono alcuni casi ma rappresentano delle eccezioni, che possono arrivare anche a 30).
Per quanto riguarda l'indennità di fine mandato, è chiaro che siete a conoscenza che la cifra sia un po' più ridotta di quella attesa, perch siccome il 70% dell'acconto non è conguagliabile.



(Commenti in aula)



RIBA Lido

Però fa sempre una cifra; dopodiché, la parte che riguarda l'incremento del 20% fa una cifra significativa che è difficile da spiegare come esigenza collegata al lavoro, ma siamo a degli elementi sui quali siamo già intervenuti.
Per quanto riguarda invece i gettoni, è bene che resti agli atti quanto sto per evidenziare. In questo modo noi ci riferiamo ad una specie di rimborsi che all'origine aveva proprio quella natura giuridica; il gettone è nato, anche storicamente, nel Consiglio regionale perché era stato istituito per tutti gli Enti istituzionali nei quali non c'era uno stipendio o indennità fissa, come si suol dire. Infatti i Consiglieri provinciali e comunali percepiscono un gettone che una volta si chiamava medaglia, ai tempi del Regno Sabaudo, che l'aveva istituita per coloro che non percepivano altri compensi, ma avevano la medaglia come rimborso; era una specie fisica che poi è diventata una specie finanziaria.
Il gettone, derivazione della vecchia medaglia, si dava come rimborso di un'attività per la quale non si percepivano altri rimborsi, tant'è che i Consiglieri comunali, compresi quelli di Torino, ai quali si fa spesso riferimento, che percepiscono 150 euro, hanno quello e non hanno nessuna retribuzione, mentre gli Assessori e il Sindaco, che hanno una retribuzione, non hanno il gettone. Questo vale per la Provincia, per il Comune e per tutte le istituzioni nel quale c'è il gettone. Gli amministratori della Finpiemonte, ad esempio, non hanno un compenso, ma hanno un gettone; se ne può discutere, ma questo è l'elemento che giustifica in qualche maniera un rimborso legato ad una funzione per la quale non è prevista una retribuzione.
Lo dico perché è una cosa importante; ogni tanto pare persino che sfugga qual era il significato, la ragione e la motivazione del gettone di presenza. Quando si è pervenuti ad individuare un rimborso (da noi ciò è avvenuto nel 1996), si è giunti a formulare l'idea di un elemento che compensasse una spesa viva o corrente, in relazione all'aggiunta dell'attività collegata con la carica. La spesa viva fu considerata in un ordine di ragionamento che fu ritenuto congruo, e tale era, anche perch comporta, già oggi per come è configurata, un importo che oscilla dai 3,5 ai 7-8 milioni di vecchie lire, a seconda delle distanze, e quindi è un elemento che compensa ampiamente; se lo dobbiamo proporre, chi lo vuole proporre lo deve giustificare come corrispettivo di una spesa effettiva non altrimenti considerata, e non come un elemento prelevabile da un ipotetico e virtuale cassetto dal quale si può prelevare perché abbiamo la legge che ci consente di farlo.
Tra l'altro questi 4-5 milioni sarebbero esentasse. Si apre un problema: l'esentasse c'era perché si trattava di una medaglia che corrispondeva ad un rimborso spese, ma per essere tale deve averne la natura, la dimensione, deve averne il carattere e la configurazione, perch così diventa un elemento non soltanto esorbitante, che non ha più quella natura, ma che cambia natura e diventa ovviamente un elemento indennitario che deve essere tassato e quant'altro.
Non voglio addentrarmi oltre, voglio solo richiamare alla vostra attenzione a una situazione che, anche dal punto di vista giuridico storico ed etico, mi sembra totalmente sottovalutata.
Colleghi, scusate, credo che questa precisazione fosse doverosa, anche dal punto di vista tecnico: così non si può fare, in questo modo cambia completamente la natura, diventa un'altra cosa. Non è più un elemento che sta all'interno, perché a questo si accompagna un rimborso spese, per chi le ha, in relazione alla distanza, calcolate sulla base dei costi medi chilometrici per l'uso di macchine di media cilindrata. E allora? Dove sta il resto? Dove lo si può configurare come elemento di aggiunta ad un rimborso spese? Quindi cambia la natura, e non voglio fare tutte le deduzioni perché ognuno è in grado di farle da sé.
Per queste motivazioni, invito i proponenti a ritirare l'emendamento del quale stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

L'intervento del Consigliere Riba potrebbe determinare l'opportunità di una sospensione, che la maggioranza di centrodestra, in modo coerente e attento come ha dimostrato di essere, dovrebbe essere pronta a recepire. Si valuti questa opportunità, perché si tratta di decidere se è il caso di andare avanti con questo emendamento, rispetto al quale l'intervento del collega Riba è stato illuminate.
Più volte ho chiesto al Consigliere Riba come era nata l'indennità del gettone, e vorrei ricordare che anche nei Regolamenti interni il fatto di percepire il gettone non dà diritto ad emolumenti aggiuntivi, non dà diritto al rimborso pasto, perché dentro la medaglia, come il collega ha ben ricordato per quanto riguarda il Consiglio comunale, questo è un elemento forfetario, misurato sui costi vivi subiti ed in parte di riconoscimento per il lavoro prestato, ma anche per rispondere a questo tipo di esigenza.
Nella quantificazione degli uffici, sull'incremento dell'indennità manca un ulteriore elemento, che consiglierei agli uffici di voler approfondire, e approfitto di questo intervento perché mi sembra di capire che molte retribuzioni degli Amministratori, non so di quali Enti strumentali, sono collegate alle indennità dei Consiglieri.
Nella valutazione, Presidente Gallarini, fatta in I Commissione siccome siamo in fase di assestamento di bilancio e di legge finanziaria nell'ambito delle spese obbligatorie, bisogna prevedere, a cascata, gli aumenti di spesa che verranno indotti dall'aumento delle indennità dei Consiglieri. Ne dico una per tutte, il Co.Re.Com.; non vorrei sbagliare, ma i rappresentanti del Co.Re.Com. sono direttamente agganciati alle indennità dei Consiglieri. Quindi, Presidente Gallarini, mi rivolgo a lei quale Presidente della I Commissione, nella quantificazione della spesa, ancorch spesa obbligatoria, bisogna inserire un elemento di oneri aggiuntivo per il bilancio della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà



CATTANEO Valerio

Prendo la parola dopo un paio di Consigli in quanto Consigliere regionale, ma anche in quanto illustre rappresentante della categoria dei ragionieri.
Persona estremamente competente, non lo dico in termini ironici, ma in termini di sostanza, in passato, soprattutto ad inizio legislatura, ci siamo più volte confrontati il Vicepresidente Riba sia nell'ufficialità che nell'ufficiosità ha dato sempre un contributo nel merito e ha portato all'attenzione anche elementi che, alcune volte, nella collettività, nella foga o nella stanchezza della situazione, possono anche non essere colti da altri Consiglieri.
E' indubbio che il tema della fiscalità sia un tema annoso, sollevato ormai da un paio di legislatura e che vi siano convinzioni diverse. Credo che questo sia un tema che l'Ufficio di Presidenza potrà certamente verificare nelle prossime settimane, ancorché per togliere il dubbio. Come esponente di maggioranza, ma in quanto Consigliere regionale, non ho nulla in contrario perché è utile avere la serenità di essere completamente nel rispetto delle norme, o avere la convinzione che non si è nel pieno rispetto. Si valuti in modo che una categoria, visto che siamo una categoria, possa collettivamente (non avendone la competenza perché la competenza fiscale è esclusiva dello Stato), possa l'assemblea, una volta che l'Ufficio di Presidenza abbia individuato la soluzione, anche con l'ausilio degli uffici e dei dirigenti, mettere in condizione l'assemblea di sapere e quindi trovare una soluzione qualora il problema vi sia.
Un altro punto riguarda la questione del gettone di presenza. Cos'é il gettone di presenza? Come è nato? Ricordava puntualmente il Vicepresidente Riba anche l'aspetto della medaglia che, una volta, era un aspetto anche fisico del gettone di presenza, una volta la lira era una moneta d'argento aveva già un valore intrinseco in quanto coniata con metallo prezioso.
Prima abbiamo avuto momenti di tensione, era uscito anche l'aspetto, che avevo evidenziato, che anche i Democratici di Sinistra erano in linea con il principio dell'importanza del gettone di presenza. Tant'é che erano stati depositati, e poi ritirati, degli emendamenti - ma non voglio riprendere quella polemica - che avevano proposto una diminuzione, rispetto alla proposta della maggioranza, ma nel contempo era un aumento rispetto all'attuale misura che come è noto è di 122,07 euro (mentre l'emendamento più alto previsto era il n. 18, con una misura proposta dai DS, che era di 145 euro, ma questo è ininfluente perché gli emendamenti sono stati ritirati).
Il Consigliere Contu chiedeva una sospensione: al di là che sono le 19,57 e la sospensione è automatica, chiedevo un attimo di attenzione della Presidenza. Credo che la sospensione possa essere importante, per non lasciare nella indeterminatezza il Consiglio regionale, mi sento di dire, a nome della maggioranza, che nella sospensione affronteremo il tema, le richieste e le proposte che sono state avanzate. Alcuni interventi hanno una linea di proposta, che è quella della fiscalità, su cui ho già risposto e credo che noi, non avendone la competenza, perché è una competenza dello Stato, con tutta la buona volontà non possiamo risolverla. Sia quindi l'Ufficio di Presidenza a fare una valutazione e poi ad informare l'aula e quindi dell'eventuale mantenimento di questo emendamento o dell'emendamento sub emendato in aumento o in diminuzione, che è un altro punto sul quale la maggioranza potrà dare una risposta. Nel contempo, fatta salva quella programmazione complessiva che ci eravamo posti nella Conferenza dei Capigruppo, avendo noi - questo è un dato di fatto perché si può gridare ma è un dato di fatto - approvato i due emendamenti e quindi il disegno di legge di assestamento, mi sento di fare uno slancio in avanti e dire che la maggioranza è indisponibile alla bocciatura dell'articolo 3, tuttavia è disponibile ad andare avanti sull'assestamento e sulla programmazione come avevamo fissato nella Conferenza dei Capigruppo.
Altro è il punto del mantenimento o meno di questo emendamento. Credo che magari prevedendo alle 21,30 la ripresa dei lavori del Consiglio, la maggioranza può arrivare in aula con una posizione sull'emendamento n. 3 anche l'opposizione si confronterà visto che in un'eventuale situazione dove la maggioranza ritirasse l'emendamento n. 3, è ovvio che ci sono ancora una serie di emendamenti significativi sulla quale la maggioranza prima di un eventuali ritiro che valuteremo, deve sapere che fine fanno.



PRESIDENTE

Indìco la votazione sul subemendamento rubricato n. 20 e connessi subemendamenti rubricati nn. 21, 23, 24 e 25.
Il Consiglio non approva


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Angeleri. Ne ha fa coltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente intervengo sull'ordine dei lavori e prendendo spunto dall'ultimo intervento del Consigliere Marcenaro in cui ha invitato tutti i Consiglieri a vergognarsi. Io mi vergogno, lo voglio dire pubblicamente, di un'altra cosa: di avere come Presidente della Provincia di Torino, una Presidente che scrive lettere al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio di questo tenore. Lettera che invito tutti a leggere e di cui cito solo alcuni passaggi ...



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, non è sull'ordine dei lavori lei, cortesemente dia copia della lettera alla Presidenza e provvederemo a distribuirla...



(Proteste del Consigliere Angeleri)



PRESIDENTE

La seduta è aggiornata alle 21.30 La seduta è tolta



(La seduta chiude alle ore 20.03)



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