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Dettaglio seduta n.375 del 16/07/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(La seduta ha inizio alle ore 11.23)



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Brigandì, Cantore Cavallera, Costa Enrico, Cota, Deorsola, Ferrero, Ghigo e Vaglio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni dell'Assessore alla sanità su situazione presidi dell'Ordine Mauriziano e Valdesi Interrogazioni e interpellanze assorbite dal dibattito: n. 640 "Ventilata ipotesi di chiusura dell'Ospedale Mauriziano di Lanzo"(presentata dal Consigliere Giordano) n. 945 "Ospedale Mauriziano di Valenza" (presentata dal Consigliere Muliere) n. 1088 "Riconversione dell'Ospedale Mauriziano di Valenza (AL) " (presentata da Consiglieri Papandrea, Contu) n. 1587 "Futuro dell'Ospedale Mauriziano di Valenza" (presentata dal Consigliere Muliere) n. 1593 "Situazione sanitaria piemontese - Ospedale di Lanzo dell'Ordine Mauriziano" (presentata dai Consiglieri Angeleri, Costa R., Deorsola Tomatis) n. 1718 "Crisi finanziaria del Mauriziano di Lanzo" (presentata dal Consigliere Giordano) n. 1835 "Strutture Ospedaliere dell'Ordine Mauriziano" (presentata dai Consiglieri Marcenaro, Suino, Riggio, Placido) n. 1987 "Eventuale vendita ospedali di Lanzo e valenza da parte dell'Ordine Mauriziano" (presentata dal Consigliere Muliere) n. 2032 "Controllo contabile - finanziario dell'Ordine del Mauriziano dall'avvento della Commissaria" (presentata dai Consiglieri Suino, Saitta Riggio, Manica, Placido, Papandrea) n. 2033 "Consulenze al Mauriziano dall'avvento della Commissaria" (presentata dai Consiglieri Suino, Saitta, Riggio, Manica, Placido Papandrea) n. 2108 "Ospedale Mauriziano di Valenza" (presentata dal Consigliere Rossi O.) n. 2250 "Organo di controllo dell'Ordine Mauriziano" (presentata dai Consiglieri Deorsola, Costa R., Marengo) n. 1713 "Strutture ospedaliere di proprietà della Tavola Valdese" (presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi, Papandrea, Tapparo Suino) n. 1965 "Situazione di difficoltà degli Ospedali Valdesi" (presentata dal Consigliere Bolla) n. 2291 "Provvedimenti della Giunta regionale relativi agli Ospedali Valdesi" (presentata dai Consiglieri Saitta, Manica, Moriconi, Chiezzi Contu, Di Benedetto) n. 2292 "Acquisizione Ospedali Valdesi" (presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi) n. 2313 "Rapporti tra Regione Piemonte e commissione istituti ospedalieri" (presentata dal Consigliere Bolla)


PRESIDENTE

Come era stato concordato nella riunione di ieri, procediamo con le comunicazioni dell'Assessore alla sanità, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Naturalmente abbiamo raccolto tutte le interrogazioni e i documenti concernenti al sindacato ispettivo sull'Ospedale Mauriziano e sugli Ospedali Valdesi; stiamo distribuendo gli ordini del giorno.
Nel frattempo, l'Assessore può cominciare lo svolgimento della sua comunicazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il noto, grave dissesto finanziario che affligge l'Ordine Mauriziano e la Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi (CIOV), dovuto principalmente per quanto di nostra conoscenza, alla gestione delle loro strutture sanitarie (non siamo a conoscenza della situazione relativa alle attività di beneficenza, istruzione e culto, che sono altri compiti a capo degli stessi), ha indotto la Regione Piemonte a procedere con una serie d'azioni finalizzate: alla salvaguardia degli enti stessi, per la valenza storica e culturale che rivestono in Piemonte al mantenimento dei livelli assistenziali garantiti alla popolazione afferente a conservare il posto di lavoro ai loro dipendenti. Al 30 giugno 2003 risultano essere in servizio: Torre Pellice e Pomaretto 268 unità Evangelico Valdese di Torino 305 unità; Umberto I di Torino 2.377 unità Ospedale di Lanzo 354 unità; Candiolo 259 unità; Valenza 207 unità. Per un totale complessivo di 3.770 dipendenti, di cui 1.134 in procinto di passare a ruoli regionali.
Per comprendere quanto è avvenuto e quanto si sta facendo, occorre tenere ben presente che gli ospedali dell'Ordine Mauriziano e quelli Valdesi sono parte integrante del servizio sanitario pubblico, ma non assimilabili sicuramente ad una qualsiasi azienda sanitaria regionale tanto che sono completamente autonomi sia dal punto di vista gestionale sia dal punto di vista organizzativo.
Proprio in virtù di questa loro autonomia, secondo quanto previsto dalla legge, il rapporto tra essi e la Regione Piemonte è regolato da apposite convenzioni.
Come detto, entrambi gli enti hanno manifestato gravi problemi di dissesto finanziario, del quale - lo sottolineo - la Regione Piemonte non ha alcuna responsabilità, avendo puntualmente provveduto a liquidare quanto previsto dalle convenzioni in essere. Resta aperta una piccola partita per quanto riguarda le prestazioni in eccedenza rispetta a quanto definito comunque le cifre sono irrisorie rispetto ai disavanzi dei due enti.
Del resto, la Regione non avrebbe potuto fare diversamente (ad esempio finanziare i loro disavanzi), perché ciò non sarebbe stato conforme alla normativa vigente e quindi amministrativamente illecito.
Cosa ha fatto la Regione Piemonte nel momento in cui si è palesato il problema? Nell'interesse dei piemontesi, al fine di non pregiudicare l'esistenza importante di erogatori di prestazioni sanitarie all'interno del SSR, la Regione è intervenuta per definire, con i responsabili dei due enti percorsi finalizzati al mantenimento in attività delle strutture sanitarie alla salvaguardia dei posti di lavoro del personale ivi impiegato ed, in ultima analisi, degli enti stessi, patrimonio storico e culturale del Piemonte.
Le deliberazioni del 26 maggio 2003 (per quanto attiene il Mauriziano) e del 30 giugno 2003 (per quanto attiene gli Ospedali Valdesi) dimostrano chiaramente questo intento: la Regione Piemonte si è impegnata a farsi carico della gestione delle strutture Mauriziano di Lanzo e Valenza e di quelle Valdesi di Torino, Torre Pellice e Pomaretto, potendo così avviare nel rispetto della normativa vigente, un percorso che consentirà da un lato di contribuire al risanamento dei conti dei due storici enti Piemontesi dall'altro di procedere con un'effettiva integrazione delle strutture nella rete dei servizi sanitari piemontesi, rendendoli finanziariamente compatibili.
I due protocolli su Lanzo e Valenza, che dal 1° giugno 2003 sono passati rispettivamente sotto la gestione dell'ASL 6 di Ciriè e dell'ASL 21 di Casale Monferrato, sono stati sottoscritti, con la condivisione dei rappresentanti degli Enti locali e delle forze sociali e, definendo organizzazione ed attività compatibili e soddisfacenti, sono chiara dimostrazione di quanto appena detto.
La piena integrazione funzionale dell'Ospedale Umberto I e di Candiolo è in fase di definizione e sarà oggetto, secondo quanto previsto dalla citata deliberazione del 26 maggio 2003, della prossima convenzione. Al riguardo è aperto un tavolo a tre fra Fondazione, Mauriziano e Regione che sta portando avanti un lavoro che dovrebbe sollecitamente concludere l'iter per una ottimale sopravvivenza dell'Umberto I e di Candiolo.
I presidi di Torre Pellice e di Pomaretto passeranno alla gestione dell'ASL 10 dal 1° agosto 2003, secondo quanto stabilito nell'accordo stipulato tra la CIOV e l'ASL di Pinerolo.
Per quanto attiene l'Ospedale Evangelico Valdese di Torino, è in corso un tavolo di lavoro congiunto CIOV-ASL1 per definire analogo accordo (ASL1 territorialmente competente).
Concludendo, ritengo che in questa vicenda la Regione Piemonte si sia distinta per attenzione, impegno e responsabilità dimostrati, e analogamente procederà fino alla conclusione dell'iter avviato, che repetita iuvant - comporta grossi sacrifici, non solo in ordine finanziario, che la Regione ha deciso di fare non perché obbligata, bensì nell'interesse superiore della sua popolazione.
Adesso, egregi colleghi Consiglieri, passo a rispondere alle interpellanze n. 2291, dei Consiglieri Saitta, Manica, Moriconi, Chiezzi Contu e Di Benedetto per quanto attiene agli Ospedali Valdesi, e n. 2292 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi inerente alla CIOV; chiarir ulteriormente i rapporti tra la Regione e la CIOV.
Mi pare anzitutto opportuno sottolineare che il rapporto giuridico tra l'Ente Regione e la CIOV trae fondamento dall'articolo 41 della legge n.
883 del 23 dicembre 1978, che prevede sia stipulata convenzione tra i due Enti per lo svolgimento delle attività sanitarie.
L'ultima convenzione sottoscritta tra le parti, la cui proroga unitamente ad alcune modifiche ed integrazioni è stata approvata con DGR n.
160-39769 del 2 novembre 1994, prevede in sintesi "...gli ospedali della tavola Valdese costituiscono parte integrante della rete regionale, il loro uso è definito dalle prescrizioni di piano e si attua mediante specifiche convenzioni tra gli enti titolari...".
I tariffari per le prestazioni di ricovero, in vigore sino al 31 dicembre 2001, sono stati approvati con DGR n. 44-22844 del 27 ottobre 1997.
Con DGR n. 36-5380 del 25 febbraio 2002 sono state poi approvate le nuove tariffe, per le prestazioni erogate in regime di ricovero attualmente in vigore.
Per quanto attiene le prestazioni ambulatoriali, le tariffe vigenti sono state definite con DGR n. 105-20622 del 30 giugno 1997 ed integrate con DGR n. 56-25570 del 28 settembre 1998.
Ad oggi, è in corso di emanazione il nuovo tariffario che aggiorna la valorizzazione delle prestazioni ambulatoriali.
Il quadro complessivo delle somme erogate dalla Regione alla CIOV negli anni 1997-2002, risultante dal prodotto tra il volume di prestazioni concordate in appositi provvedimenti di budget e le tariffe in vigore risulta il seguente: Ospedali della commissione Istituti Ospedalieri Valdesi Periodo 1997/2000



(vedi tabella allegata)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Da quanto sopra riportato, risulta chiaramente come il rapporto della Regione con la CIOV sia sempre stato corretto e rispettoso dei termini di convenzione.
La CIOV non ha crediti nei confronti della Regione; le uniche somme che avrebbero potuto essere riconosciute alla CIOV, previa apposita trattativa sull'entità dei possibili dei riconoscimenti delle prestazioni eseguite extrabudget (non concordate nei volumi d'attività deliberate dalla Regione) riguarda i bilanci 2001 e 2002, per le seguenti entità: 6.273.449.080 di lire per l'anno 2001 e 2.874.855 di euro per l'anno 2002.
Tali somme non fanno parte di crediti esigibili da parte della CIOV, ma piuttosto di possibili risarcimenti, anche parziali, a retribuzione dei soli costi marginali, che avrebbero potuto costituire trattativa tra le parti.
Peraltro, le trattative per tali riconoscimenti sono attualmente in corso tra le associazioni di categoria, AIOP e ARIS e, pertanto, solo al termine di tali trattative si potranno quantificare le somme eventualmente ancora disponibili a chiusura dei rapporti di budget per quegli anni (2001 e 2002).
In tal senso, con DGR n. 65-9841 del 30 giugno 2003, la Giunta Regionale ha stabilito un percorso amministrativo che consentirà, entro fine anno, di quantificare puntualmente debiti e crediti della gestione Valdese, nonché il valore del patrimonio indisponibile costituito dai 3 presidi ospedalieri.
Alla luce dei risultati dell'analisi economico-finanziaria, il Consiglio regionale avrà tutti gli elementi per definire la quota finanziaria da riconoscere alla CIOV, per il saldo del relativo rapporto convenzionale. Nel frattempo, le ASL 1 e 10 sono state incaricate, così come da delibera del 30 giugno scorso, di assumere quanto prima la gestione degli ospedali Valdesi, in modo da evitare ogni minimo disagio o disservizio agli operatori e agli utenti.
Riaffermo, pertanto, che la Giunta regionale ha agito in modo responsabile e consapevole, come altrettanto responsabile reputo la decisione della CIOV di dismettere la propria funzione sanitaria, cedendo al settore pubblico, anziché a privati, le proprie strutture, in modo da garantirgli un futuro nella rete delle strutture sanitarie pubbliche deputate a soddisfare le esigenze dei cittadini piemontesi.
Passo ora alla risposta puntuale dei quesiti posti nelle interpellanze a cui ho fatto riferimento poc'anzi.
Riguardo all'interpellanza n. 2291, si chiede quali siano le motivazioni che hanno guidato le scelte della Giunta, dal 2001 ad oggi nella gestione dei rapporti con gli ospedali Valdesi.
Le stesse che sono alla base della gestione dei rapporti con il resto del sistema, ovvero la definizione del budget per le attività svolte che vengono remunerate in base alle tariffe vigenti, attività che - ricordo devono essere coerenti e compatibili con quanto previsto dalla programmazione regionale delle attività sanitarie e dalle convenzioni in corso.
Il secondo quesito posto era: quale sia il piano operativo della Giunta regionale, al di là delle dichiarazioni degli organi di informazione, per intervenire nel salvataggio dei tre ospedali in questione.
La Regione Piemonte ha stabilito un percorso amministrativo che consentirà, entro fine anno, di quantificare puntualmente debiti e crediti della gestione Valdese, nonché il valore del patrimonio indisponibile costituito dai tre presidi ospedalieri. Alla luce dei risultati dell'analisi economico-finanziaria, il Consiglio regionale avrà tutti gli elementi per definire la quota finanziaria da riconoscere alla CIOV per il saldo del relativo rapporto convenzionale. Nel frattempo, l'ASL 1 di Torino ha attivato un tavolo di lavoro con la CIOV per poter subentrare quanto prima nella gestione dell'Ospedale Evangelico Valdese di Torino, mentre per i presidi di Pomaretto e di Torre Pellice è già stato firmato un protocollo d'intesa tra l'ASL 10 e la CIOV che sancisce, a far data dal 1 agosto 2003 il passaggio effettivo della loro gestione.
Riguardo all'interpellanza n. 2292, il primo quesito posto è: se corrisponde al vero che ci sono stati ritardi importanti nel trasferimento dei fondi pubblici agli ospedali Valdesi.
Non corrisponde del tutto al vero, nel senso che eventuali ritardi nel trasferimento di risorse finanziarie, legate a ritardi nei trasferimenti di cassa tra Stato e Regione Piemonte, hanno interessato tutto il sistema e comunque non hanno avuto influenza rilevante sulla difficile situazione finanziaria che ha investito la CIOV, se è vero come è vero che non più del 10% dell'attuale segnalato disavanzo è l'eventuale nostro debito nei confronti della CIOV. Devo altresì sottolineare che purtroppo la situazione del trasferimento di risorse finanziarie dallo Stato alla Regione è un problema che affligge tutte le Regioni. Pensate che abbiamo un credito dagli anni 2000 ad oggi, di circa 2000 miliardi, il che comporta tutta una serie di difficoltà che non possono sfuggire a nessuno, sia per quanto attiene agli interessi bancari, e non, sia per quanto attiene al pagamento dei fornitori, perché una cosa è pagare a 60 o a 30 giorni e una cosa è pagare ad un anno. Abbiamo sollecitato il Governo centrale in tal senso sperando che ci siano risposte positive quanto prima. Ripeto, il nostro credito è di circa 2000 miliardi.
Altro quesito posto dall'interpellanza: se le convenzioni in essere siano state puntualmente applicate.
Io penso di sì, poi ne dibatteremo.
Il terzo quesito: quale sarà il destino futuro degli ospedali Valdesi di Torino, Torre Pellice e Pomaretto.
Continueranno la loro attività e, attraverso un percorso di integrazione ottimale con le altre strutture sanitarie pubbliche, di razionalizzazione delle risorse impiegate per sostenere la produzione dei servizi, raggiungeranno la piena compatibilità finanziaria.
Penultimo quesito: se vi saranno ripercussioni sulla qualità e quantità di erogazione di servizi alla popolazione interessata.
Penso che possano esserci, ma solo in termini assolutamente migliorativi. Infatti, la loro piena integrazione nella rete dei servizi farà sì che la gamma di prestazioni sanitarie offerte nel quadrante di appartenenza soddisfi appieno il bisogno della popolazione afferente, sia dal punto di vista qualitativo sia dal punto di vista quantitativo.
Quinto e ultimo quesito: se abbiano fondamento le voci circolanti su un interesse privato per la struttura ospedaliera sita in Torino e quali siano gli intendimenti della Giunta regionale in merito.
Considero le voci cui si fa riferimento, di cui sono venuto a conoscenza esclusivamente per via del quesito posto dagli interpellanti assolutamente prive di fondamento. Ancorché non posso garantire in assoluto per tutti e su tutto, ma la posizione del sottoscritto, che è la posizione del Presidente della Giunta, è che certamente questa struttura di Torino se sarà presa dalla Regione, sarà trasformata in un ospedale del sistema sanitario regionale, quindi nessuna alienazione a privati.
Questo è quanto, in via sintetica, mi sentivo di comunicare ai colleghi, pronto a rispondere a quelle che saranno inevitabilmente le domande che vorranno porgermi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo volentieri all'inizio del dibattito, facendo parte della maggioranza di quest'aula. Il tema sollecitato è molto complesso; cinque minuti sono pochi e non credo che, anche se fossero molti di più, si possa affrontare in maniera compiuta, quindi andrò per spot.
Non credo che il problema sia semplicemente quello di accertare, sia nel caso dei Valdesi sia nel caso del Mauriziano. La situazione debitoria era di circa 30 miliardi di vecchie lire la prima volta che me ne occupai (due tavole valdesi fa); mi risulta che, ad oggi, i conti dei Valdesi siano intorno ai 120 miliardi di lire, ma non ho conti certi. Che, poi siano 120, 80 o 100 è indifferente, dal punto di vista politico. Ciò che la tavola Valdese ha fatto in questa regione è parte del patrimonio di questa regione, non come ente, ma come territorio. Ho l'impressione che la soluzione proposta, senza volerla criticare - perché per criticare bisogna avere la capacità di proporne altre, eventualmente migliorative - possa ledere alcune delle cose che sono state dette anche in quest'aula, e possa d'altro verso, costituire precedente.
Mi spiego meglio: nessuno di coloro che se ne sono occupati ha mai pensato che la gestione dei Valdesi fosse una gestione scorretta. Tutti coloro che li hanno frequentati - e ne parla uno che normalmente non considera la comunità valdese fra i propri elettori, né per territorio n per consuetudine - non può che averne apprezzato il fatto che l'attività nel mondo della sanità per loro è la componente intima, essenziale della propria identità. Oggi, l'Ospedale Valdese di Torino centro, quello gestito dal dott. Stabile fino a poco fa, risulterebbe essere in pareggio. Si pone allora, un primo aspetto, perché, se è vero che è in pareggio, chi si occupa di sanità sa che è l'unico ospedale in Torino dove viene sistematicamente utilizzato il Service come una delle componenti del proprio modo di lavorare. Il Service è, per chi la pensa politicamente come me, uno dei modi di portare cultura, di natura privatistica, nel mondo della sanità; non di privatizzarla, ma di integrare culture di servizio - i Valdesi su questo possono essere per tutti noi piemontesi un esempio - con aspetti di cultura privatistica. Integrarlo semplicemente all'interno di un meccanismo, per motivi che francamente mi sfuggono, a maggior ragione appartenendo noi a una maggioranza che teorizza il contrario - aspetti di integrazione tra pubblico e privato - lo vedo non soltanto come contraddittorio dal punto di vista ideologico, ma anche problematico dal punto di vista economico.
Inoltre, stabilito che ci siano o meno interessi privati, fino a prova contraria privato non è un aggettivo con connotazioni negative; ci sono degli interessi privati eccellenti e ci sono degli interessi pubblici pessimi, non è la natura dell'interesse che ne qualifica, né politicamente né moralmente - lascio ad altre aree altri aggettivi - l'importanza, ma è il progetto.
Non sono convinto che sostituendo semplicemente la gestione pubblica alla gestione Valdese, di per sé il buco che si è creato si chiuda, a meno che non si ritenga che sia un diritto del pubblico subentrare, dimenticando che in questo caso si sta costituendo un precedente di non poco momento.
Infatti, se si leggono i giornali di oggi - per carità, i giornali non li considero una grande fonte di pensiero politico, però bisogna leggerli - il Commissario del Mauriziano dice - e passo al secondo tema - che hanno ereditato un cadavere...



(Commenti fuori microfono)



BURZI Angelo

Io parlavo del cadavere, perché così dice il Commissario; del paracarro possiamo parlare in sede di maggioranza, in altro momento, se vuoi partecipare sei sempre un ospite gradito (e credo che, anche per conoscenza diretta, avendone sostenuti alcuni, non solo in questa regione, tu possa portare dei contributi significativi, per conoscenza diretta, in termini di paracarro.
Ritornando, invece, al "cadavere" - come dice il Commissario D'Ascenzio tutti coloro che hanno frequentato la gestione del Mauriziano, non superficialmente, in sede politica, in questi anni sanno che, nell'ambito della gestione del Mauriziano, qualche elemento di inefficienza c'è.
L'atteggiamento di questa Regione è stato per lungo tempo contraddicendo ciò che la Presidenza del Mauriziano sosteneva - che non esistevano doveri da parte della Regione nel subentrare a deficit, o presunti tali, da parte del Mauriziano. Però neanche nel caso dei Valdesi esistono dei doveri, ma subentriamo in una maniera integrale che, in qualche modo, costituirà un precedente.
E se tale precedente lo uniamo ad un'attenzione non superficiale perché 50 milioni di Euro, con il costo odierno del denaro, corrispondono a circa 600-700 miliardi di vecchie lire d'investimento per 10-15 anni possiamo tranquillamente considerarla una elargizione.
Non credo che esista più nessun Ente che abbia nei propri bilanci - a meno che le cose siano cambiate in sede migliorativa nell'ultimo anno e mezzo - una capacità di elargire, in senso di beneficenza, una cifra del genere. Quindi, il quadro si fa ancora più confuso.
Mi rendo conto che mi sto indirizzando verso un eccesso di critica quindi concludo solo con un passaggio.
Personalmente rimango dell'opinione che il compito di una comunità e in particolare, di una Regione sia quello di tutelare il proprio patrimonio, che non riguarda soltanto una componente fisica, ma è anche soprattutto, una componente morale.
Non vedo perché non si possa costruire un fondo di natura pubblica che veda coinvolti la Regione e il Comune - che non casualmente oggi chiede chiarimenti e rassicurazioni - subentrando al patrimonio della Comunità Valdese e dell'Ordine Mauriziano. Tutto questo senza escludere né i Valdesi, né l'Ordine di San Maurizio Lazzaro, che tra l'altro i piemontesi di 500 anni fa faticarono a fondare.
Quindi, sarebbe un errore di non poco conto se noi li smembrassimo perché un patrimonio ha valore nel suo insieme, e chi conosce il Mauriziano sa che non è soltanto un patrimonio sanitario. Con un fondo si potrebbe gestire il patrimonio attuale, dandogli valore. Le dismissioni sono una delle componenti della gestione patrimoniale, così come le fondazioni bancarie.
D'altronde, su questo mi pare ci siano stati alcuni precedenti.



(Commenti del Consigliere Riggio)



BURZI Angelo

Sostengo soltanto - e concludo, scusandomi con l'Aula per l'abuso di tempo - che un fondo di natura pubblica che coinvolga le fondazioni consentirebbe, a quella parte della Comunità Valdese - che giustamente non vuole vedersi estromessa, non in fatto di potere ma in fatto d'identità dalla gestione - e all'Ordine Mauriziano di dare valore alla componente patrimoniale e di avere la capacità fideiussoria per garantire questo intervento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Devo dire che, nonostante la mia veste di Consigliere abituato a non essere d'accordo con il collega Burzi, mi è dispiaciuto che abbia dovuto interrompere così bruscamente.
Penso che per questo tipo di dibattito il tempo di cinque minuti per intervenire sia troppo poco.
Siccome la materia è ampia e riguarda due questioni - il Mauriziano e gli Ospedali Valdesi - chiederei di estendere il tempo per intervenire a 10 minuti, se l'Aula è d'accordo.
Penso che non soltanto a me sia dispiaciuto che il collega Burzi abbia dovuto concludere così affrettatamente.



PRESIDENTE

La questione viene concordata dai Capigruppo, secondo quanto previsto dal Regolamento, ma è una competenza dei Capigruppo. In caso contrario, il tempo è di 5 minuti così come previsti, anche se naturalmente sono sempre stati considerati con la comprensione che il caso suggerisce.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Sulla questione del tempo potremmo valutare insieme ai Capigruppo se estenderlo, visto che finora gli interventi sono stati di circa otto minuti.
Per quanto riguarda la materia, una prima considerazione va fatta sul contesto in cui questo dibattito avviene.
Questo dibattito avviene al momento in cui appare sui giornali odierni un'intervista del Coordinatore Regionale di Forza Italia, Crosetto, che sulla sanità e, in particolare sull'Assessore D'Ambrosio, fa pesanti affermazioni politiche, che denotano una spaccatura piena all'interno della maggioranza e una situazione di disagio a partire dalla questione della sanità che - senza fare paragoni indebiti - ci ricorda la drammatica situazione romana in cui versa la maggioranza.
L'intervento del collega, Consigliere Burzi a mio avviso, non fa altro che confermare questa dicotomia all'interno della maggioranza e le linee politiche diverse tra le forze politiche della maggioranza e dentro Forza Italia stessa.
Quindi, un dibattito di tale rilievo su due questioni così importanti avviene, innanzitutto, dentro ad un contesto politico qual è questo, e non può essere indifferente rispetto all'andamento del dibattito.
La seconda considerazione di carattere generale che volevo fare prima d'intervenire nel merito riguarda la vicenda ospedali Valdesi, Mauriziano e il complesso del discorso relativo alla rete ospedaliera torinese, che conosce un filo comune da parte di questa maggioranza.
Tutto inizia intorno agli anni '97-'98, gli anni in cui comincia ad esplodere la grave crisi finanziaria e l'uso politico delle risorse della sanità da parte di questa maggioranza.
Vengono progressivamente "svuotati" questi ospedali e vengono aperti contenziosi giuridici mai aperti prima, rispetto al pagamento delle prestazioni agli stessi. Contemporaneamente, mentre si aprono contenziosi giuridici mai aperti prima, mentre non si evidenziano, attraverso scelte e gestioni tutte politiche, i riconoscimenti del caso, li si svuota progressivamente.
Negli stessi anni, ad esempio all'Ospedale Molinette, allora gestito dal Dott. Odasso, si aumenta il finanziamento del 50%, circa 250 miliardi di vecchie lire.
Tutto questo si tiene in un filo politico - non è solo insipienza perché troppe sono le coincidenze nelle gestioni e nelle scelte che vengono avanzate.
Nello stesso tempo non si fa il piano sanitario, non c'è più alcun testo di programmazione democraticamente verificabile su cui si possano operare serie concertazioni in sedi pubbliche.
Arriviamo allo svuotamento complessivo di strutture pregevoli e di grande rilievo, per cui alla fine è possibile esclusivamente una svendita sotto costo alla Regione ed una possibile infiltrazione del privato.
Consigliere Burzi, possiamo avere opinioni diverse sul rapporto tra la sanità pubblica e la sanità privata e l'ordine di relazione e di gestioni.
L'unica cosa che non è tollerabile, neanche per una maggioranza di destra è che questo processo avvenga in modo surrettizio e scorretto, aprendo delle questioni di ordine politico.
C'è una terza questione rispetto alla quale vorremmo avere risposte chiare, ed oggi, Assessore - mi consenta - lei non ce le ha date.
Non so cosa sia la relazione che ha letto. Constato poi che il Presidente Ghigo è, ovviamente in congedo stante il tipo di dibattito constato poi che l'Assessore Picchetto, che è protagonista di tutta quest'ultima vicenda, è presente nel palazzo, ma non è in aula.
Non so se questo sia casuale o se vi sia un riferimento, ma noi avremmo bisogno di risposte precise per quanto riguarda gli ospedali valdesi, che riguardano sostanzialmente tre punti.
Innanzitutto come la Regione nell'ultimo anno abbia consentito, o favorito con il suo comportamento, il progressivo degrado finanziario della situazione.
Questi sono dati inequivocabili rispetto a cui lei, in quest'aula, ci deve dare una risposta di ordine politico-amministrativo.
Inoltre come la Regione, all'improvviso e al di fuori di qualsiasi riferimento politico e programmatico, acquisisce tre ospedali, dei quali il più importante come modello organizzativo e come significato è quello di Torino.
Infine la Regione acquisisce e propone di acquisire questi ospedali ad un valore non verificato in modo certo, né degli immobili né dell'attività mentre tali valori devono essere invece dichiarati e resi pubblici. Così come deve essere definita, ed eventualmente verificata, in Consiglio Regionale una proposta al momento sconosciuta.
Assessore, lei non è stato in grado di articolare nulla in questa direzione, di indichi modalità e condizioni per la gestione dei presidi innanzitutto di quello di Torino, che rappresenta un modello unico nel panorama sanitario ed ospedaliero del contesto del paese.
Per quanto riguarda il Mauriziano, Assessore, lei non può esimersi dal dare risposte alle vicende che abbiamo più volte proposto in quest'aula e che sono state riprese anche dai giornali.
Le leggo semplicemente la conclusione, sulla quale personalmente avrei sentito il dovere, prima che politico morale, di rispondere.
Alla conclusione di queste inchieste il giornalista scrive: "E quindi ci fa paura che due strutture d'eccellenza come il Mauriziano e il Valdese vengano acquisite con questi metodi ridimensionati. Ci fa paura la lunga mano delle cliniche private, ci fa rabbia che un malato debba scegliere una struttura privata per avere la certezza sui tempi e sulla cura e che qualcun altro non lo possa fare, perché non ha i soldi. Ed è uno scandalo che la Regione vincoli la concessione di un finanziamento al ritiro di un ricorso in cui può risultare perdente. In qualunque altro Paese visto quello che abbiamo scritto dovrebbero andare a casa in molti, al Mauriziano e in Regione. Ma non succederà, e a pagare come nel più qualunquista degli slogan saranno ancora i cittadini." Dovere morale prima che amministrativo di rispondere a cose come questa ed essere eventualmente in grado di confutare, ma io non penso che lei ne abbia le condizioni.
Chiudo con un'ultima questione.
Qui si apre una vicenda enorme, Assessore: in assenza di una programmazione democraticamente verificabile, proseguono operazioni come queste che rimettono in discussione le strutture di maggior pregio all'interno della nostra sanità.
Nello stesso tempo, si apre una questione tutta torinese, ma che per le dimensioni di Torino e della sua rete ospedaliera è una questione immediatamente regionale.
Si apre la questione della riorganizzazione ed attraverso quali linee direttrici della Rete Ospedaliera di Torino.
Si impone come urgenza la costituzione di quel tavolo che più volte l'Amministrazione comunale di Torino e il Sindaco hanno richiesto non come un elemento generico, senza ruoli, senza poteri e senza compiti, ma come un elemento forte, che rimetta i termini di questa programmazione su un terreno di verificabilità democratica, per dare un futuro alla sanità torinese.
Chiedo quindi che in particolare il ruolo del Sindaco di Torino, in quanto autorità sanitaria a termine di legge 833, dentro a questo tavolo abbia tutto il rilievo che la legge gli riserva e che l'ultima riforma fatta dall'allora Ministro Bindi indica con maggior precisione che non nel passato.
Per quanto ci riguarda, non ci accontenteremo di una proposta di tavolo generico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Sentivo prima le parole dell'Assessore D'Ambrosio che, a mio giudizio in un passaggio sono state quanto meno ingenerose, soprattutto quando ha detto che il destino degli Ospedali Valdesi farà parte di questa integrazione per dare anche un miglioramento quali-quantitativo. Questo sarà molto difficile, Assessore. Io vivevo in quelle valli e lei credo sappia che, quando si andava a prenotare una semplice analisi o un'analisi di laboratorio, la risposta che veniva data dall'ASL territoriale era: "O prenotate a Pinerolo e passate tra un mese oppure andate al Valdese e lo fate domani". Questa era la situazione, ma non so se la sanità pubblica intervenendo sugli Ospedali Valdesi, riuscirà a ripetere queste parole personalmente non credo che sia possibile il miglioramento che l'Assessore citava.
Ritengo che l'Assessore non abbia risposto neanche a quella lettera pubblicata a pagamento sul quotidiano La Stampa di domenica e che penso tutti abbiamo potuto leggere. In questa lettera, tra le varie cose, si diceva: "Per queste ragioni, l'Ospedale Evangelico Valdese di Torino era uno dei più amati dalla cittadinanza; la riconoscenza dei malati di ogni fede e classe sociale si manifestava spesso attraverso offerte volontarie da parte di chi vi era stato ricoverato; molti contributi erano di modesto importo e proprio per questo ancora più significativi, eppure buona parte del debito accumulato è stato originato anche dalla disparità svantaggiosa dei rimborsi riconosciuti dalla Regione rispetto a quelli applicati agli ospedali di proprietà pubblica, nonché ad un parziale e mancato riconoscimento delle prestazioni effettuate con i relativi oneri passivi una logica che evidentemente non favorisce la libertà di scelta del malato".
Credo che a questa domanda l'Assessore non abbia risposto, perch quando dice che la valutazione delle prestazioni era stata effettuata nell'anno 1997-98, l'Assessore implicitamente viene ad ammettere che gli Ospedali Valdesi hanno operato in una situazione di disparità. E' questo il punto cruciale che viene sollevato, è questo uno degli argomenti più dolorosi che sollevano quanti sono preoccupati per gli Ospedali Valdesi.
Per dirla in una maniera semplice e sintetica, quelli che hanno affossato gli Ospedali Valdesi, si presentano adesso come i salvatori; quelli che riconoscendo delle disparità svantaggiose nei rimborsi, hanno fatto sì che gli Ospedali Valdesi, pur operando, accumulassero un debito, adesso anziché pagare il debito pregresso, si prendono tutti gli Ospedali presentandosi come i salvatori, mentre il comportamento è stato esattamente l'opposto, un comportamento che ha portato a questa crisi degli Ospedali Valdesi. Questo è il primo problema.
Secondo problema. La lettera dice ancora: "La proposta che ci permettiamo di suggerire è che quindi venga perlomeno mantenuta nella struttura ospedaliera una presenza significativa della Chiesa Valdese, a garanzia non solo della memoria, ma soprattutto di quel modo sollecito e non anonimo di interpretare l'assistenza e la cura dei malati, che è l'espressione di quell'etica evangelica di cui tutti, laici e credenti abbiamo tanto bisogno". Ebbene, credo che questa sia un'altra domanda a cui la Regione, l'Assessore deve dare una risposta; risposta che invece non abbiamo sentito nelle sue parole.
La risposta che il mondo valdese, la risposta che le valli attendono nelle parole dell'Assessore non c'è stata e quindi - ripeto - l'idea che si vuole dare è quella di una Regione efficace ed efficiente nell'insieme della sanità - cosa che non è vera - e che si appresta a rilevare delle strutture che invece avevano avuto una gestione non efficiente. Ebbene, la realtà è esattamente l'opposto; per questo credo che sia necessario che la Giunta regionale, che la Regione faccia un intervento di tipo diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Volevo soltanto far notare in termini molto sintetici - lo dico soprattutto ai colleghi della Casa delle Libertà, l'Assessore lo sa, ma credo che la contraddizione l'abbia notata, anche se la sua cultura politica è diversa rispetto, ad esempio, a quella di Forza Italia - che ci troviamo in una situazione in cui, alla fine, la Regione Piemonte, l'Ente pubblico dice: "Ma in fondo noi siamo bravi a gestire la sanità pubblica e riusciremo a fare meglio i Valdesi". Non so se la sanità pubblica piemontese abbia dimostrato questa capacità; la capacità in genere di gestire meglio un ospedale di quanto abbiano fatto i Valdesi, di quanto sanno fare i Valdesi. E' veramente un po' paradossale che la Regione Piemonte si metta ad acquisire delle strutture di proprietà privata, delle strutture ospedaliere private.
Seconda osservazione. Io ho letto con preoccupazione alcune informazioni giornalistiche - e non soltanto informazioni giornalistiche a proposito dei Valdesi, dove a un certo punto l'Assessore Pichetto Assessore al bilancio, dice: "Ma in fondo abbiamo sul tavolo 52 milioni di euro e possiamo risolvere le questioni; 52 milioni di euro e le cose sono a posto". Ma dove sono questi 52 milioni di euro? Assessore D'Ambrosio, lo chieda a Pichetto: non esistono 52 milioni di euro. Ma come fa lei a credere, in Giunta, che l'Assessore Pichetto possa mettere a disposizione 52 milioni di euro? Non ci sono sul bilancio, non esistono. E non mi pare neppure, per quello che conosco, che ci saranno nell'assestamento.
Quindi in sostanza, non essendoci i soldi - a parte la modalità - che cosa state facendo? Continuate a fare quello che avete fatto finora sapendo che la situazione è di grave difficoltà.
Per quanto riguarda il Mauriziano e i Valdesi, già a partire dal 2001 venne dato un incarico alla società Seimandi (consulenza, tra l'altro costosissima); quella consulenza diceva due cose molto semplici: al Mauriziano c'è una negligenza della gestione, però bisogna intervenire; i Valdesi invece sono gestiti bene. Questo è quello che è stato detto. Da quel momento è passato un anno e mezzo, nessun intervento finanziario concreto è stato fatto, niente, solo protocolli, che sono cambiati continuamente. Assessore, ma quanti protocolli lei ha sottoscritto, quanti incontri ha fatto e poi la Giunta li ha strappati? Questa è la situazione.
Allora, non essendoci i soldi, vuol dire che nel 2003 la Regione non potrà fare nulla; la delibera che avete assunto è aria fritta. La delibera recente, dove si parla del CIOV, dice: "Sì, procederemo all'acquisizione ma bisogna giustamente fare la legge". Bisogna fare la legge e faremo la legge, ma sappiamo quali sono i tempi della legge. Nel frattempo, cosa fanno i Valdesi? Continuano a fare anticipazioni bancarie? Io ho il timore che - però spero di sbagliarmi - essendo i tempi quelli che conosciamo (la legge, il bilancio, la finanziaria, la discussione, tutto quello che è necessario), nel frattempo i Valdesi dovranno in qualche maniera andare avanti, qualche creditore incomincerà a farsi avanti e quindi forse ancora prima dell'intervento pubblico, ci sarà qualche privato interessato.
Anch'io, come il collega Burzi, ritengo che la definizione di privato non sia un fatto negativo di per sé; tuttavia, quando l'Ente pubblico si comporta così, senza atti di governo, senza delibere, senza leggi, ma dice soltanto parole al vento, in realtà si creano delle difficoltà vere, come di fatto è avvenuto per i Valdesi. Di fatto, si sta preparando - con una complicità da parte dell'Assessore D'Ambrosio, ma più che lui, da parte della sua Giunta - il terreno ai privati per un intervento nei confronti dei Valdesi e quindi per la dispersione completa di questo patrimonio che da tutti viene riconosciuto.
Altra osservazione. E' noto che, sia gli Ospedali Valdesi sia il Mauriziano, facciano parte del sistema sanitario pubblico (è stata citata la legge 833, articolo 41). Assessore, lei sa perfettamente che, fino al '97, la remunerazione di questi ospedali è avvenuta con le stesse tariffe degli ospedali pubblici e che questa decisione è stata modificata nel '98 con delibera di Giunta regionale. Lei sa che, per quanto riguarda questo aspetto, c'è stato un ricorso da parte del Mauriziano; ricorso che è stato presentato anche dal Commissario, il quale, poi, l'ha ritirato. Non condivido questa scelta, che non è stata una scelta di difesa dell'ente. Ma allora, se non si è dovuto nulla alle audizioni dei Valdesi, perch dovremmo dare qualcosa dopo? Ho un timore, che esprimo: non è dovuto nulla, la Giunta ha deciso di dovere nulla, ma l'ha deciso nel '99, quando ha incominciato a fare il conteggio del disavanzo. Poiché il disavanzo era enorme, per dare una dimostrazione solo fittizia che il disavanzo della sanità pubblica fosse contenuto, avete aperto questo contenzioso e avete mai conteggiato quello che doveva essere dato al Mauriziano e ai Valdesi. Non solo, avete adottato delle delibere che hanno messo in difficoltà quegli enti, per quella parte per dire che il disavanzo era contenuto.
Questa è l'operazione che avete fatto: vi siete presentati, anche nei confronti del Governo, dicendo: "Noi abbiamo contenuto il disavanzo".
L'avete contenuto per alcune azioni, questo è vero, anche se non condivido la modalità. Il disavanzo è stato contenuto, anche perché non è stato riconosciuto quello che doveva essere dato, Assessore, perché ci sono delle sue lettere, ed anche del Presidente Ghigo, che dicono che a quegli enti dovevano essere dati dei quattrini. C'è anche la relazione Seimandi che lei dovrebbe leggere, altrimenti abbiamo speso centinaia di milioni inutilmente. Legga, Assessore, cosa ha detto la Seimandi! Il disavanzo è stato contenuto fittiziamente, e allora qual è l'operazione? Si vuole trasformare un disavanzo di parte corrente in conto capitale e continuate con le operazioni fatte, per quanto riguarda la parte corrente del sistema sanitario pubblico, in cui siete ricorsi ad un mutuo con la cassa depositi e prestiti, in "Zona Cesarini", dove non è più possibile in base alla Costituzione. Anche qui, volete finanziare una spesa di parte corrente col mutuo. Cosa vuol dire acquisire il patrimonio o la proprietà? Vuol dire accendere un mutuo. E' questa la modalità e l'aspetto di grande responsabilità.
Ritengo anch'io che i Valdesi siano un grande patrimonio e che occorra mantenere lo spirito e la validità di questo patrimonio, così come per il Mauriziano per la parte sugli ospedali, con tutte le urgenze che possono esserci state, che non sono di nostra competenza, ma soltanto di chi ha nominato i propri rappresentanti. Sono anch'io interessato ad una soluzione seria - il Consigliere Burzi ne ha individuata qualcuna - partendo, in ogni caso, dal fatto che oggi avete la responsabilità di aver messo realmente in ginocchio due ospedali importanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Presidente, contesto innanzitutto il fatto che questo dibattito avvenga in assenza del Presidente della Giunta regionale e soprattutto dell'Assessore al bilancio, che non ha avuto e non avrà poco ruolo in questa vicenda.
Siamo in presenza della presentazione di un DPEF che lascia presagire il Presidente Ghigo lo ha detto esplicitamente - importanti tagli agli Enti locali, quindi abbiamo una Regione in difficoltà, oggi e in futuro.
Le domande che ha posto il collega Saitta, anticipandomi, si ripropongono per intero: dove sono questi 52 miliardi? Dove sono? Sembra che, per il momento, la Regione non voglia intraprendere operazioni nei confronti dei privati; certo è che, se si lascia ancora la questione in sospeso, ci sono due possibilità: la prima è che i Valdesi, dovendo pagare ogni giorno che passa dieci milioni di interessi bancari, siano costretti a ricorrere al privato, mentre la Regione sta a decidere cosa fare, quali percorsi intraprendere, se fare o non fare la legge. L'altra ipotesi, di cui parlerò dopo, sta, secondo me, dietro ad un determinato progetto.
Stia attento, Assessore D'Ambrosio, perché su questa vicenda la stanno mandando avanti, non solo oggi, dai banchi della Giunta, ma anche altri stanno muovendo dei fili abbastanza interessanti. Non ripeterò, per economia di tempo, poiché è stato deciso che il dibattito sia contenuto quanto ha detto il collega Saitta riguardo alla remunerazione delle prestazioni, ma la stessa Giunta regionale ha detto che, ai fini della remunerazione, è da considerarsi assimilabile alle strutture di cui al punto a) anche l'Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino, per la complessità delle patologie trattate e la presenza di grandi attrezzature nonché il ruolo di riferimento per la rete dei servizi di emergenza. Questa contrazione è, non solo dannosa nei confronti del Mauriziano e del Valdese ma avviene in un momento in cui l'Assessorato non ha ancora adeguato (sono passati otto anni) il nomenclatore tariffario. Le prestazioni, cioè, sono pagate oggi esattamente come otto anni fa. Questo, mentre ci sono stati due rinnovi di contratto e mentre le Aziende - e quindi anche gli ospedali Valdesi e Mauriziano - hanno dovuto dotarsi di strumentazioni tecnologiche di livello maggiore o hanno dovuto fare degli investimenti di tipo strutturale che sono stati accettati, promossi e incoraggiati dall'Assessorato alla sanità e dalla Presidenza della Giunta regionale.
Non è vero, Assessore, che la Regione - come si dice nella delibera ha sempre onorato i propri impegni contrattuali. Non è vero, perché la Regione ha discriminato gli ospedali Valdesi sul piano delle contribuzioni finanziarie rispetto all'attività sanitaria pubblica che hanno svolto. Ha sempre pagato in ritardo le somme che non sono mai state aggiornate, perch il nomenclatore tariffario - come ho detto - è fermo.
La Regione, dunque, non ha sostenuto gli investimenti per la ristrutturazione dell'ospedale di Torino ed è ridicolo quanto viene detto più avanti, nella delibera, dove si dice che la Regione decide di acquisirli al fine di ricondurli a una gestione più efficiente.
Non ci fate ridere! Non ci fate ridere! Nessun ospedale pubblico ha i parametri che possono vantare gli ospedali Valdesi in generale, vale a dire un rapporto costi-valore di produzione di 1,26; il solo Ospedale Valdese di Torino arriva a 1,62, che è un parametro assolutamente eccezionale e nessuna struttura pubblica l'ha mai ottenuto. Tutto questo avviene in un momento in cui, a livello pubblico, viene utilizzata la leva del finanziamento alle varie Aziende Sanitarie per premiare questo o quell'altro direttore generale, questo o quel territorio.
A proposito delle prestazioni che non erano previste, dell'eccedenza di prestazioni: Assessore, per la cardiochirurgia privata di Novara lei è stato capace di andare a fare una sanatoria con 11 mesi di differenza e adesso non siamo in grado di intervenire su quello che è un patrimonio storico del Piemonte, per cui i semplici cittadini hanno versato volontariamente, fino a ieri, 400-500 mila lire per poter permettere il funzionamento degli ospedali Valdesi? E' una cosa criminale quella che si sta verificando adesso: come diceva un appello pubblicato sui giornali qualcuno sta strangolando gli ospedali Valdesi, qualcuno li sta strozzinando esattamente con la logica degli usurai, che prima strozzinano e poi si impadroniscono della casa, del patrimonio delle persone soggette a usura. Così sembra si stia comportando la Regione! Voglio concludere, Presidente, dicendo che, essendo appassionato di fantascienza, ricordo un film che si intitola "Fase quarta: distruzione della terra"; a me sembra veramente di assistere a questa fase quarta distruzione della terra, per quello che riguarda la sanità. Abbiamo vissuto una prima fase, che è quella del disavanzo, dove si è speso in modo assolutamente irresponsabile, con le consulenze d'oro, le assunzioni clientelari, i primariati che crescevano, mentre diminuivano i posti letto con nessun controllo sui fenomeni tangentizi. La seconda fase è stata quella dei tagli: tagli ai servizi, ticket, aumento delle tasse regionali tempi di attesa che diventano infiniti. La terza fase la stiamo vivendo adesso: è la svendita al privato (più avanti discuteremo di una delibera che dà spazio ai laboratori pubblici di poter fare, più o meno, quello che vogliono). Nel frattempo, vediamo che, per quanto riguarda Candiolo, sono già incominciati i contatti dell'Umanitas; a Venaria verranno i francesi; a Settimo verranno gli svizzeri; a Settimo ci sarà l'Hopital Francais; per quello che riguarda le sale di terapia intensiva del CTO, metà di queste saranno date al privato; nell'ipotesi delle Molinette 2, siccome tutto quanto è molto oscuro, sembra che il core business delle Molinette possa spostarsi verso il privato. E allora, Assessore, c'è l'altra ipotesi che ho lasciato in sospeso prima: stia attento, che oggi la Regione, senza alcuna perizia, ma soltanto con un'operazione di strangolamento usuraio, non acquisisca le strutture dei Valdesi e anche qualcuna del Mauriziano, e domani, quando ci sarà un enorme disavanzo regionale, anche per i tagli che sono previsti a livello nazionale, non si vedrà costretta a fare cassa e a vendere al privato alcuni piccoli gioielli; tanto per incominciare, questi che state acquisendo in questo modo vergognoso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Ieri mattina durante lo svolgimento del dibattito avevo già detto che l'operato del Presidente Ghigo, nel contesto specifico degli OGM, era condivisibile e anche come fosse comprensibile il suo interesse ad apparire su quelle vicende.
Questa mattina ne abbiamo la conferma; infatti la maggioranza e il Presidente Ghigo si disinteressano di un problema che ha un peso ed una gravità analoga a quello discusso ieri.
L'atteggiamento del Presidente della Regione è un fatto sicuramente negativo, perché non ha ritenuto utile partecipare alla discussione di una questione di questo tipo. E, tra l'altro, mi pare sia un atteggiamento ampiamente condiviso dalla stessa maggioranza e da tutta la Giunta, infatti lo stesso Assessore Pichetto non è presente. Quindi, mi sembra una questione non irrilevante.
Già altri Consiglieri hanno sottolineato il fatto che nel suo intervento, e anche stamattina nella relazione, non si è parlato di sanità ma si è parlato di bilanci. Non abbiamo sentito un Assessore alla sanità ma un Assessore che parlava di numeri e di conti, quindi un argomento che riguarda parecchio l'Assessore al bilancio Pichetto.
Se la logica fosse stata quella della sanità, avremmo dovuto ascoltare una relazione che trattava del bilancio degli Ospedali Valdesi, non solo in termini economici, ma anche in termini di efficienza rispetto al compito degli ospedali, che è quello di curare le persone che vi entrano, non è solo quello di far quadrare i conti. La funzione di un ospedale è quella di curare, e su questo non si dice nulla, perché trattiamo gli ospedali come se non avessero questa funzione.
Per cui appare completamente ingeneroso il giudizio che dava l'Assessore con una logica puramente di Assessore al bilancio, dicendo che questi ospedali non sono efficienti. Mentre sappiamo che, da un punto di vista sanitario, sono delle strutture perfettamente efficienti e di eccellenza, e bisognerebbe chiedersi come siano state in grado di operare in quel modo e semmai prenderle come esempio, cercando di capire anche i motivi per cui esistono problemi finanziari.
Su questo altri colleghi si sono già soffermati, soprattutto sul fatto che quei problemi finanziari nascono anche dal comportamento e dalle scelte che la Regione ha fatto.
La Regione ha deciso di creare problemi finanziari a quelle strutture perché se avesse deciso di mantenere dentro la sanità pubblica un ruolo degli Ospedali Valdesi e all'Ospedale Mauriziano analogo rispetto a quello degli altri ospedali, probabilmente la situazione finanziaria non sarebbe stata così catastrofica.
D'altro canto, sappiamo che, nel caso delle ASL e delle strutture sanitarie, a fronte della gestione finanziaria si è intervenuti in qualche modo e si è risolto il problema.
Invece in questo caso si responsabilizzano gli altri per le scelte che sono fatte, per poi andare verso una sorta di sequestro di questi ospedali che vengono messi sotto il controllo della Regione che sicuramente non dà un grande esempio di capacità gestionale.
Faccio notare una cosa che, secondo me, è molto importante. Noi in questo Consiglio spesso discutiamo di aumenti di capitale di qualche decina di migliaia di Euro per strutture ed enti della Regione; oppure quando dobbiamo dismettere o entrare a far parte di qualche ente di modeste dimensioni, facciamo una discussione ed una legge apposita.
Siamo di fronte a strutture - Mauriziano e Ospedali Valdesi importantissime e di grandi dimensioni che, tra l'altro, hanno a che fare con la vita di una parte consistente della popolazione piemontese. Tutto questo avviene al di fuori del Consiglio e con decisioni prese solo dalla Giunta.
Credo ci sia un problema da questo punto di vista, perché la Giunta da una parte non prepara il piano sanitario, non crea un documento dentro il quale si potevano discutere tutti questi problemi e trovarne le misure.
Dall'altro lato, su cose così rilevanti ritiene che siano affari suoi punto e basta, ed affronta quasi con fastidio una discussione in Consiglio quando le minoranze lo propongono.
Tutto ciò è gravissimo ed è la prova che per la Giunta la sanità non è tanto la gestione della salute dei cittadini, ma è un affare di cui si devono continuare ad occupare il più possibilmente senza avere fastidi e senza dover rendere conto, e quando non possono farne a meno - perch magari noi stessi Consiglieri veniamo sollecitati dagli organi di informazione - ci si presenta in aula e si dicono un po' di cosette per terminare il dibattito.
Credo che dobbiamo trovare il modo di superare questa cosa, perché a pagare sono in gran parte i cittadini del Piemonte e, nel caso specifico alcune comunità che hanno anche avuto un grande valore.
Bisognerebbe trovare il modo, anche da parte nostra, di essere più efficaci, perché non si può più permettere che prosegua la gestione della sanità, così come sta andando avanti.
Dovremmo trovare un sistema, anche attraverso forme che sollecitino le popolazioni alla partecipazione più attiva ai nostri lavori, per andare verso decisioni che non siano più come queste, e soprattutto per non dovere sempre affrontare i problemi quando ormai "i buoi sono scappati dalla stalla".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bolla; ne ha facoltà.



BOLLA Emilio

Grazie, Presidente.
Volevo ringraziare l'Assessore per le sue comunicazioni e anche per il contenuto, che peraltro - anche se non è stata citata - rispondono in buona parte all'interrogazione che ho presentato, che per una piccola disfunzione è giunta a mani dell'Assessore solo ultimamente. In realtà, ad una parte importante, nelle sue comunicazioni sono già contenute le risposte, e di questo vorrei ringraziarlo.
Avrei voluto impostare il mio intervento più sulle cose da fare da oggi in avanti, piuttosto che su quello che è avvenuto, ma gli interventi che mi hanno preceduto richiedono una mia analisi sulle motivazioni che hanno portato alle decisioni assunte dalla Giunta con le deliberazioni sia per quanto riguarda il Mauriziano che per gli Ospedali Valdesi.
Ringrazio gli Assessori alla sanità e al bilancio e il Presidente Ghigo che hanno voluto affrontare, con determinazione e con un primo passo importante, il problema, piuttosto che le polemiche, dei servizi ai cittadini del territorio piemontese.
Dovrò fare una scelta, perché dovrò parlare più dettagliatamente degli Ospedali Valdesi anziché del Mauriziano; però vorrei che del Mauriziano si parlasse anche riportando in aula il testo integrale dell'audizione tenutasi con il Vice Commissario dell'Ordine Mauriziano.
Credo che le cose dette in quella sede non siano molto note ai cittadini, però danno un quadro della situazione che non può essere falsato e modificato da nessuno, soprattutto sul fatto di come si sia ingigantito così tanto il debito del Mauriziano.
Mi focalizzo un po' di più - e di questo mi scuserete - sulla questione degli Ospedali Valdesi, perché ho partecipato parecchio al dibattito in questa fase anche delicata, per cercare di proporre delle soluzioni al problema degli Ospedali Valdesi. A questo dibattito mi pare non abbia partecipato così tanto, in questa fase propositiva, il centrosinistra.
Ho avuto modo di proporre alcune soluzioni grazie a qualche esperienza acquisita a livello di amministratore locale, anche se è scarsa l'esperienza legata alla sanità. Proprio per questo mi conforta che questa soluzione sia assolutamente condivisa - con le preoccupazioni del dopo che ci sono e sono dell'Assessore, ma anche di tutti noi, su come riorganizzare i servizi sul territorio - dai sindaci interessati alle questioni.
In particolare, mi riferisco agli ospedali di Torre Pellice e di Pomaretto. Credo che con la soluzione concordata con la Tavola Valdese, con la CIOV e parte della Giunta si sia fatto un passo determinante per salvare quegli ospedali sul territorio, e quindi dei servizi essenziali ritenuti importantissimi per il territorio.
Così come credo che si siano anche fatti dei passi importanti per salvare i posti di lavoro. Non dimentichiamo infatti che solo negli Ospedali Valdesi contiamo 550 dipendenti, i quali, se non ci fosse l'intervento della Regione, oggi vedrebbero i loro posti a rischio, perch la Tavola Valdese - come non si è detto o si fa finta di non sapere - era sul punto di portare i libri contabili in tribunale. Quindi, stava per dichiarare la bancarotta, tanto il debito si era ingigantito nelle precedenti gestioni - e questo vorrei che fosse ricordato. Credo - e sono sicuro di quello che dico perché lo sostiene anche la Tavola Valdese - che tale debito sia stato accumulato non nell'ultima gestione, ma nelle precedenti.
Questa grave crisi finanziaria che, a quanto pare, supera i 100 miliardi, rischiava addirittura di mettere in discussione l'esistenza stessa della Chiesa Valdese che - com'è stato pubblicato sugli organi di informazione - ha un bilancio che si aggira sui 4 milioni di Euro. Con questo debito spropositato alle spalle non avrebbe potuto far fronte.
Anche per questo motivo, pare non fosse d'accordo su una proposta di gestione mista, che ho lanciato proprio per mantenere in vita la realtà Valdese, che rappresenta un patrimonio fondamentale di cultura, di tradizioni e di storia della nostra Regione.
Neanche questa soluzione - o chiamiamola anche sperimentazione gestionale - poteva andare bene per la Tavola Valdese, che ha preferito verificate tutte le condizioni e tutte le disponibilità - concordare con la Regione quest'ultima proposta con l'acquisizione dei presidi ospedalieri e della gestione da parte della Regione.
E' chiaro che di qui in avanti bisogna puntare alla riorganizzazione.
Certo la riorganizzazione è un grandissimo peso che si assume la Regione e le ASL interessate (ASL 10 e ASL del presidio di Torino). La riorganizzazione vuol dire rivedere le questioni del personale; non dobbiamo dimenticare che solo per gli Ospedali di Pomaretto e Torre Pellice ci sono 241-250 circa posti di lavoro, di cui 100 considerati in esubero rispetto ai normali standard d'impiego utilizzati all'interno della sanità piemontese, e tra questi 100 in più buona parte sono ausiliari e amministrativi. Quindi probabilmente anche su questo bisogna fare una piccola riflessione: da che cosa arriva il deficit accumulato in questi anni? Vorrei quindi rimarcare quello che diceva l'Assessore, cioè che, se di crediti si deve parlare da parte del CIOV, il discorso - se ho capito bene è limitato a circa 10 miliardi; mi pare che l'Assessore abbia detto chiaramente nella sua relazione che si tratta di un 10% rispetto al deficit accumulato globalmente (forse qualcosa di meno del 10%, perch stamattina ho sentito delle cifre un po' diverse).
Certo dobbiamo riorganizzare il servizio; dobbiamo anche tenere conto che se il pasto a Torre Pellice costava 30 mila lire e all'Ospedale Civile di Pinerolo costava solo 12 mila lire c'è qualcosa da rivedere nella riorganizzazione dei servizi. Indubbiamente credo che debba essere fatto un grosso sforzo affinché sul territorio rimangano e siano addirittura potenziati alcuni servizi che, integrati con i servizi nelle ASL di competenza, possono veramente utilizzare al meglio questa risorsa e questa esperienza che anch'io ritengo fondamentale degli Ospedali Valdesi.
Tutto questo non vuol dire cancellare ogni traccia degli Ospedali Valdesi sul territorio; credo che la Regione con questo passo - ripeto concordato con i Valdesi, vada invece in una direzione opposta, cioè vada a salvaguardare un patrimonio che è stato costruito nel corso di tanti anni, anche se in un certo periodo una gestione non così attenta probabilmente ha determinato le condizioni attuali.
Vado a chiudere, rivolgendo veramente un appello a tutti i colleghi, ma anche naturalmente alla Giunta: si cerchi oggi di non distruggere questo patrimonio attraverso polemiche che possono essere esclusivamente sterili e non funzionali alla riorganizzazione dei nostri servizi. Ritengo che un patrimonio così importante, attraverso la riorganizzazione sul territorio dei servizi sanitari, possa rappresentare anche una svolta importante per il miglioramento, laddove c'è bisogno su alcune parti del nostro territorio piemontese, del servizio sanitario ai cittadini.



POZZO GIUSEPPE



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, stamattina nella sua relazione ha dovuto fare riferimento anche al credito che questa Regione ha nei confronti del Governo; a dire la verità, ha usato in modo parziale il credito sul 2002, ma a quella cifra di 2.300 miliardi doveva aggiungere anche la cifra relativa a quest'anno dopodiché ha parlato diffusamente di responsabilizzazione.
Vede, siamo alla solita critica e ad una crisi che viene da lontano, e lei ne è assolutamente consapevole. La mancanza di programmazione che continua a penalizzare fortemente le sue scelte e questa Regione dà certo, un credito che questa Regione, come le altre, vanta nei confronti del Governo Berlusconi - che, al di là della fumosità delle parole, non ha ancora sganciato nemmeno i soldi che erano stati pattuiti e concordati sulla partita sanitaria per le varie Regioni - ma, come sempre, ci troviamo di fronte a un'altra delle scandalose conseguenze di un disavanzo provocato nella precedente legislatura, che ha avuto come picco proprio il 2000, l'anno famoso della campagna elettorale.
Partiamo dalla vicenda Valdese: la causa del ritardo, qual è? E' certamente il ritardo dei pagamenti da parte della Regione; è certamente l'aver scelto di pretendere e richiedere delle prestazioni, tra l'altro prestazioni anche aggiuntive, riconosciute formalmente, ma non riconosciute sostanzialmente né nelle tariffe, perché comunque il tariffario non è stato per loro aggiornato, né nel denaro che questa Regione, a partire dal 1998 e poi soprattutto 1999, 2000 a venire avanti, doveva come rimborso concordato a questi Ospedali.
Questa è la causa, ed è stata una scelta. Questi ospedali, gli Ospedali Valdesi, sono stati strozzati - o, se vogliamo usare un termine meno gentile, strozzinati - e ora si procede al loro acquisto con una mancanza di trasparenza; tra l'altro, quella che viene fatta è una svendita.
Per la vicenda valdese, non possiamo fare altro che aggiungere anche da parte nostra apprezzamento e solidarietà per quella che è stata la gestione; grande apprezzamento per una gestione di qualità dei servizi e di eccellenza certamente per Torino, ma anche per le valli.
Con una battuta dico che se il suo Assessorato, se la Giunta Ghigo avesse imparato dai Valdesi come si fa a fare efficienza ed efficacia certamente la sanità piemontese vanterebbe oggi un'altra situazione.
Veniamo alla vicenda del Mauriziano, anche se è veramente spiacevole non avere il tempo per poter affrontare argomenti di questo spessore. Se uniamo i due aspetti, Valdese e Mauriziano, dobbiamo dire che il danno inferto alla sanità piemontese è stato enorme.
Prima qualcuno faceva riferimento ad un'audizione del Vice Commissario in IV Commissione; collega Bolla, penso che tu ti riferisca all'audizione dell'avvocato che, se non ricordo male, oltre a essere Vice Commissario, ha anche svolto un'importante funzione nella Solving, ma su questo ci ritorno dopo.
Mauriziano: un deficit noto, perché anche in questo caso l'ospedale vantava un credito che la Regione non gli ha mai saldato e perché la Regione, anche in questo caso, pagava al ribasso le prestazioni che venivano richieste e riconosciute formalmente, ma non sostanzialmente. La Regione ha approfittato dunque di una difficoltà economica, peraltro denunciata, che man mano avanzava e in gran parte noi diciamo provocata anche per colpire l'ordine e quindi per motivi politici. Adesso si giunge ad un protocollo che deve avere come contropartita la rinuncia al ricorso: alla faccia della trasparenza, anche in questo caso! I soldi servivano per ripianare il deficit. I soldi che al Mauriziano non sono mai stati dati in quegli anni (anche qui partiamo dal 1998 a venire avanti), sono gli stessi soldi che però venivano riconosciuti alle Molinette e a Odasso; è la stessa operazione nella quale si sfilava il San Giovanni antica sede: anziché proiettarlo e portarlo verso il Mauriziano così come il piano oncologico prevedeva, si è fatta un'operazione di altro tipo.
Oggi la Commissaria dice: "La Regione non è obbligata a equiparare il Mauriziano a una struttura pubblica". Peccato che il 18 novembre del 2002 nella sua relazione la stessa Commissaria abbia scritto, in trenta pagine di ricorso, l'esatto contrario, parlando di un polo ospedaliero di prima categoria e chiedendo l'integrazione dei rimborsi. La stessa cosa che chiedevano Bergoglio e Zanetta. E adesso ovviamente il ritiro del ricorso è la contropartita.
Per la Commissaria che oggi nei giornali parla di moribondi e di cadaveri, questi moribondi e questi cadaveri però così non erano nell'anno e mezzo in cui la Solving faceva affari, prendeva tutti quanti gli appalti ma questo è un altro discorso ancora.
La Regione deve rendere conto dei finanziamenti non erogati dal 1998 in poi. E' uno scandalo quello che c'è stato, ed è stato uno scandalo voluto.
Il Mauriziano è stato eccellenza del Piemonte ed è stata struttura pubblica a tutti gli effetti.
Con una battuta facile, potrei parlare di "stagione dei saldi" e quindi la Commissaria, che dovrebbe tutelare il patrimonio dell'ospedale va ad un accordo saldo, tra l'altro assolutamente sottostimato perché si teme di perdere al TAR. Come mai si teme di perdere al TAR? Come mai si teme di dover restituire quei soldi? Quindi una stagione infelice di saldi.
Con questi due accordi la Regione conquista il controllo del Mauriziano e del Valdese di Torino, due eccellenze; non certo però per rilanciali, ma forse ad un certo nuovo privato interessa proprio questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. A volte, quando sento gli interventi dei colleghi rimango veramente stupito. L'Assessore D'Ambrosio sa quante volte ho attaccato, lui o le decisioni prese dal suo Assessorato, magari troppo buone nei confronti di dirigenti, di cui evito di fare i nomi. Questa volta l'Assessore D'Ambrosio non è assolutamente criticabile né attaccabile; non poteva fare altro! L'Assessore D'Ambrosio ha preso una decisione corretta forse troppo buona, ma sta salvando delle strutture ospedaliere di importanza primaria, per il sistema sanitario regionale: il Mauriziano e gli ospedali Valdesi.
Essendo alessandrino vivo sulla mia pelle il caso dell'Ospedale Mauriziano di Valenza. Se non fosse intervenuta la Regione - checché il Sindaco gridasse, facesse comunicati stampa e mettesse in piedi comitati quella struttura avrebbe chiuso, le persone che lì lavoravano sarebbero andate a casa o sarebbero state a carico di Pantalone, che pagava per tutti, in mobilità o cassa integrazione, e la gente non avrebbe più avuto la struttura sanitaria. La stessa cosa sarebbe successa per le altre strutture! Signori, non prendiamoci in giro, siamo tutti politici! Mi stupisco quando sento parlare alcuni colleghi, perché riescono a vendere del fumo senza avere neanche il pezzo d'arrosto bruciacchiato! Il Mauriziano aveva un CDA nominato dai Ministeri dell'allora governo dell'Ulivo; come si fa a dire: "Assessore, non se ne è accorto prima, che c'era il buco?". A parte che il buco c'era e l'hanno fatto altri, ma chi dirigeva il Mauriziano cari amici e colleghi, erano i rappresentanti del governo dell'Ulivo nominati da quattro Ministeri.
Il Presidente del Mauriziano è stato nominato dal Presidente Scalfaro dopo aver sentito il parere dell'allora Presidente del Consiglio dell'Ulivo, e Scalfaro non rappresenta certamente il centrodestra! Vi era un rappresentante della Curia torinese, e, visto come la Curia torinese si è espressa alle ultime elezioni comunali di Torino, non è di certo di centrodestra, e tre rappresentanti della Regione. Se avevate la maggioranza all'interno del CDA, perché non vi siete accorti che c'era qualcosa che non funzionava? Prima di accusare gli altri, accusate voi stessi! Per quanto riguarda la tavola Valdese e la gestione di questi altri ospedali, probabilmente sono stati fatti degli errori, perché se c'erano dei costi in eccesso rispetto agli ospedali gestiti dal pubblico, vuol dire che qualcosa di allegro o di gestione poco corretta c'era. Sempre rispetto al Mauriziano, il costo degli stipendi dei dipendenti era mediamente superiore del 20-25% rispetto a quello del pubblico. Mi dovete spiegare allora, se una struttura praticamente privata, con dei debiti di centinaia di miliardi di vecchie lire, si permetteva di pagare il 20-25-30% in più di stipendio agli infermieri, ai barellieri, ai medici, e, ai primari uno stipendio paragonabile a quello del direttore generale di una ASL pubblica perché i vostri rappresentanti non hanno gridato allo scandalo? Perché non hanno avviato delle trattative sindacali per dare lo stesso stipendio a chi faceva lo stesso lavoro (perché l'infermiere che lavorava al Mauriziano di Valenza era mediamente paragonabile all'infermiere che lavorava per l'ASL di Alessandria o per l'ASL di Casale, non era una persona particolarmente più valida degli altri, parlo sempre mediamente)? Perché, dunque, doveva prendere 300, 400 o anche 500 mila lire in più al mese? Un rimprovero all'Assessore D'Ambrosio lo faccio: ritengo che, oltre a salvare - cosa che ha fatto bene a fare - il Mauriziano e poi il Valdese avrebbe dovuto riconoscere a tutti coloro che non perdono il posto di lavoro, grazie a questa Regione, uno stipendio pari a quello che ha il loro collega dell'altra ASL. Ritengo scorretto - faccio sempre l'esempio dell'infermiere, ma vale per tutte le figure professionali all'interno dell'ASL e del Mauriziano - che un infermiere prenda 300 mila lire in più al mese, rispetto ad un suo collega che fa lo stesso e identico lavoro e che ha la stessa e identica anzianità. Questo non mi sembra corretto abbiamo salvato il posto di lavoro, ma lo stipendio deve essere pari a quello del suo collega, altrimenti creiamo figli e figliastri! Chi è sempre stato dipendente dell'ASL di Casale Monferrato, ad esempio, si trova ad avere un collega di lavoro che svolge il suo stesso compito, ma che guadagna uno stipendio più alto. E' pur vero che, nell'arco dei due anni, i nuovi assunti arriveranno a percepire uno stipendio gradualmente uguale perché non godranno degli aumenti e degli scatti di cui godono gli altri colleghi, però per due anni saranno dei privilegiati rispetto ai lavoratori del pubblico.
Concludo facendo i complimenti all'Assessore D'Ambrosio e alle decisioni assunte per salvare questi presidi ospedalieri e questi posti di lavoro. Devo tirare le orecchie ai colleghi della sinistra, che , questa volta, devono veramente guardare in casa propria, perché le responsabilità di questo dissesto sono legate a una cattiva gestione, organizzazione e amministrazione di persone - per lo meno, per quanto riguarda il Mauriziano, ma probabilmente anche per quanto riguarda il Valdese - da parte della loro area politica, da parte di persone dirigenti della loro area politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Prima di fare alcune considerazioni, voglio fare una premessa e rispondere a qualche battuta di spirito dei colleghi dell'opposizione.
Come premessa, riguardo alla divisione del centrodestra, accennata in un intervento di apertura, magari approfittando di un'intervista al nostro coordinatore regionale su un importante quotidiano piemontese, voglio subito sgombrare il campo e assicurare, in particolare la collega Manica che i grandi problemi che lei vede all'interno di Forza Italia e della Casa delle Libertà non sono poi così gravi come lei asserisce. Fanno parte di una dialettica di una coalizione; mi sembra che, se Sparta possa piangere da questo punto di vista, certamente Atene non rida, perché oggi, su un altro importante quotidiano, abbiamo visto come il centrosinistra attacchi violentemente il Presidente Castellani per la questione del TOROC, e come l'Assessore Tessore - che certamente non è di Forza Italia - attacchi la gestione del TOROC e lo stesso Presidente Castellani. Molti esponenti di rilievo della sinistra contestano la gestione del TOROC, rispetto ad alcune modalità di gestione e assunzione, e certamente questa volta Forza Italia non c'entra, perché non fa né il Pubblico Ministero né il Magistrato giudicante per mutuare un vostro modo di intendere la politica.
Voglio ringraziare l'Assessore alla sanità; non è la prima volta che lo faccio e non voglio certamente farlo per piaggeria (basta ricordare quanto ho detto anche in altre occasioni).
Condivido quanto è già stato detto da altri colleghi di maggioranza: l'Assessore, rapportando una posizione che peraltro è condivisa da tutta la Giunta regionale, ha svolto una comunicazione suffragata da azioni politiche concrete della Giunta regionale e del suo Assessorato, ma da scelte politiche precise, sulle quali farò alcune considerazioni.
Prima di questo, voglio rispondere a qualche battuta di spirito.
Secondo il Consigliere Saitta, poiché gestiamo così bene la sanità pubblica, pensiamo di rendere pubbliche anche quelle strutture che magari sono gestite da altri enti importanti come il Mauriziano o i Valdesi. Il collega lo dice non senza ironia, ma posso anche comprenderlo. Attenzione però, perché se dobbiamo andare a vedere quelle gestioni o le gestioni precedenti - in particolare quelle del Mauriziano, e sulla questione del CDA prendo una posizione e sposo in toto l'intervento del collega Bolla che peraltro segue la questione con grande attenzione dall'inizio di questa legislatura - ritengo che, anche in questo caso, non si possa ridere molto.
Voglio, poi, collegarmi ad una battuta di spirito della Presidente Manica, perché, se vi è un filo comune e un uso politico delle risorse della sanità, a cui prima si riferiva, ritengo sia evidente, per chi ha ascoltato con attenzione gli interventi del Commissario Tavanelli, che ha seguito la parte del Mauriziano in questi mesi, che la gestione al Mauriziano era particolarmente superficiale - usiamo questo aggettivo - e che il Presidente del Mauriziano, che certamente non è espressione politica del Gruppo a cui appartengo, aveva uno "stipendiuccio" che con tutti gli annessi e connessi, compresi i gettoni di presenza a varie Commissioni sfiorava i 45 milioni di vecchie lire al mese. E' ben distante dallo stipendio del Presidente della Corte Costituzionale. Tra il '99 e il 2000 o poco prima, è stato assunto qualche dipendente di quelle categorie forse più facili da assumere e queste assunzioni hanno portato ad un aumento dei costi del personale. Bisognerebbe anche andare a vedere come mai quel personale è stato assunto in coincidenza di due appuntamenti elettorali importanti come le elezioni amministrative e quelle regionali. Pertanto prima di fare battute di spirito o cercare di ribaltare la frittata, al posto vostro sarei stato certamente più prudente.
Ma vengo al merito della comunicazione dell'Assessore.
Ritengo che l'Assessore abbia ben riportato una scelta politica precisa della Giunta e della maggioranza che la sostiene. Come ricordava il collega Burzi, l'Ordine Mauriziano e i Valdesi fanno parte del patrimonio storico culturale e sociale di questa Regione, non intesa come Amministrazione regionale, ma come territorio e comunità regionale. Siamo, allora, di fronte a una scelta: salvare due prestigiose realtà come l'Ospedale Valdese e l'Ordine Mauriziano, oppure lasciarli andare a fondo. Questa Regione, la maggioranza che la sostiene, ha scelto la prima via, cioè quella di contribuire a salvare e a sostenere sia il Mauriziano sia i Valdesi. Ma sostenendo sia il Mauriziano sia i Valdesi, non è che oggi si cambia idea rispetto al 1999, quando fu detto: "Non dobbiamo nulla" e si vogliono dare dei soldi dopo, caro Consigliere Saitta. Perché bastava leggere la deliberazione di Giunta regionale n. 236 del 2003 per vedere che lì si ribadisce quel concetto e che certamente questo intervento straordinario è in correlazione all'acquisizione immobiliare, che può sembrare indubbiamente in controtendenza con la politica del centrodestra di questa amministrazione, che ha sovente portato all'attenzione del Consiglio regionale leggi di dismissioni e di cartolarizzazione, ma che è una via ed una modalità straordinaria - e non a caso parla di intervento straordinario, quella deliberazione di Giunta - per poter sostenere il Mauriziano e soprattutto i Valdesi.
La scelta di fondo non è tanto quella di garantire la tradizione, la cultura e l'aspetto sociale che queste due importanti realtà comportano per il Piemonte, per la città e l'area di Torino; c'era anche la scelta di fondo - basti pensare proprio a Lanzo e a Valenza, caro collega Rossi visto che lei su questo si è speso anche personalmente - di salvare dei posti di lavoro per circa 1150 dipendenti. La Regione di centrodestra colpevole di essere arrogante e prepotente, ha scelto con questa iniziativa, che bene l'Assessore ha portato all'attenzione dell'aula, di salvare lo stipendio e la serenità di 1150 famiglie. E' forse un reato? E' forse una colpa politica? Dal nostro punto di vista, certo è una responsabilità; abbiamo la responsabilità della gestione delle risorse e abbiamo fatto una scelta politica di cui ci assumiamo la responsabilità, ma che siamo anche orgogliosi di avere compiuto.
A tutto ciò si aggiunge un altro aspetto, visto che qualche battuta di spirito aveva qualche filone di carattere generale. Quando qui l'Assessore D'Ambrosio, e con lui l'Assessore Pichetto e lo stesso Presidente Ghigo sostenevano che il disavanzo della sanità sarebbe stato in sostanziale pareggio, voi avevate detto che non era vero. Io ho apprezzato l'intervento del collega Saitta, quando con i distinguo - perché ha detto che non ne condivideva le scelte - per la prima volta in tre anni e mezzo ha riconosciuto comunque il contenimento e soprattutto il fatto che il Piemonte avesse potuto contenere il disavanzo della sanità. Mentre le Regioni che venivano prese ad esempio, come la Toscana e l'Emilia Romagna (ma c'è anche il Lazio e la Lombardia), proprio quelle Regioni, guarda caso, hanno in termini di vecchie lire una previsione di disavanzo superiore a circa 300 miliardi, 150-160 milioni di euro, che non sono certamente un sostanziale pareggio.



(Commenti del Consigliere Riggio)



CATTANEO Valerio

Collega Riggio, sarebbe quanto meno semplicistico dire che, siccome noi abbiamo un sostanziale pareggio e loro hanno un addebito consolidato, noi diamo più servizi, perché non è vero. E' falso! Perché questa Regione, il Piemonte di Ghigo, di D'Ambrosio e del Gruppo della Casa delle Libertà garantisce tutti i livelli essenziali di assistenza, anche il decreto governativo. Quelle Regioni no!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Non so se i tempi sono concessi in base alla consistenza dei Gruppi consiliari, ma certamente io starò nei 5 minuti.
Devo dire che sono quasi incredulo, perché a parlare di Mauriziano e Valdese - che non è il poliambulatorio di corso Toscana, quello del quartiere dove abito - non c'è né il Presidente della Giunta né, di fatto fisicamente il simpatico Assessore al bilancio Picchetto. A questo punto una fotografia diviene oggi chiara. Utilizzando un paragone ciclistico visto che è in corso il Tour de France - posso dire che c'è un uomo solo al comando, perché, Assessore D'Ambrosio, lei è rimasto solo. Lei è stato lasciato solo dalla sua maggioranza, in particolare dal principale partito che è la Casa delle Libertà (neanche più loro la chiamano così, perché è una coalizione). Non vorrei che qualcuno nella maggioranza sperasse, vista anche l'intervista di oggi, in qualche incidente di percorso che riguardasse non certo l'incolumità fisica, ma quella politica dell'Assessore alla sanità e magari qualche Dirigente del suo Assessorato per sgombrare finalmente il campo da una presenza ingombrante. Quindi, una presenza ingombrante che crea problemi alla gestione della sanità.
Ognuno offre le chiavi di lettura che crede all'intervista dell'on.
Corsetto, che il Consigliere Cattaneo ha cercato in qualche modo di dissimulare, ma le parole sono quelle del Responsabile regionale. Tra l'altro, con tutta la stima che provo, ho cercato di capire chi ha segnalato il buono, simpatico e vegliardo Olivieri, per il quale ho una riconoscenza di lunga data; mi hanno detto "scheda", perché pensare di istituire un direttorio composto da un vegliardo ultra ottantenne segue la tradizione che avete iniziato quando avete messo Guzzanti nonno (chi vuole stasera vada a vedere Sabina, costa meno e rende di più, costa meno ed è più simpatica).
Assessore D'Ambrosio, lei è sfiduciato nei fatti, le hanno messo un cordone sanitario intorno che non funziona, e stanno aspettando un incidente di percorso. Vengo alle domande, quindi la prego di prestarmi attenzione. E' l'Ordine Mauriziano un Ente di diritto pubblico o no? Anche su questo bisogna capire. Nel 1997 c'è stata un'ampia corrispondenza fra il Mauriziano e la Regione Piemonte? A me risultano almeno 15 lettere inevase.
Ci sono state o no? Non conoscevate i conti, ma trimestralmente il Mauriziano vi mandava o no i conti?



(Commenti dell'Assessore D'Ambrosio)



PLACIDO Roberto

Mi scusi, Assessore, arrivavano le informazioni trimestralmente, come tutte le ASL e le ASO del Piemonte devono fornire, o no?



(Commenti dell'Assessore D'Ambrosio)



PLACIDO Roberto

Assessore, io le rivolgo le domande, lei mi risponda gentilmente! La ASL-ASO Mauriziano mandava o meno trimestralmente i conti? Se non li mandava, questo è il problema: Assessore, ma cosa avete aspettato ad intervenire? Le 15 lettere inevase ci sono o non ci sono? Premetto: noi non abbiamo da difendere nessuna persona nominata da qualsiasi governo o da qualsiasi amministrazione. Noi difendiamo il Mauriziano e il suo patrimonio, che sono due cose diverse. Le persone le difendete voi! E siete pure in difficoltà a difenderle!



(Commenti del Consigliere Cattaneo)



PLACIDO Roberto

Non ci interessa, se ci sono dei rilievi c'è la Magistratura. A differenza vostra, noi abbiamo fiducia nella Magistratura e non a corrente alternata, non nei giorni pari o dispari. Quindi, noi non difendiamo nessuno, difendiamo un patrimonio del Piemonte e dei piemontesi, che è l'Ospedale Mauriziano, e il patrimonio del Mauriziano sul quale qualcuno ci vuole mettere sopra le mani! E lo stesso vale, in parte, per i Valdesi.
Caro collega Bolla, faccia attenzione a quello che dice, perché lei in quelle valli ci abita!



PLACIDO Roberto

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Cosa fa, minaccia?



PLACIDO Roberto

No, io sono preoccupato per lui; lo considero un collega simpatico e sono preoccupato per lui. Non è una minaccia, ma sono preoccupato.
Voglio leggere testualmente un brano del Piano sanitario 1997-99, e da quel che mi risulta è ancora quello in vigore. Assessore D'Ambrosio, le chiedo un attimo di attenzione: "Il loro utilizzo viene definito dal Piano sanitario regionale 1997-99 ed è attuato mediante specifica convenzione tra gli enti titolari e le aziende. Nelle more di tali convenzioni rimangono in vigore quelle attualmente operanti". A cosa mi riferisco? Mi riferisco al fatto che, per quanto riguarda la tabella A, la tabella C e i rimborsi, il Piano è ancora quello del 1991-95. Lei ci deve rispondere: perché ci sono i figli e i figliastri? Perché al Mauriziano si è cambiato il rimborso, e lo stesso vale per il Valdese, mentre non si è fatto per altri ospedali? Questo è alla base del deficit del Mauriziano e anche del Valdese, questa è la vostra responsabilità. Neanche nella scuola pubblica, perché vi abbiamo assistito per mesi, la scuola paritaria è trattata al livello della scuola statale, quando si adegua, neanche in quel caso. Perché voi avete classificato il Mauriziano e il Valdese meno di un ospedale privato, dove fra l'altro aumentavano le risorse e le tariffe. C'è stata cattiva gestione o assunzioni eccessive? Può darsi. Fra l'altro, l'integrità morale della conduzione del Valdese penso che - collega Rossi dovrebbe fare un po' più di attenzione - sia a prova di bomba e nessuno la possa mettere in discussione.
Io, che sono sempre stato a difesa dello Stato e che ho sempre devoluto l'8 per mille allo Stato, quest'anno per la prima volta ho detto al commercialista di devolverlo alla Chiesa Valdese. Assessore D'Ambrosio l'integrità della gestione del Valdese e i problemi del Mauriziano derivano dal fatto che lei, insieme all'Assessore al bilancio e al Presidente della Giunta, ha creato le condizioni affinché questi patrimoni della nostra Regione arrivassero ad una situazione di collasso per poterci mettere sopra le mani.
Le polemiche sulla figlia del Commissario del Mauriziano non mi interessano. Ci sono responsabilità? Qualcuno ne risponderà nelle sedi appropriate, ma fate attenzione - e mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza - se qualcuno pensa di disperdere un patrimonio immobiliare di centinaia di milioni di euro, di disperdere due grandi esperienze sanitarie come il Mauriziano e il Valdese, penso che la questione non possa finire solo in quest'aula di Consiglio.
Collega Bolla, non è un problema di Sindaci, perché se anche Assessore D'Ambrosio - voi avete la responsabilità, ci sono tutte le comunicazioni, i bilanci inviati, le varie richieste. Nel 2002 vi veniva proposto dal Mauriziano di vendere l'Ospedale di Lanzo; perché avete aspettato un anno e mezzo per arrivare alla stessa decisione (acquisirlo all'ASL)? Questo vuole dire corretta gestione sanitaria? Sin dall'inizio del 2002 la CIOV vi segnalava una grave difficoltà, e voi aspettate più di un anno a intervenire? Queste sono le risposte che dovreste darci, caro Assessore D'Ambrosio a cui va una simpatia personale. Assessore, lei è solo, l'hanno lasciata da solo, aspettano che si possano disfare di lei e c'è già chi è pronto a sostituirla, questo oramai è di dominio pubblico.
Un'ultima cosa e termino. Il collega Consigliere Burzi - rispetto al quale mi divide tutto: provenienza, cultura, modo di pensare, di fare, di comportarsi, penso che siamo all'antitesi - ha proposto una cosa interessante: un fondo che comprenda le Fondazioni, la Città, la Regione la Provincia, i sottoscrittori piemontesi che devolvono contributi. Ma cos'è, un ballon d'essai? E' un pio desiderio, è una proposta di questa maggioranza? In questo caso non posso parlare a nome del Gruppo, ma condivido pienamente, anche se è un tentativo di salvataggio perch rimangano queste esperienze, oppure volete continuare ad affossare per regalare ai privati quanto regalate, per svendere un patrimonio prezioso di questa Regione che non può essere disperso? Questa occasione non può essere l'occasione perché alcuni possano fare degli affari su 500 anni di storia, questo è il problema!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Cari colleghi, ritengo doveroso questo intervento perché l'argomento è particolarmente impegnativo.
Ho ascoltato gli interventi dei colleghi della maggioranza, in particolare dei Consiglieri Bolla, Rossi e del Presidente Cattaneo, il quale ha dato molta importanza al problema dell'occupazione dei dipendenti degli ospedali. La questione è un pochino di cercare di capire che tipo di ragionamento vogliamo fare.
Se all'Assessore D'Ambrosio, oltre alla sanità, è stata data anche la politica del lavoro, come dire "tolleranza zero" nei confronti della disoccupazione, gli segnalo che in Piemonte ci sono ancora 100 mila disoccupati e 12 mila operai in mobilità; se poi vuole anche la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, ne abbiamo per 24 mila lavoratori.
Il problema, cari colleghi, è che noi non possiamo giustificare l'assunzione di queste persone con il servizio della sanità; secondo me si vogliono intrecciare un po' le carte, e qui bisogna essere sereni come sereno è stato l'intervento del collega Bolla, che molto pacatamente ha detto: "Noi qui dobbiamo sistemare tutte quante queste persone". Allora andiamo a vedere le cause effettive, andiamo a vedere che tipo di servizi erogano questi ospedali e chi è il cliente, a chi si devono rivolgere, chi deve pagare.
La storiella deve finire; il collega Riggio l'ha detto in modo chiaro: prima li avete strozzati e adesso li volete rilevare. Avete preso l'abitudine di negare anche l'evidenza, e questo è un brutto segnale.
Si può capire tutto, si può ragionare, ma se le aziende le volete acquisire in questo modo, non è così che si fa. Quando si acquisiscono le aziende, poniamo che l'ipotesi sia di tipo economico, prima le si fanno mettere a posto e poi le si acquisiscono, non le si acquisiscono in toto senza capire quello che c'è, vada come vada, portando a casa tutto.
La verità è un'altra; la verità è che noi abbiamo rovinato queste aziende attraverso il mancato pagamento. Assessore D'Ambrosio, forse sbaglio, ma ho dei documenti che escono dal suo ufficio; prendo un ospedale a caso: il Gradenigo in questo momento ha un credito nei confronti della Regione Piemonte di 20 milioni di euro...



(Commenti dai banchi della maggioranza)



GIORDANO Costantino

Non so se qualche collega in aula ha mai provato a fare l'imprenditore ma star fuori di 40 miliardi non è una cosa semplice. Queste non sono parole che noi diciamo soltanto per cercare di giustificare chissà quale gestione.
Dicevo che io ho tutti i documenti dell'Assessorato dove ci sono degli esercizi, tipo il 2001, che presenta un avanzo di produzione in attivo di 4 milioni 689 mila euro; tra l'altro, non riesco a capire nemmeno come fanno queste aziende a inserire in bilancio questi valori e nemmeno a capire come fate voi a fare un bilancio di questo tipo.
Allora, per il 2001, gli avete saldato l'esercizio ordinario; mancano all'appello 4 milioni 689 mila euro di superproduzione rispetto al concordato del budget, che in questo caso è stato uno dei motivi per cui avete fatto saltare il Mauriziano, perché sull'avanzo di bilancio non si capisce mai se poi alla fine...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Si tratta di 800 milioni di disavanzo. Vi permettete di dire sempre le stesse cose!



GIORDANO Costantino

Assessore, volevo evidenziare come la sua contabilità non è così precisa come i colleghi della maggioranza vogliono far credere, che non siete un esempio di gestione.
I trasferimenti vengono fatti perché qui bisogna andare alla ricerca di dov'è l'anomalia. Ma se per un'azienda deve pagare solo la Regione Piemonte e questa non paga, è chiaro che, prima o poi, le banche in queste condizioni prenderanno il sopravvento.
Cito solo qualche dato della sua gestione. Capisco che ci sono delle difficoltà, però non è giusto dire "Qui dobbiamo saldare 1.151, 7 operai" e faccio notare come siete precisi quando dovete fare delle evidenze pur di salvare e pur di avere qualche spiraglio di positività in un ragionamento.
Ma a parte questo, Assessore, volevo dire che, per quanto riguarda il 2002 ripeto, questo è un ospedale preso a caso - la Regione deve dare ancora 4 milioni e 600 mila euro di superproduzione, per un totale complessivo di 20 milioni di euro. Ecco, 20 milioni di euro ad una azienda come il Gradenigo ripeto che ho preso un'azienda a caso - non è poco: l'azienda si indebita fortemente con le banche e voi non fornite nemmeno le delibere in modo che si possa andare in banca e far considerare le vostre determine come contante.
No, collega Cattaneo, il gioco della maggioranza non regge più: qui siamo ad uno stato fallimentare. Se continuate così...



CATTANEO Valerio

Gli 800 milioni di debito al Mauriziano li gestiva l'Ulivo, la Bergoglio!



GIORDANO Costantino

Lei si accanisce con il Mauriziano così tanto, ma ormai la storia l'hanno capita tutti: la Regione non paga e gli ospedali chiudono.
Volevo solo segnalare che il valore di produzione delle sei ASL non locali ammonta a 178 miliardi di euro. Se le volete acquisire tutte quante potete farlo; secondo me, siete su una strada sbagliata.
Va fatta un'analisi in modo accurato per vedere gli ospedali che sono in difficoltà e capire effettivamente dove sono i guai. Non si va lì, si prendono gli ospedali e si dice: "Abbiamo preso il Mauriziano, abbiamo preso i Valdesi" solo perché a voi fa piacere tagliare i nastri. Secondo me sarà proprio questo che vi condannerà, perché il popolo piemontese, questa comunità si è accorta che con la fiscalità che noi richiediamo non riusciamo nemmeno a pagare gli stipendi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Intervengo dopo che il collega Giordano ha aizzato un po' gli animi con argomentazioni interessanti; di solito il Consigliere Giordano è persona di mediazione, ma oggi ha trovato gli argomenti giusti per lui, ma che io ritengo sbagliati, dovuti forse a una cattiva informazione e a una scarsa conoscenza delle situazioni - permettimelo, Giordano - per cui ha suscitato un po' l'ilarità e la rabbia della maggioranza su alcune indicazioni.
Volevo iniziare questo intervento ringraziando il collega Cattaneo per quanto ha detto e ringraziando i colleghi di maggioranza per le posizione che hanno assunto oggi.
Qualcuno parlava all'inizio di contesto politico; ebbene, il contesto politico è quello che è un contesto in movimento un po' in entrambi i poli, dove Alleanza Nazionale ha scelto di giocare un ruolo che è quello di mantenere il più possibile unite le squadre, in particolare la squadra della Casa delle Libertà. E' un ruolo che ci siamo assunti a livello regionale e a livello nazionale; è un ruolo che normalmente dovrebbe svolgere il partito di maggioranza relativa, ma noi lo assumiamo come un auspicio per un maggiore consenso in futuro.
E' un ruolo che interpretiamo - ripeto - senza grossa fatica, forse perché abbiamo, per storia e tradizione, un senso delle Istituzioni e dello Stato, che ci deriva da essere forza politica antica (dal '46 ad oggi evidentemente), tradizionale, se vogliamo. Pertanto, continueremo su questa strada.
Un ringraziamento, Presidente, lo rivolgo anche ai colleghi della minoranza, o forse è meglio dire ad alcuni organi di stampa che hanno permesso ai colleghi di minoranza di suscitare queste comunicazioni consentendo alla maggioranza di portare in Consiglio, quindi di avere, non solo sul territorio, ma anche in aula, quel riconoscimento che già sul territorio regionale i piemontesi ci hanno attribuito rispetto a queste due operazioni: il salvataggio del Mauriziano e degli ospedali Valdesi.
Ritengo che questa non sia una giornata nera o grigia per la Giunta Ghigo, o per l'Assessore D'Ambrosio; come ieri, anche oggi è una giornata di grande soddisfazione, veramente azzurra per la Giunta Ghigo e, in particolare, per l'Assessore D'Ambrosio, perché siamo qui a celebrare in termini positivi un'operazione di salvataggio che fino a qualche mese fa poteva sembrare quasi impossibile. Ha detto bene il collega Cattaneo quando ha affermato che questa è un'operazione di tipo politico, perché non nascondiamo che, rispetto al salvataggio del Mauriziano, ma anche degli ospedali Valdesi, ci potevano essere opzioni alternative. Quando la Giunta e la maggioranza di questo Consiglio si sono trovate di fronte all'out out dei Commissari straordinari - in particolare per il Mauriziano - del Prefetto D'Ascenzo, del Viceprefetto Tavanelli, pronti a portare i libri in tribunale - il collega Bolla richiamava giustamente l'audizione fatta in quest'aula con il Mauriziano, che molti colleghi della minoranza hanno dimenticato, tanto nei contenuti quanto nei toni - in quel momento, la Giunta Ghigo ha assunto, con grande coraggio una decisione importante: mantenere tutte le strutture del Mauriziano e, poi - su una tematica assai simile - quelle degli ospedali Valdesi, per dare a quei territori la possibilità di mantenere gli ospedali, i presidi ospedalieri, la tutela della salute ad un numero alto di cittadini. Questo è stato fatto in pieno accordo, non solo con l'Ospedale Mauriziano, ma anche con gli Enti locali.
Non dimentichiamo che il salvataggio del Mauriziano avviene sentiti e consenzienti gli Enti locali; per quanto riguarda il Mauriziano di Valenza, il Comune di Valenza e la Provincia di Alessandria e, per quanto riguarda il Mauriziano di Lanzo, il Comune di Lanzo e la Provincia di Torino. Non devo io sottolineare che si tratta di Comuni non legati politicamente a questa maggioranza e a questa Giunta.
Gli argomenti che oggi avete portato e che - per carità - come tutti gli argomenti, hanno una loro dignità, rispetto a quest'operazione perdono di significato. Riteniamo che l'Amministrazione Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio si siano inseriti con grande autorità e senso delle Istituzioni con grande senso di responsabilità nei confronti dei cittadini piemontesi.
Il Mauriziano - non lo ricordiamo in toni polemici - è tutt'oggi gravato da 800 miliardi di debiti; debiti che non si sono creati per caso. Chiediamoci il perché di questa massa di assunzioni, perché ci sia quasi il doppio del personale necessario al Mauriziano, perché negli ultimi anni siano stati istituiti oltre 30 primariati; chiediamoci il perché di alcune scelte compiute fuori da ogni programmazione sanitaria concordata con la Regione.
E' troppo facile dire che la Regione non pagava e che questo ha creato il debito. Non è così e non viene riconosciuto in questo modo dai Commissari stessi. Le ragioni di un dissesto sono diverse, più complesse, sicuramente legate a una cattiva amministrazione, ma bene ha fatto la Regione Piemonte ad assumersi un onere che non avrebbe voluto assumersi. Se le Aziende fossero state sane, se la gestione fosse stata adeguata, opportuna ed efficace, nessuno avrebbe pensato di acquisire nuove strutture, che saranno anche strutture che daranno soddisfazione al Piemonte e ai piemontesi, ma che creeranno sicuramente qualche problema.
Quindi, pieno plauso - Presidente - all'opera dell'Assessore D'Ambrosio, così come ci riconoscono i territori interessati e così come ci riconoscono i dipendenti e i Sindacati che hanno sottoscritto convintamente gli accordi per il mantenimento del posto di lavoro di migliaia di infermieri e dipendenti di queste strutture.
La Regione Piemonte ha salvato una prospettiva di lavoro, di prosperità e benessere, di socialità per centinaia di famiglie, quindi è bene che questo dibattito oggi si sia svolto e che l'Assessore D'Ambrosio e la Giunta Ghigo, oltre ad aver ricevuto la piena approvazione per l'operato sui territori interessati, l'abbia ricevuta anche oggi in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La vicenda è tutt'altro che chiara e conclusa.
Parlo soprattutto dell'Ospedale Valdese: quello che non è chiaro - e spero venga accertato da qualcuno, o in questa o in altre sedi - è il seguente fatto: se ci sia stata, da parte dell'Amministrazione regionale.
dell'Assessore D'Ambrosio o di altri Consiglierei regionali interessati alle vicende sanitarie, un'intenzione volta a generare una situazione di difficoltà economica nella gestione dell'Ospedale Valdese, aggravando la quale si sarebbe generata una situazione di tale difficoltà da parte della gestione dell'ospedale da permettere alla Regione Piemonte, o ad altri contestualmente o anche in tempi successivi - di rilevare la struttura in crisi economica, facendo la parte del salvataggio di una struttura ormai in netta crisi.
La vicenda, Assessore D'Ambrosio, ha queste caratteristiche ed è anche incomprensibile. Voi, adesso, dite di voler salvare l'Ospedale Valdese, ma questo a me non convince. Rimane aperta l'ipotesi che vogliate fare qualcos'altro, perché l'Ospedale Valdese è stato ben gestito. La relazione dello studio Pitagora Seimandi, che le ho chiesto - Assessore D'Ambrosio e che i suoi Uffici si sono peritati di non consegnarmi nel giro di qualche giorno, e che non è nota ad altri colleghi, dice che si tratta di un ospedale che è stato gestito, non bene, ma benissimo e che ha degli indici di efficienza tra i più alti (costi-valore-produzione) che ci siano nei migliori ospedali. Non è vero, allora, che l'Ospedale Valdese è stato gestito male; è stato gestito benissimo. L'Ospedale Valdese ha delle difficoltà puramente economiche, di indebitamento con istituti di credito dovuti al mancato pagamento, secondo tariffe promesse dall'Assessore, che hanno indotto una difficoltà economica del livello che sappiamo. Negli anni '99,'98,2000,2001 e 2002 l'Assessore D'Ambrosio ha lasciato crescere questo problema economico? Questo è il problema. E come mai adesso l'Assessore D'Ambrosio afferma di voler salvare il Valdese? Ma il Valdese non si salva semplicemente riconoscendo tutti i crediti che l'ospedale aveva in forza almeno di quattro lettere - che cito e di cui prego di dare lettura scritte dalla Regione in data 7 giugno 2002, 5 agosto 2002, 30 settembre 2002 e 9 dicembre 2002, con la quale vi impegnavate a pagare le prestazioni con le tariffe ospedaliere. Se voi voleste salvare l'Ospedale Valdese potreste semplicemente dare all'ospedale tutto quello che doveva essere dato, consentendo all'ospedale di venire a capo anche dei debiti che ha dovuto assumere con le banche per fideiussioni ed altro.
Questo vuol dire salvare l'Ospedale Valdese? Voi questo non lo fate neppure ora.
Nella relazione dell'Assessore si riconosce che ci sono possibili riconoscimenti, ma si demandano questi riconoscimenti a trattative nelle quali si potranno quantificare le somme. Ora voi non state salvando l'Ospedale Valdese, rispettando quelle entità della Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi, voi fate chiudere l'Ospedale Valdese, dopo averlo messo in condizioni economiche di non funzionare.
Quindi, non è per nulla chiaro questo elemento, non vorrei che dietro ci fosse qualche altro progetto. Ritengo parecchio interessante e da indagare questo vostro comportamento, che non è improvviso, ma si dilata nel tempo. Ebbe inizio, Assessore D'Ambrosio, ancora prima della "stretta" improvvisa del 7 gennaio 2001, nella quale voi vi siete finalmente accorti dello stato disastroso delle finanze per quanto riguardava la sanità. Poi voi dite: "Salviamo l'Ospedale Valdese" e mi sembra che abbiate indicato in 52 milioni di Euro la cifra che volete mettere a disposizione. Ma questa cifra, con la quale volete salvare - voi dite - l'Ospedale Valdese, dove è? In bilancio non c'é, nell'assestamento pare che non sia prevista. Per mettere in moto questa cifra occorre una legge. Quindi, anche questo elemento rimane del tutto non chiarito; non ci sono questi soldi e se ci sono, dove sono? Termino chiedendole, proprio perché la vicenda non è chiara e troppe voci stanno girando intorno a questo e da troppo tempo avete tenuto ad una stretta economica l'Ospedale Valdese, io le chiedo per cortesia di leggere in aula, in modo che tutti sentano in aula - anche i mezzi di comunicazione - le quattro lettere che ho citato, perché se lei in queste quattro lettere si è impegnato ad una rettifica della classe tariffaria per gli anni '98-'99, alla rivalutazione della produzione dell'anno 2000 - quando lei scrive questo - e della rivalutazione della produzione dell'anno 2001. Lei sta dicendo ad un ospedale: "State tranquilli, accendete pure la fideiussione, accendete pure un mutuo, perch vi sarà riconosciuto tutto". E se poi lei questo non lo fa, vi sono questioni politiche, ma vi sono probabilmente anche questioni di altro tipo, non solo politiche, ma anche di correttezza amministrativa, di rapporto tra enti. Perché sono tante le leggi che vanno rispettate, oltre quelle della buona politica e della buona fede. Quindi, le chiederei Assessore, di leggere per cortesia queste quattro lettere in Consiglio a conclusione di questo dibattito.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Sarò brevissimo, perché molte cose sono state dette. Voglio solo dire due cose per quanto riguarda la valutazione sul passato, cioè sulla situazione che ci ha portati a questo punto. Io non voglio negare naturalmente che ci siano aspetti che hanno riguardato la gestione dell'Ospedale Mauriziano che l'hanno reso troppo simile a quello di altre aziende sanitarie ed ospedaliere che sono la causa del deficit e della situazione di difficoltà che abbiamo conosciuto nella nostra Regione.
Indubbiamente questa è una gestione che non si è qualitativamente differenziata da quella passata. Detto questo, e quindi cercando di dare una dimensione ragionevole al nostro confronto e alla nostra discussione compaiono molti altri aspetti. Compare una Regione incapace di svolgere l'azione di programmazione che le spettava e quindi di ricondurla dentro un quadro generale. E' una Regione che aveva un bisogno assoluto di coprire un deficit sanitario generale al quale non sapeva come far fronte, e quindi cercava tutte le vie. C'é stato un esplicito intento vendicativo rivendicato non da lei, Assessore D'Ambrosio, ma dal Presidente della Regione - contro una gestione che non si era allineata, che non gli aveva portato i voti che lui si aspettava, che sul piano della gestione era simile ad altre, non tanto diversa, ma altre venivano ripianate mentre questa no. Il fatto che oggi voi chiediate come condizione per la convenzione al Commissario di rinunciare al procedimento aperto, è un fatto che la dice più lunga di tante altre cose. Io vi sfido a questo: ritirate questa pretesa, lasciate che vada avanti la discussione e la vertenza aperta di fronte al Tribunale Amministrativo. Lasciate che ci sia un pronunciamento e vediamo quale sarà. Vediamo se vale quello che qui abbiamo detto, cioè di una convenzione che aveva un carattere ultrattivo, come risulta dai documenti che qui sono stati letti o invece no. Che un Commissario di Governo sia spinto da voi, come condizione di un accordo, a compiere un atto contrario agli interessi che deve rappresentare, è un punto, a mio parere, molto grave. Detto questo, che è un tentativo di valutazione, ma sicuramente non è che non vedo anche gli aspetti critici che esistono e che riguardano tutti, c'é un secondo punto, caro Assessore assolutamente più importante. Il punto è stato sollevato da molti interventi del nostro Gruppo, a partire da quello della Presidente Manica per finire con gli altri. Cosa si prospetta oggi per la sanità e, in particolare, per la struttura ospedaliera torinese? Domani so che sarà convocata una Conferenza stampa nella quale sarà annunciata la "costruzione" di un momento di verifica partecipativa tra la Città di Torino e la Regione. Quindi, per chiudere il punto precedente aggiungo solo che la questione del Valdese si presentava sotto altre caratteristiche. Lo ha ricordato per primo il Consigliere Burzi intervenendo questa mattina sulle caratteristiche di correttezza e di efficienza di quella gestione: c'è poco da dire, il fatto che siamo nelle stesse condizioni vuol dire che c'é qualcosa sulle vostre responsabilità. Non vede, Assessore, che siamo di fronte ad un problema grande come una casa? C'é oggi una struttura ospedaliera, una struttura sanitaria torinese messa in condizioni di incertezza; voi non date un quadro di quale sarà il destino di una struttura come il Mauriziano, quando non si sa con quali risorse, con quali mezzi voi intervenite sul futuro in una struttura come quella del valdese, quando, aggiungo io, è totalmente incerta una questione come quella su cui si era aperto un confronto sotto il titolo "cittadella della salute" sulla quale, dopo grandi discorsi, pare che la Giunta regionale, l'unico progetto al quale riesce a pensare, è un semplice trasferimento immobiliare, priva di qualsiasi idea di riorganizzazione di un progetto globale.
E' in questo quadro che sorge spontanea una domanda: qual è la politica di programmazione? Quali sono le risorse? In questo quadro diteci qual è l'intervento pubblico, le risorse che il pubblico ha a disposizione e siano chiare quali sono le risorse che non ci sono e le vie alle quali pensate se ci pensate. Il punto non è di alzare la bandiera contro qualsiasi presenza privata, il punto è di alzare una bandiera contro una presenza privata che invece di essere prospettata in un quadro di programmazione e di scelte pubbliche di una gestione presso una struttura pubblica, avviene in un modo che, fuori da questo quadro, ha il segno, caro Assessore e colleghi, dell'accaparramento. Un accaparramento nel quale non si vede la prospettiva. Questo discorso, per noi, ha un aspetto retrospettivo, ma ha un aspetto molto più importante che riguarda la questione che vi dicevo e su questo rimane il quadro desolante che, a nostro parere, risulta da una mancanza di scelte. Questo nonostante un lavoro che, con le sue difficoltà e con i suoi numeri così modesti, l'opposizione ha continuato a fare per tentare di ottenere un quadro e un disegno di discussione che con questi caratteri di razionalità ha spinto e sollecitato - aveva ragione il Consigliere Saitta a ricordarlo - verso elementi di razionalizzazione.
Il punto è che voi oggi non presentate i conti di una sanità in ordine voi siete stati capaci di portare una minore visibilità sul bilancio regionale, del deficit sanitario. I dati che citava il Consigliere Giordano rivelano che questo deficit lo avete nascosto nelle pieghe delle strutture reali, che si traduce, questo miglioramento che si legge sui dati del bilancio, in una situazione che è completamente diversa se la leggiamo nella struttura reale della sanità Piemontese. Sto parlando di due aspetti diversi. Sappiamo, dal mutuo che avete acceso e dai ratei caricati sulle ASL e sulle ASO, che è cominciata da tempo questa situazione. C'é un giudizio sul passato, lo daremo tutti, in particolare vi saremo grati se non operaste un ricatto sul Mauriziano e lasciaste che il pronunciamento del Tribunale avvenga e chiarisca, con una voce imparziale, i termini della situazione. La sfida è sul futuro della sanità, in generale del Piemonte in questo caso per il rilievo che ha, in particolare, sul futuro della sanità torinese.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito, la parola all'Assessore D'Ambrosio per la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Oggi dovevamo dibattere sul dissesto economico finanziario dell'Ente Mauriziano, riconosciuto dagli enti governativi e del dissesto finanziario della CIOV (Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi) la cui cifra non è ancora definita e dovrà essere sicuramente definita entro un paio di mesi.
C'é stato il solito dibattito, con le solite posizioni dei Consiglieri dell'opposizione: non una sola proposta se facciamo eccezione di quella avanzata dal Consigliere Burzi che bene farebbe a farla in sede di maggioranza, visto che la proposta potrebbe essere effettivamente ...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

BURZI Angelo (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

C'è una legge che attende di essere votata da sei anni.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Dicevo, proposta che potrebbe avere sicuramente un seguito perch costituire un fondo di natura pubblica che coinvolga le Fondazioni indubbiamente, è una proposta molto seria. Potrei anche esimermi dal dire alla Consigliera Manica che stiamo pensando seriamente alla sanità torinese, tanto è vero che domani il Sindaco Chiamparino e il sottoscritto presenteranno un organismo di coordinamento tra le quattro ASL di Torino gli Enti locali, i rappresentanti della Regione e le forze sociali.
Ho sentito, da parte di Consiglieri, usare termini fortissimi quali "strozzinaggio", "accaparramento".
Al Consigliere Chiezzi suggerisco di seguire con la massima attenzione la vicenda perché la Regione, in particolare il sottoscritto, non hanno niente da nascondere, nel modo più assoluto.
Ho sentito interventi fatti proprio perché si devono fare perché, non cito il Consigliere, ma quando si fa riferimento a quella che è stata la sanità nelle valli e, quindi, che cosa hanno gli ospedali di Pomaretto e Torre Pellice devo rispondere al Consigliere che, in realtà, Pomaretto e Torre Pellice non sono stati mai, e non lo sono tuttora, degli ospedali.
Sono state ottime infermerie dove l'umanità e la professionalità di alcuni medici che vi operavano facevano sì che le strutture potessero essere viste dagli abitanti delle zone come strutture sanitarie di eccellenza. E' bene ribadire a tutti i Consiglieri che Torre Pellice e Pomaretto non sono mai stati ospedali, ottime infermerie dove la comunità valdese si ritrovava e dove l'umanità e la professionalità di alcuni medici hanno fatto si che le strutture stesse potessero essere utilizzate, ma indubbiamente non erano ospedali.
Per quanto attiene il Mauriziano, poiché non mi ero dilungato molto vorrei fare dei chiarimenti. Anzitutto debbo chiarire, come affermato dal Presidente Ghigo in seguito alle insinuazione emerse dai mezzi di comunicazione la scorsa settimana e insinuazioni o osservazioni chiamiamole come vogliamo, emerse anche oggi, che non c'é nessun disegno dell'Assessorato che mira alla distruzione dell'Ordine e all'acquisizione dei presidi ospedalieri.
Alcune volte ho l'impressione di non essere in un consesso dove ci sono persone che fanno politica da anni e che sono preparate: ma come si pu parlare, in certi termini, di fronte ad un disavanzo di 800 miliardi di lire e di fronte ad una situazione - che va indubbiamente ancora definita emersa dai rappresentanti della CIOV stessa secondo cui il disavanzo ammonta a circa 110 miliardi? Nessuno di noi ha mai pensato di sottrarre ai Valdesi la struttura ospedaliera di Torino (ribadisco che Torre Pellice e Pomaretto sono due cose diverse).
Permettetemi di leggere la lettera che il moderatore della Tavola, il Pastore Giovanni Gerre, ha scritto al sottoscritto e all'Assessore Pichetto Fratin in data 27 giugno: "Facendo seguito all'incontro avvenuto in data odierna tra le signorie vostre e la delegazione di questa Chiesa valdese confermiamo il nostro accordo sul trasferimento delle funzioni delle strutture dei presidi ospedalieri di Torre Pellice, Pomaretto e Torino alle condizioni in tale occasioni convenute". Le condizione non sono state definite in cifre, si è detto che si andava incontro alle loro pendenze, ai loro disavanzi e che, comunque, l'intervento straordinario veniva disposto con provvedimento legislativo regionale basato principalmente sulla valutazione delle strutture di edilizia sanitaria da trasferire. Ci siamo trovati di fronte a questa situazione e penso che ...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

... perché non leggiamo anche le lettere precedenti?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

...Se noi ai Valdesi attuassimo la tariffa definita nel 2003, dovremmo complessivamente dare non più di 15 milioni di Euro. Con questa cifra i rappresentanti della tavola della CIOV hanno detto che, assolutamente, non potrebbero andare avanti. Devo ricordarvi una cosa,che ovviamente non vuole essere un'offesa verso i valdesi, ma sono dichiarazione di esponenti della tavola e della CIOV. Prima di tutto devo ricordare e ringraziare per quello che hanno fatto complessivamente perché a Torre Pellice, ad esempio, i primi sei posti erano stati inaugurati nel 1826, quindi sono passati 177 anni. Tuttavia qualcuno della tavola ha detto: "Questo è un segno del Signore che richiama alla sua Chiesa ad un ruolo più pastorale e meno imprenditoriale", vuol dire che le posizioni di molti valdesi sono chiare da quanto vi ho letto.
Torniamo al Mauriziano: mi pare doveroso comunicare e precisare ancora una volta che l'Ordine Mauriziano è un Ente di diritto pubblico, vigilato dal Ministero dell'Interno il cui rapporto con la Regione si limita nell'ambito dell'esigenza del territorio della popolazione piemontese, al concordare le funzioni sanitarie e i volumi di attività. L'ordine Mauriziano non ha mai trasmesso alla Regione né i propri bilanci, n sottoposto al vaglio degli organi regionali, le proprie decisioni, che venivano assunte in totale autonomia.
Debbo sottolineare ai colleghi che il bilancio del 1999 è stato avallato dal Ministero dell'Interno nel 2001 e che il bilancio del 2000 e del 2001 è stato poi approvato soltanto all'inizio del 2003. Allora viene veramente da chiedersi: ma chi era preposto a sollecitare questi bilanci? Il Ministero dell'Interno e il Presidente della Repubblica dov'erano? E che cosa ha fatto il Consiglio di Amministrazione in questo periodo? Gli unici dati scambiati tra l'Ordine e la Regione sono quelli relativi ai volumi di attività per ricoveri e prestazioni sanitarie, senza alcuna possibilità di sindacato da parte della Regione sui costi dell'Ordine né in formazione anche consuntiva.



MARCENARO Pietro

Assessore, si renda conto di quello che sta dicendo.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Contrariamente, poi, alle aziende sanitarie regionali - con questo rispondo anche alla collega Suino - i vertici dell'Ordine sono nominati dal Presidente della Repubblica su designazione governativa; questi assumono tutte le decisioni e gli impegni di spesa in maniera avulsa dalle direttive regionali, limitandosi a convenzionare il pagamento tariffario di certe prestazioni nell'ambito di volumi concordati.
In ogni caso, l'Assessorato negli ultimi anni ha cercato di agevolare l'attività del Mauriziano e non ha cercato di affossare. In che modo? Concedendo i volumi di attività richiesti per la cardiochirurgia a Torino (500 cuori all'anno) e quelli per le prestazioni oncologiche a Candiolo. La Regione ha altresì finanziato, nell'ambito delle previsioni di cui all'articolo 20, la realizzazione delle nuove sale operatorie della chirurgia e gli altri interventi strutturali programmati presso l'Ospedale Umberto I; questo non significa certamente voler affossare.
Il vero problema dell'Ordine è invece da ricondurre, com'è stato riferito in questi mesi anche dai Commissari governativi, ai costi sopportati senza alcuna programmazione finanziaria per iniziative non concordate con la Regione. L'Assessorato regionale alla sanità non poteva stante le norme, far nulla se l'Ordine Mauriziano ha istituito, così come ha detto il collega Botta, oltre 30 primariati tra Torino e Candiolo, se ha concordato stipendi decisamente superiori a quelli delle aziende sanitarie regionali (gli infermieri percepivano mediamente dalle 350 alle 500 mila lire in più e alcuni primari avevano degli incentivi che arrivavano fino a 80 milioni all'anno). E poi, ultima cosa di notevole rilevanza, è che non si facevano gare, ma c'era il ricorso alla trattativa privata per l'acquisizione di beni e servizi.
Quindi, alla luce di tutto questo, non posso che respingere le accuse di aver causato la rovina dell'Ordine, che invece va addebitata sicuramente a chi l'ha gestito nel periodo in cui si sono consolidati questi disavanzi.
Vengo anche a rispondere al problema del TAR sottoposto dal collega Marcenaro. Poiché la Regione concorda con l'Ordine i volumi delle attività e dunque le entrate sanitarie del Mauriziano, ma non ha alcun potere di sindacato sulle uscite dato che il Mauriziano effettua, come ho detto acquisti, assunzioni e spese in totale autonomia, non posso che confermare quanto già riferito dai Commissari dell'Ordine nella conferenza stampa di qualche giorno fa, ovvero che dai ricorsi al TAR non potrebbe mai uscire una sentenza che obblighi la Regione al ripianamento dei bilanci dell'Ordine Mauriziano. Quindi noi non abbiamo obbligato nessuno a ritirare il ricorso al TAR; penso proprio che l'approfondimento da parte dei Commissari della situazione gravissima di un dissesto pesante porterà coloro che l'hanno provocato a risponderne direttamente e indurrà indubbiamente i Commissari a ritirare questo ricorso al TAR.
Un'ultima cosa e ho concluso. Chiedo ai colleghi: di fronte a una situazione del genere, che cosa si poteva fare se non quello che abbiamo fatto? Debbo dire altresì che cosa resterà di queste strutture sanitarie a Torino, alla luce dell'incontro avvenuto l'altro ieri con i responsabili Prefetto D'Ascenzo e avvocato Tavanelli, alla presenza anche del responsabile della Fondazione di Candiolo. L'Umberto I, stante le assicurazioni del Prefetto, dovrebbe raggiungere un pareggio di bilancio entro il 2005 ed è intenzionato a continuare a gestire con Candiolo; le modalità andremo a definirle assieme, perché abbiamo aperto un tavolo di lavoro tra Fondazione, Mauriziano e Regione e penso che Candiolo debba, per essere struttura di eccellenza, restare nell'ambito della rete oncologica piemontese, per cui c'è la certezza della sopravvivenza sia di Candiolo che del Mauriziano.
Per quanto attiene invece l'Ospedale Evangelico di Torino indubbiamente - poi lo vedremo nel corso dei prossimi giorni e mesi - è stato gestito non in modo ottimale, perché il disavanzo, quello che ci hanno comunicato adesso i responsabili della CIOV e della tavola, si aggira sui 110 miliardi e se noi rivalutiamo le prestazioni non arriviamo a più di 30 miliardi, il che vuol dire che ci sono ben 80-90 miliardi che vanno al di fuori di quelle che sono le prestazioni rivalutate.
Per quanto attiene Lanzo e Valenza, i Commissari - ma anche prima dei Commissari - avevano sottolineato che le due strutture chiudevano mediamente con disavanzo di 20 miliardi all'anno. E' pur vero che c'era tutta una situazione particolare: immaginate che tre anni fa, con 130 posti letto, a Lanzo c'erano 456 dipendenti e a Valenza, con 80 posti letto c'erano 300 dipendenti. Tutte queste cose hanno portato a questo disavanzo che si è consolidato e che non poteva essere risolto, per cui da parte dei responsabili del Mauriziano ci è stato richiesto, così come i Valdesi, di prendere la gestione delle due strutture. Allora noi, d'accordo con gli Enti locali - è stato già sottolineato - e d'accordo con le forze sociali abbiamo deciso di far gestire...



(Commenti in aula)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Dicevo, Valenza e Lanzo sono entrate a far parte del sistema sanitario regionale e sono gestite rispettivamente dall'ASL 6 e dall'ASL 21.
Per quanto attiene invece i presidi sanitari di Pomaretto e di Torre Pellice, c'è stato un accordo sottoscritto tra il Direttore generale dell'ASL 10, la tavola e la CIOV secondo cui le due strutture potrebbero passare all'ASL 10 il primo agosto prossimo (fra quindici giorni).
Quindi le quattro strutture di Lanzo, Valenza, Pomaretto e Torre Pellice passerebbero entro il primo agosto nella gestione del piano sanitario regionale; le due grosse strutture del Mauriziano e dell'Ospedale Evangelico verrebbero sicuramente a far parte del sistema sanitario regionale e quindi sopravviverebbero, penso, in modo ottimale.



PRESIDENTE

Do comunicazione delle interrogazioni e interpellane che sono state assorbite dal dibattito: n. 640 "Ventilata ipotesi di chiusura dell'Ospedale Mauriziano di Lanzo"(presentata dal Consigliere Giordano) n. 945 "Ospedale Mauriziano di Valenza" (presentata dal Consigliere Muliere) n. 1088 "Riconversione dell'Ospedale Mauriziano di Valenza (AL)" (presentata dai Consiglieri Papandrea e Contu) n. 1587 "Futuro dell'Ospedale Mauriziano di Valenza" (presentata dal Consigliere Muliere) n. 1593 "Situazione sanitaria piemontese - Ospedale di Lanzo dell'Ordine Mauriziano" (presentata dai Consiglieri Angeleri, Costa R., Deorsola e Tomatis) n. 1718 "Crisi finanziaria del Mauriziano di Lanzo" (presentata dal Consigliere Giordano) n. 1835 "Strutture Ospedaliere dell'Ordine Mauriziano" (presentata dai Consiglieri Marcenaro, Suino, Riggio e Placido) n. 1987 "Eventuale vendita ospedali di Lanzo e valenza da parte dell'Ordine Mauriziano" (presentata dal Consigliere Muliere) n. 2032 "Controllo contabile - finanziario dell'Ordine del Mauriziano dall'avvento della Commissaria" (presentata dai Consiglieri Suino, Saitta Riggio, Manica, Placido e Papandrea) n. 2033 "Consulenze al Mauriziano dall'avvento della Commissaria" (presentata dai Consiglieri Suino, Saitta, Riggio, Manica, Placido e Papandrea) n. 2108 "Ospedale Mauriziano di Valenza" (presentata dal Consigliere Rossi O.) n. 2250 "Organo di controllo dell'Ordine Mauriziano" (presentata dai Consiglieri Deorsola, Costa R. e Marengo).
Sono assorbite dal dibattito le seguenti interrogazioni e interpellanze: n. 1713 - "Strutture ospedaliere di proprietà della Tavola Valdese" (presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi, Papandrea, Tapparo e Suino) n. 1965 - "Situazione di difficoltà degli Ospedali Valdesi" (presentata dal Consigliere Bolla) n. 2291 - "Provvedimenti della Giunta regionale relativi agli ospedali valdesi" (presentata dai Consiglieri Saitta, Manica, Moriconi, Chiezzi Contu e Di Benedetto) n. 2292 - "Acquisizione Ospedali valdesi" (presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi) n. 2313 "Rapporti tra Regione Piemonte e commissione istituti ospedalieri" (presentata dal Consigliere Bolla).
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Per quello che so io, non è che tutte le questioni sollevate nei documenti citati si riferiscono alle questioni sulle quali sono state date delle risposte, quindi credo che bisognerebbe vedere puntualmente il tema.
E' vero che si tratta del Mauriziano, ma ad esempio ricordo che l'interrogazione del collega Deorsola si riferiva a un aspetto diverso puntuale, non di tipo generale sul quale abbiamo oggi avviato la discussione.



PRESIDENTE

In questo caso, se alcuni colleghi presentatori dell'interpellanza non si riconoscono, lo segnaleranno e vedremo di trattarla successivamente. Per adesso, consideriamo le interpellanze elencate esaurite, con la riserva naturalmente di eventuali segnalazioni.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 794 relativo a "Appalti ospedale Mauriziano" Esame ordine del giorno n. 589 "Strutture ospedaliere di proprietà della tavola Valdese"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 794 "Appalti ospedale Mauriziano", presentato dai Consiglieri Papandrea, Riggio, Chiezzi Tapparo, Suino, Moriconi e l'ordine del giorno n. 589 "Strutture ospedaliere di proprietà della tavola Valdese", presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi, Papandrea, Caracciolo, Giordano, Suino, Tapparo.
La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Brevissimamente intervengo per introdurre un elemento di verità e precisare il nostro punto di vista rispetto a quanto è previsto dai colleghi presentatori di questo ordine del giorno nella parte "rilevato che".
Non ci permettiamo certamente di fare alcuna valutazione di quanto asserito - quello porterebbe sicuramente a una serie di considerazioni che tutti i Consiglieri naturalmente possono espletare all'interno di un dibattito o di dichiarazioni di voto sull'ordine del giorno - però vogliamo introdurre una precisazione: non è la Regione che ha nominato il Commissario.
Allo stesso modo, non è accettabile - ed è uno dei motivi per cui intervengo, perché è in correlazione a questa prima formulazione dell'ordine del giorno - che venga detto che il Presidente della Giunta regionale abbia voluto esercitare un esplicito aspetto vendicativo perch la gestione non gli aveva portato i voti che forse si aspettava in occasione delle elezioni regionali, così come ha asserito il collega Marcenaro. Per due motivi: in primo luogo per una questioni di voti fortunatamente, anche perché io, com'è noto, sono stato eletto nella lista maggioritaria del Presidente Ghigo; il Presidente Ghigo ne ha avuti tanti e ha vinto democraticamente le elezioni.
La seconda cosa: indubbiamente, se i Valdesi e l'Ordine del Mauriziano hanno fatto delle assunzioni, avendo l'Ulivo e il centrosinistra le gestioni e il processo decisorio delle singole assunzioni, nella fattispecie essendo gli amministratori espressione di quella parte politica, penso che il Presidente Ghigo, con un'esperienza di ben cinque anni di governo in Regione e un anno in Parlamento, ancorché giovane politico, ma certamente non più neofita nel 2000, non si aspettasse qualche risultato o voto, così come è stato asserito da quella parte politica.
Forse eravate voi che ve ne aspettavate, eravate voi che avete fatto assumere quei dipendenti e, certamente, chi è rimasto deluso siete voi probabilmente dal risultato, più che da quella singola azione, perché le elezioni le avete perse.
Voteremo contro questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio, per dichiarazione di voto.



RIGGIO Angelino

Voglio ricordare una cosa, a proposito dei disavanzi, sia dell'Ordine Mauriziano sia dei Valdesi; in particolare dei Valdesi, perché, mentre per il Mauriziano possono esistere delle perplessità su alcuni elementi gestionali, il fatto che anche per i Valdesi si sia creato un certo tipo di situazione, dimostra sicuramente che c'è una responsabilità da parte della Regione. Farò avere copia della bozza di accordo stipulato il 21 marzo 2003, tra la CIOV e la Regione Piemonte, in cui si ipotizzavano una serie di meccanismi. Voglio solo ricordare, a proposito del disavanzo, che il disavanzo degli ospedali Valdesi è assolutamente ridicolo rispetto ai 4700 miliardi di disavanzo che ha accumulato la Regione Piemonte. Voglio dire che, se il pubblico ha potuto godere di ripiani da parte del Governo nazionale e di un mega mutuo che ancora mi brucia...



(Commenti dai banchi della maggioranza)



RIGGIO Angelino

Collega Botta, io sarà sulfureo ma tu sembri aceto bagnato! Parliamo dall'inizio della gestione del centrodestra fino ad adesso. Il disavanzo dell'Ospedale Valdese, rispetto al disavanzo regionale, è ridicolo; il disavanzo pubblico è stato ripianato con interventi del Governo e con un mega mutuo che ancora brucia, mentre il disavanzo dell'Ospedale Valdese viene fatto pagare con operazioni di strozzinaggio che mi auguro non servano, un domani, a mettere le mani, da parte di qualche privato interessato, che si muove dietro le quinte, dietro Candiolo, dietro l'Ospedale Valdese e chissà dietro a quale altra cosa, sulla sanità piemontese.
Mi scuso perché nell'intervento di stamattina non ho citato la quarta fase. La prima è stata quella del disavanzo, la seconda quella dei tagli la terza sarà la svendita al privato e la quarta è la fase delle assicurazioni.
Oggi abbiamo letto le dichiarazioni del Presidente Ghigo e quelle del Ministro Sirchia: lasciano immaginare che questo sarà il futuro che ci volete riservare. Io penso che la sanità piemontese, che ha una grande tradizione di solidarietà e professionalità, resisterà anche a voi.
Per quello che ci riguarda, il nostro voto è sicuramente favorevole rispetto all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Poiché l'ordine del giorno è stato modificato - mi dicono anche nel dispositivo, ma non ne sono certo - vorrei che fosse messo a disposizione per poter esprimere un voto sulla formulazione definitiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonio

Se non sbaglio, stiamo discutendo dell'ordine del giorno n. 794.
Condivido l'affermazione fatta dai presentatori, riguardo al fatto che l'accordo tra la Regione Piemonte e il Commissario preveda il ritiro del ricorso al TAR. Ritengo che un'Amministrazione pubblica seria, che ha fiducia nella Magistratura - e spero che in questo caso rientri anche la Regione Piemonte - non abbia assolutamente paura del giudizio della Magistratura stessa. Quando un elemento di questo tipo (il ritiro del ricorso al TAR) diventa elemento di un accordo, vuol dire elemento di un contratto, Assessore (l'accordo è un contratto: io ti do questo e tu fai quello); quando questo elemento non è elemento autonomo del Commissario, ma è elemento di contrattazione, perché fa parte dell'accordo, vuol dire che un'Amministrazione regionale non ha fiducia nella Magistratura, oppure che ha il timore che la Magistratura possa esprimere un giudizio diverso rispetto a quello che si aspetta.
Questo lo considero di una gravità enorme. Non so se, come Consigliere regionale, ho strumenti per intervenire su un fatto di questo tipo, ma questo è gravissimo.
Se lei, Assessore, come ha dimostrato in qualche occasione - per la verità, non in molte - dovesse ritenere di non aver paura del giudizio del TAR - come mi pare abbia dimostrato, perché ha portato degli elementi tolga questo elemento del contratto dal contratto stesso. Faccia in modo che il Commissario mantenga il ricorso al TAR. Diventa un elemento di chiarezza anche per lei, Assessore! E' un invito che faccio, un elemento di chiarezza, perché, se resta il sospetto che questo sia un elemento del contratto, è un sospetto enorme anche in tutta la procedura attuata.
La seconda osservazione, sempre sull'ordine del giorno: cerchiamo di essere molto chiari sulla questione del Mauriziano. Durante la consultazione fatta con il Commissario Terarelli, ho detto che, se ci sono responsabilità sulla gestione, c'è la Magistratura e bisogna andare avanti.
L'ho detto immediatamente e chiaramente: non ci sono questioni e sconti nei confronti di nessuno. Rilevo, però, un altro fatto: c'è un ruolo che la Regione ha sempre avuto, perché la Regione nomina dei propri componenti del Consiglio di Amministrazione, nomina il Revisore dei Conti, quindi la Regione ha anche avuto delle competenze; sappiamo che in passato si sono svolti non pochi incontri tra il Consiglio di Amministrazione e il Presidente Ghigo e il collegio sindacale.
Detto questo, per quanto riguarda l'ordine del giorno, mi pare giusto l'invito fatto. Al di là dell'ordine del giorno, dico direttamente all'Assessore di valutare questo aspetto, perché, se la posizione della Regione è questa, continua a restare un sospetto. Io non credo che l'Assessore abbia bisogno che un sospetto di questo genere venga mantenuto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 794, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale premesso che fino al 1998 il Mauriziano è stato equiparato nei finanziamenti ai principali ospedali della Regione l'Ordine fece, in base a tali finanziamenti, investimenti strategici quali Candiolo, un centro per le malattie della tiroide e per la calcolosi potenziò i reparti di radioterapia, immunologia, gastroenterologia portando così il Mauriziano ad essere considerato dagli utenti un polo ospedaliero di prima categoria nel 1998 veniva retrocesso ed equiparato alle cliniche private riducendo drasticamente i finanziamenti e riconoscendo solo i rimborsi fatti con tariffa ridotta l'assessore competente era a conoscenza della situazione economica in quanto l'Ordine inviava periodicamente la situazione dei costi e ricavi rilevato che la precaria situazione finanziaria ha portato la Regione a nominare commissario straordinario la dr.ssa D'Ascenzo Anna Maria esiste una bozza di accordo con la Regione Piemonte per quanto riguarda la ristrutturazione e il risanamento dell'ospedale e che in tale bozza è previsto anche il ritiro da parte del commissario D'Ascenzo del ricorso al TAR contro la Regione considerato che a far data dal commissariamento la gestione pubblica dell'ospedale è andata peggiorando: tagli al personale, appalti di servizi all'esterno, tagli sugli acquisti del materiale sanitario ecc.
come da denuncia pubblica apparsa su quotidiani esistono gravi sospetti sull'affidamento di appalti a ditte che vedono coinvolti, con incarichi di responsabilità, persone con stretto grado di parentela del commissario invita il Presidente della Giunta e l'Assessore competente a verificare la veridicità di tali affermazioni nel caso di conferme, il sollevamento immediato dall'incarico del commissario D'Ascenzo Anna Maria." Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 589, il cui testo recita: "Visto che in Piemonte sono attive tre strutture ospedaliere di proprietà della Tavola Valdese situate in Torino, Torre Pellice e Pomaretto le strutture in questione svolgono un importante ruolo nella Sanità piemontese offrendo servizi non solo per i cittadini delle aree proprie degli insediamenti ospedalieri ma anche per gli abitanti di altre zone che le utilizzano e le apprezzano per la qualità e la celerità del servizio che rendono, spesso in tempi brevissimi e senza necessità di prenotazione saputo che la gestione delle strutture avrebbe portato ad uno sbilanciamento gestionale passivo pari a svariati miliardi di vecchie lire, accumulato nel corso degli anni considerato che il sistema di riparto finanziario si basa, nei confronti degli Ospedali Valdesi, sul numero di degenze e non su un budget concordato, come nel caso delle altre strutture ospedaliere considerato altresì che le due strutture di Torre Pellice e di Pomaretto svolgono un importante ruolo sociale oltre che sanitario, in quanto offrono servizi assistenziali in zone di montagna saputo che al momento non sono giunti atti ufficiali da parte dell'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte su come si intende affrontare il problema economico da ipotesi fatte dall'Ente Gestione delle strutture basterebbe un impegno anche parziale ma garantito negli anni per impostare un'azione di risanamento considerato che se non vi fosse un intervento pubblico le strutture non potrebbero continuare ad operare e soprattutto che l'ingente passivo accumulato costringerebbe la Tavola Valdese ad intervenire con l'alienazione del proprio patrimonio, costituito da luoghi di culto e strutture simili il Consiglio regionale impegna la Giunta a mettere in essere tutti gli interventi necessari al risanamento economico delle strutture in oggetto al fine di preservare un importante servizio ai cittadini, sia da un punto di vista sociale che sanitario".
Il Consiglio non approva.
Comunico che la riunione dei Capigruppo è convocata per le ore 15.30 in Sala Morando. La seduta pomeridiana è convocata per le ore 16.00.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà



CATTANEO Valerio

Abbiamo l'esigenza di una riunione che abbiamo convocato per le 13.00 e noi vorremo avere la possibilità di fare questa riunione in almeno un'ora. Abbiamo anche una certa preoccupazione sul fatto che si possa oggi, raggiungere il numero legale e quindi, per un lavoro proficuo, forse potremmo chiudere i lavori della giornata con la Conferenza dei Capigruppo.
Se invece fosse convocato il Consiglio, chiedo al Presidente di tener conto di questa nostra esigenza di circa un'ora e dell'impegno della Conferenza dei Capigruppo.
Ripeto, ho una certa preoccupazione sul fatto che oggi si possa garantire il numero legale perché so che molti Assessori non potranno essere presenti, così come alcuni Consiglieri, che sono impegnati in convegni già convocati.
Se convocate e confermate il Consiglio di oggi pomeriggio, non innalzeremo delle barricate e ci presenteremo in aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà



MARCENARO Pietro

Questo è uno dei casi in cui si subiscono le decisioni. Quando il Capogruppo del principale Gruppo di maggioranza sostiene che il Consiglio viene "convocato" o fa capire che non sarà raggiunto il numero legale alla minoranza non rimane che subire. Naturalmente prendo atto di questo prendo atto che questa è una violazione degli impegni che erano stati presi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Angeleri)



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, lasci finire il Consigliere Marcenaro. Le ricordo che lei è un Capogruppo della maggioranza.



MARCENARO Pietro

Il punto è molto semplice. All'o.d.g. di oggi era iscritta una questione molto delicata, il Piano territoriale della Provincia di Torino: la maggioranza non vuole discutere del punto e si rifiuta di discuterlo ormai da tempo. Questa è una delle mille forme che vengono cercate per eludere la questione prendendo atto che, nonostante gli impegni presi nella calendarizzazione, veniamo messi di fronte a questa situazione. Secondo noi è una cosa grave e io protesto. Se il Consigliere Angeleri permette, almeno la libertà di protestare ce l'abbiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiazzi; ne ha facoltà



CHIEZZI Giuseppe

Presidente e colleghi, il Consigliere Marcenaro ha sollevato una questione giusta, il Consiglio deve proseguire: Consigliere Marcenaro, non subiamo, resistiamo. Cerchiamo di resistere. Il Consiglio è convocato, la vicenda del Piano territoriale della Provincia di Torino si è trascinata fin troppo a lungo. Parla persona al di fuori di ogni strumentalità, lo vedrete nella discussione, ma il Piano territoriale va discusso e votato.
Sono passati due anni.
C'è un calendario che è tutto in carico alla Giunta regionale, oggi c'è Consiglio, riuniamo la Conferenza dei Capigruppo subito, si ricomincia il Consiglio, che è stato convocato, e si lavora. Altrimenti appare l'ulteriore tentativo di qualcuno di spostare in là la discussione sul Piano territoriale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà



BOTTA Marco

È inaccettabile la lettura che viene data da alcuni Consiglieri. Per noi la proposta del Consigliere Cattaneo era una proposta tesa a rispettare il Consiglio. E' chiaro che con la Conferenza dei Capigruppo convocata alle 15.30, che finirà tra le 16.30 e le 17.00, il Consiglio convocato fino alle 20, la reale possibilità che il Consiglio si svolga è limitata. Non abbiamo problemi, per quanto riguarda Alleanza Nazionale, ad essere presenti, ma si sappia che nessuno pensava a questa mossa per allontanare l'esame del Piano territoriale. Vi ricordo che c'è già una legge iniziata, quella dei Walser, che deve andare a conclusione, quindi il programma del pomeriggio è già fissato.



PRESIDENTE

Non è in mio potere annullare una convocazione di Consiglio, lo pu fare la Conferenza dei Capigruppo che io convocherei subito ma non c'è il Presidente e l'Assessore Picchetto, che rappresenta la Giunta che deve decidere i tempi della discussione o che intende proporre i tempi della convocazione per la prossima settimana, non è presente fino alle 15.30.
Mi pare che ci muoviamo all'interno di una situazione molto ristretta.
Ricordo, quindi, che alle 16.00 è convocata la Conferenza dei Capigruppo e alle 16.30 il Consiglio (compatibilmente con le decisione della Conferenza dei Capigruppo a cui potrebbe competere di sospendere la seduta).



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 14.34)



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