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Dettaglio seduta n.383 del 30/07/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 16.13)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) "Comunicazioni del Presidente del Consiglio Regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Costa Enrico, Cotto D'Ambrosio e Deorsola.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale Ghigo in relazione alla "Modifica dell'assegnazione delle funzioni ai componenti la Giunta regionale"


PRESIDENTE

Do la parola al Presidente Ghigo per alcune comunicazioni in relazione ai fatti "Vallere".



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi è stato riferito - io non ero presente alla Conferenza dei Capigruppo - che l'opposizione ha richiesto una mia comunicazione in relazione ai fatti che sono sopravvenuti rispetto al caso Auto Vallere e per essere precisi, in merito alla custodia cautelare nei confronti dell'Assessore Brigandì.
E' un provvedimento di cui sono venuto a conoscenza; io non conosco le procedure e naturalmente do per certo che questo fatto sia avvenuto. Dico questo, perché non ho avuto un'informazione diretta e ufficiale non l'ho avuta. Ovviamente prendo atto che sia successo questo fatto e, anche in funzione dell'impegno che mi ero assunto attraverso i colleghi nella Conferenza dei Capigruppo di venire a relazionare all'Aula in merito alle mie decisioni, ho adunato la Giunta alle ore 14.30; in quella sede ho emanato un decreto come Presidente della Giunta Regionale con il quale ho avocato a me le deleghe che avevo assegnato a suo tempo all'Assessore Brigandì.
Pertanto, per essere precisi, le funzioni relative alla formazione professionale, al commercio estero e alle società partecipate sono temporaneamente esercitate dal sottoscritto. Questo è quanto.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

CHIEZZI (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Tutto qui?!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Tutto qui. Sì.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale è consentito un intervento di 2 minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.
Ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente.
Oggi non abbiamo sostanzialmente nulla da aggiungere ai giudizi che avevamo espresso - per bocca del nostro Capogruppo, Consigliera Manica nel dibattito svoltosi solo ieri. Naturalmente ci sarà tempo per considerazioni politiche sul significato e sui problemi che quanto è avvenuto mettono in luce.
Adesso, io voglio utilizzare questo breve intervento solo per rivolgere una proposta a nome del Gruppo.
A noi pare che in questo momento - che, comunque la si metta, è un momento di crisi grave dell'istituzione regionale - questa crisi non possa essere aggravata dal mantenimento di una situazione che, dopo quanto è successo stamattina in quest'Aula, con la pretesa della maggioranza di imporre con un colpo di mano una decisione sulla questione dell'indennità mette a rischio l'approvazione del bilancio della Regione.
Noi pensiamo che, entro questa sera, la Regione debba avere il suo bilancio e la sua legge finanziaria approvati. Per questo motivo, vi chiediamo di ritirare e di eliminare qualsiasi riferimento alla questione dell'indennità; di converso, ci impegniamo a ritirare gli emendamenti che avevamo presentato. Ciò in modo da consentire che questa sera la Regione Piemonte possa disporre del suo bilancio e della legge finanziaria riducendo la crisi istituzionale di credibilità alla quale altrimenti rischia di essere esposta.
Questa è la proposta del Gruppo dei Democratici di sinistra.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Ieri, il Presidente Ghigo ha espresso fiducia nella Magistratura; ha espresso fiducia ai Dirigenti e non ha espresso fiducia all'Assessore Brigandì.
Oggi l'Assessore Brigandì è agli arresti domiciliari, e il Presidente Ghigo che fa? Il Presidente Ghigo avoca a sé le deleghe date all'Assessore Brigandì - ci mancherebbe altro, perché all'Assessore Brigandì è impedito di firmare un qualsiasi foglietto di carta inerente all'ufficio di un Assessore - e basta. Cioè, oggi il Presidente Ghigo ci dice con i fatti che, a suo modo di vedere, l'Assessore Brigandì è ancora il suo Assessore di fiducia. Perché il rapporto di fiducia, che è quello attraverso il quale il Presidente della Giunta regionale sceglie tra tutti i cittadini quello che decide lui d'incaricare con incarico assessorile, rimane tale.
Anche questo mi sembra un fatto di cui prendere atto; un fatto non piccolo; un fatto - ritengo - contraddittorio con la non fiducia espressa ieri. Probabilmente il Presidente Ghigo è incatenato; ha le mani legate perché coerenza vorrebbe che, di fronte a un atto di questo genere, come minimo - come minimo! - non si indicasse e non si confermasse più quella persona, che in quel momento è soggetta a custodia cautelare come proprio Assessore.
Invece lei tiene l'Assessore nudo. Quindi questo è un Assessore retribuito dalla Regione Piemonte, impedito a lavorare, perché lei le ha sottratto le deleghe, ma confermato nella fiducia di fatto che lei dà a questa persona.
E' veramente stupefacente!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

La decisione del Presidente Ghigo continua ad essere dettata da eccessiva prudenza. Per la verità, è incomprensibile: è stata incomprensibile ieri, è ancora più incomprensibile oggi. Ha ragione il Consigliere Chiezzi: un fatto così grave, è un arresto, un suo Assessore è stato arrestato per una deliberazione assunta dalla sua Giunta con lei presente, richiede un atto...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

No.



SAITTA Antonio

Intorno ad una vicenda nata per una deliberazione assunta dalla sua Giunta regionale all'unanimità, un suo Assessore, che era responsabile dell'Ufficio Legale, che ha trattato tutta la vicenda anche per suo conto è stato arrestato e la sua decisione è una decisione ancora tutta improntata alla prudenza, gli toglie soltanto le deleghe.
Ha ragione il collega Chiezzi: non deve più fare l'Assessore, abbia ogni tanto, un po' di coraggio. Quanto è capitato è grave, lo dico anche ai colleghi che ieri si sono soffermati su questo tema; lo dico al collega Rossi, quando ha espresso solidarietà all'Assessore Brigandì, con forza e con determinazione; lo dico ad AN, quando la collega D'Onofrio, ieri, ha espresso solidarietà all'Assessore; lo dico al collega Cattaneo, anche qui che, ieri, con forza e rimbeccando un po' la minoranza, diceva a tale proposito: "Voglio precisare che Forza Italia né attraverso il Gruppo consiliare né direttamente come partito ha mai chiesto e non chiede le dimissioni dell'Assessore Brigandì" e in conclusione esprimeva solidarietà per non parlare delle dichiarazioni di solidarietà espresse all'Assessore Brigandì dal Presidente del Consiglio che sono apparse sui giornali.
Vorrei che ci fosse un minimo di pudore nel rendersi conto di queste dichiarazioni, di questi comportamenti e del fatto che un Assessore è stato arrestato; vedrà la Magistratura cosa fare.
Concludo questo mio intervento riprendendo la dichiarazione del collega che mi ha preceduto: anch'io concordo che è inopportuno quello che questa mattina la maggioranza ha fatto con la presentazione di questo blitz, in sostanza, in coincidenza con un fatto grave. Sono due questioni che, messe insieme, in qualche maniera, stridono, occorre grande buonsenso per capire le difficoltà politiche che sta vivendo questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Diventa abbastanza incomprensibile che il Governo regionale, insieme al suo Presidente, non prenda atto della gravità della situazione. Nella storia di quest'Aula abbiamo avuto alcuni passaggi di questo tipo, ma si trattava sempre di fatti che determinavano una rottura, in qualche modo una presa di coscienza di un fatto grave.
E' stato colpito un rappresentante del Governo regionale. Fino a poche ore fa, la situazione veniva tenuta un po' in stand-by da parte del Presidente Ghigo. Oggi, abbiamo un atto, ovviamente accompagnato da accuse molto gravi, che dovrebbe far sì che questa Assemblea pensi ad una Commissione d'inchiesta su questo fatto e sugli addentellati che fa intravedere e che pone in evidenza.
Per la tutela - questo lo dice l'opposizione e io appartengo all'opposizione - del ruolo e dell'immagine di questa istituzione, questa maggioranza non pensi di trattare nella stessa giornata l'aumento degli emolumenti per i Consiglieri, che di per sé non è disdicevole. Francamente mi sembra che in questa giornata si debba dare ordine ai conti con l'assestamento di bilancio, concentrandoci in una dialettica serrata tra maggioranza e opposizione. Mi pare che anche da qualche collega provenisse l'indicazione di poter stringere su questo aspetto, per poter poi aprire in qualche modo, una riflessione. Ribadisco che ritengo che su questa materia si dovrebbe pensare ad una Commissione d'inchiesta, in quanto la gravità dell'accusa che accompagna il fatto di oggi non può essere lasciata passare tranquillamente. Non credo che anche oggi si possano trattare temi che vanno visti in un contesto ben diverso dal clima drammatico; a voler togliere drammaticità alla situazione odierna si fa del male a questa istituzione, non del bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, lo scandalo politico-giudiziario sui risarcimenti ai bi-alluvionati del 1994 e del 2000 ha assunto, in particolare, dopo l'arresto dell'Assessore Brigandì, un profilo ancora più grave dal punto di vista istituzionale. Lasciando e volendo lasciare del tutto impregiudicati gli esiti dell'inchiesta giudiziaria, su cui riteniamo doveroso e prudente non pronunciarci, riteniamo necessario approfondire le implicazioni di una partita, quella dei risarcimenti, che, anche e soprattutto sotto il profilo amministrativo, denota caratteri di assoluta inefficienza, che è stata gestita dalla Giunta e dall'Amministrazione regionale con colpevole leggerezza e che è stata, con altrettanta leggerezza, fino a questi giorni sottovalutata dall'intero Consiglio.
Il caso Odasso, un anno e mezzo fa, divenne, giustamente, l'occasione per approfondire con un'apposita Commissione d'inchiesta consiliare i punti oscuri dell'organizzazione e della gestione della sanità pubblica. Oggi, il caso Tocci fa emergere non solo l'occasione, ma la necessità di un'inchiesta amministrativa sulla gestione del risarcimento sulle alluvioni che, com'è noto ormai a tutti, anche al di là del caso Autovallere, è a dir poco un cumulo di contraddizioni.
Speriamo che il primo a sentire questa esigenza sia lei, Presidente Ghigo, che è venuto così succintamente a riferire in quest'Aula.
Auspichiamo che anche l'opposizione del centrosinistra, come sul caso Odasso, voglia fare la sua parte.
Ora come allora non si tratta, ovviamente, di interferire o di sovrapporsi al lavoro della Magistratura; si tratta di non delegare al potere giudiziario anche il compito di spiegare cosa non funziona o disfunziona nella macchina regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io sono esterrefatto dal comportamento del Presidente della Giunta che, il giorno dopo, con i fatti che sono accaduti, conferma l'atteggiamento di ieri. La novità è che, essendo impedito l'Assessore Brigandì a svolgere i suoi atti, se ne assume il compito il Presidente, ma è tutto qui, non va oltre. Non c'è un atto ben più importante, quale la revoca dell'Assessore, se non il ritiro delle deleghe.
E' incomprensibile l'atteggiamento dell'Assessore Brigandì che già nei giorni scorsi non ha presentato le proprie dimissioni; è incomprensibile perché non ha nulla a che fare con una sorta di ammissione di responsabilità. A fronte di quell'incomprensibile atteggiamento, credo che almeno il Presidente della Giunta avrebbe dovuto assumere delle precise decisioni per difendere l'immagine della Regione.
Mi pare, invece, che faccia meno del minimo di quanto sia possibile ed è assolutamente incomprensibile e inaccettabile questo tipo di atteggiamento.
Credo anch'io che, visti i punti all'o.d.g. nel proseguo di queste sedute, sarebbe utile sgombrare la nostra discussione da elementi che l'hanno già in mattinata abbastanza complicata.
La cosa più logica e razionale è eliminare quei punti, in modo da permettere una discussione più seria sul resto dell'assestamento di bilancio e sulla legge finanziaria che sono oggi in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ringrazio il Presidente della Giunta regionale per la puntuale comunicazione, per la scelta che ha compiuto e per la chiarezza con la quale l'ha esposta, avocandosi le deleghe assegnate, fino a qualche ora fa all'Assessore Brigandì.
Ieri il Presidente della Giunta regionale ha espresso la propria fiducia nell'operato della Magistratura. Lo abbiamo fatto anche noi come Gruppo e la rinnoviamo.
Credo, però, caro collega Saitta, che essere giustizialisti sia qualcosa di diverso. Avete voluto una comunicazione del Presidente della Giunta regionale nel pomeriggio, alle ore 16.00. Avevamo avanzato la proposta di porre il Presidente della Giunta nelle condizioni di rendere questa comunicazione nella giornata di domani o a fine serata, durante i lavori del Consiglio. È chiaro che il Presidente della Giunta regionale è venuto in Aula a dire quello che ha fatto fino a quest'ora. Poi, sempre il Presidente Ghigo, ha ribadito che forse, con più tempo, avrebbe fatto delle valutazioni diverse.
Ritengo, però, caro collega Saitta, che non sia corretto fare le liste di proscrizione, ricordando, in un intervento così alto, solo chi ha espresso la solidarietà al collega Brigandì nella giornata di ieri inserendo il sottoscritto, la collega D'Onofrio ed altri.
Come ho detto ieri, ho espresso solidarietà all'Assessore Brigandì perché fino a quel momento, e in quella fase, era stato messo, dagli organi di informazione (o da una parte di loro), sulla griglia; avevo usato questa espressione.
Commissione d'inchiesta: sì, magari una Commissione d'inchiesta con Presidente lo stesso collega Saitta. Così, caro Presidente Ghigo, ci scrive un altro bel libro, perché la risultanza della Commissione d'inchiesta sulla sanità di fatto è stata quella di porre in condizioni il Consigliere Saitta di scrivere un bel libro e di promuoverlo in tutto il territorio piemontese, perché, come sapete, quello è stato il risultato di quella Commissione d'inchiesta.
Ho ascoltato il collega Marcenaro, che ancora una volta ha voluto surrogare il Presidente del Gruppo dei DS, in quanto Segretario di quel Partito, avanzando una proposta a nome di quel Gruppo presieduto dalla collega Manica. Credo che quella proposta l'abbia formulata solo come Gruppo dopo aver annunciato, in tutti i corridoi, che i DS avrebbero avanzato una proposta a nome di tutta la minoranza.
Abbiamo registrato ancora una forte divisione nel centrosinistra, così come l'abbiamo vista poco fa o qualche settimana fa, quando avete presentato una legge elettorale finalizzata ad aumentare il numero dei Consiglieri da 60 ad 80 - incrementando, quindi, anche in quel caso, le spese del Consiglio regionale - tant'è che un vostro Consigliere, la collega Suino, ha firmato un'altra proposta di legge. Forse sono ancora arrabbiati per essere stati chiamati "parassiti" e non vi hanno dato quindi, la delega a fare una dichiarazione a nome dell'intero centrosinistra.
Ci è stato chiesto di ritirare un emendamento. Anzitutto rifiuto, a nome del mio Gruppo e a nome della maggioranza, il fatto che abbiamo voluto fare un blitz con un colpo di mano. Lo abbiamo fatto alle ore10.15, durante il processo legislativo: poteva essere ieri sera, questa mattina o nel pomeriggio. Non abbiamo fatto nessun colpo di mano, ma abbiamo votato, con la responsabilità della proposta e con la responsabilità di un voto.
Questa è la democrazia, una parola della quale forse ne ricordate il suono ma non ne ricordate mai né le regole né il significato.
Quindi, sulla proposta di ritirare l'emendamento faremo una valutazione e ci riserviamo di darne comunicazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Vorrei dire al Presidente Ghigo che il suo atteggiamento è più che condiviso dal nostro Gruppo.
Ricordo all'opposizione che le ultime notizie sono pervenute circa tre ore fa. A distanza di tre ore, e non di tre giorni, il Presidente è in quest'aula e ha assunto il provvedimento di sospendere le deleghe all'Assessore Brigandì senza sapere, a detta sua, e ho motivo di credere nelle sue parole - alcunché di quello che sta capitando.
Rispettiamo, quindi, la decisione del Presidente. Abbiamo - come è stato detto anche ieri - piena fiducia nella Magistratura, che è organo di questo Paese democratico.
Speriamo che questa vicenda - lo dicevamo ieri e lo ribadiamo oggi si concluda nel più breve tempo possibile, per la serenità di questo Consiglio e per il lavoro che dobbiamo assolutamente proseguire in quest'Aula, a partire dall'approvazione del bilancio, della legge finanziaria e del piano territoriale della Provincia di Torino, che vede da ieri, seduto in quest'Aula, l'Assessore provinciale, in attesa, ormai da troppo tempo, che venga approvato da questa Assemblea, dopo essere stato approvato, su proposta dell'Assessore Botta, all'interno della Giunta regionale.
Ci auguriamo che il lavoro in quest'Aula possa proseguire serenamente portando all'approvazione tutti questi provvedimenti.
Dico con estrema chiarezza e franchezza, avendo fiducia nella Magistratura, che non siamo favorevoli ad una Commissione d'inchiesta proposta dai colleghi radicali. Di Commissioni d'inchiesta ne abbiamo già avuta una, alla quale, personalmente, come Gruppo, non avevamo aderito.
Pertanto, preannunciamo che non parteciperemo ai lavori di questa Commissione d'inchiesta qualora si decidesse.
Vorrei ancora dire al collega Saitta - e concludo il mio intervento che sarebbe opportuno, forse, che si ripassasse il diritto. Capisco che il collega abbia la classica interpretazione cattocomunista, giustizialista e criminalizzatrice, ma non c'è ancora una sentenza su tali vicende. Oggi ho visto grandi notizie da parte dell'ANSA e da parte dei giornali (anzi, da parte dei giornalisti, più che dei giornali), ma non ho visto nient'altro.
Finché non vedrò una sentenza, non mi sento di criminalizzare nessuno. Se questa è la linea su cui vuole proseguire il centrosinistra, è libero di farlo. Noi abbiamo una visione del diritto garantista e proseguiremo su quella strada.
Ringrazio nuovamente il Presidente per essere qui e per aver assunto quel provvedimento, che noi peraltro condividiamo, nel giro di pochissime ore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Presidente - mi rivolgo al Presidente della Giunta - credo che lei debba oggi compiere un atto importante. Le vorrei ricordare, in rapida sequenza, alcuni episodi, dallo scandalo Odasso, alla questione Di Summa ad altri casi di malasanità, alla revoca - vorrei a tal proposito attirare la sua attenzione - delle deleghe al Consigliere Scanderebech.
strano, Presidente, che lei abbia scelto, per dirimere un contenzioso politico, un atto come quello della revoca delle deleghe e oggi non si sia sentito in dovere di dimettere da Assessore l'Assessore Brigandì.
Questi sono fatti concreti, è mentre la sua Giunta è travolta dall'ennesimo scandalo, la sua maggioranza non trova di meglio Consigliere Cattaneo - con un autentico blitz, raddoppiare l'indennità di liquidazione per i Consiglieri, incrementare di cento ore il gettone di presenza e aumentare del 20% l'indennità dei Consiglieri.
In questo momento, Presidente, non ritiene opportuno dissociare le proprie personali responsabilità da quelle della sua maggioranza, facendo l'unico atto possibile: rassegnare le dimissioni dall'incarico e rimettere al giudizio degli elettori piemontesi la tenuta di questa legislatura? Credo che non ci sia altra scelta. Non si può pensare di salvare il governo di legislatura con una sequela di scandali come questi e credo che notte tempo. il Presidente Ghigo potrà riflettere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.



MARENGO Pierluigi

Ieri non ho espresso solidarietà all'Assessore Brigandì, in quanto la mia inimicizia totale - tant'è che non ci salutiamo - è notoria a tutti. La mia personale valutazione sulla persona Brigandì è notoria a tutti, quindi non è il caso di ripeterlo in questa sede. Ciò non toglie che l'Assessore Brigandì è imputato, non condannato: quante imputazioni non si sono trasformate in condanne? Non me la sento, al di là della grande inimicizia che ci lega, al di là dell'assenza di ogni stima verso la persona e al di là di una valutazione di zero - zero assoluto - sulla persona, di ritenere Brigandì un colpevole.
Brigandì è un imputato. Per quanto arrestato è un imputato, non è assolutamente dichiarato colpevole e, come tale, non posso che fare un plauso al Presidente Ghigo perché i fatti personali - e questo è un mio fatto personale con il collega Brigandì - non devono condurre noi, che svolgiamo il ruolo di amministratori, a volere cose che non hanno senso.
Il Presidente Ghigo ha fatto bene a revocargli le deleghe; sin dal primo giorno gli avevo detto che Brigandì sarebbe stato inadeguato per quelle deleghe. Ha fatto bene a revocargliele, anche perché non avrebbe potuto esercitarle.
Aspettiamo - e la fiducia nella Magistratura è totale - di vedere le evoluzioni; dopodiché il Presidente saprà assumere le decisioni opportune.
Un plauso, quindi, al Presidente per quanto ha fatto - peraltro nell'immediatezza, oseremmo dire in tempo reale - ha convocato, a distanza di un'ora/un'ora e mezza, la Giunta regionale; ha assunto quei provvedimenti, opportuni e necessari e, in una logica di garantismo ideale e convinto, ha mantenuto un ruolo che non avrebbe avuto senso togliere in questo momento, perlomeno a caldo.
Attenzione, centrosinistra, avete già sbagliato più di una volta: ricordo la storia del famoso professore di Verona che avete difeso ad oltranza in quest'aula, a caldo, e la settimana dopo siete stati smentiti dai fatti.
Evitate spinte in avanti perché a caldo si sbaglia facilmente e voi avete già dimostrato, in quest'aula, di avere sbagliato.



MARENGO Pierluigi

CHIEZZI Pino (fuori microfono) ...pensando le stesse cose di te non si sarebbe mai alzato per dirle.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Il senso della giustizia deve essere profondo e nessuno può essere giudicato colpevole prima di qualsiasi decisione della Magistratura. Allo stesso modo, le nostre opinioni non devono basarsi su quanto viene scritto dai giornali. Oggi, infatti, per quanto riguarda le notizie giornalistiche è successo un altro spiacevole episodio: un gruppo di Consiglieri che da mesi si dedicano ad effettuare sopralluoghi nel Centro di Permanenza temporanea di corso Brunelleschi, per verificare le condizioni in cui sono mantenute le persone, sono stati messi, in modo falso, in relazione con un episodio di evasione avvenuta in quel Centro.
Politicamente, invece, quanto è avvenuto è un fatto grave e negativo per tutta la Giunta regionale, anche se il Presidente sembra non farci molto caso. Non si capisce perché il Presidente, di fronte all'avvenuto anziché chiedere le dimissioni dell'Assessore Brigandì o di revocarne la nomina assessorile, abbia semplicemente pensato di revocargliele.
Oltretutto, risulta quasi patetico che il Capogruppo del maggiore Gruppo di maggioranza, Valerio Cattaneo, provi in questo momento a spostare l'attenzione su presunti problemi dell'opposizione. Il Capogruppo di maggioranza ha ben altro di cui preoccuparsi: in primo luogo la tenuta della sua maggioranza e la durata di questa legislatura.
Anch'io ritengo che in questo momento sarebbe più che giustificato che il Presidente Ghigo pensasse seriamente alle proprie dimissioni e a presentarsi agli elettori, per vedere se hanno ancora fiducia in lui.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Non ho nessuna intenzione di accettare i rimprovero del Consigliere Saitta, in quanto ieri, nel mio intervento, ho espresso solidarietà all'Assessore Matteo Brigandì. Sono cosciente e so perfettamente quali sono i fatti, nel senso che oggi, a differenza di ieri, c'é stato un intervento della Procura che ha portato agli arresti domiciliari l'Assessore Matteo Brigandì, ma non c'é stata una Sentenza di condanna e, pertanto, non ho nulla da cambiare, neppure una virgola, rispetto al mio intervento di ieri.
Ribadisco piena solidarietà all'Assessore Matteo Brigandì.
Sono contento che il Presidente Ghigo abbia per il momento - atto dovuto - solo sospeso le deleghe dell'Assessore Brigandì avocandole a sé.
Come persona, come singolo, sono convinto della sua innocenza; come politico non posso fare altro che attendere che la Giustizia faccia il suo corso e vedere, effettivamente, quale sarà il risultato finale. Sicuramente collega Saitta - non ho nulla da rimproverarmi nell'esprimere solidarietà ad un collega.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco.
Ne ha facoltà



BOTTA Marco

Sicuramente oggi stiamo vivendo una pagina difficile e complessa per la Regione Piemonte. Ci conforta la certezza che tanto il Presidente Ghigo quanto la sua Giunta, sono un'ottima Giunta, una Giunta che ha dimostrato in otto anni di mandato, di essere composta da persone competenti ed oneste. E' inaccettabile dipingere questa Amministrazione regionale, come un'amministrazione travolta continuamente da scandali. E' una visione falsa, sbagliate, errata che noi non possiamo che non condividere. Ieri tutti i componenti della maggioranza hanno assunto una posizione di solidarietà nei confronti dell'Assessore Brigandì dettata dallo stato dei fatti. Non dimentichiamo che l'Assessore Brigandì, oggi, è un indagato e che la Magistratura indagherà e andrà a fondo sulle responsabilità, se di responsabilità si potrà trattare. Noi lo diciamo chiaramente e lo dice un partito, come Alleanza Nazionale, che fa della questione morale non la questione da tirar fuori sporadicamente, in momenti particolari, ma rispetto alla quale ci confrontiamo ogni giorno. E' evidente che oggi siamo garantisti e quindi appoggiamo e concordiamo con la posizione garantista assunta dal Presidente Ghigo, domani, di fronte a fatti nuovi, di fronte ad un giudicato, saremo intransigenti soprattutto, e in primis, con chi fa parte della nostra coalizione.
Sulla proposta del Consigliere Marcenaro, che è una proposta da valutare, riteniamo che sia posta in termini e in modi così ultimativi così forti, sfruttando un momento particolare che sta vivendo la maggioranza da farcela considerare, in prima istanza, in modo negativo.
Riteniamo che la Giunta e la maggioranza debbano avere, anche sulle materie che sono state trattate in mattinata e su quelle che seguiranno, il coraggio e la consapevolezza di andare avanti con le scelte che ritengono giusto fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Come ebbi a dire altre volte, e come dissi anche ieri, su atri casi simili a questo in cui era in atto una qualche indagine giudiziaria, è corretto e giusto aspettare che la giustizia faccia il suo corso, per cui mi asterrò, anche questa volta, dall'esprimere qualsiasi giudizio nel merito dei reati per cui si trova agli arresti cautelativi l'Assessore Brigandì. Il nostro garantismo, si noti, non è clemenza, ma è allinearsi al valore per cui, fino a quando c'é la presunzione di innocenza, fino a quando non c'é la condanna, si è innocenti. Dal punto di vista politico la situazione è diversa proprio per la sua carica di Assessore, gli derivano responsabilità politiche chiare, responsabilità politiche che avrebbero sicuramente consigliato - anche dal punto di vista morale dal momento che questi fatti sono capitati nell'ambito del suo assessorato ed è stato coinvolto un suo collaboratore principe - le sue spontanee dimissioni.
Questo non è avvenuto e, in un certo senso, la dice lunga.
La revoca delle deleghe è, secondo me, in questo momento, un atto dovuto da parte del Presidente Ghigo. Un atto che può significare attesa attesa per verificare come vanno le cose, ma, nel frattempo, insieme agli altri, mi permetterei di consigliare di instaurare una commissione di inchiesta che, sicuramente, apporterà ad una messa a punto sulle cose almeno nel campo amministrativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Certo che il momento è grave e noi non faremo niente per aggravare ulteriormente questo momento e che getti ulteriore discredito sulle istituzione e su una concezione alta della politica. Quello che dovevamo dire, rispetto all'Assessore Brigandì, lo abbiamo già detto ieri in cui abbiamo chiesto al Presidente di ritirare le deleghe perché, secondo noi c'erano ragioni di ordine politico-amministrativo sufficienti per non essere incalzati, invece, da iniziative giudiziarie che sono altra cosa e rispetto alle quali abbiamo piena fiducia nel percorso che la Magistratura, autonomamente, da questo punto di vista, compie.
Il Presidente ieri è riuscito a segnare una pagina che ha indebolito questa istituzione, quest'Aula e quella idea della politica non avendo potuto, e non essendo riuscito, ad anticipare politicamente eventi giudiziari. Presidente sa perché? Perché lei, che è il Governatore del Piemonte, il Presidente di questa Regione con tutti i poteri che la modifica costituzionale, la nuova legge, da questo punto di vista, le conferiscono, riesce ad essere prigioniero di una maggioranza ormai allo sbando e a non poter avere la forza di ritirare le deleghe ad un Assessore perché, nella sua maggioranza, ci sono problemi e non avrebbe saputo come fare, a quel punto, con la Lega. Questo è il problema che sta inchiodando il Piemonte, che sta inchiodando questa istituzione, che sta inchiodando tutti noi. Si prenda un'occasione, una sola, per dare una risposta non di quel livello. Un'occasione ancora ce l'ha: ridia credibilità all'istituzione e ridia credibilità alla politica, faccia in modo che la sua maggioranza azzeri il fatto di questa mattina in ordine alla problematica sulle indennità, che si ritorni al dibattito sull'assestamento e la finanziaria, così come era nel testo originario, faccia in modo che il Piemonte possa avere, nel più breve tempo possibile, il suo assestamento di bilancio: è l'ultima occasione per tentare un minimo di credibilità dell'istituzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini. Ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Da parte di alcuni Consiglieri di opposizione viene legata una questione relativamente ad un atteggiamento di questa mattina della maggioranza. Un atteggiamento democratico, si è votato, i colpi di mano si fanno in altro modo, le regole della democrazia si esprimono a votazioni e a numeri e così è stato fatto questa mattina. Ritengo, quindi, che, al di là di citazioni pretestuose, non ci sia alcun argomento per rinvangare o addebitare gli atteggiamenti di questa mattina a cause e a comportamenti che non rispondono a regole democratiche di limpidezza. Detto questo ritengo che i piani delle questioni siano esattamente distinti, mi sembra persino un arrampicarsi sui vetri.
Non capisco l'incisività politica di un comportamento del genere, ma ovviamente, ognuno risponde e persegue gli obiettivi politici che gli sembrano propri (siano autentici o siano pseudo tali), dopodiché sarà il Piemonte e l'elettorato a giudicare.
Sono due piani completamente diversi. Abbiamo parlato della questione relativa all'Assessore Brigando; io, se posso, molto sommessamente esprimo il mio consenso all'operato del Presidente Ghigo, come del resto ha fatto il Capogruppo Cattaneo, perché, a poche ore di distanza - come diceva il collega Marengo - quasi in tempo reale, il Presidente Ghigo ha, non solo preso atto di una situazione, ma responsabilmente, dal punto di vista politico, ha avocato a sé le deleghe.
La nostra è una maggioranza composita, formata, come Casa delle Libertà, da partiti politici che esprimono, all'interno dell'esecutivo, chi ritengono di esprimere. Ritengo che il piano debba essere distinto: c'è un piano istituzionale (e a questo il Presidente Ghigo ha ottemperato) e c'è un piano politico. Ogni componente della coalizione deve assumere, dal punto di vista politico, gli atteggiamenti che politicamente devono essere assunti.
Condivido e apprezzo, dunque, il fatto che il Presidente Ghigo, a pochissime ore di distanza, sia venuto in aula a dire alcune cose.
Per quanto riguarda l'altra questione, si tratta di una questione perfettamente normale: stamattina, un'ora prima che arrivasse la comunicazione ANSA, perché non è stata contestuale, come ha detto il TG3 penso che questa contemporaneità sia stata suggerita, perché non è nei fatti - il Consiglio regionale ha assunto, con i voti e in piena autonomia un certo atteggiamento. Immagino che a quell'atteggiamento ne possano seguire altri, se il Consiglio lo riterrà, senza frammistioni, commistioni e minestroni strani, cercando di abbinare - sono due piani completamente diversi - una cosa all'altra.
Concludo e mi scuso per aver superato il tempo a mia disposizione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Nemmeno io, come il collega Gallarini, avevo chiesto di intervenire perché quello che abbiamo davanti non è più un vecchio film, ma è un remake: cambiano gli attori, ma la storia è quella di sempre.
Intervengo perché c'è un antefatto a questo dibattito, cioè alla decisione dei Capigruppo di convocare il Consiglio alle ore 16. L'antefatto è questo: nell'ultima riunione dei Capigruppo è stato chiesto giustamente da parte di un Gruppo politico della minoranza (il più importante), che il Presidente Ghigo svolgesse in aula una comunicazione sui fatti che stiamo discutendo.
Tutti presenti, su richiesta della Consigliera Manica, il collega Cattaneo ha telefonato al Presidente della Giunta, il quale ha risposto: "Verrò domani mattina".
La risposta non è stata giudicata adeguata alla gravità dei fatti; è stata fatta una nuova telefonata al Presidente della Giunta, sempre da parte del Consigliere Cattaneo, nella quale il Presidente della Giunta tollerante e prudente qual è, ha risposto: "Va bene, verrò alle ore 19 perché ho bisogno di qualche ora per verificare". Nuova risposta delle minoranze: "Cosa facciamo fino alle ore 19? E' troppo tardi" e, allora, il povero collega Cattaneo, che non aveva più il coraggio di telefonare è stato surrogato dall'Assessore Picchetto, che ha telefonato per la terza volta al Presidente della Giunta, per dire che le opposizioni lo volevano in aula più velocemente.
Questa volta, il Presidente della Giunta, sempre più tollerante prudente e benevolo, ha detto: "Va bene, vengo alle 16", e alle 16 puntualmente, siamo qui.
Mi consenta ancora 30 secondi, Presidente, per ricordare che non è vero che l'Avv. Brigandì è un imputato - e lei lo sa che non è imputato - perch si assume la qualifica di imputati quando il giudice dell'udienza preliminare decide o meno l'eventuale rinvio a giudizio.



PRESIDENTE

Per la verità, all'atto della richiesta di rinvio a giudizio.



MERCURIO Domenico

Ritengo, non solo che il Presidente della Giunta abbia fatto quello che doveva fare, ma che bene faremmo noi a fermarci qui e a lasciare che la Magistratura, come si diceva da più parti, faccia il suo corso, si capiscano bene i fatti che sono coperti dal segreto istruttorio, dopodich può anche darsi che nel giro di qualche ora arrivino anche le dimissioni da Assessore da parte dell'interessato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Come al solito, è quando i dibattiti si stanno esaurendo che vengono le meditazioni sul punto. Avendo due minuti a disposizione, sarò telegrafico: so che, almeno nei termini teorici, quasi tutti condividono che una società, una collettività, è forte quanto più l'equilibrio fra i tre poteri che la rappresentano (quello esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario) trovano la capacità di essere autorevoli e, nell'essere autorevoli, rappresentare la collettività che li esprime.
E' oggetto di discussione, non soltanto e non certamente in quest'aula e in questa Regione, quanto questo recupero di equilibrio, che oggi molto spesso vediamo danneggiato, leda l'intera collettività.
Lascio, quindi, molto volentieri alle competenze del potere giudiziario l'onere di occuparsi di una vicenda che così seriamente incide oggi.
Rispetto al potere esecutivo, ha già agito il Presidente Ghigo con celerità, in funzione di quanto immagino sapesse oggi, così come ieri ha parlato in funzione di ciò che sapeva ieri.
C'è, però, un punto che ritengo meriti una nostra riflessione: noi siamo un'Assemblea legislativa, poi possiamo legiferare male, malissimo bene o benissimo; stamattina è stato oggetto di una contestazione un punto sul quale non entro, perché lo considero ininfluente rispetto al fatto che questa Assemblea è in forte criticità di lavoro. Parlare oggi di democrazia decidente e di ciò che ne consegue, credo appaia, ai più, il desiderio di un'utopia.
C'è, però, una proposta che è stata avanzata non dalla maggioranza sulla quale invito i Capigruppo della maggioranza a riflettere: se c'è un'area sulla quale potrebbe - mi pare l'abbia detto, fra le righe, il collega Marco Botta - esserci un momento di riflessione - perché ci vuole anche la riflessione, dopo aver sentito le proposte - su questo tema, credo che una Commissione d'inchiesta ci possa stare. E' compito degli amministratori capire quali procedure non abbiano funzionato e perché. E' difficile comprenderlo, ma ritengo sia più facile per noi che per chi fuori dal potere legislativo, ha indubbiamente meno competenze e meno conoscenze per farlo.
Se c'è qualcosa che non ha funzionato, è nostro dovere, e non soltanto diritto, occuparcene e cercare di migliorarlo. Il fatto che la precedente Commissione d'inchiesta - quella a cui ha alluso il Presidente Cattaneo sia stata la più pessima - se così posso esprimermi - nell'ambito della più pessima Presidenza, non è un buon motivo per non pensare che lo strumento di per sé, possa funzionare. Il fatto che molto spesso non mettiamo le cinture di sicurezza non significa che s'ha da cambiare la legge: s'ha da convincere, nell'interesse di tutti , i cittadini ad usarle.
La Commissione d'inchiesta precedente non ha avuto certamente un esito positivo; altri momenti più tranquilli consentiranno a me, con molta tranquillità, di motivare perché dico che è stata la più pessima, con la più pessima delle Presidenze. Ma di per sé lo strumento è uno strumento idoneo, per un'assemblea legislativa, rispetto a un tema difficile come una procedura complessa, una procedura che - i colleghi sanno - è stata oggetto di discussione in aula, in Giunta e nei locali della politica ben prima che a nostra conoscenza la Magistratura se ne occupasse.
La Magistratura si occupi di ciò che le compete, con il rispetto e l'attenzione di quest'onere; noi, che per ora ci occupiamo - bene benissimo, male, malissimo, non tocca a noi giudicarlo - di legiferare per conto di questa Regione, credo che dovremmo riflettere se si tratta di un tema su cui davvero fare una Commissione d'inchiesta.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso questo punto e sospendo i lavori per 15 minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.09 riprende alle ore 17.34)



PRESIDENTE

Comunico che è convocata la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.



(La seduta sospesa alle ore 17.34 riprende alle ore 18.03)


Argomento:

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale, Cota, sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Conclusa la riunione dei Capigruppo, riprendiamo l'esame del provvedimento.
E' stata sollevata una questione di legittimità - lo anticipo, perch l'ho esaminata - che riguarda la possibilità o meno di contenere nelle leggi di bilancio regionale delle disposizioni di spesa, per una supposta contrarietà con l'articolo 81 della Costituzione.
Nell'esaminare la questione, ho verificato anche i precedenti relativi ai bilanci della Regione e questa disposizione si applica soltanto al bilancio dello Stato, tant'è che oggi abbiamo un tipo di organizzazione dei lavori su bilancio e finanziaria come il Parlamento nazionale.
Questa non è una conseguenza della disposizione costituzionale, ma è la conseguenza di un'organizzazione che ci siano dati con la nostra legge di contabilità. Quella norma costituzionale non si applica alla legge di bilancio e neppure all'assestamento della Regione.
Su questa mia dichiarazione ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Secondo noi ricorrono vari termini di impresentabilità di questo provvedimento, nei termini in cui è stato presentato, cioè nel contesto di una legge di bilancio, che naturalmente nessuno contesta che sia dotato dei requisiti necessari e che lo stesso provvedimento possa essere presentato in un quadro di legge finanziaria.
Tuttavia, il terzo comma dell'articolo 81 della Costituzione è molto netto, quando dice "Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese".
Richiamo inoltre l'articolo 78 del nostro Statuto regionale, il quale recita: "La Giunta predispone il disegno di legge di approvazione del bilancio preventivo e del conto consuntivo, in armonia con le norme stabilite con legge dello Stato". Quindi, il richiamo contenuto nell'articolo 78 dello Statuto alle leggi dello Stato è esplicito.
Per questa ragione, a nostro parere, ricorre l'elemento previsto dall'articolo 81 della Costituzione; al quale peraltro è ispirata la nostra stessa legge di contabilità che lei richiamava. Gli stessi precedenti devono tenere conto del fatto che questa è la seconda volta che noi discutiamo di una legge finanziaria distinta dalla legge di bilancio; tale provvedimento è presentato contestualmente proprio perché è la legge finanziaria la sede nella quale i provvedimenti di spesa sono dotati della necessaria copertura (e anche questo fa parte di un articolo dello Statuto della Regione Piemonte). Ciò non è stato previsto negli emendamenti in questione, che, pur prevedendo una spesa, sono stati presentati senza l'indicazione della relativa copertura e delle fonti del prelievo.
Per queste ragioni, che ora sollevo tutte insieme - ma mi riservo di presentarle distintamente - noi chiediamo, per una ragione di costituzionalità e di rapporto tra Costituzione e Statuto, per una ragione che riguarda l'indicazione della copertura delle spese di cui si parla, che questi emendamenti siano trasferiti alla legge finanziaria (che peraltro è giacente in questo Consiglio e che si esaminerà subito dopo), che è indubbiamente la sede propria nella quale discuterne.
Infine, secondo noi, come sempre quando si discute di emendamenti che comportano decisioni di spesa, è necessario convocare una riunione della competente I Commissione per esaminare questi provvedimenti e valutarli.
Non solo è solo regola stabilita, ma anche prassi di questo Consiglio regionale.
Chiedo che questo insieme di valutazioni siano considerate e valutate e chiedo di sapere se in questo caso è valido il metodo e le prassi che adottiamo ormai da tempo nel nostro modo di legiferare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Francamente, non credo che stamattina - lo dico con molto rispetto della Presidenza - voi abbiate valutato sotto questo profilo gli emendamenti presentati. Il problema era votarli e quindi nessuno si è posto neppure lontanamente il problema di verificare se erano ammissibili o legittimi. Questo perché abbiamo impiegato pochi secondi per approvare un emendamento che invece avremmo dovuto esaminare, prima ancora che dal punto di vista del merito, sotto il profilo dell'ammissibilità.
Noi riproponiamo la questione, contestando la sua interpretazione. La sua interpretazione, Presidente, rappresenta una forzatura, giacché il documento di assestamento di bilancio è un tutt'uno con le leggi di bilancio. Se è così, voi non potevate presentare in quella sede l'emendamento sugli aumenti, giacché di questo si tratta.
Voi, infatti, decidete di aumentare l'indennità di presenza, di aumentare l'indennità di carica e l'indennità di fine mandato; cioè intervenite sul fronte della spesa. Sia chiaro: potevate presentare gli emendamenti, ma utilizzando il provvedimento collegato, perché quella è la sede in cui potete decidere un aumento delle spese. Tutto ciò, ad una condizione: la quantificazione del costo e dell'aggravio di spesa che questo comporta per l'Amministrazione regionale, nonché l'indicazione della copertura finanziaria.
I Consiglieri non possono certo aumentarsi lo stipendio, senza indicare i costi e la copertura finanziaria. Non esiste! Non è previsto da nessuna legge, neanche dalla nostra legge! Quindi, io vi dico che, prescindendo dal merito, voi dovete trovare la sede - che è quella del provvedimento collegato alla finanziaria - per riproporre questi emendamenti: dovete dirci quanto costano all'Amministrazione regionale questi tre emendamenti e dove trovate la copertura finanziaria. Da qui non si scappa, Presidente! Non ci sono leggi che possiamo inventare a nostro uso e consumo! Dovete trovare la sede in cui proporre l'emendamento e poi dirci come lo finanziate!



PRESIDENTE

Per correttezza, ci sono due questioni di carattere pregiudiziale ed una è di legittimità. Io le ammetto come questioni pregiudiziali, perch incidono sull'intero testo della legge. Le discutiamo con le modalità previste dall'articolo 63 e le votiamo.
Questa è una questione di carattere generale che potrà riguardare nel corso della discussione i diversi emendamenti che verranno presentati. E' giustificata da elementi nuovi emersi dopo l'inizio del dibattito, quindi la ammetto sulla base del comma 3 dell'articolo 63 del Regolamento, che così recita: "In caso di concorso di più pregiudiziali il Consiglio procede a distinguere quelle di legittimità costituzionale e statutaria da quelle di merito; su ciascuna categoria si procede ad un'unica discussione, con le modalità di cui al 2 comma, e quindi a due separate votazioni". Inoltre, il comma 2 prevede che "Su tali questioni può parlare soltanto un oratore per ciascun Gruppo consiliare".
Sviluppiamo queste questioni, le discutiamo com'è previsto dal Regolamento e le votiamo.
Sulle mie comunicazioni ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Sono ancora fermo alle sue comunicazioni e mi sembrava che lei avesse dato un quadro interpretativo in seguito confutato dal collega Marcenaro con elementi sostanziali.
Voglio qui ricordare che noi da due anni ci siamo dotati di uno strumento, che è la legge finanziaria, e abbiamo inserito nella discussione un collegato alla legge finanziaria (non quella futura, ma quella che fa riferimento all'anno passato) proprio come strumento principe per inserire interventi che avessero un carattere innovativo e non fossero elementi contabili del pregresso, come invece è l'assestamento di bilancio.
Presidente, pongo un problema di legittimità ad operare in questo senso. Io ritengo che il riferimento all'assestamento di bilancio con gli interventi - i tre emendamenti che sono stati proposti - sia non proponibile, non accettabile, non praticabile: è contro la natura dello strumento definito assestamento, soprattutto oggi. Magari, fino a tre esercizi fa, lo si poteva forzare, ma non oggi che abbiamo lo strumento della legge finanziaria. Non a caso, all'o.d.g. è iscritto un collegato alla legge finanziaria che tecnicamente permetterebbe - anche se ne sono contrario nel merito - di inserire la proposta dei colleghi di maggioranza.
Quindi, io confuto a lei, Presidente, che è il depositario dell'applicazione del regolamento, la sua interpretazione: "sentita in qualche modo l'Aula!"



PRESIDENTE

Non mi pare che sia così, Consigliere Tapparo! Se voglio formalizzare la questione, è perché voglio che decida l'Aula!



TAPPARO Giancarlo

Scusi, però ci sono degli elementi di sostanza in base ai quali lei "interpretando le carte", dovrebbe capire che non è l'assestamento la sede nella quale fare certe operazioni.
Lo si può dire intuitivamente, ma anche con la sostanza delle cose. Tra l'altro, in contemporanea, abbiamo il collegato alla finanziaria, che è il veicolo idoneo (anche se mi dispiace che ci sia questa opportunità).
Quindi, io chiedo a lei, prima di fare come il suo collega Guardasigilli, di rivolgersi all'Aula, eventualmente di fare un'interpretazione di ragionevolezza in base allo Statuto e alle altre norme esistenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Prima di passare a un livello di formalizzazione e chiedere un'espressione dell'Aula, noi riteniamo che lei, in qualità di Presidente del Consiglio Regionale, dovrebbe ancora fare un approfondimento particolare.
Rispetto a questi emendamenti, collocati a quel punto dall'articolo 3 dell'assestamento e non invece al collegato della finanziaria, noi le facciamo una domanda molto semplice: lei ritiene che, così collocata e così posta la questione, emendando quel testo, sia applicabile, senza una norma finanziaria? Ripeto: è applicabile così senza una norma finanziaria, e va collocato quindi lì? Il fatto che sia necessaria una norma finanziaria per renderla applicabile rende evidente che quelle che noi qui stiamo sostenendo sono motivazioni vere e reali e che quella collocazione è sbagliata, per cui bisogna rivedere questo punto.
Noi riteniamo che lei, facendone prima una valutazione e non sottoponendo la questione all'Aula, dovrebbe dichiarare quegli emendamenti non accettabili e non collocabili in quel provvedimento, ovvero il disegno di legge n. 552. La questione della necessità della norma finanziaria implica automaticamente le conseguenze che noi abbiamo tratto con i nostri interventi. Per cui chiediamo che prima si esprima lei, che rivaluti un attimo tale questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà



ANGELERI Antonello

Io vorrei dire con molta chiarezza che condividiamo l'interpretazione del Presidente, supportato dai Dirigenti; in passato, abbiamo sempre avuto fiducia nelle interpretazioni del Presidente, per cui non vedo perché non dobbiamo averla adesso.
Noi pensiamo anche con molta chiarezza che ci possa essere, come è previsto all'articolo emendato, un'uscita e che, prima della dichiarazione di urgenza, possa essere prevista anche la relativa UPB alla quale attingere.
Pertanto rifiutiamo la proposta del Consigliere Marcenaro di far slittare questi emendamenti alla legge finanziaria, anche perché abbiamo visto più volte che le proposte arrivate da quella parte difficilmente sono state poi rispettate.
Di conseguenza, ci fidiamo sicuramente in maniera maggiore e certa dell'interpretazione che dà il Presidente del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Vorrei ricordare all'Aula due cose. La prima è che un emendamento è già stato votato, collocato, posizionato e posto in votazione dalla Presidenza del Consiglio Regionale, dopo che gli Uffici lo avevano predisposto.
Siamo in fase di discussione del secondo emendamento. Per mia fortuna da qualche anno mi sono messo a mangiare un po' più di pesce e meno carne qualcuno ricorderà che questa mattina, intorno alle ore 10.30-10.35, il collega Placido ha accorpato nell'intervento sull'ordine dei lavori anche quello sulla discussione generale, tant'è che il Presidente di turno - il Vicepresidente del Consiglio Regionale, Pietro Francesco Toselli - aveva dichiarata aperta la discussione generale.
E' quanto meno anomalo; non dico che non si debba fare - adesso lo valutiamo - ma è quanto meno anomalo che in fase di discussione generale di un emendamento si dia la possibilità all'Aula di fare una valutazione pregiudiziale sia essa di merito piuttosto che di natura costituzionale.
Ciò detto, il disegno di legge all'attenzione dell'Aula è di carattere finanziario. Dalla mia interpretazione - ma io sono un Consigliere Regionale, non sono certamente un costituzionalista - quello della Costituzione è un riferimento preciso al bilancio dello Stato. Ripeto, al bilancio dello Stato e quindi non vedo problemi di carattere costituzionale. Ma questa è una mia valutazione che, sotto mia responsabilità, esprimerò eventualmente con il mio voto, che è uno sui sessanta seggi assegnati a questa Assemblea.
Chiedo dunque di fare una valutazione di questo tipo. Siamo in fase di discussione generale; sono ovviamente disponibile ad approfondire la questione della pregiudiziale, però vorrei che ci fosse un chiarimento perché mi sembra un percorso un po' anomalo.



PRESIDENTE

Ricordo che, sulle mie comunicazioni, hanno diritto di parlare tutti i Consiglieri per due minuti. E' ammissibile solo questa questione di carattere pregiudiziale, perché ha un senso, sulla quale interviene un oratore per ogni Gruppo, poi, si vota e si procede all'esame.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, intervengo sulle sue comunicazioni: lei, più volte ha dato un'interpretazione e una lettura del Regolamento che ha avuto effetto dirimente rispetto all'Aula, assumendosi delle prerogative non da poco.
Credo che, oltre alla Costituzione, lei dovrebbe guardare bene la parte relativa allo Statuto e verificare la coerenza degli atti del Consiglio rispetto allo Statuto.
Presidente, sarebbe straordinario se, domani, nel discutere un provvedimento che riguarda lo sviluppo delle attività turistiche in Piemonte, calendarizzato al primo punto dei lavori della nostra giornata consiliare, qualcuno si alzasse e presentasse un emendamento all'articolo 1 nel quale si decide che le indennità dei Consiglieri aumentano del 20%.
Presidente, lei lo riterrebbe ammissibile, sapendo che esiste una legge, che si chiama legge n. 24, che ha un articolo preciso che va modificato per rendere operativo un provvedimento come quello? Se non è recepito in forza di una legge, come ha fatto il suo collega che gestiva l'Aula ad ammettere un provvedimento che insiste su una legge, la legge n.
24? Perché non avete avuto il coraggio di presentare come Ufficio di Presidenza una modifica articolata della legge n. 24 e, invece, avete utilizzato un meccanismo truffaldino, andando ad incidere sullo stanziamento di bilancio?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



CONTU Mario

No, sullo stanziamento di bilancio, poi, è pienamente legittimo un emendamento sul collegato alla finanziaria.
Questa cosa qui è inammissibile sul piano procedurale, certo che non si lascerà niente di intentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, penso che sia opportuno un attimo di riflessione. E' vero, noi siamo in presenza di un inghippo anche d'Aula, perch effettivamente, da quanto mi è stato riferito, chiedo scusa, questa mattina non ero presente, è già stato votato un emendamento che si riferisce a questa vicenda.
Al di là dell'opportunità politica di andare avanti su questa vicenda sulla quale ha già parlato molto correttamente il collega Marcenaro, c'è un problema di carattere procedurale che è importante. Le questioni sollevate dai colleghi, in particolare dal collega Ronzani, sono questioni che hanno sostanza reale parlando di assestamento di bilancio.
Sarebbe opportuno parlarci come si fa tra persone adulte: noi sappiamo che da parte della maggioranza è stato immaginato questo articolo 3 come un espediente per far passare qualcosa che, in qualche modo, doveva passare.
Si è pensato che questo fosse il momento più idoneo, non si pensava alla vicenda dell'Assessore al Legale, si pensava che, essendo prossimi alle ferie, l'attenzione della gente fosse minore, c'era lo strumento finanziario e si è fatta questa operazione. Questo emendamento è già stato approvato, creando così, in una certa misura, una situazione di non ritorno.
Dal punto di vista procedurale, penso sia stato incauto il suo collaboratore di questa mattina, il Presidente protempore, ad accettare questo emendamento. Propongo una soluzione: possiamo modificare la situazione bocciando, d'accordo tra maggioranza e minoranza, l'articolo 3 e riproponendo l'articolo 3 in modo originario, senza questo sciagurato emendamento che è già stato approvato, come articolo bis, in modo tale che la legge di assestamento possa proseguire in modo più coerente. Così si toglierebbe l'Aula da questa situazione di impiccio, evitando, per rimediare ad un errore - aver accettato e votato questo emendamento è un errore - di commetterne uno ulteriore.
Questo è il mio modesto suggerimento, naturalmente, lei, come Presidente, lo valuterà.



PRESIDENTE

Ringrazio per le interlocuzioni sulle mie comunicazioni. Chiedo di formalizzare la questione pregiudiziale, se me la formalizza il collega Marcenaro lo ringrazio.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 552: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003" (presentazione questioni pregiudiziali)


PRESIDENTE

Comunico Che il Consigliere Marcenaro ha presentato le seguenti questioni pregiudiziali: 1) Questione pregiudiziale n. 1 (con riferimento all'articolo 81, comma 3 Costituzione): "Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese".
2) Questione pregiudiziale n. 2 (con riferimento all'articolo 78 Statuto): "La Giunta dispone il disegno di legge di approvazione del bilancio preventivo e quello del conto consuntivo in armonia con le norme stabilite con legge dello Stato".
3) Questione pregiudiziale n. 3 (con riferimento all'articolo 80 Statuto): "Ogni progetto di legge ed ogni legge regionale che importino nuove o maggiori spese devono indicare i mezzi per farvi fronte".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione delle tre questioni pregiudiziali.



MARCENARO Pietro

Formalizzo tre questioni pregiudiziali: la questione pregiudiziale di legittimità costituzionale, ai sensi dell'articolo 81, comma tre, della Costituzione; la questione di legittimità statutaria, ai sensi dell'articolo 78 dello Statuto della Regione Piemonte; l'ulteriore eccezione di legittimità statutaria, ai sensi dell'articolo 80 dello Statuto della Regione Piemonte, che recita: "Limiti in materia di spesa di bilancio".
Queste sono le tre eccezioni che ho testé esposto in forma riassuntiva.
Le illustro una alla volta?



PRESIDENTE

Come crede, c'è un unico dibattito, le illustri lei tutte e tre, poi svolgiamo il dibattito, o se le vuole illustrare qualche altro, non c'è un obbligo che le illustri uno o l'altro.



MARCENARO Pietro

Per quanto riguarda la prima che ho richiamato, l'articolo 81 della Costituzione, terzo comma, recita: "Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuovi nuove spese".
Trattandosi della Costituzione, è un articolo che si riferisce, in primo luogo, al bilancio generale dello Stato, ma costituisce un orientamento che non solo ha formato la legislazione statale, ma ha portato al fatto che contestualmente, nelle assemblee legislative si discutano diversi provvedimenti, quelli di bilancio e quelli di legge finanziaria, quelli di bilancio hanno certe caratteristiche, quelli finanziari altre, ma conseguentemente, ha portato la Regione Piemonte, come altre Regioni, alla predisposizione di una propria legislazione, di una propria legge di contabilità, che risponde agli stessi criteri e cerca di rispettarli.
Lo dico, signor Presidente, perché, qui, stiamo chiedendo semplicemente a lei di trasferire nella sede propria una proposta di provvedimento o di modifica di provvedimento.
Voi sapete benissimo che quanto è stato fatto è avvenuto unicamente sulla base della sola valutazione che transitava alle h. 10 del mattino in quest'Aula, pertanto, bastava "appiccicargli" questa proposta per cercare di realizzare il vostro obiettivo. Venuta meno tale questione, il tutto potrebbe essere riconsiderato sotto una luce più razionale.
Naturalmente, lei sottoporrà questo ad un dibattito, a un voto e a una maggioranza. Come ho già detto altre volte, una maggioranza può votare quasi tutto, una maggioranza può anche approvare risoluzioni che stabiliscono che l'Italia fa parte del continente africano: non c'è nessuna minoranza che possa contestare la natura democratica di questa votazione quando una maggioranza si pronunci.
Siamo in uno di quei classici casi nei quali una Presidenza o una Giunta che richiamassero ad un comportamento più rispettoso, a nostro parere, del dettato costituzionale e delle regole che, in generale, normano l'attività legislativa su questa materia, sarebbe un elemento che contribuirebbe, come ripeto, ad una migliore soluzione del problema.
La seconda questione, che illustro brevemente, riguarda l'articolo 78 dello Statuto. Se ci fossero dubbi sul carattere ultrattivo, sul fatto cioè, che la Costituzione, per definizione, è fonte sovraordinata chiederei a lei, Signor Presidente, di spiegare perché abbiamo nel nostro Statuto un esplicito riferimento all'articolo 78, che recita: "La Giunta predispone il disegno di legge di approvazione del bilancio preventivo e quello del conto consuntivo in armonia con le norme stabilite con legge dello Stato". In pratica, richiamiamo nel nostro Statuto le leggi dello Stato come fonti sovraordinate, alle quali le nostre leggi di bilancio devono, in qualche modo, rispondere o esserne subordinate.
La terza questione riguarda l'articolo 80 che, come lei sa, recita: "Ogni progetto di legge ed ogni legge regionale che importino nuove o maggiori spese devono indicare i mezzi per farvi fronte".
La mia domanda, dunque, è la seguente: siamo o no di fronte a proposte che comportano nuove spese? Siamo, cioè, nella fattispecie prevista dall'articolo 80 (vale a dire che nel momento in cui avanza una proposta si devono indicare anche i mezzi per farvi fronte)? Senza dubbio, nel provvedimento e nell'emendamento che stiamo discutendo - in questo momento il dibattito è limitato all'emendamento in discussione - questo non è previsto, perché siamo di fronte ad una proposta che non ha le caratteristiche richieste dall'articolo 80. Anche questo rappresenta, a nostro giudizio, un problema. Peraltro, come ho già avuto occasione di richiamare, qualora si sia in presenza di proposte di legge che comportano variazioni di spesa, e, quindi, relativi problemi dei mezzi per farvi fronte, è regola, e al tempo stesso prassi, che di questo sia investita la I Commissione per una valutazione. Molto spesso, questo è avvenuto anche attraverso riunioni "volanti", ma è comunque sempre stato fatto.
La proposta, così come oggi è viene avanzata, non pone il Consiglio nelle condizioni di compiere questa valutazione e di avviare una discussione che, nel momento in cui si prevede un aumento di spesa come quello determinato dalla modifica dell'indennità, permetta di capire quali sono i mezzi per farvi fronte, da dove vengono prelevati, eccetera.
Chiediamo, attraverso questa discussione, che il Consiglio venga posto nelle condizioni di operare questa valutazione.



PRESIDENTE

Sono tre questioni chiare sulle quali può intervenire un Consigliere per Gruppo consiliare, per poi svolgere un'unica votazione.



MARCENARO Pietro

Il Presidente le ritiene tutte infondate?



PRESIDENTE

Ho espresso il mio parere in una valutazione di legittimità che pu fare il Presidente nello scartare gli emendamenti.
Ritengo di non poter scartare gli emendamenti perché non c'é una questione di manifesta illegittimità costituzionale in rispetto all'articolo 81 della Costituzione (perché si applica soltanto rispetto al bilancio dello Stato) né con riferimento alle altre questioni prospettate perché l'importante è che il testo di legge contenga la disposizione finanziaria con riferimento alle singole previsioni.



MARCENARO Pietro

Non dev'essere messo nelle condizioni di valutare nel momento in cui decide? Chiedo a lei.



PRESIDENTE

Un emendamento è già stato approvato. Proseguiamo, perché è corretto che ci sia dibattito seguito da una votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, naturalmente la maggioranza potrà risolvere tali questioni con un voto. Però, a mio giudizio, trattandosi di simili questioni dovrebbe evitarlo. Perché se usassimo il voto di maggioranza per imporre un'interpretazione delle norme in vigore a confine, o addirittura illegittima, si creerebbe un precedente gravissimo che riguarda questa discussione, ma che potrebbe in futuro riferirsi anche ad altre discussioni.
Questa mattina - e vorrei essere smentito - per la fretta con la quale abbiamo votato l'emendamento che raddoppia l'indennità di fine mandato credo che non sia stata compiuta questa valutazione, perché per la dinamica dei fatti non ritengo abbiate avuto il tempo di compiere questa valutazione.
Non vorrei ripercorre quella discussione e raccontare quei fatti, ma siccome ero presente mi permetto di dirvi che questa mattina abbiamo fatto un ragionamento che prescindeva da questa valutazione, che invece è fondamentale.
fondamentale non per stabilire che non si debba discuterne oggi perché voi potete farlo, anche se noi siamo contrari - ma è fondamentale per capire in quale sede e con quali strumenti va affrontata la discussione.
Allora qui si sposta la discussione. Avete presentato tre emendamenti utilizzando l'assestamento: noi riteniamo che sia una sede sbagliata.
Pertanto, gli emendamenti che avete presentato andavano dichiarati inammissibili, perché lo strumento e la sede che avete individuato per discuterli è sbagliata. Su questo aspetto, vorrei che esprimeste una parola definitiva.
C'é poi un secondo problema, Presidente. La sede in cui affrontare tali questioni voi ce l'avete, perché non esiste solo l'assestamento. Stiamo discutendo, infatti, dell'assestamento e del provvedimento collegato. Noi riteniamo fosse quella la sede in cui discutere il tema che ponete e in cui presentare i tre emendamenti. Ma oltre a non esservi chiesti se fosse giusto o meno discutere l'emendamento in sede di assestamento, c'è un'ulteriore questione: abbiamo discusso l'emendamento che raddoppia l'indennità dei Consiglieri senza porci il problema della quantificazione del costo che comporta. Posto che abbiate sbagliato a discuterlo in quella sede, avete commesso un secondo errore, perché avere votato un emendamento senza porvi il problema della copertura finanziaria e senza quantificare l'onere che questo emendamento, una volta approvato, comporterà per la Regione Piemonte.
Non sta in piedi, Presidente! Avrei voluto avere un emendamento e insieme, come recita la legge sulla contabilità, la quantificazione del costo, cioè l'aggravio che questo emendamento comporterà per l'Amministrazione regionale.
Non è possibile fare diversamente! Possiamo girarla come volete, ma è un punto di principio fondamentale.
Torno a bomba: volete fare l'aumento? Noi siamo contrari per tante ragioni. In questo momento, ritengo che sia quanto mai inopportuno discutere di aumenti in una situazione così caratterizzata: una Regione dentro una crisi politica seria. Perché è un problema credo per tutti noi il fatto che un Assessore oggi non sia in quest'Aula, ma sia da un'altra parte! In queste ore, la Regione Piemonte - è il segnale che diamo all'esterno in quali faccende è impegnata? È impegnata a discutere dell'aumento dell'indennità dei Consiglieri. Mi pare che si faccia una figura di quelle che non finiscono più, dal punto di vista del rapporto con l'opinione pubblica. Immaginate cosa significa domani, dopo domani e dopo domani ancora.
Vi pongo un problema di opportunità. Se volete insistere, fatelo, ma rispettate le regole, individuate gli strumenti in cui presentare gli emendamenti e, soprattutto, garantite la copertura finanziaria a questi emendamenti, non prima di aver quantificato il costo che essi comportano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Condivido totalmente le osservazioni espresse dal Consigliere Marcenaro.
Ne ripeto una in modo particolare. L'articolo 80 dello Statuto scrive in modo chiaro e senza dubbi di carattere interpretativo, che ogni progetto di legge, ogni legge regionale, che importino nuove o maggiori spese, devono indicare i mezzi per farvi fronte.
Siamo di fronte ad una situazione di nuove e maggiori spese, quindi non è un problema di maggioranze politiche, ma di applicazione della legge.
La proposta della maggioranza - che non condividiamo - deve essere completa, cioè deve indicare le maggiori spese e gli importi nuovi.
E' vero che può essere fatto in due momenti: prima si applica la norma e poi può essere previsto un articolo finanziario, ma, in ogni caso, deve essere esplicitato. L'indicazione sulla spesa deve esserci; è un fatto fondamentale. Quante volte siamo stati richiamati, Consiglieri di maggioranza e di minoranza, per proposte che non contenevano l'importo quanto volte - a me è capitato spesso - siamo stati sollecitati ad indicare l'importo, in modo che la I Commissione potesse esprimere un parere e un'opinione? Quante volte abbiamo convocato Commissioni "volanti" per esprimere un'opinione? Questo è un problema vero, al di là del contenuto sul quale sono contrario, perché la norma, cioè l'indicazione del costo, deve essere rispettato.
C'è poi un problema sul dove vengono fatti gli emendamenti.
Le osservazioni espresse dal collega Marcenaro, per quanto riguarda la parte sulla Costituzione, sono chiare; quindi, a maggior ragione, le osservazioni valgono sul documento di assestamento del bilancio.
Non è possibile intervenire nell'assestamento del bilancio 2003, che si assesta in base al rendiconto con il quale vengono definiti, con precisione, sia l'avanzo di amministrazione sia le entrate; quindi, a maggior ragione, non possono trovare un'applicazione nell'assestamento del bilancio.
Già nel provvedimento collegato alla Finanziaria non è possibile, per tutte le motivazioni indicate dal collega Marcenaro; a maggior ragione non possono trovare applicazione nell'assestamento.
Condivido le osservazioni espresse e invito il Presidente a dare un'interpretazione da non sottoporre all'Aula, altrimenti vorrebbe dire che lo Statuto, le norme che ci siamo dati nel nostro operare, verrebbero piegate alle opinioni della maggioranza. Invece, deve essere il Presidente a dare la garanzia che alcune norme devono valere, indipendentemente dalle maggioranze.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Sul piano della legittimità, le ripropongo una questione già posta in sede di Conferenza dei Capigruppo, alla quale ha risposto in modo analogo a come ha risposto in Aula ad alcuni interventi.
Esiste un problema obiettivo di implementazione statutaria perch laddove il nostro Statuto non prevede la Legge Finanziaria, laddove è chiamato, in una certa misura, a recepire la previsione costituzionale, e laddove l'ordinamento regionale, da alcuni anni a questa parte, comprende uno strumento che al momento di approvazione dello Statuto non era a disposizione della Regione (la Legge Finanziaria), è opinabile che, sulla base di precedenti (che però vorrei vedere documentati) la legge di bilancio faccia le veci del provvedimento autorizzativo della spesa, cioè della Legge Finanziaria. Tutto questo per il solo fatto che nello Statuto non c'è una previsione di uno strumento di questo tipo e che successivamente, la nostra Regione se ne sia dotata con una legge abbastanza recente.
Sostenere, tout cour, che l'articolo 81 della Costituzione non si applichi alla Regione, anche laddove essa abbia adeguato i propri strumenti finanziari a quelli previsti dalla legislazione nazionale dotandosi di uno strumento come la Legge Finanziaria, è, obiettivamente, un problema istituzionale che si potrebbe porre anche in altri casi.
Ne approfitto per porre una seconda questione sull'economia complessiva dei nostri lavori - già più volte esposta rispetto ai lavori d'Aula e delle Commissioni e mi verrebbe da dire: analogamente a quanto avviene nell'attività amministrativa della Giunta regionale.
Vorrei chiedere al Presidente - e glielo richiedo ufficialmente - se la valutazione sull'ammissibilità degli emendamenti contiene, al proprio interno, un'istruttoria nella quale esiste un parere, un visto o una valutazione, da parte degli uffici del Consiglio. In altre parole, una situazione in cui il Presidente amministra il Regolamento diventando, di fatto, ufficio di se stesso, l'interprete e non solo l'amministratore della norma che viene ad essere amministrata.
Non è una situazione marginale, dal punto di vista istituzionale perché è chiaro che all'Aula verrebbe mantenuta la sovranità sui propri provvedimenti, ma è altrettanto vero che all'Aula verrebbe assicurato, in caso contrario di valutazione più tecnica e meno discrezionale, una qualche forma di suffragio rispetto alla legittimità degli atti che l'Aula stessa va ad approvare. Sarebbe di beneficio per tutti: per lei che amministra il Regolamento e per l'Aula che deve giovarsene.
Dato che tale questione - temo per una ragione che ha che fare con la prassi e con la consuetudine - non è mai chiarita istituzionalmente, gliela ripropongo, non perché lei adesso mi dia una risposta o perché pronunci dichiarazioni di co-responsabilità, ma perché è un problema che obiettivamente si pone.
Occorre capire se, come per ciascuna deliberazione della Giunta regionale si hanno pareri di competenza degli uffici, esistono pareri sui giudizi di ammissibilità da parte della Presidenza del Consiglio, rispetto agli atti presentati alla stessa Presidenza.
Questo discorso vale su diversi versanti: vale sul problema - marginale dal punto di vista politico e "pesantissimo" dal punto di vista tecnico delle assegnazioni dei provvedimenti e vale anche rispetto al giudizio di ammissibilità dei provvedimenti stessi. Rimanendo assolutamente chiara la sovranità e la responsabilità dell'Aula rispetto alle votazioni, rispetto alle procedure di ammissione di questi dati, un qualche tipo di responsabilità amministrativa, da parte degli Uffici, deve esistere.
Spero di essere stato chiaro Presidente, la questione va risolta formalmente, cioè ciascuno emendamento depositato deve essere chiaramente individuato come un emendamento ammesso o non ammesso sulla base di una certa procedura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, le faccio subito il decalogo delle sue contraddizioni. Da una parte il Presidente dice: "Bisogna aumentare le indennità perché sono aumentate le prerogative parlamentari dei Consiglieri". Lo so che questa mattina il Presidente è stato lontano dall'aula, ma la voglio stimolare, la immagino più vicina alle dichiarazioni pubbliche di Maroni che per equilibrare la previdenza bisogna iniziare dai vitalizi privilegiati compresi quelli dei Consiglieri regionali. A parte questa considerazione gliene do atto è una escamotage, perché sostiene la tesi esattamente contraria? Nei dibattiti pubblici il Presidente ha sostenuto che le incombenze del Consiglio sono aumentate, sono diverse e le nostre prerogative sono più da Parlamento. Oggi viene formulata un'eccezione nella quale si dice: "applichiamo per analogia le procedure previste dalla Costituzione".
Rendendo ammissibili questi emendamenti è evidente che l'atteggiamento sia di un certo tipo. Non mi inserisco più di tanto nel piano giuridico mi pare che il Consigliere Palma abbia sufficientemente esplicitato gli aspetti procedurali, però è bizzarro che la legge di assestamento sia equiparata ad una legge omnibus che modifica le leggi vigenti: ma come è possibile questo? Come è possibile, con una legge di assestamento modificare un disposto che è l'articolo 11 della legge n. 24? Il Presidente mi trovi un precedente, altrimenti abbiamo sbagliato tutto. I nostri emendamenti alla legge finanziaria puntano a modificare i capitoli e le UPB. Scopro oggi che invece no, ho sbagliato tutto sul piano della procedura. Il Vicepresidente Toselli è stato un apripista incredibile meglio pensare ai Vicepresidenti per svolgere questo ruolo. Il Vicepresidente ha reso ammissibile un emendamento che ha niente a che fare con l'individuazione delle risorse per la copertura di spesa relativa a questo o a quel provvedimento di legge.
E' su questa novità procedurale che il Presidente doveva assolutamente chiedere il parere di tutto l'ufficio di Presidenza, non gliene imputo la responsabilità, però ci sveli questa nuova modalità. Gli emendamenti, alla legge finanziaria, non si fanno più sull'individuazione delle UPB e sullo spostamento delle risorse, ma modificando le leggi, saltando ogni ambito istruttorio e procedurale che prevede il passaggio nelle sedi opportune che sono quelle delle Commissioni permanenti che devono recepire questo provvedimento.
Il Consigliere Saitta diceva: "non si parla tanto per il verbale", io invece credo che sia giusto parlare per il verbale, lasciare traccia di queste dichiarazioni e di queste contestazioni perché, sul piano procedurale, qualsiasi altra possibilità sia data ai Consiglieri per contestare l'applicazione - qui non si può invocare l'"interna corporis" e già su altri casi, non è stata resa ammissibile perché la procedura diventa sostanza. Per far passare un provvedimento che trovava l'ostilità almeno dichiarata, di buona parte dell'Aula, oggi si usa un provvedimento improprio come quello della legge di assestamento per modificare la legge.
Se il Presidente è in grado di fornire i precedenti, lo dica e ce lo riproponga perché così ha argomentato le controdeduzioni rispetto alla eccezione di legittimità costituzionale proposta dal Consigliere Marcenaro.
Sul merito della illegittimità statutaria interverrò successivamente.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, c'é un unico dibattito, l'ho chiarito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Ho ascoltato con attenzione dal Consigliere Marcenaro la presentazione delle pregiudiziali che sono state poste: una di carattere costituzionale e due di carattere statutario. Su quella costituzionale, dal nostro punto di vista, non abbiamo dubbi e siamo di parere contrario rispetto a quanto sostenuto dal Consigliere Marcenaro anche perché, fortunatamente, se c' una legge semplice e facilmente verificabile è proprio la Costituzione.
Come dicevano i padri costituenti la Costituzione non va interpretata, essa è chiara e cristallina. E' ovvio, dal nostro punto di vista, che l'articolo 81 ha una chiarezza perfetta perché, quando si parla di bilancio, il riferimento è chiaro si parla del bilancio dello Stato. Non a caso c'é un riferimento alle Camere e quindi al Parlamento nazionale.
Per analogia, la pregiudiziale all'articolo 78 dello Statuto, dove di fatto viene ripreso che la Giunta predispone un disegno di legge di approvazione del bilancio preventivo e del Conto consuntivo in armonia con le norme stabilite dalla legge dello Stato, non sta in piedi perché la legge dello Stato in riferimento, in questo caso, è da intendere la norma costituzionale contenuta nella prima eccezione, di carattere costituzionale, per quella presunta violazione con l'emendamento presentato, dell'articolo 81.
La terza pregiudiziale, cioè quella all'articolo 80 dello Statuto.
L'articolo 80 dello Statuto recita: "ogni progetto di legge ed ogni legge regionale che importino nuove o maggiori spese, devono indicare i mezzi per farvi fronte". Forse magari anche al bar del Consiglio - visto che prima abbiamo avuto un atteggiamento da bar in quest'aula - c'é stato qualche valido suggeritore un po' impreciso che immaginava che cosa la maggioranza proponente di questa serie di emendamenti, o la Giunta regionale, titolare del provvedimento, intendesse fare in successione all'approvazione di questi emendamenti e quindi dell'articolo 3 così emendato.
Faccio una prima considerazione. Il primo emendamento non comporta, in questa fase, maggior spesa. Trattandosi di indennità di fine mandato, anche se molti avevano già pensato ad una festa invitando il Presidente Ghigo a dimettersi magari cercando di fargli ultimare il mandato prima del previsto (riteniamo, essendo un Presidente in buona salute, che finisca il suo mandato a fine legislatura), la spesa è da imputare alla legge finanziaria del 2005. Riteniamo, quindi che, qualora approvato l'assestamento, la copertura finanziaria sarà sicuramente su quel provvedimento. Ciò detto - e riprendo quanto dicevo 45 secondi fa - è ovvio che questo provvedimento deve poi trovare una sua copertura finanziaria, così come abbiamo fatto molte volte su un PDL d'iniziativa consiliare o su un DDL d'iniziativa della Giunta, con l'istituzione di un articolo finanziario quale ultimo articolo del provvedimento, o con una copertura del provvedimento sulla legge finanziaria, in questo caso sull'assestamento collegato alla finanziaria.
Non comportando, dal nostro punto di vista, un incremento di spesa l'emendamento posizionato dagli Uffici, messo in votazione dal Vicepresidente Toselli stamattina ed approvato, è ovvio che bisognerà predisporre un articolo finanziario a questo disegno di legge, a copertura di eventuali ulteriori emendamenti e dell'articolo 3, quindi di una variazione complessiva del provvedimento rispetto al provvedimento originario presentato dalla Giunta regionale, oppure occorrerà trovare la copertura nell'alveo della legge finanziaria, o meglio, collegata all'assestamento della legge finanziaria, che è all'attenzione in questa sessione estiva, cosiddetta "di bilancio", all'interno del Consiglio regionale.
Su questo, forse, richiamandoci, non tanto all'articolo 80 dello Statuto, ma all'articolo 80 del Regolamento, qualora vi fosse l'approvazione di ulteriori emendamenti che comportassero un incremento di spesa a partire dal 2003 (quindi l'assestamento collegato) o dal 2004 probabilmente un passaggio in Commissione potrebbe essere pertinente e forse, fatto salvo le valutazioni della Giunta regionale, condiviso.



PRESIDENTE

Indìco un'unica votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulle tre questioni pregiudiziali.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, ai sensi dell'articolo 80, comma 3, del Regolamento, invio, per il parere che può essere dato oralmente entro domani mattina, alle 10 l'emendamento n. 2 e l'emendamento n. 3 alla Commissione competente, perch questi emendamenti comportano direttamente un aumento di spesa, fermo restando l'interpretazione che l'importante e che la disposizione finanziaria ci sia nel complesso, nel contesto della legge.
Rilevo d'ufficio la necessità di acquisire il parere, ai sensi dell'articolo 80, comma 3, del Regolamento.
Chiedo al Presidente Gallarini se vuole convocare la Commissione seduta stante e riferirmi domani mattina, in apertura di seduta, alle ore 10.
La ringrazio.
La Commissione è riunita adesso, in sala A.
Il Consiglio è aggiornato a domani, alle ore 10.



MARCENARO Pietro

Presidente, naturalmente si può fare tutto, ma l'articolo del Regolamento che lei ha citato prevede la possibilità di esprimere un parere verbale non naturalmente la convocazione immediata, in questi termini.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Marcenaro: a parte che è prevista la convocazione seduta stante ed è previsto anche il parere verbale, per ragioni di opportunità - vista l'ora - il parere verrà dato domani mattina e chiedo che venga riunita contestualmente la Commissione. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.03)



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