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Dettaglio seduta n.380 del 29/07/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(La seduta ha inizio alle ore 10.28)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Costa Enrico e D'Ambrosio.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Modifica assegnazione funzioni componenti della Giunta regionale (Assessore Brigandì)


PRESIDENTE

Comunico la modifica di assegnazione di funzioni ai componenti della Giunta regionale, così come comunicato dalla Giunta con decreto n. 70 del 22 luglio 2003: il Presidente della Giunta regionale, On. Enzo Ghigo, a seguito della decisione formalizzata dall'Assessore Brigandì nella seduta della Giunta regionale del 22 luglio 2003 di rimettere la delega al Legale e contenzioso, riconduce alla competenza del Presidente le funzioni relative al Legale e contenzioso.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Informo l'Aula che il Presidente della Giunta regionale, On. Enzo Ghigo, ha comunicato alla Presidenza che intende svolgere la propria comunicazione alle ore 11.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Risposta scritta all'interpellanza n. 2087 del Consigliere Toselli inerente a "Centro Servizi per il Volontariato-Associazione Società Solidale di Cuneo"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2087, presentata dal Consigliere Toselli.
Informo che l'interrogazione n. 2087 presentata dal Consigliere Toselli ha ricevuto risposta scritta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 868 del Consigliere Chiezzi inerente a "Crisi alla Elia Servizi di Trofarello"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 868, presentata dal Consigliere Chiezzi.
Risponde l'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Con l'interrogazione n. 868, inerente alla "Crisi della Elia Servizi di Trofarello", il collega Chiezzi chiedeva, innanzitutto, qual era la situazione alla Elia Centro Servizi di Trofarello e quali erano le azioni regionali intraprese in merito.
In data 2 luglio 2001, la ditta Elia Centro Servizi ha attivato una procedura di mobilità per un numero di dipendenti pari a 50, per effetto della perdita totale delle commesse, a seguito dei processi di riorganizzazione che hanno interessato l'attività di preconsegna sugli autoveicoli destinati al centro vendita diretto della FIAT e della progressiva internalizzazione delle stesse attività di preconsegna da parte delle concessionarie auto, che hanno determinato una mancanza di prospettive per una ripresa a breve e a medio termine.
Il data 18 settembre 2001, presso la Regione Piemonte - Direzione Formazione Professionale e Lavoro, è stato costituito il tavolo e sono state fatte le valutazioni di merito. In quella sede, è stato siglato un accordo che prevede il ricorso alla mobilità per n. 43 lavoratori, a decorrere dal 20 settembre 2001; in tale occasione, l'Azienda si è impegnata a ricercare ogni utile possibilità di ricollocazione dei lavoratori posti in mobilità, al fine di attenuare quello che era l'impatto sociale sul territorio.
Allo stato attuale, secondo le informazioni a nostre mani, dei 43 lavoratori circa l'80% (il dato è di fonte sindacale) è stato ricollocato è stato ricollocato nell'area di Trofarello-Moncalieri-Nichelino.
Questo è l'excursus e il dato attuale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Mi ritengo insoddisfatto della risposta per due motivi. Il primo si riferisce ai tempi in cui questa viene resa, ad oltre due anni dalla richiesta di interpellanza urgente.
Il secondo motivo è dovuto al fatto che il tono della risposta è di carattere notarile. Si dice che vi è stato un accordo il 18 settembre 2001 per mettere in mobilità 43 lavoratori; l'80% di questi è stato ricollocato. Caro Assessore, ma del 20% che non é stato collocato chi se ne occupa? Lei lo sta facendo? La Giunta se ne occupa? Ci fornisce delle notizie? Ci sono speranze? La cifra dell'80% la soddisfa? Il restante 20% vuol dire famiglie che da due anni non hanno prospettive sicure per un lavoro. Non mi sembra il modo corretto di rispondere ad un problema lavorativo che non riguarda solo questa ditta, ma l'intera Italia e il Piemonte, dove queste situazioni continuano a colpire famiglie che, come sappiamo, vengono gettate in condizioni di vita sempre più vicine alla soglia di povertà.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 986 del Consigliere Chiezzi inerente a "Rischio posti di lavoro alla Orograno di Cambiano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 986 del Consigliere Chiezzi.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

In merito all'interpellanza n. 986, appreso che i 15 dipendenti della ditta Orograno di Cambiano, una delle più grandi aziende molitorie piemontesi, erano rimasti improvvisamente senza lavoro; considerato che il Tribunale aveva messo sotto sequestro i beni dell'azienda per far fronte al fallimento della società precedente, e considerato ancora che i beni della Orograno sono stati restituiti alla Molino Marocco, e in questo modo l'attività dell'azienda può andare avanti ma mantenere i posti di lavoro resta una priorità, i dipendenti hanno chiesto in un'assemblea di risolvere la situazione prima che arrivino i sigilli del Tribunale.
Con questa interpellanza, si chiede se la Giunta è a conoscenza dei fatti e quali valutazioni o provvedimenti in merito intende assumere. Con riferimento a ciò, rilevo che agli atti della Direzione della Giunta regionale, come percorso procedurale non è pervenuta alcuna comunicazione preventiva di avvio di mobilità, né è stata presentata alcuna istanza per il riconoscimento di Cassa Integrazione Guadagni relativa alla ditta Orograno di Cambiano. La questione si è risolta all'interno, probabilmente con la continuazione dell'attività, nell'ambito della stessa impresa senza investire Tavoli regionali né richieste di procedura su ammortizzatori sociali a livello regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Vista la natura della risposta che è stata fornita in forma orale, mi è sembrato, peraltro, sulla base di qualche memoria dell'Assessore, non ho motivo di mettere in dubbio le affermazioni dell'Assessore, ma lo inviterei a verificare, con puntualità, le notizie che ha reso in Consiglio, ovvero che questa situazione che sia stata completamente risolta. In caso contrario, lo pregherei di dare un'informativa in aula sui fatti differenti da quelli esposti, qualora vi siano ancora dei lavoratori privi di lavoro a causa di questa procedura giudiziaria.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1576 del Consigliere Marcenaro inerente a "Chiusura dello stabilimento di Prarolo della Bulgari Filati"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1576 del Consigliere Marcenaro.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione in oggetto, inerente alla chiusura dello stabilimento di Prarolo della Bulgari Filati, si chiede quali iniziative siano state assunte per dare solidarietà alle maestranze e sostenere, con autorevolezza, una forte azione politica della Regione Piemonte, di concerto con le Organizzazioni Sindacali, finalizzata alla soluzione della crisi della Bulgari, che altrimenti rappresenterebbe un altro colpo all'economia vercellese, già impoverita sotto il profilo produttivo ed occupazionale.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Scusi Assessore, potrebbe leggere la data dell'interrogazione?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

un'interrogazione del 4 giugno 2002. In risposta all'interrogazione di cui all'oggetto si precisa quanto segue: in data 24 maggio 2002 la Società Bulgari Filati aveva attivato una procedura di mobilità, a seguito della cessazione dell'attività produttiva dello stabilimento di Prarolo (VC), per n. 90 lavoratori.
Il giorno 9 luglio 2002 l'Azienda, le OO.SS., i Sindaci di Vercelli e di Prarolo, il Presidente della Provincia di Vercelli e i parlamentari locali, si erano incontrati presso il Ministero del Lavoro di valutare ogni utile iniziativa volta a rendere meno gravosa, rispetto alle ricadute occupazionali, tale decisione aziendale.
La crisi della Bulgari infatti si inseriva in un contesto territoriale in cui la crisi del settore tessile aveva già ingenerato notevoli preoccupazioni (immaginiamoci adesso ad un anno di distanza).
In quella sede era stato individuato il percorso della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria quale strumento utile ed evitare soluzioni traumatiche per l'occupazione.
Il Ministero del Lavoro, rappresentato dal Sottosegretario Viespoli, si era impegnato a rendere il più celere possibile l'iter procedurale per la concessione della CIGS.
Pertanto, le Parti si erano incontrate presso la Regione Piemonte Direzione Formazione Professionale Lavoro - il giorno 19.07.02, per l'espletamento della procedura formale di esame congiunto sulla domanda di CIGS che l'Azienda avrebbe presentato con decorrenza dall'8.07.02 e per la durata di 12 mesi.
Contestualmente alla Cassa si sarebbe fatto ricorso alla mobilità esclusivamente per quei lavoratori che maturavano i requisiti utili per accedere ad un trattamento pensionistico o nei casi in cui la mobilità fosse finalizzata alla ricollocazione certa del personale in esubero presso altre imprese anche tramite la collaborazione con l'Agenzia Vercelli Lavoro.
Il Ministero del Lavoro, con decreto del 29.10.02, ha concesso la CIGS e risulta che il piano di ricollocazione dei lavoratori prosegua senza particolari problematiche tant'è che le Parti, seppure a suo tempo previsto, non hanno richiesto la convocazione in Regione per segnalare eventuali criticità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Ringrazio l'Assessore Pichetto. A volte il caso fa sì che siamo, per i tempi del nostro Consiglio regionale, alla scadenza di un'intesa, alla fine della quale, come ha ricordato l'Assessore, dovrebbe esserci - o era stato previsto - uno sbocco per tutti i 90 lavoratori dell'Azienda, in parte attraverso il meccanismo della mobilità verso la quiescenza e la pensione e, in parte, verso la ricollocazione in altri tessuti.
Chiedo all'Assessore di verificare, attraverso i propri uffici l'andamento della situazione - magari per iscritto - e considerare l'opportunità di un aggiornamento dell'interrogazione, offrendo un quadro informativo e definitivo alla data di oggi, cioè alla scadenza di un anno della Cassa Integrazione, permettendo di valutare se siamo di fronte ad una situazione che si avvia, fisiologicamente, ad una soluzione, o se invece si rendono necessari altri interventi per sostenere la situazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 1001 del Consigliere Chiezzi inerente a "Cinquecento tagli alla Pininfarina"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 1001 presentata dal Consigliere Chiezzi inerente a "Cinquecento tagli alla Pininfarina".
La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

In risposta all'interpellanza in oggetto, con la quale il collega chiede le azioni, la conoscenza dei fatti e quali iniziative la Regione intende intraprendere al fine di evitare il licenziamento di 500 operai in esubero alla Pininfarina, si comunica quanto segue: il giorno 19.10.2001, presso la Direzione Formazione Professionale Lavoro è stato esperito l'esame congiunto con l'Azienda e OO.SS. sulla domanda di concessione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per riorganizzazione aziendale, che è stata presentata dalle Industrie Pininfarina S.p.A. per le unità produttive di Grugliasco, San Giorgio Canavese e Bairo.
La CIGS aveva la durata di 12 mesi, con inizio il 01.10.2001 e termine il 01.10.2002.
L'Azienda ha presentato il Piano di riorganizzazione in quanto il nuovo contesto del mercato automobilistico mondiale, sempre più globalizzato vede le maggiori case costruttrici reagire con logiche di alleanze finalizzate all'abbattimento dei costi con l'innalzamento delle masse critiche, sta rendendo necessario, per il Gruppo, la realizzazione di un Piano di rinnovamento interno, al fine di trasformarsi in fornitore globale di servizi per il mercato automobilistico; in particolare la Industrie Pininfarina S.p.A., nell'ottica della nuova impostazione del Gruppo, avrà il compito di fornire, come servizio, quello dell'attività di produzione.
Tale progetto si è reso necessario ed indifferibile per l'Azienda se vuole continuare ad essere riferimento importante del comparto e per poter mantenere la propria posizione sul mercato automobilistico internazionale.
Dal punto di vista dell'aspetto umano, la riorganizzazione è ritenuta dall'Azienda indispensabile, in quanto la Pininfarina si orienterà sempre di più verso un mercato di vetture selettive da produrre, tali da essere in sintonia con la storia e l'immagine del marchio.
Questa impostazione inciderà soprattutto sul cambiamento del modo di lavorare da parte del personale; l'attuale modello organizzativo sarà aggiornato con nuove modalità operative nelle varie officine e porterà gli addetti a possedere maggiori competenze e maggiori flessibilità finalizzate a migliorare l'interscambiabilità nei ruoli e nelle postazioni.
L'Azienda, al fine di perseguire i nuovi obiettivi, individua in 500 unità il numero degli esuberi.
Al fine di rendere l'impatto meno traumatico sul piano sociale l'Azienda ha dato corso ad una procedura di mobilità per un numero di lavoratori di circa 220 unità, individuati tra coloro che potranno accedere durante, o al termine della mobilità, ad un trattamento pensionistico o che dichiareranno la volontà personale all'uscita.
Ulteriori strumenti idonei a diminuire il numero dei lavoratori esuberanti e l'adeguamento degli organici ai nuovi assetti saranno il blocco dei turn-over (escluse posizioni lavorative a contenuto tecnologico e/o professionale indispensabile alla corretta gestione aziendale). Inoltre verrà utilizzato lo strumento del comando/distacco tenendo conto di un criterio di territorialità delle aziende rispetto al domicilio/residenza dei lavoratori, nei limiti derivanti dal numero delle aziende disponibili al recepimento temporaneo dei dipendenti Pininfarina collocati in Cassa Integrazione Straordinaria.
A seguito di informazioni assunte per vie brevi risulta che, rispetto all'inserimento ipotizzato di 90 lavoratori in comando/distacco, sono stati effettuati altri 35 distacchi presso la ditta Bertone.
Ai rimanenti lavoratori sono state proposte alcune soluzioni di distacco presso altre aziende del territorio che, al momento non hanno trovato il consenso dei lavoratori.
Di fatto, il percorso si è completato. Ci sono stati collocamenti in pensione di una quota che, grazie al periodo di ammortizzatore sociale raggiungevano le condizioni di età e quindi la possibilità di pensione. Nel periodo successivo alla Pininfarina si è verificato l'esatto opposto, si è verificato che la Pininfarina avesse bisogno di manodopera e ha attivato un comando al rovescio. In questo caso, mentre nell'interrogazione del Consigliere Chiezzi si parla di situazioni di comando di dipendenti di Pininfarina presso terze aziende, si è arrivati a rovesciare la situazione verso inizio 2003, con il comando di dipendenti FIAT presso Pininfarina.
Pininfarina ha acquisito manodopera con questo meccanismo, il percorso attivato si è risolto in modo positivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi;ne ha facoltà



CHIEZZI Giuseppe

Ho notato un certo imbarazzo nell'Assessore nel rispondere all'interpellanza. La descrizione che ha fatto l'Assessore riguarda la natura dei rapporti che si vengono a creare tra lavoratori e proprietà all'interno di un'azienda. L'azienda in questione, anche quella relativa alla prima interpellanza, è un grande azienda del settore automobilistico.
L'Assessore sa che il nostro Piemonte, l'area torinese, è un'area che ha cambiato pelle dal dopoguerra ad oggi, soprattutto grazie a grandi investimenti effettuati nel settore dell'automobile. L'Assessore sa anche che, da alcuni anni, il settore dell'automobile è entrato in crisi, in particolare è entrata in crisi la Fiat, in particolare è entrata in crisi tutta l'area torinese.
L'imbarazzo che penso l'Assessore abbia provato, io l'ho sentito - di fronte ad un problema così strutturale, quello di una politica nei confronti dell'assetto industriale legato all'automobile nella nostra regione - l'imbarazzo è quello, dicevo, di avere una risposta che elude questo problema e consegna ad una versione dei fatti racchiusa entro i rapporti tra proprietà, direzione aziendale e lavoratori.
E' un modo insufficiente di affrontare il problema, penso che l'Assessore condivida, pur senza poterlo dire ad alta voce, perché risposte di questo genere possono dare, sia pure con due anni di ritardo, una risposta parziale, più o meno soddisfacente, ma segnalano anche che l'assenza di un progetto di sviluppo della Regione Piemonte in questa materia: una delle responsabilità gravi che ha questo governo regionale nei confronti dei cittadini piemontesi.
Se la Regione Piemonte, per tempo, sin dalla scorsa legislatura, è tanto più oggi, avesse predisposto un progetto di sviluppo nel quale l'industria automobilistica fosse stata individuata come industria senza la quale non c'è una ipotesi seria di sviluppo e di possibilità di lavoro e di generazione di ricchezza per la regione Piemonte, questo è un elemento che avrebbe potuto, nelle risposte alle singole interpellanze che trattano questo e quel momento di crisi, avere un elemento di forza. Elemento di forza lo avrebbe avuto, in questo caso, la risposta alle interpellanze, ma questo potrebbe voler dire poco, lo avrebbe avuto dando delle coordinate di comportamento e di investimento alle industrie per tempo.
Viceversa ritengo che questo sia uno degli aspetti gravissimi dell'assenza di governo, di questo governo Ghigo che, invece, corre dietro ai problemi, al più risponde con molto ritardo, ma abbandona sia i lavoratori, sia le imprese, alla semplice logica di un mercato che, ormai ha confini di carattere mondiale, quindi non ha confini, e non ha alcun indirizzo da parte della Regione Piemonte. Continuo ad addebitare al Governo regionale, una grave carenza di progetto di governo.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Opere pubbliche

Comunicazione del Presidente Ghigo in merito a "Risarcimenti ad imprese bialluvionate" e "Lavori ex Colonia Medail di Bardonecchia" (Vengono assorbite dalle Comunicazioni le seguenti interrogazioni e interpellanze: Interrogazione n. 2321 dei Consiglieri Palma, Mellano "Applicazione della legge 365/2000" Interrogazione n. 2330 dei Consiglieri Palma, Mellano "Circolare 3/LAP risarcimenti corrisposti ex art. 4 bis, comma 5, della legge 365/2000 e vicenda Prea+altri" Interpellanza n. 2331 del Consigliere Saitta "Inchiesta della Procura della Repubblica sulle transazioni regionali: lavori relativi all'ex Colonia Medail di Bardonecchia e transazione Betonfin")


PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Tenterò di comprendere nella mia risposta - questa è la mia intenzione poi, naturalmente, la valutazione spetterà all'aula - le interrogazioni avanzate in questi giorni sul caso bialluvionati.
Anticipo, onde non suscitare aspettative eccessive che mi dispiacerebbe deludere, che il mio intervento sarà un po' asettico, si baserà sui fatti di cui sono a conoscenza in quanto ritengo sia mio compito, in funzione del fatto che il caso è collegato ad un'indagine penale attualmente in corso non approfondire e non rappresentare approfondimenti che, in questo momento, sono di competenza della Magistratura. Mi limiterò ad una cronistoria dei fatti.
Per quanto riguarda la vicenda bialluvionati porto all'attenzione del Consiglio regionale - ho fatto un protocollo di documenti che credo alcuni Consiglieri avranno già, ma per quelli che non avessero ancora tutto il materiale, facendo riferimento a degli atti, e ritengono opportuno consultarlo, lo posso consegnare alla Segreteria del Consiglio.
Dicevo di voler portare all'attenzione del Consiglio regionale la deliberazione con la quale la Giunta autorizzò, in data 8/7/2003 (neanche 20 giorni fa), le Direzioni competenti a determinare una proposta transattiva alle controparti. Questo è l'atto conclusivo di tutto l'iter sulla questione in oggetto (bialluvionati Autovallere).
Quanto sopra fu determinato al fine di evitare il rischio che il giudice di secondo grado confermasse l'annullamento della circolare 3/LAP stante la decisione del TAR, in ordine all'iniquità ed all'irragionevolezza del criterio, secondo il quale, il contributo del 100% è riconosciuto esclusivamente a chi avesse già percepito contributi pubblici in occasione dell'alluvione del '94 ed è invece negato a chi nel '94, pur potendo dimostrare l'esistenza di un danneggiamento, non ricevette alcunché.
All'epoca firmai la circolare 3/LAP, nella quale definivo dei criteri criteri che naturalmente erano desunti da una circolare di carattere nazionale della Protezione Civile, per mettere ordine in questo meccanismo.
Stamattina l'Assessore Pichetto mi ricordava che, tra il '94 ed il 2000 abbiamo esercitato circa 5.000 pratiche di rimborso per danni alluvionali alcune di queste hanno subito quei controlli che anche questa delibera di ordine a transare, conteneva.
La circolare dettava dei principi; il principio fondamentale era che per esercitare il diritto dell'essere bialluvionato, nel richiedere il 100 dei contributi, bisognava avere l'autocertificazione della richiesta dei danni al Comune, effettuata nel 1994. Questo diceva la circolare, in modo molto chiaro, semplice, esplicativo. Su questo c'è stato un ricorso al TAR da parte di alcuni soggetti; nel caso specifico, l'azienda in oggetto ha fatto ricorso al TAR e noi abbiamo analizzato che l'annullamento della circolare, altamente probabile in base al parere di un legale esterno avrebbe riaperto i termini per la presentazione delle domande di contributo, esponendo l'Ente ad un notevole incremento della spesa.
Questo è il ragionamento che abbiamo fatto nell'interesse dell'Ente: "Se annulliamo la circolare, mettendo altri principi" - cosa che avremmo anche potuto fare - "esponiamo l'Ente ad una riapertura dei termini che probabilmente allargherà il numero del contenzioso".
Ed, allora, nelle analisi che la Giunta ha svolto su questo tema abbiamo deciso di dare mandato ai dirigenti - ai quali va la mia totale fiducia (e quella della Giunta) per il loro operato - di passare all'atto di transazione che è stato fatto con la delibera dell'8/7/2003.
Ai fini di ottemperare alla sentenza di primo grado, la delibera di Giunta, oltre alle migliori condizioni, subordina - cosa che vi ho detto la transazione alla verifica dei danni subiti dalle Società ricorrenti.
Aggiungo che questa dicitura - che è di prassi - ci ha anche permesso nell'ambito di quelle 5.000 pratiche di rimborso, di effettuare molti controlli e di ottenere somme incautamente consegnate dopo la verifica.
Questi dati credo siano a vostra disposizione, per quanto riguarda la precisione.
Le direzioni competenti, ovvero il Commercio, l'Avvocatura e l'Ufficio di Gabinetto, danno attuazione alla deliberazione citata convocando gli avvocati di controparte presso la sede di piazza Castello; questo sempre il giorno 08 luglio, perché nella delibera assunta il giorno stesso (loro si saranno incontrati qualche giorno dopo) abbiamo adottato, come Giunta, il mandato a transare, che dovevano chiaramente esercitare i dirigenti responsabili (quelli che ho citato), con quella clausola di salvaguardia. E così è stato fatto. Chiaramente tutto è opinabile e migliorabile. Le discussioni - come sapete - si possono sprecare in questi termini, ma personalmente mi sento di poter dire, senza timore di essere smentito, che dal punto di vista procedurale, l'Amministrazione regionale ha svolto il proprio compito in modo corretto, una volta assunta la decisione di fare la transazione.
In tale occasione, preso atto della proposta transattiva depositata dalle controparti in data 12/6/2003 - l'8/7 la Giunta ha deliberato - pari a 3.992.633 euro, e considerata, al fine del computo del risarcimento esclusivamente la Società Autovallere (in quanto unica ad aver prodotto la documentazione attendibile: il ricorso era stato fatto su sette aziende noi ne abbiamo stralciate sei e l'unica che ha prodotto un documento attendibile è stata presa in esame), le parti sottoscrivono un preaccordo i cui contenuti sono riassunti nella nota distribuita in data 14/7 alla Giunta regionale. Questo vuol dire che il giorno otto, la Giunta dà mandato; nella settimana che intercorre tra una Giunta e l'altra, i dirigenti mettono in atto la transazione e ci riferiscono durante la riunione di Giunta del 14/7.
Il giorno 17 luglio è sottoscritto l'atto di transazione ufficiale sulla base del precitato documento. Successivamente, la Direzione competente autorizza la Finpiemonte ad effettuare la liquidazione in favore di Autovallere, liquidazione che viene bloccata - come sapete - dalla Magistratura, avendo quest'ultima accertato ipotesi di falso nella presentazione della documentazione.
La Procura, dunque, ha verificato questi fatti ed ha bloccato. Pertanto la transazione del denaro non è mai avvenuta, anzi ci verrà restituito.
Ritengo che ogni ulteriore elemento possa interferire con l'indagine in corso, perché la discussione è alquanto pressante, giornalmente.
Torno a ripetere, esprimendo la totale fiducia di tutta la Giunta nei confronti dei dirigenti che si sono occupati di questo caso, di essere fiducioso nell'operato della Magistratura ed di attendere di conoscerne gli esiti. Non credo che, nel mio ruolo, sia opportuno fare considerazioni valutazioni o quant'altro, perché chi è preposto istituzionalmente a fare questo, lo sta facendo. Di conseguenza, mi rimetto con totale fiducia alle decisioni che verranno prese.
C'è ancora un caso, che si è collegato nell'ambito di questa situazione: quello che riguarda la vicenda Betonfin.
Anche qui, allego alla presente il verbale della seduta di Giunta del 31/3/2003, relativo all'opportunità del ricorso alla procedura di arbitrato, stante il rischio di sequestro cautelativo dell'immobile olimpico.
Al riguardo, voglio rappresentarvi una criticità. Stiamo parlando della colonna Medail; chi segue da vicino le vicende delle Olimpiadi sa quanto questo immobile sia problematico, sia per le storie precedenti, che per gli interventi che la Regione Piemonte ha dovuto assumere, in accordo con il Toroc, l'Agenzia e altri soggetti, per metterlo a disposizione dal punto di vista della recettività (mi sembra che l'immobile sia destinato a villaggio atleti per le Olimpiadi 2006).
Per evitare il rischio di sequestro cautelativo dell'immobile olimpico in data 26/6/2003 è stata dunque emanata la deliberazione d'incarico legale e d'arbitrato; con la deliberazione datata 25/7/2003 abbiamo invece sospeso l'arbitrato, al fine di ulteriori approfondimenti tecnici. Infine, con la deliberazione di ieri abbiamo revocato tale arbitrato.
Da alcune considerazioni che voglio rappresentarvi, non è escluso che la Regione riprenda in considerazione il tema. In effetti, passato questo momento che si è anche prestato ad interpretazioni non corrette, dobbiamo valutare, in relazione alla questione olimpica ed alla necessità che per le Olimpiadi questo immobile sia chiaramente disponibile, se convenga non andare in causa con questa società e riprendere qualche forma di arbitrato.
E' questa una cosa che dobbiamo valutare; comunque oggi è sospeso, di conseguenza, l'atto amministrativo che la Regione ha assunto nella Giunta di ieri, annullando questa transazione e questo arbitrato.
Ovviamente ognuno può fare tutte le considerazioni che vuole su questo atto, ma lo stesso non si è mai consumato, nel senso che, per certi versi non è neanche partito e noi l'abbiamo stralciato.
Queste sono le considerazioni che io immagino non possano essere di completa soddisfazione per alcuni interroganti, ma onestamente mi sento per correttezza, di non dover aggiungere altro.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Signor Presidente e colleghi, prima di ogni cosa devo esprimere la solidarietà del Gruppo alla Giunta, al nostro Assessore e a tutti gli altri componenti. Desidero anche dire che, come Lega Nord, riteniamo che vi sia la completa estraneità della Giunta - tutta, nei singoli componenti rispetto ad ogni fatto criminoso e abbiamo piena fiducia nell'operato della Magistratura.
I fatti sono abbastanza chiari sia perché i giornali ne hanno dato pieno resoconto sia perché la relazione avvenuta in Giunta è anch'essa ormai conosciuta. Certo è che il problema risale agli anni scorsi, e immediatamente balza agli occhi un dubbio, dal quale, signor Presidente, mi piacerebbe essere sollevato.
Lo Stato ha deciso di dare provvidenza ai bialluvionati del Piemonte tramite la Regione. Il Governo, tramite il Ministero dell'Interno e addirittura la Presidenza del Consiglio, ha ritenuto di dire che era sufficiente la mera autocertificazione per essere valutata la qualifica di bialluvionato. Di conseguenza, sorge spontanea una domanda: perché la Regione ha ritenuto di inserire un'ulteriore clausola che ha portato a restringere talmente il campo di applicazione da far avanzare dei soldi? In altri termini, per quale motivo si è ritenuto che una persona che nel 1994 abbia subito danni e se li sia riparati con il proprio lavoro non abbia poi diritto al rimborso del 2000? Perché non si è seguita la logica voluta dallo Stato che, tutto sommato, era colui che pagava le provvidenze? E ancora: perché, avendo le direttive previsto la possibilità di apportare modifiche entro 7 giorni, queste non sono state apportate, facendo ricadere la responsabilità della modifica sulla Regione? Bene, Presidente, queste domande non sono da poco, perché se non si fosse fatto nulla, cioè se si fosse proceduto sulla scia della legge e dei regolamenti, non vi sarebbe stato alcun problema: chi presentava autocertificazioni false ne avrebbe risposto e ne sarebbe stato responsabile, come avviene normalmente. Invece si è preferita una logica contorta che ha portato ad un contenzioso perdente e alla non attuazione della legge, quanto meno nella misura che ha visto avanzare la cifra destinata ai bialluvionati.
Credo che la Giunta debba porre mano ad una riforma dell'ordinamento sui Direttori regionali - sapete che è un chiodo fisso mio e del Gruppo a cui mi onoro di appartenere - perché non è pensabile che i Direttori non siano espressione fiduciaria degli Assessori. In realtà la Regione ha una sua dirigenza per cui, ove il Direttore non sia l'espressione fiduciaria dell'Assessore, occorrerebbe pensare ad un'interfaccia fra il politico e il tecnico. Come possiamo pensare di amministrare la Regione senza controllarne la dirigenza? Presidente, sono certo che lei abbia conosciuto i problemi dell'ormai famosa circolare LAP3 (in gergo) solo adesso che sono sorti e non quando l'ha firmata. Se così è, come siamo convinti che sia, di fatto il Direttore avrebbe predisposto prima la delibera, che è atto d'indirizzo politico, e poi la determina, che è applicazione dello stesso, svuotando così in buona parte la capacità amministrativa della Giunta. A nostro giudizio, perché è successo questo? Perché manca un nesso fiduciario fra le parti.
Capisco bene che ognuno abbia diritto di avere il proprio pensiero politico, ci mancherebbe altro, ma forse sarebbe opportuno verificare almeno la non aperta militanza di parte dell'alta dirigenza, militanza di parte e di parte dell'alta dirigenza, perché ovviamente ci sono Direttori che, per carità, non presentano problemi, ma altri che magari vanno ad aprire i festival dei partiti politici. Infatti, se è sgradevole pensare ad un dirigente che militi nella stessa coalizione di maggioranza facendo destare sospetti per il raggiungimento del suo alto grado, ancor più perplessità sorgono se il soggetto è militante di parte avversa. Perché? Pur ammettendone la buona fede, diventa veramente difficile pensare che non vi siano interessi contrapposti.
I problemi non si risolvono da sé e che questa circolare fosse un problema lo si sapeva da quando, circa un anno fa, e cioè prima della decisione del TAR, si è cercato di trovare una soluzione. O la Giunta e l'Assessore competente (prima Cavallera e poi Ferrero) riconoscevano la congruità della circolare e quindi non avrebbero dovuto neanche in allora pensare a una transazione e avrebbero dovuto immediatamente mandare in Magistratura quanto meno dal punto di vista contabile l'affare Fasti che certamente è stato liquidato contro la circolare che all'epoca tutti credevano legittima, corretta ed efficace; oppure la circolare appariva già in allora mal fatta e allora si sarebbe dovuto provvedere alla sua sostituzione in autotutela. Capisco bene che se ciò fosse stato fatto, si sarebbero dovuti riaprire i bandi, con probabile rilevantissimo aggravio di spesa da parte della Regione, il che avrebbe creato problemi sia economici che normativi. Perché? Problemi economici in quanto le determine dimenticando la parola "fino", hanno concesso a tutti il 100% delle provvidenze.
Se dovesse aumentare il numero dei risarcibili, questi per par condicio avrebbero diritto al 100% del danno e delle provvidenze. E così andremmo a superare di gran lunga le disponibilità finanziarie concesse dallo Stato per questi interventi.
Problemi normativi, perché si sarebbe dovuta varare una legge regionale che permettesse l'erogazione delle somme che lo Stato ha dato in maniera limitata fino alla parola "fino".
Ultima alternativa era cercare una conciliazione, che ovviamente contrapponeva gli interessi del Direttore a quelli dell'Ente; contrapponeva gli interessi, perché la transazione era la prova provata che la Circolare era malfatta, e contrapponeva gli interessi perché solo con una nuova Circolare si poteva regolarizzare l'affare Fasti, che era venuto alla luce proprio a seguito di una specifica lamentela proveniente dalla parte in causa.
Mi avvio alla conclusione.
Venendo al problema penalistico, riteniamo di sottolineare con forza che chiunque abbia prodotto documenti falsi per far pendere a maggior proprio favore la bilancia della transazione, debba essere punito.
Siamo certi che la Magistratura lo farà con serietà e scrupolo, ed invitiamo da questi banchi il giudice a dare una lettura all'esposto che la Lega Nord aveva presentato oltre un anno fa alla Procura della Repubblica in riferimento a concessioni e convenzioni fatte dal signor Tocci con il Comune di Moncalieri - dove, mi dicono, pare circolino parecchie Mercedes e Rover.
Accerti il giudice in fretta, poiché sappiamo quanto sia brava e competente la Magistratura torinese e anche, quando vuole, quanto sia veloce.
Lo ha dimostrato d'altronde con il sindaco di Torino Chiamparino, dove le indagini hanno avuto una rapidità ed una celerità veramente eccezionale ed encomiabile.
Chiarisca la Magistratura i contorni, poiché l'unico reato che certamente è compiuto tutti i giorni e del quale siamo certi - la Procura si estranea ovviamente - è la violazione sistematica del segreto istruttorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Il Presidente Ghigo ha aperto il suo intervento, dicendo che probabilmente la sua risposta non sarebbe stata del tutto soddisfacente per alcuni interroganti.
In effetti, è del tutto insoddisfacente, perché a fronte di una serie di rilievi e di questioni che attengono documenti amministrativi a mano della Giunta e non di rilevanza così penalistica, il Presidente Ghigo non ha semplicemente rinunciato ad esprimere giudizi politici, ma ha addirittura rinunciato a menzionarli e ad accettarli come problemi.
Provo a riproporli, nel caso in cui il Presidente e l'Assessore competente - che, per la parte non relativa al contenzioso, mi pare sia l'Assessore Ferrero - vogliano dire su questi punti qualche parola di chiarezza.
In primo luogo, sulla vicenda delle alluvioni e della qualifica dei bialluvionati la Regione sceglie dal punto di vista amministrativo una strada molto pericolosa, definendo i criteri come restrittivi rispetto a quelli dettati dalla Direttiva del Ministero dell'Interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E' una scelta amministrativa legittima, ma rischiosa, perché può aprire fronti di contenzioso molto vasti.
Questo non è l'aspetto più rilevante della vicenda, ma è che attorno alla Circolare 3/LAP, la Regione compie una serie di atti contraddittori gli uni con gli altri, senza riuscire a giustificarli e senza riuscire in alcuna misura a rimettere ordine in una partita, della quale oggi è chiara solamente una cosa: che è del tutto confusa, ed è impossibile rintracciarne il bandolo.
Il Presidente Ghigo dice: "Abbiamo tenuto un atteggiamento fermo sulla Circolare 3/LAP". Non è vero, perché la Giunta regionale, anzi l'Amministrazione regionale ha immediatamente disapplicato la Circolare 3/LAP, non riconoscendo, in alcuni casi, il risarcimento pubblico per l'alluvione del 94 come requisito indispensabile per l'accesso alle provvidenze previste dal comma 4 dell'articolo 5 della legge n. 365.
Ha fatto una Circolare in cui restringe a proprio beneficio, ma non certo a beneficio dei soggetti aventi diritto, l'accesso a queste provvidenze; in alcuni casi liquida queste provvidenze al 100% anche a soggetti che non hanno ricevuto il risarcimento del 1994, ed impedisce a soggetti che si attengono scrupolosamente alle disposizioni della Circolare 3/LAP di presentare semplicemente la domanda di risarcimento, rispetto al termine e nelle quantità previste dalla legge n. 365.
Lo ha ricordato in un intervento, di cui non condivido praticamente nulla, il Consigliere Rossi.
C'è una vicenda riportata in una relazione, che è a mani della Giunta da circa un mese e mezzo, che riguarda una serie di società che vengono liquidate, contro la Circolare 3/LAP, al 100% delle loro richieste.
Ma la Regione fa di meglio! Andando in giudizio con altre società, a fronte di una sentenza del TAR che non obbliga la Regione a pagare, ma annulla di fatto la Circolare 3/LAP, la Regione resiste in giudizio, non aggiorna la Circolare 3/LAP secondo le disposizioni che il TAR aveva suggerito e che la stessa Regione ha applicato in altri casi, e sceglie gli altri mezzi di prova dell'avvenuta alluvione 1994 - altri rispetto al risarcimento pubblico ricevuto - non già per aggiornare la Circolare nel suo disposto normativo ma semplicemente per accettare di transare con i soggetti che resistono in giudizio contro la Regione.
Quindi, c'è una situazione molto singolare, Presidente Ghigo e Assessore Ferrero.
La Regione è convintissima della propria Circolare, resiste in giudizio contro l'annullamento della stessa, che due anni prima aveva già disapplicato; di fronte alla sentenza del TAR resiste in giudizio, dicendo: "La sentenza del TAR è molto interessante, perché noi aggiorniamo i mezzi di prova, ma non aggiorniamo i mezzi di prova per riconoscere l'altrui diritto al risarcimento, ma unicamente per riconoscere la convenienza nostra a transare rispetto a giudizi che potrebbero essere rischiosi".
E' una vicenda in cui ci saranno dei risvolti penalistici, però ci sono dei risvolti amministrativi molto rilevanti, e laddove molti sono molto interessati a capire quali reati ci sono dietro a queste vicende, io sono più umilmente interessato a comprendere quante inefficienze ci sono dentro e attorno a questa vicenda. Infatti il semplice riassunto degli eventi fa emergere una serie di inefficienze.
Per giungere alla vicenda "incriminata e brevemente concludere, il Presidente Ghigo dice che la storia l'ha fatta lui e che, all'incirca all'inizio di luglio, con una deliberazione che contiene una norma di salvaguardia della Giunta, dando mandato ai Direttori regionali di verificare i requisiti di queste società - i requisiti rispetto al risarcimento - delibera di transare con Autovallere.
Il Presidente Ghigo però ci deve spiegare per quale ragione se agli atti della Giunta - come a me risulta - un Direttore regionale affermava per iscritto, 15 giorni prima, che risultava in modo inconfutabile che le porzioni del territorio sulle quali insistono le aziende ricorrenti non sono state interessate dall'alluvione del 1994, in primo luogo la Giunta scelga di transigere, perché non sapeva nulla, perché non aveva ricevuto questa documentazione, perché non erano stati notificati alla Giunta quei rilievi dell'ARPA, che oggi tutti i giornali riportano. E, soprattutto perché e quali Direttori regionali, a fronte di una dichiarazione così impegnativa, scelgano alla fine di transare.
Presidente, non è una questione molto difficile da comprendere. Se esiste nell'Amministrazione qualcuno che ufficialmente afferma che risulta in modo inconfutabile che quei territori non sono stati alluvionati, non è possibile che lo stesso od altri Dirigenti a distanza di 15 giorni, dovendo verificare, per mandato della Giunta Regionale, i requisiti delle aziende ricorrenti, scelgano di transare.
C'è qualcosa che non va in questa vicenda, Presidente Ghigo? C'è qualche inefficienza? C'è qualcosa che, al di là delle indagini della Procura, meriterebbe qualche indagine amministrativa? Concludo con un auspicio. Oggi il Presidente Ghigo si è presentato sostanzialmente perché qualcuno l'aveva chiamato: è venuto, non ha detto niente e se ne va.
Forse, sulla vicenda dei risarcimenti relativi all'alluvione e sull'approfondimento dei gravissimi profili - non so se di illegittimità sicuramente di inefficienza amministrativa - che attorno ai risarcimenti si sono consumati, il Consiglio regionale deve indagare. Non sto chiedendo una Commissione di indagine o di inchiesta: sto tentando di chiedere a colleghi, interessati o disinteressati a questa vicenda, che, se attorno ad una questione relativamente semplice come il trasferimento - è una partita di giro - di provvidenze stanziate dallo Stato a vantaggio dei beneficiari, la Regione riesce ad avvilupparsi con una serie di normative che comunque le daranno torto, da qualunque parte le si veda, esiste un problema di efficienza dell'Amministrazione regionale, esiste un problema di responsabilità politica dell'intera Giunta regionale e, a parer mio esiste un problema di responsabilità amministrativa di alcuni Direttori regionali che all'attuazione di queste direttive e di queste politiche sono preposti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. All'inizio, e come sintesi del mio intervento, la mia opinione è che non so se il Presidente Ghigo riuscirà, anche questa volta, a "galleggiare" su questo problema. Il Presidente Ghigo ha ringraziato ed espresso totale fiducia ai Dirigenti; ha espresso totale fiducia alla Magistratura; non ha espresso fiducia all'Assessore Brigandì.
E' un fatto da segnalare, dal punto di vista politico, considerato che l'Assessore Brigandì è nominato dal Presidente della Giunta ed è direttamente o indirettamente coinvolto in una vicenda che oggi occupa le pagine dei giornali.
La Lega, viceversa, lamenta l'indipendenza dei dirigenti - per intervento del consigliere Rossi - e dà indicazioni di lavoro alla Magistratura, segnalando che le auto Mercedes abbondano in quel di Moncalieri.
Non so se lei riuscirà a galleggiare, Presidente. Per questi motivi: la procedura, quella a cui lei si è attenuto. Proprio prendendo in considerazione la sua relazione: come fa a dire che la procedura è a posto? Le procedure sono a posto quando, una volta terminate, danno risultati positivi e incontrovertibili. Lei ha descritto due procedure che sono finite in un fiasco.
La prima procedura è finita nel fiasco di non esservi accorti all'interno di una vicenda molto complessa - che avete dato per buono il falso. Questo è un atto di vostra responsabilità, nel momento in cui decidete politicamente un arbitrato, cioè sottraete una procedura lineare nelle mani dei Direttori e decidete politicamente che è opportuno per la Regione Piemonte non giungere, evitare una sentenza del TAR che avrebbe avuto per la Regione Piemonte delle conseguenze. Tutto ciò aggravato dal fatto che - così pare da notizie giornalistiche riprese anche dal collega Consigliere Palma adesso - la notizia del falso forse era appoggiata su qualche tavolo attraverso la relazione dell'ARPA. Quindi quella procedura non è andata a buon fine: non siete a posto.
L'altra procedura, quella relativa alla colonia di Medail: avete fatto retromarcia. Avete iniziato una procedura di arbitrato e adesso vi siete accorti che così non va.
Allora, non siamo a posto. Lei non è a posto sulle procedure Presidente: su quello. E c'è voluta un'azione autonoma della Magistratura ancora una volta - per portare quest'aula ad avere attenzione alle vicende amministrative, a come si spendono i soldi.
Lei non dice nulla neppure sulla vicenda, forse appena iniziata, della destinazione d'uso delle Vallere.
Ho letto sui giornali che proprio lì, nel sito oggetto dell'inchiesta della Magistratura, forse vi è una proposta in Regione per costruire degli edifici (un albergo o qualcos'altro).
Penso che lei sappia - l'Assessore Cavallera lo saprà di sicuro - che l'area delle Vallere è la cassa di compensazione naturale del fiume Po; è l'area che il fiume Po dovrebbe avere a disposizione per espandere il volume di acqua in presenza di piene eccezionali. Ecco: che lei non abbia detto una sola parola sul fatto che quell'area questa destinazione dovrebbe avere e non artificiose destinazioni che ne consentano l'edificabilità è un altro punto di parecchio interesse.
Termino, Presidente. La mia opinione - per quello che vale - è che lei sia una brava persona. Ma ho anche l'opinione che lei non sia un bravo Presidente della Giunta regionale. Le vicende di oggi non sono nuove al suo Governo. Lei ha già attraversato altri aspetti di questo genere con la vicenda Odasso. Mi sembra che lei si ostini a non generare un clima di governo con una sua presenza forte in Regione Piemonte.
E su questi aspetti, lei è sicuro che, mentre governa, non si generano momenti "acquitrinosi" nella gestione del denaro pubblico? E' proprio sicuro di aver tentato di "prosciugare" ogni ipotesi che, attraverso l'erogazione di denaro pubblico, non si costituiscano degli interessi delle pressioni, delle lobby, delle malversazioni? Quanto si è occupato di questo problema direttamente? Quanto ha premuto sui suoi Assessori affinché vigilassero e si circondassero di persone al di fuori di ogni eventuale rischio? Quanto ha fatto queste cose? E' per questo motivo che dico che lei, forse, si è più ispirato al comportamento delle tre scimmiotte, in occasione di questi avvenimenti.
Inoltre, dato che io continuo a pensare che lei sia una brava persona si sveglia d'improvviso, legge dei documenti e si autoassolve superficialmente - Presidente Ghigo - dalle procedure.
Ma lei è dentro fino al collo a questa vicenda! E' lei che nomina gli Assessori; è lei che nomina i Dirigenti; è lei che firma le pratiche e dà i rimborsi; è lei che deve vigilare! Tutto questo, lei, non lo ha fatto oggi ma non lo ha fatto anche in altre occasioni, e questo dovrebbe essere - a mio modo di vedere - un suo momento di riflessione profonda.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Questa vicenda, Presidente e colleghi, indica una grave sconfitta del Governo regionale e di tutta l'istituzione. Quindi, lo dico a malincuore anche se sono un oppositore a questa Giunta a questa maggioranza. Ripeto dico le cose che adesso andrò sviluppando a malincuore.
Noi siamo una Regione, penso, tra le più impegnate ad esempio nel cartografico. Investiamo risorse enormi e noi non abbiamo, dell'alluvione del 1994, l'oggettivizzazione di quella vicenda, cioè, una produzione cartografica idonea. C'è quella del geologico, ma non è puntuale, due centimetri di acqua che entrano in casa sono uguali ad un metro, quindi, è uno strumento poco utilizzabile.
Dobbiamo mettere in condizione l'Assessore e il dirigente di poter decidere di svolgere una funzione di controllo con strumenti adeguati.
Abbiamo addirittura l'Assessorato alla new economy, ma andiamo ancora avanti con metodi che, probabilmente, si utilizzavano negli anni 70.
L'autocertificazione, seppure indicata dalla norma e da noi recuperata è ancora un passaggio intermedio. Tutti noi sappiamo che in una società evoluta l'autocertificazione verrà superata dai dati on line, soprattutto se pensate che i dati ai quali dobbiamo far riferimento per l'autocertificazione sono i rimborsi dei Comuni e delle banche (nel 1994 la gestione per le aziende era fatta dalle banche), che sono su supporti magnetici e che un Assessore potrebbe avere tranquillamente in linea, oltre ad essere anche rapportato in linea con l'ARPA.
L'Assessore Brigandì ha detto spesso che i funzionari hanno svolto una funzione, ma anche l'Assessore di moto proprio deve essere messo nella condizione, visto che c'è l'Assessorato alla new economy, di poter svolgere dei controlli. Faticosamente, si è arrivati ad avere qualcosa in linea per quanto riguarda il bilancio, quindi, ogni Assessore ha la possibilità di effettuare un controllo in tempo reale sull'andamento, così dovrebbe essere, se non sbaglio.
Il vostro fallimento è che viaggiate ancora come se, in questa vicenda trent'anni non fossero passati; questa è una tragedia per ogni Assessore perché si trova, in qualche modo, menomato.
Al di là della circolare, che è più restrittiva e che non critico personalmente, avrei tentato di andare al Consiglio di Stato a difenderne la ragione, che ritengo potesse essere sostenuta positivamente.
Presidente Ghigo, il fatto dell'arbitrato e della transazione mi sembra un segno di debolezza. Voglio conoscere il numero degli arbitrati in corso.
L'arbitrato deve essere usato dall'Ente pubblico eccezionalmente, perché è un riconoscimento della sconfitta del momento pubblico complessivo, cioè il fatto che la Magistratura è lenta. Sarebbe come se, in caso di tumulto in Aula o di invasione, telefonassimo alla Mondialpol, anziché alla Polizia, perché riteniamo possa intervenire prima. Sarebbe veramente contraddittorio, questo lo può fare il Banco di Sicilia qui accanto, ma per noi sarebbe più imbarazzante.
L'uso dello strumento arbitrato è delicatissimo perché si mettono soggetti privati a dialogare tra di loro. Si tratta di soggetti privati che vivono in un mondo di influenze e di rapporti che molti articoli hanno illustrato. La società è organizzata in un certo modo, però, in questo caso, si poteva resistere, in quanto non intacca l'aspetto di fondo. Non so la Magistratura cosa indica, forse, voi sapete che è l'aspetto del falso nella documentazione.
Credo che l'autocertificazione faccia riferimento a quanto il Comune di Moncalieri - quanto la banca in questo caso, del 1994 - ha erogato i contributi. L'affermazione dell'azienda: "Siamo stati colpiti dall'alluvione" non è generica - questa è la certificazione - è una certificazione precisa su dati facilmente controllabili di cui dispone la Regione. La Regione dispone dei dati dei rimborsi erogati dalle banche e dai Comuni del 1994, perciò, non dico che ci vogliano cinque minuti, ma è necessario pochissimo tempo, non solo da un versante burocratico, per espletare questo tipo di controllo, visto che si tratta di una vicenda annosa, sofferta, complessa e con un'esposizione finanziaria per la Regione di una certa complessità. Non si tratta solo di aspettare l'ARPA, che, poi ha dato un'indicazione in qualche modo definitiva.
Considero originale questa tesi che è filtrata. Ovviamente l'informazione giornalistica in questa vicenda ha un peso relativo, molto spesso, la frase è virgolata, quando si ha il timore che, se si resisteva si sarebbe rischiata l'apertura di una voragine economica per la Regione.
L'arrendevolezza, in questo caso, è un segno che avrebbe potuto far diventare, soprattutto le aziende potenti, più coraggiose nei confronti della Regione. Su una vicenda così delicata come il palazzo di Bardonecchia, che ha una sua storia, è originale utilizzare l'arbitrato.
L'amarezza è che qui non c'è solo un fatto specifico sul quale la Magistratura farà le sue valutazioni, e il Presidente Ghigo è fiducioso in quelle determinazioni, ma c'è proprio un impianto generale che viene a collassare. Ma come la Regione non riesce ad autocontrollare processi che da anni, si sono sviluppati, che sono lasciati ammucchiati a livello cartaceo? No, quei dati sono contenuti in file, in supporti magnetici.
Non avere un minimo di organizzazione per svolgere una funzione di controllo determinante è una gravissima sconfitta, forse, una sconfitta più grave ancora del caso specifico in questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Signor Presidente e colleghi, allo stato attuale, si era a conoscenza dei fatti di cui stiamo discutendo solo attraverso notizie giornalistiche e televisive. Le autorità politiche avevano mantenuto molto riserbo annunciando che avrebbero esposto i chiarimenti richiesti questa mattina in Aula. Questo è avvenuto, ne prendiamo atto e ringraziamo, pur non avendo appreso molto di più rispetto a quanto ognuno di noi sapeva. Interessante è stata l'interrogazione presentata dai Radicali, in data 22 luglio, almeno per quanto riguarda qualche rilevante novità di loro conoscenza, che poi è diventata di conoscenza comune.
Penso sia stata importante, per il lavoro che compete al ruolo di Consigliere regionale, la denuncia che essi hanno fatto di tutta una serie di aggrovigli di iniziative contemplate in un lungo documento, forse, degno di un approfondito seminario per capirci qualcosa, più che di una semplice lettura, anche se attenta e competente.
Mi esimo dall'esporre i contenuti, in quanto, ormai, sono di pubblica conoscenza. Comunque, resta la constatazione che, se la macchina politico amministrativa della Regione Piemonte è questa, nessuno può stare molto tranquillo per i caos e le inefficienze esistenti.
Come ho avuto modo di dire altre volte su casi similari in cui era in atto una qualche indagine giudiziaria, è corretto e giusto aspettare che la Giustizia faccia il suo corso, per cui, anche questa volta, mi asterr dall'esprimere qualsiasi giudizio.
E' fuori discussione che il malvezzo del sistema di corruzione continua ad essere praticato forse più di prima e con maggiore spregiudicatezza, se è vero, come è vero, che per questa vicenda qualcuno, non di secondaria importanza, è andato a finire dentro.
Il trasferimento alle strutture burocratiche di molte competenze sulla gestione della Cosa Pubblica ha finito per peggiorare, e non per migliorare, la corretta funzione della Pubblica Amministrazione. Resta da accertare fino a che punto il potere politico è coinvolto e quindi responsabile di simili fatti.
In questa vicenda non ho dubbi, anche per la stima e la simpatia personale che nutro nei suoi confronti, che una collega come la Consigliera Rosa Anna Costa possa in qualche maniera entrarci. A volte, certa disponibilità finisce per dare noie, proprio per la generosità con cui ci si presta ad offrirla.
Assessore Brigandì, sul piano personale ed umano, non posso che esprimere anche a lei comprensione, auspicando che la Magistratura faccia per entrambi i colleghi, completa chiarezza. Ma per i compiti che competono la sua carica, le derivano, senza dubbio, responsabilità politiche di cui al momento deve darne conto.
Detto questo, mi consenta una postilla: per la forza politica che rappresento, memore del comportamento che i suoi amici di partito e quelli di Alleanza Nazionale non più di dieci anni fa misero in atto in sede parlamentare a Roma, attraverso una indicibile gazzarra, con esposizione di manette, cappi, guanti bianchi, lancio di monetine e quant'altro, indicando al pubblico ludibrio e alla gogna certe forze politiche che contribuirono a mantenere la democrazia e fecero la storia, in primis il Partito Socialista Italiano, per fatti, se vogliamo, molto simili a quelli di cui da un po' di tempo continuiamo ad occuparci in quest'Aula, dicevo per una forza politica come la mia, sarebbe oggi gioco facile cercare di imitare quei comportamenti.
Ma come li abbiamo condannanti allora quei comportamenti perché erano atti incivili, disumani e crudeli, ancorché beceri e strumentali, li condanniamo anche adesso, disprezzando chiunque tentasse di metterli in atto. Devo dire, purtroppo, che certi vizietti sono un po' lenti a morire facendo ormai parte del DNA.
Concludendo, le auguro, Assessore, in questo momento non facile per chiunque, di trovare la serenità e il gusto del lavoro serio, com'è di sua abitudine, contribuendo a dipanare questa matasse nell'interesse di tutti i cittadini, suo e della politica, e di recuperare in fretta quei sei chili che lei ha denunciato di aver perso per la tensione accumulata in questa vicenda.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Grazie, Presidente.
Vorrei subito sottolineare che nella vicenda che stiamo affrontando non sono chiari i confini tra le questioni amministrative e le questioni di rilevanza penale.
Per quanto riguarda le questioni di rilevanza amministrativa, penso che nel nostro Paese, negli ultimi decenni, si siano fatti molti passi avanti: mi riferisco all'istituzione dei Tribunali Amministrativi.
Per chi, come me, ha superato i quarant'anni, ricorderà che esistevano le famose "Commissioni prefettizie" a decidere per la Pubblica Amministrazione (la Pubblica Amministrazione era la GPA).
Ma la Pubblica Amministrazione come si comportava nei confronti del cittadino? Era di una prepotenza inaudita, nel senso che si diceva: "Tu hai torto". E spettava poi al cittadino far ricorso alla stessa Pubblica Amministrazione, nella persona del Prefetto, il quale, insieme ad altri illustri cittadini, ne decideva il torto o la ragione.
Quando si parla di Tribunali Amministrativi, non bisogna parlarne con lutto, alludendo al fatto che lì risiede il male, oppure, parlando di transazioni, riferirsi al diavolo. Penso che siano argomenti che vadano affrontati con molta prudenza, coscienti che si tratta di istituti che la nostra democrazia si è dotata, dopo anni e anni, perché era cresciuta sul piano della civiltà, perché nel Medioevo esistevano le GPA (credo unico Paese in Europa). Tutti i giorni, in tutto il Paese, nei Tribunali Amministrativi si leggono sentenze contro questa o quella Pubblica Amministrazione. Credo che nessuno possa gridare allo scandalo se atti amministrativi di questa o di quell'altra Amministrazione siano dichiarati illegittimi dal Giudice Amministrativo, per questioni richieste dalla legge evidentemente.
un fatto normale che un cittadino si rivolga al TAR, com'è altrettanto normale che si vada a transare su determinate questioni. Credo che oggi non saremmo qui se, a latere di questa vicenda amministrativa non ci fossero questioni di rilevanza penale. Ognuno fa il proprio mestiere. Non credo che si possa pretendere che il Presidente della Giunta Ghigo venga a dirci, questa mattina, quello che ha nella testa la Procura della Repubblica di Torino oppure a scoperchiare le carte, per dire "Questi sono gli atti: qui c'é un falso, qui c'è una truffa, qui ci sono dei concorrenti del falso, qui ci sono dei concorrenti della truffa".
Ognuno fa il proprio mestiere. Il nostro Presidente della Giunta - e non perché è prudente (anche se lo è e ne siamo contenti), ma perch chiunque fosse al suo posto si sarebbe comportato nello stesso modo - non poteva che dire quello che ha detto, e spiegarci la vicenda amministrativa.
Non poteva certamente spiegare la vicenda che ancora è sottoposta al segreto di rilievo penale. Al momento della discovery - come si usa dire in inglese, Avvocato Brigandì, anche se la mia pronuncia non è perfetta - le carte potranno essere consultate e si potrà esprimere un giudizio. Ma fino ad allora, fino a quando, cioè, gli atti saranno secretati, non vedo cos'altro possa dire la Giunta o il nostro Presidente.
Il nostro Presidente ha spiegato chiaramente una vicenda di carattere amministrativo. Io che sono molto pigro nel leggere i giornali e mi fermo ai titoli, non avevo capito di che si trattasse. Sembrava si parlasse di una legge. Non c'era nessuna legge, ma una circolare.
In un momento di federalismo, in cui le Regioni, in certe materie hanno poteri concorrenti allo Stato, come ci tratta questo Stato? Nessuno dice nulla. Non è questo che fa irritare la gente, è altro. Come ci tratta? Predispone una circolare in cui si dice: "Questi sono i criteri. Se avete delle cose, entro sette giorni, scrivere questi nuovi criteri.
Tutto questo mi pare sia lo scandalo che riguarda i nostri dirigenti che, tra l'altro, non conosco neanche.
Lo scandalo è che questa dirigenza, a fronte di una circolare interpretativa che fissava i criteri, non ha, nei sette giorni richiesti dalla medesima, fissato eventuali altri punti.
Il Presidente, quindi, non poteva che dire le cose che ha detto e mi sono, quanto meno, chiarito alcuni punti.
Sulla vicenda di rilievo penale, su cui sta indagando la Magistratura non possiamo fare un processo qui in Aula: magari lo fanno in televisione dove alcune trasmissioni hanno questo potere, ma qui non siamo in grado di farlo.
Cosa posso dire all'amico Brigandì? Politicamente sono lontano molte miglia (anche se ultimamente cominciate a piacermi perché non fate più quella "mossa" richiamata dall'amico Caracciolo), mentre sul piano personale lo apprezzo, non solo come Avvocato, ma anche come Professore Universitario (l'ho visto, essendo un po' più anziano di me, quando frequentavo le aule universitarie). Ho quindi stima e rispetto e mi auguro che non c'entri nella vicenda (ne sono convinto, ma non sono nella testa della Procura della Repubblica).
Faccio un auspicio all'avvocato Brigandì affinché esca al più presto possibile da una vicenda come questa. Non posso che fare altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie Presidente. La vicenda l'abbiamo appresa dai giornali e credo sia necessario fare una valutazione dei fatti. In questo senso vorrei soffermarmi su quanto detto dal Presidente Ghigo.
Il Presidente ha affermato che il ricorso al TAR, da parte di alcuni soggetti, che secondo la Giunta avrebbe portato all'annullamento della circolare, avrebbe aumentato le spese con riapertura dei termini e ulteriore aumento di ricorsi.
Mi pare che in queste parole ci sia un grande divario tra quanto affermato e ciò che sta accadendo. Tornando alla vicenda in oggetto occorre riconoscere il giusto risarcimento a coloro che sono stati definitivi "bialluvionati".
Innanzitutto, occorre verificare se una zona, un'azienda o un'attività sia nella situazione di essere bialluvionata; inoltre occorre verificare se l'azienda è stata interessata da un evento alluvionale: mi sembra un atteggiamento assolutamente semplice, con i mezzi di cui dispone la Regione.
Com'è possibile che la Regione non sia riuscita ad identificare ed evidenziare subito che quella azienda, che pure aveva presentato ricorso non rientrava nel caso di essere bialluvionata? Com'è possibile che la Giunta regionale, di fronte ad un ricorso al TAR, invece di verificare e quindi resistergli, decida di ritirare la delibera per andare ad un arbitrato? E' veramente un aspetto che ha dell'incredibile, in quanto sappiamo che ripetutamente la Giunta regionale, in situazioni diverse, ricorre contro al TAR affrontandone il giudizio. Perché in questo caso si è deciso, a priori prima ancora di affrontare il giudizio, di cedere? Bastava una semplice cartina per verificare se l'azienda - o le aziende - in questione avesse diritto ad essere giudicate come bialluvionate! Questo rende difficile il tentativo del Presidente, di salvare Direttori e Giunta regionale. Se le pratiche sono corrette - come sostiene il Presidente - come si giustifica che solo l'intervento della Magistratura ha impedito che si realizzasse una truffa o un illecito? Come lo spiega il Presidente? Come spiegare il fatto che le pratiche sarebbero tutte corrette, i passaggi anche, ma ciononostante, alla fine si sarebbe comunque realizzata un'illegalità? Come lo giustifica questo passaggio? Altro particolare legato alla discordanza tra scelte amministrative e ricadute pratiche.
Il Presidente afferma che l'eventuale annullamento della circolare, da parte del TAR, avrebbe riaperto i termini dei ricorsi con aumento del contenzioso, facendo supporre che molti avrebbero potuto ricorrere al contenzioso.
Non abbiamo il problema di limitare il rimborso a coloro che sono stati alluvionati o bialluvionati, ma di riconoscere i danni alle persone che effettivamente ne hanno diritto, siano mono o bialluvionati.
Questa è la sostanza.
Le parole del Consigliere Rossi, che cerca di introdurre il termine della fede, del credo o dell'appartenenza politica dei Direttori, per quanto riguarda la vicenda, lasciano il tempo che trovano. Noi dobbiamo guardare i fatti: o i Direttori hanno seguito le procedure previste, quindi sono le procedure che non funzionano, o i Direttori non le hanno seguite e quindi è chiaro che si tratti - c'é qualche ipotesi - di colpa, che però è assolutamente al di fuori del problema del credo e dell'appartenenza politica che ritengo essere ancora un diritto di tutti i cittadini in Italia.
La vicenda richiama, con prepotenza, il problema dell'edificazione prevista in quella zona che, come è già stato detto ma giova ricordare dovrebbe essere destinata a cassa di espansione. Oggi, quindi, dobbiamo dire che questi progetti, se realizzati, apriranno un altro problema, nel senso che se si verificheranno future alluvioni - che nessuno vorrebbe ma che purtroppo possono realizzarsi - quelle zone potrebbero essere interessate a futuri danni alluvionali.
Concediamo, quindi, contributi per realizzazioni che probabilmente tra qualche anno o decennio, potrebbero, a loro volta, essere oggetto di contributo per i danni provocati.
Credo che questi fatti mettano in grossa difficoltà il Presidente Ghigo in quanto, volente o nolente, con le sue parole, non ha spiegato quanto doveva e non ha potuto sottrarsi al ruolo scomodo di responsabile del problema. Sia le procedure sia la nomina degli Assessori, e quindi anche la scelta dei funzionari, dipendono dal Presidente, dal governatore.
Mi sembra che la vicenda getti una luce molto preoccupante sulla figura del Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Il motivo del mio intervento è quello di analizzare, insieme a voi, se il comportamento della Giunta sia un comportamento conforme oppure no alla gestione di eventi particolari come l'alluvione. Divido il mio ragionamento in due punti perché da qui deve emergere la correttezza o la scorrettezza di gestione.
La prima riflessione la faccio sul fatto che lo Stato ha dato fondi per risarcire gli alluvionati del Piemonte. Per distribuire questi fondi ha fatto una legge e ben due regolamenti: quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri e quello del Ministero dell'Interno. In base a ci la Regione avrebbe dovuto pagare i danni del 2000 accertandone l'entità con la sola autodichiarazione per i danni subiti nel '94. Appare, quindi estremamente strano che il Presidente della Regione si sia inventato il criterio della necessità dell'ottenuto risarcimento di provvidenze da parte dello Stato nel 1994 in base ad una lettera che non ha alcun valore di tipo normativo. In altri termini la Regione ha ristretto oltre la legge, per usare le parole del TAR, "con eccesso di potere" il campo di applicazione della norma. Così facendo in allora, sono stati spesi meno soldi di quello che lo Stato ha dato dirottandoli in altre pagine del bilancio regionale.
Non potendo pensare che il Presidente sia stato così ingenuo da emettere una circolare in così evidente palese contrasto con la legge, contrasto già evidenziato in allora dall'avvocatura, non si può che dedurre che i criteri introdotti siano stati posti proprio per escludere il maggior numero di cittadini che ne avessero fatto richiesta, al fine di dirottare il denaro in altre attività regionali.
La domanda è: gli alluvionati hanno diritto ad un risarcimento, oppure no? In altri termini la Regione non ha dato ai cittadini le risorse che aveva a disposizione ai fini del risarcimento dei danni alluvionali usandoli per altre attività. Se il Presidente, con la sua circolare cercava un procedura, cercava di avere le idee chiare circa la liquidazione dei danni per quale motivo nel caso della "Fasti" (di cui tutti abbiamo letto sui giornali) la Giunta regionale ha pagato due miliardi e mezzo ad una azienda che non ha presentato domanda nel '94 di risarcimento? Il Presidente si è inventato una dichiarazione, una legge, una circolare per dire che i soldi degli alluvionati devono essere dati a chi ha subito danni nel 1994 e nel 2000 (i bialluvionati).
La domanda è: poiché per noi è importante capire se l'atteggiamento del Presidente sia o meno di buona fede, senza voler condannare il suo operato a priori, lo stesso ci deve chiarire e dimostrare per quale motivo nel caso "Fasti" non si è adottato lo stesso sistema. Ripeto, sono stati liquidati 2 miliardi e mezzo in assenza di una richiesta da parte dell'interessato.
Prima di questi eventi, il sottoscritto aveva presentato un'interrogazione in cui riferiva di una persona vedova - il Presidente sa che la legge n. 365 prevede il risarcimento di un danno in funzione della ricostruzione oppure dell'acquisto di un immobile - con due figli e con una situazione economica abbastanza complicata: in questo caso il danneggiato non ha la possibilità, come previsto dall'articolo 5 della legge n. 365, di ricostruirsi la casa e non ha la possibilità di acquistarne una nuova quindi la escludiamo dal risarcimento dei danni.
Da una parte abbiamo il caso "Fasti" che liquidiamo con due miliardi e mezzo senza nemmeno una richiesta di risarcimento e dall'altra parte abbiamo una circolare del Presidente in cui si formalizza che i danni devono essere liquidati solo a chi ha avuto un primo e un secondo danno ma una volta dimostrato che i soldi li hanno ricevuti come facciamo per quei cittadini che non hanno la possibilità di acquistare una casa? Poiché è dovere del Presidente della Giunta regionale, dovere di tutti i Consiglieri, aiutare quella parte di cittadini, prego di leggere attentamente l'interrogazione e di vedere, nei limiti del possibile, se sia possibile chiedere una deroga visto che il termine ultimo è il 31 dicembre 2003. Non facciamo in modo che persone di un ceto più basso ci rimettano.
La mia preghiera - il Presidente, come tutti noi, risponderà davanti a Dio e agli uomini sulle cose strane che si verificano - è di fare il possibile e di rivedere la legge n. 365 perché i soldi distribuiti dallo Stato non siano stati spesi.
Se riusciamo a soddisfare quella gran parte di persone che hanno subito danni e che sono nella fascia più bassa della società, facciamo un'opera di bene.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera D'Onofrio, ne ha facoltà.



D'ONOFRIO Patrizia

Ringrazio il Presidente per la relazione puntuale sui fatti che risponde alle istanze chiarificatrici di quest'aula sia sui contenuti della circolare impugnata, sia sulla ratio e sull'opportunità della delibera successiva. In questo momento ritengo giusto e doveroso lasciare lavorare la Magistratura oltre modo impegnata in questi giorni nella ricostruzione dei fatti e nell'accertamento di eventuali responsabilità. Se la Magistratura ha dichiarato che il quadro comincia ad essere molto chiaro, è prematuro, da parte nostra, accanirci contro chi è indagato o, peggio contro chi non è assolutamente indagato. Questo, solo per recare danno all'immagine della coalizione di governo. Fino a prova contraria, dobbiamo confidare nell'onestà, nella condotta cristallina e nella buona fede dei nostri dirigenti regionali e del nostro Assessore. Siamo tutti d'accordo ovviamente, sul fatto che, se saranno accertate responsabilità, gli autori degli illeciti penali andranno puniti, perché è giusto che chi sbaglia paghi. Non possiamo, però, accanirci in giornate come questa, di interrogatori fiume contro chi non è nemmeno indagato.
La vicenda è tanto più complessa perché si colloca nell'ambito di un giudizio amministrativo in cui il TAR si era già espresso in senso sfavorevole alla Regione. Non ci resta evidentemente che avere fiducia nella Magistratura e attendere la fine dell'inchiesta giudiziaria sugli indennizzi.
Esprimo solidarietà all'Assessore e alla dirigenza della Regione Piemonte, che, proprio in casi come l'alluvione, è diventata un esempio per le altre Regioni coinvolte in simili eventi.
Cinquemila pratiche sull'alluvione non possono che far naufragare il tentativo ingeneroso del centrosinistra di togliere autorevolezza al nostro sistema burocratico, e alla sua efficienza indiscussa. Del tutto anacronistico, poi, mi pare l'infelice paragone che il collega Caracciolo ha fatto tra l'episodio sporadico e casuale, e comunque ancora in fase di accertamento, e la stagione di Tangentopoli, della quale siamo i primi a ricordare le esagerazioni giudiziarie o comunicazionali, ma di cui non possiamo dimenticare il significato teso a sradicare quella corruzione diffusa così memorabile. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Mi è sembrato, fino a questo momento, in quest'aula, ascoltando in particolare i primi interventi - quello del collega Rossi e quello del collega Palma - di essere davanti a una situazione surreale.
Di cosa stavamo parlando? Di rapporto tra l'Amministrazione, la dirigenza, la Giunta, o di due vicende aperte dai seguenti fatti: il giorno lunedì 21 la Guardia di Finanza perquisisce alcuni uffici dell'Assessorato al legale, arresta per truffa alla Regione Piemonte il signor Sergio Rosso e l'imprenditore Agostino Tocci; il giorno successivo, il 22, dopo l'arresto di questo collaboratore, l'Assessore leghista Matteo Brigandì lascia la delega al legale e mantiene gli altri incarichi assessorili? Stiamo discutendo di questo? Sono questi i fatti? Stiamo parlando di una vicenda innescata da tutto ciò? Bene, se stiamo parlando di una vicenda innescata da tutto ciò - e su questo abbiamo chiesto, Presidente, la comunicazione che lei ha voluto fare in quest'aula - dobbiamo dire innanzitutto che, per quanto attiene ai risvolti di ordine giudiziario, la nostra come la sua, Presidente, è una pienissima fiducia nella Magistratura. Non solo, vi è da parte nostra, come sempre è stato fatto, la volontà di non interferire in questioni o non sommare un dibattito politico-amministrativo con questioni che invece attengono alla competenza dell'autorità giudiziaria, che rispettiamo e che è altra sede rispetto alla sede politico-amministrativa e a ciò che quest'Aula rappresenta.
Vogliamo, all'opposto, intervenire sui risvolti di ordine politico amministrativo che questa vicenda ha. Parto da un assunto: la vicenda è vicenda complessa, che si snoda, dal 2001 fino al 2003, con atti amministrativi della Giunta; la circolare succitata, in applicazione delle leggi nazionali, e l'intervento degli Uffici si svolgono secondo procedure importanti. Anch'io, come lei, Presidente, ritengo che quest'Aula e questa Giunta debbano molto a quei funzionari competenti, che così bene hanno svolto il lavoro riguardante le pratiche delle alluvioni e hanno seguito l'iter delle stesse, nella procedura dei controlli e delle verifiche e nella procedura dei risarcimenti che sono riusciti ad ottenere per questa Regione, consentendo, per la cifra di circa 50 miliardi, la possibilità di risarcire altre imprese ed aziende che erano in numero esorbitante superiore rispetto ai contributi concessi. Da questo punto di vista, la procedura e lo svolgimento della nostra azione è stato questo. Ad un certo punto, è intervenuto un fatto: pochi mesi dopo essere stato nominato nell'aprile del 2003 - vi è, da parte dell'Assessore Brigandì, un intervento corposo, con forza, in tutta la vicenda della transazione successiva alla vicenda del TAR, e l'iter cambia completamente. Da un iter che dava alla Giunta, agli Assessori, i compiti che dovevano avere e che rispettava l'autonomia della dirigenza, secondo quel principio di separazione tra i compiti della dirigenza e quelli dell'esecutivo, che anche recenti leggi hanno opportunamente introdotto, il quadro cambia completamente. Dalla valorizzazione di quel ruolo, di quell'autonomia nell'esaminare le pratiche di loro competenza, riservando alla Giunta i compiti ad essa propri, vi sono interventi eccessivi, esorbitanti da parte dell'Assessore competente in pratiche e in atti che prima erano stati seguiti in modo tutt'affatto diverso. Questo è il fatto politico amministrativo che origina tutti i fatti successivi e conseguenti. Da questo punto di vista, vi è, non tra la Giunta - questo glielo riconosco Presidente Ghigo, e anche agli altri Assessori che avevano seguito prima queste vicende - ma certamente da parte dell'Assessore Brigandì, un comportamento diverso. Gli uffici continuano con una serie di controlli rigorosissimi e anche all'ultimo atto, nell'atto finale, mantengono la richiesta di controlli da farsi fino all'ultimo momento, anche a transazione avvenuta, entro il dicembre dell'anno. A questo punto, la questione si pone dal punto di vista politico-amministrativo. C'è un ordine di problematica che cambia radicalmente un comportamento, ne determina un altro e, a lato di questo comportamento, si avvia una vicenda di ordine giudiziario sulla quale non interverrò, perché non è compito mio e non è compito di quest'Aula farlo.
E' compito nostro, però, valutare il modo di fare amministrazione, i comportamenti dell'Assessore in questa direzione e le conseguenze che tutti questi comportamenti determinano con un'interferenza eccessiva, con un interesse eccessivo, con un'attenzione eccessiva ad arbitrati e a transazioni. Non avevamo mai pensato che l'Assessorato al legale avesse di sua competenza questo comportamento e atteggiamento. E qui si apre un problema: c'è certamente una situazione, all'interno della maggioranza, che ha delle conseguenze. Siamo arrivati ad avere l'Assessore Brigandì dopo una lunga trattativa, un lungo scontro e braccio di ferro all'interno della maggioranza; a poco più di un anno dal suo ingresso in Giunta avviene tutto questo. Non attribuisco al Presidente una responsabilità nel merito di questi fatti, ma gli attribuisco una responsabilità politica, e di questa responsabilità politica gli chiedo di rispondere. Ma faccio un inciso riguardante il Presidente del Consiglio: non avendo lei, Presidente risolto il problema del doppio incarico, devo dirle che mi rivolgo a lei come Segretario della Lega: il caso Brigandì non pone anche a lei, nel suo duplice incarico, qualche problema di ordine politico e amministrativo in ordine alla presenza di un rappresentante del suo partito all'interno di una Giunta, con comportamenti così difformi, rispetto alle politiche che voi avete sempre proclamato nelle piazze e nelle aule? Questo è il primo problema.
La responsabilità politica che attribuisco a lei e la risposta politica che chiedo a lei, Presidente Ghigo, fatte salve le dichiarazioni dell'On.
Crosetto, sui livelli di imbarazzo ai quali dobbiamo tutti arrivare prima che l'Assessore Brigandì risolva gli stessi, essendo l'imbarazzo una questione di ordine soggettivo. Ma il problema che io le pongo è: alla luce delle responsabilità e dei fatti di ordine politico-amministrativo e per le conseguenze politiche che essi hanno, lei, Presidente Ghigo, non ritiene che sia giunto il momento di richiedere all'Assessore Brigandì anche le altre deleghe che lui ancora oggi conserva?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, credo che pensando anche soltanto in termini sommari a questi anni di attività della Regione Piemonte, mettendo assieme alcuni fatti, è possibile incominciare a trarre qualche conclusione.
La prima conclusione che mi sento di trarre da questi anni di vita regionale è che ormai è sempre e soltanto l'intervento della Magistratura a consentire di conoscere procedure amministrative non coerenti con le leggi regionali e nazionali.
Ormai è un dato costante: è la Magistratura che interviene sempre.
Sicuramente, Presidente Ghigo, la Regione Piemonte al suo interno non ha meccanismi di controllo. E' successo che sia intervenuta la Magistratura con il caso Odasso; è successo con il caso Di Summa; succede adesso con la questione dei danni alluvionali; succede con Bardonecchia. E la posizione del Presidente la conosciamo, perché è sempre la stessa: la posizione di un politico, a questo punto, molto navigato, molto prudente, con una sua maggioranza che invece cerca di spostare sempre e continuamente il problema sui dirigenti. E' colpa dei dirigenti: mi pare che questo sia un dato costante.
In ogni caso, al di là del lavoro che deve fare la Magistratura, resta il fatto, Presidente e colleghi, che la Regione Piemonte non ha al suo interno strumenti per verificare la correttezza degli atti. Una volta esisteva qualche strumento di controllo, oggi non c'è nulla. L'abbiamo detto e ripetuto, ad esempio, al momento dell'approvazione della legge 51: il meccanismo della separazione dei poteri è un meccanismo saggio, ma c'è un problema anche di verifica della correttezza degli atti che vengono assunti. E' un problema che resta e il Presidente continua a non affrontare questo tema, preferendo difendersi soltanto quando la Magistratura interviene. Quindi non è escluso - perché nessuno immaginava una cosa simile - che la cosa si ripeta ancora nei prossimi anni.
Venendo all'intervento del Presidente, è chiaro che l'intervento non poteva che essere quello che ha letto. Io tenderei un po' a separare e soprattutto a rilevare le differenze che esistono tra il caso di Moncalieri e il caso di Bardonecchia.
Parto da Moncalieri. Lei, Presidente, circoscrive il tema; ci ha letto la circolare, ci ha spiegato la circolare, abbiamo notato che ha detto di avere fiducia nei dirigenti; come i colleghi hanno rilevato, non ha parlato di Brigandì, non ha detto perché lei o lui ha rinunciato alla delega, né ha parlato di Rosso. Indubbiamente c'è un problema che è di questo tipo e che qualcuno dovrebbe affrontare: ma i comunicatori, persone senza un contratto pubblico, hanno il potere di fare sopralluoghi, di seguire le pratiche? E' questo il compito degli uffici di comunicazione? Oppure viene fatto svolgere un ruolo che non ha niente a che vedere con l'attività pubblica? Io non credo che il compito degli uffici di comunicazione sia quello che l'Assessore Brigandì - per quello che ho letto sui giornali - ha assegnato al suo comunicatore, che non mi pare un comunicatore all'esterno ma mi sembra più un comunicatore, sempre per quello che ho letto, come il signor Tocci o qualcos'altro nei bar (comunicatore nei bar, quindi anche in silenzio, sempre per quello che ho letto). Qui mi pare che la Magistratura abbia sufficienti elementi per andare avanti.
Il caso di Bardonecchia. Lei, Presidente, per spiegare il motivo per cui la Regione era concorde nella richiesta di arbitrato da parte dell'impresa Betonfin ha detto che c'era il rischio del sequestro cautelativo dell'immobile. Lei deve spiegarci dove lei o l'Assessore al legale ha visto questo rischio, perché mentre per Moncalieri c'era una sentenza della Magistratura, qui non c'era nessuna sentenza, c'era una richiesta da parte di un privato che ha eseguito dei lavori, che ha chiesto alla Regione l'arbitrato e la Regione l'ha accettato. Quindi sotto l'aspetto puramente comparativo, la situazione è ancora più grave perché non mi pare che ci sia un ricorso all'autorità giudiziaria, non mi pare che Betonfin... non c'è nulla...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

C'è la scadenza del 2006.



SAITTA Antonio

Allora vediamo la scadenza del 2006, che l'Assessore Racchelli dovrebbe conoscere perché ha seguito la vicenda con molta attenzione e credo che gliel'abbiano spiegata. Non vorrei che la questione del 2006 diventasse un alibi perché, pensando a Bardonecchia, lei sa perfettamente, Presidente che il contenzioso tra l'IMCA (concessionaria della struttura) e il Comune di Bardonecchia si è concluso nel 2001 con un lodo arbitrale che non chiedeva nessun danno. Buono dal punto di vista del Comune di Bardonecchia, piccole cose rispetto alle richieste iniziali. Il lodo arbitrale metteva il Comune in una posizione di forza; quindi non c'era un contenzioso, il contenzioso si era concluso nel momento in cui il lodo arbitrale concludeva che non andava riconosciuta la richiesta di 10-11 miliardi (non so quanto) da parte dell'IMCA.
Quindi dove sta il fatto, dov'è il sequestro cautelativo, considerato che il contenzioso IMCA si era concluso e si portava dietro anche tutta la questione dei crediti dovuti a Betonfin e alle altre imprese? Perché era così, cioè IMCA è intervenuta perché i lavori per la colonia non sono stati affidati dal Comune di Bardonecchia e neppure dalla Regione, ma sono stati affidati da IMCA. Nel momento in cui IMCA chiude il contenzioso, la partita è chiusa. Cos'è che faceva pensare a un sequestro cautelativo, nel momento in cui il contenzioso era chiuso? C'è sicuramente un altro atto, che è un atto successivo, in quanto il Presidente sa perfettamente che, prima della delibera di accettazione dell'arbitrato, l'IMCA si è rivolta alla Corte d'Appello per l'annullamento del lodo; la sentenza è stata fissata per il 15 dicembre. In sostanza, IMCA chiede l'annullamento di quel lodo, esigendo un risarcimento economico in via consequenziale evidentemente anche per tutti i suoi creditori, quindi anche per le imprese Betonfin.
Allora come fa la Regione Piemonte, sapendo che c'è già un primo lodo che ha concluso la vicenda del contenzioso e che un altro deve essere ancora discusso dalla Corte d'Appello, ad assumere l'iniziativa sulla richiesta di Betonfin di accedere all'arbitrato? Io non discuto la questione sul piano etico - bruttissima - del nome dell'arbitro che ha nominato Betonfin; è una questione gravissima, che non impone soltanto una sua azione, che c'è stata, attiva, per far rinunciare la delega del legale, ma quel fatto ha un carattere etico che imporrebbe a lei Presidente, un'azione per togliere tutte le deleghe all'Assessore, perch questo è grave sul piano etico e perché si confondono le questioni. In questo senso capisco anche l'imbarazzo che c'è stato da parte dei dirigenti e soprattutto l'imbarazzo dell'arbitro nominato dalla Regione.
Quindi dov'è scritto - e concludo, Presidente - che ci sarà il sequestro cautelativo, soprattutto considerato il fatto che, nel momento in cui la Regione Piemonte ha rinnovato l'accordo con il Comune di Bardonecchia, ha detto - e l'ha detto anche all'Agenzia Olimpica - che l'edificio veniva liberato da tutte le pendenze in corso. E la Regione ha fatto bene a cautelarsi.
Questo atto l'ha assunto nel mese di marzo, sapendo che quell'atto era libero da vincoli. Che paura c'era da parte di Betonfin? Queste sono preoccupazioni e fa bene il magistrato ad intervenire.
Ritengo questo fatto di una forte gravità che imporrebbe al Presidente un'azione diversa da una semplice puntualizzazione di una Circolare come ha fatto qui.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente e colleghi, la prima considerazione che mi viene naturale fare è che in quest'aula ormai si presta attenzione solamente quando ci sono vicende legate a possibili questioni con la Magistratura.
Questo è un fatto che sicuramente non è positivo e non onora quest'aula.
Quindi, l'interesse in quest'aula è focalizzato sempre su queste cose.
La seconda considerazione è che la risposta del Presidente è stata prudente e rispettosa di quanto la Magistratura sta facendo, e noi ovviamente condividiamo quanto lui ha detto.
La terza cosa è che noi vogliamo in questa sede esprimere pubblicamente la nostra solidarietà e il nostro sostegno morale alla collega Rosanna Costa, che è stata indagata in questa vicenda. L'augurio che facciamo è che questa vicenda possa essere - e ovviamente ne siamo convinti - solo un terribile equivoco, e che possa chiudersi in tempi brevi.
C'è un altro aspetto che però volevo toccare nel mio intervento, e non riguarda ovviamente l'indagine in corso. C'è da parte nostra - è ovvio come hanno detto alcuni colleghi, piena fiducia nell'operato della Magistratura, c'è piena fiducia - lo ribadiamo - nell'operato del Presidente Ghigo e della sua Giunta; c'è piena fiducia nell'operato dei Dirigenti che questa Giunta ha recentemente nominato.
C'è un altro aspetto che invece rammarica, ed è quello legato - lo dico sommessamente - alla fuga di notizie, ormai cronica, che ogni qualvolta ci sono inchieste in corso, riempie le pagine dei quotidiani, dei giornali e delle televisioni. E' un fatto che ormai sta diventando una sorta di fenomeno di costume, quasi da materia per analisti, quasi da materia che potremmo utilizzare per una sceneggiatura di un film.
Tutto molto interessante, se non fosse che alcune persone sono esposte e - consentitemi l'espressione - sono sulla graticola pubblica, senza avere una sentenza, ma peggio ancora come se la sentenza fosse già stata, in qualche modo, emessa.
Anche alcuni titoli di giornali che abbiamo letto oggi, sono collegati a questa vicenda ed inseriscono nomi, facendo sì che s'insinui nell'opinione pubblica il dubbio. Questo è molto facile, perché davanti ad una dichiarazione o ad uno scritto basterebbe scrivere la parola magica "forse".
Vorrei che su questo ci fosse da parte del Presidente una riflessione e gli rivolgo l'invito ad adoperarsi affinché queste cose siano le più contenute possibili.
Lo dico io, che ho vissuto negli anni passati questo tipo di attacco e che ho sofferto. Quindi, posso comprendere coloro i quali oggi sono nella stessa situazione e che con un semplice avviso di garanzia - che dovrebbe voler dire quello che è scritto, cioè "a garanzia di" - sembrano invece già condannati e passati anche in giudicato.
Questo è un aspetto che volevo sottolineare e che ritengo sia negativo perché dà un contributo all'immagine non positiva di questa maggioranza che invece - a detta anche del Presidente nella sua relazione - ha esaminato qualcosa come 5000 pratiche che riguardano l'alluvione.
Io vorrei considerare le altre 4999 pratiche, che sono andate a buon fine e che hanno avuto la soddisfazione di molti colpiti da questo evento.
In questa direzione guardo alla Giunta, che ha lavorato con correttezza e che ha dato un'immagine sicuramente diversa e sicuramente di efficienza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente e colleghi.
Ringrazio il Presidente della Giunta regionale per la puntuale cronistoria dei fatti e la comunicazione che ha voluto riservare all'Aula richiesta dalle opposizioni.
Credo sia stata una comunicazione puntuale - che condivido - e bene ha fatto il Presidente, con il garbo e la responsabilità istituzionale che da sempre lo contraddistinguono, a precisare che ha voluto giustamente tenere un profilo che contenesse anche la necessaria riservatezza collegata all'indagine in corso.
Lo ringrazio, anche perché ha voluto chiarire un punto nodale, dando una risposta precisa a molte insinuazioni. Invero pochi le hanno fatte però ve ne sono state, quindi voglio richiamarla.
Il Presidente ha voluto precisare un punto cruciale, e lo riprender nell'intervento, cioè che l'atto originario della Giunta prevedeva che la transazione fosse subordinata alla verifica dei danni subita dalle società ricorrenti.
Vede, Presidente Ghigo, ancora una volta è stato un capo dell'Amministrazione regionale serio, un uomo di governo che si assume le proprie responsabilità come sempre, non evitando di toccare i punti più spinosi preferendo -come talvolta altri invece fanno - quelli più facili.
Ne richiamo due. Abbiamo apprezzato l'espressione del Presidente della Giunta regionale, del capo dell'Amministrazione regionale, "di totale fiducia ai Dirigenti, totale fiducia ai Dirigenti e al loro operato ".
E' una posizione che noi condividiamo e che penso possa essere ripresa da parte del nostro gruppo consiliare - quindi 21 Consiglieri dei 40 formanti la maggioranza di questa assemblea - per rispondere al punto che ha voluto evidenziare proprio in un ultimo intervento il collega Saitta.
Il Presidente ha voluto anche chiarire - e di questo lo ringraziamo ed assumersi la responsabilità, ma soprattutto chiarire - lo preciso - che dal punto di vista procedurale l'Amministrazione regionale ha svolto il proprio compito in modo corretto.
Credo che questo sia estremamente importante dopo una serie di giornate, dopo uno stillicidio ed insinuazioni, riportate da voci e quant'altro anche sugli organi di informazione.
Siamo fiduciosi dell'operato della Magistratura, che sotto l'aspetto dell'individuazione dei singoli che avessero responsabilità penali, con la propria azione saprà fare piena luce.
Rigettiamo però il tentativo raffazzonato, e forse volutamente impreciso, di qualche collega - non tutti, perché il dibattito ha avuto comunque un tono civile - di ammantare il Presidente della Giunta regionale di responsabilità politiche piene sui fatti oggi al vaglio e all'attenzione di quest'Aula.
E' ovvio, Consigliere Chiezzi, che il Presidente della Giunta regionale nomina gli Assessori, è ovvio che la Giunta Regionale nomina i Dirigenti ed è altrettanto ovvio - e lei ha ricoperto lungamente la carica di Assessore, ancorché in un'altra Amministrazione - che il capo di una Giunta regionale non possa vigilare su ogni singolo atto, leggendone ogni singola riga, sapendo che cosa succede in qualsiasi ufficio o in qualsiasi angolo della Regione o fuori dalla Regione.
Il Presidente ha precisato nella sua relazione che la Giunta regionale per scelta di governo - lo ripeto - avevo previsto e subordinato la transazione alla verifica fisica dei danni subiti dalle società ricorrenti.
Il Presidente del Gruppo Lega Nord, l'Onorevole Rossi, nel suo accorato intervento ha finalmente - e il finalmente ha e vuole avere un significato politico -espresso una posizione politica della Lega sul caso posto all'attenzione dell'aula, e difeso l'Assessore Brigandì.
Come dicevo, l'intervento del collega Rossi ha richiamato le ampie relazioni dei giornali e degli organi di informazione che si sono succedute negli ultimi giorni sul caso oggi all'attenzione dell'Aula.
A tal proposito voglio precisare che Forza Italia, né attraverso il Gruppo Consiliare né direttamente come Partito, ha mai chiesto e non chiede le dimissioni dell'Assessore Brigandì, tanto meno ha invitato lo stesso a rassegnarle.
Questo con buona pace e a chiarimento anche di un intervento fatto prima dalla Consigliera Manica.
Questo per chiarezza e amore di verità, non senza esprimere, come altri hanno fatto, solidarietà all'Assessore Brigandì, che metaforicamente in questi giorni è stato messo sulla griglia, e solidarietà alla collega Rosa Anna Costa,augurando loro che questa vicenda possa essere al più presto chiarita.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Credo che esista una responsabilità maggiore del Presidente della Giunta in questa legislatura, nella quale il Presidente nomina gli Assessori - noi non li possiamo neanche sfiduciare, e anche lo facessimo non avrebbe effetto. Quindi, esiste una responsabilità ben più importante del Presidente Ghigo rispetto al passato. Sono scelte che abbiamo voluto fare, ma che esistono e sono in campo.
Questo non significa che il Presidente Ghigo si debba mettere a leggere tutti gli atti che il governo e le strutture fanno, ma esiste sicuramente un problema di controllo e di meccanismi di controllo che funzionino.
Quindi, tentare di dire che la responsabilità è degli altri oppure che non ci sono responsabilità o che, nel caso ci fossero, sono vaghe, è un atteggiamento non comprensibile.
Al contrario la Giunta e il suo Presidente dovrebbero preoccuparsi di creare dei meccanismi che ci permettano di governare e di osservare gli atti di governo con maggiore tranquillità e con maggiore trasparenza.
Quindi, non si può semplicemente dire che il Presidente Ghigo non possa controllare tutto, perché questo è vero, ma è del come si controlla che è responsabile.
Tra l'altro nel corso del dibattito sono emerse delle divergenze evidenti, perché tra la posizione della Lega Nord sui Dirigenti e la posizione espressa ora dallo stesso Presidente c'è una bella differenza.
Se non ho sentito male, il Consigliere Rossi ha rivendicato il fatto che un Assessore neo-eletto possa decidere quali siano i Dirigenti del suo Assessorato, mandando a casa gli altri.
Credo che chi ha un contratto di lavoro con la Regione, dipenda dalla Regione stessa e non dalle forze politiche che vota, con le quali, magari può anche avere una sintonia. E' la Regione che deve avere dei meccanismi di controllo sui Dirigenti, ma non si possono accettare le insinuazioni che sono state fatte. D'altro canto, il meccanismo ipotizzato dal Capogruppo della Lega, se fosse attuato, sarebbe nefasto, ma mi tranquillizza il fatto che siano posizioni isolate, anche se esistenti all'interno della Giunta.
Personalmente continuo ad apprezzare i Paesi Europei, nei quali quando un politico viene messo in discussione da atti giuridici si dimette.
Questo non vuol dire che le dimissioni rappresentino un'accettazione di responsabilità, ma nel momento in cui si è inquisiti, ci si toglie dal campo per andare a difendersi. E' successo in Francia al Ministro delle Finanze, è successo al Cancelliere Kohl in Germania; quindi, sono atti significativi.
Il fatto che nel nostro Paese si sia persa questa buona abitudine è un segno di inciviltà, non di maggiore civiltà, perché con il pretesto che la Magistratura è ingerente, accettiamo comportamenti che dovrebbero essere individualmente messi in atto. Apprezzo coloro che nel nostro Paese continuano a comportarsi così, mentre apprezzo meno quelli che non lo fanno.
L'ultima considerazione è la seguente: il problema, che citavo prima relativo al controllo dell'attività della Giunta è, a mio avviso, un problema più generale, che dovremmo affrontare. La nostra Regione è coinvolta in una serie di iniziative importanti e di opere che si devono concludere entro una determinata data, perché è l'evento che lo impone.
Sono molto preoccupato da questo fatto, perché mentre si mettono in atto delle procedure che cercano di accelerare e di semplificare, mentre non ci si preoccupa dei controlli.
Penso sia un problema generale, che non è legato solo alla trasparenza economica; è un problema più complesso, che riguarda anche come vengono svolti i lavori, gli incidenti sul lavoro che avvengono. Sono tutte questioni sulle quali, a causa delle Olimpiadi 2006 che ci obbligano a rispettare i tempi, non solo c'è un allentamento della tensione sulle procedure, contemporaneamente, non c'è la minima preoccupazione di mettere in atto controlli efficaci. Relativamente ai cantieri dell'alta velocità tanto decantati dal Presidente Ghigo, che tempestivamente hanno completato i lavori, si dimentica di dire che hanno una percentuale di incidenti sul lavoro doppia rispetto al numero di incidenti medi che si verificano nei cantieri, che in questo settore è già molto alto.
Questo aspetto credo che debba essere messo in rilievo, in quanto è preoccupante, così come credo che occorrerebbe avere un'idea sui cantieri delle Olimpiadi 2006 non solo relativamente alle procedure, ma anche in merito a questi aspetti, se i controlli ci permettono di comprendere e di controllare tutto quello che avviene.
Per quanto riguarda l'ultima considerazione rispetto alle interpellanze presentate, non mi pare che le interpellanze avessero semplicemente al loro interno degli elementi che riguardavano l'operato della Magistratura. Mi pare che quasi tutte avessero sollevato ben altri problemi e, da questo punto di vista, mi pare che la risposta del Presidente sia del tutto reticente. In quelle interpellanze erano inseriti degli aspetti che meritavano una risposta e che non avevano nessun rapporto con l'operato della Magistratura. Forse, vale la pena che su questo si insista, affinch finalmente, ci sia una risposta più chiara.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Signor Presidente, non posso che esordire non esprimendo solidarietà all'Assessore per il semplice fatto che l'Assessore non è indagato l'Assessore non è oggetto di alcuna indagine, quindi, al di là dei giornali, non risulta che la Procura stia valutando quella posizione. Che i giornali stiano facendo del terrorismo, del preciso terrorismo, specie il più importante organo di informazione di Torino, pubblicando la foto di una persona che ha avuto, sì, un'imputazione, la nostra collega, ma che nulla c'entra con l'inchiesta, questo è terrorismo giornalistico.
Non esprimo solidarietà perché la solidarietà non è dovuta a chi non è imputato. Questo tanto per mettere immediatamente nella giusta carreggiata la vicenda: non è un processo, perché nel processo c'è l'imputato e, qui l'imputato non c'è.
Esaminiamo la vera vicenda: forse, la vera vicenda qualche problemino politico lo evidenzia. Il Presidente Ghigo ha svolto una relazione puntuale e precisa, ci ha dato i dati e ci ha illustrato lo svolgimento cronologico degli eventi, ma il vero nocciolo della situazione è che l'eventuale sentenza negativa - negativa per la Regione - al Consiglio di Stato, con conferma della sentenza del TAR di primo grado, che già aveva dichiarato illegittima la famosa 3/LAP, non avrebbe portato una lira al signor Tocci perché avrebbe semplicemente modificato i requisiti per proporre la domanda; comunque, non era e non sarebbe stata una sentenza che avrebbe assegnato denari al signor Tocci. A quel punto, il signor Tocci avrebbe avuto diritto a vedersi istruita la pratica, se la pratica aveva i requisiti, il signor Tocci avrebbe preso i quattrini. E' anche vero che, se ciò fosse avvenuto, avrebbe riaperto tutti i termini e avrebbe rimesso l'intero popolo dei non domandanti, in virtù della 3/LAP contributo, nella possibilità, a questo punto, con i criteri modificati, di chiedere.
Credo che sia stato fatto un po' di pressappochismo, ovvero, che si sia valutato in termini di attività forense di tipo privatistico una cosa che invece, sarebbe stata da valutare con attività forense di tipo pubblicistico. E' chiaro che, se ho un cliente privato, cerco di fargli spendere il meno possibile, probabilmente, con questa operazione, la Regione si trova a spendere molto meno di quello che avrebbe speso, ma, se il mio cliente è l'Ente pubblico, questo ragionamento, secondo me, non funziona più.
Forse, la gestione del problema è stata affrontata con una forma mentis inadeguata, giusta in un contesto ed errata in un altro contesto.
Questa, forse, è la vera chiave di lettura, poi, del rilievo penale se ne occuperà la Magistratura. Il Magistrato che indaga è preparato ed è sicuramente esperto dei cosiddetti reati dei "colletti bianchi"; se ci sono dei reati, ho piena fiducia in quelli che saranno gli esiti.
Veniamo alla vicenda Bardonecchia, che, peraltro, non mi sembra essere oggetto di alcuna indagine della Magistratura, ma squisitamente di un'indagine giornalistica.
La vicenda Bardonecchia è null'altro che la richiesta di una ditta alla Regione di vedersi riconosciute delle somme non in virtù di rapporto contrattuale, in quanto avevano già provato a far valere il rapporto contrattuale, ma sotto forma dell'ingiusto arricchimento.
Cosa vuol dire "ingiusto arricchimento"? Tu, Regione, sei proprietaria del bene, io ho fatto dei lavori, nessuno mi ha pagato, quindi, ci rimetto totalmente, ma tu hai una miglioria su quel bene. Allora, io ti chiedo di darmi quella somma, che non è pari a quanto mi è costato farti i lavori, ma è pari al beneficio economico che tu hai dai miei lavori e che ti ritrovi così, senza causa.
Peraltro, è una domanda assolutamente legittima e fondata della ditta rispetto alla quale, giustamente, la Regione si è chiesta cosa fare. Ogni causa vive il suo iter, si devono vedere le prove, le perizie, le controperizie, però, a priori, questa causa aveva la sua ragione di esistere. Il rischio in capo alla Regione di dover versare delle somme a questa ditta, oggettivamente, c'era, sempre a priori, perché ogni causa vive una sua vita autonoma rispetto a quelli che sono i giudizi generali che si danno all'inizio.
Qui si innesta un altro problema rappresentato dalle Olimpiadi. Il 2006 non è certo il paravento dietro il quale dobbiamo andare a nascondere qualunque cosa o a legittimare qualunque cosa, ma, oggettivamente, c'era nella Regione l'aspettativa e la necessità di avere quel bene libero da qualunque tipo di problema non a tempi brevi, ma sin da subito. Siamo già in un ritardo spaventoso e partendo subito non è detto che quell'intervento si realizzi, un autunno o una primavera piovosi potrebbero comprometterlo pertanto, la Regione non poteva perdere un giorno. Qual era il rischio della Regione? Il rischio era che la ditta chiedesse un sequestro conservativo (che forse non ci stava, giudiziale nemmeno, quindi sui sequestri la vedo debole come cosa) o quantomeno un ATP, cioè un Accertamento Tecnico Preventivo, anteriore alla causa, che sarebbe stata meramente economica.
Se la ditta avesse chiesto un ATP, chiaramente quel bene sarebbe stato di fatto inchiodato fino alla primavera prossima, perché l'utilizzabilità a fini cantieristici del bene è legata al fatto estivo. Quindi l'ATP che bloccava per quattro, cinque o sei mesi, avrebbe spostato di un'annualità la capacità di intervento: a questo punto - e concludo - l'assoluta e legittima scelta (legittima fino in fondo) di definire in tempi rapidi e con procedure speciali rispetto a quelle ordinarie.
Personalmente sono contrario agli arbitrati, ma non perché non credo nei lodi o perché penso che i collegi siano tutti corrotti, ma perché gli arbitrati, coi loro professionisti, hanno dei costi folli.
In quell'arbitrato, un arbitro avrebbe presentato una parcella tra i 500 e i 700 milioni di vecchie lire; il Presidente oltre un miliardo.
Queste erano le parcelle.
Ribadisco che ritengo legittima la scelta, ma invito a non optare per l'arbitrato laddove possibile, proprio per i costi e perché forse la giustizia ordinaria, quantomeno sotto il profilo della comunicazione e della gente, viene vista in modo più consono a quello che è il buon governo di una Regione.



PRESIDENTE

Vengono assorbite dalla Comunicazione del Presidente le seguenti interrogazioni e interpellanze: interrogazione n. 2321 dei Consiglieri Palma, Mellano "Applicazione della legge 365/2000" interrogazione n. 2330 dei Consiglieri Palma, Mellano "Circolare 3/LAP risarcimenti corrisposti ex articolo 4 bis, comma 5, della legge 365/2000 e vicenda Prea+altri" interpellanza n. 2331 del Consigliere Saitta "Inchiesta della Procura della Repubblica sulle transazioni regionali: lavori relativi all'ex Colonia Medail di Bardonecchia e transazione Betonfin".
Dichiaro chiuso lo spazio riservato alle comunicazioni.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale) - Assestamento di bilancio

Iscrizione all'o.d.g. dei seguenti punti: disegno di legge n. 552 "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003" Disegno di legge n. 553 "Provvedimento collegato alla legge finanziaria per gli anni 2003 - 2004 - 2005 (articolo 9 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7)" Proposta di deliberazione n. 416 "Conto consuntivo bilancio del Consiglio regionale anno 2002" Disegno di legge n. 532 "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2002"


PRESIDENTE

Il Consigliere Cattaneo mi aveva preannunciato una richiesta di iscrizione argomenti all'o.d.g. ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Approfitto dell'intervento non per dare una stoccatina al collega Marengo, ma per precisare, affinché resti agli atti, che è ovvio che la solidarietà manifestata al collega Brigandì è stata espressa dopo la frase: "metaforicamente è stato messo sulla griglia in questi giorni". Non me ne vogliano i giornalisti presenti, perché sicuramente non sono stati loro, però i giornali hanno "abusato" abbastanza di fotografie e di titoli.
Ciò detto, chiedevo l'iscrizione, con 31 voti, a norma di Regolamento del disegno di legge n. 553 e del disegno di legge n. 552. Sono due provvedimenti finanziari licenziati nella giornata di ieri dalla I Commissione ed erano stati prenotati dalla Giunta regionale in sede di Conferenza di Gruppo e messi in prenotazione puntualmente dal Presidente del Consiglio regionale sulla convocazione odierna.



PRESIDENTE

A che punto li vuole iscrivere, Consigliere Cattaneo?



CATTANEO Valerio

Li vogliamo iscrivere dopo il punto 3) all'o.d.g. relativo alle "Comunicazioni della Giunta regionale".



PRESIDENTE

Esiste anche un punto 3 bis), relativo alla proposta di legge n. 263 "Salvaguardia delle caratteristiche e tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni Walser della Val d'Ossola e Val Sesia", nonché la proposta di deliberazione n. 282 inerente a "Legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 e successive modificazioni. Piano Territoriale della Provincia di Torino".



CATTANEO Valerio

Presidente, confermo la mia richiesta di iscrizione del disegno di legge n. 552 e del disegno di legge n. 553 dopo il punto 3) all'o.d.g.



PRESIDENTE

Su tale richiesta, può intervenire un Consigliere a favore e uno contro.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, mi rivolgo a lei come garante dell'Assemblea, in questo caso come garante dei diritti di una minoranza: dopo che è stato concordato durante la Conferenza dei Capigruppo un o.d.g. su una questione così delicata, ci troviamo di fronte, adesso, tra l'altro senza alcun preavviso, ad una richiesta di inversione punti all'o.d.g.
Noi la consideriamo una lesione dei diritti della minoranza, pertanto chiedo al Capogruppo Cattaneo di ritirare questa proposta. Qualora venga mantenuta, l'unica sua conseguenza sarà quella di complicare tutta la discussione sui punti che rimangono oggi e nei prossimi giorni.
Chiedo che questi aspetti siano valutati. Se pensate che si possano concordare, durante la Conferenza dei Capigruppo, degli itinerari e poi, in aula, a colpi di maggioranza, modificare un programma concordato, nella convinzione che questo sia il metodo giusto per procedere, fatelo pure però accettatene le conseguenze.
Lei, in quanto Presidente del Consiglio, dovrebbe essere garante.



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, è certamente un diritto dell'Assemblea iscrivere degli argomenti all'o.d.g. e scegliere il punto in cui collocarli. Rilevo semplicemente che il punto inerente al bilancio di assestamento della Regione dev'essere collegato al punto 5), ovvero all'assestamento del bilancio del Consiglio regionale, che dev'essere discusso in apertura quindi precedentemente rispetto all'assestamento del bilancio della Regione.
Le formulo, dunque, questa proposta, Consigliere Cattaneo, fermo restando che è un suo diritto richiedere l'inversione dei punti all'o.d.g.
La invito a soprassedere per il momento e ad affrontare questo punto in una Conferenza dei Capigruppo che, senza ulteriori perdite di tempo potremmo convocare per le ore 15.00.



CATTANEO Valerio

Presidente, intervengo nuovamente per chiarire un aspetto. Non vorrei infatti, che la mia richiesta di inserimento di un nuovo punto all'o.d.g.
fosse stata male interpretata dal collega Marcenaro e dall'opposizione, o da una parte di essa.
ovvio che siamo in seduta obbligatoria per l'approvazione di un documento finanziario entro il 31 luglio. Oggi è il giorno 29 luglio, ed è stato licenziato dalla I Commissione. È altresì ovvio che l'assestamento insieme al bilancio, rappresenta forse il punto saliente e centrale dell'azione del Consiglio regionale. È altrettanto ovvio, sgombrando subito il campo da ulteriori equivoci, che chiediamo l'inserimento e l'iscrizione del nuovo punto perché si tratta di un documento prioritario. Per quanto ci riguarda è il motivo per cui, volentieri e con senso di responsabilità senza nemmeno consultare il collega Valvo col quale mi scuso, abbiamo mandato di fatto in coda anche un provvedimento che era già all'attenzione dell'Aula (si era già votato l'art. 1), ovvero la proposta di legge relativa ai Walser, di cui sono relatore. Quando è stato licenziato l'assestamento di bilancio, così come per il bilancio in questi tre anni (abbiamo un'esperienza di soli tre anni), siamo sottoposti ad una data obbligatoria, in questo caso il 31 luglio. Quel documento, essendo un atto fondamentale di Governo, per la Giunta, e dell'Assemblea, in quanto Consiglio regionale, va sopra e davanti a tutto.
altrettanto ovvio, caro collega Marcenaro, e lo abbiamo dimostrato che, a prescindere dal richiamo in Aula del Presidente Ghigo, che peraltro è presente, relativamente alla proposta di deliberazione n. 282 affronteremo anche la legge sui Walser, la proposta n. 282, la proposta di deliberazione n. 438 dopo l'assestamento, ma - aggiungo - chieder l'iscrizione (lo farò successivamente in sede di Conferenza di Capigruppo) del disegno di legge n. 407 che affronteremo qualora vi fosse disponibilità di tempo.
Per quanto ci riguarda, vogliamo affrontare l'assestamento - che è un'urgenza - come abbiamo sempre fatto in questi tre anni e mezzo: sia in occasione del bilancio sia in occasione dell'assestamento.
Non si tratta di una furbata - e termino Presidente - il voler discutere il Piano territoriale dopo l'assestamento, perché vogliamo affrontare sia l'assestamento sia tutto il resto.
Dato che non posso assumermi la responsabilità di proporre personalmente questa richiesta, ancorché Presidente del Gruppo più autorevole della maggioranza, a nome della maggioranza e della Giunta le chiedo una sospensione di tre minuti. Proporremmo a votazione la richiesta questa mattina perché, com'è ovvio, a norma di Regolamento sono necessari 31 Consiglieri, che in questo momento abbiamo, mentre nel pomeriggio potrebbero non essere sufficienti.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma il senso della mia proposta era di poterlo iscrivere tecnicamente con 31 voti, senza andare a toccare l'o.d.g. già prefissato.
Quindi, possiamo iscriverlo - così non sono più necessari i 31 voti - e poi alle 15 convochiamo una riunione dei Capigruppo per organizzare i lavori.
Questa è la mia proposta, altrimenti devo mettere in votazione, così come mi è stato richiesto.
La parola alla Consigliera Manica che interviene sull'ordine dei lavori.



MANICA Giuliana

Presidente, apprezziamo il tentativo di mediazione che sta facendo come Presidente di quest'Aula, ma non riusciamo a comprendere che cosa intenda fare il Consigliere Cattaneo. Dietro ad un'apparente richiesta tecnica, c'è una sostanziale motivazione politica che dura da qualche anno, la cui motivazione è la difficoltà tutta interna a Forza Italia e alla maggioranza relativamente al Piano territoriale provinciale della Provincia di Torino la cui procedura è bloccata da molti mesi in Commissione ed ora si tenta di bloccare la possibilità di procedere in Aula.
Se non è questa la motivazione del Consigliere Cattaneo, mi dovete tecnicamente spiegare che ragione c'é di invertire l'ordine del giorno e di ascrivere l'assestamento prima, quando quella discussione (visto che dobbiamo semplicemente esprimere un parere di congruità perché è già stata sviscerata in Commissione in tutti i suoi dettagli) potrebbe essere risolta in neanche mezzora, comprese le dichiarazioni di voto.
Voglio tecnicamente capire perché invece di una discussione sull'ormai parte residuale della legge sui Walser, che potrebbe riguardare mezzora sorge l'urgenza dell'assestamento di bilancio.
Se sorge questa urgenza, noi di urgenze di iscrizione di nuovi punti all'o.d.g. (visto che abbiamo leggi depositate dall'inizio della legislatura che non sono mai state discusse) ne abbiamo dalle 100 alle 200.
Procederemo con queste richieste se questo è l'ordine di comportamento del Consiglio regionale e dell'assunzione di responsabilità da parte del Capogruppo della maggioranza che, in quanto tale, dovrebbe essere tra i primi a rispettare le regole e la reciproca possibilità democratica di discussione in quest'aula.
Se non è così, allora cambia completamente il quadro dei nostri atteggiamenti.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola ai Consiglieri Saitta e Contu, volevo invitare i colleghi a riflettere sulla mia proposta che forse potrebbe dare un contributo a risolvere il problema: lo si dà per iscritto e si mantiene l'o.d.g. del Consiglio, anche se è ovvio che una riunione dei Capigruppo serva per gestire questi tre giorni d'Aula.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Invito il Collega Cattaneo ad abbandonare quel tono bonapartista che ha assunto in questi ultimi tempi.
Le riunioni dei Capigruppo hanno il significato di concordare l'ordine dei lavori: sono stati definiti in una certa maniera e lei è il garante degli accordi assunti. Se l'accordo non viene mantenuto, è chiaro ed evidente che la minoranza - almeno quella convinta - è legittimata a mettere in atto tutti quegli strumenti per difendere il ruolo concordato all'interno della riunione. Ripeto: tutti. L'invito è di tener conto di quell'impegno - mi rivolgo soprattutto al Consigliere Cattaneo - perch pare abbastanza evidente che ci sia una volontà politica, da parte di Forza Italia e forse della maggioranza, di interferire sulle scelte politiche di una maggioranza e di un amministrazione provinciale di "colore" diverso. E' un fatto molto grave dal punto di vista istituzionale.
Ci sono due chiavi importanti per risolvere il problema, al di là della riunione dei Capigruppo. Il Presidente Ghigo, capo della maggioranza, oltre aver compiuto quell'atto, deve svolgere un ruolo nei confronti della sua maggioranza. Presidente, lei ha compiuto un atto ammirevole; si assuma anche l'iniziativa di tenere a bada la sua maggioranza, altrimenti c' grande ipocrisia. Le chiavi della soluzione del problema, per entrare nel merito, è che esiste una responsabilità che riguarda il Presidente del Consiglio, garante dell'accordo, e il Presidente della Giunta regionale garante della sua maggioranza.
Più che riunione dei Capigruppo occorrono questi due interventi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie Presidente. Il Consigliere Cattaneo ha sollecitato il DDL n.552 ma vorrei segnalare che, al di là dell'assestamento, il DDL 553 provvedimento collegato alla Legge Finanziaria per gli anni 2003-2004-2005 non riveste carattere di urgenza. Non c'è carattere di urgenza e n'è consapevole anche la maggioranza.
E' un'operazione necessaria per dare finanziamento alla legge sui buoni scuola e francamente, di fronte a priorità come l'assestamento e il Piano territoriale, un atto di responsabilità da parte della maggioranza sarebbe gradito, in quanto riporterebbe la situazione nella giuste dimensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Innanzitutto, non si tratta di "tenere a bada" la maggioranza. Come al solito, il Consigliere Saitta, e in parte anche il Consigliere Contu, ha voluto modificare, addirittura in diretta, il quadro reale della situazione.
Ho semplicemente detto - e ribadisco - che in questi tre anni e mezzo ho votato e partecipato a quattro assestamenti e tre bilanci preventivi. Il bilancio, quando mancavano due giorni alla scadenza, sia il 31 dicembre sia il 31 luglio, è sempre passato davanti a tutto.
Ho dato ampia garanzia politica - ampia garanzia politica - nell'essere disposti a stare qua ad affrontare anche gli altri punti dell'o.d.g, dopo l'assestamento che va in testa a tutto per l'esperienza che ho avuto, e per il nostro Regolamento, in successione a questa discussione approfondiremo con tutto il tempo necessario e metteremo in condizione il Consiglio regionale di fare una votazione. Se altri Consiglieri hanno fatto già programmi di andare in vacanza prima, è un problema fuori dall'esigenza di questo Consiglio che noi rispediamo al mittente perch siamo responsabili, come maggioranza poi e come Consiglieri regionali prima. L'intervento che ho fatto è puntuale con l'esperienza e il comportamento di questi anni in Consiglio, mi è stato confermato dal Consigliere Gallarini che ha l'onore di sedere in questa assemblea da diciotto anni e quindi non accetto quello che è stato detto. Accetto perché mi sembra invece un tema costruttivo, la seconda proposta del Presidente che ha avanzato l'ipotesi di con vocare una Conferenza dei Capigruppo per risolvere la questione e poi fatta salva l'iscrizione dei due disegni di legge prenotati, posizionarli nella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

L'aula acconsente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Solo per chiedere, mi sembra che a tal proposti ci sia un accordo vasto, l'iscrizione dell'ordine del giorno relativo ad un appello in occasione della Conferenza di Cancun.



PRESIDENTE

Questa non è una prenotazione, quindi tecnicamente doveva essere fatta all'inizio della seduta, tuttavia se c'é un accordo generale inseriamo la sua richiesta nell'o.d.g.
L'aula acconsente all'iscrizione all'o.d.g. (naturalmente è iscritto anche il rendiconto).
La Conferenza del Capigruppo è convocata alle 15,15 e il Consiglio alle 16,00.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.35)



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