Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.379 del 25/07/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 11.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Burzi, Casoni, Ferrero Ghigo e Vaglio.


Argomento: Gruppi consiliari

b) Variazione cariche Commissioni permanenti


PRESIDENTE

Comunico che in data 18 luglio 2003 è stato eletto Vicepresidente della I Commissione permanente il Consigliere Vincenzo Tomatis del Gruppo UDC.
Comunico, inoltre, che in data 22 luglio 2003 è stato eletto segretario della Giunta delle Elezioni il Consigliere Deodato Scanderebech del Gruppo UDC.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Assegnazione temporanea funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che, con decreto n. 73 del 23 luglio 2003, il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha attribuito temporaneamente le funzioni di Vice Presidente della Giunta regionale, per la seduta di venerdì 25 luglio 2003 all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che si è svolta la Conferenza dei Capigruppo nella quale sono state programmate le sedute del Consiglio regionale previste per la settimana prossima.
Per quanto riguarda la seduta odierna, confermo il suo svolgimento fino alle ore 13.45, essendo prevista la visita al Centro di accoglienza di Corso Brunelleschi. C'era stata una querelle con la Prefettura sull'interpretazione della normativa relativa al diritto di accesso dei Consiglieri regionali; confermo che, da colloqui intercorsi con la Presidenza, il Ministro dell'Interno e la Prefettura, i Consiglieri regionali possono accedere al Centro di accoglienza, in quanto si ritiene applicabile per analogia la normativa esistente sul diritto di accesso alla carceri e, in generale, sui poteri ispettivi dei Consiglieri regionali.
La parola al Consigliere Tapparo che interviene sull'ordine dei lavori.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, volevo ricordarle che martedì scorso lei si era formalmente impegnato, qui, in Aula, relativamente alla mia richiesta di poter dare spazio alla nostra funzione ispettiva, facendo sì che questa mattina ci fosse, piccolo o grande, uno spazio anche per le interrogazioni e interpellanze, che, come avevo detto, ormai marciscono abbondantemente.
Volevo una spiegazione, ricordandole che l'Aula è sovrana, quindi, è sovrana anche rispetto alle decisioni dei Capigruppo, perché può essere qui definito anche questo problema che lei, solennemente, si era impegnato a dare attuazione per questa seduta.



PRESIDENTE

Mi sono impegnato a recepire la sua istanza, infatti, la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che, pur essendo programmate una serie di sedute per affrontare le sessioni di bilancio, di assestamento e il Piano territoriale di Torino, nella seduta di martedì ci sarà lo spazio adeguato per il sindacato ispettivo.
La parola alla Consigliera Manica che interviene sull'ordine dei lavori.



MANICA Giuliana

Come Capogruppo e opposizione, in data odierna, avevamo chiesto una comunicazione del Presidente della Giunta sulla vicenda Brigandì. Poich lei, nella riunione dei Capigruppo, ci ha comunicato alcune cose sulla collocazione di questa comunicazione, non vogliamo fare polemiche inutili su queste vicende, perché riteniamo che si debbano svolgere dibattiti seri però, credo che almeno una sua comunicazione all'Aula per spiegare qual è l'ordine dei lavori sia dovuta.



PRESIDENTE

Volentieri, colleghi: abbiamo stabilito che le comunicazioni richieste che peraltro la Giunta intende assolutamente fornire, si svolgeranno martedì mattina in apertura di seduta. Martedì, si inizierà con le interrogazioni e interpellanze, le comunicazioni della Giunta, segnatamente con la presenza del Presidente Ghigo, successivamente, il Piano territoriale della Provincia di Torino e la prenotazione del bilancio di assestamento e collegato, che, nel frattempo, dovrà essere licenziato dalla Commissione.
Abbiamo previsto sedute per martedì alle ore 10 e 14.30; mercoledì alle ore 10 e 14.30; giovedì anche con la convocazione serale e notturna, con la possibilità, ma è una mera possibilità, perché si spera di concludere i lavori nella giornata o nella nottata di giovedì, di proseguire anche nella giornata di venerdì, si tratta di una prenotazione.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Proseguimento esame proposta di legge n. 263: "Salvaguardia delle caratteristiche e tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni Walser della Val d'Ossola e Val Sesia"


PRESIDENTE

L'esame della proposta di legge n. 263, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Dovevamo rifare una votazione.
ARTICOLO 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere e Placido: "l'articolo 1 è abrogato".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1).
Si constatata la mancanza del numero legale.
Dichiaro non valida la votazione.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale, sospendo la seduta per un tempo non inferiore a 30 minuti.



(La seduta sospesa alle ore 11.12 riprende alle ore 11.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Rinnovo la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1).
Si constatata la mancanza del numero legale.
Dichiaro non valida la votazione.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale, sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 11.55 riprende alle ore 12.22)



PRESIDENTE

Rinnovo la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.1).
Il Consiglio non approva.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere e Placido: l'articolo 1 (Finalità) è così interamente sostituito: "1. Dopo il comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale n.. 26/1990, è aggiunto il seguente: 2 bis). La Regione Piemonte promuove e realizza progetti, di concerto con le associazioni culturali di minoranza linguistiche storiche presenti sul territorio regionale, per lo studio delle lingue e delle tradizioni culturali degli appartenenti a minoranze linguistiche riconosciute ai sensi dell'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche)".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Approfitto dell'illustrazione del presente emendamento - mi rivolgo, in particolare, al collega Valvo, che rappresenta, in qualche modo, un riferimento per la proposta di legge n. 263, essendo primo firmatario per ricordare che abbiamo presentato altri due emendamenti, uno all'articolo 4 e uno al Titolo, che tentano di proporre una soluzione che tenga conto delle intenzioni dei proponenti, ma anche del quadro in cui ci muoviamo. Nello specifico, i due emendamenti vanno nella direzione di ritenere questa proposta di legge (come un'altra che abbiamo presentato) una modifica alla legge n. 26, e offrono alla Giunga regionale la possibilità di poter costituire, ove fosse necessario, delle Commissioni interprovinciali che facciano riferimento alle minoranze linguistiche.
evidente che, qualora vi fosse la condivisione su questi due emendamenti, rientreremmo in un percorso condiviso che aprirebbe la strada alla modifica alla legge n. 26, che riteniamo comunque necessaria. Sono passati ormai tredici anni, al di là di alcuni aggiustamenti messi in atto gli anni scorsi. Mi auguro, quindi, che dopo l'illustrazione di questo emendamento vi sia una risposta, da parte del collega Valvo o degli altri presentatori della proposta di legge n. 263, a questa nostra proposta, che tenta di vedere questo provvedimento non tanto a favore e contro altre minoranze linguistiche presenti nella nostra Regione, ma con un'attenzione ulteriore. In alcuni casi, possiamo anche condividere che non tutte le minoranze possano essere oggetto di uguali attenzioni, magari per momenti particolari, per momenti storici, per ricorrenze significative, per necessità di interventi ad hoc su territori della nostra Regione, o perch si creano delle condizioni che non esistevano nel momento in cui era stata votata la legge n. 26. Insomma le modificazioni che possono determinare e richiedere un'attenzione e un intervento particolare sono molteplici. È per questo motivo che presentiamo un emendamento che dà alla Giunta, qualora se ne crei la necessità, il mandato di prendere in considerazione l'idea di interventi ad hoc e di creare Commissioni (a quel punto si valuterà come).
Si tratterà di Commissioni e non di Consulte, anche se oggettivamente non vi è una grandissima differenza.
Riteniamo che la Giunta possa, quando necessario, stabilire se e come costituire tali Commissioni. Ho utilizzato buona parte del mio intervento per motivare lo scopo dei due emendamenti aggiuntivi. Non intendiamo certo allungare o diluire i lavori di questa strana mattinata. Mi auguro, per che martedì prossimo, dopo le necessarie comunicazioni, si possano riprendere i regolari percorsi lavorativi, considerando gli argomenti di cui ci dobbiamo occupare. Ecco perché chiedo ai colleghi di mostrarci qualche segnale di condivisione in questo percorso che ci permetterebbe di licenziare rapidamente questa proposta di legge, intesa, a questo punto come modifica della legge n. 26.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori interventi sull'emendamento, chiedo il parere del relatore.



CATTANEO Valerio

Esprimo parere contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Condivido la proposta di emendamento presentata dai colleghi Suino Muliere e Placido, perché tenta, con una inversione a "U" forse castigata dal nuovo Codice della strada, che in questo caso potrebbe essere opportuna, di ricondurre il tema in discussione all'interno dell'alveo naturale che è la riforma della legge n. 26 del 1990.
Rappresenterebbe un tributo formale alla verità dei fatti, un segno positivo per ricondurre, all'interno della legge n. 26, tutte le eventuali proposte di legge da me pronosticate e temute che arriveranno dopo l'approvazione di questa legge.
Crederei opportuno sollecitare, ai Consiglieri Cattaneo e Valvo un'attenta riflessione sull'emendamento in discussione e sugli altri presentati in corso d'opera dai colleghi del Gruppo DS.
Sarebbe opportuno farlo e in questo senso mi riservo di intervenire ulteriormente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

L'ancora di salvezza messa a disposizione dai colleghi per evitare una scelta, con questa proposta di legge, apre una lacerazione all'interno dell'articolato mondo delle minoranze linguistiche della nostra regione.
Come si comporterebbe il relatore se per il franco provenzale, per gli occitani o per i piemontesi, venisse presentato lo stesso provvedimento? Come sarà necessario agire? Il senso della legge madre che regola le minoranze linguistiche rafforzata dalla legge nazionale che crea, però, un grave vulvus rispetto alla lingua piemontese (con l'esclusione di questa), riceve da questo provvedimento - che di per sé potrebbe essere apprezzabile essendo un arricchimento e un contributo alla valorizzazione del nostro patrimonio linguistico - una gerarchizzazione del nostro articolato patrimonio linguistico.
Con massimo rispetto ai Walzer, non vedo perché i franco-provenzali debbano considerarsi persone di serie B dalla legislazione piemontese.
Voi della maggioranza, voi della Casa delle Libertà, con questa proposta di legge sostenete che debba esistere una comunità di rango superiore per quanto riguarda la tutela linguistica, rispetto ai franco provenzali, agli occitani e ai piemontesi.
E' un atteggiamento vergognoso: dovremmo poi spiegare alle altre minoranze linguistiche come la Casa della libertà, caro Consigliere Cattaneo, si comporta in concreto. Altro che chiacchiere - magari anche da parte della Lega - qui si sta facendo un regalo che, solo se trascinasse tutte le minoranze linguistiche, sarebbe un valore.
Voi dite che una lingua é superiore alle altre: ripeto, non si capisce la ragione per cui i franco-provenzali debbano essere di serie B.
E' chiaro che da domani, dopo l'approvazione della legge, inizieremo una campagna per dire - anche ai colleghi della Lega che parlano della tutela del piemontese - che si è sostenuto un provvedimento che fa diventare di serie B il piemontese, il franco-provenzale e l'occitano. Non si capisce bene il perché (in gergo si direbbe in un certo modo della politica; magari lo diciamo all'esterno) si compie un'azione circoscritta ad una piccola comunità. Comunità che è rispettabilissima, ha una storia centenaria, ma la si fa in danno e in spregio ad altre. Nemmeno facendo un "rattoppo" di tanti altri provvedimenti che ripetono la legge anche per i franco-provenzali, gli occitani e i piemontesi, caro Consigliere Mellano si riesce a salvaguardare, anzi, peggioriamo la situazione.
Lasciamo che la Casa delle Libertà si assuma le responsabilità con questo provvedimento e andremo a parlare con ai franco-provenzali, agli occitani e ai piemontesi, dicendogli qual'è la filosofia che sostiene, sul problema delle minoranze linguistiche, la Casa delle Libertà, questa maggioranza, e la maggioranza Ghigo.
Dunque è un provvedimento pericoloso. In sé potrebbe avere un valore ma dovrebbe riverberarsi su tutto il problema delle minoranze linguistiche.
Così com'è, caro relatore, vi assumerete le responsabilità non potendo "infinocchiare" nessuno. Dietro alle vostre argomentazioni, espresse nella relazione introduttiva e negli interventi, non c'è nulla che dia sostanza alla discriminazione che sta avvenendo, rispetto alle altre minoranze linguistiche. Lo dico a coloro che vivono nel cuneese vicino alla Comunità occitana; lo dico a coloro che vivono nelle Valli del Chisone, della Germanasca, della Valle di Susa, delle Valli del Canavese che vivono vicino alle comunità franco-provenzali: controlleremo questo voto e andremo a dire, non con le chiacchiere ma nella realtà, qual è stato il comportamento sul problema delle minoranze linguistiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie Presidente. L'intervento del collega Tapparo mi ha lasciato, non senza meraviglia, un po' di stucco, sia per il livore con il quale ha voluto, in un tentativo raffazzonato ed impreciso, demolire l'impianto legislativo e il merito della proposta di legge (che insieme al collega Cesare Valvo ho presentato ormai quasi due anni fa) sia - mi ripeto - per il modo impreciso e superficiale con il quale ha espresso considerazioni che ora intendo smontare e rispondere.
Prima, però, è necessario riconoscere una differenza (forse perch hanno avuto il privilegio o, almeno la bontà, di essere in aula soprattutto nel momento in cui abbiamo incardinato il progetto di legge) con il Gruppo dei Democratici di Sinistra che ha invece - riconosco e chiedo scusa per il parere secco di rifiuto rispetto all'emendamento del Consigliere Placido: resta il voto negativo, ma non avevo capito semplicemente perché non mi erano stati ancora fatti pervenire dalla Segreteria d'Aula, che nel frattempo erano stati presentati, altri due emendamenti, soprattutto quello sostitutivo dell'articolo 4 del progetto di legge.
E' ovvio, collega Tapparo, che lei tenti di dividere - sapendo fare molto bene il politico, sia per la sua esperienza parlamentare sia per essere stato Consigliere regionale per quattro legislature - la Casa delle Libertà, i territori e i Consiglieri all'interno dei singoli Gruppi dicendo: "Ma come, chi sono questi Walser? Quattro "pezzettini" che hanno inventato una stufa 750 anni fa, a fronte dei piemontesi, degli occitani piuttosto che i franco-provenzali?".
E' ovvio - e in discussione generale lo avevamo già espresso, così come lungamente in Commissione (forse alcune volte lei non era presente) - che vogliamo dare la stessa identica attenzione anche a queste minoranze linguistiche. Ci mancherebbe. Ed è ovvio che la sede deputata, l'alveo della discussione, non può che essere una modifica della legge n. 26.
Presiedo, tra l'altro, un Gruppo formato da 21 Consiglieri che ha l'onore e onere di rappresentare, all'interno di questo Consiglio regionale, tutto il territorio piemontese (le otto Province). Lei pensa che non abbia la sensibilità di fare ragionamenti politici su questo tema all'interno del mio Gruppo o all'interno della maggioranza? Per l'amor del cielo, è libero di farlo, ma mi sottovaluta (scusi la presunzione).
Collega Tapparo, lei non può accusare Consiglieri regionali, magari inesperti e di prima legislatura o provenienti da piccoli territori che lei non ama o che vede come pericolo o, addirittura sovversivi, solo per il fatto di essere stati diligenti sapendo interpretare quanto quelle Comunità (ben 14 Consigli comunali di due Province e due Consigli provinciali di entrambe le Province), con deliberazione unanime hanno posto all'attenzione nostra e del Consiglio regionale.
Noi e il collega Valvo - primo firmatario e ideatore di questa legge abbiamo detto, in occasione della dichiarazione di voto a gennaio 2003: se altri Consiglieri vogliono presentare una modifica organica della legge n.
26 o progetti di legge sulle altre minoranze linguistiche, a cominciare dai Piemontesi, dai franco-provenzali agli Occitani - disponibili ad accorpare, disponibili a portare la proposta di legge nell'alveo della legge n. 26.
Questo non é stato fatto, ad eccezion fatta, abbiamo già avuto modo di confrontarci e di dibattere nel corso della scorsa seduta, per il Consigliere Placido del Gruppo DS. E' una presunzione e una interferenza inaccettabile per un legislatore regionale diligente che dopo otto mesi si "sveglia" - con tutta l'autorevole intelligenza e competenza che riconosciamo al Consigliere Tapparo - e dice: "fermi tutti, voglio fare questa cosa".
Per quanto ci riguarda, proprio per dimostrare la nostra disponibilità a fronte di un'approvazione di questo progetto di legge - sulle motivazioni non ci ritorno, avrò modo di ritornarci se il dibattito andrà avanti anche se l'ho già fatto in modo abbastanza esauriente, magari non condivisibile in sede di discussione generale, ma siamo disponibili - dicevo, qualora vi fosse una modifica della legge n. 26, a prevedere, così come mi sembra anche il Consigliere Placido, in modo non così surrettizio ma in modo esplicito paventava, ad assorbire questo progetto di legge, legge se diventerà tale, in una modifica complessiva della legge n. 26.
A questo proposito con la stessa fermezza con la quale, come relatore, non possiamo accettare la modifica del titolo - e non avrebbe logica - la nostra disponibilità, invece, ad azzerare la legge una volta modificata la legge n. 26. Mantenere salva la nostra iniziativa legislativa, è una risposta seppure parziale, ma a cui molto crediamo.
Certamente, invece, daremo parere favorevole all'emendamento dell'articolo 4 che, di fatto, già con il tram della legge, da la possibilità, alla Giunta regionale, di istituire le commissioni interprovinciali provinciali, o regionali non solo per questa minoranza linguistica, ma anche per le altre tenendo conto che il titolo non viene modificato e demandando ad un atto amministrativo, anche per una migliore tecnica legislativa. Quando si va ad individuare una consulta blindata all'interno di una legge, diventa difficile modificarla o diventa difficile istituirla per un'altra minoranza linguistica come mi sembra l'intervento del Consigliere Tapparo volesse sollecitare.
Potremmo trovare una soluzione a fronte di una nostra disponibilità e sensibilità che ho rinnovato con questo intervento, di ritirare gli altri emendamenti, votare l'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 4 mettere in condizione il Consiglio di approvare questa legge. Il nostro totale impegno a rivedere, nell'alveo di una modifica più complessiva della legge n. 26, dove mi auguro che anche il Consigliere Tapparo porterà delle proposte che valuterò con la dovuta attenzione per inserire, e dare una maggiore organicità, tenendo conto anche delle esigenze e dell'aspetto culturale delle tradizioni di estrema importanza che hanno minoranze come i franco-provenzali, gli occitani e i piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valvo per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Francamente ritengo di non essere un tuttologo, infatti non intervengo così forzatamente su ogni argomento che viene discusso in Consiglio regionale tanto per intervenire perché comunque il Consigliere deve dire qualcosa su tutti gli argomenti che sono in discussione in Consiglio. Ne tanto meno mi permetto di presentare degli emendamenti all'ultimo momento senza conoscere le motivazioni che hanno portato alla presentazione, da parte di Consiglieri, di un determinato provvedimento, di una determinata proposta di legge. Non ho mai presentato emendamenti all'ultimo momento emendamenti di tipo sostanziale o ostruzionistico - senza conoscere l'iter che il provvedimento ha avuto in Commissione.
Potrei quasi intervenire per fatto personale dopo l'intervento del Consigliere Tapparo che ha lanciato accuse di discriminazione: "andremo a dire delle minoranze che vengono preferite ad altre minoranze". Vorrei ricordare al Consigliere Tapparo che questa proposta di legge è stata presentata, dal sottoscritto e da altri Consiglieri, il 21 febbraio 2001 che in Commissione c'è stata un'ampia discussione sul provvedimento, che qualche Consigliere, in quella sede, si era stracciato le vesti dicendo "ci sono altre minoranze" ecc. Prendo atto che in Piemonte ci siano altre minoranze, provengo dalla provincia del Verbano-Cusio-Ossola, sono stato sollecitato a presentare una proposta di legge a tutela delle minoranze Walser che ritengo di conoscere abbastanza bene. Sono minoranze tipiche di questo territorio e ho presentato una proposta di legge a tutela di queste minoranze.
Altri Consiglieri, in Commissione, si sono dichiarati conoscitori delle minoranze occitane, delle minoranze franco piemontesi, hanno gridato allo scandalo, che si sarebbe dovuto modificare la legge madre, io dissi che prendevo atto di quello che dicevano, tuttavia, non conoscendo altre minoranze linguistiche, non mi sono permesso di presentare proposte di legge in tal senso (riconosco che la strada migliore sia quella di modificare la legge n. 26 del 1990). Ho anche precisato che, nel mese di settembre, si celebreranno i 750 anni dell'insediamento delle comunità Walser sul nostro territorio, avrei avuto piacere che questa proposta di legge potesse essere approvata dal Consiglio.
Tuttavia ho anche ribadito in Commissione, e l'ho detto la settima scorsa intervenendo in Consiglio, che non avrei sollecitato l'esame di questa proposta di legge licenziata dalla Commissione Cultura se non trascorsi tre o quattro mesi, in modo tale da verificare se, quei Consiglieri che avevano così a cuore le altre minoranze, quei Consiglieri che oggi asseriscono di andare sul territorio a dire che è stato fatto con questa proposta di legge, un atto discriminatorio, di presentare a loro volta delle proposte di legge modificative della legge n. 26 del 1990 o delle proposte di legge a tutela delle altre minoranze linguistiche. Questo non è stato fatto. Ricordo che la proposta di legge che mi vede primo firmatario è stata licenziata dalla VI Commissione il 26 gennaio 2003 siamo nel mese di luglio, sono passati sei mesi, nessun Consigliere si è premurato di tutelare le minoranze linguistiche che dichiara, oggi, di avere molto a cuore, allora credo di essere legittimato a sostenere e chiedere ai Consiglieri l'approvazione di questa proposta di legge.
Condivido la proposta avanzata dal Consigliere Cattaneo, proprio per venire incontro alle aspettative degli altri Consiglieri che consentono di aprire uno spiraglio in questa proposta di legge per la costituzione di commissioni che coinvolgano altre minoranze linguistiche. Ritengo che il comportamento di taluni Consiglieri sia stato scorretto perché sono arrivati ancora emendamenti questa mattina per snaturare il contenuto di questa proposta di legge e respingo al mittente le accuse fatte all'ultimo momento dal Consigliere Tapparo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà



TAPPARO Giancarlo

Riconfermo quanto detto e cercherò anche di fare un approfondimento.
Voglio segnalare che alcuni Consiglieri hanno presentato, in questa materia, nel mese di maggio, una proposta di legge che va in questa direzione. Voglio anche ricordare che i problemi che ho sollevato sono stati fatti anche emergere in Commissione (ricordo proprio l'affermazione del Consigliere Mellano).
Voglio dire che essendo l'unico Consigliere del mio Gruppo non posso coprire il lavoro di tutte le Commissioni e, quindi, l'aula è sovrana, è quella che verifica l'attività delle Commissioni. Torno a dire che ci deve essere un approccio organico alla notizia e non basta, come dice il Consigliere Cattaneo, promettere che si proporrà un provvedimento analogo per le altre minoranze linguistiche; una di queste non è la franco piemontese, ma la franco-provenzale (volevo solo precisare al Consigliere Valvo la terminologia di questa comunità che vive nelle valli alpine della provincia di Torino).
Siamo in una situazione di forte e pesante lavoro del Consiglio, perch vi è una serie di provvedimenti legislativi che difficilmente potranno permettere di dare una corsia preferenziale a provvedimenti analoghi che eventualmente, domani mattina il collega Cattaneo presentasse su questa materia (tra l'altro, lui è della maggioranza ampiamente premiata dalla legge elettorale, che andrebbe corretta anche in questo tipo di premio).
Questo aspetto è esagerato e, nella proposta di legge per il sistema elettorale che ho presentato insieme ad altri colleghi, si propone di temperare un po'.
A parte questo, già nella legge nazionale sulle minoranze linguistiche è stato compiuto un fatto grave, in quanto la lingua piemontese non è stata riconosciuta come minoranza linguistica. Occorre sanare quello che è un vulnus rispetto al piemontese, che viene posto in una condizione inferiore rispetto alle altre minoranze linguistiche.
La celebrazione dei 750 anni è un avvenimento notevole, perché la storia della minoranza Walser e del suo patrimonio linguistico, che si è affinato nel tempo (ricordo che loro erano portatori di una lingua tedesca quando sono andati a lavorare nelle miniere della Val Sesia, delle valli valdostane, a ridosso del massiccio del Monte Rosa).
Ma come si fa a svolgere un'operazione, dicendo che influirà poco nei confronti delle comunità occitane, franco-provenzali e piemontesi, e poi se ne fa un'altra, in anticipo, solo per una di queste? Cercherò di spiegare, da oggi pomeriggio, con un comunicato stampa e delle lettere a tutte le associazioni, magari organizzando dei convegni e seminari, cosa è avvenuto.
Vi è un'operazione in corso, per una di queste minoranze linguistiche.
Ho già detto che quell'operazione non sarebbe sbagliata, se fosse estesa anche alle altre minoranze. E' un'operazione importante, ma che discrimina perché pone in una diversa graduatoria il livello di attenzione che questa Assemblea esprime per le minoranze linguistiche.
Farò quello che è nei miei diritti: avvisare le minoranze linguistiche anche quella piemontese, di questo tipo di scelta, che declassa la loro posizione rispetto a una rispettabile altra minoranza linguistica.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.2).
Il Consiglio non approva.
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Suino e Muliere: all'articolo 1, le parole seguenti la parola "territoriale", sono così sostituite "delle popolazioni Walser, franco-provenzali ed occitane presenti nel territorio regionale, la Regione detta i principi fondamentali ai quali intende ispirare la propria azione a sostegno della salvaguardia delle caratteristiche e delle tradizioni linguistiche e culturali di dette popolazioni".
La parola al Consigliere Placido, per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. E' evidente che questo emendamento prova ad allargare il ventaglio dei beneficiari, nel far sì che questa legge non si rivolga solo a una minoranza. Tra l'altro - come ho già detto - non ho niente contro le minoranze di ceppo germanico, ma il nostro tentativo è quello di non restringere il provvedimento unicamente alla minoranza Walser, ma di allargarlo anche alle altre minoranze presenti in Piemonte (quella catalana, franco-provenzale e occitana; non tanto quella piemontese, anche se, su questo, il silenzio della Lega è assordante evidentemente, i piemontesi non sono difesi dalla Lega).
Con molta simpatia e cordialità, voglio ricordare al collega Valvo - mi auguro che ne prenda atto e rettifichi nel prossimo intervento - che il nostro Gruppo ha presentato una proposta di legge che si riferisce alle minoranze linguistiche storiche riconosciute dalla legge nazionale.
Conseguenti col nostro ragionamento, l'abbiamo presentata come modifica alla legge 26, non tanto come integrazione o sostituzione della proposta di legge su cui stiamo dibattendo.
Se accettate questo emendamento, è evidente che si pone anche il problema del titolo, che è specifico sulle popolazioni Walser; popolazioni che non conosco bene, ma con le quali ho avuto qualche contatto, essendo andato qualche volta nelle zone in cui risiedono (tra l'altro, sono zone molto interessanti dal punto di vista turistico, e invito i colleghi che non l'abbiano fatto, a visitarle, perché ne vale la pena).
Pertanto, non siamo assolutamente contro le popolazioni Walser, ma ci lascia a dir poco perplessi un provvedimento come questo che si riferisce a una sola minoranza, tralasciando completamente le altre.
In attesa dell'eventuale modifica della legge 26 - che ci auguriamo come ho già detto - presenteremo delle proposte di legge nei confronti delle altre minoranze linguistiche presenti in Piemonte; saremo, poi costretti a discuterle tutte insieme.
Questo è il motivo che ci ha portati a presentare l'emendamento, che ha l'obiettivo di coinvolgere anche le minoranze franco-provenzali e occitane presenti sul territorio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per un chiarimento. L'ho già detto più volte al collega Placido, ma probabilmente fa finta di non aver sentito o preferisce che lo dica in modo ufficiale: come Lega Nord abbiamo assolutamente intenzione di tutelare la lingua ufficiale della Regione Piemonte, che è il piemontese; non solo, abbiamo intenzione di tutelare la minoranza linguistica franco-provenzale e occitana.
Informo i colleghi che vorranno partecipare ed eventualmente i giornalisti - ahimè, non sono più presenti - che giovedì alle ore 12 faremo una conferenza stampa per presentare analoghe proposte di legge a quella presentata sui walser per la minoranza franco-provenzale, per la minoranza occitana e per i piemontesi, in modo che le stesse agevolazioni concesse ai parlanti lingua walser e alla zone e ai Comuni riconosciuti walser siano date anche alle minoranze e ai Comuni franco-provenzali occitani e piemontesi.
Come Lega Nord, noi facciamo quello che ci pare giusto fare, che avevamo già anticipato in modo informale e che oggi esprimo in modo assolutamente formale ed ufficiale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Questo modo di legiferare per intervenire sulla legge generale per quanto riguarda le minoranze linguistiche è veramente curioso. Sarebbe bene, Assessore Leo, che lei - visto che ha la delega e interviene in questa materia - esprimesse a nome del governo regionale la sua posizione su questo provvedimento, perché anche se la Lega presenta, come potremmo fare alcuni di noi, questi provvedimenti aggiuntivi, dubito - nel mese di agosto lo escludo - che poi, quando si avvia la sessione di bilancio, la discussione del DPF, ecc., ci sia una corsia preferenziale che non rischi di creare un abisso temporale tra l'approvazione del provvedimento di oggi e quelli della Lega e di altri domani. Per cui lei, Assessore Leo, con questa legge potrebbe trovarsi a gestire una minoranza linguistica in una posizione superiore rispetto alle altre, e dovrà anche andarglielo a dire.
Capisco che lei, Assessore, andrà a tutti i convegni dei piemontesi dei franco-provenzali, degli occitani e porterà benedizioni e conforto però nella sostanza la legislazione della Regione Piemonte presentasse una frattura tra il livello di attenzione di una gloriosa, importante, seppur piccola, minoranza linguistica, quella walzer, e le altre. E se lei non prende posizione e non dice qualcosa di chiaro in questo senso, oggi pomeriggio informerò del suo silenzio, con i mezzi che ho - piccolissimi ovviamente, così insignificanti che penso non le daranno nessun problema come non daranno nessun problema ai Gruppi della maggioranza - e dirò che in qualche modo si compie il grave atto di porre una minoranza linguistica in una posizione diversa dalle altre.
Poi c'è il problema del piemontese, che è un problema più grosso perché sappiamo che la legge nazionale non lo interpreta come lo avrebbe dovuto interpretare. Sul piemontese dobbiamo fare uno sforzo aggiuntivo proprio per evitare che la carenza della legge nazionale possa creare un ulteriore danno a quello che è il patrimonio linguistico più grande del Piemonte. Ovviamente i patrimoni linguistici non si misurano a chili perché anche la comunità walzer, che è piccola, ha un significato che deve vedere una pari tutela rispetto a quelle più grandi, ma non può avere un vantaggio.
E poi voglio dire al Presidente di questo consesso - in questo momento non mi sta ascoltando, è in altre questioni attento - che sarebbe un po' anche opera della guida della Presidenza dell'assemblea evitare che si produca una normativa per pezzettini. Ci siamo sempre detti, l'avete detto anche voi nei vostri programmi, che occorrono leggi quadro, che occorre evitare dispersione, che occorre evitare una produzione legislativa a pezzi, e oggi voi ne date un esempio, entrando in piena contraddizione rispetto alle vostre stesse indicazioni programmatiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Obiettivamente provo un certo senso di disagio, perché quando ero giovane e adolescente seguivo dalle lontane zone della provincia di Cuneo i dibattiti che avvenivano in Consiglio regionale durante la prima ondata di presenza leghista federalista in questi banchi e c'era qualcosa un po' di comico, perché ricordavo le cronache giornalistiche che riportavano interventi in lingua redarguiti dal Presidente di turno per richiamare l'obbligo ad una traduzione simultanea e immediata di quanto detto; c'era il provenzale e il piemontese in un susseguirsi anche di interventi di ottimo livello.
Siamo qui invece oggi a discutere - ma è anche colpa mia e me ne assumo sicuramente buona parte di responsabilità - di un provvedimento apparentemente importante, ma piccolo e di settore, insomma molto ridotto che però implica una serie di problemi e apre una serie di questioni che davvero in quest'aula hanno avuto ben altro rilievo, ben altro valore, ben altra presenza. Di conseguenza non bastano, caro collega Rossi, le dichiarazioni quasi belliche in una raffica di presentazioni di progetti di legge che sicuramente farete; di questo ne ero sicuro e l'avevo anticipato già negli interventi in Commissione e in aula. Manca però, caro Presidente Cattaneo, il senso di una politica; questo è un problema che in questi anni davvero ha toccato delle corde di sensibilità non perché c'è stato il successo di una formazione come la Lega, ma perché obiettivamente sono state riscoperte, anche nella popolazione, anche in un sentimento diffuso della cittadinanza piemontese, le proprie radici, e le proprie radici all'interno della propria identità, anche linguistica, di patrimonio storico-culturale.
Qui rischiamo di intervenire su una tempistica dettata dal calendario della storia; rischiamo di intervenire con una legge di relativa importanza rispetto a una parte di popolazione piemontese, creando a cascata un disastro.
Ringrazio della presenza e dell'attenzione l'Assessore Leo, ma su questo bisognerebbe davvero capire qual è la linea di politica culturale dell'Assessorato e della Giunta regionale.
Qualche settimana fa abbiamo discusso in quest'aula la modifica di una declaratoria di un settore specifico dell'Assessorato alla cultura e all'istruzione perché sembrava fondamentale per la difesa del patrimonio culturale e linguistico del piemontese, che qualcuno - forse sbagliando dichiara in quest'aula essere la lingua ufficiale del Piemonte; il collega Rossi così si è espresso rispetto al piemontese e quindi sarebbe anche opportuno capire forse dal Presidente Cattaneo, che rappresenta l'unico Gruppo che in qualche modo raccoglie tutte le presenze culturali di tutto il Piemonte, qual è la linea di questa maggioranza, di questa Giunta.
Non si può in qualche modo liquidare, sbeffeggiandolo, un intervento alto e accalorato perché appassionato e non dettato da interessi legittimi o illegittimi, come quello del collega Tapparo. Il collega Tapparo ha richiesto a quest'aula un'attenzione che questo problema merita, non tanto perché ci sono di mezzo i walser e i 750 anni di storia, non tanto perch c'è di mezzo una politica complessiva culturale della Regione Piemonte, ma perché abbiamo sempre parlato di tecnica legislativa; ci sono i convegni i libretti, le istruzioni per l'uso per i Consiglieri e poi facciamo il contrario di tutto e ci limitiamo a rincorrere le esigenze e le occasioni del momento.
Quindi, collega Cattaneo, questa legge si può approvare; per questo non morirà nessuno e non sarà la fine del mondo. Per quanto mi riguarda, mi limito a votare gli emendamenti dei colleghi del Gruppo DS, che in gran parte condivido e che ritengo siano uno stimolo puntuale e preciso per una riflessione, anche dell'ultimo minuto (meglio alla fine che mai).
Però in questo campo - proprio per onorare la storia di questo Parlamento regionale, come lo chiamano i Consiglieri leghisti - esiste la storia di un'attività e di un'azione svolta in quest'aula dai Consiglieri che ci hanno preceduto e su cui c'è stata una grande passione, una grande mole di interventi che noi, in qualche modo, liquidiamo con l'approvazione di una Consulta a 24 nomi - e se non ci va bene ne aggiungiamo altri tre e ne togliamo due, così siamo tutti d'accordo. Mi sembra, collega Cattaneo un problema per la Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Collega Mellano, voglio proprio prendere spunto dalle sue ultime considerazioni, innanzitutto sgombrando il campo da ogni polemica, nel senso che io non ho sbeffeggiato nessuno, perché ho il massimo rispetto del collega Tapparo, sia come Consigliere regionale sia come uomo. E' chiaro che, a fronte di un suo intervento anche non senza passione accorata, con altrettanta passione gli ho risposto, ma proprio in termini né offensivi n con volontà di sbeffeggiare nessuno, perché non è né mio costume né fa parte della mia cultura di uomo e di politico - e questo lo dico subito con altrettanta chiarezza.
La seconda questione è la seguente. Lei, come talvolta può succedere perché succede anche a me - è distratto, perché sia il sottoscritto sia nel finale, il collega Valvo, primo firmatario, abbiamo subito rimosso il problema da lei posto in conclusione del suo intervento. Avevamo detto - e lo ribadiamo - che l'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 4 da noi presentato - che era già un'apertura per evitare la Consulta specifica sulla minoranza linguistica walser, così come nella prima formulazione originaria nel testo di legge dell'articolo 4 - lo ritiravamo. Avevamo altresì detto che avremmo accettato e votato favorevolmente, per rendere più agevole il dibattito, l'emendamento che ha come primo firmatario il collega Placido, con il quale veniva introdotta una nuova formulazione dell'articolo 4, demandando ad atto amministrativo la costituzione non di una Consulta, ma di una Commissione interprovinciale per questa e per le altre minoranze linguistiche, qualora fosse necessario, nelle more di una revisione complessiva della legge n. 26, che è e rimane la via maestra.
Vorrei fare alcune considerazioni, Presidente, anche con il rischio di diventare ridondante o ripetitivo, ma in buona compagnia, perché certamente non sarò l'unico. Noi ribadiamo non la promessa, collega Tapparo, ma un impegno, e credo che gli impegni che abbiamo preso fino ad oggi li abbiamo sempre rispettati. Ribadisco quell'impegno in termini pubblici all'interno dell'assemblea legislativa del Consiglio regionale del Piemonte. A proposito della legge n. 26, noi non abbiamo dei progetti di legge specifici come quelli annunciati dai colleghi della Lega, ma avendo la fortuna di essere a capo di un Gruppo consiliare che rappresenta tutto il territorio piemontese, ho già in animo la settimana prossima di dedicare un pomeriggio di lavori, insieme ai colleghi di quei territori, che hanno una presenza e che esprimono le altre minoranze linguistiche (franco provenzale, piemontese e occitano). E' nostra intenzione presentare una modifica organica della legge n. 26, in parallelo con quella presentata lo scorso maggio dal Gruppo DS e le eventuali proposte presentate dalla Lega e da tutti i Consiglieri. Mi auguro che anche lei, come altre volte ha fatto vorrà presentare delle proposte all'interno del dibattito in I Commissione e poi in Consiglio, in modo da arrivare ad una modifica organica.
Ribadiamo l'impegno - ecco perché avevo preannunciato che potevo essere ridondante e ripetitivo - che, qualora venga modificata la legge n. 26 (ci vorrà del tempo per fare una buona modifica), noi approveremo un articolo interamente abrogativo di questa legge. Certo, solo in presenza di quelle condizioni che non dipendono dal mio Gruppo, dal sottoscritto o dai firmatari di questo progetto di legge, ma dalla capacità dell'intero Consiglio regionale a confrontarsi nelle sedi istituzionali deputate per fare una buona modifica della legge n. 26.
Mi sembra che le premesse ci siano, perché la volontà e la sensibilità sono state ampiamente dimostrate dagli interventi di tutti i colleghi che stanno partecipando al dibattito. Collega Tapparo, ribadisco il rispetto e la stima che mi lega a lei come Consigliere regionale, ma anche come persona, però se lei scrive la lettera - come ha detto nella sua dichiarazione di voto - giustamente svolgendo la sua attività politica (e al suo posto magari farei altrettanto), si ricordi anche di scrivere che lei oggi, 25 luglio 2003, fa lo stesso discorso che aveva fatto nel gennaio 2003. Da allora sono passati circa 183 giorni, e in questi 183 giorni lei avrebbe potuto fare delle proposte (altri lo hanno fatto, ad esempio il Gruppo DS). Quindi, lei non ha presentato proposte né di modifica organica della legge n. 26 né di presentazione di progetti di legge su questa o quella minoranza linguistica per poter eventualmente garantire, nelle more di una disponibilità che il sottoscritto, il Consigliere Valvo e gli altri firmatari avevamo espresso, il ritorno in Commissione del provvedimento, al fine di predisporre un testo unificato.
Concludo rivendicando anche il diritto del Consiglio regionale di portare avanti questa proposta di legge; non vorrei che i Dirigenti - o comunque chi ha un certo tipo di sensibilità - venissero penalizzati, di volta in volta, prima in Commissione e poi nel dibattito consiliare (a luglio 2003, a distanza di 183 giorni dal licenziamento della Commissione) perché altri non hanno presentato proposte.
Ribadiamo la disponibilità a confrontarci con lei e con tutto il Consiglio regionale per una modifica della legge n. 26. L'urgenza di questo progetto di legge e la convinzione che sia giusto farlo, con la sensibilità di avere accettato alcune modifiche, è altrettanto forte. Per quanto ci riguarda, rinnoviamo l'impegno, in presenza di una modifica intelligente e ampia su una legge importante come la legge n. 26 - e le premesse ci sono - a votare e a sostenere un articolo abrogativo di questo progetto di legge solo con la certezza di non lasciare il certo per l'incerto - come diceva la mia nonna, che è mancata a 98 anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Tapparo ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Mi aspettavo l'intervento del governo regionale. Voi avete presentato un programma al corpo elettorale; la legge non vi faceva obbligo di riconfermarlo in questa assemblea, ed è una cosa anomala ed incredibile che dovremmo recuperare. Avete la presenza nelle varie iniziative, che finanziate, perché questo è lo spazio che vi dà la normativa in materia, e ora non sentiamo la voce del governo regionale in questo passaggio importante.
Il problema - e mi rivolgo anche al giovane collega Mellano, che è un giovane consigliere molto attento - della minoranza linguistica, in una società che si evolve, in una fase in cui la globalizzazione si sta facendo più incisiva; addirittura c'è un Assessorato che si chiama della new economy: si poteva anche evitare, ma ce l'hanno comunque propinato in questa forma.
E' chiaro che una riflessione al nostro interno, tra il valore del nostro patrimonio linguistico e l'evoluzione di una società che va internazionalizzandosi con la formazione dell'Unione Europea, con un patrimonio linguistico enorme, è un tema grosso, importante e che richiederebbe da un Governo regionale di essere considerato tema di un certo spessore.
E' pur vero che si può considerare il tema delle minoranze linguistiche come un piccolo mondo antico a cui, ogni tanto, si da una mancia considerandole vecchietti da aiutare in occasione dei loro convegni e niente di più. Se, invece, portiamo nella nostra valutazione la convinzione che il patrimonio linguistico è un pezzo delle nostre radici la sua valorizzazione ci permette di affrontare l'evoluzione complessa e complessiva della società.
Si può agire non chiudendoci, non facendo la vecchia casetta piemontese, occitana, franco-provenzale o walzer, ma cercando da quelle culture di poter interagire con l'evoluzione in corso, in modo forte e incisivo, altrimenti viene fuori solo una marmellata.
Probabilmente, all'interno di questo Consiglio Regionale i componenti di ceppo e di provenienza piemontese sono in minoranza; anche questo sarebbe un fatto importante da valutare.
Ma questo non toglie, addirittura quasi obbliga ancora di più coloro che non sono di provenienza piemontese, che ci debba essere una forte attenzione a questo patrimonio linguistico. Cosa che non è avvenuta a livello nazionale, nella discussione della legge nazionale: parlamentari senatori e deputati di provenienza piemontese - se non in una piccola minoranza - non hanno fatto alcuna battaglia per sostenere questo aspetto.
Mi chiedo come sia possibile, Assessore Leo, che lei non senta l'orgoglio, la sensibilità; anche se è calabrese di questa attenzione, la sua origine la obbligherebbe di più a studiare e approfondire questi aspetti.
Ai colleghi Cattaneo e Racchelli chiedo: "Siete andati a Pieve Vergante, alla Pieve, un mese e mezzo fa, quando è stata fatta la festa del piemontese per due giorni con dibattiti importanti, ecc."? Poiché mi risulta che andate a tutte le inaugurazioni, anche di cose minori, lì ci siete andati? Sarebbe stato anche un vostro obbligo: siete gli unici due Consiglieri di quella zona! É una celebrazione che cambia sede ogni anno.
Questa festa è stata abbastanza informale.
Il mio amico Dante Gravina - che adesso milita nel Polo mentre una volta eravamo compagni nello stesso partito - mi aveva informato che nella bellissima Pieve Vergante c'era un Sindaco di centrosinistra; credo che sia dei DS (un'avvocatessa, mi pare), una compagna con la quale ho parlato e mi sono congratulato per la scelta di mettere a disposizione la Città per questa grande festa della lingua piemontese.
Dinanzi a fatti del genere, noi invece facciamo un'operazione di questo tipo. Io credo che il vostro coraggio - soprattutto il suo, Assessore Leo dovrebbe chiedere, senza menomare le aspettative e il valore della popolazione walser, di congelare momentaneamente questa discussione.
La prossima settimana potremo fare una valutazione, cercando di individuare - tutti insieme - una corsia preferenziale, in modo tale che all'apertura dei lavori di set tembre, sia possibile portare a compimento questo lavoro. Ciò senza danneggiare la festività dei 750 anni dei walser e senza, però, offendere le altre minoranze linguistiche.
Questo è possibile, ma lei Assessore Leo deve prendere una posizione in merito.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.3).
Ricordo che il numero legale è 28. Se ci fosse il numero legale passeremmo al prossimo emendamento e poi chiudiamo la seduta; diversamente chiudiamo immediatamente i nostri lavori.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.3).
Si constata la mancanza del numero legale.
Dichiaro pertanto non valida la votazione, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



< torna indietro