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Dettaglio seduta n.381 del 29/07/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 16.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Si è riunita la Conferenza dei Capigruppo che ha determinato il seguente programma dei lavori: si inizia oggi pomeriggio dalla proposta di deliberazione n. 415 "Conto Consuntivo, bilancio del Consiglio regionale" proseguire con il disegno di legge n. 532 "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2002" e poi, successivamente, il disegno di legge n. 438 "Assestamento del bilancio del Consiglio regionale"; il disegno di legge n. 552 "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003".
Inframezzato il Piano territoriale della Provincia di Torino, in chiusura il disegno di legge n. 553 (provvedimento collegato alla legge finanziaria anni 2003-2004 e 2005) a seguire manteniamo la legge sui Walser e l'ordine del giorno su Cancum. Precisiamo, ulteriormente, che sarà trattato il punto nomine in chiusura delle sedute. Ha chiesto di intervenire, sull'orine dei lavori, il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei rappresentare a tutti i Consiglieri un impegno che propongo all'Aula come percorso di lavoro per queste giornate che ci separano dalle agognate vacanze.
I temi che sono sul tavolo, e che devono essere messi in una loro conseguenza all'o.d.g., li conoscete. Ciò che dalla Conferenza dei Capigruppo sembra emergere è affrontare l'assestamento del Consiglio l'assestamento della Giunta, il Piano territoriale (sul quale mi impegno perché è atto di Giunta). Naturalmente invito fin da adesso i Consiglieri di maggioranza a considerarlo come un atto da accompagnare ed assecondare.
Infine affronteremo la discussione della finanziaria dell'assestamento.
Questo percorso complessivo vede nella sua consequenzialità, una certa logica ed un certo impegno da parte dei Consiglieri.
Voglio dirlo con precisione: l'assestamento di bilancio del Consiglio e della Giunta senza la Legge Finanziaria dopo, non hanno valore operativo.
Se qualcuno avesse il dubbio che approviamo gli assestamenti e poi non stiamo in aula per approvare il Piano territoriale, questo dubbio lo voglio rigettare perché abbiamo l'impegno di votare la Finanziaria.
Questo è quello che ritenevo di rappresentarvi come impegno della Giunta nella seduta di questi giorni sui temi che sono all'o.d.g.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Proposta di deliberazione n. 416 "Conto consuntivo bilancio del Consiglio regionale anno 2002" (Divenuto D.C.R. n. 289-25894)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini per l'illustrazione.



GALLARINI Pierluigi

Illustro anche se, in Commissione con alcuni Consiglieri, molti dei quali presenti in Aula, abbiamo avuto modo di discutere l'assestamento di bilancio del Consiglio regionale che abbiamo considerato, in allora e oggi in Aula, propedeutico rispetto all'assestamento di bilancio della Giunta nel senso che l'assestamento di bilancio del Consiglio è un tassello del mosaico complessivo.
L'assestamento di bilancio, che è una delibera, e l'assestamento della Giunta, un disegno di legge, sono stati licenziati dalla I Commissione.
Il Consiglio regionale del Piemonte vista la legge 6 dicembre 1973, n. 853 (Autonomia contabile e funzionale dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto ordinario); visto l'articolo 30 del decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76 (Principi fondamentali e norme di coordinamento in materia di bilancio e di contabilità delle Regioni, in attuazione dell'articolo 1, comma 4 della legge 25 giugno 1999 n. 204) in tema di autonomia contabile del Consiglio regionale; visti gli articoli 41 e seguenti della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (norme di contabilità regionale) in materia di autonomia finanziaria e contabile del Consiglio regionale; Vista la legge regionale 8 agosto 1997, n. 51 (Norme sull'organizzazione degli uffici e sull'ordinamento del personale regionale); Visto il Regolamento per l'autonomia finanziaria e contabile del Consiglio regionale del Piemonte, adottato con delibera del Consiglio regionale n. 221-3083 del 29 gennaio 2002, in particolare l'articolo 50 in merito alle disposizioni transitorie e finali, secondo cui "fino a quando non saranno approvati i manuali di cui all'articolo 4, il Consiglio applica, per l'Amministrazione e la gestione del bilancio, le modalità e le procedure in vigore"; Vista la deliberazione n. 61 dell'8 aprile 2003 con la quale l'Ufficio di Presidenza ha approvato il Conto consuntivo del Consiglio regionale relativo all'esercizio finanziario 2002, così come risulta dalla relazione accompagnatoria (allegato A) e dal rendiconto finanziario (allegato B), in base a cui il saldo di cassa al 31 dicembre 2002 ammonta a euro 13.541.987,81 e l'avanzo di gestione è pari a euro 6.041.798,29 preso atto della deliberazione dell'Ufficio di presidenza n.
25 del 14 febbraio 2003 di approvazione della relazione sull'attività del Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana per l'anno 2002 e dell'avvenuta consegna ad opera dei Gruppi Consiliari, delle note riepilogative sull'utilizzazione dei fondi erogati per il loro funzionamento relativamente all'anno 2002 preso atto che il totale complessivo delle somme da reimpostare in fase di assestamento del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2003, ai sensi dell'articolo 19, comma 8, del Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale del Piemonte, è di euro 2.722.065,90 risultante da: prospetto riepilogativo delle note presentate dalle Direzioni del Consiglio regionale (Allegato C), per un totale di euro 2.679.630,87 capitolo 9100 "Fondo di riserva per spese obbligatorie ed impreviste", per un totale di euro 35.551,93 maggiori entrate proprie, anno 2002, non utilizzate e confluite nell'avanzo di amministrazione, per un totale di euro 6.883,10.
Il totale complessivo è di euro 2.722.065,90.
Visto il parere espresso in data 23 maggio 2003 dalla I Commissione consiliare permanente sul conto consuntivo delle spese del Consiglio regionale per l'anno finanziario 2002, nonché sulle allegate note riepilogative presentate dai Gruppi consiliari in merito all'utilizzazione dei fondi loro assegnati nell'anno 2002 ai sensi dell'articolo 4, comma 4, della legge regionale 10 novembre 1972, n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari), e successive modificazioni e integrazioni, nonché ai sensi dell'articolo 31, comma 2 del Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale delibera di approvare nelle risultanze finali sotto indicate, il Conto consuntivo delle spese del Consiglio regionale per l'anno 2002, così come risulta dalla relazione accompagnatoria (Allegato A) e dal rendiconto finanziario (Allegato B), allegati alla presente deliberazione e adottati dall'Ufficio di Presidenza con deliberazione n. 61 dell'8 aprile 2003 di prendere atto che l'avanzo di gestione al 31 dicembre 2002 ammonta a euro 6.041.798,29 di prendere atto che le somme da reimpostare nel bilancio di previsione per l'anno 2003, ai sensi dell'articolo 19, comma 8, del Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale, sono pari a euro 2.722.065,90.
Avendo illustrato questo rendiconto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale, ed essendo questo propedeutico rispetto all'assestamento di bilancio - Presidente - sottoponga all'Aula l'esame e la votazione di quanto contenuto nella proposta di deliberazione n. 416.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
Chiedo scusa, facciamo un dibattito unico?



PAPANDREA Rocco

E' difficile fare un dibattito unico, perché si tratta di questioni abbastanza diverse: da un lato, un bilancio che si è ormai concluso e di cui dobbiamo prendere atto dei conti finali; dall'altro, si tratta di questioni in essere e di modifica delle misure già adottate, con delle correzioni.
Gli altri provvedimenti dovranno essere discussi a seguito di questo perché il rendiconto dà conto dell'avanzo finanziario, quindi è indispensabile per poter fare le manovre correttive.



PRESIDENTE

Va bene, allora siamo sulla proposta di deliberazione n. 416.



PAPANDREA Rocco

Come al solito, avviene una cosa strana: il rendiconto viene considerato un elemento di bilancio contabile e non viene mai inserita nella valutazione dello stesso, una relazione anche politica degli effetti che le scelte, assunte con le leggi di bilancio, hanno avuto sul territorio piemontese.
Il bilancio non viene predisposto semplicemente perché ci sono delle entrate che devono trasformarsi in uscita, ma perché, dentro quel meccanismo, si compiono delle scelte rispetto ai problemi che il Piemonte vive e si fa un bilancio rispetto ai risultati.
Non possiamo dichiararci soddisfatti di questo rendiconto dell'esercizio finanziario del 2002, perché prendiamo atto che i conti quadrino, ma quello che non quadra è la realtà piemontese.
Il 2002 è stato un anno importante per il Piemonte, che potrebbe essere ricordato come l'anno in cui il declino del territorio piemontese si è manifestato nel modo più chiaro e netto. Il 2002 è l'anno in cui si è verificata una crisi che da tempo si stava preannunciando: la crisi del più importante settore industriale del Piemonte.
Da questo punto di vista, né il 2002 né gli anni successivi segnaleranno la capacità di questa Regione di cogliere tali tendenze. Anzi oserei dire che c'è sempre stato, e continua ad esserci, un ottuso ottimismo, mascherato da cifre scarsamente affidabili.
Continuo a essere stupefatto, perché in una situazione in cui c'è un rallentamento economico evidente, ci si accontenta di guardare le statistiche e dire che i posti di lavoro non sono diminuiti. Non si pensa nemmeno di verificare se questo sia vero oppure no.
Ritengo che, per capire quello che sta succedendo, occorra porsi delle domande: non è vero che c'è un reale calo della disoccupazione semplicemente, la disoccupazione viene spalmata su un numero di soggetti più ampio e, attraverso questa spalmatura, con forme di contratto a tre o quattro mesi, oppure con il lavoro interinale, spesso un disoccupato si trasforma in occupato. Viene, quindi, cancellato dalla lista dei disoccupati, ma non viene cancellato il problema, perché chi lavora soltanto in un periodo dell'anno, vive, a tutti gli effetti, i problemi della disoccupazione.
D'altro canto, durante quell'esercizio finanziario e il successivo che è quello in atto - è esplosa la mobilità, il ricorso a nuove forme di cassa integrazione a zero ore, che sta determinando imponenti espulsioni dal processo produttivo. Questo è preoccupante, perché siamo in un contesto in cui la regione ha già conosciuto un profondo declino e abbiamo un numero di lavoratori che vengono messi in cassa integrazione e mobilità che non ha precedenti, se non nel periodo degli anni 80.
In questi bilanci non vi è traccia di misure serie che affrontino il problema; sono emerse, invece, le solite illusioni rispetto ad altri settori che avrebbero dovuto contrastare questo declino, ma che non hanno funzionato.
Dopo un anno, si vede come quelle misure segnalino la loro inefficienza rispetto all'economia piemontese.
I problemi potrebbero essere altri; si potrebbe analizzare il settore sanità e capire se le spese sanitarie sostenute, oltre a far quadrare i conti un po' meglio, siano riuscite a intervenire sui problemi della salute dei cittadini in modo più consistente. Credo che su questo, come sul problema dell'assistenza, il bilancio sia altrettanto negativo.
Concludo dicendo che prima o poi bisognerebbe fare dei bilanci di questo genere, e che quando si presenterà il rendiconto si porti anche una sorta di documento di accompagnamento, che esprima una valutazione sugli effetti che hanno avuto, nella dinamica della nostra Regione, le misure finanziarie intraprese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Devo dire che gli atti di bilancio arrivati in Aula non rendono a sufficienza la dovuta attenzione alle varie voci di spesa che comprendono il bilancio del Consiglio Regionale.
Mi rivolgo all'Assessore al lavoro, consigliandogli di tenere questi come punti di riferimento quando, magari in modo improprio, le parti sociali lo dovessero chiamare in causa, per risolvere qualche situazione di crisi aziendale.
Dal 1998 al 2002 - e mi rivolgo al Presidente, perché so essere sensibile a questo proposito - l'indennità di carica dei Consiglieri è cresciuta del 30,3%. Devo dire che ho "strabuzzato" un po' gli occhi perché, se il riferimento fosse questo, dovremmo cominciare a rivalutare l'indice di inflazione programmata e cercare di adeguarlo a questo dato estremamente significativo.
I rimborsi spese dei Consiglieri crescono del 50%, segno evidente di un rinnovato impegno equiparabile a quello dei Parlamentari. Ma sono gli assegni vitalizi che incidono in modo pesante; se le indennità passano da 9 miliardi e 500 milioni di vecchie lire a 12 miliardi e 382 milioni circa gli assegni vitalizi e l'incidenza della spesa sul bilancio regionale passa da 6 miliardi e 300 milioni di vecchie lire a 9 miliardi e 206 milioni sempre di vecchie lire, con un incremento pari al 46%. Cresce l'impegno di spesa sulle assicurazioni del 70% e quello delle emissioni del 16%.
Ho parlato solo delle voci in incremento, alcune molto comprensibili.
Sicuramente però quelle relative allo sviluppo e alla gestione del sistema informatico ed informativo mi hanno stupito. Su questo non so chi sia il relatore o l'Assessore competente, ma sarà lei Presidente, in virt del fatto di essere Presidente dell'Ufficio di Presidenza, il propositore di questa delibera. Di fronte ad un incremento così dirompente di altre voci, quelle del centro stampa diminuiscono e sono in diminuzione dello 0,4%.
C'è un'altra voce che credo dovremmo quanto prima porre all'attenzione dell'aula, e in quel senso sto cercando di acquisire, non dal Consiglio Regionale, ma dal Responsabile della Divisione del servizio personale della Regione Piemonte qual è la situazione degli assunti e del personale dipendente fuori pianta organica.
Il dato che abbiamo per il Consiglio Regionale, per il solo personale dei gruppi dal 1999, è l'unico dato affidabile; la spesa passa da 6 miliardi e 816 milioni a 9 miliardi e 270 milioni.
E' evidente che 88 rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, e oltre 60 dipendenti a tempo determinato, pongono un problema che, certamente, deve andare di pari passo con le numerose situazioni di precariato presenti in altri settori del Consiglio Regionale, ma soprattutto per le 1000 e una forme di contratto atipiche fuori pianta organica, che riguardano la Regione Piemonte, rispetto alle quali bisognerà prestare molta attenzione. Il contributo per il funzionamento dei Gruppi dal 1998 è cresciuto dell'84%.
Assessore al lavoro, torno da dove ho iniziato: se per qualche ragione dovesse essere chiamato a dirimere contenziosi in atto sulla contrattazione decentrata, la pregherei, rispetto alle aziende in crisi e alle parti sociali - molto correttamente - di spiegare la metafora del doppio canale.
Esiste un indice d'inflazione programmata per i più, per i comuni mortali, e c'è un indice di inflazione programmata che per l'indennità dei Consiglieri in 5 anni ha consistito in un recupero del potere d'acquisto del 30%.
Mi auguro, Assessore al lavoro, che faccia tesoro di questa esperienza perché sarebbe benefico per le magnifiche sorti progressive del costo del lavoro nel nostro paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, non mi scandalizzo per il fatto che l'andamento dei costi e gli investimenti del Consiglio siano in crescita.
Sarebbe bello però, quando si passa da queste occasioni, avere un quadro anche di che cosa succede, quindi quali sono i servizi che sono aumentati, la qualità di alcune prestazioni, la nostra presenza in varie sedi (edifici). Vale a dire vestire il bilancio consuntivo con degli elementi di merito, anche quando affronteremo il problema dell'assestamento, non si può sempre far diventare queste pure operazioni ragionieristiche.
I colleghi Consiglieri Papandrea e Contu illustravano, certamente in alcuni passaggi in modo pungente, alcuni elementi che potrebbero apparire in contraddizione rispetto al ciclo economico e sociale della nostra società, mi riferisco in modo particolare alla crescita delle povertà.
Per esempio, per me non è uno scandalo che il personale del Consiglio Regionale sia aumentato negli ultimi tempi in modo notevole: quasi del 100%. Sarebbe bello sentire che, a fronte di quel processo, sono avvenuti certi sviluppi nel tipo di supporto. Conosco la storia di questo Consiglio indubbiamente ci sono alcune funzioni legate anche all'evoluzione delle tecnologie, come possono essere i servizi informatici che certamente venti anni fa erano diversi, ma anche altre funzioni, per esempio il servizio legislativo o la biblioteca che con il tempo è diventata molto più fruibile al pubblico rispetto al passato.
Sarebbe anche di per sé giusto e necessario - non per giustificarci di fronte alla società - che, mentre le aziende perdono posti di lavoro, ce n'è una che è in grande sviluppo, quasi raddoppia il suo personale potrebbe apparire una situazione straordinaria: crescono i viaggi, crescono le spese, crescono una serie di attività.
Ma occorre fare una valutazione di qual è la produttività di questa istituzione. Scusate, che cosa diciamo fuori alla società? Che cosa è successo, cosa ha determinato l'aumento di 100 unità, ovvero quasi il 100 del personale? E' successo perché sono aumentati i servizi ed è cresciuta la nostra attività? Io torno a dire che non è cresciuta la nostra attività, vent'anni fa si lavorava molto di più come Consiglio Regionale. C'erano una serie di materie, cito per esempio la formazione professionale, che era oggetto di accaniti e lunghi dibattiti e di lunghi studi.
Lei, Presidente Cota dovrebbe - per quello che le può ovviamente interessare, perché siamo tutti transeunti, c'è quello che vuol lasciare una traccia del lavoro svolto, quello che pensa che questa sede sia un trampolino di lancio, ecc. - dire alla nostra comunità, visto che usiamo le risorse finanziarie della stessa, che in una fase di crisi, di difficoltà di crescita delle nuove povertà, il personale della Regione Piemonte aumenta, crescono le spese generali e i rimborsi dei viaggi.
Non dico queste cose in senso negativo, ma noi dobbiamo dare dignità ai nostri atti, non possiamo redigerli come fossero operazioni di routine. Qui ci sono cospicue risorse pubbliche che la comunità ha diritto di sapere come vengono impegnate.



PRESIDENTE

Sottolineo che in ordine a questa proposta di deliberazione c'é stato un ampio e approfondito esame in Commissione anche con la distribuzione e l'esplicazione dei relativi allegati.
Ricordo che le spese citate dal Consigliere Contu e dal Consigliere Papandrea sono spese obbligatorie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Di questo rendiconto vorrei mettere in luce solo un aspetto che ritengo istituzionalmente importante: quello relativo alla citazione delle attività svolte dal "Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana".
Volevo segnalare che tutte le volte che questo Consiglio Regionale, da quando è governato dal Centrodestra, affronta il problema dell'attività di questo Comitato e si affrontano anche le cifre necessarie a sostenere l'attività, sembra quasi che debba accendere un cero. Accendere un cero perché anche quest'anno, nonostante la presenza del Gruppo di Centrodestra e di Alleanza Nazionale, si è riusciti bene o male a non soffocare del tutto le attività di questo Comitato, ma anzi il Comitato ha continuato a ricevere dei finanziamenti.
Questo tipo di attività non dovrebbe essere soggetta all'atteggiamento di sopportazione che vedo almeno in una parte del Gruppo di Centrodestra.
Dovrebbe essere un investimento culturale e civile sul quale trovare unito l'intero Consiglio Regionale. Mentre, invece, è sempre una battaglia condotta all'interno dell'Ufficio di Presidenza, e poi in Consiglio Regionale si cerca di spuntare qualcosa.
Il fatto positivo è che, nonostante queste situazioni di limitatezza dei mezzi, grazie anche all'impulso di alcuni colleghi dell'Ufficio di Presidenza, e in particolare del Vicepresidente Riba, questo Comitato ha individuato anche nuove strade d'impegno che ritengo molto importanti. Ne cito una tra tutte: quella della realizzazione dei sentieri della libertà e della resistenza in tutto il Piemonte. Una grande iniziativa che unisce il rispetto della montagna, la conoscenza della storia, l'attività di fine settimana, le passeggiate e lo stare insieme.
Si tratta di un'importante iniziativa che segnalo ai colleghi, nella speranza che nel prossimo bilancio del Consiglio Regionale si possano impegnare in questa direzione, tutti insieme, delle cifre maggiori di quelle che, purtroppo, in questi ultimi anni sono state dedicate a questo Comitato.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 532: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2002"


PRESIDENTE

La parola al relatore Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

La relazione in merito al disegno di legge n. 532: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2002" non l'avevo letta, avevo letto solo l'altra.
Do lettura della relazione, il cui testo recita: "La Commissione ha esaminato ed approvato nella seduta del 23 maggio c.a.
il disegno di legge riguardante il rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2002, redatto ai sensi della sezione V della legge di contabilità regionale ed in attuazione del regolamento di contabilità regionale (DPGR n. 18/r del 5 dicembre 2001).
Fanno parte di tale documento contabile il conto del bilancio e il conto generale del patrimonio.
Il conto del bilancio evidenzia il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2002, che tiene conto del risultato della gestione di competenza delle entrate (euro 10.123.591.598,95) e delle spese (euro 10.566.754.300,82) e della gestione dei residui degli anni precedenti.
Esaminando la gestione dell'esercizio finanziario 2002, il risultato finanziario (avanzo) ammonta ad euro 270.640.055,19.
Il prospetto riconcilia con la situazione contabile generale al 31/12/2002 consuntivata con relativo conto del Tesoriere regionale evidenziante il fondo di cassa al 31/12/2001 per euro 111.992.952,11, il totale delle riscossioni del 2002 per euro 9.371.485.412,26 e il totale dei pagamenti del 2002 per euro 9.482.707.068,77. Pertanto, il fondo cassa alla chiusura dell'esercizio 2002 ammonta ad euro 771.295,60.
Per ciò che attiene ai residui attivi del 2002, pari ad euro 3.165.599.708,00, sono rimasti da riscuotere sulle entrate della competenza propria del 2002 euro 1.598.434.952,63 e sulle entrate residue degli esercizi precedenti euro 1.576.164.755,37.
I residui attivi, che all'inizio del 2002 ammontavano ad euro 2.498.595.825,87, sono stati riaccertati a fine 2002 in euro 2.413.493.521,31 per un minor importo di euro 85.102.304,56.
Per quanto attiene i residui passivi del 2002, pari ad euro 2.895.730.948,41, risultano da pagarsi, sulle spese impegnate per la competenza 2002, euro 2.102.154.627,88 e da pagarsi, sui residui degli esercizi precedenti, euro 793.576.320,53.
I residui passivi all'inizio del 2002, ammontanti ad euro 1.862.210.766,57 sono stati riaccertati al 31/12/2002 in euro 1.811.683.716,36 per un minor importo di euro 50.527.050,21.
Oltre al conto del bilancio fa parte del rendiconto generale il "conto generale del patrimonio". Esso contiene le attività e passività finanziarie e patrimoniali (residui attivi - fondo cassa - residui passivi - debiti per mutui). La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali del 2002 è pari ad euro 3.759.004.962,65 a fronte della consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali pari ad euro 3.923.345.939,90. Il conto generale del patrimonio si compone altresì degli allegati relativi al demanio patrimonio non disponibile-beni immobili, patrimonio disponibile-beni immobili, beni mobili non disponibili.
Si rileva dal conto generale del patrimonio che i debiti, i mutui e prestiti a carico della Regione, a fine esercizio 2002, sono pari a euro 937.168.846,24 a fronte della consistenza di euro 872.358.207,58 di inizio esercizio.
Il conto generale del patrimonio evidenzia inoltre la cosiddetta perenzione amministrativa. Tale perenzione comporta l'eliminazione di tutti i residui passivi dal conto finanziario del rendiconto generale, passando in carico al conto del patrimonio come debito patrimoniale. La consistenza dei perenti all'inizio dell'esercizio finanziario 2002 era di euro 116.454.001,71. In seguito a variazioni positive e negative intervenute nei movimenti delle passività del 2002, la consistenza dei residui perenti a fine anno è pari a euro 90.446.145,25. Si registra anche nel rendiconto generale del 2002 una notevole diminuzione della consistenza dei residui perenti.
Il disegno di legge all'articolo 10 prevede altresì, in allegato l'elenco delle società e dei consorzi a partecipazione regionale, ai sensi dell'articolo 36 del regolamento di contabilità regionale".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per correggere il mio precedente intervento che, per una serie di ragioni, era su questo provvedimento e non su quello precedente avevo davanti la relazione, avevo ascoltato distrattamente.
Il mio intervento è da intendersi su questo punto, tanto è vero che su quello precedente mi sono astenuto, quindi, non avevo un giudizio altrettanto negativo, in quanto l'astensione corrisponde ad un giudizio non negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, ho chiesto la parola dopo il suo no alla richiesta di altri interventi per dire, perlomeno, purtroppo, per l'ennesima volta che la disattenzione del Consiglio regionale per il provvedimento del rendiconto continua ad essere elevatissima. Penso che, viceversa, il dibattito sul rendiconto rappresenti uno dei momenti più importanti nell'amministrazione della Regione Piemonte, perché il rendiconto è il documento contabile dal quale non si scappa, le cifre sono quelle, i risultati ottenuti non possono essere soggetti a diverse opzioni da quelle che sono. Invece andrebbero valutati, discussi e opportunamente criticati in vista del prossimo bilancio preventivo. Tutto questo non accade, né da parte dei Consiglieri di vecchia nomina, né da parte dei giovani ragazzi appena piovuti in Consiglio regionale, che, evidentemente, non hanno avuto in questi due anni, alcuna curiosità su questo tema.
Segnalo ai colleghi che quei due elementi relativi ai residui attivi e ai residui passivi che appesantivano enormemente l'attività della Regione Piemonte e sembravano sempre destinati alla crescita, quest'anno hanno registrato, entrambi, una piccola diminuzione, di 160 miliardi di vecchie lire i residui attivi, e di 100 miliardi di vecchie lire i residui passivi.
Non mi consola, perché il livello di residuo attivo è sempre di 4.500 miliardi di somme non tassate; questo dato rappresenta, quindi, una sconfitta nella battaglia per una buona gestione, così pure dei residui passivi, che sono oltre 3.600 miliardi.
Le cose, quindi, non vanno bene. Se non erro, anche una società di analisi sull'attendibilità e sicurezza di un ente colloca la Regione Piemonte non ai primi posti, ma piuttosto verso metà della scala delle Regioni d'Italia.
Pertanto, la situazione patrimoniale e finanziaria non è neppure giudicata tra le migliori.
Questo è un altro punto dolente che avrebbe meritato, cominciando dalla relazione dell'Assessore e anche da una relazione del relatore un po' diversa da quella notarile appena fatta, un momento di seria discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliere Manica.



MANICA Giuliana

Non ho molto da aggiungere a quanto hanno detto i colleghi sul rendiconto.
Il rendiconto generale sull'esercizio finanziario, in sostanza, deve consentire a noi e all'Aula, nell'esame dei residui attivi e passivi, di poter stabilire i livelli di valute non solo del documento contabile di efficienza ed efficacia dello stesso, ma del funzionamento complessivo dell'Ente.
Già i colleghi precedentemente facevano rilevare - questo va riconosciuto - che rispetto ad un'alta quota di residui attivi e passivi che abbiamo sempre visto, soprattutto nei rendiconti generali degli ultimi esercizi, quest'anno si osserva una certa diminuzione di entrambe le voci.
Bisogna dire, però, che non si tratta di una diminuzione così apprezzabile da far meritare un giudizio positivo sul complesso del rendiconto e su quanto il rendiconto evidenzia rispetto alle politiche complessive dell'Ente nella visualizzazione del documento contabile.
Per questa ragione, voteremo contro il rendiconto generale per l'esercizio 2002 (disegno di legge n. 532).



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, dichiaro conclusa la discussione generale. Procediamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo originario.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale.
Pertanto, ai sensi dell'art. 52, comma 4 del Regolamento del Consiglio regionale, la seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.25 riprende alle ore 18.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo alla ripetizione della votazione sull'articolo. 1.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 10 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 11 nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 Consiglieri hanno risposto Sì 30 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Proposta di deliberazione n. 438 "Assestamento del bilancio del Consiglio regionale per l'anno finanziario 2003" (Divenuto D.C.R. n. 290-25895)


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 438, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini per l'illustrazione.



GALLARINI Pierluigi

Presidente, colleghi, per quanto riguarda l'assestamento di bilancio del Consiglio regionale per l'anno finanziario 2003, mi limito a leggere la sintesi.
Vista la legge 6 dicembre 1973, n. 853 (Autonomia contabile e funzionale dei consigli regionali delle regioni a statuto ordinario) visto l'articolo 30 del decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76 (Principi fondamentali e norme di coordinamento in materia di bilancio e di contabilità delle Regioni, in attuazione dell'articolo 1, comma 4, della legge 25 giugno 1999, n. 208) visto l'art. 23 dello Statuto della Regione Piemonte visti gli articoli 4, 33, 42, 43 e 44 della legge regionale 11 aprile 2001 n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) visto il Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale (approvato con D.C.R. n. 221-3083 del 29 gennaio 2002) ed in particolare l'art. 12 che disciplina l'assestamento del bilancio del Consiglio regionale vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 272-37721 del 27 novembre 2002, con la quale è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2003 vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 1 dell' 8 gennaio 2003 con la quale è stata autorizzata la gestione del programma operativo di spesa collegato al bilancio di previsione del Consiglio per l'anno finanziario 2003 constatato che il Rendiconto del Consiglio regionale per l'anno 2002 approvato dall'Ufficio di Presidenza in data 8 aprile 2003 (deliberazione n.61/2003) e licenziato col parere favorevole della I Commissione in data 23 maggio 2003, è attualmente all'esame del Consiglio regionale vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 98 del 11 giugno 2003 con la quale è stato approvato l'Assestamento del bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2003 preso atto in particolare che dal Rendiconto 2002 risulta che i residui attivi ammontano ad euro 255.467,41 (Allegati A e B) e che i residui passivi ammontano ad euro 7.755.656,93 (Allegati A e C) preso atto che l'avanzo di amministrazione è pari a euro 6.041.798,29 e che il Fondo di cassa ammonta a euro 13.541.987,81 e che occorre pertanto procedere all'aggiornamento delle previsioni iniziali del bilancio del Consiglio regionale per l'anno finanziario 2003 visto il parere espresso in data 23 luglio 2003 dalla I^ Commissione consiliare permanente sull'assestamento del bilancio del Consiglio regionale per l'anno finanziario 2003 delibera di approvare: a) l'assestamento del bilancio del Consiglio regionale per l'anno finanziario 2003, secondo le risultanze degli Allegati A, B, C che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione b) l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione quantificato in euro 6.041.798,29 ripartendolo secondo le seguenti modalità: b1) accantonamento della somma di euro 2.722.065,90, ai sensi dell'articolo 19, comma 8, del Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio Regionale sui rispettivi capitoli e articoli del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2003, secondo quanto indicato nella deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n.61 dell' 8 aprile 2003; b2) accantonamento della somma di euro 701.000,00 sui capitoli ed articoli così come indicato nelle comunicazioni dei Direttori responsabili; b3) restituzione della somma di euro 2.618.732,39 alla Giunta Regionale, quale primo nucleo di risorse finanziarie finalizzate all'acquisizione dell'immobile di Via Arsenale 14 di proprietà del Banco di Sicilia, in cui trovano oggi collocazione uffici e gruppi consiliari.
Per quanto riguarda quest'ultima parte, la Commissione ha sviscerato, alla presenza del Presidente del Consiglio, Cota, che è venuto ad illustrare tutta la questione, non solo relativa ai contenuti dell'assestamento, ma in particolare si è soffermato ad illustrare le necessità del Consiglio regionale di ampliarsi verso il contiguo edificio del Banco di Sicilia (peraltro già occupato dal Consiglio regionale in locazione) attraverso l'acquisizione.
La raccomandazione - se così possiamo definirla - che il Presidente Cota ha espresso a nome dell'intero Ufficio di Presidenza, è che la cifra indicata nell' assestamento che risulta avanzo di amministrazione nella gestione del Consiglio, viene restituita alla Giunta e accantonata come prima tranche per acquisire in seguito.
La Commissione, alla fine, ha espresso parere favorevole; immagino anche, come Presidente pro tempore, facendo propria questo orientamento politico espresso dal Presidente Cota.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Gallarini, per avere sintetizzato ed approfondito alcuni aspetti.
Ci sono interventi? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Vorrei sapere se, a corredo dell'atto deliberativo, è possibile prendere visione della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza nr. 61 dell'8 aprile 2003.



PRESIDENTE

Qual è? La 98?



CONTU Mario

No, l'accantonamento della somma di 2 milioni 722 mila 65, 90, secondo quanto indicato nella deliberazione dell'Ufficio di Presidenza nr. 61 dell'8 aprile 2003.
Le chiedo se è possibile avere copia della deliberazione per poter esprimere un voto con condizione di causa



PRESIDENTE

Sì, ma è ricognitiva la delibera, nel senso che accerta le valutazioni contabili fatte dai...



CONTU Mario

No, l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione...



PRESIDENTE

Sì, sì, ma accerta, se non ricordo male, tutte le valutazioni fatte dai...



CONTU Mario

Cosa dice questa deliberazione?



PRESIDENTE

E' il conto consuntivo, lo abbiamo appena approvato.



CONTU Mario

8 aprile 2003?



PRESIDENTE

Sì, esatto.
CONTU Mario Secondo quello precedente?



PRESIDENTE

Esatto, è il conto consuntivo.
Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per segnalare provvedimenti che non mi paiono contenuti in questo bilancio di assestamento che ritengo, viceversa, meritevole di attenzione e di finanziamento. Non condivido l'ipotesi di acquisto dello stabile del Banco di Sicilia. Invito l'Ufficio di Presidenza a dare qualche notizia in corso d'opera sui livelli attuali dei canoni e sulla trattativa in corso - che riterrei opportuno - per verificare quale sia il prezzo richiesto dal Banco di Sicilia e quali valutazioni dia l'Ufficio di Presidenza su tale prezzo, ritenendo molto inopportuno pagare rendite speculative al Banco di Sicilia.
Segnalo una gestione da parte dell'Ufficio di Presidenza del palazzo che ci ospita, non del tutto appropriata. Mi riferisco all'utilizzo del cortile storico che è ingombrato da auto, automezzi, furgoni di ogni tipo in ogni ora del giorno, con ogni tipo di disposizione e ogni tipo di manovra che, non di rado, lede l'acciotolato rimuovendo delle pietre che poi rimangono fuori posto per mesi. Sollecito l'Ufficio di Presidenza ad effettuare un investimento, che qui non vedo, per riuscire ad utilizzare il cortile retrostante, quello storico, il cortile non acciotolato.
Utilizzarlo per operazioni di carico e scarico dando accesso dalla via Lascaris con un piccolo intervento di carattere strutturale per rendere coerente il piano stradale con la quota del suddetto cortile. Segnalo lo stato di totale incuria e abbandono in cui è tenuto il pavimento realizzato con prismi rettangolari di legno sotto l'androne: pavimento storico, di grande pregio che meriterebbe altra attenzione. Segnalo poi che, sempre nell'atrio di ingresso, l'ufficio di Presidenza ha autorizzato una breccia tra le lesene - poi ricoperta da una griglia - che, a mio modo di vedere non contribuisce all'equilibrio architettonico dell'atrio.
Ho chiesto informalmente documentazione sull'autorizzazione pervenuta dalla Sovrintendenza, ma, nonostante le assicurazioni ricevute, non ho avuto dal funzionario competente ancora questo "pezzo di carta" della Sovrintendenza che autorizza.
Ultima cosa. Nella scorsa legislatura, o forse anche prima, è stato affronta il tema delle biciclette: è mai possibile che, in presenza di un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale qualche anno fa con in quale si dava indicazione alla Giunta regionale di acquistare 100 biciclette da mettere a disposizione dei funzionari e dei Consiglieri che si spostano da un edificio all'altro, nell'ambito del centro storico, oggi sia ancora in disuso, per le biciclette, gli spazi interni (mi riferisco al cortile non storico del palazzo) quando l'accesso automobilistico di furgoni continua ad essere accettato? Chiedo un investimento per attrezzare il cortile storico con idonee rastrelliere e invito l'Ufficio di Presidenza ad acquistare un certo numero di biciclette da mettere a disposizione del personale, del Consiglio, dei colleghi Consiglieri per diminuire l'uso dell'auto e rendere i trasporti più tempestivi.
Per questo motivo voterò contro l'assestamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà



TAPPARO Giancarlo

Come è noto l'attività della I Commissione non assorbe l'aula che invece, racchiude tutti i dibattiti. Capisco che sia un po' un modo di dire perché non è che l'aula sia attenta e numerosi Consiglieri tornano di corsa ai banchi per votare. In precedenza, in occasione del bilancio consuntivo del Consiglio regionale, dicevo che sarebbe stato cosa utile e dignitoso anche dare un po' di fondamenti e di elementi costitutivi a tale operazione. Il Consigliere Chiezzi richiamava l'operazione immobiliare che si intravede da questo assestamento di bilancio che va ad assorbire gli edifici di tutto l'isolato compreso tra via Alfieri, via Lascaris, via Dellala e via Arsenale.
Un'operazione, di per sé, che potrebbe essere illuminata, se fosse spiegata nel senso che è un'operazione che assorbe tutti i Gruppi dispersi in affitti per appartamenti esterni a quest'area; che stabilisce un criterio modulare per gli spazi, per i Gruppi, quindi lascia un'eredità per la prossima legislatura, una volontà di definire un percorse che eviti contrattazioni e altre cose; che dica, per esempio, che di fronte alla istituzione del Consiglio delle autonomie, questa operazione da spazio anche a questo organismo che verrà ad assumere un ruolo significativo che noi le prevediamo nella riforma statutaria.
Quando dico che bisogna dare un po' di completezza ai provvedimenti e non farli a macchina è quello di parlare di questi aspetti, di proiezione in avanti, di strategia, di rapporti. Anche il Presidente Cota che era presenta alla I Commissione quando si discutevano di questi argomenti ha portato delle argomentazioni, ma il Presidente sa che l'aula non era completamente rappresentata in quella Commissione; forse qualche Consigliere non distratto era desideroso di capire: dove si trova? Cosa fa? Che atti sta per compiere? Noi stiamo per fare un'operazione immobiliare che è quasi di pari rango a quella dell'avere, nel 1976, acquistato Palazzo Lascaris. Un fatto che, allora, aveva costituito occasione di un grande dibattito all'interno dell'assemblea, ma c'era tutto un recupero di dignità della sede del Consiglio regionale che allora viveva nell'edificio del Consiglio provinciale. In qualche modo diamogli, in un trapasso di Statuto un senso a questa grossa operazione immobiliare, diamogli una collocazione.
Le nostre discussioni sono diffuse nel sistema Internet, facciamo anche capire a quei pochi che ci stanno ascoltando cosa stiamo facendo: che significato ha un grande investimento di questo genere? Come si colloca? Che senso ha? Che rapporti ha? Per questo torno ad insistere che sarebbe dignitoso, per il nostro operare, che ci fosse questa possibilità, da parte della maggioranza, della Giunta e del Presidente di poter dare sostanza a questa iniziativa.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 552: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003"; disegno di legge n. 553 "Provvedimento collegato alla legge finanziaria per gli anni 2003 - 2004 - 2005 (articolo 9 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7)"


PRESIDENTE

Passiamo, ora, all'esame del disegno di legge n. 552.
E' relatore il Consigliere Gallarini, che ha la facoltà di intervenire.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Il provvedimento è stato assegnato per l'esame, in sede referente, alla I Commissione il 18 luglio e licenziato a maggioranza il 28 luglio 2003.
"Il disegno di legge inerente all'assestamento di bilancio di previsione per l'anno 2003 è stato esaminato in Commissione bilancio insieme al disegno di legge inerente al provvedimento collegato alla legge finanziaria n. 2 del 2003.
Il documento contabile, redatto ai sensi dell'art. 23 della legge di contabilità regionale ha lo scopo di rettificare i dati dei residui attivi e passivi, l'ammontare delle entrate che si prevede di riscuotere e delle spese di cui si autorizza il pagamento, l'avanzo di amministrazione e il fondo cassa, nonché le variazioni nel rispetto dei vincoli indicati all'art. 10, comma 7, della legge regionale 7/2001.
I documenti che stanno alla base dell'assestamento di bilancio sono il rendiconto della Regione per l'anno 2002, con le sue determinazioni sui risultati della gestione dell'Ente, ed il bilancio di previsione per il 2003, con l'equilibrio contabile proposto ad inizio anno modificato dai risultati del rendiconto.
L'avanzo finanziario determinato dal rendiconto 2002 è pari a euro 270.640.055,19, anziché euro 315.450.144,72, come riportato nel bilancio di previsione 2003.
Ne consegue che l'avanzo va ridotto di euro 44.810.089,53, per riottenere l'equilibrio contabile, modificando di pari importo la parte delle uscite del bilancio regionale. L'avanzo finanzia in modo prioritario i capitoli sui quali sono riportate economie provenienti da trasferimenti dello Stato o dell'Unione Europea, che, nel bilancio, vengono inizialmente iscritte in un fondo di riserva e successivamente trasferite nei capitoli effettivi.
L'ammontare delle economie da trasferimenti vincolati provenienti dall'anno 2002 e precedenti è pari alla somma del fondo di riserva nei tre anni previsti dal bilancio pluriennale, quantificata in euro 2.020.440.057,33. Questa entrata del bilancio ha un vincolo di destinazione preciso, che va rispettato nel tempo.
Le altre operazioni proposte con l'assestamento riguardano sostanzialmente l'adeguamento delle iscrizioni relative agli stanziamenti delle Unità Previsionali di Base, che consentono il pagamento delle rate di interesse e di capitale sui mutui contratti a pareggio del bilancio in anni precedenti e le modifiche relative alle annualità pregresse.
La Commissione ha approvato il disegno di legge in oggetto nella seduta del 28 luglio c.a. con la clausola dell'urgenza, ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto".
Il disegno di legge si articola in quattro articoli: la variazione l'utilizzo dell'avanzo finanziario, le spese obbligatorie e la dichiarazione d'urgenza.
Per quanto riguarda le spese obbligatorie, all'articolo 3, abbiamo le variazioni UPB per UPB, così come prevede la nuova legge regionale che abbiamo sperimentato nel febbraio di quest'anno, alla data dell'approvazione.
Leggo quindi la sintesi, il nocciolo della questione: "Nell'UPB 09071 il capitolo 10158; nell'UPB 05091 i capitoli 10360 e 10845; nell'UPB 13041 i capitoli 14085 e 14105; nell'UPB 23011 il capitolo 15318; nell'UPB 18022 il capitolo 26530; nell'UPB 22052 il capitolo 26982".
A questo punto, chiedo al Presidente, che ha coordinato e presieduto la riunione dei Capigruppo, se ritiene opportuno che io legga anche la relazione della legge finanziaria, in modo che la discussione generale sia un tutt'uno, perché mi sembra che i due argomenti siano omogenei e compenetranti. Lascio, però, alla valutazione del Presidente Cota.



PRESIDENTE

Ritengo che la proposta del Presidente Gallarini sia assolutamente ragionevole: possiamo procedere con la lettura della relazione sulla legge finanziaria, quindi con un'unica discussione generale. Votiamo, poi l'assestamento al bilancio di previsione, esaminiamo il Piano territoriale come abbiamo detto - e, infine, votiamo il provvedimento collegato alla legge finanziaria.
Questo mi sembra ragionevole per l'organizzazione dei lavori. In questo modo, possiamo procedere stasera con la discussione generale e domani mattina riprendere con la votazione di questo provvedimento e il Piano territoriale della Provincia di Torino.



(L'Aula, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Gallarini, legga anche la relazione del provvedimento collegato alla legge finanziaria ("Provvedimento collegato alla legge finanziaria per gli anni 2003 - 2004 - 2005 (articolo 9 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7)"



GALLARINI Pierluigi, relatore

Seguendo l'indicazione del Presidente Cota, che mi sembra abbia colto un concetto abbastanza ragionevole, leggo anche la relazione del provvedimento collegato alla legge finanziaria 4 marzo 2003, n. 2, perch mi sembra vi sia un'inscindibilità, dal punto di vista concettuale, così come abbiamo fatto in Commissione.
"Nella stessa seduta di licenziamento dell'assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003, la Commissione bilancio ha approvato il provvedimento collegato alla legge finanziaria n. 2 del 2003.
Il dibattito sul testo legislativo in oggetto è stato condotto in concomitanza con la discussione del documento contabile di assestamento (è la riprova di questa inscindibilità sostanziale).
L'articolo 9 della legge regionale di contabilità (L.R. 7/2001) prevede che, entro il 30 novembre, la Giunta possa presentare al Consiglio, per l'approvazione, uno o più progetti di legge collegati alla manovra finanziaria annuale avente riflessi sul bilancio, e contenenti disposizioni non prevedibili nella legge finanziaria.
Il provvedimento in esame raccorda, dal punto di vista finanziario, le risultanze dell'assestamento per l'anno in corso, con i momenti fondamentali della gestione.
La discussione in Commissione ha riguardato l'andamento della gestione della spesa regionale, in rapporto agli stanziamenti iscritti in bilancio di previsione. In particolare, per determinate materie come l'agricoltura i trasporti, la sanità, sono state evidenziate problematiche ancora insolute; è stato altresì trattato il tema del finanziamento della legge in materia di diritto allo studio recentemente approvata dal Consiglio regionale. In sede di Commissione sono stati inoltre presentati dalla Giunta regionale una modifica emendativa al testo iniziale riguardante le anticipazioni ai maiscoltori, per coprire le perdite da reddito in seguito alla distruzione dei campi di mais contaminati da OGM e alcune variazioni in tema di ambiente. Dall'esame del provvedimento è emerso che si è reso necessario ridurre parte degli stanziamenti della spesa di investimento proposti nel bilancio di previsione e nella legge finanziaria, facendo slittare circa 211 milioni di euro in larga parte all'anno 2004 e in parte all'anno 2005. Tali slittamenti, che riguardano risorse regionali consentono una riduzione, di pari importo, degli stanziamenti delle entrate.
Queste riduzioni consentono di contenere l'esigenza di finanziamento dei capitoli relativi all'ammortamento dei mutui per gli anni successivi le cui risorse, di conseguenza, potranno essere utilizzate nella preparazione del prossimo bilancio o nella relativa legge finanziaria".
Come vedete, la relazione è relativamente breve. Ovviamente l'articolato è più complesso, perché porta gli allegati A) e B) con tutti gli storni da una UPB all'altra, così come ho letto prima.
Penso che la discussione generale avrà corpo per estrinsecarsi nel giro degli interventi dei colleghi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. I due provvedimenti in effetti richiederebbero un'unica discussione e anche una votazione conseguente.
Vi è una scelta che è stata compiuta dalla Giunta regionale e che viene appena citata, in modo parecchio ermetico, dalla relazione del collega Gallarini. La scelta è la seguente. Si è deciso di ridurre una parte degli stanziamenti di investimento per un motivo. Il motivo è quello di reperire le risorse da destinare al buono scuola.
Mi dispiace che il collega Gallarini nella sua relazione abbia utilizzato un'espressione impropria e fuorviante, parlando di finanziamento della legge in materia di diritto allo studio. In effetti, non di questo si tratta.
Voi cercate di finanziare, con soldi che non avevate, la legge sui buoni scuola che, sappiamo, è una legge di discriminazione degli studenti che frequentano la scuola pubblica a favore dei pochissimi studenti che frequentano la scuola privata. Un vero e proprio attacco alla qualità della scuola pubblica, che per essere elevata ha bisogno di finanziamenti.
Ma vi è un elemento che ho sottolineato in Commissione e riprendo in aula, al quale non è stata data risposta. Questi spostamenti di stanziamento per investimenti, in realtà, sono stati determinati da una pressione artificiale richiesta dall'Assessorato al bilancio agli Assessorati, perché se i vari Assessorati non dichiaravano, come era richiesto, spese differibili quelle indicate nel provvedimento collegato alla legge finanziaria e all'assestamento, la Giunta regionale non avrebbe potuto dare attuazione alla recentissima legge sui buoni scuola.
La vicenda è piuttosto imbarazzante, perché mi pare che ci troviamo di fronte ad una forzatura introdotta dalla Giunta regionale e dal decisore politico nei confronti di atti già decisi e iscritti a bilancio, sui quali i Direttori sono stati messi nella imbarazzante situazione o di convenire con la possibilità di spostare in avanti gli investimenti, e quindi di dare pareri graditi alla Giunta, oppure di resistere nell'indicare quegli investimenti come investimenti necessari, cadendo immediatamente dalla parte di Direttori che dicono cose sgradite alla Giunta regionale. Questo è un fatto piuttosto delicato.
Nella discussione che abbiamo avuto stamane sulla vicenda dell'Assessore Brigandì e del suo consulente c'è stato un intervento della Lega piuttosto pesante contro l'autonomia dei Direttori. Un intervento pesante riguardava una vicenda di cui si occupa la Magistratura; questo è un intervento altrettanto se non più pesante, perché proviene dall'interno della Giunta regionale ed è rivolto direttamente ai Direttori quasi a dire loro: "Non investite quei soldi iscritti a bilancio, fatene a meno, perché solo facendone a meno si possono liberare quelle risorse che consentiranno nel 2004 di avere a disposizione la mancia per le scuole private", quella mancia che l'Assessore Leo sogna fin da piccolo e che ahimè - adesso ha deciso di pagare utilizzando i soldi dei contribuenti.
Questa è l'ossatura della manovra, poi vedremo come saranno composti i vari capitoli. Tuttavia segnalo ai colleghi i miei fortissimi dubbi che questo spostamento in avanti degli investimenti sia riferibile a fatti di natura tecnica, cioè all'impossibilità di spendere i soldi per quegli investimenti nel corrente anno. Io temo che ci sia stata un'indebita pressione politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Colleghi e Presidente, come ha ricordato il collega Chiezzi, noi esprimiamo una critica nei confronti della manovra che viene presentata e di cui è espressione il provvedimento collegato alla finanziaria; una manovra che è fatta sostanzialmente di due atti: il primo, con cui rinviamo 210 milioni di euro di investimenti (circa 500 miliardi di vecchie lire) in secondo luogo, le risorse che si liberano per effetto della decisione di far slittare gli investimenti al 2004 vengono impiegate per finanziare un provvedimento, quello sui buoni scuola. Ma di questo ne vorrei parlare in un secondo momento.
Per adesso vorrei concentrarmi sulla questione, che è quella che ci consente di esprimere un giudizio su questa manovra, un giudizio negativo fallimentare. Con questo provvedimento decidiamo di spostare nel 2004 gli investimenti che l'Assessore in Commissione ci ha ripartito per settori e per capitoli, investimenti per 500 milioni. C'è qui un problema di efficienza della macchina amministrativa; c'è però un problema che riguarda anche il modo con il quale questa Amministrazione e questa Giunta hanno approvato - non vent'anni fa, ma qualche mese fa, una manciata di mesi fa la legge finanziaria, perché è del tutto evidente che, se avessimo affrontato le cose con rigore, avremmo sin da allora non solo potuto compiere sforzi maggiori per rendere spendibili questi investimenti, ma avremmo quanto meno potuto accertare che alcuni di essi forse non erano realizzabili nell'arco di quest'anno.
Allora perché abbiamo immaginato, due mesi, fa una manovra di questa entità? Perché abbiamo messo in cantiere investimenti per 500 miliardi per poi oggi essere costretti a rinviarli? Badate, in una situazione nella quale la crisi economica di questa Regione avrebbe richiesto uno sforzo fortissimo da parte di questa Giunta regionale e dell'Amministrazione per rendere questi investimenti realizzabili nel corso dell'anno. Non c'è dubbio che questo è il problema principale.
Qui non siamo in una condizione regionale tale per cui possiamo tranquillamente spostare al prossimo anno investimenti di questo ordine di grandezza. Ci ricordiamo tutti con quale piglio la Giunta regionale presentò la legge finanziaria di quest'anno, magnificando il fatto che avremmo realizzato investimenti che avrebbero attivato politiche di sviluppo in questa Regione, in molti settori: viabilità, sanità e trasporti.
Oggi noi, a luglio, cioè a distanza di un paio di mesi dall'approvazione della legge finanziaria - quattro mesi, per la verità prendiamo atto che una parte di questi investimenti vanno per forza procrastinati di un anno. Questo, però, comporta un fatto; comporta che non saranno messi a disposizione dell'economia della nostra Regione per politiche che devono essere realizzate in vari campi degli investimenti che avrebbero avuto un effetto positivo sull'economia della nostra Regione o che quanto meno avrebbero prodotto sviluppo o occupazione.
Noi ci priviamo di questa possibilità. E qui c'è un primo giudizio che deve essere espresso sulla politica regionale e sulla politica di questa Giunta; un giudizio che sconta il fatto che quattro mesi fa voi avete, come dire, immaginato una legge finanziaria che oggi siete costretti a rettificare sul capitolo più importante, quello che riguarda gli investimenti.
In questa Regione abbiamo introdotto e reso permanente l'aliquota Irpef dello 0,5% sostenendo che questa manovra ha comportato il reperimento di risorse per 400-500 miliardi. Sarà poi interessante verificare a consuntivo qual è in realtà il gettito che ha prodotto questa manovra, per capire come imposteremo la manovra di bilancio il prossimo anno. Questo però è un problema che esula, per il momento, da questa discussione.
Abbiamo immaginato la manovra Irpef con l'obiettivo dichiarato di finanziare una politica di investimenti necessaria non soltanto per ammodernare la struttura complessiva di questa Regione, ma anche per favorire una ripresa dell'economia di questa Regione, e oggi constatiamo che una parte consistente di questi investimenti deve essere rinviata al prossimo anno.
Se questo non implica un giudizio critico e negativo verso questa Amministrazione, non so quali altre scelte devono implicare un giudizio critico e negativo. Perché parliamo di un'Amministrazione che viene a dirci: "Badate che io, quattro mesi fa, ho fatto una legge finanziaria che prevedeva investimenti di questo ordine di grandezza" e, quattro mesi dopo la medesima Amministrazione viene a dirci: "Badate che io quelle risorse non posso spenderle, quegli investimenti non sono in grado di farli, anzi vi chiedo di far slittare questi investimenti di un anno".
Ecco allora che, dalla leggerezza, dall'improvvisazione, dal pressappochismo, dall'errore di valutazione compiuto con la finanziaria noi traiamo la conferma del giudizio che abbiamo espresso a suo tempo nei confronti della manovra di bilancio e di legge finanziaria che voi avete presentato.
Questo è il primo aspetto della questione. Ricordo, però, che noi siamo una Regione che non poteva e non può permettersi questo lusso. Una Regione che ha crisi in settori produttivi importanti come quelli che abbiamo più volte ricordato in quest'aula avrebbe richiesto un impegno, un'efficienza della Pubblica Amministrazione tale per cui oggi potevamo presentare al Consiglio regionale non già una manovra che prevede di spostare di un anno gli investimenti, ma una manovra che avrebbe semmai scontato la capacità di questa Giunta di realizzare, come si era impegnata a fare quell'investimento di 500 miliardi di vecchie lire che invece noi oggi chiediamo di spostare al prossimo anno.
E poi c'è il secondo aspetto che riguarda il provvedimento collegato alle manovre di assestamento - è giusto discutere insieme i due provvedimenti - che riguarda l'uso che questa Amministrazione decide di fare per le risorse che si liberano per effetto del fatto che io, facendo slittare gli investimenti, pagherò minori costi per l'ammortamento delle rate del mutuo. Si tratta di 35 miliardi di vecchie lire, che voi nella manovra che state presentando e discutendo in questo Consiglio intendete utilizzare prevalentemente per finanziare una legge di questo Consiglio sui buoni scuola.
Mi collego al ragionamento che ho fatto prima, perché ho sollevato una prima questione per quanto riguarda il fatto che noi prendiamo coscienza che questa Amministrazione rinvia di un anno investimenti per 500 miliardi di vecchie lire. C'è però un problema: le risorse che voi utilizzate o che comunque vi trovate a disposizione per effetto del fatto che rinviate questo tipo di investimenti, dovevate, potevate impiegarle diversamente dovevate, potevate impiegarle per affrontare alcune questioni vere, grosse che riguardano questa nostra Regione.
Noi decidiamo invece, in una Regione che ha i problemi che ricordavo di utilizzare 35 miliardi per non fare la cosa più importante. Badate, c'è una legge della Regione che voi avete approvato; io non nego il fatto che essa debba essere finanziata, ma certo, in un quadro di compatibilità come quello che prima ho ricordato, non c'è dubbio circa il fatto che, dovendo decidere come impiegare questi 35 miliardi, vi erano priorità, esigenze problemi assai più importanti per far fronte - ripeto - a questioni che voi conoscete meglio di me.
Per questo noi ci sforzeremo, nella manovra che abbiamo cercato di indicare come manovra alternativa, verso un diverso impiego e un diverso utilizzo di queste risorse, credo più confacente ai problemi, agli allarmi, alle questioni che sono aperte in questa nostra Regione.
L'alluvione. Il Parlamento della Repubblica ha approvato un emendamento che dirotta le risorse in un primo tempo impiegate per far fronte ai danni dell'alluvione. Queste risorse sono state utilizzate per finanziare l'intervento in Iraq, oltre che altre missioni; missioni che abbiamo mescolato, per la verità, compiendo forse un errore dal punto di vista dell'impostazione, essendo evidente che si tratta di interventi che hanno finalità e natura diversa.
Ma oggi una cosa è certa: le Regioni che contavano su contributi aggiuntivi per far fronte a calamità naturali vere, che hanno prodotto disastri veri, non potranno contare su quei trasferimenti statali aggiuntivi. Trasferimenti statali aggiuntivi che voi avete promesso in ragione di quegli stanziamenti che il Governo aveva annunciato. La risultante di questo fatto sarà che noi avremo, come Regione, meno risorse con le quali intervenire per avviare a soluzione problemi veri, cioè i danni provocati dalle alluvioni.
Tralascio ogni ragionamento sui danni finti che in questa Regione sono stati indennizzati o che si vorrebbero indennizzare. Prescindo, per il momento, da questa questione, per ricordare che qui c'è un punto: cosa fa un governo regionale che ha a cuore i problemi dell'ambiente, che avverte che vi è una questione che riguarda questo problema? La prima cosa che fa è immaginare che una parte di queste risorse venga ovviamente utilizzata per far fronte ai mancati trasferimenti statali.
Lo stesso discorso riguarda, per esempio, le crisi relative ad alcuni settori industriali e il fatto che noi stiamo impiegando risorse per garantire alcune fasce di lavoratori che non hanno gli ammortizzatori sociali; risorse per far fronte a questo tipo di crisi, che riguarda alcune centinaia di famiglie della nostra Regione, oppure altri interventi.
Ecco, noi immaginiamo che queste risorse andrebbero impiegate per affrontare alcune di queste questioni e non per finanziare un provvedimento che da solo assorbe gran parte delle risorse che si liberano per effetto del fatto che avete rinviato al 2004 una partita così consistente di investimenti.
Poi c'è un punto politico finale, Presidente. Io non so come il Governo imposterà la legge finanziaria il prossimo anno, però alcune cose sono chiare. Primo: la manovra che il Governo vuole fare sconta il fatto che avremo un taglio dei trasferimenti alle Regioni e agli Enti Locali. Quindi noi potremo contare - e ho finito, Presidente - il prossimo anno su minori trasferimenti statali che, per giunta, arrivano in ritardo, costringendo la Regione ad anticipazioni che vengono fatte utilizzando le banche, che hanno anch'esse dei costi. Avremo sicuramente maggiori costi per quanto riguarda la sanità pubblica, perché i conti della sanità che voi non ci avete dato sono conti negativi, in rosso. La trimestrale di cassa delle ASL segnala che gli andamenti che voi avete immaginato non vengono rispettati e che a fine anno avremo un buco rosso. Per non parlare dei trasporti, per non parlare del fatto che l'economia regionale crescerà meno di quanto abbiamo immaginato. Il DPEF del Governo, da questo punto di vista, è ottimistico noi avremo un riverbero di questo fatto sulle entrate delle casse regionali.
Non so come finanzierete l'anno successivo il buono scuola, è difficile immaginare un investimento di questa entità (35 miliardi) e dubito che, con quel tipo di legge finanziaria e con quei problemi di finanza pubblica possiate pensare ad una manovra che abbia una durata nel tempo.
Presidente, ecco le ragioni, che riassumo e che ho riassunto, che danno un'idea delle critiche con le quali noi affrontiamo questa discussione che riguarda, in primo luogo, il fatto che voi spostate nel tempo investimenti essenziali per questa Regione per affrontare una politica di sviluppo e, in secondo luogo, il fatto che voi decidete di impiegare le risorse che, per effetto di questa manovra, si liberano per affrontare non già questioni che sono cruciali e fondamentali, ma per affrontare questioni meno importanti che potevano attendere rispetto alle emergenze che riguardano la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente, per quanto riguarda l'assestamento non posso che constatare come alcune previsioni fatte in occasione del bilancio, quindi non molto tempo fa, si siano rivelate non esatte. Mi riferisco non soltanto alla stima dell'avanzo di amministrazione, nel senso che la previsione che era stata fatta dell'avanzo di amministrazione era diversa rispetto a quanto indicato. A parte l'avanzo di amministrazione, noto con una certa preoccupazione la parte relativa all'IRPEF, all'addizionale di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Ne abbiamo discusso lungamente in Aula anche in occasione del finanziamento della spesa sanitaria, mi pare che ci fu da parte della maggioranza una convinzione molto diffusa che quell'addizionale, così come era stata indicata, con quella aliquota, era sufficiente per il finanziamento della spesa, in modo particolare della spesa sanitaria.
Nella relazione presentata leggo che la previsione fatta si è rivelata inesatta, nel senso che, in base alle indicazioni che sono state date anche dal Ministero, relativamente allo stanziamento previsto nel 2003, c'è una correzione di 29 milioni di euro in meno. Sono 58 miliardi in meno di IRPEF, probabilmente, perché questo introito è legato, evidentemente, alla manovra complessiva di introito da parte dello Stato e sappiamo che c'è stata una riduzione; in ogni caso, sono 29 milioni di euro in meno.
L'altro dato che noto, anche questo con una certa preoccupazione, è relativo all'imposta sul valore aggiunto; anche qui, evidentemente, la decisione non è tutta regionale. Nella relazione c'è scritto che la Conferenza dei Presidenti ha contestato questo dato, però, per quanto riguarda l'imposta sul valore aggiunto c'è una diminuzione di 33 milioni di euro, anche sul valore aggiunto. Quindi, 29 milioni in meno sull'IRPEF e 33 milioni in meno sul valore aggiunto; in più, credo che i colleghi lo abbiano notato, c'è questa indicazione per quanto riguarda l'IRAP, che ha visto un incremento legato al finanziamento del settore sanitario. Faccio notare questo perché, ormai, in piena fase di federalismo fiscale, una delle modalità importanti di finanziamento della spesa sanitaria è anche quella dell'IRAP.
Questo collegamento, normalmente, nella nostra discussione viene ignorato, sostanzialmente, vuol dire - lo dico perché è importante dal punto di vista del consenso sociale da parte di una Giunta di centrodestra che le imprese che pagane l'IRAP, oggi, sono i finanziatori del disavanzo della sanità. Quindi, in qualche maniera, gli imprenditori, piccoli o medi dovrebbero sapere che una parte delle loro imposte finanzia gli errori, se ci sono, noi pensiamo di sì, della gestione della spesa sanitaria. Non c'è soltanto più un problema di utenti che sentono una difficoltà del sistema sanitario, c'è un problema anche dei finanziatori. Una parte importante dei finanziatori non sono soltanto coloro che pagano l'IRAP, ma anche coloro che pagano l'IRAP, le imprese.
Lo rilevo perché, normalmente, questo dato viene ignorato, sembra che tutto il finanziamento sia dovuto all'IRPEF, no, le imprese finanziano gli errori - dico dell'Assessore D'Ambrosio per intenderci, anche se in questi giorni, per altri motivi, è in ombra - del sistema sanitario; c'è questo dato.
Quanto ho detto riguarda l'assestamento. Per quanto riguarda l'operazione del provvedimento collegato alla legge finanziaria, mi pare che l'operazione, in sintesi, lo hanno detto sicuramente altri colleghi sia di questo tipo, come l'Assessore Pichetto ha avuto modo di spiegare diverse volte: l'Assessore dice che, in fondo, noi dobbiamo finanziare la spesa del buono scuola, quei 18 milioni di euro che non erano stati finanziati in occasione della legge. Viene previsto il finanziamento nel 2004, l'operazione di grande fantasia e ingegneria finanziaria è la seguente: non facciamo tutti gli investimenti che abbiamo programmato nel 2003, perché, praticamente, non si possono fare, li trasferiamo, in modo che la rata di ammortamento, che doveva essere prevista per la copertura per l'ammortamento complessivo di tutti gli investimenti, la impieghiamo soltanto per il mutuo.
Questa è l'operazione per il 2004. Vuol dire che si finanzia il buono scuola attraverso una riduzione degli investimenti; questa è un'operazione grave.
Voi sapete che noi siamo favorevoli al buono scuola, ma immaginavamo una modalità di finanziamento di quella spesa attraverso una riduzione vera della spesa corrente, cioè, attraverso una rivisitazione delle spese della Regione Piemonte, non attraverso una riduzione delle spese di investimento.
Il dato, alla fine, è questo: uno spostamento, se non una riduzione, perch qualcuno dice che vengono spostati, degli investimenti.
Non ci pare che questa sia un'operazione, dal punto di vista finanziario, utile per la Regione Piemonte, che necessita di investimenti le modalità dovevano essere sicuramente diverse.
Quindi, c'è questo primo rilievo, che è importante: la spesa per il finanziamento del buono scuola doveva essere trovato all'interno delle spese correnti della Regione, vuol dire rinunciare a delle spese, a meno che non si ritenga che tutte le spese degli Assessori siano spese utili.
Siccome sappiamo che non è così, è sufficiente vedere alcune spese, alcune deliberazioni, per renderci conto degli svariati miliardi che vengono spesi inutilmente e molto spesso per immagine.
Quindi, esprimo un no a questa modalità di finanziamento del buono scuola, anche se, evidentemente, come abbiamo detto, siamo d'accordo sullo stesso.
Seconda osservazione, collegata sempre a questa manovra: come abbiamo detto in Commissione - richiamo il collega Cattaneo, che molto spesso si assume degli impegni e poi non mostra la stessa attenzione nel momento in cui si decide - era stato assunto un impegno da parte della maggioranza secondo il quale, in occasione dell'assestamento, non si sarebbe soltanto finanziato il buono scuola, ma anche la spesa a copertura di un contributo per le spese di trasporto della scuola media superiore. Se non erro, la stima che era stata fatta in allora ammontava ad un milione e mezzo si euro circa (cioè tre miliardi). Questa era l'indicazione.
Era stato presentato anche un ordine del giorno da parte del collega Cattaneo. Ma se non si trova, in questo momento, l'occasione e la modalità per finanziare le spese di trasporto per la scuola media superiore, che era uno degli elementi forti collegati al buono scuola, non so quando si finanzierà questa spesa. Vorrà dire che quest'anno sarà impossibile poter avviare le procedure per fare il bando. Se non c'é, come mi pare di aver capito, un impegno a finanziare quella spesa per il trasporto della scuola media superiore, vuol dire che gli impegni presi non vengono mantenuti.
Spero non sia così, e mi auguro che si presenti un emendamento da parte della maggioranza. Questo tema, però, rimarrà aperto e sono convinto che la discussione non potrà che concludersi attraverso un pronunciamento.
Potrà anche essere contrario, ma servirà per sostenere che la maggioranza fa delle promesse e poi non le mantiene.
La terza osservazione è relativa alle questioni di carattere sanitario e mi limiterò a ripetere gli aspetti sollevati in sede di Commissione.
L'assestamento è anche l'occasione per rivolgere attenzione all'andamento della spesa sanitaria.
La spesa sanitaria nei primi due trimestri dell'anno - l'Assessore D'Ambrosio lo sa perfettamente - non è stata come quella prevista, nel senso che l'aumento della spesa vi è stato.
Come diceva l'altro giorno un dirigente, c'è sicuramente un impegno da parte dei Direttori a stare all'interno del budget assegnato. Ma se si osserva l'andamento trimestrale, sappiamo perfettamente che quell'andamento dimostra che vi è una spinta alla crescita della spesa. Non per niente l'Assessore ha inviato a tanti Direttori una lettera per contenerla.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

I primi due trimestri hanno quel picco.



SAITTA Antonio

Come l'Assessore sa, normalmente nei primi due trimestri l'aumento della spesa è più contenuto rispetto ai trimestri successivi.
Se si osserva l'andamento dei trimestri, cosa capita normalmente? Che i Direttori, per dimostrare di essere corretti e fedeli all'impegno che assumono, traslano alcune spese nei trimestri successivi, per poi trovarsi soprattutto nell'ultimo trimestre, ad un aumento della spesa. Questo è quello che è capitato da quando si fanno le rilevazioni trimestrali.
Siamo preoccupati per questo andamento della spesa, nel senso che molto probabilmente, se non si osserva con serietà e con attenzione, ci ritroveremo alla fine dell'anno con una spesa superiore rispetto a quella preventivata. Avremo, quindi, un problema di finanziamento.
In Commissione abbiamo fatto notare un'ulteriore questione: gli ospedali valdesi. È questa l'occasione - cioè l'assestamento del bilancio per indicare una soluzione concreta per risolvere il problema dei valdesi, per dar loro una prospettiva. Se questo non avviene, vuol dire che gli incontri, i protocolli, le dichiarazioni, gli incontri politici e quant'altro, sono parole al vento. Se non c'è nell'assestamento un'indicazione (perlomeno in parte) delle modalità che si vogliono adottare per salvare gli ospedali, vuol dire che quegli ospedali si vogliono far morire concretamente e darli in mano ai privati.
Riteniamo che l'assestamento (mi pare che la collega Manica, insieme ad altri Consiglieri, lo abbia ribadito) sia l'occasione per presentare almeno un disegno di legge per trovare una soluzione al problema dei valdesi.
L'Assessore Pichetto ha detto: "Saranno 50 miliardi; dovremo accendere un mutuo, che implicherà una rata annua di 5 miliardi. Riguarderà il 2004". È questa l'occasione - Assessore D'Ambrosio, glielo dico perché so che lei è poco attento alle questioni che riguardano il bilancio generale perché altrimenti significherebbe rinviare tutto negli anni successivi, e non verrebbe trovata, quindi, una soluzione al problema.
Il disegno di legge per salvare gli ospedali valdesi dev'essere presentato, e non è stato fatto. Infatti l'assestamento non contiene neppure una lira per i valdesi. È vero, dunque, quello che sostengono quelli a cui stanno a cuore gli ospedali valdesi: si continua a parlare, ma in realtà è dal 2001 che l'azione concreta della Regione Piemonte, per quanto riguarda i valdesi, è stata un'azione di parole inutili e nel frattempo la situazione debitoria è cresciuta in modo esagerato.
La stessa metodologia dovrebbe essere applicata per il Mauriziano, in modo particolare per gli ospedali di Lanzo e Valenza. La Giunta ha deciso di comprare l'ospedale di Lanzo. Ma se non c'é in bilancio, quali impegni vi potete assumere? L'intervento che in qualche maniera ho sintetizzato è finalizzato a cogliere questa occasione per risolvere la questione del finanziamento delle spese di trasporto per le scuole medie superiori, sul quale non vi è alcun intervento della Regione, la questione dei valdesi e la questione del Mauriziano. In sintesi, è un'occasione per pensare seriamente all'andamento della spesa sanitaria per trovare oggi dei finanziamenti perché alla fine anno lei si troverà, Assessore, con la mancanza di risorse e in qualche maniera sposterà quello che non si riesce a finanziarie, come è stato fatto in questi anni, negli esercizi successivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Presidente e colleghi, se ci si trova a prendere una decisione importante come quella che riguarda le politiche di bilancio nel quadro della situazione del Paese e nel quadro della situazione della nostra Regione, credo che si possa dire che la misura di bilancio che oggi la Giunta propone è il segno di una rinuncia ad esercitare un ruolo politico e a concentrare le risorse limitate esistenti su scelte essenziali che siano in grado di dare un senso al ruolo di un'istituzione come la Regione rispetto ai problemi generali che il Piemonte vive nel contesto generale della crisi internazionale.
Alcune cose sono già state dette; io le riprendo solo parzialmente per sottolineare semplicemente alcuni aspetti.
Siamo in presenza di un bilancio, Assessore Pichetto, del quale ne avevamo discusso lungamente in I Commissione, che presenta le caratteristiche dell'infedeltà. Non bisogna dimenticare che abbiamo discusso del bilancio preventivo della Regione Piemonte a fine di febbraio, quindi sono trascorsi poco più di quattro mesi dall'approvazione del bilancio preventivo e alla presentazione dell'assestamento. Si interviene in una variazione dalle dimensioni, quale quella che voi prospettate, di circa 420 miliardi delle vecchie lire. Si pone allora una domanda - alla quale non avete risposto in sede di Commissione e che ripeto qui in aula all'Assessore Pichetto Fratin - perché queste distanze? Perch questa previsione così distante dalla capacità di spesa che oggi voi riconoscete? Secondo punto, anch'esso di particolare importanza.
Alla fine di questa operazione, uno degli aspetti fondamentali è che spostate 400 miliardi di investimenti all'esercizio prossimo. E' una fase di congiuntura negativa della Regione e dell'economia che sposta gli investimenti e sottrae risorse a una possibile politica di sviluppo e di contributo che può avvenire dalla ripresa delle politiche pubbliche.
Terzo aspetto.
Spostate, con il trasferimento di risorse dall'esercizio 2003 all'esercizio 2004 - come abbiamo cercato di dimostrare durante tutta la discussione in Commissione - risorse dal capitolo "investimenti" al capitolo "spesa corrente". Questo è abbastanza significativo; come ricordavano altri Consiglieri nella discussione sulla vostra scelta di rendere permanente, e non solo più transitorio, l'aumento dell'IRPEF dell' 0,50%. Allora spiegaste che l'aumento non era più semplicemente finalizzato alla copertura del deficit sanitario, ma che, contrariamente alle vostre impostazioni iniziali, serviva per acquisire risorse necessarie, in una politica di investimenti della Regione. A pochi mesi di distanza, invece si scopre che le risorse non sono destinate all'aumento degli investimenti quanto alla crescita della spesa corrente.
Anche in questo caso si verifica uno dei punti importanti: il fallimento dell'impostazione programmatica che avete dichiarato.
interessante notare come la spesa corrente mangi, sostanzialmente e progressivamente, tutte le risorse, diventandone un aspetto essenziale.
proprio nella conclusione di tutto questo che appare l'ultimo problema, già sottolineato da altri colleghi: da questa operazione, dal trasferimento al prossimo anno di 420 miliardi di investimento, ricavate per il mancato pagamento di mutui, una risorsa per la spesa corrette di circa 20 milioni di euro e le risorse, invece di investirle, come equità sui settori dai quali provengono, le concentrate in una misura, come il finanziamento del buono scuola, che diventa il centro dell'operazione.
un punto molto discutibile, non solo perché finanza - come abbiamo già espresso in una lunghissima, impegnativa e combattiva discussione - ma perché, una volta approvata, richiederà anche un finanziamento.
In questo caso, prima mettiamo in discussione la quantità, chiedendovi una diversa interpretazione, poi non date nessuna soluzione strutturale e agite sulla legge 252 che avete approvato - come agisce il Ministero Tremonti sulla Finanziaria, cioè recuperando, per l'anno 2004, una tantum ma fuori da qualsiasi politica di bilancio.
In altre parole, con questa misura ponete le condizioni per un'ulteriore squilibrio nel bilancio regionale che aumenterà, unendosi agli altri già esistenti squilibri. Tutto questo avverrà nel momento in cui vi rifiuterete di dare risposte a bisogni e domande pressanti che emergono nei diversi campi. In primo luogo, penso a quello più affine alla questione del buono scuola che riguarda il diritto allo studio. Vi ricordiamo che rimangono ancora sotto finanziate, rispetto alla tradizione storica e al trend degli ultimi anni, tutte le leggi regionali sul diritto allo studio e che siamo in presenza di una serie di situazioni completamente deficitarie dal punto di vista di molti altri settori.
Vi abbiamo chiesto di dare, in quest'occasione, un rendiconto di impegni assunti, ad esempio gli investimenti sulle Residenze per anziani con nuovi posti a disposizione, su cui non abbiamo ricevuto risposta.
Il Consigliere Saitta ricordava capitoli essenziali di tutte le nostre discussioni sul bilancio - come quello della sanità - in cui non siamo in presenza, nonostante le promesse fatte pochi giorni fa in Commissione, di dati semestrali che consentono una valutazione. Tutte le previsioni che sentiamo sono di un aumento del deficit rispetto alle vostre previsioni iniziali, ma rimangono i problemi ricordati dal collega Saitta: una grande incertezza sulla domanda che riguarda il destino di strutture fondamentali della sanità piemontese (pensiamo agli Ospedali Valdesi e all'Ospedale Mauriziano).
Vi siete impegnati, sapete che per affrontare un problema come quello dell'Ospedale Valdese è necessario una legge. Vi eravate impegnati a presentarla; non ne vediamo traccia e temiamo, da come procedono le cose che nella prossima riunione di Giunta, che prevedete prima delle ferie questo disegno di legge non sarà ancora approvato.
Siamo in un quadro che, a nostro parere, presenta queste caratteristiche ed ha, nella propria modestia, una rinuncia a qualsiasi ambizione politica e di programmazione e una rinuncia ad offrire un quadro nel quale la Regione eserciti un ruolo (come quello che ha adeguato ai nuovi poteri acquisiti), evidenziando una difficoltà ed una crisi progettuale di idee, oltre che politica, di una maggioranza i cui segni risultino ogni giorno più evidenti.
E' una crisi con dimensioni generali, riflessa anche sul piano piemontese; naturalmente in un quadro nazionale che dimostra incapacità di governare, da parte dello schieramento in cui anche qui voi siete espressione, ma che ha poi qui una traduzione specifica nella quale secondo noi, in questa occasione è bene prenderne consapevolezza soprattutto da parte di quelle forze che si preparano a sostituirvi alla guida di questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie Presidente. Certo è, Assessore, che fa impressione leggere tutti quei "meno" rispetto alla voce "investimenti".
La prima domanda che mi pongo è la seguente: che coerenza c'è tra il documento di programmazione finanziaria e le scelte di rinunciare agli investimenti in nome di che cosa se non di un provvedimento curiale? L'aspetto sorprendente è che si rinuncia ad una serie di atti coerenti con il documento di programmazione finanziaria e si riducono gli investimenti come quello del credito artigiano, della tutela dell'ambiente della tutela dei parchi e della valorizzazione dei sistemi produttivi locali. Tutti investimenti che vengono sostanzialmente bloccati, così mi pare di capire da quella che è la sequela di beni, per reperire risorse che dovrebbero garantire che cosa? Mica lo sviluppo della Regione Piemonte, ma lo sviluppo delle scuole private e paritarie in questa regione.
La scommessa ambiziosa che fa il centrodestra è quella di negare lo sviluppo, quello che dovrebbe essere il motore che alimenta in modo virtuoso anche la richiesta di saperi, la richiesta di scuole, la richiesta di cultura in altri campi, attraverso gli investimenti in quei settori per dare risposta a questo tipo di bisogno. Si fa un'operazione completamente inversa: si arresta lo sviluppo e tutte le voci di bilancio che spingono allo sviluppo, sperando di sviluppare il numero di scuole private nella Regione, o per lo meno di mantenerle in piedi.
Il finanziamento, così fortemente richiesto dalle organizzazioni cattoliche, dall'Arcivescovo che ha elogiato pubblicamente la maggioranza e l'Assessore Leo per l'atto di coraggio, è un atto di viltà. Le risorse da dove arrivano? Dal mancato pagamento di ratei di mutuo sulle spese di investimento. Ma non involtano le coscienze di fronte ad atti come questi? Che coerenza c'è, rispetto all'amministrazione della cosa pubblica, per ottenere che cosa? Da una parte una manciata di voti e dall'altra, forse lo 0,02% di incremento nelle iscrizioni alle scuole private. Questa non è un'operazione seria, è un'operazione vergognosamente subalterna alle richieste che prevengono da un certo mondo, dettate da una esigenza giusta: mantenere in piedi un sistema paritario, così come auspicato dal centrosinistra e dal centrodestra. Guardate, non fa una grinza questo ragionamento, solo che sono sbagliate e profondamente ingiuste, lesive del rispetto che si deve ai cittadini piemontesi che con la loro fiscalità con l'IRPEF e con le loro risorse, si tassano, rispondono a quella che è l'esigenza fiscale della regione, per assistere impotenti a scelte così clientelari e così assolutamente non finalizzate allo sviluppo della regione.
Si potevano utilizzare tante altre risorse, ma non solo, questo crimine lo si compie nel 2004 e lo si compie nel 2005. Assessore Pichetto Fratin mi smentisca, io leggo ancora così dagli atti. Da dove bisogna prendere le risorse per i 18 milioni di euro caricati sul 2005, se non dalla riduzione delle spese di investimento? L'Assessore D'Ambrosio certo alcune risposte le dovrà dare nel campo della sanità, qui la sanità apparentemente non è toccata e allora entriamo nel campo delle priorità. Se quelle operazioni sono possibili, allora vanno controbilanciate, e, di fronte ad una negazione di sviluppo, bisogna pensare che quel risparmio, quella spesa corrente che si accumula, vada anche destinata - prima ancora di raccoglierla come spesa corrente e come investimenti - vada a coprire alcune emergenze. Ne cito una per tutte - anche se questa non è la sede questa è la sede del dibattito generale - ma penso all'ex ospedale San Giuseppe di Cumiana sul quale abbiamo già discusso parecchie volte. Parlo di un problema specifico: aperto come ospedale di valenza extraregionale per bambini celebrolesi, quell'ospedale rischia di essere una cattedrale nel deserto, mancano i soldi per comprare l'arredo. Ma non solo. Per dare risposta alla comunità locale, si dovrebbero aprire 15, o 25 posti, come RSA per dare risposta rispetto alla domanda che insiste: non ci sono i soldi per completare i lavori. Quell'ospedale, ristrutturato con i soldi della comunità locale, con l'investimento della Regione, è fermo perché non ci sono risorse. Gli esempi potrebbero continuare, sommati a tutti gli atti di sindacato ispettivo che abbiamo fatto su questa o quella carenza.
Vi garantisco che una qualsiasi di queste voci, ha sicuramente priorità rispetto alla scelta, tutta politica, che ha operato questa amministrazione, perché non da risposta al bisogno di formazione, non di risposta al bisogno di acquisizione di nuovi saperi. Che ne è di quei 500 ragazzi che sono nel limbo, nell'ambito della formazione professionale perché a scavalco delle procedure per l'approvazione della legge Moratti? Non si hanno le risorse. Adesso è stata approvata una delibera di Giunta domani ne parleranno i giornali perché si tratta di dare risposta a 500 ragazzi che insistono sul sistema di formazione e rispetto ai quali non ci sono i soldi per dare loro risposte: sono dei diritti negati. Ma ci sono diritti più diritti degli altri? Ci sono cittadini che sono portatori di diritti che, rispetto ad altri cittadini, sono di serie A e questi diventano di serie B? Credo che tutto questo non sia ammissibile, è un provvedimento indecente.
Quello che dispiace è che anche politici di provenienza laica abbiano trovato, attorno a questo tema, in modo così vergognosamente offensivo per i cittadini piemontesi e attorno al discorso della libera scelta educativa un motivo di unità. Questa è una "marchetta" elettorale, questa non è un dignità di legge e la finanziate in modo truffaldino, perché per finanziare questa legge negate lo sviluppo in nome di altro. Certo, in percentuale sarà l'1%, ma voi negate lo sviluppo, perché dilazionate nel tempo atti concreti di cui la Regione ha bisogno. Non è ammissibile tutto questo dovreste vergognarvi di un atto come questo. Ci potevano essere tante altre priorità, che hanno valore di priorità nella spesa corrente che potevano essere sacrificate. Allora avreste fato cosa degna, avreste operato un lavoro di razionalizzazione della spesa sull'esistente. I campi da aggredire certamente sono tanti, allora su quello ci si poteva misurare per finanziare la legge sui buoni scuola, cosa che noi non condividiamo, ma almeno avreste dato un segnale di inversione e avreste potuto presentarvi ai cittadini piemontesi dicendo che il finanziamento per quella legge è stato possibile perché abbiamo aggredito lo spreco, il sovrappiù, quelle voci di spesa che non sono essenziali nelle politiche di questa regione. Di questo, forse, avreste potuto portare vanto.
Ritengo che questo provvedimento, questo atto collegato alla finanziaria, sia assolutamente antitetico e in aperta contraddizione con le volontà espresse nel documento di programmazione finanziaria. E', quindi un grave atto di ritorno indietro e di freno che non vi fa onore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Il collega Saitta mi ha sollecitato per una risposta puntuale e una considerazione.
Quando ci siamo confrontati sulla legge per la libertà nella scelta educativa, rappresentata dal buono scuola, era emersa una questione che ci aveva visti uniti su una posizione condivisa: individuare la possibilità e avevamo pensato di farlo con un ordine del giorno - e un impegno finanziario della Regione per far fronte alle spese di trasporto di quegli studenti meno abbienti (appartenenti, cioè, a quelle famiglie più sfortunate), anche della scuola media superiore.
Sollecitato dal collega Saitta, sono andato dall'Assessore Pichetto dicendogli che questo tema era già stato preso in considerazione in Commissione, ma che volevo alcuni chiarimenti in merito. L'Assessore mi ha dato una spiegazione che mi sento di condividere, e cioè che l'azione sottoposta all'attenzione del Consiglio, sulla quale ci siamo impegnati, è comunque salva.
A differenza di altre azioni in materia di diritto allo studio, in particolare quella del buono scuola - sulla quale farò alcune considerazioni, anche stimolato dal collega Contu - non necessita di un bando. Sarà, dunque, possibile prevedere, relativamente all'anno scolastico 2003/2004, nell'ambito del sostegno del diritto allo studio e dei trasporti, per gli studenti delle scuole medie superiori che si trovino in condizioni di difficoltà, un finanziamento in sede di bilancio di previsione 2004.
Pertanto, cambia la modalità, ma il principio e, soprattutto l'obiettivo di garantire a quei ragazzi tale azione, è garantito.
Probabilmente, il Consigliere Saitta non condivide la modalità; d'altra parte, è un Consigliere d'opposizione. Noi, come maggioranza, abbiamo il dovere, oltre che il piacere, di sostenere questa Giunta e sosteniamo l'attuazione concreta di quanto abbiamo posto all'attenzione della Giunta regionale.
L'assestamento è collegato alla legge finanziaria ed è - non voglio essere scontato - un'operazione virtuosa. Alcuni colleghi che hanno partecipato più di me ai lavori della Commissione l'hanno già rappresentato; d'altronde, questi disegni di legge, in particolare l'assestamento, sono ottemperanti alla circolare governativa del Governo nazionale (che è di segno politico identico al Governo regionale), che raccomanda di iscrivere le competenze nel periodo più vicino alla cassa quindi non iscrivere le spese che non possono essere effettuate.
Questo, per un principio di verità, ma anche di buona amministrazione per non andare a bloccare delle risorse che possono essere spese e non avere, quindi, dei residui o degli avanzi di amministrazione significativi.
Voglio fare, ora, una considerazione che svilupperò in seguito: pu darsi - caro collega Contu - che alcuni investimenti siano spostati - su questo l'Assessore Pichetto è stato molto puntuale in Commissione - e che conseguentemente, le rate di mutuo vengano spostate su altri esercizi.
L'azione e gli investimenti, in ogni caso, sono e restano identici.
Non è vero, dunque, che vogliamo minare lo sviluppo, nemmeno per quell'1 o 2%, perché, probabilmente, gli investimenti presentati e finanziati con il bilancio di previsione sono stati spostati (per il principio e il recepimento della direttiva di quella circolare), per quota parte, di anno in anno, ma certamente l'azione politica resta identica.
Con questi provvedimenti, la Giunta regionale ha sostanzialmente svolto una valutazione puntuale degli investimenti, individuando quelli da effettuare nel corso del 2003 e quelli da effettuare negli anni successivi.
Con questa responsabilità di governo, è stato determinato uno spostamento negli anni successivi di una quota di circa 250 milioni di euro - il collega Ronzani è stato il primo Consigliere dell'opposizione a sollevare questo fatto - che, però, non va ad inficiare quella politica degli investimenti (anche quelli sostenuti con l'IRPEF, ma su questo dirò più avanti), che restano confermati.
L'azione politica, le scelte di governo di questa Giunta regionale e della maggioranza che la sostiene, restano identiche e non vengono assolutamente variate.
Con questa operazione, non si è vincolata una spesa per parte corrente per l'ammortamento e quindi per il pagamento della rata di mutuo, liberando delle risorse con le quali - certo, lo diciamo chiaramente - andiamo a finanziare alcune spese in spesa corrente. Fra queste, certamente il buono scuola, per circa 18 milioni di euro. Peraltro, la legge del buono scuola è stata sudata e votata in piena libertà, dopo un percorso impegnato, che ci ha visti su posizioni diverse, ma con un confronto franco e acceso, per chi lo ricorda (il collega Contu senz'altro, perché ha impregnato il proprio intervento su questo tema per circa due mesi).
Quando presentiamo un programma elettorale, vinciamo le elezioni presentiamo un programma di governo all'Aula e il Presidente Ghigo, la sua Giunta e la maggioranza assumono un impegno, portiamo una legge di iniziativa della Giunta regionale che recepisce progetti di legge di Gruppi consiliari di questa maggioranza, la votiamo e la finanziamo, è ovvio che siamo conseguenti e dobbiamo adeguare il nostro bilancio, perché questo è lo strumento finanziario per applicare una politica di governo.
L'assestamento ha anche una forte valenza tecnica, laddove fa un recupero di circa 44 milioni di euro di risorse (avanzo 2002), dettato dagli impegni di fine anno. L'assestamento, d'altronde, è lo strumento operativo per recepire i valori esatti del bilancio; ha anche una forte valenza politica, perché, con questa operazione - come ho detto - non solo si ribadiscono, ma si garantiscono gli investimenti previsti dal bilancio di previsione.
Non viene meno, dunque, la politica di sviluppo, a differenza di quanto l'opposizione, senza elementi concreti, vuole sostenere, quindi non viene meno la nostra politica, sulla quale ci siamo impegnati e lungamente confrontati in quest'aula, che vede anche il finanziamento di questi investimenti con la parte preponderante del gettito dell'addizionale IRPEF che responsabilmente abbiamo confermato.
Lo ribadiamo, semplicemente perché gli investimenti hanno un ammortamento pluriennale e quindi, se si deve fare fronte a una serie di investimenti che occorre sostenere sotto il profilo economico, è ovvio che bisogna avere la certezza delle entrate, perché quando, ad esempio cominciamo le opere pubbliche, normalmente poi le finiamo.
Sulla sanità. La sanità è ormai il punto centrale del dibattito politico di questo Consiglio da tre anni e mezzo; ne abbiamo sentite di tutti i colori, qualche volta con il nostro contributo, altre volte con il vostro contributo, quasi sempre con il contributo del dibattito, della dialettica all'interno del Consiglio regionale. Però vi è un dato di fatto di cui bisogna dare atto alla Giunta regionale.
Nel 2002 la Giunta aveva fatto una previsione di un certo disavanzo.
Ci siamo confrontati a lungo nel 2002, e l'opposizione sosteneva: "No, non sarà mai quel disavanzo, saranno almeno 300 miliardi lire, no anzi 300 milioni di euro". Alla fine, nel 2002 il disavanzo previsto è stato centrato e di fatto abbiamo raggiunto quel sostanziale bilancio che avevamo annunciato.
Non voglio portare all'attenzione altre Regioni, però la stessa nostra situazione la presentano Regioni come la Lombardia e il Lazio, per cominciare da quelle amministrate dalla Casa delle Libertà, ma certamente anche l'Emilia Romagna e la Toscana, che non hanno fatto un'operazione virtuosa come noi abbiamo avuto il coraggio di fare - e forse ne abbiamo anche pagato le conseguenze nelle elezioni dei due cicli amministrativi più recenti, 2002 e 2003 - introducendo sia i ticket che l'addizionale e tutte le operazioni che abbiamo attuato per il contenimento della spesa farmaceutica. Comunque, noi ci siamo trovati in una situazione diversa rispetto a quella di altre Regioni amministrate alcune volte dalla Casa delle Libertà, ma più spesso, con i deficit più gravi dopo che sono stati da voi prese a modello come amministrazioni virtuose nell'ambito della sanità, dal centrosinistra, come ad esempio la Toscana e l'Emilia Romagna.
Sui Valdesi e sul Mauriziano - Presidente, mi conceda un minuto e poi chiudo - abbiamo già dibattuto in occasione della comunicazione che ha fatto l'Assessore D'Ambrosio nelle scorse sedute; naturalmente avremo modo di farlo ancora, perché giustamente si cita la necessità di una legge regionale e quant'altro, per cui avremo occasione di confronto e di verifica. E' ovvio che l'Amministrazione regionale ha comunque l'obiettivo di salvare sia i Valdesi che il Mauriziano.
Sul dissesto del Mauriziano ho già detto come la penso: certamente non è imputabile al segno politico di questa maggioranza, perché è stato amministrato dal centrosinistra, in particolare dall'ex Assessore Bergoglio di questa Regione, che è stata Presidente di quell'importante Ente; quanto meno, in qualità di Presidente, se le cose non sono andate tanto bene, avrà un pochino di responsabilità.
Sui Valdesi vogliamo fare un'operazione di investimento per garantire la presenza di quell'ospedale nella nostra regione e nella provincia di Torino, un ospedale importante nel sistema sanitario della Regione. Faremo fronte a questi investimenti col sistema bancario, ma ci confronteremo come puntualmente ricordava il Consigliere Saitta, successivamente.
Nell'assestamento collegato alla finanziaria prevediamo anche incrementi per i fondi destinati alla cultura, come era stato chiesto con un ordine del giorno della maggioranza, e in particolare per il Teatro Regio. E' stato recepito anche un altro ordine del giorno, sempre nostro con il quale avevamo chiesto - lo avevano chiesto anche altri, questo lo riconosciamo - l'istituzione di un fondo di 500 mila euro per i danni OGM.
Voglio infine dare una risposta alla simpatica e garbata affermazione del collega Marcenaro. Crisi del centrodestra: indubbiamente vi è un momento difficile nella nostra coalizione ai vari livelli. Certamente governare è più difficile che fare opposizione, perché non si può fare politica e propaganda con slogan e demagogia, ma bisogna portare poi le risposte concrete ai cittadini. Voi siete un po' giù d'allenamento, perch è due o tre anni che avete perso il governo del Paese, otto o nove che volete vincere alla Regione ed è già un paio di legislature che siete all'opposizione: forse anche il centro sinistra ha un po' di difficoltà.
Quindi, se Sparta non ride, Atene non piange.
Come dite, colleghi? Rimandato di storia? Va bene, andrò a settembre.
Ma abbiamo visto le vostre divisioni sulla presentazione di una legge elettorale, sulle europee (listone si, listone no), quindi credo che nel dibattito le difficoltà appartengano ai due poli ai vari livelli.
Volete prepararvi a governare? Benissimo, questo è lecito. Secondo noi non siete alternativi e non avete una credibilità di governo. Non siete credibili e i piemontesi lo hanno già decretato nel 1995 e poi nel 2000 siccome sono un po' superstizioso, penso che ci sia il due senza il tre per cui lo decreteranno anche nel 2005.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sono rammaricata di dover dire che il collega Cattaneo non mi ha convinto, in particolare con l'ultima l'affermazione che sugli slogan e la demagogia il polo di centrodestra ha alcune difficoltà: pensavamo che foste particolarmente allenati, perché per un'intera campagna elettorale e per tutta una fase di governo non vi abbiamo altro che sentito dire slogan e fare promesse, poi non mantenute.
Detto ciò, volevo fare alcune considerazioni molto veloci in ordine a questo bilancio, semplicemente a completamento degli interventi dei colleghi Marcenaro e Ronzani, che hanno delineato molto bene la nostra posizione, che peraltro si era già espressa in modo articolato nel dibattito in Commissione.
Noi ricordiamo la fatidica affermazione del Presidente Ghigo, ma anche dell'Assessore competente, al momento in cui votammo il bilancio di previsione; dissero: "L'addizionale Irpef adesso è permanente, non è più una misura una tantum per coprire il deficit della sanità, ma diventa una misura permanente che non riguarda più la sanità; una misura strutturale permanente per sostenere investimenti, sviluppo, ricerca e innovazione".
Questo avveniva, Assessore Pichetto, esattamente alla fine di febbraio perché mi pare che fu allora che votammo il bilancio di previsione che conteneva quella misura. Adesso, a pochi mesi di distanza, esattamente in questo ultimo scorcio di luglio, voi ci presentate un documento di assestamento di bilancio, attraverso il provvedimento di assestamento alla legge finanziaria collegata al 552, 553, che esattamente smentisce quell'affermazione.
In sostanza, prendete una serie di fondi piuttosto consistenti che trasferite sul 2004, e sono talmente consistenti e talmente significativi Assessore Pichetto, che se andiamo a vedere il dettaglio delle voci - ma avremo modo di discuterne quando parleremo nel dettaglio non del provvedimento di assestamento, ma del 553, cioè la finanziaria - voi tagliate in particolare risorse nel campo dell'agricoltura, dei trasporti delle infrastrutture e nel campo degli investimenti per quanto riguarda le innovazioni, il turismo e quant'altro; peraltro, con una serie di tagli ampiamente suddivisi su tutte quelle voci su cui invece avreste dovuto incrementare per determinare un elemento importante di innovazione.
Questo sacrificio sugli investimenti, che avreste dovuto incrementare al solo scopo di recuperare 18 milioni di euro (circa 40 miliardi mal contati, dai 35 ai 40 miliardi mal contati) per finanziare una legge che un po' fuori sacco, al di fuori di qualsiasi programmazione regionale siete riusciti finalmente a fare, che è la legge sul buono scuola.
Legge che finanzia con questi fondi solo il 5% degli studenti, il 5 delle scuole, il 5% delle famiglie, mentre si tagliano i fondi del diritto allo studio e della formazione da parte del Governo nazionale e da parte vostra; o si tagliano o non si incrementano, determinando un decremento progressivo negli anni, per cui alla fine il risultato è lo stesso.
Quindi, tutto questo per finanziare qualche cosa che con la formazione con il ciclo di formazione permanente, per tutta la vita, con momenti che portino i nostri studenti e i giovani piemontesi ad affrontare la sfida dell'Europa in modo più competitivo rispetto agli studenti del resto dei Paesi d'Europa, non ha nulla a che vedere (se non si porteranno i giovani addirittura in condizioni negative).
Quindi tutto ciò che avete detto e che avreste fatto, con questa misura l'avete cancellato e l'avete finalizzato ad un'operazione come questa - non voglio parlare di giustizia - che definire retrograda è cosa benevola.
Definire così un'operazione che fa fare passi indietro dal punto di vista della formazione, della modernizzazione, del raccogliere le sfide che la modernità e l'innovazione pongono a partire dalle nuove generazioni, è cosa benevola.
Abbiamo poi constatato che già il bilancio che voi avevate presentato in condizioni straordinarie del Piemonte era un bilancio di tutta ordinarietà rispetto alle grandi sfide, a ciò che stava avvenendo nei cambiamenti di questa Regione, nelle sue trasformazioni produttive, nelle nuove sfide che si dovevano accettare, in modo tale da poterle vincere, da poterle affrontare in questa direzione. Già quello era un bilancio ordinario, un documento di programmazione economica e finanziaria a nostro avviso ordinario rispetto a una condizione straordinaria del Piemonte che tale coraggio e tale piglio richiedeva.
Soprattutto era un bilancio che utilizzava, in modo assolutamente compiuto ed indiscriminato, una serie di risorse di ordine pubblico che riguardavano la spesa corrente per finanziare debiti. In particolare il debito sulla sanità. Cioè l'esatto contrario dell'operazione che voi avete dichiarato al momento in cui eravate andati al governo - perché anche lì diciamo, avete avuto qualche défaillance tra il momento elettorale e la fase attuale - l'esatto contrario delle operazioni che voi avete detto che avreste fatto al momento in cui avete iniziato la vostra impresa di governo per la seconda legislatura in questa Regione.
Detto questo, quel bilancio, oltre ad avere questa caratteristica, ne aveva anche un'altra: che il deficit della sanità, per quanto occultato in modo più o meno opportuno, continuava a rimanere. Perché le operazioni dell'Ospedale Mauriziano e dei Valdesi, oltre che ad essere operazioni politiche su cui interverrò, avevano anche un pregio: il non riconoscimento del pagamento in un certo modo di certe prestazioni (il contenzioso giuridico, che a un certo punto si mette in moto dal 1998 in poi e che ha una sua escalation dal 2000 e negli anni seguenti). E ha anche il pregio di occultare un numero consistente di miliardi, che altrimenti farebbero ulteriormente capo al deficit della sanità. Diciamo 400-500 miliardi di vecchie lire, mal contati, per il Mauriziano? Diciamo un centinaio di miliardi per quanto riguarda gli Ospedali Valdesi? Bene, tutto questo è un elemento che entra nel conteggio, qualora fosse stato giustamente riconosciuto dalla Regione il pagamento di queste prestazioni e fossero state siglate le giuste convenzioni che devono essere siglate, che avrebbe reso evidente qual era il deficit sanitario in questa direzione.
Vengo anche a questo aspetto. La Regione aveva un compito: di fare la sua parte per quanto riguardava le convenzioni e il pagamento di queste prestazioni. Questa parte non l'ha fatta, ha ridotto la situazione a questo punto, e a questo punto pretende anche di presentarsi come la salvatrice della patria.
E' un po' difficile riuscire ad avere la botte piena e la moglie ubriaca. Direi che l'Assessore Pichetto sta tentando questa impresa complessa; la sta tentando, a nostro avviso, in un modo non compiutamente convincente. Va bene così, devo dirlo in un altro modo? Non compiutamente convincente.
Diciamo inoltre che, essendoci trovati in una situazione come questa che aveva queste caratteristiche, noi avevamo cercato su alcuni elementi che riguardavano la spesa sociale, di riequilibrare quel bilancio. In particolare, avevamo avanzato alcune proposte e presentato alcuni emendamenti, l'accoglimento dei quali aveva, a nostro avviso, cambiato almeno una parte del bilancio. Gli emendamenti erano quelli sui LEA, quelli che riguardano le convenzioni per le residenze per anziani (1600 posti rispetto ai 7000 in lista d'attesa), i fondi per quanto riguardava le nuove edilizie sanitarie e il loro inserimento in Piano sanitario regionale, i fondi per quanto riguardava il lavoro e i lavoratori in difficoltà e per quanto riguardava la ricerca l'innovazione e le imprese.
Poi voi siete riusciti a fare, in tutte le province, manifesti in cui avete detto che quelli erano risultati dei Consiglieri del Gruppo Forza Italia e di Forza Italia, cambiando semplicemente la firma a seconda della provincia e del Consigliere che lì veniva eletto. Dopodiché, nonostante questo, ci sono i dati di fatto, cioè c'è il testo del bilancio di previsione che voi avete presentato, che non conteneva quelle voci; c'è un testo finale, dopo sei mesi di dibattito in Commissione e in aula, che invece li contiene, sulla base del recepimento degli emendamenti dell'opposizione.
E' tutto possibile in politica. Guardate, se c'è una cosa che non è accettabile, ad esempio nella politica anglosassone e nella politica americana, è che anche l'uomo più forte del mondo, il Presidente degli Stati Uniti, menta.
Consigliere Pichetto, stia tranquillo, non sto per chiedere l'impeachment, si sieda pure; non sto per chiedere l'impeachment, glielo garantisco. Dicevo, avete mentito e avete anche buttato via un sacco di soldi che potevate meglio utilizzare per quanto riguarda il bilancio del Gruppo.
Detto questo, noi ci troviamo a dovervi chiedere conto anche di quelle scelte. Guardi, Assessore Pichetto, cominciamo da quelle più significative e riduciamole pure all'osso, riduciamole a tre: per prima cosa ci dica riguardo agli investimenti sugli ospedali, dove, come e quando li fa e come questa cosa rientra nella programmazione regionale, perché l'unica cosa che abbiamo visto realizzarsi è una cosa che nella programmazione regionale non c'è, ed è l'operazione pubblico-privato di Settimo, che non c'è in quei finanziamenti e non c'è neppure nel Piano sanitario regionale.
La seconda questione riguarda i LEA: chiediamo ampia garanzia dell'applicazione, rendetecene conto qui in Consiglio.
In terzo luogo, riguardo alla spesa sociale per gli anziani, per il momento c'è solo un atto di una deliberazione regionale che suddivide un'ipotetica cifra per i quadranti, ma vorremmo avere riscontro preciso dell'attuazione di quei momenti. E' ovvio che quello che noi le proporremo è di prendere quei fondi, che lei ha liberato per finanziare la legge sul diritto allo studio, e di rispostarli su spese per innovazione, diritto allo studio, spesa sociale e contributo alle situazioni di difficoltà.
E' del tutto evidente che tenteremo, un'altra volta, di rimettere sui piedi e sulle gambe un bilancio che voi avete messo, malamente, a camminare sulla testa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Durante il dibattito sulla legge finanziaria avremo gli spazi per approfondire anche singolarmente i temi trattati nell'intervento generale ma mi preme sottolineare alcuni elementi. Da un lato, la fotografia che il bilancio assestato dà del quadro regionale mi sembra una fotografia corretta, perché è tempestiva con l'avanzare degli investimenti; dall'altro lato, come ho già avuto modo di dire in Commissione, non c'è una modifica politica delle scelte, perché gli investimenti sono rimasti tutti, è stata solo tecnicamente data una regola tempistica sugli investimenti. E' importante, e da questo bilancio emerge, che le scelte fatte a suo tempo anche con l'addizionale, per la copertura degli investimenti, continuino a vedere un impegno di questa Regione per investimenti che sono di oltre due miliardi: un miliardo di investimenti sul piano dei trasporti e un miliardo di altri investimenti, che rimangono invariati nel bilancio regionale, con una lettura probabilmente pluriennale e non strettamente annuale, ma per un fatto di pura tempistica.Ancora una considerazione, che risale all'approvazione del rendiconto che abbiamo fatto nella giornata odierna: nella lettura del bilancio bisogna tener conto dell'importo dei residui attivi e dei residui passivi, anche nella lettura di questa catastrofe così come dipinta dalla collega Manica.Questa Giunta non consegna al Consiglio una catastrofe a livello regionale; banalmente, la battuta più volte fatta in Commissione è che con i residui attivi potremo chiudere anche i mutui. Questa è la battuta che possiamo fare, certamente, manifesto una certa rigidità su alcune situazioni. Si tratta di una conseguenza storica relativa a scelte, anche di questo Consiglio, che si sono susseguite nei vari anni. Le domande poste oggi, in particolare dall'opposizione nel dibattito generale troveranno una puntuale risposta nei prossimi giorni durante il dibattito sui singoli articoli. La Giunta manifesta il suo impegno a rispondere a tutto, peraltro, annuncio che presenteremo uno o due emendamenti, uno di ordine tecnico e uno che prevede l'incremento di alcuni fondi, per quanto riguarda la cul1tura, su una serie di criticità manifestate dall'Assessorato alla cultura, che avremo occasione di spiegare durante il dibattito d'Aula.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.05)



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